i racconti erotici di desiderya |
Il debito |
Come tutte le cose anche le ferie finiscono, le mie poi quest'anno particolarmente presto. Torno da una settimana di riposo all'Elba in piena calura d'agosto, è martedì e i negozi son quasi tutti chiusi, ma le poste continuano a fare il loro dovere e nel breve arco di tempo in cui non ero a casa mi ritrovo 5 fatture da evadere con la solita dicitura… con cortese urgenza. Io ho un piccolo negozio di scarpe in centro e combatto tutti i giorno con banche fornitori e clienti. Tolgo l'allarme, apro la porta, sono appena le 9 del mattino ma la calura rende già l'aria dentro fastidiosa e pesante, accendo i climatizzatori e decido di andare a bere il caffè al mio solito bar. Li fanno uno dei migliori caffè della città, sapete sono ancora quei caffè fatti con amore, con la passione di chi ama quel lavoro. Lo gusto con calma e poi seduto sulla sedia del bar, fumando la mia sigaretta, apro le buste malefiche con le fatture. Non lo avessi mai fatto… la prima mi dà subito il colpo di grazia, un mio fornitore dice di vantar credito per 30.000€, la boccata di sigaretta mi va per traverso e un colpo di tosse mi fa quasi soffocare. Abbasso gli occhiali e leggo con calma, in effetti è così, i materiale citato era stato realmente fornito, ma adesso dove cazzo trovo i soldi, penso a varie soluzioni ma sono confuso, poi i miei amici ( se possono dirsi amici altri commercianti strozzini ) sono tutti in ferie a chi posso chiedere consiglio e aiuto?? non mi viene in mente nessuno, cazzo son davvero nella merda. Ma si dai c’e’ Luca, il direttore. Non mi rimane che provare in banca, la mia unica salvezza è lui, Luca, il direttore di filiale che conosco abbastanza bene, si dai lui mi darà una mano. Rinfrancato da questa ipotesi, mi accendo e mi gusto un'altra sigaretta, torno a vedere a colori dopo la paura che per un po' mi ha fatto pensare alla definitiva chiusura del negozio, e poi che fare… Mi alzo e passeggiando pochi minuti arrivo davanti al portone della Banca, faccio i soliti controlli del metal detector ed entro dentro, come il resto della città anche la filiale sembrava soffrire del periodo di ferie, vuoto il salone dove di solito si affollano persone, una guardia giurata uno sportello aperto. Mi rivolgo all'operatore allo sportello chiedendo del direttore e mi dice che è al piano di sopra, rispondo che conosco la strada e mi avvio verso il suo ufficio. Salgo le scale pensando a ciò che devo dire per avere un prestito, che peggiora la mia già pesante situazione debitoria nei confronti della banca, ma del resto il commercio è così, molte volte tante soddisfazioni ma molti molti debiti. Busso, sento una voce che mi dice “prego avanti”, apro la porta e davanti a me appare una tragedia… non era Luca, un disastro cosa dovevo fare adesso… si presenta davanti a me una bella donna, meno di 40 anni, una gonna nera stretta sopra il ginocchio le fascia la vita ed evidenzia i suoi fianchi, una camicetta leggera in cotone, con una bella scollatura, lascia immaginare ed intravedere i seni, non porta il reggiseno, si capisce dai capezzoli che fanno capolino quando lei si siede. Facciamo le presentazioni e mi dice che Luca è stato trasferito i un altra sede, io gli accenno il motivo della visita e lei molto francamente mi dice che sono già in una difficile situazione e che si trova in difficoltà a poter concedermi il prestito. I miei pensieri si affollano, non riesco ad immaginare altra soluzione, la ringrazio e mi congedo da lei. Esco dalla banca, vado in negozio e li adesso l'aria è decisamente fredda i condizionatori hanno fatto il loro dovere, questo mi aiuta a pensare, ma sono svuotato dentro. La giornata procede lenta, il caldo non aiuta le persone a spendere, i pochi rimasti in città preferiscono restarsene a casa, la giornata non è stata delle migliori, poco incasso brutte notizie e la troia della direttrice che mi ha negato il prestito. Guardo l'orologio sono le 17 mi affaccio davanti al negozio e mi accendo una sigaretta, in lontananza vedo una sagoma familiare, si è lei la direttrice, passeggia sola guardando le vetrine, si avvicina verso il mio negozio la saluto lei ricambia al mio saluto con un sorriso appena accennato, io penso ma vedi tu sta troia pure mi sorride… entra in negozio, io spengo la sigaretta ed entro, “prego, in che modo posso aiutarla”, lei “guardi mi spiace per oggi in banca, sa sono qui da poco, conosco poco le persone e mi devo ancora poter fidare per meglio lavorare, e poi adoro le scarpe e lei ne ha di molto belle, posso provarne qualcuna??” gli prendo il numero da lei richiesto, ha un piede 38 molto femminile, alta e slanciata con piedino piccolo, si accomoda sul divanetto prova