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In auto, per una visita, ma.....
Questa storia che racconterò è avvenuta diversi anni fa.....
Mia moglie Roberta mi aveva chiesto di accompagnarla, come facevo sempre, presso uno studio medico, mi sembra un dietologo, con ottime referenze, ed anche se era un po lontano, decidemmo di andare.
Strada dei laghi, saliscendi e curve.
Mia moglie, una bella donna, una quarta di seno, ha sempre avuto il pallino delle diete.
In effetti a volte ha avuto qualche chilo in più del dovuto, ma a me era sempre piaciuta la sua carica erotica....
Quando andavamo in giro in macchina, cercavo sempre di spingerla in qualche situazione erotica, ma in genere lei era sempre restia.
Anche quella volta inizia ad accarezzarla il seno prosperoso, cercando di sbottonare la camicetta, infilando la mano sulle tettone morbide che mi facevano impazzire, specialmente quando si incominciava ad intravvedere il capezzolo.
Quel giorno di estate, stranamente, aveva indossato una ampia gonna al posto dei soliti pantaloni, ed era senza calze.
Quindi cercavo anche ci carezzare le cosce, compatibilmente con le attenzioni alla guida.
Dopo alcune resistenze, riuscii a fare in modo che il seno rimanesse scoperto, ed il vedere quelle tenere aureole rosa pallido con in centro il piccolo ma impertinente capezzolo che tanta goduria mi dava nel leccarlo, mordicchiarlo, succhiarlo......
Ed ora il seno di mia moglie era in bella vista, e lo guardavano, certo che lo guardavano!
E Roberta con i suoi occhioni, un po spaventati ma un po di più eccitati, si faceva guardare, si faceva ammirare, ed io godevo nel saperla mostrata a tutti, il seno della mia donna mostrato a tutti mi eccitava sempre di più...
E volevo sempre di più.
Scopri ancora di più il seno, non coprirlo quando incrociamo mezzi più alti, i cui autisti piantano lo sguardo compiaciuti su tanto ben di dio.
Una bella coppia di tette morbide ed abbondanti messe in mostra per tutti.
Due capezzoli rosa da pizzicare, da stuzzicare per farli diventare eretti....
Voglio di più.
Scopri le gambe, si così, che belle cosce!
Fatti toccare la figona....
Roberta ha una figa importante, molto corposa, ben evidente, con pelo moderato.
E me la fa vedere, spostando di lato il tanga, ed è uno spettacolo, il monte di venere è un po prominente,
Roberta si sta eccitando, ed inizia quel leggero massaggio sulle labbra della figa, prima circolare, poi dall'alto verso il basso e viceversa, premendo verso l'interno, poi picchiettando.....
Ad un certo punto fa una mossa che non mi aspettavo davvero.
Tira un po su l'ampia gonna chiara e si togli i piccoli slip.
E' magnifica!
In preda all'eccitazione, tira su le ginocchia ed allarga le cosce!
Continua a masturbarsi in modo sempre più spinto, quasi osceno, godendo ed eccitandosi per lo spettacolo che sta offrendo!
Non solo i tettoni, ma quella grossa figa aperta, ben esposta!
La vedono tutti.
Vedo le espressioni di chi la vede.
Le facce sono sorprese ed incredule, poi compiaciute.
Non è da tutti i giorni vedere uno spettacolo del genere.
Una bella e succosa figa aperta ed in piena masturbazione!
Ed è la grossa figa di mia moglie!
Roberta ha avuto un orgasmo fortissimo e rumoroso, la sua figa meravigliosa è stato uno strumento nelle sue mani sapienti, ed io ho mi sono estasiato!
Poi si è ricomposta, siamo tornati a casa, e logicamente abbiamo scopato in modo esagerato.
Sono passati tanti anni, ma ricordo con grande piacere quella giornata con quei momenti di trasgressione innocente ma molto intrigante, che purtroppo si sono raramente ripetuti..
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7 anni fa
medioman4327185, 35
Ultima visita: 4 anni fa -
Di sera in camper a servizio di vanessa trans
Ho sempre avuto un po' invidia del seno della mia amica trans Vanessa di origine brasiliana pelle liscia dotata di un meraviglioso seno della sesta misura naturalmente operata ma non per questo meno sexy e femminile.Qualche volta mi chiama per aiutarla nel suo lavoro di sera quando esce con il suo camper per andare in parcheggi per proporsi a singoli a volte camionisti interessati a godere senza fretta per una botta e via.Nella sua camera, prima di uscire, mi prepara con cura, quindi crema depilatoria su tutto il corpo anche intimamente e successiva doccia per farmi avere la pelle liscia vellutata.Dopo essere stata improfumata con essenze femminili mi allena all'oral infilandomi il suo membro di oltre 25 cm. fino in gola dice che il pompino profondo con ingoio piace tanto ai suoi clienti e quindi devo essere all'altezza della situazione.Messa poi a pecorina sul suo enorme letto, stende con pazienza e perizia intorno al mio buco uno strato di lubrificante, preferibilmente crema LUAN ma a volte al gusto fragola molto apprezzato dai singoli e mi incula con il suo enorme membro per una buona mezz'ora perchè vuole che sia già caldo e pronto all'uso ed in grado di prendere dai suoi clienti, membri di ogni misura per questo motivo da circa un anno e con le dovute precauzioni, guanti, lubrificazione adeguata, creme e falli realistici in gomma, mi ha praticato il FISTING anale, rompendomi di proposito lo sfintere in tre parti che sappiamo tutti essere il muscolo dell'ano. Operazione per la verità, per un buco stretto come il mio e alla sua prima dilatazione estrema, molto dolorosa ma era necessario perchè nel suo lavoro di intrattenimento puo' capitare singoli dotati di misure fuori "norma" di dimensioni decisamente esagerate e vuole che sia in grado di prenderli tutti per cui ha ritenuto necessario che il mio buco fosse in grado di dilatarsi fino ad un diametro massimo di cm 8 piu' che sufficiente per farmi fare la puttana senza correre il rischio di perdere clienti.La vestizione con l'intimo femminile è molto accurata,a volte mi propone del tutto nuda con solo autoreggenti velate a volte se la temperatura non è ottimale mi fa indossare anche la quepierre per il resto vuole che il seno e il culetto siano a nudo ben visibili perchè dice che sono le parti da mostrare a quanti desiderano scopare senza fretta per una botta e via.A volte il cliente è esigente e prima di decidersi vuole esaminarmi da vicino, toccare, palpeggiare infilare un dito nel buco e dopo aver contrattato il prezzo della prestazione la mia amica mi fa attendere a pecorina in camper sul letto bendata dice che per motivi di privasy il cliente non deve essere visto ma solo...sentito!!!!, non prima di aver praticato il pompino di rito naturalmente a pelle senza condom lavorando la cappella con pazienza succhiandola delicatamente operazione necessaria per portare il membro alla consistenza giusta per la monta per poi infilarlo di botto riivestito con il condom, senza non si fa, nel buco per la scopata dovuta con l'immancabile calda sborrata finale nel canale e gridolino di piacere Haaaaaaaaaa!!! godoooo.....solo a quel punto sfilato il membro dal buco mi riposiziono fuori dal camper per poi sculettare come di norma per attirare l'attenzione del futuro cliente.La postura, il saper ancheggiare è importante nell'arte della seduzione in questo sono brava favorita dall'aver indossato scarpe femminili tacco 12 che mi danno un aspetto da vera troia abbinata ad una parrucca esclusivamente bionda molto appariscente un trucco adeguato, sigaretta e borsetta da donna.Molto importante è mostrare il seno che ho molto femminile che la mia amica vuole che sia morbido e di buon sviluppo per questo periodicamente mi porta da una sorellina trans esperta nella pratica del BDSM per farlo sottoporre ad adeguata stimolazione con pinzette, pesetti ed altri accorgimenti per svilupparlo usando prodotti rassodanti e volumizzanti fermminili massaggi delicati, in particolare VANESSA vuole che abbia i capezzoli piu' sporgenti e grandi quindi mi viene applicata su di essi ad ogni seduta un succhiacapezzoli meccanico che per oltre un'ora a ventosa mi munge il seno.A volte se ha clienti mi fa succhiare i capezzoli da loro ma poi eccitati da tale pratica devo farmi inculare a turno dopo essere stata legata ad una panca che si usa per fare clisteri. Questo non è molto gradito dato che non sono in strada o in parcheggio a battere ma per non urtare la mia amica Vanessa non faccio opposizione alcuna.Dopo molte sedute il risultato è ben visibile con un seno che ha raggiunto una buona consistenza pieno morbido circa quarta misura e molto femminile questo ha decisamente aumentato la clientela perchè quando lo mostro di sera in parcheggio subito attiro l'attenzione di singoli interessati a scopare ma anche a giocare con un bel seno femminile infatti in camper vogliono fare tutti una bella poppata succhiandomi a lungo i capezzoli a volte delicatamente a volte mordicchiando e tiracchiando ma senza far male altrimenti si viene allontanati.Molti cliernti a volte, vengono solo per palpeggiare toccare succhiare il seno dicono che neanche la loro signora le ha cosi' morbido e femminile spesso devo anche praticare stando in ginocchio una spagnola infilando il membro tra le tette e farli sborrare sul seno stesso.Dopo un po' dintempo, ho accarezzato l'idea di mettermi in proprio andare a battere in posti adeguati di sera anche tardissimo ma non sono propensa a propormi a scopo di lucro e poi da sola senza la protezione e la compagnia della mia amica VANESSA che ha tutta l'esperienza dalla sua parte non sono in grado di gestire la clientela preferisco propormi in privato quando non sto con VANESSA in posti fuori dalle zone di battuage vero e proprio dove le professioniste fanno il loro duro lavoro in particolare in estate in zone litoranee frequentate dai nudisti mi piace infatti stare tra la natura nel verde della macchia mediterranea piena di profumi.Non ho problemi a trovare la compagnia di tali soggetti amanti naturisti a volte basta stare anche ai margini delle zone a loro riservate che in men che non si dica appena mi spoglio e resto nuda subito vengo circondata da un bel gruppetto di singoli nudisti con i loro membri bene in vista che circondata quasi prigioniera, mi portano all'imbrunire in radure o tra le dune di sabbia per incularmi selvaggiamente a giro.
