Il trillo del telefono mi svegliò alle prime ore del pomeriggio, non ricordo esattamente l'ora, ero ancora stordito quando mi decisi ad alzarmi ed andare a sentire chi fosse che insisteva tanto.
Non ero riuscito ad addomentarmi prima dell'alba, tanto ero carico di adrenalina per la sconvolgente esperienza che avevo vissuto quella notte; respiravo ancora quegli odori, rievocavo quelle immagini, ascoltavo le loro voci, ne rivivevo ogni emozione: l'imbarazzo, lo stupore, l'eccitazione, il turbamento, il dolore, i sapori, l'umiliazione, il piacere, la passività, l'orgasmo.
Ero consapevole di aver vissuto un'esperienza che mi avrebbe stravolto la futura vita sessuale, soprattutto perchè ne avevo provato un piacere e un'appagamento mai provati prima.
"Ciao, come stai? Tutto bene?"
Ancora mezzo addormentato, cercavo di realizzare chi fosse dall'altra parte del telefono: "Oh, ci sei? Sono la Barby, tutto bene? Ce l'hai con me?"
Il solo realizzare di chi fose mi risvegliò in un istante, ma l'emozione e le sensazioni che di nuovo stavano prendendo possesso della mia mente mi bloccarono, riuscii solamente a balbettare: "No, no, stò bene".
"Sicuro? Non si direbbe".
"Si, si, stò bene", furono le uniche parole che riuscivo ad emettere, mentre la mia mente stava rivivendo le sensazioni della notte precedente.
"Niente, volevo solamente sapere se andava tutto bene. Spero che non abbiamo esagerato ieri sera. Non ti abbiamo mica offeso, vero? Cioè, se volevi potevi fermarci, ma a noi è sembrato che tu fossi d'accordo".
"Si, si, nessun problema".
"Anzi, a dire la verità, ci è sembrato che ti piacesse pure, almeno a vedere come reagiva il tuo pisello", aggiunse.
Finalmente riuscii a mettere due parole di fila: "Diciamo di si, ma non lo sò ancora. Cioè, stò cercando di capire quello che mi è successo, non me rendo ancora conto."
"Capisco, ma guarda che non è successo niente di male, ti abbiamo fatto scoprire un altro lato del sesso, e magari anche l'altro lato del maschilismo di cui sai essere degno rappresentante. Volevamo solamente darti una lezioncina, forse abbiamo esagerato, ma non credevamo nemmeno noi di trovare così tanta collaborazione da parte tua. Senza offesa, ti sei comportato da vera troia!".
Ormai mi stavo ammorbidendo e risposi: "Te lo dicevo che se fossi nato donna sarei stato una gran maiala!"
Poi ripresi, con tono rilassato e sarcastico: "Certo che come prima lezione non c'è male, mi avete fatto un bel culo!"
"Ma te sei proprio matto", rispose ridendo, "non ci posso credere, praticamente ti abbiamo violentato e te ne stai lì a scherzare, te sei proprio matto!".
"E che devo fare, denunciarvi? No, d'altra parte è vero, tutto sommato mi è piaciuto, anche se non riesco a muovermi dal dolore, ma che cazzo ti sei messa tra le gambe, povero il mio culo sverginato."
"Che troia che sei. Senti perchè non passi da noi? Magari facciamo la lezione numero due?"
"no, non credo che reggerei un'altra esperienza del genere a così poca distanza di tempo".
"Dai scherzavo. Vieni qua, si fà due chiacchere, magari si esce un pò, ti aspetiamo".
"Mmm, và bè, ci vediamo tra un pò. Il tempo di mangiare qualcosa e vengo da voi".
Alle quattro del pomeriggio stavo di nuovo salendo le strette scale che portano al loro appartamento, e tornai con il pensiero alla sera prima, quando le salii con aria scansonata, ignaro di quello che mi aspettava, per poi ridiscenderle completamente stravolto.
Questa volta ricevetti un'accoglienza normale, cordiale, entrambe mi abbracciarono e baciarono da amiche, come sempre tra noi, poi si sincerarono della mia serenità e mi invitarono a sedere.
Passando davanti a lei, Simona mi palpeggiò leggermente il sedere, chiedendo sarcasticamente: "E il sederino, come và?"
"Brucicchia!", la mia risposta, seguita da una risatina generale.
La conversazione volse inevitabilmente sull'incontro della sera precedente, il tutto nella classica atmosfera amichevole di complicità, che sempre c'era stata tra noi, con la differenza che questa volta tutti e tre condividevamo la stessa esperienza.
