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Sempre noi tre ..seconda parte

Il passo successivo fu quando ci ha invitato a frequentare una spiaggia nudista a Marina di Albarese. Ne avevamo sentito parlare, ma io ero indecisa. Un conto è essere nudi in acqua di notte, e soli, dove si vede poco o nulla, e un altro è stare nudi in mezzo alla gente. Mi sentivo a disagio al solo pensiero, ma alla fine mi sono lasciata convincere e ci siamo andati una domenica di Luglio. La paura di incontrare gente che ci conosceva, era forte, e poi vedere tutti qui corpi nudi di donne e uomini mi intimoriva, ma alla fine dopo aver trovato una capannina libera, loro si sono denudati mentre io esitavo. Le parole di Carlo mi hanno tranquillizzato.
“Rilassati e al massimo mettiti in topless. Quando ti senti tranquilla se vuoi ti metti nuda.”
Ho ascoltato il suo consiglio, poi però è passata una coppia entrambi nudi, e vedere lei che ostentava la sua nudità, mi ha fatto scattare un senso di sfida, e mi sono messa nuda pure io. Ero in ogni caso molto tesa, e non sono riuscita a lasciarmi andare, e per questo non abbiamo fatto sesso, se non un po di masturbazione reciproca, ma ero troppo tirata, e sia Luca che Carlo hanno evitato di insistere. Nonostante tutto però, la cosa ci aveva intrigato, e in altre due occasioni ci siamo tornati da soli, e una volta abbiamo anche scopato. Quando lo abbiamo raccontato a Carlo, lui si è complimentato con me. Per un certo periodo con lui ci siamo incontrati poco, e in particolare è stato Luca che ha preso spesso dei caffè con lui, che aveva più tempo di me. Anche Carlo era impegnato in una nuova attività, ma questo non ha intaccato assolutamente la nostra amicizia. Poi noi due abbiamo deciso di sposarci. Organizzare il matrimonio, e tutto il resto, ci ha richiesto del tempo e la trasgressione è continuata solo fra me e Luca, con Carlo che ogni tanto ci aggiornava delle sue avventure, avendo da poco scoperto un posto chiamato Cape d'Agde, che a suo dire era un vero tempio del sesso estremo. Sentire i suoi racconti mi intimoriva. Ero sicura che mai mi sarei lasciata andare a un rapporto con più maschi in pubblico, anzi il solo pensiero di farlo con un altro, oltre il mio uomo, mi dava già una certa ansia, e consideravo l’esperienza vissuta a Saturnia, come il massimo della mia intraprendenza. Nonostante tutto questo, con lui ci si vedeva quando capitava, e il bello era che insieme, parlavamo di tutto come amici qualsiasi, e in più anche di sesso liberamente. Per circa due anni non abbiamo mai trovato l’occasione di giocare di nuovo con lui. Durante questo periodo, fra me e Luca avevamo sviluppato un gioco nostro. Ci piaceva immaginare di avere ognuno un amante. Mi ricordo bene che tutto era nato dal fatto che entrambi lavoravamo a contatto col pubblico, e che spesso sia io, a lui o lui a me, ci capitava di raccontarci le velate, e a volte esplicite proposte ricevute di avventure extraconiugali, che noi sistematicamente rifiutavamo, in quanto come coppia, eravamo molto uniti, complici, e assolutamente soddisfatti. Da tutto questo ne era nato un gioco, che ci faceva impazzire di piacere, e che ci eccitava tantissimo. Il tutto era semplice e nello stesso tempo complicato. Quando volevamo giocare, lui mi diceva che sarebbe uscito a giocare a biliardo con i suoi amici, e io allora gli dicevo che sarei uscita con le mie amiche. In realtà lui usciva, e andava ad aspettarmi in un posto convenuto. Io mi vestivo in maniera come se andassi davvero ad un appuntamento con il mio amante, che poi era lui, come io, ero per gioco, la sua amante. Quando salivo in auto con lui, recitavo la parte della moglie che fa le corna al marito, e parlavo con lui come se stessi facendo veramente la puttana con un altro, e lui mi rispondeva come se stese con la sua amante. Il gioco ci sconvolgeva, e scopavamo nei posti, e modi più incredibili, in auto, in un motel dove affittavamo una camera, e in ogni luogo dove si poteva fare, e godevamo tantissimo. La cosa bella era che, quando tornavamo a casa, e lo facevamo in modo da non tornare insieme, nel letto, io gli raccontavo di essere stata con le mie amiche, e lui mi diceva la stessa cosa, ma poi quando mi