i racconti erotici di desiderya

Alessandra & piero alias... ep. 2/3

Autore: Romeodp
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...e poi dal giorno dopo mille coccole, mille attenzioni io e Piero come due adolescenti ai primi amori.

Addirittura i messaggini telefonici, che lui aveva sempre odiato, sembrava fossimo due amanti più che marito e moglie.

Io come sempre non riuscendo a godere pienamente dei momenti belli della vita cominciavo a domandarmi se tutto ciò fosse positivo o celasse risvolti non privi di rischi.

La svolta improvvisa ai nostri rapporti sessuali, mi domandavo, era dovuta al classico canto del cigno?

Un rapporto, il nostro, in cui forse ormai era rimasto poco da dire e che senza l’episodio della commessa sarebbe stancamente andato verso il naufragio?

Di fatto, la nostra vita era sempre stata quella che per gli altri è un modello da imitare.

Piero affermato avvocato ed io, laureata, impegnata soprattutto per la famiglia ed ad aiutare mio marito nelle relazioni sociali.

Organizzavo per lui serate, mirate ad aumentare conoscenze ed amicizie che nell’ambito della sua attività hanno sempre prodotto nuove opportunità ( nuovi clienti o conoscenze in settori funzionali alla sua professione).

Infine Luisa, la nostra meravigliosa bambina, rimasta figlia unica per scelta, simbolo della nostra felicità.

Un bel quadretto, considerato anche l’aspetto fisico che, sia per me che per Piero, è stato più che generoso. Di cosa dovevo preoccuparmi?

Il sesso era sempre stato nei parametri della cosiddetta normalità, io sempre fedele e lui anche, spero, con una media di rapporti elevata e soddisfacente.

Ma da quel camerino di quel negozio in poi, la sensazione era che le cose stessero deragliando da quella normalità e non sapevo dove ci avrebbe condotti.

Nelle fantasie di coppia si erano configurati scenari sempre più spinti, nelle parole, negli approcci e nelle ipotesi numeriche dei partecipanti.

Questo il dubbio che mi rodeva, erano fantasie o desideri reali?

Se desideri reali, fin quando sarebbero rimasti tali?

Nell’elaborare questi ragionamenti cercavo di capire cosa fossero per Lui, perché per me, anche se ancora compressi, sapevo cosa fossero.

Per Piero sicuramente soltanto fantasie, per me sempre più chiaramente, desideri veri.

Basta, improvvisamente mi imposi, basta con queste masturbazioni cerebrali, perché non vivere lasciandosi vivere? Se stiamo bene nel fare cose diverse da ciò che tradizionalmente si intende normale, perché rinunciare? Avevo forse vissuto il più bel rapporto anale della vita, sentendomi libera di farlo. Basta, mi ripetei, io e Piero contro i tabù e le inibizioni da bigotti moralisti. Be’, con calma, senza esagerare conclusi tra me e me.

Ne parlammo io e Piero e convenimmo che il gioco sarebbe stato bello finché sarebbe rimasto tale, senza esagerare nel turpiloquio e nei comportamenti. Una moderata trasgressività, insomma. ???

Cosa voleva dire??? Semplicemente booo.

Passarono alcune settimane e l’effetto di quel confrontarci apertamente fu disastroso, la nostra vivacità sessuale si stava lentamente spegnendo. Il modo di farlo, quando lo facevamo, era divenuto meccanico, senza passionalità, con il timore di dire o fare cose sbagliate.

Capii allora che il rapporto sessuale tra due persone anche se innamoratissime non può essere pianificato, concordato o razionalizzato.

Il sesso in un rapporto deve essere libero da condizionamenti preconcetti, libero di essere sperimentato e soprattutto di stupire. Mai prevedibile o scontato.

Decisi così di non riaprire un confronto dialettico sull’argomento, ma di provare strade alternative.

“Amore” dissi quella mattina mentre Piero stava per uscire “se hai tempo, nel pomeriggio vorrei vedere delle scarpe in un negozio in centro che mi è stato segnalato, mi farebbe piacere se venissi anche tu per un consiglio”.

