i racconti erotici di desiderya |
Lettere da una slave.! |
E' sera, i miei pensieri corrono a te, il mio master fantasioso, dolce e inflessibile.
Penso a te, a quello che vorrei donarti, a quello che desidererei tu mi facessi. Venerdì torneremo li sotto, un dungeon che per me rappresenta molto dove posso lasciarmi andare alle tue e mie fantasie. La corda che passa in mezzo alle mie labbra, dolore e piacere che si mescolano, non vorrei quelle pinze, ma so che tu sarai senza pietà e morderai le mie grandi labbra con quelle malefiche pinzette coi denti, il dolore sale fino al cervello, un secondo di dolore per poi affievolirsi piano piano fino a quasi non sentirle più se non saranno assolutamente sfiorate. Tu lo sai, conosci perfettamente ogni mia sensazione per questo non hai assolutamente nessuna intenzione di lasciarle stare, ecco ti stai avvicinando con la scusa di baciarmi, con la mano lievemente andrai ad accarezzare le due morse, sai che non occorre avere la mano pesante, basta una carezza per farmi ricevere una scossa di dolore direttamente al cervello, le mie suppliche non servono a nulla, sei deciso a farmi sentire questa fitta. Non basta, troppo è la tua soddisfazione nel sentire le mie suppliche che decidi di tirare ancor di più quella corda che mi tiene leggermente sollevata da terra, vorrei poggiare l'intero piede ma tu non me lo permetti, ti accorgi che la corda ha ceduto un po' ( o sono io che mi sono abituata al dolore e piano piano riesco ad adagiarmi su quella seduta al quanto scomoda?) e con decisione aumenti la trazione di quello strumento di tortura, come al solito vani sono i miei lamenti, le mie urla. Ti avvicini a me, dolce mi baci sulle labbra, per soffocare i miei lamenti e nutrirti del mio dolore. All'improvviso prendi i miei capezzoli fra le tue dita, li stringi, li accarezzi, li stringi ancora....tutto questo per farli eccitare ed uscire ben bene, cosa vorrai mai farci??? Ecco prendi il solito attacapanni (lo conosco, lo odio, tu sai quanto siano sensibili i miei capezzoli) e lo piazzi a mordere i miei due bottoncini, inizio a lamentarmi, sei stanco di me e dei miei urli e decidi inflessibile di punirmi mettendo in trazione anche loro. Leghi una corda all'estremità dell'attacapanni, la porti sulla carrucola appesa al soffitto, inizi a far girare piano piano la manopola, vorresti vedermi piangere ma sai che non è facile, urlo, ti piacciono i miei urli, godi nel sentirmi sofferente, ti eccita sapermi li in balia delle tue voglie....ma non eccita solo te, sai che il tuo piacere sadico si riflette su di me. So che tutto ciò che mi stai facendo ti procura piacere e il sapere di essere io l'artefice del tuo piacere mi porta a godere indirettamente. Vedi che la corda inizia a bagnarsi, si la tua schiavetta inizia davvero a godere...che fare? punirla o premiarla? Decidi che il mio supplizio non deve ancora finire, coi capezzoli ben tirati prendi la candela, l'accendi, la porti vicino al mio viso per farmi sentire il calore della fiammella, lasci che un po' di cera cada proprio alla base di quel capezzoli inverosimilmente tirati, sento il lieve calore sulla mia pelle, passi all'altro, l'aureola, il seno, il ventre, le gambe, cerchi di ricoprire ogni cm di pelle con quella cera calda, bollente (oddio ne servirebbe altro che una di candela!!!!), giri la manopola e in un sol colpo sento tirare la corda della micia e quella del seno, oddio si sta strappando l'attaccapanni dai capezzoli, un dolor forte, insoppostabile, urlo un "basta "soffocato, "non resisto più, toglilo ti prego"....non serve a nulla, il tuo subdolo e sadico intento è proprio quello di vederlo strappare dai miei capezzoli, è un attimo, il dolore diventa insopportabile per pochissimi secondi e appena la morsa avrà ceduto un sollievo pervaderà il mio corpo, finalmente si è staccato, finalmente i miei capezzoli sono liberi da quella tortura. Che strano però, sento la corda sempre più umida...oramai neanche io mi stupisco più di nulla, la mia eccitazione sta toccando il massimo, una