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al cinema
Sono sempre stato amante dei film e,una volta,si andava tutti a cinema per vederli.A volte c'era l'imbarazzo della scelta perchè nella stessa giornata capitava più di un film da vedere.Infatti,si andava per vedere i grandi attori degli anni 50/60,James Stewart,Clark Gable,Cary Grant e tanti altri.Allora frequentavo la terza media e finito di studiare andavo a cinema.A volte riuscivo a vedere due film perchè assistevo allo spettacolo delle sedici e poi andavo altrove per quello delle diciotto;dopo bisognava andare a casa perchè non si poteva rientrare dopo le venti.Quel pomeriggio del mese di maggio ricordo che andai a vedere "Da qui all'eternità" e lo vidi due volte perchè non avevo il denaro per andare ad un altro cinema;quel pomeriggio mi segnò nell'animo perchè avevo provato un diversivo nuovo e piacevole che non credevo esistesse.Stavo seduto in galleria in un posto centrale assorto a guardare un'attrice che,dopo 40 anni è rimasta il mio ideale di donna,Donna Re
ed;me ne innamorai follemente e l'amo ancora anche se è morta anni fa.A spettacolo iniziato,una coppia si sedette vicino e me ne accorsi dal profumo di cui aveva impregnati gli abiti la donna.Dopo poco fu lei a chiedermi da quando era iniziato il film e chi erano quelli sullo schermo.Seccato di distrarmi l'accontentai e lei per ringraziarmi mi fece una carezza sulla coscia.La vicinanza di quella donna ormai era una distrazione;infatti,mi accorsi che la veste larga che portava era tirata abbondantemente a metà coscia.Allora non era come oggi;vedere una gamba era raro!Più volte lei mi guardò sorridendomi,poi accortasi che le gardavo le cosce, fece dei movimenti che le scoprivano di più.Dovetti armeggiare sul cazzo per sistemarlo meglio perchè indurito urtava vicino allo slip ed al pantalone.Lei se ne accorse e dopo poco sentii di nuovo la sua mano poggiata sulla mia coscia.Piano piano cominciò a salire e quando raggiunse la patta dei pantaloni prima saggiò quel che c'era per poi comi
nciare a massaggiare.Io mi sentivo il cuore in gola e come se avessi la febbre addosso,ma lei non si fermò.Sbottonati i pantaloni vi fece entrare la mano e quando lo sentì in mano cominciò a muoverlo su e giù.Poi prese la mia mano e se la portò in mezzo alle due cosce invitandomi a toccare.Poi scivolò sul sediolino per farmi entrare negli slip.Incoraggiato vi entrai e trovai la dolce fessura umida.Quando lei me lo tirò fuori e continuò a masturbarmi,raggiunsi l'orgasmo nella sua mano e,meravigliato,vidi che si leccava la mano per poi riprenderlo.In quel momento terminò il primo tempo del film e si accesero le luci.Lei abbassò la gonna ed io mi ricomposi al meglio.Poi ricordai che c'era il marito seduto a fianco ed ebbi paura che si fosse accorto di qualcosa,ma,in seguito ho capito i giochi di coppia,mi accorsi che invece mi sorrideva per poi offrirmi un cioccolattino.Lei,indifferente a tutto,mi chiedeva il nome,dove abitavo,la scuola,ecc...Quando si spense la luce per dare inizio al
secondo tempo del film,lei si accostò al mio orecchio dicendo:"abbiamo tanto tempo,perchè non mi fai vedere dove sono i bagni?Ti farò divertire".Ormai ero preso,avevo avuto varie esperienze fin da piccolo,ma mai così.Senza rispondere mi alzai e risalii la sala per uscire,ma lei mi era dietro,si fermò vicino al muro,si alzò la gonna e mi invitò a toccarla.Risalii le gambe e quando vi giunsi in mezzo mi accorsi che si era tolta la mutandina.Toccai e mi trovai la divina fessura bagnata di desiderio e quando le risalii il gran culo sentii scoppiare il mio cazzo.Usciti dalla sala,nei bagni per donne scegliemmo dove entrare e ci chiudemmo dentro.Allora lei si alzò del tutto la gonna e sedutasi sul water mi attirò a sè,sbottonò il calzone e tirò fuori il mio attrezzo infuocato.Ricordo disse "come è bello,duro e grande per la tua età,dopo ti dò il mio indirizzo così facciamo l'amore quando vuoi" e così dicendo lo portò alla bocca cominciando a leccarlo;poi si alzò e mi invitò a farglielo ent
rare in culo e piegatasi sul muro si girò.Curioso le aprii bene il solco,premetti il dito bagnato nel suo buco e vidi che già godeva mentre si masturbava da sola.Ormai al limite tirai fuori il mio indice dal suo buco per farci entrare il cazzo;all'ingresso quasi gridò di piacere e io mi eccitai ancora di più sentento il buon odore del mio dito avendo il coraggio di dirle "come è bello l'odore del tuo bel culo"lei sorrise e vidi che era venuta più di una volta anche perchè ora muoveva il culo avanti ed indietro.Improvvisamente,mi liberai del mio sperma inondandogli le visceri.Restai fermo un pò così poi lei si girò lo prese in bocca e lo pulì del tutto dicendo"hai ragione omino mio il mio culo ha un buon odore ed il tuo sperma un buon sapore".Tornammo per mano come due fidanzati in sala e prima di andar via volle masturbarmi ancora.Dopo poco si alzarono e con un bacio sulla guancia mi diede il suo indirizzo dicendomi"amore la mamma va via,vieni presto che ti aspetto ogni giorno".Non c
apii quella frase,ma successivamente me ne resi conto,ma questi sono altri racconti che pubblicherò in seguito.Quella donna,Irene,io l'ho frequentata fin quando,ormai uomo,fui trasferito per il mio lavoro,in una città a 1500 Km. di distanza.Quella sera a cinema Irene aveva 39 anni,io l'ho frequentata assiduamente per anni fino a quando lei aveva 56 anni ed era ancora una bella e calda donna!
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20 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 17 ore fa -
Col ns amico d\'ebano
La serata che appresto a scrivere è una delle più trasgressive che abbiamo passato con un singolo,e data la particolarità ed alla mia buona memoria,la racconto nei minimi particolari importanti alla sua buona riuscita.
Dopo che mia moglie ha esaudito il desiderio di avere due cazzi per lei cominciando con un ragazzo al mare e proseguendo con un amico che soventemente ci accompagnava in questo gioco trasgressivo,qualche mese fa quando proprio lui dovette lasciarci abbiamo deciso di cercare un sostituto all'altezza cerebrarmente,ma che fosse di colore.Tutto ciò perchè si decanta le doti fisiche e sessuali che appartengono loro e che stuzzicano la fantasia di molte donne.siamo stati molto restrittivi ed esosi nelle ns richieste premettendo che se nn si trovava chi faceva al caso nostro,avremmo atteso il ritorno del ns amico.Tra le non molte mail,ne è arrivata una di un ingegnere americano che soventemente è a Firenze x lavoro (è responsabile di una multinazionale informatica),di nome fa Jerry ed ha 44 anni.Nella foto appariva sorridente,dava fiducia quella sua bella faccia allegra e simpatica con i classici 32 bianchi denti in evidenza.Al contrario delle altre mail nn aveva inviato foto del suo membro
come richiesto,ma assicurava una buona dotazione (Trilly era curiosa di provare un vero superdotato).Fissammo vicino alla casa che la sua ditta affidava ai suoi dipendenti,vicino al centro storico di Firenze,esattamente venerdì 10 settembre,con l'idea di conoscersi col classico cocktail.Preparandoci x l'evento,ci chiedemmo se a lei ovviamente fosse piaciuto,avremmo potuto anche scopare la sera stessa.Trilly disse che nn si aspettava niente,che cmq avrebbe messo un paio di autoreggenti in borsa dato che perizoma e reggiseno trasparente li indossa normalmente.
Arrivati sul posto nn facemmo fatica a riconoscerci;era abbastanza alto,almeno 1,90 con due belle spalle ma molto elegante.Il suo italiano era col classico slang americano reso famoso da diversi film e scusandosi disse che sarbbe stato sicuramente impacciato data la prima volta di un'esperienza del genere.
In un bar all'aperto parlammo abbastanza x conoscerci;disse che aveva visto l'annuncio al lavoro grazie ad un suo collega abitudinario a certe cose e per gioco ci ha inviato la risposta con la sicurezza che tanto non li avremmo risposto.Inoltre ci raccontò che era sposato ed era molto fedele a sua moglie e che quella se vi fosse stato,sarebbe il primo tradimento.Ma ovviamente,la cosa lo attirava molto.Scivolando poi sul "piccante",la cosa che divertì molto Trilly fu che lui non aveva mai fatto sesso con una donna bianca ma che era molto curioso perchè tra le persone di colore si decanta le ridotte dimensioni dei buchini di esse e vi potete immaginare quando lei rispose dei suoi motivi...una risata fragorosa ruppe quel poco che era rimasto di imbarazzo.
Ci fece vedere gli esami del sangue molto recenti e fu una fortuna che li avesse...avevo notato che a Trilly era venuta voglia di prendere il cazzo del nostro amico ed essendo poco propensa al preservativo,se nn li avesse avuti sarebbe saltato il resto della serata.
Ci alzammo dal tavolino dopo che una discussione su chi doveva pagare il conto fece come scusa per andare a bere qualcosa a casa sua,distante pochi metri dal bar e da dove affermava si vedeva un bel panorama sul ponte vecchio.
Accettammo di buon grado e ci avviammo,durante il tragitto Trilly prese il braccio di Jerry che accettò di buon grado ridendo e scherzando...immaginando che presto...
Arrivati a casa e fatti gli onori,Jerry ci disse di metterci sul divano che ci versava da bere nel bicchiere,ma Trilly facendomi un sorriso prosegui per il bagno con la sua borsetta.
Immaginavo che si sarebbe messa in ghingheri ma non potevo avere la certezza quando uscì,perchè indossava un paio di pantaloni con gli stivaletti.Ma basto un paio di minuti...
Si sedette sul divano accanto a lui,e per niente timida poggio la nuca sulla spalla.Lui capì e scambiata una carezza provò a dare un timido bacio.Trilly contraccambiò,aprendo la bocca facendoli capire di osare di più...e cominciarono a pomiciare.Io assistendo ebbi subito un'erezione,e cominciai a spogliarmi.
Trilly li prese la mano portandosela sulle gambe e lui salì verso il bottone per slacciarli continuando a scambiarsi le lingue.Io ormai nudo mi misi a sedere accanto a lei che accorgendosene mi prese il cazzo in mano.Jerry si alzò per togliersi la maglia,lasciandomi il posto a slinguare con mia moglie.Si tolse i pantaloni e mostrò un cazzo in semierezione già più lungo del mio.Trilly abbozzo una risatina con stupore esclamando "Madonna!",ma lo stava già apprezzando.L'aiutai a togliersi i pantaloni lasciandola in ling nera e molto trasparente, e rimessasi per bene a sedere si avvicinò il cazzo di jerry con la mano lo manipolò un poco prima di portarselo alla bocca.
Cominciando a sditalinarla sentì la sua fica già fradicia e vogliosa,favorendo anche Jerry in quanto Trilly quando gode fa dei pompini da sogno.Avevamo cominciato...
Jerry ci invitò a seguirlo in camera e sdraiatosi sul letto trilly si avventò con la bocca sul di lui membro arrossendo quando si accorse della dimensione che il suo lavoro li aveva fatto prendere.
Girandosi divertita mi chiese di prendere un metro dell'Ikea che tiene in borsa per vedere quanto l'aveva grosso.Tornai nella sala mentre lei lo spompinava di continuo per nn farlo ammosciare e rientrato nell'alcova Jerry la pregò di succhiare meno per non farlo sborrare con largo anticipo,la rilevazione della misura fu quindi un diversivo divertente.Il suo cazzo misurava 23.5 cm alla dalla base alla cappella con una circonferenza di 19.
Trilly mettendosi a ridere svelò che se lo immaginava dato che non entrava molto bene nella sua bocca e la mano con qui lo segava nn lo teneva manco mezzo.Lei ha una corporatura esile,pesa 47 kg e per questo,sempre ridendo,pregò Jerry a fare delicato o l'avrebbe sfondata,Riprendemmo a scopare,io le avevo già tolto il perizoma leccando a lungo la fica ed il culo mentre loro un pò pomicivano e un pò lei lo spompinava;a questo punto era pronta a prenderlo dentro.Lui stava sdraiato,non si fece scappare l'occasione...si accinse a cavalcarlo e tenendolo con la mano dx,allargandosela con le dita della sx lo accompagnò dentro di sè.Ci volle un paio di aggiustamenti perchè entrasse bene,ma quando lo sentì scivolare tra le grandi labbra tentò di farsi penetrare del tutto.Mi ero messo dietro di lei in ginocchio,nn credevo che ce la facesse,invece adagiando il torace su quello di Jerry riuscì nell'intento.Rimasero fermi un attimo,in maniera tale la sua fica si conformasse a quel grosso cazzo.Dop
o un bacio lo implorò di scoparla.Cominciò a muoversi lentamente,inizialmente da sola,poi anche Jerry seguiva i movimenti del suo bacino,cominciando immediatamente ad ansimare.Mi misi in piedi di fronte col cazzo duro di fronta al suo viso,ma in quel momento lei era presa del tutto dal suo piacere.Aumentò il ritmo e venne dopo pochissimo,urlando che un cazzo così è da sogno.A quel punto,ripresasi dall'orgasmo si avvicinò con le labbra al mio succhiandolo con veemenza.Stavamo godendo come pazzi tutti e tre.Con una rapida manovra senza toglierlo da dentro,Jerry la rigirò sotto di lui spingendoli la verga fino in fondo tra le urla di piacere.Dopo qualche minuto lo tolse,confermando che era vero la storia della fica stretta delle bianche...stava per sborrare ma nn voleva farlo.Lo misi io nella fica aperta da jerry,aveva un calore mai sentito,aveva goduto come mai aveva fatto.Tetris era molto eccitata,lo misi in culo da sopra contribuendo a farla venire di nuovo e lei succhiava l'altro co
n vigore.Lei ama la doppia penetrazione,ed io sapendolo la suggerì.Anche lui voleva penetrarla da dietro,e messa alla pecorina dopo che io ero uscito ci provò con nn poche difficoltà;Tetris opponeva un pò di resistenza nonostante volesse farlo entrare.La reinculai io per favorire ancora un pò di dilatazione e fu così che anche Jerry la inculo fino a farlo scomparire dentro.Tetris aveva dei buchi enormi...mi sdraiai accanto a loro,mia moglie mi cavalcò per farsi poi ripenetrare dietro dal nostro amico d'ebano.Una doppia così non l'avevamo mai fatta;Tet urlava e godeva pronunciando parole molto forti che mi resero molto debole...sborrai copiosamente dentro di lei,col cazzo di Jerry che strusciava nel culo e grosso come era stimolava anche me.Uscì fuori,alzandomi per andare in bagno.Aggiustatomi tornai in camera,jerry era sopra che la stava scopando come un forsennato quando un urlo rauco segnalava che stava per venire,e tet lo invitò a sborrarle nella fica che lo voleva sentire spasmiz
zare...lui l'accontentò con piacere.Finito di venire lo tirò fuori avvicinandolo al viso della donna più porca che conosca,facendoselo pulire con la lingua.Eravamo stremati,vuoi anche per l'ora (erano le due passate).
Ci rivestimmo in tutta fretta per tornare a casa salutandolo con l'augurio di vedersi appena tornato in italia,dato che due giorni dopo sarebbe partito per l'America con questo souvenir d'Italy.Ci scriviamo per mail,rammentando quella serata con molto piacere con la speranza di rivicerla tra una quindicina di giorni al suo ritorno.
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20 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 17 ore fa -
Vita goduta
Un turbinio incessante di sessi femminili circondati da foreste di pelo folto e nero e grondanti umore come quelli delle cavalle prima della visita dello stallone che girano seguiti da una girandola di membri enormi che si ergono in mezzo a peli ricci e neri con la loro capocchia vermiglia e la goccia che sbava dal loro buchino poggiati su gonfi coglioni desiderosi di svuotarsi.E girano davanti ai miei occhi,allungo la mano e mi sfuggono,apro la bocca e scivolano via,corrono ed io li rincorro non riuscendo a prenderli e mi sveglio tutta ansimante e sudata e sopratutto tutta bagnata e vogliosa di essere penetrata.Il mio partner se la dorme della grossa ed io resto cogli occhi sgranati nel buio e mentre mi tocco con una mano delicata e sfioro il clitoride che mi duole tanto è eccitato riesanimo i membri sessuali che quasi ogni notte mi vengono in sogno e riconosco prima di tutto la vagina di mia madre che da piccola ho vista,anzi ho spiata, centinaia di volte e l'ho vi
sta giocare sempre felice ed allegra e mai sazia coi membri maschili che vedo roteare in sogno e che io vorrei acchiappare senza riuscirci.Alcuni di questi cazzi li riconosco.Li ho visti tante di quelle volte che crescere inorgoglirsi ed infine afflosciarsi e di essi ne conosco ogni piega ed ogni vena.E mentre il sesso femminile che vedo in sogno è sempre uno,e corisponde a quello di mia madre,quelli mascchili sono tanti,molti e diversi tra loro e di ognuno ne conosco vita morte e miracoli.Ma ce n'è uno che rivedo tutte le notti,lo vedo molto spesso e sempre con piacere ed ogni volta che mi sveglio lo riporto alla mente e mi masturbo pensando a cosa vorrei fare o avrei potuto fare se lo avessi a portata di mano.E' stato uno dei tanti che ho visto godere decine e decine di volte ma non ho mai avuto la gioia di toccare.E forse questa mancanza me lo fa tornare alla mente.Nei miei ricordi è un cazzo enorme lungo duro entra ed esce dal corpo di mia madre e resta sempre più duro,sembra di
ferro,ed anche dopo goduto resta eretto e chiede di entrare ancora.Non è il primo cazzo della mia vita ma senz'altro è quello che mi torna sempre alla mente come un incubo e mi fa sognare di sentire entrare dappertutto la sua capocchia vermiglia che sembra stia per scoppiare,con la goccia che rappresenta l'aperitivo per chi vuol bere a tale fonte,a chi vuol sentire svuotare i coglioni gonfi nella propria bocca.Mi è rimasto impresso la prima volta che l'ho visto girare per casa in cerca del corpo di mamma da soddisfare e mi sembra che sia stato un arnese esagerato e quasi impossibile che potesse entrare nei vari posti dove mia madre lo ospitava senza sentirne dolore,anzi.A distanza di tanti anni ricordo come fosse successo ora come fu la prima volta,credo che fosse la prima volta,in cui mio tramite hanno cominciato una passione durata poi molti anni.Un giorno,avrò avuto 8-9 anni,era da poco morto mio padre,mamma mi manda dal ciabattino vicino casa a ritirare un paio di scarpe riparate
.Il calzolaio,Totonno,era un uomo dell'età circa di lei,mi conosceva bene,in paese ci si conosce tutti,e come al solito mi carezzava il culetto appena coperto da una vesticciola a campana.Mi carezzava innocentemente io credevo mentre adesso ho seri dubbi perchè a quell'epoca erano molte le mani che,guarda caso,mi carezzavano il culetto già rotondo e mentre mi carezzavano parlavano di mia madre.Di Totonno ricordo le testuali parole che mi disse di riferire poi a lei:-Le scarpe le ho riparate e le ho verniciate.Domanda a mamma se vuole che le dia una pennellata anche sotto verrò più tardi a prendere i soldi e a soddisfare il suo desiderio.Di corsa andai a riferire candidamente e mia madre gli rispose :-Se gli avanza qualche minuto di venire pure a dare una pennellata nella parte inferiore perchè ce n'è proprio bisogno.In quel periodo girava per casa mio zio Ercole e si vede che non le bastava perchè cominciò a passare di lì Totonno e dopo un po' anche Vittorio,l'uomo più bello che abbi
a mai visto:sembrava un dio greco e col suo cazzo maestoso sembrava che avrebbe potuto dominare il mondo mentre la sola cosa che era riuscito a dominare e non so fino a che punto fu la voglia di fottere di mia madre.Totonno venne a casa mia appena chiuso bottega.Discussero del lavoro che avrebbe dovuto fare ed intanto mi mandarono nella mia cameretta perchè avrebbero dovuto parlare di cose serie.Io obbedii però per soddisfare la mia curiosità mi misi al mio posto di osservazione perchè ero sicura che avrebbero fatto i giochi che tante volte avevo visto fare con mio zio.Dopo un po' li vidi spogliarsi completamente.Mia madre si mise nuda e si fece un bidè con un bacile di acqua calda mentre vedevo Totonno che stringeva il suo cazzo duro con una cappella enorme in punta della quale luccicava una goccia di umore e lo scappellava offrendolo a mia madre intenta a lavarsi.A quell'età qualunque cazzo vedessi mi sembrava enorme prima perchè rapportato alla mia micina ancora vergine e poi perc
hè paragonato a quello di mio fratello che aveva un pistolino che si perdeva nelle pieghe delle cosce.Dallo spioncino riuscivo a vedere tutte le loro evoluzioni,tutte le performances.Vedevo la faccia di Totonno tuffata e nascosta in mezzo alle cosce spalancate di mamma e ogni tanto la sollevava per fiatare e la vedevo luccicante degli umori vaginali che mia madre,come anche io,produceva in abbondanza.Le sorrideva e lei,vibrante e fremente,lo invitava ad affondare di più e si contorceva tutta spalancando le cosce ed offrendo la fica aperta al massimo in modo che lui potesse entrare fino all'utero.Quando in seguito mi hanno leccata la fica io ho rivisto ogni volta quella scena ed ho capito quanto bene ci si sente quando si sente lambire da una lingua vogliosa le parti intime e nascoste,che poi le mie tanto nascoste non sono visto che le apro a chiunque voglia entrare.Vedevo mia madre in ginocchio che rendeva omaggio al cazzo di Totonno con la bocca mentre una mano titillava il clitori
de ed un'altra giocava coi coglioni e li soppesava mentre il cazzo entrava tutto ed usciva dalla gola e lei lo guardava con degli occhi lucidi e languidi che dimostravano quanto bene si sentisse.Lui stralunava gli occhi e mentre volgeva al cielo il viso come per ringraziare qualcuno di avergli dato tanto godimento le prendeva la testa in mezzo alle mani e le affondava fino in gola il cazzo che sembrava ancora più grosso e con un affondo che provocava un gridolino da parte di lei le sborrava mentre le teneva la testa ferma fino a che non le mancava il respiro.Lei ingoiava una parte di sperma ma altro ne usciva a imbrattarle il viso e lei leccandosi le labbra lo raccoglieva con un dito e leccava anche questo.Avevano entrambi gli occhi lucidi per il pianto,io credevo,fino a che non ho sperimentato su me stessa che è indice di godimento e felicità assoluta.Mamma continuava a leccarsi le labbra,leccava la capocchia sempre tesa,ripuliva l'asta fino ai coglioni e strizzava il tutto per f
ar uscire le ultime gocce che pare siano le più dolci.Assistendo a ciò io deglutivo perchè immaginavo che fosse celestiale bere tanta glassa dolce e negli anni a venire ho bevuto tanto sperma che sarei cresciuta lo stesso senza ingoiare altri cibi.E ancora adesso.Da me è più facile,per uno sconosciuto,ottenere un pompino con ingoio che un bacio.Io non so ballare ma fino a un po' di tempo fa,appena ne avevo il tempo,andavo nelle sale da ballo ma solo per fare pompini:ne ho fatti tanti e per ognuno godevo.Sentire in bocca la vena dell'uretra che s'ingrossa e vibra quando sta per sborrare è una sensazione di potere che non donne abbiamo sugli uomini.E poi sentire lo sperma che scende per la gola,e raccogliere colla lingua qualche goccia che cola sulle labbra,il suo calore che a volte sembra bollente,il suo sapore acidulo che alla fine sembra dolce,la sua collosità la sua densità la sua abbondanza e sopratutto il pensiero che tutto ciò è frutto della libido che tu hai saputo creare.E qua
ndo di un uomo ne hai bevuta la sborra una parte del suo cuore è tua.E' in tuo potere anche se lui non lo ammetterà.Lo scopo primario nella vita di un uomo è quello di sborrarti in qualche buco.E quando l'uomo è arrapato non vede la donna che ha difronte come tale bensì come una ricettrice del suo succo.Che lei sia bella o brutta giovane o vecchia importante è che riceva il suo sperma.Come io personalmente considero l'uomo solo un insieme di muscoli ed ossa intorno ad un cazzo così loro considerano noi come una cloaca calda dove immettere la loro sborra. Mia madre intanto continuava i giochini con Totonno mettendosi carponi come una pecorella mettendo bene in vista il buco del culo e la fica lucida grondante ed aperta con le grandi labbra che aspettavano che qualcosa venisse a farsi racchiudere da esse.Totonno prima leccava il buco del culo offerto poi lo penetrava mettendo un dito che faceva roteare e prepararlo a ricevere il suo cazzo sempre più duro e grosso fino alle palle.Mia
madre,credendo che io dormissi,si lasciava scappare dei gridolini soffocati non so se di dolore o di piacere mentre dava dei colpi di reni in sintonia degli affondi del cazzo che facendo sbattere i coglioni sulla fica facevano il classico rumore:ciaft ciaft ciaft.Questo rumore mi fa sborrare.Ricordo la prima volta che Romolo,un mio amico,mi ha presa in solaio e questo rumore rimbombava in modo da essere udito da mio marito che ,nascosto,ci spiava.Il suo ciaft ciaft ciaft violento mi ha fatto sbrodolare come una fontana.Ciò forse è dovuto al fatto che oltre agli altri sensi anche quello dell'udito viene coinvolto nel godimento.C'è la vista,il gusto,il tatto l'odorato ed infine l'udito.Tutti i sensi vengono appagati.Il cazzo di Totonno penetrava mia madre sia nel culo che nella fica e lei dava dei colpi sempre più potenti di reni per sentirselo più in fondo.Non so se lei godeva più a prenderlo nel culo o davanti ma se era come lo sono io oggi è un bel dilemma ed il solo modo in cui si
è completi è la doppia penetrazione.A quell'età io assistevo alle scopate di mia madre per semplice curiosità infantilee pensavo che scopare fosse solo un innocente gioco tra adulti ma dopo un po' cominciai a sentire un certo prurito in mezzo alle cosce e notai che se mi toccavo e introducevo un ditino nella passerina mi sentivo illanguidire e quasi svenire.Al momento mi passava ma tornava appena mi toccavo.Mi toccavo m'illanguidivo e mi calmavo e cos' per molte volte nella giornata e fu così,credo,che cominciò la mia mai sopita fame di godere,e più godo più ho voglia di godere e spesso durante una scopata ho goduto oltre una decina di volte di seguito.Mi basta sentire il turgore di un cazzo contro il mio corpo,basta che veda le narici frementi di un maschio voglioso di me,una donna che mi guardi con occhio pieno di desiderio,che qualcuno mi faccia delle proposte oscene che io mi bagno ed ho voglia di godere.E' sufficiente che un uomo,in un posto affollato,mi faccia sentire il suo
cazzo duro contro le mie cosce che io mi bagno.Quando ragazzina andavo a scuola dal paese in città andavo colla corriera e questa era ogni mattina stracolma di pendolari e studenti.C'era Angelo,un pendolare impiegato alle Poste non sposato e di molto più anziano di me studentessa,che ogni mattina veniva alla caccia del mio culo per godere.Le prime volte mi dava fastidio perchè temevo che gli altri viaggiatori se ne avvedessero ma dopo un po' ci feci l'abitudine anzi,se lui non riusciva a raggiungermi io mi spostavo verso di lui perchè avevo la voglia di godere come per un sano rituale.Lui si metteva alle mie spalle e mi faceva sentire come il desiderio crescesse e s'indurisse e come facesse fatica a non tirarlo fuori per infilarmelo.Spesso indossavo una gonna larga tanto da poterla alzare e fare in modo che fosse solo la stoffa dei suoi pantaloni e le mie mutande a separare la nostra carne.Ha goduto per anni dietro di me ed io con lui,tante volte mi ha invitata a vederlo da qualche p
arte ma io mi sono sempre rifiutata,non so perchè.Forse perchè ero stupidamente timida.Spesso quando sono a letto in attesa che mi raggiunga il sonno ripenso alla mia vita:mi rivedo sempre e solo mentre scopo e ciò m'invoglia a masturbarmi.Vedo sia me che mia madre.Rivedo i cazzi che ho visto passare per casa,di tutti ne ricordo la forma ed il modo di godere ma di nessuno ricordo il viso.Ho rivisto il cazzo di Totonno,quello di Vittorio,di Domenico,di Flavio,e sopratutto vedo quello di zio Ercole.Forse perchè è stato quello che oltre a vedere ho anche sentito vibrare.Il cazzo di mio zio è l'unico,forse,che ricordo con simpatia perchè è stato il primo che ho visto dopo quello di mio padre entrare nel tempio di mamma e in seguito io ho fatto godere in tutti i modi e mi ha realizzata come donna.Quando ero tra le sue braccia mi sentivo di affrontare il mondo a testa alta e cosce aperte perchè avendo a mia disposizione il suo cazzo mi sembrava di avere lo scettro del comando.Sono sempre s
tata soggiogata da un cazzo ritto.Davanti ad esso si annulla la mia personalità.Forse perchè li ho visti tutti maestosi e prepotenti,poderosi e dominatori.Ogni volta che li ho visti o sentiti entrare nel corpo mio o altrui mi è sembrato di vedere un cavaliere conquistatore entrare nel castello dopo averlo cinto d'assedio.E non è forse assedio quello di circuire la donna con coccole carezze e doni?Tutto quello che fa l'uomo lo fa al fine di conquistare la cittadella avversaria il cui castello è la fica col clitoride eretto a mo' di castellano.E come è dolce arrendersi.Prima invade la zona circostante:parte dalla bocca,passa dai seni,si sofferma sul culo ed infine entra prepotente con tutto il suo orgoglio nella cittadella , ne addolcisce il castellano,e t'irrora con tutta la sua voglia e dopo averti fatto trepidare e fremere ne esce con la testa bassa pronta ad ergersi di nuovo per un altro assalto.Alla mia età gli uomini che conosco non ripetono gli assalti come avveniva una volta ed
ultimamente ho conosciuto un ragazzo che frequenta mia figlia che è capace di assalirmi diverse volte senza mai abbassare la testa,anzi più mi assale e più la testa è eretta.Beata gioventù.Sembra che sia affetto da priapismo perchè finora l'ho visto e sentito sempre eretto ed in piena vigoria.Che sia benedetto.Ogni volta lo lascio a malincuore anche se sono tutta disfatta e stanca ma sempre vogliosa di essere strapazzata.Come si può lasciare un cazzo che ha sempre voglia di iniettare il suo siero nelle tue viscere e che qualche minuto prima ha fatto felice tua figlia e forse la farà ancora felice dopo che tu sei andata via?Questa mattina appena ho sentito mia figlia uscire dal suo appartamento dove ha trascorso la notte sono andata da lui per sapere se aveva bisogno di qualcosa.Sì,aveva bisogno di una bocca vorace e capace che bevesse lo sperma che ancora gli riempiva le palle.Era a letto con un lenzuolo che disegnava le forme del suo cazzo che appena ha sentito il profumo della mia
ciccina vogliosa subito si è messo sull'attenti.Gli ho leccato il petto,ho leccato l'ombelico e quando gli ho preso in bocca lo strumento mi è sembrato di sentire l'odore della fica di mia figlia.Ho voluto farmi prendere a smorzacandela come aveva appena fatto mia figlia e mi ha detto,adulandomi,che con me gioiva molto di più che con lei.Io ho più della vacca ed ho la vagina sebbene molto più grande però la sente più avvolgente.E solo per il complimento io mi sono bagnata e le ho fatto bere la mia sborra.L'ho lasciato col cazzo sempre in tiro e mi sono ripromessa che appena mia figlia va a lavorare stamattina io torno da lui.Sono anni che non incontro un cazzo come il suo ed il suo desiderio non mi fa sentire il peso degli anni.Se non avessi la famiglia da accudire passerei tante ore con lui giusto per vedere fin dove può arrivare la potenza di un uomo.Adesso che scrivo mi masurbo pensando a quello che farò tra qualche ora.Oh quante volte mi sono masturbata da bambina;lo faccio anc
ora adesso che sono nonna e più lo faccio più mi va di farlo.A furia di masturbarmi sono diventata pluriorgasmica:ho sempre voglia di godere e basta un nonnulla per eccitarmi.Quando andavo a scuola ho fatto godere tanti di quei compagni.Durante il viaggio ho fatto godere tanti di quegli uomini.Una volta ero capitata vicino ad un contadino.Io ero seduta e in piedi vicino a me c'era un tizio che ogni scossone del pullman faceva in modo che il suo cazzo mi sfiorasse la spalla.A furia di toccarmi non volendo e visto che io non reagivo ha cominciato ad appoggiarsi a me anche quando scossoni non ce n'erano.Hop sentito il suo membro indurirsi e quasi la spalla mi faceva male.Allora ho messo una mano sulla spalla come a proteggermi non so da cosa e con il dorso della mano ho cominciato a toccarli l'uccello.Lui sbavava e spingeva mimando lievemente il coito.Glielo ho preso con due dita e gli ho praticato una sega attraverso i pantaloni.Siamo venuti in sintonia.Con lui è stata l'unica volta ma
molto spesso mi piaceva masturbare i ragazzi mentre la calca li spingeva contro di me.Non ero la sola a soddisfare in questo modo i maschietti,c'era Emma una ragazza che andava in città a fare la colf,c'era Marisa anche lei studentessa,c'era Irga,studentessa anche lei e che non si nascondeva anche perchè gemeva se veniva ed i vicini la vedevano..Il più delle volte i ragazzi neanche ci ringraziavano come se la cosa fosse loro dovuta.Ancora adesso mi capitano situazioni del genere anche se non vado più in autobus.Mi capitano al cinema,nelle sale da ballo anche se è da un po' che non ci vado,durante la sfilata di carnevale e durante le offerte al supermercato.Dove c'è ressa c'è da godere e tutto ciò per dimostrare a me stessa che malgrado la mia età riesco ancora ad eccitare un uomo.Fra qualche ora vado a testare il mio sex-appeal dal mio vicino.Bacini
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Laura seconda parte
Parte 7 - La monta ferina
"Da quanto fa sesso in questo modo?"
"Con animali? È la prima volta, ma Laura fa sesso fuori dalle regole comuni da un paio di anni, ha cominciato tardi rispetto a te, ricordi? Tu eri giovanissima, mentre Lei ha iniziato con il suo primo amante quando era già sposata, e sposata bene, come si dice, con una figlia, una vita agiata, anzi lussuosa, ma il caso le fece conoscere Franco, un rampollo vizioso di una famiglia importante come la sua, con il marito il sesso era stato sempre normale, canonico, lei desiderava qualcosa di diverso, ma non lo sapeva né capire né esprimere. Franco la sedusse poco a poco descrivendole, proponendole e facendole alla fine vivere esperienze diverse, piccole ed eccitanti trasgressioni. Laura si adeguò facilmente ai sui desideri, erano diversi da quelli che pensava nascosti in un'avventura, ma scoprì subito che quei desideri erano anche suoi. La relazione tra loro viene scoperta quasi subito e quando Laura venne espulsa dalla famiglia le restarono solo l'amante ed il sesso, e in questo si gett
ò senza più remore, non aveva più niente da perdere. Da subito si prestò a scambi con altre coppie, a visite a privé, poi è lei ad accelerare e a cercare situazioni sordide, orge sempre più numerose; ora vive con me, il suo amante non si è più sentito di seguirne gli impulsi, e io l'ho portata più giù verso pratiche masochiste. L'ho consigliata, convinta a prostituirsi senza che ne avesse alcun bisogno, lo ha fatto e ne ha goduto, poi l'ho indotta, con l'aiuto di Angela, ad offrirsi come latrina e farsi cesso, ora si da alle bestie e poi? Da Angela ha sentito parlare di Piccolo Inferno, vuole esservi introdotta, lo vede come un atto definitivo, un modo per uscire dal gioco in cui è entrata, uscirne o esserne definitivamente distrutta. Ho aiutato il suo esibizionismo a crescere, il suo masochismo a manifestarsi e come vedi, ora sembra non esercitare più alcun controllo, ma non è esatto, controlla è vive pienamente tutto, ma lascia che siano le sue pulsioni a guidarla, senza mettere al
cun freno razionale"
Rimango qualche istante in silenzio a guardare Laura, la lascio guardare alla mia interlocutrice, è in mezzo alla stanza, sotto gli occhi di molti uomini vistosamente eccitati, sta baciando un grosso cane, il viso e il seno sono lucidi, imbrattati dalla bava che cola abbondante dalla lingua della bestia, gioca con il cane, si fa leccare, si fa leccare su tutto il corpo, inarcandolo quando serve per offrirlo meglio, si porta la grossa testa davanti al sesso, la bestia continua a lappare. Laura dopo qualche istante si scuote e cade preda di un orgasmo che non trattiene ma evidenzia, dichiara, gode. Quando si placa è lei a leccare famelica la bestia, a leccala sul sesso, lo succhia, lo prende in bocca, se ne mostra ingorda, prima ha scopato con un Labrador, le è stato evidentemente difficile, non intuiva i suoi ritmi e i suoi movimenti, non riusciva a tenerlo dentro che per pochi istanti; ora con il grosso meticcio, forse un incrocio tra un Alano ed un Mastino, sembra più a suo agio o f
orse, come dice spesso, è la prima volta ad essere difficile, poi rotto un altro tabù tutto diventa semplice e fattibile. Anche il movimento, il ritmo che deve assumere per agevolare il nuovo anomalo amante, la nuova perversione, le diventa più facile: finalmente può goderne e lo fa apertamente con orgogliosa esibizione di ogni movimento, di ogni suono, dalla stanza accanto si sentono latrati di altri cani, forse litigano tra loro o forse sentono semplicemente l'odore di una femmina in calore, non so con quanti vorrà accoppiarsi, non lo so, e neanche mi interessa, mi interessa il fatto in se stesso molto meno del suo concreto svolgimento, quello interessa al pubblico che assiste, che come lei ha superato il primo impatto, la vergogna di essere li, di esservi di nascosto, di eccitarsi allo spettacolo osceno, ora anche il pubblico ha lasciato ogni ritegno e rumoreggia, pretende, incita la bestia, incita Laura suggerendole cosa fare, come farsi montare, che posizioni prendere, le urlano
di farsi inculare, di riprendere il cazzo dell'animale in bocca di berne la sborra, qualcuno urla di portarle un cavallo, per vedere se riesce a farsi fottere anche da quello.
Laura guarda un attimo verso l'uomo che ha gridato:
"Tu trovamelo, che a farmi fottere penserò io"
"È sempre così sfrontata, e arrogante?"
"Quando fa questo sesso, non può non esserlo e il suo modo di caricarsi, di imporsi quello che una parte di lei implora di non fare, anche quando viene frustata, provoca, incita a farle più male, ha fretta di arrivare al fondo della sua caduta nella speranza di uscirne in un modo o nell'altro, e tu Margherita? Non pensavo di rivederti, sopratutto di rivederti come donna di Frolo"
"Tu eri sparito, ed io per esistere devo essere di qualcuno"
"Potevi darti ad Arrighi, magari ad suo assistente, ma perché proprio a Frolo"
"Mi sono ripresa da un incontro con gente come questa, quando sei li non sei niente solo vagina e culo, senti, percepisci, godi non sei e non puoi essere altro, gli atri si rivestivano, parlavano, ridevano, tu non c'eri, eri sparito, scomparso, c'era Frolo, come al solito stava mangiando, non so neanche cosa, mi ha chiesto se volevo essere libera o essere sua, ho scelto, tutto qui, non cercare di capire perché mi sono fatta schiava di uno degli esseri più luridi del pianeta, sono sua e basta"
"Ti fa lavorare molto?"
"Abbastanza, faccio la Puttana tutti i giorni, ma quello che mi viene fatto a Piccolo Inferno lo sai è altra cosa, tra una sezione e l'altra devo rispettare lunghi riposi, non tutte le ferite rimarginano facilmente, allora Frolo, mi manda a controllare le donne e gli uomini che gli vengono proposti per quel posto"
"Laura ti sembra adatta?"
"Con queste bestie è stupenda, ma a Frolo interessa soprattutto come sa soffrire, sa soffrire la tua donna?"
"Non è mia, ma sa soffrire come e forse più di te"
"Per me basterebbe la tua parola, ma dovrò egualmente esaminarla, Frolo mi ha detto di farlo"
"Puoi farlo qui, quando avrà finito"
"Ok"
"E allora questa sera, ma ora, ora mi piacerebbe stare con te"
"Frolo lo aveva previsto ma dovrai pagare come gli altri, ti spiace?"
"no, non mi dispiace"
"Posso fare all'amore con te, e anche godere di te, quasi sempre quando Frolo mi offre ai clienti, mi proibisce l'orgasmo, non so come ci riesca ma qualcosa mi si chiude dentro e mi impedisce di godere anche sotto gli stimoli più forti"
"Frolo, Frolo talvolta vorrei essere come lui, non sente colpe non sente rimorsi, ma questa volta a quanto pare devo ringraziarlo, andiamo avanti a casa, non abbiamo molto tempo"
"E lei?"
"Lascio detto a qualcuno che me la riporti quando avranno finito"
Laura mi guarda mentre parlo ad Andrea l'unico che mi sembra ancora lucido, mi guarda, ma forse neanche mi vede, né mi sente, il cane le è sopra e la sta pompando freneticamente.
Parte 8 - L'amante ritrovata
È possibile fare all'amore con una donna quando si vive come vivo io, quando si è quello che sono? Razionalmente dico di no, è come cercare di gustare un bicchiere di vino bianco, dopo aver bevuto della Vodka, il gusto dovrebbe essere troppo alterato, ma credo di aver egualmente fatto all'amore con Margherita, di averlo fatto a lungo con dolcezza con attenzione, ma ritorno presto quello che sono, il sentimento è inevitabile, parte di me, come le mie pulsioni malsane, mi pesa ma non riesco a staccarmelo di dosso, devo metterlo in un angolo ora può essere solo muto e attonito spettatore di quello che faccio a chi amo.
Si l'ho amata quando l'ho conosciuta e qualche parte di me l'ama ancora, ma ora guardo affascinato i Ferri, i Ferri che le ho imposto quando era Mia, grossi anelli, pesanti e cattivi, ferri che hanno deformato, come era nelle mie intenzioni, il suo sesso in modo osceno e irreversibile, come irreversibili sono i disegni incisi a caldo sulla sua pelle, alcuni miei, ma altri sono stati aggiunti, sulle natiche, dietro al collo, sulle piante dei piedi, Margherita docile come sempre, mi mostra i segni vecchi e i segni nuovi, e anche i segni frusta, sono freschi, profondi, ma non dovrebbero lasciarle cicatrici, l'ho amata ed ora devo imporle il mio dolore, lo sapeva come lo sapevo io, questi sono i nostri rapporti, non ne possiamo avere altri, normali, le lego i seni, li avvolgo con spire di corda di canapa, li stringo fino a far loro cambiare il colore, sento la porta aprirsi, Laura entra, guarda me, guarda Margherita, non la saluto, non la degno di uno sguardo, ho altro a cui pensare, pr
endo dei grossi pesi e altra corda da un cassettone.
Ma Laura vuole, esige al mia attenzione
"Me li sono fatti tutti, cani e uomini, ma non li ho contati, tu sai quanti erano?"
"I cani o gli uomini?"
"Non fa differenza, in figa o in culo non li distinguevo più, solo in bocca era diverso, molto diverso, succhiare il cazzo di un cane ti spacca il cervello, qualcosa che ho dentro, urlava, mi urla sempre di fermarmi, ma oggi gridava più forte, ma più forte gridava, più mi riempivo la bocca "
"Comunque i cani erano cinque e gli uomini venti, ma forse l'unica differenza tra loro e che i primi non hanno pagato"
"Chi è lei?"
"Si chiama Margherita, una volta era Mia, ora è di chi controlla il posto dove hai chiesto di andare"
Laura guarda, tocca circospetta la donna a lei sconosciuta, è affascinata dal suo corpo, ne scruta ogni angolo, si sofferma dove è segnato, dove è marchiato, dove è stato forato, dove è stato inciso
"Non credevo potesse esistere una donna marchiata in questo modo, il su sesso è orribile, deforme, ma non riesco a non guardarlo e a non trovarlo magnifico"
mentre guarda, aggancio i pesi agli anelli senza quasi più badare alla sua presenza, li metto nelle mani di Margherita dovrà essere lei a lasciarli cadere per tutta la lunghezza delle loro catenelle, Margherita trattiene il respiro, conosce benissimo il dolore che si sta per dare, cerca un mio cenno di assenso, un mio via, qualcosa a cui appellarsi per non essere lei stessa responsabile di quel dolore, io mi limito invece a svolgere con cura le corde che ho nelle mani, Margherita allarga leggermente le gambe e lascia cadere i pesi, urla, urla non può non farlo, le labbra del sesso si allungano ancora, i pesi battono, oscillano, Laura si appoggia ad un tavolo, sembra impaurita.
"Deve fare un male tremendo"
Margherita la guarda e per la prima volta le rivolge la parola
"meno di quando ti inchiodano la lingua ad uno scalino di legno"
"Ti è stato fatto?"
"si molto tempo fa, ma mi è stato detto che presto dovrò farlo ancora"
"lascerai che li facciano?"
"non ho scelta, ho rinunciato ad averla"
Le due donne si fronteggiano, si confrontano, io le ascolto ma intanto aggancio la corda ai seni di Margherita, voglio appenderla, e frustarla, ma in questa stanza non ci sono ganci predisposti, uso la corda come un guinzaglio e trascino Margherita dietro di me, lei mi segue, sento il rumore dei pesi che battono tra loro, camminare le deve essere estremamente difficile, ma non è la prima volta che la trascino in quel modo e certamente altri lo hanno fatto dopo di me, esco sulle scale, sono all'ultimo piano ma mentre saliamo verso la soffitta, mi rendo conto che dalle finestre senza scuri e senza tende possiamo essere visti, le scale sono buie e sporche coperte di polvere e calcinacci, nessuno le usa più da anni, costringo Margherita a farle in ginocchio in modo da renderla meno visibile, Laura è ancora vestita, ci segue camminando normalmente, raggiungiamo la soffitta, ne chiudo a fatica gli scuri mezzo scardinati, per fortuna c'è ancora la luce, quattro lampadine nude, scoperte, pie
ne ragnatele.
"Intendi appenderla per i seni"
Mi indica il paranco che pende da una trave verso cui sto portando Margherita.
"Si può fare?"
"Bastano seni sviluppati, basta essere pazzi e malati, basta volerlo fare, e poi corda, e un gancio solido come questo"
Laura mi guarda con occhi impazziti, si sta spogliando, vedo che ha il corpo coperto di graffi:
"I CANI, i cani non si erano tagliati le unghie, hai corda anche per me?"
Le getto quella che mi era servita per trascinare Margherita,
"Dovrebbe bastarti"
Si avvicina, studia il modo con cui ho legato Margherita,
"Forse posso farlo da sola"
Si avvolge le spire di corda attorno ai seni, mentre sollevo piano Margherita con il paranco osservo il suo lavoro
"Devi stringere di più altrimenti ti scivoleranno fuori e potrebbe essere peggio"
Stringe con più forza, stringe i denti e tira le corde al massimo mi chiede aiuto solo per fare l'ultimo nodo, Margherita poggia ancora le punte dei piedi a terra, do un scatto al paranco e la sollevo definitivamente, poi altri ancora fino ad alzarla di una ventina di centimetri dal pavimento, Margherita gira lentamente su se stessa, tiene braccia e gambe leggermente allargate, forse una posa che ha imparato, per ridurre al minimo il movimento ed il dolore, le do una spinta facendola oscillare e ruotare su se stessa, dalla bocca le esce un lamento, la spingo ancora, il lamento si fa più forte, un fiotto abbondante di urina, le esce dalla figa, le bagna l'interno delle cosce.
"Succede sempre?"
"Cosa?"
"Di pisciarsi addosso"
"Non sempre e non a tutte, ma a Margherita è da tempo proibita ogni forma di dignità, e quando viene usata non deve trattenere nessuna delle manifestazioni che il suo corpo produce"
"Per quanto si può rimanere appese a quel modo?"
"Non lo so ora comunque tocca a te"
"Non ci sono altri paranchi"
"Non è indispensabile"
Cerco altra corda, ma trovo solo un pezzo di catena ed un gancio arrugginito, fisso la catena ad un chiodo solido sulla stessa trave a cui è appeso il paranco, la catena è abbastanza lunga per arrivare all'altezza dei seni di Laura uso il gancio per unire la catena ai nodi
"Dovrai arrangiarti da sola"
"Come?"
"Alzando i piedi"
Laura prova, prima stacca ne stacca da terra uno, poi tenta con l'altro, ma il suo cervello le intima di fermarsi, i centri del dolore entrano in funzione bloccandole il movimento.
"non ci riesco"
"FALLO!"
Prova ancora ma senza riuscirci, ha gli occhi spalancati, pieni di pazzia e di lacrime, ma continua a tentare,
"ALZA QUEI CAZZO DI PIEDI!"
Laura manda un urlo bestiale e poi con un movimento solo alza i piedi ripiegando le gambe, si ferma un attimo e poi si afferra saldamente le caviglie con le mani, ruota su di se, mi passa davanti la bocca spalancata perde saliva, i seni si deformano orribilmente, mi levo la cinghia dei pantaloni e inizio a colpirla, lei urla, soffia, ma continua a tenersi le caviglie, la colpisco sui seni, mi incita, colpisco anche Margherita, che però non fiata, è impegnata a gestire il dolore, sa che può durare a lungo.
"Una come lei a Piccolo Inferno può essere anche ammazzata, è troppo aggressiva, troppo padrona di se stessa, io mi faccio vittima, e questo mi difende, lei no lei resta una donna e questo è troppo pericoloso"
Sono passate alcune ore siamo ritornati nell'appartamento, le due donne si sono ricomposte, parlano poco tra loro, sembrano volermi usare come tramite per il loro dialogo
"Sa cosa l'aspetta?"
"Immagina, ma non immagina tutto"
"Devo dirgli quello che hai convenuto con Frolo"
"Credo le sia dovuto"
Margherita si pone davanti a Laura la guarda negli occhi e parla
"Piccolo Inferno è un club per pervertiti allo stato puro, anche se la parola club non gli si adatta, ma non riesco a trovarne altre, fisicamente è una fossa molto profonda ricavata dentro capannone industriale, quando non viene usato la fossa viene ricoperta da un finto pavimento ed il capannone torna ad essere un normale magazzino, quando vi entrerai ti colpirà soprattutto l'odore, il pavimento è di terra battuta, ma è ormai così compressa da sembrare cemento, la fossa è rotonda anche se il cerchio non è proprio perfetto e tende all'ovale, la parete della fossa è alta circa due metri, composta da tavole rozze, grosse come traversine della ferrovia, tenute assieme da fasce di ferro e bulloni, sopra dove la fossa si allarga c'è il pubblico, di solito un centinaio tra uomini e donne, alcune sono Prostitute che girano ha soddisfare gli uomini, ma alcune sono li per il proprio piacere, come ti dicevo ti colpirà l'odore, la terra e il legno sono ormai impregnati del nostro sudore del nos
tro sangue, di urina e di merda, come diceva Paolo prima non ci è concesso il controllo delle nostre funzioni, noi dobbiamo lasciare il nostro corpo senza alcun controllo"
"Voi chi?"
"Noi Vittime, Vittime prescelte, Vittime volontarie, io, il mio amico Nanu; Lisa, Anna, ora anche Angela e pochi altri, non siamo più di venti ad entrarvi con quel ruolo, anche i carnefici sono pochi, solo il pubblico è numeroso, ma loro sono in alto nell'ombra di loro sento solo le voci, e l'odore la paura di essere come noi, l'eccitazione di poter esser carnefici"
"Cosa vi fanno li dentro"
"Ti dirò quello che sarà fatto a te se deciderai di entrare. Il prossimo incontro è previsto tra dieci giorni. Se entrerai, entrerai per ultima come sempre quando una vittima è nuova, oltre agli odori che ti dicevo, sentirai anche quello di carne bruciata, Angela ha chiesto di essere marchiata, il marchio di Piccolo Inferno le verrà impresso sui palmi di entrambe le mani "
"Mi sembra di impazzire, parli di cose folli come se descrivessi un noioso incontro letterario, se non ti vedessi se non vedessi come è stato ridotto il tuo corpo, non crederei a niente"
"e quanti crederebbero a quello che hai fatto poche ore fa con uomini e cani, e quanti crederebbero ai tuoi seni e ai miei usati per appenderci? Chiudi gli occhi se vuoi questo incubo potrà sparire"
"Non voglio chiuderli, non posso, non ancora"
"E allora ascoltami, tutto questo accadrà solo se tu lo vorrai"
"Va bene continua"
"Troverai Angela legata a terra con le braccia spalancate, i polsi ed ogni dito legati stretti,immobilizzati ad un'asse di legno, ti porteranno vicino perché tu possa vedere bene il marchio "
"Tu ci sarai?"
"Io sarò in ginocchio, con le mani legate dietro alla schiena, e. e la lingua inchiodata ad un tagliere da macellaio"
"Non hai paura?"
"Ho paura del dolore, dei danni che subisco ogni volta che mi portano lì dentro, ma mi sono data ad un padrone e non lo voglio deludere, non deluderò lui come non ho mai deluso chi lo ha preceduto"
"Cosa mi verrà fatto, io non voglio né essere marchiata né essere ferrata"
"A te e concesso ancora di scegliere, puoi rifiutarti, per questo ti sto raccontando quello che accadrà, sarai legata ad un palo e frustata, molto forte con fruste di cuoio intrecciato, ti spaccheranno la pelle, ti getteranno a terra e pisceranno sulle tue ferite, ti fotteranno figa e culo con i falli mostruosi"
"Tutto qui?"
Laura è impaurita ed eccitata allo stesso tempo, non riesce ad esimersi dal provocare Margherita, si tocca si apre il sesso si masturba
"No, lo sai che non è tutto qui, i carnefici ti fotteranno a turno, racconterò al mio Padrone quello che ho visto oggi, ti farà fottere dal suo cane, qualcuno di noi durante le torture avrà perso dello sterco, ti verrà fatto mangiare, quello che non riuscirai ad ingoiare ti sarà spalmato addosso, noi, le altre vittime intanto verremmo liberate, resterai sola in mezzo all'arena, ferita, sporca, lurida, qualcuno dal pubblico scenderà per guardarti da vicino, di solito quando lo fanno si tengono un fazzoletto davanti al naso, per difendersi dall'odore, ti insulteranno, qualcuno i più coraggiosi ti sputerà addosso, poca casa pensi tu, ma quando sei al limite un niente può farti crollare"
"Non basta, tutto questo non basta"
"Va bene sei tu a chiederlo, si farà silenzio credo, il pubblico capisce sempre quando arriva la fine, ti indicheranno di andare verso la parete di traversine, dovrai andarci da sola, credi i tuoi piedi saranno piombo, ti verrà detto di appoggiarvisi di schiena e di allargare le braccia a croce, allora ti mostreranno i chiodi, e sarai tu allora a dire SI o NO, è un supplizio che viene fatto di rado, io non l'ho ancora subito"
Nella stanza è calato il silenzio anche i rumori esterni sembrano scomparsi.
"SIIII"
L'urlo è forte disperato e forte, seguono colpi sordi e altre urla, mi allontano sudo, sudo copiosamente ho gli occhi pieni di sale, la vedo male, offuscata, tutto si muove rallentato, china la testa, sembra svenire, la rialza, muove le labbra, mi avvicino, mormora qualcosa.
"Finiscimi"
EPILOGO
E l'ora della ricreazione, la bidella chiama Cecilia, la porta in una stanza.
"Mamma?"
"Mi riconosci?"
"Si, ma Papà aveva detto che eri partita e che non saresti tornata"
"E invece sono tornata, ma potrò vederti solo di nascosto, nessuno deve saperlo, sei capace di mantenere un segreto?, altrimenti se racconti di avermi visto non potrò più venire"
"Va bene, ma Giulia la bidella?"
"Giulia è un'amica, manterrà il segreto"
Hanno poco tempo parlano si abbracciano si coccolano
"Mamma perché non ti togli i guanti?"
"Non posso devo portarli, ho avuto un piccolo incidente"
"Ti ha fatto molto male?"
"È passato, si è passato"
FINE
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20 anni fa
admin, 75
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L\'incredibile vita di Mr. Justin
Quello che sto per raccontare è una vera storia che, per quanto incredibile possa sembrare, ho motivo di credere che sia realmente accaduta. Me l'ha raccontata con la sua viva voce il protagonista stesso, un cittadino americano del quale sono diventato amico e confidente e che ho conosciuto qui in Italia. Le ragioni per le quali si trovava nel nostro paese e i motivi per i quali ci siamo legati da profonda amicizia sono essenzialmente private e quindi non ne parlerò, così pure non svelerò il nome del nostro amico. Per le disgraziate avventure della sua vita lo chiamerò Justin come versione maschile della celebre Justine.
Dunque Justin nasce in uno degli stati centrali degli States; è un bambino gracile che cresce pochissimo, è gracile e praticamente privo di muscolatura, per il resto ha un viso bellissimo e una sensibilità spiccatissima. A sei anni gli viene diagnosticata una disfunzione alla ghiandola timo e questo è il motivo che gli impedisce una crescita normale. In conseguenza di questo malfunzionamento aumenta di molto l'attività della tiroide e la conseguenza è una crescita eccessiva dei genitali. In sostanza Justin è un bambino piccolo e debole, ma già con un uccello considerevole. Mary abita in una fattoria lì vicino, ha la sua stessa età ma è una bambina robusta e sana, scatenata nell'attività fisica quanto J. è apatico e molliccio. Lei corre più forte e salta più in alto e quando bisticciano è lei che lo picchia perchè è molto più forte.
Passano gli anni e i due bambini sono diventati adulti, Mary è una ragazzona alta e robusta, addirittura prorompente, i lavori dei campi le hanno fornito una ottima muscolatura che lei usa per scherzare con J. Lo acchiappa, lui che è rimasto piccolino e fragile, lo solleva, poi lo immobilizza a terra e questo la eccita moltissimo. Gli mette una mano in mezzo alle gambe e gli afferra quell'uccello che non ha senso in quel fisicuccio. Gli chiede di fare l'amore ma lui si rifiuta e non si capisce perchè visto che come glielo afferra il cazzo si inturgidisce e diventa veramente enorme. La verità è che J. è spaventato dalla violenza che sanno esprimere le donne quando sono eccitate di sesso, lui è una persona gentile e mite e ha paura della preponderanza fisica di quella ragazza.
E così un giorno che si trovavano entrambi nei campi di granoturco lei lo assale all'improvviso, lo immobilizza facilmente con le sua braccia muscolose e quando lui si mette a gridare aiuto gli rifila un pesante ceffone che lo scaraventa a terra semisvenuto. Quindi se lo carica a pancia in giù su una spalla e lo mette sul suo pick-up dirigendosi verso un magazzino per il fieno in aperta campagna. J. è terrorizzato da questa violenza, ha soprattutto paura di essere picchiato ancora, perchè il terrore che non lo abbandonerà mai nella sua vita è quello, lui così piccolo e debole, della violenza fisica.
Arrivati nel magazzino lei chiude a chiave la porta, butta sul fieno J. è incomincia a spogliarsi. Lo fa con furia, è affamata di sesso e ansima dall'eccitazione. Ha due seni grossi e turgidi, rotonda e muscolosa in ogni parte del corpo con un bel tringolo di peli neri in mezzo alle gambe. Gli sale sopra e in poco tempo gli toglie camicia e pantaloni facendolo restare solo con gli slip. Mary si eccita ancora di più vedendo quel pacco enorme fra le gambe di J. Amore,gli dice con la voce rauca, ti ho sempre desiderato, ho sempre sognato di possederti e incomincia ad accarezzare quel grosso uccello che si indurisce subito e non più contenuto dagli slip salta fuori in tutto il suo turgore. J è bloccato dalla paura della violenza che gli sta per fare Mary, vorrebbe gridare aiuto ma ha sperimentato le botte di quella ragazza e rimane fermo e indifeso. Mary intanto incomincia a baciargli il cazzo, glielo succhia, mentre con una mano gli avvinghia le palle. Ora J. ha un pene che sembra un id
rante, spropositato nella lunghezza e nella grandezza e Mary decide che è arrivata l'ora. Gli sale sopra a cavalcioni, gli blocca i polsi perchè non possa muoversi, poi muovendo il bacino fa combaciare la sua fica sull'uccelo di J. e poi da un colpo di reni in giù e se lo fa entrare dentro. Mary sente subito un fuoco assalirle le viscere e allora comincia a montare quel suo ometto con quel visino da cherubino. Lo fa prima lentamente, poi sempre più forte mentre gli grida parole d'amore e parole oscene " amore mio...... hai un cazzo che è la fine del mondo......ti voglio per me.....che bello violentarti".
