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Un incontro bdsm indimenticabile

Stavo leggendo alcune pagine sul sito di incontri che frequento, quando, un annuncio mi ha incuriosito e mi sono soffermato. Ho visionato la pagina e mi hanno catturato in particolare le foto pubblicate. Una bellissima donna, assieme al suo compagno, si mostrava con una espressione voluttuosa e molto sexy, aveva intorno tanti sexy toys molto particolari, sicuramente utilizzati in pratiche BDSM. Infatti, nel messaggio introduttivo della pagina si indicava proprio la preferenza per incontri di sesso con pratiche BDSM.
Il messaggio pubblicato era molto invitante, quindi, scrissi loro dicendo che avevano catturato la mia attenzione e che l’idea di essere in qualche modo oggetto dei loro interessi BDSM mi piaceva. Scrissi, inoltre, che non avevo mai avuto nessuna esperienza BDSM e la cosa stuzzicava la mia fantasia sessuale.
Loro risposero in brevissimo tempo. Dopo alcuni contatti tramite e-mail ci siamo scambiati il numero dei cellulari e ci siamo sentiti diverse volte parlando in modo esplicito dei nostri desideri. Mi ritrovai a condividere quello che dicevano. Chiacchieravamo liberamente e facevamo progetti su cosa fare insieme.
In una delle conversazioni mi chiesero se fossi disponibile a raggiungerli a casa per passare una serata insieme, abitavano in una città vicina alla mia. Ho risposto immediatamente che ne sarei stato felice. Quindi restammo d’accordo che il sabato successivo ci saremmo visti, loro mi indicarono il loro indirizzo e mi fornirono tutte le spiegazioni necessarie per raggiungerli.
Durante quella conversazioni mi hanno mandato un paio di foto di nudo, alcune erano evidentemente fatte in diretta durante la telefonata, erano veramente foto molto esplicite.
Lei era alta circa 1,70, bionda, con grandi tette e una figa liscia e rasata. Lui un moretto alto circa 1,85 dal fisico snello. Era completamente depilato, il suo cazzo sembrava abbastanza grosso e lungo.
Quel sabato in cui stavo guidando verso la loro casa ero molto eccitato per l’incontro che da lì a poco avrei avuto. Le loro indicazioni mi condussero alla loro casa facilmente. Arrivato nel vialetto della loro villetta, molto tranquilla con un bel giardino intorno, ho suonato al campanello come da accordi.
Lei mi ha aperto ed è uscita dalla porta di ingresso indossando solo una vestaglia di seta nera, mi ha, quindi, invitato ad entrare dentro casa. Lui stava aspettando in salotto, era già seminudo e indossava un sospensorio nero di pelle che lasciava tutte le sue chiappe libere, la cosa mi è sembrata strana ma ormai ero in ballo e, quindi, dovevo ballare.
Si presentarono con i loro veri nomi, Giulia e Antonio, non con i nickname utilizzati in chat.
Giulia disse: "Prima di fare qualsiasi cosa vogliamo essere sicuri che tu sei d’accordo con tutto ciò di cui abbiamo discusso."
Risposi: “Si, certamente. Mi va di mettermi in gioco con voi.”
Lei, si tolse la vestaglia e rimase con un corsetto gotico in pelle che lasciava libere tutte le parti erotiche del suo corpo, seno e figa, era una visione bellissima.
Poi, con movimenti rapidi, senza nessuna perdita di tempo, mi aiutò a togliermi i vestiti. Ero quasi nudo in un attimo.
Quindi mi spinse verso Antonio chiedendomi di inginocchiarmi tra di loro. Il mio viso era all’altezza del suo grembo. Antonio, subito dopo, si era inginocchiato davanti a me e mi ha afferrato e massaggiato le palle.
Giulia, accarezzandomi da dietro, disse: "Fattelo venire duro per me, tesoro. Lo voglio assaporare."
Una profonda sensazione di piacere mi invase quando lei mi strinse il pacco, masturbando il mio cazzo. Iniziò ad accarezzarmi in simultanea con il suo lui.
Poi lei si abbassò strofinando il suo viso sul mio cazzo.
"Succhialo, tesoro. Fallo diventare duro. Mi piace vedertelo fare!" disse suo marito che la baciò sulla guancia.
Lei aprii la bocca e lasciò scivolare il mio pene dentro.
Antonio le ordinò: "Non fermarti, succhiaglielo finché non te lo dico io di smettere." Lei obbedì.
