i racconti erotici di desiderya

La mia prima avventura con una donna matura


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Non scorderò mai la mia prima avventura con una donna matura. In un certo senso ha cambiato il mio modo di concepire il sesso. Era un maggio caldo quello e avevo deciso di prendermi qualche giorno per distrarmi dallo stress quotidiano. Affittai quindi una casa al mare per pochi soldi e, fatti i bagagli, partii. Si trattava di quindici giorni, ma mi sarebbero bastati. Trascorsi i primi giorni in completa armonia con me stesso e con tutto quello che mi circondava. Avevo spento il cell. a causa delle continue telefonate della mia ex che non si dava ancora pace per esserci lasciati. Il nostro rapporto era stato molto duraturo, ma ultimamente vi erano state diverse incompatibilità e quando facevamo l'amore, nonostante raggiungessi l'orgasmo, non mi sentivo completamente appagato, anche se non riuscivo a capire il perché. Così isolato dal modo mi apprestavo finalmente a passare tranquille e riposanti giornate.

Sfruttando quelle stupende giornate, la mattina mi recavo spesso sulla spiaggia a prendere il sole e a fare il bagno. L'acqua era ancora fredda e solo verso sera si riscaldava un po'. La spiaggia invece era pressoché deserta. Il villaggio in cui mi trovavo era molto distante dal centro e, tranne un piccolo bar, non funzionava nient'altro. Spesso ero costretto a prendere l'auto per rifornirmi del poco che mi occorreva, ma non mi lamentavo per niente essendo stato già informato di tutto dall'agenzia.

Una settimana era già passata e quel giorno il sole scottava più del solito. Il caldo e l'afa erano insopportabili e decisi di fare un salto al bar a prendere qualcosa. Mi siedo attorno ad un tavolino riparato da un largo ombrellone e ordino una bella birra fredda al cameriere. Sorseggio un po' la birra quando arriva una bellissima signora con un vestitino niente male. Aveva un'ampia scollatura sul davanti e terminava con una gonna fornita di spacco che le arrivava sulle ginocchia a lasciare scoperte le rosee lisce gambe allungate da un notevole tacco a spillo. L'ampia chioma ondulata di un rosso naturale le incorniciava il viso non più giovane, ma che lasciava immaginare l'originaria bellezza. Di profilo il vestito lasciava intravedere una lieve piacevole rotondità del ventre. I fianchi, invece, mantenevano una elegante silhouette.

Le rosse mi hanno sempre intrigato molto, ma quella era veramente una grande femmina. Non più bellissima, ma restava comunque un bel pezzo di donna. Mentre si avvicinava avevo sempre più l'impressione di averla già vista da qualche parte, ma non riuscivo a ricordare dove. "Ah ecco" pensai, era la stessa signora che ogni tanto se ne stava sul parapetto del piccolo spiazzale appena davanti alla spiaggia, a guardare il mare. Sì era proprio lei.

Mentre la osservavo seguendola con la coda dell'occhio, mi accorgo che si sta sedendo proprio al tavolino di fianco. Anche lei ordina qualcosa e rimane in attesa. Di tanto in tanto cerca di darsi sollievo dal caldo soffocante agitando le mani. Noto che mi guarda a più riprese e la cosa mi incuriosisce molto.

«Che caldo che fa» esordisco cercando di attaccare bottone.

«È vero» fa lei. "Mi ha risposto, è fatta" penso e pian piano cerco di intavolare una conversazione, che prende via via piede, fino a quando lei si alza e si siede accanto a me. Nel sedersi accavalla leggermente le gambe e le si apre lo spacco della gonna portando fuori tutta la gamba sinistra. I miei occhi non possono che finire su quella meravigliosa visione e lei penso che se ne sia accorta perché accenna subito ad un sorrisino. Parlando vien fuori che aveva una quarantina d'anni (anche se ovviamente si era tenuta sul vago), che era sposata da una ventina d'anni con un piccolo imprenditore del luogo e che anche lei mi aveva già notato. Le chiesi come mai se ne stava spesso a guardare il mare e lei inizialmente aveva cercato di evadere la domanda, incuriosendomi ancora di più. Poi mi disse che ultimamente le cose non andavano bene e che sospettava fortemente che il marito la tradisse continuamente.

Mentre parlava accavallava più volte le gambe molto lentamente finendo quasi a sfiorare le mie. Ogni volta finivo col spiarne i movimenti con la coda dell'occhio. Sembrava farlo proprio a posta visto che poi i suoi occhi celesti chiaro le si illuminavano. Intanto sentivo che mi si stava alzando la pressione e iniziavo a sudare freddo. Prese un'altra birra e mi confesso che era stanca di questa situazione e che avrebbe preso provvedimenti.

