Riccardo era un mio collega di lavoro, un ragazzone sui 30 anni, alto, capelli neri e folti, un viso squadrato ed un fisico massiccio e tonico, che quasi metteva soggezione. Quando lavoravo con lui mi sentivo sempre quasi in imbarazzo, e, anche se i rapporti erano ottimi, era come se la sua presenza fosse in qualche modo ingombrante.
Un giorno di giugno ci ritrovammo insieme in una trasferta a Milano e dopo una veloce cena in albergo decidemmo di ritrovarci nella sua camera per rivedere la presentazione da fare l’indomani ad un potenziale cliente, in modo da affinare le ultime cose.
Passai dalla mia camera, mi feci una bella doccia, indossai una maglietta ed un paio di pantaloni leggeri, e bussai alla sua camera. Quando mi venne ad aprire era in maglietta e tuta da ginnastica, che però presentava un particolare che attirò subito la mia attenzione: un grosso bozzo ondeggiante fra le sue gambe. Realizzai all’improvviso che quella sensazione di presenza ingombrante ed imbarazzo non era altro che una intima voglia di farmi scopare da lui, che faceva sì che al suo cospetto mi sentissi in difficoltà non per una questione caratteriale, ma semplicemente sessuale.
Esordii allora con la più scontata delle battute: “O sei contento di vedermi, o stavi guardando un porno… propenderei per la seconda!” dissi fingendo anche una risata. “Hai ragione, in effetti stavo proprio guardando un porno” disse lui con un po’ di imbarazzo, ma sempre col suo sorriso sornione stampato sul viso. Entrai dirigendomi al tavolino dove il suo portatile acceso mandava bagliori, segno che invece che la presentazione sullo schermo stavano scorrendo le sequenze di un film. Mi sedetti davanti al portatile, ed in effetti era proprio un porno quello che Riccardo stava guardando. Ad essere più precisi, un nero stava affondando il suo enorme arnese nel culo ormai sfondato di una biondina a pecora che, anche se il volume del portatile era quasi al minimo, si poteva intuire stesse gridando tutto il suo godimento.
Riccardo era in piedi al mio fianco, e con la coda dell’occhio potevo chiaramente vedere il suo uccello, di certo di dimensioni ragguardevoli, ondeggiare sotto la tuta in una danza erotica che non faceva altro che catturare sempre di più i miei sensi. “Accidenti che roba!” dissi sorridendo, anche se forse più che al film stavo alludendo al suo uccello. “Eppure ero convinto che uno come te non avesse problemi a trovare con chi divertirsi e non avesse bisogno di… supporti audiovisivi” aggiunsi ridendo.
“E invece è un bel po’ che non concludo nulla… è che mi ci vorrebbe porca una così, mica la solita ragazza per bene… Mi serve una da letto, non una brava in cucina!” disse ridendo, mentre il suo uccello continuava a ballare oscenamente nella tuta. “Non mi dirai che non riesci a trovarla…” dissi quasi perplesso. “Non ci crederai, ma porche vere in giro non ne trovo… forse aveva ragione un mio amico quando tempo fa mi disse ‘se vuoi una vera troia, scopati un maschio’…”.
La frase arrivò al mio orecchio mentre continuavo a guardare il video dove il nero senza pietà stantuffava il suo grosso cazzo nel culo della bionda, e con la mente immaginavo il cazzo di Riccardo entrare con la stessa decisione nel mio culo…
Mi girai a guardarlo e vidi che mi sorrideva. Sorrisi anch’io e senza dire nulla, continuando a guardarlo, afferrai i pantaloni della tuta per l’elastico e li tirai giù. Il suo grosso cazzo, ancora non in piena erezione, ondeggiava davanti al mio viso, invitante e profumato. Scivolai dalla sedia in ginocchio davanti a lui, senza esitare aprii la bocca e, continuando a guardarlo dal basso, presi fra le labbra la cappella. La succhiai lentamente, facendola uscire con uno schiocco dalle labbra. Riccardo sorrideva, evidentemente soddisfatto della possibilità di verificare in prima persona se quanto gli disse il suo amico corrispondeva a verità. Afferrai il suo cazzo che stava rapidamente raggiungendo un’erezione piena e prepotente, e accolsi ancora fra le labbra la cappella. La succhiai ancora due o tre volte, poi le mie labbra scorsero più in basso, cercando di accogliere più a fondo possibile il grosso uccello.
