i racconti erotici di desiderya

History of violence 8

Autore: Fd5947
Giudizio:
Letture: 1413
Commenti: 3
Dimensione dei caratteri: [+] - [ - ]
Cambia lo sfondo
Fra diciassette giorni mi sposo. Tutto è pronto. Rodolfo, il mio fidanzato, non è mai stato tanto preso da me come in questi giorni, non l'ho mai visto tanto intensamente coinvolto. Negli ultimi tre giorni non ha fatto altro che chiamarmi al cellulare in continuazione professando amore sconfinato nei miei confronti. Mi rendo conto perfettamente che questo suo fuoco di passione non è affatto dovuto alle imminenti nozze ma allo sconvolgimento che sta provando nel vedermi sessualmente cambiata ed evoluta. La sega che gli ho fatto di nascosto sabato sera a casa di Davide e Michela seguita dal generoso pompino in macchina è stata la goccia che ha fatto traboccare un vaso che da diversi giorni già stava colmandosi. Rodolfo è, come diciamo a Roma, completamente "andato in fissa", e mi chiede in continuazione di fare sesso con lui. E' anche una cosa bella e normale, in fondo stiamo per sposarci. Quello che non ho affatto apprezzato di lui è di non aver capito un accidente del turbamento che ho provato in seguito alle violenze di Sergio. E adesso che... beh, che mi sono adattata alla situazione lui si limita ad arraparsi come un cinghiale senza chiedersi perchè sono cambiata.

Domenica sera si è presentato a casa, i miei genitori stavano a casa e, con la scusa di una passeggiata, siamo andati a fare l'amore chiusi in garage, nella mia auto. Credo che lui pensi che la mia recente, e forse eccessiva, disinvoltura nelle faccende sessuali dipenda dal senso di sicurezza che mi sta dando la prospettiva dell'imminente matrimonio. "E' bello sentirti finalmente così libera con me" mi ha confessato. Per cinque giorni consecutivi ci siamo visti, abbiamo fatto sesso, per i cinque giorni esatti in cui non ho avuto notizie di Sergio e company. In realtà ho semplicemente spento il cellulare. L' esperienza vissuta a casa di Sergio la settimana prima, seguita dall'incontro con Giorgio nel camper e dal nugolo di telefonate da numeri sconosciuti mi ha esaltato ma anche mentalmente saturato. Ho avuto bisogno di staccare, di ritrovare una dimensione normale. Forse dovrei approfittare delle imminenti nozze per tirarmi fuori da questa esperienza. So di essere esposta a pericolose malattie facendo sesso con diversi uomini, cosa che in più di un'occasione è accaduta pure senza preservativo, e questo è davvero contro ogni ragionevolezza. Non gioco solo con la mia pelle ma pure con quella di Rodolfo che sarà forse un po' tontarello da questo punto di vista, ma che proprio non si merita un simile trattamento. Forse riuscirò ancora a riportare la mia vita su binari normali. In fondo Sergio ha avuto da me quello che cercava, si è divertito, mi ha usata, mi ha fatto scopare dai suoi amici, e forse ora nemmeno gli interesso più tanto, visto che non mi cerca. Forse sto tornando me stessa, forse l'animale oscuro che vive in me riuscirò a tenerlo sotto controllo, forse l'ho placato ora che si è sfamato con queste torbide esperienze. Forse posso ritornare nel mondo rassicurante che mi ha sempre circondata prima di conoscere il maledetto Sergio. Quanti forse...

Due settimane precise prima delle nozze torno a casa dal lavoro, porto la macchina in garage, parcheggio. Scendo dall'auto, chiudo la portiera, mi volto e mi ritrovo Sergio davanti. Ha sul viso la stessa espressione cattiva che gli ho già visto in un paio di occasioni. Chiude la saracinesca. Siamo io e lui soli nel garage. Ho paura, ma gli chiedo cosa diavolo ha intenzione di fare, lui si avvicina. Non vedo nemmeno la mano arrivare, ricevo soltanto come una frustata in pieno viso, ho la sensazione di lampi di luce davanti agli occhi. Mi ritrovo accovacciata sul pavimento accanto alla macchina senza sapere come ci sono finita, il dolore alla guancia e al naso mi pare insopportabile, gli occhi lacrimano contro la mia volontà senza riuscire a smettere. Dal naso mi cola un rivolo di sangue. Mi rendo conto di aver ricevuto il primo vero ceffone della mia vita.

