i racconti erotici di desiderya

Motel


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Motel

Eccomi qua. Ancora tardi. Il lavoro mi sta massacrando. Troppe ore dedicate. Appena arrivo a casa sarà la solita litigata. Lavori troppo, mi dirà. Non stiamo mai assieme, mi dirà. E’ tutto vero. Ma è cosi. E poi il mio lavoro mi piace. Tutto il giorno in giro. Tanti contatti con persone diverse. E poi, importantissimo, sfogo alla mia passione: il travestimento. Sono un travestito in privato, come ci chiamiamo tra di noi, per dire che sono fatti nostri, privati, che lo facciamo solo per il nostro piacere. A me piacciono le donne, ma ogni tanto, ultimamente spesso, amo sentirmi “puttana”. La mia dotazione è nella macchina, dentro una borsa anonima. Questa settimana niente incontri. Solo cene di lavoro. Ma quella borsa è sempre a portata di mano. Dentro c’è tutto un mondo, non solo “vestiti”. Ogni pezzo ha una sua storia, un ricordo. Tutte cose acquistate in negozi, via internet, regalate dai miei “amanti”. Che sono uomini, coppie, transex e anche, poche volte, donne. Mentre guido mi vengono alla mente ricordi vari: la prima coppia, la donna-padrona che voleva dominare una donna ma aveva bisogno di cazzo: dunque un trav, uomini e travestiti che hanno riempito la mia vita di piacere. Il professionista toscano che continuava a dire: “non sono gay, non sono gay” ma lo prendeva nel culo con urletti di piacere... Tante persone diverse. Mi viene la voglia di trasformarmi in Patty. Se ci fosse un motel in zona trovo una scusa e non vado a casa stanotte. Tanto che arrivo o che non arrivo si litiga comunque. Mi fermo e consulto Internet: c’è un motel a 15 km dalla prima uscita. Quasi quasi...fammi pensare se conosco qualcuno da quelle parti...no nessuno...va beh faccio da solo...da sola... Telefonata motel. Hanno stanze libere. Prenoto. Telefonata a casa. Solita solfa. Finita. Imposto il GPS e riparto. Mi porta al motel senza problemi. Prendo la borsa e faccio il check-in. Mentre aspetto mi guardo intorno. Sembra pulito e confortevole. Se mi trovo bene lo tengo presente per i miei incontri. Entro in camera. Normale, senza infamia e senza lode, la solita camera di motel. Ma pulita. Guardo dalla finestra. C’è un giardino interno. Quasi quasi mi vado a fare un giro travestita da troia. Mi spoglio nudo...nuda è meglio. Apro la borsa: cosa metto? Scelgo un corpetto con reggicalze di latex, rosso fuoco, le calze nere con riga e tallone, un perizoma di saten rosso, guanti di latex sempre rossi. E sopra al tutto un vestitino di raso nero. E le scarpe? Decollete rosse, o sandali con zeppa neri? No ho deciso: mules rossi con zeppa e tacco 18: fantastici!!! Metto tutto sul letto e vado in bagno a truccarmi. Mi sono depilata l’altro giorno...sono ancora bella liscia. Fondo tinta coprente, ombretto, matita, mascara, rossetto rosso fuoco, niente smalto per unghie tanto ho i guanti. Ai piedi? Quasi quasi...dai facciamolo, mi piace molto. Ok fatto, trucco e parrucca rossa a riccioli, non troppo lunga. Mi vesto. Mi guardo. Bella puttana!!! Mi piaccio...come sempre. Sono le due di notte. Esco nel corridoio: nessuno. Meno male che sono al piano terra. Trovo la porta che da sull’esterno ed esco in giardino. Piacevole frescura. Cammino, anzi sculetto sui tacchi. Fantastica sensazione!!! Mi viene voglia di fare pipi. Cerco un albero e mi avvicino. “Ehi che si fa qui?” La voce di un uomo mi fa sobbalzare. “Non si fanno queste cose in giardino” continua il tipo. Non so cosa dire e cosa fare...sono paralizzata!!! Viene piu’ vicino. Mi guarda. “Ma tu non sei una donna!” dice “Pisci d’impiedi!. Mi squadra da capo a piedi e fa “Ahhhh sei un travestito!”