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Mio compare un cazzo enorme
Estate 2011, mio compare Massimo, viene in Sicilia, per le vacanze con una nuova compagna, in agosto l’aereoporto a Catania è veramente affollato. Li vedo arrivare, sono sereni, specialmente mio compare, che dopo la separazione, aveva trascorso un brutto periodo. In macchina parliamo, ha una bella compagna, delle tette enormi e una voce, veramente accattivante. Anche la voce di Massimo, insieme al suo sguardo, sono diversi, arriviamo a casa, ci abito solo io, mentre mio figlio, viene a trovarmi, in we alternati. Li sistemo, per piacere di ospitalità nella mia camera mentre io dormirò, in quella di mio figlio. Durante la cena, i discorsi cadono sul sesso, e i due piccioncini, si scambiamo ripetutamente, sguardi “assassini”, e il tema, ripercorre una tematica, che io apprezzo, ma facendo il “quasi” serio, sorrido e sorvolo. Ma non sono certo uno stupido, i “ragazzi” hanno voglia di trasgressione e un giochetto a tre non mi dispiace certo…Mentre la signora, rimane un po’ in disparte, Massimo sottovoce, mi racconta di questa sua nuova fiamma, “una donna favolosa”, “tu invece come sei messo a donne?”, “mah io…” e cercando di completare la risposta, m’interrompe dicendo”non dirmi che ti piacciono gli uomini…” io non rispondo, anzi arrossisco, perché il calore mi sale dalle viscere, ripensando all’esperienza con Alessandro, poco tempo prima. Io però voglio fingere, voglio che mi sappia inesperto. Lui continua”dai non ci credo, ti piacciono gli uomini”, “ma sai, non ho mai provato, anche se qualche fantasia, mi è venuta in mente”. Massimo, mi confida, che a Flavia, piacerebbe vederlo, inculare un uomo e se io fossi d’accordo…”Massimo!!! Che dici? Io non sono mai stato con gli uomini…” Lui mi tranquillizza “Dai sono tuo compare, rimane una cosa, tra noi, facciamo così, adesso sul divano io e Flavia iniziamo a riscaldarci e tu fai finta di arrivare all’improvviso, poi faccio tutto io…”Sorride, dandomi una bella manata sul sedere. Entra in casa, e prende Flavia, che sorride, poi silenzio…stanno pomiciando di brutto, vedo Massimo stringere le grandi tette e la sua mano, carezzare il cazzo, ancora nascosto sotto pantaloni. Io li guardo e sono già eccitato, Flavia ha le tette scoperte e le labbra di Massimo stanno succhiando i suoi capezzoli turgidi. Flavia è n vulcano, in un attimo le sfila i pantaloni, tirando fuori il cazzo di Massimo…è enorme, non male per avere 60 anni..ma se pensa di incularmi con quel coso enorme si sbaglia di grosso…Però è bellissimo, una cappella, turgida lucida e un asta così dura…lo vorrei avere in bocca io…lui alza lo sguardo, il bastardo lo sa che sono dietro la persiana…mi fa un cenno…io entro. Flavia si scompone, cerca di aggiustarsi, Massimo non si muove di un millimetro, cerca di rassicurare la sua compagna…”non ti preoccupare…Claudio è una persona aperta di idee” “ma certo “ rispondo io, faccio per andarmene e Massimo mi ferma, “ma dove vai” siediti ci prendiamo da bere…Così riempio i bicchieri di una vodka ghiacciata e mi siedo di fianco a lui. Flavia lo invita a coprirsi, ma lui non si scompone “ e perché? Con questo caldo…a te dispiace Claudio?” Io rispondo di no, ma gli occhi vanno sempre li, sulla sua asta…”non dirmi che il mio pisello ti incuriosisce???” Fa finta di meravigliarsi…il finto tonto…però la domanda desta l’attenzione di Flavia, che si alza dritta sulle spalle, scrutando i miei occhi…lo prende in mano e mi invita “dai toccalo, non è così male”, mi faccio pregare un po’, intanto Flavia mena il cazzo di Massimo che torna a indurirsi, mi prende la mano e la mette sul cazzo, “dai facciamo insieme una sega al mio Massimo” le nostre mani vanno su e giù lentamente “ti insegno io, tranquillo” mi dice Flavia, non sapendo che avrei una voglia matto di ingoiare quel cazzo duro. Flavia lo prende in bocca, ci sa fare, gli occhi di lui si chiudono, smette e mi invita il cazzo, “assaggialo” non è un invito gentile questa volta, la troia è infoiata, vuole che lo prendo in bocca, la sua mano mi preme la testa, inizio piano con la lingua, come fossi un esperto, mi fa ridere il commento di Massimo, che mi dice “bravo, dai che impari presto” ripenso al cazzo di Alessandro, la metà rispetto a questo, mi piace mi riempie la bocca, me lo gusto piano “ma vedi Claudio, una vera troia, lasciamene un po’” scherza Flavia, facciamo un pompino stereo, le nostre lingue sul cazzo, si sfiorano, pomiciamo, sull’asta di Massimo, le tocco le tette. Lei questa volta mi spoglia, il mio cazzò è una misura normale, ma la lingua di Flavia è possente, un calore che ti invade, il mio cazzo diventa duro…mi gira…la troia vuole vedere Massimo sopra di me, mi palpa il culo, la sua lingua mi entra dietro, è bravo mi sta facendo impazzire, il mio cazzo in bocca di Flavia e il mio culo, accarezzato dalla lingua di Massimo, sto per svenire dal piacere…a un certo punto sento la cappella, di Massimo sfiorare le mie natiche…”prendilo adesso”, sospira Flavia… “prendilo subito” io non vorrei, ma…quasi quasi…la cappella spinge, fa male…io mi lamento…”aspetta” dice Flavia, si alza insaliva bene la cappella di Massimo, prende dalla borsa una crema e un vibratore, unge il cazzo di Massimo, accende il vibratore, più piccolo e comincia a penetrarmi, piano piano sempre più in fondo, sono un fuoco, mi piace. Mi sta toccando le palle, flavia mi sta inculando mi piace,”ecco prova adesso” Massimo comincia a entrare, questa volta è più deciso, la cappella si fa strada, il mio culo, la cerca, le va incontro, mi fa un po male, ma sto godendo come un matto…Flavia si allontana, guarda la scena, mentre si tocca, si sta masturbando…si avvicina, mi entra la lingua in bocca…”leccami” mi sussurra…Massimo è entrato, il suo ritmo diventa più rapido, sento le sue palle, non ci credo che quel coso mi è entrato tutto. Il sapore della fica di Flavia è forte, sta godendo come una pazza, inarca la schiena, mi schiaccia la faccia contro la sua fica, mi stanno prendendo in due, magnifico, sembra di volare…Massimo sta per godere, lo fa sul mio culo, anche Flavia la mia lingua la sta facendo andare in visibilio…Massimo viene davanti, si pulisce il cazzo con la mia lingua, continuo a sditalinare Flavia, il cazzo di Massimo diventa duro, nella mia bocca…”dai dobbiamo prepararlo per Flavia…””lo voglio adesso” urla Flavia, lui la prende di forza, e il mio cazzo , affonda nella bocca di Flavia, io non resisto più, sborroooo, la gola di lei ingoia tutto, mentre urla sotto i colpi del cazzo enorme…gode come una pazza e dopo un attimo Massimo arriva di nuovo…crolliamo a terra…E’ stata una vacanza, straordinaria, mi sono divertito alla grande…Massimo salutandomi, mi ha detto “sei una gran troia, io ritorno ti voglio da solo” la mia risposta un sorriso accennato e un pensiero, che non dispiacerebbe anche a me…
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13 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 giorni fa -
incontro con paola e marco
Conoscemmo Paola e Marco in un privè dove solitamente giocavamo soft con le coppie del posto, appartati con loro Paola cominciò a spogliare Laura mentre io toccavo Paola e Marco si slaccia i pantaloni e abbassa slip e, tira fuori ...un cazzo ...grossissimo.. degno di un attore da film porno, a quella vista gli occhi di mia moglie brillavano, cominciò a toccarlo con desiderio poi a leccarlo fino a sbocchinarlo nel frattempo Marco le aveva infilato un dito in passera e la sditalinava mentre io, leccavo Paola, decidemmo sia io che mia moglie, che finalmente era arrivata l' ora di andare fino in fondo a questa esperienza e, finalmente dopo tanti giochi soft di scopare e, quello che più desideravo di più segretamente era proprio quello di guardarla mentre si faceva scopare e, fino a quel momento a lei non avevo mai parlato apertamente di questo, cioè non le avevo di certo detto che volevo guardarla mentre mi metteva le corna!! ma sono sicuro che lei, avesse capito proprio bene...cosa volessi da lei durante quegli incontri soft con le coppie..e, spesso quando tornavamo a casa mi stuzzicava con qualche battutina...e, giocavamo un pò sulla cosa
Così Marco dapprima appoggiò la sua cappella gonfia, turgida sulla fichetta della mia tenera mogliettina la aprìì con due dita e, cominciò a strofinarlgliela sul grilletto e, ora spingendola ora infilandola.. quella cappella che alla vista sembrava sempre più gonfia muovendola sulla sua fica bagnata il gioco continuava... con le dite ora allargava ora le granti labbra continuando a strofinarle la cappella di quel randello nudo, si mise il preservativo, lei era distesa sul letto lui le allargò le coscie, io potevo guardarmi lo spettacolo, mia moglie appena il cazzo le stava entrando dentro, chiese a Marco: per favore fai piano non vorrei sentire male con quel coso così grosso...e allora Marco nè infilò un pezzo, stavo guardando mentre quel bastone le entrava dentro quando mia moglie, ad un tratto: aspetta un momento..fai pianino...così... e Marco molto lentamente continuò a penetrarla, la vista di quel cazzo così gonfio, lungo, grosso che si muoveva dentro la fichettina stretta di mia moglie mi eccitava da impazzire, fica che fino a quel momento lì, era riservata solo a me, sentivo il cuore che mi batteva dal desiderio in quel momento mi sentivo appagato, mia moglie mi stava facendo il più segreto dei regali, il desiderio inconfessabile che avevo, il più intimo.
Nel frattempo che assistevo a quel fantastico spettacolo Paola cominciò a farmi un bocchino mentre Marco la stava ora scopando donandole un lento sù e giù e, mia moglie cominciava ad ansimare, sentivo il suo respiro farsi sempre più affannoso, come la stava facendo godere!!!idal piacere che le procurava sussurrava ha...ha.. così...sì...sì...finchè ad un tratto...Marco fece uscire il cazzo dalla sua fica e lo rinfilò con un gran colpo secco, tutto dentro, allora mia moglie non riuscì a trattenere uno strillo... Hooo mhhhh!!!e Marco continuava incalzante a darle colpi secchi e, dalla fica vedevo uscire secrezioni vaginali, mentre quel cazzo le entrava ed usciva come uno stantuffo, mia moglie ebbe un primo orgasmo gemendo mhmhmh!!! e, Marco ancora non veniva e continuava a scoparla con gran impeto dandole ora colpi secchi. intanto Paola continuava a succhiarmi io non riuscivo a staccare lo sguardo da quella meravigliosa scopata e, me la stavo godendo, mentre Paola, giocava col mio cazzo e Marco giù un colpo deciso e, giù ancora un altro,se la stava sbattendo proprio alla grande e, nel vero senzo della parola!!la fica di mia moglie era tutta bagnata continuavano a fuoriuscire secrezioni sotto i colpi sempre più incalzanti di Marco e lei, ansimandosussurrava ora, ancora...non ti fermare...poi finalmente... ebbe un secondo orgasmo, da come godeva sembrava in preda a convulsioni ..infine Marco si tolse il preservativo e fece una schizzata di sperma caldo sulla pancia e sulle poppe di mia moglie, io sborrai in bocca a Paola, quella fù la più bella esperienza che ho fatto con mia moglie, peccato che le esperienze in cui ci si diverte e si gode veramente in questo tipo di giochi accadano raramente, cioè spesso è le persone che troviamo che possano farci o meno divertire speriamo che in questo sito...
9433
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13 anni fa
maliziabagnata,
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Ultima visita: 13 anni fa
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La noia
Materializzare i propri sogni erotici non sempre è facile. Colpa della solita routine e del solito stress, capaci di uccidere la passione più forte. Ma basta usare un po’ di immaginazione per trasformare la situazione. Ecco qualche trucco La colpa è quasi sempre dello stress e della routine. Qualche volta però ci si mette anche la pigrizia: quando il rapporto va avanti da tempo, la tentazione più grande è quella di sedersi sugli allori. Sbagliatissimo! Se volete che la vostra storia abbia lunga vita anche sotto le lenzuola (una relazione in bianco non la si augura a nessuno), dovrete sfornzavi di metterci un po' di buona volontà. E di fantasia. Lascia che i tuoi sogni più inconfessabili escano dalla tua testa e si materializzino a letto. Non dovete provare imbarazzo. L'imbarazzo riduce l'inclinazione al piacere: non vale la pena essere timide, è solo gran una fregatura. Non usare le tue tecniche di seduzione solamente in camera: la tensione sessuale si crea molto prima di varcare la soglia. Si può iniziare al ristorante, se state cenando fuori, al telefono, se siete al lavoro. Ogni posto è buono. Lo stress che ci si porta a casa dall’ufficio è il killer numero uno della passione . Entrate nel mood rilassandoti: fatti un bel bagno o una doccia, idrata la pelle con un olio per massaggi o una crema ricca e profumata. Prepara il terreno. Se non vivete insieme e lei sta venendo da te, abbi la decenza di far sparire le tazze e i piatti sporchi e svuotare il posacenere per lo meno. Qualche candela profumata, della buona musica, un’illuminazione soft e il gioco è fatto. Facile, no. Osa con la lingerie, niente mutande bianche di cotone per intenderci, o canotte con la spalla larga. A meno che lei non sia una bacchettona che fa sesso solo al buio e nella posizione del missionario. Nell’osare riconosci i tuoi limiti. Non prenderti troppo sul serio, non essere seriosa. Il sesso è divertente innanzitutto. Se il vostro atteggiamento sarà spensierato e disinvolto, ai suoi occhi sarete l'amante perfetto. Comunica. Se non ci arriva da sola devi dirle cosa vuoi. Sperare che lei sviluppi la capacità di leggerti nel pensiero è un’inutile perdita di tempo. Perciò sussurraglielo nell’orecchio. Recita. La parte sceglila tu, l’importante è che sia ad alto tasso erotico. I preliminari sono un ingrediente essenziale. Piume per solleticare, sciarpe di seta per legare, biancheria da mangiare, i classici fragole e champagne o panna e fragole, o fragole e cioccolato. Abbiamo citato sciarpe di seta e manette. Legarla al letto può rivelarsi un giochino molto molto divertente. Ma occhio a non stringere troppo. Non c’è nulla di meno romantico che dove chiamare i vigili del fuoco per liberarla.
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13 anni fa
c13p8,
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Ultima visita: 11 anni fa
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A serizio
Desideroso della mia prima esperienza da sub, era molto tempo che leggevo tra gli annunci S/M. Torture, dolore, sesso avevano inibito il mio desiderio di contattare un master finché un giorno trovai un annuncio diverso: “Coppia dom cerca sub servizievole e ubbidiente. Lasciare telefono”. Rimasi colpito dalla semplicità della richiesta e scrissi il mio primo messaggio di posta elettronica. Venerdì, quattro giorni dopo, non avevo nessun nuovo messaggio nella mia mailbox, ma finalmente squilla il telefono. “Pronto sei Genny?” mi chiede una gentile voce femminile, “Sì…sono io”, “Hai risposto al mio annuncio. Sei libero domani pomeriggio?”, pensai velocemente ai miei impegni e risposi “Sì, certamente”. E seguirono le istruzioni sul luogo dell’incontro. 1. Incontro Sabato pomeriggio mi reco all’indirizzo. Un palazzone signorile. Suono al campanello “Sono Genny”, “Sali all’ultimo piano”. Mi riceve una coppia di bell'aspetto di mezz’età con lei molto piacente ed intrigante e lui robusto, alto dieci centimetri più di me. "Io sono Antonella e lui è Marco. Pensavamo ad una donna invece di un uomo perché abbiamo bisogno di una cameriera capace di fare i classici lavori femminili, però siamo molto, molto esigenti e non ci possiamo accontentare della solita professionista". “Io non ho mai avuto esperienze come sub ma posso esaudire i vostri desideri, so cavarmela nei lavori domestici anche se non mi intendo di cucina”. Lui controbatte “cucina a parte non negherai che per certi lavori le donne abbiano più capacità…”, “Io vivo da solo e sono abituato a pulire, stirare e cucire, basta mettermi alla prova!”. L’entusiasmo del momento non mi nasconde una certa perplessità. Non vorranno solo avere un uomo di fatica senza spese? Lui appare divertito dalla situazione mentre lei è più interessata a definire l’accordo: “Forse hai dei dubbi?”, “Non proprio, ma non capisco…” lei interrompe “non capisci cosa c’entra il sadomaso con le nostre esigenze?”. Annuisco. “Vedi Genny, noi amiamo essere circondati da persone rispettose delle buone regole e consapevoli di un ruolo di inferiorità nei nostri confronti. In particolare non amo essere contraddetta e desidero una persona assolutamente servizievole, ubbidiente e remissiva. La persona che cerchiamo non dovrà mai dubitare di un nostro ordine”. “Capisco”. “E capirai che queste non sono doti che possiamo trovare in una persona che accetta questo incarico per guadagno. Ti è chiaro?”, “Sì”. "Bene. Dovrai sempre rivolgerti a noi dandoci del lei e non usare mai i nostri nomi. Solo Padrona e Padrone. E soprattutto non vogliamo ripensamenti quindi per il periodo di prova che va da ora fino alle 12 di domani ci garantiremo affinché tu non cambi idea troppo facilmente". Non pensavo di poter trovare di meglio e dico "Sono pronto ad accettare subito, ditemi cosa devo fare". "Prima di tutto in casa nostra la servitù indossa una divisa. Il tuo abbigliamento da lavoro, tempo libero e riposo dovrà essere scelto da noi"; "Anche nel tempo libero?"; "Certamente, non ti voglio vedere con quegli stracci addosso, io stessa stabilirò il tuo abbigliamento giusto per ogni occasione" rispondo cercando di nascondere una evidente offesa al mio modo di vestire "Non ho particolari necessità nel vestirmi e posso adattarmi a qualunque cosa voi desideriate". Un attimo di silenzio, i due si guardano negli occhi poi lei aggiunge: "Mio marito ti accompagnerà nella tua camera, dove potrai spogliarti e indossare gli abiti da lavoro. Poi ti farò conoscere i tuoi doveri. Annuisco e il marito si alza dal divano e mi fa cenno di seguirlo. Procedo per un corridoio su cui si affacciano alcune porte e ne apre una. E' una piccola cameretta arredata con evidente gusto femminile, oserei dire quasi infantile. Entro dentro e lui rimane fermo a guardarmi. Un attimo di imbarazzo perché non so cosa fare. Esordisce "Sarà il caso di spogliarti come ti ha chiesto la padrona. Non ti imbarazza che ci sia io?"; "No assolutamente" e comincio a spogliarmi. "Togliti tutto, la signora non gradisce vedere a giro altri vestiti oltre a quelli che ti forniremo noi. Aspetto che tu me li consegni". Rimango perplesso ma decido di ubbidire e rimango con mutande e T-shirt. "Anche la biancheria intima per favore!", "Perché?", "Non ti prendiamo perché tu faccia domande. A noi serve una persona ubbidiente, se la cosa non fa per te, allora lasciamo perdere". E' una richiesta alquanto strana ma se vogliono fornirmi loro tutto il vestiario forse sarà il caso di accettare. Mi tolgo l'intimo depositandolo sugli altri vestiti e rimango nudo. "La divisa è nell'armadio, quando torno con mia moglie gradiremo vederti già pronto" e si allontana con i miei vestiti in mano. Chiude la porta e rimango solo. Mi avvicino all'armadio. E' abbastanza pieno di vestiti ma non riesco a trovare nulla di adatto. Guardando meglio non riesco a trovare un paio di pantaloni, solo gonne e vestiti femminili. Apro un primo cassetto e trovo la biancheria intima. Solo calze, mutandine, reggiseni e altro. Un altro cassetto e trovo sottovesti, camice da notte e vestaglie. Solo ora mi accorgo di essere nudo. Apro subito la porta senza sporgermi troppo e scorgo Marco nelle vicinanze. "Per favore Marco puoi venire un momento?". Si avvicina e "Ancora nudo? Poi ricordati che non voglio che tu mi dia del tu. Sono solo il tuo Padrone, chiaro?", "MI scusi padrone, non volevo disturbarla ma ho un problema", "Quale?", "Non trovo i vestiti", "Come sarebbe, c’è un armadio pieno?", "nell'armadio non c'è nulla di adatto e non mi sembra ci siano altri posti dove guardare". Entra dentro "fammi vedere". Apre l'armadio e guarda tra i vestiti. "Devo darti ragione non c'è la tua divisa, dovremo cercarla". Aggiunge "Mettiti qualcosa di questi e poi indosserai la tua divisa dopo che avrai visitato la casa", "Ma come? sono solo vestiti da donna. Non potrei rimettermi i miei?", "Ti ho già detto che non voglio discussioni, desidero non essere contraddetto e mi auguro che tu non insista, altrimenti perdo la pazienza e volano le mani. I tuoi vestiti non sono utilizzabili durante il periodo di prova" e nel frattempo prende una gonna scozzese e una camicetta bianca. Sorridendo molto ironicamente "Non ti vergognerai? anche gli scozzesi portano il kilt". Prendo la gonna in mano e rimango perplesso mentre lui aggiunge "Vuoi restare nudo sotto la gonnella? Vuoi raffreddarti?" Apre il cassetto dell'intimo e prende un paio di calze bianche e un body bianco in pizzo. "Questi dovrebbero starti bene". Sono imbarazzato ma evito di fare altre domande. Il body mi sta preciso ed ha le coppe rinforzate, mentre le calze mi arrivano al ginocchio. Marco continua a guardarmi quasi per farmi sentire ancora più imbarazzato e con il dito mi indica di proseguire rapidamente con gli altri vestiti. Prendo la camicetta. Ha i bottoni in posizione inusuale e il colletto ampio e ricamato con fiorellini e pizzi. Sotto le coppe rinforzate del body creano una sporgenza come fossero dei piccoli seni. Apro la gonna e dopo averla messa intorno alla vita l'abbottono. Marco mi indica vicino all'armadio un paio di ciabattine bianche. Le calzo poi si avvicina per sistemare la gonna all'altezza giusta e ridendo mi da una pacca sul sedere e aggiunge "A posto, sembri una scolaretta, ti mancano solo le treccine! Ora usciamo fuori che ti faccio vedere la casa poi torniamo dalla Padrona". Usciamo dalla stanza e torniamo nel corridoio. Mi guardo intorno, sono visibilmente imbarazzato in quelle vesti e non vorrei farmi vedere così dalla signora. "Avanti esci fuori e seguimi!". Mi mostra la stanza degli ospiti, un bagno e la camera da letto padronale. L'arredamento è classico, forse l'illuminazione un po' bassa, d'atmosfera, ma non rimango colpito da niente in particolare. Sono troppo preso dal mio nuovo abbigliamento e quella strana sensazione di sentirmi il body tirare lungo il corpo e la gonna finire tra le gambe. Torniamo in sala dove Antonella aspettava sul divano. "Finalmente siete tornati... perché quel vestito invece della divisa?". Vergognosamente vorrei giustificarmi ma Marco mi precede "Non era nell'armadio". "No? Forse è rimasta qui in sala. La cercheremo dopo, ora vieni a vedere la cucina. Seguimi!". Si alza e le vado dietro goffamente. Entriamo in cucina e aggiunge "Questa sarà la tua principale stanza di lavoro. Hai detto che non sai cucinare? Non importa, lasciamo perdere. In genere cucino io, ma tu dovrai aiutarmi e dovrai servire a tavola." annuisco "Poi dovrai svolgere qui i tuoi lavoretti, come stirare, rammendare e pulire le stoviglie. A mano perché altrimenti non si giustificherebbe la tua presenza a tempo pieno. Non amo i rumori in casa e non troverai elettrodomestici ad aiutarti. Solo strumenti di lavoro tradizionali. Non voglio vederti a giro per la casa senza un compito quindi quando hai terminato con le pulizie, finirai di fare i tuoi doveri in cucina altrimenti te ne tornerai in camera tua in attesa di un nostro ordine". Un momento di silenzio "Hai compreso tutto? Non ho piacere di ripetermi e non accetto ribellioni. In questa casa ricorriamo a punizioni severe per chi non segue le regole, quindi vedi di adeguarti velocemente". Rispondo "Sì, padrona, credo di aver capito...", "No 'credo', devi aver capito e basta. Ora torniamo in sala e vediamo se riusciamo a trovare questa divisa". La seguo con un leggero tremolio di imbarazzo. Mentre usciamo dalla cucina la padrona si rivolge a suo marito "Hai trovato la divisa?", "Sì, era stata riposta nel cassetto. Mi sembra ci sia tutto". Lei si rivolge a me "Allora spogliati, non vorrai tenerti questi vestiti? Possono andare bene per il tempo libero ma non per i lavori di casa", "Ma padrona, qui di fronte a lei..." Si avvicina e mi da uno schiaffo sul viso. "Questo è il primo avvertimento, ora ubbidisci! Ogni ordine deve essere eseguito senza discussione". Subito mi sbottono la camicetta e la gonna. "Anche le calze, mentre il body... per il momento puoi tenerlo se proprio ti vergogni". Quando sono spogliato, si avvicina Marco e deposita sullo schienale del divano la divisa. La guardo e scopro che sono di nuovo indumenti femminili. Un vestito nero di tessuto morbido e lucido a maniche corte e gonfie, bordato di pizzi bianchi alle estremità, un completo di servizio bianco, grembiulino, crestina e guanti di raso, un paio di calze a rete bianche e altro abbigliamento intimo. Io pensavo in una divisa maschile, vorrei reagire, ma osservo di sfuggita i loro volti decisi e impazienti e decido di assecondarli. “Siediti e parti con le calze”. Mi siedo e comincio la vestizione. La padrona mi suggerisce "più in alto fino alla coscia". Poi mi rialzo per indossare il vestito. E' elasticizzato, mi fa sentire tanto una bambolina. Prendo il grembiule. Ha due lunghi nastri. Lo metto intorno alla vita e tento di legarlo con un po' di impaccio. Marco mi viene dietro "Espira l'aria!" e stringendo molto stretti i nastri me li annoda con un grosso fiocco sul sedere. Non perde occasione per palparmi nuovamente il fondoschiena con la scusa di sistemare il fiocco. Nel frattempo Antonella prende la crestina e la pone sulla mia testa. "Non hai molti capelli. La crestina la devi portare obbligatoriamente ma non ha senso senza i capelli lunghi. Aspetta, intanto mettiti i guanti”. Si allontana verso le stanze mentre prendo i guanti. Sono lunghi ed arrivano fino al gomito. Nel frattempo Marco mi gira in torno per osservarmi più da vicino. “Non negherai che ti abbiamo avvertito che si trattava di lavoretti femminili” e contemporaneamente mi tocca nuovamente il sedere. Per fortuna Antonella torna immediatamente. Ha una parrucca in mano, si mette di fronte a me, mi toglie la crestina e “Chinati un poco in avanti, ecco così..” e mi calza la parrucca sulla testa. I capelli ora mi arrivano alle spalle, sono neri, a caschetto. La sistema per bene e rimette la crestina al suo posto. Si allontanano per guardare il risultato mentre io mi sento calare le calze e con una veloce mossa cerco di tirarle su. Antonella mi nota "Vedi che ti cascano le calze. Prendi queste" e mi passa un paio di reggicalze. "Cosa ci devo fare?" rispondo ingenuamente "Per il momento mettile sopra il body. Alla prossima occasione sarà meglio usare un paio di mutandine, sono più adatte con le reggicalze. Oppure una guêpiere se la preferisci". Aggiunge sorridendo "saresti decisamente più carina e seducente...". Faccio finta di non aver capito e mi siedo nuovamente. Con qualche difficoltà, tenendo il vestito sollevato, mi allaccio il reggicalze e attacco le bretelline alle calze. Provo una strana sensazione di eccitazione a vestire questi panni e il mio sesso lo dimostra con una erezione che riesco a malapena a nascondere grazie al body. Mi rialzo in piedi e tiro giù il vestito. Antonella: "Benissimo, ci siamo. Ora devo uscire. Rimarrai con il padrone che ti indicherà gli strumenti di lavoro. Comincerai a pulire la cucina e i bagni, poi le altre stanze. Mi raccomando esigo una pulizia accurata. Non ti sporcare assolutamente i vestiti, se ti serve in cucina c'è un grembiule integrale per i lavori più impegnativi. Preferisco che usi quello piuttosto che vedere anche una piccola macchia sul vestito o sul grembiulino". Poi e rivolgendosi a suo marito lo saluta baciandolo e si avvia alla porta di casa per uscire. 2. Franco Contemporaneamente Marco mi accompagna nuovamente in cucina. Mi mostra lo sportello in cui sono custodite le spazzole, gli stracci, le scope e i detersivi. Appeso allo sportello vedo il grembiule integrale. Lo prendo per provarmelo addosso ma è ridicolo, pieno di arricciature e nastrini. Anche se sono già vestito da cameriera faccio una smorfia di disappunto e Marco ghignando: "Se non ti piace non hai nessun obbligo. Hai sentito cosa ha detto la padrona: non vuole che ti sporchi assolutamente e ti posso assicurare che su questo è inflessibile. Se pensi di poter farne a meno è una tua scelta". Sto per metterlo via poi ci ripenso e decido di indossarlo. Faccio passare sopra la testa le spalline che reggono la pettorina. Le arricciature sono così evidenti che mi solleticano quando le tocco. Marco è di nuovo dietro di me per allacciarmi anche questo nuovo fardello. Mi sorride decisamente e istintivamente faccio altrettanto per assecondarlo. Questa volta è ancora più evidente e mi mette la mano sotto la gonnella per accarezzarmi i glutei. "Ma padrone!...", mi infila le dita sotto il body e risponde seccato "Silenzio, non fare la troietta! Ti stavo solo sistemando i vestiti". Toglie le dita seccato e ordina "Fila a pulire i cessi e fai un buon lavoro, devono essere splendenti prima del ritorno della padrona". Prendo gli stracci e il secchio, lo riempio d'acqua e con i detersivi vado nel bagno degli ospiti. Marco mi segue. Mi accorgo che manca qualcosa e sto per tornare indietro quando vengo fermato "Cosa c'è?", "Ho dimenticato lo spazzolone", "Non serve, puoi fare benissimo in ginocchio, con le mani a terra, così avrai risultati migliori", "Ma così è più faticoso!". Mi prende per una mano e torcendomi il braccio mi fa inarcare in avanti. Poi con l'altra solleva i vestito e mi sculaccia con una mezza dozzina di manate sul culo. Con uno strattone mi fa tornare di fronte a lui e mi afferra il mento con la mano: "Posso andare anche oltre, non hai che da insistere e potrai provare!... Ora in ginocchio e strofina!". E' un tipo molto forzuto e mi spaventa l'idea di contraddirlo nuovamente, prendo una spugna dal secchio e seguendo il dito del Padrone mi dirigo verso il vaso per pulirlo. Mi metto in ginocchio per strofinare in tutti i punti, anche i più nascosti. Sciacquo la spugna per eliminare il sapone residuo si incomincia ad intravedere lo splendore. Nel frattempo il padrone segue il lavoro alle mie spalle e solo quando ho finito di pulire il vaso mi accorgo che si è sbottonato e sta per urinare. Sono ancora in ginocchio accanto al vaso quando il getto fuoriesce e disastrosamente finisce non solo dentro il vaso, ma anche sul bordo e sulla seggetta e gli schizzi mi arrivano addosso, sul viso. Vorrei arrabbiarmi, sto per farlo quando lui "Prendi quella salvietta", riferendosi ad una appesa accanto al bidet. "Cerca di pulirmi per bene, non voglio richiudere la patta con il cazzo ancora umido". Timidamente lo tampono e lo asciugo evitando di toccargli direttamente il pene. "Scommetto che stai pensando come sarebbe bello poterlo succhiare nella tua bocca". Si stacca e continua "Non ora c'è il cesso ancora sporco, puliscilo e fai di corsa". Contemporaneamente mi prende la salvietta dalle mani e dopo averla passata sul bordo del vaso e mi mostra che è sporca. "Ti ho schizzato prima mentre pisciavo?" non aspetta la risposta e con un gesto deciso mi strofina sul viso la salvietta sporca della sua pipì. La getta per terra e se ne esce fischiettando. Sono ancora in ginocchio, vorrei mandare a quel paese tutta la storia, ma poi ragionando mi accorgo che non posso uscire vestito in quel modo. E i miei vestiti? Che fine hanno fatto. Ora capisco il significato della frase "ci garantiremo affinché tu non cambi idea troppo facilmente". Mi sento come imprigionato e realizzo che per il momento è meglio soprassedere ad ipotesi di fuga e invece assecondare la volontà dei padroni. Forse se mi mostrassi più accondiscendente potrei usufruire di un trattamento migliore. Riprendo il mio lavoro e ripulisco il nuovo sporco e proseguo con gli altri servizi. Dopo un quarto d'ora esco dal bagno. Marco è in sala a leggere il giornale, e io mi reco nel bagno padronale. E' arredato con più gusto, ma è più disordinato, segno evidente di un maggior utilizzo. E' abbastanza sporco, sicuramente è un po' di tempo che non viene pulito. In un angolo vedo qualcosa per terra. Un preservativo usato ancora pieno di sperma. Lo prendo schifato con la punta delle dita e lo butto nel sacchetto dell'immondizia. Procedo nelle pulizie come di consueto. Con Marco alle spalle accusavo una sensazione di soggezione che mi impediva di lavorare tranquillamente. Metto in ordine e concludo le pulizie dei bagni. Vado in cucina per prendere spolverino, panni e scopa per la pulizia delle camere. Marco mi intercetta dicendo "Hai fatto tutto per bene?", "Sì Padrone, ho pulito e riordinato i due bagni come mi aveva chiesto", "Andiamo a vedere se dici la verità". Si alza in piedi quando suonano alla porta. "Vai ad aprire alla padrona". Apro la porta d'ingresso ma invece della padrona mi trovo davanti un uomo. Costui si mostra meravigliato vedendomi, poi sorridendo mi chiede "Posso entrare?", e imbarazzatissimo cerco di balbettare qualche parola "Ma lei chi è... chi devo dire...", "Non ti preoccupare... buongiorno Marco!" e lui risponde "Ciao Franco, non ti aspettavo per quest'ora". Lo accoglie in sala poi rivolgendosi a me "Dopo andrò a vedere il tuo lavoro ora fila a fare ordine in cucina" e mi tira un'altra forte pacca sul sedere. Sono di nuovo colpito da uno stato di prostrazione, ora sono stato visto in queste condizioni anche da un estraneo. E meno male che è un estraneo e non un mio conoscente! Con rabbia mi tolgo il grembiule integrale e lo lascio sul tavolo. Dalla sala li sento ridere di gusto mentre riordino la cucina. A un tratto Marco mi chiama "Vieni qua da noi" e arrivo in sala a testa bassa. "Franco è un caro amico. Ogni sua richiesta è come un mio ordine", "Sì padrone...", "Ora accompagni Franco nel bagno degli ospiti. Vorrei che tu ti mostrassi ubbidiente, non voglio sentire rimostranze da parte sua. Chiaro?. Vai!". Lo precedo fino alla porta del bagno, ma li mi fa segno di andare avanti. Entro in bagno e lui dietro di me. Chiude la porta. Poi si rivolge a me "Devo urinare", "e io cosa dovrei fare?", "Vai al vaso sollevi la seggetta e ti metti in ginocchio accanto a guardare se ho qualche necessità. Difficile?" vado ed eseguo l'ordine. Ha un sorriso ancora più perverso e soddisfatto di Marco. Mi metto in ginocchio a lato del vaso e lui si avvicina. "Aprimi la patta, ci sono i bottoni e mi fa fatica aprirli". Mi avvicino ed esaudisco le sue richieste poi si scosta per tirare fuori il pene e urina nel vaso. Non cerca di provocarmi cercando di sporcare il vaso, ma non posso fare a meno di avvertire gli schizzi di urina che da quella breve distanza mi raggiungono ancora sul viso. Al termine mi chiede "Vieni a pulirmi" mi volto per cercare un’altra salvietta ma lui mi riprende subito "No, non cercare nulla, avvicinati". Si gira verso di me e con il suo pene eretto verso il mio viso mi chiede "Usa la lingua, lo preferisco". Allora sbotto "E no, posso sopportare gli schizzi, ma questo è troppo schifoso!". Mi sto per alzare in piedi e mi vedo arrivare sul viso due forti schiaffi e un perentorio "Torna in ginocchio! Ti ho chiesto di pulirmi e come ha detto il tuo Padrone devi ubbidirmi". Gli schiaffi mi fanno male e sono frastornato. Mi arrendo alla richiesta avvicinando la mia bocca e timidamente elargisco le mie prime leccatine con la lingua sul suo glande bagnato d'urina. Lui ha già cambiato atteggiamento è visibilmente più soddisfatto anche se mostra un viso serio. "Usa anche le labbra, ecco così, prendilo in bocca e continua ad usare la lingua". Il suo pene è tra le mie labbra e lui ha le sue mani sulla mia testa per tenerla in posizione. Improvvisamente mi sento schizzare sul palato e realizzo che non ha aveva finito la pipì. "Vedi che era rimasto qualcosa?, Da brava succhia tutto". Mi fa schifo quel sapore ma mi impedisce i movimenti e praticamente ingoio quel liquido nauseabondo dopo che ha invaso tutta la mia bocca. Stacca le mani dalla mia testa e si allontana rimettendosi il pene dentro la patta, poi verso di me "Abbottonami i pantaloni!" e con il viso arrabbiato ubbidisco a quest'ultimo ordine. Poi mi rialzo in silenzio e lo seguo mentre esce dal bagno. Tornati in sala Marco gli chiede "Sei rimasto soddisfatto?", "Per niente questa puttanella si è ribellata e sono stato obbligato a schiaffeggiarla", "Come! e tu cos'hai da dire?". "Mi ha fatto bere la sua pipì e...", "E ha fatto bene! Devi sempre ubbidire, come riuscirò a fartelo capire? In ginocchio qui, sul divano, subito!". Con circospezione vado sul divano e ci salgo sopra nel modo che mi è stato ordinato mentre Marco apre un cassetto e continua "Chinati giù e appoggiati con le mani sullo schienale". Torna verso di me e solleva la gonna "Ma padrone cosa fa...", "Zitta e immobile" e immediatamente scopro che in mano ha un frustino e mi colpisce sulle natiche con un primo colpo doloroso. Continua a colpire e insiste "Conta dieci colpi", "Uno...due...", ogni colpo è sempre più doloroso "...nove...dieci". "Ne vuoi ancora?", "No padrone, la prego, basta così..." e torna frustarmi "Non si dice mai NO al padrone. Devi sempre dire 'Sì padrone, se lo desidera'. E alla fine devi sempre ringraziare. E' chiaro? Conta!" conto di nuovo fino a dieci e ho gli occhi gonfi, sto quasi per piangere per l'umiliazione subita. “Nulla da dire?”, con una voce tremante “Grazie Padrone”. “Scendi dal divano, subito! E mettiti in ginocchio!”. Mi muovo con dolore, mi ha colpito anche sulle gambe. Scivolo dal divano fino a terra e mi metto nella posizione ordinata. “Chiedi scusa al signor Franco”. Mi sento quasi in colpa sussurro “Signor Franco le chiedo scusa per quanto è accaduto prima”. “Non basta. Per quale motivo lo hai fatto arrabbiare?”, “Perché non volevo…”, “non volevi cosa?”, “…non volevo leccargli il pene”. “Bene, se desideri il perdono e non ricevere altre punizioni dolorose, esegui ora il compito che ti aveva richiesto!”. Franco ascolta in disparte con il viso serio “Non pensare che venga io a metterti in bocca il mio cazzo ”. “Hai sentito? Striscia ai suoi piedi e non procurargli altri fastidi”. Mi avvicino sempre in ginocchio ai piedi di Franco. Lo osservo dal basso, ma lui evita di incrociare il mio sguardo. Alzo le mani verso la patta, la sbottono e apro anche la cinghia dei pantaloni. Dall’apertura dei boxer infilo le mie dita e cercando di essere delicato gli tiro fuori il pene. E’ abbastanza molle. Cerco nuovamente di incrociare inutilmente il suo sguardo poi avvicino la bocca. Tiro fuori la lingua per leccarlo come mi aveva chiesto. “Se vuoi farti perdonare lecca bene lo scroto e prendilo in bocca”. Ubbidisco. Mentre lecco il suo scroto mi ritrovo la bocca piena dei suoi peli e accenno un gesto per toglierli dalla bocca. “Non provarci, ogni pelo del mio cazzo vale più di te, sarà meglio per te ingoiarli piuttosto che sputarli”. Torno a leccare e baciare fino all’asta. Il pene è sempre più eretto. Con la coda dell’occhio vedo Marco a lato con il frustino tra le mani, pronto ad elargire nuove punizioni. Franco mi chiede “Ora come una brava puttanella, lo prendi in bocca e lecchi amorevolmente il mio glande”. Allargo le labbra e ritrovo nuovamente il suo pene in bocca. Chiudo gli occhi mentre appoggia le sue mani sulla mia testa, per guidare i movimenti. Mi allontana per farsi baciare dalla base del pene per tutta la lunghezza dell’asta. Me lo infila nuovamente in bocca e mi ordina di pompare sempre più intensamente “Così brava, ora mi piaci…”. L’odore dei suoi umori è stranamente inebriante e succhio avidamente senza pensieri per la testa. Rimango sorpreso dal primo schizzo di sperma. E’ caldo e decisamente più piacevole della precedente esperienza con la pipì. Seguono altri schizzi, ma Franco mi allontana dalla presa, vuole vedere gli ultimi schizzi sul mio viso. Mi ritrovo con le guance e il mento sporchi di liquido seminale. Istintivamente mi riavvicino al suo pene e finisco di bere le ultime gocce del suo succo e ripulirlo con la lingua. “Ora basta così”, Franco si allontana rimettendosi a posto da solo. Rimango in ginocchio guardando nel vuoto. Avevo fatto il mio primo pompino. Nel frattempo sento sbattere la porta. Antonella ci accoglie dicendo “Cosa sta succedendo?”. Marco risponde “Genny ha disubbidito ed ha offeso Franco”, “E che punizione gli hai dato?”, “Venti frustate, poi ha chiesto perdono a Franco”, si avvicina a me e “Mhhh posso immaginarmi che genere di perdono. Genny, alzati in piedi!”. Avverto ancora il dolore delle frustate e mi alzo lentamente. “Ecco, come pensavo! Nessuno ti impedisce di fare la troietta, ma non sopporto che ti sporchi gli abiti da lavoro. Non solo hai il viso pieno di sperma. Guardati sul petto”. Abbassando gli occhi vedo che qualche goccia di sperma ha raggiunto il vestito nero e ha lasciato un inconfondibile macchia traslucida. Antonella, di fronte a me è imbestialita e mi elargisce un forte schiaffo poi un altro. “Come una bimbetta che si sporca i vestitini ecco come sei. Ti ci vorrebbe… aspetta se lo trovo…” si avvicina al cassetto di un mobile, lo apre e ne porta via una busta trasparente. Lo apre di fronte a me. “Ecco cosa ti occorre”. Mi mostra una bavetta da bambina, rosa con i merletti bianchi. Io rimango ammutolito ad ascoltare “Ti avevo proposto il grembiule integrale ma vedo che il mio consiglio non ti è servito! Rimettiti subito in ginocchio”. Appena giù mi posiziona la bavetta sul petto e facendomi chinare la testa in avanti, la lega molto stretta intorno al collo. “Alzati, scattare”. Quando sono in piedi mi piglia per un braccio e mi gira verso gli altri due: “Quando vorrete usare la troietta per i vostri comodi, siete pregati di usare sempre la bavetta”. Rivolgendosi a me ”E tu non ti mettere subito a ciucciare cazzi senza averla indossata. La prossima mancanza saranno dolori. Chiaro?” Annuisco “Ora per punizione la terrai fino all’ora di servire la cena e ti chiameremo solo ‘mocciosetta’. Vai in cucina e non ti muovere fino a nuovo ordine!”. Passo in mezzo a Marco e Franco e ridicolizzandomi dicono “Allora sei una mocciosetta ciucciacazzi?” e Marco afferrando la bavetta me la passa sul viso per rimuovere le ultime tracce di sperma, poi mi elargisce la solita, pesante pacca sul culo. 3. La serata Completo le pulizie nella restante parte del pomeriggio. Per mia fortuna i Padroni e Franco sono impegnati in conversazione e hanno deciso di soprassedere a nuove umiliazioni. E’ quasi l’ora di cena e Antonella mi viene a trovare in cucina. Molto gentilmente mi istruisce sui suoi metodi per preparare la cena e mi avverte: “Franco rimarrà a cena da noi e si fermerà a dormire. Dopo cena desidero che tu vada a preparare la camera degli ospiti. Cerca di essere gentile perché oggi lo hai fatto arrabbiare veramente tanto e non vorrei capitasse di nuovo questa notte”, “Perché dovrei farlo arrabbiare questa notte?”, “Ah, dimenticavo. Il letto nella tua camera si è rotto recentemente e stanotte dovrai condividere la camera con il nostro ospite. Lui è già d’accordo”. “Ma io pensavo che potevo…”, “Non pensare niente, non è un tuo compito. Ti ho già detto che la tua camera è inutilizzabile quindi non discutere”, “Come desidera Padrona”. “Bene ora vai ad avvertire i signori che la cena è pronta”. Un attimo di ripensamento poi chiedo “Mi scusi Padrona ma aveva detto che per cena potevo togliermi questa” riferendomi alla bavetta. “Sì hai ragione, è l’ora di toglierla, ma… aspetta un momento. Prima vai ad avvertire i signori e chiedigli se hanno bisogni da fare”, “Come i bisogni?”, “Sì, allora non capisci? Vai in sala e fai quello che ti ho detto, muoviti, non voglio ripeterlo”. Velocemente entro in sala e timidamente mi metto davanti ai due per farmi notare. “La signora ha detto che la cena è pronta”. Mi guardano e Marco “Va bene. C’è altro?”