i racconti erotici di desiderya |
Fantasie - seconda parte |
Ora sento le mani calde che le sfiorano la pelle. Ho aperto gli occhi e la sto guardando e ascoltando nei fremiti del suo corpo.
I nodi al collo non ci sono più, ma ora non posso smettere.. la sento completamente rilassata, ha gli occhi socchiusi e sulle labbra un piacevole sorriso. La mia eccitazione è forte, potente, palese, chiara… sò che ancora non durerà per molto, che fra poco dovrò smettere, che le mie mani e la mia mente dovranno staccarsi da questo momento. Sò che mi stà sentendo, che stà ascoltando la mia eccitazione, e ci stà giocando. Ogni tanto esce un mugolio sommesso fra l’eccitazione e il piacere. Tutto finisce all’improvviso… Il telefono suona, io che mi avvicino al suo orecchio e gli sussurro.. è finita… spero di avere fatto qualcosa per te…. Prendo il telefono e la lascio sulla sedia di spalle. - pronto? “rompicoglioni” - si buongiorno, mi scusi. Telefonavo per quel contratto …..…. - “rompicoglioni due volte” mi dica Sento la sedia scivolare sulle rotelle dietro di me e io che naturalmente continuo a parlare senza voltarmi “dovrei girarmi tutto e ancora è troppo visibile….. finchè questo rompicoglioni nn mi avrà fatto cascare le palle in terra, nn è proprio il caso” Continuo la conversazione, ma l’altro orecchio cerca di capire cosa stà facendo.. la sento muoversi dietro di me… si è avvicinata alla porta, la sento camminare dai tacchi che battono sul pavimento, si è fermata… forse siamo schiena a schiena… Continuo la conversazione.. mi sa che sarà lunga… forse dovrei girarmi e dirgli che ne avrò per un po’… ora lo sento barzotto, l’eccitazione stà finendo, meno male, fra poco torno alla vita normale…… Poi un brivido. Sento il suo seno che preme sulla mia schiena e un sussurro, caldo, dolce, vibrante e flebile che mi dice: hai fatto tanto per me, mi hai fatto bene, ma nn voglio disturbarti dal lavoro… continua pure… Sono diventato un panchetto di legno. Rigido come una trave di ferro.. e come un fulmine tutto si rigonfia..”azz mi sembra anche più consistente del solito… appena và via mi sa che lo prendo per il collo e lo strozzo”. Vorrei interrompere quella conversazione al telefono, girarmi e fargli vedere come me lo ha fatto diventare, ma dall’altra parte sembra che non abbia nessuna voglia di smettere “bla bla bla .. ma quanto cazzo parla questo” Improvvisamente sento me sue mani che corrono sul bordo dei pantaloni… lentamente e si fermano all’altezza della cintura.che con delicatezza viene slacciata e le mani continuano verso il bottone e la cerniera. Vorrei dirgli qualcosa, vorrei fermarla e dirgli di aspettare, vorrei dedicarmi a lei ma con un altro sussurro mi dice.. non preoccuparti, continua a lavorare.. Cerco di rispondere alla meglio al mio interlocutore cercando di non far sentire che la mia voce stà cambiando, che si stà facendo roca e voluttuosa. Mi sento imprigionato in una morsa: da una parte il piacere, dall’altra il dovere di cui ora, farei volentieri a meno… Le sue mani sono entrate nei pantaloni e stanno accarezzando il mio membro che è diventato duro e pulsante. No lo stringono ma lo accarezzano dalle mutande con il palmo della mano percorrendo l’asta lentamente. L’interlocutore rompicoglioni ha riattaccato, ma è un gioco che non mi voglio perdere. Rimango attaccato al telefono dicendo si, certo, normale, indubbiamente. Diciamo che qualsiasi cosa senza senso che mi viene in mente la dico.. a volte abbozzo una frase che interrompo subito.. nn mi voglio distrarre voglio sentirla ancora…. Le sue mani sono salite nuovamente al bordo dei pantaloni con i pollici infilati dentro li abbassa insieme alle mutande….tira giù tutto e io per facilitare la cosa muovo i fianchi per farli scendere. Mi piego in avanti e abbasso la schiena, mi appoggio al tavolo.. “qualcosa non mi torna, ma non dovrebbe essere lei così?” Ho i pantaloni alle caviglie e la sua mano entra in mezzo alle gambe fino a arrivare al glande. Lo accarezza passando dal glande alle palle percorrendo tutto il fusto… sono completamente e letteralmente nelle sue mani. Vorrebbe che allargassi ancora di + le gambe così mi toglie un gambule. Mi accarezza senza mai stringerlo e io sento che sto per scoppiare.. Sento la sua lingua che passa in mezzo alle natiche e si sofferma sul buchetto mentre continua a modellarlo, a accarezzarlo con un’arte senza fine. Muove le mani e la lingua ritmicamente fino a che mi sembra che sia una cosa sola. E che con strabiliante maestria interrompe nel momento in cui potrei invadere con un’onda gigantesca tutto quello che ho di fronte. La sua mano si stacca per ritornare umida e bagnata e mi unge del suo nettare prezioso e caldo e lo afferra di nuovo stringendolo ora con forza e smanettandolo velocemente mentre un dito è si è fatto spazio nel mio buchetto “ccidenti a te”. Ormai sa che non sono più al telefono.. sto ansimando e godendo, il mio respiro è affannoso, veloce. Sono impotente davanti alle sue voglie. Mi stà letteralmente possedendo quando, la mia felicità esplode rigogliosa sulla scrivania. Il mio piacere continua per un momento infinito mentre le ginocchia vorrebbero cedere e rilassarsi abbandonandomi completamente. Rimango così.. accaprettato sulla scrivania “ripeto. C’è qualcosa che non torna ma .. behh è andata” e sento ancora che mi sussurra.. aspetta che vada via… voglio lasciarti così. Sento i suoi movimenti mentre sono ancora come mi ha lasciato con gli occhi socchiusi, la porta che sbatte, il silenzio che torna e quel profumo di piacere che ancora è nell’aria. Mi alzo e mi pulisco. Ho la mente vuota, ma che è successo? …… il suono di un messaggio sul cellulare: così ti volevo. È stata una bella idea venire a trovarti. Grazie del massaggio. Risposta: quando vuoi sono qui.. il tuo massaggio è stato comunque più rilassante. 1 bacio R. |