{"linkButtonClass":"stories-filter__top-new-button button button_default","href":"\/aggiungi-racconti","title":"Aggiungi racconto","displayFirstSpan":true,"firstSpanClass":"stories__top-new-button-icon","firstSpanContent":"\n<svg class=\"svg-icon icon-add-button-icon\">\n <use xlink:href=\"\/build\/sprite-83eb32dceb21b468932833be844ed846.svg#add-button-icon\"><\/use>\n<\/svg>","displaySecondSpan":true,"secondSpanClass":"stories__top-new-button-text","secondSpanContent":"Aggiungi racconto","checkDeactivatedProfile":true}
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Prima volta trav
Lo avevo conosciuto via internet, si era presentato come bsx, dalla foto capii subito che era carino: alto 168, magro, capelli corti biondi, occhi azzurri, 18 anni, pelle liscia e vellutata, sodo. Era uno studente che abitava a Milano e quel fine settimana era solo, i suoi compagni erano rientrati a casa. Andai da lui dopo averlo incontrato per un caffé. Ci sedemmo sul bordo del letto a parlare un po'. Si tolse le scarpe da sport che indossava e io feci lo stesso. Mentre parlavamo inizievamo ad appoggiare le mani sulle gambe dell'altro, poi qualche carezze in viso. L'eccitazione stava salendo. Ad un certo punto gli chiesi se potevo baciarlo e così abbiamo fatto, prima piano sulle labbra e poi sempre più intensamente con la lingua. Gli acccarezzai il collo e glielo baciai fino alle orecchie., ci togliemmo le magliette e con le mani ci eccitavamo sul petto e i capezzoli, poi fu il momento dei jeans, il bottone e la cerniera con la bocca mentre lui stava lì in piedi. Gli chiesi a quel punto se con quel bel corpo femminile non si era mai travestito e mi disse: "no ma vorrei farlo tanto, quando vedo la mia coinquilina e penso ai suoi vestiti mi eccito tanto". Allora lo portai nella stanza accanto, quella della ragazza che non c'era. Eravamo entrami in mutande e calze in spugna bianche. Aprii un armadietto nel quale c'era tutta la biancheria intima. Eravamo lui davanti a me che guardava e sceglieva le mutandine da indossare e io dietro di lui appoggiato che mi strusciavo su di lui. Ad un certo punto allungò le mani dietro e me lo toccò, io feci lo stesso allungando le mani davanti e ci spogliammo completamente. Prese una paio di mutandine con perizoma, un paio di collant e gli indossò; poi un bodi ed una minigonna ed infine un po' di trucco. Era una perfetta ragazza, veramente sexy ed eccitante....cosa abbiamo fatto ? (puntata 2)
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12 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 10 ore fa -
Muta ed immobile
Apri la porta ed io sono lì, sulla soglia. Sempre sulla soglia, ad attenderti. Prima che tu arrivassi mi sono bendata da sola ed ho stretto i polsi dietro la schiena, a fatica, con le manette di acciaio. Insosso un baby doll di pizzo nero, cortissimo, un paio di slip aperti ovunque, calze nere velate autoreggenti e dei sandali dai tacchi vertiginosi. Niente altro. Tu entri e taci. Come sempre taci e mi spingi verso la camera senza dire niente. Cammino piano ma conosco ogni centimetro della mia casa, riesco quindi a concentrare l’attenzione su di te, sul tuo odore, sul tuo respiro. Il mio desiderio è assolutamente proteso verso il tuo essere, la tua essenza, la tua mascolinità e dentro mi tormento di passione. So che mi guardi. Sei finalmente libero dai miei occhi indagatori e ti spingi, forse, un po’ più oltre ad analizzare la mia pelle, il mio sesso, i miei seni velati dal pizzo. E’ per questo che lo faccio, che mi assoggetto, che mi annullo: a volte detesto questo mio carattere incontenibile verso cui alzi mille difese. Ok, basta. Devo smetterla di cercarti, di volerti, di pensarti! Ma quante volte me lo sono promessa senza riuscirci? Quante volte ho ceduto al mio istinto? Si può controllare l’istinto? Si può tacere il sesso pulsante? Non lo so, ci provo… se tu mi aiuti. Mi spingi sul letto. Sono col viso sul piumone ed il sedere in alto che sporge. Tutto tace attorno a me. Ecco, ti togli le scarpe. Che poi mi ecciti anche vestito. Mi ecciti anche quando non ci sei, quando non ti vedo, quando non ti sento. Sei un supplizio. E quando mi chiedi di succhiartelo solamente ti detesto perché vorrei di più. E poi detesto me stessa perché, in fondo, mi basta anche il tuo sorriso. Mi basta anche il tuo silenzio. Tu mi ecciti. E non chiedermi perché. E non dirmi che c’è di meglio. E non sminuirti perché quello che mi provochi è indescrivibile. Forse mi è sufficiente riuscire a provare questo. O forse vorrei eccitare anche te. Mi alzi il baby doll. Le tue mani mi sfiorano appena. Sento la cerniera abbassarsi ed il tuo odore sfuggire dagli abiti. Se ti dicessi che ti amo rovinerei tutto. Taccio, immobile ed in attesa.
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12 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 10 ore fa -
Sotto il tavolo
Sabato sera. Sono stata invitata in una villa del comasco per partecipare ad una cena principesca... forse il vocabolo "partecipare" è eccessivo... sì, perchè io sono stata sotto il tavolo per tutto il tempo della cena! In effetti sono andata già sapendo il ruolo che mi toccava, in quanto ero stata contattata da un amico di Nicola, un mio Padrone, che aveva bisogno di una schiava per allietare la serata. Mega villa in un mega parco, ambiente elegante e gente raffinata. Dopo una veloce presentazione, vengo invitata dal padrone di casa a mettermi sotto il tavolo a "disposizione" di chi avrà bisogno di me. "Tu Sonia soddisferai i nostri desideri, senza opporre resistenza e ti ricordo che non sono accettati rifiuti di alcun tipo. Infilati sotto il tavolo, che la cena sta per iniziare", mi dice Gioele, il padrone di casa. Io mi infilo sotto il tavolo, completamente ed elegantemente vestita. Inizia la cena e per i primi venti minuti rimango inoperosa. Mangiano e chiacchierano i commensali, in tutto sei coppie abbastanza giovani. Poi all'improvviso mi sento chiamare in causa da una voce femminile: "Sonia, da brava cagna leccami i piedi. Toglimi le scarpe... io sono quella con le scarpe di vernice nera!". Individuo la tipa che mi ha fatto la richiesta e le slaccio lentamente i cinturini, poi con grande delicatezza le tolgo le scarpe e inizio a leccare il suo piede destro. Io sono in ginocchio, con la testa piegata sul suo piede, e lei mi mette l'altro tra le mie gambe, quasi a cercare la mia parte intima. Le lecco un piede e poi l'altro, in modo minuzioso, dito per dito e poi passo a leccare tutta la pianta che si presenta giovane, liscia e vellutata. Ad un certo punto la tipa si rifà viva dicendomi: "Basta ora. Smetti di leccare, lurida cagna. La tua lingua mi importuna! Togliti le scarpe e dammele, insieme alle mie". Io mi tolgo le scarpe e poi le passo alla signora, che probabilmente le appoggia sul tavolo; poi le porgo le sue e anche quelle spariscono alla mia vista. Vengo poi invitata da una voce maschile a fare un bel pompino: una mano sotto il tavolo mi indica il commensale che desidera quel servizio. La mia posizione è alquanto scomoda, ma inizio il mio lavoro di bocca. Gli sbottono i pantaloni, gli abbasso la zip e gli tiro fuori l'uccello, scostando gli slip lateralmente. E' un uccello grosso e già duro, di grande sezione, ma non mi faccio intimidire e inizio a spompinarlo. Lui geme e mi fa capire di gradire molto il mio servizio; ad un certo punto capisco che sta per venire e lui mi conferma la cosa: "Sì, sì, zoccola. Sei brava... sto per venire. Voglio che tu beva il mio sperma, fino all'ultima goccia. Ohh, ohh...". E viene copiosamente nella mia bocca; io ingoio tutto, stando attenta a non sprecare quel liquido caldo e saporoso. Altri due mi richiedono di essere spompinati e io eseguo. Loro però non vengono e mi chiedono espressamente di fermarmi, essendo vicini al traguardo. Il padrone di casa mi invita a spogliarmi totalmente e a posare i miei indumenti sopra il tavolo. Mi tolgo la camicetta, la gonna, le autoreggenti, il reggiseno ed infine il perizoma e metto tutto sul tavolo. Ormai sono completamente nuda, ma nessuno dei commensali mi ha ancora vista. Una donna mi fa leccare i suoi piedi e alla fine mi chiede di stendermi davanti alle sue estremità inferiori. Io lo faccio e lei usa il mio volto come appoggiapiedi. Poi un altro uomo mi chiama: "Sonia, devo pisciare, ma non ho voglia di andare in bagno. Vieni qui, latrina umana! Devi bere la mia urina... tutta, fino all'ultima goccia. Capito?". Io rispondo affermativamente, lui si abbassa i pantaloni e le mutande, liberando l'uccello. Poco dopo la sua urina scorre nella mia gola, ma la quantità e davvero tanta e io non riesco ad ingoiarla tutta; il mio viso viene colpito dallo schizzo potente dell'uomo e io mi sento lavata da quel liquido disgustoso. Il padrone di casa interviene e mi ordina di leccare la figa liscia e depilata di una commensale, che dopo poco emette gemiti di piacere e mi squirta in viso. Poi Gioele mi dice che siamo verso la fine della cena e anche io devo devo partecipare al banchetto: altro che banchetto... devo ingoiare lo sperma di tutti coloro che vorranno venire nella mia gola! I sei uomini presenti iniziano a masturbarsi, i gemiti non si contano e arrivano i primi schizzi. Io non riesco a bere tutto lo sperma che arriva, perchè i tipi vengono anche contemporaneamente e così finisce che mentre ingoio lo sperma di uno, l'altro mi viene sul culo e sulla schiena. Ho sperma dappertutto: in gola, sul seno, sulla schiena e sul culo e gli schizzi finiscono anche sul pavimento. Ormai tutti i presenti si sono masturbati e hanno irrorato la schiava con il loro caldo nettare. Ad un tratto, come per magia, il tavolo si alza e viene riposizionato poco più in là. Io rimango scoperta e ora tutti mi possono vedere in "costume adamitico". Gioele inveisce contro di me, con voce sprezzante: "Puttana, hai permesso che questi uomini sporcassero il pavimento con il loro lurido sperma. Meriti di essere punita. Prendetela a calci, senza pietà!". E così i presenti si divertono a prendermi a calci, con o senza scarpe. Io sono sdraiata a terra e ricevo colpi nei fianchi, nella pancia, sui seni. Poi sento una mano che preme sul buco del culo. "No, quello no... vi prego... mi fa ancora male dall'ultima punizione ricevuta...", supplico io con voce flebile. Ma il tizio non si fa impietosire e continua ad allargarmi l'orifizio con le dita. Alla fine il mio buco cede alla violenza della mano, che si introduce e mi dilata irreversibilmente l'orifizio. Provo dolore al culo, ma anche le altre parti del mio corpo risentono dei colpi ricevuti. Piango, mi dispero e mi agito, ma non c'è nulla da fare per me. Devo subire e basta! Solo la voce di Gioele riuscirà a fermare i commensali inferociti (e anche arrapati!): "Basta ragazzi, non vedete come è ridotta questa povera creatura? Ora riconosco che è stata punita abbastanza!". Mi aiuta a rialarmi: il trucco è colato dai miei occhi piangenti, il rossetto non è che un ricordo, il mio corpo inizia a mostrare i primi lividi e la sborra si sta seccando sulla mia pelle. Qualcuno mi infila qualche banconota nella figa, ma io non voglio essere pagata. Rifiuto il denaro... faccio la schiava per piacere, non per soldi!
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12 anni fa
soniaslave,
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Ultima visita: 11 anni fa
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Indovina chi è. Terza parte
Si prepara la quarta coppia. Il primo uomo mi infila un uccello duro come il marmo in bocca e inizia a muoverlo con grande maestria. La mia lingua si muove anche lei e io succhio con grande avidità quell'uccello dalle dimensioni importanti. Subito dopo sento il secondo uccello che mi sfonda l'ano e inizia a pomparmi con un giusto ritmo. Mi piace essere inculata davanti a tutti, mentre mio marito guarda e gode come al solito. A lui non interessa se sua moglie viene sbattuta da tutti, a lui interessa più che altro vedere sua moglie punita con rigore, che si lamenta per le torture che riceve. Alla fine dei fatidici tre minuti, come un orologio svizzero, il Master impone lo stop. Mi rivolge la solita domanda e io rispondo sicura: il primo è Nicola, il secondo è James. Sbaglio clamorosamente e tutta la platea bisbiglia quasi con soddisfazione. Arriva la prima punizione, alquanto dolorosa: i miei capezzoli vengono stretti, prima uno e poi l'altro, dalla ferrea morsa di una pinza e avvitati più volte su sè stessi. I miei capezzolini si torcono, producendomi un dolore fortisssimo e io non posso esimermi dall'emettere un prolungato urlo. Arriva l'altra punizione, che consiste nel clistere maxi. Mi tolgono la benda dagli occhi e mi fanno mettere supina. Io odio profondamente questa punizione, non tanto per l'esecuzione che non è molto dolorosa, quanto per gli effetti devastanti che produce il liquido che mi viene iniettato nel culo. Il liquido è molto caldo, quasi bollente, un po' fastidioso, ma non doloroso. Alla fine dell'introduzione, mi sento veramente gonfia, ma voglio trattenermi (per quanto posso!) dall'espulsione. Sento che il mio intestino reclama lo svuotamento, ma io resisto. Chiedo se posso andare in bagno, ma il Master me lo nega e mi indica un angolo della stanza, dove potrò scaricarmi, vista da tutti i presenti. Mi trattengo e il Padrone, ridendo sottolinea la situazione: "Fin quando questa puttana non cag...., non potremo continuare il gioco. Non vorremmo far trovare in situazioni imbarazzanti i nostri giocatori!". Ormai sono al limite del trattenimento e chiedo al Padrone di poter andare nell'angolo. Percorro i pochi metri addirittura piegata su me stessa, con grandi dolori di pancia. Mi scarico rumorosamente e purtroppo questa volta lo scarico è costituito anche da roba solida. Sono umiliata al massimo, mentre la platea commenta e mi deride rumorosamente. Ritorno al mio posto e due uomini puliscono celermente l'angolo della stanza. Vengo nuovamente bendata. Quinta coppia: il primo come al solito in bocca e il secondo nella figa. Sbaglio clamorosamente anche questa volta e mi accingo a subire le punizioni che merito. Vengo sbendata e tre uomini si pongono davanti a me con gli uccelli in mano. Mi lavano la faccia e i capelli con l'urina, obbligandomi anche a berne una buona quantità. L'altra punizione mi riduce il culo ad un puntaspilli e decine di aghi con la testa in plastica vengono conficcati nelle mie tenere carni. Che dolore! Quando li tolgono, qualche rigagnolo di sangue affiora qua e là. La prova è finita e tutti mi applaudono con grande calore. Non mi ero mai esibita davanti a tanti uomini, ma devo dire che, clistere a parte, è stato per me un gioco appassionante. Anche mio marito, vero cuckold, è soddisfatto. In fondo ci vuole poco per farmi felice!
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12 anni fa
soniaslave,
42
Ultima visita: 11 anni fa
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Irrefrenabile
Ci sono notti in cui non dormo...Non perché io sia in preda all’ansia o infelice.. semplicemente amo fantasticare e inseguire sogni e desideri.. Prepotente, tra i miei impulsi irrefrenabili, in queste notti si risveglia il bisogno di scrivere..Come ieri notte..ho scritto, riletto, cancellato, riscritto ed alla fine ne è uscito questo racconto...spero vi piaccia, vi agiti, vi confonda, vi ecciti, vi seduca come è successo a me mentre lo pensavo..Mentre pensavo a noi...Irrefrenabile..
Chissà perché vuoi sempre che io ti aspetti sotto casa. Suono il citofono e mi nascondo nell’ombra del vecchio portone. Sento risuonare i tuoi tacchi sulla pietra del cortile e attendo. Questa volta non sarà come le altre. Oggi sarà speciale..
Cammino veloce nonostante le scarpe non propriamente comode. Leggermente abbagliata dal sole che si riflette sui vetri dei palazzi vicini, gli occhiali scuri a schermarlo e a mascherare l’emozione che provo ogni volta che ti vedo. Ma tu non lo sai..
La tua ombra si avvicina, appena mi superi mi metto alle tue spalle veloce come un gatto e dolcemente, non voglio spaventarti, ti chiudo gli occhi con le mani, sussurandoti di non aver paura.. Dalla tasca estraggo un foulard di seta nera e ti bendo mentre ti sfioro il collo con le labbra «Vieni con me Lavinia, ti voglio portare in un posto speciale». Ti apro la portiera e ti faccio accomodare sui sedili di pelle della mia auto sportiva. Guido sicuro nel traffico mentre tu mi tempesti di domande. Un dito sulle tue labbra e capisci che mi piacerebbe restare in silenzio. Senti la mia mano che ti accarezza le ginocchia, poi sale a cercare il lembo nudo di pelle sopra il pizzo delle calze ed emetti un impercettibile sospiro. Adoro accarezzarti e tu adori essere accarezzata, ma sono certo che la sensazione è acuita dall’aver accantonato tutti gli altri sensi. Allunghi una mano per cercarmi ma ti blocco. Senti il movimento della macchina ma non puoi vedere nulla. Senti che ci fermiamo. Nonostante i vetri abbassati il silenzio è quasi assoluto anche se è pieno giorno. Reclino il sedile poi mi avvicino al tuo collo e puoi sentire il calore del mio respiro sulla nuca. La mia lingua ti accarezza leggera dietro le orecchie. Mentre le mie mani passano dolcemente sulle tue braccia e si impossessano dei piccoli seni. Puoi sentire le mie dita sopra la stoffa leggera passare ad una ad una sui tuoi capezzoli. Ti bacio la fronte, gli occhi, le guance e raggiungo la tua bocca. Le mie labbra umide sulle tue...le tocco...mi allontano...ti muovi per cercarle...allora ti stringo e con la lingua entro delicatamente nella tua bocca per cercare la tua lingua. Senti il calore del mio corpo contro il tuo e ti lasci andare aprendo lievemente le gambe. Una mia mano si muove furtiva e le percorre fino a giungere dentro le tue cosce. Si avvicina al tuo sesso...lo accarezza. Puoi sentire il suo calore attraverso il perizoma. Sempre baciando le tue labbra scosto il tessuto che separa le mie dita dalla tua fighetta morbida e la tocco con lentezza esasperante. E' fradicia di umori. La stringo nella mano e lascio che il tuo succo la bagni completamente. Entro piano con un dito...lo muovo...sento che reagisci...che il tuo respiro si fa più affannoso...allora oso di più...entro con due dita e le spingo fino in fondo...per poi ritrarle delicatamente e rientrare roteando la mano. Abbandoni la testa all'indietro ed io mi distacco dalla tua bocca per baciarti il collo...le spalle...e scendere fino al seno per stringere i capezzoli tra le labbra ed accarezzarli con la lingua. Sento che i tuoi gemiti soffocati in gola che mi incitano a proseguire e farmi sempre più audace. Mi inginocchio in mezzo alle tue gambe e le percorro interamente con la lingua...dai piedi alle cosce. Mi fermo con il viso davanti alla tua figa zuppa...puoi sentire il mio respiro affannoso ed umido su di lei. Con la punta della lingua do leggeri colpetti al tuo clitoride gonfio...poi mi avvicino con le labbra e bacio con passione quella fighetta deliziosa.. Stringi le gambe per intrappolarmi la testa tra le cosce e con le mani, prendendomi i capelli, la spingi con forza contro il tuo bacino, contorcendoti. Quando capisco che sei al limite ti chiedo di girarti e, senza alcun preavviso, ti penetro in profondità. Il mio cazzo sembra incandescente da tanto trasmetti calore! Ti levo di colpo la benda e rimani senza fiato!! Siamo proprio lì.. dove ci siamo incontrati la prima volta dandoci appuntamento al buio: il faro di Brunate sopra le nostre teste e il precipizio, che sembra gettarti nelle onde del lago sottostante, davanti a noi.. E davanti a me uno spettacolo incredibile: un panorama da cartolina unito alla visione della tua schiena e del tuo splendido culo. Ti giri e nei tuoi occhi leggo un desiderio selvaggio...mi vuoi...ti voglio!!! E lo so.. Ti senti troia...troia più che mai!!! Sai dove siamo, cosa significa.. sai che potrebbe passare qualcuno, ma la cosa ti eccita ancor di più!Ti muovi...ti stacchi da me.. vuoi vedere il mio cazzo dritto, grosso, gonfio, palpitante. Ti apri le chiappe con le mani per esprimermi tutta la volontà di essere posseduta.. penetrata fino in fondo e ancor di più..Stringendolo in una mano, appoggio la cappella lucida alle grandi labbra e la muovo su e giù per stimolarti il clitoride, movimenti stretti e rapidi. Con l'altra mano ti accarezzo la schiena e il sedere. Entro piano e mi fermo...la cappella è tutta dentro di te. Continuo ad entrare lentamente centimetro dopo centimetro e man mano che entro ti senti aprire sempre di più. Quando credi sia finito senti ancora il cazzo farsi strada nella tua figa. Ora è dentro sino alle palle, lo senti tutto, lo senti fino in gola e ti toglie il fiato. Lo tiro fuori lentamente, come estrarre una spada da un fodero, un pilone conficcato nel terreno. Quando è quasi fuori del tutto lo spingo dentro con un colpo deciso. Una scarica elettrica ti percorre la spina dorsale. Tutto si ferma per un attimo...meraviglioso!!! Continuo ad estrarlo e spingerlo con movimenti sempre più veloci e sempre più decisi. Brividi percorrono tutto il tuo corpo...ti agiti...ti dimeni come posseduta da un demone. Senti salire lento l'orgasmo come un fuoco che divampa nelle tue viscere. Ti sdrai con la pancia sulla pelle fredda del sedile. Sono sopra di te con tutto il mio corpo...senti il mio petto sulla tua schiena...la mia pancia sul tuo culo e il cazzo che entra ancora di più in profondità per il mio peso. «LO VOGLIO DENTRO TUTTO...DI PIU'...SPINGI SPINGI SPINGI...» mi gridi!!! Le mie mani stringono le tue tette e la mia bocca affonda nel tuo collo per baciarlo...leccarlo...morderlo. Ad ogni affondo un piccolo morso e frustate di piacere colpiscono tutto il tuo corpo. Ti contorci come un serpente a cui viene mozzato il capo...Ti afferro per i capelli e li tiro con fermezza..E allora urli.Urli e godi...godi da morire...godi come una pazza...godi...godi...GODI...godiiiiiii!!! Ed io VENGOOOOOOOOOOOOOOOO!!! Senti i bollenti schizzi di sborra inondarti il ventre e il mio cazzo palpitare ad ogni spruzzo...non finiscono mai...vengo come una fontana dentro di te e l'orgasmo ti raggiunge come un'esplosione...devastante...immenso...travolgente...sconvolgente...!!! Mi fermo...rimani immobile sotto di me. Io non smetto un attimo di baciarti le spalle...il collo...le guance...accarezzando tutto il tuo corpo con le mani. Sembra non finire mai...maree continue dalla testa ai piedi...ondate che si infrangono contro gli scogli della tua anima. Ci alziamo...ci guardiamo negli occhi. Senza più parlare ti riporto a casa.
Guardo la lucida auto allontanarsi.Poi, al passaggio di un passante ignaro, abbasso gli occhi perché non vi legga la fiamma della passione che ancora mi pervade.Il calore che sento tra le gambe è quasi insopportabile.Un po’ malferma sui sottili tacchi a spillo, mi avvicino all’androne di ingresso del palazzo e mi appoggio con la schiena contro il muro. L’ombra ed il freddo emanato dalla pietra grigia calmano un poco la mia eccitazione ma una pulsazione improvvisa e fortissima tra le cosce mi toglie il fiato.Chiudo gli occhi ed è come se il tuo cazzo durissimo si facesse di nuovo strada dentro me, con una lentezza insieme deliziosa ed insopportabile. Lo sento scorrere, entrare ed uscire, premere contro il ventre.. piego leggermente le ginocchia e la schiena, nuda per la profonda scollatura dell’abito, si inarca e scivola lungo la parete di pietra.Il rumore del traffico è come un lieve ronzio ora.. gli ansimi che mi salgono spontanei alle labbra non lo coprono.Ho il tuo cazzo nel cervello.Le mie dita scivolano lungo la gonna di seta, sulle cosce, la balza aderente di pizzo nero delle calze autoreggenti. Si insinuano sotto. Giocano con i laccetti del perizoma.. ne afferrano il minuscolo triangolo che copre a malapena la sottile striscia di riccioli sopra il monte di Venere e con fermezza lo tirano.. il filo che si nasconde tra le natiche sode scorre senza sforzo tra le grandi labbra, umido di tutti gli umori che la mia fichetta spilla.. il mio succo e la sborra che hai seminato dentro me..Deliziosamente striscia sul clitoride ancora gonfio e pulsante. Un piccolo soldatino sull’attenti.Continuo. Ho ancora voglia. Ho voglia di te.Non riesco a fermarmi.. infilo un dito. Lo sento bagnarsi.Rivedo il tuo cazzo eretto, prepotente, ipnotico.Muovo i fianchi perché il dito raggiunga il centro del mio piacere.E ancora, improvviso, squassante.. mi pervade un orgasmo talmente potente da farmi lanciare un urlo.. Ritiro le dita. Fradice. E le assaggio.. le lecco.. le assaporo una ad una immaginando che siano la tua verga, la tua cappella turgida..Qualcuno mi avrà vista? Mi avranno sentita?Non mi importa.Frugo nella minuscola borsa alla ricerca di una chiave. Apro il portoncino che mi separa dal piccolo giardino interno.Ho il tuo cazzo nel cervello.
Il traffico scorre lento e lontano fuori dal vetro scuro del finestrino, ed io mi allungo, pigro, quando un bagliore, tra i cuscini del sedile, attrae la mia attenzione.Una sottile croce tempestata di diamanti.Quella che tu avevi al collo.Sorrido.. nel tirare la tua incredibile massa di capelli fulvi, la catenina che porti sempre addosso si è sicuramente impigliata e aperta..Stringo la croce. Sorrido di nuovo.Quale pretesto migliore per tornare indietro?
Mentre salgo le scale un pensiero improvviso: «Oddio! Gabriela!».La mia adorabile e squinternata amica, impulsiva e affascinante, in profonda crisi a causa di un fidanzato fedifrago, mi starà aspettando da ore! L’ho invitata solo ieri e già me ne sono dimenticata.Salgo in fretta le scale, ansimando doppiamente: per lo sforzo e per l’orgasmo che solo pochi istanti prima mi aveva squassato.E la trovo lì. Sul pianerottolo. Così diversa eppure così uguale a me. I corti capelli scuri che le danno un aria da maschietto, subito smentita dal seno pieno e sodo che preme contro la stoffa sottile della semplicissima canotta nera che indossa. Mi guarda e sorride, un po’ mesta un po’ maliziosa.. sembra leggermi nei pensieri. Sembra intuire. Ricambio il sorriso con sincero piacere. Entriamo in casa.. È fresca.. il calore di una primavera precoce ed inaspettata è rimasto fuori dalle gelosie socchiuse. Ci abbracciamo. Insieme esclamiamo: «che bello rivederti!».Iniziamo a parlare in simultanea. Ridiamo. Poi di colpo tacciamo.Forse lo abbiamo sempre desiderato. O forse lei ne ha bisogno perché è triste. Forse ne ho bisogno io per placare quel fuoco che tu hai acceso ed ancora non è spento.Ci baciamo.Le labbra ugualmente carnose si schiudono. Mentre piccole lingue appuntite si intrecciano e esplorano.. conosco il sapore di quella bocca senza averlo mai provato. Gabriela sa di fragole, di cioccolato, di cannella e di vino..Non riesco a smettere di baciarla e leccarla.. e lo stesso è per lei..
C’è chi lo chiama intuito. Chi fortuna. Io lo definirei più semplicemente: caso.Mentre sto per suonare di nuovo il tuo campanello, a distanza di poco tempo, un inquilino del tuo stesso palazzo esce e mi lascia il portone aperto. Non hai mai voluto che io entrassi a casa tua, ma so a che piano abiti.. spesso ti sei affacciata per salutarmi, prima di scendere da me. Salgo.. non del tutto sicuro di fare bene..Leggo il tuo nome inciso su un’elegante targhetta di cristallo.. Lavinia.. adoro il suono della tua voce mentre lo pronunci.. ma la porta è socchiusa. «Sbadata come sempre» ridacchio tra me e me.Entro.Le stai stringendo i seni con le dita delle mani aperte mentre lei ti morde un capezzolo talmente turgido e grosso da risultare quasi estraneo al tuo seno minuscolo e ti accarezza la figa.Le dita della mano destra, con le unghie laccate color vinaccia, ti tengono aperte le grandi labbra e un ditino della sinistra, delicatamente, esplora il tuo sesso, avanti e indietro.. dentro fuori.. strusciando deliziosamente sul clitoride che non ha mai smesso, ne sono certo, di pulsare.Nel pugno stringo con forza la piccola croce di diamanti che ti volevo ridare.. un’erezione istantanea mi gonfia il pene.Vi guardo incantato, non l’avrei mai immaginato.. anzi no.. immaginato più e più volte.. ma ora che ti vedo in ginocchio, le mani strette alle natiche della tua amica e la lingua guizzante a titillare il suo clitoride, il cazzo sembra esplodermi nei pantaloni. Lo estraggo in trance.Mugolate e sussurrate parole che non riesco a sentire. Non mi avete visto entrare.Appoggio il tuo ciondolo sul ripiano del piccolo secretaire che arreda l’ ingresso e la mia mano si chiude ad anello intorno alla cappella lucida e gonfia.. la muovo lentamente, quasi a percorrere e tracciare la mappa di ogni singola vena che si gonfia e pulsa sul mio cazzo.È talmente duro da dolermi.Sul grande divano bianco con i cuscini color amaranto ora siete una sull’altra, capovolte, le dita e le lingue intente a solleticarvi e eccitarvi fino al parossismo dell’orgasmo che intuisco molto vicino.. e non solo per voi.
