i racconti erotici di desiderya

Il diario di mario

Autore: Versoilsole
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Venerdì sera.

Patrizia e Antonio hanno rotto il ghiaccio. Si sono baciati e toccati, hanno pomiciato un po’ in soggiorno, ma senza esagerare, perché c’erano i bambini in casa. Io non ho visto nulla, poiché stavo con i bambini in un’altra stanza.

Il bambino di Antonio è un compagno di scuola di nostro figlio. Grazie all’amicizia dei bambini siamo diventati amici anche noi genitori e da un po’ di tempo ci frequentiamo in maniera sempre più assidua e intima.

Stasera Antonio era a cena da noi col figlio, poi i piccoli sono andati a giocare in un’altra stanza, mentre noi adulti prendevamo il caffè e facevamo discorsi molto piccanti.

Antonio è divorziato e vive a due isolati da noi. Per un po’ ha corteggiato discretamente Patrizia, poi alcuni giorni or sono presi coraggio e gli dissi che poteva farlo apertamente. Lui capì. In seguito, durante un colloquio molto confidenziale, gli confessai che Patrizia ed io parlavamo da tempo di fare un’esperienza di sesso a tre, ma non avevamo mai trovato il tipo giusto. Quell’uomo m’ispirava fiducia, così gli parlai a cuore aperto, inoltre vedevo in lui il tipo giusto, perché Patrizia ne era attratta. Da tempo parlavamo di lui, a letto, e lei si scaldava parecchio quando le dicevo che volevo vederla scopare con lui.

Stasera prendendo il caffè abbiamo parlato di questo. Per me era molto eccitante essere arrivati a quel punto, con mia moglie che diceva sì al suo pretendente e gli lanciava sguardi d’intesa e desiderio. Ho detto a Antonio che poteva baciare mia moglie, però c’era il pericolo che i bambini arrivassero da un momento all’altro, così io sono andato a giocare con loro per controllarli. Non sarebbe stato bello che mio figlio sorprendesse la mamma che baciava il padre del suo amichetto.

Più tardi, dopo che gli ospiti se ne sono andati, Patrizia ed io abbiamo giocato a “moglie puttana e marito cornuto”. Eravamo molto su di giri. A letto ci siamo divertiti.



Sabato mattina.

Noi padri abbiamo portato i bambini dalla madre di Antonio, al mare. Ci resteranno per tutto il fine settimana. In pratica ci siamo sbarazzati di loro in modo da essere liberi di spassarcela. Abbiamo lasciato i bambini alla nonna e siamo tornati indietro. Patrizia ci stava aspettando a casa.

In macchina, sulla strada del ritorno, abbiamo parlato di lei. La prospettiva del sesso a tre ci metteva entrambi in uno stato di piacevole tensione. Ho detto a Antonio che io vorrei guardare. Gli ho spiegato che Patrizia mi ha sempre assecondato, in linea di principio, ma si è decisa a fare sul serio solo dopo aver conosciuto lui.

“Le piaci molto,” gli ho detto.

Gli ho chiesto se mi faceva vedere l’uccello e lui lo ha tirato fuori dai pantaloni senza esitazione. Notevole. Un superbo regalo per mia moglie. Poi gliel’ho toccato. Antonio guidava, ha rallentato l’andatura e ha lasciato che glielo prendessi in mano.

“Vuoi succhiarlo?” mi ha chiesto.

Ha indovinato. In effetti ne avevo voglia.

La macchina di Antonio ha i vetri oscurati, il traffico era scarso, lui ha tirato un po’ indietro il sedile per lasciarmi posto. Mi sono calato giù fra il suo addome e il volante e gli ho preso il cazzo in bocca. Non lo avevo mai fatto prima e mi è piaciuto. Avrei voluto masturbarmi mentre poppavo e ho desiderato che lui mi venisse in bocca, ma dovevamo lasciare intatta la nostra carica di libidine per scaricarla su Patrizia. Non potevamo concederci l’orgasmo, quindi ci siamo trattenuti, però abbiamo deciso di vederci da soli quanto prima, in modo che io possa fargli un pompino completo.

Patrizia sa tutto delle mie fantasie da cornuto guardone, ma non le ho mai confessato questa tentazione così imbarazzante per un uomo. Non so come reagirebbe se la conoscesse, quindi ho fatto promettere a Antonio che non le avrebbe detto nulla.