e nel sedersi tira un po’ su la gonna, io mi inginocchio davanti a lei e lei senza colpo ferire toglie la scarpa che indossa con un movimento tanto leggero quanto impercettibile apre un po’ le gambe e mi mostra uno spettacolo che non potrò mai dimenticare, indossa un intimo talmente trasparente che è come non esistesse, il perizoma riesce a mala pena a contenere una carnosa fica, lei sa che io la sto guardando, ma io molto professionale le chiedo come va la scarpa e mi rialzo. Lei si alza, fa qualche passo, il modello scelto ha un tacco da 9 cm, la slancia ancor di più, le rialza il culo e le dona un aria da troia niente male, si siede e la vedo poco soddisfatta, compie lo stesso gesto di prima nel sedersi, solleva la gonna, ma stavolta un pelino in più, mi chiede un altro modello che vado a prendere in magazzino, mi inginocchio davanti a lei e stavolta lei allacciando la nuova scarpa, apre le gambe e senza pudore mi dice “ ti piace??”, io senza proferire parola vado verso la sua fica con la mia faccia, una mano sposta il perizoma su un lato e le do un bel po’ di sapienti colpi di lingua tra le già umide labbra. Lei inizia a mugolare, si distende sul divano, continuo a leccarla, il suo sapore è buono, è molto bagnata, decido che non posso rischiare di scoparmela li, allora chiudo a metà la serranda del negozio e andiamo in magazzino, li ho un divano per i riposini pomeridiani e su quel divano iniziamo a lottare, una lotta di corpi che si denudano e si cercano, ci baciamo e spogliamo allo stesso tempo, le nostre mani cercano i nostri sessi, io ormai ho il cazzo duro da un bel po’, lei lo prende in mano e inizia a toccarlo, lo mena delicatamente, poi si abbassa e inizia a farmi un pompino, bhe non ci crederete ma è secondo me la R. (evitiamo i nomi) ha una laurea in questa antica pratica. La sua lingua fluttua attorno alla mia cappella velocemente, poi ingoia quasi tutto i mio cazzo dentro la sua calda gola, e ricomincia a leccare la cappella, un abilità davvero notevole, e mentre lo fa, ormai nuda in ginocchio davanti a me, con una mano si sfiora ricercando il suo intenso piacere. Dopo un gran pompino la prendo per le spalle la tiro su, io mi distendo sul divano e lei senza colpo ferire scende con i suoi fianchi sul mio palo di carne che la penetra con facilità, ormai era talmente bagnata che sembrava un lago, inizia a cavalcarmi con una giusta velocità, la sento gemere come una troia, io la guardo negli occhi e vi confesso che dentro di me penso anche al prestito negato poche ore prima e mi viene in mente una cosa per “vendicarmi”. Lei gode, le si legge negli occhi, sfilo il mio cazzo la prendo la giro e con un movimento repentino inizio a possederla da dietro, le sue mani sul divano le sue tette che si muovono a ogni colpo che riceve, continua a godere e sento che inizia a venire, la sua già calda fica mi fa capire che l'orgasmo arriva, continuo a darle dei colpi ben assestati e sento che si arrende all'orgasmo, la sua schiena si inarca, si rilassa… li penso sia il momento giusto per vendicarsi, tiro fuori il cazzo dalla fica e lo punto al culo, lei si ritrae un po’, io spingo, inizia a entrare dentro di lei, cm dopo cm sento la sua carne sulla mia, è stretto si vede che non ha molto sfruttato il suo bel culo, lei sente un po’ di dolore, spingo piano fino a penetrarla tutta, e poi inizio a farla mia, le piace anche in culo, si sente, lei non sazia del prima raggiunto orgasmo inizia a sditalinarsi con le mani, la porca non ha remore, le piace il cazzo, e si vede, inizia a mugolare e dirmi siii più forte, io obbedisco la pompo con forza, la sua rosa di carne si apre ad ogni colpo del mio cazzo, colpi sempre più forti e decisi lei continua a toccarsi e gode, si sente, io penso tra me e me ecco la giusta punizione per il prestito negato troia, ma penso e voce alta e le dico questa frase… lei mi dice si sfondami sono la tua troia, continuo fino quasi a venirle dentro, lei capisce e mi dice ti prego vienimi in faccia, sento che sto per venire, do gli ultimi colpi, le sfilo il cazzo dal culo e lei si inginocchia davanti a me, non potete immaginare, ho contato almeno 8 getti di calda crema che le hanno letteralmente coperto il viso, lei godeva, continuava a toccarsi e penetrarsi con le sue mani. Poi dopo essersi spalmato il mio caldo seme anche sulle tette, entrambi sfiniti crollammo soddisfatti sul divano. I nostri corpi, pervasi ancora dall'elettricità che scorre dopo un intenso orgasmo restarono qualche minuto distesi, le nostre mani si cercavano e sfioravano. Ripresi dopo l'intenso piacere, lei andò in bagno si lavò e uscendo mi disse “vieni in filiale domani…” (continua)
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