“Ma certo” rispose “ alle diciotto, va bene?”

“Ok, ci vediamo direttamente a P.zza Colonna alle diciotto, ciao, ciao”.

Arrivai puntuale e Piero era già sul posto preciso come un orologio svizzero, indossavo un abitino violaceo aderente, generoso nella scollatura e poco sopra il ginocchio, vistosa al punto che, se non fossi stata protetta dall’ uso della pillola, solo a sguardi avrei rischiato di rimanere incinta.

“Complimenti” fu il saluto tra il compiaciuto e l’infastidito di Piero “da dove stai venendo?” fu la domanda.

“Da casa, da dove vuoi che venga?” la risposta “ecco il negozio è quello” aggiunsi prendendogli la mano ed indirizzandomi in quel negozio, affine al giochino che avevo in mente.

Chiesi al commesso le scarpe che volevo provare e ci sedemmo di fronte alla parete specchiata del negozio. Nel sedermi accavallai le gambe con un pochino di mestiere, per far vedere dallo specchio di fronte che indossavo autoreggenti.

Piero deglutì ed un po’ alterato mi sussurrò “ma come ti sei vestita, ti si vedono le mutande in questa posizione”.

“Non è possibile” risposi “non le indosso” e così dicendo con grazia feci il movimento con le gambe della grandissima Sharon Stone nel film...

“Ma, brutta porca, il commesso può vedere tutto, sei impazzita?”.

“Amore è un gioco, se non ti piace ci alziamo ed andiamo via”.

“Cazzo, è divertente, vediamo come si comporta, fai la vaga e rimani distaccata”.

Il commesso arrivò con i tre tipi di scarpe che avevo chiesto, già in stato di leggera euforia prima ancora di inchinarsi ai miei piedi, pregustava evidentemente la possibilità di dare una sbirciatina alla scollatura ed alle mie cosce.

“Quale vuole provare prima?” chiese con tono distaccato e gli occhi puntati sul seno, che, a causa del movimento in avanti per togliermi una delle scarpe, quasi usciva dalla scollatura.

Un movimento apparentemente casuale che al commesso ha provocato il primo rossore, accompagnato da un evidente imbarazzo.

“Quella nera” risposi accavallando la gamba destra per porgere il piede verso di lui. Movimento che mostrò l’intera coscia incorniciata dall’autoreggente.

Piero assisteva incuriosito al mio giochino, il ragazzo era in evidente confusione, non riusciva a scostare lo sguardo dallo spettacolo. Mi alzai con la scarpa appena calzata feci due passi verso la parete specchiata e chiesi “ com’è?”.

“Meravigliosa” si lasciò sfuggire il commesso guardandomi negli occhi con chiaro atteggiamento allusivo.

“Tu trovi?” risposi rivolgendomi a Piero.

“Ti stanno molto bene” ribadì Lui.

“Si, mi piacciono” risposi all’indirizzo di mio marito, come se il commesso non esistesse, poi sedendomi di nuovo “però, mi fanno un pochino male qui.”

Indicai con il dito l’interno tallone, inizio caviglia e per mostrare il punto esatto allargai goffamente le gambe, in maniera apparentemente casuale, quel tanto da mettere in mostra spudoratamente la passera agli occhi del commesso. Il mio di sguardo era indirizzato a Piero, volevo vedere la sua di reazione e con soddisfazione notai il suo atteggiamento partecipe e complice. “ No se hai fastidi, non va bene” affermò Piero “ le altre due non mi piacciono” rivolto al commesso in stato di shock “ grazie per la cortesia, andiamo Amore” mi prese per mano e mi portò via frettolosamente.

“Ma cosa mi combini?” chiese appena fuori “ gli hai fatto vedere tutto, maiala”.

“Si, sono una maiala, e non vedo l’ora di ciucciartelo” risposi accattivante.

Non riuscimmo ad arrivare a casa, Piero preso da un attacco di libidine fermò l’ascensore a mezzo piano mi girò allargandomi le gambe, mi alzò la gonna ed a introdusse in un solo colpo il membro già eretto dentro di me.

