Da tre anni abito in un nuovo appartamento nelle immediate vicinanze del mio lavoro. Sono Mario, ho trentacinque anni, e faccio il conducente di mezzi del sevizio pubblico. Sono alto uno e ottantacinque, moro, occhi scuri, spalle larghe e fisico ben curato; sessualmente mi definiscono ben dotato. Non sono sposato. Il mio lavoro mi offre spesso l’occasione di incontri interessanti, dai quali ricavo avventure che soddisfano appieno la mia insistente voglia di sesso, vissuto nel modo più porco possibile. Nell’appartamento, sopra il mio, vive una coppia. Lei una bella donna, alta, capelli scuri, una terza molto abbondante di seno, belle gambe, ma che conduce una vita alquanto dimessa, quasi a non voler farsi notare, schiva al punto da cercare di non destare attenzioni. Lui è il classico tipo molto serio, riservatissimo e d’indole molto docile. Credo che, in casa, sia lei a “portare i pantaloni.” Con loro ho solo scambiato qualche saluto, quando ci si incontra per le scale e, una sera, son rimasto ad osservar lei che saliva davanti a me, ammirando il suo bel culo, anche se coperto da un abito che lo risaltava poco. Con lui ho scambiato qualche parola in più, alle riunioni di condominio, ma inerenti a quelle sole questioni; mi son convinto che fosse un timido, completamente fuori luogo. Un pomeriggio stavo ritornando a casa dopo il lavoro, e, causa l’immancabile cantiere sulla tangenziale, c’era una fila pazzesca. Decido di fermarmi a bere un caffè nell’area di rifornimento. Quando son giunto davanti al bar, vedo la mia vicina di casa che guarda, sconsolata, dentro il cofano aperto della sua vettura. Il titolare del distributore le spiega che c'è un tubo rotto e che, solo l’indomani, il meccanico dell’officina lì presente, potrebbe aggiustarlo. Lei si gira, mi vede ed io mi avvicino sorridendole.
«Mi scusi, la vedo in difficoltà, le posso esser utile?»
Lei mi guarda come se fossi un soccorritore che la salva dal naufragio.
«Oh, grazie, non saprei come tornar a casa: la mia auto ha fatto i capricci ed il mio cellulare ha la batteria scarica.»
Le offro un caffè, che lei accetta, e ci presentiamo. Scopro che si chiama Giuseppina, ma lei preferisce Giusy, sposata con Claudio; ha un figlio ormai grande, che è un ufficiale di Marina. Si stempera la sua tensione e, lentamente, riprendiamo il cammino verso casa. Immediatamente ci ritroviamo in fila che procede lenta. Si lamenta del traffico.
«Accidenti al solito cantiere: questa strada è diventata impercorribile; sai quando la impegni, ma mai quando la lascerai.»
Le rispondo, rivolgendole un sorriso.
«Sì, è vero, ma, tra le tante volte che sono stato in coda, questa sera è la prima volta che non ho fretta di rincasare.»
Lei intuisce il complimento, sorride, poi si gira verso il finestrino, osservando il tramonto dietro grosse nuvole. Mi incalza con malizia.
«Lei è sempre così gentile con le donne cui da un passaggio?»
Le ribatto sorridendo.
«No, solo con le belle signore che abitano nel mio stesso palazzo ed una, in particolare, che spesso ammiro.»
Lei mi guarda fisso negli occhi, poi sorride.
«Voi uomini: sempre pronti a stuzzicare, quando se ne presenta l’occasione. Come mai un bel ragazzo come te, non ha una moglie e dei figli?»
Mi chiede passando dal lei al tu.
La guardo, sorrido e contrattacco.
«Come mai una bella signora come te, con un fisico da sballo come il tuo, vive una vita defilata, di basso profilo, quasi avesse paura di esser notata, quando potrebbe oscurare il sole, se solo lo volesse?»
Lei sorride, poi con un tono decisamente triste, replica:
«Sono passati i tempi in cui amavo andar fiera della mia bellezza; oggi mi limito a far la moglie. Vivo del mio lavoro e cerco di farmi notare il meno possibile e, poi, non è vero che ho un corpo da sballo: tu, che ne sai?»
La guardo e decido di affondare il colpo.
