i racconti erotici di desiderya

Esperto linguista 2009

Autore: Paolapino
Giudizio:
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Alto, più di quello che pensavo, elegante ed educato come ormai avevamo imparato a conoscerlo. Max, per messenger, semplicemente Franco nella realtà, fa il suo ingresso nel ristorantino di Bologna che lui stesso ha prenotato. Siamo arrivati qualche minuto prima del previsto e abbiamo deciso di aspettarlo nell’ingresso. Ci riconosce subito ( l’esserci visti ormai decine di volte in cam ha creato un clima di confidenza e cordialità) e ci abbraccia con trasporto. E’ stato il più fedele dei nostri fan ormai da 6 anni, ci ha seguito sempre nei siti, nei racconti, mi ha fatto compagnia spesso quando ero al lavoro, la sera, uno dei pochissimi “singoli” che mi ha vista in cam. “Paola, sei meglio che in cam” mente spudoratamente abbracciandomi come se fossimo vecchi amici e trasferendo la sua cordialità subito dopo a Pino. Guarda dritto negli occhi, stringe la mano deciso, mi sembra quello che ho sempre pensato: una persona autentica e schietta e non a caso abbiamo scelto lui. Del resto non potevamo fare diversamente. Quando abbiamo appena accennato alla ricerca di un instancabile linguista ha così insistito dandoci credenziali quasi “impossibili” che ci ha convinto subito. Ci avviamo al tavolo conversando sul governo, sul nostro comune sentire, sul tempo, sul traffico di Bologna dove lui lavora. Galante mi scansa la seggiola per farmi sedere. Non mi succedeva da quando avevo 18 anni! Una splendida cinquantenne , il patto con il diavolo, la sua fissazione, le 2000 foto mie che conserva. Ribadisce, come ha già fatto mille volte, che un guardone come lui ormai ha affidato a noi la sua sessualità con le migliaia di “fantasie bagnate” ( usa proprio questo termine insolito) che ha fatto su di noi e su di me. E di questo chiede perdono a Pino che sorride compiaciuto. “ Non ti avremmo scelto Franco, altrimenti” lo rassicura con un colpetto sul braccio.
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La cena continua piacevole. E’ uomo intelligente e preparato, laureato, intuitivo e ci confessa che quasi non crede al nostro perfetto accordo, al nostro amore ormai di 25 anni.
“Quasi tutte le coppie sono in crisi, specie quelle che fanno esperienze come voi. Siete quasi un mito sul web” aggiunge soddisfatto. Un mito non so, una rarità senza dubbio.
Esperienze, si ma misurate, gli spieghiamo, sempre condivise (tranne rarissimi casi) , come del resto lui sa bene da grande lettore delle nostre storie.
Ha un buon odore, un dopobarba piacevole non troppo dolce, o forse un deodorante stimolante e quei suoi modi affabili lasciano una piacevole sensazione di intimità.
Vecchi amici si potrebbe dire. Ed è contento, davvero, emozionato come un bambino tanto da chiederci tre volte se non abbiamo cambiato idea, se davvero tra un po’ potrà salire in stanza con noi. Assicura di aver fatto tutto come previsto, la prenotazione in albergo, le due stanze, e continua a scuotere la testa alle nostre assicurazione dicendo “che bello che bello, un sogno”.
“Non esagerare, come vedi – gli dico – sono una normalissima signora di 50 anni senza nulla di speciale”. Quasi si arrabbia nel sostenere che “ ciò che io trasmetto” è qualcosa di insolito.
“ E se me lo consentirete, nei termini stabiliti, con l’educazione che ci vuole e il rispetto non facendo nulla di quello che non volete, ve lo dimostrerò”. Ci racconta poi del rapporto con la sua ex moglie, delle difficoltà, delle colpe che si assume senza riserve. In fondo sento che è ancora innamorato nonostante siamo trascorsi anni. A 40 anni è un bell’uomo, atletico, piacevole e devo dire che ciò che spessissimo mi ha mostrato in cam non mi dispiace affatto. Ma i patti sono patti.
Lo so. Sono stata io a chiedere una trasgressione… linguistica, infinita. Mi piace troppo e so quanto mi eccita l’idea di un uomo che si dedicherà a me per quello tutta una notte. Solo quello.