“Puttana, puttana, ti è piaciuto fargliela vedere” mugugnò.

“Si, si, sbattimi amore, sbattimi” replicai in procinto dell’orgasmo più veloce della mia vita. Due tre colpi ancora ed il calore del suo sperma finalmente dentro di me. Che bello fu il nostro commento all’ unisono, poi riprendemmo la corsa dell’ascensore ed in un attimo eravamo nel bagno di casa a ricomporci.

Si la strada giusta era quella dei fatti, non delle parole. La capacità di rinnovare, di stupire e di giocare tra il lecito ed il trasgressivo.

Quasi come un nuovo tacito accordo non ne riparlammo.

Facemmo sesso per due tre sere con più passione ma senza ulteriori novità, avevamo ripreso a parlare durante i rapporti ed entrambi avevamo punte di eccitazione nell’ ipotisi di un rapporto a tre, dove il terzo era un altro uomo con un cazzo super.

La fantasia però non mi bastava più, speravo in qualche sua iniziativa. Da quando avevo provato il cazzone finto nella fica contestualmente a quello di Piero in bocca, fantasticavo su due cazzi veri da gestire, spingendomi sempre più spesso ad immaginarne tre contemporaneamente.

Per soddisfare il massimo della libidine uno in bocca, uno nella fica ed uno nel culo, li immaginavo contemporaneamente a scivolare su e giù dentro di me ed ad inondarmi di sperma.

Questo era lo schema che durante un rapporto mi faceva precipitare verso l’orgasmo.

Come fare se lui non prendeva iniziative? Improvvisamente l’idea. Prima avrei dovuto dare, concedere, se volevo superare il confine tra l’immaginario ed il reale e trascinare dentro mio marito.

Fu così che anche se non convintissima, mi recai in quel negozio di lingerie dove casualmente tutto ebbe inizio.

La commessa mi riconobbe appena entrai, il suo viso si illuminò nel vedermi, dovevo averla colpita veramente pensai.

“Ciao, posso esserti utile?” Fu la domanda di circostanza.

“Stavo pensando che il genere che mi hai proposto la volta scorsa potrebbe interessarmi, se migliorato da qualche accessorio, magari di tipo maschile.”

La ragazza, molto più navigata di quanto pensassi rispose prontamente “ accessori maschili? Perché no, hai già in mente qualcosa o vuoi che sia io a trovare qualcosa di adatto?” .

L’ambiguità continuava a regnare nelle parole e negli ammiccamenti, ma si rischiava di non arrivare a nulla di concreto.

“Cosa ne diresti di farmi provare di nuovo dei modelli su cui poter lavorare?” Azzardai.

“Ok, seguimi nel camerino di sopra, è più riservato” rispose facendomi strada “ti porto dei modelli appena arrivati, sono uno schianto vedrai, intanto spogliati”.

Entrai nel camerino e spogliandomi sentivo una sensazione di disagio, l’omosessualità non mi disturbava concettualmente, ma l’ idea di sperimentarla in prima persona non aveva mai accarezzato la mia mente e il fattore pene per me era sempre stato il centro del desiderio sessuale. Ma se un sacrificio era necessario per poter arrivare ad un rapporto multiplo, senza mettere a rischio il menage familiare, bene, era giunto il momento.

Giulia, era il nome della ragazza, rapidamente apparve sulla soglia del camerino con diversi modelli di costumi tra le mani. “Posso?” chiese introducendosi all’interno dello stanzino senza aspettare risposte.

“Prego” risposi “ se non ti disturba il fatto che sia completamente nuda”.

“Era proprio così che speravo di trovarti” replicò “sei uno schianto, hai un seno stupendo, un corpo sensuale, da copertina, prova questo” e mi passò un due pezzi bianco, minutissimo. “Ma, è semi trasparente!” esclamai appena indossato.

