i racconti erotici di desiderya |
Interludio |
INTERLUDIO
Era un caldo pomeriggio di fine Luglio, le imposte socchiuse lasciavano entrare delle lame di luce che, rimbalzando sul grande specchio appeso alla parete, definiva nella penombra, contorni, ed oggetti. I nostri corpi madidi, erano distesi estenuati su di un letto sfatto, l’afrore dei nostri corpi risaliva fino alle narici, le mani bruciavano ancora delle carezze di poco prima, le lenzuola umide dei nostri umori contribuivano a rendere l’atmosfera ancora rovente, non si era a ancora placata la tensione erotica che, fin dalla tarda mattina ci aveva avvinghiato. Di tanto in tanto, nella corte sottostante, voci, andavano e venivano, ma non disturbavano, anzi, scandivano un tempo immaginario per noi, poiché, tutto in quella stanza sembrava avvolto nell’oblio. Allungai una mano verso il ventre di M e, l’accarezzai proprio lì, sul monte di Venere, dove poco prima avevo riversato il mio caldo tributo, disegnando dei cerchi concentrici sempre più larghi, fino a raggiungere il suo sesso ancora aperto e rorido, un dito si insinuò all’interno per raccogliere un po’ di quel succo che sapeva di mare e, lo portai alla bocca, M, girandosi, mi fece capire che voleva ancora godere, colsi quella richiesta come una palla al balzo, per rimettere in gioco una questione che era all’origine di questa tempesta dei sensi. La mia mano si fece più audace ma, la frase che le sussurrai all’orecchio provocò in lei, come un afrodisiaco potentissimo, il riesplodere della sensualità: ”E se fosse lui ora a farti godere?” dissi, penetrandola con l’indice. “Ti piacerebbe vero….? rispose lei, ed io ancora: “Beh, tutto sommato…si! Mi piacerebbe vedere cosa succede, non ti sembra?”e guardandola di sottecchi, continuai ancora: “Se….succedesse ancora” aggiunsi con un filo di malignità ”Vorrei essere presente anch’io….” M, mi guardò, divenne estremamente seria e, forse comparve, anche una velatura di tristezza, ricordandomi che non era il tipo che scopava a comando, lei aveva bisogno di coinvolgimento, di dolcezza, di complicità, poi probabilmente, avrebbe potuto anche, farsi rapire dalla magia degli eventi! Non ultimo, disse con una punta di asprezza, che la mia, era una visione del tutto maschile; sorrisi (non avrei mai immaginato come fosse la visione femminile del problema), comunque, rimasi un po’ smarrito da quelle frasi, pensavo quasi che si fosse interrotto quel sottile filo di eccitazione. Ma M, non lasciò cadere la tensione ribadendomi: “Lo sai che mi eccito quando mi dici queste frasi sconce mi fai bagnare di più…senti?” Mi baciò sulla bocca e lo fece con passione, la sua lingua si fece spazio e si intrecciò con la mia, era un chiaro segnale di assenso. Scese poi lentamente baciandomi lungo il collo, si soffermò sui capezzoli, poi ancora aggiunse con un sorriso luciferino: “Ora immagino che il tuo sesso sia il suo!” Le sue mani corsero giù, ad accarezzare il mio sesso a stringermi le palle delicatamente, guidandosele nella bocca, leccarle, per poi passare all'asta fiera e possente, piena di desiderio. Io nel frattempo, aprendo le sue grandi labbra giocavo con il clitoride sfiorandolo con la lingua e, le mie dita esplorando si bagnavano dei suoi fluidi rendendola sempre più vogliosa e impaziente. Cercai di guidare M affinché mi porgesse anche l’altra sua rosellina tra le labbra, la leccai con passione. “Dai mettimelo dentro,non resisto più” “Si” risposi io “Ma ora si cambia canale!” pronunciai quelle parole, con fermezza e determinazione, mi insinuai tra le sue gambe, con il sesso lucido ed eretto, presi una boccetta di olio per massaggi lubrificai per bene l’asta e anche quel fiore ancora in bocciolo, penetrai lentamente ma, inesorabilmente seguendo la strada verso Sodoma. “Fai piano…si…così!” Poco alla volta, sentivo lo sfintere dilatarsi, ed avvolgermi quasi completamente, "Sì,..ecco ora ci siamo! ” esclamai con esultanza, felice di aver concluso quella prima parte così delicata. “ Me ne sono accorta..” fece lei. Iniziai a muovermi con cautela, penetrare in quell'antro, dava sempre una sensazione di ebbrezza,mi