J. non fiata, è completamente immobilizzato e il sentirsi posseduto con violenza eccita la sua sensibilità e in comincia a piangere. Prima quasi impercettibilmente, poi sempre di più, i suoi sono singhiozzi e mentre Mary lo possiede con violenza le lacrime gli rigano il bel viso. Ormai Mary è in preda al piacere incontrollato, grida, ansima, lo monta come una forsennata, poi leva un urlo lungo, interminabile. Quindi abbraccia con passione il povero J. fino a farlo scomparire fra le sue forme rigogliose.
Prima di sera J. verrà violentato ancora tre volte.
Continua (se a qualcuno interessa)
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20 anni fa
admin, 75
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mi sono venduta
La famiglia allargata funziona nel modo migliore.Anzi devo riconoscere che ho conosciuta la donna più troia,più vacca,più calda e più cagna in calore di me e mi credevo insuperabile.Veronica è la mia amante e Romolo,suo marito,fila d'amore e d'accordo con Vanni,il mio.Abbiamo sgomberato il salotto di tutti i mobili compreso il vecchio divano ed abbiamo sistemato per terra il materasso matrimoniale e due singoli in modo da formare tutto un letto sul quale ogni sera diamo sfogo ai nostri bisogni sessuali in modo promiscuo.C'è Romolo che fa di tutto per sodomizzarmi senza riuscirci perchè io per quanto sia larga davanti sono stretta dietro e Veronica si arrabbia quando vede che ho male se la cappella enorme del cazzo di suo marito spinge per forzare l'apertura del mio sfintere e le tocca poi ,con mio e suo grande piacere,lenire il dolore con infinite leccate.Vanni è riuscito a sodomizzare la mia amica che adesso non chiede altro al maschio,però non permette la stessa c
osa a suo marito perchè dotato di un arnese molto grosso.E' stata sua l'idea di fare la bruschetta farcita di sperma.Si prepara una fetta di pane abbrustolito,la si strofina con uno spicchio d'aglio,la si inumidisce col piscio di noi donne come fosse olio e la si spalma dello sperma dei nostri maschietti:infine c'è la lotta a chi riesce a mangiarne di più.Sua è stata anche l'idea d'infilarsi in fica 5 olive o litchi sgusciati e nella mia vagina 3 pesche noci o 5 susine viola e così riempite andare in giro per sentirsi massaggiate mentre si cammina e una volta rientrate farsi penetrare dai maschi e ricevere il loro sperma quindi estrarre la frutta ben impregnata ed insaporita e mangiarla con gusto.Sono ormai circa due mesi che la nostra famiglia è composta da noi 4 e sembriamo una sola persona tanto i desideri sono simili e non c'è tra noi nessuno screzio e nessuna gelosia,ognuno di noi appartiene all'altro senza nessuna distinzione.Due settimane fa circa Claudia,mia figlia di primo l
etto,si è separata dal marito e mi ha chiesto di venire a stare da me insieme al suo bambino di quasi un anno.Io mi sono rifiutata perchè credo che la sua presenza m'impedirebbe di frequentare e sopratutto di ospitare i miei amici che da due mesi vengono a dormire,diciamo così,da noi pur utilizzando il loro appartamento di giorno.Veronica mi ha proposto di offrirle il suo appartamento ma ciò vuol dire che sono costretta a confessare a mia figlia quello che faccio nella mia vita sessuale che credo lei non conosca.Veronica ha avuta l'idea di circuirla,di portarsela a letto di farsene la sua amante e poi anche di suo marito e portarla ad entrare piano piano nella nostra alcova.Io non conosco le sua abitudini sessuali nè i suoi desideri ma credo che se ha ereditato da me solo una piccola parte del mio carattere dovrebbe cedere facilmente anche perchè gli ultimi 4 anni di ragioneria li ha trascorsi stando in un collegio femminile dove,si sa,è molto praticato il sesso lesbico.L'unica cosa
che ho permesso a Claudia è farmi vedere nuda o qualche volta fare sesso con suo padre ma niente di maniacale anche per l'esperienza che avevo avuta con mia madre e non ho mai voluto che si ripetesse.Le uniche cose che le ho insegnato è stato l'uso del preservativo ed il non accettare nulla da gente sconosciuta per timore di droga.Quando uscì dal collegio conobbe e frequentò alcuni amici coetanei e conobbe così Bantu,un indiano nato in Italia xcol quale si è sposata a maggio dell'altro anno ed al gennaio successivo gli ha dato un bel bambino.Io non l'ho mai nè consigliata nè sconsigliata,anche perchè era incinta quando si è sposata.In cuor mio non ho mai accettato mio genero,ma loro non lo sanno,e adesso sono felice che si siano separati e spero che non tornino più insieme.Ho detto a Vero di fare come crede basta che cominci presto perchè adesso che è un po' afflitta dovrebbe essere più facile circuirla e portarsela a letto perchè presumo che abbia bisogno di affetto e di coccole.Ve
dremo.Ho detto che Veronica è più calda di me e lo confermo e che sia più vacca lo dimostra il fatto che non ha ritegno e quando usciamo mi tiene per la mano e mi bacia con la lingua in bocca quando c'è qualcuno che ci possa vedere e le sue mani mi toccano dappertutto:il seno il culo le cosce se siamo sedute e poi mi chiama con paroline dolci come tesoro,amore mio,pistolino mio,clitorino mio,ciuccetto mio,buchetto mio e così via con altri aggettivi che chiunque può accostare all'atto sessuale.Spesso lei ama,anzi lo amo anch'io,carezzarmi sul balcone di casa difronte al quale ma un po' di lato ed al piano inferiore c'è un uomo sulla cinquantina che ormai trascorre le giornate libere a spiarci per masturbarsi non visto dalla sua megera.Quando ci vede tira fuori il pistolino e se lo mena cercando di vedere qualcosa del nostro corpo che noi gentilmente gli offriamo.Più lui se lo mena più non ci eccitiamo e ci bagnamo.Peccato che i nostri balconi siano in muratura e non permettono che ci
possa ammirare le parti basse,gli faremmo ammirare le nostre fiche pelose ed i culi bramosi di carezze e mai sazi.Quando abbiamo solo lui come spettatore ci baciamo e tocchiamo a suo beneficio mentre lui sborra verso di noi per la nostra gioia.Ormai non si nasconde più alla nostra vista quando se lo mena anche perchè ha capito che ci piace e che noi ci tocchiamo apposta per farlo sborrare e godere anche noi.Lui si ritrae per essere visto meglio da noi e per non essere visto da eventuali passanti mentre Vero gli mostra il pompino che fa al cazzo di gomma ed intanto lui sborra l'anima.Questa cosa succede quasi tutti i giorni da qualche mese mentre prima succedeva a mio esclusivo beneficio ma molto di rado.Tutti i pomeriggi,se può,Vero viene sul mio balcone a fare il teatro per il segaiolo e non vorrei provocargli un infarto,devo pregarla di smettere.Sono felicissima di aver conosciuta Veronica e lei ricambia.Le inventa tutte ed ha una fervida fantasia che chi non la conosce non può imm
aginare che abbia.E' lei che compra i cetrioli olandesi,è lei che sceglie la misura e la durezza è lei che li posiziona nelle nostre vagine che dopo averci fatto godere li taglia per farcirli collo sperma dei nostri uomini ,che ormai non servono ad altro se non a condire le nostre insalate,e servirceli in tavola.E' un gusto favoloso quello misto dei nostri umori ed il succo maschile e vanno a ruba nel senso che lottiamo a chi ne mangia di più.Sono sicura che Veronica è talmente vacca e desiderosa di portare a letto una ragazza,bella e piacente come Claudia,giovane che riuscirà nel suo intento.Io ho un po' di timore se dovrò fare sesso in presenza di mia figlia perchè con lei non ho mai instaurato un clima di complicità sessuale,non le ho mai confidato dei miei amori o passioni oltre a mio marito.Non so se sa delle mie frequentazioni extramatrimoniali coi dipendenti o cogli amici di suo papà.E credo proprio che è arrivata vergine al matrimonio quindi abbastanza inesperta delle cose am
orose.Credo che non riuscirei mai a toccarla nè a sentirmi toccata da lei e provare i brividi di godimento.Ci siamo viste nude ed anche carezzate ma solo come madre e figlia e mai con nascosti desideri o intendimenti maniacali.Sono sicura che proverei fastidio se mi dovesse leccare la fica ed io non riuscirei per nulla al mondo leccare la sua.Quando ero bambina avevo voglia di leccare il pelo della fica di mia madre ma perchè era pieno di sperma e per leccare quello che volevo ciucciare il pelo non perchè volessi leccarle la fica.Ricordo come fosse adesso le volte che mio padre nudo in piedi vicino al camino si faceva pettinare il pelo intorno al suo cazzo eretto e curvo all'insù,come ce l'ha il mio amico Vincenzo di Genova,e dopo aver pettinata la fica di lei si faceva fare un pompino e le sborrava sul pelo e glielo spalmava come fosse gel.In quel caso avrei voluto leccare quel pelo per bere la sborra che lo impregnava.Non ho mai desiderato fottere mia madre e credo che neanche lei
lo abbia mai desiderato.Tutt'al più la invidiavo e volevo prendere il suo posto solo per ricevere i cazzi che vedevo entrare nel suo corpo e forse ho desiderato di più giocare coll'arnese che ricordo di aver visto a mio padre che non con lei.Da donna l'ho vista spesso mentre giocava coi vari stalloni che giravano per casa o mentre si masturbava ma non ho mai desiderato,che io ricordi,entrarle in qualche modo nelle viscere.Ancora adesso,lei abita con mio fratello nell'appartamento difronte al mio,non mi suggerisce nessun sentimento quando so che è a letto con qualche suo vecchio amico.Ha 66 anni ed ha tutto il vigore ,magari il fisico ha un po' ceduto agli anni,ed ha intatto il desiderio di sesso che ha avuto da giovane e tuttora passano per casa sua vecchi amici,vecchi stalloni che le danno ancora dei brividi.Io ne sono felice per lei.Vanni ha qualche anno meno di lei e so benissimo che di tanto in tanto si frequentano e lei,in cambio,mi nasconde a mia cognata quando entro nel letto
di mio fratello.Una volta,ormai ero già sposata,mi ha detto che fare sesso con un familiare è più che naturale perchè ci si vuol bene e l'uno desidera la felicità dell'altra perchè non c'è rivalità come con un estraneo.Io so che lei ha sempre saputo di mio fratello e di mio zio Ercole ma non so se sa che anche io so di loro comunque questa cosa non ci fa essere nè nemiche nè complici.Ognuna di noi la gestisce come crede.Quando chiudo gli occhi rivedo il pelo folto di mia madre ed il cazzo curvo di mio padre.E la mia voglia di leccare fiche pelose ed essere posseduta da cazzi curvi sono le due cose che mi mandano fuori di testa ed ogni volta che m'imbatto in esse non mi controllo più.Vanni l'ho sposato proprio perchè ha un bel cazzo curvo che guarda all'insù e mi sembra di vedere quello di mio padre e quando lo vedo sborrare tra le cosce di Veronica mi sembra di rivivere la scena fantastica della mia infanzia.Ed è appunto in un cazzo giovane e duro e curvo ll'insù che mi sono imbattut
a tre notti fa nel Motel dove lavoro.Siamo 18 ragazze e 6 uomini divise in 3 turni di 6 femmine e 2 maschi che ci conosciamo benissimo tra noi.Lunedì mattina mi toccava il turno che va dalle 4 alle 12 ed avevo iniziato a lavorare da qualche ora che ho visto,anzi rivisto perchè viene spesso,un bell'uomo,Flavio,distino,giovane,gentile,vestiti sportivo che tornava dalla reception dove era andato a prendere la chiave e stava andando in cortile a cercare la compagna.Come già altre volte mi ha salutata gentilmente e mi ha ciesto come stessi;io gli ho risposto gentilmente come faccio con chiunque mi rivolga il saluto e lui ,sbirciando nella mia generosa scollatura si sofferma a parlare un po' come dei vecchi amici.Prima di tutto la nostra divisa non serve a renderci desiderabili e sexy bensì a proporci ordinate piacevoli piacenti e pulite.E' una vestaglietta celeste coi bordi bianchi che arriva appena sul ginocchio ed è chiusa da 5 bottoni.Io lascio il primo in alto l'ultimo in basso e que
llo centrale all'altezza dell'inguine aperti e metto una cintura in vita che serve a tirare un po' più su la vestaglia in modo che quando mi abbasso si possa vedere la parte alta delle cosce fino all'attaccatura dei glutei scoprendo la pelle chiara oltre le autoreggenti bianche,mi modella il sedere e lo rende più desiderabile come piace ad ogni donna.Il bottone slacciato in alto permette di vedere la base dei seni e spesso di traverso l'aureola,quello aperto in basso è per permettere di vedere lo striminzito tanga bianco e trasparente quando siamo sedute e quello centrale permette di vedere ad un occhio ballerino e attento il folto pelo inguinale quando ci abbassiamo per lasciare qualcosa sul tavolino da salotto o per fare qualcosa stando piegate.Devo dire che malgrado i miei 44 anni suonati ho un bel corpicino e la mia figura di donna matura ma sempre piacente e forse la mia faccia da vacca fanno che io sia molto desiderabile e lo dimostrano tutte le mani che si allungano con ogni
scusa per palpare il mio corpoi che non chiede altro che di essere palpato.Forse ce l'ho scritto in fronte che sono un tipo facile e qualcuno riesce perfino ad intuire quando mi bagno al solo complimento.Devo dire che vestita come ho descritto lo ero molto di più prima che Veronica venisse nel mio letto forse perchè non godevo abbastanza mentre ultimamente mi sento meno desiderosa di sborrare forse perchè lo faccio molto spesso a casa.Prima godevo spesso quando vedevo i miei compagni che mi sbirciavano in mezzo alle cosce e vedevo i loro pantaloni gonfiarsi :non mi sono mai concessa a loro per il semplice motivo che non me lo hanno mai chiesto.Intanto Flavio mi chiede:-Signorina,buongiorno.Fra circa un'oretta può portarmi nella 43 due caffè decaffeinati? :-Buongiorno signore.Senz'altro,43 ha detto? :-Sì 43.Ah,a proposito non è che potrebbe portarmi anche un paio di preservativi? :.Beh quelli sono nel cassetto del comodino insieme ad altri accessori. Gli ac
cessori sarebbero dei cazzi finti di varia misura dei vibratori e della vaselina. :-Ah sì,li conosco.Ma sono di una misura standard ed io ho bisogno di extralarge altrimenti devo fare senza.Intanto continua a sbirciare il mio seno con più insistenza.Comincio a sentire un certo formicolio al basso ventre segno che la mia ciccina sente la presenza del manico.Vedo il la punta del suo naso che freme e diventa bianca mentre il mio occhio si fa lucido.Mi sento rispondere:-Vedrò se sarà possibile.Al limite farà senza.E qui abbasso la voce e mi accosto di più a lui mettendogli il seno sotto il naso ed una coscia piegata a sfiorargli l'inguine e sento l'umore vaginale che mi cola lungo le cosce :- Credo che fare senza debba essere più piacevole sia per lei che per la sua donna. :-Forse ha ragione,però se capita che in camera arrivi una donna che non conosco? :-Beh,prima aspetti che questa donna le capiti in camera e poi giudicherà se fare senza o meno. :- Ha ragione,far
emo così.Allora l'aspetto tra un'oretta. :-Ok,a tra poco. Questo è stato il dialogo intercorso tra me ed il cliente.Non ero sicura ma credo che la donna che sarebbe capitata in quella camera sarei stata io.A vero dire io venivo da una serata di sesso sfrenato ed appagante con i miei amici e sinceramente non ero eccitata più di tanto almeno fino a quando il nostro parlottare non è divenuto più confidenziale.Allora le mie viscere si sono messe in subbuglio ed in attesa di una visita maschile.Quello che più mi eccita è di essere desiderata.Tra l'altro noi non siamo cameriere bensì inservienti e se non lo vogliamo non siamo tenute a servire i clienti e se lo facciamo dobbiamo essere professionali,cioè servirli ed uscire subito dalla camera.Inutile dire che ci è fatto divieto partecipare agli incontri di sesso coi clienti altrimenti il Motel rischia la chiusura per sfruttamento della prostituzione.Ma è risaputo che alcuni di noi,sia maschi che femmine,accettano di partecipare in c
ambio di soldi per arrotondare lo stipendio.In precedenza mi è capitata una sola volta di accettare le avances di due lesbiche dalle quali ho ricevuto non soldi ma sonore leccate che mi hanno scombussolata tutta.Altre volte mi sono rifiutata perchè chi me lo ha chiesto non mi ha incuriosita più di tanto.L'altra mattina non è che Flavio mi abbia incuriosita ma me lo ha chiesto in modo così compito ed educato che sarebbe stato scortese rifiutare ed io scortese non lo sono per nulla.E poi Flavio non mi ha invitata a scopare bensì a servirgli il caffè.Quando ho ritenuta fosse l'ora mi sono data una rassettata e sono andata a bussare alla porta della 43 che si è subito aperta e richiusa con l'uomo,nudo,che appoggiava le spalle ad essa.La prima cosa che ho notato è il suo cazzo curvo all'insù come piace a me:era talmente curvo che formava come un semocerchio e la capocchia che sembra un gancio che se ti s'infila nel corpo non ti lascia più.Sentivo le labbra della mia fica che si aprivano p
er lasciarlo passare e la mia vagina tutta che applaudiva a quella vista.Sia lui che il suo splendido cazzo sembravano sorridere sornioni perchè sicuri che mi avrebbero penetrata e le mie viscere più felici che mai perchè assaporavano già il succo dolce che le avrebbe inondate.Sul letto c'era una splendida bionda russa che già conoscevo di vista.Era seduta con accanto un bel cazzo di gomma,aveva le cosce aperte che mostravano una fica depilata dalle labbra aperte che luccicavano di umore.Mi sono abbassata per ripore sul comodino il vassoio ed ero curva mentre Flavio mi ha abrracciata da dietro appoggiando il cazzo contro le mie chiappe e facendomi sentire quanto desiderava infilarmelo mentre con le mani esplorava il seno che per mia fortuna ho ancora florido.Mi sono raddrizzata fronteggiandolo e mentre lui mi ha tirato fuori le tette e continuava a spogliarmi ed io gli palpavo il cazzo mi detto:-Sei una donna magnifica e già da molto ho notato il tuo corpo che vorrei sentire freme
re sotto le mie carezze e quelle della mia Tatiana.Vogliamo averti e se acconsenti a leccare la mia compagna mentre io t'inculo ti daremo 100 euro di mancia. Avevo gli occhi languidi e la fica in fiamme dal desiderio e mi sono sentita rispondere:-Vi sbagliate sul mio conto perchè non sono una prostituta. :-E neanche noi lo pensiamo ma i soldi sono solo per il tempo che ti facciamo perdere e poi ci piace che compri qualcosa che ci ricordi di noi e di questa serata. :-Va bene,ma i soldi sono solo per fare felice Tatiana.Per il resto devi darmene almeno altrettanti. Ed avevo detto che non ero una prostituta. :-Mi sembri un po' cara però.Ma come vedi desideriamo averti e non badiamo a spese e anzi se saremo contenti ti faremo un ulteriore regalo.Ero ormai nuda del tutto .Tatiana si èstesa sul letto con le cosce spalancate e mentre io mi posizionavo in mezzo ad esse ho sentito prima entrarmi nel corpo il cazzo finto che avevo visto sul letto e che era ancora umido degli umori d
ella donna e dopo che mi son sentito il buco del culo leccato ed umidificato ho sentito il cazzo durissimo che si è fatto strada nel mio sfintere.Mi ha arpionata,letteralmente agganciata:sentivo la capocchia che mi tratteneva con forza mentre usciva ed entrava strofinando contro le pareti del culo e forzando contro la vagina riempita dal cazzo di gomma . Ho pensato a mio padre,come mi succede spesso,ed al piacere che doveva procurare a mia madre quando la possedeva anche lui arpionandola col suo cazzo curvo e mentre infilavo la lingua nella vagina della donna e ne mordevo il clitoride provocando i suoi gridolini ed intanto diceva " haraciok" che forse vuol dire brava mi sono sentito il culo lavato dalla sborra dell'uomo ed il mio umore abbondante che mi colava lungo le cosce facendomi solletico.Siamo andati avanti per qualche ora prendendo quel bel cazzo in tutti i miei buchi immaginado di tornare indietro negli anni in cui veneravo senza sapere perchè il cazzo come dio eterno.Se
fossi vissuta ai tempio dei romani sarei stata la vestale del dio Priapo.So di essere dotata per il cazzo,per me fottere è un'arte non un mestiere.Se la chiavata non fosse nata per conto suo l'avrei inventata io ed il mio sogno,spesso incubo,sarebbe quello di fare il bagno in una vasca piena di sborra e col sapone a forma di cazzo.Quando ci siamo ricomposti Flavio mi ha dato un assegno di 250 euro e la promessa di servirgli ancora dell'ottimo caffè come quello che non ha avuto il tempo di bere.Per il fatto che mi hanno dato dei soldi mi sono sentita davvero come una prostituta ma con orgoglio,cioè fiera di aver preso dei soldi forse perchè vuol dire che la gente pur di avermi è disposta a pagare.E poi mi sono accorta che dopo che abbiamo pattuito il compenso e mi sono sentita una professionista ho scopato con più verve del solito e mi sono resa conto che i soldi che mi hanno dato li ho meritati.E pensare che dopo avergli visto il cazzo sarei stata disponibile a pagare io lui pur di s
entirmelo in corpo.E pur di sentirmelo in corpo ho leccato volentieri una fica depilata che di solito non faccio perchè mi sembra di leccare la fica di una bambina.Quando sono uscita dalla camera sono stata chiamata dal capo del nostro turno il quale mi ha chiesto come mai mi sono trattenuta così a lungo in camera coi clienti.Ho raccontata una balla ma lui sa perfettamente quello che succede e siccome è un bastardo segaiolo vigliacco ci ricatta e se non cediamo ai suoi desideri ci denuncia alla direzione rischiando così il licenziamento.Lui ci propone di addivenire ad un accordo ed in cambio del suo silenzio concedergli ciò che abbiamo concesso ai clienti.In precedenza aveva già provato invano con me perchè odio i superbi boriosi che approfittano della loro posizione per fare i propri comodi ma questa volta ho dovuto cedere anche perchè,ora che mia figlia si è lasciata col marito,vorrei farla assumere dal nostro Hotel-Motel.Quindi ho dovuto prestargli la mia mano e ritirarla bagnata
dalla sua lurida sborra schifosa.La mia fortuna è che sono longilinea mentre a lui piacciono le donne in sovrappeso come la mia compagna Antonietta che per 183 cm. di altezza mette sulla bilancia 140 chili di ciccia lardosa con delle tette di ottava misura un culo che si fa fatica ad abbracciare ed una fica pelosa che riesce a farsi fottere da una mazza da baseball dalla parte più grossa.E' bella di viso perchè ha solo 23 anni ma ha un corpo che sembra un pachiderma e quando piscia sentiamo come il rumore di una cascata.L'abbiamo vista quando fa la doccia dopo lavorato ed ha le cosce talmente grosse che anche se sono spalancate in alto nascondono la fica e per fotterla bisogna prenderla solo alla pecorina.E siamo tutte convinte che il cazzo del nostro capo serve a farle solo il solletico.A me personalmente non piace anche se ha il pelo della fica tanto folto che volentieri glielo ciuccerei ma pare che Piero diventi matto a vedere tanta ciccia.Adesso Veronica mi prende in giro e spes
so quando siamo per strada mi offre ad alta voce dei soldi per fottermi o mi chiede la tariffa delle mie prestazioni.Mi tratta come una professionista ed ha detto che qualche sera mi porta a battere vicino ai falò dove altre mie colleghe lavorano e vedere quanti soldi riesco a portare a casa.L'idea mi eccita anche se non sono sicura di fare sesso col primo venuto visto che sono sempre stata io a scegliere.Però mi farei chiavare dal nostro dirimpettaio segaiolo se mi desse almeno 500 euro,per meno non gliela darei.Anche per fare un dispetto alla sua megera di moglie che mi sta sulle palle.Mi guarda storto non so se per invidia o perchè suo marito mi dedica tutte le sue sborrate.Vedremo se Vero sarà capace di menare in porto questa trattativa io intanto devo lasciare il Computer perchè il mio nipotino deve mangiare.A presto e buona goduta a tutti
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20 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 17 ore fa -
il bel fotografo
Era un estate di qualche anno fà.
eravamo al mare , in un campeggio della costa Toscana direttamente sul mare.
Quando io mi tuffavo o nuotavo, mia moglie Clarissa restava oziosa crogiolandosi al sole con i suoi costumi più discinti. E' una bella donna Clarissa, lo sà e in più gli piace provocare.solitamente il costumino è spostato e, casualmente (sic) sporge sempre un ciuffetto di peli e un labbretto roseo.
Tutte le mattine passava sempre un fotografo da spiaggia. Faceva foto ai bagnanti e rilasciava gli scontrini per il ritiro al suo negozio.
Si fermava sempre da Clarissa, scattava e gli faceva tanti complimenti. Sempre la invitava al suo negozio, dove, a suo dire,gli avrebbe fatto delle foto "artistiche ". Clarissa mi raccontava tutto e, a letto, era motivo di eccitazione per noi fantasticare cosa avrebbe fatto e inventato.
Un giorno, presi la decisione. Vacci gli dissi, ma dopo voglio sapere tutto, proprio tutto dalla a alla zeta.
Dopo un ulteriore invito, alle 3 del pomeriggio, accompagnai mia moglie in paese e la portai fin davanti al negozio del fotografo. Lei entrò e io mi nascosi nel portone di fronte in attesa.
Non era passato un minuto che vidi il fotografo mettere un cartello alla porta con sù scritto "torno subito " e girare la chiave.
Passo' un ora e più. Io mi contorcevo dalla voglia e dall'eccitazione. Non potere vedere cosa faceva mia mogliemi dava un senzo di languore e di sofferenza che gratificava i miei senzi, tesi al massimo.
Finalmente uscì, attraversò la strada e io agguantatala, la scaraventai nel portone. Cosa avete fatto, cosa ti ha fatto, dimmi tutto, tuttoooo implorai.
prima l'aveva spogliata con delicatezza e scattato alcune foto, poi l'aveva messa sul divan o di posae li l'aveva messa in varie posizioni scattando foto poi...
a cazzo ritto l'aveva presa e infilzata in fica in bocca e in culo trattandola da maiala e lei aveva goduto tanto e gridato che io ero un cornuto e che lui era un vero stallone.
Io, mentre mi raccontava non stavo più nella pellee nelle palle. L'ho presa di peso e l'ho inginocchiata sulle scale inerne e lì, indifferente al rischio di possibili intrusi , l'ho infilzata fino alle palle nella sua fica che grondava ancora della sborra del bel fotografo.
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20 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 17 ore fa -
Una sera in pizzeria
Era una sera di giugno,il cielo era blu marine e pieno di stelle.Io e mia moglie alle 20 andammo in pizzeria per cenare,ma doveva essere l'inizio di una serata eccitante.Anna,quella sera indossava una gonna nera a metà coscia e senza calze perchè già faceva caldo;di sotto portava solo un perizoma color viola.D'un tratto mi accorsi che il ragazzo che serviva ai tavoli,guardava spesso sotto il nostro tavolo e,nel momento che si spostò,mi abbassai e vidi che la corta gonna e le gambe aperte lasciavano intravedere il perizoma con alcuni peli che fuoriuscivano(mia moglie ha molti peli e non ha potuto mai depilarsi perchè a me piace così).Subito mi eccitai e,poichè ci piace l'esibizionismo,le dissi tutto consigliandola quando glielo dicevo di aprire di più le gambe.Così fu,anzi,il ragazzo essendo rimasti solo noi e altri due tavoli occupati,si sedette di fronte a noi e fingendo di guardare la Tv cominciò a sbirciare.Al mio segno Anna aprì di più le gambe e dopo poco cominc
iò a toccarsi e masturbarsi.Il ragazzo quasi saltò sulla sedia.Allora Anna si alzò,lo guardò e andò nei bagni.Io fermo,facendo finta di niente,vidi che il ragazzo la seguiva.Il resto me lo raccontò lei.Quando il ragazzo entrò vide socchiusa la porta dal gabinetto e accostatosi alla porta,Anna lo sapeva,la vide alzarsi la gonna,scostarsi il perizoma e carezzarsi.Ormai eccitatissimo anche lui lo cacciò fuori;era come una pietra anche se giovane.Anna aprì la porta e lo invitò ad entrare.Qui cominciò a toccargli il cazzo duro e con la mano cominciò a fargli scorrere la pelle su e giù mentre con l'altra mano gli carezzava le palle dure e senza peli.Poi il ragazzo si sedette sul water e cominciò a leccarle la passera che aveva davanti.Anna eccitata lo fece fare anche quando lui la girò,la fece appoggiare al lavabo e prima le leccò e bagnò il buco del culo e poi glielo fece entrare dentro.Anna non avvertì dolore ma solo piacere perchè quella è la via che preferisco io.Dopo poco,il movimento
del culo fece eiaculare il ragazzo in esso.Anna però è una gran masturbatrice e mentre il ragazzo se lo puliva,glielo preso in mano e lo masturbò con la sua perizia.Dopo circa 20 minuti il ragazzo uscì,mi guardò ma feci finta di guardare la Tv.Poi venne Anna col sorriso del gatto che ha mangiato il topo.Quella sera,a casa,ricordandoci quanto era successo ed udento il suo racconto e i suoi apprezzamenti su quel giovane cazzo,facemmo l'amore senza soste,finchè sfiniti ci addormentammo.Ma altre storie ho da raccontarvi e sarà per un'altra volta.
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20 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 17 ore fa -
vicino musicista
Sono oltre tre anni che abito la casa dove sono e mi sembra di esserci da una vita.Ci sono coinquilini coi quali mi sento legata ed altri che nemmeno conosco.C'è qualcuno che vorrebbe portarmi a letto ed a me non interessa ed altri che m'interessano ma che neanche mi cagano.Sopra l'appartamento di mio fratello c'era una famiglia composta dai genitori ed un figlio coi quali ci frequentavamo non assiduamente ma ogni tanto bevevamo il caffè insieme.A dire il vero io mi ero avvicinata a loro perchè allora avevo mia figlia appena uscita dal collegio dove aveva finito gli studi e loro avevano un ragazzo dell'età circa della mia Claudia e mi avrebbe fatto piacere che si frequentassero.Si sono conosciuti,sono usciti qualche volta insieme ma senza legarsi.Poi mia figlia ha conosciuto l'indiano che poi l'ha sposata ed adesso l'ha lasciata e non se ne è fatto più nulla.Poi,circa un anno fa i genitori del ragazzo sono andati in pensione quindi sono andati ad abitare in un paesin
o di montagna dove in precedenza avevano comprato una casetta proprio in previsione di ritirarvisi da vecchi.Il figlio.Sergio.era rimasto solo nell'appartamento e passava tutto il suo tempo a rompere i coglioni a noi vicini perchè suonava e suona non so che cazzo di strumento e comincia a rompere alle 9 del mattino fino alle 7 della sera.Ho detto suona ma più corretto sarebbe dire strimpella e se anche fosse bravo alla lunga vi assicuro che anche se fosse un virtuoso romperebbe lo stesso i marroni.Io tra l'altro ho l'abitudine di dormire poco la notte però ho bisogno del riposino pomeridiano per riprendermi altrimenti sembro una zombi.Negli ultimi tempi mi è capitato d'incontrarlo spesso nell'ascensore come lunedì scorso e siamo stati a parlottare del più e del meno.Gli ho chiesto dei suoi,lui mi ha chiesto di Claudia,gli ho riferito che si è separata dal marito e che per intanto abita con Veronica perchè io non ho posto.Lui ne ha fatto gli elogi sopratutto perchè mi somiglia molto e
a lui piace come sono fatta.Non è vero che mia figlia mi somiglia ma se lui è convinto di ciò mi sta bene.Mi ha confidato che non ha nessuna che gli faccia le pulizie di casa e che ormai è abbastanza bravo a fare anche da mangiare.Io gli ho fatto notare che un uomo per quanto sia bravo non potrà mai eguagliare una donna nelle faccende di casa.Allora mi ha invitata a vedere di persona ed io ho accettato.A dire il vero immaginavo che senz'altro avrebbe avuto bisogno dell'aiuto di una donna ed in quel caso lo avrei avvicinato ancora a mia figlia perchè oltretutto è anche un bel ragazzo,magari coi capelli troppo lunghi per i miei gusti ma per il resto non posso dire nulla.Gli ho dato appuntamento per le 3 del pomeriggio di lunedì stesso perchè avevo qualche oretta libera e potevo disporre di me.Puntuale alle tre ho suonato da lui che mi ha aperto subito facendomi entrare in casa sua.pulita,abbastanza ordinata malgrado lui uscisse dal bagno vestito di un accappatoio blu ed i vestiti appo
ggiati sulla poltrona.Mi ha condotta in cucina dove c'era un certo disordine però era abbastanza pulito ed il lavello vuoto coi piatti in bell'ordine messi a scolare,in salotto c'era un po' di disordine nell'angolo che adoperava per fare musica con una chitarra elettronica ma che fa un rumore di contrabbasso e per il resto abbastanza pulito.La stanzetta dove era stato da bambino era diventato un ufficio e per la notte adoperava la stanza da letto dei suoi genitori e ne usava il letto grande.Intanto che passavamo da una stanza all'altra lui mi guidava tenendo una mano sulla mia spalla come a proteggermi ed una volta che siamo arrivati vicino al letto mi ha fatto girare col volto verso di lui e mi ha baciata.Io sono rimasta interdetta,basita,senza parole e senza fare nessun gesto ho lasciato fare e quando ho sentito la sua lingua vorticosa nella mia bocca che l'aveva lasciata entrare senza rifiutarsi e sopratutto quando gli si è aperto l'accappatoio ed il suo cazzo mi ha fatto sentire
contro la pancia quanto fosse duro io gli ho cinto la vita colle mie braccia e l'ho attirato di più a me per sentire il suo turgore.Sempre baciandomi mi ha tolto i vestiti ed io l'ho aiutato a togliermi l'intimo che in quel momento maledicevo di averlo indossato ed infine mi ha spinta a coricarmi sul letto che aveva ospitato i suoi genitori.Mi ha alzato le gambe e si è tuffato in mezzo ad esse per leccarmi la vagina che già era bagnata in attesa di essere posseduta.Io lasciavo fare come inebetita perchè a tutto ero preparata ma non ad essere fottuta da questo ragazzo che avrei voluto che fottesse mia figlia e non me.Un senso di egoismo mi è balenato davanti agli occhi ed ho relizzato che mia figlia è molto giovane quindi ha tutto il tempo di trovarsi un altro che la prenda o che anche se fosse questo che si accoppierà un giorno con lei è bene che io sappia come si comporta e se è capace di far felice una donna.Eran più o meno questi i miei pensieri quando ho sentito il suo cazzo che
s'intrufolava tra le mie labbra mentre lui si era posizionato per fare un 69.Non era un cazzo particolare,nè grosso ma molto duro ed una cappella staccata dall'asta che lo faceva sembrare più lungo.Mi arrivava in gola e benchè le palle urtavano contro le labbra io mi sforzavo di farlo entrare ancora di più.Oh che bello,oh come era fresco,e che duro:lui mi chiavava la bocca come se fosse una vagina ed intanto li leccava la fica e mi mordeva il clitoride e mi succhiava il buco del culo nel quale aveva infilato un dito.Io fremevo,mi agitavo.mi aprivo,lo ospitavo,lo succhiavo come una ventosa perchè non mi saziavo di sentirlo dentro così duro e cosaì fresco per la giovane età fino a che non mi ha sborato in bocca.L'ho trattenuto più a lungo possibile e mentre ne sentivo il pulsare dell'uretra mentre sborrava continuavo a gemere e godere come una cagna in calore.Io non lasciavo il suo cazzo ma neanche lui smetteva di leccarmi e bere i miei umori mentre forzava il mio sfintere colle dita
Il suo cazzo non accennava a smollarsi e dopo essere rimasto nella mia bocca per parecchi minuti lo ha estratto per farmi mettere in ginocchio alla pecorina ed infilarmelo nel culo dove è stato risucchiato tutto fino a sentire le palle contro le chiappe.Mi ha cinto colle sua braccia e con le mani mi ha preso le mammelle dai capezzoli eccitati e si è aggrappato per darmi dei colpi sempre più potenti tali da farmi affossare la faccia nei cuscini.Il suo non è un cazzo grosso quindi non è che mi facesse male ma era di una durezza che già da alcuni anni non sentivo.Coi suoi 23-25 anni un uomo può essere il padrone del mondo mentre quando raggiunge una certa età sarà anche più esperto ma il suo cazzo perde molto sia in vitalià che in turgore.Anche la mia fica sento che è più molle di quanto ero giovane e comincia ad essere slabbrata e non si chiude più come una volta intorno ad un bel cazzo che la penetra ma questo l'uomo non lo nota perchè quando il suo cazzo sente l'umido perde ogni alt
ra percezione.Io mordevo il cuscino mentre sentivo il suo cazzo su per lo sfintere fino a che non ha spento un po' del fuoco che mi aveva acceso dentro con un'altra sborrata fresca.Ho allungato le gambe e lui si è disteso per tutta la sua lunghezza sul mio corpo e siamo stati fermi col suo cazzo nel culo per moltissimo tempo.E non eravamo sazi.Il suo membro era duro come se neanche avesse sborrato e la mia voglia di lui era immutata.Alla fine si è steso sul letto affianco a me ed io alla vista del suo obelisco sempre sull'attenti mi sono inginocchiata per fargi un ulteriore pomino.Ho dovuto insistere un po' ma alla fine sono stata premiata perchè ancora una volta ho bevuto il suo succo colloso caldo e dolce.Ci siamo lasciati cogli occhi lucidi di piacere e di voglia e con la promessa che ci saremmo rivisti ancora.Ora sono combattuta da un dilemma.Lo cedo a mia figlia,sempre che lei lo voglia,o lo tengo per me?E se lo cedo a lei non è che magari posso usarlo anch'io di tanto in tanto
?Sarei una cattiva madre,tenendo però conto del fatto che sono stata io a scoprirlo come uomo?E visto che mia figlia è giovane ed ha molte più possibilità di me di conoscere altri coetanei non sarebbe più giusto che io ne approfitti anche se sono appagata sessualmente e tanto bisogno di nuovi amanti non ne ho?Spero di risolvere questo problema ma di certo so che non rinuncerò tanto facilmente ad un cazzo di tale potenza.Baci
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20 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 17 ore fa -
Montare mio marito
Sono Carmen, una signora di Milano di 40 anni. E' da tempo che desidero possedere il popò di mio marito. Non ne abbiamo mai parlato ma siccome in casa comando io, stasera avrò il suo sedere, dico tra me e me. Ieri dovendo andare a fare compere per la casa, decido di comprare un bello strap on in lattice con tanto di testicoli gonfi e turgidi. Prima di muovermi mi siedo a mangiare un gran piatto di lampascioni lessati anche se fanno produrre una quantità ingente di gas intestinali. Poi mi preparo, mi trucco, mi metto una guepiere a cui aggancio un bellissimo paio di calze con la riga color carne. Esco e nel frattempo che giro per negozi ed avere recuperato ciò che mi serve per montare mio marito, comincio ad avvertire dei violenti movimenti di pancia, la guepiere stringe e mi sembra che il ventre mi stia per scoppiare e che le chiappe mi stiano per esplodere col buchino che pulsa dandomi spasmi incredibili. Entro di corsa in un bar ma trovo il bagno delle donne occupa
to, ho il popò pieno e mi sembra di esplodere, allora entro di corsa in quello degli uomini, non c'è la chiave e, facendo in fretta, sia perchè non rieco più a trattenere la pupù, sia perchè voglio scongiurare l'arrivo di qualche avventore che mi sorprenda in quell'imbarazzante situazione, mi piego sulla turca ma non prendo la mira e dopo due una serie di peti fragorosi e di loffe puzzolenti sparo una enorme torta di cacca molle fuori dalla turca. Mi accorgo che non c'è carta igienica e pertanto rimango col buchino sporco di cacca. Nel frattempo alcuni uomini si stanno accalcando davanti alla porta chiusa per attendere il loro turno ed io, imbarazzata per l'odore e per quella torta enorme e pastosa che troneggia sul pavimento, mi riabbasso la gonna e, uscendo in fretta, dico che il bagno è guasto e scappo via. Sull'autobus mi accorgo che quell'enorme esplosione di pupù prodotta dalle mie chiappe mi ha schizzato di cacca le mie calze con la riga. Sono furente ma anche eccitatissima e
sento la mia topona pelosa bagnatissima. Mi rifarò stasera sul sedere di mio marito, pensavo. A casa mi metto ciabatte e vestaglia e lego lo strap on alla mia vita. Ho in mezzo alle gambe un membro enorme, venoso e con testicoli molto grossi e turgidi. Glielo infilerò nel sedere tutto fino alle palle, pensavo. Vedere quel membro agganciato alla guepiere è una sensazione meravigliosa e mi rende una superdonna. Quando rientra mio marito, gli faccio fare per un pò le sue cose come sempre e poi presentandomi davanti a lui, gli spalanco la vestaglia e gli mostro ciò che inesorabilemte lo possiederà con forza e vigore. Lui rimane attonito ed in soggezione, è alla mia mercè totale. Lo faccio chinare ed inizio a montarlo come se fosse una mucca con ritmo furioso ed intanto gli sculaccio le chiappe. Lo cavalco con forza, lui mi supplica pietà perchè, a secco, gli sta esplodendo il sedere sotto i miei colpi potenti e decisi. Mentre allargo le gambe per montarlo con maggior vigore, i colpi mi h
anno fatto riprendere i movimenti di pancia dovuti ai lampascioni. Sento le chiappe piene di gas e mentre continuo a montare mio marito emetto una serie interminabile di peti rumorosi e di venti.
Carmen
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20 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 17 ore fa -
Giornata di lavoro
L'agenda mi dice che tra meno di un quarto d'ora dovrò incontrare la sig.ra Morelli, moglie dell'assessore comunale al bilancio. Quando si tratta di avere a che fare con donne capricciose, insoddisfatte, indecise, depresse, isteriche... le mandano sempre da me. Mi hanno preso per uno psicologo... non hanno capito che tra non molto ricovereranno me alla neuro!!! Salgo nel mio studio e metto un po' d'ordine sulla scrivania: alle donne fa sempre una buona impressione l'uomo puntuale, preciso, ordinato, in pratica tutto ciò che loro non sono in grado di essere. Meglio mettere da parte tutta la mia misoginia in questo momento, altrimenti questa pubblica relazione va a finire male.
Non si è fatta attendere molto come spesso accade per le "dive": solo cinque minuti. Faccio sfoggio di un minimo di galanteria accingendomi ad aprirle la porta. La vedo salire dalle scale: incedere elegante, sensuale, determinato. La faccio accomodare sulla poltrona degli ospiti e dopo i convenevoli parto con l'illustrarle il progetto. Noto che segue il mio discorso con particolare attenzione. Dalle sue espressioni riesco facilmente ad intuire quando alcuni concetti le risultano ostici, sicché mi sforzo nel renderglieli più semplici. Mentre lei sembra catturata dalle mie parole... io subisco il suo fascino da gran Donna quale è. Mi sento imbrigliato in quell'approccio così professionale e lei se ne accorge. Con un accenno di sorriso, rende immediatamente il clima più disteso e confidenziale. Ogni suo accavallamento di gambe sembra essere un esplicito richiamo per i miei sensi. In extremis riesco nuovamente ad impormi nuovamente un atteggiamento professionale. Esso, però, provoca in l
ei una reazione di totale distacco e disattenzione. A quel punto ritengo necessario farle presente il mio disagio nel parlare ad una persona completamente assente. Di rimando lei mi dice che non sono necessari ulteriori dettagli tecnici, in quanto è compito del marito valutarli. Non mi rimase che invitarla a spostarsi verso il mio lato di scrivania per mostrarle la grafica sul mio monitor. In piedi dietro di lei, mi sentì inebriato dalla delicatezza del suo profumo quando, non so quanto inavvertitamente, lei fece due passi indietro senza guardare e me la ritrovai fra le braccia. Chiedemmo immediatamente scusa a vicenda e ci scappò da ridere. Il tempo delle formalità era stato ormai archiviato. Sguardi fissi comunicavano in modo evidente il desiderio di entrambi. L'avrei afferrata, poggiata sul ripiano della scrivania, denudata dagli indumenti superflui e penetrata con foga. Tutto questo non si addice ad una donna di cotanta classe. Chiedo se le farebbe piacere gustare un aperitivo in
sieme; lei rilanciò con un invito a pranzo. Quel suo sguardo e quelle sue labbra mi rendevano completamente schiavo dei suoi desideri. Ci demmo appuntamento in un ristorante molto esclusivo. Quel pasto ebbe la sola funzione di stimolare ulteriormente i nostri sensi e prepararli a qualcosa di più intenso che si sarebbe consumato da lì a poco. E' lei ad avere il polso della situazione; io osservo sempre più affascinato il suo modo di fare. Mi invita ad accompagnarla alla sua tenuta, lontana dal centro abitato, affinché io possa esprimere il mio parere tecnico circa i lavori di ristrutturazione che intende far eseguire. Ho subito estrapolato il concetto fuor di metafora. Una volta sul posto, finalmente lontano da occhi indiscreti, manifesta la sua voglia di contatto fisico. Le distanze tra i nostri corpi si riducono ai minimi termini. Mi fa accomodare su di un comodo divano in uno splendido soggiorno, mentre lei si dirige verso la cucina per tornare con un buon vino dopo essersi messa p
iù in libertà. Avverte che mi sto faticosamente trattenendo dal saltarle addosso, sicché si diverte a provocarmi ulteriormente. Sedutasi accanto, porta la sua mano sul mio petto, infilandola nell'apertura della camicia. Lentamente sfila tutti i bottoni dalle loro asole, porta le sue labbra sulla mia pelle andando alla ricerca delle zone più sensibili. Non riesco più a trattenere i sospiri; la mia eccitazione raggiunge presto il culmine. Esaurita l'esplorazione della parte superiore, si dedica alle parti basse. Mi sfila i pantaloni, si inginocchia fra le mie gambe, valuta la consistenza della mia voglia attraverso l'intimo, bagna con la sua bocca l'interno delle mie gambe. Decide che è arrivato il momento di denudarmi del tutto. Afferra il mio membro fra le sue mani, scopre il glande, lo avvicina alla bocca e lentamente ci poggia la punta della lingua. Lo stuzzica a dovere per poi stringerlo fra le sue labbra, prima di accoglierlo completamente all'interno della sua bocca. I sussulti
della mia eccitazione si fanno sempre più frequenti e incontrollabili. Più volte rischia di farmi raggiungere subito l'orgasmo in quel modo, ma riesce sempre a smorzarlo un attimo prima dell'irreparabile. Non riesco più a subire passivamente tali "torture", sento il bisogno impellente di possedere il suo corpo! Scambiamo le posizioni e mi accingo a ripercorrere i suoi gesti nello stesso identico modo. Mi dedico in modo particolare al sul collo delicato ed ai seni floridi. La sento impazzire quando stringo i suoi capezzoli fra le mie labbra. Col viso fra le sue gambe, mi sento irresistibilmente attratto dal profumo dei suoi umori. Lentamente affondo la lingua in lei, mescolando la sua voglia con la mia saliva. Nessuno dei due vuole smettere di giocare. Mi porta nella camera da letto e mi chiede se accetto di farmi legare polsi e caviglie. Situazione molto rischiosa e per questo ancor più eccitante. Una volta immobilizzato, lei esce dalla stanza per tornare con due cubetti di ghiaccio.
Quasi mi pento di aver accettato: la tortura sarà atroce! Fa scivolare i cubetti sulla mia pelle, scatenando sul mio corpo una lunga serie di brividi che si moltiplicano quando la sua lingua bollente raccoglie le scie di ghiaccio disciolto. Esauriti i due cubetti, sale su di me a gambe larghe. Il mio membro scompare dentro lei, avvolto in un caldo ed umido massaggio. E' una danza orientale quella che si sta svolgendo sul mio corpo. I gemini ed i sospiri si rincorrono fino a quando avverto i fremiti del suo piacere. Si distende su di me, mi accarezza il viso. Qualche minuto di quiete, poi torna a dedicarmi le sue attenzioni. Lo stringe fra le mani, se lo passa fra i seni, lo lecca, lo succhia. fino a quando il mio piacere si sparge sul mio e sul suo corpo. Con me ancora legato, poggia il suo capo sul mio petto restando a lungo in silenzio.
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20 anni fa
admin, 75
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Giornata di lavoro
L'agenda mi dice che tra meno di un quarto d'ora dovrò incontrare la sig.ra Morelli, moglie dell'assessore comunale al bilancio. Quando si tratta di avere a che fare con donne capricciose, insoddisfatte, indecise, depresse, isteriche... le mandano sempre da me. Mi hanno preso per uno psicologo... non hanno capito che tra non molto ricovereranno me alla neuro!!! Salgo nel mio studio e metto un po' d'ordine sulla scrivania: alle donne fa sempre una buona impressione l'uomo puntuale, preciso, ordinato, in pratica tutto ciò che loro non sono in grado di essere. Meglio mettere da parte tutta la mia misoginia in questo momento, altrimenti questa pubblica relazione va a finire male.
Non si è fatta attendere molto come spesso accade per le "dive": solo cinque minuti. Faccio sfoggio di un minimo di galanteria accingendomi ad aprirle la porta. La vedo salire dalle scale: incedere elegante, sensuale, determinato. La faccio accomodare sulla poltrona degli ospiti e dopo i convenevoli parto con l'illustrarle il progetto. Noto che segue il mio discorso con particolare attenzione. Dalle sue espressioni riesco facilmente ad intuire quando alcuni concetti le risultano ostici, sicché mi sforzo nel renderglieli più semplici. Mentre lei sembra catturata dalle mie parole... io subisco il suo fascino da gran Donna quale è. Mi sento imbrigliato in quell'approccio così professionale e lei se ne accorge. Con un accenno di sorriso, rende immediatamente il clima più disteso e confidenziale. Ogni suo accavallamento di gambe sembra essere un esplicito richiamo per i miei sensi. In extremis riesco nuovamente ad impormi nuovamente un atteggiamento professionale. Esso, però, provoca in l
ei una reazione di totale distacco e disattenzione. A quel punto ritengo necessario farle presente il mio disagio nel parlare ad una persona completamente assente. Di rimando lei mi dice che non sono necessari ulteriori dettagli tecnici, in quanto è compito del marito valutarli. Non mi rimase che invitarla a spostarsi verso il mio lato di scrivania per mostrarle la grafica sul mio monitor. In piedi dietro di lei, mi sentì inebriato dalla delicatezza del suo profumo quando, non so quanto inavvertitamente, lei fece due passi indietro senza guardare e me la ritrovai fra le braccia. Chiedemmo immediatamente scusa a vicenda e ci scappò da ridere. Il tempo delle formalità era stato ormai archiviato. Sguardi fissi comunicavano in modo evidente il desiderio di entrambi. L'avrei afferrata, poggiata sul ripiano della scrivania, denudata dagli indumenti superflui e penetrata con foga. Tutto questo non si addice ad una donna di cotanta classe. Chiedo se le farebbe piacere gustare un aperitivo in
sieme; lei rilanciò con un invito a pranzo. Quel suo sguardo e quelle sue labbra mi rendevano completamente schiavo dei suoi desideri. Ci demmo appuntamento in un ristorante molto esclusivo. Quel pasto ebbe la sola funzione di stimolare ulteriormente i nostri sensi e prepararli a qualcosa di più intenso che si sarebbe consumato da lì a poco. E' lei ad avere il polso della situazione; io osservo sempre più affascinato il suo modo di fare. Mi invita ad accompagnarla alla sua tenuta, lontana dal centro abitato, affinché io possa esprimere il mio parere tecnico circa i lavori di ristrutturazione che intende far eseguire. Ho subito estrapolato il concetto fuor di metafora. Una volta sul posto, finalmente lontano da occhi indiscreti, manifesta la sua voglia di contatto fisico. Le distanze tra i nostri corpi si riducono ai minimi termini. Mi fa accomodare su di un comodo divano in uno splendido soggiorno, mentre lei si dirige verso la cucina per tornare con un buon vino dopo essersi messa p
iù in libertà. Avverte che mi sto faticosamente trattenendo dal saltarle addosso, sicché si diverte a provocarmi ulteriormente. Sedutasi accanto, porta la sua mano sul mio petto, infilandola nell'apertura della camicia. Lentamente sfila tutti i bottoni dalle loro asole, porta le sue labbra sulla mia pelle andando alla ricerca delle zone più sensibili. Non riesco più a trattenere i sospiri; la mia eccitazione raggiunge presto il culmine. Esaurita l'esplorazione della parte superiore, si dedica alle parti basse. Mi sfila i pantaloni, si inginocchia fra le mie gambe, valuta la consistenza della mia voglia attraverso l'intimo, bagna con la sua bocca l'interno delle mie gambe. Decide che è arrivato il momento di denudarmi del tutto. Afferra il mio membro fra le sue mani, scopre il glande, lo avvicina alla bocca e lentamente ci poggia la punta della lingua. Lo stuzzica a dovere per poi stringerlo fra le sue labbra, prima di accoglierlo completamente all'interno della sua bocca. I sussulti
della mia eccitazione si fanno sempre più frequenti e incontrollabili. Più volte rischia di farmi raggiungere subito l'orgasmo in quel modo, ma riesce sempre a smorzarlo un attimo prima dell'irreparabile. Non riesco più a subire passivamente tali "torture", sento il bisogno impellente di possedere il suo corpo! Scambiamo le posizioni e mi accingo a ripercorrere i suoi gesti nello stesso identico modo. Mi dedico in modo particolare al sul collo delicato ed ai seni floridi. La sento impazzire quando stringo i suoi capezzoli fra le mie labbra. Col viso fra le sue gambe, mi sento irresistibilmente attratto dal profumo dei suoi umori. Lentamente affondo la lingua in lei, mescolando la sua voglia con la mia saliva. Nessuno dei due vuole smettere di giocare. Mi porta nella camera da letto e mi chiede se accetto di farmi legare polsi e caviglie. Situazione molto rischiosa e per questo ancor più eccitante. Una volta immobilizzato, lei esce dalla stanza per tornare con due cubetti di ghiaccio.
Quasi mi pento di aver accettato: la tortura sarà atroce! Fa scivolare i cubetti sulla mia pelle, scatenando sul mio corpo una lunga serie di brividi che si moltiplicano quando la sua lingua bollente raccoglie le scie di ghiaccio disciolto. Esauriti i due cubetti, sale su di me a gambe larghe. Il mio membro scompare dentro lei, avvolto in un caldo ed umido massaggio. E' una danza orientale quella che si sta svolgendo sul mio corpo. I gemini ed i sospiri si rincorrono fino a quando avverto i fremiti del suo piacere. Si distende su di me, mi accarezza il viso. Qualche minuto di quiete, poi torna a dedicarmi le sue attenzioni. Lo stringe fra le mani, se lo passa fra i seni, lo lecca, lo succhia. fino a quando il mio piacere si sparge sul mio e sul suo corpo. Con me ancora legato, poggia il suo capo sul mio petto restando a lungo in silenzio.
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Giornata di lavoro
L'agenda mi dice che tra meno di un quarto d'ora dovrò incontrare la sig.ra Morelli, moglie dell'assessore comunale al bilancio. Quando si tratta di avere a che fare con donne capricciose, insoddisfatte, indecise, depresse, isteriche... le mandano sempre da me. Mi hanno preso per uno psicologo... non hanno capito che tra non molto ricovereranno me alla neuro!!! Salgo nel mio studio e metto un po' d'ordine sulla scrivania: alle donne fa sempre una buona impressione l'uomo puntuale, preciso, ordinato, in pratica tutto ciò che loro non sono in grado di essere. Meglio mettere da parte tutta la mia misoginia in questo momento, altrimenti questa pubblica relazione va a finire male.
Non si è fatta attendere molto come spesso accade per le "dive": solo cinque minuti. Faccio sfoggio di un minimo di galanteria accingendomi ad aprirle la porta. La vedo salire dalle scale: incedere elegante, sensuale, determinato. La faccio accomodare sulla poltrona degli ospiti e dopo i convenevoli parto con l'illustrarle il progetto. Noto che segue il mio discorso con particolare attenzione. Dalle sue espressioni riesco facilmente ad intuire quando alcuni concetti le risultano ostici, sicché mi sforzo nel renderglieli più semplici. Mentre lei sembra catturata dalle mie parole... io subisco il suo fascino da gran Donna quale è. Mi sento imbrigliato in quell'approccio così professionale e lei se ne accorge. Con un accenno di sorriso, rende immediatamente il clima più disteso e confidenziale. Ogni suo accavallamento di gambe sembra essere un esplicito richiamo per i miei sensi. In extremis riesco nuovamente ad impormi nuovamente un atteggiamento professionale. Esso, però, provoca in l
ei una reazione di totale distacco e disattenzione. A quel punto ritengo necessario farle presente il mio disagio nel parlare ad una persona completamente assente. Di rimando lei mi dice che non sono necessari ulteriori dettagli tecnici, in quanto è compito del marito valutarli. Non mi rimase che invitarla a spostarsi verso il mio lato di scrivania per mostrarle la grafica sul mio monitor. In piedi dietro di lei, mi sentì inebriato dalla delicatezza del suo profumo quando, non so quanto inavvertitamente, lei fece due passi indietro senza guardare e me la ritrovai fra le braccia. Chiedemmo immediatamente scusa a vicenda e ci scappò da ridere. Il tempo delle formalità era stato ormai archiviato. Sguardi fissi comunicavano in modo evidente il desiderio di entrambi. L'avrei afferrata, poggiata sul ripiano della scrivania, denudata dagli indumenti superflui e penetrata con foga. Tutto questo non si addice ad una donna di cotanta classe. Chiedo se le farebbe piacere gustare un aperitivo in
sieme; lei rilanciò con un invito a pranzo. Quel suo sguardo e quelle sue labbra mi rendevano completamente schiavo dei suoi desideri. Ci demmo appuntamento in un ristorante molto esclusivo. Quel pasto ebbe la sola funzione di stimolare ulteriormente i nostri sensi e prepararli a qualcosa di più intenso che si sarebbe consumato da lì a poco. E' lei ad avere il polso della situazione; io osservo sempre più affascinato il suo modo di fare. Mi invita ad accompagnarla alla sua tenuta, lontana dal centro abitato, affinché io possa esprimere il mio parere tecnico circa i lavori di ristrutturazione che intende far eseguire. Ho subito estrapolato il concetto fuor di metafora. Una volta sul posto, finalmente lontano da occhi indiscreti, manifesta la sua voglia di contatto fisico. Le distanze tra i nostri corpi si riducono ai minimi termini. Mi fa accomodare su di un comodo divano in uno splendido soggiorno, mentre lei si dirige verso la cucina per tornare con un buon vino dopo essersi messa p
iù in libertà. Avverte che mi sto faticosamente trattenendo dal saltarle addosso, sicché si diverte a provocarmi ulteriormente. Sedutasi accanto, porta la sua mano sul mio petto, infilandola nell'apertura della camicia. Lentamente sfila tutti i bottoni dalle loro asole, porta le sue labbra sulla mia pelle andando alla ricerca delle zone più sensibili. Non riesco più a trattenere i sospiri; la mia eccitazione raggiunge presto il culmine. Esaurita l'esplorazione della parte superiore, si dedica alle parti basse. Mi sfila i pantaloni, si inginocchia fra le mie gambe, valuta la consistenza della mia voglia attraverso l'intimo, bagna con la sua bocca l'interno delle mie gambe. Decide che è arrivato il momento di denudarmi del tutto. Afferra il mio membro fra le sue mani, scopre il glande, lo avvicina alla bocca e lentamente ci poggia la punta della lingua. Lo stuzzica a dovere per poi stringerlo fra le sue labbra, prima di accoglierlo completamente all'interno della sua bocca. I sussulti
della mia eccitazione si fanno sempre più frequenti e incontrollabili. Più volte rischia di farmi raggiungere subito l'orgasmo in quel modo, ma riesce sempre a smorzarlo un attimo prima dell'irreparabile. Non riesco più a subire passivamente tali "torture", sento il bisogno impellente di possedere il suo corpo! Scambiamo le posizioni e mi accingo a ripercorrere i suoi gesti nello stesso identico modo. Mi dedico in modo particolare al sul collo delicato ed ai seni floridi. La sento impazzire quando stringo i suoi capezzoli fra le mie labbra. Col viso fra le sue gambe, mi sento irresistibilmente attratto dal profumo dei suoi umori. Lentamente affondo la lingua in lei, mescolando la sua voglia con la mia saliva. Nessuno dei due vuole smettere di giocare. Mi porta nella camera da letto e mi chiede se accetto di farmi legare polsi e caviglie. Situazione molto rischiosa e per questo ancor più eccitante. Una volta immobilizzato, lei esce dalla stanza per tornare con due cubetti di ghiaccio.