. “Sì, mi ha detto di chiedervi se avete bisogni da fare”. Marco si alza in piedi e mi mette una mano sulla spalla “Certo mocciosetta, ho un bisogno grosso, grosso… mettiti giù”. Scendo in ginocchio ai suoi piedi mentre si sbottona i pantaloni e con modi rozzi mostra alla mia vista il suo pene. Volto il viso di lato, spero ancora sia uno scherzo. “Su la faccia, non devi guardare per terra, guarda bene il mio cazzo. Tira fuori bene la lingua e spalanca la bocca”. Faccio quel che mi chiede e appoggia il pene sulla mia lingua. Passano alcuni interminabili secondi di silenzio poi me lo infila in gola con un perentorio ordine “Chiudi le labbra e succhia tutto”. Sento il suo fluido entrare prepotentemente nella mia bocca. Subito si riempie e sono costretto a deglutire velocemente. Il liquido caldo scende nel mio corpo, il suo sapore è terribile e amplificato dalla sua temperatura. Ma ancora più schifoso il momento in cui finisce: succhio dal glande gli ultimi residui di pipì e appena posso nuovamente respirare mi accorgo del sapore nauseabondo che ho in bocca. Non posso fare a meno di emettere due colpi di tosse. Marco se ne va soddisfatto, mentre Franco è già pronto ad aspettare con il pene in mano: “Non vorrai mettere il mio uccello tra le tue labbra sporche, mocciosetta? Pulisciti, sto aspettando”. Avvicino la mano alla mia bocca con un lembo di tessuto fra le dita e lo passo intorno alle labbra ancora umide. “Così va bene”, si avvicina e me lo spinge subito in bocca. Le sue mani mi stringono ai lati della testa “Da brava porca troia, bevi tutto” e subito lo sento pisciare. Il sapore è diverso, fino a quel momento pensavo che le urine fossero tutte uguali. Questa considerazione non allontana l’umiliazione di sentirmi trasformato in un pisciatoio. A quali altre bassezze sarei stato costretto? Franco si allontana velocemente seguendo Marco a tavola. Antonella mi chiama dalla cucina e corro verso di lei. “I signori sono già seduti? hanno già fatto i loro bisogni?”, “Sì”, “bene, brava mocciosetta, ora ti posso togliere la bavetta, girati”, e mi scioglie il nodo di quel ridicolo e imbarazzante indumento. “Devi portartela dietro per ogni evenienza. Legala al nastro del grembiulino, così. Ora vado a sedermi accanto al padrone e solo dopo tu ci raggiungi con il vassoio degli antipasti. Poi ti dirò cosa fare”. La cena procede molto amabilmente e lentamente. Riesco ad eseguire gli ordini dei Padroni senza farmi rimproverare. Mi sento già meglio, più il tempo passa senza richieste assurde e punizioni esemplari, più sento che riuscirò ad arrivare alla fine della serata senza un crollo psicologico. Certo, quando mi avvicino al tavolo subisco palpatine al sedere anche molto fastidiose, ma ormai mi sembra quasi una normalità e ho imparato, come da comando, a sorridere spontaneamente invece di digrignare i denti. Dai discorsi riesco a capire che non vogliono andare a dormire troppo tardi, anche se Franco ha detto di voler visionare un film che gli ha prestato un amico. Infatti al termine della cena tutti e tre si alzano dal tavolo e raggiungono il divano. Con le luci abbassate li vedo interessati davanti al televisore mentre io ho l’ordine di mettere in ordine e ripulire. Posso mettere sotto i denti qualcosa di… commestibile, nella tranquillità della cucina. Ho addirittura la libertà di recarmi in bagno. Tutte quelle bevute precedenti hanno accelerato i miei bisogni fisiologici e finalmente posso liberarmi. Mi guardo allo specchio e vedo una figura mostruosa, né uomo né donna, ridicola e, ora lo capisco, da disprezzare. Quando sono entrato in questa casa non avevo idea di cosa fosse un’esperienza sadomaso. Certo anche questa non ne rappresenta l’universo, ma ora posso toccare con mano la sensazione di essere un sub comandato dai Padroni. “Genny, dove sei? Vieni qua da noi” sento la Padrona chiamarmi. Mi ricompongo in fretta ed esco dal bagno. “Antonella si alza dal divano e prendendomi per mano mi porta via con se. Ci avviamo verso la mia cameretta. Forse ha intenzione di farmi dormire da solo? Accende la luce e china a guardare nei cassetti. “Vediamo un po’ questo, no, questo mhhh, nemmeno…”, “Posso aiutarla, Padrona”. “Vorrei trovarti qualcosa da indossare per stanotte ma non vedo nulla di buono”, “Se lo desidera mi basta anche una maglietta”, “No, assolutamente, nulla di così trasandato. Genny, hai un aspetto troppo maschile, quella peluria sul petto, il viso… non ti posso mettere una camicia da notte come queste, bianche, trasparenti…”. Tra me pensavo: “meno male!”. “Vieni seguimi in camera mia”. E prendendomi nuovamente per la mano mi trascina nella sua camera. Entrati dentro chiude la porta e “Dai spogliati”, “come, tutto?”, “Sì, tutto”. Anche lei comincia a spogliarsi, mentre apre l’anta dell’armadio. Si siede sul bordo del letto accanto a me per togliersi le calze, poi si rialza per sfilarsi il vestito e l’intimo rimanendo nuda. Sono eccitato, devo ancora togliermi il body e lei si avvicina per aiutarmi. Sono nudo. Mi ferma quando pensa che ho intenzione di togliermi la parrucca e sussurrando “Resta così”, mi regala un bacio sulle labbra. Il mio pene è fieramente eccitato e la vedo sorridere per questa mia reazione. Dopo una così dura giornata mi sembra di sognare e quando sto per abbracciarla per stringerla a me si divincola gentilmente per tornare verso l’armadio. Una breve ricerca e “Ti piace questo?” Mi mostra un baby-doll trasparente adagiandolo sul suo petto. “Sì, carino, molto seducente”. Toglie la gruccia e lo indossa. Si avvicina e mi regala un altro bacio sulle labbra. Di nuovo si allontana divertita con un saltino verso l’armadio e io sono sempre più eccitato. Fruga di nuovo dentro e “E questo come ti sembra?” Prende un altro baby-doll, questa volta nero con un grande fiocco rosa davanti. Con un sorriso giocoso me lo mostra nuovamente facendolo aderire al suo petto. “Molto bello anche questo, non saprei…”. Per la terza volta un altro bacino, ma questa mi sussurra “Allora indossalo tu”., “…io?”, “Sì, tu. Voglio vedere come ti sta!”. Lo prendo con un po’ di imbarazzo e dopo averlo girato tra le mie mani me lo infilo dalla testa. Mi lascia con i glutei coperti a metà ed ho la sensazione di sentirmi ridicolo. L’eccitazione si è sopita, ma si riprende immediatamente quando Antonella si avvicina con la lingua tra le labbra e mi regala questa volta un bacio appassionato. Finalmente posso stringerla tra le mie braccia. Aveva solo intenzione di giocare prima di concedersi. Si avvicina al letto e si sdraia. La seguo baciandola a partire dai suoi piedi, le caviglie, le ginocchia ed arrivando a vedere le grandi labbra. La mia lingua si insinua nelle sue intimità e la sento ansimare d’eccitazione. Le concedo una delle mie migliori performance linguiste e sento che mi ripaga con uno splendido orgasmo. Vorrei osare oltre e mi rendo disponibile per altri servizi, ma non tardo a capire che Antonella dopo il momento di godimento torna ad essere la Padrona. “Va bene Genny, basta così. Porta via i tuoi vestiti da lavoro ed esci di camera”, “devo lasciare questo?”, indicando il baby-doll nero. “No, no. E’ l’ora di andare a dormire, lo puoi tenere e lo riporterai domattina. Ora fila a preparare il letto della camera degli ospiti. Domattina voglio vederti qui da me alle 9 in punto così come sei adesso. Buonanotte”. Mi volta le spalle e io rimango come un fesso. Raccolgo i vestiti ed esco di camera. La sala è vuota, non c’è traccia degli altri due. Mi guardo attorno, non vorrei farmi notare con questo nuovo tipo di abbigliamento. Non ho nemmeno idea di dove siano finiti Marco e Franco. Mi avvicino alla porta della mia cameretta. Vorrei togliermi il baby-doll, ma con cosa lo sostituirlo, un’altra camicia da notte? Improvvisamente sento un rumore provenire dal bagno ed entro velocemente nella stanza degli ospiti, che è aperta ma con la luce spenta. Accosto la porta e accendo la luce. Non c’è nessuno, meglio così. Mi guardo intorno, poi mi dirigo verso il letto per prepararlo. Scorgo i vestiti di Franco, lasciati disordinatamente e il frustino che usava Marco su di me. Mi guardo meglio intorno, ho la sensazione di dover subire una sorpresa, ma di nuovo vedo che non c’è nessuno. Ripongo i vestiti di Franco su una sedia e apro le coperte. Prendo il frustino in mano. Vorrei nasconderlo per non far venire qualche tentazione ma proprio in quel momento Franco irrompe spalancando la porta. Ha fatto la doccia ed indossa un accappatoio di spugna. Mi vede e “Il frustino lo puoi lasciare sul letto. Vieni qui da me”. Obbedisco e gli vado incontro. “Sei carina con questo vestitino, e questo cos’è” toccandomi il grosso fiocco rosa sul petto. Arrossisco dalla vergogna e lui continua “Certo, significa che sei una bambina. Una bambina cattiva però. Oggi mi hai fatto arrabbiare molto” e allunga le sue mani cercando di stringermi a lui. Arriva a toccarmi il sedere e avvicina le sue labbra alle mie con l’evidente intenzione di baciarmi profondamente. Subisco passivamente la sua iniziativa, poi mi lascia e ordina “Toglimi l’accappatoio, con molta delicatezza”. Sfilo le maniche ma devo avvicinarmi per toglierlo definitivamente. “Lascialo cadere per terra. Baciami dal collo fino ai piedi” E’ un ordine delicato ma perentorio e lo eseguo. Quando sono a terra “Lecca bene tra le dita dei piedi… ecco così, va bene”. “Rialzati. Devo punirti”, “Perché signor Franco? Cosa ho fatto?”, “Ora non hai fatto nulla di male, ma ti devo punire per oggi pomeriggio”, “Ma il Padrone ha già provveduto… le ho chiesto scusa… pensavo di essermi fatto perdonare”, “Hai pensato male. Voglio essere io ad impartire la punizione, quella del tuo padrone non conta, quindi mettiti in ginocchio sul letto, come hai fatto oggi sul divano, con il culetto ben sporgente”. Mi rialzo mestamente e vado verso il letto. Salgo sopra e mi sistemo in ginocchio, appoggiandomi sui palmi delle mani. “Il culetto più sporgente per favore e viso in avanti senza voltarti” E mi sporgo più indietro. Franco apre un cassetto, anche se la frusta è accanto a me. Lo sento armeggiare senza poter capire cosa ha intenzione di fare. Poi sento che afferra la frusta e chiudo gli occhi. Con le mani mi carezza amabilmente il sedere. Improvvisamente non sento più la sua mano e subito come una scossa una prima dolorosissima frustata. Un attimo di indugio poi una rapida sequenza di una decina. Si ferma e mi tocca con le mani sul sedere, nuovamente, per accertarsi che la pelle sia diventata sensibile al contatto. Per un istante mi infila un dito dentro al culo ed ho un piccolo sobbalzo. Si allontana e riprende a frustarmi. E’ un supplizio, si riavvicina e mi carezza le natiche affinché io possa provare ancora più dolore. Lascia la mano e sento nuovamente un tentativo di intrusione anale, ma questa volta le sue mani sono sui miei fianchi. Spinge forte e realizzo che sta introducendo il suo pene duro dentro il mio ano. Mi spinge con violenza, sento un forte dolore, ma diventa ancora più intenso quando la penetrazione è completa e il suo bacino va a sbattere contro le mie natiche infiammate. Io non riesco a sostenere quella posizione e adagio la mia testa di lato sul letto. “Ti prego fai più piano” e continua. “La prego… signor Franco mi fa molto male, ahi”, Bene è quello che voglio, mi piace così” e aumenta l’intensità dei colpi con grande piacere. Il mio ano veniva sverginato in quel frangente e io, impotente, subivo passivamente la volontà del mio aguzzino. Non so quanto tempo fosse passato, forse cinque o dieci minuti o anche più ma finalmente lo sentii rallentare ed ansimare per l’orgasmo. Con le mani mi stringe le chiappe per farmi sentire l’uscita del suo pene. “Fatti in là, voglio sdraiarmi” e si sistema a pancia in su sullo stesso lato del letto. “Toglimi il preservativo”. Mi avvicino e mi riprende “Con delicatezza e fai in modo che rimanga vuoto”. Stupito per la richiesta “Come vuoto?”, “Vuoto, come ti ho detto. Mentre lo sfili lascia ricadere lo sperma sul mio cazzo. Richiesta insolita, ma ormai ne ho fatto l’abitudine. “Buttalo per terra, lo raccoglierai domattina. Bene, ora vieni qua in mezzo alle mie gambe. Voglio addormentarmi piacevolmente”, “Come desidera signor Franco. Cosa devo fare?”, “Con la lingua e le labbra, mi ripulisci il cazzo ciucciando tutto lo sperma e mi riempi di baci e leccatine fino a quando mi addormenterò. Poi potrai dormire anche tu”. Credevo fosse finita invece mi tocca un altro supplizio. SI volta e spegne la luce e io mi chino su di lui per accontentarlo. 4. Domenica Le prime luci dell’alba riescono ad attraversare le persiane della finestra. Socchiudo gli occhi e mi rendo conto che non stavo sognando. Il fondoschiena mi fa male, dappertutto. Per limitare il dolore sono a pancia in giù, ma mi basta sentir scorrere il lenzuolo per capire che le mie chiappe sono arrossate dalle frustate. Ho anche un altro tipo di dolore, più interno. Credo di capire a cosa è dovuto. Giro la testa verso Franco e scopro che anche lui è sveglio. “Allora, ci siamo svegliati, finalmente!”, “… Buongiorno, che ore sono?”, “Abbastanza tardi per dormire ma abbastanza presto per altre cose”. “Cosa?”. Mi afferra la mano e mi fa toccare il suo pene eretto e durissimo. “Cosa? Per incularti, mia cara”. Non aspetta la risposta, si solleva e mi viene sopra, sulla schiena. Senza dire o chiedere, cerca il mio ano facendomi emettere qualche gridolino di dolore e mi penetra nuovamente. In quella posizione non ho nemmeno la possibilità di attutire la penetrazione con i miei movimenti e non posso trattenermi dall’ansimare per il dolore. Mi sbatte con forza e grande vigore, mi ha già fatto capire che gode nel farmi sentire male. Il letto si agita sotto i colpi pesanti di Franco e io vorrei piangere dal dolore. Improvvisamente interrompe la sua azione e si alza sulle sue ginocchia. “Per ora basta così era solo un assaggio. Via dal letto e mettiti in ginocchio desidero un bel servizietto e usa le precauzioni che ti ha consigliato la padrona per non sporcarti”. Capisco il messaggio e mi alzo dal letto. Sulla sedia dove sono i miei vestiti recupero la bavetta rosa, poi ritorno verso Franco che nel frattempo si è alzato in piedi. Me la metto intorno al collo e tento di legarla con qualche difficoltà. “Mettiti in ginocchio, te la sistemo io”. Quando sono giù reclino la testa in avanti. Franco afferra i lembi e me la stringe molto stretta, in modo da risultare volutamente fastidiosa. Quando rialzo la testa non aspetto altri ordini e inizio a baciare e leccare il suo pene, fino a prenderlo in bocca. “Brava Genny, così ti stai comportando proprio bene, continua così, sei una brava mocciosetta”. Immagino che desideri sborrarmi in bocca. Non sono proprio felice dell’idea ma lo preferisco rispetto alla dolorosa sodomizzazione. Invece mi accorgo che la sua eccitazione va decadendo. Poi lo sento dire “Eccomi, bevi troia” e un violento schizzo di urina mi colpisce il palato. Ingoio velocemente per non fare fuoriuscire una goccia, non vorrei incappare in qualche punizione. “Sì, brava, mi sei piaciuta. Una bella e piacevole pisciata in bocca è modo migliore per iniziare la giornata!” commenta molto ironicamente. Finisco di succhiare poi mi allontana. Vede i suoi vestiti sulla sedia, si riveste senza fiatare ulteriormente e poi esce dalla camera. Guardo l’orologio e mi accorgo che è tardissimo, sono già le 9. Mi sciolgo la bavetta, raccolgo velocemente la mia divisa e corro nella camera dei Padroni. La porta è aperta e la stanza è illuminata “Permesso, posso entrare?” Vedo Marco vestito con una vestaglia da camera che mi risponde “Avanti, entra pure”, “Buongiorno. La Padrona mi ha detto di essere qui per le 9”, “Sì lo so, ora è in bagno”. Marco si avvicina e mi guarda “E questo? Come siamo sensuali. Scommetto che stanotte tu e Franco avete fatto i maiali”, E mi mette una mano sul sedere allungando un dito verso l’ano. Faccio un sobbalzo, sono sensibilissimo in quelle zone ed emetto anche una breve esclamazione di dolore. “Bene vedo che hai culetto infuocato. Hai scopato come una puttana, vero?” Rimango in silenzio a testa bassa mentre Antonella fa la sua comparsa uscendo dal bagno padronale. “Buongiorno Genny”, “Buongiorno Padrona”. Marco si allontana ed entra in bagno a sua volta. “Vediamo il programma di stamani. Devi vestirti con la divisa per servirci la colazione, poi indosserai un vestitino da tempo libero perché per il momento non hai altri compiti. Mettiti subito le calze”. Mi siedo su una sedia per indossare le calze a rete. Antonella guarda nell’armadio e ne esce fuori con un nuovo indumento bianco. “Metti questa”. Rimango interdetto di fronte al nuovo indumento. “Ti aiuto io a legarla dietro”. Mi posa la guêpiere sul petto poi si mette dietro di me per legarla. “Intanto allacciati le calze” e rivolge la sua attenzione al contenuto di un cassetto. “Io attacco le bretelline alle calze e quando rialzo il viso lei mi dice “Indossa queste, vediamo come ti stanno”. Un paio di mutandine in tulle, veramente minime, a perizoma. Quando le calzo sento il filo che mi solletica dietro in modo molto fastidioso. Faccio notare il mio problema e mi risponde “Non ti preoccupare, ci farai l’abitudine come fanno tutte le donne. Ora prosegui con il resto. Dovresti essere capace di fare da sola”. Provo un certo fastidio a sentirmi trattato come fossi realmente una donna. Già devo sopportare il travestimento, poi sono oggetto sessuale di due uomini. E’ un’ulteriore umiliazione, ma la subisco in silenzio. Mi rivesto come ordinato, senza dover chiedere l’aiuto della Padrona. “Vai in cucina e preparaci la colazione. Latte caldo, caffè e biscotti per tutti. Presto, deve essere già pronto tutto prima del nostro arrivo”. Esco velocemente dalla camera e mi reco in cucina. In dieci minuti preparo tutto, appena in tempo per l’arrivo di Franco. “Ecco la servetta, ha già preparato tutto?” E si avvicina palpandomi nuovamente il culo, sapendo che mi procura fastidio e dolore. A ruota compaiono i Padroni e si sistemano intorno al tavolo in cucina. Li servo mentre fanno colazione e dai discorsi capisco che la Padrona vuole uscire in mattinata per visitare un mercatino rionale. Capisco anche che Franco non si tratterrà per il pranzo. Meno male un uomo di meno. Ma capisco anche che lei uscirà da sola e mi lascerà con loro due per un po’ di tempo durante la mattina. Si alzano dal tavolo e rimetto in ordine. Poi mi sento chiamare dalla Padrona e la raggiungo in camera. Si sta vestendo per uscire e mi dice “Allora, Genny. Io esco e ti lascio con i signori. Vedi di comportarti a modo. Non hai altri compiti e puoi toglierti la divisa”, “Grazie Padrona” e sto per dirigermi verso l’uscita quando mi interrompe “Aspetta”. Si mette gli orecchini poi mi prende per mano e mi porta nella mia cameretta. Quando siamo dentro “Togliti la divisa” e apre l’armadio. Io mi svesto degli accessori e del vestito. “Vediamo un po’… ecco quello che fa per te”. Ne tira fuori una camicetta a fiorellini semitrasparente a maniche lunghe e una ampia e fluida gonnellina fucsia. I risvolti del colletto, dei polsini e il fondo della gonna sono guarniti da arricciature molto evidenti. Indosso i vestiti e mi guardo allo specchio. Sembro una ragazzina frivola, di sopra, con un abbigliamento sexy, sotto. La gonna arriva alla coscia e la bordatura semitrasparente non riesce a nascondere il pizzo delle calze a rete. Mi sento tanto “puttana” e facilmente violabile. “A posto. Ora posso andare. Puoi leggere o guardare la televisione, ma ricorda di ubbidire sempre al Padrone. Ci vediamo per l’ora di pranzo. Ciao” ed esce dalla porta senza aspettare una mia risposta. A distanza sento sbattere la porta. Non ho avuto ordini particolari e cerco di starmene per conto mio. Ne approfitto per curiosare nella stanza. Apro il famoso armadio per vedere se trovo qualcosa di interessante. Niente, solo vestiti, tutti rigorosamente femminili. Anche molto giovanili, alcuni infantili e comunque molto frivoli. Anche la biancheria ha lo stesso aspetto. Penso che la Padrona abbia più il piacere di trovare una persona da assimilare ad una nipotina, da usare come una bambola da vestire, piuttosto che una domestica. Sicuramente quando la sera prima ha goduto con me, lo ha fatto pensando ad un piacere lesbico, come fossi stato una donna e non un uomo. E il Padrone? Lui si diverte e sfrutta la situazione. Forse lui è il vero master della situazione. Franco? Chi lo sa. Forse ama gli uomini passivi, che però abbiano un tocco di femminilità. Chiudo l’armadio continuando a pensare. “Genny, dove sei?” mi volto. E’ finita la tranquillità, il Padrone mi sta cercando. Apro la porta “Sono nella cameretta. Cosa desidera Padrone?”, “Vieni qua da noi”. La voce è rassicurante, ma non mi convince. Arrivo in sala. “Cosa stavi facendo?”, “Mi stavo riposando nella mia cameretta”, “Riposando? Non ti è bastata la notte per farlo?” sorride facendo un gesto di intesa a Franco. “Che ti ha detto la Padrona?”, “Che ho tempo libero per leggere o guardare la TV”. “E stavi leggendo?”, “No Padrone”, “allora vieni a guardare la TV insieme a noi”. Non sono molto convinto dell’offerta ma “Va bene. Cosa guardiamo?”, “Una cassetta che ha portato Franco. L’abbiamo già vista ieri sera, hai visto di cosa tratta?”, “No, ero in cucina a pulire e riordinare”. “Allora sei dei nostri. Vai nella dispensa a prendere un pacco di salatini e portaci da bere, ti aspettiamo. Per me un whisky e per Franco un analcolico”. Anche se non sono in servizio capisco che è il caso di ubbidire. Prendo un vassoio, le bottiglie e i bicchieri. Anche i salatini. Torno in sala e mi aspettano già seduti ai due lati del divano. Deposito il vassoio sul tavolo vicino e riempio i bicchieri secondo le loro indicazioni. Consegno nelle loro mani i bicchieri e Marco mi fa segno di sedermi proprio in mezzo a loro. Non ho molte alternative perché non ci sono altri posti. E’ la prima volta che mi siedo da quando mi sono levato dal letto. Il contatto del mio sedere con il divano, mi fa fare un piccolo sobbalzo perché sento ancora dolore. Vedo che Franco e Marco si guardano sorridendo per questa mia reazione. Marco fa partire il videoregistratore con il telecomando. Solo ora, in questa nuova posizione mi accorgo di quanto sia cortissima la mia gonna e la sistemo al meglio per coprire le cosce e non far vedere le bretelline della guêpiere. Parte il filmato e loro due non sembrano interessati a me. E’ una ripresa amatoriale di un loro conoscente. Non tardo a capire che il contenuto di tale film è decisamente hard e vedo Marco e Franco con i pantaloni aperti che si masturbano. Anche io mi eccito nella visione e sento che lo stretto perizoma non è più in grado di contenermi. Nella scena due donne fanno l’amore tra di loro in una camera da letto. Poi arrivano tre uomini e mentre una viene messa in un angolo e frustrata, l’altra è oggetto di sesso degli altri due. Cazzi in bocca, poi nel culo, poi di nuovo in bocca e… la mano di Marco che mi carezza sulla coscia. Gioca con le bretelline del reggicalze tirandole e facendole schioccare sulla mia pelle. Franco non è da meno e solleva la gonna fino a raggiungere le mutandine. Mette le sue dita sotto e arriva a toccarmi il pene indurito. Lo tira fuori e lo carezza, mi fa piacere subire queste attenzioni. Marco mi sorride e si avvicina. Mi bacia sul collo e sulle labbra ripetutamente, fino a baciarmi in bocca lasciandomi senza fiato. Franco è passato a masturbarmi con più decisione. Marco mi carezza intorno ai fianchi e sulle gambe e ogni tanto mi bacia di nuovo in bocca e io lo lascio fare. Mi sussurra “Voglio scoparti”. Contrariato mi riprendo dallo stordimento e tento di divincolarmi, il mio sedere fa ancora male. “La prego Padrone non ora…” e nell’agitazione casca un bicchiere e si rompe bagnando per terra. “Garda cosa hai fatto. Sei contenta ora?”, “Mi dispiace, non volevo…”. “Niente scuse hai sbagliato e devo punirti”, “Ma come…”. “Avanti, tirati giù le mutandine e sdraiati sopra le mie ginocchia”, “La prego signore, la frusta mi ha fatto molto male”, “E chi ti ha detto che ti frusto” mi sventola due forti ceffoni sul viso “Ubbidisci”. Abbasso le mutandine e mi metto nella posizione indicata. Franco è di fronte a me e mi fa appoggiare la testa in mezzo alle sue gambe, con i miei occhi proprio di fronte al suo sesso. Marco solleva la gonnellina e mi sculaccia di santa ragione, facendomi guaire per ogni colpo. Franco mi accarezza sulla testa e avvicina il suo pene al mio viso. Ormai il mio culo è indolenzito e Marco mi ordina di rialzarmi. “Non ho ancora finito. Rimettiti in ginocchio sul divano, con la testa in mezzo alle gambe di Franco”. Altri due schiaffi perentori, mi metto nella posizione indicata e Franco è pronto ad accogliermi nuovamente tra le sue gambe. Marco si sfila la cinghia dei pantaloni e appena sono in posizione mi solleva la gonnellina e mi frusta. Ormai non riesco a trattenere le lacrime, sono veramente sfinito. Terminata la sua azione e durante la pausa Franco dirige la mia bocca sul suo pene. Marco mi mette le mani sui fianchi, ha il pene eretto di dimensioni notevoli e mi infila due dita nel culo per allargarlo. Mentre sto già pompando il cazzo che ho in bocca, Marco mi infila il suo e mi sodomizza. Mi sbatte con molta forza, prima lentamente per penetrarmi completamente poi sempre più velocemente. Mi sbatte come una puttana, forse peggio. Franco già eccitato da tempo mi viene subito in bocca e rimango a sorseggiare per lungo tempo il suo succo mentre Marco continua instancabile a sfondarmi il culo. Finalmente mi sfila il suo pene, penso che abbia finito invece lo infila nuovamente nel modo più indelicato per martoriarmi. Ma dura poco. Lo sento ansimare per l’orgasmo, mi sta sborrando nel culo. Rallenta, mi assesta gli ultimi colpi poi se ne va. “Sei una troia, ecco cosa sei. Rialzati!”. Lentamente e dolorante, mi rimetto in sesto e ubbidisco all’ordine. Quando gli sono di fronte mi da uno schiaffo sul viso. “Sei una troia, te lo devi scrivere in testa” e mi tira un altro schiaffo ”Troia, puttana e non ti muovere” e via altri schiaffi. “Mettiti nell’angolo laggiù, con il viso rivolto verso la parete” Mi dirigo verso l’angolo indicato “E tieni la gonna sollevata con le mani, vogliamo ammirare il tuo culo infiammato. Non ti devi muovere fino a nuovo ordine e non fiatare”. Mi sollevo la gonna e sento che finiscono di visionare il film. E’ difficile stare immobili in quella posizione. Sento dolori dappertutto e come non bastasse sento lo sperma che fuoriesce dallo sfintere allargato. Mi brucia e solletica e non posso fare a meno di contorcermi mentre raggiunge l’interno della coscia. Cerco di stringere le chiappe, non vorrei subire altre punizioni per i miei movimenti. Il film finisce e Marco mi viene alle spalle “Allora ti sei pentita dei tuoi errori, puttana?”, “Sì padrone, le chiedo ancora perdono”. “Bene, ora vai nella tua cameretta, ti togli la camicetta e la gonna”, “Certo Padrone, sarà fatto”. “Indossi il tuo grembiulino, la crestina e i guanti e torni a pulire il tuo danno”, “Senza vestito?”, “Certamente, solo con la guêpiere”. “Va bene, Padrone, sarà fatto. Grazie Padrone”, “Brava e visto che ci sei mettiti la bavetta, è divertente vederti come una mocciosetta”, “Sì Padrone, subito” e scappo in camera prima di subire altre richieste. Ho paura delle sue reazioni e voglio evitare di contraddirlo. Torno da loro “Fatti vedere, sì così mi stai bene. Vai a prendere la scopa e gli stracci per pulire” Vado in cucina a prendere il necessario poi torno e mettendomi in ginocchio ripulisco i cocci. Mi osservano lavorare con sguardi divertiti e soddisfatti. Alla fine delle pulizie vi sedete sul divano sempre nudi dalla cintura in giù. “Ora la mocciosetta ci fai un bel servizietto completo. Ci devi baciare e leccare su tutto il corpo, a partire dai piedi e risalire, con particolare cura sulle zone che già conosci” Sto già per cominciare quando Franco mi interrompe “Aspetta non aver fretta. Marco dove lo tieni il dildo?”, “Sì certo anche quello. Mocciosetta apri il cassetto del mobile, prendi il fallo di gomma e i nastri”. Apro il cassetto e scopro una miniera di oggetti sadomaso. Ci sono diversi falli e prendo il più piccolo insieme ad alcuni nastri di stoffa bianchi. “No, non quello, uno più grosso”. Ne mostro un altro e mi fa cenno che va bene. Torno da loro e Franco “Ora ti metti in ginocchio e ti masturbi. Devi sborrare sul fallo senza farne cadere una goccia”. Mi metto in ginocchio. Sono stranamente eccitato dalla situazione e non ho difficoltà ad eseguire questo compito. Al momento dell’eiaculazione socchiudo la cappella per sopprimere lo schizzo, poi la riapro per cospargere il liquido seminale sul fallo. “Brava, ora lo avvicini alle tue labbra e lo ripulisci perfettamente”. Lecco il fallo e ingoio tutto il mio sperma. Nel frattempo Marco mi fa rialzare e mi lega un nastro stretto intorno alla vita. Poi si fa consegnare il fallo che ho appena ripulito e mi fa mettere nuovamente alla pecorina per terra. Mi contorco perché vengo nuovamente penetrato, questa volta dal fallo ma è una sensazione diversa, più fredda. Il fallo ha un anello alla base e Marco ci fa passare un altro pezzo di nastro che lega con due fiocchi a quello stretto alla vita, sul davanti e sul dietro. Stringe il tutto per fare in modo che il fallo rimanga in posizione. Gira l’anello zigrinato e mette in moto il vibratore. Mi sento agitare dentro, ho una sensazione che non so descrivere. Si rimette seduto e mi ordina di cominciare il mio lavoro. Ad ogni mossa o spostamento sento il fallo che rigidamente mi sconvolge interiormente. Lecco i piedi, le gambe e il pene. Passo da Marco a Franco e viceversa, loro stessi mi indicano quando è il momento di servirli. Franco si fa sbottonare la camicia e si fa baciare sul petto, poi pretende che mi avvicini al suo viso per farsi baciare in bocca. Marco da dietro mi agita il fallo per renderlo ancora più efficace e doloroso. “Lo dicevo che sei una troia, così mi piaci, ubbidiente e remissiva, ma soprattutto silenziosa”. Franco ha il cazzo nuovamente eretto, è eccitatissimo “Ti voglio scopare, in questa posizione” sono in ginocchio sul divano sopra e rivolto verso di lui. Marco scioglie il fiocco che lega il nastro ed estrae il fallo dopo averlo spento. Mi poso sul pene di Franco e lui non muove un dito, vedo che vuol lasciare a me l’iniziativa. Questa volta mi penetro da solo. Istintivamente non andrei oltre, ma Marco incalza “Tutto lì, dai muoviti su e giù, più velocemente, muoviti!” Mio malgrado mi devo far male da solo. Franco mi indica di avvicinarmi a lui senza fermarmi. Non è facile, riesco a malapena ad avvicinarmi e mi bacia a lungo mentre continuo a muovermi su di lui. Ora sono anche stanco oltre che dolorante. Franco decide che è il momento di soprassedere. Sto per rialzarmi quando Marco si siede nuovamente accanto e dice “Non hai mica finito, a me non lo fai questo servizio?"” Mi viene spontaneo sorridergli e prima di venirgli sopra, mi fa un gesto con la mano ad indicare che prima gradisce una pompatina. Esaudisco il suo desiderio curvandomi su di lui. Vuole solo rinforzare la sua erezione e usufruire di una lubrificazione naturale. Mi fa segno che basta e ripeto la scena avuta prima con Franco. Mi sono abituato all’idea di farmi scopare. I dolori sono diffusi e non riesco a far più caso ad una nuova penetrazione. Quando è contento anche lui mi fa segno che posso alzarmi. “Devo rimettermi il fallo?”, “No può bastare così. Puliscilo bene con la tua lingua e rimettilo dove l’hai trovato insieme ai nastri”. La padrona rientra in quel momento. “Salve a tutti”, poi rivolgendosi a me “Vedo che ti hanno fatto lavorare. Sei carina con la guêpiere e il grembiulino”, poi a suo marito “Com’è andata”. “Bene è stata abbastanza ubbidiente, qualche altro rimprovero, ma ora ha capito quali sono i suoi doveri”. “Brava Genny”. E’ quasi mezzogiorno e sta per scadere il tuo periodo di prova”. Mi scioglie la bavetta che avevo ancora ridicolmente stretta al collo. “Vai a spogliarti completamente nella tua cameretta e vatti a fare una doccia. Ti faremo trovare i tuoi vestiti sul letto quando uscirai dal bagno”. Finalmente, mi sento liberato da questa frase. Corro in camera ed eseguo il compito più facile che mi sia stato mai ordinato. Una doccia rilassante, per tutte le violenze subite, mi sciacquo la bocca con l’acqua calda come fosse una specie di disinfettante. Torno in camera e come promesso ritrovo i miei vestiti. Mi sembrano strani e ruvidi, dopo aver indossato per molte ore solo indumenti morbidi, gonnelline, camicette, baby-doll e intimo femminile. In un certo senso provavo piacere. Esco dalla stanza e torno in sala. Marco e Franco si sono rivestiti. Mi attendono sorridenti. Marco esordisce “Bravo, hai fatto il tuo dovere. Valuteremo insieme quando replicare un nuovo incontro” e mi stringe la mano. Sono piacevolmente sorpreso della trasformazione e dal sentirmi si rivolgere come una persona di sesso maschile. Mi rendo conto che anch’io devo uscire dal circolo vizioso di idee che mi ero costruito e in cui cominciavo a conformarmi. Rispondo “Sì, è stato un incontro interessante, penso che si potrà ripetere”. Antonella “Bene, così siamo tutti contenti. Ora ti salutiamo perché abbiamo altri impegni. Siamo invitati a pranzo, capirai…”, “Certo, nessun problema era come concordato”. Mi sorride e con la bavetta in mano Antonella mi dice “Prendi questa, servirà a ricordarti il nostro incontro e soprattutto che sei nostro sub”. Vorrei istintivamente dire grazie ma non lo faccio perché non riesco a capire quanto questo dono sia per ricordo o per un’ulteriore e beffarda umiliazione. Le faccio un sorriso e “Mi potete contattare nel solito modo".
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13 anni fa
admin, 75
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Gino e i fratellini- la vendetta
CIAO Gino dissi appena salito nel suo appartamento poi al ricordo del suo cazzo non resistetti mi inginocchiai ,la mia fame di cazzo e' sempre immensa, e tirai fuori la lingua che cominciai a muovere su' e giu'.L'invito per GINO fu' irresistibile si aprì la lampo dei pantaloni liberando l'uccello che si era già' gonfiato ed aveva raggiunto la già nota misura e mi si avvicina -Io apro bene la bocca e lo ingoio fino allo scroto. La mia esperienza in fatto di pompe e' grande e dopo pochi minuti Gino mi viene in gola ed io assettato ingoio con ingordigia poi mi mette supino e mi infila la sua pertica nel culo e mi stantuffa per una buona mezzora venendomi dentro due volte senza tirare il cazzo fuori . Dopo un po’ Gino va in bagno a rinfrescarsi io nonostante gli assalti di GINO ho ancora voglia . mi metto sul divano ed inizio a menarmelo ficcandomi nel contempo tre dita nel culo . Quando Gino esce da bagno vede quello che sto facendo sorride e mi dice “ti conosco e sapevo che ad una troia come te il mio cazzo non ti sarebbe bastato pertanto ti ho fatto una sorpresa ho chiamato due amici, due fratelli che in fatto di culi sanno il fatto loro. Ed avvicinatosi mi offre ancora l’uccello da succhiare che io accetto ed ingoio di nuovo.Sto assaporando l’uccello di Gino quando suonano all’appartamento Gino va ad aprire ed entrano i fratelli. Sembrano gemelli, sono alti e dalle spalle ampie, grosse mani e teste rasate a zero, la barba e' tagliata ma scura e fitta e ombreggia le mascelle squadrate, uno dei due ha folti baffi che gli scendono a lato della bocca come i miei. La camicia e matida di sudore, l'odore e' forte e maschio. Li i due si spogliono e poi mi si avvicinano e si siedono accanto a destra e a sinistra. Hanno corpi mastodontici, tatuati ovunque dai polpacci alla schiena e il pelo che li ricopre disegna strane figure tra quei tatuaggi scuri.Ma la cosa che impressiona di piu' dei due, se i gran fisici non bastassero a mettere paura, sono i bigoloni che pendono curvi sulle palle che, come se fossero di ferro, tirano giu' lo scroto rendendolo un grosso fagotto peloso. I due cazzoni sono ancora a riposo, con le cappelle grosse come mele avvolte dalla pelle e il prepuzio carnoso, umido e roseo, e' abbondante; l'asta e' un bastone nodoso ricco di vene gonfie.La voce di uno dei due e' profonda e baritonale: -Allora bel ciucciacazzi, cosa stavi facendo a GINO prima?- E appoggia una mano sulla mia coscia, io da troia infoiata non perdo tempo: “-Gli stavo succhiando il cazzo ma se volete continuo con i vostri”,mi chino a bocca spalancata sull'uccello alla mia sinistra ma non faccio in tempo sono loro che come lupi affamati mi sono gia' addosso, le loro manone ruvide mi stanno accarezzando ovunque e come per assaggiare la preda mi leccano il collo o i i capezzoli turgidi, li mordicchiano, io ho gli occhi chiusi e gradisco come non mai quelle due lingue che passano tra le mie chiappe sul buchetto caldo ed ancora infiammato dal cazzo di GINO rinfrescandolo.Mi mettono in piedi ho i due fratelli in ginocchio uno davanti e uno dietro, mi leccano le palle e addirittura l'uccello ,i due stanno assaporando il mio uccello, adesso percorrono la lunghezza della canna con le loro labbra ai due lati, e si alternano a succhiarlo infilandoselo in gola. Le loro teste rasate si muovono veloci e spesso le loro bocche si incontrano su quella verga baciandosi e limonandosi ma poi veloci come bestie fameliche non perdono tempo, si vede che lavorano sempre in coppia, uno preme subito la mia testa sul cazzo che si sta gonfiando a vista d'occhio, l'altro mi prende con le mani forti per i fianchi e mi mette subito alla pecorina sul lettino, poi si tuffa con la testa tra le mie chiappe. Sento la testa che si agita forsennatamente sul mio buco dilatato mentre succhia rumorosamente, la linguona fa davvero un bel lavoro al mio buco infatti io stesso porto le mani sulle chiappe per aprirle bene e sentire cosi' meglio la lingua ruvida che mi penetra , ma non mollo con la bocca l'asta che sto succhiando, tengo la bocca ben aperta per inghiottirla tutta .Veloce il fratello leccatore si mette diritto, adesso ha voglia di fotterla mia caverna ricca della sua saliva, si prende alla base la verga dura e infilza con un solo colpo di reni il mio culo e poco prima di arrivare fino in fondo toglie la mano e il rumore della sua pancia che sbatte contro le chiappe sudate del mio culo rimbomba nella stanza.La monta comincia subito forsennata, il culo peloso de fratello eccatore si muove a ritmo, con una gamba piegata sul letto e l'altra tesa a terra per puntarsi e dare piu' forza, l ‘altro fratello invece si e' messo in ginocchio e con le due mani a coppa sulla mia nuca e preme la testa contro l'inguine ficcandomi l’uccello fino in gola profonda, la scopata continua furiosa, le scosse impresse al mio corpo devasterebbero un uomo normale, in piu' mi sta dando forti pacche sul culo che gia' diventa completamente rosso.Ma mi accorgo che i due fratelli stanno comunicando a gesti, e' come un segnale tra di loro. Quello davanti che mi sta sempre in bocca, mostra il pugno chiuso al fratello dietro che mi sta scopando e questo fa un cenno d'assenso mostrando anche lui il pugno.Cazzo vuoi vedere che vogliono... infilarmi... il braccio nel culo.Infatti ora uno dei fratelli mi tiene fermo con la forza mentre l'altro dietro sta tentando di infilare quattro dita nel mio culo aperto mi oppongo con disperazione .“Non così mi rovinate” . Per fortuna Gino che finora ha guardato va in bagno si procura dela vasellina e del LUAN poi lancia uno sguardo eloquente al fratello intento a frugare nel mio culo allungandogli il tutto.Il fratello preso la vaselina ed il LUAN mi ritorna dietro mi unge abbondantemente dentro e fuori lo sfintere e poi mi dice “-Avanti rilassati troia che e' il tuo momento.”-e posiziona il pugno tutto unto contro il mio buco , -“NO fermi mi rovinate cosi', non ce la faccio a prenderlo” grido io-“-Silenzio vacca, siamo bravi noi altri a riempire i culi, vedrai che poi non potrai piu' farne a meno”.Il viso del fistatore e' serio e impegnato, mascella serrata mi prende con la mano libera il fianco e lo spinge con forza verso il pugno che scivola dentro per meta',i muscoli delle braccia tatuate sono tesi e sudati, il bicipite si gonfia per lo sforzo, in fondo solo un uomo come lui puo' manipolare cosi' il mio corpo che ha tra le mani che si agita a piu' non posso.”-NOOOOOO cazzo fermiiiii!!!-“Ma il buco ha superato le nocche del pugno che inesorabile scivola dentro.“-Ancora un piccolo sforzo e ci siamo, ma se non vuoi sentir dolore rilassati e' meglio per te troia!”- Realizzato che e' meglio fare quel che mi si dice mi calmo, ed ecco che in un attimo l'intero pugno e' risucchiato nel mio culo caldo, entra fino al polso e subito lo sfintere gli si chiude intorno.“-Ecco fatto!Adesso sentilo bene tutto e quando sei pronto rimettiti a succhiare il cazzo di mio fratello così saprò che posso iniziare a stantuffarti dentro” mi dice tenendo fermo il braccio.Dopo un po’ i mi comincia a piacere essere competamente pieno il dolore è sparito e mi era tornata la libido alle stelle, ripresi a a spompinare, e' il segnale che aspettavail fratello che mi ha infilato il braccio nel culo ,comincia a muovere il pugno nel culo, lo muove roteandolo a destra e a sinistra e poi lo sfila piano ma prima di farlo uscire tutto riaffonda deciso arrivando quasi all'avambraccio, “ Dio mi piace un sacco, infatti succhio con foga i cazzo che ho in bocca e non mi lamento piu' e quando il fratello che mi sta riempiendo la bocca di minchia mi chiede:”-Vuoi anche il mio adesso di braccio nel culo?Guarda che mani grosse che ho-“ Io faccio si con la testa senza mollargli il cazzo.Ormai e' fatta, ho provato di tutto sono una vera troia una troia col culo rotto.I fratelli si scambiano di posto e nel frattempo GINO manda un’esclamazione vedendo quanto si e' allargato il mio culo.Uno dei due fratelli mi disseta sborrandomi in gola ed io bevo assetato, l'altro ha praticamente ancora mezzo avambraccio infilato nel mio culo.Dopo essersi riposati un po’ uno dei due fratelli si siede sul letto e mi infia ‘uccello nel culo a spegnimoccolo sonoseduto so pra di lui, ben infilzato dal suoi cazzo, e debbo tenermi stretto al suo collo sobbalzando su e giu' dai colpi che ricevo da sotto, ma ecco che si avvicina da dietro anche l'altro e punta anche lui la sua cappella bagnata al mio buco gia' pieno del cazzo del fratello.Sforza la cappella contro e con uno sforzo immane mi entra anche lui non senza difficolta”-Dio come sei ancora stretto! Qui bisogna scoparti un bel po' prima di allargarti a dovere” e tutti e due continuano per un bel po’ ad incularmi assieme nonostante io sia ormai uscito di testa e nonostante il dolore li sprono”continuate …ancora ancora “.-Gino per farmi tacere mi rinfila i suo cazzo in bocca e mi dice”Succhia Troia credevi non mi fossi accorto dei giochi che continuavi a fare quando nmi allontanavo con OMAR e SAID durante la crocera?”Io succhio il suo cazzo con avidita. Gino ed i due fratelli dopo una ventina di minuti Sborrano insieme ed un lago di sperma mi riempi L’intestino e la gola tanto che dovetti correre in bagno era come avessi subito un clistere di due litri e lo sfintere dilaniato e dilatato non la teneva dentro.. Quando uscii da bagno i frateli se ne erano andati e Gino mi portò soccorso con un unguento speciale tentando di rimediare allo sconquasso de mio povero culo “ “Sei una gran vacca ma sei sempre a mia troia mi ricordo che mi hai aiutato facendoti inculare quando nessuno mi voleva appena vedevano le dimensioni del mio cazzo”.” Stanotte rimani da me così puoi riposare” Io lo guardai in un certo modo mi ricordavo quando mi inculava ogni ora, Lui capì “ non ti preoccupare non ti tocco allora erano mesi che ero in astinenza e poi con la caverna che ti hanno fatto i fratellini ; fino a che la crema non a fatto il suo effetto restringente non mi sentiresti e non ti sentirei nemmeno.
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13 anni fa
admin, 75
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Nello spogliatoio della palestra... parte2
L'incontro in palestra mi lascio tutto scombussolato, ero in preda a mille emozioni contrastanti... Continuavo a sentire il suo odore e il suo sapore, sentivo ancora lo sperma colare dal mio culetto mentre tornavo a casa... e ne volevo ancora... Fu una settimana strana, sospesa, sentivo solo la sua presenza che mi dominava, mi scrutava e non faceva nulla... Come se se ne fosse dimenticato... Passò un altra settimana senza che facesse o richiedesse nulla... Sembrava nemmeno mi degnasse di uno sguardo e nessuno mi prendeva più in giro... Sapevo che aveva mantenuto la parola e che prima o poi sarebbe venuto a cercarmi... E io volevo che mi usasse di nuovo, non facevo altro che toccarmi pensando a lui, volevo di nuovo quel cazzone... Alla quinta settimana non c'è la facevo più, presi coraggio, ma non troppo e misi nella sua cartella un biglietto dove dicevo che se mi voleva quel pomeriggio sarei stato in collina in un boschetto vicino alla posta di suo nonno... Tornai a casa di corsa mi cambiai come se dovessi andare in palestra e non mi misi le mutande e mi precipitai nel boschetto... Non vidi nessuno... Ma due mani mi afferrarono da dietro dopo qualche minuto dal mio arrivo e mi coprirono la bocca e gli occhi... "Eri vogliosa vero puttanella? Non ne potevi più di restare senza il mio cazzone vero? Volevi bere ancora il mio sperma dillo..." Mugugnai di piacere e di profonda paura... Ero eccitatissimo, sentivo il suo cazzone premere sul mio culetto... Tolse la mano dagli occhi e me la infilo violenta dietro,nei pantaloni, pensando di trovare la resistenza dei boxer... Invece mi si infilarono subito due dita nell'ano... "Sei una puttanella senza mutandine.. e molto vogliosa di essere aperta..." Mugugnai e spinsi sempre più verso di lui il mio culetto che si dilatava e chiudeva... Allora mi tolse la mano e mi spinse a terra... Mi blocco pancia a terra con il ginocchio, mi prese le braccia e me le lego con qualcosa... Cercai di protestare ma mi mise qualcosa in bocca che mi ammutolì e lo lego dietro la nuca... Respiravo ma nemmeno un suono usciva dalla mia bocca... Mi tirò su con forza il bacino mettendomi in una strana posizione simile alla pecorina ma poggiavo la faccia e le spalle sul sottobosco, nelle foglie... Avevo il cuore a mille, e urlavo silenzioso di essere sbattuto e scopato subito... Ma lui ritardava... Prima con un dito.... Poi appena scorreva bene, con il secondo... Appena ero rilassato mise il terzo... Io impazzivo dal piacere, stavo godendo, mi schizzavo in faccia la mia stessa sborra... Vedevo da sotto, in una contorsione dolorosa cosa faceva... Infilo il quarto dito e poi la mano... Spingeva e mi sentivo spaccare in due sia dal dolore che dal piacere estremo... La tirò fuori di colpo... Mi sentivo il culo una voragine e mi penetro di colpo... Mi pompo tutto fino in fondo... Si fermava prima di venire e mi stringeva le palle per non farmi godere... Continuò così non so per quanto tempo... Impazzivo... Pensavo continuasse così per sempre... Tolse la presa dalle mie palle di botto e affondo tutto il suo cazzone nel mio culo venendo... Continuava a venire e a pulsare riempiendomi... Venni anch'io, come un getto tipo... Mi stavo svuotando sulla mia stessa faccia... Mi tolse il bavaglio e il mio stesso sperma mi colo in bocca... Mi tirò per i capelli e mi fece pulire il suo cazzone... Succhiavo tutto come una cannuccia e ingoiavo più che potevo... Mi venne con ultimo schizzo in gola direttamente... " Brava la mia puttanella... Sei proprio una perversa... Sei il mio schiavo ora e non puoi esistere senza nutrirti del mio sperma... Io te lo dono e io solo posso decidere cosa farti..." Annuiii... le parole non servivano, ero suo... "Qui mi piace... Sarà il nostro luogo di perversione privato... Il capanno del nonno non lo usa nessuno da anni..." "Il capanno farà da cornice e sfondo ad altre mie perversioni e desideri..." Se ne andò senza voltarsi con questa frase.... Spero che mi dica di incontrarci al più presto!! continua..........