«Luca?!». Ti vedo ma ciò mi sembra talmente assurdo ed irreale che io stessa non credo a quelloche i miei occhi registrano. Gabriela ha un piccolo sussulto ma non smette di leccarmi la fica pulsante, a cavalcioni con la testa tra le mie gambe, il bel culetto proteso verso l’alto.E di nuovo l’inaspettato.Capisco che dentro me è sempre esistito e aspettava solo di uscire allo scoperto.Il desiderio fortissimo di vedere il cazzo del mio uomo penetrare la fica di un’altra donna.. di vederlo pronto ad esplodere mentre la sbatte con veemenza, gonfio del desiderio che io appoggi le labbra turgide e umide sulla cappella lucida, morbida, pronta a schizzare una dolcissima sborra bollente..Lo leggi nei miei occhi?Lo indovini?O forse, meglio, lo desideri quanto me?Senza esitazioni ti avvicini e introduci il pene al massimo della sua erezione nella fichetta di Gabriela a pecorina sopra di me.. nel farlo lo fai scorrere ed inumidire sulla mia lingua..Urla..! mentre io le succhio il clitoride e tu la sbatti con un ritmo incessante, senza darle tregua.Mi sento esplodere.Il tuo cazzo è ora nella mia bocca.. sulla mia lingua. Urli..! e un fiotto incessante di sborra mi riempie la bocca, mi inebria, mi proietta dove mai avrei creduto di arrivare..Mmhh.. so quanto possa essere buono ma, mentre bacio lei sulla bocca, facendo scorrere la lingua dentro, scambiando umori e sapori, mi accorgo di non aver mai assaggiato nulla di paragonabile.Improvvisamente.. vengo.. vengooo… vengo!!La tua mano semplicemente chiusa intorno a ciò che ora, per me, è il centro dell’universo.E ho il tuo cazzo nel cervello..
L&L
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12 anni fa
hotsweety69,
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Ultima visita: 9 mesi fa
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La mia amante baby sitter-l'ingoio
Io è diciamo Angela,oramai eravamo amanti da circa un'anno.Ero stato il suo primo uomo,io sposato con due figli piccoli è con una bella moglie con cui a letto facevamo cose fantastiche.Ma Angela era entrata nella nostra vita perchè amici dei suoi genitori,faceva la baby sitter ad un'altra coppia di nostri amici.Quindi ci si vedeva spesso capivo di piacergli pensai di non farci nulla visto l'età,ma oramai lei era innamorata persa ed io non seppi resistere.Come già ho scritto lei era di una famiglia molto religiosa perciò molto repressa sessualmente,ma cedette.Fino allora chiavavamo soltanto,mi faceva pompini ma non voleva ingoiarlo,si faceva leccare la figa con gran piacere.Cercavamo ogni occasione per farlo.A volte chiamava a casa è se rispondevo io mi diceva sono sola a casa vieni è di corsa con una scusa andavo si faceva trovare pronta con un abitino senza nulla sotto,la sbattevo sul divano è scopavamo con furia,lei non prendeva la pillola,perciò non potevo sborrargli nella figa,non si faceva ancora inculare ed in bocca niente sborra.Per me era un tormento dovermi togliere dalla figa mentre stavo per venirli è venirgli sulla pancia.Finchè mia moglie ed i miei figli andarono al mare per una settimana ospiti dei miei suoceri.Mi dispiaceva perchè amavo i miei,ma Angela l'avrei potuta scopare su un comodo letto è farlo senza ansia.Così il primo pomeriggio che potè venire mi disse che aveva 5 ore a disposizione.Gli dissi di venire per pranzo,preparai qualcosa di leggero è misi delle asciugamano pulite sulle sedie,mi chiese perchè?Perchè mangiamo nudi,lei accetto subito volentieri.Quando finalmente andammo su quel comodo lettone,incominciai a leccarla tutta succhiargli la figa bagnata la faceva impazzire,così gli chiesi bello vero mentre ti succhio tutto quello che esce dalla tua figa?Lei sospirando "siiiiiiii".La voltai ed incomincia a scoparla a pecorina godeva da morire io stavo scoppiando,ma resistei ancora,avevo il mio piano,ci rilassammo un pò poi la feci inginocchiare sul letto mi tirai su è gli ficcai il mio cazzo duro,lei comincio a pomparlo voracemente allora gli dissi ti piaceva mentre ti succhiavo la figa?Lei non tiro fuori il cazzo dalla bocca ma scosse la testa per indicarmi di si,anche a me piacerebbe se succhi tutto ed incomincia a sborrare....cosa avrebbe fatto?Serrò la bocca ed ingoio tutto,stralunai non pensavo che avrebbe preso senza staccare la bocca la mia abbontante sborrata.Quando ebbe ingoiato fino l'ultima goccia mi guardo grata si capiva che era felice di averlo fatto gli chiesi ma come hai fatto ad ingoiare tutto la prima volta?Lo fatto con amore,fu la sua risposta ed era vero.
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12 anni fa
globalsex,
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Attilio & priscilla part.1
Che palle…., dovevo fare qualcosa, non era possibile. La nostra storia stava lentamente andando alla deriva. L’amore se non alimentato da una buona intesa sessuale è destinato lentamente ad esaurirsi. Io l’amavo ancora, ma la crescita comune, sul piano sessuale, non solo non c’era stata ma si era invertita nelle aspettative. Lei, Priscilla, era come si sentisse appagata, svolgeva il suo compitino sessuale quando proprio non poteva evitarlo e si metteva tranquilla fino al successivo “obbligo matrimoniale” . Le sue prestazioni erano ormai ridotte al rapporto vaginale “missionario”. Altre posizioni erano poco gradite. Di tanto in tanto qualche fellatio forse per evitare altre mie richieste. Non era così all’inizio, c’era passione, anche lei prendeva iniziative, non sconvolgenti ma comunque azioni che partivano da lei e tutto faceva pensare ad una possibile crescita di libido e di esperienze di coppia. Pian piano invece, vedevo sempre più limitare le sue iniziative e frenare le mie. Se provavo a toccare il tasto pornografia mi faceva sentire un povero guardone depravato, se accennavo al possibile ausilio di giocattoli sessuali mi dava del matto come fossi un pervertito incallito, rapporti anali esclusi categoricamente. Tutto condito, per farmi sentire al massimo della colpa, dalla solita frase “ ma cosa ti prende? sei insoddisfatto? Non ti basto più? Non ti piace più fare sesso con me?”. Eppure sentivo che anche in lei c’era la porca che ogni uomo desidera avere per compagna, ma la porca era maledettamente repressa, dalla pigrizia fisica, dalla morale bigotta e dalla timidezza di fondo di esprimersi liberamente e compiutamente. Le parole non sarebbero state più sufficienti, dovevo trovare un crack, qualcosa che rompesse definitivamente questo andazzo, tutto tranne una lenta agonia sentimentale e sessuale. Presi così l’iniziativa e decisi di mettere in pratica quello che più volte avevo fantasticato. “Amore domani dovrò andare a Milano e se concludo la transazione dovrò trattenermi almeno un altro giorno per organizzare le cose”. Dissi mentre mi radevo la barba. “ Preparami la solita 24h, parto alle 11 da Fiumicino”. “ Perché non vai in treno, mi sentirei più tranquilla” rispose. “Amore sai che mi annoio in treno e poi è più rapido il rientro” ribadii. Il piano era partito, ora dovevo trovare ciò che mi occorreva e non avere incertezze. Il cloroformio, una escort con compagno e tutto il necessario reperito via internet…… tutto era organizzato, non restava che aspettare il giorno dopo. La mattina salutai come tutto fosse normale ed ovviamente invece che a Fiumicino mi recai nel mio ufficio per sistemare alcune pratiche in attesa dell’arrivo della sera. Priscilla regolarmente intorno alle 22,30 andava a dormire, perché lei ha sempre sostenuto di avere bisogno di otto/nove ore di sonno. Alle 23,00 con i miei complici (a pagamento): - lei Nicole, notevole, avrebbe potuto essere una top model se solo avesse saputo gestirsi meglio - lui, Tony (nome d’arte), ovviamente palestrato (giusto per la situazione) fisico perfetto e cervello assente. Avevo istruito entrambi, in qualunque momento io avessi dato il segnale avrebbero dovuto interrompere quello che stavamo facendo e dileguarsi rapidamente. Volevo testare gradualmente le reazioni di Priscilla per evitare danni irreparabili. Sarei entrato io cautamente in casa e se l’avessi trovata sveglia avrei finto che l’ arrivo anticipato fosse una mia sorpresa e per quella sera sarebbe finita così. Loro sarebbero stati pagati ugualmente ed avremmo rinviato ad altro momento quanto organizzato. Girai le chiavi nella toppa lentamente e solo in quell’attimo realizzai quello che stavo facendo, un momento di panico, una malcelata speranza di trovarla sveglia in contrasto al desiderio perverso di trovarla addormentata. Capivo che sarebbe stata la notte di non ritorno, in un verso o nell’altro. Non avrei avuto il coraggio di ripetere il tentativo, il cuore in gola, ora o mai più, mi dissi e varcai la soglia. Silenzio assoluto, come previsto Priscilla era già nelle braccia di Morfeo. Mi avvicinai al letto e con del cotone imbevuto di cloroformio mi assicurai che il suo sonno prendesse il totale sopravvento. Ciò fatto segnalai a Nicole e Tony di raggiungermi. Insieme spogliammo completamente Priscilla, operazione questa che già mi stava eccitando, vederla nuda ed impotente sotto gli occhi di estranei ed in balia delle mie trame mi aveva fatto superare le perplessità. Vedevo gli sguardi dei due complici, scorrere dalla cima dei capelli all’alluce dei piedi della bella addormentata, compiaciuti ed ammirati. Anche loro pregustavano quello che da lì a poco sarebbe avvenuto. Con delle manette (parte del corredo di acquisti via internet, ricevuti, ovviamente, in ufficio) fissammo i polsi alla spalliera del letto con le braccia aperte in posizione crocefisso. Alle caviglie due sciarpe di seta legate ai lati opposti della rete del letto in modo di tenerla ben aperta ma con lunghezza tale da permettergli movimenti in senso verticale. Dio quanto era bella, tutta nuda con il pelo ben curato a fare da cornice alle labbra rosa appena dischiuse. Il mio arnese era in fase crescente e la salivazione in aumento, così come la respirazione. Anche Nicole e Tony sembravano particolarmente interessati ad avviare i giochi, erano anche loro evidentemente eccitati, nonostante il loro fosse un lavoro. La bellezza di Priscilla doveva aver amplificato le aspettative ed il loro coinvolgimento. A quel punto le aggiungemmo una benda sugli occhi ed una sulla bocca e ci spogliammo completamente nudi anche noi. Non potei trattenere un’esclamazione di apprezzamento per Nicole, letteralmente spettacolare, con un seno perfetto, due natiche da urlo ed un viso fiabesco, così come notai che Tony non aveva soltanto i muscoli ipertrofici, ma in particolare, oltre la dimensione complessiva del pene un glande decisamente rilevante. Ora era tutto pronto, stava a Nicole iniziare come da istruzioni, con un batuffolo impregnato di aceto stimolò il risveglio di Priscilla, che dopo qualche secondo di torpore realizzò di trovarsi nelle condizioni in cui era. Nuda, legata ed in balia di sconosciuti. Iniziò a dimenarsi e tentare di urlare, senza ovviamente riuscire ad emettere poco più che dei gemiti. A quel punto la voce femminile di Nicole, ferma ma rassicurante “Stai calma, calma, non vogliamo farti del male, calmati o peggiori la situazione. Ascoltami bene, non abbiamo trovato contanti o preziosi in casa e ci dispiacerebbe andare via con un nulla di fatto, perciò abbiamo deciso di divertirci un po’, se non urli ti togliamo la benda dalla bocca e ti diverti anche tu, altrimenti al primo urlo saranno guai. Hai capito quello che ti ho detto? “ Priscilla annuì con la testa, la respirazione a duemila, probabilmente terrorizzata. “non urlerai vero?” continuò Nicole. Priscilla scosse la testa in segno di conferma. Tony le tolse il bavaglio e subito Priscilla implorò “non fatemi del male, vi prego, mio marito vi darà tutto ciò che vorrete” la mano di Nicole si posò delicatamente sulla sua bocca e gli sussurrò “quello che vogliamo ora è qui, rilassati” e sostituì la mano con le sue labbra in un bacio saffico tenero e non invasivo. Priscilla rimase con le labbra serrate ma chiaramente sorpresa dalla delicatezza di quel bacio, il suo affanno respiratorio andava normalizzandosi. Fu in quel momento che contestualmente io e Tony prendemmo possesso dei suoi capezzoli, leccandoli e ciucciandoli con dolcezza. “Ma cosa state facen…” Priscilla fu di nuovo interrotta dalle labbra di Nicole sulle sue. Noi continuavamo a leccare i suoi capezzoli e Nicole voluttuosamente penetrava con la sua lingua nella bocca di Priscilla che, dopo un accennato tentativo di scostarsi si abbandonò a quell’invasione calda ed umida. Subito dopo Nicole si tolse e sostituì la lingua con un suo capezzolo tra le labbra di Priscilla. Il respiro di mia moglie dopo aver preso regolarità di ritmo, cominciava di nuovo ad aumentare velocità. Questa volta però non era paura, cominciava ad uscire qualche gemito di piacere. “Ora basta, vi prego lasciatemi, non, non…” tentava ancora di difendere il suo onore, proprio in quel momento Nicole si spostò di nuovo per affondare il suo volto tra le sue gambe ed in luogo del capezzolo, Tony, accostò il suo arnese teso alle labbra di Priscilla. Quell’improvviso strumento sulle labbra aveva dato contorni diversi a tutta la vicenda. Capito il messaggio Tony si ritrasse e lasciò Nicole sola a slinguare la clitoride di Priscilla, cosa che sembrava gradire e rilassare nuovamente, visto come accompagnava con il bacino la pressione della lingua. Forse aveva realizzato che non ci sarebbe stata alcuna violenza ma soltanto ciò che lei avrebbe assecondato. Presi allora l’iniziativa e mi posizionai in ginocchio tra le gambe di mia moglie, iniziando a strofinare la cappella tra le sue grandi labbra, senza penetrarla e lasciando lo spazio a Nicole per continuare con la lingua a leccare il suo bottoccino. La cosa generò probabilmente la resa della resistenza. L’eccitazione di Priscilla aumentava a vista d’occhio, sia per i movimenti del suo bacino a pressare verso il mio membro che per i suoi gemiti di apprezzamento. Feci cenno a Tony di riproporre il suo cazzo sulle sue labbra e fu spettacolare vedere come lo accolse, con la lingua prima, come a testarne i contorni ed il sapore e dischiudendo le labbra poi lasciandolo scivolare come un cono gelato, fino ad accoglierne tutto il glande nella bocca. Contatto, questo tra le labbra, che impennò la libido di Priscilla, forse per le dimensioni di quel corpo carnoso che le occupava tutta la bocca, forse per la contestualità della lingua di Nicole e del mio cazzo tra le sue gambe, mai avevo visto quella quantità di umori che colavano dalla sua vagina. Ormai aveva abbattuto i timori e le paure ed evidentemente voleva sfruttare al meglio la situazione, senza sensi di colpa, perché impotente ed impossibilitata a sottrarsi a quanto stava accadendo. Aveva preso a gemere con maggiore intensità ed a pressare il bacino per essere penetrata. Ingoiava famelica e con evidente passione quel mostro turgido che aveva preso ad andarle su e giù fino in gola. Io ero già pronto per esplodere, tutta quella situazione mi aveva fatto salire la libido al massimo e la sensibilità del mio cazzo era fuori controllo. Vista la lubrificazione naturale che colava dalla sua natura verso l’ano, pensai di provare quello che desideravo dal primo giorno che la conobbi e che mai mi aveva concesso. Puntellai il glande sul roseo pertugio anale con lievissima pressione, senza spingere con forza, sentivo il diaframma ben chiuso senza segni di cedimento. Non volevo causarle dolore, cominciai così a pressare lievemente con movimenti rotatori della cappella come a cercare maggiore spazio prima di affondare. Nel frattempo Tony continuava a scoparla in bocca con ritmo costante e Nicole a leccare la sua clitoride. Per mia meraviglia Priscilla non tentava di ritrarsi ma era lì abbandonata e concentrata su quel tentativo di intrusione. Sensazione per lei veramente sconosciuta. Sentivo il suo ano pulsare come in prossimità di un orgasmo e sorpresa delle sorprese stavo entrando in quel buchetto da me sempre desiderato. La cappella, millimetro dopo millimetro, era ormai dentro la morsa del suo ano ed io non riuscendo più a trattenere l’orgasmo, uscii fuori di scatto per sborrare sulla faccia di Nicole e sulla natura di Priscilla che continuava ad essere leccata con insistenza. Vista la mia eiaculazione Tony si tolse dalla sua bocca e repentinamente si posizionò tra le gambe di Priscilla scostando anche Nicole. Puntò l’arnese ed affondò implacabile nella sua vulva, Priscilla emise una specie di rantolo vidi vibrare il suo ventre da scosse di piacere e capii che finalmente stavo vedendo in mia moglie la maiala che desideravo, porca e lasciva capace di godere liberamente dei piaceri della carne. Non volendo che finisse rapidamente il suo stato di goduria mi posi su di un suo capezzolo, ciucciandolo con passione ed invitando Nicole a prendere possesso dell’altro. Tony continuava a sbatterla con veemenza era instancabile, la pompava senza soluzione di continuità, sentivo Priscilla in stato di goduria permanente, non so quanti orgasmi abbia provato viste le continue scosse e contorsioni che produceva. Il cazzo mi era tornato dritto, decisi allora di approfittare anche io del materiale disponibile, mi misi dietro lo splendido fondo schiena di Nicole ed entrai nel suo culo in un sol colpo, come un coltello affonda nel burro. Ora stavo inculando Nicole mentre davanti ai mie occhi Tony pompava mia moglie. Una cosa che la mia fantasia non avrebbe mai potuto farmi comprendere per intensità emotiva e fisica, una situazione perversa ed incredibilmente voluttuosa, cominciai a pompare il culo di Nicole con sempre più forza, su e giù per tutta l’asta fino a battere con forza la pancia sulle sue natiche. Tony come se fosse una sorta di sfida prese a malmenare selvaggiamente con la sua mazza la vagina di mia moglie. Era ormai un delirio di godimenti, Nicole masturbandosi mentre le sbattevo con sempre più violenza il culo fu la prima ad arrivare implorandomi di sfondarla, di non smettere mai. Ciò portò Priscilla ad unirsi al delirio urlando si anch’io, anch’io, si sfondami, spacchami la fica, godo, godooo…. Le due donne erano in totale delirio. Nicole sembrava impazzita, continuava a spingere le sue natiche sulla mia pancia ed a roteare il bacino nel tentativo di farne entrare di più, feci cenno a Tony di venire a sostituirmi, viste le dimensioni notevolmente maggiori delle mie. In un attimo vidi Tony, evidentemente più esperto di me di tali situazioni, infilarsi tra le sue gambe, sotto di lei e penetrare la sua fica senza che io uscissi dal suo culo. Priscilla era come fosse svenuta, in uno stato di appagamento che l’aveva privata di ogni volontà. Io attore di una doppia penetrazione mai provata nella vita dentro un culo da oscar. Era veramente troppo, sentii una forte pressione alle tempie un calore pervadere il mio ventre ed a seguire un’ esplosione di sperma senza precedenti. Contestualmente, finalmente, anche Tony esplose il suo orgasmo nella vulva di Nicole che con qualche vibrazione residua si accasciò sul suo corpo in estasi. Erano passate non meno di tre ore dall’inizio dei giochi, congedai Tony e Nicole dopo aver di nuovo addormentato Priscilla con una piccola quantità di cloroformio e ricomposi il tutto come nulla fosse successo. Le tolsi le manette la pulii dagli umori calati copiosi dalla sua passera la rivestii, facendo sparire ogni traccia di quanto avvenuto e me ne andai in ufficio a passare il resto della notte in attesa del (finto) rientro il giorno successivo. La mattina dopo la chiamai dal telefonino per comunicarle che sarei rientrato per ora di pranzo e per testare il suo stato d’animo. Per me la serata precedente era stata un’esperienza incredibile, non ero riuscito a dormire un minuto, le immagini, di mia moglie con quell’enorme cazzo in bocca mentre la iniziavo alla sodomia, i suoi orgasmi multipli e la doppia penetrazione a Nicole, non abbandonavano la mia mente. Ma lei? Cosa sarebbe accaduto? Come avrebbe reagito a mente fredda? Avrei dovuto dirle la verità? Ero in ansia, dovevo sapere al più presto le sue sensazioni. Lo stupore fu appunto quando mi rispose senza la minima inflessione emotiva, come nulla fosse successo, anzi talmente normale che mi comunicò che non l’avrei trovata a pranzo in quanto aveva appuntamento con il parrucchiere e quindi ci saremmo visti in serata. Se non era agitata, se addirittura aveva preso impegni dal parrucchiere, se non aveva necessità di incontrarmi, di parlarmi o semplicemente di rifugiarsi nelle mie braccia, nelle braccia della persona più vicina, fidata e sentimentalmente legata. Cosa era accaduto? Aveva rimosso, come fosse stato solamente un sogno od era stato semplicemente un incubo da cancellare? Ormai avrei dovuto aspettare la sera, per indagare cautamente e cercare di capire gli effetti di quanto accaduto. La sera arrivai a casa con un po’ di preoccupazione ed appena entrato rimasi basito, mi stava venendo incontro una sconosciuta meravigliosa, bellissima “Priscilla” balbettai “co..cosa hai fatto? Co..come ti sei combinata?” Aveva i capelli lunghissimi castani con colpi di sole luminosissimi, un trucco accurato ma non pesante, un vestito a tubo aderente, abbondantemente sopra il ginocchio, smanicato con scollatura da urlo. “Perché non ti piaccio?” rispose “ti avevo detto che sarei andata dal parrucchiere…” “Ma, sei completamente trasformata, il taglio, il colore dei capelli, l’abbigliamento, sei stupenda!” “Trovi? Ho fatto il colore, l’extensions ed ho rinnovato un po’ il guardaroba, niente di eccezionale.” “Il risultato è eccellente” aggiunsi. Oltre all’immagine anche lo sguardo sembrava diverso, più radioso, come fosse pervasa da una nuova linfa vitale, una sorta di euforia post traumatica. Ed ora? Pensai, che tipo di reazione produrrà questa situazione? Ne debbo parlare o lasciare che sia lei ad affrontare l’argomento? Questi ed altri mille interrogativi tempestavano la mia mente. Lei in effetti appariva molto tranquilla e serena, possibile che la notte passata non aveva lasciato traccia? Pensai di aspettare e vedere gli sviluppi, anche se credevo che, quanto meno, avrei dovuto fare il pompiere, lo psicologo o il marito comprensivo e partecipe del trauma subito. Misteri della psiche femminile mi dissi. Durante la cena finalmente Priscilla affrontò l’argomento, ma in maniera del tutto inaspettata. “Attilio” esordì “posso farti una confidenza sulla quale dovrai mantenere il segreto più assoluto? Sai riguarda un’amica e non dovrai chiedermi mai chi sia, perché è una cosa molto intima e delicata.” “Ma certo amore, sai quanto sono discreto, se pensi di poterti confidare puoi farlo in tutta tranquillità” risposi, pensando che fosse un ottimo escamotage per affrontare l’argomento. “Di cosa si tratta di così misterioso?” “Sai, ho incontrato questa amica che non vedevo da un po’ di tempo, sentiva il bisogno di confidarsi con una persona di fiducia per aiutarla a capire cosa fare, per un consiglio, se cercare di dimenticare o se addirittura dare continuità ad un aspetto di se che non conosceva.” “Ok, ma se non mi spieghi di cosa stiamo parlando…” la interruppi. Era stata alle prese con due cazzi contemporaneamente, di cui uno enorme, era stata per la prima volta penetrata analmente, anche se non compiutamente, era stata leccata, baciata e carezzata da un’altra donna, era venuta, ripetutamente, in uno stato di estasi mai percepito prima nella sua vita. “E quindi, il suo problema?” Chiesi. “Non sa se denunciare l’accaduto, se confidarsi con il marito?” “No, no il suo problema è che la cosa si è ripetuta la settimana successiva e la cosa gli è piaciuta ancora di più, perché si è aggiunto anche un altro uomo, lei ha ottenuto di avere le mani libere rimanendo con la sola benda sugli occhi ed ha potuto partecipare attivamente.” “Alt” interruppi “co…cosa stai dicendo? C’è stato un seguito?” Sapevo che ora stava inventando, ma a che scopo? Aveva completamente rotto gli argini inibitori e voleva farmi intendere qualcosa? Voleva vedere le mie reazioni a tali esperienze di vissuto? Od era semplicemente una sua speranza di sviluppo futuro? “Ma come è possibile che questi abbiano rischiato una seconda volta uno ?” replicai. “Non è stato proprio uno , sembrerebbe che siano dei professionisti, non di rapine, ma una sorta di gruppo per la liberalizzazione sessuale per l’abbattimento delle inibizioni, loro non violentano, rendono partecipe la prescelta, così almeno gli hanno spiegato.” E’ impazzita, pensai, ma cosa sta inventando? Decisi di stare al gioco “ e, cosa è successo la seconda volta?” “Ancora più bello, ha detto. Si e fatta penetrare da tutti di dietro stando a pecorina, mentre l’altra lei da sotto le leccava la clitoride. Non avrebbe mai creduto, ha confessato, se non l’avesse provato direttamente che l’ano potesse dare tanto piacere, ma poi è stata presa in più posizioni, anche due insieme, uno in bocca ed un altro sotto, insomma un delirio di orgasmi.” Nel sentire mia moglie parlare palesemente di sesso (di sesso perverso) in maniera cosi coinvolta, mi aveva provocato un’erezione incontrollata. Avevo forse ottenuto la moglie che volevo? “Ma che tipo di consiglio ha voluto da te? “ “Mi ha chiesto se fosse il caso di parlarne con il marito, se fosse il caso di essere sincera e chiedere al marito di rivivere in qualche modo quelle emozioni insieme.” “E tu cosa gli hai detto?” Risposi sempre più infoiato. “La mia risposta è stata decisa: Sei Pazza? Capisco che possa esserti piaciuto come dici, ma coinvolgere tuo marito, mai, potrebbe essere l’inizio della fine del vostro rapporto. Chi ti garantisce l’aspetto sentimentale? Un conto è fare le cose sotto la copertura morale della costrizione, un altro lasciarsi andare alla lussuria. Con che coraggio guarderesti negli occhi tuo marito dopo che lo hai informato di aver goduto come una matta con altri od addirittura facendolo davanti a lui? Meglio evitare. Ho fatto bene? Il marito pensi potrebbe mai accettare…?Rimasi un attimo perplesso, non sapevo cosa rispondere ne cosa avesse realmente in mente. Voleva prima sincerarsi come un marito potesse accettare una simile avventura o in particolare come “io” avrei considerato tale situazione? “Ma lei, in effetti, cosa si aspetterebbe dal marito una volta messo al corrente? Sai ogni situazione potrebbe essere diversa. Se il marito è uno particolarmente geloso o possessivo è un conto, se è innamoratissimo e poco bigotto è un altro, sai bisognerebbe conoscerli meglio, non saprei…” Risposi. Finimmo di cenare andammo in soggiorno e Priscilla esordì di nuovo “Sai, mi dispiacerebbe se succedesse a me e fosse un altro a prendermi di dietro, dopo averlo sempre negato a te e scoprire anche che è piacevolissimo.” Così dicendo si voltò di spalle e chinandosi in avanti a gambe tese e leggermente divaricate mise in evidenza il suo maestoso fondo schiena. E’ la tua sera fortunata, evitiamo che possa accadere anche a me che sia un altro il primo a prendermi la verginità anale.” Cosi dicendo alzò il vestito e mostrò il suo fondoschiena, già completamente nudo. Rimasi di stucco, seduto sulla poltrona, quasi incredulo, mia moglie stava finalmente chiedendomi di prenderla di dietro, si di incularla, in maniera ferma, decisa, convinta. Mentre ancora incredulo sentivo gonfiarsi la patta dei pantaloni, lei si adagiò con il busto sul tavolo da pranzo a gambe ben divaricate, perfettamente a novanta gradi e aprendosi le natiche mi invitava a procedere. “Fai piano” fu l’unica ammonizione che mi fece. Mi avvicinai con l’asta ormai tesa al suo massimo, ma non potevo pensare di penetrarla istantaneamente, così mi inginocchiai ed immersi il mio viso tra le sue natiche iniziando a leccare il suo buchino rosa. Sentii subito il piacere che stava provando, il respiro era subito aumentato ed i suoi gemiti accompagnavano i movimenti della lingua. Con la mano prese subito a frugare tra le sue grandi labbra, scorrendo dalla clitoride all’ingresso della vagina. Si le stava piacendo, ciò mi stimolava ancora maggior libido. I suoi umori e la mia saliva avevano preparato l’orifizio, che aveva preso a pulsare lievemente, come volersi dischiudere all’imminente invasione. Mi alzai puntai l’ariete sul buco dischiuso e mi fermai. Volevo assaporare quel momento per il maggior tempo possibile, poi iniziai ad esercitare una lievissima pressione, vedevo il suo ano plasmarsi sul glande, dischiudersi lentamente per poi ritrarsi come a voler rigettare l’intruso e subito dopo rilassarsi per cedere più spazio al glande. Ciò si ripeteva con frequenza ritmica. Era come stesse mimando un delicatissimo pompino con l’orifizio anale concedendo ad ogni pulsazione più profondità al mio cazzo. “Piano amore, piano, altrimenti mi fai male” le parole di Priscilla mentre il bacino pressava e roteava per agevolare la penetrazione. “E’ bello, è veramente bello, siii…” continuava masturbandosi sotto. Ora tutta la cappella era dentro, avevo già voglia di venire ma sentivo il suo piacere montare e non volevo interrompere questo momento magico. Entrata la cappella con un’altra piccola pressione sprofondai con tutto il membro nel suo culo. “Dioo, godooo” quasi urlò al primo irrefrenabile orgasmo “dai sbattimi, sbattimi, così inculami, inculami, dai che bello siiii” Stava godendo con tutto il mio palo dentro e sembrava non bastasse tanto spingeva verso il mio ventre. “ Sii..” mi lasciai andare “ti inculo troia, ti sfondo il culo, zoccola siii godo, godo anch’io, siii” presi a sbatterla con violenza inaudita, seguì l’esplosione del mio sperma devastante per potenza e quantità. Priscilla dopo sussulti ripetuti, pervasa da orgasmo anale e clitorideo si accasciò liberando il mio arnese dalla morsa del suo ano. Ano che rimase qualche secondo meravigliosamente dilatato, in quello che mi sembrò uno spettacolo nello spettacolo. “Non posso crederci” sussurrò “è stato sublime, ti amo infinitamente Attilio.” “Perdonami amore” risposi “forse ho esagerato con parole e irruenza ma ero come in trance, stavo godendo veramente come mai prima.” “ E’ stato bellissimo fu la risposta rassicurante, anzi proprio quel modo di prendermi mi ha fatto perdere il controllo. Ma sia chiaro, ti è permesso soltanto quando facciamo sesso” e giù una grassa risata. Da quel giorno sembravamo due come due innamorati alle prime armi, tutte gentilezze, attenzioni….
