i racconti erotici di desiderya

Dedicato a greta

Autore: Janduiotto33
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Le ferie e la stagione balneare volgevano al termine, ma decisi comunque di trascorrere gli ultimi giorni nella casa al mare dei miei genitori. Arrivato, passai a dare un'occhiata in spiaggia, ma con desolazione e nonostante il bel tempo resistesse, la trovai insperatamente deserta, i punti di ristoro erano gia' chiusi. Feci un bagno, rientrai a casa, pranzai velocemente, e dopo una doccia mi distesi in terrazzo a riposare. Oltre il giardino notai che fra tutti gli appartamenti, solo quello di fronte era occupato. Intravidi dalla finestra una donna di spalle che sparecchiava, per poi avvicinarsi al parapetto del balcone a rovesciare le briciole di giu'. Noto' la mia presenza,feci un cenno per salutarla e lei mi rispose prontamente. Aveva capelli castani, uno sguardo deciso, sicuramente qualche anno in piu' di me. Indossava un abitino leggero da dopospiaggia, succinto, essenziale, che a stento vestiva quel fisico prorompente, formoso, abbondante ma non volgare, con una scollatura che lasciava intravedere un seno enorme. Quella visione mi aveva come folgorato. Rientrai dentro e decisi di osservarla dalle fessure delle persiane, senza farmi scorgere da lei. Andò in bagno, la finestra era socchiusa, si denudò, senza preoccuparsi di chiudere. Voltandomi le spalle si chino' a riempire la vasca d'acqua; nella mia vita avevo avuto a che fare con poche donne, e nessuna si avvicinava nei miei ricordi a cio' che stavo vedendo. Quel sedere e quel fisico erano un'opera d'arte. Si volto' venne verso la finestra, temetti che la chiudesse; non la chiuse, tirai un sospiro. I seni, giunonici, erano qualcosa di grandioso, con dei capezzoli enormi. Ero eccitatissimo, il membro gia' gonfiava le mutande, quella musa, quel sogno erotico, aveva stravolto positivamente il mio pomeriggio. Non potei fare a meno di masturbarmi. Fantasticavo su tutto cio' che avrei potuto realizzare per mettere a bada quella voglia che da troppo tempo assillava i miei pensieri erotici, ma la mia timidezza cronica spegneva sul nascere ogni desiderio estremo.
Il giorno seguente di buon mattino andai in spiaggia, pensavo e ripensavo a cio' che avevo visto, non riuscivo a non pensarci, sperai che la "dirimpettaia da mille e una notte" venisse in spiaggia, invano. Da ragazzino sognavo di avere un approccio con una donna, tra quelle dune nascoste da pini e da una fitta vegetazione, nessuno ci avrebbe visto, sognavo appunto.
Rientrai a casa, lei era fuori, socchiusi la porta quel minimo che mi permettesse di osservarla; si rese conto della mia presenza, arrossii, le avrei chiesto scusa, tra me e me imprecai maledettamente per quell'errore grottesco. L'avrei voluta invitare a pranzo, a prendere un caffe' a casa, ma nulla, la timidezza ancora una volta mi bloccava, senza permettermi di abbozzare due parole, utili almeno a scusarmi per l'accaduto. Uscii fuori, lei stendeva la biancheria, pensai a quanto avrei voluto strapparle io di dosso quei reggiseni enormi. Quel sogno proibito, era li, di fronte a me, ma proprio perche' proibito e difficilmente tangibile, mi eccitava come mai prima di allora nella mia vita, mi era capitato.
Presi coraggio, le chiesi educatamente il nome e quanto si sarebbe trattenuta in vacanza; "Mi chiamo Greta e tu vicino curioso?". Arrossii piu' di prima e le risposi
"Leonardo vicina..."; non trovai un aggettivo per risponderle, ma fu meglio per evitare una nuova gaffe. Avevo comunque rotto il ghiaccio, mi chiese ancora dove avrebbe potuto trovare un negozio dove acquistare un costume da mare. Le indicai il piu vicino, e mi ringraziò.
"Leonardo", mi disse ancora"qual'è la spiaggia piu' bella del posto?"
Le indicai la "mia" spiaggia, istruendola su come arrivarci"ma non c'è piu' nessuno, Greta, comunque' vedra' è bellissima, come poche quà in Sardegna, e mi perdoni per prima"
"Grazie Leonardo, per prima non ti devi scusare non è successo nulla, anzi.."
"Anzi...?" pensai; ero raggiante per quelle sia pur poche parole.
Il giorno successivo mi alzai di buon mattino, uscii in balcone e notai Greta uscire in macchina; aveva una cariolet nera, bellissima, sicuramente stava andando in spiaggia. Mi vestii senza fretta, arrivai un'ora dopo. Attraversai la pineta e le dune, mi scrollai di dosso cio che avevo, misi su' l'ombrellone. Lei era sul bagnasciuga, di spalle, non si era resa conto del mio arrivo. Indossai gli occhiali da sole, per nascondere il mio sguardo fisso su di lei. Di fianco notai il suo seno destro debordare dal pezzo di su del costume, che a stento tratteneva tanta grazia. Si volto', feci finta di nulla, mi saluto',
"Ben arrivato Leonardo"
"Buon giorno Greta" le risposi"
Ero impietrito, teso, non sapevo cos'altro chiederle; si alzo' venne verso di me portandosi dietro l'asciugamano. Si sedette di fianco, tenni gli occhiali, le osservavo il seno, mille pensieri mi passavano per la testa. Dopo alcuni minuti per educazione, tolsi gli occhiali (ho sempre considerato un mancanza di rispetto parlare a qualcuno con gli occhiali da sole), mi fissava negli occhi sorridendo; ero imbrazzato, le risposi con un sorriso. Il membro era incredibilmente duro e gonfio sotto le mie mutande bianche, temevo che se ne accorgesse. Avrei voluto metterci qualcosa sopra; se ne accorse, il suo sguardo abbandono' il mio viso e si portò sul pene abbondante di voglia. Si rese conto che avevo notato la cosa.