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13 anni fa
admin, 75
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estate da cuck
Con il termine inglese cuckold si usa indicare l'uomo che consapevolmente e volontariamente induce la propria partner a vivere esperienze sessuali con altri uomini (a loro volta denominati bull, tori, con allusione alla funzione di monta di tali animali). (da Wikipedia).Ecco cosa siamo noi: una coppia cuckold. All'inizio è nato tutto come un gioco, poi, vista la mia natura, è diventata una passione per entrambi a cui non sappiamo più resistere.All'inizio c'era un po' di titubanza, di ingenuità, di paura...in realtà il fatto era che non avevo un amante che sapesse soddisfarmi abbastanza come mio marito. La svolta è arrivata quando questa estate mi sono dovuta trasferire a lavorare in un campeggio a diversi chilometri da casa e, per motivi logistici, ho alloggiato lì, nei bungalow, insieme ai miei colleghi, mentre mio marito, dovendo lavorare, non poteva permettersi di allontanarsi da casa.Arrivo la prima sera, i miei colleghi erano già lì che lavoravano da qualche settimana asssieme e così conosco le new entries. Il mio sguardo cade subito su un ragazzo, occhio e croce mio coetaneo (solo con il passare dei giorni scopro che ha 7 anni meno di me), moro, occhi neri, bello e abbronzato, sorriso smagliante...insomma...di una bellezza tale per cui quando mi stringe la mano dicendomi semplicemente “Piacere, Francesco” subito capisco che questa estate non sarebbe stata di solo lavoro....e lo capisco dal fatto che un brivido mi corre lungo la schiena, divento rossa in volto come una teenager e mi sento le labbra bagnate, ma non quelle sul volto.La prima notte chiamo mio marito e con una telefonata veloce gli faccio capire che la voglia di tornare dai miei nuovi colleghi è più forte che stare al telefono con lui.Dal giorno dopo iniziano le giornate al lavoro, mare, piscina, ecc ecc....ottime occasioni per lui per sfoggiare il suo addominale scolpito, le sue spalle possenti, e anche il suo pacco ben rigonfio; ottime per me per mostrare il mio culo alto, il mio seno tondo e sodo e anche la mia porcaggine.Durante il lavoro fioccano le frecciatine, le occhiate, le battute, le occasioni per sfiorarci a vicenda diventano sempre più numerose man mano che passa il tempo, ma ognuno rimane al suo posto, ben cosciente di quella che è la vera natura l'uno dell'altra. Intanto mio marito lo sento sempre meno spesso al telefono, ogni occasione per stare con Francesco è buona e quel poco che racconto al mio uomo di lui diventa un'occasione di eccitazione per entrambi!Una sera decidiamo di incontrarci tutti quanti sulla spiaggia al lume della luna, c'è chi porta da bere, chi porta la chitarra, chi semplicemente un mini abito che lascia intravedere le cosce e la schiena come me. Ci sediamo, iniziamo a chiacchierare, ridere, scherzare, bere...e nel momento in cui l'alcol fa il suo effetto mi ritrovo distesa sulla sabbia tra le braccia di Francesco, in un tono amichevole agli occhi dei miei colleghi che non alzano ciglio, ma tra me e lui la situazione era ben diversa. Già, perchè la penombra della luna mascherava la sua mano che pian pianino dalla schiena scendeva accarezzarmi il culo e le cosce. I miei capezzoli diventano turgidi e ancora una volta sento la scossa che mi paralizza. Sono senza mutandine, ho voluto farlo apposta a dimenticarle per vedere dove saremmo arrivati quella sera. Lui se ne accorge e spinge un dito in profondità, il mio piacere glielo bagna tutto e dopo che si è goduto questo momento ritira la mano e con un gesto innocente, come per sfiorarsi il naso, si annusa il dito che rilasciava nell'aria un profumo di figa. Mio marito mi chiama, è arrabbiato perchè quella sera non gli ho scritto nemmeno un sms per rassicurarlo che la serata stesse andando bene e fosse tutto apposto. Questa volta non gli basta sapere che ero con Francesco per mettersi tranquillo e, preso dalla rabbia, mi proibisce di continuare a vederlo x quella sera. Per fortuna la lontananza in certi momenti è utile, soprattutto quando la mia voglia di avere fra le gambe un uomo più giovane e porco è più forte di ogni altro sentimento.Ritorno al mio gruppo e vedo che alcuni iniziano ad essere stanchi e a proporre di tornare alle nostre stanze. Io colgo l'occasione per lanciare uno sguardo di malizia a Francesco e confermare che anch'io sarei andata nella mia stanza....ma non a dormire. La ragazza con cui divido la camera quella sera aveva un appuntamento galante e quindi, bella che eccitata, si allontana dal gruppo non lasciando traccia di se. Intanto, ritirata nei miei alloggi, inizio a sciogliermi i capelli che mi cadono fluenti sulle spalle, mi sfilo in vestitino che lascio cadere a terra, apro l'armadio ed estraggo il mio intimo per la notte: un babydoll in pizzo nero che mio marito mi ha regalato per San Valentino nella speranza lo usassi con qualche bel bull. Sinceramente anch'io questa sera spero di usarlo con un bel bull. Faccio in tempo a mandare un sms al mio cornuto per rassicurarlo che stavo andando a letto quando sento bussare alla porta. E' Francesco che mi chiede se ho una sigaretta. Lo faccio accomodare e gli offro una sigaretta, lui sembra altamente compiaciuto dal vedermi in quella mise notturna e il pacco che gli gonfia i pantaloni lo conferma. Mi siedo sul letto della mia compagna di stanza, lui si distende comodo sul mio, lì accanto, e con un sorriso provocatorio si accende la sigaretta. Vederlo espellere il fumo mi eccita da morire e così mi metto anch'io distesa comoda sul letto facendo sollevare leggermente la gonna in tulle e lasciando scoprire le cosce. Inizia lui il discorso e va subito su argomenti intriganti. Mi racconta le sue avventure più erotiche, mi racconta di aver fatto il bull in passato, di aver partecipato a gang bang, ecc ecc. Io sto al gioco e non racconto del rapporto che ho con mio marito ma semplicemente gli lancio una frecciatina: “Franci...voi uomini siete tanto bravi a parlare, ma quando è il momento di mettervi al gioco vi tirate sempre indietro!”. Lui ride e, rimanendo al gioco, mi chiede di metterlo alla prova. Così mi alzo, vado verso il suo letto, lui si mette seduto e sorride, mi piazzo davanti a lui e mi chino a novanta appoggiandomi sulle sue spalle e mettendogli il seno in faccia. Passano 10 secondi che dentro di me sembrano 10 minuti, tempo per poter annusare il profumo emanato dai nostri ormoni, bagnarci tutti e capire che ci vogliamo intensamente. Lui mi prende in vita con tutta la forza che ha, mi solleva e mi mette sul suo letto accanto a lui, iniziamo a baciarci con una passione che non provavo più da mesi, lui mi lecca il collo, scende a leccarmi il decoltè, sembra un toro infuriato perchè non sa dove prendermi, baciarmi e leccarmi, si toglie rapidamente la maglia e, abbracciandomi, sento subito che il suo calore mi avvolge e il suo profumo mi spiazza. Sono frastornata, mi sento una ragazzina alle prese con la sua prima storia da porca, anche se in realtà ne ho vissute già diverse in passato. Lui non ha tempo di levarmi il miniperizoma in pizzo che avevo vestito per la notte e così, una volta distesa con violenza, lo sposta di lato, e inizia a leccarmela. Saranno trascorsi pochi minuti quando da lontano sento la voce della mia coinquilina che rientra. Francesco si alza di fretta ed esce dalla finestra. Finisce così il nostro primo incontro: una grande passione lasciata a mezz'aria. Il giorno dopo a lavoro torniamo ad essere i professionisti di sempre ma nei momenti in cui siamo soli ci scappa un bacio fugace e una palpatina veloce, con il rischio di essere colti in flagrante. La sera colgo l'occasione del fatto che il suo coinquilino è al bar con amici per passare a salutarlo in camera. Vado da lui vestita con una gonnellina e un top molto casti che nascondono la mia vera natura, lui mi accoglie sul letto disteso con la sigaretta in bocca, mi fa accomodare vicino a lui e iniziamo a chiacchierare. Intanto mentre parliamo la sua mano sfiora le mie cosce e il suo sguardo la segue. Io non resisto, ancora con gli ormoni a mille dalla sera prima mi distendo accanto a lui lasciandomi cadere fra le sue braccia che mi avvolgono, inizio a baciarlo, a leccargli il collo, le orecchie, gli tolgo la maglia e vado a sfiorare con la punta della lingua il suo punto debole: i capezzoli. Subito l'animale che nasconde nelle mutande si risveglia e così, continuando a leccarlo inizio a sbottonargli i jeans. Dai pettorali passo a leccare gli addominali, il bordo dei pantaloni, gli levo il jeans e inizio a leccargli anche l'inguine. La sorpresa non è una sorpresa perchè già l'intuito mi aveva fatto capire che il suo “amico” fosse delle dimensioni che ho sempre apprezzato: lungo e largo. Inizio a succhiarglielo così bene che lui non ha più nemmeno il fiato per fumarsi la sigaretta: rimane lì, inebetito preso dal piacere che una dolce troietta più grande di lui gli stesse facendo il pompino più bello della sua vita (come mi ha confessato dopo). Un po' gli lecco le palle, un po gliele gratto, un po gli stimolo la cappella, l'asta, me lo godo tutto talmente di gusto che non sento nemmeno il cellulare che suona: è mio marito! Intanto la porta si apre ed entra il coinquilino di Francesco che prima rimane spiazzato, poi si compiace e con un sorriso entra in camera come se fosse entrato in un bordello. Io me ne frego della sua presenza e anche Francesco. Lo guardiamo sedersi sul letto, gli sorridiamo, lui sorride a noi e continua a godersi la visuale tirandosi fuori il cazzo dai pantaloni e iniziando a smanettarselo venendo in un batter d'occhio. Francesco invece resiste. Oltre ad essere ben dotato è anche molto resistente e trova anche il tempo di risollevarsi, spogliarmi davanti al suo coinquilino, iniziare a leccarmela e toccarmi dovunque. Ci troviamo nudi sul letto, presi da una voglia immensa l'uno dell'altra che non c'è nulla al mondo che in quel momento possa distrarmi e allontanarmi dal mio nuovo giovane amante. Con l'uccello inizia a sfiorarmi la figa, strusciandosi la cappella sulle mie labbra. Sono estremamente bagnata e, così facendo, si bagna ancora di più. Al che mi prende e mi mette a pecorina e in un batter d'occhio mi ritrovo a novanta con lui dietro. Provo a dirgli che non voglio essere scopata senza preservativo, ma il piacere mi toglie il fiato e così, quando sento il suo cazzo duro, caldo e bagnato che mi entra dentro, anziché arrabbiarmi spero che non si fermi più! Mentre mi scopa mi sculaccia, mi prende il collo, mi lecca la schiena e io non riesco e non voglio reagire. Desidero solo che il tempo si fermi e che mi riempia così ancora a lungo. Il rumore dei suoi colpi sul mio culo riempiono la stanza e le mie urla di piacere sono smorzate dalla sua mano che mi tiene la bocca tappata per non attirare l'attenzione dei vicini di stanza. I suoi sussurri e le sue parole “Godi, troia” mi eccitano da morire e inizio a scoparmi da sola sul suo grosso cazzo finchè anche lui non riesce più, tira fuori il suo arnese dalla mia figa giusto in tempo perchè mi viene dovunque e un fiume di sperma mi cola giù dal culo e dalla schiena. Rimango tramortita sul letto e lui lo stesso, si accascia accanto a me e così ci addormentiamo insieme abbracciati l'uno all'altra fra tante coccole e baci, come è giusto gli amanti facciano.La mattina mi sveglio ancora nel suo letto, gli do il bacio del buongiorno e subito mi alzo. Devo uscire dalla sua stanza prima che mi veda qualcuno. Andando al lavoro chiamo mio marito dal momento che la sera prima mi sono completamente dimenticata di richiamare presa com'ero da Francesco. Lo sento un po' affranto ma, come gli racconto la scena nei minimi dettagli, lui subito si riprende e si eccita scusandosi del fatto di avermi disturbato. Io gli prometto che lo avrei avvisato quando sarei stata con il mio nuovo amante e, allo stesso tempo, gli chiedo di non cercarmi quando sono con lui onde creare situazioni di imbarazzo. Lui acconsente e non vede l'ora di arrivare al lavoro per farsi una sega pensando a quanto è troia sua moglie al lavoro. Quel giorno mio marito ha lavorato tutto il giorno con il pisello duro e decide di venirmi a trovare nel weekend e di conoscere questo ragazzo che mi ha risvegliata dal punto di vista sessuale.In attesa del weekend le serate mie e di Francesco diventano sempre più passionali, erotiche e trasgressive.Il weekend mio marito arriva, sono contenta di rivederlo e non vedo l'ora di fargli conoscere Francesco. Come si presentano mio marito si sente subito in competizione di fronte un così bel ragazzo e, sapendo quanto sono stata troia con lui, mi porta in camera e inizia a scoparmi quasi per punirmi. Io però non lo sento così bene e non godo come ho goduto in questi giorni passati e questo lo spinge a scoparmi con ancora più violenza, ma è così eccitato che quasi subito fa uscire il suo cazzo e me lo mette in bocca sborandomi dovunque: bocca, faccia, collo. Sono una colata di sperma, rido e lui con me. Mi ripulisco e lo bacio. Lo amo da morire.Sabato sera decidiamo di andare a ballare la salsa perchè in campeggio fanno serata salsera e, accompagnata dai miei uomini, entro in pista e inizio a dare il meglio di me. La gente mi guarda e sento gli occhi vogliosi degli uomini e invidiosi delle donne addosso. Da brava salsera sono vestita con delle coulotte nere, reggiseno e solo un abitino di tulle. Vedendomi mentre mi muovo, i miei uomini si divertono a confabulare qualcosa fra di loro mentre io do il meglio di me ballando.Terminata la musica mi riavvicino ai miei uomini tutta sudata e loro mi guardano molto apprezzanti. Francesco mi dice di aver bisogno di andare a prendersi una giacca in camera e io, con la scusa di dover andare a bere qualcosa, lo accompagno lasciando mio marito solo con gli altri colleghi. Incamminandoci verso le stanze sento la sua voglia di me e, scherzando (ma neanche troppo), gli propongo di passare per la mia stanza. Lui coglie la palla al balzo e quando si tratta di entrare nelle nostre stanze lui entra con me, faccio in tempo a chiudere la porta che mi ritrovo spalle al muro, lui che mi bacia e io che ricambio e mi faccio baciare. Mi chino, gli sbottono velocemente i jeans e, calati i boxer, inizio a succhiarlo. Ci rendiamo conto che non abbiamo troppo tempo e che probabilmente qualcuno che conoscevamo stava per arrivare così, questa volta in poco tempo, mi viene in bocca e io, da brava troia, ingoio tutto senza neanche sporcare in giro. Lui contento si alza i pantaloni, mi bacia la guancia ed esce. Giusto in tempo perchè mio marito entra. Si era immaginato che sarei andata a fare la zoccola con Francesco e allora era venuto ad avvisarmi che la mia compagna di stanza stava per venire in alloggio. Io lo faccio entrare e mi chiede col sorriso “Cosa stavi facendo, mia troietta?”. Io avevo appena ingoiato un sacco di sperma e, baciandolo, faccio in modo da far risalire un po di sperma di Francesco dalla gola e passarglielo in bocca. Lui capisce cosa avevo appena fatto e spalanca gli occhi lasciandolo senza fiato per l'atto appena compiuto. Non avevo mai fatto una cosa del genere e gli rispondo semplicemente “Gliel'ho succhiato e mi è venuto in bocca se non l'hai capito”. Mio marito si è sentito un sacco cornuto e ancora oggi, al pensiero della sensazione che ha provato, gli viene il cazzo duro.Ho trascorso così due mesi in campeggio, questa estate, dove ho vissuto ogni giorno i miei orgasmi migliori. Mio marito, che prima che partissi era triste e affranto, ha vissuto con me dei rischi e delle emozioni che ogni vero cuck dovrebbe provare. Francesco viene dal Sud Italia, siamo rimasti grandi amici e gli voglio un sacco di bene, così come lui lo vuole a me. Me ne sono quasi innamorata e dagli occhi con cui mi guarda posso dire altrettanto da parte sua. E' stato senz'altro il miglior amante che ho avuto (fino ad ora) in vita mia. Ora che sono tornata a casa ed il mio lavoro estivo è terminato, ci stiamo organizzando assieme con Francesco perchè venga a trascorrere qualche giorno al Nord ospite a casa nostra. Io non vedo l'ora, Francesco non vede l'ora e anche mio marito. Consapevole del fatto che sarà lui per qualche giorno a doversi trasferire nella camera degli ospiti mentre il mio amante farà l'amore con me nel nostro letto nuziale. Sono gli estremi a cui un cuck deve sottostare. Ora capite il motivo per cui una vera troietta e un cuck si amano da morire e non possono vivere l'uno senza l'altra, presi dalle emozioni che solo loro riescono a provocarsi a vicenda.Amore ti amo. Ma godo di più facendo sesso con altri.
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13 anni fa
lovelikati,
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Ultima visita: 11 mesi fa
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Donne... 1
Mia moglie, da quando ci siamo trasferiti nella nuova casa, si sente un po' solo e quindi organizza con le vicine una specie di happy hour, ma fino a ieri non sapevo di cosa si trattasse veramente. Io sono sempre fuori per lavoro e lei rimane spesso da sola, così organizzano ( una volta per una) degli aperitivi a casa. Essendo tutte senza figli, le troie, facevano cose mai avrei immaginato facesse la mia dolce, troia mogliettina... Un giorno tornai a casa sulle cinque del pomeriggio e le trovai tutte completamente nude, mi sentivo quasi fuori luogo, pensavo che volessero fare un tuffo in piscina e non avevano il costume, invece.... quelle gran puttane stavano scopando tra di loro a casa mia. Quando sono arrivata una delle mie vicine di casa mi accolse (nuda) dicendomi: "Bisognerebbe che tu scopassi di più con la tua bella mogliettina, perchè se no si da ad altro... guarda vieni con me!" Inutile dire che quando mi ritrovai davanti davanti a quella scena tutto feci tranne che preoccuparmi... La puttana non aveva solo bisogno di cazzo, ma anche di figa.La trovai che si faceva leccare come una vera e propria puttana farebbe da una delle nostre vicine di casa e l'unica cosa che riuscì a dirmi fu. "Amore, sai che Carla è una vera troia? Mi lecca fino a farmi perdere la testa e io sono una gran puttana...! Ero eccitatissimo, insomma a quanti capita di vedere una scena scena così? Le troie vedendo che ero eccitato, e non poco, hanno iniziato a toccarmi i cazzo, a ciucciarmelo... Sapevo di essere solo un oggetto per loro, ma non mi importava volevo scoparmele tutte e vedere cosa sapevano fare... Leggi il seguito...
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13 anni fa
darkangel80,
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Ultima visita: 11 anni fa
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Mia moglie è una rotta in culo
Era una mattina d'estate e, come al solito, mi alzai per andare a lavorare. Prima di uscire dissi a mia moglie che nella tarda mattinata sarebbe venuto l'idraulico per riparare la piccola perdita del lavello della cucina. Non sono neanche molto sicuro che mi avesse sentito e le lasciai un biglietto sul tavolo della cucina. Invece la troia mi aveva sentito bene, tanto che quando sono arrivati i due idraulici lei si fece ritrovare nel suo accappatoio preferito (che aveva le dimensioni di un fazzoletto, a stento le copriva il culo da porca che ha). Arrivati i due idraulici, mi disse, di avergli aperto la porta così come era uscita dalla doccia e di aver chiesto loro se gradivano un caffè. Inutile dire che i due hanno accettato e mentre lei infilava le cialde nella macchinetta disgraziatamente il laccetto del suo accappatoio si era slegato. Mi raccontò che i due nonostante l'imbarazzo non le tolsero gli occhi di dosso e lei per non imbarazzarli (dice lei...) fece finta che non fosse successo nulla e i riallacciò l'accapattoio . Quando diede il caffè ai due notò che avevano il cazzo indurito all'inverosimile per l'eccitazione e come una tria chiese loro se gli fosse piaciuto quello che avevano visto. Mi raccontò che non si aspettava la reazione che ebbe uno dei due, ma che quando il primo le disse. "inginocchiati bella troia e succhiami il cazzo, così vedi se sono imbarazzato o no!" lei non riuscì a resistere e così chiese anche all'altro di poterlo prendere in bocca, ammettendo che le piacciono almeno due cazzi. I due, secondo me, non riuscivano a credere che tutto ciò fosse vero ma il più intraprendente dei due non ci mise tanto a metterla sul divano per leccarle la figa depilatissima, toccarle i seni... mentre lei si spompinava l'altro prendendolo tutto in bocca. Quando arrivai io la trovai mentre faceva una doppia penetrazione, si faceva spaccare il culo e la figa dai due e quando mi vide sulla porta l'unica cosa che mi disse fu: "Amore unisciti a noi, oggi mi sento proprio una troia, voglio tanti cazzi" ed io l'accontentai...
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13 anni fa
darkangel80,
33/33
Ultima visita: 11 anni fa
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Nello spogliatoio della palestra...
A scuola ero sempre al centro dell'attenzione dei bulletti... Mi picchiavano e mi sfottevano data la mia sensibilità e il mio essere timido e impaurito... Alle medie, l'ultimo anno c'era questo ragazzo, bocciato due volte, che mi aveva preso di mira, ben preso dai semplici sfotto e scherzi passo al pestaggio fino ad arrivare alla dominazione psicologica... Un giorno vado in palestra per un corso di basket e me lo ritrovo al corso, mi aveva sentito ed era venuto anche lui a provare... Ero disperato, volevo essere lasciato in pace!!! E fu così, inaspettatamente non mi disse nulla e non mi prese in giro... Fu anche simpatico e mi aiuto quando inciampai... Pensai che non era così cattivo in fondo in fondo... Alla fine della lezione, nello spogliatoio tutti erano imbarazzati e si cambiarono velocemente e uscirono tutti tranne io e lui... Io mi avviai verso il bagno e lui mi segui senza che me ne accorgessi... Mi chiuse in bagno insieme a lui e mi fisso... Ero impaurito e mi si avvicino e mi disse:"facciamo un patto... Io non ti sfotto e non ti prendo più in giro, anzi ti difendo dagli altri bulletti se però tu fai una cosa per me..." Io ero sbalordito, e gli chiesi" Cosa??" Mi guardo e si slaccio i pantaloni... "Mi tocchi il pisello..." Io non avevo voglia... Ma se diceva davvero sarei stato al sicuro e in pace... "ma no dai..." dissi... Lui" Guarda che lo devi solo toccare, voglio capire se mi posso fidare se farai davvero quello che voglio...." "Non capisco" risposo" Perchè?" " perchè d'ora in poi finché resta attivo il patto io sarò il tuo protettore e tu il mio protetto... Nessuno ti può toccare e dire nulla..." "Dici davvero???" gli chiese di nuovo ,sempre più incredulo e propenso ad ascoltarlo... "Oggi non hai visto... Sarò così d'ora in avanti..." Allora presi coraggio e glielo toccai da sopra il boxer... Era duro e siccome era più grande di me, era già sviluppato.... Pian piano mi si avvicino e mi spinse la mano dicendomi di tirarlo fuori dai boxer.... Ero ipnotizzato e lo feci... Lo tirai fuori e lo massaggiai... "MMmmm... così, hai capito allora... Sarai la mia puttanella privata... Continua e nn farmi pentire di averti dato questa opportunità...""" Ero nelle sue mani... Mi inginocchiao di fronte e incominciai a masturbarlo come facevo da solo in camera... Gli massaggiavo le palle ed ad un certo punto mi afferro la testa e me lo sbatte in faccia... "Leccamelo ora puttanella, altrimenti ti sfotto a vita..." Ero eccitato e lo feci subito, lo scopri e leccai la cappella come nei film porno... Mi eccitava il sapore forte, lo ingoiai come il calippo... Succhiao e arrivaoi fino allla base, sentivo come se dovessi vomitare ma ignorai e lui mi scopo in bocca, si muoveva su e giu e in pochi secondi mi venne in gola... Ingoiai e deglutii senza pensare e il sapore di sperma mi eccito ancora di più... "Ora è il momento di sugellare il patto.... Metti a pecora e tirati giù le mutande.." Non capivo e facevo tutto in automatico... Nel momento di lucidità senti la sua cappella umida sul mio culetto e gli dissi di fare piano... Mi prese con forza invece, il dolore era enorme, pensavo di morire e cercai di togliermelo da dentro, ma lui mi tenne con forza e si fermo tutto dentro... "Fa male!!!"" gli urlo.... Lui mi dice di rilassarmi e aprire per bene... Mi rilasso piano piano e incomincio a provare solo fastidio e anche piacere, involontariamente mi allargo e stringo e lui ricomincia prima piano e poi con foga, oramai sento poco dolore e tanto piacere... "Continua così puttanella... ora ti riempio!!!" I colpi si fanno più frenetici e poi una serie di fiotti caldi mi riempiono la pancia... Godo e vengo anche io senza toccarmi, resta dentro di me e miprende per i capelli... " Se parli di questo te ne penti, d'ora in poi sarai sempre mia disposizione ok?!"... "Si o... oo..K" blalbetto... "bene risponde... Non preoccuparti, io terro fede alla mia parola fino a quando farai ciò che voglio, intesi?!" "Ok... Sono la tua puttanella d'ora in poi...""" Così mi infilai in un turbine di perversioni... Continua
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13 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 giorni fa -
La rossa - parte 6^
Ci sentimmo qualche giorno dopo, avevo organizzato un nuovo incontro con Carl. Mi disse che si era accorta che non era tanto male prenderlo dietro e che comunque aveva goduto ed ora voleva provare a prendere quello di Carl almeno una volta. - Sei sicura?, guarda che se glielo dico e poi ci andiamo poi non puoi tirarti indietro!!! -. - Lo sò - mi rispose, ma credo di farcela-. -Allora la mattina prima di andare fatti un paio di clisteri di camomilla, aiuta e pulisce ed eviterai sgradite sorprese-. Il giorno concordato ci recammo a casa di Carl, Paola come al solito vestita sexy, ma aveva nello sguardo qualcosa che non le avevo mai visto, una sorta di sguardo da porca. - Ho saputo che vuoi provare a prenderlo dietro - le chiese Carl - Si, credo di riuscirci, spero però che almeno all'inizio sarai delicato, sai non vorrei finire all'ospedale - rispose Paola, - tranquilla, sono esperto, non sarai la prima nè l'ultima, ti prometto che almeno all'inizio non ti farò del male anzi, facciamo così, lascerò che sia tu ad impalarti completamente, però una volta arrivato in fondo dopo non potrai tirarti indietro e dovrai lasciare fare a me...-. - Và bene - disse Paola. La stendemmo, la spogliammo, lasciandole solo il reggiseno a balconcino e le calze autoreggenti che per l'occasione aveva indossato. Dopo esserci spogliati anche noi prendemmo a leccarla dappertutto, un seno per uno, poi i lobi delle orecchie, le nostre mani vagavano sul suo corpo, se infilavo un dito nella fica Carl di dedicava al culetto e viceversa, se uno leccava tra le gambe, l'altro le faceva succhiare il cazzo, la portammo ad uno stato tale di eccitazione che la sua fica grondava umori in continuazione finchè Paola ci pregò di scoparla. Carl la infilzò con la sua potente mazza che entro dentro come il burro, iniziando a pomparsela ma senza andare fino in fondo, poi ci demmo il cambio. La scopavamo con metodo, evitando di farle raggiungere l'orgasmo, nel timore che poi si sarebbe raffreddata. Quando fu pronta Carl la mise a percorina e mentre io glielo mettevo in bocca prese una bella dose di lubrificante a base di acqua e se lo spalmò su tutta l'asta. Una dose generosa la usò per lubrificare lo sfintere, aiutandosi con le dita per farlo penetrare all'interno. Ne mise prima uno, poi due, poi tre, simulando una penetrazione, quando fu sufficientemente lubrificata le appoggiò la grossa cappella al foro e attese. Paola, timidamente, iniziò ad indietreggiare facendosene entrare un poco dentro. -Ahi- urlò Paola -mi fà male- Ma Carl prendendole la testa disse - Dai troia apri bene le chiappe e fatti sfondare dal mio cazzone. Te lo metto tutto fino in fondo, senti quant’è grosso-. Paola iniziò dei piccoli movimenti avanti e indietro e ogni volta l'immane cazzo entrava un pò di più. Quando fu dentro per circa la metà Carl si fermò. Paola ce l'aveva dentro per metà e a me già sembrava impossibile che un cazzo del genere potesse entrare nel buco di un culo, anche se l'avevo già visto qualche altra volta. Sudava, ansimava, si lamentava dal dolore, stringeva i pugni sul lenzuolo ma non desisteva dal suo proposito -Rilassati e apri bene il culo, stronza, se no senti male per davvero.- diceva Carl mentre le accarezzava la fica in modo da allentare la tensione della donna. Paola si rilassò per un istante e con un colpo all'indietro fece entrare tutto il cazzone nel buchetto con le palle pelose a contatto con la fica. Ahiiiii...- urlò Paola -mi bruciaaa…- e iniziò a piangere -Mi fa malee.. mi bruciaaaa - -Ti brucia il culetto ?- disse Carl -Dai prendilo tutto e senti com’è grosso-. -Vedrai che ti piacerà e poi qualcuno prima poi te lo doveva rompere per bene - -Ora inizierò a pomparti bene il buco merdoso, stronza. Mi sa che dovrò allargartelo per un bel po' questo buco- e iniziò a pompare. -Aghh.... mamma .... no .... mi stai rompendo... ti prego.... ahhh... fa male ....-implorava Paola. -Nooo.... non resisto. .... me lo sento in fiamme...... brucia ... brucia.... mi brucia il culooo ......- Incurante delle lamentele di Paola, Carl continuava a pompare mentre le diceva: -Voglio proprio allargartelo questo buco. Sentirai un po' di male all'inizio ma poi vedrai che ti piacerà da morire. Ce l’hai proprio bello stretto e bollente. Mi stai strizzando il cazzo, troia- -Aghhhhhh..... che maleee... ce l'hai troppo grossoooo.... cazzo che male... mi stai spaccando il culo..- urlava la donna -Sta zitta troiona rossa -le rispose l’uomo -stai zitta e goditi questo cazzone. Ti slargo tutta, ti voglio rompere. Te lo riempio fino all'intestino vacca.... troiona... Puttanona. Muovi il culo troia.- Paola era squassata dai colpi violenti e dal cazzone che le occupava tutto il retto. Prima iniziava a supplicare l'uomo continuando a dirgli -Ti prego... mi stai slargando il culo ... me lo stai rompendooo.. ahiii... più piano ... ti prego ... mi stai sfondandooo....- Ma Carl rispose -Lo senti questo bastone nel culo eh, puttana? .. godo a fartelo sentire fino in fondo troia.... sììììì...... ti voglio spaccare questo buco del culo pieno di merda... te lo voglio spanare… mmmmmm......- dandole delle manate forti sulle chiappe. Nel frattempo io mi deliziavo nella sua bocca prendendole le tette a piena mani. Ad un certo punto Paola iniziò a trarre piacere da quelle sensazioni di godimento e dolore e sentiva delle ondate di piacere fortissime -mmmmhh... mi sta iniziando a piacere ora... mmmhhh.... cazzo come mi allarghi beneee... mi stai sfasciando ma sto godendo.... daiii spaccami..... spaccameloo..è bello anche così…- -Dai vacca ... mi stai facendo un bel servizio col culo ... dai che ora godo e ti allago il culo di sborra ..daii....segami il cazzo col retto- -Il tuo cazzone mi sta facendo impazzire... daiiii... mi brucia il culo ma godo da matti. Mi fa male ma mi piace- -Sei una troia..... che gode col culo. Dai dillo mentre ti sbatti il mio cazzone- -Siii, sono una troia da strada.... mettimi questo bastone fino in fondo.... sto godendo.....godoooo... godoooooo- e Paola raggiunse l'orgasmo, anhe aiutata da me che nel frattempo mi ero steso per sdidalinarla. Carl si mise a pompare sempre più forte e anche lui godette urlando -Eccoti la sborra vacca da quattro soldi ..... ti allago gli intestiniiii- Un violento getto di sborra davvero le allagò l'intestino e, come al solito, tanta era la pressione che buona parte le usci dal culo spruzzando dappertutto. Carl si accasciò su Paola, i due si baciarono con un lungo lingua in bocca. Carl tirò fuori il cazzo e Paola ne approfittò per correre in bagno per liberarsi dai residui. Al ritorno Carl le disse -Dai, piccola, segalo, fai su e giù sul bastone nero- accarezzandole la testa rossa. Paola, come in uno stato di trance, cominciò a segare il cazzone del ragazzo di colore sentendolo ridiventare gradualmente sempre più duro. Intanto, il ragazzo, con fare autoritario, iniziò a tastarle le tette, per poi allungare una mano e strusciarle la fica. La trovò già bagnata e per questo motivo, sorridendo, fece un commento: -mmmm.. troia bianca, il bastone nero te l’ha già fatta bagnare di nuovo… aveva proprio ragione il nostro amico quando mi ha detto che eri un bel puttanone….. continua a segare e fammelo intostare bene bene.- Paola, senti risalire sempre di più l’eccitazione, presa dalla sega che stava facendo al cazzone nero e dal piacere che le rudi ma efficaci palpate mie e del ragazzo di colore le procuravano. -Ora dai una bella pompatina al bastone, fammi vedere come sai lavorare di bocca. Succhia il bastone di cioccolata, puttana.- Finita la frase Carl forzò le labbra della donna sulla cappella, Paola non potè fare altro che imboccare il cazzone e iniziare a fare un pompa. Carl le teneva la testa dandole il ritmo costringendo Paola a mettere molta saliva per far scivolare il cazzone nella sua bocca e a lavorare molto con la lingua roteando e leccando. Anche io le presentai il cazzo vicino al viso e quindi Paola si alternava a pompare i due cazzi, segandoli alternativamente. I nostri cazzi sembrano scoppiare da tanto erano tesi e questo aumentava la foga e la libidine con cui Paola circondava con le sue labbra l’una e l’altra asta. Arrivati a un punto in cui potrebbe essere difficile resistere e sborrare, Carl si mise in piedi, io mi distesi e feci in modo che Paola mi montasse sopra facendosi infilare di forza il mio cazzo fica. Carl, poi, la fece piegare su di me -Stai ferma e buona mentre senti il cazzo duro del mio amico che ti arriva fino all'utero. Ora ti allarghiamo di nuovo i buchi così sarai sempre pronta a prenderti cazzi di tutte le misure-. Carl avvicinò il cazzo alle natiche di Paola e spinse -Ora ti riempiamo tutti i buchi -.-Ahi ...... fai piano ti prego ...... ahhhhhhhh- Carl forzò la stretta fessura dicendo -Ora ti metto questa bella suppostona così sarai bella farcita in culo e in fica-. Con un colpo più forte entrò dentro lo stretto canale, reso ancora più stretto dalla mia verga in fica. -Ahh.... mamma .... no .... mi state spaccando.... vi prego.... ahhh... fa male ....- -Ancora ce n'hai solo metà- disse Carl -ora te lo metto tutto- e spingendo arrivò in fondo. -Noooo.... non resisto. .... mi sento in fiamme...... brucia ... brucia.... ohhhh ... dio che male....... aahh..... si lo sento che mi sta occupando tutto il rettooooooo ...... mi state riempiendo tuttaa.....Ahhhhhhhhhhhhhh......... cazzooooo..... mi state slabbrando i buchi .... vi prego non mi spaccate ....... ahhh- Carl intanto le pizzicava i capezzoli e le diceva -Dimmi un po' se te lo senti tutto puttana ?- Poi aggiunse un commento veramente volgare: -Vedrai che dopo questo lavoretto il buchetto marrone avrà le grinze un po’ più lisce.- Incuranti delle lamentele di Paola iniziammo a pompare sistematicamente, leccavo le tette di Paola che iniziava, ora che i buchi si erano allargati, a sentire meno dolore e sente il piacere riemergere. -La troia sta iniziando a divertirsi mi sembra- disse con un sorriso Carl -Eh si, sento che contrae il buchetto grinzoso e la fica molto bene- risposi io. Paola senti arrivare il piacere in modo improvviso, si sentiva avvolta in sensazioni che non aveva mai provato e mai credeva potessero esistere. -Mmhh, mi sta iniziando a piacere- diceva Paola senza più freni inibitori e ormai senza ritegno -Siete dei porci ma avete due cazzoni che mi stanno aprendo benissimo-. Carl, allora rincarando la dose disse: -La prossima volta non ti lasciamo un'apertura libera. Te lo facciamo mettere anche in bocca, così sarai tutta bella riempita- La fica di Paola era ormai un lago e anche il buco del culo si stava contraendo in preda a sensazioni fortissime. Insieme la pompavamo in modo sempre più serrato e Paola venne in un orgasmo travolgente dicendo -Ohhh. sii... sto venendo davanti e dietro .... godo ... godo ......- Allora Carl la incitò a usare parole più volgari dicendole: -Dillo, puttana, dillo che vieni con la fica e con il culo, dillo che sborri con tutte e due.- Paola, nel vortice della perversione, urlò: -Siiii, sborro con la fica e con il culoo…..vengo con la fica e il culooo…- e si contorceva in preda alle contrazioni dell’orgasmo. Ormai ben affiatati, con una serie di colpi più forti la innaffiammo le budella e l'utero contemporaneamente.-Ti sborro nel culo, puttanona rossa - diceva Carl -Eccoti la sborra nel pancino, troia spanata- urlavo io Paola senti una serie notevole di getti di sborra nella fica e nel culo che le diedero la sensazione di essere riempita fino all’orlo. Paola era distrutta, rivoli si sperma le colavano dalla fica e dal culo, si alzò e si fece la doccia, oramai si era fatto tardi e doveva ritornare a casa. In macchina la vedevo stranulata, rilassata, con lo sguardo che solo una donna soddisfatta ha negli occhi. Come al solito mi fermai ad una discreta distanza da casa sua, ci guardammo negli occhi, mi disse -Grazie, con te ho scoperto cosa significa il sesso!!! e...avevi ragione, non sono più la stessa di prima-. - Mi fà piacere, spero in senso positivo-, le risposi. -Certo, positivo senz'altro, ho scoperto la mia vera natura. Per troppo tempo mi sono negata ai piaceri del sesso ed ora voglio recuperare...Lascerò mio marito!!!!-. - Che cazzo dici?, una come tè non può stare senza agi, che farai? Come vivrai?- -Lascerò la città, andrò lontano, dove nessuno mi conosce- - per fare cosa? - -La puttana!!! ...mi piace...mi piace fare sesso e in più mi darà da vivere, ma se mi verrai a trovare una scopata per te sarà sempre gratis -. Ero shoccato, incapace di muovermi, di parlare, tentai di abbozzare un timido tentativo di farla retrocedere dalla sua decisione ma lei si avvicinò, posò il suo indice sulle mie labbra poi mi baciò - Ci sentiamo - mi disse e scese dalla macchina. Non ho voluto più rivederla nè risentirla, sò che si è trasferita e ha messo in atto il suo proposito ma per me un conto è fare la puttana per sfizio un'altro svilire il proprio corpo di donna per denaro. Avrò anche una moralità contorta ma non posso farci niente. A qualcuno magari capiterà di andare a puttane, magari gli capiterà una bella "Rossa" dai capelli ricci, leggermente in carne, piena di efelidi sul viso, sui seni e sulla maggior parte del corpo, in quel caso pensate a questo racconto e con la mente, mentre ve la scopate, portatele i miei saluti. Per commenti, critiche e per conoscermi meglio: [email protected]
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13 anni fa
scopodonnexsetteore,
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Ultima visita: 7 mesi fa
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Tre,numero eccelso
E' sera.Si è piacevolmente cenato,parlato.C'era sempre una carica molto forte che aleggiava nella stanza,il desiderio era palpabile, ma nessuno lo afferrava, lo si voleva gustare lento, esasperarlo, per poi farlo esplodere. Lei, lei e lui. Tre persone che si stimano, si piacciono, si desiderano.In egual misura,senza differenze o pole position.Voglia di dare e ricevere, ognuno per gli altri due. Io e lui ci guardiamo e decidiamo, senza dirlo, che quella sera la protagonista è lei.Certo, daremo e riceveremo in egual misura, ma ci piace questo giochetto.. scegliere un cardine attorno al quale tutto ruota. Lei è ignara, nessuno ha detto niente ad alta voce, ma ci si conosce, c'è feeling, e sente dentro,e un guizzo la attraversa e già la eccita. La mente, è quella che davvero gode e rende tutto possibile.Il corpo è solo lo strumento attraverso il quale è possibile, ma è la mente. Lei sta parlando, lui si alza dalla tavola e si sposta sul divano. Mi alzo anch'io, come stessi sistemando qualcosa, invece arrivo alle spalle di lei,le accarezzo il collo,le spalle, le braccia. La faccio alzare.Le sussurro di continuare a parlare. Le abbasso le spalline del vestito nero che indossa, so che sotto è nuda.Ha un seno florido, morbido.Le abbasso il vestito fino alla vita. Le sto addosso,il mio petto contro la sua schiena,e lentamente la porto davanti a lui. Lui è seduto sul divano, io la faccio inginocchiare sul divano, prendo le sue poppe come coppe tra le mie mani,schiaccio il mio torace sulla sua schiena, le lecco il collo, e offro i seni a lui. Lui li inizia a succhiare, le mani che le tengono sono le mie, le stringo,le stringo i capezzoli offrendoli alla bocca avida di lui. Poi la allontano.Le tocco le braccia, le faccio capire che deve slacciargli i pantaloni.La faccio inginocchiare per terra, davanti a lui.Le allargo le cosce, le alzo il vestito fino a metà natiche.Sento che freme e so che se la tocco è bagnata.Invece c'è il cazzo di lui, duro, che aspetta, e allora prendo la sua testa, e la porto sul cazzo, e glielo faccio leccare,le sussurro solo leccare, voglio tanta saliva, devi farlo bene, con desiderio.Lo vuoi in bocca vero? lei mugola. io mi sdraio per terra la faccia sotto la sua figa, le tocco le cosce, esterno, interno, le tocco i polpacci, la mia bocca è vicina alla sua figa,sento il profumo, sento che pulsa, sento che cerca di porgerla, ma voglio farla impazzire, troppo facile arrivare subito al dunque.E so che "di sopra" lui le strizza le poppe, mentre lei glielo succhia, sempre più vogliosa,con tanta saliva.E allora mi avvicino, le faccio sentire la punta della lingua.. e poi mi alzo,le prendo la testa, la schiaccio sul cazzo.Si divincola e dice no, ma è si,perchè resta li e anzi lo fa.E allora la stacco,la metto dritta con la schiena, in ginocchio e dico a lui: ma vedi come è bella? guarda che poppe, e gliele lecco.Guarda che pancia, e la lecco.Guarda che cosce, e la lecco.Ma sapessi in mezzo, cosa c'è da guardare.... e lei freme, e lui conferma e dice ti desidero, ti voglio e lei freme.Mi rimetto fra le sue cosce, questa volta affondo subito la lingua nella sua fessura, che è succosa e profumata, e lei vibra.allora piano, con attenzione, le lecco le grandi labbra, una per una, l'inguine, e poi lentamente, scappuccio la clito (mi rifiuto articolo maschile ndr) e la lecco piano con colpetti di punta di lingua, poi la lecco a lingua tutta e piatta, poi la infilo dentro.Poi mi sposto nel perineo, sento il culetto pulsare, ma le lecco una natica, l'altra... e poi il culetto, piano, intorno, poi affondo.Intanto lui le lecca le poppe, il collo, la bocca, le stringe il seno, le mette il cazzo in bocca. Ci stacchiamo.La prendo, la porto sul letto. La faccio sdraiare, supina, le allargo le gambe.Le bendo gli occhi.Mi metto guinzaglio e collare. Arriva lui.Io in ginocchio ai piedi del letto, attendo.Lei è li, come un offerta ad una divinità ancestrale, in attesa di godere e ricevere. Con tono perentorio lui mi dice" leccale piano e bene i piedi".E io lo faccio.E lui intanto affonda la lingua tra le cosce, le stringe il seno, la tocca, la fa vibrare.Infila un dito.Due.Tre.Mi dice vieni, succhia le mie dita.Lei freme, le piace sapere e pensare che io sarò solo strumento per far piacere a lei, e che lui vuole lei.E che anch'io, che mi offro come devota lo faccio perchè voglio lei.E' un gioco, ma è vero. Lui si sdraia supino, la prende, se la mette sopra, schiena contro pancia,e mi dice "infila il mio cazzo dentro di lei".Io lo faccio .Lo Appoggio, e lui affonda, fino in fondo e deciso, ma con lentezza.E ci guardiamo e capisco.Vengo dietro di lui, prendo le poppe di lei a coppa e le strizzo.Lui le tiene le gambe larghe tenendola per le cosce, e inizia a scoparla, piano, deciso.E lei impazzisce. E poi mi dice " vai a completare".Allora mi metto davanti alle sue gambe aperte, ora le tengo io così, lui le strizza il seno, a volte con una mano le tira la testa prendendola per i capelli,le sputa addosso,ma in modo godurioso,nn dispregiativo, quello sarà per me, e io inizio a leccarle il culetto che è li, pulsante e fremente mentre la figa viene riempita. Poi mi dice Vattene al tuo posto.Mugolo per dispiacere, vedo sorriso maligno di lei, le piace privarmi.Mi inginocchio, fondo al letto, per terra.Il letto è un futon.Ora lui le toglie benda se la scopa e io devo guardare. Poi lei si alza.Viene da me,mi prende per il guinzaglio.Mi dice accoglimi.Allarga le gambe sulla mia faccia e mi inonda di pioggia dorata.Tutto, devi prenderlo tutto.E poi pulisci bene.Lo faccio.Intanto lei mi guarda e lui la tocca, le infila dita, lingua,cazzo in bocca. Poi lei a novanta, ma con la pancia appoggiata,nello yoga si chiama posizione del bambino.Lui mi prende per collare.Mi mette dietro di lei.Lui davanti.Cazzo in bocca.Le sue mani allargano le natiche di lei.Lecca bene mi dice, preparalo.Lo faccio.Lei succhia il suo cazzo, avida.Sento che il culo pulsa, si contrae, sento che lo vuole dentro. lui si piega, avvicina il volto.Lo allarga.Un dito.Due dita.Tira fuori.Leccale.Lecco.rimette dentro,tre dita.lei geme.TIra fuori, lui tiene l'ano allargato, leccalo.Io lecco e sbavo.Godo così tanto che sbavo.La mia figa pulsa e urla pietà, vi prego anche a me.Ma so che nn posso,nn ora,e nn quando vorrò io se nn sarà che vorranno loro, o meglio lei. Mi fa spostare un po', viene dietro di lei, la sculaccia, le dice se ha voglia, che bella troia che sei.Lei implora.Mi fa allargare il suo culo, prende il suo cazzo, e ci fa pioggia dorata.Mi dice lecca,pulisci,prendi.Lei gode da impazzire.Poi lui affonda.e qui è cattivo, lo sbatte e basta diretto veloce in fondo.Lei gode ma gode anche perchè è dolore (pain is close to pleasure...) Io vado davanti a lei, la lecco ovunque posso, le strizzo e succhio poppe.dio mi fanno impazzire adoro le poppe grosse, e anche nn troppo sode, da vera donna.E i capezzoli, devono esserci.Duri.Meglio se areola piccola.Mi infilo sotto, le lecco la figa, le labbra,lingua dentro, intorno, dita, mi struscio, tette, lei nn si degna ovviamente di toccarmi o leccarmi, gode, e basta, la troia.Ma la adoro per questo.Oggi io domani tu. E qui mi fermo.. chissà se racconto il resto.Qs è un racconto vero e vissuto.Giurin giurella
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13 anni fa
bitterhoney,
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Ultima visita: 13 anni fa
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I massaggi di stefanino
> a Ste Molte volte nella vita capita di non dare il giusto peso alle situazioni che lo meritano, ciò che dico appare molto banale e superficiale ma è estremamente vero, così può capitare a volte di concentrarsi su determinate cose o persone che ti fanno perdere la cognizione della realtà circostante, ciò può accadere anche nell'amicizia dove la superbia del dare tutto per scontato può incidere inevitabilmente su contatti umani importanti: questa storia parla proprio del contrario di un amicizia ritrovata e di emozioni condivise, buona lettura... conobbi stefanino (nome di fantasia) all'età di 17 anni a presentarmelo fu il mio amico fraterno Alessandro il quale da molto tempo lo frequentava a causa del loro hobby in comune la fotografia, quest'amicizia nata dal nulla con il passare delle giornate cresceva aumentavano le uscite insieme i momenti di confronto, le sbronze e anche momenti di feroce scontro su idee divergenti che non facevano altro che aumentare il nostro feeling. Stefano all'epoca vantava una buona nomea nella mia città riguardo al suo aspetto fisico, non direi una bugia a sostenere che lui era uno dei 7 più bei ragazzi della mia città, carnagione scura occhi neri capello crespo fisico scolpito e una timidezza fine che lo rendeva una stella lucente difronte alle ragazze che impazzivano letteralmente per lui, ne aveva quante ne voleva, grandi piccole bionde more rosse, lui con molta educazione e raffinatezza si concedeva solo a ciò che riteneva interessante in quel momento (anche se poi non ho mai capito cosa intendesse per interessante) e inevitabili erano le stragi di cuori, ma anche li la sua classe nel relazionarsi faceva sì che comunque andassero le cose le donne che rimanevano deluse continuassero a stravedere per lui, in sintesi un mago, come magiche erano le narrazioni delle sue esperienze sessuali vissute come vere e proprie avventure, come quella volta che due ragazze più piccole del suo liceo fecero brucia a scuola per andare a casa sua a scoparselo. Nonostante le sue vicissitudini sessuali era una figura importante per noi era quello che sovente ci portava in giro per locali con la macchina dato che noi non avevamo ancora la patente, quello che ci indicava quelle location alternative che per noi erano ancora sconosciute, e mille altre cose ancora, ma la sua vita non era fatta solo di donne e feste, le sue incertezze e i suoi problemi mai confessati lo portarono a fare delle scelte sbagliate e dato che faceva l'università a Bologna anche per noi non era facile capire l'evoluzione del suo essere, sta di fatto che nel giro di due anni il suo rapporto con le droghe sintetiche si intensificò e così iniziò oltre al suo calvario psichico anche quello fisico che lo portò a contatto con l'alopecia a causa dello stress subito dall'assunzione di quelle sostanze, nel giro di tre mesi perse tutti i capelli e i peli sul corpo, non fu facile inizialmente ma piano piano iniziò a farsene una ragione e continuò la sua vita forte che quegli errori del passato non sarebbero stati più commessi. Il suo aspetto nuovo unito al suo temperamento riflessivo e il suo modo di abbigliarsi etnico ora più che mai li conferivano un aspetto da santone che a dispetto dei più critici non faceva calare l'attenzione delle donne su di lui anzi... prima di perderci di vista ricordo un episodio che coinvolse anche me (se pur indirettamente ), era un venerdì sera non avevo nulla da fare e attendevo l'evolversi della serata quando vedo sul cellulare una chiamata di ste , risposi dicendo: “bel fio cosa chiami me un sei a trombare una delle tue di venerdì sera..” ridendo mi rispose “infatti è per una che ti chiamo haahahaha” rimasi attonito per un istante, proseguì dicendomi, “se sei in città mi fai un favore c'è una mia amica di Pontedera si chiama Giulia, non riesce ad arrivare a casa mia non è che puoi farmi il piacere di accompagnarcela te che sono senza macchina, ovvio che poi resti qua da me a guardare un film, sempre se ti va ..” alla fine quella serata non diceva nulla, dissi di si accesi il motorino e andai verso il porto dove c'era Giulia con la sua yaris blu ad attendermi. Appena la vidi mi presentai notai che come tipo era un po timido ma non antipatico, era alta circa 1.75 bionda tinta occhi marroni con occhiale a segretaria porno per intendersi, una camicetta bianca con un leggero scollo che facevano notare la sua quarta soda e un paio di jeans che risaltavano le sue gambe sode e il suo gran culo, di viso non era bellissima ma un che di attraente lo aveva comunque, dopo le presentazioni del caso le dissi di seguirmi con la macchina e dopo 10 min eravamo giù nel bunker di Stefano, lo chiamavo così perchè allestì il suo scantinato nel condominio a stanza personale. Una volta arrivati da ste tra una chiacchiera e l'altra Giulia si sciolse e così iniziò una bella e lunga conversazione su vari argomenti sempre parafilosofici, come piacevano a ste ma dal modo di fare rigido della ragazza capivo che forse ero di troppo anche se tutti e due mi davano spunto di partecipazione, decisi così di andarmene. mentre tornavo a casa pensai che non avevo più sigarette mi fermai da un tabaccaio 24h e mi accorsi che non avevo il portafoglio con me, lo avevo lasciato da ste, così velocemente tornai indietro, apri il cancello del condominio e scesi giù nello scantinato sicuro di imbattermi in loro che guardavano il film e invece ….. dal corridoio buio filtrava la luce della cantina di Stefano, la porta era difettosa e spesso si chiudeva male lasciando sempre uno spiraglio, un forte odore di incenso si faceva più forte man mano che mi avvicinavo alla porta e quelli che credevo rumori della caldaia si rivelarono i colpi sul letto di Stefano che stava fottendo selvaggiamente Giulia. La cosa mi imbarazzò tanto ma al contempo come preso da una curiosità irresistibile rimasi immobile a spiare quei corpi nudi che si muovevano con ritmo forsennato, Giulia con le unghie sembrava voler scavare nella pelle di colui che la stava penetrando, il corpo implume e tirato del mio amico unito ad una dotazione a dir poco ottima non dava scampo alla studentessa di lingue che nell'estasi della passione iniziò a lanciare qualche esclamazione gemendo, “siii ah ahhh ahhh si stefano così così spingi ancoraaaaaaaaa” lui zitto spingeva sempre più forte finchè non decise di alzargli le gambe spingerle indietro e fotterla da sopra, le urla si fecero forti molto forti, da sopra le scale sentì il rumore di una porta che si apriva e preso dalla paura di essere scoperto andai di fretta a quella che era una uscita di sicurezza e col cuore in gola mi diressi a casa, per molti mesi quella scena di Giulia supina al corpo scolpito di Stefano fu l'oggetto delle mie masturbazioni, chissà forse è da li che capì la mia attrazione per il voyeurismo. Passarono circa 5 anni e di Stefano persi le tracce, certo non feci nemmeno nulla per evitare ciò, ma gli eventi e la mia svogliatezza ebbero il sopravvento, via via arrivavano notizie da amici in comune che lo davano sempre nel solito stato alternato tra crisi psicologiche e momenti di eccentricità. Un mese fa mentre mi stavo recando alla macchina vidi in lontananza una sagoma che li assomigliava decisi di aumentare il passo, era lui con la sua aria da guru, optai per un assalto amichevole da dietro le spalle non appena si voltò notai che il suo volto da spaventato si trasformo in giocondo, come quello che fa un bambino non appena li regali un giocattolo, dopo quell'abbraccio capì che tutto non era cambiato nonostante la lontananza temporale. La sua forma era smagliante viso radioso fisico perfetto, tirato come sempre, e uno charme secondo me più raffinato, in sostanza si era rimpadronito della sua persona e questo mi rendeva una delle persone più felici al mondo in quel momento, fissammo così un appuntamento nella sua casa al mare fuori città (lasciatagli gentilmente dai genitori) per il lunedì seguente dicendomi che ci sarebbero state sorprese.. non chiesi altro e attesi lunedì. La casa era bellissima era il piano terra di una grandissima palazzina a pochi metri dal mare, in un posto sperduto nella natura, l'appartamento era di circa 50 metri quadri, arredata tutta in stile moderno, il che li dava un tocco di stile unico, nel mostrarmi la sua reggia, si fermo avanti ad una porta chiusa mi disse : “chiudi gli occhi un secondo caro” quando li aprii rimasi esterrefatto, era una stanza bellissima, un rifacimento dell'interno di una tenda araba , aveva moltissima oggettistica etnica e un lettino nel mezzo, mi viene spontaneo di dirgli, “non ti sarai mica dato ai massaggi vero”, ridendo mi rispose “ebbene si caro mio, e sono anche bravo lavoro un sacco, se vuoi te ne faccio uno al volo così mi dai un giudizio”, non esitai un istante mi misi in mutande e mi feci massaggiare nella sua piccola Casablanca, tra una parola e un altra inevitabile fu l'argomento donne, “adesso quante ne scanni maialotto” lui “ ehehehe è un periodo un po confuso ho una ragazza con cui diciamo c'è un intesa che ora va avanti da 6 mesi ha 32 anni si chiama Valeria” “bene Ste dai se sei felice, e che” m'interruppe subito continuando il suo discorso, “ e poi ho altre de situazioni di sesso sfrenato a cui non so resistere, una è una ragazzetta di 20 anni conosciuta ad una festa di un mio amico, ma con lei mi vedo poco e poi c'è quella più pericolosa, forse se andavi al mare da bimbetto ai xxx te la ricordi, si chiama micaela” il cuore mi balzò in gola mi girai guardandolo fisso negli occhi con uno sguardo misto a incredulità e invidia, “ ma chi ste , la cubista???????” “ si mau esattamente lei, è pure fidanzata, è tanti anni che ci conosciamo e notavo da parte sua un certo interesse, finchè da qualche mese non mi chiese di farle qualche massaggio, in una seduta nel mentre stavo facendo i preparativi mau non ci crederai ma si è spogliata nuda e sdraiatasi sul lettino mi ha detto di cominciare il lavoro”. Devo necessariamente qui descrivervi il personaggio di Micaela, una ragazza che ha fatto fa e farà impazzire, alta più o meno 1.72 adesso bionda con un caschetto sexy mozzafiato terza e mezzo di seno sodo una schiena che sembra essere stata modellata dalla perfezione in persona con il suo picco massimo nel culo, al quale si può tranquillamente estendere l'esclamazione che Michelangelo fece quando terminò il Mosè, “perchè non parli!”. Di Micaela erano note le smanie esibizionistiche sui bagni il modo sensuale e provocatorio col quale soggiogava le menti (e non solo ) dei ragazzetti e uomini, inoltre faceva la cubista in un locale molto famoso della mia regione, e questo rendeva lei detto in francese una potta da dieci e lode!!!! all'idea di sapere che Stefanino se la fotteva in quella impazzivo!!, continuai allora preso dal relax del massaggio e dal profumo inebriante dei suoi incensi indiani a porli domande sulle vicende con Miky cercando di ottenere sempre più dettagli, la cosa sembrava non disturbare il mio amico anzi.. tutt'altro: “ vedi mau miky è una dea del sesso pensa che quando si mise sdraiata nuda sul lettino da dietro stavo avendo un mancamento, le sue forme così perfette e armoniose i suoi piccoli piedi e quello sguardo a puttanella in calore mi misero subito ko stavo quasi per venire senza toccarmi, per renderti una fotografia migliore, quando mi voltai teneva la gamba alzata e con il suo sguardo si prendeva gioco delle mie emozioni... iniziai lentamente a massaggiarla prima la schiena poi il sedere e arrivato li lei emise un piccolo gemito di piacere come se trascinata da quell'esperienza si voltò di scatto mi prese e mi fece suo”, queste parole trascinarono anche me a tal punto da chiedere a ste : “ ti prego se non è un problema potresti andare nei dettagli” ero eccitato visibilmente ma con ste mi sentivo in grado di poter essere libero di formulare questa domanda che agli occhi di tutti potrebbe sembrare inopportuna e invasiva ma lui dall'alto della sua libertà mentale non battè ciglio e rispose, “beh una cosa così non l'ho mai vissuta, ci baciammo intensamente con la lingua e nel mentre la cercava facendo roteare la sua dentro la mia, con le mani mi toglieva i vestiti i nostri corpi erano caldissimi, poi iniziò a baciarmi sul petto fino a scendere giù per gli addominali, non scorderò mai quando iniziò a leccarmi l'inguine stavo per impazzire, il mio cazzo era di marmo e le sue falangi lo sfioravano quel poco che bastava per farlo pulsare freneticamente, rivetti il pompino più bello della storiaio i pieni lei in ginocchio per terra, come una serva col suo padrone dopodichè mi chiese di mettermi a carponi per terra” “ che dici ste??????????? ma che voleva fare incularti??” “ ahahha no quello no ma non lo escluderei per il futuro, no mau semplicemente mi leccò lentamente e appassionatamente il buco anale” “ seeeeeeeeee non è possibile” “ e come se lo è fosse solo quello quella volta sono venuto tre volte la prima quando li sono entrato dentro dopo 5 spinte non riuscii più a controllarmi e la inondai ma dopo 20 min ero punto a capo, lei ne voleva ancora così scopammo in piedi con lei in collo a me che gridava spingendo all'inverosimile.. poi l'ultima dopo due ore preso da un incontrollabile voglia nel mentre preparava cena, vestita solo del suo perizoma nero di pizzo, non ho resistito e li sono saltato letteralmente addosso, non puoi capire con che foga la penetravo ogni colpo cercavo di affondare di più come se volessi entrare con tutto me stesso dentro di lei, non potevo far altro in quel momento che penetrare il suo corpo da dea fino a che ho potuto... fino all'ultima goccia del mio sperma”, quella conversazione non s'aveva da fare adesso mi ritrovavo barzotto e con una voglia matta di segarmi, cercai di contenermi e tra una battuta e l'altra mi calmai fino a che non feci rientro a casa dove mi toccai come un porco al racconto di ste. Le uscite si facevano frequenti ormai eravamo tornati buoni frequentatori, nonostante il mio desiderio voyueristico batteva forte mi trattenevo dal chiedere dettagli su eventuali altri incontri con la cubista, ma a quanto pare ero destinato ad incontrarli insieme. A volte le giornate uggiose non nonostante non portino allegria talvolta si rendono utili per cambiare all'ultimo dei programmi che altrimenti dovresti rispettare, così quella domenica la partita fu rinviata e nel mentre facevo ritorno a casa detti un colpo di telefono a ste per sapere se era in giro, fortuna vuole che era a casa annoiato come lo ero io,così andai da lui per fare due chiacchiere ma a quanto pere non eravamo soli, appena entrato oltre alle mille feste che ste era solito farmi notai che sull'attaccapanni c'era un giacchettino di pelle da donna e per terra un paio di tacchi neri, ovvio che la risposta la sapevo ma nel mentre stavo per chiedere se c'era qualcuno in casa eccola apparire in tutta la sua bellezza da modella, uno sguardo felino pronto allo sgraffio, miky in una sola parola spettacolare!. Si presentò con una fare timido ma malizioso ovviamente stefanino continuava nelle presentazioni, il cuore mi batteva forte non sapevo che dire che fare nos o se avessero già scopato oppure erano in procinto e io ero il classico intruso, il dubbio fu tolto quando nel parlare capì che era arrivata da poco anche lei, adesso dovevo restare calmo e cercare di guardarla il meno possibile, non fu così , la sua timidezza iniziale fu spazzata via immediatamente dal suo egocentrismo nel mentre stefano preparava un tè, per circa un ora non fece che parlare di lei delle sue serate in disco come cubista e delle sue performance artistiche come modella per alcuni artisti, era quasi impossibile prendere parola ma da un certo punto di vista era meglio così, uno ero completamente preso da lei e dalla sua gestualità sensuale due se avessi dovuto entrare nel merito di alcune questioni avrei dovuto contraddirla almeno una 20ina di volte data la mancanza di nozioni. Una volta bevuto il tè sul finire di un discorso miky si alza e va in bagno io e ste continuammo a parlare, quando rieccola questa volte senza jeans e solo con la maglia lunga che li faceva da vestitino corto, ecco li ho creduto di avere un attacco di cuore, si mise sul divanetto davanti al mio vedevo completamente le sue gambe lisce e scolpite strusciarsi lentamente tra loro per trovare la posizione più comoda fino a che una spallina del vestito largo improvvisamente si abbassò facendo intravedere la parte superiore del suo seno sinistro, non capì più niente ero eccitato e basta, era troppo bella, troppo sexy, troppo troia. Lasciai quell'appartamento con un grande nodo in gola era chiaro che avrebbero scopato non appena la porta si fosse socchiusa, ma nel mentre stavo per aprire la porta che dal cortile mi avrebbe portato alla strada dove avevo la macchina ebbi un ripensamento, la sensazione che provavo in me mi fece forte a tal punto che feci dietro front verso casa di Stefanino, volevo vederli scopare!, apri la porta del giardino entrai dal piccolo orto che aveva sul retro della palazzina e attesi circa 10 min, le serrande erano socchiuse, lentamente mi avvicinavo per captare eventuali suoni e così fù, miky gemeva lentamente come una cagna, le sue parole erano spezzate dai lamenti di piacere che la penetrazione del cazzo di Stefanino li procurava, non vedevo nulla, ma in quel momento riaffiorarono i ricordi di ciò che in passato avevo vissuto con la ragazza pisana, i suoni si facevano sempre più forti, non potevo lasciare tutto quello che stava accadendo all'archivio delle mia memoria mentale, questa volta no! avevo bisogno di catturare quella melodia, presi il cellulare e registrai i suoni che provenivano dalla finestra due tre min poi una macchina che stava entrando nel parcheggio mi costrinse ad allontanarmi per non essere visto, so che quello che facevo era probabilmente una violazione di domicilio di riservatezza o di come chiamate ora voi privacy, ma in sostanza non me ne fregava niente. Mi masturbai tutta la notte ad ascoltare quelle registrazioni una due tre quattro cinquanta chi lo ricorda più, ero in estasi coinvolto in qualcosa che non era mio inebriato dall'odore di quell'incenso che aveva impregnato la mia pelle e da quel suono celestiale scatenato dalla fusione di quei corpi.. due mesi dopo confessai a stefanino di averlo spiato e di essermi fortemente eccitato, all'inizio si arrabbiò dandomi del malato e pervertito, i luoghi comuni di chi ha il terrore di affrontare le proprie curiosità, due settimane dopo mi richiamò e mi perdonò per il gesto di cui a mente fretta forse era fin troppo avventato, ma c'era qualcosa di più in quella telefonata, dopo due giorni andai a trovarlo a casa sua questa volta Micaela non c'era ma c'era alessandra la sua nuova fiamma, tre ore dopo ero li seduto che guardavo loro che facevano l'amore per me avvolti dalla curiosità e dalla voglia di farsi guardare … ma questa è tutta un altra storia.. grazie a tutti coloro che si sono fermati almeno un istante a leggere le righe del mio racconto....