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12 anni fa
romeodp,
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Ultima visita: 6 anni fa
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Indovina chi è. Seconda parte
Vengo bendata e fatta stendere sulla cassapanca, che si rivela subito dura e ruvida; appoggio il collo nel semicerchio apposito e devo tenere la testa ben orizzontale, perchè sotto non c'è alcun appoggio. Posizionano l'altra parte della parete, che viene "chiusa" con appositi ganci. Ora il mio collo è bloccato e il senso di impotenza è totale. Sento che le mie caviglie vengono afferrate da due forti mani e le gambe mi vengono alzate e divaricate. Il Master invita due uomini a posizionarsi: uno davanti alla mia bocca, l'altro davanti al mio pube. Sono tesa perchè non so quale parte del mio corpo verrà interessata dal secondo uomo. Il Master dà il via e il primo uomo mi infila in bocca un grosso uccello: preme molto, me lo fa arrivare in gola, quasi soffocandomi. L'altro sceglie il mio culo, che ancora non è pronto a ricevere dilatazioni da parte di un pene grosso e gonfio. Io emetto un gemito, che viene soffocato dall'uccello che ho in bocca. Lecco l'uccello che ho in gola, mentre l'altro pene mi sfonda il culo con molta veemenza. Dopo tre minuti esatti il Padrone dà lo stop e i due uomini tolgono gli uccelli dalla mia bocca e dal mio ano. Poi il Master si rivolge a me, formulando quella che sarà la domanda di rito per tutto il gioco: "Sonia hai individuato i due uomini che ti hanno "avuta"?. Prima dirai il nome di colui che è stato deliziato dal tuo pompino, poi il nome di colui che ti ha scopato. E' tutto chiaro?". Io rispondo che il primo è Alberto, mentre il secondo è Mario, mio marito. "Esatto, brava Sonia. Niente punizione. Passiamo ad un'altra coppia di uomini", risponde il Master. Beh, la prima manche era relativamente facile: non è la prima volta che Alberto si fa spompinare e quel suo ritmo veloce e quel suo modo di infilarmelo in gola è del tutto caratteristico. Per quanto riguarda Mario... conosco bene il suo modo di pomparmi nel culo... è mio marito! Seconda coppia. In bocca mi viene infilato un uccello moscio, che rimarrà così per tutti tre minuti della prova, mentre il secondo uomo sceglie ancora il mio culo. E' dolce nell'entrare ed uscire dal mio orifizio, a tal punto che il buco mi duole meno di prima. Alla fine della manche sono sicura che il primo uomo è Pietro, che anche se non ho mai visto reputo di età avanzata, il secondo lo identifico con Giorgio. Il Master è quasi felice delle mia risposte e annuncia con ilarità: "Sonia hai indovinato il primo nome, ma hai sbagliato il secondo. Sarai punita per questo. Attendi con fiducia la tua punizione... sta arrivando!" Non so che cosa mi faranno... nella mia mente passano diverse immagini... Poco dopo il mio seno viene inondato di cera bollente e i miei capezzoli sono totalmente ricoperti di cera, che in breve si solidifica. Terza manche: un piccolo uccello in bocca e uno medio in figa. La mia figa è ormai completamente bagnata e non oppone alcuna resistenza... anzi... mi godo interamente e con grande intensità quei tre minuti di scopata. Alla fine il Master mi chiede i nomi dei due, ma io sbaglio clamorosamente. Il Master questa volta è magnanimo e mi fa scegliere la prima punizione: vuoi ingoiare sperma o essere lavata dall'urina? Scelgo di ingoiare sperma e un altro uomo si masturba davanti a me, inondandomi la bocca del suo caldo nettare. Lo ingoio fino all'ultima goccia, anche se devo dire che la quantità era veramente notevole. Mi fa scegliere anche la seconda punizione: bacchettate sulla pianta dei piedi o clistere maxi. Io scelgo le bacchettate e ricevo venti bacchettate per pianta. Ho le piante dolenti, ma non ho subito l'onta del clistere, che per me rimane una delle cose più umilianti per una schiava.
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12 anni fa
soniaslave,
42
Ultima visita: 11 anni fa
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Parcheggio hard
LUI - Una sera andando in un parcheggio incrociamo una macchina con la portiera aperta dalla parte del passeggero, a bordo la tipa del prontosoccorso con le gambe aperte senza mutandine. Una gamba fuori dalla macchina, l'altra dentro. Con la mano si stuzzica la figa morbida e pelosa, mentre con l'altra mano massaggio il cazzo del suo uomo seduto al volante. Parcheggiamo di fianco apriamo la portiera e tu ti togli le mutandine e mostri la tua figa sbrodolosa, mentre guardi smaniosa il cazzone duro. Lei estrae un grosso vibratore dalla borsetta e comincia a strofinarlo sul culo mentre il suo uomo le tocca la figa. La scena è molto eccitante e tu vuoi che ti tocchi le tettone, turgide e sode, mentre ti sditalini, mostrando le tue gambe fantastiche con i sandalini da strafiga. Intanto lei se lo è infilato nel culo e mugola di piacere mentre ci osserva passandosi la lingua sulle labbra... Lui ti mostra un cazzo di un diametro incredibile che sbuca dai pantaloni rossi.
Siamo fuori dalla macchina; noi maschi in piedi voi piegate lei mi tira verso la sua bocca e lo succhia in modo incredibile mentre tu mi lecchi le palle e poi ti unisci mi fate un bocchino doppio stupendo, mentre il suo uomo si porta dietro di voi e ti lecca mentre continua a menare il cazzone di gomma nel culo di lei...
Ci mettiamo nei sedili dietro, noi maschi seduti e voi vi calate sui nostri cazzi, tu senti la figona aprirsi e tirarsi mentre lui ti accompagna piano su e giù e gli sventoli le tettone davanti alla faccia. Sei tutta inarcata per affondare bene la figa sul quel cazzo incredibile, lo senti anche nel culo mentre lei si passa le dita nella figa e poi me le fa leccare..mmh il profumo di femmina mi fa impazzire, intanto sento la sua figa che mi avvolge il cazzo...
Il profumo di femmina mi fa venire voglia di leccargliela, lei si gira, in piedi piegata si corica appoggiando la pancia al sedile davanti e mostrandomi il culo e la figa, nera e pelosa. Affondo la faccia e mentre le accarezzo le gambe inizio a leccargli il culo morbido e poi la figa bagnata, intanto vicino alla macchina si sono avvicinate altre coppie e le donne menano il cazzo dei loro uomini, Una è praticamente dentro la macchina e puoi sentire il profumo del maschio eccitato... mentre ti guardo lei si cala sul cazzo e se lo infila nel culo, mentre un maschio fuori dalla macchina si avvicina alla sua bocca e lei comincia a sbocchinare con avidità, io ti guardo. sei scatenata su quel cazzo enorme che ti riempie la figa, e anche tu non resisti alla vista del nuovo cazzo, ha delle palle fantastiche e inizi a leccarglielo con fatica perchè hai voglia di urlare...
LEI - Io che già ero vicina all'estasi allungo la mano e accarezzo le palle del "nuovo " e tu mi guardi e mentre vuoi il suo culo cerchi le mie tette e mi infili la lingua in bocca eccitato da morire.. Sa di buon maschio e mi fa impazzire e non smetto..e ti guardo godere dell'altra che vuole leccare con me mentre si muove su di te come una troia.. C'è un odore inebriante..
LUI - è il profumo di sesso, eccitante intrigante. La voglia di sborrarvi in faccia è fortissima, usciamo dalla macchina tu ti metti davanti ai due maschi che se le menano e a turno li continui a succhiare e così fa lei con me e l'altro, la vista di te in mezzo a due maschi come una vera femmina in calore mi eccita da morire e la lingua di lei mi fa venire, lo prende tutto in bocca, ingoiando tutto...
LEI - Anche i bei maschi vengono sulle mie tette ed io me la spalmo esausta ma appagata.
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12 anni fa
stuzziconi,
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Ultima visita: 2 anni fa
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Indovina chi è. Prima parte
Serata particolare dal Padrone, che ha ideato per me un gioco a carattere erotico. Appena arriviamo, io e mio marito, veniamo portati in una sala dove sono presenti una trentina di uomini completamente nudi. Il Padrone fa la presentazione della schiava ai presenti e poi fa accomodare mio marito nella prima fila di sedie. Viene invitato a spogliarsi dal Master, visto che anche lui sarà parte attiva del gioco. Mio marito si spoglia e si siede al posto che gli è stato riservato. Io scruto le facce dei presenti e riconosco tanti vecchi e nuovi amici: tra gli altri Nicola, Sandro, Pietro e Alberto. Parte la musica e io vengo invitata a spogliarmi a ritmo di musica, improvvisando uno spogliarello tipo "nove settimane e mezzo". Inizio a spogliarmi e lancio i miei vestiti ai presenti, che fanno a gara per aggiudicarseli. Rimango completamente nuda e mi avvicino al Padrone, che si accinge a spiegare il gioco. Poco più distante c'è quello che sarà il "letto" su cui si svolgerà il gioco: una specie di cassapanca in legno ruvido alla cui sommità è fissata una parete iin legno divisa in due parti, con un foro centrale per permettere l'introduzione del collo della vittima di turno. Quasi una specie di gogna moderna. Il Padrone mi dice che io dovrò stendermi sulla struttura in legno, che il mio collo passerà oltre la parete grazie al buco e che, una volta richiusa la parete, non potrò vedere che cosa succede oltre alla stessa. Il gioco si svolge a manches di tre minuti, durante le quali due uomini mi impegneranno contemporaneamente: uno mi obbligherà a fargli un pompino, mentre l'altro potrà scegliere se scoparmi davanti o dietro. Io sarò bendata, per impedirmi di vedere, e le mie gambe saranno alzate, divaricate e tenute in posizione da due uomini, al fine di offrire i miei buchi allo scopatore di turno. Io dovrò scoprire i nomi di coloro che mi hanno usata e tal fine tutti gli uomini presenti vengono invitati ad alzarsi e a dire il loro nome. Io cerco di fissare nella memoria i loro uccelli, che non sono tutti in erezione. Da alcuni sono già stata scopata, ma quando ricevi tanti uccelli è facile fare confusione. E se non indovinerò la loro identità? Provate a pensare che cosa succederà... Verrò punita con una piccola tortura, che metterà a dura prova la mia figura di schiava.
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12 anni fa
soniaslave,
42
Ultima visita: 11 anni fa
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Come si sfonda una slave
Dopo un'intensa giornata lavorativa, qualsiasi uomo normale si mette davanti alla televisione e si gode il suo programma preferito: ormai con tanti canali a disposizione non c'è che l'imbarazzo della scelta. Ma mio marito è un po' speciale e alla sera fissa telefonicamente con il Padrone appuntamenti punitivi per la sua consorte. Qualche sera fa ho intercettato una sua telefonata, nella quale dava la disponibilità del mio culetto ad essere tormentato: "Sì, per me non ci sono problemi... io acconsento! Lei ha già avuto rapporti anali e non penso che una dilatazione in più faccia la differenza. Inculatela pure a vostro piacere. La convinco io, tranquillo". "Con chi parlavi, tesoro?", gli dico con aria sorniona. Lui tergiversa un po' e poi si decide a confessare la sua marachella: "Non ho resistito alla tentazione di vederti nuovamente punita dal Padrone: mi piace troppo quando ti vedo sottomessa da altri. Lo sai che mi eccito moltissimo nel sentire i tuoi lamenti e nel vedere che gli altri ti scopano con piacere. Domani sera saremo dal tuo Padrone. Sicuramente alla fine mi ringrazierai, visto che ti divertirai molto anche tu". "E perchè parlavi del mio sedere?", chiedo io con aria curiosa. Lui non risponde, forse vuole mantenere il segreto. Aggiungo che l'importante per me è che non ci sia Pietro alla sessione, visto il suo poco invitante odore; non l'ho mai visto in volto, ma penso sia un uomo di una certa età, che non potendo fare altro, si è adattato alla condizione di schiavo. Mio marito mi assicura che Pietro non ci sarà, ma io non ne sono affatto certa. Giungiamo alla "casa delle torture" e come sempre mio marito mi affida al Master. Vengo portata nella solita stanza, spogliata e bendata. Mi viene messo il guinzaglio e "a quattro zampe" devo proseguire per raggiungere un'altra stanza, "tirata" senza troppi complimenti dal Master. Lì ci sono altri uomini e mi fanno stendere a pancia in giù su quella che percepisco essere una vecchia rete metallica. Non è molto piacevole per le mie tette e la mia pancia il contatto con la rete metallica. Mi fanno aprire le braccia e le gambe a X e mi dicono di attendere. Sento uno strano odore famigliare... un odore pestilenziale di sudato... è sicuramente Pietro. L'identità misteriosa passa accanto alla rete sulla quale sono sdraiata e poco dopo il Padrone dice: "Pietro stenditi sulla rete a pancia in giù. Apri le gambe e le braccia ad X. Forza, bastardo. Esegui gli ordini!". Io ormai ho la certezza che quell'essere orripilante sarà anche questa volta il mio compagno di avventure. Poco dopo sento due piante callose e ruvide a contatto con le mie. Sono le piante dei piedi di Pietro. Stanno prendendo le misure per organizzare la punizione e solo quando sarò sbendata alla fine, avrò la certezza di come sono posizionate le reti: sono una in fila all'altra, unite da cavi d'acciaio, che le tengono saldamente legate. "Apri il culo a quella troia, che le facciamo passare la voglia di essere nata", ordina il Padrone. Due robuste mani mi allargano le natiche e io sento il mio buco opporre una giusta resistenza. "Guarda che bel buco rosa ha la puttana. Chissà quanti cazzi avrai preso in vita tua in quel fantastico buchetto. Ora non avrai i cazzi che vuoi, ma un bel manico di scopa, che ti spaccherà il culo", sentenzia il Master. MI infilano il manico di scopa e io mi sento spaccare lo sfintere. Mi lamento e supplico il Padrone: "Signore, fatemi tutto quello che volete, ma non sfondatemi il culo con un manico di scopa!". Lui ride e i suoi uomini spingono nel mio povero orifizio il manico con molta violenza. Poi sento Pietro che si lamenta per quel maledetto manico di scopa nel culo e capisco che cosa è successo: il manico è da una parte nel mio culo e dall'altra... nel culo di Pietro! I nostri piedi vengono legati insieme, le nostre piante sono posizionate definitivamente le une contro le altre e una sbarra di ferro, situata tra una gamba e l'altra, ci tiene le gambe divaricate. Il manico di scopa sembra leggeremente lungo, ma agli uomini del Padrone la cosa non interessa proprio. Spingono il manico un po' nel mio culo, che ormai è totalmente sfondato,e spingono un po' il manico dall'altra parte nel culo di Pietro, che ora si lamenta come un bambino piagnucoloso. Poi Pietro viene frustato sulla schiena e si dimena per quel che può, visto che gli uomini del Master lo tengono ben fermo, a contatto con la rete metallica. Però riesce a dimenarsi un po' e il manico di conseguenza si sposta nel mio culo. Ormai ho le lacrime agli occhi, per il dolore che è davvero insopportabile. Poi la mia schiena viene inondata di cera calda e anch'io tento di divincolarmi dalla stretta morsa degli uomini che mi circondano. Più mi muovo e mi agìto e più il mio culo viene "lesionato" dal robusto manico di legno. Alla fine mi afferrano per le spalle e mi spingono contro le piante dei piedi di Pietro. Un rigagnolo di sangue esce dal mio buco del culo e solo allora cessano di spingermi contro Pietro, spaventati da quelle che possono essere le conseguenze di un tale sconsiderato gesto. Una volta slegata, mi sfilano il manico della scopa dal culo e per fortuna il sangue sembra cessare di uscire. Ma qualche altra perditina rossa si verificherà nei giorni successivi, specie durante l'espulsione delle feci. Vengo sbendata e ho una situazione chiara della scena che si è consumata ai miei danni. Pietro si è già allontanato e anche questa volta non sono riuscita a vederlo. Comunque ne sono sicura... la sua "visione" non deve essere affatto angelica!
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12 anni fa
soniaslave,
42
Ultima visita: 11 anni fa
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Io, lei e tre ragazzi tutti per noi...
Era un pomeriggio freddo e piovoso di febbraio, quando io e la mia amica Calipso, stando al telefono, cominciammo a parlare di sesso e fantasie erotiche, fin quando capitammo su questo sito...cosi, per gioco decidemmo di iscriverci, e io confessai a lei i miei desideri proibiti..una chicca che mi si era infilata nella testa da qualche mese, provare una cosa con più ragazzi, una cosa, eccitante e selvaggia, in grado di farmi sentire l'oggetto del piacere di due o più uomini, che allo stesso tempo volevo "dominare" io..! Cosi, dopo aver ricevuto moltissimi messaggi, moltissime richieste, due ragazzi, che si sono presentati come amici, hanno attirato la nostra attenzione...Entrambi, sotto la 30ina, belli, bel fisico e anche ben dotati. Uno lo chiamerò Ettore, e l'altro Achille. Abbiamo cominciato a farci vedere interessate a loro, e cosi abbiamo cominciato a parlare e a vederci in web finchè abbiamo deciso di incontrarci in un parcheggio della capitale, per poi andare nella casa al mare di Ettore, sulla costa laziale.. Essendo però due ragazze, anche alle loro prime esperienze di questo tipo, di questa vita così misteriosa e parallela a quella normale, abbiamo deciso di portarci con noi un mio amico, Cesare, a cui avevo confidato tutto, chiedendogli se voleva partecipare...Il tutto ci garantiva più sicurezza, e allo stesso tempo aumentava anche l'eccitazione, perchè si trattava non più di due ragazzi, ma di tre..! Dopo varie peripezie, arrivammo così nella casa di Ettore...Achille ci fece accomodare e sistemò i nostri cappotti e le nostre borse..mentre Cesare, Ettore e Calipso prendevano un caffè nell'angolo cottura, io rimasi a far due chiacchiere con Achille sul divano della casa..fin quando lui cominciò ad accarezzarmi le gambe..così mi sfilai le calze e mi misi sopra a lui...presto mi ritrovai solo con l'intimo addosso, un completino nero e argento di pizzo. Cominciai a sentire dei passi, mi voltai e vidi che erano arrivati anche gli altri..Cosi Calipso, mi diede un'occhiata e si spogliò anche lei, da sola, rimase in intimo, e si mise sull'altro divano con Cesare ed Ettore..Io mi lasciai il reggiseno..mi girai e ordinai ad Achille di penetrarmi a pecora da dietro, lentamente ma fino in fondo..lo volevo tutto, volevo che mi facesse anche un pò male, volevo godere e volevo che la mia amica mi sentisse urlare...dopo circa 10 minuti, cambiammo posizione..e così, mentre mi giravo, vidi Calipso con un gran pene tra le sue tette, mente il mio amico inginocchiato la assaporava...cosi decisi di fare la 69...volevo sentire la lingua di Achille dentro di me, muoversi con velocità, accompagnata dalle sue dita...e nel frattempo volevo qualcosa in bocca, per rilassarmi...! Dopo un pò...facemmo a cambio, io andai dagli altri due, e Calipso passò tra le braccia del clamoroso Achille..! Mi misi di nuovo a pecora, volevo esser presa da dietro, questa volta con forza da Ettore, mente il mio viso era rivolto in avanti e le mie labbra, ormai senza rossetto, si muovevano ritmicamente sul pene del mio amico..! Cambiammo varie posizioni, mentre mi gustavo la scena della mia amica con Achille, l'abile linguista..=) Infine venni..gemendo, cavalcando il mio amico, che nel frattempo con la mano mi stimolava il clitoride..mentre Ettore, da dietro mi palpava il seno..La mia amica era ancora lì..non aveva ancora finito e così decisi di andare a disturbarla, insieme agli altri due..Eravamo in cinque, un divano non bastava, così salimmo di sopra, nudi come eravamo, in camera da letto, interrompendo per qualche secondo i nostri piaceri, ma prima Calipso prese dalla sua borsa un tubo di panna spray che ci eravamo portate..! Entrammo in camera, ci mettemmo tutti sul letto..ero tra Ettore e Achille, i due guerrieri che si batterono per possedermi..così, decisi di tornare a far felice Achille, ma mi misi di lato, girata su un fianco. Lui era dietro di me, pronto a farmi sentire tutto il suo pene..ma questa volta a darmi il ritmo era lei, Calipso, che stando dall'altra parte del letto, sul bordo, a pecora, sfruttava le spinte che riceveva da Ettore per far muovere meglio Achille...finimmo così, con il povero Cesare, che ormai guardava la scena e ci spruzzava la panna addosso.... Bhè che dire, forse lui non si è goduto gli ultimi momenti, ma se non fosse stato per lui io e la mia amica non avremmo passato una giorata così...ehm...eccitante !
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12 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 10 ore fa -
Frustate per due
Mario, mio marito, telefona al Padrone per fissare un nuovo appuntamento e lui gli dice che ha in mente qualcosa di nuovo ed interessante per me. Sarà una sessione in cui io proverò uno stato di sottomissione del tutto nuovo, che mi umilierà in modo deciso e annullerà completamente la mia personalità. Appena arrivati Mario mi consegna al Master, che mi conduce nella stanza delle torture. Mario non mi può seguire e viene fatto accomodare fuori in una stanza tapezzata di foto di schiave, dove ci sono anch'io ritratta in varie pose, con la schiena distrutta dalle frustate e le tette livide. Nella stanza delle torture sono sola con il mio Padrone, che mi ordina di spogliarmi. Io mi tolgo tutto e rimango in reggiseno e mutandine. "Togli anche il reggiseno e le mutandine, puttana", mi dice con tono brusco il Master. Tolgo il reggiseno e mi sfilo le mutandine, rimanendo completamente nuda davanti a lui, che mi scruta e poi mi schiaffeggia con tono "affettuoso" le tette. "Ora rimettiti le scarpe, lurida cagna... quelle oggi ti sono concesse!", mi apostrofa il Padrone. Mi infilo le scarpe e lui mi benda gli occhi, impedendomi così di poter vedere quello che mi aspetta. Quando si viene privati della vista e non si sa che cosa ti faranno, l'adrenalina sale e tutto può succedere, senza che la schiava possa minimamente prevedere lo sviluppo delle cose. Il Master mi fa mettere le braccia sulla testa e mi ordina di rimanere immobile. Poi mi mette un ferro in bocca, che mi impedisce di chiuderla, Avverto che qualcuno sta entrando dalla porta, ma non immagino chi sia. Poco dopo capisco che si tratta di un uomo, che si pone di fronte a me: purtroppo percepisco subito che non è amante del sapone e la cosa mi disturba non poco. Vengo spinta dalla schiena contro di lui: é nudo, ha una pancia pronunciata e un uccello alquanto moscio. E il suo uccello rimarrà moscio per tutta la sessione, malgrado lo sfregamento con il mio corpo. Le mie caviglie vengono legate alle sue, un'altra corda che mi passa sotto il seno mi blocca al suo corpo; mi vengono alzate le braccia e i miei polsi vengono legati con i suoi. Poi i nostri corpi vengono assicurati ad un gancio, che presumo collegato al soffitto e vengono messi in tensione. L'odore di sudato che emana il corpo dell'energumeno che mi sta davanti è nauseabondo e il suo alito è veramente pesante. La sua bocca è esattamente davanti alla mia, che è obbligata a rimanere spalancata a causa dell'aggeggio di ferro che mi hanno infilato. Prende la parola il Padrone, che ci illustra con voce perentoria la punizione che andremo ad affrontare: "Ora Sonia e Pietro siete legati saldamente una davanti all'altro e riceverete la punizione che meritate. Inizierò a frustare la schiena di Pietro, che se si lamenterà procurerà due violenti colpi di frusta alla povera Sonia. Se poi Sonia emetterà dei lamenti, riceverà uno sputo in bocca da Pietro. Avete capito tutto?". Alcune persone entrano dalla porta e si sistemano davanti a noi. Io sono bendata e non riesco a capire quanti siano gli spettatori e se tra loro ci sia mio marito. La frusta inizia a lavorare e Pietro riceve un deciso colpo, che lo fa sbattere ancor più contro di me. Il suo peso mi fa vacillare, ma per fortuna l'energumeno non si lamenta minimamente. Bene, penso io, è un uomo coriaceo, che sopporta bene il dolore. Io cerco di immaginare che tipo di uomo sia Pietro: di certo non giovane, che forse ha già raggiunto la pace dei sensi, visto che il suo pene è decisamente ciondolante, pur premendo sulla mia figa. Ma quel che più mi disturba è l'odore acre del suo sudore. Viene frustato con veemenza, ma lui tace per i primi dieci colpi, accusando i colpi con grande self control. Poi però inizia a lamentarsi: "Ah, che dolore", dice il mio "dirimpettaio". E puntualmente mi arrivano due colpi sulla schiena. Anch'io sono una donna abituata s subire e non proferisco parola. Ora Pietro si lamenta di continuo per le frustate ricevute e io "godo" di ben due frustate ad ogni suo lamento. Dopo una dozzina di frustate decise, non riesco più a trattenere i lamenti e, per quel che posso, gemo per il dolore prodotto dalle frustate. E Pietro viene invitato a sputarmi in bocca. Io provo uno schifo tremendo, sentendo sulla mia lingua la sua schifosa e puzzolente saliva. Frustano lui, frustano me sulla schiena e sul sedere... lui comincia a sudare in modo copioso e io sento il suo sudore sul mio corpo. La mia bocca si riempie di saliva e io sono costretta, mio malgrado, a deglutire, Il Padrone sghignazza e le frustate aumentano in maniera considerevole. Non so quante ne ho ricevute, ma sicuramente alla fine i colpi non sono meno di settanta. Poi il Master invita i presenti ad usarmi come discarica e io ricevo sputi in tutto il corpo. Non vengono risparmiati i miei capelli e persino la benda che ho sugli occhi riceve enormi sputacchiate. Ne ricevo ovunque: dal culo alle caviglie, dalla schiena alle scarpe. Mi slegano e Pietro viene accompagnato fuori dalla stanza; anche tutti i presenti escono e io rimango sola con il Master. Vengo sbendata e finalmente posso vedere il mio corpo martoriato, livido e oltraggiato dagli sputi. Ritrovo mio marito nella sala d'aspetto... sarà entrato anche lui? E' possibile, visto che ormai non si scompone più nel vedere la sua povera moglie umiliata e sottomessa. Anzi gode nel vedere il trattamento che mi viene riservato durante le sessioni!
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12 anni fa
soniaslave,
42
Ultima visita: 11 anni fa
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L'amica baby sitter
Avevo una storia con una ragazza che faceva la baby sitter.Lei era a conoscenza che fossi sposato,ma era innamorata.Oramai erano due anni che ci frequentavamo di nascosto,da un'anno facevamo anche sesso completo.C'era voluto un pò perchè era giovane è vergine,ma poco alla volta le sue barriere erano cadute,accettava con gran piacere di ingoiare la mia sborra a volte voleva gliene lasciassi un pò sul viso perchè amava spargerselo.Ma la cosa che mi mancava era il rapporto anale,desideravo tantissimo il suo buchino.Ma lei si vergognava.Così decisi che la cosa migliore era far finta di non pensarci più è giocare d'astuzia.A volte andavo a trovarla nella casa dove lavorava,sapevo gli orari è se il bambino dormiva lei mi diceva di passare ed essendo un bimbo di poco più di un anno aveva il sonno pesante. Così un giorno che mi disse di passare,mi preparai mentalmente per riuscire finalmente ad incularla.Sapevo che lei lo desiderava ma si vergognava,avendo anche ricevuto una educazione religiosa molto bigotta.Era estate quindi vestiti leggeri,poi quando sapeva che avrebbe potuto farmi salire si vestiva con gonne leggere tanga,canotta è quasi sempre,si toglieva il reggiseno prima che arrivassi èra piccolo ma bellissimo due piccole è sode pere.Così arrivato subito ci abbracciamo è cominciamo a baciarci,sapevamo che non potevamo stare a far tanti preliminari perchè se il bimbo avrebbe pianto significava che era sveglio è dovevo filare.Subito gli sfilo gli slip,gli accarezzo la figa,gli infilo le dita lei comincia a bagnarsi,siamo in piedi la faccio inginocchiare lei subito capisce e s'infila il mio cazzo in bocca glielo faccio un po succhiare è slinguare,la tiro su di nuovo gli ficco la lingua in bocca ed intanto continuo con le dita è poi di nuovo giù a succhiarmi il cazzo,lei incomincia a non capire più niente sò che desidera essere scopata quando mi rendo conto che è super eccitata la faccio mettere a pecora su una poltrona gli sollevo la gonna allargo le gambe gli afferro le tette è comincio a pompargli la figa come sento che stà per venire smetto,poi ricomincio è smetto ora mi rendo conto che stà impazzendo vuole venire ma io gli struscio la mia cappella alla figa,poi gli struscio la cappella al buchino del suo bel culo,lei mi dice no ti prego!Non preoccuparti,lo voglio solo appoggiare,non spingere però,no!Lo tengo appoggiato è continuo ad accarezzargli i capezzoli,lei smania ma stà ferma,sento scivolare la punta del mio cazzo appena appena,ti prego,non preoccuparti non spingo.Intanto il mio cazzo è entrato almeno un centimetro perchè ilsuo buco del culo si è automaticamente rilassato per il piacere.Un minuto abbondante fermo così,lei si rilassa ora è un pò imbarazzata perchè non vuole far capire che sà che il mio cazzo stà per sfondargli il culo,visto che ora gli piace è vado giù tutto,lei mi dice ti prego non venirmi dentro.Và bene è sono fermo con tutto il mio cazzo dentro il suo culo.Quando capisco che bastano pochi colpi per sborrargli dentro il culo decido è senza dargli tempo di riflettere la pompo velocemente è la sborra incomincia ad inondargli il culo è lei viene,gli porgo da dietro la mia bocca è ci slinguiamo voracemente.Da quel giorno finchè è durata la nostra storia non ha mai smesso di farsi inculare,gli piaceva troppo ed è stato sempre bellissimo ed animalesco.