Quasi mi pento di aver accettato: la tortura sarà atroce! Fa scivolare i cubetti sulla mia pelle, scatenando sul mio corpo una lunga serie di brividi che si moltiplicano quando la sua lingua bollente raccoglie le scie di ghiaccio disciolto. Esauriti i due cubetti, sale su di me a gambe larghe. Il mio membro scompare dentro lei, avvolto in un caldo ed umido massaggio. E' una danza orientale quella che si sta svolgendo sul mio corpo. I gemini ed i sospiri si rincorrono fino a quando avverto i fremiti del suo piacere. Si distende su di me, mi accarezza il viso. Qualche minuto di quiete, poi torna a dedicarmi le sue attenzioni. Lo stringe fra le mani, se lo passa fra i seni, lo lecca, lo succhia. fino a quando il mio piacere si sparge sul mio e sul suo corpo. Con me ancora legato, poggia il suo capo sul mio petto restando a lungo in silenzio.
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20 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 17 ore fa -
Giornata di lavoro
L'agenda mi dice che tra meno di un quarto d'ora dovrò incontrare la sig.ra Morelli, moglie dell'assessore comunale al bilancio. Quando si tratta di avere a che fare con donne capricciose, insoddisfatte, indecise, depresse, isteriche... le mandano sempre da me. Mi hanno preso per uno psicologo... non hanno capito che tra non molto ricovereranno me alla neuro!!! Salgo nel mio studio e metto un po' d'ordine sulla scrivania: alle donne fa sempre una buona impressione l'uomo puntuale, preciso, ordinato, in pratica tutto ciò che loro non sono in grado di essere. Meglio mettere da parte tutta la mia misoginia in questo momento, altrimenti questa pubblica relazione va a finire male.
Non si è fatta attendere molto come spesso accade per le "dive": solo cinque minuti. Faccio sfoggio di un minimo di galanteria accingendomi ad aprirle la porta. La vedo salire dalle scale: incedere elegante, sensuale, determinato. La faccio accomodare sulla poltrona degli ospiti e dopo i convenevoli parto con l'illustrarle il progetto. Noto che segue il mio discorso con particolare attenzione. Dalle sue espressioni riesco facilmente ad intuire quando alcuni concetti le risultano ostici, sicché mi sforzo nel renderglieli più semplici. Mentre lei sembra catturata dalle mie parole... io subisco il suo fascino da gran Donna quale è. Mi sento imbrigliato in quell'approccio così professionale e lei se ne accorge. Con un accenno di sorriso, rende immediatamente il clima più disteso e confidenziale. Ogni suo accavallamento di gambe sembra essere un esplicito richiamo per i miei sensi. In extremis riesco nuovamente ad impormi nuovamente un atteggiamento professionale. Esso, però, provoca in l
ei una reazione di totale distacco e disattenzione. A quel punto ritengo necessario farle presente il mio disagio nel parlare ad una persona completamente assente. Di rimando lei mi dice che non sono necessari ulteriori dettagli tecnici, in quanto è compito del marito valutarli. Non mi rimase che invitarla a spostarsi verso il mio lato di scrivania per mostrarle la grafica sul mio monitor. In piedi dietro di lei, mi sentì inebriato dalla delicatezza del suo profumo quando, non so quanto inavvertitamente, lei fece due passi indietro senza guardare e me la ritrovai fra le braccia. Chiedemmo immediatamente scusa a vicenda e ci scappò da ridere. Il tempo delle formalità era stato ormai archiviato. Sguardi fissi comunicavano in modo evidente il desiderio di entrambi. L'avrei afferrata, poggiata sul ripiano della scrivania, denudata dagli indumenti superflui e penetrata con foga. Tutto questo non si addice ad una donna di cotanta classe. Chiedo se le farebbe piacere gustare un aperitivo in
sieme; lei rilanciò con un invito a pranzo. Quel suo sguardo e quelle sue labbra mi rendevano completamente schiavo dei suoi desideri. Ci demmo appuntamento in un ristorante molto esclusivo. Quel pasto ebbe la sola funzione di stimolare ulteriormente i nostri sensi e prepararli a qualcosa di più intenso che si sarebbe consumato da lì a poco. E' lei ad avere il polso della situazione; io osservo sempre più affascinato il suo modo di fare. Mi invita ad accompagnarla alla sua tenuta, lontana dal centro abitato, affinché io possa esprimere il mio parere tecnico circa i lavori di ristrutturazione che intende far eseguire. Ho subito estrapolato il concetto fuor di metafora. Una volta sul posto, finalmente lontano da occhi indiscreti, manifesta la sua voglia di contatto fisico. Le distanze tra i nostri corpi si riducono ai minimi termini. Mi fa accomodare su di un comodo divano in uno splendido soggiorno, mentre lei si dirige verso la cucina per tornare con un buon vino dopo essersi messa p
iù in libertà. Avverte che mi sto faticosamente trattenendo dal saltarle addosso, sicché si diverte a provocarmi ulteriormente. Sedutasi accanto, porta la sua mano sul mio petto, infilandola nell'apertura della camicia. Lentamente sfila tutti i bottoni dalle loro asole, porta le sue labbra sulla mia pelle andando alla ricerca delle zone più sensibili. Non riesco più a trattenere i sospiri; la mia eccitazione raggiunge presto il culmine. Esaurita l'esplorazione della parte superiore, si dedica alle parti basse. Mi sfila i pantaloni, si inginocchia fra le mie gambe, valuta la consistenza della mia voglia attraverso l'intimo, bagna con la sua bocca l'interno delle mie gambe. Decide che è arrivato il momento di denudarmi del tutto. Afferra il mio membro fra le sue mani, scopre il glande, lo avvicina alla bocca e lentamente ci poggia la punta della lingua. Lo stuzzica a dovere per poi stringerlo fra le sue labbra, prima di accoglierlo completamente all'interno della sua bocca. I sussulti
della mia eccitazione si fanno sempre più frequenti e incontrollabili. Più volte rischia di farmi raggiungere subito l'orgasmo in quel modo, ma riesce sempre a smorzarlo un attimo prima dell'irreparabile. Non riesco più a subire passivamente tali "torture", sento il bisogno impellente di possedere il suo corpo! Scambiamo le posizioni e mi accingo a ripercorrere i suoi gesti nello stesso identico modo. Mi dedico in modo particolare al sul collo delicato ed ai seni floridi. La sento impazzire quando stringo i suoi capezzoli fra le mie labbra. Col viso fra le sue gambe, mi sento irresistibilmente attratto dal profumo dei suoi umori. Lentamente affondo la lingua in lei, mescolando la sua voglia con la mia saliva. Nessuno dei due vuole smettere di giocare. Mi porta nella camera da letto e mi chiede se accetto di farmi legare polsi e caviglie. Situazione molto rischiosa e per questo ancor più eccitante. Una volta immobilizzato, lei esce dalla stanza per tornare con due cubetti di ghiaccio.
Quasi mi pento di aver accettato: la tortura sarà atroce! Fa scivolare i cubetti sulla mia pelle, scatenando sul mio corpo una lunga serie di brividi che si moltiplicano quando la sua lingua bollente raccoglie le scie di ghiaccio disciolto. Esauriti i due cubetti, sale su di me a gambe larghe. Il mio membro scompare dentro lei, avvolto in un caldo ed umido massaggio. E' una danza orientale quella che si sta svolgendo sul mio corpo. I gemini ed i sospiri si rincorrono fino a quando avverto i fremiti del suo piacere. Si distende su di me, mi accarezza il viso. Qualche minuto di quiete, poi torna a dedicarmi le sue attenzioni. Lo stringe fra le mani, se lo passa fra i seni, lo lecca, lo succhia. fino a quando il mio piacere si sparge sul mio e sul suo corpo. Con me ancora legato, poggia il suo capo sul mio petto restando a lungo in silenzio.
15
0
20 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 17 ore fa -
Giornata di lavoro
L'agenda mi dice che tra meno di un quarto d'ora dovrò incontrare la sig.ra Morelli, moglie dell'assessore comunale al bilancio. Quando si tratta di avere a che fare con donne capricciose, insoddisfatte, indecise, depresse, isteriche... le mandano sempre da me. Mi hanno preso per uno psicologo... non hanno capito che tra non molto ricovereranno me alla neuro!!! Salgo nel mio studio e metto un po' d'ordine sulla scrivania: alle donne fa sempre una buona impressione l'uomo puntuale, preciso, ordinato, in pratica tutto ciò che loro non sono in grado di essere. Meglio mettere da parte tutta la mia misoginia in questo momento, altrimenti questa pubblica relazione va a finire male.
Non si è fatta attendere molto come spesso accade per le "dive": solo cinque minuti. Faccio sfoggio di un minimo di galanteria accingendomi ad aprirle la porta. La vedo salire dalle scale: incedere elegante, sensuale, determinato. La faccio accomodare sulla poltrona degli ospiti e dopo i convenevoli parto con l'illustrarle il progetto. Noto che segue il mio discorso con particolare attenzione. Dalle sue espressioni riesco facilmente ad intuire quando alcuni concetti le risultano ostici, sicché mi sforzo nel renderglieli più semplici. Mentre lei sembra catturata dalle mie parole... io subisco il suo fascino da gran Donna quale è. Mi sento imbrigliato in quell'approccio così professionale e lei se ne accorge. Con un accenno di sorriso, rende immediatamente il clima più disteso e confidenziale. Ogni suo accavallamento di gambe sembra essere un esplicito richiamo per i miei sensi. In extremis riesco nuovamente ad impormi nuovamente un atteggiamento professionale. Esso, però, provoca in l
ei una reazione di totale distacco e disattenzione. A quel punto ritengo necessario farle presente il mio disagio nel parlare ad una persona completamente assente. Di rimando lei mi dice che non sono necessari ulteriori dettagli tecnici, in quanto è compito del marito valutarli. Non mi rimase che invitarla a spostarsi verso il mio lato di scrivania per mostrarle la grafica sul mio monitor. In piedi dietro di lei, mi sentì inebriato dalla delicatezza del suo profumo quando, non so quanto inavvertitamente, lei fece due passi indietro senza guardare e me la ritrovai fra le braccia. Chiedemmo immediatamente scusa a vicenda e ci scappò da ridere. Il tempo delle formalità era stato ormai archiviato. Sguardi fissi comunicavano in modo evidente il desiderio di entrambi. L'avrei afferrata, poggiata sul ripiano della scrivania, denudata dagli indumenti superflui e penetrata con foga. Tutto questo non si addice ad una donna di cotanta classe. Chiedo se le farebbe piacere gustare un aperitivo in
sieme; lei rilanciò con un invito a pranzo. Quel suo sguardo e quelle sue labbra mi rendevano completamente schiavo dei suoi desideri. Ci demmo appuntamento in un ristorante molto esclusivo. Quel pasto ebbe la sola funzione di stimolare ulteriormente i nostri sensi e prepararli a qualcosa di più intenso che si sarebbe consumato da lì a poco. E' lei ad avere il polso della situazione; io osservo sempre più affascinato il suo modo di fare. Mi invita ad accompagnarla alla sua tenuta, lontana dal centro abitato, affinché io possa esprimere il mio parere tecnico circa i lavori di ristrutturazione che intende far eseguire. Ho subito estrapolato il concetto fuor di metafora. Una volta sul posto, finalmente lontano da occhi indiscreti, manifesta la sua voglia di contatto fisico. Le distanze tra i nostri corpi si riducono ai minimi termini. Mi fa accomodare su di un comodo divano in uno splendido soggiorno, mentre lei si dirige verso la cucina per tornare con un buon vino dopo essersi messa p
iù in libertà. Avverte che mi sto faticosamente trattenendo dal saltarle addosso, sicché si diverte a provocarmi ulteriormente. Sedutasi accanto, porta la sua mano sul mio petto, infilandola nell'apertura della camicia. Lentamente sfila tutti i bottoni dalle loro asole, porta le sue labbra sulla mia pelle andando alla ricerca delle zone più sensibili. Non riesco più a trattenere i sospiri; la mia eccitazione raggiunge presto il culmine. Esaurita l'esplorazione della parte superiore, si dedica alle parti basse. Mi sfila i pantaloni, si inginocchia fra le mie gambe, valuta la consistenza della mia voglia attraverso l'intimo, bagna con la sua bocca l'interno delle mie gambe. Decide che è arrivato il momento di denudarmi del tutto. Afferra il mio membro fra le sue mani, scopre il glande, lo avvicina alla bocca e lentamente ci poggia la punta della lingua. Lo stuzzica a dovere per poi stringerlo fra le sue labbra, prima di accoglierlo completamente all'interno della sua bocca. I sussulti
della mia eccitazione si fanno sempre più frequenti e incontrollabili. Più volte rischia di farmi raggiungere subito l'orgasmo in quel modo, ma riesce sempre a smorzarlo un attimo prima dell'irreparabile. Non riesco più a subire passivamente tali "torture", sento il bisogno impellente di possedere il suo corpo! Scambiamo le posizioni e mi accingo a ripercorrere i suoi gesti nello stesso identico modo. Mi dedico in modo particolare al sul collo delicato ed ai seni floridi. La sento impazzire quando stringo i suoi capezzoli fra le mie labbra. Col viso fra le sue gambe, mi sento irresistibilmente attratto dal profumo dei suoi umori. Lentamente affondo la lingua in lei, mescolando la sua voglia con la mia saliva. Nessuno dei due vuole smettere di giocare. Mi porta nella camera da letto e mi chiede se accetto di farmi legare polsi e caviglie. Situazione molto rischiosa e per questo ancor più eccitante. Una volta immobilizzato, lei esce dalla stanza per tornare con due cubetti di ghiaccio.
Quasi mi pento di aver accettato: la tortura sarà atroce! Fa scivolare i cubetti sulla mia pelle, scatenando sul mio corpo una lunga serie di brividi che si moltiplicano quando la sua lingua bollente raccoglie le scie di ghiaccio disciolto. Esauriti i due cubetti, sale su di me a gambe larghe. Il mio membro scompare dentro lei, avvolto in un caldo ed umido massaggio. E' una danza orientale quella che si sta svolgendo sul mio corpo. I gemini ed i sospiri si rincorrono fino a quando avverto i fremiti del suo piacere. Si distende su di me, mi accarezza il viso. Qualche minuto di quiete, poi torna a dedicarmi le sue attenzioni. Lo stringe fra le mani, se lo passa fra i seni, lo lecca, lo succhia. fino a quando il mio piacere si sparge sul mio e sul suo corpo. Con me ancora legato, poggia il suo capo sul mio petto restando a lungo in silenzio.
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L'agenda mi dice che tra meno di un quarto d'ora dovrò incontrare la sig.ra Morelli, moglie dell'assessore comunale al bilancio. Quando si tratta di avere a che fare con donne capricciose, insoddisfatte, indecise, depresse, isteriche... le mandano sempre da me. Mi hanno preso per uno psicologo... non hanno capito che tra non molto ricovereranno me alla neuro!!! Salgo nel mio studio e metto un po' d'ordine sulla scrivania: alle donne fa sempre una buona impressione l'uomo puntuale, preciso, ordinato, in pratica tutto ciò che loro non sono in grado di essere. Meglio mettere da parte tutta la mia misoginia in questo momento, altrimenti questa pubblica relazione va a finire male.
Non si è fatta attendere molto come spesso accade per le "dive": solo cinque minuti. Faccio sfoggio di un minimo di galanteria accingendomi ad aprirle la porta. La vedo salire dalle scale: incedere elegante, sensuale, determinato. La faccio accomodare sulla poltrona degli ospiti e dopo i convenevoli parto con l'illustrarle il progetto. Noto che segue il mio discorso con particolare attenzione. Dalle sue espressioni riesco facilmente ad intuire quando alcuni concetti le risultano ostici, sicché mi sforzo nel renderglieli più semplici. Mentre lei sembra catturata dalle mie parole... io subisco il suo fascino da gran Donna quale è. Mi sento imbrigliato in quell'approccio così professionale e lei se ne accorge. Con un accenno di sorriso, rende immediatamente il clima più disteso e confidenziale. Ogni suo accavallamento di gambe sembra essere un esplicito richiamo per i miei sensi. In extremis riesco nuovamente ad impormi nuovamente un atteggiamento professionale. Esso, però, provoca in l
ei una reazione di totale distacco e disattenzione. A quel punto ritengo necessario farle presente il mio disagio nel parlare ad una persona completamente assente. Di rimando lei mi dice che non sono necessari ulteriori dettagli tecnici, in quanto è compito del marito valutarli. Non mi rimase che invitarla a spostarsi verso il mio lato di scrivania per mostrarle la grafica sul mio monitor. In piedi dietro di lei, mi sentì inebriato dalla delicatezza del suo profumo quando, non so quanto inavvertitamente, lei fece due passi indietro senza guardare e me la ritrovai fra le braccia. Chiedemmo immediatamente scusa a vicenda e ci scappò da ridere. Il tempo delle formalità era stato ormai archiviato. Sguardi fissi comunicavano in modo evidente il desiderio di entrambi. L'avrei afferrata, poggiata sul ripiano della scrivania, denudata dagli indumenti superflui e penetrata con foga. Tutto questo non si addice ad una donna di cotanta classe. Chiedo se le farebbe piacere gustare un aperitivo in
sieme; lei rilanciò con un invito a pranzo. Quel suo sguardo e quelle sue labbra mi rendevano completamente schiavo dei suoi desideri. Ci demmo appuntamento in un ristorante molto esclusivo. Quel pasto ebbe la sola funzione di stimolare ulteriormente i nostri sensi e prepararli a qualcosa di più intenso che si sarebbe consumato da lì a poco. E' lei ad avere il polso della situazione; io osservo sempre più affascinato il suo modo di fare. Mi invita ad accompagnarla alla sua tenuta, lontana dal centro abitato, affinché io possa esprimere il mio parere tecnico circa i lavori di ristrutturazione che intende far eseguire. Ho subito estrapolato il concetto fuor di metafora. Una volta sul posto, finalmente lontano da occhi indiscreti, manifesta la sua voglia di contatto fisico. Le distanze tra i nostri corpi si riducono ai minimi termini. Mi fa accomodare su di un comodo divano in uno splendido soggiorno, mentre lei si dirige verso la cucina per tornare con un buon vino dopo essersi messa p
iù in libertà. Avverte che mi sto faticosamente trattenendo dal saltarle addosso, sicché si diverte a provocarmi ulteriormente. Sedutasi accanto, porta la sua mano sul mio petto, infilandola nell'apertura della camicia. Lentamente sfila tutti i bottoni dalle loro asole, porta le sue labbra sulla mia pelle andando alla ricerca delle zone più sensibili. Non riesco più a trattenere i sospiri; la mia eccitazione raggiunge presto il culmine. Esaurita l'esplorazione della parte superiore, si dedica alle parti basse. Mi sfila i pantaloni, si inginocchia fra le mie gambe, valuta la consistenza della mia voglia attraverso l'intimo, bagna con la sua bocca l'interno delle mie gambe. Decide che è arrivato il momento di denudarmi del tutto. Afferra il mio membro fra le sue mani, scopre il glande, lo avvicina alla bocca e lentamente ci poggia la punta della lingua. Lo stuzzica a dovere per poi stringerlo fra le sue labbra, prima di accoglierlo completamente all'interno della sua bocca. I sussulti
della mia eccitazione si fanno sempre più frequenti e incontrollabili. Più volte rischia di farmi raggiungere subito l'orgasmo in quel modo, ma riesce sempre a smorzarlo un attimo prima dell'irreparabile. Non riesco più a subire passivamente tali "torture", sento il bisogno impellente di possedere il suo corpo! Scambiamo le posizioni e mi accingo a ripercorrere i suoi gesti nello stesso identico modo. Mi dedico in modo particolare al sul collo delicato ed ai seni floridi. La sento impazzire quando stringo i suoi capezzoli fra le mie labbra. Col viso fra le sue gambe, mi sento irresistibilmente attratto dal profumo dei suoi umori. Lentamente affondo la lingua in lei, mescolando la sua voglia con la mia saliva. Nessuno dei due vuole smettere di giocare. Mi porta nella camera da letto e mi chiede se accetto di farmi legare polsi e caviglie. Situazione molto rischiosa e per questo ancor più eccitante. Una volta immobilizzato, lei esce dalla stanza per tornare con due cubetti di ghiaccio.
Quasi mi pento di aver accettato: la tortura sarà atroce! Fa scivolare i cubetti sulla mia pelle, scatenando sul mio corpo una lunga serie di brividi che si moltiplicano quando la sua lingua bollente raccoglie le scie di ghiaccio disciolto. Esauriti i due cubetti, sale su di me a gambe larghe. Il mio membro scompare dentro lei, avvolto in un caldo ed umido massaggio. E' una danza orientale quella che si sta svolgendo sul mio corpo. I gemini ed i sospiri si rincorrono fino a quando avverto i fremiti del suo piacere. Si distende su di me, mi accarezza il viso. Qualche minuto di quiete, poi torna a dedicarmi le sue attenzioni. Lo stringe fra le mani, se lo passa fra i seni, lo lecca, lo succhia. fino a quando il mio piacere si sparge sul mio e sul suo corpo. Con me ancora legato, poggia il suo capo sul mio petto restando a lungo in silenzio.
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Giornata di lavoro
L'agenda mi dice che tra meno di un quarto d'ora dovrò incontrare la sig.ra Morelli, moglie dell'assessore comunale al bilancio. Quando si tratta di avere a che fare con donne capricciose, insoddisfatte, indecise, depresse, isteriche... le mandano sempre da me. Mi hanno preso per uno psicologo... non hanno capito che tra non molto ricovereranno me alla neuro!!! Salgo nel mio studio e metto un po' d'ordine sulla scrivania: alle donne fa sempre una buona impressione l'uomo puntuale, preciso, ordinato, in pratica tutto ciò che loro non sono in grado di essere. Meglio mettere da parte tutta la mia misoginia in questo momento, altrimenti questa pubblica relazione va a finire male.
Non si è fatta attendere molto come spesso accade per le "dive": solo cinque minuti. Faccio sfoggio di un minimo di galanteria accingendomi ad aprirle la porta. La vedo salire dalle scale: incedere elegante, sensuale, determinato. La faccio accomodare sulla poltrona degli ospiti e dopo i convenevoli parto con l'illustrarle il progetto. Noto che segue il mio discorso con particolare attenzione. Dalle sue espressioni riesco facilmente ad intuire quando alcuni concetti le risultano ostici, sicché mi sforzo nel renderglieli più semplici. Mentre lei sembra catturata dalle mie parole... io subisco il suo fascino da gran Donna quale è. Mi sento imbrigliato in quell'approccio così professionale e lei se ne accorge. Con un accenno di sorriso, rende immediatamente il clima più disteso e confidenziale. Ogni suo accavallamento di gambe sembra essere un esplicito richiamo per i miei sensi. In extremis riesco nuovamente ad impormi nuovamente un atteggiamento professionale. Esso, però, provoca in l
ei una reazione di totale distacco e disattenzione. A quel punto ritengo necessario farle presente il mio disagio nel parlare ad una persona completamente assente. Di rimando lei mi dice che non sono necessari ulteriori dettagli tecnici, in quanto è compito del marito valutarli. Non mi rimase che invitarla a spostarsi verso il mio lato di scrivania per mostrarle la grafica sul mio monitor. In piedi dietro di lei, mi sentì inebriato dalla delicatezza del suo profumo quando, non so quanto inavvertitamente, lei fece due passi indietro senza guardare e me la ritrovai fra le braccia. Chiedemmo immediatamente scusa a vicenda e ci scappò da ridere. Il tempo delle formalità era stato ormai archiviato. Sguardi fissi comunicavano in modo evidente il desiderio di entrambi. L'avrei afferrata, poggiata sul ripiano della scrivania, denudata dagli indumenti superflui e penetrata con foga. Tutto questo non si addice ad una donna di cotanta classe. Chiedo se le farebbe piacere gustare un aperitivo in
sieme; lei rilanciò con un invito a pranzo. Quel suo sguardo e quelle sue labbra mi rendevano completamente schiavo dei suoi desideri. Ci demmo appuntamento in un ristorante molto esclusivo. Quel pasto ebbe la sola funzione di stimolare ulteriormente i nostri sensi e prepararli a qualcosa di più intenso che si sarebbe consumato da lì a poco. E' lei ad avere il polso della situazione; io osservo sempre più affascinato il suo modo di fare. Mi invita ad accompagnarla alla sua tenuta, lontana dal centro abitato, affinché io possa esprimere il mio parere tecnico circa i lavori di ristrutturazione che intende far eseguire. Ho subito estrapolato il concetto fuor di metafora. Una volta sul posto, finalmente lontano da occhi indiscreti, manifesta la sua voglia di contatto fisico. Le distanze tra i nostri corpi si riducono ai minimi termini. Mi fa accomodare su di un comodo divano in uno splendido soggiorno, mentre lei si dirige verso la cucina per tornare con un buon vino dopo essersi messa p
iù in libertà. Avverte che mi sto faticosamente trattenendo dal saltarle addosso, sicché si diverte a provocarmi ulteriormente. Sedutasi accanto, porta la sua mano sul mio petto, infilandola nell'apertura della camicia. Lentamente sfila tutti i bottoni dalle loro asole, porta le sue labbra sulla mia pelle andando alla ricerca delle zone più sensibili. Non riesco più a trattenere i sospiri; la mia eccitazione raggiunge presto il culmine. Esaurita l'esplorazione della parte superiore, si dedica alle parti basse. Mi sfila i pantaloni, si inginocchia fra le mie gambe, valuta la consistenza della mia voglia attraverso l'intimo, bagna con la sua bocca l'interno delle mie gambe. Decide che è arrivato il momento di denudarmi del tutto. Afferra il mio membro fra le sue mani, scopre il glande, lo avvicina alla bocca e lentamente ci poggia la punta della lingua. Lo stuzzica a dovere per poi stringerlo fra le sue labbra, prima di accoglierlo completamente all'interno della sua bocca. I sussulti
della mia eccitazione si fanno sempre più frequenti e incontrollabili. Più volte rischia di farmi raggiungere subito l'orgasmo in quel modo, ma riesce sempre a smorzarlo un attimo prima dell'irreparabile. Non riesco più a subire passivamente tali "torture", sento il bisogno impellente di possedere il suo corpo! Scambiamo le posizioni e mi accingo a ripercorrere i suoi gesti nello stesso identico modo. Mi dedico in modo particolare al sul collo delicato ed ai seni floridi. La sento impazzire quando stringo i suoi capezzoli fra le mie labbra. Col viso fra le sue gambe, mi sento irresistibilmente attratto dal profumo dei suoi umori. Lentamente affondo la lingua in lei, mescolando la sua voglia con la mia saliva. Nessuno dei due vuole smettere di giocare. Mi porta nella camera da letto e mi chiede se accetto di farmi legare polsi e caviglie. Situazione molto rischiosa e per questo ancor più eccitante. Una volta immobilizzato, lei esce dalla stanza per tornare con due cubetti di ghiaccio.
Quasi mi pento di aver accettato: la tortura sarà atroce! Fa scivolare i cubetti sulla mia pelle, scatenando sul mio corpo una lunga serie di brividi che si moltiplicano quando la sua lingua bollente raccoglie le scie di ghiaccio disciolto. Esauriti i due cubetti, sale su di me a gambe larghe. Il mio membro scompare dentro lei, avvolto in un caldo ed umido massaggio. E' una danza orientale quella che si sta svolgendo sul mio corpo. I gemini ed i sospiri si rincorrono fino a quando avverto i fremiti del suo piacere. Si distende su di me, mi accarezza il viso. Qualche minuto di quiete, poi torna a dedicarmi le sue attenzioni. Lo stringe fra le mani, se lo passa fra i seni, lo lecca, lo succhia. fino a quando il mio piacere si sparge sul mio e sul suo corpo. Con me ancora legato, poggia il suo capo sul mio petto restando a lungo in silenzio.
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Giornata di lavoro
L'agenda mi dice che tra meno di un quarto d'ora dovrò incontrare la sig.ra Morelli, moglie dell'assessore comunale al bilancio. Quando si tratta di avere a che fare con donne capricciose, insoddisfatte, indecise, depresse, isteriche... le mandano sempre da me. Mi hanno preso per uno psicologo... non hanno capito che tra non molto ricovereranno me alla neuro!!! Salgo nel mio studio e metto un po' d'ordine sulla scrivania: alle donne fa sempre una buona impressione l'uomo puntuale, preciso, ordinato, in pratica tutto ciò che loro non sono in grado di essere. Meglio mettere da parte tutta la mia misoginia in questo momento, altrimenti questa pubblica relazione va a finire male.
Non si è fatta attendere molto come spesso accade per le "dive": solo cinque minuti. Faccio sfoggio di un minimo di galanteria accingendomi ad aprirle la porta. La vedo salire dalle scale: incedere elegante, sensuale, determinato. La faccio accomodare sulla poltrona degli ospiti e dopo i convenevoli parto con l'illustrarle il progetto. Noto che segue il mio discorso con particolare attenzione. Dalle sue espressioni riesco facilmente ad intuire quando alcuni concetti le risultano ostici, sicché mi sforzo nel renderglieli più semplici. Mentre lei sembra catturata dalle mie parole... io subisco il suo fascino da gran Donna quale è. Mi sento imbrigliato in quell'approccio così professionale e lei se ne accorge. Con un accenno di sorriso, rende immediatamente il clima più disteso e confidenziale. Ogni suo accavallamento di gambe sembra essere un esplicito richiamo per i miei sensi. In extremis riesco nuovamente ad impormi nuovamente un atteggiamento professionale. Esso, però, provoca in l
ei una reazione di totale distacco e disattenzione. A quel punto ritengo necessario farle presente il mio disagio nel parlare ad una persona completamente assente. Di rimando lei mi dice che non sono necessari ulteriori dettagli tecnici, in quanto è compito del marito valutarli. Non mi rimase che invitarla a spostarsi verso il mio lato di scrivania per mostrarle la grafica sul mio monitor. In piedi dietro di lei, mi sentì inebriato dalla delicatezza del suo profumo quando, non so quanto inavvertitamente, lei fece due passi indietro senza guardare e me la ritrovai fra le braccia. Chiedemmo immediatamente scusa a vicenda e ci scappò da ridere. Il tempo delle formalità era stato ormai archiviato. Sguardi fissi comunicavano in modo evidente il desiderio di entrambi. L'avrei afferrata, poggiata sul ripiano della scrivania, denudata dagli indumenti superflui e penetrata con foga. Tutto questo non si addice ad una donna di cotanta classe. Chiedo se le farebbe piacere gustare un aperitivo in
sieme; lei rilanciò con un invito a pranzo. Quel suo sguardo e quelle sue labbra mi rendevano completamente schiavo dei suoi desideri. Ci demmo appuntamento in un ristorante molto esclusivo. Quel pasto ebbe la sola funzione di stimolare ulteriormente i nostri sensi e prepararli a qualcosa di più intenso che si sarebbe consumato da lì a poco. E' lei ad avere il polso della situazione; io osservo sempre più affascinato il suo modo di fare. Mi invita ad accompagnarla alla sua tenuta, lontana dal centro abitato, affinché io possa esprimere il mio parere tecnico circa i lavori di ristrutturazione che intende far eseguire. Ho subito estrapolato il concetto fuor di metafora. Una volta sul posto, finalmente lontano da occhi indiscreti, manifesta la sua voglia di contatto fisico. Le distanze tra i nostri corpi si riducono ai minimi termini. Mi fa accomodare su di un comodo divano in uno splendido soggiorno, mentre lei si dirige verso la cucina per tornare con un buon vino dopo essersi messa p
iù in libertà. Avverte che mi sto faticosamente trattenendo dal saltarle addosso, sicché si diverte a provocarmi ulteriormente. Sedutasi accanto, porta la sua mano sul mio petto, infilandola nell'apertura della camicia. Lentamente sfila tutti i bottoni dalle loro asole, porta le sue labbra sulla mia pelle andando alla ricerca delle zone più sensibili. Non riesco più a trattenere i sospiri; la mia eccitazione raggiunge presto il culmine. Esaurita l'esplorazione della parte superiore, si dedica alle parti basse. Mi sfila i pantaloni, si inginocchia fra le mie gambe, valuta la consistenza della mia voglia attraverso l'intimo, bagna con la sua bocca l'interno delle mie gambe. Decide che è arrivato il momento di denudarmi del tutto. Afferra il mio membro fra le sue mani, scopre il glande, lo avvicina alla bocca e lentamente ci poggia la punta della lingua. Lo stuzzica a dovere per poi stringerlo fra le sue labbra, prima di accoglierlo completamente all'interno della sua bocca. I sussulti
della mia eccitazione si fanno sempre più frequenti e incontrollabili. Più volte rischia di farmi raggiungere subito l'orgasmo in quel modo, ma riesce sempre a smorzarlo un attimo prima dell'irreparabile. Non riesco più a subire passivamente tali "torture", sento il bisogno impellente di possedere il suo corpo! Scambiamo le posizioni e mi accingo a ripercorrere i suoi gesti nello stesso identico modo. Mi dedico in modo particolare al sul collo delicato ed ai seni floridi. La sento impazzire quando stringo i suoi capezzoli fra le mie labbra. Col viso fra le sue gambe, mi sento irresistibilmente attratto dal profumo dei suoi umori. Lentamente affondo la lingua in lei, mescolando la sua voglia con la mia saliva. Nessuno dei due vuole smettere di giocare. Mi porta nella camera da letto e mi chiede se accetto di farmi legare polsi e caviglie. Situazione molto rischiosa e per questo ancor più eccitante. Una volta immobilizzato, lei esce dalla stanza per tornare con due cubetti di ghiaccio.
Quasi mi pento di aver accettato: la tortura sarà atroce! Fa scivolare i cubetti sulla mia pelle, scatenando sul mio corpo una lunga serie di brividi che si moltiplicano quando la sua lingua bollente raccoglie le scie di ghiaccio disciolto. Esauriti i due cubetti, sale su di me a gambe larghe. Il mio membro scompare dentro lei, avvolto in un caldo ed umido massaggio. E' una danza orientale quella che si sta svolgendo sul mio corpo. I gemini ed i sospiri si rincorrono fino a quando avverto i fremiti del suo piacere. Si distende su di me, mi accarezza il viso. Qualche minuto di quiete, poi torna a dedicarmi le sue attenzioni. Lo stringe fra le mani, se lo passa fra i seni, lo lecca, lo succhia. fino a quando il mio piacere si sparge sul mio e sul suo corpo. Con me ancora legato, poggia il suo capo sul mio petto restando a lungo in silenzio.
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Sarò anche masochista?
Ci sto provando gusto a scrivere in questa rubrica intelligente le mie avventure erotiche e la cosa mi piace tanto che mentre scrivo ho degli orgasmi.Per tutto il tempo che scrivo sono eccitata e spesso mi masturbo come una scolaretta malgrado i miei 44 anni e sia già nonna. Ricordare e raccontare è rivivere le stesse emozioni di come quando i fatti sono avvenuti.Personalmente sono sessualmente appagata perchè nel mio letto c'è chi ogni sera soddisfa i miei sensi e da un po' di tempo chi chi si occupa di me durante il giorno.O forse sono io che mi occupo di lui?La settimana scorsa è stata una settimana di fuoco e di tutto quello che mi è capitato devo ringraziare mia figlia.Spero di riuscire a raccontare con ordine.Claudia,contro la mia inespressa volontà, si era sposata con Bantu,un ragazzo indiano,col quale non doveva essere tanto felice visto che dieci mesi dopo che era nato un bel bambino,Mario,si è messo questo sulle spalle ed è venuta a chiedere asilo a casa m
ia.Io non ho potuto ospitarla,specie di notte, perchè con me convive Veronica e suo marito.Allora ha accettato l'ospitalità di Vero per la notte e per il giorno viene a stare da me,in modo che anche con il concorso di Vero l'aiutiamo a curare il bambino,che è un tesoro ,capelli e carnagione un po' scura ma con un paio di occhioni celeste come i miei e quelli di mia figlia.Il fatto che io non abbia potuto ospitarla mi ha obbligata a spiegarle che con Vanni,mio marito,abbiamo allargato la famiglia facendo entrare nel nostro letto Veronica e Romolo suo marito.Mentre le confessavo la mia relazione colla coppia ero imbarazzata al punto di sentirmi vergognosa come una bambina colta mentre ruba la marmellata.Invece mi ha sorpresa molto quando mi ha detto che ognuno èlibero d'intendere il sesso come meglio gli aggrada basta che non rechi danno a nessuno.Ho tirato un sospiro di sollievo e l'ho baciata perchè è quello che avrei voluto sentirmi dire.E' più saggia di quanto pensassi.Quindi ha ac
cettato di buon grado di dormire la notte in casa di Veronica e di venire di giorno a stare da me.L'ho fatta assumere nel Motel dove lavoro io e alterniamo i turni in modo che ci sia sempre qualcuna vicina al piccolo.Lunedì scorso ho incontrato in ascensore Sergio,anzi Sergino come lo chiama sua madre,un nostro coinquilino più giovane di Claudia di un paio d'anni,col quale prima che lei si sposasse io avevo fatto in modo che si frequentassero.Si erano frequentati in effetto,erano usciti insieme qualche volta ma ad un certo punto Claudia ha dovuto sposare Bantu perchè rimasta incinta di questi.Non è la prima volta che succede una cosa del genere,quindi loro due si sposarono ed io rimasi amica sia di Sergino che della sua famiglia.Ci salutavamo quando c'incontravamo anche se in cuor mio io lo maledicevo perchè per tutto il giorno stava a rompere l'anima con uno strumento del cavolo che ci fracassava i timpani.Un po' di tempo fa i suoi genitori lo hanno lasciato solo perchè sono andati
i pensione e si sono stabiliti in una località di montagna ed ogni tanto si fanno vedere in paese.Io li conosco bene e sopratutto conosco l'attributo di cui è fornito suo padre e che una volta ho spiato senza volerlo mentre in giardino pisciava dietro una pianta.Suo padre è un gobbetto di circa un metro e 60 e sembra ancora più piccolo perchè la gobba lo tiene curvo.Ha un naso adunco come il becco di un falco ed una bocca larga che va da un orecchio all'altro.Ma ho visto che ha una cosa strabiliante:infatti ho visto che mentre pisciava,quindi col cazzo moscio,lo sosteneva con le due mani una davanti all'altra e tutta la capocchia le superava.Senza esagerare credo che avesse un cazzo di oltre 30 cm. e purtroppo non ho mai avuto il piacere di vederlo in erezione.Ed è dopo di quella volta che ho cercato di avvicinare mia figlia a suo figlio perchè intimamente speravo che avesse trasmesso al figliolo questo suo difetto,chiamiamolo così,e ne facesse di lei la donna più felice al mondo sem
pre che avesse ereditato da me le mie manie.Poi,come ho già detto,non è successo nulla e mia figlia è andata sposa ad un altro.Quando l'ho visto lunedì scorso gli ho rivolto più volentieri la parola dal momento che Claudia non è più con suo marito nè ha intenzione di tornarci,quindi mi è tornata alla mente l'immagine del monumento che suo padre ha in mezzo alle gambe ed ho sperato in cuor mio che riprendesse a frequentare mia figlia.Abbiamo parlato del più e del meno ed il discorso è caduto sulle pulizie di casa e siccome io ho messo in dubbio che un uomo solo riesca a tenere pulita la casa come lo fa una donna lui mi ha invitata a sincerarmene di persona.Infatti,come d'accordo ,il pomeriggio stesso,mentre il bambino dormiva dopo aver mangiato,senza neanche stare lì a farmi bella,sono salita da lui.E lui cogliendomi di sorpresa mi ha fatto la festa.Anzi me l'ha fatta per tre volte di seguito facendomi godere come una fontana.E meno male che non ero preparata:a tutto pensavo fuorchè a
d essere sbattuta da uno sbarbatello che avrebbe dovuto penetrare nelle viscere di mia figlia non nelle mie.Altro che sbarbatello,ci sapeva fare proprio.A suo favore gioca l'età e la vigoria fisica,il cazzo non gli si smolla mai.Però ho potuto verificare che da suo padre non ha ereditato nè la gobba ma neanche il cazzo superbo.Ne ha uno normale,15/16 x 12/13 cm.,niente di eccezionale,però molto duro e resistente e quando me lo punta contro la pancia sembra che me la debba perforare.Sono tornata a casa con le gambe tremanti per i diversi orgasmi raggiunti.Ma a questo punto ero cambattuta dal dilemma:cederlo a mia figlia o tenerlo per me?o usarlo in contemporanea?Sempre però che loro due si sarebbero messi insieme.Ero così combattuta martedì mentre ero sul balcone col bambino che lui mi ha vista ed ha chiesto di venire a vedere da vicino il marmocchio.Logicamente l'ho fatto entrare in casa e gli ha fatto gli elogi.Lui elogiava il piccolo ed io peroravo la causa di mia figlia parlandon
e molto bene.Tenendo una mano appoggiata sulle mie chiappe ha detto che mia figlia gli piaceva ma molto di più sua madre e sebbene apprezzasse la fresca età di Claudia preferiva di gran lunga una donna matura che sapesse quello che vuole.Avevo appena deposto il piccolo nella culla che mi abbraccia e infilandomi la lingua in gola mi ha infilato una mano in mezzo alle cosce allargandole e spostato lo slip mi ha chiavata così, in piedi,dandomi tre o quattro colpi mi è venuto dentro mentre io cominciavo appena a bagnarmi. Si è pulito l'uccello strofinandolo sul pelo inguinale ed è andato via dicendo che mi aspettava da lui.Ho cambiato i pannolini al bambino e l'ho messo a dormire metre tremavo tutta dalla voglia di essere fottuta ancora.Sono corsa da lui,mi ha messa nuda come lo era lui stesso col suo cazzo ritto che puntava contro la mia ciccina:mi ha fatto stendere sul letto ed ha cominciato a leccarmi dappertutto,mi ha mordicchiato il clitoride,mi ha avvolto un seno con una mano e me
ntre lo palpava ha ciucciato il capezzolo dell'altro.Quando lo ha sentito ben duro e voglioso di carezze ha stretto i denti e lo ha morso facendomi un male della madonna.Gli ho dato una sberla a mano aperta che ha fatto uno schiocco enorme e gli ho ribadito che non mi piace nessun tipo di violenza.Lui ha detto che al contrario piace a tutte le donne soffrire e me lo dimostrerà.Mi fa girare a culo all'aria mettendomi in ginocchio come una pecora e con la cintura dei pantaloni ha cominciato a picchiare sulle chiappe con sempre maggiore veemenza fino a farmeele diventare rosse fuoco.Un male boia anche perchè non potevo gridare se no avrei rivelata la mia presenza in una casa dove non dovevo essere.Mi ha messa a pancia all'aria e mi ha picchiato sul seno.Qui il dolore è stato maggiore e mi ha dato taqnte di quelle scudisciate che quasi non sentivo più dolore.Poi li ha ciucciati facendo lenire il dolore,quindi si è seduto sul mio petto mi ha spalancato le cosce ed ha cominciato a sferzar
e sulla fica.Prima l'ha quasi carezzata,poi dei colpettini un po' più forte ma piacevoli ed appena accennavo a chiudere le gambe lui picchiava l'interno e schiacciava col culo il seno.Io mi sentivo spalancata,aperta,offerta e senza difesa,volevo mordergli il culo e non ci riuscivo,gli tempestavo la schiena di pugni ma lui neanche li sentiva e più io gli mandavo le maledizioni più lui picchiava,Ad un certo punto mi ha dato una scarica di scudisciate sulla fica che mi sembrava che stesse sul punto di staccarsi dal mio corpo e cadere,mi sembrava di morire.Intanto che picchiava m'ingiuriava.Mi dava della vacca fottuta,della cagna bastarda,dui una succhiacazzi mai sazia,di una pompinara da angolo di strada,di puttana di poco prezzo,di una rotta in culo e puttana figlia di puttana,di una poco di buono sempre vogliosa di cazzi,di una bisognosa di sentirsi sempre la fica piena di cazzi ed altre ingiurie del genere che avevano il potere,contro la mia volontà,di farmi sbrodolare e riconoscere
che gli attributi che mi dava mi si confacevano alla perfezione.Quando mi ha dato della puttana di poco prezzo ho dovuto dargli ragione dal momento che solo qualche giorno prima avevo ricevuto,per la prima volta,dei soldi in cambio di esere scopata da una coppia che avevo conosciuta in Motel durante il lavoro.E dire che veramente mi ero sentita una prostituta di mestiere e ne ero anche fiera tanto che mi ero ripromessa di ripetere la cosa.D'altronde anche altre mie compagne di lavoro si prostituiscono e lo fanno solo per i soldi mentre io mi prostituisco per il solo godimento,se poi mi fanno qualche regalo beh non sto a guardare il capello.Mi sentivo i seni gonfi,pieni come se stessero per scoppiare per il latte che voleva uscire ma che logicamente non possedevo.Sentivo i capezzoli turgidi come non li avevo sentiti mai ed avevano una voglia matta di venire strapazzati,morsi,leccati ciucciati.Io stessa li stringevo ,sbattevo i globi dei seni uno contro l'altro come se appartenessero
ad un'altra persona,li schiacciavo premendo le unghie nella loro carnosità indolenzita,stiracchiavo i capezzoli per portarli alla bocca e morderli non riuscendo ed aspettavo che il bastardo me li ciucciasse.Volevo che picchiasse fino a farli sanguinare,mi senbrava di non essere io.Ma lui si divertiva solo a schiacciarli col suo sedere mentre era tutto preso a martoriarmi la fica.Ero tutta un dolore e la mente non desiderava altro che sentire martoriato in ogni angolo questo corpo che non sentivo mio.Il seno mi doleva,le chiappe erano di fuoco,la fica in fiamme.Mi sentivo le grandi labbra gonfie ed il clitoride indolenzito e dolorante ed appena il bastardo ha cominciato a leccarmi ho sentito un male boia,ma un male che mi piaceva di sentire,e più mi leccava più io godevo anche se mi faceva male e quando infine mi ha infilato il suo cazzo sebbene abbia sentito un male lancinante mi sono sentita la vagina grondante umore come se avessi pisciato.Mentre mi fotteva mi faceva molto male e l
o sentivo nell'interno e mi sembrava di avere tutta la vulva gonfia ma più sensibile e più avvolgente al suo cazzo,infatti mi sembrava di toccarlo con ogni parete del mio paradiso.Ho avuto una serie di orgasmi,mi sembrava che la mia sborra colasse come un fiumicello giù verso il buco del culo,sentivo gioia e dolore e non riuscivo a separarli.Era un composto unico,non sapevo dove cominciasse il male e dove il piacere.E quando finalmente anche lui mi ha sborrato dentro inondandomi del suo succo mi è sembrato di sentire lo stesso beneficio come quando si spalma un unguento su una parte dolente.Ancora adesso non so se è stato più il dolore o il piacere.Comunque gli ho inveito contro ,gli ho mandato tante di quelle maledizioni,gli ho sferrato anche un calcio nei coglioni,che però ha schivato,il cornuto.Gli ho detto che non mi vedrà più e guai se osa avvicinarsi a mia figlia.Sono andata via che mi faceva male camminare e procedevo con le cosce aperte per non farle sfregare tra di loro.La s
era stessa ho raccontato tutto a Vero ma non agli uomini perchè temevo che lo avrebbero picchiato.Vero si è adoperata a toccarmi con gentilezza.Ora è passata già una settimana e mi ritrovo qui come una cretina alla quale abbiano rubato il giocattolo preferito.Sì,infatti quel porco esce con mia figlia e me neanche mi caga.So bene che sono stata io a dirgli di starmi lontano però adesso me ne pento e non vedo l'ora che m'inviti da lui per darmi delle scudisciate sulla fica.So di non essere masochista,almeno non mi pare di esserlo,ma desidero tanto che mi picchi in mezzo alle cosce e che dopo però mi allevii il dolore colle sue leccate delicate e con la sua penetrazione prepotente.Spero che riesca a leggere nei miei occhi imploranti e possa tranquillizzare le mie labbra tremanti e vogliose di bere le lacrime che mi farà versare mentre picchierà le mie parti delicate.Lo voglio e sono certa che lo avrò.
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20 anni fa
admin, 75
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Le antiche danze
E lui volteggia, orbitandole intorno, portandosi via il laccio che le tiene serrato l'accappatoio.
Un fruscio di tessuto che scivola via, strisciando sulla pelle.
La prende per mano, le sfiora una spalla, la guida sul letto, la stende prona, le bacia l'orecchio.
Le sussurra poche parole, lei non comprende, ma si eccita ascoltando.
Un calmo tip tap.
Dita che battono veloci, che disegnano tratti invisibili sulla schiena nuda e liscia. Un finto tatuaggio compare sotto mani morbide ed occhi di vetro.
Un dito descrive un arco dal fondoschiena alle spalle, una nocca segue la linea della colonna vertebrale. Il quadro prende forma e gradatamente diventa un'opera.
Le labbra l'osservano, sorridono.
La bocca cancella.
Un flamenco a sorpresa.
Lentamente la schiena si volta, sorge un sorriso come un'alba bagnata. Gomiti sulle lenzuola, occhi contro occhi. Si alza, come statua sensuale eretta sopra una piazza bianca. Pochi movimenti e scivola su di lui, lenta, attenta, santa e tentatrice.
Si congiungono.
Un tango impetuoso.
E' il mescolarsi di sensi e sessi, il totale contatto di pelle su pelle, l'attrito intenso e perforante che spinge e si avvicina al baricentro, al cuore del piacere.
Un femminile sospiro si interrompe a mezz'aria, lasciando la canzone di gemiti un'opera temporaneamente incompiuta.
E' luminoso come un incendio al centro di una sacra foresta.
Un ossessivo ballo ad un sabba di streghe.
E tutto rallenta mentre l'impeto fluisce fuori da un corpo. Fiume che trova un nuovo letto e cavalca nuovi argini. Spruzza getti contro un nuovo fondale che si contrae, ansioso di accogliere nuova linfa.
Le mani unite si stringono, le palpebre socchiuse si sollevano per mostare iridi umide.
I danzatori restano a contatto, muovendosi molto lentamente, terminando un ballo, godendosi l'unione.
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20 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 17 ore fa -
Sibilo sessuale
La mano scivola sul sottile vestito. Verso l'alto, verso le sue spalle. Infilo un dito sotto la spallina, la scosto e assorto fisso la sua pelle.
Sublime.
Così sensuale e bianca, come satin tessuto dallo spirito di un sarto. Mi desto dal mio sognare e lascio che la sensuale spallina scorra sulla pelle, giù nel vuoto. Sposto la mano sfiorando la sua schiena. Mi fermo sui bottoni. Uno ad uno, da sotto a sopra, li slaccio e scopro un altra soffice seta. L'ultimo, alla sommità del tessuto, lo scosto dall'asola e l'osservo sfilarsi e lasciare che la stoffa si allenti e scivoli lungo il corpo. Indeciso, il vestito segue le sinuose superfici e si posa stanco e sereno sotto di lei.
L'afferro per un braccio nudo. Con uno strappo la getto sulle statiche coperte.
Si scuote la stanza.
Lei, inerme, piccola, giace tremante, si stringe insicura nelle braccia.
Respiro.
Il mio petto s'alza e la colpisce, s'abbassa e la compatisce. Balzo in alto, un arco, sopra il vestito schiacciato in terra. Lento in volo, come l'attesa e la paura del corpo vivo e crudo di donna che si nasconde, striscia e si ritrae. Sbatto su di lei con uno schianto. E' l'inizio.
Sesso. Sensi. Il mio sibilo, sinuoso, si strofina su di lei. Senza sosta, senza respiri.
Sospiri.
Veleggio sui suoi sensi, mi isso, sosto sopra lei e vedo. Sinuose ellissi solcate da concave profondità. Semisfere pulsanti s'alzano e abbassano ad ogni suo fiatare.
Mi guarda.
Poi scendo, mi tuffo, un soffio verso il basso l'asseconda. Sono sulla pelle, adesivo e scivoloso. Mi fermo ad assaporar l'esistenza, sono etere nell'aura del suo corpo, sono otre vuota e sorriso ebbro, pronto, urto, sbatto, spingo. La sento serrata, elastica e flessuosa. Si stira fino a rischiar lo strappo, la pelle s'allunga e si ritira. Torna corta e sussultante, e s'articola, e m'avvolge.
Sento la sua stretta, le sue squame graffianti si strofinano e s'inficcano. Morsa di serpente, veleno e vendetta mi guardano da occhi viscidi, verdi, verticali. Spire intorno premono, ora sorride e mi accarezza con quella sua lingua colante liquidi.
Lecca.
Liscia le sue unghie, allontana l'arto, scintilla l'arma a cinque lame. Sibila e colpisce.
Squarcio. Fiotti di rosso vermiglio mi colorano le mani. M'adagio sul lenzuolo, schiacciato, sopraffatto. Zitto mi rivolgo al mio regolare respirare, ma il mio silente grido resta inascoltato. Sussulto, straziato dal dolore.
Raggomitolato, ridotto ad una palla di carne, rotolo dal letto e mi getto a terra. Lago porpora, sussurri di allucinazioni, lancinanti fitte mi spingono e trascinano laddove il vestito tolto all'assassina sfugge alla mia vista ormai disciolta in colante morte.
Tendo la mano che l'ha toccata, arranco con il corpo che l'ha solleticata e trasformata, ma non arrivo a nulla. I sensi si spengono e la visione sfumata di un vestito disperso in una stanza vuota resta sola nel solenne ultimo silenzio.
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20 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 17 ore fa -
Un gioco nel buio
Nonostante fosse ormai notte , per strada il traffico delle macchine e dei motorini non accennava a diminuire e di tanto in tanto si sentivano anche le voci di persone che passavano sotto le finestre, uscite per strada a cercare un pò di refrigerio in quella calda ed afose notte estiva.
Viveva da sola in un appartamento in una zona abbastanza centrale e quella sera era tornata molto tardi dal lavoro.
Aveva fatto tardi a causa di una comitiva di turisti che le avevano creato non pochi problemi quel giorno.
Era arrivata a casa stanchissima e appena arrivata dentro casa si tolse di dosso i vestiti buttandoli per terra per dirigersi verso la cucina, aveva bisogno di bere qualcosa di fresco. Vivendo da sola era abituata a girare per casa nuda o con addosso solo gli slip. E del resto la eccitava un poco sapere che magari qualcuno che abitava di fronte a lei approfittava delle finestre aperte per guardarla mentre nuda si aggirava per casa. Era una bella donna, lunghi capelli lisci castano scuri, un seno prosperoso, che nonostante l'età era ancora quasi perfetto. Le cosce tornite con solo pochissimi segni di cellulite che si notavano solo da vicino quando accavallava le gambe e il ventre quasi perfetto. Era contenta del proprio corpo, non aveva nulla da invidiare a ragazze molto più giovani di lei.
Appena finito di bere, di diresse verso il bagno.
L'unica cosa che voleva era fare una bella doccia fredda , non aveva nessuna voglia di cenare, era troppo stanca.
Così si infilò sotto la doccia sentendo che il getto di acqua fredda della doccia che le scorreva sulla pelle oltre a rinfrescarla la stava delicatamente massaggiando.
Restò a lungo sotto la doccia ed appena finito, si asciugò velocemente.
Uscendo dal bagno si fermò un attimo in corridoio, era indecisa se dirigersi verso il soggiorno per sdraiarsi sul divano davanti alla televisione o se andare direttamente a letto, nonostante non fosse poi così tardi.
Ma la stanchezza prese il sopravvento, e si diresse verso la stanza da letto.
Senza accendere la luce si diresse direttamente verso il letto spostando il copriletto per stendersi direttamente sul lenzuolo, nuda come era uscita dalla doccia.
Si addormentò quasi subito, cullata dal rumore delle macchine e dalle voci della strada e dalla leggera brezza, che le percorreva la pelle nuda appena rinfrescata dalla doccia, che proveniva dalla finestra che aveva lasciata aperta.
Ad un certo punto, mentre dormiva però si svegliò di soprassalto, aveva come la sensazione che vi fosse qualcun altro con lei nella stanza.
Si sollevò leggermente sul letto per guardarsi intorno facendo attenzione a tutti i rumori che provenivano dalla casa.
Ma sebbene non avesse acceso la luce, nella penombra le apparse tutto normale, nessun rumore diverso dai soliti. Non c'era nessuno.
Si stese di nuovo sul letto, si accorse che doveva essere molto tardi perché i rumori della strada erano diminuiti e che doveva aver già dormito per alcune ore perché la sensazione di pesante stanchezza l'aveva abbandonata.
Ma non aveva nessuna voglia di accendere la luce per vedere che ora fosse e decise di rimettersi a dormire.
Chiuse nuovamente gli occhi ma, nonostante fosse tutto in ordine, la sensazione di una presenza estranea con lei non l'aveva abbandonata e si sentiva tesa.
Ma ripetendosi che si stava sbagliando cerco di rilassarsi per addormentarsi nuovamente.
Ma ad un tratto sentì una mano che le serrava la bocca per non farla urlare ed un'altra velocemente la stringeva per impedirle di muoversi.
Rimase terrorizzata mentre mille pensieri si accavallarono contemporaneamente dentro di lei. Chi è, cosa vuole, vuole solo rubare o mi farà del male, mi ucciderà?
Mentre pensava queste cose, lo sconosciuto le rivolse la parola dicendole: "Stai tranquilla, non voglio nè rubare nè farti del male. Sono qui solo per te, ma non per farti del male, e se vorrai che vada via ti basterà dirmelo ed io sparirò così some sono arrivato. Per tè domani al risveglio sarà solo un sogno."
Aveva un voce molto calda e sensuale che non conosceva, ma nello stesso tempo era come se l'avesse sempre sentita, come se la portasse dentro fino a quel momento, le ricordava anche se in maniera molto vaga la voce del padre.
Sentire quella voce la fece quasi per incanto tranquillizzare, le trasmetteva sicurezze e nessuna cattiveria.
Intanto la mano intorno alla bocca non stringeva più, non le faceva male, anzi era come se la stesse accarezzando, anche se in un modo inconsueto.
La voce di lui e la sua mano sulle labbra le stavano provocando delle strane sensazioni. Era ancora spaventata, ma nello stesso tempo non aveva nessuna voglia nè di urlare nè di reagire e stranamente la paura cominciava ad essere lentamente sostituita da una stana forma di eccitazione sensuale.
Sentiva che i capezzoli si stavano indurendo e anche tra le gambe sentiva che si stava lentamente bagnando.
Intanto lui le aveva tolto la mano dalla bocca e aveva cominciato ad accarezzarle i capelli e il viso, da dietro.
Intanto lui aveva cominciato nuovamente a parlarle sempre con quella voce calda le stava chiedendo se voleva che andasse via, lei disse solo "no, resta, ma non farmi male". Lui sorrise dicendole semplicemente: " Voglio farti di tutto, tranne che del male, e comunque nulla che tu non voglia che ti venga fatto. Sarai tu a dirmi quando mi devo fermare."
Le spostò delicatamente il viso verso il suo, non poteva vederlo, distingueva solo i contorni del viso nella penombra, ma ne sentiva il respiro vicinissimo. Le labbra di lui si avvicinarono alle sue sfiorandole delicatamente, ma senza dischiuderle le labbra.
La vece distendere nuovamente sul letto a pancia in giù e cominciò lentamente ad accarezzarle i capelli.
Lei sentiva il suo seno che spingeva sulle lenzuola e le cominciava a fare male, sentiva i capezzoli che le spingevano.
Le mani di lui le avevano scostato i capelli dalle spalle e avevano cominciato ad accarezzarla lentamente sul collo e sul viso, solleticandole i lobi delle orecchie.
Sentiva il calore delle mani di li che la stavano accarezzando le spalle e il collo procurandole dei leggeri brividi.
Ma quando le mani di lui cominciarono a scendere verso la schiena lungo la spina dorsale arrivando fino ai fianchi, sentì che l'eccitazione stava crescendo. Ormai lo voleva, voleva quello sconosciuto che era entrato nella sua vita e di cui non conosceva nè il volto nè l'aspetto fisico ma solo il sapore, e la voce.
Intanto le mani di lui erano arrivate a sfiorarle la rotondità dei glutei e la stava delicatamente massaggiando facendo aprire leggermente con le mani il solco. Lei sentì, lo sfintere contrarsi dall'eccitazione.
Ma lui non si fermò, scese ad accarezzarle le gambe fino ad arrivare ai polpacci ed alla pianta dei piedi.