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13 anni fa
youngvoyeur,
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Ultima visita: 4 anni fa
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La rossa - parte 5^
Per l'ultima fantasia dovevo organizzare le cose per bene. Sapevo che lei voleva veramente fare la puttana, nel senso che voleva essere pagata per fare sesso e conscia che ai clienti non poteva negare niente, vecchi, brutti o ragazzi che fossero stati. Complice il mio amico gestore misi un annuncio con una sua foto a viso coperto nel quale spiegavo che una insospettabile moglie, assolutamente non profesisonista, si sarebbe concessa ad uomini facoltosi per una sola volta, chiarendo che lei non sarebbe stata riconoscibile in viso perchè avrebbe portato una mascherina e che il tutto sarebbe avvenuto con me sempre presente, partecipe o meno a seconda dei gusti. Inutile dire l'enorme mole di mail che arrivarono. L'appuntamento era per gli inizi di Dicembre, quando l'albergo era chiuso al pubblico e il marito di lei era fuori per lavoro. Selezionai una rosa di 30 uomini di età diversa e di ogni estrazione sociale che avevano assicurato la presenza per il giorno prefissato. Arrivammo sul posto insieme, un'oretta prima di dare inizio alle danze, per avere modo di prepararsi. Ritirai la chiave ed entrammo da una porta secondaria. In camera fece la doccia, indossò la consueta lingerie come sempre molto arrapante ed infine la mascherina tipo carnevale di Venezia. Le dissi che il mio amico voleva essere "pagato" l'affitto della stanza. -Fallo venire- mi disse,lo chiamai e appena entrato lessi lo stupore nei suoi occhi nel vedere quella stupenda femmina. Lei era sul letto semidistesa, con un bustino che a stento reggeva le tettone e che fungeva anche da reggicalze, calze nere velate, rossetto e smalto rosso fuoco, perfettamente pettinata e truccata, una vera troia da monta insomma. Si salutarono, lei si alzò, si avvicinò, lo baciò dietro l'orecchio tastandogli il pacco. Lo prese per mano, lo portò in bagno, gli sbottonò la patta e, nel lavandino gli lavò il pene come una vera puttana. Dopo averlo asciugato lo precedette sculettando in camera da letto, lui la seguiva affascinato da quelle chiappe maestose che ondeggiavano. Si sedette sul letto, gli calò i calzoni ed iniziò un fantastico pompino. Il mio amico, eccitatissimo, le carezzava i capelli, le dava il ritmo della pompa, dopo un pò lei prese un preservativo, lo srotolò come una vera professionista, si stese, allargò le gambe preparandosi alla monta, si umettò la fica con le dita precedentemente inumidite con la saliva e gli fece segno di infilarglielo. Il mio amico non si fece pregare, glielo affondo dentro per intero...pochi colpi e tutto fù finito, si rialzò soddisfatto, raccolse le sue cose e se ne andò a ricevere gli ospiti. Lessi la delusione nel suo sguardo, anticipai le sue domande dicendole - le puttane non godono, sono pagate per far godere. Io non sò gli altri come saranno, ma tu sarai pagata per farlo, dovrai farli godere senza pensare al tuo piacere. Certo se godrai con loro ben venga, ma il tuo piacere verrà dopo, quando tutti se ne saranno andati -. - Ok -, mi disse, - sono pronta a fare la zoccola però, se ti farò un occhiolino, la persona che mi ha scopato cerca di farla aspettare in un altra stanza, alla fine lo faremo tutti insieme e gratis -. - Che troia che sei...tu sei puttana dentro, altro che per finta - le dissi. I "clienti" iniziarono ad arrivare e Paola iniziò il suo giorno da "puttana". Il patto era che avrebbero dovuto lasciare un regalino fisso più uno a piacere se riusciva a soddisfarli. Dalle 10 alle 17 si alternarono fra le sue cosce 30 uomini, tutti più o meno dotati, giovani, vecchi o di mezza età. Con tutti si ripeteva il rito del lavaggio preliminare e di quello conclusivo. A tutti praticò il pompino, qualcuno volle venirsene in bocca con un regalino supplementare, qualcuno volle farle il culo che lei accettò in cambio di una banconota, qualcuno se ne veniva subito, qualcun'altro era molto più resistente. Con alcuni vidi che godeva ma con altri si limitava ad essere passiva. Con chi le piaceva mi faceva l'occhiolino ed io mi precipitavo a proporgli un'altra ora di sesso alla fine, stavolta gratis. Alla fine ne erano rimasti tre più io. Inutile stare a descrivere ciò che le facemmo...aveva a disposizione quattro cazzi e dopo una giornata di sesso non era ancora sazia. Ce la scopammo in tutte le posizioni alternandoci nella bocca, nel culo, nella figa o fra le tette, non disdegnando le doppie e triple penetrazioni mentre un quarto cazzo veniva sollazzato dalle sue mani. Era uno spettacolo vedere Paola che godeva in continuazione, un orgasmo infinito, perchè quando uno era stanco subito un altro era pronto a prendere il suo posto nel buco lasciato libero. - Scopatemiii!!!...spaccatemii!!!...rompetemi tutta...voglio i vostri cazzi e bere la vostra sborra - Alla fine le venimmo tutti addosso, una vera pioggia di sborra che finì impiastricciandole le tette che nel frattempo era state tirate fuori dalla guepiere, il viso e i capelli e che lei si spalmava su tutto il corpo. Quando tutti se ne furono andati giaceva stremata ma soddisfatta sul letto. Si volse, mi guardò e mi sussurrò - Grazie -, - Non credevo si potesse godere così a fare la puttana -. Le risposi che forse era perchè tutto sommato era una sua fantasia realizzata e che le altre che lo fanno per necessita forse non godono. Mi rispose - può darsi, ma a me è piaciuto tantissimo, tanto che lo rifarei ancora - La riaccompagnai a casa, nei pressi, prima di scendere mi disse: - ora sò cosa vuol dire scopare, voglio dare un senso alla mia vita che poi ti dirò, ma prima devo verificare una cosa - - Cosa? - le chiesi, - tu organizza un'altra giornata di sesso con Carl e poi te lo dirò -. Mi baciò precipitosamente e scese dalla macchina. Per commenti, critiche e per conoscermi meglio: [email protected]
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13 anni fa
scopodonnexsetteore,
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Ultima visita: 7 mesi fa
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Passione indecente
indecente Passione Movimenti lenti, infinitamente sensuali: guardo la calza sparire sotto la gonna rossa cremisi e cerco d’immaginate il filo pendente di una giarrettiera inesorabilmente strozzato dentro l’incavo della calza. Non hai l’età per queste cose, penso. Quanto sei bella nel tuo pudore virgineo. Le cosce strette nel tentativo di difendere le tue intimità dai miei occhi: sai che ti desidero, sai che il mio sguardo, è il preludio al mio piacere. Abbassi lo sguardo, ho la sensazione che stai guardando il mio sesso che deforma i calzoni: probabilmente è una mia sensazione, o una mia speranza. Cerco d’immaginare le tue labbra… Penso a come potrei insegnarti le mie esperienze per tramutarle nei piaceri reciproci. Sto pensando mille cose indecenti su di te, quando, le gambe scivolano inerte sulla calza allargandosi piano: quello che vedo e adrenalina pura. Qualche cosa di bianco, indefinito, piccolo, a difendere il nulla. Cerco di non mostrare l’eccitazione che mi attraversa agli altri commensali. Sposto la sedia per vedere meglio: tu fai altrettanto per mostrare. Questo gioco mi snerva e mi prende. Sorrido ebete alla battuta di tua madre su un viaggio fatto insieme: non ho capito cosa ha detto, ma tutti ridono, quindi, è la cosa giusta da fare, quello che capisco bene, è che tu stai facendo in modo che la gonna si alzi un poco. Piccoli movimenti voluttuosi sulla sedia, mi permettono una visuale più sicura. Spregiudicatezza e audacia in quel tuo modo di succhiare il gelato che ti hanno appena passato. Sono basito dal tuo modo di aggredirlo e avvolgerlo, inebriato dal tuo modo di farlo sparire tra quelle labbra carnose. Trasecolo. I miei pensieri sono al limite dell’arresto, sicuramente del pestaggio da parte del padre di questa ragazzina. Se sapesse cosa desidero. Fortuna che non esistono video trasmettitori di pensieri. I tuoi occhi sono saliti e sfidano i miei. Percepisco la sfrontatezza della gioventù nel tuo modo d’agire e, sono sicuro che quel tuo modo di assaporare il gelato, è un colpo basso alla decenza fatto apposta per dimostrarmi che non sei più una bambina. Ma, c’è sempre un ma… - Maurizio vuoi un poco di gelato? - No, grazie… Rispondo evasivo, scocciato da quella distrazione forzata della madre, che gentilmente mi offre quello, che sua figlia sta già mangiando. “Vorrei le labbra di tua figlia”penso, sapendo che quella frase non sarà mai detta. Guardo il gusto di cioccolata sparire dentro le labbra e un brivido caldo mi attraversa il corpo nel momento che la lingua esce dal suo riparo naturale e scivola sul cono pulendolo e lasciandolo lucido di saliva: poi, un affondo sul gelato, di nuovo la bocca si apre e si riappropria del suo gusto. Cerco d’immaginare quanto può allargarsi per dare piacere ad un uomo, quanto è pronta ai giochi dell’erotismo: non mi sono nemmeno accorto che gli amici si sono spostati in terrazza lasciandomi solo. -Vieni fuori con noi?- Qualcuno mi reclama. Guardo le cosce chiudersi, mentre il gelato sta per finire. Lo sguardo torna ad abbassarsi, la gonna viene sistemata da quelle piccole mani. - Che cosa state organizzando? Dice la ragazza alzandosi. La guardo avviarsi verso il terrazzo e ne ammiro il fondo schiena, perdendomi in altri pensieri ancora più indecenti. - Perché, rimani con noi?. Le chiede la madre. - No, tra poco arriva Luca e andiamo al cinema. Mi alzo e raggiungo gli amici sul terrazzo e penso al suo ragazzo che l’accarezza furtivamente con l’aiuto di una sala buia. Vado a guardare la notte intensa portandomi al lato estremo del terrazzo per darmi una calmata e fare scendere l’eccitamento evidente. Lei si avvicina; - è sempre bello vederti e leggere i tuoi racconti, peccato che devo uscire, sarei restata volentieri con voi… Approfitto per darle un bacio sulla fronte accarezzarle la schiena delicatamente; - Anche per me piccola, è sempre bello vederti, uno di questi giorni, passo a prenderti e ti porto con me nel mondo reale - Non aspetto altro; Si mette in punta di piedi per baciarmi la guancia e inevitabilmente il suo seno mi accarezza il petto. Un clacson dal basso della strada ci riporta ai nostri impegni mondani; - Ciao mamma, ciao a tutti -. Con quella frase, la vedo sparire dietro la porta d’entrata per riapparire ancora più intensamente nei miei pensieri. Sento il portone aprirsi, la guardo abbracciare il suo ragazza e una fitta di gelosia s’impadronisce stupidamente di me quando vedo la mano del suo ragazzo accarezzarle il sedere. Alza lo sguardo a cercarmi e, in quello sguardo mi perdo…
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13 anni fa
fantasypervoi,
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Ultima visita: 12 anni fa
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Quella volta che.....
Un pomeriggio di fine estate conosco in chat un ragazza. Era la lei di una coppia, almeno così diceva, visto che non aveva la foto. Mi chiede il numero di telefono e mi dice di tenermi pronto per la sera. FIGURATI SE E' VERO penso fra me e me. Di fatto non ci penso per niente, tanto che la sera esco con gli amici. Rincaso verso mezzanotte e mentre vado a letto mi arriva uno squillo. Un numero che non conosco..... Chiamo e mi risponde una vocina dolce e sensuale. Ciao sono io, ho appena finito di lavorare (faceva la barista in un locale). Vado a casa a farmi una doccia e ci vediamo? Come no! Faccio un doccia anche io, prendo la macchina e mi metto in viaggio (80 km). Sono quasi le 2 di notte e penso che forse è un bidone, quando mi arriva un altro squillo. Dove sei? Arrivo !!!! Esci lì, gira là, prendi quella stradina e vai diritto.... Era una strada di campagna. Con le luci in lontananza illumino qualcosa. Vedo la sagoma di una macchina. Ha il portellone aperto e.... un paio di stivali neri, due gambe lunghe e tornite, un sedere tondo e sodo senza slip, lasciato scoperto da una minigonna cortissima sollevata sulla schiena. Era chinata nel bagagliaio e faceva un pompino al suo uomo. Scendo dalla macchina e li raggiungo. Dico buonasera, ma lui mi fa cenno di non parlare e di agire. E' profumatissima. La tocco. E bagnatissima. Ne lecco il dolce nettare fino all'ultima goccia. Finalmente si solleva da dentro il bagagliaio e le vedo il viso. Bellissima!!! Si china, mi sbottona il pantalone e comincia un pompino divino. Il suo uomo mi chiede se può fotografare. Dico di si. Da quel momento e tutta mia..... Sul cofano, nel bagagliaio, sui sedili di dietro, a terra sulla coperta stesa per noi dal suo uomo. Scopiamo in tutte le posizioni e mi concede il secondo canale... Non ho nessuna intenzione di smettere, tanto che gli scappa un soddisfatto e piacevole: "MA NON TI FERMI MAI?" No!! Con una tale bellezza amante del sesso, no! Quando è troppo è troppo però, ed anche io vengo. Vengo sull'ultimo pompino alla gola profonda e la schizzo sul viso, come mi ha chiesto. Stanchi e soddisfatti, si ripulisce il viso. Ci rivestiamo e ci salutiamo. Entra in macchina con il suo uomo, fanno manovra e vanno via. Si fermano un attimo, lei abbassa in finestrino e mi dice: "Possiamo richiamarti?" Secondo voi cosa ho risposto?
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13 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 giorni fa -
lei, lui e l'altra
I due tavolini non erano vicini tra loro. anzi, erano proprio agli angoli opposti dell'elegante dehor. quel pomeriggio assolato di agosto, Lisa e Teo stavano sorseggiando un caffè, nonostante la temperatura. i discorsi erano i più diversi, dalla scuola dei figli al conto in banca, a cosa fare nel weekend. adoravano parlare, erano insieme da una vita ma mai si erano stufati di chiaccherare, come due ottimi amici. L'amore che provavano vicendevolmente era vero, saldo, assolutamente non intaccato dagli anni, anzi, fortificato da 3 lustri di vita insieme. il sesso era vissuto dai due molto intensamente, mai una crisi, un calo. a dir la verità ci fu un periodo (piuttosto breve, comunque) dove l'arrivo della secondogenita li aveva costretti a forzati periodi di "astinenza", superati però brillantemente. Nel loro rapporto dunque nessun problema. anzi, questa unione forte permetteva ai due di viaggiare con la fantasia e durante i loro rapporti erano arrivati ad immaginare una donna, un'altra donna, lì con loro. Lisa era innamoratissima e fondamentalmente gelosa di Teo ma non in quella situazione, anzi, si eccitava al pensiero... Nella loro immaginazione, questa donna aveva e riceveva attenzioni da parte di tutti e due; si, infatti a Lisa piacevano anche le donne. La scoperta la fece un giorno in una palestra che frequentava per rilassarsi dopo il lavoro. Nello spogliatoio c'era sempre molta gente, tutti di corsa e a testa bassa, doccia e via, correre, frenesia dei giorni nostri. Quel giorno per una serie di concause l'ora di palestra venne disertata da quasi tutte le iscritte di quel corso. C'erano solo Lisa e un'altra donna, Monia il suo nome. Un'atmosfera surreale permeava nello spogliatoio, vuoto come non mai. Sotto la doccia Lisa pensava già alla serata da passare in famiglia, la cena, le lotte per far dormire i bimbi... all'improvviso un sussulto, era talmente assorta nei suoi pensieri che non si accorse che proprio nella doccia di fronte si era sistemata l'altra donna. Monia non la stava guardando. Lisa si. E pensava, "ma con tutto il posto, proprio lì?? Perchè?" Questo dubbio sulla volontarietà o meno di quell'atteggiamento la turbò,e si sentì strana. trasalì quando si accorse che mentre pensava non le aveva staccato gli occhi di dosso. Monia era molto bella (anche Lisa lo era...) e il corpo bagnato, curato e snello di Monia la attraeva. Mentre si vestivano dopo la doccia, ci fu ancora qualche sguardo, e nulla più. Nei giorni seguenti ci pensò in continuazione, a quel corpo, e alla situazione, e quasi si pentì di non aver provato un approccio, anche solo verbale. Questo rammarico la colpì sempre più con forza e fu allora che si rese conto quanto avrebbe voluto avvicinarla e baciarla, così, senza una parola. Lisa cambiò orario della palestra; aveva il terrore delle sue stesse emozioni. Aveva paura di trovarsi di nuovo a tu per tu con quel groviglio di emozioni, di eccitazione...
Questi pensieri le affollarono la mente per molti mesi; mesi in cui non fece parola con il marito sull'accaduto. Pensava segretamente a Monia, ma non voleva "materializzarla" nel letto con Teo.
Come detto, faceva molto caldo, quel pomeriggio. Il bar del centro non era affollato. Quel giorno Teo parlava, raccontava, programmava come sempre, ma Lisa questa volta (per la prima volta...) non c'era, era assente. rispondeva e commentava a monosillabi, assolutamente disinteressata. Teo stava per interrogarla per questo, era anche vicino alla collera per quell'atteggiamento! Osservando meglio lo sguardo della moglie, però, notò che era rapita da qualcosa, o meglio qualcuno che la rendeva così apatica. Teo si sporse un pò dalla sua sedia per guardare in direzione dello sguardo di Lisa (la vista di lui era impallata da una coppia di anziani coniugi al centro del dehor) e con stupore notò che le attenzioni della moglie erano rivolte ad una donna! "Scusa, la conosci?" chiese lui. lei, imbarazzata "no, perchè?" "beh, la stai fissando e non presti neanche attenzione a quello che ti dico!!" Lisa pensò a lungo se raccontargli che Monia (si, proprio lei!) frequentava la sua stessa palestra e che una volta aveva fantasticato di carezzarle il seno e di baciarla...poi decise, e vuotò il sacco. Teo non parlò per alcuni lunghi istanti; Lisa temette di averlo ferito o infastidito, invece lui era solo choccato dall'immagine che la moglie gli aveva messo davanti. In tutti e due si materializzò il loro sogno che non era andato mai oltre all'immaginazione, avere tra di loro un'altra donna. L'eccitazione dei due divenne irrefrenabile, al punto che lui con un gesto impercettibile della mano fece un gesto a Lisa come dire di andare verso quel tavolo. Lei non si mosse, troppo emozionata, troppo eccitata, anche perchè questa volta al gioco di sguardi, giocò anche Monia. Decisero di lasciare il bar per vedere se quegli sguardi avessero avuto un sèguito. Entrarono per pagare, e uscendo, con sorpresa videro che Monia si stava anch'essa alzando. I due si incamminarono, ormai non parlavano quasi più, il fiato era corto e il cervello in tilt anche perchè con la coda dell'occhio videro che erano seguiti.... Lisa non stava più nella pelle, voleva assolutamente avere la prova che non fosse tutta immaginazione, che in realtà Monia non stesse facendo una normalissima passeggiata e che lei e Teo avessero solo interpretato erroneamente sguardi e gesti...
Così senza pensarci su e senza neanche nemmeno avvisare Teo che la precedeva di un paio di passi, Lisa si infilò in un portone ombroso; con il cuore il gola attese qualche istante, sentendo i passi di lei che giungevano. Con passo deciso entrò nello stesso androne; Lisa impietrita la guradò senza riuscire a proferire parola. Fu tutto rapidissimo. La mano di Monia dietro la nuca di Lisa nell'atteggiamento di avvicinare le proprie bocche. Fu un bacio sensazionale, eterno, le mani cominciarono impazzite a frugare in ogni dove.
Teo si accorse solo dopo alcuni secondi di essere solo. Sgomento, tornò sui suoi passi, e arrivato in prossimità dell'androne sbirciò dentro. Il gran sole sulla strada rendeva ancora più buia l'ombra che avvolgeva quelle due donne avvinghiate, tant'è che lui ci mise un pò a mettere a fuoco la situazione. Non aveva mai visto niente di più bello, eccitante ed erotico.
Fu così l'inizio di un'amicizia dei tre che si continuarono a vedere; ad ogni incontro si inventarono un modo diverso per cominciare, per eccitarsi; si incontravano in giro, in posti pubblici, fingevano di non conoscersi, per poi dare libero sfogo a tutte le loro fantasie e voglie.
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13 anni fa
leibellabisex,
27/35
Ultima visita: 5 anni fa
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La scoperta
Sono un uomo sposato ,ma le cose con la mia lei nono vanno molto bene, lei è una di quelle che quando gli cerco qualcosa di diverso dalla solita sveltina,è sempre pronta a dire che quelle cose non si fanno, che sono contro natura. Stanco di questa situazione di metto a cercare su questo sito, che mi ha consigliato un collega. Non conoscevo l'esistenza e quindi ci vado con i piedi di piombo, il mio sogno sarebbe quello di trovare una coppia matura ,io ho 55 anni e quindi è inutile trovare altro. Dopo interminabili messaggi finalmente parlo con un tizio il quale mi cerca le foto del viso e anche alcuni miei nudi: IO al solito sono molto schettico e non mando niente e gli dico che sono convinto che lui non è sposato e gli và di scherzare. Lui mi dà un numero di cellulare e un orario in cui chiamare. All'ora stabilita chiamo e risponde una voce femminile che mi spiega che ha risposto solo per educazione e che sono una coppia in cerca di un singolo,e che comunque senza foto non si fà niente. Come uno stupido chiudo e continuo la mia ricerca: Quando ormai ho perso le speranze vengo contattato da un singolo bsx, che con garbo riesce a convincermi a prendere un caffè insieme e poi si sarebbe deciso. Siamo tutti e due sposati quindi massima riservatezza. Ci incontriamo in un bar del paese ,e dopo un pò ,non so nemmeno come arriviamo a casa sua , mi tremavano le gambe, saliamo di corsa e mi invita a vedere una cassetta . Mentre visioniamo la cassetta lui comuncia a chiedermi se ho voglia di un bacio , ed io subito dico di no. ma guardando il video non riesco a nascondere la mia eccitazione ,lui si accorge e mi sbottona i pantaloni, è molto esperto in un attimo mi trovo il cazzo tra le sue mani e poi lo prende in bocca .Dire che è bravo è dir poco ,non capisco più nulla si spoglia è un uomo più giovane di me , e quando lo vedo nudo davanti a me comincio a toccarlo è bello una sensazione mai provata,lo comincio a segare mentre lui mi spompina: Ad un tratto non sò come abbasso la mia bocca e comincio anche io a spompinarlo,una sesazione indescrivibile. con la coda dell'occhio vedo un ombra dietro la porta .Una donna eccitatissima, si stava masturbando,aveva dei capezzoli sporgenti, ho pensato potesse essere la moglie ma non riuscivo a parlare lui mi aveva detto che la moglie non sapeva niente di lui ma era troppo bella da vedere ed era proprio bello succhiare il cazzo del marito mentre lui lo faceva a me.
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13 anni fa
tatarella,
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Estate 2010 - la rossa di treviso -5-
Ricordi d’estate 2010 Un martedi di giugno/La Rossa di Treviso La rossa è una conoscenza internettiana. Le solite chat, i soliti approcci lunghi a non finire, le solite fregature, chattate inconcludenti. Stranamente, questa invece dopo alcune chattate nelle quali sfoggiava anche una buona dose di intelligenza si è fatta vedere in webcam una notte da casa sua. Diceva di vivere sola, faceva i turni in ospedale e quando era di riposo passava qualche serata in chat. Dopo svariati incontri virtuali, Piero e la rossa sono passati alla conoscenza tramite webcam e dopo essersi visti in viso la comunicazione via web si è protratta per alcuni mesi sulla base di saluti, scambio di opinioni, conversazioni di vario genere anche con dei sottintesi di tipo erotico a volte, ma mai nulla di veramente diretto. Una sera vedendolo on line la rossa lo ha salutato chiedendogli che stesse facendo e se era di disturbo. Piero quasi senza pensarci, in un momento di totale incoscienza le ha risposto che si stava masturbando guardando un sito di videoamatoriali. Di li a fare sex cam2cam con la rossa è stato tutt’uno. Sebbene la distanza tra loro non sia eccezionale per poter incontrarsi dal vero, Piero preferisce tenere questa conoscenza solo a livello virtuale. Non è sicuro che dal vero poi si potrebbe scatenare quell’alchimia erotica necessaria per fare soltanto sesso disinteressato con lei. Va bene così invece. Hanno instaurato questo rapporto di complicità elettronica e in fondo anche solitaria. Quando nel profondo della notte occasionalmente si accorgono di essere collegati, finiscono per salutarsi, fare una chattata, accendere le webcam e masturbarsi guardandosi a vicenda. Lui godendo della vista di lei e del suo corpo pieno, quasi burroso, non grasso ma abbondante. Lei osservando il maschio ben piazzato, di spalle larghe, di solito in piedi a gambe divaricate a masturbarsi il bel cazzone grosso, a volte scappellato e un poco ricurvo a destra. A lei piace molto guardare come lui afferra il suo bel palo duro e come se lo sega e anche il braccio di lui teso e robusto mentre la mano sale e scende la verga dura. Piero di solito avvia anche qualche film porno allo stesso tempo e si diverte a vedere le tre cose insieme. La schermata con la sua burrosa rossa amica che le offre un primo piano della sua figa. La schermata più piccola di lui che si sega in piedi e lo schermo tv accanto al pc con un bel pornazzo sudicio e volgare. Siamo a metà giugno, è notte fonda, i vetri delle finestre sono aperti, fa caldo umido, la temperatura prelude già all’estate incombente anche se sembra essere un insolito giugno piovoso. Nella penombra della stanza il riflesso dello schermo del pc si spande tingendo le pareti di azzurrognolo. Lei è piuttosto ben formata, fianchi larghi, cosce abbondanti come i suoi seni. Occupa tutto lo schermo ingrandito questa volta. I capelli rossi fino alle spalle. E’stesa nuda sul divano a gambe divaricate e si passa la mano sulla passera. Davanti a lei il pc e la telecamerina fissata sopra di esso. L’occhio spietato della webcam entra negli anfratti più privati della vita e del corpo della rossa di Treviso. Le sue dita grassocce strizzano le grandi labbra, le titillano, le allargano per poi richiuderle. Ora invece infila dentro le dita, prima uno poi due. Poi si massaggia il monte mentre guarda Piero che trasmette a sua volta. Piero è in piedi nella sua posizione preferita davanti alla webcam a gambe divaricate e ben piantato a terra, tutto nudo tranne che per le mutande abbassate come vuole lei, quel tanto che basta per mettere in mostra il cazzo durissimo e le palle piene. Lui si sega lentamente per dare il tempo alla trasmissione di farlo vedere ben chiaro. Piero strofina la sua mano destra sul suo bel cazzone duro quasi a scoppiare. Sputa sul palmo della mano, si imbratta la cappella del suo uccello e poi tutta l’asta giù fino ai coglioni, scivolava in alto e ancora fa movimenti rotatori sulla sua cappella gonfia quasi dolorante. E’ molto eccitato. Guarda lo schermo del pc dove vede la rossa stesa a gambe larghe che si massaggia la figa sempre più convulsamente. Nello schermo ridotto di msn allo stesso tempo invece lui vede se stesso a segarsi in piedi, le gambe forti ben piantate a terra, il torace ampio, la destra che sega il suo bel cazzone e la sinistra che pizzica i capezzoli e i pettorali sodi e pelosi. Piero vorrebbe averla li accanto la rossa, si inginocchierebbe davanti a lei, avvicinerebbe la sua faccia alla figa di lei, la annuserebbe profondamente prima di passarci sopra la lingua in modo leggero e poi sempre più deciso fino a leccarla profondamente, e prenderle il clitoride tra le labbra e stringerlo. Hanno il vivavoce inserito i due. Lui sente i mugugni di lei e si eccita sempre di più. Saranno passati almeno venti minuti e ormai è difficile per Piero tenere tutto dentro, sente che vorrebbe spruzzare subito a fontana. Lo dice alla rossa che vorrebbe sborrare per lei. Risponde che va bene ma vuole vedere il suo cazzo da vicino mentre sborra. Piero allora avvicina la webcam al suo cazzone duro e scappellato, la sistema in modo che venga anche ripreso un angolo della superficie nera del tavolo. Ancora qualche colpo di mano e con un rantolo di voce avvisa la rossa che lui sta per venire. La rossa appare ancora stesa in tutta la sua nudità a sgrillettarsi la figa con la destra mentre con la sinistra si massaggia le tette e stringe i capezzoli rigidi sulla larga aureola scura. Piero la guarda voglioso, vorrebbe succhiare quel capezzoli e leccare in tondo l’aureola. E’ maledettamente voglioso, tutta quell’abbondanza di carne lo fa impazzire. Il rantolo si fa più roco. Piero alza il pollice davanti alla webcam per dare l’ok e grida che lui è pronto per venire. Osserva la rossa stesa sul divano, chiude gli occhi, sente salire dal profondo del suo intestino un’onda calda, tutti i muscoli delle sue gambe sono tesissimi e finalmente alcuni vigorosi fiotti di denso, bianco e vischioso sperma vanno ad impiastricciare con forza la superficie nera del tavolo dove risalta meglio il colore del bianco lattice nelle immagini della webcam. La rossa va in delirio alla vista di tanto brodo eruttato con forza dal suo maschione di giochi virtuali. Le due dita grassocce dentro la sua figa umidiccia si muovono ora a velocità sostenuta, sempre più forte, con la base del pollice spinge e massaggia il monte, infila le dita sempre più dentro, guarda la chiazza bianca dello sperma di Piero che si allarga sempre di più sul tavolo nero, le viene di inarcare la schiena, anche a lei ora si tendono i muscoli nascosti sotto la carne delle grosse gambe, gli alluci dei suoi piedi si piegano verso l’alto nel momento in cui scoppia in lei uno spasmodico e irrefrenabile orgasmo. Piero invece sta appoggiato al tavolo con le mani aperte a palmo in giù e osserva la sua rossa amica viversi il suo solitario godimento dall’altra parte del video a 200km di distanza. Il suo cazzo si sta lentamente ammosciando sovrapposto alla superficie del tavolo nero mentre da esso continuano a fuoriuscire ancora residui e goccioline di sperma.
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13 anni fa
ManzoMaturo,
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Estate 2010 - al fiume -4-
Un mercoledi del mese di luglio / Il torrente Curiosando tra i profili di Desy, Piero ha visto le foto di uno che cercava coppie. Lo incuriosiva le foto del tipo fatte sulla sponda di un torrente con altra gente nuda in lontananza. Piero vuole sapere dove cavolo sono state scattate. Il posto sembra bello e accattivante. Senza pensarci su, manda un messaggio al tizio e gli chiede informazioni. La risposta che riceve è ricca di complicità e molto esauriente, con tanto di indicazioni ben precise su che cosa accade nel posto e con tanti auguri di buona caccia ma di non spargere troppo la voce. Il posto si trova a poco più di un’ora di macchina dalla casa di Piero. Una ricerca su google aiuta ad individuare come arrivarci. All’uscita dell’autostrada un groviglio di strade e qualche palazzone prima di addentrarsi in una zona industriale. Poi Piero prosegue oltre alcune rotonde, attraversa il paese e trova la statale come indicato. Oggi Piero ha disdetto due appuntamenti che sapeva poteva rimandare e si è ritagliato alcune ore per se. È una giornata splendida, fa caldo. Piero pensa che oggi ci starebbe bene qualcosa di trasgressivo. E’ veramente carico. L’ultima succosa schizzata l’ha fatta una settimana fa in webcam con la rossa di Treviso. Piero guida lungo la statale che ora è in salita formando mille tornanti nascosti dalla folta vegetazione. A tratti scorge delle belle fattorie, attraversa alcuni paesi con le case fatte di sasso e i gerani alle finestre. Passa sopra un ponte molto alto e scorge il torrente laggiù. Immagina sia il torrente che sta cercando ma deve arrivare prima alla località indicata. Piero torna a pensare alla rossa di Treviso, un brivido sale dal basso ventre su per la schiena e si accorge che gli si sta gonfiando il cazzo. Lo massaggia un poco, poi approfittando di un rettilineo infila la mano dentro il pantalone della tuta e lo sente tutto bello gonfio, lo accarezza e spera di poter trovare qualcuno con cui giocare oggi. Anzi si augura di vivere una bella maialata quel pomeriggio. Lui è veramente carico. Qualsiasi tipo di maialata va bene oggi, in un posto nuovo, eccitante e sconosciuto. Ha parcheggiato in prossimità del posto indicato, ci sono alcune vetture lasciate lungo la salita secondaria cosi come anche un paio di grosse moto. Il torrente è la sotto, giù in fondo. Bisognerà arrivarci a piedi, seguendo qualche sentiero. Piero si è appena avviato alla ricerca di un sentiero giusto per scendere quando passa una grossa moto rombante in discesa verso la statale. La conduce uno che indossa un giubbotto verde di pelle e jeans slavati e attillati alla coscia, con scarpe da ginnastica bianche. Ha l’aria di essere un giovane che ha passato qualche ora al torrente nella pausa pranzo. Promette bene la cosa. Se giovani centauri frequentano il posto significa che hanno qualche interesse a farlo, probabilmente sono a caccia di coppie. Piero scende tra il bosco e i rovi, ha individuato un sentiero e in breve tempo arriva in prossimità del torrente. Si, il posto è giusto. C’è gente la sotto, stesa sulle rocce o in piedi a passeggiare. Sono persone nude a prendere il sole. Ottimo. Continua a scendere e arriva al greto del torrente dove gli si apre una veduta paradisiaca. Alti costoni di roccia, vegetazione rigogliosa, sassi ovunque. Un rivolo di acqua limpida scorre nel letto ridotto del torrente, sembra essere fresca e pulita. D’istinto Piero si dirige verso sinistra contro corrente. Salta da un sasso all’altro, supera rocce, scavalca vecchi tronchi. Risale il fiumiciattolo che forma delle anse dove l’acqua è più profonda. Mano a mano che procede, si fa più stretto e tortuoso e le pareti rocciose ai lati sempre più alte. È un paesaggio mozzafiato, il paradiso terrestre. Ci sono alcuni Adamo ed Eva stesi al sole dalla parte opposta dove batte il sole. Due coppie ognuna per i cavoli suoi e nelle vicinanze due ragazzoni ben piazzati fisicamente anche questi ognuno per se. Accanto a loro, zaino e casco per la moto. Sopra i costoni di roccia il bosco diventa molto folto. Grilli e cicale la fanno da padrone, è l’unico rumore udibile oltre all’acqua che scroscia tra le rocce e le cascatelle nel letto del fiume. Piero è felicissimo della scoperta di questo posto. Ha già deciso che tornerà con la macchina fotografica grande per delle foto straordinarie, meglio il prossimo autunno per catturarne i colori caldi. Ora il torrente forma una gola stretta a gomito. Poco oltre Piero incrocia una coppia che parla con un tizio. I loro asciugamani sono stesi a terra. I tre stanno conversando in piedi e non prestano alcuna attenzione a lui. Peccato che lei sia molto grassa e abbia le tette piuttosto penzolanti e nemmeno tanto belloccia in viso. I due maschi, Piero lo nota appena, sono uno più giovane e molto magro quasi ossuto, l’altro invece che deve essere il marito ha la tradizionale panza. Siccome tutta la zona sta in ombra sotto il monte, ne deduce che questi sono puri naturisti che godono della simbiosi tra la loro nudità e madre natura tutto attorno. Piero prosegue oltre. Incontra un tipo pure lui nudo che passeggia tra la vegetazione e subito dopo un altro pure questo senza niente addosso che lo segue. Oltre l’ennesima ansa del torrente si apre un ampio spiazzo coperto di roccia levigatissima in pendenza, quasi un pavimento. Altre rocce di tutte le dimensioni e sagome formano il fondo del fiume. Su questa ansa aperta batte il sole molto caldo dato che la conformazione delle montagne attorno non lascia passare correnti d’aria. Qui il torrente forma due pozze profonde circa un metro e anche abbastanza nascoste. Due teli stanno stesi sulla roccia in pendenza. Piero vede due persone in acqua dentro una delle pozze. Lui è seduto di schiena. L’acqua gli arriva appena sopra il sedere. Lei gli sta sdraiata davanti tra le gambe. Ha i capelli neri e lunghi sciolti, avrà una cinquantina d’anni, è molto abbronzata, ha un viso piuttosto piacevole. Stanno giocando tra di loro, scherzano e parlottano. Nessun altro attorno. Piero passa oltre cercando un posto al sole e tranquillo, ma in effetti vuole un angolo dove essere visibile ai due. Lo trova nelle vicinanze e senza prestare attenzione alla coppia ma tenendoli d’occhio stende il suo asciugamano, sistema lo zaino, si spoglia lentamente. Loro lo hanno già notato e lo stanno osservando discretamente, mentre si strusciano una addosso all’altro. Lei sta radiografando Piero, senza farsi notare ma lui ha già captato ed è esattamente ciò che vuole lei. Piero è in piedi, ha tolto le scarpe e la tuta. È rimasto solo con il costume rosso che usa in piscina e la canotta. Si sfila anche il costume e da un’occhiata furtiva ai due. Il cazzo bello morbido, grosso e leggermente incurvato a destra fa mostra di se. Incrocia lo sguardo di lei per due decimi di secondo, ma lei ha già pesato e valutato la sua verga. Ora Piero gironzola un po’ come ad esplorare il posto, indossa solo la canotta che mette in evidenza le spalle larghe e sotto la quale si vede penzolare il suo bell’uccello. I sassi sono stramaledettamente caldi sotto i piedi. Il luogo è magnifico, il sole scotta, attorno è tutto un fitto bosco verde quasi impenetrabile. Piero torna al suo telo giallo e arancione e ci si stende sopra, ha tolto pure la canotta. Prova una sensazione favolosa, steso al caldo completamente nudo, il suo bel cazzo grosso, barzotto e incurvato a destra come sempre. E’ ben visibile ai due esattamente come lui vede loro. Meglio lasciare passare un poco di tempo prima di passare ad un eventuale approccio. Chiude gli occhi e si rilassa. Ha dimenticato a casa le sigarette. Tanto meglio pensa. Passano circa dieci minuti e i due escono dall’acqua, si asciugano e si stendono al sole. Piero e il lui di coppia si sono scambiati un paio di occhiate, alla seconda anche un breve accenno di sorriso corrisposto da Piero. Lei invece quasi estranea. Ora i due stanno stesi a godersi il sole e il silenzio mano nella mano. Poi lui molla e lentamente sfiorando la pelle della sua donna le accarezza la pancia con movimenti rotatori fino a scendere all’inguine. Sempre con dolcezza la mano inizia a massaggiare il monte e con le dita ad esplorare più sotto in profondità. Con la coda dell’occhio si assicura che Piero stia osservando. Ancora si incrociano per un attimo i loro sguardi. Piero incomincia ad eccitarsi e la nerchia tra le gambe inizia a muoversi e a gonfiarsi lentamente, cosa tra l’altro notata anche dal marito di lei. La donna si gira sulla pancia, allarga un poco le gambe e sembra voler dormire. Piero approfitta di questa pausa per farsi un giro. Ha intravisto un tipo oltre l’ansa, forse c’è qualcosa laggiù. Si avvia per esplorare il posto ma non sembra esserci nessuno tranne un telo e una borsa alla base di una roccia. Vede un sentiero dall’altra parte del torrente, lo raggiunge bagnandosi i piedi nell’attraversarlo. Il sentiero si inoltra nel fitto bosco, fa fresco sotto gli alberi. Piero è completamente nudo e prova una deliziosa sensazione di libertà in quel contesto. Fa qualche decina di passi e ad un tratto si trova davanti a due maschi, uno in piedi appoggiato di schiena ad un albero con i jeans abbassati e la maglietta viola tirata sopra il collo lasciando libero un bel torace abbastanza peloso e ben definito; l’altro con i capelli grigi, un accenno di sovrappeso e completamente nudo sta inginocchiato a succhiargli il cazzo. Quello in piedi tiene tra le mani la testa di quello sotto, gli spinge l’uccello giù fino alla gola e poi fuori e poi dentro come a scopargli la bocca. Quindi si ferma e il succhiatore riprende a succhiare e a leccargli il cazzo duro e gonfio. Piero a quella vista avrebbe voluto svoltare via per non disturbare se non fosse per il sorriso accattivante rovoltogli dal ragazzo dei jeans. Anche il succhiatore ora si è accorto della presenza di Piero e non se ne cura anzi ne sembra contento. A Piero gli si sta ingrossando l’uccello a dismisura osservando quella scena. Se lo prende tra le dita lo massaggia e inizia a segarsi guardandoli. Il suo cazzo si fa sempre piu grosso e duro, ora è veramente eccitato. Quello dei jeans lo guarda, gli sorride ancora e gli fa un cenno. Piero pensa che invece vorrebbe mettere il cazzo nella fica della coppia che ha lasciato al sole qualche attimo fà. E’indeciso se avvicinarsi e farsi sbocchinare pure lui oppure tornare indietro e riprendere il gioco con la coppia. Continua a menarsi la fava dura e legnosa solcata da tutte quelle vene azzurre grosse e sottili. I coglioni sotto che sono belli pieni gli fanno quasi male. Si avvicina ai due segandosi. Quello dei jeans gli prende il cazzo in mano e lo sega un poco, poi gli strizza i coglioni gonfi e duri, infine gli pizzica un capezzolo. Piero nel sentire che la mano di un uomo gli tiene il cazzone in mano si eccita ancora di più, ma vuole tornare dai due di prima per mettere le mani sulla figa eventualmente. Fa un cenno di saluto al ragazzo dei jeans, si sorridono e li lascia alla loro succhiata pomeridiana. Nel riattraversare il torrente Piero si accorge che ha ancora il cazzo duro e dritto che svetta per aria. Dentro di lui un turbine che dovrà calmare in qualche modo. Arrivato nei pressi della sua postazione vede che la coppia sta ancora dormendo. Piero allora scende nella pozza accanto a quella dove stavano i due poco prima. Si stende nell’acqua bassa e decisamente fresca a calmare le cariche erotiche accumulate nel bosco con i due maschi. Si sta abbandonando a qualche pensiero quando nota che il lui di coppia accarezza il culo di lei e le sussurra nell’orecchio. Subito dopo si alzano e tranquillamente scendono in acqua nella pozza vuota li vicino. Lui sulla cinquantina, capelli brizzolati, fisico di uno che sta alla scrivania tutto il giorno, lei invece anche se non più giovane è comunque ben curata e sicuramente un poco di palestra la fa per correggere qualche smagliatura visibile ma non sgradevole. Scendono in acqua con qualche brivido ma poi si abituano alla temperatura. Come prima Lui sta seduto e lei stesa in avanti tra le sue gambe, le appoggia il viso sulla pancia. Non passa molto che tra uno sguardo e un mezzo sorriso Piero attacca discorso lodando la bellezza del posto ma soprattutto l’esiguo numero di frequentatori e la tranquillità. La conversazione si evolve fino a quando arriva l’invito del lui di coppia di passare nella loro pozza. Piero non aspettava altro. Pure lei partecipa attivamente alla conversazione. Ora il clima si è fatto molto disteso. La conversazione continua su svariati argomenti e si protrae a lungo. E’ un modo per conoscersi meglio. Lei inizia a dare qualche bacetto al marito sull’addome e gli massaggia cazzo e palle sott’acqua. Spesso i suoi occhi si fissano con insistenza su quelli di Piero ampiamente ricambiata. Il lui di coppia ora si sistema seduto più comodamente appoggiando la schiena su una roccia. La nuova posizione permette a sua moglie che nel frattempo si è messa in ginocchio davanti al suo uomo di prendergli in mano tutto il cazzo sotto il pelo d’acqua. Anche a Piero si è indurito l’uccello. Poi di sorpresa lei affonda la bocca sul cazzo del marito e inizia a succhiare voluttuosamente stando sempre inginocchiata a pecora. Il marito e Piero si scambiano delle occhiate complici, sorridono e il lui gli fa cenno di si per dargli il via libera. Piero è eccitatissimo, il cazzo tutto scappellato e duro ora sta fuori dall’acqua. Si mette pure lui in ginocchio dietro la donna. La prende dolcemente per i fianchi e le struscia il suo palo duro tra le natiche, prima passandolo sul buco del culo poi scendendo a strofinarglielo sulla figa sotto. E’ un movimento che Piero persiste a fare con piacere tante, tante volte. Lei continua a succhiare il cazzo del suo uomo mentre muove il bacino avanti e indietro per sentire meglio invece il cazzo duro di Piero che glielo strofina sotto in modo ritmico. Piero avrebbe voglia di affondare la sua verga dura che sente pulsare di eccitazione nella figa di lei. Basterebbe un colpo ben indirizzato ed entrare dentro sentendone il calore delle pareti umidicce e sicuramente ben lubrificate. Ma penetrarla senza il consenso prima suo e poi del marito non è corretto e nemmeno educato. Piero spera eventualmente di poterlo fare in futuro sempre che lo vogliano incontrare ancora. Ora lei drizza la schiena e si siede sulle gambe piegate offrendosi tutta al marito il quale portandosi avanti la bacia. Piero invece si siede pure lui sulla gambe piegate facendo in modo che il suo cazzo duro sia ben sistemato sotto di lei, sente la sua figa fremere. Mentre i due si baciano con un profondo lingua in bocca, Piero da dietro la avvolge con le sue braccia poi mette le mani a coppa e se le riempie delle sue tette. Lei con la lingua del marito in bocca e seduta su cazzo duro di Piero si dimena come a volerlo tutto dentro. A questo punto Piero allunga la mano davanti e la porta sotto di lei fino ad infilarle un dito nella figa. Inizia a rigirare il dito in modo frenetico. Lei mugola con la lingua del marito in bocca, inizia a dimenarsi perché il dito di Piero la sta portando al settimo cielo. Fa spostare Piero di fianco in modo che lui possa infilare le dita nella figa al meglio e allo stesso tempo afferra con la destra il cazzo di lui. Il marito continua a baciarla con affetto e trasporto. E’arrivato il momento di godere. Le dita di Piero ora dentro la sua passera sono due e stanno dando il meglio fino quando lei inizia a emettere dei profondi sospiri e dei gemiti leggeri ma insistenti godendosi un orgasmo tra i due uomini. E’ a questo punto che Piero sente salire dalle viscere un intenso piacere mentre lei gli continua a segare la nerchia, fino a farlo schizzare fiotti densi e biancastri che si perdono nella limpida corrente d’acqua. Il sole è ancora alto e caldo ma sta già scomparendo dietro la cresta della montagna sovrastante il torrente. Tra poco sarà tutto in ombra. I tre si sciacquano e ritornano a sdraiarsi sui teli stesi sopra le rocce calde. Piero sta guidando in discesa lungo la statale sulla via del ritorno. E’ più che soddisfatto di come è andata nel pomeriggio, decide che deve assolutamente mandare un messaggio all’utente di Desy per la dritta circa il torrente e ringraziarlo. E poi sicuramente qualche altra puntata al torrente ha tutte le intenzioni di farla nelle prossime settimane d’estate rimaste. C’è un rettilineo davanti a lui ora. Con la sinistra tiene il volante. Allunga la destra sotto il pantalone della tuta, si accarezza il cazzo ora a riposo ma bello grosso, lo scappella. E’ ancora tutto umido e un poco appiccicoso di liquido spermatico, ne raccoglie qualche residuo sulla punta di un dito, lo annusa e sente odore di cazzo, odore di maschio, se lo porta alla bocca e lo succhia. Riprende il volante con le due mani e l’occhio gli cade sul sedile accanto, sul bigliettino che ha scritto in precedenza prima di rimettersi in moto….Alfonso e Lucia 055……….