Lui gli teneva la testa con entrambe le mani spingendo il mio cazzo in profondità dentro di lei. All’inizio con movimenti lenti e calmi, poi con spinte più lunghe e in profondità. Mi stava facendo scopare la sua bocca fino giù nella gola.
Antonio esclamò: "Brava, ti piace essere scopata in bocca?"
Lei annuì con un gesto del capo continuando a farsi fottere tra le labbra.
Ad un certo punto, Antonio le disse qualcosa all’orecchio, Giulia si è alzata e si è allontanata. Tornò con alcuni oggetti, non li vedevo chiaramente ma immaginavo cosa fossero.
Cercai di girarmi per vedere meglio ma Antonio mi tirò indietro la testa e mi disse: “Non guardare. Ti metteremo un collare e delle manette come uno schiavo. Mi piace averti così. Va bene?"
Riuscii solo a grugnire un sì. Cercai di chiedere qualcos’altro ma non ci riuscii perché prima che me ne rendessi conto mi fecero indossare un collare di pelle e delle manette ai polsi.
Lui le allacciò molto strette. Le mie mani erano ammanettate insieme davanti, io ero ancora in ginocchio sul pavimento.
Giulia continuava a baciarmi la verga e a stringermi le palle tra le mani mentre Antonio proseguiva a dirmi: "Ti imbavaglierò perché devi essere il nostro schiavo, non devi poter protestare. Va bene?"
Non riuscii ad annuire o scuotere la testa.
Lui disse: "Sì, a lui va bene."
Quando disse queste parole, la mia testa fu tirata indietro, mi è stata infilata tra le labbra una palla di silicone, una ball gag costrittiva davvero grande che mi ha riempito la bocca. L'hanno legata stretta sulla nuca. Io tentavo di dimenarmi e cercavo di gridare ma qualsiasi possibilità mi veniva impedita dalla palla che avevo in bocca.
Giulia e Antonio mi hanno detto di rilassarmi che ora sarebbe venuto il bello della serata: "Ora inizia il vero divertimento. Andrà tutto bene, vedrai che ti piacerà." Le loro mani mi accarezzavano le palle e il cazzo e mi pizzicavano i capezzoli.
Mi ritrovai con le mani legate da manette, il collo chiuso in un collare legato alle manette con una catena e la bocca bloccata da una palla. Tremavo al pensiero di cosa potessero farmi da lì a poco. Ma, allo stesso tempo, la situazione mi eccitava da morire.
Mi sono rilassato per quanto potevo vista la situazione e ho cercato di adattarmi alle loro richieste. Ero abbastanza sicuro che avrei preferito andarmene subito. Ma era troppo tardi ormai.
Mi sono calmato anche perché era evidente la mia impotenza in quelle condizioni, non potevo oppormi al loro volere.
Loro mi presero per le braccia, mi fecero alzare e mi condussero nella camera da letto.
Quando entrammo dentro mi accorsi che c'era al centro della bella stanza una strana panca metallica con fibbie per immobilizzare.
Un po’ impaurito e non potendo parlare per la palla infilata in bocca feci una certa resistenza per non avvicinarmi a quell’oggetto.
Giulia mi spiegò con voce ferma: “Tranquillo, non aver paura, continueremo a giocare. Rilassati è una panca con le cinture per tenerti fermo, sono regolabili per adattarsi perfettamente al tuo corpo. Starai benissimo durante i nostri giochi.”
Aggiunse Antonio, con una certa rudezza: “Sarai umiliato e soggiogato al nostro volere, ti sottometteremo e sarai totalmente indifeso mentre farai ciò che ti ordineremo. Devi accettare il tuo destino e trarre il maggiore piacere possibile dalle cose che ti faremo.”
Ero titubante ma non potevo scappare o andare via, quindi fui costretto ad accettare il gioco perverso che mi imponevano.
Mi fecero sdraiare sopra la panca con il petto, ero a faccia in giù. Mi incatenarono le gambe.
Mi ritrovai legato ad una panca a 90 gradi, con le ginocchia appoggiate su due supporti della panca stessa. Faccia in giù guardavo il pavimento, le mie gambe erano divaricate con il mio piccolo buco del culo e le mie palle esposte al loro volere. Il cazzo pendeva liberamente assieme alle palle.
Ho sentito Giulia scivolare sul pavimento e adagiarsi sotto la panca. In quella posizione poteva continuare ha leccarmi la verga.