Fece poi lo stesso percorso a ritroso, sempre lentamente e sempre senza fermarsi finché non arrivò nuovamente sul collo di lei.
Poi sostituì alle mani la lingua, sempre partendo dal collo scese lentamente lungo la spiana dorsale fino ad arrivare al solco tra i glutei e insinuandovi la lingua le solleticò il buco dell'anno e lo bagnò di saliva, ma senza fermarsi prosegui lungo il percorso dischiudendole con la lingua dapprima le grandi labbra e poi quelle piccole che racchiudevano il clitoride, che ormai era gonfio e turgido dal desiderio. L diede dei leggeri colpi di lingua che a lei fecero uscire gemiti e piccoli urli di piacere. Ormai avrebbe voluto solo essere presa così come si trovava da quello sconosciuto, sentirlo entrare dentro di se, ma evidentemente lui aveva deciso che non era ancora giunto il momento.
Lo sentì allontanarsi da lei e sentì dal fruscio dei vestiti che si stava spogliando anche lui. Dopo alcuni secondi senti il sue respiro di nuovo vicino a lei e il calore nudo del corpo di li sulla sua schiena.
Sentiva distintamente il pene di lui che le premeva contro i glutei, era di notevoli dimensioni.
Lo sentì sollevarsi e mentre si sollevava le afferrò i fianchi per far sollevare anche lei, sentì il suo sesso duro che premeva verso la sua vagina, e lentamente lo sentì entrare dentro di lei ma con delicatezza senza spingere lasciando che fosse quasi lei a risucchiarlo dentro. Quando fu tutto dentro di lei si fermo, sentiva distintamente le contrazioni del pene di lui che si sommavano alle contrazioni delle pareti della propria vagina dandole dei leggeri stimoli di piacere.
Lo sentiva dentro di lei, ma lui sempre stando immobile dentro di lei, si piegò per prendere tra le mani i seni che a causa della posizione pendeva pesanti, dapprima li accarezzò delicatamente per cominciare poi a stringerli forte, prendendo tra le dita i capezzoli. Lei li sentì indurirsi e senti un leggero dolore che lentamente si trasformava in un intenso piacere, adesso voleva sentirlo muoversi dentro di lei e, come se le avesse letto nel pensiero proprio in quell'istante lui cominciò a dare delle leggere spinte dentro di lei cominciando a muoversi sempre più velocemente. Sentì che il piacere stava crescendo quando lui abbandono una mano dal seno per portarla accarezzandole la pelle verso il clitoride e cominciando ad accarezzarlo. A qual contatto lei sentì il piacere crescere sempre di più finché non venne con un urlo strozzato. Quasi subito anche lui venne dentro di lei.
appena venuto si alzò e si diresse quasi conoscesse la casa verso il bagno, lei sentì l'acqua scorrere dal rubinetto del lavandino, ma la stanchezza di prima era tornata e si assopì.
Helena si destò quasi subito di soprassalto, e appena aperti gli occhi si rese conto che era da sola in casa, era una situazione che aveva vissuto in sogno. Lo sconosciuto non era con lei era stato solo un sogno, ma era stato così forte e reale che si rese conto di essere ancora eccitata, tra le gambe era tutta bagnata ed aveva i capezzoli induriti e la mano sinistra si spostò ad accarezzare il seno ed i capezzoli, , mentre la mano destra scese tra le gambe cominciando ad accarezzarsi per rivivere nella realtà l'orgasmo che aveva appena vissuto nel sogno con lo sconosciuto.
Non era la prima volta che faceva un sogno simile, le capitava spesso di sognare o immaginare di avere rapporti sensuali con uno sconosciuto, con qualcuno di cui non sapeva non solo nulla ma del quale non vedeva nè il volto nè l'aspetto.
E ogni volta la situazione la faceva eccitare.
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Le capitava di tanto in tanto quando era sola a casa, di entrare in chat, per chiacchierare e conoscere nuove persone.
Aveva conosciuto molte persone interessanti, in quel modo, con qualcuno si limitava a scambiare saluti di circostanza, ma quando le capitava qualcuno di interessante lo sentiva quasi subito, la conversazione procedeva da sola, senza forzature nè tempi morti.
Le capitava anche di scambiare con le persone conosciute in chat, sensazioni ed emozioni, arrivando talvolta anche a masturbarsi, mentre dall'altra parte del monitor, il suo occasionale compagno virtuale faceva la stessa cosa, immaginando un apporto sessuale vissuto solo con l'immaginazione ma trasformato in realtà dalle proprie carezze intime.
I particolare in una di queste chiacchierate in chat confessò all' occasionale partner virtuale, che viveva nella stessa città di Helena, le proprie fantasie sessuali, ed in particolare il desiderio di fare l'amore con un uomo di cui non solo non sapesse nulla ma del quale ignorasse anche l'aspetto.
fu lui che prese l'iniziativa dicendole: "Se vuoi posso aiutarti a vivere questa tua fantasia, potrei essere il lo sconosciuto con cui fai l'amore. Di me non sai quasi nulla, e non mi hai mai visto, così come io non ho mai visto te, ma anche a me va di correre questo rischio, diamoci un appuntamento al buio. Potresti venire a casa mia e prima di entrare potrei bendarti così non mi vedresti."
Helena rimase un attimo perplessa, in fondo non era facile, è vero che le sarebbe piaciuto vivere finalmente la situazione che le capitava spesso di sognare ed immaginare, ma nello stesso tempo aveva paura, in fondo non conosceva la persona con cui stava parlando e poteva anche capitarle qualcosa di brutto.
Così gli disse :" Va bene, mi farebbe piacere, ma voglio prima pensarci un pò sopra. Chissà magari, sarai veramente tu che realizzerai questo mi desiderio.
Nei giorni successivi continuarono ancora a chiacchierare, finché lei non fu certa che poteva fidarsi di lui e si diedero un appuntamento.
Lui le diede l'indirizzo di casa sua e lei avrebbe dovuto raggiungerlo.
Il giorno dell'appuntamento, Helena si vesti in modo semplice ma nello stesso tempo sensuale, indossava un intimo nero con perizoma e reggiseno leggero e velato, una gonna corta che metteva in risalto le belle gambe abbronzate e una camicetta che faceva intravvedere il seno generoso.
Lui la guidò al cellulare dicendole dove doveva andare e a quale citofono suonare.
Mentre lo raggiungeva Helena viveva una situazione strana aveva ancora un pò di timore per quello che l'aspettava, ma nello stesso tempo era molto eccitata, anzi il pò di paura che ancora aveva la faceva eccitare ancora di più. Sentiva distintamente sotto la camicia i capezzoli che si indurivano, e l'eccitazione la faceva bagnare. In ogni caso, pensava: "Sicuramente non mi succederà niente di male ma magari farò l'amore con un uomo bruttissimo" nonostante lui le avesse assicurato che, pur non essendo certamente Bradd Pitt, non era nemmeno brutto.
Ma al telefono, lei gli disse: "Prima di aprire, guarda dallo spioncino. Sono io che devo fare l'amore con uno sconosciuto senza volto, ma per te non è lo sesso. Quindi, guarda dallo spioncino e vedi se ti piaccio, se non ti piaccio, nulla d male, basterà dirlo."
Al citofono lui le disse il piano e l'interno dove abitava.
Helena salì le scale in preda ad una forte eccitazione, ormai era fatta; stava per vivere il suo sogno.
suonò alla pota e sentì i passi di lui che si avvicinavano, sentì che si fermava dietro la porta e immaginò che la stava guardando dallo spioncino e gli chiede se la trovava gradevole. Lui rispose solo :" Di più, molto di più. e le disse di girarsi."
Lei, ferma sul pianerottolo si girò e senti la porta che si apriva e delle mani che si posavano sulla sua testa per legarle una benda sugli occhi.
E per Helena fu subito buio. Appena fatto senza dire niente la prese per mano e l'accompagnò in casa chiudendosi la porta alle spalle.
La benda non le consentiva di vedere nulla era cieca nella mani di questo sconosciuto.
Mentre la guidava lungo il corridoio le fece molti complimenti dicendole che era molto più bella di quanto aveva immaginato, fino a che non si fermò e le disse siediti, aiutandola.
Dal tipo di sedia, dai rumori e dagli odori capì che l'aveva portata in cucina.
Helena era tesissima, e faceva quasi fatica a respirare.
Le chiese se aveva voglia di bere un goccio di vino o qualcos'altro. Lei disse che del vino andava bene.
Sentiva lui che si muoveva per prendere i bicchieri e versare il vino e poi sentì la mano di lui che le prendeva delicatamente la testa per aiutarla a bere il vino.
Restarono così a chiacchierare amabilmente sembrava che si conoscessero da sempre, ed Helena era ormai a proprio agio nella situazione. Erano spariti tutti i timori ed era rimasta solo l'eccitazione la voglia di fare l'amore con lui.
Fu lui che si avvicinò a lei.
Si alzò dal tavolo ed Helena se ne rese conto solo dal rumore provocato dalla sedia spostata, senti che avvicinava il viso al suo dal respiro che adesso sentiva distintamente.
Sentì qualcosa di tiepido ed umido che toccava le sue labbra.
Erano le labbra di lui, tuttavia lui non cercò di dischiudere subito quelle di Helena, fu invece lei che sentì il desiderio di farlo e visto che non lo conosceva e non sapeva nemmeno che aspetto avesse voleva almeno sentire il suo sapore. Così con la lingua gli dischiuse le labbra alla ricerca della lingua di lui. Aveva un buon sapore, amarognolo, per il vino che avevano bevuto , ma nello stesso tempo dolce e fresca con un vago sapore di menta.
Sentì un brivido che le correva lungo la schiena mentre le loro lingue si intrecciavano e qualcosa che lentamente si scioglieva dentro di lei fino ad arrivarle liquida fra le gambe.
Mentre la baciava lui le pose una mano sul seno cominciando ad accarezzarla e lentamente infilò la mano sotto la camicetta. Helena sentì di nuovo un brivido, non vedeva nulla ma sentiva la bocca di lui sulla sua, la lingua di lui che cercava la sua e la mano che le stava accarezzando il seno mentre i capezzoli si stavano indurendo ed erano diventati turgidi fino quasi a farle male.
Poi, lo sentì allontanarsi e dopo qualche secondo sentì le mani di lui sui polpacci, che la accarezzavano salendo lentamente lungo le gambe fino ad arrivare allo slip dove con le dita ne seguì il contorno.
L'eccitazione di Helena cresceva, e sentiva di essere bagnata, pensava che si notasse anche attraverso gli slip che indossava.
A quel punto lui le disse : "Che ne dici se ci mettiamo più comodi, magari sul letto?2 e senza aspettare la risposta di Helena le prese la mano guidandola lungo il corridoio.
La fede stendere sul letto e lentamente cominciò a spogliarla, levandole solo la camicetta e la gonna.
Lo sentì che si sdraiava su di lei, lui era ancora vestito, ma sentiva distintamente contro il proprio pube, il gonfiore dell'eccitazione di lui attraverso i pantaloni. Sentì la bocca di lui nuovamente sulla sua, e la lingua di lui che la penetrava fino in fondo alla ricerca della sua.
Ma si staccò quasi subito dalle sue labbra ma dopo qualche secondo le sentì nuovamente sul collo e sul seno e sentì le mani di lui che le toglievano il reggiseno.
Sentì le mani di lui che si posavano sul suo seno accarezzandolo ma quasi subito sentì sul seno la bocca di lui che la leccava e la succhiava prendendole in bocca i capezzoli e giocandoci dapprima con la lingua e successivamente dandogli dei leggeri morsi. Al contatto della bocca di lui sul suo seno le uscirono di bocca dei leggeri gemiti. Ma lui dopo aver riservato lo stesso trattamento all'altro seno cominciò a scendere con la bocca lungo il corpo di Helena, finché non lo sentì arrivare sul bacino e sentì la bocca che le sfiorava il monte di venere ancora ricoperto dagli slip. Sentì la lingua di lui che seguiva tutti il contorno dello slip, infilandosi di tanto in tanto all'interno per sfiorarle anche la parte ancora nascosta. Ma mentre la baciava, sentì le mani su lui che si infilavano sotto i glutei facendola sollevare leggermente sui fianchi per sfilarle gli slip.
A quel punto Helena gli chiese con un rantolo di leccarla, voleva sentire la sua lingua che la frugava nell'intimità.
La punta della lingua cominciò a leccarle leggermente il contorno delle labbra, seguito da delicati morsetti e da più intense succhiate. Quando iniziò a giocare con le sue piccole labbra i gemiti di Helena crebbero e divennero più veloci. Poi lui fece scivolare la lingua dentro di lei leccando alla fine di ogni passata la parte più sensibile delle labbra ma evitando il clitoride eccitato. Helena inarcò la schiena spingendo il pube contro la bocca di lui, voleva sentire la sua lingua anche sul clitoride. Fu a quel punto che lui avvicinò la lingua al clitoride e contemporaneamente inserì due dita dentro di lei e cominciò a massaggiarle le pareti interne della vagina. A quel contatto le urla di Helena risuonarono in tutta la stanza. Helena sentì che stava per venire, un'onda di sangue bollente la invase dalla testa alla punta dei piedi mentre i genitali le si contraevano in un fortissimo spasimo ed ebbe il suo primo orgasmo dicendo "Siiiiiiiiiii" Ma lo sconosciuto non si fermò co
ntinuò a giocare con la lingua tra le labbra di lei ma scendendo lentamente verso l'ano. Mentre con le mani sui glutei lui la dischiudeva.
La lingua di lui fece un veloce passaggio lasciando sull'ano di Helena una copiosa scia di saliva.
Quando le dita di lui sfiorarono delicatamente il bordo esterno dell'ano Helena sussultò e cominciò ad ansimare mentre lui con il dito giocava intorno al bordo dell'ano di Helena. Fu lei che, con dei leggeri movimenti dei fianchi, fece entrare, lentamente e con incredibile delicatezza, il dito che lui cominciò lentamente a muovere all'interno. Un tremore percorse il corpo di Helena mentre lui inseriva il dito poco profondamente dentro il retto e cominciava a esplorare. I capezzoli, le labbra vaginali, e il clitoride rispondevano diventando più turgidi di quanto pensasse possibile. Ma lui lentamente estrasse il dito e dopo un pò quello che Helena sentì entrarle lentamente nell'ano non era il dito bensì la lingua che la scavava e la bagnava lentamente di saliva. Ormai Helena era di pronta per un nuovo orgasmo, ma questa adesso aveva un'unico desiderio sentilo entrare dentro di lei. E glielo disse "basta adesso, voglio te, voglio sentirti entrare dentro di me, ti voglio sentire fin
dentro l'utero."
Lo senti che si sollevava lentamente e dal rumore capì che si stava togliendo i vestiti. Dopo qualche secondo sentì le mani di lui che le afferravano la testa e Helena sentì contro le labbra il sesso bollente il sesso bollente di lui. Aprì la bocca facendolo entrare dentro e cominciò a succhiarlo e a muovere ritmicamente la testa guidata dalle mani di lui che la spingevano delicatamente da dietro la nuca. Helena era eccitata come non aveva mai immaginato di poterlo essere e cominciò a muovere la testa sempre più velocemente sul sesso di lui. Ma adesso lo voleva dentro di lei, sapeva che sarebbe stato magnifico e in quel momento non desiderava altro.
Ma, come se le avesse letto nel pensiero, fu luì che la fece fermare e lentamente estrasse il proprio sesso dalla bocca.
Dopo qualche istante sentì le mani di lui che le stringevano le cosce facendole allargare e dopo qualche istante lo sentì all'ingresso del proprio sesso. Cominciò ad entrare lentamente, Helena lo voleva sentire tutto dentro, un poco alla volta. Ma sembrava non finire mai, Helena si aspettava di incontrare il suo ventre, ma invece lo sentiva entrare ancora ed ancora. Lo sentiva nello stomaco. Finché non sentì i fianchi di lui contro i suoi. Helena voleva sentirlo muoversi dentro di lei , allargarla, aprirla, ma invece lui stava fermo immobile. e questo non faceva che aumentare il desiderio di Helena, che provò a muovere i fianchi ma venne fermata dalle mani di lui che la strinsero sui glutei. MA Helena non poteva resistere oltre e cominciò a dirgli quasi supplicante " Muoviti....per favore, muoviti...."
Ma le sue suppliche erano inutili. Lo sconosciuto continuava a stare fermo con il suo cazzo duro dentro di lei. Helena stava quasi per piangere per il desiderio che non riusciva a soddisfare. Aveva il suo cazzo duro dentro di lei, lo sentiva in gola, ma non riusciva a muoversi.
Ma alla fine lui cominciò a muoversi, dapprima lentamente, e poi sempre più velocemente mentre Helena assecondava con i fianchi le spinte di lui. Ogni volta che i colpi le affondavano dentro Helena quasi non riusciva a respirare ma era bellissimo, finché non arrivò all'orgasmo con un urlo liberatorio. E dopo qualche secondo sentì un rantolo di piacere dello sconosciuto seguito immediatamente da seme di lui che le scivolava dentro. Helena era esausta ma felice. Aveva realizzato il suo sogno,ed era stato bellissimo, meglio di tutto le volte che le aveva immaginato rimanendo alla fine solo con le proprie carezze.
_Ma desso voleva finalmente vedere con chi aveva fatto l'amore, anche se aveva il terrore di trovarsi di fronte un uomo molto brutto. Ma doveva farlo e così si tolse la benda che gli copriva gli occhi e lo vide.
fu felice di vedere che si trattava di un uomo non bellissimo, ma piacevole.
Restarono qualche minuto a chiacchierare a letto, finché Helena non decise di andare via e appena rivestitasi, lo ringraziò con un bacio dicendogli solo : " Sei stato bravissimo, non solo hai fatto realizzare un mio sogno, ma è stato ancora meglio che nel sogno. Ma non potremo più vederci. Tu devi restare solo uno sconosciuto. non accompagnarmi nemmeno all'uscita. Resta qui." Gli diede un leggero bacio sulle labbra e si avviò fuori dalla stanza alla ricerca della porta dell'appartamento.
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2
20 anni fa
admin, 75
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Mai dire mai - seconda parte
Rimanemmo per qualche secondo immobili a riprendere fiato, poi a turno andammo in bagno a ricomporci; l'atmosfera era cambiata, mentre il bagno era occupato da Greta e Marco, Aurelia mi chiese con un sorriso malizioso "c'è ancora un po' di spumante?", glie ne versai una coppa.
Scendemmo al piano di sotto, il locale si andava animando, dalla sala proiezione si sentivano delle voci, anche nella sala a specchi c'erano delle persone, incuriosito mi fermai nel corridoio buio a guardare da una finestra, una donna abbastanza florida faceva l'amore con due uomini, uno era calvo, dall'altro lato due uomini seduti sulla panca si facevano fare un pompino da due donne, tutti erano nudi, "non ti è bastato? Vieni" disse Aurelia dandomi uno schiaffo sul sedere.
Tornammo al nostro divano, ordinammo ancora da bere, ora Aurelia rideva delle nostre battute, l'atmosfera era rilassata; al divano di fianco c'era una comitiva di 4 ragazze e 5 ragazzi che faceva un casino tremendo, risate, urla e, all'arrivo della cameriera con due bottiglie di spumante, un grosso applauso; stapparono le bottiglie e brindarono ad una di loro, una ragazza con i fianchi larghi offrì da bere anche a noi, "stiamo festeggiando Ramona, domani pomeriggio si sposa", "e il futuro marito dove è?" chiese Greta alzando il calice verso la ragazza, "siamo venute da sole, i ragazzi li abbiamo incontrati in pizzeria", beata generazione pensai. In pista alcune coppie ballavano, le mani sotto le gonne o sul culo si sprecavano, anche in altri divani si vedevano dei gran giri di mani, mi soffermai ancora sui ragazzi affianco, si vedeva che avevano bevuto molto, specialmente le ragazze che però fisicamente non erano granché eccetto la festeggiata Ramona che aveva i capelli a caschetto
castani, indossava un paio di pantaloni scoloriti sul davanti, color perla, bassi in vita uniti ad un top corto aderente che le lasciava la pancia piatta completamente scoperta, la parte migliore era però il viso, veramente dolce e sensuale con delle grandi labbra, avrà avuto al massimo 25/26 anni.
Ripresi la conversazione con la mia comitiva; dopo esserci sfogati nel salottino ora mancava quell'atmosfera di attesa e di enorme carica erotica vissuta prima, si curiosava su ciò che accadeva nel locale e si commentavano gli avvenimenti quasi con fare ironico o con distacco, anche Aurelia faceva apprezzamenti o battute. Ad un certo punto, i ragazzi, attirando l'attenzione di tutti i presenti, incominciarono ad urlare in coro: "agli specchi, agli specchi" e la ragazza dai fianchi larghi incominciò a tirare per un braccio Ramona per indurla a seguirla, la festeggiata invece opponeva resistenza e si stese sul divano ma due dei ragazzi la sollevarono letteralmente di peso e tutti in gruppo si avviarono verso l'ingresso della sala a specchi.
Quella "esibizione" animò tutto il locale, alcuni li seguirono, altri andarono verso le finestre del corridoio, "andiamo a vedere? Siamo rimasti quasi solo noi?" chiese Greta, "perché no!" rispose Aurelia, stupito ma anche curioso le seguii.
Arrivammo al corridoio ma le finestre erano tutte occupate, Greta si adattò tra quattro persone, dissi allora ad Aurelia di andare nel secondo corridoio per vedere se c'era meno gente, così era, una coppia ci fece spazio ad una finestra centrale e potemmo notare che la sala era quasi tutta piena, grovigli di corpi nudi dappertutto, almeno trenta persone, vidi che all'imbracatura al centro della stanza era sospesa una donna con una tuta nera con aperture "nei punti strategici". La struttura la poneva a pancia in giù con le gambe divaricate offrendo ai tre uomini in piedi, che la scopavano a turno dietro ed avanti, ogni possibilità di penetrazione.
Cercai incuriosito i ragazzi, però di loro non c'era traccia, quando, come se stessero tuffandosi in piscina, irruppero attraverso una tenda, sorridenti e nudi, Ramona era portata in braccio dai ragazzi di prima, la deposero per terra in ginocchio ed uno di loro subito le mise il cazzo in bocca, non lo rifiutò, continuai a guardare nella stanza quando mi
accorsi che Aurelia aveva avuto un sussulto, mi girai e vidi che l'uomo della coppia a noi di fianco le aveva sollevato la gonna e le stava palpeggiando il culo praticamente nudo viste le dimensioni del suo perizoma, Aurelia continuava tranquillamente a guardare attraverso la finestra e, notando che aveva arcuato la schiena e proteso indietro il bacino per farsi meglio toccare, decisi di non fare niente. Era incredibile ciò che stava accadendo in quella sala, alcuni uomini giravano da una donna all'altra, se le scopavano per qualche secondo per poi migrare nella bocca di un'altra e poi rincominciare. Tornai a guardare per un attimo Aurelia, il vicino le aveva scostato il perizoma ed introdotto uno o due dita nella fica, notai che lei aveva incominciato ad ansimare.
Tornai a guardare la sala e vidi la ragazza dai fianchi larghi seduta su uno dei ragazzi con un'altro che da dietro la prendeva nel culo mentre lei spompinava un terzo uomo. Dopo un po' Aurelia mi disse decisa "dai andiamo", "dove?" chiesi, "ma dentro no!"; con me stupito e di nuovo eccitato ripercorremmo il corridoio ed arrivammo alla porta a due battenti, la superammo
ed entrammo in un'anticamera con le solite panche in muratura ai lati, la stanza era ingombra di vestiti e scarpe, riconobbi in un angolo il vestito verde di Greta, sopra la tenda blu che ci separava dalla sala a specchi vera e propria campeggiava una grande scritta in più lingue: "vietato entrare con le scarpe", fu la prima cosa che mi tolsi, quando mi stavo sbottonando la camicia mi girai verso Aurelia, era già quasi completamente nuda, stava togliendosi il perizoma che lanciò in aria rimanendo solo con le autoreggenti, era arrapantissima, il suo corpo era semplicemente meraviglioso per non parlare del culo. Si volse verso di me "ma stai ancora così? Beh! Io incomincio ad entrare e.. a proposito... al di là di questa tenda io non ti conosco" disse facendomi l'occhiolino e, tirando fuori la lingua, entrò. Mi finii di spogliare il più velocemente possibile, e varcai anch'io la soglia; al primo passo per poco non cadevo, il pavimento era cedevole e costituito da un enorme materasso m
orbido in velluto alto qualche centimetro, probabilmente riempito con acqua o aria. Mi guardai attorno, alla mia sinistra c'era un contenitore con la scritta "usati" con sopra una scatola di condoms nuovi, ne presi uno meccanicamente, rivolsi quindi lo sguardo alla sala, individuai tra gli altri Greta che alla pecorina si stava facendo due uomini, mi avvicinai quindi alla panca laterale e vidi una donna
bendata con un foulard che, seduta, veniva scopata a turno da due uomini; salii sulla panca e le strusciai il cazzo vicino alla sua bocca, immediatamente prese a leccarmelo e ad inumidirmelo con la saliva, era veramente brava, se non stavo attento mi avrebbe fatto venire subito, decisi quindi di staccarmi e calmarmi un po'.
Riguardai la sala ed individuai mia moglie, stava cavalcando un uomo mentre uno dei ragazzi di
prima, con le mani dietro la sua nuca le reggeva la testa e le stantuffava il cazzo in bocca con foga come se la stesse scopando; girai ancora lo sguardo e vidi Ramona, in ginocchio, anche lei leccava il cazzo di un uomo in piedi, decisi di avvicinarmi, l'uomo capì la mie intenzioni e si inginocchiò, a quel punto Ramona dovette piegarsi in avanti, ne approfittai, mi inginocchiai anch'io, la presi delicatamente per i fianchi e la sollevai per adattarla alla mia
posizione, notai che aveva un giro vita sottilissimo, decisi di non usare il condom, incominciai a penetrarla delicatamente ma mi accorsi subito che era bagnata, non mi feci quindi scrupolo e, una volta dentro, deciso, iniziai a scoparla. Lei mi assecondava nel movimento ed adattava il movimento della sua bocca intorno al cazzo dell'uomo a quello mio dentro di lei, dopo un po' l'uomo iniziò a mugugnare, Ramona si staccò da lui e lo fece venire con le mani, lui pago si allontanò, la ragazza allora si voltò verso di me e mi guardò, era la prima volta che vedeva in viso chi l'aveva penetrata, mi fece una carezza su una guancia e, delicatamente, con la mano sulla mia spalla mi fece capire che dovevo coricarmi, mi stesi immediatamente apprezzando la morbidezza del pavimento. Ramona mi prese il cazzo con una mano ed incominciò a passarmi la lingua sulla cappella, poi se lo mise tutto in bocca sempre continuando a lavorare di lingua, era veramente brava ed ero tentato a farla continuare ma
volevo di più da lei. La staccai da me e la presi per i fianchi spingendola a salirmi sopra, lei allora prese il condom che avevo appoggiato per terra, mi leccò per bene l a punta del cazzo e me lo mise, dopodiché mi salì sopra, afferrò il cazzo e se lo mise nella fica. Incominciò quindi a muovere il bacino alternativamente avanti, indietro, sopra e sotto, mentre io le toccavo il seno che non era grosso ma sodo, la sua pelle era vellutata e calda, presi quindi ad accarezzarla ovunque potessi, prediligendo però le sue natiche e l'interno delle cosce, lei mostrò di gradire, poi... si sollevò leggermente e, mentre con la mano sinistra si allargava una natica, con la destra mi guidò il cazzo verso il suo buco del culo, provò due, tre volte ma non riuscii a dilatare l'orifizio per penetrala, desistette e si rimise il cazzo dentro la fica riprendendo i suoi lenti movimenti ritmici.
A quel punto non volevo assolutamente, visto l'invito,
rinunciare ad inculare una ragazza che aveva almeno quindici anni meno di me, mi inumidii quindi un dito con la saliva e incominciai a lubrificare il suo orifizio, ripetei l'operazione e la terza volta la penetrai con l'indice. Decisi allora di riprovare, la presi per la vita, che pelle meravigliosa..., la sollevai leggermente, presi il cazzo e lo puntai verso il buco del culo, lei mi aiutò, prima con una mano indirizzandomi meglio e poi, in posizione, dilatandosi con le mani le natiche; il cazzo scivolò dentro, prima per poco ma poi, piano piano, entrò tutto. Lei era quasi completamente piegata su di me, sollevai la testa ed incominciai a leccarle i capezzoli mentre incominciava di nuovo a muoversi su di me, ogni tanto tornava a dilatarsi le natiche con le mani, poi sollevò un po' il busto e prese a toccarsi il clitoride con la mano destra mentre io le toccavo il seno sinistro; purtroppo non durò molto, "ci sono" bisbigliò e dopo un attimo sentii il suo intestino pulsare con forza i
ntorno al mio cazzo e lei incominciò ad ansimare sempre più forte, a quel punto venni anch'io.
Si piegò interamente su di me e appoggiò il viso sulla mia spalla, rimanemmo così per qualche secondo a riprendere fiato, poi si sollevò, mi accarezzò il viso e disse "mi è piaciuto tantissimo ma ora devo andare, sai domani ho un impegno importante e non voglio fare molto tardi altrimenti sarò uno straccio" e si allontanò, la seguii con lo sguardo calamitato dal suo sedere. Rimasi steso ancora qualche secondo poi decisi di andare anch'io, un'ultima occhiata alla sala che nel frattempo aveva perso diversi "animatori" e vidi che la persona legata all'imbracatura era Aurelia che, a cosce spalancate, veniva scopata con foga dall'uomo che nel corridoio le aveva tastato il culo.
Tornato al nostro tavolo vi trovai Marco e Greta che aveva la faccia distrutta, parlammo e dopo una mezz'oretta comparve mia moglie, "scusate, ho perso tempo a ritrovare il perizoma" disse accomodandosi, "dovrei darmi una sistemata, sono un po' appiccicaticcia" continuò, "forse ci conviene andare in albergo" disse " ma voi due", rivolgendosi a Marco e Greta, "ci dovete venire a trovare quanto prima, promesso?". Ci salutammo scambiandoci gli indirizzi e ripromettendoci di rimanere in contatto.
In auto Aurelia disse "non ho ritrovato il mio perizoma, peccato era bello. Quando verrai al convegno verrò con te così potrò salutare Greta e Marco", "va bene" replicai, preoccupandomi di come risolvere questo nuovo problema e non farle capire che il convegno era stata solo una scusa. Ma questa è un'altra storia.....
Bobo
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20 anni fa
admin, 75
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Mai dire mai - prima parte
Siamo sposati da tredici anni e mia moglie è ancora una donna bella, sensuale e con un fondo schiena da brivido, direi anzi che con la maturità sia ancora più coinvolgente di quando era una ragazza. Spinto da fantasticherie da parte di entrambi che avvenivano durante i nostri rapporti, anni orsono, le proposi di "allargare i nostri orizzonti" e provare in concreto ad accogliere nel nostro letto un'altra coppia; stranamente non si disse contraria ad incontrare amici pur rappresentandomene le incognite.
Purtroppo all'epoca ci si doveva affidare solo ad annunci pubblicati da settimanali del settore con tempi lunghi e qualche rischio, avemmo comunque tre incontri con coppie che però si rivelarono deludenti e non se ne fece mai nulla oltre il solito caffè o la pizza con la conseguenza che Aurelia, così si chiama mia moglie, mi disse "adesso sarai pago, ti ho assecondato ma ti sarai reso conto che è una follia, per favore non chiedermelo più". Non l'ho più chiesto ma ho continuato a pensarlo ed ora, con l'avvento di internet, ho ripreso a prendere contatto con altre persone in rete finché, trovata una coppia che mi sembrava affine e disponibile, decisi che forse potevo tornare ad affrontare l'argomento. Quella sera, mentre facevamo l'amore, io sotto, lei sopra, le chiesi se le sarebbe piaciuto avere a disposizione in quel momento un altro cazzo da ciucciare, non vi dico cosa successe, si mise subito un mio dito in bocca ed incominciò a leccarlo ansimando, i suoi movimenti di bacino diventarono frenetici ed i suoi umori divennero tanto copiosi da bagnarmi tutta la pancia. Decisi che forse era il momento giusto.
La mattina dopo presi contatto con Marco e Greta, la coppia selezionata, ed inviai loro una e-mail con una nostra normale foto ricevendone in cambio una loro un po' meno casta ed il loro numero di cellulare. A casa, dopo cena, messi a letto i bambini, affrontai l'argomento, "ieri sera sei stata fantastica, mi piacerebbe che ti ripetessi in una serata con reggicalze e.. tanta allegria", "sabato portami a cena fuori e vediamo cosa possiamo fare" disse, " veramente pensavo a qualcosa di diverso" replicai, "tipo?","un incontro a quattro", "non se ne parla nemmeno, l'argomento lo abbiamo chiuso tanto tempo fa" rispose irritata, "dai fammi contento, ieri sera non mi sembrava ti dispiacesse l'idea", "non essere noioso, non mi va e non tornare più sull'argomento, rivolgiti a qualcun'altra" e chiuse la conversazione alzandosi ed andandosene lasciandomi così deluso e un po' amareggiato. Il giorno dopo mi scusai telefonicamente con Marco spiegandogli la cosa, mi disse di non prendermela, che spesso succedeva e che era estremamente difficile per alcune donne decidere di fare il primo passo così "a freddo", che magari poi al momento giusto, opportunamente coinvolte, sarebbero state disponibili ed in quale maniera! Non era la prima volta che gli capitava. Mi consigliò di porla davanti al fatto compiuto, non un incontro organizzato tra noi quattro che non avrebbe fatto altro che irritarla maggiormente, dovevo trovare un'altra soluzione, forse, disse, "se la porti in un club privèe a sua insaputa", "figurati", non lo feci continuare, "non è mica scema, se ne accorgerebbe subito", "no", replicò, "se ci vai presto, quando c'è poca gente, sembra un normale locale e noi potremmo essere lì ad aspettarti e far sembrare il tutto casuale e poi ho in mente un locale dalle mie parti che fa al caso tuo". "Ti farò sapere", risposi.
Come fare per portare Aurelia in club spacciandolo per una discoteca ed a duecento chilometri da casa nostra? Mi venne in aiuto un invito che avevo sulla scrivania. La sera a casa le dissi che dovevo organizzare la partecipazione ad una giornata di studio nella città di Marco ed avevo necessità di prendere accordi con un albergatore per l'utilizzo di una sala, perché non andarci insieme sabato pomeriggio, pernottare e poi tornare a casa domenica? Accettò!
Informai Marco, mi fornì il recapito di un albergo, del club e ci demmo appuntamento per sabato sera tra le 22 e trenta e le 23.
Arrivammo in albergo verso le 17, saliti in stanza, feci finta di dover andare a parlare con la direzione per la sala ma invece feci un giro in macchina per vedere dove era il club, individuai anche un ristorantino a metà strada dall'albergo, alle 19 tornai in camera, Aurelia era quasi pronta, mi feci una doccia e mi preparai. Lei era magnifica, aveva un vestito nero con la gonna vaporosa che finiva a mezza coscia ed una giacca che le copriva le spalle che il vestito senza spalline lasciava nude. La cena fu piacevole e cercai di farla bere un po' il magnifico vino bianco che avevo ordinato. Poco dopo le 22 salimmo in macchina, "andiamo in qualche locale a bere qualcosa" dissi, "perché? Torniamo in albergo" rispose e contemporaneamente mi prese una mano e se la mise sotto la gonna e sentii in alto sulle cosce la sua pelle liscia e calda, aveva indossato le autoreggenti! "bellissimo... ma approfittiamo del fatto che siamo soli e in un'altra città, facciamo un giretto, tanto è ancora presto" replicai, "non ti lamentare se poi magari sarò troppo stanca" rispose.
Arrivammo al cancello del locale, " proviamo qui, me lo hanno consigliato in albergo" dissi ed entrai nel parcheggio.
Scesi dalla macchina ed andai verso la porta, al citofono dissi di essere stato invitato da Marco e mi fu risposto che erano stati avvertiti, andai poi a prendere Aurelia e la invitai ad entrare, all'ingresso lei si stupì delle formalità, "sai è un locale per soli soci e noi non lo siamo" risposi e, prendendola sottobraccio, la condussi nella sala discoteca, ero finalmente riuscito a portarla dentro un privèe, la mia eccitazione saliva alle stelle! L'interno era poco illuminato e la pista vuota, vidi solo tre coppie sedute ai salottini, non riuscivo a vedere se Greta e Marco erano già lì, d'altronde li avevo visti solo in foto. Ci sedemmo e poco dopo arrivò una cameriera vestita in modo succinto ma elegante ed ordinammo da bere, "leggerina la tipa" disse Aurelia alludendo all'abbigliamento della ragazza; parlammo del più e del meno quando una voce maschile mi chiamò, era Marco, "ciao! Che caso incontrarti qui. Greta vieni che ti presento un amico".
Greta era semplicemente sexi nel suo vestitino verde cortissimo, talmente aderente da lasciare chiaramente intuire i sui capezzoli turgidi, era più bassa di Aurelia ma egualmente carina. Ci presentammo e, mentre Greta parlava con Aurelia, Marco mi disse "ci sei riuscito grande marpione, tua moglie è una favola, vedremo di coinvolgerla, Greta è nostra complice" che nel frattempo, accavallando le gambe, mostrò con chiarezza che anche lei indossava le autoreggenti. Parlammo un po', bevemmo un altro drink e Greta, ad un certo punto, chiese diretta, "è da molto che frequentate i club privèe?", io allibii, Aurelia sbiancò! "non mi dite che non sapete dove siete?" continuò Greta, con un viso duro Aurelia rispose "NO! E non ne avevo neanche l'idea" "e tu?" "Non l'avrei mai sospettato, mi è stato consigliato in albergo", mentii spudoratamente, "si è fatto tardi, andiamo" disse alzandosi irritata Aurelia, "aspetta, non è la fine del mondo, in questa zona è come se stessi in un normale locale, nessuno ti costringerà a fare ciò che non vuoi, al limite, ma molto più tardi, potrai assistere a qualche scena spinta ma sempre contenuta" disse Greta trattenendola per un braccio "e poi", continuò, "non siete almeno un po' curiosi? Dai.. oramai ci siete, è solo una nuova esperienza e poi siamo adulti, perché rovinare una serata, non dirmi che non hai mai visto un film porno e che non ti sei eccitata all'idea!". Aurelia si risedette lanciandomi una occhiataccia, "non dovete preoccuparvi" continuò Marco con tono pacato, "nessuno vi disturberà! Siamo conosciuti e vi prendiamo sotto tutela e se volete vi facciamo anche da Cicerone"; in quel momento l'atmosfera non era assolutamente intrigante, anzi direi piuttosto tesa.
C'erano pochissime persone nel locale e nessuno in pista, "portiamoli a fare un giro adesso che non c'è nessuno" suggerì Greta per superare il momento, "se Aurelia è d'accordo" risposi, "a me non interessa" con tono duro e Greta, tirandola dolcemente per la mano, "dai.. non fare l'orsa, consideralo come quando lui vuol fare l'amore e a te non va, una sorta di dovere coniugale", si convinse a seguirci ma mi lanciò uno sguardo fulminante.
Ci incamminammo al lato opposto della sala, dove vi era una porta a doppio battente che normalmente si trova nelle cucine dei ristoranti "l'ingresso della sala a specchi" disse Marco, "ma venite di qua" continuò, al lato della stanza iniziava un lungo corridoio quasi completamente al buio se si eccettuano delle piccole luci in basso, tipo quelle del cinema, ogni tanto c'erano come delle finestre, "guardate questa è la sala clou del locale, all'interno, per due lati le pareti sono a specchio ma alcuni di essi permettono di vedere dall'esterno", era quella la funzione delle finestre, curiosai e vidi una sala con un pavimento che sembrava irregolare, dal colore blu, i due lati non forniti di specchi avevano una panca continua in muratura ricoperta da un cuscino dello stesso colore del pavimento, al centro, sospesa al soffitto, una strana imbracatura con tante cinghie, evitai di chiedere a cosa servisse, in alto uno schermo proiettava un film porno, la stanza era deserta.
Continuammo per il corridoio e poi girammo a destra per un altro corridoio identico sempre con delle finestre che terminava su delle scale, a sinistra si apriva un varco protetto da una spessa tenda, "la sala proiezione" disse Greta, scostai la tenda e vidi un ambiente con un grande divano a forma di semicerchio davanti ad un grande schermo che proiettava lo stesso film della "sala a specchi" ai lati, delle nicchie con divani, anche questo ambiente era deserto.
Proseguimmo su per le scale che finivano su un corridoio con tre porte a destra e tre a sinistra come in un albergo, Marco arrivò alla seconda porta, tirò fuori dalle tasche una scheda magnetica, la fece scorrere sulla serratura ed aprì la porta, "i salottini" disse, entrammo, al centro della stanza c'era un grande letto senza sponde, ci si poteva girare intorno, alla parete destra un divano e due poltrone, al lato sinistro la porta aperta del bagno ed un piccolo angolo bar. Greta chiuse la porta, Marco inserì la scheda magnetica nel frigorifero e tirò fuori una bottiglia di spumante, dal mobile prese quattro bicchieri e ci servì invitandoci a sederci al salottino, Aurelia prese posto in poltrona, Greta la imitò sull'altra, Marco ed io ci accomodammo sul divano.
Era imbarazzante. eravamo in quella camera, l'atmosfera era pesante per via di Aurelia che era rigida e assente, "avete visto quasi tutto" ruppe il ghiaccio Marco, "c'è ancora da vedere?" chiesi "si, il tutto...,come dire.., in funzione! Ma rilassatevi è ancora presto" disse Greta e versò altro spumante.
Parlammo dei rapporti all'interno di una coppia, raccontammo le nostre precedenti esperienze negative, poi Greta decise che era il momento di agire, si alzò senza dire niente, con grande naturalezza si inginocchiò davanti a me, mi tolse la giacca, mi slacciò la cintura ed iniziò a massaggiarmi il petto, poi mi sbottonò i pantaloni, me li scese insieme con gli slip, mi prese il cazzo ed incominciò a leccarmelo. Non sapevo più cosa fare, Aurelia, con le mani sui fianchi, era letteralmente impietrita sulla sua poltrona con lo sguardo assente, Marco guardava impenetrabile, cercai di non pensare ed aspettai le reazioni, il mio membro diventò immediatamente duro alle sapienti leccate di Greta, mi azzardai ad allungare le mani per toccarle il seno, era sodo, in un attimo lei tirò giù la lampo laterale del suo vestito liberandolo, come avevo sospettato non aveva il reggiseno, chiusi gli occhi e mi lasciai andare, Greta era stupenda, mi leccava tutto il cazzo dalla punta alle palle comprese, ogni tanto mi stimolava con la mano ed io continuavo a toccarle le tette, ad un certo punto iniziò a mugugnare mentre mi leccava, riaprì gli occhi e vidi che Marco le aveva tirato su la gonna e stava scopandosela da dietro, realizzai che non portava neanche le mutande, girai lo sguardo verso Aurelia e.. con somma sorpresa, vidi che si era tirata su la gonna ed, a gambe larghe, aveva infilato una mano dentro il perizoma. Si stava masturbando !!!!! Mi staccai da Greta, andai da Aurelia, le misi il cazzo in bocca e lei prese a leccarmelo continuando a toccarsi, Marco se ne accorse, si avvicinò anche lui, si inginocchiò davanti a lei e, scostando il perizoma, incominciò a leccarle la fica; Greta, rimasta sola, si avvicinò e prese a toccarle il seno, allora aprii la lampo del vestito di Aurelia e le slacciai il reggiseno senza spalline, la sua terza abbondante esplose gonfia per l'eccitazione, Greta incominciò a leccarle i capezzoli mentre lei continua a ciucciarmelo. Ad un certo punto Marco prese per mano Aurelia e la condusse verso il letto, lei aveva gli occhi chiusi e nel fare quei pochi passi il vestito scivolò sul pavimento lasciandola in perizoma ed autoreggenti. Marco la mise alla pecorina ed incominciò a scoparsela con tutto il perizoma, Aurelia sembrava assente, io mi distesi sul letto al loro fianco e Greta mi salì sopra e si mise il mio cazzo dentro, mentre la scopavo la accarezzavo e le leccavo i capezzoli, dopo un po' anche Aurelia e Marco avevano assunto la stessa posizione, girai lo sguardo e vidi mia moglie, sempre con gli occhi chiusi, che si dimenava sul cazzo di Marco mentre lui le toccava le tette, allungai la mano per sentire il caldo dell'inizio delle sue cosce non coperte dalle autoreggenti, al contatto, si girò verso di me e, sempre con gli occhi chiusi, roteò più volte la lingua sulle labbra e poi disse "non era questo che volevi?" dopodiché continuò, rivolta a Marco, sempre roteando la lingua sulla labbra, "dai scopami, sfondami, fammi godere", a quella affermazione sentii che non potevo più trattenermi, afferrai forte Greta per le natiche e le venni dentro, per fortuna mi accompagnò gridando in quella esplosione di sensi.
Dopo qualche attimo sentii mia moglie urlare "siiii, dai... di piùùù, vengoooo" e Marco "sii, dai. che grande fica che sei".
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20 anni fa
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L\'Autogrill - 2a Versione
Mi chiamo Jessyca...ho 32 anni,sposata da 5...piuttosto insoddisfatta del matrimonio...Sono una donna calda..vogliosa...terribilemente troia se mi ci metto..... Amo essere al centro dell'attenzione non solo della gente che frequento... anzi .. sono le situazioni fuori dall'ordinario che mi interessano e mi attraggono. apparentemente sono seria e riservata, nascondo molto bene la mia seconda natura intrigante ed incline a lasciarsi coinvolgere in giochetti trasgressivi. mi eccita se trattata in modo deciso e risoluto, amo, per il mio intimo piacere maschi che mi usino senza ritegno. Mi è sempre piaciuto giocare con il prossimo, provocare, mettermi in mostra. il contatto causuale con quell'uomo è iniziato per posta elettronica. Antonio si è proposto immediatamente in modo fermo ma anche fantasioso e piacevole. Arrivo con la mia macchina.Parchegio.L'appuntamento è previsto in un luogo poco centrale e non ben illuminato. fisico mozzafiato, trucco elegante, gran chioma di capelli biondi,
abitino molto aderente fatto apposta per segnare le curve, termina in una minigonna, le calze scure e velate sono trattenute da un autoreggente nero di pizzo. i tacchi a spillo in vernice nera la fanno apparire stupenda. femmina di gran classe. pronta ad interpretare la fantasia propostale da Antonio ... una amante sfrenata del sesso, si appresta a scendere in strada... per la prima volta... Supero l'imbarazzo iniziale osservando l'auto parcheggiata di fronte a me. Il momento è denso di sensazioni. Antonio interrompe i suoi pensieri avvicinandosi piano con l'auto. abbassa il finestrino, la fantasia digitale si trasforma in realtà. Una signora in abiti sexy e sensuali, un maschio eccitato ed incredulo sono di fronte. . l'invito a salire è esplicito, le facce dei due protagonisti si rilasciano accennando un leggero sorriso... Mi siedo con grazia ed eleganza.le gambe sono subito scoperte, la mini è veramente mini. copre a malapena il bordo delle calze, devo prestare attenzione ad ogni movimento.. la gonna troppo corta, con i movimenti lo diventa ancora di più, copre a malapena il sedere e la fichetta lasciando in bella mostra il pizzo delle autoreggenti. Il vestito sembra disegnato per me, non riesce a contenere il seno, si notano due bottoni slacciati, il push up offre una splendida vista. Insomma sono vestita di gran classe...ma con quel pizzico di troiaggine che serve per rompere il ghiaccio e rendere la serata eccitante e trasgressiva...Incontrare quell'uomo, uno sconosciuto, qualcuno che però sa molto di me, delle mie fantasie, voglie e desideri intimi. mi eccita ma al tempo stesso mi turba, mi sento confusa e frastornata. avrò fatto bene a lasciarmi coinvolgere in una simile situazione? Che cosa m'aspetta adesso??? Le emozioni si succedono velocemente.Sapermi così vestita ed osservata mi stimola in modo imprevisto l'immaginario erotico. Antonio rimette in movimento l'auto e si allontana lentamente, gli sguardi iniziano a rompere la reciproca emozione mista a
diffidenza . i miei occhi luccicano pieni di eccitazione. L'auto imbocca il raccordo autostradale per raggiungere la vicina area di servizio. qui si arresta. Il luogo è popolato da diverse prostitute, si notano ragazze di colore con abbigliamento evidente e decisamente volgare, stivali altissimi in pelle bianca lucida con tacchi altissimi si mescolano alle mutandine di pizzo, le camicette aperte offrono la vista di seni prosperosi e cadenti. Antonio mi invita a scendere, a mescolarmi alla fauna locale, con un "dai fai un pò la trioia per me..." mi vuole sbattere in strada...Io esito , sono titubante, al tempo stesso eccitata, finalmente mi decido e scendo dall'auto. Pochi passi sono sufficienti a farmi sentire il cuore in gola, noto poco lontano diverse ragazze che mi osservano, mi sento estranea a questo mondo, troppo diversa.. Nelle mie fantasie era viva la voglia di mostrarmi lungo una strada ed offrirmi al primo venuto, salire sulla prima auto in cerca di amori mercenari, vendermi come una puttana ad uno sconosciuto pronto ad abusare di me, della mia femminilità nei modi più disparati e perversi. Adesso mi trovo in quella situazione, a lungo idealizzata. ma la realtà supera la fantasia, i miei pensieri si interrompono quando l'auto di Antonio fatto un breve giretto m'approccia ancora e sorridendo m'invita a risalire,. :"ecco finalmente il primo cliente!". (penso eccitata,la micia ha voglia ed io da morire...ho voglia di cazzo...di tanti cazzi tutti da gustare in questa serata terribilmente sexy!!) Solo adesso Antonio può osservare, con grande sorpresa, che non indosso mutandine .:" Mmmm!!! Sei bagnata?". lentamente allunga una mano ed inizia ad accarezzarmi le cosce tornite, le mani sfiorano le calze velate, indugia insinuando le dita tra la fine della calza e la pelle chiara e morbida., i gesti sono lenti e misurati. le carezze si fanno più ardite e profonde, le mani sono ormai prossime alla mia intimità . si posano ora sulle grandi labbra. percepiscono
l'umidità dei suoi umori. L'abitacolo dell'auto è illuminato dalle fioche luci notturne, passa un'auto molto lentamente.illumina con i fari l'abitacolo ed offre una vista piena e completa di una coppietta in intimi atteggiamenti. l'emozione costringe i due amanti ad un veloce dietrofront, le mani si allontanano, i fremiti si spengono per un momento. Torna la penombra e considerato che le. carezze erano ormai diventate un vero e proprio ditalino... accetto di buon grado l'immediato riavvicinamento.. Le dita sfiorano ed affondano di nuovo all'interno della mia fica caldissima. Antonio mi invita a toccargli i pantaloni.. la mia mano affonda.. percepisce il cazzo gonfio ed eretto. con buona iniziativa apro la cerniera e gli tiro fuori il membro eretto.Ho una gran voglia di spompinarlo,di sentirmelo in gola... Avvicino le labbra con voglia alla sua cappella gonfia...slinguettando inizio a leccargli le palle prima e l'asta poi... Con grazia e fermezza, Antonio, però, m'invita a desistere dai miei propositi,con decisione mi fà rialzare la testa dal suo splendido cazzone duro...sorprendendomi, non capisco le sue intenzioni. Antonio riferma la macchina e mi chiede di scendere . Approfittando di un momento in cui non si notano troppe macchine , scende ed apre la portiera del passeggero, io sono ancora sul sedile, le gambe allargate, la gonna sopra la vita lascia intravedere la fica semiaperta ornata dalle autoreggenti, che spiccano sulla pelle chiara, si uniscono sensualmente alle calze scure che terminano nelle scarpe in vernice nera con tacchi altissimi. L'auto è parcheggiata di fronte alle toilette, si intuisce il prossimo passo. Antonio mi prende per mano, abbasso la minigonna e scendo dall'auto. Mi lascio condurre, l'area di servizio in quella zona non è molto frequentata, solo alcuni camion in sosta. Antonio apre la porta dei bagni maschili.
