i racconti erotici di desiderya |
La benda ti fa bella |
Avevo appena finito i ventidue anni, ma già avevo alle spalle la mia buona dose di esperienze con ragazzi e uomini. In quel periodo mi vedevo con Franco, un trentaduenne che viveva da solo dopo la rottura con la ragazza con cui aveva convissuto qualche mese.
Fin dalla prima sera in cui andammo a letto insieme mi fu chiaro che era un vero porco, capace di un ottimo sesso sia per qualità che per quantità. Abbiamo cominciato a vederci frequentemente nel suo appartamento, dove mi ha scopata in ogni punto e posizione. Il nostro rapporto è proseguito così per tre o quattro mesi, con tanto sesso e poche parole. Il dialogo non aveva mai ricoperto questa gran importanza, finchè un giorno, senza motivo cominciò a parlami dei suoi amici. Inizialmente non ho dato gran perso alla cosa. Pensavo "Magari ha deciso di raccontarmi qualcosa della sua vita". Quando mi resi conto che però, in qualunque modo cominciasse il discorso ricadeva sempre sui suoi amici, in particolare quattro dei suoi amici, cominciai a essere invasa da un sospetto molto intrigante. Una sera ci trovavamo a letto dopo una lunga scopata. Io ero sdraiata a pancia in giù, lui mi stava sopra, col cazzo che sfregava sulle mie chiappe ancora bagnate e mi parlava toccandomi lentamente una coscia. Come immaginavo il discorso tornò sui suoi amici. Io mi spostai e lo bloccai subito dicendogli "Senti amore, non è che hai intenzione di farmi scopare dai tuoi amici, vero?". Lui rimase abbastanza allibito e poi mi rispose "Ma no? Perché? Ma cosa dici?" "Peccato!" gli risposi io. Ci guardammo negli occhi per qualche secondo e senza dire una parolla decidemmo che avremmo invitato gli amici, dopodichè gli sorrisi, mi abbassai e glielo presi in bocca. Ci vedemmo per altre due o tre sere, finchè mi disse "Per lunedì sera avrei fissato coi miei amici, però sono solo tre.". Praticamente uno degli amici un po' si vergognava, un po' non si fidava, insomma non voleva venire. Fondamentalmente non era un gran danno: tre erano comunque abbastanza e un quarto non avrebbe cambiato gran che la situazione. La cosa però mi suggerì un' idea ulteriormente perversa. "Senti caro... se mi facessi bendare prima del loro arrivo e non mi togliessi la benda finchè non se ne sono andati, il tuo amico verrebbe?" Fu così che il quarto decise di venire e io decisi di fare una delle cose più eccitanti della mia carriera di puttanella. Va detto che i tre amici più audaci erano soliti partecipare ai festini privati a cui io e Franco ci eravamo conosciuti, quindi erano puliti e sani (con tanto di certificato, come dettano le rigorose regole dei suddetti festini). Il quarto era totalmente estraneo a questo genere di ambienti e garantito da Franco come pulitissimo e sanissimo. Passarono quattro giorni, che mi vissi in costante stato di eccitazione fantasticando su quello che stavo per fare, e finalmente giunse lunedì. Preparando la borsa ci misi autoreggenti a rete nere, perizoma e reggiseno neri con del pelo sui bordi, tutina di rete di Eros Veneziani, boa di piume, guanti lunghi, sandali con la zeppa e la bustina dei trucchi. L' appuntamento era alle dieci. Arrivai alle nove a casa del mio uomo, gli detti un bacio e mi chiusi in camera a prepararmi mentre lui aspettava gli altri in salotto. Poco prima delle dieci ero pronta. Mi guardai allo specchio. Ero davvero tanto bona e tanto porca. Mi sdraiai sul letto in attesa e verso le dieci e cinque suonò il campanello. In quel momento sentii fortissima quella strana sensazione che sì avverte al basso ventre quando si è particolarmente eccitati. Franco aprì e sentii le voci nel corridoio. Ero davvero eccitatissima. Parlarono per un paio di minuti, poi Franco entrò in camera con una benda e mi disse "Vieni bella, è il momento!". Mi bendò bene in modo che non vedessi assolutamente nulla, mentre io mi ero accesa una sigaretta e la stavo fumando da un lungo bocchino che, chissà perchè, eccita tanto gli uomini. Dopo avermi bendata mi baciò a lungo stringendomi e palpandomi le cosce e i glutei e mi disse leccandomi un orecchio "Conservati un po' di energia troietta, perchè quando ha finito con loro tocca a me!". Uscì e mi lasciò sola e bendata. Mi sdraiai di lato rivolta verso la porta e continuai a fumare. Credo che siano stati i minuti più lunghi della mia vita. Finalmente sentii aprirsi la porta e rumore di passi nudi nella stanza. "Ciao ragazzi. Quanto volevate farmi aspettare ancora?" dissi passandomi la lingua sulle labbra e una mano su una coscia. "Dio, ma sei proprio una zoccola!" sentii dire mentre qualcuno mi