Mi chiesero cosa ne pensassi e risposi che dopo un primo momento di smarrimento, con non poco turbamento, ho scoperto con piacere la sessualità passiva, ho trovato piacere nell'essere dominato e posseduto, ho avuto qualche difficoltà ad accettarlo, ma ero profondamente eccitato dai loro corpi muniti di fallo, e dall'idea di esserne abusato, di come ho goduto nel sentirmi riempire la bocca fino alla gola e sfondare il sedere, di come ogni pompata dentro di esso fosse al tempo stesso gioia e dolore, di come mi piacesse essere insultato e chiamato troia, perchè in quel momento mi sentivo e volevo essere proprio una troia.
"In effetti, potresti fare concorrenza a noi due!", scappò detto a Simona.
"Devo ammettere che non sembravi proprio alle prime armi, parlando tra di noi ci è venuto il dubbio che lo avessi già fatto", aggiunse Barbara.
"No, vi assicuro, non mi era mai passato per la testa, anche perchè non avrei mai pensato a una possibilità del genere con una donna."
"E con un uomo?", ancora Simona.
"No, assolutamente no. Vabbè che me lo sono fatto mettere in culo, ma non per questo sono buco!", ribattei deciso.
"Eh, ma di ciccia è tutta un'altra cosa, specialmente quando lo senti che si gonfia fra le tue mani, o in bocca senti le vene pompare il sangue, o quando ti riempe di calda cremina, dai retta a me, che sono più troia di te, è tutta un'altra cosa."
Alle parole di Simona, seguì una copiosa risata, interrotta da Barbara.
"Ti và di provarlo?"
"No, mi spiace, uomini no, te l'ho detto, non mi attira per niente l'idea".
"E donne con il pisello? Mai sentito parlare di trans?"
"Certo" - intervenne Simona - "si potrebbe portarlo da Victoria", poi rivolto a me: "E' belissima, se non lo sai non potresti mai dire che non è una donna, secondo me è perfetta, ti sembrerà davvero di essere scopato da una donna, ma con un pisello di ciccia, secondo me ti piacerà!".
"Non mi parlate di essere scopato, che già mi ritornano i dolori".
"Vabbè, intanto vieni a conoscerla poi deciderai", chiuse il discorso Barbara, tirandomi per un braccio, mi fece alzare e uscimmo di casa, mentre Simona telefonava a Victoria per avvertirla del nostro arrivo.
Arrivammo nel palazzo alla periferia nord della città, dove ci aspettava Victoria, nel suo appartamento all'ultimo piano.
Entrammo e lei ci venne incontro: accompagnata dal ticchettio degli altissimi tacchi dei suoi stivali neri, ci venne incontro quella che sembrava in tutto e per tutto una bellissima donna, mulatta, lunga chioma nera e riccia, alta almeno 180cm, con spalle leggermente sproporzionante allo slanciatissimo fisico, sul quale prepotentemente si ergevano due generosi seni, stretti in un bustino di cuoio nero, dal quale si calavano dei laccettini che reggevano le calze nere, che fasciavano le lunghe e affusolate gambe. Sotto un perizoma nero, il cui rigonfiamento tradiva la sua vera natura.
Salutò cordialmente Simona e Barbara, poi mi esaminò e mi disse:
"Benvenuto tra noi".
"Grazie, buonasera".
"Benvenuto tra noi troie intendevo, tra noi ci si dà del tu."
"Mettetevi pure a sedere, tu intanto vai in quella stanza e spogliati, poi vieni qua che ti faccio un pò lavorare, visto che offrono loro".
Le sue parole mi suonarono inquietanti, quale sarebbe stato il mio lavoro? Comunque feci come mi disse, il clima sembrava piuttosto amichevole e non mi posi più di tanto il problema.
Tornai completamente nudo verso la sala, dove nel frattempo Simona e Barbara avevano pereso posto sui divanetti che davano verso una vetrata dalla quale si poteva vedere quasi tutta la città.
"Vieni bello, vieni di quà", Victoria mi chiamò da dietro un bancone adibito a bar, "prendi questi bicchieri e servi da bere alle due signore".
Presi i due bicchieri con le mani e mi stavo dirigendo verso di loro, ma fui bloccato con una stretta al braccio destro.