2680
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7 anni fa
PINATRANSGENDER, 32
Ultima visita: 7 anni fa -
Incontro galante
Dopo vari messaggi elettronici, sono riuscito ad ospitare un autentico stallone dotato di 20 centimetri. Avevo appena finito di truccarmi che sento suonare al citofono, rispondo, apro la porta e gli indico l'interno da raggiungere. Appena mi vede mi abbraccia ed io contraccambio baciandolo sul collo, il tipo è anche belloccio. Lo dirigo prima al bagno invitandolo a lavarsi le mani, poi gli sbottono la patta dei pantaloni e rimango sbigottita: il suo cazzone era lungo quando annunciato in precedenza, ma era larghissimo, da fare impressione, anche perché il profilattico entrava a fatica, figurarsi nel mio povero culetto pur abbondantemente lubrificato. Comunque dopo una bella pompa e relativa leccata di palle mi sono decisa a sedermi sopra a quel "supplizio". Di cazzi larghi ne avevo presi, anche da dotatissimi transex, ma questo mi impressionava fortemente. Comunque non potevo lasciarmi sfuggire questa occasione e, dopo un' ulteriore lubrificazione e allenamento con quattro dita sono riuscita a farmi entrare la cappella, ho atteso alcuni secondi e piano piano l'ho preso tutto, anche con meno dolore delle altre volte con calibri minori, ma con meno preparazione. Ho chiesto al mio maschione di incularmi a pancia in giù, perché mi ricordava la prima volta con un mio amichetto di scuola. Pensavo che in questa posizione non entrasse tutto dentro, ma lui ci sapeva fare e ad ogni affondo mi faceva sobbalzare. Mentre mi sbatteva mi baciava li collo, mi strinceva i capezzoli, e io gli sussurravo che ero la sua troia e ogni tanto gli succhiavo l'indice, cosa che mi ha fatto fare due schizzi senza toccarmi. Comunque la sborrata finale l'ho fatta quando mi incula supina ed io gli stringevo le gambe al collo. Alla fine esausta l'ho fatto sborrare sul mio petto abbastanza pronunciato, tettine da adolescente ragazza. Ci siamo promessi di rincontrarci e magari fare qualche mini video con delle mascherine. Grazie dell'attenzione a tutti. Un bacio
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7 anni fa
ginetta,
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Ultima visita: 3 anni fa
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Cinema a luci rosse
Non mi sono mai piaciuti i cinema a luci rosse… troppa gente che ti guarda con la bava alla bocca… troppi “torelli” pronti a tutto pur di farsi segare un po’…
Ma quella volta era diverso, la coppietta con cui stavo per uscire, conosciuta tempo addietro e con la quale avevo già avuto una esperienza molto soddisfacente, aveva espresso quella fantasia, incontrarci fuori dal cinema ed entrare a guardare un film più o meno di serie z e cominciare a giocare soft e poi chissà…
Ok, accetto con riserva. Se il cinema è troppo affollato da allupati schizofrenici, cambiamo location.
Ci ritrovammo fuori dal cinema, a Nocera Superiore… Cinema affollato (mi dissero) da gay e militari.
C’era un bar poco distante, entrammo e cominciammo a chiacchierare.
Mario (il lui della coppia) è un signore distinto di circa 50 anni, qualche chilo di troppo, una mise sportiva, occhiali e cappello borsalino.
Maria (la lei della coppia) è una donna molto bella, 49 anni, fisico slanciato ed un vestitino stretto che le mette in risalto il seno, non grandissimo, ed i fianchi che si allargano mettendo in evidenza un bel culo tondo e sodo...
Iniziammo a parlare della loro fantasia che da lì a poco sarebbe diventata realtà.
Comprammo i biglietti, il tizio che “stacca” le entrate ci guardò dalla testa ai piedi e poi abbozzò un sorrisino. Probabilmente non eravamo i primi che vedeva e sicuramente si immagina il prosieguo della serata…
Entrammo facendo attenzione a non appoggiarci a nulla… non si può mai sapere, credo che la pulizia non sia il forte di un cinema a luci rosse…
La mia signora di avventura mi fissava da quando ero sceso dall’auto, mi osservava nel bar mentre parlavamo e mi scrutava ancora adesso…
Era un atteggiamento strano, visti i nostri trascorsi, ma non gli diedi molta importanza. In fin dei conti non avevo ancora disilluso le loro aspettative…
Ci sedemmo in ultima fila, in un angolo. Mario, Maria ed io. Lei era al centro, in effetti quella serata ruotava intorno alle sue voglie, ed era giusto che fosse così…
Il film non era ancora iniziato ed io cominciai ad accarezzarle le gamba ricoperta da una calza autoreggente. Non andavo di fretta, volevo fare in modo che la scelta e la fantasia durassero il più a lungo possibile.
Senza troppa fretta, di continuo, accarezzavo la sua gamba fino a dove l’autoreggente finiva e poi tornavo indietro. Era un modo come un altro per risvegliare il suo “appetito”. Dopo qualche minuto iniziai ad accarezzarle la gamba dall’autoreggente all’inguine… sempre la stessa modalità, su e giù, senza ancora toccarle il suo “prezioso frutto”…
Credo di averla stuzzicata troppo, prese l’iniziativa, comincio ad accarezzarmi il cazzo, ma senza sbottonare nulla… Probabilmente mi voleva “restituire le gentilezze”… Mario in tutto questo stava guardando il film da poco iniziato. Si comportava come un marito andato al cinema con la moglie. Non era partecipe ai giochi e fingeva(forse) di non accorgersi di nulla.
Io e Maria eravamo molto presi dal film, tanto che non ricordo neanche quale fosse, ma i gemiti ed i suoni che provenivano dallo schermo e le carezze di Maria, avevano sortito il loro effetto… Il mio cazzo era duro e spingeva contro il pantalone…
Nel frattempo, vista l’insistenza di Maria, io avevo iniziato a toccarle la figa, massaggiandola prima esternamente e poi con le dita all’interno cercavo di provocarle più piacere possibile.
Molto probabilmente ci stavo riuscendo perché era tutta bagnata e c’erano le contrazioni tipiche del piacere…
Allora le presi la mano e la aiutai a sbottonarmi il pantalone. Non ritengo di essere un super dotato, ma credo che le mie misure siano sufficienti a dare piacere.
Molto probabilmente la pensava così anche Maria che cominciò a masturbarmi con una mano, poi con due…
Fu allora che Mario ci guardò per la prima volta, io avevo messo il mio braccio dietro la schiena di Maria e le massaggiavo il seno stringendolo con cadenza meccanica mentre Mario aveva iniziato a masturbare Maria con le dita.
Poi Maria si piegò con la testa sul mio membro ed iniziò a leccarmi la cappella… un massaggio entusiasmante, paradisiaco.
Poi, come nella natura delle cose, iniziò a succhiarlo, lentamente, con ritmi cadenzati, su e giù… a me piace tantissimo questa pratica, tanto da non farmi accorgere che Mario si era inginocchiato e stava leccando la figa a Maria.
Maria iniziava ad emettere gemiti, ma venivano attenuati da quelli provenienti dallo schermo. Almeno nessuno ci aveva ancora notati e tantomeno qualcuno si era avvicinato…
Passò un bel po’ di tempo, sempre la stessa pratica, sempre più arrapante.
All’improvviso si senti Mario che borbottava qualcosa… ci fermammo e chiedemmo cosa stesse dicendo.
Diceva che dovevamo andare via perché c’erano troppi che guardavano… in effetti presi dall’ardore non ci eravamo accorti che si era fatto un capannello di uomini…
Ci ricomponemmo in fretta e guadagnammo l’uscita non senza che Maria ricevesse qualche palpatina…
Ci avviammo verso le auto, Maria ed io salimmo nella mia auto e Mario si accomodò nella sua.
Ci avviammo e Maria mi indicava la strada da seguire sempre accarezzandomi il cazzo, forse per non farlo rilassare troppo…
Ad un certo punto ricordai la strada, stavamo andando a casa loro. Adesso potevo anche chiedere a Maria di succhiarmi un po’ la cappella…
Non ci volle molto per convincerla, in fondo sapevo che le piaceva…
Arrivammo sotto casa, parcheggiammo proprio sotto il palazzo e cominciammo a salire. Mario, il solito signore, si scusò per il cambio di location, ma non sopportava quel comportamento.
Entrammo in casa, forse non era nei loro intenti tornare a casa con un ospite. C’era un po’ di disordine simile a quello che si può lasciare quando si ha fretta di uscire e si dice “quando torno metto tutto a posto”…
Ad essere sincero non ci feci gran caso, capisco le logiche delle cose. Quindi quel leggero disordine non era per svogliatezza congenita ma per fretta momentanea…
Ci sedemmo sul divano tutti e tre ed iniziammo di nuovo a giocare.
Solo che Mario invece di leccare la fighetta di Maria, fece in modo di farla mettere sulle ginocchia e cominciò a leccarle il culo.
Capii che di li a poco il buchetto di Maria si sarebbe dilatato e che io o Mario avremmo avuto l’onore di farla godere.
In tutto il tempo che Maria aveva giocato con me, Mario si era masturbato ed era venuto sul divano su cui avevamo poggiato una copertina…
Quindi, con Mario fuori uso per periodo refrattario, toccava a me far pronare Maria ed approfittare del lavoro svolto prima da Mario…
La invitai a mettersi in ginocchio sul divano, io mi alzai e pian piano inserii il mio cazzo, bagnato della saliva di Maria, nel suo culetto.
Fui molto dolce, Maria emise solo un leggero gemito, poi nulla più.
Cominciai a scoparla come piaceva a lei, poi Mario mi disse di darle colpi più decisi, voleva che Maria sentisse un leggero dolore. Lo accontentai, facendo sempre attenzione a non esagerare…
Eravamo da molto tempo e anche io sentivo di essere arrivato all’orgasmo. Ma non volevo smettere sul più bello, quindi avvertii Maria e dopo poco venni…
Dopo i soliti ancheggiamenti, per prolungare il più possibile quei momenti, estrassi il mio membro e lo posi davanti a Maria con la speranza che lo ripulisse per bene.
La mia speranza venne ripagata, prese una salviettina inumidita e con molta cura mi ripulì iniziando dalla cappella… Tolse la salviettina e prese di nuovo in bocca il mio cazzo che si era “assopito” e con vigore succhio, facendo in modo di fare uscire anche gli ultimi residui umori.