. Che deduzione vorrei dirgli!!! Ma sono ancora paralizzata dalla paura!!! Mi gira intorno...guarda...scruta...e dice “Devo dire che non sei male...” e poi “Stasera ci divertiamo...” e cambiando tono: “Mettiti in ginocchio...troia!” All’innalzamento della voce mi scuoto...vorrei scappare ma la sua voce imperiosa non mi permette di muovermi...mi metto in ginocchio... “Brava la troietta...”. Si mette davanti a me... “Vediamo cosa sai fare puttanella”. Io comincio ad eccitarmi, forse la voce, forse il torpiloquio, forse la situazione...ma mi eccito. Spinge in avanti il pube. “Forza...”. Mi faccio avanti e comincio a slacciare la cintura dei pantaloni, poi i bottoni...ecco la mutanda...e dentro il suo cazzo...grande...non enorme ma grande...lo prendo in mano e alzo gli occhi. Li incrocio con i suoi e lo guardo. Bel ragazzo penso. Comincia ad ansimare lievemente. Comincio a muovere la mano. Il cazzo cresce, si alza. La mano scende e risale. Lui ansima e mi insulta “Brava troia, muovi la mano puttana”. La cosa è eccitante. Avvicino la bocca...abbasso la pelle...bella cappella lucida. Piccolo colpetto di lingua...gemito di godimento. Altri insulti “Dai vacca succhialo, troia, prendilo in bocca”. Aspetto. Altri colpettini di lingua...altri gemiti. Lo ingoio. Bello...bello...bello. Muovo le bocca su e giu’ fino alle palle. Lo sento godere. Mentre sono intenta nel pompino sento altri passi. Tento di girarmi ma la sua mano mi blocca la testa sul cazzo. “Te l’avevo detto che stasera di divertivamo, zoccola”. Sento una mano sul culo, un’altra mi tasta le palle. Ma sono due tocchi diversi. Ci sono altre due persone? Non lo so sono bloccata con un cazzo duro in bocca. Sento ansimare piano ed il vestito alzarsi. Una mano si posa sulla chiappa nuda e si fa strada verso la fessura. “Come l’hai trovata questa puttanona, Gianni?” dice una voce dietro di me; “Pisciava contro l’albero la troia” dice quello chiamato Gianni di cui ho il cazzo piantato in gola. Sento aprire piano piano il buchetto. Entra un dito. Si muove. Su e giu’ e circolarmente. Ne entra un altro. Mugolo. “Gli piace alla zoccola”, voce ancora diversa. Sono in tre. Mi prende un po’ di panico. Solo un po’. Poi eccitazione. Pura e semplice eccitazione. Continuo a succhiare con “Gianni” che spinge la testa sul suo cazzo. Le dita dietro aumentano il movimento. Mi piace. Arriva un altro cazzo sulla mia faccia. Picchia sulle gote, sul naso. “Gianni” fa uscire il suo cazzo e mi infila sull’altro. Cambia il gusto, non la dimensione. Succhio e lecco come una vacca; mentre le dita sono diventate tre. Mi aprono il buchetto. Immagino il perchè e la cosa mi eccita. Se ne accorgono perchè aumento il movimento di bocca. “Ehi la troia si sta eccitanto!” dice quello che sto sbocchinando. “Allora cambiamo strumento...”, quello dietro di me. Toglie le dita, sento una zip aprirsi, e un tocco caldo sul buchino. Il suo cazzo. Spero non sia grosso, sono asciutta, no spero lo sia voglio essere sfondata...non so cosa voglio...l’eccitazione aumenta. Sento inumidire la mia fichetta. Dita bagnate entrano e escono. Di nuovo il tocco...ora pero’ spinge. Spinge. Sento uno sputo arrivare. Spinge, ancora, si apre. Dolore. Solo un attimo. E’ entrato...ohhhhh....mi sembra grosso....ohhhhh...entra...si ferma...esce...rientra e spinge piu’ forte...ahhhhh...ohhhhh...è entrato. Lo sento dentro che mi riempie. Aumento ancora il movimento di bocca. Adesso passo da un cazzo all’altro. Lecco, succhio, mugolo. “Hai visto la puttana come gode? Rompila Fabio!!!”