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12 anni fa
globalsex,
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Ultima visita: 7 anni fa
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Un vero cuck
Mi aveva contattato lui dopo aver letto un mio annuncio su Fermoposta. Mi aveva mandato un paio di foto della moglie e il numero di cellulare al quale contattarlo. Avevo già avuto diversi incontri ma era la prima volta che un marito si dichiarava cornuto e mi confessava di eccitarsi nel ruolo del cuckold. Parlammo diverse volte al telefono io e lui , poi mi diede il numero della moglie con la quale nacque subito simpatia,feeling… la fantasia iniziava a galoppare, le idee, le fantasie e le proposte abbondavano per cui per evitare che col passare del tempo così come era nata la voglia di conoscersi potesse scemare decidemmo di incontrarci. Prenotò lui un ristorante 30 km fuori Roma, in un posto dove nessuno ci conosceva. Eravamo diventati complici e avevamo stabilito un bel programmino per la serata. Arrivarono prima loro, si sedettero al tavolo e dissero al cameriere di aspettare una persona con cui avrebbero dovuto discutere di lavoro. Per questo motivo scelsero un tavolo leggermente defilato dove poter parlare tranquillamente. Il ristorante aveva circa 70 coperti ma meno della metà erano occupati. Dopo 10 minuti arrivai io. Loro erano proprio una bella coppia,lui 55 enne elegante ed abbronzato, lei 45 anni sofisticata,sexy e molto bella. Eravamo seduti in un tavolo tondo, la signora nel mezzo… Il cameriere venne a prendere l’ordine,scelsi una buona bottiglia di vino ed iniziammo a chiacchierare finalmente di persona. Non persi tempo per fare i complimenti alla splendida Monica, ci guardavamo negli occhi e sembravamo intuirci al di la di quello che ci dicevamo. Entrammo subito in confidenza al punto che dopo aver mangiato il primo le dissi di andare in bagno a togliersi le mutandine. Ovviamente mi alzai anche io e con la scusa di andarmi a lavare le mani entrai nel bagno delle donne chiusi la porta e verificai di persona se avesse fatto quanto le avevo chiesto. Ci baciammo,ce l’avevo duro più del marmo… la situazione era eccitantissima e lei era molto bagnata. Dopo qualche minuto dovemmo ricomporci e a fatica ci staccamo. Tornati a tavolo il cornuto ci disse che gli sembrava che i due camerieri se la ridevano alle sue spalle,forse immaginando quello che era successo. Si alzò per andare al bagno e ne approfittai per baciare Monica e per accarezzarla tra le gambe… In quel momento fu chiaro a tutti che lui era cornuto…anche se i presenti immaginavano lo fosse in modo non consapevole! Quandò rientrò ci trovò a parlare in modo tranquillo e quando seppe quello che era successo si eccitò ancor di più… Prendemmo il dolce, pagò il conto e decidemmo di fare un giro con la loro macchina comoda e spaziosa. Lui guidava e noi dietro ci baciavamo, ricordo ancora il suo profumo,il calore della sua figa bagnata,la consistenza dei suoi seni… mentre il marito guidava lei me lo prese in bocca…un’esperienza stupenda… Ci accompagnò davanti un albergo,lui rimase in macchina e noi andammo a prendere una camera. Furono due ore meravigliose. Poi dopo una bella doccia che facemmo insieme con un ultimo amplesso sotto l’acqua scendemmo giù. Lui ci aspettava, aprì le portiere e ritornò al ristorante dove avevo lasciato la mia auto. Mi ringraziò per la bella serata. Fu un’esperienza bellissima e da li ci siamo visti altre volte ma quella prima la ricordo con grande piacere.
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12 anni fa
lucapilon, 51
Ultima visita: 1 settimana fa -
In Spagna al sexy shop...
Sono Dea lei di coppia.. durante un indimenticabile viaggio nella mitica Spagna, in compagnia del mio attuale compagno, complice di numerosissime follie sessuali, ho provato per la prima volta la trasgressione più forte che io, penso, di non aver mai potuto neanche immaginare.. era una giornata molto calda e umida.. ricordo bene l'ora... le 17.00 di un bellissimo pomeriggio di agosto.. passeggiando in una strada principale del centro il mio lui mi convinse ad entrare in un sexy shop dalle vetrine molto curate ed intriganti.. c'era un bel pò di gente all'interno con 4-5 commesse donne... sembrava un normale negozio di intimo.. in fondo vi era un corridoio dalle luci soft ed accoglienti... ci spingemmo oltre e notammo alcuni camerini.. spinta dal mio forte senso di curiosità e incoraggiata dal mio lui ad aprire la porta.. lo feci.. aprii la porta ed entrammo... ricordo il colore forte alle pareti .. un rosso porpora molto forte ma anche molto sensuale.. ci colpì molto... non era un normale spogliatoio.. sentimmo che dall'altra parete della sottile paretina in legno c'èra qualcuno.. ci guardammo straniti e notammo che alla parete vi erano due fori... ci chinammo per guardare all'interno... due ragazzi seduti si stavano masturbando alla visione di un porno proiettato da uno schermo affisso alle pareti... accorgendosi di essere guardati uno dei due si alzò e si avvicinò al buco... scoperti indietreggiammo mentre il ragazzo infilò il suo cazzo nel buco entrando "di brutto" nel nostro camerino... rimasi per alcuni secondi sconvolta e bagnataaa... il mio lui mi sussurrò all'orecchio che eravamo in un glory hole... e toccandomi il culo mi chiese se mi eccitava l'idea di toccare quel bel cazzo... no!! gli dissi... ma al contrario il desiderio era fortissimo... il mio lui mi guardò.. e sorridendo mi disse che stavo mentendo... mi conosce bene... sapeva che mentivo e che volevo... mi prese la mano e la poggiò su quel pezzo di carne duro e bagnato dall'eccitazione... sssssssssss........ non ho resistito... l'ho strinsi tra le mani e cominciai a leccarlo di brutto... mentre ero presa dal piacere il mio lui mi abbassò i pantaloni e cominciò a leccarmi la figa ormai già piena dei miei umori... aprii gli occhi e dal buco scorsi l'altro ragazzo avvicinarsi anche lui al buco... si stavano per dare il cambio... ora in preda a succhiare il secondo cazzo... ohhhh......... che emozione!!! il mio lui nel vedermi per la prima vota protagonista di una scena da film porno... così sconvolgente ... mi scopò da dietro come mai aveva fatto prima... io, immersa in quel tripudio di emozioni arrivai quattro o cinque volte di seguito... subito dopo il secondo dei due venne all'improvviso nella mia bocca... lo seguì il mio lui che a fiume mi inondò la schiena ed infine il terzo che mi spruzzò tutta la sua sborra sul viso... non dimenticherò mai quell'esperienza..
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12 anni fa
dea.sex,
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L'amica di mia moglie in ufficio.........
F. era una ragazza carina, ha quasi quindici anni meno del sottoscritto, lineamenti meditterranei ma corpo esile... è molto amica di mia moglie, si confidavano su tutto anche sul sesso... La mia lei mi parla delle sue confidenze, commentiamo insieme il fatto che F. e il suo compagno hanno una vita sessuale trieste.... F. finge gli orgasmi da sempre perchè lui è interessato solo a svuotarsi.... Io e la mia lei eravamo decisamente più disinibiti e amanti del sesso, io per mio desiderio mi dedicavo tantissimo ai suoi orgasmi, e questo F. lo sapeva. Mese di agosto, pomeriggio caldo in ufficio, sento bussate e vedo F. entrare... rimango sorpreso, non è la prima volta che ci incontriamo senza i nostri consorti ma è la prima che F. viene nel mio ufficio.... F. indossa uno di quegli scamiciati di jaens con le spalline e con i bottoni davanti fino ai piedi, mi saluta con un bacio sulla guancia e si siede di fronte a me, chiacchieriamo del più e del meno, lei accavalla le gambe e per farlo apre alcuni bottoni da sotto fino al ginocchio.... Mi dice se può confidarsi, se può chiudere la porta a chiave che si vergogna se entra qualcuno, io acconsento "i soli problemi con quello zucconne del suo uomo" penso.... Si risiede e quando accavalla le gambe la gonna lascia scoperta quasi completamente la cosia che io ammiro.... "dai, cosa mi guardi così mi hai già vista in costume al mare che c'è di strano?" Leggo la provocazione "una cosa è il costume, un'altra è la sensualità di mettere in mostra così le gambe, sei molto sexy" F. arroscisce ai complimenti non è abituata, sorride nervosamente...... "ma dai non sono sexy io" "ma che dici, vedere la coscia così fa immaginare cosa c'è più in su, fa sperare che i tuoi movimenti lascino vedere qualcosa in più, tu sei femmina e queste cose le sai...." "allora se faccio così cosa immagini?" aprendosi due bottoni in altro, lasciando intravedere dalla scollatura che probabilmente non porta il reggiseno.... "immagino che non hai reggiseno e che hai i capezzoli duri dall'eccitazione" Lei diventa rossa rossa in viso, si alza, si mette in piedi davanti a me e con aria di sfida mi dice "sei sicuro?" prendo i due lembi della gonna e con gesto deciso le sbottono tutto..... Sotto è completamente nuda, un boschetto di pelo nero compare difronte a me, due piccole tettine con dei grossi capezzoli duri davanti a me..... "sono stato a casa tua e tua moglie mi ha fatto vedere le vostre foto, hai un cazzo che sembra un vibratore lo voglio" mi prende la testa e la porta sulle tette per farsi succhiare i capezzoli duri. Non mi faccio pregare mentre mi alzo e mi apro i pantaloni... "che fai e se viene qualcuno?" "Bussa e se ne va, non possono aprire!" "e se aprono? mi vergogno" mentre la mia mano sente la fighetta fradicia.... "sei bagnata come un lego, hai le goccie che scendono tra le coscie e ti fai problemi...." La metto a sedere sula scrivania, le allargo le gambe e infilo la bocca tra le sue coscie... ha un profumo forte, che sale direttamente al cervello, deve essere proprio in calore.... Neanche due minuti e vibra tutta "sei già venuta?" "erano mesi che non avevo un orgasmo con qualòcuno, sempre a menarmela da sola.... mio dio che lingua, ancora... ancora..." Credo abbia avuto altri due o tre orgasmi nel giro di cinque minuti sempre con la mia lingua, il suo piacere mi colava dalla bocca, una fontana in astinenza.... "dammi il cazzo ti prego, ho voglia di sentire quel manco dentro" Le sue gambe sulle mie spalle, Le appoggio la puntatra le labbra depilate e vengo quasi risucchiata in quella figa fradicia e piena di scopate arretrate. Si tiene sulla scivania mentre la sbatto, "che bello... che cazzo.... godo..." sono le parole che escono dalla sua bocca mentre continua a sbrodolare..... "ho voglia di gridare...." le devo mettere una mano sulla bocca mentre gode tremando quasi in preda alle convulsioni "Non smettere... non ho mai avuto un cazzo dentro così tanto tempo.... sborrami dentro... sborrami dentro..... rienpimi!" A quella richiesta non resisto più e le scarico dentro quatro cinque schizzi di sborra calda mentre la vedo stesa tutta sudata, con i lunghi capelli bìneri medidi di sudore.... Alcuni secondi e mi sfilo.... lei ancora in calore con la mano si accarezza la figa raccogliendo lo sperma con la mano e succhandosi le dita.... "queso non l'ho mai fatto a Toni ma come mi hai scopato meriti..." Allora è una sfida, con le mani le tengo le gambe aperte e inizio a leccarle la figa con la mia borra che cola, prima cerca di fermarmi popi mi prende per i capelli e mi tiene premuto il viso mentre arriva l'ennesimo orgasmo.... Ci riprendiamo, ci vestiamo quasi imbarazzati... ci ricomponiamo e lei mi saluta dicendomi "adesso vado a casa tua a bere il caffè, avevo detto a Toni che passovo da voi...." La lingua in bocca per un bacio e se ne va....."proprio una gran zoccola la ragazza" il mio pensiero....
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12 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 10 ore fa -
Il fuoco del drago
....il sottopassaggio aveva un chè di sinistro, un odore forte di urina ne testimoniava un uso improprio anche se abituale, a riprova che gli istinti e le necessità si sfogano nei luoghi bui e nascosti, che la vergogna ed il misfatto hanno i loro paradigmi. A quell'ora ne ero l'unico fruitore idoneo, dovevo solo attraversare una strada, ma la sensazione era di essere entrato in un luogo dove stagnavano pensieri primitivi oltre che odori. Ed io stavo andando, non potevo certo starli a raccattare per scrutarne le ombre..alle 5 di mattina,avevo un gran da fare, stavo già scappando. O meglio, stavo correndo ,come spesso mi accade, con la voglia di affaticare il corpo ben oltre la mente e farli marciare in sintonia. Pochi minuti prima lo specchio mi suggeriva il personaggio del giorno, un bell'IO versione Rocky Balboa, accessoriato di tutto punto per l'evento metropolitano di cui mi sentivo protagonista unico. Non v'era dubbio, "l'unico coglione in giro a quell'ora e con quel freddo a scarpinare sui viali," questo doveva essere il riassunto che leggevo negli occhi di coloro che vi erano costretti per lavoro e che sarebbero restati volentieri nei loro letti caldi. Il night warrior in me incassava mestamente questi giudizi cabinati a quattro ruote, ma compreso nel ruolo di giustiziere senza causa ,quale un insonne deve per necessità diventare pena un abbattimento dell'autostima, continuavo la mia corsa ritmata da un adrenergico Barrry de Vorzon stereofonico. Coglione si, ma con un background! Musica e memoria filmografica facevano mulinare le mie gambe oltre il minimo sindacale che m'ero imposto per arrivare a completare il giro previsto. Il cielo si tingeva di blu, ad est in un altrove indefinito cominciava il giorno, il buio era ancora buio, il freddo era secco, il naso colava, e l'alito era lo sbuffo di un drago. In erba però, perchè sul drago dovetti ricredemi subito. Lo vidi, anzi lo sentii prima di vederlo, gas a manetta ed un puntino incandescente con una scia sfumacchiante a conferma che questo Drago era migliore del mio. Mi fermai ad osservare affascinato quest'ossimoro motorizzato, un surgelato che sprizzava scintille di fuoco.Arrivava di gran carriera, ed era un uomo, contro ogni apparenza, un eroico col Ciao postbellico, orecchie al vento, senza guanti, sigaretta penzoloni sul labbro alla Bogart, in singolar tenzone con l'aria che voleva fumarsela al posto suo e la combinazione era stupefacente. Un tizzo ardente maivistotale fendeva l'aria davanti alla sua maschera ferma, facendomene immaginare l'acredine oculare. Lo vidi sfilare senza accennare a ripensamenti, senza porre fine al supplizio. E lì cominciò il calvario esegetico della visione. Qual'era il senso della sua apparizione, cos'èra quell'insieme apparentemente stonato......ma soprattutto, da dove veniva e dove andava? Cominciai ad ipotizzare che l 'uomo, un circa sessantenne, fosse un disoccupato in cerca di un'occupazione che lo facesse ammalare seriamente; l'incuranza con cui fendeva l'aria gelida deponeva a suo favore nel processo alle sue malsane intenzioni. Vista l'ora però, avrebbe potuto essere un turnista che smontava e tornava a casa, incazzato come un vikingo. Avrei anche detto come un nero, ma il freddo e la chioma chiara lo rendevano assai poco africano. O un marito furioso per la nottata passata accanto ad una moglie non più donna, quasi elefante visti i barriti che sicuramente avrà emesso nel suo russare da obesa. Oppure stai a vedere che era un eroe, quelli di razza moderna, che sopravvivono alle loro azioni e le perpetuano quotidianamente tanto da sembrare normali. Fumare controvento è un azione epica, è un desiderio avversato dagli elementi, è un andare contro sapendo di perdere, è diventare soldato armato di pugnale contro il fuoco di sbarramento di un plotone di artiglieria. Ovvio che ci vuole una giusta causa per immolarsi così, non puoi pensare che il tuo sia un sacrificio che fai per l'umanità. La tua sigaretta ridotta ad un carbone ardente se la fuma il vento ed il vento non ha niente di umano, ed il fumo non è neppure gradito agli dei che da secoli gradiscono il sangue. Eppure il fumo del drago non era un invenzione inutile quella mattina, ai miei occhi era poesia di una congiuntura irripetibile. Il buio, l'ora in cui io ero lì e lui pure, era un qualcosa che trovavo sensuale, passionale, decadente, mancavano solo dei violoncelli a sottolineare il quadro. Quante volte avrei voluto e non l'ho fatto, quante volte avrei voluto consumare la rabbia come fosse una sigaretta al vento, quante volte ho ricordato il suono della sua voce avendo la certezza non rassegnata che non l'avrei più ascoltata. Eccolo là, scomparendo alla mia vista, in lontananza, il drago bruciava le sue e le mie passioni.
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12 anni fa
rotterdam19,
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Ultima visita: 3 anni fa
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Sonia
Tutto è successo in una fredda sera d'inverno del dicembre scorso. Quella sera avevo appuntamento con Luciano, il mio Padrone numero tre: e sì, perchè tramite questo fantastico sito mi sono trovata ben tre Padroni, tutti molto severi ed esigenti, che si conoscono tra loro e che qualche volta architettano punizioni "comuni" ai danni della sventurata che scrive. Luciano era in compagnia di tre amici e il mio arrivo è stato salutato in modo molto festoso, addirittura con spumante e pasticcini. Ma le feste durano poco per le schiave come me e io so bene che quando vado a queste riunioni finisco sempre per soffrire molto. E' chiaro che comunque queste sofferenze me le cerco volutamente, perchè nessuno mi impedirebbe di stare sul divano di casa a guardare la televisione. Dopo il primo quarto d'ora di stampo godereccio, Luciano ordiina con voce perentoria a due suoi amici di spogliarmi. "Via tutto, lasciatela nuda". I due eseguono e poco dopo finiscono sul pavimento maglione, camicetta, reggiseno, gonna, stivali, calze e mutandine. Dopo essere stata denudata, devo inginocchiarmi a leccare i piedi di tutti i miei aguzzini. Vi confesso che, dopo i pasticcini e lo spumante, l'odore dei piedi maschili, che sono stati chiusi negli scarponi tutto il giorno, non è il massimo. Ma eseguo alla perfezione, leccando i loro piedi sopra, sotto e in mezzo alle dita. Poi Luciano mi fa stendere su un tavolo a pancia in giù e mi fa un clistere di grandi dimensioni. "Così sarai ben pulita e potremo usare il tuo culo a nostro piacimento", disse il Master in modo severo. "Padrone, posso andare in bagno a liberarmi?", chiedo io dopo pochi minuti. "No, questa volta vogliamo assistere tutti al tuo show. Se hai bisogno di liberarti, lo farai sul quel cellophane disteso sul pavimento", disse Luciano indicando un angolo della stanza. Scesi dal tavolo e mi accovacciai sul cellophane, liberandomi a dovere. Mi fecero risalire sul tavolo e mi fecero mettere a "quattro zampe". Mi abbassarono il busto, fino a farmi toccare il tavolo con le tette e il mio culo rimase inarcato verso l'alto. A quel punto Luciano prese un grosso fallo di plastica e lo posizionò sul mio buco dell'ano. Iniziò a premere con forza, nel tentativo di farmi dilatare. Il mio ano sembrava rifiutare categoricamente quel fallo dalle dimensioni importanti e io lo implorai di smettere. "Mi fai male, smettila per favore, non resisto... mi stai spaccando tutta!", dissi a Luciano. Lui però non mi ascoltò e alla fine vinse la battaglia con il mio culo: il fallo entrò con fatica, dilatandomi il buco che iniziò a bruciarmi. Poi Luciano prese una corda e mi fece una specie di mutandina, che passava nella mia figa e tratteneva in posizione quel grosso fallo di plastica. Mi fecero rivestire, ma mi impedirono di rimettermi le mutandine, le calze e gli stivali. Mi infilarono il cappotto e Luciano mi disse: "Ora ti recherai da Alberto, un mio amico, che ti sta aspettando in via ... Avrai a tua disposizione venticinque minuti per raggiungere quel luogo, dove ti toglieranno quel cazzo dal culo. Ma ricorda: ogni minuto di ritardo ti costerà una frustata moltiplicata per il numero dei presenti a quella sessione. Loro sono in quattro, per cui per ogni minuto di ritardo riceverai quattro frustate. Sono le ventidue e trenta... vai e raggiungi velocemente Alberto. Ne hai tutta la convenienza!". Uscii dall'appartamento a piedi nudi, senza calze e senza le mutandine. Intanto quel coso ingombrante mi irritava il retto, mentre la corda già mi faceva bruciare l'interno delle labbra della mia figa. Appena appoggiai i piedi sul gelido pavimento del pianerotttolo un brivido mi serpeggiò nella schiena. Mi feci coraggio e scesi le scale, temendo che qualcuno mi potesse vedere in quelle condizioni. Raggiunsi la macchina, che per fortuna era poco distante dal portone della casa. Salii e posizionai il navigatore sulla via che dovevo raggiungere. La via era in zona dell'autostrada Milano - Genova e il tempo previsto dal navigatore mi gelò il sangue: ventotto minuti, tre in più di quelli che mi erano stati concessi. Avevo inoltre perso un paio di minuti per salire in macchina. Praticamente cinque minuti in tutto, che tramutati in frustate volevano dire... venti colpi! Partii a razzo e seguii le indicazioni del navigatore. Dopo qualche chilometro incontrai un posto di blocco della Polizia. L'agente mi fece segno di accostare e gentilmente mi chiese la patente e il libretto. Poi con estrema calma andò verso l'auto della Polizia e controllò i miei documenti. Io non scesi dalla macchina, in quanto ero scalza e senza calze. Mi avrebbero presa per pazza con quel freddo pungente. Poi l'agente tornò verso la mia auto e mi rassicurò sulla mia posizione di brava cittadina! Io tenevo i piedi ben nascosti sotto la pedaliera e con il cappotto coprii le gambe nude; il fallo nel culo era diventato insopportabile, mentre la corda con il suo sfregamento mi faceva bruciare l'interno della passera. L'agente si complimentò con me per la macchina, che in quel momento era l'ultimo dei miei pensieri: "Bella questa macchina... è un'Audi... sembra una coupè, ma in realtà è una spaziosa berlina. E via con tutti i complimenti di questo mondo (alla macchina!). Alla fine riuscii a ripartire e alle ventitre e dieci arrivai a destinazione. Dovetti lasciare la macchina un centinaio di metri lontano dal capannone, in quanto la strada sterrata era bloccata da una sbarra; scalza proseguii al buio, su una stradina fangosa piena di buche. Scivolai più volte, ma per fortuna riuscii a non cadere. Alle ventitre e tredici arrivai al capannone, dove mi aspettavano con trepidazione i quattro amici: erano trascorsi quarantatre minuti dalla mia partenza, che tradotti in frustate facevano... settantadue colpi! Per la seconda volta quella sera venni denudata e poi venni appesa a testa in giù per la punizione. Avevo sempre nel culo quell'oggetto ingombrante e le corde mi avevano ormai irritato irreversibilmente l'interno della figa. I quattro a turno, armati di fruste, mi colpirono settantadue volte: i miei seni, la mia schiena, tutto il mio corpo venne colpito senza pietà e alla fine solo la mia faccia e i miei piedi si salvarono da quel tremendo supplizio. Succede poi che coloro che sono addetti alle fruste ci trovano gusto nel sentire i lamenti della poveretta di turno, che grida e implora di smettere, puntualmente inascoltata. Anzi più gridavo e più loro ci mettevano forza nel frustarmi. All'inizio il dolore non è tanto, ma poi le fruste finiscono inevitabilmente per colpire più volte la stessa zona del corpo e lì iniziano i dolori: la pelle si arrossa e poi si lede, fino alla comparsa del sangue. Alla fine il mio corpo era pieno di segni rossi, lividi e anche piccole ferite sanguinanti. Mi tirarono giù sfinita, a fatica mi reggevo sulle gambe e mi liberarono il culo dal fallo di plastica. Dopo le frustate, ricevetti un fragoroso applauso e potei rivestirmi per fare ritorno a casa. Ero sempre scalza e percorsi la strada sterrata tra il fango, che era aumentato a causa della pioggia battente, che aveva intanto iniziato a scendere. Arrivai a casa infreddolita e disastrata nel corpo e nella mente. Mi ci vollero parecchi giorni e buone pomate per dimenticare quella sera da incubo!
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12 anni fa
soniaslave,
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Ultima visita: 11 anni fa
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Una giornata di uggiosa noia invernale
E' sabato di solito il we stephanie non si fa vedere ma lo scorso sabato è stato diverso. A casa sono sola mi annoio, entro su desy chatto un pò ma la conversazione langue ma non sino al punto di smontarmi.....decido di uscire, indosso intimo sotto gli abiti maschili e porto un paio di sandali nella borsa. Non so di preciso dove andare sono le 1430 la città (non sono a roma quel giorno) non è molto trafficata. La giornata è uggiosa e passo nelle vicinanze del mio cinema preferito. Parcheggio l'auto e con la borsa con dentro i sandali mi dirigo al cinema...il cuore batte forte come tutte le vote che vado a vedere un film hard nella ia città. L'ingresso è in una via centrale dove potrei essere vista, mi volto nessuno a parte una commessa che fuma su una porta...(godo sempre a essere riconcosciuta come frocia da una donna quando vado a comperare intimo o trucco faccio sempre capire che è per me) non mi faccio condizionare. Entro pago il bilgietto al gestore del cinema e passando attrverso le pesanti tende sono nel buio. Sullo schermo il solito ansimare e sudare di corpi uniti in amplessi di cui io vorrei essere protagonista come fammina passiva e sottomessa, intorno a me presenze che non distinguo. Ceco di abituarmi al buio ma non riesco nel frattempo sostituisco le scarpe in modo da mettere in mostra la mia femminilità taccata. Uno si avvicina puzza e sembra sporco non voglio e sguscio via con spiccata agile reticente femminilità, salgo, tichettando sui miei 12 cm, le scale della galleria e vado in fondo. Ci sono 5 o 6 persone e una vacca in tacchi non passa inosservata slaccio i pantaloni che faccio mollemente cadere a terra e metto nella borsa. Sono inequivocabilmente disponibile e disposta al cazzo, pronta per la monta i collant effetto reggicalze e il perizoma sono in bella vista a fasciarmi le gambe affusolate e rese ancor più sexy dalla penombra e dai tacchi a spillo; su tutto ciò troneggia il culo al quale una bocca volgiosa saprà indurire al punto giusto quasiasi cazzone si proponga nel modo più appropriato. Si avvicina un tizio piuttosto giovane sui 45 (il cinema è frequentato dai soliti porconi maturissimi mmmmmmm che sesso mi fanno) mi tocca mi prende i capezzoli fra le dita e stringe mi fa contorcere dal dolore e dall'eccitazione....si accorge che quasi il mio pisello scappa dal perizoma e mi strizza le palle, io anismo ansimo e mi concedo. Mi vole portare in una sorta di stanzetta dove dietro una tenda c'è un tavolo per scannare le vacche come me...ma la stanzetta è occupata du due che si spompinano...per un attimo credo e spero si volgia unire a loro ma noooo lui mi prende per un braccio e mentre io indugio mi stattona via. Lui mi fa scendere le scale sono semi nuda per fortuna non incontrimo nessuno (non so se ho oltrepassato il limite tollerato dai gestori) e mi porta nei cassi. Cerca di chiudere a chiave ma la prota rimane solo accostata. Mi spolgia del tutto ormai sono solo in intimo tacchi e reggiseno e mi prende, prende la mia bocca e poi prende la mia carne per un pò resisto appoggiata a un muro ma lui è resistente. La spossatezza dell godimento anale mi avvolge e quasi non mi reggo sulle gambe e piano piano scendo sino a appoggairmi sulla tazza. Lui continua a cavalcarmi non resito più ora sono in ginocchio che sbavo con il viso sul pavimento sotto alla tazza del cesso lui mi apre dall'alto verso il basso e continua l'andirivine di carne dura dentro e fuori il mio ano. Gode lo sento irrigidirsi e gode gode dentro di me e mi apre la carne. Quando si sfila mi sento vuota con le labbra dell'ano che percepisco chiaramente aperte e volgiose. Mi ricompongo e torno in sala ma ormai si è capito che sono una vacca volgiosa una troia che ci sta. In galleria di li a poco due pensionati mi portano quasi di peso in una nicchia e mentre osservo sullo schermo una femmina montata come un animale, in poco tempo sono di nuovo nuda i due mi leccano mi strizzano la cerne i capezzoli, le loro mani sono dappertutto infilano le dita , due, tre alla volta nel buco slargato e tirano, tirano con forza per aprire la carne che sento cedere e aprirsi in un'oscno invito. Questa volta però sono senza preservativi e quindi non si può andare oltre. Ma loro mi volgiono ed io sono troppo eccitata per sottrarmi li tocco li ingoio li bacio. Loro sono sempre più ecitati e mi manipolano come una bambola da sesso ed io da bambola da sesso mi comporto sino a quando quasi all'unisono vengono su di me li sento godere e gocciolare il loro seme sulla mia pelle sul mio viso lecco a abocca spalancata. Finiscono e mi carezzano mi infilano le dita gocciolanti sperma in bocca io sono in ginocchio mi coccolano ancora per un pò non con dolcezza ma con forte fermezza come a significare il loro possesso su di me.... e poi se ne vanno. Rimango ancra un pò poi mi ricomopongo e me ne vado anche io dopo essermi ripulita. Esco dal cinema nel grigiore del cielo che non promette nulal di buono. Ma che bella una giornata di uggiosa noia invernale.
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12 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 10 ore fa -
Non pensavo di avere una moglie cosi troia
e capitato tutto inaspettatamente senza che io avessi mai pensato a una cosa cosi trasgressiva. un sabato sera mia moglie mi chiese di andare a cinema e io accettai volentieri visto che il cinema mi piace molto, ma quella sera tutto avrei creduto fuori che tutto avrei visto all'infuori del film . era l'ultimo spettacoloil cinema era quasi vuoto ci siamo seduti in ultima fila eravamo solo io e lei ma dopo un po che stavamo li un signore sulla quarantina di anni e venuto a sedersi a fianco di mia moglie la cosa mi e sembrata strana visto che nel cinema di posti liberi erano moltissimi anzi quasi tutti. appena e iniziata la programmazione vedevo mia moglie che si era messa il giaccone sulle gambe si muoveva stranamente come se si agitaassegli chiedo se si sentiva bebe e lei mi disse non sono mai stata cosi bene al che la cosa mi insospetti vedevo che il giaccone sulle gambe si muoveva allora decisi di infilare la mano sotto al che come arrivai in mezzo alle sue gambe sentii un'altra mano che non poteva essere la sua visto che le sue erano sopra il giaccone. al quel punto la guardai in viso e vidi che si leccava le labbra avrei dovuto arrabbiarmi ma mi ero eccitato da morire mi era diventato durissimo toccavo la mano di quel signore e sentivo le sue dita fella su fica. a quel punto le chie che stesse facendo elai con una faccia tosta mi disse cha aveva il suo cazzo in manomi chiese di tirare fuori anche il mio cosa che feci immediatamente lei a quel punto si alzo e a pecora si mise a ciucciare il cazzo di que signore un cazzo niente male davvoro lungo e grosso io mi misi dietro e la scopai a pecora non resistemmo tanto per arrivare entrambi io le sorrai nella fica e lui in bocca cosa che a me non lo aveva mai permesso poi con la bocca piena di sborra a baciato prima lui e poi me facendmi assaggiare lo sperma anche a me a quel punto ci riconbonemmo e andammo via non ne abbiamo mai parlat ma adesso se mi chiede di andare al cinema trovo una scusa per non andarci ma sono tentato di ripetere l'esperienavedremo se avrò il coraggio vi farò sapere .