A questo punto con un piccolo movimento stacca leggermente il tallone della scarpa sostenute solo dalle dita dell'esile piccolo piede. Ricordo che ero rimasto ipnotizzato per alcuni minuti dal movimento a pendolo che imprimeva alla scarpa. In quel momento non riuscivo più a fermare le mie fantasie. Mi assalì il perverso desiderio di toglierle la scarpa, di accarezzarle i piedi, di salire dolcemente sempre più fin sopra le cosce e .

D'un tratto mi desto. Aveva detto che cominciava ad avere troppo caldo e che avrebbe voluto ritornarsene a casa per accendere il condizionatore.

«Se non hai niente da fare, perché non mi fai compagnia?»

«Certo» risposi subito e la segui. Le stavo leggermente dietro tanto da poterle osservare quel culo da favola. Adoro i culi e quello era rotondo al punto giusto. Mi trattenni dall'irrefrenabile desiderio di palparlo dolcemente. Raggiunta l'auto entriamo e ci allacciamo le cinture. Per tutto il viaggio scambiammo poche parole, mentre il mio sguardo non si staccava da quelle carnose rosee gambe che, sedendosi, erano state ulteriormente scoperte. Di tanto in tanto lei mi osservava e poi le apriva e le chiudeva ritmicamente. Senza esagerare cercavo di allungare il collo per vederle le mutandine senza riuscirvi. E se non le portava. Il solo pensiero mi facceva impazzire. Inserendo la quinta con la mano mi sfiorava più volte la gamba e la mia eccitazione diveniva sempre più forte. In quel momento l'avevo duro che più duro non si poteva. Le sarei saltato addosso se solo avessi avuto la certezza che anche le lo volesse.

Fermò l'auto davanti ad una grande casa con giardino. Si slacciò la cintura e si accomodò sul sedile voltandosi verso di me.

«Secondo te sono proprio così brutta e vecchia?»

«Ma quando mai, anzi.»

«Se è così allora perché mio marito mi tradisce? A te piaccio?»

«Beh. vedi.»

«Da come mi hai guardato tutto il giorno penso proprio di sì»

La sua osservazione mi mise talmente in imbarazzo che iniziai a balbettare, ma soprattutto iniziavo a cedere alle tentazioni e aspettavo solo il momento giusto per agire.

«Andiamo!» e scendendo dall'auto mi invitò a seguirla.

Dalla piccola borsetta tiro fuori un mazzo di chiavi e, superato il cancelletto, ci portammo verso l'uscio di casa. Scelta la chiave si accingeva ad aprire la porta

«Seguimi» mentre mi diceva ciò senza quasi rendermene conto mi trovavo dentro casa. Mi aveva preso leggermente la mano, mi aveva condotto dentro e ora stavamo attraversando il corridoio.

Attorno a me non sapevo cosa c'era, ricordo solo che non riuscivo a distogliere lo sguardo da quell'eccitante figura che con passi felpati e sicuri, ondeggiando leggermente il suo meraviglioso sedere, mi conduceva chi sa dove.

Attraversiamo il salotto fino ad un ampio divano dove, togliendosi le scarpe, si siede e mi invita a fare altrettanto. Liberi da quelle alte calzature, potevo ora osservarle quei stupendi esili piedini molto ben curati. Mi chiede se volessi qualcosa, avrei voluto chiederle di scoparla, ma risposi che non mi serviva nulla.

«Quante eccitanti notti ho passato su questo divano» mi dice accarezzandone la superficie.

«Quanti giochi maliziosi, quante eccitanti perversioni.»

«Signora cosa sta dicendo.» il suo atteggiamento non mi aiutava certo a rilassarmi. anzi.

«Perché? Cosa ho detto di male? Ti scandalizzi per così poco? Non mi sembri uno allo scuro di certe cose! Chissà quante storia hai da raccantare?»

«Ma che domande mi fa!»

«Che c'è, ti vergogni?»

« No!»

«E allora?! Su raccontami. Come ti piace farlo?»

«Penso come lo fanno tutti»

«Come "come lo fanno tutti". Non mi dire che non hai mai fatto qualche gioco erotico, o qualcosa di più trasgressivo di una semplice scopata?»

«Beh l'ho fatto più volte in macchina con la mia ragazza e qualche volta in casa»

«E allora, racconta»

«E cosa devo raccontarle, è stato bello»

«E nient'altro»

«Sì. Perché c'è dell'altro»

«E come! Il sesso non è una scopata e via, ma molto di più!»

«Si ma cosa?»

