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Il sogno di carla
Carla vive a Milano, lavora a Milano, sogna a Milano.
Sogna specialmente quando non dorme. La sua eccessiva sensibilita’ – deve essere per forza vero perche’ tutti le dicono la stessa cosa, specie chi dice di volerle bene, maggiormente chi le dice Ti Amo – le ha causato con evidenza dei danni. Non ha impacchettato nel senso convenzionale la sua vita. Ossia marito, figli, suoceri, vacanze organizzate, “convenscion” fra coppie sposate a causa di figli con ogni sorta di ricorrenze da festeggiare non appartengono al panorama di Carla.
Colpa sua, e’ chiaro. Con tutte le storie che ha avuto. Con tutte le cicatrici che ha creato e si porta dentro. Poverina, peccato, non ha ancora trovato forse quello giusto, anche se ultimamente la storia con Giorgio sembra durare. Si sara’ stancata finalmente di fare la matta?
“Ma Carla - lo dicono e se lo dicono tutti quelli che l’hanno conosciuta intimamente – quella si che era l’amante piu’ speciale, intensa, straordinaria che abbia mai avuto. Solo che era pazza, aveva reazioni strane, si rabbuiava o piangeva per niente. Si litigava per delle sciocchezze, e pensare le ho fatto un sacco di regali, la portavo in posti importanti, sai una grande fica attratta forse anche dal mio stile di vita, fra l’altro siamo stati spesso dove c’erano anche i Vip … no, non poteva funzionare. Ho ricordi speciali di lei, anzi mi piacerebbe sapere cosa fa adesso. Ma e’ stato meglio cosi’, anche se sul momento e’ stato terribile. Non sapevo piu’ come dirlo a me stesso e ad agli amici che mi ha lasciato cosi’, senza un motivo chiaro, di punto in bianco. Forse non sa neanche lei cio’ che vuole. Anzi e’ sicuramente cosi’. Infatti ormai credo stia per compiere 40 anni; ma non ricordo la data, beh era del Sagittario, quindi … no, non ricordo proprio.”
Carla desidera, non sogna. Solo che lo fa a livelli incomprensibilmente alti per la media mondiale convenzionalmente censita dall’inizio della vita sociale in ambiente scuola, lavoro, amicizie varie, circolo sportivo, quotidiani, web, etc.
Che cazzo desidera, tanto che nessuno riesce a capire cio’ che vuole, visti i risultati accumulati nei suoi primi 40 anni?
Carla desidera cio’ che ha sentito dire esistere dai genitori, dai ragazzi che la toccavano, dai media, anche dai Baci Perugina, la piu’ planetariamente nominata delle parole: AMORE.
Il problema e’ che Carla e’ una ragazza sveglia, che ha avuto problemi, anche economici e quindi un po’ per conquistare indipendenza reale (= sicurezza) un po’ perche’ come tutti e’ obbligata, lavora in una grande compagnia nel settore informatico. Ormai, in 9 anni ha fatto una certa carriera, tanto che le succede di avere rapporti di lavoro con alcuni Grandi Clienti, come Responsabile di supporto post-vendita. Orari allucinanti, spesso per problemi da risolvere con colleghi di oltreoceano per fortuna non le lasciano troppo tempo per pensare.
Ma quando lo fa – perche’ le piace soffrire per rinforzarsi, dice lei – scopre di soffermarsi sempre di piu’ sulle vere ragioni del perdurare di infinite situazioni di insoddisfazione.
Carla vuole vivere l’Amore nel senso piu’ intimo e completo di cui e’ capace. Solo che gli stereotipi diffusi, specie quelli occidentali, rifuggono e demonizzano il mettere in aperta discussione ricerche interiori che considerino la sfera sessuale come Punto di Partenza e non di arrivo per darsi energia e felicita’ (bagliori di luce, ovviamente, variazioni; la luce fissa non esiste in questo campo, gli occhi si abituerebbero e non vedrebbero piu’ le variazioni, che sono l’Energia reale).
Secondo lei l’Amore parte dal DNA, poi da sensazioni chimiche sconosciute, poi ci si inventa ragioni razionali ed emotive, poi ci si accorge che i linguaggi parlati non funzionano piu’ perche’ qualcuno non ha interesse a Comunicare con l’altro e la Storia finisce. Ma Carla, tutte le volte che ha provato ad affrontare questi temi ha avuto sguardi increduli o piu’ spesso inespressivi.
Per fortuna la rassegnazione non e’ un termine a lei conosciuto. Secondo gli altri per sfortuna.
Giorgio, il suo partner, e’ un riferimento. Inamovibile ma gioviale, buono ed allegro, generoso e compatibile con ogni sua sfuriata, con un bel fisico per la sua eta’. Ma quel che piu’ conta un porto sicuro, una stabilita’ granitica negli orientamenti generali e nel suo modo di concepire la vita.
Quel che piu’ conta? Carla vorrebbe … un sacco di situazioni “strane” … ma Giorgio lavora su altre frequenze, piu’ basse, piu’ lente. Il suo difetto principale e’ una differente velocita’ di pensiero e di azione. E poi e’ molto buono. Ecco cio’ che non va. Pero’ gli altri … le piace provocare gli uomini per gioco, ma crudelmente perche’ e’ troppo facile metterli in difficolta’, farli entrare in contraddizione appena aprono bocca. Ed anche se decide (ormai rarissimamente, troppe delusioni) di andare oltre, le situazioni scontate non si menzionano piu’. Banalita’, superficialita’, sesso rapido riciclabile da gettare nel contenitore rosso che tanto il camion “degli operatori ecologici” lo ritira domattina. Sei venuta? Sono venuto. Bene, la nostra storia funziona da Dio. Ti amo, mi ami, e’ chiaro.
Stronzate, Carla ne ha la nausea, ma la forza interiore per cercare Amore e’ indomabile quanto il suo attaccamento alla vita, anzi meglio: e’ l’essenza della sua vitalita’ a prevalere. Cosi’ va avanti, con un po’ di malinconia e qualche risata, il superimpegno lavorativo, sociale, ma anche interiore.
Vuole il Riscatto della sua vita, vuole almeno dire a se stessa che ci ha provato, se non dovesse riuscirci. La vita e’ breve, e puo’ esserlo piu’ di quanto convenzionalmente lo si creda.
Capire che Esiste cio’ che si desidera e’ una grande cosa, forse piu’ importante del possesso di cio’ che si desidera.
Di queste cose e’ convinta Carla. Per queste cose soffre ed ha sofferto.
Ma la vita, quella lavorativa, oggi le riserva una delle cose piu’ sgradevoli: ultimo tentativo per recuperare un cliente con un potenziale molto interessante perche’ in costante crescita, specie di recente. Le ultime tre forniture di volume per quei computer di fascia SOHO hanno dato problemi di affidabilita’ enormi: difettosita’ nei dischi, compatibilita’ software, modem integrati troppo delicati, con guasti manifestati dopo poche ore di funzionamento. Il cliente ha chiesto un appuntamento “chiarificatore e per comunicare importanti decisioni”.
Non era mai stata nella sede della Xxxxxx Sistemi SpA. A dispetto del notevole fatturato e’ di piccole dimensioni, un edificio moderno ma sobrio, difficolta’ di parcheggio, caldo. I collant probabilmente nel pomeriggio dimostreranno i loro limiti, ma ad un appuntamento dato a mezzogiorno con questo ordine del giorno Carla non poteva andare con aria informale. Tailleur quello serio, gonna piu’ lunga del solito e trucco operativo, leggero. Nulla di straordinario e fuorviante (indicherebbe scarsa concretezza a fronte di problemi reali), bensi’ massima concentrazione su di una partita forse gia’ persa.
Non c’e’ l’Ing. Mazzucotelli come stabilito a riceverla, Amministratore e fondatore della Societa’, bensi’ il Dr.Marco Bezzi, strettissimo collaboratore in qualità di Direttore Commerciale ed autore delle ultime performance di crescita.
Appena Carla comincia ad affrontare la situazione, si rende conto che i suoi punti di riferimento interiore hanno ricevuto un attacco da forze impari. Questo Dr. Marco la guarda negli occhi ma, anziche’ aggredirla come era scontato (situazione alla quale era pronta), comincia ad esplorare le cause possibili di tale scadente performance in un’azienda tanto importante quanto la multinazionale di Carla. Pur gia’ conoscendo di fama l’interlocutore come uomo di ghiaccio, protagonista di una recente ristrutturazione costata parecchi posti di lavoro (ha buttato fuori anche la sua amica Francesca, poverina!), Carla si aspetta qualche trucco, qualche frase dura. Niente, Marco parla con cordiale calma di problemi gravi, ma ricercando elementi positivi e costruttivi.
Carla ascolta ma non sente … annuisce mentre affiora il Sogno quando meno doveva accadere … comincia a fantasticare perche’ quegli occhi le stanno parlando di altri argomenti. Il cattivo ragazzo Marco (deve esserlo davvero) la penetra subdolamente, chiedendole di parlarle di segreti inviolabili anche da se stessa. Lei si stacca da quello sguardo avvinghiante, lo sente troppo pericoloso, le fa paura.
Ora tocca a lei confermare verbalmente le aperture di credito professionale elencate dalla controparte.
Non riesce a guardarlo negli occhi, l’induzione alla deconcentrazione e’ troppo alta. Lui se ne accorge e la toglie di imbarazzo, distogliendo allora lo sguardo. Strano, lui accogliendola non le ha neppure offerto un caffe’. A quel punto Carla ha finito di confermare che tutti i problemi sono stati risolti nelle linee di produzione e che gli effetti dell’accaduto verranno bilanciati da una riduzione dei prezzi e da un bonus speciale costituito da … si ritrovano in piedi, l’incontro e’ ormai terminato.
Positivamente, stranamente, paradossalmente.
E come dopo un Sogno, Carla si ritrova a dare la mano ad una persona stra-ordinaria, diversa, magnetica. E sente un fremito giu’, si sente “strana” proprio li’ sotto. Se lo domanda, mentre lui interrompe di colpo i convenevoli, tace mentre la stretta della mano cresce, si fa piu’ decisa, quasi prepotente. Carla prova a sorridere, prova a fissare i suoi occhi, ma scopre di avvicinarsi nella sua direzione di qualche millimetro.
Marco la sta penetrando con gli occhi. Le sorride mentre avvicina il suo viso, in una mossa certamente rischiosissima per lui. Ma sembra determinato a giocarsi la reputazione ed avvicina le sue labbra a quelle molto sensuali di Carla. In lei arrivano dubbi prepotenti in pochi decimi di secondo, spazzati immediatamente dalla sua vitalita’ cosi’ intensa da sembrare irrazionale, illogica anche a se stessa.
A quel punto l’esplosione delle sensualita’ superiori dei due. Mentre il bacio ha una forza ed una grazia da gladiatori, le mani di entrambi si cercano, trovano bottoni e cerniere, abbracci e carezze erotici, percorsi indugianti di reciproca conoscenza dei punti piu’ eccitanti. Carla trova il membro di lui, lo accarezza senza estrarlo dai pantaloni. Lui compie cio’ che e’ necessario a questo punto: le dita che stavano facendo conoscenza superficiale con il suo clito cominciano a forare, strappare i collant. La gonna va su, la scrivania e’ vicina, lui la solleva e la pone su di essa. Il clito fa ora conoscenza della lingua di Marco, ma e’ un’apparizione che giudica troppo breve (dal suo punto di vista). L’azione e’ stata strumentale alla subitanea penetrazione dell’uccello di Marco, che prende a sprofondare la yoni di Carla con un ritmo variabile, facendola gemere e poi desiderare qualcosa a cui teme di dover rinunciare da un momento all’altro. Non c’era chiave nella porta, possono essere sorpresi, lui potrebbe venire subito e lei sentirsi usata per caso, anche se piacevolmente.
Invece lui si ferma, la solleva e si sdraia sul parquet, mentre lei si gode il palo che l’ha infilzata e chiede di farsi strizzare i bei capezzoli durissimi. A quel punto e’ proprio Carla a condurre il gioco, con lui strumento di piacevole tortura, ed il gioco prosegue, prosegue e … ahhh, Carla non riesce piu’ a trattenersi e gode con un fremito ripetuto, stranamente piu’ lungo del solito. “Strano”, pensa “non lo conosco neppure, ora succedera’ qualcosa di negativo, vedrai”. Mentre si aspetta che lui cominci a godere.
Ma non avviene. Invece comincia a stringerla, ad accarezzarla, a cercare una pinzatrice per aggiustare la gonna scucita vistosamente. Le chiede anzi se si sente bene, se e’ a suo agio nella situazione ed in quel preciso istante. Carla riflette: ovviamente no, abbiamo fatto una pazzia, forse evitabile, meglio aggiustarsi i vestiti al piu’ presto.
A quel punto lui comincia a corteggiarla. Nel senso che definisce ne’ strano ne’ pazzo l’accaduto, ma semplicemente inevitabile. E le dichiara il suo interesse sincero, autentico, per una donna che ha risposto correttamente e naturalmente ad un discorso non scritto comunicato da Marco.
La cosa DEVE avere un seguito, e’ chiaro ad entrambi, anche se entrambi sono gia’ impegnati, convivono, hanno menage e nuclei sociali costituiti, ufficialmente stabili.
Stabiliscono di conoscersi meglio, che dovranno rivedersi, che e’ bene stabilire il giorno esatto quando sara’ possibile ad entrambi.
Carla ha anche capito che non e’ stato un incidente casuale. Quel tipo avrebbe potuto incontrarlo in Metro, in Banca, in coda al Cinema, ma sarebbe successo qualcosa per forza. Ed ha capito che Marco riserba molte sorprese perche’ ha molti contenuti, e’ stranamente calmo, deciso, ha un fine determinato ma non riesce a focalizzarlo. C’e’ una strana Forza in lui. Della quale ha paura e quindi se ne sente attratta, come quando era bambina.
L’unica cosa seria che puo’ fare e’ scoprirlo continuando il Gioco.
Passano due giorni. Carla ha momenti di pausa nel lavoro che le consentono riflessioni sull’episodio perlomeno singolare.
In un momento di simili fantasie squilla un SMS, da lui, che propone luogo e ora.
Carla risponde solo OK, non ha il coraggio di aggiungere altro.
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18 anni fa
claudio3rz,
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Ultima visita: 17 anni fa
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T come treno, t come troia
Mia moglie Barbara ¨¦ rossa in viso, e non solo per via del riscaldamento molto alto. In effetti abbiamo ancora i giubbotti addosso, e lo scompartimento ¨¦ ben riscaldato. Un po¡¯ sar§Ñ la tensione, un po¡¯ magari anche l¡¯imbarazzo¡ insomma, ¨¦ una discreta vacca ma non deve essere stato facile dire quello che ha appena detto.
Neanche per lo sconosciuto seduto di fronte a lei deve essere facile credere alle proprie orecchie: ha una faccia tra l¡¯incredulo e il divertito, continua a guardare alternativamente Barbara e me.
Barbara, con le guance rosse, sembra una Heidi versione porno, ha gli occhietti furbi e un po¡¯ di lucidalabbra e l¡¯uomo davanti a lei probabilmente non riesce a convincersi di averla appena sentita pronunciare la frase: ¡°Le andrebbe di farsi fare un pompino?¡±.
Io, quando ho sentito la frase, ho saputo che avevo perso la scommessa.
La serata che abbiamo organizzato io e mia moglie Barbara fa parte delle nostre recenti corv¨¦es di sesso fuori dagli schemi: da un anno a questa parte ci stiamo concedendo trasgressioni che hanno sempre occupato le nostre fantasie, ma che prima non avevamo mai avuto il coraggio di mettere in pratica¡ e anche alcune a cui non avevamo mai pensato, come questa del treno, che per¨° ci piace molto e che ogni tanto rifacciamo.
I giochi sul treno li abbiamo provati altre tre volte¡ il concetto, grossomodo, ¨¦ di parcheggiare l¡¯auto vicino alla stazione di Torino, in settimana, nel tardo pomeriggio; salire su un treno che ci porti in qualche localit§Ñ a 70 - 100 km dove cenare in pizzeria o trattoria, e poi tornare indietro con un treno regionale, solitamente poco frequentato, possibilmente l¡¯ultimo della sera¡ cercare uno scompartimento dove ci sia un uomo da solo (¡°anche due, se vuoi¡± le ho detto tra il serio e lo scherzo), che Barbara deve stuzzicare fino a combinarci qualcosa, possibilmente davanti a me, nello scompartimento, mentre io controllo che non arrivi nessuno e, se la situazione lo permette, mi sego beatamente...
Sembra facile, ma in realt§Ñ lo ¨¦ un po¡¯ meno: c¡¯¨¦ molta gente che ha paura, istintivamente, di essere tirata in mezzo a qualcosa di pericoloso, soprattutto su un treno semideserto che fila tra le campagne piemontesi. Insomma, c'¨¨ un po' di diffidenza...
La prima volta ¨¦ stata in primavera dell¡¯anno scorso¡ naturalmente Barbara ha girato mezzo treno, finch¨¦ ha trovato uno che fosse di suo gradimento, e finalmente l¡¯ha trovato. Un ragazzo sui 25 anni fisicamente abbastanza prestante, che ha raccolto con una certa sfacciataggine gli sguardi della mia lei¡ quando io mi sono allontanato di proposito, fingendo di andare alla toilette (questo mia moglie me l¡¯ha raccontato al ritorno dalla serata, mentre me la scopavo in preda a un¡¯eccitazione notevole), il tipo ha cominciato a toccarsi il pacco con ostentazione, reggendo con aria spavalda gli sguardi da zoccola di mia moglie.
Quella sera ¨¦ andata bene, dicevo, soprattutto per essere stata la prima¡ il tipo era di gradimento di Barbara, aveva un uccello pi¨´ che discreto e sembrava molto fiero di guardarmi mentre lo metteva in bocca alla mia troietta, e particolare che interessa a quella porca di mia moglie, il sapore del suo sperma era molto piacevole.
Quando ero tornato dalla toilette (dove ero rimasto alcuni minuti per dare il tempo alla mia troietta di provocare a dovere) Barbara aveva ormai avviato le cose nella direzione giusta, si era seduta vicino a lui, che ha avuto mezzo secondo di stupore quando io sono tornato, ma poi si ¨¦ subito messo a suo agio. Lei ha cominciato a tastargli il pacco, lui mi ha guardato un po¡¯ incerto, ma io gli avevo fatto una faccia come dire ¡°vai tranquillo¡±, e lui non si ¨¦ fatto pregare.
In quel momento il treno si ¨¦ fermato a una stazione dove sono scese due persone e non ¨¦ salito nessuno.
Neanche un minuto, il treno ¨¦ ripartito, Barbara ha palpato ancora un po¡¯ il pacco al tipo, poi ha stuzzicato maliziosamente la zip dei pantaloni, e credo che il tipo stesse gi§Ñ morendo dalla voglia¡
Io mi sono alzato e mi sono messo praticamente sulla soglia dello scompartimento, con le spalle al corridoio, in modo da potere controllare la situazione, ma anche da potere vedere le prodezze di mia moglie. Ho visto che lo scompartimento a sinistra del nostro e i due a destra erano vuoti¡
- Tranquilla, non c¡¯¨¦ nessuno¡ - ho detto piano
Barbara ha abbassato la zip slacciato la cintura, sbottonato i jeans attillati; ha estratto il cazzo gi¨¤ duro del giovane e si ¨¦ messa a spompinarlo.
Lui aveva un bel cazzo, abbastanza lungo e robusto, dalla pelle chiara, e aveva due coglioni gonfi e poco pelosi che la mia vacca ha leccato guardandomi ostentatamente. Poi, dopo avere lungamente spompinato con passione il cazzo del fortunato sconosciuto, si ¨¦ fatta una bella bevuta di sborra e ha continuato a succhiare, senza dare l¡¯impressione di volere smettere: le piaceva proprio quel cazzo¡ comunque il tipo non si ¨¦ lamentato troppo, l¡¯ha lasciata fare e poco prima di arrivare alla stazione successiva le ha sborrato in bocca una seconda volta, gemendo e sbuffando di piacere. Barbara si ¨¦ tirata su e ha dato al tipo un giornale per coprirsi (di pulirsi non aveva bisogno, lei ha bevuto anche l¡¯ultima goccia), ha aspettato che il treno ripartisse, e poi, mentre il tipo ancora si stava ricomponendo, si ¨¦ accosciata davanti a me e mi ha fatto un pompino dei suoi praticamente davanti al naso del tipo ancora ansimante; ha succhiato con foga selvaggia, portandomi rapidamente all¡¯orgasmo, e quando ha capito che c¡¯ero, ha aperto la bocca e tolto la mano¡ fa cos¨¬ quando vuole che io mi seghi schizzandole in faccia, e io naturalmente l'jo accontentata: me lo sono menato tenendo la troietta per i capelli, e le ho sborrato in faccia davanti allo stupefatto compagno di viaggio, uno schizzo dopo l¡¯altro, per poi chiudere la porta dello stabilimento dietro di me e potermi risistemare¡
Quella notte siamo tornati a casa infoiati come animali, Barbara ha voluto essere scopata in figa e nel culo, e secondo entrambi ¨¦ stata una delle nostre serate migliori¡
Ma questa sera il gioco ¨¦ diverso, scusate se ho divagato. Questa sera abbiamo fatto una scommessa: ci saremmo seduti in un scompartimento vuoto, e attendendo che qualcuno venisse a sedersi. Il primo uomo che si siede nello scompartimento Barbara dovr¨¤ abbordarlo esplicitamente. Non importa se ¨¦ giovane o vecchio, magro o grasso, e Barbara dovr§Ñ abbordarlo offredogli un pompino. Usando proprio questa parola: pompino. E il tipo dovr§Ñ farselo fare l¨¬ davanti a me... abbiamo messo questa clausola perch¨¦ la seconda volta che abbiamo tentato il gioco non ¨¦ riuscito, Barbara ha provocato diversi uomini che forse erano in soggezione davanti a me, e abbiamo passato la serata in treno senza combinare un tubo (poi quando siamo tornati alla macchina siamo andati a scopare in una zona di guardoni e Barbara ha smanettato uno sconosciuto in piedi fuori dall'auto, meglio di niente!).
La terza volta, invece, l¡¯unico che ha abboccato era un uomo sulla quarantina, abbastanza distinto e curato nell¡¯aspetto, che per¨° si ¨¨ diretto verso il bagno strizzando l¡¯occhio alla mia troietta, pensando che io non me ne accorgessi, non capendo che tipo di gioco facevamo. Lei mi ha guardato con aria interrogativa, non sapeva se io avrei accettato¡ Io sapevo che quello ¨¦ il tipo di uomo un po¡¯ piacione che manda in visibilio le troiette come la mia, mi dispiaceva un po¡¯ non assistere, ma mi dispiaceva anche limitare nel gioco quella deliziosa succhiacazzi che ¨¦ la mia lei.
- Vai e divertiti¡ - le ho detto strizzando l¡¯occhio.
- Posso farmi rompere il culo? ¨C mi fa lei con un sorriso da sborrarle in faccia.
- Mmmhh¡ se non te lo rompe troppo, che dopo voglio giocarci anche un po¡¯ io¡
Insomma, lei ¨¦ andata di l¨¤, si sono chiusi nel bagno, gli ha tirato fuori l¡¯uccello e lo ha succhiato fino a farlo diventare duro, poi gli ha dato un preservativo e si ¨¨ girata di spalle chinandosi in avanti, nei limiti del poco spazio.
- Ha detto mio marito che puoi mettermelo dietro ma senza sciuparmelo troppo, che poi vuole farci un giro anche lui¡ - ha detto Barbara girandosi di spalle e abbassandosi la tuta sportiva (¨¦ una scelta di comodit¨¤, si abbassa e si rialza in fretta, e ci entra comodamente una mano).
- Siete una bella coppia di porci, eh?
- D§Ñi, mettiti il preservativo e fammelo sentire tutto¡
Lui ha frugato nel portafogli, le ha fatto vedere la tessera di donatore Avis¡
- Non preferisci senza quel pezzo di gomma? ¨C le fa, insalivandosi la cappella
Lei si ¨¦ sfilata il pantalone della tuta da un piede e ha messo il ginocchio sul lavandino, gesto che valeva quanto un s¨¬. Lui le ha strappato le mutande, si ¨¨ abbassato e le ha messo la facci in mezzo alle chiappe, annusando e leccando il buco scuro e invitante; poi si ¨¨ rialzato, ha puntato e gliel¡¯ha messo nel culo spingendo con forza fino alle palle, iniziando subito a scoparla con foga animale, e venendole dentro in poco tempo (alla mia lei piace molto ricevere lo sperma nel culo) mentre lei gemeva e ansimava contro lo specchio, appannandolo¡ poi l¡¯ha fatta girare, si ¨¦ abbassato davanti a lei, le ha messo due dita in figa e l¡¯ha leccata con come un assetato a una fontana, facendola venire molto in fretta a sua volta.
A lei quella terza serata ¨¦ piaciuta molto, dice che le piaceva l¡¯ambiente che la faceva sentire una puttana, e anche quel gesto delle mutande strappate, dice che quel sesso a perdere ci vuole, di tanto in tanto¡ come darle torto, anche io poco tempo fa mi sono lasciato fare un pompino con ingoio da un altro uomo, davanti all¡¯auto, mentre mia moglie, seduta sul sedile del guidatore, si faceva un ditalino guardando la scena...
L¡¯unica cosa ¨¦ che a tutti e due quella terza sera in treno ha lasciato il rimpianto di non avere potuto giocare insieme¡ insomma, vedere un altro uomo che si incula la mia Barbara, che la monta con colpi decisi, mi arrapa moltissimo, forse anche di pi¨´ che vederla fare pompini (piccolo segreto: per reciproco accordo la figa ¨¨ solo mia), per¨°¡ insomma, mi piace guardare, e magari metterglielo in bocca mentre l¡¯altro le allarga le chiappe e glielo fa sentire tutto nel culo¡
Ecco perch¨¦, dicevo prima di divagare nuovamente, abbiamo fatto la scommessa: sarebbe stato il primo che capitava, sarebbe successo tutto nello scompartimento, e lei avrebbe dovuto trovare il coraggio di proporlo senza mezzi termini, usando la parola pompino, o espressioni analogamente esplicite.
Quando ci si ¨¦ seduto davanti il primo passeggero, ho avuto sentimenti contrastanti. E' vestito in modo classico, un tipico impiegato sulla cinquantina leggermente soprappeso e con la faccia da brava persona, tendente un po¡¯ al fessacchiotto.
Da una parte ero sicuro di vincere la scommessa, e questo mi faceva allettava non poco, ma dall¡¯altra pensavo che Barbara non avrebbe avuto il coraggio di abbordare un simile pesce lesso, che oltre a non piacerle magari era pure il tipo che ci denunciava. E se anche barbara avesse avuto il coraggio di abbordarlo questo si sarebbe scandalizzato oppure spaventato, e non si sarebbe concluso un tubo¡
La serata, tra l¡¯altro, non ¨¦ cominciata benissimo: nel primo scompartimento vuoto che abbiamo provato, dopo un po¡¯ ¨¦ arrivata una signora piuttosto matura che io mi sarei fatto (Barbara, che sa di queste mie fantasie, mi ha guardato con giocosa aria di sfida, come dire: vuoi provare tu?); siamo usciti e abbiamo cambiato scompartimento.
Nel secondo, dopo un po¡¯ si ¨¦ seduta una filippina con due bimbe e un bimbo¡ altro cambio!
Nel terzo arriva questo pesce lesso, Barbara ed io abbiamo ancora i giubbotti addosso, ci guardiamo come dire: ¡°lasciamo perdere?¡±.
Io e lei siamo seduti uno di fronte all¡¯altra nei posti di mezzo, in un modo o nell¡¯altro il tipo si deve sedere di fianco a uno di noi. Si siede davanti a me e di fianco a lei.
Poi lei si sbottona un po¡¯ il giubbotto, ¨¦ rossa per il caldo e per la vergogna (anche le zoccole come la mia, ogni tanto¡).
Si sporge verso la rivista che lui sta leggendo, fingendo di sbirciare un articolo, lui si gira la vede a pochi centimetri dal proprio volto, forse ne sente il profumo, sicuramente ¨¦ in imbarazzo.
Lei prende fiato, non credevo che lo facesse, ma in un attimo gli ha sussurrato: ¡°Le andrebbe di farsi fare un pompino?¡±.
Lui mi guarda per un attimo, guarda lei, si sta chiedendo se ha capito male, ma quando risponde ci rendiamo conto che l¡¯apparenza spesso inganna. Io pensavo gli venisse un collasso, ma decisamente lo abbiamo sottovalutato¡ ha esitato solo il tempo di assicurarsi di non fare figure di merda, poi ha detto, con tono tranquillo:
- Dipende¡ gratis o a pagamento?
Prima che io possa rispondere, ¨¦ Barbara a farlo: ¨¦ sempre stata porcellina molto pronta di figa e di bocca, ma anche di cervello, se ¨¦ per questo¡
- 50 euro ti seguo in bagno, se invece ti piace il rischio te lo faccio gratis qui, a mio marito piace guardare¡
- Ma se arriva qualcuno?
- Mio marito controlla e ci avvisa, nel caso ti copri con la giacca¡
- Beh, scusa, a me piace farmi guardare ¨C dice a sorpresa il tipo tastandosi il pacco ¨C e lui piace guardare, mi pare che convenga a tutti stare qui¡
Guarda Barbara con aria lasciva e continua a tastarsi il pacco, decisamente l¡¯avevamo sottovalutato. Come ti fregano le facce tranquille¡
Io comincio ad essere arrapato, il tipo evidentemente pure¡ Barbara dice:
- D§Ñi, tiralo fuori¡
- Lo vuoi vedere?
- S¨¬, fammelo vedere¡
- Vuoi che te lo metta in bocca?
- Non vedo l¡¯ora¡
Lui si sbottona, lo tira fuori e comincia a segarsi lentamente, ansima piano... ha un cazzo niente male, non molto lungo ma tozzo, con un¡¯asta bella solida e leggermente curvata verso l¡¯alto, con la pelle pi¨´ scura di come si sarebbe detto guardandolo in viso. La cappella ¨¦ carnosa, molto scura, piacevole da vedere mentre sta per sparire nella boccuccia famelica di lei¡ Sempre segandosi con la sinistra, il tipo passa la mano destra dietro la nuca della mia puttanella e le tira la testa verso il suo uccello, che ora ¨¦ duro e dritto¡ La vacca apre la bocca, il cazzo le scivola fra le labbra, lui tira ancora la testa verso il basso, finch¨¦ il naso di mia moglie ¨¦ contro i suoi peli, immagino che la cappella di lui sia ormai contro le tonsille.
Barbara tossisce.
Lui la lascia andare un po¡¯, poi tira di nuovo e d¨¤ un colpo con bacino, gemendo per il piacere.
Barbara tossisce ancora, poi dice: s¨¬, mi piace, fallo ancora¡
Io guardo intorno, non c¡¯¨¦ nessuno, mi tasto il cazzo duro attraverso i pantaloni, sono arrapato come una bestia¡ il tipo tiene ancora per un po¡¯ il collo di Barbara, spingendolo verso il basso e dando colpi di anche come se la stesse scopando. Lei ansima, io la conosco e so quanto le piace quel trattamento¡
Poi il tipo le lascia il collo e allunga la mano a toccarle il culo, insinua facilmente una mano sotto la tuta ma non riesce a fare granch¨¦. La mia vacca allora si inginocchia sul sedile, ora ¨¦ culo all¡¯aria, cos¨¬ riesce a spompinare meglio e allo stesso tempo riesce a farsi frugare meglio sotto le mutande¡
Lei ora pompa con brio, lui sente il buchetto ruvido del culo, lo stuzzica col dito, tira fuori la mano dal pantalone di lei si insaliva il dito¡ vedo che ha le mani tozze, le dita grosse, d¨¤i, penso, mettile un dito in culo¡.
- Succhia bene la tua signora¡ - mi dice lui guardandomi, con la voce rauca per il piacere
- E¡¯ una brava troietta, vero?
Lei ansima per un attimo, pi¨´ forte, dice, e capisco che lui le sta infilando il dito nel culo.
- D§Ñi, s¨¬¡
- Lo vuoi tutto? ¨C fa il tipo
- S¨¬iii¡ vorresti incularmi?
- S¨¬, ma adesso continua, che ti do il dessert¡
A queste parole lei pompa come una dannata, io sono talmente arrapato che do un¡¯occhiata in giro, vedo che non c¡¯¨¦ nessuno, rientro e chiudo lo scompartimento.
Tiro le tendine, poi passo dietro a mia moglie, le abbasso il pantalone della tuta, tiro fuori il cazzo e sto per cominciare a scoparmela, quando sento annunciare una stazione, e dico agli altri che dobbiamo ricomporci.
- No, ¨¦ la mia¡ - fa il tipo con voce lamentosa per il piacere che la bocca di Barbara gli sta dando¡ - che facciamo?
Lui ¨¦ confuso, ma Barbara continua a spompinare come se non avesse sentito una parola. Fuori, in corridoio sentiamo i passi di qualcuno che si prepara a scendere.
Il treno sta rallentando, Barbara invece accelera¡ lui le sfila il dito dal culo e la prende di nuovo per la testa, lei succhia come sa fare, pochi secondi, il treno rallenta ancora, lui ansima, ha un sussulto, e poi capisco che sta tirando una sborrata notevole in bocca a quell¡¯ingorda di mia moglie.
Sento il rumore di lei che deglutisce, lui geme, lei d¨¤ le ultime smanettate e ciuccia ancora, si vedono le prime luci, il bacino di lui si decontrae, Barbara si sposta, fa schioccare la lingua in modo provocante e dice:
- Niente male, eh? Una bocca pi¨´ puntuale di un treno!
Il tipo si ricaccia l¡¯uccello lucido e ancora pulsante nei pantaloni, si sistema alla meno peggio e si lancia fuori dallo scompartimento. Si volta indietro solo un attimo, come se si ricordasse per un attimo qualcosa, ma non sa cosa dire¡
- Grazie, scusate se devo scappare cos¨¬, speriamo che ci si incontri di nuovo¡
-S¨¬ ¨C fa lei ¨C ma la prossima volta tocca a lui¡
Il tipo ¨¦ gi§Ñ andato, forse non ha sentito, e comunque non credo che avrebbe capito senza un minimo di spiegazioni¡ Il fatto ¨¦ che ¨C non ve l¡¯ho detto? ¨C i termini della scommessa erano i seguenti: se vinceva lei, come ha vinto, anche io avrei dovuto fare un pompino, eventualmente offrendo il bis tipo che lei aveva spompinato, che in questo caso per¨° ¨¦ scappato al volo¡
Se invece vincevo io¡ vabb¨¦, ma tanto la scommessa l¡¯ho persa, no?
Barbara mi guarda e dice:
- Allora? Che si fa? Manca ancora un po¡¯ a Torino¡
- Dobbiamo andare a cercare qualcuno che voglia farsi fare un pompino da me? ¨C le dico
Lei ci pensa un po¡¯, poi mi risponde:
- Ma, no, a pagare c¡¯¨¦ sempre tempo, e io i debiti di gioco non li dimentico¡ perch¨¦ invece non mi porti in bagno e mi fai sentire ancora un po¡¯ troia?
- Muoio di metterti la lingua nel culo¡
- Solo la lingua?
E si incammina verso il bagno, sculettando le fantastiche chiappe sode in mezzo alle quali, fra pochi attimi di impazienza, le pianter¨° l¡¯uccello.
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18 anni fa
admin, 75
online -
Trav scopato da gruppo
è strana la vita....mesi a ricevere e-mail e niente incontri....è proprio vero che quando meno te lo aspetti.....ero al mare a Tropea e un pomeriggio nn sapendo che fare metto uno dei miei tanga e mi metto sulla sdraio sul terrazzo...il terrazzo mi sembrava al riparo da qualunque sguardo curioso perchè in posizione strategica....mi sbagliavo e lo capii il giorni dopo...uscendo il pomeriggio x una camminata mi fermai in un bar...avevo un pantaloncio e sotto un bel perizoma..mi sedetti facendo attenzione a nn far uscire il perizoma...di fronte a me erano seduti due ragazzi che incominciarono a fissarmi...ero a disagio mi controllai il perizoma ma nn si vedeva niente..appena bevuto il caffè pagai e andai via e voltandomi vidi i ragazzi ridere.ero stranito..la sera andai sul corso e avevo un pantalone che rendeva onore al mio culone...aspettavo degli amici ed ero in un bar..all'improvviso il cameriere mi portò un mojto..io dissi di nn aver ordinato nulla e il cameriere mi disse che era stato pagato da un ragazzo.chiesi chi era e mi indico un ragazzo...era uno dei due del bar..appena andato via il cameriere il ragazzo si avvicinò e si presentò,era russo e fece subito una battuta sul fatto che mi piaceva prendere il sole con un tanga...sprofondai dalla vergogna ma lui capendo mi disse che stavo molto bene e incomiciò a fare domande e quando io dissi che mi travestivo completamente lui sembrò impazzire..e mi disse che stavano facendo una festa e se volevo andare però da travestito.ero disorientato ma la voglia di fare l'amore era troppo forte...andai a casa e presi le mie cose e andai con lui...arrivammo in un piccolo appartamento dove nn c'era ancora nessuno..mi disse di spogliarmi e cambiarmi...andai in bagno e misi calze guipiere tanga neri e un vestitino molto succinto..misi tacchi a pillo ed ero quasi 2 metri..appena uscita da bagno sorpresa...c'erano 5 ragazzi e uno di colore...ebbi paura volevo scappare ma dall'altro lato avevo una voglia....si avvicinarono tutti e mi incominciarono a palpare..stavo impazzendo era un misto di paura ed eccitazione..in un batti baleno mi tolsero il vestitino e mi fecero inginocchiare....ero circondata!si tolsero i pantaloni...mamma mia che cazzi...incominciarono a chiamarmi puttana e senza accorgemene avevo il primo cazzo in bocca in rapida successione incominciai a succhiarli tutti e in particolare quello nero...aveva un sapore diverso...uno mi infilo le sue dita nel culetto x lubbrificarlo...il più anziano allora mi fece sedere su di lui e senza mezze parole mi infilò il suo palo di carne...che male gridai dal dolore ma questo eccitò gli altri che mi scoparono a turno...il ragazzo di colore fu l'ultimo....aveva un cazzo enorme..il mio culo era già dilatato ma quando mi penetrò lui gridai come una pazza....nn veniva più mi scopò per 20 minuti di fila...quando finì ero stremata e andai in bagno x farmi una doccia credendo che fosse finita..mi sbaglia perchè dopo la doccia mi ripresero..io volevo andar via ma nn fu possibile mi legarono le mai e ricominciarono ero terrorizzata...l'ano era completamente aperto cosi fecero una cosa che io nn avevo mai fatto...io ero legato e cosi mi infilarono prima 1 e poi 2 cazzi nel culo....gridai ma più pompavano e più mi piaceva....proseguirono x altre 2 ore alla fine mi sborrarono tutti in faccia...senza neanche la doccia mi portarono in macchina e mi lasciarono mezza nuda in spiaggia...a malappena ritornai a casa via mare...feci più docce nn potevo nemmeno camminare...sentivo ancora i loro cazzi...nn usci di casa x 4 giorni....ero distrutta e umiliata
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18 anni fa
cosenzabsx,
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Ultima visita: 2 anni fa
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Quattro ragazzi per un travestito
Premetto di essere un travestito in privato, mi dicono bello, sensuale e da monta.
Scrivo questa storia perché vorrei che una infinità di uomini si masturbassero eccitati per quello che hanno letto.
Sono un ragazzo 25enne, ormai laureato, ma all’epoca dei fatti, che fra poco racconterò, ero uno studente universitario di scienze politiche, alla facoltà di Napoli, di anni 21.
Però prima devo accenarvi a qualcosa che riguarda la mia adolescenza, premessa irrrinunciabile per una completa comprensione della mia storia.
Sono stato e sono un ragazzo normale, fisicamente intento. Normale nel senso di non effeminato e insospettabile in questa mia natura celata.
Normale quindi, ma pure carino, alto, prestante, fisico longilineo, però con un grande difetto in questa mia mascolinità, il culo. Ho un culo da donna, me lo dicono tutti, rotondo, sodo, che forma una perfetta attaccatura con le cosce, un culo insomma da prendere, da violentare.
E’ stato il mio “ingombrante” culo da femmina ad aprire pian piano, già all’età di sedici anni, una voragine nella mia personalità sessuale apparentemente univoca. Passavo ore a fissarlo e mi eccitavo con ciò e finivo per masturbarmi. Vestivo il mio culo con perizoma, lo ingabbiavo in un reggicalze, lo valorizzavo con una sottoveste o baby-doll (cose che all’inizio sottraevo a qualche zia avvenente), tutto ciò al solo fine ripeto di masturbarmi. Non cercavo su riviste porno l’ispirazione per una sega, mi bastava guardare il mio culo.
Ad un certo punto però ho sentito altro, un prurito sessuale nuovo, sconvolgente, assolutamente innato. La colpa o il merito (lascio giudicare a voi) è da attribuire ad un mio amico coetaneo.
Allora avevamo diciott’anni ed eravamo in un negozio di profumi nei giorni precedenti a San Valentino, infatti lui doveva acquistare un regalo per la sua fidanzata.
Senza accorgermene mi ero messo chino sul bancone della cassa, poggiato sui gomiti, la schiena inarcata e il culo inevitabilmente all’aria. Non era la prima volta che mi sorprendevo in queste posizioni, ma non destavano in me molta preoccupazione inconsapevole allora di quello che sarei diventato.
Ad un certo punto sentii una forte pressione contro di me da dietro e allo stesso tempo sentii una punta più dura che premeva tra le mie natiche.
Il mio amico in maniera molto disinvolta e intelligentemente equivoca me lo aveva poggiato sul culo.
La sensazione fu sconvolgente, sembrava che il buco del mio culo si stesse bagnando, lubrificando per permettere al cazzo di entrare, ero a pecorina e sentivo che avrei potuto godere se fossi stato impalato come una troia.
L’immaginazione non ebbe seguito reale, il mio amico non fu chiaro nel suo gesto ed io ero troppo influenzabile per fidarmi delle mie sensazioni, tant’è che tra Claudio e me non c’è stato mai niente.
Al di là di questo per me fu la scintilla, gli albori di una nuova mia dimensione che solo ora, a distanza di tanti anni, vivo a pieno.
Il passaggio mentale dal sognare di essere scopata tra le natiche e l’immaginare un cazzo tra le mani o in bocca fu brevissimo.
Cominciai sempre più a sviluppare queste fantasie nella maniera in cui la mia indole mi dettava.
Se fossi stato con un uomo volevo non solo riempirmi la bocca del suo cazzo ma anche bere la sua sborra. Speravo di essere scopata di fronte ad uno specchio, speravo in un cazzo enorme che a fatica entrava nel mio culo, tanto da farmi male…..ero estasiato dall’immaginare il cazzo che mi riempiva, dall’immaginare che il mio orefizio era allo stremo della sua dilatazione. Sognavo spesso un cinema dove fare un pompino durante la proiezione del film, in mezzo a tutti e sotto gli occhi di tutto.
Immaginavo il mio uomo che mi prendeva ai fornelli oppure mentre facevo le pulizie.
Mi piaceva l’idea di una troia, di una puttana, quelle vere che non si fanno pagare il cui solo interesse è sentirsi donna, nata per soddisfare gli uomini.
A queste fantasie poi più in là aggiunsi alcune idee di sadomaso molto soft, mi sarebbe piaciuto essere tirata per i capelli quando fossi stata scopata a pecorina, o essere tenuta immobile con la testa per evitare che la mia bocca sfuggisse ad un caldo spruzzo di sborra. Ancora immaginavo di avere i polsi legati, o meglio ancora di essere stretta in uno di quei nodi che fanno del corpo un angolo retto e così essere distesa di fianco sul letto e prenderlo dietro.
Con tutte queste fantasie la prima e più diretta conseguenza fu quella di curare il mio corpo, acquistavo creme, trucchi, lingerie, tacchi a spillo e parucche, mi depilavo. Volevo essere una troia insaziabile. Come per magia, questa sfrenata attività cerebrale si trasferiva sul mio culo rassodandolo ancora di più, quasi come che pensare di essere sfondata da nerchie violacee mi modellava il sederino da vera puttana in calore.
Avevo una doppia vita insomma, ma non nel senso di vite separata, svesti una e indossi l’altra, ma nel senso che queste due vite mi accompagnavano ( e mi accompagnano) contemporaneamente senza soluzione di continuità.
A scuola prima e all’università poi, indossavo (e indosso; ora al lavoro) reggicalze, perizoma, calze velatissime, sottovesti, tutto celato sotto panni maschili.
Ancora un altro dato è interessante della mia adolescenza, fino ai 21 anni, data della storia che ancora non vi ho raccontato, un po’ di pazienza.
Premetto che la scuola l’ho frequentata in un paesino di provincia, ecco perché la mia attività sessuale era nulla, lavoravo solo di immaginazione. Fino al momento in cui ho pensato di potermi divertire con pratiche masturbatorie un po’ sofisticate. Acquistavo chili di melanzane (nere e grosse; per la penetrazione è la cosa migliore dopo il cazzo e prima dei falli finti).
Le fissavo in modo tale che inevitabilmente una mi finiva nel culo e l’altra nella bocca, in modo da avere le mani libere e potere assumere così ogni posizione. Ero la troia di due grossi cazzi che mi scopavano in reggicalze e tacchi a spillo. A volte mi masturbavo e mettevo la sborra sulle due melanzane, era eccitante, quei fiotti caldi su quella superficie nera, sembrava che stessi realizzando le mie più perverse fantasie, bere sborra e il culo rosso dalle dimensioni della melanzana. Continuavo così per ore, cambiando posizioni, alla fine ero sfinita e sentivo delle voci che mi dicevano, - quanto è puttana, scommetto che avrebbe preso due cazzi contemporaneamente nel culo-.
Arrivo così ai 21 anni, baldracca, sfondata e mai sazia.
Era una mattina universitaria come tutte le altre, corsi, amici e qualche caffè tra lo spacco di una lezione e l’altra. Indossavo sotto i jeans un reggicalze di pizzo nero e delle calze velate color carne con la riga verticale sul dorso delle gambe, la culotte era di colore nero doverosamente portata sopra al reggicalze (infatti pensavo che una troia non può essere scopata senza reggicalze, quindi in quelle occasioni doveva essere agevole sfilare lo slip), sopra avevo un corpetto anch’esso nero a tono col reggicalze. Aggiungo che era una giornata di inverno, e che i maglioni di lana e il freddo aiutano a indossare gli indumenti intimi.
Nonostante la mia voglia di vivere una esperienza vera con cazzi di carne grossi e turgidi, stavo molto attento a non piegarmi troppo per paura che il perizoma saltasse fuori dai pantaloni.
Ad un certo punto della mattinata andai in bagno, il bisogno era di quelli impellenti, di quelli che richiesero un accurato svestimento e susseguente rivestimento ( i bagni erano molto sporchi, avevo premura a che i miei vestiti toccassero da qualche parte). Sfilai la culotte e sbottonai il reggicalze per sfilare le calze sotto al ginocchio.
Quando ebbi finito dovetti ripetere il rito all’incontrario.
Avevo appena tirato su la culotte che un ragazzo entrò nel bagno senza bussare (le serrature erano rotte ed io mi ero distratto).
La visione che gli si presentò fu quella del mio culo addobbato da cagna, infatti nel rivestirmi avevo dato le spalle alla porta.
Fu un attimo, lui richiuse la porta in un istante ed io non riuscii a vederlo in faccia.
Ero in preda alla disperazione, mi vergognavo, avevo paura delle conseguenze, il mio timore era di passare per il travestito della facoltà di scienze politiche. Era il primo contatto tra Federica (il nome che in seguito sceglierò per la mia parte femminile) e la realtà esterna.
Rimasi in bagno per alcune decine di minuti, la cosa che più mi innervosiva era il non averlo visto in faccia, di non poterlo riconoscere per parlargli e di pregarlo di non dire niente.
Quando uscii il bagno era deserto, anzi l’università era deserta, raccolsi le mie cose e andai a casa (un appartamento in affitto).
Quelle successive sono state le ore più brutte della mia vita, non sapevo che fare, tant’è che per tre giorni successivi saltai tutte le lezioni.
Il giorno che mi decisi di ritornare in facoltà ero convinto a metterci una pietra sopra, sarebbe stata la mia parola contro la sua, del resto a scienze politiche avevo avuto contatti con ragazze e non sarebbe stato difficile sostenere la mia tesi di ragazzo eterosessuale.
Passarono due giorni senza che mi accorgessi di qualcosa di strano, i miei amici erano normali ( del resto poteva essere anche uno di loro) fino al punto in cui ho pensato di essermi potuto sbagliare, magari quel ragazzo che credevo mi avesse visto aveva solo percepito la presenza di una persona nel bagno e si era subito ritirato senza vedere alcunchè. Invece no, non mi sbagliavo.
Una mattina di ritorno in aula studio e riaprendo il testo di diritto pubblico c’era un biglietto che diceva:
– ciao, hai un sedere da favola, ti ho vista nel bagno l’altro giorno e ti ho tenuto d’occhio in quelli succesivi… mi intrighi fino al punto da farti una proposta. Abito in un appartamento che dà su via Duomo, insieme ad altri tre compagni, tutti desiderosi di conoscerti. Non siamo bellissimi ma credo che a te interessino le dimensioni, uno con un culo e con vestiti così non può non sognare di essere rotto in culo. Riflettici ora stesso e lascia la tua risposta nel testo e recati di nuovo al bar. Se accetti, allora potremmo divertirci, se no stai sicuro, il tuo credo sia un segreto e con me puoi stare tranquillo-
Immaginate voi le mie sensazioni, la troia aveva fatto centro, ero eccitato desideroso di dire si, perché no, il solo pensiero che quel bastardo mi aveva pedinato tutti quei giorni mi faceva inumidire il culo e sbavare dalla voglia.
Poi sarebbero stati quattro, mamma mia quattro cazzi tutti per me, in un appartamento in cui sicuramente vogliono che sia vestita da puttana, mai avevo osato immaginare tanto. Al pensiero di cosa avrei potuto fare in quell’appartamento la vista mi si offuscò. Al di là del sesso, c’era l’aspetto di vestirmi, truccarmi, camminare in mezzo a persone vere in tacchi a spillo ( cosa che oramai mi veniva naturale). Avrei potuto liberare ogni fantasia, dalla cameriera sexy ad uno stupro di gruppo.
Correvo troppo con la fantasia, bisognava riflettere fare la cosa giusta. E avevo poco tempo, mi era stato detto di decidere subito e dovevo farlo.
Bisognava ponderare i pro e i contro (se fosse stato uno scherzo per farmi uscire alla luce?), ma non riuscivo ad essere lucido, come potevo.
Scrissi di pugno un biglietto:
- spero di potermi fidare di te, la tua, la vostra proposta è il meglio che potessi immaginare, a te la prossima mossa-
Uscii dall’aula e andai verso il bar, ero rigido, avrei voluto guardarmi intorno, ma temevo che avrei fatto un passo falso e rovinato tutto.
Per non dilungarmi, quando tornai c’era un indirizzo e un appuntamento e un –non mancare puttana-
L’appuntamento era per la sera seguente, sabato sera, trascorsi le ore facendo acquisti, rosetto, phard, smalto, una parrucca bionda per il resto possedevo già tutto.
Mi rimaneva solo una cosa da fare, un bel clistere per pulirmi l’ano per evitare brutte sorprese.
Mancava mezz’ora, uscii di casa e cinque minuti prima delle 9 suonavo al portone dei quattro.
Il bello fu che non ci fu nessuna sorpresa, erano davvero tre ragazzi in un appartamento non bellissimi ma carini, vestiti bene e profumati. Mi si presentò il mio osservatore sconosciuto, era il più grande di età, aveva 25 anni e fu lui a mettermi a mio agio.
I toni e le parole erano dure (sembrava ci fosse uno accordo tra di loro, e io fui felice che lo rispettassero, significava che gli ero piaciuto): - vuoi cambiarti puttana?- -come dobbiamo chiamarti, troia?- -ti basta troia?- feci cenno loro di si, tremavo dal piacere, dalla situazione, ero una cagna in calore che non riusciva manco a parlare.
Andai in bagno e mi vestii in modo eccitante, non troppo volgare, ma da signora di classe, da mantenuta, da signora il cui marito le organizza sesso di gruppo a sua insaputa.
Quando mi videro rimasero letteralmente di stucco.
Cominciammo col parlare del pìù e del meno, come in un comune gioco di ruolo dove ognuno faceva la propria parte alla perfezione.
Ad un certo punto mi presero e mi portarono in una stanza dove per terra c’era un grande materazzo, mi ordinarono di inginocchiarmi senza svestirmi.
Loro intanto si erano posizionati attorno a me in piedi, mi trovavo circondata e la mia bocca era a misura di quattro cazzi.
-sbottonaci i pantaloni e ti raccomando, troia, fai in modo che che la tua bocca no rimanga mai senza cazzo-
Cosi feci, quando li tirai fuori uno ad uno erano profumati e già in parte rigonfi, due sembrarono mastodontici e con una cappella che io avevo solo immaginato, gli altri due erano normali, ma no li disdegnai nemmeno per un momento.
-come sei brava, allora sei esperta, sei un puttanone di quelli che ti succhiano pure l’anima- ear sempre il più grande a parlare.
Davo il meglio di me, due in bocca e due che me li tiravo con le mani, estasiata da quello che mi capitava e che mi sarebbe capitato. Non mi fermavo mai, i cazzi diventavano sempre più grossi ed io non trattenevo quei geminti strozzati perché la bocca era piena di cazzo.
Continuammo molto, il tempo per far drizzare quattro cazzi senza farli sborrare.
Mi ordinarono di alzarmi e di togliermi la gonna e la camicetta, poi quando lo videro mi dissero di levarmi il perizoma.
Rimasi in corpetto che era un tutt’uno col reggicalze, tacchi a spillo, e faccia da troia con la bocca insaporita da alcuni segnali di eiaculazione.
Uno si sdraiò per terra col cazzo all’aria, si mise un preservativo e mi disse di salirgli a cavalcioni sopra, in altre parole ero inginocchiata sul suo cazzo e tutti e due formavamo due linne perpendicolari. Lo guardavo in faccia mentre si apprestava ad affondare il suo fendente, gli altri erano un po’ in disparte, quasi come avessero ricevuto l’ordine di stare lontano fino a che non mi avrebbe inculato pensando che sarebbe stato lungo e problematico.
Il mio culo però fece poca resistenza, era come lubrificato, e la sensazione di quel mio primo cazzo in culo fu paradisiaca, mi sentivo piena come un dolce alla crema, andavo su e giù in un ansimare chiaro e forte.
-ragazzi datevi da fare, questa è più aperta di puttana cinquantenne-
Uno mi si mise davanti in piedi (l’altro col cazzo enorme, uno era già nel mio culo) e disse – fai un bel pompino altrimenti ti sbatto fino a domattina- non avete idea che forza ha il ricatto nella mia condizione di troia e schiava. Altri due me li ritrovai in mano, a menarli con le mani. E’ la condizione più bella che avessi mai provato. Anche a loro piaceva infatti iniziarono un turpiloquio senza precedenti.
-prendile la testa- uno suggeriva all’altro
-fargli entrare pure le palle- e ancora – vacca meriteresti già una doccia di sborra-
continuammo così finchè ognuno non avesse ricoperto tutte e quattro i ruoli di quella stupenda posizione.
Passammo i cucina.
-ti piace alla pecorina, eh?-
Ero come drogata (per modo di dire), in completa balia di quei quattro, oramai mi trascinavano per le braccia, mi afferravano i capelli, mi strattonavano come un oggetto.
Uno di loro mi premette forte sulla schiena tando da farmi cedere sul tavolo, ero alla pecorina il mio primo desiderio, mi resi subito conto che le mie pratiche solitarie erano lontane anni luce dalla realtà, quando sentii penetrarmi dietro era la sensazione delle sensazioni, era la posizione mia naturale, lo prendevo tutto, sembrava che pure i coglioni stessero entrando. Poi quel cazzo in bocca che mi arrivò di schianto fu l’apoteosi, gli altri due guardavano il mio profilo di puttana sottomessa, i tacchi a spillo mi slanciavano in modo perfetto, il reggicalze era la ciliegina sulla torta.
Dopo tre o quattro colpi bene assestati e la bocca piena di cazzo, mi sentii svenire, stavo eiaculando, ma come, senza stimolazione? Pensai. Stavo arivando come fanno le donne, fu il coronamento di un sogno.
-guardate la puttana ha sborrato, è ora-
E’ ora? Ora per cosa? Non feci in tempo a pensarlo che mi ritrovai seduta sulla sedia e quei quattro che si sparavano una sega a 10 cm dalla mia faccia.
-ti va così? Eh, ti va?-
Non risposi, aprii la bocca e cacciai la lingua.
Prima dell’onda di sborra sentii solo –mamma, questa è proprio troia-
Dopo di questo ci calmammo, mi fecero i complimenti e mi dissero che potevo lavarmi.
Mi fecero una ultima proposta: -ti va di dormire con noi? Uniamo due materazzi per terra-
Dissi di si però al solo patto che fossi tornata a casa per un momento per prendere nuovi indumenti intimi, per la notte, dissi: -se devo dormire con voi da donna, non posso rinunciare ai miei vestiti-
Uno di loro si offrì di accompagnarmi.
Durante la notte, a turno mi svegliavano chi per un pompino, chi per chiacchierare.
Trascorsi là l’intera domenica e molti altri giorni.
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10
18 anni fa
admin, 75
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Il giovedì universitario
Ho già scritto una storia nella rubrica orgie, quindi questa ne costituisce il seguito.
Il racconto precedente è intitolato “Quattro ragazzi per un travestito”.
Sono meravigliato ( ma forse è la specialità di internet) del numero di persone che in un solo giorno hanno letto il mio primo racconto, meravigliato e eccitato all’idea di quello che ho potuto suscitare…. Ecco dunque la continuazione.
Vi dicevo del mio primo week-end da vera donna, due giorni e una notte di autentica passione e troiaggine da parte di mia.
Quando domenica sera uscì da quell’appartamento ero come rotta, non riuscivo a camminare, mi bruciava il culo, dovevo leggermente allargare le gambe per poter dare i passi… per fortuna avevo fatto una doccia poco prima che aveva calmato in parte i mie bruciori. Anche in quel momento non avevo rinunciato al mio abbigliamento femminile, calze autoreggenti bianche, slip bianco trasparente e una sottoveste dello stesso colore che aderiva alla schiena e si inarcava sulle natiche ( un po’ come quella di colore celeste che indosso in una delle mie foto su A69). Il sabato sera quando ero uscita accompagnata da uno dei miei “violentatori” mi ero preoccupata di prendere non solo l’occorente sexy per la notte ma anche quello per il giorno successivo, quando ti sborrano adosso in quattro ci vuole un intero guardaroba!
Ero quindi per strada, una troia ambulante, sembrava che tutti mi guardassero, sembrava che si vedesse solo la mia femminilità, solo il mio culo sotto quello slip trasparente.
Ma un segno realmente visibile di quei giorni passati da puttana c’era e forse nel mio intimo decisi inconsciamente di non rimuoverlo (tant’è che sotto la doccia me ne dimenticai). Parlo del rimmel agli occhi… insomma camminavo per strada con un filo di mascara che solo dopo a casa mi resi conto di avere, forse per questo mi sentivo tutti gli occhi addosso. Altri giorni sarebbe stato un motivo di assoluto imbarazzo e di forte preoccupazione, ora pensavo che quel rimmel poteva essere un segnale non verbale capace di comunicare il mio fine settimana da femmina. Volevo che, chi mi guardava, sapesse dei due giorni trascorsi in quell’appartamento, volevo per questo che si sentisse legittimato a inveirmi contro chiamandomi puttana o a farmi qualche gradito apprezzamento.
Una volta a casa ripensavo agli ultimi momenti passati in quella dei quattro. All’uscio della porta mi venne ad accompagnare solo il più grande , quello che per intenderci aveva organizzato tutto, quello che poi aveva convinto gli altri tre. Mi disse – hai una bocca stupenda, posso darti un bacio per salutarti?- fino a quel momento non avevo mai pensato al bacio, quello bocca a bocca. Non era nelle mie fantasie da donna, o meglio da troia, una come me bacia il cazzo , ma la bocca? Fu uno stordimento che durò poco, perché lui disse – allora Federica, posso baciarti?- Federica era il nome che loro avevano scelto per me quello stesso giorno, ed io a quelle parole portai la bocca in avanti, pronunciando le labbra e baciai Giuseppe ( questo il suo nome). Lui in maniera più audace passò la sua lingua sul mio labbro inferiore, dopodichè mi disse – adesso puoi andare, sai ancora di sesso-.
Non ci dicemmo più niente, non un appuntamento, non un cenno al fatto che ci saremmo potuti rivedere, quando pensavo ciò ero già per strada a camminare con fatica.
A casa poi, quella sera, mi dedicai interamente a me, feci di nuovo una doccia calda e mi misi delle creme e degli olii per calmare i bruciori e rassodare la pelle….. avevo comunque sempre la sensazione di avere un cazzo piantato nell’ano. Ora più di prima, ero legittimata a sentirmi donna, di guardare il mio culo allo specchio, di guardare gli uomini sapendo di poterli fare impazzire.
Dovetti aspettare martedì, se non ricordo male, per rivedere Giuseppe alla facoltà.
Mi chiamò subito in disparte e mi disse – senti, ho una idea, e tu non puoi dire di no-
-dimmi- dissi io.
-sai che qui ogni giovedi fanno festa gli universitari, lo sai, vero?-
-certo- risposi
-allora ci andiamo insieme, io, Emanuele (era l’altro suo coinquilino col cazzo grande) e (questo lo disse ridacchiando) Federica-
Non capii subito cosa volesse intendere, o meglio speravo che non si trattasse di quello, cioè di uscire per strada e andare in discoteca vestita da donna. Speravo di no perché non avrei saputo come dire di no.
Lui continuò come se io avessi già capito e accettato tutto.
-allora, io sono della provincia di Avellino e torno a casa giovedì mattina dopo che ho fatto un esame, ritorno a Napoli in serata con la macchina e ti passo a prendere, tu intanto ti prepari come una vera donna, e ti raccomando devi superare te stessa, e insieme noi tre andiamo in discoteca-
Non si fermò a questo.
- gli unici tuoi due problemi secondo me, mi riferisco a se riesci a passare per donna, sono i capelli, non puoi andare in giro con una parrucca finta, e il seno che non hai poi per il resto credo non ci siano problemi-
E cominciò un elenco che faceva notare un acuto spirito di osservazione, io ero nel fattempo come in un paradiso di sicurezza e eccitazione, il mio uomo si preoccupava di tutto, io dovevo solo eseguire.
-depilati anche sulle braccia; smaltati le unghie con un colore non troppo appariscente, preferibilmete lucido; cerca di sfoltirti un po’ le sopracciglia, ma non troppo altrimenti poi il giorno dopo si nota; indossa una gonna più lunga del normale di colore nero, con sotto calze nere; scarpe chiuse, il tacco a spillo va bene, visto che ci sai camminare; giovedi poi ti porto un bel cappotto da donna, lo prendo da mia madre, e una sciarpa così la tieni stretta sul collo; il trucco deve ssere più naturale possibile ed elegante; sotto poi metti quello che vuoi….ah, indossa una maglietta nera a mezzemaniche con il collo alto;-
-non ce la posso mai fare- dissi io – è da pazzi!- ero però eccitata come una cagna.
Lui non si scompose, come se si aspettasse un mio iniziale rifiuto e mi disse due cose – non preocuparti, innanzitutto vengo con la macchina quindi sono esclusi bus e camminate a piedi, poi ricorda che una discoteca è l’ideale le figure non si distinguono chiaramente, lì potrai dimenarti come vuoi. Aggiunse, non preoccuparti penso a tutto io.
Mi convinse. E lui si preoccupò veramente di tutto.
La cosa più importante, anche economicamente (da quanto traspariva era un figlio di papà) che fece, fu acquistare una parrucca vera, la prese usata però su un giornale che a napoli mette in contatto persone che vogliono acquistare cose di seconda mano. Era stupenda, capelli lunghi castano scuro, un po’ mossi…
Un’altra cosa che ricordo fu che eravamo sotto carnevale, approfittando della festa acquistò un seno finto di silicone, a questo punto avevo veramente tutto.
