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Quindici

E' un'estate afosa in città, l'asfalto brucia sotto il sole e vapore denso si alza dal terreno.

Le strade sono deserte, qualche cane rovista nella spazzatura alla ricerca di un osso e magari di un padrone premuroso,nel vago sogno di una casa accogliente e di una carezza al mattino.

Michela passeggia tra le vie del centro, si avvicina al bastardino ed i suoi occhi lacrimosi incontrano le sue lunghe ciglia nere.

Ha sempre sognato di avere un cane, di amare un essere indifeso e affettuoso, di correre nel parco sotto casa assieme al suo inseparabile amico, ma Matteo non vuole animali in casa dice che sono un peso, che sporcano,che limiterebbero i loro viaggi e le loro partenze che toglierebbe loro il tempo che resta dal lavoro.

E Michela piega la testa come sempre, perchè è Matteo che paga il mutuo, è lui che le compra abiti costosi e l'accarezza la notte tra le loro lenzuola di lino bianco.

Michela è così: una donna nata per essere tale, un essere dolce e sensibile, dal corpo procace e dall'immaginazione fervida che ha nascosto tutti i suoi sogni nella ventiquattrore di Matteo, una fanciulla docile ed obbidiente che vive i sogni riflessi di un marito bello ed importante.

Lui le ha sempre dato tutto, un nome, una splendida villa in una nuova ed elegante zona di Roma, una domestica indiana dal passo felpato e dall'attività frenetica, feste a bordo piscina, camicie di seta e divani di velluto.

Michela bella ed invidiata non conosce la fatica, non conosce il sudore e non conosce la passione.

Il suo uomo è sempre fuori, sempre di corsa tra una linea aerea ed una ferroviaria, sempre lontano e distante con il suo palmare in tasca e il suo cellulare a portata di mano.

Matteo è bello, affascinante, intelligente e bisognoso di una moglie affidabile che dica sempre si.

Matteo ha scelto Michela per la sua semplicità, la sua accondiscendenza, la sua bellezza naturale e la sua innata bonomia.

Michela è l'angelo del focolare, la moglie diletta e dilettamente presente, la donna intelligente e sobria che l'aiuta nella sua scalata al potere.

Michela non pretende le smancerie e le sofisticate attenzioni delle mogli e delle amanti dei suoi colleghi, che sospirano al telefono ed ululano come cagne furiose quando l'ennesima riunione di protrae per l'ennesima ora.

Michela è placida e corretta, non urla, non chiede, non pretende. Anche tra le lenzuola si fa guidare per mano, lo accontenta con la sua placidità e non lo assilla con voracità e determinatezza.

Michela è una donna scontata, mansueta, un animo innocente.

E' notte.

Phatima, la domestica indiana dorme il suo sonno pesante nella stanza a pianterreno.

Michela è sola, Matteo è fuori per un meeting con una società Giapponese: un viaggio d'affari importante che potrebbe decretare la sua ascesa perpetua nell'olimpo degli uomini di affari più giovani d' Italia.

Lei è timorosa, ma decisa, nella vita è la prima volta che disubbidisce a qualsiasi regola del vivere civile.

E' la prima volta che si butta in un'avventura così sconsiderata, che si getta così affannosamente in una situazione così volgare eppure così deliziosamente affascinante.

L'indirizzo lo ha trovato in un sito internet una settimana fa, quando alla ricerca di lingerie per la casa, tra una pagina e l'altra è inciampata per caso in una community per adulti.

Il puntatore del mouse già pronto sulla x per chiudere la pagina è rimasto così a mezz'aria quando i suoi languidi occhi scuri si sono scontrati con foto in bianco e nero dove corpi di donna si confondevano con bocche e membri di uomini.

"una donna per quindici maschi" recitava la locandina, e sotto, più in basso un numero di telefono e l'indirizzo di un locale romano.

Michela ha sentito un brivido percorrerle la schiena e scendere giù nelle profondità del suo essere donna.

I capezzoli turgidi contro la sottoveste di seta bianca e le grandi labbra tumide di piacere l'hanno sconvolta per ore, mentre si rigirava nel letto, schiava di sogni lascivi che il suo cervello teneva nascosti chissà dove e chissà da quanto.

Nei giorni trascorsi si è sfiancata a forza di nuotate, è andata a cena dalle sue perbeniste amiche, ha fatto volontariato per ore, si è sfibrata in passeggiate mattutine tra strade riarse e negozi chiusi: ma il pensiero torna sempre a quella foto in bianco e nero a quell'immagine demoniaca ed aberrante che le blocca la saliva in gola e le irrigidisce le membra.