L’allegria cresce in fretta e al dolce ormai le sue gambe cercano le mie per un contatto che non gli nego. Neanche mezz’ora dopo siamo già in camera io e Pino attendendolo con calma, le luci soffuse, la gonna nera che ha chiesto lui, le autoreggenti con quella magliettina rosa che adora e slip neri.
Bussa delicatamente alla porta, mentre Pino ed io stavamo iniziando il riscaldamento. Ha in mano una bottiglia di champagne (non prevista) e tre flut. Ne beviamo subito finchè è fresco, chiacchieriamo ancora e continua nella serie di complimenti alle mie gambe e alla mia sensualità.
Ma ormai sta iniziando, forse a causa delle bollicine, a fare “caldo”. Gli confesso che nella nostra scelta le cose che mi hanno influenzato sono diverse. L’educazione, la passione, il suo attributo sempre molto piacevole da vedersi e così generoso in tutto, e quella lingua lunga quasi incredibile che ci ha mostrato. La estrae per dimostrare che non si trattava di un trucco dell’obiettivo. Mai vista così lunga! Una cosa impressionante, tre dita più lunga di una normale. Tra boccacce e risate, e tre flut siamo al dunque e sento che il languore e la curiosità sono al punto giusto.
“Devo andare un attimo in bagno e poi sono subito da voi” dico ad entrambi alzandomi dalla poltroncina ed interrompendo l’estasiata visione delle mie gambe che stava facendo Franco.
Si alza anche lui. “Scusa Paola, se posso, davvero non prenderla male, e ovviamente fai quello che vuoi ma... potrei farti una domanda intima prima?”
Pino ed io lo guardiamo sorpresi.
“Certo, di pure”
“Ecco, scusa se mi permetto, ma… vai a fare pipì?”
Rido per il suo imbarazzo. “Certo, con quello che abbiamo bevuto… pipì e meraviglioso bidè per tua e mia tranquillità” rispondo tra il sorpreso e il divertito.
“Mmmh, sentite, senti Pino, anche se non concordato anche se potete mandarmi via, io ci provo. Posso accompagnarti ( anche con Pino , si intende ) vedere, aiutarti magari con la mia mano e fartelo io il bidè. Posso? Scusatemi ma per me sarebbe un sogno, è una cosa che attendo di fare da una vita e neanche la mia ex moglie ha mai voluto?”
Mi siedo di nuovo. “Questo Franco non me l’avevi mai detto. Ho notato che ti eccitavano le foto in cui si vede che la facevo, ma non pensavo sino a quel punto, sino all’espressione terrorizzata che hai assunto ora. Tranquillo non ti mandiamo via. E’ naturale che tu dica cosa ti piace”.
Ci rifletto un attimo. “ Che ne dici Pino?”
Mio marito sospira, alza le spalle. “Se a te Paola va bene non ho problemi ma io non ne sono appassionato e quindi mi fido, vi lascio soli. Vi aspetto qui e mi spoglio intanto”.
“Davvero, davvero posso?” sembra impazzito. “Non ti preoccupare Pino lascio la porta aperta, tranquillo, io … no so, non so cosa dire sono emozionatissimo”.
“Vieni” gli dico tendendo la mano, e “ niente porta aperta, mi da fastidio. Pino si fida, la chiudiamo e mi dici quello che vuoi fare”.
Incrocio lo sguardo di mio marito che sembra avere un gesto di fastidio ma torna subito a sorridere.
Così impara! Mi trascino Franco per mano sino all’elegante e grosso bagno, entriamo e chiudo la porta alle sue spalle, a chiave. Lo voglio far…morire a quello di là.
Franco mi guarda estasiato.
Restiamo imbambolati qualche secondo. Poi decido di rompere gli indugi. Guardandolo negli occhi mi sollevo la gonna, resto qualche istante ferma per fargli guardare gli slip che comunque già osservava in poltrona e poi senza mai distogliere lo sguardo da lui mi tiro giù lentamente le mutandine. Mi ha già vista nuda in cam molte volte ma il suo mugugno ora è speciale. Le appoggio su lavandino, tiro bene su la gonna e mi siedo sul water.
“Allora su? Che devo fare” gli chiedo piano con fare sensuale.