"Razza di maleducato, non vorrai mica che le signore bevano con dei bicchieri toccati dalle mani di una troia? Sul vassoio li devi portare e non ti permettere mai di avere un contatto con loro, nemmeno indirettamente, senza che ti sia espressamente richiesto."
La guardai sorpreso per quelle parole, poi presi il vassoio e mi avvicinai ai divani, dove li porsi a Simona e Barbara che presero i rispettivi bicchieri.
Ritornai al banco per riporre il vassoio, e guardai Victoria, in attesa di disposizioni.
"Devi sapere, che una troia, non deve solamente sapere aprire le cosce, o qualcos'altro, come nel tuo caso, ma deve anche saper essere servizievole e comportarsi con le buone maniere, se vuole essere trattata bene. Quindi se vuoi imparare ad essere una vera troia, fai quello che dico, fallo bene e in silenzio."
Fui di nuovo assalito da un misto di eccitazione, turbamento e curiosità, annuii.
"Bene, sembra che capisci al volo, adesso vieni con me che facciamo un bello spettacolino per le ragazze".
Mi prese per un braccio e mi accompagnò fino a davanti i divanetti dove si trovavano Simona e Barbara; a guardare i loro sorrisetti, sembravano impazienti di assistere allo spettacolo.
Si fermò proprio di fronte a loro nel mezzo, offrendogli il fianco sinistro, mi posizionò davanti a lei e poi appoggiando una mano sopra la mia testa e spingendola verso il basso mi fece inginochiare.
Dritto davanti ai miei occhi avevo il suo perizoma nero, lo guardavo curioso e turbato dalle dimensioni del rigonfiamento, aspettando un suo ordine che subito arrivò.
"Su da bravo, sfilami le mutandine, e scopri che bella sorpresina c'è per te!"
Con le dita delle mani afferrai ai lati l'elastico del perizoma e lentamente lo abbassai, dovendo tirarlo un poco in avanti, per poter farne uscire il voluminoso contenuto. Era incredibilmente grande, solamente nei film pormo avevo visto qualcosa di simile, ne rimasi allibito e spaventato, soprattutto perchè non era neanche in erezione e lo trovavo già sufficentemente grande.
Continuai a sfilare lentamente le mutande, senza distogliere lo sguardo da quel grosso pene, avvicinandomi quasi a toccarlo nella manovra di farle passare sotto i piedi di Victoria.
"24 cm di carne di prima qualità, tutta per te, sei contento?"
Alzai lo sguardo verso di lei, in silenzio.
"Però prima te li devi guadagnare" - aggiunse voltandosi e chinandosi leggermente - "fammi sentire come usi bene la lingua sulla mia passerina!"
Con le mani allargò le natiche, offrendomi l'orefizio anale, quella era la sua passerina.
Vedendomi indugiare, portò il suo sedere sul mio viso e con una mano blocco la mia testa ben attaccata ad esso.
"Non farmelo ripetere due volte, altrimenti divento cattiva, fammi vedere come usi quella lingua, mi hanno detto che sei bravo".
Allungai la mia lingua verso l'orefizio, e cominciai a leccarlo, prima intorno, poi con ennergiche passate che si infilavano facilmente al suo interno, visto anche l'ampia dilatazione, poi spinsi il mio viso fino a premerlo tra le due natiche e infilai la lingua all'interno, agitandola per massaggiarne le pareti all'interno. Il mio naso respirava l'odore della pelle di Victoria, era profumata, lavata di fresco; liberandomi da ogni timore di impurità e quindi da ogni inibizione, avvolsi il buco, che era incredibilmente elastico, proprio come una vagina e ne mordicchiavo le labbra e alternavo slinguate a succhiate. Questo per circa un quarto d'ora, fino a quando Victoria tornò in posizione eretta e mi liberò della possente presa della sua mano.
Allora mi fermai e rimasi in ginocchio a guardare la perfezione del suo fondoschiena, la sinuosità del suo corpo, l'eleganza delle sue gambe, la maestosità della sua schiena che terminava in quegli enormi spalloni. Davanti a me non vedevo un ex-uomo, ma una femmina, una bellissima femmina, di cui avevo avuto il piacere di assaporare il sapore e il profumo della sua pelle.
Sentii muovere tra le mie gambe, il mio pene che, nella posizione che avevo assunto, era rimasto bloccato tra le due cosce, stava tra di esse facendosi strada, per raggiungere l'erezione, ispirato da quella visione.
