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Valeria 1 - l'incontro


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Chi ero, soprattutto “cosa” ero. Domande che confusamente, senza averne piena consapevolezza, iniziavo a farmi, quasi neanche adolescente. Domande che mi aggredivano, con la forza, la cattiveria dei compagni di scuola, in quelle ore terribili di ginnastica, nello spogliatoio quando ci si preparava per la lezione, quando la nudità veniva esposta agli sguardi indagatori e beffardi.







Terza media, 13 anni ancora da compiere, magrolino, capelli lunghi biondi, nessun pelo neanche a pagarlo né sotto le ascelle né sulle gambe o sul petto, non parliamo delle guance che poi diventavano rosse per le battute e le allusioni dei compagni ai quali già comparivano con nettezza i segni maschili della crescita.







Quanto invidiavo quelle gambe già piene di peli, quei visi dove appariva già l’ombra di una basetta o di baffetti maschi! Niente, io ero diverso, sembravo più una ragazzina che un maschietto. E quei commenti, che ferivano ancor di più quando erano fatti con le mezze parole o i sorrisi allusivi, mi spingevano a pensare, a cercare di sentire quello che avevo dentro….il sesso……………………….







……..incominciava a manifestarsi una strana voglia e turbamento ed eccitazione per qualcosa che non riuscivo a mettere a fuoco, la curiosità feroce per una cosa misteriosa che univa gli uomini alle donne e per la quale io non capivo, non sentivo cosa fare…







Ed allora, nella primavera ormai avanzata, nelle ore dopo il pranzo, quando gli impegni della scuola lo consentivano, iniziai ad andare nel parco principale della mia città dove, si diceva, andavano le coppiette a pomiciare ma anche a scopare, i profilattici usati erano un segno. Trovarle, spiarle di nascosto era più di un gioco, era, solo ora lo capisco, la ricerca di me.







Un pomeriggio, mentre passeggiavo in un viottolo appartato cercando di trovare qualche coppietta all’opera, si avvicina un giovanotto sui trent'anni, con una tuta da benzinaio, sembrava volesse una informazione e invece mi prende la mano e, strusciandosela sulla patta, mi chiede se gli faccio una sega. La sorpresa ingigantì la paura, il ricordo di cronache lette sui giornali, dei maniaci che aggredivano i bambini, tremavo e dicevo di no, di lasciarmi andare, che non volevo, che andasse a spiare le coppiette, che mi lasciasse stare….. fortunatamente in fondo al viottolo c'era altra gente e così mi lascia andare via.







Solo una volta tornato a casa riuscii a mandare via la paura……..ma dopo la paura, subentrò una strana eccitazione… quel contatto sulla patta non mi aveva lasciato indifferente, era la prima volta che qualcuno, che importanza aveva se era un uomo?, aveva manifestato interesse fisico per me… ci pensavo giorno e notte. E così decido di tornare sul posto. E lo faccio per più settimane di seguito. Ma non lo trovo, e il pensiero di quell’incontro si fa ossessivo, cento diventano i ricordi, mille le idee su come comportarmi in un’occasione simile.







Solo dopo un mese, finalmente, lo ritrovo, si avvicina. Avevo il cuore in gola, ma ero pronto, quella scena l’avevo già vissuta molte volte nella mia testa. E quando con un sorrisino mi ripete la richiesta, invece di dirgli di no come lui si aspettava, faccio la verginella smorfiosa e gli dico che sulla stradina possono vederci, che lì mi vergognavo……resta sorpreso dalla mia risposta ma si riprende subito, mi prende la mano e mi dice di seguirlo….andiamo più avanti, in un posto nascosto, un vecchio rudere, e lì si abbassa i pantaloni della tuta....un bellissimo cazzo duro, era il primo cazzo eretto che vedessi, mi sembrò enorme, forse non particolarmente lungo ma bello grosso, un vero splendore! Glielo tocco, poi lo afferro e incomincio a masturbarlo mentre lui, appoggiato alla parete sembrava in estasi…..ma poi sento un impulso, gli chiedo se potevo baciarglielo....e senza aspettare una sua risposta mi chino e inizio a leccarlo per tutta la sua lunghezza e poi la cappella….non resisto e inizio a succhiargliela e dopo le prime timide succhiate apro bene la bocca e ingoio avidamente tutto il suo cazzo, ho quasi dei conati di vomito ma poi prendo le misure e continuo, continuo, continuo….. sembrava l'avessi sempre fatto....e sentivo che lui gemeva e diceva che ero la sua bambolina, la sua puttanella, e poi....un gemito più forte e questo liquido caldo e appiccicoso che mi inondava la bocca….









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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Uomoeros Invia un messaggio
Postato in data: 22/04/2010 15:25:32
Giudizio personale:
bella puttanella...

Autore: Eres Invia un messaggio
Postato in data: 01/04/2008 14:33:21
Giudizio personale:
eccitante....sarei voluto essere quel benzinaio...

Autore: Monica Bella Invia un messaggio
Postato in data: 27/11/2006 10:58:04
Giudizio personale:
eccitante

Autore: Target55 Invia un messaggio
Postato in data: 10/11/2006 17:44:08
Giudizio personale:
Delizioso, praticamente dolce