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La prima volta di mia moglie con un altro: seguito

Altre volte Angelo era venuto a casa nostra, ma si comportava in modo strano, e anche mia moglie. Io credevo che i due fossero diventati amanti e quindi tutte le volte che lui fosse venuto a casa nostra, pensavo che facessero l’amore. E invece no. Solo quella volta dopo la prima, cioè quando lo invitammo in sabato successivo a mangiare il gelato che lui aveva portato e che noi per rispetto lo avevamo lasciato nel freezer, abbiamo fatto l’amore tutti e tre assieme, prendendo mia moglie anche contemporaneamente, nella figa e in bocca, dandoci il cambio dopo aver goduto.
Le volte successive Angelo si comportava come se nulla fosse successo tra lui e mia moglie. A volte ci mettevamo a suonare, io al piano e lui alla chitarra, cantando delle canzoni dei nostri tempi.
Non è che la cosa mi desse tanto fastidio, ma ci avevo preso gusto nel vedere mia moglie godere tra le braccia di Angelo, specialmente osservare il suo viso mentre lui la faceva godere. Quando eravamo soli a casa, io cercavo di entrare nell’argomento chiedendole come mai lei non facesse l’amore con Angelo quando questi veniva a casa nostra. La risposta, molto evasiva, era motivata dal fatto che lei non aveva voglia di farlo oppure che se non era lui a prendere l’iniziativa, lei non avrebbe certamente fatto la figura di quella che va a cercare il cazzo.
Il nostro rapporto comunque andava bene, ma non quel bene che mi faceva godere fino in fondo. Anche in ufficio Angelo era rispettabilissimo con mia moglie e anche lei con lui.
Eppure qualcosa doveva pur esserci sotto, non poteva esser finito tutto così senza una spiegazione. Ebbene, un giorno una nostra collega venne trasferita nella sua città di origine. Era la collega che era nello stesso ufficio con mia moglie. Mentre ci stavamo salutando, mi disse con un filo di voce in un orecchio: “non avevo intenzione di dirtelo, ma mi è sembrato che tua moglie ed Angelo si facessero gli occhi dolci da qualche tempo a questa parte”. La collega partì, ma a me rimase quella pulce nell’orecchio. Dunque loro se la intendevano in ufficio, mentre facevano gli indifferenti a casa. Mi misi a spiarli cercando di non farmene accorgere e soprattutto di non farmi accorgere dagli altri colleghi. Dopo qualche giorno Angelo venne assegnato nell’ufficio assieme a mia moglie, manco a farlo apposta, per sostituire la collega trasferita.
Una mattina di quelle, subito dopo aver fatto la doccia, stavamo per vestirci per andare in ufficio quando mi accorsi che mia moglie, che si stava vestendo anche lei, aveva indossato un paio di autoreggenti, il reggiseno, la maglietta intima, poi una camicia di raso rosso molto ampia, la gonne, dopodiché passò alle scarpe. Notai che non aveva messo le mutandine. La seguii col lo sguardo in ogni suo movimento proprio per vedere se le avesse messe in un secondo tempo, ma niente. Facemmo colazione normalmente, poi uscimmo di casa. Il nostro ufficio si trova quasi in periferia, quindi andammo in macchina. Il mio orario di lavoro è diverso dal suo: io smontavo tutti i giorni alle 14 mentre lei, che recuperava la giornata del sabato in quanto faceva la settimana corta, usciva alle 15,12.
Tutti i giorni nel nostro ufficio vi era una consuetudine da rispettare: la pausa caffè. Immancabilmente ci si assentava per prendere il caffè giù al nostro bar interno. Quel giorno passai dall’ufficio di mia moglie invitando lei ed Angelo a prendere il caffè. Mia moglie disse che non ne aveva voglia mentre Angelo disse che aveva da fare. Richiusi la porta facendo finta di andar via. Ma anche uno scemo l’avrebbe capito che volevano approfittare dell’assenza degli altri colleghi per restare soli, quindi io feci finta di scendere con gli altri, rimanendo invece nel mio ufficio. Non passarono che alcuni minuti. Mi recai nell’ufficio di mia moglie per vedere cosa stessero facendo. Le porte dei nostri uffici hanno la parte sotto chiusa normalmente, mentre dalla maniglia in su vi è il vetro. In quella del suo ufficio mia moglie aveva attaccato un poster per coprire la visuale interna, questo già da quando lei stava con l’altra collega trasferita. Tuttavia il poster non copriva completamente il vetro, vi era uno spazio di circa cinque centimetri lungo lo stipite dal quale vi si poteva vedere dentro. Naturalmente ci si doveva mettere bene in posizione, ed io, approfittando dell’assenza degli altri, mi misi in posizione di traverso per osservare.