"Ragazze mie, ma questo è davvero bravo!", disse Victoria rivolgendosi a Simona e Barbara, che si stavano godendo lo spettacolo sedute sui divanetti.
Mi voltai verso di loro, mi guardarono sorridendo.
Simona aveva la gonna sollevata e la mano infilata sotto le mutandine.
Barbara invece era seduta assorta verso di noi, con i gomiti appoggiati sulle ginocchia.
"Adesso fammi sentire le tue mani, le voglio una sulle palle, l'altra sul cazzo, me lo devi fare diventare duro come un sasso!
Poi te lo farò assaggiare".
Disse senta voltarsi.
Mi avvicinai un poco, passai una mano in mezzo alle cosce fino ad afferrare il sacco dei genitali e lo avvolsi dentro la mano, sollevandolo; l'altra mano la passai davanti, oltre il fianco sinistro, fino ad afferrarne il membro.
Non era solamente enorme, sollevandolo potetti costatarne anche il peso di quella massa muscolare, il cui diametro rendeva anche difficoltoso stringerlo con la mano.
La mano sinistra cominciò a muoversi lungo tutta la sua lunghezza, lentamente, con presa sicura ma non energica, mentra la destra , da sotto masaggiava e spingeva i testicoli a strusciare sotto di esso.
Lentamente lo sentivo crescere dentro la mia mano, irrigidirsi ed emettere brevi e improvvise vibrazioni.
Quando sentii che era quasi giunto all'erezione, rafforzai la mia presa e presi a muovere la mano sinistra più velocemente, mentra con la destra ancora massaggiavo i testicoli, schiacciandoli contro la base del pene.
Dopo qualche secondo lo sentivo duro come legno, non lo potevo vedere, potevo solamente immaginare le sue dimensioni, la sua consistenza.
Muovevo la mia mano sempre più forte, mi soffermavo un poco a stuzzichare la capella, ottenendo degli scatti improvvisi del pene, e quando tornavo ad impugnarlo sentivo le vene gonfie, pulsare sotto la mia mano. Anche la mano destra, trattenendo con il palmo i testicoli, premuti verso la sua base, con le dita cominciò a saggiarne la potenza.
Lo sentii di nuovo vibrare e fare due movimenti repentini verso l'alto. Da uomo, sapevo che era vicino all'orgasmo e rallentai leggermente, per ritardarne l'effetto. Victoria mi afferrò la mano, e la spinse di nuovo velocemente, poi si voltò e subito dopo un getto di sperma mi raggiunse in pieno volto, chiusi gli occhi, un attimo prima che ne fossero totalmente ricoperti. Quando li riaprii, sentivo il caldo liquido colarmi lungo la faccia, mentre ancora il lungo pene nero ne schizzava ancora verso di me, impregnandomi il collo e il petto. Ululati di gradimento si udivano in direzione delle due spettatrici.
La mano destra di Victoria si posò sulla mia testa, la strinse in una potente morsa e la spinse verso l'enorme pene, che ancora sputava liquido.
Dovetti aprire completamente la bocca per poterlo accogliere dentro di me. Tenevo gli occhi socchiusi, dopo che la salinità di alcune gocce di sperma che mi erano finite dentro mi procurarono un leggero bruciore. Il mio viso era quasi completamente ricoperto dal liquido che scendeva verso la mia bocca, fino all'interno delle mie labbra, agiugendosi a quello che nel frattempo raccoglievo all'estremità di quei neri 24cm di carne.
Nonostante la salinità, il sapore del suo sperma mi risultò gradevole, meno amaro del mio, così che mi fù più facile ingoiarlo e succhiarlo avidamente.
Solamente la cappella mi riempiva la bocca, era impossibile accoglierne di più, cosi dopo averla ripulita di ogni residuo di liquido seminale, me ne liberai per continuare il lavoro per tutta la lunghezza del pene.
Stava perdendo consistenza e durezza, ma manteneva ancora dimensioni di tutto riguardo e continuavo a succhiare e passare le mie labbra in ogni lembo di pelle, ogni tanto mordicchiandolo, o di nuovo avvolgendo la cappella con la mia bocca, per risucchiare le ultime gocce che ancora fuoriuscivano.
Ne ero follemente goloso, quando ormai le emissioni erano esigue, lo strinsi ancora con la mano e cominciai di nuovo a masturbarlo, mentre con la bocca succhiavo e ingoiavo lo scroto; ogni volta che sentivo una gocciolina bagnarne la punta, di nuovo mi ci rigettavo e la risucchiavo avidamente.
