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Anna, mia moglie condivisa


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Anna mi aveva seguito in una trasferta di lavoro per poi trascorrere assieme il week end in Toscana.

Avevo prenotato a sua insaputa in un buon hotel gestito da amico che, su internet, avevo avuto modo di conoscere e che si era dimostrato molto interessato ad Anna, anzi, diciamo pure, al suo corpo.

Gli accordi erano stati chiari fin dall’inizio: in cambio di una buona camera concessa a prezzo di favore avrebbe avuto via libera a corteggiare Anna con il solo impegno di raccontarmi tutto, commentarmela poi privatamente, saziando così il mio desiderio di sapere Anna piaciuta e/o goduta da altri.

Non sapevo che tipo fosse, ma neanche mi interessava più di tanto il suo aspetto fisico.

Francesco ci accolse alla reception e subito mi resi conto che era lui perché, osservati i nostri documenti fece presente ad Anna che ci doveva essere un errore sulla sua carta d’identità: la data di nascita non corrispondeva all’apparenza, alla donna che si trovava davanti dimostrava almeno dieci anni in meno...

Anna sorrise arrossendo, io feci finta di nulla, salvo poi scherzarci su, con Anna, mentre eravamo sull’ascensore. “Per me sei il suo tipo e se appena gli dai un po’ di corda, mi sa che ti ritrovi a trombare con lui, la qual cosa non mi spiacerebbe, se poi ci farà un buono sconto sul soggiorno...”,

Le palpai il sedere vedendo con piacere la mia mano che si rifletteva sullo specchio dell’ascensore mentre cercavo di scoprire al tatto che intimo indossasse.

Avevo regalato ad Anna alcune mutandine super sexy da usare durante quel week end. Non avevo capito quali indossasse e pertanto, mentre camminavamo lungo il corridoio, le chiesi di alzare la gonna e farsi vedere e fotografare:

Rimasi di stucco. Ne indossava ben due: un paio brasileiro trasparente nero e, sotto, il micro-perizoma con laccetto tra le chiappe.

Entrambi gli indumenti, dietro, le sparivano ingoiati dalle sue chiappe: da urlo!

Prendemmo il possesso della camera, veramente bellina. Andai in bagno, mentre Anna apriva la valigia: il mio cazzo era duro e la tensione cerebrale a mille, fantasticando su come si sarebbe evoluta la serata.

“Non ti sei cambiata”, le chiesi. “No”, fu la risposta, “ma mi sono spogliata l’intimo dato che mi dava fastidio. Tanto so che non può che farti piacere....”

Salì per prima sull’ascensore e, bloccando con la mano l’interruttore della chiusura delle porte, si piegò a 90 gradi per confermare quanto dettomi pocanzi, offrendo il suo B-side all’obiettivo della fotocamera.

“Desidero che, stasera tu trovi il modo per mostrare la tua passera al tuo amico albergatore” le sussurrai con voce alterata dal piacere”.

“Vedremo” fu la sua risposta.

Ci accomodammo al nostro tavolo, in un angolo della sala a mezza luce. Dopo poco sopraggiunse il gestore a prendere le ordinazioni.

“Cosa posso dare a questa bella coppia di turisti? Sono a vostra disposizione per farvi godere un ottimo soggiorno...”. Parlava ad entrambi, ma guardava Anna. “Ho tutto quanto nella lista, mentre fuori lista ho degli ottimi saltimbocca o, se gradite il pesce, vi posso proporre un’ottima passera al forno”.

“Lei cosa mi consiglierebbe” chiese civettuola Anna che sembrava essere entrata nel gioco.

“Beh, io adoro la passera” fu la risposta di Francesco, "ma è una scelta soggettiva, tutto qui è ottimo...".

Ci chiese anche quali fossero i nostri programmi serali e gli spiegammo che, salvo altri suggerimenti, era nostra intenzione andare al multisala lì vicino, essendo serata uggiosa.

Ci suggerì di vedere il film di Pieraccioni, “Una moglie bellissima”. “E’ un film molto divertente, l’ho visto l’altra sera. Il titolo è enz’altro in tema con sua moglie”, disse rivolto a me con un sorriso.

Seguimmo i suoi consigli e ci trovammo effettivamente soddisfatti sia del mangiare che, successivamente, del film. Non conoscevo la trama, ma almeno la prima parte del film rappresentava quanto io desideravo; mostrare mia moglie, offrirla, vederla desiderata.

Nel buio della sala, appoggiandole la mano sul ginocchio, le sussurrai che mi eccitava la trama, pensando lei come protagonista e alludendo che forse l’albergatore, indicandoci quel film, aveva voluto trasmetterci un messaggio forte.

Anna sorrise, evidentemente lusingata dall’idea di essere corteggiata da uno e mi chiese se veramente io l’avrei offerta in cambio di un servizio fotografico remunerato o altro. “Sì, una volta, per gioco...”, le risposi con la bocca impastata dall’eccitazione, “e mi sa ma il tuo amico Francesco ci starebbe”, proseguii.

“Non penso”, ammiccò Anna. “Mi sa ma dice così a tutte le clienti, per tenersele buone, ma se poi anche solo deve offrire un grappino, si tira indietro”.

“Proviamo” le risposi, “ma se poi hai torto, paghi penitenza, vale a dire ti comporterai come Miranda, la protagonista di questo film”.

“Accetto la sfida, ma ora rilassati”, tagliò corto Anna, mentre la mia mano, nascosta dal buio della sala, era ormai salita a massaggiarle la coscia con piacere.