«Dimmi, quando hai fatto l'amore con la tua ragazza le hai mai parlato, le hai mai confidato i tuoi desideri, le cose che ti eccitano di più, quello che ti piacerebbe farle o che ti piacerebbe che lei ti facesse?»

«No!»

«Ecco perché! Il sesso non è solo scambio di liquidi, ma di emozioni e sensazioni, e se non ne parli con chi lo fai non riuscirai mai godere fino in fondo»

«E come devo fare?»

«Cos'è che ti fa eccitare di più mentre lo fai?, che ti fa ribollire il sangue nelle vene?»

«Uhm. mi eccita tantissimo quando accarezzando, baciando, leccando o facendolo con una ragazza questa freme e si eccita tutta»

«E cosa fai per farla eccitare»

«Come cosa faccio, la lecco, la tocco, la.»

«Non ci siamo»

«E cosa dovrei fare?»

«Hai mai chiesto ad una di loro cosa la eccita di più?»

«E perché mai?»

Lei sorride e poi si avvicina a me.

«Ogni ragazza si eccita in modo diverso ed ha zone erogene diverse. Spesso la stessa ragazza si eccita in punti e in situazioni differenti a seconda delle circostanze. Se non le parli non saprai mai quale sono i punti che vorrebbe che le stimolassi o i desideri erotici che vorrebbe che tu esaudissi, per farla eccitare al massimo.»

Più parlava e più mi eccitavo a fantasticare su quelle parole.

«.Vedi anch'io, come tutte, ho le mie fantasie nascoste.» e mentre parlava mi mise una mano sulla coscia e pian piano me la accarezzava. Come stavo godendo.

«. Adoro farlo bendata. Sentire il mio lui che mi accarezza, mi bacia e mi lecca dappertutto.» ascoltandola continuo a guardale la mano che, accarezzandomi la gamba saliva pian piano verso il mio pene durissimo. Poi le osservo le gambe che si muovono lentamente, strofinadosi in su e in giù come stimolati da un irresistibile impulso erotico. Quindi gli osservo il seno attraverso la scollatura per poi accorgermi che dal vestito iniziavano ad intravedersi i lineamenti dei suoi capezzoli, mentre si andavano via via irrigidendosi.

«. Mi eccito quando mi accorgo che qualcuno viene attratto da me e mi osserva intensamente con sguardi carichi di desiderio e passione come hai fatto tu.» ora con i polpastrelli mi sfiorava leggermente il glande e nonostante indossassi i jeans, ci mancò poco che non arrivavo nelle mutande.

«. Ti sento eccitato e anch'io lo sono. Perché non mi bendi e non giochiamo un po' insieme. Ho tanta voglia di venire con te»

A quel punto non ce la facevo più. Le allungai una mano sul seno e iniziai a baciarla sul collo.

«Non così! Prima bendami!» Bendarla! Una parola! E dove trovavo qualcosa per bendarla. Mentre mi guardavo in giro, lei allungò la mano in un cassetto e ne trasse un fazzoletto.

«Ecco! Prendi questo!» e la bendai.

«Ora prendimi, sono tua. Lasciati andare e fammi tutto quello che desideri. Fammi godere»

Per prima cosa le presi le mani e la feci alzare. Il pavimento doveva essere molto freddo dal momento che tendeva a reggersi sulle punte, ma questo la rendeva ancora più sensuale e mi eccitava da morire. La portai verso la parete e la girai con il viso verso il muro dove teneva appoggate le mani. Il suo respiro era forte e inteso. Si lasciava fare tutto quello che volevo e ci stavo prendendo gusto. Mi chinai a terra per accarezzarle i piedi che continuava a tenere sollevati. Iniziai dalle dita salendo verso l'esterno fino alla caviglia e poi sempre più su verso il polpaccio e l'interno del ginocchio. Quindi salii ancora verso l'esterno sulla gonna ad accarezzarle i fianchi e sempre più su lungo la schiena. In quel momento ebbe un piccolo sussulto di piacere. Con le dita scivolai verso le spalle e, da dietro, verso le tette. Nonostante l'età erano ancora abbastanza sode. Ora potevo sentire sotto i miei polpastrelli i sui turgidi capezzoli, mentre lei muoveva il suo morbido culo massag

giandomi il pene.

«Sììì! Così! Mi piace!» sussurrava mentre la toccavo.

