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Parigi...


Si era spogliata nuda in attesa del prossimo cliente…
Indossava solamente una sottoveste di seta nera ed un paio di calze nere
finissime, che lasciavano intravedere il sesso caldo e invitante….

Così era irresistibile,
con i lunghi capelli castani tenuti scompostamente da una matita
che lasciava scendere lunghe ciocche sulle spalle…

Il suo viso aveva lineamenti dolci, femminili...
occhi da gatta che parlavano da soli,
la pelle morbida e liscia.

Quella notte indossava orecchini di perle…
che le adornavano le orecchie,
avvezze a sentirsi sussurrare gemiti e richieste di ogni genere.

Viveva negli anni Trenta,
fumava sigarette col bocchino nero e i bocchini li sapeva fare bene,
tanto bene che la proprietaria della “Casa” di Piacere, dove lei lavorava
la promuoveva come la migliore.

Si era fatta un nome all’interno della Casa,
tanto che tutti i clienti più affezionati chiedevano di lei e solo di lei.

Non era certo il tipo di donna che si poteva incontrare facilmente
in un simil luogo,
ma il destino avverso
l’aveva costretta a questo per vivere!

Ovviamente, le altre ragazze erano invidiose…
e tentavano di screditarla ogni volta fosse loro possibile…
con soprusi e angherie degne del nome che portavano….

Ma lei non si scoraggiava.
Persisteva nel suo mestiere, quello più antico del mondo…
con puntualità e impegno.

Perfetta e precisa amministratrice di se stessa nel lavoro…
una gran artista sognatrice nel suo intimo.

Di giorno artista,
di notte puttana.

Viveva sola in un appartamento nel cuore della Parigi,
in quell’epoca pulsava di vita e di denaro.

Amava divertirsi, non solo con gli uomini che incontrava per mestiere.

Anche la sua vita privata era alle stelle.


Però questo non le impediva di sognare: quando avrebbe incontrato il suo Uomo,
quello che l’avrebbe portata via da quel destino infame e dorato?

Era forse quello che stava per entrare adesso?

Alla vista del suo cliente le speranze svanirono in un lampo…

Era alto e muscoloso, la camicia aperta faceva intravedere un petto villoso,
le gambe lunghe arcuate terminavano in un paio di trasandati e sporchi scarponi.

Il volto era coperto da un cappuccio nero, che lasciava intravedere gli occhi perversi al di là di feritoie oblique.

Era spaventata.

Non solo dal cappuccio che le impediva di vedere il volto del suo cliente,
ma anche dai chiari segnali di poca signorilità…
che trasparivano dal suo altero atteggiamento.

“Bene, sei già nuda, mi risparmi la fatica di spogliarti”
Fu la prima frase che quell’uomo le disse…

Era ammutolita e pietrificata, tremava di paura.

La Direttrice del bordello,
una donna grassa e dall’aspetto volgare,
solitamente non le mandava individui del genere,
ma era evidente che questo pagava bene…

“Allora? Sei muta, brutta puttana?
Io non mi formalizzo sai!
L’importante è che scopi bene!”

“Paura, eh, puttana?”

D’un balzo, l’uomo scattò verso di lei afferrandola e la scaraventò sul pavimento…

Gridò aiuto,
ma nessuno pareva udirla…

“Girati di culo, puttana!”
E lei tremante obbedì.


Il cliente allora la penetrò con violenza,
lasciando il suo corpo ormai nudo…
su quel gelido pavimento…

Urlò il suo dolore, il corpo livido dai colpi violenti e dalle chiazze scure
per le botte
che prendeva ad ogni sua penetrazione…

ma ancora una volta nessuno parve sentirla.

L’uomo era rozzo e violento e ansimava con voce rauca …
per lei disgustosa.

Singhiozzava, ma il cliente non ebbe pietà di lei e infierì
in modo ancora più violento.

Fece su quella bellissima ed elegante donna
ogni stimolo che il suo corpo volle,
mentre nel silenzio scendevano lacrime lungo
le morbide guancia di lei…

Fu un tempo per lei interminabile,
e quando ebbe esaurito ogni sua violenza…
sbuffando di fiacchezza uscì,
lasciandola non prima di averla umiliata
gettandole i soldi tra le dolenti cosce.

Vedendo uscire l’uomo ancora incappucciato in un saluto sbrigativo,
una delle altre ragazze s’insospettì e corse nella sua camera.

La vide così, nuda…
la sottoveste lacerata,
prona sul quel pavimento che piangeva…

Il corpo violato,
tutto insozzato dallo sperma del cliente…
e la pelle candida divenuta ormai scura per le botte
e la schiena solcata da profondi segni.


Lanciò un urlo così forte che tutte le “colleghe” corsero a vedere.
Chi gioiva, chi piangeva, chi rideva…

Ma una c’era tra loro un’amica in quel covo di vipere…

Aveva un cuore e un’anima e, alla vista dell’amica,
si precipitò verso di lei e la soccorse.



Le ripulì il corpo con un candido fazzoletto,
la girò verso di se e l’abbracciò teneramente.
“Che ti è successo le chiese..”
Ma non una parola uscì dalle labbra di lei…

Si lasciò solo andare tra quelle braccia amiche
nelle quali si sentì finalmente al sicuro…

Le due ragazze restarono sole.

Si tenevano strette…
L’amica la accarezzò dolcemente,
cingendole le spalle e lasciando che il suo capo le si appoggiasse ancor di più
contro di lei ...

Con l’indice le sollevò il viso per il mento…
e dolcemente le baciò le labbra rosa bagnate di lacrime.

Con un gemito di sollievo,
anche lei ricambiò il suo bacio, con la lingua ancora tremante…

Fu un bacio lungo e appassionato,
che le coinvolse entrambe.

Poi le mani dell’amica, scivolarono dolcemente sul suo seno,
stimolandole i capezzoli che uscirono subito turgidi e vogliosi,
pronti per essere leccati.

Si chinò a leccarli con avidità ,
regalando all’amica un gemito di piacere dopo tanto dolore…

La baciò lungo tutto il corpo,
fino a raggiungere il sesso vigorosamente violato, ancora tremante…

Leccò il suo clitoride,
piano,
lentamente,
dolcemente,
fino a quando sentì i suoi muscoli contrarsi in un orgasmo intenso e voluttuoso…

Poi leccò le sue cosce, seguendo la pelle morbida e dolce al suo sapore,
ora pulite e profumate…

Le carezze sensibili e calde dell’amica la rilassarono…
e finalmente emise un sincero respirò di puro piacere….

Questa volta furono lacrime di gioia a solcarle il bel viso.

I grandi occhi verdi si rivolsero dolcemente alla sua compagna, inondandola di affetto,
che venne ricambiato con un altro bacio,
questa volta più profondo.


Qualcuno,
dietro un paravento nascosto, spiava…


Era un uomo affascinante…

Entrambe erano da tempo attratte da quel viso giovane e sofisticato .

Non era un cliente,
era una presenza che le aspettava sempre all’uscita
della “ Casa “.

Non era certo il tipo d’uomo che aveva bisogno di cercare
compagnia a pagamento,
ma da loro era morbosamente attratto…

Si era inoltrato nella “ Casa “ all’insaputa di chiunque…

Le aveva osservate nella scena …
e si era masturbato cercando di rimanere una presenza oscura…

Loro provarono piacere ancor di più,
si presero gioco di lui e continuarono
a provocarlo nelle loro sinuose
movenze femminili
sole…

Almeno così lui credeva.
Rimase lì ammaliato.

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