Iniziai a spompinare avidamente, eccitato dal sapore del suo cazzo che mi riempiva la bocca, e dal sapere che avrei dovuto dimostrargli di essere una troia all’altezza della biondina del video. E a giudicare dalle dimensioni del suo cazzo, sarebbe stata una sfida davvero eccitante.
Afferrai i suoi glutei, mentre le mie labbra scorrevano avanti e indietro sul suo cazzo ormai di marmo, e iniziai a tirarlo verso di me al ritmo del pompino. Lui non esitò a mettermi le mani sulla testa e a prendere l’iniziativa, scopandomi la bocca con un lento avanti e indietro che mi faceva arrivare la grossa cappella all’inizio della gola.
Evidentemente ormai aveva capito che avrebbe potuto tranquillamente mettere alla prova la mia troiaggine, e non si faceva più alcuno scrupolo a trattarmi come la troia che aveva sempre cercato. Mi sfilò il cazzo dalla bocca, e muovendo il bacino a destra e a sinistra, fece ondeggiare il grosso uccello colpendomi più volte il viso. La sua cappella mi sbatté più volte sulle guance, mentre io a bocca spalancata e lingua protesa lasciavo che prendesse in mano le redini del gioco, entrando nella parte della troia a completa disposizione del suo stallone. Senza usare le mani, sempre appoggiate sulla mia testa, infilò di nuovo il cazzo nella mia bocca, riprendendo l’eccitante andirivieni fra le mie labbra sempre più affamate. Rivoli di saliva iniziarono lentamente a colare dagli angoli della bocca, mentre il suo cazzo scorreva senza sosta ormai duro come il marmo.
D’improvviso si staccò, sfilandomi il cazzo dalla bocca, Finì di sfilarsi la tuta e si sedette sul bordo del letto. Appoggiò una mano all’inguine e con le dita tenne il cazzo dritto: era lucido e fradicio di saliva, duro e grosso, percorso da vene che lo rendevano ancora più eccitante ed attraente. Mi levai di dosso quel poco che avevo, scivolai fra le sue ginocchia e con la lingua inizia a stuzzicargli lo scroto, baciandolo e leccandogli poi accuratamente i grossi coglioni da toro. Con la lingua risalii lentamente lungo quello splendido palo di carne, sfiorandolo con le labbra: guardavo Riccardo mentre le mie labbra si avvicinavano alla cappella, si dischiudevano per poi serrarsi decise attorno alla base del glande.
Riccardo ebbe un sussulto, prova evidente che le attenzioni che dedicavo al suo splendido uccello lo eccitavano almeno quanto lui si aspettava o sperava. Le mie labbra scesero lungo il cazzo che sentivo durissimo riempirmi sempre di più la bocca finché la cappella non arrivò all’inizio della gola: io continuavo a guardarlo, mentre cercavo di ingoiare quanto più potevo quell’imponente tronco di carne.
Riccardo sorrideva, e da quel suo sorriso traspariva adesso malizia, voglia, godimento e la chiara soddisfazione di chi sapeva di aver trovato ciò che stava cercando. Una troia.
Iniziai a spompinarlo dapprima lentamente, poi man mano più velocemente, facendomi affondare in bocca il suo splendido cazzo, assaporandolo e gustandolo senza alcun ritegno né remora. Riccardo iniziò anche ad incitarmi: “Cazzo come spompini bene… allora il cazzo ti piace proprio… bravo… succhialo… succhiamelo tutto….” Sentirlo parlare mentre lo lavoravo di bocca non faceva altro che spronarmi a mettere ancora più passione nel dedicarmi al suo uccello. Ogni tanto interrompevo il su e giù di labbra per passarmi il suo cazzo sulle labbra: lo guardavo sorridendo, mi davo qualche colpo sulla lingua e poi tornavo ad ingoiarlo e a spompinarlo con foga.
