La prima volta con Paola
Paola è una transessuale non operata di origine napoletana che ho conosciuto sulle strade di Verona, durante le mie prime uscite notturne completamente travestita in cerca di esperienze con miei simili e di esibizionismo. Nell’intimità del suo appartamentino mi aveva soggiogato con i suoi modi gentili, chiedendomi di farle vedere come mi vestivo e che belle cosine che avevo per diventare una femminuccia e aiutandomi nel trucco aveva iniziato a sfiorarmi delicatamente il sedere per poi accarezzarlo complimentandosi per come lo facevo risaltare con i body fascianti con il bordo di pizzo e di come mostravo il pube dopo aver ripiegato indietro il mio duro menbro che a detta sua rispecchiava la mia natura ambigua in quanto della misura giusta ne troppo piccolo ne troppo grosso. Intanto le sue carezze si facevano sempre più mirate sull’obbiettivo che nella sua mente si era prefissata e cioè il mio culo che sapeva ancora vergine quindi era particolarmente eccitata e determinata all’idea di riuscire a sverginarmi. Tutte le sue manovre dolci stavano scatenando una ridda di sensazioni che non avevo mai provato fino ad allora e che mi turbavano ma di cui non sapevo più fare a meno, tanto più che mi stava insegnando moltissime cose per vestirmi truccarmi e anche…. Prima mi aveva chiesto se ero vergine e alla mia risposta affermativa subito gli occhi le brillarono di lussuria e desiderio, si fece più languida e avvicinandosi al mio viso fino a sfiorarmi le labbra, che aveva appena finito di valorizzare con un rossetto color fucsia lucido, mi chiese con voce calda e sensuale se non desiderassi provare a prenderlo in culo da lei. Mi sentivo le guance infuocate e il cuore che mi batteva all’impazzata nel petto, dentro di me lo desideravo, più di ogni altra cosa, sentivo scorrere il sangue nelle mie parti intime accendendole di desiderio e inconsapevolmente stavo contraendo ritmicamente i muscoli anali, il suo alito era caldo sempre più vicino, socchiusi gli occhi e con la punta della lingua incomincia a lambire le sue labbra. Sapevano di buono era stupenda la sensazione di impasto tra i nostri due rossetti, lei capi il mio turbamento e lasciò che fossi io a continuare a inoltrarmi sempre più nella sua bocca a cercare la sua lingua per succhiarla e aprendo nuovamente gli occhi le donai uno sguardo di eterna gratitudine per avermi sbloccato dalle mie paure e inibizioni. Ormai dentro di me sapevo che non mi sarei più fermata, non volevo più tornare indietro volevo assaporare ogni singola sensazione di piacere che scaturiva dalla carnalità dei nostri corpi femminili sempre più vicini e avvinghiati. E ancora di più Paola mi lasciava fare, lei aveva intuito che se mi avesse forzata mi sarei bloccata mentre lasciandomi andare a briglia sciolta sentendo i suoi sospiri di piacere e le sue dolci carezze sul mio corpo ero io che mi spingevo sempre più oltre calandomi nei panni di Gloria Cipriani femmina lussuriosa e perversa. Così mentre continuavamo il nostro languido lingua in bocca la spinsi sul divano in modo che si distendesse e con le mani incomincia a percorrere il suo corpo e a spogliarla o meglio ad aprire la camicetta di raso bianco che portava per vedere e appropiarmi del suo seno che uno splendido reggiseno nero valorizzava. Mi sentivo dentro un fuoco di lussuria incredibile le sensazioni e il turbamento erano tali o meglio molto più intense della mia prima volta con una donna e dentro di mè questo mi piaceva da impazzire, ma era ancora niente rispetto a ciò che avrei provato di lì a poco. Il profumo femminile che scaturiva dal suo corpo mi inebriava e Paola se ne accorse e scostandomi dolcemente si alzo e andò con passo flessuoso verso il comò, io rimasi seduta sul tappeto ad ammirarla mi resi conto di invidiare il suo corpo le sue curve la sua femminilità estremizzata dalla camicetta ormai aperta che lasciva generosamente ammirare le sue tette giunoniche, avrei dato qualsiasi cosa per essere io Gloria Cipriani al suo posto con quel corpo. Ero sempre più turbata i miei pensieri mi facevano paura scoprivo una natura perversa molto più profonda di quanto avessi mai immaginato e ne ero allo stesso tempo felicemente schiava. Paola ritornò dal comò portando in mano un profumo, kashmir, me lo fece sentire e vedendo la mia espressione felice me lo porse, io ne spruzzai un po’ sul collo e sui vestiti senza esagerare e glielo riconsegnai, lei passandosi la lingua sulle labbra con estrema voluttà mi disse che ora ero una Troia e che sarei diventata la sua Puttana. Quella frase dall’alto verso il basso guardandomi fissa negli occhi mi fece capire che la mia volontà era ormai annientata ero completamente in suo potere senza alcun bisogno di catene o violenza e che mi sarei lasciata fare di tutto da lei. E così fu, rimanendo in piedi davanti a me lasciò scivolare