“Certo” rispose “ è il tuo meraviglioso corpo che lo richiede e, non sai quando è bagnato che spettacolo, farai impazzire chiunque avrà la fortuna di guardarti.

Immagina poi, con i capezzoli turgidi..” Cosi dicendo come la volta precedente da dietro insinuò le sue calde mani sotto le mini coppe del costume ed avvolse delicatamente entrambi i seni.

Chiusi gli occhi a quel contatto che sentii spudoratamente gradevole. Lei avvertendo la mia disponibilità iniziò un delicato massaggio di entrambi i seni dando delle leggere strizzate ai capezzoli. Subito il mio respiro divenne più intenso, quel contatto era piacevole, speravo non si fermasse. Sentivo il suo respiro sul collo e l’abbraccio più stretto, i suoi seni sulla schiena sodi ma soffici, una sensazione strana che non credevo potesse essere così gradevole. Le sue labbra si avvicinarono al mio orecchio e scendendo con una mano verso il pube sussurrò “questi peli non vanno bene sotto questo costume.” Così dicendo insinuò la mano nello slip, con le labbra prese a succhiare e mordicchiare il lobo dell’orecchio e senza pudore iniziò a titillare il clitoride. Mi sentivo avvolta come da una piovra, mi masturbava con una delicatezza inebriante e contestualmente mordicchiava il mio orecchio e strizzava un mio capezzolo. Ebbi subito un micro orgasmo a seguito del quale mi svincolai dolcemente e guardandola compiaciuta le dissi “l’accessorio maschile, ricordi?”

“Tuo marito?” domandò.

“Certo replicai, ma lui non sa’ nulla, sarebbe la prima volta per noi, dovrai aiutarmi a creare le condizioni, vuoi..?”

“Non vedo l’ora” fu la risposta.

Ci scambiammo i numeri dei telefonini con l’intesa di sentirci presto per organizzare una serata.

La sera a cena sentivo il desiderio martellante di fare sesso con Piero, l’assaggino di Giulia aveva stuzzicato l’appetito. Era stato il mio primo contatto lesbico, il primo tradimento sessuale a Piero, la mia vera prima pazzia e tutto ciò aveva stimolato una libidine senza precedenti. Immaginavo la lingua di Giulia sul mio clitoride mentre il cazzo di Piero mi penetrava, immaginavo io che leccavo Giulia guidando il sesso di Piero nella sua vagina, stavo già vivendo quello che speravo presto sarebbe successo.

Finalmente soli nella nostra camera da letto ebbi un’altra trovata, “Piero” dissi, “prendi la telecamera ed il nostro giocattolone, questa sera voglio fare la porno diva, ti piace l’idea?”

“Cazzo, geniale” fu la risposta, in un baleno tirò fuori dalla cassaforte il cazzone finto ed installò la telecamera sul cavalletto di fronte al letto.

“Vuoi fare una libera interpretazione o vuoi che ti suggerisca cosa fare?” domandò Piero.

“Lasciami iniziare, poi vedremo se avrò bisogno di aiuto” risposi, e completamente nuda mi sdraiai davanti all’obiettivo con Piero (anche lui completamente nudo) dietro la telecamera.

Iniziai le riprese su un fianco raggomitolata in posizione fetale, come se stessi dormendo, poi come turbata nel sonno mi distesi e mi girai supina portando il braccio destro sugli occhi come a voler continuare a dormire mentre con la mano sinistra presi a carezzare un seno. Vedevo da sotto il braccio che Piero zoomava sui particolari, allora, senza mollare il seno sinistro raggiunsi con la mano destra anche l’altro seno ed iniziai a massaggiare entrambi, strizzando i capezzoli già eretti come due piccoli membri. Scesi poi con la mano destra lungo il corpo fino a raggiungere il pube.

Avrei voluto calde labbra a ciucciare i capezzoli e nell’immaginario era quello che stava accadendo. L’eccitazione che iniziava a montare mi fece allargare le gambe offrendo all’obbiettivo la mia natura pulsante di desiderio. Lo zoom istantaneo su di essa istigò l’esibizionismo che non sapevo di avere così spiccato.