Antonio mi disse: "Ok, per ora Giulia ti sollazzerà con la sua bocca, però vedi che non è finita qui, ora ti useremo e tu dovrai stare alle nostre voglie. Per prima cosa ti infileremo un plug anale per allargarti il buco del culo, poi passeremo ad un grosso dildo. Ti piacerà vedrai. Ok"
"Mummphh … scherzi!!! Non mi sono mai trovato in una situazione simile, il mio buco è completamente esposto al loro volere, mi faranno male sicuramente!” pensai.
Antonio continuò dicendo: "Lo scopo di questa pratica è di farti abituare al dolore fino a farlo diventare un piacere intenso, vedrai sarà eccitante.”
Non avendo la possibilità di rispondere a queste sue parole per via della palla di silicone in bocca, lui disse: “Non protesti, significa che dici ok! Vero?"
Annuì con la testa.
"Avrai bisogno di molta pratica per raggiungere il piacere estremo delle pratiche BDSM, noi sappiamo come condurti in questo sentiero di lussuria, sappiamo farlo bene. Ti faremo arrivare al confine estremo del piacere passando dal dolore, sentiero tortuoso dove le sensazioni si amplificano." Ha detto.
Era difficile concentrarmi mentre Giulia mi succhiava il cazzo, nel frattempo Antonio allargava e sondava il mio culo.
Ha iniziato infilandomi dentro il culo un piccolo ugello di una bottiglia di lubrificante per renderlo viscido e scivoloso. Poi mi infilò, facendolo scivolare dentro, un plug anale di silicone.
Lo sentì ronzare e vibrare dentro di me, era la mia prima esperienza di penetrazione in una situazione del genere, senza possibilità di scelta. Quindi quel plug mi sembrava enorme!
Io, nel frattempo, costretto dalla posizione e dai movimenti di Antonio, non potevo vedere ma solo sentire che Giulia, oltre a succhiarmi il cazzo, masturbava quello suo finché lui non è quasi venuto.
Antonio, chiedendogli di fermarsi, si è tirato indietro e ha cercato di trattenersi per non venire. Troppo tardi, con un leggero gemito ha iniziato a spruzzare il suo sperma sulla mia schiena, sentivo il calore del suo seme scivolare su di me e le mani di Giulia che lo spargevano sul mio corpo.
"Oh Dio!" Hanno detto entrambi all'unisono.
"Ha … ha … ha,” sorrise Giulia guardandomi, poi disse: “sembri una patetica sgualdrina, ora ti fotto il buco." Con un movimento veloce e brusco mi ha tirato fuori il plug e lo ha reinserito, operazione che ha fatto più volte.
Pensai: "Di nuovo, cazzo, dovrò sopportarlo ancora per tanto tempo."
Antonio si avvicinò, ispezionando il suo lavoro nel buco del culo e disse: "Quando ti reputerò pronto, ricomincerò a fotterti il culo, ma questa volta con il dildo più grosso, sarà infilato tutto dentro, fottuta troia."
Poco dopo, tirò fuori il plug e, senza aggiungere una parola, mi infilò delle dita per cospargermi ancora di lubrificante, poi prese un grosso dildo nero dritto e nerboruto e lo appoggiò nel mio buco stretto, senza nessuna delicatezza lo spinse dentro.
Ero così bagnato e scivoloso che quel grosso cazzo divaricò il mio sfintere senza problema, me lo sentivo dentro e una forte sensazione di pienezza mi avvolse.
Senza pensarci un attimo lui lo spingeva dentro il mio culo fino in fondo più e più volte.
"Mummph! Oh … cazzo!" pensai mentre Antonio stava torcendo e muovendo su e giù il cazzo nero nel mio culo. Lo spingeva il più possibile in profondità.
Mi venne davvero dura la verga, ero eccitatissimo e venni spruzzando il mio seme sulla faccia di Giulia che era di nuovo sdraiata sotto la panca.
Giulia dopo avere leccato ancora il mio cazzo e raccolto tutto lo sperma che avevo eiaculato, mi disse: "Ricordati che sei qui come un regalo per me, vero? Quindi ora devi compiacermi."
Annuì, paura ed eccitazione si mescolavano sul mio viso.
Quando le vidi raccogliere la frusta di pelle, il panico incominciò ad invadere tutto il mio corpo e la mia mente.
Camminando dietro di me Giulia allungò la mano per accarezzarmi il mio culo già profanato da un dildo.