C’era solo un ultimo problema, dovevo vestirmi a casa loro e così facemmo.
Quella sera, verso le otto, Giuseppe era sulla autostrada che porta a napoli, io facevo la doccia in un clima di totale eccitazione, da uomo posso dirvi, che una puttana quando sa che quella sera sarà sicuramente scopata ( per forza doveva capitarmi) si fa la doccia con una sensualità straripante, il contatto col sapone provoca stordimento, l’acqua calda sembra essere del nettare di sborra che ti scende sulla schiena e scompare fra le natiche.
Sentii bussare, -dimmi Emanuele- era l’unico inquilino in casa.
-apri la porta, Giuseppe sta per arrivare, e ha detto che devo darti una ripassata-
Ripassata? Voleva scoparmi nel bagno, il pensiero della mia pella liscia e profumata, ancora bagnata e i vapori della doccia mi fecero dire – cosa? Vuoi scoparmi?-
- voglio solo un pompino veloce -.
Uscii dalla doccia, presi una asciugamano e la avvolsi attorno a me coprendo pure i capezzoli, con un’altra ci fasciai la testa come se avessi dovuto raccogliere lunghi capelli bagnati, solo a quel punto aprii la porta.
Quando Emanuele mi vide, disse che l’asciugamano messa sul corpo in quel modo era stupenda, lasciava intravvedere solo un po’ di culo, mentre era stretta sulla vita.
-inginocchiati, e vedi di farlo bene-
Era il mio primo pompino fine a se stesso, nel senso che non avrebbe avuto un seguito.
Il pompino fine a se stesso era una delle mie più grandi fantasie, perché ci ritrovo molto della mia personalità da troia, è veloce, praticabile in luoghi insoliti, sei inginocchiata davanti a lui, sei impegnata solo nel dare soddisfazione, lui può fare quello che vuole mentre tu glielo fai ( se ci riesce) come ad esempio farsi la barba, leggere un giornale. Tu sei una troia piegata alla sua volontà e alla sua mazza.
Con Emanuele non ero inginocchiata, il dorso delle mie cosce poggiava sul dorso dei polpacci.
Mentre lo spompinavo, mi toccavo l’orefizio del culo, mi penetravo col medio della mano sinistra.
L’altra mia mano seguiva i movimenti della mia bocca. Quando succhiavo, la destra era ferma sulla base del suo pene, quando lo baciavo o gli leccavo le palle allora gli sparavo contemporaneamente una sega. Lo volevo tutto, nel senso tutto in bocca, fino a quei coglioni gonfi e grossi ( mi piaciono i coglioni grossi), così acchiappavo con le mani le sue natiche e spingevo in un senso e con la testa nell’altro. Sentivo l’istinto involontario del rigurgito ma non mi ritaevo indietro, buttavo gemiti strozzati già in gola. Lui fece il resto, mi afferrò i capelli e non mi permise di muovermi da quella posizione, avevo un cazzo fino in gola. –fermati puttana, stai ferma stai ferma….- lo ripeteva sempre più anzimando.
Stava sborrando, e lo stava facendo direttamente nel mio esofago.
Ingoiai per la prima volta lo sperma, con loro quattro mi ero limitata a farmi sborrare in faccia.
Ad Emanuele per la prima volta fecero un pompino con ingoio, aveva poco meno di 20 anni.
Lui disse poi – muoviti troia, mica vuoi far aspettare l’altro tuo uomo?-
Io, da brava schiava, mi andai a preparare.
Appena ebbi finito( smaltai anche le unghie dei piedi nonostante non si vedessero) sentii entrare nell’appartamento Giuseppe. Dopo poco andai in cucina dove loro mi spettavano. Mi dissero che ero quasi perfetta, c’era un solo problema, si vedeva il mio cazzo da sotto la gonna attilata.
-cosa porti sotto?- mi chiese Giuseppe
-Un perizoma, l’ho comprato per stasera- risposi
-Mi dispiace, ma devi metterti qualcosa di pìù avvolgente davanti, ce l’hai?-
Pensai ad una culotte, e così feci.
Il cappotto che mi portò, era bellissimo, si stringeva in vita con una cintura, insomma non nascondeva il mio culo.
Indossai la sciarpa e dei guanti, le uniche cose scoperte che si vedevano di me erano le caviglie e i polpacci e naturalmente la faccia leggermente nascosta dalla sciarpa.
-ecco così sei perfetta- mi dissero quasi in coro.
Poi Giuseppe aggiunse – ora togliti il cappotto e la sciarpa, ancora è presto per uscire, fammi vedere come sembri e come ti muovi una volta in discoteca-
Così feci, camminai su e giù per il corridoio per mostrare che coi tacchi a spillo me la cavavo, mi feci trasportare da una musica immaginaria alzando le braccia all’aria e incrociandole sopra la testa,
loro mi osservavano e facevano commenti reciproci. La gonna che indossavo era aderente da togliere il fiato, ma non era corta, non si vedevano le ginocchia, arrivava appena sotto di essi.
Ad un certo punto, Giuseppe si mise dietro di me e seguiva il movimento del mio bacino. Sentivo quel pacco enorme che cresceva sul mio culo, non posso dire che mi fece eccitare perché erano più di due giorni che ero all’apice della eccitazione..
-muoviti troia- mi diceva, io chinavo la testa sulla sua spalla in modo da porgergli il collo. Era avvinghiato a me, non mi faceva respirare.
-Emanuele, vieni qui, mettiti davanti a questa puttana, così balliamo in tre-
in un attimo mi ritrovai tra due uomini, sentivo i cazzi sia dietro sia davanti.
-ringrazia che non voglio rovinarti il trucco, altrimenti ti passavo il mio bastone sulla tua faccia-
disse Emanuele.
-senti Emanuele- aggiunse Giuseppe- il culo questa troia non l’ha truccato, diamole un assaggio di quello che le spetta-
Fui presa con violenza, mi trascinarono sul davanzale della finestra che dava sulla via principale.
Mi ordinarono di mettermi a pecorina, anzi mi ci misero loro, della finestra erano chiusi solo i vetri, non le persiane. Chiunque difronte avrebbe potuto vedere la scena, ma nemeno il tempo di preoccuparmene che sentii tirarmi giù la culotte e lacerarmi il culo. Emanuele mi stava scopando tra le natiche impegnandosi pure a tenere su la gonna.
Ansimavo come una femmina, dicevo porcate tanto era l‘eccitazione.
Avevo i palmi delle mani poggiate sul davanzale con le unghie appena smaltate, le braccia erano rigide e mi slanciavano il corpo non in un perfetto angolo retto. Il resto dello slancio, con il culo a misura del cazzo di Emanuele, me lo davano i tacchi a spillo.
Non so se avete mai avuto modo di vedere un cazzo che entra ed esce dal culo (io a volte mi sono filmato), beh, quando esce, la carne elastica dell’orefizio si vede, è lucida, vivida per lo sfrecamento del cazzo, attillata fino allo spasmo, quasi come se tentasse di non lasciare andare il pene che entra.
Mi scopò in quella posizione molto a lungo, io emettevo dei gemiti di piacere.
-non ho mai sentito una donna fregnare così, brutta sgualdrina, ora lasciala a me- disse Giuseppe che intanto si era fatto crescere il cazzo fra le mani.
Si sedette su una sedia e mi ordinò di accomodarmi sopra al suo uccelo dandogli le spalle.
Loro stavano attenti a non toccarmi il trucco, penso sia questa la ragione per cui l’altro non mi mise il cazzo in bocca.
Mentre giuseppe mi scopava, dissi ad Emanuele di avvicinarsi. –voglio almeno tirarti una sega-
Feci in tempo solo a dare un paio di smanacciate, perché Guseppe oltre a smettere di incularmi ordinò di smetterla perché avremo avuto modo di continuare.
Quando mi ricomposi erano le 10, ed ero più eccitata di prima.
Alle 10 e qualcosa per la prima volta uscii di casa completamente travestita, entrammo subito in auto direzione discoteca.
Giuseppe mi disse solo una cosa prima di scendere, di essere disinvolta, e di non proferire parole, e mi assicurò che sarebbe andato tutto bene.
Quando scesi dall’auto mi accorsi che c’era una folla esagerata, sollevai la sciarpa fino a coprire il naso, e presi Giuseppe sotto braccio, Emanuele ci seguiva subito dietro.
Con mio grande stupore mi rendevo conto di incrociare sguardi maschili, poi dopo Emanuele mi dirà che addirittura alcuni ragazzi si giravano per guardarmi il culo.
Una volta entrati stavamo come sardine in scatola, almeno nel corridoio che portave alla pista.
-togliti il cappotto, e resta con il foulard- ordinò Giuseppe.
Da quel momento in poi, fu l’eperienza più eccitante che ebbi mai fatto… sentivo sfiorarmi da mani sul culo, sentirmi dire - bona , dove vai- , persone che mi ballavano vicino….soprattutto quando Giuseppe mi disse di andare in pista da sola.
Ringrazierò Giuseppe tutta la vita per quello che ho provato quella sera.
La cosa più bella è che potevo muovermi come una donna in mezzo a tutta quella gente, per esempio quando andai con Emanuele a prendere qualcosa al banco delle consumazioni, non esitai un attimo ad accennare la pecorina poggiando i gomiti sul bancone.
Era tardi quando decidemmo di andare. Fui io ad insistere, avevo voglia dei loro cazzi.
Quando entrammo in macchina, Giuseppe che si accingeva alla guida, mi disse di sedermi dietro con Emanuele. Così feci, appena partiti, Giuseppe imparti un altro ordine – spompinalo fino a che non senti fermare la macchina.
Finalmente era giunto il momento di comincaire a sfogare l’eccittazione che tutte le palpate della serata mi avevano dato.
Mi coricai sul sedile posteriore su un fianco, poggiato sul gomito sinistro. Sbottonai i pantaloni di Emanuele e infilai la mano per far uscire quell’uccello. Fu un pompino lento e lungo, cadenzato. Rimanevo per minuti con la bocca piena di cazzo senza muovermi e senza che lui si muovesse.
Mi tolsi la gonna, finalmente ero in reggicalze di pizzo nero ( un regalo di Giuseppe), continuavo a prendere in bocca il cazzo del suo amico, a baciargli il pube e le palle, anzi quella sera mi accorsi che mi piaceva prendere le palle in bocca e succhiarle, di passarci e ripassarci la lingua sopra.
Qualche volta che poi mi sono filmata, mi sono accorta di eccitarmi quando vedevo la protuberanza sulla guancia, segnale inconfondibile che scopavo un cazzo con la bocca.
Fu eccitante pure quando Emanuele con le mani mi afferrò la testa tenendola ferma, e facendo lui i movimenti su e giù. Fu travolgente, la mia bocca come una fica con due grosse e carnose labbra vaginali.
La macchina si fermò in un posto scuro e deserto, era già tutto organizzato da Giuseppe, in pratica non saremmo andati a casa, mi avrebbero scopata in macchina in un posto dove amoreggiano le coppiette.
Quella notte, la posizione che mi sconvolse di più, fu quando mi dissero di poggiare le ginocchia sui sedili anteriori, uno per ogni sedile, con la faccia però rivolta verso il lunotto posteriore.
-ecco brava, ora inarca verso il basso la schiena tra i due sedili fin quando puoi-
Cercate di immaginare, ero cul culo all’aria, poggiato sulle ginocchia e con la testa ad un piano molto inferiore a quello del culo, in pratica la mia bocca era a misura del cazzzo di chi si sarebbe seduto dietro, mentre il mio culo era di chi si sarebbe inginocchiato come me sui sedili anteriori.
La cosa più eccitante era poi la morsa che i due sedili esercitavano sui miei fianchi.
Mi sentivo costretta, imprigionata, in balia di loro due.
Ma fu una mossa di Emanuele a lasciarmi senza fiato, mi passò una fune, uno spago, non ricordo bene, sui fianchi, lo fece scivolare sotto la leva del cambio e diede uno strattone potente facendo un primo nodo sulla schiena e poi un altro ancora.
Quel bastardo mi aveva legata, immobbilizzata alla pecorina, riuscivo a muovere solo la testa, le braccia mi servivano per alleviare il dolore della corda.
Ero insomma legata alla leva del freno a mano, nella oscurità della notte si vedeva solo il chiarore del mio culo rotondo, sodo e voglioso.
Con mia grande sorpresa e approvazione, cominciarono col sedersi entrambi sul sedile posteriore.
-prendili nella tua calda bocca, marchia i nostri cazzi col tuo rossetto da troia-
Non potevo fare granchè, non riuscivo a muovermi, ma questo era quello che loro volevano. Nel momento in cui un cazzo mi finiva in bocca, difficilmente, senza il loro volere, riuscivo a ricacciarlo fuori.
-per quanto sei puttana, dovresti stare così tutta la notte- mi dicevano
Non so se ho mai sognato e voluto tanta forza, tanta violenza…….ma ormai ero appunto violentata, nel momento in cui le manifestazioni della tua volontà sono inibite, allora ti stanno facendo una violenza, ti stanno prendendo con la forza.
In quel momento sentivo piacere misto a paura, a dolore, a vergogna perché provavo pure eccitazione.
Poco dopo Emanuele venne dietro, e diede un colpo violento per deflorarmi l’ano.
Io cadevo sotto ogni colpo, non riuscivo a proferire parola, né ansimavo in maniera chiara, i miei erano mugolii, quei pochi che riuscivano a filtrare dalla mia bocca piena di cazzo e di liquido preeiaculatorio.
Emanuele sembrava posseduto, dava dei colpi talmente forti che mi sentivo svenire.
-puttana, ti scopo il culo, prova a liberarti se ci riesci, guarda è tutto dentro…..-
Mi stava facendo male, ed io non riuscivo a dire niente, come se non bastasse, Giuseppe mi teneva per i capelli in modo che avessi sempre il suo cazzo dentro la bocca.
Ad ogni colpo nel culo emettevo un mugolio, sentivo le natiche squarciate come da una grossa spada…. Sentivo dolore si, ma tanto piacere tant’è che arrivai…
Il mio cazzo sborro tanto che sembrava una fontana.
- troia fottuta, mi hai sporcato la macchina, puttana, adesso meriti di essere sbattuta ancora più forte, dai Emanuele, facciamole vedere chi comanda-
da quel momento cominciò la cosa più bella che fino ad allora avessi mai provato: da un lato c’era Emanuele che mi rompeva il culo, e dall’altro all’unisono e con una cadenza costante, Giuseppe mi scopava la bocca, teneva la mia faccia stretta nelle sue mani e premeva giù quando Emanuele affondava il colpo, e tirava su quando Emanuele si ritirava.
Nell’arco di un minuto, venivo riempita e svuotata di cazzo per circa 30 volte.
Il risultato finale lo si ha solo se si considera che i minuti furono dieci o poco più.
Mi riempirono la bocca e il culo di sperma e mi lasciarono così, con i cazzi che si sgonfiavano tra le mie membra, per almeno mezz’ora.
Tornammo a casa loro, feci la doccia e ci adormentammo sfiniti, erano quasi le sei.
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18 anni fa
admin, 75
online -
La telefonata
Luca era felice di possedere il numero di telefono di Laura. L’incontro nel parcheggio di Linate l’aveva lasciato molto piacevolmente impressionato. La classe ed il temperamento di quella donna non potevano lasciare indifferente nessun uomo al mondo. Decise di chiamarla alle 10 del mattino, in piena attivita’ lavorativa. “Luca, ciao, tesoro …”- inizio’ -“Prima di tutto devo farti una domanda: sei sola nel tuo ufficio?”.
“Si, Luca. E’ bello sentirti cosi’ presto. Perche’ me lo chiedi? Se ci fosse qualcuno che poteva sentire la nostra conversazione te l’avrei fatto capire comunque.”
“No, non e’ per questo. E’ invece per fare un gioco, subito. Anzi, abbiamo pochissimo tempo. Ti chiedero’ di fare qualcosa, se non sei d’accordo dimmelo immediatamente.
Perche’ comincia da adesso. Slaccia solo 2 bottoni della camicetta e scopri la tua spalla destra. … Ok. … Ora devi baciarla dove ti e’ possibile, ma con trasporto, con le labbra, usando molto la lingua ………la spalla la vorrei tutta bagnata… …………………………………………………………… ………………………………………………………………… ……………………………………………………………………. Bene. Mano sinistra, dito medio. Il polpastrello sfiora la tua spalla bagnata, si intinge di umido, si sposta verso il basso, sul capezzolo. Li’ indugia, poi sfiora tutto il tuo seno attraverso movimenti casuali, semicircolari, sensuali. ……………………………………………………………………………………………………….. Quando ritrova il capezzolo, si fa aiutare dalle altre dita che hai inumidito e lo bentratta un po’…………………... sino a bagnarti dentro per cio’ che stai ascoltando del tuo corpo ……… con l’altra mano sfila la camicetta e continua a toccarti il capezzolo ….. adesso immagina di vederti allo specchio e guardati quanto sai essere bella ………. Per oggi solo un bacio telefonico, Laura, ti chiamero’ presto”. Clic.
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18 anni fa
claudio3rz,
47/47
Ultima visita: 17 anni fa
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Sorpresa in aeroporto.
SORPRESA IN AEROPORTO.
Linate, 9 di sera con il solito catino di nebbia.
Da Fiumicino Luca e' partito con il solito ritardo, ma dopo mezz'ora di attesa nel cielo di Linate il dirottamento su Malpensa viene accolto con delusione tragica.
Le auto nel parcheggio di Linate sono la prima meta da raggiungere, per questo i taxi scarseggiano per i troppi passeggeri esasperati dal ritardo imprevisto. Luca si lascia convincere a dividere il taxi con una certa Laura (capelli rossi, aria riservata, seriosa, ma elegante).
Gia' in autostrada, a Castellanza, nota che lei distrattamente avvicina le snelle e flessuose gambe nella sua direzione. Sul momento pensa di essere pieno di stupide fantasie, ma quando lei distratta sottopone la presenza di un bordo in pizzo sulle calze cosi' elegantemente messe in mostra e' chiaro che Luca comincia ad avere pensieri e problemi.
Le preoccupazioni positive arrivano realmente quando lei chiede se sarebbe cosi' gentile da accompagnarla alla sua macchina, una volta in parcheggio, data la tarda ora.
Lui acconsente, ma quando lei lo bacia con una passione da amplesso, il problema sul tavolo e' ormai chiaro.
Prima si avvicinano all'auto di lui, e' la piu' vicina. Entrano e scoprono di avere fretta di mordersi e lei di ricevere con molta decisione e calore, anche prima del previsto. Lui sembra durare, ma poi si ritrae improvvisamente perche' la situazione e' anche troppo stimolante e coinvolgente (non vuole arrivare subito come un ragazzino).
Laura non si scompone, anzi gli prende in mano la situazione e ingoia avidamente e ripetutamente lo scettro dubbioso. Questa volta sorpreso davvero Luca perde drammaticamente il controllo, e la festa si svolge in 20 secondi solo per lui. Blatz!!! Vergogna.
Laura a quel punto compie un gesto ancor piu' grandioso, nonostante il dramma (malignamente provocato, l’abbiamo capito, pero’ …). Gli mette in mano il suo biglietto da visita, sussurrandogli nell'orecchio queste parole: adesso che hai sbagliato devi sdebitarti, chiamami presto solo sul cellulare perche' voglio da te esattamente tutto quello che mi merito!
Laura dimostra cosi’ di sapersi pappare il cervello di Luca. E Luca capisce di essersi imbattuto in un grossissimo problema, di quelli che la notte non e’ piu’ un’amica se Laura non c’e’.
Cedere ad un dominio di questo genere puo’ essere da paradiso, a patto di saper ricambiare pan per focaccia. Una donna cosi’ simpatica e’ imperdibile, quindi Luca dovra’ dimostrare chi e’.
Guai ad annoiarla o a lasciarle per troppo tempo l’iniziativa. Si sentirebbe sola quando fa l’amore con Luca, proprio mentre deve sentirsi portata per mano nel Paese delle Meraviglie.
E Luca sa come. Ormai da oltre un anno, la prende e lei lo riceve a fondo quando meno se l’aspetta, per lunghe ore senza che il marito di Laura sospetti alcunchè ...
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18 anni fa
claudio3rz,
47/47
Ultima visita: 17 anni fa
-
Luogo insolito
ciao,
racconto volentieri la mia avventura.....la scorsa settimana a peschiera borroemo...la zona vicino alla pista di linate(di cui non ricordo il nome) ..zona cimitero.
Era un giovedi notte ...circa le 24.....quando ..tornando da milano..decido di farmi un giretto in qst parcheggio.....
Arrivando...noto solo qualche macchina....ma nientedi interessante...cosi parcheggio , psengo le luci e attendo qualche minuto....
Dopo circa 10 minuti.....mentre ammiravo gli aerei in pista..vedo avanzare una stangona verso la rete davanti a me.
Si appoggia alla recinzione...facednomi ammirare le lunghe gambe avovlte da collant neri....una mini gonna molto mini.......
Accendo i fari per ammirarla meglio......e noto una gran faccia da zoccola......era un bellissimo trav.... .
Accortasi delle mia gioia...inizia a sfilare davanti a me....alzando la gonna....e facendomi ammirare il suo gran bel culone avvolto in un misero perizoma......
Giuro....non ci capivo piu nulla......ero eccitatissimo........cosi sono scesa dall'auto....e ho iniziato a giocare con lei......Dopo qualche preliminare....lo caricata in auto come una vera zoccola... e poi vi alscio immaginare che cavalcata...
Finalmente la zona si è popolata come i vecchi tempi
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18 anni fa
hellas,
39
Ultima visita: 13 anni fa
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Il bagno
Osservo il mio corpo riflesso nello specchio della cabina armadio. Stivali neri, alti qualche cm sotto il ginocchio con un tacco a spillo di acciaio, le magie di Cesare Paciotti, per un congruo corrispettivo riesce trasformare una calzatura da puttana, in una squisito capolavoro trendy. E, poi, risalendo con lo sguardo, calze di seta lievi come un soffio sostenute da un reggicalze sottile di pizzo nero. E poi…niente altro ovviamente, il mio cornetto portafortuna di brillanti pende nel solco tra i seni, liberi.
Afferro la pelliccia di visone che ho buttato su una sedia della cabina armadio e la stringo in vita con la cintura rialzando il bavero intorno al collo.
Scendo le due rampe di scale che mi separano dal taxi di corsa nonostante i 10 cm di tacco a spillo degli stivali che non semplificano certo l’andatura…Ma l’adrenalina e l’eccitazione scorrono come una droga inebriante nella mie vene, da quando ho preso al decisione di abbandonarmi all’istinto e di farti una sorpresa.
Salgo sul taxi di volata. Un lembo della pelliccia si solleva scoprendomi la coscia fino a quasi il gancio della giarrettiera. Il sorriso sul volto del taxista nel salutarmi si allarga istintivamente. Sorrido di rimando pensando al tuo di sorriso.
Mi accomodo e accavallo le gambe. Perché non sperimentare con il taxista l’effetto del dubbio? Del resto il taxi è buio all’interno e l’autista potrà aver il sospetto, ma non la certezza della mia nudità. Accavallo e riaccavallo le gambe un paio di volte. Gli occhi dell’autista sono incollati allo specchietto retrovisore. Mentre gli do l’indirizzo del tuo ufficio sento che l’eccitazione si fa fuoco liquido tra le mie cosce e un calore diffuso soffonde di rossore la mia pelle. Abbasso il bavero della pelliccia e l’autista ha un sussulto mentre i suoi occhi salgono dalle gambe al solco tra i miei seni. Giocherello con il cornetto di brillanti mentre il suo sguardo si fa avido e il sospetto diventa quasi certezza nella sua mente. Sorrido.
Il taxì è già arrivato. Mentre il mio sguardo osserva l’ingresso del palazzo tutto vetri del tuo ufficio. Mi chino in avanti per porgere i soldi della corsa al taxista e gli regalo la visione del mio seno con il capezzolo turgido che si staglia deciso sotto la pelliccia.
Scendo avvertendo lo sguardo dell’autista che mi segue avido. Entro nel palazzo. Sorrido al portiere che mi si avvicina sollecito e gli do il tuo nome. Mi indica un ascensore cromato tutto vetri anche lui. Mi avvio sorridendo nel pregustare lo stupore dei tuoi occhi. Quinto. Sesto. Settimo piano. L’ascensore corre mentre il desiderio cresce dentro di me. I capezzoli sono ormai così turgidi da provare fastidio anche per la morbida pressione della pellicia che li copre appena. La mia fica cola voglia liquida da quando sono scesa dal taxi. Il sangue ribolle. E la mente..la mente sorride soddisfatta. Ottavo piano. Scendo. Percorro il corridoio coi pavimenti di marmo lucido, cullata dal suono ticchettante dei mie tacchi. Ti vedo al di là della porta a vetri, che separa l’open-space dal corridoio. Gesticoli animato parlando al telefono poi sollevi lo sguardo e distrattamente ti volti verso il corridoio. Ti sorrido. Mentre vedo il tuo corpo irrigidirsi e, il tuo sguardo diventare incandescente. Apro il bavero della pelliccia in modo che tu possa vedere il solco dei seni e iniziare a capire.
Un tuo collega mi osserva incuriosito. Sento il suo sguardo avvolgermi di domande inespresse. A fatica sposto lo sguardo da te a lui e gli sorrido. Entro nell’open space e sempre sorridendo mi dirigo verso di lui. La sua scrivania è la prima dopo l’ingresso. Mi appoggio coi palmi della mani sulla scrivania mi chino leggermente in modo che il suo sguardo contempli i miei seni turgidi e assolutamente liberi sotto la pelliccia. E….”Mi scusi credo di essermi persa, cercavo la toilette delle signore di questo piano, mi può aiutare ?” sorrido ammiccante al tuo collega mentre con la coda dell’occhio non ti perdo di vista. Sei agitato, confuso e soprattutto eccitato. Fremi nell’attesa della mia prossima mossa. “Certo signora in fondo al corridoio prima porta destra, vuole l’accompagni?” Il tuo collega ci prova. Ovvio. E’ anche un bell’uomo. Ma io sono qui per te. Voglio il tuo cazzo. Ora. Subito. Violentemente a fondo dentro di me. “Grazie credo di poterla trovare da sola adesso”. Rispondo lentamente e sorridendo al tuo collega. Mi raddrizzo. Ti guardo intensamente. Mi volto e esco senza dirti una parola. Conto mentre mi avvio lungo il corridoio stretto e illuminato al neon.
- Uno – hai posato la cornetta del telefono che ancora avevi in mano.
- Due – hai spento il cellulare sulla scrivania –
- Tre - ti sei avviato sorridendo verso la porta dell’open space
- Quattro - sei uscito e con passo rapido stai percorrendo il corridoio verso la toilette
- Cinque - sei entrato nella toilette delle signore con un sorriso ambiguo sul volto.
- Sei – la porta del bagno che ho scelto si spalanca con forza
Ti afferro per la cravatta e ti spingo contro il mio corpo nudo, la pelliccia giace in un mucchietto insignificante ignorata ai miei piedi, le mie mani scorrono avide sul tuo culo, mentre il tuo cazzo si modella perfettamente contro il calore bollente della mia fica. Silenzio. Solo il nostro respiro rotto e i gemiti soffocati. Abbasso la zip. Il tuo cazzo scatta fuori libero. Non c’è traccia di biancheria sul tuo corpo. Sorrido mentre affondo i denti nella tua spalla. Mi aspettavi dunque....le tue dita affondano nel calore umido della mia fica, affondo le unghie nel tuo culo mentre inizi a muoverle. Spingendoti contro di me con lo stesso ritmo che tu stai usando per farmi impazzire.
Esplodo rapidamente sulla tua mano. Sorridi. Maledetto bastardo, mentre lecchi le dita bagnate dal mio piacere guardandomi dritto negli occhi.
Mi giro appoggiandomi con le mani alla parete e strusciando lentamente il mio culo morbido e la fica colante contro il tuo cazzo duro. Mi afferri per i fianchi. Ecco ora sei esattamente dove volevo tu fossi. Sorrido io ora. Mentre con un colpo di reni, fluido, mi riempi il culo . Mi mordo le labbra per non lasciarmi sfuggire un gemito e spingo indietro il culo per assecondare le tue spinte.
Mi tieni solidamente per i fianchi e mi scopi il culo con rabbia, voglia e feroce possesso. Mi lascio prendere godendo ogni istante di quella furia. Alimentandola anzi: ruotando il culo, assecondando le tue spinte stringendo i muscoli per sentirti affondare meglio nelle mie viscere. Esplodiamo insieme. La mia sborra mescolata alla tua mi cola per le cosce e riga le calze....
Ti stacchi. Senza una parola. Il cazzo ha la capella ancora umida di sborra. Lo reiserisci nei pantaloni. Ci guardiamo. Raccogli la pelliccia da terra e mi aiuti a reindossarla. Sono avvolta dall’odore del nostro piacere mescolato. Le tracce segnano il mio corpo e il tuo nello stesso modo. Ancora silenzio. Sorridi sfiorandomi la labbra con un bacio. Esci dal bagno. Riprendo a contare mentre mi rifaccio il trucco davanti allo specchio del bagno…
- 1 - Esci dal bagno con un sorriso soddisfatto stampato in volto
- 2 - Percorri il corridoio con passo elastico godendo dell’odore del mio corpo che ancora ti avvolge
- 3 - Entri nell’open space strizzando l’occhio al tuo collega della prima scrivania a destra
- 4 - Ti siedi alla tua scrivania e non puoi fare a meno di inspirare dalle tue mani l’odore della mia fica che vi è rimasto incollato
- 5 - Guardi l’ora sul display del cellulare che hai appena riacceso 14.40
- 6 - Sono passati solo 10 minuti ma la tua giornata ha cambiato colore e… sapore
- Esco dal bagno, percorro lentamente il corridoio, passo davanti alla porta a vetri dell’open space sorridendo e strizzando a mia volta l’occhio al tuo collega della prima scrivania destra. Entro in ascensore e sorrido. Anche la mia giornata ha cambiato sapore. Ora ha il tuo, penso, mentre lecco lentamente le mie dita che portano ancora tracce del nostro piacere mescolato.
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5
18 anni fa
admin, 75
online -
La crociera
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QUESTO RACCONTO E' FRUTTO DELLA FANTASIA DI RICCARDO E DI JESSYCA
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TITOLO: La crociera
“ Il pezzo seguente è scritto da Riccardo”
Era uno di quei periodi neri per la mia vita, sai quando non riesci a capire molte cose e ti senti un po’ depresso, avevo bisogno di stare un po’ da solo per riflettere su di me, insomma volevo rendermi conto se la mia vita era quella che volevo, oppure era solo una conseguenza di scelte fatte da giovane con incoscienza e soprattutto senza il senno di poi.
Decido allora di fare un bel viaggio, vado in agenzia da un amico e chiedo proprio a lui cosa mi consiglia, Riccardo se ti vuoi rilassare ti consiglio una bella crociera nel mediterraneo e poi guarda mi è arrivato proprio adesso il fax che stanno facendo delle offerte, ok allora prenota, voi siete due adulti ed una bimba, no Francesco vado da solo, quindi un solo adulto, mi stai prendendo per il culo? No!
Vado da solo hai capito bene.
Chiedo quanto viene, pago e me ne vado.
Dopo qualche giorno mi chiama per avvisarmi che è arrivato la conferma di prenotazione con il biglietto, passo a ritirare il tutto il pomeriggio dello stesso giorno.
Arriva finalmente il giorno della partenza, vado al porto mi avvicino alla banchina dove è attraccata la nave, consegno il biglietto, salgo a bordo e cortesemente mi indicano dov’è la mia cabina.
Arrivo nella cabina aggiusto le mie cose ed esco a prendere un po’ d’aria, fa molto è normale siamo alla metà di Luglio, la giornata è bella il mare calmo insomma ci sono tutti i presupposti per iniziare bene questa crociera, sono molto tranquillo e rilassato, guardo il mare ed intanto penso al motivo perché mi trovo lì.
Finalmente salpiamo, vedo il porto allontanarsi sempre più, non ci credo ancora dopo dieci anni di matrimonio con una moglie possessiva finalmente un po’ di libertà, è solo mezza giornata che sono solo e mi sento già meglio, finalmente avevo ritrovato la grinta e l’energia di qualche anno fa, mi sentivo un altro avevo una gran voglia di divertirmi.
Vado a cambiarmi e con gran fretta torno sul ponte dove cerano due belle piscine con molta gente che già stava facendo il bagno, non ci pensai due volte ed immediatamente appoggio il salviettine su una sdraio e mi tuffo, rimango una mezzora buona in acqua poi esco per prendere un po’ di sole.
Sono sdraiato con gli occhi chiusi quando ad un certo punto sento: E’ occupato? Apro gli occhi e vedo una ragazza pressappoco della mia età, molto carina, bionda e con un bel fisico.
Io rimango li fermo come un cretino, incredulo di quello che mi sta succedendo, allora lei mi ripete la domanda: E’ occupato oppure no ? Io mi riprendo subito, no è libero.
Lei con la sua vocina molto sensuale mi dice un grazie che mi fa incuriosire non poco, rimango in silenzio ed ogni tanto la guardo è davvero una bella gnocca, noto che porta la fede al dito, e devo dire che la cosa un po’ mi dispiace, avrei voluto provarci vista la sua bellezza.
Non parlo, intanto il tempo passa ed arriva l’ora di pranzo, raccolgo le mie cose vado a farmi una bella doccia mi vesto in maniera sportiva e vado al ristorante.
Sono seduto da circa dieci minuti, quando vedo entrare proprio lei, si avvicina ad un cameriere chiede qualcosa e vedo che indica proprio il tavolo dove sono seduto io.
Indossa un abito molto aderente e tra l’altro anche molto corto, cammina verso di me guardandomi e sorridendo, si avvicina e mi dice: penso proprio che questo sia il mio posto.
Io da gentil uomo mi alzo e faccio accomodare prima lei poi mi risiedo, la cosa strana è che il tavolo è per due, infatti come vi avevo accennato prima lei porta la fede, a quel punto mi viene spontaneo domandargli : scusa porti la fede ma tuo marito non c’è ?
Lei risponde con aria misteriosa : No, questo viaggio l’ho vinto con una ditta che mi fornisce i prodotti, ed era solo per una persona così sono venuta da sola.
Ricky : Comunque piacere io mi chiamo Riccardo per gli amici Ricky, e tu come ti chiami ?
Jessy : Io mi chiamo Jessyca per gli amici Jessy.
Ricky : Che lavoro fai?
Jessy : La parrucchiera, ho notato che anche tu porti la fede ?
Ricky : Si ma mia moglie non c’è.
Jessy : Bene, così non rischiamo con scenate di gelosia.
Jessy: Io e mio marito non andiamo molto d'accordo in questo periodo...sà le solite crisi del 7° anno...siamo sposati dal 98...
Jessy: senti già che siamo casomai ordiniamo...io prendo un roast beef e del vino rosso....tu?
Ricky: Abbiamo gli stessi gusti anche per me del roast beef e del vino rosso “novello”
“Il pezzo seguente è scritto da Jessyca”
Iniziamo a mangiare ed il vino rosso scalda le anime...sono piuttosto eccitata...ho davanti a me un uomo che mi piace...lo scemo di mio marito fuori dai piedi.. insomma una situazione decisamente hot......Finito il pranzo mi inviti ad una passeggiata sul ponte. Ti seguo curiosa....Di lì a poco finiamo nell'area dietro le hall del 4° piano....il + alto della nave....proprio un bell'angolino nascosto che sicuramente conoscevi....non mi ci hai certo portata per caso...
Mi fissi con intensità...ti avvicini a me che sono appoggiata alla balaustra. Pochi attimi e mi sei addosso....ti appoggi a me e il mio abito attillato fa si che io senta come sei eccitato...mentre tu puoi sentire il mio sesso così vicino....tremendamente vicino.. separato solo da un sottile strato di cotone e dal mio perizoma così tanto mini...al tuo!
Mentre mi baci il collo inizio a sentire quella voglia terribile che si scatena in me in situazioni come questa....
Inizi a strusciarti a me mentre mi baci...sento il tuo sesso appoggiato deliziosamente alla mia micina...ti strusci apposta per farmelo sentire...mentre le tue labbra e la tua lingua sono incollate alle mie...frulli la lingua nella mia bocca stupendamente...sono partita...inizio a scendere con la mano sui tuoi pantaloni...cercando la zip che schiude il tuo cazzone...ormai lo chiamo così...quando mi parte la voglia divento anche piuttosto porca!
Scendo lentamente la zip...tu continui a limonarmi stupendamente...mentre con una mano ti sei fatto strada nel mio scollo...hai una mano sulle mie tette e stai strizzandomi con decisione un capezzolo...la cosa mi fà godere come una pazza....
Infilo la mano nel tuo pantalone..la zip calata non mi ostacola...pochi secondi e sono al tuo slip....una piacevole sorpresa mi attende....mi ritrovo...abbassando lo slip...un superbo cazzone duro...sei decisamente e stupendamente ben messo!
Inizio a farti una sega...mentre tu hai abbandonato le mie tette per puntare decisamente alla mia fica...intrufolandoti sotto il mio abito eccoti al mio peri...lo scosti con due dita e inizi a toccarmi con dolcezza la fica..che scopri già bagnata dei tipici umori prodotti dalla voglia che una femmina in calore così dimostra....
mentre mi limoni inizi a titillarmi il cli...facendomi ansimare e godere come una pazza...io ti stò segando magnificamente...sento che anche tu inizi a gemere....mentre l'asta pulsa nella mia mano...
Mi guardo intorno furtiva..non c'è nessuno...ho una voglia da impazzire....pochi secondi e mi inizio ad abbassare....mi inginocchio lentamente fino a ritrovarmi il tuo fantastico cazzone duro davanti al nasino...dio che favola 6....ho una voglia di leccarlo che mi fà diventare scema!
Tu mi guardi dall'alto...i nostri sguardi si incrociano...mentre tu mi domandi:"jessy...che fai...?"
Mi vedi avvicinare la mia bocca al tuo cazzo....ho le spalline dell'abito che tu mi hai abbassato...le tette sono fuori...l'immagine ti crea ancora maggiore eccitazione...mentre inizio a leccarti la punta...dandoti un brivido di piacere...ma la cosa è reciproca...un violento brivido di godimento lo sento anche io...mentre inizio a leccarti il glande...a tette nude..sul ponte della nave...con mio marito chissà dove....la cosa mi eccita da morire!
Insalivo l'asta....tu godi come un porco...la mia lingua lecca le tue palle sode....sei piuttosto in astinenza...dalla durezza e dalla pienezza delle tue palle deve essere molto che non vieni...la cosa mi dà ancora + godimento...adoro sentirmi sborrare per bene sul viso ed in gola...dopo aver fatto uno stupendo pompino....
Inizio ad andare con le labbra delicatamente chiuse sull'asta...su e giù...il cazzone mi scivola per bene tra le labbra....salgo e scendo dolcemente...la saliva lubrifica l'asta....inizio a gemere e mugolare per il godimento che provo....ho un cazzone stupendo in bocca...stò facendo un pompino che mi fà godere come una pazza....la fica mi freme dal piacere che provo...tu mi guardi in estasi...stai godendo molto....lo vedo....
“Il pezzo seguente è scritto da Riccardo”
Godo come non mai mi sta facendo un pompino da favola, ho le palle piene di sborra che voglio scaricare nella sua bocca, ma voglio resistere il più possibile, non mi avevano mai succhiato il cazzo così divinamente e poi anche lei meritava di godere.
Mentre continuava a spompinarmi vedo arrivare della gente, immediatamente arretro di un passo sfilando il cazzo dalla sua bocca e mi ricompongo, e lo stesso fa lei, si aggiusta al meglio e ci spostiamo.
Gli sussurro nell’orecchio che ho voglia di lei, ma da vera troia mi dice anch’io ho voglia di te ma voglio farmi desiderare quindi rimandiamo tutto a stasera.
Passiamo una buona parte della giornata insieme, ridendo e scherzando ma il mio pensiero è sempre occupato da un chiodo fisso, riprendere da dove c’eravamo fermati.
Arriva quasi l’ora di cena, ci diamo appuntamento al ristorante, vado a farmi una doccia, mentre sono sotto l’acqua penso al pompino che mi stava facendo sul ponte della nave ed immediatamente la nerchia diventa dura, le palle mi fanno male, l’eccitazione e tale da farmi venire il desiderio di farmi una bella sega.Prendo in mano il mio randello e comincio e segarmi molto lentamente per poi aumentare il ritmo, mi fermo di colpo e penso, è da tanto che non mi faccio una sega, se sborro adesso ne avrò meno per lei così interrompo la masturbazione e a fatica esco dalla doccia e mi rivesto in maniera elegante ma sportiva allo stesso tempo.
Esco dalla mia cabina e mi dirigo al ristorante, entro e mi vado a sedere al mio tavolo, lei non è ancora arrivata, è normale le donne si fanno sempre attendere.
Dopo quasi mezzora che la sto aspettando arriva, indossa una mogliettina molto corta ed aderente, si nota che non porta il reggiseno, si intravedono i capezzoli duri che lasciano l’impronta sulla maglietta, la gonna molto corta aderente segue la forma dei suoi fianchi e un paio di sandali allacciati con delle stringhe di cuoio sul polpaccio.
Nel vederla così vestita mi torna immediatamente nella testa il ricordo di quel pompino interrotto, l’eccitazione sale, l’asta diventa dura e immediatamente sento un brivido che corre lungo la schiena.
Cerco di restare calmo, ordiniamo mangiamo e dopo cena ci dirigiamo sul ponte a guardare il mare, la serata è bella e c’è la luna piena, un venticello scompiglia Jessyca tra i capelli, rendendola ancora più attraente, mi avvicino alle sue labbra con le mie e inizio a baciarla, lei non si oppone e si lascia andare,
ci baciamo per una decina di minuti poi le chiedo di andare nella mia cabina.
Lei sorride, ehi non correre prima ci divertiamo un po’ poi se te lo meriti………….
Ok, cosa facciamo?
Andiamo un po’ in disco e poi vediamo.
Va bene, vai avanti tu, fammi strada.
“Il pezzo seguente è scritto da Jessyca”
Arriviamo in disco...la pista è piena...tutti scatenati in un ballo sfrenato...mi butto in pista e tu mi segui subito...
La musica è latino americana...mi piace molto..inizio a ballare sculettando e muovendo dolcemente i fianchi...in breve ho 4 o 5 maschiotti che mi ronzano intorno...ricky ha un bel da fare a tenerli a bada...hihihi!
Il trucco giusto..i sandali che mi slanciano ancora meglio il sedere...le cosce nude abbronzate....i capelli sciolti e mossi mi fanno sembrare ancora + fica di quello che sono....e poi mamma mia...anche il resto diciamo fà la sua figura....la mini...e la maglietta aderente esaltano le mie forme....ballo con dolcezza ed il mio sederino splendidamente fatto a mandolino la fà da padrone...ho gli occhi di molti appiccati al mio culetto...che splendidamente muovo sculettando con piccoli scatti a dx e sx....
Le tette sode mi ballano su e giù...i capezzoli ogni tanto spuntano dalla maglietta...me ne accorgo e rialzo le spalline...tu hai gli occhi fuori dalle orbite....per come sono tremendamente fica in questa situazione.....
Mi metti le mani sui fianchi da dietro...ed inizi a ballare con me....tirandomi a te....io ti lascio fare...pochi attimi e sento chiaramente il tuo pube appoggiarsi al mio sedere...mi tieni stretta stretta....ballandomi dietro....Mi giro e ti schiocco un bacio in bocca....mmh....la mia lingua inzia a limonarti....qualche secondo e sento chiaramente il tuo cazzone che preme sul mio culetto.....dio che voglia hai!
ti lascio fare...tu ballando mimi come se mi stessi inculando....inizio a sentire caldo..la situazione è terribilmente erotica...hai un cazzo duro da far paura e me lo stai facendo sentire molto bene sul sedere....spingi come se volessi bucare la mia mini!sento che cerchi il mio buchetto....se fossimo in cabina non avrei avuto scampo...me lo sarei ritrovato duro tutto nel culetto...e ti confesso che la cosa mi andrebbe da morire!!
finisce il pezzo...ti prendo per mano e mi dirigo verso l'uscita....voglio rinfrescarmi le idee e sbollirti la voglia..ma sarà dura....
Usciamo...una piccola passeggiata e siamo di nuovo sul ponte...grosso modo dove eravamo oggi.....Mi appoggio alla balaustra....un attimo e mi sei addosso...mi baci con passione....appiciandoti a me....di nuovo sento il tuo splendido cazzone duro..questa volta mi premi decisamente sulla fica...mamma mia...6 terribile!
Inizi a limonarmi con voglia....la tua lingua si incolla alla mia....le tue mani mi frugano sotto la mini...trovi il perizoma...lo scosti...lasciandomi la mini leggermente alzata davanti.....ti lascio fare..sono troppo presa da te....e poi stò godendo della situazione...e parecchio....
Velocemente ti abbassi la zip...mentre continui a limonarmi magnificamente...metti la mano dentro...una frazione di secondo e lo tiri fuori...nemmeno il tempo di capire che fai e sento la tua cappella appoggiarsi alla mia fica....dio mio...mi vuoi scopare lì...sul ponte!Con una mano prima mi avevi scostato il peri.....ora invece appoggi con decisione la cappella alla mia fica...strusci un pò...trovi le grandi labbra...sono già fradicia...non ci metti molto a capirlo....ti assesti con le gambe e lentamente inzi con colpettini dolcissimi a penetrarmi....Dio che favola 6....mi stai scopando sul ponte....ma lo fai con una dolcezza meravigliosa...mentre con la lingua continui a limonarmi!
Colpetto dopo colpetto ti prendo....l'asta entra lentamente nella mia fica....cm dopo cm prendo il tuo splendido cazzone tutto nella fica....mentre ti bacio con passione.....Dopo meno di un minuto....sento le tue palle sode che si appoggiano alla mia fica...dio...me l'hai messo tutto dentro....stupendoooo....mi sento pienissima...mentre tu continui a limonarmi....
Mi stacco dalle tue labbra....ti guardo dritto negli occhi....e ti dico:"dio ricky...6 stupendooo...mi hai presa tutta senza nemmeno farmene quasi accorgere.....ho un cazzone da sballo piantato nella fica...lo sai?"
mi sorridi e lentamente inizi ad andare su e giù..facendomi uscire un gemito....mentre ti rimetto la lingua in bocca....lasciandomi scopare stupendamente in piedi lì sul ponte.....
“Il pezzo seguente è scritto da Riccardo”
Sarà la situazione, sarà la brezza del mare che ti accarezza le gote e ti scompiglia i capelli che ti rendono ancora più bella ed eccitante al mio sguardo, rendono la scopata ancora più intensa, il movimento altalenante della nave accompagna il mio movimento ormai o preso il ritmo e ti pompo con foga e passione.
Ad un certo punto ti accorgi che non siamo soli c’è un'altra coppia sul ponte,mi fai notare la situazione, io mi blocco un attimo, tu ti avvicini con le tue labbra al mio orecchio e mi sussurri “ dai facciamogli vedere quanto siamo porci” e mi inciti a riprendere a scoparti.
Cominci di nuovo a mugolare di piacere, ma stavolta con voce più alta in modo che la coppia ormai vicino a noi senta quanto stai godendo, mi volto verso la coppia che ormai è a pochi metri da noi, i nostri sguardi si incrociano, lui ha uno sguardo soddisfatto ma nello stesso tempo invidioso lei invece sembra schifata dalla situazione, io continuo a scoparti, la presenza di quei due mi fa eccitare ancora di più, sento la sborra ribollire nelle mie palle e ti annuncio il mio orgasmo, tu mi supplichi di resistere ancora qualche attimo, rallento il ritmo e la forza delle pompate in modo da allontanare l’orgasmo, gemi come una puttanella, stai godendo come una vacca, sbrodoli, hai la figa che gronda di piaceri.
La lei della coppia che ci sta guardando prende il marito per un braccio lo tira per portarlo via da lì, ma il marito non si muove e come pietrificato, ha lo sguardo fisso continua ad osservarci, tu te ne accorgi ed alzando un po’ la voce dici: Scommetto che piacerebbe anche a te farti una scopata simile.
Lui non risponde ma con la testa fa un cenno che lascia capire benissimo la sua risposta, lei si arrabbia con il marito che rimane lì immobile a fissarci.
Tu capisci la situazione e rivolgendoti a lei dici: Non ti incazzare con lui è normale che ci guarda, molto probabilmente non lo soddisfi abbastanza e quindi cerca il piacere guardando altre coppie che scopano, in maniera diversa dal solito.
Lei ora è su tutte le furie, e senza pensarci due volte ti risponde: Senti puttanelle, troia e succhia cazzo, non sono fatti che ti riguardano di come scopiamo noi e poi mi fate solamente schifo.
Tu replichi dicendo: ci scommetto che non ti sei mai fatta inculare, e tanto meno ti sei mai fatta sborrare in bocca.
Lei: certo che no! Certe schifosate io non le faccio!
Jessy: Scusi la signora certe schifosate non le fa, bhè sai che ti dico, penso che tuo marito certe schifosate le farebbe eccome se le farebbe.
Il marito non parla, io continuo a scoparmi Jessyca e lei mi annuncia il suo orgasmo, è un orgasmo molto intenso tanto da farla urlare.
La signora dice al marito dai andiamo lasciali fare questi due depravati, il marito non sembra intenzionato ad andarsene, ma lei con insistenza lo allontana.
Tu da gran puttana che sei la chiami: Aspetta santarellina c’è una cosa che voglio farti vedere così impari a far godere tuo marito, ti abbassi apri lentamente la bocca e avvolgi lentamente l’ asta con le tue labbra, pompini come non avevi mai fatto prima con dolcezza e sensualità, forse per far vedere alla signora come ti piace succhiare un cazzo, ti fermi un attimo mi guardi in faccia e dici: dai Ricky fagli vedere come mi sborri in bocca.
Nel sentirmi dire così non resisto più ed inizio a schizzare, ti spruzzo in bocca quattro o cinque fiotti di sborra calda, poi continuo a sbrodolare, che sborrata fantastica, tu ti alzi e ti avvicini a lei aprndo la bocca e mostrandogli come hai raccolto tutto il mio seme in bocca.
Lei ti guarda con aria schifata, tu lo ingoi e le dici: non sai cosa ti perdi, poi con aria soddisfatta ti volti e ritorni vicino a me.
Ci ricomponiamo, rimaniamo lì sul ponte abbracciati a guardare il mare poi mi guardi e cominciamo a limonare ancora.
Dopo quasi un quarto dora ci stacchiamo, tu sei molto bella e mi fai eccitare di nuovo, ma ho tutto il cazzo ancora indolenzito, ti propongo di andare in disco a fare ancora un po’ di pazzie.
Tu accetti ma prima di rientrare mi guardi dritta negli occhi e mi baci dicendo: Sei fantastico hai assecondato i miei desideri avrei voluto trovarti prima sicuramente mi sarei sposata con te, e non con quel pesce lesso di mio marito, ma tu credi che sono una puttana?
No Jessyca, non sei puttana sei troia è ben diverso, penso che una donna o un uomo in certi momenti non deve mettere freno alle sue fantasie, solo perché ha vergogna, ma deve lasciarsi andare hai suoi desideri più nascosti, solo così può trovare quello che cerca nel sesso.
Passiamo tutta la notte in disco, ormai è l’alba dopo una notte così ci vuole un po’ di riposo decidiamo di andare a dormire qualche ora ci diamo appuntamento per il pranzo, prima di salutarci tu con un sorriso malizioso mi dici:Stavo pensando, perché oggi non ci sediamo al tavolo con la coppietta che ci ha visto scopare sul ponte, secondo me la lei ha una gran voglia di farsi scopare da te?
Ricky: E cosa te lo fa pensare?
Jessy: Da come ti guardava, si vedeva lontano un chilometro che ti desiderava, fidati sono una donna, e certe cose le donne le capiscono.
Ricky: Mi stai proponendo di fare una cosa a quattro?
Jessy: Perché non ti andrebbe?
Ricky: Certo che mi andrebbe.
Jessy: Ok allora oggi ci sediamo con loro, fai fare a me e vedrai che non te ne pentirai.
“Il pezzo seguente è scritto da Jessyca”
andiamo a mangiare nella sala da pranzo della nave....molti tavoli pieni...ad un certo punto adocchi la coppietta del ponte..lui ti sorride molto caldamente...lei abbassa la vista al tuo passaggio...Ti fermi e chiedi se c'è posto al loro tavolo.Lui immediatamente dice di si...mentre lei sbuffando replica:" ma con tutti i tavoli che ci sono...proprio qui si deve mettere??"
Tu sorridi e ti siedi...dicendomi:"Ricky mettiamoci con i nostri amici...scambiamo 2 chiacchiere....no?"
Ci sediamo e ci presentiamo....Io mi presento per primo:piacere sono ricky...lui mi dice di chiamarsi Claudio...Jessyca si presenta a sua volta alla lei che scocciata dice di chiamarsi Antonia.
Dopo poco rompiamo il ghiaccio con un brindisi...finalmente Antonia sorride...e Claudio non smette di mangiarsi con gli occhi Jessyca.
Il vino...lo spumante...i liquori alla fine del pasto rendono l'atmosfera molto + delicata e intima...e permettono alle due donne che prima erano nemiche di fare quell'amicizia che è ovvia per potersi conoscere intimamente....Ecco che infatti Jessyca chiede ad Antonia il perché di quel suo atteggiamento puritano...Le domanda:
"Anto...mi dici perché prima eri così schifata dal mio pompino?E' una cosa che fà godere lui e fà godere molto anche te...se non lo sai..."
Ed ancora...:"e guarda che anche essere inculate dal proprio uomo provi un godimento stupendo....ti senti completamente sua...e lui gode forse di più che a farlo normalmente con la fica...se non lo sai.. chiediglielo..."
Antonia sorride e dice che ha ricevuto un educazione religiosa molto rigida...e questo l'ha resa un pò moralista e molto retrograda....
Jessyca le sorride e le dice che ci pensa lei a farle passare certe strane educazioni....
Poco dopo ci alziamo dal tavolo...Jessyca ed Antonia spettegolano sulle attrici sexy...io e Claudio parliamo della vacanza e delle nostre rispettive donne....
Riandiamo sul ponte...e da lì parte l'invito per l'ultimo bicchiere nella cabina di Claudio ed Antonia.
Entriamo...io mi siedo vicino a Ricky e Claudio vicino ad Antonia.
Sarà stato il bourbon… sarà stato il limoncello..mi riviene voglia...inizio a baciare con dolcezza il collo di Ricky...mentre la fica mi si bagna dalla voglia....
Claudio mi guarda come ipnotizzato....morirà dalla voglia di provare una vera troia come me...non quella suora rivestita di Antonia....Antonia osserva la cosa stupita ma a questo punto anche divertita...credo stia cominciando a capire cosa si è persa in questi anni di castità...
Inizio a limonare Ricky che sembra ancora + voglioso di prima...eppure ha sborrato da poche ore...ma la voglia che gli metto lo ricarica come non mai....allungo una mano alla sua patta....ha già il cazzo duro come marmo...mmhh....
“Il pezzo seguente è scritto da Riccardo”
La cosa mi eccita molto, tiro fuori il mio cazzo e lo porto immediatamente alla bocca di Jessyca, Antonia rimane immobile, me non mi sembra poi così schifata come lo era stata in precedenza, anzi sembra guardare con interesse come Jessyca mi succhia l’asta.
A quel punto Jessyca si allontana da me, prende Antonia per mano e la fa avvicinare a me, dicendogli: ti piace il cazzo del mio uomo?
Antonia: Si, è anche più lungo e più grosso di quello di mio marito.
Jessyca: A si! E allora perché non lo succhi per bene come stavo facendo io.
Antonia si avvicina con la bocca al mio pene ormai duro come un palo di ferro, apre leggermente le labbra e comincia a darmi dei col pettini alla cappella la cosa mi piace molto, poi pian piano se lo infila in bocca e comincia a pomparmi, Jessyca la guarda e le dice:Non sei proprio come me a fare i pompini ma con un po’ di esperienza vedrai che impari.
Antonia risponde: bhè per essere la prima volta mi sembra che non vado molto male?
Ricky: No di sicuro mi stai facendo un bel pompino.
Claudio non parla forse è scioccato nel vedere la moglie che succhia il cazzo di un altro uomo, resta immobile steso sul letto a segarsi, io mi accorgo che lui si sta masturbando ed invito Jessyca a fargli un pompino dei suoi, lei non se lo fa ripetere due volte e immediatamente si avvicina a Claudio e comincia a spompinarlo.
Antonia guarda la scena e sembra apprezzare molto, infatti aumenta l’intensità del pompino che mi sta facendo, godo come un pazzo, sono ormai vicino all’orgasmo, vorrei scaricarle in bocca tutto il mio sperma, ma voglio scoparmela quella santarella, gli sfilo la nerchia dalla bocca e la faccio stendere sul letto a gambe aperte.
Mi stendo sopra di lei e comincio a limonare, appoggio il mio cazzo contro la sua figa ormai bagnata, faccio una leggera pressione giusto per farglielo sentire che c’è ma non la penetro.
Inizio a baciarla sul collo, lei ansima e si muove con il bacino per farmi entrare dentro di lei, ma io sto molto attento a non farlo scivolare dentro, voglio farglielo desiderare il più possibile in modo che lo desideri più di ogni altra cosa al mondo.
Continuo a baciarla e scendo fino al seno, inizio a titillargli i capezzoli con la lingua, sono duri e grossi, ne prendo uno in bocca ed inizio a mordicchiarlo,lei inizia a godere di più, e mi supplica di scoparla, io continuo a non dar peso alle sue suppliche.
Scendo ancora continuando a leccarla mi soffermo un attimo vicino all’ombellico poi ricomincio a scendere, inizio a leccargli l’interno coscia, lei si muove e ansima, sta godendo, tra poco perderà ogni freno inibitore e diventerà la più peggiore delle troie, la cosa mi eccita da morire, mi volto per vedere cosa stanno facendo Jessyca e Claudio, vedo che stanno già scopando, Jessy è a pecorina e Claudio le sta dietro, la sta pompando lei gode e ansima e lo incita a spaccargli la figa.
Antonia mi chiama dicendomi: Dai Ricky non pensare a quello che fanno loro pensa a farmi godere voglio essere la tua troia.
Nel sentire quelle parole mi eccito ancora di più, le porto la mia cappella davanti all’apertura della micina e dopo avergliela strusciata un po contro le grandi labbra la infilo in quella fessura vogliosa, lei emette un sussulto di piacere, apre ancora di più le cosce per agevolare la mia penetrazione, la sua figa è talmente bagnata che mi ritrovo con tutta l’asta dentro di lei, ha gli occhi socchiusi e dice delle parole a bassa voce io non riesco a capire il significato, allora le chiedo: Cosa stai dicendo?
Lei mi risponde dicendomi: Ho detto che questo è un vero cazzo non quel cosino che si ritrova mio marito.
Ricky: Stai godendo come una vacca, allora ti piace il cazzo e io che pensavo fossi una santarellina.
Antonia: Si, sto godendo come una troia in calore, ho tutta la fica piena di cazzo, voglio che mi scopi a più non posso, dai sfondami con il tuo cazzone, fammi sentire donna dai ti prego voglio farmi spaccare tutta.
Ricky: Se vuoi sentirlo tutto allora girati a pecora che ti scopo da dietro.
Antonia: Io mi giro ma mi devi promettere che non mi inculi.
Ricky: Ti prometto che per adesso non ti inculo poi vediamo.
Antonia: Non solo per adesso, sempre non mi devi inculare ok?
Ricky: Comincia a girarti, poi vedrai che ti faccio anche il culo e tu non ti rifiuterai.
Antonia: Va bene però se mi inculi fallo piano sono vergine.
Si posiziona a pecora io mi metto dietro di lei e molto lentamente entro nella sua figa ormai dilatata,comincio a pomparla e lei asseconda il mio movimento andando avanti e indietro, aumento il ritmo delle pompate e la forza con cui spingo, mugola e dice cosa da vera troia.
Mentre la sto martellando guardo Jessyca che ora è sopra a Claudio, lo sta cavalcando, gode molto anche lei, continuo la mia scopata con Antonia e continuo a guardare cosa fanno gli altri, vedo che Jessyca prende la borsetta e tira fuori un tubetto di vaselina, lo apre e si unge per bene il buchetto, poi si alza fa uscire il cazzo dalla figa lo appoggia al culo e si impala lentamente, sta ferma un attimo in modo che il suo buchino si dilati per bene poi comincia a fare su e giù, Claudio gode tantissimo, la prende per i fianchi per accompagnare il movimento di Jessyca, anche lei gode e ogni tanto le scappa un gridolino di piacere.
Io continuo a guardare la scena, e faccio notare anche ad Antonia che il marito si sta inculando Jessyca, ma lei niente sembra proprio che non voglia farsi sverginare il culo.
Senza che Antonia mi veda faccio segno a Jessyca di passarmi la vaselina, apro il tubetto lo avvicino allo sfintere di Antonia e ne verso un po’, lei sente un liquido che gli cola sul buchetto e mi chiede: Ricky cosa stai facendo?
Niente non preoccuparti ti ho solo messo un po’ di vaselina, così se ti viene voglia di prenderlo in culo sei già lubrificata.
Antonia: Non se ne parla nemmeno di farmi scopare il culo, sono vergine ed ho paura che mi fa male.
Ricky: Non preoccuparti che farò molto delicatamente, ti sverginerò il culo con delicatezza e vedrai che poi sarai tu a supplicarmi di spingere più forte.
Non risponde segno che ha una mezza idea di prenderlo in culo, continuo a scoparla tenendola per i fianchi, poi comincio a stuzzicargli il buchino ( preda da me tanto ambita) con il dito, lei subito contrae i muscoli stringendolo, allento un po’ la pressione per farla rilassare, in modo che il buco si dilati nuovamente,come mi accorgo che si è rilassata comincio di nuovo a spingere con il dito, stavolta però lei non contrae i muscoli ed il mio dito entra nel suo culo.
Continuo a scoparla in figa e a sditalinargli il culo spingendo sempre più in fondo il dito, ora è tutto dentro e comincio a muoverlo in avanti ed indietro, lei apprezza molto questo movimento e comincia a godere come una cagna.
Mugola e ansima, muove il bacino per agevolare la penetrazione sia del mio cazzo nella sua fica e sia del mio dito nel suo culo.
Dopo qualche minuto che stiamo scopando così si avvicinano Jessyca e Claudio.
Jessyca: Dai togliti che adesso se la scopa un po’ il marito, ormai e bella calda l’hai preparata bene.
Io mi tolgo da dietro ad Antonia e Jessyca fa stendere sul letto Claudio gli prende in mano il cazzo e fa salire sopra la moglie facendola piegare in avanti.
Comincia a spiegarle come cavalcare il marito per sentirlo di più, quando ad un certo punto mi fa segno di posizionarmi dietro ad Antonia, io capisco subito vuole che gli infili la nerchia in culo mentre il marito la scopa in figa.
Sono dietro Jessyca impugna il mio cazzo e lo dirige dritto verso il culo di Antonia, io gli apro le natiche per godermi tutta la scena, Jessyca mi fa segno di cominciare a penetrarla, appoggio la mia cappella gonfia, di colore violaceo allo sfintere e comincio a spingere.
“Il pezzo seguente è scritto da Jessyca”
Antonia sente la cappella sul buchetto...ma resta in godimento...non dice nulla...di lì a breve la scena è favolosa...Ricky inizia a penetrarla mentre il marito la fotte divinamente nella fica...Mi godo la scena da spettatrice...magnifica Antonia...faceva la santarellina ed invece ha 2 cazzi uno in fica ed uno nel culetto...e gode come una pazza!!
Ricky entra lentamente...Antonia si piega in avanti...bacia con passione il marito...mentre Ricky con colpetti decisi le stà spaccando il sederino...mhh...