«Credimi, sei una gran bella donna. Farei carte false per averti fra le braccia. Invidio tuo marito che può averti tutte le notti nel letto; a me è bastato ammirarti una volta, mentre salivi le scale, per eccitarmi, poi, mi son dovuto segare per calmare i bollenti spiriti.»
Lei mi guarda, fingendo stupore o indignazione, ma poi si rilassa e sorride.
«Sì, figurati se una vecchia come me, possa eccitarti! Chissà quante donne più giovani di me, ti porti a letto?»
Insisto e attacco giocando il tutto per tutto.
«Scherzi?! Tu vecchia? Ne vorrei di “vecchie” come te e poi, guarda, il solo averti qui, me lo fa tirare!»
Lei si gira ed osserva stupita la mia mano, che evidenzia il pacco già duro.
«Smettila di dir scemenze e dai, che la fila è finita: andiamo a casa.»
Pochi minuti dopo, siamo nel parcheggio del fabbricato, dove lui ci accoglie preoccupato. Bastano poche parole di lei, per calmarlo. Lui mi ringrazia e, insieme, saliamo le scale di casa, poi, quando arrivo al mio pianerottolo, mi giro e vedo lei che evidenzia, il movimento del corpo per salire, facendo risaltare il suo meraviglioso culo, salendo dietro di lui. In cima, si gira, mi sorride e fa l’occhietto divertita. Passano dei giorni e la vedo solo di sfuggita, quando innaffia le piante sul terrazzo o quando va al lavoro, ed è sempre scambiandoci un breve cenno di saluto. Una mattina che ero di riposo (la sera prima avevo finito il turno molto tardi), mentre facevo la doccia, sento suonare alla porta. Metto un asciugamano legato alla vita e vado ad aprire. Immaginate il mio stupore quando me la trovo davanti. Mi chiede, guardando stupita il mio corpo nudo.
«Puoi prestarmi del caffè?»
Mi rendo subito conto che si tratta di una scusa, la faccio entrare e la invito in cucina, dove inserisco una cialda nella macchina del caffè e ne porgo una tazzina a lei, che lo beve in silenzio, mentre mi osserva. Dopo aver bevuto, mi volto per metter la tazza nel lavandino, quando sento, d'improvviso, le sue braccia cingermi da dietro, sotto le ascelle, e le sue mani stringere i miei pettorali, mentre il suo seno si schiaccia contro la mia schiena. Restiamo un attimo immobili, poi mi giro, la guardo e le nostre bocche si uniscono in un bacio carico di desiderio e passione, mentre le nostre lingue si toccano, s’inseguono, si succhiano facendo presagire la forza del desiderio che si è impossessato di noi. Dopo un lungo attimo, mi stacco da lei e passo le mie labbra sul suo collo. Le succhio il lobo dell’orecchio, le accarezzo la nuca, lei geme, poi si stacca da me, mi fissa, poi, parla con un fil di voce, terribilmente languido:
«Lasciami andar via o non me ne andrò più.»
La mia risposta è eloquente. La prendo in braccio e la porto in camera, dove la depongo sul letto e la spoglio velocemente. Nuda è un vero spettacolo. Il ventre quasi piatto, i seni belli grossi e duri, che non presentano un minimo di cedimento, le cosce lisce e ben tornite, ed un magnifico triangolino di pelo che m’invita a leccarlo tutto. Mi distendo su di lei. Sento il fuoco del suo ventre al contatto del mio cazzo duro sullo spacco della fica, che già si è inumidita. Lecco i seni, li mordo e le strappo un primo gemito di piacere. Poi, lentamente, scivolo verso il basso, indugio sull’ombelico e lei, al limite, mi afferra i capelli e mi spinge verso lo spacco: esito ancora un attimo ed ora è lei ad implorarmi.
«Dai, ti prego: non resisto!»
Incollo la mia bocca sulle sue fradice labbra, da cui sta già sgorgando nettare prelibato. Lecco, succhio e raccolgo tutto con la lingua, insinuandomi fra le pieghe del suo sesso, ormai ridotto ad un lago. Afferro con le labbra il clitoride durissimo e molto pronunciato, lo succhio e lei parte in un primo folle orgasmo.
«ODDIO! vengo!»