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13 anni fa
ManzoMaturo,
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Ultima visita: 5 anni fa
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Estate 2010 - domenica d'agosto -3-
Ricordi d’estate 2010 - Una domenica di agosto Siamo in piena stagione e siamo tutti a goderci il sole, il mare e la sera invece siamo a vagare per ristoranti, enoteche e barettini più o meno carini sui colli dell’entroterra. La favola dei bagnini che fanno a gara a scopare le tedesche è finita da almeno trent’anni. Ma sarà stato poi vero? si chiede Piero. Ora le tedesche vanno alle Maldive dove costa molto meno e fa molto esotico. Da noi invece ormai impera il mordi e fuggi. Tutti ammassati uno sopra all’altro il sabato e la domenica, mezzo vuoto gli altri giorni o quasi. Comunque dai, la spiaggia anche quest’anno non è poi male. Dopo i mugugni della gente per il nuovo parcheggio a pagamento e le palizzate a delimitare la balneabilità dell’arenile, tutti si sono adeguati. Piero si sta divertendo comuque questa estate. Ha conosciuto persone interessanti, con alcune è finita goduriosamente bene, ha arricchito i numeri nel cellulare con ottime prospettive per l’autunno e poi siamo solo a metà stagione. Ci sarà molto ancora a venire. E’ seduto a gambe incrociate sul suo telo giallo e arancione, si fuma una sigaretta e osserva il mondo che gli sta attorno. Osserva pure il suo uccello a dormire e che ha messo su troppo pelo, troppo per i suoi gusti. Non si è rasato da un paio di settimane. Stasera sotto la doccia tocca a lui. Essendo domenica, c’è il pienone in spiaggia oggi. Piero è arrivato tardi, sulle quattro del pomeriggio. Ha pranzato in famiglia e si è sparato una pennica pomeridiana. A lui che vive a poco più di un quarto d’ora dal mare, non interessa starci tutto il giorno. Preferisce la mattina presto o meglio ancora, fare tardi, molto tardi la sera. Si è sistemato nel primo buco che ha trovato a metà spiaggia circa. All’inizio ci sono le famigliole con i figli e a lui non piace starci. Ci sono tanti ombrelloni oggi sulla sua spiaggia che lui ha scoperto una vita fa. La memoria lo porta indietro nel tempo quando le dune le doveva scalare. Una volta arrivato osservava dove c’era qualche persona o qualche ombrellone in lontananza. C’è di tutto ora attorno a lui, specialmente oggi. Belli, brutti, grasse, magre, panze, passere più o meno abbronzate, bigoli più meno mosci, giovani, meno giovani. Un via vai incredibile di persone che passeggiano sulla riva avanti e indietro. Gli arzilli nonnetti sotto il tendone della palizzata che hanno montato all’inizio stagione oggi hanno parecchi amici e amiche in visita. E’ pieno di gente la sotto. Ci sono anche i due ragazzotti, quello con la testa rasata e l’amico, quelli che facevano casino vicino a lui qualche settimana fa. Sotto il tendone ci sono almeno tre o quattro donne, tutte belle in carne, sulla cinquantina e oltre. Tutto il gruppo sembra affiatato, conversano, scherzano, ridono. A pochi passi da Piero sulla sua destra una donna di circa trent’anni, dal fisico abbondante, per non dire grassoccia, mostra cosce belle piene come pure le braccia e un viso molto rotondo. Non una donna di Botero, ma molto simile. Piero ammira le sue tette imponenti, capezzoli color lattecaffe. E’di pelle molto chiara. La pelle delle tette è quasi trasparente, porcellanata. A Piero piace leccare, succhiare, mordicchiare grosse tette carnose. Anche strofinarci in mezzo il suo bel cazzo duro. Quando ha occasione di farlo, si sente come sprofondare in una sorta di limbo, una silenziosa calma interiore si impossessa di lui. Continua a succhiare, a leccare a mordicchiare, a nutrirsi di esse, tette ricche, abbondanti e generose. Non sa se tutto nasce da una celata reminescenza infantile oppure dal quella volta ancora ragazzotto che fu come dire, svezzato da una coppia tra le dune nel tardo pomeriggio del lunedi di Pasqua di molti anni fa. Era molto giovane, avrebbe compiuto ventidue anni a giorni. Aveva appena terminato il servizio militare. Il lunedi di Pasqua quell’anno cadeva molto tardi nel mese di aprile. Era una primavera molto calda e Piero ne approfittava spesso per farsi un giro alla spiaggia. Tra le dune quel pomeriggio assolato si trovavano nascoste diverse persone, le prime a prendere il primo sole integrale. Una coppia aveva scelto la duna più profonda, erano stesi sui teli. Lei aveva addosso solo la parte sotto del costume. Poteva aver superato i quaranta da un pezzo, era una bella donna, aveva le tette molto grandi. Il marito indossava solo una maglietta della salute grigio dalla quale sotto appariva un uccello non tanto lungo ma grosso. Al suo passaggio Piero vide che il marito stava lisciando la moglie tra le gambe con le dita sotto il costume. Non potè fare a meno di fermarsi un attimo a guardare. Immediatamente ebbe un’erezione ben visibile da sotto la tuta di felpa. La coppia non appariva disturbata dalla sua presenza, anzi, il marito continuava la sua manipolazione. Poi tolse il costume alla moglie e lei con un gesto quasi invitante allargava bene le gambe, mostrando a Piero la sua fica. Piero allora si accovacciava davanti a loro che continuavano a toccarsi. Lei si accarezzava anche le tette, pizzicandosi i capezzoli e allargando le gambe sempre di più. Piero abbassando la tuta e le mutande insieme metteva fuori il suo gran bel cazzo che tendeva a guardare a destra e a massaggiarselo. Fu a questo punto che arrivava l’invito di lei. Il marito alzandosi in piedi teneva d’occhio che non arrivassero persone a disturbare. Piero era steso su un fianco sul telo del marito. Lei gli aveva preso la testa da sopra, gli aveva attirato il viso sulla sua tetta di sinistra e lo aveva indotto a leccarla. Piero aveva iniziato a succhiare il capezzolo e leccare tutta la mammella, mordicchiando dove poteva e quando poteva. Allo stesso tempo stava strofinando il duo cazzo divenuto durissimo .sulla gamba, la coscia esattamente, di lei. Furono momenti di estasi per Piero, il leccamento continuò e pure lo sfregamento di cazzo. Era talmente occupato in questo che non si rendeva conto delle reazioni di lei. Il ragazzo voleva solo godere e fu cosi che sentì quasi le budella attorcigliarsi dentro e subito dopo fiotti di sperma denso e caldo andarono a spiaccicarsi sulle gambe di lei. Quell’anno, Piero aveva trovato gran una bella sorpresa dentro l’uovo di Pasqua. Piero era una bel ragazzo, alto, gambe solide, spalle larghe e braccia ben tornite. Il fisico lo aveva ben definito il lavoro nella panetteria dello zio, spesso la notte, a spostare sacchi di farina. Era un bel modo per procurarsi la paghetta, imparare la dignità del lavoro mentre continuava a studiare. Non appena faceva primavera, Piero si faceva delle belle pedalate in pineta per poi dare un’occhiata alla spiaggia dalle dune. Le prime donne nude, lui le aveva viste esattamente qui già quando da ragazzino aveva scoperto l’esistenza della spiaggia nudista. I primi pruriti erotici li aveva sperimentati qui. Vedere quelle gambe aperte, ciuffi pelosi e sederi rotondeggianti gli faceva sentire il sangue passare velocemente dalla gola alla testa, una specie di stordimento. Era cosi che pedalava a casa a tirarsi seghe magistrali. Poi timidamente aveva iniziato a fermarsi alla spiaggia per prendere il sole anche lui nudo come gli altri. La prima volta abbastanza isolato, un poco per pudore, un poco per timidezza. Ricorda perfettamente quella volta, il calore del sole che batteva sull’inguine, sul cazzo, sulle palle. Era un bacio caldo caldo, estremamente eccitante, che lo portò ad avere una immediata ed esagerata erezione. Era il suo battesimo al nudismo. Era la scoperta di un nuovo mondo. Finalmente la libertà di essere adulto. In seguito aveva acquisito più sicurezza e aveva iniziato a stendere il suo telo più vicino ad altre persone mantenendo sempre le debite distanze ma vicino abbastanza per potersi gustare la veduta di tanta abbondanza di fica. Con il passare del tempo, Piero iniziò a conoscere anche delle persone, parlando del più e del meno, aumentò la fiducia in se stesso e iniziò a sentirsi abbastanza sicuro di sé. Osservava attentamente il comportamento delle persone, iniziarono i giochi, gli ammiccamenti. Lui dal bel ragazzetto quale era, attirava parecchio. In più occasioni le donne allargavano le gambe per mettergli in mostra le passere e lui si godeva gli spettacolini. La nerchia gli tirava sempre di brutto ed era costretto a girarsi a pancia di sotto per non farsi vedere. Erano bei ricordi che Piero assaporava voluttuosamente grato al destino di averli potuti vivere. Oggi invece non distante dalla palizzata degli arzilli amici, e alle spalle di Piero, lei ha un fisico ancora veramente bello. Le tettine nude piccole piccole, il costume pure quello molto minimo di colore azzurro chiaro, i capelli tirati su sotto un cappello di foggia maschile. Un viso gradevole, molto femminile. Vista spesso in televisione, personaggio conosciuto e spesso chiacchierato poiché non si sapeva se uomo o donna. Sta insieme ad un’altra donna e un uomo e si godono la giornata di mare. Il pubblico li lascia in pace. Ogni tanto lei si alza gira un poco per poi risistemarsi sul suo telo. A dire la verità ha raggiunto per un saluto un tipo solo che stava abbastanza lontano sulla sinistra di Piero. Hanno parlato per un poco, era lei a portare avanti la conversazione per la quale sembrava avere interesse. Lui un po’ meno. Poi lei se ne tornata al suo posto dopo essersi gentilmente salutati. Muove bene il culo a mandolino, è molto sensuale. A Piero piace. Gli viene da pensare a qualche sera fa. Si era portato nel paese a pochi chilometri di distanza dove c’è il sex-shop nella piazza principale. Aveva fatto scorta di preservativi e gel in bustine. Li preferisce extra large perché più comodi e di quelli belli spessi per sicurezza. Nel negozio ne hanno una buona selezione. Si era perso tra le vetrine all’interno a guardare tutta una varietà di mercanzia che chiamano giocattoli. La sua fantasia si era scatenata tra falli di gomma, vibratori di tutte le forme, le ormai famose flash-light, catene, manette e cock-rings, video, abbigliamento, oggettistica di pelle e altre mille cose. Sorride alla vista dei vari anelli di metallo o di cuoio da mettere attorno al cazzo. La settimana scorsa gliene hanno fatto indossare uno per prova, era un gioco al mare tra le dune. Nonostante fosse molto tardi quella sera, il parcheggio era pieno di macchine, uno dei bar era affollatissimo di uomini che avevano occupato marciapiedi e parte della strada. Alcuni trans/trav passeggiavano oltre la piazza. Indossavano camicette aperte, magliette attillatissime, minigonne mozzafiato, tacchi alti e chiome lunghe. Erano praticamente donne bellissime. Una in particolare attirò la sua attenzione. Era stupefacente. Aveva un portamento femminile ed elegante. Piero non è mai stato con un trans, gli manca questa esperienza. Avventure di altro genere si, ma un trans/trav, mai. Sta per raggiungere la sua macchina quando da una delle porte che danno direttamente sul viale dove vivono e lavorano i trans/trav vede uscire un ragazzo forse nemmeno trentenne, bello maschio, camicia bianca immacolata, pantalone nero, scarpe classiche lucidissime, moro, capelli cortissimi e curati. Lo vede salire su un Mercedes nero e andarsene. Piero cerca di immaginare cosa possa aver fatto il ragazzo in casa del trans/trav. Il ruolo è immaginabile se quello che si dice in giro è vero; che di solito essi vanno forte perché tra le altre cose sanno usare benissimo il cazzo, trattasi generalmente di cazzoni notevoli. Con tutta probabilità il tipo del Mercedes ha la fidanzata a casa che non si sogna nemmeno che il suo uomo passi qualche serata a prenderlo nel culo da un trans/trav. Nel frattempo altre macchine passano, ritornano e si fermano, davanti alle porte aperte dove le/i brasiliane/i sono appoggiate/i allo stipite. All’interno, ambienti con luci soffuse…
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ManzoMaturo,
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Estate 2010 - l'alluce -2-
Un venerdi del mese di luglio 2010 – L’alluce C’è stato abbastanza casino all’inizio dell’estate scorsa circa la spiaggia nudista; nudismo si o nudismo no? Poi alla fine, è stata una stagione di palle, tette, fiche, culi e cazzi esposti al sole e al vento come piace a tutti farlo. Un’ estate piuttosto calma rispetto a certi anni passati quando Piero aveva visto, vissuto e sperimentato cose turche sotto il solleone di quella spiaggia e nella pineta accanto tra il frinire di grilli e cicale. Piero osserva con un poco di malinconia le dune basse basse, quasi inesistenti ormai irrimediabilmente divorate dalle mareggiate invernali. Peccato che nessuno voglia fare veramente niente per preservarle. Le ricorda alte e sinuose, ricche di cespugli. Erano tempi dove tra una duna e l’altra ci si poteva stendere sul telo riparati se faceva brezza o nascosti se si cercava un poco di pace da solo o in compagnia. Spesso, la compagnia, Piero la rimediava durante la giornata sulla spiaggia. Se ci passava l’intera giornata, Piero si portava l’ombrellone se invece era soltanto per un pomeriggio esso non serviva. Comunque era sempre verso sera che ci si riparava tra le dune a godersi il tramonto in un modo o nell’altro e spesso a combinare. Piero era nato nelle vicinanze. Amava quel luogo. Già da piccolo, Piero, lo accompagnavano alle spiagge limitrofe quasi tutti i giorni. Ricorda i giocattoli, palette, secchielli, formine. Estati lunghissime. Giochi di spiaggia, amichetti chiassosi, salti nell’acqua, fette di pane spalmate di cioccolata. Piero era cresciuto e fu la sua bicicletta a portarlo su questa spiaggia una mattina d’estate all’età di dodici anni. Aveva sempre visto il grande ponte di ferro rugginoso che attraversava il fiume come un ostacolo invalicabile. Quel ponte non si doveva attraversare gli dicevano i suoi quando era bambino. Era stretto e pericoloso e dall’altra parte c’era il lupo cattivo. In seguito, la curiosità adolescenziale e la sfida verso ciò che gli avevano sempre insegnato i grandi a temerlo, lo avevano portato a superare quel minaccioso ponte a cavallo della sua bicicletta, fedele compagna di avventure. Dopo aver superato il ponte di ferro, ora che Piero era grandicello, poteva vedere una distesa di campi a perdita d’occhio, all’orizzonte una distante catena montuosa azzurrina e oltre i campi quella che sembrava essere una lunga e folta pineta nera. Piero scoprì i sentieri tra i pini; li percorse in velocità sul suo cavallo a due ruote in lungo e in largo, arrivò fino in fondo dove si apriva la larga bocca di un fiume, scalò le alte dune e vide la vastità del mare e la lunga spiaggia. Fu affascinato dal fatto che non c’erano stabilimenti. Lui la spiaggia la conosceva da sempre come una distesa di ombrelloni, sdraie e bar rumorosi impregnati di odore di caffè. Dalla cima della duna dove si trovava, Piero vedeva delle persone stese al sole, molto poche in verità. Con sua grande sorpresa, non avevano il costume addosso e per la prima volta in vita sua vedeva che gli uomini avevano in pipi molto grande e le donne soltanto un ciuffo di peli scuri ma anche delle belle bocce tonde che a lui vagamente ricordavano la sua mamma senza saperne il perché. Piero in quel momento sentiva come una sorta di vampata salirgli da dentro fino su verso la testa, un senso misto di disagio e fastidio, una sensazione nuova mai provata prima, qualcosa di oscuro. Piero resistette ad osservare. Su tutto ebbe il sopravvento la curiosità del maschietto adolescente. Quei corpi nudi stesi al sole. Ora sapeva che dalla cima di quella collinetta sabbiosa gli si stava aprendo un mondo nuovo, una nuova terra tutta da conquistare. Corse giù in velocità verso il sentiero dove aveva lasciato il suo cavallo di ferro, quasi a battere una ritirata. Aveva bisogno di riordinare le idee e capire come e quando ritornare, si, perché sarebbe certamente ritornato a scoprire questo nuovo mondo. Fu cosi che la spiaggia, la pineta, le dune divennero in seguito i suoi segreti maestri di vita. Tra altre mille persone tutte impegnate chi a dormire, chi a leggere, chi a chiacchierare o fare i bagni, Piero ora si fuma una sigaretta steso sul suo telo giallo e arancione mentre i ricordi di adolescente sfumano nel nulla. Ha fatto una sorta di cuscino di sabbia con qualche avanzo di tronco d’albero portato dal mare da chissà dove. Con la testa appoggiata sulla montagnola riesce a vedere la riva del mare dove l’acqua calma anzi piatta nel sole del pomeriggio colora la sabbia di un grigio scuro e che a sua volta viene calpestata da centinaia di piedi. Gente che passeggia nuda per lo più, avanti e indietro lasciando impronte che vengono quasi immediatamente cancellate. L’occhio di Piero cade sulla sua pancia da disteso, nulla di grasso veramente, ma quel chilo o due li deve togliere al più presto. Lui ci tiene molto, è uno di quelli che ama sentirsi la pancia piatta e tonica e segretamente ammira la pancia con le tartarughe o le saponette come si suol dire, di altri maschi che hanno la fortuna di averle. Piero ha appena passato i quaranta, è un bel moro in forma, il pettorale ben pronunciato grazie alle lunghe notti passate quando era ragazzo nel forno-panetteria dello zio a spostare quintali di farina ed enormi ceste di pane. E pure le gambe sono belle grosse e muscolose, ma quelle sono un dono di natura. Piero sposta l’occhio dalla pancia al suo uccello. Lo vede bello grosso e morbido, a riposo e che fa una bella curva appoggiandosi sul lato destro della zona inguinale. La cappella nascosta sotto la sottile pelle leggermente dorata come lo è tutto il resto del corpo. Con delicatezza, quasi con amore Piero passa una mano, come una carezza sul suo bel cazzo che francamente è la cosa alla quale egli tiene di più e di cui ne va orgoglioso. E’ un gesto naturale che tutti gli uomini fanno. Riporta ora la mano destra alla bocca, riprende la sigaretta tra le dita, aspira una lunga boccata di fumo che rigetta nell’aria e osserva un attimo la coppia che gli sta quasi davanti pochi metri più in là, sotto l’ombrellone verde e bianco. Il lui di coppia è disteso sulla pancia a dormire, ha un grosso foruncolo sulla natica destra, lei invece è distesa sulla schiena. Si è messa un cappello di paglia a falde larghe sul viso che la protegge dai raggi impietosi del sole e ha adagiato una sottile striscia di tessuto bianco sulle tette nascondendone i capezzoli. Dalla sua posizione Piero vede un accenno di peluria bionda che risalta al sole tra le gambe di lei. Vede solo il monte, il resto lo deve immaginare. C’è abbastanza gente oggi, è venerdi e già molti hanno lasciato la città per passare qui il fine settimana. Sulla sua sinistra non tanto lontano da lui, due amici sono sui loro teli vicini, un poco seduti, un poco accovacciati, un poco stesi, si muovono spesso. Hanno la pelle chiara, cioè non abbronzata anche se sono mori del tipo mediterraneo. Uno dei due ha una bella fava tra le gambe, l’altro è più ridotto, anzi piuttosto ridotto. Piero si chiede come si possa sentire interiormente un uomo dalle misure ridotte e inizia tutta una serie di sue considerazioni mentali. I due parlano e scherzano ma sembrano essere anche impacciati come lo sono i frequentatori non abituali della spiaggia nudista. Hanno un accento decisamente meridionale e parlano un linguaggio che a Piero ricorda i graduati della caserma dove egli ha passato un anno di militare vent’anni prima. Piero spegne il mozzicone di sigaretta, si rilassa steso tutto e chiude gli occhi. Ringrazia il cielo che il suo matrimonio non abbia prodotto figli e che il divorzio parecchi anni prima, dopo tutto il soffrire, sia stato liberatorio per entrambi. Sente il sapore del tabacco appena fumato sul palato della sua bocca. Alla sua donna piaceva sentire il sapore del fumo misto alla sua saliva quando si baciavano. Diceva che esaltava la sua mascolinità. Praticamente si scioglieva lei quando sentiva l’odore, il suo odore maschio, il profumo leggermente acidulo della pelle di lui e l’amarognolo del fumo sulle labbra. Quei lunghi baci, quei giochi di lingua, la saliva di entrambi, lo scambio degli umori orali, mentre facevano le coccole e meglio ancora quando facevano sesso. Si, perché per loro arrivava prima il sesso, scopare, sentire le lingue insinuarsi dentro le bocche dell’uno e dell’altra, mentre lui entrava dentro di lei e le assestava forti e decisi colpi di lombi. I loro corpi sudati, le contrazioni di lei quando entrava in orgasmo. E il suo labbro inferiore che lui amava mordicchiarle sempre più forte come a costringerla di tenere la testa ferma durante i convulsi spasmi di eccitazione mentre sprofondavano in un abisso di soddisfazione assoluta. Era tutto finito e ne aveva nostalgia. Questi erano i suoi ricordi prima di addormentarsi sotto il sole quel pomeriggio. Piero si risveglia con la bocca impastata, fa caldo, saranno le diciassette o anche più tardi. Beve un lungo sorso dalla bottiglia che tiene nello zaino blu tutto sfilacciato, quel vecchio zaino che acquistò almeno dieci anni prima durante una vacanza al sud. Lo zainetto è stato un buon compagno di viaggio, ne ha viste di tutti i colori tra le dune, sulle spiagge, nei boschi, in pineta, ovunque possibile, anche in aereo una volta. Se potesse parlare! Ma come un vero amico lo zaino sa tenere un segreto anzi una montagna di segreti. Piero nota che la coppia davanti a lui non c’è più, i due maschi invece sono ancora li. Stanno parlottando, hanno una faccia divertita e incuriosita allo stesso tempo, sembrano persino quasi eccitati nel vero senso della parola e guardano oltre Piero alla sua sinistra, si scambiano commenti e risatine. Squilla il cellulare di uno dei due che risponde. Piero capta solo alcune parole…Uheee ciao…si…no…tutto….il….eriggio…ma dai…tu in servizio? Ora lavori?…ecche ne so…minkia…davvero?...daje…e vieni pure tu…si la spiaggia…nudista…quella..come?..non ti va…se ci beccano?…caserma?...niente di male..ah ah..ah..dai vieni pure tu…40minuti…si la moto…ma vaffanc…ok dai …stasera…cena…mensa? Fuori con autobotte e autoscala oggi pomeriggio? Era grave? Ok a dopo…dopo si….ciao ciao…che stronzoooo…ciao. Piero si volta alla sua sinistra verso dove erano interessati a guardare i due. L’ombrellone è rosso a spicchi bianchi. Sotto un uomo di schiena molto larga e davanti a lui seminascosta si intravvede una donna bionda platinata. Il viso dai lineamenti pronunciati e dalle sembianze forti sembra essere quello di una signora abbastanza attempata, ma molto curata esteticamente, porta un largo cerchietto leopardato sopra i capelli lunghi, una tetta troppo turgida, Piero la intravvede pure e anche bene. Forse un buon ritocco. Accanto a lei un altro uomo sulla sessantina, magro. Anche lui semisdraiato. Dietro di lei invece una donna molto giovane e un altro uomo vicinissimo. Sono seduti. Parlano tutti insieme, un gruppetto di amici. Ridono, si scambiano commenti ma Piero non riesce a capire una parola. La donna bionda e attempata ha allargato le gambe e stando stesa appoggiata sui propri gomiti butta la testa indietro e ride. Sembra se la stia spassando bene in qualche modo. Ridono e scherzano. Piero si gira di schiena non trovando nulla di particolare nella scena del gruppetto e si rimette a riposare. Sente il caldo della sabbia sotto di lui e il volume del suo cazzo. Lo spinge un poco avanti e indietro affondandolo nella sabbia e ne assapora la piacevole sensazione. Ama il suo uccello e lo sente indurire la sotto. Gli fa compagnia. Si lascia andare ad occhi chiusi per un po’ fino a che gli passa il turgore della sua asta e tutto torna alla normalità. E’ solo allora che decide di andare a farsi un bagno. Si alza e da una sbirciata al gruppetto. Pure i due maschi alla sua destra stanno ancora guardando e ridacchiano divertiti. Sembra essere per loro un avvenimento nuovo, intrigante, che li ha presi di sorpresa. Uno dei due, quello dotato sta avendo una evidente erezione. Essa è diventata motivo di ilarità tra i due. Mentre si avvia verso la riva del mare, Piero vede l’intera scena come la vedono i due maschietti. Il tipo dalla schiena larga sta infatti giocando con il suo piede destro nel culo della bella bionda attempata, le sta infilando dentro al buchetto l’alluce intero, o ci sta provando, o lo sta solleticando. La biondona è tutta abbandonata al giochetto a gambe divaricate ma con grande sorpresa, quasi con sgomento Piero vede che lei non ha la figa tra le gambe allargate ma un gran cazzone grasso e grosso e mostra due tette belle gonfie. Attorno al bacino tiene una catenella dorata e ai polsi una dozzina di bracciali di tutti i tipi e colori. Attorno all’altro polso un fazzoletto rosa legato. Le mani sono grandi e possenti. Piero arriva al mare, si bagna velocemente, torna al suo telo, lo scuote dalla sabbia e lo riposiziona appena appena più su. Si stende a pancia in alto con il volto girato verso il gruppetto. Ora vede benissimo il piede del maschio che continua a stimolare il buco del culo del tipo/a a gambe larghe che non esita a sventagliare la grossa fava a destra e a sinistra mentre gli amici attorno si stanno divertendo a commentare. I due maschi alla destra di Piero, i due probabili vigili del fuoco, se la spassano pure loro ad osservare il ditalino di alluce al culo. Attorno al gruppetto tutta la gente che è in spiaggia sin dal mattino sotto gli ombrelloni guarda ma fa finta di non vedere. Il gruppetto continua lo show. L’alluce continua a stuzzicare il buchetto della procace biondona il cui uccello gonfio e barzotto ma non duro fa bella mostra di se esattamente come le due tette siliconate. I passanti che passeggiano lungo la spiaggia osservano incuriositi, qualcuno facendo finta di non aver visto, qualcun altro molto interessato, altri che rallentano il ritmo della passeggiata per vedere meglio. Piero nota che l’alluce del lui tenta di insinuarsi sempre più dentro il culo della biondona la quale si passa una mano sulla grassa nerchia con compiacimento. Due extracomunitari in maglietta, jeans, sandali e cappellino così vestiti sotto il caldo sole pomeridiano si sono stesi alla base di quelle che sono ormai le dune corrose e osservano pure loro. Piero dal suo telo giallo e arancione vede passare una coppia che frequenta la spiaggia da anni e che lui vorrebbe conoscere ma non ha mai avuto ne il coraggio di approcciarli ne la forza di farlo. Lei è una bella mora ancora molto piacevole, di fianchi larghi, che di solito se ne sta a leggere il suo libro mentre lui si intrattiene a parlare con molta gente li attorno, sono molto conosciuti. Lui è già abbronzatissimo, quasi nero come il carbone. Ha un notevolissimo uccello che gli ballonzola quà e là date le notevoli dimensioni. Piero deve ancora capire se questi due si danno allo scambio oppure no. Ora la biondona si è girata sulla pancia chiudendo le gambe e l’amico ha smesso di stuzzicarle/gli l’ano. Un ragazzo con i ricci castano chiaro, un bel viso, sui venticinque anni, un bel fisico che fa da contorno ad un bel pisello appropriato di giovane alluppato passa tra Piero e il gruppetto per la quarta volta. Sembra molto incuriosito dal gruppo e dai giochi in corso. Sa di essere bello e gli piace passeggiare per essere guardato. Piero lo aveva notato già da qualche tempo nelle ultime settimane per il fatto che il ragazzotto sembra non avere difficoltà ad attaccare discorso con coppie e gruppi di persone come vedremo in uno dei nei prossimi episodi.
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Estate 2010 - sotto il tendone -1-
Ricordi d’estate 2010 Sotto il tendone E’dall’inizio della stagione che un gruppetto di attempati signori ha piantato dei pali sulla spiaggia a ridosso di quelle che furono le belle dune, formando un ampio quadrilatero, delimitato da qualche tronco portato dal mare. Ha l’aria di essere un lavoretto destinato a durare tutta l’estate per esserne usufruito continuativamente da amici e conoscenti. Ogni volta che Piero passa sulla spiaggia vede più o meno gli stessi arzilli signori sotto i tendoni stesi tra i pali. Se ne stanno beati a chiacchierare tra di loro con le palle al vento, mangiano, bevono, ridono, scherzano, se la spassano. Piero ha notato inoltre che c’è un certo numero di ospiti di vario genere ogni volta tra di loro. Si chiede come questi possano monopolizzare la stessa postazione visto che la spiaggia è libera e chiunque arrivando e trovando il posto vuoto può prenderne possesso per la giornata. Solo in seguito ha capito dopo essere arrivato alla spiaggia una mattina presto che i gioviali amici fanno a turno per arrivare di buon’ora. Uno di loro si posiziona tra i pali a stendere i vari teloni ombreggianti; poi arrivano gli altri e finalmente gli amici e gli ospiti nelle tarde ore assolate. Insomma una sorta di beach club casareccio. Chi viene in bicicletta, l’appoggia contro un palo più corto e più grosso piantato apposta per questa funzione. Oggi Piero è arrivato dal sentiero maestro che delimita la pineta, ha imboccato uno qualsiasi dei tanti sentieri che attraversano le basse dune non facendo caso che si era portato molto vicino al quadrilatero dei pali, a pochi metri, in sostanza. Sono soltanto le otto del mattino; dopo cappuccino e cornetto, il giornale sulla spiaggia è quello che ci vuole. Ha la mattina libera e se la vuole godere tutta. Noncurante della posizione, Piero stende il suo telo giallo e arancione, si toglie la polo verde, la piega e ci fa una specie di cuscino, butta le infradito accanto allo zainetto e si sfila i pantaloncini. E’ affezionato a questi boxer in acrilico grigio scuro, regalo di amici. Si asciugano subito se li bagni. Gli stanno benissimo di misura, gli fanno il culo bello rotondo e danno molta evidenza al pacco davanti, cosa che non guasta. Piero si porta fino alla riva del mare, si bagna ovunque su tutto il corpo, si scappella bene il cazzo e fa alcune abluzioni con acqua salata lisciandosi la cappella con la punta delle dita. Si sa che fa bene alla pelle e abbronza. In seguito ritorna al suo posto e vede che uno degli arzilli amici dopo aver montato i tendoni tra i pali, si è sistemato alla meglio sotto di essi con un cappello alla borsalino e si sta fumando un sigaro. Non passa mezz’ora che arriva un altro dei suoi amici e successivamente un’altro ancora. Sono persone sulla settantina, lo si deduce dalla loro conformazione fisica. Iniziano subito a parlare, a scambiare battutine anche salaci, uno di loro parla in falsetto, il che fa pensare a Piero il quale può sentire tutto benissimo data la vicinanza che potrebbero essere froci. Ma sono simpatici. Piero si assopisce risvegliandosi di colpo quando sente sabbia volare, qualcuno correre molto vicino a lui, risate ed esclamazioni ad alta voce con un accento meridionale. Sono due giovanotti arrivati da poco e che da sotto il tendone si rincorrono e sbraitano abbastanza sguaiatamente, ridendo e pigliandosi per il culo con battute sceme e senza senso. Due giuggioloni che probabilmente hanno passato tutta la notte in disco o a fare chissà che cos’altro. Uno di loro, accorgendosi di aver disturbato, fa un sorrisone ammiccante a Piero per scusarsi. Hanno la faccia furbetta. Mettono simpatia dopotutto. I due si sono installati sotto il tendone, fanno un poco i “patacca” come si dice da queste parti, con gli attempati amici per acquisirne le simpatie. E’ ovvio comunque che si conoscono tutti da tempo. Uno dei maschietti è piuttosto belloccio di viso e ha un gran bel fisico tonico, pettorali ben definiti e un bell’uccellotto tra le gambe, un bell’animaletto da monta insomma come lo può essere un venticinquenne. Ha le gambe leggermente arcuate e i polpacci da calciatore. Completamente rasato, un tatuaggio sulla spalla sinistra e uno più piccolo all’inguine destro proprio sopra l’attaccatura della coscia. Dei due sembra essere il più scafato. Pure l’altro non è male, anzi, ma non all’altezza del primo. L’atteggiamento di entrambi è comunque sospettoso, si danno troppo da fare per apparire carini. Una percezione della quale Piero non si sa spiegare il perché o meglio, lo intuisce. La spiaggia va riempiendosi di gente, ombrelloni e sedie pieghevoli portate fin li a spalla. Qualcuno usa un carrellino a ruote massicce. I ragazzi delle bibite hanno già iniziato il su e giù con il loro thermos pieno di lattine e ghiaccio secco sulle spalle. Piero sente altre voci provenire da dietro, gente che è arrivata dal sentiero tra le dune. Si volta e vede le tre donne raggiungere la spiaggia. Indossano parei coloratissimi, cappelli vistosi, collane, bracciali. Sono abbronzatissime. Portano con loro un paio di ombrelloni. Li piantano a terra non distante da Piero. Sistemano rumorosamente le loro borse, si scambiano commenti e risatine. Mostrano folte chiome bionde, trucco pesante. Si tolgono i parei rimanendo in topless e costumino mini. Le tette sono molto grandi e sode, quasi dure. Fianchi stretti e spalle larghe. Hanno la voce piuttosto roca, le mani grandi, polpacci possenti e parlano brasiliano tra di loro. La coppia giunta da circa un quarto d’ora sta piantando invece il proprio ombrellone a qualche metro davanti a Piero. Hanno un cagnetto tutto nero al guinzaglio. La povera bestiola oggi soffrirà le pene dell’inferno sotto la calura del sole. La gente sta arrivando alla spiaggia sempre più numerosa ed è iniziata la ricerca del posto giusto per i nuovi arrivati. Sotto il telone tra i pali gli arzilli signori stanno distesi a oziare e pure i due maschietti. Quello belloccio e rasato si passa la mano sul pisello, se lo liscia bene, fa scivolare le dita tra le palle, le strizza leggermente e poi di nuovo a lisciarsi il cazzo addormentato. Quindi di colpo si gira a pancia di sotto e se la dorme. Ha pure un gran bel culetto tondo l’animaletto. E’ sopragiunta anche una giovane coppia che si sistema alla destra di Piero verso la riva dove la brezza è più percettibile. Lui indossa solo un bermuda bianco che vanno d’accordo con le infradito di pelle pure quelle bianche. La maglietta a righe bianche e azzurre invece se l’è infilata dietro la schiena nel pantaloncino e gli pende giù fino a mezza gamba. Nello sforzo di infilare il paletto dell’ombrellone nella sabbia, si evidenzia una bella muscolatura delle braccia, pettorali e la pancia piatta e tonica come piace a Piero. E’ un bel biondo con i capelli corti. La sua ragazza dopo aver rimestato a lungo dentro un borsone di paglia si è spostata per fare posto al suo ragazzo e all’apertura dell’ombrellone. Si è sfilata una lunga maglietta a fantasie geometriche stile anni sessanta sotto la quale non indossa altro e mette in luce due seni bellissimi, minuti, sodi, che guardano leggermente all’insù. Un costume rosa molto ridotto le copre poco più del pube, lasciando intuire che sotto è ben rasata e liscia. Ha i capelli lunghi castani, raccolti dietro. Piero li immagina a letto nudi mentre fanno all’amore nella posizione del missionario, dolcemente e con trasporto. Un extracomunitario di pelle piuttosto rossastra, forse un magrebino, con addosso jeans, una polo nera a maniche lunghe e cappellino rosso, porta un paio di grossi sandali del tipo che vedevi addosso ai tedeschi due decadi fa. Si è seduto sulla sabbia presso le dune nelle vicinanze delle tre signore brasiliane. E sta a guardare. Cosa molto insolita per quest’ora, si sta avvicinando per poi proseguire e trovare anche lui il suo posto giusto, il tipo alto e magro con i capelli ricci brizzolati che Piero vede su questa spiaggia da anni e anni. Si trascina dietro una vecchia bicicletta alla quale ha appeso per il lungo uno di quegli ombrellini striminziti da supermercato. Di solito si mette vicino alle coppie e cerca di conoscerle. Fa così da sempre. Ma a Piero è stato detto che invece adesca le coppie per introdurle nei privè di scambio. Insomma un indaffarato procacciatore di affari. Il tizio passa accanto alla coppia con il cane nero, osserva attentamente il marito ma soprattutto la moglie con occhio clinico e prosegue. Non ha prestato molta attenzione invece alla giovane coppia, probabilmente sono troppo giovani con pochi soldi e non ancora interessati a privè e scambi. Sulla riva, una moltitudine di esseri umani passeggia avanti e indietro, quasi tutti esponendo tette penzolanti, chili di cellulite, fianchi più o meno larghi, capelli tirati su a crocchia, capelli lunghi svolazzanti, cazzi piccoli, cazzi grandi, cazzi penduli, scroti rasati, scroti pelosi, scroti varicocelici, natiche obese, qualche pettorale gonfio di palestra o altra sostanza, molte vene varicose, e gruppetti di tre o quattro extracomunitari in braghette, canotte e sandali che vengono a vedere tanta figa come non ne hanno mai vista in vita loro e mai più ne vedranno. Piero si passa distrattamente la mano destra sul cazzo, bello, grosso o meglio grasso, morbido, leggermente ricurvo. E’ il suo giocattolo più bello e gli ha dato non poche soddisfazioni. Le punte delle sue dita giocano un poco con i peli corti anzi cortissimi del suo inguine e quindi scendono a solleticare la pelle dello scroto. E’ tutto liscio e pulito la sotto. Piero si rasa regolarmente, adora le palle lisce e ben rasate. Ama farsi fare le pompe ma va letteralmente giù di testa quando gli leccano i coglioni, quando glieli succhiano. E poi gli piace sentire le labbra che gli mordicchiano la pelle sulle gambe all’interno delle cosce procurandogli i brividi. Si stringe un poco le palle, le accarezza, risale con la mano, scappella il cazzo e poi richiude la testa del suo uccello ancora sotto la pelle come a proteggerla. Da un’oretta è arrivata anche la coppia, quella con lui abbronzatissimo, quasi nero come la pece e gli occhi chiari. Lei pure è ben abbronzata ma molto meno, si è tirata su i capelli nero corvino per niente naturale. Ha delle belle tette abbondanti e i fianchi larghi. La fica è rasata tranne che per una sottile striscia di pelo scuro lasciata li come sulla testa di un moicano. Lei si è già accomodata sulla piccola sedia pieghevole e la testa sotto l’ombrellone a leggere quel grosso libro che ha sempre per le mani e sul quale ci passa tutto il giorno. Tranne per quando va a farsi una passeggiata insieme al suo lui teneramente abbracciati. La catenella d’oro alla schiava attorno al collo del piede destro riflette il sole creando una miriade di stelline luccicanti. Due maschietti decisamente gay arrivano con tracolla di ordinanza, ombrellone sotto al braccio, cappellino, maglietta e jeans strappati. Uno manco a dirlo indossa la cintura D&G. Andatura sculettante. Occhiali con la montatura rigorosamente bianca e grande come va di moda ora. Quello della cintura è impegnato a dare della scema ad alta voce a qualcun altro per telefono cellulare. Il suo polso sinistro disegna ampie evoluzioni nell’aria. Proseguono verso il fondo della spiaggia dove trovi solo uomini. Con l’acqua all’altezza del ginocchio ci sono tre tipi brizzolati impegnati in una discussione. Piero non capisce di che si tratta, ma fa lo stesso. Uno ha un ventre piuttosto pronunciato, un altro ha il ventre abbastanza pronunciato, il terzo ha il ventre molto pronunciato. Il tipo che Piero aveva visto passare la mattina presto con una specie di rastrello sulle spalle, i pantaloni arrotolati su fino al ginocchio e diretto alla fine della spiaggia, sta tornando indietro. Deve essere uno di quelli che nel bel mezzo dell’estate ancora perdono tempo a scavare tra la sabbia molle in cerca di mitili. Cosa che di solito si fa preferibilmente con la stagione fredda. C’è una coppia che ancora non ha deciso dove piantare le tende. Lui sulla groppa è carico di tutte le masserizie utili per passare la giornata al mare. Lei con una sola borsa di pelle lucida rossa, ampia e con lunghi manici al braccio, fa segni a destra e a sinistra indicando probabili posti giusti dove fermarsi per poi decidere che quello non è dopotutto il posto migliore. Appare contrariata dal fatto che gli zoccoli dal tacco altissimo quasi vertiginoso (sembrano più una scarpa di legno) e pelle lucida rossa che si sposano con la borsa, affondino miseramente nella sabbia. Ogni tanto solleva il lembo di una lunga tunica, quasi un cafetano di lino color tortora per verificare la condizione dei poveri zoccoli. Il marito suda, guarda storto e dal suo volto si capisce che è già ampiamente smaronato. Lei invece accarezza la lunga e vistosa collana di grosse pietre dure color corallo mentre osserva l’orizzonte per cercare ancora un altro posto giusto dove accamparsi. Piero si alza e raccoglie le sue cose. Oramai molta altra gente è arrivata alla spiaggia. Con il fatto che la forestale ha delimitato off limits più della metà dell’arenile, ora si sta tutti più fitti e si è perso quella bella sensazione di essere su una spiaggia libera e naturale. Piero ha un flash di ricordi di quando era ragazzetto e aveva scoperto questa costa sabbiosa. La sua bici buttata a caso tra le dune e le tamerici. Lui che correva in salita sulla duna più alta da dove dominava tutto il litorale quasi deserto anche in piena estate. E’ quasi mezzogiorno, un panino veloce, una doccia altrettanto veloce e Piero dovrà sbrigare un paio di cosette durante il pomeriggio. ( Se ti aspettavi di leggere qualche sconceria erotica, mi dispiace ma quelle stanno negli altri racconti...eh eh eh …)
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13 anni fa
ManzoMaturo,
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Ultima visita: 5 anni fa
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Sigaretta fortunata
Una sera di qualche tempo fa me ne tornavo verso casa da una cena di lavoro, stanco per la lunga giornata e leggermente intorpidito dal vino, e avevo voglia di fumarmi una sigaretta in tranquillità, per rilassarmi e aiutare la digestione. Ero sulla statale, per cui l'unica possibilità, visto che non fumo in macchina, sarebbe stata un'area di sosta, non molto appropriata vista l'assenza di luce e lo scorrimento veloce delle auto, o un distributore, sicuramente meno pericoloso. Sapevo che dopo qualche chilometro ne avrei trovato uno, per altro sempre semideserto, il posto ideale per la mia pausa. Arrivato sul posto, parcheggiai in uno dei lati, dove non c'era altra auto che la mia; nell'area adiacente c'erano i camion, ma sicuramente tutti stavano dormendo e nessuno avrebbe infastidito l'altro. Scesi soddisfatto, mi appoggiai alla fiancata e mi accesi la tanto agonata sigaretta. Il silenzio era interrotto solo dallo sfrecciare di qualche auto, per la verità piuttosto poche. Di fronte a me la strada semideserta, lo spartitraffico e dall'altra parte l'altro distributore, per chi procede in senso opposto. Tra una boccata e l'altra notai, proprio dall'altra parte, un'auto che si muoveva lentamente e a fari spenti, fino a fermarsi in un lato dell'area di sosta, lontano dalle pompe. "Una coppietta in intimità", pensai. L'auto era rivolta verso la mia direzione e dopo un po' vidi accendersi le luci di posizione, per qualche istante, poi spente di nuovo. A distanza di qualche secondo, di nuovo le luci accese, e stavolta notai anche il bagliore rosso degli stop, sul lato posteriore a me coperto: capii che non si trattava di una coppietta, ma probabilmente di qualcuno in cerca di... qualcos'altro. Iniziai a sentire una sorta di eccitazione e continuai a fissare l'auto, qualche decina di metri da me, e a ispirare nervosamente la sigaretta: era ovvio, avevo voglia di fare qualcosa di proibito, e probabilmente non ero il solo ! Rientrai in auto e accesi per qualche istante le mie luci di posizione, poi le spensi. Per qualche istante interminabile non accadde nulla, ma poi l'altra auto partì lentamente nel senso di marcia opposto al mio: lo spartitraffico non avrebbe permesso altre vie. Ora c'erano due possibilità: sarei rimasto in inutile attesa per qualche altro minuto per poi tornare a casa, oppure avrei visto tornare l'auto dallo specchietto retrovisore, dopo che la stessa avesse fatto inversione alla prima uscita, che avevo incrociato poche centinaia di metri prima. Così avvenne ! Ben presto vidi le luci riflesse sullo specchietto e riconobbi la carrozzeria della renault, che arrivò a parcheggiare a una manciata di metri da me. A quel punto l'imbarazzo e il nervosismo crebbe tantissimo, avevo una gran voglia ma proprio non sapevo che fare ! Le posizioni si accesero nuovamente per un paio di secondi, il richiamo era inconfondibile. Raccolsi il coraggio, presi un'altra sigaretta e, sceso dalla macchina, la accesi fissando quei fanali spenti. Non accadde nulla: evidentemente qualcuno, di cui intravedevo i contorni della figura nell'ombra della notte, mi stava studiando. Ero a metà sigaretta quando lo sportello finalmente si aprì e scese un uomo magro e rasato, di almeno 50 anni - ma non era facile stabilirlo, vista l'assenza di luce - che camminò lentamente fin dietro al casottino sul prato adiacente al parcheggio, in cui scomparve tra gli alberelli. Immediatamente, senza riuscire a capire come e perchè, diressi il passo dalla stessa parte, verso il punto in cui speravo di trovarlo. E lo trovai quasi subito, ben protetto dalle pareti del casottino e dai cespugli, girato di spalle e con i pantaloni calati fino al ginocchio. Qualche raggio di luce dei lampioni filtrava tra le frasche, illuminando parzialmente uno sguardo duro e carico di desiderio e, più in basso, un pene ancora morbido che stava stuzzicando con la mano. Stregato da quella visione, carico di desiderio, allungai anche la mia mano per toccarlo, e quasi immediatamente mi inginocchiai per accoglierlo completamente in bocca. L'uomo tolse la mano e mi lasciò fare, portandosela al fianco quasi a voler spingerlo spingere ancora più dentro. Iniziai a lavararlo con la lingua, a succhiarlo avidamente,a fare avanti e indietro con la bocca, come una vera troia. Lo sentivo indurirsi piano piano e cambiare lentamente dimensione, fino a riempirla e a toccare la gola con la cappella. Un cazzo non grandissimo, purtroppo, ma duro, e comunque un bel cazzo da succhiare in un momento inatteso ! Succhiavo e leccavo con tutta l'ingordigia del mondo, in ginocchio, gustando quella bellissima e inaspettata sorpresa. L'uomo iniziava a gemere sempre più affannosamente e ogni tanto mi prendeva la testa, per farsi succhiare come voleva lui: io lo assecondavo golosamente, godendo nel fare la troia nascosto ai bordi della strada. L'eccitazione salì alle stelle e presto arrivarono i gemiti nervosi che preannunciavano la sborrata. Continuai a succhiare, come era giusto fare, fino a sentire lo sperma caldo, poco per la verità, che usciva dalla cappella. Leccai ancora per un po', ma poi il cazzo mi venne tolto per essere ripulito con un fazzoletto. Sputai tutto, mi alzai orgoglioso e me ne andai, lasciandolo con i calzoni calati a pulirsi l'uccello, che si ammosciava piano piano. Non l'ho più visto, ma ogni tanto, quando mi capita, passo a fare benzina, nella speranza di poterlo ciucciare di nuovo ! (aspetto i vostri commenti !)