sentivo tutto stretto e caldo, i glutei di M combaciavano perfettamente con il mio ventre, era una sensazione di potenza. M, mi riservava questo pertugio solo in occasioni speciali, quando era proprio eccitata e che voleva sentirsi particolarmente troia. Alzando lo sguardo vidi M attraverso lo specchio, che aveva iniziato a masturbarsi in maniera concitata, i miei colpi allora si fecero sempre più profondi, sentivo i testicoli che ad ogni spinta colpivano i suoi glutei. Fu in quel momento che squillò il suo cellulare, rompendo la magia di quel momento e il suono dei nostri gemiti. M, allungandosi, guardò prima chi fosse, quando vide il nome sul display, un po’ sorpresa e forse seccata, mi chiese se rispondere o no, io gli feci un cenno di assenso. “Si pronto…no..n..non,…..ciao, no non preoccuparti, bene e tu?.” La voce di M poco a poco divenne melliflua, insinuante, proprio come tutte le altre volte che riceveva chiamate di quel tipo. Sembrava come riprendesse il filo di un discorso interrotto qualche ora prima, si percepiva chiaramente che esisteva del feeling, in breve la conversazione prese una svolta del tutto confidenziale. Nel frattempo, detti ancora qualche spinta lenta e profonda, gustandomi la conversazione ma poi mi sfilai dal suo orifizio, coricandomi sul letto, le mie mani ugualmente cercavano ancora il suo corpo, accarezzando con un silenzioso languore i suoi fianchi snelli, solleticavo le sue gambe e su, fino a stuzzicare il delta di Venere. “No….non posso…è qua..” La conversazione proseguiva a monosillabi e, M a tratti sembrava imbarazzata nel rispondere “Lo ..sa” Facevo fatica a comprendere il senso del discorso che, doveva essere particolarmente stuzzicante se, M, guardandomi con un sorriso enigmatico, mi prese con la sua mano e mi attirò con la bocca tra le sue gambe dischiuse. “Perché non vieni tu..?” Mi trovai così, con la faccia tra le sue cosce. “Oh noo..mah…chissà!” Intuii chiaramente solo questa frase, D chiedeva se quella sera fosse libera, ma M rispose negativamente, la voce all’altro capo del telefono sembrava sostenuta, ero invidioso avrei voluto essere io contemporaneamente di qua e di la della cornetta. Annusai prima quell’aroma intenso, mi feci quindi spazio per assaporare quel piatto sublime, intinsi le dita una alla volta nel suo buchino, quindi mi accostai con la bocca, la mia lingua vogliosa, anelava quel contatto e, guizzante come una serpe la passai sullo spacco, raggiungendo al fine il clito, un sussulto la scosse, ed un lieve miagolio espirò da lei: “…saapessi”. La voce di M, era leggermente alterata ma, riusciva a mascherarla bene, facendo pure la civettuola. La conversazione seguiva fluida, M arrivò a manifestare il piacere di averlo una sera ospite a cena, così disse lei, ci saremmo conosciuti…. “No non è come pensi tu…vedrai…dai ti aspettiamo” “Ti aspettiamo allora?.” Incalzandolo “…Si è qui con me” ma, M, non poteva resistere oltre, raggiunse l’orgasmo mentre parlava. Qualche giorno dopo…… “Solo un attimo! salgo a sistemarmi, arrivo subito” Squittì in modo insolito, così, senza neanche quasi salutare l’ospite, M ci lasciò, anzi mi lasciò solo a fronteggiare lo sconosciuto. Fin da subito mi sembrò una persona simpatica e affabile, tra una parola e l’altra ci accomodammo in terrazzo e, notai in lui una predisposizione alla conversazione, si parlava del più e del meno ma, nonostante ciò non mancavano osservazioni acute e in qualche modo rilassate, segnale che l’ambiente lo metteva a proprio agio, d’altronde anche una cornice così coinvolgente aveva la sua importanza. Fu subito affascinato dalla magia dei colori al tramonto, in continuo mutare sulle pareti rocciose che, delimitavano la profonda gola del canyon, era una visione quella che colpiva non solo gli occhi ma anche un animo, predisposto all’emozione. Era ormai l’imbrunire e, la temperatura era ritornata su valori accettabili, una brezza leggera ormai attutiva il calore di una giornata africana ma, era anche l’ora dell’ aperitivo e quale miglior complice se non il fresco aroma di una bottiglia appena stappata di Franciacorta, che versai nei lunghi