Trema scossa da brividi di piacere. Il suo corpo s’inarca e poi crolla di colpo, per poi tendersi ancora, mentre io continuo a lappare il nettare che sgorga copioso. Mi tiene la testa schiacciata sulle sue labbra. Lecco e succhio come un dannato, strappandole un nuovo orgasmo. Gode, geme ed urla di non fermarmi. Tende di nuovo il suo corpo ad arco, poi cade di colpo immobile, quasi svuotata di ogni energia. Resto stupito dalla facilità con cui l’ho fatta godere. Improvvisamente lei ha un guizzo, si gira e si distende al rovescio, s’impossessa con decisione del mio cazzo durissimo e prende a succhiarlo, leccarlo e segare a due mani. Scorre la lingua lungo l’asta, poi si infila le palle in bocca. Le succhia, poi risale ed imbocca la cappella, tenendola ben stretta fra le labbra, mentre la lingua si muove come un serpente impazzito. Subito mi rendo conto che la tipa sa il fatto suo. Ne ho conosciute poche di donne capaci di succhiare il cazzo così, da vera ed esperta, consumata, bocchinara. Poi di colpo sale su di me e lo imbocca fra le labbra del suo fradicio sesso. Resto immobile e lei s’impala da sola; scopro che è strettissima. Resto stupito da questa scoperta. Sento il mio cazzo aprirsi letteralmente la strada dentro di lei, che spinge in basso il suo corpo, mentre la bocca si apre per gridare, senza però emettere alcun suono. Scivolo profondamente dentro di lei. Quando sbatto con la punta sul fondo, lei gode e vibra scossa da una scarica di piacere che mai ho visto invadere una donna. Le lascio assaporare fino in fondo l’orgasmo, poi le afferro i seni e le torturo i capezzoli durissimi. Lei, dopo un momento, mi fa inarcare le gambe, si appoggia su di esse con la schiena e comincia ad ondeggiare avanti/indietro, senza sfilarsi un solo millimetro di cazzo da dentro. Ben presto gode, trema e si scuote per il piacere. La guardo estasiato. Perdo il conto di quante volte ha gridato "vengo". Poi la distendo di lato. Lei si stringe a me, mentre io la scopo con un movimento lento, ma costante, deciso, vibrato e lei gode ancora. Cambiamo spesso posizione, poi lei s’inginocchia e m’invita a prenderla da dietro.
«È da tanto che non mi montano da dietro. Un tempo era la mia posizione preferita.»
Mi piazzo dietro di lei ed infilo lentamente tutto il mio cazzo fino in fondo. L’afferro per i fianchi e incomincio un lento, ma costatante pompaggio, che le procura subito altro piacere. Gode, si dimena e sculetta, assecondando i miei affondi, poi, scossa dall’ennesimo orgasmo, si lascia afferrare da me per i seni. La sollevo, in ginocchio, le impasto le mammelle con i capezzoli duri come chiodi. Al massimo della porcaggine, le porto una sua mano sulla fica e le ordino perentorio, con tono severo:
«Toccati, che godi di più.»
Lei scorre la sua mano sulle labbra, sfrega con le dita il grilletto e scivola fino a sentire le mie palle, che massaggia lentamente. Dopo aver goduto, si distende supina, alza le gambe fino a toccare le spalle con i talloni.
«Prendimi così! Voglio vederti mentre godi, sborrami dentro! Dai, è da tanto che non sento il piacere di un caldo schizzo di sborra, dentro di me!»
Sono al limite anch’io, ma voglio strapparle l’ennesimo orgasmo. La pompo con decisione e, al suo grido, le sborro dentro.
«Eccomi! Sborro! Ora!»
«Che bello! Ti sento! Sei bollente!»
Lentamente ci distendiamo e riprendiamo fiato. Lei nota, dalla radiosveglia, che sono quasi tre ore che la sto scopando.
«Devi andare a casa?»
Lei mi sorride.
«No, oggi non viene a casa. In albergo hanno un convegno e resterà fuori fino a sera.»
Le offro di mangiare insieme qualcosa, accetta. Prima ci infiliamo sotto la doccia, dove riprendiamo a baciarci, toccarci. Lei mi sega, mi succhia e si strofina su di me come una gatta in calore. Quando son di nuovo in tiro, mi porta in cucina, dove prepariamo, fra baci e toccamenti vari, un piatto di pasta da mangiare, restando sempre nudi. Lei mi fa sedere, poi s’impala sul mio cazzo e volgendomi le spalle prende, con una forchetta due rigatoni, uno per lei e uno per me, mentre continua a muovere i fianchi, ben piantata sul mio cazzo. Mentre mangiamo scopando, mi racconta un po' di lei.
