i racconti erotici di desiderya

L'animale...

Autore: Fabrizio77
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Commenti: 3
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Dicembre, mancano pochi giorni al Natale, le strade sono completamente illuminate dagli addobbi natalizi, ovunque persone alla ricerca del regalo da fare ai propri cari, alle proprie mogli, figli, fidanzate. Le strade completamente bloccate da lunghe code di auto, alla ricerca di un parcheggio, nei pressi dei negozi, lungo i marciapiedi è possibile vedere, famigliole che osservano le vetrine e i bambini vedendo i loro giocattoli preferiti con gli occhi fuori dalle orbite.



Sono solo le sei di pomeriggio, ma fuori è già buio, troppo caos, troppe auto, troppa confusione, prendo una strada secondaria, per arrivare a casa prima possibile. Nove ore di lavoro, il traffico della mattina, poi il traffico della sera, sono esausto, voglio andarmene a casa.



La strada è bloccata per i lavori, faccio una deviazione. È buio, non ci sono lampioni, non passano auto in quella stadina stretta e mal ridotta. Non conosco questa strada, comincio a sentire il nervoso che sale, non so dove mi porterà ma proseguo nella speranza di arrivare presto a casa. Comincia a piovere, la guida diventa faticosa per la scarsa visibilità e sono sempre più nervoso.



Vedo qualcosa in lontananza,delle luci, forse ancora lavori, continuo avanti, è un auto ferma con le quattro frecce accese, forse un automobilista in difficoltà, non importa è tardi, sono stanco e nervoso. Rallento cercando di vedere dentro l’auto, mi sembra vuota, meglio così. Oltrepasso l’auto, all’improvviso una voce femminile che grida aiuto. Non mi fermo proseguo, la coscienza mi parla e mi fa fermare. Torno indietro, la signora apre la portiera della mia auto, mi chiede aiuto, la sua auto è rotta, non parte più e il suo cellulare è scarico.



La invito a salire, fuori diluviava e in pochi minuti è completamente bagnata. Mi chiede se poteva approfittare della mia gentilezza e fare una chiamata con il mio telefono, acconsento e la faccio chiamare. La osservo mentre cerca di chiamare il marito, una bella donna sulla quarantina, i suoi capelli sono completamente bagnati ed è possibile vedere la loro straordinaria lunghezza, la gonna fin sopra il ginocchio, nera un po’ aderente, un cappotto a trequarti sopra, stivali non molto alti. Vista la bella presenza fisica della signora, poteva anche indossare indumenti più giovanili e sexy.



Il marito non risponde al cellulare,con lo sguardo dolce e la voce tremolante mi chiede cosa poteva fare. Io sapevo cosa potevo fare con lei e sarebbe stato anche molo piacevole. Rispondo che potevo portarla a casa io, anche se l’idea non mi piaceva per niente, speravo solo che avrebbe ricambiato il favore a modo mio. Prende le sue cose, chiude la sua auto e ritorna. Mi dice dove andare, certo non abitava vicinissimo, il problema era solo trovare la strada giusta, visto che entrambi eravamo passati li a causa dei lavori sull’altra strada.



Dieci minuti di macchina, per arrivare in una strada senza uscita, isolata con la quasi impossibilità di fare manovra per tornare indietro. Il nervoso cresce ancora di più, chi me lo ha fatto fare, potevo continuare per la mia strada, a quest’ora ero a casa. Resto fermo cerco di capire come tornare indietro, lei comincia ad innervosirsi, forse ha paura, mi chiede perché non tornavo indietro, perché ero fermo. Ci manca solo lei per farmi innervosire ancora di più, non sta più zitta, ora gli tappo la bocca io.



Mi volto di scatto verso di lei, gli salgo sopra, le blocco le mano. Stress, nervoso e rabbia, fanno di me un animale voglioso, non capisco più nulla, desideravo solo scaricare la tensione. Lei grida, mi chiede cosa stavo facendo, aveva paura, aveva capito che volevo scoparla. Con una mano reggo le sue, con l’altra abbasso la zip dei miei pantaloni e tiro fuori il cazzo duro e dritto. Si dimena cerca di liberarsi e grida, nessuno poteva sentire le sue urla in quel posto. Infilo la mano sotto la gonna, sposto le mutandine in modo da liberare la figa, infilo un dito, lei cerca di fermarmi. Allargo bene la figa, cerco di portare il cazzo dentro, oppone resistenza, fatico ad avvicinarmi, a metterlo dentro. Entrato dentro, è calda, lei continua a dimenarsi, a gridare mentre comincio a scoparla.