flute. Brindammo. Presi quindi dalla zona cottura un vassoio con stuzzichini vari e li servii con l’aperitivo, D apprezzò molto, ma la curiosità di conoscerci, era intensa e reciproca. Avvicinandosi, con fare cauto mi chiese se M. mi avesse parlato di lui; io, sulle prime, fingendo una tranquillità che non avevo, risposi che si, mi aveva accennato vagamente di quella vicenda, tenni comunque quella frase nel vago ed in sospeso. Per qualche istante D non parlò, beveva a piccoli sorsi, forse cercava di raccogliere le idee, vedendolo imbarazzato, decisi di lanciargli una cima di salvataggio, ripresi quindi il discorso cercando le parole e, i modi migliori, infine lo ammisi, me ne aveva parlato, accennai anche al messaggino trovato casualmente sul suo cell, da cui era nata tutta la questione, così, dopo vari giri di parole, mezze verità e imbarazzi evidenti, lei mi aveva rivelato quella liaison, la quale aveva generato in lei un piccolo sconquasso emotivo. D, ascoltò con qualche timore e, quando decise di riprendere la parola, sentendosi un po’ più leggero, come d’incanto, ricomparve Lei che, nel frattempo, non solo era risalita a cambiarsi d’abito, ma per un restyling completo. Si fermò solo un attimo, sulla scala, giusto il tempo sufficiente perché noi ci accorgessimo della sua presenza, era di una bellezza scintillante. Per l’occasione aveva scelto un classico abito corto, colore: “red passion”, morbido e frusciante che, evidenziava le sue splendide forme, abbottonato sul davanti e, con sottili spalline, un leggero trucco sugli occhi, l’immancabile rosso lacca sulle labbra, delle scarpe comunque rosse, con tacchi 10 cm, in modo da slanciare ulteriormente le sue gambe e, per finire, un sottile giro di perle. Ci volgemmo verso di lei, così da poter notare, lungo la sua discesa e, con una prospettiva favorevole, le sue belle gambe abbronzate, M, notò come tutti e due la osservassimo e, ne fu compiaciuta. Scese con nonchalance gli ultimi gradini, ondeggiando sui suoi tacchi, si diresse verso di me e, con gesto leggero, mi sfilò il flute dalle mani e ne degustò un sorso, lasciando una leggera impronta di rossetto poi, rivolgendosi a D, si scusò per non averlo salutato adeguatamente. Lo fece in quel momento, aderendo completamente a lui, in un abbraccio morbido, ma non privo di intimità. “In mia assenza di cosa avete parlato?” rivolgendomi uno sguardo malandrino. “Di te” fu la mia risposta. D, rincarando la dose e, con una punta di malignità, aggiunse: “…e di come soprattutto, non farsi trovare messaggi compromettenti” sorridendomi contemporaneamente ad una strizzatina d’occhio. Quella battuta, stemperò non poco quella situazione aggrovigliata, dando un tocco di salace ironia, M, si lasciò scivolare addosso quelle battute e, si diresse al tavolo per servirsi alcune foglie di salvia fritta, assaporò dal suo flute un altro sorso di vino e, si accomodò sul divanetto in vimini e, con un gesto teatrale, accavallò le gambe in modo magistrale, ci invitò a sedere con lei, riprese la conversazione come se niente fosse, e via via la indirizzò sempre più verso temi trasgressivi, trattati sempre con fantasia, ironia e complicità di tutti. D, rivolgendosi a M, fece un eloquente complimento per la sua elegante semplicità, non certo rinunciando ad indossare talvolta abiti che ben poco lasciavano all’ immaginazione, come quella sera per esempio, continuò lui, un vestito così talmente rosso, evocava fantasmi di passione, lei invece riusciva ad indossarlo con leggerezza. M, raggiante di quella asserzione, con le gambe, audacemente scoperte e rivolte verso di lui, per attirarne gli sguardi, allungò la sua mano che, istantaneamente lui accolse tra le sue, quindi volgendo la testa verso di me con un sorriso, affermò che sovente ero io l’ispiratore, degli abbinamenti da usare e, continuò ancora, rivelando che io,ero l’istigatore delle sue mise più provocanti. D, ammise che, in certe occasioni, era molto sexy, soprattutto in certe sere, in cui indossava quel bustino particolare, con tutti quei lacci che facevano venir voglia di slacciarli, uno ad uno o, quando indossava