{"linkButtonClass":"stories-filter__top-new-button button button_default","href":"\/aggiungi-racconti","title":"Aggiungi racconto","displayFirstSpan":true,"firstSpanClass":"stories__top-new-button-icon","firstSpanContent":"\n<svg class=\"svg-icon icon-add-button-icon\">\n <use xlink:href=\"\/build\/sprite-83eb32dceb21b468932833be844ed846.svg#add-button-icon\"><\/use>\n<\/svg>","displaySecondSpan":true,"secondSpanClass":"stories__top-new-button-text","secondSpanContent":"Aggiungi racconto","checkDeactivatedProfile":true}
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Le regole della casa di ... (parte 1)
Mi risveglio con un forte mal di testa.
Cerco di capire dove mi trovo.
Sono all'interno di un ambiente chiuso.. una stanza.
Ieri sera devo aver esagerato con i super alcolici alla festa.. ma chi era mai stata ad una festa così esclusiva! Mi devono aver riaccompagnato in camera.
Nella penombra che m'avvolge non riesco a capire se sia giorno o notte.
Aguzzando la vista riesco ad individuare una flebile scia di luce, che filtra tra le fissure di una tenda.
Sì, siamo proprio nella camera che ho occupato queste ultime due notti. Sembra una camera d'albergo, con quell'atmosfera forzatamente barocca: le tende spesse di broccato, una poltroncina, un comò...oggetti che intravvedo appena.
Sono adagiata su un letto tra un'infinità di cuscini.
Tento di alzarmi ma qualcosa mi impedisce i movimenti.
Cerco di individuarne la fonte con apprensione.
Dei nastri di seta mi bloccano caviglie e polsi, incollandomi al letto.
Per quanti strattoni dia, non riesco a liberarmi.
“Buona” una voce rompe il silenzio e dall'oscurità emerge un donna.
Non ne identifico i tratti fin quando non s'avvicina al letto.
E' Luise.
40 anni, lunghi capelli neri a boccoli che le incorniciano il viso, le spalle; veste un abito di foggia raffinata, lungo fino alle caviglie, con le maniche che le coprono persino i polsi.
Siamo amiche solo da un po' di tempo, ma ho comunque acconsentito a star da lei per qualche tempo, per le ferie estive, nella sua splendida tenuta di campagna.
Non riesco a trovar solievo nel vederla. Perchè mi ha legata? Nel timore crescente che mi assale, la tempesto di domande, urlando, ma lei non sembra curarsene, avvicinandosi senza dire una parola.
Mi accarezza il viso freddo, tirato dall'ansia.
I suoi movimenti sono languidi.
Mi toglie le coperte di dosso e solo allora mi accorgo di essere nuda. Completamente nuda.
Mi agito ancor più, ma lei continua a non scomporsi.
Mi guarda.
Io chiudo gli occhi, ma sento il suo sguardo su di me, in perlustrazione.
Poi inizia a parlare con voce sottile, come se lo facesse con sé stessa.
“Sono stata paziente con te, signorina”
Urlo più forte, sconvolta. Cosa vuol dire tutto ciò?
Lei mi guarda con disappunto. Scuote la testa e si siede al mio fianco, sul letto, dandomi le spalle.
Mi tendo per oppormi ma non posso impedirle di posare la mano tra le mie cosce, che le corde di seta, tese, mi costringono al contrario a temer leggermente divaricate.
Indossa guanti di seta.
Passa due dita sul mio clitoride. Lo accarezza fievolmente.
Devo oppormi!
Mi agito ancor più, i muscoli si tendono nel tentativo di liberarmi, di sfuggirle, senza esito.
Ricado pesantemente sul letto, nella medesima posizione del risveglio.
Luise continua; delicata e paziente.
“Questa casa ha le sue regole” la voce è amabile ed affabile.
Le sue dita mi solleticano con maestria.
Ora picchiettano, ora premono, ora disegnano impercettibili cerchi.
La mia bocca è secca e disciusa quando, passato un periodo di tempo che ho giudicato interminabile, Luise smette di darmi le spalle.
Un sorriso di compiacimento appare sui suoi freddi lineamenti nel fissare il mio volto arrossato ed al mio squittio quando le sue dita volutamente mi abbandonano.
Mi accarezza con il dorso della mano la guancia, che scostò di scatto, con repulsione.
Ma Luise non ci dà peso.
Si allontana un istante, per riemergere dall'oscurita, con un bicchiere in mano.
Me lo avvicina alla bocca, ed io, ingenua, bevo quella che sembra essere per colore ed odore dell'acqua.
E' fresca ed io la devo avidamente.
“Brava” sorride Luise, accarezzandomi i capelli scompigliati.
“Cosa vuoi Luise?” chiedo esausta.
Lei non risponde, e continua ad accarezzarmi i capelli.
“Farò di te la mia brava signorina” mi sussurra all'orecchio ad un certo punto.
Mi sento stranamente rilassata, non ho più voglia di combatterla.
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17 anni fa
kiki74kik,
33
Ultima visita: 15 anni fa
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L\'ispezione
E' cosa universalmente nota che un padrone possa e debba ispezionare la sua schiava... luoghi e modalità sono a sua discrezione....
“Cara, sono a casa!” lo sento salutare mentre varca la soglia dell'ingresso. Chiude la pesante porta di legno scuro dietro di sé, e si toglie il cappotto.
“Bentornato!” lo accolgo guardandolo con la coda dell'occhio, distrattamente, continuando a seguire i fornelli.
Entra in cucina, è dietro di me, il braccio si allunga verso la mia vita e mi cinge a sé.
La sua ombra mi sovrasta, il braccio libero mi sposta i capelli da un lato ed un bacio si posa sul mio collo.
“Hai fatto la brava?” s'informa.
“Sì” rispondo arrossendo “Lasciami seguire la cena” protesto pudicamente.
“Continua pure” acconsente in un sussurro.
“Và bene” rispondo sollevata.
Però lui non si ritrae, continua ad ergersi dietro di me.
“Continua pure” ripete, mentre le sue mani iniziano a lavorare sull'abbottonatura e sulla lampo dei miei jeans.
Arrossisco violentemente... mi umiglierà ancora una volta....
Li abbassa appena un po', quel che basta per abbassarmi le mutandine.
“T'ho detto di continuare a cucinare” mi rimprovera con voce imperiosa; s' è accorto che ho smesso di mescolare il riso.
Non riesco a ribattere, ma obbedisco al comando.
E' dietro di me, ma percepisco cosa stà facendo....
Si abbassa.
I suoi capelli mi acarezzano il sedere.
Tira le mutandine a sé, sulle sue labbra, dopo averle annussate, ora la lingua inizia a leccare dove s'è posato il mio fluido.
I suoi capelli troppo vicino alle cosce mi hanno il solletico...
“La biancheria di seta è costosa...” la sua voce è tagliente.
“Lo so” rispondo timidamente.
“Erano un regalo.... devi imparare ad aver più cura delle nostre cose” mi reguardisce.
Si alza appoggiando antrambe le mani sulle mie natiche.
“Ti insegnerò io a farlo” acconsente malizioso.
Spegne il fuoco dei fornelli e tirandomi per le mutandine mi accompagna nel bagno, mentre con l'altro braccio mi cinge la vita, in una morsa che non ammette ribellioni.
Mi spinge delicatamente dentro la doccia, dove ha voluto installare una seggiolina di plastica.
Mi fà sedere, io protesto sommessamente....posso lavarmi da sola.
Ma lui sorride, tintinnando la testa, e mi divarica le gambe.
Mi passa il tubo flessibile della doccia idromassaggio e mi prega di tenerlo e di dirigerlo sulla figa. Prende la spugna morbida ed inizia ad insaponarmi, a frizionare.
Io mi stringo ai braccioli della sedia.
La pressione dell'acqua mi stimola, le sue carezze mi elettrizzano.
Facccio pipi.
Lui si eccitata ancor più e continua con maggior vigore.
Piango mentre il mio corpo vibbra di piacere.
Lui mi guarda di sottecchi e mi dà della puttanella.
Ma non è acora soddisfatto.
Il lavoro di spugna si placa e viene sostituito...
Le sue dita si fanno spazio nel mio orifizio.... uno, due, tre....
Mi avvinghio a lui, supplicando maggior piacere...
La sua risata pervade la stanza.....puttanella...............
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17 anni fa
kiki74kik,
33
Ultima visita: 15 anni fa
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Prive\'
Questa sera hai deciso per entrambi .... non ci sarà una serata fuori casa... non ci saranno chiacchere tra amici, nè cinema, nè discoteca... solo io e te nella camera da letto.
Mi hai diretto come un regista.
Mi hai fatto indossare la vestaglia di seta rosa, mi hai fatto mettere il nastro di raso rosa sul collo, la lunga collana di perle.... ed hai voluto un trucco pesante, specialmente sulle labbra.. come quello di una prostituta d'altri tempi, come una ballerina del primo Moulin Rouge.
Mi accomodo sul letto, con la schiena poggiata su un monte di cucini morbidi mentre tu ti siedi sulla poltrona, davanti al letto.
Mi fai sentire a disagio... tu nel tuo vestito a doppio petto da cerimonia, impeccabile se non fosse per la gravatta allentata ed il colletto della camicia sgualcito; come tu stessi per andartene da qualche parte...
“Inizia” comandi dal tuo trono, secco e senza preamboli.
Ed io con mani tremanti inizio ad accarrezzare il mio corpo: inizio con le braccia, insinuando poi le mani tra le pieghe ad acarezzare la vita. Targiverso nell'attesa del tuo prossimo comando.
“I capezzoli”
Slaccio lentamente la vestaglia, scoprendo timidamente i seni, che scoperti rabbrividiscono al cambio di temperatura.
Inizio ad accarezzarli, come mi hai insegnato tu, a mani aperte.
Porto poi una mano alla bocca, bagno una ad una le dita, affondandole nella bocca.
Con le dita cospargo di saliva la corna dei capezzoli ed inizio a frizionarli con dolcezza.
Sento l'eccitazione crescere.
Ora sono turgidi, pronunciati e te li offro con le mani a coppa.
“Ora.. masturbati”
Quel comando che non sopporto... quel tuo segno di potere su di me.
La mia mano risponde seppur con riluttanza; mi vergogno mentre tu sorridendo malizioso sussurri “puttanella”.
Mi stimolo la clito per il tuo piacere.
“Apri di più quelle gambe.. devo vedere bene”
Eseguo remissiva, allargandole esageratamente, abbandonandomi sul monte di cuscini, completamente distesa sul letto.
“Mettici più energia!”
Ora sei a fianco a me.
Come un dottore al capezzale di un malato.
Le tue mani scendono lungo i miei fianchi, insinuandosi tra le mie cosce.
La tua mano è sopra la mia; dura sulla mia sudata; e guidi con forza senza ammettere opposizione.
Mi fai male, il ritmo è devastante. Mi stai facendo venire sulle mie mani, sulle tue.
Il tuo sesso è duro sotto il cavallo teso dei pantaloni.
“Lo vuoi?” chiedi malignamente.
“Siiiii” sussurro io, con tutto il corpo anelante.
“Procediamo allora” comandi, liberandomi la mano.
T sfili i pantaloni, i boxer, velocemente.
Sali sul letto, dandomi il sedere sul viso.
Le mie mani incescicano bramose sul tuo cazzo, che mi ciondola sulle labbra.
“Brava puttanella” dici mentre mi spingi il bacino contro “Avanti giocaci” mi sproni.
“Continuerò io con la tua micetta”
Così dicendo affondi il viso sulla mia figa. Inizi a leccare selvaggiamente.
Sono elettrizzata.
Le mie mani sono morbide ed impregnate dei miei stessi umori... sono come una crema per il tuo cazzo pulsante.
Duro e morbido al tempo stesso; sussulta tra le mie carezze.. lo scappello e lo ricopro di baci..il ritmo con cui mi solletichi la fica è sfincante.
Inizio a leccarlo come un gelato dall'alto in basso, in cerchio.... a succhiarlo come una caramella....lo ingoio tutto.
Mi afferri le gambre con forza, la tua forza è dirrompente, sovverchiante.
Infili volutamente due dita nella mia piccola fessura allagata per infondermi nuovo vigore.
“Dai troia, dai” inciti, mentre spingi il bacino contro il mio viso.
Ti sento godere mentre mi fai godere.
La mia figa è un lago; il tuo cazzo esplode come un vulcano, riempiedomi la gola del tuo seme.
E tu mi costringi ad ingoiarlo tutto...fino all'ultima goccia, senza lasciarmi scelta.
Poi tutto si placa, mi crolli addosso, esausto.
Le mia figa ti reclama ancora, ma tu sei appagato ed estrai le dita che mi avevi amabilmente concesso; facendomi gemere. Abbandoni il letto per la doccia, fino alla prossima volta.
[email protected]
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17 anni fa
kiki74kik,
33
Ultima visita: 15 anni fa
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Che piacevole sorpresa anna
Come vi ho già detto nel mio precedente racconto dal titolo "Emozioni" ho incontrato per la prima volta la splendida coppia (Gianni e Anna). Dopo circa due settimane dal nostro primo incontro, mi arriva una e-mail dalla coppia amicha che mi inviata ad un nuovo incontro. Nella e-mail c'era anche la proposta del luogo e dell'ora per l'incontro (Sabato ............. ore 15,00 uscita ...... del'autostrada A1), praticamente il solito lugo del primo incontro. Io con molta emozione e con infinito piacere, gli mando la mia risposta di accettazione. Finalmente arriva il giorno dell'incontro, la giornata è splendida la temperatura si aggira attorno ai 25 gradi. Dopo un breve viaggio in autostrada arrivo al casello indicato come luogo di incontro, anche questa volta sono giunto con un leggero anticipo, parcheggio l'auto nel piccolo parcheggio e attendo con ansia l'arrivo della coppia. Trascorsi circa 5 minuti vedo arrivare l'auto di Gianni, ma quando è vicina noto con stupore che c'è soltanto Anna che sta guidando e nessun altro passeggero. Penso che Gianni ci avrebbe aspettati a casa e quando Anna si ferma per farmi salire io le chiedo subito del suo marito. Lei Prima mi da un bacio sulle labbra socchiuse, lasciandomi un piacevole sapore di rossetto e poi mi dice che Gianni non avrebbe partecipato all'incontro per motivi di lavoro. Allora io le chido cosa facciamo fissiamo per un'altra volta? Lei mi dice in modo molto deciso che avrebbe goduto soltanto lei dei miei servizi e che Gianni era consenziente, io non posso fare altro che accettare e salire in auto. Anna è vestita con una camicetta nera (molto attillata e con moti bottoni non agganciati) poi indossa una minigonna grigia molto corta e con uno spacco laterale da dove si intravede il pizzo delle calze autoreggenti. L'abitacolo dell'auto e intrinso del pofumo di Anna e tutto ciò mi eccita moltissimo. Iniziamo il viaggio e lei mi dice che non saremmo andati a casa sua ma in un albergo isolato molto accogliente e che non mi dovevo preoccupare della spesa perchè avrebbe provveduto lei. Mentre Anna guida e mi parla del più e del meno io non riesco a togliere lo sguardo dalle sue cosce e dalla scollatura della camicetta. Lei se ne accorge e dopo avermi sorriso si sgancia un'altro bottone e si tira su di più la gonna fino a farmi vedere il pizzo nero del perizzoma. Io non resisto e inizio timidamente ad accarezzargli le gambe e arrivo fino a sfiorare il suo perizzoma, siamo su una strada isolata e prendo coraggio e infilo la mia mano nella scollatura e sento due tette magnifiche, Anna sorride e mi dice vai non ti preoccupare. Raggiungo un capezzolo è molto duro e io lo stringo dolcemente tra i polpastrollo del pollice e dell'indice lei inizia a gemere di piacere. Ad un certo punto mi dice di smettere di toccarla e che dopo avremmo avuto tutto il tempo che volevamo, poi stavamo iniziando nuovamente ad incontrare altre auto e poteva essere pericoloso. Ad un certo punto Anna mi chiede di farmi una sega mentre la gurdo guidare e io con un pò di stupore tiro fuori il mio cazzo dai pantaloni e inizio a masturbarmi molto dolcemente, questa situazione eccita tutti e due e lei dice che vuole chi io arrivi al termine della mia sega, quindi aumento il ritmo e dopo un pò schizzo sperma sui miei jeans, Anna passa la sua mano sul mio sperma e dopo se la passa sulle tette senza scoprirle, ripete questa operazione per altre tre volte e poi mi dice di asciugarmi con dei fazzolettini che aveva nel cruscotto. Finalmente siamo arrivati all'albergo (forse 1 stella ad essere generosi 2) scendiamo, io mi sento in imbarazzo ho ancora i jeans macchiati, lei chiude l'auto e con un passo molto sexy si avvia verso l'ingresso dell'albergo, in quel momento passa un camionista che gli urla "Bonaaaaaaaaaa" non aveva torto il camionista, Anna è veramente Bona. La proprietaria dell'albergo è una signora anziana e quando Anna gli chiede una camera lei ci consegna una chiave la 120 e ci chiede il pagamento anticipato 50 euro, Anna provvede a pagare e dice alla signora che non vuole essere disturbata per nessun motivo. Saliamo la rampa di scale che ci conducono al primo piano svoltiamo per il corridoi di sinistra e raggiungiamo la camera 120. Apriamo la porta e come prevedevo la camera è molto piccola e con un piccolo bagno, ma a noi non ci importa di tutto ciò e Anna in un'attimo si spoglia tutta e mi chiede di fare lo stesso anche a me. Dopo con sorpresa Anna mi ordina di nodossare la sua biancheria e i suoi abiti, mi aiuta e per primo mi fa indossare il reggiseno (ancora umido del mio sperma) poi mi infilo il prizzoma con qualche difficolta, ma mi stò eccitanto molto. Poi mi aiuta ad infilarmi le calze autoreggenti e poi la gonna che non riesco ad agganciare e la camicetta. Mi sento una troia e sono molto eccitato anche nel vedere la splendida Anna completamente nuda. Lei si stende sul letto e si mette con le gambe allargate al massimo, mostrndo una stupenda fica con delle grandi labbra e un clitoride molto pronunciato. Io inizio nella mia opera e passo la lingua sulle labbra della sua fica per poi succhiare dolcemente il suo clitoride che sembra un mini cazzo, lei gode e geme e io mentre le lecco la fica e il buchetto dle culo le strizzo i capezzoli, lei sembra gradire fino al momento in cui raggiunge il primo e violento orgasmo. Dopo un attimo di riposo lei mi chiede di mettermi alla pecorina (come una troia) io l'accontento e sono eccitato al massimo, Anna estrae dalla borsetta un fallo di gomma molto realistico e di dimensioni medie, poi estrae anche un tubetto di crema lubrificante e cosparge sia il fallo di gomma che due sue dita che mi snto infilare dentro il culo. Dopo il primo momento fatto di dolore in cui Anna mi ordina di non protestare, inizio a godere e lei molto sapientemente mi masturba il culo. Poitoglie le dita e sento appoggiare la cappella del cazzo finto sul mio culo glà un po allargato dopo una leggera pressione il fallo penetra dentro il mio buchetto e Anna inizia a muoverlo avanti e indietro con sempre maggiore violenza io avanti stringo i denti per il dolore e poi urlo di piacere fino a quando non sborro copiosamente e Anna mi prende il cazzo tutto in bocca e succhiando lo ripulisce tutto. Ci laviamo e ci rivestiamo normalmente, ognuno con i propri abiti. Usciamo dall'albergo e saliamo in auto, Anna mi dice che prima di riaccompagnarmi alla mia auto avrebbe un'altro desiderio e che io dovevo aiutarla ad esaudire. Cioè lei voleva che io l'accompagnassi in un posto dove ci sono dei camionisti in sosta, logicamente per farsi scopare e io dovevo proteggerla al fine di prevenire violenze gratuite. Decido di provarci e strada facendo incontriamo una zona dove alcuni camionisti parcheggiano per raggiungere un Bar. Quel giorno cìè un camion che sta andando via e uno molto probabilmente appena arrivato, Anna accosta alla gabina e si alza completamente la gonna il Camionista capisce al volo e le fa cenno di salire. Lei non perde tempo spenge l'auto con me dentro e sale nella gabina del camion. Le tendine si chiudono e dopo dieci minuti si apre la porta e Anna scende dal camion e sale in auto. Partiamo a tutta velocità verso la mia auto Anna mi ringrazia e mi dice che il camionista l'ha scopata in modo molto violento facendola godere tanto. Arrivati alla mia auto anna mi saluta dandomi un bacio molto appasionato e strizzandomi il cazzetto. Ci salutiamo e gli chiedo di salutare anche Gianni, lei sorride e va via. Io salgo in auto e parto per il viaggio di ritorno.
Serio69
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 giorni fa -
La mia prima esperienza con una chatterina
Era una domenica di Novembre del 2004, era un'anno abbondante che chattavo in cupido ( libero) avevo avuto risposte da tantissime donne ma
più che discorsi epistolari non si riusciva ad ottenere. Ed ecco che leggo un profilo che si confaceva con il mio trend: in carne ma con una marcia in più. Mi affretto a risponderle spiegandole che se non fosse stato per la distanza(Puglie) sarei già partito per incontrarla! Dopo cinque minuti non credevo ai miei occhi lampeggiava l'arrivo di un msg. mi affrettai a leggere era lei che mi diceva che il 10 dicembre sarebbe stata a Parma ( la figlia studiava nel nostro Ateneo). Ero euforico anche perchè quel giorno sarebbe stato il mio primo giorno di ferie. Quel mattino andai a prenderla in centro vicino all'abitazione della figlia; appena si accomodò sulla mia vettura mi disse: - Vado bene?- era abbastanza abbondante o meglio era proporzionata alle sue forme, ed avendo una 6a di seno anche il culo ed il resto erano abbondanti! comunque le risposi con fermezza: - non osavo sperare di meglio! - L'accompagnai a fare spese al mercato della Ghiaja e poi ci appartammo in un posticino tranquillo dove poterci fare qualche coccola. Come si spogliò misi la bocca sui suoi capezzoli che subito s'inturgidirono e diventarono duri come sassi. Poi con la mano mi portai all'inguine è lei mi bloccò dicendomi: - Sono nei miei giorni sacri, mi spiace- Io continuai infilandole dapprima il medio nel suo nido, e lei: - così ti sporcherai tutto - ed io: - l'acqua corrente esiste ancora!- nel frattempo avevo infilato anche l'indice e l'anulare e con il pollice le titillavo la clitoride, e lei ansimando fortemente e con voce rauca:- Ammò così me fai morì- ed io:- del troppo godimento non è mai morto nessuno - avrà rag-
giunto almeno tre orgasmi in rapida successione ognuno sempre più potente dell'altro. Poi ci rivestimmo e la portai a pranzo, dopo pranzo ci imboscammo di nuovo per continuare le nostre evoluzioni. Passammo un week-end di fuoco, quando la accompagnai alla stazione mi disse: -
Ammò, mi dispiace, il mese prossimo non potrò venire- ed io:- Scommettiamo?- il 7 gennaio mi telefonò dicendomi: - Ammò, mi sono liberata, domenica sono da te!- E da allora quasi tutti i mesi mi viene a trovare
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17 anni fa
jackthetender,
50
Ultima visita: 11 anni fa
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La prima volta non e stato il massimo
E' capitato tre anni fà , per caso girovangando per vari siti rispondo ad un annuncio di una coppia di bssenza dar troppo importanza ( visto che tanti non rispondono ) , la mattina successiva apro l email e trovo la loro risposta e che volevano vedere il viso e avere il numero di cell.. La situazione cominciò a piacermi allora invio il tutto come da accordi ed aspetto ansioso, la giornata passava e verso sera squilla il cell, rispondo ed era il lui della coppia . Ci siamo accordati per vederci il sabato sera , scambiare due parole e bere qualcosa, Ci incontrammo fuori dal casello di ospitaletto, ci salutiamo e loro dicono di segurirli, ci fermiamo in un a specie di bar , dopo detto da loro era un psoto dove si incontrano coppie, parliamo per alemno due ore su cosa fare ed i loro gusti e che lei voleva provare la doppia penetrazione.
Verso l una ci salutiamo e ci diamo appuntamento per il sabato successivo a casa loro,
Arriva sabato , ed mi avvio verso l appuntamento al casello do paolazzolo , arrrivo e dopo alcuni minuti arriva lui e mi indica di seguirlo,arrivati a casa loro (villettina) trovo lei sulla porta con un bel vestitino nero e ci salutiamo.
Beviamo qualcosa scambaindo un po di chiacchere , seduti sul divano con lei in mezzo a noi due , lui comincia a toccargli le gambe ed io comincio ad eccitarmi , si baciano ed io allungo la mano sulle sue gambe e comincio a massaggiarle.
dopo alcuni minuti lui si alza e dice che va a bere dell acqua, lei si gira verso di me e comincia a baciarmi ed io comincio a toccargli le tette, poi allunga la mano sul mio pacco e comincai ad sbottonare la patta e in giro di un attimo lo ingoia tutto.
Un pompino fantastico , nel frattempo arriva lui e comincia a spogliarsi , alche ci spogliamo tutti e due e lei sempre sul divano continua a succhiarmi l uccello , lui si mena un po e poi la scopa alla pecora per almeno 5 minuti.
Sfila il cazzo da M. e la fa girare verso di lui infilandogli il cazzo in bocca e mi indica di scoparla, mi abbasso e comincio a leccarla un guso splendido che mi fa indurire l uccelo al massimo, infilo il preservativo e in un attimo e tutto dentro , e molto bagnata visto che lui mi dice che voleva l uccelllo gia il sabato precedente.
La faccio girare e la scopo dal davanti sempre sul divano , mentre lui gli infila il cazzo sempre in bocca, dopo venti minuti ci spostiamo in camere da letto e qui la scopo in tutte le posizioni anche nel secondo canale (che a lei piace molto) , ma vedo che lei continua a succhiarlo ma non diventa duro , e dopo un po lui si alza e se va, mentre noi andiamo avanti a scopare,per almeno 10 minuti.
Allora chiedo a lei cosa era successo, e mi rispose che non sapeva e decidemmo di smettere e andammo in salotto dove lui era sul divano a guardare la televisione senza dire una parola.
Mi rivestii e li salutai , le mi accompagnò sulla porta e ci salutammo con un grosso bacio .
non li ho piu sentiti fino ad 3 mesi fa quando mi arriva un messaggio eche mi chiedeva che fine avevo fatto e che avevamo lasciato una cosa a metà.
al piu presto finiremo il lavoretto che avevamo previsto.
N.B LA COPPIA E ISCRITTA SU QUESTO SITO
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17 anni fa
scanner68vr, 50
Ultima visita: 5 anni fa -
Cristina ed il suo sogno
di Tom Per inviare commenti e suggerimenti [email protected]
Aveva sempre avuto un unico, secondo lei bellissimo, sogno; quello di sgambettare in televisione. Quello di mostrare il culo alle telecamere, di farsi vedere abbracciata al calciatore, al ricco imprenditore o al manager di successo. Non aveva studiato, non è che fosse particolarmente vispa né intelligente. Era ambiziosa, questo glielo riconosco. Un’oca giuliva fuori e una ragazzina piena di debolezze, frustrazioni e dubbi dentro. Questa era Cristina, quando la conobbi. A sapere che sarebbe finita così male sarei stato meno gentile con lei. Ma lasciatemi raccontare di come andarono le cose.
Atto I: una maialina sulle scale
Piangeva. La prima volta che la vidi piangeva. Era seduta sulla gradinata del palazzo in cui lavoravo ed era vestita come…come…si può essere schietti e sinceri, vero? Mica vi scandalizzate? Ecco, allora, era vestita come una buona mignotta. Minigonna, calze a rete, giacchino strizzato in vita come un tubetto di dentifricio quasi finito, capelli pettinati all’ultima moda (ultima, penultima o terzultima per me fa lo stesso…non seguo le mode) e trucco gradevole ma tutt’altro che leggero. Lì per lì ho pensato di avere a che fare con una troietta come tante. Beh, a conti fatti la prima impressione era quella giusta. Ma non a tutte le troiette mi affeziono, sapete? Per questo ripensare a quel momento mi fa un po’ male.
“Ciao. Qualcosa non va?” le chiesi, pensando fra me e me a quanto dovesse sembrare stupida quella domanda. Se uno piange, per forza c’è qualcosa che non va. O no?
“No” mi fa lei “Tutto a posto”
“Perché piangi, allora?”
“Ma nulla…mi hanno solo scartata”
“Ah” esclamai. In quel palazzo si tenevano le prove per un programma televisivo che sarebbe andato in onda da lì a due mesi. Lo sapevo da qualche giorno. Il genere del programma ve lo potete immaginare. Quando si fanno le selezioni per scegliere una quarantina di volenterose ragazzine con poco cervellino e gambe lunghe, c’è un unico genere di programma che si può mettere in piedi. Un programma da cerebrolesi.
“Ti è andata male, eh?” chiesi.
“Sì, come sempre”
“Beh, avrai la tua occasione”
“Sul serio?”
“Sì, sei una bella ragazza”
“Sì, sono una bella ragazza di ventiquattro anni!”
Disse quel numero come se confessasse un crimine dei più atroci. Ventiquattro anni. Io ne ho trentuno e mi sento ancora un ragazzino, lei ne aveva quasi dieci meno di me e si comportava come se la sua vita dovesse terminare entro l’anno. In effetti quante veline, letterine e stupidine varie vi sono, di più di ventiquattro anni? A quell’età sei già una pera marcia pronta a cadere dall’albero. Così ti fa credere il dorato mondo della TV. E chi siamo noi, comuni mortali, per obbiettare di fronte a ciò che ci viene proposto dalla Dea TV? Cristina, a ventiquattro anni, si sentiva vecchia e pronta ad essere messa in disparte.
“Dai, ti offro un caffè” le ho detto.
“No, devo andare” mi ha risposto con un po’ di arroganza. Sembrava non vedesse l’ora di togliersi dai piedi questo coglione invadente. Comprensibile, le uniche persone con cui valga la pena mostrare un briciolo di gentilezza sono quelle che ti possono portare in alto. Ma lei non mi conosceva.
“Insisto. Ci sediamo al tavolo di un bar e mi racconti tutta la storia. Magari ti posso aiutare a realizzare il tuo sogno”
Cristina mi guarda in obliquo.
“Davvero?”
“Sì”
“Chi sei?”
Le dico il mio nome (a voi no, accontentatevi di Tom).
“Lavori in televisione?”
“Beh, in un certo senso è così. Sono uno scrittore. Di recente mi hanno chiesto di fare il consulente per una serie di documentari in prima serata. Forse ne avrai sentito parlare”
Cristina s’illumina. Per un attimo resto stupito anch’io. E’ bellissima. Come avranno fatto quei froci del casting a scartarla?
Indago e vengo subito a capo della questione.
“Senti, tu conosci qualcuno nell’ambiente?” domando.
“No, nessuno”
“Capisco” le dico “In questo caso è naturale che non ti abbiano presa in considerazione”
“Davvero?”
“Tutte le ragazze che vanno in televisione hanno…diciamo, qualche aiutino da dietro”
Raccomandazione. Una brutta parola.
Raggiungiamo il più vicino bar e ci prendiamo qualcosa da bene.
Cristina passa subito alle domande che contano.
“Tu puoi aiutarmi a farmi conoscere?”
“Può darsi. Come ti ho detto conosco parecchia gente”
“E….”
“Sì, è gente assai influente”
Sorride.
“Parlami di te. Chi sei, da dove vieni” chiedo.
“Mi chiamo Cristina. Vengo da Napoli”
“Tutto qui?”
“Tutto qui”
“Sei diplomata?”
“No”
“Ah”
“E’ un male?”
“No…no…”
“A che serve il diploma, sul palco?”
“Certo, certo…a che serve?”
“Lavori?”
“Qualche volta. Ho fatto la hostess. Ma così, una volta e via…lavori fissi non se ne trovano”
“E che lavoro cerchi?”
“E’ ovvio! Lavorare in televisione!”
“Un lavoro…che so, da impiegata…qualcosa di normale?”
Non vi dico che faccia fa Cristina a queste parole. Sembra che le abbia proposto di scopare un vecchio bavoso con l’HIV. No, il lavoro normale non le piace proprio. A che serve, il lavoro normale, quando si hanno delle belle cosce lunghe e disponibilità d’alloggio per una fava o due lì nel mezzo?
E d’improvviso sento nascere una cordiale antipatia per questa ragazzetta pretenziosa e senza qualità. Andate via le lacrime resta solo una gran voglia di arrivare alla vetta senza faticare. Senza quel suo visino disfatto dal pianto che ispira tenerezza, Cristina appare per quel che è; una piccola mignottella annebbiata dalle facili promesse del successo.
A questo punto, però, ho promesso di aiutarla e lo farò. Non è nelle mie abitudini, disattendere una promessa. Però la ricompensa è un altro discorso.
“Senti, Cristina…e se io ti aiutassi ad arrivare dove vuoi tu che cosa saresti disposta a fare, per me? Sei bella. Mi piacerebbe conoscerti…diciamo, più approfonditamente”
La ragazza non si scompone più di tanto. Non è granché intelligente, ma sa che in questo mondo, per arrivare, qualche letto lo devi conoscere.
“Io divido l’appartamento con un’altra ragazza” risponde subito.
“Non c’è problema. Verrai da me. Ma ti avverto che io ho gusti un po’ particolari. Mi piace sottomettere le mie amanti”
Cristina alza le spalle.
“Va bene”
Come sarebbe a dire “va bene”? Che gran troia ho trovata!
“E mi piace anche veder sottomessa una ragazza da un’altra ragazza”
“Certo. Io quale sarei? Quella che sottomette o che viene sottomessa?”
“Quella che viene sottomessa” rispondo bruscamente.
“In che modo, dovrei essere sottomessa? Corde, falli di gomma…”
“No, più semplice. Lingua. La tua. Sul corpo del padrone e della padrona. Dappertutto”
“Hummm…beh, come si dice…non si fa niente per niente. Vogliamo andare?”
Ci resto un po’ male. Non ha fatto una piega di fronte ad una proposta che altri giudicherebbero indecente. Mi domando quante, fra le aspiranti telemignotte televisive, siano disposte a tutto come questa qui. Poi non ho il tempo di fare altri ragionamenti.
“Allora” mi fa Cristina “Vogliamo andare?”
“Sì, piccola. Arrivo subito”
Il conto del bar è sulle cinque euro. Ne lascio cadere dieci sul tavolo e me ne vado. Oggi ho idea che prenderò un giorno di riposo.