"E questo è solo per snebbiarti un po' quella testa di c***o che ti ritrovi" sibila ferocemente Sergio.

Mi prende per mano e mi aiuta a rimettermi in piedi. Mi appoggio alla macchina barcollando con il viso tra le mani. Non riesco a riprendermi dallo shock, incomincio a tremare e a singhiozzare.

"Che ti credi, brutta deficiente, che ti basta spegnere il cellulare per farmi fuori? Pensi di poter prendere tu il controllo della situazione?"

Mi apre lo sportello posteriore dell'auto, mi fa sedere, fa il giro e si siede sul sedile posteriore accanto a me.

Apre un pacchetto di fazzoletti di carta umida e mi deterge il viso. Sento la guancia bruciarmi ancora, ma lentamente il dolore si attenua.

"Tu sei pazzo, sei malato, non puoi fare queste cose" riesco a dire con voce tremante, senza riuscire a trattenere un paio di singhiozzi.

Sergio mi afferra i capelli e mi tira la testa all'indietro con violenza, facendomi gridare dal dolore.

"Io ti rovino se non fai quello che ti dico, hai capito, brutta puttana?".

Contemporaneamente la sua mano mi serra la gola soffocandomi. Penso con terrore che gli basterebbe stringere con quelle dita di acciaio che si ritrova per mandarmi all'altro mondo.

Ma la presa si allenta quasi subito, respiro di nuovo.

"Sergio, ti prego, io tra due settimane devo sposarmi... ti prego, ti prego, ti prego..." riesco appena a mormorare.

"Tu domattina telefoni in ufficio e prendi tre giorni di ferie, o malattia, quello che ti pare. Ci vediamo a casa mia alle 10. Provati a non venire e te ne faccio pentire amaramente".

Rientro in casa, sono le 19.00 e i miei ancora non sono tornati. Benedico mentalmente che non possano vedermi ora. Ho i segni rossi del ceffone sul viso e sono sconvolta. Mi infilo a letto senza nemmeno mangiare. Provo una sensazione di freddo e desidero il calore delle coperte. Rimango al buio con gli occhi chiusi. Dovrei essere furiosa, desiderare l'intervento della polizia o qualcosa del genere. Invece non provo rabbia o desiderio di vendetta, non ho alcun desiderio di confidare questo problema ai miei genitori o a Rodolfo o a chicchessia. Ora che ho assorbito lo shock ciò che viene a galla dal profondo del mio essere è una sconcertante sensazione di appagamento. La sensazione è quella di essere stata riacciuffata e domata. Sulla spinta della razionalità e dell'amore per Rodolfo ho tentato di uscire mentalmente dalla melma in cui Sergio mi ha trascinata, ma lui mi ha ripresa, mi ha picchiata e ora mi costringerà a restare nella melma. La feroce determinazione di Sergio nel dominarmi unita al senso di costrizione mi provocano una sensazione fisica di languore e di abbandono che parte dallo stomaco e abbraccia tutto l'addome. Il dolore residuo che provo sul viso adesso prende lentamente la forma di abietto piacere.

Mi sveglio, è già mattina. I segni del ceffone sono poco visibili. Mi trucco per nasconderli del tutto. Faccio colazione con mio padre che non nota nulla. Chiamo l'ufficio, da brava ragazza lavoratrice ho tante di quelle ore di permesso da consumare che non devo nemmeno toccare le ferie per assentarmi dal lavoro tre giorni. Esco di casa e vado da Sergio, mi sento intimemente appagata dall'idea di sentirmi in qualche maniera un oggetto di sua proprietà. Suono il citofono, mi apre, salgo. Mi fa entrare senza nemmeno guardarmi. Mi siedo sul divano, lui va in camera da letto, non riesco ad indovinare le sue intenzioni. Probabilmente vorrà scoparmi, è una cosa a cui sono decisamente preparata. Anzi, è più giusto dire che ieri mi ha picchiata, mi ha ripresa, ora sono pronta ad essere posseduta... voglio essere posseduta. Invece lui torna con dei vestiti. Mi ordina ti togliermi il discreto ma anonimo tailleur che indosso. E' un abitino aderente elesticizzato sopra le ginocchia, abbastanza sexy ma nulla di esagerato; in ogni caso le calze a rete autoreggenti che devo indossare sotto compensano questo aspetto.