All’ennesima interruzione, mentre mi passavo sulle labbra la splendida cappella, Riccardo mi guardò con uno sguardo che non lasciava alcun dubbio sulla quantità di voglia che aveva accumulato. “Sei davvero un gran pompinaro…” disse “ma non credere che la cosa finisca qui”. All’improvviso mi afferrò per le braccia tirandomi su, e dominandomi col suo fisico possente mi posizionò a pecora sul letto. Si mise dietro di me, e con le mani mi allargò le chiappe.: lasciò colare della saliva sul mio buco che fremeva dalla voglia, poi con entrambe le mani mi diede una sonora sculacciata sulle natiche. Le riprese ancora con le mani allargandole deciso, e appoggiando la sua grossa cappella contro il mio culo. “Adesso lo vediamo quanto ti piace il cazzo” disse con la voce piena di voglia.
Con decisione mi prese per un fianco ed iniziò a penetrarmi, spingendo senza troppe remore il suo grosso tronco di carne nel mio culo. Sentii il buco spalancarsi lasciandomi senza fiato, e il suo cazzo entrare centimetro dopo centimetro, senza fermarsi nemmeno per un istante. Strinsi le lenzuola fra le mani mentre Riccardo arrivava in pochi secondi a infilarmi nel culo tutto il suo splendido cazzo equino, strappandomi mugolii di piacere.
Non esitò un istante, mi prese per i fianchi ed iniziò a muoversi dentro di me con una certa decisione. Dopo le prime due o tre spinte lente ma profonde, con cui mi fece sentire il suo cazzo per tutta la sua lunghezza, mi prese per i fianchi con fermezza e aumentò il ritmo. “Adesso lo vedremo quanto ti piace il cazzo!” ripetè con voce roca mentre le sue spinte si facevano sempre più decise, profonde e veloci. Sentivo le sue mani grandi e forti stringermi con decisione i fianchi e tirarmi con sempre maggior forza verso di lui, mentre con colpi di bacino sempre più profondi mi affondava nel culo il suo splendido cazzo. Prese ad incularmi con foga, quasi con rabbia, come se dovesse sfogare sul mio culo tutta la frustrazione per non essere riuscito a trovare una vera troia prima di quella sera.
Mi stava spaccando il culo con quel grosso arnese duro come il marmo, facendomi impazzire di piacere. E invece di chiedergli di rallentare lo incitavo a scoparmi più forte: “Così… bravo… inculami… spaccamelooooo…” quasi rantolavo. Con spinte potenti e decise, Riccardo mi inculava senza alcuna pietà, esaltato dal godimento che il mio culo gli dava, e dai miei incitamenti che gli avevano ormai fatto capire che aveva finalmente trovato la troia tanto cercata. “Prendilo troia… prendilo tutto!” quasi mi ordinava mentre spingeva come un vero toro, assestando colpi che facevano sobbalzare il mio corpo. Con un ultimo, ennesimo affondo mi pianto nel culo tutto il suo splendido cazzo. “Sei una troia… una grandissima troia” mugolò prima di farmi girare con lui: mi ritrovai con lui sotto ed io a spegnimoccolo sopra di lui, con il cazzo piantato decisamente nel culo.
Senza nemmeno aspettare iniziai a danzare sul suo cazzo, in un frenetico e godurioso su e giù. Il mio culo ormai sfondato accoglieva con naturalezza il suo cazzone, che scorreva con facilità dentro di me. “Brava troia, impalati” mi ordinò Riccardo “goditi il mio cazzo… ti piace vero?”. “Da impazzire” ansimai io senza smettere di impalarmi sul quel grosso strumento di piacere. “Dimmi che sei la mia troia” mi ordinò. “Oh sì… sono la tua troia… e adoro il tuo cazzo” dissi. Riccardo prese di nuovo il controllo, iniziando a muovere verso l’alto il bacino, spingendomi ancora con forza nel culo il suo cazzo. Io fermai il mio movimento, restando leggermente sollevato, mentre lui aveva ripreso a fottermi il culo con foga. “Bravo… così… incula la tua troia”. “Dillo ancora!” ordinò ancora lui aumentando ancora il ritmo e la potenza delle spinte. “Sono la tua troiaaaaaaaa!” quasi urlai mentre il suo cazzo scorreva come impazzito nel mio culo.