Atto II: com’è bello pisciare in gola a Cristina…
L’aspirante valletta fa onore ai propri propositi. Pompa che è una favola e lecca con una lingua che non ha paragoni di sorta. Posso affermare di non aver mai conosciuta una schiava, prima di Cristina. E schiava lo è davvero, perché questa, al contrario di tante pseudo-serve da inserzione su internet, non ama ricevere ed obbedire agli ordini. Non vuole un padrone. Le fa ribrezzo prendermelo in bocca, farsi trapanare fino alle tonsille, sentire la cappella che s’insinua nell’esofago in cerca di un giaciglio tiepido dove vomitare tutta la sbroda che ha in corpo…non le piace neppure farsi dare gli schiaffoni in faccia, farsi sputare in bocca o farsi schizzare la sborra in un occhio neppure fosse collirio. Oppure quello che le sto facendo adesso, lei a quattro zampe e io che la cavalco come una bestia senza cervello a furia di manate sul culo e colpi di tallone delle cosce.
Mi obbedisce, ma solo perché si ritiene in trappola. Negli goffi sforzi che compie per accontentarmi e nell’avvilita repulsione che dimostra nei confronti dei miei ordini, ricorda un po’ una schiava d’altri tempi, di quelle che venivano fatte prigioniere da qualche esercito straniero in un paese sottosviluppato e venduta per due soldi ad un ricco proprietario terriero o ad una nobile signora di altolocato lignaggio. Un tempo le costrizioni delle schiave si chiamavano catene, oggi sono l’ambizione.
E l’ambizione è una catena potente. Me ne rendo conto mentre ordino alla vacca di mettersi in ginocchio e di spalancare…
“…quel cesso di bocca che ti ritrovi. Animale, apri di più che sennò sbaglio mira!” Aspetto che Cristina obbedisca, quindi mi volto e le piazzo il culo in faccia. La prendo per i capelli e le spingo la testa nel solco fra le natiche, pigiandocela finché non sento i lobi delle sue orecchie che sbattono contro le mie chiappe.
Cristina geme ma mantiene la bocca aperta. Ed io le scurreggio in bocca. Il bello sta nell’eco portentosa che si sviluppa quando il geyser d’aria mefitica sciaborda fra le pareti della bocca della ragazza. Da un prep…poco convinto si trasforma in un pramm!! con tanto di due punti esclamativi.
Cristina indietreggia lontano dal mio sedere incurante del fatto che per farlo deve strapparsi i capelli ben stretti fra le mie mani.
Mi volto.
“Cagna! Che fai? Ti allontani senza permesso?”
E le assesto un ceffone che la faccio girare tutta come una trottola.
“Ma questo fa schifo!” protesta lei.
Non ci vedo più.
“Maiala! Tu fai schifo! Ti sei venduta per un posto in televisione dove ti chiederanno di mostrarti ancora più troia di quanto non sei con me!” grido mentre le schiaccio la testa sul pavimento con un piede.
Cristina emette un suono dalla bocca che è un misto fra un miagolio ed un bambino che ciangotta.
“Ora alzati, che mi scappa da pisciare!”
“Ma…”
“Sì, hai capito bene” le rispondo “Ti piscio nella gola, fogna umana che non sei altro. E poi mi faccio fare un altro pompino, che vedo ci sei tagliata, per questo. Chi ti ha insegnato a prenderlo in bocca, eh? Non dirmi che è la prima volta che lo fai! Hai già lavorato in televisione, non è vero?”
“N…no….”
“No? Allora dove hai imparato a succhiare la cappella degli uomini a questa maniera?” domando ad una Cristina frignante ai miei piedi “Vuoi dirmi che ci riesci di natura? Allora sei una vera troia, altro che volenterosa ragazza. Sei biologicamente una maiala ciucciacazzi!”
“Basta…”
“Ma non penserai mica che io ti lasci a secco, vero?”
“Basta, non…”
“Ti darò tanto di quel cazzo che ti basterà per tutta la vita. Te lo infilerò in tutti i buchi del tuo corpo, anche in quelli dove solitamente non è concepito d’inserire alcunché…e sborrerò in ogni cavità corporea che ti ha dato madre natura. Che tanto, a parte prendere cazzi, non sei buona far nulla”
“No…”
“Sei una buona a nulla! Non hai studiato! Cagna ignorante! Non sai fare di conto, non sai scrivere, non conosci la storia e la geografia! Che cosa vuoi fare nella vita se non prenderlo in bocca e bere sbroda da tutti? Eh? EH?? Rispondi, puttanaccia! Quanto credi di valere rispetto ad una ragazza che studia e s’impegna? Te lo dico io! Vali meno di zero! Dovresti leccare le suole fangose alle ragazze che si applicano ogni giorno della loro vita per raggiungere un traguardo. Ma tu sei di un’altra pasta, lurida mignotta in calore. Pensi che allargando le cosce si aprano tutte le porte, invece…puttana! Ribadisco, sei una puttana!”
“Basta! Smettila! Non è vero! Non sono una puttana! Io…io sogno di…”
Come pronuncia la parola sogno mi fermo. Eh già. Il sogno. Il maledetto sogno che i media istigano nelle menti deboli e che le menti deboli perseverano come una missione di vita.
Così mi rendo conto di essere andato forse un po’ oltre. Di aver esagerato. Non meritava di essere offesa così. Cristina è una ragazza illusa. Non è cattiva. Ma a parte questo ho iniziato facendo il dominatore e non mi posso sottrarre da ciò che sono. Non posso certo accucciarmi accanto a lei, adesso e consolarla come un affettuoso fratello maggiore. No, posso solo smorzare i toni e sperare che questo basti a farla calmare.
“Dai, Cristina. Ricomponiti” le dico.
Sembra fare effetto. Forse udire il suo nome sulle mie labbra le ha fatto supporre che la considero ancora un essere umano.
“Asciugati quelle lacrime”
Si passa due dita sotto gli occhi e si asciuga le lacrime, per quanto possibile.
Un po’ di quella porcheria che le donne si mettono sulle guance per sembrare più belle le scivola via con le lacrime. Sembra moccio spalmato ben bene sulla pelle. Forse sui politici fa più figura, ma su una ragazza giovane e carina sembra in qualche modo innaturale. Quasi una maschera di falsità, più che una maschera di bellezza. Le ragazze sono belle così come sono.
Ma se anche questo è uno degli insegnamenti del tubo catodico va bene così. Trucco a più non posso!
Mi rimetto i pantaloni e le scarpe, ma lascio aperta la patta. Il nobile pirata è sempre pronto per tornare all’arrembaggio. Non appena Cristina riassume una parvenza di normalità lo sento spronarmi allo speronamento delle dolci labbra della vacchetta.
“Vabbè, dai…non farla lunga che non ti ho fatto ancora nulla” dico.
Cristina mi rivolge uno sguardo duro.
“Sono cose che nell’eccitamento si possono dire. Fa parte del gioco”
“Mi hai fatto male”
“E’ per una buona causa”
“Una buona causa?”
“Certo. Credi che l’ingresso in questo mondo che ti piace tanto sia gratuito?”
“No, ma…”
“Allora coraggio, stai al gioco e fa la tua parte”
“La mia parte?”
“La sottomessa”
“Già, certo…”
“Ma cerca di farla come si deve”
“Come intendi?”
“Beh, prima mi hai guardato come se fossi l’orco cattivo. E’ solo un giochino. Come adesso che ti chiederò di aprire la bocca per pisciarci dentro”
“Vuoi pisciarmi in bocca?!”
“E tu la dovrai bere tutta”
“Ma è schifosissimo!”
“No, te l’ho detto. E’ un gioco. E tu devi stare al gioco. Ricordi per quale motivo sei venuta qui?”
“Sì”
“Ne sei ancora convinta?”
“…”
“Altrimenti te ne torni a piangere sulla scalinata dell’ufficio casting. Pensa, ti passeranno accanto le ragazze che avranno scelto per il programma. Quelle che andranno a mostrare le cosce in televisione. Quelle sì, che sono fortunate! Ti passeranno accanto, ti guarderanno dall’alto in basso e immagineranno che tu sia una di quelle che non ce l’hanno fatta. Avranno ragione”
“Va bene. Che devo fare?”
“Nulla d’impegnativo” ho detto “Apri la bocca. Il resto lo fa il cazzo. Un’unica raccomandazione. Quando senti il piscio che ti scorre in gola, cerca di non apprezzarne il sapore, sennò mi vomiti sui pantaloni nuovi”
Atto III: convivenza con la scrofa
Il curioso rapporto che aveva unito me e Cristina si protrasse per qualche tempo. Avevo naturalmente parlato di lei al produttore, un maiale perverso col cervello di un pisello e la cultura di un sasso. Il porco aveva detto che per lui, una troia o l’altra era uguale. Tanto le ragazze scelte non avrebbero dovuto fare altro che mostrare il culo e le tette e starsene belle zitte. Il solito repertorio, insomma. Forse qualche stacchetto di ballo. Pochi passi e molto semplici. E anche quelli, se fossero venuti male…beh, nessuno se ne sarebbe preoccupato troppo. Fra stacchi e inquadrature si sarebbe visto solo qualche rotondità.
Il patto era stretto, ma con Cristina continuavo a tirare la corda, tenendola sulle spine, promettendole sviluppi futuri e facendole promesse. Fino a quel punto mi ero comportato onestamente, con lei. Ma poi, ammorbidito dalla prestanza fisica della maialetta, ero venuto a patti col mio animo onesto e nobile. Insomma, la chiamavo a casa mia un giorno sì e l’altro pure (io vivo solo) e lì ne approfittavo per sbatterla come un tappeto persiano. Di solito la mia mossa preferita era quella del pompino profondo; l’uccello volava nel nido e ci vomitava dopo essersi spupazzato la laringe per bene. E che uccello! Cristina aveva imparato ad adorarlo come un’estimatrice. Lo accarezzava, lo puliva, lo leccava, lo baciava, ci faceva l’amore e lo consolava quando la cappella era un po’ arrossata. Un’ornitologa.
Avevo anche insegnato alla ragazza a farsi scurreggiare in gola a bocca spalancata. Dopo le prime volte sembrò che la pratica le riuscisse talmente bene da farle quasi piacere. Dovetti inventarmi qualcosa di ancora più impegnativo. Non mi va che le mie studentesse si adagino sugli allori. Debbono sempre migliorare le loro prestazioni. Andare sul sessuale era troppo facile; Cristina, come tutte le ragazzine inutili ma consce della loro bellezza, non la dava mai a nessuno. Avrà fatto sesso sì e no un paio di volte, prima di fare la mia conoscenza. Le insegnai che le ragazzine che credono di averla d’oro, sotto sotto, sono ancora più cagnotte delle altre. La presi in tutte le posizioni. Riscrissi il kamasutra e lo aggiornai al ventunesimo secolo. Il bello era fottere quella sgualdrina in qualche posizione umiliante e lasciarla poi agonizzante sul pavimento. Da sopra, prendevo la fava fra le mani, la indirizzavo verso la sua faccia e facevo scaricare l’intrepido falcone direttamente su di lei. Le andava sui capelli, in faccia, negli occhi, nelle orecchie…
Il suo lamento preferito era “Nooo…negli occhi mi brucia!”
E io allora mi mettevo a ridere.
Perché mi faceva ridere per davvero, questo tesserino rantolante che si sorbiva tutta la pisciazza sulla faccia per non scomodare il suo procacciatore di lavoro.
“Cristina, ma porca di quella…lo sai che la devi bere! Ora non te lo dico più! Forza, mi hai fatto sporcare tutto per terra col piscio. Tira fuori la lingua e leccaci”
“Ma mi fa effetto!”
“Oh, poverina! Non se ne giova, lei!”
La presi per i capelli dietro la nuca e la ribaltai sul materasso. Era nuda, come me. Glielo infilai nel culo a velocità supersonica, tanto che lo spostamento d’aria gli tornò a gola e per poco non vomitò. La sfondai come una maiala di strada, con l’unica differenza che Cristina era gratis, e le sborrai nel culo.
Lei si mise a piangere.
“Dai, non fare così. Non ricordi? E’ un giochino”
“Ma mi fai male!”
“E’ così che deve essere. Fa parte del piacere”
Sì, il mio.
“Via, Cristina, allarga le gambe che te lo metto dentro”
“Ma come…così, senza preservativo?”
“E cosa vuoi che sia?”
“E se rimango incinta?”
“Ma no! Vedi come sono tranquillo io? Non ho mica paura di rimanere incinto! Dai, l’uccello ha bisogno del suo becchime”
“Ma sei violento, tu!”
“E che cazzo! Quando ti faccio male, quando sono violento, hai paura di restare incinta…ma lo sai che sei piena di complessi?! Ma come pensi di andare avanti, in questo delicato mondo dello spettacolo, se ti fai tutti questi problemi? Via, più disinibita, devi essere!”
Più disinibita di così si muore.
“E poi sempre a piangere per nulla!”
“Ma me l’hai buttato nel culo!”
E io giù uno schiaffone.
“Volgare! Non si dice culo. Si dice sedere. Hai capito, brutta puttanona di merda cacata a forza? Ora girati che te lo sbatto nella sorca, maiala!”
E, insomma, non ve la faccio troppo lunga e particolareggiata. Sappiate che la mignottella acconsentì a farsela trapanare come la galleria del monte Bianco e che andò dal ginecologo a farsi dare la pillola anticoncezionale.
In questa maniera avvenivano gli incontri fra me e Cristina. A volte si lamentava di meno e a volte le dovevo dare qualche sonoro ceffone per farla stare buona e calma. A volte tentava di sottrarsi a qualche nuova mossa sessual-marziale e a volte perdeva un po’ di piscia dalle labbra andandomi a sporcare il pavimento (atto per il quale era subito, severamente redarguita a suon di cinghiate finché non aveva pulito tutto a lingua).
Una volta le infilai un vibratore nella canala e le ordinai di contare quanti orgasmi avrebbe avuto. Era uno di quegli aggeggi di nuova concezione, che puoi comandare col telecomando aumentando o diminuendo a piacimento la velocità della vibrazione. Mi piaceva vederla durante i cambiamenti di ritmo. Credevo che una volta o l’altra le sarebbe preso un colpetto. Nel frattempo, mentre gli orgasmi si succedevano senza sosta, Cristina era accucciata a quattro zampe davanti al divano e mi faceva da poggiapiedi.
Ogni tanto le rifilavo un calcio in testa per vedere se era ancora sveglia e le chiedevo “Godi?”
“Sì”
“Tanto?”
“Sì”
“Ma tanto quanto?”
“Sono arrivata a otto”
“Beh, sei una maiala col pedigree. Via, facciamo altri due e conto pari, poi t’inculo”
Un’altra volta le ho insegnato a mangiare direttamente dal pavimento. Mi sono sprecato; Cristina è abituata a leccare il piscio, dal pavimento, sai che cosa può farle magiare qualche biscotto e qualche penna al pomodoro da sotto le mie scarpe?
Le torture ed i giochini si susseguivano giorno dopo giorno fra una trovata e l’altra. Ma le novità iniziavano a scarseggiare. Farsi leccare il culo diventava monotono. L’uccello non rispondeva più al mio controllo. Quando vedeva la bocca di Cristina volava in ampi cerchi, planando sulla preda come un’aquila sazia di cibarsi sempre della stessa carne.
Avevo pensato di lasciare Cristina al suo destino. La parte l’aveva avuta. Il programma sarebbe iniziato da lì a qualche settimana. L’avevano già chiamata per le prove.
Invece, inaspettato come tutti gli eventi che rendono interessante la vita, fu l’arrivo di Claudia.
Atto IV: Claudia fa la conoscenza di Cristina
Claudia era una mia amica di corso all’Università. Non si sarebbe detto. Era bella di viso e ben fatta di corpo. Dimostrava assai meno dei suoi trent’anni. Capelli castani lunghi fino alle spalle, vestiti sempre molto curati, non costosi ma abbastanza eleganti. La sua forza era un delizioso mix di cultura scientifica ed umanistica che la rendeva un’adorabile conversatrice e una fine parlatrice.
Come quando le presentai Cristina. Claudia era venuta a trovarmi a casa per portarmi alcuni ricercati testi che avrei dovuto leggere in previsione del mio lavoro da consulente. Le mostrai quella maiala insaziabile di Cristina e le spiegai come mai avevo una ragazza seminuda che mi seguiva per casa a quattro zampe chiamandomi “Mio signore e Padrone”.
Claudia si dimostrò molto comprensiva, nei confronti della troietta, forse per un fatto di solidarietà femminile. Infatti, quando la invitai a servirsi della derelitta, ella disse “Lurida leccapiedi, vieni immediatamente qui e leccami le scarpe!”
Calzava dei delicati sandali aperti in punta che lasciavano scoperte le dita dei piedi perfettamente smaltate di un rosso acceso. Cristina si prostrò al suo cospetto e baciò le calzature.
“Fallo per bene, zoccolaccia!” ho detto “Le scarpe della mia amica Claudia valgono più di te”
La mia amica, sensibile ai bisogni di un’altra donna come una sorella, ha sollevato un piede e l’ha calato con forza sulla testa di Cristina, intimando alla schiava “Hai sentito quel che ha detto il padrone? Lecca bene. Lecca, che da questo momento in poi, di padroni ne avrai due”
Cristina era lieta della notizia. Tanto era contenta che non la smetteva più di piangere. Mugugnava cose come “Oh, no. Anche questo no, per favore”
Io e Claudia ci mettemmo a ridere.
Cristina leccava le scarpe della mia amica come una troia esperta. Passò la lingua anche sulla suola sporca di terra e succhiò i tacchi affilati. Poi Claudia si tolse i sandali sbattendoli in faccia a Cristina.
“E ora i piedi. Oh, sono un po’ sudati…ma a te non dispiace mica, vero?”
“Macchè, Cristina è lieta di poter dare sollievo alle tue estremità. Su, serva di merda, vuoi che il sudore si asciughi sulla delicata pelle di Claudia? Eh? Che non è neppure igienico”
“No, lecco…lecco…” disse Cristina.
“Mamma mia, quanto entusiasmo!” esclamò Claudia, facendomi rimanere male. La schiava stava dando una pessima prova di se stessa.
“Dai, puttana. Sorridi. Hai l’onore di leccare i piedi di una Dea che vale infinite volte più di te”
“Cagna bastarda. Hai sentito? Valgo più di te, quindi è naturale che tu mi lecchi i piedi”
Cristina ci si mise d’impegno. Glielo riconosco. Leccò via il sudore dalle delicate piante di Claudia con quella maestria che aveva appreso spompinandomi l’uccello infinite volte nei giorni precedenti. Passò la lingua fra dito e dito e asportò ogni traccia di polvere e sporcizia anche dal tallone e dal dorso dei piedi della mia bella amica. Claudia poi si fece leccare le gambe, comodamente distese sul divano, fino ad arrivare alla zona bacino, che denudò dalla gonna corta e dalle mutandine di pizzo.
“Puttana, leccami la sorca” disse la mia colta ex compagna di corso “E ringrazia che non ti caco in bocca, brutta latrina di quarta categoria…cagna, lecca per bene la fregna della tua padrona. Sono la tua Dea, sono il tuo universo…sgualdrina, vedi cosa fa il potere dell’aver studiato all’università? Che io sono una persona fine e gradevole e te sei una merda pestata sul marciapiede….lecca, zoccolaccia schifosa, lecca come se dovesse essere l’ultima volta che lecchi qualcosa”
Di fronte al dialogo intellettualmente stimolante e grammaticalmente corretto di Claudia, mi sono eccitato, mi sono calato le braghe e l’ho messo nel culo a Cristina. Lei lì per lì non se l’aspettava. Ha mugugnato qualcosa mentre la sua lingua era dentro le grandi labbra di Claudia, che le spingeva verso di sé la testa con una mano.
“Che fai?” ho chiesto “Ti sottrai al tuo sacro dovere?”
“See…ora si scansa! Gli piace il cazzo, a questa qui” ha detto Claudia.
Quando entrambi abbiamo goduto, lei nella bocca di Cristina ed io nel culo della medesima, Claudia si è alzata e si è spogliata quasi del tutto. Restava il reggipetto, che a stento conteneva tutto il ben di Dio che la natura aveva fornito alla mia amica.
“Cagna, stenditi sul pavimento” ha ordinato Claudia.
“Che cosa intendi farle?” ho chiesto, mentre Cristina si disponeva ai piedi della padrona.
“La pesto come l’uva”
“Grandioso”
“No…”
“Hai squittito qualcosa, lurida mignotta?” si è informata la dolce ospite. Cristina, con le lacrime agli occhi, ha negato ogni cosa.
“Meglio per te” ha detto la padrona, ribadendo il concetto con due schiaffoni a piene mani. Ha sputato in bocca a Cristina “A questo ti serve la bocca. Non per parlare. Per ingoiare i nostri sputi e leccare i nostri piedi”
Volevo dire che le serviva anche per leccarmi la fava, ma poi ho desistito.
Claudia è letteralmente saltata sul torace di Cristina comprimendo i seni di quest’ultima fino al punto di rottura. Ad un certo punto ho temuto che sotto i piedi della dominatrice le tette della schiava esplodessero come due palloncini. Invece non è successo nulla. Incredibile cosa può sopportare un corpo umano! La lezione di calpestamento è andata avanti per qualche decina di minuti. Era molto eccitante. Claudia camminava sul corpo della sottomessa come su una tavola da surf, ondeggiando e bilanciando le proprie gambe con perfetto dinamismo. Cristina soffriva molto, gemeva e piangeva anche quando Claudia le piantava un piede sulla faccia ordinandole di leccarlo dalla sua dolorosa posizione sdraiata.
A metà del trattamento ho anche preso il cellulare ed ho scattato qualche foto. Non contento, dopo le foto, ho anche realizzato qualche filmatino. Durano sui due minuti ciascuno e sono venuti molto bene, credo. Li tengo nella mia collezione privata, nella mia villa di montagna.
Claudia ha proseguito poi con una galoppata sul dorso della serva che si è conclusa dove era partita, cioè in salotto. Cristina era sfinita, dolorante e piangente.
La mandammo nell’altra stanza a rimettersi in sesto per quanto possibile. Da parte mia cercai anche di incoraggiarla “Fai ribrezzo. Copriti quella faccia da maiala disfatta che ti ritrovi col trucco. Che tanto vai sempre a giro con un maschera di cerone sul viso”
“Ora dimmi te se una puttana che non vale un cazzo può starsene in televisione a prendersi le lodi di tutti ed io, che mi sono fatta un mazzo tanto all’università, sbarco il lunario con novecento euro al mese!” ha protestato Claudia.
“Stai tranquilla, Claudietta” ho mormorato alla padrona, non udito da Cristina “Di solito queste maiale stanno a galla qualche anno, poi scompaiono. Sfortunatamente ve ne sono molte altre pronte a prendere il loro posto. Questa qui non durerà a lungo. Ha già ventiquattro anni. Ai produttori piace la carne fresca, la giovincella appena maggiorenne, non quelle in età da marito”
“Cagna!” ha esclamato Claudia “Disprezzo lei e tutte quelle come lei”
“Su, cara, non fare così”
“Se potessi la calpesterei fino a ridurla in briciole!”
“Puoi farlo un’altra volta. Domani ha le prove in studio e deve essere presentabile, ma quando non avranno più bisogno di lei…”
“Bastarda!”
“Puoi pisciarle in bocca, se ti può far stare meglio”
“Pisciarle in gola?”
“Sì, io lo faccio sempre”
“Anche cagarle in bocca?”
“No, quello non l’ho mai fatto”
“Lo farò io, allora”
“Ora?”
“Domani. Stasera vado a cena da Gigi il loioso e mi faccio servire la fagiolata. Vedrai domani!”
“Buon appetito, in questo caso. E a presto!”
Atto V: Claudia fa la cacca in bocca a Cristina
Claudia tornò il giorno dopo. Non si era dimenticata della promessa che aveva fatto a me e a Cristina e non avrebbe potuto, visto che se non avesse accennato alla simpatica tortura che mise in atto quel giorno lo avrei fatto io. Aveva con sé uno di quei cessi da viaggio in plastica, lo portò in casa mia e lo appoggiò sul pavimento. Alla base del cesso era stato praticato un foro semicircolare grande quanto un mezzo melone maturo e le pareti del wc erano trasparenti.
“Lo facciamo qui, che dici?” chiese la padrona.
“Mah, non so. Si farà sudicio in giro?” ho domandato.
“Eh, probabilmente sì. Che vuoi…è merda. Di esseri superiori, ma pur sempre merda”
“Già, vedo. Allora no, guarda, si fa in cantina, che lì tanto non ci vado mai. Dopo la faccio ripulire dalla zoccolaccia (lì presente ed in ginocchio ad ascoltare ogni nostra parola) e ci faccio dare un po’ d’aria”
“Come preferisci”
Andammo in cantina.
Cristina portò per noi il cesso da viaggio e lo depose accanto alla parete.
Claudia le disse di mettere la testa sotto il cesso e di rivolgere lo sguardo verso tutto ciò che le sarebbe precipitato in faccia dal momento dell’inizio della tortura.
“Vediamo che sensazione dà cacare in bocca ad una star dello spettacolo” disse Claudia con odio. Lei odiava Cristina e ciò non faceva che aumentare il mio godimento. Davvero non avrebbe risparmiato nulla alla maialetta di cui sopra.
Si sedette sul cesso e disse “Cagna, guarda che splendido culo che hai sopra di te. Non ti andrebbe di baciarlo?”
Cristina non rispose.
Claudia, allora, per tutta replica le piantò un tacco fra le costole ruotando il piede fino quasi a bucarle la pelle. Portava dei sandali neri col tacco alto che lasciavano scoperto quasi tutto il piede. Erano molto sensuali.
“Cagna, la padrona ha fatto una domanda!” ha detto Claudia.
“Sì, padrona. Lei ha un culo meraviglioso”
“Culo? CULO? Niente volgarità in presenza della tua Dea!Miserabile. La padrona non ha il culo! Ha il sedere! Il culo ce l’hanno le merdone figlie di troia come te!”
E giù un altro affondo di tacco nello stomaco della derelitta.
Pensavo che questa volta Cristina ne sarebbe uscita con una costola o due rotte. E la cosa, a dire il vero, mi creava una certa eccitazione al pacco mutanda. Per quella volta decisi che avrei fatto da semplice spettatore.
Claudia si tolse la gonna, facendosela scendere lungo le bellissime gambe fasciate in calze nere e sensualissime. Si sedette sul pratico wc portatile e sganciò una di quelle bombarde da serata post-fagiolata da Gigi il loioso che echeggiò per tutta la cantina. Vidi le braccia e le gambe di Cristina che si tendevano. Claudia appoggiò i piedi, questa volta scalzi, sulla pancia e sul petto della schifosa usando quest’ultima come pratico poggiapiedi.
“Adesso farò la cacca” annunciò Claudia “Ti gusta l’idea?”
“Sei una grande, Claudia” ho detto.
“Guarda che non dicevo mica a te”
“A no?”
“No, parlavo col il cesso per avvertirlo di tenersi pronto”
“Ah, ho capito”
“E’ un cesso particolare, questo” spiegò Claudia “In quelli tradizionali gli escrementi ristagnano sul sacchettino sul fondo e questo va svuotato, prima o poi, sennò il cesso scoppia. Sai che bella, la bomba merda? Invece questo no. Ci puoi pisciare e cacare tutte le volte che vuoi, tanto si pulisce da solo”
“Ma va’?”
“E’ sì. Il merito è del pratico sacchettino “Cristina”, che messo al posto di quello tradizionale, ingurgita e ricicla ogni sorta di rifiuto corporeo solido o liquido”
“Non ci credo!” ho detto “Dimostrazione. Ci vuole una bella dimostrazione”
Detto fatto, Claudia ha fatto partire un bel fiotto di piscia sulla faccia della stronza che si è ritrovata con la sua lurida bocca aperta pronta a ricevere la pioggia dorata. Io non so per quale motivo la chiamino pioggia. La pioggia sono tante goccioline messe assieme. La pisciata di Claudia somigliava più al flusso della sistola con cui annaffio il giardino. Una getto unico, a pressione e tanto, tanto abbonante. Cristina, da brava star della televisione, ha bevuto tutto senza esitare. Si è anche leccata le labbra. Incredibile cosa potevo vedere attraverso le pareti di plastica trasparente del wc portatile.
“Claudia, tesoro…pare che al nostro cesso la tua urina non sia particolarmente gradita” ho detto.
“Sul serio?”
“No, dovresti vedere che faccia che ha fatto”
“Cagna!” ha gridato Claudia rifilando un bel pestone a due piedi sull’addome della zoccoletta da avanspettacolo.
“Lo sapevo che non eri in grado di apprezzare l’onore che ti facevo donandoti la mia pipì. Ma dovevo aspettarmelo da una come lei. Non ha studiato. Lei ci deve obbedire e adorare come è nel suo status biologico fare! Come osa mostrare disgusto per i nostri sacri escrementi?”
“Forse un buon pasto saporito le insegnerà cosa vuol dire essere al cospetto di un essere superiore” ho suggerito.
“Ottima idea” ha detto Claudia. Prima ancora che terminasse di parlare due scorreggioni da portuale hanno centrato Cristina fieramente a bocca spalancata. L’aria dell’intestino di Claudia è entrata nell’esofago dell’inferiore ed è scesa nello stomaco fino a prendere posto in un nuovo intestino. Poi è partita la cacchina profumata della padrona.
Da prima uno stronzetto marroncino ha fatto capolino dal buchino dei miei sogni, infine, con un gemito da parte della padrona ed una lacrimuccia da parte della schiava, il cilindretto è precipitato sulla faccia di Cristina.
“Oh, bella! Merda grossa a pezzettoni!” ho esclamato.
“Sììììì! Ingoia, lurida cagna! Mangiala tutta! Non ne deve restare neppure una briciola!” ha ringhiato la mia dolce amica.
Cristina si è ritrovata con un salsicciotto di merda fra le labbra senza neppure capire da che parte fosse venuto fuori. Un altro le è caduto sull’occhio destro coprendoglielo completamente. Ha tentato di sputare ed il primo stronzoletto le si è spezzato fra i denti, rimanendo metà in bocca e metà sulla faccia.
“Che fa? Sputa?” ho detto.
“Sputa? Bastarda ingrata!” ha urlato Claudia “Questo è per i suoi spettacolini tutti cosce e culi che non spiegano una sega!”
Le ha dato un calcio col tallone sullo stomaco, spezzandole il fiato, poi ha iniziato a tempestare di pestoni il petto e la pancia di Cristina. Lo faceva con rabbia, con violenza esasperata. Vedevo la testa della schiava che andava su e giù a ritmo con il martellamento della padrona e ad un certo punto ho fermato le gambe (bellissime) di Claudia, per evitare che la maialetta subisse danni permanenti.
“Se poi ci rimane qualche livido magari faranno un’indagine e verranno da noi”
“Hai ragione” ha detto la dominatrice “E’ meglio fermarsi qui. E poi mi diverto abbastanza a vederla affogare nella mia merda”
“Se ti piace questo allora posso contribuire anch’io, per quanto possibile” ho detto.
“Lo faresti?”
“Per te questo ed altro”
Claudia si è alzata dal cesso, ha preso il rotolo di carta igienica che avevo fatto portare previdentemente dalla serva giù in cantina e si è pulita. Nel frattempo io, il padrone, mi sono tirato fuori il possente rapace dalla patta dei pantaloni e ho pisciato nel wc portatile.
Non prendetemi per crudele, non era mia intenzione far soffrire o umiliare ancor di più la maiala stretta in fondo al cesso. Infatti, come ho spiegato dopo la fase di sgrollo della cappella… “…così la cacchina della padrona si ammorbidisce un po’ e la puoi ingoiare più facilmente. La sciolta è meglio, perché non c’è bisogno di masticare”
“A te non scappa?” ha chiesto Claudia.
“No, l’ho fatta stamani”
“Peccato” ha replicato lei, gettando con un incuranza lo strappo di carta igienica nel fondo della buca e sulla faccia di Cristina. La serva piangeva (come sempre, sembra Lucia dei Promessi Sposi) e noi ci gustavamo la sua disperazione.
“Non fare così, Cristina” ho detto “Ricorda che non ti faremo uscire fino a che non avrai spazzolato ogni traccia di merda e piscio dal fondo della latrina”
“Bene, diglielo, a quella cagna!” ha esclamato Claudia. Ha infilato di nuovo il tacco di uno dei suoi pericolosi sandali nella carne di Cristina, dicendo “E se affoghi, tanto peggio per te”
“Affogare negli escrementi?” ho chiesto “Sarebbe una fine di merda!”
E noi due giù a ridere. Anche le situazioni più insolite sono foriere di momenti di sana ironia.
Atto VI: che goduria farsi fare un pompino da una valletta
Il primo giorno di riprese fu molto impegnativo, per la sguattera. Finalmente era arrivata a destinazione, atterrata in quel deserto di sentimenti e valori che è il mondo dello spettacolo. Ma lei si sentiva bene, circondata di lustrini e sguardi falsi. Era quello che voleva e quello che aveva infine ottenuto. Nessuno sapeva quanto le era costato quel traguardo. O meglio, tutti sapevano che ero stato io a raccomandarla e che a me aveva pagato il tributo per essere salita su quel podio ambito da milioni di ragazzine sceme. Ma nessuno sapeva come mi ero fatto pagare, benché molti, conoscendomi, ne avessero un’idea abbastanza precisa.
Quella sera stessa, al termine delle riprese del programma, lo staff fu invitato al completo ad un banchetto negli uffici della emittente. Tutto molto bello, la musica, il buffet, donne eleganti, uomini sorridenti…scrofe, maiali…
Ad un certo punto incontro Cristina. E’ molto bella, nel suo abito da sera nero. Ha una gonna lunga che le arriva fino alle caviglie ed una vistosa scollatura davanti.
“Ciao, piccola” dico “Come va?”
Lei abbassa lo sguardo.
“Ti piace lavorare in televisione?”
“Sì”
Maiala.
“Come ti sei trovata?”
“Bene”
“Ne sono lieto. Hai da fare?”
“No…io…”
“Perfetto. Ti rubo solo un momento. Vieni con me nell’altra stanza”
La prendo per mano e l’accompagno in una stanzina buia, distaccata rispetto alla sala della festa. Da lì giungono i rumori del party, ma siamo abbastanza in disparte da poter parlare senza che nessuno ci senta.
“Inginocchiati” le dico.
“Ma…”
“Niente ma. Il patto è ancora valido. Io sono sempre il tuo padrone. O pensavi che una volta accese le telecamere tu mi potessi dire tanti saluti e arrivederci? Lo sai quante vallette puttenelle vengono sostituite a metà di una trasmissione? E quante non vengono riconfermate?”