Rientrammo in albergo verso le 22,30 e ritrovammo ad accoglierci Francesco.

“Fa un freddo boia, fuori. E’ ancora aperto il bar, per prendere qualcosa, gli chiesi”.

“Lo riapro, no problem” disse sorridente verso Anna.

Ci accomodammo seduti su un basso divanetto.

La minigonna di Anna non poteva stare a posto. Le sue gambe apparivano bellamente in vista, accavallate.

Io optai per una grappa, mentre Anna si lasciò suggerire un passito di Pantelleria, con due biscottini.

“Ve li offro io” furono le parole magiche di Francesco che decretarono la perdita della scommessa da parte di Anna.

“Grazie”, dissi per entrambi, “ma a questo punto diamoci del tu e dacci qualche suggerimento su cosa fare domani in zona”.

Lui si sedette davanti a noi, discorrendo.

Posai la mia mano sulla gamba di Anna, quasi a ricordarle la scommessa.

Lei disaccavallò le gambe e, in quel gesto, Francesco senz’altro vide a nudo, per un attimo, la sua intimità.

“Piaciuto il film” ci chiese.

“Sì”, rispose Anna con mio stupore, “divertente e, nella realtà, potrebbe essere anche una verosimile soluzione a problemi di bilancio famigliare. In fondo, se una ragazza è carina, non vedo perché non debba valorizzare il suo corpo come modella, sempre che il marito sia consenziente. Tutto sommato, se ancora fossi giovane, mi sa ma Piero mi lascerebbe posare per un servizio fotografico che ci permettesse di saldare qualche conticino...”.

“Son convinto che tu, Anna, abbia già posato in passato, da come parli. Ma guarda che anche le donne di mezza età, come te, hanno il loro fascino. Anzi, sono quelle che io preferisco perché più posate, ma anche più smaliziate. Hai un bel viso pulito, da brava ragazza, delle gambe molto carine e mi sa non solo quello”, disse Francesco rivolto a lei.”

“Mi fa piacere che Anna ti piaccia”, mi inserii io nel discorso, baciandola subito dopo sulla bocca e posando il mio braccio sulla sua spalla destra, con la mano cascante sul suo seno.

“Vediamo, allora: se te la mostro in camera, ci fai poi un buon trattamento quando scriverai il conto?”

Anna allargò leggermente le gambe.

“Un accordo senz’altro lo troviamo, ma ci vediamo domani sera; stasera debbo presidiare la reception, aspetto ancora alcuni clienti e domani sono via per ritirare le provviste” rispose sorridendo e aggiungendo subito dopo rivolto ad Anna: “ho intravvisto la TUA passera. Scusa, ma non ho potuto non vederla, bella rasata. Te l’ho già detto che le adoro! Se Piero acconsente mi piacerebbe sentirtela un attimo, come acconto”.

Anna, obbediente cagnolina, allargò le gambe ancora un pochino e sentì la sua mano scivolare tra le cosce. Ebbe un sobbalzo quando il medio di Francesco si insinuò nella passera umida.

Lui ritrasse la mano e si portò, sorridendo e sospirando, il dito umido al naso.

Ci congedammo, salimmo in camera e trombai Anna come un riccio, alla pecorina, chiedendole di immaginare essere trombata dal suo amico Francesco e sentendomi dire che, se questo fosse stato il mio desiderio, mi avrebbe senz’altro assecondato, essendo oltretutto un tipo brillante.

Il giorno dopo trascorse velocemente con visite dei luoghi e tappe nei negozietti.

Cenammo fuori e rientrammo verso le 21,30.

“Pensavo non tornaste più”, ci accolse sorridendo Francesco.

“Noi manteniamo sempre gli accordi; ci vediamo tra mezz’ora”, gli risposi sorridendo e baciando Anna sulle labbra, per ribadire che comunque, la troietta sarebbe sempre stata mia.

Salimmo.

“Vorrei fotografarti prima, durante e dopo” fu la mia richiesta rivolta ad Anna, quando ci trovammo in camera.

Ancora una volta mi accontentò in tutto: si lasciò fotografare mentre si spogliava, attendendo, nuda sul letto, l’arrivo di Francesco, al quale io aprii la porta.

Lei si alzò senza proferire parola, mostrandosi in tutta la sua nudità, sculettando prima davanti a lui e poi aiutandolo a spogliarsi e, sempre in piedi, lavorandogli con sapienza il pisello al fine di portarglielo alla massima erezione.

Si piegò quindi a 90 gradi offrendosi da dietro e sorridendomi come una troietta.

Sospirò di piacere e eccitazione fino a quando, dopo poco, Francesco le venne dentro.

“Io ho dato quanto dovevo” disse a quel punto sorridendo. “Ora vado a farmi una mezza doccia mentre voi ve la raccontate...”

Tornò dopo pochi minuti avvolta dal bianco accappatoio, mezzo aperto, sedendosi a gambe larghe sulla poltrona di pelle.

Trascorremmo ancora qualche minuto scambiandoci ancora dei convenevoli e poi Francesco si congedò.

Il mattino dopo trovammo alla reception solo sua moglie e il conto già preparato, senza addebito della cena: come mi spiegò qualche giorno dopo su MSN, anche lui mi aveva offerto la...passera


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Autore: OTTAVIO67 Invia un messaggio
Postato in data: 05/04/2012 19:08:14
Giudizio personale:
RACCONTO CARINO E SIMPATICO


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