"Adesso mettiti a pecorina sul divano" mi si rivolge secco.

Mi sistemo sul divano nella posizione da lui desiderata. Mi solleva l'abitino, sono senza mutandine. Sergio mi infila due dita nell'ano mulinando delicatamente, bastano pochi minuti per rendere lo sfintere cedevole. Prende un plug di dimensioni molto più contenute ed accettabili rispetto a quello con cui ho già fatto conoscenza due settimane fa, lo lubrifica e me lo inserisce senza soverchi sforzi.

"Questo d'ora in poi lo terrai sempre in culo finchè te lo dirò io". Mi riabbassa il vestitino e mi contempla soddisfatto.

"Forza, usciamo".

Sergio guida in silenzio, si dirige nel centro di Roma. Lasciamo la macchina in un parcheggio sotterraneo, ci avviamo a piedi. Attraversiamo Piazza Navona, ci sediamo ad un tavolino esterno presso uno dei bar sulla piazza. Guardo la Fontana dei Quattro Fiumi, penso con un velo di amarezza che l'ultima volta che sono venuta qui ero insieme a Rodolfo, ci siamo fatti delle foto seduti spensierati sui bordi.

Mi siedo ma sto a disagio, il plug si fa sentire decisamente, sia per la breve camminata sia per la sedia del bar che non mi consente una posizione troppo comoda. Sergio ordina una colazione, io solo un caffè.

"Adesso ti porto qui vicino da una persona, e ci rivediamo qui al bar appena fatto.".

Mi chiedo cosa significhi esattamente ma non replico. Ci alziamo, prendiamo Corso Rinascimento poi entriamo in una traversa. Entriamo in un portone, Sergio suona un campanello. La serratura scatta dopo qualche secondo, ci avviamo verso un antico ascensore con le ante di ferro battuto.

Sergio mi apre la porta e mi spinge dentro.

"Quarto piano, la porta è aperta". Il bastardo chiude le ante e se ne va via.

Premo il pulsante numero quattro e attendo che il vetusto macchinario svolga il proprio lavoro. Esco su un pianerottolo con tre grandi porte scure di legno, una delle quali è socchiusa. Busso e scosto la porta.

"Avanti prego" mi fa una voce dall'interno.

Entro in un sontuoso appartamento completamente rivestito in legno, dal parquet cigolante, al soffitto a cassettone alle pareti intarsiate. Mi guardo intorno, poi dal corridoio mi viene incontro un signore anziano, sui 60/65 anni.

L'uomo è sorridente ed estremamente cortese. Mi prende il soprabito, mi riempie di complimenti sulla mia bellezza, mi chiede di accomodarmi nello studio. Ci sediamo su un elegante divanetto posto dirimpetto una grande scrivania ricolma di carte. Sul tavolino sono disposte diverse bottiglie di liquore con dei bicchieri. L'uomo mi offre da bere, accetto. Sorseggiando l'eccellente cognac mi rivolge domande generiche fissandomi intensamente. Si interessa ai miei studi, al mio lavoro. Sono almeno dieci minuti che conversiamo piacevolmente, quando lui si interrompe, e il suo sguardo diventa improvvisamente viscido.

"Tu hai un vibratore infilato nel culo, vero?".

La domanda è troppo diretta e il cambiamento di situazione brusco, non rispondo e abbasso gli occhi sul mio bicchiere. Questo particolare ovviamente glielo ha comunicato Sergio.