All’improvviso mi ritrovai disarcionato: in un attimo Riccardo mi aveva fatto inginocchiare e il suo cazzo era davanti al mio viso e lui se lo stava menando a gran velocità. Pochi secondi e il primo schizzo, denso, potente e bollente, mi colpi in pieno il viso. “Prendi troia… prendi la mia sborra” rantolava Riccardo, mentre il suo cazzo come un fiume in piena mi inondava il viso, uno schizzo dopo l’altro. Lo sperma colava abbondante sulle mie guance e sulle labbra, mentre il suo cazzo sembrava non voler smettere di schizzare. Aprii la bocca per lasciare che mi infilasse tra le labbra l’uccello, che schizzò ancora gli ultimi fiotti nella mia gola.
“Cazzo che troia” disse Riccardo riprendendo fiato, mentre io continuavo imperterrito a succhiargli il cazzo assaporando lo sperma che mi aveva schizzato in bocca. Lo guardavo dal basso, col cazzo fra le labbra ed il viso completamente bagnato di sborra, e lui sorrideva soddisfatto. “Sei davvero una grandissima troia” disse. “Non era quello che cercavi?” gli dissi smettendo di spompinarlo. “Oh sì… Era da quando quel mio amico mi aveva messo in testa questa cosa che non facevo altro che pensare che avrei voluto incularti. E aveva ragione lui… sai essere una vera troia come piace a me”. “E come piace a me…” sussurrai riprendendogli in bocca il cazzo. Lo sentii crescere fra le mie labbra, segno che la serata sarebbe stata ancora lunga, e il mio culo non avrebbe avuto un attimo di tregua…
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Mia moglie confessa finalmente
Allora,non so da che parte cominciare, c'è tanta carne al fuoco.Siamo una coppia di 47 e 46 anni, insieme da sempre, sposati e con un figlio.Come succede a tutte le coppie prima o poi, anche noi dopo tanti anni abbiamo subito un calo di desiderio reciproco dovuto alla routine,alla monotonia e ai problemi quotidiani che ti assorbono tutte le energie.In questi ultimi anni per cercare di venirne fuori e ritrovare la nostra intesa ho cercato di capire quali erano le sue fantasie e cosa la faceva eccitare avvicinandomi anche alle tematiche cuckold per cercare di coinvolgerla.Naturalmente il pensare a lei mentre veniva presa da un'altro mi eccitava parecchio e anche lei mentre scopavamo e le raccontavo le mie fantasie godeva da matti.Purtroppo al di fuori dell'atto sessuale di questi discorsi si parlava poco e anche se poi sono riuscito a farle promettere che avremmo realizzato qualcuna di queste fantasie, in concreto successe ben poco.Sentivo che c'era qualcosa che la bloccava ma in cuor mio speravo si sbloccasse lavorondola ai fianchi con continui imput.Invece qualche giorno fà è successo quello che non mi aspettavo più anche se lo sapevo senza certezza.Partiamo dalla confessione, come spesso accade le stavo scrivendo qualche porcata su whatsapp, le solite cose, quanto sei porca, chissà se con un'altro cazzo lo saresti di piu ecc..Ad un certo punto il fulmine a ciel sereno, mi scrive: "comunque posso dirti che uno stretto lungo l'ho gia preso, scusami", potete immaginare come mi sono sentito, un conto è saperlo senza prove, un'altro è sentirselo confessare cosi candidamente.Stranamente non mi è montata la rabbia, anzi il mio cazzo si è svegliato in un attimo e lo ho risposto "cioè?".E lei: "in quel periodo ho scopato con uno, al motel,mi sono sempre sentita in colpa a tal punto che non sono piu riuscita".Io: "con chi, troia, lo sapevo, devi raccontarmi tutto".Lei: "questa sera ma giura che mi perdoni".io: "mi stai facendo eccitare come un porco e ti perdono solo se lo rifarai per me e con me".Lei:"si, forse ora si".Io:"non stò nella pelle, voglio sapere tutto, non vedo l'ora".Lei: "ok, scusami mi sento una merda perchè dovevo dirtelo prima, anche se sono certa che lo avevi già capito".Io:"lo avevo