i racconti erotici di desiderya |
La mia storia - adesso sono sposato |
Adesso sono sposato, ma ho faticato non poco a trovare una donna che andasse al caso mio. Non capisco come facciano gli altri che raccontano le loro storie dicendo che le proprie mogli fanno questo o quello, che le donne siano tutte facili, che fanno sesso in continuazione. Io ho dovuto sudare sette camicie per trovarne una che facesse al caso mio. Non è che puoi andare a dire alle ragazze “ti va di diventare mia moglie per poi fare la puttana?” tutti ti mandano a quel paese, ma io proprio di una puttana avevo bisogno.
È stata proprio mia madre a suggerirmi di cercare una ragazza che non si facesse scrupoli in fatto di sesso. Una sera siamo usciti per andare a trovare dei parenti. Al rientro, poiché si era fatto molto tardi, percorrendo una certa strada abbiamo visto un sacco di ragazze, di ogni razza e ceto sociale, che si prostituivano. All’improvviso a mia madre venne un lampo di genio, dicendomi che forse una di quelle sarebbe potuta andare bene per me. Rimasi un pochino tentennante, ma in fondo io stavo cercando proprio una puttana, niente di più e niente di meno. Una donna che la desse senza problemi e che fosse disponibile ad assecondare i miei desideri, seppur nel rispetto del valore della coppia. Cioè non pretendevo di avere alle mie dipendenze una schiava, ma di avere una moglie molto lussuriosa che mi facesse godere nel migliore dei modi. Mi misi alla ricerca della mia metà. Parlai con questa e con quella, prendendo anche qualche parolaccia perché quando mi avvicinavo a loro pretendevano di concludere e quando io facevo loro delle domande mi mandavano a cagare. Ho parlato con ragazze italiane e straniere, ma a dire il vero non ero propenso ad avere una moglie straniera. Dopo vari tentativi, eccone una che faceva al caso mio. Si trattava di una ragazza che, a suo dire, si prostituiva per mantenersi agli studi. Era universitaria e non era della mia città. Il fatto che ella fosse una bella ragazza, mi lasciò molto entusiasta. Ci andai a letto in un albergo a ore dove lei era conosciuta in quanto portava sempre lì i suoi clienti. Pagai ben 50 euro per stare con lei e quando terminai di scoparla, presi a parlare dei miei problemi. Mi chiese ulteriori 50 euro per starmi ad ascoltare. Alla fine mi disse che lei avrebbe smesso di prostituirsi non appena si fosse laureata. Io le esposi i miei progetti e lei sembrava molto entusiasta perché vedevo il modo in cui si muoveva ed il luccichio degli occhi. Poi mi fece una domanda dalla quale capii che lei non si prostituiva solo per fare soldi utili a pagare le spese della sua laurea, ma per il piacere di prostituirsi. Mi chiese “e se una volta sposati, ti dovessi cambiare idea e non vorresti più che tua moglie fosse una puttana?”. Quelle parole, assieme alla conseguente risposta, rimasero scolpite nella mia mente, perché quando io le dissi che non avrei mai spesso di amare mia moglie come donna e come puttana, lei rispose “...perché guarda che a me il sesso piace molto, e non credo di volere smettere dopo essermi sposata”. Quelle parole furono come una dichiarazione di matrimonio. Quando andai via pensai alle 100 euro che le avevo dato e mi venne da dire “però, visto che sarà la mia futura sposa, avrebbe anche potuto evitare di farmi pagare”. Ci risi sopra e raccontai tutto a mia madre la quale emise un mugolio molto lussurioso, come se volesse dire che avevo trovato una donna più puttana di lei. Qualche giorno dopo presentai Giovanna a mia madre. Giovanna si presentò vestita molto sexy, da vera puttana. E siccome io le avevo detto tutto ciò che c’era stato tra me e mia madre, lei volle dimostrare che effettivamente era una donna goduriosa. Toltasi il soprabito rimase con un vestito cortissimo e con uno spacco entrambi i lati che arrivava sotto le ascelle. L’abito era tenuto unito da due fascette di stoffa, una all’altezza del seno e una all’altezza della vita. Sotto non indossava nulla. Appena fu libera dal soprabito mi mise le braccia al collo baciandomi in bocca con molta passione. Effettivamente io rimasi molto colpito, ma anche molto eccitato sia per il suo abito sia per il suo modo di fare. Nel frattempo ci baciavamo guardavo mia madre con la coda dell’occhio e vedevo che mi sorrideva. Ma la cosa che più mi scioccò è stata quella che appena Giovanna si stacca da me, io la presento a mia madre e lei butta le braccia al collo anche a lei e la bacia sulla bocca con la medesima intensità. Giovanna era entrata nel cuore di mia madre. Per l’intera serata non avevamo fatto altro che parlare di sesso. Giovanna descriveva i suoi rapporti con i clienti, dicendoci di aver ricevuto nella sua figa cazzi di ogni misura e di ogni colore, ma anche nel culo e in bocca. Ad un certo punto mia madre, andando contro ogni aspettativa, disse a Giovanna che doveva