allargava le gambe e si sdraiava su di me, mettendomi la lingua in bocca. Io lo accolsi su di me, gli passai le braccia intorno al collo, una gamba sul fianco e mi abbandonai al suo bacio. Era molto muscoloso, depilato, con dei capelli molto corti e in bocca un gradevole sapore di menta. Anche il suo arnese che strusciava sul mio sembrava, sebbene non enorme, di godibili dimensioni. Ci baciammo per un po' finchè non si voltò, trascinandomi dietro e ritrovandosì sotto di me. A quel punto mi alzai in ginocchio, glielo presi in mano e cominciai a masturbarlo lentamente. In contemporanea sentii mani ovunque e qualcuno che mi spingeva il suo arnese sulle labbra. Mentre io stavo tirando una sega al primo e succhiandolo al secondo, da dietro mi leccavano il culetto e mi ci infilavano dita, finchè non riconobbi tra le chiappe l' inconfondibile e paradisiaca pressione di un cazzo. "Prendilo tutto ragazzina" mi disse mentre premeva e lentamente entrava dentro di me tirandomi per i fianchi. Da quel momento i ricordi si fanno confusi e faccio molta difficoltà a distinguere chi era chi e l' esatta sequenza di ciò che è successo dopo. Quello che ricordo bene è che mi hanno scopata più di una volta per uno montandomi e sbattendomi come un oggetto, mi sono venuti in bocca, nel culo e addosso, tanto che quando ebbero finito gocciolavo letteralmente di dolcissima e deliziosa sborra. Se ne andarono lasciandomi sul letto sdraiata a pancia in giù nella loro sborra e dicendomi che ero una troia da favola ed avevo fatto benissimo il mio dovere. Uscirono dalla camera, chiusero la porta, si rivestirono scambiando due parole con Franco e se ne andarono. Durante quei minuti me ne restai immobile nel letto, respirando lentamente e assaporando la sborra che dalla guancia mi colava sulle labbra. Quando i quattro se ne furono andati, Franco aprì la porta, entrò e mi strappo' via la benda. Era nudo e con il suo bell' uccello già in tiro. "La mia donna ha fatto la puttana eh. Ora ti insegno io come devi comportarti!" mi disse afferrandomi per i capelli. "Succhialo fino in fondo, troia!" mi disse sbattendomi il suo cazzo in bocca e premendomi sulla nuca. Cominciai a succhiarglielo lentamente ma, dato che sicuramente aveva assistito a tutto ciò che avevo fatto prima, aveva le palle piene e in un paio di minuti mi riempì la bocca di caldo sperma che in parte ingoiai e in parte lasciai colare dagli angoli della bocca. Mi sdraiai sul letto imbrattato della sborra di cinque persone e lui si stese su di me. Mi fece un lungo succhiotto sul collo, mentre io da dietro gli accarezzavo le palle per accelerare la sua ripresa. Ci mise poco a riprendersi. Poco dopo cominciai a sentire il suo cazzo duro tra le mie gambe e, posandogli le mani su glutei, gli dissi "Amore, non vorrai essere l' unico a non avermi scopata oggi. Lui fece per allargarmi le gambe, ma io lo fermai "No amore. Non qui... facciamo la doccia insieme.". Ci alzammo, entrambi sporchi della sborra che ripriva il letto, e baciandoci ci dirigemmo verso la doccia mentre io lo masturbavo lentamente. Quella notte mi scopò lentamente sotto l' acqua calda, stringendomi e accarezzandomi in ogni punto del corpo. Fu una scopata lenta e lunghissima tanto che, usciti dalla doccia, ci demmo un asciugata veloce e ci sdraiammo subito sul divano per dormire. Lui si addormentò subito mentre io, abbracciata a lui e con una mano sul suo cazzo, passai quella che mi è sembrata un' eternità a rigustarmi al replay quei folli e deliziosi momenti. Avevo scopato con quattro uomini di cui non sapevo nulla (e non ho mai saputo nulla) e che magari vedevo (e magari vedo tutt' ora) tutti i girni senza riconoscerli. L' incredibile sensazione di esser stata donna, troia e puttana di quello che ero sempre stata mi tenne sveglia per un' oretta buona, finchè non mi addormentai abbandonandomi estasiata sul corpo del mio uomo. |
I vostri commenti su questo racconto | ||
Autore: | Marianbon | Invia un messaggio |
Postato in data: | 20/08/2006 23:08:32 | |
Giudizio personale: | sai quello che vuoi. | |
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Autore: | Aliceandrea | Invia un messaggio |
Postato in data: | 18/08/2006 15:09:51 | |
Giudizio personale: | peccato non essere fra i 4...... | |
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Autore: | Rodolfo672 | Invia un messaggio |
Postato in data: | 11/08/2006 16:07:33 | |
Giudizio personale: | il racconto è molto bello e fà lavorare di immaginazione.peccato sia un racconto.se era realtà mi sarebbe piaciuto partecipare. | |
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