Per alcuni secondi le massaggiai le tette, poi mi chinai di nuovo e iniziai a baciarle, ad accarezzarle e a leccarle la caviglia salendo a ritroso fino al ginocchio. Ora le sollevo pian piano la gonna in modo che l'indumento stesso contribuisca ad accarezzarla mentre le bacio e le lecco le parti che via via inizio a scoprire. Infine le denudo anche il pallido roseo culo scoprendo con mio immenso piacere che si mostrava privo di mutande (mi eccitano molto le donne senza mutande). Iniziai a sfiorarle lievemente l'ano e al primo minimo tocco si impennò sulle punte.

«Oh sì, lì!» urlò.

Le infilai più volte adagio il dito. Quindi le sfiorai la fica. Anche se in quella posizione non riuscivo a vederla bene mi sembrava che fosse parzialmente rasata e ben curata. Lei cerca più volte di piegarsi all'indietro per farsi accarezzare baciare e leccare meglio, ma altrettante volte la risistemo verso il muro vedendo che questo non fa altro che aumentarle il desiderio e l'eccitamento. I suoi fremiti e il suo respiro aumentano. Improvvisamente mi stacco. Decido di cacciarlo fuori e con il mio pene, duro come uno stoccafisso, le accarezzo le cosce e risalgo lentamente fino a tenerglielo dritto tra le gambe, mentre con le mani le accarezzo e le massaggio le tette. Accortasi di cosa aveva tra le gambe inizia a dimenarsi, mentre io col busto la fermo verso la parete. Tuttavia stringe leggermente le gambe e con un gioco di anche e con piccole contrazioni delle natiche riesce comunque a massaggiarmi il pene. Che goduria. A questo punto le prendo la mano e guidandola verso il mio pene

le sussurro nell'orecchio.

«Stringilo in mano» e le mordo e lecco dietro l'orecchio.

Presolo in mano, inizia ad accarezzarne il glande portandoselo verso la fica, cercando più volte di infialrselo, ma la posizione in cui la costringevo non glielo permetteva. Tuttavia riusciva a masturbarsi e a bagnarmelo tutto del suo inebriante liquido.

A quel punto mi scostai, le tirai giù la lampo del vestito posta dietro la schiena, e la spogliai completamente (non portava nemmeno il reggiseno). Poi la presi per mano e la portai velocemente verso il divano. Ve la stesi a pancia in giù e iniziai ad accarezzarle nuovamente la schiena sfiorandola con i polpastrelli. Ne seguo il meraviglioso incavo provocandole intensi brividi di piacere fino a culo. Quindi faccio passare le mie dita attraverso le natiche sfiorandole l'ano, mentre lei inizia a masturbarsi la fica. Mi stendo sopra di lei e gli rinfilo il pene tra le chiappe, mentre le lecco e le bacio il collo. Poi lei si gira manifestandomi chiaramente che era ormai pronta per essere penetrata. Si accomoda velocemente a pancia in su e dischiude lentamente le gambe, aprendomi la visione della sua stupenda fica.

Rimango alcuni minuti ad osservarla mentre si masturba eccitatissima emettendo erotici mugolii. Le sue rosse naturali labbra erano ormai sporgenti e venivano continuamente bagnate dalla lingua. Di tanto in tanto si infilava un dito in bocca succhiandoselo lentamente. I suoi seni ora erano leggermente appiattiti, ma sempre ben rotondi. Dalla pallida rosea pelle emergevano i più scuri piccoli turgidi capezzoli.

Con un dito le accarezzo le labbra bagnate scendendo verso il mento, il collo e il seno, soffermandomi sui capezzoli. Quindi scendo verso la pancia leggermente pronunciata, ma che non sfigurava nel complesso. Infatti, accarezzato l'ombellico le mie dita scivolano veloci verso il basso ventre aiutati da quella piccola rotondità. Il suo corpo non aveva smagliature evidenti, mentre i suoi fianchi erano magri e sodi.

Un vero spettacolo era la sua fica, ancora fresca nonostante l'età. I peli rosso-arancio erano rasati ai lati a creare una banda regolare ben centrata, e tutto intorno alla fica in modo da metterne in risalto le labbra e il piccolo clitoride. La fica era già dilatata e molto bagnata e sembrava che chiedesse disperatamente che fosse penetrata al più presto. Con le dita le accarezzo prima le grandi labbra, poi le piccole osservandone il bellissimo colore rosa chiaro che brillava grazie all'afrodisiaco liquido. Mi chino con le labbra a baciarle e leccarle l'interno cosce fino a soffermarmi per un po' vicino alla fica. Desiderando di essere masturbata e vedendo il mio voluto esitare, decide di accarezzarsela da sola. Rimango per un attimo a guardale le dita che ritmicamente infila nella rosea fessura, mentre io scivolo con la lingua a leccarle l'ano. Alla prima leccata inizia a contorcersi dal piacere, il fiato diventa più affannoso ed emette ripetuti "sì! Così!" da rizzare i capelli. No

