akenhos

Sono prima di tutto un retifista (appassionato delle muliebri estremità, anche se non esclusivamente quelle, ma solo se velate da calze, purché non ‘a rete’, ognuno ha le proprie predilezioni, come si sà, e il piede nudo non mi attrae se non proprio per il di Lei piacere) entusiasta e apprezzo molto anche la fragranza che il nylon può assorbire restituendolo con un aroma magari un po’ acre ma è quanto a me piace, è una sua intrinseca peculiarità, ed è l’unico odore corporale femminile che trovo inebriante, dal momento che può anche eccitarmi molto.

La premessa necessaria semplicemente perché deliziarmi della quintessenza (e dell’ “afrore del prosciutto di Magonza” per citare il buon Baudelaire, che di eccessi e stravaganze ne aveva gran sapienza, e della loro audacia ne fecero leggenda) di una donna che con sommo piacere apprezza l’eccitamento che procura e il turbamento che infonde, tale da provocare l’obnubilamento del soggetto che proprio per quanto si fa oggetto, docile e malleabile alle sue volontà, estasiato dalla ‘sospensione dell’incredulità’ (‘suspension of disbelief’ per correttezza nei confronti della psicologia anglosassone, piuttosto avanzata in materia), soccombente alle regressioni vissute come agognate prove, per sé stesse conturbanti, di sottomissione o rapito dall’estrapolazione della ferinità latente propria di ogni essere umano, sapientemente gestita da uno sguardo, più efficace del dress-code più fetish, o da una parola sussurrata nel momento giusto con voce suadente o altera, che rende la vittima appunto tale più di un attrezzatissimo dungeon PUO’, come dicevo, SOGGIOGARMI alle volontà di chi tali qualità intimamente possiede ma soprattutto maliardamente esercita.