già capito ma non avevo la certezza, l'importante e che finalmente ti sei liberata da questo peso, ora cominciamo a vivere".Come potete immaginare aspettavo trepidante che tornasse dal lavoro, appena entrata mi abbraccia con le lacrime agli occhi chiedendomi scusa e sedendosi sul divano inizia a raccontarmi la storia.Ha conosciuto quest'uomo su una chat come semplice amicizia e parla oggi, parla domani, si sono scambiati il numero di cell. e sono entrati sempre più in confidenza sfogandosi a vicenda e raccontandosi ognuno le proprie storie e i propri problemi, lui separato con due figli e lei che in quel periodo non andava d'accordo con me.Questo rapporto mi ha detto che è durato 5 o 6 mesi finchè un giorno lui le disse che voleva incontrarla e lei accetto.Lui era di Torino e una sera si incontrarono, andarono a mangiare e parlarono molto, si creò una bella sintonia e decisero di rivedersi ancora.La seconda volta, vista la lontananza decise di prendere una camera in albergo per non dover fare la strada di ritorno la notte, lei si fermò in pezzeria, prese due pizze e mangiarono in camera sul letto.Dopo mangiato iniziarono a baciarsi e toccarsi, lui la leccò e la masturbò facendola godere molto e lei fece altrettanto, un bel pompino, aveva un cazzo stretto di diametro ma molto lungo e mi ha confessato che aveva un buon sapore e le è piaciuto molto.Arrivati al culmine dell'eccitazione lui le ha chiesto di poterla scopare, lei era bagnatissima e ne aveva una gran voglia ma non avevano i preservativi e non se l'è sentita(non prendeva la pillola).Allora giusto per farlo comunque godere si è dedicata al suo cazzo con la bocca facendolo impazzire fino a farlo godere, lui stava per veniree continuava dirglielo pensando di toglierlo dalla sua bocca ma lei non lo ascoltò e lo fece sborrare in bocca continuando a pomparlo finchè non uscì l'ultima goccia.Aveva la bocca piena di sborra di uno che non era suo marito ed era eccitata come la più grande delle troie, lui era in estasi e le disse che non aveva mai goduto in questo modo fantastico.Per quella sera finì così ma naturalmente non la storia.Si incontrarono ancora una volta, stessa procedura, cena e poi a letto, mi ha raccontato che era in accappatoio, lo aprì e lui era già eccitato, lei si tuffò sul cazzo e inizio a spompinarlo, lui la spogliò e la leccò per bene infilandole qualche dito nella figa fradicia.E fu così che arrivò il momento, mise il preservativo e la penetrò, mi ha detto che non capiva più nulla, era in estasi, quel cazzo sguazzava nei suoi umori, lo sentiva entrare e uscire in tutta la lunghezza e si sentiva troia ma libera, l'unico problema è che era troppo lungo e quando le sbatteva in fondo le faceva male.La prese in diverse posizioni e alla fine lei volle cavalcarlo, è la sua posizione preferita, ma mi ha detto che non riuscì a prenderlo tutto per via del dolore ma che ebbe un orgasmo da paura.Lo fecero per tre volte quella sera e godette come mai aveva goduto, purtroppo come spesso succede lui si innamorò e lei invece si riempì la testa di sensi di colpa e decise di interrompere la relazione.Questo è quanto, ora ditemi,cosa pensate ora della mia signora?Ora sembra più serena e anche se non ci siamo ancora arrivati la vedo molto decisa e più complice nel voler realizzare le mie fantasie, speriamo presto.
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11 anni fa
pillinca,
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Ultima visita: 1 mese fa
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per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
97425
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17 anni fa
valerio,
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Ultima visita: 10 anni fa
quanto ti scoperei haaa