quella gonna con spacco profondo, da dove si intuiva un accenno al bordo delle autoreggenti o, talvolta pantaloni così impalpabili, da non individuare tracce se, sotto portasse l’intimo, fu così che mormorandole amabili apprezzamenti lei si lasciò appoggiare il palmo della mano sul ginocchio e, poi timidamente sulle sue cosce, dove un ulteriore bottone del vestito gli si era aperto, a causa del continuo cambiare posizione nell’accavallare le gambe. M, sorpresa da quel riscontro, con sguardo complice ed eccitato, replicò sarcastica: ”Dai! non pensavo fossi così attento a tutti questi particolari!” “In effetti”- continuò D, con una punta di sfrontatezza - “Mi piace osservare….immaginare cosa si nasconde sotto…e se possibile anche toccare” “ Comunque è vero” continuò lei “Quando indosso certi abiti mi sento più seduttiva, e poi.. mi piace essere osservata.” “ Ottimo questo vino!.ma..ci vorrebbero anche delle olive condite” – “Le prendi per favore?” mi chiese M, così mi alzai, per prendere la ciotola di olive condite, in quel mentre, nella corte sottostante, un conoscente si fermò per salutarmi e, chiedermi l’iter di alcune pratiche che avevo inoltrato per lui, risposi che tutto era stato consegnato e quindi, bisognava attendere la risposta dell’ufficio competente, salutai ed entrai in casa, presi la ciotola di olive condite e la portai fuori sul terrazzo. Nonostante fossi rimasto fuori gioco qualche minuto, la scena che si presentò ai miei occhi era totalmente cambiata, l’effetto dell’alcol, conferiva a M una spregiudicatezza disinibita, così, il feeling tra M, e D, riprese con una forte dose di complicità. M, si era completamente adagiata allo schienale del divanetto, con un braccio, a cingere le spalle di D e, con i seni a premere contro il suo torace, lui accettava quella piacevole pressione senza spostarsi, parlavano sottovoce. D aveva la testa leggermente reclinata, la fragranza delicata che risaliva dalle ascelle di M, completamente depilate, stimolava le sue narici, come un afrodisiaco, quando rialzò la testa, si ritrovò di fronte e, vicinissimo, le labbra invitanti di M che sfiorò, percependo il calore del suo respiro, subito M si ritrasse, infine schiuse le labbra a quel timido e sfuggente bacio. Con la mano D, nel frattempo, risaliva le gambe accavallate di M, scostando la gonna fino a scoprire parte delle cosce, apprezzandone la sensualità. Un potente schizzo di adrenalina entrò in circolo facendomi salire un eccitazione erotica potente. Come un perfetto maggiordomo, servii la portata, chiedendo se avevano bisogno di altro, M, leggermente in subbuglio, sorrise e, mi tese la mano, volendomi al suo fianco. Mi avvicinai a lei, le deposi un leggero bacio sulle labbra, alla quale lei rispose con sensualità, le sue labbra erano calde, morbide, accoglienti, ed il suo respiro affannoso. La mia mano, con gesto delicato scivolò dal viso al collo, scendendo poi rapidamente dalla spalla destra, fino a slacciare un bottone sulla scollatura, rivelando la pienezza di un seno che, la mia mano scese ad accarezzare. A quel punto M con voce allusiva mi disse che, se continuavo a baciarla in quella maniera non avrebbe resistito oltre, risposi, che mi sembravano già sulla strada del non ritorno, la tensione erotica generatasi, aleggiava nell’aria, trasudava da ogni angolo di quel luogo e, prima o poi sarebbe sfociata in una tempesta di passione. D, si alzò per prendere ancora dell’altro brut, M, ancora scomposta con le gonne ormai risalite fino a metà coscia, decise di fare una puntatina in bagno e ricomporsi, nel frattempo l’imbrunire aveva lasciato posto alla prima oscurità, pensai di illuminare l’ambiente con una luce soffusa, presi allora delle torce ad olio, le disposi sulle fioriere e, le accesi, aprii anche il grande ombrellone, in modo da evitare sguardi indiscreti, l’effetto così raggiunto, dava un senso cinematografico alla scena. Quando M ritornò, mi sembrava ancora su di giri, del resto lo ero anch’ io, non vedevo l’ora di riprendere il discorso interrotto e, forse anche D, attendeva quel momento. M, accese lo stereo e, subito le note evocative