Le mani sui fianchi di Antonia...il lento movimento di bacino di Ricky che la penetra con dolcezza...ed ecco che finalmente l'ha preso tutto in culo....la signora....!!Dopo poco se ne accorge ed inizia a sbuffare e mugolare come una pazza....piena di cazzo com'è!
Si alza con la testa ed inizia a muoversi con i fianchi...agevolandoli entrambi nello scoparla....hai capito la signora...e dava a me della puttana!!I capezzoli sono gonfi e dritti...segno che stà godendo moltissimo...e dal viso la cosa è ben visibile...ogni tanto si passa la lingua sulle labbra per come gode....è davvero una donna molto calda...e pensare che voleva negarsi tutto questo piacere!!
Il marito è vicino a venire...diminuisce i colpi nella fica della moglie...mentre Ricky la stà inculando magnificamente...colpi secchi..decisi...ogni tanto Antonia si lascia andare a degli urletti tra il dolore ed il piacere in fondo era vergine ed ha preso un bel cazzo nel culetto....è sverginata di brutto ora la signora!!
Poco dopo ecco che il marito con una serie di mugolii le sborra nella fica....lei resta su di lui qualche istante....la sborra le cola dalla fica sul pube del marito...mhh....la voglia si rifà strada in me...ma sono curiosa di vedere Ricky quando verrà.
La martella ancora....lei stupendamente a pecorina si gode la monta...mentre il marito scivola in avanti lei appoggia le ginocchia al letto....restando magnificamente a culo in fuori...senza parlare fà vedere a Ricky come lo vuole tutto...mette ancora di + il sedere proteso verso di lui per far si che la scopi ancora meglio...mentre abbassa la testa sul cuscino mostrando i magnifici capelli sciolti.
Ricky non si fà attendere troppo....il sederino di Antonia è ben stretto e lo fà godere molto...pochi colpi e finalmente sborra...A quel punto io lo invito ad uscire dal culetto di Antonia....mi metto in ginocchio davanti a lui ed apro le labbra....pochi istanti e ricevo la cappella gonfia e vogliosa di Ricky che in un attimo inizia a sborrarmi sulle labbra e sulla lingua...delicatamente appoggio la lingua al glande e mi godo una sborrata stupenda....rapidi schizzi densi e caldi mi scivolano in gola...mugolo come una puttana sentendolo sborrarmi così...Lui gode moltissimo...me ne accorgo dai versi e dai rantoli che fà.Poco dopo lecco le ultime gocce dal suo magnifico cazzone...mentre si appoggia al letto sfinito.
Deglutisco con un sommesso "MMMMHHHH" i densi schizzi....il pancino è pieno del suo seme....ne aveva tanta il porco ed io adoro finire un pompino con l'ingogio...fà parte del mio essere tremendamente puttana se mi ci metto!
Antonia resta sdraiata sul letto....sfinita da quella monta deliziosa....il sedere all'aria..il buchetto dilatato...placata e decisamente soddisfatta....ora anche lei come me è una rottainculo...ma devo dire che da come godeva la cosa le è piaciuta un casino!Il marito anche lui ha goduto come un porco..io credo che vedere la moglie inculata nella sua cabina lo abbia eccitato non poco...ecco perchè quando è venuto godeva così tanto...
“Il pezzo seguente è scritto da Riccardo”
Sono steso sul letto, mi sento sfinito ho goduto come un porco, era da tempo che non mi facevo una scopata simile, guardo Jessyca, che è stesa al mio fianco, poi mi volto e vedo che Antonia non c’è mentre Claudio si sta rivestendo.
Poi noto antonia che esce dal bagno con aria molto soddisfatta.
Jessyca: Anto, mi sembra che ti è piaciuto farti rompere il culo, o sbaglio?
Antonia: Mi è piaciuto eccome, d’ora in poi ogni volta che farò sesso mi farò inculare di brutto.
Jessyca: E facevi la santarellina, anche se dalla faccia si vedeva che si nascondeva una troia da far paura.
Le due andarono avanti la conversazione mentre io e Claudio ci eravamo già rivestiti, usciamo dalla cabina e diamo appuntamento al bar alle signore.
Dopo quasi un’oretta arrivano tutte e due noto che Antonia indossa un abbigliamento molto sexy,
si avvicinano e Jessyca dice: Le ho prestato qualcosa io ormai si deve vestire da troia, ha dimostrato di esserlo e quindi……
Scoppiamo in una risata e brindiamo.
Nei giorni seguenti abbiamo fatto sesso ancora tutti insieme, ma purtroppo come tutte le cose belle c’è un inizio e c’è una fine e questa è la fine della crociera.
FINE
Questo racconto è stato scritto da due amici virtuali una donna e un uomo, ci siamo conosciuti quasi per caso nel web ed è nata questa splendida amicizia, tutt’ora ci scambiamo e-mail con i nostri desideri più nascosti, le fantasie più strane e le nostre esperienze di vita di coppia.
Un grazie a tutti coloro che anno letto il nostro racconto.
Per commenti scrivete ai seguenti indirizzi di posta elettronica :
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18 anni fa
admin, 75
online -
Lo strizzacervelli - parte prima
durante il servizio di leva cominciai a fare uso di droga, una sera esagerai e mi ritrovai ricoverato all'ospedale militare. mi disintossicarono e, grazie a conoscenze di famiglia, anzichè congedarmi mi mandarono in convalescenza fino alla fine del periodo di leva. mandarmi in comunità sarebbe stata un'onta per la famiglia, ma il rischio che ricominciassi convinse i miei a mandarmi da un terapeuta. cominciai così a fare due sedute settimanali da questo giovane psicologo che mi sembrava mi avesse preso molto in simpatia. quando gli raccontavo delle mie esperienze giovanili, o delle avventure omosessuali, di quello che avevo fatto con il mio prof di latino e sua moglie, dei trans, del fatto che durante la leva mi ero prostituito per pagarmi la droga, insomma di tutto quello che riguardava il mio rapporto con il sesso lui sembrava glissare e mi diceva sempre che non era importante, che mi serviva solo per sentirmi in colpa e che tutte quelle cose se le avessi fatte solo per il piacere di farle e non per potermi poi colpevolizzare non starei così male a pensarci. a furia di parlare in questi termini delle mie esperienze arrivò a propormi un esperimento, ci saremmo masturbati ed avremmo poi verificato come mi sarei sentito. ci togliemmo pantaloni e slip e ci sedemmo accanto sul materasino su cui a volte mi faceva stendere durante le sedute. "come stai?" mi chiese "sono un po' imbarazzato" "guarda il mio cazzo e dimmi cosa pensi". abbassai lo sguardo e guardai il suo cazzo. non aveva un cazzo molto grosso, era moscio ma mentre lo guardavo e gli dicevo cosa pensavo lo vidi animarsi ed in breve diventò duro. era abbastanza lungo, completamente scappellato ma sottile e curvo da un lato, ma la cosa che mi colpiva era la sua consistenza: da come veniva su dalla sua pancia doveva essere durissimo. "mi sembra molto duro a giudicare da come sta su" "prova a toccarlo, non ti preoccupare". allungai la mano e verificai che effettivamente era molto duro. per toccarlo mi ero abbassato verso il suo cazzo anche con il corpo e lui me lo fece notare "come mai ti sei chinato per toccarlo quando sarebbe bastato allungare di più il braccio? così hai avvicinato la tua bocca, te ne sei reso conto?" "non lo so perchè l'ho fatto, mi è venuto così" "prova ad immaginarlo" "forse ho voglia di prenderlo in bocca" "perchè?" "mi piace la sensazione di avere un cazzo duro in bocca" . a quel punto lui mi disse di sentirmi libero di fare quello che volevo, che lui non avrebbe interferito. allora mi abbassai ancora di più e gli presi il cazzo in bocca. ero curvo di lato e quando cominciai a succhiarglielo mi muovevo a fatica, ma poi lui si stese ed io mi aggiustai fra le sue gambe. il pompino gli piaceva, sentivo che vibrava quando gli facevo i giochi di lingua che sapevo fare, "se continui così mi farai venire....." io smisi di pomparlo e continuando a smanettarlo gli dissi che non c'era problema, "guarda che io sborro tanto, proprio tanto" "non ci sono problemi, a me la sborra piace". così lui si rilassò e dopo un altro paio di pompate cominciò a venirmi in bocca. mi fece almeno 10, 15 schizzi di sborra molto liquida in bocca, io per abitudine ingoio la sborra mentre me la schizzano dentro, senza aspettare che finiscano, e quello mi salvò, perchè non sarei mai riuscito a tenere tutta la sua sborra in bocca fino alla fine. finito il pompino si tirò su e mi chiese come stessi. "sono eccitato, vorrei venire" "scaricati tranquillamente, non farti problemi. posso fare qualcosa per aiutarti?". "mi piacerebbe venire con il suo cazzo in bocca e vorreiche lei mi tenesse la testa fra le mani come se mi stesse scopando in bocca". lui si alzò e presa la mia testa fra le mani si mise a scoparmi in bocca con il cazzo ancora grande ma smollato che mi continuava a colare sborra in bocca. dopo essere venuto anche io ci rivestimmo e ci raccontammo come avevamo vissuto l'esperienza. quello che venne fuori era che non mi sentivo in colpa per quello che avevamo fatto e che non avevo l'impressione di aver fatto una cosa sporca come mi capitava di solito. fu la prima volta di una serie in cui facemmo sesso durante la seduta, all'inizio gli facevo un pompino con l'ingoio mentre mi smanettavo, ma la cosa, sempre con la motivazione del tentativo di rivivere in un contesto "pulito" esperienze passate che ricordavo con disprezzo, andò oltre. dopo i pompini cominciammo con il culo. gli avevo raccontato di come mi avessero inculato fin da quando ero piccolo e di come presto avessi cominciato ad incularmi da solo con vari oggetti, e da qui lui mi propose di rivivere l'esperienza. la volta successiva portai in seduta un paio dei miei giochini, all'epoca abitavo ancora con i miei e non potevo certo tenere in casa plug o falli, erano un dentrificio in dispenser, una confezione di bagnoschiuma e una bottiglietta di profumo. lui mi chiese di mostrargli come li usavo, di immaginare di essere da solo nella mia stanza e di fare come se lui non ci fosse, lui mi avrebbe osservato e avrebbe preso appunti per parlare dopo dell'esperienza. cominciai con lo spogliarmi, poi mi accovacciai e mi bagnai per bene il buco del culo con la saliva spingendo in fuori come per cagare. dopo essermi bagnato per bene dentro e fuori cominciai a sditalinermi il culo per farlo allargare un po' alla volta, prima con un dito poi con due, tre e quattro. a quel punto passai al dispenser. lo ciucciai prima e poi cominciai ad incularmi con quello. passavo spesso dal culo alla bocca per lubrificarlo e dopo un po' passai al bagnochiuma. stessa trafila bocca-culo per un po' per arrivare al pezzo forte che era la bottiglietta di profumo. dopo essermi inculato per qualche minuto con quella con dei lunghi affondi dentro-fuori cominciai a smanettarmi il cazzo che nel frattempo era diventato duro come il marmo. con una mano mi smanettavo, con l'altra ni inculavo e mi ero infilato in bocca il dispenser. venni quasi subito raccogliendo la sborra in una mano. a quel punto lo guardai, ero peraticamente seduto sulla bottiglietta di profumo, avevo sputato il dispenser e ansimavo guardandolo. "continua. voglio che tu faccia tutto come se stessi solo a casa tua" lo fissai negli occhi "di solito mi lecco la sborra dalla mano", lui anuì ed io lo feci, dopo avere imgoiato la mia sborra mi tolsi la bottiglietta dal culo e cominciai a sistemarmi, poi presi i miei giocattoli e andai a lavarli in bagno. tornato nello studio mi sedetti in silenzio e gli chiesi come era andata, ero molto imbarazzato, non sopportavo il silenzio "cosa pensi mentre fai queste cose? quali sono le fantasie che fai?" "dipende. oggi ho immaginato un gruppo di trans superdotati che mi inculavano e si facevano spompinare fino a farmi bere la loro sborra". "ma cosa provi a bere la tua sborra?" "mi piace. mi piace il gesto perchè immagino che ci sia qualcuno che mi costringa a farlo, immagino che la sborra sia la sua, ma anche il sapore mi piace molto".
la conclusione fu che evidentemente avevo il buco del culo particolarmente sensibile e che quindi mi piaceva che fosse stimolato e che le fantasie riguardo i trans servivano a rendere equivoca una cosa che era invece semplicemente una questione di gusto, così anche l'ingoiare la sborra era collegato semplicemente al fatto che mi piaceva, e se per berla facevo un pompino non c'era nulla di male, sarebbe stato lo stesso se fossi andato in un particolare bar per il fatto che li il caffe era più buono. mi fece lasciare li nello studio i miei giochi e ci salutammo. la volta successiva mi propose di giocare insieme, sarebbe stato lui ad incularmi con i miei giochi. mi spogliai e mi misi a quattro zampe, mi allargai il culo con le mani e sentii le sue dita che prima mi lubrificavanoe poi cominciavano ad entrarmi dentro. poi fu la volta del dispenser, ma dopo un paio di inculate più profonde lui si fermò. "cosa fai se il dispenser si sporca?" "niente dottore, lo ciuccio un po di più per bagnarlo meglio perchè se si sporca scivola male e continuo" "fammi vedere come fai" e il dispenser mi viene porto verso il volto. sulla punta e lungo il fusto c'erano dei segni marroni, senza smettere di allargarmi il culo ciuccio il dispenser dalle sue mani "che sapore ha?" "è amara dottore, ma non si sente molto" "continua allora, fallo tornare pulito coma quando sei da solo" e il dispenser cominciò a muoversi con più decisione nella mia bocca fino a quando gli parve pulito, poi me lo riinfilò dentro e ricominciò ad incularmi con quello. quando si risporcò me lo diede da ciucciare mettendolo a terra davanti a me e cominciò ad incularmi con il bagnoschiuma. il bagnoschiuma aveva un rilievo intorno al tappo che quando non ero perfettamente pulito si riempiva di merda, cosa che puntualmente capitò dopo poche pompate. il bagnoschima prese il posto del dispenser nella mia bocca e nel mio culo entrò il profumo. per spingere meglio mi schiacciò giù con una mano sulla schiene e mi infilò la bottiglia dentro facendomi lamentare "ti ho fatto male?" "solo un po dottore, ma non si fermi, posso venire?" "certo che puoi, cosa vuoi che faccia?" "mi afferri le palle mentre mi spinge la bottiglia dentro, così fa più forza" io mollai le chiappe e cominciai a smanettarmi, ma mi venni in mano praticamente subito. rimasi per un attimo con la faccia appoggiata a terra, la bottiglia infilata nel culo e la mano piena di sborra. "avanti" disse lui "pulisciti e rimetti a posto" mi leccai la mano e sempre con la bottiglia nel culo mi tirai su. mi rivestii, andai in bagno a lavare tutto e quando tornai lo trovai dietro la scrivania. "questa è la cosa più grande che ti infili dentro?" "no dottore, ho anche delle cose più grandi" "e come scegli cosa infilarti?" "di solito comincio dal dispenser che è il più piccolo e poi vado avanti fino all'ultimo, non li ho portati tutti perchè sono tanti" "vorrei vedere il più grande" "va bene dottore, la prossiam volta lo porto" "e poi dovremmo parlare un po' di quello che fai quando i tuoi giocattoli si sporcano" "si dottore".
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18 anni fa
sottomesso38,
39
Ultima visita: 16 anni fa
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Capodanno in discoteca
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PREMESSA:
QUESTI RACCONTI SONO SOLO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA E QUINDI NON SONO REALI.
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CAPODANNO IN DISCOTECA.
Era la sera del 31/12/2005 ed io e mio marito eravamo ancora piuttosto indecisi.Ci avevano invitati ad una cena
in un ristorante degli amici....altri ci avevano dato appuntamento alla disco LA BAIA DEI PIRATI...ed altri ci
avevano invitati a casa loro per un brindisi della mezzanotte....
Io ero piuttosto eccitata...avevo comperato un abitino scollato molto sexy...lasciava quasi completamente la
schiena nuda...fin quasi al sedere...e davanti un ampio scollo decisamente sexy faceva da contralto al vertiginoso
stacco che mostrava la schiena nuda....Un paio di scarpine con tacco a spillo,un perizomino rosso di buon augurio
sarebbero stati il tocco finale...decisamente ero una gran fica e la serata mi sarebbe piaciuta di sicuro...Messa
così in tiro dovunque sarei andata avrei fatto faville....hihihi!
Un buon bagno caldo...poi una crema per il corpo...infine trucco...capelli ben in piega...rossetto...dopo 1 ora di
preparativi ero pronta.Mio marito vedendomi uscire sgranò gli occhi...dicendomi:"Cazzo jessyca...che strafica sei...
mamma mia....stasera ti dovrò stare appresso se non voglio che qualcuno ti violenti!"
Ridacchiando risposi che mi ero messa solo un pò in tiro per capodanno....e nulla +...
Riguardandomi un'ultima volta allo specchio notai che senza reggiseno l'abitino faceva con gran facilità uscire una
buona parte del seno...addirittura se saltellavo facevano capolini i capezzoli...la cosa mi eccitò ancora di +...
la mia troiaiggine prendeva il sopravvento in certe situazioni...ed il pensare che ballando avrei mostrato il seno avrebbe
eccitato sicuramente diversi ragazzi presenti nella disco...mettendomi così al centro dell'attenzione....cosa che
mi piaceva e parecchio....La troia che era in me e che avevo a lungo controllato...sentivo bene che quella sera
aveva voglia di scatenarsi.....e la cosa non mi dispiaceva affatto..anzi....Tutto sarebbe stato possibile ma solo una volta
messo da parte l'ingombro di mio marito....
Decidemmo di andare alla BAIA DEI PIRATI...una disco distante una 50ina di km da casa nostra...l'estate è la meta preferita dei
vacanzieri e l'inverno aperta solo per le grande occasioni...tipo capodanno appunto.Lì ci attendevano gli amici che
avevano prenotato un tavolo per la serata.In macchina mi guardai allo specchietto...ero perfetta...trucco giusto...abitino
perfettamente aderente...capelli lisci...insomma stavo veramente bene.Mio marito guidò con calma ed alle 11 eravamo lì.
Salutammo gli amici...ci accomodammo al tavolino..eravamo in 6...3 coppie...e dopo i soliti convenevoli aspettammo la
mezzanotte.Allo scoccare ecco il rito del brindisi...gli auguri...i cin cin..baci abbracci...le solite cose....Io
aspettavo invece che si scatenasse la frenesia della disco per lanciarmi in pista....con quell'abitino avrei creato lo scompiglio
ed in breve sarei stata messa in un cerchio di uomini eccitati nel vedermi ballare così sexy...
Dopo poco il DJ lancia i primi dischi...l'atmosfera si inizia a scaldare...la gente si butta in pista alla grande...mio
marito è al tavolo che discute di calcio...politica...le solite rotture di palle....Io lancio un occhiata alla moglie di
Piero...uno dei 3 mariti delle 3 coppie presenti al tavolo e gli dico:"si và a ballare??"
Lei annuisce...ci alziamo e dopo poco siamo in pista!Il ritmo è elevato...eccoci impegnate in un latino americano...inzio
a sentire la musica entrarmi nel sangue...e con quella anche altre voglie si fanno lentamente strada in me.Dopo poco ne ho
addosso un paio...che si strusciano via via mentre il ritmo avanza...il mio abitino mostra generosamente il seno e il
profondo scollo posteriore mostra quasi lo spacchettino iniziale del mio sedere...e la cosa manda in estasi queli che mi
ballano intorno!
Dopo qualche altro ballo di Dance ecco che la mia amica molla...non è allenata a stare molto in piedi...io che sono parrucchiera
invece in piedi ci stò dalla mattina alla sera e quindi reggo a meraviglia.Mi lascia sola....non chiedevo di meglio...
ecco che il primo dei miei fans si fà sotto...guardandomi si avvicina e mi dice:"sei strepitosa...lo sai?Hai un abitino
che è uno schianto...6 la + bella fica della disco..lo sai?"
Lo guardo...non è brutto...anzi...piuttosto carino...con un bell'abito...e poi quella faccia da schiaffi che in genere
mi eccita...quello sguardo quasi a dire:"dai puttana....lo sò ti piaccio...non tirartela e lasciami fare...."...ed
in genere in questi casi la puttana che è dentro di me...nel mio lato oscuro...inizia a uscire allo scoperto.
Gli sorrido....e gli rispondo:"grazie...diciamo che per una serata speciale mi sono messa un pò in tiro...tutto qui"
Lui mi sorride e con una mano mi cinge il fianco per iniziare una salsa scatenata...Lo guardo dritto negli occhi....il mio pensiero
è di quelli che non lasciano scampo...ho voglia di cazzo e questo è il mio tipo....Lui sembra leggermi nell'anima...di lì a
poco inizia a stringersi a me...in un modo lento ma costante...Mi avvicino al suo orecchio e gli sussurro:"guarda che al tavolino c'è mio marito...non strafare....almeno non ancora....."
La lampadina gli si accende negli occhi...molla la presa e inizia a ballare + lentamente e meno da assatanato..io gli sorrido
facendogli capire che la cosa mi andrebbe e non poco.
Lo lascio un attimo in pista...dicendogli..."Aspettami..vado a vedere che fà mio marito"
Arrivo al tavolino e lo trovo un pò alticcio...diversi giri di grappe...spumante e mirto lo hanno messo un pò sull'intontito...
hihihi...non chiedevo di meglio...gli amici parlano scherzano...ed io mi rituffo in pista...dove c'è chi mi aspetta e non
solo per ballare.
Rieccolo...sorridendo mi riabbraccia e avvicinando le labbra al mio orecchio mi dice:"approposito..mi chiamo Davide...e tu?"
Io jessyca gli rispondo...Altro sorrisetto malizioso..e poi mi fà:"vieni al bar...ti offro il cin cin di capodanno...se ti và"
Gli rispondo di si...mando però avanti lui per non dare nell'occhio....faccio il giro largo sgusciando via senza farmi vedere
dal tavolino dove sono gli amici.Pochi attimi e sono al bar...lui mi aspetta già.Mi offre un gin lemon...beviamo con calma
parlando del + e del meno...Lo guardo negli occhi....voglio fargli capire che ho voglia di sesso...che sono lì non certo per il gin lemon o per sentire che lui fà il meccanico in un officina e che è fidanzato con una di MILANO.....
Mi fissa..pochi attimi...e capisce che cosa il mio sguardo gli dice.....Jessyca ti và di vedere la terrazza?Vieni...è uno spettacolo il mare questa sera......Mi prende la mano...lo seguo in silenzio....Apre una porta in ferro e poco dopo siamo su una veranda chiusa da vetri...divani che credo d'estate facciano parte di un sala privè...e dalle vetrate ora chiuse si vede benissimo il mare...
Resto lì affascinata dallo spettacolo....quando sento che con dolcezza mi abbraccia da dietro...poi le sue labbra sul mio collo...mi stringe con passione e inizia a leccarmi il collo lentamente...Mi giro ed in un attimo incontro le sue labbra....un lungo bacio appassionato...mentre sento che inizia a prendere confidenza con il mio corpo....
Mentre limoniamo con passione lui si accorge che il mio vestitino mi lascia ben poco coperta...allungando una mano mi esce un seno...intrufolandosi nello scollo posteriore in un attimo ho l'altra sua mano sul mio sedere!!
Mi abbassa le spalline....il seno è scoperto..inizia a leccarmi i capezzoli mentre mi fà appogiare alla spalliera del divano...io stò perdendo ogni inibizione....Davide mi piace e sono parecchio su di giri!
allungo una mano verso i suoi pantaloni....cerco la zip.....eccola scendere in un attimo....intrufolo la mano cercando il suo cazzo....scosto la camicia...mi infilo nel suo boxer...eccolo....duro e magnificamente eretto....Lo tiro fuori dai pantaloni....e resto sorpresa...ha un gran bel cazzo....splendidamente eretto e piuttosto lungo...sicuramente oltre 20cm...ho l'acquolina in bocca!!
Lo faccio appoggiare al divano...spostandomi...lo guardo dritto negli occhi mentre lentamente piego le gambe...inginocchiandomi davanti a lui....Gli slaccio la cintura...facendo cadere i panta ai suoi piedi...poi gli calo i boxer....mugolando dalla voglia.....Pochi istanti e mi ritrovo un cazzone da sogno in erezione davanti al nasino...non chiedevo di meglio...un bel ragazzo e con un gran bel cazzo...mmhh....decisamente il capodanno comincia bene.....
Lo guardo dritto negli occhi ancora una volta....lui a sua volta mi guarda...incrociamo gli sguardi...un attimo di silenzio...poi mi dice:"dai...lo sò che lo vuoi...è da quando eri in pista che l'avevo capito...hai voglia di cazzo stanotte...vero jessyca??"
Si gli rispondo...è vero...e tu mi sei piaciuto subito....così scanzonato e così porco.....sai?
E lui mi risponde a tono:"dai puttana....guarda che cazzo ti faccio leccare....fammi vedere se sai fare un pompino...dal viso e dal vestito giurerei che sei una gran troia....ma la prova del nove è da come mi farai il pompino...."
Io sempre in ginocchio lo guardo e con un sorrisino beffardo gli rispo...."beh...te ne accorgerai....secondo me resisterai ben poco....sappilo....."
Dopodichè inizio a leccargli lentamente l'asta....leccatine leggere..colpettini di lingua...ha un cazzo superbo...duro...piuttosto largo e con una cappella da sballo....Lecco piano piano tutta l'asta...un filo di saliva la ricopre...lo sento respirare e dei piccoli gemiti gli escono quando lecco...segno che è sensibile.Infine mi insalivo le labbra...l'asta è già bagnata...ora la farò scivolare in bocca....Socchiudo le labbra...appoggio la cappella alla lingua e lo guardo ancora negli occhi...lui è come stregato da quell'immagine...io...una bella fica....gli stà a tette di fuori.....in ginocchio e con il suo cazzone davanti alle labbra...decisamente gli sembrerò una magnifica puttana in quel momento.....Lentamente mi infilo il cazzone in bocca....mentre un MMMMHHHH di piacere mi esce dalle labbra....stò godendo come una troia nel sentirmi quel cazzone da sballo in gola!
Cm dopo cm me lo mando in gola....la cappella quasi mi soffoca...ma lo voglio prendere tutto....voglio arrivare a posare la punta del nasino tra i peli del suo inguine....Ancora pochi cm e ci sono...OOOOHHH.....MMMHHHH....ecco...l'ho preso tutto in bocca....che cazzo...mi soffoca quasi...è strepitoso!
Arretro la bocca e ne faccio usicre qualche cm...e poi comincio ad andare su e giù con le labbra....lentamente salgo fino alla cappella e poi riscendo fino a oltre metà asta...mmhh.....che favola di cazzo ha questo ragazzo!!Inzia a sbuffare....sento che stà godendo molto.... se lui mi potesse toccare sentirebbe che ho la fica fradicia dal godimento...tirare un pompino così mi fà godere come una vera puttana da strada!
Lecco le palle...sode e dure...piene di sborra....rilecco l'asta arrivando fino alla cappella....poi mi fermo....Guardandolo gli chiedo:"beh...che ne dici?sono brava?"
Lui mi guarda dall'alto...e mi risponde....."dio jessyca....che straordinaria pompinara che sei...mamma mia....sei favolosa!"
Lo guardo e ridacchiando riprendo il mio pompino....lecco il glande....socchiudendo le labbra mi spingo in gola il cazzone....lentamente riprendo il mio su e giù...Sento che gode...ma non immagina quanto stia godendo io...ho la fica un lago e se uno adesso me lo mettesse dentro avrei un orgasmo magico dopo 2 o 3 colpi!!!
Mi ferma....mi fà alzare....mi abbraccia con dolcezza e mi inizia a limonare con passione....poi mi gira...mi appoggia alla spalliera del divano...mi alza il vestitino sulla schiena facendomi restare a pecorina appoggiata al divano.Uno specchio davanti al divano riflette la nostra immagine...Pochi attimi e mi scosta il perizoma...per un attimo mi guarda la fica....poi me lo cala ai piedi....io lo vedo dallo specchio....eccolo che impugna il cazzo avvicinandosi a me...sento la cappella che si ferma un secondo sulle labbra della mia fica....un attimo dopo con un paio di colpi decisi mi penetra...facendomi sfuggire un deciso:"AHHHHH.......SIIIIIIIIIII!!!"
Entra in me....altri 2 o 3 colpi per spingermi il cazzo fino in fondo....ora mi sento la fica piena....mmmhh....mi ha penetrata con decisione e senza tanti preamboli....si ferma un attimo per assestarsi con le gambe...mi poggia le mani sui fianchi...Poi mi guarda nello specchio....il solito sorrisetto scanzonato...mentre mi dice..."che troia...sei....hai la fica fradicia di voglia per avermi tirato il pompino....vero??"
Lo guardo mentre inizia a scoparmi...mi dà dei colpi dolci ora....dopo avermi penetrata con forza...lo sento tutto dentro di me mentre gli rispondo:"si...ero fradicia di voglia...e tu me la stai levando...sei stupendo...scopami davide...scopami tutta...."
Inizia a scoparmi con dolcezza....le mani sui fianchi non stringono + di tanto...lentamente spinge fino in fondo....sento le sue palle appoggiarsi alla mia fica....poi lo ritrae un pò...e poi ricomcia a spingermelo dentro....un movimento molto dolce...mentre mi guarda nello specchio con passione.
Sono appoggiata alla spalliera del divano....mi stò godendo una monta deliziosa...quando sento bussare alla porta....Davide immediatamente esce da me...si rialza i panta...io mi rimetto giù il vestitino....mentre lui chiede:"CHI E??"
Davide siamo io e Giulio....si sente rispondere da dietro la porta.....Stavamo chiedendo dove fossi finito...e sapendo che spesso vieni qui a fumare una sigaretta volevamo sapere se eri qui....almeno ci allunghi 2 MARLBORO che siamo rimasti senza...
Davide apre la porta per rassicurarli....entrano un secondo,,,gli dà le sigarette....Giulio lo guarda e gli chiede:"ma sei con una signora....perbacco...scusaci per l'intrusione!"Mario...l'altro dei due mi guarda con gli occhi sgranati....deve aver pensato:"guarda che fica ha preso davide....cazzo!!"
No...non è nulla...stavamo chiaccherando....risponde Davide.
Giulio guarda ai miei piedi e vede il perizomino rosso mio....un attimo e capisce che cosa stavamo facendo.....Io arrossisco e faccio finta di nulla....mentre anche Mario si accorge del mio perizoma alla caviglia.
Giulio prende Davide da una parte....e parlottano un pò...pochi istanti e chiamano anche Mario....io non riesco a capire che cosa stà succedendo....Infine si avvicinano tutti e tre....Davide mi stringe la vita baciandomi con passione....poi si avvicina al mio orecchio e mi dice:"jessyca...si sono accorti che stavamo scopando...hanno visto il tuo perizoma...mi chiedevano se potevi far vedere anche a loro che razza di puttana sei....."
mentre parla mi spinge verso il basso....pochi istanti e risono in ginocchio...mentre davide si slaccia i panta e mi schiaffa nuovamente il cazzone splendidamente eretto di nuovo davanti al nasino....Ma questa volta non è il solo....Mario senza proferir parola si è abbassato anche lui i pantaloni...un secondo cazzone....leggermente + piccolo del precedente svetta vicino alla mia guancia!
Li guardo un istante....la voglia che ho è tantissima.....ormai la puttana che ho a lungo tenuta a bada è fuori...prima era solo un assaggio....ora di cazzo ne ho quanto ne voglio....
Senza dir nulla inizio a spompinarli...prima uno e poi l'altro....lecco le cappelle con voglia...la troia che è in me ormai non la fermo +...si è scatenata e la fine è segnata...finirò a scopare di brutto con tutti e 3!!
Spompino quei 2 cazzi con godimento...mugolando e godendo come una puttana....quando ecco che anche giulio si avvicina...si cala gli slip....e mi sbatte davanti agli occhi il suo cazzo....una cosa da sogno...+ grosso e lungo di quello di davide....spalanco gli occhi per il godimento....sarà almeno 3 o 4 cm + lungo di quello di davide...mio dio...è strepitosamente dotato!!
Mi mettono in cerchio....ho 3 cazzi da sballo da spompinare....lecco la cappella a giulio che da solo mi riempie la bocca...che cazzo da sogno.....Poco dopo davide mi ripiazza a pecorina sul divano....questa volta mi leva il vestitino..resto in tacchi a spillo nuda....perfettamente in tenuta da troia quale sono!!
Davide mi risbatte il cazzone nella fica....un mugolio sommesso mi sfugge....mentre giulio dal davanti del divano mi sventola il suo magnifico cazzone davanti al nasino....poi si avvicina e me lo sbatte in bocca....stò prendendo 2 cazzi magnifici...non male per la serata di capodanno!
Mario si sega....guardandomi così presa....ma sò che non gli basterà di certo....
Poco dopo la situazione cambia....Davide si sdraia sul divano...mi prende e mi fà calare sul suo cazzone....mi impalo lentamente guardandolo negli occhi...voglio che veda che razza di puttana sono.......Impugno il cazzone di davide....e mentre lo guardo dritto negli occhi appoggio la cappella alla mia fica...lentamente scendo su quel cazzone...socchiudo gli occhi e mi lascio sfuggire un ben deciso:"AHHHH....SIIII....TUTTOOOOO....."
Sento le aplle di davide sulla mia fica....me lo sono preso tutto fino alla radice....mmhh....inizio a godere sul serio ora....Davide inizia lentamente a scoparmi di nuovo...prendendomi per i fianchi mi muove su e giù...ad ogni colpo lo prendo fino alle palle nella fica....non immagina come godo quando lo sento fino in fondo dentro....
Poco dopo giulio si avvicina....inizia a leccarmi la schiena....poi scende....mi abbassa lentamente in avanti il busto ed inizia a leccarmi il buchetto del sedere....dio che bello...sento la sua lingua rasposa che lentamente mi schiude il buchetto.....la saliva entra nelle pieghe del buchetto....mi sento bagnare dentro per com'è bravo a leccarmelo......
Dopo qualche minuto si inizia a bagnare la cappella....mi prende per un fianco con la mano...appoggia la cappella al mio culetto....Mi volto di scatto e gli dico:"ma che fai?Sei pazzo?Hai un cazzone troppo grosso!!"
Stai tranquillla mi risponde lui.....una puttana come te vedrai come gode....lasciami fare.....E poi senti...hai un culo da sogno...spettacolare..a mandolino.....perfetto....sporgente....bello sodo...non mettertelo in culo sarebbe un delitto.....credimi....un culo come il tuo è difficile da vedere....
Mi rigiro....mentre davide per distrarmi aumenta il ritmo della scopata....mi poggia una mano sulla spalla e spinge in giù...infilandomi tutto il cazzo nella fica...fin quasi alle palle!!Godo molto da quella penetrazione...ormai ho deciso di lasciarli fare quello che vogliono....mi stanno trattando da perfetta puttana...e la cosa mi eccita terribilmente!
Poco dopo sento ben distintamente la cappella di Giulio sul mio buchetto del culetto.....Piccoli colpi...decisi..continui....sento il buchetto schiudersi....un senso di piacere misto al dolore si fà strada in me....mentre lui và avanti piano piano....un colpo dopo l'altro....colpi lievi...delicati...ma continui.......
Sento la cappella entrarmi dentro....un ben deciso:"OOOOOOHHHHHHH........" mi sfugge dalle labbra....mentre Giulio mi dice."che brava puttana sei....dai...piano piano te lo dò tutto...."
E così è...piano piano...rispinge ancora...dolcemente....sento il suo cazzone scivolarmi dentro....il buchetto si dilata...si allarga sotto i suoi colpi....mi sono appoggiata a davide che mi stà limonando con passione....le noste lingue si intrecciano mentre giulio continua ad incularmi lentamente.....
Mugolo...gemo....davide se ne accorge...ma continua a limonarmi...ormai sono in mano loro....e se devo essere sincera mi stanno facendo godere come una pazza!!
Giulio và avanti...ormai l'ho preso tutto nel culetto...sento chiaramente le sue palle sulle labbra della mia fica...ed infatti un "AHHHHHHH.......siiiiiiii....l'hai preso tutto...troia!!!" gli esce dalle labbra mentre si assesta nel mio sederino ormai pieno di un cazzone da urlo.....
Inizia a muoversi...bagna il buchetto del mio sedere dilatato da morire con altra saliva e poi inizia ad andare su e giù....mi incula con dolcezza....mentre davide ha ripreso a scoparmi dopo essersi fermato un pò per permettere a giulio di penetrarmi per bene.....
Mi alzo appena appena con il busto.....mentre giulio mi stà inculando con maggior forza ora...colpi secchi...decisi....sento il buchetto dilatarsi....ho nel sedere un cazzone da sballo....sarà largo almeno 15cm e lungo + di quello di davide...mamma mia...che vacca mi stanno facendo diventare questi ragazzi!!!
Ad occhi chiusi mi godo la scopata di Davide...che con forza riprende a fottermi....giulio mi stà inculando con passione....stò godendo come una pazza.....quando ecco che sento davanti alle labbra una cosa che conosco molto bene....
Apro gli occhi e mi ritrovo il cazzo di Mario....che in un attimo mi sbatte in bocca il suo cazzo duro.....
Mi guardo per un attimo nello specchio.....sono piena di cazzo....mamma mia!!!che capodanno coi fiocchi.....scopata...inculata...e spompino un terzo cazzo....sono una gran puttana...lo ammetto!
Davide và avanti ancora un pò...è molto che regge...alla fine inziia a fremere...e di lì a poco gemendo mi sborra nella fica....godendo come un pazzo mi schizza in fica diversi copiosi getti di sborra....mentre viene mi limona con la lingua....godo molto nel sentirmelo sborrare dentro.....
resta così quanlche secondo poi lentamente esce da sotto...lasciandomi a pecorina con giulio....Mi stà facendo morire....giulio...mi incula con una forza stupenda..colpi continui..martellanti...mi stringe i fianchi con forza...ora poi che non ha + l'impedimento di davide è libero di muoversi....mi tiene sotto a pecorina e mi stà montando nel sedere come un vero toro!
Godo molto...un pirmo accenno di orgasmo si fà strada in me....sento che stò per venire!!Giulio và avanti ancora....ancora colpi...mi schianta il sederino con quel suo cazzo da primato....ancora colpi...infine inizio a vibrare....sento un formicolio alla fica...infine vengoooooo!!Un "OOOOOOOOHHHHHHH......SIIIIIIIII......AAAAAAAHHHHHH" mi esce di getto dalle labbra.....mentre la fica mi si bagna terribilmente!!!
giulio se ne accorge...e fermandosi un attimo mi dice:"che troia sei...+ uno ti incula e + godi!!sei proprio una puttana di razza...lo sai??"
ahhh...siiiiiiii...è vero.....rispondo io.....mi stai facendo impazzire....lo sai?Mi stai sfondando letteralmente il culetto...ma stò godendo come una vacca alla monta...lo sai???
Lo specchio riflette la mia immagine.....mi guardo e mi vedo con i capelli smossi dai colpi di giulio...ho uno sguardo dove si legge il mio stupendo godimento.....sono sbattuta a pecorina....le braccia appoggiate alla spalliera lasciano libere le tette che sbattono sotto i colpi di giulio.....ho un cazzo da sogno ben piantato fino alle palle nel culetto....ed un altro..massimo...che ogni tanto mi mette il cazzo in bocca per farsi tirare un pompino.....
Mi guardo pensando a che razza di puttana sono....inculata...scopata e a fare pompini a tre ragazzi appena conosciuti in discoteca la notte di capodanno....e mio marito è di là brillo che sonnecchia....solo una puttana sarebbe capace di tanto!!
I pensieri lasciano il posto al godimento...sento il culetto in fiamme sotto i colpi di Giulio....imperterrito mi incula con passione... và vanti ancora un pò....poi lo sento vicino....Si pianta per bene con i piedi....mi stringe per bene i fianchi ed inizia a darmi colpi a ripetizione...violenti...mi scuote tutta cacciandomi quel suo paletto di carne sempre + dentro nel sederino....una serie di colpi fortissimi preannunciano l'orgasmo....Inizio a gemere con lui....il dolore di quei colpi...il culetto che mi si stà sfondando per bene...il godimento di sentirmi un cazzone del genere tutto nel sederino fanno si che nel momento in cui giulio mi sborra nel culetto anche io ho un secondo meraviglioso orgasmo!!
Sento gli schizzi di sborra di giulio arrivarmi profondi nel pancino...mentre di nuovo la fica mi cola dal piacere che ho provato....un orgasmo magnifico...e questa volta quasi anale.....Inizio a gemere....."SSIIIIIII.....OOOHHHHHHH.....SIIIII.....VENGOOOOOOO!!!"....ed i miei gemiti si mescolano a quelli di Giulio che mi stà sborrando nel culetto tutto il suo piacere....Mi giro e lo guardo...è stupendo...il viso stravolto dal piacere... mi guarda con passione....mentre con gli ultimi colpi mi fà sentire quel suo strepitoso cazzone fino in fondo nel sederino...in quegli attimi mi sento profondamente sua...mentre gli ultimi fiotti di sborra mi inondano il pancino...
"Che magnifica zoccola sei jessyca.....hai goduto e sei venuta mentre ti stavo venendo nel culo...sei proprio una gran troia...godi e vieni anche quando ti inculano!!" mi dice giulio in un ultimo sussulto di piacere.
Si rilassa un attimo appoggiandosi a me...mi bacia il collo....mi giro e gli offro le labbra....ci baciamo con passione per qualche istante....Poi Giulio lentamente mi sfila quel suo grosso cazzone dal sedere....mi sento come svuotare il pancino mentre lui esce.....
Massimo si fà sotto....non mi lascia nemmeno il tempo di riprendermi che già mi mette il cazzo in bocca....vuole godere anche lui.....
Sono stanca....mi hanno scopata...inculata....ma ho ancora la forza di far morire questo ragazzo....in fondo ha saputo aspettarmi e poi lui non mi ha nemmeno scopata!
Lo spompino con dolcezza...lentamente lecco l'asta....lecco le palle e la cappella...affondo le labbra dolcemente...mi guarda mentre lo spompino...mi tocca le tette che dolcemente ballano al ritmto del mio su e giù con la testa....lo sento che gode nel vedermele ballare.....Ancora pochi affondi...in breve lo porto all'orgasmo.....con pochi gemiti mi sborra in gola....piegando le gambe per come l'ho fatto godere.....Un "MMMMHHH" soffocato di godimento mi sfugge.....ogni volta che mi sento sborrare in gola godo...ed anche con lui è stato così....Rapidi fiotti di sborra mi arrivano sul palato..sulla lingua...calda...densa...godo molto nel sentirmela scivolare in gola....lecco la cappella mentre il cazzo gli si affloscia tra le mie labbra....Alla fine tutti e tre si rivestono....sono esausti...ed io con loro....Mi passano dei fazzolettini di carta....mi ripulisco la fica...il culetto...mamma mia com'è sfondato!!!Giulio mi sorride dicendomi che ho davvero un gran bel culo....a mandolino..sporgente....e che ha goduto molto a rompermi il culetto.....Conclude dicendo che sono una puttana di razza....ho preso in culo un gran bel cazzone ed ho goduto come una troia....difficile trovare puttane come me....La cosa mi eccita ancora di +....adoro essere considerata una puttana....specie da sconosciuti....
Ridono tutti e 3 mentre io sorridendo mi rivesto......che troia sono stata....puttana in un modo pazzesco!!
Mi rimetto in sesto i capelli....rimetto su il vestitino..il peri....mi sistemo per bene...come se non avessi fatto nulla...I 3 ragazzi piano piano escono dalla terrazza....uno alla volta si rimescolano alla folla della disco...resto sola con davide..che mi bacia ancora.
Mi lascia il suo numero del telefono cellulare...dicendomi che mi vuole rivedere...che gli piaccio troppo...che prova qualcosa x me....
Lo bacio con dolcezza....gli rispondo che lo chiamerò.....mi è piaciuto molto...sia lui che gli altri....
Riappaio in pista....mi ributto nel ballo......come se nulla fosse.....
Qualche minuto dopo ecco Piero..uno dei 3 amici del nostro tavolo....Mi dice che mio marito si sente poco bene...ha vomitato al bagno perchè ha bevuto troppo.....
Lo portiamo alla macchina...io Piero e la moglie di Piero....salgo e mi dirigo verso casa...Mio marito dorme tra i fumi dell'alcool....tra 20 minuti lo metto a letto....
Che capodanno...mamma mia....il dolore che sento al culetto mi ricorda la splendida serata passata in quella terrazza....e le gocce di sborra che mi colano dalla fica sono il segno che non è stato un sogno ma la splendida realtà della troia che posso essere se ci mi metto e se ne ho la voglia!!
JESSYCA
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12
5
18 anni fa
admin, 75
online -
Beatrice sotto la doccia ...rilassatrice
Questo è il seguito del racconto «Beatrice stuzzicatrice».
Riepilogo della puntata precedente:
Vengo invitato a casa della mia amica Beatrice per risolverle un problema con il computer. Mentre sto lavorando le mi stuzzica strusciandomi sulla faccia un paio di mutandine. Poco dopo mi mette la gonna in capo e gode delle mie attenzioni. Sfinita dall'orgasmo si ricompone e va in bagno a farsi la doccia. Mentre mi rimetto a lavorare sul suo computer la sedia si incaglia sulle sue mutandine lasciate sul pavimento. Le raccolgo e mi accingo a portargliele in bagno.
Se non lo avete fatto, vi consiglio di leggere prima l'episodio precedente. Vi piacerà ;-)
Tanti auguri per un felice 2006 e buona lettura!
---- BEATRICE SOTTO LA DOCCIA ...RILASSATRICE ----
Aprii lentamente la porta ed entrai. L’aria calda e umida mi invase, il bagno era spazioso, pulito e c’era tanta luce che entrava da una grande finestra, velata e diffusa da una tenda gialla piuttosto fine. La stanza era del colore giallo dei girasoli, un rivestimento di piastrelle bianche si alzavano per un metro e mezzo di altezza e quelle più alte erano decorate con motivi orientali di colore verde e azzurro, in tono con il pavimento. L’atmosfera era calda e misteriosa per quel velo di nebbia che il vapore caldo della doccia aveva creato. A sinistra un armadietto, poi il lavandino con sopra una grande specchiera incorniciata da tante minuscole lampadine accese, più distante il bidet e il water. Nell’angolo a destra, l’acqua scrosciava e tra i vetri opachi del box doccia la sagoma confusa di Beatrice traspariva in una macchia di colore scuro e rosato. Mi chiedevo se quei vetri fossero opachi per il vapore dell’acqua calda o perché erano fatti in quel modo. Il pensiero che in quella macchia di colore vaga e indefinita ci fosse il corpo nudo della mia amica, bagnato, abbronzato e sensuale mi fece muovere qualcosa dentro i pantaloni, allora cercai di distogliere lo sguardo e non pensarci.
Senza muovermi dalla soglia della stanza le dissi, a voce piuttosto alta per sovrastare il rumore della doccia: «Hai dimenticato un pezzo: dove te le metto?»
«Ma che hai lasciato la porta aperta? Mi sembra di sentire freddo» Non era la risposta alla mia domanda, comunque feci un passo avanti e mi chiusi la porta alle spalle. Mi venne da pensare: “come ha fatto a sentire freddo chiusa nel box doccia con l’acqua calda che le cade addosso?” Mi avvicinai alla doccia e le ripetei la domanda: «Dove te le metto le mutandine?»
«Lì, sul panchetto dove ci sono anche gli altri panni, vicino al lavandino… l’hai visto?»
Detti una rapida occhiata intorno nella stanza e sotto il lavandino vidi un groviglio informe di panni sopra qualcosa che sembrava, a vedere dalle gambe che uscivano, il panchetto che mi aveva detto.
«Ah, si!» risposi incamminandomi in quella direzione. Tenevo l’indumento appallottolato nella mano e prima di lasciarlo cadere sopra gli altri panni lo stesi, ammirandolo un’ultima volta. Tra la biancheria disordinata sopra il panchetto riconobbi la gonna di lino e il reggiseno di pizzo nero e rimasi a contemplarlo fino a quando mi sentii chiamare da Beatrice: «Miki!» - silenzio - «MIKI!!» ancora più forte.
«Ohi, che c’è?» risposi avvicinandomi verso il box doccia.
«Ah ci sei sempre! Pensavo fossi andato via…»
«No, ma ora vado, c’ho il computer che sta facendo la scansione l’antivirus…»
«Me lo fai un favore fra che sei qui? …mi insaponi la schiena?»
«Eh?» risposi perplesso.
«Sì dai… fra che ci sei ti sfrutto!»
«Poi ti rimetto tutto in conto… eh!» reclamai fingendomi sacrificato.
«Mammamia come sei sfaticato!»
Mi avvicinai. Solo una lastra di vetro mi separava da lei, una lastra opaca di minuscole goccioline d’acqua che velavano l’immagine del suo corpo e io tornai ad immaginarne le forme, suggerite dai colori rosati della carne e da quello più scuro dei peli pubici che confusi trasparivano attraverso il vetro. Qualche goccia più grossa si distaccava pesante dalle altre e scendeva giù lasciandosi dietro una scia limpida dalla quale la forma confusa di quel corpo acquistava dettaglio e nitidezza.
Mi avvicinai ancora un po’ e bussai con il dorso della mano sul box doccia.
Beatrice fece scorrere un vetro sovrapponendolo a un altro e rimase voltata di spalle. Con il braccio sinistro si copriva il seno e con la mano destra, quella con la quale aveva aperto, prese la spugna insaponata e me la pose.
«Aspetta – le dissi – sennò faccio il bagno!» indietreggiai di qualche passo e mi abbassai per togliermi le scarpe e i calzini, mi arrotolai un po’ i pantaloni bene sopra le caviglie e tornai a posizionarmi dietro a lei appoggiandomi con la mano sinistra al vetro della doccia.
Presi la spugna, lei si scoprì la schiena portandosi i lunghi capelli in avanti, poi si mise la mano davanti a coprirsi il pube.
Iniziai a insaponarle le spalle, la spugna scorreva liscia sulla sua pelle morbida e bagnata. La insaponavo come faccio quando lavo la mia automobile: “scarabocchiandole” la schiena con la scia di sapone che la spugna si lasciava dietro ogni volta che la strizzavo un po’ di più. Scarabocchiavo e cancellavo, scarabocchiavo e cancellavo di nuovo, andavo in alto intorno al collo e le spalle, poi scendevo fino alla vita e ai fianchi. Lì i miei occhi si posavano sempre sulla forma biancastra lasciata dal costume dopo l’abbronzatura. Impressa sul suo culetto ne metteva in evidenza le forme tonde e sode delle natiche. Non potevo più guardarlo perché avevo già i pantaloni gonfi e le guance rosse di lieve imbarazzo, sentivo addosso un calore che non era dovuto solo all’acqua, che calda scrosciava sul petto di Beatrice, ne percorreva il corpo e le cadeva ai piedi, rimbalzando in tante piccole gocce che arrivavano a bagnarmi i piedi.
«Gratta! Più forte!» mi ordinò risoluta.
«Diobòno! – esclamai – ora ti gratto io per bene!» replicai malizioso e le premetti la spugna dietro le spalle, con decisione e forza tanto che lei si sbilanciò in avanti, senza spostare i piedi distese le braccia e si appoggiò alla parete della doccia, finendo con la testa sotto il getto dell’acqua. «Ah… bene!...» sospirò con l’acqua che le cadeva sui capelli scuri, le scendeva sulle spalle e delicatamente le accarezzava tutta la schiena fino a insinuarsi tra i glutei e correre lungo le gambe fino ai piedi.
Io rimasi fermo, ad aspettare che tornasse nella posizione di prima.
«Dai, continua, perché ti sei fermato?»
«Mi schizzo tutta la maglietta così!»
«Levatela, te la rimetti dopo. Che hai freddo?»
«Allora aspetta…» mi abbassai un po’, allungai il braccio e appoggiai la spugna ai suoi piedi, nel piatto della doccia; mi allontanai, tolsi la maglietta e la lanciai in direzione dello sgabello, mandandola a finire sopra le sue mutandine, feci per tornare alla mia opera e rimasi senza fiato nel vedere che Beatrice si era appoggiata con entrambi i gomiti al portaoggetti di fronte a lei, attaccato alla parete della doccia, ma nel fare questo si era piegata con il busto ancora di più in avanti e aveva sporto il sedere verso di me, si faceva cadere l’acqua dritta sulla colonna vertebrale subito dietro il collo. Teneva le gambe strette e diritte e suo culetto ritto invitava ad essere preso a morsi. Mi avvicinai fingendomi indifferente, ma il mio corpo non lo era affatto e lo sentivo stretto dentro i miei slip, con il sangue che mi martellava dentro le tempie e scandiva un misterioso conto alla rovescia.
Mi abbassai a raccogliere la spugna, percorrendole con la faccia, a pochi centimetri di quota, la coscia destra, dalla natica fino alla caviglia. Avvertivo il calore e il profumo della sua pelle. Raccolsi la spugna e alzai lo sguardo. Lei era voltata a sinistra, con la tempia appoggiata alla parete della doccia. Le vidi i seni liberi penzolare dal suo petto, e la punta scura di un capezzolo far capolino dalla rotondità del seno destro. Risalii perlustrando le sue cosce e tra le natiche intravidi timida la carnosità della vulva, strinta e scura come il baule di un pirata che conserva il suo tesoro adagiata sul fondo buio di un abisso. L’acqua che le scorreva addosso accentuava le forme perfette del suo corpo e le rendeva la pelle lucida come la porcellana.
Ripresi a strusciare la spugna con forza sul suo corpo; aggrappato con una mano fuori dal vetro, mi allungavo sopra di lei per arrivare alle spalle e poi scendevo giù, ai fianchi, alla vita, a sfiorarle il sedere e di nuovo su, scarabocchiandole il corpo di schiuma biancastra.
Beatrice aveva la testa appoggiata e gli occhi chiusi, era rilassatissima.
«mmh… Bello!...» sospirava ogni tanto.
Fare forza sulla spugna con il braccio teso era faticoso.
«Ohiohi che fatica! Aspetta un attimo…» dissi con il fiato corto, più per l’eccitazione che per lo sforzo fisico.
«No, dai, continua…» mi implorò Beatrice senza scomporsi, con la testa oltre lo scrosciare dell’acqua e gli occhi sempre chiusi.
Cambiai braccio e ripresi a lavorare.
Ogni volta che scendevo non potevo fare a meno di contemplarle il fondo schiena, ed ero incantato dalle due fossette ai lati della colonna vertebrale che risaltavano sul suo fisico asciutto. Provai a farmi un po’ più audace e passai una rapida spugnata sulla zona superiore del sedere, dove finiva l’abbronzatura e la pelle iniziava ad essere bianca. Nessuna reazione.
Al giro successivo di nuovo un’altra spugnata, un po’ più ampia quasi da disegnarle la rotondità delle natiche. Di nuovo niente. Beatrice era completamente assopita e rilassata. Ogni tanto sospirava e ondeggiava un poco i fianchi, da lì capivo che era ancora viva (e che le piaceva)!
Dopo altre tre o quattro passate complete, dalle spalle allo stacco delle natiche e ritorno, volli rischiare e, una volta vicino, decisi di compiere un giro completo della natica sinistra.
Questa scivolò tonda, liscia e soda sotto la mia spugna e Beatrice non si scompose. Salii un po’ e ridiscesi subito, prima che fossi arrivato alle spalle. Le detti di nuovo una spugnata sulla natica e ci misi un po’ di forza, per essere sicuro che se ne accorgesse. Di tutta risposta Beatrice sospirò con un leggero mugolino di piacere. Spostai la spugna sull’altra natica e iniziai a massaggiare anche quella. Accarezzare con la spugna quel culetto così perfetto, esposto e bagnato mi aveva provocato un’imponente erezione che premeva contro la stoffa dei miei calzoni e quasi ne soffrivo.
«Ti piace così?» chiesi a Beatrice.
«…sì...» rispose lei con un filo di voce sommesso dallo scrosciare dell’acqua.
Le percorrevo la schiena premendole con la spugna lungo la colonna vertebrale, su fino alle spalle, poi scendevo disegnando delle ampie S fino al sedere, un massaggio fugace alle natiche e poi di nuovo su, contandole tute le vertebre del corpo. Serpeggiavo con la spugna mentre salivo, a volte anche mentre scendevo e lei assecondava i miei movimenti ondeggiando con il sedere e con i fianchi.
A un certo punto la vidi liberare un braccio e scendere con una mano lungo il corpo, accarezzandosi languidamente; divaricò un po’ le gambe mentre ondeggiava e le vidi le dita della mano far capolino tra le cosce.
Presi ad accarezzarle il sedere con entrambe le mani, con una tenevo la spugna, con l’altra le massaggiavo la natica a mano nuda. Beatrice mugolava e ansimava per il piacere che provava mentre il suo braccio si muoveva e scomposto sotto il suo corpo.
Continuando ad accarezzarle le natiche mi accovacciai piegandomi sulle ginocchia. L’acqua le scorreva intorno ai fianchi e le scivolava sul sesso. La sua mano agile e esperta lo perlustrava giocherellando con le grandi labbra, le apriva e le stringeva, l’una all’altra, intrufolava qualche dito e ne percorreva il canale fino al clitoride. Con una mano insaponata e la spugna stretta nell’altra, scesi con le carezze dalle natiche alle cosce. Beatrice ondeggiava e piegandosi sulle ginocchia mi sbatteva il sedere in faccia, mentre continuava a darsi piacere con la sua stessa mano. Le massaggiai un po’ le cosce, poi lasciai cadere la spugna e risalii di nuovo sulle natiche con entrambe le mani nude. Le guardai tra le gambe il frutto proibito, gonfio di piacere e rimasi a contemplarlo per qualche istante. Dalla posizione della sua mano e dal movimento delle dita intuivo che si stesse titillando il clitoride. Afferrai con dolcezza le natiche e gliele scostai verso l’esterno, mettendole in mostra il buchetto e l’ingresso della vagina completamente bagnato e parzialmente aperto dalla pelle tirata. Ogni tanto un rigagnolo d’acqua partiva dalla schiena e si insinuava nella stretta valle, accarezzava con dolcezza l’ano e le bagnava il fiore, gocciolando a terra dalle grandi labbra ricoperte da una leggera peluria nera che il rigagnolo d’acqua metteva in risalto arricciando i peli in piccoli ciuffi scuri e bagnati.
Mi avvicinai ancora di più alla sua intimità e mosso dall’istinto e dal piacere allungai la lingua tastandone con la punta il sapore. Beatrice sembrava non essersi nemmeno accorta di quella soffice carezza, tanto era assorta dal suo dolce accarezzarsi. Lo feci di nuovo, intrufolando il naso tra le natiche divaricate e affondando un po’ di più la lingua nella sua candida ferita. Stavolta avvertì il mio gesto e mugolando spinse il sedere verso di me. Io accolsi l’invito e con la faccia ormai bagnata dall’acqua e forse non solo da quella iniziai a lapparla avidamente tra le labbra del sesso, come un leone assetato davanti una pozza d’acqua fresca. Con le mani le tenevo i glutei ben divaricati e intanto lei si stuzzicava il clitoride con movimenti veloci e esasperati delle sue dita. Le sue urla di piacere si confondevano con lo scrosciare dell’acqua e la sua vagina colava umori caldi e appiccicosi sulla mia lingua ruvida che si faceva strada dentro di lei, tra le grandi labbra gonfie e carnose e quelle più piccole, indifese, rosse e congestionate dal piacere. I suoi movimenti divennero poi scomposti, faticavo a mantenere il contatto con il suo sedere e quasi mi si sedeva sulla faccia quando affondavo la lingua. Iniziò a gridare più folte, a ripetizione, a tremare. Sentii le dita della sua mano toccarmi il mento come a cercare la mia bocca, poi due si fecero strada seguendo la mia lingua e entrarono dentro. Entravano e uscivano velocemente mentre io le leccavo e ogni volta che uscivano le sentivo umide e fradice d’umori. Sentivo il delicato profumo del suo piacere diffondersi intorno a me tra il profumo del bagnoschiuma, poi affondai nuovamente la lingua, le sue dita la seguirono e venne, urlando e tremando.
Rimase immobile. Il silenzio era rotto solo dallo scrosciare dell’acqua e dal nostro respiro affannato. Mi distaccai dalle sue natiche, lasciandole per qualche secondo l’impronta rossa delle mie mani. Mi tirai indietro e rimasi seduto sul pavimento ad ammirarla. Lei stette immobile, con le dita dentro al suo sesso, poi piano piano le sfilò tirandosi dietro un luccicante filo di umori, accostò le gambe e si ricompose. Chiuse l’acqua e il silenzio divenne quasi imbarazzante. Io avevo i pantaloni fradici per gli schizzi d’acqua e il sesso gonfio. Lei si voltò coprendosi con un braccio il seno e con la mano il pube.
«Sei bellissima» riuscii a dirle con un filo di voce.
Lei era rossa in viso «mi prendi l’accappatoio attaccato alla porta?» chiese molto seria.
Mi alzai, con un po’ di difficoltà. I muscoli delle gambe mi facevano ancora male per la scomoda posizione di prima e i jeans bagnati mi allegavano alle cosce impedendomi un po’ nei movimenti. Presi l’accappatoio, bianco, molto ampio, e glielo portai. Lo aprii, lei si voltò e la aiutai ad indossarlo.
Se lo chiuse, fece un nodo al cordoncino in vita e si voltò verso di me, scrutandomi dal capo ai piedi per poi fermarsi a guardarmi i pantaloni.
«Guarda come ti sei bagnato…» mi disse, con la faccia triste e lo sguardo basso, l’aria dispiaciuta come se si sentisse in colpa.
«No, fa niente… fuori è ancora caldo. Asciugheranno.»
«Togliteli che te li asciugo con il fon, si fa prima» replicò tenendo sempre lo sguardo basso sopra i miei jeans. Avevo la sensazione che guardasse proprio lì in mezzo, sul bozzo che premeva dentro la stoffa e mi sentii in imbarazzo.
«no.. non importa, davvero. Piuttosto… te, tutto bene?...»
«e te? …tutto bene te?» mi chiese fissandomi negli occhi sorridendo sotto i baffi.
La sua domanda mi trovò impreparato e balbettai una specie di risposta: «io? Io… sì, non so cosa dire… non mi aspettavo questa cosa…»
«sicuro che stai bene? Mmmh…» Insistette mordendosi maliziosamente un labbro mentre si avvicinava lenta verso di me.
Io non capivo, o non volevo capire.
Beatrice si fermò vicinissima in piedi davanti a me, sentivo il suo fiato sulla mia faccia. Mi guardò dritto negli occhi e appoggiò le dita della mano sul mio petto. Pensai che volesse spingermi più lontano, invece fece scivolare la sua mano giù lungo il mio corpo, sotto le costole, sugli addominali, mi sfiorò l’ombellico e si fermò alla cintura dei pantaloni.
Mi guardò di nuovo negli occhi e mi ripeté la domanda: «non credi che questi pantaloni vadano un po’ asciugati?» Il suo sorriso malizioso cancellava ogni dubbio circa le sue intenzioni.
Senza distogliere lo sguardo dai miei occhi iniziò a slacciarmi la cintura aiutandosi anche con l’altra mano, poi la sfilò dai pantaloni e me la mise intorno al collo. Sentii la fibbia fredda sul mio petto accaldato e ebbi l’istinto di muovermi. «sta’ fermo!...» mi sorrise lei con aria da furbetta.
Ritornò a occuparsi dei bottoni sganciandoli lentamente uno ad uno senza abbassare lo sguardo.
Io le accarezzavo dolcemente le braccia.
Intrufolò una mano sopra la stoffa dei miei boxer, tastando a mano piena il mio attributo. Io imbarazzatissimo ero diventato rosso e stavo immobile, cercando di controllare la mia eccitazione.
Lei esclamò con aria sorpresa: «mmh…! Hai anche gli slip umidi…» e con aria da mamma che rimprovera il bambino capriccioso aggiunse: «Dovremmo asciugare anche quelli!»
«non sono slip – riuscii a malapena a dire – sono boxer» e fu la cosa più intelligente che mi venne in mente di dire per nascondere il mio imbarazzo.