Sabato pomeriggio

Arrivati a casa, abbiamo trovato Patrizia vestita con l’indumento più sexy del suo guardaroba, un negligé di pizzo che copre e non copre, che dà risalto alle sue curve. Immaginavo che avrebbe indossato quello… le ho detto mille volte che le sta da favola.

Già il loro primo bacio mi ha sconvolto. Che donna! Con la massima disinvoltura ha messo le braccia intorno al collo di Antonio e lo ha baciato a lungo. Mi ha quasi ignorato. È sembrata ricordarsi di me soltanto al termine del lungo bacio. In realtà sono stati una serie di baci in sequenza, interrotti da brevi frasi sussurrate sul tipo “mi piaci”, “ti desidero”, “sei bellissima”.

Poi Patrizia si è ricordata di me e mi ha chiesto: “Come va?”

“Benone,” ho risposto.

“Non sei geloso nemmeno un po’?”

“No,” ho negato, in parte mentendo, perché la gelosia è una componente dello stato d’animo del cuckold, che però contribuisce ad aumentare la sua libidine.

A dimostrazione che non ero affatto geloso, io stesso le ho tirato giù le spalline della veste scoprendole il seno.

“Guarda che invece dovresti essere un po’ geloso, perché Antonio mi piace moltissimo,” ha detto lei fissandomi negli occhi.

“Meglio così,” ho sentenziato facendo pressione sulla nuca di lui, spingendolo a chinarsi a baciarle le tette.

Pochi minuti dopo eravamo nudi, al massimo dei giri. Avevo un’erezione superba, ma Patrizia mostrava interesse soltanto per l’erezione di Antonio. Loro erano distesi a letto, avvinghiati, io in piedi che mi masturbavo.

Preliminari ridotti al minimo. Patrizia ha implorato la penetrazione e Antonio l’ha assecondata affondandole dentro e sbattendola con vigore. Lei boccheggiava gemente e ogni tanto m’informava che stava godendo da impazzire. Niente precauzioni anticoncezionali, Patrizia prende la pillola. Sia lei che io abbiamo esortato Antonio a venirle dentro.

Il mio proposito era d’aspettare che lui la riempisse per poi prendere il suo posto. Mi sarebbe piaciuto scivolare in lei sentendola lubrificata dallo sperma dell’altro, ma non ho resistito e sono venuto prima, cioè quando ho visto la smorfia di devastante piacere sul volto di Patrizia, che intanto mi diceva di sentire dentro di sé gli schizzi dell’eiaculazione che la inondavano. Allora mi sono messo davanti a lei e le ho sborrato in faccia. Dopodiché siamo crollati esausti.

Mentre si puliva la faccia con un fazzoletto, Patrizia mi ha ripetuto che un po’ geloso dovrei esserlo, perché scopare con Antonio le piace da impazzire… e certamente lo farà spesso in futuro.



Sabato sera.

Dopo cena abbiamo guardato la televisione. Patrizia stava seduta in mezzo a noi sul divano e giocherellava con i nostri cazzi. Abbiamo ricominciato a scambiarci effusioni sempre più spinte. Stavolta mia moglie era imparziale, tubava tanto con me quanto con Antonio, anche se a un certo punto a lui ha detto “lo voglio in bocca” e a me ha detto soltanto “fatti una sega”. Comunque a me andava bene. Io stesso la invitavo a riservare le premure più calde all’ospite. Il sessantanove, per esempio, lo ha fatto con lui.

Vedere il cazzo di Antonio nella sua bocca mi ha sconvolto di libidine. Credo che per me non ci sia visione più esaltante delle labbra di mia moglie che fasciano un bel cazzo. Soprattutto se lei, mentre lo succhia, mi fissa negli occhi, e leccandolo mi sorride.

Questa volta i preliminari sono stati lunghi. Ho partecipato anch’io, sia pure in maniera abbastanza marginale. Patrizia ha detto che come gliela lecca Antonio io me lo sogno. In effetti non sono un bravo leccatore. Ma va bene così, non m’interessa primeggiare, voglio solo che lei se la goda.

Le combinazioni delle posizioni e gl’intrecci di membra sono stati molteplici. Ogni tanto mi capitava di sfiorare il grosso e duro fallo del nostro amico, e non posso dire che ciò avvenisse per caso. Stavo attento che Patrizia non se ne accorgesse, ma evidentemente deve essersi avvista di qualcosa.