di – El sonido de la milonga - si diffusero nell’aria, quella era la loro musica preferita, si erano conosciuti qualche tempo prima, proprio ad un corso di tango, lui era il suo partner e, frequentandosi, settimana dopo settimana, scoprirono di essere attratti uno dall’altro, M, con un gesto richiamò D, il quale sentendo quelle note non aspettava altro, si allacciarono nella posizione di partenza, gli sguardi fieri, quasi come fossero di sfida, i piedi dell’uno seguivano quelli dell’altro e, iniziarono quella danza di seduzione, che ben presto lasciò spazio a figurazioni via via sempre più sensuali. La gonna di M, in quei passi, si apriva in uno spacco profondo, lasciando appena un lembo di stoffa a coprire le belle gambe, D, era come ipnotizzato da quelle movenze, la stringeva a se, lasciandola senza fiato. Io guardavo! Spiavo le loro mosse, i loro sguardi. Ero invidioso, o meglio, tormentato! Un tormento che si tramutava continuamente in pulsione erotica. La musica finì, ma loro, rimasero legati stretti, con le dita intrecciate, ansimanti, in attesa del prossimo brano, che presto arrivò, con le note allusive di - En mi soledad- un brano lento, avvolgente, una spirale, proprio come un pensiero triste che si balla. D, cinse la vita di M, la quale, a quella sollecitazione spostò lateralmente la gamba sinistra, lui, inserì la sua, aderendo completamente al ventre di lei, la mano che stringeva la vita scese molto più in basso, fino ai glutei e, in quella posizione iniziarono a strusciare uno sull’altro, i loro sguardi erano sempre più complici, la mano di D, con movimenti netti spingeva il bacino di M verso il suo, brancicando il sedere di mia moglie; girarono, le sue mani passarono soffermandosi solo un attimo sul seno, quelle dita agili e scaltre scesero poi, ricercando un accesso per arrivare ad accarezzare la pelle, lo trovò; M, aderendo con la schiena al ventre di D, iniziò uno scivolamento lungo il corpo di lui, le sue mani rimasero incollate a quel tessuto impalpabile e piano piano la gonna si aprì come un sipario, fino a rivelare ciò che prima si era solo intuito. In quel momento la musica finì e, come straniti rimasero immobili, come statue di sale, le mani di D, accarezzavano il perizoma di M, bello, trasparente con piccoli inserti di strass, sotto, lei era completamente glabra. Quella, fu una sorpresa anche per me! Ero basito. Anch’io come loro, ero impietrito ma, sotto la pelle il mio sangue ribolliva, ero un tumulto di emozioni. Il silenzio della sera era ormai calato, solo il volume, troppo alto di qualche tv,era la testimonianza che qualcuno abitava nelle vicinanze, centellinai l’ ultimo sorso di vino allorché, le due figure scivolarono nella luce tremula delle torce, verso di me. Accolsi M, rialzandomi dal divanetto e, tra il serio e il faceto le dissi: “ Sei una zoccola…!”, ma la strinsi a me, e le sussurrai all’orecchio: “Sei eccitante” cercai la sua bocca, quelle labbra morbide attrassero le mie in un bacio che sembrò non aver fine, le nostre lingue si desideravano, si respingevano, si attiravano, “ Mi piace accendere il tuo desiderio..” disse M, con la voce roca. L’amico, alle sue spalle intanto, mantenendo ben salda la posizione, stringeva dolcemente nelle sue mani, i delicati seni, le dita vogliose tormentavano i capezzoli gonfi di eccitazione, sussurrandole frasi morbosamente oscene, M, a quel punto, girandosi gli offri la bocca, le loro lingue si intrecciarono in un bacio di intesa, le mie mani risalirono le belle gambe che, fino a poco fa avevo solo ammirato da lontano, accarezzai quei glutei sodi che, il minuscolo perizoma lasciava completamente scoperti, spostai la mano sul davanti, rasentai con tocco morbido e sinuoso i bordi del perizoma, cercando il suo sesso, scoprendolo intrigante, accogliente e bagnato. M, aderiva con la schiena e, sentiva tra i glutei, crescere l’eccitazione di D, il quale nel frattempo avanzava con quelle languide carezze e, s’insinuò da dietro, sotto la gonna, facendola trasalire, le sue mani, toccavano voracemente quei glutei rotondi e sodi, correvano nel solco, e risalivano su verso i fianchi. M, a