Io mi irrigidì completamente quando sentì il primo tocco della sua mano, un sussulto di paura mi pervase.
Mentre mi toccava e accarezzava il culo, i fianchi, le gambe, la pancia, iniziò a fare scorrere la frusta su e giù su di me.
Sentii un gemito provenire da lei mentre girava le code di cuoio su tutto il mio corpo. Io dalla paura iniziai a dimenarmi.
Lei disse: “Ti farò sentire un altro tipo di eccitante dolore, ma non devi spaventarti.”
Allontanò la frusta dalla mia pelle, la sollevò, poi la abbassò bruscamente, in direzione del mio culo.
Anche se mi attendevo una cosa del genere, sobbalzai sulla panca emettendo un brusco respiro. Avevo sentito le strisce di pelle sulla mia carne e, paradossalmente, il mio cazzo diventava di nuovo completamente rigido.
Lei continuò a picchiare con la frusta le mie chiappe e, poi, anche la schiena. Quelle parti del mio corpo erano indolenzite e sicuramente rigate di rosso per le strisce di pelle che mi colpivano. Sentivo dolore ma allo stesso tempo un fine piacere e desiderio che non si fermasse.
Mi domandavo: “Per quanto tempo sarò in grado di mantenere il controllo prima di dover sfogarmi di nuovo con una eiaculazione?”
La sensazione di piacere cresceva in me. Capivo che non sarei stato in grado di resistere a lungo.
Lei, giocando con il mio fondo schiena, disse: “Ci divertiremo un sacco stasera, voglio assicurarmi che tu sia ben disposto e duri per tutto il tempo necessario," sussurrò bruscamente "se ti libererò la bocca, ti comporterai bene? Non devi dire nulla o sarai punito."
Annuii esitante. Nell'istante in cui mi liberò la bocca dalla palla, istintivamente iniziai a dire: “Ti prego Giulia liberami le mani e le gambe vorrei ….”
Lei mi bloccò la bocca con una mano, raccolse la frusta e mi colpì la schiena lasciando di nuovo delle strisce rosse dove la pelle annodata mi colpiva.
Disse: “Sai che pagherai per questo, vero? Ti avevo detto che non dovevi parlare ma tu non ascolti gli ordini. Ora sarai punito!"
Afferrandomi dai capelli mi tirò la testa bruscamente e mi rinfilò la palla di silicone di nuovo in bocca. Poi prese una benda dal tavolo e me la legò saldamente sugli occhi.
Continuò a frustarmi sulla schiena e sulle natiche. Questa volta mi diede anche alcuni colpi, non so quanto volontari, direttamente sulle palle e in parte sul pene. Un dolore intenso pervase il mio corpo con quei colpi.
Le sensazioni che provavo mi piacevano, essere dominato da una donna era eccitante. La testa costretta in una posizione innaturale, la schiena curva e culo esposto e vulnerabile, il pene e le palle a penzoloni.
Dopo lunghi minuti, lei disse: "Va bene per ora, ti lascerò in pace. Però ...".
Quel “però” mi colse di sorpresa, mi sentivo completamente indifeso, ora ero anche al buio. Ero veramente in preda al panico mentre lei armeggiava intorno a me.
Ero bloccato, indifeso, bendato, in una strana posizione. Il mio unico possibile salvatore poteva essere Antonio che per un lungo periodo ha fatto solo da osservatore.
Nella mia mente giravano tutte le cose che mi avrebbe potuto fare Giulia vista la mia impossibilità a reagire. Speravo che Antonio intervenisse in mio soccorso ... speravo in un suo intervento per liberarmi da tutti quei legacci. Non sapevo se fosse ancora lì vicino a guardarmi, stavo attento ai rumori intorno a me e non mi muovevo dalla posizione in cui ero.
All'improvviso le mie domande trovarono risposta quando sentì una manata colpirmi sul sedere. Rimasi sorpreso, il respiro mi si è bloccato in gola. Si chinò e mi sussurrò bruscamente all'orecchio: "Ti sono mancato tesoro? Sono tornato. Ora è il momento di giocare con me".
Antonio ora era dietro di me, presumibilmente guardava le mie chiappe umide. Allargandole ha fatto scivolare dentro di nuovo il dildo. Dentro e fuori dal mio sfintere. In profondità, più in profondità, fino in fondo.