Con entrambe le mani andai giù sulla fica e presi ad aprirla e chiuderla a massaggiarla e penetrarla con una e più dita, in una masturbazione in primo piano che montava una libido in entrambi sempre più accentuata.

“Dai, zoccola, aprila tutta, fammela vedere aperta, scopati con il cazzone, fammi vedere quanto sei porca” le parole di Piero in piena euforia.

Fu così che mi girai in posizione pecorina per poter mostrare anche il buco del culo fremere mentre continuavo a masturbarmi.

Mentre riprendeva, Piero, eccitato dallo spettacolo aveva iniziato a carezzare il suo oggetto già al massimo splendore. Presi allora il gigante e dopo una veloce lubrificata lo posizionai sotto di me ed a mo’ di smorza candela presi a premere verso il basso per farlo entrare.

Per quanto grosso sapevo ormai come accoglierlo, ruotando il bacino e premendo sentivo millimetro dopo millimetro il bestione farsi spazio nella vagina. Mi sentivo spaccare mentre entrava ma la sensazione di pienezza era inebriante “Piero” balbettai “dammi il tuo cazzo nel culo, fammi sentire una maiala vera, inculami, dai inculami”

Piero non si fece ripetere l’invito ed in un baleno sentii il suo bollente glande premere all’ingresso dell’ano. Sentivo forte il contrasto del cazzone finto nella fica che impediva a Piero di penetrare il mio orifizio, ciò dava ulteriore libidine mentale, mi immaginavo tra due cazzi veri. Era tutto in primo piano, il cazzone finto nella fica e quello di mio marito che tentava di farsi strada nel culo. Ero ormai fuori controllo e non trattenni l’orgasmo violento che mi raggiunse facendomi balzare in avanti per sfuggire alla pressione dei due membri.

Non ero riuscita ad accogliere quello di Piero ma lui finì per schizzare il suo sperma sulla mia schiena aiutandosi manualmente.

Il sesso si era impadronito della mia vita, ero diventata una vera depravata e questo mi piaceva sempre più, anche perché mio marito era accanto a me in questa evoluzione e mi seguiva con entusiasmo.

Riguardammo insieme le riprese e commentai “peccato che non sei riuscito a penetrarmi dietro amore, ma quello davanti era veramente troppo grosso per lasciare ulteriori spazi, forse due normali riuscirei ad accoglierli insieme. Ti piacerebbe incularmi con un cazzo nella fica?” Domandai.

“Penso che domani ne acquisterò un altro di dimensioni più contenute” fu la risposta eloquente.

“Sarebbe bello se fossero entrambi veri” azzardai “peccato che tu non ne abbia due di cazzi” aggiunsi ridendo, come stessi scherzando.

Il messaggio comunque lo avevo mandato, forte e chiaro, tanto che non ebbi risposta.

“Buona notte” conclusi un po’ indolenzita ma appagata.

Depravata, una vera depravata, questo stavo diventando e la cosa curiosa era che mi sentivo veramente bene, profondamente me stessa.

Fuori dagli schemi convenzionali, dalle inibizioni indotte, dai luoghi comuni, io ero una vera porca e questo mi piaceva.

Mi piaceva e mi dava una gran voglia di vivere, e ciò mi rendeva solare agli occhi del mio amore. Finalmente consapevole della mia sessualità e senza mai dimenticare il ruolo di mamma o di moglie nel quotidiano.

Apparentemente nulla era cambiato, ma nel segreto dell’alcova, sempre più, fuochi pirotecnici, non sapevo quale sarebbe stato il limite di questa evoluzione ma non mi interessava, ormai ero saldamente al timone della mia vita sessuale.

Era prossimo l’anniversario del nostro matrimonio, in tutti gli anni trascorsi il massimo dei festeggiamenti era stata la classica cena al ristorante, il bel mazzo di fiori, l’oggettino d’oro per me e la bella camicia per Piero.