Ecco la prima sorpresa, un baffuto 60enne prossimo all'uscita ci squadra dalla testa ai piedi ed osserva con meraviglia. tutto avrebbe ipotizzato salvo trovarsi di fronte una prostituta in un bagno per soli uomini. Ci lascia passare ed esce borbottando parole incomprensibili. io appaio in tutta la mia trasgressiva bellezza. Mi sento incerta e tremante, mai avrei pensato di essere coinvolta in un simile gioco.Antonio è però fermo e deciso a continuare nei suoi propositi. si avvicina ad un bagno lasciando la porta semiaperta e mi costringe ad una parete, qualcuno potrebbe osservare la scena . cinge con le braccia il mio collo, le mani si perdono nei miei capelli biondi e lisci, mi sfiora con le labbra, io apro le mie eccitata ed incredula, in preda a vera follia erotica. L'idea di sapermi in un luogo impensato ed impossibile, con un estraneo che mi sta solleticando, sfiorando, baciando ed eccitando mi offre sensazioni impreviste. Esibire il corpo in pubblico, con il rischio di essere vista da altri, diventa fonte di eccitazione ma anche di estremo imbarazzo. Con le pulsazioni a 1000 inizio gemere, allargo le gambe, le mani di Antonio mi toccano dappertutto, i seni sodi e ben proporzionati mostrano dei capezzoli eretti e duri, le dita di Antonio li strizzano quasi a farmi male. L'altra mano si avvicina alla fica , dopo aver a lungo palpato le cosce ed il culo. Sono bagnatissima, sto' già venendo, la situazione inaspettata ed a forte rischio di essere scoperti mi eccita in modo inatteso e violento. la mano di Antonio si inserisce con delicatezza nelle pieghe della mia fica in calore... ormai è inondata dai miei umori, la lingua si posa e si incrocia con quella mia. Antonio ritrae adesso la mano dalla fica e me la offre bollente e gocciolante alle labbra. Io prendo il suo invito al volo e incomincio a baciarla con vigore ed avidità, tutto il mio piacere è presto leccato e ripulito. allungo la mano per estrarre il cazzo eretto in modo incredibile, poche carezze e la verga viene accolta tra le mie labbra umide, finalmente lo lecco e lo bacio ripetutamente. aiuto il movimento con le mani che hanno completamente avvolto il cazzo di Antonio. Godo da morire nel fare quel meraviglioso pompino..lecco l'asta con dolcezza...salgo con piccoli colpi di lingua verso la cappella..gonfia..violacea e tesa da morire.poi me lo metto per bene sulla lingua...appoggio le labbra al grosso cazzone teso ed inizio ad andare su e giù con la bocca...insalivando il membro per farmelo scivolare per bene tra le labbra...come una zoccola di professione farebbe!Inginocchiata ai suoi piedi..in quella toilette dell'autogrill mi sento veramente una grandissima puttana al lavoro...ma godo da morire e sono eccitata come una pazza!Anche lui si scopre molto, molto eccitato; se questo giochetto non si interrompe l'esito è segnato. Antonio m'afferra la testa allontanandola dall'asta eretta, io mi lascio guidare. mi gira su me stessa, alza leggermente la minigonna e mette in luce due glutei fantastici. la gonna diventa un ricordo, viene spostata sulla vita ed io mi lascio condurre senza opporre resistenza. di fronte ad Antonio ci sono adesso due natiche fantastiche, un reggicalze in pizzo.che orna ed impreziosisce quella splendida opera d'arte. Il rumore della porta sbattuta con violenza lascia spazio a due rozze voci maschili. un sobbalzo ulteriore per le coronarie già profondamente provate.. Si capisce che non si è più soli. fortunatamente è stata chiusa la porta del bagno. Io non mi scompongo più di tanto, anzi l'inattesa situazione, che mi costringe al silenzio assoluto, ha dovuto ridurre e modificare il respiro troppo evidente, i leggeri mugolii sono ora strozzati ed impercettibili.. Anche Antonio, eccitatissimo, reagisce rapidamente alla nuova emozione; dopo avermi accarezzato le natiche m'infila due dita nella fica, le grandi labbra si schiudono, trova l'apertura fradicia e gocciolante. Io mi agito in modo incontrollabile, Antonio si ferma capendo che sto' perdere il controllo. Anche lui comunque è talmente eccitato che le azioni non risultano più troppo logiche. L'asta esce velocemente dai pantaloni e senza pensarci troppo viene avvicinata al mio culo.fortunatamente le due voci si allontanano sbattendo la porta.. Le mani di Antonio sulla mia schiena, le sue unghie quasi a voler lambire la mia carne.ho brividi continui. Il silenzio torna nel bagno. Antonio mi sbatte alla pecorina...è un attimo e mi ritrovo appoggiata al muro del bagno.... prendendomi per la vita ed in un secondo, il suo cazzo duro, eccitato è dentro di me. Appoggiata al muro mi godo la monta....sculetto...ansimo... mi muovo, mugugno, spingo su quell'asta che mi provoca infinito piacere. Le sue mani sui seni. I capezzoli duri quasi a farmi male. e.sento contrazioni violente e dolci.sento che sto' per godere.spingo ancora più forte, vorrei che quel cazzo arrivasse sempre più su.più su!!! Sempre di più!!! Esplodo senza ritegno. Antonio anche stà per godere, sento il suo cazzo sempre più duro. Me lo sfila dalla fica. Con colpi decisi me lo infila nel culo. Sento una punta di dolore ma l'eccitazione è troppo grande! Incomincio a sculettare per farmi entrare quell'asta con voglia sempre più crescente. :" Dai..siii!" Qualcuno è entrato nel bagno ma, questa volta non mi fermo e anche il mio ansimare non riesce a diminuire di tono. I passi del nuovo entrato sono dietro la porta, la vedo schiudersi. Sento degli occhi nuovi, vogliosi sul mio corpo. :" Vieni.la vuoi?" Dice Antonio ridendo. Mi sento le guance infuocate. La mano dello sconosciuto è sulla mia fica. Antonio continua la sua danza nel mio culo. L'uomo s'abbassa, mi apre la fica con le dita e infila la lingua. Antonio si ferma, ora spinge solo lasciando che io mi goda quella lingua che m'esplora, quelle dita che entrano ed escono. Io sono in preda ad un piacere enorme. Ogni parte di me è eccitata, sensibile. I colpi di Antonio ricominciano. L'uomo si alza, mi prende la testa e m'infila il suo cazzo in bocca, sto per godere ancora.Ora ho un cazzone piantato per bene nel culo ed un altro meraviglioso e grosso cazzo in bocca...Appoggiata con le mani alle ginocchia mi godo la monta...presa per i fianchi sento Antonio che mi incula da dio...Davanti ho lo sconosciuto che mi stà facendo godere da morire spingendomi il suo cazzone in gola...Lo spompino con voglia...emetto continui mugolii di piacere....e quei mugolii eccitano sia chi mi fotte che mi spompino...è una situazione stupendamente erotica!!Lo guardo mentre lo spompino magnificamente...lo guardo per vedere se gode nel sentirmi così tremendamente troia.D'un tratto sento i colpi di Antonio + fitti..rapidi..veloci... " Dai Jessyca.voglio inondarti il culo di sperma, voglio.mmmm!!! Siii, voglioooo! Ohhhh!" Le spinte si susseguono, sento il calore del suo piacere invadermi e anche l'uomo, tolto il suo cazzo dalla mia bocca m'invita a leccarlo sulla punta della cappella...è vicino e si prepara a
schizzarmi il suo sperma...Appoggio la lingua al suo glande...lo lecco un pò...lui con la mano se lo mena dolcemente.dolcemente.la mia lingua avvolge veloce la sua cappella...eccolo...3 o 4 schizzi densi.caldi mi bagnano tutto il viso.poi me lo rimette in bocca...continuo il pompino per farlo godere per bene...Stiamo godendo tutti e tre ed è splendido è..meraviglioso!!!!! L'uomo esce prima di noi. Ecco che ne entra un secondo...che sentendo i mugolii sommessi ed i lamenti ha voluto vedere che succedeva.Sono lì a pecorina...col viso sporco di sperma...ho appena fatto un pompino ad un uno ed ecco che un secondo me lo sbatte di nuovo in faccia...Antonio ancora una volta sorride e gli dice..."vai...fatti sotto...lei è ancora in calore..." E' un camionista...senza parlare mi sbatte davanti la patta dei calzoni...poi con poche mosse se lo tira fuori...ha un cazzo grosso e nodoso...Inizio a fargli un pompino...si appoggia alla porta e inizia a godermi...Lunghe salite e discese con le mie labbra...ha un cazzo da urlo...enorme..duro e gonfio da far paura!Continuo per un pò così...a spompinarlo con dolcezza.Poi mi prende...mi gira...fà spostare Antonio e mi mette a pecorina...Mi lecca un pò fica e culo e poi inizia a scoparmi con decisione.Colpi secchi...a spaccarmi la fica...Io godo come una pazza...Antonio sorride e mi guarda.Il camionista và avanti un pò....sbattendomi per bene a pecorina mi gode... poi con una mossa veloce esce dalla mia fica fradicia e spalancata,mi prende per i fianchi e mi sospinge verso il lavandino della toilette...Pochi secondi dopo sono appoggiata con il bacino al lavandino...Antonio mette la sua giacca tra me ed il lavandino...per farmi stare comoda...che porco!!!Ora con la giacca di Antonio a farmi da cuscino mi sento molto + comoda...Il camionista se ne accorge e pochi attimi dopo inizia a puntarmi la grossa cappella al sedere.Le autoreggenti sono fradice.Dalla fica mi cola il piacere che si ferma ad inzuppare le calze...Stò godendo da morire...Con decisione inizia a sbattermi la cappela prima ed il suo grosso cazzo poi nel culetto...Lo sperma di Antonio..che mi aveva inculata meravigliosamente poco prima mi lubrifica il buchetto...facilitando quel grosso cazzone nell'entrarmi dentro...E' sempre stato così per me..quando sento la cappella che si appoggia con forza al mio buco del culetto inizio a smaniare..a godere..un pre-orgasmo mi sopraggiunge sempre...in quei momenti magici!!!Godo da morire....appena sento la cappella che vuole entrarmi nel culetto...non sò perchè ma in me la cosa dà un piacere immenso...godo come una pazza in quei momenti!!!...Un dolore sordo mi fà capire che mi stà spaccando il sederino...Sento che entra un pò alla volta.Cm dopo cm si fà strada nel mio sederino,io appoggiata al lavandino gemo,mugolo,ma godo da svenire.Ogni tanto lo ritrae e ci sputa sopra...per lubrificarlo...e per lubrificarmi il culetto.Sentendo la saliva che cola nel mio sedere mi rendo conto di come mi stà trattando...da vera
troia da strada...era quello che sognavo...sono eccitata al massimo!Finalmente entra tutto,si assesta,sento le sue palle gonfie appoggiarsi alle mie chiappe.Mi avrà sbattuto nel culetto quasi 20 cm di quel suo cazzone da sballo.Ora comincia ad andare su e giù...mi incula con passione,stringendomi per i fianchi sento che gode,sento che si sà muovere.Lo tira fuori fino alla cappella e poi me lo rinfila dentro fino alle palle...+ volte.Questo giochino mi provoca un godimento meraviglioso...il sentire quel grosso cazzone entrare ed uscire dal mio sederino ripetutamente mi dà un fremito continuo.Se ne accorge e ripete diverse volte la cosa.E così facendo mi allarga il sedere...mi spacca per bene il buchetto con quel suo entrare ed uscire...dio come godo!!Ogni volta che l'appogia al buchetto ed entra godo...ogni volta che esce...e mi fà richiudere il culetto rigodo...entra ed esce dandomi un piacere estremo...e così facendo mi spacca il sederino in un modo delizioso!!!Sono appoggiata alle mie scarpe con tacchi a spillo,a pecorina sul lavandino dentro quella toilette,con le autoreggenti addosso,il reggiseno di pizzo calato,la mini alla vita ed il toppettino semiaperto e mi sento terribilmente troia,un camionista mi stà inculando come una zoccola da marciapiede,ho appena fatto un pompino ad uno sconosciuto e sono stata già inculata da un uomo conosciuto in internet.Mi sento una vera troia da bordello!!Il mio montone incomincia ad incularmi + forte...smette di sfilarlo ed infilarlo per concentrarsi sul mio culetto...sento che il sedere mi si stà rompendo sempre di più...mugolo...godo...un orgasmo meraviglioso si stà impossessando di me.Ancora pochi colpi e vengo come una pazza!!Dopo poco godo con fremiti..mugolii e gridolini sommessi...in preda all'orgasmo inizio a parlargli.."dai amore....forza....che aspetti??finora mi hai fatto sentire poco o nulla...ci vuole di + per farmi godere...o quel cazzo non lo sai usare??Dai spaccami....inculami forte...+ forte...dai porco...fammi sentire quel tuo cazzone meraviglioso tutto nel culo...tutto..tutto...dammelo fino alle palle!!"Sono sempre stata terribilmente esigente in fatto di cazzo...anche quando trovo un uomo dotatissimo la mia foga di troia mi porta a sminuirlo..a svirilizzarlo..a sfidarlo...facendomi dire di tutto per renderlo ridicolo in modo che lui ci metta tutto se stesso nel fottermi in modo stupendo....Toccato nell'intimo un uomo fà di tutto per sfogare la sua rabbia...e così facendo mi fotte come un toro per vendicarsi...dandomi colpi furiosi....che mi fanno godere 1000 volte di +.....Lui eccitato dal mio modo di fare aumenta la foga...il suo pilone mi entra tutto nel sedere...mi sento spaccare fino in fondo...mentre le sue palle sbattono ormai libere sul mio culetto...segno che è entrato davvero tutto nel mio culetto ormai sfondato del tutto...Infatti anche lui...colpito nell'orgoglio di maschio da me inizia a darmi colpi furibondi..che mi scuotono dalle caviglie ai capelli....1,2,10 colpi fortissimi...inarcando le reni cerca di sfondarmi il + possibile...Io godo fino a svenire!!!Mi sento piena di quel cazzo fino al pancino...Un altro stupendo orgasmo si preannuncia....pochi attimi dopo inizio a vibrare...mentre una serie di colpi mi schiantano il culetto...Dopo pochi attimi un insieme di :"AHHH....SIIII....MMMH....GODOOOOO!!" mi escono dalle labbra....mentre la fica zuppa gocciola il mio piacere tra le mie cosce...Lui mi sente...le vibrazioni che trasmetto a lui sono intense...infatti dopo altri colpi serrati e fitti eccolo...eccolo che sborra!Un senso di calore mi riempe il pancino...ancora colpi forti....fino a sfondarmi...Poi esce dal mio sederino...lo sfila con facilità...segno che mi ha davvero sfondata per bene...si riveste lasciandomi il sedere gocciolante,la sua sborra mi scivola lungo le cosce fino alle calze...Il buchetto è rotto di brutto e non tiene + lo sperma che mi ha schizzato nell'intestino.Esce....la porta si socchiude,io mi riprendo un pò.Con la carta igienica inizio a pulirmi il sedere....dio com'è largo...il muscolo del buchetto del culo è tremendamente aperto,mi ha sfondata letteralmente...un dolore tenue mi fà capire che stavolta mi sono fatta proprio sfondare per bene...ma ho goduto fino a svenire.Mentre mi pulisco la porta si riapre...quattro ragazzi scivolano dentro...Sono vestiti per andare in discoteca.Devono aver visto e sentito tutto...la mia toilette è stata fino ad ora un andirivieni di uomini..e tuti uscendo si rimettevano su i calzoni...Non sono stupidi e devono aver capito che li c'è una troia che fotte a ripetizione...e quella troia sono io....Dopo pochi attimi uno senza proferire parola si slaccia i calzoni,l'altro sorridendo mi guarda,il terzo si slaccia i jeans e resta a cazzo di fuori anche lui,il 4 rimane a guardami esterefatto.Antonio mi guarda e dice:"dai falli godere...e poi dopo questi andiamo via"Io sorrido e mi inginocchio.Un attimo e mi ritrovo i loro cazzi duri e gonfi davanti alla bocca.Sono in mezzo al cerchio dei 4...i cazzi duri mi sventolano davanti agli occhi...sono eccitata da morire per questa situazione così terribilmente da troia....Inizio allora con un pompino-stereo...uno mi mette la mano sulla testa,l'altro mi fà leccare le sue palle gonfie di sperma,il terzo ed il 4° si sono calati i calzoni...ed ogni tanto me lo sbattono sul viso,duro e gonfio da morire...Sono circondata da cazzi..duri e vogliosi..palle piene di sborra e grossi giovani cazzi pronti a schizzarmi la loro voglia mi ballano davanti alla bocca...sono eccitata al massimo!Inizio a spompinarli con eleganza...mugolando lecco quei cazzi magnifici mentre le tette mi ballano al ritmo del pompino...le faccio uscire per bene dal reggiseno per eccitarli meglio.Intanto lo sperma mi continua a scendere dal buchetto del culetto ancora molto allargato verso le calze,facendomi sentire troia al massimo e ricordandomi come mi sono fatta inculare per bene pochi minuti prima.Il primo viene dopo poco...aveva troppa voglia e poi il vedermi a tette nude...un seno bello come il mio che balla al ritmo del pompino...ed il mio viso da troia lo devono aver eccitato in fretta...pochi attimi e mi schizza getti densi e caldi sul viso e sulle tette.Svuota le palle nella mia bocca...continuo il pompino ancora un pò...per farlo godere per bene...poi si riveste ed esce.Il secondo è + lento a venire...mi continua a far andare su è giù...gode come un porco a strizzarmi i capezzoli turgidi e duri...Alla fine viene...inondandomi il viso mi schizza dappertutto...gode per bene lasciandomi sporca e piena di sborra...anche con lui ingoio di nuovi dei densi e caldi getti di sperma...Ecco allora che il 3° me lo mette in bocca...inizia a scoparmi la bocca andando su e giù con il bacino..sento che gode...ed io da morire...mugolo continuamente mentre salgo e scendo con la bocca su quel magnifico cazzone...mentre le gocce di sperma dei 2 ragazzi di prima mi scivolano dal nasino verso le labbra...Vado avanti un pò...poi anche lui inizia ad ansimare..è vicino...Aumento il mio dolce su e giù...eccolo....mugolando viene...Di lì a poco i caldi e densi getti di sborra mi scivolano in gola...schizza bene il porco....copiosi schizzi ancora sul viso,sul nasino,tra i capelli....anche lui viene,si svuota le palle nella mia bocca e se ne và lasciandomi sul viso e nel pancino grossi schizzi di sperma...Il 4° me lo mette in bocca con dolcezza...e mi dice.."dai fammelo come sai fare tu...fammi impazzire...dai...troia!!..."Lo guardo negli occhi mentre sono in ginocchio...mi piace molto quel ragazzo...lui che mi sventola il suo splendido cazzone duro e grosso davanti al nasino....io che mi sento in quel momento tremendamente zoccola...Decido di farlo godere per bene...lo guardo e sorridendo gli rispondo..."OK..A TE FARO' UN POMPINO CHE DIFFICILMENTE SCORDERAI....SAI??"Dopodiche inizio a leccargli l'inguine...salgo lentamente tra i peli del pube...baciandolo dolcemente di tanto in tanto gli faccio sentire le mie labbra sulla pelle dell'inguine...sò che gode facendo così...Poi inizio...lentamente gli faccio un pompino dolce..lento...tutto di lingua e labbra...non uso per niente le mani...lavoro solo di bocca...Vado avanti..mi fermo..ricomincio ...mi rifermo...così facendo lo faccio godere da morire!Un susseguirsi di mugolii e mmhh accompagnano il mio pompino...godo da impazzirci e non riesco a stare in silenzio...il mio piacere nel fare pompini lo esterno così...e sò che fà impazzire il maschio che spompino...Quando lo sento vicino me lo faccio uscire di bocca....dio com'è teso..duro...Con colpetti lenti della punta della mia lingua inizio a slinguargli l'asta...poi scendo alle palle..dure..gonfie...L'orgasmo si allontana...mentre lui ad occhi chiusi emette tutta una serie di :"AHHH....SIIII"...Lentamente abbandono le palle...gli lecco ancora il pube...facendogli sentire le mie labbra umide di saliva sulla pelle....con altri colpetti risalgo lungo l'asta....colpi di lingua al glande..alla cappella..
che poi mi rimetto in bocca....Ricomincio a spompinarlo...facendo scorrere le labbra delicatamente chiuse sull'asta...slinguo dolcemente la cappella....affondo le labbra...fino a che con la punta del nasino arrivo ai peli del suo pube....sento così la cappella che mi arriva in gola...ed ogni volta che affondo le labbra lui gode di +...Mi fermo un istante...guardandolo dritto negli occhi gli dico:"TI PIACE COME TI FACCIO QUESTO POMPINO...??Lui inebetito dal piacere mi risponde..:"DIO SI SEI FANTASTICA...MI STAI FACENDO IMPAZZIRE!!!" Ricomincio il mio su e giù...affondo ancora....la punta del mio nasino scompare tra i suoi peli del pube...mentre un mio "MMMHHH..." di godimento continua ed accompagna i miei affondi...Infine decido di farlo sborrare....aumento il ritmo del pompino...stringo dolcemente il cazzo in bocca..insalivandolo me lo faccio scorrere in bocca...mi stò facendo quasi scopare in bocca....dio come godo!!!Dopo pochi affondi mi accorgo che stà per sborrare...Lo levo dalle
labbra e mi metto con la bocca a pochi cm dalla sua tesa e gonfia cappella...Poi inizio a dargli delicati e continui colpetti con la punta della lingua sul glande..1,10,20 colpi...gode come un pazzo...Lo faccio sborrare così...finchè schizzi caldi,densi e scivolosi mi arrivano in gola,sul viso e tra le tette...Sono stata stupendamente troia..lo sò..poche donne riescono a far sborrare un cazzo così...solo con colpetti della punta della lingua...Uno schizzo mi scivola sul nasino...con la punta della lingua...mentre lui mi guarda...raccolgo la gocca di sborra...e fando un altro "MMMHHH" la mando giù...inghiottendola...Impazzisce vedendo la scena...ed un "SEI UNA TROIA FANTASTICA SAI??" gli esce dalla gola...la voce è roca..rotta dal piacere dell'orgasmo...Gli sorrido...mentre si riveste,esce...E con questo sono a quota 5 pompini...Ho sborra dappertutto...sul reggiseno,sul vestitino,tra i capelli,sul viso,in gola....Sento che ho anche il pancino bello pieno di spema...ho ingioiato grossi getti che mi schizzavano quei 4 splendidi cazzi giovani...avevano le palle gonfie e piene...e me le hanno svuotate in gola..sul viso...e nel pancino...E poi c'è il pompino che ho fatto a quello entrato da solo nel bagno...insomma quei 5 pompini che da grandissima troia ho fatto mi hanno lasciato una bella dose di sborra anche nella pancia....Mi stò per rivestire quando arriva un ragazzo..bussa alla porta dicendomi che faceva parte del gruppo dei 4 di prima..ma era rimasto fuori a parcheggiare...Aveva saputo dagli amici di una splendida zoccola nelle toilette e si era precipitato...Mi guarda con una voglia infinita...è molto carino..muscoloso..in canottiera...Antonio mi guarda e mi dice.."dai..jessy...mi sembra così carino..sono sicuro che ti piace..."In effetti mi pace molto...lo guardo e gli calo i panta...prima....gli slip poi...resta così a cazzo semiduro..e che cazzo...una cosa da sogno!!Un cazzone + grosso di quello del camionista...resto esterefatta...saranno almeno 25 cm..se
non di +....grosso..e largo da far paura!!Sorridendo mi dice..."beh...bella...mi sembra che ti piaccia..no??"Io lo guardo e gli rispondo balbettando..."mio dio sì..sei un vero portento...mamma mia...." Inizio a spompinarlo...ha un cazzo fantastico..sembra finto per com'è grosso...faccio fatica a mettermi in bocca la cappella...sono eccitata da impazzire..non avevo mai visto un cazzo così!!Dopo poco è eretto...una cosa meravigliosa...stento a crederci..Antonio mi guarda e mi dice.."mamma mia jessy con lui credo che finirai sfondatissima..." Lo guardo e gli rispondo.."mmhh...credo proprio di sì...è stupendo questo ragazzo..." Il ragazzo mi guarda e dopo poco mi dice..."dai ora girati..ti voglio scopare alla pecorina..."..Pregustando quel pilone...mi rimetto appoggiata al lavandino...la mini sulla schiena..alzata per bene.....le calze sporche di sperma...mugolando mi apro la fica e gli dico.."vai cazzone...fottimi tutta...."...ormai ho perso ogni inibizione..sono in calore da morire...
ho preso un bel pò di cazzo ma ne ho ancora voglia..e poi un cazzo così sarei pazza a farmelo sfuggire.....Appoggia la cappella alla mia fica fradicia...inizia a spingere...mi sembra di sognare..sento la mia fica che si apre...si allarga....sembra quasi strapparsi....Colpo dopo colpo entra....mi sembra di impazzire..non finisce +...una cosa incredibile...mi sento piena in pochi attimi...ho un cazzo da cavallo che mi spinge nella fica...stò morendo dal godimento!!Dopo un minuto abbondante l'ho preso tutto....mio dio che favola...mi sento la fica piena..la pancia anche...lui inizia a fottermi con decisione....colpi decisi...E' talmente largo...è così largo in circonferenza che sembra un palo della luce...avrà almeno 15CM di circonferenza...dio sembra un grosso boa di carne...lungo e largo da non crederci...e me lo stà ficcando duro e largo nella fica!!!Godo fino a sentirmi la testa girare come in un luna park....!!!Mi sbatte bene...godendosi la mia fica fino in fondo..spinge con le reni e me lo fà arrivare in fondo...io mugolando lo incito a fottermi bene...lo voglio tutto....Antonio si inizia a fare una megasega...troppo eccitante vedermi così piena...quel cazzo da cavallo piantato nella mia fica lo inebria...si stà segando come un pazzo...lo vedo con la coda dell'occhio...Il ragazzo và avanti per un pò...colpi decisi..mentre mi domanda...:"ti piace troia...lo senti il cazzone duro?" Io mi giro lentamente ....lo guardo...quasi in segno di sfida sorridendo gli rispondo..."mmh...si....ma dammi colpi forti..spaccami per bene....rompimi la fica...daiii"...E lui con un sorriso ironico mi rimette sotto...si ferma un attimo...lo fà uscire quasi tutto e poi con due o tre colpi fortissimi mi ripianta quel suo cazzo strepitoso nella fica...mi sento quasi arrivare la cappella all'utero..mio dio che cazzoooo!!Godo da morire...schiaffata per bene a pecorina..le mani che stringono gli angoli del lavandino....mi godo la sua monta...ho la fica impazzita dal piacere di quell'enorme cazzone...la testa mi gira...godo quasi a svenire!!Ad un certo punto lui inizia a sfilarmelo dalla fica....Io mi giro ancora una volta con la testa e lo guardo..quasi a dire.."Ma che fai?" e lui sorridendo mi guarda e mi dice...:"amore..ti voglio inculare..sai??Hai un culo splendido...credo che ti voglio prendere anche lì...sai??".....Io lo guardo e gli dico...:"mmmhh...dio mio..anche nel culetto...si dammelo sfondami anche lì!!....E lui:"bene ....credo ti piacerà..."...mi risponde...A quel punto gli dico:"va bene..forza vediamo cosa sai fare....." Lui mi sorride e mi dice.."comunque guarda che sei già stata inculata...lo vedo dallo sperma che ti cola...e lo vedo dal buchetto che mi pare già piuttosto sfondato...!" Io lo guardo gli rispondo..:"si ma non era come te....non mi ha fatta godere come voglio....spero tu sia migliore...!!" Si lo sò..mi risponde lui...con me godrai per davvero ....stai tranquilla...!" "Va bene...amore...si...inculami...ti prego..inculami tutta"...gli risp
ondo....Orami sono in calore..e non mi rendo conto di cosa stò per prendere nel culetto....Mi rimetto per bene...appoggio le mani al lavandino...rimetto la giacca di antonio per bene quasi come un cuscino...divarico per bene le gambe...e mi rimetto a pecorina...questa volta voglio stare almeno ben messa...e godermi quel pilone nel culetto sarà meraviglioso!!Lui prende un pò di sapone della toilette del bidet e se lo spalma sul cazzone...poi mi appoggia la cappella...enorme al buchetto...mi prende per i fianchi,me li stringe tra le mani...e con colpetti delicati inizia ad aprirmi il culetto....Sento la cappella che prima si appogia al mio culetto...e già godo!!La lingua mi esce dalle labbra....me la passo dolcemente tra le labbra..pregustandomi quel momento...il mio culetto si schiude e fà entrare quella grossa cappella...una serie di brividi mi assalgono...mentre un "MMHHH" mi sfugge dalle labbra...Poi lui inizia a spingere con + decisione...il buchetto si apre...lentamente...molto lentamente sento che mi dilato...ormai la cappella stà passando...dio come godo!!mi sembra di svenire...mentre lui..sempre molto delicatamente prosegue con i suoi colpetti..dolci..delicati...lenti...Sembra impossibile che un cazzone così si possa manovrare con quella dolcezza...è stupendamente bravo..lo stà mettendo in un modo talmente lento che invece che provare dolore per quell'enorme cazzone che mi entra nel sederino....stò godendo come una pazza!!!Poco dopo la cappella è dentro..inizia a mettermi il cazzone..mi sento svenire....saranno almeno 25cm...dio che favola!!Non avrei mai immaginato di finire la serata sventrata da un cazzone da sogno...stò godendo da svenire...ho la fica fradicia....colo piacere a ripetizione....Lui continua...cm dopo cm...inesorabile...sento il mio culetto che si spacca....il pancino è pieno...faccio fatica a respirare...gemo...mugolo..ansimo come una pazza...sono piena di cazzo da svenire....e non ha ancora appoggiato le palle alla mia fica....non è ancora tutto dentro....dio mioooo!!!Lo aiuto...mi apro il sedere con le mani...piantata sui tacchi a spillo cerco di facilitarlo nell'entrata..non ce la faccio +....è troppo grosso..mi sento morire...Lui continua...ancora due o tre colpetti poi finalmente sento le palle...sento i suoi duri coglioni che si appoggiano alla mia fica...è tutto dentro..mio dio...mi sembra di morire!!!Lui mi guarda...sorridendo mi dice....:"che troia magnifica che sei!!!....ci sei riuscita..sai??L'hai preso tutto...è la prima volta che trovo una così sfondata..che riesce a prendersi i miei 28cm di cazzo dritto nel culo....sai???" 28 CENTIMETRI....mio dio...lo sapevo che era enorme..ma questo è un vero cavallo...non riesco nemmeno a sculettare per come sono piena....ed il peggio deve ancora venire..ora mi inculerà...darà colpi..mi fotterà come gli pare...credo che sverrò!! Ma ecco che il mio orgoglio di troia prende il sopravvento...girandomi lo guardo..e con aria e sguardo da vera zoccola sorridendo gli dico.
..:"tutto qui??credevo fossi di +....ne avrei voluto altri 10 cm per sentirmi davvero piena....lo sai??" ed ancora guardandolo dritto negli occhi con il sorriso tipico di chi prende in giro gli dico:"comunque mi accontento..spero solo tu ci sappia fare....porco!!"Allibito mi guarda pensando che scherzi...ma io in un attimo:"e non scherzo..dico sul serio...vediamo cosa sai fare...stallone!!FORZA...INCULAMI..CHE ASPETTI LA MAMMA??".....Appena ho finito di parlare lui furente si pianta sui piedi...mi serra i fianchi..ed inizia ad andare su e giù...!!Mi sento morire...il pilone enorme mi scivola dentro e fuori dal culetto per metà...stringendomi per bene i fianchi mi incula in un modo stupendo...mi sembra di morire...ho il culetto in fiamme,il sapone della toilette mi ha aiutata...ora è dentro...e mi stà montando in modo superbo...Si muove bene..ci sà fare ad inculare il porco...mi stringe i fianchi e mi guida nell'incularmi...colpi decisi..di reni..spinge fino in fondo..è davvero bravo.
mi stà fottendo come un vero maestro..godo da impazzire!!Poi dopo i primi colpi d'assetamento inizia una serie di colpi fortissimi...a raffica...uno dopo l'altro...Appoggiata al lavandino mi sembra di impazzire...inizio a mordere un lembo della giacca di Antonio per come godo...mentre una serie di mugolii mi sfuggono dalla gola...Antonio si sega come un pazzo..vede quel cazzone enorme che scivola..il mio buchetto del culo allargato...vede il ragazzo che mi incula da dio...e gode...che gran porco!!!Mi muovo appena...stretta per i fianchi dal ragazzo che senza sosta mi dà colpi secchi...forti..decisi...in certi momenti di maggior piacere mi appoggio con le mani al muro...gemo e ansimo in un modo pazzesco...un "aaahhhhh" sommesso e cupo mi sfugge dalla gola...mentre il ragazzo mi dà colpi su colpi...me lo sento fino al cervello...dio che cazzo....mi sento scoppiare la pancia!!!Lui và avanti..incurante dei miei rantoli...mi incula senza sosta..colpi continui...il mio sederino ormai è completamente sfondato...Il camionista di prima al confronto era un bambino..questo mi stà veramente facendo capire cosa vuol dire essere fottuta da un toro...Colpo dopo colpo mi spacca il sedere...io lo prego di continuare...mi godo il suo cazzone tutto nel culo...una serie di brividini alla schiena mi fanno capire che stò godendo in un modo meraviglioso......mi sento svenire...ho il culetto che mi sembra in fiamme...Dopo pochi attimi inizio a vibrare...i gemiti diventano intensi...un orgasmo meraviglioso mi assale...una serie di :"SIII...AHHH....GODOOO..."mi escono dalle labbra....mentre la fica mi si inzuppa di miele che scivolando mi cola tra le cosce...Lui se ne accorge...sente le mie vibrazioni..sente i miei mugolii e mi risponde:"Che grandissima troia...godi mentre ti spacco il culo...ehhh??sei proprio una puttana!!" Io mi giro lentamente con la testa...con un sorriso ancora + di sfida di prima lo guardo...il mio sguardo è beffardo,non gliela voglio dare vinta...nonostante mi st
ia sfondando divinamente il culetto,e con un filo di voce rotta dal piacere stupendo che provo nel farmi inculare come una grandissima vacca da strada gli dico:"si...godo..ma pensavo tu fossi meglio....sai??"....Lui non risponde....và avanti...mi appoggia una mano alla spalla...per spingere ancora di +...Un attimo dopo mi leva le mani dal lavandino e le appoggia sul mio sedere..dicendomi:"APRITI DI PIU' IL CULO TROIA...ORA ARRIVERA' IL MEGLIO.....!!!" Io eseguo..con le mani mi spalanco il sedere...offrendomi tutta a lui....e nel mentre gli dico..."SIII.....ECCO GUARDA COME MI APRO IL CULO...GUARDA COME OFFRO IL MIO CULETTO A TE...DAI AMORE...SPACCAMI TUTTA...TI VOGLIO SENTIRE FINO NEL CERVELLO....TI PREGO..TI SUPPLICO...SFONDAMI IL CULO!!!"Accortosi della cosa e del mio essere troia in un modo incredibile mi stringe ancora di + i fianchi e mi da 3 o 4 colpi violenti...mi sento svenire...mentre sento i peli del suo pube venire a contatto con le mie chiappe...è tutto dentro..mio dio...
sento le sue palle dure e sode sbattere continuamente addosso alla mia fica...l'ho preso proprio tutto...mancano solo le palle e poi è tutto...enorme e duro..dentro di me!!!Che godimento...ora sento il buchetto che si sfascia..mio dio...sono aperta come una vacca....Le mie mani che mi aprono il sedere...che lo aiutano a spaccarmelo...il buchetto che si stà lacerando sotto la pressione e la larghezza di quel cazzo da sogno...io che gemo e godo...dio mi sembra di sognare!!Lui inizia ad aumentare la foga...i colpi diventano vere spinte...colpi secchi..decisi..a sfondarmi questa volta sul serio...mentre mi dice con un filo di voce..."BENE...ORA TI SFONDERO' TUTTA...VEDIAMO SE COSI' LA SMETTI DI SFIDARMI!!....Io ormai rantolo continuamente...un :"AAAHHHH...SSSSSSSIIIII"...cupo..sommesso....mi esce dalla gola...Ancora una volta riesco a rigirare la testa...lo guardo...ma questa volta sono domata davvero....mi sento svenire mentre mi incula senza sosta ora....a differenza di prima gli dico..."AHHHH...amore...dio mio ..sei stupendo..lo sai??MMMHHH...mi stai fottendo da dio..lo sai??Godo..amore godo come mai in vita mia....dio si...spaccami tutta!!"...E mentre lo dico apro ancora di + il mio culetto con le mani......in modo che lui veda come lo desidero e come mi offro tutta.....completamente al suo cazzo da sogno!!!Lui ora sorride....e con un paio di colpi secchi mi fà riabbassare e rigirare la testa.....pensa solo a godermi...e lo stà facendo davvero in modo superbo...sono ormai in un delirio erotico...mi sento svenire un attimo...poi mi riprendo con orgasmi continui....ormai fà quel che vuole..sono totalmente sua...Il cazzone mi scivola fino alle palle...poi riesce per almeno 20 cm..poi me lo risbatte dentro con colpi secchi...ad ogni colpo il buchetto si slabbra di +...dio che culo mi stà facendo...mi sembra di impazzire....Che toro che è...mi sento larga come una vacca....lo sperma del camionista ormai è colato tutto sulle autoreggenti...sfondata come sono...Quei
cm di carne che mi scorrono scivolando dentro e fuori dal buchetto...allargandomelo sempre di + me li godo come una vera zoccola...Sento che lo ritrae dal mio culetto..poi lo ricaccia dentro...sento quei cm di quel cazzone da sogno che entrano ed escono..la cappella che si fà strada...si ritrae..rientra nel mio sederino...e godo..godo come mai prima nella mia vita...è un estasi di piacere infinito!!!Il mio montone và avanti...saranno 10 minuti che mi incula senza fermarsi...ho la sensazione di essere alla pecorina da un eternità...avrò avuto 3 o 4 orgasmi di fila con questo cazzone...I fianchi stretti nella sua morsa....le cosce aperte...le mani che aprono il + possibile il mio sederino...io stupendamente appoggiata con il seno al lavandino mordo la giacca di Antonio alla pecorina sui miei tacchi mentre subisco la monta godendo di continuo!!Poco dopo ecco un altro orgasmo...mio dio...è stupendo...Inizio a tremare...un "GODO..AMORE..GODOOOO...SIII CONTINUA...TI PREGOOOOO...AHHHH...DIO
CHE FAVOLAAAAA....." mi esce dalle labbra....nel mentre mi giro con la testa...voglio mi veda come godo mentre mi incula divinamente...ora lo guardo ma con dolcezza e passione...Lui mi sorride...dandomi della troia...per poi riprendere a martellarmi il culetto...Dopo il 2° orgasmo sono esausta!Niente ...lui continua..è duro da morire il ragazzo...non viene mai....è duro sia di cazzo che di orgasmo...inizio lentamente a sculettare per farlo godere prima..ma non è facile..con quel pilone nel culetto muovermi è difficile..sono impalata...piena di cazzo fino nello stomaco...è davvero enorme!! Mi giro lentamente con la testa..lo guardo...e con un filo di voce questa volta non lo sfido..ma lo imploro...:"amore ti prego,hai vinto tu...SI...te lo confesso amore....mi hai domata...non ti sfido +...sono tua...la tua schiava....ma ti prego.....ora sborra...non ce la faccio +...ormai mi hai sfondata completamente...hai vinto tu.....ora sborra amore..ti prego..."..Lui sorride beffardo..mi dà uno sculaccione sul sedere..e ridendo mi risponde...:"l'hai voluto tu..ora lo prendi....non sei stata tu a dirmi...prima...VAI CAZZONE FOTTIMI TUTTA...NON MI HAI DETTO TU....VA BENE AMORE...INCULAMI TUTTA??e poi che dicevi poco fà:"CREDEVO FOSSI MEGLIO...TUTTO QUI??".....beh..l'ho stò facendo..che vuoi di +??"...."VEDIAMO SE SONO MEGLIO NOOO??VEDIAMO SE SONO DI +...ADESSO....SE NON CE LA FAI..CHIAMALA TU LA MAMMA....ORA!!!"E per tutta risposta mi dà un colpo + forte degli altri...un urlo mi si soffoca in gola.....l'ho sentito fino in gola!!!E' talmente largo quel cazzone che sento le pareti del sedere che scoppiano...Mi rimetto appoggiata con le mani al lavandino...le levo dal sedere..tanto ormai e rotto come quello di una vacca...e lui ricomincia a fottermi..colpi continui..ormai sono ostaggio suo..fà quel che vuole....Mi stringe il seno...mi stringe i fianchi...e mi incula come vuole...un ennesimo orgasmo mi riprende....Antonio si sega ancora...è già venuto una volta ma continua...inebetito nella visione di me impalata da quel cazzo enorme...Và avanti ancora...è un martello..colpi su colpi...mi affonda quel suo pilone stupendo tutto nel culetto....mi incula come un vero toro...colpi secchi...di reni...mi affonda la cappella fino in pancia..lo sento fino in gola...che cazzo fantastico che ha!Poi esausta mi rigiro ancora...lo supplico...stavolta quasi lo imploro...:"amore sborra..ti prego..sono esausta....sono la tua troia...ora l'ho capito....sono sottomessa a te.....amore..."...ed ancora...:"..ti prego amore mio..sborra..e finisci di fottermi..ti prego...ti pregoooo"....Sorride beffardo lui ora...un sorriso di vittoria..mentre mi urla:"Ora va meglio sai??...troia..sottomessa devi essere...sottomessa a me..così ti voglio..."mi risponde....Ok dice lui..."bene...il culo te l'ho rotto come volevo..e sia..ora ti sborro per bene nel culo....e sia!!Preparati a sentire come ti sfondo tutta mentre vengo....!!"..Dopodichè mi stringe i fianchi..quasi a farmi male...e si prepara per bene...Poi inzia a darmi colpi come un treno....1,2,3,10....forti..secchi..decisi...le palle sbattono sulla mia fica fradicia...mi sembra di morire...il cazzone mi fruga il pancino...mi sento sfondare ormai oltre ogni limite....ho il sedere totalmente sfondato che quel pilone impazzito esce quasi del tutto e poi mi si ricaccia dentro fino alle palle senza alcun problema...mi tratta come la peggiore delle troie...In un ultimo sussulto rigodo..un altro orgasmo....dalla mia fica fradicia ancora una volta escono gocce di piacere...avrò goduto almeno 6 volte da quando questo toro ha iniziato ad incularmi in questo modo fantastico......ho la fica che è un lago...Lui lo sente....sente le mie contrazioni per l'orgasmo..sente che godo ancora una volta...ora è eccitatissimo dal mio godere.....decide di venire...e con una serie di colpi furibondi...finalmente...SBORRA....!!!Gli ultimi colpi mi strappano il buchetto del sedere....un intenso dolore mi fà capire di essermi sfondata del tutto il culetto...sento il muscolo del buchetto che si lacera....Lui mentre sborra mi urla:"TROIA APRITI IL CULO..FAMMI VEDERE QUANTO SAI ESSERE TROIA MENTRE TI SPACCO IL CULO...AHHHH....AHHHH....ECCO...TIENI...ORA SBORROOOO!!!"Io capendo che stà godendo immediatamente abbandono le mani dal lavandino e me le appoggio ai due lati del sedere...stringo le chiappe tra le mani e me le allargo in fuori...così facendo mi apro il sedere ancora una volta con le mani...facendogli vedere ancora una volta quanto mi sò offrire a lui...quanto sappia essere troia x lui...Con un gemito gli rispondo..."SIII AMORE..GUARDA COME MI APRO TUTTO IL CULO PER TE...E' TUO...TUTTO TUO....ED IO SONO LA TUA TROIAAAA!"Un gemito violento accompagna la sua venuta....e schizzi violenti...continui..mi inondano il culetto....sento un fiotto di sperma caldo...denso...che mi arriva quasi in pancia....gli ultimi colpi mi lasciano esausta...appoggiata ai tacchi faccio fatica a tenermi in piedi!!!...CHE INCULATA MAGNIFICA..AL LIMITE DELLO STREMO....meravigilosa..unica..irripetibile...Resto qualche secondo ancora con il culetto aperto dalle mani....per fargli vedere come sono troia x lui...Lui gemendo mi risponde..."SIII...LO VEDO...SEI PROPRIO UNA GRANDISSIMA TROIA....MI HAI FATTO GODERE COME MAI IN VITA MIA....CHE ZOCCOLA CHE SEI!!!"..Poi finalmente esce....cm dopo cm fà uscire dal mio culetto ormai letteramente sfondatissimo il suo stupendo cazzone....Quando esce emetto un fortissimo...AAAAHHHH....quasi una liberazione per il mio culetto dilatato da morire...credo mi sentano anche al grill...mentre un fiotto di sperma misto a sangue mi fuoriesce dal buchetto ormai terribilmente aperto....Mi ha rotto il culetto nel vero senso della parola...il sangue ne è la riprova...mio dio...sento il sederino talmente aperto che mi sembra sia quasi una voragine....Levo le mani dal sedere...così facendo lentamento sento che si richiudono le chiappe ...mi riappoggio al lavandino...lentamente il buchetto del mio culet
to si inizia a richiudere...sento il muscolo del buchetto che si cerca di richiudere..ma + di tanto non riesce...troppo grosso quel cazzo per non lacerarmi il buchetto...troppo largo per non lasciare l'impronta del suo passaggio...un cazzo così è da record...lungo ma sopratutto largo da far paura!!!E poi quel dolore intenso che avevo sentito prima mi diceva che il buchetto si era lacerato..slabbrato..mi si è sfondato troppo....Mi ci vorrà un bel pò perchè si richiuda per bene...Mi sento proprio una rotta in culo..e lo sono davvero in questo momento...mamma mia che culo mi ha fatto quel ragazzo..incredibile...ma lui nemmeno immagina come ho goduto!!!Mi appoggio al muro....e lentamente mi rialzo...Lui mi saluta con un :"ciao troia....ti ho rotto per bene quel tuo magnifico culo..sai??Se ti và di rifarti sfondare...quando vuoi..se vuoi...mi trovi al bar del corso...Mi chiamo Massimo..chiedi di me...." e si riveste e se ne và...Mi alzo...mentre dal sedere mi fuoriesce copioso il suo sperma...e sangue..solo qualche goccia.....ma mio dio..come mi ha rotto il culetto.... mi ha fatto proprio un culetto come una troia da strada....credo mi ci vorrà + di un mese per richiudermi il buchetto.....sono talmente sfondata...Infine mi rivesto,mi pulisco,il pavimento è pieno di sperma...sembra che ci sia stata un orgia ed invece sono stata io...mi sento tremendamente puttana!Mi guardo allo specchio...ho il top pieno di schizzi di sborra...mamma mia che troia che sono!!Infine scivolo via dal bagno degli uomini rifugiandomi in quello delle donne Mi sistemo per bene.Ho in gola il salato sapore dello sperma,ed il sedere mi fà male,rotto ed aperto com'è! Ho ancora il clitoride che batte forte...nonostante sia stata fottuta,inculata da un vero cavallo ed abbia fatto pompini a ripetizione ho ancora voglia!!Sembra incredibile quanto possa essere puttana e vogliosa quando mi ci metto! Antonio mi aspetta in macchina. Salgo, non ho voglia di parlare.il sedere mi fà male mentre mi siedo..
quel ragazzo era un vero toro,lui si che mi ha davvero spaccata per bene...I fazzolettini che metto sul culo tamponano a malapena la sborra che mi cola....Il sangue mi fà capire che stavolta mi sono fatta davvero rompere il culo per bene...Il ritorno è fatto di sguardi, carezze, sorrisi e un silenzio che, alla fine, urla più di cento voci insieme! Ritorniamo alla mia macchina.Prima di scendere Antonio mi chiede:"Jessyca questo ultimo ti ha proprio rotto il culo..sai??" Io gli sorrido e gli rispondo dicendogli...:"Mamma mia..sìììì...ho il buchetto lacerato..il sedere in fiamme e mi fà un male cane....Si mi ha rotto..sfondato completamente il culetto....sai??Ma come godevo??ti sono piaciuta vero...alla pecorina mentre mi facevo sfondare da Massimo??"E lui:"sììì...da morire..mi sono segato come un porco!!Gli dico che l'ho visto...e che è un gran porco....Un ultimo bacio mentre mi apre lo sportello.Le luci dell'alba tingono il cielo di rosa.il bagliore del giorno che avanza lascia dietro di se un sottile strato di nebbia. Scendo, accarezzo quel viso quasi sconosciuto e gli sussurro : "Ciao.alla prossima!" Mi dice sorridente Antonio :"Alla prossima!" " Si, certo.vedrai, ti piacerò e ti stupirò ancora di +!" Un cenno e via.la sua auto è distante da me. Uno sportello sbatte in un nuovo giorno che nasce. Ancora una macchina scivola sull'asfalto silenzioso. Sorrido e penso.. :" Ci sarà un'altra volta?"Sicuramente sì...sono troppo troia per non riprovarci...e poi ho goduto da svenire...mi ritrovo ad essere ancora una volta tremendamente troia...ho preso 8 cazzi in 3 ore ....l'ultimo poi è stato una cosa incredibile....ho sperma dappertutto...ma il sesso mi piace troppo!!Apro lo sportello e lentamente faccio partire la macchina...sorridendo mi riavvio stanca ed ebbra di sesso verso casa....mentre dal culetto un ultimo fiotto di sperma uscendo mi sporca la mini....Massimo mi aveva davvero sfondata in un modo unico..che cazzo che aveva...una cosa favolosa..lo ric
orderò tutta la vita...ed il dolore del mio culetto mentre mi siedo al volante mi ricorda continuamente quanto mi avesse fottuta ma sopratutto inculata bene quell'ultimo straordinario....meraviglioso stallone!!!
JESSYCA
18
5
20 anni fa
admin, 75
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Laura - prima parte
Parte 1 - Il trucco di Laura
"Non devo truccarmi? Truccarmi in modo pesante?"
Faccio a Laura un chiaro cenno di diniego senza muovermi dalla poltrona, dalla poltrona l'ho guardata entrare, spogliarsi, indossare quello che avevo preparato per lei, senza scambiarsi una frase una parola, tutto era già convenuto, concordato, con lei e con Franco il suo Compagno, che ora le gira attorno, nervoso, eccitato, la guarda, le parla, le dice che è "bellissima", "eccitante", "perversa", con una mano le sfiora una guancia, una carezza?, forse, ma il movimento sembra quasi involontario, poi torna a muoversi, a rivolgerle parole, frasi, sempre più pesanti, la descrive come lui la vede, le dice quello che altri penserebbero di lei vedendola così vestita, il fraseggio è osceno, ricercatamente osceno, sembra uno sfogo per scaricare l'ansia che lo attanaglia, Laura è apparentemente più calma, ma il tocco della mano sembra averla confusa, scuote il capo, torna a guardare la sua immagine riflessa su in grande specchio che copre quasi una parete, poi guarda ancora in strada sbircia
ndo dalla finestra.
"Perché no? Sembrerei proprio una Troia, in fondo è quello che sono, potrei segnarmi gli occhi con del rimmel pesante, evidenziare le labbra con un rossetto forte, rosso, lucido, sarei sicuramente più volgare, non è questo che si aspettano quelli di là, e non è quello che volete anche voi? Altrimenti non mi avreste vestita a questo modo"
Laura indossa solo un perizoma ed un reggiseno con mezze coppe di pelle finta, nera, ornata da dozzinali lustrini, i capezzoli sono scoperti, il seno sodo e importante è in piena evidenza, porta stivali dal tacco altissimo che le arrivano fino mezza coscia, Laura ha un corpo ben fatto, sensuale e un bel viso rotondo, dolce, pulito, capelli lunghi, lisci, neri, e occhi grandi e scuri che ora sembrano enormi.
"Perché mi piacciono i contrasti, mi piace il costume da puttana che indossi, mi piace come stona, stride, offende il tuo viso di mammina, quelli di la devono sapere che non sei solo una ninfomane o la solita pornostellina che viene dall'est, è importante il tuo viso pulito, proveranno più gusto ad imbrattarlo, a sporcalo con il loro sperma, non credi?"
"Sei un Porco, un lurido porco bastardo, e questo mi va bene, anzi era quello che cercavo con Franco, uno che fosse più porco di noi, che ci togliesse di dosso le ultime inibizioni, ma non accennare mai più a mia figlia, non farlo in alcun modo, in nessuna occasione, ti abbiamo cercato perché qualcuno ci ha detto che potevi introdurci ad un mondo di emozioni forti, ma non immischiarti in altro che non riguardi questioni legate al sesso, se riesco a superare la paura di varcare quella porta, mi farò sbattere da tutti quelli che lo vorranno fare, farò usare di me tutto, bocca, figa. buco di culo, mi farò sporcare o meglio come hai detto imbrattare, mi farò guardare mentre godo, urlerò i miei orgasmi per renderli più palesi, ma quello che sono, quello che siamo noi quando non ti cerchiamo, non ti deve riguardare in alcun modo, occupati di sesso, facci sperimentare cose nuove, sesso forte, estremo, depravato, chiamalo come ti pare, ma non interessarti di altro che mi riguardi, CHIARO?"
Immaginavo quella reazione, l'irritazione serviva a provocarla e a farle superare lo stallo emotivo in cui si trovavano: lei continuava ad aggiustarsi il costume, a guardare fuori dalla finestra, Franco a girarle attorno, a parlarle, a cercare di prendere tempo, anche il trucco le sarebbe servito per ritardare quello che avevamo deciso dovesse fare, quella reazione l'avevo cercata ma non la immaginavo così violenta. Conosco Laura e Franco da alcuni mesi, so molto di loro, della loro vita, anche se mi hanno detto ben poco, come mi hanno chiesto, coltivo, stimolo, la loro ricerca di sesso, dovrei fare solo quello, ma non posso godere di loro pienamente, specie di Laura, senza conoscerli, così ho cercato di ricostruire la loro storia, ho raccolto voci, notizie tenute nascoste. Laura ha trent'anni, non è di queste parti, viene da Torino, a vent'anni si era sposata con il figlio di un grosso imprenditore, ha avuto una bimba dopo un anno e mezzo di matrimonio, la famiglia del marito è una
di quelle importanti e conosciute, ogni rapporto al suo interno è e deve essere rigido e convenzionale, il matrimonio e la maternità le assegnavano un ruolo in quella famiglia e nella società a cui apparteneva, una parte, un copione a cui attenersi. La recita impostale risulta subito difficile, per gli altri, anche per il marito è tutto normale, ovvio, Laura è una donna intelligente, buona, affettuosa, ed è innamorata, si adegua, reprime e controlla ogni spontaneità, ma Laura è una ragazza sessualmente molto sensibile, curiosa, stimola spesso il marito, che a volte la segue, altre osserva stupito, desideri che lei esibisce senza pudori, dopo cinque anni di matrimonio incontra Franco, in incontro casuale ad una delle tante feste a cui per obblighi di famiglia Laura deve partecipare, Franco per il mondo in cui Laura vive, è una specie di curiosità, un eccentrico a cui è concesso di evadere dalle regole, viene sopportato e indicato come un curioso campione di diversità che l'ambiente h
a la magnanimità di accogliere, le circostanze, il caso, il destino, chiamiamoli come vogliamo, il fatto è che Laura e Franco s'incontrano, si riconoscono, si annusano, direbbe qualcuno a me caro, ed il sesso diventa immediatamente l'unico perno del loro rapporto, prima solo proposto, giocato, offerto, poi inesorabilmente negato, respinto. Laura per qualche tempo, controlla il proprio impulso, si limita a schermaglie, a incontri innescati da casualità create ad arte, ma il desiderio cresce e crea l'illusione di poter provare per una volta, una volta sola, senza che nulla cambi, ma il sesso con Franco e ben altra cosa da quello con il marito, è forte, impulsivo, indecente, a volte quasi violento, Franco è esigente e anche Laura scopre di esserlo, i due si incontrano con una frequenza sempre maggiore, i rischi aumentano, ma aumenta anche il loro desiderio, iniziano a sfidarsi a provocarsi reciprocamente, proponendosi a vicenda atti sempre più rischiosi e indecenti, ma presto il loro ra
pporto viene scoperto, il marito di Laura non ha mezzi termini, non concede né tempo né scuse, chiede ed ottiene un'immediata separazione e il completo affidamento della figlia. A Laura viene imposto di cambiare città, tenta di resistere ma la famiglia di lui è ricca e troppo potente per lei e presto prende il sopravvento, su tutti i piani, compreso ovviamente quello legale.
Il rapporto tra Franco e Laura non si interrompe, anche Franco si trasferisce, il sesso tra i due per qualche tempo si placa, si calma, prima devono rimettere assieme i cocci della vita di Laura, non ci sono problemi di soldi Franco guadagna bene e Laura ogni mese riceve un assegno più cospicuo, oltre ad un lavoro che la Famiglia senza che lei lo sappia ha fatto in modo di farle avere, ma il distacco dalla figlia, costa in altri termini, termini che nessun economo può calcolare, inevitabilmente il sesso riprende il sopravvento, era la ragione fondante del loro rapporto, i problemi lo avevano relegato in secondo piano ma inevitabilmente riemerge, torna a prendere il ruolo che gli spetta, il gioco ricomincia, ancora una volta duro e rischioso, un continuo susseguirsi di forzati rilanci.
Quasi subito il loro rapporto sessuale, si allarga ad altri uomini e, a volte, ad altre donne, il loro è un sesso che deve essere esibito, confrontato, non può rimanere rinchiuso in una camera, Laura una volta al mese ha il permesso di incontrare la Figlia, quando torna da questi incontri i suoi desideri si fanno più forti, il senso di colpa li alimenta, li fa crescere, nella loro ricerca, mi incontrano, mi conoscono, a poco a poco con pazienza, conquisto la loro fiducia, divento "regista" delle loro perverse tendenze, Laura mi affascina, mi affascina il suo desiderio di perdesi, di punirsi, mentre Franco la fotte, Lei mi guarda, alimenta la sua eccitazione leggendo la mia, mi chiama, mi vuole dentro di sé, a volte mi unisco a loro subito, altre mi attardo a descriverle come la vedo, caricando di osceno ogni suo movimento, procuro spesso loro altre occasioni, creo loro nuove situazioni, stimolo i desideri di Laura verso la voglia di essere di molti uomini, di esserlo contemporaneame
nte, è stata incerta, recalcitrante fino all'ultimo, da quando è con Franco ha avuto una ventina di uomini, sempre con Franco presente e partecipe, ma pur avendo ormai una discreta esperienza, pensarsi sola, con molti uomini attorno che si alternano addosso a lei, che sono anche pubblico, da cui può e deve essere guardata, mentre viene posseduta, mentre gode, mentre prova piacere di loro dei loro sessi, delle loro parole, dei loro sguardi, la impaurisce, si rende conto che si appresta ad infrangere un nuovo tabù, ma alla fine eccola qui vestita da stellina del porno che chiede di farsi più volgare prima di offrirsi al gruppo che la aspetta oltre ad una porta.
"Quanti sono alla fine?"
"Tu quanti ne hai contati? Sei andata spesso alla finestra per vederli arrivare"
"Credo di averne contati quindici"
"Se sono venuti tutti dovrebbero essere diciassette, troppi?"
"Non lo so, te lo dirò dopo, sembravano cani"
"Come?"
"Cani, alcuni orgogliosi randagi, altri cani persi, abbandonati, senza padrone, ma tutti sembrava fiutassero le mie tracce come segugi, come bestie affamate in cerca di preda, sono certa che sentivano già dalla strada il mio odore, andiamo da loro, andiamoci subito, desidero essere la loro cagna"
"I cani quando sono in branco, diventano cattivi, mordono, qualche volta sbranano le loro prede"
"Non mi sbraneranno, sento il loro odore anch'io ora, sono eccitati e basta, hanno solo desiderio di monta, se poi qualcuno mi morde, forse morderò anch'io, o forse no. può essere che mi piaccia essere morsa"
Parte 2 - Verso un destino avverso
"Sono Laura"
Riconosco subito la sua voce, Laura ha una voce calda che purtroppo non sento da mesi
"Ti sento, come stai?"
"Bene, si credo bene, e tu?"
"Al solito, e Franco?"
"Non è qui, non sa che ti sto chiamando"
"Perché mi cerchi da sola? Preferirei sentirvi o vedervi assieme, come sempre"
"Avevo voglia di parlarti, Franco negli ultimi tempi si è un po' rinchiuso, ma in realtà non so neanche io perché ti sto telefonando"
"Fate ancora sesso con altri?"
"Si, anche ieri sera, ho fatto sesso con Franco e altri sei uomini, ma ultimamente tutto mi sembra diventato meccanico, scontato, io mi spoglio, accarezzo i loro sessi, li prendo in bocca, mi fottono, mi sborrano addosso, mi mostro porca, mi rendo oscena movendomi, aprendomi con le dita fino a farmi male, lo faccio per eccitarli ancora, mi faccio sbattere da due alla volta, ne chiamo un altro perché mi occupi la bocca, ma quando se ne vanno mi chiudo nel bagno e mi masturbo, pensando ad altre cose"
"A quali cose?"
"A quelle che mi avresti fatto fare tu"
"Ma se Franco non vuole non se ne fa niente, Franco è il tuo uomo e io preferisco sempre che le donne con cui intreccio rapporti di questo tipo abbiano uomini consenzienti"
"Franco mi ha introdotto in un mondo che avrei fatto meglio ad evitare, la mia vita ne è rimasta sconvolta, forse rovinata, ma non posso più tornare indietro. Ogni volta che abbraccio mia figlia ho paura di sporcarla, di trasmetterle qualcosa di mio, ma non riesco a smettere, non ho più capacità di controllo, quello che faccio con gli uomini che incontro mi attrae troppo, non riesco più a staccarmene. Appena smetto di lavorare, di fare qualcosa che mi occupa le mente, penso ai prossimi, a nuovi modi per provocarli. Franco ora mi frena, anzi, ad essere sincera, mi frenava: da quando mi hai fatto schiaffeggiare i seni da tutti quegli uomini ha paura che mi presti ad altre pratiche di quel genere. Lui si è messo in analisi e a fatto mettere anche me, con lui ha funzionato, sembra, con me no, non ancora, mi ha chiesto di smettere, di formare una famiglia normale, gli ho chiesto tempo, lui è tornato a Torino, aspetta una mia decisione, insomma non siamo più assieme"
"Allora mi ha raccontato delle bugie, Franco non ti trova più uomini, se se ne è andato?"
"Non sono proprio bugie, pensavo solo di non dirti di Franco, volevo farti credere di essere ancora con lui, ma uomini per fottere continuo a incontrarne, ora me li trovo da sola, lo faccio quasi tutte le sere da quando se ne andato, esco di casa tardi, mi cambio in macchina, indosso cose sconce, ma non mi trucco come mi hai insegnato, vado per locali, per bar, ne rimorchio due o tre per volta, mi faccio sbattere dove capita, all'aperto, nelle loro case, nei retro dei bar, in mezzo a bottiglie e fusti di birra, anche nei cessi. La prima volta in un cesso ho avuto la nausea, l'odore del piscio era così forte che ho quasi vomitato, invece ora sono io a chiedere che mi scopino nel cesso, mi tolgo scarpe e calze, il pavimento è sempre bagnato, non voglio che nulla mi isoli, mi protegga, devo sentire sulle piante dei piedi lo sporco e le tracce di urina. Non se ne trovano mai di puliti senza pozze per terra, mi piazzo con le gambe larghe sopra alla latrina, l'odore mi inebetisce, appoggi
o le mani al muro e muovo il culo, in quella posizione me lo fottono subito, senza chiedere il mio assenso, la figa me la fanno dopo. Un paio di volte, mi sono fatta anche pagare, è piacevole vendersi, forse perché non ho nessun bisogno di farlo. Ieri sera i sei di cui ti parlavo li ho davvero portati a casa mia, era la prima volta, fino ad ora ho sempre cercato di difendere almeno l'apparenza, se ne sono andati da un paio di ore, ho ancora il loro odore addosso, ma neanche loro mi sono bastati, tra poco uscirò a cercarne altri, oppure se vuoi verrò da te, ma verrò per farmi picchiare, ti chiederò di farmi male, vuoi farlo? Non mi sono fatta più picchiare da nessuno, nessuno ha tentato di farlo, sto per chiederlo ogni volta, ma mi fermo. Lo avevo chiesto anche a Franco, volevo mi colpisse con una cintura, forse è stato quello a scioccarlo e a indurlo a smettere"
"Hai delle tette splendide, sembrano fatte per essere colpite, sobbalzano sotto gli schiaffi, sono sode, assorbono bene i colpi, per quanto ti sono rimasti i lividi?"
"Non più di tre giorni o quattro giorni"
"Devi avere i capillari molto forti, e tessuti che si rigenerano facilmente, ti ho fatto colpire parecchie volte, e alcuni l'hanno fatto con molta forza, alla fine mi ricordo che i seni erano quasi viola, tu rantolavi di dolore e di piacere, forse parlavi, ma non capivo le parole"
"Dicevo di colpire ancora, di farlo ancora più forte, avrei voluto che mi colpissero dappertutto, desideravo ogni colpo, per fortuna nessuno capiva, e nessuno mi ascoltava, eravate tutti troppo eccitati, in quel momento non vi avrei fermato qualsiasi cosa mi aveste fatto"
"Questo io l'avevo capito, ma non era il momento di spingersi oltre, immaginavo le reazioni di Franco, e tu dovevi maturare una scelta, non essere travolta da un impulso, da una situazione"
"Quando mi masturbo, penso a cose folli, ma non mi basta più pensarle, voglio farle, dovrei dire subirle, nelle mie fantasie il dolore fisico è sempre forte, il mio corpo viene colpito, con molti strumenti, a volte ferito, lo si lega, lo si deforma, con corde e morse. Quando non c'è il dolore mi faccio umiliare, mi abbasso a compiere atti immondi, alcune volte, vomito dei miei pensieri, ma ora devo far diventare tutto questo reale, potrei curarmi, farmi ricoverare in una clinica e uscirne nuova, ma non mi va di farlo, non ancora, non ho provato ancora tutto quello che desidero provare, ho tentato di farlo capire a Franco e come ti ho detto se ne è andato, ho cercato di farlo da sola, ma non ci riesco, più che a farmi sbattere non riesco, ho bisogno di aiuto, del tuo aiuto, posso essere tua schiava, o se preferisci il tuo giocattolo, se accetti, non avrò diritti, tu non avrai doveri, sarò un animale senza anima per cui ogni riguardo potrà cessare, o se preferisci sarò un androide che
programmerai per qualsiasi forma di sesso ti girerà per la testa, se ti andrà sarò la tua Puttana, batterò sul ciglio di qualsiasi strada, non mi negherò a nessun cliente, potrai essere il mio diavolo, il mio carnefice, ti divertirai con me, farai su di me qualsiasi cosa, non ti chiederò mai pietà, non ti implorerò mai di smettere.
"Ti credi così forte? Perché per fare questo una persona deve essere molto più forte di quella a cui si offre, per godere non può annullarsi, deve restare vigile, attenta allo scempio che ha acconsentito le venga fatto, solo così ne può godere, perché tu rinunci a tutto all'apparenza, ma non rinunci al piacere, cerchi l'orgasmo estremo, definitivo, un orgasmo che ti sazi e ti plachi, un orgasmo che forse non avrai mai"
"C'è il rischi che nulla mi appaghi, temo sia vero, ma questo non cambia niente, se mi credo forte? Si credo di esserlo, so di esserlo"
"Sei arrogante"
"Lo so, e so che questo ti irrita e ti farà diventare più cattivo"
"Va bene sapevo quello che eri potenzialmente dalla prima volta che ti ho incontrato, ti aspetto questa sera alla dieci"
Parte 3 - Il bastone
Non avevo mai colpito nessuna con quella forza, ne tanto meno così a lungo, la maglia mi si è appiccicata addosso per il sudore, getto la cinghia di cuoio su una sedia, mi tolgo la maglia lasciandola cadere a terra, ho bisogno di qualche attimo di tregua, mi tolgo anche scarpe e calzini, devo sentirmi libero, tengo solo i pantaloni, bevo ancora dell'acqua, direttamente dalla bottiglia, me ne verso in testa, porgo la bottiglia a Laura, resta ferma per qualche istante, è ancora a terra dove è caduta, stremata o forse spinta da una serie di colpi più violenti, mi guarda a lungo senza proferire parola, poi prende la bottiglia e beve, si versa addosso l'acqua che resta, rabbrividisce, l'acqua scorre sulla pelle calda, sulle striature rosse che la solcano, entra in quelle che si sono aperte.
"Ti avevo detto che non sarei stato graduale, che non ti avrei preparato"
"Come vedi non c'è n'era bisogno, ero già pronta"
Laura si rialza, la sua bellezza mi sconvolge, i segni che porta addosso anziché deturparla, la ornano rendendola ancora più bella e desiderabile, si guarda attorno, non so cosa cerchi, va verso la porta, capisco subito, il mio bastone, il mio bastone da passeggio.
"Questo ti può rovinare, se ne perdo il controllo ti può anche ammazzare"
"Non credo lo farai, ma hai la possibilità di farlo"
Mi bacia sulla bocca, un bacio appena accennato, labbra che appena si toccano, appena si scambiano i loro umori di superficie, è il primo gesto che contenga qualcosa di simile all'affetto che ci scambiamo tra noi.