Togliendo la mano dal dildo, mi disse: “Se lo lasci cadere, se lo fai scivolare fuori te ne pentirai amaramente.”
Mi guardava sicuramente stringere disperatamente le chiappe per tenere dentro il giocattolo. Cominciò ad accarezzarmi con la frusta di cuoio. Non riuscivo a capire esattamente dove si trovasse mentre muoveva le strisce di pelle sulla mia schiena.
Le fibbie alle caviglie stavano iniziando a lasciare il segno nella pelle quando, all'improvviso, senza alcun preavviso, lui mi colpì il ventre, vicino le parti intime.
Mentre mi colpiva di nuovo ho sentito il rumore sordo del dildo scivolato fuori dal mio culo, era caduto sul pavimento sotto la panca per via delle contrazioni che mi provocavano i colpi di frusta.
Borbottando per il disappunto, Antonio si chinò di nuovo vicino al mio orecchio: "Ti avevo avvertito," sussurrò "ti avevo chiesto di fare una cosa semplice e mi hai disobbedito".
Pensai non potendo parlare per via della palla in bocca: "No, per favore … farò di meglio... te lo prometto".
Lui mi disse: “Ora subirai la mia ira e ti punirò, questa volta mi assicurerò che tu non te ne dimentichi."
Posò la frusta e afferrò, quello che poi ho capito essere una lunga cinghia di cuoio.
Disse: "Ti ricordi quando tuo padre ti sculacciava con la cintura quando ti comportavi male?" Tirando indietro il braccio, fece roteare la cinghia, colpendomi forte il culo.
Il bruciore e il dolore che la cinghia provocava sarebbe stato più che sufficiente per rendere la cosa molto particolare ma, il suono della pelle che schioccava quando colpiva il mio fondo schiena non faceva che intensificare l'effetto.
Iniziò a lavorare su tutto il mio corpo con la cinghia. Dal culo, alle cosce, alla schiena. Ogni volta che la cinghia mi colpiva mi dimenavo, ansimavo, sicuramente la mia pelle era rossa per i colpi subiti.
Poi, all’improvviso Antonio passò con il colpire con la cinghia lo stomaco, proprio tra l'ombelico e la gabbia toracica. Parte molto sensibile. In ultimo, con una forza limitata, mi colpì sui testicoli, provocando in me una sensazione strana tra dolore ed eccitazione che mi fece irrigidire ancora di più il pene.
Pensai: “Mi piace essere frustato anche sui testicoli, non ci avrei mai pensato che potesse essere così eccitante.”
Io mi contorcevo, incapace di trattenermi dal cercare di divincolarmi dalle fibbie. Ogni colpo con la cinghia arrossava un po' di più la mia pelle. Sentivo colpirmi più volte, ancora, e ancora, e ancora. Il respiro mi si bloccava in gola.
Si chinò di nuovo vicino al mio orecchio: "Lo tieni dentro per me questa volta?" sibilò.
Annuì rapidamente, disperatamente, con un movimento della testa.
Lui spinse il dildo di nuovo dentro di me, lavorandolo nelle mie viscere umide di lubrificante, fottendomi con esso. Lo spinse dentro riempiendomi. Tirandolo fuori e poi facendolo scivolare di nuovo dentro, cominciò a fottermi in modo rude.
Mentre iniziai a contorcermi, mi sussurrò: "Non ti ho ancora dato il permesso di eiaculare. Se vieni prima che ti dico che puoi, capirai che le prime cinghiate sono state solo uno scherzo".
Sentì il vibratore iniziare di nuovo a ronzare. Facendo scivolare il giocattolo mi ricordò di nuovo di tenerlo dentro.
Io ansimavo, poi lanciai alcuni gemiti, mentre lo spingeva dentro di me.
Ogni volta che seppelliva il dildo in profondità nel mio culo lo sfilava completamente. Ho compreso che da lì a poco sarebbe successo qualcosa di diverso, ma non sapevo cosa.
Dopo poco ho compreso che sarei stato usato come una troia da Antonio, infatti, eliminato il dildo, ha iniziato a scoparmi con il suo cazzo duro. Lentamente all'inizio, poi bruscamente, spingendolo dentro con forza. Con le mani, mi afferrò dai fianchi, stringendo forte per tenermi fermo, impedendomi di dimenarmi o oscillare. "Vuoi venire per me, baby?" chiese, guardandomi dimenare e contorcermi, "Alla mia piccola sporcacciona piace farsi scopare il culo."