Questa volta avevo in mente la grande sorpresa, complice Giulia, con la quale mi ero più volte incontrata per un aperitivo od un tè e che ormai era divenuta amica e complice perfetta...

Un pomeriggio la feci salire in casa e gli feci vedere il filmino girato con Piero, rimase coinvolta durante la visione e faticò non poco per resistere alla tentazione che per lei rappresentavo.

L’accordo era (con l’accessorio maschile) e lei ciò rispettava.

Fece comunque apprezzamenti e complimenti sia su mio marito che sulla performance, era ansiosa di poter far parte del gioco che avevo organizzato.

Piero era all’oscuro di questa amicizia e delle mie intenzioni, quindi la sorpresa sarebbe stata totale e questo un po’ mi preoccupava.

Un conto erano le fantasie, i giochi più o meno spinti all’interno della coppia, ma questa sarebbe stata la prima esperienza sessuale a tre. Come avrebbe reagito? E poi, nel fantasticare avevamo sempre ipotizzato rapporti multipli eterosessuali.

Pur sapendo che in senso astratto l’omosessualità femminile, da lui, non è mai stata disdegnata mi domandavo come avrebbe reagito alla performance reale di sua moglie con un’altra?

Se volevo arrivare a provare l’esperienza di essere penetrata da più uomini contestualmente, questo era un passaggio obbligato ed un rischio che dovevo correre.

Era il giorno del nostro anniversario ed io ero già nella nostra residenza vicino Frascati, normalmente utilizzata nei periodi caldi quando a Roma il clima diventa soffocante. Avevo acceso la caldaia per riscaldare l’ambiente, con me c’era Giulia che si era presa un giorno di permesso per il grande evento, insieme avevamo preparato il salone dove tutto si sarebbe svolto.

La poltrona a dondolo che Piero tanto ama, di fronte al materasso matrimoniale steso a terra davanti al camino con il fuoco artificiale acceso. Il materasso coperto da un telo enorme rosso scuro e cuscini di misure diverse, rosa e di un rosso meno intenso, sparsi in maniera casuale. Candelabri con candele profumate ed essenze di fragranze esotiche tutte intorno. Tutte le tapparelle delle finestre chiuse. L’effetto penombra era imperativo.

Vicino alla poltrona il cestello del ghiaccio con lo champagne al fresco.

Io e Giulia vestite di un corpetto rosa con reggiseno a balconcino, con bordini in raso nero, autoreggenti nere ed un tanga nero trasparente, da lei selezionati per l’occasione. A vedere Giulia così conciata mi resi conto che anche lei era notevole come corpo e sensualità. Mi era venuta voglia di cominciare anche senza Piero, tanto era bella ed eccitante.

A Piero avevo detto di raggiungermi per l’aperitivo in casa, avremmo poi cenato in un vicino ristorante di nuova apertura che mi era stato recentemente consigliato.

Quando sentii arrivare la macchina di Piero spensi tutte le luci e bloccai la serratura dall’interno, mentre Giulia prese ad accendere le candele.

Vedevo l’approssimarsi di Piero alla porta dallo spioncino, con un meraviglioso mazzo di fiori ed un pacchettino nell’altra mano.

Il cuore mi batteva forte, non sapevo se per l’eccitazione di quello che speravo sarebbe avvenuto o per il timore che potesse andare tutto storto.

Immaginavo cosa stesse pensando, ora la mia cara mogliettina mi butterà le braccia al collo, mi dirà quanto mi ama, scarterà eccitata il regalo e poi mi darà la solita camicia di seta...

Infilò la chiave nella toppa e trovò la porta sbarrata.

“Alessandra, Alessandra” urlò “la porta non si apre, sei in casa?”

“Si, amore, sono dietro la porta. Vedi il cesto sulla tua destra? C’è un cappuccio di cotone all’interno, indossalo, sta iniziando un gioco a sorpresa, ti guiderò io una volta indossato.” Vidi dallo spioncino che abbozzò un sorriso e senza rispondere eseguì quanto richiesto. Il cappuccio era di cotone nero tipo adepti del KKK, ma senza fessure per gli occhi. Facile da indossare, ma assolutamente oscurante. Aprii la porta lo presi per una mano e lo portai davanti la poltrona.