Poi sedemmo a tavola, parlammo per un po’ dell’esperienza del cinema, delle nostre sensazioni.
Prendemmo un caffè e mi accompagnarono alla porta, ci salutammo come si salutano vecchi amici ed andai via…
Attendo con impazienza che il telefono squilli… in fondo sono un tipo romantico, mi affeziono alle persone…
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7 anni fa
Hypnos1975495932,
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Ultima visita: 2 anni fa
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Quella sera in riva al mare
Era una sera del mese di Agosto io e mia moglie stavamo passeggiando sulla spiaggia di Viareggio erano circa le 2 di notte quando ci accorgemmo che in lontananza si vedevano 2 persone muoversi in maniere un po’ strana, pensammo questo caldo deve aver dato fastidio pure a loro visto che alle 2 di notte sono in spiaggia, un po’ per il caldo un po’ per la curiosità decidemmo di continuare la nostra passeggiata notturna in loro direzione, appena più vicini ci accorgemmo che erano indaffarati a fare sesso, la cosa non ci stupì più di tanto visto che pure noi molto spesso di notte dopo una nuotata al chiaro di luna ci davamo da fare più o meno nella stessa zona dove erano loro, una volta più vicini con il chiaro della luna vedemmo che erano 2 stranieri una donna bionda sui 25 anni e un uomo di colore sui 30 forse, lui le stava sopra e mentre la penetrava la baciava , pensammo che non si fossero accorti di noi che a 2 metri o poco più li stavamo a guardare, e loro come niente fosse continuavano il loro gioco, la cosa ci fece eccitare entrambi che per calmare un po’ i nostri bollenti spiriti ci gettammo in mare, cosa che servi a poco appena usciti dal acqua eccitati più che mai iniziammo ad amoreggiare a poca distanza da loro, che nel frattempo forse avevano finito o si erano fermati sentendo i nostri tuffi chi lo sa, poco importa cosa stessero facendo loro nel giro di pochi minuti i nostri costumi erano a terra e io ero sopra alla mia compagnia che le succhiavo i capezzoli turgidi e insaporiti dal sale del acqua di mare che li aveva appena bagnati.
Oddio che eccitazione il mio arnese non stava più fermo era un continuo pulsare per la gran voglia di entrare dentro a quella bagnata passera insaporita dal sale, ma no non era ancora giunto quel momento mi spostai interruppi dal leccare quelle due splendide ciliegine per passare a leccare la sua meravigliosa fighetta, tuffai la mia testa in mezzo a quelle cosce abbronzate dal sole tanto abbronzate quasi da assomigliare a quelle di una venezuelana e iniziai a leccare la sua succosa passera sino a farmi venire in bocca, mi spostai per iniziare a penetrarla a pecorina come piace tanto a lei, quando vidi dietro di noi a solo 1 metro un uomo di colore con la sua enorme mazza penzolante mezza dura, ed accanto a lui la signorina bionda di poco prima ci stavano a loro volta osservando e noi per ricambiare il fatto di averli visti a nostra volta scopare iniziamo a scopare sino che io non dissi sto per venire la mia compagnia mi fece uscire e inizio un pompino meraviglioso sarà per l'eccitazione di essere visti da altri 2 sarà che eravamo eccitati dal avere visto loro ma lei lo succhiava come non aveva mai fatto prima leccava tutta la cappella con la punta della lingua scendeva lungo lo stelo e leccava le palle poi lo prendeva sino che le palle non le sbattevano nel mento dopo pochi minuti cosi venni 4 o 5 spruzzi di sperma le raggiunsero dalla bocca la gola non riuscì a reggere tutto quel seme che le colo fuori dalla bocca sino sopra quella bellissima sesta l' effetto della abbronzature faceva risaltare sotto i raggi della luna il mio seme che colava giù sino sulla sua pancia.
Vedendo questa scena la bionda disse in un italiano stentato se volevamo fare con loro ciò che abbiamo fatto da soli se volevamo scambiarci i partner, io e mia moglie ci guardammo e io le dissi quando ti capiterà mai di trovare un uomo di colore con un cazzo cosi grande e quando mi capiterà mai più di potermi scopare un donna bionda cosi figa, e lei disse hai ragione facciamolo per una volta non succede nulla.
Ci facemmo tutti un bagno ristoratore in mare e poi ci spostammo un po’ piu in la io con la bionda e lei con il nero a 2 metri circa uno dal altro di modo che ci potessimo vedere scopare a vicende io inizzia leccare la fica della stupenda bionda anche essa sapeva un po di sale un po dei suoi umori gle la leccai per un bell po, lei mi disse sempre in un italiano stentato che non il suo compagnio non poteva fare sesso anale per via della misure sproporsionate del suo membro e che avrebbe avuto piacere di essere presa dietro da me che avevo un bell cazzo adatto a sfondare il suo culo non mi sembrava vero credevo di sogniare si mise a pecorina mostrandomi un culo spettacolare con un buchetto chiuso sembrava vero che non avesse mai avuto rapporti anali almeno non con lui,
al che sputai nel suo buchino e prima con 1 dito poi 2 poi 3 mi feci strada dentro di lei puntai il mio arnese nel suo splendido culo e lentamente inizzia a possederla lei emise da prima un urlo poi molti mugoli di piacere sino che non sentii un fremito seguito da un urlo che penso abbiano sentito sino dalla strada stava venendo le avevo fatto avere un orgasmo per via anale continuai a pomparla per un altro po poi lei mi disse spostati che ora tocca a me farti godere,mi sdraiai a terra lei mi venne sopra con la sua figa fradicia di umori inizzio a fare su e giu e quando le dissi sto per venire scese di corsa lo prese in bocca e inizzio a leccarlo da li a pochi secondi venni copiosamente dentro la sua bocca e lei ingoio tutto leccandomi la cappella sino a pulirla completamente. Ci sedemmo l'uno accanto al altro a vedere mia moglie che ancora si stava facendo fottere dal nero aveva un cazzo enorme e io dissi alla sua compagnia ma quanto lo ha lungo lei rispose 29, io dissi povera moglie la stara aprendo come una scatola di sardine con un palo simile la sentivo godere a pecorina come piaceva a lei beh con un cazzo simile a pecorina viene bene sicuro dopo poco che la guardavamo la sentimmo urlare godeva come non mai quel cazzo la stava davvero saziando bene, quando fini di urlare vidi il nero uscire da lei ed andarle davanti alla facci come dire ora succhia ma lei gli fece cenno di mettersi sdraiato cazzo dissi io non sarà mica cosi matta da farci lo smorsa candele. La vidi che stava per farlo si posiziono sopra al cazzo del nero e lentamente se lo fece entrare tutto dentro, pensai io ad alta voce come può starci tutto se già con i miei 18 cm dice di sentire male, mi avvicinai per vedere meglio e sorpresa delle soprese stava prendendoselo dritto nel culo una bestia simile, la bionda che mi aveva seguito disse cazzo come fa devo pure io allora provare andò la disse a mia moglie che voleva provare pure lei che se lei ci riusciva come poteva lei non riuscire il nero rimase fermo a terra le la bionda già allargata dal mio cazzo prese prima un po’ poi piano piano tra un urlo di dolore e uno di piacere lo prese a sua volta tutto dentro al culo inizio a fare su e già come una vera furia il suo culo si era dilatato abbastanza per prenderlo come voleva saliva su e giù e mi guardava sorridendo come a dire grazie a te e a alla tua compagnia ora anche io posso soddisfare me stessa e il mio uomo con un rapporto totale, nel mentre in nero stava per venire e lo disse cosi la mia compagnia che ancora non aveva potuto assaporare il sapore del suo seme lo fece mettere in piedi, lei si chino e inizio un poderoso pompino 29 centimetri di cazzo del nero le entravano quasi totalmente in bocca sino a sentirlo contro le tonsille vidi la faccia del nero avere un escrezione di godimento e venne in un modo mai visto prima una quantità di sperma degnai delle sue dimensioni inondava bocca faccia occhi capelli corpo tutto era ricoperto dal suo bianco seme, la bionda vendendo tutto quel seme cadere lungo il corpo della mia compagnia si avvicino a lei inizio da prima a leccare con la mia compagna quella poderosa mazza per poi leccare quello sul corpo della mia compagnia.
Dopo questa meravigliosa avventura di una notte tornammo diverse volte in quella spiaggia ma di loro non vi era più traccia evidentemente erano ritornati a casa la loro vacanza si vede che era finita.
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8 anni fa
Desideria80,
40/40
Ultima visita: 4 mesi fa
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La cugina acquisita
Ciao a tutti ricordate nel mio precendente racconto vi ho raccontato la nostra avventura con la moglie di mio cugino il cornuto questo che segue è quanto è successo in seguito.
Ieri 19 febbraio erano le prime ore del pomeriggio quando squillo il telefono era nostra cugina che ci stava venendo a trovare era appena arrivata in stazione e chiedeva di andarla a prendere, quando arrivammo giù non potevamo credere ai nostri occhi. aveva una minigonna cortissima senza calze tacchi alti e il suo magnifico decolté coperto da una maglietta a V che lasciava poco al immaginazione, la salutammo baci e bacini e ci dirigemmo verso casa nostra appena entrati dalla porta lei si tolse le scarpe e rimase a piedi nudi due bei piedini curati nel minimo dettaglio, non sembrava nemmeno più la ragazza della volta prima vestiva in modo molto più disinibito come volesse dire il mio corpo e qui cosa aspettate a prenderlo.