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12 anni fa
admin, 75
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Nel mio ufficio
Era un inutile giorno di fine agosto, tutti in vacanza tranne me, chiuso nel mio ufficio a cazzeggiare. Improvvisamente suona il campanello, mi affaccio per vedere chi fosse.....Si trattava di una bella ragazza bionda occhi azzurri, bel fisichino. Le apro e la faccio accomodare in ufficio. Mentre lavoro, lei, che nel frattempo si era presentata con il nome di GAIA, si toglie una maglia e rimane in top, mostrando un seno niente male. Comincio a distrarmi sempre di più..........Accavalla anche le gambe, e noto che gli short che portava erano veramente molto short...........Comincio a sentire caldo anche io. Purtroppo di sopra c'è un collega, quindi non posso sbilanciarmi.......Cominciamo comunque a chiacchierare del più e del meno, e mentre la saluto lei mi comincia ad accarezzare il braccio........Colgo il suo invito, ma il nomento non è propizio, quindi la invito a tornare nel mio ufficio il giorno successivo, in quanto sarei stato completamente da solo..... Passo un giorno, io non stavo più nella pelle, quella stupenda ragazza mi desideriva, mi voleva, come io volevo lei.........Passano le ore ma lei non si presenta, mi do del coglione da solo per l'occasione persa, fino a quando alle 11:50, dieci minuti prima della chiusura, sento suonare il campanello. Mi affaccio ed era lei......Stavalta non aveva più le treccine, portava una minigonna nera ed una maglia nera, con capelli biondissimi ondulati. Le apro, la porto in cucina e le offro un caffè......Dopo, mentre la accompagnio al piano terra, dove si trova il mio ufficio, la prendo da dietro e comincio a baciarle il collo, strusciandomi sul suo bellissimo culetto.....lei si gira e cominciamo a baciarci.....A quel punto mi accorgo che Gaia aveva il piercing alla lingua................L'eccitazione è alle stelle.....La porto dentro il mio ufficio e chiudo a chiave, le sfilo la maglia e comincio a baciarle il collo, le tolgo il reggiseno e spuntono due tettine, sarà stata una seconda......Inizio a succhiare i capezzoli mentre con le mani le tolgo la mini e il perizoma..........resta nuda........che spettacolo.....un culo scolpito con tatuaggio sul fondo schiena, la patatina completamente depilata......la faccio sedere, mi inginocchio e comincio a leccarle la figa......lei mi tiene la testa, la spinge e ansima sempre di più, le lecco il clitoride, poi la infilo dentro.......Mi viene in bocca due volte.....Dopo di che mi alzo e lei comincia a spogliarmi, mi toglie la cravatta, la camicia e poi via pantoloni e boxer. La faccio sedere restando in piedi, le prendo la testa e la spingo contro il mio cazzo ormai di marmo......E lì la bellissima 19enne Gaia mi sorprende......E' una pompinara da paura.....comincia a succhiarlo veramente bene, sento il suo piercing sulla cappella, poi sulle palle, lo prende tutto in bocca.........Veramente un pompino stupendo.....La fermo, mi siedo e la faccio mettere sopra di me, inizia a cavalcarmi, la ragazza è davvero bravissima, dopo 5 minuti di su e giù, si alza appoggia le mani sulla scrivania e si mette alla pecorina, io inizio a pompare con tutta la forza che ho, la voglio soddisfare, e lei viene due volte.....Non contenta la troia si stende a terra e mi metto sopra cominciando di nuovo a pompare come un pazzo, lei viene altre due volte, ma io ormai sono distrutto. Si rimette di nuovo a pecora e io ricomincio.........lei non è mai sazia.......Mentre pompo le squilla il cellulare......Era suo padre che le domandava dove fosse finita visto che erano le 13:40 ed aspettavano lei per pranzare. Gaia inventò una balla e poi mi disse che doveva andare......Io protestai in quanto non ero ancora venuto....Lei quindi si riabbasso e si mise a succhiarmelo.....Mi ha fatto impazzire, uno dei più bei pompini della mia vita.........e le sono venuto in bocca.....Gaia ingoiò tutto, quindi si rivestì. La riaccompagnai all'entrata, ci salutammo e da allora non ci siamo più visti. Tornato in ufficio per rivestirmi notai dei graffi. Andai allo specchio a guardarmi e vidi di essere pieno di graffi su tutta la schiena e sul collo......La troietta mi aveva lasciato segni evidenti.....Il duro è stato infatti inventare una balla che stesse in piedi a mia moglie, anche se fortunatamente, me la sono cavata...
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12 anni fa
admin, 75
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Io, lei... l'altro!
DIVERSAMENTE DAI FORTUNATI CHE DICHIARANO DI RACCONTARE FATTI REALMENTE ACCADUTI I MIEI SONO RACCONTI (QUASI) TOTALMENTE DI FANTASIA, FANTASIE, SOGNI... MA SE E' VERO CHE A VOLTE I SOGNI DIVENTANO REALTA'... Finalmente riusciamo a fissare un incontro. Lei deve essere stata un po' come il primo amore che non si scorda mai! Il mio primo incontro con il "terzo sesso" e da allora, impegni permettendo, ho continuato a vederla. E' una mistress trav, la mia padrona. Dominante, feticista, matura... esattamente quello che cerco in queste avventure. La raggiungo al solito indirizzo. Il copione è più o meno sempre lo stesso ma ogni volta che sento le parole "sali" uscire dall'altoparlante del citofono, il cuore inizia a battere più forte. I due piani di scale li faccio sempre a piedi, forse mi aiutano a scaricare la tensione... La porta è sempre socchiusa e le luci sono spente ma la luce che filtra dalle tapparelle è sufficiente per vedere. Finalmente ci siamo. Apro la porta e me la trovo di fronte mentre svetta sui suoi tacchi vertiginosi. La prima cosa che dice è "spogliati". Una volta eseguito l'ordine mi chiama a se. Inizio a palparla, accarezzarla, faccio scorrere la lingua sui suoi indumenti di latex mentre il mio uccello palesa tutta la mia eccitazione. Solitamente mi direbbe di seguirla in camera ma non oggi! Appoggiandosi sullo schienale del divano alle sue spalle, scosta il perizoma e mi mette a tu per tu con il suo cazzo. Senza fare domande mi inginocchio e inizio a prendermene cura. Sentirlo crescere tra le mani è fantastico ma prenderlo in bocca è ancora meglio. Mi chiede se mi piace. Io sono così avido che rispondo mugugnando senza nemmeno staccarmi per un secondo. Poi l'imprevisto! Sento la porta d'ingresso chiudersi alle mie spalle. Nell'eccitazione non mi ero accorto fosse rimasta aperta. Giro la testa e vedo l' "altro"! La mia padrona sembra essere al corrente di tutto ed esattamente come ha fatto con me poco prima, chiede al nostro nuovo compagno di giochi di spogliarsi. Lui non parla ed esegue. Avvicinatosi a noi la mia padrona mi guarda e dice "e ora prenditi cura anche di lui". Non l'ho mai fatto così ma il cervello non ragione ed esegue: in un attimo sto segando il nuovo arrivato. Si accomodano entrambi sul divano e mentre io, carponi sul pavimento, succhio alternandomi tra uno e l'altra, ecco che arriva un nuovo comando: "scopatelo". Il nostro amico si alza in piedi. Io continuo a succhiare la mia padrona. Una cascata di fresco lubrificante mi si insinua tra le chiappe. Sentirla colare fino alle palle mi fa venire un brivido di piacere... Usa il suo pennello per spalmarmi il gel ovunque e improvvisamente inizia a spingere. Cerco di rilassare tutti i muscoli mentre lo sento farsi strada dentro di me ma la sensazione è comunque dolorosa. Mi scappa qualche urlo e la mia padrona mi riempie la bocca di carne per evitare che me ne scappi un altro. Dopo qualche istante il dolore lascia posto al piacere assoluto. Sono a pecora. Giro leggermente la testa e lo vedo mentre mi sbatte mettendolo dentro fino alle palle. "Vienigli dentro" dice lei e mi guarda come se mi stesse per fare il regalo più bello mai ricevuto... ed è così! Lui si sfila il profilattico e mi penetra ancora. Qualche colpo deciso per poi arrestarsi improvvisamente: uno schizzo caldo mi innonda il culo. Godo! La mia padrona si gusta la scena. Il suo piacere esplode sulla mia faccia.
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12 anni fa
admin, 75
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Al sexyshop
Qualche un anno fa la ditta per cui lavoro mi invia ad Amsterdam. Colgo l`occasione e propongo a mia moglie Anna di accompagnarmi per fare qualche giorno in quella splendida città in vacanza. Anna accetta subito e quindi dopo i soliti preparativi partiamo. All`arrivo nel pomeriggio ci vengono a prendere i miei colleghi che ci accompagnano in albergo. Dopo aver effettuato il check in, ci portano a cena. Mia moglie, piuttosto timida e riservata mi chiede come vestirsi e io butto li una frase del tipo "amore mio, siamo nella capitale della trasgressione, lasciati un pò andare". mia moglie, sulla quarantina, ha un gran bel corpo, forme eccezionali, cosce velluate ed il classico vitino da vespa. Per di più quando si trucca un poco tende ad assumere un aria piuttosto maliziosa, quasi da troietta. Comunque me la trovo pronta per uscire con scarpe con i tacchi alti, quelle con i laccetti sul polpaccio, mini piuttosto corta, e un perizoma finissimo che sembrava fosse priva di qualsiasi indumento sotto la gonna. per di più fasciata in un vestitino attillato che rendeva un seno piuttsosto prominente. A quella vista mi venne subito in tiro e la baciai voracemente. Lei mi sgridò dicendo: "smettila che mi rovini il trucco" allora io feci la cosa più spontanea che mi venne in mente ma che a ripensarci dopo fu un grave ma piacevole errore: tirai fuori l`uccello duro e la feci inginocchiare per farmelo ciucciare. Come già detto Anna è timida e riservata, ma il gusto e soprattutto l`odore del (c...) la fanno andare fuori giri. Perde letteralmente la testa trasformandosi in una gran (t...). Dopo poche pompate mi ritrovai a riempirgli la bocca, e ripulendosi la bocca mi disse "così non vale, tu sei soddisfatto ed io ora sono un lago vogliosa di (c...)". Purtroppo era già tardi per cui fummo costretti a raggiungere i miei colleghi. Sarà per come era vestita, o sarà perchè aveva un aspetto da gran (t...), con ancora il gusto di sperma in bocca, che i miei colleghi furono letteralmente fulminati dalla visione. Erano in due e continuavano a farle complimenti eleganti e sexy a lei sembrava gradire parecchio il gioco. Andammo al ristorante e mentre entrammo mi sembrò con la coda dell`occhio che uno dei miei colleghi colse l`occasione per palparle il (c...). Feci finta di niente, anche perchè non ero sicuro, ma dagli occhi di mia moglie era chiaro che qualcosa fosse successo. La cena fu molto ricca ed il vino fu abbondante tanto che la mia mogliettina sembrava ormai fuori controllo, ridacchiava e si strusciava come una gatta contro di me ma anche contro i miei colleghi. Questi alla fine della cena proposero una passeggiata per il quartiere a luci rosse e mia moglie mi prese da parte e mi disse "ma non è un posto per signore questo" ed io risposi "lo è per signore in calore come te" e lei si mise a ridere entusiata. Dopo qualche minuto di passeggiata passammo davanti ad un sexy shop e i miei colleghi proposero di entrare. io ero riluttante ma mia moglie invogliata da quei due (b...)i di colleghi entrò decisamente. Potete immaginare cosa c`era all`interno: falli di gomma di tutte le dimensioni, DVD, riviste, completini sexy. Più mia moglie si aggirava per il locale più sembrava perdere il controllo ed attirava lo sguardo bavoso degli altri avventori. Ma la cosa che più l`attrasse furono le cabine dove all`interno si potevano osservare film porno. Entrò in uno di questi e la cosa che ci colpì immediatamente fu un forte odore di sborra, di (c...), di uomo. Io entrai con lei e vidi un divanetto con una scatola di salviette ed un cestino pieno di salviette sporche di sborra. Di fronte a noi c`era il video dove stava passando un film con un` orgia: una donna con almeno 5 cazzi che la pompavano. Mia moglie sentendo quegli odori, con il film di fronte a lei, il vino, e la voglia rimasta dal pompino in albergo mi tirò dentro, mi aprì la patta e tirò fuori il mio uccello. Sarà stato che avevo bevuto troppo e che mi aveva svuotato già in albergo fatto sta che con tutto il suo impegno di provetta pompinara non riuscivo a raggiungere un`erezione decente. Nel frattempo io mi ero seduto sul divanetto e lei si era chinata mostrando il (c...) verso la tendina che chiudeva la cabina. La sentii mugolare e poi mi accorsi che i mugolli non venivano per il ciucciare il mio (c...) semiduro, ma perchè qualcuno da dietro la tenda le stava pastrugnado la (f...)alla grande. Ormai eravamo in balia degli eventi. Ad un certo punto mi accorsi di due grosse mani che le fecero allargare le gambe (lei era sempre in piedi ma piegata a pecorina) e di una testa che si piazzava tra le sue cosce per una lenta e succosa leccata di figa. Lei mugolava e gemeva raggiungendo il primo orgasmo. Poi vidi che la testa si ritrasse per lasciar posto ad uno che probabilmente le aveva piantato un (c...)ne nella figa. Io avevo mia moglie impegnata con la bocca sul mio (c...), che nel frattempo veniva pompata con un buon ritmo facendola sobbalzare. Ad un cerio punto sollevò la testa dal mio (c...) e mi disse "basta, ho voglia di (c...) duro ed il tuo stasera è fuori uso". A quel punto tirò dentro il pompatore e mi accorsi che era uno dei miei due colleghi. Lei si rimise a pecorina appoggiando le ginocchia sul divanetto e incitando il montatore "Dai spaccami, pompami che mio marito stasera non riescie a farmi godere!!" quello non se lo fece ripetere e senza nemmeno guardarmi e chiedermi il permesso, gli piantò un palo di carne notevole nella vulva. Cominciò a montarla dandole colpi talmente forti da sentire i suoni della (f...)che veniva squassata in maniera selvaggia. Io rimasi in disparte ed in parte ero sconvolto, ma dall`altra ero veramente eccitato. Dopo qualche minuto entrò anche l`altro collega. Questi offrì il suo (c...) alla bocca della mia mogliettina che incominciò a leccarlo con cura, dalle palle al filetto della capella, alternando ciucciate della cappella con leccate dei (c...)i. La specialità di mia moglie e leccare le palle vicino all`inguine perchè è li che dice di sentire il vero odore di uomo. Il mio collega dopo qualche minuto non resistette e le riempì la bocca di sborra. Lei ripulì il (c...) con dolci leccate della cappella e poi si sfilò il (c...)ne dalla (f...)e fece sedere l`altro collega sul divanetto. Considerate che il tutto avveniva in uno spazio piuttosto stretto per cui l`odore di sborra, di sudore, di succo vaginale era veramente forte e penetrante. Una volta che il collega fu comodo seduto sul divano lei gli mise con la bocca, da vera (t...), un goldone e gli salì in groppa e cominciò a cavalcare quel palo di carne instancabile. Il mio collega farneticava frasi incomprensibili, mentre mia moglie, lo cavalcava con la mini tirata in vita e le scarpe con i tacchi ancora ai piedi. La vista di tutto ciò mi fece tirare nuovamente il (c...). cercai di piazzarmi dietro di lei per metterglielo in (c...) ma lei mi disse "eh no, il tuo turno è passato...". Infatti notai che il primo collega era uscito ed aveva lasciato il posto ad un tizio che si trovava nel negozio per caso. Questo era un tanghero piuttosto grosso che si sfilò il (c...), indossò anche lui un goldone, e lo appoggiò al buco del (c...) di mia moglie, la quale mi implorò e disse "ti prego lascialo fare...". Questo sputò sulla cappella appoggiata al buco del (c...) e lentamente la fece entrare nell`ano. Mia moglie si fermò per permettere la penetrazione che lentamente ma inesorabilmente procedeva. Quando fu tutto dentro incominciò a pompare e mia miglie raggiunse un orgasmo squassante urlando "fatemi la vostra (p...)! scopatemi!! ho voglia di (c...)!". Ora era presa da due (c...)ni mai visti prima e stava sbrodolando come una fontana. Il collega sotto di lei stava arrivando al capolinea e sfilandosi da sotto le offrì il (c...) da succhiare, dopo acer sfilato il presercativo, sbrrandole in bocca un`onda di sperma. Intanto altri due avventori si erano avvicinati a guaradando la scena si stavano segando. Il collega uscì e mia moglie sempre impalata nel (c...) dal tanghero godeva come una (t...). Il bestione ridendo mi guardava e diceva "your wife is very very good!! Italian bitch!!". Dopo pochi colpi lo vidi irrigidirsi e con contazioni della schiena scaricò la sua sborra nel (c...) della mia mogliettina urlando frsi sconnesse ed incomprensibili. I due che si stavano segando, un ragazzo sulla trentina ed un vecchio sulla sessantina ora volevano la loro razione. Entrarono dentro la cabina con io seduto come un ebete sul divanetto di fianco a mia moglie. Il giovane la prese se la mise sopra, indossò un presrvativo, e le piantò il (c...) in (c...). Incominciò a farla andare su e giù mentre il vecchietto con il (c...) semiduro se lo faceva ciucciare per farlo tirare. Quando raggiunse un`erezione soddisfacente, mia moglie da (t...) provetta, infilò con la bocca il preservativo sul (c...) del vecchio, che si piazzò tra le cosce e lo infilò incominciando a pompare. Aveva nuovamente due cazzi a disposizione e ragiungeva di nuovo orgasmi pazzeschi. Ormai era sfatta e colava sborra e umori dappertutto. I due si sfilarono dai rispettivi buchi e le vennero addosso, il vecchio sulla pancia mentre il giovane aveva fatto in tempo a piazzarsi davanti al lei per sborrarle sul viso. Tutti si ripulirono ed uscirono. I miei colleghi mi salutarono molto cortesemente e mi diedero appuntamento al mattino per lavorare. Noi uscimmo disfatti dal negozio, con il padrone che ci chiese persino 50 Euro per aver occupato la cabina. Mia moglie visibilmente soddisfatta mi abbracciò e mi disse "grazie amore mio, è stata una serata fantastica. Non te la prendere, è stata colpa tua, in albergo sei stato egoista e mi hai fatto andare con la (f...)gonfia e bagnata. pensaci per il futuro".
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12 anni fa
admin, 75
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Il mio primo incontro & inizio
Questa storia è successa qualche anno fa quando ero fidanzato e da quel momento ho avuto il mio battesimo ad entrare in questo bel mondo.... Tutto iniziò così... Quando feci per inserire le chiavi all'interno dell'avviamento del motore della macchina, vidi due luci che si stavano facendo sempre più vicine al parcheggio. La macchina accostò sul nostro lato e spense il motore. Fin li niente di strano, pensai. La solita coppia che viene a parlare o stare per i fatti propri, senonché ad un tratto dalla vettura scende un uomo sulla trentina che si dirige verso la nostra macchina. Abbassai il finestrino pensando che l'uomo avesse bisogno di aiuto o comunque una qualche genere d' informazione; quando questo si avvicinò, fece una domanda che mi ammutolì: “Salve ragazzi, volevo chiedervi se volevate venire in macchina nostra e vedere me e mia moglie scopare?”. Fino ad allora io e la mia ragazza,Alessia, una bella bionda con gli occhi azzurri e il corpo da favola,non ci eravamo mai trovati ad affrontare questo genere di situazioni. Girai la testa verso di lei, e la vidi con gli occhi sbarrati e preoccupata sulla possibile continuazione di serata. Sapevo che ad Alessia sarebbe piaciuto un esperienza del genere, perché varie volte avevano fantasticato su possibili situazioni erotiche, e anche pornografiche durante l'amplesso, ma quello che non sapevo e se voleva tramutare le sue fantasie in realtà. Dopo alcuni interminabili secondi, il volto e gli occhi di Alessia si calmarono e assunse un aspetto sereno come se si fosse trovata altre volte in queste situazioni; si avvicinò al mio orecchio e succhiandone il lobo mi sussurrò all'orecchio: “Per me va bene amore”. Quando udii queste parole che mi stuzzicarono il cervello, sentii il mi cazzo diventare sempre più duro per l'eccitazione e quasi sfondarmi i pantaloni. Superato lo stato di shock,mi voltai verso l'uomo, che non aveva ancora un nome,e gli dissi che per noi andava bene. Insieme, scendemmo dalla macchina e ci presentammo. L'uomo si chiamava Roberto. Era un uomo sulla trentina, alto moro con gli occhi chiari e i capelli leggermente lunghi. Restammo fuori dalla sua macchina ancora per qualche minuto a parlare, mentre una sigaretta si consumava. Lei era molto attenta a quello che le succedeva intorno e cercava di gettare occhiate verso l'interno dell'altra macchina per osservare chi c'era all'interno. Ad un certo punto,Roberto spense la sigaretta con il piede sul terreno e ci fece accomodare nei posti davanti della sua macchina, mentre lui si spostò sui sedili dietro insieme alla moglie che lo attendeva da qualche minuto. Appena entrati vidi spuntare da dietro il poggia testa la mano della moglie di Roberto, che si presentò ad entrambi con il nome di Angelica. Angelica era una donna molto simile alla mia Alessia: bionda con gli occhi chiari e le curve al posto giusto. All'inizio non ci fu alcuna parola fra di noi poi, la conversazione andò avanti animatamente per una buona mezz'ora, e io e Alessia ci scordammo perfino il motivo di perché fossimo in quella macchina con degli sconosciuti che ci avevano proposto di guardarli mentre scopavano. Le cose cambiarono quando vidi Roberto accarezzare i fianchi ad Angelica con delicatezza. Ci fu una fugace occhiata tra me e Ludovica, e capimmo entrambi in quel momento che la serata stava prendendo un'altra piega. Quella sera Angelica indossava, proprio come Alessia, una gonna che arrivava poco sopra il ginocchio con delle calze nere ed un paio di decolté .Roberto sembrava attratto dal suo abbigliamento, tanto che non riusciva a fermare le sue mani, che in quel momento stavano accarezzando il ginocchio e l'interno coscia. Le mani erano delicate sulle gambe, e toccavano delicatamente le calze scorrendo dal ginocchio all'inizio della gonna; poi discendevano seguendo il percorso contrario. Angelica sembrava gradire queste prime coccole, visto che allargo leggermente le gambe, facendo intravedere la fine delle autoreggenti. Io e Alessia, non perdemmo un solo secondo e stavamo a guardarli con gli occhi fissi su entrambi, mentre il mio cazzo e la sua figa erano vogliosi di vedere il resto. Roberto invitò Angelica ad alzare il culetto e alzò la gonna verso il bacino facendo intravedere a me e alla mia ragazza, le autoreggenti e le mutandine nere,che premevano contro le labbra della sua figa. Angelica non era certo una donna che stava con le mani in mano e le allungò verso ijeans di Roberto e separò i due lembi in modo da scoprire il suo intimo. Quando Angelica divaricò i lembi del pantalone, scoprì il suo pene ancora intrappolato nelle mutande, ma duro, e voglioso di prenderla. Vidi gli occhi di Alessia, che si spostarono verso questo pacco che nascondeva ancora la verga di Roberto; e con curiosità cercava di immaginare la bellezza del suo cazzo che si intravedeva nella sagoma. Alcuni secondi dopo Angelica scoprì il cazzo dalla sua prigione e gli tolse le mutande di dosso. Gli occhi di entrambe le donne si spostarono verso l'oggetto del loro piacere, e se lo immaginavano già in ogni buco del loro bellissimo corpo. Roberto ripagò di li a poco anche Angelica con la stessa medaglia e gli sfilò la gonna,la maglia e le mutandine nere che mostravano, nelle vicinanze della vagina un contorno più nero dato dagli umori di Angelica. Rimasero entrambi con le membra di fuori mentre ci fissavano dritti negli occhi come per dire: “vi piace ,vero,quello che state guardando?”. Noi stavamo zitti, fermi e guardammo come ci aveva chiesto Roberto. Lui prese le gambe di lei e le mise sopra i sedili in modo che si vedesse ancora di più la figa di Angelica bella larga e gonfia di piacere. L'allargò con entrambe le dita, mentre la testa di lei cadde all'indietro per manifestare lo stato di piacere; con la mano libera cominciò a toccare prima il monte di Venere e poi a scendere verso il clitoride. Quando il dito di Roberto giunse al clitoride,Angelica sospirò , per far capire che era quello il punto che le piaceva di più di tutti. Il dito cominciò a girare introno al clitoride lentamente e delicatamente, mentre i sospiri divennero sempre più intensi e ravvicinati. Ad un tratto Roberto si fermò e con entrambe le mani allargò la figa ad Angelica ancora di più: in quel momento vidi, una goccia di miele che,partendo dalle labbra, le solcò per poi dirigersi verso il suo culo. Lui, fece più volte questa manovra come se volesse aprire il più possibile e farci vedere quanto sua moglie provava piacere ad essere osservata. La sua figa aveva delle labbra carnose, che nascondevano verso l'interno una vagina rosea e bagnata. Angelica,all'ennesimo urlo di piacere, afferrò con la mano il cazzo di Roberto ed iniziò prima scappellarlo, poi si portò la sua mano bagnata dalla saliva al glande per lubrificarlo, e permettergli così di entrare meglio dentro di lei. Quando la saliva colava sul suo pene, con la mano lo segava dall'apice fino alla base per assicurarsi che ogni lembo di pelle fosse ricoperto dalla sua saliva. Lo spettacolo,quindi, a cui stavamo assistendo io e la mia lei era quello di una coppia che si stava masturbando a vicenda mentre i nostri occhi erano fissi su di loro, ed in particolare sui loro membri. Angelica si stancò di segare Roberto e decise si farlo avvicinare alla sua bocca, perché aveva di succhiarlo, cosi bello turgido, che era,e di passarlo sul suo palato. Lo sguardo di Alessia si fece più attento, mentre il cazzo di lui spariva nella bocca di Angelica. Avevo avuto sempre il sospetto che a Alessia piacesse vedere il cazzo di altri uomini, ma in questo momento, con quello sguardo capii,che era doveva essere vero per forza. Presa dal momento Alessia allungò la mano verso il mio pene e cominciò a sfiorarlo da sopra i pantaloni facendomelo diventare turgido e grosso; allo stesso modo anch'io feci la stessa cosa, peccato che lei avesse solo una gonnellina. La coppia stufata dei preliminari,iniziò a scopare davanti i nostri occhi, mentre noi ci sfioravamo le membra. Il pene di Roberto penetrò la figa bella bagnata e larga di Angelica,senza alcuno sforzo . Ad ogni colpo si vedeva il suo cazzo uscire sempre più ricoperto degli umori di Angelica. Angelica dal canto suo, non poteva che lasciarsi sfondare aprendo le gambe, ancorandole alla schiena di Roberto. Alessia a questa scena non resistette e spinse le mie mani verso il suo buchetto più volte, per farmi capire che voleva essere masturbata senza quelle dannate mutandine. Questa scena fu vista da Roberto che più di tanto non ci fece caso e continuò a infilarglielo dentro a sua moglie. Le mutandine di Alessia diventarono sempre più umide, sempre più umide fino quando decisi di toglierle e di lasciarla con la sua bellissima vagina al vento. La figa di Alessia ha delle labbra molto sottili e rosate, che scortano la lingua quando le attraversi con la lingua; divaricando queste, si apre la sua vagina che se particolarmente eccitata, è larga e non frena l'entrata di un qualsiasi oggetto. Alessia inoltre, ha piacere sempre di farmela trovare bella depilata; sa che se fa cosi si assicura tante leccate, perché io a questo non riesco proprio a resistere. Quando tolsi le mutandine, le portai verso di me per vedere quanto miele aveva lasciato sopra: toccai e sentii che erano inzuppate. Il dito che avevo fatto passare sul suo miele glielo misi in bocca:iniziò a succhiarmelo fra le labbra ed a cullarlo tra la sua lingua. Nei riuscii a resistere a questa scena e cominciai a masturbarla. Le misi prima un dito,poi due andando dentro fino in fondo, e muovendole per poi uscire e toccarle il clitoride. Girai lo sguardo e in quel momento vidi Roberto che stava scopando sua moglie con una foga inaudita. Decisi quindi di seguire il suo ritmo sussurrandole all'orecchio: “pensa di avere, dentro di te lui”. Le lasciai dunque le dita dentro muovendole a ritmo dei colpi di bacino di Roberto. Alessia non era più in se: cominciava a mugugnare e a dimenarsi dal piacere mentre aveva le mie dita dentro di lei. Continuammo ad osservare la scena. Roberto girò sua moglie a pecorina e spinse la punta del suo cazzo, di nuovo verso la vagina di Angelica. Iniziò a scoparla ancora con più forza e più intensamente, fino a quando lei venne. Lui non si fermò e continuò ancora a scoparla,mentre io, con le mani nella figa di Alessia, aumentavo,come lui, i colpi. Roberto stava scopando sempre con più rapidità e si capiva che stava venendo. Alessia era curiosa di vedere dove,ma soprattutto quanto avrebbe sborrato Roberto. Il maritino si tolse dalla figa di Angelica,che l'aveva accolto benevolmente, e la fece inginocchiare per farla succhiare. Roberto divenne sempre più rosso e agitato, fino a quando gli spasmi divennero più forti: gli era venuto in bocca. Lei, continuò ancora per un po a pulirglielo e alla fine si stacco dal suo cazzo e venne verso di noi. Angelica aprì la bocca ed entrambi vedemmo lo sperma di Roberto all'interno. Ce lo fece osservare per un po poi chiuse la bocca e lo ingoiò tutto. La scopata fra di loro era terminata, ma non certo la serata, che invece da li in poi divenne ancora più eccitante perché ad essere i protagonisti saremmo stati noi, ma noi questo ancora non lo sapevamo. Dopo che Angelica ingoiò tutto, notò che le mie mani erano nella figa della mia lei e si stupì. Andò verso l'orecchio di Roberto e gli chiese qualcosa che noi non riuscimmo ad udire. Roberto ad un certo punto sorrise, si alzò, venne verso di noi e ci chiese: “Mia moglie voleva chiedervi se possiamo fare lo stesso con voi,ora?” Alessia cambiò espressione in un istante e si tolse le mie dita, uscendo dalla macchina. Non mi diede il tempo neanche di trattenerla e di farla calmare. Uscì ed andò verso la nostra macchina parcheggiata di fianco. Decisi di uscire per vedere se aveva bisogno di qualcosa. Appena arrivato da lei mi disse che voleva farlo ma si vergognava. La tranquillizzai e le dissi che avrei rispettato qualsiasi sua risposta. Ci pensò un attimo, e dopo un po venne verso di me e mi succhiò il lobo dell'orecchio. Capii subito che la risposta fu positiva. La presi per mano e la condussi all'interno della macchina dei nostri amici appena conosciuti, ci invertimmo i posti, andando nei sedili posteriori, al posto di Roberto e Angelica,mentre loro andarono nei posti anteriori come spettatori della nostra prima scopata esibizionista. Io e Alessia iniziammo a baciarci, a toccarci la schiena e i capelli mentre le nostre membra erano già pronte ad incontrarsi. Ad un certo punto,sentii la mano di Alessia che stava andando sempre più in basso. Con le dita, oltrepassò la linea delle mutande e sfiorò il glande. In quel momento pensai che il cazzo mi esplodesse, lo sentivo pulsare da tanto era forte la mia eccitazione. In quel momento mi sentii si osservato, ma allo stesso tempo provavo uno strano piacere a farmi osservare con in cazzo turgido e grosso davanti a due estranei mentre Alessia non vedeva l'ora di provarlo su di se. Mi chiesi se anche a lei fosse piaciuto,avere la figa bella larga e farsela guardare da degli estranei, ma in particolar modo dal maschietto, Roberto. Decisi quindi di toglierle la maglia e la gonna lasciandola solo con le autoreggenti. Era completamente nuda davanti ad una coppietta. In quel momento vidi gli occhi di Roberto che la fissavano tutta. Non sapevo ancora, però se a Alessia piaceva veramente essere guardata tutta, così decisi di toccarle la figa per vedere se era pregna dei suoi umori. Quando la mia mano giunse nell'interno coscia, fui completamente sorpreso dalla quantità di miele che aveva prodotto la sua figa. Era così fradicia che le goccioline uscivano fuori dalla vagina, per poi colare sui sedili. Iniziai ad andare dentro e fuori a toccarle il clitoride e portarmi le dita che avevo inzuppato nella sua vagina,verso la mia bocca per assaggiarle. Lo feci un po di volte, poi la voglia fu così impetuosa che gliela leccai tutta. Ad Alessia piace tantissimo quando le presto attenzioni orali e si abbandona totalmente al piacere. Quella sera, il suo corpo era totalmente rilassato. Mi osservava mentre gliela leccavo,e mi spingeva la testa affinché continuassi. La leccai, la leccai e la rileccai fino a quando ebbe tutta la zona pubica bagnata dalla mia saliva e dai suoi umori. Quando sentii che la le pareti vaginali iniziarono a rilassarsi decisi di introdurre un dito anche nel suo meraviglioso culo. Alessia non ama il sesso anale, ma ogni tanto mi permette di sfondarglielo con le dita o di farselo toccare. Personalmente, mi piace riempirle entrambi i buchetti. Anche se lei non lo dice il più delle volte , la sento godere il doppio quando è tutta bella piena. Quando fu riempita per bene, le continuai a leccare il clitoride, muovendo di tanto in tanto le dita. Sentii il suo corpo inarcarsi verso il soffitto della macchina, i suoi piedini allungarsi a e la bocca aprirsi: stava avendo un orgasmo. Di li a poco lanciò un grido di piacere che non avevo mai sentito prima. Per ringraziarmi dell'orgasmo che le avevo fatto avere, mi fece sedere sul sedile ed iniziò a prendermelo in bocca. Alessia è bravissima a fare i pompini, e quella sera non si stava smentendo. Lo prese con le sue mani alla base e lo scappellò. Se lo mise sulle labbra facendoselo passare dalla rima labiale fino all'apice. Tirò fuori la lingua e iniziò a leccarlo tutto, ma in particolare sul frenulo. Aprì,poi, la sua bocca e si mise tutto il cazzo dentro, fino a che il glande non andò a colpire il palato, poi chiuse. La sensazione che provai fu di caldo e umido,intorno al cazzo. La tenevo per i capelli e sentii la sua testa spingere verso la base del mio cazzo per prenderlo tutto il gola; ci riuscì e continuò a masturbarmi,oppure togliendoselo e sbattendoselo sulla guancia, sputandoci sopra e andando a pulirlo tutto. Del mio cazzo, Alessia, stava facendo quello che voleva. Continuò a masturbarmi con la bocca fino a quando vidi Roberto che dal sedile anteriore le stava toccando il suo culetto. Alessia, all'inizio lasciò fare, poi però si staccò dal mio pene, e guardandomi dritto negli occhi mi chiese: “Lo lasci fare?”. Gli risposi che mi sarebbe piaciuto ancora di più se Roberto avesse continuato nella sua opera; e lei di tutta risposta disse: “Allora sarò totalmente a vostra disposizione” Da quel momento in poi Alessia divenne la nostra puttanella. Roberto cominciò ad eccitarsi si spogliò nuovamente e si spostò nei sedili posteriori con noi, mentre Alessia continuava ancora a prendermelo in bocca. Roberto a questo punto si trovò il culetto e la vagina aperta davanti a lui. Questo gli scatenò una profonda erezione che sfiorò la pelle sensibile di Alessia. Roberto prese le gambe di Alessia all'altezza delle caviglie e la invitò ad allargarle leggermente, in modo da scollare le due labbra e scoprire il suo buchetto. Quando lo fece, si tuffò con la lingua ad assaggiare gli umori della mia lei. Sapevo esattamente quando la lingua di Roberto colpiva le labbra di Alessia, perché produceva dei mugolii che andavano a colpire le pareti del mio cazzo, che in quel momento si trovava dentro la sua bocca. Dopo avergliela lubrificata per bene, Roberto, prese il suo cazzo tra le mani e lo appoggiò all'entrata del canale di Alessia. Lei si spinse indietro e lo prese tutto fino in fondo. Le piaceva un sacco essere il ”gioco”, “l'attrazione”, “l'oggetto” del nostro piacere. Volevo scoparla anch'io nella figa, quindi decidemmo di scambiarci i posti, e dare la possibilità anche a Roberto di provare le magnifiche attenzioni orali di Alessia. Ora era Roberto che si stava scopando la sua bocca, mentre io da dietro le stavo occupando tutta la figa con il mio cazzo. Alessia, prese gusto a succhiarlo e continuò a lungo, fino a quando decidemmo di prenderla in entrambi i buchetti. Si, decidemmo di sfondarle la figa e il culo e farle provare due uomini al suo interno. Io mi distesi sui sedili con lei sopra. Glielo misi nella vagina, ormai così bagnata che il mio cazzo non fece nessuna fatica ad entrarci. Le misi le mani sulle natiche e le aprii leggermente, in modo da facilitare a Roberto l'entrata. Il suo pene non fece tantissima fatica ad entrare. Alessia finalmente era riempita tutta da due cazzi: era la mia fantasia da un sacco di tempo ed è inutile descrivere il mio piacere nel vederla e nel sentirla così disinibita. Io e Roberto non durammo molto e nel giro di alcuni minuti,sentimmo lo stimolo a sborrare. Volevamo, però sapere dove venire; così chiedemmo alla diretta interessata dove voleva riceve dello sperma caldo. Lei rispose ansimando che era indecisa se farci venire dentro oppure farsi sborrare tutta. A prendere in mano la situazione fu Roberto che optò per ricoprirla tutta: dalla testa ai piedi. Dopo alcuni colpi ci togliemmo e cominciammo a masturbarci mentre lei era sotto di noi, con la bocca aperta e gli occhi puntati verso l'alto. Venni prima io che le imbrattai il seno, e parte della guancia. Le gocce sul seno cominciarono a colare verso la figa, così Alessia decise di spalmarsela tutta, portandosi, come ultimo gesto, le mani alla bocca, per assaggiarla e gustarsela tutta. Roberto vedendo questa scena si eccitò ancora di più. Dissi ad Alessia se voleva assaggiare anche il suo sperma, visto che il mio lo gustava ogni volta. Lei, fece gesto di si con la testa. Alessia si avvicinò al cazzo di Roberto, che in quel momento era al massimo dell'erezione e del turgore e cominciò a segarlo velocemente. Alessia, non vedeva l'ora di riceve il suo sperma in bocca. Quando Roberto disse: “Sto venendo”, lei aprì la bocca da brava puttanella e si lasciò spruzzare dentro tutto lo sperma caldo,pulendo, poi, la cappella per bene. Una volta finito Alessia tenne tutto in bocca, e andò verso Angelica che nel mentre si stava gustando lo spettacolo. Le disse di aprire la bocca e le svuotò parte dello sperma di suo marito sulla sua lingua, mentre l'altra parte la inghiottì Alessia assaggiando,finalmente la sborra di un altro uomo. La serata finì di li a poco, ripromettendoci che si saremmo incontrati ancora solo se il caso l'avesse voluto.