tua lieve carezza al clito sarebbe sufficiente per farmi venire. Tu sai anche questo (tu accidenti sai tutto)...decidi che sarebbe troppo bello procurarmi il piacere senza un minimo di dolore, no così non va bene, ti piace vedermi dolorante e supplichevole (a volte mi hai visto anche rabbiosa ma sai che non lo farai succedere più....mi vuoi docile e saprai ottenerlo da me!) allenti la corda, toglie le pinzette, mi fai credere che le torture sono al termine, mi baci, mi accarezzi il collo, mi accarezzi il viso, sai che di me possiedi tutto, il corpo ma soprattutto l'anima. Io penso ecco ora mi farà godere, mi regalerà un attimo di piacere, sono pronta, sono in trepida attesa. Mi fai sdraiare sul tappetino imbottito, mi leghi le gambe al divaricatore, sono aperte, la mia micia è esposta, aperta, sai che potrai farci di tutto, io prego mentalmente di vedere in azione il mio "famoso" spazzolino, prego di essere riempita dai plug che mi hai regalato, ti avvicini e senza pietà riposizioni un po' spostate quelle maledette (ma mi piaciono da morire) pinzette, passi piano piano la corda negli occhielli e inizi di nuovo a tirare, vuoi la micia aperta tanto da poterci vedere dentro, avvicini di nuovo la candela, devi riempirla di cera bollente.....inizia a cadere la prima goccia, un fremito percorre la mia pelle, ma come? e quando mi farà godere? XChè non me lo sono ancora meritato? Per 5 minuti giochi con la cera, la sento completamente piena, calda, umida, sempre più eccitata. Prego ancora di farmi godere, l'attesa sta diventando ancora più insopportabile del dolore. Ti avvcini al mio clito con lo spazzolino, inizi a sfiorarlo, ma decidi di fare un gioco....decidi che non è ancora arrivato il momento di farmi godere, lo azioni e lo spegni subito, così per 4 5 volte. I miei lamenti iniziano a farti gioire, senti che fremo dalla voglia di sfogare il miei istinti, senti che la sofferenza non è più fisica ma mentale, senti che sono inerme fra le tue mani in attesa di un orgasmo che come un urgano pervaderà il mio essere, sai che solo tu saprai e potrai donarmelo. Decidi di farmi aspettare ancora un po', spegni lo spazzolino, togli la cera e piano piano infili il plug nella micia, inutili e invani i miei lamenti di togliere le pinze, lo vuoi infilare così, troppo bello senza le pinze, sai che se togli quelle basterà anche solo infilare un dito per farmi godere e per te non è ancora arrivato il momento. Delicatamente (non serve la violenza le pinze fanno il loro dovere) posizioni il plug nella micia, predi l'altro gonfiabile e lo posizioni dietro, sai che adoro essere riempita ovunque e pensi che io me lo sia meritato. Inizi a pompare, il plug dietro si gonfia, sento l'intestino che si apre, sai che la sensazione è un misto di piacere ad un lieve dolore, si lieve ma pur sempre dolore. Ora accarezzi con un dito umido della tua saliva il mio clitoride, lo senti è li duro, rigido non resiste più neanche lui, vuole essere accarezzato usato per procurarmi piacere. Si è arrivato il momento....predi lo spazzolino e inizi a procurarmi il primo orgasmo, sai che il primo, il secondo e anche il terzo orgasmo saranno liberatori, sai che quelli mi procureranno un piacere immenso, così come sai che più orgasmi ravvicinati alla fine sortiranno l'effetto di dolore, insopportazione....ma come cavolo fai a sapere sempre tutto mi domando io? Ancora inerme fra le tue mani non posso che sperare che tu ti voglia fermare al decimo orgasmo perchè io già dopo il terzo non ce la faccio più, mi stai asciugando l'anima, mi stai facendo impazzire di piacere e dolore insieme. Si basta così, decidi, ti avvicini dolce come al solito (la tua dolcezza è quella che ha rapito ogni cm del mio essere), mi baci come volessi rendermi un po' di vitalità, xchè per te il gioco non è ancora finito. Mi permetti di rifocillarmi un po', mi fai bere e riposare qualche minuto per poi ricominciare inflessibile nel tuo gioco sadico di piacere e dolore...gioco che tu sai io adoro, gioco che sai procura piacere ad entrambi. |