i racconti erotici di desiderya

Ho voglia di ciliegie


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era solita salire su quell'albero, la vedevo salire a piedi scalzi, si arrampicava fino al suo ramo preferito si metteva seduta e ci rimaneva le ore.

ultimamente, portava con se una bottiglia d'acqua e il suo auricolare. sicuramente la sua musica, faceva da contorno al suo passatempo preferito, le ciliege, riusciva anche a ballare su quel ramo, era strana e adorabile e non sapeva quanto mi piacesse guardarla!

a volte si metteva in piedi e cercava di prendere i frutti alti, quelli più rossi, quelli più succosi. ed era in quei momenti che la mia fantasia prendeva possesso dei miei pensieri, la guardavo, vedevo le sue gambe sempre scoperte, portava sempre gli short le sue magliette che diventavano di un colore indefinito, ci puliva le ciliege e le sue mani, e vedevo i suoi occhi così grandi e luminosi.



...non c'era giorno che le mie fantasie non fossero alimentate dalla sua presenza. se solo lei avesse immaginato, tutte le volte che guardavo la sua bocca mangiare, la sua lingua assaporare, e i suoi occhi deliziati, e il suo modo di pulirsi le mani, le metteva sopra il suo seno e le strusciava addosso al suo corpo mettendo in evidenza le sue forme, poi un giorno quell'angelo, pensò bene di bere l'acqua e farsela cadere addosso, doveva essere fredda perché riuscivo a vedere i brividi sulla sua pelle i capezzoli che si inturgidivano e la mia eccitazione che cresceva. lei rideva, stava ridendo, fino a farsi venire le lacrime, rideva della situazione, poi in un attimo si girò verso di me, mi guardava, quindi mi vedeva, non poteva essere, io ero nascosto, ma le sue labbra mi dicevano vieni, non sentivo, e non riuscivo a rendermi conto, ma non potevo rinunciare a lei. ero ai piedi del suo albero.



bloccato sul da farsi, immoto. e lei mi guardava dal suo ramo. stavo salendo da lei senza capire. guidato dal suo profumo, dal suo essere, ci trovammo l'uno di fronte all'altra. seduti sullo stesso ramo. era splendida, ancora più sensuale di come la vedevo, la sua bocca così carnosa, i suoi denti bianchisimi, i suoi occhi, mi stavo perdendo in lei, mi disse:



- salivo su questo ramo perché tu mi potessi vedere...

- ...non l'avrei sperato, ma

- ssshhhh...non rovinare tutto.



le accarezzai i capelli e la costrinsi ad avvicinare la sua bocca alla mia, la sua lingua era rossa e le sue labbra così morbide, così carnose, sentivo il suo sapore, stavo esplorando ogni angolo della sua bocca, i suoi denti, il suo palato, e lei non era da meno mi cercava, mi voleva, toccava i miei capelli e mi teneva la testa quasi non volesse lasciarmi andare



- amami

- scendiamo



l'aspettavo, aspettavo che le sua gambe nude fossero più vicine a me.

l’aiutai a scendere stringendole i fianchi, quasi con la paura di vederla svanire, e invece sentivo le mie mani stringere il suo corpo. non la lascia andare la tenni stretta, il suo corpo aderiva al mio, sentivo la sua maglietta bagnata, inizia a baciarle il collo le orecchie, volevo sentire i suoi sapori, volevo impossessarmi del mio angelo, era appoggiata all'albero le sue braccia sul mio corpo, sulla mia schiena. sentivo le sue unghie graffiarmi, le sfilai la maglietta, e la mia la seguì. il suo corpo, la sua pelle così morbida ,appena ambrata dal sole, la sollevai, e le sue gambe si chiusero sui miei fianchi, ora potevo prendere i suoi seni, potevo morderli e succhiarli, lei si teneva sul mio collo mentre la sua testa si lasciava andare indietro, la volevo, volevo il suo corpo, volevo impossessarmi di lei!



la sdraiai sull'erba mentre la mia bocca continuava a cercarla.