“….”
“Ora prendimelo in bocca”
Lo tiro fuori e la proboscide si srotola fin quasi al pavimento. Ragazzi, ho una fava da recordman! La mignotta se la infila in bocca e comincia a degustare la pietanza. Erano due giorni che non glielo sbattevo in gola, e anche Cristina, suppongo, iniziava a sentirne la mancanza.
“Pompa, pompa, mignottaccia…questo i ragazzini che da domani sbaveranno per te non lo sapranno mai, ci pensi?”
“…”
Cristina non rispose.
“E muovi quella lingua, maiala! Su e giù, su e giù come ti ho insegnato! Lecca tutta l’asta fino alle palle. Ecco, ciucciami i coglioni. Poverini, guarda come sono gonfi. Non me li hai munti per due giorni e ora sono pieni di sborra. Ma ora ci pensi tu, non è vero? Me li svuoti nella tua bocca. Che tanto spumantini e analcolici non fanno per te, scrofa. A te piace la sbroda del padrone e la pisciazza caldina della padrona”
Cristina mugola qualcosa e continua a pompare la mia stecca dura come l’acciaio. Devo dire che fa tutto un altro effetto farsi fare una pompa da una ragazza truccata come una star televisiva e vestita da stilisti importanti. Cristina sembra un’altra persona, rispetto a quella che mi serviva fino a due giorni prima.
“E ricordati, quando mi avrai svuotato i serbatoi del cazzo dovrai rimetterti il rossetto. Me lo stai spalmando tutto sull’asta, fra un po’ non te ne rimarrà punto sulle labbra”
“Sì, padrone”
Le vengo in gola come mio solito, spingendo la cappella nella sua cavità orale fino all’attaccatura coi coglioni e fottendomene dei suoi singulti strozzati. Devo riconoscere che vederla sottomessa con quell’abbigliamento dà ancora più significato al pompino. Vorrei ve ne fossero altri mille così.
“Bevi maiala, bevi”
“…”
Cristina stasera è stranamente silenziosa.
All’improvviso sento aprirsi la porta alle nostre spalle. L’istinto è quello di allontanarmi dalla zoccola e rimettere il cazzo nell’astuccio delle mutande, poi mi accorgo che si tratta di Monica, un’altra maiala che per diventare valletta ha ingoiato tanti cazzi quanti quelli di Cristina.
“Oh, sei tu, Monica” saluto.
“Ah, signore!” la sua voce è calma e tranquilla. Ma non appena i suoi occhi scendono alle mie gambe la sua faccia si contorce in una smorfia.
“Ah, quella nuova…” dice.
“Già. L’ho proposta io. Che volevi, che non accettassi qualche regalino?”
“No, certo. Qui si fa così…”
“Diglielo, Monica cara. Anche tu, ai tuoi tempi…”
“Anche io, quando non ero nessuno…quanti coglioni che ho svuotato!”
Cristina sta per rimettersi di nuovo a piangere.
“Vieni, piccola. Ti serviranno i consigli di qualcuna più esperta di te, per muoverti in questo mondo” dice Monica.
“Consigli?” chiede Cristina.
“Sì. Pulisciti le labbra dalla sborra e datti il rossetto, ti porto in un posto e ti presento delle persone”
Cristina annuisce.
“Che persone?” chiedo, rimettendo il fiero falcone nella gabbia al termine del suo volo maestoso.
“Amici” risponde Monica “E amici di amici”
La cosa mi puzza. Mi puzza molto più della merda della mia amata Claudia.
“Non sarà roba di droga, vero?” domando.
“Te non ti preoccupare. Cristina, cara, ti aspetto alla festa” risponde Monica, ed esce.
Aspetto di essere solo con la maialetta. Provo quasi tenerezza per lei. Tenerezza e comprensione. E’ una ragazza ingenua. Ignorante ed illusa, ma non cattiva.
Non si merita di finire in un gorgo che la distrugga. Insomma, dai miei cosiddetti soprusi si riprende alla grande non appena i giochi si concludono, ma la droga…la prostituzione…quella è un altro affare.
“Piccola, forse è meglio che non vai” dico.
“Perché?”
“Non mi piace, quella lì. Qualche anno fa è rimasta coinvolta in un brutto giro. Non vorrei che volesse sfrutt..”
Sfruttarti? Ma in fondo non è la stessa cosa che ho fatto io? Sì, ma i miei erano solo giochino innocenti, come ho detto. Non droga.
Eppure le labbra si fermano prima di terminare il discorso.
“Stai attenta. Promettimi solo che starai alla larga da polverine bianche e porcherie varie” le dico.
Cristina annuisce e si aggiusta.
“Io vado a casa” dico “Mi chiami domani?”
“Sì”
“Bene. Ci conto. E mi raccomando, ricorda quel che ti ho detto”
“Sì”
Esco. Mentre me ne vado non rivedo né Monica né il maiale schifoso che dirige il programma per il quale Cristina mostra il culo.
Vado a casa, faccio l’amore con Claudia e aspetto la telefonata.
Epilogo: Cristina ottiene quel che vuole.
Non mi chiamò. Né il girono dopo, e neppure quello dopo ancora. Non la sentii se non dopo sei mesi dopo la fine del programma. Programma che, per inciso, venne chiuso con la seconda puntata. Strano, di solito sono i programmi peggiori a fare audience. Quella volta, un caso su un milione, il buon gusto trionfò ed il programma fu interrotto a beneficio di una serie di documentari sull’alterazione climatica dovuta all’industrializzazione.
Cristina scomparve. Due articoli su qualche rotocalco, un servizio su un giornaletto scandalistico, poi il silenzio.
Mesi e mesi di silenzio.
La rividi quando ormai non ci speravo più. Fu Claudia ad avvertirmi.
“Te la ricordi quella cagna che beveva il nostro piscio qualche tempo fa?”
“Chi? Cristina?”
“Già, proprio lei. Dice che è stata ricoverata in clinica”
“Quale clinica?”
“Una per tossicodipendenti. E’ in città”
“Tossicodipendenti?”
“Dice sia finita in un brutto affare. Cocaina, puttane. Hanno fatto una retata e c’era anche lei nel mezzo. Lei e una nostra vecchia conoscenza”
“Fammi indovinare”
“Sentiamo”
“Monica”
“Proprio lei”
“Carogna” ho mormorato.
“Che hai?”
“Nulla…nulla”
“Ti spiace per quella mignotta che mangiava la mia merda?”
Sì, un po’. Ma non posso dirlo.
“Ma che vai a pensare. Quelle lì esistono giusto nutrirsi dei tuoi escrementi, tesoro”
“Dici bene. Ci vediamo stasera, allora?”
“No, stasera no. Ho un impegno in ufficio”
“Capisco. Ci risentiamo”
“Certo. Stammi bene”
Non sono mai andato in quella clinica. Che cosa avrei potuto fare, in fondo? Il mio errore era stato quello di spingere una ragazza in un mondo di menzogne e illusioni, non quello di averle fatto mangiare merda.
Lo sbaglio lo avevo commesso offrendole quel caffè, quando la incontrai piangente sulla scalinata. Non facendomi svuotare i coglioni un giorno sì e l’altro pure.
Ormai quel che potevo fare era fatto. Basta. Non avrei più cercato di rivedere Cristina.
La vita, in fin dei conti, va avanti.
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17 anni fa
tom,
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Ultima visita: 16 anni fa
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...voglia irrefrenabile!!
...fa caldo, giro nuda per casa, sono agitata, non riesco a frenare la mia voglia e decido che la devo soddisfare.
...perizoma nero, autoreggenti maglia larga tagliate alla caviglia, abitino aderente a coprire il sedere, tacchi a spillo da 12 cm, il mio forte, parrucca nera, un pò di trucco, qualche accessorio e cappello texsano...inequivocabile, la caccia è aperta, direzione cinema porno, è praticamente dietro casa!!!
...spero di trovare un ragazzo, di vecchi bavosi non se ne parla e mi siedo di fianco a due probabilmente militari...ci sono, in bagno, in ginocchio mentre sto soddisfando la mia voglia di succhiare un cazzo!!!
...mi cresce lentamente tra le mani, mentre lo lecco e me lo infilo tutto in bocca, non è molto grande ma la mia avidità trova ugualmente soddisfazione, ...sto pensando anche di girarmi, di appoggiarmi al muro e di farmi sbattere ma forse sono troppo abile di bocca, forse il ragazzo è in astinenza da un pò che inizia a venirmi in bocca e poi in faccia...mi piace ed anch'io ho una perdita di piacere!!!
...lo lascio lì, dopo essermi pulita per bene, a soddisfare l'altra voglia ci penserò poi a casa!!!
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 giorni fa -
Noi - seconda parte
Le fantasie continuavano tra di noi. Una sera tornati a casa dal cinema decidemmo di berci qualcosa nella terrazza di casa, prendemmo la grappa e ci sedemmo a fumare e a parlare, godendoci la brezza estiva. Tra un discorso e l’altro mia moglie mi disse: “la scorsa settimana ho visto Luca, mi ha telefonato e ci siamo andati a prendere un aperitivo all’uscita dell’ufficio, poi siamo andati a fare due passi al parco. Ti ricordi di luca?” me lo ricordavo eccome, uno dei suoi ex, non ne avevo notizie da anni ormai. “e come mai me lo dici solo ora?”. Non rispose alla domanda, facendosi seria. Mi disse che le aveva fatto una sorpresa, non lo vedeva da tanto tempo, così aveva accettato di vederlo il pomeriggio stesso, dopo il lavoro.
Il cuore iniziò a battermi un po’ più forte. L’argomento non mi piaceva, la sua espressione seria non mi piaceva. La lasciai proseguire senza dire niente, accendendomi una sigaretta e versando altra grappa nei bicchieri. Mi disse che dopo l’aperitivo al bar si avviarono al parco, era una bella giornata, lui la aggiornò sulla sua vita, lei fece lo stesso. Poi la lusingò con dei complimenti, si sedettero su una panchina un po’ isolata. La cinse con il braccio intorno alle spalle, la avvicinò a lui, la guardò intensamente negli occhi, ricordandole di quando si baciavano da giovani. La baciò.
“e poi?” dissi con voce flebile. “una delle cose più belle della vita è il ricordare i momenti più intensi, non è vero?” parlò abbassando lo sguardo. “E poi?” dissi ancora. Ero incazzato, sapevo cosa stava per dirmi ed ero incazzato. Ma sentivo salire una strana eccitazione, strana perché mai vissuta prima così direttamente. “poi ci siamo baciati di nuovo….”. “continua” dissi, quasi ad impartirle un ordine. “ci siamo toccati, ho sentito le sue mani sul mio seno, infilarsi sotto il reggiseno, aveva molta voglia, ho sentito il suo cazzo duro sotto il pantaloni. Me lo ricordavo, ho voluto ricordarmelo del tutto. Mi sono allontanata da lui, mi sono guardata intorno, non c’era nessuno. Mi sono inginocchiata davanti a lui, ho slacciato i suoi pantaloni, li ho fatti scendere ai suoi piedi, ho abbassato le sue mutande. Ho guardato il suo cazzo, l’ho odorato, l’ho leccato. L’ho preso in bocca. Gli ho fatto un pompino. Uno di quelli che piacciono a te, toccandogli le palle, prendendolo in bocca fino in fondo, movendomi su e giù. Ho riconosciuto il sapore del suo cazzo nella mia bocca dopo tanti anni. Ho continuato fino a che non l’ho sentito venire nella mia bocca. Ho succhiato tutto. Ecco, ti ho detto tutto…” ha alzato lo sguardo verso i miei occhi. La rabbia iniziale si era trasformata in eccitazione travolgente. Il suo racconto, il pompino al suo ex. Lo capì subito, ma lo sapeva già da prima che mi avrebbe eccitato. “Vorrei sentire la tua lingua” mi disse. Feci salire la sua gonna, senza aggiungere niente, spostai il suo perizoma, misi la sua lingua tra le sue gambe, tra le sue labbra già abbondantemente bagnate. Leccai con foga, prendendo il suo clitoride tra le labbra. Aumentai il ritmo dei movimenti della mia lingua. Venne velocemente, piegando la testa all’indietro sulla sedia…. “come mi fai godere….”. si riprese dopo pochi istanti, accese una sigaretta. Mi fece mettere in piedi davanti a lei, con uno sguardo assassino. Uno sguardo porco, di godimento. “Luca mi ha detto che gli ho fatto un pompino indimenticabile…” Tra un tiro e l’altro della sigaretta si metteva in bocca il mio cazzo, approfittava della mia eccitazione. Si riappropriò di me in un attimo, dopo che inizialmente la rabbia mi aveva allontanato. Mi fece godere nella sua bocca. Tantissimo….
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17 anni fa
lentezza,
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Noi - prima parte
Tutto iniziò diversi anni fa. Conobbi una ragazza che sarebbe diventata mia moglie, ci piacemmo, uscimmo insieme, iniziammo frequentarci assiduamente. Dopo qualche uscita ci fidanzammo: l’intesa sessuale andava di pari passo con quella complessiva. Facevamo tutto quello che fanno due giovani ragazzi ventenni appena fidanzati: scopavamo appena ne avevamo l’occasione, non facendoci mancare nulla ma sempre rimanendo nei confini del sesso di coppia “tradizionale”. Pian piano crebbe in me l’ossessione del sesso orale. Le chiedevo sempre di farmi pompini. Mi piaceva da impazzire, più di ogni altra cosa. Piaceva anche a lei e me lo dimostrava. I nostri rapporti sessuali col passare del tempo si focalizzarono sul sesso orale. Io leccavo lei e la facevo venire, lei mi faceva dei pompini incredibili, fino a stancarsi.
Andavamo a mangiare fuori a cena e prima di entrare al ristorante mi prendeva il cazzo tra le labbra, in macchina e mi faceva venire dentro la sua bocca. Cenavamo, lei rimaneva eccitata tutta la cena e una volta usciti e tornati in macchina la leccavo, fino a sentirne l’orgasmo sulle mie labbra, sulla mia lingua. Tornati a casa ci spostavamo in terrazza, all’aperto, nell’oscurità e me lo prendeva in bocca un’altra volta.
E’ sempre stata bravissima fin da giovane, poi, dopo il matrimonio, anche grazie alla costante pratica cui la sottoponevo, diventò ancora più brava: mi leccava tutto, passando dalle palle, all’ano, all’asta. Faceva sparire il suo cazzo nella sua bocca, poi lo leccava per tutta la sua lunghezza, esplorava la cappella. Accompagnava ogni suo movimento con le mani, con le carezze. E mi faceva venire succhiando tutto quel che usciva da me, fino all’ultima goccia.
Iniziammo a fantasticare, mi facevo raccontare da lei tutti i pompini che aveva fatto prima di conoscermi; mi raccontò della sua prima esperienza di sesso orale, con un amico del padre che era passato nella casa della sua famiglia e non avendo trovato il suo amico (il padre di lei) ma soltanto la mia futura moglie, si era fermato a bere una limonata fresca, da lei preparata, per riprendersi dalla calura estiva. Lei era una quindicenne alla scoperta del sesso e l’amico del padre l’affascinava molto. Rimasero a parlare per più di un’ora quando lei, presa dalla voglia di provare qualcosa di nuovo iniziò a guardarlo maliziosamente e a stuzzicarlo con le parole. Lui si era mostrato distante, le disse che forse era meglio se se ne fosse andato. Ma lei era riuscita a convincerlo, slacciando i primi bottoni della camicetta che indossava per mostrargli il seno acerbo. Lo aveva bloccato in piedi, vicino alla porta di casa e gli aveva posato una mano sui pantaloni, all’altezza dell’inguine. Non disse più niente lui, e nemmeno lei. Voleva solo provare come si fa un pompino. Toccò il suo cazzo duro, gli slacciò i pantaloni e si inginocchiò di fronte a lui, come aveva visto fare nei filmetti che giravano tra i suoi amici. Sentì per la prima volta il sapore di un cazzo, un sapore che subito la travolse. Ne saggiò la consistenza. Mi raccontò che la cosa durò molto poco, nonostante la sua poca abilità. Lui venne sulla sua bocca dopo poche leccate, probabilmente eccitatissimo dalla situazione. Lei volle assaggiare il sapore dello sperma e ingoiò quello che riuscì a prendere dalle labbra, passandoci la lingua. Il racconto della sua prima esperienza mi eccitò follemente. Me la feci raccontare più di una volta, raggiungendo sempre orgasmi travolgenti, sempre tra le sue labbra calde.
Con l’andare del tempo tralasciammo sempre di più la penetrazione, che fu ridotta a un momento rarissimo nei nostri contatti sessuali. E le nostre fantasie, soprattutto le mie, andavano sempre di più sul sesso orale. Le fantasie conducevano sempre più frequentemente a ipotetici rapporti orali di mia moglie con qualche collega di lavoro o amico di famiglia. Lei preferiva pensare e raccontarmi di voler fare un pompino a un ragazzo giovane, il figlio di una coppia di vicini di casa, appena maggiorenne. Io mi eccitavo all’idea. E, mentre mi descriveva quello che avrebbe volentieri fatto, la leccavo con vigore, sentendola venire più di una volta ai movimenti della mia lingua tra le labbra della sua fica. Le fantasie, i pompini e le leccate che ci regalavamo, riempivano le nostre giornate con soddisfazione di entrambi. Ma, forse, iniziava a crescere la voglia in noi di farle divenire realtà…
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17 anni fa
lentezza,
36
Ultima visita: 16 anni fa
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Ho risposto ad un annuncio
erano giorni che mi girarava il pensiero di dare uno scossone alle mie conoscenze,le colleghe di lavoro nn mi bastavano,le solite compere,le solite pizze,al venerdi il ballo...volevo qualcosa di diverso,volevo scoprire come gli altri si divertivano.
era già scoccata l' una di notte ma nn avevo sonno,stanca si ma ero nel sito di desiderya e tutte quelle cerbiattine giovani che con la scusa di fare cosa gradita al marito si mettevano alla morbosa vista di baldi cazzuti in ricerca di divertimento mi aveva messo una stana voglia addosso.
nn volevo uomini o sesso banale ma intrecciare un'amicizia con qualche giovane porcellina per averla come mia servetta personale.
contattai lei xchè la sua immagine mi aveva colpito,fisico giovane e scattante,pose provocatorie e quelle tre righe che mi chiedevano di metterla nelle condizioni di trasgredire.
le dissi che la volevo ai miei piedi,che fosse la mia serva personale pronta ai miei voleri
rispose lo stesso giorno,era felice di potersi spogliare davanti a me e mettersi ai miei comandi e combinammo che venisse a casa mia il giorno dopo.
suonò all'ora convenuta e si presentò con un tailleur molto elegante e castigato,dietro di lei il marito che si andò ad accomodare nella poltrona + distante che avevo posizionato nella stanza.
le intimai di spogliarsi subito ma con lentezza e con ricercate posizioni e di nn togliersi le bellissime scarpine con tacco di 15cm che le avevo ordinato di indossare.
per prima la gonna molto attillata ;con movimenti da troia consumata se la levò ... le feci fare il giro di tutta la stanza facendola fermare ed assumere pose sconce,ancheggiava da paura e la mia voglia cresceva era veramente bella e sensuale,poi si tolse la la giacca ed il reggiseno che si strusciò x un pò addosso e poi delicatamente me lo porse x farmelo annusare ,il suo sapore ed odore di femmina mi pervase ed un fremito mi fece accavallare le gambe.mi piaceva e lei lo sapeva.
La feci sedere sulla sedia con la spalliera che le faceva da supporto al suo seno,una quarta soda e provocante,le feci inarcare la schiena cosi da far risaltare le sue natiche nervose ed abbronzate,le presi i capezzoli e li accarezzai per un pò ma finii per strizzarli a dovere...diventarono diritti e duri come il marmo così mi divertii ancora un pò a masticarli e titillarli con la lingua ,risalii il suo lungo collo per slinguarla fino a toglierle il respiro.
mi sprofondai sulla poltrona e continuai per un pò ad ammirare quella splendida donna eccitata,le ordinai di baciarmi tutta e lei felice cominciò dalla mia bocca...un lunghissimo ed appassionante bacio,umido...torrido....aveva una lingua serpentina e come un serpente appunto mi scopava in bocca...con una bacchettata sul culo le rammentai di leccarmi tutta e di cominciare dai miei piedini.
glieli feci baciare con le calze ma poi me le feci togliere da lei e ricominciare,mi mise in bocca ad una ad una le mie dita e le ciucciò a mò di cazzo,leccò tutto il piede con molta passione e passò all'altro gurdandomi con due occhi pieni di ardore ma che richiedevano approvazione.appoggiai le mie lunghe gambe sopre le sue spalle e le diedi l'ordine di continuare fino ad arrivare al pube senza azzardarsi ad andare oltre.
lo fece con molta dedizione ma con molta furbizia arrivava ad un millimetro dalle mia vagina e ricominciava da un'altra parte finchè nn le presi la testa e la piazzai proprio lì a leccarmi in profondità..con tutta la lingua fuori..costringendo la sua testa a fare dei grandi movimenti senza spostarsi dalla fonte del mio piacere
continua
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 giorni fa -
Io la sua donna!
Il grande termosifone dal quale speravo di ricevere un po' di calore mi deluse non appena lo toccai.
Mi appoggiai ugualmente al tiepido metallo lavorato, con la vana speranza di contrastare i brividi che percorrevano la mia schiena.
L'aria del grande salone della reception era resa densa dall'aroma di legna bruciata che proveniva da un'enorme camino situato nella adiacente sala da pranzo. In quella settecentesca sala avevo appena consumato una raffinata cena, illuminato solo dal suo sguardo.
La piccola fiammella che , riflessa saltellava dentro al piatto di vetro appoggiato sulla nostra tavola invece, evidenziava la frenesia delle sue dita causata dalla mancanza di nicotina.
Ero stato la sua ombra fino alla porta dell'albergo che ci ospitava. Le avevo aperto il grande portone di vetro, mentre lei ,dopo essersi avvolta nel morbido lungo giaccone, rovistò per un attimo all'interno della borsetta e si preparò per farsi circondare dal gelido chiarore delle stelle.
La camicia , in sottile cotone e il maglione che indossavo su di essa, non furono sufficienti per contrastare l'aria fredda della notte, e indietreggiai velocemente. La guardai per alcuni istanti mentre assecondava il suo vizio, poi incosciamente cercai una fonte di calore.
Seduti al tavolo adiacente al nostro, un ragazzo e una ragazza, molto eleganti, avevano consumato la cena più velocemente di noi, e la mia attenzione era stata catturata proprio da quei due che dopo una rapida fuga nella stanza da letto, ora vagavano nell'atrio in Jeans e scarpe da ginnastica. Trovai incredibile la velocità con cui si erano cambiati d'abito e fantasticai per un tempo indefinito su quello che avrebbero potuto combinare in quella serata.
Quattro ragazzotti, resi euforici dal vino, mi passarono davanti senza guardarmi, spintonandosi come scolaretti.
Sussultai quando lei rientrò. Il nero giaccone che indossava, non abbottonato, ondeggiava diabolico dietro di lei evidenziando il suo tondo seno avvolto in una morbida maglia color crema. Con passi sicuri e decisi si diresse verso di me.
Nei suoi occhi colsi collera ed eccitamento, e ne rimasi abbagliato.
Dischiuse le labbra e mi sussurrò: " Non ti avevo lasciato lì!"
Provai rapidamente a discolparmi ma mi mise immediatamente a tacere.
"Dai muoviti!", disse, muovendo di scatto il viso verso sinistra per indicarmi la strada da prendere.
Mi diressi verso la scala e iniziai a salire.
Lei allungò una mano e accarezzò, attraverso i miei calzoni, gli elastici del reggicalze che quella sera indossavo per lei. Morbide e velatissime calze avvolgevano le mie gambe, seducente un perizoma di pelle nera invadeva il mio inguine strizzandomi aspramente i testicoli. La serpeggiante scala, accompagnò i nostri passi fino alla nostra dimora. La feci accomodare e il caldo della stanza accolse delicatamente le sue forme.
Mi accarezzò teneramente il collo in maniera tanto sensuale da paralizzarmi. Poi aprì la grande borsa da viaggio ed estrasse alcuni oggetti. Mi ordinò di spogliarmi per mostrarle la biancheria che ero stato costretto ad indossare. Mi osservò per tutto il tempo. Quando terminai lei annuì con aria beffarda e si diresse nel bagno.
Cercai di dedurre i suoi movimenti attraverso i rumori che sentivo, ma non servì a nulla.
Feci un passo e allungai il collo per sbirciare. Lei uscì in quel momento e mi colse in quella posizione.
Mi gettò un paio di stivali neri con un tacco modesto a terra e mi disse:
"Mettili, poi vai in bagno, ti do l'onore di sceglire quello che indosserai!"
Si gustò calma la mia reazione poi aggiunse:
"Io esco un attimo, quando torno voglio trovarti attaccata al muro, pronta per una bella perquisizione!!"
Il cuore iniziò a pompare adrenalina in ogni angolo del mio corpo procurandomi ondate di anomalo calore. Mi diressi velocemente verso quello che le sue dolci manine avevano così maniacalmente preparato per me.
Ordinatamente ripiegati trovai due baby doll, uno in raso rosso e l'atro in tulle nero. Maliziosamente appoggiata tra loro, una piccola trousse di ombretti vistosi, faceva capolino insieme ad un lucida labbra o un burro di cacao. Scelsi il raso rosso, poi fui tentato di armeggiare con quei colori sgargianti e metalizzati, ma mi limitai a baciare sensualmente il lucida labbra. Uscii velocemente e corsi a calzare gli stivali. Mi sentii abbastanza disinvolto e tentai con successo alcuni passi. Mi appoggiai al muro come mi era stato da Lei ordinato. Divaricai leggermente le gambe per facilitarle l'operazione ed inarcai un po' la schiena, esponendo al meglio in mio sedere.
Feci giusto in tempo ad impreziosire i miei capezzoli con eleganti pinze cromate, unite da una robusta catenella che...
Entrò! Chiuse lentamente la porta dietro sè, si sedette sul bordo del letto e disse: "Che bella la mia troietta!"
Poi mi fece camminare avanti e indietro un paio di volte.
Tra le mani aveva una lunga spiga di grano e un'altro strano filo d'erba, entrambi presi in prestito da qualche composizione floreale trovata chissà dove.
Con un dito indicò il muro e io mi appoggiai nuovamente nella medesima posizione.
Si alzò, mi venne vicino e percorse più volte con il suo respiro il mio corpo.
I nervi tesi che inarcavano la mia schiena in modo innaturale si sciolsero non appena la sua mano sfiorò la mia pelle. Un gemito uscì dalle mie labbra. Lo sentii riecheggiare per la stanza silenziosa. A quello ne seguirono altri e le fui grato per non avermi messo a tacere.
Le sue dita non incontrarono nessun ostacolo. Sicure e decise rincorsero ogni brivido del mio corpo, poi si fermarono di colpo e mi sfilarono il leggero indumento. La catenella che univa i miei capezzoli precipitò verso il pavimento rimbalzando pesantemente quando le piccole maglie andarono in tensione una volta...due...tre...
Le gambe mi cedettero e mi aggrappai al muro per non finire a terra. Il leggero piacere si era traformato in un dolce dolore che ormai si estendeva in tutto il petto.
Mi fece voltare e mi ordinò di tenere gli occhi chiusi.
Le dita di una mia mano cercarono invano di conficcarsi nella parete color ambra, quando la spiga di grano, leggera e pungente, iniziò a navigare sui miei sensi. La coscienza, annullata ormai completamente, mi aveva abbandonato e assisteva alla scena comodamente seduta sulla poltrona. La spiga attraversò attentamente il mio corpo decine di volte, portandomi ad una stato di eccitazione tale da non sentire neanche la sua voce che mi intimava di appoggiarmi sul letto.
Indispettita per la mia disobbedienza, mi aiutò ad inginocchiarmi, mentre con i piedi allargava con decisione le mie cosce.
Svelta e sicura la sua mano destra afferrò il mio pene mentre l'altra trovò velocemente quel che rimaneva dei miei capezzoli.
Soffocai un grido nel materasso e mi contorsi come una serpe. La mia eccitazione mista al dolore stava per farmi perdere i sensi quando con l'ultimo concreto respiro riuscii a pronunciare poche parole di supplica, sufficenti a farle capire che non avrei retto oltre.
Mi lasciò lottare ancora qualche istante con il dolore che percorreva il mio corpo, poi mi accarezzò dolcemente la schiena e mi baciò come solo una strega sa fare.
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17 anni fa
miss1dada202006,
30
Ultima visita: 15 anni fa
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Bdsm è poesia?
Entrare, penetrare
prepotente con la forza
dolcemente con la parola,
la tua mente, il tuo corpo.
Trovo un muro,
una difesa poco convinta,
la paura ed il desiderio più forte
di spalancare le porte.
Le porte di un'anima che conosce
la propria vera natura,
nata per appartenere
non riesce più a mentire a sè stessa.
Le porte di un corpo che agogna
di essere usato e umiliato,
che sogna una mano decisa
che spera una mano clemente.
Catene sono pronte per te,
non bloccheranno la tua mente vivace,
ma saranno stimolo alla sua realizzazione.
Non un martirio per il tuo splendido corpo,
ma la certezza che non appartiene più a te.
Questo ti spetta,
questo avrai da chi sa benissimo
che possederti sarà comunque amarti.
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 giorni fa -
Un amico
Quella sera ero in casa, non avevo molta voglia di uscire, e mi stavo noiosamente trascinando tra computer e televisione, forse aspettavo che succedesse qualcosa...
Quasi quasi chatto un po’, così ho rincontrato lui, era parecchio che non lo sentivo, c’era stato un periodo in cui chattavamo spesso, e dovevamo incontrarci, poi lui aveva avuto dei problemi e forse anch’io, ci eravamo un po’ persi. Poi si sa come vanno queste cose in chat, se ti incontri subito bene, altrimenti le cose si trascinano e finisci per non incontrarti più.
Ma quella sera quando ho cominciato a parlare con lui ho sentito un brivido, e sentivo una voce che mi diceva che dovevo assolutamente vederlo.
Forse lui ha capito e mi ha detto “ti telefono?”, “sì”....
Così abbiamo parlato un po, mi ha detto che stava lavorando, e io “bè io non ho niente da fare stasera, quando finisci di lavorare?”, “è un invito? io lavoro in proprio, se è un invito stacco tutto e corro da te”....
“Sì, è un invito”.
Così ci siamo dati appuntamento dalle mie parti, lui è arrivato in ritardo perchè aveva sbagliato strada ma l’ho aspettato volentieri....
È arrivato in moto e aveva il casco, quindi non riuscivo a vedere bene com’era....
Poi se l’è tolto e io ho pensato: “sì!”...
Ci siamo guardati, il tempo di fare le presentazioni ed un interminabile bacio appassionato ci ha travolti...
Mi sentivo accaldata e avevo i brividi di piacere dappertutto e anche lui era molto eccitato...
Senza pensarci troppo siamo andati con la mia macchina in un posto tranquillo...
Lui ha cominciato a baciarmi ed accarezzarmi dappertutto, senza rendercene conto ci siamo ritrovati nudi nelle braccia l’uno dell’altra...
Siamo stati lì almeno due ore, ma sembrava che fosse passato pochissimo tempo, non ci saziavamo mai l’una dell’altro.
Io lo leccavo e lo accarezzavo e quando l’ho sentito dentro di me ero al culmine del piacere.
Sudati, le nostre pelli a contatto in quello spazio così ristretto, ma era tutto così eccitante e tenero allo stesso tempo.
Sentivo il suo respiro su di me, le sue mani che mi toccavano, ero bagnatissima.
Ho avuto parecchi orgasmi e lui era sempre lì pronto a farmene avere di nuovi, era da tanto che non provavo queste sensazioni.
Avevo avuto parecchi incontri negli ultimi tempi, ma a volte mi sembrava solo di aver fatto ginnastica.
Lui aveva smosso qualcosa dentro di me che sembrava addormentato da tempo....
Era dolce e appassionato nello stesso tempo, tenero ed energico, porco e sensibile... tutto quello che ho sempre desiderato in un uomo.
Quella sera è stato difficile separarci, ma io come al solito ho preferito non farmi troppe illusioni, in genere molti spariscono dopo...
Invece no, lui mi ha chiamata, ci siamo rivisti parecchie volte, abbiamo fatto l’amore da me sul mio letto e ho sentito la sua lingua dentro di me, leccarmi fino a farmi venire...
L’ho anche portato in un privè ma non mi sembrava molto a suo agio, forse era un po’ geloso...
Io smesso di fare tanti incontri, forse il mio lungo cercare ha trovato una fine, chissà, continuo a non farmi troppe illusioni, le delusioni fanno male...
Ma continuiamo a vederci e questo mi basta... e non è solo sesso, è un’intesa mentale, un rapporto fatto di complicità, dolcezza e tanta passione... e anche se smetteremo di vederci, lui mi ha dato tanto, qualcosa che ormai non mi aspettavo più di ricevere... grazie...
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 giorni fa -
Non l\'vrei mai detto
ciao a tutti /e...dopo aver letto vari racconti su questo meraviglioso sito(molti fasulli)pochi veri, ho deciso di farvi partecipe la mia personale storia accaduta pochi mesi fa. Sono un Expot Manager di 43 del nord Italia, per una industria di materiali edili; il mio lavoro mi porta a viaggiare per circa 6/7 mesi all'anno....questo e' stato uno dei tanti motivi per cui le mie relazioni sentimentali finissero male ...d'altro canto, amo il mio lavoro...mi permette di conoscere gente di culture diverse, viaggiare comodamente.....prevalentemente opero da solo con il supporto dell'ufficio Export...di tanto in tanto viaggio con il titolare dell'azienda.-.persona simpaticissima..con lui lavorativamente parlando c'e' stato sempre feeling....nonostante non parli le lingue straniere e' simpatico...quasi mio coetaneo (48 anni)...totalmente diversa la moglie, piu'giovane di Lui di 10 anni...ignorante come una capra, altezzosa, bella donna che veste alla moda, ma che non mette in fila quattroparole.....quando c'incontriamo alle riunioni del consiglio d'amministrazione, ha un comportamento che tira gli schiaffi...ok, per farla breve, e' una bella figa superficiale.
Sarei dovuto andare con il titolare ad una Fiera molto importante del nostro settore negli stati uniti...quando pochi giorni prima della partenza, Lui si e' ammalato....in breve, lei (Marina) si propose di venire al suo posto, cosi' avrebbe fatto shopping ....e a me avrebbe rotto i coglioni per tutta la durata della fiera. Premetto che lei non parla una parola d'inglese...quindi avrei dovuto farle da traduttore a tempo pieno.