toccava, e mi trovava ancora piena del suo seme, mi dava della troia, che si era fatta scopare da un altro. Io gli succhiavo il cazzo e gli dicevo che aveva il sapore della fica di una altra, e allora riprendevamo a scopare come se fino a quel momento non avevamo fatto niente. Era sconvolgente, e ci piaceva tantissimo fare questo gioco, che poi alla fine ci salvava da un tradimento reale. L’unico che era a conoscenza del gioco, era ovviamente Carlo, e quando gli raccontavamo dei nostri giochi, si eccitava e spesso ci diceva che si era masturbato al ricordo del nostro racconto. Mi eccitava sapere che un maschio si segava al pensiero che io potevo essere una puttana. Poi una volta accadde un fatto che ci ha eccitato tantissimo. Tutti e due siamo da sempre stati amanti della fotografia. Una volta in occasione del compleanno di Luca, abbiamo preso due giorni di ferie da passare alle cinque Terre e precisamente a Manarola. Ero eccitatissima all’idea di stare due giorni con mio marito Venivamo da un periodo molto duro, dove il lavoro, e altri impegni, non ci avevano concesso molto tempo, ne, per il sesso, e anche meno per la trasgressione. Avevo una voglia di trasgredire, che lui la percepiva come un lupo annusa la cagna che è in calore. Si, sono sicura di essere stata veramente in calore da quanto ero eccitata. Ho messo nella valigia tante cose sexy ed eccitanti, mini mozzafiato, tacchi alti e reggicalze e auto reggenti, mini, tanga, e altre cose con cui avevo deciso usare per far impazzire mio marito. La sera del venerdì siamo arrivati, e preso possesso del piccolo monolocale con bagno, subito mi sono cambiata, e siamo usciti a cena. Ero un lago fra le cosce. Mi ero messa una mini che non copriva nulla, e una camicetta trasparente, e tacchi da capogiro. Luca era in tiro continuo. Mi strusciavo in continuazione per sentire il suo cazzo fra le natiche, sul mio ventre e lui mi infilava le mani sotto, ad ogni occasione. Per tutta la serata l’ho provocato tantissimo, soprattutto per il fatto che sia io, che lui, avevamo una macchina fotografica, lui quella sera decise che avrebbe scattato le trentasei foto solo su di me in versione sexy. All’epoca non c’erano le digitali, le foto si scattavano, e poi bisognava farle sviluppare e stampare, quindi scattare delle foto hot, hard o meglio porno era un gioco non trasgressivo, di più! Non contenti di questo, dopo che mi aveva immortalato nelle pose più oscene, e porche, siamo tornati in camera, e me lo sono scopato tantissimo, alternando un orgasmo, ad una foto sempre più oscena, o porca. Adorava immortalare il mio viso nel momento in cui godevo, incurante del fatto che il mio viso, si vedeva, e solo quando eravamo di ritorno, ci siamo resi conto che avevamo tre rullini, che non avremmo potuto far sviluppare dalle nostre parti, per il semplice motivo che ci avrebbero riconosciuto, e lo sputtanamento sarebbe stato totale. A risolvere il problema ci venne in soccorso Carlo. Lui conosceva un fotografo suo amico, fidato che a sviluppava, e stampava le foto, in un piccolo laboratorio privato, e che era molto affidabile, così gli consegnammo i rullini e restammo con il patto che il mercoledì successivo ce li avrebbe riportati trasformati in foto. La seconda sera che avevamo dato le foto a Carlo, Luca nel letto mi fece notare, che un estraneo in ogni caso avrebbe visto la mia faccia, e tutte le porcate che io avevo fatto a lui, dai pompini alla bocca piena di sborra, alle pose oscene, al cazzo tutto in culo, e in fica, e alle sborrate in faccia, che mi ero presa. Per un attimo sono rimasta basita, poi improvvisamente mi sono eccitata, al pensiero che un estraneo, forse, si sarebbe segato nel vedermi porca e troia. Ho scopato Luca in maniera sconvolgente, e lui mi ha scaricato in gola, e in fica una quantità industriale di sborra. Più si avvicinava il mercoledì, e più mi eccitavo, e scopavo con mio marito, che era sempre in tiro anche lui. Poi il martedì sera, torna a casa, e mi dice che il giorno dopo sarà fuori per lavoro tutto il giorno, e che non potrà andare all’appuntamento con Carlo per prendere le foto. Resto un momento stupita e quasi sbotto dalla rabbia. Ma lui mi abbraccia, e con fare calmo mi parla.