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13 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 10 ore fa -
La peggiore punizione
Sono una schiava da molto tempo, ma certe punizioni mi atterriscono ancora, a tal punto che dopo la terza volta ho deciso di non sottopormi più a questa tortura. E' una tortura che interessa varie parti del corpo della poveretta che la subisce: gola, tette, figa e piedi. L'ultima volta che ho subito questa atroce punizione è stata quindici giorni fa, esattamente il ventotto gennaio. Sono arrivata da uno dei miei tre Padroni attuali e ho trovato quattro uomini, oltre lui, ad attendere di assistere alla mia punizione. Sono stata subita spogliata dal Master e poi fatta "sfilare" nuda davanti ai quattro ospiti. Dopo che tutti i presenti hanno dato il loro consenso, è iniziata la preparazione della schiava e degli oggetti utili al compimento della punizione. Il Master mi ha raccolto i capelli sulla nuca, perchè il mio collo doveva essere libero, per intervenire in caso di emergenza nel più breve tempo possibile; mi ha fatto poi divaricare le gambe ed appoggiare i piedi su due pile di libri. A quel punto è stato posizionato lo strumento di tortura, appositamente attrezzato per il blocco del bacino e delle caviglie della slave. Cercherò di spiegarvi questo strumento, con la massima chiarezza possibile: è costituito da un palo di ferro, alla cui sommità c'è un fallo, anch'esso di ferro, regolabile in altezza. Questo palo ha una robusta base di cemento, simile a quella degli ombrelloni da spiaggia; nella parte inferiore del palo sono fissati due bracci, anch'essi regolabili, alla cui sommità ci sono cinghie in cuoio adatte al bloccaggio delle caviglie della schiava. Sempre all'altezza dei bracci, c'è un altro tubo in ferro che si sviluppa verso l'alto, terminando con un cerchio chiudibile, che va a bloccare il bacino, o meglio i fianchi, della torturata (lasciando però la possibilità al corpo di scendere verso il basso). Il Master ha posizionato lo strumento sotto alla mie gambe e ha sollevato il fallo in ferro fino a portarlo all'imboccatura della mia figa. Io non ero ancora bagnata a sufficienza e le labbra della mia figa facevano fatica ad allargarsi. Feci una smorfia di dolore sentendo la punta del fallo appoggiarsi alla mia figa, ma al Padrone questo non importa... anzi più dolore prova la slave e più felice è lui! Poi ha chiuso il cerchio di ferro ai miei fianchi, in modo che non potessi spostarmi dalla posizione iniziale e ha bloccato con le cinghie le mie caviglie ai bracci inferiori. Mi ha messo due forti clips sui capezzoli, tirando i mei seni verso l'alto e lasciandoli in tensione. Sono stata bendata e mi è stato messo un cappio la collo. Il Master voleva impedirmi di vedere quello che sarebbe successo dopo, ma io avevo già provato questa tortura presso altri Padroni e già immaginavo quello che sarebbe successo. A uno a uno, piede per piede, mi sono stati tolti i libri di appoggio e il Padrone mi ha invitato a rimanere sulle punte dei piedi, per sopperire all'appoggio. Cosa succede poi? Al posto dei libri vengono cosparsi sul pavimento, sotto le piante dei piedi della slave e a discrezione del Padrone, materiali diversi che possono essere puntine da disegno, piccoli cocci di vetro o sassini appuntiti. Io non sapevo che cosa avesse scelto per me il Padrone, ma speravo tanto che il materiale scelto fosse la piccola ghiaia, che è la meno invasiva per la povera schiava. E invece... Io mi reggevo sulle punte dei piedi, pur sapendo che dopo un certo punto, non si riesce più a rimanere in questa posizione scomoda e infelice. E si cede di schianto! Ad un certo momento, come previsto, cedetti di schianto: il mio corpo scese verso il basso e nelle piante dei miei piedi si conficcarono... tante, ma tante puntine da disegno, provocandomi diverse ferite con conseguente uscita di sangue. In questi casi non è nemmeno possibile alleggerire la pressione di un piede, perchè si finisce per caricare ulteriormente l'altro. Gridai per il dolore ai piedi, ma il mio urlo venne soffocato dal cappio che avevo intorno alla gola, che inesorabilmente si strinse, facendomi diventare difficoltosa la respirazione. Ai miei occhi affiorarono le lacrime, mentre mi venne una forte tosse, dovuta al senso di strangolamento e dalla mia bocca iniziarono ad uscire fiumi di saliva. Ma il dolore non finiva qui: le mie tette ricevettero un colpo terribile e i miei capezzoli si allungarono, provocandomi un enorme dolore. In questa punizione anche la figa deve sopportare un certo dolore, in quanto il fallo in ferro penetra nel buco della schiava, o se volete il corpo della schiava "scivola" sul cazzo, dilatandolo in modo impressionante. Il fallo è molto grosso e per quanto una sia dotata... si ha sempre la sensazione di avere la figa "spaccata!". Non esiste un tempo di sopportazione uguale per tutte le schiave, dipende dall'abitudine a soffrire e dalla capacità di resistenza al soffocamento. E' chiaro che in queste situazioni, sta al Padrone avere la sensibilità di liberare il collo della schiava, prima che sorgano problemi irreversibili. Mi liberarono il collo e poi, dopo avermi liberato da tutte le costrizioni, venni sollevata dal cazzo di ferro da due uomini. I miei piedi vennero ripuliti dalle puntine e le mie piante vennero disinfettate adeguatamente. Poi venni portata sul grande letto per essere sodomizzata a piacere dei presenti. Mi sono ripromessa che questa è l'ultima volta che mi presto per questa tortura. Spero di resistere alla tentazione!
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13 anni fa
soniaslave,
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Ultima visita: 11 anni fa
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Primavera proibita
Tre giorni di pioggia e fango li avevano sfiancati nell'intimo del loro essere, il grigiore del cielo si era infiltrato nel quotidiano ed al rientro serale non vi era energia che permettesse di valicare le meccaniche azioni dell'ordinario. Alle 20 di sera Jean era ipnotizzato dal piccolo schermo in fondo alla cucina dove ad ondate continue veniva riproposto il dramma giapponese e la forchetta pareva quasi che cercasse da sola il riso nel piatto per poi miracolosamente portarsi alla sua bocca .... tanto avvertiva Valerie, seduta alla sua sinistra e che a quel risotto aveva dato i sapori e le forme del suo corpo: rientrata in anticipo si era adoperata ai fornelli e nella pentola lo aveva girato a lungo perdendosi nei vortici sinuosi che creava col mestolo nel mentre fantasticava sul sopraggiungere del marito e di quel lieve, furtivo tocco di labbra sul collo che avrebbe echeggiato nel suo ventre con quel vuoto allo stomaco che sempre lo accompagnava .... ma non stasera, no. Come l'ambiente è in grado di condizionarci, come i sensi dipendano dal resto e quanta energia ci voglia ... ma la natura è questa, una sottile sfida che arricchisce la nostra vita. Verso le 23 Jean la raggiunse sul divano dove Valerie si era sdraiata, com’era sua abitudine col televisore acceso ..... i piedi di Lei cercarono riparo al di sotto dei glutei di Lui e fece in modo che un pedalino Le si sfilasse per manifestargli l'intensa visone del piede smaltato di nero in perfetta simbiosi con l'estensione della caviglia. Jean ne carezzò la pianta e delicatamente si portò l'alluce alla bocca roteandogli la lingua intorno .... domani amor mio, domani ...... Valerie mostrò gli incisivi che affondavano nel labbro inferiore ed il suo corpo era un fremito ...... sentiva l'energia della primavera, la sentiva in sé ed era pronta ad esplodere, a condividerla, a nutrirsene avidamente ... a centellinarla con sottile ingordigia. L’indomani era un giorno feriale come tanti ma non per noi disse Jean mentre pestavano la ghiaia del viale alberato diretto al bosco, non vi erano mountain bike e non v'era il vociare della gente dei weekend, il sole scaldava l'aria, il cinguettio tra i cespugli e le foglie frusciavano per una leggera brezza, tanto rappresentava il primo vero dono che la natura potesse far loro in questo marzo. Valerie, d’improvviso lo superò accelerando il passo, indossava una mini bianca che sventagliava esaltando il colore bruno delle sue cosce, si voltò appena ed a denti stretti gli disse di raggiungerla nel boschetto, sulla loro panchina di fronte allo stagno ... lei corse via anticipandolo per quanto avesse potuto, lui lasciò che tutto si compisse e pian piano pregustando il sapore della sua carne le venne dietro guardandosi intorno. Era lì, accovacciata sul legno, senza le scarpe poste accuratamente sul terreno ancora umido, la testa china in avanti con la chioma nera che mascherava le ginocchia e gran parte delle gambe. D'un tratto aprì le cosce lasciando che le mani vibrassero su di esse in un invito spasmodico, non indossava slip ed il sesso roseo e luccicante pareva che imitasse la bocca di lei, le sue labbra rosse sulle quali la lingua sbatteva più volte. < Assaporami .... vieni qua .... gustami adesso e lasciami godere, ne ho una voglia matta Tresòr> Jean sbottonandosi la camiciola si chinò davanti a lei .... mirò in tutte le sue forme quel corpo succulento e si fece strada delicatamente con le dita e con la bocca cercando per quanto possibile di evitare almeno per ora il suo frutto ...Valerie s'inarcò e tenendolo per i capelli cercava per quanto le fosse possibile di avvicinarlo a sé, . Jean la fissava negli occhi e le mostrava come raccogliendo il nettare del suo ventre se lo portava sulle labbra raccogliendolo con la punta della lingua. . E così fu ... Jean avidamente gustava quel monte e vi si faceva varco ..... Valerie,appoggiata sullo schienale aveva lo sguardo perso tra gli alberi e con la mano si masturbava, raccoglieva il suo umore e si inumidiva i capezzoli, raggiungeva la bocca di lui e gliene dava a bere, se lo passava ovunque sapendo che lui l'avrebbe poi raccolto ..... . Le pareva che la natura godesse con loro, che festeggiasse i loro corpi ... e quando stava per voltarsi mossa dal desiderio di succhiare il totem che svettava tra le cosce di Jean, percepì che tra gli alberi c'era qualcuno ...... qualcuno li stava osservando. La paura per un attimo, per un solo attimo, la distolse dall'immondo piacere che stava provando, intravide una sagoma affiancata ad un albero, saranno stati una ventina di metri, pareva che indossasse una tuta da jogging di colore blu, non osava guardare più in alto per paura di scorgerne il volto ma in tal modo poté osservare con più attenzione il contesto che lo circondava: era un uomo e non era solo, la corteccia copriva qualcun altro anzi, qualcun’altra ..... una biondina dai capelli corti che in ginocchio era rivolta verso di Lui all'altezza del pube. Mai prima d'ora Valerie era stata attraversata da emozioni così profondamente intense e violente al contempo, un vorticoso ritorno a quanto stava vivendo le inebriò il petto, il vuoto allo stomaco le rimbombava nella testa e non seppe come ma nel mentre ritornò a gemere rumorosamente fece un gesto allo sconosciuto mostrandogli i denti come una tigre ... quel lui dovette capire e si scostò dal fusto dell'albero in modo che la sua compagna potesse venir fuori, allo scoperto .... era ignuda dalla cintola in su con un petto strepitoso, si strizzava le tette e la sua lingua pareva facesse addirittura rumore ... non era un sogno .... Valerie e lo sconosciuto si guardavano e si eccitavano l'un l'altra in una sottile, perversa ed oscena competizione ..... nessuno dei due ritenne opportuno avvertirne il proprio partner .... questa silenziosa complicità aveva un effetto ancor più inebriante. Le più invereconde e crasse fantasie di Valerie iniziavano a manifestarsi ... voleva essere guardata, adorata, desiderata ..... . Si voltò di scatto e rapidamente afferrò il suo Jean portandolo a sedere sulla panca, gli leccò avidamente il volto, aveva gli occhi iniettati e si mordeva le labbra, Jean sentì il caldo del suo ventre avvolgergli il cazzo orma duro come il marmo. , urlò quasi e proprio per farsi sentire, avvertiva lo sguardo sul suo corpo che s'impennava sull'asta, sentiva dentro di se' il riverbero del piacere provato dall'osservatore e guardava, si … , vedeva la biondina che spompinava a più non posso aiutandosi con una mano, mirava quelle tette da mordere ... sentiva il forte desiderio di succhiare, avrebbe voluto condividere quel cazzo insieme a lei, baciarla e passarselo di bocca ...... quando .... quando un brivido violento la colse e le tolse il fiato, vibrava tutta e cavalcava come una forsennata il suo uomo strappandosi dapprima la maglietta da dosso e poi i capelli di Jean .... fu così che venne, esausta, sfiancata, ebbe solo la forza di scivolar giù tra le cosce di Lui e prenderglielo con le labbra, il suo capo andava avanti ed indietro, sentiva tamburellare il mondo dentro sé, era una danza tribale, assaporava sul glande il sapore della sua vagina e che stava per eccitarla ancora una volta, urlò quasi rabbiosa masturbandolo con violenza inaudita fino a quando il getto caldo non la colpì sul volto ed il prolungato, animalesco gemito di Jean fu il magnifico corollario di quell'amplesso. Chiuse gli occhi e si strinse a lui, sentiva la testa vuota ed era lontana da tutto quanto la circondasse .... pochi interminabili secondi .... un giovane uomo in tuta da jogging ed una graziosa minuta biondina dal petto rigoglioso si posero di fronte a loro ... sorridevano quasi impacciati ma spronati dal coraggio e dal profondo desiderio di conoscerli. FINE
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13 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 10 ore fa -
Nell'area di parcheggio
Ieri sera viaggiavo sulla solita autostrada e, giunto presso una nota ampia area di parcheggio, mi sono fermato per sgranghirmi un pò e fumare una sigaretta. Ho accostato lungo l'aiola che delimitata l'area, ho spento il motore e ho iniziato a fumare rilassandomi. Dopo qualche istante è giunta una vettura; dopo aver fatto un paio di giri ha accostato davanti a me sullo stesso lato e, facendo retromarcia, si è fermata a pochi centimetri dalla mia vettura, nonostante ci fosse tantissimo spazio, ha spento il motore e le luci. Dopo qualche secondo ho visto le luci lampeggiare brevemente, cosa che si è ripetuta per due volte, allora ho lampeggiato anche io. Al mio segnale ho visto la portiera lato autista aprirsi e scendere un figura maschile, che non potevo ben distinguere a causa del'oscurità, si è spostato dal lato dell'aiola e si è appoggiato con le spalle ala vettura. Un pò titubante sono sceso e mi sono avvicinato per capire se avesse bisogno di qualche cosa. Avanzavo lentamente a causa dell'oscurità e ho appoggiato una mano alla vettura dato lo spazio ristretto. Con fare molto delicato, senza dire parola, lui ha preso la mia mano e l'ha avvicinata delicatamente al suo inguine. In pratica, senza neanche rendermene conto, mi sono ritrovato a impugnare qualcosa che nell'oscurità non vedevo ma che ho velocemente realizzato essere il suo cazzo. Era qualcosa di grosso, lungo, caldo; tenendomi per il polso ha iniziato a far andare la mia mano su e giù facendosi masturbare. Mi ha preso subito una crescente eccitazione, il suo cazzo diventava sempre più duro e grosso, ora la mia mano liberata dalla sua stretta lo lavorava con più dovizia, ho scoperto la cappella che sentivo larga e liscia, l'ho stimolata sotto il frenulo sentendolo crescere e indururisi ancora di più. I miei occhi si erano abituati all'oscurità e ora potevo distinguere che si trattava di una ragazzo dell'apparente età di 30 anni circa, alto come me(1,80), biondo con bei lineamenti, e vedevo meglio anche il suo membro che era davvero molto bello. Continuavo a masturbarlo con sempre maggiore piacere quando ho sentito la sua mano frugare nei miei pantaloni, abbassare la cerniera, prendere il mio cazzo anch'esso duro, tirarlo fuori e inziare una piacevolissima masturbazione. Nel contempo ha accostato le sue labbra alle mie che si sono dischiuse per accogliere la sua lingua, dando così il via a un lunghissimo dolcissimo ed eccitantissimo bacio con contemporanea reciproca masturbazione. Per fortuna non è arrivato nessun mezzo e siamo stati così per parecchi piacevolissimi minuti sinchè, travolti dal piacere, con le bocche sempre incollate, stringendoci e segandoci i cazzi a ritmo crescente, abbiamo raggiunto insieme un poderosissimo orgasmo con copiosa eiaculazione. Immediatamente dopo lui ha tirato fuori dei fazzoletti di carta e, dopo essersi ripulito, ha ripulito delicatamente il mio cazzo, si è rimesso a bordo ed è ripartito dicendomi solo: grazie è stato bellissimo! Non mi ha dato il tempo di dirgli che era stato altrettanto bello anche per me e che mi ha lasciato col desiderio di prendere in bocca il suo stupendo cazzo e di dargli il mio. Mi fermerò sempre in quel parcheggio con la speranza di incontrare ancora quell'angelo biondo...
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13 anni fa
capo19502000,
59
Ultima visita: 9 anni fa
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Il nostro rientro.....
Inizio il mio racconto spiegando che per un lungo periodo siamo stati lontano dai giochi.Praticamente dopo molto tempo che Avevmo deciso di prendere una pausa mi e venuta una voglia che in passato non avrei mai pensato arrivasse, un singolo!A quel punto, visto che sono stata proprio io a voler prendere una pausa non sapevo come avrebbe reagito il mio maritino a questa mia fantasia ma prendo coraggio e una sera mentre facevamo la classica posizione del missionario gli sussurro nell'orecchio che mi sentivo piena a meta e ci sarebbe voluto qualcuno che mi avesse riempito la parte mancante ...Il mio caro maritino era diventato un toro e ha iniziato a prendermi alla pecorina con forza e foga dicendo che sapeva che una vacca come me prima o poi non si sarebbe più accontentata di un solo cazzo!!!Io grondavo e gli dicevo che si sarebbe dovuto sacrificare pero perché io desideravo un uomo non una coppia!!!!ALT Non e contemplato nei nostri giochi , ma con un po' di insistenza e con qualche coccola in più e una promessa che non posso dire mi concesse di realizzare questa mia fantasia.Inizio a cercare e tra i tanti single che vedo la mia scelta e caduta su un single da poco iscritto non so perché ma io ho sempre pensato a una questione di sensazioni e leggere qualche suo messaggio mi ha incuriosito a tal punto da volerlo conoscere.....Chiamo ....ciao sono sSabri Dall'altra parte una voce piacevole E simpatica ma un po' insicura a causa della poca esperienzaGo avuto il primo contatto con Saturno .... Se vi interessa il seguito avrebbe verra pubblicato
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13 anni fa
cpva2007,
29/29
Ultima visita: 1 anno fa
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Partenze...
Là fuori ci sono (lo scoprirò più tardi) diciassette gradi sotto zero, ma da sotto questo piumone sembrano essercene meno cinquanta. I nostri corpi intrecciati sono caldi e profumati. Le mani si muovono lente, esplorando languidamente morbide curve in cerca di piaceri nascosti. Dovrei andare lo so, lo sai, e me lo dici. Ma non ho voglia, e il mio cazzo duro premuto contro il tuo fianco ne è il chiaro segnale. Contribuisci al mio disagio stringendolo e massaggiandolo distrattamente, per poi ripetere che è meglio che vada. Ma io ho voglia di godere su di te, usarti come stimolo alla mia voglia e vedere il mio sperma sulla tua pelle bianca. Te lo dico mentre mi stringo forte alla base della cappella, strusciandola poi contro la tua coscia, schiacciandola e premendola per poter godere di fantastiche scosse di piacere che dalla punta del cazzo mi risalgono fino alla pancia. Tu ridacchi, e i tuoi seni gonfi oscillano appena. Poi allunghi lo sguardo maliziosa, godendo dello spettacolo di misero autoerotismo che si consuma con l’aiuto della tua pelle morbida. E allora cambio posizione, mettendomi a cavalcioni su di te all’altezza della pancia e porgendoti il cazzo duro e gonfio, con la cappella arrossata e le vene gonfie che si snodano sinuose per tutta la lunghezza. Forse ti fai impietosire, ma non esiti farlo sparire all’interno della bocca, leccando e succhiando oscenamente, lasciando colare un copioso rivolo di densa saliva dalle labbra corrucciate. Mi fai godere quando fai cosi, muovendomi fuori e dentro la tua bocca con una mano stretta alla base del cazzo e l’altra aperta sul mio culo. Ma ti ho detto che voglio venire su di te, per conto mio, e allora ti fermo, cominciando a masturbarmi velocemente aiutato dallo strato abbondante di saliva che mi hai lasciato. Mi faccio un sega tra le tue tette, inondandole ben presto di grossi schizzi bianchi e densi che poi spalmo massaggiando a piene mani, strizzandoti i capezzoli fino a strapparti una fugace smorfia di dolore mista a piacere. Adesso posso anche uscire là fuori al freddo… il pensiero di quello che mi aspetta in quel letto caldo sarà meno opprimente.