Si scuote,” Che spettacolo che sei Paola, posso davvero avvicinarmi e guardarti mentre la fai?”
“Certo ,quello che vuoi, ma non così vestito. Mi sembri un baccalà. Mi pare giusto pareggiare”.
“Ma davvero vuoi… ma Pino…” . Gli sorrido “ Levati tutto su , senza problemi”.
Impiega due secondi. Quando sfila lo slip nero il suo membro, che conosco, svetta deciso, bello, elegante, più robusto di quello di Pino, trasmette la sensazione di potenza e pulizia.
Nudo si siede per terra, sul tappetino della doccia, e si precipita scivolando sul pavimento davanti a me, tra le mie gambe che timidamente, cortesemente spinge con la testa ed una mano ad aprire bene mentre sto seduta. Eseguo e scivolo sulla tavoletta verso di lui che poggia il viso sul mio interno coscia facendomi venire i brividi. Non ho mai confessato a Pino, mi sorprendo a pensare, nonostante tutto quanto mi piaccia quello che sto per fare. Pipì davanti ad uno.
Sono eccitata, si vede forse dalla sua posizione e mi viene spontaneo mettergli la mano sui capelli.
“ Vado Franco?”. Ansima, con la sinistra se lo prende in mano. “Aspetta aspetta, ti aiuto, così viene meglio. Posso?” “Si” gli dico mentre vedo che allunga timido la mano.
Il contatto della sua mano con le grandi labbra dischiuse mi provoca un tremore. Sono calde e la sua mano fredda. Delicatissimo, sfiora la mia pelle bollente, la punta delle sue dita divarica, sfiora, titilla appena. E mi fa trattenere perché non muove la mano da quella posizione.
“Fai pure Paola, ora” mi incita.
“Ma così?” chiedo con la voce strozzata dall’emozione e dal piacere di quel contatto.
“Si pisciami sulla mano” mi risponde abbandonando la sua educazione e iniziando a masturbarsi forte con l’altra.
Qualche secondo, mi concentro, e finalmente ce la faccio. Al contatto con il liquido caldo lui comincia a impazzire dicendo “bello,bello,bello” in rapida successione immergendo la sua mano, girandola, toccandomi senza tanti complimenti bene tra le gambe ma senza penetrare, sfregando e facendomi sentire il bagnato. Così facendo qualche schizzo mi finisce sulla calza, persino sul suo viso e in quel momento, in pochi secondi, che ha un sussulto, un lamento e il primo getto di seme bianco esce dal suo uccello, come una fontana di piazza, di alza libero per trenta,quaranta centimetri, supera le mie gambe, ricade sul mio interno coscia mentre lui geme e ne emette un secondo ancora più alto. Continua a segarsi veloce finendo senza problemi mentre io sto terminando il mio bisogno sulla sua mano e nel water. Nel movimento mi sfiora il clitoride, lo attiro a me. L’odore di sperma è forte e a quello non resisto. La sua mano bagnata mi tiene forte tra le gambe e gli vengo in mano gemendo anche io. Nell’istante in cui Pino cerca di entrare in bagno.
“ Paola tutto bene” mi chiede quando si accorge della porta chiusa. “ Certo” gli rispondo ansimando e alzandomi subito dal water per aprire la porta mentre Franco è ancora li a terra accanto al water in un mare di sperma. Apro ancora gocciolante, e con l’autoreggente bagnata dal suo liquido.
“ Vedi, mi ha fatto venire mentre stavo facendo pipì ed ha sborrato anche lui” ed indico le vaste macchie a terra sulle mattonelle.
“Eh vedo, porcella. Ma…”
“Tranquillo tutto nei patti”
“Ok certo, sicuro! Immagino! dai vieni”
Lui si alza di scatto, il pene ancora turgido ballonzola. “Scusami Pino, scusa ma è troppo, troppo e se mi consenti ci penso io a lavarla… a mio modo, posso?”
“ A questo punto, se mi dite che posso fare io “ risponde un po’ incazzato.