Partiamo, Lei in prima classe, io in business...cosi' almeno per il volo non mi avrebbe rotto le scatole...passano poche ore e una hostess mi chiede di raggiungere la Signora in Prima visto che c'erano pochi passeggeri...vicino a Lei comincio' a parlarmi e a fare domande sulla fiera, sulla citta' ecc ecc...devo dire che si propose in maniera diversa da come la conoscevo in azienda...simpatica, affabile...ironica...sapeva, o almeno s'immaginava di quanto porco fosse suo marito durante queste trasferte..e non solo durante i viaggi...mi disse che era certa che si facesse le segratarie dell'amministrazione (tutte giovani) e qualcuna della produzione...io in verita' sapevo tutto di Lui...in tanti anni s'era creata una certa complicita' tra di noi...a volte lo avevo "coperto" con sua moglie adducendo a riunini d'affari inesistenti.....tante'..il volo prosegui' molto piacevolmente..e devo ammettere che vidi Marina sotto un'aspetto diverso......come donna nn c'era nulla da obiettare.....davvero in forma...snella (x tanta palestra) un bel seno...un bellissimo sedere...capelli neri sfrangiati alla moda...e vestita sempre elengate o casual ma estremamente alla moda e griffata. arrivati a destinazione, le propongo di riposarsi mentre io andavo adare un'occhiata in fiera per controllare che tutto fosse ok per il giorno dopo..Lei invece disse che ci teneva a venire con me...ok le dissi....e cosi' fu.
tornati in Hotel, organizzo per andare acena .....sapevo di un noto ristorante famoso per le fiorentine (in inglese t-bone)...uno dei migliori di chicago...andammo a cena...quando scese nella hall per prendere il taxi con me...restai di sasso...gran parte degli uomini le regalarono generosi sguardi che lasciavano ben poco all'immaginazione..Marina si presentò in un tubino nero di Armani abbastanza corto e aderente dai riflessi cangianti, scarpe con tacco alto, calze velate che mettevano in risalto le bellissime gambe..sopra un leggero top argentato (presumo sempre di Armani) che le coprivano leggermente le spalle, lasciando libera visione della generosa scollatura...emanava un profumo che mi piacque immediatamente...non troppo dolce..anzi, quasi maschile...ammetto che fui gratificato nel vederla camminare verso di me, osservando gli altri uomini presenti, invidiosi che quella gran figa fosse con me ...io le feci dei complimenti molto garbati..ma i mie occhi lasciavano ben capire a lei quanto mi piacesse..e Lei lo sapeva!
La cena fu una meraviglia...e la conversazione anche...Marina si stava dimostrando completamente diversa dalla donna che pensavo di conoscere...ma da qui a pensare .....beh immaginate...ne passava...
Dopo cena (e dopo una bottiglia di Cabernet meravigliosa della California) bevemmo un bicchiere di cognac stravecchio (questi sono alcuni degli agi a cui mi riferivo prima)...l'atmosfera tra di noi era di molta complicita'...grazie anche all effetto del vino comincio' a chiedermi dettagli sulla mia vita privata, ascoltando con interesse quello che le raccontavo..la conversazione slitto' piano piano sul personale.....e cosi' feci io con Lei....mi piaceva davvero quella donna..passionale, sensibile, estremamente sexy....decidemmo di rientrare , solo dopo aver fatto un mini tour per Chicago..le feci vedere la Baia illuminata....seduti in taxi i nostri corpi si avvicinarono..mentre le spiegavo dettagli sui luoghi a me conosciuti, Marina si appoggio' nell'incavo della mia spalla...inutile negare che il sangue comincio' a ribollirmi...ma cercai di non andare troppo oltre...in fondo poteva essere solo un suo atteggiamento un po frivolo dettato dalla situazione creatasi.....arrivati in Hotel, feci per accomiatarmi..Marina mi chiese se avessi voluto bere un ultimo bicchiere di champagne con lei per brindare all'inizio della Fiera..io le dissi di si..ma mentre mi indirizzavo in uno dei bar, Lei mi disse che sarebbe stata piu' comoda nella sua suite, cosi' si sarebbe potuta rilassare meglio..io accettai, ordinai una bottiglia da farci arrivare in camera...saliti Lei si tolse le scarpe e si mise sul divano....io diedi la mancia al ragazzo e chiusi la porta ,indirizzandomi verso il divanetto....versai due flute...facemmo un brindisi...all'imporvviso, Marina, alzandosi in piedi perse leggermente l'equilibrio...,..e non so come ci ritrovammo abbracciati...bagnati dallo champagne versato..ci mettemmo a ridere..guardandoci..e fu allora che ci baciammo con passione.....i bicchieri caddero sulla moquette...e in breve eravamo mezzi nudi, presi da una foga animalesca ci baciavamo...staccandoci solo per spogliarci del tutto....io la fermai quando stava per togliersi il perizoma..la feci sedere sul divanetto e presi a baciarla dalla bocca, sul collo, dietro l'orecchio..scendendo sui seni, duri con i capezzoli dritti..la lisciai come farebbe mamma gatta con i suoi piccoli..scendendo verso l'inguine Marina comincio' a gemere accarezzandomi la nuca...sentiva la mia lingua bagnarle il ventre..poi arrivato sul perizoma presi a leccarla da sopra la stoffa sentendo quanto fosse gia' inzuppato dei suoi umori..Marina mi disse che era dal ristorante che aveva voglia di me...ed io le dissi la stessa cosa di lei ....scostai il peri, era rasata come amo io le patatine...due labbra carnose, traslucide..e un ciuffettosul monte ...fantastica...mi dedicai lentamente a leccarla...marina mugolava, allargando le cosce...si stringeva i seni, mentre io le succhiavo piano il clito, gonfio, andavo con la lingua tra le labbra..e risalivo piano con il piatto della lingua...me la stavo gustando come piace a me..e lei apprezzava questo mio dedicarmi...le infilavo la lingua dentro , imitando un piccolo pene..sentivo Marina fremere di tanto in tanto a questa superba leccata..poi scesi con la lingua sul suo buchino..un sospiro piu' forte degli altri le usci' dalla gola.."oh..si leccami il sedere...mi piace" disse Marina..presi a torturarlo con la punta della lingua entrando leggermente con la punta....marina gemeva e si contorceva....io intanto presi a metterle prima un dito ..poi due dentro la figa bagnata...continuando a leccarle il buchino...poi inverti la cosa...le entrai dentro con il medio...ricoperto di abbondante saliva....capivo che non era vergine..ma era stretta ugualmente...poi provai con due sovrapponendo il medio all'indice, mentre con la lingua le mangiavo la figa bagnata.....sentivo in Lei crescerle un'orgasmo che non tardo ad arrivare...un grido rauco, come di bestia ferita le usci dalla gola...mentre io continuavo lentamente a sodomizzarla e a leccarla....tremo' tutta per vari secondi..aveva le labbra gonfie..ed io la bocca piena dei suoi umori dolcissimi....si riprese un attimo..si alzo verso di me...io mi avvicinai e ci baciammo con passione..."senti come sai di buono le dissi" e Lei...si..sei stato meraviglioso....pero' ora voglio goderti io...mi fece stendere in poltrona, e comincio' a leccarmi il cazzo con una maestria unica..io non sono lunghissimo di cm (20) ma abbastanza largo..e depilato...(questo aspetto le piacque moltissimo)....mi leccava la cappella per poi prenderla in bocca...scendeva sull'asta....faceva colare la saliva e con la mano la spargeva su tutto l'uccello...mi scendeva a leccare i coglioni duri e gonfi, prendendoli in bocca..mi lecco' il buchino varie volte mentre mi faceva scorrere la mano sull'asta...poi aumento ' il ritmo..io pur essendo molto resistente, sentivo che stavo per esplodere...marina aumento' il ritmo...sentiva le vene gonfiarsi...vidi che mentre mi succhiava, stava smanettandosi il clito...gemiti soffocati accompagnavano il suo lavoro di bocca....le presi la nuca e la spinsi a fondo sul mio uccello...mi venne istintivo complimentarmi con Lei ....e cominciai a dirle oscenita' che la resero ancora piu' porca.."dai maiala, succhia il cazzo che fra un po ti sborro in gola...ti piace eh?...porca che non sei altro...spompi come una troia infoiata"...Lei a queste parole, aumento ancora..oramai lo prendeva quasi tutto in gola...il cazzo era lucido della sua saliva che copiosa scendeva fino ai coglioni.....con vari gemiti sempre piu' vicini...io le dissi che c'era..ecco..."sborro...tieni...ooohhhh......tieni"...lei mugugno con il cazzo il bocca...stava venendo anche lei per la seconda volta...il primo schizzo fu normale..lo sentii scenderle in gola..poi altri piu' abbondanti arrivarono...lei era davvero infoiata..mentre mi beveva aveva gli occhi lucidi dalla felicita'..le stava piacendo davvero.....io l'accarezzai con dolcezza mentre sentivo il cazzo rilassarsi...lei lo tenne in bocca ancora un po...poi lo puli' abilmente....lo tolse che ormai era barzotto..con i coglioni per il momento svuotati..."certo che ne avevi di succo nelle palle...mi hai quasi affogato!!!)...ci mettemmo a ridere...la presi tra le mie braccia baciandola con trasporto appoggiata su di me.....ci rilassammo un attimo...bevemmo un paio di calici di champagne (ormai non freddissimo)....e ci facemmo delle coccole vicini sul divano...passo' quasi una buona mezz'ora e inevitabilmente ad entrambi torno' voglia ...Marina mi fece sdraiare sul divanetto e prese a leccari piano piano l'uccello...in poco grazie anche alle sue doti con la bocca (davvero brava credetemi) mi torno duro come il marmo...si volto' a 69 offrendomi la sua figa depilata...presi a leccarla con passione..ma stavolta sia io che Lei non ci saremmo accontentati....mi sfilai da sotto, lasciando marina a pecorina.."adesso ti sbatto come si deve le dissi".."dai dice lei...vediamo se ci riesci disse con tono di sfida"...marina appoggio' le mani sullo schienale del divano trovandosi con il viso davanti ad un grande specchio che sovrastava il divano...io da dietro mi bagnai il cazzo con abbondante saliva ..e entrai facilmente dentro di lei..era calda e bagnata...la presi per i fianchi e comincia a muovermi lentamente avanti e indietro..marina comincio' immediatamente a gemere.."dai F. ...prendimi...sbattimi ti prego..!!!"io aumentai il ritmo delle pompate...uscivo con il cazzo lasciando solo la cappella dentro e d'un fiato lo ricaccivo dentro...Lei gradiva molto questo mio prenderla.....io la tenevo stretta per i fianchi e aumentavo il ritmo...Marina comincio' a gemere...ad incitarmi....sentendo cosi' mi infoiai.."tieni porca...senti come e' duro l'uccello...prendilo tutto...." "siii disse lei ...lo sento..e' duro..dio come mi piace..."...preso dalla foga, sentendo che a sborrare ero ancora lontano, presi a sculacciarla ..prima con colpetti leggeri..poi fu lei stessa ad incitarmi.."si..maiale...sculacciami...fammi sentire come ti piaccio...sbattimi"...quelle parole scatenarono in me il sadico...la battevo sulle natiche ...con una mano la tenevo per i fianchi..con l'altra le davo sonori ceffoni sulle chiappe che diventarono presto rosse ....poi la presi per il collo con una mano...le diedi da succhiarmi il dito mentre la scopavo abilmente da dietro....lei gemeva e si contorceva da matti ...prese a sgrilletarsi con foga..e si bagnava sempre piu'...io rallentai...volevo completare l'opera nel modo migliore...mi fermai quasi..e le sputai abbondantemente sul buco del culo....marina capi' immediatamente dove volevo violarla..."oh..cazzo...nel culo..mettimelo nel culo...lo voglio sentire quanto sei largo..!! tirai fuori l'uccello ricoperto di umori vaginali..lei si smanettava veloce...appoggiai la cappella al buco..e spinsi lentamente...un grido strozzato le usci di gola..io mi fermai..la cappella era entrata..ora doveva entrare la parte piu' larga...con pazienza aspettai che l'ano si adattasse alla circonferenza...insalivai l'asta rimasta fuori con altra saliva..poi le dissi di sputarmi sulle dita perchè io ero senza saliva "tieni porca...dammi la tua saliva che ti bagno bene il buco..poi t'inculo come non mai"...detto fatto...cominciai ad entrare sempre piu' dentro di lei...Marina mugolava..mi incitava..era scatenata.....quando le fui dentro quasi del tutto ...fu lei a spingere il culo a ritroso, segno che era pronta..e che lo voleva....entro' con un risucchio.....presi a pomparla lentamente...poi aumentai , anche sollecitato da lei.."daiiiii....scopami in culo...dai....sbattimi..""...."porcella..lo volevi in culo vero?..eccoti accontentata...tutto fino allle palle.." oramai era aperta del tutto ...il cazzo scorreva dentro e fuori a meraviglia...sentii Marina fremere ..e gridare..stava venendo di culo...io aumentai i colpi..oramai la sbattevo veloce..i respiri si fecero veloci ed ansanti...sentii che stavo per venire.....anche lei lo senti, nonostante la stessi sbattendo per bene..ogni tanto inarcava il busto guardandosi allo specchio di fronte a lei..vedeva me infuriato da dietro che la montavo e lei si vedeva, più porca che mai con gli occhi beatamente socchiusi...mordendosi il labbro inferiore ad ogni mio affondo....la eccitava parecchio...e semptre toccandosi, venne ancora urlando...a breve sentii che anche io stavo per sborrare..le diedi due ultimi colpi violenti, un'ultima sculacciata sonora..e tenendola per i fianchi fermo dentro di lei fino alle palle, le urlai tutto il mio godimento, riempiendola di sborra.....
Sudati, felici.....ci staccammo...io la presi in braccio, e la sdraiai sul lettone a pancia in su...il buco del culo era enorme...le infilai l'indice ed il medio dentro senza fatica...volevo farle assaporare la mia sborra in maniera diversa...raccolsi un po del mio miele..e glielo offrii...lei ridendo si mise le dita in bocca succhiandole e pulendole avidamente.."sei un gran porco....non ho mai fatto niente di simile...." ...Marina..mi sa per i prossimi giorni , farai nuove esperienze con me...credimi...e tutte molto piacevoli!!!....e detto cio ci baciammo abbracciandoci. inutile dire che fu molto contenta dell'evolversi delle giornate..di giorno si lavorava (neanche tanto per la verita') e appena possibile le facevo provare nuove esperienze....
Anche adesso , seppur raramente ci incontriamo...lei era ed e' la mia porcella preferita.....disposta a tutto..curiosa di tutto.
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 giorni fa -
Sono pronto.
“Quando mi dai quei documenti che mi avevi promesso?”
“Scusate, Padrona. Anche oggi pomeriggio, se volete. Potrò essere a Vostra disposizione dalle 17.00 in poi”.
“Va bene. Ci vediamo alle 17.00 alla casetta. Mi aspetterai nudo, collarino e guinzaglio indosso. Ricordati di comprare i dolcetti”.
Sono già emozionato.
Ho solo un paio d’ore per finire il lavoro che devo fare e per prepararmi. Non posso far aspettare la Padrona.
Entro nella casetta (speriamo di averla a disposizione ancora per un bel po’!), mi spoglio e indosso gli accessori. Stringo bene il collarino ai genitali perché la Padrona si incazza quando lo perdo. Lascio invece il collare un po’ più largo del solito.
E’ in ritardo per il traffico. Ma non deve scusarsi.
E’ la prima volta che la ricevo nudo e non nego che aprire la porta in quelle condizioni mi imbarazza. Ma tant’è.
“Bravo, sei stato ubbidiente anche stavolta”. E mi dà un pizzicotto al capezzolo.
“Dai, in ginocchio, che non ho tempo da perdere”, e si siede comoda sul divano. Lascia intravedere il perizoma bianco: lo fa apposta.
“Ti piacciono i miei sandaletti”?
“Si Padrona, moltissimo”.
“Bene, sono un po’ impolverati perché li ho su da stamattina. Datti da fare, che li voglio lucidi come fossero nuovi”.
Mi abbasso, lecco, lecco, e lecco ancora.
Mi guarda dall’alto al basso. Sorride compiaciuta.
Passo la lingua ovunque: sul dorso, tra le dita, succhio l’alluce. Non è agevolissimo con il sandalo indosso, ma faccio il possibile perché non sembra li voglia togliere.
I minuti passano e la Padrona non accenna a cambiare gioco.
Padrona, posso toglierVi i sandali?
“Non se ne parla neanche. Lecca il silenzio”.
“Ma vorrei poterVi leccare anche la pianta del piede……”
“Puoi farlo ugualmente. Sbrigati”.
In effetti ci provo. Infilo la lingua tra la suola e il piede, la insinuo fin dove è possibile. E’ bello. Piace anche alla Padrona, che sapeva benissimo che si poteva fare….
Sarà mezz’ora che Le lecco i piedi, e non sembra ancora soddisfatta.
Ogni tanto si tocca ed assaggia il Suo nettare facendomene solo sentire il profumo.
Mi fa incazzare quando fa così. Sa che muoio dalla voglia di sentire il Suo sapore, ma preferisce leccarsi da sola le dita.
Chiedo se ce n’è un po’ anche per me. Ma mi becco una risata sarcastica: “Lecca e taci, schiavo”.
Vuole un pasticcino, poi un altro.
Li mastica un po’ e poi me li passa in bocca.
Godo.
Si cambia. La Padrona si alza.
Sono sempre in ginocchio e la guardo dal basso all’alto, adorandola e baciandoLe ogni tanto l’ombelico.
“Sono molto onorato di essere il Vostro servitore. Fedele servitore”
“Sarà meglio, perché ricordati che si ti becco con un'altra, non mi vedi più”.
Mi indica la fica da leccare e mi soffermo sul clito. Buonissimo.
Mi tiene la testa tra le mani dirigendola dove vuole essere leccata, mentre mette “delicatamente” il sandalo sulla mia mano appoggiata sul divano.
Me la massaggia un po’……. E poi ci appoggia il tacco a spillo. Non oso reagire.
La pressione si fa sempre più forte. Fa male, ma lecco in silenzio. Anzi lecco ancora più forte, per magari meritare un alleggerimento della pressione….. tutto inutile.
Però anche questo mi piace (e Le piace).
Si gira e si mette a 90 gradi appoggiandosi al divano. Finalmente mi offre il buchino la leccare ed io mi ci fiondo, famelico. Lo passo e ripasso roteando la lingua, che poi infilo dentro fin dove possibile. Lei si inarca per agevolare l’ingresso. Le piace.
“Smettila di leccarmi il culo, ora”.
Mi gira intorno e si posiziona dietro di me.
Mi afferra per i capezzoli, massaggia e stringe, anche con le unghie.
Godo. Mi fanno male le ginocchia ma non mi lamento.
Avete idea di quanto possa far male un tacco a spillo appoggiato sulla pianta del piede? Dovreste provare.
Via, si va in camera da letto. Il guinzaglio si tende. Lei cammina sinuosa, ma a carponi non sono così veloce.
“Su, sul letto!”
Non mi ha legato le mani, ma non posso usarle se Lei non me lo dice.
E non me lo dice.
Supino, offro in bella vista l’uccello durissimo, che Lei prende a massaggiare delicatamente. In pratica mi masturba “Attento a non godere, schiavo”.
Lo so. Posso godere solo quando me lo dice la Padrona.
Ora mi cavalca. Piano. Forte. Dentro. Fuori. Si massaggia il clito con il mio uccello strusciandosi sopra.
Gode. Si vede e si sente.
E’ tempo del face-sitting.
Mi spiattella la fica sulla faccia e si struscia languidamente. Metto fuori la lingua per assaporare tutti i Suoi umori.
Ogni tanto mi prende l’uccello in bocca ma subito lo rilascia.
Godo.
“Padrona, voglio essere la Tua troia. La Tua puttana”.
“Taci e lecca”.
Lecco come un forsennato.
Non ce la faccio più, sono sfinito.
“Chi ti ha detto di fermarti?”
“Padrona, devo masturbarmi”.
“Taci e lecca!!! Chi ti ha detto di fermarti?!?!?”
Non devo farla arrabbiare. Lecco.
Ad un tratti si alza.
Senza dire nulla torna in salotto. Non la sento più.
Quando torna mi butta un profilattico “Mettitelo, sbrigati”.
Si siede ancora sul mio uccello, lo pompa.
E’ un attimo.
“Grazie Padrona”
Ci rivestiamo. Un colpo nello stomaco: sulla spalla ci sono dei graffi assai poco giustificabili.
Cazzo cazzo cazzo.
Vabbè, per questo week end, niente bagno in piscina.
L’unico problema è che con questa preoccupazione, mi sono dimenticato di darLe quei documenti che Le avevo promesso.
Meglio: dovrò vederLa ancora, a breve.
LUNEDI’
Il week end è andato bene. I graffi sono guariti e nessuno se ne è accorto.
Stamattina però non mi ha mandato neanche un messaggio.
Soffro senza di Lei.
Mi sento schiavo e mi piace esserlo con Lei. Mi sembra che anche Lei ci stia prendendo gusto. Ogni volta ha qualche “gioco” nuovo da impormi. Stavolta mi ha strizzato all’inverosimile i capezzoli. Mi hanno fatto male per due giorni, ma non mi è dispiaciuto.
Ora vuole una chaise longue per lla sua nuova casa. Non una chaise lungue qualunque. "Quella" chaise longue. La chaise longue di "*******" in manto di cavallino.
L'avrà.
Sono pronto a servire la mia Padrona in TUTTI i modi. Il limite è uno solo, e Lei lo sa.
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 giorni fa -
Che emozioni
Sono un singolo bsx e dopo aver inserito un annuncio su Desiderya e aver risposto ad altri arriva il giorno del primo incontro con una coppia trentenne sposata. Mi faccio una bella doccia (amo molto l'igene) spruzzo un po di profumo sul mio corpo mi vesto leggero con una maglietta e un paio di jeans. La giornata è splendida siamo ad Aprile la temperatura è mite e invoglia ad uscire e andare nella natura. Con la coppia abbiamo fissato l'incontro nel primo pomeriggio con circa 20 minuti di anticipo arrivo nel luogo stabilito, che è un parcheggio non molto lontano da un casello dell'autostrda A1. Mentre aspetto ascolto musica e sale la mia eccitazione, con 5 minuti di anticipo arrivano anche loro e la sua auto si ferma di fianco alla mia (sono molto emozionato), lei mi fa un sorriso è bella, i suoi capelli mori e lunghi sono leggermente mossi e fanno da cornice ad un volto molto femminile e truccato con gusto. Le sue labbra sono carnose e il rossetto e rosso scuro quasi marrone indossa una camicetta bianca con molti bottoni sganciati, che mettono in mostra un grande seno contenuto a malapena da un reggiseno bianco di pizzo. La scollatura è resa ancora più eccitante dalla collana di perle bianche che scende in mezzo alle splendide tette. Lui è vestito con una camicia blù e un paio di jeans. Sendiamo dalle rispettive auto e stringo la mano a Gianni e ci scambiamo un sorriso e le solite domande (come va? hai fatto un buon viaggio? ecc...) dopo avel lasciato la mano di Gianni porgo la mano anche a Anna, lei con molta delicatezza la stringe e dopo avermi fatto uno splendido sorriso e senza lasciarmi la mano mi da un bacio sulla guancia, io ricambio con molto piacere. Dopo un po di chiacchiere decidiamo di allontanarci solo con la sua auto, la mia la lasciai parcheggiata li dove ci eravamo incontrati. Mi siedo sul sedile posteriore e mentre viaggiamo verso la loro abitazione continuiamo la piacevole conversazione e io non posso fare altro che fargli i complimenti, sono due persone belle e soprattuto e piacevole stare con loro. Anna mi guarda e dice che non si sarebbe immaginata di incontrare una persona dolce ed educata come me. Logicamente era molto delusa dai precedenti incontri dove il singolo incontrato era solo una persona vogliosa di sesso facile e non vedeva l'ora di scopare con lei. Io non sono quel tipo li e loro lo percepiscono subito e gradiscono il mio atteggiamento. Dopo circa 15 minuti di auto arriviamo a destinazione, la loro casa è una villetta in campagna con un bel giardino ed è realizzata in un unico piano. Con loro non abita nessuno e quindi non ci sono problemi, inoltre tutto il perimetro della villetta e circondato da una robusta recinsione e da una folta siepe. Entriamo in casa e lei ci lascia soli dicendo che deve andare in bagno. Io e Gianni ci sediamo sul divano lui dopo avermi offerto da bere accende la tv e mette un DVD Porno che parla di scambi di coppia e orge varie. Io lo guardo con piacere nel frattempo torna anche Anna che profuma molto più di prima e si siede tra me e Gianni, gonna molto corta le scopre le calze autoreggenti che avvolgono le splendide gambe. Loro due iniziano a baciarsi e a spogliarsi, Anna si toglie il perizzoma di pizzo bianco e lo lancia sulla mia faccia, è profumato odora di sesso ed e impregnato degli umori femminili di lei. Io lo annuso mentre loro completamente nudi continuano nei loro giochi, Gianni ha un cazzo bello duro sembra una scultura e lo stà infilando nella fica di Anna che gode molto intensamente e emete urla e gemiti di piacere io non resisto mi tolgo i pantaloni e gli slip e avvolgo il mio cazzo (più piccolo di quello di Gianni) con il perizzoma umido di Anna e mi sparp una grandissima sega, mentre lei mi guerda e sorride arrivo guasi contemporaneamente a loro. Il mio sperma sporca il perizzoma di anna e lo sperma di Gianni finisce dentro la fica di Anna. Dopo unaa breve pausa Anna si mette a gambe larghe davanti a me e mi chiede di leccargli la fica sporca di sperma. Non posso resistere e mi metto a leccare con molta cura aventi fuori e poi il clitoride e infine penetro la lingua dentro la fica piena di sperma e umori. Il sapore e forte e anche gli odori sono molto eccitanti lei gode e mi spinge la faccia verso la sua fica. Gianni inizia a carezzarmi le natiche e poi il buchetto del culo io sono super eccitato. Gianni mi lublifica il culo e inizia a penetrami con un fallo di gomma adatto per la pentrazione anale. Io godo non resisto la mia eccitazione e risalita al massimo e quando sento la cappella calda di Gianni appoggiarsi e penetrare il mio culo arrivo al culmine e succhio con molta voga il clitoride di Anna e la mia bocca è piena di umori femminili e sperma. Gianni dopo aver affondato molto delicatamente tutto il suo cazzo nel mio culo si ferma un istante e poi afferrndomi per i fianchi inizia a pomparmi sempre più forte io godo e sborro copiosamente Anna urla di piacere e Gianni mi riempie il culo di sperma. Tutto magnifico e dopo essersi lavati ci siamo rivestiti e Gianni mi ha detto che sarebbe venuto solo lui a riaccompagnarmi alla mia auto. Ho salutato Anna con un bel bacio e sono salito in auto con Gianni. Ad un certo punto Gianni dice che deve fare un'altra strada perchè vuole fare una cosa, non capisco ma visto che non era tardi dico che non ci sono problemi. Prende una strada di bosco ad un certo punto si ferma in una piazzola molto isolata, parcheggia l'auto e mi chiede di seguirlo per un sentiero, vado senza problemi e quando siamo in un punto dove la vegetazione è fitta, Gianni si abbassa i pantaloni e tira fuori il suo cazzone, mi chiede di fargli un pompino e io alla vista di quel cazzo non resisto e inizio a pomparlo sapientemente, tanto è che dopo un po Gianni esplode nella mia bocca inondandomi di sperma. Dopo esseci ripuliti siamo salitinuovamente in macchina e abbiamo raggiunto la mia auto. Ci siamo salutati e ci siamo riproposti di incontrarci nuovamante. Continua ........................
Serio69
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17 anni fa
admin, 75
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Pomeriggio fortunato 2
decidiamo di andare via ormai gia notte da un bel po antonella ancora molto vogliosa mi si strusciava come un barboncino ke kiede le coccole.usciamo e nel parkeggio incontriamo un ragazzo senegalese ke vediamo sempre nel centro commerciale vicino casa ns a cui ogni tanto comperiamo qualke cd ke piace molto ad antonella molto giovane appena appena sui 18/20 anni.ci viene incontro come se avesse visto dei salvatori.ci dice infatti ke suo zio ke lo aveva portato in quel centro e ke lo aveva appena kiamato dicendogli di arrangiarsi x tornare a casa xke lui nn sarebbe potuto andare a riprenderlo.nella rikiesta del passaggio ci invito poi a casa sua a cena xke ci avrebbe fatto assaggiare una specilita del suo paese(pensai ke lunica specialita da far felice antonella sarebbe stato il suo coso).presi un attimo di tempo dicendogli ke dovevamo tornare a prendere una cosa nel centro e ke quasi sicuramente lo avremmo potuto accompagnare.Antonella sempre avvinghiata a me era curiosa di sapere cosa le avrei detto, esordii dicendole se le piaceva e lei ma e solo un ragazzino e io si ma e gia ben sviluppato ed e molto sveglio.a quel punto anto gia molto eccitata mi da un bacio in bocca in segno di approvazione implicita,e poi ma come facciamo? be in mcchina quando saliamo portiamo qualkosa ke dobbiamo mettere x forza davanti al posto del passeggero e tu salirai dietro.detto fatto andiamo a comprare un vaso lo piazziamo davanti e loro sono saliti dietro.Prima di salire dietro lui era gia salito prendo anto e la giro e le do un bacio molto appassionato le bacio le tette dal decolte e le caccio lo spolverino e rivolgendomi a lui ;attento a nn sciuparla e merce prelibata te la affido(lui rimase interdetto nn capi nulla)disse pero senza malizia complimenti e una bella donna a me piacciono molto le donne bionde. Messici in marcia anto riprese a baciarmi di lato verso di lui scosciandosi nn poco mettendo in mostra le calze a rete e la guepiere anto insisteva e lui stava zitto a gustarsi la scena, scusaci ma etanto ke nn ci vediamo. anto si rimette un po a posto a cosce larghe in modo da toccarsi con le cosce di lui.perso un po il self control le metto le mani sotto la gonna oltrpasso lo slip e le entro dentro la fighetta gia bagnata anto inizia prima a scendersi con il kulo in avanti facilitandomi il compito e poi ad ansimare senza piu ritegno.A quel punto kiedo al ragazzo ti piace come godono le donne delle tue parti? lui si avvicina ed inizia a toccarle le cosce e poi a baciarle il seno anto lascia fare le dico di mettergli le mani al collo lui sprofonda nelle tettone e con le dita nella figa anto era partita e da come mugolava capisco ke le potevo ordinare tutto accendo la luce dietro e le dico;ti piace farti toccare?e lei siii,lui prende piu coraggio e la bacia con lingua in bocca e la abbassa sul sedile mentre leidi sua iniziativa le prende il kazzo in mano.finiamo in unarea di sosta dove io dirigevo i lavori e loro si sono scopati x 2 volte di seguito.continua
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17 anni fa
mabo5059,
45/45
Ultima visita: 13 anni fa
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L\'internet point
Quella domenica pomeriggio, come ormai accadeva da un po’ di tempo, ero andato all’internet point per poter usufruire di una connessione a banda larga, visto che Telecom per ragioni sue non aveva ritenuto opportuno estendere il servizio alla mia zona.
Il posto era gestito da una donna, all’incirca sui quaranta, non particolarmente bella ma di modi gentili e di notevole intelligenza.
Complice il caldo di questo giugno, indossava un leggero abitino di cotone arancione, di quelli che si usa per andare in spiaggia, che ne metteva in risalto le forme piene e sode, cosa che finora non avevo mai avuto modo di notare, per via dell’abbigliamento sobrio che lei era solita indossare.
Evidentemente però, dovevo averla fissata un po’ più del lecito, perché, improvvisamente, avvertii il suo sguardo fisso su di me.
Imbarazzato smisi di guardarla e, cercando di non incrociare i suoi occhi, mi diressi verso una postazione libera, rendendomi conto solo allora che il locale era deserto.
A quel punto lei disse:
“I computer non sono ancora accesi. Sai, per via del caldo non pensavo che qualche cliente si presentasse così presto.”
Io, ancora imbarazzato per prima, non riuscii a rispondere altro che:
“Ah, capisco. Posso tornare più tardi.”
“Se vuoi, li accendo subito, ma a dire il vero, vorrei che tu facessi una cosa per me. Ti va?”
Come potete immaginare, quella frase mi lasciò basito.
Detto questo, abbassò la saracinesca e mi invitò a seguirla nel suo ufficio.
Lì inizio a sollevarsi lentamente il vestito fino a lasciare completamente scoperte le gambe e gli slip.
“Il tuo fissarmi in quel modo così poco opportuno mi ha fatto bagnare tutta.”
“Perché non mi aiuti ad asciugarmi?”
Disse con voce maliziosa.
Dopodichè mi passò una mano tra i capelli e mi invitò ad inginocchiarmi davanti a lei.
Obbedii come in trance e cominciai a leccare quel caldo nettare che le imperlava l’interno delle cosce, risalendo piano piano fino ad avvicinarmi pericolosamente agli slip ormai fradici dei suoi umori.
Glieli sfilai portandoli al naso per odorarli intensamente.
La cosa dovette eccitarla ulteriormente, perché si appoggiò alla scrivania e divaricando le gambe disse: “Guarda che non hai mica finito.”
Tuffai allora la faccia nel boschetto, divaricai con la punta della lingua le grandi labbra e iniziai a stimolarle il clitoride ancora nascosto sotto il prepuzio.
Ma lei era già molto eccitata perché dopo pochi colpi di lingua, eccolo venir fuori, lucido e eretto.
Ricordando quanto avevo visto fare in un film, iniziai a succhiarlo, proprio come una donna succhia il pene ad un uomo, ritrovandomi a pensare, per la prima volta, ad un rapporto orale anche dal punto di vista di una donna.
Non l’avevo mai fatto prima, ma, a quanto sembrava, non dovevo andare tanto male perché lei rispondeva bene alle mie attenzioni, gemendo di piacere e spostandosi in avanti per offrirmi una posizione migliore.
Stavo andando avanti così ormai da circa mezz’ora, cercando anche di non pensare al dolore provocato da un’impellente erezione che già da un po’ premeva contro i miei jeans, quando lei raggiunse l’orgasmo, inondandomi il viso con un lungo e caldo getto del suo nettare.
Rossa in viso e tutta sudata si voltò e, appoggiando le mani sul piano della scrivania quasi mi urlò:
“Dai, ti si legge in faccia che stai per scoppiare.”
“Cosa aspetti a tirarlo fuori!”