da quanto tempo desideravo questa donna? i miei pensieri continuavano a cavalcare mentre le mie dita slacciavano i suoi pantaloncini, lei mi aiutò, sollevandosi un poco per sfilarglieli, ora potevo contemplare il suo corpo. era perfetta, la sua nudità non la preoccupava. mi guardava, e so ciò che vedeva nei miei occhi, ci voleva poco prenderla così, ma io non volevo sprecare un singolo attimo di quella occasione. come se avesse letto nei miei pensieri, si alzò e inginocchiata ai miei piedi mi sbottonò i jeans, me li tolse e sedutasi su di me, iniziò a baciarmi, prima la bocca poi il collo la sua lingua non si fermava, cercava il mio corpo come fosse un frutto proibito. il suo bacino si muoveva lentamente, come fosse un'altalena, lento, si stava bagnando, si stava eccitando su di me, senza che io facessi niente, per un attimo pensai che non potevo resistere ancora molto, non ce l'avrei fatta.



le mie mani sui suoi fianchi la guidavano nella sua danza, poi la sua bocca scese, rimase sospesa così, ed io trattenni il fiato perchè l'unica cosa che desideravo era la sua bocca, volevo essere ingoiato da lei, succhiato, fino a non poterne più, e così fece. credo che sensazione più forte non potevo provare, era brava, mi prendeva con le sue labbra e sentivo la sua lingua che si impossessava di me, le sue mani non smettevano di toccarmi, potevo esplodere da un momento all'altro, e la scostai, le dissi di fermarsi, i suoi occhi erano quelli di una donna, di una donna che sa qual'è il suo potere, che il sesso non lo fa, lo crea, continuava a guardarmi, ma le sue mani ora cercavano il suo corpo, ed io ero immobilizzato di tanta sensualità in quei gesti, si stava toccando, le sue dita scendevano tra le sue gambe, si sfiorava e poi risaliva fino alla bocca. succhiava le sue dita.

poi riscendeva, l'invito era più che chiaro, le mie dita stavano nella sua bocca e poi scendevano sul suo corpo, sono entrato dentro di lei con la lingua e l'ho sentita fremere, era calda, bagnata. ho cercato il suo clitoride, e mi sono impossessato di lei, le sue labbra, quelle labbra, la mia lingua ha leccato ogni cosa, per poi entrare dentro di lei, mentre la sua schiena si inarcava dal piacere, continuava a toccarsi, con dei movimenti circolari prima lenti e poi più veloci e io continuavo a penetrarla con la lingua, toccati anche tu mi disse, e io lo feci, come fosse un gesto abituale tra di noi, la sentivo gemere, sentivo che mi voleva, mi stavo lasciando andare e sentivo che il mio piacere non si sarebbe trattenuto ancora. con un colpo di reni mi allontanò da lei e la ritrovai seduta su di me, prendimi mi disse.



...ed io la presi...



non con dolcezza, non con delicatezza, ma con tutta la forza che avevo. si muoveva sopra di me, e la sentivo gemere dal piacere, poi senza nessun preavviso, si girò di spalle e rientrai dentro di lei guidato da lei, lo sapevo cosa voleva, voleva continuare a toccarsi, in modo da raggiungere il doppio del piacere, guardavo le sue natiche che si muovevano su di me, ogni tanto si sollevava un pò ed io riuscivo a vedere il mio menbro sempre più duro, la guidavo in quel movimento sempre più frenetico e sentivo che lei si toccava sempre più veloce, poi mi chiese di urlare, mi disse:



-...urlami tutto il tuo piacere, urla quello che sono per te, fammi godere del tuo piacere...



e così un'esplosione, un lampo di luce, un urlo che non era di un essere umano, ma di un essere che non si controlla che esprime fisicamente il suo piacere.

il suo corpo era teso su di me...



il suo orgasmo ancora non finiva. sentivo la sua carne i suoi muscoli contratti, ed il suo urlo, il suo piacere, il nostro...

si sdraiò accanto a me, il suo respiro era ancora veloce, i suoi occhi guardavano il cielo, solo ora ne intuivo il colore, era tutto quello che avevo sempre sognato quello che desideravo ogni giorno la baciai e le dissi che per me era un angelo.

i suoi occhi mi scrutarono e mi sorrisero. ho voglia di ciliege.



g*


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