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13 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 10 ore fa -
Sui carboni ardenti
Mio marito mi comunicò che saremmo andati nuovamente a Villa Ubbidienza, per proseguire nel mio corso di sottomissione. Aveva già preso accordi con Master Vito, per una lezione alquanto impegnativa. Come sempre lasciammo l'auto fuori dal cancello, suonammo al campanello... e come sempre ci vennero ad aprire Frank e George. Ma non tutto iniziò come sempre! Solitamente i due mi facevano spogliare e mi facevano percorrere il viale, che conduce alla villa, nuda o seminuda. Questa volta non mi chiesero di spogliarmi ed entrammo pacificamente tutti e quattro, raggiungendo poco dopo la villa. Lì ci attendeva Master Vito, che sembrava "diverso" dal solito. Quell'inizio diverso dal solito mi preoccupava non poco... non capivo a che cosa andavo incontro, perchè tutto era avvolto da un impalpabile mistero. Mi portarono davanti ad una specie di trono in ferro e Master Vito disse a Frank e George: "Fatela sedere e legatela saldamente alla sedia". Frank mi sbottonò la camicetta, ma Master Vito lo invitò a desistere, dicendo: "No, non denudarla. Questa volta rimarrà vestita. Toglile solo gli stivali e le calze: questa volta la voglio vestita". Frank abbassò la zip di uno stivale, mentre George si dedicò all'altro. Mi levarono gli stivali e poi mi sfilarono il collant. Mi fecero sedere sul trono, che era abbastanza alto, e mi legarono saldamente le mani e i piedi, che mi fissarono a circa trenta centimetri dal pavimento. Mi legarono anche il busto, facendo passare una corda sopra e sotto il seno; il mio corpo era stato così immobilizzato e potevo a malapena muovere leggermente le mani e i piedi Poi, su istruzioni del Padrone, George mi cosparse olio con un pennello sui piedi, sopra e sotto. Master Vito si avvicinò e mi baciò appassionatamente, ma conoscendolo ormai bene capii subito che il suo gesto aveva il sapore della sfida, per dimostrare che io ero in suo possesso. Mio marito era uscito dalla stanza e io lo cercavo invano con lo sguardo. "Ora, cara puttana, ti faremo i piedini arrosto con due belle padelle di carboni ardenti. I tuoi dolci piedini sono già conditi e il calore li cuocerà in maniera perfetta; dovrai però stare attenta a non muoverli molto, perchè gli "arrostini" potrebbe carbonizzarsi! Ah, ah, ah...", disse il Padrone con un riso beffardo e indisponente. Frank e George arrivarono con due bacinelle piene di carboni ardenti e fumanti, che sistemarono sotto i miei piedi. Le mie piante erano davvero vicine ai carboni ardenti, che sprigionavano un caldo tremendo. L'olio cosparso in precedenza sembrava friggere, creandomi una situazione dolorosa ai piedi. In più dovevo stare attenta a non muoverli, perchè il pericolo di ustione era davvero reale: sarebbe bastato muovere un po' le dita e il contatto sarebbe stato inevitabile, con conseguenze deleterie per i miei piedi. Ma l'atmosfera era quasi irreale: io ero vestita, contrariamente alle altre volte, quando venivo puntualmente denudata e privata degli abiti. Ad un certo punto la porta si spalancò ed entrò una donna bellissima dai lunghi capelli biondi e gli occhi azzurri come il mare di Sardegna. Dopo il primo momento di sbigottimento iniziale, mi resi conto che quella donna era una mia vecchia conoscenza: era Annalisa, una delle mie migliori amiche. "Annalisa, ma cosa ci fai qui", dissi io con aria attonita. "Ciao Sonia, mi dispiace essere qui... tu sei una delle mie migliori amiche... non so come dirtelo... ma vedrai tu stessa tra poco!", disse Annalisa con aria imbarazzata. A quel punto arrivò Mario, mio marito, e salutò Annalisa in modo molto caloroso... con un bacio in bocca! Annalisa non sembrava stupita della cosa e iniziò a slinguacciare mio marito, davanti ai miei occhi increduli. "No, non potete farmi questo", gridai io con tutta la voce che avevo in gola. "Mi dispiace dirtelo, cara troia, ma quello che hai visto finora non è proprio nulla. Vedrai di cosa sono capace, io! Tu solitamente ti fai sbattere da tutti, senza ritegno e pudore... questa volta la storia si ritorce contro di te... tu farai la spettatrice e non l'attrice... credi forse che un uomo come me sia contento di vedere la propria moglie fottuta da tutti gli stalloni della Lombardia?", mi disse Mario. Annalisa si avvicinò nuovamente a Mario e i due si avvinghiarono in una stretta morbosa e piena di sensualità. Le loro mani si intrecciavano: Mario scendeva con la mano fino al culetto sodo e rotondo di Annalisa, mentre lei lo accarezzava nella zona del pene. Poi Annalisa abbassò la cerniera dei pantaloni di Mario e tirò fuori il suo uccello, grosso e durissimo; poco dopo se lo mise in bocca ed iniziò a spompinarlo con una grande dolcezza e sensualità, creando in me un senso di impotenza e acuendo la mia voglia di sesso, che mai subisce momenti di arresto. I due si scambiavano tenere parole, mentre io soffrivo per il dolore ai piedi provocato dai carboni ardenti. A poco a poco, indumento dopo indumento, Annalisa venne spogliata da Mario e rimase completamente nuda, esibendo un corpo da favola. Mario si spogliò in un battibaleno e inizio ad accarezzare la pelle morbida e liscia di Annalisa. Poi Mario sussurrò qualcosa all'orecchio di Annalisa e lei si posizionò sopra lui... o per meglio dire sopra l'uccellone di Mario! Se lo fece infilare tutto, gemendo e muovendo sinuosamente il suo meraviglioso corpo. Io mi ero eccitata, ma nessuno dei presenti si curava di me, mentre i due porci scopavano ora con grande foga. Annalisa disse con sarcasmo: "Mario sei fantastico, scopi divinamente... è fortunata Sonia ad averti... oggi è fortunata a vederti esibire con me! Cambiamo posizione, dai. Mettimelo nel culo, voglio essere sfondata anche lì". Mario e Annalisa continuarono a fare l'amore, pardon a scopare come animali imbizzarriti, per molto tempo, mentre io ormai visibilmente eccitata, avevo bagnato il trono su cui ero seduta. Master Vito volle umiliarmi, come solo lui sa fare e mi bisbigliò all'orecchio: "Ti piace vedere tuo marito mentre si scopa quella grande figa? E' davvero bravo, un vero porco... lascialo dire a me, che di porci me ne intendo!". Io ero umliata, mortificata e costretta a subire passivamente la tortura dei carboni e quella scena per me insopportabile. Mario venne nel culetto di Annalisa e Master Vito ordinò a Frank di raccogliere lo sperma che colava dall'ano di Annalisa. Frank mise un recipiente sotto al buchetto di Annalisa e raccolse tutta la sborra che le colava fuori. Poi Master Vito chiese di poter scopare Annalisa e iniziò a stantuffarla con molta foga. La porca sembrava gradire molto di essere scopata anche dal Padrone, che alla fine venne nella sua figa. Anche in questo caso Frank raccolse lo sperma di Master Vito nello stesso recipiente dove aveva raccolto lo sperma di mio marito. Master Vito ordinò a George che quello sperma mi fosse versato in bocca, ma io mi rifiutai di berlo, dicendo: "Non berrò mai la vostra sborra uscita dal culo e dalla figa di quella troia, mi fate schifo tutti e due... E poi tu, Mario, che hai scopato quella sgualdrina di Annalisa... Vergognati, schifoso!". Master Vito si alterò, sentendo le mie parole, e mi disse con voce perentoria: "Lurida vacca, ora berrai anche la nostra urina". Mario, Vito e Annalisa scaricarono la loro piscia nel recipiente dove era "custodito" il prezioso sperma dei due uomini. Frank mi aprì la bocca con le mani, mentre George mi mise un apparecchio di ferro che mi impediva di chiuderla e poi mi versarono pazientemente in gola tutto il contenuto del recipiente. L'urina era calda e schifosamente puzzolente e finì nella mia gola, insieme allo sperma colato fuori dai buchi di Annalisa. Dovetti bere tutto, fino all'ultima goccia, tra le risate dei presenti. "Vedi sei una discarica umana, povera schiava. Pensavi di contare qualcosa e invece sei un "nulla"... il tuo parere non conta niente e tu devi fare quello che voglio io. Oggi hai visto anche tuo marito scopare con un'altra. Che cosa vuoi di più?", disse Master Vito. Poi tutti e tre mi sputarono in viso, ridendo di me in modo poco elegante. Mario e Annalisa completamente nudi, mano nella mano, uscirono dalla stanza. Io volevo essere slegata, ma Master Vito mi disse che non poteva farlo, perchè sicuramente una volta libera sarei andata a disturbare i due porci, che stavano ancora scopando nella stanza attigua. I miei piedi ormai friggevano ed erano rossi per il calore, ma il mio dolore non era tanto fisico, quanto cerebrale: non sopportavo l'idea che mio marito si fosse scopato una mia amica. Anch'io vengo "usata" da tanti uomini, ma quando questo succede, accade solo con il suo permesso. Quando si dice pan per focaccia...
8514
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13 anni fa
soniaslave,
42
Ultima visita: 11 anni fa
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Io regina nei miei sogni
A te mia Regina, semplicemente estasiato e pendo dalle tue labbra, torturandomi con la testa al solo pensiero delle ore che ci dividono, l’incontro dei nostri sguardi....l’ascolto delle nostre voci che non hanno filtri da comunicazione telefonica.... Il nostro profumo riempie il luogo in cui siamo, a te il mio ti sembra gia’ di sentirlo quasi conoscerlo.......come la fragranza del pane fresco, ben cotto ed appena sfornato.....con all’interno la sua mollica vellutata e ancora tiepida........buono...come me. Le tue dita vi affondano all’interno, estraendone un pezzetto e lo porto alla tua bocca, schiudi le labbra lo assaporo, gli occhi si chiudono......ahhhh godimento puro, l’assaporare con intensita’ la cosa piu’ semplice al naturale.......... Riapri gli occhi e’ hai davanti a te la mia immagine, la tua figura.......non e’ un sogno, mi rendo allora conto che stavo assaporando te......Mia Regina.......immensita’ mi pervade. Adesso continuiamo reciprocamente a parlare, assaporare, sorridere, baciare, un intreccio di curve che si esplora, fusione delle nostre armonie, gli sguardi si rincorrono, le labbra si schiudono, le bocche reclamano avidamente il loro “cibo”..... Le mani scorrono su di noi ci solleticano, e di nuovo gli sguardi complici trasmettono mille emozioni...........mille giochi e trasgressioni da fare insieme..... Mille silenzi, pieni parole che escono dalle nostre teste.......i nostri abbracci............... Non so cosa domani accada, non so cosa succede, non so se avremo tempo di pensare all’elemento cibo ed altro, se impegnati a sfamarci reciprocamente e dissetandoci attraverso noi stessi e del nostro ego.... Se avremo tempo di capire cosa fare.......io vivo in un sogno, mille reazioni di me contrastanti mi esaltano...... Che bello, tentero’ sempre che la novita’ non passi, che i tuoi livelli di adrenalina rimangano alti altalenandosi attraverso uno scritto, una voce al telefono, un incontro dal vivo...... Con la stessa forza di adesso, capace di dividermi in pezzi che hanno la stessa capacita’ di sentire e farti sentire tutto cio’ che stiamo assaporando........ Ogni volta che lo desideriamo il nostro ego e’ incontenibile........come un vulcano in eruzione, e ogni volta l’eruzione incontenibile, sara’ sempre diversa ma con la stessa intensita’, passione e trasgressione...... Un abbraccio, corpo a corpo......un bacio lungo ci veda protagonisti. Il Re alla Regina
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13 anni fa
duedelfinixdue,
52/52
Ultima visita: 12 anni fa
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Un sogno da vivere
È una sera di tarda primavera: il cielo è limpido, la brezza ha allontanato la foschia provocata dal caldo torrido rendendo incantevole il panorama che si gode dalla veranda della camera a picco sul mare. La temperatura è scesa leggermente: ora è gradevole oziare stando sdraiati sul letto con le finestre aperte. Tu esci dal bagno dopo aver fatto la doccia; con un accappatoio sulle spalle ti avvii la veranda per assaporare la frescura della sera. Indossi un nuovo paio di sandali neri con il tacco a spillo (mi stai provocando, lo so, stuzzicare e' il tuo fore) e le tue gambe si scoprono ad ogni passo fino alla coscia; solo la mano, con un gesto quasi pudico, impedisce che l’accappatoio si apra lasciando il tuo corpo offerto al mio sguardo goloso di te. Sulla soglia della porta finestra porti le mani ai fianchi: ora non vuoi più coprirti, giri la testa, le labbra atteggiate ad un sorriso carico di sottintesi mentre il tuo sguardo malizioso mi invita a raggiungerti. Mi alzo e ti abbraccio da dietro: con una mano mi fermo sul ventre nervoso con l’altra ti stringo all’altezza del seno per sentire il calore della tua pelle, percorsa da brividi, non so se di freddo o ................ Spingi indietro il tuo corpo contro di me, abbandonandomi la testa sulla spalla, allora la mano dal tuo ventre sale leggera fino al collo per poi ridiscendere a disegnare arabeschi sulla pelle ancora umida, ma quando sto per raggiungere l’inguine mi blocchi. Allora cerco il tuo seno per sentire il turgore dei tuoi seni, mentre ti bacio sul collo tu volti la testa e incontri le mie labbra. Il tuo sapore ed il tuo profumo mi confonde e la barriera creata dall’asciugamano avvolto intorno ai miei fianchi non riesce più a contenere una strano effetto che va a poggiare contro il tuo sedere....scusa. Raggiungo di nuovo il tuo centro del piacere: la carezza mi trasmette una scarica elettrica ed un senso di vertigine, mi blocchi ancora la mano e staccandoti dalle mie labbra sussurri che hai in serbo per me una sorpresa; Dobbiamo vestirci per la cena, l’attesa farà crescere la nostra eccitazione. Ti allontani e questa volta non ti preoccupi di tener chiuso l’accappatoio, anzi lo lasci cadere con un sorriso malizioso, per continuare il nostro gioco un pochino insolito. Accetto con piacere questa tua iniziativa deciso a prendervi parte attiva assecondandoti mi sdraio sul letto per contemplarti mentre compi il rito così eccitante della vestizione, ammiro la delicatezza dei tuo gesti nello scegliere il capo intimo, non il solito perizoma bensì delle coulotte aderenti e velate color turchese che ti fasciano le natiche evidenziandone le curve, mettendo ancor piu’ in risalto la tua pelle abbronzata. Il reggiseno dello stesso tipo e colore è a mezza coppa cosi da raccogliere delicatamente il tuo splendido seno lasciandone una generosa porzione in vista con l'aureola in evidenza oltre il bordo della coppa. Completi il rito con un vestito leggero di cotone blu di lino (quanti bottoni stai allacciando….troppi?), ne lasci maliziosamente aperti alcuni sia alla scollatura che sulle gambe e guardandomi con intenzione mormori che il numero dei bottoni che slaccerai dipenderà da quanto saprò intrigarti durante la serata. Accetto la sfida, ormai preso, e mi vesto per la cena. Saliamo in macchina e ci dirigiamo verso un ristorantino tipico appollaiato sopra la scogliera: l’ambiente è discreto ed elegante, ci sono un altro paio di coppie che occupano la sala, chiediamo al cameriere di poterci sedere in un tavolo sulla terrazza che domina l’incredibile paesaggio marino inondato dalla calda luce del tramonto e gli ultimi raggi di sole che pervadono il tuo dolce e sorridente volto. Per tutta la durata della cena, a base di ottimo pesce e di un fresco vinello bianco che va giù come acqua, ridiamo e scherziamo come ragazzini alla prima uscita, il vino ha contribuito a riscaldare l’atmosfera mentre aspettiamo il dolce: una coppa di fragole adagiate su di un candido letto di panna. Ad un certo momento sposti la sedia ed accavalli le gambe scoprendone una generosa porzione, mi accorgo che hai slacciato altri bottoni, colgo il segnale e ti guardo dritto negli occhi: forse stiamo già facendo l’amore con lo sguardo. Quando il cameriere ci serve i caffè non fai nulla per ricomporti,anzi, gli sorridi, invitante ( forse è solo la mia impressione?). Bevuto il caffè giocherelli con un bottone della scollatura che “inavvertitamente” slacci, dopo di che ci alziamo e ci avviamo verso l’uscita, lo stesso cameriere è seduto ad un tavolo e ci saluta; Tu, senza parlare , ti avvicini a lui, ti chini in avanti, lasciandogli una mancia oltremodo generosa: vedo gli occhi dell’uomo frugare febbrilmente tra i tuoi seni, così sapientemente esposti. Non posso fare a meno di provare un misto di gelosia e di eccitazione di fronte al tuo “spettacolino”. Tornando verso di me hai un sorriso soddisfatto, come di gatta ben pasciuta: posso scorgere i capezzoli eretti attraverso la stoffa leggera del vestito, segno inequivocabile della tua eccitazione nooooo sicuramente e' la frescura della sera, penso piu’ ad uno stato di eccitazione, mi prendi sotto braccio e ci avviamo verso il parcheggio. Arrivati alla macchina ti prendo per le spalle e ti faccio voltare per baciarti: le nostre bocche si uniscono, ci esploriamo a vicenda con la lingua mentre premo il mio corpo contro il tuo, per trasmetterti la mia agitazione. Mi allontani con dolcezza e con una mano mi accarezzi, dicendomi che la serata è appena iniziata. -La notte è giovane, devi saper aspettare…- mormori al mio orecchio. Ti chiedo dove vuoi andare e tu: -Facciamo quattro passi in paese- Entriamo in macchina e durante il percorso ogni occasione è buona per ridere, siamo decisamente su di giri, allungo una mano e ti scopro una gamba cominciando ad accarezzare la tua pelle abbronzata e setosa, visto che non reagisci risalgo per tutta la coscia, continuando così senza andare oltre, fino a che non arriviamo a destinazione. Prima di scendere mi chiedi maliziosa di slacciare altri due bottoni visto che con quella carezza me li sono meritati e decido di liberarne uno sotto ed uno sopra, cosi, quando scendi, hai le gambe ed il seno più esposti agli sguardi. Le vie del centro sono frequentate ed i negozi aperti fino a tarda notte. Decidiamo di entrare in un negozio di abbigliamento da mare e lingerie, abbiamo visto in vetrina un costume da bagno intero, molto sgambato e molto scollato sia davanti che dietro. Chiediamo alla commessa la possibilità di provarlo, entri nel camerino e ti cambi; la porta bassa fa si che io possa vederti gli occhi splendenti ed il volto sorridente e leggermente arrossato. Quando sei pronta apri la porta per farti ammirare ed io resto incantato dallo spettacolo che mi si presenta: il tuo corpo è messo in evidenza dal costume, le cosce sembrano non aver fine, la profonda scollatura mette in mostra i morbidi seni di di velluto dove i capezzoli turgidi fanno bella mostra di se tendendo la stoffa sottile. I sandali con il tacco sono la ciliegina sulla torta, ti slanciano elegantemente nel tuo movimento quasi felino. Non so per quanto tempo resto come in trance, fatto sta che quando mi riprendo noto il silenzio che si è creato nel negozio, mi volto e vedo un altro paio di clienti fermi ad ammirarti. Acquistiamo il costume ed usciamo. Poi mano nella mano passeggiamo guardando le vetrine; ad un certo punto ti abbassi per mostrarmi un paio di scarpe ed i miei occhi possono così vagare nella scollatura, ora diventata davvero audace: ti sei “dimenticata”di indossare il reggiseno, te lo faccio notare quando ti rialzi, ma non sembri farci molto caso, mi rispondi con un sorriso malizioso ed ammicante. E non posso davvero fare a meno di abbracciarti e baciarti sulla bocca e sul collo per poi risalire fino all’orecchio dove ti sussurro un grazie molto eccitato, per la bravura che dimostri nel continuare il nostro gioco. Per tutta risposta mi inviti ad entrare nel negozio di scarpe, cosi potrai farmi un’altra sorpresa. Un commesso ci accoglie, pronto a servirti, ti siedi sul divanetto in attesa e mi fai cenno di sistemarmi di fronte a te, una volta seduta allarghi leggermente le gambe e attraverso lo spacco, ormai quasi inguinale, esponendo la tua coperta intimita' con disinvoltura mai vista, sicuramente e' l'effetto del vino non mi rendo conto cio' che e' esposta alla mia vista. Ora sono proprio curioso di vedere il seguito della tua esibizione. Arrivato il commesso con le scarpe ti alzi per provarle, di fronte allo specchio che mi sta a fianco. Guardandomi, come per chieder un parere, sposti un lembo del vestito apparentemente per permettermi di apprezzare meglio le calzature, in verità per un attimo lo alzi tutto, sara' l'effetto del vino lo so. Nello stesso istante noto l’espressione del commesso cambiare da ammirata a sbalordita (lo specchio, penso, ha visto tutto anche lui…), tu richiudi il vestito con naturalezza come non fosse successo nulla e continui a rimirarti come se fossi su una passerella da sfilata, mentre il ragazzo con aria imbarazzata ci chiede cosa intendiamo fare. Io, fingendo una calma che non provo affatto e sperando che la camicia lunga e larga nasconda la reazioni atipiche, rispondo che comperiamo quelle scarpe che ti stanno così bene, belle scarpe per una splendida donna… Lui mi guarda dritto negli occhi con sguardo perplesso ed io di rimando gli chiedo se anche lui non è d’accordo sul fatto che la mia compagna sia una gran bella donna. Balbettando un si imbarazzatissimo prende la scatola che gli stai porgendo e si avvia verso la cassa. Io ti afferro e ti bacio proprio lì, nel negozio di fronte ai clienti e alle persone che passano al di là della vetrina. Una volta fuori l’eccitazione è talmente forte che voliamo alla macchina senza proferire alcuna parola sull’accaduto ma i nostri sguardi complici si incrociano e parlano per noi. Eccoci alla macchina giusto il tempo di depositare gli acquisti appena fatti e ci avviamo correndo verso la spiaggia. Cerchiamo un posto riparato, dietro agli scogli e ci lasciamo cadere per terra, uno sull’altro, ansanti, come due adolescentiche..........il resto lo immagini o il sogno continua, con le sue sfumature un po' colorite.......ma i scendere nella volgarita' e dettagli anatomici ....... Ci guardiamo dritti negli occhi: siamo bravi a far l’amore, ci siamo trovati….la luna piena ci illumina. Sguazziamo e giochiamo in acqua fino a quando non ci sentiamo intirizziti. Quando torniamo alla spiaggia per rivestirci, ci accorgiamo della strana luce che ci circonda:..............................è quasi l’alba . E’ bello vedere sorgere il sole ; ci sediamo vicini ed io da dietro ti abbraccio per goderci lo spettacolo…....
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13 anni fa
duedelfinixdue,
52/52
Ultima visita: 12 anni fa
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pomeriggio al privè - seconda parte
ecco la seconda parte del racconto. Un caldo bacio a Bea....
Sento che Bea .................Sento Bea che rilassa la tensione interna che aveva imprigionato le mie dita al suo interno, lentamente le sfilo, mentre gocce del suo piacere mi scorrono dalle dita lungo tutto l’avambraccio. Bea ha gli occhi chiusi, ma sentendo il su profumo intenso sulle mie dita che le sto avvicinando al viso, apre le labbra lentamente e con la lingua cerca la mia mano. Le mie dita vengono risucchiate nella sua bocca provocandomi un piacere improvviso, mi sento dentro di lei, mi sento una cosa sola con lei, i nostri sensi sono ormai direttamente connessi. Mi alzo davanti a lei seduta, mentre lei mi slaccia lentamente i pantaloni e li fa cadere a terra assieme ai boxer. Le accarezzo il viso, il collo, i capelli indifferente di essere nudo davanti ad un gruppo di persone sconosciute. Senza mai smettere di guardarmi negli occhi, Bea inizia ad accarezzarlo dolcemente ma energicamente creando una reazione immediata che lo rende ancora più turgido. Mi avvicino lentamente a lei e sento il calore del suo seno che avvolge il mio membro e i nostri movimenti ritmati sembrano portare ad un crescendo senza fine. Il mio respiro si fa più affannoso quando Bea inizia a stuzzicarlo con la punta della lingua e a farlo poi lentamente sparire nella sua dolce bocca. Io inarco la schiena e mi avvicino completamente a lei sentendomi ormai totalmente perso in un crescendo di sensazioni fino allora sconosciute. I visi immobili attorno a noi quasi non li vedo più, come non faccio più caso a quelli che ormai apertamente senza pudore si stanno masturbando a pochi centimetri da noi. Alla nostra destra vedo con la coda dell’occhio che in mezzo a tutti quegli uomini arrapati c’è qualcosa di diverso, un coppia di mezza età che ci guardano assorti. Mentre cerco di resistere all’orgasmo devastante che potrebbe arrivare da un momento all’altro li osservo un attimo, lui con pantaloni scuri e camicia bianca tiene un braccio alla vita di lei, lei moretta con capelli tagliati abbastanza corti, minigonna nera e camicetta abbottonata in parte, ci guardano fissi bisbigliandosi ogni tanto qualche parola all’orecchio. La calda bocca di Bea mi risucchia ogni inibizione e quindi mi stacco da lei, leccandole le labbra che mi hanno dato tanto piacere la faccio alzare in piedi e la faccio sedere sul tavolino. Sempre parlandoci solo con gli occhi lei si appoggia con le mani dietro la schiena e mi offre la sua passerina fasciata da un paio di mutandine ormai trasparenti per i suoi umori. Le scosto il perizoma e entro dolcemente dentro di lei sentendomi avvolto da un calore che mi arriva subito alla testa. Le lingue si trovano nuovamente e iniziamo a fonderci uno nell’altro mentre ci baciamo con passione e calore. Non stiamo scopando, non stiamo facendo l’amore, siamo semplicemente travolti da un piacere che non è generato da nulla in particolare ma unisce i nostri due sessi, le nostre due bocche, i nostri due corpi in qualcosa non finalizzato all’orgasmo, ma alla liberazione di energie irresistibili che ci trascinano in universo parallelo lontano anni luce dal nostro mondo.La coppia si è nel frattempo avvicinata molto a noi, se allungano una mano ci potrebbero toccare, ma rispetto a prima lei gli tiene in mano il membro che è ormai in totale erezione. Dico due parole all’orecchio di Bea, lei gli lancia una occhiata che viene subito ricambiata dalla lei della coppia in modo quasi impercettibile. Ci alziamo in piedi tra il disappunto dei presenti che stanno cercando in tutti i modi di aggirare le nostre resistenze allungando le mani per toccare un fazzoletto di pelle sudata e umida di piacere. La coppia ci segue da vicino, molto vicino, ci guardiamo, sorridiamo, è scattata la complicità e l’intesa. Ci rifugiamo in una stanza non in zona per sole coppie, ma aperta agli sguardi libidinosi che in fondo eccitano sia me che Bea e la coppia entra con noi. Non conosciamo nemmeno i nomi dei nostri nuovi complici che la moretta inizia ad accarezzare Bea, distesa sul letto, tra le cosce, le bacia, accarezza la passerina ancora eccitata, inizia a stuzzicarla con le dita e poi con la lingua. Bea si gusta il piacere che le giunge da questa nuova esperienza, non ricambia, ma dimostra di apprezzare quanto sta succedendo, mentre io e il lui della coppia siamo seduti di lato semplicemente masturbandoci. Bea mi guarda intensamente mentre gode per quelle attenzioni. Io mi avvicino e lei senza sottrarsi alla lingua instancabile della nuova amica che le provoca ondate di calore, mi tira contro di lei e scappiamo nuovamente nel nostro mondo fantastico lasciano un angolino per la coppia. Nessuna competizione, nessuna invidia e nessun pensiero metafisico, solo corpi e sensi che si infrangono tra loro, che si mescolano, che assorbono tutto quanto può creare piacere e soddisfazione. Siamo tutti e quattro sudati, non dobbiamo nemmeno dire una parola, tutto viene spontaneo, ci alterniamo, ci allontaniamo, ci tuffiamo, godiamo. E’ incredibile come quello che nel mondo di tutti giorni creerebbe gelosie e discussioni in questo universo racchiuso nella nostra bolla di cristallo è solo una sequenza inarrestabile di sensazioni di piacere che si catalizzano nel legame eccezionale che esiste tra me e Bea.
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13 anni fa
coppia_x_privè, 65/45
Ultima visita: 6 mesi fa -
La prima volta con una coppia
Salve, vi racconterò la mia prima volta con una coppia............. navigavo alla ricerca di un qualsiasi incontro con singola o coppia, già da diversi mesi, ma nulla. Un giorno era settembre trovo un annuncio di una coppia della mia zona che valuta singoli da inserire nel loro rapporto. Preparo una bella mail do presentazione dettagliata e con allegate diverse foto mie . La risposta non si è fatta attendere molto, non erano interessati alla conoscenza via mail se messenger ne altro di virtuale ma subito scambio numeri di telefono e primo incontro a tre in un bar. Il venerdi successivo all'ora stabilita ero davanti al bar, per farmi riconoscere ero vestito di bianco quasi per intero . Vedo scendere una bella signora tiratissima, tacchi alti troccata in maniera molto pesante che si dirige proprio verso me............. Cazzo in tiro quasi all'istante, presentazioni di rito, feeling quasi insantaneo sia con lei che con lui, un bell'uomo sulla 40ina, poi poco l'aperitivo decidiamo di andare a cena. Non mi toglieva gli occhi di dosso, lui molto cordiale alla mano un chiaccherone, il vino bianco che accompagnavamo alla cena di pesce iniziava a fare i suoi effetti. Pago la cena , ( era il minimo) e m'invitano a casa loro per un caffè, accetto volentieri, tre minuti di auto e siamo a casa loro. Un appartamento molto bellino dopo il caffè chiedo di andare alla toilette, quando esco li trovo sul divano , luio seduto sul bracciolo con i pantaloni giù lei a pecora che lo prendeva in gola........... Mi butto a capofitto subito, lei già bagnata fradicia inizio a lappare da dietro la sua figa, poi cambio, me lo prende in bocca e lui inizia a sbatterla da dietro, dopo passiamo alla camera da letto, siamo andati avanti a darci il cambio almeno per 10 -15 minuti sempre sbattuta a 90°, ad un certo punto basta basta li voglio tutti e due dentro......... La mia prima doppia penetrazione, mi fa accomodare seduto appoggiato alla testiera del letto e si accomoda sul mio cazzo ansima come una vacca, non si trattiene per nulla, lui intanto allenta l'ano con le dita , e paffffff tutto dentro risucchiato dal quel culo fantastico. Non resistevo più , lei in preda ad un orgasmo devastante continuava a dirmi di insultarla, si dimmi che sono al tua troia, dai sfonda questa porca................. Quando ha pronunciato dai sborratemi tutta, detto fatto inondata non ho resistito a rienpirle la figa. Appagati e rilassati siamo restati sul letto un'ora a parlare io continuavo ad accarezzarla, quando l'uccello di colpo si è svegliato dal torpore lei senza nemmeno farsi dire nulla lo ha ripreso in bocca, anzi puntualizzo in gola!!!!! altra scopata da urlo, siamo andati avanti non so per quanto tempo, lui si è rivelato un vero toro da monta non immaginavo, lei l'amante perfetta, peccato che poco pochi mesi si sono sposati e non hanno voluto più incontrarmi. Scusate se non è scritto molto bene, ma non sono uno scrittore, spero di farlo meglio la prox volta .
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13 anni fa
titen,
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Ultima visita: 10 anni fa
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In metropolitana
Un paio di mesi fa io e Nicola, un mio amico, abbiamo voluto simulare a bordo di un convoglio della metropolitana una situazione di pericolo per una donna, per vedere la reazione della gente presente. Abbiamo scelto di creare una situazione morbosa e di pericolo sull'ultima carrozza dell'ultimo treno della notte. Abbiamo chiesto aiuto a due amici, che sarebbero intervenuti, creando un po' di casino, se qualche passeggero avesse cercato di avvisare le Forze dell'Ordine. Ma il tutto si è "consumato" tra la curiosità e l'indifferrenza dei presenti, in tutto nove persone (sette uomini e due donne). I nostri amici salgono due fermate prima, io e Nicola due fermate dopo. Io ero molto truccata e avevo arricciato i capelli per non passare inosservata. Indossavo un leggero cappotto bianco, un completo nero, calze velate chiare e scarpe a stiletto dal tacco vertiginoso. Come già in precedenza deciso, non indossavo il reggiseno e le mutandine e alcuni bottoni della camicetta erano rigorosamente slacciati, per far intravvedere il seno. Appena saliti, Nicola si rivolge a me, quasi urlando: "Puttana, togliti il cappotto. Ora ti sistemo io... ti avevo detto di non metterti le scarpe alte! Sai che non sopporto di essere più basso di una donna. Dai, esegui...". In effetti Nicola non è molto alto e se io indosso scarpe alte, pur non essendo una "stangona", riesco a superarlo in altezza. I passeggeri ci guardano con aria allibita e io replico con aria sottomessa: "Zitto, tutti ci guardano. Non fare scenate, ti prego. Dopo farò tutto quello che vuoi... ma ora... nooo!". Lui ribatte, con voce baldanzosa: "Zoccola, fai quello che ti ho detto e butta il cappotto su quei sedili, Non farmi incazzare. Sai che poi divento violento!". Io mi tolgo il cappotto e lo butto sui su una fila di sedili vuoti. La gente mi guarda e il mio seno, seppur piccolo, spunta dalla camicetta aperta: sicuramente tutti hanno pensato che fossi una prostituta con il mio protettore! Nicola mi fa appoggiare ad un palo di sostegno, che si trova in centro della carrozza, e poi da dietro mi "cintura" con un braccio all'altezza del seno, dalla sinistra alla destra, comprimendomi le tette. "Puttana, sei troppo alta, levati subito le scarpe. Scendi da quei trampoli da bagascia. E' un ordine, esegui senza fare opposizione, troia". Io mi slaccio i cinturini, mi tolgo le scarpe e le lascio appoggiate al pavimento. "Dammele subito", prosegue Nicola, indicando le mie scarpe. Io le raccolgo e gliele metto in mano. Tutti i passeggeri ci guardano con aria basita. "E ora le calze", incalza Nicola con tono imperioso. "No, quelle non posso toglierle. Sai che sono senza mutandine!", rispondo io a voce alta. A quelle parole tre degli uomini presenti si fanno ancora più attenti alla situazione che si sta creando. "Qualcuno mi aiuti", imploro io con voce tremante, rivolgendomi ai passeggeri. In effetti quella frase faceva solo parte della scena, perchè in cuor nostro speravamo che nessuno prendesse il telefonino per dare l'allarme. E così è stato. "Fatevi i cazzi vostri e non vi succederà niente", disse Nicola ai passeggeri con aria alquanto minacciosa. "Sollevati la gonna e togli subito le calze", incalzò Nicola. "Non posso ti ripeto, non ho le mutandine", ribattei io. E lui: "Spero che una porca come te non avrà vergogna a fare vedere la figa. Dai, non farmi spazientire o qui finisce male". Io mi sollevai la gonna, sicura che anche con le calze si sarebbe vista la mia figa. Nicola mi aiutò, tenendomi la gonna sollevata, mentre io mi toglievo il collant e i presenti si godettero la scena. Sicuramente qualcuno di loro si era anche eccitato... lo si vedeva dai loro pantaloni! "Guardate questa puttana come è bagnata. Mettiti un dito nella figa, troia". Io mi infilai un dito nella patatina, che era ormai "allagata", e lo tirai fuori completamente bagnato, facendolo vedere ai presenti. Il convoglio si era fermato e, approfittando delle porte aperte, Nicola gettò fuori le mie scarpe e le mie calze. "Signori, questa è mia moglie. Cosa fareste voi ad una maiala così, per punirla?". Nessuno rispose, mi abbassai la gonna e rimisi il cappotto, e alla fermata successiva tutti e quattro scendemmo dal treno e ci avviammo verso l'uscita, come se nulla fosse accaduto. Fu una scena molto gustosa, che si potè realizzare grazie alla sfrontatezza della scrivente e all'autorevolezza dell'amico Nicola.