Lei ha fatto sedere Antonio su una seggiola, poi gli è andata sopra, lo ha cavalcato e si è letteralmente impalata. Ha cominciato ad ancheggiare, affinché il cazzo si muovesse dentro di lei. Mi ha sussurrato che godeva, che ce l’aveva tutto dentro, ma non c’era bisogno che lo dicesse, lo si vedeva benissimo. Era completamente aperta a gambe larghe sopra di lui, penetrata, e lo scopava.

Io la carezzavo, la coccolavo, la chiamavo amore mio, puttana, compiacendomi della sua lussuria e godendo del suo piacere. Mi tradiva, eppure mi rendeva felice. In realtà non si trattava di un tradimento, anche s e a me piaceva pensare che lo fosse.

Da dietro le premevo l’uccello sulla schiena e le palpavo le tette. Ho toccato là sotto dove avveniva la congiunzione fra la mia femmina e il maschio estraneo che la prendeva. Ho lambito le labbra della vagina e il fusto di carne che le violava. Ho sfiorato fugacemente le palle di Antonio.

“Amore,” mi ha domandato Patrizia all’improvviso, “mi sbaglio o il cazzo di Antonio piace anche a te?”

Io non ho risposto. Mi sono sentito come un colpevole che credeva di farla franca e invece viene scoperto. Il sospetto di lei era fondato, non avrei saputo negarlo.

“Sai,” ha osservato lei continuando ad ancheggiare sinuosamente contro l’addome di Antonio, “non troverei scandaloso se tu volessi giocarci un po’.”

Ha sorriso. Non un sorriso beffardo, ma pieno di malizia, complice, allusivo.

“Magari potremmo giocarci insieme,” ha aggiunto mostrandomi la lingua.

Poi si è piegata a baciare Antonio. Baciava il suo stallone e lo scopava, gli mugolava in bocca, gli alitava sulle labbra. Accelerava gradualmente il ritmo ondulatorio dei fianchi, nella cavalcata finale verso l’orgasmo.

“Hai qualcosa in contrario,” gli ha sussurrato, “se mio marito te lo lecca insieme a me?”

“No… niente in contrario…” ha risposto lui.

In quel momento si è sciolto qualcosa dentro di me, come se crollasse l’ultima barriera che imprigionava la mia natura. Ero libero. Con una donna come Patrizia potevo sentirmi libero di manifestare le inclinazioni più segrete.

Le ho preso il viso fra le mani e l’ho baciata. Un bacio famelico, lievemente ostacolato dai sussulti che Antonio le imprimeva colpendola da sotto.

“Voglio baciarti così quando hai la bocca piena del suo sperma,” le ho detto.

“Mmh sì,” ha mugolato lei. “Lo faremo, sì… ci divideremo questo bel cazzo… ci faremo schizzare entrambi… ma non adesso… ora lascialo alla mia fica… oh amore, come mi chiava bene… ora lo voglio nella fica…”

Mi sono tirato indietro e ho ammirato il culmine della loro fornicazione. Potevo darglielo da succhiare, oppure incularla, sapendo che lei avrebbe gradito prendere due cazzi contemporaneamente, ma non ho voluto distrarla dal godimento intenso che scorgevo nei suoi occhi, per cui mi sono masturbato spargendo il mio seme sul pavimento.



Sabato notte.

Loro stanno dormendo. Io non riuscivo a prendere sonno, sono andato nello studio e mi sono messo al computer a scrivere queste righe.

Domani sera andremo al mare a prendere i bambini dalla madre di Antonio e il nostro caldo week-end finirà, però abbiamo ancora una giornata davanti a noi.

Scrivere queste righe mi ha di nuovo eccitato. Sto pensando d’andare di là e succhiare l’uccello a Antonio mentre lui dorme, così magari si sveglia e ricominciamo. La prima cosa che Patrizia vedrà svegliandosi sarà il cazzo del suo amante nella bocca di suo marito. Penso che le piacerà. Così per una volta sarà lei a guadare.

fatemi sapere esclusivamente via e-mail cosa ne pensate.

l’e-mail è

ondatv@libero.it

un abbraccio

Antonio


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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Voglia 123 Invia un messaggio
Postato in data: 13/07/2020 12:09:05
Giudizio personale:
Complimenti.. mi e' sembrato di rivivere la stessa storia con mia moglie.

Autore: Wolf77le Invia un messaggio
Postato in data: 13/04/2010 01:49:03
Giudizio personale:
good

Autore: Bsx52 Invia un messaggio
Postato in data: 17/09/2007 08:10:36
Giudizio personale:
Mmmmmm..............un gran bel racconto.........................


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