quel punto, ci trascinò tutti e due sul divanetto in modo da essere più comodi, si sedette appoggiando una gamba su di me e l’altra su D, in modo tale che le nostre mani potessero accarezzare le sue intimità. Lei, indusse la mano di D, a spostarle il perizoma, mostrandogli come accarezzarla sul clitoride, la mia attenzione, era rivolta invece, a quell’accurata e perfetta depilazione, constatai come quel sesso fosse, al tempo stesso, sguarnito e così perverso. Quando le dita di D, finalmente giunte con una lenta e avvolgente carezza alla sua fessura, che schiuse, aprendo le grandi labbra, si rese conto, di quanto bagnato e palpitante fosse quel frutto ricco di umori. D, bramoso di assaggiarlo, si posizionò allora tra le gambe di M, la sua bocca avida di quei sapori, fu immediatamente colta dall’inebriante profumo di femmina e,con la lingua iniziò a passare quella fessura per tutta la sua lunghezza, raccogliendo quei succhi mielosi, M, sentiva la lingua di D, dare rapidi colpetti al suo clitoride, per poi stringerlo tra le labbra succhiandolo, sentiva la sua vagina bruciare dall'eccitazione; M, si lasciò sfuggire un gemito di piacere, in segno di approvazione, guardò D, sussurrandogli di continuare così …di non smettere. Io, mi chinai a suggerle quei delicati e scuri capezzoli, mentre lei, ben presto riuscì ad aprirsi un varco nei miei pantaloni, penetrare all’interno esplorarne il contenuto ed estrarre un sesso turgido, teso allo spasimo. Mi masturbava con studiata lentezza, sguainando il glande ormai violaceo, muoveva con sapienza quelle mani, stringendolo alla base per poi risalire fin su, in una corsa lenta, esasperante in modo da farmi assaporare, il montare del desiderio. “ Ti piace?” chiese guardandomi con quegli occhi stupendi, grandi e scuri, diabolicamente animati. La mia risposta fu un gemito di piacere ma, riuscii anche a chiederle se quello che le stava facendo D, le piaceva: “ Oh..si! non sai quanto!” e così facendo, attirò a sé D: “ Vieni qui, voglio sentire il sapore della mia figa sulla tua bocca..”. D, trovò in quel bacio, il consenso più intimo, la consacrazione di una relazione fino a quel momento clandestina. M, era inebriata, ansimava velocemente, fremeva dal desiderio di avere D tra le sue gambe, un urlo le uscì inarticolato dalla sua bocca, quando lui infilò due dita in quella sua figa stretta e, sentirne gli spasimi del piacere, lei allora furbescamente con la mano corse direttamente sul suo sesso che trovò ancora avvolto e imprigionato nei pantaloni: “Prendiglielo in bocca..” Le sussurrai. Sentendosi spronata in tutto ciò M, ben presto liberò l’oggetto del desiderio da quegli inutili ornamenti e, la sua lingua, calda, umida, morbida, percorrere per tutta la sua lunghezza quell’arnese, di una certa consistenza, forse superiore alla mia, scendendo fino a leccargli le palle. “Ah..così sì…leccalo” nel frattempo D, indirizzava con maestria il bastone sulle guance di M per poi ritornare sulle sue labbra impazienti di gustare ancora quel sapore, diverso dal mio. “ Fai vedere a tuo marito come me lo succhi… “ D, insisteva nel dare e togliere la sua asta, come un delizioso tormento e M, sembrava in preda ad un delirio, inseguendolo continuamente, quando M, con la mano gli prese lo scroto e tenendolo delicatamente, ingoiò definitivamente una cospicua porzione di cazzo; D mugolò: ”Ah! che calda bocca.” “La guardai, con uno sguardo languido e, incitandola le dissi: “Continua….” Io allora, spostandomi,la afferrai per le gambe, puntando la mia asta, sulla sua tenera spaccatura, che si presentava, come un nido caldo e umido, iniziai a spingere penetrandola piano, un sospiro venne spezzato da un primo gemito di piacere, smorzato in gola, M sentiva il cazzo entrare dentro di lei e, piano piano, si sentiva riempire. Strinse le sue gambe intorno a me, iniziai a scoparla con forza, facendola sussultare ogni volta che affondavo dentro di lei, M sentiva le mie palle sbatterle sul culo ad ogni affondo, il calore dentro si fece insopportabile, “Oh come sono bagnata.., continua a fottermi!”