Passarono alcuni minuti in qui ci prendemmo un caffè e ci fumammo una sigaretta, dopo ciò lei disse non penserete che sono venuta sino qui solo per un saluto sapete benissimo cosa voglio e fu li che tutti in pochi minuti ci ritrovammo nudi abbracciati ad amoreggiare, le due ragazze mia moglie e mia cugina si baciavamo mentre ogni tanto armeggiavano con il mio cazzo ormai duro come un palo di ferro dall’ eccitazione e dalla visione paradisiaca di loro due avvinghiate come serpenti al sole, sul più bello sento suonare il campanello e facciamo a finta di nulla ma continua a suonare, visto che le macchine erano nel piazzale e si capiva bene che eravamo tutti in casa cosi mi misi un accappatoio e andai a vedere chi fosse, era il mio amico Paolo un 40 enne di bella presenza 1 metro e 80 palestrato e soprattutto singol visto la situazione se sapendo che nessuno sicuramente si sarebbe tirato indietro decisi di raccontargli cosa stavamo facendo e chiedergli se fosse interessato, dopo qualche secondi di imbarazzo mi disse o sempre sognato di potermi scopare tua moglie figurati se rinuncio e io scoppiai a ridere lo feci spogliare e entrammo tutti e 2 nudi come mamma ci ha fatti nella stanza, alla sua vista le ragazze dissero ma che fai cosi ci fai passare per zoccole, su ragazze infondo un pò lo siete risposi io e ora che ce anche paolo sapete che belle cose nuove si possono fare.... alla fine dissero bene allora vediamo cosa sanno fare 2 omaccioni come voi che noi da sole non sappiamo già fare, la cugina si avvicino alla mazza di paolo e inizio a succhiarlo sino a farlo diventare duro come un palo e caldo come l'inferno, al che si mise a pecorina e prego paolo di penetrarla di certo non se lo fece ripetere 2 volte, anche se lui avrebbe voluto scoparsi per prima mia moglie iniziò a fotterla prima piano poi sempre più forte, nel mentre io leccavo la figa colante di umori dal eccitazione di mia moglie a un certo punto sento paolo che dice devo devo venire vedi la cugina che subito porse le sue carnose labbra sul membro di paolo e lui con 4 o 5 scrinci le inondò la gola sino a farle uscire lo sperma che colava sul suo seno prosperoso, alla vista di ciò mia moglie non resistette andò verso la cugina e iniziarono a baciarsi e succhiarsi i capezzoli e vicenda vedendo ciò io non resistevo più dovevo svuotare il mio scroto pieno zeppo di caldo seme, andai in mezzo alle loro bocche che si stavano baciando e loro due iniziarono leccare la mia cappella sino che anche io non emisi i miei 4 o 5 scrinci, che invasero le bocce e il viso di entrambe, cosi loro continuarono a baciarsi con le bocche e le facce piene del nostro seme.
Vedendo tutto ciò il cazzo di paolo era ritornato duro e dritto come un palo a quel punto guardò mia moglie e gli disse ora tocca a te essere posseduta da me, lei mi guardo come chiedere il permesso e io li incitai a iniziare paolo diede uno sputo sulla sua cappella lo punto nella figa di mia moglie e inizio a fotterla, fortemente i gemiti si sporgevano per tutta la casa, nel mentre vedendo lei godere come una vera troia il mio cazzo era diventato durissimo e mi stavo per fottere la cugina quando mia moglie urlo lo voglio dietro, ne voglio 2 mi avvicinai a lei diedi uno sputo nel buco del culo e piantai dentro i miei 18 cm di cazzo nelle sue viscere, mentre paolo la fotteva davanti e mia cugina si faceva leccare la figa dalla calda e ansimante bocca di mia moglie, a un certo punto sentimmo i un gemito un urlo di piacere era lei che per la prima volta nella sua vita oltre che essere venuta aveva squirtato abbondantemente bagnandoci entrambi, la cugina a quel punto disse e io chi sono voglio lo stesso trattamento riservato a lei, stavolta io e paolo ci siamo invertiti i ruoli io la fottevo davanti mentre il suo seno mi schiacciava la faccia e non potevo e volevo fare a meno di leccare i suoi turgidi capezzoli, a un certo punto sentii ancora più peso su di me era paolo che aveva iniziato a fotterla di dietro la fotteva come un mandrillo, i colpi facevano muovere le sue splendide tette sulla mia faccia quasi sommersa dall’ corpo di mia moglie che si faceva leccare la figa seduta sulla faccia di lei erano ormai minuti che fottevamo cosi sentimmo un urlo che penso sentii tutto il vicinato era lei che veniva come non mai e mentre veniva pure lei squirtava, ora finalmente toccava a noi rivenire mettemmo le ragazze a pancia in giù sul letto e iniziamo a fotte le loro bocce, sino a quando quasi contemporaneamente io venni nella cugina e lui venne nella bocca di mia moglie, le ragazze con le bocche piene del nostro sperma iniziarono a limonare tra di loro passandoselo a vicenda per poi ingoiarlo tutto, leccando e pulendo per bene i nostri membri, fatto ciò si diressero insieme verso la doccia, passavano i minuti e non uscivano cosi io e paolo curiosi andammo a vedere cosa stessero facendo erano tutte e 2 assieme sotto le doccia che si baciavano e toccavano a vicenda per avere un altro orgasmo la vista di ciò non ci lascio di certo indifferenti cosi entrambi iniziamo a segarci in bagno sino a venire una terza volta, le ragazze uscirono dalla doccia e io e paolo uno alla volte in cinque minuti ci lavammo. Dopo tutto ciò ci incontrammo in cucina dove ordinammo della pizza la mangiammo poi paolo cortesemente visto che gli era di strada accompagno mia cugina al treno con la promessa di vederci ancora dinuovo in 4 o magari pure di più .
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8 anni fa
Desideria80,
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Una fredda giornata nevosa
Era il 27 dicembre ed eravamo stati invitati da mio cugino e la sua compagna a passare qualche giorno in una casa di montagna su a Santo Stefano D’ Aveto, di giorno siamo andati a passeggio nei boschi anche se la giornata non prometteva molto bene, faceva un gran freddo dopo un paio di ore trascorse fuori decidemmo di rientrare ci sedemmo tutti e 4 infreddoliti davanti al camino ormai si stava facendo sera erano circa le 17 quando il cellullare di mio cugino squilla, è il suo datore di lavoro che gli chiede se può rientrare, solo per un giorno per stampare dei calendari urgenti per un cliente del ultimo minuto mio cugino accetta perché di questi tempi un po’ di straordinario male non fa e poi si sa ormai chi ha un lavoro deve tenerselo stretto, al che decide di partire la sera subito dopo cena lasciando la sua compagnia con noi, dicendo ci vediamo domani sera tanto sono solo pochi km di distanza una trentina circa faccio presto a scendere e risalire anche dovessi fare tardi domani sera torno.
La sera inizia a nevicare anche nel appartamentino fa abbastanza freddo il camino non riesce a scaldarlo completamente, mia cugina è una donna di 40 anni di bella presenza una bella quarta di seno un bel culo insomma un bel bocconcino sulla quale qualche pensiero io e mia moglie ce lo eravamo fatti nel tempo, ci sarebbe piaciuto chiederle se voleva fare una cosa a tre con noi ma un po’ per rispetto di mio cugino un po’ per non fare brutte figure e un po’ perché è sempre mancata l’occasione non gli abbiamo mai chiesto nulla, nel mentre si fa ora di cena ci si mette a tavola mangiamo e alla fine della sera ecco mia moglie che decide di fare una proposta un po’ ose, dice che ne dite di giocare al gioco indovina la capitale e chi si sbaglia si leva un abito, mia cugina senza esitare dice siii mi piace l’idea iniziamo facciamo la prima domanda e lei sbaglia cosi deve levare il golfino la seconda indovina e tocca a me levare la maglia andiamo avanti cosi per più di un ora, quando ci rendemmo conto che io ero in mutande e loro due reggiseno e mutande reggiseni dai quali un po’ per il freddo un po’ per l’eccitazione di vederci nudi fanno capolino 4 capezzoli turgidi duri come un legno, non potevo distogliere lo sguardo dalla sua stupenda quarta nonostante mia moglie avesse una sesta la sua quarta mi faceva gola, lei che se ne era accorta ci fa cugino ma se vuoi vedere meglio e che fa si sfila il reggiseno e mia moglie dietro a lei se lo leva pure, si fanno i complimenti a vicenda per il stupendo seno a un certo punto le vedo che si avvicinano e iniziano a toccarsi il seno a vicenda io mio arnese già dopo aver visto 4 tette cosi fuori era diventato duro ma dopo quella scena non stava piu nelle mutande, le guardo e vedo che si stanno leccando e succhiando i capezzoli le lascio fare mentre mi godo uno spettacolo lesbo che non mi sarei mai aspettato di vedere, a un certo punto vedo che si stanno tirando via le mutandine a vicenda e iniziano un 69 tra di loro che mi ha fatto sobbalzare sulla sedia, cosa che non è passata in osservata alla mia cuginetta e nemmeno a mia moglie la cugina mi chiama e mi dice tu non partecipi ci sono qui per te 4 tette 2 culi due passere tutte da riempire e stai li sulla sedia, bhe ovviamente non me lo sono fatto dire 2 volte mi sono alzato ho spostato mia moglie e ho iniziato a leccargliela come un forsennato, poi mi sposto e ricominciano a leccarsela tra loro mentre io infilo il mio palo nella umida plurivenuta vagina di mia cugina, dopo alcuni colpi non ce la facevo più dovevo venire pure io lei se ne accorge si gira di scatto facendomi uscire da lei e inizia un pompino dopo 3 o 4 succhiate ecco che vengo, 1 2 3 4 fiordi di caldo seme gli inondano la gola me lo lecca tutto sino a pulirlo completamente, mi vado a sedere su una sedia ormai stremato vedo lei, la cugina che non credevo cosi maiala avvicinarsi a mia moglie e iniziare a baciarla con ancora il mio seme in bocca se lo passavano lingua con lingua come fosse un dolcissimo cioccolatino, dopo ciò vedo mia moglie dirigersi verso la camera e la vedo tornare con uno dei nostri giocattoli che portiamo sempre con noi un dildo di 24 cm per 6 di diametro, la vedo che si avvicina a mia cugina e iniziano a infilarselo a vicenda da li a poco mia cugina va nella sua camere e prende un dildo doppio e iniziano a scoparsi tra loro, nel mentre il mio arnese si era rifatto duro vedendo codeste scene non poteva di certo rimanere indifferente, decisi si avvicinarmi a loro e dopo che me lo ebbero ben succhiato lo puntai nel sedere della cugina, nel frattempo mia moglie gli si era messa accanto culo al aria aspettando anche essa una dose di cazzo nel suo bel culo, cosi decisi di uscire dal meraviglioso culo della cugina per entrare in un sol colpo nel culo di mia moglie, un grido di dolore emette per la grande botta ma subito dopo mia cugina si era messa davanti a lei con la sua calda figa e mentre che mi inculavo mia moglie loro se la leccavano a vicenda, e venivano in continuo urli di piacere si spandevano per tutta la stanza a quel punto dopo più di mezzora a fare avanti e indietro nei loro culi decisi di venire, le avvisai che ero quasi pronto loro si misero in ginocchio l’una accanto al altra e mi leccavano una lo scroto e l’altra la cappella sino che non resistetti più e inondai e loro visi e i loro seni con 3 schizzi di caldo seme, loro per ringraziamento mi leccarono sino a lasciarmi completamente pulito, andarono in bagno assieme e si fecero la doccia assieme le vedevo attraverso i vetri come si toccavano come se ancora non fossero sazie dalla nottata di sesso estremo passato, il pomeriggio successivo prima che mio cugino tornasse dal lavoro le ragazze hanno voluto fare una specie di sveltina per ricordare la sera precedente le accontentai,
Non mi sarei mai aspettato una vacanza cosi da allora ogni occasione e buona per vederci a 3 e rendere sempre più cornuto quel fessacchiotto mezzo impotente di mio cugino.
