i racconti erotici di desiderya

L’arredatrice

Autore: Il Duca
Giudizio:
Letture: 948
Commenti: 2
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Dovevamo arredare l’appartamento e dopo aver scelto i mobili e il negozio che doveva fornirceli prendemmo appuntamento per la visita del loro arredatore affinchè prendesse le misure esatte specialmente per la locazione delle utenze in cucina

L’appuntamento era per le due del pomeriggio, il sole picchiava ma picchiava così forte che sudavo anche a stare fermo.
Suona il citofono, era il mobilificio, al portoncino di ingresso suona l’arredatore, sorpresa è una arredatrice.

Circa 45 anni, la moglie del titolare del mobilificio, la conobbi la settimana prima, non sapevo fosse lei la mia ospite.

All'apparenza sembrava una donna molto educata e riservata, capace nel proprio lavoro ed appena presi un po’ di confidenza subito ci intendemmo. Nel frattempo che scambiammo quattro parole lei con molta grazia mi fece notare di come era stata maldestra quel pomeriggio nel dimenticare in ufficio la piantina, già abbastanza dettagliata che le avevo preparato.

Mi sembrava una provocazione pensavo fra me, ma come può un professionista recarsi sul lavoro impreparato. Dovevamo prendere tutte le misure daccapo
La cosa però cominciò a farmi veramente piacere ma mi distoglieva molto dal lavoro, sbirciavo in mezzo alle sue gambe ogni volta che si chinava e cercavo di vedere il colore delle mutandine.

Mi eccitava e lei si era già accorta delle mie evoluzioni con la testa; inoltre ogni tanto cercavo una scusa per voltarmi e darmi una "strusciata" al cazzo che mi scoppiava nei pantaloni! Se me lo toccavo ancora mi sborravo nelle mutande.

Volevo scoparmela li per li in quel momento, volevo leccarle la fica e sentirne l’odore finché non mi sarebbe scoppiato il cuore, volevo leccargliela fino a quando il colore della pelle fosse venuto via!

Anche perché era una donna più grande di me (io avevo 27 anni) e io ero diventato un po’ restio a scoparmi una donna più grande perchè dopo una relazione di anni prima (io ne avevo 21 e lei 40), anche se mi ero fatto una esperienza utilissima per il futuro, avevo avuto difficoltà a scollarmela di dosso.

Ma questa la volevo, la desideravo così tanto che mi balenava in mente l’idea di darle una mazzata in testa farla svenire e leccarle la fica e il culo!
La volevo ma non sapevo come fare e per giunta mascheravo il gonfiore del cazzo per evitare quel senso di imbarazzo che aleggiava nella casa.

Dovevo fare qualcosa perché non contenevo più il cazzo, mi stava scoppiando, Maddalena allora, (cosi si chiamava) mi disse che doveva prendere le distanze da terra degli attacchi della lavastoviglie, gli dissi di si e lei con un certo imbarazzo per gli scherzi della gonna disse che se fosse stata da sola se la sarebbe tolta. Presi al volo la cosa e le dissi: “sono già eccitato per le sue cosce, se vedessi il resto le salterei addosso”; lei ribatté che a un “ragazzo” come me non poteva eccitare una vecchia come lei.

Sorvolai sulla vecchia e le dissi: “per mia perversione personale io quando vedo due gambe all’aria e riesco a sbirciare un paio di mutandine mi eccito come un mulo e il pisello mi diventa un pezzo di legno”
Maddalena allora si mise in ginocchio e io nel frattempo cercavo con tutte le scuse di rimanerle vicino e di restaurare quel clima di eccitazione che mi pervadeva, allora lei con tanta grazia femminile si rialzò mentre io ero in ginocchio mettendomi il suo stupendo culo in faccia!

Non mi sembrava vero gliela stavo leccando così velocemente che non ebbe neanche il tempo di dire nulla, sentivo che gemeva e incredibile a dirsi le leccavo la gnocca con tanta voglia che lei si scansò le mutandine per permettermi di affondare meglio la lingua nella sua fica. Riuscivo a vedere anche se i sensi mi sconvolgevano, che aveva anche il pelo curato, depilata ai lati delle labbra e con solo un ciuffetto di peli sul pube, come piaceva a me.