Mi si accosto' fino a toccarmi e poggiò le sue labbra sul mio collo. "Mio Dio.." pensai "e ora..? Speravo prendesse l'iniziativa, anche se in realta' avrei avuto l'imbarazzo della scelta su come proseguire. La baciai ancora piu' energicamente sulle labbra, morivo dalla voglia, ma sentivo che anche la sua eccitazione era tanta. Le poggiai delicatamente la lingua sul collo, dietro le orecchie, era eccitatissima; passai con la lingua sotto il mento e poi insistei sulla'altra orecchia.
Smisi, mi alzai in piedi, tesi la mano verso di lei per farla alzare. La portai dietro, su una duna all'ombra di alcuni alberi. Potevamo proseguire liberamente, ero sicuro che fossimo soli. Rimanemmo in piedi ripresi a baciarla, le slacciai il reggiseno, ci misi il viso quasi a farmi sculacciare da tanta abbondanza.Era bellissimo, grande, tondo, iniziai a leccarle i capezzoli, era eccitatissima. Le passai di dietro appoggiandole il pene sul culo, per stringerle da dietro i seni enormi, non riuscivo a contenerli nelle mani. Aveva i capezzoli dritti, duri, passai la lingua tra un seno e l'altro, meritavano attenzione, tatto, adorazione quelle due tettone..
Le abbassai da dietro le mutande, mi inchinai passandole impercettibilmente il naso tra i glutei, mi rialzai, lei si volto', il mio cazzo era dritto, orgoglioso (e io ero orgoglioso della sua fierezza) e stufo di indossare le mutande; fece altrettanto abbasandomele. Non vedevo l'ora di violare quel corpo bollente, ma sapevo di non aver fretta. Per alcuni istanti pensai di proporle di continuare a casa, ma ero troppo ecitato per smettere.
La feci distendere per terra, mi misi perpendicolare a lei, di fianco, ripresi a baciarla dietro le orecchie, ansimava, presi i seni tra le mie mani glieli leccai mettendoci il viso di mezzo;cercò perla prima volta di toccarmi il pene, glielo impedii strigendole i polsi, non c'era fretta. Con lingua scesi di giu'senza staccrla dal suo corpo. Mi misi di fronte a lei, sempre distesa e iniziai a leccarle il clitoride. Era bagnatissima, leccavo, lasciai i polsi, e ripresi a stringerle i seni contemporaneamente, ansimava. Le sollevai le gambe e iniziai a leccarle l'orifizio anale intensamente, mi piaceva da morire farlo. Poi alternai la mia lingua tra ano e vagina per alcuni minuti; era bagnatissima. Si mise seduta, volle che la imitassi. Si inchinò e si mise tutto il mio cazzo in bocca, "o mio Dio", ansimai; era favoloso, inizio' a salire e a scendere con la bocca come a volersi vendicare. Lo stringeva tra le mani menando la cappella con le labbra, a un certo punto si limito' a leccarmi la cappella, in ogni centimetro della sua superficie, sembrava si ingrossasse ancora di piu'. La feci ruotare di fianco in modo da giungere con le mie dita nei suoi buchi. Il culo era ancora umido dalla mia leccata precedente. Mi distesi, lei non stacco' la bocca dal mio membro. Avvicinai le sue gambe a me in modo da poter riprendere a leccarla mentre lei leccava me; adoravo quella posizione. Ci leccammo a vicenda per 10 minuti, il suo culo sbattuto sulla mia faccia mi faceva impazzire, glielo leccai a dovere, allargandole i glutei con le mani. Lei godeva, sentivo il suo piacere e mi ringraziava per tanta voglia continuandomi a leccare il cazzo. Si volto', muovendosi inginocchiata, avanzo' fino a portare i suoi seni abnormi, a nascondere il mio membro gonfio. Li presi con le mani per farli aderire perfettamente sul mio frutto dell'amore, iniziai a agitarlo su e giu' in mezzo
a quella carne, eiaculai un pochino tra i seni ma riuscii a trattenere un'eiaculazione completa, che fin li ci poteva anche stare.
La feci voltare e mettere a gattoni e ripresi a leccarle il culo, mi misi in ginocchio anch'io e le infilai il cazzo gonfio sulla vagina, iniziai a spingere forte, lei gradiva, ansimava, urlava, continuavo a spingere mettendole l'indice in bocca, quanto lo leccava..Estrassi il membro e ripresi a prepararle il culo leccandoglielo energicamente. Riinfilai il pene sulla vagina, lo etrassi e inizai a appoggiarlo sul culo, facendomi spazio sull'umido con le dita, era lubrificato benissimo, iniziai a sbatterla dolcemente, prima sul culo e poi sulla vagina, stavo impazzendo dall'eccitazione e lei con me. Stava per venire, mi chiese urlando di continuare forte. Le rimisi il cazzo nella vagina e col pollice premevo sul culo, mi inondò il cazzo di liquido, continuai a spingere finchè non smise con i gemiti. Eravamo estasiati entrambi, io piu' di lei. Le leccai ancora un po il culo, mi misi in piedi la lasciai inginocchiata, le misi il pene in bocca perchè esplodesse tutta la sua voglia, lo tolsi e glielo poggiai sul seno. Lo inondai di sperma, lei approvo' rimettendoci la bocca e leccando tutto l'eiaculato..


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