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8 anni fa
Desideria80,
40/40
Ultima visita: 4 mesi fa
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Sognando l'America....
Nella vasca dell'idromassaggio, completamente avvolta dalla schiuma da bagno, in uno stato di catatonica assuefazione mentale, mi ritrovo all'improvviso proiettata al centro di un palco, attorno al quale, una moltitudine di persone, mi incita ad uscire da dove sono immersa.
Uno tra gli individui vocianti, salito sul palcoscenico, mi tende una mano aiutandomi ad alzarmi per assecondare tali ovazioni, reggendo nell'altra una piccola doccia, con la quale mi ripulisce il corpo dalla massa di schiuma che, colando lungo le mie forme, le espone totalmente alla visione integrale degli sconosciuti ospiti che assistono allo spettacolo.
Senza più alcun altro baluardo, che possa proteggere da sguardi di palese compiacimento,
mi offro nuda alle manifestazioni di eloquente apprezzamento che mi vengono rivolti mentre, nel contempo, dall'alto appare un trapezio sopra al quale è seduta una figura che si cala al centro della scena come fosse giunta direttamente dall'olimpo, mostrando statuarie forme scolpite direttamente nel nero colore dell'ebano.
Solo un minuscolo drappo di stoffa, a stelle e strisce, ne cela a malapena le intimità, che avvicinandosi mi impone a diretto contatto del corpo, facendomi trasalire alla rigidità sottostante, che non posso in alcun modo evitare di riconoscere estrema.
Le incitazioni che giungono alle mie spalle mi vorrebbero subito presa da quel dio greco il quale invece, giocando con la mia anima, ormai persa tra il fluttuare vibrante che mi avvolge la mente, inizia una perfida stimolazione della clitoride, tale da condurmi repentina verso l'oblio.
Indotta alla resa vengo obbligata alle mansioni pretese anche dal pubblico, inginocchiata ai suoi piedi, calando quel minuto sipario, avvolgo il suo turgido pene tra le labbra dando inizio alla voluttuosa prestazione orale tra le ovazioni dei presenti soddisfatti alla vista della mia magistrale capacità di mungerlo sino allo spasimo estremo.
Ingurgitandone il seme copioso, e cibandomene sino all'ultima goccia, andando a lambire ogni residuo spermatico, leccando golosa ogni sua genitale protuberanza, rivelo la mia insospettabile indole di autentica puttana.
Il tepore del liquido svanisce con il cessare della corrente mentre, ormai appagata, uscendo dalla vasca, mi avvolgo nell'accappatoio, raggiungendo il mio compagno in attesa ignara di quanto appena avvenuto.
1905
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8 anni fa
gloria1951,
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Ultima visita: 3 anni fa
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Incontro intrigante
Io e Monica ci conoscemmo qualche mese fa,tutti e due separati da poco, un incontro casuale in metrò , si una mattina che sembrava iniziata male , non mi era partita la macchina, un guasto alla batteria, presi la metro come sempre affollata e mi capitò davanti questa bella mora mediterranea formosa,eravamo stretti come sardine e con i movimenti della metro a mio malgrado iniziai ad eccitarmi si il suo splendido culo premeva su di me, io un po imbarazzato, ma molto eccitato non riuscivo ha togliermi da quella strana situazione, arrivò la sua fermata stava scendendo e la seguii titubante pensai tra me e me ora mi manda ha quel paese, invece le chiesi di fare colazione assieme, lei accetto di buon grado e da li nacque una splendida amicizia di sesso, ci incontravamo tutti i fine settimana ha casa mia e scopavamo tutta la giornata, avevamo stabilito di non coinvolgere sentimenti solo piacere, da li ha qualche mese iniziammo a pensare di crearci situazioni trasgressive, ed iniziammo ha cercare coppie dopo alcuni incontri inconcludenti trovammo una bella coppia di professionisti lei una splendida donna del sud alta procace lui alto magro, ci frequentammo per un paio di fine settimana una volta in un disco pub una volta in pizzeria,ci eravamo affiatati e lei Daniela mi lasciava degli sguardi fulmina con degli occhi vedi e profondi, finimmo la serata e li ìnvitammo a cena a casa mia per cena il sabato successivo,arrivarono alle 20 ci sedemmo per un aperitivo in salotto Daniela si era seduta davanti ha me con una gonna vede sopra il ginocchio due cosce splendide tornite ed ogni tanto apriva leggermente le gambe per farmi intravedere le mutandine poi le richiudeva io eccitatissimo, lui invece si era seduto vicino a Monica e parlavano scherzando come vecchi amici, poi Monica si alzo per andare in cucina e in quel mentre Daniela disse al suo compagno Ei ci simo dimenticati il dolce e ora, Allora dissi non c'è problema la pasticceria è vicina ora vado e Daniela Ok ma ti accompagno il dolce tocca ha noi, uscimmo di casa lasciano Monica con Stefano e salimmo in auto, Daniela salendo in auto gli sali un po la gonna vidi due cosce strepitose, rimasi un attimo poi non resistendo le misi una mano tra le gambe, lei lascio fare stringendole un po mordendosi le labbra, andammo in pasticceria prendemmo la torta in fretta e tornammo ha casa rientrando dal garage, ho un villino a schiera, salendo la scala che dal seminterrato porta nel salone Daniela mi disse Facciamo piano vediamo cosa fanno, salimmo senza rumore e arrivati in vista dell salone vedemmo Stefano che stava slacciando la camicetta a Monica e gli prendeva in mano le tette (Monica non porta il reggiseno) mi venne come un tonfo al cuore Daniela mi mise una mano sul pene stringendolo con forza,e disse guardiamo dai, io visto che era un gradino sopra di me le misi una mano tra le chiappe e iniziai ha togliergli le mutandine, frugando tra la fica ed il culo,Nel mentre lui aveva spogliato Monica completamente e facendola sedere sul tavolo aveva ìniziato a leccargli la fica, io presi Daniela e le tolsi tutto sulle scale,una visione splendida, una statua,mi spogliai e mettendomi un paio di gradini sotto mettendola a pecorina le misi il mio viso tra le sue grandi chiappe, leccandogli il culo e la fica,mentre con la mano gli massaggiavo il clitoride,lei gemeva sussurando Uuuumm mi tolsi per guardare e Vidi Stefano che si era tolto tutto sfoderando un cazzo maestoso sembrava un mattarello, pensai ora Monica? lei per tutta risposta lo prese con due mani e spalancando la bocca iniziò a falgli un pompino, io e Daniela eccitatissimi entrammo nel salone, loro come se non ci avessero neanche visto continuarono, io presi Daniela la poggiai a pecorina sul tavolo e la penetrai, una fica fantastica calda umida, e debbo dire anche stretta, cosa che mi sembrava strana visto il calibro con cui aveva ha che fare, come per spirito di imitazione anche Stefano prese Monica e la mise a pecorina dall'altro lato del tavolo,vidi in viso Monica pupille dilatate piena di desiderio, lui le puntò il cazzone in fica e con un colpo la penetrò facendole uscire un forte ululato UUUuuuuuu UUuuuu hhhoo sobbalzando e come in delirio rinculava scuotendo la testa, ha quella vista persi la testa lo sfilai dalla fica di Daniela e lo infilai nel suo culo facendola sussultare ed esplodemmo tutti e quattro io venni nel culo di Daniela Stefano sfilandosi dalla fica lo poggiò tra le chiappe di Monica inondandola e forse entrando un po nel suo culo.