Non me lo feci ripetere due volte e in pochi secondi ero già seminudo dietro di lei.
Lo appoggiai sul solco delle natiche poi, lentamente, iniziai a scendere, strusciandomi su di lei, fino ad arrivare all’imbocco di quel canale così caldo e invitante.
Un attimo e le fui dentro.
Iniziai a spingere con calma, senza foga, in modo da dare tempo al liquido vaginale di effettuare un’efficace lubrificazione.
Poi, inebriato dall’umido calore che mi avvolgeva, aumentai il ritmo, con affondi sempre più rapidi e violenti.
Nel frattempo lei non aveva smesso un attimo di gemere e ansimare, trattenendo a stento le urla di piacere ma, intuendo che potessi essere sul punto di venire, si ritrasse e velocemente me la ritrovai in ginocchio davanti a me.
Lo prese in mano e prese a strofinarlo sulla guancia per poi, finalmente, iniziare a succhiarlo avidamente.
Il calore della sua bocca, la rapidità della lingua unite al mio già elevato stato di eccitazione fecero il resto.
Esplosi!
Le mi accolse tutto nella sua bocca e poi, lascivamente, iniziò a farlo colare dalle labbra.
Allora io le presi il viso fra le mani e unimmo le nostre bocche in un caldo e umido bacio, mischiando i nostri rispettivi piaceri.
“E’ ora di aprire”, disse, “ricomponiti ed esci dal retro.”
Poi si avvicinò alla scrivania, scrisse qualcosa su un post-it e me lo infilò in tasca.
“La prossima volta avremo più tempo ed un ambiente più comodo.”
Come è solito ripetere il mio maestro A.C., i personaggi e le situazioni nelle quali si sono venuti trovare sono di totale invenzione.
Se qualche dolce signora, titolare di un internet point del messinese per caso si riconoscesse, significa che ha una fantasia pari o superiore alla mia e, magari, si farà avanti.
Lillo71
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0
17 anni fa
admin, 75
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Al mio padrone
La prima volta che sentii la sua voce, lo capii subito.
Lui era quello che avevo sempre cercato, che mai avevo saputo di volere, che mai avevo mai nemmeno immaginato di desiderare...
La sua voce entrava dritto nella mia mente, comandava i miei sensi, avrei fatto qualsiasi cosa essa m'avrebbe detto, superando ogni paura, ogni limite, ogni cosa....
Piano piano il suo amore di Master, la mia devozione di schiava, mi allontanarono sempre più dalla vita reale, dalla vita di tutti gli altri. Non desideravo più le cose che fino al giorno prima erano cose comuni, ma...solo le sue mani, solo i colpi della sua cinghia, mi bastava anche solo stare lì, a guardarlo...sentire il suo odore...guardare il suo sorriso...il suo corpo....
Stare ai suoi piedi diventò una necessità soffocante....
Tutti gli attimi che componevano i giorni che mi separavano da lui divennero insopportabili...volevo solo stare con lui, sentire dolore, tanto dolore e ...donarglielo...
...blackangel
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 giorni fa -
Io e lei ii atto
i miei diciotto anni tanto attesi e voluti erano arrivati e con loro anche la chiamanta alle armi .. la naja per intenderci.. io che non mi ero mai mosso dal paese mi ritovavo a dover partire per una grande citta.. posso dire che le mie paure erano tante..comunque appena arrivata la lettera dissi ai miei che era giunto il momento di diventare uomo( MA SARA VERAMENTE VERO CHE AL MILITARE SI DIVENTA UOMINI). i miei genitori tristi ma consapevoli che alontanarmi dall paese mi avrebbe fatto male, poi diro il perche... la mia allora ragazza lacrime a non finire e scongiuri e preghiere ai santi per non farmi andare a fare il militare.. mia sorella mi abbraccio e mi disse che sarebbe passato subito un anno , che le sarei mancato da morire e che mi avrebbe aspettato e che potevo contare sempre su di lei..
carmela cosi si chiama mia sorella , io lo ho sempre chiamata carmen. aveva all epoca 25 era carina alta slanciata un sorriso bellissimo era sposata con due figli piccoli con un santo uomo a cui io ero legatissimo.lo consideravo un fratello maggiore un amico. be alla data di partenza fissata per il 16 settembre mancavano quasi tre mesi.. e inizia a godermi tutta l estate senza lavorare andando al mare.. un di quei giorni al ritorno dal mare arrivai a casa , non c era nessuno mi sdraiai sul divano con addosso ancora il costume.. senti arrivare un auto davanti casa e dal rumore capi che era carmen . le dissi a voce alta di entrare ,, lei apri la porta e rimase un attimo sulla porta , aveva addosso un vestitino lungo con le spalline era bianco e leggero. e trasparente e intravidi le sue forme .. aveva delle belle gambe lunghe ben tornite, era una bella donna . ma fino ad allora non l avevo mai guardata cosi.. lei entro e mi diede un bacio sulle guance come faceva sempre si sedette sul divano a fianco a me e inizio a prendermi in giro. dicendomi dai ora vai su e sai quante belle donne conoscerai e non vorrai piu tornare qui.. e parlando mi faceva il solletico sui fianchi, non so cosa mi accadde ma tutto d un tratto mi stavo eccitanto vedevo carmen come una donna bellissima .. e a fatica cercai di contenere la mia erezione .. mi stava succedendo l assurdo.. io che le volevo bene come sangue del mio sangue mi ritrovavo a desiderarla..
per allontanarla da me le chiesi di prendere qualcosa di freddo dal frigo per bere.. lei si alzo e mentre si dirigeva verso il frigo la guardai ammirando come era bello il suo corpo.. stavo diventando pazzo assaggiai la menta che mi aveva portato e andai a fare la doccia.. mi feci una doccia fredda per non pensare a quei dannati attimi di prima.. ma nulla lui stava li diritto e gonfio. sembrava volesse scoppiare.. lo presi in mano e per la prima volta mi feci una sega pensando a carme .. mia sorella..me lo menai con vigore che quasi in un attimo feci uno schizzo liberatorio sborrai intensamente pensando al corpo di mia sorella, non mi resi conto ma avevo gemuto in modo rumoroso..e lei aveva sentito .. perche quando usci dalla doccia mi chiese se stessi cantando o tossendo in doccia.. io dalla vergogna arrossi tutto e lei non mi disse piu nulla. ma io non riuscivo piu a guardarla negli occhi enon vedevo l ora che andasse via..volevo togliere dai miei pensieri lei . in quel mentre squillo il telef di casa ancora i telefonini non erano in commercio, erano i nostri genitori che avvisavano che non sarebbero tornati per cena e che io mi arranciassi da solo.. pensai cazzo stasera si muore di fame. carmen anche se ancora presto per cena mi disse che mi avrebbe preparato qualcosa tanto i bambini erano dalla nonna paterna e mio cognato avrebbe fatto tardi al lavoro.. prima le dissi di no ma alle sue insistenze accettai. le dissi che mi andavo a mettera qualcosa di piu decente addosso .. lei disse rimanere come stavo .. in quel momento ritorno nella mia mente il pensiero di avere una donna in casa e non piu una sorella.. lei girava per casa e ogni attimo che passava la vedevo sempre piu donna e la desideravo ardentemente..inizia a gironzolarci intorno e solleticarla e mentre prese dal frigo una vaschetta le cadde dalle mani e ando a terra lei si incavolo gridandomi e dicendomi che ero sempre il solito scemo. ma che ero pure un bello scemo scoppiammo in una risata..e lei ando per tirarmi un buffetto le presi la mano e la fermai guardandola fisso negli occhi. anche lei mi guardo intensamente dicendomi che non aveva mai visto quello sguardo e che le faceva paura..la tirai a me la strinsi dicendole di non preoccuparsi lei poggio la sua testa sulla mia spalla e mi abbraccio.. il nostro fu un abbraccio troppo forte ed intenso.. iniziai ad accarezzare i capelli dicendole che eraproprio una bella sorella e subito dopo una bella donna.. lei alzo la testa mi guardo negli occhi e non ci accorgemmo che le nostre labbra si stavano avvicinando in modo non casto. ,,, ma che stavamo facendo ci chiesimo entrmbi a voce alta.. ma ormai era troppo tardi a pensare .. le nostre labbra erano unite .. stavo baciando mia sorella e lei baciava me... delle poche donne che avevo conosciuto nessuna baciava come lei.. era stupendo il suo modo di baciare.. le nostre lingue si contorcevano lei mi mordeva le labbra e io a lei.. la presi per mano chiusi la porta e senza mai staccarci da quel bacio peccaminoso la portai in camera da letto dei nostri.. la stringevo a me il mio sesso duro spingeva sul suo corpo sul suo ventre e la sentivo ansiamare che non era giusto cio che facevamo,, ma non mi mollava .. la presi in braccio la distesi sul letto dove avevamo sempre giocato.. ma questo era un gioco diverso.. mentre la baciavo le accarezzavo il seno non troppo grande ma bello la gravidanza non lo aveva rovitano per niente. lo liberai dal reggiseno e iniziai a baciare i suoi capezzoli turgidi all invero simile.. erano piu scuri di quelli che avevo visto ma erano stupendamente eretti..la mia bocca avida li succhiava e lei gemeva e si contorceva gridandomi di non fermarmi.. con una mano le avevo alzato quel leggero vestitino ed ero arrivato alla sua fighetta , lo slip era inzuppato dei suoi umori.. dio pensai come e calda mia sorella e un vulcano. lei come una matta mi tiro via il boxer cioe il costume che ancora avevo addosso .. mi guardo neggli occhi e mi disse: quante volte ho sognato il tuo cazzo fratellino mio e cosi dicendomi se lo infilo tutto in bocca fino ad affogarsi. era famelica e come se lo avesse mai fatto mi faceva male con i denti.. ma era un dolore che accettavo volentieri.. carmen mi stava facendo e stava facendo il primo pompino della sua vita.. mi sentivo un eletto . il cazzo mi pulsava come un vulcano pronto ad esplodere ma non volevo..non poteva finire cosi. le tolsi lo slip e mi avvicinai alla sua figa era odorosa un profumo inebriante un sapore dolce inizia e leccarla e baciarla e bere i suoi umori abbondanti e lei spingeva sempre piu la mia testa su di essa . chiedendomi di non smettere stava per godere.. io suo fratello la stavo facendo godere con la lingua lei ansimava ormai urlava era diventata oscena . ad un tratto inarco la schiena chiuse la mia testa fra le gambe e urlo il suo orgasmo ..io continuai e leccarla era un fiume in piena infilai dentro due dita e quando li tirai fuori erano pieni di umore femminile ma simile al mio seme .. mi confesso di non aver mai provato un orgasmo cosi intenso e forte e che al marito faceva schifo leccarle la topina.. almeno io ero stato il primo uomo a farla godere veramente ed ero stato il primo uomo a metterlo nella sua bocca.... ci baciammo appassionatamente e mentre io la accarezzavo delicatamente lei strinse in mio cazzo nella sua mano e inizio a masturbarmi lentamente e poi sempre piu forte e decisa .. mi chiese di avvicinarmi a lei nel momento in cui avrei avuto l orgasmo, voleva sentire il sapore del mio seme .. nel momento in cui le dissi che stavo per godere lo prese in bocca e lo succhio cosi forte da farmi sborrare subito.. le sborrai in bocca tanto sperma che non riusciva a contenere le chiesi di ingoiarlo e lei fece cosi.. ingiotti tutto e continuo a succhiarmelo spremendomi sino all ultima goccia, un piacere cosi intenso e forte che ricordero per tutta la vita .. nessuna altra donna e riuscita a farmi godere cosi.. e dopo ventanni ricordo con la stessa intensita quel pompino che mi aveva fatto carmen ed ogni volta mi masturbo... ma non fu l unico... ci fu il seguito ma questa e un altra storia... io e lei.. la mia carmen...
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 giorni fa -
La ragazza conosciuta in chat
Sono pietro un ragazzo non per vantarmi dotato...ho conosciuto mesi fa in chat una bella ragazza dal volto dolce ma con una voglia di sesso incredibile, il suo nome è Pamela! Lei si fece vedere da me in web e io un giorno gli chiesi di farlo virtualmente...lei accettò all'inizio si vergognava ma poi piano piano scoprii quanto in realtà fosse porca! Infatti lei mi chiedeva di chiamarla mentre si masturbava in web così sentissi come fosse eccitata e voleva a tutti i costi che la chiamassi troia, porca e sinceramente io ero contento di chiamarla così perchè mi piaceva così porca. Un giorno gli dissi ti vengo a trovare lei era contentissima quasi non se lo immaginava, gia quando la vidi con quel seno prosperoso e quelle gambe lunghe mi suscitò una certa emozione, me la volevo gia scopare ma sono stato un gentiluomo ho aspettato un pò giusto per conoscerla...dopo di che siamo saliti in camera d'albergo, e la baciai e piano piano la trasportai sul letto, la spogliai piano piano, e gli baciai i seni, e quei capezzoli duri, poi gli tolsi i pantaloni e gli massaggiavo la fica(una fica enorme con tanti peli e un clitoride eccitattissimo che toccandeglielo asimava come una vera porca! poi lei mi tolse i pantoloni e sentì il mio cazzo duro voglioso di lei. mi fece un pompino e come li fa lei non li fa nessuno. Mi succhio adirittura le palle e mi leccava tutta l'asta del cazzo duro e mi leccava la capella e poi se lo succhiava e poi tutto in bocca!una bocca sfondata come la sua fica. Poi gli leccai la fica, una calda fica e lei mi guardava e mi teneva la testa dall'eccitazione e diceva di + di +...sono porca. Poi quando dovevo penetrarla mi dimenticai che non avevo i preservativi, cazzo avevo una voglia matta di scoparmela, ma lei non si scoraggiò disse fammelo solo sentire quando stai per venire mi stacco. Mi fece stendere e lei mi saltò addosso e si infilò da sola il cazzo nella fica. io dopo due minuti venni subito malei si tolse subito. Poi sempre sopra di me mi fece un bocchino e io gli infilai due dita nel culo ancora vergine e due nella fica e gli dicevo dai troia godi e lei si sono una troia che gode!!!(UNA RAGAZZA DA SOGNO...COME SEMPRE LO VOLUTA DOLCE MA ANCHE PORCA)...io volevo farmela a tutti i costi doveva essere la mia troia a tutti i costi andai a comprare i preservativi mentre lei era stesa sul letto ancora a toccarsi...infatti quando entrai stava ancora toccandosi, che spettacolo! Lei entusiasta di quella scatola quasi come non vedesse l'ora di farsi scopare mi chiedeva supplicandomi di metterli subito perchè desiderava il mio cazzo...allora prima gli dissi se lo vuoi succhiamelo e lei non se lo fece dire due volte si inginocchio come fosse la mia serva, la mia schiava al mio volere, e me lo succhio e dopo che diventò duro dentro la sua bocca mi misi il preservativo e gli dico tutto tuo. Lei seduta sul letto allargò le gambe, dove si intravedeva la sua voglia con le sue goccioline che gli scendevano e io mi infilai sotto le sue cosce e finalmente me la scopai come desideravo da tempo!
Gli ripetevo che era troia, una grande troia una porcona da serie a, zoccola e lei voleva sempre di + che glielo dicessi. Poi lei mi mette le gambe intorno al collo e se lo sentiva ancora di + dentro e godeva di +, ma la cosa che mi colpì quel suo sorriso da porca. Intanto che me la scopavo gli toccavo il clito sperando anche di trovargli il punto g. Alla fine glielo trovai urlava come non aveva mai fatto, il suo urlo mi spingeva sempre di + a scoparmela era + forte di me volevo distruggerla, sfondarla, non volevo dargli il tempo di prendersi una pausa anche se non la penetravo gli toccavo il clito e cercavo il punto g, gli infilavo le dita nella fica e gli toccavo i seni, con i denti me li mordevo...poi me la sono incaprettata a pecora...lei messa a pecora è uno spettacolo, con quel bel culo sodo che fa gola e la sua fica dilatata dai colpi di cazzo e dalle dita mi faceva andare fuori di testa.
Lei lo voleva nel culo e io prima gli ho detto devi prima leccartelo e poi te lo metto in culo, on ci ha pensato due volte che me la preso in mano all'istante vogliosa come una vera porca e subito poi nel culo ancora vergine...il dolore era allucinante per lei, ma diceva di + lo voglio di + e poi mi disse dai basta non ce la faccio +. Per tre volte ho cercato di sfondarlo alla fine un pò ce l'ho fatta, mentre la inculavo gli mettevo le dita nella fica...avevo le dita del suo buon umore, del suo orgasmo, ho perso i conti di quanti orgasmi ha avuto lei, ma di sicuro era insaziabile non si stancava mai voleva cazzo solo cazzo, solo cazzo io dovevo solo scoparmela come voleva lei perchè gestiva lei come mettersi e cosa fare. Voleva farlo anche sulla sedia
si muoveva con tanta voglia sopra di me...io intanto mi mordevo quella quinta taglia morbido e duro allo stesso tempo...poi lei lo voleva ancora ma io mi stavo riposando, lei si alzò in piedi e appoggiata al muro si masturbava e mi diceva dai fartelo venire duro che io lo voglio ancora sono insaziabile...gli scattai delle foto, e dopo di che gli dissi fammi un bocchino e lei subito si precipitò e poi mi infilai il preservativo e ancora a scopare e lei sempre + troia come piace a me, lei si stese appoggiata su un lato e io dietro di lei steso a dargli colpi secchi da dietro...mi diceva sono troia vero e io si troia, ma ti piaccio così troia e io gli rispondevo si cosi troia mi piaci ma lo devi essere di + per me e lei dai allora fammi troia come piace a te. Poi mi tolsi il preservativo sapendo che stavo venendo e lo ingoiò e diceva che buono leccandosi le labbra...poi finì che lei si stancò dopo dieci ore di sesso sfrenato...ma che donna davvero una gran vera porca! commentate la mia storia è verissima per davvero!
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17 anni fa
pietro3sempreduro,
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Ultima visita: 16 anni fa
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Il triangolo
Sabato scorso decido di andare al mare , normalmente vado nelle spiagge libere di Castel Porziano tra Ostia e Torvajanica come solito amo andare presto, non trovo traffico, non ho problemi di parcheggio, scelgo il posto sulla spiaggia..insomma mi piace stare comodo..alle 8 in punto sono sul posto...vado alla struttura in legno dove c'e' il bar per prendermi un caffe' e prendere la sdraio ...nel frattempo arriva una coppia sulla 40ina lei una bellissima morona. alta direi sopra il 1,75 , ben fatta,capelli corti occhi splendidi lucidi neri, solo lo sguardo e' appagante, molto spigliata lui classico impiegato...signorile curato un po' riservato, comunque una bella coppia quello che mi attrae subito e' l'educazione e la femminilita' di lei, chiedono al bar il caffe' ...io nel frattempo avevo gia' ordinato il mio caffe' appena il barista lo mette sul banco invito (Paola cosi' si chiama) a prendere il mio per educazione e galanteria non potevo avere un comportamento diverso...lei con un sorriso mi guarda e dice "grazie volentieri....." nel frattempo arrivano il mio e quello di Luciano (il marito) lo prendiamo e mentre aspettavamo gli scontrini sia per il caffe' che per le sdraio abbiamo iniziato a dire qualcosa in merito alla giornata....la spiaggia era ancora bagnata del giorno prima (era piovuto) a cosa facevamo nella vita...se ero in compagnia o stavo da solo.ecc. ...ci avviamo verso l'addetto per le sdraio per poterle sulla spiaggia...appena arrivati dall'addetto, sempre con educazione invito prima loro a servirsi , poi farei io...ma a quel punto Paola dice all'addetto..prendi tutte e tre le sdraio e se a lui va bene (il lui ero io)staremo insieme sulla spiaggia....io guardo anche Luciano e con un segno di assenso mi da' il parere favorevole , quindi accetto molto volentieri a dire il vero, Paola sceglie il posto dove posizionare le sdraio, non vicinissime al mare ma a ridosso delle transenne vicino le dune..io non ho problemi.Lei dice che le persone che verranno affolleranno la battigia e invece lei vuol stare tranquilla...anche io a dire il vero preferisco piu’ tranquillita'...comunque posizionati... Paola in mezzo tra me e il marito , spogliati.....nel senso che indossavamo i costumi..( quello di Paola veramente ridottissimo metteva in risalto delle gambe stupende e un culo da paura....un bel seno all’apparenza sodo e ben tirato su, cominciamo a prendere un po' di sole anche se ancora era molto presto si erano fatte circa le 9 del mattino...pochissime persone ancora.... comunque continuiamo a parlare del piu' e del meno tra discorsi incernierati sul lavoro e poi sulla vita privata ecc.....appena spunta un po' di sole Paola si toglie il reggipetto il seno non grande ma sodo la guardo e le faccio dei complimenti discreti....Luciano mi guarda e con un sorriso mi dice....ti piace?.....io senza pensarci su rispondo ....certo e pure molto..... in effetti mi piaceva molto davvero...Paola guardandomi con malizia e dando un piccolo sguardo al marito mi dice..."visto che sei cosi' educato e galante vorrei farmi spalmare da te un po di crema sulla schiena..ti va? " io guardando Luciano che sorride rispondo di si... si posiziona ....mi porge la crema...e si raccomanda di farlo in modo dolce...senza fretta....come un massaggio e pieno di carezze...e sopratutto di non lasciare parti senza aver applicato la crema......che invito ragazzi!!!!!!!!......comincio dalla parte superiore del busto...sulle spalle...vedo che chiude gli occhi come per gustarsi il massaggio comincio ad eccitarmi ma ho paura che Luciano se la possa prendere....anche se cerca di non guardarmi per non mettermi a disagio.....nel frattempo scendo sempre piu' sento il suo corpo sotto le mie mani, e’ davvero bello quando arrivo dalle parti del sedere, quasi con timore le applico la crema nei pressi dei glutei, ma lei ..nonostante il costume ridotto..si sposta quel poco lembo di stoffa da sopra i glutei e li inserisce nel solco….e contemporaneamente mi da’ uno sguardo invitante a mettere le mani dove prima c’era la stoffa del costume…e mi dice guarda che non devi lasciare nulla senza protezione!!!! , beh ormai ero in ballo e non potevo certo tirarmi dietro…ma Paola capendo il mio imbarazzo chiede…anzi direi ordina al marito di alzarsi ed andare al bar a prendere qualcosa da bere…il tono era molto deciso…….(Luciano vai a prenderci da bere!!!!!!!!) Luciano immediatamente si alza e senza fiatare va verso il bar…io a quel punto mi faccio piu’ audace..comincio a massaggiare i suoi splenditi glutei…lei sentivo che rispondeva muovendosi come ad invitarmi ad osare ancora di piu’..comincio ad infilare il dito tra le natiche…lei mi aiutava muovendosi e allo stesso tempo emettendo dei gemiti di piacere…con entrambe le mani massaggiavo bene quel culo, ad un certo punto volevo vedere il buchetto, sposto il lembo di costume e con i pollici allargo ben bene il culo….uno spettacolo vedere quel bel buco di culo..invitante davvero….lei ad un certo punto infila una mano sotto e comincia a masturbarsi…era fradicia mi dice di infilargli un dito nel culo e usarlo come un cazzo…….non me lo faccio dire due volte ..entra come una lama calda nel burro fino in fondo…comincio ad incularla con il dito e lei si masturba….godeva ed ansimava come non avevo mai visto fare ad una donna…raggiunge piu’ di un’orgasmo con un trasporto mai visto…comunque ero sempre un po’ vigile in quanto si e’ vero c’era ancora pochissima gente e per giunta distanti da noi….ma soprattutto avevo paura dell’arrivo di Luciano che vedevo al bar ancora e stranamente anziche’ sbrigarsi a venire si intratteneva come a perdere tempo…ogni tanto dava un’occhiata ……e non riuscivo a capire se stava capendo qualcosa che stava accadendo….Paola aveva un po’ percepito questo mio imbarazzo….e guardandomi mi dice di non preoccuparmi di quel cornuto del marito…lui sa cosa stiamo facendo e gli piace che succeda…mi dice di posizionarmi meglio sul lettino di fianco a lei cosi’ da poter dargli dar modo di prendermi in mano il cazzo…cosi’ faccio..la sua mano si insinua sotto il mio costume….e come se fossimo al chiuso di una stanza mi tira fuori il cazzo e comincia a massaggiarlo..a farmi una sega stupenda mentre continua a masturbarsi… Luciano nel frattempo aveva visto l’evolversi della cosa e si era sbrigato a tornare per gustarsi lo spettacolo…..me lo trovai di fianco senza nemmeno accorgermi….e con soddisfazione si guardava la moglie che si continuava a masturbare mentre mi toccava il cazzo e il mio dito era infilato nel buco del culo e lo muovevo come un cazzo…….in un primo momento ebbi un sussulto ma fui subito rassicurato dal suo sguardo compiacente…la moglie alla vista del marito gli dice anzi ordina proprio con queste parole…..” Cornutone ..era ora che tornavi…guarda che bel cazzo che ho trovato oggi…dai metti in modo che i tettini dei lettini e tu oscurino la vista alle persone che sono nella spiaggia cosi da non poter vedere…ho voglia di prenderlo in bocca “ lui senza fiatare esegue gli ordini e si posiziona in modo da gustarsi bene lo spettacolo che stava per iniziare…io avvicino il mio cazzo alla sua bocca….comincia prima a leccarlo e poi di colpo lo ingoia sento arrivargli fino in gola ….comincia a pompare come un’ossessa….il marito nel frattempo tira fuori il suo cazzo e comincia a menarselo…..a dire il vero dopo pochi minuti le vengo in bocca in modo copioso…..lei ingoia tutto…solo alcune gocce rimangono sui bordi delle labbra (volutamente) appena tolto il cazzo dalla bocca Luciano si lancia a baciarla in bocca ma piu’ per il bacio per gustasi le poche gocce di sperma rimaste e sentirte il sapore….si baciano a lungo ….. Paola ordina a Luciano di riordinare le sdraio e prendiamo un po’ di sole per riprenderci un po’…. Nel frattempo la spiaggia andava sempre piu’ riempiendosi cosi’ che non si poteva piu’ far nulla se non qualche breve toccata alla fica di Paola o qualche massaggiatine di Paola sul mio cazzo …Si erano ormai fatte le 13 ..ad un certo punto Paolo mi sussurra all’orecchio se mi va di andare a casa loro che ha voglia di gustarsi il mio cazzo in tranquillita’ …io gli dico che mi farebbe estremamente piacere quindi rivolgendosi al marito gli dice “ cornutone !!!! dai riordina tutto andiamo a casa che ho voglia di farmi inculare da Mario (il mio nome) hai visto che bel cazzo che ha? Non e’ mica come il tuo……piccolo pistolino!!! te non hai voglia di gustarti uno spettacolino? Luciano la guarda e con un sorriso dice di si….Lei allora “ Dai allora sbrigati io e Mario andiamo nel frattempo a farci la doccia poi veniamo a casa insieme con la macchina Tu prendi la nostra macchina e vai a casa e vai a preparare qualcosa ……..quindi ci avviamo verso le doccie…entriamo nel box doccia insieme….lei si denuda completamente….io faccio altrettanto volgendomi le spalle mi dice di lavargli la schiena…ma so perfettamente che vuole che le facci il culo… e non solo….appena mi poggio dietro di lei..lei si china un po’ e mi dice di infilarlo dentro al suo culo che non ne po’ piu’ ha voglia di farsi fare il culo ora…in un secondo sono dentro di lei….ha un culo da sballo mi cinge completamente il cazzo e sembra serrarlo come a non farlo piu’ uscire……che inculata…le vengo dentro completamente………mentre lei nello stesso momento raggiunge un orgasmo incredibile……finiamo la doccia …ci rivestiamo e ci avviamo verso la mia macchina, Luciano nel frattempo aveva preso tutto e con la sua auto si era avviato a casa loro abitano ad Ostia quindi anche abbastanza vicino … saliamo in macchina e non appena mi avvio mi poggia la mano sul cazzo dicendo” come sta? “ vediamo se si rialza? …..si china e me lo prende in bocca come per fargli una respirazione bocca a bocca…l’effetto e’ quasi immediato…….e’ duro di nuovo…si alza un attimo e mi dice “ guarda che non devi venire di nuovo “ te lo sto solo preparando….quando saremo a casa……potrai sborrare di nuovo quel cornuto di mio marito vuole sentire il tuo sapore.!!!!! Li per li pensavo che si sarebbero passati la mia sborra con le loro bocche!!! E la cosa non mi dispiaceva a dire il vero……..appena arrivati a casa …Luciano ci accoglie come una coppia…….sembrava che Paola non fosse sua moglie ma la mia ….ci accomodiamo sul divano, Paola si denuda completamente , e mi invita a fare altrettanto. mentre noi continuavamo a pomiciare…Il cornutone stava preparandoci il pranzetto , non so come ma ad un certo punto ci troviamo a fare un 69 … Paola sopra di me con il culo in aria e la sua fica grondante di umore in bocca , il mio cazzo completamente nella sua bocca….Luciano nel frattempo preparava la tavola e ogni volta che passava davanti al divano dava un bacio o una leccata al culo di Paola o si soffermava a vedere mentre mi spompinava…..e a dire il vero era piu’ le volte che si fermava a guardare che quella di baciargli il culo. Paola ad un certo punto mi dice di cambiare posizione lei sotto e io sopra .. chiama Luciano e gli ordina “ Hei cornutone vieni qui a leccare il culo a Mario che sai solo far bene solo quello se lo fai bene ti diamo un regalo….” Li per li non avevo ben compreso ma ad un certo punto sento le mani di Paola che mi allarga bene le natiche e la lingua di Luciano che comincia a leccarmi il culo ….una piacevole sensazione….Paola mi spompinava e il marito mi leccava il culo…….beh che dire……mi piaceva davvero. Non so come ma alle linguate di Luciano quasi istintivamente inarcavo il culo come per farmi penetrare dalla sua lingua….sembrava non finire mai…Paola lo voleva dentro la fica….voleva scopare mi aveva fatto diventare il cazzo veramente duro ma credo che Luciano abbia avuto una parte del merito….mi metto sdraiato a pancia in su…Paola si siede sopra di me Luciano mi prende il cazzo in mano e lo indirizza nella fica di sua moglie, Paola si siede e quindi e’ facile entrare dentro completamente , io rimango fermo sotto di lei ma Paola non riesce a stare ferma.. si muove si scopa da sola se cosi’ si puo’ dire….luciano da dietro si gusta lo spettacolo e ad un certo punto sento delle mani che massaggiano le mie palle……..non so quando sia durato …ma credo molto un piacere incredibile….stavo per venire e quindi avverto Paola non sapevo se potevo venirle dentro…….d’un tratto Paola forse sentendo anche le vibrazioni del mio cazzo si toglie di colpo ma uscito da un buco sento che il mio cazzo entra in un altro ma non e’ di Paola e’ la bocca di Luciano che comincia a spompinarmi , Paola si volta per guardare il marito spompinarmi e quasi per aiutarlo mi prende il cazzo in mano e muove la mano come per farmi una sega nella bocca del marito………devo dire che con la lingua luciano ci sa davvero fare………nello stesso tempo noto che anche se in erezione ha un cazzo veramente piccolo ………non resisto piu’ comincio a sborrare e Luciano non se ne lascia sfuggire neppure una goccia……….me lo pulisce accuratamente… Paola.rivolgendosi al marito “ Ecco cornutone hai visto che bel cazzo ti ho fatto sbocchinare? Beh ti meriti un premio per oggi……vieni ti faccio un pompino…..Paola si mette seduta su una sedia e fa mettere il marito seduto sul tavolo….lo fa sdraiare a pancia in su e comincia a spompinarlo davanti a me……..fino a farlo sborrare……appena finito…..Paola ordina al marito……..” ora portaci il pranzo procione……la notte sono rimasto a dormire con Paola…..e non sto qui’ a dire cosa e’ successo……posso solo dire che il marito e’ stato il nostro domestico tuttofare……. Ci rivedremo a fine mese …..naturalmente ospite a casa loro………..
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17 anni fa
admin, 75
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Martedì
Martedì.
“Ti aspetto domani alle 11.00, a Corte (la chiamiamo così la casa della mia Regina-Padrona).
Tento di obiettare che avrei qualche problema connesso al lavoro, ma dice di arrangiarmi. A quell’ora di domani mattina dovrò essere Suo. Punto.
A volte è un po’ capricciosa la mia Padrona, ma forse l’ho abituata troppo bene…..
Mi organizzo, sposto degli appuntamenti e anticipo alcuni impegni alla prima mattinata. Purtroppo non mi è possibile fare nulla per la riunione delle 13.30. Non è stato facile coordinare tutte quelle persone, che vengono un po’ da tutta Italia, per quella riunione. Ciò significa che per le 13.00 dovrò essere libero. La Padrona abbozza. Sa che farei di tutto per accontentarLa, e mi libererà per tempo.
L’unica condizione è che io indossi il “collarino” col campanellino ai genitali sin dal primo mattino, naturalmente senza intimo.
La mia prima reazione è “Cazzo, no!!”. Ma la Padrona mi riprende, severa (come piace a me).
“Obbedisco”.
Ride la Padrona. Dubita che adempirò a quell’ordine (non facile da eseguire, intendiamoci), ma replico deciso: “Vi ho detto che condurrò questo “gioco” fino in fondo. E così sarà”.
Sono imbarazzato. Dovrò vedere diverse persone in diversi uffici. Loro non sapranno del mio accessorio, ma io si!!! E se facessi qualche movimento un po’ brusco ed il campanellino suonasse in mezzo alla gente? Devo essere io un po’ “suonato”. Ma obbedirò.
La notte prima di incontrare la Padrona non dormo mai eccessivamente bene: sono agitato (o eccitato? Mah…).
Mi alzo presto, mi rado (sopra e sotto). Colazione leggera. Informo la Padrona (con foto via MMS) che il collarino è al suo posto e che comincio la giornata.
“Bravo”.
Sa farmi contento, la mia Padrona.
Sto molto attento. Il campanellino non suona. Mi eccita essere in mezzo alla gente senza intimo e col campanellino. Negli uffici le ragazze indossano stupendi sandaletti a piede nudo. Lo scrivo alla Padrona via SMS, e mi prendo il mio bel cazziatone. Giusto.
Alle 11.00 sono a Corte, e mi sono anche fermato a prendere due dolcetti. E’ il (minimo) prezzo da pagare per aver umilmente chiesto alla Padrona di indossare un certo paio di scarpe: a punta, tacco a spillo, con cinturino alla caviglia. Forse mi accontenterà. Non so.