smettere di prostituirsi. Rimanemmo in silenzio. Giovanna si fece seria e mi guardò fisso, come per dire che i patti non erano quelli. Poi mia madre, per rompere il velo di ghiaccio che si era creato, disse che poteva fare la puttana per me assieme a lei e magari fare la gara tra loro due per vedere chi fosse più puttana. Inutile dire che dopo qualche mese ci sposammo e Giovanna venne a vivere a casa con i miei. Giovanna ancora doveva sostenere parecchi esami per potersi laureare ed io le lasciavo tutto il tempo per studiare. Infatti da lì a poco il suo ritmo di studio aumentò, riuscendo a dare un esame al mese o quasi. Anche mio padre era contento di Giovanna, soprattutto perché ogni tanto se la trovava nuda in casa con tutto quel popo’ di roba in mostra. Anzi una domenica mattina, giorno in cui mio padre non lavorava, è andata in camera dei miei infilandosi tutta nuda nel letto in mezzo a loro dandosi da fare con entrambi. Giovanna aveva smesso di prostituirsi per la strada, ma quando c’era da scopare con qualche suo conoscente non si tirava indietro. Una volta mi disse che doveva andare a studiare presso alcuni suoi compagni di corso. Quando è ritornata, molto tardi, mi ha detto di aver fatto l’amore con quattro ragazzi che erano presenti nella camera. Io chiesi spiegazioni e lei mi disse di essere andata presso il pensionato universitario a studiare con un paio di suoi compagni, poi quando avevano terminato lo studio, si erano messi a parlare della sua vita coniugale. Alla mia domanda se ci fosse andata a letto, lei rispose un po’ evasivamente e quando io le dissi che non mi sarei arrabbiato, mi disse di si. Le feci capire che mi sarebbe piaciuto assistere alle sue avventure e lei mi disse che la volta prossima mi ci avrebbe portato. Ma c’era solo un piccolo inconveniente, e cioè che al pensionato universitario potevano accedere solo gli studenti, quindi io mi dovevo accontentare di guardare da fuori. Non capivo a cosa alludesse, poi mi spiegò che la camera dei suoi due compagni di corso era situata al secondo piano di una palazzina adiacente la recinzione dell’ateneo e che quindi, avendo delle enorme finestre a vetro che prendevano quasi tutta la parete, almeno non nella parte dove si dormiva, si poteva vedere ogni cosa dalla strada ove , tra l’altro, c’erano delle comode panchine su cui sedersi e godersi lo spettacolo. Qualche giorno più tardi mia moglie mi disse che aveva preso accordi con i compagni, non per studiare, ma perché dovevano vedere l’impostazione della tesi. Erano circa le 16, io ero in casa, quindi l’accompagnai. Parcheggiata l’auto, ci avviammo verso l’ingresso. Mia moglie mi indicò la camera da fuori ed entrò dopo aver mostrato il tesserino universitario ad un severo portiere. Presi posto sulla panchina di fronte il caseggiato ed effettivamente si vedeva l’interno della camera indicatami. Dopo qualche minuto ecco comparire mia moglie. I due ragazzi che erano dentro la baciarono sulla bocca entrambi. Poco dopo mia moglie si portò davanti la finestra, che comunque aveva i vetri chiusi. La finestra occupava l’intera parete dal pavimento al soffitto. Lei mi guardava, ma sicuramente non aveva detto ai suoi amici che quello seduto sulla panchina era suo marito, cioè io, avrà detto che magari era un guardone che amava guardare le coppie. E così lei iniziò il suo show togliendosi il vestito. I suoi compagni, vedendola con addosso soltanto reggiseno e mutandine, iniziarono a palparla sempre stando davanti al vetro. Lei infila le mani tra le loro gambe tirando fuori due cazzi già in erezione. Inizia così una serie di toccate, infilate di cazzo in figa e in culo stando sempre in piedi. Poi mia moglie si mette a novanta gradi e uno dei due la prende da dietro, non so se glielo infina nella figa o nel culo, fatto sta che la fotte da dietro mentre un altro se la scopa in bocca. Dopo averla riempita di sborra, i due si danno il cambio. Non resisto a quello spettacolo e come un automa mi masturbo furiosamente sborrando due volte consecutivamente. Ero ancora col cazzo in mano sporco della mia sborra quando vengo scosso da uno che mi apostrofa con mille oscenità e parolacce. Era il severo portiere dell’ateneo. Volevo dire qualcosa, volevo dirgli che quella che si stava facendo fottere era mia moglie, ma quello non mi diede il tempo di parlare. Forse non aveva nemmeno visto la scena dei due che si inchiappettavano mia moglie. Armato di una scopa stava per sferrarmi dei colpi in testa. Con cazzo ciondolante mi allontanai in tutta fretta, col rischio che avrei potuto incontrare un vigile e finir male. Quando da lontano vidi uscire mia moglie, mi avvicinai all’auto facendole segno di raggiungermi. Raccontai ogni cosa e Giovanna si fece una sonora risata. Mi disse “d’altronde lo sapevi di avere sposato una puttana”. Cazzo! Però, come ho goduto quella volta. |