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8 anni fa
liberidiessere, 49
Ultima visita: 7 anni fa -
In sauna
Vivevo a Roma ed un pomeriggio in cui avevo del tempo libero decisi di andare in sauna. Sentivo il bisogno di espellere un po’ di tossine, per cui andai all’Hilton a Monte Mario. Era una bella sauna, studiata bene, con una parte per gli uomini ed una per le donne, con un ingresso, un salone con i lettini da riposo, e, per chi desiderava della privacy, delle stanzette con un lettino un comodino, e la possibilità di chiudere la porta. C’era una zona spogliatoio con degli armadietti ove riporre le proprie cose, chiusi a chiave, e poi c’era la zona sauna e bagno turco con, prima, la zona docce e la vasca di acqua ghiacciata. Una volta spogliatomi, riposti i miei vestiti nell’armadietto assegnatomi alla cassa, mi avvolsi un asciugamano attorno alla vita e mi avviai alle docce. La giunto me ne feci una, rapida e poi entrai in sauna. La sauna era fatta a V con al centro la stufa e poi, sia a sinistra che a destra, due serie di panche, una più bassa e subito dopo una più alta, a gradinata. La porta d’ingresso alla sauna era dotata di una finestrella che permetteva di vedere il lato sx della V e parte del lato dx. Pertanto andai a posizionare il mio asciugamano sul gradone basso della parte dx, non visibile dalla porta e, nudo, mi ci distesi tenendo le gambe piegate così che, chi entrava, poteva avere una bella visione del mio culo e del mio membro, leggermente eretto. Dopo qualche momento entrarono due uomini, uno più giovane (direi sui trentacinque anni) ed uno sulla cinquantina, ambedue, notai, ben dotati. Si sedettero sulle panche di sinistra. Mi guardarono ed io, facendo finta di non notare i loro sguardi, mi passai la mano sul culo, massaggiandomelo ed accarezzandomelo, stuzzicando lo sfintere, poi ritornai a braccia allungate lungo il corpo. I due continuavano a guardarmi e notai che il più giovane, mentre si stava masturbando, accarezzava il membro del più anziano, che si stava erigendo fieramente. A quel punto l’anziano si alzò dalla panca e si diresse verso di me: Io stavo fingendo di avere gli occhi chiusi ma, tra le palpebre, osservavo tutti i movimenti. Il tizio mi si avvicinò e…. gli comparve in mano una bottiglietta di olio Baby Johnson, se ne versò un po’ sulla mano e…. mi unse il culo. Feci un finto sobbalzo, come se fossi stato preso alla sprovvista e ci guardammo negli occhi. Lui, intanto, mi aveva infilato due dita nel culo e mi stava trapanando; fece un gesto al suo compagno e quando questi, che nel frattempo aveva continuato a masturbarsi ed ora era in completa erezione, giunse vicino tolse le dita dal mio culo e, sempre senza parlare, lo invitò ad incularmi. Lubrificato ed allargato com’ero stato non gli fu difficile, rialzandomi le gambe sulle sue spalle, penetrarmi completamente, fermarsi un attimo e poi iniziare un va e vieni che mi portò a mugolare per il piacere che mi stava dando. Nel frattempo quello più anziano aveva iniziato ad ungere il culo di colui che mi stava inculando arrivando, di lì a poco, ad incularlo a sua volta. Il tizio aveva un cazzo di tutto rispetto ma riuscì, comunque, a farglielo entrare con una certa facilità dal momento che, sicuramente, era una pratica abituale tra di loro: il più giovane era la femmina dell’altro, erano una coppia di fatto. Dopo qualche minuto iniziai a godere, schizzandomi addosso tutta la sborra che fuoriusciva dal mio uccello e pertanto il mio sfintere incominciò a contrarsi, portando il mio sodomizzatore a provare quel piacere che lo fece godere, digrignando i denti e spingendosi ancor più nel mio culo. Dopodiché, mentre il suo maschio continuava imperterrito a possederlo, si piegò verso di me, iniziò a leccare tutta la mia sborra dal mio torace e poi ….. mi baciò, infilandomi tutta la lingua nella bocca, cercando di incrociare a mia lingua. Il bacio, per me, è un punto importante in un rapporto sessuale e pertanto finì per rispondere con estrema libidine al suo bacio, iniziando a godere nuovamente. Il più anziano, nel frattempo, smise di inculare il suo partner, lo fece uscire dal mio culo e, a sua volta, mi inculò, trovando all’inizio un po’ di difficoltà nel farlo ma riuscendo, alla fine, a penetrarmi completamente, anche se con un po’ di dolore da parte mia. Si fermò, per darmi modo di abituarmi a quella grossa intrusione e far sì che il dolore arrecatomi si affievolisse e, quando per le contrazioni del mio sfintere capì che mi ero abituato, iniziò a possedermi, con una certa veemenza. Mi stava letteralmente sbattendo arrivando sino in fondo possedendomi totalmente, mandandomi fuori di testa per il piacere che mi stava facendo provare e dopo qualche minuto, iniziò a riversarmi nel culo un vero torrente di sborra. Nel frattempo il più giovane mi aveva dato da succhiare il suo membro e quando il suo compagno iniziò a godermi nel culo lui fece lo stesso nella mia bocca. In tutto questo tempo, da quando cioè il più anziano aveva iniziato a incularmi, non mi ero accorto che erano entrati un paio di altri tizi che stavano facendo da spettatori interessati, smanettandosi i membri allegramente. Coloro che mi stavano usando non si erano minimamente scomposti, continuando uno ad incularmi e l’altro facendosi sbocchinare. Quando colui che mi inculava scaricò tutta la sua sborra nel mio culo e dopo un po’ se ne uscì, i due nuovi arrivati mi rigirarono a pancia sotto e uno si mise seduto davanti a me offrendo il suo attrezzo alla mia bocca e l’altro, mettendomi in ginocchio, mi inculò… Aveva un cazzo meno grosso dell’anziano ma molto più lungo, per cui ebbi l’impressione che mi arrivasse in gola. Non mi avevano dato nemmeno il tempo di riprender fiato, ero completamente elettrizzato, stavo andando fuori di testa, completamente illibidinito dalle sensazioni che mi stavano facendo provare, completamente alla loro mercé, senza forze, ma con una voglia pazzesca che continuassero, che non mi dessero tregua. Approfittando del fatto che ero in ginocchio quello giovane della coppia precedente infilò la sua testa sotto di me ed iniziò a succhiarmi il cazzo, voracemente, portandomi in breve a sborrargli in bocca, sborra che lui deglutì senza alcun problema, anzi continuando a succhiarmelo al punto che, pur con un uccello in bocca, blaterai un “ Basta… per favore…”
I miei seviziatori godettero, mi riempirono di sborra che a quel punto stava fuoriuscendo da tutte le parti e…. rimasero ancora in me. Stavo impazzendo dal piacere, ero completamente elettrico. Colui che era ancora infisso nel mio culo mi torturò i capezzoli, facendomi provare altre scosse. Eravamo tutti un bagno di sudore, completamente grondanti. Mi sfilai e, con le gambe tremanti, uscì dalla sauna ed andai sotto la doccia, per riavermi. Anche gli altri erano senza forze, per lo sforzo fatto in un ambiente così caldo, ma quando finì di farmi la doccia la coppia di fatto mi requisì e mi portò nella lo stanzetta di riposo per palparmi ancora un po’ ed accordarci su quando rivederci a casa loro.
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8 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 9 ore fa -
Sogno realizzato
Vivo da anni con una donna n che mi ha accettata come travestito e quindi siamo una coppia che per i primi tempi ha avuto delle difficoltà con il vicinato, nel rione periferico di Torino, che vedevano una come me uscire vestita da donna a fare la spesa al mercato o semplicemente le cose di tutti i giorni. Ma il nostro amore era più forte dei pregiudizi. Sabrina , la mia lei, aveva anche accettato che io frequentassi uomini in quanto io andavo matta anche del cazzo . Gli uomini non mi piacciono fisicamente ma se vedo un cazzo il primo istinto e inginocchiarmi per prenderlo in bocca. Con sabrina ho un rapporto lesbico e i momenti di sesso con lei sono sempre orali ed io sono brava con la mia lingua a fargli venire più orgasmi nei momenti nei quali facciamo l'amore. Sono riuscita imparando a fora di provare , a farla eiaculare , bevendo tutti i suoi umori , che ritengo inebrianti, Sabrina usava sempre lo strapon e quando mi scopa adora sentirmi mugolare dal piacere . Mi vuole sottomessa ma , sapendo che avevo un sogno nel cassetto ha fatto in modo che si realizzasse. Mettendo annunci organizzò un incontro con otto uomini. Io sarei stata al centro dell'attenzione tutta nuda circondata dai loro cazzi, che con la bocca ho fatto diventare duri . Sabrina mi fece mettere a pecora e mentre io succhiavo avidamente lei mi inculò con il suo strapon. Ero talmente eccitata che pregai gli uomini presenti di darmi della troia ed insultarmi perchè volevo essere umiliata. Non ci impiegai molto ad eccitarli a dovere. ed ad un certo punto aprii la bocca ed uno ad uno mi riempirono di sborra calda che ingoiavo e la parte che usciva me la spalmavo in viso. Sabrina guardandomi mi scopava con tanta foga fino che anch'io arrivai ad avere un orgasmo da quasi farmi fermare il cuore. Questa esperienza è stata una delle più forti della mia vita. Una avolta arivate a casa fatta una bella doccia andammo a letto e le feci venire un bel po di orgasmi leccandole la figa come solo io so fare. Sono la sua fidanzata troia e quindi un sogno diventato realtà ci permette di vivere il nostro rapporto rendendoci entrambe felici e innamorate.
