i racconti erotici di desiderya

Uno sconosciuto


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Era tarda notte e stavo rincasando. Pioveva, ricordo, e sulla strada che porta a casa mia, un lungo viale buio, non c’era anima viva.

Ero a piedi e camminavo svelta, nonostante i tacchi a spillo.

L’ingresso, nello stabile in cui vivo, è in comune con gli altri inquilini. Inserisco la chiave nella fessura del portoncino quando, alle mie spalle, vedo una luce. Sono i fari di un automobile che puntano dritti verso di me. Mi volto, cerco di capire se si tratta di qualcuno che abita lì.

La macchina si ferma, un uomo sulla cinquantina scende.

“Vai a dormire?”, mi chiede mentre si avvicina.

“Sì,”, dico. “Ma chi sei?”.

“Ah, ti ho notata, prima, al Good. Sei un trav, vero?”.

“Sì, perché”.

“Mi chiedevo se avevi voglia di un po’ di cazzo”.

Era vicino, quando mi disse questo.

“Sì, tesoro. Ho voglia di bere un po’ di sborra, stanotte”.

“Bene, perché io ne faccio tanta. Preparati”, mi dice.

“Dai, vieni dentro”, faccio io. “Prima che ci senta qualcuno”.

Entriamo nel mio appartamento. Lui sfodera subito il cazzo. E’ duro, un’asta lunga e tesa. Ha una cappella grossissima.

Poi si toglie i pantaloni e le mutande.

“Voglio che mi succhi le palle, troia”, dice.

Mi chino davanti a lui e inizio a ciucciargli i coglioni.

“Prendili bene in bocca, vacca, altrimenti mi arrabbio”.

Ha le palle grosse come due meloni. Mi riempiono la bocca. Le tiro verso di me, mentre le ingoio.

“Succhiale come si deve. Voglio che me le lecchi, vacca”.

Lecco quei grossi coglioni.

Poi mi prende per i capelli e mi costringe ad ingoiarle tutte, quasi soffoco.

“Continua a ciucciarle, puttana, e ficcati qualcosa in culo”.

Non ho niente sottomano. Lui nota una bottiglia aperta sopra i tavolo.

“Su per il culo, tutta”.

Scosto il perizoma e mi siedo sopra la bottiglia.

“Giù, tutta, fino in fondo, voglio vedere che culo sfondato hai, puttana”.

Il collo della bottiglia mi invade il culo. Arrivo fino a metà. Ho l’ano aperto, sento dei dolori lancinanti.

“Tutta ho detto”, e mi spinge giù con forza.

Sento il buco del culo che si apre in due.

“Ti piace, eh, troia?”.

Non riesco a dire niente perché ho ancora i suoi giganteschi coglioni in bocca.

“Basta con i coglioni, vacca, adesso succhia il cazzo, fino in fondo”.

Predo il cazzo in bocca fino in gola. Lui continua a spingermi la testa. Ho qualche conato. C’ho il cazzo in gola.

La bottiglia è quasi tutta su per il culo. Lui mi prende il cazzo e comincia a menarmelo. Ce l’ho duro come l’acciaio.

“Sto per venire, vacca”, mi dice. “Apri la bocca, spalancala”.

La apro del tutto.

Mi viene in bocca, una sborrata lunga, calda, con diversi fiotti.

“Bevi, vacca, bevila tutta”.

La ingoio.

Lui, velocemente si riveste.

Se ne va senza salutarmi. Rimango lì, con la bottiglia nel culo, e mi sego.

E poi mi metto a letto.



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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Selvaggiacoppia Invia un messaggio
Postato in data: 10/06/2012 13:07:57
Giudizio personale:
se si rompe la bottiglia son cazzi tuoi!!!!

Autore: Skyline Invia un messaggio
Postato in data: 27/10/2010 17:31:13
Giudizio personale:
banale ed inventato

Autore: Bertone Invia un messaggio
Postato in data: 05/12/2007 22:41:52
Giudizio personale:
hm...


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