A diciassette anni si era innamorata del socio di suo padre, un maschio molto fascinoso, che l’ha iniziata al piacere del sesso. Le aveva insegnato tutto, sverginandole sia la fica che il culo. Ne era stata così presa da lui, che lo assecondava in ogni desiderio. Scopavano in ogni luogo o momento possibile e, per non aver problemi, lui le sborrava solo in culo o in bocca, perché era estasiato dalla sua bravura nel succhiare il cazzo. La tresca, però, non era sfuggita alla moglie dell'amante, che aveva minacciato un casino e, poiché era la moglie a finanziare la loro impresa, i suoi genitori non trovarono di meglio che farle sposare Claudio, uno di sei anni più grande, che già lavorava qui come cuoco. Per dispetto, lei, nell’ultimo mese prima di sposarsi, si era fatta ingravidare dal suo amante. Con Claudio si era trovata davvero male. Ottimo marito, ma una frana a letto. Lui, non appena appoggiava il cazzo sul suo pelo, schizzava senza nemmeno darle il tempo di un minimo di godimento. Per un po', aveva pensato di tradirlo, ma aveva da poco ottenuto una cattedra come insegnante e non voleva far nascere casini. Una sera, stanca della solita schizzata di lui, si è ribellata:
«Così non si può continuare! Tu hai appena goduto ed ora è il caso che mi lecchi e fai goder anche me, altrimenti domani la darò al primo che passa!»
Lui aveva esitato un attimo, ma, vista la sua determinazione, aveva eseguito un perfetto lavoro. Per molto tempo era diventato il loro “gioco.” Tu vieni, allora pulisci ed io godo. Col tempo si era dedicata sempre più alla cura del figlio, che era cresciuto sano e forte, fino a diventare ufficiale di Marina. Poi smette di mangiare, si solleva e mi trascina di nuovo in camera e mi dice, sorridendo:
«Ho ancora fame di te.»
Torniamo a letto. Ora siamo entrambi consapevoli che sarà diverso, siamo più calmi, rilassati, ora vogliamo più il piacere che sfogar la nostra voglia. Lei si diverte a succhiarmi. È fantastica. Lo infila tutto in gola con estrema facilità, poi mi guarda e mi sorride.
«Dai, fammi il culo! Ma, ti prego, fa piano: sono davvero tanti anni che nessuno me lo sfonda più.»
Mi metto dietro di lei, lo lecco, succhio e umetto con la lingua. Infilo dentro un dito, poi due. Lo avverto solo un attimo rigido, poi, lentamente, si rilassa e lei insiste affinché la prenda. Infilo la punta e, pian pianino, cercando di non farle male, spingo dentro il mio palo. Lei mi fa fermare un momento, poi, inaspettatamente spinge con forza il suo corpo all’indietro e s’impala di colpo.
«Hhaaiiii…fermo…cazzo, come sei grosso…mi spacchi! No...dai, muoviti, ma piano…»
Limo lentamente quel buco, che si dilata sempre più, fin quando la sento godere. Ci distendiamo di lato. Le metto una mano davanti e le torturo il bottoncino, che serve a procurarle altro piacere. Infilo l’altro braccio sotto di lei e le metto due dita in bocca, mentre ne pianto uno anche in fica e le sussurro all’orecchio.
«Immagina che tre maschi ti stiano scopando!»
Lei ha un violento orgasmo, indice di una fervida fantasia che l’ha subito eccitata.
«…uumuhmhh…sì, porci, depravati, sfondatemi…vengo!»
Trema e gode in maniera completa. Mi fa distendere e, salita su di me di spalle, mi fa inarcare le ginocchia, vi si appoggia e muove lentamente il culo, scopandosi da sola, facendo restare me immobile. Mi guarda e si masturba con la destra, mentre, con l’altra mano, si tocca il seno. Mi guarda vogliosa e si passa la lingua sulle labbra, in maniera da perfetta porca. Poi, con me disteso, lei si gira tenendo sempre il cazzo infilato nel culo e, usandolo come perno, mi attira su di sé e mi chiede di venire ancora. Io le sorrido con falsa modestia.
«Credo che sarà un po' difficile: mi hai spremuto a dovere.»