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13 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 giorni fa -
Non aveva mai provato...
Alessandro, un amico di famiglia, 23 anni, con l'hobby del giardinaggio. Fisico curato e semplice nei modi. Io Claudio 46 anni, portati benissimo, allegro e col fisico, non proprio palestrato ma curato, con qualche chilo n più. Alessandro, ormai frequenta casa mia, da qualche mese, cura il giardino e io le do una mano. Nelle sue confidenze, mi racconta spesso che, vorrebbe incontrare una donna con esperienza. Le piacerebbe ricevere un pompino di quelli super e farlo dietro, come si deve. Le ragazze, incontrate non erano all'altezza. Così, le racconto io qualcosa e ogni volta, vedo la patta gonfiarsi..."mamma mia" dice semplicemente, deve essere straordinario...La sera di venerdì i suoi non ci sono ed è il mio turno libero del we, sono separato e i figli, passano appunto il we, alternativamente con me o con la loro madre. Così, visto la mia tv satellitare, mi propone di farci una pizza e vederci la finale di volley, femminile. Arriva verso le 20 con le pizze, mentre io ho preparato degli antipasti, "il telecomando è sul tavolo"le dico "forse non serve" mi risponde..."ho un film bomba" dobbiamo assolutamente vederlo, a casa mia non posso...ok rispondo, così, mettiamo tutto sul tavolinetto e accendiamo la tv, il film è veramente hard, comunque il giovanotto, ha qualcosa in testa, perchè il pantaloncino è veramente gonfio...io con le mie fantasie bisessuali, sempre represse, non resisto e allungo la mano "posso sentire?", "fai pure, non aspetto altro" mi risponde il bastardo...aggiungendo "sai me ne sono accorto, come mi guardavi l'uccello, in giardino" la mia mano esplorava all'esterno il cazzo rigido, lui mi prese la mano e la infilò dentro, "toccalo bene" sussurrava...fini col menarglielo, piano. L'odore della sua cappella, arrivava ai miei sensi, così mi avvicinai e la mia bocca, la ricoprì, facendo gemere Alessandro...le mie mani accarezzavano le sue palle, mentre lui premeva la mia testa, sul suo cazzo, andavo su e giu, mentre il suo membro continuava a gonfiarsi...poi mi chiese di girarmi e li mi opposi, "non l'ho mai fatto dietro" "ok ma almeno fammelo appoggiare un pò", così mi girai, senza abbassarmi gli slip, lui si appoggio, e quel corpo sopra al mio, mi fece impazzire, la sua bocca mi sfiorava il collo, e le mie chiappe, cercavano il suo cazzo. Fu un attimo, mi abbassò gli slip, con fare esperto e me lo fece sentire. A quel punto lo volli, entrò piano delicatamente, senti pochissimo dolore e fu subito piacere. Mi sbatteva forte, sentivo le sue palle, sbattere contro il mio culo e le sue mani, prendermi con forza i fianchi...usci, dicendo che voleva venirmi in bocca, mi prese la testa a due mani e me lo infilò tra le labbra. Praticamente, mi stava scopando in bocca, fino a venire...un fiotto abbondante mi riempi...ci accasciammo sul divano..era stata veramente una bella serata...
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13 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 giorni fa -
La rossa - parte 4^
Franco e Marina sono una coppia con la quale ho passato splendidi momenti. Lei è dolcemente bisex e li scelsi per l'altra fantasia di Paola. Ci incontrammo a casa loro in un pomeriggio di novembre. Paola e Marina erano splendide, vestite di lingerie per l'occasione. Marina, magra, di capelli lunghi e nerissimi, Paola procace e rossa...creavano un contrasto perfetto. Drink di benvenuto e per sciogliere il ghiaccio, dopo proposi uno spogliarello da parte delle donne. Franco mise su una base di musica soft e si accomodò im poltrona per godersi lo spettacolo. Le due donne iniziarono lentamente a spogliarsi, Marina rimase con un catsuit a rete che lasciava scoperto solo i seni e la parte inferiore, Paola per l'occasione aveva indossato un bustino all'antica con le stecche di balena che sorreggevano il busto e le tette, le calze erano di quelle con la riga dietro sorrette da reggicalze che partivano dal bustino...Due belle zoccole insomma. Iniziarono a carezzarsi e a baciarsi stando di fronte. Ognuna toccava le tette dell'altra baciandosi in bocca e accarezzandosi. Anche se per Paola era la prima volta con una donna, sembrava molto tranquilla e a suo agio. Si stesero sul letto, Marina prese l'iniziativa e si mise su Paola a 69 prendendo a leccarle la fica. Paola faceva altrettanto, leccando e inserendo le dita nella fica di Marina. Gemiti e sospiri delle due donne si sentivano per la stanza. Franco, come sua abitudine aveva preso a masturbarsi godendosi lo spettacolo. Io mi avvicinai alle due, a gambe aperte mi misi alle spalle di Marina e sulla faccia di Paola. Iniziai a scopare quella fica che conoscevo benissimo, Paola da sotto continuava a leccare Marina e le mie palle in contemporanea, nel frattempo avevo messo i pollici nel culo di Marina. Paola godeva della lingua di Marina e quest'ultima del doppio trattamento. Scopavo Marina, lo tiravo fuori e Paola prontamente lo ingoiava..le pompavo per un pò la bocca, lo sfilavo e riprendevo a scoparmi Marina. Le rigirai all'incontrario e ripresi il lavoretto provvedendo però a dedicare la maggiori attenzioni al culone di Paola che oramai era avvezza a questo tipo di rapporti. Mentre me la inculavo, Marina da sotto le leccava il clitoride e nel frattempo le metteva due dita dentro ricevendo, nel contempo, lo stesso trattamento da Paola. Me le scopai entrambe per un pò, poi le feci inginocchiare e mentre si baciavano sborrai sulle labbra di entrambe mentre Franco sborrava anche'egli. Soddisfatto mi godei per un pò lo spettacolo offerto. Marina prese il suo fido compagno di giochi solitari, un bel vibratore di dimensioni generose e iniziò a giocare con Paola. Per Paola era uno zuccherino al confronto della mazza di Carl, ma dopo un pò iniziò a smaniare. Si mise a percorina mentre Marina da dietro glielo infilava profondamente, nel frattempo passai davanti e le diedi la mia mazza da succhiare. Franco, nel frattempo ripresosi, si apprestò a scoparsi la moglie, le urla di guduria delle due salirono di intensità. Franco si spostò sotto Paola sempre a pecorina, continuando a sfondarle la fica con vibratore, Marina si mise a cavalcioni di Paola con me dietro che alternavo botte in fica e culo, in questo modo avevo tre buchi a disposizione. Mi posizionai Paola a smorzacandela mentre Franco la prendeva da dietro e Marina le dava le tette da succhiare. Un potente orgasmo sconvolse Paola, non la finiva più di dire oscenità...-scopatemi.....chiavatemi...sono la vostra zoccola, il vostro puttanone...fatemi godere come una cagna- Godemmo insieme, tutti e quattro, quando Franco si inculò Paolo ed io Marina. Giacemmo sfiniti sul lettone, bevemmo una bibita fresca, le due zoccole però non erano ancora sazie..iniziarono a toccarsi, a baciarsi come due lesbiche. Si stesero di fianco, contrapposte l'una all'altra e iniziarono a leccarsi le fiche...uno spettacolo!!!! Le feci posizionare di fianco, a pecorina e iniziai a montarmele per bene, una decina di colpi all'una, poi passavo all'altra, Franco si posizionò davanti a loro facendoselo succhiare da entrambe. Andammo avanti così per una mezz'oretta tra me che alternavo i quattro buchi a mia dosposizione e Franco, cultore del pompino, che godeva della bocche delle due troie. Cambiammo posizione, con Franco che se le scopava ed io che venivo succhiato. Decidemmo di farcele insieme, Franco si stese tirandosi su Paola la quale non si fece pregare mettendosi il cazzo dentro mentre io da dietro me la inculavo di nuovo, nel frattempo Marina ci massaggiava le palle, dopo facemmo cambio e fu il turno di Marina assaggiare le gioie della doppia. Franco se ne venne in fica della moglie mentre io da dietro continuavo con potenti bordate. Marina se ne venne di culo anche perchè Paola aveva iniziato a sollecitarle il clitoride, lasciai marina sul letto soddisfatta e mi dedicai a Paola mettendomi le gambe sulle spalle e scopandomela alla grande. Un altro orgasmo la colse, sentivo la fica che mi mungeva il cazzo e duando mi accorsi di essere al limite mi sfilai preso le due troie per la testa e le obbligai a succhiare - ora tocca a voi zoccole, fatemi venire con la bocca e badate di non sprecarne neanche una goccia - Si alternavano nel pompino, mentre una succhiava, l'altra leccava l'asta, non disdegnando di baciarsi tra di loro. L'aria era satura di profumi di sesso, entrambe presero a leccarmi l'asta, stringendomela tra le loro labbra in una sorta di sega, però fatta con le labbra socchiuse e all'improvviso esplosi in un potente orgasmo che loro si affrettarono a raccogliere con le loro lingue passandoselo di bocca in bocca e dividendoselo e ingoiandolo da buone amiche. La serata finì con una doccia per ripulirsi e con la promessa di rivedersi presto. Per commenti, critiche e per conoscermi meglio: [email protected]
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13 anni fa
scopodonnexsetteore,
52
Ultima visita: 7 mesi fa
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quello che cerchiamo da una coppia...
Ste ha contattato una coppia e ha deciso con loro il giorno, luogo e ora di un nostro incontro. Si occupa sempre di tutto lui perché conosce benissimo i miei gusti e perché io non riuscirei a sopportare l’imbarazzo in quanto molto timida!!
Il posto deciso è un bel hotel e l’orario è per dopocena. Noi saliamo nella nostra stanza che abbiamo preso mentre l’altra coppia è già in hotel in una loro stanza.
Arrivati in camera ci prepariamo e Ste mi benda poi manda un SMS all’altra coppia per dirgli il numero della nostra stanza. Ecco, hanno bussato!! Ste va ad aprire la porta e li accoglie silenziosamente.
Li sento entrare… sento le mani di Ste che mi toccano… ora sento su di me anche le mani di LEI e del suo LUI.
Sento le loro labbra che iniziano a sfiorare il mio collo e il mio viso!!! Mi sfilano piano il vestitino che indosso e iniziano a toccarmi ovunque… e le loro bocche sfiorano tutto il mio corpo e le loro mani mi accarezzano ovunque!!!
Io mi sento inebriata e sottomessa al loro piacere!!
La LEI mi guida verso il letto e mi dice di stendermi a pancia in su. Inizia a leccarmi tutta mentre il suo LUI e Ste si avvicinano coi loro bei cazzoni duri alla mia faccia e inizio a leccarglieli per bene!!!
Ora LEI mi dice di girarmi e di mettermi a pecorina poi dice al suo LUI di scoparmi tutta, di mettermelo dentro tutto!!!
LEI si mette semistesa davanti a me e mi chiede dolcemente, quasi a supplicarmi, di leccargliela!!!
Dopo un po’ mi dice… “voglio vederti che lo prendi tutto nel culo fino alle palle!! Voglio sentirti urlare e godere di piacere… Dai fammi vedere come lo prendi bene in culo…” e a quel punto chiede al suo LUI di infilarmelo tutto nel culo… piano ma… TUTTO!!!!
Io sento il suo LUI che inizia ad appoggiarmelo li dietro... sento le mani di lei tenermi le natiche bene aperte e poi... ecco... lo sento entrare dolcemente ma inesorabilmente tutto... e sento sempre la presenza di LEI che mi dice cosa vuole vedermi fare…. E la cosa MI PIACE!!!
Ste si divide dal giocare con me e con LEI… ma lo sento godere nel vedermi aprire per bene!!!!
Si, stiamo veramente godendo tutti da matti…. E i LUI stanno per venire!!!!
LEI dice al suo LUI di venirmi in bocca e a me dice… “dai, fatti sborrare in bocca!!! Fatti sborrare in bocca e bevi tutto senza perdere una goccia…”
ECCO… mi stanno inondando la bocca… a fatica mando giù tutto ma… ci riesco e… quanto è buona!!!
Chissà se rimarrà sempre e solo una fantasia o se prima o poi si avvererà!!!
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13 anni fa
AdamDTS,
32
Ultima visita: 3 giorni fa
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...badoo
ieri sera ero stanco..lunedi di inizio settimana sempre trafficato di menate e casini. badoo e un piccolo svago serale, a cui a vote dedico del tempo. per caso mi sn messo a parlare con una , dalla foto carina sorridente..capelli lunghi. nick strano , apassionata di musica rock , e mi misi a chattare per tutto il pomeriggio..pause d lavoro permettendo, tanto lei a era a casa. dopo circa 200 messaggi manco sapevo il nome, e glielo chiesi...raffaella...cavolo dissi raffaella era un bel nome quella cascata di riccioli mi intrigava. tra una scritat e l altra dissi ..certo che rimanere a casa e un delitto...e lei ..dove andresti...bh..se si riesce una birretta nei vicoli , ache e e lunedi..senno un giro...e lei mica male...solo che dovrei vestirmi..ed io a beh..anche io , devo farmi una doccia. lei non rispose ..e le dissi ..vedi tu basta che me lo dici per tempo...cenai e lei mi scrisse rimani a casa...ed io se rimani anche tu si..e lei ..pero sul pc mi annoio..ed io ..allora parliamo davanti ad 1 birra?. dopo 15 min la vidi...giubbotto di pelle nera..gonna corta..bustino bianco..tacchi ..e riccioli...una bella figa..lo ammetto..non credevo dalal foto. la birretta sla trovammo quasi subito e alla prima ne segui un altra..mentre lei mi parlava di lei ed io di me...poi alla seconda..scappo in bagno e torno un po truccata..belin ..ancora piu gocca. alche dissi...facciamo il terzo giro o hai un idea...e lei..un idea si..l avrei...ma non so se sia il caso...visto che ci conosciamo da un ora.capii che era l caso di cogliere l offeta e quindi dissi. allora usiamone un altra insieme. Mi sorrise...uscimmo , anche lei era in scooter , e mi disse ti ho parlato della musica ti ho annoiato..ed io no, anzi e che se non l ascolto magari non capisco di chi parli, e lei allora te la faccio ascoltare ho il motorino li seguimi. in moto le stavo dietro e vicino e la gonan alzandosi mostrava due gambe affusolate e molto sensual. 10 min e eravamo da lei..salimmo...casa da single 40 enne cuscini e candele e poster di gusto .... un divano comodo su cui ci mise casco e borsa e un accomodati. torno senza giubbtto sedendosi accavalando le gambe lentamente ..hai ancora sete? le dissi...dipende ...e lei , ci facciamo un rhum con qualcosa...ti fidi? io certo....mi parlo girata , ed io le guardavo il sedre..dallo specchi se ne accorse e disse...ma mi ascolti ..o mi guardi? ed io..che devo fare davanti ed un bel panoama-' e lei scemo.... torno , si mise inginocchiaat sul divano poso i bicchieri senza darmi il tempo mi mise la lingua in bocca. passarono minuti....forse decne di minuti...lingua nella lingua e le mie mani su di lei....un sedere sodo come lo vedevo..che lasciai solo per dedicarmi alle cosce...mentre lei sbottonata la camicia...mi infilava le mani... forse passo u quarto d ora...ma quando misi le dita era bagnata fradicia... ho sete disse e mi porse il bichiere e bevemmo mentre rideva....avevo il cazzo duro e si vedeva.....finimmo insieme e si mise sopra...tette in faccia...toccandomi il pisello , ma ti faccio questo efetto disse ridendo? ..io zitto le stavo sbottonanfo il reggiseno e iniziia a leccarle capezzoli e seno mentre lei mi accarezzava le testa. da inginocchiata ...cercai di metterla in piedi e lei si alzo...con la sua fica altezza della mia testa..in piedi sul divano , con le mani su muro. feci svicolare lo slip celeste...e ficcai la lingua in una fica umida...gonfia...deliziosa al sapore...con le labbra pronunciate che pres a succhiare...la lingua infilandola sopra e dentro...finche non sentii il clitoride e inizia a sfregarlo in tutti i mosdi. godeva.la sentivo che si muoveva con bacino.ma piu godeva...poi la leccavo finche si levo di scatto.... e inchinandosi....mi guardo eccitaa sbottonandomi i calzoni...lo inizio a leccare senza manco slacciarmi tutto....che dovetti arcuare la schiea er almeno levare jeans e boxer....e quando lo ebbe libero si inginocchio iniziando u pompino esagerato...che duro non so manco quanto....da tanto mi ha fatto godere....finche inziai a rantolare ed a direl ...spruzzo...ma lei impeterrrita finche le venni in bocca..a fontana. cavoli le dissi....e lei si sposto ..spostando i capelli....ora ho sete io...le dissi.... dai vieni in cucina...bevo anche io.. sculettando sidiresse nel corridoio. che culo e che gambe....cavoli ...cosi era da urlo. mi porse un bicchiere di acqua frizzante e ridend le dissi...certo che hai avuto una bella idea...e rise..mi avvicinai e prendendola di peso la misi su tavolo.. e lei ...dai ....e freddo... non fini il discorso che preso il profilattico che avevo per fortuna in mano, lo misi al cazzo gia duro e la prentrai lentamente.... non disse nulla ma inarcando a schiena si mise la mani sotto ....d inizia a pomparla...eccitato dal vedere il mio pisellone che la apriva..e le divaricava quelle labbra turdige e gonfie...mentre il suo gemere mi faceva eccitare...da paura.. continua
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13 anni fa
piripillo3ge,
45
Ultima visita: 3 anni fa
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La rossa - parte 3^
Per il mio lavoro conosco tanti militari anche stranieri che lavorano alla Base NATO. Tra di essi ne conosco uno di colore. Avete presente uno dei protagonisti de -il miglio verde?- il gigante buono....oppure di Armageddon...ecco, il mio amico assomiglia a quel colosso...120 Kg di muscoli forgiati da ore di palestra, zero peli, zero capelli, scurissimo di pelle ma soprattutto un cazzo spropositato, senz'altro 32 cm di lunghezza per una circonferenza che unendo pollici e indici una donna non riesce a circoscrivere, amico di tante scorribande ha il difetto di non riuscire a contenersi quando scopa, non sente suppliche...affonda la sua mazza e via, sordo a tutte le preghiere, l'unico limite è che non fà nulla che la donna non voglia ma deve dirlo prima. Le ho parlato di Paola e decidiamo di farle la festa insieme. La portai a casa del mio amico di pomeriggio presto, ci accolse in accappatoio bianco che faceva risaltare lo scuro della pelle. Paola alzando lo sguardo rimase a bocca aperta e piacevolmente sorpresa, ma una volta entrata in casa riacquistò la sua sicurezza. Ci accomodammo sul divano, il mio amico si scusò dicendo che era appena tornato dal lavoro e aveva fatto una doccia. Ci offrì da bere, tanto per scaldare l'ambiente. Mi avvicinai a Paola iniziando a carezzarla scoprendole le gambe e toccandole i seni. Carl si toccava la proboscide parzialmente indurita...-E' spaventoso- mi sussurrò Paola guardandolo con la coda dell'occhio - non sò se riuscirò a prenderlo tutto-, -se vuoi rinunciare sei ancora in tempo, dopo non riuscirò a fermarlo- -no, voglio provare...al massimo mi porti in ospedale- Lei scherzava, ma la cosa non era del tutto improbabile...Carl si avvicinò inginocchiandosi cominciando a carezzarle le gambe mentre io le toglievo giacca e camicetta. Slacciai il reggiseno, di quelli che si sbottonano dal davanti, liberandole le tette che presi subito a succhiare. Carl nel frattempo le aveva sfilato gli slip e la leccava. Quando fu completamente nuda ad accezione delle autoreggenti nere ci spostammo in camera da letto dove anche io mi spogliai accomodandomi in poltrona. - che fai?- mi disse - niente, voglio godermi un pò lo spettacolo...- Carl la stese e si stese a sua volta di fianco. -Toccalo un pò, non morde mica...- Paola timidamente inizio a sfiorarlo e si accorse che la sua mano non ce la faceva a cingerlo. Carl iniziò a baciarla tutta, leccandole il collo, le orecchie, i capezzoli, l'ombellico...la fica; Paola con una sola mano non riusciva a segarlo..Provò con due inginocchiandosi sul letto e iniziando a leccare la spaventosa cappella. Provò a mettersela in bocca ma per quanto si sforzasse solo una piccola parte riusciva ad entrare, succhiava la parte che riusciva a mettersi in bocca mentre Carl l'aveva posizionata a 69 continuando a leccarle la fica. Paola smaniava, mi guardava mentre succhiava...All'improvviso Carl le disse -ora basta giocare...- la stese, dal comodino prese un tubetto con della crema, ne versò sull'uccello e una dose generosa la spalmò sulla fica di Paola anche se già sufficientemente bagnata -cos'è?- chiese..-è un lubrificante lenitivo cosi non sentirai troppo male risposi io. -Fai piano, ti prego...sei troppo grosso- disse Paola...-Zitta puttana!!!!- l'apostrofò Carl...-hai voluto il cazzo nero e ora lo prendi tutto- Alla missionaria puntò la cappella all'entrata della fica e iniziò a spingere. Nonostante gli sforzi nemmeno la cappella riusciva a passare. -Sei strettissima...quasi vergine...ma tranquilla dopo il mio trattamento non sarai più la stessa...-Paola boccheggiava in cerca d'aria....una lacrima le solcava la guancia, con le mani cercava di contenere l'irruenza di Carl che continuava a spingere mentre lei cercava di indietreggiare ad ogni affondo..ma il cazzo non entrava...Carl le prese le gambe, le alzò ripiegandole sulla pancia di Paola, ora era completamente scosciata...puntò il cazzo e spinse...la cappella entrò...Paola cercava di liberarsi...ansimava in cerca d'aria, stringeva le lenzuola con le mani, si vedeva che si sarebbe volentieri accontentata di qualcosa di meno grosso...Un'altra spinta cui segui un urlo di Paola mi avvisò che parte del cazzo era entrato -Mio Dio...è enorme....mi sento piena...esci, ti prego, mi fà male- -Fallo uscire di prego....non resisto...mi stà aprendo in due....- Ma io sapevo che non potevo intervenire...questi erano i patti con Carl..Mi avvicinai a Paola e iniziai a baciarla sussurrandole:- tranquilla, ora passa e diventerà tutto più bello...rilassati...assecondalo-, -macchè bello- gridava Paola-Mi stà squarciando...fallo fermare-. -Zitta Troia- disse Carl - Ti apro in due e con altri due colpi la riempì tutta di cazzo anche se circa la metà rimaneva fuori. Una volta dentro si fermò facendola abituare all'intrusione. Paola ansimava, lacrimava...le leccavo le tette, la baciavo...cercando di lenire la sofferenza...Pian piano si rilassò...giaceva sottomessa accettando la volontà del maschio che la possedeva. Carl iniziò a muoversi lentamente iniziando a scoparla. Paola iniziò ad ansimare...stavolta per il piacere...ruotava la testa a destra e a sinistra..i polmoni continuavano a cercare aria. Carl aumentò il ritmo della scopata. Il cazzo si riempì di una schiumetta bianca, segno che Paola iniziava a godere. -Ti piace?- le chiesi - ora sì, anche se mi fà ancora un pò male- Carl la girò a pecorina, le allargò le gambe, puntò la mazza e la penetrò, le prese le mani da dietro e la sollevò. Ora Paola non aveva nessun punto d'appoggio se non le ginocchia sul materasso e il cazzo in fica...Urlava dal dolore...dal godimento-Mi stà spaccando...me lo sento nello stomaco, mi riempie tuttaaaaa!!!!!- Iniziò a godere..la sua fica grondava umori quasi stesse pisciando. Mi misi davanti a lei e glielo misi in bocca. Ad ogni affondo di Carl corrispondeva una succhiata al mio cazzo. Io venni per primo, tanta era l'eccitazione, ma era sempre così quando mi scopavo qualcuna con Carl. Le riempii la bocca di calda crema ma lei sembrava non accorgersene tutta presa dal suo godimento. Poi fù il turno di Carl, nel modo che avevo già avuto modo di vedere in passato. Le lasciò le mani lasciando libera Paola, l'afferrò per i fianchi, iniziò a darle dei tremendi colpi -Oddio...piano....mi sfondi tutta- - Zitta puttana....ti lavo la fica dall'interno....ti sfondo l'utero- Paola avanzava verso la spalliera del letto fino a toccare il muro..Carl dietro che continuava a martellarla..Incastrata al muro accettò l'inevitabile...si fermo pregando che tutto finisse presto. Carl diede altri colpi, poi si fermò di colpo e stando sempre fermo disse -Ora di allago troia!!!!- Venne nella sua fica..Data la posizione e l'enorme pressione la sborra inizio ad uscire dalla fica di Paola a spruzzi sempre più violenti.-Me lo sento nell'uterooooo!!!!...ho un idrante nella fica....- L'orgasmo la colse all'improvviso, si accasciò sul letto accogliendo le ultime bordate che Carl aveva ripreso a darle. Entrambi distrutti si stesero. -Bella troia mi hai portato- Mi disse Carl -Lo sò, bastava solo tirare fuori la zoccola che è in lei e piano piano ci riuscirò- Paola si toccò la fica aperta come una caverna -Accidenti...è una voragine...che dirò a mio marito adesso?- -Tranquilla- le dissi - è elastica, prima di stasera tornerà normale....quasi!!!- Dopo una pausa, un caffè e una sigaretta avevo ripreso le mie energie...Ora toccava a me godermela per bene. Iniziai a leccarle le tette, a baciarmela dietro le orecchie, strusciandomi sul suo corpo..Paola iniziò a rieccitarsi di nuovo...Voleva anche me...Mi stesi, mi venne sopra e si impalò...quasi non la sentivo per quanto era larga, ma anche a causa degli umori che la sua fica secerneva...iniziò a muoversi, dapprima lentamente, poi aumentando il ritmo...andava su e giù, a destra e a sinistra, circolarmente...come le avevo insegnato...Carl nel frattempo, lento a riprendersi, si era avvicinato e gli aveva dato da succhiare il suo cazzo, che seppur moscio era pur sempre il doppio del mio..Paola cavalcava, con la bocca succhiava Carl mentre con una mano si stimolava il clitoride mentre io con entrambe le mani e le la lingua le stimolavo le tette. Così stimolata non ci mise molto a partire di nuovo...Si tolse da me, fece stendere Carl e si accovacciò su di lui. Iniziò lentamente a farsi penetrare dal mostro, quando fu dentro fin dove poteva arrivare iniziò a muoversi un pò più velocemente. Io mi misi dietro e puntai la cappella al buchino...era già lubrificato e non ci misi molto a incularmela anche se molto stretto a causa della presenza ingombrante di Carl. Iniziammo una scopata sincronizzata, mentre io affondavo Carl si ritirava e viceversa. Paola godeva di questa nuova esperienza, si agitava, si contorceva, la testa dai lunghi capelli rossi ondeggiava a destra e a sinistra, continuava a ripeterci: -spaccatemi, rompetemi, sono una zoccola....mi piace il cazzo....mi piacciono tutti i cazzi...specie i vostri...voglio sempre cazzi...voglio morire di cazzi...- diceva frasi a volte sconclusionate ma godeva, eccome se godeva....Dopo una buona mezz'ora le allagai il budello stretto, quando fui uscito lei si tolse e iniziò una violenta sega a due mani al mio amico, tentando sempre si succhiare la cappella...Alla fine anche Carl con un urlo se ne venne inondandole la bocca, la faccia, i seni, i capelli di sborra bollente che Paola in minima parte riuscì ad ingoiare. Eravamo distrutti, era stato un pomerigigo di sesso fantastico. Dopo una doccia rigenerante ci salutammo. Paola in macchina crollò, si appisolò..aveva il viso soddisfatto. Quasi sotto casa la svegliai...-Come và?- le chiesi - Molto bene..Benissimo, è stato bellissimo, anche se sono tutta un dolore- Mi baciò in bocca con un grazie e con la promessa di rivederci presto. Per commenti, critiche e per conoscermi meglio: [email protected]
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13 anni fa
scopodonnexsetteore,
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Ultima visita: 7 mesi fa
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Dedicato a greta
Le ferie e la stagione balneare volgevano al termine, ma decisi comunque di trascorrere gli ultimi giorni nella casa al mare dei miei genitori. Arrivato, passai a dare un'occhiata in spiaggia, ma con desolazione e nonostante il bel tempo resistesse, la trovai insperatamente deserta, i punti di ristoro erano gia' chiusi. Feci un bagno, rientrai a casa, pranzai velocemente, e dopo una doccia mi distesi in terrazzo a riposare. Oltre il giardino notai che fra tutti gli appartamenti, solo quello di fronte era occupato. Intravidi dalla finestra una donna di spalle che sparecchiava, per poi avvicinarsi al parapetto del balcone a rovesciare le briciole di giu'. Noto' la mia presenza,feci un cenno per salutarla e lei mi rispose prontamente. Aveva capelli castani, uno sguardo deciso, sicuramente qualche anno in piu' di me. Indossava un abitino leggero da dopospiaggia, succinto, essenziale, che a stento vestiva quel fisico prorompente, formoso, abbondante ma non volgare, con una scollatura che lasciava intravedere un seno enorme. Quella visione mi aveva come folgorato. Rientrai dentro e decisi di osservarla dalle fessure delle persiane, senza farmi scorgere da lei. Andò in bagno, la finestra era socchiusa, si denudò, senza preoccuparsi di chiudere. Voltandomi le spalle si chino' a riempire la vasca d'acqua; nella mia vita avevo avuto a che fare con poche donne, e nessuna si avvicinava nei miei ricordi a cio' che stavo vedendo. Quel sedere e quel fisico erano un'opera d'arte. Si volto' venne verso la finestra, temetti che la chiudesse; non la chiuse, tirai un sospiro. I seni, giunonici, erano qualcosa di grandioso, con dei capezzoli enormi. Ero eccitatissimo, il membro gia' gonfiava le mutande, quella musa, quel sogno erotico, aveva stravolto positivamente il mio pomeriggio. Non potei fare a meno di masturbarmi. Fantasticavo su tutto cio' che avrei potuto realizzare per mettere a bada quella voglia che da troppo tempo assillava i miei pensieri erotici, ma la mia timidezza cronica spegneva sul nascere ogni desiderio estremo. Il giorno seguente di buon mattino andai in spiaggia, pensavo e ripensavo a cio' che avevo visto, non riuscivo a non pensarci, sperai che la "dirimpettaia da mille e una notte" venisse in spiaggia, invano. Da ragazzino sognavo di avere un approccio con una donna, tra quelle dune nascoste da pini e da una fitta vegetazione, nessuno ci avrebbe visto, sognavo appunto. Rientrai a casa, lei era fuori, socchiusi la porta quel minimo che mi permettesse di osservarla; si rese conto della mia presenza, arrossii, le avrei chiesto scusa, tra me e me imprecai maledettamente per quell'errore grottesco. L'avrei voluta invitare a pranzo, a prendere un caffe' a casa, ma nulla, la timidezza ancora una volta mi bloccava, senza permettermi di abbozzare due parole, utili almeno a scusarmi per l'accaduto. Uscii fuori, lei stendeva la biancheria, pensai a quanto avrei voluto strapparle io di dosso quei reggiseni enormi. Quel sogno proibito, era li, di fronte a me, ma proprio perche' proibito e difficilmente tangibile, mi eccitava come mai prima di allora nella mia vita, mi era capitato. Presi coraggio, le chiesi educatamente il nome e quanto si sarebbe trattenuta in vacanza; "Mi chiamo Greta e tu vicino curioso?". Arrossii piu' di prima e le risposi "Leonardo vicina..."; non trovai un aggettivo per risponderle, ma fu meglio per evitare una nuova gaffe. Avevo comunque rotto il ghiaccio, mi chiese ancora dove avrebbe potuto trovare un negozio dove acquistare un costume da mare. Le indicai il piu vicino, e mi ringraziò. "Leonardo", mi disse ancora"qual'è la spiaggia piu' bella del posto?" Le indicai la "mia" spiaggia, istruendola su come arrivarci"ma non c'è piu' nessuno, Greta, comunque' vedra' è bellissima, come poche quà in Sardegna, e mi perdoni per prima" "Grazie Leonardo, per prima non ti devi scusare non è successo nulla, anzi.." "Anzi...?" pensai; ero raggiante per quelle sia pur poche parole. Il giorno successivo mi alzai di buon mattino, uscii in balcone e notai Greta uscire in macchina; aveva una cariolet nera, bellissima, sicuramente stava andando in spiaggia. Mi vestii senza fretta, arrivai un'ora dopo. Attraversai la pineta e le dune, mi scrollai di dosso cio che avevo, misi su' l'ombrellone. Lei era sul bagnasciuga, di spalle, non si era resa conto del mio arrivo. Indossai gli occhiali da sole, per nascondere il mio sguardo fisso su di lei. Di fianco notai il suo seno destro debordare dal pezzo di su del costume, che a stento tratteneva tanta grazia. Si volto', feci finta di nulla, mi saluto', "Ben arrivato Leonardo" "Buon giorno Greta" le risposi" Ero impietrito, teso, non sapevo cos'altro chiederle; si alzo' venne verso di me portandosi dietro l'asciugamano. Si sedette di fianco, tenni gli occhiali, le osservavo il seno, mille pensieri mi passavano per la testa. Dopo alcuni minuti per educazione, tolsi gli occhiali (ho sempre considerato un mancanza di rispetto parlare a qualcuno con gli occhiali da sole), mi fissava negli occhi sorridendo; ero imbrazzato, le risposi con un sorriso. Il membro era incredibilmente duro e gonfio sotto le mie mutande bianche, temevo che se ne accorgesse. Avrei voluto metterci qualcosa sopra; se ne accorse, il suo sguardo abbandono' il mio viso e si portò sul pene abbondante di voglia. Si rese conto che avevo notato la cosa. Mi si accosto' fino a toccarmi e poggiò le sue labbra sul mio collo. "Mio Dio.." pensai "e ora..? Speravo prendesse l'iniziativa, anche se in realta' avrei avuto l'imbarazzo della scelta su come proseguire. La baciai ancora piu' energicamente sulle labbra, morivo dalla voglia, ma sentivo che anche la sua eccitazione era tanta. Le poggiai delicatamente la lingua sul collo, dietro le orecchie, era eccitatissima; passai con la lingua sotto il mento e poi insistei sulla'altra orecchia. Smisi, mi alzai in piedi, tesi la mano verso di lei per farla alzare. La portai dietro, su una duna all'ombra di alcuni alberi. Potevamo proseguire liberamente, ero sicuro che fossimo soli. Rimanemmo in piedi ripresi a baciarla, le slacciai il reggiseno, ci misi il viso quasi a farmi sculacciare da tanta abbondanza.Era bellissimo, grande, tondo, iniziai a leccarle i capezzoli, era eccitatissima. Le passai di dietro appoggiandole il pene sul culo, per stringerle da dietro i seni enormi, non riuscivo a contenerli nelle mani. Aveva i capezzoli dritti, duri, passai la lingua tra un seno e l'altro, meritavano attenzione, tatto, adorazione quelle due tettone.. Le abbassai da dietro le mutande, mi inchinai passandole impercettibilmente il naso tra i glutei, mi rialzai, lei si volto', il mio cazzo era dritto, orgoglioso (e io ero orgoglioso della sua fierezza) e stufo di indossare le mutande; fece altrettanto abbasandomele. Non vedevo l'ora di violare quel corpo bollente, ma sapevo di non aver fretta. Per alcuni istanti pensai di proporle di continuare a casa, ma ero troppo ecitato per smettere. La feci distendere per terra, mi misi perpendicolare a lei, di fianco, ripresi a baciarla dietro le orecchie, ansimava, presi i seni tra le mie mani glieli leccai mettendoci il viso di mezzo;cercò perla prima volta di toccarmi il pene, glielo impedii strigendole i polsi, non c'era fretta. Con lingua scesi di giu'senza staccrla dal suo corpo. Mi misi di fronte a lei, sempre distesa e iniziai a leccarle il clitoride. Era bagnatissima, leccavo, lasciai i polsi, e ripresi a stringerle i seni contemporaneamente, ansimava. Le sollevai le gambe e iniziai a leccarle l'orifizio anale intensamente, mi piaceva da morire farlo. Poi alternai la mia lingua tra ano e vagina per alcuni minuti; era bagnatissima. Si mise seduta, volle che la imitassi. Si inchinò e si mise tutto il mio cazzo in bocca, "o mio Dio", ansimai; era favoloso, inizio' a salire e a scendere con la bocca come a volersi vendicare. Lo stringeva tra le mani menando la cappella con le labbra, a un certo punto si limito' a leccarmi la cappella, in ogni centimetro della sua superficie, sembrava si ingrossasse ancora di piu'. La feci ruotare di fianco in modo da giungere con le mie dita nei suoi buchi. Il culo era ancora umido dalla mia leccata precedente. Mi distesi, lei non stacco' la bocca dal mio membro. Avvicinai le sue gambe a me in modo da poter riprendere a leccarla mentre lei leccava me; adoravo quella posizione. Ci leccammo a vicenda per 10 minuti, il suo culo sbattuto sulla mia faccia mi faceva impazzire, glielo leccai a dovere, allargandole i glutei con le mani. Lei godeva, sentivo il suo piacere e mi ringraziava per tanta voglia continuandomi a leccare il cazzo. Si volto', muovendosi inginocchiata, avanzo' fino a portare i suoi seni abnormi, a nascondere il mio membro gonfio. Li presi con le mani per farli aderire perfettamente sul mio frutto dell'amore, iniziai a agitarlo su e giu' in mezzo a quella carne, eiaculai un pochino tra i seni ma riuscii a trattenere un'eiaculazione completa, che fin li ci poteva anche stare. La feci voltare e mettere a gattoni e ripresi a leccarle il culo, mi misi in ginocchio anch'io e le infilai il cazzo gonfio sulla vagina, iniziai a spingere forte, lei gradiva, ansimava, urlava, continuavo a spingere mettendole l'indice in bocca, quanto lo leccava..Estrassi il membro e ripresi a prepararle il culo leccandoglielo energicamente. Riinfilai il pene sulla vagina, lo etrassi e inizai a appoggiarlo sul culo, facendomi spazio sull'umido con le dita, era lubrificato benissimo, iniziai a sbatterla dolcemente, prima sul culo e poi sulla vagina, stavo impazzendo dall'eccitazione e lei con me. Stava per venire, mi chiese urlando di continuare forte. Le rimisi il cazzo nella vagina e col pollice premevo sul culo, mi inondò il cazzo di liquido, continuai a spingere finchè non smise con i gemiti. Eravamo estasiati entrambi, io piu' di lei. Le leccai ancora un po il culo, mi misi in piedi la lasciai inginocchiata, le misi il pene in bocca perchè esplodesse tutta la sua voglia, lo tolsi e glielo poggiai sul seno. Lo inondai di sperma, lei approvo' rimettendoci la bocca e leccando tutto l'eiaculato..