Neanche il tiepido sesso, fatto alla svelta con Matteo prima del suo viaggio in Giappone le toglie la voglia che si è impossessata del suo corpo come una malattia frenetica.

Anzi, si fa prendere con forza ed urla al marito frasi incoerenti e volgari che spingono Matteo ad un rapido orgasmo e, ad un tiepido abbraccio post coitale.

Lui non commenta ma la guarda smarrito ed atterrito, e lei si sente nuda e spaurita come una puttana in un bordello di infima categoria.

La mattina dopo si alza incerta, un dolore martellante alle tempie, un calore incessante tra le gambe e decide mentre guarda il giardiniere curare le ortenzie del giardino di sbocciare anche lei come un fiore profumato.

E timidamente compone quel numero di telefono e timidamente lascia il suo nuovo nome alla segreteria.

Adesso, mentre phatima dorme, prende il borsone che ha preparato sotto il letto, scivola lentamente in giardino ed attenta a non far suonare gli allarmi si cambia alla svelta.

Nasconde la sua lingerie di seta in un cespuglio di Bouganvillea e si cambia velocemente.

In maniera incerta indossa una cortissima gonna di acrilico bianca ed un top cortissimo e trasparente, come biancheria solo il suo corpo latteo e prorompente e il suo monte di venere depilato.

Le scarpe sono sandali altissimi dorati con stringhe alla schiava che si attorcigliano attorno alle sue eleganti caviglie.

Una parrucca bionda nasconde i suoi lunghi capelli neri ed un trucco abbondante maschera il suo volto di brava ragazza e di moglie assennata.

Michela è pronta per scoprire i misteri di una notte tutta da scoprire e tutta da dimenticare, Michela è pronta per dare al suo corpo la vita che per anni gli è stata negata.

Ondeggia sugli altissimi tacchi e segretamente si diverte quando il tassista che la carica la guarda con esasperante voluttà, prendendola per certo per una squillo di alto bordo che batte nelle ville dei ricchi signori romani.

Si fa lasciare nella strada ad angolo, dietro il Colosseo, che racchiude in questa tipida notte estiva tutte le promesse e tutte le peccaminose gioie sussurate nel vento.

Suona ad una porta anonima, riconoscibile solo per alcuni zampironi che ne decorano l'ingresso.

Scende delle scale buie e con un vago sentore di muffa e si immerge in una Hall con Strati di tende rosso pompeiano e con discutibili Veneri nude alle pareti.

Ad accoglierla una splendida transessuale dai seni gonfi e rifatti e dalle mani lunghe ed affusolate.

Non le chiede nulla, non la guarda neppure,si limita ad indicarle la strada per il paradiso o forse per l'inferno.

All'interno c'è pochissima luce, il fumo delle sigarette le irrita la gola, il pavimento lucido ed i tavolini all'angolo la sorprendono e l'incoraggiano ad incedere fieramente.

Al bar ordina champagne ma l'allegro ragazzo la guarda con un sorriso e le offre spumante nostrano.

Michela deve imparare che non è alla festa di un manager o alla serata danzante di un imprenditore, è in un mondo nuovo e sotterraneo dove il piacere non si beve da calici di cristallo ma da bicchieri di spesso vetro da quattro soldi.

Accavalla le gambe, dimentica che sotto la gonna non indossa nulla ed in pochi minuti si sente al centro di un'attenzione nuova e palpabile e mille occhi la scrutano e mille bocche si aprono e si chiudono attorno a lei.

Dietro un pesante tendaggio sente delle grida soffocate ed un andirivieni continuo le indica che là dietro si celano tutte le sue fantasie più proibite.

Si alza decisa e lascia che cinque ragazzi di bell'aspetto, muscolosi e con magliette attillate, dal marcato accento romano, la seguino per il labirinto di corridoi interni.

Nel suo percorso, vede in ogni stanza una donna sola con diversi maschi accanto, non si sofferma però a guardare, ormai è decisa e propositiva, non è venuta fin qui per il solo piacere voyeristico di osservare nascosta.

Davanti ad una stanza libera, un uomo adulto, con giacca e cravatta, sicuramente un addetto alla sicurezza le chiede se i signori che l'accompagnano sono con lei.

Michela si gira e vede ai cinque ragazzi romani si sono aggiunti altri uomini di varie età e di varie fattezze.

Per un attimo solo l'indecisione la prende con forza e vorrebbe fare dietrofront, salire le scale, togliersi la parrucca bionda e nascondersi tra le sue lenzuola di lino bianco.

Ma è solo un istante: è ormai pronta e decisa a concludere questa notte tragica e sorprendente nell'unico modo possibile.