“Ora, lasciami fare” dissi “rilassati.” Accesi lo stereo con i brani più belli e significativi della nostra vita, presi il suo mazzo di fiori e lo passai a Giulia, la quale mentre io iniziavo a togliere i vestiti a Piero, con molta cautela per non far avvertire la sua presenza, li dispose tutti intorno al letto, il pacchetto regalo lo misi sul tavolino vicino la poltrona, per essere scartato dopo la festa. Era più grande del solito.

Gli tolsi la giacca, la camicia, gli calai i pantaloni e lo feci sedere sulla poltroncina. Gli legai i polsi ai braccioli con dei foulard, Piero era docile come un micio in piene fuse, gli tolsi scarpe calzini e pantaloni lasciandolo con i soli slip e cappuccio in testa. Vedevo già il suo bagaglio aumentare di volume, chissà cosa stava pensando, sicuramente non avrebbe mai potuto immaginare...

“Siamo quasi pronti” dissi mentre legavo un cordino al vertice del cappuccio per potergli liberare la vista direttamente dal letto, una volta pronte.

“Questo è il regalo di anniversario per il marito più porco della terra” annunciai come fossi una presentatrice e tirai via il cappuccio.

“Cazz” accennò con gli occhi spalancati “Dio, che spettacolo”aggiunse tra l’incredulo ed il sorpreso.

Lo spettacolo che aveva davanti agli occhi eravamo io e Giulia che in un abbraccio lesbico stavamo rovistando con le lingue una nella bocca dell’altra.

Come se lui non fosse presente continuammo ad usare le lingue come legame fisico ed iniziammo a slacciare i nostri rispettivi corpetti. Piero osservava allibito senza fiatare, come non volesse interrompere un sogno.

Non avevo mai baciato un’altra donna ed ero impacciata nell’uso della lingua che, con mio marito ero abituata ad accogliere nella mia bocca, in questo caso era un alternarsi di invadere una la bocca dell’altra. Era diverso ma coinvolgente.

Ben presto i nostri seni nudi premevano gli uni verso gli altri, sensazioni per me nuove e gradevoli. La morbidezza di due corpi femminili che delicatamente si carezzano, si baciano, si regalano brividi di piacere era un ottimo preliminare.

I capezzoli ormai turgidi di entrambe indicavano l’eccitazione reale che andava aumentando.

L’idea di Piero che era li, partecipe emotivamente e che a breve lo sarebbe stato anche fisicamente, mi faceva salire la libido a mille.

Anche se con un’altra donna, stavo realizzando il desiderio di fare sesso oltre la coppia e con la mente andavo senza freni. Immaginavo in un successivo incontro la presenza di altri uomini, la possibilità di giocare con altri cazzi assieme a quello di mio marito.

In breve eravamo nude, con le sole autoreggenti, unico elemento feticista a fare da cornice alla nostre cosce. Giulia completamente depilata, aveva attirato l’attenzione di Piero proprio sulla sua natura, fu così che sdraiata sotto di lei in posizione 69, con il suo sedere a pecorina indirizzato verso Piero aprii le sue natiche a mostrare i suoi due poli di attrazione ben dilatati e pulsanti. Non avevo mai toccato o visto così da vicina la zona genitale di un'altra donna, sentii la lingua di Giulia iniziare a scorrere tra le mie grandi labbra, io incuriosita iniziai ad immergere due dita nella sua vagina. Era già incredibilmente bagnata. La sua lingua dopo aver insistentemente lavorato tra il mio ingresso vaginale e l’orifizio anale si diresse decisa sul clitoride. Un brivido mi scosse rilasciando un primo micro orgasmo. “La lingua non ha sesso” pensai. Di ricambio iniziai a leccarle anch’io il clitoride, ma senza smettere di penetrarla con le dita. Sentivo Giulia avere delle piccole contrazioni, stava godendo, stavo facendo godere una donna pensai, sono proprio brava, ma tutto ciò rimaneva per me un preliminare, senza un cazzo, un bel cazzo, no party, mi dicevo. Interruppi quell’abbraccio presi Giulia per la mano e ci accostammo ai piedi di Piero in pieno stato confusionale da eccitazione dilagante.