Andai avanti per una ventina di minuti buoni, nel silenzio totale, la mia avidità aveva stupito anche loro, che rimasero assorte ad osservare la scena.
Poi il pene di Victoria perse del tutto consistenza e lo lasciai adagiarsi al centro di quell'incredibile corpo di donna.
Con le mani raccolsi lo sperma che ancora stazionava sul mio viso, per poi risucchiarlo tutto.
Poi tirai indietro il busto, in posizione eretta, ma sempre in ginocchio, ai piedi di Victoria. Alzai lo sguardo verso di Lei.
Mi stava guardando con aria stupita, con la bocca aperta, come se dovesse parlare, ma non proferiva parola.
Simona e Barbara si sciolsero in un applauso, ridendo soddisfatte.
Allora Victoria commentò: "Signore mie, questa è una troia con i fiocchi, voi due un lavoro del genere non me lo avete mai fatto!"
Poi rivolgendosi a me: "Non può essere vero che è la prima volta che vedi un cazzo, tu ci stai prendendo per il culo. Dì la verità!"
A quel punto persi ogni mia inibizione e mi lascia andare in un lungo commento.
"No, lo giuro. Per me era la prima volta, mai avrei pensato fino ad oggi di poter fare una cosa del genere. Ma è stato incredibile, mi è piaciuto da matti, non volevo più smettere di succhiartelo e di morderlo. E il tuo sperma, ha un sapore troppo buono. E' stato bello davvero, avevi ragione tu Simona, sentirlo crescere, pulsare, godere, sentirne l'odore, i muscoli irrigidirsi e vibrare, le vene pulsare è qualcosa di unico.
Eppure quante volte l'ho fatto con il mio, ma non è nemmeno paragonabile, con il sentire gonfiare il muscolo di un altro, per giunta grazie a te. Wow, grazie ragazze, in due giorni mi avete fatto scoprire un mondo totalmente nuovo, a cui mai avrei avuto accesso, se non fosse stato per voi."
"Non c'è di che, ma certo che anche tu sei stato stupefacente, e chi se l'aspetta che eri un maiale in questo modo!", rispose Simona ridendo.
Mentre Barbara aggiunse: "Io sono totalmente allibita, ma ti rendi conto di quello che hai fatto? Hai spolpato un cazzone di 24 cm per 16, mica un cono gelato!"
"Vabbè basta, ora vatti a fare una doccia, nel bagnetto là dietro, poi ci vestiamo per uscire, per premio stasera vieni a cena con noi, facciamo un bel quartetto di maiale!", chiuse il discorso Victoria, con successiva risata generale.
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Mia moglie confessa finalmente
Allora,non so da che parte cominciare, c'è tanta carne al fuoco.Siamo una coppia di 47 e 46 anni, insieme da sempre, sposati e con un figlio.Come succede a tutte le coppie prima o poi, anche noi dopo tanti anni abbiamo subito un calo di desiderio reciproco dovuto alla routine,alla monotonia e ai problemi quotidiani che ti assorbono tutte le energie.In questi ultimi anni per cercare di venirne fuori e ritrovare la nostra intesa ho cercato di capire quali erano le sue fantasie e cosa la faceva eccitare avvicinandomi anche alle tematiche cuckold per cercare di coinvolgerla.Naturalmente il pensare a lei mentre veniva presa da un'altro mi eccitava parecchio e anche lei mentre scopavamo e le raccontavo le mie fantasie godeva da matti.Purtroppo al di fuori dell'atto sessuale di questi discorsi si parlava poco e anche se poi sono riuscito a farle promettere che avremmo realizzato qualcuna di queste fantasie, in concreto successe ben poco.Sentivo che c'era qualcosa che la bloccava ma in cuor mio speravo si sbloccasse lavorondola ai fianchi con continui imput.Invece qualche giorno fà è successo quello che non mi aspettavo più anche se lo sapevo senza certezza.Partiamo dalla confessione, come spesso accade le stavo scrivendo qualche porcata su whatsapp, le solite cose, quanto sei porca, chissà se con un'altro cazzo lo saresti di piu ecc..Ad un certo punto il fulmine a ciel sereno, mi scrive: "comunque posso dirti che uno stretto lungo l'ho gia preso, scusami", potete immaginare come mi sono sentito, un conto è saperlo senza prove, un'altro è sentirselo confessare cosi candidamente.Stranamente non mi è montata la rabbia, anzi il mio cazzo si è svegliato in un attimo e lo ho risposto "cioè?".E lei: "in quel periodo ho scopato con uno, al motel,mi sono sempre