«Ah, si? Fammi un po’ vedere…» e scese ad inginocchiarsi davanti al mio sesso.
«pessima risposta!» pensai tra me e me. E nel vedere lei così vicina al mio sesso e sentire le sue mani che mi abbassavano piano piano i pantaloni mi fece diventare il pene duro come non mai, e premeva nella stoffa tanto che si poteva vederne la forma come fosse stato nudo.
Quando mi ebbe portato i pantaloni alle caviglie, risalì con le mani, accarezzandomi dolcemente le gambe fino alla vita, poi mi accarezzò con il naso il pene da sopra la stoffa.
Ridiscese abbassandomi di qualche centimetro l’elastico dei boxer, fino a farmi uscire un po’ di pelo nero, poi mollò la presa e iniziò ad accarezzarmi avidamente i glutei, a stringerli, ad affondarci le unghie mentre mi guardava con la faccia all’insù e un ghigno aggressivo ed eccitato.
Si tirò su di scatto e mi comandò: «Sfilati per bene i pantaloni.»
Io obbedii senza replicare, alzai la gamba sinistra e liberai la caviglia e il piede dalla stoffa dei jeans; lo stesso feci con la gamba destra. Lei dette un calcio ai pantaloni e li fece volare fin sotto al lavandino.
Allungò le mani a prendere gli estremi della cintura che avevo intorno al collo e mi tirò violentemente vicino a lei. Eravamo così vicini che sembravamo in procinto di baciarci, invece si rimise in ginocchio, fece nuovamente scivolare le sue mani lungo il mio corpo fino all’elastico dei boxer. Li afferrò e con un movimento deciso me li calò fin sotto le ginocchia liberando il mio membro che la colpì in faccia.
«Accidenti! – esclamò – e questo non sarebbe un problema? Non posso mandarti a casa in questo stato: che figuraccia ci faccio se i tuoi ti scoprono in bagno a masturbarti? Penseranno che ho fatto la porca, che te l’ho fatto diventare duro… No! Non devono pensare questo di me… Dobbiamo prendere provvedimenti!» Parlava da sola, contemplando la mia erezione.
Io ero imbarazzatissimo, fermo, immobile, respiravo calcolando ogni millimetro cubo di aria che tiravo nei polmoni.
Alzò lo sguardo verso di me, mi puntò il dito contro e mi disse con tono autoritario: «Non ti preoccupare: vedrai che la tua amichetta sa come far fronte a certe emergenze e ti salverà!» Detto questo avvolse il mio pene turgido con la sua morbida mano e iniziò a masturbarmi. Faceva scorrere indietro la pelle scoprendomi in buona parte il glande, lo contemplava eccitata, poi lo rivestiva e lo scopriva di nuovo. Era violaceo e lucido per alcune gocce di sperma che avevo sentito uscire dopo le precedenti erezioni. Con l’altra mano mi accarezzava la natica e la coscia. Io le accarezzavo i capelli ancora bagnati e il mio sguardo si insinuava nell’ampia scollatura dell’accappatoio e ogni tanto riuscivo a intravederle i seni. «Ti piace?» mi chiese improvvisamente alzando lo sguardo.
«Si.» Risposi secco, sorridendogli e accarezzandole più amorevolmente la testa.
Dopo la mia risposta aumentò il ritmo e mise più forza nel movimento della sua mano, che mi tirava la pelle fino alla base dell’asta, il glande si scopriva interamente e il frenulo tirava quasi a farmi male, sempre più violenta e sempre più veloce.
Mentre godevo di quella sua attenzione, scesi con le mani lungo il collo e le aprii la scollatura dell’accappatoio, facendoglielo scivolare dalle spalle. Beatrice si ritrovò con i seni esposti che ballonzolavano con i movimenti cadenzati del suo braccio. Alla vista di quelle forme e dei suoi capezzoli scuri e turgidi sentii un colpo al basso ventre e un calore crescermi dentro. L’orgasmo stava per esplodermi dentro come un serbatoio di benzina nel quale è appena stato gettato un fiammifero acceso. Volevo avvertirla che stavo per venire e darle il tempo di spostarsi.
«Bea…» bisbigliai con aria sofferente cercando di trattenerlo il più possibile. Lei si interruppe un attimo lasciandomi scoperto il glande, tirò fuori la lingua colandoci sopra un po’ di saliva e lo fece sparire dentro la sua bocca. Tenendo le guance strette iniziò a pomparmi sincronizzando il movimento della testa con quello della mano che lavorava sulla parte dell’asta rimasta fuori dalla sua bocca. A sentire il calore della sua bocca avvolgermi il glande ormai troppo sensibile, non riuscii a resistere e dopo pochi secondi l’orgasmo si liberò in me con una serie di sussulti incontrollabili e pompando fiotti di seme caldo dentro la sua bocca. Tremai sulle gambe emettendo un rantolo liberatorio e con gli occhi chiusi le accarezzai dolcemente la testa. Finito tutto. Aprii gli occhi e la guardai. Lei aveva ancora il mio sesso nella sua bocca e mi guardava con gli occhi all’insù, poi se lo sfilò piano piano tenendo le labbra strette e lo lasciò adagiarsi nella sua posizione naturale. Si alzò guardandomi e andò a sputare il mio seme nel lavandino. «Ma quanto ce ne avevi?!» disse dopo essersi sciacquata la bocca, guardandomi dal riflesso dello specchio. «E’ colpa tua!...» risposi sorridendo soddisfatto.
Beatrice era quasi dispiaciuta: «Scusa ma non mi andava di ingoiare, non l’ho mai fatto…»
«No, ci mancherebbe… mi sarebbe bastato anche venire in un fazzolettino…»
«Le cose o si fanno per bene o niente!» replicò orgogliosa della sua prestazione voltandosi verso di me. L’accappatoio le era scivolato ai gomiti e si era aperto. Io la guardai con ammirazione.
«Sei niente male!» le dissi. Non capì subito, ma quando si guardò addosso e realizzò di essere nuda si coprì voltandosi in fretta.
Scoppiai in una sonora risata. «Dopo quello che abbiamo fatto ti vergogni a farti vedere nuda?»
«Che c’entra?! Un po’… sì!» e si ricompose l’accappatoio addosso.
Io mi tirai su i boxer e mi avvicinai verso di lei. La presi delicatamente per le spalle e la feci voltare. «Ti voglio bene» le dissi guardandola negli occhi, e ci abbracciammo teneramente.
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18 anni fa
mentapeperita,
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Luana e fabio
LUANA E FABIO(1)
Fabio, un ragazzo algerino, trentEnne alto 190 cm per circa 80 kg.
Un armadio di ragazzo proporzionale è il suo cazzo,
la sua forza fisica e la sua voglia di sesso.
Precoce ma ripetitivo, sempre in tiro e abbondante.
Lui dice basta quando tu non ce la fai più… quando sei stremata ed esamine.
Ti assicuro che da sotto di lui puoi uscire anche con una costola rotta.
E successo!
L'ho sconosciuto tramite un annuncio scritto dietro ad una porta
di un cesso pubblico sull'autostrada Napoli Roma.
Allora abitavo ai Castelli e lui ad Ardea quindi non molto lontano.
Ti confesso che al primo incontro
vado sempre un po' insicura (sarà cosi anche per l'altro).
Ci sarà… gli piaccio… mi piacerà… sarà un bell'incontro,
sarà un delinquente… etc.
Gli fisso un appuntamento in un posto non eccessivamente isolato
e abbastanza illuminato sulla via Nettunense
all'altezza di Valmontone, non lontano da casa mia
e non molto lontano da casa sua.
Aspetto che scende prima lui dalla macchina… cerco di inquadrarlo
e farmene un'idea prima che fisica
(quella me la sono fatta subito, era bello e possente)
del tipo di persona… è un bravo ragazzo… posso fidarmi…
Abbasso il finestrino… "Ciao bella (mi squaglio),
posso darti un bacio? (mi liquefo)
S'infila con la testa nel finestrino, mi lascio fare…
Intanto per valutare non tanto le sue dimensioni
(oddio se ci sono anche quelle non è male)
ma il suo interesse, gli metto la mano sulla patta…
indossa una tuta abbastanza ampia
il suo cazzo non è durissimo ma è a metà strada
e ti garantisco… anche la mia dolce e soave mano
ha faticato ad afferrarlo.
E' fatta! Penso.
Con modo da femmina troia apro la portiera della macchina,
mi faccio precedere dalle mie bellissime gambe
velate da collant neri autoreggenti,
un vestitino cortissimo nero… lui mi osserva con molto interesse
e intanto con la mano si posiziona qualcosa in continuo crescendo
perché nella vecchia posizione stava scomodo.
Quando il suo sguardo arriva al mio viso, con tratto da troia,
faccio scorrere lentamente la mia lingua sul mio labbro superiore…
i suoi occhi brillano e le sue mani fremono
e suppongo il suo cazzo scoppia.
Chiudo la portiera dietro le mie spalle e mi appoggio alla macchina,
mostrandomi molto femminile, remissiva e docile.
Noto che quest 'atteggiamento lo eccita.
Attimi di sguardi incrociati, scrutamento reciproco, imbarazzo,
ma convinta che in entrambi il pensiero era
(da parte mia "prendimi " e da parte sua "sarai mia ").
Rompe il ghiaccio lui… "Posso abbracciarti", con voce flebile e smielata:
Fabio Sisia abbracciami!
Mi abbraccia con forza, passione, mi spinge contro la macchina,
sento il suo enorme cazzo sotto il mio seno (finto),
mi faccio avvolgere immergendomi tra le sue forti e robuste braccia
(lui cm 190 io cm 174),
sento una sua poderosa gamba immersa in mezzo alle mie cosce…
riesco a mala pena a dargli un bacio sul collo…
al mio smack mi stringe ancora più forte.
Penso è fatta gli piaccio e mi strapiace.
E ' ancora lui a riprendere la parola, deciso e sicuro di se,
aveva capito che tremavo e fremevo per lui:
"Luana ti voglio subito, sarai mia!".
Dolcemente e con qualche battuta di ciglia gli dico:
"Si', Fabio… anche io ti voglio! Ma non qui".
Riprende: Non oso chiederti di andare a casa tua
e io non ti posso ospitare, seguimi,
conosco un posto appartato e tranquillo…
ci vado ogni volta che devo scopare,
non è molto lontano da qui… sull'Ardeatina". "Ok ti seguo!".
Lo seguo!
Ci fermiamo in una strada dietro ad un casetta dell'Enel
da dove si vedono scorrere le macchine sull'Ardeatina.
Erano circa le 22.00, piena estate, caldo d'aperta campagna…
ideale per una buona e sana scopata.
Ferma la macchina, fermo la macchina. Gli vado incontro
e ci fermiamo tra la sua e la mia macch
ina.
Mi dice: "Tranquilla, qui non viene mai nessuno e poi stai con me!"
Mi piace il suo fare… sicuro di se di quello che vuole
e di quello che mi può offrire.
Mi prende di peso e mi fa sedere
sulla parte anteriore della mia macchina,
metto i miei tacchi a spillo sul paraurti,
si curva su di me… sento il suo cazzo proprio tra i miei glutei…
duro, poderoso e prepotente.
Mi bacia su collo sul viso, in bocca,
la sue mani tirano su il mio vestito, rimango in tanga.
Le mia mani tentano arrivare al suo cazzo
che è incollato al mio sedere… non ci riesco,
si rende conto si raddrizza e si scosta,
tento di tirare giù la tuta, il cazzone e fuori dagli slip
per più della metà e qui permettimi una pausa
per una sommaria descrizione.
Dico sommaria perché in fondo i cazzi sono tutti uguali,
può variare la grandezza,la robustezza,
ma ti assicuro quello che varia e chi lo porta
e noti la differenza solo quando lo senti
in mano, in bocca, in faccia, dentro.
Comunque sarà stato un 22x18 (non esagero) dritto,
con una cappella proporzionata ma bella grande.
Faccio fatica a prenderlo in mano, si accorge:
con la mano sinistra mi afferra ad un fianco
e mi tiene incollata alla macchina,
con la mano destra si abbassa la tuta e tira giù gli slip.
Svestito il fratellone, sposta il filo del mio tanga,
lo riposiziona tra i miei glutei e va su e giù,
mi bacia mi accarezza, mi avvolge.
Ad un tratto si ferma (quasi mi spaventa) e mi dice:
"Mettimi il preservativo, voglio scoparti…
voglio farti sentire femmina… ".
Si allontana di qualche passo scendo da quella posizione,
tento di abbassarmi perché voglio sentire in bocca quella mazza enorme,
mi dice: "No adesso no, se cominci di bocca me ne vengo subito…
bagnami solo con la lingua la cappella " cosa che faccio
(e come potevo non farlo) mentre con una mano gli accarezzo
una gamba mentre con l'altra cerco di prendere le palle…
enorme, sode in una mano non c 'entravano.
(Perché abbiamo solo due mani, in certi momenti ce ne vorrebbero,
forse, dieci per toccaretutto quello che c 'è da toccare).
Prendo la mia borsettina con tutto l 'occorrente…
preservativo, fazzolettini umidificati e l'immancabile lubrificante.
Quasi inginocchiata, davanti a quella statua,
gli metto il preservativo a fatica
mentre le mani afferrate, le mie spalle mi stringe a sé.
Cerco di lubrificare bene il cazzo,
mentre sento il mio culetto stringersi ma con il desiderio
profondo di accogliere quella prepotente creatura,
mi blocca: "Fermati, altrimenti mi fai venire…
la prima vengo subito…" Dal tono della voce, maestosa e maschile,
e dalle parole capisco che ci sarà un seguito
e quindi devo fare di tutto di non eccitarmi troppo
e soprattutto di non venire.
Apro il mio tubetto di lubrificante
mi faccio cascare un po' di gocce sulle dita e lo spalmo sul buchetto.
Mi rendo conto che non è abbastanza, provo a prendere altro lubrificante…
Mi ferma con una mano e con l'altra mi tira giù il tanga.
Mi dice: Non mettere troppo lubrificante, altrimenti diventi troppo larga…
"Che scopata è se non ti spacco il culo,
ti faccio male e poi ti faccio godere ".
Gli dissi: "Guarda sono una donna, non una vacca da scannare"
quasi ribellandomi e pensando al dolore…
Mi disse ancora, con tono maestoso, convincente,
ma nello stesso tempo persuasivo,
mentre la sua mano mi accarezzava il viso:
"Guarda che una scopata è un inizio di dolore con un finale di piacere!
Credimi ti piacerà… ne vorrai ancora e mi cercherai ancora!".
Quasi sconcertata e confusa dissi: "Speriamo… "
"Girati, ti voglio prendere alla pecorina ".
Docilmente come una pecora che non sa se va al macello
o in un prato d 'erba fresca.
Mi aiuta a posizionarmi con le ginocchia sul paraurti,
l 'addome sul bordo del cofano
e la braccia distese.
A dir poco tremavo, ma ero rilassata e serena,
cosciente di stare sotto un esperto,
consapevole e sicuro di volermi fare male
ma di darmi tanto piacere e dolcezza.
Si pianta dietro di me, con la mano sinistra afferra la mia mano,
la stringe e la tiene ferma sul cofano;
con la mano destra accarezza i miei glutei
(massaggiandoli), piano piano con l 'indice scende fino al mio buchetto,
gli gira intorno con il polpastrello, lo massaggia, piano lo fa entrare,
mi scopa per qualche attimo con l 'indice
(forse per scrutare la posizione e l 'elasticità).
Sento togliere il dito e avvicinarsi qualcosa di veramente enorme,
l 'appoggia dolcemente, (non c 'è rudezza)
nel suo fare intanto con l 'altra mano, posizionato il cazzo
davanti al buco, si libera e mi afferra l 'altra mano.
Continua dolcemente, sento il suo respiro sul mio collo e al mio orecchio
(una cosa che m 'inebria e mi fa uscire fuori di testa)
Spinge dolcemente fino al punto di allargare il buco ma non entra,
aspetta che mi rilasso,
mi sussurra parole dolci all'orecchio
e mi chiede se lo voglio.
Gli dico: "Si… si, si, lo voglio (gli potevo dire di no!)
non ce la faccio più lo voglio…"
Mi muovo, cerco di alzarmi con il busto, con il suo torace,
mi spinge sul cofano.
Mi chiede: "Sei pronta?, dimmi che mi vuoi… dimmi che vuoi godere…"
Il mio respiro e le mie parole diventano affannose, gementi.
Con la sua bocca mi morde il lobo dell'orecchio,
mi sento penetrare anche dal suo respiro…
sono in estasi con la cappella piantata davanti al mio buco del culo…
Mi sento i polsi stringere… sento…il ventre rilassarsi…
in un colpo solo, fermo, deciso e forte
mi apre ed entra con tutta la sua potenza.
D'istinto mi stringo, mi dimeno, mi tiene ferma,
urlo, mi pesa sul corpo, sento urlare anche lui
insieme a colpo sferrato da una macchina potente e sicura.
L'urlo reciproco è unisono.
Il dolore mi fa perdere i sensi…
ma non fino al punto di non sentire niente…
Sento una enorme mazza dentro di me,
tutto il peso del suo corpo sopra di me,
il respiro, di un leone fiero con la sua preda tra i denti,
nel mio orecchio, i polsi stringermi da due mani
che sembrano tenaglie, una voce fiera che mi dice:
"Come stai Luana…?" ed io con una voce
pregna di dolore e di piacere rispondo:
"N o n p o t r e i s t a r m e g l i o…!"
In effetti non è stata una frase di circostanza:
cosa c'è di meglio che essere posseduta da un maschio
bello, dotato… ma soprattutto posseduta
da una persona che ti desidera…
che desidera darti il massimo del suo piacere
e averne altrettanto da te.
In più la giusta dose di rudezza e dolcezza maschile.
Da lui e da questa penetrazione ho imparato
che in fondo un atto sessuale e soprattutto
infierire e ferire: in fondo un coltello (cazzo)
che s'infila in una ferita (bocca, figa, culo),
la bellezza dell'infierire e ferire dipende da come lo si fa.
Un violentatore infierisce e ferisce soltanto;
un amante infierisce e ferisce con passione e dolcezza.
Dopo la mia affermazione d'enorme benessere,
continua a muovere il suo bacino,
con dolcezza e determinazione, mentre sento, con enorme piacere,
la mia cavità anale svuotarsi e riempirsi.
Il ritmo si fa sempre più frenetico e deciso,
i colpi sono sempre più forti e profondi,
il mio dolore si fa sempre più misto a piacere
fino a diventare solo piacere.
Mi auguro che hai provato questo piacere
o che hai fatto provare questo piacere…
non puoi chiedere di più…
Intanto il suo respiro diventa sempre più intenso,
il suo peso diventa sempre più pieno,
il mio corpo attutisce in pieno i colpi,
il povero cofano nella macchina non so…
Il suo respiro diventa un lamento di piacere
ed io lo accompagno con parole dolci e d'incitazione,
il mio corpo vorrebbe seguire il suo ma non ne ho il tempo…
appena fuoriesce me lo risento di nuovo dentro e sopra.
I suo lamento comincia ad essere urla
che coincide con la fine del colpo sferrato e in quel preciso
istante non posso che attutire il colpo (non ho via di scampo)
la mia bocca emettere un lamento di piacere,
il mio cervello e il mio corpo liberare scariche d'energia.
Le sue urla sono sempre più frequenti i suoi colpi sempre più profondi…
Sono stremata…
Mi stringe più forte, bloccata come sono (mani e bacino sul cofano)
non posso che godere e predispormi nel miglior modo possibile
ad accogliere il frutto del suo piacere dentro di me.
La sua stretta è sempre più forte sento sopra di me
un animale che scarica tutta la sua forza
e la sua energia dentro di me…
Il suo corpo ormai freme e mi avvolge, il suo respiro e affannoso,
le sue parole sconnesse, il suo cazzo e più duro,
i colpi sono forti e decisi, ad un tratto
"Luana vengo… vengo… Luana sei mia… Luana… prendimi tutto… "
sento lo sperma che attraversa la sua uretra, lo sento scorrere
sulle pareti del mio ano prima frequente e poi a fiotti
e lui che cade sopra di me, mi morde
sul collo, (stramazzo di piacere, urlo) è doloroso
è il massimo della goduria.
In un attimo mi allenta la mano riesco a sfuggirgli
mi aggrappo al tergiacqua che spezzo… (ma che me frega…).
Ha scaricato dentro di me non solo il suo cazzo,
il suo succo, il suo desiderio, la sua passionalità,
la sua forza, la sua potenza, la sua mascolinità,
ma soprattutto il suo amore…
I suo colpi rallentano ma non si fermano,
le sue mani mi accarezzano la testa, il collo, la schiena,
il bacino, mi prende il bacino lo attira a se…
I suoi movimenti diventano più lenti, più sinuosi,
soavi…è soddisfatto!
Il leone ha ferito la sua preda con l 'arma della sua regalità…
e felice perché ha dato tutta
la sua energica potenza alla sua femmina.
La sua vittima è ferita e felice di aver accolta l 'arma del suo feritore,
consapevole di aver dato
tutta se stessa al suo maschio.
Il suo corpo è adagiato sulla sua vittima,
con il cazzo ancora duro dentro la sua femmina,
con le mani accarezza i capelli (parrucca)
gira la testa e si perde in un lungo bacio di tenerezza.
Qui i pensieri e le parole si perdono nella spossatezza dei corpi
e nella pace dei sensi.
La sua cavalcata è stata breve, intensa e devastante,
si ritira e dentro il mio ano fa in tempo
ad entrare una brezza leggera e rinfrescante.
Mi gira, mi abbraccia e si perde, ancora, in un bacio,
intenso, profondo e ristoratore…
Non so quanto è durato…
Di classico in questo primo round c 'è stato soltanto la sigaretta
che dopo aver acceso la sua, accende anche la mia,
e dopo averla accesa con le sue mani stringe la mia
(non è stato il solo a farlo
anche altri ragazzi arabi me lo hanno fatto
- sarà un gesto affettuoso della loro cultura).
Abbiamo parlato per circa mezzora, a me piace sempre chiedere della provenienza,
cultura, usi e costumi, storia, è un modo di capire, condividere, acculturarsi,
è una forma di viaggiare, studiare…
--------------------------------------
Vuoi conoscermi, vuoi comunicare con me: [email protected]
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1
18 anni fa
admin, 75
online -
Lo scrigno della dea
Accidenti a me… e al momento in cui avevo deciso di scegliere un nick dalle suggestioni classiche per entrare in una chat erotica…se non lo avessi fatto…ora non mi sarei trovata in quelle strane circostanze…BEH veramente forse non mi sarei trovata proprio in quelle..ma in altre circostanze “strane” sicuramente si…E’ INEVITABILE….
Ma …Afrodite Dea mitologica del Piacere non può incontrare per la prima volta il suo AMANTE in uno scenario meno che perfetto…la Divinità ha i suoi prezzi!!!!!!
Così ho trovato un posto perfetto discreto ma elegante…con tutti i confort necessari ma…non poteva bastare ..dovevo incarnare perfettamente la dea dei tuoi sogni…e per farlo mi ci voleva…UN ‘IDEA…e una più PERFETTA E IMPROBABILE INSIEME di quella che mi accingevo a mettere in pratica non avrei potuto trovarla…
Si …ormai conoscevo i tuoi gusti e le tue fantasie e quelle che ancora non conoscevo…le avrei conosciute presto…così avevo preparato accuratamente lo scrigno della dea…un piccolo bauletto che avevo scovato in un negozietto di cristalli a Praga…e lo avevo riempito di piccoli lembi di seta rosso rubino e su ciascuno di essi avevo scritto un luogo o il nome di un oggetto…ti avrei fatto scegliere un petalo e poi ti avrei chiesto cosa volevi che ti facessi in quel luogo o con quell’oggetto…
Naturalmente mi ero preparata con cura per l’occasione….indossavo un tubino nero di seta aderente e lungo al ginocchio con una scollatura rotonda davanti e sostenuto da sottili bretelline che s’incrociavano sulla schiena nuda fino quasi alla base…era chiaramente un vestito che non prevedeva altro…oltre ad un paio di sandali dorati col tacco a spillo e il cinturino alla caviglia…
Avevo deciso di aspettarti in camera… e avevo messo al centro del basso tavolino di mogano del salottino lo scrigno della dea…io invece mi ero seduta sulla comoda poltrona di pelle rosso scuro,lo stesso colore delle mie labbra e delle mie unghie..
La stanza era in penombra…e la luce rendeva dorata la pelle nuda delle mie gambe…la prima cosa che avresti visto entrando….le noti struggenti del mio blues preferito permeavano l’aria… e anche se tu non eri ancora lì un caldo languore aveva già iniziato a diffondersi in tutto il mio corpo…
Clack…il rumore inatteso della chiave che girava nella toppa mi aveva mandato un fiotto di adrenalina su per il corpo rendendomi improvvisamente consapevole dei capezzoli inturgiditi che premevano contro la seta sottile del vestito e dell’umido calore tra le mie cosce accavallate…Finalmente....la mia mente non sembra capace di concentrarsi su altro che su questa parola mentre tu entravi nel mio campo visivo e lo chock della conoscenza reale lasciava per un momento paralizzati entrambi…
I tuoi occhi percorrevano avidamente il mio corpo…scrutandolo per vedere se la tua immaginazione gli aveva reso giustizia e a giudicare dal bagliore intrigante che li accendeva…mi sembrava fossi soddisfatto della realtà, come del resto lo ero io…
“Ciao…tesoro… - .sussurrai scavallando lentamente le gambe in modo che dalla tua prospettiva lo spettacolo fosse….inequivocabile – ero qui tutta sola ad aspettarti e ho avuto un’idea, perché non prendi il mio posto in questa comoda poltrona che ti spiego…” Mentre parlavo mi ero alzata lentamente e ti avevo raggiunto sfilandoti la giacca e prendendoti per mano ti avevo sospinto leggermente verso la poltrona e mi ero poi girata e chinata per sollevare lo scrigno della dea dal tavolino…il movimento aveva fatto aderire alle mie natiche la seta leggera del vestito fugando ogni dubbio residuo sulla nudità del mio corpo al di sotto di esso.
“Sono appena arrivato e…mi stai già facendo impazzire….” - le parole ti erano uscite quasi contro voglia dalla labbra in un sussurro roco che mi aveva acceso al pelle nuda della schiena di brividi di desiderio…
“E siamo solo all’inizio tesoro – ti avevo risposto mentre mi raddrizzavo e aprivo il coperchio dello scrigno della dea offrendotelo – ora scegli uno dei petali nello scrigno e dimmi cosa c’è scritto sopra…non te ne pentirai..è una promessa”
“Idromassaggio…ma cosa?????” avevi domandato intrigato tuo malgrado da questo modo di condurre il gioco tra di noi…
“Ora ti spiego tesoro- avevo sussurrato sedendomi sul tuo grembo e riposando lo scrigno della dea sul tavolo…lo scrigno è pieno di petali con nomi di oggetti o luoghi che si trovano in questa stanza… ora tu mi devi dire che cosa vuoi che faccia esattamente da sola o con te o anche solo a te nel luogo che hai scelto… e poi lasciarti andare al piacere”.
La stretta delle tue mani sulla mia vita si era improvvisamente rafforzata e, tu mi avevi baciato appassionatamente frugandomi la bocca con la lingua quasi cercando di capire dove fossi disposta ad arrivare e poi rialzando la testa mi avevi detto: “Voglio due cose…mentre mi rilasso nella vasca prima voglio vedere come ti dai piacere.. e poi quando sarai arrivata al limite dell’orgasmo voglio che tu venga da me a scoparmi come entrambi desideriamo da molto…”
Un calore incandescente e liquido mi si era diffuso tra le cosce mentre parlavi…mi ero alzata e prendendoti per mano ti avevo condotto in bagno…le mie mani prudevano dalla voglia di spogliarti, ma…”No..faccio da solo…sono ansioso di godermi lo spettacolo – mi avevi detto –in un minuto eri rimasto nudo e senza darmi il tempo di contemplarti come avrei voluto eri entrato nella vasca mettendoti comodo.
Mi ero allontanata di qualche passo, voltando le spalle alla vasca, e avvicinandomi ad una comoda poltrona rivestita di seta dorata collocata li vicino…avevo afferrato le spalline dell’abito e le avevo fatte scorrere dolcemente lungo le braccia,.scoprendo lentamente la schiena e la base delle natiche e poi le avevo fatte scivolare più giù finchè il vestito era caduto ai miei piedi e tu avevi potuto godere della vista del mio corpo ormai totalmente esposto al tuo sguardo. Mentre sentivo che il tuo respiro si era fatto improvvisamente più accelerato mi ero avvicinata alla poltrona e girandomi mi ero seduta sul bordo a gambe larghe, guardandoti negli occhi con intensità avevo sussurrato: e ora goditi lo spettacolo…”. Quindi appoggiandomi comodamente allo schienale avevo iniziato a passare le unghie scarlate di una mano lungo l’interno della coscia…mentre con l’altra mano tormentavo uno dei capezzoli appuntiti…pizzicandolo e graffiando l’areola con la punta dell’unghia. Sentivo i tuoi occhi seguire con avidità i miei gesti e il rumore del mio sangue mi riempiva le orecchie…mentre la temperatura nella stanza saliva, avevo fatto scivolare un po’ più su la mano che giocava sulla coscia, alla ricerca del mio clitoride gonfio e spingendo in avanti il bacino le mie dita avide avevano finalmente incontrato il morbido calore, iniziando subito a premere su di esso con lievi movimenti rotatori che mi mandavano brividi di piacere lungo la schiena.
“Penetrati con le dita..voglio vederle sparire nella tua figa bellissima – l’ordine pronunciato bruscamente…mi aveva scosso nel profondo…e senza fermarmi a riflettere avevo obbedito penetrandomi con tre dita e muovendole avanti e indietro velocemente mentre dalle mia gola uscivano ansiti di piacere…”Sono vicinissima all’esplosione” - ero riuscita a sussurrare mentre…interrompevo il torrido massaggio a cui mi ero dedicata per riportare al mia attenzione totalmente su di te…
“Vieni qui e scopami ma prima dammi le tue dita voglio gustare il sapore del tuo piacere – reagendo al comando sussurrato con voce resa roca dalla passione…mi ero sfilata rapidamente i sandali e mentre ti offrivo le mie dita mandide del mio piacere mi ero seduta a cavalcioni su di te nella vasca accogliendo dentro la mia figa bollente la tua asta turgida: “OHHHHHH” – un sospiro di puro piacere mi era sfuggito dalla labbra alla sensazione di pienezza che avevo provato sentendoti a fondo dietro di me – ma non potevo indugiarvi dovevo muovermi e cosi’ sostenendomi con le mani al bordo della vasca e con le punte erette dei seni che sfregavano contro il tuo petto avevo iniziato a muovermi scivolando su e giù sulla tua asta sempre più turgida e dura, dapprima lentamente poi man mano che il piacere aumentava sempre più velocemente alla ricerca dell’appagamento finale.
Ormai eravamo sempre più vicini al punto di rottura e, tu assecondavi i miei movimenti inarcando il bacino per venirmi incontro e spingerti ancora più a fondo nel mio calore. Mi fermai bruscamente con solo la cappella trattenuta all’interno dalle contrazioni del mio utero e m’impalai di nuovo e mentre l’orgasmo esplodeva in me senti il tuo cazzo riempirmi di sborra mentre le nostre labbra si cercavano e le nostre lingue s’intrecciavano freneticamente….
Non so come trovai la forza di staccare per un momento le labbra dalle tue e di sussurrarti all’orecchio.” …E questo è solo l’inizio”.
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18 anni fa
admin, 75
online -
L odore del sesso
ciao, sono lucretia.
vi consiglio di vedere la mia fotogallery prima di leggere il racconto... é
importante visualizzare i personaggi durante la lettura... ho aggiunto
una foto alla gallery che é un fotomontaggio, ma rende bene l idea.
ah, questo racconto leggetelo solo se amate il genere, o se siete veramente
dei maiali...
devo afreuna premessa: a me la coca mi rende veramente famelica... mi da una
eccitazione starordinaria, mi annienta i freni inbitori e, per avere del PIACERE
posso fare di tutto...
quella sera un mio amico, era passato per casa mia, aveva un po di coca,
non sapeva dove andare per tirarla ed é venuto da me... dopo un paio d ore
non resisto piu , sono eccitatissima, guardavamo film porno e tiravamo. verso
le 11 il tizio se ne va, e mi lascia li da sola. apro l armadio, scelgo un completo
di merletti neri, perizoma e reggiseno... reggicalze rosso fiamma, calze nere velatissime
con la riga dietro e indosso un paio di tacchi a spillo altissimi rosso fuoco, bellissime scarpe! l eccitazione sale guardandomi allo specchio; ancheggio
e cerco di soddisfarmi con un vibratore che ho, ma anche se di svariati centimetri,
non mi da il gusto che voglio... la sostanza mi gira dentro, mi toglie la razionalita
e i pensieri diventano uno unico: voglio mettere almeno le labbra su un vero pisello!
ma a quell ora dove trovarne? era tardi per i benzinai e troppo presto per i camionisti... che fare?
mi viene un idea, scendo col cappotto e sotto niente vestiti,
resto cosi come sono e vedo di rimorchiare qualcuno che passa, anche uno
di quelli che portano fuoti il cane... gia il cane: ho sempre avuto la curiosita
di farmi fare da un bel cane grosso... in alcune occasioni ho anche un po mastrurbato lo schnautzer
della vicina, ma sempre cosi di fretta e con la paura...
vabbe scendo, passo il portone e cammino lentamente sotto i balconi del palazzo,
allo scuro. c era solo il rumore dei tacchi sul marciapiede e io spandevo una scia
di profumo dietro di me.
dopo qualche tentativo di approccio con vari tizi di passaggio, finalmente
arriva il mio uomo! lo vedo da lontano; cammina lento e al guinzaglio
porta un bellissimo pastore tedesco, molto grande e di razza.
camminano soli, nella penombra, il tipo e il cane al fianco. appena mi stanno accanto il cane scarta
un poco e mi si avvicina, col naso puntato,
scodinzola e magari gi piace il profumo. con la scusa attacco bottone, dico
che non sto battendo e ridiamo un po. lui sembra starci...
il cane si ferma e infila il muso sotto al cappotto, alza un poco la testa
e si intravedono le calze nere, fino all elastico che le tiene dietro, rosso
come le scarpe! il tizio le nota e nota anche che non ho vestito,
e la convesazione vaga che avevamo avuto fin li cambia decisamente
direzione...
lui racconta che adora il suo cane, lo sente come un segno di grande
virilita e dice che pure lui non e da meno, fornito e sempre voglioso.
lo invito a casa mia e accetta subito. parlano ho capito che prova una strana ecitazione parlando del cane,
come se fosse una sua estenzione di potenza,
gli brillavano gli occhi mentre mi raccontava delle sue monte da riproduzione
e io, ormai eccitata al massimo mi facevo vedere interessatissima alla cosa,
ai dettagli, a tutto...
saliamo, io davanti, il tizio dietro con gli occhi piantati sul mio culo che sporge
dal cappotto allacciato, col cane che ci seguiva. a casa mi tolgo il cappotto,
di spalle al tipo e scompaio in camera mia. indosso un abito lungo di
garza nera trasparente.
in salotto ci sediamo, offro della vodka russa gelata. io mi siedo su una
sedia di fronte a lui che sta sul divano. musica classica, gireg. inizia a provarci decisamente, ma io ero distratta dal cane.
ludwig, annusa in giro. a questo punto devo dire che i ricordi si confondono,
ma sono sicura di aver iniziato a carezzare il cane, prima sul petto,
poi sempre più' giu, lentaamente fino alla pancia.
in quella zona tra la coscia e la pancia, che li, ai cani, gli piace molto! il padrone
si eccita, l 'idea che il suo animale possegga una donna lo fa morire. dice che
non ci aveva mai pensato prima, ma che la cosa lo faceva impazzire. si slaccia
la patta e io ci ifilo la mano. lo sento crescere e noto che lui ha lo sguardo
incollato alla mia mano sinistra che é ormai arrivata al traguardo. io indosso dei guanti rossi fino al gomito.
lascio il pisello umano e mi dedico solo a quello
bestiale! il ripo se lo tira fuori e comincia a masturbarsi, mi dice cosa devo fare e come farlo...
sento il pisello animalesco tra le dita, sotto i guanti. faccio scorrere la
mano sulla lunghezza di quel cazzo, tra i peli. mi muovo un po stringendo
la mano sul pisello, il cane si blocca a zampre divaricate, abbassa un po i
l muso e si lascia fare.
continuo a muovere la mano e vedo apparire, finalmente il vero affare
di ludwig, un pisello grande come quello di un marocchino, ma a punta
e rossissimo.
percepisco l odore della bestia che cambia, e vedo che il suo cazzone,
tra le mie dita, e divetato veramente bello grosso! il tipo mi ordina di
prendere in bocca l affare del lupo... l odore é troppo forte, ma sono
arrapata a morte e desidero tanto fare almeno un pompino a quell animale! avvicino la testa all addome
del cane, e me lo trovo di fronte a pochi centimetri
dalla bocca, un pisello di cane lupo arrapato proprio li, a due centimetri...
socchiudo gli occhi, mi avvicino ancora e lo prendo tra le labbra! e liscio
e caldo, a punta, con la cappela che si gonfia... lo lecco, prima intorno
alla cappella, poi me lo faccio scorrere tra le labbra, fino a meta...
poi lo faccio uscire piano, tirando indietro la testa ma tenendo le labbra
strette intorno a quel paletto rosso... mi pare che si stia ingrossando ancora.
il cane ansima ma resta immobile cosi com é... contunuo il lavoro di bocca,
avanti e indietro, dentro e fuori, dentro e fuori, lo massaggio con la lingua
e lo succhio quando mi resta solo la punta tra le labbra... dentro e fuori...
intanto vedo che il tizio si é alzato, é nudo e ha tra le mani la cinta dei pantaloni...
io adoro essere frustata e insultata e vederlo cosi con la cinghia che
mi sussurra: dai brutta porca succhiaglielo, leccaglielo! puttana, troia...
mi eccita ancora di piu ... stacco la bocca e gli imploro di frustarmi, di punirmi
se il suo cane non gode abbastanza... riprendo il pompino e subito arrivano
tre o quattro cinghiate, forti, sulle spalle e sul culo... i nervi mi si incendiano e sono pronta a farmi sbattere.
il tipo mi fa alzare in piedi, mi fa appoggiare allo
stipite della porta, crocefissa, e mi colpisce ancora altre volte. segni r
osso scuro mi segnano le spalle e le chiappe.
poi, dopo il trattamento con la cinghia, sempre insultandimi mi fa mettere
a pecorella sul tappeto, lui sbracato sul divano, io con le braccia appoggiate
al divano in modo di poterglielo succhiare, il culo proteso.
capisco l antifona e ho appena il tempo di ungermi il bucoo del culo che
la bestia, fino a quel momento calma mi arriva dietro e mi annusa tra
le chiappe. forse l odore della margarina che uso per unguento gli piace
e mi da due o tre linguate tra le chiappe. quella lingua rasposa mi fa
morire e mi rilassa il buco, che ora é pronto a ricevere il suo bel
premio canino! il tipo da due o tre ordini al cane, che non capisco..
sono impegnata a ciucciare il bastone umano, con molto piacere e
passione glielo sto leccando, intorno la cappella, e lungo l asta che é
dritta e gonfia, sembra sull orlo di esplodere! adesso lo prendo tutto
tra le labbra, fino alla gola e lo faccio uscire piano, e coi denti,
delicatamente lo gratto, dalla base alla punta... lui geme. glielo tengo
in mano, e gurado che sta facendo il cane che adesso non vedo...
sta dietro di me, e ad un certo comando si avvicina, si alza sulle zampe
posteriori, si appoggia con quelle anteriori a me e ansimando, con la
spada completamente estratta e gonfia cerca di prendermi, cosi, a pecorella.
osservo la scena da uno specchio che mi da la nostra immagine di profilo...
con la destra aiuto il lupo a trovare la strada giusta, con la sinistra masturbo
il padrone... é una questione di attimi: il cane s avventa su di me, io
mi abbasso un po divaricando le cosce, e mi appoggio quella punta rossa e gonfia,
GRANDE E ANIMALE, AL BUCO DEL CULO. cazzo, lo sento appoggiarsi
e spingere. il mio culo (che é gia rotto da tempo) non offre troppa
resistenza; ce l ho dentro... lo vedo dallo specchio, la bestia che inizia
a spingere, e senza troppi complimenti me lo mette tutto! oddio
come godo: sento un gran cazzone di cane che mi sfonda il culo, e ho tra
le labbra un pisello dritto e bollente! la bestia di dietro mena dei gran colpi,
violenti animaleschi e rapidi... dentro fuori dentro fuori dentro fuori e mi
tiene dai fianchi con le zampe... mi sta veramente inculando alla grande!
sento gocce di bava che mi colano sulla schiena... dentro furi dentro fuori...
inizio a gemere da piacere... sento ondate di piacere che s irradiano dal buco
del culo fino alle spalle, alle gambre all inguine. l animale aumenta il ritmo,
e a me aumenta il piacere che va ad ondate successive... c é' da dire che i cani anche se hanno un cazzo grosso
e lungo e duro, ce l hanno sempre
comunque liscissimo e quando ti entra, non fa male; lo senti che scorre
bene, che ti allarga, che ti apre e ti fa godere. mi guardo allo specchio
e mi vedo sormontata dal lupo che ormai sembra pazzo, mena colpi furiosi
col bacino. lo spinge tutto dentro fino alla base e poi lo tira fuori tutto,
fino alla punta, poi te lo risbatte dentro tutto e cosi via... io sto quasi
venendo!
mi ricordo dell umano perche gli vedo il cazzone dritto nello specchio,
lo sto tenendo alla base col pollice e l indice e lo stringo forte... gli si é
gonfiato a dismisura, la cappela e rossa scura e le vene sul bastone sono
tutte uscite e si vedono pompare sangue a tutta forza... basta solo che
avvicini le labbra ancora alla cappella umana, quasi non mi entra piu
in bocca! e sento il tipo che mugola un siiii, sto venendo, brutta troiaaa ...
gli struscio veloce la punta della lingua sul buco della cappellona e..
ecco il primo spruzzo! mi centra sul viso, e sento la sborra bollente... muovo
la mano, e lui schizza ancora piu forte, uno spruzzo bestiale che supera la
mia testa e mi va a bagnare la spalla destra... ne sento il rumore: splach!
e altri spruzzi mi colpiscono e mi colano dal viso...
anche il lupo à arrivato! si sente da come mugola, e si sente dalla grandezza
del suo cazzo e si sente da come me lo sbatte dentro... infatti all mprovviso
si blocca con la mazza infilzata tutta tra le mie chiappe, si irrigidisce
e lo sento tremare... sta sborrando anche lui.. lo guardo allo specchio: eccezionale lo vedo venirmi dentro
allo specchio. l immagine riflessa mi fa talmente eccitare
che non resisto piu neanche io, il bastone animale mi provoca un orgasmo formidabile!
fremo a anche io e muovo i circolo le chiappe, per sentire quel
cazone che mi devasta il culo, per sentire la sbarra rossa che mi posside! il
cane mi schizza una o due volte dentro, tanto che allo specchio vedo un filo
liquido biancastro che inizia a colarmi tra le chiappe, sulle cosce, sulle calze... ma un riflesso di piacere
mi fa fare uno scatto improvviso e la sbarra del cane
scivola fuori.. lui non gradisce tanto e s avventa cercando di infilarla
di anuovo, ma riesce solo a farmela scorrere tra le chiappe! gli va bene anche c
osi e continua a pompare sborra! ooooh benedetto specchio! la scena che
vedo é cos: io sto a pecorella, in lingerie nera e rossa, cosce larghe,
ho un pisello tra le mani che scola sborra sui guanti, uno schizzo bianco
sulla spalla destra che sta colando, le gocce fin sul braccio, altri schizzi
scolano dai capelli e dal mento, ho un pastore tedesco gigante che mi tiene
da dietro per i fianchi e mi fa scorrere tra le chiappe il suo cazzo lunghissimo
e grosso e rosso... vedo la sua sborra che schizza fuori e mi imbratta la schiena,
le chiappe e scola sulle cosce... si muove sempre piu lentamente, e alla fine
si stacca, si allontana e si sbraca crollando al pavimento.
sono libera, e cerco di alzarmi... ho le ossa rotte, mi fa male dappertutto,
sono distrutta! devo anche dire, pero, che nessuno mai, nemmeni i
miei migliori partner neri, senegalesi i nigeriani, sono mai riusciti a farmi
godere cosi tanto come un bellissimo pastore tedesco, ludwig, e il suo
padrone..
ah, alla fine, non ho piu rivisto nessuno dei due! come al solito...
ciao, sono lucretia.
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27
18 anni fa
admin, 75
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Gli inizi - parte terza
quando arrivai alle scuole medie finì il periodo di affidamento alla mia vicina e i miei mi diedero le chiavi di
casa. finite le lezioni tornavo a casa, scaldavo il pranzo che mia madre aveva preparato, facevo i compiti e poi
andare in cortile a giocare con gli altri bambini. noi maschietti eravamo divisi in gruppi, le bande, e i gruppi
erano assolutamente gerarchici, c'erano i capi che erano quelli più grandi e decidevano a cosa si giocava e poi
gli altri, e quando i capi non c'erano venivano fuori i secondi, poi i terzi, i quarti, non era una gerarchia
esplicita, consapevole, si procedeva automaticamente in ordine di "carisma" e di forza fisica e le dispute
gerarchiche si risolvevano con zuffe alle quali il gruppo assisteva come testimone per sancire la superiorità del
vincitore. inutile dire che io, un po' perchè ultimo arrivato, un po' perchè effettivamente poco carismatico, un
po' per scarsa prestanza fisica ero nelle ultime posizioni della gerarchia, avevo sotto di me solo i più piccoli
di età o di fisico. ciascuna banda aveva il proprio covo, la "base" che era il luogo dove ci si ritirava per
regolare i conti o per partire verso spedizioni punitive contro le altre bande. c'erano chiaramente i giochi
soliti, noi maschietti giocavamo con le biglie, a nascondino, figurine, le biciclette, naturalmente c'era il
pallone, a volte si giocava con le bimbe alla campana o a rincorrersi, le bambine invece erano un unico gruppo, e
ciascuna di loro aveva un flirt con un maschietto, di una o banda piuttosto che di un'altra, e questo flirt
poteva durare un pomeriggio o diversi mesi. poi c'era la "cantina buia" per dirla alla baglioni, che nel nostro
caso era una zona di campi e prati incolti con alcune cascine abbandonate. di notte lungo le strade che
costeggiavano questi campi si potevano vedere le prostitute che si appartavano con i loro clienti, ma di
pomeriggio erano praticamente i nostro regno. i giochi più divertenti si facevano li, quando si riusciva a
convincere una bambina a venire alla base della propria banda. le basi delle bande più forti erano nelle cascine
abbandonate, quelle più piccole si dovevano accontentare di costruire di solito sotto un albero nelle parti
incolte, una capanna con i materiali che si trovavano abbandonati in giro o che venivano rubati ai contadini
della zona. lungo i cigli della strade capitava spesso di trovare riviste pornografiche, e quando capitava queste
venivano raccolte e portate nella base della banda di chi le aveva trovate e costituiva il bottino di ciascuna
banda, bottino che era spesso causa di battaglie fra le bande. così nacque la mia passione per la pornografia, io
con un altro bambino andavamo spesso nella nostra base (una capanna) a sfogliare quelle riviste e a masturbarci.
vedendo quelle scene con pompini, inculate, sborrate, mi venivano in mente i giochi che facevo con massimo solo
qualche mese prima e presto convinsi il mi amico a fare gli stessi giochi, così cominciammo a spompinarci a
vicenda, a infilarci le dita nel culo finchè non cominciammo ad incularci. all'inizion erano i pompini la cosa
che ci piaceva di più, godevamo come matti e ingoiare non era mai un problema visto che entrambi sborravamo
pochissimo, ma anche incularci presto cominciò a piacerci molto, i nostri cazzetti ci scivolavano dentro anche se
avevamo i culi molto stretti, e dopo pochi colpi ci sborravamo dentro con piccoli rantoli di piacere, finchè non
successe che ci sorpresero due dei capi della nostra banda. erano i due più grandi, avranno avuto 15-16 anni (io
ne avevo una decina) e quando ci sorpresero io stavo inculando il mio amichetto (mi pare che si chiamasse ale).
chiaramente si misero subito a prenderci in giro pesantemente ma poi cominciarono a realizzare che potevano
approfittare della situazione, e così mi trovai coinvolto nella prima orgia della mia vita. ci incularono
entrambi dopo aver preteso due pompini. i loro cazzi erano molto più grossi dei nostri, niente a che vedere con
quelli dei giornali, ma erano di dimensioni adulte per così dire, con i peli e tutto il resto, rispetto ai nostri
che erano coperti da un cespuglietto di peletti biondi sembravano enormi, ma avendo entrambi il buco del culo ben
lubrificato dalle nostre reciproche sborrate, non avemmo problemi a prendere dentro i loro arnesi. l'inculata si
estese un po' a tutti i componenti del gruppo che, essendosi sparsa la voce, cominciarono a pretenderla come atto
di sottomissione da parte di chi era inferiore a loro per rango. in realtà non era una novità assoluta, noi
sapevamo che già altri ragazzi di altre bande si inculavano a vicenda o inculavano i "sottoposti", ma nel nostro
gruppo divenne quasi un rito di iniziazione per tutti i nuovi. diventò anche un modo per coinvolgere le bambine
nei nostri giochi, a volte la usavamo come regola per le bimbe che flirtavano con noi e addirittura qualcuna fu
sottoposta anche ad una serie di inculate/scopate in successione da tutto il gruppo, tanto che una di loro prese
nel culo tanta di quella sborra che alla fine si accovacciò e la cagò fuori mischiata alla merda. ma non fu la
sola, capitava anche che qualcuno venisse punito per sgarbi all'interno della banda con una inculata multipla e
ricordo che una volta toccò anche a me. la situazione si stabilizzò presto, i capi inculavano chi volevano, e
ciascuno degli altri si inculava uno dei suoi inferiori fino a un ragazzino (salvatore) che invece lo prendeva
nel culo da tutti. con questo io andai anche oltre. era uno dei pochi inferiore a me per rango e io mi vendicavo
su di lui tutte le volte che inculavano me. in realtà a me non dispiaceva essere inculato, anzi, e anche se ero
uno dei pochi che durante l'inculata si masturbava e godeva, sono sicuro che anche a molti altri sentirsi aprire
il culo piacesse, ma il tacito accordo era questo: essere inculati era umiliante e faceva male, bisognava
rifiutarsi, opporre resistenza ed accettarlo alla fine solo sotto minaccia di pestaggio, quindi tutti subivamo
con rabbia, vera o supposta (bel gioco di parole vero?) sfogandoci poi quasi immediatamente con il primo che
avevamo a tiro, e in questo gioco io che invece godevo a farmi inculare non potevo permettermi di darlo a vedere,
e siccome lui spesso mi sfotteva facendo notare a tutti che io mi segavo mentre lo prendevo nel culo, per non
passare per frocio o addirittura sotto di lui come gerarchia lo punivo duramente e gli facevo fare cose che
andavano ben oltre quello che il gruppo accettava come punizione. un giorno il capo in persona mi stava
inculando, io ero a terra e mi gustavo il suo cazzo che mi apriva il culo menandomi furiosamente con gli occhi
chiusi, finchè, sentendo lui che mi lanciava il cazzo nel culo mugolando per gli ultimi colpi dell'orgasmo, non
venni rumorosamente anche io, ma quando ansimante riaprii gli occhi vidi lui che mi guardava ridendo. il capo lo
mandò a cagare e se ne andò pulendosi il cazzo, io invece mi tirai su e senza nemmeno sistemermi i pantaloni lo
aggredii costringendolo a terra. lui rideva e diceva che avrebbe detto a tutti che mi piaceva prenderlo nel culo
e che mi menavo per non fare capire che era l'inculata che mi faceva godere. ero veramente spaventato che questa
cosa diventasse di dominio pubblico, avevo terrore di diventare il frocetto del gruppo, lui si divincolava e
cercava di liberarsi, cercò anche di mordermi ma io ero più grosso e più forte di lui e riuscii a colpirlo. lui
si arrese, si mise a piangere e mi giurò che non lo avrebbe mai detto a nessuno, ma io ero troppo terrorizzato da
questa eventualità per credergli, dovevo avere uno strumento di ricatto. gli ordinai di stare giu, gli misi il
culo in faccia e gli ordinai di leccarmelo. lui piangeva chiedeva pietà continuando a giurare che non avrebbe
detto niente a nessuno ma io lo colpii di nuovo, e lui cedette, cominciai a sentire la sua lingua che mi lambiva
il culo, si manteneva sulle chiappe ma io gli ordinai di leccarmi il buco stortandogli i polsi, così lui non ebbe
scampo e cominciò a leccarmi il buco. mi piacque molto, ci presi gusto e cominciai a spingere ordinandogli di
continuare, così mi resi conto che gli stavo cagando in faccia la sborra del capo, lui piangeva, io continuavo a
stortargli i polsi e a tenerlo giù finchè non sentii la merda premere per uscire dal culo, la paura si era
trasformata in rabbia e tanto era stata la paura tanto era adesso la rabbia, gli cagai in faccia con cattiveria,
volevo umiliarlo come mi ero sentito umiliato io vedendolo ridere di me mentre godevo. scaricargli la mia merda
in faccia mi fece lo stesso effetto di un orgasmo, passai da una rabbia cieca e cattiva ad una sensazione di
calma spossata, lo lasciai e mi alzai. lui piangeva, aveva conati di vomito, si sollevo e la merda gli scivolò
via dal volto lasciandolo con grosse chiazze. io mi rimisi a posto e gli intimai di non dire niente a nessuno di
quello che aveva visto altrimenti avrei detto a tutti che gli avevo fatto mangiare la merda. lui piangeva e
sputava, si puliva il volto con le mani e poi se le guardava piene di merda. gli tirai lo straccio con cui mi ero
pulito il culo e me ne andai dicendogli che avrebbe dovuto pulire tutto prima di andare via. ma n
13
0
18 anni fa
sottomesso38,
39
Ultima visita: 16 anni fa
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Il professore di latino e greco parte prima
al liceo avevo dei problemi con il latino ed il greco, così i miei mi mandarono da un ragazzo figlio di loro
amici per prendere ripetizioni, ma la confidenza che avevamo mi metteva in condizione di non prendre sul serio
lui e le sue lezioni, così non avendo visto miglioramenti mi mandarono da un lontano zio che dava ripetizioni
professionalmente, e visto l'estperienza precedente si raccomandarono con lui per ottenere un trattamento molto
rigido. lui non se lo fece ripetere, era conosciuto a scuola per essere estremamente severo, e approfittando del
lontano legame di parentela non esitò a schiffeggiarmi quando lo ritenne opportuno. lo zio in questione era sui
quaranta e aveva una moglie più o meno coetanea, lui era meridionale come noi, ma sua moglie era del nord, della
provincia di milano, ed era una bella donna con atteggiamenti molto provocanti. le lezioni erano pressocchè
giornaliere e ciascuno degli allievi veniva posto in una stanza diversa dove svolgeva i sui compiti mentre lui
passava da una stanza all'altra per controllare, correggere o spiegare. noi studenti eravamo una decina e,
distribuiti su vari turni, ci davamo il cambio con regolarità nelle varie stanze della casa, lo studio, il
salotto, la cucina, la camera da letto, in ogni stanza era stato approntato un angolo con una scrivania e due
sedie per ospitare la lezione e la vita della casa continuava come se gli studenti non esistessero, tanto che mi
poteva capitare di studiare in cucina mentre la mamma del professore rigovernava o di avere nella stanza con me
la moglie che stirava il bucato. in quel periodo mi ero trasformato in un appassionato consumatore di riviste
porno che scambiavo assiduamente con altri compagni di scuola, e siccome ciascuno di noi aveva la sua particolare
preferenza, ci dividemmo in gruppetti che avevano la stessa passione, la mia erano i trans. vedere quelle
creature più donne delle donne ma con enormi cazzi fra le gambe mi faceva delirare, e quando poi vedevo scene in
cui dei ragazzi dall'aspetto adolescenziale come me succhiavano questi enormi cazzoni o venivano inculati a fondo
non riuscivo a trattenere l'orgasmo. così un giorno prima di andare a lezione mi incontrai strada facendo con un
compagno con cui condividevo l'amore per i trans, c'eravamo dati appuntamento per uno scambio. dandomi il suo
materiale mi indicò una delle riviste in cui avrei trovato proprio una scena del genere che preferivo. sono
passati 25 anni ma la ricordo ancora. lei era una trans di colore, era molto scura di pelle, lucida di olio, il
culo largo e sporgente sotto un vitino stretto da un corsetto chiuso da una serie di laccetti rossi da cui
uscivano due tette perfette con due enormi capezzoli neri, e fra le gambe aveva il più grande cazzo che io avessi
mai visto in anni di cultura pornografica. nella foto grande all'inizio del servizio lei era in posa in piedi,
sorrideva con i denti bianchissimi verso quello che sembrava un ragazzino accucciato a terra che la fissava
terrorizzato guardando il suo membro con gli occhi sbarrati e la bocca aperta. il cazzone era molle e scendeva
fra le cosce completamente scappellato, sembrava una probiscide per dimensione e forma, ma nelle foto successive
quella proboscide prendeva vita e diventava un palo di carne turgido e leggermente curvato verso l'alto, appena
lo vidi mi sentii avvampare le guance, chiusi il giornalino e salutai il mio amico correndo via per la vergogna e
l'eccitazione. arrivato dal prof non riuscivo a togliermi dalla mente quel cazzone nero, avevo il giornalino
nella borsa dei libri, aperto alla pagina in cui c'erano due foto, nella prima il ragazzo cercava di fare un
pompino a quel cazzone di cui a stento riusciva a prendere in bocca la cappella, ricordo che lo teneva a due mani
e questo dava l'idea precisa della sua dimensione, era più grosso del suo polso e lungo quasi come il suo
avambraccio, nell'altra il ragazzo era girato e con le mani sulla pancia della trans cercava di impedirgli di
spingergli ulterormente dentro il cazzone che gli era già entrato quasi completamente nel culo. la borsa era sul
tavolo e durante le pause della lezione, quando ero solo sbirciavo dentro toccandomi il cazzo attraverso i
pantaloni. quando il prof veniva da me e parlava lo seguivo a stento, lui fu costretto a richiamare più volte la
mia attenzione, all'inizio si arrabbiava, mi assestò anche un paio di schiaffi, ma poi arrivò addirittura a
preoccuparsi pensando ad un malore, forse anche perchè le guance costantemente avvampate facevamo pensare alla
febbre. dopo un paio di queste pause non ressi, ero solo nel salotto, la scrivania era in un angolo, io davo le
spalle alla porta chiusa, mi aprii la patta, tirai fuori il cazzo e dopo averlo coperto con il maglione
cominciai a menarmelo. avevo completamente perso il controllo, dovevo scaricare almeno parte della tensione, e
così per un po' me lo menai con l'orecchio teso a sentire i rumori nel corridoio. ma il sangue mi pulsava così
forte nella testa che non mi accorsi che mio zio era entrato. la sua voce che mi chiedeva cosa stessi facendo con
tono duro fu una doccia fredda. cercai di rimettermi a posto ma in due passi fu dietro di me e con uno strattone
girò la sedia. mi trovò ansimante mentre cercavo di infilare il cazzo ancora duro nella patta e mentre lo
guardavo con lo sguardo terrorizzato mi allungò uno schiaffo che mi fece fischiare le orecchie. non capivo più
nulla, mi vergognavo come mai, volevo morire, e mentre lui pronunciava parole che non riuscivo neanche a sentire
l'unica cosa che riuscivo a fare era ripetere "ti prego non dirlo a mamma. ti prego non dirlo a mamma". quando
riusci a riprendere il controllo lui mi stava ancora chiedendo cosa fosse successo ma io non riuscivo a dire
nulla, ero rimasto con il cazzo duro fuori dalla patta, non riuscivo a farlo rientrare e con la bocca aperta
continuavo a guardare alternativamente lui e la borsa sul tavolo, finchè lui non prese la borsa e tirò fuori il
giornale. quando vide di che si trattava cominciò ad insultarmi e a picchiarmi, mi chiamava frocetto,
ricchioncello e diceva che sarei stato la vergogna della famiglia. sfogliava la rivista e michiedeva se mi
piacevano le figure che c'erano, era una rivista di trans ed era piena di uomini che faccevano pompini e venivano
inculati, e io continuavo a dire che era vero che mi piacevano ma lo pregavo di non dire niente, che avrei fatto
sempre i compiti, che avrei fatto tutto quello che mi avrebbe detto. lui continuava a chiamarmi frocetto,
ricchione e mi offendeva pesantemente dicendomi che ero una merda che a quelli come me dovevano tagliargli le
palle finchè ad un certo punto mi disse di guardare il giornale sbattendolo davanti a me sulla scrivania, era la
pagina a cui lo avevo aperto io, avevo davanti agli occhi lo sguardo terrorizzato del ragazzo a cui il trans
stava aprendo il culo, mi chiese se era quello che mi piaceva e io che senza accorgermene avevo ripreso a menarmi
gli dissi di si, che mi piaceva pensare di essere io il ragazzo. sentii la mano di mio zio prendermi per i
capelli e tirarmi verso di lui, e a quel punto mi accorsi che aveva il cazzo fuori e che me lo stava premendo in
bocca, io mi attaccai al suo cazzo e cominciai a succhiare come se da quello fosse dipesa la mia vita, lui
continuava ad incitarmi chiamandomi frocetto e ricchione e mi scopava in bocca tirandomi per i capelli con tutte
e due le mani, io succhiavo e mi menavo, venni quasi subito nelle mie mani ma continuavo a menarmi perchè mi era
praticamente rimasto duro, finchè lui non mi venne in bocca ordinadomi di ingoiare tutto. io ubbidii e mentre lo
facevo venni di nuovo. a quel punto mi ordinò di rimettermi a studiare e usci dalla stanza prendendosi tutte le
riviste porno che avevo in borsa. quando tornò mi disse che da quel momento le cose sarebbero cambiate e che se
non avessi studiato o avessi fatto qualcosa per farmi mandare a ripetizione da qualche altra parte avrebbe
raccontato tutto a mia madre e gli avrebbe mostrato le riviste. da quel giorno lui in privato mi chiamò sempre in
modi diversi, frocetto, rotto in culo, succhia cazzi, ricchione e cominciò a schiaffeggiarmi molto più spesso di
prima, quando poi secondo lui avevo fatto qualche errore particolarmente grave si alzava, tirava fuori il cazzo e
mi ordinava di fargli un pompino, e la cosa succedeva sempre più spesso. un giorno mi capitò di fare i compiti
nella camera da letto e mentre mio zio mi stava pesantemente sgridando entrò sua moglie per prendere delle cose
in un armadio. lui senza scomporsi mi diede una sberla e disse rivolto alla moglie: "hai visto che belle letture
fa questo frocetto nora? le riviste che ti ho fatto vedere erano le sue, e se le deve studiare proprio bene,
perchè succhia il cazzo come una professionista, anche meglio di te" io rimasi con gli occhi sbarrati, non potevo
credere a quello che avevo sentito, lei mi guardò mi sorrise continuò a fare ordine nell'armadio. mi girai
terrorizzato verso mio zio guardandolo quasi in lacrime e lui per tutta risposta si alzò e mi intimò di fargli un
pompino. io non avevo il coraggio di muovermi e lui fu costretto a darmi un altro paio di ceffoni prima che io mi
decidessi ad aprire la bocca. mentre mi pompava come al solito davanti alla moglie mi faceva i complimeni per
come lo spompinavo e diceva alla moglie di guardare. io con la coda dell'occhio vedevo che mentre sistemava
l'armadio guardava con un'aria un po' divertita e un po imbarazzata, poi quando chiuse l'armadio si avvicinò e
continuò a guardarmi mentre il marito mi scopava in bocca fino a qando non mi sborrò tutto in gola, a quel punto
lui mi tolse il cazzo dalla bocca e disse:"dovresti imparare da lui perchè lui la sborra la inghiotte mentre glie
la spruzzo, non come fai tu che prima ti fai riempire la bocca e poi alla fine la ingoi tutta insieme". mi
sentivo in trance, non poteva essere vero, sentivo il tempo scorrere lentissimo, mi sembrava che quella scena
fosse durata una eternità. lei disse che magari qualche volta si sarebbe fatta dare qualche lezione, mi salutò
strizzando l'occhio e ci lasciò soli. da quel giorno non riuscii più a guardarla in faccia, e quando la
incontravo entrando o uscendo cercavo di sprofondare nel pavimento dalla vergogna.