Allora l'uomo mi si accosta, le sue mani si appoggiano sulle mie ginocchia. Sento il suo respiro alterato, poi le mani risalgono molto lentamente. Lascio fare, subisco la situazione che da distaccata e quasi amabile è diventata improvvisamente torbida, lasciva, corrotta. Le dita del vecchio si spostano sempre più in alto, mi accarezzano le cosce, continuano a risalire... Con voce completamente arrochita dalla libidine continua:

"Ti piace farti toccare le cosce, he? Ma sei proprio una piccola troietta...". Gli occhietti porcini del vecchio scintillano dall'eccitazione, ora Le sue dita ora si avvicinano sempre di più alla mia fica, arrivano a solleticarne leggermente i radi peli, l'altra mano si insinua dietro ad esplorarmi il posteriore. E' una situazione semplicemente sconcia, un vecchio porco bavoso mi infila le mani sotto la gonna ed io non solo lo lascio fare ma sto iniziando anche a bagnarmi. Non riesco a nemmeno io a capacitarmi di quanto sono diventata zoccola... Il vecchio porco si rende finalmente conto che sono senza mutandine.

"Puttanella da bordello che non sei altro, neanche le mutandine hai...", mormora. Le sue dita mi esplorano dietro e trovano il plug.

"Eccolo qua il tuo amichetto che tieni nel culo, eh?".

Il vecchio si avvicina ancora e mi passa una lingua rasposa e colante di saliva sulle labbra. Dovrei provare almeno un po' di ripugnanza, si tratta di un vecchio bavoso che potrebbe essere mio nonno. Invece più schifezze mi dice e più mi fa eccitare e desiderare che continui. L'uomo incolla la sua bocca sulla mia. Dopo qualche secondo ricambio il bacio, schiudo le labbra. Lui ne approfitta per sprofondarmi in bocca la sua lingua enorme e ruvida. L'uomo afferra il plug e lo muove ritmicamente nel mio culo, con l'altra mano inizia a lavorarmi ritmicamente la fica. Mi sento leccare la lingua, il palato, le gengive, l'avidità del vecchio sembra smisurata...

Veloce come un fulmine si stacca da me e scende tra le mie cosce. Mi sistemo sul divano per facilitargli la manovra, il vecchio mi fa aprire le gambe e inizia a mordermi l'interno cosce, gli inguini, il pube. Sprofonda la lingua nella mia fica ormai zuppa poi ne mordicchia avidamente le labbra succhiando e bevendo i miei umori con furiosa determinazione. La lingua dell'uomo è di una vivacità incredibile, sto iniziando a godere spudoratamente. Ma non c'è un attimo di tregua, l'uomo mi fa girare, estrae il plug dal mio sedere e si mette a leccarlo, o più precisamente a spompinarlo. Le sue dita si intrufolano nel mio ano in profondità, rimestano dentro, poi le tira fuori e le succhia con voluttà.

Mi prende per mano e ci trasferiamo in una stanza in fondo ad un corridoio, c'è un gran letto a baldacchino. Ci spogliamo velocemente e completamente entrambi. Mi distendo sul letto, il vecchio mi fa voltare prona e si dedica a profanarmi il didietro con una mano. Inizia con tre dita poi spinge lentamente ma inesorabilmente. Non contento inserisce nel mio ano anche il quarto dito allargandolo progressivamente. E' bravissimo a dilatarmi con graduale intensità, nel giro di una ventina di minuti la mano del vecchio, fortunatamente piuttosto piccola, sprofonda nel mio posteriore fino all'attaccatura del pollice. Sono sconvolta dal piacere e dalla libidinosità di questa situazione, ormai sono pronta a farmi scopare dal vecchio. L'uomo mi fa mettere a pecorina senza togliermi la mano dal sedere, ma invece di possedermi prende il mio plug e se lo inserisce a sua volta nel culo. Lo guardo senza capire. L'uomo si infila il plug in profondità, pistonandolo diverse volte. Estrae la mano dal mio culo e la lecca con lascivia, poi estrae il plug dal suo sedere e me lo appoggia sulle labbra. Io sono incerta, lui preme con decisione, io apro la bocca. Il sapore del plug è sgradevole, ma lui esercita pressione e me lo infila in bocca quasi completamente. Succhio il plug come meglio posso.

"Puliscilo tutto con la lingua, forza".

Eseguo senza entusiasmo, al che l'uomo mi fa sedere sul letto, apre un cassetto del comodino e tira fuori una serie di aggeggi sessuali. Prende un grosso fallo in lattice dalla verosimiglianza impressionante, lo lecca e mi chiede di infilarglielo dentro. Mi avvicino ed eseguo la manovra. Sono inesperta ma lui mi aiuta. Contemporaneamente un altro fallo in lattice guidato dal vecchio si fa strada nel mio, di sedere. Iniziamo a possederci vicendevolmente con i falli in lattice. Il pene del vecchio è piccolo ed irreparabilmente flaccido, ogni mio desiderio di essere trattata da femmina viene irrimediabilmente frustrato.