Passano tre, quattro, cinque minuti, volevo godermela tutta quella scopata, lei continua sempre a cercare di liberarsi, cerco di baciarla, mi sputa sul viso, comincio a scoparla forte, con violenza.

La scopavo da quasi dieci minuti, non volevo venire, volevo scoparla ancora, volevo godere tanto ma non subito. Non grida più, non si dimena più, sento le cosce aprirsi pian piano, il cazzo adesso entrava una meraviglia dentro quella figa che cominciava a bagnarsi. Sento che comincia a muovere il corpo, facilità sempre di più le cose, mi permette di farlo entrare tutto dentro fino in fondo.



Lentamente le libero le mano, di scatto le mette sulle mie natiche e mi spinge forte contro di se. Spaccamela, adesso hai iniziato e devi farmi venire. Cominciava a piacergli, voleva godere anche lei, aveva voglia di cazzo. La scopo con sempre più forza, violenza e lei gode nel vedere la bestia che è in me scoparla in quel modo. Spingo sempre più dentro, sempre più forte, le grida di aiuto si trasformano in grida di piacere. Si lascia andare del tutto, la dolce signora che avevo visto, fino a qualche minuto prima, non c’era più, era come posseduta, si muoveva sempre più forte, mi spingeva a se sempre più forte, gridava di piacere. Insultami, dimmi che sono una gran troia e ti faccio godere, dimmelo, dimmelo. La insulto in tutti i modi, gridando. Un ultimo grido di piacere, raggiunge l’orgasmo, un orgasmo lungo e intenso. Era il mio turno, mi aveva stremato, il cazzo comincia a pulsare, stavo venendo. Vienimi dentro, non i fermare, fammi godere fino alla fine, fammelo sentire ancora tutto, fammi sentire che ti ho fatto godere. Siiiiiiiii. Esplodo dentro di lei, non smette più di uscire, un fiume di sborra calda, gli riempie la figa.



Che scopata magnifica, ero partito per abusare io di lei e si sono invertiti i ruoli. Resto ancora sopra di lei, non lo tiro fuori. Ora lo tolgo, mi sposto e mi metto seduto al mio posto. Lei ancora con le cosce aperte, si massaggia la figa, era molto compiaciuta, comincia ad uscirle fuori dalla figa la sborra, colando verso il culo. Prende un fazzolettino dalla borsetta, si pulisce, lentamente, non parla, non dice nulla, anche io resto in silenzio e la osservo.



Grazie…se non mi avessi preso con la forza, non avrei mai scopato con te…sono sposata da 20 anni e non ho mai tradito mio marito…adesso mi accorgo che in tutti questi anni di fedeltà, mi sono persa i piaceri della vita…Il marito non la soddisfava più sessualmente, lei per lealtà non ha mai cercato altrove, ma adesso gli avevo fatto conoscere il sesso vero, profondo.



La porto a casa. Tutto il viaggio in silenzio senza dire una parola, pochi metri prima di casa, mi lascia il suo numero, pregandomi di chiamarla e di farla vivere ancora la stessa emozione. Arrivati, scende, la guardo mentre si allontana, entra nel portone, non cè più è andata via. Quella sera, avevo trasformato una brava moglie fedele, nella più grande puttana del quartiere.



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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Manuela De Vivo Invia un messaggio
Postato in data: 13/07/2014 13:57:02
Giudizio personale:
no comment

Autore: Nico5666 Invia un messaggio
Postato in data: 13/07/2014 04:38:14
Giudizio personale:
massa a chi i lettori non siamo tutti uguali con il cazzo al posto del cervello i commentatori a volte invece si

Autore: ManzoMaturo Invia un messaggio
Postato in data: 18/07/2010 00:01:04
Giudizio personale:
ecco il tipo di racconto che piace alla massa dei lettori di Desy...


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