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8 anni fa
valeriatravestito,
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Ultima visita: 7 anni fa
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Sesso al cinema
Sesso al cinema
Luciana. L’avevo conosciuta diversi anni prima, quando eravamo stati presentati dai nostri “mentori” Nino e Leo (vedi racconto “Quarto seguito a “Ecco come fu.. “) e dopo la loro morte, tristi, ci eravamo avvicinati ancor più. C’era tra noi, già da allora , una intensa intesa sessuale e, pur essendoci una differenza d’età (lei aveva 4-5 anni più di me), a letto la signorina gradiva molto le mie avances ed il mio modo di scoparla. Pertanto ci vedevamo abbastanza spesso, anche perché era andata ad abitare da sola (aveva iniziato a lavorare come infermiera in ospedale) e pertanto c’era un letto disponibile. Quel giorno Luciana decise che voleva andare a vedere un film in un cinema “D’essai”, il Lumiere. Andammo al primo spettacolo. C’era poca gente e ci sedemmo nell’ultima fila di sinistra, completamente decentrata dall’ingresso. Non appena le luci si spensero la Luciana si avvicinò a me e, baciandomi, iniziò ad accarezzarmi “il pacco” facendo rizzare il mio compagno di giochi mentre io iniziai a masturbarla. Ebbi modo, così, di riscontrare che era senza mutande e che non aspettava altro che le pastrugnassi la fica. Non appena iniziai a farlo, mi aprì la lampo dei pantaloni, me lo tirò fuori ed iniziò a smanettarmelo. Quando lo ebbe portato alle sue giuste dimensioni, si inchinò verso di me ed iniziò a succhiarmelo, voracemente. Ma solo per qualche momento. Dopodiché, soddisfatta delle sue dimensioni e durezza, si rialzò la gonna e venne a sedersi sulle mie gambe, volgendomi la schiena, impalandosi. Rimase ferma per qualche momento, assestandoselo meglio nella fica, quindi… iniziò un lento su e giù godendoselo fino in fondo. Intanto io le avevo preso i seni stuzzicando, in particolare, i capezzoli che aveva sensibili e che non ci misero molto ad inturgidirsi così che iniziai a stringerglieli un po’ di più, facendo sì che iniziasse a mugolare facendomi capire che le stavo dando piacere, sino a quando iniziò a cavalcarmi con più intensità sino a sussurrare un “godooo… pazzesco, sto godendo da matti… “ e bagnandomi le palle con i suoi umori. Mi trattenni dal godere ! Volevo poter continuare la scopata, sapevo che lei non sarebbe uscita, che dopo qualche minuto avrebbe ripreso a cavalcarmi. Ed in effetti così fu. Passato qualche minuto, trascorso praticamente appoggiata e tremante sul mio torace, riprese a muoversi su di me, sfilandoselo e rinfilandoselo, prima lentamente, poi con un ritmo più accelerato facendomi capire, prendendo le mie mani e riportandosele al seno, che voleva che ricominciassi a torturarle i capezzoli, cosa che feci con estremo piacere. Dopo una decina di minuti di tale movimento iniziò a contrarre la fica, succhiandomi di fatto l’uccello e portandomi a riempirla con la mia sborra così che, al secondo schizzo, rispose iniziando a tremare e godere come una pazza, facendo fatica a trattenersi dall’urlare il suo piacere. Le passai dei fazzolettini per asciugarsi mentre si alzava per risedersi al suo posto, stravolta. Io ero con il fiatone per l’intensità dell’orgasmo avuto, vuoi per il piacere, vuoi per il fatto che l’averlo fatto in un luogo dove altri avrebbero potuto vederci, aveva acuito il piacere per una forma di esibizionismo nascosto. Nonostante il piacere appena provato, io ero ancora in erezione. Lei se ne accorse ed iniziò ad accarezzarmi il membro, con delicatezza. Una volta che ebbe ripreso un ritmo normale di respirazione, si inclinò verso di me e…. se lo prese in bocca, iniziando a succhiarmelo con delicatezza ma molto intensamente. Godeva a sentirselo crescere in bocca, solleticando il frenulo e poi andando a suggere le palle. Mi portò al punto che stavo per goderle in bocca e… lì si fermò. Tenendolo stretto tra le labbra ma non dandomi la possibilità di godere. Ferma per alcuni minuti riprese poi a succhiarmelo voracemente portandomi, in breve, a goderle in bocca, cosa che lei gradì molto inghiottendo tutto ciò che le riversavo nella bocca. Poi… mi baciò, scambiando con me i miei umori ! Libidine, pura libidine. Ci rilassammo guardando un po’ del film e l’intervallo dello stesso, guardandoci negli occhi e cercando di nascondere il desiderio che avevamo, ma dopo un po’, quando iniziò il secondo tempo, ricominciò a masturbarmi e, una volta che lo portò alle giuste dimensioni, si risollevò dalla poltroncina, si rialzò nuovamente la gonna, si spalmò il culo con della pomata e…. si inculò in un unico movimento. Oddio… che bella sensazione! Ritrovai il mio membro avvolto da un fodero a sua misura che, con brevi contrazioni, lo stimolava all’eccesso.
Iniziò a fare un “su e giù” spettacolare. Feci fatica a trattenermi per cercare di far sì che fosse lei la prima a godere , ma ci volle un buon quarto d’ora, tempo che lei usò con vari “Sì… così… dammelo tutto… oddio, che bello… sei pazzesco, hai la giusta dimensione di cazzo…. Mi stai facendo godere da matti..” ed iniziò a godere come una fontana, bagnandomi tutto.
Le riversai in culo tutta la sborra che avevo ancora nelle palle e…. ci fermammo così.. affannati… completamente soddisfatti e… impossibilitati a fare altro. Ci ricomponemmo e, respirando affannosamente, attendemmo la fine del film.
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8 anni fa
admin, 75
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Piacere dominante 2
Piacere Dominante 2
Dopo quella prima serata a tre… le signore ci presero gusto. Avevano sperimentato un nuovo modo di godere e, pur continuando a desiderare di essere chiavate, amavano lesbicare arrivando ad essere completamente succubi del fatto di darsi e provare piacere, nel fare sesso in tutte le sue forme. Erano diventate delle erotomani senza limiti e perciò mi ritrovai ad essere cercato in continuazione per poter fare sesso liberamente con me e, nei miei momenti di pausa, continuare tra di loro senza tregua. Una sera (ormai, evidentemente, si erano accordate tra di loro dal momento che si presentavano da me in coppia) vennero, suonarono, attesero che gli aprissi e, non appena entrate, si spogliarono nell’ingresso e si presentarono davanti a me, che le stavo attendendo seduto sul divano. Si sedettero con me, una per lato, ed iniziarono, alternandosi, una a sbocchinarmi e l’altra a succhiarmi i capezzoli e poi baciarmi, lingua in bocca, lasciandosi torturare i capezzoli. Erano due tipe somaticamente molto diverse. Di altezza uguale (circa 1,60 – io ero 1,83) ma mentre Eva aveva i seni piccolini, direi una seconda ma con bei capezzoli che, una volta stuzzicati, si ergevano e diventavano grandi come la prima falange di un dito indice e presi in bocca davano la sensazione di suggere una oliva greca, Sonia aveva dei seni grandi, una quarta abbondante, soda, con capezzoli più piccoli ma comunque moto sensibili. Il culo di Sonia era più conformato, bello sodo, quello di Eva avrebbe avuto bisogno di aggiungerci due fettine sulle natiche. Comunque… inculabile. Alternandosi nel farmi il pompino e baciarmi mi portarono quasi sull’orlo di godere ma… non volevo dare loro tale soddisfazione e pertanto le fermai, ordinando loro di lesbicare. Intanto le guardavo e, riprendendo il controllo del mio piacere, visto che si erano messe a fare uno splendido 69, iniziai a fottere quella che stava sopra, così che l’altra potesse osservasse dal vivo la penetrazione, nel mentre continuava a succhiare il clitoride dell’altra. Colei che stavo fottendo (non ricordo più chi fosse delle due) iniziò a mugolare facendo ben capire il piacere che stava provando, sino a quando, sull’azione congiunta mia e dell’altra, iniziò ad urlare che la stavamo facendo godere, chiedendo tregua perché la stavamo facendo impazzire ma noi, sadicamente, continuammo finché si accasciò inerte, senza forze per il troppo piacere. Ma non smisi di chiavarla. … e lei continuò a godere, cosa che reputavo impossibile. Poi, mi fottei l’altra, senza ancora aver goduto mentre quella che avevo appena fottuto si riaveva ed iniziava a baciare, lingua in bocca, colei che era sotto di me, finché anche questa iniziò a smaniare e godere come una fontana. Dopo un po’, ripreso fiato, mi tirai addosso Eva che, tutta felice, si impalò sul mio cazzo, iniziando a muoversi ed a chiavarsi da sola. Sonia, che delle due era quella un po’ più trasgressiva, prese dalla sua borsa qualcosa che, lì per lì non capì, ma dopo qualche momento la vidi indossare uno strap-on con un fallo interno, che si mise decisamente in fica, ed uno esterno che. dopo un attimo, appoggiò al culo di Eva, dopo averglielo lubrificato, e, spingendola di più sul mio torace mentre si stava chiavando con il mio attrezzo, glielo infilò in culo in un battibaleno, strappandole un urletto di dolore. Una volta preso il ritmo con cui Eva si stava chiavando su di me, iniziò ad incularla con colpi forti e decisi, portandola, dopo qualche minuto, a dire: “Oddio, mi state facendo impazzire…. Godoooo…. Godoooo…” e si accasciò tutta tremante su di me, mentre Sonia continuò ad incularla finché non iniziò, anche lei, a godere dichiarando il suo piacere. Avevo creato un trio libidinoso, che però, dopo qualche mese, mi venne a noia ed a cui misi termine, una sera, chiamando i carabinieri per denunciare una situazione di stalking a cui ero sottoposto da parte di due tizie. Le trovarono in strada che ancora stavano suonando al mio campanello.
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8 anni fa
admin, 75
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Ho incontrato gli dei (terza puntata)
La camera di Lucia e Salvatore affacciava sul frontespizio dell’albergo e guardava sul mare da un terrazzino che consentiva di cenarvi se si fosse voluto. Vi si accedeva attraverso un ampio vestibolo sul cui lato destro si apriva la porta di una spaziosa camera da bagno.
Il letto matrimoniale all’americana, come il mio, era di almeno tre piazze.
Lucia vi stava distesa coperta da un leggero lenzuolo di lino che modellava le sue forme accendendo la fantasia di chi, come me la desiderava, con un forte senso di colpa nei confronti del marito.
Con la bottiglia di champagne in una mano e tre coppe nell’altra, le domandai come si sentisse esprimendole il mio rammarico di non aver goduto della sua presenza all’ora di cena.
Mi rispose che era dispiaciuto anche a lei ma che era stato meglio così perché ora stava molto meglio e meglio ancora avremmo potuto salutarci ora.
Si levò dal letto e tutti miei sensi ne subirono un colpo quasi fatale.
Indossava un top da notte nero che ingaggiava una lotta impari per contenere il suo seno perfetto e nondimeno per coprire i suoi glutei dei quali superava appena l’attaccatura alla coscia.
Nall’alzarsi spinse avanti una gamba ed intravidi per un attimo i peli del pube.
Muovendosi nella stanza con la leggerezza d’una gazzella, con una disinvoltura che io non riuscivo più ad avere, raggiunse l’armadio e ne trasse una corta vestaglia, sempre nera, che indossò ..... per coprirsi.
Poi si diresse verso il terrazzino, sistemò i flut sul tavolo, mi tolse la bottiglia dalle mani e cominciò lei stessa ad armeggiare per stapparla.
Al flop del sughero seguì uno spruzzo che le bagno il viso, la vestaglia, il top e la pelle del collo e del seno. Lei scoppiò in una risata un po’ eccessiva ed innaturale; versò lo champagne e brindammo ridendo.
Poi, all’improvviso, mi getto le braccia al collo e mi baciò sulle labbra spingendo il suo corpo bagnato contro il mio.
Ne percepii il tepore mentre la sua lingua frugava nella mia bocca e lei mi mordicchiava le labbra.
Era praticamente quasi nuda e spingeva la sua fica caldissima contro il mio cazzo in procinto di sfondare slip e calzoni pur di entrare nel suo corpo stupendo.
Il tutto si era svolto così fulmineamente che avevo dimenticato il marito.
Con la coda dell’occhio lo vidi seduto sul divano della camera, con il cazzo in mano, che sembrava godersi la scena.