"Ora fai come me".

L'uomo cerca la posizione adatta, ora stiamo entrambi in ginocchio sul letto e mentre mi pistona nell'ano il fallo di lattice con l'altra mano mi titilla abilmente la clitoride.

"Fai come me, dai". Ripete l'invito

Gli prendo in mano l'uccello moscio e glielo meno dolcemente, con l'altra mano cerco di infilargli il fallo il più profondamente possibile nel di dietro. E' un intreccio complicato e non facile da coordinare, ma con i minuti diventa un gioco sottilmente piacevole. L'uomo di tanto in tanto estrae il fallo dal proprio sedere, lo porta tra le nostre bocche e lo lecchiamo insieme, intrecciandoci le lingue sopra. Lo stesso faccio io, una, due, dieci volte. Nel silenzio della stanza, rotto solamente dallo sciacquio dei due falli nei nostri rispettivi ani, la dilatazione anale continua unita con la commistione di odori e sapori che normalmente mi disgusterebbero mi porta in uno stato che definirei quasi di ipnosi erotica. Il vecchio se ne rende conto, e dal comodino esce un lungo fallone di gomma con una base larghissima, fatto di plastica trasparente e che sembra contenere moltissime palline o sfere bianche. Siamo ancora in ginocchio, il vecchio insinua l'attrezzo sotto di me, fa in modo che la cappella del fallo mi entri nella vagina, poi accende l'arnese premendo un interruttore. La cappella inizia a vibrare e a muoversi circolarmente dentro la mia fica, regalandomi sensazioni del tutto sconosciute. Inizio a gemere di piacere, il vecchio si alza in piedi sul letto. Il suo pisello moscio mi si avvicina al viso. Non mi faccio pregare e glielo prendo in bocca. Inizio a ciucciarglielo quando lui mi fa cenno di fermarmi e di tenerlo semplicemente in bocca. Mi fermo e mi godo la stimolazione del fallo in lattice, accoppiata alla dilatazione del membro artificiale ancora inserito nella porta di servizio.

L'uomo chiude gli occhi mormorando

"Ecco, dai".

I miei buoni propositi di stare attenta a non entrare in contatto con lo sperma di sconosciuti neanche mi si affacciano alla mente, nello stato di abulica e semiaddormentata eccitazione in cui mi trovo prendermi in bocca la sborrata del vecchio rappresenta un fatto del tutto normale, e perfino il copioso getto, molto meno denso di quanto mi aspettassi, che mi riempie velocemente la bocca mi scuote dal torpore mentale in cui mi trovo.

"Manda giù tutto, dai" fa l'uomo afferrandomi la testa e premendo l'inguine contro la mia bocca.

Eseguo supinamente, rendendomi appena conto di avere la bocca piena del piscio del vecchio. E' talmente abbondante che in parte la sputo, poi prendo il ritmo ed inizio a deglutire per tutto il tempo nel quale lui continua ad urinarmi in bocca quel liquido caldo e vagamente nauseante. Finita l'operazione il letto è bagnato e io mi ritrovo mezza inzuppata della pisciata del mio anziano partner. Lui scende dal letto, mi prende per mano. Sono disorientata, l'eccitazione sessuale da una parte si è attenuata per la scarsità di stimoli fisici ma dall'altra viene stimolata dal sentirmi usata in questa maniera degradante. L'uomo mi prende per mano, andiamo insieme nel bagno, c'è una doccia a due posti. Entriamo nella sontuosa cabina ed un getto di acqua immediatamente calda proveniente da una cipolla larga quanto un antico disco long-playing ci investe. Iniziamo a baciarci con foga sotto la cascata infilandoci reciprocamente le dita nell'ano. Il vecchio prende due tasche di plastica collegate ciascuna ad un tubo e ad una cannula, le riempie velocemente con il getto della doccia e le appende a dei ganci posti in alto. Si gira e mi chiede di infilargli la cannula lunga circa quindici centimetri dentro il sedere, lui fa lo stesso con me. La sensazione del torrente di acqua calda che mi invade dolcemente le viscere è paradisiaca, mi porta lentamente vicina all'orgasmo. Mi sditalino appoggiandomi all'uomo, sono vicina a godere quando una frustata improvvisa proveniente dall'intestino mi obbliga irresistibilmente a svuotarmi. Una cascata di acqua calda mi fuoriesce dal sedere e finisce nello scarico della doccia. L'uomo mi fa voltare, riempie di nuovo la tasca e mi reinfila dentro la cannula. Mi fa accovacciare e mentre un'altra dose di acqua dalda mi riempie le viscere si volta e mi prega di leccargli il didietro. Infilo la lingua tra le chiappe dell'anziano e gli lecco l'ano rugoso. Mi chiede di infilarci la lingua dentro ed io eseguo. Poi uno spruzzo di acqua calda mi colpisce il viso.