a terra la gonna nera e senza che proferisse parola io avvicinai il viso al suo pube iniziando a leccare attraverso le mutandine il suo pacco sempre più gonfio. Sentivo le pulsazioni del suo pene accarezzavo le sue gambe e risalendo con le mani verso lo scettro del piacere mi venne perfettamente naturale di scostare il bordo laterale delle sue mutandine per liberarlo prenderlo dolcemente tra le labbra aspirando completamente la turgida cappella in bocca. Paola emise un gemito di piacere, io inizia a baciarlo e vedevo rimanervi attaccate le traccie del mio rossetto, inoltre un po’ di liquido spermatico era già fuoriuscito dal prepuzio e rendeva la cappella lucida e morbida, il suo sapore misto al rossetto era afrodisiaco, sempre più eccitata e infoiata dallo splendore di quel cazzo così grosso che mi vibrava in bocca ad ogni imboccata e dai gemiti languidi e caldi emessi dalla mia padrona desiderai intensamente che mi insultasse. Paola pareva capire e conoscere meglio di mè i mie stessi desideri e incominciò a insultarmi e adularmi dicendo: ” Sei una cagna affamata di cazzo, sei bravissima a fare pompini la tua è una dote naturale perché sei una checca succhia cazzi”. Avevo perso ogni ritegno il turpiloquio osceno che Paola mi riversava e la sua calda voce mi trapassavano la mente godendo della consapevolezza di essere io la cagna, la troia, la checca, che le stava succhiando l’anima con tanta passione. Anche Paola stava perdendo il controllo, il suo cazzo diveniva sempre più duro e pulsante mi dedicai alla cappella alternando soffiatine, leccatine e profonde aspirazioni facendomela sbattere sul palato, volevo il suo nettare sentire il sapore del suo sperma sentirmelo in bocca in gola inghiottirlo con ingordigia, lo volevo a tutti i costi. Paola mi disse “ troia, guarda che anche se mi fai venire adesso ti annego di sborra ma poi ti rompo il culo fino a che non mi fai venire di nuovo” “ voglio vederti gemere come una cagna mentre ti pompo a dovere” Proprio per la promessa che mi aveva fatto la mia preoccupazione che se l’avessi fatta venire tutto sarebbe finito, svanì e mi scatenai a succhiare quel cazzo favoloso su un corpo di donna fino a che Paola tenendomi la testa in modo che avessi solo la sua cappella in bocca urlandomi che ero una troia inizio a sborrarmi in bocca. Il primo schizzo raggiunse il mio palato dandomi una violenta scossa, era la prima volta che un cazzo vero mi sborrava in bocca e mi dava un piacere inaudito tanto che con la lingua presi ad accarezzare la fonte di questo inaudito piacere, gli altri schizzi via via meno potenti mi riempirono la bocca di caldo sperma, il sapore era dolce asprigno ma mi sconvolse la collosità del liquido e la sensazione che mi dava in bocca, mi girava la testa non pensavo di provare un tale piacere da un pompino fatto invece che ricevuto. Ero e sono più che mai una cagna viziosa e mi piacque esternare questa mia lussuria aprendo la bocca per sentirmi colare un filo di sperma dalle labbra e mantene in bocca tutta la sborra inghiottendola un poco per volta per assaporarmela tutta. Paola stravolta dal piacere provato si reggeva il menbro che si era leggermente afflosciato e dal quale pendeva ancora un filo di sperma e guardandomi mi disse: “ Gloria sei stata fantastica sei una Troia fantastica e di farò diventare una grande troia. Io ero ancora estasiato e turbato di ciò che avevo fatto e della mia natura così perversa ma ormai non avevo più limiti e mi parve perfettamente naturale prendere il filo di sperma che pendeva dal cazzo di Paola e portarmelo alla bocca per poi avvicinarmi e ripulirlo con la mia bocca ancora avida e lo sguardo languido. Ancora una volta Paola interpretò i miei desideri dicendomi: “ Lo so cosa vorresti Gloria, vorresti avere altri due cazzi in mano per succhiarli e divorarli fino a farti sborrare in bocca di nuovo vero?” Era vero nella mia mente passavano immagini di sfrenata lussuria con mè come protagonista che cavalcioni sul cazzo di un uomo ne succhiavo alternativamente altri due, mio Dio dal desiderio di fare sesso con una Transex adesso volevo anche i cazzi di più maschi, Paola mi disse che ero una Checca repressa e che dopo aver provato il piacere di prenderlo in culo non avrei più saputo farne a meno, mai affermazione fu più vera. Le sue ultime parole mi risuonavano nella testa come il monito di una maledizione mi ero persa nei miei pensieri e non opposi resistenza quando Paola dopo essersi seduta accanto a me mi spinse mettendomi alla pecorina facendomi appoggiare il viso al bordo del divano. Si era posizionata dietro di me e dopo avermi abbassato le coulotte elasticizzate, iniziò a massaggiarmi il culo, sentivo le sue mani caldissime alternarsi tra carezze e leggere pressioni per scostare le chiappe mi aspettavo di sentire da un momento all’altro la spinta di un suo dito con