Si, mi ha accontentato. Indossa quelle stupende scarpe nere che ho messo come sfondo sul display del cellulare, ed un baby doll, anch’esso nero. Nient’altro ovviamente. E’ bellissima.
I soliti convenevoli durano 1 minuto. L’ordine è che mi devo spogliare appena arrivo, e mi spoglio nudo.
Prima di entrare in casa (a Corte, pardon) ho indossato anche collare e guinzaglio come piace alla Padrona.
La Padrona afferra il guinzaglio e mi porta nei pressi della finestra che dà sul parco. Le persiane sono socchiuse e Lei si siede sul davanzale invitandomi a “salutarla” come si deve.
Mi inchino baciandoLe un ginocchio.
“Non si comincia da lì! Possibile che non hai ancora imparato?!?!”.
Giusto.
Mi inginocchio e comincio a baciarLe i piedi, piano piano. Dolcemente. Lei sospira.
Mi faccio più audace e comincio a leccare. Troppo bello. La Padrona in alto. Io inginocchiato. La lingua fuori. Lecco i piedi, le scarpe. Mi soffermo sul cinturino che fascia la caviglia e sul tacco, che succhio come fosse un cazzetto. La Padrona è contenta.
Non so quanto tempo è passato. Bacio, lecco. Le ginocchia mi fanno male. Non importa: val la pena soffrire.
Ad un tratto mi prende per i capelli e mi “invita” a risalire. Vuole la lingua in mezzo alle gambe.
E sia.
E’ bagnatissima e affondo tra le grandi labbra. La lecco con devozione e dopo non molto si scatena l’orgasmo. E’ bello sentir godere la Padrona. Noi schiavi siamo fatti per quello, in fondo.
Si infila la maniglia del guinzaglio e la porge da leccare, dopo averlo leccate anche Lei. Gronda nettare in abbondanza. Ha un sapore intenso, questo. Leggermente acidulo: lecco avidamente e ripulisco il guinzaglio.
La Padrona è soddisfatta. Mi accarezza teneramente sulla testa (come si fa con i cagnolini, n.d.r.), poi scende dal davanzale.
Devo stare a quattro zampe e col guinzaglio mi tira verso il corridoio. Il dolore alle ginocchia è troppo forte. Non ce la faccio. Imploro di fermarci un attimo e la Padrona mi accontenta. Non più di tanto, però. Dobbiamo andare in corridoio.
Lì, si ferma davanti ad uno specchio che scende fino a terra, e nuovamente mi ordina di adorarLa. Mi precipito, carponi, con la lingua sui Suoi piedi e lecco. Con la suola della scarpa mi sfiora il dorso delle mani, ma non schiaccia. Potrebbe farlo, e lo sa. Ma si limita a farmelo capire.
Mi chiede se sto bene e rispondo che è come essere in paradiso.
Sto bene lì in basso come un cagnolino. Glielo dico ed è contenta.
Sono eccitatissimo e dall’uccello continuano ad uscire goccioline che si fermano sul parquet.
Me ne accorgo e mi scuso con la Padrona, che finge sorpresa e mi sgrida per aver sporcato.
Il danno va riparato con la lingua.
“Lecca bene, lì è ancora sporco!”
Lecco, e mi scuso.
“Grazie Padrona”.
Si accovaccia mentre Le lecco i piedi, e mi accarezza sulla testa. Usa il guinzaglio come frustino. Sulla schiena, sul sedere. Mi passa e ripassa la maniglia in mezzo alle chiappe, mi afferra le palle da dietro.
Mi chiede “cosa vorresti?”
“Vorrei ciò che desidera la mia Padrona”.
Sorride.
“Ti vedi nello specchio”?
“Si, Padrona”.
“Cosa vedi?”
“Vedo il Vostro umile schiavo, Padrona”.
Sorride compiaciuta.
Ora si torna in camera da letto, sempre a quattro zampe.
“Su, sul letto, sbrigati”.
Mi fa sdraiare pancia in su e si accuccia sul mio uccello. E’ sempre bagnatissima. Si struscia, se lo gode, se lo infila. Può farci ciò che vuole: è Suo.
Sarebbe così anche se la Padrona non fosse una gran bella gnocca? Non credo. Non credo proprio.
Mi strizza i capezzoli, ma sa che deve stare attenta per non lasciare segni con le unghie. Poi una illuminazione. Si spinge indietro inarcando la schiena e comincia a torturarmi i piedi.
Affonda le unghie nel palmo di entrambi i piedi, e graffia (ma lì non restano segni e comunque non si vedrebbero). Un male incredibile.
Soffro e mi lamento. Mi è concesso lamentarmi, ovviamente non sottrarmi. E non mi sottraggo.
“Voglio sentire il campanellino”. Significa che devo masturbarmi.
La tortura si prolunga, con le unghie affilatissime mi afferra le dita. Un dolore lancinante. Ho la tentazione di chiedere pietà, ma non lo voglio fare. Leggo sul Suo volto la soddisfazione per ciò che mi sta infliggendo e per la mia sopportazione, e non voglio certo deluderLa.
Non avevo mai provato tanto dolore, ma la masturbazione in corso mi aiuta a sopportare.
“Grazie Padrona”.
Sorride soddisfatta.
Il tempo è passato, so di avere quell’impegno al quale non posso ritardare, ma non posso smettere. E’ una droga.
“Ora Ti soffocherò”.
Un attimo di panico, ma niente di grave.
Si porta in perpendicolare sulla mia bocca, e mi ordina di leccare, leccare, leccare quella splendida fica grondante nettare.
Nel contempo devo seguitare a far suonare il campanellino. Sempre più forte. Sempre più forte.
“Padrona posso godere?”
“DEVI GODERE”.
Stupendamente fantastico.
Sono le 12.50.
.....Non è bello fare l’amore quando hai le ore contate.
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17 anni fa
admin, 75
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Io e lei
avevo 18 anni troppo pochi di vita vissuta ma tanti per volerla vivere, ogni giorno fantasticavo sulle amiche di mia madre. donne opulente pienotte con la risata da metterti allegria anche nei momenti difficili. io sempre li ad ascoltare le civetterie delle comari di quartiere, ma piu che ascoltare guardavo.. loro sedute su rozze sedie di legno con le sottane che si alzavano da sole. a mostrare oscene coscioni.. con vestiti leggeri che abbottonati sul davanti lasciavano intravedere tra gli spazi il candore di grossi seni mai baciati dal sole.. con queste visioni stavo li dietro la tenda a masturbarmi cinque sei volte al giorno.. sempre stanco con le gambe che si piegavano da sole e gli occhi incavati e tanta stanchezza .. ma anche tanta felicita e tanto godimento.. la mia ragazza mi chiedeva sempre perche ero stanco .. ma inventavo mille scuse per non dirle che mi masturbavo continuamente..e poi con lei non facevamo sesso solo baci carezze e niente piu.. quindi vivevo una situazione pessima la voglia di far l amore era tanta anche perche era avvenuto solo tre volte che l avevo fatto. la prima impacciato .. la seconda volta ero arrivato subito e la terza che avevo imparato i primi rudimenti di far sesso . mi piaceva fare sesso ma le mie fantasie erano immense..tanto da star duro continuamente. negli anni solo due donne non facevano parte delle mie fantastiche zozzerie.. mia madre e mia sorella loro erano intoccabili erano mio sangue mai e poi mai le vedevo come donne ..
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 giorni fa -
La vendetta che sognavo
Lei era una come tante, ragazza, donna, moglie e poi mamma. Un marito che aveva amato da sempre e dei figli che amava dal giorno in cui li aveva messi al mondo.
Provava un amore per la vita e per il sesso che riteneva assolutamente normale, con tante esperienze alle spalle che l'avevano portata a far cose che neanche Lei credeva avrebbe mai potuto fare. Era stimata e la famiglia riusciva a condurla con stile, ammesso che ne esista uno universale. Insomma sembrava non Le mancasse nulla. Ed allora, cosa stava accadendo?
Sulla soglia dei 40 anni quando, si dice, inizi la nuova vita si era sentita crollare tutto addosso e anziché riprendersi le sembrava di scivolare giu' verso il baratro.
Il marito mostrava di non capire, pretendeva fossa quella di sempre, né più né meno, anche se Lei non lo era più. Il suo prezzo per la famiglia lo aveva pagato, e caro. Il suo fisico non era certo più quello di una volta. Le gravidanze avevano lasciato segni indelebili e Lei non era riuscita a cancellarli o non aveva mai tentato di farlo. Si era rassegnata alla fine di aver perso il proprio fascino con gli uomini.
Tante donne della sua età e con gli stessi trascorsi sembravano più curate con una forza ed una vitalità inesauribili e Lei se le trovava sempre di più intorno.
Di tanto in tanto cercava di riprendere il suo antico rapporto col marito, ma ormai il feeling si affievoliva e lui sembrava non apprezzare non solo i suoi sacrifici, ma nemmeno il suo corpo che per anni Lei aveva usato come arma di potere.
Prima era Lei a controllare il gioco, Lei dominava gli uomini e ne faceva ciò che voleva. Ora, guardando gli altri maschi, doveva abbassare lo sguardo e cercava sempre di evitarli temendone i commenti e le battute. Al suo uomo non era rimasto che ignorarla non trovando più la complice amante di una volta.
Era uno dei primi giorni caldi dell'estate che iniziava, quando ebbe l'ennesimo battibecco col marito che ancora una volta le rinfacciava il suo declino. Le disse che ormai Lei non era più una donna vera e che l'avrebbe potuta mollare se solo gli si fosse presentata l’opportunità. E le opportunità non mancavano di certo.
Non accettava che finisse così, messa da parte come un vecchio elettrodomestico e con qualche donnetta a caccia di sesso e di mariti arrapati che si godeva le qualità del suo. Finché aveva ancora tempo e forze, doveva uscire dall’angolo in cui si era messa. Ma doveva farlo senza clamore, perché un fallimento di fronte a lui non l’avrebbe proprio retto. La sua ripresa doveva essere prima sublime, poi inesorabile fino al momento del riscatto finale.
L’oggetto della sua vendetta era Lui, il suo uomo, colui che l’aveva umiliata e che sembrava ormai godere del suo fallimento considerandola una perdente.
Lei aveva salute, soldi ed un corpo di donna, solo non doveva svelare nulla in più di quello che voleva che apparisse, per evitare che lui le interrompesse il gioco svilendola. Le armi in suo possesso: seduzione, provocazione, mistero, gelosia, un’immensa voglia di riscattarsi e le avrebbe usate tutte con altri uomini.
Per eccitare occorrono anche altri ingredienti, facili da ottenere: biancheria intima nuova, qualche vestito più particolare, un atteggiamento più invitante, sguardo da autentica porcellina.
Poi passo alle ‘vittime’ da coinvolgere. Per iniziare andò bene riallacciare i contatti con i vecchi spasimanti, in attesa di risistemare anche il proprio fisico e riprendere più sicurezza, poi avrebbe ampliato il suo campo di azione fin dove l’avrebbe voluta portare la sua fantasia. Non si poneva particolari programmi o limiti.
Già i primi giorni che meditava queste cose si sentiva sempre più eccitata, tanto che iniziate le prime azioni concrete, aveva ripreso a masturbarsi come una ragazzina. Lo faceva mentre mandava SMS ad altri maschi, in bagno o mentre chiedeva di dire le cosa che ordinava al telefono. Da tempo non ricordava un clitoride così sensibile e turgido.
Poteva ora passare alla seconda parte del piano. Suo marito doveva prendere coscienza di che puttana aveva vicino, ma senza mai sapere niente da Lei. Lo doveva cuocere lentamente, per restituirgli le offese subite. E poi, anche se in fondo questo non lo meritava, farlo sentire un cornuto la eccitava comunque da morire.
Aveva la massima libertà, mezzi e occasioni che intendeva sfruttare. Ma in ognuna di queste doveva lasciare un segno, uno qualunque purché rigorosamente identificabile anche se confuso in mezzo ad altri senza un significato particolare. E tutti dovevano poter essere accessibili a lui, così da amplificare l’effetto voluto.
Tutto procedeva come desiderato. Era riuscita a riallacciare alcune amicizie. I messaggi ricevuti ed inviati non li cancellava e spesso lasciava il cellulare incustodito sicura che prima o poi suo marito, insospettito dalla strana ripresa delle attività telefoniche, sarebbe andato a sbirciare. Sarebbe bastato che leggesse anche uno solo dei suoi messaggi, qualunque fosse, per innescare la miccia si. Lei lo sapeva bene. Lo stesso anche per le sue insolite uscite, i suoi appuntamenti con amiche mai più incontrate. Bastava il primo flebile sospetto che Lei gli nascondesse qualcosa, per attirare la sua attenzione.
Iniziò a lasciare sempre nuovi indizi della sua doppia vita, segni che solo lui poteva cogliere e riconoscere. Perchè quella sera era uscita con degli slip così provocanti o magari senza? Cos'era quell'odore di dopobarba o colonia maschile addosso alla sua maglietta, quando lui non ne usava? Come mai appena rientrata, metteva a lavare le mutandine zuppe ma profumate dall’intensa fragranza di fica, come se avessero contenuto da poco un orgasmo?
Mentre nel suo cellulare si moltiplicava il numero di messaggi con i suoi amici, continuava ad inventarsi nuovi modi per stuzzicarlo e divertirsi al tempo stesso.
La difficoltà era però che nessuno dei segni doveva essere finto o creato ad arte. Tutto autenticamente vero, senno non c'era piacere. Così una macchia sul vestito era davvero un aperitivo preso al bar con un amico, un alone sul reggiseno o sul body era sperma, quei fazzolettini sporchi usciti dalla borsa, avevano davvero ripulito e raccolto del nettare maschile. Se una ciocca di capelli era appiccicosa, il motivo doveva essere lo stesso.
E la crema alla vaniglia sul suo seno, era davvero stata spalmata con un massaggio anche se Lei prima di uscire non l'aveva fatto. Come mai poi tornava con le mutandine in borsa se prima di uscire le indossava? Dove avrebbe potuto levarsele? In un albergo, in macchina, all’aperto?
Il martellamento era continuo ed iniziò a rilevare su di lui gli effetti eccitanti del ritrovamento delle sue prove, strofinandosi disinvoltamente se si accorgeva che avevano provocato un’erezione o dalla passione con cui aveva ripreso a sbatterla.
Il capolavoro fu di tenere un diario intimo, Lei che non ne aveva mai avuto uno, dove raccontare le sue bravate da troia, i suoi desideri più sudici, le sue programmate porcate. Lo teneva ben nascosto dove nessuno potesse mai trovarlo, ma dove sapeva che solo lui poteva arrivare. Le sarebbe bastato lasciare un'indizio la prima volta, poi il resto sarebbe seguito da solo.
Lì descriveva con minuzia e spirito come era fatto un cazzo che aveva lavorato per bene con la lingua, che sapore ed odore aveva, se era enorme o più piccolo di quello del suo uomo, quanto tempo ne aveva leccato le palle mentre lo masturbava e se queste erano depilate, sfoggiando anche una graduatoria su chi aveva resistito di più prima di venirle in bocca o nel culo. Lì poteva confessare se il giorno dopo avrebbe incontrato un altro maschio e il dubbio se concedergli di scoparla o se fargli solo un pompino facendolo venire in bocca e sul viso. In questi casi Lei decideva sul momento se fornire al suo uomo la risposta attraverso il diario sorvegliato o se, appena rientrata a casa, fargliela intuire invitandolo subito a verificare se la passerina bruciante era irritata o ad aiutarla a pulirle tracce di gelato dalle guance e dalle labbra, senza aggiungere altro. Lui ubbidiva senza mai fare rimostranze con il cazzo che a volte sembrava stesse per scoppiare nei pantaloni. I suoi strumenti erano davvero diventati tantissimi ed il gioco lo conduceva ormai con una disinvoltura da esperta. Godeva a creare situazioni oltre ogni limite del paradosso, per vedere le reazioni del marito ed umiliarlo, come quando presentandosi con un preservativo usato lo aggredì affermando che l'aveva trovato nell'auto, che lo sperma contenuto non poteva che essere il suo e, dopo avergliene rovesciato il contenuto sul tavolo, andarsene accusandolo di avere l'amante. Lui non riuscì a dir nulla e mentre Lei si allontanava asciugò con un tovagliolino quel liquido che non era il suo, sentendosi un porco per quanto gli era nel frattempo diventato duro e per l’incapacità di chiederle da dove provenisse.
Anche Internet l'attirava, ma non essendo molto pratica aveva un po' di timore dovendo tra l’altro chiedere proprio l'intervento di suo marito. Ma ci riuscì lasciando sempre l’ambiguità su cosa intendesse realmente fare, anche se il fine era sicuramente intuibile viste le richieste.
Lui la assecondava fingendo di non capire, ma spiandola quanto poteva per capire le sue vere intenzioni.
Riuscì a farsi installare dei programmi, pian piano iniziò ad usarli sempre con maggiore abilità. Chattava con altri uomini ogni volta che aveva dei momenti liberi, nella giornata o la sera, le piaceva mostrarsi dal vivo con chi le faceva più simpatia.
In questo modo realizzò anche un sogno mai confessato: provare il sesso con un’altra donna.
Raccontò poi nel suo diario l’avventura avuta con una donna che aveva conosciuto, i loro corpi nudi, le carezze scambiate. Descrisse minuziosamente come si era fatta leccare per lunghi interminabili minuti fra le gambe da una ragazza esperta nei punti da stimolare, nei ritmi e nei modi, come solo una donna può esserlo.
La fantasia le aveva poi suggerito l'uso di nuovi mezzi tecnologici. Così prese ad usare macchina fotografica e telecamera digitali. Gli strumenti non mancavano e le consentivano di produrre materiale per il suo scopo. Foto intime di Lei scattate chi sa da chi, magari facendo intravedere il pelo fra le cosce da sotto il tavolo di un bar o al mare, video intriganti sia sola che in compagnia, nel bagno, in auto, in un camerino o all’aperto. La protagonista sempre Lei, da sola con uno o più maschi. Destinatario finale, sempre lui.
La storia andò avanti favorita dell'estate che rendeva tutto più ovattato e creando un alone di complicità. Il marito la seguiva senza mai manifestarsi, ma conscio che l'unico modo che aveva era di riprendersi ogni volta la sua donna, riconquistarne la confidenza portandola ogni volta a svuotarlo dell’eccitazione accumulata.
Come sia finita all’arrivo dell’inverno ancora non lo sappiamo. Lei sarebbe potuta diventare la gnocca del passato, desiderata dagli uomini per godersene quanti voleva e sentendosi sempre più porca, oppure ripiombare com’era prima dell’estate.
Lui avrebbe potuto fermarla o continuare ad assecondarla in silenzio godendo nei ritagli lasciati dagli altri uomini o ancora affrontarla per entrare nel gioco insieme e poter partecipare con Lei alle avventure. Avrebbero ritrovato il loro rapporto? Il sospetto e la gelosia li avrebbe allontanati per sempre? Lui per vendetta si sarebbe fatto una vita parallela? O Lei avrebbe incontrato invece l’uomo dei suoi sogni?
Il finale prima o poi arriverà. Nell'attesa i mariti più maiali possono provare a scoprire se si stanno perdendo qualcosa, mentre le mogli più troie, dopo un bel ditalino preparatorio, potrebbero rimboccarsi le maniche e iniziare a darsi da fare:
c’è tanto sperma da scoprire in città, e siamo gia' a meta' del giorno.
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17 anni fa
admin, 75
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Per colpa del mare ii
Arrivai con il cuore in gola al cancelletto della villa fuori dal paese,bussai e parcheggiata l'auto nel vialetto brecciato mi avviai a piedi lungo la stradina piastrellata illuminata dalle luci basse del giardinetto per la testa si affollavano i pensieri ero incerto se proseguire o tornare indietro, quando mi si fece incontro il marito vestito con un lungo caftano ed infradito. Mi accolse con un gran sorriso e mi fece strada fino al soggiorno della casa molto ampio con pochi mobili, tipico delle case in affitto, ma che aveva un grande balcone su un patio ed un piccolo giardinetto isolato fronte mare, dal balcone aperto completamente potevo vedere il patio attrezzato con grandi stuoie di cocco sul pavimento in cotto , ricoperte da parei colorati ed illuminato da candele di vari colori tutte diverse e consumate, reduci di altri anni, ci sedemmo su dei cuscinoni e ci versammo del porto rosso in attesa di lei. La visione che mi apparve da li a poco fu favolosa , scese con in dosso solo un caftano di lino chiaro semitrasparente , dalla scollatura profonda impreziosita da pietrine facevano capolino i cpaezzoli turgidi ed in risalto bianchi rispetto al resto del corpo scuro.Dai profondi spacchi laterali potevo apprezzare la morbida curva delle gambe all'attacco con il sedere, e particolare era scalza e camminava leggermente sulle punte, si adagiò per terre mostrando di non avere nulla in dosso oltre al caftano, iniziammo a parlare ed a ridere, non ricordo chi prese l'iniziativa, ricordo solo di essermi ritrovato con la bocca pressata contro la sua , mentre le mie mani frugavano sotto il leggero lino alla ricerca dei suoi già abbondanti umori.Lui era lì di fianco seduto che ammirava quando si alzè di scatto per sparire nel buio della casa , quando ritornò aveva in mano una videocamera e si apprestava a riprendere, chiesi di evitare il viso e senza avere il tempo di aggiungere altro lei raccolse da terrà un foulard e mi bendò quasi completamente la testa, spingendomi poi a terra e mettendosi a sedere su di me.
Sentivo il calore della sua eccitazione sul mio torace mentre offriva alla mia bocca i suoi seni , iniziava a mugolare e lentamente le sua mani scesero a cercare il mio membro eretto. lo afferrò e lo guidò dentro di lei dando il ritmo lento e poi via via più veloce, senza dire un parola mi sentivo avvolta da lei i suoi umori si fondevano ai miei ed i nostri respiri affannati sempre più facevano contorno.Non potevo apprezzare tutta la scena ma la sua maestria di donna era favolosa nei gesti lenti e nei movimenti sinuosi , sapeva davvero come far impazzire un uomo.Il ritmo si fece sempre più forte ed impetuoso e finìì con inondarla come un fiume in piena, sudata si accasciò su di me e mi baciò sulla bocca salata , mentre sfilavo la benda le sentii chiedere amore come sono andata e lui risponderle sei bellissima , mentre spenta la telecamera si avvicinava e cominciava a ricoprirla di baci, mentre si stringevano in un abbraccio serrato raccolsi i miei vestiti, li accarezzai su una spalla e mi accomodai a godere lo spettacolo,la notte continuò per molte altre ore fino a quando un leggero bagliore illuminava i nostri corpi ancora distesi ,lei addormentata fra le braccia di lui, scivolai in silenzio salutai con un occhilino il lui e me andai lasciandoli con un saluto al giorno dopo ...forse!
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17 anni fa
jamaicanxxx,
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Ultima visita: 5 anni fa
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Mio personale
Cerco un marito dove poterci organizzare a coinvolgere le mogli magari dopo una prima conoscenza organizzare una vacanza al mare affittare un boongalov fare sesso in camere vicine spiarci spiare o scambiarci le telecamere con riprese personali un pò bollenti entrare in casa e trovare la coppia in atteggiamenti ............ e fare commenti o trovarli mentre fanno sesso in sala e senza farsi vedere farlo anche loro cerco questo
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 giorni fa -
Situazione innaspettata….
Quella sera eravamo invitati a una grande cena, così si misie un abito nero con dei riflessi argento ,dietro era aperto a V , davanti il tessuto scivolava morbido per intravedere la forma del seno, sul bacino stretto e sui fianchi cadeva anch'esso morbido fino al ginocchio,un copri spalle nero ; ai piedi dei sandali neri con dei brillantini, in mano borsa nera con i bordi brillantinati; sotto l'abito non portava nulla .
Capelli semi raccolti lisci e trucco leggero... Io camicia bianca semi aperta , s'intravedevano i pettorali, una giacca nera e pantaloni morbidi neri e scarpe molto eleganti nere, al collo una catenella in oro bianco... ( Mamma mia ragazzi ,solo la sua visione mi faceva morire )!!!
Finalmente arrivammo al ristorante, arrivati al tavolo i suoi amici presentarono gli altri invitati e ci sedemmo. Lei si sedette alla mia sinistra quella sera era stupenda non smettevo quasi mai di guardarla e mi avvicinai al suo orecchio e le sussurrai : "Stasera sei bellissima".
Il mio fiato caldo le accarezzò il collo , un brivido oltrepassò il corpo, le sue guance diventarono rosate ; guardandola avvicinai la mia mano alle sue labbra accarezzandole la pelle, a quel punto diventò rossa , nell'aspettare d'iniziare la cena le tenevo la mano accarezzando il palmo ...
Finito di mangiare ordinammo il dolce,nell'aspettare , la mia mano scese verso il suo ginochip e cominciai ad accarezzarlo e piano piano cominiciai a salire, arrivato all/inguine sentì che non indossava le mutandine e mi fermai guardandola perplesso negli occhi ...
Lei mi sorrise , mi avvicinai al suo orecchio e dissi: " Ma.... Non hai le mutandine ". Nell'avvicinarmi al suo orecchio sentii il profumo della sua pelle, mi fece venire in mente un sacco di fantasie che avrei voluto diventassero realtà in quel istante ma non si poteva , l'eccitazione iniziò a salire, il respirò aumento all'improvviso ; cominciai a sfiorarle il clitoride ; lei si avvicinò e mi sussurrò quasi ansimando : "volevo farti una sorpresa per quando saremmo andati in macchina per tornare a casa, ma ora mi hai scoperto... Ti prego non continuare , c'è gente " .
Con un sorriso malizioso le dissi : " So che le situazioni strane ti piacciono e le sai gestire in maniera eccellente ; mmmmhhhh... sento le dita scivolare molto bene .... " .
Il suo corpo sembrava quasi in balia del caldo che, scese con la mano verso la mia x fermarmi x un'istante e disse: " Se ci scoprono che figuraaaaa... ". Nel momento che stava finendo la frase la penetrai con le dita con pressione , fortunatamente il suo volto era coperto dal mio e c'era tanto rumore ....
La signora seduta di fronte, le rivolse una domanda , ma lei non riusci a capire si girò verso di me, che nel frattempo nn avevo smesso dimasturbarla e le disse con tono molto basso e guance quasi arrossate : " Mi perdoni ma non ho capito la domanda che mi avete rivolto ". Lei con un sorriso disse : " Dammi pure del tu, ci mancherebbe pure cara... ". Gli occhi le si stavano chiudendo dal piacere, il capo si stava inclinando in dietro , sembrava volesse quasi urlare, la signora quasi spaventata le disse : " Cara ... Ma... Sta Bene??? Non mi sembra... " . Lei la guardò e le disse : " Con permesso ma devo andare alla Toilette... ". Si alzò con fatica , sentì le mie dita sulla coscia Bagnate...mi alzai anhe io dopo due minuti e la segui ; arrivata in bagno , prese un' po’ d'aria , stava per scoppiare...
in quel momento arrivai io e le dissi : " Amore, stai bene??? ".
Si avvicinò a me senza proferire parola e mi baciò appassionatamente , mi condusse dentro nel bagno ,chiuse la porta e mi slacciò i pantaloni...
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 giorni fa -
Il castello dei desideri
Questo racconto nasce dalla collaborazione tra me e la cara Joshina.
“… che caldo in questi giorni...”
Sono in auto, imbottigliato sulla tangenziale e con un ritardo di circa un’ora all’appuntamento.
Inutilmente tento di chiamare Joshina al cellulare per avvertirla.
Sarà arrivata da un bel pezzo sul luogo concordato. Ma purtroppo lì non c’è segnale.
Sono accaldato; e teso per due ragioni. La prima è che odio le code, l’altra è dovuta al pensiero che, conoscendola, di sicuro non mi aspetta a braccia conserte.
Mi pare di vederla.
Difatti, dopo mezz’ora d’attesa la immagino indispettita, che rotea la borsetta e sculetta a piedi nudi per i campi di grano.
Mentre sotto l’ombra dell’unico albero della zona, un contadino - probabilmente extracomunitario – riposa sotto la sua fresca chioma.
Questo uomo non può far a meno di osservarla con curiosità, forse anche incredulità, non tanto per la presenza di una donna in un posto isolato, quanto per la sfacciataggine che rivela, senza alcun dubbio, le sue intenzioni e le sue voglie.
Anche Joshina lo ha notato. Lui è l’unica forma di vita nei paraggi ed oltretutto, per il colore della sua pelle, rappresenta un contrasto al giallo intenso della campagna circostante.
Simulando disinteresse lei si avvicina e lui la ricopre di pesanti avances in uno stentato italiano.
“… Che bastarda dentro… finge di respingerlo ma gli mostra i pizzi della biancheria sexy.”
Lo conosco fin troppo bene il suo gioco.
Ed in questo istante ha il viso contro la corteccia dell’albero, la schiena inarcata per agevolare i colpi di lui che intanto da dietro la sbatte afferrandola per i fianchi.
Ormai manca poco al mio arrivo. Due tre curve ed arriverò al castello abbandonato.
Il “negro” sarà già morto a quest’ora. La causa potrebbe essere una di quelle promesse che si pronunciano quando godi veramente tanto.
“Voglio moriiireee!”
Mi sembra di sentire i gemiti di Joshina come quella gatta in calore che la scorsa notte ha disturbato il mio sonno.
E se l’uomo si è dimostrato all’altezza, ora che lei cola non solo di sudore dalle gambe, lo incita a sbatterla sempre più forte senza curarsi della graffiante corteccia dell’albero.
Questi pensieri mi fanno incazzare ma nel contempo mi fanno rizzare il cazzo come un gran cornuto.
“…Tesoro, perdonami il ritardo… un traffico che non ti dico! Ho provato a chiamar… ma… cosa ti è successo al viso?”
Questo castello, di cui ormai non restano che le rovine, ci piace perché a prescindere dall’erotismo che sprigiona offre uno stupendo panorama. E’ arroccato in cima ad un promontorio che sovrasta l’intera campagna e da un lato, attraverso le finestre, offre una bella vista mare. Era una fortezza inaccessibile un tempo e lo è tutt’ora. Per raggiungerlo bisogna percorrere circa un chilometro di una tortuosa strada sterrata e questo lo rende un posto isolato, per nulla frequentato tanto che non abbiamo quasi mai incontrato alcuno. Il che, risulta perfetto per i nostri giochi, per i nostri divertimenti.
“… Cosa mai può essermi successo??? Non c’è anima viva da queste parti! Neanche quel contadino di colore che abbiamo incontrato una volta.”
“… già, perché due parole le avresti scambiate volentieri per ingannare l’attesa, vero?…”
Naturalmente. Come se non sapessi che tra le mie fantasie c’è spazio per una situazione simile. E durante l’attesa, l’ho cercato. Non solo con la mente, l’ho cercato con la viva speranza di incontrarlo. L’idea di qualcuno che possa essere presente ai nostri giochi, anche solo per guardare… ummm… mi ha sempre attratta. Se fosse di colore poi…
Solo fantasie, quella di sentirmi troia e tu un cornuto. Ecco cosa mi ha procurato i segni sul viso.
“… non ho resistito, ti ho immaginato là, con me, spettatore impotente di una travolgente scopata con un uomo di passaggio e l’ho mimata appoggiata al muro in una folle masturbazione.”
e… vorrei dirtelo, ma mi imbarazza un po’. Ho fatto come una pazza. Ho cercato nei dintorni anche un oggetto che potesse far al caso mio, su cui strusciarmi. Ma nulla. E ora che sei arrivato questo compito spetta a te… sono ancora eccitatissima dall’orgasmo procuratomi prima del tuo arrivo. Ho anche più voglia ed anche se devi riprenderti dalla sudata del viaggio e sei sfatto, non ti darò tregua.
“… quanto ti adoro svergognata mia? Mentre mi raccontavi del tuo ditalino mi sono venute in mente le scene più spinto di sesso in tre…”
… e prima o poi dobbiamo realizzarle. Dovrei inserire un annuncio su qualche sito un giorno di questi.
Come può questo mio desiderio non essere anche il tuo. E poiché qui non passa nessuno, avrei dovuto chiamarti per dirti di passare al sexy-shop.
Chissà che grosso cazzo mi avresti regalato. Di che forma, di che materiale, vibrante o no? Forse quello con la ventosa sotto così mi sarei sbizzarrita a dovere. Ah, chissà quanto ti saresti divertito a possedermi da solo in più buchi contemporaneamente.
Vieni, cerchiamo ombra al riparo dell’albero. Siediti per terra di fronte a me. Guarda come apro le gambe, tiro su questa gonna e mi svergogno con due dita. Osserva, vedi come mi sono bagnata all’idea di essere scopata da te e un altro insieme?… come si fa?
Come posso resistere a questa fantasia? E’ un tormento!
A volte mi sono chiesta se il nostro altro non è che un gioco prima di tutto mentale.
Ogni volta perdi la ragione, lo avverto. Mi sembra addirittura di vedere il tuo cazzo che a battiti regolari pulsa sotto i jeans.
Ogni volta questa fantasia ti coinvolge completamente e me ne dici sempre tante.
Il caldo aumenta, il sudore di entrambi anche, hai la camicia aderente al corpo e le gocce di sudore ti cadono dalla fronte… sudi come l’ultima volta che mi hai sodomizzata in bagno.
Cosa vuoi sapere del nero che mi sono scopata nella mia mente durante l’attesa? Su, dai. Chiedimelo!
“… il contadino avrà avuto un cazzo enorme, già lo so!”
Né brutto né bello, magari un Denzel Washington, no! Magari nella versione pugile 'Hurricane'! No, neanche! Voglio dire… Denzel Washington non sarà un bellissimo uomo ma in quel film con i tutti muscoli tirati… che troia che sei!
Vuoi soltanto un grosso cazzo!
Ti sei chinata di fronte a lui, gli hai scostato gli slip da un lato e dopo lo stupore iniziale glielo hai preso timidamente in mano.
Con gli occhi libidinosi e contenti per un breve istante ti sei voltata verso di me facendomi un cenno di compiacimento.
Dio! Sembravi un’imbranata. Un cazzo così grosso da darti la sensazione di non averne mai tenuto prima uno in mano.
Ed anche il suo gusto ti è piaciuto. A me non l’hai mai leccato con tale ingordigia.
Dal basso verso l’alto la tua lingua scorreva sull’asta di quel lungo ed impegnativo percorso.
E giunta nei pressi della sua scura cappella hai dovuto perfino inumidire la bocca che ormai ti si era seccata.
Ti sei sforzata di ingoiarne il più possibile ma inutilmente, troppo grosso per la tua piccola bocca.