n resistendo mi inizio a toccare. Decido allora di farla mettere in ginocchio e, ponendomi con la testa tra le sue gambe, le inizio a leccare la fica, accarezzandole il sedere con le dita. Messo in questa posizione, implicitamente la invito a leccarmi il mio duro pene e lei spontaneamente accoglie l'invito. Come me lo leccò lei, non me lo ha leccato più nessuno! Soffiava, succhiava, leccava a fondo il glande nei punti più sensibili. Era eccezionale, e godetti così tanto che non riuscii ad evitare di arrivarle in bocca. Tuttavia lei, con mia meraviglia, non si scompose più di tanto e lo ingoiò tutto succhiandoselo per bene.

Io ero ormai arrivato, ma lei continuava a masturbarsi e mi supplicava di non fermarmi. I suoi sensuali movimenti spezzati dai piccoli spasimi di piacere mi invogliarono a continuarla a leccarle la fica e a toccarla. Alzai la testa e le leccai i capezzoli, mentre le infilavo due dita nella fica cercando un punto ben preciso, quel piccolo rigonfiamento interno che ho imparto essere il punto più sensibile di una donna. Trovatolo iniziai a stuzzicarlo e lei comincio a dimenarsi dal piacere come non aveva fatto prima. I suoi mugolii divenivano sempre più forti e non riusciva più a stare ferma fino a quando non iniziò a lanciare forti urli di piacere e non avvertii violente contrazioni nella fica che ricacciarono fuori le mie dita. Una pioggia brillante ne uscì fuori e bagnò leggermente il divano. Anche lei aveva avuto un orgasmo. Intanto a quelle grida e a quei spasimi di piacere mi ero nuovamente eccitato e il mio pene era tornato ad essere duro. La coccolai un po' sperando che anche le

i tornasse ad eccitarsi e mi misi a baciarla in bocca. Le nostre lingue si cercavano freneticamente contorcendosi. Lei meccanicamente mi mise la mano sul pene e si accorse della mia eccitazione.

«Perché non mi penetri» mi chiese all'orecchio.

«Adesso?» le domandai meravigliato.

«Sì, adesso!» e mi accarezzava il pene.

Io a mia volta le accarezzai la fica e l'ano mettendole un dito alternativamente nell'una e nell'altra. Sembrava insaziabile!

«Su, penetrami!» mi invitò mettendosi alla pecorina.

«Dove me lo metti?» mi chiese infilandosi un dito alternativamente nella fica e nell'ano.

«Veramente io non l'ho mai messo in culo a nessuna»

«Allora è deciso» quindi si alza, si toglie la benda e corre fuori alla stanza.

Ne torna poco dopo con della vaselina. Se la spalma sulla mano e me la stende sul pene.

«Questa serve a farlo scivolare meglio» poi osserva «Però nudo non sei proprio male. Ma vacci piano con quello lì!» quindi mi invita a spalmare il prodotto attorno e dentro l'ano. Si rimette a pecorina e glielo infilo. All'inizio trovo un po' di difficoltà a inserirlo tutto e mi accorgo che lei ha tenue smorfie di dolore sul viso, poi inizio a danzare. Lei è fantastica! Mi segue ad ogni mio movimento e spesso contrae le natiche aiutandomi nell'introduzione e eccitandomi da morire. Ora la giro a pancia all'aria, le alzo le gambe e la penetro nuovamente. In questa posizione riesco a vederne le smorfie di piacere e di dolore del viso. Di tanto in tanto si accarezza la fica e anch'io cerco di farlo. Quindi la passo di lato senza estrarre il pene. Alterno momenti lenti a momenti veloci. Infine torniamo di nuovo alla pecorina con lei che si china fortemente in avanti.

L'eccitazione è al massimo! Sento lei che si massaggia sempre più velocemente la fica mugolando via via in crescendo. Poi il culmine! Un forte eccitamento mi pervade e sento lo sperma che velocemente e piacevolmente viene iniettato fuori in quel rotondo culo. Vi lascio il mio pene dentro fino a quando non lo svuoto tutto. "Ah, che bella sensazione!" Di colpo sento le mie palle bagnate e, estraendo il pene dall'ano, vedo un piccolo brillante rivolo che le scende dalla coscia, annunciato da forti e ripetuti "sì". Era arrivata nuovamente anche lei! Mi sentivo sfinito, ma soddisfatto. Soprattutto mi sentivo diverso. Non avevo mai provato un eccitamento così grande e adesso capivo perché. Da allora la mia vita sessuale non sarebbe stata più la stessa.


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