Domani si riappropierà della sua persona e della sua identità e tornerà ad essere la borghese e benpensante signora di ieri.

Fa un cenno affermativo al Caronte che presiede la porta e quest'ultimo senza chiedere nè parlare, avvezzo dopo anni di questo lavoro, a vedere le donne più troie e più ninfomani di Roma darsi da fare anche con trenta uomini assieme, gira la maniglia per far entrare il gruppetto.

Osa solo un 'buon divertimento' quando con la stanza al completo richiude l'uscio e le buone maniere di Michela con esso.

Adesso è dentro. Una stanza semplice,con qualche velleità di erotismo che traspare dalle lucine rosse al soffitto e dalle scene di nudo raffigurate alla parete.

Un enorme letto, anzi un materasso troneggia al centro della camera.

Per il resto un divanetto in un angolo, scatole di kleenex ovunque ed un bagno anonimo da cui si accede per un porta laterale.

Gli uomini iniziano già a spogliarsi, non parlano, tranne per i cinque ragazzotti giovani ed imbarazzati che si danno di gomito a darsi quel coraggio di cui anche Michela, ora, avrebbe disperato bisogno.

Lei non guarda nessuno dritto negli occhi, non ha la forza di dare un volto a quei membri eretti che sono già pronti a compiere il loro dovere.

Ne conta otto, mentre altre sette paia di gambe combattono con i jeans per sfilarli velocemente.

'Quindi uomini per una donna'recitava la locandina, e la verità palpabile di quest'affermazione esplode improvvisamente attorno a lei.

Alcune mani si fanno timidamente avanti e dita vogliose le titillano il seno e le toccano le gambe lisce e morbide.

Un uomo adulto si avvicina e la fa sdraiare dolcemente sul letto, il cavaliere di questo insano walzer sembra dare l'avvio alle danze.

Stesa vede il soffitto coperto anch'esso di stoffa rossa e sente una lingua, lenta e voluttuosa percorrere il suo stomaco, dall'ombelico fino al monte di venere.

un cazzo grosso e possente si fa largo tra le migliaia di mani che la stanno toccando per entrare prepotentemente nella sua bocca dischiusa.

Nessuno chiede il permesso per compiere quest'atto sacro e dovuto che fino a ieri lei ha compiuto semplicemente e freddamente per quello che pensava fosse amore.

Il membro si insinua nella sua gola e lei si ritrova avida e aperta a leccare, mangiare, desiderare questo uccello sconosciuto.

Mentre succhia voracemente, come mai avrebbe pensato di essere in grado di fare, la lingua che percorreva il suo monte di venere scende sulle grandi labbra, dà leggere toccatine al clitoride gonfio come il pistillo di un fiore e si fa strada nella sua fica bagnata.

Adesso è in balia di sensazioni nuove e possenti mentre ciuccia e si lascia ciucciare, mentre mani anonime la tastano e la riempiono in ogni suo anfratto.

La lingua viene tolta dalla sua fica per essere sostituita dal cazzo di uno dei ragazzotti, che riconosce per via della maglietta attillata e nera che incede su di lei.

Si muove al ritmo di questa danza, lasciando che il giovane uccello le sbatta contro le pareti dell'utero e la riempia con la sua virilità.

Il ragazzo ansima sopra di lei, mentre un suo compagno eccitato dalla scena, smette di masturbarsi per riempirle nuovamente la bocca.

Altri due uomini si avvicinano nudi e prendendole le mani, una per ciascuno, l'accompagnano verso i loro uccelli gonfi e nerboruti.

Michela si estranea e si guarda da fuori: stesa su un letto, scopata da un uomo, con un altro nella bocca, altri due nelle mani ed altri ancora intorno al suo corpo pieno e disadorno.

Questa scena si fa largo in lei, in profondità, e l'eccitazione la prende come mai avrebbe creduto ed osato pensare.

Diventa improvvisamente partecipe, e decide di essere lei. al centro di ogni attenzione, di essere lei, per una volta nella sua vita ad ordinare, a chiedere, a pretendere.

Ferma il ragazzo mettendogli la mano sul petto in maniera fiera e decisa,lui la guarda turbato, forse preoccupato di aver pompato con troppa forza e di aver esagerato.

Ma lei sorride, e si gira su un fianco e con lo stesso sorriso, lo fa sdraiare accanto a se per farselo mettere in questa posizione.

Lui rapido e sorpreso si stende accanto a lei e con la mano guida il suo uccello verso quella dolce apertura.

Così,scopata di lato, Michela ha la possibilità di avere tutto sotto controllo e mentre succhia un nuovo cazzo, indirizza la testa di un uomo al centro del suo piacere.