Quanto mi piacerebbe osservarti con la bocca così piena, che tenti invano di ingoiarne un centimetro in più, tutta imbrattata di saliva sui seni…
“… Tesoro, non resisto più! Ho ritardato perchè ti ho portato un regalo. A malincuore ti chiedo di togliermi questa figa fradicia dal viso. Aspettami, vado a prenderlo.”
Ritorni dalla macchina, e mi porgi un pacchetto.
Presa dalla curiosità estraggo l'oggetto dalla confezione. Conteneva anche un elegante sacchetto di nailon rosso per conservare l'oggetto e, un piccolo flaconcino di lubrificante profumato.
Strappo l'involucro di cellophane e lo tiro fuori. Il colore e la forma sono riprodotti molto bene.
Le venature hanno un filo di sfumatura bluastra, la cappella è leggermente più rosea rispetto al resto mentre la base è costituita da una ventosa che mi stimola i consueti pensieri.
Lo stringo. La sensazione tattile è abbastanza convincente. Quasi come stringere il tuo. Ma sicuramente l’odore non è buono come il tuo.
“… osserva come lo slinguazzo e me lo sbocchino…”
Mi prende lo sfizio infantile di misurarlo. L’unico modo è quello di sbottonarti i jeans e di metterli l’uno accanto all’altro… non è clamorosamente più grosso del tuo. Ma vuoi mettere la soddisfazione di sentire il contatto con tutto il corpo maschile e del suo cazzo che mi smuove da dentro? Non parliamo poi del calore, del sapore e della sua capacità esplosiva.
Rivolgo lo sguardo verso il tuo uccello che svetta duro e divento un fuoco. Palpami un seno, o sfiorami l'incavo delle cosce con il taglio della mano. Ascolta i miei sospiri… arrossisco in viso.
Voglio tutto, adesso! Qualsiasi contatto tattile per me sarebbe fonte di piacere! Scopami, inculami, leccami, masturbami, penetrami con le dita, sculacciami!
Più la sensazione è forte, al limite dolorosa, più la desidero.
“… non vuoi vedere e sentire come mi agito e godo?...”
Voglio godere come non mai. Intensamente, sono pronta e disponibile a tutto. A lasciarmi andare completamente. Fammi godere!
Torniamo all’auto parcheggiata alla fine del sentiero…
“… qui sul cofano la ventosa dovrebbe aderire bene, no?...”
Baciami non ci vede nessuno. Le nostre lingue si scontrano volgarmente.
Abbracciami e palpami dappertutto.
Sono troppo eccitata... giurami che mi farai scopare un cazzo vero prima o poi.
“…ti prego..."
Aiutami, smanio. Infilami questo fallo su per il culo.
“… sei la mia troia tesoro, te lo meriti…”
Versi un po' di lubrificante sulle mie dita invitandomi ad ungermi il buco. Dopo mi penetri con un dito, due, con tre.
Devi prepararmi accuratamente per un fallo così grosso.
Mi aiuti imputandolo e poi mi spingi con decisione. Faccio un po' di resistenza. Ma gemo.
Lo riposiziono meglio e riprovo l’ingresso. Non è una posizione comoda per me, ed il fallo è grosso.
Spingi ancora e finalmente entra per intero. Tutto, fino in fondo.
Ti sfioro la figa.
“… sei un lago...”
Mi inzuppo due dita come nel miele portandole in bocca. E ti fisso negli occhi.
“… impiegherei delle ore ma alla fine riuscirei ad asciugarti completamente…”
Mi cingi le braccia intorno al collo. Ti spalanco le cosce sorreggendole con gli avambracci mentre con le mani ti sostengo per le chiappe. Agevolo i tuoi movimenti spingendoti su e giù sul fallo. Lentamente, piano. Poi con più ritmo.
Il mio cazzo in tiro sfrega sulla tua figa, sulla clitoride, e per un attimo si impunta quasi dentro senza riuscire a penetrare.
E proprio in questo istante emetti un sospiro profondo che mai avevi emesso da quando ti conosco.
Tra il piacere e il dolore. O meglio, soltanto l’espressione di un grande desiderio.
“… siii! Voglio farlo in tre!…”
“… lo dici sempre quando sei eccitato… brutto cornuto!”
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 giorni fa -
Incontro perverso di una notte di inizio estate
Era una notte di qualche giorno fa, l'estate stava per iniziare e con essa stava per giungere il momento fatidico, atteso e desiderato con un'eccitazione crescente e maturata nel giro di pochi giorni, dal momento in cui lei, “Sonia” mi aveva timidamente contattato. Sonia è una donna felicemente sposata, conduce una vita normale tra lavoro, marito ed i mille impegni della vita quotidiana. Una vita serena e tranquilla, a cui apparentemente non manca nulla e che per molti è solo da invidiare.. Ancora non so perché mi ha contattato, cosa l'ha spinta a cercare ed a rispondere ad un annuncio cosi fuori dal suo mondo ordinario. Forse la ricerca di un'emozione, di qualcosa di diverso, il gusto del proibito, o forse solo la voglia di essere scopata come una troia, di farsi dominare, sbattere, di sentirsi penetrare da un membro turgido ed enorme, ben diverso dal normalissimo cazzo del marito, oppure solo lasciarsi andare al sesso senza inibizioni, di soddisfare un suo latente e perverso desiderio. Forse uno solo di questi motivi o forse un “mix” di tutto ciò, chissà. So però per certo che il nostro “gioco” è iniziato quando ha avuto la consapevole certezza che mai avrei infranto il suo segreto, che avrebbe potuto fare le cose in modo pulito e da poter soddisfare le sue voglie senza compromettere e riprendere poi normalmente la sua vita quotidiana. Il gioco aveva poche regole: lei doveva fidarsi di me, di uno sconosciuto che forse aveva scelto solo per le dimensioni del suo membro, e fare quello che le ordinavo. Io a mia volta dovevo cercare di interpretare i suoi desideri più profondi, le sue perversioni e perché no, i suoi limiti. Il luogo dell'incontro, un casolare abbandonato lungo una strada di campagna, inagibile dall'interno ma con alcuni pertugi tra cui potevamo lasciarsi andare al nostro gioco intrigante lontano da occhi indiscreti. L'abbigliamento che le avevo richiesto consisteva di un vestito leggero, con gonna corta, senza reggiseno, perizoma, tacchi alti ed un foulard nero. La modalità dell'incontro era semplice. Lei aveva iniziato a conoscere la mia voce e sentirsi a suo agio con essa grazie a qualche telefonata fatta di nascosto dal marito nei giorni precedenti: sarebbe stato un incontro al buio, guidato solo dalla mia voce, dove nessuno dei due doveva vedere l'altro sino al momento della penetrazione che sarebbe comunque arrivata solo quando entrambi avremmo raggiunto il massimo dell'eccitazione. Dovevamo trovarci lungo la strada di campagna, in un punto preciso, dove lei si sarebbe fermata con la sua auto ed io l'avrei subito raggiunta con i fari che la illuminavano da dietro. Seguendola, l'avrei quindi guidata con il cellulare sino al luogo prescelto e poi avrei continuato a parlarle sino a che non fosse stata in grado di sentire direttamente la mia voce, della quale oramai si fidava. E cosi fu. Arrivati al casolare, le dissi di scendere dall'auto e di usare il foulard come benda per coprirsi gli occhi. Lei era li, bendata, con il vestito che le fasciava il corpo, dal quale si potevano chiaramente immaginare la forma del seno, dei capezzoli, del suo ventre, dei suoi glutei. Fui subito vicino a lei, arrivandole da dietro .. sentivo il suo profumo, la sua pelle, il suo respiro. Quasi fossi un animale, percepivo anche l'adrenalina che scorreva in lei per la situazione inusuale, intrigante, forse rischiosa, ma ancor più percepivo la forte eccitazione derivante da questo nostro gioco. Mi avvicinai sino ad intercettare il calore emanato dal suo corpo, ed iniziai a scoprirlo, ad esplorarlo sfiorandolo leggermente con la punta delle dita, percependone le fattezze, la turgidità dei suoi capezzoli, il morbido interno delle sue cosce, salendo su per le sue gambe sino a sfiorarle la fica attraverso il perizoma, per poi passare con le labbra sul suo collo e sentire il suo respiro che diventava sempre piu intenso. Prendendola per la vita, la auitai a fare due passi, conducendola contro il muro del casolare. Le ordinai alzare lentamente la gonna sino a scoprire il perizoma e lasciare nudi i suoi glutei e poi le chiesi di appoggiare le mani al muro divaricando le gambe. Senza fretta mi misi ad osservarla in quella posizione prona ... vedevo le sue gambe affusolate sui tacchi a spillo, congiungersi con un bel culo sodo e coperto solo dal filo del perizoma: la mia eccitazione iniziava a farsi sentire. Le chiesi quindi di sfilare lentamente, con una mano, anche quello. Iniziai a leccarla dal dietro entrandole da sotto con la lingua per esplorarle la fica ... la carnosità delle sue labbra ... la turgidità del suo clitoride. Mentre la leccavo passandole anche la lingua sul buco del culo, sentivo che la sua eccitazione cresceva sempre più, come il suo respiro ed il suo desiderio, mentre il suo ventre mi veniva incontro per cercare di aumentare il suo piacere. Il mio membro era diventato duro quasi stesse per scoppiarmi ... iniziai ad appoggiarlo, strofinandolo attraverso i miei pantaloni sul suo culo nudo, del quale sentivo il calore ... e lei si dimenava per cercarlo e sentirne meglio la turgidità. La sua voglia cresceva sempre più... ma ancora non era il momento. Le dissi di togliersi il vestito, liberando i suoi seni che iniziai a palpare delicatamente, e quindi di girarsi e di inginocchiarsi davanti a me, sbottonando la mia cerniera e tirando fuori il mio membro duro e pulsante, prendendolo in mano e passandolo sui suoi seni e sui suoi capezzoli. Poi, trattenendo la sua testa tra le mie mani, le ordinai di aprire la bocca e di iniziare a succhiarlo facendomi sentire il suo calore, la sua lingua esplorare la mia cappella, girandole intorno mentre il mio cazzo le riempiva la bocca. Sentivo il suo gusto nel succhiarlo, la sua eccitazione crescere come la sua voglia di avermi dentro ed il suo desiderio aumentava percependo ad occhi bendati la durezza e le dimensioni del mio cazzo. L'eccitazione era giunta al massimo, le ordinai di alzarsi e di appoggiare la schiena al muro. Era giunto il momento di toglierle la benda... un attimo... ci guardammo ed iniziammo a baciarsi... appoggiando leggermente la sua schiena al muro le alzai le gambe, incrociandole attorno ai miei fianchi. In quella posizione usai prima il mio membro come uno strumento per stimolarle il clitoride e quindi lo feci scivolare lentamente dentro la sua fica che era già completamente bagnata. Il desiderio di averlo tutto dentro, di sentirsi riempire da un grosso membro turgido, caldo, fatto di carne pulsante, era grande, ma il piacevole dolore che provava nel sentirsi sfondare un po' la tratteneva. Iniziai a pomparla per farglielo assaggiare gradualmente, un po per volta, penetrandola sempre più profondamente e poi tirandolo quasi tutto fuori per farglielo sentire meglio e quindi penetrarla di nuovo sino a che poteva riceverlo dentro di lei. In questo movimento sentivo i suoi gemiti ed il suo corpo che si divincolava per far si che la mia cappella le stimolasse parti profonde che non aveva mai sentito stimolare da un pene, e che le procuravano un piacere enorme... le chiesi di urlarmi quanto le piaceva farsi riempire da un cazzo, duro e grosso .. quanto farsi scopare cosi come una porca, come suo marito non l'aveva mai scopata... quanto si si sentisse troia in quel momento ... e mentre lo faceva il suo piacere esplodeva in un orgasmo prolungato ed intenso. La feci girare di schiena, con le mani nuovamente al muro per prenderla dal dietro, mentre con le mani le allargavo le grandi labbra per meglio sentire il calore della sua fica mentre lei sentiva il mio, penetrandola profondamente con il mio membro. Mentre la pompavo il mio cazzo era durissimo, con una mano alla bocca le facevo succhiare il mio pollice, mentre con l'altra stimolavo il suo clitoride per farla godere ancora di piu. Lei esplose in un orgasmo intenso, non riuscendo a trattenere alcuni schizzi mentre godeva come una troia. Ed io continuavo a pomparla alternando il ritmo e cambiando direzione, sentendo i suoi orgasmi che si susseguivano mentre la sentivo gemere, divincolandosi dal piacere per ricevere il mio cazzo sino in fondo ... più la sfondavo più urlava di piacere. Fu a questo punto che iniziai a stimolarle l'ano per vedere se riuscivo a penetrarla anche dal dietro... ma come iniziai a farci passare la cappella mi fermò, dicendomi che per questo non era ancora pronta e che nonostante l'eccitazione le avrei fatto troppo male .. peccato. Le chiesi allora di inginocchiarsi e sfilandomi il preservativo le feci nuovamente succhiare il mio cazzo che oramai era pronto ad esplodere inondandola ovunque di sperma caldo e schizzando sul suo seno, sul suo viso e sulla sua bocca.
Il nostro gioco di quella sera era finito, lei doveva ripulirsi dallo sperma che aveva ovunque, ricomporsi e tornare alla sua vita di tutti i giorni, da suo marito che la aspettava ignaro e magari quando rientrava le avrebbe chiesto pure di scoparla. Non so se questo è stato solo il gioco di una sera, ma posso dirvi per certo che, se vi capita l'occasione, è un'esperienza che vale la pena di vivere.
A Sonia
Alex
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17 anni fa
hyperfi,
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Ultima visita: 3 anni fa
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Lìamica di mia madre parte 2°
Mentre eravamo in moto verso la spiaggia ( era una spiaggia piccola dentro un insenatura con una grotta quella in cui mi stavo dirigendo) lei comincio a leccarmi l'orecchio sentii la sua mano infilarsi dentro i miei pantaloni e dentro il costume fino al mio cazzo che comincio' di nuovo a gonfiarsi , io non vedevo l'ora di arrivare tanta era la voglia che avevo dentro di fare l'amore con quella donna che riusciva anche solo con lo sguardo a farmi eccitare . Arrivati sulla spiaggia mentre stendevo l'asciugamano lei venne dietro di me con le sue dita stringeva i miei capezzoli leccandomi sul collo con voce bassa mi chiese: vuoi provare tutto dell'amore? la mia risposta fu istantanea e senza pensarci un attimo SI tutto quello che ti piace e ti eccita di piu' perche l'amore e' bello solamente se riesci ad essere te stesso in tutto nei gesti nelle parole, la complicita' tra un uomo e una donna nel fare l'amore deve ( dovrebbe perche non e' facile trovare una donna cosi o un uomo) essere totale per raggiungere il piacere piu'intenso possibile, ed io oggi devo ringraziare quella donna se ho imparato tante cose nel fare l'amore . Mi fece sdraiare a pancia sotto lei stesa su di me ,sentivo la sua lingua nell'orecchio leccarlo i suoi denti che dolcemente lo mordevano le sue mani sfioravano i miei fianchi sentivo delle scariche elettriche attraversare il mio corpo , poi la sua lingua comincio' a scendere lungo la spina dorsale mentre le sue mani sfilavano il mio costume senti la sua lingua che si avvicinava al mio culo lentamente ,"ti piace come ti lecca la tua puttana dimmelo " si sei una gran puttana leccami mi piace e mi eccita fammi sentire la tua lingua dentro: non sapevo nemmeno come quelle parole mi venivano ma era quello che volevo e per la prima volta ero me stesso in un attimo sentii la sua lingua entrarmi dentro mentre la sua mano mi stringeva il cazzo provai piacere ero eccitatissimo lei continuava a scoparmi con la lingua e il mio cazzo era sempre piu' duro gli dissi girati voglio leccarti la fica sei una gran troia .Senza laciare il cazzo mi fece sdraiare e venne sopra mettendomi la sua fica in bocca " leccami mordimi dai fammi sbrodare, allargai le sue cosce e comincia a leccare le sue labbra tutte intorno la sua fica era bagnata salii fino al suo culo lo leccai gli misi la lingua dentro su e giu la sentivo fremere allora misi il dito dentro e continuai a leccare la sua fica che si stava bagnando sempre di piu' ,il suo grilletto era diventato grosso e duro lo succhiavo con le labbra e nello stesso tempo lo leccavo con la punta della lingua il tutto duro qualche minuto il suo respiro era sempre piu' affannato poi si inarco' spingendo la sua fica nella mia bocca e in un attimo sentii il suo sbrodo riempirmi mentre io tenendola per i fianchi continuavo a leccarla e bere il suo piacere . Dopo qualche attimo si giro' scopami voglio il tuo cazzo dai scopa la tua troia ,la misi alla pecorina e in un colpo gli misi il cazzo dentro e cominciai a scoparla con forza " sculacciami disse fammi sentire le tue mani rimasi un attimo perplesso ma lei continuo' sculaccia la tua puttana ,cosi' mentre il cazzo andava su e giu' dentro la sua fica prima piano poi sempre piu' forte cominciai a sculacciarla facendo si che quel dolore misto al piacere la fece godere di nuovo, era senza fiato perche ogni volta che veniva era un fiume in piena e a me vedela godere cosi' eccitava tantissimo .dopo qualche attimo si giro' verso di me "voglio bere il tuo sbrodo dammi il cazzo voglio succhiarlo ,anche il tono della sua voce mi eccitava presi la sua testa e la spinsi sul cazzo succhia puttana fammi sbrodare voglio guardarti mentre lo bevi sentii il mio cazzo sprofondare nella sua gola era la prima volta che una donna mi faceva un pompino cosi' ero in estasi spingevo la sua testa con forza affinche' lo ingoiasse tutto e questo la eccitava ancora di piu' ,stringevo forte i suoi capezzoli fino al momento che una scarica elettrica parti dal cervello percorrendo tutto il mio corpo per scaricare tutto il mio sbrodo nella sua bocca ,non avevo mai provato un piacer cosi intenso che rimasi per un attimo senza fiato . La nostra storia e' durata cinque mesi con lei ho imparato tantissimo e lei con me poteva essere se stessa in tutto ,la mia prima volta che ho scopato il culo di una donna lo fatto con lei ,fare l'amore mentre ti guardano lo imparato da lei , ci piaceva giocare inventarci delle scene qualche volta di sera si vestiva da puttana andavamo in una strada dove non c'era nessuno e lei faceva finta di battere la eccitava tantissimo sulla spiaggia allargava le mutandine per farsi guardare la fica ,e se c'era una una donna sola cominciava a toccarmi il cazzo e se lei guardava lo tirava fuori e mi faceva un pompino ,sono stati i mesi piu' belli che ho vissuto ci siamo rivisti altre volte e anche oggi che sono passati tanti anni l'attrazione che c'era e' rimasta ci sentiamo per telefono e facciamo l'amore perche' mi ha insegnato anche questo a lei piace anche cosi .
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17 anni fa
f6923,
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Ultima visita: 13 anni fa
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Colpa del mare i
Vivo in campania ed adoro il mare quindi con la barca mi concedo spesso fine settimana nelle incantevoli località della mia terra, ultimamente sono stato per il fine settimana in una nota località cilentana. Solite persone cordiali saluti di rito e la solita spiaggetta isolata ancora non troppo affollata dai turisti,anche se avevo notato la presenza di alcune comitive probabilmente forestiere, dato il mio carattere abbastanza allegro avevo avuto modo di conoscere alcune di queste persone in particolare mi aveva colpito una coppia nordica sui 50 anni, lui altezza media con un pò di pancetta capelli bianchi simpatico, lei bassina minuta con i fianchi un pò appesantiti ed il sedere un pò arrotondato dallo scorrere degli anni , qualche filo di pancetta, insomma le caratteristiche che rendono ancora più femminile a mio avviso il corpo nel passare degli anni, avevamo scambiato qualche parola al chiosco sulla spiaggia , per lo più informazioni su dove cenare la sera a noi che essendo del posto (ed amanti della buona tavola) già ne stavamo parlando.
Così la sera entrando nel mio ristorantino preferito rivedo la simpatica coppia seduta al tavolo con i loro due bambini, li saluto cordialmente e loro ricambiano ringraziandomi del consiglio e notando che ero solo mi invitano al tavolo.
Si parla del più del meno si ride si beve qualche buon bicchiere , sono proprio delle persone affabili, in particolare lei stasera sfoggia una camicia lucida di shantung che mette in risalto la fresca abbronzatura e dallo scollo generoso si intravede legermente il seno lasciato libero dalla lingerie, verso fine cena si alza con movenze feline per andare a fumare una sigaretta fuori e lo spettacolo è completo una mini di jeans mette in mostra le gambe ed ai piedi dei sandaletti bassi chiari dal tacco a rocchetto, quasi ho un mancamento, mi riprendo e galantemente mi offro di accompagnarla per non lasciarla sola, il marito approva dicendo di restare con i bambini.
Fuori le accendo la sigaretta ed inizio a parlare a raffica un pò per la tensione u pò perchè la compagnia è davvero piacevole, muovendo qualche passo ci troviamo davanti ad un vicoletto laterale alla cui fine si intravede la battigia leggermente illuminata dai fari del porto, lei rimane affascinata da quella vista e mi chiede di fare qualche passo fino alle scale a gradoni che delimitano la sabbia, la spiaggia è deserta ed il profumo del mare ci inonda il leggero vento sompiglia i suoi capelli scuri un pò crespi di salsedine, quando mi appoggia la mano alla spalla per sfilarsi i sandali e poter camminare sulla sabbia non resisto e mentre si rialza le nostre bocche si incrociano in un lungo bacio appassionato , la spingo nel vicoletto ed appongiando il mio braccio al muro come per fare un cuscino per la sua testa, incomincio a baciarla lungo il colloscendendo giù fino al seno stupendo già turgido.Con l'altra mano alzo leggermente la gonna e cerco spazio nella sua lingerie già umida di piacere, si inarca non appena le mia dita trovano la sua pelle emettendo un leggero sospiro pochi attimi di estasi, poi si stacca mi da un altro bacio e mi dice ne parlo con mio marito e ti chiamo dopo.
Resto frastornato mi ricompongo e risalgo al ristorante , dove non ci sono più.
Ritorno a piedi in paese cercando di capire e fantasticando su quello che poteva succedere, mentre annego questi pensieri nel dolce passito un trillo mi riporta alla realtà è lei che mi chiede se sono libero e se ho voglia di unirmi a lei ed al marito che sono già a letto nella casa che hanno preso in affitto........il resto alla prossima.
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17 anni fa
jamaicanxxx,
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Ultima visita: 5 anni fa
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Avventura al cinema
Ero in pausa pranzo, avevo voglia di avventura e così decido di andare a vedere un film a luci rosse.
Entro nel cinema, pago il biglietto ed entro in sala, buio totale, i miei occhi faticano a vedere qualcosa, oltre allo schermo.
Decido così di appoggiarmi alla parete in attesa di riuscire a vedere le file di poltrone.
Non faccio in tempo ad appoggiarmi che mi vengono vicino due uomini, uno alla mia destra, l'altro alla mia sinistra e cominciano a toccarmi sulla patta.
Cerco di allontanare le loro mani ma si fanno più insistenti, prendono le mie e se le portano sul loro cazzo.
Tempo poco e riesco ad abbituarmi all'oscurità, intravvedo libero il posto in fondo all'ultima fila, mi avvio e mi siedo.
Non appena seduto, mi ritrovo i due uomini in piedi dietro lo schienale ed altri tre che mi si avvicinano.
Tutti e cinque si tirano fuori il cazzo e cominciano a menarselo. Non vedendo alcuna strana reazione da parte mia, piano piano si avvicinano a me e mi cominciano ad appoggiare i loro arnesi sulla faccia.
Mi sono ritrovato con cazzi sulle guance, vicino agli occhi e alla bocca. Era quello che volevo, ho cominciato a succhiarli uno ad uno e a volte mi ritrovavo anche due cazzi contemporaneamente in bocca mentre gli altri continuavano ad accarezzarmi il viso con le loro aste.
Ad uno ad uno li ho fatti sborrare poi mi sono alzato, mi sono nuovamente appoggiato al muro e quando dopo poco mi si è avvicinato un uomo, ho tirato fuori il mio cazzo e questo mi ha fatto un bel pompino.
Mi è piaciuto molto ed ho passato un'ora fantastica.
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 giorni fa -
Vita da schiava (parte seconda)
dopo quel giorno in cui il mio padrone mi aveva offerto ai suoi amici come merce da usare a loro piacimento era inevitabile che stava per accadere mi qualcosa che mi avevasempre eccitato il solo pensarne ma che mi aveva anche un po' spaventata, sarei diventata la sua puttana, il suo oggetto da usare quando e con chi aveva voglia. Infatti una volta congedati gli ospiti, egli mi saluto' e mi lascio' tornare a casa dicendomi che non sarebbe passato molto tempo per un altro incontro. da li a qualche giorno ricevetti una sua chiamata, mi disse di venire a casa sua, prepararmi, truccarmi per bene e con abiti molto provocanti che stavolta mi avrebbe fatto una sorpresa. ero eccitatissima ma allo stesso tempo un po' timorosa in quanto non sapendo cosa aveva in mente......un po' mi spaventava. tuttavia mi recai come mi aveva chiesto il mio padroe a casa sua, mi preparai come lui aveva chiesto e quandi fui pronta egli mi ordino' di voltarmi, di mettermi in ginocchio davanti ai suoi pantaloni, a quel punto mi bendo' e mi lego' le mani dietro la schiena, mi ordino' di aprire la bocca e mi infilo subito il suo grosso cazzo fino in gola, mi scopo' letteralmente la bocca come se fosse una fica o un buco del culo e per non rovinare il trucco della sua puttana mi venne in bocca e io dovetti bere tutto quanto. mi slego' le mani ma non mi tolse la benda, mi ordino' di spalancare per bene con le mani le natiche e dopo qualche secodo mi infilo un cuneo anale ben lubificato nel culo, a quel punto mi alzai e capii che avrei subito pesanti penetrazioni.
di li a qualche i stante mi aspettavo di sentire suonare alla porta ma non ci fu nulla del genere, mi mise il collare e mi condusse nel garage, mi bendo' e mi carico nel baule della sua macchina SW dicendomi che mi avrebbe portato a fare un giretto. ero nel panico piu totale ma avevo addosso un'eccitazione che andava oltre ogni immaginazione. senti il motore mettersi in moto e partire, percoremmo poca strada forse 10 chilometri o poco piu e quando la macchina si fermo' il mio cuore batteva oltre 100 alll'ora, ho pensato : ecco siamo arrivati ora tocca a me. sentii il mio padrone scendere dalla macchina, chiudere la porta e salutare un gruppetto di uomii che poteva andare da 4 a 6 ersone. dalle voci delle persone non sembravano essere tutti italiani. ad un certo punto il baule si apri, una mano mi afferro' il collare e mi mise il guinzaglio e venni condotta fuori dalla macchina, in piedi bendata, mi tolse la benda e vidi attorno a me 6 uomini maturi, calvi, con la pancia, robusti, con la barba sfatta e poco piu in la vidi molti camion parcheggiati regolarmente, capii subito che il padrone mi aveva portato all'autoporto di fernetti, un parcheggio camion nei pressi del cofine italo sloveno qui a trieste, e si ra accordato con uno di loro nei giorni prima dicendo che avrebbe portato la sua puttana travesta e l'avrebbe ceduta per un ora ad un gruppo fornito di camionisti e che sarebbe venuto a prenderla dopo un ora esatta e che nell'arco di quel tempo avrebbero potuto abusare di me in ogni modo. e cosi fu....vidi il padrone voltarsi e diigersi verso il bar mentre il piu robusto dei 6 mi alzo di peso e mi mise in spalla e mi porto all'interno del container di un camion dove c'era un materasso e alcune sedie. mi mise a terra e mi disse di inginocchiarmi e che a turno avrei dovuto succhiare tutti e 6 i loro cazzi. io vista la situazione non osai nemmeno tentare di dire qualcosa e cosi obbedii e cominciai a slacciare i pantaloni uno dopo l'altro e non vi dico cosa mi sarebbe aspettato.....certi cazzi erano veramente grossi e incazzati. uno di loro vedendomi alla pecorina mentre slacciavo i pantaloni ad un suo collega non si senti piu nella pelle e mi assali come un animale, si avvinghio intorno alle mie coscie e comincio a toccarmi dappertutto e fu li che trovo il cuneo conficcato nel mio culo, a quel punto non so cosa blatero' ai compagni e in che lingua ma in un battibalena ebbi tre di lor dietro di me e mentre mi veniva sfilato il cuneo senza troppi complimenti prese il suo posto un cazzo vero che comincio a sbattermi con violenza, io all'inizio urlai anche perche' non ero preparata a tanta foga e allora per soffocare le mie urla uno di loro mi prese la testa e me la premette sul suo cazzo e comincio' a violentarmi anche la bocca. uno dopo l'altro usarono i miei due buchi fino a che ebbi due cazzi nel culo e due in bocca e due nelle mani, ero completamente piena. dopo essermi venuti copiosamente sul corpo mi voltarono e senza dire una parola a turno mi infilarono le loro mani nel buco del culo che oramai era completamente ridotto ad un brandello di carne. ero talmente sinita che non avevo nemmeno la forza di dire basta e cosi subii in silenzio la violenza nel mio culo. alla fine quando tutti ebbero abusato con la mano del mio ano, l'ora era oramai scaduta e venne il mio padrone a prelevarmi, neanche una parola, mi bendo' e mi carico' nel baule della macchina e mi condusse a casa sua dove mi disse di cambiarmi e tornare a casa sempre disponibile al prossimo incontro.
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 giorni fa -
Arancia meccanica..autorizzata
Leggo una inserzione..coppia affiatata con lei molto porca amerebbe creare una situazione di violenza di gruppo su mia moglie, dopo avermi legato ed imbavagliato ad un albero..
Provo a scrivere, mai fatto prima d’ora, ma potrebbe essere una esperienza anche interessante, chissà..
Cominciano le trattative, io millanto di avere 2 amici dispostissimi ed affiatati, invece non ho un cazzo di nessuno ancora contattato, se il discorso va avanti penso 2 pirla per dirla alla milanese, si trovano sempre.
Tengo i contatti con lui, lo vedo un tipo malfidente, pignolo, pedante ed eccessivamente prudente, un impiegatuzzo alla fantozzi ; io sono nato e cresciuto in un rione di periferia, a scuola dei tipi come questo qui li prendevamo a calci in culo e gli fregavamo la merenda..adesso che siamo più grandicelli, la sua merenda, la cara mogliettina, gliela freghiamo in tutti i sensi e col suo permesso per giunta…meglio di così…
Al bar di sera avvicino uno alla volta i miei più fidati amici di cazzate giovanili, e gli faccio la proposta. Accettano senza esitazione. Ho ancora un certo ascendente su una piccola comunità, conquistato e pagato a caro prezzo, negli anni di scuola, ma questa è un'altra storia…
Continuano le trattative, questa coppia non è della mia città ma di una distante una cinquantina di chilometri.
Mi dicono le loro intenzioni.. vorrebbero che gli aspettassimo in un boschetto convenuto, lasciarli cominciare il rapporto, circondare la loro macchina… quando lui glielo ha gia messo dentro, battergli i finestrini, apostrofare sua moglie pesantemente, aprire la macchina, tirarli fuori in malo modo, legarlo ad un albero, imbavagliarlo, e sbattergli la moglie a turno davanti ai suoi occhi, trattandola da troia che a lui eccita molto.
Arriva il giorno convenuto, io e i miei amici aspettiamo alla periferia della città, vicino alla zona industriale nella stradina la coppia. Arriva una macchina, il tizio mi aveva detto di arrivare con una jeep Toyota, ..mi sembra abbia detto nera.
La macchina arriva, si ferma, dopo un po’ i finestrini si appannano, siamo pronti, lo confesso che sono un po’ emozionato, ma devo dare sicurezza agli altri 2, di cui avevo millantato di aver gia fatto esperienze di questo genere…
Adesso dico…circondiamo la macchina, sono li, lei è sdraiata con le gambe larghe, vestita da troia da monta, peccato che non le ha fatto mettere le giarrettierecome gli avevo suggerito, ma anche body e autoreggenti possono bastare.
Lui è gia sudaticcio dopo 10 o 15 stantuffate alla sua troia…
Appena ci scorgono che li osserviamo dai finestrini, impallidiscono…che attori penso, si sono immedesimati bene nella parte. Apro la portiera, tiro fuori il marito e a calci in culo lo faccio accomodare vicino ad una albero. Fa l’impietrito, un vero attore! Lo leghiamo ed imbavagliamo, anche se non ha neanche fiato…
Vedi cosa vuol dire il lavoro sedentario…ti rammollisci come sto qua.. dico al mio amico..divertito. Prendiamo la moglie, gliela facciamo vedere prima del trattamento e cominciamo in gruppo dapprima a toccarla dappertutto, poi la facciamo inginocchiare e glielo mettiamo a turno in bocca..Prima fa la ritrosa..attrice consumata pure lei!!!…poi comincia a prenderci gusto, e chiudendo gli occhi comincia a prenderlo in bocca con più passione…Adesso mi giro per chiedere al marito se vuole che la montiamo coi preservativi o no..non dice niente e visto che chi tace acconsente, decido di non usarli, si vede che le piace che gliela riempiamo di sborra. ..
Cominciamo a sbatterglielo dappertutto, prima io in bocca e 1 nella fica, poi in due uno nella fica, uno nel culo,e il terzo la soffoca quasi col cazzo fino in gola…Veniamo quasi assieme, chi arriva prima aspetta!!! Nella fica, nel culo ed in bocca. Lei geme di piacere… Finito il servizio la ringraziamo, lei non ci dice niente e corre ad abbracciare suo marito, che se lo voglia fare legato all’albero? Penso, vuoi vedere che in 3 non l’abbiamo neanche saziata? Ci incamminiamo per il sentiero lasciando li la coppietta ed improvvisamente vedo due fari…che avanzano.. dalla Toyota… blu esce un signore con la moglie che vedendoci si scusa per il ritardo ma non è pratico del luogo. Possiamo cominciare?? Io e mia moglie siamo pronti!!!
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17 anni fa
leonida1960,
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Ultima visita: 3 anni fa
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La nostra trasgressione
IL SESSO IN CAM
C’eravamo iscritti su Desiderya per il gusto di conoscere qualche coppia che fosse disposta a trasgredire con noi facendo un po’ di sesso in cam.
Grazie a Desiderya abbiamo avuto molti contatti, scelti rigorosamente tra coppie molto distanti dalla nostra residenza per la paura folle che avevamo, e abbiamo ancora, di imbatterci in qualche persona che ci conosca.