"Comunque puoi farlo, se lo vuoi"
Non rispondo, non le do alcuna istruzione, è lei che deve porgersi, scegliere il dove e il come, ancora una volta si guarda attorno, sceglie il tavolo, un tavolo molto pesante e massiccio, lo tiene di schiena appoggiandovisi solo con le mani, mi si offre quindi di fronte, tenendo le gambe molto larghe per avere più appoggio ed equilibrio, non voglio rovinarla, potrò colpirne solo il ventre, le gambe e le braccia, con questo bastone colpirle i seni sarebbe devastante.
Quante volte Laura è sul punto di crollare, di urlarmi di smettere? O sono io che mi fermo a quel limite e che le do il tempo di riprender fiato? Se chiedesse di smettere porrei fine a questa tortura, e probabilmente alla sua storia, un colpo in più che rompesse non tanto la sua pelle quanto la sua resistenza la salverebbe da se stessa, da me, da quello che potrà essere il seguito di questa storia, non so se quel colpo non lo so dare o non lo voglio dare, continuo a colpirla fermandomi sempre un attimo prima, non la rovino, non la rompo, tanto meno la ammazzo, potrei devastarle il corpo, mi limiterò ad offenderlo e a ferirlo. Laura non tarda a capirlo, mi sorride, mi ringrazia o mi rimprovera? Sperava di finire questa storia o di continuarla? Si volta per farsi martoriale la schiena e il culo, con una mano scende tra le gambe e inizia a masturbarsi, le assesto alcuni colpi particolarmente forti, le gambe le si piegano, ma non smette di toccarsi, getto lontano il bastone, e le entro n
el culo mentre lei continua a fottersi la figa con la mano.
Parte 4 - La perdita definitiva
"Ciao"
Laura mi si siede accanto, la giornata è limpida tersa, i temporali della notte hanno tolto l'afa, ora si possono vedere le montagne lontane, distinguerne i contorni, nel prato del maneggio c'è molta gente. Io sono seduto più in alto su una piccola collinetta sotto un vecchio albero piegato dal vento, Laura ha lasciato la Figlia nelle mani di un giovane istruttore, la piccola sta imparando a montare un Pony. Il piccolo cavallo è docile e quieto, la piccola ride felice, la Tata di colore è rimasta li vicino, deve vegliare sulla piccola e soprattutto non lasciarla mai sola con Laura, è una delle condizioni imposte a Laura negli incontri con la Figlia.
"Da quanto tempo mi hai visto?"
"Da quando ieri sera sei salito sul treno, quel bastone ti ha tradito subito, un giorno mi spiegherai perché lo usi, non mi pare proprio tu ne abbia bisogno come appoggio"
"Talvolta purtroppo mi serve, la gamba mi manca quando meno me lo aspetto, posso usarla al cento per cento per mesi e poi perderla all'improvviso, dura solo qualche minuto, poi resta solo il dolore, ti spiace che ti abbia seguito?"
"Sei mesi fa ti avrei levato gli occhi, ora mi va bene, ormai non c'è niente che possa o voglia nasconderti, ma non devi avvicinarti alla Piccola, la Tata lo riferirebbe, per quanto la riguarda, ho visto un vecchio amico e sono venuta a salutarlo"
"Non preoccuparti, tra poco me ne andrò, volevo solo vederti come sei con tua Figlia"
"E come mi hai visto?"
"Dolce e attenta come pensavo"
"È bella la mia Cristina, vero?"
"Molto bella e molto educata"
"Diventerà come me?"
Il tono della voce è diventato all'improvviso cupo.
"Improbabile, era improbabile anche per te, ma si sono verificate una serie di circostanze che hanno portato a galla i lati più nascosti della tua anima, probabilmente un marito meno represso ti avrebbe soddisfatto, o forse ti sarebbe bastato trovare sulla tua strada un amante normale, non un depravato come era Franco e certi impulsi non si sarebbero mai palesati, avresti potuto non incontrarti mai con me o con altri come me e la tua sessualità avrebbe avuto uno sviluppo normale e ti saresti sentita appagata, e quel qualcosa che ti rodeva dentro sarebbe rimasto inespresso, un disagio indefinito che a volte ti avrebbe preso all'improvviso ma che non avresti mai riconosciuto. Quindi non devi preoccuparti per tua Figlia, difficilmente con due persone vicine il caso è così cattivo da ripetersi o da imitarsi"
La piccola chiama dal recinto del maneggio, vuole, esige di essere guardata, mentre il Pony viene spinto al trotto
"Devo andare ora"
Si ferma un attimo torna indietro
"Hai preparato qualcosa per me?"
"Lo vuoi davvero, è passato poco tempo dall'ultima volta, porti ancora ferite fresche addosso"
"Ferita più ferita meno, mi sono accorta che vi eccita di più vedermi già rotta, vi vengono meno remore, farmi male vi sembra quasi normale, accettabile. Organizzami qualcosa appena ritorno, ne ho bisogno, mio marito si risposa con una del suo giro, mi ha chiesto di non vedere la Piccola per alcuni mesi, per darle la possibilità di abituarsi alla nuova situazione, probabilmente mi chiederà di non vederla più, mi offrirà un sacco di soldi, ci sborro, come dite dalle tue parti, sui suoi soldi, ma per lei, per Cristina forse è meglio che non mi veda più, ma per me sarà un inferno, ho bisogno di stordirmi, che mi si fotta il cervello, questo tu lo sai fare meglio di qualsiasi altro, trovami qualcosa, qualcosa di nuovo, che non ho ancora fatto"
La bambina chiama ancora.
"Se non ti va di farmi pestare perché hai paura che mi si rovini definitivamente la pelle, fammi montare da una bestia, da un cane o magari da un cavallo, che dici? Pensi che riesca a prendere nella figa il cazzo di un cavallo, non dovrebbe essere molto più grosso del pugno di un uomo, e di quelli dentro la mia figa ne ho presi gia parecchi, anche il tuo"
Gli occhi le si riempiono di lacrime, poi si volta e scappa di corsa verso il maneggio, gridando alla Figlia "arrivo, arrivo".
Resto ancora un poco a guardarle poi me ne vado, pensieroso, la gamba oggi mi fa male, mi fa male anche l'anima.
Qualche giorno dopo:
"Sono io, tutto bene?"
"No, non va bene, è andato tutto come avevo previsto, non vedrò più mia figlia, sono piena di soldi, l'ho venduta a suo padre, mi sento uno schifo, hai preparato qualcosa?"
"Non quello che avevi chiesto"
"Per me ora va bene qualsiasi cosa, ma non deludermi, non mi basta né un'orgetta, né qualche frustata"
"Lo so, scendi a Verona, dovresti esseri lì tra pochi minuti se il treno è in orario"
"È in orario, o almeno credo"
La voce di Laura è già cambiata
"Hai qualche problema, ti sento perplessa"
"No, ne avevo fino ad un istante fa, ora sono la Laura che conosci, quella che ti piace"
"Mi piaci anche quando giochi con tua figlia, mi piace Laura Puttana, ma devo poter continuare a vedere anche la donna che sei, altrimenti non godrei abbastanza della prima, ma ora metti tutto quello che hai nella valigia, compresa la borsa, i soldi, i documenti, se indossi gioielli o altro metti dentro anche quelli"
"Ok"
Le lascio il tempo necessario, non so neppure se sia sola nello scompartimento o se stia facendo quello che le ho detto davanti ad altri
"Fatto?"
"Si, e dopo"
"Quando interrompo metti in valigia anche il cellulare, scendi e vai al deposito bagagli, lascia la valigia al deposito, poi vai ai bagni, l'inserviente ti dirà cosa fare dopo, hai dubbi?"
"No! Ma devo muovermi, stanno annunciando la stazione"
"Ciao"
Parte 5 - L'asta
Angela osserva Laura con molta attenzione: la fa girare, muoversi, camminare, le fa aprire la bocca, le gambe, sonda con le dita l'elasticità del sesso e dell'ano, agisce con la stessa sicurezza da mercante di bestiame, perché in fondo è questo il suo mestiere, scegliere, acquistare e mettere sul mercato persone. Angela commercia persone come fossero bestie, bestie addestrate all'accoppiamento, a qualsiasi monta, tratta maschi e femmine allo stesso modo, tratta prevalentemente chi ha scelto quel modo per guadagnarsi da vivere, ma anche Puttane occasionali, come in questo caso. Le ho presentato Laura, una ragazza di buona famiglia in cerca esperienze forti, diverse, e perché no di qualche soldo per i suoi capricci, le ho detto che non è nuova a esperienze sessualmente estreme, che ha già fatto sesso con più uomini contemporaneamente, e questo le ha stuzzicato nuovi appetiti, nuove curiosità da appagare, e che per conoscerle ha accettato la mia proposta di vivere qualche giorno da Putt
ana.
"Di solito voi donnine perbene, quando venite da me vi piace provare pratiche un po' violente, siete quasi sempre tendenzialmente sadiche o masochiste, tu cosa sei?"
"Il dolore mescolato al sesso l'ho già provato e mi piace, mi piace subirlo, non darlo, è certamente parte di quello che cerco"
"Masochista quindi, pare sia di moda ultimamente"
Angela gioca come sempre il suo ruolo, ma io so che Laura le piace; malgrado sia completamente nuda non mostra alcun disagio, il tono della voce è sempre calmo, le parole le escono sempre limpide senza esitazioni, ha fatto tutto quanto le ho chiesto senza incertezze, ha consegnato la ricevuta del suo bagaglio all'inserviente e poi si è cambiata con gli abiti che questi le ha consegnato, non ha più nulla di suo, nulla che la identifichi, è in una città che non conosce, è salita su una macchina che le si è presentata davanti, si è lasciata bendare, ed ora è in un luogo a lei assolutamente sconosciuto, volevo una situazione di assoluta mancanza di garanzie, Laura in questo momento per chi la volesse cercare è scomparsa, è un fantasma perso, nel viaggio tra Torino e Venezia.
"Se ha già masochiste a sufficienza, mi proponga pure qualcosa che anche loro rifiutano, io non lo rifiuterò"
"Sei arrogante, piccola stella, ma non preoccuparti, ci sono sempre più uomini e anche Donne con il desiderio di picchiarvi, che donne a cui piaccia farsi pestare, ma terrò presente anche quest'ultima tua offerta, è allettante, ci sono giochini a cui si prestano solo vecchie bagasce che ormai non hanno altro da offrire per cui potresti essermi utile, ma veniamo agli affari, tratto con te o tratto con lui?"
"Con lui"
"Bene, proprio bene, ti piace anche sentirti messa in vendita, l'hai già fatto?"
"Così no, ma un paio di volte mi hanno offerto soldi per scoparmi, i soldi non mi mancano, ma ho voluto provare, vendermi non mi è dispiaciuto, ha aspetti degradanti che mi eccitano, anche rendersi conto di avere il potere di farsi pagare è eccitante, ma così no, non l'ho fatto, così è diverso, mi sento messa all'asta, mi fate sentire una cosa, un animale, e questo mi da emozioni particolari, sono queste emozioni, più che i fatti stessi che cerco"
Angela si avvicina a Laura, la tocca fra le gambe, Laura ha un fremito, le apre, getta la testa indietro, fissa con sguardo intenso un punto indefinito del soffitto, la bocca involontariamente le si spalanca, il corpo freme, trema, forse sta godendo di un orgasmo, se lo ha lo controlla, ne limita i segnali esterni, Angela sorride, si annusa la mano.
"Sei speciale, piccola sei veramente speciale"
"Grazie"
"MA TI FARO' PENTIRE DI ESSERLO, non lo farò per cattiveria, mi piaci troppo e mi piacerebbe tenerti solo per me, ma lo farò per affari, solamente per affari, come sempre, una volta ero ammalata di sesso come sei ora tu, ora sono ammalata di soldi, e siccome conosco bene solo il sesso è da li che li prendo, e ne prendo molti"
Angela si rivolge finalmente a me, è emozionata ma come ha appena detto è una donna d'affari e sa di aver fatto un errore, ha appena tessuto le lodi di quello che deve comperare aumentandone automaticamente il prezzo, cerca di prendere tempo, di allontanare l'effetto delle sua parole.
"L'hai addestrata bene, a parole è quasi perfetta"
"Non l'ho addestrata, ho solo fatto uscire quello che era, non ho aggiunto niente, c'era già tutto"
"Bene così dovrò pagartela meno"
"Credi?"
"Sei un adorabile bastardo, quanto vuoi, LA VOGLIO ALMENO PER UNA SETTIMANA?"
"Posso lasciartela per non più di tre giorni"
"Una settimana o non se ne parla"
"Cinque giorni a 10.000 euro, prendere o lasciare"
"Sei pazzo, non c'è il tempo materiale per farla lavorare abbastanza per rifarmi del capitale"
"Puoi farla lavorare anche 12 o 16 ore al giorno, devi solo permetterle di dormire ogni tanto e darle da mangiare, resisterà! Laura è molto forte, ha una resistenza incredibile, e poi non dimenticare che sono un tuo cliente e so quanto costano certi giochi sulle tue ragazze. Ti ripeto: prendere o lasciare!"
Angela è indecisa, non è per il prezzo, sono certo che può ricavare da Laura un lauto guadagno, la infastidisce sentirsi in un certo senso battuta nella trattativa, gira attorno a Laura, ne accarezza il viso, i seni quasi li pesa, ne assaggia la consistenza, torna ad osservarle il viso.
"Peggio per te piccola, peggio per te, non ti verranno concessi sconti, e poi ti converrebbe avere un bel viso da Troia, due labbra volgari, magari rifatte, una così la si fotte, la si incula, al massimo le si da qualche scudisciata sul fondo schiena, ma tu ti presenti bella, pulita, con il sorriso buono, una prima della classe che per giunta non si da arie, la ragazza che si sogna e che si prendono sempre gli altri, e per giunta sa anche essere Troia, ti rendi conto che è troppo, con te i miei peggiori clienti vorranno sfogare tutte le frustrazioni passate, per farti rendere al massimo, ti darò in pasto alla feccia, ma la feccia non è quella che pensi tu, la feccia è fatta da uomini ricchi, da uomini colti, raffinati bastardi che su un viso come il tuo vorranno sedersi, dovrai leccare loro il culo, e qualcuno pagherà per usarti come cesso, sei pronta anche a questo?"
Laura rimane qualche istante in silenzio, le parole di Angela la stanno scotendo dentro, le rimbalzano come un eco nel cervello, probabilmente si crea immagini di quello che le può accadere, ma poi torna calma, come prima.
"Da quando vado in cerca di uomini scopo abitualmente nei cessi, vado nei bar o nelle discoteche, spesso per stupirli sono io a chiedere che mi scopino lì dentro, se sono sporchi è anche meglio, la prima volta, ho vomitato, è probabile che vomiti la prima volta che il cesso sarò io a esserlo, quindi Lei, per la prima volta, mi trovi un cliente a cui non dia fastidio vedermi vomitare, dopo a stomaco vuoto, lo farò felice, per altri, se c'è ne saranno, sarà più facile, la prima la prima volta è sempre difficile, col tempo comincerà a piacermi, ora il pensiero mi disgusta, ma non pongo alcun rifiuto, se ha clienti che chiedono questo, dica loro che ha una Puttana Nuova, una disposta a farlo"
"Forse sarò io la prima ad usarti come cesso, ti va?"
"Allora li valgo quei soldi?"
Parte 6 - Il riposo
Non mi aspettavo che finiti i cinque giorni con Angela, Laura mi chiamasse per chiedermi ospitalità, pensavo preferisse rimanere qualche tempo sola, ma invece, eccola qui, in casa mia, guarda curiosa, studia il mio habitat , i miei libri, i miei mobili, i miei oggetti, studia me e la mia vita.
"Ti disturba ospitarmi, mi sembri perplesso. se ti disturbo posso andarmene?"
"Solitamente difendo molto il mio privato, ho permesso a poche donne di entrare qui dentro, so che per te questi giorni sono stati molto duri, pensavo non avresti gradito per qualche tempo presenze maschili, in particolare la mia, mi ha stupito la tua telefonata e la tua richiesta, ma mi fa piacere sentire che desideri stare per qualche tempo sola con me"
"Non mi dici niente dei capelli?"
I capelli di Laura sono stati tagliati, ora sono cortissimi, alti pochi millimentri
"Non mi piacciono molto, li preferivo lunghi, ma immagino il motivo di questa scelta"
"L'odore, l'odore di merda sembrava non volersene staccare, malgrado continuassi a lavarli, era solo un'impressione, ma appena sono uscita dalla casa di Angela sono andata da una parrucchiera e le ho chiesto di rasarmi il cranio a zero, si è rifiutata di farlo"
Si passa una mano sopra alla testa
"Questo è il risultato del compromesso raggiunto, ma l'odore, la puzza resta, ormai c'è l'ho dentro"
"Vedrai, tra qualche giorno, ti rimarrà solo qualche ricordo"
"Ricordi? No, non saranno solo ricordi, non rifiuto di ripensare, né di rivivere quello che ho fatto in questi giorni da Angela, ho solo bisogno di staccare un momento, poi se capiterà farò ancora il cesso e farò ancora la Puttana, ho provato cose che hanno esaltato ogni mio senso ed era quello che cercavo. L'alternarsi della sensazione di schifo, il rifiuto istintivo lasciano presto il posto a un'eccitazione folle, e poi di nuovo torna lo schifo e la nausea, ma prevale la follia di non tirarsi indietro, di offrirsi ancora, fino perdere il controllo di tutto. Angela mi ha detto che urlavo e mi insultavo. alcuni momenti credo di averli proprio rimossi, quando tornavo in me, per qualche istante mi sentivo appagata, durava poco pochissimo, devo ritrovare quei momenti, allungarli renderli stabili, per questo non saranno solo ricordi. mi lascerai lo stesso dormire con te, anche se mi sono dimostrata più Puttana di quanto forse pensavi? Ho bisogno di riposare, ho bisogno di affetto, di se
ntirmi qualcuno vicino che magari finga di provarlo, per cinque giorni sono stata fottuta, inculata, mi hanno fatto aprire la bocca e mi hanno pisciato e cagato dentro, vomitavo, ma poi ero io ad offrirmi di tornare sotto di loro con la bocca spalancata, sfilavo le cinghie dei loro pantaloni, gliele mettevo in mano perché mi frustassero, e cazzo se mi hanno frustata"
Si toglie il vestito, sotto è completamente nuda, ha il corpo coperto di lividi, alcuni particolarmente brutti
"Puoi fingere per qualche giorno di volermi bene? Ho bisogno di carezze, di coccole e in questo stato non posso chiederle a nessuno"
"Sei la benvenuta, per le coccole dovrai essere paziente, è da molto che non le faccio a nessuna"
È piacevole sentirsela tra le braccia, non ha odori addosso, tanto meno quello che la ossessiona, profuma di se stessa e di niente altro, la tengo stretta, abbracciata, sento la camicia inumidirsi, sento il suo corpo rilassarsi, ora parla piano, in tono sommesso, quasi cantilena, la stanchezza le sta piombando addosso, pesante come il piombo, sembra canti una ninna nanna, la accarezzo e basta, mi ritrovo a portarla a letto, mi sdraio accanto, piano la lascio, la aiuto ad addormentarsi, resto con lei, disteso, vestito.
"Non sei male come coccole"
Laura si affaccia alla cucina, indossa la camicia che le avevo lasciato sul letto, si versa il caffé, lo beve guardandomi negli occhi, ci amiamo lì in cucina, mangiamo e torniamo a fare all'amore, sempre lì senza uscirne per ore, mangiamo e beviamo come animali, usando le mani, torniamo a toccarci, mi lascio penetrare l'ano della sue dita, quasi dalla sua mano intera, la sento ridere dietro di me, mentre si unge d'olio, per aprirmi meglio, devo urinare, lei beve il mio piscio come fosse la cosa più normale del mondo, io cerco di bere il suo, lo stomaco mi si rivolta, sputo, tossisco, lei ride, mi lecca il viso, per ripulirlo.
"Certe cose lascia che le faccia io, tu non sei abbastanza forte"
"E tu quanto sei forte?"
"Molto, e devo diventare ancora più forte, altrimenti non potrò fare di me quello che intendo fare"
Restiamo in casa per giorni, io sono sfinito, i lividi di Laura stanno sparendo, esco solo per prendere da mangiare, Laura preferisce rimanere in casa, non vuole vestiti addosso, legge, scrive, scrive di quello che ha fatto da quando ha conosciuto Franco, descrive le sue sensazioni, quello che prova a mostrarsi nuda a molti, quello che prova mentre la fottono e altri la guardano, descrive gli schiaffi ai seni, le frustate, il piscio e le feci addosso, in bocca, scrive quello che pensa ancore di fare e che si possa fare di lei e del suo corpo, mi rilegge ad alta voce quello che scrive, si masturba spesso, senza nascondersi, e senza mostrare alcun imbarazzo, si siede o si sdraia, e si tocca, si penetra con quello che trova sottomano, io resto a guardarla perché questo accentua il suo piacere, solo quando è sera si calma, e allora mi si accoccola vicino come una gattina che chiede carezze.
"Ti stai innamorando di me?"
Laura è tra le mie braccia, sta giocando con le dita con i peli del mio torace, mi guarda con occhi fattisi enormi, ho appena goduto nella sua bocca, è stata stupenda, volgare, famelica, ma allo stesso tempo dolcissima.
Non ho bisogno di risponderle, conosce già la risposta.
"Ti amo anch'io o almeno lo credo, ma tu non devi amarmi, non sapresti essere duro e spietato come avrò bisogno che tu sia, sono una Ninfomane, una Ninfomane allo stato terminale, così mi sento e così mi va di sentirmi, e così voglio essere giudicata, non lo sarò per sempre, ma ora lo sono, questi giorni mi sono riposata, i lividi sono spariti, gli odori attenuati, ma devo ricominciare da dove ero arrivata, Angela mi ha dato degli indirizzi, ma mi ha anche detto che tu conosci gente e posti con i quali neppure lei ha voluto avere mai a che fare, se mi ci manderai, io ci andrò, mi offrirò gratis e farò tutto, tutto quello che mi verrà chiesto, non importa quanto sarà malsano o quanto sarà doloroso, non chiederò né garanzie né prudenze, metterò a rischio tutto, salute e vita. Alla fine, perché ci sarà una fine, sarò sazia, oppure, oppure. Non ci voglio pensare, spero allora di essere ancora in grado di riprendere una vita normale, per questo non devi innamorarti di me, per uno come te
in una nuova vita non avrò posto".
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20 anni fa
admin, 75
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LEI E IL MARITO
Da tempo intrattenevo un'amicizia via email con una bella signora di 40 anni conosciuta in Chat.Bionda,alta 175,4 di seno, bellissima e dopo tanta corrispondena anche telefonica mi disse che sarebbe venuta nella mia città.Euforico, finalmente le nostre fantasie si stavano realizzando,l'avrei scopata a piu non posso, le prenotai un camera in un albergo a 5 stelle.L'aspettai il pomeriggio che arrivo' all'uscita del casello dell'autostrada e rimasi di stucco quando nella BMW che mi aveva detto, alla guida c'era un signore.Lei scese dalla macchina, venne verso di me, mi diede un bacio appassionato facendomi provare la sua lingua che scavava sulla mia avvinghiandosi,La strinsi e sentii l'ebbrezza delle sue tette, del sul culo, del suo corpo.Aprì la portiera e si sedette al mio fianco."Non preoccuparti di lui è mio marito".Rimasi come uno stronzo ma finalmente l'avevo li con me.Iniziai a guidare mentre il marito ci seguiva."Lo sai" mi disse" Sei come ti immaginavo" e incom
inciò a mettermi una mano sulla patta dei pantaloni.Si accorse che il cazzo si era indurito e incominciando a farmi dei massaggi sopra.Stentavo a guidare, ero eccitato.Mi aprì la patta dei pantaloni e mi tirò fuori il cazzo prendendomelo in mano.Guidavo e guardavo lo specchietto retrovisore.Lei andava su e giu dolcemente, mi stava facendo una sega, ma voleva farlo indurire al massimo.Incominciavo a sudare ma guidavo lentamente.Si chinò sul mio cazzo portandoselo alla bocca.Incominciava ad andare su e giu su e giu, succhiava,teneva una mano alla base e succhiava,aumentava piano piano il ritmo, sempre piu svelta.Io guardavo dietro l'uomo in macchina che ci seguiva.Non ce la facevo piu,.Stavo arrivando lei se ne accorse e aumentò il ritmo.Sburrai tutta la sborra che accolse nella sua bocca.Si alzò pulendosi con il gomito la bocca che aveva ancora tracce di sperma girandosi verso l'uomo in macchina con un sorriso.Giungemmo all'albergo, li salutai con la promessa di vederci la sera a cena
Giunsi verso le 20 e mi presentò il marito che si complimentò che secondo lui ero un bell'uomo.A tavola si parlò del più e del meno.Lei Aveva un vestito nero da sera con uno spacco laterale alle cosce che faceva intravedere l'eleganza e la bellezza delle sue gambe e stretto sul petto che metteva in risalto le sue tette,i suoi capezzoli.Bevemmo un pò e dopo cena sperando di ramanere da soli io e lei, invece il marito la invitò ad andare in camera chiedendomi di accompagnarli.Aprì la porta della camera ed entrammo.Mi sentii in imbarazzo appena vidi il letto al centro.Lui disse di scusarlo che aveva dimenticato di comprare le sigarette e che non sapena se trovava un bar aperto che le vendeva e si allontanò lasciandoci soli.
Appena lui usci, lei si inginocchiò davanti a me, mi aprì la patta dei pantaloni, mi tirò il cazzo fuori che si era indurito e incomiciò a succhiarlo avidamente.Non ne potevo piou, la portai sul letto mentre succhiava,succhiava,mi misi a 69 e notai che non aveva le mutante.Incomiciai a leccarle la fica,a tuffarmi in quella bellezza,ad aprirla ficcarci la lingua dentro e vedevo che era fradicia,bagnata, stava godendo, aveva il mio cazzo e succhiava, succhiava."Dammelo" Dammelo" non ce la faccio piu mi disse.Si tolse il vestito, era nuda sotto e si mise alla pecorina sul bordo del letto.Me lo prese per la mano e se lo portò nella fica,vi si strinse contro.Era bagnata, meravigliosa,incomiciavo ad andare avanti e indietro,avanti e indietro, sempre piu svelto ma non volevo arrivare.Lei guaiava di piacere"Dai forza" "Piu svelto" lo tolsi dalla fica e poggiai la cappella sul buco del culo e piano piano, poichè era fradicio, gli infilai il cazzo dentro in una sola volta, tenendola per i fianchi.Era meraviglioso.La stavo inculando,Urlava, gridava la invitai a non gridare perchè stavamo in albergo e poteva arrivare il marito."Chi se ne fotte di quel cornuto" mi disse "Dai-dai-Dai-"Si toccava il grilletto,se lo stava massacrando.Portava una mano sul cazzo per toccare il buco del culo e il cazzo che entrava e usciva.Stavo godendo,se ne è accorta si è girata all'improvviso e prendendomi il cazzo in bocca ingoiava tutta la sborra.
Ero felicissimo,spossato,avevo scopato e inculato una ficona.
Nel bagno per un rapido lavaggio e bussando, entrò il marito "Per fortuna ho trovato le sigarette"
Lei mi diede un bacio, mi salutò con un "GRAZIE", diedi la mano al marito salutandolo e andai via.
Non ho saputo piu nulla di lei,non mi ha piu scritto e ha cambiato scheda telefonica.
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20 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 17 ore fa -
la cugina americana
Dopo aver letto qualcune delle storie qui raccontate, alcune molto eccitanti. E' notando che ci sono delle persone che come me trovano eccitante raccontare le proprie avventure, riuscendo a comunicare le proprie emozioni, voglio raccontare anche le mie cominciando dall'ultima, l'avventura avuta con una donna splendida mia cugina l'americana.
Erano anni che non veniva a trovarci Mary la cugina americana, Dopo 7 anni decise di trascorrere una vacanza in Italia, dal suo dire aveva bisogno di ritornare e rivedere i nonni e gli zii, cresciuta alla periferia di New York, sposata e divorziata, con una figlia di 20 anni, che per lavoro non era potuta venire in Italia.
E' sempre stata una donna affascinante adesso era una donna di 40 anni con un fascino incredibile . Non voglio dilungarmi nei particolari precedenti a cosa era successo nei giorni prima ma voglio raccontarvi cosa e successo un pomeriggio di una settimana dietro, prima ahimè che ripartisse.
Tornato dal mare entro in casa la porta della casa dei miei e aperta perso ci sia qualcuno, entro passo per le stanze togliendomi la maglia e rimanendo in costume mi affretto per far una doccia. Sono scalzo e salgo le scale per andare al piano di sopra a prendere qualcosa da mettere, sento un lamento, per un attimo mi fermo sulla rampa forse la mia impressione, di nuovo salgo piano le scale, arrivato alla fine vedo nella stanza che da sulle scale la porta socchiusa, faccio un altro gradino, vedo il lettone, delle gambe nude fino all'altezza del ginocchio, voglio capire chi sia in silenzio mi avvicino, alla porta senza far rumore. Incredibile Mary e coricata sul letto pancia in giù, guardo il suo corpo splendido una veste leggera da mare scoperta fin sopra i glutei, il bacino si muove lentamente, con una mano sotto la pancia si sta accarezzando la passera, vedo le dita che scivolano da dentro il perizoma tirando il filo nelle natiche, le labbra rosse,per un attimo rimango a guardarla,
il cazzo mi diventa duro, mi scoppia nel costume, lo stringo forte e lo massaggio da sopra, per un attimo faccio per andar via ci ripenso velocemente, un'occasione cosi non mi ricapita più, o la va o mi da un ceffone. Entro silenzioso, forse sente la mia presenza e si gira di scatto spaventata, - ohh my god ! che spavento - rossa in faccia per la vergogna - Scusa non volevo ma sai se arrivava qualcun altro... la guardo negli occhi, lei li abbassa ad altezza del mio cazzo e vede la rigonfiatura, la capella spinge sul lato quasi ad voler uscire fuori, lei mi guarda di nuovo negli occhi e allunga una mano verso la patta accarezzandola da sopra il costume, tastanto la grossezza, senza dir nulla solo guardandoci negli occhi lo tira fuori e comincia a masturbarmi, lo sbatte per un po' entrambi sorridamo le mie mani scivolano sul suo seno scoprendolo, la sua bocca sfiora il mio addome, mi bacia sugli addominali scendendo Aprì le labbrà, ed inizio con dolcezza lentamente a leccarmi il pube,
mi passo la punta della lingua ben insalivata sul pube e sull'inguine,con delicatezza e dolcezza mi assaporo cm. dopo cm. la pelle cazzo che eccitatissimo le sventolava grosso duro e dritto davanti agli occhi.
Continuo a leccare il pube ancora un pò, poi passò la lingua tra i peli all'attaccatura del cazzo inizio a leccarlo. mi passò delicatamente la lingua lungo l'asta,lasciando una scia di saliva,impugnando con una mano la base del cazzo, mentre il resto me lo leccava dolcemente cm. dopo cm. con raffinatezza, mi gustavo quel pompino fatto da una troia di cugina affamata di cazzo e con la bravura di una vera professionista.
Sono completamente nudo , mi appoggio sul letto con le spalle alla spalliera ,le gambe larghe, lei si piega sul bacino leccandomi sotto le palle, una senzazione stupenda. Le appoggiai la mano destra sulla nuca,dandole il tempo spingendo la testa su e giù sempre con lo stesso ritmo.
Il seno le ballava dolcemente, le tette andavano a tempo con la testa,creando un effetto tremendamente erotico. Godevo come un pazzo e a lei piaceva lo vedevo nei suoi occhi Di scatto le prendo e la tiro verso di , la bacio e con delicatezza la spoglio,(incuranti del poter essere visti) dalle labbra scendo fino alla fica soffermandomi sui grossi seni con grandi capezzoli duri e diritti e sul ventre, lei ricomincia a gemere come prima, era un lamento di goduria.
Le apro la fica con le mani guardando quel bocciolo di rosa rosso, è bagnato guardo il clitoride diritto come un piccolo pene mi piego e comincio a leccare sotto i colpi della mia lingua i suoi gemiti aumentano ogni tanto urla tanto che devo fermarmi, e dirle di star zitta, ma lei mi riprende per la testa e mi fa continuare, le ficco due dita in bocca, lei li succhia e geme lo stesso la sento venirmi in bocca gemendo ed urlando mentre la lecco la masturbo con due dita gode, si stacca dalla mia bocca, mi gira pancia in su, riprende il mio cazzo in bocca lo lecca e lo succhia come una forsennata, ho il cazzo durissimo, mi sale sopra e se lo prende a smorza candela, mi gode sopra in quella posizione la sento bagnatissima, i suoi umori mi ungono anche le palle. - ohh my god! You are fantastic- continuava a ripetere di scoparla ancora di non fermarmi col suo accento americano la feci girare a pecorina e la sbattei in quella posizione, cosi riuscivo ad arrivarle fino in fondo potevo sentir
e il suo piacere, ero pieno stavo per venire e lei sene accorse, si sposto mi fece alzare si inginocchi d'avanti a me e comincio a sponpinarmi e menarmi il cazzo, si fece sborrare in bocca, ingoiando tutto fino in fondo.
E lo ripuli fino all'ultima goccia. Ci rilassammo un po' sul letto poi mi bacio e disse col suo accento americano perché non è successo prima proprio una settimana dalla sua partenza. Andammo a far la doccia insieme e scopammo di nuovo sotto la doccia.
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20 anni fa
admin, 75
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Via Aurelia
Com'è che cammino a passi allentati su questo marciapiede imbrattato da carta ingiallita, da lattine ritorte e cicche d'un fumo segnato a rossetto? Non è forse troppo romantica e rossa questa serata per ammettere di farla specchiare a ridosso d'una pelle di latex che nera già intorbida la notte che arriva? Davanti c'è una colonna d'auto in colore per qualsivoglia misura o pretesa, qualcuna appena rallenta, qualche altra finge e si ferma. E c'è sempre un uomo, più o meno convinto, che mi fissa e commenta: "Bella figa quanto per tutto?" e come se il tempo s'arrestasse in quell'attimo, riesce a farmi sentire come se non avessi altra ragione d'esistere a quella, come se puttana lo fossi da sempre.
Com'è che cammino davvero lungo questa strada rovinosa di traffico, a quest'ora che le persone perbene stanno stordite in un piatto di televisione e famiglia? Sotto questo caldo d'estate che scioglie, dentro questa fascia di fibra fittizia che impregna la pelle come farebbe un uomo che non sente l'odore del sesso dal giorno che è nato, com'è che questa bocca non la credo più mia, che queste labbra fin troppo truccate nient'altro sembrano chiedere che farsi sbavare fin sotto sul collo? Proiettata in questo scenario scandito in dettaglio dai secondi che passano, che hanno spessore come un sogno al risveglio, cammino d'un tacco e poi l'altro, d'un ticchettio ritmato d'asfalto che fa eco alla marcia in crescendo del battito. Prima o poi, penso, m'accosterà il tipo giusto che vuoi, che accetti la cifra stabilita per me, - 1.000,00 ? tutta la notte - , che se non fosse così presuntuosa su questo mercato chissà già adesso dove sarei, e non è che io non li valga davvero e tu lo sai che li va
lgo, che c'è chi già solo a guardarmi s'è dovuto prestare improvvisando una scusa a ripulirsi da qualche macchia spuntata a difetto, che già alla prima infantile coscienza d'esser bucata qua in mezzo sentivo la forza d'un fiume smarginarmi da dentro, che già se la voglia s'assume il comando di dire non c'è rifiuto che io possa ostentare.
Prima o poi mi stringerà alla gola uno sguardo e resterò muta, coi pensieri dispersi che s'aggrovigliano senza trovare una forma. Percorrerà sfacciato o perplesso ogni piega di questa pelle perfetta, fino a fermarsi nella fessura ristretta di queste tette compatte di donna, a immaginare che pressione può esserci a premere un sesso proprio nel mezzo.
Eppure da un'ora cammino aspettando solo che qualcuno m'abbordi, ancheggiando orgogliosa come se questa sudicia strada m'apparisse come un rosso tappeto che porta a un altare, come un percorso obbligato che segue una scelta, come questa appunto, di seguirti là dove avresti deciso per me, per essere sempre all'altezza del ruolo che ignoto, ogni volta, non m'ha mai fatto pentire d'averti lasciato osare ad oltranza. Così cammino e non c'è altro suono che non sia quello d'un clacson, non c'è altro colore che non sia questo grigio d'asfalto che adesso vorrei riempisse i miei sensi, perché quest'attesa che opprime s'annienta soltanto con l'appartenerti del tutto.
Intanto a poche centinaia di metri, laggiù, al di là della folla, hai già intrecciato le braccia e so già che è un'inflessibile sfida a questo sfilare di gambe, che è un'irritabile sdegno per quest'altalena di volti che pendola qua solo guardare. T'adíra questo mio andirivieni di carne che s'aggiudica solo rifiuti, che s'arroga il diritto di sapersi migliore di questo sensual-serraglio d'intorno che s'offre, che incessante s'illude che sarà l'ultima volta, che sarà l'ultima alba affacciata dentro una patta, dentro un tramonto piovoso che acceca la vista.
Eccola ora, s'accosta un'auto grande argentata, appena un accenno ed è chiaro che altro non vuole che me, che altro non vuole che m'avvicini e mi lasci ammirare. E' tutto talmente troppo veloce che già ho risposto alla domanda di rito - Quanto per tutto? 1.000,00 ? tutta la notte! -, che già ho riposto le gambe alla destra d'un cambio che ha già infilata una terza, che ha già una mano rossa e grassoccia che sopra gli preme, gli freme di spostarsi d'indice e medio su questa pelle sudata d'attesa, su quest'inguine nudo imbevuto di sesso.
Ma io com'è che sono salita? Com'è che sono stata sicura che m'avresti impedito di divaricare le cosce per varcare la soglia, che m'avresti proibito di prendere posto su questo sedile di stoffa che sfrega la figa come se fottesse a sua volta?
Così la sento la sua mano che sale, che scende più sotto dove la coscienza si perde, la sento che segna il percorso che già penso sarà sulla sua lingua, la sento mentre parole che non riesco a capire mi montano in mente, mentre quest'aria viziata di voglia mi vacua la voce come un veleno fin troppo diffuso nel buco d'un dito di spazio. Ed è dentro quest'abitacolo ambiguo che s'arroventa di caldo, che s'affolla d'odore di sesso che punto i tacchi per terra su un tappetino appestato di grasso, che aggrappo di peso le braccia alla cintura di sicurezza fattasi corda che stringe, che costringe nel mezzo queste tette sfollate dal bordo, da un abito troppo succinto, che come fosse una gabbia mi serra la vita, mi spreme la voglia che così soffoco assorta dentro un sussulto profondo nel buio chiuso degl'occhi.
Ed ora cosa gli dico? Ora come gli spiego che non sono una puttana sul serio, che non passerò la notte con lui in chissà quale vicolo stretto accosciata sul cofano freddo di un'auto, addossata ad un ignobile muro in chissà quale buco di bagno o accovacciata su un prato con la faccia schiacciata sulla terra e sul muschio, come gli spiego che non passerò la notte con lui neanche volesse portarmi in una stanza di lusso, come glielo spiego ora che m'ha già fatto godere prima dirmi il suo nome, ora che gli ho bagnato il sedile e non è solo sudore, ora che qualcuno avrà sicuramente notato al di fuori di questo finestrino mezzo abbassato che dentro quest'auto davvero non c'è una Signora?
Allora lo guardo, ha occhi buoni ma tratti e mosse decise come chi sa dove vuole arrivare, come chi sa che non c'è alcun luogo dove possa scappare. L'auto rallenta dentro un parcheggio illuminato dai neon d'un alberghetto appena fuori città, appena il tempo di farmi dire il suo nome - Giovanni, Giò - che m'invita a scendere, a salire le scale che portano dentro nell'atrio. Ecco ho deciso glielo dico adesso così su due piedi, così prima d'entrare all'interno, prima che sia troppo tardi, prima che la sua lingua sia dentro l'orecchio a sussurrarmi paradisi di sensi, a suggerirmi che stavolta sarà davvero la prima che faccio del sesso.
Giò, comincio, ed è come un cambio di scena in un sogno, come la forma d'un desiderio che prende sostanza, proprio così in cima alla scala ti vedo mentre palesemente ci osservi, pianificatamente ci aspetti con un sorriso che è come un abbraccio che attendo da tempo, come un fatto che non ammette alcun dubbio, voi eravate d'accordo.
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20 anni fa
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I miei mariti
Anche stanotte,come mi capita da un po' di tempo,dopo aver dormito per due ore eccomi alla tastiera ,invece di stare a rigirarmi nel letto dando fastidio a chi mi dorme accanto,tastiera alla quale confido i miei segreti,le mie ansie,le mie paure,i miei desideri,le mie voglie,i miei sogni.Sì,i miei sogni perchè anche se sono una donna realizzata e con una vita piena di gioie e soddisfazioni ci sono dei momenti che vorresti che le cose andassero diversamente solo per il gusto di cambiare l'ordine di quelle cose che tu hai stabilito che fossero in quel modo.La mia vita l'ho programmata io stessa e devo dire che si è realizzata più o meno secondo i miei piani.
La parte più complicata e problematica era di pianificare la mia vita sessuale,ma devo dire che in ultima analisi si è sviluppata come meglio non avrei potuto desiderare anche se si sono verificati dei casi che mi hanno segnata nel mio intimo.Tempo fa sono andata in depressione perchè è venuto meno il mio primo marito,Ettore,di cui ero perdutamente innamorata ( più o meno di come sono innamorata perdutamente del mio Vanni,l'attuale compagno ).Quando hai vicino una persona che si fa amare con tutta l'anima,ti fa vivere una vita invidiabile e da sogno,soddisfa ed appaga ogni tuo desiderio innocente o peccaminoso che fosse,ti sembra di volare una spanna aldisopra degli altri,e quando questa persona viene meno per qualsiasi motivo ti lascia un che di amaro in bocca che ti fa rifiutare di continuare a vivere.Ettore era un agricoltore che con l'aiuto di qualche suo amico intimo,sottolineo intimo perchè ha la sua importanza,aveva ampliato la sua piccola fattoria creando un allevamento di bestiame con relativa monta sia di vacche che di cavalli.Quando abbiamo stabilito di metterci insieme era già abbastanza avviata,e col mio aiuto,credo,si è ampliata ancora di più,anche perchè le mie origini sono contadine.
Ettore lo conoscevo da quando eravamo studenti e di lui sapevo che prediligeva di più i maschietti piuttosto che le femminucce.Avevo provato a fare con lui dei giochi da bambini ma mai parlato di sesso . Tra l'altro in Paese era noto il suo legame col figlio di uno dei più ricchi della zona ed infatti erano come culo e camicia,nel senso che erano sempre insieme.Poi era andato a militare ,poi aveva creato ed ampliato questa sua fattoria , quindi ci eravamo un po' persi di vista fino a che un giorno non ci siamo rivisti sulla spiaggia del lago sito nelle vicinanze delle terre nostre natie,ognuno di noi era colla sua combriccola di amici,e dopo esserci salutati siamo rimasti a raccontarci un po' le nostre peripezie.Abbiamo trascurato un po' i nostri amici,che tra l'altro ci hanno canzonato,e siccome ci è piaciuto il pomeriggio che abbiamo trascorso insieme ci siamo dati appuntamento per l'indomani;e così per i giorni successivi fino a che non mi ha proposto di diventare la sua donna,anzi,la padrona dei suoi possedimenti dove il mio compito,oltre che essere gerente del letto avrei dovuto essere gerente della fattoria.Non ho potuto dire di no alla sua proposta anche perchè in tal modo mi ha dimostrato di avere piena fiducia sia nella mia onestà che nelle mie capacità direzionali.Ma la cosa che mi ha indotto ad accettare è che lui mi ha confidato ciò che grosso modo sapevo di già:lui era la fidanzata di Alfredo,il suo coetaneo figlio del ricco del paese,col quale era spesso a letto e questo non gli impediva di avere rapporti con una donna.
Infatti prima di metterci insieme abiamo fatto molto spesso sesso con mio completo appagamento.Anche io sono stata leale con lui e gli ho confessato di essere ninfomane,pluriorgasmica,alla continua ricerca di sesso;gli ho confessato,come se già non si sapesse,che mi piacevano gli uomini ma di più le donne.Lui ha detto che non sarebbe stato geloso se avessi avuto degli amanti ,l'importante che lui ne fosse sempre al corrente,che non mi sarei comportata da vacca,che non avrei partorito un bastardo e che avrei fatto in modo che i più non ne fossero al corrente.Ci siamo parlati,frequentati e fottuti per un po' di mesi fino a quando non mi ha proposto di prendere le mie cose e trasferirmi a casa sua che era vuota del calore femminile.
Sì,era vuota del calore femminile ma era piena di tanti cazzi che volevano entrarmi nel corpo.La prima sera sono stata a cena con lui a casa sua con dei cibi cucinati da lui ma la sorpresa,non so piacevole fin dove,l'ho avuta quando siamo andati a letto e questo era già occupato.Sì,Alfredo,il suo eterno fidanzato era sotto le coperte con una vistosa erezione.Sono rimasta sconcertata e per prima cosa sono corsa in bagno per riflettere.Sarò rimasta un buon quarto d'ora prima di prendere la decisione di accettare questo modo di essere e di fare, cosa che mi avrebbe poi dato piena libertà di movimento come si è poi avverato in futuro.Mi hanno preso tutti e due contemporaneamente e devo dire che Alfredo si è fatto onore per più di una volta quella notte riempiendomi del suo liquido caldo il culo.Da quella volta moltissime altre Alfredo è stato ospite nel nostro letto dove ha infilato sia me che mio marito,prediligendo le parti posteriori.In casa,anzi in una casupola adiacente la stalla,abitavano quattro aiutanti extracomunitari e ce n'era uno egiziano,Izmir,che era molto piacevole sia fisicamente che intelletualmente.Si vedeva che aveva fatto le scuole superiori ed aveva una certa cultura.Sinceramente questo lato della sua persona m'interessava poco o niente mentre mi attirava il gonfiore che vedevo nei pantaloni e che faceva presumere di nascondere un affare di dimensioni notevoli.Cominciai col farmelo amico e non fargli pesare il fatto che io ero la padrona e lui lo schiavo,cosa che aborro,cominciai a sfidarlo sul fatto che i neri sono dotati di cazzo ma non di testa,che usano il sesso per istinto e non per calcolo.Lui punto sul vivo ci tenne a dimostrarmi che gli africani sanno fare sesso più e meglio dei bianchi.Con lui mi incontravo per lavoro tutte le mattine alle tre circa per mungere le vacche e per cambiare lo strame dei cavalli.Una mattina io ero particolarmente eccitata,forse avevo sognato uccelli,sono andata a svegliarlo un po' più presto del solito e con lui siamo andati,come al solito,in stalla.Mentre lui mungeva io buttavo giù dal soppalco alcune balle di paglia che servivano per rifare il letto dei cavalli e degli asini che avevamo.Ad un certo punto sono saltata giù,sulle balle che avevo gettato in precedenza,facendo finta di essermi fatta male alla gamba e lamentandomi.Lui è arrivato trafelato e spaventato perchè pensava che mi fossi fatta male e mi ha trovata con una tetta di fuori ,la gonna che si era ritirata sulla pancia e metteva in bella vista i peli neri ed abbondanti che straripavano fuori delle piccole mutandine.Gli dissi di mettere in trazione la gamba dolente mentre appoggiavo il piede al suo inguine per fare più forza.Lo avevo appoggiato proprio sul cazzo e mentre all'inizio spingevo forte dopo un po' cominciai ad appoggiargli il piede con dolcezza e quando sentii che si gonfiava cominciai a carezzarglielo con le dita.Lui abbandonò l'altra gamba e si masturbò strusciandosi contro il mio piede mentre non toglieva lo sguardo dalla mia fica che colava umori come una fontana.Si era incantato e prima che venisse mi sono seduta e gli ho tirato fuori il manganello che appena è stato toccato dalle mie labbra umide mi ha inondato di sborra bollente.C'erano le mucche che muggivano,quelle che avevano le mammelle piene di latte,ma insieme ad esse muggivo anch'io quando mi ha presa alla pecorina e mi ha spento i bollori con il suo liquido infiammato.Sono rimasta sdraiata con le cosce aperte mentre lui è andato a finire il suo lavoro di mungitura ed infine è venuto a godere ancora del mio corpo facendomi bere il succo che continuava ad espellere.Quella fu la prima di innumerevoli mattine in cui presi l'abitudine di bere il suo sperma come se bevessi latte e caffè.Una volta gli ho fatto indossare un preservativo dentro cui è venuto tre volte nello spazio di pochi minuti riempiendolo per oltre metà.Ho bevuto la sua sborra ancora calda e mentre la bevevo godevo come non mai.Se io vedo un cazzo duro che mi desidera mi bagno ma se lo vedo mentre eiacula vengo come una fontana ed ancora di più se ne bevo il seme.Quella mattina ho riferito tutto ad Ettore e lui mi ha confessato di avere rapporti con un altro aiutante,Mohamhed il turco,che secondo una tradizione del suo Paese,pare che prediliga la sodomia ai normali rapporti sessuali,e anche le donne preferisce incularle piuttosto che chiavarle davanti.Mio marito si occupava della monta del toro mentre io mi occupavo di quella dei cavalli.Ogni tanto veniva da noi qualcuno a portare la sua cavalla per farla montare da uno dei nostri due stalloni.Il mio compito era di fare in modo che uno degli asini che avevamo a questo scopo facesse la corte alla cavalla per farla andare in calore e permettesse allo stallone di montarla.Io mi avvicinavo all'asino,gli accarezzavo la groppa ed intanto cominciavo a toccargli i coglioni.Le prime volte,ricordo,lui scalciava fino a che piano piano imparò a riconoscere le mie carezze e si lasciava fare.Poi gli toccavo la cappella che era tutta nascosta nella pancia,gliela titillavo,ricordi di quello che facevo quando ero bambina coll'asino che avevamo in campagna e col quale giocavo coi figli del fittavolo,e piano piano la vedevi che si srotolava in tutta la sua lunghezza.Intanto aveva le narici molto vicino alla fessura della cavalla che,sentendo il profumo del sesso maschile,si apriva e chiudeva ed emetteva umori che venivano prima aspirati e poi leccati dall'asino.Questo la leccava un po' dappertutto ed intanto nella mia mano il suo cazzo aveva preso consistenza e cominciava a dondolarsi perchè voleva entare nella vagina adesso vogliosa della cavalla.Questo era il momento peggiore perchè si rischiava che mordesse quando gli si impediva di chiavare l'oggetto dei suoi desideri ed anzi vedeva il cavallo che infilava il suo tremendo cazzo enorme e godeva di quella femmina eccitata.Io dovevo menarlo fino a farlo godere e la cosa non è che la gradisse più di tanto mentre la gradivo io , sentire in mano tutto il suo turgore e poi avere la mano bagnata dal suo seme e spesso,quando veniva Silvio,un nostro cliente abitudinario,mentre i cavalli facevano sesso lui mi spegneva il fuoco che avevo dentro col suo succo fresco ed abbondante.Non l'ho mai fatto ma spesso ho avuto voglia di essere penetrata dal cazzo di un asino,che tra l'altro son sicura di riuscire a fare entrare vista la mia larghezza fuori del normale.Ettore mi ha spesso posseduta infilandomi la mano con parte del braccio senza per questo soffrirne.Questa mia particolarità si chiama elefantiasi,cioè si ha la vagina larga e profonda come quella di una elefantessa.E questa mia conformazione è stata la causa di aver fatto decidere Vanni,il mio attuale marito,ad eleggermi dea del suo focolare.A parte il fatto che io ho bisogno di cazzi grossi per sentirmi posseduta ma il fatto che tali cazzi grossi piacciono molto a lui,e il suo incarico è di farmi sapere chi ne è provvisto segnalarlo alla mia attenzione e poi io passo all'attacco.Tempo fa mi ha parlato di Romolo,il nostro portinaio,bel giovane ed aitante,al quale per caso aveva visto la proboscide una volta che sono andati a pisciare insieme nel cesso del bar che frequentano tutti e due.Sinceramente Romolo è interessante come maschio ma di più lo è sua moglie Veronica,una brunetta tutta pepe che deve avere una foresta di pelo nero che le contorna la fica e che mi provoca degli incubi tanto la sogno spesso la notte.Ed in vista di una sua futura conoscenza biblica che mi sono decisa ad accontentare mio marito e farmi sbattere da Romolo.Una volta che ebbe il mio accordo,Vanni cominciò a frequentare un po' di più Romolo e spesso lo ha invitato a casa nostra prima per dei motivi di condominio poi come semplice amico.Dietro mio desiderio ha spesso portato sua moglie con la quale sto diventando amica intima e con la quale ho cominciato a confidarmi e a parlare di sesso.Pare che lei sia una buona allieva visto che recepisce molto bene ed è curiosa di provare cose che finora non ha neanche preso in considerazione.Appena avrò raggiunto il mio scopo lo racconterò in questo mio diario.Dunque Romolo veniva spesso a casa ed era presente a quando Vanni cucinava vestito di un paio di pantaloncini e a torso nudo indossava un grembiule da cucina che sembrava che indossasse una minigonna.Ed infatti Romolo gli ha fatto notare questa cosa dicendogli che forse vestito da donna sarebbe stato uno spettacolo bello da vedere.Vanni mi chiese di portargli una gonna che si apre completamente e che si chiude col velcro e permette di essere indossata da qualsiasi corpo magro o grasso che fosse.Per indossarla si è cavato i pantaloncini in nostra presenza,anzi più che altro in presenza di Romolo,facendo vedere l'erezione che il suo tanga a stento nascondeva.
Romolo si deve essere eccitato perchè quando parlava farfugliava e benchè seduto sul divano si notava il gonfiore.Io ero seduta difronte a lui inguainata in una vestaglia lunga fino alle caviglie e una serie di bottoni strategici che lasciavano,quando mi muovevo,intravvedere i capezzoli dei seni o il pelo della fica perchè,come d'accordo con Vanni,non indossavo mutande.Mio marito facendo finta di lesbicarmi mi è venuto addosso obbligandomi ad alzare le gambe per scoprirle fino all'inguine e ha fatto vedere a Romolo che non avevo le mutande,poi dimenando il culo si è andato a sedere sulle ginocchia del portinaio il quale lo ha abbracciato e lo ha tirato verso di sè per fargli sentire che gli era venuto il cazzo duro.Sono stati lì a mimare l'atto sessuale fino a che Vanni è andato a cambiarsi in camera mentre io ,seduta sulla poltrona,ho appoggiato i piedi al cuscino abbracciandomi le ginocchia e benchè avessi le gambe coperte dalla vestaglia da sotto gli mettevo ben in vista la fica luccicante di umori.Romolo non ce l'ha fatta a trattenersi ed ha allungato una mano e mi ha infilato un dito nella fessura portandoselo in bocca per sentire il mio aroma.Come se nulla fosse si è ricomposto perchè Vanni stava entrando in sala.In condominio ognuno di noi ha una giornata per sciorinare in solaio e a me tocca il martedì.Allora,essendo quel giorno un giovedì,gli dissi se poteva tenermi a disposizione il solaio sabato pomeriggio perchè avevo molto da lavare e quindi avevo bisogno per sciorinare.Mi disse che dalle cinque del pomeriggio in poi potevo disporne.E credetti di capire che oltre al solaio avrei potuto disporre anche di altre cose quel sabato.Quando fu andato via abbiamo commentato con Vanni il fatto ed eravamo sicuri che il sabato successivo in solaio ci sarebbe stata guerra,guerra di sessi.Sia quella sera che quella dopo mio marito mi ha riempita del suo succo perchè era ansioso di sapere come io fossi stata presa.Anche io ero vogliosa e sempre bagnata.Quel sabato ho indossato la solita vestaglia ed un semplice slip bianco;ho sbottonato un altro bottone per fare in modo che quasi per intero le tette fossero a nudo e la parte di sotto tutta aperta , abbottonata solo all'altezza della fica.Ho messo un paio di scarpe coi mezzi tacchi perchè così mi si alza un po' di più il culo che è già a mandolino di suo e così,tutta eccitata,sono andata in solaio.Avevo quasi finito di sciorinare e temevo di aver capito male e che avrei atteso inutilmente quando sento che qualcuno entra chiudendosi la porta alle spalle.Romolo,con un viso paonazzo mi viene vicino e si offre di aiutarmi,io dico di no ed indietreggio . Lui indossava una avaiana blu che indossa per lavorare ma sotto non aveva nulla infatti quando mi è venuto vicino si è tolta l'avaiana ed ha messo in mostra un cazzo di misure eccezionali.Lungo non tanto ma grosso,ma grosso con una capocchia che sembrava quella dell'asino della fattoria.Con una mano mi teneva la mia mano e con l'altra mi ha spinto in giù la testa fino a portare la mia bocca all'altezza del suo membro.Troppo grosso per prenderglielo in bocca allora l'ho leccato seguendo l'asta,gli ho ciucciato i coglioni e più gli dicevo che non volevo più lo leccavo con le labbra umide.Mi ha tolto la vestaglia e l'ha stesa per terra coricandomici sopra per fare un bel 69 che mi ha permesso di bere la prima ondata del suo succo denso.Ha notato la larghezza della mia fica e di quando umore producevo ed ha detto che il suo attrezzo era fatto su misura per me e che io ero la donna della sua vita visto che con sua moglie non riuciva a fare sesso perchè ogni volta che la penetrava le faceva male.Si è sdraiato lui per terra e mi ha invogliata a prendere il suo membro a smorzacandela.Il vantaggio di questa posizione è che sono io a decidere di come e di quanto farne entrare.Ah che bello!Ah che goduria! finalmente un cazzo che mi riempisse totalmente la vagina:quando è entrata la capocchia ho avuto la stessa sensazione di quando ho partorito mia figlia,quel senso di riempimento totale,ho ancora goduto permettendo che tutto il suo cazzo mi entrasse nelle viscere senza fatica.Il cazzo di Romolo è il cazzo delle mie misure,sembra fatto apposta per me come io ho la vagina fatta apposta per le sue misure.Mi ha sborrato dentro facendomi ancora godere ed ho trattenuto il suo sperma chiudendo la fica con le mani e pulendomi con gli slip quello che ne colava fuori.Sarò venuta almeno 7-8 volte,mi è sembrato di venire come se pisciassi tanto era abbondante la secrezione del mio liquido.Mentre mi fotteva mi aveva infilato nel culo un dito ed aveva notato che non era molto largo,allora mi ha proposto di fargli visita qualche prossima volta.Io gli ho detto di no,che il culo era luogo privato di Vanni e che come a lui piaceva incularmi così mi piaceva a me d'inculare lui.Allora ha detto che non è giusto adoperare cazzi finti quando ci sono in giro dei cazzi veri e vogliosi.Allora io gli ho confessato che il mio desiderio segreto è di vedere qualcuno che prende mio marito,e lui giustamente si è offerto,ed insieme abbiamo concertato un modo di esaudire questo mio desiderio.Io ho detto di non rivelare la nostra relazione a Vanni e di venire a casa mia e fare la corte a lui senza badare a me,altrimenti Vanni si potrebbe arrabbiare: naturalmente era una menzogna visto che Vanni era al corrente di tutto,ma bisognava salvare le apparenze.Mi sono quasi slogata la mascella quando l'ho salutato perchè ho voluto prenderglielo in bocca senza riuscirci.Sono tornata in casa dove Vanni ha leccato la sborra che ero riuscita a conservare in fica e ha fatto sesso usando come lubrificante lo sperma di Romolo.Un paio di sere dopo abbiamo invitato Romolo a bere qualcosa con noi prima di cena.Lui aveva gente in casa e ci ha detto che sarebbe venuto sul tardi.Lo abbiamo atteso facendo mille congetture e mille piani per fare in modo che fottesse Vanni.Inutile dire quanto fosse eccitato mio marito ed io pure.Gli ho fatto indossare un perizoma dei miei che didietro era un filo interdentale in modo che mostrasse le chiappe ed il buco del culo e davanti era piccolo da lasciare fuori i coglioni e trasparente in modo che mettesse a nudo l'asta. Sopra ha messo il solito grembiule mentre io con la solita vestaglia quasi tutta aperta e senza intimo.Romolo è arrivato verso le undici di sera dopo aver messo a letto Veronica,sua moglie.Abbiamo parlato del più e del meno sapendo che i nostri pensieri erano diretti ad un solo argomento:Vanni voleva prendere quello strumento Romolo voleva fotterlo ed io volevo assistere.Abbiamo bevuto qualche bicchiere di Moscato di Samo che fresco è andato giù una bellezza ed ha allentato i freni inibitori.Dopo un po' Romolo ha fatto l'elogio alle gambe di Vanni che venivano scoperte come da una minigonna e lo facevano apprezzare in tutta la sua femminiltà,come diceva lui.