. L’orgasmo la colse di sorpresa, il suo corpo fu scosso da sussulti di piacere, avrebbe urlato ma, il membro di D, invadeva vigorosamente la sua bocca, lo trattenne nella sua bocca trasmettendogli quel piacere che stava provando, infatti, quasi subito, un lungo schizzo caldo la colpi in gola facendola quasi soffocare, D, allora lo estrasse dalla bocca, riversando gli ultimi schizzi sul viso e sulle labbra. "Troia, puttana, vacca" gli dissi, e contemporaneamente con gesti convulsi, venni copiosamente anch’io, eruttando il mio seme dentro di lei, un fluido caldo e vischioso le invase la fica e, quando stremato mi ritirai, quello stesso, colò sulle cosce, M, con la mano raccolse parte di quel frutto e se lo portò alla bocca mescolando così quei due umori come pure i suoi due amori. Lentamente D, si risedette sul divanetto e, così feci anch’io, M, sempre in mezzo, ci guardò entrambi, sorrise beffardamente: “Chi avrebbe detto mai…” aggiunsi, rivolgendomi a D“ Eh!….quando a decidere sono le donne….” “Vorrei aggiungere..che..” sottolineò M, tendendosi verso di me e, sfiorandomi con la mano il sesso che dava già segni di un precoce risveglio, ”Sei tu, che da abile regista, hai permesso di sentirmi libera di esprimermi, allo stesso modo con lui e, con te vicino…”. Girandosi poi, verso D, con la lingua fuori, lo baciò, le loro lingue si attorcigliarono in un nuovo bacio, appassionato, contemporaneamente allungò la sua gamba destra verso di lui, strusciandola sui suoi attributi, con movimenti lenti e avvolgenti, risvegliando in lui un nuovo ardore. D, istintivamente, portò la mano verso il sesso di lei ancora imbrattato dei miei umori, la trovò ancora calda di desiderio e, iniziò una lenta carezza sulle grandi labbra. Ad un tratto, M con tono mellifluo, mi disse: “Guarda cosa mi sta facendo questo maiale..” Mi avvicinai a lei, la baciai con passione. Fu un bacio strano però, la sua lingua aveva un che di sfrontatezza, mugolava, e la sentivo muoversi in risposta alle dita che ora si occupavano di lei. “Sei come una mantide!...mai doma” disse D. “Sorprendente anche per me..il tuo lato oscuro si manifesta!” aggiunsi io “Non voglio smettere! Vi voglio contemporaneamente dentro di me” sottolineò con un tono di voce arrochito dal montare di questa nuova tormenta di passione. Dicendo ciò, le sue unghie mi ghermivano il braccio, io per tutta risposta, allargai ancora di più le sue le gambe, in quel modo la figa di mia moglie era tutta a disposizione del suo amante, il quale decise di terminare con la mano e passare ad uno strumento di ben diverse proporzioni. M, decise di montare sul cazzo di D, non prima di aver fatto scivolare il suo perizoma ormai zuppo, per terra. “Non ancora…!” dissi io “Aspetta che preparo la strada” rivolgendomi a D, così lui, capendo le mie intenzioni, introdusse il suo bastone nella passera di M, la quale lo accolse con un sospiro di beatitudine, lentamente scivolava dentro come risucchiato da una ventosa, scopavano calmi rilassati, la frenesia era dimenticata, volevano solamente sentire il piacere montare lentamente dalle loro profondità. Ad un tratto M, sentì qualcosa di viscido e fresco che veniva spalmato sul suo buchino,ero io che lubrificavo la parte e, subito dopo con un dito le scivolavo dentro, piano piano, lei rilassò i muscoli e, favorì quel movimento; quando fui ben sicuro del rilassamento, presi un ortaggio dal cesto sul tavolo, nella fattispecie una zucchina, la puntai sulla sua rosellina, entrò facilmente, M, sporse il suo culo ancora di più, la paura di sentire dolore era sparita, era rimasta solo l'eccitazione per quel nuovo gioco, nel penetrare lo sfintere, sentivo il cazzo di D fremere di piacere e, dare spinte sempre più profonde. “Inculala! adesso, è pronta” sussurrai io con una punta di gelosia. D, non si fece ripetere due volte quel succulento invito, estrasse dalla passera il cazzo grondante di umori, M, salì sulle mie ginocchia e offrì sfrontatamente le sue terga. Con una mano afferrò il nerbo di D e, se lo puntò al buchino, in trepida attesa. Quando sentì il cazzo di D accostarsi e, spingere, lei fece una leggera resistenza ma, cercando di rilassare i