E’ in slip. Lo tocco sugli slip e sento che è molto eccitato e gli sorrido. Capisco quello che Franco vuole fare. “Vieni Pino credo che tu abbia proprio bisogno ora…” Lo prendo per mano e lo porto sul letto. Mi sfilo la gonna, lascio le calze, mi stendo e gli indico la mia bocca. Si sfila anche lui lo slip e mi è accanto offrendomelo duro e fremente. Lo imbocco piano piano, circondo con le labbra il glande, dò piccoli colpi di lingua raccontandogli piano quello che è successo in bagno tra una succhiatina ed un ‘altra e spalancando le gambe quando sento che Franco ci ha raggiunto sul letto e sta prendendo la sua posizione. La sua lingua arriva come un pugno sui miei peli bagnati frugando tra le grandi e piccole labbra, andando decisa dentro mentre sento il suo fiato caldo, la sua bocca sul clitoride. Un piacere fortissimo se penso a quello che sta facendo, leccando come un gelato ,di gusto, con passione spatolando con lunghi movimenti della sua immensa lingua che esce ed entra come un cazzo. Pino ha sentito e spiato, io vado subito sull’orlo dell’orgasmo lui lo capisce e non fa nulla per trattenersi. E’ giusto. Le prime contrazioni sono chiare. Stringo le labbra attorno al suo glande ricevendo in gola i densi lanci. Ingoio mentre la lingua di Franco trova il bottone giusto e i denti, premendo la dove devono, mi fanno venire con violenza improvvisa. Mi lamento a bocca piena, quasi soffoco per tutto lo sperma che mio marito continua a riversarmi in bocca. Tanto che devo prendere fiato, mollare la presa della labbra, farne uscire un fiotto che cola sul cuscino. Un tremore che ci unisce, Pino ed io, senza neanche più pensare a Franco. Che silenzioso si alza.
Mio marito crolla accanto a me. Il nostro abile linguista va al tavolino versa ancora champagne nei tre flut. Ce ne porta due ossequioso e riverente, nudo come un verme e con il cazzo svettante e ondeggiante. Ridiamo per la strana mise del singolare cameriere. Mentre sorseggio gli racconto, non so perché, dell’incontro con la nostra amica Luisa, della notte in tre, di due mesi prima, quello che mi serve forse per giustificare qualche licenza che mi sono presa. Ero in credito con Pino. Entro in qualche dettaglio in una situazione surreale con lui nudo ed eccitato che mi ascolta imbambolato in piedi.
Pino si alza. Ascolta sorride. “ ma sei venuto per bere e oziare” chiede con tono divertito a Franco.
“Su al lavoro” lo incita e mi fa cenno di tirarmi su. Lo seguo. Mi abbraccia e poi mi piega verso il letto. “ Su Paola, a quattro zampe sul letto” Mi sistema lui steso, allargandomi le gambe , facendomi abbassare il bacino, per mettere in evidenza le mie natiche che allarga e sistema.
“Dai campione della lingua – fa al nostro amico – mentre mi faccio una doccia leccala così e per quando torno me la devi aver fatta venire un paio di volte. Fai vedere cosa sai fare così a pecorina”.
Pino si allontana e mi lascia in quella posizione mentre chiudo gli occhi, sento che Franco si sistema, tira vicino la poltroncina e qualche istante dopo le sue dita dischiudono le natiche e la lunga, calda lingua inizia a raspare, ad esplorarle bene, a girare attorno al buchino, a scendere, a rinfrescarsi negli umori più sotto che scendono abbondanti. Avvolge il clito torna su, spinge apre la vagina e si tuffa dentro, penetra come un bastone di carne morbida, torna su e ripercorre il centro del solco. Rallenta, per la prima volta mi da un ordine:” spogliati nuda”. Eseguo in silenzio e mi rimetto in posizione e riprende a leccare: indugia senza vergogna sul passaggio più stretto, con la punta lo forza, spinge forte va dentro, riemerge e scivola sotto, in un movimento veloce e saettante che si rallenta solo quando assaggia la penetrazione in tutti i punti possibili senza fare differenza in una equa e democratica divisione della sua saliva, delle sue labbra che ogni tanto stringono e mordono mentre spingo verso di lui il bacino. Il primo orgasmo arriva con la complicità della sua mano quando la lingua ha varcato la porta stretta del piacere e le sue dita stringono da dietro forte sino a farmi male il centro del piacere. Urlo stavolta. E crollo sul letto. A pancia in sotto, tirandomi su in modo di appoggiare anche le gambe stanche ed i piedi sul materasso.