Allora Vanni cavandosi il grembiule ha detto che più apprezzabile era l'intimo che indossava e così facendo ha messo ii bella vista i coglioni che uscivano fuori dagli slip ed il cazzo che era teso al massimo e ben visibile.Romolo non sapeva dove sbattere la testa perchè da una parte c'era il cazzo turgido di Vanni che ammiccava e non domandava altro se non di esere preso in bocca e dall'altra aveva difronte la mia fica pelosa che spesso,distrattamente diciamo,mettevo ben in vista con dei miei movimenti avventati.Io ho allungato la mano sul cazzo di mio marito e facendogli come una sega ho detto che è un'esagerazione visto che ce l'ha sempre duro.E quasi offesa ho detto che sarei andata a dormire e mentre mi sono avviata verso la camera da letto mi son tolto la vestaglia facendo in modo che Romolo apprezzasse il mio culo ed il corpo statuario.In camera da letto mi sono messa a spiare attraverso la porta che avevo lasciato socchiusa e non son passati che pochi istanti quando mio marito si è allungato sul divano per prendere della frutta alle sue spalle e così facendo ha girato il culo verso Romolo che non ha fatto altro che saltargli su ed abbracciarlo e baciarlo.
Vanni si è messo in ginocchio sul divano per permettere a Romolo di leccargli il buco del culo ed intanto ansimava incitandolo di andare più in fondo.Romolo gli ha infilato il collo della bottiglia del vino che era rimasta lì vicino e visto che era entrato facilmente gli ha prima infilato due dita ed infine tre e le ruotava in modo da allargare lo sfintere.Vanni non è vergine,anzi ha provato insieme a me a Parigi a prendere un uccello mostruoso,quindi non gli è stato impossibile ospitare il cazzo enorme di Romolo.Quando lo ha sentito tutto dentro ha lasciato andare dei gemiti che erano il nostro segnale convenuto perchè intervenissi anche io,facendo finta di essere sorpresa.Sono uscita infatti nuda e mentre con una mano mi coprivo la bernarda mi sono avvicinata come per sincerarmi di ciò che vedevo.Vanni mi ha chiesto scusa ma che non ha potuto rifiutare la educata richiesta di Romolo di possederlo visto che si erano piaciuti.Mi sono intromessa anch'io facendomi fottere da Vanni mentre veniva inculato dal portinaio facendo così come un trenino che sborrava da tutti i lati.Romolo mi ha preso alla pecorina ed ha detto che era la prima volta che sia una donna che un uomo riuscivano a farsi penetrare dal suo cazzo senza soffrire.Adesso è già qualche mese che c'incontriamo spesso a casa mia e ci prende indistintamente me o mio marito.Ma il mio sogno è sua moglie.Vanni gli ha detto che gli piacerebbe fottere Veronica ma Romolo , forse geloso,ha detto che senz'altro lei rifiuterà.Allora io gli ho proposto che proverò io stessa e se ci si riesce faremo un bel gruppo di lavoro che pari non ce n'è.Adesso sono stanca e vorrei stendermi vicino a mio marito per tocarlo,per farlo eccitare e farmi prendere perchè ho una voglia che mi divora.Se non lo fa peggio per lui;qua vicino c'è il commesso di un superette che pare faccia dei servizi a domicilio che finora ha lasciato parecchie casalinghe soddisfatte.Vedremo.Ciao
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20 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 17 ore fa -
l\'annuncio
Con al mia ex moglie l'intesa sessuale era sempre stata ottima e ci divertivamo a fantasticare dentro al letto come molti fanno.
Una sera torno a casa dal lavoro molto tardi e trovo mia moglie con la televisione accesa mentre assiste ad una pubblicità di un club priveè nei dintorni di Roma. Mi confessa subito che le piacerebbe moltissimo andarci anche solo per guardare gli altri; io gli rispondo a mezza bocca stanco morto da una giornata infernale. Intanto le fantasie dentro il letto continuavano ed una volta le dissi chiaramente che mi sarebbe piaciuto vederla alle prese con due cazzi insieme; a lei era piaciuta l'idea e me ne accorsi subito perchè la sua figa d'improvviso si allagò ancora di più.
Il giorno dopo a sua insaputa misi un annuncio su internet dove cercavo un bel ragazzo dotato; già nel pomeriggio la mia posta era piena di risposte con foto. Le stampai e la sera le feci vedere a mia moglie. Lei rimase sorpresa ma eccitata e forse per sfida mi disse di contattarne uno che aveva scelto. Il contatto fu rapido che due giorni dopo avevamo un appuntamento al fungo dell'Eur(chi è di Roma mi ha capito). Lei era molto nervosa nell'attesa. Si presenta un bel ragazzo, bella macchina, ben vestito insomma uno di quei fighetti che ce l'hanno solo loro.
Dopo un'ora eravamo in un motel della zona. Lui incomincia ad accarezzarla andando subito sul suo seno già eccitato per poi scendere sino alle cosce e tirarle su il vestito. Io partecipavo ma ero più attento alle reazioni di mia moglie visibilmente impacciata. Alla rischiesta di spogliarlo lei comincia a sbottonargli la camicia: gran bel fisico palestrato. Lei era sul letto e lui in piedi di fronte; arriva ai pantaloni e non appena aperti gli tira fuori il cazzo: più corto del mio ma molto più largo. Lo prende in mano ed una volta scappellato se lo infila in bocca fino ai coglioni inìziando a mugolare. Io intanto da dietro le passo il mio cazzo duro come non mai tra il culo e la figa già bagnata all' inverosimile. Anche io voglio essere spompinato ed una volta a tiro comincia a leccarci le cappelle e spompinarci a turno com una foga che non avevo mai visto. Voglio vederla scopata come una troia e suggerisco di farci una doppia subito. Lei monta sul quel palo con una cappella enorme ed io da dietro le lecco il buchino sperando in un'entrata facile. Ma appena infilo la cappella un urlo soffocato mi blocca: le fa troppo male e mi prega di non farlo. Allora infilo anch'io il cazzo nella sua figa già piena ma la restistenza è poca. La scopiamo come una vacca ed è la prima volta che la sento urlare dal piacere. In quel momento le chiedo se avrebbe gradito un terzo cazzo in bocca per farla stare zitta e lei mi risponde che si sarebba fatta scopare da tutta Roma. Lui ha veramente un gran cazzo e la sbatte con molta violenza mentre io da dietro le allargo lel chiappe dicendole le cose più oscene. Lei è sconvolta, ne vuole sempre di più, è sudata, la sua figa emana un odore inconfondibile. Ci riposiamo un attimo; ne approfitto per leccargliela e lei di tutta risposta sfila il preservativo al nostro ospite e ricomincia a spompinarlo. Allora la riprendo da dietro e le vengo sul culo non riuscendo più a trattenere la sborrata. Lei si gira e mi dice: "guarda che abbiamo appena incominciato!" Dopo due minuti ero di nuovo in tiro eccitato guardando quella troia scopare con un altro. Anche lei è esausta e si sdraia a pancia in giù sul letto chiedendo di essere massaggiata. Questo tipo sa fare anche i massaggi e si era portato pure l'olio apposta!!! Lui è seduto sulle sue gambe e le massaggia sapientemente la schiena con il suo cazzo mezzo moscio che le dondola sul culo.
Prendo le sue splendide chiappe e le allargo dicendo all'altro "scopatela così senza preservativo" lei cerca di opporsi ma non appena sentita quella cappella enorme nella fica inarca il bacino per farsi scopare fino alle ovaie. Farsi fare un bocchino da una donna scopata a pecorina è fantastico. Quel bastardo non viene mai! ha una restistenza ed un controllo mai visti. Si era fatto tardi ormai e per colpa di una baby sitter stronza, abbiamo dovuto accelerare i tempi.
Lei con uno sguardo da puttana lo fa sdraiare supino e prendedogli il cazzo in mano mi guarda dicendomi:"vediamo quanta ne esce" comincia a fargli una sega alternando spompinate sino alle tonsille per tenere bagnata la cappella. Finalmente la sborrata; un fiume di sborra che la inonda sulla faccia e sulle tette. Io speravo di vederla inghiottire tutto invece... Adesso tocca a me le dico, e con gran tranquillità mi prende il cazzo in bocca dicendomi: "tu sei mio marito, la tua la voglio in bocca" Sbocchina me e continua a toccare il cazzo dell'altro che non sembrava ammosciarsi mai. Una sborra bianchissima le riempie la bocca. Non inghiottendo me la fa colare sulla cappella sporcando dappertutto. Che casino!
Ci puliamo e ci rivestiamo come se niente fosse successo salutandoci come vecchi amici.
Tornando a casa e parlando dell'accaduto eravamo di nuovo eccitati e ci siamo fatti una sveltina nel garage di casa.
Che bei ricordi! adesso la mia attuale compagna di certi argomenti non ne vuole neanche sentirne parlare!
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20 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 17 ore fa -
LA MIA PRIMA VOLTA....
Avevo 19 anni e facevo l'amore col mio ragazzo....un ragazzo carino,normalissimo,dotato nella media...ma molto dolce e sensibile..amavo fare l'amore con lui...
Mi ero messa in testa di voler provare a farlo con il sederino..sai quelle fisse che prendono ad una ragazza giovane e discreta come ero io...quelle curiosità e quei desideri che la gioventù rendono ancora + forti.
Detto fatto alla fine mi decido...una sera...a casa sua,mentre i genitori erano in vacanza in montagna...Dopo averlo eccitato per bene con un dolce pompino mi metto nel letto a pancia sotto e lo invito a prendermi così...mi allargo il sederino e glielo porgo,rialzandomi leggermente per favorirlo nella penetrazione.Lui mi insaliva a lungo..mi lecca per bene dentro...con la punta della lingua mi apre delicatamente un pò..e mi ci mette della saliva...ero pronta...ed una voglia incredibile mi aveva preso...
Mi iniziò a montare...lo fece per bene...ma non fù quel delirio che credevo...Il suo coso mi fece appena appena male...ma non sentii quella possessione che ti fà girare la testa...quel godimento che ti scuote da capo a piedi...fù una cosa banale...piuttosto normale..per essere la mia prima volta nel sederino....
Da allora seguirono altre volte...ma la voglia...quella voglia intima...quella voglia di sentirmi davvero sfondare...di sentirmi dentro un bel cosone duro,largo e grosso non l'avevo ancora provata.
Arrivai così ad avere 22 anni.Un estate al mare conobbi un ragazzo di Ferrara.Era in vacanza con gli amici in campeggio.Bellino,simpatico,carino e divertente.Gli amici lo chiavano tregambe...ed in breve parlando e scherzando con una delle ragazze della loro comitiva venni a sapere il perchè di quel soprannome...
Dicevano che aveva un cosone davvero grosso...e da qui...da una partita di pallone e relativa doccia negli spogliatoi avevano scoperto il motivo di tale nomignolo.
Beh..da vera troia..e sopratutto per levarmi la voglia che mi portavo dietro da 3 anni e dalla 1a volta col mio ragazzo decisi che era giunto il momento di verificare se era davvero come lo descrivevano.
Una sera in disco ci feci conoscenza per bene.Si parlo,si bevve e ci si diede appuntamento per la sera dopo.
Mi misi un vestitino da sballo....mini nera,tacchi alti,peri nero,toppettino e reggiseno a balconcino...insomma ero davvero sexy.L'abbronzatura poi fece il resto...Entrai in disco e parecchi furono quelli che mi notarono...
Ci salutammo...una bevuta,due chiacchiere e poi con disinvoltura lo portai nella parte all'aperto.Lì dopo poco ce l'avevo addosso...baci,carezze...palpatine..era infoiato e voglioso.
Mi premeva con la pancia sulle cosce....sentii subito che era eccitato...aveva come un grosso rigonfiamento in mezzo alle gambe...me ne accorsi immediatamente...
Eccitatissimo mi disse di accompagnarlo in macchina...voleva prendere il cellulare per chiamare gli amici e sentire dove erano.Capii subito che era solo una scusa...ma feci finta di crederci...volevo vedere che idea aveva...io la mia già me l'ero fatta....si trattava solo di aspettare poco..era troppo eccitato per non volermi.
Arrivammo in macchina.Fece finta di cercare qualcosa nel cruscotto....mi chiese se potevo aiutarlo.Entrai anch'io.Appena messo piede in macchina chiuse lo sportello e mi saltò addosso....Baci,carezze...era impazzito di voglia...In un attimo mi slacciò il toppettino e mi fece uscire il seno...un secondo dopo avevo una mano sotto la mini,un altro secondo ed avevo le sue dita che mi frugavano la micina...
Non me lo feci ripetere due volte....mi diedi subito da fare....Mentre lo baciavo lingua a lingua con una mano gli cerco la cintura dei calzoni....un attimo e gliela allento...poi giù la lampo...i pantaloni sono alla caviglia...E poi una mano entra nello slip...Lo trovo subito....stupendo e gonfio da far paura....Aveva un cosone da brivido...un esemplare superbo...un cosone davvero enorme..duro,largo e gonfio da non credere....
Mi prende per i capelli ed in un attimo me lo ritrovo in bocca....inizio a spompinarlo...mi sembra di sognare,stavo facendo un pompino ad un ragazzo con un cosone meraviglioso...da fotografia per come era enorme!!
Scorrevo con le labbra su quel cosone meraviglioso...duro..grosso...mi dovevo allargare le labbra per farlo entrare nella mia bocca...Se avesse spinto la mia testa sarei soffocata per come ce l'aveva grosso...e lungo da morire!!Le palle erano dure...gonfie..proporzionate al suo cosone...Lo spompino con voglia...su e giù...lecco...succhio..la cappella mi riempie la bocca...mi sembrava impossibile di avere un affare del genere in bocca...Un cazzone da sogno...gli stavo facendo un lento.....dolcissimo pomp...mentre godevo come una pazza a sentirmi quel meraviglioso cosone in bocca...e lui godeva del mio modo di fargli il pompino...Eravamo eccitati tutti e due come dei pazzi...Andavo su e giù con le labbra...insalivandolo bene...in modo che mi scorresse tra le labbra delicatamente...me lo volevo godere quel cazzone stupendo..perciò lo facevo lento..lentissimo..il pomp..in modo che me lo godevo in bocca il + a lungo possibile....dio che sogno di cazzo che ha...ero fradicia nella fica e tr
emendamente troia nel fargli il pompino!!
Di lì a poco lo sento eccitato e sul punto di venire.Assolutamente no!!!...non era così che doveva andare.
Lo fermo,gli dico di rivestirsi...lì era troppo pericoloso,in mezzo alla strada non era il caso.Prendiamo la macchina e ci spostiamo.Mentre lui guida la mia mente da gran troia progettava il piano che mi avrebbe definitivamente fatto perdere la verginità del mio culetto.
Gli dico di fermarsi in un altro posto,un posto che io conoscevo bene...con cui andavo con il mio ultimo ragazzo.
Lì continuiamo ancora a far sesso....glielo ritiro fuori...un attimo e mi alzo la mini...mi sdraio tra i sedili...spalanco le cosce....il suo cosone punta dritto alla mia micina....sposto il perizoma...me lo appoggia...mi spalanco...e dopo pochi istanti inizia a entrarmi..duro..dentro la mia fica fradicia....Inizia a scoparmi...era stupendo..mi infila prima un pezzo...poi un altro..mio dio...ma quanto è lungo il suo cazzo??Non finisce mai di entrarmi nella fica!!Aveva un cosone da urlo...mi sentivo la micina piena...godevo da morire...Avevo un paletto nella micia...godevo da impazzire...ero fradicia....
Inizia a scoparmi con forza...colpi decisi...sento la mia micia che geme...godo forte...
va avanti...mi scopa davvero bene...colpi martellanti...entra ed esce...me la stà spaccando di brutto...sono un lago..bagnatissima...l'orgasmo è vicino.Ancora colpi...eccomi....vengooooo!!Inizio a baciarlo sulle labbra...con passione....dio come godo!!Lui si accorge che stò venendo..aumenta i colpi....ecco che dopo poco mi accorgo che stà per venire...lo fermo...lo faccio alzare,me lo porto vicino alle labbra ed inizio a fargli un pompino stupendo...ha le palle dure e gonfie...grosse..piene di sperma da scoppiare....vado su e giù a fatica..è talmente duro e grosso che non riesco a spompinarlo come vorrei....è talmente largo che mi riempie le labbra..e lungo da far paura...non riuscirei mai ad arrivare alla base facendogli un pomp...mi soffocherebbe per come ce l'ha lungo..mmhh..come godo a sentirmelo in bocca!!!!Comunque lo stò facendo morire...Ancora pochi colpi delle mie labbra..pochi affondi e viene...grossi spruzzi di sperma mi arrivano in gola...ingoio tutto e vado avanti...sent
o che stà svuotandomi le palle in gola....gode...geme...continuo il pompino per farlo godere per bene...godo anch'io nel sentirmi quegli schizzi caldi...salati...stupendi..che mi scivolano nel pancino.E poi dio...che cazzo che ha!!una cosa incredibile...è un vero cavallo...pregusto il godimento che avrò quando me lo sbatterà tutto nel mio culetto...mamma mia!!
Mi bacia.Ci rivestiamo...torniamo a casa...Nel tragitto mi immagino cosa farò con lui quando finalmente mi farò inculare...come godrò e come sarà quando mi metterà quel suo cosone meraviglioso nel culetto.....volevo che la cosa non fosse fatta così...in velocità e con poco spazio.Lo mando a letto sfinito.
Appuntamento il giorno dopo al mare.E così per altri 3 o 4 giorni...da vera troia lo faccio ricaricare per bene...voglio che si ritrovi le palle gonfie..che muoia dalla voglia di fottermi..e sopratutto voglio che sia davvero al max della sua voglia.....
Alla fine quando deciso che si è ben bene caricato...quando baciandolo dentro una cabina me lo sento addosso e gli tocco per bene le palle così che mi accorgo che le ha dure e grosse...gonfie di sperma...decido che è pronto per il gran giorno....è il momento che attendevo...mi sarei fatta inculare da quel cavallo come volevo io!!
Ci ritroviamo al mare...stiamo insieme tutto il giorno.Per la sera avevamo fissato in pizzeria e ci diamo appuntamento lì.
Io intanto mi ero comperata un tubetto di vaselina in farmacia...per quello che avevo in mente era la cosa giusta....
poi mi ero fatta prestare le chiavi di un monolocale da un amica che aveva l'agenzia immobiliare.L'avrebbe affittato la settimana dopo..e per una sera me lo prestava volentieri.
Insomma pizza..due chiacchere e poi gli dico:"amore vieni a prendere il caffè da me?Ho una casina tutta mia stasera...e sorridendo come una perfetta troia gli lascio capire cosa ho in mente...."
Lui annuisce...salutiamo tutti ed andiamo nel mono dove io avevo intenzione di finire la serata e la verginità vera del mio culetto....
Entriamo...lo appoggio al muro..gli slaccio i calzoni...mi inginocchio e comincio a fargli un gran pompino...pochi colpi delle mie labbra e ce l'ha duro e gonfio come un manico di una vanga...stupendo...venoso e duro...una meraviglia...le palle sono grosse...dure...gonfie...gliele lecco per sentire come stanno...sono perfette...piene da morire del suo sperma caldo...l'astinenza forzata che gli ho dato è servita eccome...è magnificamente eretto...duro...un vero portento...un cazzo da favola tutto per me...pregusto già la serata ed il godimento.....
Altri due colpi delle mie labbra ed è pronto....ha un cosone da brivido...tenendomene una parte in una mano lo prendo e lo conduco al letto...li mi spoglio...lui fà altrettanto.
poi prendo il tubetto di vaselina,e guardandolo negli occhi da vera troia inizio ad ungermi il buchetto...lui mi guarda come inebetito...la voglia gli ha preso il cervello...non vede l'ora di fare quello che io ho in mente di proporgli.Io avevo una voglia incredibile...il sangue mi batteva alle tempie...morivo letteralmente dalla voglia di essere montata da lui....non vedevo l'ora di essere inculata per bene...
Detto fatto ungo anche il suo cosone...mentre lo invaselino lo guardo...ha un cazzone da brivido...enorme..duro..lungo e largo come un manico di un ombrellone da mare..mio dio...credo che mi sfonderà per bene...ma è quello che voglio...non vedo l'ora di prenderlo duro..largo e dritto tutto nel culetto!!!
In pochi attimi mi sistemo... mi metto a pancia sotto...mi appoggio 2 cuscini sotto la pancia e sono pronta...Il culetto mi stava perfettamente in fuori..sporgeva molto bene...era l'invito che non avrebbe rifiutato...infatti in un attimo sento la sua cappella che mi si appoggia al buchetto.
Allora infilo una mano sotto,passandomela di fianco alle gambe e gli prendo il suo cosone..dio come duro e grosso..è largo cone un pugno chiuso quasi....dio che voglia che ho di mettermelo nel sederino....
Voglio essere io a guidarlo nell'incularmi....ecco perchè lo prendo con le dita...dicendogli:
"amore aspetta...faccio io...ti guido io...così facendo sentirò meno male..."
Lui mi risponde di sì...e si ferma.Prendo la cappella e me la appoggio...poi gli dico con voce rotta dalla voglia...:"dai amore...dammi colpettini leggeri..entra..spingi piano amore mio...fai piano piano..sii dolce..."
e lui con dolcezza inizia a dare piccoli colpi di bacino...mentre la sua cappella comincia ad infilarsi nel mio buchetto del sederino...sento il mio buchetto che si apre lentamente...la vaselina lo aiuta ad entrare senza forzare troppo...io intanto comincio a sentire un godimento stupendo che inizia a prendermi il cervello....mentre il buchetto del mio culetto si allarga...si allarga....si allarga sotto i colpetti....ed io inizio a sentre quello che si prova a essere sfondate nel culetto da un cazzone così....
lui và avanti...la sua grossa cappella è entrata...lo scalino della cappella mi fà richiudere un pò il buchetto....una serie di brividi mi mandano in estasi...Ha un cazzone largo...talmente largo che mi sento spaccare il buchetto....ma la voglia è troppo forte... comincio a godere da morire...lui anche...Presa dal piacere inizio a sculettare lentamente...invitandolo a continuare ad entrare...lui non se lo fà ripetere 2 volte...lentamente dà altri colpetti di reni...ed il suo stupendo cosone entra ancora un altro pò nel mio culetto...ne ho preso quasì la metà...mi sento il pancino piuttosto pieno...il culetto me lo sento piuttosto "aperto..."...ma godo...dio se godo!!!
lui và avanti..io ho levato la mano da dietro...sono sdraiata a braccia aperte sul letto...i 2 cuscini sotto la mia pancia mi hanno messo ben sporgente il sederino....lui mi è dietro e si stà dando da fare,continui colpetti mi stanno spaccando...la testa mi gira...godo da svenire....Muovo e roteo il bacino...uno sculettare lento...che lo eccita ancora di +...continua ad entrare...mi sento impazzire....mi sento la micina è zuppa...sono fradicia di piacere....godo...
inizia a baciarmi una guancia,si ferma un pò...smette di entrare in me....io mi giro con il collo e lo bacio...la mia lingua incontra la sua...inizia a baciarmi con amore...io faccio lo stesso...poi mi guarda...io gli sorrido e gli dico..."dai amore..continua...ti prego...entra ancora...godo da morire...inculami amore...inculami tutta..."
lui riprende....colpetti su colpetti..sento che mi dilata da morire...è un dolore sottile...forte...continuo...ma il godimento è talmente forte che il dolore svanisce...lasciando spazio ad un piacere infinito...mi sento piena...è quasi tutto in me....me lo sento fino in gola...ha un cosone fantastico...è tremendamente grosso e lungo...sono in estasi...godo da morire!!
continua con i colpetti...alla fine sento le sue grosse palle che mi si appoggiano al culetto...è tutto dentro....dio che sensazione....mi sembra di non avere + il culetto.....di essere tutt'uno con lui...sento dentro di me una cosa enorme che mi stà piantata nel pancino...mi sento piena da soffocare...l'ho preso tutto...è tutto dentro di me....ho preso nel culetto il suo grosso cazzone...è come avere un braccio nel culetto....è meraviglioso....dio come godooooo!!!!!
Estasiata continuo a sculettare piano..in modo dolce...mentre godo penso:"ahh...l'ho preso tutto...tutto...quel suo cosone enorme...sono piena di lui...ahhh..sììììì"...."
Lui si ferma...la vaselina ha permesso la penetrazione completa...ora può cominciare a fottermi...ad andare su e giù...non vedo l'ora di sentirmelo scorrere nel sederino...
Gli dico:"amore ora mi hai presa...si amore..me lo hai messo tutto sai??lo sento fino in gola...amore..."
E poi..."dai amore..ora fottimi...ti prego..ora inculami amore...muoviti dentro di me...spingi...spaccami tutta...fammi sentire come sei bravo...fammi sentire quel tuo meraviglioso cazzo da sogno...daiii....."
Inizia a muoversi...si inarca e riscende...colpi di reni..sento quel magnifico grosso cazzone che esce un pezzo e poi rientra....un urletto di dolore e piacere mi sfugge...:"ahhhh......sìììììììììì....godooooooo"....
La mia lingua esce dalle labbra...inizio a farla uscire e rientrare..poi me la metto all'insù...poi la muovo...il godimento mi fà fare di tutto...muovo la testa a destra e sinistra..ansimo..godo...dio se godooo!
continua...mi fotte con forza....colpi su colpi...il mio culetto si spacca sempre di +...inizio a godere in modo continuo....gemo..mugolo...mi sento piena da morire del suo cosone...il culetto mi si è rotto...ora fà come vuole...va su e giù senza sosta...sono sfondata...ormai mi ha allargata per bene ed entra ed esce con facilità dal mio sederino...sono rilassata...il muscolo del mio buchetto si è spaccato per bene...ora può fare come vuole...lentamente giro la testa...con uno sguardo tremendamente da troia gli dico:
"spaccarmi..sfondarmi..ormai sono tua...fammi sentire quel tuo cazzone meraviglioso dentro fino alle palle..forza!!"
e lui da vero padrone inizia a rompermi il culetto in modo divino!!
Le mie parole lo hanno eccitato come un toro...sente il mio culetto che si è sfondato bene.....sente che mi ha spaccata per bene...capisce che ora può andare come vuole....allora appoggia le mani al materasso..si tira su col busto,inizia così a darmi colpi tremendi...continui..martellanti....Il suo cosone entra ed esce fino alla cappella...poi riaffonda nel mio culetto...poi riesce quasi tutto...ogni volta molti cm del suo cosone scivolano dentro e fuori del mio culetto....mi sento spaccare in un modo meraviglioso...mi stà sverginando il culetto come volevo io...godo,gemo,non capisco + nulla....sono in un delirio di piacere...Avrò nel culetto almeno 25cm di cazzo...una cosa da delirio...mi sento quasi la sua cappella nello stomaco...mi sento piena.....piena di cazzo fin nella pancia...un senso di estrema troiaggine si fà strada in me...mi stò facendo inculare da un vero cavallo....Una serie di brividi mi danno un inizio di orgasmo...mentre penso che sono proprio una grandissima vacca
..una troia perfetta....
Poi lo incito...gli dico cose oscene...mi dò della troia...della puttana..della rotta in culo...gemo ancora..rantolo...mordo le lenzuola...allungo le mani e metto ancora di + il culetto in fuori...quasi per farlo entrare di +....godo...mi sembra di impazzire...
Poi inizio a parlargli..in un delirio erotico gli dico di tutto..... :
"ahh..amore..si....dai...fottimi...siiii..inculami...ahhh...dai amore....rompimi..."...ed ancora..."lo sai amore che mi stai rompendo il sederino??Lo sai vero??lo senti che mi hai sfondato con quel tuo maledetto cazzone...lo senti il mio culetto che si è sfondato....lo sai che ora ho il culo rotto...verooo??Amore lo sai che mi hai rotto il culo...lo sai..verooo???ahh....si....dai...ancora...+ forte...+ forte...amore.....dammi dei bei colpi...colpi forti..spaccamelo del tutto..voglio che mi rompi il culo di +.... amore...cosììì..sìììì...."
E lui eccitatissmo da queste parole continua...continua...colpi fortissimi...và avanti...poi spossato da quella serie di colpi si risdraia sopra di me...si ferma un attimo...io con lui...ho il culetto in fiamme...sono sfiancata...i suoi colpi di reni mi hanno aperta come una vacca...mi riposo prima del gran finale..quando mi schizzerà nel sederino sfondato il suo sperma...svuoterà le sue palle dure e gonfie nel mio pancino...non vedo l'ora...Sento il suo cazzone nel mio culetto...mi sento infilzata ma godo...Sono letteralmente impalata da quel grosso manico che mi stà duro tutto nel culetto...dio come mi sento piena...faccio fatica a sculettare...talmente è duro....largo e lungo nel mio sederino!!Sono ferma...pancia sotto...con 2 cuscini sotto la pancia ed il culetto sporgente....Ho un cazzone da sogno piantato nel sederino,mi sento aperta da morire....ho il mio ragazzo che mi stà inculando in modo stupendo...godo da svenire!
Ci baciamo con dolcezza...mi lecca il collo...la nuca...mi bacia una guancia.Io lentamente mi giro con la testa,lo bacio sulle labbra...poi con la lingua gli lecco il mento...gli sorrido...gli sussurro un "ti amo sai??" dolcissimo...
Lui mi risponde.."anch'io amore..."..poi mi lecca ancora le labbra...Lo faccio riposare ancora un pò...così mi fotterà + forte e con colpi + decisi....mi preparo al gran finale...con il suo cazzone piantato tutto dentro nel mio sederino mi sento come una vera troia...
Dopo qualche minuto gli dico..."dai amore...ti prego...vai avanti...vienimi dentro...fottimi ancora...dammi colpi fortissimi ora....e poi vieni...inondami il culetto del tuo seme..."ed ancora..."amore rompimi il culetto per bene...voglio che dopo che sei venuto mi lasci con il sederino sfondatissimo..da vera vacca.....capito??spaccami senza pietà....rompimelo tutto...ti prego amore...ti prego...sfondamelo!!!..."
Lui con lo sgurado eccitatissimo mi risponde..."si troia...ti rompo il culo come vuoi...sei proprio una vacca...e ti voglio sfondata nel culo come una vacca!!"....Poi riprende ad incularmi forte....altri colpi,con le mani aperte a braccia tese sul letto spinge con le reni a + non posso...lo sento tutto dentro...mi fotte senza fietà...godo da svenirci.......Preso dalal foga dell'orgasmo che gli monta dalle palle al cervello mi dà una serie pazzesca di colpi fortissimi...a schiantarmi il culetto...1,2,10 colpi di fila...è un delirio di colpi che mi lasciano senza fiato...è il preludio al suo orgasmo...Infatti lui continua ancora un pò..poi viene...con altri colpi forti e ripetuti mi spacca il culetto definitivamente....poi schizza...una serie di getti caldi e copiosi mi scivolano nel culetto..una sensazione di caldo mi entra nel pancino...godo da morire...Inizio a gemere...le spinte che mi dà mentre sborra sono pazzesche...sento le sue palle che sbattono sulla mia fica...colpo su colpo
mi sento sfondare...mentre lui sborra come un cavallo nel mio culetto....
Mi sfuggono una serie di gridolini...."ahhh...sii....ooohh....godooo...mmhh...siiii..." che lo mandano in estasi...mentre l'orgasmo mi assale lasciandomi senza fiato.
Stiamo così qualche minuto...lui riprende fiato...io sono distrutta...ho il culetto a pezzi e la testa che mi gira.Si stacca da me..esce dal mio sederino...sento una cosa lunga e scivolosa che mi esce dal buchetto che resta spalancato per un pò...poi lentamente sento che mi si richiude un pò...mentre lui và in bagno a lavarsi.
Esce...mi alzo...vado al bidet...sento il culetto molle...il buchetto è tremendamente molle,semiaperto....come se fossi andata al bagno ed avessi fatto una montagna di cacca...Qualche goccia mi scivola tra le cosce...sono talmente sfondata che non trattengo il suo sperma....Mi siedo sul bidet,passo le dita sul buchetto...è largo come un bicchiere ..mamma mia che culo mi ha fatto....ma come ho goduto!!!Il buchetto sfondato mi brucia...l'acqua fredda mi dà sollievo.Qualche goccia di sangue mi esce...ho perso la verginità...ora sono proprio una gran rotta nel culo...
Ritorno a letto...lui dormicchia a gambe aperte...vedo quel suo magnifico cosone...dio come grosso anche da moscio...penso a come doveva essere nel mio culetto quando era duro...penso a come mi sono fatta inculare da troia...penso a come mi ha rotto il sederino....penso sopratutto a come ho goduto... da vera troia...in un modo meraviglioso.Ora sono una rotta nel culo nel vero senso della parola...sorrido felice..era quello che volevo e non potevo trovare un esemplare migliore di cazzone che quello del mio ragazzo...un vero toro di nome e di fatto...Mi sdraio a letto...lo bacio...mi addormento pensando a come mi sono fatta rompere il sederino da vera troia....ed alle molte altre volte che mi farò inculare da lui...meravigliosamente.....
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13
20 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 17 ore fa -
io 22 lei 45
Quello che vi racconto è successo circa due anni fa. Io ragazzo 22enne attratto tantissimo dalle donne più grandi, frequento un circolo sportivo dove la segretaria è una donna non bella di faccio sui 45 anni ma con due tette da favola (settima), sposata con due figli di cui uno più o meno della mia età. Era una donna che ho sempre desiderato, e solo io so quante volte mi sono masturbato pensandola. Un giorno mi trovavo nella palestra e lei essendo sola mi viene a trovare. Si parla del più e del meno e dopo qualche battuta incomincio a fare degli apprezzamenti, vedo che lei mi sorride e non sembra infastidita da quelle che ormai sono vere e proprie dichiarazioni, ed ecco che dopo poco mi avvicino e cerco di baciarla. In un primo momento lei lascia fare ma come io cerco di inserire una mano nella camicetta per toccare quello splendore lei scappa. La cosa è andata avanti per alcune settimane, puntualmente quando andavo al centro cercavamo un bagno o una stanza libera e
lei si faceva baciare e leccare le tette per qualche minuto. La sentivo ansimare con grande piacere quando tenevo nella mia bocca prima la sua lingua e poi i suoi capezzoli. Un giorno passo sotto casa sua e mi autoinvito a prendere un caffè,erano le 10.30 di mattina circa e lei era sola, sarebbero rientrati tutti verso le 12.30. Io non apsettai il caffè e incominciai a toccargli le tette da dietro e baciarla sul collo. Dopo un breve momento di esitazione mi lascio fare fino a quando ci trovammo nudi sul letto, io incominciai a penetrarla, la sentivo ansimare pesantemente, la vedevo stringere i pugni e mordere le lenzuola, poi mi disse che potevo comodamente venirgli dentro, questa frase mi eccitò tantissimo, incomincia a tenere un ritmo frenetico, fino a quando lei esausta cadde a terra dicendomi che non aveva più ven'anni e non riusciva a starmi dietro, allora me lo prese in bocca e mi fece venire con una gran sborrata. Questa scena si è ripetuta ancora un paio di volte, adesso non sò nemmeno il perchè è un pò che non la vedo.....che peccato!!
15
3
20 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 17 ore fa -
PadronVale e la schiava a prestito
Dopo l'esperienza avuta al cinema Vale si rese conto che la sua schiava poteva diventare una fonte di quattrini, se ben utilizzata. E non vi sarebbe stato bisogno neppure di faticare, per la bella Padrona.
Così, in un giorno di fine settembre Vale organizzò una festa con alcune amiche selezionate, tutte cultrici o simpatizzanti della dominazione e tutte splendide giovani. Era stata invitata anche Silvia, naturalmente, la quale arrivò per prima e, nell'attesa di cominciare la festa, si trastullò un poco con la lingua di Alex.
Alle otto in punto arrivarono le altre tre inviate: erano Patrizia, capelli corvini e abbronzatura molto marcata, vestiva in minigonna e camicetta scollata, poi Erica, dai lunghi capelli lisci e mori e gli occhi azzurri, ed infine Marta, altissima, biondissima e dalla carnagione di neve.
Erica calzava mocassini a tacco basso, Marta delle infradito e solo Patrizia portava scarpe col tacco alto.
-"Benvenute!"- Vale le accolse e le fece accomodare sul divano.
-"Ciao, Vale .il tuo invito ci ha incuriosite. Insomma, 50 euro per trascorrere una serata da principesse. Come sarebbe? Cos'è questa storia della serva?"- chiese Erica.
Silvia era sdraiata sul divano, le gambe distese sul bracciolo ed i piedini in bella mostra. Alex era in ginocchio di fronte a lei e le stava leccando le piante con vigore ed ardore.
-"Ma.Silvia!"- esclamarono le tre ragazze -"E' lei la.."- s'interruppero.
-"Schiava, stavi per dire?"- chiese Vale -"Si, è proprio quella la serva che vi avevo promesso. E' la vostra leccapiedi, la vostra cavallina, nonché un comodo orinatoio. Fa tutto ciò che volete"-
Patrizia, ripresasi dalla sorpresa per prima, si fece avanti. Osservò bene la traccia leggermente bagnata che la lingua di Alex lasciava man mano che si spostava sulla delicata pelle del collo del piede di Silvia.
-"E' reale! Questa qui sta leccando effettivamente i piedi di Silvia! Non fa solo finta!"- esclamò la ragazza rivolgendosi alle compagne.
Vale e Silvia scoppiarono a ridere.
-"Schiava, la mia amica Patrizia ha le scarpe polverose, puliscigliele!"- ordinò la Padrona. Alex si allontanò dalle estremità di Silvia e si inginocchiò davanti alla ragazza dai bellissimi capelli neri come la notte. Patrizia la guardava eccitata ed incuriosita dall'alto. Alex si chinò sulla sua scarpa destra e cominciò a baciarne la punta; rapita dall'eleganza di questa nuova, bellissima dominatrice, leccò con passione il piede inguainato nella bellissima calzatura. Lucidò ben bene la scollatura ed il margine della suola, poi risalì lungo il dorso del piede, che era senza calze, fino ad arrivare alla sottile caviglia color dell'ambra. La pelle di Patrizia era liscia quasi come quella di PadronVale e senz'altro più morbida di quella di Silvia. Alex non avrebbe mai pensato che potesse esservi qualcuno a questo mondo dotata di tale magnificenza da poter quasi rivaleggiare con la Padrona. Quasi, ovviamente, perché in sostanza anche Patrizia non poteva che rappresentare un riflesso di q
uello che era la Dea.
Pian piano la nuova dominatrice cominciò a superare l'iniziale imbarazzo e perplessità. Notò un poco di polvere sul tallone e mosse la caviglia in modo da metterla sotto al naso della schiava. Alex si precipitò a togliere il pulviscolo con la lingua. Pulì poi tutta la scarpa, alzandola leggermente con le dita delle mani quel tanto che bastava per poter leccare anche il tacco ma da non scomodare la bella signorina.
Patrizia gradì il gesto, avere una schiava era stato un suo desiderio fin dalle medie e quella che la stava ora servendo era proprio devota e capace. Era un piacere averla ai propri piedi.
Dal suo canto Alex non provava alcun disgusto ad essere trattata in modo tanto meschino.
-"Come sei fortunata, Vale!"- esclamò Patrizia.
-"Mmmsì, insomma! Oggi è in vena!"- rispose Vale -"ma tante volte mi ha fatta proprio dannare! E ogni volta che sgarra sono costretta a punirla! Sapete, non lo faccio volentieri, ma le cagne devono essere addestrate!"-
Intanto Alex aveva terminato di pulire la scarpa di Patrizia che, ancora in piedi al centro della stanza, guardava dall'alto la schiava dominandola in altezza e magnificenza.
-"Cagna, lecca immediatamente anche l'altra scarpa"- disse con prepotenza la dominatrice dai capelli neri. Alex chinò nuovamente il capo e Vale le posò il piede sulla nuca e le schiacciò il viso sull'altra scarpa di Patrizia.
-"Da oggi in poi sarai anche l'umile schiava delle mie amiche! Il tuo unico scopo sarà quello di servirci ed onorarci! Ti useremo come animale domestico e bestia da fatica, non avrai alcun diritto, dovrai chiamarci Padrone e non disobbedirci o contrariarci mai, mi sono spiegata?"- disse PadronVale.
-"Si Padrona"-
-"Lecca i piedi e le scarpe di tutte le mie amiche, ora!"-
Erica, Marta e Patrizia si sedettero sul divano. Alex ovviamente a quattro zampe le seguì e si inginocchiò al loro cospetto. Ricominciò a baciare le nobili estremità di Patrizia, che fra le tre era quella con i piedi più belli, ma Vale le ordinò di passare a Marta.
La schiava tolse le infradito alla ragazza e pose le proprie mani sotto ai suoi piedi. Prese a leccare con amore. Le gambe di Marta erano lisce come seta e profumate ma per via del fatto che i sandali lasciavano scoperto quasi tutto il piede vi era molta polvere sulla punta, la pianta ed il tallone.
Comunque Alex rimosse tutto e pulì con cura, come se si trattasse dei piedini della Padrona.
Poi toccò ad Erica, che risultò, fra le tre, la dominatrice più difficile da accontentare, perché durante tutta l'operazione di leccaggio dei suoi preziosi mocassini continuò a ridere e a muovere i piedi, a volte sottraendo le calzature alla bocca di Alex, altre volte colpendola sulle labbra con la punta.
Mentre la schiava terminava di tergere la suola delle scarpe della nuova padrona le altre cominciarono a chiedere spiegazioni a PadronVale sulla sottomessa.
-"Dove diavolo l'hai trovata?"- chiese Patrizia, che fra tutte era la più entusiasta, dopo Silvia.
-"Su Internet! Aveva messo lei l'inserzione. Voleva una dominatrice che la sapesse prendere, che la sapesse sottomettere"-
-"Quindi lei ha cercato te!"-
-"Esatto, ma non credo osasse sperare di trovare una Padrona come me!"-
-"Sei cattiva, eh?"-
-"Cattiva io?"-
-"Direi!"- esclamò Marta -"La usi come leccapiedi, leccascarpe, la calpesti.addirittura hai detto di averla adoperata come cesso, anche se a questo francamente credo poco, ed in più le fai fare tutti i lavori di fatica che spetterebbero a te!"-
-"Aggiungi pure che la fa prostituire per soldi, che la concede alle sue amiche per cinquanta euro a sera!"- intervenne Silvia, sfregando le piante dei piedi sulla testa della schiava, molto presa dal dover leccare le scarpe di Erica.
-"Ma come fai a farti obbedire da questa tizia?"- chiese proprio Erica, indicando in basso, ai suoi piedi. Alex le aveva appena tolto i mocassini ed ora stava iniziando a succhiarle gli alluci.
-"Te l'ho detto. E' lei che mi ha cercata!"- rispose Vale.
-"Si, va bene. Forse all'inizio. Forse cercava un'altra ragazza con i suoi stessi interessi, con la quale divertirsi un poco. Ma sono sicura che se le avessero detto che la sua futura Padrona le avrebbe pisciato in bocca lei si sarebbe tirata indietro. Come la costringi ad obbedirti?"- chiese Patrizia.
-"La ricatti?"- chiese Marta.
Vale rise. Si alzò in piedi, andò in cucina e prese una bottiglia di vetro dal frigo. Ne versò il contenuto nel lavabo del lavandino e tornata in sala lasciò cadere la bottiglia sul pavimento. Cocci di vetro si sparsero un po' dappertutto sotto gli occhi perplessi delle quattro invitate.
Con il piede Vale raccolse qualche frammento dei più grandi e ne fece un cumulo ad un metro di distanza davanti al divano, di fianco alla schiava ancora a quattro zampe.
-"Come la controllo, avete chiesto? Ora vi faccio vedere! Sguattera, a me!"- ordinò la Padrona. Alex si voltò verso di lei e senza attendere si chinò ai piedi della Dea iniziando a baciare le sue estremità. Vale calzava dei sandali neri col tacco. Tirò un sonoro calcione nel viso di Alex e la allontanò.
-"In ginocchio ti ho detto e busto eretto!"- tuonò.
La schiava obbedì.
Non appena fu in posizione Vale guardò le amiche con un occhiata furba e poi lanciò un violento calcio nella gola della serva. La punta del sandalo si conficcò nella pelle di Alex al di sotto del mento, lasciandola senza fiato. La sguattera cadde sul pavimento dolorante e soffocata, contorcendosi dalle fitte di dolore.
I suoi movimenti la fecero strisciare verso il cumulo dei cocci e senza accorgersene vi posò sopra un braccio, all'altezza del gomito ed i vetri la punsero. Fece per tirarsi indietro ma prima che potesse farlo la Padrona le calò sull'arto il suo divino piede sinistro, facendo in modo che il gomito rimanesse sopra i cocci, poi con un saltello Vale salì con tutto il suo peso sul braccio. Alex urlò, sentì le zanne di vetro che le penetravano nella carne, mordendogli ogni terminazione nervosa ed infine percepì il proprio sangue che stillava pigramente dalle piccole ma dolorose ferite.
Le quattro invitate erano rimaste senza parole; allora la Padrona iniziò a roteare i piedini sul braccio di Alex in modo da accentuare la propria pressione.
-"Così le fai male!"- disse Marta.
-"Basta! Scendi!"- intervenne Erica. Ma la Padrona non scese.
-"Mi avevate chiesto perché la schiava mi obbedisce e ve lo voglio mostrare!"- disse e continuò a torturare Alex. Lentamente anche le ragazze, da contrarie che erano, si fecero ammaliare dall'assurda ma coinvolgente situazione. Il solo carisma della Padrona le aveva ipnotizzate, rendendo impossibile per loro distogliere gli occhi dalla grazia dei suoi piedi, dall'armonia delle sue splendide gambe.
-"Dai, bravissima Vale!"- disse Silvia.
-"Sei fantastica"- ammise Marta.
Vale attese che la sofferenza di Alex raggiungesse il culmine, poi si mise in equilibrio su un piede solo esattamente sul gomito della serva e spinse l'altro proprio di fronte alla faccia della schiava.
Le labbra di Alex dal dolore erano contratte in un ghigno terribile, che scopriva i denti serrati in un morso strettissimo. Ogni volta che un movimento di Vale le causava una fitta più feroce delle altre Alex spalancava la bocca urlando, per poi richiuderla di scatto stringendo i denti. Vale pose il piedino davanti ai denti della schiava e per farle aprire la bocca si appoggiò su di un solo tacco sopra al gomito della sottomessa. Alex sentì un fulmine di agonia attraversarle il braccio raggiungendole il cervello. Urlò e Vale ne approfittò per infilare il piedino fra e fauci della serva.
-"Sei pazza?!"- strillò Erica
-"Togli subito quel piede o la schiava te lo morderà!" disse Patrizia.
Ma Vale non diede ascolto alla amiche. Quando la bocca di Alex tornò a chiudersi i denti non si serrarono. Il tocco delle labbra della schiava fu lieve e dolce. Un bacio sull'alluce del piedino della Padrona, una leccata fra le dita.
-"Visto?"- chiese Vale sorridente. Scese dal braccio della serva e tornò a sedersi con le amiche, sul divano -"Non vi è ricatto, né costrizione. Una sola ragione può giustificare la devozione che la serva nutre per me!"-
Una parola mormorata sfuggì ad Erica -"Amore."-
-"Esatto. E' proprio così. La leccapiedi mi ama. Ed ora, Silvia, Patrizia.sollevatela e portatemela davanti"- disse la Dea.
Vale si appoggiò col fondoschiena al bordo del tavolo di legno al centro della sala, le due compagne presero Alex per le ascelle e la trascinarono davanti alla Padrona. La schiava era distrutta dal dolore e dalla fatica. Il suo braccio destro era intorpidito e la sua vista annebbiata. Silvia le legò un panno attorno alla ferita ma di sangue ne sgorgava poco.
-"Marta, Erica, venitemi accanto"- disse la Padrona -"Tu alla mia destra e tu alla mia sinistra"-
Le amiche le si fecero vicine. Erica sulla sinistra e Marta sulla destra. Vale mise le braccia sopra le spalle delle due per tare più comoda ed avere un equilibrio migliore.
-"Ora, stronza, abbassami i pantaloncini e gli slip!"-
Alex, ancora con gli occhi lacrimanti per il dolore, addentò l'elastico dei pantaloncini e lo abbassò fino alle ginocchia della Sovrana, fece lo stesso con gli slip e rimase infine in attesa di altri ordini da parte della Dea.
Il sesso della Padrona era proprio davanti al suo viso.
Vale piegò le gambe, lo stesso fecero le amiche ai suoi lati.
-"Sdraiate questa merda"- ordinò a Patrizia e Silvia -"Con la faccia rivolta verso l'alto"-
-"Vuoi usarla per godere?"- chiese Silvia mentre eseguiva la richiesta della Padrona.
-"No. Avete detto che non credete che sia possibile usare questa larva come un cesso. Voglio dimostrarvi il contrario!"-
La testa di Alex era proprio sotto al sedere di Vale, la Padrona avvertiva il contatto del naso della schiava sulla sua rosa sacra.
Rilassò la vescica ed un fiotto caldo d'urina centrò in pieno la bocca di Alex. La serva lasciò che la Signora le facesse scorrere tutta la sua divina pipì fin in gola, sentì il prezioso liquido scendere lungo l'esofago e l'ultimo sorso cercò di trattenerlo il più possibile sul palato, al fine di mantenerne il sapore intatto sulla lingua.
-"Ora lecca, fammi il bidè!"- ordinò con cattiveria la Padrona.
Alex deglutì anche l'ultimo sorso di pipì, poi tirò fuori la lingua e leccò a fondo il sesso della Dea finché esso non fu di nuovo pulito e profumato.
Vale si alzò, si rimise slip e pantaloncini. La serata era giunta alla conclusione ed i genitori della Padrona erano prossimi a tornare.
-"Sei incredibile!"- disse Silvia.
-"Straordinario!"- esclamò Marta.
-"Possiamo tornare uno di questi giorni?"- chiese Erica.
Vale annuì.
-"E la prossima volta potremo usarla anche noi come cesso?"- chiese ancora Erica.
-"Certo!"- rispose sorridente la Padrona, guardando la schiava riversa ai suoi piedi, dolorante e disfatta -"Come vi ho detto lei è anche la vostra schiava!"-
-"Benissimo!"- esclamò Patrizia.
-"Certo, per voi è una serva a pagamento e pisciarle in bocca.bè, vi costerà un po' di più!"-
-"Non importa. Per usarla come gabinetto nel modo in cui l'hai fatto tu sono disposta a darti anche il doppio!"-
Le altre annuirono.
-"Allora a presto, care ragazze!"- disse Vale -"La prossima volta ci divertiremo ancor di più, ora che sapete com'è e cosa può fare la mia schiava.!"-
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20 anni fa
admin, 75
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PadronVale ed il marchio
La Padrona era stanca e restò a casa a guardare la televisione. Quella sera veniva trasmesso un interessante programma su una rete locale, ma ad un ora piuttosto tarda.
Vale si accomodò sul divano, accavallò le belle gambe e si mise comoda, telecomando a portata di mano. Era inverno ma in casa era abbastanza caldo e la Padrona indossava una maglietta a mezze maniche di cotone ed un paio di pantaloncini corti. Si tolse le scarpe da ginnastica e si fece sfilare i calzini dalla bocca della schiava, poi legò gli stessi attorno alla faccia della serva per farglieli odorare durante la visione del programma. Alex ringraziò la Dea per il trattamento e per l'onore concessole nel leccarle i piedini sudati. Quando le estremità della Padrona furono ben lustre Vale si accese una sigaretta e fece alzare la serva in modo che la testa di Alex fosse all'altezza del suo petto, di fianco alla poltrona. Le soffiò una boccata di fumo in faccia, facendoglielo respirare ed ingoiare, poi accomodò le gambe su di uno sgabello imbottito.
-"Stasera non sari tu a farmi da sgabello, scema"- disse Vale -"Vedi? Ho questo che mi fa da poggiapiedi. Stasera mi servirai da posacenere"-
-"Si, Padrona"-
-"Dunque apri la bocca"-
Alex obbedì.
-"Guarda verso l'alto"- ordinò la Dea.
La serva si pose con gli occhi rivolti al soffitto. La sua bocca era spalancata. Sospesa sopra di se vide la mano che stringeva la sigaretta fra le dita. All'estremità accesa della cicca un cilindretto di cenere e tabacco bruciato pendeva pericolosamente verso il basso, minacciando di staccarsi da un momento all'altro.
-"Ingoia"- disse Vale. Diede un colpetto con l'unghia dell'indice sul dorso della sigaretta e la cenere cadde nella bocca di Alex, andando ad impastarsi sulla lingua.
Alex indietreggiò di qualche centimetro, disgustata.
-"Che fai, cagna?"- sbottò la Padrona.
-"Perdono, Padrona"-
-"Ti fa schifo?"-
-"Un po' si, Padrona"-
-"Troia! Tu sei il mio posacenere! Ingoia e zitta! Ora torna qui e rimettiti come stavi prima"-
Alex si rimise in posizione.
-"Guai a te se ti muovi ancora"-
-"Si.si, Padrona, mi scusi Padrona"-
Vale si rimise a guardare la televisione. Il programma ebbe inizio e per altre due volte la cenere cadde sulla lingua della schiava.
L'ultima volta precipitò proprio sulla sua lingua bruciandola anche un po'. Ma la cenere non era tutto sommato calda, era soprattutto il sapore del tabacco bruciato a disgustarla. Esso aveva coperto del tutto il delicato sapore della pelle dei piedi della Padrona che la serva aveva avuto l'onore di leccare fino a pochi minuti prima.
-"Povera schiava"- disse sarcasticamente Vale, osservando le smorfie di disgusto di Alex -"Ti fa schifo?"-
-"Bè.no, Padrona"-
-"Sii sincera"-
-"Un pochino, Padrona"-
-"Ah, bene. Allora ti aiuto a deglutire. Apri bocca e guarda in alto"-
Alex obbedì. Vale fece cadere altra cenere fra le sue labbra ma prima che la serva potesse chiudere la bocca si chinò su di essa e le sputò sulla lingua.
Era un fiotto di saliva abbastanza corposo.
-"Così la cenere scorrerà meglio"-
-"Si, grazie Padrona"-
Non è che quest'ultimo gesto non la umiliasse, ma il sapore della saliva della Dea era senz'altro più gradevole di quello della cenere.
-"Ora però zitta e fammi vedere 'sto programma"- ordinò Vale.
Durante i successivi dieci minuti terminò di fumare la sua sigaretta. Gettò la cenere nella bocca di Alex altre tre volte, non dimenticandosi di sputarle in gola ogni volta.
Da ultimo, quando la sigaretta fu quasi completamente consumata, la Padrona spense il mozzicone sulla guancia di Alex e lo gettò nella sua bocca.
-"Ingoia"- ordinò.
La schiava gemette di dolore, la bruciatura sulla guancia le provocò fitte di dolore intenso ed il mozzicone era grosso da ingollare. Lo masticò un poco, rompendo l'involucro di carta e frammentando il filtro in bocconi più facilmente deglutibili.
-"Allora, hai fatto?"-
-"Si.gulp.Padrona"-
-"Ed era buono?"-
-"Si Padrona"-
-"Ringraziami, allora"-
-"Grazie Padrona"-
-"Apri la bocca"-
Alex obbedì e Vale le sputò in gola.
-"Ingoia"-
-"Fatto Padrona"-
-"Ora stenditi davanti a me. Se non mi servi più come posacenere mi sarai utile come poggiapiedi. Ti piace farmi da poggiapiedi, eh? Non ti biasimo. Ho dei piedini perfetti"-
Allungò le sue lunghe gambe mentre Alex si metteva a quattro zampe di fronte alla poltrona, dopo aver spostato lo sgabello imbottito.
Vale rimase così comodamente seduta con la schiava ai suoi piedi fino all'intervallo pubblicitario. Quando vi fu l'interruzione Vale tolse le gambe dalla nuca della serva.
-"Vammi a prendere un'aranciata"-
-"Si, Padrona"-
Alex tornò di volata con la bibita in mano. Vale stappò la bottiglietta, poi prese i suoi calzini (la serva li aveva ancora legati attorno al viso) ne fece un bolo e glieli piazzò in bocca.
-"Così ti pulisci la lingua"- disse.
La schiava si rimise a quattro zampe come sgabello ed il programma riprese. Quando la Padrona spense finalmente la televisione si alzò, andò in camera, prese un anello di metallo e lo appoggiò sulla brace del caminetto in cucina. Lì lo lasciò mentre tornava in sala dalla schiava, ancora accucciata accanto alla poltrona.
-"Ora portami un poco in giro"- ordinò Vale.
Si sedette sulla testa della serva, la fece alzare in piedi e la fece correre un po' per la casa. Le sue belle cosce stritolarono il collo della sguattera ed i suoi bellissimi talloni spronarono Alex a procedere più velocemente colpendone ripetutamente il ventre ed i fianchi. La prese per i capelli ed usò questi ultimi come redini di cavallo per farle cambiare direzione di marcia e velocità.
-"Trotta, trotta cavallina"- rise la Padrona.
-"Ora in ginocchio, voglio essere trasportata a quattro zampe"- disse, dopo qualche minuto.
Alex si abbassò. Vale si sedette sulla sua schiena e la schiaffeggiò per farla muovere tirandole contemporaneamente i capelli.
-"Andiamo in cucina"- disse -"Voglio controllare che sia pronta una cosa"-
La schiava gattonò con la Padrona sulle spalle fin in cucina. La Dea la fece procedere fino al caminetto. L'anello era ancora immerso nella brace e la superficie a contatto con la legna rovente luccicava di rosso opaco.
La Padrona lo prese per un lato con le tenaglie e lo sollevò. Alex nel frattempo non si era resa conto di ciò che la sua Dominatrice stesse combinando. All'improvviso avvertì un dolore lancinante dietro al collo, sulla nuca. Fu come se mille aghi le venissero inseriti nella carne tutti assieme. Le sue braccia e le sue gambe tremarono. Gemette.
-"Stai ferma, stronza!"- urlò Vale -"Vuoi farmi cadere?"-
Ma il dolore provato faceva pulsare il sangue nelle tempie della serva così forte che le parole della Padrona caddero nel vuoto. Vale premette ancora più forte la superficie dell'anello sulla pelle della miserabile e quella urlò, barcollò e cadde.
La Padrona si alzò un attimo prima di cadere, scendendo con i piedi sul pavimento. Vide la schiava inerme e quasi incosciente stesa sotto di se, fra le sue gambe e le saltò sulla schiena con tutt'e due i piedi. Alex non gemette neppure. Alla base del collo figurava un rombo rosso scarlatto di pelle viva grande quanto un'unghia.
-"Ecco fatto. Marchiata come la vacca che sei!"- disse Vale entusiasta -"Ora mi appartieni proprio. L'idea mi è venuta quando ti ho spento la sigaretta in faccia, poco fa. Ma quel mozzicone non era sufficiente a lasciarti un segno permanente. Quello che ti ho fatto ora è meglio di un tatuaggio, peccato non averne avuto uno con le mie iniziali. Forse me lo procurerò e ti marchierò un'altra volta"-
La serva era prossima a perdere conoscenza e non rispose. Vale scese dalla sua schiena e raffreddò l'anello sotto il flusso d'acqua del lavandino e lo ripose in tasca. Posò le tenaglie sul caminetto ed oltrepassò il corpo ancora sdraiato e fermo della serva camminandoci sopra, prima sulla testa, poi sulla schiena e sulle gambe.
-"Vado a letto, baldracca. Quando i sarai ripresa un po' raggiungimi. Dormirai come sempre ai piedi del mio letto e domani mi sveglierai succhiandomi gli alluci"-
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20 anni fa
admin, 75
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PadronVale e la schiava ammalata
Quando Vale si svegliò, quella mattina, il Sole era già alto e la sua stanza silenziosa. Ancora assopita la ragazza guardò il quadrante della sveglia. Le lancette indicavano le 9:30.
Vale balzò a sedere sul letto.
-"Le nove e mezza?!"- urlò -"Sarei dovuta essere già al colloquio a quest'ora!"-
Le sue grida furenti svegliarono Alex, che era sdraiata sullo scendiletto proprio a fianco del tiepido giaciglio della Dominatrice. La schiava aprì gli occhi e si trascinò sulle quattro zampe, ciondolando.
-"Cagna! Avevi l'ordine di svegliarmi! Non ti ricordi che stamani avevo un appuntamento importante?"-
-"Mi.. mi dispiace, Padrona.davvero, è che stamattina non mi sono svegliata in tempo, mi sento poco bene.credo di avere la febbre."-
Padrona Vale tirò via le lenzuola con uno strattone. Aveva indosso solo gli slip ed una canottiera di cotone. Discese il letto solo con le gambe e, sempre restando seduta sul materasso, fece piombare i suoi piedi sulla schiena della schiava incapace, schiacciandola sul tappeto come un verme.