. E “Fabio” non se lo lascia ripetere due volte. Pompa che è una meraviglia. Sento il suo cazzo nelle viscere...grosso...duro...lo voglio tutto...lo prendo tutto. Sento le sue palle sbattere contro il mio culo. Meraviglioso! Mi sfonda! Meraviglioso! Poi esce. Mi fa girare con la schiena in terra. Si inginocchia e mi alza le gambe. Avvicina il cazzone e mi riempie ancora...ancora...ancora... Mugolo e godo come una cagna in calore. “Gianni” e l’altro mi rimettono i cazzi in bocca...lecco...succhio...lecco...godo! “Fabio” è eccitatissimo. Pompa come un forsennato: “Ti sfondo troia, ti sfondo questo culone che hai puttana, ti sbatto fino a farti uscire la merda, zoccola...”. E intanto mi tocca il cazzo, mi lecca le scarpe e i piedi...è in trance sessuale! Gli altri due non stanno certo fermi. A turno mi scopano in bocca, infilano il cazzo fino alla gola: “Brutta baldracca in calore, lecca il cazzo, senti come ti scopa, troia!”; Sento il cazzo di “Fabio” ingrossarsi...sta per venire...dai...penso...vieni...riempimi di sborra...vorrei urlarlo ma non posso parlare...ho la bocca piena... Ecco viene “Ahhhhh brutta troia, godo...godo...puttana...godoo...godooo...siiiii!!!” Arriva un torrente di sborra calda. La sento nelle viscere. Adesso è il turno di “Gianni”. Viene sopra di me e mi infila senza fatica e senza ritegno “Eccomi troia, lo senti come ti sfonda!!!” Lo sento, lo sento. Pompa come un forsennato. Dura poco. Mi riempie. Anche l’altro vuole fare la stessa cosa. Ho il culo in fiamme ma godo come una pazza. Mi gira alla pecorina. Entra, mugola e geme ma non parla. Anche io mugolo... ”Ohhhhh...è bellissimo...” dico. Lui si eccita ancora di piu. Viene quasi subito. Altra innondazione. Fantastico! Poi vengono tutti e tre dalla mia bocca. Li pulisco per bene. Gusti di sborra diversi. Mi piace pulire i cazzi dopo la scopata. Si alzano. Mi guardano. “Brava la nostra puttana” dicono praticamente i coro. “Adesso ti facciamo bere...”. Capisco e mi eccito ancora di piu. Vedo al chiarore dei lampioni i tre cazzi su di me. Sento gli sforzi. Apro la bocca. Tiro fuori la lingua. La prima goccia arriva. Non so di chi è ma è buonissima. Mi eccito ancora di piu. “Anche il piscio gli piace alla baldracca!” Altre gocce e poi la fontana...in faccia...in bocca...sul corpo...sul cazzo...sul buchetto infiammato... Io faccio imbuto con le mani per non perderne neanche una goccia...mi riempio la bocca...la sputo a cascatella...la riprendo...dura un’eternità...ne hanno da affogarmi! Bellissimo...mi accrezzo il corpo, il cazzo, e mi lecco le mani guantate. Loro sono estasiati. Mi guardano. Non parlano. Si rivestono. Sento un foglietto cadere sulla mia faccia. “Quando passi di qua, chiama, troia...”. Se ne vanno. Voglio godere anche io. Qua, adesso, senza vergogna. Sento il gusto del piscio in bocca...il cazzo è duro...comincio a menarlo...non duro tanto lo so...ma vado piano per assaporare il piu’ a lungo la sega. Lecco piu’ piscio che posso. Godo....godoo...godooo...godooooo!!! Esplodo con una sborrata incredibile, copiosa, densa, fantastica. Mi lecco le dita che sanno di sborra e piscio. Un po’ traballante mi alzo. Prendo il foglietto, leggo: un numero ed un nome “Gianni”. Ti richiamero’ “Gianni”, anzi vi richiamero’, sicuro.

Henry


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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Nikvoglioso Invia un messaggio
Postato in data: 12/05/2011 20:03:03
Giudizio personale:
lo farei anche io


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