Chiedo un attimo di tregua. Ma lui non cede. “Scusa Paola ma Pino ha detto due volte” . Viene sul letto, fa una cosa inattesa: mi cavalca ma con il sedere nudo che poggia sulle mie spalle, le ginocchia sul letto lungo i miei fianchi e si china in questo 69 al contrario per continuare a leccarmi dietro il solco, i glutei che mordicchia, e la sua lingua infinita raggiunge pure la vagina in fiamme. Sento le sue palle appoggiare tra le mie scapole, il duro del suo uccello schiacciato sulla mia schiena. Una posizione assurda eppure straordinaria, quella in cui ci trova Pino ( lo sento perché non posso vederlo) quando torna dal bagno. “ Ah ecco bravo” gli dice mentre io comincio ad agitare il bacino cercando la sua lingua che entra ed esce e le sue mani per aiutare il dischiudersi toccano tutto. “Bene Franco ma ora tiemmela così, approfitto del tuo bel lavoro e vediamo se…” sento lui che si solleva dal fiero pasto, tenendomi ancora le natiche dischiuse, poi il letto ondeggia, Pino mi si fa sopra, cerca una posizione difficile ma sono bloccata e non posso aiutarlo se non spingendo in alto il bacino. La saliva e le lunghe leccate mi hanno preparata. So cosa sta per fare mio marito e cerco di agevolarlo cercando di contribuire alla dilatazione che le mani di Franco mi impongono. E il membro di Pino ha solo una piccola esitazione ma trova la strada più stretta scivolosa e sgusciante grazie al nostro linguista. Il primo colpo di Pino è appena doloroso ma sono quasi anestetizzata. Così quando inizia il lavoro avanti indietro e le mani di Franco lo accompagnano serrando o aprendo i miei glutei mi sembra di impazzire. Non capisco come possano stare entrambi sopra di me ma il loro peso è piacevolissimo. Ma stanno scomodi. Franco si alza e ci aiuta a girarci senza farlo uscire. Continuo a tenere gli occhi chiusi. Ora Pino è sotto io con la schiena sulla sua pancia,sopra, le gambe spalancate. “ Brava” mi dicono entrambi” . Pino riprende piano, faticosamente sollevandosi e spingendo, il movimento dietro. Ma Ora Franco lo sento chinarsi tra le mie gambe il suo fiato caldo e di nuovo quella straordinaria lingua che invade la mia vulva bollente, la schiude ancora di più, la penetra a pochi centimetri dal membro di Pino dentro di me. Posseduta così non resisto neanche un momento. Sconquasso interiore, poca aria nei polmoni, gola arsa, scuotimento violento l’orgasmo arriva tremendo mentre Pino si sta scaricando nelle mie viscere e nei convulsi movimenti il suo membro esce e sento che ancora gli ultimi schizzi si calano tra le gambe, sulla vagina leccata ancora senza pausa da Franco. Altro che Luisa, qui abbiamo raggiunto il top mi dico mentre provo a riprendere fiato, stringo le gambe attorno al volto di lui e mi concedo un altro orgasmo a singhiozzo.
Scivolo sul letto dal corpo di mio marito. Apro gli occhi. Pino e ko, Franco si solleva sorridendo. Ha la faccia completamente bagnata dai miei umori e anche dallo sperma di Pino. Persino i capelli sono bagnati. Gli occhi stravolti il suo membro enorme, turgido, rosso, sta per esplodere. Gli faccio cenno di avvicinarsi.
“Bravissimo amico mio” gli dico allungando la mano afferrandogli il cazzo e tirandolo verso di me.
“Scusa Paola, ma sto per venire, sai…”
“Si , lo so” e faccio di si con il capo guardandolo negli occhi e avvicinandomi alla sua punta che sfiora le mie labbra.
“Non resisto Paola scusa, se me lo tocchi…”
Faccio di nuovo cenno di si mentre Pino si è tirato su e guarda. Tre quattro movimenti della mia mano lungo quell’asta così dura e lunga, il suo glande odoroso che sfiora il mio ,naso, le labbra e poi la liberazione con un tremito, un sussulto, la crema del piacere che parte decisa scavalcando il mio viso, infrangendosi con un onda sul materasso, sui miei capelli, una, due volte poi ad ondate più piccole che ricadono sul mio naso, le labbra, la gola, il seno nudo, persino sugli occhi costringendomi a chiuderli e lascio che il suo piacere mi scivoli addosso senza aprire la bocca e le labbra riempite.