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18 anni fa
sottomesso38,
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Gli inizi - parte seconda
massimo era da sua nonna perchè la madre e il padre si stavano separando, la cosa andò avanti
per un paio di mesi ma poi finì e mi ritrovai di nuovo da solo e con la voglia di fare giochi
che da solo non potevo proprio fare. cominciai a masturbarmi diverse volte al giorno e il mio
cazzo cominciava a somigliare sempre di più a quello di massimo, finchè si scappellò completamente,
ed io ne ero molto fiero anche perchè nel frattempo stava anche crescendo e si stava coprendo
di peletti chiari che mi facevano essere ancora più orgoglioso. non c'era il cazzo di massimo
da succhiare, e non c'era neanche la sua mano che mi stringeva le palle, ma questo potevo
farmelo anche da solo e così giorno dopo giorno, esplorando sempre di più le mie zone erogene
mi accorsi che se mi toccavo il buchetto del culo avevo delle erezioni sconvolgenti.
cominciai a toccarmi in modo sempre più mirato, fino a cominciare ad infilarmi un dito dentro.
poi cominciai a bagnarmi il buchetto per lubrificarmi prima di sditalinarmi e quando si asciugava
mi ciucciavo il dito per bagnarlo di nuovo, e fu così che sul mio dito cominciai a sentire
il sapore del mio culo.
quando me ne accorsi la sola idea mi sconvolse, mi faceva sentire un essere sporco, impuro, un
animale come i cani che avevo più volte visto leccarsi il culo. ma la cosa mi faceva raggiungere
stati di eccitazione incredibili e continuai a farlo, anzi cominciai ad usare la penna, la mia
bic che usavo a scuola, la ciucciavo e la usavo per sditalinarmi il culo per un po per poi
cicucciarla di nuovo per sentirne il sapore. la mia penna presto prese ad odorare del mio culo
costantemente, ed io anche in classe la annusavo, la ciucciavo e mi eccitavo e spesso andavo in
bagno per ravvivarne l'odore.
un giorno capitò che giocando come al solito mentre studiavo, la penna toccasse qualcosa nel mio
culo, non capii subito cosa, sentii che muoveva qualcosa in profondità nella mia pancia, era una
sensazione molto forte perchè la penna da sola non mi dava molte sensazioni essendo molto sottile,
ma quello che toccò era molto grosso, era uno stronzo e quello di cui venne fuori sporca la penna
era indubbiamente merda. aveva un pezzettino di merda attaccato al tappino di plastica sul fondo
e una serie di rigature marroni che la percorrevano per i 4/5 cm che mi ero infilato dentro. non
rimasi molto impressionato per la cosa, più che altro ero incuriosito, in fondo giocavo con il mio
culo e c'era da aspettarsi che prima o poi potesse capitare qualcosa del genere, pulii la penna con
la carta igienica e tornai alla scrivania. l'odore della mia penna era cambiato, adesso si sentiva
chiaramente odore di merda e mentre un brivdo mi prendeva la infilai in bocca per sentirne il sapore.
era amara, non somigliava a nulla che avessi mai assaggiato, e non mi sembrava così tremenda. ormai
ero partito per la tangente, mi infilai ancora la penna dentro, andai a cercare lo stronzo e ci
giocai godendomi i movimenti che sentivo nella pancia. quando la tirai fuori era un po' più sporca di
prima, la merda sul tappino era una spece di cappuccio che ricopriva anche i primi 2 cm dello stelo
e le strisce marroni erano più spesse e più lunghe. osservavo la penna e notavo le differenze fra gli
odori che sentivo prima con la penna pulita e quello che sentivo adesso con la penna sporca di merda.
l'odore di merda era forte, ma sotto sentivo ancora l'odore del mio culo che mi piaceva e mi faceva
eccitare e in un istante mi misi la penna in bocca. la merda era solida, asciutta, non sentivo nessun
sapore e per quanto cercassi di bagnarla assorbiva tutta la mia saliva, l'unica sensazione notevole
era l'odore, un odore di merda netto che però sembrava a basso volume. ne staccai un po' con i denti
per sentire meglio il sapore e sentivo questo piccolo grumo solido, quasi spugnoso che diventava
sempre più morbido, poi la merda si cominciò a sciogliere, aveva assorbito un sacco di saliva e adesso
me la rendeva piena del suo sapore. era molto più amara di quanto non fosse stata la penna prima, un
amaro che invadeva tutta la bocca e che mi affrettai a sputare. avevo assaggiato la mia merda, e ne
avevo anche sicuramente inghiottita un po'. la cosa non mi sconvolse più di tanto e fu il preludio di
tanti altri miei giochi solitari.
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18 anni fa
sottomesso38,
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Gli inizi - parte prima
quando ero piccolo i miei non mi permettevano di andare a giocare con gli altri bambini.
la mia vita si svolgeva fra la scuola a tempo pieno e la casa e rare volte accompagnavo
mia madre in giro per le sue commissioni.
poi cambiai scuola.
fino a quel momento le prime 2 classi le avevo frequentate in una scuola privata, ma poi
la retta diventò troppo alta per i miei e cominciai ad andare in una scuola pubblica dove
le lezioni finivano a mezzo giorno. i miei furono costretti a lasciarmi tutto il pomeriggio
solo a casa. per tenermi sotto controllo mia madre diede le chiavi di casa ad una anziana
vicina che ogni tanto veniva a controllare se tutto era tranquillo. Un giorno la vicina
disse a mia madre che se voleva poteva tenermi a casa sua visto che in quel periodo c'era
anche un suo nipote più o meno mio coetaneo e mia madre accettò. io ero contento, perchè
la mia casa era piena dei giocattoli che i miei mi regalavano, ma senza un compagno di giochi
io mi annoiavo a morte, invece adesso avrei potuto giocare con qualcuno. piano piano io e
massimo entrammo in confidenza, lui era un bambino più grande di me, giocava a calcio,
andava al cinema con i compagni di scuola, insomma una vita che a me che vivevo in clausura
sembrava un sogno. i pomeriggi andavano avanti più o meno sempre allo stesso modo, dopo mangiato
facevo i compiti poi bussavo alla mia vicina ed andavo a giocare con massimo. di solito
rimanevamo un po' da sua nonna ma poi pensando ai giocattoli che avevo a casa andavamo a giocare
a casa mia, e li dopo un po' cominciarono i giochi "strani".
i giochi li guidava sempre massimo e dopo un po' cominciammo a lasciare da parte le macchinine
ed i soldatini per esplorare i nostri corpi. lui era più grosso di me, ed aveva un cazzo già ben
formato, ricordo che il suo si scappellava mentre io avevo un principio di fimosi, e vedendo la
mia curiosità per il suo glande massimo mi incorraggiava a toccarlo e a giocarci ed io a mia
insaputa gli facevo delle lunghe seghe. poi mi insegnò a farglele veramente, accompagnando la
mia mano fino all'orgasmo che gli faceva fare un paio di schizzi di uno sperma trasparente e
molto liquido, ma per me che non sapevo veramente nulla del sesso era uno spettacolo impressionante.
queste cose capitavano anche tre o quattro volte al pomeriggio, a massimo bastava un quarto
d'ora per avere di nuovo il cazzo pronto per le mie attenzioni. mi cominciò a prendere una
eccitazione sempre maggiore quando gli facevo le seghe e il mio sguardo era sempre fisso al suo
cazzo mentre lo smanettavo, finchè un giorno non sentii la sua mano che spingeva la mia faccia
verso il suo cazzo. non so perchè, ma il fascino di quella pelle che copriva e scopriva la
sua cappella mi ipnotizava e non opposi resistenza fino a che le mie labbra non arrivarono
al sfiorarlo, a quel punto lui schizzò e i suoi getti mi colpirono sul volto e sulle labbra,
e mentre lui si lasciava andare io mi chiesi che sapore avesse quella sostanza e per la prima
volta assaggiai lo sperma. mentre mi portavo alle labbra le dita sporche di sperma massimo
mi guardò ridendo ed io abbassai lo sguardo vergognandomi, ma poi lui mi diede una pacca e
anche io mi misi a sorridere. inutile dire che le seghe successive si trasformarono
velocemente in pompini con l'ingoio. quando gli succhiavo il cazzo lui non mi toccava molto,
poi io cominciai a masturbarmi durante i pompini e allora lui cominciò a toccarmi soprattutto
le palle. me le afferrava e le tirava alla base, mi piaceva quando lo faceva, anche se a volte
capitava che un sussulto gli facesse stringere o tirare un po' più forte ed allora io gemevo
senza togliermi il suo cazzo di bocca e lui mollava la presa per qualche attimo, ma non posso
negare che anche quando esagerava la sensazione di essere tenuto per le palle mi piaceva da morire.
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18 anni fa
sottomesso38,
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Variazioni
Pensavo alle variazioni. Una degli aspetti migliori della musica e della vita.
Ci pensavo mentre sotto lo scroscio rinvigorente della doccia mi raggiungevano ovattate le note di uno degli ultimi blues composti da Gizzie Gillespie.
Musica struggente, che penetra dentro e si riverbera facendosi sangue e desiderio nello stomaco prima che tra le cosce. Musica che provoca la mente e, lascia l’anima sempre un po’ inappagata. Perché continui desiderare.
E il blues è la poesia delle variazioni musicali, il trionfo dell’improvvisazione seducente e sensualmente anarchica. Perfetta per il mio stato d’animo.
Guido, infatti, era tornato all’attacco. E io come al solito mi ero sentita divisa tra la rabbia e la voglia. Quell’uomo mi teneva sulla corda come nessun era riuscito prima di lui.
E stavolta, subdolamente, era arrivato persino a fare leva sul mio perfezionismo, che mi impediva di impiegare personale non totalmente all’altezza nella realizzazione dei sogni della nostra esclusiva clientela.
La Dream Agency era ormai diventata una delle punte di diamante del settore in Italia e pensavamo già di allargarci con alcune filiali in città strategiche in Europa.
Questa volta Guido….tamponavo le cosce con la spugna morbida dell’accappatoio mentre pensavo al mio uomo e al calore incandescente dei suoi occhi quando gli avrei posto le mie condizioni per dirgli di si. Avremmo fatto quella “speciale” verifica del talento del candidato. Ma…gli sarebbe costato caro. E già l’idea della riscossione del prezzo mi mandava brividi di eccitazione lungo il corpo
Variazione numero 1: Guido e il bel trans
Sorridevo accarezzando le gambe tornite e abbronzate di quel sorprendente e sensuale transessuale che qualche giorno prima aveva fatto irruzione nella sede della mia Agenzia e affascinato Guido, il mio uomo. Lola era diventata un’ossessione. O meglio il vedermi scopare con Lola era diventata un’ossessione per Guido. Gran bella donna Lola. Proprio il genere che piace a me. Curve ben distribuite e armoniche, un culo scultoreo (ah l’irrisistibile fascino dei Caraibi) e quel colore ambrato della pelle che contrastava divinamente con due occhi verdi come le foreste pluviali del suo paese di origine. Lola era il mio tipo di donna, con in più quell’inaspettato optional che, veramente, rivelato lasciava senza fiato. Proprio come ero io in quel momento mentre intrecciavo la mia lingua con quella di Lola sul cazzo svettante di Guido, incapace di staccare gli occhi da un altro cazzo svettante. Quello di Lola. Ci staccammo da Guido ansimanti e con i visi coperti di schizzi di sborra. Ci ripulimmo voracemente a vicenda e poi …
Variazione numero 2: Le frustra…azioni di Guido
Esitavo. Lo ammetto. La frusta era legata a brutti ricordi adolescenziali. Era sempre stata il mio punto debole. Non riuscivo a concepire di usarla se non occasionalmente, nonostante l’incredibile piacere che mi dava farlo. Per questo la proposta di Guido..mi aveva lasciato in preda ad una bruciante indecisione. Io non volevo una slave. Non amavo le ragazzine 20enni con un’aria da efebo denutrito. Ma Guido si….erano la sua passione. Una fanciulla da educare a colpi di frusta perché imparasse a darmi piacere. Ma…francamente avrei preferito un fanciullo. Non sapevo ancora quanto rapidamente avrei cambiato idea.
Entrai nella suite rosa del Carlton eccitata mio malgrado, anche se in se l’affermazione può sembrare assurda. Me ne rendo conto.
Lo spettacolo mi paralizzò. Una fanciulla splendida con il volto di un angelo e un corpo fatto per indurre in tentazione, stava implorando Guido di frustarla mentre gli leccava con sapienti colpi di lingua la capella e solleticava il suo culo infilandogli dentro le punte malandrine delle sue dita. Lo sguardo di Guido mi trapassò con la forza di una coltellata e m’inchiodò alla parete. Ansimai mentre mi strappavo i vestiti di dosso e…
Variazione numero 1: il crescendo
Spinsi la bocca di Lola verso la mia fica gocciolante mentre mi chinavo per meglio raggiungere quel cazzo svettante tra due cosce lisce e morbide quasi più delle mie. Il movimento portò il mio culo giusto all’altezza della bocca di Guido che inserì la lingua nel buchetto e la fece vibrare… Mugugnai inghiottendo fino alle palle il cazzone di Lola che mi premeva con la capella in gola mentre quelle lingue sapienti si muovevano con perfetta e istintiva sincronia dentro il mio corpo, rendendomi impossibile resistere oltre alla marea del piacere che montava impetuosa dalle mie viscere, su per la schiena fino ad esplodermi devastante nella mente. Staccai la bocca dal cazzo di Lola e urlai in preda all’orgasmo. Il corpo vibrava mentre quelle lingue insistevano a non darmi tregua e la forza che mi aveva travolto stava lentamente ritirandosi quando…Spam. Due colpi potenti, sincroni e fluidi. E mi ritrovai colma. Boccheggiai in un misto di passione e desiderio e iniziai ad ondeggiare il bacino, per assecondare ora i colpi di Guido nel culo ora quelli di Lola nella fica. Lanciai un’occhiata allo specchio…ma l’immagine riflessa non rendeva ragione del piacere assoluto che mi stava attraversando il corpo in quel momento. Voltai la testa verso Guido, i suoi occhi ardevano mentre fissava Lola che
Variazione numero 2: andamento lento
Ricambiai lo sguardo di Guido. Lentamente mi avvicinai e sollevai la testa della ragazza con una mano afferrandola per i capelli. Strattonai con forza e le infilai la lingua in bocca cercando il sapore di quel dannato bastardo del mio uomo. Lo trovai ma mescolato a qualcosa di dolce. Mi addolcii quasi di riflesso, istintivamente anche io mentre la ragazza reagiva al bacio e intrecciava la mia lingua alla sua. Le sue mani scorrevano sulla mia schiena e cercavano la solidità delle mie natiche mentre io le tormentavo i capezzoli con le mani. Volevo succhiare il latte da quei capezzoli come Guido lo succhiava dai miei. Switc. Improvviso bruciante il colpo della frusta sferzò i nostri corpi intrecciati. Sussulttammo l’una nella bocca dell’altra senza accennare però a staccarci. Spinsi Chiara, questo era il nome della creatura efebica che si abbandonava con voluttà tra le mie braccia, sul letto e le misi la fica in faccia mentre affondavo avidamente la mia lingua nelle sua. Eravamo di traverso sul letto con i culi offerti alle frustra…azioni di Guido. Switc. Ancora la frusta colpì mentre il piacere mi attraversava il corpo e bevevo avidamente quello di Chiara.
“Cazzo - urlò la mia mente - come diavolo fa a sapere quando stiamo godendo e a colpire proprio in quel momento”. Il dolore si mescolava al piacere dell’orgasmo nella bocca di Chiara e colavamo ambedue abbondante sborra che scorreva lungo le cosce.
Incrociai lo sguardo avido e bruciante come la frusta di Guido. Una frazione di secondo e ci ritrovvamo sferzate dalla sua lingua che leccava avidamente dalle mie cosce e da quelle di Chiara la sborra colante, mescolata al sangue che gocciolava dai segni delle frustate. Cercai la bocca di Chiara e…
Variazione numero 1: all that jazz
Lo afferrò per i capelli e gli insinuò la lingua in bocca. Si baciarono avidamente mentre esplodevano nel mio corpo trascinandomi in un orgasmo devastante. Forse il più intenso che mi fosse mai capitato di provare. Crollammo sul letto in un groviglio di corpi e di umori che credo fosse l’essenza stessa dell’erotismo. Guardai Guido. I miei occhi gli dissero tutto senza bisogno di parlare. Comprese…non avevo cercato quella variazione, il capovolgimento totale…l’improvvisazione anarchica del sax su un tema jazz perché lui non la voleva con la stessa intensità con cui io al desideravo. Avrei aspettato. Non molto. Ma lo avrei fatto. Ma la prossima variazione sarebbe stata All that jazz, sarei entrata nel suo culo sodo e rotondo mentre la sua bocca s’impadroniva del cazzo di Lola e lo accoglieva nelle sue calde umidità come il suo culo morbido accoglieva me. Scopato. Totalmente posseduto da due donne. Usato come una troia da due troie. Il sublime incarnato. La prossima volta. Tra poco..Guido, tesoro mio.
Variazione numero 2: andante con brio
La bacio con avida dolcezza a cui lei risponde intensamente. La lingua di Guido diventa sempre più insistente man mano che si avvicina al centro della nostra voglia. Ci giriamo in modo da offrirgli le fiche avide e ancora grondanti del precedente orgasmo. Gioca con le mani e con la lingua sui nostri corpi. Spinge violentemente le dita dentro le nostre fiche offerte, spalancate alle sue voglie. Ci guarda inarcarci contro quelle dita e le muove con sapienza e cattiveria autentica. Tenendoci sul filo, provocandoci. Lo destesto e lo adoro come solitamente mia accade in questi momenti. Guardo Chiara che si abbandona totalmente al piacere che la mano di Guido le sta procurando… sorrido di me stessa e mi lascio andare anche io. L’orgasmo ci coglie contemporaneamente. Violento. Apro a fatica gli occhi per guardare Guido che sorride sornione leccandosi le dita, bagnate dal nostro piacere.
Ci raggiunge a letto abbracciando entrambe. Mi rannicchio nell’incavo della sua spalla cercando al mano di Chiara con cui intreccio le dita, scivoliamo nel sonno. Appagati finalmente.
Variazione finale: paso doble
“Sono perfette Guido - sorrido mentre lo guardo fare irruzione nel mio ufficio con la consunta energia – e lo accolgo con questa frase che so lo spiazzerà. Mi diverte non rendergli facile l’esistenza – “Entrambe credo possano sicuramente entrare a far parte in pianta stabile del nostro staff” - mentre continuo a parlare decantando le virtù di Lola e Chiara mi alzo e girando intorno alla scrivania do il modo a Guido di notare come lo chemisiere di seta che indosso, accarezzi perfettamente le mie curve e soprattutto come sia facile sfilarmelo: basta sciogliere il fiocco che lo chiude su un fianco.
“Hai ragione – mi sorride ironicamente di rimando – e intanto con una mano chiude la porta dell’ufficio e con l’altra scioglie il fiocco del mio vestitino - ma credo sia opportuno che pianifichiamo il loro impiego con cura e dunque urge una riunione ai vertici. Privatissima “.
Lascio cadere lo chemisiere e rimango vestita solo di un minuscolo perizoma di pizzo nero, le autoreggenti e gli stivali di Dior che hanno un tacco a stiletto vertiginoso. Spingo Guido su una sedia. Slaccio lentamente i bottoni dei suoi pantaloni di velluto blu e m’impalo con esasperante lentezza sul suo cazzo svettante. Mi afferra per i fianchi e mi tira giù impaziente. Boccheggio per il piacere di sentirmi riempita totalmente. Guido mugola mordendomi il collo.
“Allora dicevamo – riprendo cercando di dare alla mia voce un tono professionale – intanto mi muovo ritmicamente sul suo cazzo. Su e giù, con un ritmo costante e un’intensità crescente – come intendi utilizzarle al fine di mettere al massimo in luce le loro notevoli capacità?”
“Stronza – la voce di Guido è un sibilo – mentre per assecondare le mie spinte solleva i fianchi affondando fino alle palle nella mia fica calda – scegli tu come impiegarle..non m’interessa e ora…in un secondo mi ritrovo schiacciata con la schiena contro la porta a vetri del mio ufficio con le gambe sollevate e il corpo di Guido che mi martella di spinte. Urlo quando l’orgasmo mi attraversa facendomi tremare come una foglia e affondo le unghie nelle spalle di Guido che si lascia andare e mi riempie di sborra calda la fica, avida del suo sapore. Ci stacchiamo scossi ma appagati e maliziosamente Guido mi chiede, raccogliendo il mio perizoma da terra: “Tesoro ma è proprio necessario che tu lo indossi?”.
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18 anni fa
admin, 75
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L\'aereo per granada
Pensavo al patto. Mentre sull'aereo che mi portava a Granada il chiacchiericcio dei soliti colleghi si mescolava alle raccomandazioni delle hostess ripetute in tre lingue a scanso di equivoci.
BC i privilegi della professione. L'unico vantaggio della Business sono le poltrone più comode e il fatto che è spesso semi vuota e dunque puoi abbandonarti alle tue personali divagazioni senza poi troppi testimoni.
Pensavo al patto si. All'uomo con cui l'avevo stretto. Alle sue mani che forzavano la mia fica e il mio culo ad aprirsi per accoglierlo, firmando così nel piacere e nel dolore - intensamente mescolati - la nostra alleanza o forse la nostra sfida.
Pensavo al patto e a quello sguardo a quella voce dura vibrante che mi richiamava all'ordine in macchina, quando qualche sguardo femminile marchiava con il termine sbagliato l'esibizione di desiderio e bellezza a cui lui mi aveva sospinto. Sospinto si. Perché, in realtà, io volevo quell'esibizione. E ne avevo goduto ogni secondo. Non vi ero stata costretta. L'avevo voluta dal primo momento quando il mio corpo aveva tremato all'incontro con il suo…di anticipazione e voglia.
Quando la malizia dei miei occhi e della mia voce aveva fatto eco alla sua.
Pensavo alla follia mentre l'aereo si allontanava dal freddo autunno settentrionale per volare verso il caldo quasi africano di Granada.
Caldo si. E sole e luce. Un flash. La mente attraversata improvvisamente da un'immagine. Il corpo di rimando attraversato da un brivido quasi simultaneo. I capezzoli improvvisamente doloranti. Nuovamente. Come quel giorno. In quella camera. Stretti da quelle dita. Fino a far sgorgare il latte. Le gocce bianche sul suo petto e, la meraviglia di quell'evento. Le labbra avide che succhiano. I seni avidi che si protendono verso le labbra.
“Desidera qualcosa da bere signora “ La voce squillante della hostess mi riporta su quell'aereo bruscamente. Tra il chiacchiericcio dei colleghi e il solito frullatore di impegni che questi viaggi comportano. Sorrido vaga ad un collega seduto un paio di file più in là dal lato opposto dell'aereo. Sposto la mia attenzione sulla hostess… e dico” si grazie un bicchiere di vino”.
Ho bisogno di qualcosa di forte. Frizzante e preferibilmente bianco. Penso in tanto che l'hostess con solerzia mi serve.
Sorseggio il mio prosecco cercando di recuperare un minimo di compostezza professionale. O meglio quel minimo di compostezza che ci si aspetta da me.
La follia è sempre stata un mio segno distintivo e nel mondo di uomini che frequento per la mia professione è diventata anche una delle ragioni del mio successo.
Sento la forza dello sguardo del collega della fila opposta sulla porzione di seno che la mia camicia bianca sbottonata lascia intravedere. I capezzoli sotto il tessuto leggero del pizzo bianco del reggiseno si inturgidiscono.
“Ah Ah Ah Ah” la risata echeggia con forza nella mia mente. Potente e ironica. Sorrido o meglio rido di me e della natura così visceralmente sensuale del mio ego.
E' un bell'uomo il collega indubbiamente. E ho sempre pensato che prima poi lo avrei scopato. O meglio ci saremmo scopati. Ma ora… dovrei avere un minimo di decenza. Ma il mio corpo sicuramente non ce l'ha. La mia mente forse si o forse un residuo di moralità cattolica mi spinge a pensare di doverla avere. Mah con un'alzata di spalle affogo istintivamente gli ironici dubbi nel prosecco.
Le due ore di volo sono passate in un attimo. Infilo la giacca di pelle nera sopra la camicia e raddrizzo la piega dei miei pantaloni. Mi alzo cercando di ricordare in quale cappelliera la hostess abbia riposto il mio bagaglio a mano.
“E' qui” - la voce del collega voyeur mi raggiunge penetrando nel mio isolamento mentale - “Grazie” - rispondo con un sorriso e mi avvio verso di lui che con galanteria imprevista ha già tolto la mia valigia dalla cappelliera e guardando i miei stivali con il tacco a spillo se n'è impadronito intenzionato a restituirmela solo nella hall dell'aeroporto di Malaga.
Lo raggiungo facendo ticchettare i tacchi degli stivali che non sono stati proprio studiati per donne che camminano come faccio io… con falcate lunghe e ravvicinate.
“Daniele aspetta - esclamo mentre nel tunnel che ci porta in aeroporto lui tiene la sua sacca a tracolla e spinge il mio trolley con l'altra mano - lo afferro per il braccio e lo induco a fermarsi.
“Aspetta - ripeto leggermente ansimante - sei stato veramente carino ma posso farcela da sola”. Mentre dico questo mi abbasso cercando di afferrare la maniglia del trolley e lui fa lo stesso tirando verso di se. L'impatto è inevitabile. Ci urtiamo e ci solleviamo ridendo e con il fiato corto.
I suoi occhi mentre mi guardano sorridenti parlano di lenzuola aggrovigliate e di corpi nudi intrecciati. I nostri. Sostengo il suo sguardo mentre un mezzo sorriso mi attraversa il volto. Afferro la valigia mi volto e..”Andiamo dai che Brambs e Cicero se la staranno già raccontando alle nostre spalle…ahahhahah… e anche senza motivo. Per il momento.” Daniele sorride o meglio sogghigna di rimando “ Beh mia cara se lo dici tu mi fido. In ogni senso e in ogni circostanza…”.
Dopo veniamo travolti dal tour de force degli impegni previsti dal nostro programma e mi ritrovo senza un momento per me fino al tardo pomeriggio in albergo mentre mi preparo per la cena di gala che seguirà alla conferenza
Drinnnnnnnnnn…lo squillo del telefono rompe inaspettato il silenzio ovattato della mia suite. Esco gocciolante di schiuma dalla vasca idromassaggio mi avvolgo in uno dei morbidi accappatoi di ciniglia dell'albergo e mi avvio a rispondere
“Scommetto che sei nuda e coperta di schiuma - la voce di Daniele suona seducentemente ironica attraverso la cornetta. Getto un'occhiata veloce all'orologio mancano ancora un paio di ore alla conferenza…”Beh perché non vieni a verificarlo di persona?” - gli sussurro e riappendo.
Lascio cadere l'accappatoio. Vado a togliere la sicura dalla porta della suite. Porto in bagno una bottiglia di vino, con due bicchieri e mi riimergo nella vasca.
Passano forse 5 minuti e un rumore di passi risuona sul parquet della stanza. Il clic della serratura che scatta e poi frusci di vestiti tolti in fretta.
Sorrido e riempio i bicchieri di vino portandomene uno alle labbra.
“Magnifica visione” - sorride Daniele entrando in bagno e recuperando uno dei bicchieri prima di raggiungermi nella vasca -. “Anche tu ne offri una niente male” - dico sollevando il bicchiere in un brindisi ideale.
Beviamo quasi indugiando nel pregustare quanto avverrà di lì a poco. Posato il bicchiere sul bordo della vasca Daniele insinua le mani sotto la schiuma e trova quasi subito quello che cercava…il centro umido caldo e scivoloso della mia voglia. M'inarco contro quelle dita che mi frugano ansimando mentre con il piede accarezzo il suo cazzo giù duro e pronto alla battaglia.
Ci avvinghiamo. Lingue intrecciate. I miei seni schiacciati contro il suo petto. Le mie gambe che lo avvolgono. La punta della sua cappella turgida che preme sulla mia fica morbida. Pochi cm ci separano. Ondeggio incontro alla sua spinta e mugolo di piacere per l'invasione nella sua bocca. Iniziamo ad ondeggiare e uno incontro all'altro. Rispondo alle sue spinte assecondandole e sostenendole. Spingendo a mia volta. Si stacca dalla mia bocca per scendere a mordermi il collo. Affondo le unghie nelle sue spalle e m'inarco all'indietro per sentirlo affondare riempiendomi la fica. Aprendomi. Squarciandomi per il suo desiderio. Ansima. “Dio sei stupenda. Una piccola meravigliosa e perfetta troia” . Sorrido. “ Si…- cerco di articolare mentre stringo il suo cazzo duro come il marmo con i muscoli interni della fica quasi facendogli un pompino - una troia che adora i bastardi del tuo genere”.
Ho appena finito di articolare le parole che le contrazioni sempre più intense dell'orgasmo mi travolgono. Mi rendo vagamente conto che Daniele mi sta seguendo nell'estasi. Avverto la sua voce che un minuto prima di affondarmi i denti a sangue nel collo urla ”SIIIIIIIIIIIII…..”. L'orgasmo si abbatte violento su di noi. Quando la sua forza scema… ci ritroviamo nella vasca di quell'albergo di Granada abbracciati e sorridenti. Con solo 20 minuti prima dell'inizio della conferenza.
Daniele mi lancia uno sguardo malizioso e scoppiandola ridere dice: ” Beh arriveremo in ritardo...almeno stavolta avranno qualcosa di concreto di cui ..sparlare”.
11
1
19 anni fa
admin, 75
online -
Schiava del tuo harem
Ieri mentre riposavo e ti desideravo ho immaginato tutto questo...
Tu sei il mio sultano che invita a cena 6 o 7 trafficanti di schiave
intorno a un bel cus cus e mentre bevete vino io e le altre ancelle danziamo per voi la danza del ventre e dei sette veli...
io avanti a tutti, la più bella, la rossa e bianca creatura perfetta e sensuale...tua preferita...
tu sai che io danzo per te perché voglio essere desiderata da te,
per rimanere la tua preferita,
perché so che il tuo pene diventa turgido per me come per nessun’altra, perché sai che a me piace davvero...
ti diverte vedere sbavare i tuoi ospiti...
farli morire di desiderio e sapere che sarai solo tu a godermi
Ed io da buona schiava accondiscendente al suo padrone ad un tuo cenno mi sdraierò in mezzo ai cuscini sui tappeti...
L’aria è spessa di incensi, di afrori, di spezie...mentre la musica continua ipnotica e lamentosa a tormentare i tuoi ospiti e i loro cazzi sotto le tuniche sgargianti per farti impazzire,
comincio a rotolare ondeggiando in una danza che mette in mostra
le mie curve i fianchi, le cosce, giocando con i veli, lasciando intravedere....carezzandomi lieve dappertutto.....
Finchè gli occhi di tutti sono rossi di sangue e il tuo cazzo è gonfio di vanità e di potere: loro vorrebbero affondare nella mia carne come bestie ma sei tu il predestinato che sfogherà i suoi lombi fra le mie cosce, nel mio ventre, nella mia bocca, nel mio culo....
tu lo sai che ti desidero..che voglio te...che voglio compiacerti gratificarti, giocando con te....
Ad un altro tuo gesto mi sporgo più avanti con il pube e scopro il mio sesso spalancando le cosce...carezzandomi piano con un dito il clitoride, nella vagina, il buchetto del culo...
il mio volto è in delirio mi piace far impazzire tutti quei cazzi
mi piace sentire che quei maschi sono ridotti a pezzi di burro sciolto guardando sbavando per la mia fica rossa...
Li guardi.... le bocche aperte, ansimanti, sudati per il contenimento dato dal rispetto verso la tua casa, la tua donna e godi sapendo che sono tua che tutto questo è per eccitare te, non loro che diventano strumenti del piacere solo per noi due.
Finalmente prenderò il tuo cazzo tra le labbra per inumidirlo bene e metterlo nel mio buco più stretto e godere insieme come animali...
So che nessuno può farmi niente se tu non vuoi, e protetta mi lancio
in gesti languidi, femminili...quando tu inviti i tuoi ospiti a leccarmi la fica offrendogli il sapore della tua favorita come gesto di ospitalità...
Con mille inchini verso di te, tutti si alzano rapiti, circondandomi...
io continuo la mia danza erotica... so che tra poco molte bocche inumidiranno la mia fica..la prepareranno per te...
e spalanco bene le gambe accogliendo la prima testa che affonda
sul mio sesso...
Sei eccitatissimo...
Sai che se uscissi dalla stanza, tutti si scaglierebbero su di me sfondandomi da tutte le parti..sai che io tremo all’idea che mi lasci
da sola in balia di tutti quei cazzi ormai gonfi fino al parossismo...
Sai che temo se ti allontani per andare con un’altra ancella se non sarò perfetta, eccitante e gentile con i tuoi ospiti...
Sarebbe la tua punizione...
Farmi scopare da tutti quei cazzi che non amo, privandomi del tuo
di cui vado pazza e di cui sono ingorda...
Così per soddisfare ogni tuo desiderio mi lascio andare cercando di eccitarmi con quelle lingue che affondano rudi e maschie nella mia vagina, lasciando che ti ecciti a vedermi eccitata dalle loro mani che accarezzano il mio ventre, il mio seno, il mio culo...
Sto impazzendo di voglia e anche loro sono sempre più presi da me, ma mi è vietato toccare il loro cazzo, è vietato succhiare, scopare,
se non il tuo cazzo...
Ormai sono gemente...
Le lingue si avvicendano con ritmi diversi, tocchi diversi, delicatezza, poi forza, poi guizzi rapidi, altre che ti stuzzicano lente e languide lingue nella vagina lunghe come piccoli peni...
Altre delicate come piume che si alternano l’una all’altra fino a non farmi capire più nulla...
Intanto gli ospiti hanno tirato fuori dalle tuniche i loro cazzi e li maneggiano sperando che tu, impietosito e complice con la loro voglia, mi dia il permesso di soddisfarli...
Mi senti gemere
Sai che è il segnale che non ne posso più, che ti voglio, che sono pronta, bagnata di umore e di saliva, che voglio godere, urlare
e mi trattengo per te solo per te...
La musica continua a cullare il desiderio di tutti,
quando ti alzi e con un semplice gesto del braccio,
scansi tutti da me piantandoti davanti ai miei occhi...
Quando ti vedo finalmente mi lancio contro il tuo pube con la bocca cingendoti i fianchi...
Strofino il viso, la bocca sulla tua tunica e sul tuo turgore...
Ansimo e inginocchiata davanti a te, apro le tue vesti e lo prendo tra le mani, lo percorro con la lingua guizzante, afferro la punta fra i denti e lo succhio avida..
Tu mi tocchi le natiche, mi infili un dito nel culo sentendomi fremere e affondare tutto il tuo pene nella gola per reazione...
Lo voglio..
Lo voglio ...Dentro.. dentro
Lo sai, lo senti da come mugolo supplicante...
I tuoi ospiti continuano a masturbarsi i cazzi adagiati sui cuscini
Ci guardano e soprattutto guardano me, la tua voglia di me..
Invidiano la mia dedizione, la mia smania per te
Fai un gesto e due ancelle vengono a spogliarti delle tuniche,
del turbante mentre continuo a darti piccoli baci sul cazzo
Quando sei finalmente nudo, afferri i miei capelli e mi volti di schiena, in ginocchio e piano piano mi fai assaggiare la punta nella vagina...
Stai fermo, sono io che spingo all’indietro, che lo voglio ingoiare dentro, e tu ti ritrai e poi ti riappoggi....
Mi tocchi i capezzoli, mordi le spalle, lecchi le natiche, poi vedi che mi sto toccando il clitoride e solo allora affondi agganciandomi verso l’alto, prima fermo nel fondo mentre urlo
e solo quando l’hai infilato tutto cominci a muoverti piano...
Gli ospiti stanno impazzendo e tu impazzisci sapendo che tutti quegli occhi mi guardano, che vedono quanto sono porca, che farebbero qualsiasi cosa per essere piantati dentro
Dove solo tu ti trovi...
Sono brava a compiacerti
So che deve piacermi quello che piace a te, che devo godere nel darti piacere, anche quello di fare la troia davanti a tutti
affinchè tu possa godere oltre che di me anche del potere, dell’invidia degli ospiti, del privilegio ostentato di avere tutta per te quella fica stretta e rossa...
Senti che godo dentro, che mi dilato mentre acceleri i colpi di reni e affondi sempre più..
Mi dimeni sotto di te, mi tocco la fica, i capelli schizzano da un lato all’altro delle mie spalle, tu mi cavalchi senza pietà e a lungo
e una serie di orgasmi mi percorrono la schiena, il ventre mi escono dalla bocca urlanti.
Intanto gli ospiti cominciano a gemere, a sborrare e tu li vedi tutti quei cazzi che schizzano per me tutta sborra che il mio padrone ha avuto pietà di non farmi ingoiare.
Sentendomi pronta, con il pene bagnato del mio liquido di femmina, esci dalla fica e in un colpo solo entri nel culo fino alle palle..
Urlo tra il dolore e la gioia, finalmente piena proprio lì dove sono più porca, più troia, dove è peccato, è sporco, è vietato e mentre ti muovi piano, toccandomi il clitoride comincio un lunghissimo orgasmo che il tuo ritmo guida e spinge accelerando fino al parossismo fino a farmi tremare tutta, fino a sentire lo sfintere che pulsando ti stringe il cazzo con piccoli colpi come baci di piacere, e solo allora scarichi i reni in una furia dentro me inondandomi il culo di sborra calda...
Ci accasciamo goduti.
Tu ansimi e io tremo in tutto il corpo.
Gli ospiti sono inebetiti dalla tua furia e dall’inatteso spettacolo offerto.
Le ancelle si affrettano affaccendandosi con tuniche fresche,
brocche di acqua di fonte, detergendo la tua fronte e il sesso.
Ti guardo fiero,
sono tua,
ancora tremo...
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19 anni fa
giustina, 40/40
Ultima visita: 16 anni fa -
L\'autostoppista
Erano le 2 del pomeriggio del 7 agosto, una giornata caldissima afosa, quasi da far mancare il respiro, ed io ero rimasto in panne con la mia auto in una strada quasi completamente deserta e con la batteria del cellulare andata a puttane. Così decido di prendere la roba dalla macchina, chiuderla e di incamminarmi sperando di raggiungere al piu presto un abitazione. Non ce la feci piu, mi fermai sotto un albero vicino al ciglio della strada e mi misi a fare l'autostop, che cosa ridicola! Non passava quasi nessuno e quelle poche macchine che passavano non si fermavano...ma quando mai qualcuno da aiuto ad un autostoppista!! Si erano ormai fatte le 4 e qualcosa quando ad un certo punto vedo una macchina mettere la freccia ed accostare...aprì il finestrino, dentro c'era una coppia, non li guardai nemmeno in faccia sentii solo le loro parole e gli chiesi se potevano darmi un passaggio...nell'attesa della loro risposta e nel dire grazie, la prima cosa che mi cadde all'occhio era il misero vestitino che portava lei, sapete...uno di quei vestitini corti, estivi, leggeri che volano al vento, poi i suoi sandali uno qua e uno la, e i suoi piedini nudi, di cui uno appoggiato sul sedile, con lo smalto rosso...mi sorridevano...erano delle persone molto accoglienti. Salii dietro, mi sedetti dietro al sedile di lei e iniziammo a parlare...i nostri nomi, provenienza, lavoro, vita, ecc ecc, insomma iniziammo a fare conoscenza...mentre parlavamo lei abbasso quel coso per proteggersi dal sole dove c'è lo specchietto (scusate ma non so come si chiama!)...quello che inizialmente riuscii a vedere dallo specchietto che rifletteva era la sua bocca, con il rossetto rosso...due labbra infuocate...poi lo alzo un po e vedevo i suoi occhi che mi guardavano mentre parlavamo...notai anche che non aveva le spalline del reggiseno, quindi non lo aveva e cosi mi chiesi anche se aveva gli slip, poi tra me e me pensai...bahhh basta! e continuammo a parlare...lei sembrava molto giovane...una bambina..aveva solo trent'anni ma la cosa mi sconvolse, mi piacciono le donne grandi, mi piace possederle e fargli provare qualcosa di nuovo e giovane, ma ero stanco e pensavo a tornare a casa...vedevo loro che si guardavano negli occhi e si sorridevano...io mi ero accasciato sul sedile e mi ero messo ad ascoltare la musica...vedevo lei che si muoveva sul suo sedile ma non riuscivo a capire cosa stesse facendo, poi vidi lui che le disse qualcosa..abbassai subito il volume per ascoltare quello che dicevano ma feci in tempo solo a sentire lei che diceva "Prendi la strada che facciamo di solito"...iniziai ad avere un pò di timore ed iniziavo a non fidarmi piu...presero una strada sterrata che attraversava i campi...lui accelerava sempre di piu allontanandosi velocemente dalla strada principale e perdendosi nei campi...a quel punto tolsi subito le cuffie e gli chiesi dove stavamo andando, lei mi risponde "Non preoccuparti, è una strada privata che facciamo di solito per tagliare"...lui sorrise...eravamo in aperta campagna...lei disse a lui di fermare la macchia...poi disse "Finalmente"...non riuscivo a capire...abbasso il suo corpo verso le gambe del marito e vidi il marito che poggiò le sue mani sulla testa di lei...capii subito quello che stava succedendo...mi ero seduto in mezzo...tra i due sedili, ma non riuscivo a vedere nulla...vedevo solo la testa di lei fare su e giu...mi stavo eccitando, sentivo il mio cazzo crescere dentro i pantaloni...quel pompino sembrava interminabile...lo faceva lentamente, facendo uscire forti rumori dalla bocca e dall'espressione di lui credo che glielo abbia succhiato davvero forte...quando fini si rialzò...mi guardava mentre con la lingua si leccava le labbra ed allungò una mano tra le mie gambe...ce l'avevo duro...abbassò la cerniera e con la mano entrò dentro i pantaloni...mi fece sedere un pò sdraiato in modo da poter arrivare con la bocca sul mio cazzo e anche per me iniziò un interminabile momento di piacere...me lo succhiava lentamente...mi richiudeva la cappella, poi teneva le sue labbra strette e andava giu...mentre andava giu mi apriva la cappella e sentivo tutte le sue labbra fare pressione e poi quando la cappella finiva di aprirsi lei continuava ad andare giu per prenderlo tutto in bocca...il marito la accarezzava sulle gambe, sulle cosce..le leccava i piedini, andava sotto il vestitino mentre lei instancabilmente me lo succhiava...gemevo e respiravo forte...ero morbida argilla tra le sue mani, ma non tutto rimane morbido tra le sue mani...mi sentivo ed ero completamente suo, mi convincevo sempre di piu che il mio cazzo le piacesse, lo leccava con voglia, con foga...la sua saliva colava...il marito la fece fermare per evitare che io venissi...scendemmo dalla macchina e si spogliarono completamente nudi..lei non aveva gli slip...evidentemente doveva esserseli tolti in macchina quando la vedevo muoversi...aveva un paradiso tra le gambe...pelosa al punto giusto...il marito la stese sul cofano della macchina, le allargò le gambe e glielo mise dentro scivolando senza fatica dentro di lei...doveva essere bagnata fradicia...lei mi invitò a segarmi e così iniziai a segarmi vedendo quei due che scopavano...lei avvinghiata a lui e lui che se la faceva con passione succhiandole le dita dei piedi...stavo scoppiando, mi avvicinai a lei e le misi il cazzo vicino alla bocca...non arrivava molto bene a succhiarmelo, mi prese solo la cappella...in questo modo provavo un piacere immenso..vedevo il marito penetrarla sempre piu velocemente e poco dopo venì sul suo seno...lei si alzò dal cofano e si stese sul prato invitandomi a prenderla...il marito era fermo li, appoggiato alla macchina a segarsi...lei chiuse gli occhi, allargò le gambe e mi disse "Fammi tua"...stava aspettando che la penetrassi...ma non lo feci...andai con la testa tra le sue gambe...iniziai a leccarla sull'interno coscia per farla soffrire...la leccavo intorno alle labbra ed intorno al clitoride senza sfiorarle la fica...il suo liquido colava dalle sue labbra...sentiva la mia lingua accanto alle labbra e intorno al clitoride...non ce la fece piu e mi disse "Succhiamela"...le allargai piu che potevo le labbra...misi la mia bocca contro la sua fica ed iniziai a succhiargliela forte, tanto che gridava, ma non poteva sentirla nessuno...il marito ci guardava, ma per me non esisteva...stavo facendo quella donna mia...gliela succhiavo forte...la mia lingua la penetrava e la leccava dentro...mi accarezzava tra i capelli e con la lingua spingevo sempre piu in fondo..ricordo il suo sapore squisito, le sue labbra mordibe...la sua fica calda...mi disse "Vieni su di me"...mi misi su di lei...la prima cosa che fece fu quella di stringere fortissimo le sue gambe a me...la vidi con le lacrime agli occhi...mi disse "Mi ha fatto male, voglio essere tua, fammi tua, coccolami"...strinse ancora di piu le gambe dietro di me, io me la abbracciai forte quasi fosse mia moglie ed iniziai a penetrarla lentamente ma in fondo...sentivo la sua fica che mi accoglieva e mi stringeva...come se mi stesse aspettando..."Cosi mi piace, fammi tua, prendimi, sono tua!" ripeteva...il mio cazzo diventava ancora piu duro dentro di lei...sentivo quella donna completamente mia...per me era come se stessimo facendo l'amore e non semplicemente sesso...me la baciavo, stringevo e coccolavo...iniziavo ad aumentare il ritmo, lei si bagnava sempre di piu...sentivo il mio cazzo tutto bagnato...la penetravo con forza fino in fondo, ma non le facevo male...il mio cazzo le accarezzava il clitoride ogni volta che entrava...continuammo a fare l'amore finche lei non gridò forte...venimmo tutti e due nello stesso istante...le venni dentro...era felice, contenta, mi sorrideva e rimanemmo abbracciati per qualche minuto...poi ci rivestimmo, il marito non disse una parola, lei in macchina si sedette dietro con me e ci abbracciammo...mi lasciarono a casa e poi...mi svegliai da quel sogno bellissimo!...peccato era solo un sogno stupendo...mi alzai, mi feci una doccia e quando aprii la cartella per prepararla trovai una cosa...gli slip della donna del sogno con un biglietto con su scritto...Grazie Angelo Mio, un Bacio da Venere...
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19 anni fa
admin, 75
online -
I nuovi condomini
I nuovi condomini
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Erano arrivati da poco nel mio palazzo, una coppia molto elegante, fine, diciamo per bene, lui posato, lei una bella donna, elegante, femmile e con qualcosa che mi smuoveva tutto dentro, si vedeva che era piu grande di me di molto, a me questo eccitava, sentirmi completamente suo a sua disposizione. Ogni notte li sentivo sotto la mia camera mentre lo facevano, sentivo i suoi gemiti, anche se molto piano, sentivo anche quando il letto sbatteva contro il muro, ed ogni mattina quando andavo a scuola facevo di tutto per scendere nello stesso orario nel quale scendeva lei e la guardavo dalla punta delle dita dei suoi piedi che avrei leccato per ore, fino al viso soddisfatto dalla notte, e facevo pensieri strani, pensieri sulle posizioni in cui l'aveva fatto, mi immaginavo lei con le gambe allargate, mi immaginavo la sua fica bagnata, il cazzo del marito che le entrava, oppure lei inginocchiata a succhiarlo...e tutto ciò mi eccitava, poi dopo tutti questi pensieri tutto finiva con un sorriso e poi un ciao. Spesso capitava di tornare allo stesso orario, un giorno prendemmo l'ascensore insieme, io e lei soli, aveva la scollatura che quasi le uscivano le tette di fuori, mi fa "Ce l'hai la ragazza?" io le risposi no e lei "Come mai?" ed io le risposi che volevo solo vivere la mia giovinezza divertendomi...lei "Bravo fai bene, mi piacciono i ragazzini che vogliono divertirsi!"...quando disse quest'ultima frase pensai "Si, sono il tuo ragazzino...fammi tuo schiavo" poi si abbasso e si tolse le scarpe perchè diceva che con i tacchi tutta la mattina le facevano male i piedi, io pensai "Poveri piedi, mettimeli vicino alla bocca che ci penso io" poi l'ascensore si apri e ando nel suo appartamento, io salii ancora un piano e poi andai a casa. Mi aveva eccitato da morire, tanto che andai subito in bagno per segarmi al pensiero dei suoi piedi. Una domenica mattina mi viene a suonare a casa e mi fa "Tu sei giovane, ne capisci di computer?" io le risposi di si e così mi portò di sotto a casa sua, mi fece vedere il problema e mi misi al lavoro...mi sentivo a disagio, avevo paura, la sentivo parlare con il marito, poi ridere, poi da uno scorcio di una porta li vidi avvinghiati contro l'armadio, si toccavano solamente...io finii, lei dopo di un pò tornò e mi chiese quanto era, io logicamente le dissi nulla, ma lei voleva ricompensarmi per il disturbo, così andò in camera a prendere il portafogli...torno dopo qualche minuto...completamente priva dei suoi vestiti con addosso i soli slip...mi fa "Ho qualcos'altro di meglio per ricompensarti"...si mise davanti al marito, si inginocchiò, gli sbottonò i pantaloni, glielo prese in mano e poi in bocca...nulla mi eccita piu di una donna inginocchiata a succhiarlo...lei mi stava eccitando, il marito la prendeva per la testa e la spingeva contro di lui...dalla bocca di lei uscivano dei rumori, io ce l'avevo duro, mentre lo succhiava al marito mi guardava e poi mi sorrideva...poi fece andar via il marito, si mise contro il muro e mi disse..."Mi piacciono i ragazzini come te...scopami"...mi avvicinai a lei mettendole con forza una mano tra le gambe sulla fica e prendendole con i denti un capezzolo, avevo paura di farle troppo male ma lei mi diceva "Di piu"...con la mano sulla fica spingevo forte tanto che un mio dito era entrato a meta insieme agli slip...il suo capezzolo lo sentivo durissimo sotto i miei denti, il marito non lo so dove fosse, sapevo che ci guardava, forse ci avrebbe ripresi con una videocamera per rivedere la moglie, ma non mi importava, ero troppo eccitato e lei mi faceva impazzire, si giro di schiena e si sposto gli slip, mi disse "Ti piace il mio culetto?" mi abbassai i pantaloni e glielo misi davanti al buco del culo, per me era la prima volta dietro e non sapevo come sarebbe stato e come bisognava spingere quanto forte..insomma dietro non sapevo farlo...si mise a pecora, con le mani si allargo il culo...e...il suo buco era gia aperto...iniziai a penetrarla dietro...poi lei tolse le mani e sentii tutto il suo culo sul mio cazzo, era stretto, lei si mise in bocca uno straccio o qualcosa per non urlare, stavo gia per venire cosi glielo tolsi ma lei si inginocchiò subito e me lo prese in bocca...con il mio bacino spingevo contro la sua testa e con le mie mani spingevo la sua testa contro il mio bacino...sapevo che non lo era ma in quel momento l'eccitazione portò a dirglielo.."Succhialo troia"...quando le dissi così era come se mi stesse risucchiando tutto, mi sembrava un pò violenta ma era la sua voglia, mi prese e mi spinse sul letto, venne su di me, me lo prese in mano e se lo mise nella fica...mi cavalcava come fossi il suo stallone, sentivo la sua fica fino alla fine, entrava tutto...lei godeva, ansimava...capii cosa voleva...la presi di forza, la stesi sul letto, poi le allargai le gambe fino a farle male, mi stesi su di lei mettendo le mie braccia sotto le sue ginocchia in modo da impedirle di chiuderle le gambe...poi glielo misi di forza tutto dentro...si stringeva alle mie braccia, ansimava e godeva forte...io andavo sempre piu veloce..la sua fica era morbidissima e bagnata, scivolavo dentro di lei...ero completamente suo o lei completamente mia...non lo so, ma quella donna mi eccitava troppo...le venni dentro prima che lei venisse...mi guardò mi sorrise e disse "è normale, tu sei giovanissimo, io piu vecchiotta di te, è normale che ci metto piu tempo ma mi hai soddisfatta ugualmente, mi sono sentita la tua troietta" mi tolsi da sopra di lei, andai in bagno a pulirmi e a rivestirmi...quando tornai in sala vidi il marito in un altra stanza...era come dicevo...si stava gia rivedendo il cassetta, ma non me ne importava, io volevo lei ma mi sentivo deluso di non averla fatta venire...mi accompagno alla porta tutta nuda...mi prese la mano, la mise sulla sua fica, me la fece toccare e ansimò poi mi disse "quando vuoi lei è qui per te"...io le risposi "certo va bene" e me ne andai...sentendola chiamare il marito e dire "Tesoro vieni a letto?" e con il cazzo nei pantaloni di nuovo duro...Racconto tratto da un'idea di Marte&Venere
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11
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19 anni fa
admin, 75
online -
Anniversario con regalo
Anniversario con regalo
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Era il giorno del nostro anniversario e lavorammo tutti e due quel giorno; per la sera avevamo in programma una cena in un ristorante. Io ero già a casa, lei tornò verso le 5, bella come sempre, alta 170 occhi blu oceano, capelli bellissimi lunghi castano chiaro, magra, una quarta di seno, sedere piccolo e sodo, cosce sode, mani e piedi curatissimi, con la sua solita gonna, maglietta e tacchi a spillo. Appena chiuse la porta di casa la misi con una spinta contro la il portoncino, le accarezzai le cosce alzandole un pò la gonna ed iniziai a baciarla sulle labbra e sul collo, sentivo che le piaceva perchè con una gamba si avvinghiava a me e mentre mi baciava il suo respiro cresceva; spinsi un pò il mio bacino contro il suo e dalla sua bellissima e sensuale bocca usci un dolce gemito di piacere: "Ah!". Mi fermai lì, mi raccontò un pò la giornata e poi andò a farsi una doccia. Finalmente uscita dalla doccia (dopo tre ore come tutte le donne!) andò con l'accappatoio in camera a prepararsi ed io entrai in doccia, mi asciugai, mi vestii con l'abito elegante che avevo preparato in sala e la attesi mettendomi sul divano a guardare la tv. Dopo non so quanto tempo uscì dalla camera, sentivo il rumore dei tacchi avvicinarsi...si fermò davanti la porta della sala e vi si appoggiò...la mia descrizione ora sarà sicuramente inutile perchè per capire bisognava solo esserci..capelli pettinati di classe, contorno degli occhi nero con sfondo blu come gli occhi, rossetto blu, vestito da sera a mezza coscia, schiava blu, gioielli in oro bianco e pelle lucida...mentre era ferma sulla porta non disse nulla, volle farsi ammirare, sapeva che l'avrei ammirata molto, così le feci un sorrisino e andammo al ristorante. Arrivati ci sedemmo in un tavolo con la tovaglia lunga fino a terra, un pò buio ed isolato, parlavamo del piu e del meno quando ad un certo punto sentii un suo piede salirmi lungo la gamba e saliva sempre di piu, il primo pensiero che mi venne fu "Ma come avrà fatto a togliere lo stivale senza farmene accorgere?!" Tralasciai questo particolare e mentre mi sorrideva mi parlava sempre del piu e del meno; arrivò il cameriere per prendere l'ordinazione e lei si divertiva ancora di piu ad accarezzarmi con il suo piedino che mi piace da morire e si divertiva a provocarmi e a farmi sentire in imbarazzo davanti al cameriere. Ordinammo gli antipasti, subito dopo il cameriere torno e ci portò il cestino del pane con i grissini, ne aprì un pacco e ne prese uno, lo mise in bocca e...in quel momento era come se me lo stesse leccando, lo faceva entrare tra le labbra strette e poi lo leccava con la lingua; ad un certo punto lo mise sotto il tavolo, dopo un pò mi diede il grissino a me e mi dice "Mangialo". Appena lo morsicai lo sentii bagnato dalla sua saliva lasciata prima, ma quando iniziai a gustare sentii un altro sapore...non potevo crederci, aveva messo il grissino dentro di lei per farlo bagnare, poi mi disse "Abbassati un attimo sotto il tavolo"...lo feci, lei accavallò le gambe e vidi una cosa che lei prima di quella sera odiava...era senza perizoma e per di piu senza peli, si era depilata, due cose che lei mi diceva che non avrebbe fatto mai, quella sera fu la prima volta che lo fece. Cenammo, io cenai con il suo piede che continuamente mi accarezzava, ma stranamente non parlammo mai di quella situazione che c'era, parlammo sempre di altre cose, come se fossimo in quattro, due fidanzati a cena e due fidanzati vogliosi, passionali, eccitati. Dopo cena tornammo a casa...appena chiusi la porta mi prese per mano, mi porto in camera, mi spoglio completamente lasciandomi in boxer, sembrava impazzita, nessuno dei due parlava, mi stese sul letto e mi legò con delle sue calze che prese da un cassetto, lei prese dei vestiti dall'armadio e ando in bagno...usci con un vestito da notte trasparente nero molto corto e un intimo trasparente nero, qeusta volta si era messa anche il perizoma...subito dopo accese lo stereo con la canzone You Can Leave Your Hat On, salì su un tavolinetto della camera ed inizio a ballare, ad accarezzarsi dappertutto e mentre si accarezzava le piaceva...finita la canzone si mise in piedi sul letto sopra di me...iniziò lentamente a far scendere le bretelline del vestitino, poi lo lasciò scivolare tu, mentre era su di me con il suo piedino si divertiva a mettermi le dita in bocca e poi scendeva fin sopra i boxer, mentre faceva questo si slacciava il reggiseno e lo lasciò cadere sulla mia facca, dopo di chè scese dal letto, si mise contro il muro davanti a me, si girò con le spalle verso di me ed iniziò ad accarezzarsi e si girava avanti e indietro sempre con le sue mani sul seno o dentro il perizoma, poi andò un attimo via, torno in camera...aveva qualcosa tra le mani, non so cosa perchè aveva la mano chiusa...si sedette su una poltrona accanto al letto, le gambe le appoggiò sui poggiabraccia della poltrona...le aveva allargate tantissimo, così tanto che il perizoma le era andato tra le sue carnose labbra, lo spostò del tutto...potevo ammirarle la fica in tutta la sua bellezza...era depilata, allargata tantissimo e bagnatissima, così tanto che il liquido brillava con la luce...aprì la mano con la quale aveva preso qualcosa...aveva qualcosa incastrato tra le dita ma non riuscivo a capire cosa, sembrava piccolo...si mise il palmo sulla fica ed inizio un gemito incredibile da capogiro e lei non riusciva a stare ferma, lasciò quel qualcosa dentro di lei e tolse la mano...era un cubetto di ghiaccio...che era dentro di lei e molto rapidamente si scioglieva e l'acqua gelida correva lungo il suo interno coscia, una volta sciolto si diede un paio di schiaffetti sulla fica e poi ne prese un altro...tornò di corsa, mi mise il cubetto in bocca e di scatto si sedette con la fica sulla mia bocca, spingeva così tanto contro la mia bocca che quasi soffocavo, io le muovevo il cubetto dentro di lei e lei mi teneva per la testa...una volta sciolto continuai un pò a leccargliela e a morderle il clitoride poi si tolse, si mise apposto il perizoma che prima aveva spostato e poi mi chiese di chiudere gli occhi, io lo feci...iniziai a sentire sulle labbra qualcosa di morbido...aprii la bocca e tirai fuori la lingua...era il suo capezzolo, ormai durissimo, glielo leccai e succhiai con le labbra...quando sentii che stava per spostarsi glielo presi con i denti e glielo tirai e lei: "Ah!"...poi glielo lasciai e si tolse...sentii un'altra cosa sulle labbra, stavolta un pochino piu dura...gliela leccai..era il suo gomito, e così continuo per le sue dita, per quelle dei piedi e per le sue labbra...poi lentamente inizio a scendere con la lingua, leccandomi dal petto...scese sempre di piu, molto lentamente, mi accarezzò sui boxer e poi mise una mano dentro, mi accarezzava lentissimo e mi faceva soffrire, poi mi tolse i boxer, con la sua mano faceva su e giu sempre molto lentamente e quando la sua mano era giu faceva un giro completo con la lingua intorno alla mia cappella e poi si fermava, e continuò così per un pò...non ce la feci piu, mi liberai delle calze con le quali mi aveva legato e la stesi sul letto, ora comandavo io...mi misi su di lei...tra le sue gambe sentiva il mio cazzo durissimo che la accarezzava tra le labbra, lei respirava forte, gemeva, ma io la baciavo sulle labbra, gliele leccavo e poi gliele baciavo, poi lentamente scendevo sul collo con la lingua e andavo dietro l'orecchio, poi sulla spalla e giu lungo il braccio...sulla sua mano, succhiai tutte le sue dita, poi risalii lungo il braccio...mi fermai sulla sua ascella gliela leccai e poi continuai a scendere, iniziavo a salire sul seno...mi avvicinai al capezzolo...le strusciai con le labbra sul capezzolo, poi con le mani le strinsi il seno e con la lingua le leccavo intorno ad un capezzolo, lentamente, poi glielo leccavo sulla punta, e poi intorno, all'improvviso glielo presi in bocca e glielo succhiai forte e mentre glielo succhiavo glielo leccavo con la lingua e prima di lasciarlo lo presi con i denti e glielo tirai...urlo forte e mi diceva "Ti voglio"...scesi lentamente con la lingua lungo il pancino, passai sopra l'ombelico e poi continuai a scendere, piu scendevo e piu respirava forte e piegava la testa...scesi e arrivai al bordo del perizoma, mi spostai con la lingua e continuai a leccarla tra le gambe accanto al perizoma, vicino alle labbra, poi mi spostavo sull'altro lato passando sul perizoma e sulla fica e la leccavo ancora accanto al perizoma...allargò le gambe tantissimo, voleva che la leccassi...vidi il suo perizoma andare tra la fica e le labbra uscire fuori dal perizoma.......scesi con la lingua piu giu lungo l'interno coscia, poi la gamba e poi sul piedino...le leccai tutto il piede, tutte le dita...poi lentamente tornai su con la lingua lungo la gamba...all'altezza dell'interno coscia gemeva...arrivai vicino la sua fica e mi fermai, gliela guardavo...gonfia, con le labbra al di fuori del perizoma, carnosa...lei sentiva il mio respiro che l'accarezzava, il suo perizoma era completamente bagnato...la presi per le cosce...presi il suo perizoma con i denti e glielo tirai giu...mentre lo facevo scendere sentiva tra le labbra i miei movimenti e il mio respiro, mi bagno tutta la bocca...aveva le gambe allargate al piu non posso...la fica era gonfissima con le labbra aperte...misi le mie dita accanto alle labbra...poi spinsi le mani una contro l'altra, in modo da far avvicinare e chiudere le labbra e...........all'improvviso gliela presi tutta in bocca...tutta, gliela presi e succhiai forte in modo da fare da ventosa con la mia bocca...e mentre stavo così la mia lingua passava in mezzo alla fessura dal basso verso l'alto fino al clitoride...tirava forte le lenzuola, gemeva, ansimava, si muoveva tutta...poi mi fermai e feci il contrario...con le dita gliela allargai tutta, era così bagnata che il liquido le colava, stava bagnando tutte le lenzuola..mentre gliela tenevo larga e gliela guardavo la vidi storcere la bocca, stringere i denti, aggrapparsi forte al cuscino e trattenere un grido, allorchè mi spaventai, dopo qualche attimo un forte schizzo usci dalla sua fica...non potevamo crederci, è una donna che fa parte di quella piccola percentuale di donne che eiaculano!...finito lo schizzo continuava ancora a muoversi e a tremare, quando si calmò un pochino mi disse di aver raggiunto l'estasi totale e di provare una sensazione fisica di piacere e star bene...gliela tenevo allargata, e mentre era allargata rimisi di nuovo la mia bocca come da ventosa...gliela succhiai con tutta la mia forza...così forte che il suo liquido veniva nella mia bocca...non venne in questo caso...ci alzammo dal letto...mi misi dietro di lei, la portai contro lo spigolo di un tavolo e le feci entrare lo spigolo dentro di lei, la misi contro il muro e le dissi "Inginocchiati e succhiamelo"...lei lo fece subito, me lo prese con mano forte, una dura impugnatura, inizio a baciarmelo e a leccarmelo, io volevo che me lo succhiasse e cosi la presi per la testa e la spinsi contro di me...ora gridai io...la spinsi troppo veloce contro di me e non fece in tempo ad aprire le labbra e cosi sentii tutte le sue labbra accarezzarmi con pressione che mi aprivano la cappella...io le tenevo la testa, lei continuava a succhiarmelo, a succhiare solo la cappella..lo prendeva tutto...dalla sua bocca uscivano mugolii, rumori della saliva, della lingua, quelli del mio sperma che usciva...quando si fermo mi inginocchiai io, le presi una gamba e gliela feci appoggiare sulla mia spalla, poi anche l'altra gamba, non toccava a terra, era in braccio sulle mie spalle...spinsi subito la mia testa tra le gambe e la mia lingua come un fulmine dentro la fica, tutta dentro a leccargliela, muovevo la mia lingua dentro di lei...poi le prendevo il clitoride e glielo succhiavo, poi mordicchiavo...mi disse "Sto per venire"...mi alzai...me la presi in braccio, lei avvinghio le sue gambe dietro di me...stavo per entrare quando mi dive..."Voglio che mi fai male amore"...la penetrai di colpo, piu in fondo che potevo...lei grido, poi disse "Oh si", la penetravo con velocita, forza, voglia, passione, amore...sentivo il suo liquido che mi bagnava e mi permetteva scivolare dentro di lei...il suo respiro ormai era affannosio...non gemeva piu, ma urlava, io facevo lo stesso, sentivo i suoi capezzoli duri sul mio petto, le sue unghie dietro la mia schiena, stringeva i denti per trattenere un urlo...poi non resistette piu...grido forte...dalla sua fica usci una grande quantita di liquido...la stavo ancora penetrando e così usci con velocita e schizzo dappertutto...sentii la sua fica restringersi, stringersi intorno alla mia cappella...vuoi che sia la velocità del liquido che passava ai lati della mia cappella, vuoi che sia la sua fica che si restringeva, venii insieme a lei...rimasi dentro di lei per molto...ci stendemmo sul letto...per la prima volta il nostro orgasmo era durato piu del normale, il mio circa cinque minuti, il suo circa quindici...quel dolce e soddisfacente tremolio dell'orgasmo e quella sua uscita continua di liquido la accompagno per ben quindici minuti...per quindici minuti la sentivo gemere e tremare, me la stringevo forte, lei piangeva dalla gioia, stava benissimo, voleva essere stretta forte e coccolata, sorrideva...insomma tanti sarebbero le sensazioni da dire...ERAVAMO IN PARADISO...ci addormentammo abbracciati...da quella sera a 8 mesi nacque Gianluca e due anni dopo Lorelay...sono la nostra vita e viviamo solo per loro...
