i racconti erotici di desiderya |
È tutto finito |
“E’ finita.. è tutto finito!”
La ragazza era di spalle, la fronte appoggiata alla finestra,le mani aggrappate al davanzale quasi avesse paura di cadere..non voleva sentire quello che stava sentendo. Le nocche bianche per lo sforzo di non lasciarsi andare. Le spalle abbandonate come sotto un peso che lei non era più in grado di reggere che ad ogni parola si faceva più insostenibile. Era nuda, sembrava guardasse fuori ma non era così, stava fissando con attenzione quasi maniacale la maniglia della finestra come se fosse importante, nel vortice dei suoi pensieri e dei suoi sentimenti era come se avesse bisogno di un appiglio, di qualcosa di concreto sul quale fermarsi. Fissava la maniglia, ne studiava le piccole viti, la lieve traccia di polvere, il riverbero della luce sulla cromatura, non riusciva a distogliere lo sguardo. Era nuda, la fronte contro il vetro, i capelli che le coprono il viso, le mani aggrappate al davanzale come se ne andasse della sua vita. Gli unici appigli… quella maniglia e quel davanzale. Il controluce e la penombra della stanza, ormai è quasi sera, disegnano sulla schiena nuda di lei mezzelune di ombra, sottolineano le curve scarne del corpo quasi da ragazzo, accentuano . Non lo vede e non lo sente più, sa della sua presenza ma non ne sente nemmeno il respiro. Non vuole sentirlo, non vuole sentire quello che lui ha da dirle.Ogni parola è una coltellata che la piega, non vuole ascoltarlo. Sa che è tutto finito ma si aggrappa al gioco da bambina… se non ho sentito non vale.. Sa che è tutto finito, sa che il parlare di lui è solo una sorta di forma. E’ tutto finito anche senza che nessuno lo dica. Ma sentire la voce di lui così fredda così definitiva così quasi arrogante nel sapersi nel giusto la trafigge. Lui è crudele sa di esserlo, vuole esserlo. Si sente ferito e sa solo attaccare quando soffre, si sente impotente ed è un sentire che lo spiazza, vorrebbe poter fare qualcosa poterle fare cambiare idea. L’ha pregata, supplicata, insultata, aggredita, lei è immobile da un tempo interminabile studia la maniglia aggrappata al davanzale. Lo sente avvicinarsi lo sente respirare e muore un poco, com’è familiare quel respiro, più del suo stesso respiro, quel respiro che era…che è la sua vita, non sa pensare di poter viverne senza. Lo sente vicino ma non si muove, non è in grado di muoversi,sa che perdere gli appigli, per quanto ridicoli possano sembrare, equivarrebbe a crollare. Non sa fare altro che aggrapparsi a quel davanzale, la fronte gelata a contatto con il vetro, i capelli sul viso. Lo sente vicino, lo sente con la pelle, come si fa a spiegare alla pelle che è tutto finito.. lo sente con le viscere che gridano, lo cercano.. non ha cuore o cervello è solo sensazioni istintive per il resto è blackout totale. Niente razionalità, niente sentimento, troppo dolore, non sarebbe in grado di affrontarlo..lo sente.. quanto vicino.. quanto è facile per il corpo di lei sentirsi in sintonia, vibrare all’unisono con quel respiro, con quel calore, come si può dire al corpo di smettere di vibrare, spiegare ai nervi che è tutto finito. Per lui non è diverso, sì è vero lui è in grado di parlare e di muoversi, lui sta gridando e insultando, ma anche lui è pelle e respiro e la pelle e il respiro di lui la sentono gemere come un animale ferito la sentono fremere della sua vicinanza ..anche lui è nudo lei lo conosce come se lo stesse guardando. La grana della pelle, la sensazione al tatto, i percorsi Lo conosce e lo sa riconoscere con tutti i sensi indifferentemente, perché imparare una persona che devi perdere, come si fa a dimenticare, come si fa a dire ai ricordi è tutto inutile lasciatelo andare, è tutto finito .La tocca, una mano aperta sul ventre una sulle reni…Tutto si annebbia, non ha più coerenza, nebbia rossastra …la schiaccia quasi tra le sue mani, grandi mani la avvolgono quasi completamente, piano comincia a cercare di staccarla da lì, vorrebbe farsi guardare vorrebbe vederle il viso… Totale incoerenza.. lei non è più altro che fuoco, un fuoco che la divora e la consuma e quel davanzale dal quale non sa più staccarsi come se fosse l’unica cosa concreta nel suo universo che sta crollando.. non è in grado di pensare l’unica cosa che fa è rimanere aggrappata. Lui la stringe tra le mani.. lei è creta tra le sue mani, non è mai stata in grado di opporvisi non lo ha mai voluto, non lo vuole ora. Il suo corpo grida grida l’assenza, grida il suo dolore, ancora lo vuole, lo ha sempre voluto.. e lui lo sa.. La sente vibrare tra le sue mani, gemere involontariamente, si sente a sua volta vibrare per quel corpo così abituale ma ormai perso .La vuole ma non vuole farle del male non vuole accondiscendere al desiderio di dolore di lei.. quasi un’espiazione..quasi una conferma pratica di una condizione generale..non vuole farle del male sarebbe troppo facile sarebbe anche pericoloso in questo momento anche lui