l’intento di penetrarmi e invece sentì l’alito caldo e la punta della sua lingua che iniziavano a lambire la mia chiusura anale come se fossero le mie labbra. La sensazione di benessere e di rilassamento fu molto intensa ed efficace in quanto inizia subito a rilassare i mie muscoli anali e anzi a spingere e contrarre la mia rosetta verso di lei quando la sentivo allontanarsi sia pur di poco. Andò avanti così fino a quando mi ritenne sufficentemente rilassata per iniziare ad introdurvi un dito, però prima si avvicinò al mio orecchio e porgendomi il fatico dito sulla bocca mi disse di insalivarlo a dovere, la mia libidine stava risalendo impazzita chiusi li occhi e mi prodigai sul dito come fosse un cazzetto. Paola mi disse che ero proprio una maiala affamata e allargandomi con due dita della mano destra le chiappe incominciò ad introdurre l’indice della mano sinistra dentro il mio orifizio anale, il quale si arrese immediatamente a quella dolce penetrazione. Procedette avanti e indietro per qualche minuto complimentandosi per come reagivo bene e dopo aver fatto colare della saliva dalla sua bocca al mio buchetto incominciò ad aggiungere il dito medio all’indice sostituendolo dopo poco con il pollice che fece roteare all’interno per stimolarmi anello anale. La stimolazione stava facendomi effetto, nuove immagini sempre più spinte e lussuriose attraversavano la mia mente aumentando il desiderio di essere presa o meglio Inculata. Paola profonda conoscitrice delle pulsioni erotiche delle creature come noi, riprese a parlarmi:” allora Gloria lo vuoi prendere in culo? Ti piace?” E io rispondevo priva di ogni ritegno “ Siii, mi piace ti prego prendimi sbattimi, insultami, fammi tua, lo voglio lo voglio tutto in culo, sono la tua cagna” Lei si beava di sentire queste parole e di essere l’artefice dell’esplosione della mia perversione, oltre al desiderio di farmi il culo per sverginarmi e di avermi in suo potere. Ma invece di sostituire le dita con il cazzo si alzo allontanandosi da me senza spiegazioni, lasciandomi con una voglia pazzesca, per fortuna era andata solo in bagno per prendere del vix vaporud, quella pomata per il raffreddore a base di mentolo, e ordinandomi di rimettermi subito alla pecorina si cosparse la punta dell’indice e allargatami le chiappe facendo bene attenzione a non toccare le labbra della mia rosellina me la spalmò sulle pareti anali interne. Poi prese un cuneo anale e me lo introdusse lentamente ma inesorabilmente in culo fino a che dopo aver oltrepassato il punto più largo questo mi rimase ben conficcato, mi risollevò le colutte elasticizzate facendomi alzare in piedi e tirandole bene alla vita in modo che dopo avermi fatto rientrare i testicoli e fatto ripiegare indietro il mio membro, mi comprimessero bene il tutto senza possibilità di spostamenti. Io non avevo accennato alcuna reazione poiché sia la crema che il cuneo anale mi stavano trasmettendo una ridda pazzesca di sensazioni mai provate, vampate di calore dall’interno delle mie pareti anali si irraggiavano verso il mio menbro che però si era ammosciato ma dal quale sentivo colare del liquido denso con impulsi di piacere che provenivano dalla mia cappella stavo venendo senza toccarmi grazie alle contrazioni dei muscoli anali intorno al cuneo. Era un piacere incompleto bello ma non liberatorio anzi mi faceva desiderare ancora di più le sensazioni di un orgasmo appagante a menbro duro, anche se camminando le sensazioni di bagnato di caldo di frizione delle pareti anali sul cuneo erano davvero straordinarie. Paola mi spinse indietro facendomi sedere sul divano, il contraccolpo del cuneo anale mi fece emettere un gemito di sofferenza, rimasi esterrefatto della tonalità acuta con la quale avevo emesso quel gemito, era un gemito più femminile che maschile, e mi venne spontaneo di parlare come una checca e il viso di Paola si illuminò. “Ma brava Gloria sei diventata proprio una checca con quel cuneo in culo” e io rispondevo tutta civettuola e moine “ Anche se tu non mi hai dato il tuo cazzone in culo ora sono bella piena, e quanto mi piace sentirmelo tutto dentro…….” Paola mi fece mettere delle scarpe decoltè con il tacco da 10 cm, mi fece camminare avanti e indietro nella stanza indicandomi come dovevo mettere i piedi una avanti all’altro per sculettare meglio, a come dovevo divaricare leggermente le gambe spostando poi il peso del corpo su una di esse e mostrarmi di tre quarti a chi mi stava di fronte per far risaltare la femminilità di quella postura. Continuavamo a parlare e io affinavo sotto i sui consigli tutto il mio modo di essere femmina o meglio Checca, era molto piacevole e stetti al gioco anche quando Paola volle ritoccarmi il trucco, farmi indossare un impermeabile e una borsetta e mi spinse ad uscire nell’androne della casa
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