Siamo una coppia con un’ottima reputazione, e mai vorremmo che qualche buontempone ci sputtanasse per questa piccola voglia di trasgredire che gradualmente ci stava conquistando.
Abbiamo chattato con molte coppie, o presunte tali, e piano piano abbiamo effettuato una scrematura dei nostri contatti al fine di selezionare quelli che ci intrigavano di più.
Con i migliori di loro siamo riusciti a fare del sesso in cam superando la grandissima vergogna che regnava dentro di noi. Molti di loro ci confidavano che non era una cosa appagante, e che ben presto ci sarebbe apparso come una pratica inutile e noiosa. Secondo loro l’unica vera e piacevole trasgressione sarebbe stata quella di fare sesso dal vivo insieme ad un’altra coppia.
La cosa ci pareva assurda e impossibile dal momento che abbiamo passato i quarant’anni senza che nessuno di noi due fosse mai stato con un altro partner al di fuori della nostra ormai solida coppia. Il tutto con una fortissima aggravante: siamo entrambi molto gelosi.
Una dei tanti contatti che avevamo selezionato nella penisola, ci convinse a contattare qualche coppia della nostra regione spiegandoci che solamente in quel modo saremmo riusciti finalmente a provare il piacere della vera trasgressione.
LA RICERCA DI UNA COPPIA VICINA
Non eravamo molto convinti, ci stuzzicava solo il fatto che avremmo potuto fare sesso insieme ad un’altra coppia, ognuno con il suo partner come in cam, ma nello stesso letto. Una cosa sicuramente molto più intrigante.
Ogni volta che uscivamo da casa ci guardavamo tutte le coppie che incontravamo x strada e ci facevamo sempre la stessa domanda: lo faremmo con loro? La risposta che ci davamo era sempre unanime e negativa. Era impossibile scorgere in una coppia qualche particolare che ci avrebbe convinto a superare il nostro grande timore.
Eppure, nonostante la titubanza che ci assaliva, abbiamo cominciato a contattare coppie residenti nella nostra isola. Le chattate assumevano la forma di telenovele, lunghissime e con innumerevoli episodi. Cercavamo di scoprire ogni dettaglio dei nostri interlocutori per essere matematicamente certi che fossero persone assolutamente estranee alle nostre conoscenze della vita normale.
Con grande trepidazione siamo riusciti ad organizzare qualche pizzata conoscitiva. Abbiamo incontrato sempre coppie squisite, a conferma che la nostra meticolosa selezione aveva dato buoni frutti.
Non è mai nato il giusto feeling per andare avanti e questo fatto ci stava demotivando. Certo, abbiamo guadagnato delle ottime amicizie “normali”, ma noi cercavamo un’amicizia un po’ particolare..
L’ULTIMO TENTATIVO
La demoralizzazione era arrivata ormai alle stelle quando, la sera prima dell’ultimo incontro programmato, ci arrivava un sms che, laconicamente, ci comunicava che la pizzata conoscitiva non si sarebbe mai più tenuta. È stata una delusione pazzesca, proprio con la coppia che avevamo pazientemente selezionato e sulla quale avevamo riposto tutta la nostra fiducia.
Il nostro weekend era stato irrimediabilmente rovinato. Ne parlammo in chat con una coppia che non avevamo mai visto in cam, ma che ci attirava per la grandissima simpatia che trasmetteva tramite la fredda finestrella di messenger.
Sicuramente doveva trattarsi di due persone fisicamente sgradevoli dal momento che, in genere, la simpatia e la bellezza sono vocaboli che non vanno assolutamente d’accordo.
Questa coppia ci trasmise parole confortanti e si offrì di incontrarci. Organizzammo in fretta e furia una pizzata conoscitiva, ben consapevoli che non avremmo certo trovato due divinità greche, ma sicuramente due persone sincere e cordiali.
L’INCONTRO
Ci incontrammo fuori città. Con nostra grande sorpresa scoprimmo che non si trattava assolutamente di persone dall’aspetto sgradevole, ma di una coppia veramente attraente.
Lui, bell’uomo, alto, snello, fisico atletico, ha subito catturato le attenzioni di mia moglie. Lei, molto graziosa, dolce, affascinante, ha straordinariamente catturato le mie.
Durante la pizzata abbiamo avuto modo di apprezzare, oltre alla loro accattivante simpatia, che ben conoscevamo, anche la loro splendida educazione e la loro notevole cultura.
Dopo la pizzata decidemmo di fare una passeggiata in un parco distante alcuni chilometri. Andammo con le nostre auto, loro ci facevano strada e noi li seguivamo. Durante il viaggio, io e mia moglie commentavamo la serata. Eravamo entusiasti e consapevoli di esserci imbattuti in una coppia unica, troppo bella per essere vera.
Passeggiammo nel parco, in compagnia del silenzio e delle stelle.
Dopo la passeggiata ci invitarono nella loro casetta di montagna a bere un bicchiere di buon vino. Tra un sorso e l’altro parlammo di tutto, tranne che di sesso, ma era bello lo stesso, sicuramente avevamo trovato un’altra coppia di amici “normali”, anche se questa volta erano davvero speciali.
MEZZANOTTE
Era mezzanotte, uscimmo in cortile. Ci sedemmo sotto un grande leccio che, tra i suoi ruvidi rami, ci lasciava intravedere le stelle. L’atmosfera era molto romantica, io baciavo mia moglie e lui baciava la sua, fantastico! Le effusioni durarono una buona mezzora, quindi decidemmo di entrare in casa e di continuare quegli splendidi momenti comodamente sdraiati sul loro letto matrimoniale, con la stessa penombra che regnava nel cortile.
Sentivo di amare mia moglie come non mai, provavo una bellissima sensazione. Faceva caldo, mi tolsi la camicia e così fece pure il lui dell’altra coppia. Baciavamo le nostre donne con una immensa passione e, senza che ci fosse nessun accordo, entrambi le liberammo del loro caldissimo e scomodissimo vestito.
E così, pezzo dopo pezzo, sparirono pure i nostri pantaloni, le calze, e poi i reggiseno e gli slip. Senza rendercene conto ci trovammo completamente nudi. La cosa più strana è che eravamo tutti e quattro sereni, senza quella scomoda vergogna che si prova quando ci si mostra in webcam.
E qui notammo, con grandissima sorpresa, che lui aveva un fisico perfetto ed era molto ben dotato. La sua donna, in aperto contrasto con quel dolce visino acqua e sapone, sfoderava un fisico mozzafiato, bello, sodo, con tutte le curve al posto giusto. Mi pizzicai due volte, convinto che mi sarei svegliato, ma era tutto vero, eravamo lì con loro in un’atmosfera da mille e una notte.
QUATTRO ORE DI SESSO
In poco tempo in quel letto non avevamo più una posizione definita, io accarezzavo la lei, lui accarezzava mia moglie. Ci comportavamo con estrema naturalezza e con tantissima dolcezza. Ci baciavamo con passione e ci alternavamo: un po’ con la nostra moglie e un po’ con la moglie dell’altro. La mia grande gelosia era sparita e mi sentivo veramente felice nel vedere mia moglie che giocava con lui e con il suo grosso attrezzo.
Per la prima volta in vita mia ho fatto godere una donna che non fosse mia moglie. È stata un’esperienza fantastica tenerla stretta e sentirla ansimare di piacere e nel contempo vederla vibrare e godere.
Abbiamo fatto del sesso veramente speciale per quattro ore, altro che sesso in cam! Un’esperienza stupenda e indimenticabile che io e mia moglie speriamo di ripetere al più presto. Un’esperienza che ci ha resi molto più uniti e complici di quanto non lo fossimo mai stati.
Ancora un grazie a questa fantastica coppia che ci ha regalato uno dei giorni più belli della nostra vita.
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 giorni fa -
La mia prima volta con .....
non tanto tempo fa, ero con un mio amico a cazzeggiare per le strade dl mio paese.Ad un certo punto stanco della solita routine , decido di andare verso cassino città a circa mezz ora dal mio paese.Il mio amico, doveva prendere le sigarette e allora decidiamo di fermarci in un bar... un bar a me sconosciuto.., ma ben frequenrtato...
A un certo punto mentre facevo al fila in cassa , mi scappa di fare la pipì ,ma giro e mi rigiro a cercare il mio amico e nn lo vedo piu'.Allora corro giu' nel bagno e mi metto a sbattere inisistentemente sulla porta dl bagno che era chiuso..No nn ero ammattito,ma pensavo ci fosse il mio amico così io molto da maschio rude quale io sono, urlo:muoviti pezzi di merda mi sta scappando... una voce mi dice :un attimooooo ..La voce nn era quella del mio amico e mi sono un po' irrigidito, di botto si sente lo scarico del bagno e la serratura che si apre.... In questo frattempo, pensavo che ero solo in quel posto grande e che il mio amico nn sapevo piu' dove fosse...si apre la porta.....io che ero soprappensiero, e distratto dai miei pensieri , mi vedo uscire dal bagno un ragazzo fantasticamente bello,capello medio lungo, camicia bianca aperta di alcuni bottoni, jeans ben stretto occhi verdi colore della carnaggione scura di abbronzatura, io non c'ho capito piu' niente ho solo sentito una cosa dura crescere nei miei boxer, gli occhi salivano e scendevano da quel corpo da sogno.....tutto questo è successo in pochissimi secondi il tempo che si aprisse bene la porta del bagno ...tornato in me , ma non tanto tornato,perchè con fare da maschio bastardo e sicuro di se, prendo al colletto della camicia il ragazzo che a prima vista poteva avere 18 19 anni ;gli urlo contro ora tu entri con me in bagnoe mi chiudo dietro la porta... lui tra l essere stupido e spaventato, non reagisce e per pochi secondi ci guardiamo negli occhi anche se lui era un po' piu' basso di me , sono stati quei secondi piu' intensi della mia vita xchè dovevo rimanere li con quelle fermezza e freddezza, ma in realtà neanche io sapevo cosa stavo facendo, ma sentivo che mi piaceva quella cosa e non pensavo neanche che potesse entrare qualcuno e beccarci li insieme , non ho pensato in quei momenti neanche a chi potesse essere con il ragazzo che forse lo aspettavano , sono riuscito solo ad isolarmi dal mondo intero e non mi era mai successo, mi sentivo attratto e il mio cazzo continuava a pulsare da dentro i boxer.... nel frattempo la mano con cui avevo afferrato il colletto della sua camicia gli scivola dietro al collo, e lui continuava a non capire ,allora con un colpo di forza avvicino la sua faccia alla mia , le nostre labbra si sfiorano e i nostri respiri diventano piu' accellerati, ma di botto rimango senza respiro mi si chiudono gli occchi e mi avvicino ancora di piu' a lui e lo bacio ....le sue labbra erano calde e morbidose e la lingua bagnata di una saliva saporita che non avrei mai smesso di succhiare. tutto questo x pochi secondi di botto lui mi da una spinta e mi urla con voce quasi senza tono : ma sei impazzito, ma che cazzo stai facendo ,ma non so perche mentre provava ad urlarmi queste cose , vedevo le sue labbra che si riavvicinavano alle mie io ero rimasto immobile alla parete ma lui veniva verso di me come una calamita e mi ha messo la lingua in bocca mentre le nostre mani andavano dappertutto, lo baciavo lungo il collo , con le mani sul viso per sentirlo pensavo dentro di me ora apro gli occhi e tutto è finito , è solo un sogno....infatti così ho fatto li ho aperti e quando ho mrealizzato il tutto , non capivo cosa stesse succedendo, io un maschio che scopava a destra e a manca con le donne , che stavo baciando e toccando un ragazzo e piu' lo guardavo e piu' ne avevo voglia, le mie mani gli sbottonavano la camicetta ed inizio così a leccarlo , ma tra i baci e slinguazzate varie come se ci fossimo conosciuti da sempre , una sensazione irrepetibile che ancora ora se ci ripenso mi diventa duro come il travertino ...due uomini in un bagno senza neanche sapere come si chiamavano , che si stavano amando , ma sempre due perfetti sconosciuti...mentre lo baciavo le mie mani e le sue cercavano di sbottonate i pantaloni e una volta sbottonati , lo faccio salire sulla tazza , era bellissimo uno spettacolo , le mie labbra scivolavano su tutto il suo corpo profumatissimo , la curiosità di quello che stava succedendo, mi porta la mia bocca sui suoi boxer e per la prima volta ero vicino un organo maschile, nonho mai tremato così tanto in vita mia neanche in pieno inverno con la febbre a 40....gli dieti un bacio e mi fermai li, poi le mie labbra dinuovo alla ricerca delle sue labbra mentre le mani lo accarezzavano senza mai fermarsi, finche' lui nn prende la mia mano destra e la dirige verso il suo pacco che sembra esplodesse fu una sensazione bellissima speravo non finisse mai....incomicio' a succhiarmi il capezzolo sinistro e mi sembrava di toccare il cielo e non capivo piu' dove fossi,ma eravamo io e lui persi nel mondo un mondo che non avevo mai conosciuto.Lo prendo così sulla testa e lo faccio chinare sul mio pacco mezzo fuori dai boxer verso l ombellico , con tocco deciso,me li tira giu, e mi ritrovai mezzo nudo davanti ad un perfetto sconosciuto.Avvicina la sua mano sul mio cazzo, inizia a segarlo e li ho capito che stavo per fare sesso con un ragazzo e ho finalmente realizzato tutto, non era un sogno ma la pura realtà... con mosse prima delicate che iniziano a prendere velocità incomincio' a masturbarmi finchè finalmente le sue labbra si avvicinano al mio cazzo, e lui inginocchio con quei suoi occhioni dolci mi guardo' come per avere il mio consenso e io con un cenno gli feci capire che non vedevo l ora...e così in pochi secondi la sua bocca calda e piena di saliva anche se aveva la bocca secca x l emozione e il cuore che stava x uscirgli di fuori, incomincio' a succhiarlo prima piano perchè non troppo capace , ma una spinta della mia mano sulla sua testa , fa sì che incomincia ad aumentare la velocità.... era bravissimo mai nessuna era stata così brava e accorta , così per ancora pochi minuti poi si alzo' e mi bacio' dinuovo e fui io così a fare cio' che lui aveva fatto a me , con un sorrisetto dolce , mi fece capire che gli avrebbe fatto piacere se anchi glielo succhiassi....ancora aveva i boxer infilati...ma poco dopo non li aveva piu' addosso, e tiro' fuori un cazzo enorme , non ne avevo mai visto uno da così vicino ero curioso, avevo voglia di assoporarlo,rimasi a bocca aperta, era grosso e duro, e iniziai a baciarlo prima dolcemente epoi lo infilai tutto in gola sentivo lui gemere , e la cosa mi eccitava ancora dipiu' mentre lui mi strizzava i capezzoli..... era un cazzo fantastico, non pensavamo neanche piu' che ci trovavamo dentro un cesso pubblico,per noi eravamo semplicemente in un prato fiorito a fare l amore. sentivo il cazzo che pulsava pulsava e mentre io mi segavo e ancora tenevo il suo cazzo in bocca, volevo non finissemai, lui si giro' e allora misi la mia lingua inmezzo a quel culetto che per me sconosciuta come cosa, aveva dei peletti biondi e per me era una novità, ma piacevole .Un culo muscoloso con un buchetto stretto che mentre lo leccavo provavo a metterci un dito dentro e sentivo il suo dolore che come arrivava la mia lingua si trasformava in piacere.... fino a chè con voce sottile mi dice ....:sto per veniiiireeeeee e si gira di botto e mentre glilo succhiavo incomincia a sborrare, mi schizza su tutto il petto e in viso era tanta ma tanta e calda e un profumo strano sensazione strana anche ,subito riprende il mio cazzo in bocca e come sto per sborrare anch io si fa schizzare sul viso e sui pettorali super muscolosi......come ho finito di godere, si alza e ci abbracciammo e il nostro sperma si mischia tra i nostri corpi, ma non ci faceva schifo e tutto fini' con un bacio dolce e duraturo........nessuno dei due oso' pulirsi,ci rivestimmo con tutto mil nostro sperma addosso edi fretta riuscimmo a scambiarci il numero di cellulare.......e fu così che per una semplice pisciata che neanche ho piu' fatto che ebbi il mio primo rapporto sessuale con un ragazzo.....non dimentichero' mai qul 11/09 e mesi successivi.......
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 giorni fa -
T.V.B.
Ho lasciato parole nel vento, trasportate lontano dalla brezza, non hai risposto, non un sorriso, non una carezza, non uno sguardo, ti sei voltata e te ne sei andata lontano nascosta tra la nebbia.
Sono rimasto lì, seduto ad aspettare con lo sguardo perso nel vuoto, nemmeno so dire quanto, credevo non ci fossi più, credevo di averti persa per sempre. Il vento ha diradato la nebbia, piano piano, lentamente, quasi come se sentisse che avevo bisogno di luce.
Volgo lo sguardo e ti vedo, a pochi passi da me, mi osservi e non muovi nulla, nemmeno le ciglia, quasi incantata, non so cosa fissi con lo sguardo, forse aspetti che la nebbia si diradi. Il mio sguardo si posa su di te, indaga, sta cercando un segno, un accenno, un qualcosa che mi spinga ad aprir la bocca per parlare. Il tempo pare si sia fermato, non si odono rumori, ed il vento si ferma; un timido raggio di sole si posa sul tuo viso e lo illumina. Brilla il tuo viso, imperlato da due rivoli che scendono lenti sulle guance arrossate. Nemmeno il più grande e famoso dei pittori potrebbe vedere ciò che vedo io, due file di diamanti splendenti fanno da cornice al tuo volto. Non posso muovermi, romperei la magia, l’incanto, mi sento un verme per averti ferito, per non aver capito quanto conti per me. Ti muovi, prima indecisa e titubante, ma poi acceleri, ti avvicini e mi butti le braccia al collo prima che possa muovere una ciglia. Sento la tua bocca posarsi sulla mia, calda,morbida, dolcissima, mi sfiori le labbra come solo tu sai fare, vuoi la mia bocca, la mia lingua, e con un dito mi sfiori il viso seguendone i contorni. Incapace di reagire a tanta dolcezza socchiudo gli occhi, tutto imbrunisce, ho solo due perle davanti, i tuoi occhi luccicano come non mai, gli sguardi si incontrano e le nostre lacrime si uniscono scendendo sul tuo seno goccia dopo goccia e facendoti fremere. Sussurri qualcosa che non sento, ma so cosa stai dicendo, anche se fossi sordo sentirei, sono i tuoi occhi a parlare, è i tuo corpo che grida, forte, fortissimo, impossibile non sentire quello che dice. Tu sei capace di sciogliere ogni cosa, non ho difese contro di te, mi sciolgo come la neve ed il ghiaccio al sole di aprile, le mie tempie pulsano, il cuore accelera i suoi battiti ed il respiro si fa affannoso. Le mie braccia e le mie mani cominciano a muoversi, ti avvolgono, e tu ti accoccoli come una bimba in braccio a suo padre. Ora sono e mie mani a sfiorarti il viso, è la mia bocca cercare la tua, e sento i tuoi capezzoli pungermi lo stomaco, ti bacio dolcemente e tu reclini il capo all’indietro, la mia bocca scende sfiora il collo, e la mia lingua umida si posa su di esso sfiorandolo, hai un fremito,due, tre, pure tu ora hai il respiro affannoso, sento il tuo seno spingere contro di me e avverto il battito del tuo cuore. Prendimi mi sussurri, ti voglio, ora, adesso, subito.
Sento le tue mani scivolare sotto la mia camicia, le tue unghie affondare nella mia pelle mentre la mia lingua raggiunge la scollatura del tuo vestito. Un brivido di piacere mi attraversa mentre le faccio scorrere la lampo del vestito nero verso il basso, inarchi la schiena per poter spingere il seno verso la mia bocca. Il vestito scivola in basso, un suo lieve movimento lo fa cadere a terra ed esso appare in tutto il suo splendore davanti ai miei occhi, l’accarezzo con lo sguardo e ti sento tremare. Sento le mani sbottonarmi la camicia e poi sfiorarmi il petto, mi riempi di baci leggeri tutto il torace e non ho la forza di sfilarmi la camicia, ormai aperta, dalle braccia.
Non so quanto tempo ci siamo accarezzati, avverto le tue mani che scendono a cercare la cintura, e sento che scivoli tra le mie braccia per metterti in ginocchio davanti a me. No. Ti fermo, non è ancora il momento, devi aspettare, devi bramare proprio come il fumatore che rimasto senza sigaretta non vede l’ora di trovarne una in piena notte e con tutti i tabaccai chiusi.
Sono io a condurre il gioco, lì, in piedi nel parco, la gente che passa e ti vede seminuda, io con la camicia a penzoloni, ma non esiste nessuno all’infuori di noi in quel momento.
Lentamente ti spingo contro una pianta, un ramo basso e solido sembra fatto apposta per noi, ti faccio appoggiare, quasi seduta, ed inizio ad esplorare il tuo corpo coprendolo di baci e carezze ed inumidendolo tutto con la lingua. Il tuo minuscolo perizoma in pizzo lascia intravedere il paradiso, accenni a levarlo ma anche stavolta ti fermo. Non riesci a stare ferma, la voglia di toccarti aumenta ed i miei baci ti fanno sussultare. La tua mano si posa tra le tue gambe e sopra il perizoma inizi a toccarti con lenti movimenti circolari. Con il mio fazzoletto, sempre baciandoti ti bendo gli occhi, e tu gemi, ora non vedi nulla, senti me vicino, senti il mio respiro su di te, e le mie dita sfiorano la tua pelle ora qui ora lì, ad ogni tocco un gemito, il piacere ti assale, mi desideri e mi dici ora, non resisto, ti voglio….. Non ti ascolto, una coppia ci sta guardando, si è seduta accanto all’albero a fianco, in una posizione dove ci può osservare, ma tu non lo sai, non puoi vedere. Incontro o sguardo di lei, poi quello di lui, si baciano, sono eccitati da ciò che vedono e si vede.
Un mio sguardo più intenso sulla lei la spinge ad alzarsi, prende il suo uomo per mano e si avvicinano in silenzio mentre ancora ti sto accarezzando.
Sei vicinissima all’orgasmo, il tuo tocco sapiente ti procura piacere, ma ti fermo la mano ti sfioro il viso, e mentre ti bacio senti una mano fredda e tremolante accarezzarti la schiena. Sussulti, ma quella mano si fa più audace, ti sfiora e prende il posto della tua al centro del piacere. Un seno piccolo e sodo si appoggia a te, ti spinge contro la schiena, e tu appoggi una mano all’albero aggrappandoti al ramo con l’altra. Io mi inginocchio, ti sfioro con la lingua e ti abbasso i perizoma.
Quella mano sconosciuta e la mia lingua ora danzano sul tuo sesso, assieme, lentamente facendoti urlare di piacere. Senti altre mani ora sul tuo corpo, oltre alle mie, mani da uomo, ruvide e callose, ti stringono il seno e ti piace. Senti una lingua sulla schiena, una sul seno ed una sul clitoride gonfio.
Non resisti, urli, ed esplodi in un orgasmo incredibile, piegando le ginocchia ed accasciandoti esausta. È lunga la notte ancora, casa mia è proprio a due passi, ti prendo in braccio esausta, ancora nuda e bendata e mi incammino seguito dalla coppia che ha raccolto i tuoi vestiti da terra. La gente ci guarda passare, ma non li vedo, il gioco continuerà , ma dentro quattro mura, nel nostro letto…..
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17 anni fa
funghetto, 42
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Giovedì
L’appuntamento è per le 11.30. Avremo tempo sino alle 15.30 circa.
Le istruzioni prevedono che, prima di ricevere la Padrona, io indossi il “collarino” col campanello ai genitali, il collare, ed il guinzaglio.
Sono sempre agitato ed eccitato prima che arrivi la Padrona.
Ho pensato di farLe una sorpresa (a volte le gradisce): la aspetterò nella casetta. Gli accessori indosso, nudo, in ginocchio. Le farò le feste quando arriverà.
E’ all’uscita dell’autostrada. Vado e mi preparo.
Dopo un attimo suona il telefono. E’ Lei, ci sarà il portone chiuso.
Mi saluta allegra, affabile come sempre. “Ho voglia di un caffè”.
Cazzo!!!! Mi sfugge un “ma non posso…….” E mi becco un “COME NON PUOI. NON ESISTE NON PUOI”.
E’ vero, ho detto una cazzata. Posso. Certo.
“Ci vediamo sotto i portici, 5 minuti e arrivo”.
“NON FARE ASPETTARE LA TUA PADRONA”.
Mi sbrigo. Tolgo collare e guinzaglio. Mi rivesto ma naturalmente tengo indosso il collarino e non metto l’intimo. La Padrona non vuole che io indossi l’intimo quando ci vediamo.
Un sorriso cordiale. “Ciao, tutto bene?”
Ci avviamo al caffè e conversiamo del più e del meno.
Poi si va.
La chiave del portone non funziona. Mi fa disperare sta chiave. Mi girano i coglioni a suonare ancora a qualcuno. L’avevo già fatto prima. Ma non posso permettermi di andare a procurarmi un’altra chiave in questo momento. Scelgo un altro condomino e suono. Nessuno. Suono un altro campanello. Apre ancora prima di chiede “chi è”, e ci intrufoliamo di corsa senza dire nulla.
La prima cosa da fare è spogliarsi. Almeno per me. Non posso stare vestito davanti alla Padrona.
E’ splendida vestita di bianco. Sandaletti bianchi (quelli che ho sul cell come sfondo) e calze a rete bianche. Minigonna bianca. Maglietta con zip bianca. Non credo abbia il reggiseno, ma non ne ha bisogno, sinceramente.
Nudo, la saluto come si deve. La abbraccio e Le do qualche bacio. Si ritrae. “Siediti” e mi indica la solita sedia.
All’improvviso compare una benda in seta. Non ci vedo più. Le mani vengono legate alla spalliera della sedia. Abbiamo appena iniziato e sono già inoffensivo; inerme.
Mi passa dietro la schiena, le sfioro le gambe. Lei mi accarezza il torace. Qualche bacio sfiorato.
Si allontana, ma non vedo cosa fa.
Le chiedo. Non risponde.
Sento che toglie le scarpe (peccato, penso io). Ma poi le rimette. Ha tolto le calze e la gonna.
Sento la zip. Toglie la maglietta.
Ora dovrebbe essere nuda.
Mi sfiora, si siede sulle mie ginocchia. E non è nuda. Cosa indosserà? L’avrei scoperto solo molto tempo dopo. Non so come si chiama, ma è una specie di vestaglietta in pizzo. Nera. Sexyssima da vedere e anche da sentire a pelle.
Il cazzo è durissimo. E non potrebbe essere diversamente.
Si side sul tavolo mi porge piedi e sandaletti da baciare e leccare, ed io non risparmio la lingua. Succhio, avido. Infilo la lingua fin dove posso. Mi accarezza i genitali e i capezzoli con i sandaletti. La suola è fredda. Mi manda in visibilio.
Mi “lamento” per il fatto che non posso vederla. Ma non importa.
Usa il mio uccello. Ci gioca. Ci si siede sopra. E’ bagnatissima. Mi bacia. Si alza. Lo succhia e mi fa assaggiare le goccioline che fuoriescono.
“Grazie Padrona”.
Mi accarezza, ma sento che il contatto è diverso dal solito. Con cosa mi tocca? E’ morbido…… non capisco.
Anzi capisco: è un guanto!! Glieli ho visti quei guanti. Li usa per guidare, talvolta. Sublime il tocco con il guanto.
Mi toglie la benda. Si siede sul tavolo davanti a me. 50 centimetri ma non posso toccare né leccare. Soffro.
Si tocca. Col guanto. Si masturba. Si infila dentro un dito guantato. Lo succhia. Me lo fa succhiare. Non resisto più. Credo di non resistere più, perché la tortura è appena iniziata.
Si fa leccare la fica, è molto umida (la fica della mia Padrona secerne molto nettare regale).
Mi slega. Ho le braccia indolenzite, ma non importa: ho potuto leccare e tanto basta.
Mi ordina di mettermi in ginocchio, ed obbedisco. Ma non ho capito: devo mettermi carponi.
Mi sento un po’ ridicolo. Carponi, col guinzaglio al collo……..
“Vieni Bubi, andiamo” Le parole della Padrona mi riportano alla realtà. Sono il Suo cagnolino, e devo seguirla a quattro zampe verso la camera da letto.
Saranno 45 anni che non mi muovo a quattro zampe. Sono un po’ fuori allenamento ma sarà meglio che mi sbrighi. Le ginocchia fanno male, il collare “tira”, ed è bellissimo vedere la Padrona che cammina sui tacchi a spillo davanti a me.
Purtroppo la macchina fotografica fa le bizze. Ha scattato solo due foto (seduto, legato e bendato, stavolta non ancora imbavagliato) poi è andata in tilt. Pazienza. Useremo la camera dei cellulari, anche se la qualità delle foto sarà sicuramente inferiore.
Giunti in camera devo inginocchiarmi ai piedi letto. La Padrona si siede comoda, e mi porge ancora piedi con sandaletti da adorare.
Poi se alza. “Sta lì, fermo, non ti muovere. Ho detto non ti muovere”.
Va in soggiorno e torna con i legacci.
Devo sedermi in fondo al letto. Ai piedi del letto, ovviamente. Non capisco cose vuol fare ma mi adeguo prontamente. Il guinzaglio ce l’ha in mano Lei.
Vengo ancora legato, stavolta a braccia larghe. Almeno sotto il sedere mi ha consentito di mettere un cuscino. Mi vuole bene la mia Padrona.
Mi sono poi rivisto in quella posizione nella foto che mi ha scattato: ero davvero ridicolo ma ……
Si avvicina mi mette la fica a portata di lingua. Capisco e mi ci fiondo. Lecco più che posso perché so che tra poco me la tirerà via.
Mi guarda dall’alto verso il basso (come è giusto che sia).
“Chi sei tu?”
“Il Tuo schiavo, Padrona”
“Chi?!”
“Il Tuo UMILE schiavo, Padrona”.
Sono un verme, ma mi piace e pare piaccia anche a Lei, che è la cosa più importante.
Certo fuori dal letto (eufemisticamente) sono ben altra cosa. E forse anche per questo piaccio alla mia Padrona. Ma lì………
Mi abbandona. Se ne va. Resto solo. “Padrona ci sei?”
Torna e si siede sul comò. Mangia un pezzetto del dolce che ho comprato per il pranzo. Mi guarda. Soffro perché è lontana da me.
Non ha ancora tolto la vestaglietta, ed è bellissima. Le scatto un paio di foto col suo cellulare (che ha lasciato lì vicino ed il legaccio mi consente ancora qualche movimento), nella speranza che poi me le trasmetterà.
Vorrei masturbarmi e con qualche contorsione riesco a prendermelo in mano. Me lo meno. Mi guarda e ride. Ed io sono eccitato (anche la Padrona è eccitata).
Mi slega e mi indica il letto. Ora ci posso (devo) salire e stendermi a pancia (e uccello! Ma non mi diventa mai molle? Mah…) in su.
Si mette a cavalcioni sopra di me. Sta sempre sopra. Una volta l’ho scopata un po’ da “uomo”, non si era sottratta ma avevo notato che mi guardava con un certo sogghigno. Non capivo cosa significasse ma poi me l’ha detto.
“Ora sei contento? Credi di avermi scopata?”
La guardavo e non capivo.
“Certo che Ti ho scopata e mi sembrava che Ti piacesse anche”, risposi.
“Beh, tranquillo. Ho trattenuto l’orgasmo. E adesso leccami e fammi godere”.
Ci sono rimasto di merda.
Tornando ai nostri tempi.
Mi cavalca un po’, su e già. Dentro e fuori. Bello.
Poi si rialza, e si mette in posizione perpendicolare alla mia faccia. Si abbassa e capisco che devo leccare.
Miodiochebello.
“Lappo” come un cagnolino in lungo e in largo, mi soffermo sul clito. Lo succhio.
Gode.
Mi pizzica i capezzoli, li massaggia, li sfiora, li strizza.
Le parlo, e mi zittisce
“Lecca”.
“Sta zitto e lecca”
Godo. Forse la prossima volta aggiungerà “Lecca, schiavo!. Lecca, cane! Etc etc etc” Se vorrà, lo farà. Potrà farlo, se vorrà e se Le piacerà.
Scende a fare un 69 e si rialza.
Gode.
Mi pizzica ancora. Le piace e mi piace. Fa male ma mi piace da morire.
Mi fa ricordare quando, non avendo una Padrona, mi masturbavo mettendo due mollette da biancheria ai capezzoli: Ma così è molto più bello.
Torna a cavalcarmi. Si infila nuovamente l’uccello. Non lo sapevo ancora, ma sarebbe stata un cavalcata lunghissima. E avrei dovuto impegnarmi molto per non venire. Guai se fossi venuto senza ordine della Padrona.
Non sarebbe tanto difficile trattenere l’orgasmo, se Lei non mi torturasse i capezzoli e non mi frustasse col guinzaglio!
Il problema è che mi tortura e mi frusta con molto piacere (prima Suo e poi mio, ovviamente), e ciò mette a DURA prova la mia capacità di resistere.
“Sfrutta il mio uccello. Goditelo. Usami. Sono il Tuo umile schiavo, il Tuo oggetto di piacere”.
Sembra apprezzare le mie parole e mi chiava ancora più forte.
Gode, si vede e si sente.
Chiedo se posso venire ma non ottengo risposta.
Mi chiava ancora, mi pizzica, mi frusta.
Chiedo se posso godere.
“DEVI godere. Ti ordino di godere”.
E godo.
Siamo (sono) stanchi(o). Facciamo sesso da quasi tre ore.
Si stende sul letto. E’ sudata anche Lei.
Due coccole. Un bacino.
Mmmmmmhhhhh come si sta bene.
Confermo.
“Ora puliscimi”.
Cerco i fazzolettini. Assurdo. Basta un’occhiata e capisco: la Padrona va pulita con la lingua, non con i fazzolettini.
Devo ancora imparare, ma imparerò. La Padrona dice di essere anche Lei una principiante. Non ho motivo per non crederLe, ma devo dire che sta imparando molto alla svelta.
Dobbiamo ricollegarci al mondo. Sono le 15.00.
Mangiamo insieme la pizza che ho comprato e quel che resta dei dolcetti.
Si torna in ufficio.
Speriamo che mi mandi le foto. E me la ha mandate.
Un messaggio mentro sto scrivendo. E’ Lei. “Stai bene?”
“Sto facendo il compitino”.
“Bravo. Ce l’hai duro?”
“No, Padrona. Ma a sentirTi così vicina…..”
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 giorni fa