i racconti erotici di desiderya |
Viaggiando |
Alle ore 6,00 di una mattina di inizio estate siamo partiti un bel po’ in anticipo in macchina per imbarcarci da Civitavecchia verso la Sardegna. Il viaggio è piuttosto lungo ma troviamo poco traffico e quindi trovi distensivo iniziare a raccontarmi un tuo desiderio nascosto. Tu mi racconti che, passeggiando in una spiaggia deserta (nelle prime ore della mattinata), vorresti tanto incontrare Simona, conosciuta durante un happy hour qualche settimana fa, sdraiata su un’asciugamano. Sopra, vestita di una felpa (c’è freschetto per la brezza marina), sotto, le parti intime coperte da un succinto tanga, mentre le gambe slanciate e toniche si lasciano lambire dai tiepidi raggi del sole. I capelli lunghi castano-biondi erano raccolti all’insu per evitare continui gesti di riordino dei ciuffi ribelli rivolti al viso. Nella passeggiata, immersa nei tuoi pensieri rivolta proprio a Simona, non ti sei accorta che lei ti chiama, già accortasi della tua presenza in lontananza riconoscendo la tua sagoma, segno tangibile che anche tu avevi impresso la tua immagine fisica nella memoria di Simona. Ti viene incontro e dopo un saluto fugace ma affettuoso, ti chiede di poter condividere un pezzo del cammino in spiaggia. Tu accetti volentieri e riprendi il passo con le gambe che ora senti tremolanti d’adrenalina. Tu sei posta sul lato più vicino al mare e lambisci la battigia che, dato il mare un po’ agitato, crea un dislivello fra il mare e la sabbia asciutta, così perdi equilibrio rischiando di cadere a terra ma Simona ti viene in aiuto prendendoti la mano. Senti un brivido caldo, una scossa che ti pervade tutto il corpo; sei sconvolta, nessuno donna ti aveva mai attratto finora ma ora Simona era diventata una calamita che metteva in reazione il tuo corpo con il suo. Lei se ne accorge, si ferma, ti prende con le sue mani il tuo bel viso ovale avvicinandoselo al suo e facendo toccare le carnose labbre tue con quelle sue. Le schiude e preme per penetrarti la tua bocca con la sua calda lingua, tu un po’ resisti più per la sensazione che vuoi provare di essere dominata che per timore; ma poi desisti e la apri completamente afferrando il suo bacino e portandotelo verso di te. Le vostre parti intime così per la prima volta si toccano e, prima lentamente e dolcemente poi con ritmo crescente e convulso, i movimenti delle parti basse vi inducono a sospendere momentaneamente le vostre effusioni per cercare un angolo roccioso, un anfratto dove poter dar sfogo ai vostri voluttuosi desideri.
Il racconto ti sta eccitando e così, senza alzarti la gonna-jeans, ti sfili le mutandine, me le fai odorare e toccare con la bocca in modo da dimostrarmi che sei bagnata, mi metti un dito in bocca e poi inizi a toccarti riprendendo a raccontarmi. Decide Simona il luogo più appartato, ti fa appoggiare in una base di scoglio liscio. Non parlate a parole, solo con delicati gesti e sguardi dolci e languidi. Ti allarga le cosce, te le accarezza e poi inizia a leccartele continuando a salire verso il centro del piacere. Il tuo respiro si fa più ansimante ed alzi il tuo sguardo verso il cielo, come voler rivolgere all’universo l’intensa ascesa del tuo piacere. Quando ti sposta il perizoma nero trova già la vulva depilata con le labbra umide e pronta ad essere penetrata. Ma Simona, esperta conoscitrice del piacere femminile, prima ti lecca con la lingua estesa divaricandoti le labbra e poi si dedica con la punta sul tuo clitoride che tu, sapientemente, avevi innalzato con la mano appoggiata sul ventre. Ora, con la lingua concentrata sul grilletto gonfiante, Simona ti mostra di bagnarsi due dita. Queste poi scompaiono dalla tua visuale ma senti subito dopo un calore di carne penetrare la tua vagina vogliosa. Le dita si muovono avanti ed indietro, roteando, e con movimenti all’interno che iniziano a ripercuotersi in tutto il tuo corpo; ti dimeni, i tuoi gesti si fanno più convulsi, alzi le gambe alla ricerca di un piacere che inevitabilmente sale fino alle viscere. Durante questi tuoi crescenti spasmodici gesti, ti accorgi pure che Simona, con l’altra mano, si sta toccando sulla base del clitoride con tutte le cinque dita. Mi fai accostare in un’area di parcheggio ombrata, io capisco subito cosa vuoi fare. Allora mi metto nei sedili posteriori ed attendo che ti metti in posizione; punti il cambio della macchina, la sua parte superiore ha le dimensioni in larghezza di una notevole cappella di cazzo in tiro, mi chiedi un preservativo per coprire l’asta infilzante, ti posizioni a cavalcioni iniziando a stantuffarti il cazzo finto mentre io tiro fuori quello mio e te lo appoggio in bocca, tu tiri fuori la lingua ed inizi a pomparmelo. Le due dita che finora hanno lavorato dentro la tua figa, ora cercano il buchetto già umido di tutti gli umori scesi dalle labbre schiuse. Simona capisce che il tuo culetto non è mai stato violato, ma altrettanto capisce che in quel momento di massimo piacere, il dolore si mischia molto volentieri al piacere e quindi, senza neanche chiedertelo, ti penetra subito con le due dita, senza iniziare gradualmente da uno. “oh, si dai, godo, godo!!”, oramai pensi solo a raggiungere l’orgasmo più intenso e violento che tu abbia mai provato. La tua cavalcata sul cambio si fa sempre più accelerata, il mio cazzo ti riempe sempre più la bocca, vedo scendere dalla tue labbra inferiori tanto liquido, segno che ti stai avvicinando al massimo piacere che usi preannunciare con un urlo liberatorio. Allora ti fermo la testa, volendo accelerare i movimenti e venire insieme a te. Ci riusciamo a venire insieme ma prima di riempirti la bocca del mio nettare bianco tu non emetti suoni inconsulti, come fai di solito, ma dici: “Sì Simona, dai, sì sì sìììì…come mi fai godere, godo,godo, oh tesoro…!”. |
I vostri commenti su questo racconto | ||
Autore: | Giuliocarrera | Invia un messaggio |
Postato in data: | 15/05/2010 21:26:49 | |
Giudizio personale: | mah...!!!! | |
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