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16
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19 anni fa
admin, 75
online -
40 anni il finale
Le Tre di notte. Guardo il led della sveglia, proiettato sulla parete della camera da letto della suite. Mi districo dal groviglio di gambe, corpi e bocche che occupa l'enorme letto e mi avvio verso il salotto. Ho bisogno di un bicchiere d'acqua e di un minuto di solitudine. Certo anche una sigaretta potrebbe non essere una cattiva idea.
Il ronzio delle telecamere ad infrarossi mi segue tutto sommato confortante. Raggiungo il salotto e accendo una piccola lampada su un tavolino. Prendo una bottiglia d'acqua dal carrello e ne bevo a canna la metà. AH. Bene ora una sigaretta, il visone e una bella passeggiata sul terrazzo. Detto fatto esco sul terrazzo. La brace rossa di un altro fumatore illumina il buio dello spazio affacciato sui tetti della città. Strano mi sembrava dormissero tutti. Beh mi siedo avvolta nella pelliccia su una delle sdraio allineate lungo al parete di fondo del terrazzo e accendo al sigaretta. Voglio solo starmene in pace a fare un bilancio del mio regalo di compleanno. E di come ha rovesciato la mia anima e, rivoltato la mia immagine di me. Accuratamente costruita in anni di sapiente mascheramento. Ora sono nuda, invece. Nuda nell'anima come nel corpo. Di fronte a me stessa. E sono libera di essere quello che ho sempre desiderato e saputo di essere. Libera di seguire la mia vocazione esistenziale. Libera di essere Troia. Ma ho bisogno di quiete per metabolizzare la mia rinnovata vocazione e la mia ritrovata libertà. E non sembra che l'avrò ancora per un po' almeno. Dalle ombre emerge Manari.Tra tutti proprio l'ultima persona che avevo desiderio di vedere.
L'uomo getta la cicca della sigaretta per terra e si ferma a pochi centimetri dalla mia sedia….:”Fatica prendere sonno..strano dopo tanto esercizio appagante? Mi chiede ironico ma forse con una nota di struggente malinconia che non gli avevo mai sentito.
“Riflettevo - rispondo con sarcasmo - sono capace di farlo anche se forse ti stupirà questo…” Gli do del Tu tanto da domani sarà fuori dalla mia vita e io libera di godermi la mia vocazione. “Davvero? Beh non ho mai dubitato di questo - risponde - forse soltanto degli esiti poco ortodossi e spesso pericolosi delle tue riflessioni” Si è seduto sulla sdraio accanto a me le sue mani mi massaggiano i piedi freddi. “Pericolosi per chi? - chiedo guardandolo negli occhi. Vorrei riuscire a capire almeno una volta dove vuole andare a parare con chiarezza. Ma poi cosa m'importa? Carpe Diem….è sempre stata la mia filosofia di vita. “Per me le tue riflessioni, le tue decisioni, il tuo culo, la tua fica, le tue tette divine sono pericolose PER ME. - riprende dopo qualche minuto di silenzio teso, mentre le sue mani scivolano sotto la pelliccia alla ricerca di una delle sue bollenti ossessioni - E solo per me. Perché io adoro il tuo essere TROIA ma non riesco a non desiderare di essere tuo complice…”
Mi blocco all'istante. Cazzo - penso possibile che quest'uomo riesce sempre a dire la cosa più giusta e quella più sbagliata nella stessa frase? E quelle mani poi come faccio ad essere lucida con quelle mani che mi accarezzano con maestria la pelle delicata all'interno delle cosce. “Senti - ansimo con la voce rotta dal desiderio - non capisco dove sia il problema? Vuoi essere mio complice? Mi pare che tu non sia stato altro in queste 24 ore… e credimi io ti ho trovato un complice intrigante e stimolante. Molto stimolante”.
“ Non mi basta e non credo basti nemmeno a te - la voce di Manari diventa un sussurro mente infila un dito, uno solo nella mia fica che si contrae come se avesse ricevuto un ordine non appena il dito la invade. Io voglio tutto il tuo corpo, la tua mente e la tua anima e soprattutto voglio godere del tuo essere Troia con te… “
L'infinita saggezza del corpo - sorrido mentalmente di me - la mia fica ha già capito e ammesso quello che ancora io faccio fatica ad accettare. Voglio questo dannato adorabile bastardo nella mia vita e nella mia fica. Meglio a partire da subito. M'inarco verso le dita che intanto sono diventate tre e poi quattro e poi sento la mia fica allargarsi ad accogliere anche il quinto dito. “Vedi la tua fica mi vuole, e tu?” sorride il bastardo mentre affonda la mano tra la mie cosce e la chiude a pugno dentro di me. Sussulto, inarcandomi travolta dall'orgasmo e ansimo con voce rotta:” Anche io ti voglio…nella mia fica e nel mio culo, nella mia testa e nella mia vita”.
Due mesi dopo
Gran bello culo - penso - mentre seduta dietro alla mia scrivania nuova di zecca osservo la giovane fanciulla in piedi di fronte a me. Nuovo ufficio, nuovo lavoro, responsabile creativa della Dream Agency, nuovo amante o meglio complice di avventure. I miei primi 40 anni mi hanno regalato una svolta niente male è…. E ora anche questo piacevole impegno di selezionare la mia nuova assistente. Ho giusto in mente un paio di requisiti……”Senta mia cara - inizio a dire quando la porta si apre ed entra Guido ( Manari proprio lui si !!!!!) “Valentina, tesoro veramente vorrei ricordarti che avevi un impegno per pranzo con me…dobbiamo provare quella nuova pasticceria in centro..ricordi..per quel cliente. Mi lascio afferrare la mano e trascinare fuori…da quel pazzo scatenato del mio nuovo…. CAPO.
15
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19 anni fa
admin, 75
online -
Scoparsi la madre con uno stratagemma
In queste poche pagine racconto la fantasia che un mio amico mi ha raccontato e che abbiamo deciso di pubblicare. Se dovesse nn piacere perchè un genere troppo perverso sarò disponibile a toglierlo tranquillamente quindi fatemi sapere lasciandomi tanti messaggi!
Eravamo soli in casa quella sera, io e mia madre, dato che mio padre era, come capitava spesso in trasferta per lavoro. Come al solito andammo a letto, solo che quella notte non riuscivo a prendere sonno.
Verso le due del mattino avvertii dei rumori strani provenire dalla stanza dei miei, ma non ci feci caso. Dopo una mezzora mi alzai per sgranchirmi un poco, non sopporto restare a letto sveglio. Cercai di non fare rumore per non svegliare mia madre che si sarebbe di certo preoccupata per la mia insonnia. Ma passando davanti la sua porta sentii dei lamenti strani e pensai che forse stava facendo un sogno brutto. Solo che dalla serratura si vedeva un fascio di luce che indicava che non dormiva, era probabilmente sveglia, non era solita dormire con la luce accesa. Stavo per bussare alla porta quando qualcosa mi gelò il sangue.
Senti mia madre dire sottovoce " Fai piano senno' Alberto potrebbe sentire ".
Alberto sono io, ma a chi lo diceva, visto che eravamo soli in casa, mio padre si trovava a seicento chilometri da casa, ci aveva telefonato proprio qualche ora prima di andare a letto.
Qualcosa mi spinse ad abbassarmi e sbirciare dentro la stanza dal buco della serratura. Non l'avessi mai fatto, vidi mia madre nuda sul letto mentre si faceva fottere da un ragazzo che aveva la mia età, lo conoscevo di vista, era del quartiere.
Che cosa stavo vedendo, in quei momenti mi passarono per la mente una miriade di pensieri, senza fermarsi, sino a quando la mia mente ne focalizzò uno, assurdo.
Pensavo a quanto fosse bella mia madre, una donna che chiunque avrebbe voluto a letto accanto a se, bella, alta, piena nelle sua curve, con la sua chioma bionda. Ero inorridito da quei pensieri, dal fatto che non riuscivo a provare schifo verso quella donna, mia madre, che stava tradendo suo marito proprio nel letto matrimoniale, mentre ero in casa.
La mia attenzione fu di nuovo attratta da ciò che vedevo, una donna in calore che si stava mangiando un ragazzo che non sapeva bene che cosa farci, farle, ad una donna così.
A questo punto mi salirono due nuove emozioni, rabbia e invidia. Rabbia perché quel pivello era nella classica situazione in cui ti viene in mente quel vecchio detto "avere il pane ma non i denti". Invidia perché io non avrei mai potuto avere quella donna, era mia madre!
Restai accucciato a spiarli sino a quando non finirono con mia madre che si fece venire in bocca dallo smidollato. Però prima di andarmene riuscii a sentire mia madre che diceva :
"allora siamo d'accordo, se domani notte vedi di nuovo steso il paio di mutandine nere con il reggiseno bianco, puoi entrare, ti lascio la finestra aperta, solo che terremo la luce chiusa, non voglio rischiare troppo".
Quando mi ritirai a letto ero distrutto, non ero di certo in grado di mettermi a dormire. Avevo un pacco fra le gambe, incredibile. Capii che se non volevo scoppiare mi dovevo sparare una sega. Iniziai e automaticamente mi vennero in mente tutte le immagini di poco prima, solo che, senza rendermene conto, sostituii la figura di quel tipo con la mia. Cercai di scacciare queste immagini ma non ci riuscii, era più forte di me, sapevo che si trattava di una cosa contro natura, ma quella donna, mia madreeee...
Presi sonno senza accorgermene. Solo che neanche il sonno mi fece dimenticare ciò che avevo in testa, mi sognai che mi stavo scopando mia madre, in tutti modi possibili, facendola impazzire dal piacere.
Inutile dire che mi alzai distrutto. Decisi di non andare a scuola quando mia madre venne a svegliarmi, mi alzai alle dieci passate.
Per tutto il giorno non feci altro che girare intorno a mia madre, cercando continuamente un contato con il suo corpo. Credo che lei neanche si rese conto di quello che stavo facendo. Ogni suo movimento mi faceva salire la pressione, ogni centimetro di corpo che mi riusciva di sbirciare era un tormento.
Venne finalmente sera e la vidi andare sul balcone a sistemare il segnale, che porca, se lo voleva fare di nuovo.
Ogni sera, doveva essere proprio in calore, dato che non poteva essere che lui l'aveva conquistata con le sue arti amatorie, era una frana da quello che avevo visto la notte precedente.
Rientrata mi disse che aveva sonno e che se ne sarebbe andata a letto. Io gli risposi che mi sarei fermato a vedere la fine del film, circa mezzora, e sarei andato a letto anch'io. Quando si chiuse in camera mi alzai e mi diressi sul balcone a fissare quegli indumenti, pensai a che cosa avrei dato per essere al posto di quel fortunato coglione.
Di colpo mi tornarono in mente le ultime parole che sentii la sera precedente, avrebbe tenuto la luce spenta, sarebbe stata al buio, buio, senza la possibilità di vedersi in volto. Con uno scatto fulmineo raccolsi quegli indumenti e li nascosi.
Corsi in camera a buttarmi sul letto a pensare a quello che avevo intenzione di fare, era troppo, non potevo farlo, era troppo!
Rimasi a tormentarmi sino a quando mi accorsi che erano le due, l'ora in cui la sera precedente sentii i rumori in camera di mia madre, presumibilmente l'ora dell'appuntamento prefissata.
Come in trance mi alzai e, senza fare rumore, mi diressi alla porta del balcone che c'era in cucina. Uscii senza fare rumore e mi diressi alla finestra della camera di mia madre. Fuori era tutto buio, arrivato toccai i vetri che si mossero, quindi aprii ed entrai, con il cuore in gola. Lei mi disse di fare in silenzio, perché suo figlio era andato a letto da poco. Mi venne da ridere. Ma l'eccitazione che avevo in corpo mi fece tornare concentrato su quello che dovevo fare.
Mi spogliai e mi infilai sotto le lenzuola e feci per avvicinarmi a lei. Non ci fu bisogno, mi saltò letteralmente a dosso. Era tutto un fuoco. Iniziò a baciarmi ed accarezzarmi. Sentire quella lingua in bocca mi faceva venire i brividi. Stringendosi a me aderì con tutto il corpo al mio e mi resi conto che era tutta nuda, sentire il suo seno con i capezzoli già duri che mi premeva contro, avvertire la sua peluria che mi punzecchiava il cazzo, era come andare in estasi.
Iniziai a baciarla e leccarla tutta, le orecchie, il collo, i seni e infine sono arrivato a quell'antro che mi aveva dato la luce. Lo adoravo, era tremendamente eccitante leccare la fica della propria madre. Mi impegnai come un ossesso sino a quando non la feci venire. Si dimenava e tratteneva i lamenti in modo fantastico.
Ripresasi si accovacciò fra le mie gambe e iniziò a dare dei colpi di lingua al mio povero glande che era in fiamme. Era il miglior pompino della mia vita, mi fece un lavoro con i fiocchi, infatti non resistei molto, stavo per venire e lei se ne accorse, si fermò con i movimenti di bocca ed iniziò a fare roteare la lingua. Venni in modo mostruoso, stentai a non gridare dalla goduria. Ingoiò tutto, fino all'ultima goccia, ripulendomi tutto e, senza rendermi conto, ritornai in tiro.
La feci mettere alla pecorina ed entrai piano piano in lei facendola fremere nella lentezza della penetrazione. Quando entrai tutto mi fermai per un paio di secondi e dopo iniziai a pompare, variando di continuo ritmo. La tenevo per i fianchi ed ogni tanto mi allungavo per afferrarla dai capezzoli, torturandoglieli. Mentre mi muovevo dentro di lei fui attratto dal suo buchino che raggiunsi subito con un dito ed iniziai a giocarci intorno, tentando di tanto in tanto un timido affondo.
Dal suo dimenarsi durante questo trattamento capii che non gli dispiaceva. Decisi di infilarglielo anche lì, iniziai a lubrificarglielo con i suoi stessi umori che prendevo con le dita. Quando pensai che era abbastanza gli puntai il glande all'ingresso del buchino ed iniziai a spingere. Non oppose un granché di resistenza, chi sa quante altre volte lo aveva preso anche lì?
La cavalcai per un bel pezzo, grazie al fatto che ero già venuto. Quando ormai, dopo un bel po', iniziai a velocizzare gli affondi per venirle dentro, lei mi fermò e si stese sul letto a gambe aperte facendomi entrare di nuovo nella sua fica, non capivo bene il perché sino a quando non mi avvinghiò con le gambe proprio nel momento che stavo per uscire, dato che ero sul punto di venire. Mi bloccò dentro di lei ed io dopo aver cercato di trattenermi esplosi facendomi portare dalla goduria di venirle dentro. Quando mi fermai esausto, mi disse in un'orecchia solo una parola, "spirale". L'unica parola che mi avesse detto per tutta la notte.
Dopo aver ripreso fiato mi rivestii ed andai via, ritornando silenziosamente in camera mia. Dormii stupendamente quella notte.
La mattina dopo ci alzammo quando ci chiamò mio padre, era stupenda vederla in vestaglia al telefono. Dopo aver fatto colazione si vesti e la vidi andare sul balcone a raccogliere il "segnale", mi ricordai proprio in quel momento che la notte scorsa mi dimenticai di rimetterlo apposto. La vidi rientrare con il viso pensieroso, al ché gli chiesi che c'era e lei mi rispose nulla. Me la stavo ridendo da matti, decisi anche di tenermi quegli indumenti come ricordo.
Quando fu ora uscimmo per andare a messa, come ogni domenica. Tornati a casa lei andò in camera sua per cambiarsi e quando uscì la vidi turbata e si infilò in bagno.
Per il resto della giornata la vidi pensierosa e strana, ma non ci feci caso. Arrivata la notte, come di copione, prima di andare a letto, uscì sul balcone a sistemare il segnale, nuovo. Mi diede la buonanotte e scomparì in camera sua.
La voglia di quel corpo fu più forte di me, sapevo che era rischioso ripetere lo stesso stratagemma per la seconda notte di seguito, ma non resistetti. Alle due in punto mi infilai in camera di mia madre seguendo il percorso della notte precedente.
Tutto si stava ripetendo quasi come la notte precedente, sino a quando si stese sul letto e gli entrai nuovamente dentro. Mentre stantuffavo mi avvinghiò con le gambe e di colpo vidi accendersi la luce. Restammo entrambi di sasso. Io per la vergogna e lei per la sorpresa.
Restammo fermi in quella posizione e fui sorpreso dal fatto che la situazione sortì in me l'effetto contrario a quello che mi aspettavo, sentivo il cazzo che mi si ingrossava ancora di più, se era possibile.
Ma anche mia madre rispose in modo analogo, sentii i suoi muscoli interni che mi risucchiavano in modo straordinario.
Fu lei a rompere il silenzio, disse " Brutto porco, scoparti tua madre! ".
A quelle parole mi sbloccai e gli risposi " Porco io? Tu sei una gran vacca, scoparti uno sbarbatello proprio in casa, mentre io sono di là a dormire e poi ci sapesse almeno fare. "
Mia madre sgranò gli occhi e disse " Ci hai anche spiati? "
Ed io " E' stato per caso, l'altra notte non riuscivo a dormire e mi sono alzato. Passando davanti alla tua porta ho sentito dei rumori ed ho visto la luce accesa e ho dato un'occhiata dalla serratura. ".
Mentre dicevamo tutto questo la nostra posizione non cambiò, restammo avvinghiati. Dopo un attimo di silenzio le chiesi se dovevo andarmene e lei, con una faccia maliziosa, mi rispose " E vuoi andartene così, senza nemmeno finire? Lasciandomi in questa situazione, dopo avermi fatto tutto quello ieri notte ? ".
Mi abbassai e la baciai, riprendendo a muovermi dentro di lei. Scopammo per tutta la notte, a più riprese, sino alle sei del mattino.
Prima di addormentarci le chiesi se aveva intenzione di continuare a vedersi con quel ragazzo e lei mi rispose che non ne sentiva più il bisogno, dato che aveva trovato qualcuno che era in grado di appagarla molto meglio quando restava sola a casa.
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19
19 anni fa
admin, 75
online -
La nostra prima volta che abbiamo fatto una esperi
Eravamo a Palermo per le solite compere ma la sera avevamo deciso di stare lì per andare a mangiare qualcosa e poi ritornare a casa,oggi mi avevi stupito perché volevi fare l’amore da qualche parte a Palermo,di solito tu non hai queste fantasie ma a me andava più che bene. Cmq dopo il grande hamburger al mc’donalds decidesti di farmi un regalo e cercammo un posto appartato ed eccitante,non lo avevi mai fatto e mi hai stupito che volevi scegliere un posto all’aperto per fare l’amore,girammo un po’ zona Mondello a mare entrammo in una strada abbastanza buia che dopo il casino che c’èra a mondello,non si poteva immaginare che era zona lidi pure lì ma intanto c’era un cartello su scritto, ai lidi,credevo di andare a finire di nuovo in un solito lido libero dove c’era un sacco di gente a fare falò ma per nostra sorpresa siamo arrivati in un posto buio ed isolato attorniato solo da pochi alberi,era un parcheggio non asfaltato proprio in riva al mare,mi sembrava di nuovo le solite scemenze siciliane,che centrava un parcheggio lì proprio davanti al mare e tutto attorno il nulla ,però era suggestivo quel posto è molto romantico(era fatto apposto per chi volesse fare l’amore,vedi vedi i Mafiosi politici Siciliani . decidesti di fermarti lì perché ti sembrava tranquillo,più felice di mè non c’èra nessuno. Però nessuno nessuno non si può dire che c’èra perché a poche centinaia di metri c’erano due macchine una accanto all’altra con la luce Troiette inculate
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» anal sex accesa e una punto verde proprio vicino l’acqua che bagnava addirittura le ruote di quanto era vicino, ma sempre con la luce accesa,noi spegnemmo la macchina e restammo proprio al buio,fino lo schermo della macchina era spento e solo un filo di musica si sentiva a malapena,per primo restammo lìi immobili,ti sentivi insicura di restare lì ma infondo ognuno si faceva i fatti propri e a noi non ci vedeva proprio nessuno perché restammo posteggiati vicino all’entrata di quella specie di parcheggio vino ad un salice piangete,le sue foglie ci cullavano e noi dentro la macchina,la curiosità ci assale di scoprire che stessero facendo quelli nelle altre macchine,certe volte vedevamo qualche coscia alzarsi,o qualche testa,capimmo subito che erano lì per il nostro stesso scopo,ci stupimmo poi di una cosa strana arrivarono una coppia con un grande motore di quelli potenti,si fermarono pure l’oro davanti la spiaggia già bagnata dall’acqua proprio accanto quella punto verde, uscì un tipo che saluta il lui della coppia con un bacio sulla guancia e la lei con uno in bocca, fino a qui tutto normale ma quando vidimo che i due lui iniziarono a toccare la lei in modo molto provocatorio ci rendemmo conto che normale non era affatto, erano lì al chiaro di l’una tutti e trè illuminati soltanto dalla luce dell’interno della macchina,ad un tratto uscì un altro tipo da quella punto poi,vidimo che i due uomini della macchina si appoggiarono al motore posteggiato e l’altro lui della coppia invita la sua ragazza a inginocchiarsi davanti ai due uomini mentre lui iniziò a toccarsi il coso dietro la sua lei che iniziò a toccare i due e a prendergli i cosi in bocca, per prima restammo in silenzio tutti e due a vedere quella scena perversa (secondo te :-) , ma troppo bellissima per me,dato che a me piace lo scambiamo,o meglio ho fantasticato di farlo, comunque iniziai ad eccitarmi un pochetto,per prima tu mi dicesti di non essere sicura di voler fare l’amore sapendo che c’erano altre persone all’infuori di noi che scopavano in un modo particolare, ma decidesti di stare lì a guardare a quelli,
girammo la testa e guardammo un po’ quello che stava succedendo sulle due macchine posteggiate vicino, non si vedeva quasi niente, si capiva solo che c’èrano due coppie ognuno sulla propria macchina, credevo che stessero facendo l’amore uno accanto all’altra per eccitarsi a vicenda. Cmq l’eccitazione mi stava salendo sempre di più nel cervello,vedevo che anche tu stavi sentendo un po’ di caldo in più come infatti ti togliesti quella giacchettina ce avevi sopra le spalle,anche sé c’era davvero caldo quella sera, iniziai a baciarti prima sulla guancia e poi sul collo fino a quando ti girasti a baciarmi in bocca,le nostre lingue roteavano dentro le nostre bocche,i baci diventavano sempre più caldi e appassionati,inizio ad accarezzarti un po’ prima sulla guancia e man mano scendo prima sul petto mettendoti la mano dentro il reggiseno,poi scendo sulla pancia per andare a finire rigorosamente lì, sugli slip,mi accorsi che erano già bagnati,ti sorrisi e ti dissi nell’orecchio” è porcellina che sei ti sei già eccitata hee” tu ammiccasti con un cenno della testa e scambiasti il mio sorriso ma subito continuasti con quelle linguate intense.
Avevo una voglia matta di guastare quella fighetta così bagnata,volevo quel liquido sulla mia lingua per gustarne più possibile e sentire quel buon odore che emanava, ti chiesi se potevo scendere un po’ lì, subito acconsentisti, ogni tanto vedevamo passare qualche persona piedi che non si capiva dove andassero perché lì oltre il niente non potevano trovare,
cmq ormai non ci interessava più niente perché eravamo travolti di passione intensa,
uscii subito dalla macchina vidi a quelli che ormai si erano lasciati andare sulle cose più porche,mi eccitavo sempre di più e mi infilai subito dalla tua parte della macchina,tu tirasti tutto indietro il seggiolino e lo chinasti un po’ all’ingiù per restare bella comoda mezza sdraiata con le coscie aperte davanti al mio viso,ti avevi già alzato la gonna bianca e tolto le mutande ormai fradice,bella e pronta,io mi infilo davanti a te,un po’ strettino ma vicino vicino alla tua fighetta,inizio così a gustarmi quel ben di dio,e tu a godere da matti,ma senza chiudere gli occhi perché volevi guardare cosa stavano combinando quelli della moto che ormai erano diventati dei contorsionisti,tra le svariate e strane posizioni,tutti i tre maschi che si fottevano quella bella troia in calore,era piena di quei stalloni,dietro davanti e bocca,godevi come una matta, io ormai stavo esplodendo ma continuai a leccare avidamente la tua fighetta buonissima,ad una tratto accendesti la luce della macchina,restai scioccato della tua mossa,non potevo mai immaginare quella reazione da parte tua,mi guardasti ma non dicesti niente,io invece ti dissi”brava la porca esibizionista” e continuai a leccare sempre più freneticamente la tua figa bagnata tu invece guardavi diritto in un modo molto molto porco agli altri che avevo girato la testa verso di noi, guardavi e ti toccavi il seno,ogni tanto chiudevi gli occhi per godere al meglio e lasciarti andare,non c’è la facevo più mi alzai scesi dalla macchina e mi sedetti di nuovo sul mio posto,era arrivato il tuo turno,dovevi succhiarmelo come mai avevi fatto,come infatti restai pure lì stupito,sempre con la luce accesa iniziasti a farmi un pompino mai visto prima con una foga incredibile,ci avevi preso poi il gusto e continuavi,sentivo di venire ma volevo resistere.
Un toc toc sul tetto della macchina all’improvviso ci fece restare scioccare, guardammo dal finestrino,lei ci guardava come se non stavamo facendo niente, era una donna sulle 3540,molto ben vestita abbastanza intrigante ,si presentò,si chiamava Carmen,sembrava ispirare fiducia,ci disse “non volevo disturbarvi nella vostra opera d’amore ma è da un po’ che io e mio marito vi osserviamo da là dietro e dato che c’èra la luce accesa, abbiamo pensato di partecipare se vorrete e se vi và?”
Restammo muti tutti e due,tu ancora con la mano sul mio cazzo ma mi guardavi imbarazzatissa, senza smuovere un muscolo,lei vide che restammo di stucco come infatti ci disse” scusate l’imbarazzo che vi ho procurato ma siete stati anche voi a invitarci dato che avete la luce accesa in un parcheggio di scambisti è così”, io subito le dissi che la luce accesa l’abbiamo fatto solo per farci vedere un po’ come esibizionisti dato che come vedi qui c’è un casino di persone che fanno cose perverse,era solo per eccitarci un po’ ma nient’altro,non potevamo pensare che la luce accesa della macchina significava invitare a fare gruppo, cmq dopo un po’ venne anche il marito vicino a sua moglie davanti la macchina,era un uomo sulle 40 ma molto giovanile,un fisico possente e sembrava molto curato e simpatico, mi guardò a me mi disse ” allora niente?” toccò una tetta a sua moglie e si misero a ridere,sembravano davvero simpatici,ma dopo un po’ si scusarono e andarono dicendoci che andavano a fare la stessa cosa pensando a noi,per un po’ restammo muti a guardarci,ma dopo pochi secondi come simultaneamente dissimo “proviamo?” tanto chi ci vede qui.
“vacci tu” mi dicesti,non me lo feci dire due volte,anche sé quella donna mi sembrava un gran bella porca e andai vicino la loro macchina e vidi che già lei era all’opera con il coso di suo marito mentre lui le accarezzava la fighetta, mi eccitai subito vedere quella scena,loro mi guardarono e si misero a ridere e dissero “ vi siete convinti vero? Metti la macchina accanto la nostra”,così feci,
posteggiai a un metro e mezzo della loro macchina e aprimmo i sportelli sia dietro che avanti,,il centro tra le due macchine con quelle portiere aperte era proprio come una stanza semichiusa, la donna prese da dietro una coperta grande e la distese a terra nel centro,si vedeva che erano esperti in queste cose,io non ci sarei mai arrivato di aprire le portiere di tutte e due le macchine per creare uno spazio tutto chiuso,loro addirittura avevano un monovolume quindi le portiere erano ancora più grandi e non si vedeva proprio niente, ci dissero”vi sentite al sicuro adesso?” con un sorrisino imbarazzato ammiccasti per dire sì,lei guardò tè mentre si sedette nel centro della coperta già con le la gonna levata e solo le mutante messe,ti chiese “dai ragazzina siediti accanto a me dai facciamo eccitare i nostri uomini per un po”,Oddio eri come se imbalsamata,ma restai sorpreso perché uscisti dalla macchina ancora con la gonna all’insù e la fighetta al vento perché senza mutande.ti sedesti pian piano accanto la donna,un po’ intimorita perché capisti quello che Carmen voleva fare con tè, la guardasti con occhi dolcissimi con un po’ di paura e imbarazzo e dicesti poche parole “ma io non l’ho mai fatto con una donna”. ,dai piccola non preoccuparti sarà bellissimo.
Iniziò con l’accarezzare il tuo bel viso,aveva una mano vellutata,chiudesti gli occhi mentre scese a poco a poco con la mano sul tuo collo,ti fece sdraiare sulla coperta,eri per prima impietrita ma vedevo che con gli occhi chiusi facevi fare e ti stavi rilassando sotto quelle carezze di una mano esperta e candida come quella,slaccio la camicetta,restando soltanto con il reggiseno e la camicetta tutta aperta e nient’altro addosso,vedevo nei miei occhi quella scena,ero stupito e entusiasto e sempre più eccitato dal vederti nelle mani di quella bella ragazza o signora, dopo un po’ iniziò a darti piccolissimi baci prima sul collo,pensavo che voleva baciarti in bocca per slinguazzarti ma lei fu molto delicata e non lo fece,continuava a darti piccoli bacetti su tutto il corpo, dopo pochi minuti di vedere che iniziavi a contorcerti un poco dal piacere,facesti una smorfia bellissima,era arrivata sul punto più bello,piano ti fece allargare le gambe per baciarti l’interno cosce per poi uscire la sua calda e umida lingua,vedevo che iniziavi sempre più a scaldarti, la lingua di Carmen sfiorò il clitoride che era già bagnata come un lago,iniziasti a smuoverti,si vedeva che godevi come una pazza ormai,non avrei mai creduto di assistere quella scena fantastica nella mia vita, e specialmente che eri tu nel centro di quella coperta con un’altra donna mi eccitavo e stavo esplodendo ,volevo partecipare al più presto, ma feci fare tutto a lei, continuava a leccarti e leccarti ancora le prendesti la testa tra le tue mani per stringerla alla tua fighetta per arrivare fino in fondo con la lingua ma ad un tratto lei si tolse il resto che aveva addosso e si mise su di tè con tutto il corpo ma al contrario, che spettacolo a vedervi in un 69 fantastico, secondo me neanche tu avresti creduto che stavi facendo l’amore con una donna,ma vedevo che ti piaceva, alzasti poco poco la testa per assaggiarle la sua figa che era rasatissima e abbastanza chiusa,leccavi sempre più intensamente,ad un tratto,il marito che si chiamava Giorgio, iniziò a menarsi il cazzo per farlo diventare duro subito,così mi guardò e mi fece cenno che toccava a noi,feci la stessa cosa,così lui si alzò e si mise sulla moglie e la penetrò da dietro mentre tu eri ancora all’imprese a leccarle la figa, mi misi io ginocchio invece vicino la tua faccia,ti presi la testa e te l’avvicinai sul mio cazzo, iniziasti un pompino fantastico, eravamo un gruppo tutto unito,era incredibile vedere quella scena inusuale per noi, il mischiarsi di corpi diversi era fantastico,non avrei mai creduto di vedere te nel centro di altre persone,ero entusiasta di te,ti lasciavi sempre più andare, così la donna si tolse dalla sua posizione per mettersi a pecorina e farsi montare meglio il culetto da suo marito, io invece ti penetrai davanti,la tua figa era così bagnata che neanche mi sentisti bene bene ma eri ugualmente eccitata e volevi che ti montassi con forze,restammo a fare l’amore per diversi minuti, Giorgio mi disse dai Marco vieni che voglio fare un regalo a mia moglie,per primo guardai te ma tu acconsentisti perché il tuo orgasmo lo avevi già avuto la prima volta, mi misi sdraiato sotto Carmen e lei si impalò sul mio cazzo,mentre suo marito la continuava a montare come una cavalla da dietro,pochi secondi ti sedesti sul mio petto con le spalle a Giorgio e Carmen con la fighetta all’aria per farti leccare la figa da me,cambiammo di nuovo posizione, ti sedesti su di me e facemmo l’amore senza nessun’altro e lo stesso fecero loro due,era anche bello sentirti anche solo mia,ma l’esperienza che stavamo facendo era trasgressiva e molto eccitante quindi dopo un po’ capisti che era toccato anche il tuo turno di prenderne due uomini dentro te,come infatti Giorgio lasciò perdere sua moglie e si alzò con il coso erettissimo,tu continuavi a cavalcare su di mè ma sapevi che tra poco ti entrava dentro con il suo coso grande da dietro,avevi paura ma anche lì carmen era esperta come infatti bagnò un po’ il tuo buchetto del culo e infilò per prima un dito per allargarlo un po’,man mano allargava arrivò a mettercene anche tre in una volta, iniziava a piacerti finalmente godere un po’ da dietro, è poi arrivò quel arnese grosso che pian piano ti entrava dentro,era grosso e ritto, per prima chiudesti gli occhi per il dolore fitto ma poi entrò e iniziasti ritmicamente a godere ,avevi due bei pezzi di carne dentro di tè,e tutti per te e tu eri trasformata in una troia in calore per l’occasione,ti sentivi una lurida porca che godeva,godeva e godeva ancora e ancora,avevi goduto così tanto che una cosa del genere non ti era mai capitata e neanche a me,oltre sognarmela non avevo fatto,e vedere te così mi rendeva soddisfatto ed emozionato. Arrivammo alla fine dopo 2 ore di scopare come i pazzi,e come un film porno preciso,Carmen ti chiese a te di metterti in ginocchio accanto a lei per segarci un po’ davanti a noi due ognuno il pene del partner in bocca,ma bastarono pochi colpi di bocca che vennimo quasi in contemporanea con Giorgio, ognuno sul viso della propria partner,Carmen fece l’esperta anche quella volta continuando a leccargli la cappella fino a l’ultima goccia mentre lo sperma le colava dalle labbra di quanto cen’era molta, ti guardava come da sfida come infatti non ti d’asti sotto e iniziasti pure tu a leccarmelo avidamente tutto per asciugarmelo per bene, bevesti per la prima volta il mio seme,ero soddisfatto e sempre più innamorato di te.
Ci alzammo,Carmen tolse la coperta da terra mentre noi ci rivestimmo tutti, in quella occasione scoprimmo dei nuovi amici, e io….io ero talmente contento sulla tua prestazione,ero felicissimo e stupito da quelle tue potenzialità da vera troia che hai avuto,sei stata magnifica.
Da quel giorno ci siamo aperti sempre di più e le scopate che potemmo fare con Giorgio e Carmen furono immense,peccato però che dopo che loro si trasferirono a Roma per lavoro,non ci siamo più azzardati ad avere altre esperienze trasgressive,anche con l’annuncio messo su questo bel sito,ma ancora quelli giusti non l’abbiamo trovati,è si ragazzi e ragazze questa fù la nostra prima esperienza, non sappiamo di preciso ancora cosa cerchiamo,anche sé siamo molto selettivi e diffidenti delle persone (purtroppo) ma leggete il nostro annuncio su questo sito così ve ne rendete conto, o scriveteci su [email protected] Cerchiamo coppie non over 45 oppure singole bsx e chissà forse forse (ma non ne sono ancora tanto sicuro) singoli per mettere la mia piccola Fede al centro dell’attenzioni per farla sentire porca come le volte con Giorgio e Carmen,Ciao belli se leggete questo nostro racconto scriveteci tanti baci da Marco e Federica (Siciliani siamo;-)
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19 anni fa
admin, 75
online -
40 anni parte quarta
Ore 21.30 La personale lezione di obbedienza di Manari
Immersa nella vasca idromassaggio con un flutè di champagne in mano. Sorseggio il liquido rosato mentre mi rilasso. Muscoli. Testa e Sesso a riposo. La stanza è in penombra e colmata dalle note del mio blues preferito. Appagata? Forse. Non del tutto in ogni caso. Ma Soddisfatta si. Almeno, per quello che riguarda la gang bang. Tutt'altra storia è Manari. Quell'uomo è una vera e propria spina nel fianco. Un tormento. Intrigante e incessante. Quasi evocato dalla forza dei miei pensieri. Lo sento entrare nella stanza ancor prima di vederlo. La forza della sua Voglia di me è tale che la percepisco anche nel silenzio. Violenta e potente. Non apro gli occhi. Vigile. In attesa della sua prossima mossa. Io so già quale sarà la mia, comunque. Quell'uomo ha bisogno di una piccola lezione. Una piccola e deliziosa, per entrambi, lezione di obbedienza. E' la fica che fa girare il mondo. Ed è meglio che lui inizi a ricordarselo. Almeno in mia presenza.
Avverto il suo tocco. E' lieve. Mi ha solo sfiorato un capezzolo. Ma è come se una scossa elettrica mi avesse attraversato il corpo. La fica mi si contrae. E i capezzoli svettano turgidi entrambi a pelo dell'acqua. Si china alle mie spalle e mi morde il collo scivolando con la lingua verso l'orecchio.
Cerco le manette che ho nascosto nell'acqua e lo attiro verso di me per baciarlo e soprattutto indurlo a mettermi le mani sui seni.
Mentre succhio la sua lingua avidamente, mi sposta le mani sui capezzoli. “Bingo - penso sorridendo intimamente - e faccio scattare le manette sui suoi polsi.
Mentre è ancora stordito esco dalla vasca e lo spingo verso una poltrona di pelle nell'angolo della zona bagno con una corda di seta cremisi fisso le sue braccia ammanettate ai braccioli della sedia.
Mi allontano e mi asciugo rapidamente con un telo. Lo guardo è chiaramente furioso. Almeno apparentemente. In realtà nel fondo dei suoi occhi si legge qualcosa di altro. Una sorta di compiaciuta soddisfazione per gli sviluppi della situazione.
“Bene - sorrido ironica guardandolo - direi che siamo nelle condizioni ideali per la nostra piccola lezione di obbedienza”. Mi avvicino a lui. La mia fica è a 30 centimetri dal suo viso. Ne avverte il profumo. Ne sente il calore. Infilo due dita nelle sue calde profondità
e gli sfioro le labbra con la mia voglia liquida. Mi allontano di nuovo. “Ah Ah Ah - rido maliziosa guardando Manari il cui cazzo già svetta attirando il mio sguardo come una calamita - Ti piacerebbe è…. Niente da fare. Ora io chiamerò qui Christopher. E lo userò come un gigantesco dildo di carne. Mi prenderò il mio piacere da lui e lo farò a pochi centimetri da te e dalla tua voglia. Voglio vederti imprecare, supplicare, insultare dalla voglia di fottermi, per la voglia assoluta di essere al posto di Chris. Di essere il mio giocattolo vivente. Ma potrai farlo solo nella tua mente. Non un fiato dovrà uscire dalle tue labbra. Altrimenti… assaggerai la frusta”.
In quel momento entrò Christopher che mi abbracciò da dietro iniziando a stringere i miei capezzoli con forza mentre io mi strusciavo contro il suo cazzo con il culo in tensione per la voglia di essere aperto. I miei occhi non lasciavano un secondo Manari mentre Chris mi faceva piegare a 90 gradi con le braccia appoggiate sui braccioli della poltrona dove l'uomo era seduto. La mia bocca era pochi millimetri dalla sua. Quando Chris con un unico movimento fluido e potente mi riempi il culo. Affondai la lingua nella bocca di Manari scopandogli la bocca con lo stesso ritmo con cui il giovane nero stava fottendomi il culo. I miei seni con i capezzoli duri come il marmo strusciavano sulle spalle di Manari. Assecondavo i colpi di Chris spingendo il culo all'indietro con sempre maggiore frenesia: l'orgasmo stava per travolgermi. La mia fica colava sborra sulle ginocchia e i piedi di Manari. Al vertice del godimento morsi, cercando il sapore del sangue, la lingua di quel dannato bastardo e lui di rimando con rabbia mista ad una voglia travolgente morse la mia. Il sangue invase le nostre bocche. Mi staccai lanciandogli sguardi omicidi e deglutendo il sangue. Liquidai Chris con un cenno della mano e misi il culo in faccia a Manari, ordinando secca: ”Ora ripuliscimi per bene con la lingua se no giuro maledetto figlio di puttana che una decina di frustate non te le toglie nessuno”. Un lampo nei suoi occhi feci appena in tempo a coglierlo mentre mi voltavo. E poi la sua lingua che mi accarezzava lenta e potente il culo. Percorrendo con la punta il solco tra le natiche indugiando sul buco. Raccogliendo le tracce della sborra sparse anche lungo le mie cosce. “Dannato stronzo mi stava eccitando di nuovo. Ero già pronta per un altro giro di giostra. Dio lo odiavo e lo adoravo contemporaneamente. Non era possibile spezzarlo” I pensieri sempre più confusi e tumultosi mi invadevano la testa mentre non potevo fare a meno di abbandonarmi alle cure di quella lingua. Venni ancora su quella lingua, in quella bocca che mi accarezzava selvaggia la pelle tenera tra la fica e il buco del culo. Venni maledicendomi ogni secondo. Ad ogni contrazione un po' di più. Sorrideva il bastardo dopo. Un sorrisetto compiaciuto.
“Ecco mia cara. 2-1 per me direi o se preferisci poker d'assi” sogghigno con voce roca. “Ah. Non cantare vittoria. Mio caro c'è ancora la piccola questione della tua punizione - sorridevo compiaciuta mentre accarezzavo il manico del frustino con una mano. Una punizione secondo la legge del contrappasso. Ti è piaciuto farmi godere mio malgrado bene…. Ora è il tuo turno”. Mi allontanai di un paio di passi e appoggiandomi al bordo della vasca m'infilai il manico del frustino nella fica e iniziai a muoverlo selvaggiamente. Intanto mi leccavo le labbra e fissavo il suo cazzo. Che suo malgrado oscillava verso di me, con la cappella gonfia e lucida. Potevo vedere le vene pulsare mentre affondavo il manico del frustino sempre più nella fica. Ma stavolta eri lui a dover sborrare. Sfilai il frustino dalla mai fica e gli girai intorno con un unico movimento glielo infilai nel culo. Sussultò urlando e sborrò all'istante. Senza riuscire a fermarsi. Mi concessi una risata soddisfatta e…: “Colore mio caro o se preferisci 2 a 2 palla al centro”.
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19 anni fa
admin, 75
online -
Risposta ad un\'amica
Ciao amore mio,
lo sai cosa mi è venuto in mente se fossi stata lì con te assieme a Venus ? Ora te lo racconto: anche tu avevi fatto la doccia e ti sei fatta trovare in accappatoio. Io mi ero vestita con un vestitino nero aderente molto corto e senza biancheria intima sotto. Mi sono avvicinata e ti ho baciata sulla bocca, ti ho aperto l'accappatoio ed ho cominciato a strusciarmi sul tuo corpo continuando a baciarti con voluttà. Le tue mani sono scese giù, mi hai sollevato il vestitino aderente ed hai cominciato ad accarezzare la prugnetta, come al solito già abbondantemente bagnata. Anche la tua sentivo che si stava sciogliendo.
Non c'era tempo per andare in camera eravamo già in trans erotica; per cui giù sul tappeto del salotto ! Abbiamo cominciato con un bel 69 che è servito per bagnare ben bene le nostre due ostrichette e per "dissetarci" reciprocamente. Il tuo miele è molto inebriante, così asprigno e denso! In una pausa del 69 mi sono sdraiata sul tappeto mi sono mesa un cuscino del divano sotto la testa ed un altro sotto il sedere ed ho divaricato le cosce finché potevo. Mi trovavo in una posizione veramente lasciva. Con un filo di voce ti ho detto:
"Dai sfondami ben bene". Tu ti sei inginocchiata al mio fianco all'altezza del mio ventre. Con la mano sinistra hai cominciato ad allargare le grandi labbra della prugnetta mentre con la destra hai cominciato a masturbarmi lentamente e dolcemente con il medio e l'indice entrando ed uscendo rapidamente. Poi ha raccolto le dita a cappuccio ed hai cominciato l'operazione di penetrazione totale.
Il cuneo delle tue dita che entravano dentro di me mi hanno provocato un primo orgasmo che ha contribuito a lubrificare l'area. Sentivo che stavi entrando sempre più inesorabile dentro di me. Ad un certo punto ti sei fermata, le 4 dita principali erano già entrate fin quasi all'altezza del palmo; tu eri visibilmente eccitata per quello che mi stavi facendo. Io stavo solo godendo a più non posso, sentivo delle fitte, ma il piacere era notevolmente maggiore. Non volevo che smettessi, così in pieno orgasmo ti ho detto "Siii...entrami tutta" , e tu hai cominciato a roteare le dita dentro la mia intimità esplorando ogni anfratto e procurandomi una serie ininterrotta di fitte e di piacere. Non so quanto liquido ho scaricato; quando la mano è uscita ho provato una strana sensazione nel sentire la passerina che cercava di recuperare la sua forma di riposo; una dolce sensazione di rilassamento mi ha invasa. Tu avevi la mano malandrina completamente inzuppata dei miei umori come se fosse uscita da un barattolo di grasso. Con fare osceno hai cominciato a leccarti le dita grondanti mentre con l'altra mano hai continuato a masturbarti. Poi hai voluto che anch'io leccassi i miei umori impiastricciati sulle tue dita. E' stato bellissimo. Io ero esausta; ti ho detto che non ce la facevo a renderti il servizio;
"Non ti preoccupare", mi hai detto "basta che mi asciughi la fica con la tua lingua" Così ti sei messa con la gambe divaricate e la tua fichetta grondante schiacciata sul mio viso. Ho bevuto tutto il tuo miele.
Abbiamo finito sdraiate una accanto all'altra esauste e con la convinzione di essere sempre più porche e sempre più lesbiche e tutte bagnate fradice siamo andate nel bagno a lavarci un po'... Oh che pensieri mi fai venire in mente ogni volta che ti sento !!!!
Ciao amore mio .
Ti abbiamo lasciata addormentata sul letto e siamo andate a giocare di la... Poi dopo un po' Venus ha sentito la tua mancanza. E' tornata da te e si è stesa accanto a te, alle tue spalle, tutta nuda, del suo colore ambra. Si è avvinta a te ed ha cominciato ad accarezzarti, a farti sentire le punte dei suoi seni sulla schiena. La sua mano sul tuo culetto, si apre un varco e cerca la tua fica. Insinua un dito e comincia a muoverlo. Ti bacia sul collo, ancora assonnata ti muovi appena, si ode un leggero mugolio uscire dalla tua bocca. Venus sentendo che ti stai bagnando si fa più audace e sfiora il tuo fiorellino posteriore. Ti penetra dentro, lo sente stretto. Allora viene davanti e tu apri gli occhi. La vedi finalmente così bella, così atletica, un animale da piacere, il tuo piacere.
La sua bocca cerca la tua e tu non esiti. Il suo bacio è lungo, delicato, profondo. Il suo corpo aderente il tuo. Ti sente fremere e corre ai tuoi seni. La sua bocca, i denti, tutto adopera per farli indurire e succhiarne i capezzoli. Aumenta il tuo affanno. Scende furtiva fra le tue gambe, mentre le sue mani ti accarezzano il corpo. Ora comincia leccarti. La sua bocca prende tutta la tua fica, ti aspira... Sente che ti piace, insiste con la lingua sul clito, lo tormenta fino a farlo ergere tutto, quasi un piccolo fallo. Poi si dedica al tuo buchino... Lo lecca e lo avvolge con la sua lingua. Ti penetra con la lingua, vuol sentire le tue contrazioni. Ti piace, si sente che ne hai voglia... Venus prende il vibratore e piano lo appoggia alla tua fica, lo spinge all'interno e lo
accende. Senti le scosse, ti muovi all'unisono. Poi ti penetra col dito nel culetto. Lo tira fuori e lo lecca tutto... Ti penetra con due dita, poi con tre, infine con tutta la mano. Sei piena di lei che ti fa sentire porca. Gemi e ti muovi senza controllo. Venus ti sta inculando con la mano e riempiendo la fica col vibro... E' brava, veloce, ti piace... La vuoi tutta fino in fondo, lei non se lo fa ripetere e ti scopa, ti possiede, ti riempie fino a farti venire. Un lungo,
lento, ma inesorabile orgasmo ti scuote, ti sfinisce.
SSSSSSSSSIIIIII, AAAAAHHHH, sono le uniche cose che riesci a dire..... La lingua di Venus si disseta alla tua fonte del piacere... Ti lecca tutto il succo senza farne perdere neanche un po'... Poi vuole il suo piacere. Si colloca fra le tue gambe, fica contro fica. Tu stordita, senti ora la sua fica contro la tua. Lei si sfrega, geme e mugola, in pochi attimi viene. Sei felice, anche lei lo è... Hai fatto una conquista.... Ti bacia e ti lascia nel letto ormai esausta e beata.
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19 anni fa
admin, 75
online -
40 anni parte terza
Ore 19 Lezione di obbedienza
E ora - pensavo mentre tranquillamente distesa sul divano mi accarezzavo pigramente la fica ancora vogliosa - Ora ci vuole qualcosa che ho sempre desiderato. Un giochino particolare. Così pensai ad una cosa che avevo visto appesa nell'armadio. Si era stata sicuramente opera di Manari, un fulgido esempio di bastardo assoluto quell'uomo, ma dovevo ammettere almeno con me stessa di adorarlo per questo.
Così mi alzai e ondeggiando completamente nuda sui miei tacchi a spillo mi diressi verso la camera da letto. Nell'armadio. Avvolto in metri di carta velina, coronata da un fiocco sfavillante di raso rosso. Eccolo li. Il completo da domina con tanto di strapon e frustino. Il lattice lucido di zip e legacci ammiccava dalla velina seducente e accesso di mille riflessi, quasi chiamandomi. Quell'uomo era deciso a mettermi K.O con la dimostrazione della sua capacità di leggermi dentro in modo perfetto.
E va bene gli avrei dato il suo spettacolino e poi una piccola privata personalissima lezione di obbedienza tutta per lui.
Strappai quasi con violenza la carta velina e il fiocco di raso afferrando avidamente il corsetto di lattice e accarezzando con lo sguardo il dildo svettante dello strapon.
Il corsetto era perfetto mi fasciava come un guanto seguendo la curva dei seni. Dietro era chiuso da una rete di stringhe che finivano in un laccio che pendeva tra le natiche. Davanti dei gancini di metallo cromato tenevano accostati i lembi creando una profonda scollatura a v. Le bretelle finivano in un collare che serrava il collo. Sostitui rapidamente le mie giarrettiere di pizzo con quelle in lattice e agganciai le mie calze di seta. Sfilai le mie scarpe e indossai quelle con il tacco di acciaio e il cinturino di cuoio alto che avvolgeva le caviglie procuratemi da Manari.
L'immagine che rifletteva lo specchio era splendida. Mi sentivo potente, seducente e assolutamente troia. Afferrai il frustino e lo strapon e con delle ampie falcate andai in salotto. I ragazzi sedevano nudi e silenziosi sul divano. Mentre una poltrona di cuoio rosso era stata spostata di fronte a loro e, mi aspettava. Manari semi nascosto nuovamente dalle telecamere mi fissava con uno sguardo ironico e un sorrisetto compiaciuto sul volto.
Mi fermai di fianco alla poltrona. Sollevando un piede, posandolo sul bracciolo mentre sfioravo con le mani il frustino, quasi accarezzandolo. Guardavo i ragazzi negli occhi lentamente senza l'ombra di un sorriso. Le note del blues riempivano di atmosfera la stanza che era illuminata in modo da lasciare quasi in ombra me e sotto una luce potente i ragazzi.
“Bene - iniziai a dire con una voce fredda e dura - quella di stasera sarà una lezione che non dimenticherete. Una lezione preziosa ma anche…dolorosa. Si dolorosa. Ma il confine tra il dolore e il piacere è sottile molto sottile. Ora verrete legati, ammanettati ai polsi e alle caviglie e poi io mi prenderò cura di voi. Ampiamente cura”.
Mentre i ragazzi venivano ammanettati mi sedetti sulla poltrona e spalancando le cosce infilai il manico del frustino nella fica iniziando a masturbarmi violentemente davanti ai loto occhi. La reazione fu immediata. I corpi dei ragazzi si tesero nell'eccitazione. I cazzi svettarono imponenti, ondeggiano verso di me. Affondai il manico in tutta la sua lunghezza nella fica e mi abbandonai all'orgasmo ricoprendo di sborra il frustino.
Dopo qualche minuto sfilai il frustino della fica. E con passo deciso mi diressi verso i ragazzi: Bene - scandii - prima regola IO SONO IL VOSTRO CIBO E LA VOSTRA ACQUA…. Stasera vi nutrirete della mia sborra e vi disseterete con la mia pipi. Ad iniziare da ora. Così dicendo mi avvicinai a Marco che era il primo della fila e gli apri la bocca a forza infilando il manico nella sua bocca e obbligandolo a leccare la prima parte del frustino. Affondai un po' di più il frustino nella bocca di Christopher che l'aveva già spalancata, pronto a leccare. E Lo affondai tutto nella bocca di Jem che fini di ripulirlo restituendomelo lucido. Mi voltai facendo schioccare il frustino contro il pavimento e cogliendo con la coda dell'occhio in un angolo Manari che si menava furiosamente il cazzo eccitato oltre il limite dalla scena.
Era solo l'inizio. Mi sedetti sulla poltrona spalancando nuovamente le cosce e :”La mia fica ha bisogno di attenzioni, in modo particolare voglio che mi succhiate il clito tre minuti ciascuno, non un secondo di più o di meno. Chi sgarra verrà punito. Jam partiamo da te”. Il giovane giapponese riusci con precisione tutta orientale a succhiami sapientemente per esattamente tre minuti. Lo seguirono Marco e Christopher che preso dall'entusiasmo avvertendo tra le labbra le contrazioni del mio orgasmo, non si fermò in tempo. E venne punito. Severamente. Lo frustai 5 volte obbligandolo a chiamare ogni volta la frustata successiva con voce più tremante. Colai sborra sui segni rossi delle frustate. Dopo. E vidi il ragazzo sorridere.
“Seconda regola - ripresi dopo che Christopher ebbe ripreso il suo posto - DOVRETE AVERE SEMPRE IL CAZZO IN EREZIONE IN MIA PRESENZA.
Chi non rispetterà questa regola verrà ancor più severamente punito rispetto alla regola precedente. E ora signori - conclusi allacciandomi lo strapon e accarezzando il dildo lucido come se fosse un cazzo vero…. Siete pregati di voltarvi. Intendo farvi il CULO”. Contemplai quella distesa di magnifici culi offerti alla mia voglia e dopo aver provveduto a sciogliere i ragazzi dalle manette. Spiegai loro cosa volevo. Ci saremmo disposti in circolo ognuno di noi avrebbe inculato e sarebbe stato inculato contemporaneamente da un altro. Li lasciavo liberi di scegliere la disposizione del cerchio. In ogni caso io avrei tenuto lo sguardo incollato a quello di Manari perché non ci fossero dubbi su chi stessi prendendo in quel momento e perché.
Ci disponemmo e mi trovai tra Christopher e Jem. Avrei preso il culo di Jem e il cazzo di Christopher. Affondai nel piccolo culo del giovane giapponese con forza sentendomi immediatamente avvolta dal calore della sua carne. E dalla morbidezza. Ad ogni colpo il dildo affondato nella mai fica rispondeva con una scarica di vibrazioni, mentre il mio culo veniva riempito totalmente dal cazzo di Christopher snello e potente perfetto in quell'occasione. Presto le note del blues nella stanza furono coperte dai gemiti e le parole inarticolate che uscivano dalle nostre labbra. Fissai Manari a lungo. Vibrava, si tendeva, leccandosi le labbra con la lingua, accarezzandosi il cazzo come se fosse lui dentro il mio culo o io dentro il suo. Mentre vibravo nel doppio orgasmo del culo preso e del culo dato lo vidi sborrare. Mi leccai le labbra avidamente. Capì al volo e si portò le dita sporche di sborra alle labbra leccandole con voluttà come avrei fatto io. Sorrisi. Veramente appagata solo in quel momento.
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19 anni fa
admin, 75
online -
Un favoloso fine settimana
Sono appena rientrato, fuori è quasi buio, ma non accendo nessuna luce, mi dirigo verso la veranda, le sue finestre danno sulla città, della quale ho una vista perfetta. Da qui la via che porta alla stazione sembra un albero di natale, ci sono molte macchine parcheggiate in seconda fila con le quattro frecce accese. Guardando il mondo da qui mi sento un piccolo dio, una giornata cosi non capita tante volte nella vita e la mia soddisfazione è giustificata. Appoggio la testa al vetro della finestra, è freddo, ripenso a quali sono le tappe fondamentali che mi hanno portato a questo successo, rapidamente, la scuola, le amicizie, le persone che mi hanno reso quello che sono.
Già, Simona, devo subito chiamarla, sarà contentissima anche lei. Sollevo il vecchio telefono a disco, l'ho recuperato in casa di mia nonna, stava per essere buttato, ma a me piace, adoro stare al telefono passeggiando per casa trascinandomi dietro la prolunga, e faccio il numero.
"Pronto"
"Ciao Caterina, sono Giacomo come va?"
"Bene, Simona è sotto la doccia, ti faccio richiamare a casa?"
"Si grazie, dille che sarò a casa ancora per un'oretta, ciao."
"Va bene, ci vediamo, a presto."
Vado in camera e mi levo il vestito, scarico la posta elettronica e confermo a Carlo l'ora dell'uscita serale. Appena mi scollego arriva la chiamata di Simona.
"Ciao amore, come va?"
"Tieniti forte ho un notizione: oggi, dopo pranzo, Riccardo mi ha chiamato nel suo ufficio, e mi ha fatto un lungo discorso sul futuro del progetto al quale sto lavorando anche io, mi ha detto che l'azienda crede molto in questo nuovo processo produttivo e che per renderlo esecutivo secondo loro ci vuole una persona con delle capacità notevoli. Io mi aspettavo che mi chiedesse un parere da collaboratore esterno quale sono, un'indicazione, e invece mi ha chiesto se voglio essere assunto per passare alla guida del progetto."
"Ma come, ti fanno passare da collaboratore esterno a capo progetto? È fantastico! Sei contento?"
"Si molto, so che non si sente, ma ti giuro che mi sento benissimo, si sta avverando tutto quello che avevo sperato, i miei sforzi e le mie fatiche stanno dando i loro frutti. Mi sento fortissimo, e un po' lo devo anche a te."
"Allora se sai cosi bene di essere in debito con me perché non vieni a trovarmi questa sera?"
"Mi spiace, ma ho già preso un impegno con Carlo e poi sono un po' stanco per farmi tre ore di macchina tra andata e ritorno, domani vorrei essere in forma per il mio primo giorno da capo progetto."
"OK, ci sentiamo domani sera cosi ti dico le mie intenzioni per il week-end?"
"Si, perfetto ti chiamo verso le dieci?"
"Ah, no, mi stavo dimenticando che domani sera esco con le mie amiche, ti chiamo io prima di uscire cosi vediamo di organizzare qualcosa, bisognerà festeggiare!"
Sono le otto quando Simona mi chiama:
"Ciao, allora com'è andato il primo giorno da dominatore?"
"Benone, ho dovuto leggere un po' di scartoffie, ma sono tutti felici della mia assunzione. Hai pensato al fine settimana?"
"Si, avevo una proposta da farti, perché non vieni a B. per il week-end? Caterina torna a casa, e noi potremmo stare qua in santa pace. E poi avevo voglia di fare un giro allo spaccio aziendale, mi hanno detto che sono arrivati i nuovi prodotti."
"Io non so bene a che ora finirò domani sera, ma vedo di liberarmi e appena posso monto in macchina e vengo a B."
"Ti aspetto per cena, ciao."
"Passa una bella serata."
Sono stanco morto e il pensiero di dovermi fare da cena mi fa ribrezzo, mi sdraio sul divano e accendo la TV, in fondo non ho tanta fame. Dopo un po' mi sento perseguitato, è una di quelle sere dove ogni donna che appare sullo schermo ha una carica sessuale incredibile, per fortuna dopo un po' mi addormento e mi risveglio solo a mezzanotte. Faccio un giro sui canali del satellite, ma non trovo niente di interessante, allora tento la carta Telegiulia, un canale sul quale ultimamente trasmettono film porno soft per bene. Trovo quello che pensavo, nel film una segretaria viene per cosi dire ammaliata dal dirigente di turno. È divertente, ma la stanchezza si fa sentire anche se sento qualcosa di rigido nei boxer, e decido di andare a letto.
La mattina mi alzo e preparo la borsa per andare da Simona, non voglio tornare a casa, perderei un sacco di tempo.
Alle sette esco dall'ufficio, faccio uno squillo a Simona e mi metto in macchina, c'è traffico sulla tangenziale, la solita coda, ma un bel CD e il pensiero di passare due giorni solo con Simona mi fanno restare sereno.
Finalmente alle otto e venti sono sotto casa sua a B., parcheggio poco distante dal portone, anche se l'appartamento è in centro, a quest'ora non ci sono problemi di solito.
Percorro veloce i duecento metri che mi separano dalla cena, suono e salgo le scale dove trovo Caterina.