Lei mi guarda maliziosamente e poi si sfila, si distende e comincia una delle pompe più fantastiche che abbia mai ricevuto. Mi succhia incavando le guance. Lo infila in fondo alla gola, poi lo sfila lentamente, facendomi sentire i denti che lo “rigano”. Mi procura un mix di dolore/piacere sconvolgente. Per ben due volte si ferma e, quando sento che sto per venire, le afferro il viso fra le mani e prendo a scoparle la bocca, affondando tutto il cazzo in gola. Mi ferma, poi sorride:
«Ce ne hai messo di tempo per deciderti a scoparmi in bocca? Avvertimi quando vieni, che voglio gustarmi per bene tutta la tua sborra.»
Lascio libera la sua testa, lei appoggia le mani ai miei fianchi e detta il ritmo. Poi quando sto per venire la blocco e mi permette di schizzarle in bocca. Lo succhia, spreme e munge le palle con la mano, fino a che non esce anche l’ultima goccia. Apre la bocca e mostra orgogliosa la sua lingua ricoperta della mia semenza, l’assapora e poi l’ingoia. Si distende su di me e mi bacia. Restiamo per circa un’ora distesi a parlare del futuro, che ci riguarda, poi se ne va. Per tre giorni il mio lavoro mi tiene lontano da lei, poi al ritorno, m’invita a cena. Resto un momento incerto. Lei mi assicura che non ci sono problemi, lui sa tutto e non ha nessun pregiudizio nei miei confronti, anzi, mi reputa una persona a modo. Quando suono alla sua porta, mi apre lui, mi saluta cordialmente e trovo la casa immersa in un’atmosfera romantica, con luci soffuse, tavola imbandita con candele accese. Lei appare bellissima, mi bacia in bocca con trasporto, poi ci sediamo a tavola e lui ci serve una cena buonissima. Ci scambiamo coccole e, una volta finito di mangiare, andiamo in camera, senza che lui ci dia il minimo disturbo; lei, spogliandosi, mi propone:
«Scopami qui, nel mio letto.»
La scopo con ardore e passione, le faccio urlare ripetutamente il suo piacere. Le sfondo anche il culo e le riempio la bocca di sperma. Quando è sazia, mi rivesto sommariamente e lui mi accompagna alla porta, ringraziandomi per il piacere che ho procurato a sua moglie. Da quella sera, sono passati otto mesi, in un crescendo d’intense emozioni. Ha cambiato il suo look, in particolare, quando esce con me. Abbigliamento molto succinto e tacchi vertiginosi. Al suo primo carsex, è rimasta sconvolta. Piegata a novanta, appoggiata al cofano dell’auto con me dietro che le sfondavo il culo, mentre lei succhiava e faceva godere cinque maschi. Un’altra volta, sull’autostrada, l’ho fatta scopare da tre camionisti, contemporaneamente, che l’hanno sbattuta come una puttana, facendola godere tantissimo. Poi le ho fatto conoscere i prive'. La prima volta ha passato due ore a godere fra le braccia di una donna, esperienza che l’ha veramente affascinata. Le è piaciuto così tanto, che la volta successiva ha voluto provare anche il Gloryhole. È impazzita dal piacere a succhiare più di dieci cazzi che spuntavano dai buchi nel muro, per poi farsi sborrare in viso e sulle tette. Non contenta si è fatta scopare da due tipi MOLTO dotati, che l’hanno realmente aperta. In estate siamo andati in Corsica insieme, solo io e lei. Provare a star nuda fra la gente l’ha fatta eccitare tantissimo. A volte ci dovevamo trovare un posto appartato per scopare da quanto si bagnava. Prima del ritorno, le ho organizzato una Gang, con altri cinque maschi. Siamo stati un pomeriggio intero a scoparla, per poi ricoprile il corpo di calda sborra. Tutto documentato da relative foto, che poi lei ha mostrato a lui, che ne è rimasto molto compiaciuto. Col tempo ho capito quale sia il rapporto fra loro. Con me lei fa sesso, forte, trasgressivo, a volte estremo, ma con lui ha un’intesa fortissima. Me ne son reso conto, dopo alcune volte, quando la scopo a casa sua e, mentre lei gode sul mio cazzo, lui ci osserva in silenzio, nella penombra della camera e, quando lei gode, volge lo sguardo verso di lui, che annuisce soddisfatto. È innegabile l’amore che ha per questa donna che venera come una dea. Circa tre mesi fa, è giunta, nel nostro condominio, una giovane coppia. Lui un ragazzone sempre impegnato a far mille sport, mentre lei un tipino dall’aria timida. Di media statura, bionda con due labbra molto invitanti, seno piccolo, forse meno di una terza, due gambe snelle e ben tornite, sormontate dal suo pezzo forte: un culo perfetto, che lei evidenzia con indumenti che ne risaltano la procacia. Giusy mi fa notare che la ragazza indugia a lungo con lo sguardo, quando mi vede passare. Io ammetto che un bel pensierino su quel culetto l’ho fatto. Poi una volta mi ha chiesto all’improvviso.