“Amore non è un problema. Carlo arriva alle diciotto, tu esci dal lavoro alle diciassette, quindi hai tutto il tempo di andare, tu, all’appuntamento con lui per prendere le foto. Pensandoci bene potremmo anche trovare un motivo di piacere in più da questo contrattempo. Quando vieni a casa, ti cambi e ti metti molto sexy, come se andassi ad uno dei nostri appuntamenti del gioco del tradimento. Carlo è un amico e non sospetterà nulla di tutto questo, mentre noi, per una volta potremmo quasi realizzare la nostra fantasia. Se poi decidi di scopare con lui, io sono tranquillo, perchè di lui mi fido, e sono sicuro che ti farà godere, e non ci saranno problemi di sputtanamento. Quando torni, mi racconti tutto, come facciamo sempre, allora ti scoperò pure io, e questa volta, saprò che hai fatto veramente la troia. Come sempre, dovrai essere tu a decidere fin dove vuoi arrivare. Solo tu, potrai iniziare il gioco, e decidere quando fermarlo. Io ti amo, se realizzeremo questa nostra fantasia, io ne sarò felice per entrambi. Diversamente, ti potrai fermare in qualsiasi momento. Decidi tu. Altrimenti vai all’appuntamento, ci prendi un caffe, gli paghi le foto e ci vediamo a casa.”
Ero nel pallone. Per un momento non ho realizzato quello che mi diceva mio marito, ma semplicemente pensavo al risvolto che lui mi aveva prospettato, essere la protagonista reale di una nostra fantasia, essere la puttana che va tradire il marito! Cazzo era sconvolgente! Per tutto il giorno successivo, sono stata mentalmente scarica. Non riuscivo a decidere fin dove volevo arrivare. Carlo era un gentiluomo, e non avrebbe fatto sicuramente nulla di sconveniente, se io non lo avessi autorizzato, ma non era questo il problema. Il punto era IO, fin dove volevo arrivare? mi eccitava la prospettiva di scopare con lui, e nello stesso tempo non mi piaceva farlo senza Luca. Fino a quel momento lo avevamo sempre fatto insieme, e questo cambiare le cose mi sconvolgeva in entrambi i sensi. Giunta a casa ho fatto una doccia veloce. Erto così eccitata, che mi bastava sfiorare i miei capezzoli, per sentire l’elevato livello di eccitazione che avevo raggiunto durate tutto il giorno. Poi ho indossato delle auto reggenti, niente intimo, e solo una mini, stivaletti con un tacco dodici e una camicetta bianca, molto leggera e ho coperto tutto con un impermeabile che mi arrivava alle caviglie. Quando sono arrivata nel parcheggio, dove Carlo mi aspettava, ho tolto l’impermeabile, e sono salita in auto con lui che ha sgranato gli occhi per lo stupore nel vedermi vestita cosi sexy. Ero tesa, eccitata, e indecisa, sul da farsi. Lui ha spostato la sua auto in angolo un pò più appartato, e mi ha fatto i complimenti per come ero vestita, poi mi ha dato le foto. Erano in buste sigillate, e lui mi ha assicurato che non le aveva viste. Ho chiesto quanto gli dovevo per la stampa, e lui mi ha risposto che il solo vedermi così sexy già lo ripagava, io ho insistito, e allora lui mi ha fatto una proposta.
“Non conosco il contenuto delle buste, mi accontento di vederle con te. Se accetti siamo pari."
Un poco titubante, ho iniziato a mostrargli le foto. Erano quanto di più sexy, porche, e sconvolgenti, che si potessero vedere. Era chiaro, che io nelle foto ero veramente una troia, e lui si era eccitato. Indecisa sul da farsi ho aspettato, che lui mi sfiorasse con un dito, e mi sarei lasciata scopare lì come una puttana, ma lui da vero amico, non ha fatto nulla per spingermi a donarmi a lui, e io pur vedendo il suo pacco gonfio, e sentire la mia fica in fiamme, non ho fatto nulla. Siamo rimasti a guardare le mie pose più oscene, e una in particolare lo aveva colpito. Ero seduta con le gambe raccolte, e aperte su un divano, con la fica aperta, e una rosa rossa in mano. L’ha guardata e riguardata, molte volte dicendo che se fosse stato lì, mi avrebbe leccato a morte fino a che non lo avessi implorato di scoparmi. Ero tentata di dirgli che in quel momento era quello che volevo, ma dentro di me mi mancava lo sguardo complice di mio marito, e alla fine l’ho ringraziato, e me ne sono tornata a casa. Quando è arrivato Luca, l’ho scopato in piedi, appoggiato alla porta di casa. Era chiaro che dopo questo, il nostro gioco era diventato sconvolgente, ma era anche palese che prima o poi noi avremmo scopato insieme a lui. Come ho scoperto poi, Luca e Carlo, si erano accordati, sul ritiro delle foto, appena saputo che Luca non avrebbe potuto andare all’appuntamento, aveva informato Carlo, e gli aveva detto che forse sarei arrivata vestita da troia, e che lui, si sarebbe dovuto comportare come meglio riteneva giusto, ma che avrebbe preferito che fossi io, a iniziare il gioco, lasciando a me, la decisione. Quando ho rivisto Carlo, l’ho ringraziato della sua disponibilità, e lui mi ha detto che la sera a casa si era fatto tre seghe, al ricordo di quella foto.
(continua)

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