sentita in colpa a tal punto che non sono piu riuscita".Io: "con chi, troia, lo sapevo, devi raccontarmi tutto".Lei: "questa sera ma giura che mi perdoni".io: "mi stai facendo eccitare come un porco e ti perdono solo se lo rifarai per me e con me".Lei:"si, forse ora si".Io:"non stò nella pelle, voglio sapere tutto, non vedo l'ora".Lei: "ok, scusami mi sento una merda perchè dovevo dirtelo prima, anche se sono certa che lo avevi già capito".Io:"lo avevo già capito ma non avevo la certezza, l'importante e che finalmente ti sei liberata da questo peso, ora cominciamo a vivere".Come potete immaginare aspettavo trepidante che tornasse dal lavoro, appena entrata mi abbraccia con le lacrime agli occhi chiedendomi scusa e sedendosi sul divano inizia a raccontarmi la storia.Ha conosciuto quest'uomo su una chat come semplice amicizia e parla oggi, parla domani, si sono scambiati il numero di cell. e sono entrati sempre più in confidenza sfogandosi a vicenda e raccontandosi ognuno le proprie storie e i propri problemi, lui separato con due figli e lei che in quel periodo non andava d'accordo con me.Questo rapporto mi ha detto che è durato 5 o 6 mesi finchè un giorno lui le disse che voleva incontrarla e lei accetto.Lui era di Torino e una sera si incontrarono, andarono a mangiare e parlarono molto, si creò una bella sintonia e decisero di rivedersi ancora.La seconda volta, vista la lontananza decise di prendere una camera in albergo per non dover fare la strada di ritorno la notte, lei si fermò in pezzeria, prese due pizze e mangiarono in camera sul letto.Dopo mangiato iniziarono a baciarsi e toccarsi, lui la leccò e la masturbò facendola godere molto e lei fece altrettanto, un bel pompino, aveva un cazzo stretto di diametro ma molto lungo e mi ha confessato che aveva un buon sapore e le è piaciuto molto.Arrivati al culmine dell'eccitazione lui le ha chiesto di poterla scopare, lei era bagnatissima e ne aveva una gran voglia ma non avevano i preservativi e non se l'è sentita(non prendeva la pillola).Allora giusto per farlo comunque godere si è dedicata al suo cazzo con la bocca facendolo impazzire fino a farlo godere, lui stava per veniree continuava dirglielo pensando di toglierlo dalla sua bocca ma lei non lo ascoltò e lo fece sborrare in bocca continuando a pomparlo finchè non uscì l'ultima goccia.Aveva la bocca piena di sborra di uno che non era suo marito ed era eccitata come la più grande delle troie, lui era in estasi e le disse che non aveva mai goduto in questo modo fantastico.Per quella sera finì così ma naturalmente non la storia.Si incontrarono ancora una volta, stessa procedura, cena e poi a letto, mi ha raccontato che era in accappatoio, lo aprì e lui era già eccitato, lei si tuffò sul cazzo e inizio a spompinarlo, lui la spogliò e la leccò per bene infilandole qualche dito nella figa fradicia.E fu così che arrivò il momento, mise il preservativo e la penetrò, mi ha detto che non capiva più nulla, era in estasi, quel cazzo sguazzava nei suoi umori, lo sentiva entrare e uscire in tutta la lunghezza e si sentiva troia ma libera, l'unico problema è che era troppo lungo e quando le sbatteva in fondo le faceva male.La prese in diverse posizioni e alla fine lei volle cavalcarlo, è la sua posizione preferita, ma mi ha detto che non riuscì a prenderlo tutto per via del dolore ma che ebbe un orgasmo da paura.Lo fecero per tre volte quella sera e godette come mai aveva goduto, purtroppo come spesso succede lui si innamorò e lei invece si riempì la testa di sensi di colpa e decise di interrompere la relazione.Questo è quanto, ora ditemi,cosa pensate ora della mia signora?Ora sembra più serena e anche se non ci siamo ancora arrivati la vedo molto decisa e più complice nel voler realizzare le mie fantasie, speriamo presto.
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11 anni fa
pillinca,
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per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
97423
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17 anni fa
valerio,
32
Ultima visita: 10 anni fa
Per il cannolo della trans...lo avrei accuratamente evitato...
;)