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13 anni fa
janduiotto33,
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Ultima visita: 9 anni fa
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Riccordi
1° EPISODIO Andrea ed Io eravamo vecchi amici d’infanzia decidemmo una volta tanto di uscire a cena assieme ci eravamo persi di vista alcuni anni prima e ci incontrammo per caso alla partita. . Dopo cena un po’ brilli andammo a casa sua, era rimasto solo la famiglia era al mare per guardare un film porno. Seduti sul divano rilassati guardavamo il film e facevamo due chiacchere , ad un certo momento il porno fece vedere un negro che inculava un trans mentre il trans sbocchinava un cazzo enorme .Mi manca molto mia moglie, mi confido Andrea ,mi manca soprattutto il suo culo e levandosi il cazzo fuori inizio a menarselo "dai facciamoci una sega assieme mi invito. iniziai a menarmi il cazzo anch'io ma la cosa non mi dava particolarmente piacere, Andrea gli dissi perché ognuno non prende in mano il cazzo dell'altro forse è più piacevole , perché no, mi rispose e la sua mano prese il mio cazzo ed io il suo ,ma prendendolo in mano sentii una strana sensazione, il cazzo di Andrea era più grande e grosso del mio turgido e violaceo, caldo dopo un po’ che ci segavamo a vicenda il cazzo di Andrea ,sempre più grosso inizio a pulsare , al che persi la testa d'istinto mi abbassai e lo presi in bocca iniziando a leccarlo e ad ingoiarlo come avevo visto fare tante volte nei porno, Andrea era rimasto sorpreso ,ma si mise comodo e prendendomi la testa con le mani disse " non sapevo che ti piacesse il cazzo, ora ti aiuto a farmi un bocchino fatto bene e con la mano sulla mia testa mi diede il ritmo che giusto io avevo il cazzo che andava su e giù dalla cappella allo scroto nella mia bocca ed a volte mi arriva in gola mettendomi in difficolta nel contenerlo tutto, ma cercavo di fare del mio meglio lavorando anche di lingua sulla cappella fino allo scroto il cazzo si ingrossava sempre di più ad un certo punto oltre che a pulsare sotto la mia lingua si mise a vibrare e sentii che schizzando mi riempiva la gola di sperma caldo ed appiccicoso tentai di farlo uscire dalla mia bocca sorpreso ,ma la mano di Andrea m i teneva la testa e per non soffocare ingoiai tutta lo sperma che stava uscendo finche dopo un pò il cazzo smise di fremere e usci, e potei andare in bagno a sciacquarmi . Uscii dal bagno timoroso della reazione di Andrea, ora non più eccitato potrebbe non gradire di constatare di avere un amico bisex, ma con mia sorpresa era allegro e rilassato." Grazie, mi disse, avevo i coglioni pieni da scoppiare sai che sei bravo non sapevo che avevi questa attitudine, sei meglio di mia moglie sembra che tu abbia da sempre fatto bocchini." Scusami Andrea non so cosa mi abbia preso ti assicuro che è la prima volta, non capiterà più forse il vino...." VINO VERITAS", i rispose Andrea, spero invece che vorrai rifarlo mi è piaciuto un sacco e tu evidentemente ci sei portato tutto sta nell'iniziare ed ora ti porto a casa perché mi sta ridiventando duro e non vorrei incularti come faccio con mia moglie," disse tra il serio ed il faceto. In macchina nessuno dei due parlo più arrivato lo salutai ,entrai in casa feci una doccia ed andai a letto ,ma non dormii una frase mi ritornava sempre "non vorrei incularti come faccio con mia moglie". 2° EPISODIO Andrea non si fece sentire per giorni ed io ero quasi sollevato perché mi chiedevo come sarebbe stato il nostro incontro dopo l'episodio precedente quando brillo gli ho fatto un bocchino .Per calmare dei pruriti anali strani che mi si erano presentati avevo preso l'abitudine di masturbarmi introducendo contemporaneamente delle carote o piccoli cetrioli nello sfintere mi piaceva sentirmi dentro qualcosa mentre menavo il cazzo e quando venivo mi accorsi che lo sfintere vibrando con la carota dentro mi dava delle sensazioni nuove ma molto piacevoli. Mentre mi auto masturbavo fantasticavo a cosa avrei provato ad avere al posto della carota il cazzo di Andrea caldo e duro e pulsante che mi stantuffava dentro. Dopo una settimana Andrea mi telefono chiedendomi se uscivamo a cena insieme .Accettai pensando che dovevo affrontarlo prima o poi ,ma mi ripromisi di non accettare nessuna proposta e di chiarire che il tutto è stato colpa del vino e che era da considerarsi un episodio isolato unico, tanto più che era ritornata dalle ferie sua moglie e che quindi poteva sfogarsi come e quando voleva. Andammo a cena parlando delle solite cose, nessuno dei due accennò al passato episodio scherzammo e ridemmo come sempre per tutta la serata ,poi mi riaccompagno a casa ci salutammo e se ne andò. Rimasi deluso mi aspettavo un comportamento diverso e mi dissi che, senza ipocrisie ,se mi avesse chiesto di rifargli un bocchino l'avrei accontentato subito avevo nostalgia del suo cazzo caldo che mi scopava bocca e gola per poi inondarmi della sua panna calda che avrei ingoiato fino all'ultima goccia. Il citofono gracchio improvvisamente chi sarà pensai ed alzai la cornetta era Andrea che mi chiedeva se potevo farlo risalire un attimo . Appena salito mi disse che era inutile fingere da allora mi aveva pensato sempre e che non riusciva a pensare ad altro, così dicendo mi prese e trascinandomi sul divano si sedette ,tiro fuori il cazzo già duro e me lo infilo in gola con tanto impeto che quasi soffocai tanto era arrivato in profondità ed io dopo un falso tentativo di resistenza ,al grido per chi mi hai preso cedetti contento di cedere che quasi non sentii la sua risposta ti ho preso per un gran bocchinara e tu lo sai di esserlo e mi aiuto con la mano sulla testa ad imprimere il ritmo giusto tanto che in pochi minuti mi espose dentro e dovetti ingoiare tutto lo sperma che in abbondanza mi aveva inondato la gola. Andai in bagno a sciacquarmi il viso , Andrea era rimasto sul divano stranamente aveva ancora il cazzo duro ed era senza pantaloni " adesso per finire bene ti inculo" mi disse e prima che potessi riprendermi dallo stupore mi mise bocconi sul divano mi abbasso pantaloni e mutande prese della vasellina da non so dove e infilandomi le dita dentro mi lubrifico dentro e fuori per bene poi mi mise la punta del suo uccello all'entrata del retto entro per due centimetri e poi con un colpo di reni entro di botto fino in fondo facendomi gridare dal dolore "levalo gli gridai mi fa male" “ aspetta un attimo e vedrai che ti piacerà” e cosi dicendo inizio prima lentamente e poi sempre più in fretta a stantuffarmi dentro . Ed aveva ragione dal dolore passai ad una gradevole sensazione di pieno mi piaceva sentirlo entrare ed uscire dallo sfintere aveva un cazzo duro, caldo ed anzi d'istinto mi misi a stringere lo sfintere quando entrava ed usciva e questo lo eccito sempre di più si diventava sempre più grosso ed ad ogni stantuffata entrava sempre più a fondo alla fine mentre gli gridavo "Si sono la tua troia sfondami" lui venne inondandomi tutto l'intestino vibrando come impazzito e per la prima volta venni anch'io ma non solo col cazzo ma anche di culo infatti inizio a fremere anche lo sfintere assieme al cazzo che fremendo e vibrando mi riempi di sperma caldo così abbondantemente che mi fece l'effetto di un clistere di acqua bollente ed infatti fece appena in tempo ad uscire col cazzo dallo sfintere che con un gorgoglio dovetti scappare in bagno dove mi liberai dello sperma assieme al contenuto dell'intestino. Quando uscii dal bagno Andrea se ne era già andato ,da esperto visti i giochi con la moglie ,evidentemente non mi aveva voluto mettere in imbarazzo. Dopo un 'abbondante doccia mi coricai ed a parte l'inconveniente che però mi era servito ,infatti da allora prima di uscire con qualcuno mi faccio due litri di acqua e vasellina in modo di pulire per bene l'ampolla retale e l'intestino , pensai che mi piaceva da morire prenderlo in culo sentirsi un cazzo duro vibrante un nerbo di carne viva e calda che ti stantuffa aprendoti per bene sfintere ed intestino facendoti sentire gradevolmente pieno e che alla fine ritirandosi ti riempiva di un o caldo sperma che ha volte era così abbondante che ti gocciolava fuori dallo sfintere e dovevi andare in bagno. Il cazzo in culo mi piace ,a fare bocchini mi piace altrettanto chissa , mi venne da pensare il piacere che si deve provare ad avere un due cazzi, contemporaneamente insieme, in bocca ed in culo . 3° EPISODIO Andrea mi telefono dopo circa una settimana da quando mi aveva violentato(con il mio consenso implicito) invitandomi ad una cena di colleghi, facciamo lo stesso lavoro anche se in reparti diversi. Alla sera andammo nel solito locale, eravamo una decina, la cena fu gradevole ed alla fine verso mezzanotte tutti un po alticci ci salutammo.. Andrea si prese l’impegno di portare a casa ,oltre il sottoscritto, altri due colleghi venuti in taxi . In macchina Andrea propose di andare a bere un ultimo bicchierino a casa sua, io mi opposi dicendo che era tardi e che avrei preferito andare subito a casa ,ma con un “ dai non fare il guastafeste” Andrea chiuse l’argomento e si indirizzo deciso a casa sua. Arrivati nell’appartamento Andrea tiro fuori un liquore speciale ,lo verso a tutti ed accese la televisione noi ci sedemmo sorseggiando il liquore sul suo divano che e molto grande componibile fatto ad L . Il televisore inizio con un porno ,evidentemente già predisposto da Andrea nel videoregistratore e caso strano era un porno gay dove gli attori si facevano sbocchinare a turno da un travestito mentre lo inchiappettavano. Andrea mi si era seduto accanto e dopo pochi minuti di proiezione aveva il cazzo già duro e non era il solo anche gli altri due erano eccitati e come ad un segnale tutti assieme si sbottonarono i pantaloni e presero ognuno in mano il cazzo ed iniziarono a menarselo “Per me Tu disse Andrea rivolgendosi a me sei molto più bravo di quel travestito perché non lo dimostriamo agli amici e prima che potessi dire qualcosa mi trovai Andrea che presami la testa mi aveva fatto chinare sul suo cazzo che mi ritrovai tutto in gola. Mentre sbocchinavo Andrea egli si denudo completamente e anche gli altri fecero altrettanto io assorto a succhiare me ne accorsi soltanto perché improvvisamente accanto al cazzo di Andrea né spuntarono altri due solo allora Andrea allento la presa sulla mia testa e sfilo il suo cazzo ed io mi ritrovai un altro cazzo in bocca mentre il terzo aspettava impaziente il suo turno facendosi una sega mentre pompavo il nuovo uccello Andrea mi tolse i pantaloni e già pratico con vasellina e le dita mi allargo lo sfintere per poi con un colpo di reni mi sbatte tutto il cazzo dentro ed inizio a stantuffarmi da dietro mentre io ero occupato a pompare l’uccello di Pietro che sembrava soddisfatto a sentire come il suo cazzo si ingrossava sotti i colpi della mia lingua ,Andrea già a buon punto dal mio bocchino mi sborro dentro dopo pochi minuti e trasse il suo uccello ,ma non feci in tempo di provare un pò di sollievo ,era stato particolarmente violento nello stantuffarmi, che sentii un vero randello di carne che prepotentemente si incuneava con prepotenza dentro di nuovo al mio buchetto ed era talmente grosso e lungo che mi sentii impalato da dentro fino all’ombelico ,entrato completamente si arresto un attimo per permettere al mio intestino di adattarsi ,poi molto lentamente ma di continuo inizio a stantuffarmi avanti ed indietro io volevo gridare ma il cazzo di Pietro fremendo venne riempendomi la gola de caldo sperma che ingoiai . Devo essere caduto in stato di incoscienza sentivo solo una alternanza dei cazzi di Pietro , Antonio ed Andrea che entravano ed uscivano dalla bocca e dal culo mentre ormai come un automa in estasi automaticamente succhiavo ed ingoiavo lo sperma che abbondantemente si riversava a spruzzi in gola e nell’intestino . Ad ogni modo mi piaceva un sacco essere inculato mentre sbocchinavo e mi eccitava ancora di più quello che mi dicevano “prendi troia, ti piace sentirti 20 cm nel culo , Succhia vacca che devi ingoiarlo tutto,” Sei una grande troia puliscimi per bene l’uccello pino degli umori del tuo intestino”. Penso di essere svenuto perché quando ripresi conoscenza vi era solo Andrea che mi chiese come stavo “ bene gli dissi ho il culo in fiamme l’intestino pieno di sperma ma non posso dire che non mi sia piaciuto” “fatti una doccia che poi ti porto a casa , mi disse Andrea sei stata una grande impareggiabile vacca hai un culo stupendo sembra che abbia da sempre preso cazzi, stasera hai avuto in tuo battesimo ora sei una troia sul serio e pronta a tutte le imprese” Sei un gran porco spero solo che la cosa rimanga circoscritta tra noi gli dissi salutandolo “non ti preoccupare rimarrà tra noi quattro, saremo come i quattro moschettieri ( uno per tutti “ il tuo culo e la tua bocca”) tutti” i nostri cazzi” per uno, te “disse con una battuta . Purtroppo poco dopo dovetti constatare che non mantenne la promessa che mi fece. 4° EPISODIO Andrea mi chiamo dopo pochi giorni chiedendomi di uscire con i soliti amici ,accettai . Andammo nel solito locale ,cena normalissima solo che ebbi l’impressione che fossero più gentili e solleciti del solito, appena avevo il bicchiere vuoto si affrettavano a riempirlo .Dopo cena al solto si andava da Andrea ci spogliammo e poi io al centro iniziavo a sbocchinarli e poi a turno mi inculavano.. Ma quella sera li avevo già sbocchinat i per bene ed avevano tutti i cazzi eretti Andrea disse “ho una sorpresa per te e dalla stanza accanto fece apparire un pouf “ è anatomicamente predisposto mi disse tu ti distendi a pancia sotto e come vedi il fondoschiena occupa la parte più alta con le gambe fuori e divaricate in modo che lo sfintere è al livello del cazzo di chi ti sta dietro così ti incula stando più comodo e te lo fa entrare più in profondità “ e mentre lo diceva Pietro aveva già iniziato ad incularmi, già eccitato per lo stantuffamento di Pietro non sospettai niente ed anzi ringraziando Andrea con Pietro che mi seguiva col cazzo sempre dentro mi accomodai sul pouf a pancia sotto “è veramente comodo” dissi. Ma le sorprese non erano finite dall’altro lato ,quello più basso del pouf vi erano due cinghie , Andrea con noncuranza mi disse “come nei film americani ,con le mani legate ti piacerà di più” e mentre lo diceva mi lego i polsi con le cinghie mentre io non gli badavo nemmeno mi stavo gustando il cazzo di Pietro che in ottima forma mi stantuffava con una veemenza mai vista tanto che mi sborrò dentro in pochi minuti. Tutti e tre inaugurarono il pouf, inculandomi con vigore e debbo dire che stavo veramente più comodo e li sentivo entrare più a fondo. Dopo essersi riposati ,”tanto tu sei già comodo “ mi dissero lasciandomi legato levati dal cassetto i famosi accessori prepararono come sempre il mio sfintere alla doppia penetrazione. Quando fu allargato per bene e ben lubrificato Antonio e Pietro appaiati mi inchiappettarono e mentre mi gustavo i due cazzi Andrea mi venne davanti e disse “cosa né dici se ti bendo e giochiamo al bocchino cieco e mi bendò gli occhi premurandosi di mettermi il suo cazzo in bocca, “è proprio la serata delle novità pensai “ . ed iniziai a pompare il cazzo di Andrea perché rimanesse duro e pronto a sostituire il primo fra Pietro ed Antonio che mi fosse venuto dentro. Dopo un po’ Riconobbi il vibrare del cazzo di Antonio che si stava svuotando e non feci in tempo a pensare ora sarà Andrea che farà l’accoppiata con Pietro ,ma in quel momento Andrea mi esplose in gola “cazzo pensai lo succhiato troppo bene, mi sa che perdo una scopata doppia. Infatti Antonio ed Andrea uscirono uno dallo sfintere ed uno dalla bocca ma rimasi basito, un cazzo a me sconosciuto aveva preso il posto di Antonio ed un altro sconosciuto mi si improntò in gola “ sorpresa” esclamo Andrea e levandomi la benda dagli occhi mi fece vedere una decina di colleghi che in semicerchio tutti denudati con il cazzo che se lo menavano aspettavano il loro turno per scoparmi “Ma cazzo Andrea cosa mi combini…" avrei voluto continuare ma quello che mi aveva messo il cazzo in gola reclamo il suo bocchino e prendendomi per la testa mi sprofondo il cazzo in gola “pompa troia”: Sentii il commento di Andrea “ dicevi ancora ancora , ora vediamo se ti bastano”. La doppia penetrazione duro parecchio io contai dodici cazzi che a turno appaiati mi scoparono tutti svotandosi più volte lo sperma nell’intestino era così abbondante che quando un cazzo entrava usciva dallo sfintere lo sperma a rigagnoli . Ad certo punto non ce la feci più lo sfintere era in fiamme e tutto slabbrato dilatato al massimo e l’intestino era pieno all’inverosimile di sperma gridai “basta per favore ho i reni ed il culo a pezzi basta.. basta” , Andrea si avvicino e mi disse “hai visto che sono riuscito a farti dire basta, ma devi fare un ultimo sforzo ,ha diritto di venire anche Omar al che gridai “no per favore non farmi questo Omar no” Omar era un marocchino che aveva un uccello così grosso e grande che anche le puttane ed i travestiti lo rifiutavano così che lui era costretto a farsi solo seghe. Andrea mentre mi riempiva lo sfintere di Luan Disse “ non fare lo scontroso ,facciamolo sfogare e vedrai che ti piacerà" , intanto Omar già si era posizionato ed improntandomi il cazzo entro solo con pochi cm dentro che già occupavano tutto il diametro dello sfintere poi appoggiando le sue mani da dietro sulle mie spalle e tirandomi a se inizio ad entrare molto lentamente ma in maniera continua io mi misi a gridare “per pietà fermatelo mi sta sfondando" lo sentivo già a livello dell’ombelico e stava stirando anche tutte le pieghe dell’intestino sentivo questo palo che entrava allargando anche le viscere mentre dai 12 cm di diametro si arrivo ai sedici mi sentii veramente impalato non avevo meno di 40 cm di cazzo dentro con uno spessore così grosso , ma Omar continuava imperterrito a far avanzare il cazzo nero enorme ,mentre tutto intorno vi erano tutti gli altri che eccitati dalla scena si masturbavano come ossessi . Quando era tutto dentro Omar si fermo un attimo per dare il tempo all’intestino di adattarsi ,poi lentamente come era entrato inizio a ritrarsi quando era quasi tutto fuoriuscito si fermo e poi riprese sempre molto lentamente dopo aver irrorato tutto il palo con dell’altro luan ad avanzare , ad ogni avanzata io sentivo meno male e sempre più sollievo ,finche l’intestino si abituo all’anaconda dentro fino in fondo alle viscere, e quando Omar lo capì inizio ad accelerare il suo stantuffare ed io passai dal dolore al piacere sentivo il suo cazzo che entrando modellava a sua immagine tutto l’intestino ,mi sentivo pieno da scoppiare e mi pareva di sentirlo quasi in gola Quando Omar si svuoto con fremiti di cazzo che mi facevano vibrare tutto l’intestino mi ritrovai a gridare” è stata l’inculata più bella della mia vita ;Omar ti prego inculami ancora sfondami ancora tutta sono e sarò sempre la tua troia vieni ad incularmi tutte le volte che vuoi" . Quando se ne andarono ,in bagno mi svuotai dallo sperma che avevo in corpo mi feci una doccia ed andai a letto ero tutto un dolore mi facevano male i reni la schiena ed avevo lo sfintere in fiamme e tutto aperto , mi addormentai e tutta la notte sognai il cazzo di Omar. 5° EPISODIO Dopo quello che era successo non mi era più possibile rimanere in fabbrica . Tutti ormai mi indicavano al passaggio chiamandomi “ Frocio…Tria da caserma…Rotto in culo.. ecc.. “ Chiesi il trasferimento in una filiale della stessa fabbrica ma in un'altra città dove nessuno mi conosceva. Ma anche cambiando città la “cazzo dipendenza” era rimasta ma non volevo più coinvolgere i nuovi colleghi di lavoro avevo imparato che la discrezione è molto rara ,praticamente inesistente. Ma la libido era sempre più crescente e l’introduzione dei dildi dai medi ai grandi non mi bastavano mi mancava il caldo fremente cazzo che lo sentivi allungarsi ed ingrossare mentre lo pompavi per poi svuotarsi con schizzi profondi di calda crema che ti arrivava in in gola ,si mi mancavano i miei ingoi di sperma calda che aspiravo dal cazzo caldo , turgido e vibrante mentre si liberava e mi mancava enormemente quel sapore acre che senti mentre lo sperma ti scende in gola schizzando.. Non resistendo più dalla voglia iniziai a fare annunci sui siti erotici ma per la maggior parte chi rispondeva erano solo parolai indecisi e quasi sempre non si concludeva nulla. Allora decisi di iniziai a frequentare le saune ,avevo sentito in giro che li succedeva di tutto e trovavi di tutto. Ma sicuramente non potevi certo fare lunghi preliminari , ed a me l’improvvisazione, dopo l’esperienza fatta non mi andava a genio, magari trovavi un ossesso che ti inchiappettava senza alcuna preparazione e magari a freddo con il rischio di rovinarti e mettere fuori uso per sempre lo strumento del mio piacere il culetto infatti io vivevo per vederlo in azione ossia per prendere più cazzi possibili, ma volevo anche continuare a prenderli il più lungo possibile e quindi dovevo salvaguardare il mio gioiello a tutti i costi. Guardando nella pubblicità erotica vidi che venivano pubblicizzate delle mutandine con inserito all’interno un fallo per l’introduzione anale ,mettendoti la mutandina ti introducevi il fallo nello sfintere e d all’esterno nessuno si sarebbe accorto di nulla. . Pensai dopo i clisteri mi preparo per bene spalmando con le dita all’interno del luan e poi mi metto la mutandina inserendo dentro il fallo ,mi vesto e vado in sauna e se” trovo” mi basterà levare la mutandina con incorporato il relativo fallo di gomma e lo sfintere si troverà aperto e, lubrificato già pronto agli eventuali assalti. E così feci. Un sabato sera andai in una sauna “chiaccherata” presi una gabina mi spogliai tenendo la mutandina , la nascosi icoprendola con l’asciugamano dato in dotazione a chi entrava e mi inoltrai per le varie stanze e corridoi. L’umidità e la nebbiolina faceva intravedere più che vedere vi era chi si masturbava a vicenda ,un vecchio stava facendo un bocchino ad un negro ,ecc. ma era un ambiente brutto squallido e mi sentii a disagio trovai una stanza vuota e mi allungai su una panca ad angolo accostata al muro della stanza, dopo circa un 10 minuti entro un uomo robusto, molto alto ma proporzionato e da quello che vedevo sembrava sconsolato “ciao” mi disse passando subito al tu “ciao ma cosa hai fatto hai una faccia” osai chiedergli “ “ sei mesi fa è morta mia moglie…” mi disse “mi dispiace ” “ Figurati non riesco a consolarmi era una gran donna ,mi voleva bene e solo lei riusciva a soddisfarmi” “e come mai “ gli chiesi ,” per questo” disse e levandosi l’asciugamano indico il cazzo” non vedo niente di strano “replicai ”anzi hai una bestia notevole ,chissa com’è quando è in tiro” “è proprio per questo quando è duro arriva ai 35 cm di lunghezza e 9cm di spessore nessuno lo vuole anche pagando a peso d’oro, sollo Irene riusciva a prenderlo tutto dentro in figa e nel culo ed io ero abituato a far sesso tutti i giorni” “strano “ mi sfuggi “ ne ho visti e presi di più grossi” non replico più, stette in silenzio guardandomi fisso ed alla fine disse “Mi stai prendendomi per il culo” ormai avevo inavvertitamente scoperto le mie carte e gli risposi “ti assicuro di no , vorrei tanto che qualcuno prendesse me per il culo”.” Stai dicendo veramente sul serio” il suo umore era cambiato era eccitato e quasi tremava” posso invitarti a casa mia a prendere un caffe” “perché no “risposi e pensai che una inculata con un cazzo così non capitava spesso ed io ero da un po’ in astinenza. Gino mi aspetto fuori dalla sauna che mi rivestissi, poi salimmo in macchina e in pochi minuti raggiungemmo il suo appartamento. Non facemmo quasi in tempo ad entrare che inizio a spogliarsi era così agitato che ebbi paura che gli prendesse un infarto. “Calmati per favore” “ ma tu non ti spogli dai sono sei mesi che me lo meno ho voglia di scopare, inculare qualcuno ,hai detto che ne hai presi di più grossi non è che hai bleffato e adesso ti tiri indietro?” “ No Gino è tutto vero ma se non ti calmi me ne vado fatti una bella doccia a me piace la pulizia, così mi preparo per bene” Appena Gino fu in doccia mi spogliai e mi levai la mutandina con il fallo. Lo sfintere era ancora ben lubrificato , il problema era il diametro del cazzo di Gino non avendo i dildi che usavo gradualmente e con cui arrivavo ad introdurre dildi di 12 cm di diametro” era problematico passare dallo spessore del fallo di gomma della mutandina di circa 4/5 cm di diametro arrivare subito a dover fare entrare un cazzo di diametro di 9 cm per 35 non era facile nemmeno per un rotto in culo come me ,il problema era riuscire improntandolo per bene nello sfintere e farlo entrare tutto e contestualmente controllare che Gino fuori di testa non “gli” facesse del “male”. Gino usci dal bagno con il cazzo già violaceo e duro e nonostante avessi preso il cazzo di Omar molto più grosso ebbi paura Gino mi urlo “Dai mettiti alla cavallina che t’inculo, non c’è la faccio più” e cerco di mettermi pancia sotto “No Gino ,sei troppo eccitato mi faresti solo del male ,facciamo invece a modo mio, distenditi sul letto a pancia in alto” Lui obbedì io gli andai sopra a cavalcioni gli presi il cazzo in mano ,era bollente e pulsava a più non posso e dicendogli “per favore non ti muovere faccio tutto io” improntai la punta del suo cazzo, al centro dello sfintere e feci entrare, la punta era bollente, per due o tre cm, poi piano piano iniziai a scendere molto lentamente sul cazzo, riuscii ad entrare per altri tre cm poi il mio sfintere smise di collaborare non voleva più allargarsi nonostante spingessi in fuori come andar di corpo non vi era verso di farlo entrare dentro di più. Non volevo dargliela vinta già pregustavo la cavalcata del cazzo tutto dentro ed in profondità nel mio culo, e poi GINO era ormai partito ,il cazzo gli stava scoppiando sicuramente avrebbe cercato di violentarmi se gli avessi detto che non si faceva più niente e visto la stazza sicuramente sarebbe finita male. Ed ecco mi venne un idea dissi a Gino “ mettimi le mani nei fianchi e tienimi fermo ,appena lo fece io alzai gambe e braccia e non avendo più appoggio il peso stesso del mio corpo fece si che il cazzo entro finalmente nello sfintere con tutti i 35 cm fino in fondo emisi un grido di dolore lo sfintere era aperto e dilatato oltre ogni limite “Per pietà Gino non ti muovere” mi sentivo impalato dal culo alla gola, di fatto ero seduto sul bacino di Gino ed avevo dentro un cazzo enorme di 35 cm di lunghezza e 9 cm di diametro ed il cazzo era entrato tutto fino ai coglioni, dopo un po iniziai a scuotere le natiche ed i glutei in modo rotatorio per far adattare il cazzo alle viscere e creargli dello spazio poi lentamente ripuntai i piedi e mi alzai piano piano fino a farlo quasi uscire ,poi ridiscesi e feci così fino a che era diventato sopportabile sentirlo andare avanti ed indietro, Gino a questo punto esplose mi sollevo di peso sempre col cazzo dentro mi distese sulla schiena accompagnandomi poi inizio una inculata storica, inizio adagio poi più stantuffava più il culo si allargava facendolo entrare sempre più in profondità “piano Gino Piano se no mi sfondi “gli dicevo “Sei grande mi rispondeva sei una grande troia non ho mai visto un buco del culo così capiente che fortuna averti incontrata Sei la mia Troia , una vacca la mia vacca chi ti lascia più ed aumentava sempre di più il ritmo dopo un 20 minuti buoni lo sentii ingrossare pulsare e fremere e mi riempi di sperma schizzando così forte e così a fondo che mi sembro di sentire il sapore dello sperma in gola. Tutto soddisfatto Gino mi disse “Erano mesi che aspettavo un momento simile ero stanco di farmi delle seghe, per cortesia fermati da me stanotte” .Sono un debole quando qualcuno mi mette un cazzo nel culo io non riesco a digli di no “va bene” gli dissi . Mi ero scordato che Gino aveva da recuperare sei mesi . Fu una notte impossibile ogni ora mi inculava per una ventina di minuti ed era molto piacevole se eri disteso nel letto a pancia sotto ti venia sopra da dietro “dormi” mi chiedeva ma non stava nemmeno ad aspettare la risposta improntava la cappella ben lubrificata nello sfintere entrava delicatamente poi toccato letteralmente in fondo iniziava a stantuffare . Per le prime ore mi piaceva un sacco ,molte volte facevo finta di dormire mi piaceva il sentirmi quasi violentato ed il suo timore mentre me lo metteva dentro che mi svegliassi e che gli dicessi di smetterla e molte volte venni anch’io con vibrazioni violente dello sfintere anale contestualmente allo schizzare di sperma dal mio cazzo L’ unico inconveniente era che dopo che si era svuotato dentro il culo ogni volta dovevo andare in bagno ad espellere lo sperma che abbondantemente mi riversava ogni volta nell’intestino. Se mi appisolavo sul serio magari a pancia in alto era senza pietà mi metteva a pancia sotto mi introduceva l’uccello e con dolci parole come “ godi mia troia , ti inculo fino all’alba gran vacca, sei una grande troia, rotta in culo solo tu riesci a prenderlo tutto dentro ed a sborrare dal piacere” iniziava a stantuffare e non la finiva fino all’ennesimo svuotamento al che lo ritraeva e tutto contento si faceva una mezz’ora di dormi veglia, ma l’inculata successiva avveniva dopo un oretta esatta era come una sveglia ad ogni ora minuto più minuto meno mi inchiappettava ho perso il conto degli assalti il culo nonostante il Luan abbondante cominciava a dolermi e mi bruciava, erano circa le quattro quando presi la mia decisione ,solo per sopravvivenza. ,mentre era in bagno presi i vestiti e scappai letteralmente via finii di rivestirmi alla meglio sull’ascensore . Prima di uscire dal suo appartamento però gli lasciai il mio numero di telefono . Avevo avuto un cazzo stupendo nel culo tutta la notte, non volevo rischiare di non prenderlo più. 6° EPISODIO Mi chiamo il caporeparto e mi chiese se volevo guadagnarmi qualche soldino extra. Si doveva andare in trasferta a 300 Km di distanza a controllare degli impianti . Avevano previsto che il lavoro sarebbe durato all’incirca 15 giorni per 4 persone. Accettai .L’indomani Io ,Giacomo, Luigi, e Bruno prendemmo il treno già prenotato dalla Azienda ed andammo a controllare gli impianti a Reggio. Arrivati portammo le valigie nell’albergo prenotato, due camere doppie, dalla Azienda ed andammo a lavorare . Tornati stanchi ed accaldati ,era estate e vi erano 33 gradi andammo in camera Io e giacomo in una stanza ,Luigi e Bruno nell’altra. Fatta la doccia ,Giacomo si vesti ed andò in paese a fare un giro ,Io invece completamente nudo ; faceva troppo caldo ,me ne andai a letto e mi addormentai subito. Verso le 3 circa tornò Giacomo brillo ,io stavo dormento nudo sopra il letto in fianco girato verso la finestra e davo di spalle alla porta della camera ero in dormi veglia quando sentii Giacomo rientrare ,poi pensai di stare sognando , una lingua stava leccandomi lo sfintere ,mi eccitai ma non diedi alcun segno di vita dopo un po’ un uccello si appoggio nel mio sfintere e piano piano entro ed inizio ad incularmi era molto gradevole ma feci finta di dormire e rimasi immobile mentre Giacomo stantuffò per una decina di minuti e poi venne inondandomi. Soddisfatto si spoglio mentre sbirciava se dormivo sul serio , qualche dubbio gli era venuto vedendo che avevo sborrato anch’io, andò a letto addormentandosi subito. Alla mattina dopo mentre facevamo colazione Giacomo non resistette e mi disse “ieri sera facevi finta vero di dormire?”" perché avrei dovuto fare finta, mi era venuto un tremendo mal di testa e per dormire ho preso due pasticche di sonniferò, perché cosa è successo” “ niente, niente “ mi rispose Giacomo. Nei 15 giorni che restammo via Giacomo una notte si ed una notte no mi inchiappettava e a volte veniva anche due volte, ma sempre con il solito gioco , anzi per incentivarlo ad incularmi per bene con possenti colpi di reni, quando stava per uscire per il solito giro l’avvisavo” ho un terribile mal di testa prendo un sonnifero e vado subito a letto” al che gli brillavano subito gli occhi capendo che aveva via libera, al rientro della passeggiata avrebbe potuto sfogarsi come voleva ,io avrei “dormito” in ogni caso. Il gioco durò per tutto il tempo che restammo in trasferta solo l’ultima notte che restammo successe qualcosa di nuovo . A notte fonda al rientro di Giacomo , io l’aspettavo impaziente sempre in fianco , nudo e con il culo verso la porta, lui come ormai prassi consolidata mi lubrifico questa volta con della vasellina lo sfintere e poi mi inculo per bene , poi sentii il suo cazzo pulsare, fremere e schizzare nel mio profondo tutto lo sperma, poi lo sentii affievolìrsi ed uscire, ma subito dopo un uccello addirittura più grosso e lungo si fece spazio tra le natiche ed entrandomi dentro inizio a stantuffare come un ossesso “che cazzo…”dissi girando la testa “ hai detto bene mi rispose Giacomo è il cazzo di Luigi , penso che anche loro abbiano diritto di sfogarsi essendo in astinenza da 15 giorni “e mentre Luigi mi inchiappettava mi accorsi che nella stanza vi era anche bruno che in attesa si stava menando l’uccello, fu una nottata intensa soprattutto Luigi e Bruno recuperarono parecchi arretrati al mattino avevo il culo in fiamme ma tutti eravamo paghi e soddisfatti. “Ragazzi mi raccomando rimanga tra di noi” dissi “non ti preoccupare nessuno saprà nulla”. Non ho prove per dubitare della loro promessa e sicuramente sarà una coincidenza, ma alcuni giorni dopo mi ha chiamato il caporeparto e mi ha chiesto come mai tutti sono andati nel suo ufficio a prenotarsi che per la prossima trasferta, vogliono tutti essere appaiati al sottoscritto. 7° EPISODIO La mia vita trascorreva tranquilla nella nuova città e nella nuova fabbrica ero stimato ed “onorato” da tutti i colleghi . Tanto che il caporeparto aveva stabilito un nuovo premio di incentivazione, Una volta al mese i tre operai più produttivi nel mese li mandava in trasferta per 15 giorni insieme a me. In sei mesi la produzione era cresciuta del 30% e visto i premi in danaro che venivano elargiti al caporeparto per il risultato ottenuto ero diventato il suo preferito e mi aveva promosso caposquadra ed aumentato lo stipendio con la raccomandazione di non affaticarmi troppo. In capo ad un anno ero diventato “intimo” di quasi tutti e tutti lodavano le mie doti non proprio lavorative. Ma ad un certo punto il caporeparto mi chiamo in ufficio e chiese anche a me un aumento di produzione “E’ tutta colpa tua sei una troia troppo brava” mi disse “ dopo che i ragazzi sono stati in” trasferta con te “ non vedono l’ora di ritornarci e tre al mese sono troppo pochi per rifare il giro in un lasso di tempo ragionevole pensavo di mandarne in trasferta assieme a te almeno una decina per una sola settimana al mese, cosa ne dici” Io pensavo a 10 cazzi per notte non avrei dormito un secondo e sarei tornata distrutta,” No mi dispiace non posso non li reggerei..” “ dai non sminuirti rispose, sei la più grande rotta in culo di tutti i tempi, e poi pensa alla fabbrica per reggere la concorrenza abbiamo bisogno di aumentare perlomeno di un altro 30%” “Mi dispiace ma non posso accettare” gli risposi “E’ vero a me piace da matti essere inculato ma voglio godere e partecipare in ogni momento della inculata , e con 10 cazzi sempre pronti non potrei partecipare attivamente , a me piace stringere lo sfintere ad ogni avanzata di cazzo dentro il culo così da dargli l’impressione che anche lo sfintere lo stia sbocchinando, ecc . La vera inculata è un arte e non una ripetizione meccanica di uno stantuffamento in un buco” . Lui divenne paonazzo per il mio rifiuto(aveva già dato per scontato ai padroni l’aumento di produttività) “ bocchinara dei miei stivali , rotto in culo , troia , vacca da bordello, sei licenziata” “Cornuto” gli gridai e me ne andai a prendere le mie cose Il caporeparto era l’unico a non sapere che le troie della fabbrica erano due il sottoscritto e sua moglie che i colleghi se la facevano a rotazione al mattino quando il turno di notte smontava dalla fabbrica ed andava a montare la moglie del caporeparto appena lui arrivava in fabbrica. Presa la mia roba non feci in tempo ad arrivare ai cancelli della fabbrica che inizio l’ululato della sirena e la fabbrica si fermo in sciopero, la voce del mio licenziamento si era sparsa in un baleno. Il giorno dopo nell’ imbrunire suono il campanello dell’appartamento ,andai ad aprire e con mia meraviglia vi era tutta la RSU (8 delegati eletti dai lavoratori) ed il caporeparto , il quale si scuso ,non sapeva che cosa gli fosse preso e mi prego di tornare in fabbrica con un considerevole aumento di stipendio “e per la trasferta” chiesi “ alle tue condizioni, vedi solo se posso aggiungere altri operai meritevoli,” mi disse l’ipocrita “ anche la RSU è d’accordo” e sentii che i colleghi in coro dicevano “dai sei bravissimo ,ne’ va della salvaguardia della fabbrica fai un piccolo sforzo ,cosa ne’ dici di cinque, non ti sembra ragionevole” No pensai non è affatto ragionevole ,la troia che era in me aveva fatto un rapido calcolo per la doppia penetrazione occorre un numero pari e dissi” Va bene se è per la fabbrica mi sacrifico ,ed anzi non cinque ma sei colleghi mi accompagneranno ogni mese in trasferta ,però breve solo una settimana” al che con grida d gioia i colleghi sturrarono del vino buono e brindammo e poi brilli vollero omaggiarmi e spogliandomi mi trattarono dalla troia che sono e fino a tarda notte fu tutto una doppia penetrazione e uno sbocchinamento con grande piacere mio e del mio sfintere. Vi fu però un inconveniente alcuni colleghi più ubriachi del solito presi dall’euforia che la fabbrica era salva e stanchi di menarsi l'uccello ormai duro nell'attesa del loro turno ad incularmi pensarono di “festeggiare “ il caporeparto e se lo incullarono nonostante le sue urla di protesta “ Quante storie che fai per un solo cazzo in culo guarda lui come è bravo che ne prende due assieme , vedrai che l'inculata dopo ti piacerà , non ti ha detto niente quella troia di tua moglie che in una mattina si fa un intera squadra a due per volta in culo ed uno in bocca” Però in fondo è una troia seria" culo e bocca fino a sfinirvi ma la figa no, la figa non la do a nessuno quella è solo di mio marito" dice sempre quella troia quando qualcuno oltre ai due cazzi in culo cerca di metterne uno anche nella figa del puttanone . 8° EPISODIO La mia vita trascorreva tranquilla da quando ero stato l’artefice del non fallimento della fabbrica ero l’eroe della fabbrica e questo si ripercuoteva negativamente nelle trasferte i colleghi rozzi e robusti operai di vecchio stampo che ti inculavano per bene e a fondo in maniera brusca e diretta trattandoti dalla troia che eri e che ci tenevi” Cosa ne dici brutta vacca, lo senti rotto in culo che ti sto riempendoti di sperma, beccati questo clistere troia , lo senti che ti abbiamo aperto tutto il culo , ti piace prenderne due per volta e vacca” .il loro trattamento rude da maschi si era attenuato mi inculavano come prima ,ma in maniera delicata “non è che ti faccio troppo male? Va bene così, ecc “ ed io avevo un bel dire “ dai sfondami tutta, ancora… “ ma non avevo più il trattamento che mi ero guadagnato sul campo da troia infoiata ora si me lo mettevano ancora dentro ma con rispetto. Ne ebbi abbastanza chiesi 15 giorni di ferie e decisi che per non perdere la stima di me stessa dovevo fare una crociera con due vecchi amici un po’ rudi, grezzi ma veri maschi che quando dicevano di spaccarti il culo te lo spaccavano davvero senza storie Gino e Omar Tutti e due accettarono con entusiasmo , anzi Omar disse “posso portare anche mio cugino è un po’ depresso” “perché no” risposi e ci demmo appuntamento al molo tre giorni dopo alle 9 per salire sulla nave che avrebbe fatto il giro del Mediterraneo. Arrivammo tutti puntuali . Omar mi presento il cugino era un 25 enne alto quasi 2 metri spalle larghe ,vita stretta un figo come si dice. Mentre Said parlava con Gino , Omar mi sussurro “ quando lo vedi non ridere “ “ quando vedo cosa?” gli chiesi, Omar disse qualcosa che non capii perché la sirena della nave comincio a suonare. Salimmo a bordo ed occupammo le gabine assegnatoci in una io e Sail il cugino, nell’altra Omar e Gino. Faceva un caldo boia mentre la nave usciva dal porto “,Said io mi faccio una doccia” Said sembrava un po a disagio ma mi disse che poi l’avrebbe fatta pure lui Mentre entravo in doccia vidi che sistemava le sue cose. Uscii dalla doccia rimesso a nuovo e mi distesi sul letto senza niente adosso , mentre Said era in doccia pensavo alle parole di Omar di che cosa dovevo non ridere, Said usci dalla doccia nudo ma con gli slip addosso “Said non ti danno fastidio gli slip perché non li togli siamo fra uomini” Si fa per dire pensai tra me. Said imbarazzato mi chiese se Omar non mi avesse detto niente “che sei un po depresso” gli risposi “ ma non ti ha detto il perché” “ no Said ma per essere depresso molte volte non vi è un perché “ gli risposi “ ed invece c’è “ e così dicendo si levo gli slip . Aveva un cazzo notevole un 35 cm l’anomalia era nello spessore In punta era si e no 2 cm per ingrossarsi mano a mano fino ad arrivare a un diametro di 8cm alla base “ vedi tutte le ragazze appena lo vedono si cacciano a ridere e rifiutano ogni rapporto anche orale” Disse Said tutto sconsolato “ perché sono delle sciocche e sprovvedute non sai quante cose si possono fare con un cazzo così “ mi alzai ed andai vicino a Said che si era corricato e abbassandomi con la testa iniziai a leccargli il cazzo prendendo in bocca sola la punta e lavorandola di lingua continuai a lavorare solo di bocca e lingua mentre il cazzo giovane come era in pochi secondi divento duro come il marmo ed inizio a pulsare . Almeno il cazzo di Said mi entrava in bocca per una decina di cm mentre sbocchinare Gino o Omar mi era impossibile dati che già la cappella era enorme. Said sborro in pochi minuti ma non avevo fatto in tempo a ritrarmi con la bocca che era già duro di nuovo ed io ripresi a fargli un nuovo bocchino, un cazzo giovane di carne fresca turgida vibrante non capita tutti i giorni, ed io , anche per calmare la sua eccitazione né approfittai , solo dopo il terzo bocchino e dopo aver provato a mettermelo nel culo, cosa che rifiutai e glielo promisi per la sera, si calmo, ormai gli avevo svuotato completamente i coglioni e con un aria contenta si addormentò. Dopo pranzo il pomeriggio lo passammo in piscina o visitando i negozi “Cosa si fa stasera dopocena disse Omar” con un fare malizioso guardandomi “si potrebbe fare una partita a scopa nella nostra cabina “ dissi io altrettanto maliziosamente. Verso le 20.30 finimmo di pranzare e ci demmo appuntamento verso le 22,oo nella mia cabina . Mi era venuta un idea le altre volte per poter affrontare i diametri dei cazzi di Gino e OMAR dovevo fare tutta una preparazione con tutta una serie di dildi per arrivare gradualmente ad abituare lo sfintere alla apertura necessaria dei9cm di spessore del cazzo di GINO e di quello di OMAR ancora più grosso. Avrei approfittato della conformazione anatomica del cazzo di Said. Said era brillo e appena in gabina mi saltò addosso ma riuscii a convincerlo a fare una doccia assieme e mentre l’acqua scrosciava dovetti fargli un altro bocchino per tenerlo un po’ calmo ,ma quanto sperma aveva nei coglioni non finiva più di spruzzarmi in gola , uscimmo dalla doccia ci asciugammo e mi feci promettere che se voleva incularmi doveva fare a modo mio senza colpi di testa lo feci distendere a pancia il alto e mentre gli succhiavo il cazzo per l’ennesima volta mi lubrificai per bene lo sfintere ,poi mi misi a cavalcioni su Said e prendendogli il cazzo già in tiro me lo portai allo sfintere e lo introdussi di pochi cm ed iniziai la discesa sul cazzo di 35 cm per i primi 10 cm fu una passeggiata poi iniziai a spingere tutto in fuori lo sfintere e piano piano entro lo spessore del 5,del sei, del 7 e del 8cm appena tutto in fondo iniziai a ruotare il bacino dovevo fare spazio all’uccello nell’intestino. Said fu bravo solo quando gli dissi ”dai ora piano piano inizia ad andare avanti ed indietro” inizio a stantuffarmi dentro sentivo inizialmente un po’ di dolore quando arrivava ad impalarmi fino in fondo ma dopo pochi minuti eravamo entrambi eccitati al massimo al che dissi a Said “ora puoi incularmi con tutta la foga che riesci fammi sentire come mi sfondi” “ Si Troia da casino ti arrivo fino il gola" ed inizio a dare colpi di reni come un’ ossesso venendo dopo pochi minuti con il cazzo che vibrava tanto che lo sentivo sbattere contro le pareti dell’intestino, dopo essersi svuotato non si ritrasse ma rimanendo col cazzo dentro eravamo entrambi sul fianco allungo una mano e inizio a menarmi l’uccello era bravo chissà quante seghe aveva fatto io eccitato dal cazzo in culo e dalla sua mano sborrai vibrando di culo e di cazzo , al che questo fece risorgere il cazzo di Said che essendo già dentro riprese tutto il suo spazio in profondità “Vacca ti è piaciuto la sega col cazzo dentro il culo eh.. ora beccati questa nuova stantuffata ed inizio a darmi colpi di reni così forti che lo sfintere si traumatizzava ogni volta che arrivando tutto dentro sbatteva contri i suoi coglioni, mentre ero intento a subire il terzo assalto sentimmo bussare alla porta, non c’è ne eravamo accorti ma erano già le 22,00. Entrate dicemmo entrambi , GINO e OMAR sgranarono gli occhi alla scena che si presentò una volta entrati tutti e due distesi di fianco SAID da dietro che continuava an incularmi mentre io davanti per agevolarlo avevo una gamba alzata. “ Non si fa così dovevate aspettarci “ dissero entrambi mentre si spogliavano già col cazzo duro . SAID venne ancora una volta al che accorse Omar prima ancora che avesse ritirato l’uccello. “ No Omar “ dissi “rispettiamo le proporzioni, prima Gino, se mi inculi tu avendolo più grosso non riesco a sentire il cazzo di Gino dopo” . Omar a malincuore si ritrasse ,mentre Gino tutto contento mi piantò il suo cazzo di 35X9 cm tutto dentro ed inizio a stantuffarmi dentro. La cura di SAID aveva funzionato ,ricevevo tutto in fondo il cazzo di Gino senza nessuna fatica nonostante che ogni volta entrava sempre di più grazie allo sfintere ormai dilatato. Mi stavo gustando l’inculata stringendo ed allargando lo sfintere per dare più piacere al cazzo di Gino , quando ancora una volta mi ritrovai il cazzo di SAID che premeva verso la mia bocca al che fui costretto a farlo entrare ed iniziai a lavorarlo di bocca e lingua mentre GINO da vero maestro mi inculava, Vennero insieme SAID in bocca e GINO mi innondò le viscere e mentre Gino si ritraeva OMAR sbuffando “ era ora non né potevo più mi impalo con i suoi 40X16cm e inizio a scoparmi senza riguardo “Omar piano mi sfondi” “ mi hai fatto aspettare ti apro a metà brutta vacca, devi metterti a supplicare che smetta troia da caserma” . E mantenne la parola quando smise avevo i reni che mi dolevano ed il culo in fiamme , Mi misi un ‘abbondante dose di LUAN e pensavo fosse finita ma ecco che GINO mi inchiappetto di nuovo con grane soddisfazione sua , per niente mia perché dopo l’inculata di OMAR non sentii nemmeno il cazzo di Gino che mi stantuffava dentro. Gino venuto per la seconda volta “ per stasera mi accontento “ e così dicendo se né andò a dormire. Io sfinito andai in bagno mentre Omar e SAID facevano due chiacchere. Feci una bella doccia e mi curai le “ferite” lo sfintere era tutto slabbrato ed aperto e mi ci volle molto Luan e una speciale crema astringente per farlo tornare quasi normale Più che uno sfintere sembrava una figa slabbrata ma niente paura domattina sarà come nuovo, quando uscii dal bagno OMAR era ancora li “chiacchere tra parenti” pensai e mi buttai sul letto nudo e a pancia sotto . Omar mi si avvicino sedette sulla sponda ed inizio ad accarezzarmi i glutei “ tutto bene?” mi chiese sempre continuando ad accarezzarmi i glutei e lo sfintere “tutto bene sono un po’ stanco ma domattina sarò come nuovo” gli risposi ,ma nel frattempo lui inizio ad ungermi di nuovo dentro e fuori lo sfintere mentre anche SAID mi si era avvicinato e mentre uno mi spalmava ,con le dita ,della vasellina dentro e fuori lo sfintere l’altro continuava ad accarezzarmi i glutei dandomi delle leggere pacche ogni tanto.” Ma che cazzo succede lasciatemi stare sono stanco abbiamo 15 giorni di crociera. “ “ Sai, io e SAID siamo come una famiglia e volevamo festeggiarti assieme” ma se abbiamo scopato fino a poco fa “dissi “ “Non hai capito vogliamo incullarti insieme , tu sei una vacca portentosa , puoi fare tutto cosa né dici se proviamo a superare ogni record ? “ E mentre Omar mi parlava già SAID mi era entrato dentro e teneva spinto tutto il cazzo fino in fondo “ Siete matti nemmeno un cavallo reggerebbe i vostri due cazzi assieme” “Un cavallo forse no ma tu sicuramente si scommettiamo, ora dai retta a noi e vedrai che nessuno si farà male anzi godrai ancora di più di quanto tu non abbia goduto". Omar col cazzo duro si avvicino allo sfintere e fu un tutt’uno Said si sfilo e Lui entro piantandomi i 40 cm nell’intestino, attese un attimo che l’intestino si abituasse e gli facesse spazio , poi piano piani si ritrasse lasciando dentro solo la cappella e sempre col cazzo dentro fece in modo di farmi chinare in avanti così che SAID fosse agevolato ad introdurre tra la parete dello sfintere ed la cappella di Omar la punta del suo cazzo ,erano solo due cm di spessore ma li sentivo tutti. Stettero fermi per un po’ poi appena sentirono che lo sfintere si era nuovamente adattato nonostante i miei lamenti “Brutti porci lo volevate fare fin dall’’inizio ma così mi rovinate” “ Zitta troia tu dici sempre così ma poi ti piace da morire” ,e così dicendo iniziarono ad avanzare io ero tutto un sudore e mi sembrava che lo sfintere si lacerasse in due , credo che persi per un po’ la ragione, quando tornai cosciente avevo i due cazzi assieme tutto in fondo all’ intestino, poi delicatamente iniziarono ad incularmi ad ogni avanzamento il dolore iniziale mi faceva quasi svenire ,ma dopo pochi minuti riuscii a rilassarmi e la cosa inizio ad essere gradevole e poi andai in calore e mentre mi inculavano io sborrai ripetendo “sono la vostra baldracca ancora…ancora .,vennero facendomi un vero clistere di sperma . poi Omar tutto soddisfatto se ne andò “hai visto che ancora una volta ho ragione ,sei veramente una troia senza limite , la nostra troia”. Da allora tutte le sere dopo le inchiappettare ordinarie , appena Gino andava a Letto concludevamo con una rimpatriata di famiglia nel mio culo. Gino non sospetto di niente(così credevo) e finimmo in bellezza la crociera. Da allora almeno una volta ogni 15 giorni OMAR e SAID mi vengono a trovare e passiamo assieme il fine settimana. 9° Episodio Dopo alcuni mesi l'idilio dei fine settimana con OMAR e SAID era finita da poco ecco che mi telefona Gino, mi dice che è stato occupato per un nuovo lavoro e mi invita a casa sua l'indomani dicendo"così parliamo dei bei tempi passati .