Io dico nella mia mente: "Oh dio! Per favore! Per favore, posso venire? Per favore lasciami venire!"
Antonio, comprendendo il mio stato, disse: "Ancora non devi venire anche se ne hai voglia baby ... non ancora. Voglio che tu venga con Giulia, però prima devi essere la mia schiava."
Si spostò davanti, facendo scivolare la mano intorno al mio corpo mentre Giulia rimetteva il dildo dentro. Tirandomi via la benda con l'altra mano, vidi che si era tolto il kilt ed era completamente nudo, il suo cazzo duro proprio davanti alla mia faccia. Tolse la palla di silicone slacciando la fibbia.
Quindi spinse il suo cazzo nella mia bocca, tenendo la mia testa con una mano mentre Giulia mi fotteva con il dildo guardando il mio buco del culo pulsare a tempo con il vibratore.
Iniziò a scoparmi la bocca, spingendo il suo cazzo in profondità nella mia gola.
Contemporaneamente Giulia, osservando e godendosi la scena, ha iniziato a masturbarsi la figa, prendendo il suo clitoride sensibile e gonfio tra le dita.
Mentre Antonio mi martellava forte in bocca, sentivo Giulia ansimare lavorando sul suo clitoride.
Mi sentivo soffocare mentre mi fotteva la gola. Sentivo il suo cazzo pulsare tra le mie labbra mentre la mia lingua lo sfiorava. Sentivo il vibratore spingersi in profondità nel mio culo serrato. Iniziai a sentire i gemiti di Antonio: "Dio tesoro ... sto per venire ... sto per venire nella tua bocca ... oh cazzo tesoro sì ... succhiami ... voglio che tu venga con me ... vieni per me quando ti sparo in gola il mio sperma ... ohhhhh cazzo sì!"
All’improvviso, con vibrazioni per tutto il corpo iniziò a schizzare nella mia bocca, nella mia gola, fui costretto a deglutire velocemente per tenere il passo con i suoi getti di sperma. Lui continuò ad avere spasmi, a tremare.
Mi teneva stretta la testa, tentavo con movimenti del mio corpo di liberarmi, cercando di contorcermi per togliermi dalla sua presa.
Succhiavo freneticamente, disperatamente, il mio corpo lavorava senza un pensiero cosciente, desideravo ora solo bere fino all'ultima goccia del suo sperma mentre aveva gli spasmi, ancora, ancora e ancora, tutto il suo corpo sconvolto dalle convulsioni mentre cavalcava la cresta di un orgasmo potente. Pensavo così di soddisfare tutte le sue voglie e, quindi, essere liberato da quella costrizione.
Lui teneva la mia testa tra le sue mani mentre il suo respiro rallentava fino alla normalità, le mie caviglie erano ancora strette nelle fibbie, mi accorsi che Antonio guardava il mio corpo. Si allontanò un attimo e ritornò con una macchina fotografica e fece alcune foto del mio corpo striato di rosso dalle frustate, luccicante di sudore, lo vedevo sorridere: "Perfetto!" mi disse, "Amerai queste foto!"
Con la macchina fotografica immortalò tutta la scena, cogliendo ogni mio lato, ogni dettaglio.
Mentre scattava, mi spiegava: "La maggior parte delle persone vuole solo le foto erotiche in posa. Noi vogliamo avere una scena vera. C'è una grande differenza tra le foto di qualcuno che è stato legato e fotografato in posa e qualcuno che ha appena attraversato una sessione intensa, picchiato e scopato duramente".
Poi mi chiese: "Cosa ne pensi? Giulia deve essere messa al centro del gioco? Ho bisogno di aiuto per fare questo?"
Senza aspettare una mia risposta, Antonio disse: “Certamente, anche lei ora dovrà essere assoggettata al mio volere e tu mi aiuterai in questo.”
Con movimenti rapidi mi ha liberato dai vincoli che mi legavano alla panca, ero di nuovo libero di muovermi anche se con difficoltà per via della posizione tenuta per tanto tempo. Quindi ha detto a Giulia: “Adesso è il tuo momento, devi obbedire al tuo padrone. Quindi sdraiati sulla panca.”
Giulia ha ubbidito immediatamente e Antonio l’ha legata con le fibbie sia le mani sia i piedi. Ora era lei sdraiata a pancia in giù con il culo e la sua bella figa per aria.
Con fare autoritario Antonio mi disse: “Lecca e lubrifica il culo e la figa di Giulia, poi ti dirò cosa fare schiavo.”