Mi alzai e lei prontamente mi sbottonò la patta dei pantaloni, sembrò come si fosse liberata una molla sotto pressione, il mio cazzo usci fuori in un millisecondo e lei lo imboccò subito, credevo di sborrarle in bocca in due secondi, ma grazie alla sua abilità resistetti un bel po a quella delizia.

Mi leccava le palle me le prendeva in bocca guardandomi con occhietti furbi come se volesse chiedermi se mi piaceva, riuscivo solo a godere e basta, volevo sborrarle in bocca e poi baciarla.

Mi leccava le palle, poi con la lingua saliva intorno al cazzo turgido e quando era arrivata a leccarmi la cappella sembrava carta vetrata, si ribagnava la lingua e poi me lo succhiava, lo teneva in bocca fin dove poteva e dentro la bocca sentivo che la lingua andava intorno sopra e sotto, stavo per scoppiare!

Le dissi che non ce la facevo più e che dovevo sborrare lei si staccò un attimo e mi disse di venirle in bocca, l’accontentai, le inondai la gola le sborrai in bocca e in faccia e lei continuava a leccare fino a quando non rimase più nulla da asciugare. Dopo questi fatti cercammo di ricomporci e di capire cosa fosse successo, lei con dei sorrisi molto delicati disse che avevamo solo fatto quello che due persone che si piacciono avrebbero dovuto fare!

Era seduta per terra sul pavimento, mentre io mi sfilavo i pantaloni,mi disse che voleva scopare e nel frattempo si infilava le dita nella fica, mi avvicinai a lei e glielo misi in bocca di nuovo, senza tanti complimenti cominciò a succhiarmelo e a leccarmelo meglio di prima fino a quando non me lo fece diventare duro come il ferro mi chiese di metterglielo nella fica alla pecorina e di farglielo sentire fino in fondo.

Me la fottei con rabbia e me la sbattevo così bene che mugolava sempre di si, poi volle venirmi sopra, mi distesi per terra, non dico il pavimento quanto poteva far male sulla schiena, ma non me ne fotteva un cazzo stavo scopandomi quella grazia di dio e non mi interessava di null’altro!

Mi fotteva lei a me con molta foga si appoggiò all’indietro sulle braccia e con le gambe aperte seduta sul mio cazzo faceva sopra e sotto, le tette le sobbalzavano la lingua di fuori si leccava le labbra in continuazione.

Poi volle così in quella posizione, io sdraiato per terra che le leccassi la fica mi si sedette in faccia e cominciai a leccarle il clitoride, era duro, lei se la teneva con le dita e mi diceva che mai nessun uomo aveva amato la sua fica come avevo fatto io.

Il pavimento ci stava spaccando la schiena mi chiese di metterglielo nel culo, lo aveva fatto poche volte perché diceva che le faceva male e che gli uomini a cui l’aveva dato non avevano mai avuto un po di riguardo per cui preferiva non farlo.

Me lo leccò e me lo bagnò per bene glielo ficcai dentro piano piano gemeva, diceva che faceva male ma nel frattempo si toccava la fica, entrò tutto e cominciai a stantuffarla nel culo dentro e fuori dentro e fuori ogni tanto usciva fuori e lei prontamente se lo rificcava dentro, mi chiese se volevo sborrargli nel culo o in bocca, io non la sentivo godevo solo, me la scopavo con tanta foga avevo il cazzo sempre più duro e dopo un po sentii che stava godendo e le venni nel culo.


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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Coppiasettimocielo Invia un messaggio
Postato in data: 02/06/2011 13:06:21
Giudizio personale:
sono esperienze che rimangono nel tempo....vero!!!

Autore: DotatoDepilatoRoma Invia un messaggio
Postato in data: 07/04/2011 01:26:52
Giudizio personale:
Niente male, adoro le quarantenni!


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