Il tizio la lecca di gusto, e la sua saliva, umetta ancor più la sua vagina bagnata consentendo al virile cazzo di scivolare con foga dentro di lei.

Quando dai colpi decisi,capisce che il ragazzo e sul punto di non ritorno lo ferma in modo deciso.

Lui si blocca e lei, per la prima volta, parla e pretende che tutti la scopino a turno per rovesciare assieme il loro seme e il loro piacere nella sua bocca.

Queste sono le regole che lei detta stasera: a queste regole tutti gli uomini della stanza debbono attenersi.

E così questa giravolta di lussuriora ha inizio: sempre di lato i cazzi si alternano nella fica di Michela e lei blocca tutti con piglio sicuro come sente che i loro membri si irrigidiscono per svuotarsi in lei.

Stufa della posizione, desiderosa di sentire questi cazzi ancor più in profondità si gira completamente, ed offre agli astanti la libidinosa fierezza del suo culo grosso e rotondo e della sua fica depilata e trasudante piacere.

Si alternano in lei afferrandola per i fianchi e per il seno, tirandole le tette ed i capezzoli, attaccandosi alla sua schiena con la voracità di un frutto di mare su uno scoglio.

Prende il partner che la sta cavalcando in quel mentre e lo fa sdraiare sotto di lei, amazzone vogliosa e in una sola notte troia da motel e baldracca da strada.

Mentre pompa quest'ennesimo maschio, un uccello da dietro si avvicina al suo vergine ano, sacro talamo mai devastato dalle tiepide voglie di Matteo, e con leggera forza cerca di aprire la strada serrata.

Un gemito di dolore e godimento avanza dalla sua gola, e con un rapido colpo dei fianchi fa capire all'uomo che può procedere all'innaturale penetrazione.

Quest'ultimo allora le lecca lo stretto pertugio e con un dito prima e due dopo, inizia a forzarne l'apertura.

Quando sente malleabile sotto le mani il buchetto, avvicina il suo cazzo e con dolcezza la penetra lentamente.

Michela sente il piacere, quello più spossante e totale prendere il sopravvento del suo corpo e scopata ed inculata assieme, cerca avida gli uccelli che ha intorno per leccarne le cappelle turgide e le aste possenti.

A turno si impossessano del suo regale culo e cinque, sei, sette, dieci cazzi, avanzano nel suo corpo da un'entrata a lei ignota fino a stanotte.

Stantuffano, fottono, si alternano, le allargano le natiche con le mani e la leccano avidi e vogliosi per poi rimpossessarsi di ogni suo buco.

La notte è infinita e membri e mani si alternano su di lei e in lei, e saliva e sudore si confondono sul suo corpo e nella sua anima.

Dopo ore di godimento, dopo essersi fatta fottere davanti e dietro, in ogni posizione, Michela reclama il suo indennizzo.

Si fa circondare dai quindici compagni di una notte e apre la bocca per bere avidamente tutto il loro piacere.

Le vengono in faccia, sente il sapore dello sperma fin nella gola, il caldo nettare che le cala negli occhi e nelle nari, e le scende giù fin sul seno.

Raccoglie con le dita ciò che si è erroneamente disperso sul suo corpo e con l'ingordigia di una troia ingoia ogni avanzo ed ogni schizzo.

Il piacere sembra infinito e diluvi di sperma trovano rifugio tra le sue labbra.

E' mattino presto.

Michela sente Phatima che lavora in cucina.

E' indolenzita, stanca, conserva ancora in bocca il sapore dei quindici sconosciuti.

Ogni paura è scomparsa, la sua apatia l'ha gettata nel cassonetto dove all'alba ha buttato la parrucca e il vestito ormai reso uno straccio.

Ha posato sul guanciale del marito la commedia di Ibsen 'Casa di Bambola'forse leggendola capirà che la sua Nora è morta assieme alla vecchia Michela.

Saluta felice phatima, si avvicina al cancello della villa e si riempie i polmoni della fresca aria del mattino.

Sente un guaito provenire da un cassonetto li accanto e le sue ciglia nere si incontrano con gli occhi infelici di un cucciolo senza padrone.

Accarezza il pelo morbido della creatura tremante, che scodinzola giosa nel primo sole del mattino.

Si riconoscono subito, due anime nuove e rinate, che si aprono al mondo con la medesima voglia di vivere la vita e sentirne i colori ed i sapori e con un sorriso gioioso apostrofa la bestiola : -'Quindici vieni qui'-

Il cane risponde al richiamo e assieme si avventurano per le vie deserte della Capitale.

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