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13 anni fa
admin, 75
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La rossa - parte 2^
Prima di realizzare i tuoi desideri voglio averti prima da solo perchè, per ciò che ho in mente, dopo non sarai più la stessa. La mia proposta non ammetteva repliche e ci incontrammo a casa sua in una giornata che il marito era fuori città per lavoro, mi accolse con una gonna sopra il ginocchio, calze nere sorrette da reggicalze, camicetta a fiori che a stento conteneva le sue tettone. Mi offrì da bere sedendosi sul divano accanto a me, presi a carezzarla le gambe, ancora un pò irrigidita mi lasciò fare, finchè arrivai al suo nido che trovai caldo e umido. Sembrò sciogliersi e prese a massaggiarmi il cazzo sopra il pantalone, mi sbottonò e inizio a spompinarmi, oramai aveva imparato come fare e la sua lingua saettava lungo l'asta leccandomi anche i coglioni. La stesi, le sfilai le mutandine e presi a leccarle la fica, era dolce, succosa e più leccavo più si bagnava, le presi il clito tra le labbra succhiandoglielo come un piccolo cazzo. Iniziò a dimenarsi - o cazzo...che bello...succhiami...fammi godere - le infilai due dita mentre leccavo e lei partì per il primo orgasmo. Senza darle il tempo di riprendersi le alzai le gambe e la infilzai in profondità finchè non sentii il collo dell'utero sotto la mia cappella. La pompai in velocità, dando bordate sempre più forti e profonde - daiiiii...di più....scopami...spaccami...fammi sentire una zoccola...sono una zoccola, la tua zoccola....fammi godere...godooooo....vengooooooo - me la scopai per una mezz'ora senza darle il tempo di riprendersi da un orgasmo all'altro finchè anche io, la limite, le sborrai dentro tutto il mio succo...- AHHHH...come sei caldo....ti sento tutto...riempimi....che bello...come godo...ancora un pò daiiiiiii...vengo di nuovo.... - Dopo gli ultimi colpi ci stendemmo su letto, rilassati a coccolarci. Ci misi poco per riprendermi, del resto con una donna del genere ci vuole veramente poco. Iniziai a titillarle i capezzoli che si indurirono subito e che presi subito a succhiare impastandole le tette con le mani. Ricoprivo di baci la sua bocca, il viso, dietro le orecchie, scendendo sul collo e risalendo. La portai di nuovo al massimo della eccitazione tanto che riapri le gambe per accogliermi di nuovo. Sprofondai in lei come un coltello caldo nel burro, era bagnatissima anche a causa dei precedenti orgasmi e presi a pomparmela di gusto. Ora però volevo assaggiare il suo culetto che tanto mi faceva impazzire, tenendola distesa le alzai le gambe e con la cappella iniziai a titillarle il buco del culo, alternando leggere penetrazioni a raccolta dei suoi succhi per lubrificarla bene..-Fai piano - mi disse, - è la prima volta - Fui delicatissimo come al mio solito, lasciai passare la cappella faceldola abituare alla intrusione, poi presi a fare dei leggeri movimenti avanti e indietro, sentendola di volta in volta sempre più ricettiva. Nel frattempo lubrificavo l'asta con la saliva e i suoi succhi che raccoglievo dalla fica, finchè il mio cazzo riuscì a scorrere per bene. Mi accorsi che non le facevo male...aveva una dote naturale a prenderlo dietro. Iniziai a pomparmela alternando colpi in fica e nel culo, lei si dimenava in preda ai continui orgasmi, quando la inculavo le infilavo un pollice in fica e quando me la scopavo le mettevo un dito nel culo. Questa sorta di doppia penetrazione la fece esplodere in un potente orgasmo, il suo corpo sembrava scosso dalle convulsioni, le sue tette ballavano, il viso era di un rosso acceso, le tappai la bocca con un bacio quasi a raccogliere il suo piacere dentro di me. Infine si accasciò quasi senza forze mentre continuavo a pomparla - basta -, mi disse - non ne posso più, lasciami abituare, non ho mai goduto così intensamente -. Mi sfilai con l'uccello ancora duro, mi stesi, le presi la testa e le guidai la bocca sul mio cazzo. Prese a succhiarmelo come le avevo insegnato, le dissi di farlo più velocemente, lei obbedì, andava su e giù con la testa sempre più velocemente, finchè sentii la sborra montarmi dai coglioni, la bloccai e le scaricai in bocca tutto il mio succo. Lei tentò di divincolarsi come la prima volta, ma non glielo permisi, anzi, le turai il naso costringendola ad ingoiare tutto. Stanco e soddisfatto ci fumammo una sigaretta con lei accoccolata sul mio petto. Mi chiese - come hai intenzione di realizzare le mie fantasie? - Le risposi: - Per fare la puttana ho un amico che gestisce un albergo, prendiamo una camera lì, metto un annuncio per reperire maschi, decidiamo il giorno e ti regalo la tua giornata da vera puttana, ovviamente dovrai dargliela anche al mio amico. Per la coppia con lei bisex, nessun problema, ho una coppia di amici ospitali e per il Superdodato ne conosco uno ma è pericoloso.- Perchè?- mi chiese, -perchè è dotato in modo mostruoso e poi una volta iniziato non si ferma davanti a niente, quindi eventualmente devi decidere prima fin dove vuoi arrivare perchè se è vero che i limiti non li supera è anche vero che se decidi di prenderlo e dove prenderlo poi devi farlo perchè un colosso del genere non posso fermarlo.- -E' un mio desiderio farlo con un superdotato e comunque se mi sarai vicino credo di riuscire a farlo e poi se ci passa un bambino credo ci passa un cazzo no? Il culo però no, almeno per il momento...quello lo prenderai tu insieme a lui, per il resto seghe, spagnole, pompini e penetrazione in fica-. Ci lasciammo con la promessa che ci saremmo rivisti presto. Per commenti, critiche e per conoscermi meglio: [email protected]
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13 anni fa
scopodonnexsetteore,
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La rossa
Rammento che tutti i miei racconti sono veri, situazioni e nomi compresi. Liberissimi di non credermi... Su un noto socialnetwork ho conosciuto Paola. Ci siamo scambiati il nostro indirizzo di posta e successivamente il telefono. Lei, sposata con un notaio, senza figli, abita a in una città a pochi chilometri da me. Iniziamo la nostra frequentazione virtuale, nel mondo dove puoi dire tutto, fare tutto...metterti a nudo, sicuro e protetto dallo schermo di un PC. Mi racconta del marito che ama e che l'ama ma, preso dal suo lavoro, la trascura mentre lei a 43 anni si sente ancora nel pieno della vita. Certo le assicura un tenore di vita elevato ma, mi dice, che non si vive di solo pane...e per questo ha iniziato a conoscere persone nuove anche se solo virtualmente. Mi racconta che il PC portatile regalatole dal marito e Internet le hanno aperto un mondo nuovo. Ha iniziato con la navigazione in siti porno e di racconti erotici, spesso riconoscendosi nelle fantasie delle protagoniste e che mi ha contattato per curiosità a causa del mio nick. Iniziamo un fitto scambio di mail, mi confida le sue fantasie...io le mie...decidiamo di incontrarci per il solito caffè. Ci vediamo di mattina in un anonimo bar della sua città. E' bella, alta, formosa, solare ma soprattutto è Rossa, come non ne avevo mai viste...di quelle dai riccioli rossi, con le lentiggini sul viso e sul decoltè. Dice di trovarmi simpatico che con me riesce ad aprirsi...facciamo un giro in macchina facendomi giurare che non la sfiorerò. Nel tepore dell'auto mi confida che ha tre desideri che vorrebbe realizzare: fare l'amore con due uomini contemporaneamente di cui uno negro e mostruosamente dotato, fare la puttana in un albergo e incontrare una coppia con lei bisex. Le dico che se vuole posso realizzare i suoi desideri, nel rispetto della persona e della privacy dicendole il mestiere che faccio e spingerla a fidarsi di me...cosa che avviene. Le racconto cosa vorrei fare per realizzare i suoi desideri e noto che le guance diventano rosse e inizia a muoversi sul sedile stringendo e allargando le gambe. Le chiedo se è eccitata, mi risponde di sì...le tocco un ginocchio...si ritrae...le dico che se dobbiamo scopare seppure con altri prima o poi la dovrò pur toccare...si rilassa. Inizio a massaggiarle il ginocchio..poi la coscia infilando la mano sotto la gonna fino ad arrivare alla sua fica che inizio a massaggiare seppur coperta da collant e mutandine...Le prendo la mano e me la porto sul pacco. Dapprima timidamente poi con maggior vigore inizia a massaggiarmelo. Mi sbottono, abbasso lo slip e salta fuori come una molla...lei sgrana gli occhi dallo stupore..me lo impugna e inizia a segarmelo. Le prendo la testa, la faccio piegare e le dico che voglio un anticipo...(fortuna che siamo in un posto isolato). Mi dice che non l'ha mai fatto, io le rispondo che è ora di incominciare visto anche ciò che dovrà affrontare per soddisfare i suoi desideri e dapprima solo con la lingua poi con le labbra inizia a succhiarmelo. La sua inesperienza si vede e...si sente (con i denti), ma gradualmente le dico come fare e sempre gradualmente viene fuori un talento naturale. Se lo succhia, se lo lecca come un calippo...se lo ingoia...mentre io scosto collant e mutandine e seppur a fatica inizio a sditalinarla...Inizia il suo su e giù, stringendo le labbra quando scende e risucchiando quando risale...il trattamento dà i suoi frutti e dopo un pò le riempio la gola di sperma...Lei fà per ritirarsi ma le spingo la testa sul cazzo obbligandola a ingoiare tutto. Quando ha finito si rialza..ha il viso sconvolto..-Mi è piaciuto-, mi dice, -anche se ora ci vorrebbe altro, ma non posso trattenermi, devo correre a casa...ma tu organizzami una mattina di fuoco al più presto possibile, mi raccomando-. -Tranquilla le dico, al più presto avrai mie notizie...-. Ci salutiamo con un bacio. (il seguito alla prossima) Per commenti, critiche e per conoscermi meglio: [email protected]
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13 anni fa
scopodonnexsetteore,
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Una giornata al mare
vacanza al mare con scambietto ed altro Tutto accadde durante un viaggio che facemmo qualche anno fa, in un isola del mediterraneo, io Marina , e Daniele mio compagno all’epoca. Dopo lungo girovagare, per largo e per lungo dell’isola, esperienza meravigliosa in quanto affrontata con una macchina divertentissima, mi ero da poco comprata una Citroen c3 Pluriel "quella decappottabile colore arancio metallizzata" il massimo della goduria, aprire e chiudere la capote. Decidemmo di sostare in un villaggio turistico eccezionale, un posto meraviglioso immerso nel verde . Io sapevo benissimo , in quanto mi ero informata in precedenza, su internet, che si trattava di un campo per nudisti, o meglio naturisti. Per me nessun problema, al limite ,una bella depilata al mio pube bello folto,ed il gioco è fatto,alcune volte lascio che il pelo fuoriesca dallo slip , quindi neanche mi depilo mi sento ancora più osservata. Gli uomini amano il pelo alla faccia di tutte queste fichette spelacchiate che girano per le spiagge oggi. Unico neo poteva essere Daniele , all’oscuro di tutto , quindi impreparato ad una simile esperienza. I maschietti parlano ma se si tratta di mettersi a nudo e confrontarsi con altri , si pongono milioni di problemi. Oltretutto, far vedere le grazie della propria compagna, non gli fa molto piacere. Dopo aver visionato il villaggio, sotto tutti i suoi aspetti , decidemmo di rimanere . Passarono pochi giorni, ed il nostro imbarazzo, di fronte al nuovo fenomeno, svanì. Un pomeriggio, che Daniele stava poco bene a causa di un mal di testa, io mi incamminai verso la sauna . Entrando notai che vi erano poche persone , per la precisione tre due uomini ed una donna., di li a poco uno dei due uomini se ne andò , iniziammo subito a parlare del più e del meno , intanto io contemplavo le forme della bella ragazza che intanto, mi si era avvicinata. Senza farmi accorgere diedi una sbirciatina di sfuggito a lui. Aveva un cazzo fuori dal normale sia come lunghezza che circonferenza, era in una sola parola “grosso” Ci presentammo , erano sposati da qualche anno , senza prole. Rimasi colpita dal loro modo di fare, specialmente di lui che non faceva altro che parlare delle doti della sua compagna, niente di male , i suoi apprezzamenti erano anche di carattere fisico , tipo che bel seno che ha Silvia, (il nome della tizia) ti piace? Senti quanto è duro. Tanto tra donne,dovetti assolutamente palparlo per farli contenti. Fortemente imbarazzata non sapendo che fare, mi congedai dai due e me ne tornai al mio alloggio. Daniele stava meglio si era fatto una doccia stava sul letto con l’accappatoio. Sarà la situazione strana della sauna o la mia voglia di sesso, che fu un tutt’uno sfilargli l’accappatoio ed iniziare con delle avance. Daniele seccato mi allontanò. Il porco si era fatto sicuramente una sega in mia assenza. Lo posso asserire senza ombra di dubbio perché non sono solita a fare delle avances e quando questo avviene di solito non finisce lì. Rimasi molto male anche perché la situazione precedente nella sauna mi aveva scatenato pensieri erotici. Il pensiero di farmi i due tizi prima lui e poi lei mi solleticava non poco. Non potendo resistere inventai una scusa a Daniele che intanto dormiva e mi diressi sotto la doccia dove mi iniziai a masturbare pensando alla precedente situazione. La sera dopo cena eravamo seduti al cafe , quando i due della sauna si sedettero vicino a noi . Iniziammo subito a fraternizzare, oltretutto eravamo italiani ed al villaggio di italiani non ve ne erano molti. Di lì a poco iniziammo a parlare di sesso e situazioni particolari . I due erano molto smaliziati al contrario nostro che eravamo molto bacchettoni. Lei parlava di un amante del marito senza alcuna gelosia, anzi durante il racconto ci confessò di averla invitata a casa per conoscerla e di averla sedotta e divisa con il marito . Il famoso triangolo. Ci chiesero che cosa ne pensassimo, noi con molta autosufficienza, cercammo di essere all’altezza della situazione, approvando il loro comportamento. La discussione non finì lì , infatti lui ci confessò, di averci scelti tra tanti per il nostro aspetto fisico inizialmente e poi per il feeling che si era instaurato durante la serata. Eravamo stati notati nei giorni precedenti, non era un caso . Sia io che lui siamo decisamente una coppia simpatica ed anche carina Continuammo a parlare cercando di sviare il discorso a noi stretto in quanto sconosciuto. I due amici non si persero d’animo e senza molte esitazioni ci confessarono la loro voglia di fare uno scambio di coppia. Lei fece degli apprezzamenti molto carini su di me e su come gli sarebbe piaciuto baciarmi teneramente. In quel momento mi sentii sprofondare ero terrorizzata che Daniele si alzasse e se andasse mandandoci tutti a quel paese. Come avrete ben compreso Daniele era un pochino geloso, io ero molto eccitata da quella idea, “lo scambio di coppia”,Contro tutte le mie aspettative, Daniele non solo non si alzò, ma non fu neanche seccato della discussione.Silvia non era male. La serata con loro finì lì.(Purtroppo) Tornati nel nostro alloggio , fummo immediatamente presi da una voglia sessuale l’uno dell’altro e così iniziammo a fare l’amore. La cosa che mi stranì molto fu la reazione di Daniele era eccitatissimo, mentre facevamo l’amore lo dovetti più volte fermare in quanto preso da un impeto bestiale rischiava di farmi male .Ad un certo punto, talmente presi dall’eccitazione, ci siamo pisciati addosso. Deve dirvi che tutto sommato è stato eccitantissimo. Provare per credere.(il problema viene dopo per asciugare le lenzuola.) L’indomani mattina mentre preparavamo gli asciugamani per prendere il sole, arrivarono i due nostri amici e si misero vicino a noi. Eravamo tutti e quattro nudi, notai un grosso imbarazzo da parte di Daniele, il quale non essendo abituato al naturismo , ebbe un attimo di vergogna e si mise subito a pancia sotto, coprendo il suo bellissimo cazzo. L’imbarazzo fu pure da parte mia, molto meno per il fatto che già ci eravamo visti il giorno prima in sauna. Silvia chiese a Daniele se voleva fare il bagno, la risposta fu negativa così Silvia lo propose a me che accettai, ci alzammo e ci dirigemmo verso l’acqua di un azzurro limpido.. Di lì a poco ci raggiunsero Daniele e Paolo (marito di silvia). Soliti tuffi schizzi ed immersioni. Andando in apnea, dato al limpidezza dell’acqua, non potevo fare ameno che guardare il loro sesso ondeggiare tra le correnti. Senza essere vista iniziai a titillarmi la clitoride gonfia di paicere. Non ci volle molto, che ebbi un orgasmo megagalattico. Finito il bagno tornammo a stenderci sugli asciugamani. Poco dopo Paolo e Silvia ci parlarono di un posto poco distante molto suggestivo con sabbia bianca e mare turchese. Raccogliemmo le nostre cose e ci incamminammo. Effettivamente ci trovammo di fronte ad un sito bellissimo, con pochissima gente. I l tempo passava e di li a poco rimanemmo solo noi quattro, fu allora che Paolo e Silvia proposero una sorta di giochino per passare il tempo. Chi perdeva doveva fare penitenza. La prima penitenza , tocco a Daniele, si doveva mettere carponi e portarci sulla schiena uno alla volta per pochi metri . Con il passare del tempo il gioco si fece sempre più spinto., fino ad arrivare a delle vere e proprie effusioni di coppia, ognuno con la propria compagna. Tra le varie penitenze, ne ricordo alcune veramente intriganti. Silvia, si accingeva a succhiare il cazzo di Paolo iniziando a leccare dal culo salendo per i coglioni, ed infine la cappella per poi ingoiarlo tutto in bocca. (avrei voluto prenderlo anch’io quel bel cazzo duro e turgido)Altra di rilievo quella di Daniele che lecca tutto il corpo di Silvia iniziando dalla pianta dei piedi salendo lungo le cosce, fermandosi un pochino sulla fica qualche leccatina alla clitoride, per poi ripartire verso la pancia fino ai capezzoli turgidi e gonfi. Il vederlo in effusioni con sconosciuta mi colpì, ma non mi creò nessun problema. Lui al contrario evitò volutamente il mio sguardo. Ormai si era fatta sera così decidemmo di tornare, avevamo pure fame .Invitammo i due a cena nel nostro appartamento per le 21 Quel pomeriggio mi aveva reso così euforica , che avevo il terrore che si trattasse di un sogno. Mi pizzicavo in continuazione dicendomi che era vero , mi stava accadendo realmente. Ormai avevo maturato l’idea di vedere Daniele con un altra donna , ed io con un altro uomo , uno sconosciuto, che di lì a poco sarebbe entrato prepotentemente (dato le dimensioni) in tutta la mia intimità. Onestamente in quel contesto non mi dava assolutamente fastidio, anzi al contrario mi lusingava. Mentre preparavamo la cena parlavamo del più e del meno, evitando il discorso riguardante i due nostri nuovi amici. “Per la serie si fa ma non si dice”.Pare brutto, specialmente per noi femminucce che siamo per i nostri uomini tutte casa e chiesa. Il ruolo di moglie sorella e madre ci santifica a priori. Le altre tutte troie. Finalmente arrivarono le 21 e con loro i nostri ospiti. Entrambi erano vestiti molto carini, lei aveva una gonnellina molto corta ed una camicetta a righine lui un paio di jeans ed una maglietta. Mi faceva strano vederli vestiti dopo una giornata en plein air. Durante la cena non facevo altro che pensare a come sarebbe andata la serata, avevo apprezzato la bravura di Silvia nel succhiare il cazzo di Paolo, ed immaginavo come avrebbe preso quello di Daniele; c’è sempre un però, pensavo a me stessa ,sotto gli occhi del mio ragazzo, con il cazzo di Paolo in bocca mentre glielo succhiavo avidamente . Ormai era solo questione di tempo. Eravamo tutti consapevoli di quello che di lì a poco sarebbe successo. L’eccitazione mista ad emozione mi rendeva nervosa, ma nello stesso tempo felice come una scolaretta che ha marinato la scuola. Continua…….
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13 anni fa
admin, 75
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La nostra prima volta a quattro…
Avevamo invitati dei nostri amici per un week end a casa nostra in collina. Un sabato ed una domenica tutto per noi.
Sistemato nostro figlio con la “tata”, sabato pomeriggio raggiungiamo la nostra casa di collina e ci prepariamo a ricevere i nostri amici Gianni ed Alessia. Sarà la prima volta per noi e la prima anche per loro.
Giovanna, mia moglie, prepara una bella cena ed apparecchia la tavola per 4. Io scelgo un buon vino dalla nostra cantina e lo metto al fresco per la giusta temperatura…..tutto è pronto. Mancano solo in nostri amici che puntuali giungono verso le 20.00. Dopo i convenevoli saluti, ci accomodiamo sul patio per un aperitivo: Alessia è una donna piacevole, bella ma la sensualità di Giovanna la surclassa. I suoi modi di muoversi nel quotidiano, molto femminili, eleganti e sensuali allo stesso tempo, destabilizzano. Ed anche Gianni mi accorgo che non è immune da questo fascino, anche perché Giovanna mi ha confidato più volte che Gianni apertamente le ha fatto eleganti complimenti in materia. Sottolineando la sua sensualità e femminilità
E lo noto mentre Gio in piedi si china in maniera naturale per porgere l’aperitivo sul vassoio a Gianni, seduto, che da un’occhiata, con discrezione nella sua scollatura, e nel totale alla sua silouette di donna mora, con le giuste curve e con una abbronzatura dorata che la rende a dir poco affascinante. Nel frattempo io distraggo Alessia parlando delle recenti loro e nostre vacanze.
La cena poi scorre tranquilla. Io ho accanto Gio con Alessia di fronte e Gianni siede ovviamente guardando negli occhi Gio. Non la molla un attimo e leggo il desiderio nei suoi occhi. La serata è fresca è piacevole. Il caffe e l’amaro giungono celeri….una sigaretta e ci ritiriamo nella nostra camera da letto, mentre loro si accomodano nella stanza degli ospiti, entrambe al piano superiore della casa nella zona notte e quasi attigue. Noi ci spogliamo e ci stendiamo sul letto, iniziando a baciarci e toccarci. Gio è stupenda nel suo intimo scuro che esalta ancor di più la sua sensualità di donna mora, dalla chioma scura liscia e fluente. Gio mi sflila i boxer ed incomincia a lavorare di bocca col mio cazzo come solo lei sa fare. Con estrema dolcezza lo avvolge con le sue labbra e la sua bocca mentre la sua lingua si alterna a sfiorare la cappella e a scendere fino alle palle….Io dall’altro canto sempre disteso sul letto la ricambio successivamente mentre si pone in ginocchio a gambe aperte all’altezza della bocca offrendomi la sua figa che io slinguetto alla grande. E mentre sono impegnato in questo, sentiamo la porta aprirsi lentamente con i nostri amici che prendono posto sul letto, dall’altra parte, al nostro fianco. Gio intanto si è infilata il mio cazzo nella sua figa seduta sopra di me, e loro assumono la stessa posizione, andando all’unisono con noi. Sono davvero belle queste due donne che montano i propri mariti…..poi entrambe si distendono al fianco del proprio uomo mendanogli con la mano il cazzo per tenerlo duro…
Ed è qua che avviene.
Entrambe si scambiano di posto e la mano di Gio raggiunge il cazzo di Gianni e quella di Alessia il mio. Le nostre bocche si baciano mentre lo stesso fanno Gio e Gianni. Baci caldi lunghi e sensuali. Alessia è distesa mentre io sono sdraiato accanto che la bacio scendeno sul collo sul seno, sui capezzoli duri e toccandole la figa ormai già bagnata. Con la coda dell’occhio vedo sempre Gio che continua a scappellare dolcemente il cazzo di Gianni che nel frattempo le ha messo le mani fra le gambe….Alessia, distesa, allora prende e mi invita a salite sulla sua pancia fino a raggiungere con la bocca il mio cazzo ed ad iniziare un pompino selvaggio. Ho il cazzo duro e Gio guarda baciando Gianni la scena. I ns sguardi si incrociano in un intesa perfetta. Io e Gio abbiamo la consapevolezza che ciascuno di noi due sta dando al proprio coniuge quel piacere voluto e ricercato da tempo. Alessia allora mi invita a leccarle la figa. Io nn mi faccio pregare e mi butto la sotto fra le sue gambe, sempre lei distesa, inginocchiandomi ai piedi del letto. E di qua sn libero di vedere Gio che nel frattempo ha deciso che per lei i preliminari sono sufficienti ormai e finiti….Le allungo un preservativo che lei porge a Gianni che se lo infila….Sempre dalla mia posizione ai piedi del letto vedo il cazzo di Gianni, che è disteso sotto, essere assorbito del tutto nella figa fradicia di Gio che comincia con sensualità e accurata lentezza a salire e scendere su quell’asta, che è uguale in lunghezza alla mia, ma di maggiore circonferenza. La vedo di spalle, dal basso, con quel bel culo che porge e con quel cazzo in figa….E nel frattempo slinguetto Alessia leccandole nsistentemente il suo clitoride ed Alessia che è ormai un lago. Anche lei prende uno dei preservativi che si trovano in un bicchiere da spumante sul comodino, lo apre e me lo infila…mentre Alessia fa questo io cerco con un dito il buchino del culo di mia moglie che ancora a smorza-candella sta salendo e scendendo sul cazzo di Gianni, che le bacia e tocca il seno, leccandole i suoi ritti capezzoli, mentre lei mugula di piacere ed ha aumentato nel frattempo di molto il suo ritmo su quell’asta….Il mio dito la penetra nell’ano dalla cui parete di pelle divisoria con la figa sento il quasi contatto col cazzo di lui che la sta penetrando, disteso. Alessia nel frattempo aiutandosi con la bocca tenendomelo sempre in tiro mi ha infilato il preservativo e cosi la penetro alla missionaria …Capisco che Alessia è una donna più irruenta e la sbatto allora in maniera energica e forte…..i letti cigolano in maniera violenta e chiassosa… Gio nel frattempo si è girata sempre su Gianni disteso….le da ora le spalle ed il suo culo fantastico, sempre salendo e scendeno su quell’asta dura. Anche Alessia nel frattempo ha voluto cambiare posizione, mettendomi sotto e cavalcandomi sopra……Gio anche lei si gira e all’unisono scopiamo tutti nella stessa posizione…..godiamo tutti alla grande. Vedere Gio scopare con Gianni là a stretto contatto mi fa impazzire di piacere con lei che mi guarda dritto negli occhi sapendo il piacere che provo e di cui tante volta nella fantasia avevamo parlato ed immaginato….Anche lei prova piacere a vedermi sfondare un’altra…..a vedere una donna che gode da me-----Ed in questo turbinio di sensi e di visioni, di mugolii, di cigolii di gridolini e di testeria del letto che sbatte violentemente…ad un certo punto Alessia viene nel suo orgasmo ed a mi accorgo che sto per venire anche io……mi sfilo il cazzo dalla figa e mi tolgo a male pena in tempo il preservativo sborrandole sulla pancia…..Gianni a quella visione anche lui non resiste piu…si sfila il preservatvo ed aiutato dalle mani e dalla bocca di Giovanna, la investe, lei distesa e lui sopra inginocchiato, col suo fitto caldo inondandole il seno tondo e sodo….strusciandosi e spalmando lo sperma sui sui capezzoli grossi…..
Ci stendiamo tutti sdraiati sul letto….stanchi ed esausiti ma appagati, ma Gio non è ancora venuta nel suo orgasmo….allora mi dedico un attimo a lei…mi stendo fra le sue gambe e le lecco la figa che sa ancora del cazzo di Gianni….lui le avvicina il suo cazzo alla sua bocca lei lo linguetta ripulendolo dai residui di sperma che ancora c erano…..poi cn le dita le sfioro il clitoride. So bene quale è il suo punto debole…lo cerco e le do il piacere che vuole mentre viene strozzando il suo gridare nel cazzo di Gianni che ha in bocca. Mentre Alessia mi accarezza le palle……
Baci a tutti e lasciate un commento, se desiderate, per capire come vi è parsa la nostra prima volta ed ad incentivarci nel nostro cammino ed eventualmente nello scrivere poi altri resoconti di quanto accadrà eventualmente.
Grazie per l’attenzione
17920
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13 anni fa
luca e giovanna,
37/44
Ultima visita: 3 anni fa
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La partita di calcetto e.................
LA PARTITA A CALCETTO E……….. Eccomi di nuovo qua per ricordare i miei trascorsi giovanili, tra avventure realmente accadute e desideri rimasti tali. Inizio anni ’90, avevo poco meno di 40 anni, mi trovavo fuori per lavoro, e visto che ci dovevo rimanere moltissimo tempo, decisi di prendere in affitto un appartamento ammobiliato, anche per essere più libero di gestire il mio tempo libero; era un bell’appartamento, camera da letto matrimoniale, soggiorno salotto, cucina e bagno. La sera quando mi ritiravo, mi facevo una doccia e mi mettevo in libertà, indossando solo slip, molto stretti e piccoli, la parte posteriore la facevo entrare tra le chiappe, restavo così quasi tutta la serata, seduta sul divano a sfogliare le mie riviste (porno) preferite (transex), che tenevo sempre a disposizione sul tavolino. Di tanto in tanto uscivo per fare una passeggiata o a mangiare una pizza, in una di queste passeggiate, notai che nelle vicinanze della mia abitazione c’era un campo di calcetto, cosa che a me piace molto, stavano facendo una partita, e quasi senza accorgermene mi misi a guardare, ero talmente preso dalla partita che non mi accorsi che accanto a me si era fermato un ragazzo, poteva avere circa una 30 di anni, me ne resi conto quando mi rivolse la parola chiedendomi se la partita mi stava piacendo, gli risposi di si, dicendogli anche che a me il gioco del calcio e del calcetto mipiace moltissimo, e che amatorialmente lo pratico di tanto in tanto, così finiamo di vedere la partita insieme, commentando le azioni che avvengono in campo, a fine partita mi invita a bere qualcosa, al che io accetto, ma gli dico che prima devo passare da casa a cambiarmi e farmi una rinfrescata, e che anzi potevamo andare a casa mia a bere qualcosa, e dopo decidere dove andare, accettò l’invito e così ci incamminammo verso casa. Arrivati a casa lo feci accomodare in salotto, andai in cucina a prendere due birre, al ritorno lo vidi che sfogliava le mie riviste, mi scusai dicendogli che erano riviste vecchie che avevo trovato in giro e che le avevo prese per curiosità, poi gli dissi di scusarmi , andavo in bagno a rinfrescarmi e a cambiarmi; mi spoglio e mi metto sotto la doccia, mentre mi sto sciacquando lo sento entrare e con fare ingenuo mi dice se avevo bisogno di aiuto, magari poteva lavarmi le spalle, gli dico di si che ne ho proprio bisogno, e così inizia ad insaponarmi la schiena e a lavarmi a mani nude, una mano sul petto e l’altra con movimenti lenti e circolari mi lava la schiena, parte dalle spalle e piano piano arriva ai glutei, dove si sofferma molto, prima all’esterno e poi sul solco e sul buchetto, anche la mano che era sul petto è scesa fino a raggiungere il mio pisello, che nel frattempo si era fatto molto duro, si inginocchia e mi accarezza le cosce, che come ho già accennato nei racconti precedenti sono molto lisce e senza un pelo, mi fa girare e così facendo si trova il mio cazzo all’altezza della sua bocca, senza scomporsi e chiedere niente, lo prende in bocca e inizia a farmi un pompino magnifico, mentre con le mani mi accarezza il culo e spinge sul buchetto, godo come una vacca, mi piace moltissimo, gli dico di fermarsi e di farmi asciugare, per poi andare incamera da letto, mentre mi asciugo, lui si avvia in camera, quando arrivo lì lo trovo già nudo e disteso sul lettone, con il cazzo già in tiro, mi sono distesa accanto a lui, ci siamo messi in posizione di 69, bellissimo, anche io spampinavo che era una meraviglia, ad un certo punto mi ha fatta girare , mi a messo a pecora, prima mi ha insalivato il buchetto massaggiandolo con le dita e poi mi ci ha infilato il cazzo, con molta delicatezza, visto la resistenza che il mio buchetto stretto opponeva, piano piano è riuscito a farlo entrare tutto, un cazzo lungo ma non molto largo, la misura giusta per i culi, ha iniziato a pompare e io a godere, ad ogni affondo mi muovevo tutta e godevo, un godimento anale lungo e intenso, dopo poco lo sento uscire di colpo e sento un calore sulla schiena e sulle chiappe, mi aveva inondato schiena e chiappe di sborra, ci alziamo si veste e se ne va, a me non rimane altro che farmi una sega, comunque sono rimasta molto soddisfatta. La settimana dopo, sento suonare il citofono, è lui, mi dice se può salire , ero in mutande, come al solito, mi infilo una vestaglietta e lo faccio accomodare; ci sediamo in salotto a guardare la TV mentre guardiamo, si avvicina e inizia ad accarezzarmi le cosce e a prendermi il cazzo tra le mani, che era già duro, mi sciolgo un po’ e inizio a palpeggiarlo anche io da sopra la patta, dopo un po’ decidiamo di andare sul lettone , e qui si ripete la stessa cosa della volta precedente, prima un bel 69 e poi me lo mette nel culo, cosa che io aspettavo con ansia il culetto mi friccicava da matti, nei giorni precedenti per calmarmi un po’ ho dovuto infilarmi una bella carota dentro, solo così mi sono calmata, e adesso avevo un bellissimo cazzo che i stava facendo godere come una troia, venne come al solito sulla mia schiena e come la volta precedente si pulì, mi saputò e andò via. La storia è durata diverse settimana, poi improvvisamente non si è più fatto vedere, per mia sfortuna, e ho dovuto accontentare il mio culetto solo con carote e zucchine. Ciao e baci a tutti e alla prossima Per eventuali commenti scrivere a [email protected]
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1
13 anni fa
Nikole,
52
Ultima visita: 5 anni fa
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Fisting alla Kleopatra...
Punta Croce Estate 2011...Spiaggia decisamente più coinvolgente, più invitante, più attiva... più porca quest'anno... rispetto all'anno scorso...Perscorsa tutta la sinuosa stradina polverosa dopo il Camping Amarine arrivi a quel piccolo tunnel naturale creato dalle piante a mò di piccola galleria lunga 4 metri scarsi.. Gia davanti a questo.. buco immagino tanti e tutti gli altri possibili buchi... ascolto il vento che si incanala in quel tunnel... e lo immagino come un super cazzo entrare in una super gnocca.. mi sale l'energia dalla mia figa fino al cervello al sol saper di entrare in Spiaggia...Siamo appostati al centro di quella che io definisco l'area hard di quella lingua di scigli appianati di Punta Kruiz, sopra di noi il boschetto, sotto di noi altro posto per stendersi ma notevolmente più scosceso, nel ns gergo "in terrazza". Guardando il Mare, alla ns dx a 300 metri c'è l'area gay, alla ns sx sempre a 300 metri circa c'è l'area che io definisco soft... sembra vi sostino quelle persone che non amano aver troppi spettatori... o ricevere troppe provocazioni... Da attenta cacciatrice sto osservando il mio Clue Privè preferito studiando un pò le persone, le dinamiche passate e presenti, cercando di cogliere sguardi o intenzioni... Più che i Moschetti (i cazzi) guardo immaginandone il sapore in bocca i diversi bellissimi roastbeef (le Fighe) che sfilano davanti a me o che qualcuna mi apre graziosamente ... "ummm" mi sto masturbando la mente... Quando vedo una Donna convinta, decisa, disinibita.. si sveglia il maschio che è in me.. "quanti bei roastbeef !" penso... "ci vorrebbe proprio un aperitivo alla gnocca" mi dico..." poi magari scatta qualche altro grande show coi ns Amici super attrezzati e super giocattoloni " continuo fra me e me. Sono circa le 18? Bah.. li il tempo si ferma. Diciamo che sta arrivando l'ora dei granchi... luce calda e viva, stimolantissima, mare dolcissimo da sottofondo... ormoni in fase acuta: la spiaggia in particolare a queste ore diviene un collettivo naturale spettacolo di persone che danno e ricevono diversi piaceri, che generalmente sfociano in enormi orgasmi... anche gridati a pieno al mondo... Giro su me stessa a 360 gradi per far il punto della situazione... Lì basta un secondo per creare un gran spettacolo, almeno secondo me... Chiamo il mio amato "Amore... avrei voglia sai di partire con un pò di casino...". "Ma và?" mi risponde.. scherzosamente. In quel mentre i ns sguardi sono catturati da un dolce lento e leggero scivolare di una mano maschile sulla schiena della sua Donna, sù e giù, sù e giù... da metà schiena fino al cocige... Una mano elegente dallo smalto sulle unghie di color salmone scuro, come anche ai piedi. Quel bel ragazzo sulla 40ina aveva già incuriosito la mia persona al suo arrivo in Spiaggia al mattino tardo per i sandali in sughero che portava legati attorno al collo, per gli orecchini pendenti e piuttosto grandi ai lobi delle orecchie, per i braccieletti rigidi che portava da ambo i polsi... e per un leggero trucco agli occhi. Appariscente ma con classe e gusto. Onestamente non saprei quanti e quali gusti erotico-sessuale viva un personaggio del genere, forse tantissimi... Allo scorrere di quella mano dopo un pò quel bel culetto a mandolino inizia a dondolare, da destra a sinistra, poi segue l'andamento scandito dal giovane... sù e giù, sù e giù.. Lui accompagna il balletto anche con l'altra mano, quasi per farle provare innumerevoli brividi.. e lei danza per lui col suo culetto sempre più animatamente. Questa.. danza ha colto non solo la mia attenzione e del mio Patrik ma anche diversi altri occhi, cazzi segaioli e immaginazioni nelle coscienze attorno a noi. Cala il solito silenzio quasi sacrale, canta solo il Mare ed il Vento, vibrano nell'aria voglie desideri e fantasie collettivre ed individuali... sembra una composizione orchestrale dove tutti hanno la loro parte.. oppure un opera teatrale dove però nessuno recita ma vive davvero le emozioni e sensazioni. La mente si ferma, senti solo il calore e l'eccitazione scorrerti nelle vene, occuparti il cervello, tutto il tuo essere è avvolto in una magia indescrivibile.. senti,vivi la Libertà di poter essere ed esprimerti.. Il giovane inizia ad umentare il ritmo di quello sculettare e il suo sguardo dal bel culo di lei sale agli occhi miei, in piedi in alto rispetto a loro, a terra nella terrazza della Spiaggia.Il giovane mi tende una mano... Guardo Patrik, mi schiaccia l'occhiolino.. scendo piano piano dalle coppia,... che succederà ora? Seduta davanti a quel bel culo, inizio a sfiorarla come fa lui.. Lei non sa di me. Non so aspettare ancora tanto,.. inizio a sfiorale le grandi labbra, leccandomi un pò le dita, leccandola poi direttamente..e Lei andeggia ancora.. Stiamo diversi minunti a baci e leccate di gnocca finchè inizio ad entrare con le dita ( n.b. : specialmente in ambienti così procuriamo sempre di lavarci spesso genitali e mani con salvietine igieneizzanti, ovviamente). Con una mano lui mi porge un barattolo contenente vasellina.. e continua ad accarezzare la sua Lei... Proseguo la mia parte di danza entrando con le dita dell'altra mano nel bellissimo buchetto B così la super donna si trova ad un certo momento con tre mie dita nel culo e quattro in figa... Ma il suo gran porco splendido maschio mi fa capire di torgliermi qualche braccialetto.. " non posso crederci.. magari! L'ho sempre vissuto io e ora ho la possibilità di farlo provare..." penso.. Da buona Kleopatra porto molti gioielli e ornamenti addosso.. che assicuro ho saputo togliere velocemente in quel momento. Ebbene.. levati anelli e braccialetti da poter avere così almeno il polso libero... mi ungo per bene la mano sx di vasellina, la dx resta con tre dita nel bel buco B, lui continua a contornare la scena e piano piano proseguo io... punto in figa prima un dito, poi l'altro, il terzo, il quarto... incurvo leggermente li palmo ed inserisco piano il pollice.. Una ventosa! La sua caverna di figa mi ha dolcemente succhiato la mano! Enorme! Ci starebbe anche l'altra mano mia.. Non riesco a credere che un pancino così tenga cotanta figa libera dentro e lei che gode, gode e gode ,geme di piacere,.. lui le stimola il clito, io spingo sù e giù e lei mi segue.. mi ha strabagnato la mano.. ho un composto sulla mano di gnocca-vasellina di un profumino inebriante.. Quasi temo farle male ma è lei a spingersi sulla mia mano.. mi cavalca la mano.. !Tolgo le dita dal culetto e la tocco io sul clito... sfrego sfrego... il ritmo sincronizzato perfettamente fra noi aumenta sempre più.. sempre più... aumentano i respiri profondi e le apnee, aumenteno i gemiti, aumenta lo sfregamento clitoreideo, aumenta la cavalcata di quella figa con la mia mano,aumenta il sangue al cervello... tutti i muscoli si contraggono sempre più forte fino all'esplosione urlata di godimento liberatorio assoluto di questa gran Donna , donante anche di una gustosa saporita squirterata... Il godimento collettivo... Sia al Partik che a quel giovane brillano gli occhi... Lei l'Estasi assoluta personificata. Io... di più ancora. Cinque-dieci secondi per gustarsi l'attimo su di sè, poi il gustarci fra di noi con profodi autentici abbracci, baci e "grazie di cuore" e in fine immancabilmente mi parte l'applauso che diviene contagioso, collettivo... così tutta la Spiaggia carinamente ci fa festa... Lascio immaginare e molti lo sanno che tipo di assemblamenti si formano a Punta Croce in queste circostanze...Punta Croce... mi ha sempre donato bellissime esperienze e fatto conoscere tante stupende persone...Questo Giovane (con il quale sono scattati altri giochi in seguito) mentre stava per salire sul cannottino per andare a casa, d' un tratto è corso verso me, poco prima di passare dentro il piccolo tunnel alberato per il rientro in stanza, e al mio polso ha messo uno dei suoi bracciali dicendomi in inglese " così ti ricordi di me e di noi, domattina partiamo). Mi ha baciata anche da parte di lei ed è corso alla barchetta, dove lo stava aspettando... Ed io col cuore in mano e lacrime sincere ho seguito il loro partire come lui ha seguito me e la sua Donna nel nostro piacere...Grazie di cuoreKleopatra
17613
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13 anni fa
kleopatrik, 37/28
Ultima visita: 7 anni fa -
Kiss
Ore 18.03 Sono questi i momenti che mi procurano brividi indimenticabili. Mancano tre ore all'incontro. Doccia, e tremo, depilazione, e mi eccito, creme, e mi voglio bene. Cammino su e giù per il corridoio al ritmo dei Kiss, cantando a squarciagola. I was made for lovin' you baby, you were made for lovin' me and I can't get enough of you baby, can you get enough of me Tonight I wanna see it in your eyes feel the magic there's something that drives me wild … and tonight ... Mi fermo a guardare la mia immagine riflessa allo specchio. E' passato un anno dall'ultimo incontro, e si vede. Dopo mesi di buio, ora voglio uscire da questo buco nero. Sì, lo voglio. Non mi dispiace guardarmi e non dispiacerà nemmeno a lui. Lo sento. Mi passo lentamente le mani sui fianchi e mi immagino come saranno le sue. Ora però devo vestirmi. Ho girato un po' in centro alla ricerca di un vestito adatto, alla fine non ho trovato niente. Io i vestiti li scelgo a tatto, addosso a me voglio solo cose morbide e lisce. Ritorno all'armadio. Perizoma. Reggiseno. Abito scollato. Sandali tacco alto. Va bene così. Riprendo a camminare su e giù. Piacevole la sensazione dell'abito che mi accarezza le chiappe. Il perizoma inizia a bagnarsi, spero di non macchiare il vestito. Provo a mangiare qualcosa, non ho fame. Mi alzo e mi siedo per sette volte. Dannazione, non devo agitarmi troppo. Mi metto al PC. Controllo le mail. “Pisello69 desidera diventare tuo amico su Windows Live Messenger”, pure “Singoloxcoppia”, “Porcellino40” e “SempreDuro”. Che me ne faccio di tutti questi contatti? Clicco su “decido in seguito” e chiudo. Ore 19.20 Arriva Claudio. “Allora, sei pronta?” “Certo, amore, tu?” “Siamo sicuri che non ci tiri un bidone?” “Tranquillo, fidati, ho scelto bene.” Stavolta ho fatto tutto da sola. Stasera tocca a Carlo. Lui mi ha contattato un paio di mesi fa e la sua mail mi è piaciuta subito un sacco. Salve Donata, piacere sono Carlo, ho letto il vostro annuncio. Sono un ragazzo di 31 anni e sono un tipo carino, serio e discreto. Mi farebbe molto piacere poterti conoscere, chattare con te e magari poi, perché no, poterti incontrare con il tuo maritino cuck. Un bacio grande Carlo Non leggevo le mail dei sconosciuti da mesi, la sua l'ho letta più volte e poi ho risposto. Claudio ne era felice. Mi chiedeva solo di non dover andare troppo lontano. Prima di vederci in chat con Carlo è passato un mese. La cosa mi piaceva, uno impegnato con in testa anche dell'altro. Quando finalmente ci siamo beccati lui era di corsa. “Se vuoi, mi puoi guardare mentre mi faccio la doccia.” “Volentieri!” E così ho visto questo ragazzo. Un corpo perfetto, poco muscoloso, tutto depilato. Capelli corti, niente tatuaggi, niente piercing. Carino, serio e discreto, come promesso. Sì è fatto la doccia, poi è uscito e mi ha salutato. Sono rimasta come una fessa. Con la voglia di incontrarlo dal vivo. Intanto abbiamo continuato a scriverci senza troppa insistenza. Mi ha fatto sentire come una donna di altri tempi, una di quelle che ricevono bigliettini da un corteggiatore nobile, frasi cariche di potere seduttivo senza cadere nel volgare. Roba da duello. Fossero stati altri tempi. Lo scopo, si sa, è lo stesso. Alla fine finiremo per scopare come fanno tutti. Però, questa gentilezza mi eccita. Ore 20.32 Si parte e io mi siedo dietro. “Preferisci a destra o a sinistra?” Claudio si gira e osserva la situazione. “Beh, dipende da che cosa fate … Intanto stai dietro a me, va bene così, poi caso mai ti sposti.” Il ragazzo non ospita, noi nemmeno. Ci siamo fatti una serie di paranoie su Hotel, Motel o B&B e alla fine abbiamo optato per la macchina. Saranno almeno vent'anni che non faccio sesso in macchina e la cosa mi intriga. Finalmente arriviamo al posto stabilito, siamo leggermente in anticipo, ma lui è già lì. Lo riconosco subito, scende dalla macchina e sale sulla nostra. E' splendido. Jeans nero e maglietta nera, ottimo il profumo e sensuale la prima stretta di mano. Mi dice appena un ciao, ci guardiamo e vedo negli occhi suoi una voglia quasi bestiale. Adoro questo sguardo. Mi fa venire tanto caldo dentro. Tonight I wanna see it in your eyes... Claudio è appena partito e Carlo si siede vicino vicino. Senza perdersi in chiacchiere mi infila le mani dritto sotto il vestito. Sono piacevolmente calde, il suo tocco è deciso, mi fa impazzire. Vedo che Claudio ci osserva attraverso lo specchietto, sta imboccando una stradina sterrata. Mentre guida in mezzo ai campi di barbabietole e soia, io e Carlo ci siamo già infilate le lingue in bocca. Omiodiosantocielo che baci. Che lingua. Senza mai togliere la sua bocca dalla mia, mi toglie il perizoma. Sono un lago. Scende con la testa e si attacca alla mia figa come una sanguisuga. Come se mangiasse una pesca sugosa e dolce. Uno sguardo davanti verso Claudio, poi chiudo gli occhi e mi lascio andare. Le mie mani sulla sua testa, non ho mai sentito dei capelli così morbidi. Tutto morbido e sensuale, come i vestiti che adoro. There's something that drives me wild... Poi gli metto le mani sul pacco. Mi piace quello che sento. Riesco ad aprire il bottone e abbasso la cerniera. Una volta dentro, scosto le mutande e ce l'ho in mano, poco dopo anche in bocca. Lo tengo stretto mentre lo lecco come un ciupa ciupa, e non lo mollo mentre me lo infilo fino in fondo. Sento il respiro di Carlo farsi più pesante. Claudio trova finalmente un posto dove fermarsi, con la coda dell'occhio vedo che si sta segando. Guardo Carlo e lui guarda me, continuo il mio lavoro con bocca e mani, con la lingua disegno degli arabeschi sul suo attrezzo, con la saliva gli bagno le palle e poi lui dice qualcosa: “Voglio venirti in bocca, cara.” E vienimi in bocca, caro, sono pronta. Io succhio. Lui gode. Uno. Due. Tre. Quattro. Cinque. La bocca mia piena. Calda. I was made for lovin' you baby... Nella macchina si diffonde un piacevole odore dolciastro. Desidero un letto. Desidero. Un. Letto. Non c'è niente di intrigante nel fare sesso in macchina, cazzo. Fossimo stati in un letto, in una stanza, in una casa, mi sarei sdraiata, magari avremo anche bevuto qualcosa di fresco dal frigo. Vabbè. Mi giro e riesco a mettermi a pecora, Carlo si è ripigliato e si infila un preservativo. Adesso voglio che mi scopi, caro. Claudio è sceso dalla macchina e si sta segando davanti al finestrino. You were made for lovin' me... Ora Carlo mi sta sbattendo da dietro che è un piacere, mi dimentico di essere in macchina, mi dimentico di essere Donata, mi dimentico di essere al mondo. In questa notte tutto ha un ritmo, Carlo si muove dentro di me, sento il suo corpo sbattere sulle mie chiappe. E mentre guardo Claudio le rane gracchiano nei fossi e sento che stiamo venendo tutti tre insieme. Un'ondata, un'altra, ancora, ancora. And I can't get enough of you baby... Ore 22.36 Ci ricomponiamo. Mi rimetto l'intimo, il vestito e i sandali. Claudio pulisce il finestrino da fuori. Carlo raccoglie il cellulare, il portafoglio e altre cose perse sotto i sedili. Poi ripartiamo. Carlo continua a starmi piacevolmente addosso, per tutto il percorso ci avvinghiamo le mani e ci baciamo ancora. Can you get enough of me... Arriviamo alla sua macchina. Prima di scendere mi bacia ancora, poi stringe la mano a Claudio e gli fa l'occhiolino. Furbastri. Ore 23.04 Siamo di nuovo a casa. Adesso tocca a noi due. Abbiamo un letto a nostra disposizione. Strano come si apprezzano le cose semplici quando ti mancano. “Vieni qua, amore.” “Arrivo, cara.” And tonight...
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13 anni fa
coppiavce,
47/47
Ultima visita: 4 anni fa
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sega x lei
tutto inizio' una sera a casa mia con un mio amico. mi trovavo a casa da solo perche' lei faceva il turno di notte,quando mi chiamo' un mio caro amico e mi chiese se poteva passare a trovarmi visto che lui era in giro.. ok gli dissi...lui arrivo' dopo 15 minuti circa con una bottiglia di wisky e iniziammo a bere fin quando cominciava a sentirsi l'effetto.. tra una chiacchiera e l'altra,parlando delle donne che conoscevamo in comune salto' fuori non so come un'apprezzamento sulle tettone di mia moglie.. la cosa nn mi diede fastidio anzi! continuai a parlarne tranquillamente... e forse un po' preso dagli effetti dell'alcol forse anke dall'eccitazione, scesi anke nei particolari parlandoli anke dei suoi splendidi capezzoloni.da li lui eccitato ke si vedeva lontano un miglio e con un gonfiore nei pantaloni ke quasi anke un cieco lo vedeva,inizio' a farmi delle domandine su di lei come ad esempio gli piace essere sbattuta e ke tipo di intimo usasse.. li mi venne d'istinto andare in bagno nel porta biankeria e prendere un paio di mutandine in pizzo ke lei aveva tolto qualke ora prima e gliele portai in soggiorno facendogliele vedere direttamente senza star li a spiegare... lui subito chiese di poterle vedere meglio e di toccarle e io gliele diedi e gli dissi ke se era curioso di sapere ke odore avesse la sua figa di annusare pure con tranquillita', e cosi' fece.. non potete immaginare l'arrapamento del mio amico. segati pure se vuoi gli dissi! e nn se lo fece ripetere due volte ke si alzo' dal divano e lo tiro' fuori iniziandosi a segare mentre sentiva l'odore delle mutandine ancora umide di umori... fino a venire su di loro proprio nel tratto dove appoggia la figa.... io eccitato da matti a vedero cosi' x mia moglie nn vi dico..... e da allora ogni tanto ci troviamo a casa mia e lo faccio segare con le sue mutandine o guardandola nuda in foto....
7219
1
13 anni fa
ombra1976,
28/33
Ultima visita: 12 anni fa
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Bello al bar
In agosto siamo stati in vacanza al mare, in una località della riviera adriatica, per la gioia del bimbo, non certo sperando in qualche trasgressione per noi....il nostro massimo svago era andare dopo cena a prendere un caffè e una grappa e non sempre riuscivamo a farlo in santa pace.... Comunque, a due passi dal nostro Hotel abbiamo trovato un bar davvero bello....forse anche troppo per quella spenta e tristuccia località da anziani o da famiglie. Una struttura modernissima, bel design, fatta con gusto e originalità...non il solito bar, ma un ambiente fresco, giovane, musicale, accogliente anche per l'atmosfera. Ma in realtà in questo posto c'erano altri aspetti positivi dal mio personale punto di vista: TUTTO il personale addetto era MASCHILE e molto giovane!! Una vera rarità....non solo....dei sei/sette ragazzi che ho visto, tra barman e camerieri, un paio erano piuttosto discreti. Quindi l'idea di recarsi ogni sera in visita presso quel posticino per degustarsi con calma un caffè e una grappa barricata non mi dispiaceva affatto, pur essendo sempre accompagnata da mio marito e dal nostro cucciolo. Il tipo del piano superiore dove ci andavamo a sedere sempre noi, in terrazza, non era male, ma sembrava piuttosto disinteressato alle donne avventrici del locale...non mi diceva nulla un tipo così; invece al bancone di ingresso avevo notato fin dalla prima sera, un tipo piuttosto interessante e decisamente bello! Gli davo una trentina di anni scarsi, castano, fisico atletico, altezza giusta, tratti somatici sensuali, occhi stupendi...ecco, direi che il particolare degno di nota erano gli occhi. Ogni volta che arrivavamo, vedevo che mi guardava con piacere e io lo riguardavo e lui mi riguardava e io non riuscivo a fare a meno di guardarlo, quegli occhi magnetici, in quelle poche occasioni in cui mi avvicinavo al bancone con qualche scusa, mi perforavano...bell'effetto devo dire. Sui nove giorni di permanenza, penso che sei/sette sere siamo tornati là, la sera dopo cena, e più lo vedevo e più mi saliva il desiderio di poterlo conoscere, di poterlo guardare da vicino dentro quegli occhi profondissimi, di poterlo toccare...baciare....Mi presentavo sempre tutta tirata a lucido, vestitini sexy che esaltassero la mia femminilità e le mie belle forme ed in effetti mi accorgevo di colpire bene il bersaglio....Una sera dopo l'altra, arrivò anche l'ultima... Avevo confessato a Fabio che il tipo mi attraeva parecchio, e che avrei voluto trovare il modo di poterlo rivedere in altra occasione, magari con lui per un triangolo. Fabio mi disse che se proprio mi piaceva così tanto, visto che questa circostanza capita molto raramente, avremmo potuto trovare il modo di fissarci. Ad un certo punto decisi di prendere una iniziativa....mi congedai dal tavolo e dissi a Fabio che avevo bisogno di andare al bagno...Fabio non era molto convinto della mia esigenza e forse aveva già capito tutto, ma mi lasciò andare: Fabio ti adoro! Scesi la splendida scalona a chiocciola che portava giù al piano terra, trepidante per l'emozione, e mi avvicinai al bancone, osservata dai suoi colleghi incuriositi....Gli feci un cenno con la mano come per avvicinarsi, non volevo farmi sentire. Lui visibilmente contento mi si avvicina al viso, mi pianta gli occhi dentro i miei e mi dice subito: “sai che sei una gran bella donna?...” io lo ringrazio e ricambio il complimento...gli dico che quei bellissimi occhi non mi vedranno più perché l'indomani sarei partita; al che lui ebbe un piccolo sconforto e mi chiese un contatto per potersi rivedere...mi feci dare carta e penna e tentai di scrivergli la mail, ma troppo emozionata mi tremava la mano e non riuscii a scriverla bene...poi con voce sensuale gli dissi: “senti...dispiace molto anche a me non rivederti, ma vorrei sapere una cosa...dove si trova il bagno?”... Lui colse al volo la mia richiesta e disse: “se vuoi ti accompagno...”, uscì dal bancone e mi fece strada sul retro dove c'erano due porte, una del bagno e una del ripostiglio privato e mi apri questa...entrammo veloci, chiuse la porta, c'era buio...mi sentii afferrare sui fianchi ed appoggiare la sua bocca carnosa sulle mie labbra, mi baciò con trasporto e passione, ricambiati da parte mia. Sentii le sue mani lisce scorrere sulle mie cosce dal basso in alto ed il mio vestitino leggero e attillato salirmi al punto vita. Mi voltò con il viso alla parete e accese la luce, si chinò un poco, mi spostò il perizoma e mi cominciò a leccare in mezzo alle chiappe...che brivido! Poi si rialzò e cominciò a baciarmi sul collo, a morsicchiarmi, mentre sentii le sue dita che esploravano la mia fighetta rugiadosa e poi entrarono dentro...Mi stavo preoccupando che Fabio potesse venirmi a cercare, non vedendomi tornare dal bagno, mentre da un lato questo pensiero mi eccitava ancora di più, anzi, ci speravo un po' che venisse e mi trovasse lì, e magari dopo essersi arrabbiato (per finta o per davvero) mi scopasse seduta stante, davanti al mio giovane puledrino. Mi venne una gran voglia di prenderglielo in bocca...mi voltai rapida e mentre le nostre lingue frullavano una attorno all'altra, gli slacciai la cintura, gli abbassai i pantaloni e sentii già che il suo pisello era uscito fuori dagli slip, mi piegai verso di lui e lo vidi durissimo e con la cappella viola che mi apprestai a leccare; gli abbassai del tutto le mutande e mentre glielo accarezzavo con le mani vidi uscire quella gocciolina deliziosa che assaporai con la punta della lingua...mmm...che buona! Gli leccai un po' le palle liscissime e depilate, dopodiché me lo presi tutto in bocca e me lo gustai per bene, mentre con le mani ora toccava a me andare in esplorazione... Il tipo ansimava pesantemente ed era eccitatissimo e mentre lo segavo e lo succhiavo, sentivo che non avrebbe resistito ancora molto...e visto che il mio tempo stringeva, gli chiesi di spruzzarmi tutto il suo nettare caldo direttamente in bocca: la proposta a quanto pare fu scatenante e mi trovai, di lì a poco, quasi affogata di sperma...e qualche schizzo mi finì pure sul vestitino!! Mi ricomposi in fretta e fuggii da Fabio che cominciava a spazientirsi. Mi chiese che fine avessi fatto, piuttosto alterato, e come mai quelle macchie sul vestito...Non ce la feci a mentire e gli raccontai tutto per filo e per segno: lo vidi incazzato ma anche eccitato e quella notte mi punì!...
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3
13 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 giorni fa