muscoli, sentì il suo culo cedere, la punta del cazzo entrò dentro di lei, fu stupita nel non sentire dolore, solo una sensazione di fastidio, che subito sparì. M, a quel punto mi implorò: “Leccarmi la fica!". Mi allungai così, sotto di lei e, rimasi un attimo a godermi la vista della sua fica depilata ma, anche degli attributi notevoli che D stava presentando alle porte in quel mentre. Un profumo gradevole, dolce e speziato,mi colpì le narici, mi avvicinai alle sue grandi labbra e, con la lingua morbida, sul clitoride, inizia a leccare quel paradiso, era una fica densa umori, tanto era eccitata, anche sulle sue cosce brillavano alcune gocce di umori. Intanto D, guadagnato il pertugio iniziò ad affondare dentro di lei, si ritraeva e rientrava, ogni volta, guadagnando spazio, M, si sentiva invasa da quel palo ma, la sensazione di fastidio si fondeva con il piacere che le veniva dalla mia lingua sul clitoride. Per ricambiarmi, M, visto che, davanti a lei esibivo la mia erezione stupenda, iniziò a lambirlo come fosse un gelato, faceva scorrere la sua lingua per tutta la sua lunghezza, scendendo fino a succhiare le palle, lo sentiva diventare duro, quindi lo accolse nella sua bocca, con la testa iniziò a muoversi massaggiandolo con le labbra, l'asta diventava sempre più dura donandomi sensazioni stupende ma, non continuò a lungo, aveva voglia di sentirlo dentro: “ Chiavami adesso!” D, ormai infoiato non si controllava più, si lasciò sfuggire una frase che mi lasciò disarmato, non sapevo se ridere o incazzarmi…“ti sto rompendo il culo..ah! che bello” “ Sii.. e mi piace” fu la risposta di M, poi rivolgendosi a me: ”Sapessi come ha il cazzo duro il tuo amico, è tutto bagnato..”. Udite quelle parole, immediatamente mi sfilai da sotto di lei e, ripresa la mia posizione seduta mi infilai nella sua topa, ora finalmente sentivo i nostri due cazzi che si toccavano, M, era immobile sospinta solo dai colpi che riceveva da entrambi. “Ahh!..ho il culo e la fica in fiamme,” gridò M. “ Te lo spegniamo noi il fuoco! ho voglia di venirti dentro zoccola” disse con un sibilo D, che ormai ignorava ogni ritegno. M, sentiva i due arnesi muoversi sempre più convulsamente nel suo basso ventre, sentì l'orgasmo nascere dentro di lei, ma non capiva da dove, il suo corpo fu percorso da una scarica improvvisa di piacere, gli spasmi si trasmisero ai nostri attrezzi che, in quel momento la occupavano, un getto caldo le invase l'intestino, D, con un sordo mugolio, si svuotò dentro di lei; M, sentiva il suo orgasmo proseguire, D, si lasciò cadere di lato sul divano, soddisfatto. “Dai, inculami tu adesso, cosa aspetti?!” il mio sesso era paonazzo, non so quanto avrei retto a quel ritmo, affondai senza difficoltà nel suo sfintere arroventato, trovandolo allargato e, abbondantemente lubrificato degli umori di D, iniziai a stantuffarla con vigore, M, prona, sul divanetto si allungò fino a raggiungere il sesso dell’amico, ancora turgido, le sue labbra lo avvolsero, ritrovando gli ultimi fremiti di piacere, poi anche lei, esplose in un secondo orgasmo, lunghissimo, appagante, attesi infine che, l’orgasmo di M, terminasse, quindi usci da lei e, mi presentai davanti alla sua bocca, le parole non servivano, lei sapeva cosa desiderassi, lo accolse serrandolo tra le sue labbra, con la mano, delicatamente mi impugnò e, mi condusse in questo modo, all’orgasmo. Il primo spruzzo andò direttamente in gola, buono, caldo, viscidamente sensuale, il secondo zampillo, sorprendentemente vigoroso, colpi il suo viso e i capelli, M, non paga, cercò ancora di mungere il mio sesso ed, un ultimo fiotto di sperma le riempì le labbra. Mi lasciai così anch’io, cadere stremato sul divano, una lunga e sommessa risata mi sgorgò naturalmente, contagiando anche gli altri due. La tempesta si era placata e, rimaneva solamente una splendida serata di piena estate. |
I vostri commenti su questo racconto | ||
Autore: | Bulldotato75 | Invia un messaggio |
Postato in data: | 25/08/2012 23:48:28 | |
Giudizio personale: | ben scritto, non so se tutta realtà ma cmq bello | |
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