"Ciao Giacomo, buon fine settimana io torno a casa dai miei, se vieni a trovarci una delle prossime settimane possiamo vederci con più calma."
"Veramente non so se potrò venire, ma vedrò di fare il possibile."
"Ecco! Vedi di farlo."
Appoggio la borsa nell'ingresso e bacio Simona che mi sta aspettando.
"Ciao Giacomo, la cena è pronta."
Mangiamo parlando del più e del meno, ci raccontiamo le cose che abbiamo fatto durante la settimana e cosi il tempo passa in fretta, arrivano le undici e siamo ancora seduti a tavola.
"Simona, andrei a farmi una doccia."
"Vai pure, io intanto metto a posto in cucina e dopo possiamo fare qualcosa, vuoi uscire?"
"Sinceramente non ne avrei tanta voglia, guarderei un po' di TV e poi andrei a letto, usciamo domani, va bene?"
"Certo!"
Mi alzo da tavola e vado in bagno a farmi la doccia, come al solito passo un sacco di tempo a far scorrere l'acqua sulla schiena, anche perché la doccia della casa di B. di Simona ha una pressione tale che sembra proprio di essere massaggiati. Quando esco dalla doccia il bagno è pieno do vapore e apro leggermente la porta per farlo uscire, accendo l'asciugacapelli e lo uso per asciugarmi dappertutto. Mentre mi guardo allo specchio nudo, mi accorgo che Simona sta sbirciando dalla porta, faccio finta di non essermene accorto, passo una mano sul mio pene e mi accarezzo, Simona sta sempre guardando e dallo specchio riesco a vedere che si è fatta ancora più attenta, mi accarezzo facendo attenzione alla mia posizione, tento di farmi vedere il più possibile, la mia eccitazione si fa presto evidente, gioco con il mio membro, gli faccio raggiungere la lunghezza massima massaggiandomi dolcemente, mi passo la mano in mezzo alle gambe, mi piace pensare a Simona che mi guarda, mi eccita e credo che anche lei si stia toccando, mentre mi guarda.
Ormai sono asciutto, spengo l'asciugacapelli ed esco dal bagno, fuori dalla porta trovo Simona, che si è cambiata, si è messa una camicia da notte che ha la sola funzione di velare la sua nudità, è bianca e le arriva fino a metà coscia.
"Guardiamo un po' di televisione, Giacomo?"
Anche se la voglia di fare l'amore è tanta lascio che Simona mi porti in soggiorno, ci sediamo sul divano uno affianco all'altro, io nel frattempo mi sono infilato i boxer e dei pantaloni che uso per stare a casa di solito e chiedo a lei di spalmarmi della crema sulla schiena. Mi fa girare con la schiena verso lo schermo, non mi oppongo, tanto non c'era niente di interessante e Simona stava girovagando per i canali. Le sue mani incominciano a passare con ampi movimenti dalle spalle al centro della schiena, mi rilasso e sto quasi assopendomi quando il volume della TV che era bassissimo si alza improvvisamente. Voltandomi verso lo schermo vedo che Simona è rossa in faccia, accenna un sorriso ma evita che i nostri sguardi si incrocino, due donne sullo schermo stanno facendo l'amore con l'ausilio di un fallo doppio.
"Sembra che si divertano molto, non ti pare Simona?"
"In effetti, sembra che stiano avendo un bell'orgasmo."
Ora sono rivolto verso lo schermo e do le spalle a Simona che mi massaggia rimanendo seduta alla mia sinistra, aggiunge altra crema sulla schiena, passa alla zona lombare e scende sempre più vicina al bordo dei pantaloni, infila un mano sotto i pantaloni e anche sotto i boxer, prende il mio sedere tra le mani e lo accarezza, prima lentamente e poi con più forze ed energia, facendo scorrere le unghie lunghe sulla pelle. Mi sollevo dal divano e Simona fa scendere i miei vestiti lungo le gambe, mi lascia nudo. Con una leggera pressione della mano mi invita a rimanere sollevato ed ad allargare le gambe, non mi oppongo e sposto i piedi per fare quello che mi ha indicato, la sua mano raggiunge il pene che pur non essendo in erezione è diventato ben più grande del normale. Le mani di Simona sono ancora piene di crema, le passa sul mio buco e lo unge esercitando una leggera pressione, la guardo, e capisce dalla mia espressione che può continuare se lo desidera. Con un gesto deciso infila due dita della sua mano destra dentro me, provo un po' di dolore, ma la sensazione di riempimento mi fa eccitare e cosi prendo in mano la mia erezione. Mi masturbo lentamente mostrandole il mio membro in tutta la sua grandezza. Continuiamo a dedicare attenzioni al mio corpo per qualche minuto, nel quale mi sembra di essere sul punto di provare un orgasmo più di una volta.
"Adesso voglio massaggiarti io."
Simona esce da me, si alza e io mi siedo, prendo la crema e la distribuisco sulle sue gambe, parto a massaggiarla dai piedi, e risalgo un po' alla volta fino ad arrivare sotto la camicia da notte, ridiscendo mentre lei esprime tutto il dispiacere per il contatto mancato, si sta eccitando e quando la mia mano ritorna vicino alla vagina sento che è talmente bagnata che i suoi umori stanno scendendo lungo le gambe. Massaggio il suo sesso con entrambe le mani e vi introduco due dita, con la mano bagnata inumidisco anche l'ano, Simona si piega porta le mani sulle natiche e le allarga, l'invito è chiaro e la penetro anche dietro. La mia erezione è ancora viva, anzi visto lo spettacolo che stiamo facendo io e Simona la voglia di averla completamente diventa sempre più forte.
Infilo la mia testa fra le sue gambe fino a trovarmi con la bocca davanti alla vagina, la lecco e ne gusto il sapore, il mio pene è grossissimo, duro e ha la punta violacea, faccio uscire le mie dita da Simona, e mi metto dietro lei, bagno il membro passandolo in mezzo alle sue gambe, lo appoggio all'ano, lei ripete il gesto di prima e io con un colpo deciso la penetro. Sento i muscoli che si ribellano e vogliono farmi uscire, ma non riesco a scivolare e l'unico effetto che ottengono è quello di eccitarmi maggiormente. Simona si deve appoggiare al tavolino che ha davanti perché le mie spinte la fanno barcollare, con una mano sfioro il capezzolo del suo seno destro, con l'altra massaggio il clitoride. Dopo poco Simona smette di essere passiva e fa il possibile per essere penetrata completamente, spingendosi contro il mio bacino, arrivo ad essere totalmente in lei e mentre vengo dentro lei, giunge anche il suo orgasmo che la fa urlare come mai aveva fatto. Per uscire da lei devo aspettare che il mio pene torni alla grandezza normale, intanto Simona scherza sulla nostra posizione.
"Non pensavo che mi sarebbe piaciuto cosi tanto avere il tuo membro dentro me, là dietro, è diverso dalle altre volte in cui mi penetravi con le dita. Mi è piaciuto molto, e per essere stata la prima volta che lo facevamo seriamente non ho neanche sentito malissimo."
"Probabilmente l'averti penetrata qualche volta con le dita ti ha permesso di raggiungere una certa elasticità."
Quando apro gli occhi, vedo Simona che mi sta fissando:
"Hai dormito bene, Giacomo?" Si avvicina e mi bacia sulle labbra.
La abbraccio, la stringo forte a me e ci riaddormentiamo per qualche minuto.
"Cosa facciamo oggi amore?"
"Dobbiamo andare a festeggiare questa sera, e prima mi piacerebbe fare un giro in centro, guardare qualche negozio, magari possiamo andare a cercare quei jeans che avevi visto sul giornale. Io non ho bisogno di comprare niente, ma se troviamo qualcosa di bello…"
"Bene, usciamo verso le quattro!"
Passiamo il resto della mattinata tra il letto e le faccende di casa, aiuto Simona a fare le pulizie ed a mettere in ordine. Verso ora di pranzo Simona riceve una telefonata e mi dice:
"Era Elisa che mi chiedeva se posso accompagnarla nel primo pomeriggio in un negozio dove ha visto una cosa che vorrebbe comprare, ma le serve un mio parere. Ti dispiace se ci vado da sola? Ci si potrebbe incontrare verso le quattro e mezza in centro."
"Per me va bene, ma si può sapere cosa andate a comprare?"
"No, Elisa mi ha detto di tenermelo per me. E poi lo sai che non mi piace che ti intrometti nei miei affari, quando lo riterrò opportuno ti dirò tutto."
Pranziamo velocemente e mentre Simona si prepara per uscire mi sdraio sul divano a sonnecchiare invogliato dalla stanchezza residua e dal caldo che per fortuna non manca mai in questo appartamento.
"Amore, Giacomo…. Io esco, ti chiamo quando mi libero così mi raggiungi."
Con gli occhi ancora chiusi, ricevo il bacio di Simona, e annuisco continuando imperterrito il mio dormiveglia.
Sono le cinque quando esco dalla casa, è buio ma non freddissimo. Mi avvio verso il luogo dell'appuntamento con Simona, che in realtà dista circa quindici minuti a piedi. Per strada è pieno di gente, sono tutti intenti nello shopping prefestivo, che mi ha sempre infastidito, ma dopo pochi passi sono già perso nei miei pensieri: la cena di questa sera. In lontananza vedo due ragazze molto appariscenti davanti a me, noto che molti ragazzi si girano a guardarle e rimango stupito quando avvicinatomi, scopro che sono Simona ed Elisa. La mia ragazza è vestita con colori vivaci, ma è Elisa, che non avevo mai visto prima ad attrarre l'attenzione di tutti. Il suo viso è splendido, molto curato, sembra quasi una divinità; indossa un piumino lungo che tiene slacciato, cosicché si nota tranquillamente la cortissima gonna che lasciar intravedere ad ogni passo il pizzo delle calze autoreggenti.
Elisa risulta anche simpatica e non se la tira per niente, anche se rimane con noi non più di cinque minuti. Quando ci lascia Simona sembra molto contenta, evidentemente si sono divertite; entriamo in un negozio di abbigliamento per uomo. Ci separiamo quasi immediatamente, ma quando sto per entrare nel camerino per provarmi un paio di pantaloni Simona arriva con le braccia piene di vestiti da farmi provare. I pantaloni scelti da me le piacciono e dopo comincio una specie di sfilata, prima una camicia blu cangiante, molto bella, poi provo una maglietta a maniche lunghe aderente, quando la faccio vedere a Simona lei comincia a ridere.
"Cosa c'è che non va? L'ho messa storta, mi sta così male?"
Lei mi risponde sottovoce: "No, te lo dico dopo."
Continuo a provare altri vestiti e alla fine compro due paia di pantaloni, un paio di jeans e la camicia che mi aveva proposto Simona. Una volta usciti finalmente scopro la ragione della risata:
"Quando ti propongo qualche vestito mi immagine che ti possa stare bene, ma alle volte il risultato è nettamente superiore alle aspettative, stavi benissimo con quella maglietta sembravi un'altra persona e mi faceva ridere vederti così cambiato. La cosa assurda è che non te ne accorgi, ma cambia anche lo sguardo che hai negli occhi, si vede quando indossi qualcosa che ti fa sentire bene."
Ormai è tardi, e ci dirigiamo verso casa, dove ci facciamo la doccia e ci prepariamo per uscire. I miei abiti sono nella camera di Caterina, mi metto un paio di jeans con la camicia blu appena acquistata e vado in camera da Simona:
"Vado bene così?"
Quando ho finito la domanda mi accorgo della sua inutilità, lo sguardo di Simona è eloquente, e i vestiti appoggiati sul letto lasciano presumere che sarà una serata formale. Torno in camera di Caterina, e mi metto un completo grigio scuro. Sono piegato per allacciare le scarpe quando entra in camera Simona, che si ferma davanti a me: ha un nuovo paio di stivali, neri di pelle; il tacco è molto alto, circa dieci centimetri, squadrato e stretto e arrivano fin sotto il ginocchio. Indossa una gonna al ginocchio, di raso che le cade benissimo, e dei gemelli neri molto scollati, ha messo attorno alla vita una catena dorata che la rende ancora più sensuale. Il trucco non è per niente pesante, ma valorizza molto i suoi lineamenti, dando luce al suo viso incorniciato dai capelli scuri.
"Devo essere COSÌ bello stasera?"
"Non preoccuparti, tu sei sempre bellissimo, e con questo vestito mi piaci da matti."
Usciamo di casa e per fare le scale Simona si appoggia a me per non cadere, quando entriamo in macchina mi guarda negli occhi e con uno sguardo riesce a farmi capire che mi ama e che sono la persona per la quale vive.
"Mi fai felice, Giacomo. Tutti i giorni."
Ci baciamo e partiamo alla volta del ristorante che si trova fuori B. di qualche chilometro. Il posto che Simona ha scelto è molto bello, glielo ha consigliato Caterina che ci va spesso col suo ragazzo che anche la scorsa settimana è passato da B. a trovarla. Mi ingelosisco pensando che magari ci possa essere stato qualcosa tra Simona e Pietro, ma mi passa subito. Durante la cena parliamo di Caterina e in generale delle amiche che Simona frequenta a B., finendo a parlare di Elisa.
"Oggi pomeriggio mi ha chiamato perché voleva andare a comprare dell'intimo un po' strano, ma si vergognava da sola. Ha una nuova conquista sotto mano e aveva in progetto una serata speciale in casa, così voleva lasciarlo a bocca aperta."
"Mi sembra già molto bella, cosa voleva comprare per valorizzarsi? Perché si vergognava tanto?"
"Ecco, voleva prendere un reggicalze e delle calze con la riga, ma pensava di fare la figura della puttana ad andare in un normale negozio di intimo, così io l'ho accompagnata e la signora è stata molto gentile. Ha subito capito qual era il problema e ci ha rassicurate, dicendoci che lei vende molti articoli come reggicalze guêpiere e calze, e che le persone che le acquistano non sono così strane, anzi, spesso sono donne insospettabili che a loro volta si vergognano. Insomma ha fatto apparire la cosa come se fosse normalissima, pensa che ci ha fatto vedere che anche lei indossava delle calze col reggicalze, ma né io né Elisa ci eravamo accorte di nulla. C'è stata molta complicità, ci siamo divertite e non ci lasciava andare più via."
Il racconto stava divertendo anche me, forse Simona sta creando intorno a se un gruppo di amiche che l'aiuta a vivere meglio la nostra lontananza durante la settimana. In più le sue amiche sono belle e frequentano bella gente, che non mi dispiace affatto.
Dopo alcune grappe, saldiamo il conto ed usciamo dal ristorante che è nella piazza di un borgo, per arrivare alla macchina dobbiamo passare in un vicolo quasi buio, non c'è nessuno per le strade e noi siamo stati gli ultimi clienti del ristorante ad uscire. Appoggio la mia mano sul sedere di Simona che emette un suono di piacere.
"Per aiutarmi a camminare meglio con questi stivali dovresti appoggiarla un po' più in basso quella mano."
Porto la mia mano sotto il sedere e la massaggio tra le gambe, Simona appoggia la schiena contro il corrimano, apre il giaccone e allarga leggermente le gambe.
"Forse dovrei darti qualche lezione in casa su come vanno usati questi stivali, non pensi?"
"Quello lo puoi fare domani, adesso continua a fare quello che stavi facendo mentre camminavo. Toccami ti prego."
Le mie mani fanno salire la gonna per liberare le gambe che Simona allarga il più possibile. Risalgo all'interno delle cosce e scopro che non sono fasciate dalle autoreggenti, ma da u paio di calze molto lisce che non avevo notato perché nascoste dagli stivali e dalla gonna. Mi avvicino piano alle labbra gonfie, è chiaro che la mia lentezza la sta esasperando, ma so anche che è una fonte di piacere. Scosto il perizoma e bagno due dita del succo di Simona, la sfioro prima e poi spingo con più decisione, sposto le dita verso il buchetto, inumidisco anche quello e intanto la penetro davanti col pollice. L'indice è puntato sull'ano, ma non sapendo se Simona ha voglia di essere penetrata anche dietro, aspetto che sia lei a dirmi qualcosa, e non spingo. Improvvisamente sento che lo sfintere si allarga e Simona si lascia cadere sull'indice. Mi muovo lentamente dentro lei, sia davanti che dietro, i piacere che sta provando la fa mugolare e mi da una gioia immensa.
"Giacomo, nessuno mi sa far godere come fai tu!!! Sto venendo."
Le contrazioni dei muscoli sono fortissime, tanto da provocarmi dolore; devo aiutare Simona a stare in piedi perché l'orgasmo sembra privarla di tutte le forze. Esco da lei, mi abbraccia e ci dirigiamo verso la macchina.
Allungandomi una salvietta mi dice: "Tieni, pulisciti la mano, non puoi sapere già di donna nel locale dove andiamo ora" e mi fa seguire le indicazioni per un paese vicino.
Quando parcheggiamo nel piazzale non ho ancora le idee chiare, Simona non mi ha voluto dire niente e durante il viaggio si è sistemata il trucco e le calze, provocandomi un'evidente erezione, che persiste fino a quando arriviamo alla porta del locale. Ci impiego tre secondi a realizzare che si tratta di un night, i manifesti appesi alle pareti sono eloquenti e la ragazza alla cassa in topless, non lascia molto spazio a diverse interpretazioni. Lasciamo le giacche al guardaroba ed entriamo nella sala dove, su una passerella si svolgono gli spettacoli, un signore in giacca e cravatta ci porta ad un tavolino in seconda fila. Simona deve averlo prenotato visto che intorno è tutto occupato. Mi sento a disagio, sono già stato in posti come questo, ma mai con la mia ragazza, e la sua presenza mi imbarazza, so che desiderava assistere a uno di questi spettacoli, ma mi preoccupo per quello che possono pensare le persone che ci sono attorno nel locale, non vorrei che la scambiassero per una che lavora li.
Le ragazze che stanno ballando e spogliandosi sulla passerella scendono tra i tavoli per l'american tour, passano tra i tavoli e quando un cliente le chiama si fanno infilare i soldi nel perizoma e gli concedono il loro corpo per qualche istante.
"Allora cosa ne pensi? È come pensavi che fosse?"
"No, è meglio. Pensavo che l'ambiente fosse molto squallido e fosse pieno di affamatoni che sbavano appena vedono una tipa. Hai visto quella ragazza alta coi capelli neri a caschetto?"
"No, ero intento a guardare le facce dei clienti, mi fanno ridere quelli che sventolano i soldi in aria per chiamare le ragazze, c'è chi lo fa con classe e chi non ne ha per niente."
"Ecco la ragazza che dicevo io è quella che fa lo spogliarello integrale ora. Ti piace?"
In effetti, sulla passerella sta passando una ragazza bellissima, il suo modo di spogliarsi è molto sensuale e mi eccita, ogni tanto mi giro a guardare le reazioni di Simona che pare interessata quanto me.
"Se devo essere sincero non trovo nulla fuori posto in lei."
"Vorresti toccarla?"
"No, io ho te, non ho bisogno di toccare nessun'altra."
"Se non fossimo assieme e se non fossi davanti a tutte queste persone faresti del sesso con lei?"
"Credo proprio di si!"
Lo spettacolo continua, fino a quando la ragazza si spoglia completamente e simula un amplesso con un fallo di plastica enorme. Ordiniamo un paio di drink a testa, che surriscaldano l'atmosfera, sarei pronto ad andare a casa a fare l'amore con Simona per tutta la notte. Il deejay annuncia l'inizio di un nuovo american tour, le ragazze scendono tra i tavoli e si avvicina a noi proprio quella che avevamo notato poco prima, Simona senza che me ne accorgessi ha estratto dalla borsetta bordeaux alcune banconote, e le sta sventolando, fa cenno alla ragazza di chinarsi perché vuole parlarle, le infila una banconota nella calza; io non sento niente, ma quando la ragazza si rialza annuisce e mi guarda. Gira intorno al tavolo, mi appoggia le mani sulle spalle e mette la mia testa tra i suoi seni, sono enormi, probabilmente artificiali, ma bellissimi. Mi volto verso Simona e tento di chiederle scusa con uno sguardo, ma non sembra arrabbiata. Le mani della ragazza passano sulle mie gambe fino ad arrivare a cingere il mio membro che ormai è duro. Purtroppo finisce tutto nell'arco di trenta secondi, guardo la ragazza farsi toccare da altri uomini nella sala, ma prima della fine Simona la richiama e infilandole altri soldi nelle calze le dà ulteriori istruzioni. Dandomi la schiena si siede sopra le mia gambe, io poso le mani sulle sue ginocchia e risalgo fino al sesso allargando le sue gambe, si appoggia con la schiena a me, abbandona la testa sulla mia spalla e mi morde un orecchio. Si rialza, si gira e questa volta si siede guardandomi in faccia, mi obbliga a leccarle il seno, mentre mi cavalca strofinando il perizoma contro i miei pantaloni gonfiati dal mio membro. Quando finisce la musica e si alzano leggermente le luci lei è ancora li, rimane su di me, fino a quando non arriva l'uomo che ci aveva portati fino al tavolo, che le intima di andarsene.
Sono sconvolto, la ragazza è bellissima, ma non so bene cosa passi per la mente a Simona.
"Mi sembra di poter affermare che ti sei divertito negli ultimi 10 minuti?!?!?"
"Eh, si…" rispondo imbarazzatissimo.
"Anche lei ha gradito molto, te ne sei accorto?"
"Sinceramente non credo che cambi molto per lei tra un uomo e l'altro, l'importante è che la paghino."
"Giacomo, l'hai fatta godere. Te lo assicuro, quando si è alzata aveva il perizoma bagnato e poi hai visto anche tu che si è fermata più delle altre, non credo che lo abbia fatto per farmi un piacere."
"Non so, sicuramente sa come prendermi."
"Io vado un attimo al bagno, ti ritrovo quando torno o ti fai rapire da una di queste belle?"
"Faccio il possibile per restare qua fermo, ma non posso giurarti che ci sarò quando torni."
Simona si alza, non riesco a toglierle gli occhi di dosso, è molto elegante, sensuale ma per niente volgare, ha classe. La vedo tornare dopo qualche minuto, si avvicina a me e mi chiede di seguirla. Usciti dalla sala principale, ci fermiamo davanti a una porta gialla, che si apre dopo pochi secondi. Saliamo una rampa di scale ed entriamo in una stanza nella quale ci sono due sedie e un divano sul quale ci sediamo.
Ci abbracciamo e ci baciamo, non so bene cosa facciamo li, ma sono un po' brillo e neanche me lo chiedo. Sono immerso nella sua scollatura quando si apre la porta ed entra la ragazza di prima, ci saluta e ci presentiamo, lei si chiama Alexa. Simona si sposta, deve aver organizzato uno strip privato per noi due, infatti, mi trovo in breve con i seni di Alexa tra le mani, le tolgo la sottoveste e rimane con il perizoma, gli stivali e le calze, si siede sopra di me, allargando le gambe, mi fa succhiare il suo seno e poi avvicinando la sua vagina alle mie labbra scivola con le mani tra le mie gambe, in un secondo apre la cerniera dei pantaloni e ne estrae il mio membro in erezione. Passa la punta sul suo perizoma e godo al contatto con il tessuto liscio, mi giro verso Simona, ha sollevato la gonna, ci sta guardando e masturbandosi con le mani e con la catena che portava in vita, anche Alexa si gira e la nota. Si alza, le si avvicina, inizia a leccarla tra le gambe e con mio stupore Simona si eccita ancora di più. Mi avvicino anche io a Simona che appena può prende tra le labbra il mio pene e comincia a succhiarlo avidamente, mentre Alexa le tocca i seni. La sua lingua si muove sempre più velocemente, la penetra e si ritira, Simona allarga le gambe e si sposta in modo da farsi penetrare il più possibile, mentre continua a succhiarlo. Il suo respiro si fa affannoso smette di leccare il mio sesso per riuscire a godersi l'orgasmo che le sta procurando Alexa, io mi godo la scena osservando la mia splendida ragazza fare sesso con un'altra donna, una fantasia che mi ha sempre eccitato molto. I capezzoli di Simona sono turgidi, sono una tentazione troppo forte, non resisto e li accarezzo con la lingua, Simona viene, stringe la testa di Alexa tra le gambe e lascia uscire dalla bocca dei gemiti che mi eccitano.
Una volta liberatasi della presa delle gambe di Simona, Alexa si sdraia sul pavimento e mi invita a raggiungerla, mi sdraio su lei, facendo in modo che il mio membro vada ad occupare lo spazio tra i suoi seni, colma le sue mani coi seni e inizia a massaggiarmi, mentre con la lingua stuzzica la punta. Simona ci guarda seduta a fianco di Alexa, dopo un po' si avvicina timidamente al mio membro, si intromette nel rapporto che stiamo avendo io e Alexa, lo prende in bocca, lo succhia, poi lo offre ad Alexa che con le labbra circonda la punta che ormai è violacea, la sua lingua ci gira attorno. Sto impazzendo dal piacere, fremiti continui percorrono la mia schiena e raggiungono il mio cervello, vengo dentro la bocca di Alexa, quando la apre per lasciarmi uscire, del liquido cade sui suoi seni e Simona si affretta a leccarlo, le loro bocche si avvicinano si guardano negli occhi, Simona si gira per cercare il mio assenso e si baciano; l'ultimo brivido percorre la mia schiena quando Simona pulisce con la lingua tutto il mio sesso.
"Mi sono divertita molto con voi, solitamente non facciamo sesso in questo locale, ma mi avete fatto eccitare appena vi ho visti e non ho resistito. Siete bellissimi insieme."
Io e Simona ci guardiamo negli occhi, sorridiamo, nonostante la situazione non sia normale, nessuno dei due ha dubbi sui sentimenti che ci legano.
"Grazie Alexa, credo che Giacomo non ti dimenticherà tanto facilmente, ma guai a te se me lo rubi."
"Ciao Alexa, sono contento che tu ti sia divertita."
Usciamo dalla stanza, scendiamo le scale e rientriamo nel locale che ormai si sta svuotando, ci avviamo verso l'uscita, prendiamo le giacche e saldiamo il conto, Alexa non ci ha fatto mettere in conto lo strip privato. Usciamo dal locale e raggiungiamo la macchina ci sediamo, ci baciamo e incominciamo a ridere, ci siamo regalati delle sensazioni bellissime in questo week-end.
"Sono felice che ti sia piaciuto il mio modo di festeggiare."
"Mi piace da matti quando mi stupisci, ti voglio bene."
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19 anni fa
admin, 75
online -
40 anni (parte seconda)
Lunedì 19 gennaio ore 10 di mattina
Gli accordi sono chiari. Per quanto, presi in circostanze meno chiare per un rapporto di lavoro. Tipo il sedile posteriore della sua Corvette del 65. Ma Manari mi era sembrato un uomo di parola oltre a scopare da Dio. Particolare questo che mi aveva convinto ad affidargli la regia della mia gang bang. Per quanto, non ricordassi precisamente quando mi aveva estorto questa promessa. Forse, mentre mi succhiava il clitoride avidamente o forse mentre la mia fica succhiava il suo cazzo avidamente. Ma l'avidità in ogni caso centrava. Ne ero ragionevolmente sicura.
Dunque, eccomi qui Five Season suite rouge. Dietro quella porta mia aspettava la mia personale celebrazione del traguardo dei 40 anni. Non avevo perso tempo a vestirmi, sotto la mia pelliccia di visone indossavo solo un paio di giarrettiere di pizzo nero e delle velatissime calze di seta. I tacchi a spillo delle mia scarpe preferite di pitone nero terminavano la mise, che mi era sembrata la più adatta allo spettacolo che mi preparavo ad interpretare da protagonista assoluta.
Oltre quella porta tutta stucchi e dorature mia aspettavano Manari, una serie di sofisticate apparecchiature di ripresa, il mio champagne preferito e tre giovani uomini arrapati, che speravo mi avrebbero definitivamente restituito a me stessa. Troia nell'anima. Come ero sempre stata. Come desideravo ardentemente tornare ad essere.
Sorrisi e spinsi la porta. Entrando nel primo giorno dei miei nuovi 40 anni.
Ore 12.30 - L'aperitivo
Sole a gennaio. In questa città di grattacieli e smog. Strano. Ma adatto. Molto adatto
alla situazione. Mi allungo meglio sul divano divaricando per bene le cosce e lasciando scorrere lo champagne rosè lungo il mio corpo. Le gocce percorrono gli omeri scivolano sui seni, trattenute dai capezzoli eretti, da cui rotolano sul ventre verso il monte di venere che per l'occasione sfoggia una nudità totale nuova di zecca. Tra paia di giovani bellissimi occhi seguono il percorso della gocce come ipnotizzati.
Il ronzio delle telecamere ormai è un sottofondo quasi accettabile. Sorrido.
“Bene ragazzi - ammicco - direi che il momento giusto per un aperitivo. Venite a servirvi”. Non passano 30 secondi che tre lingue avide iniziano a seguire il percorso
delle gocce sul mio corpo. Mi rilasso lanciando uno sguardo malizioso a Manari che
semi nascosto dietro una delle telecamere osserva la scena con quello credo voglia sembrare un'aria professionale.
Le lingue dei ragazzi sono calde, umide, alcune ruvide, alcune morbide. Tutte mandano brividi lungo la mia spina dorsale e spandono calore liquido nella mia fica. M'inarco per sentirle meglio. Marco, il biondino che assomiglia a Jud Low, ha una lingua lunga e ruvida che accarezza i miei capezzoli turgidi raccogliendo le gocce con accuratezza. Christopher, il nero sbarcato in città per sfondare nella moda, ne ha invece una morbida e corta ma maliziosa che esplora anche i recessi più nascosti tra la mia fica e
il mio culo dove le gocce birichine possano essere andate a giocare a nascondino. Jem, infine, il piccolo giapponese genio dell'informatica e creatore di videogiochi, ha una lingua calda e sottile, guizza in bocca intrecciandosi alla mia con notevole ardore.
Mentre il sapiente lavoro di lingua dei ragazzi mi porta sempre più vicina allorgasmo lancio uno sguardo allo specchio che occupa la parete di fronte al divano. La donna sensuale che si abbandona totalmente al piacere sono io. Finalmente di nuovo io. L'ultimo pensiero razionale prima che le onde dell'orgasmo mi travolgano e il sapore della mia sborra si mescoli allo champagne nelle bocche dei ragazzi che ora si abbeverano tutti alla stessa fonte.
Riaprendo gli occhi mi trovo di fronte Manari impeccabilmente vestito con un completo grigio sotto cui però spicca la sua imponente erezione. Si accarezza leggermente la cappella sopra i pantaloni guardandomi. “Perfido bastardo - penso - sa benissimo che non posso fare a meno di volere anche il suo di cazzo. Ma non gli darò questa soddisfazione”.
Ore 14.00 - il pranzo a base di frutta e cioccolato
Banane, fragole, e poi cioccolato in molte forme e declinazioni. Osservo i vassoi posati sul tavolo del living della suite mentre Marco pompa con vigore nel mio culo e io succhio con altrettanto vigore lo splendido uccello di Christopher del cui culo si sta caldamente prendendo cura Jem. L'intreccio può apparire solo ad una prima impressione casuale.
In realtà è perfetto e frutto di qualche ora di studio reciproco, delle reciproche preferenze in sostanza. Il cazzo di Marco ad esempio è perfetto per il mio culo, lo riempie come se questo vi fosse stato disegnato intorno. Sento la capella nelle viscere, e ondeggio incontro alle sue spinte ruotando i fianchi contraendo lo sfintere per sentirlo affondare con maggiore forza. La mia bocca è invece tagliata su misura per pompare
il cazzo di Christopher alla perfezione. Lo accolgo con un solo movimento tutto fino in gola. La capella preme sulle tonsille quasi soffocandomi. Succhio lentamente cercando
di adeguare il mio ritmo a quello con cui Marco mi sfonda il culo. Intanto Jem con notevole agilità e insospettato vigore pompa il culo di Christopher, che mio speculare alter ego gode doppiamente, come sto facendo io.
Il fastidioso ronzio di sottofondo si fa improvvisamente più intenso. La voce di Manari irrompe sulla scena. L'uomo accarezza il mio corpo inarcato e offerto con lo sguardo e intanto: “Marco la signora è particolarmente sensibile in questo punto - spiega con un tono a metà tra il professore di liceo e il regista creativo di porno sperimentali, mentre con un dito mi sfiora la pelle delicata tra il buco del culo e la fica grondante - quindi
visto che vogliamo zoomare sul suo orgasmo tu accarezzala lì e la ripresa sarà perfetta”. “Figlio di puttana, lurido bastardo penso mentre con un sorrisetto ironico si allontana e la pelle dove mi ha sfiorato mi brucia ancora come se mi avesse marchiata”. Fortunatamente è il pensiero di un secondo poi il vigore di Marco che segue alla lettera le istruzioni mi manda in orbita. Succhio con maggior intensità il cazzo di Christopher che è ormai pronto ad esplodere nella mia bocca…. E mi lascio andare stringendo il culo per prolungare l'orgasmo. La sborra mi cola in gola e nel culo. Mi ritrovo farcita di quel caldo vischioso e adorabile liquido. Meravigliosamente e potentemente farcita.
Mentre i ragazzi usano le loro lingue per ripulirmi mi rilasso e lancio uno sguardo ironico a Manari, che credendo di non essere visto da nessuno si sta menando il cazzo con entrambe le mani con gli occhi incollati sulle lingue che scorrono sul mio corpo.
“Ecco - penso - giustizia è fatta. Ah Ah Ah”.
Ore 16.15 - il bagno
Immersi nella vasca circolare colma di bollicine. I muscoli rilassati. Gli occhi chiusi. I corpi che si sfiorano sotto la schiuma. Lascio che il desiderio e la voglia fluiscono fuori
da me, colmando con al loro sottile seduzione la stanza. Il desiderio si. Il desiderio di sentirmi ancora autenticamente troia. E la voglia si. La voglia di essere scopata,
colmata di calda sborra in tutti i buchi, contemporaneamente.
Blues… non poteva che esserci un blues come colonna sonora. Le note trasportano la mia voglia e il mio desiderio nell'aria. E poi. Una frazione di secondo dopo. Solo mani
che cercano, bocche che succhiano. Denti che mordono. E cazzi che penetrano.
E buchi che accolgono avidi. Sono impalata sul cazzo di Christopher i petti incollati
con le ginocchia posate sul gradino della vasca e il culo che sporge offerto alla voglia e all'obbedienza di Jem che m'incula. Intanto Marco è uscito dalla vasca si è messo in ginocchio sul bordo e mi ha infilato l'uccello in bocca per farselo pompare.
La mente invasa dal piacere di quella triplice e totale penetrazione che tanto avevo cullato di poter realizzare. Mi perdo nella totale perfezione del momento.
E dimentico di essere mente, anima e cuore. E mi abbandono all'estasi di essere solo corpo. Puro sentire. Colmata. Completamente posseduta. Piena di potente e vigoroso piacere, che aumenta vertiginosamente con il passare dei minuti. Scopata. Nella bocca, nel culo, nella fica. Immobile nel godimento. Che aumenta ancora. Mentre i colpi si fanno più forti e, il cazzo di Marco mi affonda in gola soffocandomi. Liberata nel profondo della mia anima. Troia. Finalmente. Di nuovo.
La mente vacilla mentre il corpo travolto dalle contrazioni esplode in un orgasmo devastante. E la sborra cola dalla mia fica, dal mio culo, dalla mia bocca. Riga le cosce, segna il ventre, marchia i seni. Travolta dalla potenza di quella gang bang.
Di quella prima gang bang. Mi abbandono nella vasca mentre l'acqua scorre dove prima scorreva la sborra. Appagata. Veramente. Per la prima volta da tempo.
La telecamera ronza vicino ai miei occhi chiusi. I ragazzi sono andati a farsi una doccia
e io ho bisogno di un momento di quiete. Esco dalla vasca e mi avvolgo in un telo per asciugarmi rapidamente. Infilo le scarpe e cerco la mia pelliccia. Ho bisogno di fumare una sigaretta e andrò a farlo sul terrazzo della suite, contemplando le luci della città dall'alto.
Aspiro il fumo con voluttà mentre il freddo non passa attraverso la barriera del mio visone e del mio sangue ancora bollente per il piacere appena provato. Passi. E una voce. Quella voce. “Allora tesoro - sorride ironico Manari mentre mi prende la sigaretta dalla bocca e fa un tiro - può dirti soddisfatta no? Dei miei servizi professionali intendo?”. Non resisto. So che sta cercando solo quello. Ma non resisto.
Lo afferro per il bavero della giacca, lo spingo contro il muro, gli apro i pantaloni. Il cazzo svetta duro e rigido come un'asta. Lo afferro con la mano e inizio a pomparlo per bene mentre con lo stesso ritmo gli metto la lingua in bocca. Reagisce. Ovviamente. In un secondo inverte le nostre posizioni. Apre la pelliccia mi solleva una coscia mettendosela intorno alla vita e scivola fluido nella mia fica. E poi. Uno. Due. Tre colpi. Sempre più intensi, sempre più ravvicinati e frequenti. Ansimo mentre morde con ferocia un capezzolo. Affondo i denti nel suo collo e contraggo i muscoli della fica per succhiargli il cazzo dall'interno. Urla. “Troia. Lurida meravigliosa troia…”e sborra lava calda e gustosa dentro di me.
Sorrido. “1 a 1. Palla al centro , bastardo”. Penso. Mi stacco. Chiudo la pelliccia e rientro nella suite. Il mio passo è ancora più leggero.
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19 anni fa
admin, 75
online -
40 anni (parte prima)
40 anni. Oddio. Come potevo compiere 40 anni. Era la realtà. Dovevo prenderne atto, per la prima volta nella mia vita non ero in pace con la mia età e con la fase vitale che stavo attraversando.
Eppure ero sicuramente più bella, seducente, affascinante e padrona di me della ragazzina di 20 anni, tutta minigonne e trucco pesante, che era entrata in redazione con molta spavalderia e un pizzico di incoscienza.
Ma ora quella data cerchiata di rosso sulla mia agenda non so perché ma invece di farmi pensare a feste e regali. Mi immalinconiva.
Basta, ci voleva qualcosa di speciale. Dovevo regalarmi qualcosa che avevo sempre sognato ma per un motivo o per l'altro mai realizzato.
Mentre, riflettevo su che tipo di regalo farmi…l'occhio mi cadde casualmente su un vecchio biglietto da visita che riportava solo un numero di telefono e la dicitura Dream Agency. Chissà. Magari rispondevano ancora e se così fosse stato. Forse sarei riuscita a ricordare i miei primi 40 anni come un traguardo del desiderio e non della memoria.
Composi il numero con le mani leggermente tremanti. Dirn Drin Drin Drin gli squilli si inseguivano l'uno con l'altro senza che niente accadesse. Stavo per riattaccare quando….
“Si - Dream Agency - Ha una voglia da realizzare?” La voce al telefono sembrava quella di un uomo maturo e anche abbastanza affannato.
“Salve sono Valentina Goia - la mia voce suonava incerta e venata di imbarazzo anche alla mie orecchie. Raddrizzai le spalle e mi ricordai che ero una donna libera con un legittimo desiderio. E abbastanza soldi e coraggio per realizzarlo.- e ho una voglia da realizzare. Una voglia particolare”.
“Sono la nostra specialità signora non si preoccupi - rispose l' uomo al di là del filo- quando può passare da noi per i dettagli? Le potrebbe andare bene Lunedì alle 13? Siamo in via Arconati 12. Bene a lunedì”.
Riappesi la cornetta stordita, segnando automaticamente l'appuntamento sulla mia agenda per il lunedì successivo. Lo avevo fatto veramente. O meglio avevo iniziato a farlo veramente. Non sapevo ancora se avrei avuto il coraggio di andare fino in fondo.
Del resto negli ultimi anni avevo quasi smesso di coltivare il mio lato oscuro, completamente assorbita dalla carriera e dal mio ruolo di moglie e madre perfetta.
Ma, quei maledetti 40 anni mi avevano riportato a galla ricordi e sensazioni che da tempo non provavo. E che, in passato, erano stati la linfa vitale del mio modo di essere. Mi ero accorta che non scopavo con un uomo che non fosse mio marito o il mio amante (lo stesso da anni ormai) da mesi. Per non parlare del tempo trascorso dall'ultimo menage saffico. Non ricordavo nemmeno più che sapore avesse una figa.
No. Decisamente non ero più io. Era ora di dare una svolta e recuperare la vecchia Valentina. Lo dovevo a me stessa.
Lo avrei fatto…avrei trascorso il giorno dopo il mio 40esimo compleanno. Il mio primo giorno da “splendida 40enne” per dirla alla Nanni Moretti nella suite Rouge del Five Season. In compagnia di una cassa di champagne cristal rosè e di 3 giovani uomini. Nessuno dei quali con più di 25 primavere. Si, mi sarei regalata una gang bang. Per la precisione 24 ore di ininterrotta gang bang. Meglio di qualsiasi filler al botulino o microlifting che dir si voglia. Ne sarei uscita rinata. Pronta per i prossimi 40 anni.
Lunedì ore 13. Uffici della DreamAgency.
Osservo la mia immagine riflessa nel vetro smerigliato della porta dell'agenzia. Mi sento come in quella canzone di Jovanotti in preda a vertigini che “non sono paura di cadere ma voglia di volare”. In realtà non vedo l'ora di spiccare il volo.
Spingo la porta con mano ferma ed entro annunciata dal ticchettio dei tacchi a spillo dei miei stivali. Mi dirigo al banco della reception dove siede una splendida giovane donna che avrà al massimo 20 anni. Sento il mio corpo reagire a quella vista. Non mi accadeva da anni. I capezzoli mi si inturgidiscono sotto la stoffa sottile della mia camicia di seta e un calore liquido mi cola tra le cosce. Sorrido alla ragazza e soprattutto a me stessa. Quasi riconoscendomi nella mia pelle. Di nuovo io.
“Ho un appuntamento con il signor Manari. Per le 13.” Dico alla giovane soffermandomi con lo sguardo, forse una frazione di secondo più del consentito, sulle sue labbra turgide mentre parla.
“Prego signora, si accomodi il dottor Manari la sta aspettando. Da questa parte mi segua” - la giovane con un sorriso mi invita a seguirla lungo un corridoio. Osservo compiaciuta il dondolio dei suoi fianchi davanti a me. Gran bel culo - penso - ma il mio le da ancora dei punti. “Ecco si sieda pure. Il dottor Manari al raggiungerà subito”. “Grazie “ sorrido alla giovane leggermente imbarazzata dal mio sguardo ammiccante. E mi siedo accavallando le gambe mentre sento il filo del mio perizoma che mi scivola tra le chiappe solleticandomi il culo.
Non faccio in tempo a cercare una sigaretta nella borsa che entra un uomo, molto piacevole ad un primo sguardo. Sulla cinquantina. Alto e snello. Un bel portamento e un gran bel culo, ancora sodo nonostante gli anni. Si siede rivelando due occhi azzurri intensi e indagatori. Mi fissa incuriosito e anche leggermente arrapato. Se non ho perso completamente il mio intuito. Dati gli anni di inattività pressoché totale.
“Bene signora Goia - mi sorride con arguzia dietro le lenti chiare dei suoi occhialetti cromati - mi vuole raccontare qualcosa di più di questa voglia che vorrebbe l'aiutassimo a realizzare?”
“Qualcosa di più? Beh non per sembrarle troppo diretta ma intendo regalarmi per il mio 40esimo compleanno una gang bang con tre bei giovanotti. Voglio 24 ore di sesso sfrenato con giovani uomini sempre pronti a soddisfarmi in ogni modo desideri. Naturalmente le voglio nella cornice adatta. E la suite Rouge del Five Season mi sembra perfetta”.
“Benissimo - capisco e siamo senz'altro in grado di aiutarla mi sorride malizioso Manari - ma ho bisogno di qualche particolare in più circa i giovani uomini in questione a parte il numero”.
“Certo - rispondo facendo scorrere il mio sguardo dai suoi occhi alle sue labbra fino alle petto e più giù sotto la scrivania - al massimo 25 anni, meglio se più giovani. Ben dotati, abili e disinibiti. Rigorosamente bisex. Intendo godermi lo spettacolo di due splendidi giovani uomini che si fanno il culo a vicenda. Ah disposti a farsi riprendere. Perché è ovvio che voglio che riprendiate l'intera durata dell'incontro, con delle telecamere montante in tutta la suite e, poi ne ricaviate un film di almeno un paio d'ore. Adeguatamente montato. Deve sembrare un filmato professionale. Un porno d'autore. Mi spiego?”
“Assolutamente - la malizia negli occhi di Manari traboccava letteralmente - è stata chiarissima direi che manca solo un particolare: quando vorrebbe realizzare il tutto. “Il giorno dopo il mio compleanno - rispondo in tono ridente - dunque martedì 19 gennaio”.
“Benissimo abbiamo tempo più che sufficiente per realizzare il tutto - conclude Manari alzandosi e venendo verso di me - naturalmente le verrà a costare parecchio. Ma non credo sia un problema vero?”. “No - rispondo alzandomi a mia volta e offrendogli il panorama completo dei miei seni gonfi con i capezzoli duri che premono contro il pizzo del reggiseno - non lo è affatto. Ma in ogni caso vorrei da lei alcune precisazioni e garanzie circa la discrezione e la tutela della privacy nell'erogazione dei vostri servizi”.
“Che ne dice se ne discutiamo a pranzo? - mi sorride prendendomi sottobraccio e sfiorandomi in modo fintamente casuale un capezzolo mentre lo fa”. La troia cacciatrice che è in me esulta nel vedere che nonostante gli anni di inattività non ho ancora perso il mio tocco. “Molto volentieri - rispondo mentre la mia mente immagina quella bella testa china tra le mie cosce e la lingua ad accarezzare con prepotente violenza il clitoride - dove suggerisci di andare?” Nel chiederlo mi volto leggermente verso di lui in modo che i miei capezzoli turgidi sfiorino il suo braccio e alzo il viso verso il suo quasi ad offrire il collo i suoi denti e alle sue labbra.
Sono scivolata nel tu quasi inconsciamente. Mi preparo ad azzannare la preda. Sorrido mentalmente di me stessa, mentre sento Manari spingermi contro la parete di fondo del suo ufficio e scivolare con le labbra e la lingua lungo l'arco del mio collo.
M'inarco per assecondarlo e faccio scivolare le mie mani sul suo culo giusto per verificare se la prima impressione era stata quella giusta. Sodo. Muscoloso. Una meraviglia. Stringo e mi struscio contro il suo cazzo in erezione mentre lui m'infila la lingua in bocca e mi schiaccia con il suo corpo contro la parete.
“Bene - ansima sulle mia labbra - sei veramente la troia spettacolare che sembri è?”
“ Si - rispondo mordendogli il collo e aprendogli la lampo dei pantaloni per afferrare il cazzo e avvolgerlo nella mia mano come fosse già nella mia bocca - resta da vedere adorabile bastardo se tu sei in grado di scoparmi per bene come sembri promettere”.
“Provvediamo subito, signora - sussurra ironicamente nel mio orecchio un minuto prima di farmi girare e schiacciarmi contro il muro con la parte superiore del corpo. Mi solleva la gonna. Strappa il filo del tanga. Ora il mio culo rotondo si offre impudico al suo sguardo. Mi afferra per i fianchi e sbam. Un solo colpo. Secco. Violento. La cappella che lacera il buco. Il cazzo, che mi affonda nelle viscere. La fica che si contrae e cola in risposta all'invasione del culo. Gemo…”Gran figlio di puttana lo sai usare bene il cazzo è… sfondami il culo dai”. Non parla. Sorride lo sento contro la pelle della nuca il riverbero di quel sorriso e aumenta la pressione degli affondi e la frequenza dei colpi. Contraggo il culo e lo sporgo infuori ruotandolo per sentirlo completamente immergersi in me. La fica gronda desiderio liquido e bollente, che mi riga le cosce. Lo sento farsi sempre più turgido e pulsante nel mio culo.
Allora ruoto un'altra volta i fianchi e contraggo gli sfinteri come se volessi fargli un pompino a quel cazzo magnifico che mi colma totalmente.
“AHHHHHHHH grandissima troia sborro. Te lo gonfio di sborra questo culo favoloso che ti ritrovi” - ansima nel mio orecchio. Spingo un'ultima volta indietro e mi abbandono all'orgasmo anche io, che mi attraversa tutta dal culo alla fica, al cervello. Restituendomi a me stessa. Troia nell'anima. Come sono sempre stata. Come sarò sempre.
Crolliamo abbracciati a terra. Con qualche fatica ancora ansimanti ci districhiamo. Sorridendoci allegramente , mentre cerchiamo di ricomporci.
“Beh come minimo -ridacchio guardandolo maliziosa riallacciarsi i pantaloni - visto che stavolta il servizietto te l'ho fatto io. Mi aspetto un generoso sconto sulle tue di prestazioni, o meglio su quelle della tua agenzia nella realizzazione della mia VOGLIA”. “Ah ah aha ah - mi sorride divertito di rimando - indubbiamente ti sei guadagnata lo sconto riservato ai clienti VIP, il tuo è stato un servizietto di qualità elevatissima. Complimenti”.
Ricomposti, sorridenti e direi soddisfatti lasciammo l'ufficio diretti al ristorante. Peccato che siano già le tre del pomeriggio.
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5
19 anni fa
admin, 75
online -
Alessia
"Ciao, ti va se ci vediamo alle tre a casa mia per ripetere? Dai, cerca di venire, ho bisogno del tuo aiuto, sono molto indietro..."
Anche questa mattina Alessia si è fatta sentire con un sms, come ormai puntualmente avviene da un mese a questa parte...
Mi fa piacere vederla anche se ammetto che a volte è noioso dover spiegare tutto ad una persona che di voglia di studiare ne ha ben poca, ma forse la colpa è anche mia fin dai primi esami mi sono fatto, ingiustamente direi, affibbiare l'etichetta di "secchione"!
E poi, diciamola tutta, è difficile dire di no ad una ragazza come lei. Alta 1.65, capelli nerissimi e occhio scuri da bella ragazza mediterannea, pelle liscia, forme al punto giusto e soprattutto un fondoschiena meraviglioso di quelli che catturano gli sguardi dei passanti. Una ragazza veramente fuori dl comune, molto simpatica e socievole, con una certa predilezione per le serate in compagnia passate a bere e fumare ma anche capace di trasformarsi in gonna e stivali, tiratissima quando usciva in discoteca.
Si era fatta una fama di ragazza facile, quasi ninfomane, si diceva di lei che perdesse il controllo con un bicchiere di vino, che fosse passata con disinvoltura da un ragazzo all'altro, che a letto fosse una tigre... Voci di ragazze invidiose, pensavo, non mi sembrava possibile che lei fosse proprio così, non pensavo una ragazza così bella come lei, che poteva avere tutti, dovesse comportarsi in questo modo, le malelingue si scatenano sempre quando incontrano una ragazza così carina e piena di fascino.
Ho sempre avuto un debole per lei, lo ammetto, del resto non era facile restare indifferenti di fronte ad una bellezza così.
Per un pò ho anche creduto che... fosse stato possibile avere una storia con lei, ma purtroppo non è mai accaduto, un pò per la mia timidezza, un pò perchè vederla sempre tra le braccia di qualcun altro mi faceva star male, allora ho preferito non fissarmi troppo perchè ormai mi ero convinto che era difficilissimo per me entrare nelle sue grazie se non come amico.
Eppure ricordo quella volta al parco a studiare, con i libri abbandonati sull'erba, io e lei persi in un discorso sul sesso che mi aveva eccitato fino all'inverosimile (quante volte mi ero masturbato ripensandoci!), oppure come quando le si intravedeva la peluria sotto i suoi short (mi sono sempre chiesto se lo avesse fatto apposta...) o i suoi sguardi maliziosi e i suoi continui e teneri abbracci in una serata passata in giro a scorazzare per i locali.
Niente di tutto mi aveva smosso dalla mia timidezza, avevo troppa paura di lanciarmi e di perdere, se respinto, la sua amicizia, che per me stava diventando sempre più importante. Tra di noi sei era instaurato un rapporto splendido, fatto di lunghe chiacchierate, di confessioni e segreti che ci scambiavamo reciprocamente e di pomeriggi passati a studiare insieme intervallati da un caffè e da un pò di musica. Poi un giorno lei si fidanzò.
Andrea era veramente un bravo ragazzo, lo conoscevo solo di vista ma sapevo che era un persona piena di cose da fare, sempre con il sorriso pronto.
Finalmente ha messo la testa a posto dicevano le malelingue, anche io ero conento per lei, anche se, in fondo mi rodeva, perchè sapevo che tutti i miei sogni di poter stare con lei stavano svanendo.
Con il tempo lei si faceva sentire sempre meno, anzi, ormai si poteva dire che lei mi chiamava solo quando era indietro con lo studio ed aveva bisogno di una mano con gli esami.
La cosa un pò mi dava fastidio, un pò perchè mi sentivo sfruttato, un pò perchè lei era sempre meno disposta ad ascoltare le mie disavventure amorose (da povero sfigato) e le nostre chiacchierate si risolvevano in un monologo su quanto era bello, bravo ed intelligente il suo ragazzo!
Non le sapevo dire di no, così quel pomeriggio arrivai alle tre in punto a casa sua per l'annesimo pomeriggio da passare suoi libri, ma la mia testa in quel periodo era altrove, preso da turbe erotiche e dal bisogno di avere una ragazza.
Mi fece battere il cuore quando la vidi alla porta, bellissima, con un vestitino corto che ne risaltava le belle gambe, un provocante smalto nero e un filo di trucco che dimostrava quanto lei fosse naturalmente bella.
"Non ci sono le mie coinquiline, oggi possiamo finalmente studiare in pace" mi disse.
Il pomeriggio passò come sempre, poi alle sette arrivò il suo ragazzo che subito la abbracciò forte e le diede un bel bacio sotto i miei occhi che, devo confessare, in quel momento fremevano di invidia.
Mi sentivo a disagio a stare lì, e anche lei notai non aveva più la testa giusta per ripetere così dissi "Io vado via, ci sentiamo domani..." Ma lei, in coro con il suo ragazzo mi invitò a restare a cena da con loro. Dopo qualche minuto di insistenza di accettare, così lei andò a preparare la cena e io rimasi con Andrea a chiacchierare del più e del meno in camera.
La cena andò bene, innaffiata da bicchieri di vino che sembravano non finire mai...
Così appena finito, ci stendemmo tutti e tre esausti ed assonnati sul divano a guardare un film.
Il film non era un granchè, lo segui distratamente, ero turbato da Alessia, che non la smetteva di fare battutine maliziose al suo ragazzo e soprattutto dalla sua posizione...
Si era infatti distesa tra di noi, tra le braccia del suo ragazzo e con le sue gambe, abbronzate e liscissime poggiate sulle mie ginocchia... Era una posizione veramente eccitante e in quel momento credo di non ricordarmi di averla mai vista così sexy e provocante.
Quando con le sue gambe mi sfiorò il membro ebbi un sussulto, credo che lei si accorse della mia eccittazione, del resto sono abbastanza dotato e il pantalone che mi ero messo quella sera non era di certo utile a contenere le dimensioni del mio "pacco".
Rosso di vergogna chiesi e richiesi di spostarmi su una sedia ma lei mi disse di no, che era scomodo e che non dovevo preoccuparmi perchè in fondo si poteva stare comodamente in tre sul divano. Più volte nel corso della serata mi sfiorò il membro, io morivo dalla voglia di tornare a casa per masturbarmi come non avevo mai fatto prima, ma, dopo il film, restai lì con loro a chiacchierare,
"Dobbiamo finire questa bottiglia di vino" disse Andrea. Così ci ritrovammo a parlare di me, complice quello che avevo bevuto, li raccontai di come stavo male a stare senza una ragazza, di come mi avesse fatto soffrire la mia ex e di come pensassi tutto il tempo a lei (per fortuna non mi feci scappare nessun imbarazzante commento sulla mia morbosa per Alessia) e di come avrei voluto farmi una bella scopata ogni tanto, perchè in fondo me la meritavo dopo tanto studio! Il mio linguaggio colorito, li faceva ridere, specialmente Alessia, che mi aveva sempre conosciuto come il bravo ragazzo della porta accanto, sempre educato e composto, il classico "amico delle donne" insomma.
Poi toccò a loro che mi rincuorarono, mi dissero di come la vita a volte prende svolte imprevedibili e che anche loro che stavano felicemente insieme ne avevano passate prima di tutte i colori.
Il vino però aveva abbassato le mie resistenze e così mi uscì qualche lacrima parlando della mia ex ragazza, di come mi aveva lasciato e di come mi mancava ora che ero sempre terribilmente solo.
Alessia si avvicinò, mi disse di non pensarci e mi diede un bel bacio sulla guancia mentre mi sussurrava che ragazzi dolci come me ce ne sono pochi in giro per sfortuna.
Il discorso poi fortunatamente cambiò e così ci ritrovammo a parlare di musica, di film da vedere, di qualche nostro amico che non si faceva più sentire e di qualche ricordo dell'infanzia.
Poi, come spesso accade quando si fuma e si beve tra ragazzi, ci ritrovammo a parlare di sesso... Io ero un pò in imbarazzo, Alessia invece con disinvoltura mi parlava di come lei e Andrea avessero una vita sessualmente molto attiva, e di tutte le esperienze che avevano già provato insieme.
Vedendola parlare di "dimensioni", di sesso sotto la doccia o di fellatio in macchina mi tornarono in mente quelle voci che molte malelingue avevano messo in giro diversi mesi prima... E se fosse stato tutto vero? Andai in bagno, ero eccittato dai discorsi e dallo sguardo sensuale di Alessia e molto stanco perchè tra l'alcool e il fumo, si erano fatte le ore piccole.
Tornai in camera deciso a prendere i libri per far ritorno verso casa ma... appena entrai mi trovai di fronte una scena inaspettata. Alessia si era infatti accasciata tra le gambe di Andrea e gli stava facendo un pompino con i fiocchi tra i mugolii del ragazzo comprensibilmente in estasi di fronte all'intrapendenza della sua ragazza.
Rimasi di sasso, e di sasso manco a dirlo, rimase anche il mio cazzo, mai mi ero gustato una scena così eccitante a così pochi metri de me. Avevo voglia di fuggire via quatto quatto ma l'eccitazione mi prendeva sempre di più così rimasi sul ciglio della porta incapace di non guardare ma anche di dire qualcosa che potesse fermarli.
Alessandra proseguiva con il suo leccellente lavoro di bocca, leccave le palle di Andrea risalendo piano piano, poi gli baciava la capella e ricominciava a succhiare vorticosamente per poi prendersi una pausa di nuovo.
Sembrava una professionista, non avevo mai visto niente del genere! Poi, temendo evidentemente che il suo ragazzo stesse per venire, si alzò di scatto, si girò i capelli dietro le orecchie e si alzò il vestitino, lasciando scoprire delle forme meravigliose che erano decisamente meglio di come me le ero immaginate in tutti i miei sogni erotici.
Aiutò Andrea a togliersi il pantalone, io, con la paura di essere visto, mi rifugiai dietro la porta, quando mi riaffacciai vidi Alessandra a cavalcioni su Andrea in preda ad una cavalcata furiosa.
Lei mi vide subito, sapeva da sempre che ero lì, io timidissimo mi feci rosso dall'imbarazzo, lei mi sorrise, rallento il ritmo e mi invitò con le dita ad avvicinarmi. Inebetito non sapevo cosa fare, colmo d'eccitazione mi avvicinai a loro, guardai Andrea ma lui non sembrava neanche essersi accorto che stavo lì.
"Stai tranquillo ...siediti..." Mi sedetti su una poltroncina sul letto lì accanto a godermi la scena, Alessandra ora prese ad urlare. "Sfondami Andrea... sono la tua puttana... ti amo".
Le sue confuse parole erano un misto di eccitazione e porcaggine, io ero sul letto, stavo venendo solo a guardare i suoi seni al vento e a sentire i suoi mugolii.
"Puoi toccarti se vuoi..." Era dura ma non raccolsi l'invito di Alessia, restai lì a godermi la scena ma l'imbarazzo mi frenava troppo per poter fare qualcosa che, fino a quel momento, avevo considerato come tipico dei cosiddetti "guardoni".
Alessia era in preda ad un orgasmo furioso e così Andrea pochi secondi dopo le venne nella fica inondandola con il suo sperma.
Lei si alzò, poi si chinò tra le guambe per raccogliere quello rimasto, fu una scena che non mi aspettavo, non avevo mai conosciuto e visto una ragazza che arrivasse a tanto.
Poi risalì tra braccia di Andrea e lo baciò con forza, si baciarono per alcuni minuti poi le si alzò in piedi, guardò il suo ragazzo come a cercare un cenno di consenso e si diresse verso di me...
"Ora tocca a te...te lo posso fare un regalo?"
Prese a sbottonarmi i pantaloni... "Non devi vergognarti, qui sei tra amici e tra amici ci si aiuta quando le cose non vanno bene..."
Lei rimase piacevolmente sorpresa dalle mie dimensioni, mi sembrò di capire che poche volte avesse preso un cazzo così tra le mani. Cominciò a farmi una sega mentre con l'altra mano mi carezzava la pancia e il torace, poi mi diede un bacio tupendo affondando la sua lingua.
Aveva uno sguardo da porca e mi maledissi perchè lo avevo già visto altre volte ma non le avevo mai colpevolmente saltato addosso.
Poco dopo staccò la sua mano e il mio cazzo scomparve lentamente tra le sue labbra quando lei cominciò a succhiare vorticosamente. Cercavo con lo sguardo Andrea ma non lo vidi, probabilmente era già da un bel pezzo che aveva lasciato la stanza.
Alessia aveva un pò di difficoltà ad infilarsi in bocca un cazzo del genere, di diversi più grosso di quello del suo ragazzo.
Mi stava facendo un pompino meraviglioso, io cercavo di resistere, ma era dura e lei si muoveva come un'assatanata su di me.
Così le presi la testa e cominciai ad assecondare il suo movimento ondulatorio, praticamente la stavo scopando in bocca, stavo trattando una delle mie migliori amiche come la peggiore puttana ma questo a lei non dispiaceva, anzi... sembrava non aspettare altro che quel cazzo infilato in gola.
Ebbi un sussulto quando vidi Andrea, "C'è posto anche per me?" A questo punto non ero sorpreso a non vederlo geloso, si mise dietro di lei e cominciò a stuzzicarle i capezzoli e il buchetto.
Quando con la mano mi prese la base del cazzo venni copiosamente bagnandole tutta la facia con il mio sperma, forse non si aspettava che io venissi in quel momento lì così gli schizzi arrivarono anche sulle guance e nehli occhi di Alessia.
Leccò tutto e con la sua lingua vogliosa cercava quel pò di sperma che le si era posato sulle labbra.
Mi fece una carezza e mi sorrise, la sorrisi anch'io, mi aveva fatto un regalo straordinario!
Andrea la girò, vedermi venire sulla faccia della sua ragazza doveva averlo eccitato non poco, così avvicinò il suo cazzo di nuovo alle labbra di Alessia.
Io mi feci coraggio, mi tolsi i vestiti che avevo addosso e mi fiondai sulla sua fica. Manco a dirla era bagnatissima, presi poco poco a risalire con la lingua l'inguine, poi la leccai dolcemente e presi a giocare con il suo clitoride.
Lei sembrava gradire, intanto continuava a spompinare il suo ragazzo, poi forzai il ritmo, la mia lingua dava dei colpi sempre più forti, la sua fica aveva un sapero splendido, avrei voluto mangiarla eccittato com'ero e sarei restato lì a leccare per ore intere.
"Come sei bravo...fai ancora più forte adesso..."
Mollò il cazzo di Andrea e smise un attimo di mugolare per sussurrare queste parole, fece poi scansare il suo ragazzo, mi prese la testa con le sue mani e, proprio come avevo fatto io prima con lei, la spinse con forza verso di me.
Io andavo giù molto forte, lei urlava la raggiunse un orgasmo pauroso proprio nello stesso momento che Andrea, che nel frattempo si stava masturbando guardandosi la scena, le veniva sulle tette e sul collo. Poi mi toccò le spalle "Scopatela...non la vedi come è bagnata questa puttana, vuole provare il tuo bel cazzone"
Mi feci strada dentro di lei, anche se era bagnatissima ebbi un pò di difficoltà ad entrare, appena lo feci lei urlò dal dolore, mi fermai, poi, ad un suo cenno affermativo, riprovai e cominciai a pompare ferocemente.