Non me lo feci ripetere due volte, mi inginocchiai e cominciai a leccare prima il dolce buco del culo di Giulia per poi passare alla sua figa, e in ultimo sul suo clitoride.
Lei si dimenava e gemeva di piacere, per un lungo tempo fu questo il mio compito. Poi Antonio mi ordinò: “Lavora sul culo, leccalo e lubrificalo. Poi siccome sei stato bravo te la puoi scopare, ma sempre e solo nel culo. Questo è il mio volere!”
Dopo queste parole di Antonio mi concentrai sul bel buco del culo di Giulia, prima con la lingua leccandolo e infilandola dentro, poi leccandomi le dita per farle scivolare dentro di lei, prima uno, poi due dentro il suo stretto anello anale di carne. Mi stava implorando di smetterla e tuttavia quel buco affamato delle mie dita pulsava e si allargava per farle entrare più in profondità.
Immedesimandomi nel gioco BDSM, tendo la mano aperta e davanti a lei mentre le ordino: "Sputa nella mia mano, troia." La sento irrigidire quando la chiamo troia, segno sottile della sua ribellione.
Dopo che mi ha sputato nelle mani diverse volte, aggiungo il mio sputo alla mia mano e poi lubrifico il suo buco mentre le chiedo: "Dimmi di cosa ha bisogno il tuo culo da troia?”
Senza esitazione, gemendo dolcemente, Giulia rispose: "Prendi il mio ... buco. Fottimi con vigore. Fammi godere del tuo cazzo."
"Se è quello che vuoi ti fotterò a dovere mia piccola troia." Le risposi mentre schiaffeggiavo il suo culo.
Gli allargavo le chiappe mentre appoggiavo la mia verga sul suo buco.
Lei facilita l’apertura di quella piccola fessura stretta e, anche se ci volle un po' di attenzione e pazienza, infilai il mio cazzo in profondità dentro di lei.
Lei si irrigidì, io la tenevo stretta dai suoi fianchi e le infilai ancora più in profondità il mio membro duro.
Lei urlava, gemeva di piacere. Antonio la prese in contropiede e le ha fatto scivolare rapidamente il suo cazzo nella bocca.
La scopavo con movimenti lunghi, nella stanza risuonavano i colpi del mio ventre sulle sue chiappe, i suoi gemiti e i miei si alzavano nella stanza mentre cercavo di inchiodare il suo culo.
Avvolgendo le mie braccia intorno lei le pizzicavo e massaggiavo i capezzoli. Il suo corpo vibrava tanto quanto le mie gambe.
Disse Antonio: "Siamo un bel trio ... fanculo il mondo, adesso, sei la nostra cagna, senti ... possiede il tuo culo, ed io ti sfondo la bocca, eh... eh?" mentre le schiaffeggia la faccia un po' più forte e la trapana come un selvaggio.
Il mio corpo è coperto di sudore per l’intensità del momento, sento il mio sperma caldo essere pronto ad uscire.
Mi chino su di lei mentre la mia verga penetra dentro le sue viscere: “Sto per esplodere ... sto per far spruzzare tutto il carico di sperma ... dentro ... aarrgghh ... aaahhh ... ah ... ahhhh ... cazzo sì ... ahhhhh!"
Anche Giulia vibra ed è pronta per venire, sento che sta raggiungendo l’apice del piacere e, all’improvviso mugugna: “aarrgghh ... aaahhh ... ahhhh ...... ahhhhh!”
I nostri corpi caldi e sudati tremano mentre il mio sperma schizza dentro il suo caldo, stretto, ano.
Antonio le schiaffeggia la faccia mentre le viene in bocca: " aarrgghh ... ah ... ahhhh ... sì … sì … vengo … vengo."
Giulia grondava di sperma sia dalle chiappe sia dalle labbra, il suo volto era sereno e traspariva la sua soddisfazione per aver goduto e fatto godere i suoi due partner della serata.
La liberammo dalle fibbie e ci rilassammo appoggiati sul letto. Dopo un po’ lei disse: “Voglio una serie di questi incontri. La prossima settimana faremo bondage con nodi giapponesi. Sei disponibile sabato prossimo?"
Risposi: “Non so cosa siano i nodi giapponesi ma ti dico un sì convinto, ci sarò”.
Un sorriso si allarga sul mio viso mentre penso alle settimane a venire.

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