i racconti erotici di desiderya

Giorgia e marco (cap. 1/2)

Autore: Ruthing
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Giorgia

Giorgia è una donna normale, molto impegnata nel suo lavoro di contabile, costretta a rimandare al venerdi sera tutte le fantasie che quotidianamente animano i suoi pensieri.
Le piace vivere dei sogni ad occhi chiusi e con la mente lucida, sogni dove tutto è possibile. Di proposito ed unicamente per questo motivo fissa l'orario della sveglia con largo anticipo, ed entra in quel paradiso surreale, caldo ed umido dove i suoi desideri, uno per uno, si realizzano.
Oggi è quasi piacevole sentirne il suono, oggi quel suono le promette che a sera potrà finalmente lasciare alle spalle i noiosi impegni settimanali, oggi è venerdi.
Da sotto le coperte esce il braccio e blocca il suono della sveglia rimandandolo di altri dieci minuti, non sono tanti, ma quando Giorgia sogna va sempre subito al sodo.

E' nel suo letto, e spinge a ritmo lento la testa di Marco tra le sue cosce, sente la sua lingua umida poenetrarla con colpi quasi regolari, poi la tira fuori a leccare il clitoride, avviluppandolo e movendo la lingua sempre più freneticamente.
Toccarsi è d'obbligo, affonda due dita nella sua vagina pregna di umori appiccicosi e dolci per spanderli attorno al clitoride che turgido fuoriesce dalle labbra, inizia un movimento ritmato quasi come se avesse un piccolo pene, immagina Marco ancora li, partecipe al gioco e lo obbliga... "dai, lecca la mia sborra...". Si allarga con le dita di entrambe le mani la vagina madida continuando col medio a massaggiarsi. Dentro è calda e scivolosa e sente i muscoli contrarsi attorno al dito... "dai, dai succhiamela ancora, vai dentro con quella lingua.... apri bene la bocca che voglio annegarti..." tira a se la testa di Marco e con gemiti soffocati iniziano gli spruzzi di calda ed appiccicosa sborra... " uhmm.... uhmmm" sofferma ancora un poco le dita dentro, muovendole per raccogliere quanto più può del suo umore, poi china la testa verso il seno ed infila le dita bagnate in bocca, le succhia e le attraversa con la lingua "uhmmm..." le è sempre piaciuto il suo sapore.

Ritorna il suono della sveglia, adesso deve proprio alzarsi, e poi ci sono una sacco di cose da fare oggi, rassettare casa, stirare la biancheria, fare un salto al supermercato...
E' assolutamente normale chiedersi quanto manca alle vacanze estive.


Marco

Marco per motivi di lavoro dorme spesso in un'altra città e nella casa della signora Francesca, in quella sua dimora abituale, riesce quasi a sentirsi in famiglia. Lei Francesca è una donna molto intraprendente, accudisce al marito e agli ospiti della casa con paranoica meticolosità, si preoccupa se la biancheria della camera è fresca e profumata. Regolarmente, quando Marco dorme da lei, prepara il caffè con un tempismo incredibile, quando il fragore del caffè si diffonde nell'aria la sveglia di Marco inizia il suo cicalio. Attende ancora un minuto e poi discretamente bussa alla sua porta ed entra con la tazzina fumante in mano. Quando Marco sta per andar via si informa se la sera tornerà per cena e se ha preferenze di cibo.
Il marito di Francesca, il signor Carlo, è un uomo estremamente silenzioso, trascorre il suo tempo immerso nella lettura o guardando la tv, a volte gli piace fare conversazione con Marco ma sempre mantenendosi in ogni argomento sul vago. Un uomo che a cinquantacinque anni, prematuramente pensionato, e senza alcun interesse personale, pensa a se stesso come ad un vecchio che già vissuto il vivibile. Ama fare lunghe passeggiate a piedi o in bicicletta, non che questo lo renda uno sportivo, ma almeno riesce a contenere quel poco di pancia che inevitabilmente si forma a questa età.
Da giovane era sicuramente di bell'aspetto ed il suo fisico robusto ed asciutto facevano di lui una preda appetibile alle donne del paese.
Anche Francesca da giovane doveva essere stata una donna affascinante ed ancora oggi, a cinquantanni, emana nuna sensualità non comune che attrae chi le sta vicino. Non si coglie niente di particolare che la rende così seducente, forse l'azzurro dei suoi occhi grandi o lke carnose labbra, eppure nella sua forma giunonica è armonica, elegante nei movimenti ed è naturale immaginarla mentre fa l'amore.

Francesca entrò nella camera di Marco dopo aver bussato piano, aveva nelle mani la solita tazzina col caffè ancora fumante ed aveva un aspetto radioso, la maglia che indossava modellava le sue forme, le tette non grandi ma generose risaltavano due capezzoli grandi e turgidi. Quella mattina non indossava il reggiseno e tutti i suoi movimenti erano votati affinchè Marco godesse di quella vista. Posò la tazzina sul comodino e si accorse della poderosa erezione di Marco sebbene lui fosse ancora sotto le lenzuola. Sapeva che tutti gli uomini al mattino, prima ancora di vuotare la vescica, sono in stato di erezione, ma a lei piaceva immaginare che fosse lei la causa di tanta eccitazione. Si attardò ancora un poco col pretesto di volere aprire la finestra poichè la stanza odorava del fumo delle sigarette fumate da Marco la sera prima, ed anche in questa occasione Marco notò che sotto quei pantaloni di cotone bianco quasi trasparenti, Francesca era nuda.
Si alzò, indossò l'accappatoio e si diresse al bagno, una bella doccia gli avrebbe schiarito le idee.
Adiacente al bagno c'era la lavanderia della casa, il posto era di assoluta pertinenza di Francesca, mentre in cucina i due coniugi si alternavano o insieme preparavano le pietanze per il pranzo o la cena, la lavanderia era territorio personale di Francesca. La stanza non era grande, ma sufficente a contenere, a parte la lavabiancheria, uno stenditoio per piccoli capi, uno scaffale a più ripiani che lei usava per riporre la biancheria appena stirata e naturalmente l'asse da stiro.
Non c'erano finestre e per questo motivo era stata creata una piccola apertura verso il bagno affinchè un poco di aria vi transitasse.
Quando non c'era luce nella lavanderia la piccola finestra interna, vista dal bagno, era un rettangolo nero affollato alla sua base da contenitori di bagnoschiuma e shampoo.
Adagiò l'accappatoio sullo sgabello, aprì l'acqua tastandone col polso la temperatura e quando gli parve buona entrò dentro il box di vetro. La sensazione dell'acqua calda sul collo era piacevole e più che lavarsi adorava farsi scorrere l'acqua addosso. Sapeva che Francesca lo spiava dalla lavanderia, lo aveva sempre saputo e non aveva mai avuto alcun disagio nel mostrarsi, anzi lo eccitava. Molte volte al mattino esibiva le sue erezioni indugiando davanti allo specchio, e si toccava volutamente con lenti movimenti masturbatori.

Quella mattina era turbato, forse in giornata avrebbe preso la decisione di trasferirsi altrove.




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