-"Non ti senti bene? Non ti senti bene?!"- urlò furente -"Che cosa vuoi che mi importi di come ti senti? Tu hai il sacro dovere di preparare il mio risveglio tutte le mattine leccandomi i piedi all'ora in cui io voglio essere svegliata! E' chiaro?"-
-"Si, Padrona"-
Vale calcò ancor più forte i piedi sulla testa della schiava.
-"Stronza! Inutile cagna!"- S'alzò in piedi sempre con la serva sotto di sé, le diede un altro paio di calci e solo allora sembro ritrovare un poco di tranquillità.
-"Ora datti da fare e aiutami a vestirmi"-
-"Si Padrona"- uggiolò la serva ancora dolorante. Vale si vestì elegantemente, come una principessa e si preparò ad uscire.
Prima però prese la serva per i capelli e le disse -"Tu invece spogliati"-
Alex obbedì. In casa faceva abbastanza caldo, perché il riscaldamento era attivato ed i termosifoni funzionavano a regime. La serva rimase solo con le mutandine ed una maglietta fine di cotone. Tremava per il freddo e per la febbre che stava inesorabilmente salendo. Un sapore orribile le pervadeva la gola, la testa le girava vorticosamente.
-"Mentre io sono via, e starò fuori per tutto il giorno"- disse a Padrona -"tu resterai per punizione sulla terrazza, seminuda come sei"-
-"Ma, Signora.fuori sono solo dieci gradi! Si gela!"- supplicò la schiava -"Temo di avere l'influenza."-
-"Ah ah"- rise Vale -"Vedrai che una giornata all'aria aperta avrà un effetto taumaturgico sulla tua salute. E magari ti aiuterà a temprare lo spirito, così imparerai ad essere obbediente!"-
Afferrò la chioma già scarmigliata di Alex e la trascinò sul terrazzo. Fuori faceva effettivamente freddo. La schiava, non appena si trovò oltre la porta a vetri del balcone si sentì mordere dal gelo e s'irrigidì. Si gettò ai piedi della Padroncina, abbracciandole le caviglie e baciandole la punta delle lucide scarpe nere col tacco alto. Intanto supplicava la giovane Dea di non lasciarla fuori. Vale stette qualche secondo a godersi la disperazione della sua cagna poi si annoiò e la allontanò assestandole un calcio in pieno volto.
-"Ci vediamo, vacchetta"- disse con disprezzo e se ne andò chiudendo a chiave Alex fuori sul balcone.
La schiava rimase in effetti al freddo fino a sera, quando la Padrona tornò a prenderla. Tremava accoccolata in un angolo del terrazzo, riparandosi alla meglio fra le mura ed alcuni vasi di fiori. Durante il giorno la sua influenza era peggiorata molto ed ora la febbre aveva superato i trentanove gradi.
Incurante di ciò Padrona Vale le ordinò di recarsi alla scarpiera e di lucidarle per bene le scarpe indossate durante la giornata ed altre paia che aveva tirato fuori appena tornata a casa e fra le quali avrebbe scelto quelle da indossare il giorno dopo.
-"Prima però c'è un'altra cosa che devi fare per me"- disse Vale, che a stento riusciva a trattenere il riso -"Il prelavaggio ai miei calzini!"-
Si tolse le calze sudate, le arrotolò facendone un bolo e le infilò nella bocca della schiava. Alex passivamente accolse i calzini succhiandone il sudore, ingoiando le particelle di sporco che dal tessuto si liberavano sulla sua lingua e nel suo palato. Non dimostrò schifo, però, nel subire questa ennesima mortificazione, al contrario. Il risolino di derisione che vedeva sulle labbra della Padrona era la migliore dimostrazione del fatto che gran parte della rabbia per la mancata sveglia quella mattina era sbollita.
Alex si muoveva come uno zombie, procedendo nella sua umile posizione canina e subendo le frasi di scherno della Padrona, quella sera più pungenti che mai. Mentre Vale cenava in sala da pranzo, la schiava si dedicò alla lucidatura delle scarpe. La eseguì come la sua Dominatrice le aveva insegnato, prima una pulizia sommaria con la lingua (per farlo si dovette prima togliere i calzini di bocca) compresa suola e tacco, poi un passaggio con uno straccio pulito per rimuovere le tracce di saliva ed infine il lucido.
Quella sera PadronVale era stanca. Aveva camminato molto durante il pomeriggio, come testimoniavano i piedini sudati, così dopo aver cenato si distese sul divano per rilassarsi un poco guardando la TV. La serva le leccò le estremità a lungo, tenendo le piante sopra il dorso delle proprie mani, in modo da non farle toccare il freddo pavimento. Quando la Padrona si fu scocciata dei soliti programmi televisivi banali e monotoni decise d'andare a coricarsi.
-"Seguimi, troia"- disse e salì con tutto il suo peso sulle mani di Alex. Si infilò le ciabattine e si diresse verso la camera, seguita dalla schiava che a causa della malattia procedeva più lentamente del solito.
-"Stamani non mi hai svegliata"- disse Vale -"certo io ti ho lasciata tutto il giorno fuori al freddo e questo forse ti sembrerà una punizione sufficiente per fare ammenda della tua grave mancanza, tuttavia non mi ritengo ancora del tutto soddisfatta"-
Vale era seduta sul letto e la serva le stava davanti in ginocchio. La fronte le toccava quasi terra a pochi centimetri dai piedini della Dominatrice.
-"Devi capire che io sono tutto e tu sei nulla. Cento anni della tua sofferenza non potranno mai ripagare una colpa come quella di cui ti sei macchiata"-
Alex non rispose. Vale alzò una gamba e pigiò il tacco della ciabatta contro il collo della serva. Ruotò il piede per farle più male.
-"Lo capisci questo?"- chiese -"Rispondi"-
-"Si Padrona"-
-"Allora capirai che quanto ho fatto quest'oggi non è per farti del male o punirti, ma solo per insegnarti, affinché tu possa diventare al più presto una schiava devota e capace quale quella che la mia persona merita. Non sei d'accordo?"-
-"Si Padrona"-
-"Ebbene?"-
Alex esitò -"Grazie Padrona, per avere cercato di insegnare come diventare una buona schiava ad una incapace quale io sono"-
Vale sorrise divertita. I ruoli si erano invertiti, quanto più lei si mostrasse un'aguzzina, tanto più passava da benefattrice. Tolse il piede dal collo di Alex.
-"Stai male?"-
-"S.si Padrona"-
-"Ah, poverina. Ma Padrona Vale ha una cura per te"- disse e prese per i capelli la sua schiava sbattendola ad un'estremità del letto, quella dove poggiava i piedi. Prese un nastro di stoffa e legò i polsi di Alex al bordo della rete, sotto al materasso, poi si sdraiò sul letto. La schiava era costretta in ginocchio, con il busto eretto ma le braccia legate sotto al letto. La testa di Alex sporgeva al di sopra del bordo del materasso di qualche centimetro, giusto quanto le sarebbe bastato per poggiare il mento sulle lenzuola.
-"Stai comoda?"- chiese Vale con tono sarcastico -"Domani mattina voglio che tu mi svegli alle otto in punto. Non vorrei si ripetesse la storia di stamani, che non sei in grado di sollevarti in piedi. Così ho pensato che da quella posizione ti sarà più facile svolgere la tua mansione di sveglia. Vedi? Il tuo viso è proprio davanti ai miei piedini"- rise e strofinò i piedi sul viso di Alex, prima l'uno poi l'altro -"Così domani non avrai nemmeno da compiere lo sforzo d'alzarti, basterà che tu tiri fuori la lingua e mi lecchi le dita. Non sono una Padroncina caritatevole con la sua schiava?"-
-"Si Padrona. Grazie Padrona"- rispose Alex affranta.
Vale rise, si sdraiò sul letto e spense la luce. I suoi piedi cercarono il viso di Alex, si intrufolarono nella bocca della schiava, la schiaffeggiarono con le piante sulle guance, le strizzarono il naso fra le dita, le sfregiarono la chioma col tallone. Poi Vale cedette al sonno e si addormentò.
Trascorse qualche ora. Sebbene la prima ad addormentarsi fosse stata la Padrona anche Alex, a dispetto della scomodissima posizione, riuscì a prendere sonno. Dormì col viso a pochi centimetri dalle estremità di Vale, col mento appoggiato al bordo del materasso.
Fu verso le tre di notte che il piedino destro della Dea, muovendosi nel sonno, andò a sfiorare la bocca secca della schiava. Il contatto dell'alluce con le labbra bollenti di febbre della sottomessa svegliò Vale.
La Principessa aprì gli occhi, che nell'oscurità brillavano come stelle. La Padrona ritirò le gambe, indispettita da quella cosa rovente che ne aveva causato il risveglio e della quale, lì per lì, non riuscì a capire la natura.
Si mise a sedere sul materasso.
-"Ah"- disse -"Sei stata tu"-
La schiava s'era svegliata quando l'unghia dell'alluce di Vale le aveva sfiorato le labbra. Sollevò un poco il capo ma la testa le girava vorticosamente e la fronte sembrava pesantissima. Inoltre tutte le ossa del corpo e facevano un gran male e gli occhi le lacrimavano.
Vale distese le gambe toccando nuovamente con le dita la bocca di Alex. Poi spostò la pianta del piede sulla fronte della schiava.
-"Scotti proprio, lo sai?"-
Alex non rispose.
Vale sorrise e si alzò. Si infilò le ciabatte, girò lungo il perimetro del letto fino ad arrivare di fianco alla serva, la sciolse dai nastri che la tenevano ancorata alla rete e la sottomessa piombò per terra come un sasso, rantolando ai piedi di Vale.
-"In ginocchio!"- esclamò la Padrona.
Alex tentò di obbedire ma le sue membra sembravano di legno. Vale si chinò, la prese per i capelli e la obbligò in ginocchio. Ora la testa di Alex era al livello del bacino della giovane Dominatrice. Vale si tolse gli slip e schiacciò a bocca della serva sul suo sesso.
Alex, intuendo qualcosa, tirò fuori la lingua e cercò di leccare quel fiore meraviglioso, ma la sua lingua era secca e arida come il resto della bocca. La malattia la stava disidratando.
-"Chi ti ha detto di leccare, merdosa?"- la rimproverò Vale -"Tieni la bocca aperta e basta. E non fiatare"-
Alex, sfinita, non obbiettò. Se la Padrona voleva usarla come cesso facesse pure. Ormai il suo corpo era diventato insensibile a freddo, dolore e disgusto. La sua mente invece era insensibile alle umiliazioni già da molto tempo prima. Il fiotto dell'urina arrivò centrando in pieno la gola della serva. Alex deglutì, poi il flusso divenne più abbondante, Vale non si tratteneva, la schiava cercò di bere tutto e, quando la sua bocca fu completamente piena di pipì finalmente Vale si fermò, soddisfatta. Questo diede ad Alex il tempo di ingoiare tutto il liquido.
Non ne perse neppure una goccia.
-"Adesso puoi leccare, serva"- disse Vale -"ma non per farmi godere. Ci saranno altre occasioni ed ora devo riposare. Puliscimi solamente, sii la mia carta igienica e poi rimettimi gli slip"-
Alex obbedì. Leccò e ripulì il sesso di Vale da ogni traccia d'orina. Quando la pelle della giovane Dominatrice fu di nuovo pulita e profumata così come la serva l'aveva sempre conosciuta, Vale mollò i capelli di Alex e questa stramazzò per terra ai piedi della Dea, con la faccia schiacciata sugli slip.
Rimase in quella posizione qualche secondo, sempre con la Padrona immobile sopra di lei che le teneva i piedi ai lati della testa.
-"Avevi le labbra secche e la gola riarsa, no? Non vedi com'è gentile la tua Padroncina, che quando hai sete ti disseta col suo nettare? Ora sbrigati a rimettermi le mutandine, non vedi che sto prendendo freddo, cagna?"- disse Vale. Alex si alzò a fatica, con i denti prese gli slip e nel sollevarsi a quattro zampe li portò fino all'altezza delle ginocchia della Padrona. Poi, aiutandosi con le mani rimise l'indumento al suo posto.
Vale si voltò di scatto e tornò a letto, rituffandosi fra le morbide lenzuola e beandosi del tepore del suo giaciglio.
-"Vattene nella camera degli ospiti, troia malaticcia"- disse -"Mi fai schifo solo a vederti, ridotta così; e non mi sei neanche utile come sveglia, tanto! Mi ricorderò da sola di svegliarmi ad una certa ora, finché non ti sarà passata la peste. Ora sparisci dalla mia vista, ti do due giorni per guarire. Massimo tre. Fino ad allora non ripresentarti al mio cospetto o sono botte per te. E ricorda che quando starai meglio dovrai recuperare il tempo perduto...a presto, vacca!"- Poi le appoggiò la pianta del piede destro sul viso e la spinse bruscamente verso la porta.
Per tre giorni PadronVale rimase senza serva ma, al ritorno di quest'ultima.
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PadronSilvia e la schiava di PadronVale
poco a poco Silvia era divenuta una presenza costante nella vita da schiava di Alex. Sempre più spesso la giovane padrona si presentava a casa della Dea, costringendo la serva di quest'ultima a sottomettersi ai suoi desideri ed ai suoi capricci. Alex obbediva ma leccare i piedi di Silvia non era certo come leccare quelli della Padrona.
All'inizio inoltre l'amica di Vale si presentava a casa della Dea solo in presenza della Padrona stessa e tutto ciò che faceva alla serva avveniva sotto gli occhi e l'approvazione della Dominatrice. Ma non passò molto tempo che Silvia potesse andare e venire a suo piacimento anche in assenza dell'amica. Alex era tenuta ad obbedirle comunque e la Padrona si era esplicitamente detta favorevole a condividere la sua serva con Silvia, sinché quest'ultima avesse continuato a pagare regolarmente l'uso della miserabile dopo ogni sessione.
Il passatempo preferito della padroncina Silvia era quello della frusta. Legava Alex per i polsi ad un termosifone o alla maniglia della porta, costringendola in ginocchio e poi prendeva a frustarla con uno scudiscio che aveva comperato appositamente in un sex- shop (e talvolta anche con il frustino da equitazione di Vale).
Non smetteva finché la schiena della schiava non diveniva completamente rossa e violacea ed era indifferente alle urla ed ai lamenti di Alex. Una volta la schiava si gettò ai suoi piedi baciandoglieli e supplicandola di smettere di frustarla perché quel giorno la punizione stava andando veramente troppo per le lunghe e Silvia per tutta risposta prese a calpestarla con violenza badando bene di calcare i punti in cui la pelle era stata lacerata dalla frusta con i tacchi aguzzi delle sue eleganti scarpette.
In particolare Silvia odiava Alex per la sua statura. La schiava era qualche centimetro più bassa di Vale ma in ogni caso era più alta di Silvia di un buon palmo. Quest'ultima era cattivissima con la serva quando essa gli si presentava di fronte ritta in piedi. Silvia la costringeva a procedere sempre a quattro zampe in modo da dominarla anche in altezza e sebbene già la Padrona avesse abituata Alex a camminare come una cagna, con la nuova padroncina questo atteggiamento aveva raggiunto l'apice.
Una volta Silvia aveva calpestato Alex con un paio di scarpe che aveva acquistato giusto per quell'occasione: erano delle stupende décolleté nere con i tacchi altissimi e molto sottili, dalla punta d'acciaio. Anche in punta le scarpe erano molto robuste ed appuntite quasi come stiletti.
La schiava aveva sofferto molto sotto le scarpe ed in un paio di occasioni Silvia era quasi giunta a conficcarle un tacco in un occhio, con il rischio di accecarla per tutta la vita. Quando Vale, annoiata, aveva interrotto la punizione dicendo che in quel momento aveva voglia di cavalcare la schiava, Silvia, indispettita s'era voltata verso Alex e le aveva assestato un calcio fortissimo alla gola con la punta della scarpa, lasciandola boccheggiante per qualche minuto sul pavimento.
Verso la fine dell'inverno poi, la schiava s'ammalò. Vale le diede tre giorni di riposo per curarsi e rimettersi in sesto, così per tre giorni la schiava rimase confinata nella stanza degli ospiti.
Durante il primo giorno Silvia andò a trovare la Padrona. Ovviamente alla giovane dittatrice non interessava assolutamente d'incontrare Vale. Voleva solo punire la schiava.
-"La vacca è ammalata"- disse Vale, mentre Silvia già si apprestava ad entrare in casa.
-"Cosa?"-
-"La schiava è ammalata. Gli ho dato tre giorni per guarire, siamo solo al primo"-
-"Ma io sono venuta apposta per lei!"-
-"Ed allora vai da lei. La tregua vale per me, non per te. Ma, mi raccomando, già è ridotta come uno straccio, poi se me la maltratti ancora come fai di solito tu va a finire che si rompe del tutto e non si può più far ripartire. Vacci piano, non è che tenga a lei in particolar modo, ma in questi giorni mi serve proprio e non ho né tempo né voglia di cercarmi un'altra sguattera"-
-"Stai tranquilla"-
Silvia entrò nella stanza degli ospiti senza bussare. Alex era sotto le coperte ed aveva la febbre. Sul comodino erano disposte una fila di medicinali. Silvia riconobbe alcuni antibiotici.
-"La stronza prende medicine toste. Vuol guarire in fretta così tornerà a leccare i piedi di Vale"- pensò Silvia -"Ma io non ho stipulato alcun accordo con questa baldracca. Ne faccio quel che voglio!"-
Si avvicinò al letto e le tirò un calcio al fianco, dopo averle tolto di dosso le lenzuola.
Alex gemette e crollò sullo scendiletto come un mucchio di stracci inerti.
-"Cagna! La tua padrona è arrivata, salutala!"- disse Silvia.
-"B.buon .giorno padrona Silvia"-
Silvia le schiacciò il palmo di una mano sotto ad uno dei suoi tacchi alti. Indossava dei sabot grigi che lasciavano scoperto quasi tutto il piede.
-"E così sei malata, eh?"-
Salì con l'altro piede sul collo della schiava e si equilibrò con una mano sulla parete per far poggiare tutto il suo peso esclusivamente sui talloni. Ad essere sinceri Alex provava ammirazione per Silvia. Non quanta ne aveva per la Padrona, certo, ma assai più di quello che avrebbe potuto nutrire per una persona normale. Silvia era speciale. Brillava di luce riflessa, forse, ed il suo sole era la Padrona, ma in ogni caso la schiava aveva una grande considerazione di lei.
-"Hai la febbre?"-
-"Si padrona"-
-"Immagino che non potrò cavalcarti, oggi"-
-"Temo che non resisterei, signora"-
-"Padrona, per te, vacca asmatica!"-
-"Mi perdoni padrona"-
-"Dunque che vogliamo fare? Non ti posso cavalcare, non ti posso frustare, potrei calpestarti un poco ma alla lunga sai che noia!"-
Alex si sporse con la faccia sui piedi di Silvia e ne baciò le magnifiche calzature. Ne insalivò per bene il tacco che le stava crudelmente penetrando nella pelle e asportò ogni briciola di polvere dalla suola. Silvia mosse il piedino in modo da esporlo completamente alla lingua di Alex e quando il primo sabot fu pulito tolse il piede dalla sua mano e la andò a posare sul collo accanto all'altro, poi sollevò il secondo e lo pose sulle mani della schiava.
Alex pulì anche il secondo sabot.
-"Brava la mia leccapiedi"-
-"Grazie padrona"-
-"Ma il dilemma resta, che cosa ne faccio io di te?"-
-"Non so, padrona. Sfortunatamente come sa non sono nella mia migliore forma fisica, oggi"-
Silvia scese dal corpo della schiava.
-"Ma tu faresti ugualmente ciò che ti chiedo, no?"-
-"Si padrona"-
Silvia posò un piede sulla testa di Alex.
-"Brava cagnetta"-
-"L'ordine di PadronVale è accontentare ogni suo desiderio"-
-"Ah, ma allora mi obbedisci solo perché Vale ti ha detto di farlo?"-
-"E' così, padrona"-
Silvia s'imbestialì. Calciò in viso la schiava, poi le schiacciò la testa sotto ai suoi piedi, conficcando dolorosamente i tacchi sotto l'orecchio della disgraziata.
-"Cagna! Lo devi fare per me! Io sono la tua padrona! Come lei! Sono né più né meno come lei!"-
La schiava non replicò ma anche se la Padrona non era presente non avrebbe mai potuto ammettere che Silvia fosse al suo livello. Semplicemente non era vero e per la schiava sarebbe stato come pronunciare una terribile bestemmia.
Silvia continuò a calpestare e a prendere a calci la schiava per un po'. Avrebbe voluto continuare molto più a lungo ma si ricordò che la Padrona le aveva chiesto di non ridurla troppo male. A Silvia non interessavano le pretese di Vale ma se questa si fosse arrabbiata? Poi magari le avrebbe impedito di giocare ancora con Alex, di usarla come giocattolo masochista.
Fermò i suoi piedi. Alex non opponeva resistenza, tanto era la debolezza causata dalla malattia.
-"Vai sotto le coperte"- disse Silvia.
-"Come?"-
-"Hai sentito. Non sono più arrabbiata. Anzi, voglio farti un regalo. Vai sotto le coperte"- ripeté ed uscì.
Quando tornò in camera aveva un imbuto di plastica in mano, l'imbuto che tante volte la Padrona aveva adoperato per orinare in gola alla serva. Alex era già nel letto.
Silvia si avvicinò al comodino.
-"Quale medicina dovresti prendere?"-
-"Per stasera solo gli antibiotici. Questa pasticca e quest'altra"-
-"Capisco"- Silvia prese le pillole sul piano del comodino, salì con le scarpe in piedi sul letto e si accovacciò sopra la testa della malata.
-"Apri bocca"-
Alex obbedì e Silvia le infilò l'imbuto in bocca. Poi fece scendere le mutandine e le lasciò in faccia alla serva. Andò a posizionarsi sopra l'apertura dell'imbuto. I suoi piedi erano sul cuscino ai lati della testa della schiava.
-"Mentre mi annusi gli slip ascoltami. Adesso ti do le tue medicine e siccome per ingoiarle serve un sorso d'acqua ho deciso che ti darò anche quella"-
Fece scendere le pillole lungo l'imbuto e poi si rilassò e liberò la vescica piena.
Il flusso dorato fece scivolare le pasticche nella gola di Alex che le ingoiò assieme all'orina tiepida della padroncina. Silvia fece attenzione a centrare l'apertura dell'imbuto e a cominciare con un fiotto lento, per poi aumentare gradatamente una volta che la schiava ebbe ingoiato le pasticche.
Forse, pensò Alex, la Padrona non avrebbe badato a darle il tempo di ingoiare gli antibiotici e le dispiacque sinceramente di non aver potuto soddisfare adeguatamente i desideri della gentile padroncina Silvia quel giorno.
Quando la giovane sovrana si fu completamente liberata si alzò in piedi e sempre restando con le gambe ai lati della testa della serva tolse l'imbuto dalla sua bocca.
Tornò ad accucciarsi.
-"Puliscimi"-
-"Volentieri, padrona"-
Alex eseguì un bidè come si deve. L'orina di Silvia l'aveva come svegliata. Probabilmente aveva avuto un effetto terapeutico più veloce degli antibiotici.
Quando si sentì pulita Silvia si rimise gli slip, scese dal letto e se ne andò. In un'altra occasione la schiava sarebbe corsa in bagno a sciacquarsi la bocca impastata del sapore dell'urina della padroncina ma quel giorno non ne sentì il bisogno, e non perché fosse troppo stanca.
Aveva solo voglia di assaggiare il più a lungo possibile il nettare dell'amica della Padrona così come tante volte aveva fatto con la pipì della Dea stessa.
Si voltò col viso affondato nel cuscino e si addormentò.
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PadronL. e la schiava
Dal diario della schiava Flavia.
Caro Diario, oggi 21 dicembre 2003 ho conosciuto la mia prima padrona. Mi trovavo in treno, questa mattina, e stavo raggiungendo l'Università. Dovevo seguire alcune lezioni ed incontrarmi con alcuni miei amici ed amiche. La carrozza era praticamente vuota. Nel mio scompartimento c'erano solo due persone, io ed un vecchio, quando Lei entrò. L'uomo era seduto ad un capo dello scompartimento, io all'altro. La Dea salì e si sedette vicino a me, sul sedile al di là dello stretto corridoio centrale. Notai subito che c'era qualcosa di speciale in lei. Non lo so, forse era il modo di camminare, elegante e maestoso, oppure i capelli, lunghissimi e splendidi. Tutto in lei richiamava un'aura di maestà assoluta. Indossava una gonna nera che le arrivava al polpaccio ed una maglia anch'essa nera. Ai piedi calzava dei sandali dal tacco altissimo che le lasciavano quasi del tutto scoperti i piedi. Poi il mio sguardo cadde sulle unghie delle sue mani.
Erano lunghe come non ne avevo mai vedute fin ad oggi e curate fin nei minimi dettagli, dal profilo al colore dello smalto. Gliele osservai per un poco, tranquilla perché nella carrozza non vi era praticamente nessuno che mi potesse vedere. Lei era voltata verso il finestrino e sembrò non degnarmi della minima attenzione, lì per lì.
Trascorsero alcuni minuti, durante i quali i miei occhi non si staccarono mai dall'immagine delle sue mani eleganti e dei suoi capelli lunghissimi. Poi, all'improvviso, lei si voltò ed io distolsi in fretta lo sguardo.
-"Ti piacciono?"- chiese.
Reagii un po' stupefatta. Sapevo perfettamente che mi stava chiedendo il perché del mio insistente sguardo sulle sue mani, ma in quel momento ritenni più prudente far finta di non capire.
-"Cosa dici, scusa?"- domandai.
-"Dai, non far finta di non capire, ho visto benissimo che mi stai guardando le unghie da dieci minuti buoni"-
Rimasi a bocca aperta.
-"Ma se stava guardando in direzione della finestra?!"- pensai.
Come se avesse letto il mio pensiero la ragazza indicò con l'indice della mano destra il vetro del finestrino. Poi batté leggermente la punta ben limata dell'unghia sul cristallo.
-"Si, l'ho visto dal riflesso sul vetro"-
Ero stata meno accorta di quel che avevo previsto.
-"In effetti non capita tutti i giorni di vedere delle unghie come le sue"- mormorai un po' intimidita
-"Vorresti vederle meglio?"-
-"Ecco, veramente."-
-"Vieni qui, davanti a me"- mi invitò.
Mi alzai e la raggiunsi. Ma già in quel momento mi resi conto di non aver seguito il suo consiglio ma bensì di aver obbedito ad un suo ordine.
Che ordine non era, beninteso. La Dea non aveva alcuna intenzione di costringermi a far qualcosa, fui io a decidere che quella sarebbe divenuta la mia Padrona. Desideravo inginocchiarmi ai suoi piedi, supplicarla di adottarmi come sua schiava, farmi impartire gli ordini più umilianti, fossero anche i più assurdi e crudeli.
Mi sedetti di fronte a lei e la Dea sorrise. Sollevò una mano e me la mise davanti al viso distendendo ed aprendo a ventaglio le dita. Non mi ero sbagliata, le sue unghie erano veramente curate, smaltate di un rosso acceso parevano brillanti lingue di fuoco che mandavano riflessi dorati. Le presi la mano fra le mie e le avvicinai il viso alle unghie, restando per un tempo che a me parve lunghissimo a fissare queste ultime come una perfetta ebete.
-"Sono molto belle"- dissi.
Lei rise. Aveva una bella voce limpida e cristallina ed una risata vivace come quella di una bambina. Lasciò che me ne restassi ad adorare la sua mano come una regina onora i suoi sudditi lasciandoli ammirare la propria regale bellezza. Confesso che avrei voluto avvicinarmi un po' di più e baciarle il dorso della mano e tutte le sue lucide, splendenti unghie. Ma la paura mi fermò. Chissà cosa avrebbe pensato di me se avessi fatto una cosa simile.
-"Ti piacciono?"-
-"Si, molto. Io le devo tenere molto corte. Si spezzerebbero, altrimenti"- dissi.
-"Vanno sapute curare"- rispose lei -"Giorno per giorno, le unghie sono la mia passione, da che io ricordi mi è sempre piaciuto tenerle molto lunghe"-
Ritirò la mano e la poggiò sul bracciolo del sedile. Io mi chinai per continuare ad osservarla, estasiata, e lei mi lasciò fare. Anzi, si accomodò meglio sulla poltroncina dello scompartimento ed accavallò le sue belle gambe, snelle e lisce.
Fu in quel momento che i miei occhi caddero sui suoi sandali. Avevano un tacco veramente molto alto ed ai suoi piedi risaltavano ancor di più in bellezza. Notai che anche le unghie dei suoi piedi erano molto lunghe e curate. Erano smaltate con la stessa tonalità di rosso ciliegia delle unghie delle mani.
-"Ma."- balbettai come un'idiota. -"Anche le unghie dei piedi sono niente male, riguardo a lunghezza!"-
La ragazza (non mi aveva ancora detto il suo nome né io mi ero presentata a lei) si portò una mano alla bocca coprendo un sorrisetto furbo e malizioso, poi con eleganza sollevò una gamba e la portò all'altezza del mio petto. La punta delle sue unghie era a non più di dieci centimetri da me e lei aveva piegato la caviglia in modo da "puntarmi" contro la punta del piede.
Rimase per qualche secondo senza parole. La mia prima preoccupazione fu quella di vedere che nessuno ci stesse osservando. Non conoscendo ancora molto a fondo la mia Dea mi venne da pensare che potesse essere solo una delle tante esibizioniste che si vedono ogni tanto in giro.
Cosa avrebbe pensato qualcuno che ci stesse guardando in quel momento? Lei aveva un piede sospeso in aria alla distanza di un palmo dal mio mento e io me ne restavo ferma come un bastone di legno.
Mi voltai e guardai alla mia sinistra, dalla parte del corridoio. Non c'era nessuno. Cercai allora di voltarmi ancora di più per vedere che non vi fosse nessuno nei sedili dietro di noi che potesse vedere. Ma scoprii di non potermi muovere più di tanto senza andare a sbattere contro la punta del piede della ragazza.
Ancora una volta, come se avessi avuto la capacità di ascoltare i miei pensieri la ragazza sorrise e mi tranquillizzò.
-"E' inutile che ti guardi intorno. Chiaramente non l'avrei fatto se vi fosse stato qualcuno oltre a noi, ma ora siamo sole"- disse.
Poi con un'occhiata furbetta aggiunse -"Per tua fortuna. Così potrai guardarmele meglio"-
Annuii. Ero stata veramente molto fortunata.
Quella era una Dea e sarebbe divenuta la mia Signora e Padrona.
Presi il suo piede fra le mani, sostenendolo da sotto la suola con le dita della mano sinistra e per il tallone con l'altra mano. La sua pelle era liscia e vellutata. Lei rilassò completamente la gamba lasciando che fossi io soltanto a reggerle quel piede bellissimo e sfrontato.
-"Toglimi pure il sandaletto, se vuoi vedermi meglio le unghie"- disse la ragazza.
Un sogno che si stava avverando -"Si, grazie"-
Sfilai il sandalo e lo posai sul sedile di fianco al mio, mentre poggiavo il piede della ragazza sulle mie gambe.
-"Ha dei bellissimi piedi"- dissi con timidezza.
-"Ha?"- pensai. Mi era venuto spontaneo dargli del lei. La ragazza se ne era accorta e sorrise della mia goffaggine.
-"Curo molto anche le unghie dei piedi, vedi?"-
-"Si, lo vedo"-
Tornai con le mani sulla pianta e sul dorso della sua estremità, mentre lei iniziò a giocare con l'alluce e le altre dita, piegandole e dondolandole. Mi venne istintivo massaggiarlo, sotto le dita, sul tallone e sulla caviglia. Le mie mani procedettero con lentezza sulla sua pelle. Passai all'incavo della pianta e poi al dorso.
La ragazza sembrò gradire. Lasciò che le mostrassi tutta la mia devozione trastullandosi a guardare il panorama fuori dal finestrino ed accarezzandosi i capelli. Non mi guardò neppure.
-"Senti"- disse dopo un po' -"Mi massaggeresti anche l'altro?"-
Si era già tolta il sandalo e stava sollevando la gamba. Non c'era bisogno che aggiungessi nulla.
Quando dissi -"Si, volentieri" l'altro suo piede era già comodamente appoggiato accanto all'altro, sulle mie cosce.
-"Hai un tocco molto dolce"- si complimentò la Dea.
-"Grazie. E lei ha dei piedi molto belli"- risposi, mentre riprendevo il massaggio. Con una mano il piede destro e con l'altra il sinistro.
-"Anche le mie unghie?"-
-"Bellissime"-
Lei rise. -"Ah, vorrei un trattamento come questo più spesso"-
-"Tutte le volte che vuole!"- esclami, prendendo la palla al balzo. Era l'occasione che attendevo per rivederla ancora -"Solo, non so dove potremo incontrarci di nuovo"-
-"Sei molto gentile, ma non vorrei darti troppo disturbo"-
Si era accorta benissimo che anelavo a divenire la sua serva ma voleva che fossi io a supplicarla.
-"Nessun disturbo. Anzi, ha dei piedi così belli che per me sarebbe un onore poter diventare la sua."-
Mi mancò la parola. Mi ero lanciata troppo in fretta, senza aver formulato prima la frase nella mente. Non potevo certo dirle che avrei voluto essere la sua serva. Ma lei mi venne in aiuto.
-"La mia cosa? La mia massaggiatrice? La mia schiavetta?"- sorrise.
Arrossii come un pomodoro ma annuii.
-"Che brava!"- disse lei, divertendosi del leggero solletico che le procuravo alle piante dei piedi -"Va bene, per me non c'è alcun problema. Possiamo trovarci a casa mia, quando sarò sola!"-
Mi disse dove stava e la fortuna fu dalla mia parte anche questa volta. Non abitava molto lontano da me.
-"Io mi chiamo L."- disse, sollevando una gamba e sfiorandomi per scherzo il mento con la punta del piede destro.
-"Flavia"- risposi e sorrisi del simpatico buffetto.
-"Bene, hai un buon tocco, credo proprio che userò spesso le tue mani. Sai, la sera dopo aver camminato tutto il giorno con questi tacchi spesso mi fanno un po' male i piedi."
-"Capisco. In questo caso sarò sempre a sua disposizione"- m'affrettai a rispondere.
-"Che cara! Ah, e tu sai anche come si curano le unghie, per caso? Come dare lo smalto, come pareggiale in punta, tagliarle e tutto il resto?"
-"Bè, non sono un'esperta, ma."
-"Imparerai, è essenziale. Sarai la mia manicure, pedicure e massaggiatrice"-
-"E' un onore"-
In quel momento il treno iniziò a decelerare.
-"E' la mia fermata"- disse L.
-"Ah"- dissi con dispiacere. Mi seccava davvero dover lasciar andare via quei piedini.
-"Rimettimi i sandali"- ordinò dolcemente ma con fermezza, come se ciò gli fosse dovuto.
Mi chinai, raccolsi i sandali e glieli misi. Le calzai prima il destro e poi il sinistro.
Quando ebbi messo anche il secondo sandaletto, avevo ancora il suo piede nelle mani, mi accucciai in ginocchio e baciai la punta delle dita, sperando che lei non si offendesse. Ma quando sollevai la testa per vedere la sua reazione la vidi sorridente e soddisfatta.
Mi accarezzò la testa (avevo ancora il busto chinato ed il suo piede fra le mani) come si fa con un cane.
-"Poverina, devono proprio piacerti, vero?"- chiese avvicinando ulteriormente il piede alla mia bocca.
-"E' così"-
-"Fa pure allora, avanti. Il treno non si è ancora fermato"-
Non potevo credere a ciò che avevo udito.
-"Grazie"- dissi. Poi, non sapendo come chiamarla (L. mi sembrò troppo confidenziale) aggiunsi -"Padrona"-
Lei rise. Mi sfiorò le labbra con le unghie dei piedi ed io gliele baciai. Poi feci lo stesso col dorso delle dita, col piede e col sandalo. Mi feci coraggio, dischiusi le labbra e m'avvicinai per leccarle ma a quel punto la Dea ritirò la gamba.
-"E' tardi. Devo andare"- disse, alzandosi velocemente e lasciandomi lì, in ginocchio.
Sulla porta del vagone mi lanciò un'ultima occhiata.
-"Fatti trovare domani sera davanti a casa mia. Alle sei, puntuale"-
-"Si, Signora"-
L. sorrise.
-"A domani, schiavetta!"-
Scese. Io restai ancora qualche secondo in ginocchio fra le poltrone della carrozza, incerta se credere o meno a ciò che avevo sentito.
Mi aveva chiamata schiavetta. Si, ero la sua schiava. Lo sono. E mi aspetta domani a casa sua alle sei. Ci sarò.
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PadronVale e la falsa padrona
Era stata una giornata tranquilla a casa della Padrona. Vale aveva lavorato al computer tutto il pomeriggio e, verso sera, si era decisa finalmente a leggere la posta ed i messaggi del guestbook giunti negli ultimi giorni. La serva si trovava sotto la scrivania, rannicchiata a quattro zampe, con le mani distese sul pavimento ed i piedi della Padrona su di esse affinché non prendessero freddo. Vale le aveva tenuto un piede premuto sulla nuca e uno sulle mani per la gran parte della serata. Non indossava calze né ciabatte.
D'improvviso la serva avvertì che la pressione dei piedi della Padrona aumentava, sia sulla nuca che sulle mani e contemporaneamente udì Vale che esclamava -"Ancora questa stronza!"-
-"Come Padrona?"-
-"Bah! C'è qualcuno che si spaccia per me! Una falsa padrona che si fa chiamare col mio nome!"-
-"Lei non ha idea di chi sia, Padrona?"-
Vale premette ancora più forte il piede destro sulla testa della serva.
-"E come faccio a saperlo secondo te?"-
-"Quindi, scusi Padrona, potrebbe trattarsi di chiunque, anche di un uomo!"-
-"No, non credo. Penso proprio che si tratti di una donna. Non so perché. Intuito, diciamo. E comunque non è questo il punto. Vorrei proprio vederla in faccia questa falsa Padrona per darle quello che si merita. Le darei tanti di quei calci in bocca da farle sputare tutti i denti. Ma come potrei stanarla?"-
-"Le mandi.scusi, Padrona.le mandi un messaggio spacciandosi per un ammiratore devoto. Lei non ha mai voluto avere contatti con la gente che guarda il suo sito, si è sempre limitata a raccogliere e leggere solo le loro mail. Però non è detto che la falsa padrona rimanga indifferente ad una proposta d'incontro, se ben formulata"-
La pressione del piede sul collo della serva si allentò.
-"Hai detto bene, potresti aver visto giusto. Ti affido l'incarico. Manda un bel messaggio di sottomissione a questa scema e prendi contatto con lei. Fai in modo che fissi un appuntamento e fatti dare il suo indirizzo"-
La serva indagò. Inviò alla falsa padrona un paio di messaggi spacciandosi per un'adoratrice di Vale, giurò e spergiurò di essere una serva devota e fedele. Da principio le sue suppliche sembrarono non avere presa poi, dopo una decina di giorni, la ragazza si decise a rispondere. Al messaggio allegò il suo numero di cellulare.
Alex contattò allora la falsa padrona per telefono, si fece dare l'indirizzo al quale sarebbe avvenuto il loro primo incontro ed assieme fissarono un appuntamento. La Dea era soddisfatta.
-"Brava schiava. Sei talmente abituata al ruolo di serva che sembri autenticamente sottomessa anche quando fingi. Così la stronza in questione vuole che la raggiunga direttamente a casa sua. Non potevo chiedere di meglio. Allora andiamo a trovarla, schiavetta?"-
-"Si Padrona"-
Il giorno successivo Alex e la Padrona (quella vera!) si fecero trovare di fronte al cancello della casa della falsa Vale. La schiava si era appostata davanti all'abitazione fin dalle prime luce dell'alba.
-"E' solo una villetta, che povertà!"- esclamò Vale quando vide la casa.
-"Sono qui da stamani mattina presto. Ho visto prima uscire e poi rientrare una sola persona. Una ragazza"-
-"Deve essere lei"- annuì Vale -"E dimmi, leccapiedi, com'è?"-
-"E' carina, ma c'è un abisso fra lei e Lei"-
-"E lo credo bene, scema! Forza, andiamo a fare le presentazioni"-
Alex suonò al citofono.
-"Si, chi è?"- chiese una voce
-"Sono io, la sua serva, padrona. Ci siamo sentite al cellulare"-
-"Ah, si, ricordo. Vieni schiava, entra"-
Alex entrò, il cancello era aperto. Si diresse avanti alla Padrona in direzione della porta della piccola casa ad un piano e quando la raggiunse Vale la fermò.
-"Ora fermati ed inginocchiati qui"-
Alex eseguì. Vale le pose un piede sul collo. Indossava stivaletti col tacco alto e la pressione del tacco sul collo fece molto male alla serva che però rimase zitta.
-"Tu non entrare. Ti chiamerò io, quando lo vorrò"-
-"Ne è sicura, Padrona?"- le chiese premurosamente la schiava.
Vale le premette con più forza il piede sulla nuca -"Zitta, sta arrivando"-
La porta si aprì in quel momento e dall'altra parte dell'uscio apparve una ragazzina scialba ma non brutta, vestita volgarmente e priva di gusto, con scarpe dai tacchi alti alle quali era visibilmente non abituata ed una penosa gonna corta che metteva in evidenza un paio di gambe appariscenti solo per le numerose smagliature.
-"Ma cosa.?!"- esclamò la ragazza non appena ebbe aperto la porta.
-"Bentrovata, cara la mia padrona Vale. Sai io chi sono?"- chiese la Padrona.
-"No! Vai via!"- esclamò la ragazza, comprendendo improvvisamente di essere stata presa nel sacco.
-"A no, mia cara! Adesso io e te parliamo un po'"- rise la Dea. Sollevò la gamba con la quale stava schiacciando la testa della serva e colpì la mano dell'impostora che stava stringendo la maniglia della porta. Quest'ultima indietreggiò e Vale le fu addosso. Entrò in casa della falsa padrona, la schiaffeggiò violentemente scarmigliandole tutti i capelli e gettandola per terra, poi chiuse la porta dietro di se.
-"Così ti sei spacciata per me, sul mio stesso sito! Sai per questo come ti dovrò punire?"-
-"No, sei pazza!"-
Vale le calò il tacco dello stivale su una mano e le sollevò la testa per i capelli.
-"Ripetilo un'altra volta e ti strappo tutti i capelli"-
-"No, ti prego"-
-"Baciami gli stivali. Devi chiedermi scusa"-
-"Questo mai!"-
-"A no?"-
La Padrona lasciò andare la testa della nemica ed indietreggiò di un passo. L'altra cercò di mettersi in piedi ma la Dea le tirò un calcio in pieno viso e la mandò gambe all'aria.
-"Mai indossare scarpe col tacco alto se non si è in grado di camminare con esse"- la beffeggiò la Padrona -"Si rischia d'inciampare"-
Si avvicinò alla ragazza e le premette un piede sul braccio.
-"Basta, così mi fai male!"-
-"E non è ancora nulla, te lo assicuro"-
Prese la falsa padrona e la trascinò gemente e singhiozzante fin in salotto. Era una stanza piccola ma accogliente.
Vale si sedette su una poltrona e lasciò la ragazza, abbandonandola in lacrime ed in ginocchio ai propri piedi.
-"Come ti chiami?"-
-"S."-
Un calcio in faccia. La ragazza urlò.
-"Come ti chiami ho detto!"-
-"Sandra"-
Un calcio in un fianco.
-"Padrona, schiava di merda. Ti devi rivolgere a me chiamandomi col nome che merito"-
-"S.si, Padrona"-
-"Ora su la testa"-
Sandra sollevò un poco il capo.
-"Toglimi gli stivali"-
-"Si, Padrona"-
Li tolse. Vale mise un piede sotto al naso della falsa padrona.
-"Allora, come ci si sente ad essere rimessi al proprio posto?"-
Rise e colpì con il tallone il viso della ragazza. Quella urlò e si lasciò cadere seduta sul pavimento.
-"Vieni subito qui!"- tuonò la Padrona.
Sandra si sollevò e si avvicinò ancora ai piedi della Dea. Vederla muoversi era penoso. Vale la colpì ancora.
-"B.basta"- supplicò l'inferiore.
Un altro calcio. Poi un altro. Un altro ancora. Sandra pianse. La sua faccia, da rossa, era diventata livida. All'ennesimo colpo di tallone in volto sembrò non essere più in grado di sollevarsi in piedi.
Allora Vale si alzò, la pestò un poco e la superò, andando a raggiungere la finestra del salotto. La aprì e si affacciò.
-"Schiava!"- chiamò.
-"Si Padrona"- rispose Alex.
-"Vieni dentro e raggiungimi in salotto. La nostra amica ha bisogno di te"-
Alex corse in casa.
-"Padrona! E' forse successo qualcosa a Lei? La ragazza ha reagito?"-
Vale rise
-"Guarda con i tuoi occhi, stupida!"-
Alex vide Sandra distesa per terra e ciò la tranquillizzò. La Padrona stava bene.
-"Sollevala"- ordinò Vale.
Alex prese Sandra da sotto le ascelle e la mantenne in ginocchio con la faccia rivolta verso il divano.
Vale le andò davanti, si sedette comodamente sulla poltrona ed accavallò le belle gambe snelle. Cominciò a schiaffeggiare la ragazza con il piede, a tempestarla di calci nello stomaco ed in faccia. Sandra riprese a piangere, le sanguinava il labbro inferiore ed un occhio era pesto.
-"Ora verrai con me"- disse la Padrona -"Cambiati, sciacquati la faccia e renditi presentabile. Voglio portarti da una mia amica di nome Silvia"-
Le sollevò il mento con un piedino e la costrinse a guardarla negli occhi.
-"Credo che la lezione che ti ho dato oggi ti avrà fatto perdere ogni voglia di spacciarti per me e prenderti gioco del mio sito e dei miei numerosi ammiratori, tuttavia non posso rischiare che tu riprenda le tue cattive abitudini, magari anche per vendicarti di quel che ti ho fatto oggi. Così sono costretta ad affidarti ad una mia compagna di giochi. E' una provetta dominatrice e si è fatta una certa esperienza con la mia Alex. Penso che le farà piacere questo regalo"-
-"R.regalo?"- balbettò Sandra.
-"Si. Tu sei il regalo. Sarai la sua schiava personale. E quando lo vorrò, anche la mia"-
Sandra fece per aprire bocca e dire di no. Poi, vedendosi costretta ad obbedire chinò il capo e annuì.
-"Bene"- disse Vale -"Ora alzati e sbrigati. Prima però voglio che tu mi baci i piedi"- fece un cenno ad Alex e lei di scatto mollò la presa sulla falsa padrona. Sandra precipitò in avanti, sbatté con la faccia per terra.
-"Avanti, baciami i piedi"-
La ragazza, gemendo di dolore, si trascinò avanti e fece per posare le labbra sulle nobili estremità di Vale ma all'ultimo momento la Dea tolse il piede, lo sollevò e con esso schiacciò la nuca della nuova schiava.
-"Non ti ritengo degna di un tale onore. Non ancora. Baciare i miei piedi deve essere un merito da conquistare, puttana. E non ti preoccupare. La mia amica Silvia ti farà passare la voglia di avere piedi in bocca, te lo posso assicurare"-
Pochi minuti più tardi Vale ed Alex, quest'ultima trascinava una piagnucolante Sandra, uscirono dalla piccola villa, entrarono nella macchina della Padrona e, chiusa la falsa dominatrice nella bauliera, si allontanarono.
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20 anni fa
admin, 75
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PadronL. e la pedicure
Flavia giunse a casa di L. che erano appena le cinque del pomeriggio. La Padrona andò ad aprire e la fece entrare. In casa non c'era nessuno a parte lei.
-"Ti aspettavo più tardi"- disse L.
-"Non potevo resistere. Ho girato per tutto il giorno senza una meta, aspettando sera per poterla venire a trovare. Spero di non essere arrivata troppo presto, non vorrei recarle disturbo"-
-"No, no. Nessun disturbo"- rispose L.
Indossava i pantaloni della tuta ed una maglietta a mezze maniche bianca. Calzava delle ciabatte infradito azzurre.
Flavia notò immediatamente che le unghie non avevano smalto, né quelle dei piedi né quelle delle mani.
-"Sai perché ti ho fatta venire oggi a quest'ora?"- chiese la padrona di casa.
-"No"
-"Stasera devo andare ad una festa"-
-"Ah, capisco"-
-"E naturalmente devo prepararmi adeguatamente, mi segui?"-
-"Vuole che l'aiuti a vestirsi, padrona?"-
L. rise. -"Aiutarmi a vestirmi? No, sciocca, per quello occorre un minuto. Prima di partire devo passarmi lo smalto sulle unghie e truccarmi il viso"-
-"Si"-
-"E tu mi aiuterai a far l'uno e l'altro. Seguimi in bagno"- ordinò.
L. andò dritta in bagno, si fermò davanti alla specchiera sopra al lavandino e disse -"Per prima cosa mi farai da sgabello"-
-"Come?"-
-"Hai capito bene. Io mi devo truccare. Tu ti metterai a quattro zampe e mi farai da sedile finché non avrò terminato di mettermi ombretto e compagnia bella"-
-"Ma."-
-"Niente ma, è un grande onore per te, questo"-
Flavia preoccupata e perplessa si chinò di fronte a L. La padrona era più alta di lei e probabilmente anche più pesante.
-"Più giù. Devi metterti a quattro zampe, come gli animali"- ordinò la padrona.
Flavia si mise come la ragazza aveva detto, ad un metro di distanza dalla specchiera del bagno L., senza attendere neppure un secondo, scavalcò la servetta e si sedette tranquillamente sulla sua schiena.
Flavia vacillò.
-"Non tremare!"- esclamò la padrona -"Altrimenti sbaglio"-
-"Ma non cela faccio!"-
-"Non mi interessa. Resisti!"-
Si truccò con calma ed attenzione. Sentiva la fatica, gli sforzi che la serva compiva sotto al suo sedere per sostenerla e rimanere il più immobile possibile e ciò la compiaceva molto. Senza essere vista dalla schiava si sorrise allo specchio ed alzò un pochino le piante dei piedi dal pavimento, gravando interamente sulla schiena della ragazza.
-"Sono pesante?"- chiese L. ad un certo punto.
-"No"-
-"No?"-
-"No, padrona"-
-"Così va meglio. Resisti, ne ho ancora per cinque minuti"-
Il suo trucco fu interminabile. Flavia aveva le braccia intorpidite e le ginocchia doloranti. Anche la nuca le doleva e tutte le vertebre del collo erano sotto tensione, benché la padroncina dalle belle e lunghissime unghie si fosse seduta sulla schiena della serva e non sulle spalle.
Un attimo prima di finire di truccarsi L. sollevò tutt'e due i piedi dal pavimento come prima e gravò per qualche secondo con tutto il suo peso sulla schiena di Flavia. La serva resistette un poco, ma già affaticata e dolorante per la scomoda posizione, si piegò improvvisamente in avanti, rischiando di far cadere la padrona. A quel punto L., che si aspettava una reazione del genere da Flavia, si alzò di scatto in piedi.
-"Che fai, cadi?"-
-"Mi spiace ma.ho le braccia intorpidite"-
-"Male. Le tue mani debbono essere ben ferme per quello che dovrai fare ora!"-
Flavia cercò di sollevarsi e mettersi in ginocchio di fronte alla padrona.
-"Di che cosa si tratta?"-
-"Non noti nulla di mancante sulle mie mani e sui miei piedi?"- chiese L. e sollevò un piede fino a portarlo sotto al naso della serva. Le unghie del piede sfiorarono le sue narici -"Sto andando ad una festa e non ho lo smalto alle unghie. Né alle mani né ai piedi"-
In ginocchio di fronte alla padrona Flavia trovò l'impulso istintivo di prendere il piedino di L. fra le mani e di baciarglielo, ma prima che potesse farlo la ragazza abbassò la gamba.
-"Adesso mi metterai lo smalto. Un bel colore rosso fiammante è quello che ci vuole. Seguimi in salotto"- ordinò -"ed a quattro zampe"-
Flavia obbedì. Arrivata in salotto L. si accomodò comodamente sul divano e la serva le si inginocchiò davanti, guardando verso il basso ai suoi piedi.
La boccetta dello smalto era già sul tavolino a fianco del sedile.
-"Ti piacciono proprio i miei piedi, non è cosi?"- chiese L.
-"E' così, padrona. Sono i più belli che abbia mai visto"-
-"Se sarai brava ti permetterò di baciarmi le scarpe e non è detto che un giorno non ti permetta anche di leccarmi i piedi"-
Flavia annuì con vigore.
-"Non perdere tempo, però. Passami lo smalto sulle unghie. E visto che le mie estremità ti piacciono così tanto puoi cominciare proprio da quelle. Ma vedi di fare un buon lavoro"-
-"Si, obbedisco"-
Flavia prese il pennellino ed iniziò a dare lo smalto sull'unghia dell'alluce del piede destro della sua Dea. L., per stare maggiormente a suo agio aveva messo un cuscino a terra e vi aveva deposto sopra il piedino. Mentre la serva si dava da fare meglio che poteva per non sbagliare a dare il colore e perché la patina di smalto fosse il più possibile uniforme sull'unghia, la padrona accese la TV e fece un po' di zapping fra i vari canali.
Per un lungo tempo non degnò della minima attenzione la serva genuflessa sul pavimento. Per lei Flavia era nulla, per Flavia lei era il cielo.
Con soddisfazione avvertì il pennellino che terminava di scivolare dolcemente sull'alluce per raggiungere la seconda e poi la terza unghia e così via, fino a terminare le dita del piede destro e ricominciare a contare dall'alluce del sinistro.
Flavia si stava dimostrando una schiavetta in gamba. Lavorava bene e con cura. Quando anche l'ultima unghia fu coperta dallo smalto rosso fuoco la ragazza fece un passo indietro.
-"Ecco, padrona"- disse -"Ho finito"-
L. abbassò lo sguardo ai propri piedi. Sollevò le nobili estremità per dare un'occhiata al lavoro svolto dalla schiavetta e notò con piacere che Flavia aveva lavorato con sufficiente precisione.
-"Bene. Credevo peggio, sai?"- disse L.
-"Grazie mille. Ce l'ho messa tutta"-
-"Ora ci sono le unghie delle mani"-
-"Si"-
-"Prendi il cuscino lì per terra e mettilo.anzi no, quello lascialo lì ai miei piedi, vanne a prendere un altro paio di là, poi portali qui e mettili di fianco a me, così io ci tengo le mani mentre tu smalti le unghie"-
Flavia obbedì.
Dipingere le unghie delle mani di L. fu un'operazione lunga ma gratificante. Con le braccia rilassate appoggiate sui braccioli della poltrona, le gambe elegantemente stese sul cuscino sul pavimento, il busto eretto ed il viso rivolto alla sua misera persona, a Flavia sembrò di star lavorando sulle unghie di una regina di cavalleresca memoria, di quelle per le quali i paladini sfidavano orchi e draghi.
Anche questa volta, durante tutta l'operazione di smaltatura, L. non gettò mai uno sguardo sulla serva.
-"Ho finito, padrona"-
L. sollevò prima l'una poi l'alta mano e valutò l'operato della ragazza, ancora in ginocchio ai suoi piedi.
-"Allora è vero, preferisci le unghie dei piedi a quelle delle mani. Le altre le hai fatte molto meglio"-
-"Mi.mi spiace"-
-"Bè, per questa volta passi. Comunque prima di vestirmi è necessario che il colore si asciughi ben bene"-
-"Si"-
-"Allora mettiti lì davanti a me, a quattro zampe come quando mi sono truccata"-
Flavia obbedì.
-"Sarai il mio poggiapiedi finché lo smalto non sarà ben asciutto. Dovrebbe farti piacere, in fondo tu adori le mie estremità, non è così?"-
-"Si, è vero. E la ringrazio per avermi considerata degna di essere il suo poggiapiedi"-
L. rise. Distese le gambe appoggiando i talloni sulla nuca della schiava e per una mezz'ora buona proseguì nella visione di un programma in TV. Rimase così fino alle sette. Allora la padrona si alzò ed andò in camera sua a vestirsi seguita dalla schiava, ovviamente, a quattro zampe.
-"Schiavetta, mentre indosso gli abiti per la festa, ti spiacerebbe dare una lucidatina alle mie scarpe? No, vero? Sono quelle lì, le ho lasciate nell'angolo per pulirle io stessa ma tu sei arrivata prima del tempo. Adesso tocca a te lucidarle, perché mi hai fatto perdere un sacco di tempo al trucco"-
-"Si, obbedisco"-
-"E non provarti a baciarle!"- esclamò L. -"E' un onore che dovrai meritare, quello. Lucidale e basta. Lì c'è il lucido e la spazzola. Fa alla svelta"-
-"Si, certo"-
-"Si certo, cosa?"-
-"Si, certo, padrona"-
-"Non ti scordare mai qual è il mio ed il tuo ruolo!"-
Flavia annuì. Si inginocchiò accanto alle scarpe della Dea dalle lunghe unghie e iniziò a spazzolarle, poi passò il lucido.
Erano delle belle décolleté aperte in punta che lasciavano scoperto quasi del tutto il piede ed avevano due laccetti che da calzate passavano attorno alla caviglia e si avvolgevano lungo il polpaccio. Flavia le ripulì con cura dalla polvere e spazzolò anche i lunghi tacchi a spillo e le suole. Provò il desiderio di baciarle ma la padrona la osservò per quasi tutto il tempo, mentre si vestiva. Ed anche senza la presenza di L. alle sue spalle, Flavia non si sarebbe mai azzardata a disobbedire ad un preciso ordine della sua Signora.
-"Hai finito di lucidare le mie scarpe?"- chiese ad un certo punto la padrona di casa.
-"Eccole qua, padrona"- disse Flavia -"Spero di aver fatto un buon lavoro"-
L. si avvicinò.
-"Fammi vedere"- prese le décolleté fra le mani -"Si, vanno abbastanza bene"-
Queste parole fecero molto piacere a Flavia.
-"Bene, voglio ricompensarti dell'aiuto che mi hai dato stasera. In fondo, per essere la prima volta non te la sei cavata affatto male"-
-"Grazie, pad"-
Non la lasciò terminare -"Ma ricorda che già dalla prossima volta ti chiederò di fare cose molto più complicate. Tu per esempio, sai come decorare le unghie?"-
-"No. Non l'ho mai fatto"-
-"Lo supponevo. Devi imparare. Prova da te, nei prossimi giorni. Quando ti chiamerò la prossima volta è probabile che ti ordinerò di farlo per me, e per allora dovrai essere una maestra nell'arte"-
-"Si, padrona"-
-"Comunque, quale premio ti piacerebbe ricevere dalla tua padrona?"-
Flavia arrossì e abbassò lo sguardo ai piedi della Dea dalle unghie lunghe.
-"Vorresti baciarmi i piedi?"- chiese maliziosamente L.
-"Si, Signora"-
-"Mmmm..è un regalo troppo generoso per quello che hai fatto. Tutt'al più posso permetterti di calzarmi le scarpe"-
-"Si, va bene"-
L. restituì le scarpe a Flavia e la serva le mise ai piedi della padrona.
-"Bene, io vado alla festa. Ci vediamo presto.ti chiamerò io"-
Flavia annuì. Era un po' sconsolata perché la serata dalla padrona era già giunta al termine e L. se ne accorse. Così, giunte alla soglia della porta di casa la Dea fermò la schiava e, facendo attenzione che non vi fosse anima viva in giro le disse -"Per questa volta voglio essere buona. Su, inginocchiati e baciami i piedi"-
Gli occhi di Flavia brillarono.
-"Davvero posso?"-
-"Si, ma fai presto. E' tardi"-
Flavia si gettò a terra, strisciò ai piedi della padrona ed iniziò a baciarle i piedi come se si trattasse davvero di una divinità. L. accettò il gesto per un po', poi sollevò una gamba e posò il piede sulla testa di Flavia che, passivamente, si fece calpestare senza fare una piega. Spinse il piede fino a schiacciare la faccia della schiava sul pavimento.
-"Basta!"- esclamò L. -"Non esagerare!"-
-"Scu.si."-
-"Ora devo andare. Tu torna a casa ed impara a fare quello che ti ho detto. Non hai molti giorni per imparare!"-
-"Allora."-
-"Si, ti chiamerò presto. Molto presto"-
Chiuse la porta alle sue spalle, sollevò il piede dalla testa della serva, ne scavalcò il corpo riverso al suolo e si avviò verso la festa. Non si voltò mai indietro a guardare la schiava. Flavia restò qualche altro secondo a terra, poi si alzò e se ne andò via a sua volta.
-"Grazie, padron L."- mormorò.
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