Era sicuramente la più bella scopata della mia vita, Alessia era un sogno che si stava realizzando, il fatto che avessi scoperto che fosse una puttano consumata non me la faceva passare dalla testa, anzi... godevo ancora di più a spingere selvaggiamente dentro di lei.
Lei mi urlava il suo piacere, io le venni dentro con lei avvinghiata alle mie spalle, subito dopo crollammo a terra esausti.
Passò un minuto forse in cui rimanemmo tutti e tre in silenzio a goderci questo momento, poi le si alzò a andò a sciaquarsi.
Incrociai il mio sguardo con quello di Andrea ma nessuno dei due sapeva evidentemente quello che dire forse perchè entrambi sorpresi dalla piega che aveva preso la serata.
Alessia tornò in accapatoio fumando una sigarette si avvicinò a noi e ci invitò a sederci tutti e tre sul divano. "Perchè non me lo avevi detto prima che lì sotto nascondevi un tesoro?"
Sorridemmo tutti e tre, Andrea versò del vino e Alessia prese a baciarmi, un bacio bello, lungo e appassionato, poi fu la volta di Andrea a cui lei non negò le sue labbra e la sua lingua. I
o presi a baciarla sul collo e piano piano le sfilai l'accappatoio, la sua pelle aveva un profumo buonissimo.
Si girò e mi diede un altrobaciò, Andrea completò l'opera da me avviata spogliandola completamente, poi la facemmo stendere a terra e prendemmo a riempirla di baci su tutto il corpo, lei ricambiava carezzando i nostri membri non appena le capitavano a tiro.
"Così mi fate morire...e voi non vorrete che io muoia, giusto?" Guardò Andrea giusto un attimo poi mi sorrise e mi disse "Ti andrebbe di provare da dietro?"
Io ebbi un attimo di smarrimento, "Non l'ho hai mai fatto?... Bhè, se vuoi ti faccio provare il mio culo..."
Le dissi che non pensavo ad altro dal primo momento che le avevo notato il suo splendido fondoschiena, poi intervenne Andrea "Alessia, ma sei sicura?" "Si certo, è la cosa che più voglio in questo momento"
Andrea la fece girare a pancia in giro e cominciò a baciarla e ad accarezzarle l'orifizio, io intanto mi ero messo davanti a lei e cominciò subito a succhiarmi il cazzo.
Il suo ragazzo prese a leccarla, doveva piacerle molto visto l'affanno del suo respiro, poi Andrea mi invitò a farlo al posto suo, non fece in tempo a dirlo che mi fiondai tra le sue cosce, non avevo mai fatto niente del genere, era sempre stato un sogno, nessuna delle mie ragazze precendenti mi aveva mai concesso l'onore di stimolare in questo modo il loro buchetto.
Credo di avermela cavata abbastanza bene, come mi venne suggerito le infilai un dito dentro, ci volle un pò per via delle sue contrazioni ma alla fine entrò dentro.
Doveva fare spesso cose del genere visto la facilità con cui mi riuscì tale operazione.
Poi Andrea prese un cuscino dal divano, lo infilò sotto la sua pancia e mi invitò a provare ad entrare ora dentro di lei.
Non ci riuscii, ero eccitato come mai lo ero stato prima ma non c'era verso, le poche volte che le cose sembravano andare meglio dovevo fermarmi pe il dolore che provava.
Alessia disse qualcosa al suo ragazzo, che andò via, io nel frattempo ripresi a leccarle il buchetto.
Andrea tornò con dell'olio solare, lo spalmò sul culetto di Alessia e piano piano con le dita la stimolo nuovamente, feci anche io lo stesso poco tempo, Andrea si mise davanti e le tenne strette le mani, io mi chinai e dopo pochi tentativi, tirai un colpo vigoroso ed entrai dentro di lei.
Urlò, le facevo male ma non riuscivo a fermarmi così le diedi altri due colpi vigorosi.
"Calma, così me la spacchi...Amore stai tranquilla, rilassati..."
Poco alla volta il mio movimento divenne più fluido lei assecondò quello che io facevo così in breve tempo raggiungemmo un buon ritmo. Andrea le diceva di rendersi conto di quanto era puttana ma che la amava anche per questo e che con un cazzo di quelle dimensioni nel culo sarebbe stata a posto per un bel pò.
Le dissi che volevo aprirla come una mela, il suo respiro era affannoso, cercava di stimlarsi il clitoride ma aveva delle grosse difficoltà per via degli spasmi che l'orgasmo le stava procurando.
Poi Andrea provò a tirarla un pò su per provarci lui, io la presi per le ascelle e premetti fortemente più volte sul suo culo, il mio cazzo era praticamene tutto dentro di lei.
Venni così, tra le sue urla di dolore e piacere, mentre Andrea, eccitatissimo, non potette far altro che guardarsi la scena. Di nuovo ci trovammo stesi per terra, chiacchierammo un pò su come meravigliosa era stata questa serata, mentre Andrea asciugava amorevolmente il sudore dal vso di Alessia.
"Forse i regalo me lo hai fatto tu..." disse lei, mentre si contorceva per il culo che a suo dire le faceva un male cane. Fumammo una sigaretta nella camera che era dappertutto cosparsa di odori di sesso. Poi decidemmo di andare a fare una doccia tutti insieme, prese mano nella mano sia me che il suo ragazzo ed entrammo nel box.
Fu un'altra esperienza eccittante, Alessia era tra di noi in tutta la sua bellezza, le spalmavamo il sapone dappertutto e lei faceva lo stesso con noi, anzi, soprattutto con i nostri cazzi.
Poi sotto l'acqua l'abbracciamo entrambi, lei baciava prima uno e poi l'altro, le nostre lingue non facevano che intrecciarsi, eravamo di nuovo tutti e tre eccitati con la differenza che lei aveva un rossore sul fondoschiena per via dell'amplesso di prima.
Cercava i nostri membri, li desiderava più di ogni altra cosa al mondo e si vedeva, spegnemmo la doccia, lei si accascio, si mise sulle ginocchia e comincia a spugnettarci entrambi.
Era fantastica, mentre succhiava il cazzo di Andrea toccava il mio e viceversa. Ci stava facendo impazzire, ci sapeva veramente fare, cercò anche di metterli entrambi contemporaneamente in bocca.
Mi prese a fare un pompino stupendo, poi una sega, poi di nuovo un bacio sul cazzo, stavo per venire come intuivo stesse facendo Andrea, così smettemmo.
Io la presi per i capelli, le tirai la testa indietro e mi masturbai velocemente, lei era lì, con la bocca aperta che aspettava il nostro seme. Le cospargemmo la faccia, sembrava la peggiore puttana, lei mandò giù i fiotti che le erano entrati in bocca e poi continuammo la nostra doccia insieme.
Mano nella mano andammo tutti e tre a letto, con Alessia rigorosamente al centro pronta a regalare un bacio prima ad uno e poi all'altro.
Quella notte non riuscii ad addormentarmi, ero abbracciato ad Alessia, e pensavo e ripensato a quella che avrei poi definito come la serata più bella della mia vita.
Quando la mattina mi alzai, mi rivestii mentre loro ancora dormivano intensamente.
Mi avvicinai ad Alessia, ancora eccittato da tutto quello che era successo in quella notte magica, le diedi un bacio sulla bocca, lei si svegliò, mi sorrise, io la salutai e le sussurrai "Grazie..."
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1
19 anni fa
petalidicandore,
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Ultima visita: 16 anni fa
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Prima esperienza lesbica
Ciao a tutti questa è la storia di una mia amica che ha voluto farmi pubblicare per rendervi partecipi delle sue emozioni che ha provato durante la sua prima volta………………………………
Mi chiamo Marianna e ho19 anni, prima di tutto avviso che sono lesbica da sempre e che non ho mai avuto un ragazzo...mai in tutti in sensi. Volevo raccontarvi la mia prima esperienza lesbica che ho avuto nel periodo della terza media, nella quale ho coinvolto una mia cara amica che mi era sempre piaciuta, ma che però era etero...ora vi spiego. In terza media dovevamo fare una gita di 4 giorni, che valeva dire tre notti passate in hotel...e dato che le stanze erano da 2 o da 3...ho chiesto a questa mia amica se voleva stare con me in camera (lei non sapeva che ero lesbica) ed a accettato molto volentieri. Quando gli ho proposto la cosa non sapevo bene le miei intenzioni, era solo per avere un amica come compagna di stanza. Cmq la gita inziò e bene presto mi trovai ad affrontare la prima notte, io continuavo a pensare a lei e a seguirla in quello che faceva. Ben presto arriva il momento di andare a dormire...ci cambiamo per mettere i pigiami. eravamo entrambe sui lati opposti del letto che era matrimoniale, io mi spoglio tutta dandogli la schiena e mi metto il pigiama, mi infilo nel letto e vedo che lei si sta ancora infilando la maglietta del pigiama e vedo che ha tenuto su il reggiseno e penso anche le mutandine...la guardo e le dico:
"non è scomodo dormire con la biancheria intima?"
e lei "normalmente la tolgo ma sai...."
la interrompo e gli dico "a me non dai fastidio mettiti pure comoda"
lei rimane zitta e dopo mi dice "mmm...ok.. però mi cambio in bagno ok? sai non sono disinibita come qualcuno.." e mi sorride.
così si infila in bagno.. e io sapendo che si stava levando reggiseno e mutandine, ho cominciato ad eccitarmi...mi infilai una mano dentro i pantaloni del pigiama e mi toccai,,,senti i peli un po' umidi e capi che mi ero eccitata un po' troppo per la situazione e cercai di calmarmi.. mi diedi il "contentino" leccando le miei dita.
poco dopo lei usci dal bagno e mentre veniva verso il letto vidi che aveva appoggiato il reggiseno e gli slip dove c'erano i suoi vestiti e poi si mise sotto le coperte.. dopo di che ..entrambe decidemmo di spegnere la luce...ma non dormimmo subito.. parlammo un po' ..
e mi disse anche "scusa se faccio la preziosa.. ma sai mi intimidisco come una bambina piccola...quando l'argomento è la "
la bloccai di nuovo e gli dissi "ma si tranquilla.. forse sono io troppo disinibita.. è solo che ci conosciamo da tre anni e ormai sento un certa intimità tra noi due.. un po' come sorelle" e ridacchiamo insieme....poi continuo e gli dico
"cmq hai un bel seno...più bello del mio"
e lei subito preoccupata mi disse "lo hai visto?"
e io "no no, prima eri in reggiseno e mi piaceva la sua forma e poi io ho una 2 e tu ...la 4 giusto? "
e lei " si , la 4...cmq anche se è più piccolo non è brutto"
e io "si hai ragione però il tuo è più bello" detto questo gli stringo poco poco il capezzolo sinistro...lei ci rimane male ma poi la sua risata si unisce alla mia gia iniziata.
decidiamo di dormire.. io continuo a pensare che è nuda sotto il pigiama.. ma cerco di contenermi dandomi il contentino del sapore dei miei umori in bocca per calmarmi. poi sento che russa e capisco che dorme.. mi avvicino gli do un bacino sulla fronte e uno in bocca...poi subito mi sento in colpa e penso "Dai Mary--è una tua amica a lei non piaci ...stai ferma" così mi allontano da lei e cerco di dormire.. e decido che non devo fare niente...e così passa la prima sera un po' insonne.
Il secondo giorno si è svolto tutto in normalità...ed eccoci arrivare al punto caliente.. la sera e la notte.
tutto si è svolto alla normalità...sempre qualche incertezza da parte della mia amica su come andare a dormire.. ma alla fine è finita come la prima sera. durante la notte io non riuscivo a chiudere occhio.. l’idea di dormire con una ragazza bellissima accanto mi eccitava moltissimo, poi penso che fosse dovuto al fatto che fossero tutte emozioni nuove e mai provate, e quindi più eccitanti. sta di fatto che ero molto bagnata per l'eccitazione, e forse è stato un errore ma decisi che volevo baciare e toccare la mia amica...non mi importava che fosse etero...avevo troppa voglia di farlo. Così mi avvicino a lei, sentivo che dormiva profondamente, una mano la misi sotto la maglietta per toccargli i seni e i capezzoli, l'altra mano la misi direttamente nei pantaloncini e persi a massaggiare la sua "passerrotta" (mi piace chiamarla così), era molto pelosa,come me, e con l'indice gli passavo sulla fessura.. tra le labbra, Infine presi a baciarla delicatamente sulla bocca e gli passavo la lingua sulle labbra. In meno di un minuto si sveglio ansimando, ma non bado a chi la stava toccando, forse l'eccitazione ero molto forte, come ho detto solo le prime esperienze, e forse era ancora mezza addormentata e pensava che potesse essere un sogno, sta di fatto che inizialmente stette al gioco ansimando e muovendo il corpo in sintonia, dopo breve si accorse che ero io , una sua amica e sopratutto una donna che gli stava dando piacere,
e così subito si prese male e mi disse " Mary che cazzo fai? lasciami..." e cerco di divincolarsi
ma io ormai ero partita...rimasi zitta e presi a baciarle il collo insistevo con la mano sulla passerotta.. insistendo...era molto bagnata. lei cercava di divincolarsi.. ma io la bloccai...mi diceva di smetterla e intanto ansimava.. le bloccai le braccia,e gli dissi" lo so che ti piace...dai è bellissimo.. lasciati andare" e le misi in bocca le dita bagnate dei suoi umori...lei rimase ribrezzata e mi disse "schifosa...dai...per favore"....allora lei era troppo presa dall'eccitazione per potermi fermare.. così abbassai i pantaloni e infilai la testa fra le sua gambe...non avevo mai fatto una cosa del genere e non ero molto capace.. così leccai in giro e ovviamente sul grilletto....la mia amica parti quasi in estasi...ansimava molto e per paura che gridasse gli misi le dita in bocca e lei le ciucciava come un lecca, andai avanti a leccare fino a che lei si inarco sulla schiena e strinse le gambe...scoppiando in forte orgasmo che mi esplose in bocca....venni anchio senza bisogno di toccarmi.. l’eccitazione era alle stelle.
per qualche minuto.. forse anche di più.. non ci spostammo da quella posizione...come se fossimo in trance....poi lei si mise a piangere e si raggomitolò.. come un gatto.. non si tirò su nemmeno i pantaloncini...in quel momento tornai un po' in me.. e gli chiesi scusa.. provai ad abbracciarla ma mi allontano...cosi mi allontani e la lasciai stare...spinse per 10 minuti poi smise e dopo si addormento....io mi sentivo un verme schifoso...si poteva dire che l'avevo violentata...quella sera non chiusi occhi.. nemmeno un po'.. e piansi anch’io....
il terzo giorno la mia amica non mi rivolse nemmeno
uno sguardo, e se ne stava molto sulle sue, molti pensavano che stesse male, ma io sapevo
che era rimasta turbata dalla notte precedente a causa mia. tutto il giorno prosegue con
lo stesso ritmo, finche arriva la sera, ed entrambe ci ritroviamo in camera sole. lei
senza dire una parola, si cambia in bagno e si infila sotto le coperte, lasciandomi stupita,
pensavo che volesse che dormissi per terra o in bagno, pensavo che almeno mi disse
qualcosa, ma niente. Così, senza pensare mi cambiai e andai a letto dando la schiena alla
mia amica, ero decisa a dormire e basta, ormai avevo rovinato ogni rapporto con lei,
pensavo che ormai mi odiasse. Così dormiamo, passa qualche ora, in cui avevo il pensiero
fisso nel vuoto, e succede quello che non mi sarei mai aspettato, la mia amica si avvicina
e mi abbraccia, dicendomi "nessuno mi aveva mai toccato in quel modo...e nessuno mi aveva
mai dato piacere...baciami ti prego", detto proprio sinceramente ci rimasi di merda, non
mi aspettavo una reazione simile, la mia amica contraccambiava ciò che provavo, però io
mi sentivo sempre in colpa e gli dissi che era meglio di no, e così fu lei a baciarmi,
senza che io potessi dire o fare niente, io inconsciamente contraccambiai il bacio e fu
molto intenso e bellissimo, poi lei mi prese la mano e la portò ai suoi pantaloncini e disse
"toccami di nuovo" io lo feci...volevo toccarla ancora, era una voglia irrefrenabile, così
mentre ci baciavamo, io la toccavo, poi presi la sua mano e la infilai nei miei slip, un po'
come aveva fatto lei a me.. lei timidamente comincia un po' a muovere la mano sulla mia
passerrotta, e nonostante i movimenti casuali, mi piace.. mi piaceva molto, andammo
avanti per un po' baciandoci e toccandoci.. fino a che venimmo, prima lei poi io, in un forte
orgasmo, poi finimmo per addormentarci in quella posizione.
La mattina mi svegliai benissimo, ero alle stelle, la mia amica era gia in piedi, era in
bagno che si lavava i denti, io mi alzai e la raggiunsi, l'abbracciai e la baciai sul collo
come si fa tra innamorati, lei si girò e mi disse che voleva parlarmi, e anche li rimasi di
merda, chissà cosa voleva dirmi...e infine mi disse che mi ringraziava per i momenti di
forte piacere e che era contenta di averli provati con una cara amica, mi ringraziava anche
di avergli fatto scoprire il suo lato omosessuale, ma preferiva affrontarlo più avanti,
quando sarebbe stata più grande e secondo lei più matura...insomma...brutti momenti.. voi
che dite?
64
1
19 anni fa
admin, 75
online -
La voglia matta
DEDICATA ALLA INVASATA PER LA QUALE STRAPAZZO
CON SMANIOSO TORMENTO, LO SFINITO MIO CAZZO
Si illudono gli uomini, presuntuosi, narcisi
di essere DOMINI violenti, possenti, decisi.
"La donna non va eretta su un piano sentimentale
ma costretta, sottomessa su quello orizzontale.
Con la mia forza bruta la prendo e la distendo "
Dopo aver di lei lungamente abusato, ripongo blaterando,
nel fodero ovattato, l' orgoglioso mio BRANDO
Ma quando Lei a sè lo attira, sicura, in forte laccio,
e lo cattura smaniosa, mi sai dire che faccio ?
Ecco, così mi apostrofa, con un dire assai preciso:
"Eh no, FOTTUTO STRONZO, PORCO NARCISO, hai fatto il tuo comodo
e allora, amico mio, trova modo farora, puranche, quello mio.
La SORCA è ancora aperta e quella ora comanda: Va subito coperta.
Ora il tuo MEMBRO debole, pietoso, malandato sarà mio schiavo
e farà, tutto quello che gli verrà ordinato;
è stato il mio PADRONE, ed anche un dolce INCANTO, però non è finita
perchè la mia voglia è tanta, ancora tanta, nel CULO e nella FICA
Non avere timore se pare sfiorito,quel COSO moscio lo curerò a dovere
e se null' altro cura bastasse, ti infilerò le dita nel BUCO DEL SEDERE
Sta certo, mio BASTARDO, mettiti pure tranquillo
vedrai che in breve tempo tornerà ancora arzillo.
Non ce la fai? Sei stanco? Non rispondi all' invito
del dolce mio PICCIONE sbattuto sul tuo viso?
Non va ancora sù teso? Ok, stai lì docile e ben disteso
Con molta più pazienza, t' ecciterò ancora
ti leccherò le PALLE, succhierò la CAPPELLA, il FRENULO, i FONDELLI
il sangue ritorna nella 'ASTA CHE riaffiora
mentre sconvolti bruciano i miei e i tuoi BUDELLI
Allora col DERETANO, profanato da sapienti dita, con tremore
ma asperso bene con tanta vasellina, dal tuo e dal mio umore,
mi impalerò sbattendo vittoriosa sulla NERCHIA rinata
più che pria fiduciosa di una nuova lussuriosa chiavata
Ti pomperò a stantuffo, ti monterò ben bene
godendo per tantore del tuo rigonfio PENE
t'avvolgerò frenetica, poi anche con la vogliosa fica
aspirando anche la anima, lasciando nelle PALLE,
meno che meno, soltanto il mio VELENO
Eh già, il desiderio tuo grande di un coito infinito
si spegnerà in un istante come un CERO ESAURITO
Perchè, mio carissimo, mi hai presa, posseduta, stuprata, violentata
Ma son io PADRONA di te, COGLIONE derelitto, come sacco svuotato
privo di forza e vita,sedotto e abbandonato
cacciato via nel limbo dei ricordi, senza alcuna speranza
di ripeter per ora questa bella, cruenta e stupenda mattanza
Meraviglioso è godere, e talvolta divino
ma mentre tu lamenti lo ingiusto tuo destino
che ti impedisce ora di rigodere ancora
questa LERCIA BALDRACCA, in ogni fondo intrisa, ma non ancora sazia
di altri ne va in cerca come CAGNA AFFAMATA di inesausto appetito
e come SOZZA VACCA, con cipiglio impettito
il lungo RETTO più volte ROTTO e la immensa FESSA ormai SFATTA
soddisfar vuole ancora l' insana, perversa, triviale VOGLIA MATTA "
21
5
19 anni fa
admin, 75
online -
Bagno in mare con vanessa
Io e Vanessa non ci vedevamo da quasi un anno. Facevamo entrambi
lavori stagionali e i nostri impegni non ci lasciavano tregua, nemmeno
d’estate. Sembrava che il destino ce lo facesse apposta: quando mi
liberavo io lavorava lei; si liberava lei e lavoravo io; le poche volte che
riuscivamo a trovare tempo entrambi accadeva sempre qualcosa per
cui lei doveva disdire l’appuntamento poche ore prima. Lei si scusava
e prometteva sempre che “si sarebbe fatta perdonare”, ma ormai mi
ero rassegnato a sentirla sempre e soltanto per telefono e nemmeno
ci speravo più di incontrarla di nuovo.
Oramai l’estate volgeva al termine, agosto era finito e l’orda dei
vacanzieri, finite le ferie, si stava ritirando dai luoghi di villeggiatura
come il mare con la bassa marea.
Pensai che era l’occasione buona per cercare entrambi un po’ di tempo
da dedicare alla nostra preziosa amicizia e le mandai un messaggio
sul cellulare chiedendole per l’ennesima volta se riusciva a trovare un
pomeriggio libero per potermi incontrare. Mi spinsi addirittura oltre e,
pensando che avremmo avuto tantissimo da raccontarci, le proposi di
restare a dormire da me, nella mia casa al mare, così da avere a
disposizione un giorno intero da passare insieme.
La mia speranza era quella che, in 24 ore che le offrivo, lei ne trovasse
almeno quattro o cinque da poter dedicare a noi.
La sua risposta invece mi lasciò di stucco: accolse con entusiasmo la
mia proposta e mi riferì che, avendo il giorno di riposo giovedì, se per
me andava bene, potevamo trovarci già dal mercoledì pomeriggio
appena finiva di lavorare.
Mi riservai dal darle conferma con la scusa che mi dovevo organizzare
gli impegni della settimana, ma in verità già lo sapevo che non mi sarei
lasciato sfuggire tale occasione. Avrei fatto di tutto passare quel
giorno con lei.
Le telefonai per darle la conferma:
- “Ohi, Vany!!! Volevo dirti che, anche se so che te ne sei già
dimenticata e avrai già preso altri impegni, io per giovedì mi sono
liberato e che se tu volessi…”
- “ma che dici? Secondo te, me ne sono dimenticata? Quant’è che ti
voglio vedere…! Ma hai visto questi impegni… ora accada cosa accada
ci si trova e si va al mare, dopo ci si penserà!”
Io con un pizzico di malizia risposi:
- “Io ti sto solo dando la possibilità di sdebitarti per tutte le sòle che mi
hai dato… non credere che sarà facile per te farti perdonare tutti gli
appuntamenti che m’hai disdetto…”
- “maddài… vedrai che sarò brava e me li farò perdonare tutti!”
Siamo sempre stati ottimi amici, tra noi c’è tantissima confidenza e
anche se lei è una ragazza carina, elegante e con due bei seni, io non
ci ho mai provato perché mi sono sempre fatto le mie storie e non ho
mai sentito il desiderio di provarci con lei.
E’ “la regola dell’amico” - cantata dagli 883 – e non c’era bisogno di
rovinare un così bel rapporto.
Ero convinto che nelle sue parole ci fosse solo ilarità e nessuna
malizia, comunque mi accordai per passarla a prendere il mercoledì
pomeriggio.
Aspettai sotto casa sua che si facesse una doccia, perché aveva
appena finito di lavorare. Quando la vidi arrivare, con ancora i capelli
un po’ umidi e scomposti, mi si illuminarono gli occhi: la vidi bellissima;
probabilmente tutto questo tempo senza mai vederci stava
amplificando la gioia nel vederla di nuovo. Ci salutammo con un forte
abbraccio e un bacio sulle guance. L’aiutai a mettere nel bagagliaio la
borsa con i vestiti e partimmo subito verso il mare, quasi senza
parlare perché volevamo serbarci gli argomenti a quando saremmo
arrivati.
L’unica cosa che disse, dopo avermi fissato per qualche secondo, fu
che mi trovava dimagrito e in ottima forma.
- “grazie! Anche te non stai male. Certo si vedono i segni dell’età, non
sei più una ragazzina…”
- “ma che stronzo!... semmai sarò un po’ stravolta perché sono
stanca…”
- “scherzavo!!! È che non so cosa dire, non mi sembra vero che
finalmente ci siamo ritrovati!”
- “anche a me, non immagini il piacere che mi fa essere qui con te. Ci
divertiremo…”
- “a proposito, per cena come ci organizziamo?”
-“no! Non organizziamo niente: quando ci prenderà la fame, qualcosa
inventeremo. Vedrai che non si muore, fidati!”
- “vabbè… ma io ho tante cellule da mantenere… se mi fai patire la
fame poi divento cattivo”
- “senza programmi è più bello, non voglio pensare a niente, solo a
noi due. Ora se non ti dispiace vorrei dormire un po’ perché sono
distrutta, tanto prima di arrivare un po’ di tempo ce n’è”
- “va bene, ti sveglio io, basta che non inizi a russare!”
-“si, è che so’!?”
Sdraiò un po’ la poltrona, io accesi l’autoradio in sottofondo e due
chilometri dopo già dormiva a sasso.
Mentre guidavo ogni tanto mi distraevo per guardarla. Ancora non
potevo credere che eravamo noi, io e lei in macchina insieme come ai
vecchi tempi e che oltretutto stavamo andando al mare a passare un
giorno intero insieme!
Non ci sono strade principali per andare da casa sua al mare e lei si
lasciava cullare dalle dolci curve.
Il sole del tardo pomeriggio stava colorando l’atmosfera calda di un
giallo surreale.
Quando mi fermai all’incrocio per entrare sull’Aurelia lei si svegliò.
-“Siamo già qui?”
-“Tra sette minuti e quarantadue secondi siamo davanti casa!”
Lei sorrise accarezzandomi la mano che avevo sul cambio.
- “Allora: cosa vuoi fare?” – le chiesi – “io farei così: andiamo a casa,
apriamo l’acqua, accendiamo lo scaldabagno, apriamo un po’ le
finestre… e nel frattempo ci mettiamo il costume e facciamo subito una
capatina sul mare, per aspettare l’ora di cena e goderci questi ultimi
raggi di sole”
- “approvo!” – rispose lei senza aggiungere altro.
Arrivati a casa scesi le valige, aprii l’acqua e feci strada fino alla
camera degli ospiti.
Posai le valige sul letto e mi fermai a pensare a come avremmo potuto
organizzarci per la notte, intanto lei era andata in bagno.
Quando tornò lei le dissi:
- “in questa casa, come sai, ci sono due camere: questa è quella con il
letto più comodo. Di solito ci dormo io, qui c’è la mia roba…”
lei non mi fece finire:
- “va bene, tanto il letto è bello grande: perché bisogna sfarne due?
Io non ho problemi a dormire insieme…!”
Io rimasi senza parole, poi mi ripresi e fingendomi indifferente replicai:
- “io poi… figurati! Ma se vuoi ti lascio sola e io vado nell’altra camera…”
- “ma che dici? Almeno stasera prima di addormentarci ci si raccontano
le cose… per me puoi restare! Anzi…”
- “allora se è così… però ti avverto: io di solito non russo, ma se
dovessi farlo non ti peritare a svegliarmi.”
- “se dico di dormire non mi svegliano nemmeno le cannonate! Di
quello non devi preoccuparti”
Aprì la sua borsa, prese il costume e andò in bagno a indossarlo. Io mi
spogliai in camera.
Tornò indossando un bel bikini azzurro chiaro di quelli con i laccetti
annodati sia dietro la schiena che ai fianchi.
Prendemmo le bici, un telo da mare per uno e via! verso la spiaggia.
Ci recammo sulla spiaggia vicina a casa mia, anche se era un po’
distante dal centro del paese. Era un mercoledì di settembre ed erano
quasi le sette del pomeriggio: sulla spiaggia c’erano solo due
pescatori e una famiglia di stranieri, probabilmente tedeschi.
Sia avvicinava l’ora del tramonto e le increspature dell’acqua
mostravano meravigliosi giochi di colore alternando il rosso acceso del
sole con il blu intenso del cielo. Io non riuscii a resistere e stesi subito
il telo sulla sabbia, poi mi spogliai e corsi nell’acqua.
Era bellissimo: rispetto alla temperatura esterna l’acqua era
piacevolmente calda. Dopo un tuffo e qualche bracciata mi misi “a
pancia in su”, allargai le braccia e a gambe distese mi lasciai cullare
dalle onde e trasportare dalla corrente per non so quanti minuti.
Poi mi ricordai della mia amica! La sottile corrente di maestrale mi
aveva spostato un centinaio di metri più a sud. Nuotai un po’ per
risalire la fievole corrente, poi uscii dall’acqua e andai da Vanessa che
si era sdraiata a leggere un libro.
- “è bellissimo!” – le dissi – “non sai cosa ti perdi”
Lei alzo il capo, mi guadò è mi chiese se non facesse troppo freddo.
Io la rassicurai che l’acqua era tiepida, piacevolissima e la invitai ad
entrare.
Nel frattempo anche i bambini stranieri erano entrati in acqua e si
stavano divertendo come matti.
Forse vedendo anche loro riuscì a convincesi, ripose il libro, si alzò e mi
seguì fino sul bagnasciuga.
- “è fredda!” esclamò appena un onda le bagnò i piedi.
- “dentro si sta da dio, credimi!”
- “si, il problema è entrare…”
non so cosa mi prese, forse vedendo i bambini tedeschi mi era venuta
anche a me la voglia di giocare, il fatto è che senza pensarci tanto mi
avvicinai a Vanessa e la presi in braccio. Lei si lasciò prendere senza
opporre resistenza, accogliendo quel mio gesto anche lei come un
gioco e mi mise le braccia attorno al collo. Al contatto del mio corpo
bagnato le venne la pelle d’oca e sui triangoli del bikini color sabbia le
vidi affiorare le forme dei capezzoli. Non potetti fare a meno di
guardarli: ce li avevo sotto il naso! Entrai in acqua con lei in braccio e
quando le onde le bagnavano la pelle ancora asciutta lei sussultava e
si stringeva a me, appoggiando un seno contro il mio petto. Questo
contatto mi stava eccitando e dovevo arrivare presto nell’acqua un po’
più alta per nascondere il bozzo che stava gonfiando tra le mie
gambe. Quando fui immerso fino alla vita la lasciai scivolare
dolcemente fino a farle toccare i piedi sul fondo e involontariamente le
strusciai la mia protuberanza sulla coscia. Io cercavo di nascondere il
mio imbarazzo, lei fece finta di niente e io mi convinsi che non se ne
fosse accorta.
Si immerse per bagnarsi anche la testa e poi, tornata su, iniziò a
schizzarmi, come i bambini.
Io risposi al gioco, e con soddisfazione le dissi:
- “hai visto che non ci si sta poi tanto male!”
- “te la farò pagare per quello che hai fatto!”
e mentre diceva questo continuava a schizzarmi sempre più da vicino.
Oltre a schizzarmi quasi mi picchiava! Mi dovetti voltare e “battere in
ritirata” verso il largo, e lei sempre dietro, a inseguirmi. Quasi più non
toccavo e lei, alta quei cinque centimetri più di me, ebbe la meglio e
riuscì ad avvicinarsi tanto che il suo corpo sfiorava il mio. Io cercavo
con gli occhi strinti di guardarla attraverso gli schizzi e di allontanarla
spingendola per i fianchi, ma toccavo poco sul fondo quando la
spingevo ero io che indietreggiavo!
Lei mi girava intorno e di tanto in tanto i suoi seni mi sfioravano e le
sue cosce venivano in contatto con il mio sesso, gonfio e duro dentro il
mio costume. Tra uno schizzo e l’altro vedevo il suo bikini bagnato
aderire alle forme dei suoi seni e durante quelli scuotimenti
sembravano dovessero uscire da un momento all’altro. I capezzoli le
trasparivano dalla sottile stoffa chiara, erano evidentissimi e la mia
eccitazione cresceva.
Non potevo più starmene lì impalato a subire.
Pensai: - vuole giocare? E giochiamo!
Me ne infischiai del mio “problema” e iniziai a rispondere con impeto ai
suoi schizzi. Mi avvicinai anch’io e spesso i nostri corpi venivano a contatto.
Lei era sempre più divertita e la sentivo cercare lei stessa il
contatto fisico con il mio corpo. Ero ormai certo che sapesse della mia
eccitazione perché non perdeva occasione per sfiorarmi il bozzo che
tenevo tra le gambe. Nel farlo mi sbatteva con noncuranza i suoi
promontori addosso, facendomeli ballonzolare sotto il naso e questo
non placava certo la mia eccitazione!
Improvvisamente si fermò di fronte a me, vicinissima, e mi prese i polsi
con le mani tenendomeli stretti per evitare che io la schizzassi.
Respirava affannosamente e non staccava gli occhi dai miei, era serie
e sembrava stesse per chiedermi una tregua, mentre lentamente mi
tirava con se dove l’acqua era più bassa. Mi illusi che fosse finita,
invece sulle sue labbra si scolpì un sorriso diabolico come a dire “ti ho
fregato!” e in un istante, con lo scatto un gatto che assale il topo, mi
lasciò i polsi, si afferrò all’elastico del mio costume e buttandosi anche
lei sott’acqua, me lo tirò giù fin sotto le ginocchia.
Io cercai di reagire, ma più mi muovevo e più lei riusciva a tirarmi giù
il costume. Non potevo scalciare perché il costume mi bloccava
le caviglie e non volevo farle male tirandole una ginocchiata. Quando
sentii che ormai non c’era più nulla da fare smisi di ribellarmi e
mentre con un braccio cercavo di tenermi a galla e di riprendere
l’equilibrio con l’altra mano cercai di coprirmi il pene e di nascondere
per quanto possibile la vigorosa erezione.
Lei riemerse tutta soddisfatta sventolando in mano il mio costume. Io
cercai di recuperarlo ma non era facile, lei me lo teneva alto e io ero
impedito perché lavoravo con una mano sola.
Rinunciai e indietreggiai, immergendomi nell’acqua fino al collo. Di
colpo mi venne in mente che non eravamo soli e mi sentii ancor di più
in imbarazzo. Mi guardai intorno, ma la famiglia di tedeschi, con i
bambini, non c’erano più. Il disco solare sfiorava la sottile linea
dell’orizzonte e non avevo idea di quanto tempo fosse passato. Sulla
spiaggia era rimasto un solo pescatore, lontano da noi, in direzione
del paese. Pensai che, con il sole contro, anche se avesse guardato
comunque avrebbe visto poco: solo le scure sagome di due ragazzi
che giocano nell’acqua.
Vanessa mi vide serio e preoccupato e, quasi dispiaciuta, si avvicinò
per ridarmi il costume. Mi finsi imbronciato mentre lei si avvicinava con
il mio costume in mano e ogni tanto abbassava gli occhi a spiarmi tra
le gambe, ma io non mi mossi. Stavo covando la mia vendetta!
Quando fu vicinissima si fermò e preoccupata mi disse:
- “oh, scherzavo! ma che te la sei presa? Tieni…”
e mi pose il costume.
Io a quel punto non ce la feci più a fingermi serio: digrignai i denti e
come un lupo che assale la sua preda mi buttai addosso a lei,
sbilanciandola all’indietro. Finimmo entrambi sott’acqua e mentre lei
annaspava per ritirarsi su io, incurante del mio sesso libero che le si
strusciava addosso, le passai le braccia dietro la schiena e le tirai i
lacci del costume. Invece che venirci un nodo (come sicuramente
accade se lo vuoi togliere apposta) il fiocco si sciolse lasciando il bikini,
legato solo al collo, a svolazzare nell’acqua e i seni liberi. Sotto l’acqua
i suoi capezzoli rosa sulla pelle bianca risaltavano ancora di più e
Vanessa cercava un po’ di coprirseli e un po’ di riprendere l’equilibrio.
Io la lasciai fare, godendomi lo spettacolo di quelle belle tette che
riemergevano e scomparivano nell’acqua. Rimasi in piedi davanti a lei
che ancora inciampava e ricadeva all’indietro. Mi venne di abbassare lo
sguardo a guardarmi il pene: come i seni di Vanessa, anche lui con
l’effetto ottico dell’acqua aveva acquistato tutta un’altra dimensione:
sembrava contorcersi per effetto delle increspature dell’acqua e la
pelle piuttosto bianca lo metteva ancora di più in risalto. Quasi ne ero
imbarazzato, ma ormai i freni inibitori avevano mollato.
Vanessa era riuscita a rimettersi in piedi,si era voltata di spalle e a
capo basso cercava di rifare il nodo con le mani dietro la schiena.
Io mi avvicinai, pacificamente.
- “vuoi una mano?” – le proposi
- “se non combini altro danno…”
- “te si e io no, eh? E poi sono gli uomini, gli stronzi?”
- “dai, aiutami piuttosto!” e con le mani all’indietro fece per passarmi i
laccetti.
Con l’intenzione di aiutarla mi avvicinai per prenderli, ma non avevo
previsto una cosa: la sporgenza che avevo tra le gambe!
Il pene libero nell’acqua e sempre turgido arrivò a contatto con le sue
natiche dondolando a destra e a sinistra. Quando sentii il contatto mi
fermai imbarazzato, non sapevo se indietreggiare o meno, ma
Vanessa, indifferente mi chiese:
- “ma che fai? Dai, legami ‘sto coso!”
Io non capivo: come poteva non essersi accorta di niente? Con
l’arnese che dondolava e le sbatteva addosso iniziai ad annodarle il
fiocco. Mentre lo stavo stringendo Vanessa si piegò leggermente in
avanti e iniziò a premere il suo sedere contro il mio basso ventre.
Dondolò un po’ i fianchi finché il mio pene non trovò spazio tra le sue
natiche. Poi iniziò a muoversi sinuosamente strusciandosi contro il mio
corpo.
- “…continua…” - mi disse con voce bassa e sensuale
- “mah… beh… io ho finito, il fiocco l’ho fatto”
portando le braccia all’indietro mi posò le mani sui fianchi, quasi ad
assicurarsi che non mi allontanassi, e continuò a muovere il suo
culetto contro il mio pacco
- “sicuro che hai finito? Io dico che c’è ancora qualcosa che puoi fare…”
Io non sapevo proprio che pesci prendere (eravamo al mare!) e iniziai
ad accarezzarle le cosce, poi salii fino ai fianchi che sentivo muoversi
dolci e sensuali sotto le mie mani. Dai fianchi passai con delicatezza
all’addome, giocherellai un po’ con l’ombellico e Vanessa sembrava
gradire le mie carezze, perché continuava a muoversi con sempre
maggior vigore.
Ogni tanto la corrente ci sbilanciava, ma con qualche passettino
laterale riprendevamo subito l’equilibrio.
Mi feci più audace e dall’ombellico cercai di risalire verso i seni.
Vanessa non si scompose: ci stava e le piaceva.
Iniziai a palparle i seni da sopra la stoffa, con movimenti delicati dal
basso verso l’alto, poi con la mano aperta ne tastai la consistenza.
Sentivo le punte dei capezzoli solleticarmi il palmo delle mani.
Vanessa si tirò un po’ su, lasciandomi i fianchi e portò le sue mani
sopra le mie, sopra i suoi seni. Prese a guidarmi sul suo corpo e la
lasciai fare, tenendo le mie mani morbide sotto le sue.
Mi faceva scendere sul ventre fino sotto l’ombellico e poi risalire, con
entrambe le mani fino al suo petto. Una, due volte, poi, prima di
risalire al petto per la terza volta, liberò una mano e con movimento
rapido si tirò su il bikini prima da una parte poi dall’altra e tornò di
nuovo a guidare le mie mani si sui seni nudi, liberi di essere palpati
dalle mie mani. Mi fece sfiorare i capezzoli con le dita. Anche le aureole
erano gonfie e sporgenti, poi mi spinse la mano destra giù sul suo
ventre, lasciando la sinistra a giocherellare con quelle morbide
sporgenze femminili.
Iniziò ad ansimare, aveva il corpo completamente a contatto del mio e
la testa piegata all’indietro. Mi offriva la sua guancia, il suo orecchio, il
suo collo e la sua spalla. Sfioravo la sua pelle morbida e bagnata con
le labbra, leccavo dolcemente il sale che si era seccato sulla sua pelle.
Dalla spalla salivo fino all’orecchio, poi scendevo, le baciavo la pelle, le
respiravo sul collo e poi tornavo a leccare, lentamente, come un gelato
che non si scioglie e che quindi vale la pena gustarlo con calma.
Lei intanto aveva spinto la mia mano destra verso la sua femminilità
più nascosta. Con il palmo appoggiato sul suo Monte di Venere da
sopra il costume le accarezzavo il sesso. Sentivo sotto quel sottile
strato di stoffa i suoi peli arricciolati che premevano e volevano essere
liberati. Più sotto, le grandi labbra, le sentivo morbide e calde sotto la
stoffa bagnata.
Oramai Vanessa stava appoggiata a me con tutto il peso. Il sole era
tramontato e il cielo da rosso era diventato viola. Le onde si erano
placate e un silenzio surreale ci avvolgeva. Lei si muoveva lentamente
su e giù sul mio corpo, poi portò di nuovo le sue mani sui miei fianchi
lasciandomi piena libertà di esplorarla e di accarezzarla dove più mi
piaceva.
Feci risalire la mano e mi misi a giocherellare con i suoi seni; mentre le
baciavo il collo andai alla ricerca dei capezzoli, turgidi e pronunciati. Li
accarezzavo delicatamente con il palmo delle mani e poi me li facevo
scorrere tra le dita. Lei ansimava e aveva ripreso a ondeggiare il
culetto sul mio basso ventre. Il mio pene le si era insinuato tra le
natiche ed era arrivato sotto la vulva.
Scesi di nuovo con entrambe le mani e fermai la sinistra sotto
l’ombellico, ad assecondare i movimenti del suo ventre. Feci scivolare
la destra ancora più in basso e Vanessa accolse quella mia carezza
divaricando un po’ le gambe. Sfiorai il monte di venere e mi fermai sul
clitoride, gonfio sotto stoffa. Proseguii accarezzandole l’interno coscia,
poi girai all’esterno e risalii. Insinuai la mia mano tra i nostri due corpi
e mentre le mordicchiavo l’orecchio palpai la natica, poi scesi con
decisione a metà coscia e la spinsi in avanti, a fargliela tirar su.
Vanessa mi assecondò nel movimento e alzò la gamba, appoggiandosi
più che mai al mio corpo.
Scivolai con la mano sinistra sul suo monte di venere, accarezzando
ed esplorando ogni centimetro di pelle che scorreva sotto, con la
destra invece le massaggiavo delicatamente tutta la coscia, prima
sopra, poi il fianco e infine sotto, poi risalii di nuovo fin sotto la natica.
Il contatto con quel muscolo sodo mi faceva eccitare all’inverosimile e
Vanessa sentiva la mia eccitazione crescere tra le sue cosce e
sbatterle sotto la vulva.
Accarezzai il suo culetto e mi spinsi verso l’interno, a cercare qualcosa
di caldo, di invitante, di proibito.
Scivolai sulla sua pelle fino a trovare la sottile stoffa del costume, ne
seguii l’orlo fin sotto la vulva e provai piacere nello sfiorarmi io stesso
il pene. Accarezzai la stoffa con le dita, poi giocherellai con un ciuffetto
di peli che fuoriusciva.
Vanessa stava ansimando. Godeva delle mie carezze.
Feci scivolare la mano sinistra dentro il costume e percorsi lentamente
tutto il monte di venere, attento a non tirarle i morbidi peli che sentivo
scorrere tra le mie dita. Mi fermai con le dita sul clitoride, gonfio che
faceva ormai capolino tra le grandi labbra.
Intanto con le dita dell’altra mano accarezzavano la stoffa sotto la
vulva, spostandola un po’ di lato ad ogni passaggio.
Vanessa aveva perso il controllo. Ansimava e mi sculettava addosso
come un’indemoniata. Non era facile tenere l’equilibrio con lei che si
muoveva su una gamba sola, tenendosi per i miei fianchi,
completamente appoggiata al mio corpo e la sabbia sotto i piedi che a
volte affondava e dovevo saltellare per ritrovare l’appoggio.
Sotto era un lago: sentivo i suoi umori caldi e viscosi che le uscivano
dalla vagina e si mescolavano con l’acqua del mare. Con l’aiuto
dell’altra mano le spostai la stoffa del costume di lato e scivolai con le
dita tra le grandi labbra, che tenni scostate. L’altra mano aveva ora
libero accesso al suo sesso. La percorsi delicatamente dentro con un
polpastrello, separandole le piccole labbra, morbide e indifese, fino a
sfiorarle l’ammasso carnoso del clitoride. Poi tornai sotto, lentamente,
scivolando sugli umori caldi che ricoprivano la pelle delicata del suo
sesso e si disperdevano nell’acqua salata.
Vanessa era al culmine, la sentivo fremere, tremare, ansimare e
contorcersi, abbassava ventre quasi a cercare il contatto, la
penetrazione delle mie dita, forse anche del mio pene.
Fu presto accontentata: mentre con il polso la sorreggevo sotto la
natica destra, appoggiai le punte del dito medio e dell’anulare
all’ingresso della vagina, calda e scivolosa, intrisa di piacere. Spinsi la
mano un po’ più sotto e le dita entrarono. Le sentii avvolgere, quasi
risucchiare dalle pareti calde e gelatinose. Iniziai a muoverle dentro, in
senso circolare, poi dentro e fuori.
Vanessa aveva gli occhi strinti, si mordeva il labbro per non urlare,
tremava e non riusciva più a coordinarsi con i movimenti. Le appoggiai
il mento sul collo e iniziai a mordicchiarle l’orecchio.
Le sue mani si muovevano sui miei fianchi, sembrava cercassero prima
i miei glutei, poi il mio sesso, poi di nuovo i miei glutei… non sapeva
nemmeno lei cosa volesse toccare.
Le sentii l’interno della vagina contrarsi, una, due, tre volte contro le
mie dita, Vanessa ebbe qualche tremito, mi affondò le unghie sui
fianchi tanto da farmi male. Quando fu rilassata sfilai delicatamente le
dita dal suo sesso e tra le sue gambe si diffuse una sostanza calda e
viscida, incolore, che andò a mescolarsi con l’acqua del mare. Mi portai
le dita al naso sentii che profumavano di piacere femminile.
Vanessa abbassò la gamba, io la lasciai e fece uno sbarellone che
quasi cadde sott’acqua.
Si voltò guardandomi con la faccia stravoltissima e mi abbracciò, ma fu
un abbraccio freddo, sembrava che avesse più bisogno di essere
sorretta che abbracciata. Il cielo ormai tendeva al blu scuro e sulla
superficie dell’acqua, piatta come uno specchio, si riflettevano già le
luci del paese. Anche l’ultimo pescatore se ne era andato.
Vanessa si rimise a posto il costume, sia sopra che sotto e fece per
uscire dall’acqua.
Io la chiamai:
- “Vany!...”
-“Che c’è ancora, sarà tardissimo, abbiamo la pelle vizza… non credi
che sia ora di uscire?”
- “si, infatti… vorrei riavere il mio costume!”
Lei sgranò gli occhi come dire: “Cosa? Il tuo che?” poi scoppiò a ridere.
Per fortuna era tardi e la spiaggia era vuota. Dovetti uscire nudo,
eccitato e tornare a casa con l’asciugamano legato alla vita e niente
sotto. Eravamo pure in bicicletta!
Mentre pedalavo i testicoli gonfi mi facevano male.
Quella notte Vanessa ebbe molte cose da farsi perdonare…
19
3
19 anni fa
mentapeperita,
39
Ultima visita: 16 anni fa
-
Il sogno
Ero indaffarato per i preparativi della cena che davano i miei padroni, avevo apparecchiato un bel tavolo rettangolare
per sei persone con tanto di candele, una candela per ogni invitato, sarebbero arrivate altre due coppie amiche dei miei padroni.
Il mio compito sarebbe stato quello di servire al tavolo e mi era stato esplicitamente detto che non avrei potuto parlare
e avrei dovuto ubbidire ad ogni ordine e necessita' degli invitati e dimostrare che ero un bravo schiavo.
Mi avevano depilato le parti intime e le gambe e vestito solo con un paio di collant autoreggenti neri,
un paio di scarpe aperte sulle punte con i tacchi rossi , un collare di pelle nera, un paio di guanti bianchi che arrivavano
al gomito e mi avevano legato le palle con una corda sottile che facendola girare diverse volte le aveva allontanate del pene
tirando la pelle in modo tale che rimanesse perennemente scappellato e alla fine avevo testicoli penzolanti, gonfi e staccati
per piu' di tre dita dal pene.
Lei si era vestita con un nero lungo vestito da sera molto elegante con tacchi vertiginosi e aveva una bellissima
scollatura a V che lasciava intravedere il suo bellissimo seno; un lunghissimo spacco che normalmente rimaneva chiuso ma
camminando si apriva leggermentementre arrivando fino all'anca e facendo capire che forse non c'erano le mutandine.
Lui era in giacca e cravatta e aveva dei pantaloni elasticizzati classici che risaltavano il suo ben delineato fondo schiena.
Io ero il loro schiavo ma era la prima volta che mi ritrovavo a servire persone che non erano Loro, per di piu' erano persone
che non avevo mai visto ed ero eccitato ma allo stesso tempo mi vergognavo; come avrebbero reagito trovandomi in quella situazione?
Sapevano che io ero li'?
Suono' il citofono e feci un sobbalzo, la mia Padrona ando' a rispondere e intuii che erano loro e Lei apri con il pulsante
il cancello in fondo alle scale si diresse per la sala a dare l'ultima occhiata se tutto fosse in ordine e chiamo il Padrone
dicendogli di venire; mi ordino seccamente di andare ad aprire senza nemmeno guardarmi.
Ero tesissimo, dovevo aprire quella porta trovandomi in quello stato; ma dovevo ubbidire e aprii la porta.
Mi ritrovai davanti due coppie distinte vestite elegantemente e abbassai gli occhi in segno di riverenza e di vergona e
vidi che il cazzo era teso e questomi fece ancora piu' sprofondare nella vergona; mi feci di lato e loro passarono
sorridenti salutando i miei padroni, in pratica mi avevano ignorato, come se fossi trasparente... nei fui sollevato e chiusi la porta.
Si salutarono e io mi avvicinai per prendere i loro cappotti, me li passarono senza nemmeno guardami e io comunque stavo
con il capo abbassato in segno di riverenza e andai in camera ad appoggiarli sul letto. Si erano messi sul divano a chiacchierare
e io nemmeno capivo cosa dicevano tanto ero teso ma comunque vedevo che sorridevano quindi la cena stava andando per il verso giusto
e andai in cucina a prendere il vassoio con gli aperitivi. Mi misi in ginocchio davanti a loro e presero gli aperitivi e io me ne
stavo li' col vassoio aspettando che poi riappoggiassero i bicchieri vuoti, dopo qualche minuto finirono l'aperitivo e io mi
rialzai e portai il vassoio con i bicchieri vuoti in cucina.
Quando tornai una signora chiese di andare in bagno e il mio Padrone mi ordino' di accompagnarla; aprii la porta del corridoio
e la feci passare, non mi degno' di uno sguardo, richiusi la porta e le feci strada verso la porta del bagno; aveva una gonna
blu che arrivava al ginocchio e si vedevano i collant a rete con scarpe rigorosamente con tacco a spillo, arrivai davanti alla
porta del bagno e gliela aprii rimanendo fuori, lei fece per entrare e senza neanche guardarmi mi prese con violenza per i capelli
con una mano e mi trascino dentro e di disse " chiudi la porta merdoso schiavo", lo sussuro con sicurezza e cattiveria. Ero gelato
da quelle parole chiusi senza esistare la porta mentre ancora mi tirava per i capelli.
" So' che non puoi parlare e adesso vediamo se stai zitto", ero spaesato e il mio cazzo si era finalmente abbassato, mi infilo'
una mano da dietro e me lo prese e lo tiro con
forza mentre con l'altra mano mi teneva ancora per i capelli; nonstante tirasse il mio cazzo rimaneva scappelato tanto la pelle era
tirata per il lavoro minuzioso dei miei Padroni. Lo strattono' ancora con forza e nel dolore sentivo le palle gonfie che mi sfioravano
le natiche, sentivo dolore e mi sentivo alla sua merce' ... "allarga le gambe! e metti una gamba dentro la vasca bastardo"...
adesso mi trovavo a cavalcione del bordo della vasca e mi tiro i capelli verso il basso " siediti sul tuo cazzo!" mi sono seduto
sul bordo, il cazzo mi premeva tra le natiche e sentivo le palle che mi sfioravano l'ano; ero assolutamente silenzioso nonstante
il dolore fosse aumentato. "Bene! adesso lo voglio vedere ingrossarsi, idurirsi e uscire dalle tue luride chiappe! avanti
voglio vederlo uscire! altrimento lo faccio uscire con la forza e cosi' vediamo fino a che punto resti muto!"... la situazione
surreale mi stava eccitando e incredibilmente il mio cazzo a quelle parola stava ubbidendo, a sua espressione era soddisfatta
e vedevo un sorisetto maligno, sentivo il cazzo diventare duro e sdrucciolava sul bordo della vasca, sentvo dolore alla cappella
e secondo me in quella situazione doveva essere molto gonfia. Sempre tenendomi per i capelli con una mano si tolse una scarpa e
la sbatte' sulla mia cappella rovesciata, sentivo dolore ma non tantissimo, era troppo gonfia e forse non era cosi' violenta,
continuo' a batterlo e aveva un aria divertita, il suo divertimento mi eccitava ancora di piu'... "avevano ragione, sei
ubbidiente penso che questa sera ci divertiremo e i tuoi padroni mi hanno regalato il tuo orgasmo, quindi saro' io che ti
diro' quando potrai sborrare e come dovrai farlo e quando te lo dico non devi esitare, non devi tardare e se non ne farai
abbastanza te ne pentirai" il suo sorriso si era trasfomato in un ghigno sadico, detto questo mi lascio andare " alzati
e rimettiti a posto"...
me lo raddrizzai con solievo, lei si alzo' la gonna, abbasso' i tanga e si sedette sul water " non guardare bastardo! girati!"
mi girai di schiena e sentivo che cominciava a urinare poi sentii una mano che mi afferrava le palle e me le tirava dietro
"mhh, sembrano belle piene... mi raccomando a non deludermi! faresti fare brutta figura ai tuoi padroni", si puli', si alzo
e si lavo le mani e usci' lasciandomi li', mi affrettai per il corridoio per aprirgli la porta verso la sala e ritorno a
fare salotto normalmente.
Comincio' la cena e io servivo al tavolo come un cameriere, era tutto normalissimo se non fosso per il fatto che io ero
nudo con collant, scarpe con i tacchi, collare, guanti e le palle legate.
Poi improvvisamente l'uomo di una delle due coppie disse "Vedo che il vostro schiavo e' vestito come una troia",
il mio Padrone " abbiamo pensato di renderlo piacevole per entrambi i sessi, ci vuole la parita' dei sessi " e si misero a ridere...
"e' ubbidiente?" disse l'altro
"certo, ci e' voluto un po' per addomesticarlo ma e' abbastanza docile adesso" disse il mio Padrone...
"fatti vedere un po' meglio" disse l'altra donna
La mia Padrona mi fece cenno di andare dalla donna e farmi ammirare, mi misi davanti a lei e cominciai a girarmi per farmi
guardare tutto come la mia Padrona voleva
"Non sembra male, potra' intrattenerci decentemente questa sera?" disse
"Non mi deludera' o se ci provera' troveremo il modo di divertici di piu' a sue spese" disse la mia Padrona
"Allora che la troia balli per noi" disse un uomo
"Accendi lo stereo e balla" disse il mio Padrona divertito
Accesi lo stereo e mi misi a ballare fingendomi una donna e cercare di essere il piu' sexy possibile, mi accarezzavo lungo le coscie,
mostravo le natiche mentre mi abbassavo a 90, pizzicavo i capezzoli e mi accarezzavo tra le gambe senza toccarmelo pero',
tutti mi guardavano e si divertivano, il compagno della donna del bagno allungo' la mano e mi schiaffeggio il cazzo " hei! fammi
vedere il culo il cazzo non e' per me ah ah ah "
Mi girai e lui prese una candela e cerco di infilarmela nel culo mentre io ballavo, era insistente e alla fine riusci' a infilarmela
e me la lascio' mezza dentro e mezza fuori e tutti ridevano divertiti.
"ah ah ah proviamo con la bottiglia" disse la donna del bagno
"si, vieni sul tavolo in piedi che ti facciamo sedere su questa bottiglia ah ah " disse il suo compagno
Vedevo i miei Padroni che si divertivano e andai sul tavolo sempre ballando e lentamente mi abbassavo sulla bottiglia e mentre
lei la teneva ferma, prima di arrivare a toccarla la scosse e mi bagno il culo con lo spumante gelato e tutti che ridevano, alla
fine mi abbassai e sentivo il collo della bottoglia che entrava a fatica; andavo lentamente su e giu' e sentivo la bottiglia fredda
che accarezavo con le mie palle.
"le avete legate bene quelle palle, sicuro che non si riesce a farlo rincappelare?" disse l'altra donna e mi prese il cazzo e
comincio a tirare per cercare di ricamppellarlo, sentivo la pelle tirare tanto da farmi male; riusci' a farlo rientrare quasi tutto
poi lo lascio di colpo e si mise a ridere.
" mettiti a pecora" disse l'uomo che teneva la bottiglia, appena fui in posizione comincio' a squotere la bottiglia e il fino mi
entrava nel culo e mi colava dalle natiche.
"E' frocio questo schiavo?" disse la donna del bagno
"No, ma non ci interessano i suoi gusti" disse la mia padrona ridendo
"Allora me lo faccio succhiare da questa troia" disse l'uomo dell'altra coppia
Si alzo' i piedi e tiro' giu' la patta, io a pecora sul tavolo, me lo sbatte' in faccia
"succhia qui troia!" mi prese per i capelli e si fece fare una bocca di forza, me lo spinse fino in gola; si alzo' anche l'altro
e fece altrettanto mentre una donna dietro mi sculacciava divertita " dai succhialo! spingiglielo fino in gola".
La donna del bagno stava succhiando il cazzo del suo compagno, i miei padroni stavano li' divertiti.
Quella che mi sculacciava si spoglio' " adesso me lo scopo come dico io" estrasse dalla borsa una mutanda con un fallo attaccato
e se lo mise. Sali' a cavalcioni, me lo infilo' e mi cavalco stile cowboy tirandomi delle pacche sul culo mentre continuavo il lavoro
di bocca con il suo compagno.
Gli altri due stavano scopando sul divano e cosi' fecero i due che mi stavano addosso, rimasi li' sul tavolo. La mia Padrona prese
una corda elastica e me l'attacco alla legatura delle palle, uno di quelli che stava sul divano capi' al volo, prese la corda
se la lego' alla vita mi misero seduto sulla tavola mise la corda in tiro e comincio a scopare la sua compagna, ogni pompata era
una tirata di palle gli altri due si fermarono divertiti a guardare e lui con sguardo sadico tirava ogni tanto la corda di piu',
tanto da farmi avanzare a bordo tavolo.
"Vorresti scopare? Ma sei uno schiavo e non ti e' permesso ah ah ah al massimo una bella sega!" disse lei e si alzo verso di me,
lo prese con una mano e guardava il suo compagno, lui fece un cenno e lei comincio a farmi una sega violentemente, era solo dolore
"dai cane! forse preferisci che smetto!? o per godere vuoi anche il dito in culo!?"
Avevo le palle strattonate dall'altro che pompava la sua compagna e lei che mi torturava il cazzo e adesso mi aveva infilato in
dito in culo e lo muoveva selvaggiamente " ti piace stronzo!? Ti piacerebbe sborrare perche' finisse la tortura eh bastardo?!"
Quelli che pompavano erano allo stremo, lui era al limite ma si fermarono improvvisamente.
"Sdraiati in terra schiavo" disse la donna del bagno mentre si alzava dal divano e mi si sedette in faccia "lecca la figa tanto
non puoi fare altro" leccavo la sua figa bagnatissima e allargata dalla tremenda scopata; il suo compagno le ando dietro e
comincio' a scoparla nel culo, io leccavo la sua figa e sentivo i colpi e le sue palle che mi sbattevano sul mento.
Andava sempre piu' forte e lei gemeva "ah vengo!!!" lei si giro' rapidamente e gli prese il cazzo, me lo sbatte' in faccia
"adesso bevi troia!", sentii lo sperma caldo che mi innondava la faccia, l'altra donna da dientro con il piede mi schiaccio le palle
e aprii la bocca, sentii il cazzo fino in gola che finiva di sborrare, lei con cura lo strizzo ben ben per fare uscire fino
all'ultima goccia "adesso pulisciti con le dita la faccia e leccale ben bene.
L'altra coppia prese un ferma tovagliolo rotondo me lo ficco' in bocca mi legarono i polsi dietro una sedia lei si mise a pecora
di fronte a me e lui dietro comincio a scoparla, lei mi gemeva davanti al viso e si appoggiava alle mie coscie, poi mi schiaffeggiava
il cazzo quando era prossima all'argasmo, mi guardava negli occhi e il mio cazzo sarebbe esploso solo nel guardala a 10 cm negli
occhi se lei non mi torturava le palle e il cazzo continuamente. Poi lei si sposto' " adesso la bevi tutta davvero", avevo la bocca
con il cilindro del portatovagliolo in bocca, lui mi mise la cappella in bocca e e con qualche colpo di mano sborro' con tutti che
guardavano divertiti, sentivo lo sperma che fluiva in bocca e lentamente tendeva a scendere in gola. Mi tirarono poi via il cilindro
e mi fecero deglutire tutto.
"Adesso e' ora di fare sborrare come un cane questo schiavo, chi vorresti scopare? ..come? non sento... non parli?... se parli ti
farai una scopata che non ti scorderai per molto tempo... bene allora se non parli peggio per te!" disse la donna del bagno.
Mi misero sul tavolo in pancione con il cazzo fuori dal bordo, l'altra donna si sedette sopra e sentivo la sua figa umida sulla
mia schiena, mi infilo' una candela nel culo poi comincio a schiaffeggiarmi il culo; la donna del bagno aveva preso un bicchiere
e con una mano mi prese le palle tirandole a tratti e tenendo il bicchiere sotto il mio cazzo.
"Cerca di sborrare presto altrimenti diventiamo violente". Avevo la candela che andava su e giu' nel culo, aveva smesso di
schiaffegiarmi e aveva afferrato le palle e le strigeva tenendole ferme mentre la donna del bagno mi masturbava violentemente,
stavo godendo, il dolore si trasformava in piacere, piu' mi stringeva le palle piu' godevo, piu' mi masturbava violentemente piu'
sentivo dolore ma cresceva il piacere. Arrivo' un orgasmo potentissimo, una liberazione; adesso mi stringeva le palle piu' forte
come se vollesse strizzarle all'ultima goccia.
"alzati!" mi ordino' la donna del bagno.
Si mi misero tutti davanti a me... "adesso beviti la tua sborra", mi porse il bicchiere la spumante, era pieno a 1/3 tanta attesa
aveva gonfiato le mie palle a dismisura o forse era stata la strizzata finale?
Bevvi e dopo aver finito la mia Padrona mi disse di andarmene nello sgabuzzino e di restarci...
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19 anni fa
schiavetto71, 44
Ultima visita: 8 anni fa