«Ti piacerebbe averla nel letto con noi?»
Colto alla sprovvista son rimasto sul vago.
«Ammetto che non mi dispiacerebbe, ma son giovani e sposati da poco, dubito che si possa realizzare.»
Lei mi sorride maliziosa.
«Lascia fare a me: è una donna e fra donne l’intesa è più rapida.»
Non so come abbia fatto, ma dopo una settimana era nel letto in mezzo a noi. Silvia, questo è il suo nome ha una passione profonda per leccare le donne, in particolare la fica, meglio se ben farcita di calda sborra, passione che ha subito contagiato anche Giusy. Per me questo va molto bene, per cui il nostro passatempo preferito è diventato questo: io ne scopo e faccio godere una, poi le inondo la fica, che viene ripulita dall’altra, mentre quella che ha goduto provvede a succhiarmi il cazzo per farlo tornare ben duro per scopare anche l’altra. Con la complicità di Giusy, le ho sfondato anche il culo, che era vergine. All’inizio si è un po' lamentata per il dolore, ma con Giusy che le succhiava il clitoride, con due dita ben piantate in fica, il piacere ha avuto ben presto il sopravvento ed ora si lascia inculare tranquillamente, ma esige che le sborri sempre in fica. Due mattine fa, mi suonano entrambe alla porta, entrano e sono radiose, felici. Silvia sprizzava contentezza da tutti i pori, mi abbraccia sorridendo ed esclama con entusiasmo.
«Sono incinta!»
Resto un momento stupito. Certo, in questi mesi le ho farcito abbondantemente la fica di sborra, ma credevo usasse delle precauzioni. Lei legge il velo d’inquietudine sul mio volto, mi abbraccia più forte e mi bacia.
«Tranquillo. Non ci son problemi, un cornuto che lo alleva ce l’ho anch’io!»
Ridiamo tutti e tre di gusto e poi ci dedichiamo al nostro passatempo preferito.
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17 anni fa
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Mia moglie confessa finalmente
Allora,non so da che parte cominciare, c'è tanta carne al fuoco.Siamo una coppia di 47 e 46 anni, insieme da sempre, sposati e con un figlio.Come succede a tutte le coppie prima o poi, anche noi dopo tanti anni abbiamo subito un calo di desiderio reciproco dovuto alla routine,alla monotonia e ai problemi quotidiani che ti assorbono tutte le energie.In questi ultimi anni per cercare di venirne fuori e ritrovare la nostra intesa ho cercato di capire quali erano le sue fantasie e cosa la faceva eccitare avvicinandomi anche alle tematiche cuckold per cercare di coinvolgerla.Naturalmente il pensare a lei mentre veniva presa da un'altro mi eccitava parecchio e anche lei mentre scopavamo e le raccontavo le mie fantasie godeva da matti.Purtroppo al di fuori dell'atto sessuale di questi discorsi si parlava poco e anche se poi sono riuscito a farle promettere che avremmo realizzato qualcuna di queste fantasie, in concreto successe ben poco.Sentivo che c'era qualcosa che la bloccava ma in cuor mio speravo si sbloccasse lavorondola ai fianchi con continui imput.Invece qualche giorno fà è successo quello che non mi aspettavo più anche se lo sapevo senza certezza.Partiamo dalla confessione, come spesso accade le stavo scrivendo qualche porcata su whatsapp, le solite cose, quanto sei porca, chissà se con un'altro cazzo lo saresti di piu ecc..Ad un certo punto il fulmine a ciel sereno, mi scrive: "comunque posso dirti che uno stretto lungo l'ho gia preso, scusami", potete immaginare come mi sono sentito, un conto è saperlo senza prove, un'altro è sentirselo confessare cosi candidamente.Stranamente non mi è montata la rabbia, anzi il mio cazzo si è svegliato in un attimo e lo ho risposto "cioè?".E lei: "in quel periodo ho scopato con uno, al motel,mi sono sempre sentita in colpa a tal punto che non sono piu riuscita".Io: "con chi, troia, lo sapevo, devi raccontarmi tutto".Lei: "questa sera ma giura che mi perdoni".io: "mi stai facendo eccitare come un porco e ti perdono solo