Insieme gli sfilammo gli slip e con un’ intesa spontanea ci ritrovammo con le bocche sull’asta di mio marito gia tesa all’inverosimile. Le nostre lingue si rincorrevano dallo scroto al glande con soste più prolungate sulla cappella in un tentativo vano di annodare il suo cazzo tra le nostre lingue.

Stavo dividendo il sesso del mio amore con un’altra ed ero eccitata come non mai, mi piaceva sentire languire di piacere mio marito, ma non volevo che venisse, non ancora.

Mi alzai ed invitai Giulia a slacciare i polsi di Piero, che in trance e con il membro in procinto di esplodere, era letteralmente passivo nelle nostre mani.

Lo feci sdraiare a pancia in su, con l’asta puntata al soffitto, feci mettere Giulia a gambe divaricate in piedi sopra di lui con il suo sedere rivolto verso il volto di Piero.

La invitai poi a calarsi a mo’ di smorza candela e tenendo il cazzo di Piero indirizzato verso la sua natura assecondai la penetrazione. Giulia si introdusse l’uccello di Piero in tutta la sua estensione, prese a roteare il bacino rimanendo impalata per tutta la lunghezza. Portandosi indietro con le spalle invitava Piero a carezzargli i seni.

Tutto questo continuava a non suscitare in me gelosia, anzi, infoiata dalla situazione presi a leccare le palle di Piero ed il clitoride di Giulia.

L’eccitazione cerebrale aumentava nell’assistere così da vicino al cazzo di mio marito immerso nella fica rasata di Giulia, tentai così di insinuare contestualmente al membro di Piero, la mia lingua nell’intimità di Giulia. Ora Giulia aveva preso a scivolare su e giù lungo l’asta, lentamente, a volerne godere ogni millimetro mentre Piero strizzava e massaggiava i suoi seni. La maiala stava godendo ed io ero sempre più rapita dalla vista del cazzo di Piero che scompariva dentro di lei ad un ritmo sempre più elevato. Con la lingua mi posizionai alla base del cazzo pronta a raccogliere lo sperma che da li a poco sarebbe fuoriuscito, masturbandomi furiosamente il clitoride. Sentii Giulia guaire di piacere ed improvvisamente il sapore di Piero colare sulla lingua. Aveva sborrato, il porco era venuto senza ritegno nella fica di un’altra. Tolsi allora il cazzo dalla sua fica e famelica lo accolsi nella bocca, e continuando a masturbarmi leccai e succhiai quel nettare acidulo, formato dalla sborra di lui e gli umori di lei, raggiungendo rapidamente l’orgasmo.

Era mio. Oramai era nelle mie mani, non avrebbe mai più potuto ostacolare il mio desiderio di essere posseduta da più uomini....







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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Giannipapa Invia un messaggio
Postato in data: 17/01/2013 18:58:06
Giudizio personale:
ottima descrizine dei fatti

Autore: Golfetta2010 Invia un messaggio
Postato in data: 25/09/2009 15:36:27
Giudizio personale:
troppo lungo. se vede che sono racconti di fantasie

Autore: Commodor Invia un messaggio
Postato in data: 22/09/2009 23:57:39
Giudizio personale:
ottimo

Autore: Carino6423 Invia un messaggio
Postato in data: 22/09/2009 15:56:05
Giudizio personale:
Le tue voglie ed il tuo desiderio portano il lettore ad essere protagonista dell\'amplesso ed a godere di quanto scritto; mi hai fatto eiaculare copiosamente ...... grazie. Ottimo.

Autore: Antonioepaola Invia un messaggio
Postato in data: 22/09/2009 15:45:28
Giudizio personale:
era tuo..solo adesso ? è sempre stato tuo. cmq bravissima


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