"Apri la bocca, dai, fattelo fare sulla lingua..." Mi posiziono sotto il vecchio, seduta sul pavimento della doccia. Uno scroscio di liquido caldo e vagamente maleodorante mi di riversa sul viso e nella bocca aperta. Sputo e riapro la bocca più volte. Lui si volta rosso di eccitazione e si masturba sopra di me. La pressione intestinale torna a farsi sentire, non sono proprio capace di trattenermi e lascio fuoriuscire tutto il liquido. Il vecchio contemporaneamente viene con il pisello moscio, e le poche gocce del suo sperma finiscono per sgocciolarmi sulle tette...

Quando esco dal portone dell'abitato trovo Sergio ad aspettarmi in macchina. E' taciturno, guida e non mi chiede nulla. Mi chiedo cosa sia successo davvero. Il sospetto che Sergio mi abbia fatto prostituire facendosi dare soldi dal vecchio in cambio della mia compagnia è forte. In pochi minuti arriviamo a locale di Enzo, vicino campo de Fiori. Mi aspettavo di essere coinvolta in qualche altro gioco invece Sergio mi porta nel bunker di Enzo, ci chiudiamo a chiave e facciamo l'amore per due ore di seguito, io e lui soli. Mi aspettavo durezza invece mi possiede a lungo in maniera quasi dolce... Questo bastardo è sempre imprevedibile, ma come riesce lui a farmi sentire femmina non ci riesce nessuno...


giudica questo racconto

Attenzione, solo gli utenti registrati su Desiderya.it possono esprimere giudizi sui racconti

Per registrarti adesso CLICCA QUI

Se sei un utente registrato devi autenticarti sul sito: CLICCA QUI


I vostri commenti su questo racconto
Autore: Levis_48 Invia un messaggio
Postato in data: 15/01/2013 17:44:37
Giudizio personale:
Aspettavo un 'altro capitolo ma son passati diversi giorni ma History of violence N° 9 neanche l'ombra. Dai continua

Autore: Levis_48 Invia un messaggio
Postato in data: 07/01/2013 01:50:59
Giudizio personale:
Vai avanti chi e debole non li legge, comunque non esagerare perchè e un racconto ben scritto in questo sito di racconti ben scritti ne ho trovati per esempio ( sergio e tiziana ) che purtroppo e finito cosi senza una fine.

Autore: Mysterx Invia un messaggio
Postato in data: 06/01/2013 23:13:46
Giudizio personale:
Nooooooooooooooooooooooooo.
E' troppo schifoso.
Esistono sempre dei limiti e non è importante che sia una storia vera o sia inventata è semplicemente terribile.
Storia sempre scritta benissimo ma non va per rispetto ai precedenti sette episodi lo annullerei


Dal Sexy Shop di Desiderya...
In: Coadiuvanti
Super large crema sviluppa pene 75ml
Super large crema sviluppa pene 75ml
Crema da massaggio per il pene formulata per aumen...
[Scheda Prodotto]
In: Abbigliamento
Tuta aperta nero
Tuta aperta nero
Catsuit in leggero tessuto semitrasparente e collo...
[Scheda Prodotto]
In: Sex toys
Lelo ina 2 ricaricabile rabbit viola
Lelo ina 2 ricaricabile rabbit viola
INA 2 e per la donna che vuole tutto un vibratore ...
[Scheda Prodotto]