se lo rifarai per me e con me".Lei:"si, forse ora si".Io:"non stò nella pelle, voglio sapere tutto, non vedo l'ora".Lei: "ok, scusami mi sento una merda perchè dovevo dirtelo prima, anche se sono certa che lo avevi già capito".Io:"lo avevo già capito ma non avevo la certezza, l'importante e che finalmente ti sei liberata da questo peso, ora cominciamo a vivere".Come potete immaginare aspettavo trepidante che tornasse dal lavoro, appena entrata mi abbraccia con le lacrime agli occhi chiedendomi scusa e sedendosi sul divano inizia a raccontarmi la storia.Ha conosciuto quest'uomo su una chat come semplice amicizia e parla oggi, parla domani, si sono scambiati il numero di cell. e sono entrati sempre più in confidenza sfogandosi a vicenda e raccontandosi ognuno le proprie storie e i propri problemi, lui separato con due figli e lei che in quel periodo non andava d'accordo con me.Questo rapporto mi ha detto che è durato 5 o 6 mesi finchè un giorno lui le disse che voleva incontrarla e lei accetto.Lui era di Torino e una sera si incontrarono, andarono a mangiare e parlarono molto, si creò una bella sintonia e decisero di rivedersi ancora.La seconda volta, vista la lontananza decise di prendere una camera in albergo per non dover fare la strada di ritorno la notte, lei si fermò in pezzeria, prese due pizze e mangiarono in camera sul letto.Dopo mangiato iniziarono a baciarsi e toccarsi, lui la leccò e la masturbò facendola godere molto e lei fece altrettanto, un bel pompino, aveva un cazzo stretto di diametro ma molto lungo e mi ha confessato che aveva un buon sapore e le è piaciuto molto.Arrivati al culmine dell'eccitazione lui le ha chiesto di poterla scopare, lei era bagnatissima e ne aveva una gran voglia ma non avevano i preservativi e non se l'è sentita(non prendeva la pillola).Allora giusto per farlo comunque godere si è dedicata al suo cazzo con la bocca facendolo impazzire fino a farlo godere, lui stava per veniree continuava dirglielo pensando di toglierlo dalla sua bocca ma lei non lo ascoltò e lo fece sborrare in bocca continuando a pomparlo finchè non uscì l'ultima goccia.Aveva la bocca piena di sborra di uno che non era suo marito ed era eccitata come la più grande delle troie, lui era in estasi e le disse che non aveva mai goduto in questo modo fantastico.Per quella sera finì così ma naturalmente non la storia.Si incontrarono ancora una volta, stessa procedura, cena e poi a letto, mi ha raccontato che era in accappatoio, lo aprì e lui era già eccitato, lei si tuffò sul cazzo e inizio a spompinarlo, lui la spogliò e la leccò per bene infilandole qualche dito nella figa fradicia.E fu così che arrivò il momento, mise il preservativo e la penetrò, mi ha detto che non capiva più nulla, era in estasi, quel cazzo sguazzava nei suoi umori, lo sentiva entrare e uscire in tutta la lunghezza e si sentiva troia ma libera, l'unico problema è che era troppo lungo e quando le sbatteva in fondo le faceva male.La prese in diverse posizioni e alla fine lei volle cavalcarlo, è la sua posizione preferita, ma mi ha detto che non riuscì a prenderlo tutto per via del dolore ma che ebbe un orgasmo da paura.Lo fecero per tre volte quella sera e godette come mai aveva goduto, purtroppo come spesso succede lui si innamorò e lei invece si riempì la testa di sensi di colpa e decise di interrompere la relazione.Questo è quanto, ora ditemi,cosa pensate ora della mia signora?Ora sembra più serena e anche se non ci siamo ancora arrivati la vedo molto decisa e più complice nel voler realizzare le mie fantasie, speriamo presto.
101067
2
11 anni fa
pillinca,
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per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
97397
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17 anni fa
valerio,
32
Ultima visita: 10 anni fa
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