E’ stato bravo poi a pulire, a prendere asciugami bagnati per nettarmi, per rinfrescarmi.
Sono stanca, sfinita. Non ho la forza di fare la doccia vorrei solo dormire. Nuda, gambe dischiuse sento Pino accarezzarmi i capelli. Passa un’ora così tra dormiveglia e silenzi pieni.
“Bene se mi scusate” la voce di Franco che ha indossato gli slip ci risveglia “forse è ora che vado”.
“E no l’ hai svegliata e la devi far riaddormentare” ride Pino. “ Su sai come si fa” e mi apre le gambe indicando l’ultimo lavoro che deve compiere il nostro leccatore.
“Pino sono sfinita, non so se…” ma tanto è inutile. Quando lui si tuffa di nuovo e inizia il lavoro paziente e lento il piacere torna ad avvolgermi ma sono davvero stanca e lo lascio fare prendendo quelle carezze di lingua come relax. Pino mi parla io mi lamento piano, mi dice quanto sono brava, come l’ho fatto godere, mi dice cose oscene che mi eccitano ma sento che l’orgasmo è difficile. Glielo confesso: quella lingua calda è bella meravigliosa, instancabile ma così non riuscirò più a venire. “Certo con quel cazzone che ha” dico piano a mio marito. Ride. “ Che porca, che porca! Ne approfitti perché sono sfinito” dice forte. “Ti piace quel suo cazzone, vero Paola” mi domanda con durezza e facendo in modo che lui senta. “Si” rispondo piano. “Come hai detto? Su diglielo forte”
“Mi piace quel suo cazzone” ripeto ormai vinta. “Sentito Franco? Su falla contenta”
Lui si stacca esita. “Ma davvero? Davvero posso”. Mio marito mi piega le gambe le apre ulteriormente affinchè non abbia dubbi sulla sua determinazione.
“ Su avanti, dici che la desideravi tanto”
Lui si sfila gli slip lo intravedo appena il guizzare del suo bel coso. Poi mi viene sopra, delicato, la mano dischiude, cerca, ma sono un lago tra saliva e umori. Lo sguish che sento accompagna l’ondata di piacere del lungo membro che mi penetra piano piano sino in fondo laggiù dentro. Mi aggrappo alla mano di Pino che accarezza il mio seno. “ Su Franco ora goditi questo momento dopo tanti sogni. Scopala” Inizia un lungo percorso, lento, delicato ed improvvisamente rude. Sembra non finire più. Mi gode senza fretta assaporando il gusto delle penetrazioni lunghe e lasciandolo in fondo a sentire i miei muscoli che lo stringono, lo estrae piano per tornare improvvisamente dentro. Pino mi incoraggia, mi accarezza, ogni tanto nei momenti di maggior piacere gli mordo la mano. Poi dopo un’eternità di piacere lento, colpi più frequenti e frettolosi, un maglio di carne che apre, che penetra nel mio piacere che trasmetto a Pino portando ancora la sua mano alla mia bocca. I movimenti meravigliosi si fanno forti. Poi un affondo profondo che mi sta per far venire. Trattengo. Lui chiede “ Ma posso anche…?”
“Si vienimi dentro” gli dico. Due colpi ancora profondi che accompagnano il mio orgasmo mentre Pino stringe il capezzolo con una mano e io ho in bocca due dita dell’altra gemendo finchè lo sento scaricarsi dentro di me mentre mi spalanco tutta per accoglierlo per fargli sentire il mio gradimento a questo suo dono. Mi tiro su con il busto accompagnando le mie e le sue ultime contrazioni e stringo l’uccello tra le cosce mentre esce. E’ l’ultima cosa che ricordo prima del sonno. Prima di svegliarmi il giorno dopo accanto a Pino che mi ancora mi abbraccia tenero dormendo profondo.


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I vostri commenti su questo racconto
Autore: ManzoMaturo Invia un messaggio
Postato in data: 12/02/2011 18:31:59
Giudizio personale:
mmmhhh.....bello questo.....mi piace........


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