Vedo Angelo seduto sulla poltroncina della sua scrivania con le spalle appoggiate allo schienale, come se fosse rilassato; mia moglie era seduta sulla la scrivania di Angelo, esattamente sopra la cartella sottomano, e teneva un piede sul bracciolo della poltroncina di Angelo e l’altro piede sul tavolo dattilo alla sinistra del collega. In tal modo aveva le cosce aperte proprio davanti Angelo. La gonna di mia moglie era del tipo elasticizzato, quindi tenendo le cosce aperte in quel modo, tutto il suo panorama era sotto gli occhi di Angelo. Dal momento che non le avevo visto indossare le mutandine la mattina, si poteva dedurre che in quel momento Angelo aveva la figa di mia moglie a pochi centimetri dal suo viso, oscenamente spalancata. Vidi che lei rideva, ma non sentivo le loro voci. Ad un certo punto Angelo si abbassò verso mia moglie infilandole la testa tra le cosce. Vidi la testa di mia moglie piegarsi all’indietro, segno che stava godendo. Poi lui tira fuori il suo pisellone e glielo infila dentro. Prende a stantuffarla energicamente e in breve tempo raggiunge l’orgasmo eiaculandole sulla pancia. Io guardavo la scena, e se da un punto di vista ero eccitatissimo, dall’altro era incazzatissimo in quanto non capivo quale motivo ci fosse perché non lo venivano a fare in casa anziché in ufficio col rischio che qualcuno avrebbe potuto sorprenderli e far succedere un patatrac. Mia moglie si pulì con dei fazzolettini, scese dalla scrivania dirigendosi verso la porta. Angelo si era già sistemano e si era messo nuovamente a sedere. Io mi scostai di poco per non far vedere a mia moglie che ero lì a spiarli. Quando però questa aprì la porta ebbe un sussulto. La guardai negli occhi senza dirle nulla ma dicendole tutto. Andò in bagno ed io la seguii. Facemmo una bella chiacchierata nella quale lei mi spiegò quali fossero i motivi che la spingevano a far l’amore con Angelo in ufficio anziché a casa. Mi disse che Angelo le aveva contagiato la voglia della trasgressione e che lei non riusciva più a fare a meno di fare quelle cose che facevano salire l’adrenalina, come il pericolo di essere scoperti da qualcuno. In un certo senso piacevano anche a me, e quindi mi sarebbe piaciuto godere assieme a mia moglie di quelle cose, invece lei se le godeva con un altro e questo mi faceva incazzare.
Non sapevo cosa fare, se andare da Angelo a spaccargli il muso o prendere a schiaffi mia moglie. Avevo una confusione in testa davvero indescrivibile. Ormai ne avevamo già parlato da tempo per il fatto che io le permettevo di avere un amante, Angelo appunto, quindi il problema non era l’amante di per se, ma il fatto dei luoghi in cui essi facevano l’amore ed anche il fatto di non coinvolgermi.
In giorno appresso vidi mia moglie che stava facendo delle fotocopie. La fotocopiatrice era posta nel corridoio. In un lampo mi venne l’idea. Vidi Angelo a qualche metro di distanza da mia moglie, quindi mi avvicinai a lei sollevandole la gonna da dietro scoprendole il culo. Ormai mia moglie non indossava più le mutandine. Mi girai verso Angelo dicendogli: “che ne dici di questo bel culetto, perché non te lo scopi qui adesso?”. Angelo ammutolì, forse perché mia moglie gli aveva detto che io li avevo scoperti mentre scopavano in ufficio. Lasciai la gonna di mia moglie arrotolata e lei col culo scoperto. Mi allontanai e lei con tutta calma la tirò giù. Avevo dentro una casa che non capivo, due forze di uguale intensità di si attraevano e si respingevano. Provavo un immenso piacere nell’immaginare mia moglie che veniva inculata da Angelo mentre faceva le fotocopie.