non è così coerente o razionale ha paura che lasciarsi andare sarebbe violenza inaudita violenza per lenire il dolore , violenza per distrarre il sentire. Piano comincia ad accarezzarla non mani dolci leggere, mani frenate vibrano per non cedere ma passano pesanti sulle reni di lei scivolano sulla schiena, contano le vertebre..tutto è lentissimo troppo vicini a perdere il senso della misura. Continua a massaggiarla mentre con l’altra mano cerca di tirarla a sé.E’ un muoversi lento solo dopo un po’ si rende conto che lei adesso ha la schiena piegata in avanti, una mano la schiaccia sulle reni una cerca di tirarla sempre più indietro. Coscienza improvvisa come un soffio in entrambi come è facile per lui vederla così offerta, indifesa, come è facile per lei sapersi offerta e indifesa ,la pelle, le viscere, il corpo, la mente, i pensieri tutto in loro è già andato.. già partito per una strada più facile da seguire che e da lasciare. Lo sente dietro di lei.. vibra conscio di quello che sarà, quasi impacciato sente il desiderio di lei ma non osa forzare la mano: è l’ultima volta. L’ultima volta. Come si può continuare sapendo che sarà l’ultima volta..non sanno, entrambi , pensare come sarà poi.. poi.. come può esserci un poi in un universo successivo.. dove è stata la svolta che ha ucciso tutto senza spegnere nulla..che crudeltà infinita volersi tanto senza volersi più..che crudeltà infinita volersi tanto senza volere un futuro..quando hanno rinunciato al futuro,quando. Non la voleva così, non la voleva così senza guardarla in faccia, senza sentirla vicina.Non la voleva così come due estranei senza una storia. Ma forse sono ormai estranei? Adesso che è stato detto che è tutto finito forse è un incontro di altri, non sono più loro ad incontrarsi, chiamarsi urlando e respingersi nello stesso momento.Forse è giusto che sia così. Ma non la vuole così..piano la lascia andare e lei si accascia sempre aggrappata al davanzale. Piano comincia con dolce determinazione a aprirle le dita a staccarla da lì..Piano, un dito alla volta e le bacia le mani poi, poi la raccoglie come fosse una bimba, la prende in braccio gemente, la abbraccia come a proteggerla e la posa delicatamente sul letto. Le si avvicina piano ha paura della paura di lei, il momento della violenza è passato adesso. Lui è invaso..forse intriso, come spiegare ..annegato in una sorta di dolcezza infinita, un magone lieve, un singhiozzo di premura, di necessità, di protezione . Bambina sperduta e quasi incosciente è stata sempre quello che lui voleva lo strazia vederla ridotta così, comincia a baciarla piano le bacia le mani quasi insensibili per lo sforzo di essere state l’unico appiglio nel buio. Le bacia gli occhi ancora chiusi. Come vorrebbe guardarla, come vorrebbe che lei potesse guardarlo.. La prende in braccio e comincia a cullarla: una sorta di movimento ipnotico, cerca di seguire il ritmo dei gemiti di lei; vorrebbe riuscire a scaldarla; a strapparla al gelo che la fa tremare, al buio dove si è nascosta. La culla piano parlando parole incoerenti, cercando una voce rassicurate, una nenia da bambini per accompagnarla, forse la vuole addormentare nella speranza che il sonno sia riposo. Nella speranza che il sonno sia pace. E’ così stanco,così stanco..la tiene in braccio, la culla dolcemente, la accompagna con parole senza senso per darle una strada sonora da seguire cercando la calma.. Non l’avrebbe mai presa così, la culla per farla dormire e piano la sente accasciarsi, sente il suo respiro farsi regolare la stringe piano. Com’è tutto difficile ma non c’è più nulla è tutto finito. Lei dorme.. il viso leggermente imbronciato, le lacrime ancora le rigano il viso ,ogni tanto un singhiozzo ancora la scuote nel sonno. La guarda, non sa come sarà la vita adesso, non sa il futuro, non sa il respiro, non sa i riferimenti.La guarda ma non si attarda più, è venuto il momento: la posa delicatamente sul letto la copre con il lenzuolo leggero, si scosta, si riveste e esce. Esce dalla stanza, esce da quella casa, esce da quella vita anche se non sa se fuori c’è ancora vita per lui. Chiude la porta senza fare rumore..”Buonanotte amore mio.. E’ tutto finito….” |
I vostri commenti su questo racconto | ||
Autore: | Replay9 | Invia un messaggio |
Postato in data: | 21/12/2006 17:43:29 | |
Giudizio personale: | Leggero e inutile. | |
|
||
Autore: | Feroce | Invia un messaggio |
Postato in data: | 18/12/2006 12:15:24 | |
Giudizio personale: | bellissimo!! | |
|
||
Autore: | Target55 | Invia un messaggio |
Postato in data: | 16/12/2006 18:23:26 | |
Giudizio personale: |
Hai una gran *penna*, amica mia: riesci a fissare nello scritto le sensazioni che tutti abbiamo provato, ma che solo pochi hanno la capacità di organizzare in parole. Solo chi ha molto gioito e molto sofferto, può scrivere queste cose. Sono felice di averti convinto a pubblicare col tuo *nome*, dopo aver pubblicato per te *Luce ambrata*. Brava, davvero!!! |
|
|