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13 anni fa
soniaslave,
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L'ispezione della schiava
Quando ci si presenta ad un nuovo Padrone bisogna necessariamente sottoporsi ad un'accurata ispezione, che, solo se superata a pieni voti, potrà dare il via al percorso vero e proprio di sottomissione della schiava. L'ispezione della schiava serve al Padrone per vedere se la "merce" è di suo gradimento e se la schiava è pulita, cosa importantissima in un rapporto di sottomissione. Prima di fissare il primo appuntamento ci fu un serrato scambio di mail e telefonate con il Padrone, che mi aveva chiesto, tra l'altro, quanto fossi alta. Io risposi che sono alta un metro e sessantasette centimetri e lui mi disse che dovevo mettere scarpe basse, perchè lui non tollerava donne più alte di lui. Mi diede anche indicazioni circa il modo di vestire: camicetta abbottonata davanti, ampia gonna al ginocchio anch'essa abbottonata davanti, scarpe basse, calze autoreggenti di color neutro, reggiseno e mutandine. Il Master puntualizzò che dovevo essere depilata intimamente e io mi recai in un centro specializzato per una totale e corretta depilazione delle parti intime. Mi diede appuntamento a casa sua e io arrivai puntuale all'orario stabilito. Nicola, il mio nuovo Padrone, mi venne ad aprire e mi condusse in una stanza, dove trovai con mio grande stupore quattro uominii seduti su sedie in fila, come ad uno spettacolo. Chiesi a Nicola come mai quegli uomini fossero lì, visto che gli accordi prevedevano solo la sua presenza. Lui mi rispose: "Sono quattro miei amici, che presenzieranno alla tua ispezione. Non potranno prendere alcuna decisione nei tuoi confronti, ma potranno esprimere il desiderio di partecipare ai giochi a cui ti sottoporrò e, se lo vorranno, potranno abusare di te sessualmente, senza alcun limite". Per prima cosa dovetti consegnare al Padrone gli orecchini, gli anelli e l'orologio. Poi Nicola mi fece alzare le braccia e divaricare leggermente le gambe. "Dovrai stare immobile durante tutta l'ispezione e non dovrai mostrare segni di debolezza: quindi niente smorfie di dolore o gemiti di piacere", mi disse il Master. Iniziò a passarmi le mani tra i capelli, spostandoli ora a destra, ora a sinistra; poi mi spostò i capelli dall'orecchio destro e con una pila illuminò la cavità auricolare, controllando la pulizia del mio orecchio; fece così anche con l'orecchio sinistro e poi mi allargò le narici, tirandole verso l'alto, e con la pila illuminò l'interno del mio naso. "Ora apri la bocca e tira fuori la lingua", mi disse Nicola con voce ferma. Io eseguii l'ordine e lui esplorò, aiutato dalla luce della pila, tutta la mia bocca. Per fortuna ho una dentatura perfetta e i miei denti non hanno tracce di tartaro; mi fece poi alzare la lungua e continuò l'esplorazione della mia bocca, dicendo: "Bene puttana, hai una bella bocca e potrai ingoiare facilmente i nostri cazzi. Te li ficcheremo in bocca e te li infileremo fino in gola, togliendoti il respiro". Poi mi sbottonò la camicetta e mi fece uscire i seni sollevandomi il reggiseno, senza però togliermelo. I miei capezzoli divennero subito duri e il Master me li afferrò, avvitandoli su sé stessi. Mi fece molto male, ma io sapevo che non potevo esternare alcun segno di dolore e soffrii in silenzio, mordendomi le labbra per il dolore. Le sue mani palpavano le mie tette in un modo veramente fantastico: me le accarezzava, me le comprimeva e me le schiacciava, provocandomi un grande piacere, aumentato dal fatto che i quattro amici assistevano alla scena, visibilmente eccitati. A questo punto il Padrone mi sbottonò la gonna e infilò la sua mano nelle mie mutandine: iniziò accarezzandomi la figa, poi mi infilò un dito dentro e, sentendo la mia figa completamente bagnata, disse: "Brutta troia, sei già bagnata. Sei una lurida cagna, assetata di sesso e la cosa non mi sta affatto bene. Non sei venuta per divertirti e godere di quello che ti faccio. Devi solamente, e ribadisco solamente, soffrire!". Tirò fuori il dito dalla figa e me lo fece leccare, dicendomi che così avrei assaporato l'umore della mia figa. Io leccai il suo dito con dovizia e lui fu soddisfatto dal mio lavoro. Mi girò e mi sbattè contro il muro, poi mi sollevò la gonna dietro e infilò la sua mano nelle mutandine. Mi palpò il culetto e alla fine sentii un suo dito che premeva sul mio buchino: io non ero dilatata analmente, ma lui mi infilò dentro il dito con grande violenza. Mi fece male, ma io non lo feci vedere e smorzai il mio urlo in gola. Poi il Master mi fece sollevare un piede, mi sfilò la scarpa, la lanciò un metro più in là con disprezzo e analizzò con cura la mia pianta. Mi levò la calza e, tenendo in mano il mio piede, sentenziò: "Hai sulla pianta un po' di pelle ispessita, ma con una buona sigaretta... riusciremo ad eliminarla. Vedrai come sarà tenera la nuova pelle che ricrescerà!". Capii che cosa voleva dire: mi avrebbe bruciato le piante dei piedi con la sigaretta, una pratica che "produce" un dolore atroce alla schiava, che poi fatica anche a camminare e ad appoggiare il piede a terra. Mi fece alzare l'altro piede e mi tolse l'altra scarpa, sfilandomi successivamente la calza. Ora ero scalza ed ero leggermente più bassa di Nicola. Proprio quello che voleva il Master, che non sopporta le donne più alte di lui. Prima, quando ero calzata, pur con un tacco bassissimo, lo sovrastavo di qualche centimetro! "Girati, togliti la gonna e abbassa le mutandine, puttana", mi apostrofò Nicola. Io eseguii il suo ordine e rimasi con la parte inferiore del corpo completamente nuda. Lui riprese ad accarezzarmi la figa e il culo e io non potei fare a meno di emettere alcuni gemiti di piacere. Sentivo addosso gli sguardi dei quattro amici del Master, che scrutavano il mio corpo con aria indagatrice. Mi sentivo un giocattolo in mano ai miei cinque aguzzini. Nicola mi levò la camicetta e il reggiseno e io rimasi completamente nuda. Scrutando il mio seno, Nicola disse: "Hai le tette un po' sgonfie... una buona dose di frustate sul seno potrebbe farti molto bene e fartele gonfiare... dal dolore!". Uno degli "amici seduti in prima fila" fece osservare al Master che mi ero leggermente truccata gli occhi e convinse Nicola, che una buona e docile schiava... non deve essere minimamente truccata! "Hai proprio ragione - disse Nicola - laveremo la faccia a questa impunita. Portatela in bagno, che provvediamo alla pulizia del viso della troia". Due amici si alzarono e mi afferrarono per le braccia, trascinandomi in bagno. Io pensavo che il viso si lavasse solo ed esclusivamente nel lavandino e invece... mi portarono davanti al water. "Che cosa volete farmi?", balbettai io con voce tremula. "Ora lo vedrai, lurida cagna", replicò Nicola. E dicendolo indicò agli amici di ficcarmi la testa nel water. Io mi divincolai con tutta la forza che avevo in corpo, ma loro mi fecero mettere a quattro zampe e mi infilarono a forza la testa nel water, appoggiandomi una mano sulla nuca e tenendomi la testa ben dentro alla tazza. Un altro mi mise un piede "armato" di grosso scarpone sulla schiena e io ero a quel punto completamente immobilizzata e inerme. Il Master contò fino a cinque e azionò lo sciacquone. L'acqua investì la mia faccia e i miei capelli vennero sommersi dall'ondata di acqua. Provai uno schifo, che mai avevo provato prima in vita mia. Quando mi tirarono fuori la testa, mi diedero uno specchio per farmi vedere come ero ridotta: il mio trucco era colato e io ero ridotta ad un mostro con macchie di colore. Nicola, ridendo in modo beffardo, disse: "Sei una merda e ti meriti solo questo. Pensavi di fare la figa davanti a noi e di farci sbavare. E invece sei una povera stronza, un piccolo essere schifoso e privo di significato, che deve subire tutte le nostre angherie. E pensa che questo è solo l'inizio del tuo percorso di sottomissione". Io gli risposi che non sarei più andata da lui, che non sopportavo certe cose e certi trattamenti così umilianti e lui, per tutta risposta, mi fece ripetere il lavaggio, provvedendo però prima da infilarmi uno sturalavandini nel culo. Il manico di legno mi allargò il buco in maniera dolorosa e alla fine tutto il manico scomparve nel mio ano. Quando tirai fuori la testa, non potei fare a meno di vomitare e Nicola mi obbligò a leccare tutto quello che avevo espulso. "Sei una povera sgualdrina piena di merda, meriti di essere ben ripulita con un bel clistere. Di quelli maxi, però!", disse Nicola. Mi fece portare su un letto e i due energumeni mi allargarono le gambe, tirandomele indietro sopra i seni. Un terzo arrivò con un clistere di grandi dimensioni e, dopo avermi estratto dal culo lo sturalavandini, mi infilò nel buco dell'ano la peretta di gomma. Io avvertii una gran quantità di liquido che entrava nel mio sfintere e dopo poco dovetti correre in bagno "per esibirmi" davanti ai cinque uomini. Non esiste privacy per una povera schiava, neanche in certi momenti! Nicola mi prese in braccio e mi portò in una camera dove c'era una gogna di legno: la mia testa, le mani e i piedi vennero bloccati nella gogna, mentre il mio bacino venne ancorato alla struttura con una robusta corda. Avevo già capito che cosa mi aspettava: la tortura delle sigarette, una delle peggiori per una slave. Solitamente viene fatta sui seni o sulle piante dei piedi ed è dolorosissima; la pelle brucia e il dolore è davvero lancinante. Nicola si rivolse a me con tono di scherno: "Visto che risparmi i soldi per la pedicure... i tuoi piedi li curiamo noi... a nostro modo! Vedrai che belle piante ti verranno dopo questo grazioso trattamento". Accese una sigaretta, fece alcuni tiri e poi la diresse sulla pianta del mio piede, nella zona sotto alle dita. "Nooo... vi prego, farò tutto quello che vorrete, ma questo no!", urlai con quanto fiato avevo in gola. Non feci in tempo a finire la frase, che Nicola aveva già appoggiato la sigaretta al mio piede, procurandomi una vistosa bruciatura. Urlai per il dolore, ma come risposta ricevetti un paio di sonori schiaffoni in viso. "Me la pagherete, bastardi", dissi, con le lacrime agli occhi. Nicola era soddisfatto della mia reazione, a tal punto che disse: "Sei una vacca, una lurida vacca, e deve soffrire. Devi purificarti attraverso il dolore. Tu hai sempre scopato chi volevi, senza farti scrupoli delle loro situazioni familiari, cornificando mogli e fidanzate. Praticamente sei una puttana, che non prende soldi, ma che distrugge la vita degli altri, solo perchè vuoi avere rapporti con gli uomini che ti piacciono. Ora è arrivata la resa dei conti. Tutto il male che hai fatto agli altri, si ritorcerà contro di te. E intanto soffrirai con noi le pene dell'inferno, perchè i nostri incontri non terminano qui. Il tuo corpo deve pagare il piacere che ha sempre avuto: le torture e le umiliazioni a cui verrai sottoposta, ti faranno pentire di essere nata, cagna schifosa". E con queste parole arrivò la seconda bruciatura. Mi bruciarono in varie parti del piede, anche sui talloni, dove per fortuna il dolore è leggermente minore. Poi Nicola passò a martoriarmi l'altro piede, che se la cavò leggermente meglio del primo. Ma per me il supplizio non era ancora finito. Venni appesa a testa in giù e sollevata per i piedi. La mia testa sfiorava il pavimento, ma il mio corpo era libero di dondolare e allora uno degli amici, per impedire movimenti al mio corpo, mise un suo piede sui miei capelli, che toccavano il pavimento, bloccandomi così la testa. Ricevetti quaranta frustate sulla schiena e sul lato B, che dovetti "godere" tutte, senza poter attenuare il loro effetto devastante, in quanto il mio corpo non poteva dondolare liberamente. Avevo il viso con il trucco colato, i piedi martoriati, la schiena e il culo doloranti e l'animo devastato. Mi sentivo completamente annullata. Mi riportarono in bagno, mi misero nella vasca e mi fecero aprire la bocca, che venne bloccata con un aggeggio che mi impediva di chiuderla. Poi i cinque amici tirarono fuori i loro uccelli, con i quali mi "innaffiarono" di urina. Qualcuno diresse il suo getto direttamente nella mia bocca, altri preferirono colpire il mio corpo, che venne completamente lavato dalla loro calda urina. Mi tirarono fuori dalla vasca e mi portarono su un tavolo, ma ormai il mio "presunto" fascino era totalmente sparito. Il Master disse ai quattro amici: "Ecco, ora è tutta per voi, fatele quello che volete. E' ormai una donna distrutta nel corpo e nella mente, ma se non vi fa schifo, potete pure scoparvela". Cominciai a sentire che tutto il mio corpo era nelle loro mani: le mie tette vennero palpate, il mio culo venne aperto e ricevetti alcuni sputi nel buco, altri sputi raggiunsero la mia gola, la mia figa venne spalancata e mi venne infilato un vibratore. Poi, dopo dieci minuti di queste angherie, uno di loro decise di scoparmi e senza tanti preamboli estrasse il vibratore dalla mia figa e mi infilò il suo uccello. Iniziò a pomparmi con grande forza, a tal punto che pensavo volesse sfondarmi la figa. Gli altri amici si misero in fila indiana, con gli uccelli ben duri in mano. Capii subito che volevano anche loro scoparmi. E così fu: per quasi un'ora rimasi in loro balia, ricevendo colpi sempre più forti e devastanti. Per fortuna nessuno volle avere rapporti anali, ma vi assicuro che anche quella fu un'esperienza traumatica. Alla fine faticavo a rimanere in piedi e non riuscivo a rimettere le scarpe, fui accompagnata a casa scalza in auto, ma non ci crederete... ero anche felice! In effetti anche quel giorno avevo avuto la mia buona dose di dolore, ma in fondo questo è quello che piace ad una slave come me.
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13 anni fa
soniaslave,
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Ho rubato la sua intimità
Sono immobile, fermo, impietrito. Mi dividono pochi centimetri, una porta formata da una lastra di compensato multistrato rivestita in finto wenge. La sento, si muove, sento la fibbia della cinta che tintenna emettendo un suono metallico a contatto con il pavimento. La immagino mentre lentamente e muovendo i fianchi si libera di quei suoi jeans attillati che pian pianto scendono strofinando sulle gambe come se fossero un guanto da sfilare. La immagino quando con le dita ha arpionato i lati del suo perizoma in pizzo nero spingendolo come una attimo prima ha fatto con i jeans. Sì … proprio lo stesso perizoma che le ho intravisto questa mattina quando si è piegata, quasi inginocchiatasi, per posare quella carpetta ad anelli metallici sullo scaffale. La sento che ha abbassato la tavolaccia del water ed adesso ci si è seduta sopra, pronta a liberare la sua vescica. Il suo piscio scroscia sulle pareti del cesso, è forte ed intenso, continuo e rumoroso. Mi trema la gola e sono impietrito, ho voglia di spiarla, di guardarla dal buco, di rubare la sua intimità, di essere un porco, di essere un lurido e viscido meschino, di essere un vigliacco, di essere una merda d’uomo, ho voglia di vederla nel suo intimo, lì seduta mentre piscia. Mi abbasso lentamente, trattengo il respiro, ho paura che mi senta, che avverta la mia presenza. La paura mi eccita, e più mi eccita e più sono goffo nei movimenti. Socchiudo al massimo la porta dell’antibagno e spero che nessuno dei colleghi si accorga di ciò che sto facendo. Mi trovo all’altezza del buco della serratura e la luce che trapassa disegna la sagoma sul mio viso. Lei è lì, bellissima, con i suoi capelli neri e lunghi che le scendono coprendole le spalle. Non riesco a vedere altro perché seduta, vedo il suo viso, incrocio il suo sguardo ed un brivido di vergogna assale la mia schiena e graffia la mia dignità. Con la lingua sta inumidendo il suo labro inferiore e con le dita annoda un ciuffo di capelli. Come amo quando gioca con le suo ciocche e sbarazzina ed involontaria esplode di sensualità nei suo gesti. Ha i capezzoli turgidi, sollecitati dal freddo, che disegnano due punte sul suo maglioncino leggero ed attillato che mostra i suoi seni sodi ma dolcemente morbidi. Quei sei che nel movimento del corpo ondeggiano disordinatamente ma che sono capaci di offrire una armonia sensuale ed accattivante. Si gira per prende la cartaigenica e nel movimento il suo seno si comprime e si modella accrescendo la sua dimensione e mostrando pezzi di pelle che erano celati sotto il suo maglione. Avvolge con la cartaigenica la mano destra e la strappa dal rotolo per poi portarla in basso, ma la mia visuale non mi permette di vedere nulla se non immaginare che la stessa venga strofinata sulla sua figa bagnata da quella pioggia dorata che è stata capace di produrre qualche momento prima. Con uno strattone verso il basso libera la mano avvolta dalla cartaigenica ormai inumidita. Finalmente ha finito e alzandosi in piedi mi ritrovo a concretizzare i miei sogni e le mie immaginazioni. Vedo la sua vulva ricoperta da una leggera peluria nera che disegna un triangolino geometricamente perfetto. Inaspettatamente si gira su se stessa offrendomi il culo, bello, sodo, bianco. Non facci in tempo a riprendermi da quella imprevista visione che si china verso il basso, mettendosi alla pecorina, regalandomi la vista della sua figa che si apre e schiude le sue labbra carnose, grandi e rosse, proiettando il mio sguardo a quel piccolo buco leggermente dilatato capace di accogliere un cazzo venoso e carico di sburro. Solleva il suo perizoma che coprendo quel capolavoro mi fa capire che ormai siamo ai titoli di coda, poi il jeans sempre con movimenti ondulatori dei fianchi, si ricompone e scarica lo sciacquone. Mi rialzo immediatamente ma i miei occhi non riescono a mettere bene a fuoco per qualche secondo, sento la chiave nella toppa che gira e vedo la maniglia abbassarsi. Esce , mi guarda e mi dice Io la guardo e non riesco a dire neanche una parola, le calo la testa ed entro nel bagno riservato agli uomini, mentre accosto la porta, lei ormai avviata si gira e mi strizza l’occhio sparendo dietro l’angolo. Non ha visto nulla e non ha capito nulla, ne sono certo, ma io sicuramente rimarrò rincoglionito e con le palle gonfie tutto il giorno, almeno finché non potrò tornare a casa e farmi una bella sega pensando alle suo corpo.
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13 anni fa
ghinza,
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Tremanti pensieri
Sei bella, anzi di più, sei stupenda. Mi guardi negli occhi e penso che ti ritrovo su questo letto dopo averti persa ogni giorno, per anni. Quale sconosciuta eri tu ieri, vecchia mia, che ciabattavi per casa con noncuranza e mi guardavi con l'interesse che si dedica ad una lavastoviglie? Eppure l'uomo che ti sta di fianco e ti sente godere sono sempre io, quello di sempre, ma il maschio che vedi in me forse no. E' quello che stai guardando vero? E' la libidine che mi gronda dagli occhi che ti spaventa e t'attrae, non avevi mai visto i miei occhi cambiare di forma. E la mia bocca che ora ti cerca è più grande, la mia lingua che t'esplora è pulsante ed immensa. Sto cambiando pelle, sto cambiando odore, lo sto mescolando con acqua di lussuria. Pure tu, ieri, non avevi quest'odore, questi occhi e questa voce. Eri vizza e pallida, un contorno svuotato di tutto quello che non provo più per te. L'amore sfibrato, la noia delle cose che vedi ogni mattina al risveglio il sesso senza sentimento ma con tanta comprensione, hanno riempito la tua progressiva scomparsa dal mio desiderio di passione eterna. Non mi dirai domani che l'hai fatto per me, non mi potrai dire che non eri tu su questo letto a fare queste cose che avrai pensato mille volte senza farmene sentire la stuzzicante malizia. Eppure l'avrei voluto, che mi sussurrassi all'orecchio una fantasia che spezzasse le catene delle regole, una piccola cosa innocua che non bruciasse la pelle ma incendiasse il respiro. Non come ora, mentre lui ti possiede ritmando uno spartito in similpelle, mentre lei mi succhia ed io ne godo, con l'istinto sento che domani saremo di nuovo noi, complici di un reato immaginario eppur blindati nelle nostre private emozioni. Tremo al pensiero di ritrovarti spesa in banali convinzioni, alfine tradite, sulle quali verserai lacrime di pentimento, senza aver capito che non esisti in una sola forma, in una sola donna. E mentre io tremo, tu godi e mi dici.. ti amo.
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13 anni fa
rotterdam19,
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Ultima visita: 3 anni fa
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...questa volta è l'ultima !!
Sono le 16:00 del 02 Aprile dello scorso anno, ed eccomi nuovamente in macchina con il mio padrone: il "Porko" . Come chi è il Porko??? Ormai con l'arma del ricatto, dispone del mio corpo e mi usa per i suoi giochi e dei suoi amici che chiama clienti; per conoscerlo meglio dovete leggere i miei primi racconti. Dove stiamo andando??? E' inizio mese, ed abbiamo il consueto incontro con il "Cliente" per la fornitura di materiale informatico, inizialmente, e poi...... Siamo in viaggio e mentre lui è intento a guidare, palpeggiandomi di tanto in tanto la coscia ed il culo, eccitato a tirarmi fuori del jeans il perizoma, io sono seduta in silenzio, tenendo tra le mani la tuta che mi ha portato. La guardo e cerco di immaginare cosa mi aspetta questa volta. E' una tuta in latex nero, con tacchi annessi, ed un cappuccio che copre la testa ed il volto, che lascia una apertura solo alla bocca. Ho provato ad indossarla ieri sera a casa, dopo che me l'ha consegnata in ufficio, è molto sexy indosso, poichè aderentissima, ma quando metto il cappuccio non vedo più niente e percepisco un senso di angoscia e disorientamento, che a dire il vero mi mette un pò paura. Giunti a destinazione, saliamo velocemente ed entriamo nell'ufficio, dove il "Cliente" ci aspettava seduto alla scrivania con al fianco una donna vestita solo dell' intimo, che non avevo mai visto prima. "..vi aspettavo un pò prima..sbrighiamoci che gli amici sono impazienti.."disse il cliente. La donna, sulla cinquantina abbondante di età, capelli lunghi biondo platino, molto in carne, indossava un reggiseno rosso che conteneva a difficoltà i suoi enormi seni, calze nere a rete con reggicalze rosso, tacchi con zeppa altissimi 15 cm, non indossava l'intimo di sotto, per cui mostrava un folto pelo nero. Lei, si avvicinò verso di me e presami per mano mi portò in bagno per farmi preparare. "Anna...piacere" disse lei e si avvicinò scambiandoci due bacini sulle guance, "..piacere Jessika" risposi. Mentre mi spogliavo, mi guardava con stupore e tiratami uno schiaffetto sul culo "..che bel corpo tonico che hai...e che culetto stupendo...avessi io il tuo fisico" mi disse con ammirazione. Quelle parole mi fecero molto piacere, soprattutto dette da una donna e provai un brivido di eccitazione. Questa volta ci misi un attimo a prepararmi, non dovevo fare altro che indossare la tuta e non c'era nemmeno bisogno di truccarmi, solo un bel rossetto rosso acceso, "..pronta..." dissi, tirnado un lungo sopriro. La donna mi diede un dolce bacio sulle labbra, mi prese per mano ed entrammo. "..oh dio mio.." esclamai; avevo dinanzi a me, oltre al Porko ed al Cliente, tre uomini di colore totalmente nudi. Tre omaccioni alti, robusti, neri come la notte, dal quale corpo ciondolavano dei cazzi lunghissimi nonostante ancora moschi. A quella esclamazione, la donna subito mi aiutò ad indossare il cappuccio...rimasi al buio, ed immobile, sopraffatta dalla paura di non vedere più nulla attorno a me. Venni presa e fatta girare, mi passarono di mano in mano e sculacciata, spinta e sballottata fra di loro, fino a quando persa l'orientamento ed il precario equilibrio, caddi a terra, tra le loro srisa e ghignazzi. Mentro ero a terra, confusa con la testa che mi girava, ricevetti vari ceffoni in faccia, che non potevo capire da chi e da quante persone provenissero. Successivamente fui messa in ginocchio, e mi trovai in faccia la figa di Anna; in bocca sentii la folta peluria così iniziai a leccarla avidamente, assaporando tutti i suoi caldi umori, era gia caldissima ed un lago di piacere. Improvvisamente qualcuno mi prese le mani e me le bloccò dietro le spalle con violenza, procurandomi non poco dolore e mi spinse la testa verso un cazzo. Mi trovai ad ingoiare i cazzi dei tre neri. Pur non potendo vedere, intuivo che fossero i loro per il forte odore e sapore che ha la pelle degli uomoni di colore. Gia conoscevo il sapore di un cazzo nero, provato qualche anno addietro da un giovane ambulante senegalese. Due dei loro cazzi erano lunghissimi, sicuramente superavano i 23 cm, ma uno era di spessore enorme, poichè non riuscivo a tenerlo in bocca e a stento ingoiavo la cappella, che da sola mi riempiva la bocca. Dai mugugni di piacere, intuivo che apprezzavano molto il mio lavorare di bocca, quando ad un tratto venni abbandonata a me stessa, in compagnia del solo cane che sentivo strusciarsi addosso. I mandinghi si erano riversati su Anna, poichè la sentivo urlare di piacere come una matta; godeva e urlava forte, senza trattenere il suo piacere, mentre gli altri la riempivano di parolacce "..godi puttana....prendilo tutto.... sei una troia...ti piace troia...". Nell'aria si sentiva odore di sesso, ed eccitata, vagai a quattro zampe nel buio, fino a quando incontrai una gamba di Anna. Così, affamata ed eccitata, iniziai a baciare e leccare la sua gamba, per poi scendere al piede e tacchi. Leccavo e suchiavo avidamente, fino a quando i maschi presi dalla foga dell'orgasmo iniziarono a sborrarmi in bocca. Ricevetti in bocca un lago di sborra, era quasi nauseante per quanta ne avevo ingoiata. Dopo venni alzata per mano, portata in bagno e fatta accomodare nella vasca. Lì ricevetti un fiume di pioggia dorata; la sentivo ovunque ricoprire il mio corpo ed il mio volto. Venni intimata a berla, ma io furbamente la tenevo in bocca per farla sgorgare dolcemente addosso senza ingoiarla. Quando tutti finirono di svuotarsi la vescica, Anna rimase con me in bagno, dicendomi che voleva fare la doccia insieme. Mi aiutò a togliere la tuta e rimasi nuda, poi si spogliò ed entro nella vasca con me. Lei era in piedi dinanzi a me seduta .."ora voglio che bevi anche la mia ... ma la devi ingoiare davvero ...è l'unico modo per farmi provare l'orgasmo.." mi disse. Ubbidiì ed abbandonata alle sue parole, aprii la bocca verso alla sua figa e subito fui invasa dal suo caldo piscio, che al contrario di quello degli uomini non aveva un sapore nauseante. Mentro bevevo la calda pioggia dorata, lei si masturbava impetuosamente il clitoride, cadendo in un violento orgasmo di urla frenetiche di piacere. Poi mi prese la testa e la avvicinò alla figa, ordinandomi di leccarla. Iniziai a leccare avidamente le sue labbra, affondando dentro la lingua; il sapore era di piscio misto a quello degli uomori del piacere, ed ebbi un'erezione. Lei si accorse della mia eccitazione e subito volle prenderlo in bocca. Nonostante il mio cazzo non fosse piccolo, lo ingoiò in un sol boccone, tenedolo a lungo in gola provocandomi eccitazione con giochetti di lingua. Nel frattento mi aveva messo un dito nel culo, al quale ne seguì un altrò che mi dilatò per bene lo sfintere. Oramai ero eccitatissima e fui colta da un orgasmo improvviso che gli riempì la bocca; mi baciò dolcemente la cappella e fece cadere la mia sborra pian piano sul suo enerme seno. Alla vista di quei seni enormi bagnati da sperma e saliva non resistetti, ed iniziai a leccarli tutti per ripulirli. "..sei eccezzionale... è tutto vero quello che si dice su di te.." mi disse. Poi avvicinò la sua bocca alla mia, ed iniziammo a limonare aggrovigliando avidamente le nostre lingue, passandoci con la lingua lo sperma da una bocca all'altra.Facemmo la doccia, lavandoci e scherzando insieme; fu un momento dolce e piacevole. Di là il Porko mi aspettava impaziente di rientrare a casa. Anche se alla fine dei conti fu una bella serata trasgressiva, mi promisi che "questa volta è stata l'ultima"; devo essere forte e reagire; non posso essere la schiava di uno che dispone del mio corpo per i suoi ed altrui piaceri.
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13 anni fa
admin, 75
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