A casa glielo dissi. Lei non disse nulla. Sembrava divertita. Io ero eccitatissimo, le strappai letteralmente la gonna, la buttai sul divano e la penetrai selvaggiamente godendo come un matto. Sentivo che anche mia moglie godeva sotto i miei colpi, quindi dopo ne riparlammo. Mia moglie mi confessò che fare quelle cose proibite la eccitavano un sacco, anche il solo fatto che io le avevo tirato su la gonna scoprendole il culo nudo in ufficio con il rischio che altri potessero vederla, le aveva fatto salire il sangue alla testa e si era dovuta masturbare una volta tornata alla sua scrivania, sotto gli occhi dell’ignaro Angelo che continuava a lavorare senza accorgersene di nulla.
Qualche giorno dopo il nostro direttore ci chiese di fare dello straordinario in quanto c’erano delle pratiche urgenti da mandare avanti. In ufficio eravamo in cinque: io, mia moglie, Angelo e altri due colleghi. Ero d’accordo con mia moglie su ciò che dovevamo fare, quindi ad un preciso segnale io andai da Angelo dicendogli che c’era mia moglie che stava facendo delle fotocopie che aveva bisogno di dirgli delle cose. Angelo si avvia ed io lo seguo. Appena imbocca il corridoio si accorge che mia moglie indossava una guépiére in pizzo nera con tanto di calze autoreggenti, senza mutandine quindi con pelo e culo scoperti e tette al vento, dal momento che lei aveva girato le coppe reggiseno all’interno. Quella visione fu micidiale. Angelo diventò come un toro, e anche io nel vedere sia mia moglie in quelle condizioni che Angelo che nel frattempo aveva tirato il cazzone fuori e si dirigeva verso mia moglie con “brutte” intenzioni. Incuranti che in ufficio c’erano altri due colleghi e che quindi sarebbero potuti uscire in qualsiasi momento per delle fotocopie, Angelo si buttò verso la figa di mia moglie che nel frattempo si era messa sempre in piedi ma a cosce larghe per facilitare l’accesso alla sua figa ad Angelo. Io mi ero messo a succhiarle le tette. Mia moglie ansimava sotto i nostri colpi e ad un certo punto disse: “scopatemi, non ce la faccio più”. Fu Angelo che la penetrò nella figa, in piedi stantuffandola a tutto andare e sborrandole dentro riempiendola di sborra. Naturalmente mia moglie aveva la spirale. Poi fu il mio turno e anch’io la riempii per benino. Mia moglie godette un sacco di volte, poi andò in bagno a darsi una sciacquata. Eravamo nel suo ufficio quando lei fece ingresso. Ci chiese se secondo noi gli altri due colleghi avessero sentito il casino che avevamo fatto. Io risposi di no, dal momento che non si erano nemmeno affacciati a guardare. Ad un certo punto Angelo mi disse: “ti ricordi di quando mi hai mostrato il culo di tua moglie invitandomi a penetrarla? Ebbene, adesso me ne è venuta voglia. Senza aspettare una mia risposta, mia moglie, che nel frattempo si era rivestita, si togli gli abiti e si mette in ginocchio sulla poltrona porgendo il suo culo ad Angelo affinché questi vi entrasse dentro con il suo cazzone. Angelo sguainò il suo affare, ma prima di infilarglielo nel culo a mia moglie, le andò davanti facendoselo spompinare in modo da portarlo al 100%. Fui io stesso a tenere larghi i glutei di mia moglie mentre Angelo le infilava dentro il suo cazzone. Seppure questi fosse ben grosso, ebbe modo di entrare quasi interamente. Angelo prese a scoparla, prima lentamente e poi forte, fino a raggiungere nuovamente l’orgasmo in lei. Ma ci volle un bel po’ di tempo per raggiungere l’orgasmo. Quando sia Angelo che mia moglie si ricomposero, ecco spuntare sulla soglia della porta i due colleghi per dirci che era già l’ora di andar via. Altro che straordinario per le pratiche urgenti. Di urgente c’era solo la voglia di godere di mia moglie. Il seguito a dopo.

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