Intanto Lucia, freneticamente mi aveva abbassato slip e pantaloni e si era inginocchiata innanzi a me.
Impugnò il mio cazzo e cominciò a leccarlo con delicatezza sul frenulo, carezzandone la cappella con le labbra calde sulle quali ripassava la lingua per recuperare ogni goccia di liquido che ne usciva per l’eccitazione.
Poi allungò le labbra e lo ingoiò quasi fino alle palle, tanto che lo sentii battere in fondo alla sua gola.
Ero talmente arrapato dalla situazione che se le avessi consentito di continuare l’avrei fatta annegare riversandole in bocca una cascata di sperma caldo che lei sembrava desiderare.
Allora glielo sfilai dalle labbra, la presi in braccio, la denudai totalmente e la stesi sul letto a pancia in giù.
Ero certo che se l’avessi guardata negli occhi, il mio cazzo sarebbe esploso sulla sua faccia.
Ma io me la volevo godere. Cominciai a leccare lo champagne che aveva sul collo mordicchiandola delicatamente anche sui lobi ed infilando la lingua nelle sue orecchie. Fremeva e si lamentava ormai quasi incosciente nella situazione che doveva aver vissuto altre volte innanzi al marito che la guardava masturbandosi.
L’dea che la donna che avevo quasi idolatrato per tutta la settimana potesse essere così puttana, mi eccitò maggiormente e, mentre le leccavo e contemporanemente le accarezzavo la schiena, le misi un dito in bocca che lei cominciò avidamente a succhiare bagnandolo.
Allora, raggiunto il suo bel culo, glielo passai sulla fica cercando il clitoride; lo infilai appena tra le piccole labbra ritirandolo ancor più lubrificato e lo accostai al suo ano infilandoglielo pian piano.
Sussulto con un gemito di piacere, ma non si ritrasse ed io cominciai a muoverlo su e giù con una lentezza che le consentiva di percepirne tutti i movimenti e le facesse pensare che presto l’avrei inculata.
Mi spostai verso i suoi piedi e comincia a leccarli. Passai poi alle caviglie, ai polpacci, alle cosce, fino alla fica.
Allora la girai e lei mi aprì immediatamente le cosce, mostrandomela in tutto il suo roseo splendore che occhieggiava attraverso il pelame scuro che fortunatamente, per i miei gusti, non aveva rasato.
Le baciai l’interno delle belle cosce, calde e lisce, le leccai gl’inguini leggermente sudati e scostai il pelo con misurata lentezza.
Volevo che desiderasse la mia lingua prima e il mio cazzo che aveva già ponderato, poi.
Le baciai delicatamente la fica spennellandola con la lingua finché cominciò a guaire ed a fremere, spingendola contro la mia bocca; allora gliela infilai tra le piccole labbra che colavano il nettare profumato e denso della sua voluttà, che ebbi il piacere di ripulire in punta di lingua, succhiandomi poi le due dita che le avevo infilato nella fica simulando un cazzo, mentre le titillavo il clitoride.
Cominciò ad urlare che mi voleva dentro di se, che voleva sentire il mio sperma caldo nella sua fica, nel suo culo, nella sua bocca, dovunque volessi sborrare.
Voleva essere la mia schiava che avrebbe subito qualsiasi nefandezza mi fosse venuta in mente.
Immaginate l’effetto di quelle parole.
Lasciai la sua fica e la presi per i capelli mordendole le labbra e baciandola rabbiosamente mentre sentivo la sua mano che cercava il mio cazzo e, trovatolo, lo guidò nella fica.
Poi la spinse violentemente in avanti e ci s’inchiodò al punto che sentiì la cappella quasi entrarle nell’utero.
Mi teneva le mani sui glutei e mi tirava dentro di se con tutta la sua forza, impedendomi di chiavarla come avrei voluto.
Respirava a fatica e mi tirava dentro di se come volesse prolungare all’infinito la sensazione del mio cazzo che l’aveva riempiva con tanta sgarbata violenza.
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8 anni fa
millumino3dimmenso,
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Ho incontrato gli dei (quarta puntata)
A questo punto Lucia raggiunse l’orgasmo. Urlò per liberarsi del fiato che aveva trattenuto e la sua bellissima fica cominciò a stringere e ad allargarsi, a chiudersi e schiudersi intorno al mio cazzo durissimo conducendolo ad una esplosione di sperma di cui lei dovette sentire i fiotti caldi perché urlo con la stessa frequenza dell’ eiaculazione poi mollo tutto e quasi svenne, come svuotata di qualsiasi energia.
Mi era successo lo stesso e mi lasciai cadere sul letto, al suo fianco, senza forze, ma sentendo di amarla per l’intensità del piacere che mi aveva donato, prima esasperando per una settimana il mio desiderio, poi facendolo esplodere in pochi intensissimi momenti di totale annichilazione.
Anche Salvatore era venuto in contemporanea e guardava la moglie con la gratitudine di chi gode di una complicità così totale che gli consente di godere guardando la bellissima amata che scopa con un altro uomo.
In realtà avrebbe voluto partecipare anche lui, magari dandoglielo in bocca, toccandola, sborrandole sulle labbra o indosso, ma tutto si era svolto così rapidamente che nessuno di noi tre aveva avuto modo di pensare, di capire cosa stava avvenendo.
Era solo stato bellissimo! Non avevo mai visto un donna godere in quel modo e capii che si era lasciata andare completamente, forse rassicurata dalla mia signorilità; dal fatto che, pur avendo lei capito quanto mi piacesse, non avevo mai tentato advances o soltanto allusioni.
Certamente ne aveva parlato col marito cukold e mi avevano preparato la magnifica trappola, si fa per dire, del mal di testa, della sera prima della partenza.
Sicché il giorno dopo, non vi sarebbe stato l’imbarazzo d’incontrarci pensando a quanto era accaduto la sera prima.
Avrei voluto restare con loro ma Lucia era così rilassata che, per quanto desiderassi godermela con più tempo e migliore attenzione, preferii andar via, magari a farmi una sega per placare il mio desiderio di lei.
Non mi trattennero, ma restammo d’intesa che ci saremmo rivisti a Napoli o a Salerno.
Ma questa è un’altra storia!
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8 anni fa
millumino3dimmenso,
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Piacere dominante
Piacere Dominante
Stavo vivendo da solo. Mi ero separato da mia moglie ed ero ritornato a Trieste.
Avevo conosciuto, al mare, una tizia assieme alla figlia piccola, e avevamo iniziato una specie di relazione; ogni tanto lei veniva a trovarmi a casa. Andò a finire, pertanto, che … andammo a letto. Lei era particolarmente “geisha”, disposta a tutto pur di soddisfare i miei desideri. Particolarmente abile nel farmi i “bocchini”, risucchiandomi ogni stilla di sperma ed ingoiandolo fino all’ultima goccia.
Io, all’epoca, sapevo far durare a lungo le mie scopate e ciò la mandava in estasi. Era tutto merito di coloro che mi avevano fatto conoscere i piaceri del sesso, omosex o etero che fosse, e mi avevano insegnato a controllare il piacere e godere solo quando il partner era soddisfatto. Prima regola: far godere il partner.
Il piacere principale nasceva dal sentire il godimento dell’altro e portarlo allo sfinimento. Una sorta di piacere sadico. Sapere di averlo sottomesso. In questo la tizia, che chiamerò Eva, era perfetta. Sottomessa, godeva da matti ed era pluriorgasmica ! Ciò, naturalmente, acuiva quel lato sadico che avevo scoperto in me e mi portava ad usarla come meglio credessi. Era diventata una sorta di “schiava” personale, tanto che, dopo averla legata al tavolo da pranzo, nuda, con le natiche completamente esposte, mi divertivo a penetrarla in tutti i suoi orifizi e poi, quando iniziava a godere a fontana, uscire e lasciarla lì a desiderare di essere nuovamente penetrata. E magari… uscivo di casa, lasciandola in quella posizione, non proprio comoda, per qualche ora.
Ogni volta mi inventavo qualcosa di nuovo: incularla mettendole nella vagina un vibratore acceso, che acuisse il suo piacere, o viceversa metterglielo nella vagina ed il vibratore nel culo, oppure… metterle nel culo le palline cinesi, quelle vibranti, e star a guardare le sue reazioni mentre me lo facevo succhiare. Godevo nell’usarla, senza farle del male fisico, che non concepisco, ma torturandola facendola godere e portandola oltre i suoi limiti. Alla fine mi stancai di lei e le dissi di scomparire ma lei….. iniziò a seguirmi e spesso a venire, la sera, a suonare al mio citofono.
Una sera, stanco del suo modo di fare, decisi di farla entrare e … sottometterla totalmente. Pertanto… feci scattare l’apri portone (avevo visto, guardando oltre le persiane che dopo aver suonato era ferma in mezzo alla strada e guardava le mie finestre) e lei lo udì e …. si avviò verso di esso. Io nel frattempo avevo lasciato la porta d’ingresso accostata e la luce accesa in soggiorno.
Entrò, lentamente, quasi spaurita, e si diresse verso la luce. Sul tavolo del soggiorno avevo fatto a tempo a lasciare un foglio con su scritto, a caratteri cubitali… SPOGLIATI ! Io la guardavo dal buio della cucina, alle sue spalle. Vide il messaggio, appoggiò la borsetta a terra e… iniziò a spogliarsi. Si denudò completamente ! Io mi gustavo la scena. Quando fu completamente nuda le dissi: “Ora appoggiati al tavolo !” E lei, ubbidiente, da vera schiava, lo fece. Solo allora mi avvicinai a lei, le accarezzai il culo, allargandoglielo un po’ ed arrivando a toccarle la fica iniziando a masturbarle il clitoride sin quando iniziò a mugolare “Sì… così…. Ti prego… fammi godere… ho voglia di te… sono tua, completamente tua…. ti prego… prendimi !” Io continuai a masturbala, senza darle tregua né accontentarla. Alla fine, accondiscendendo alle sue reiterate richieste, snudai il mio cazzo e…. la inculai. Aveva imparato presto a godere anche solo con la penetrazione anale, ma in quel caso, mentre me la inculavo, stavo continuando a masturbarle il clitoride il che la portò, in breve, a godere come una fontana.
La portai a chiedere tregua, ma non gliela diedi, portandola così ad avere un secondo ed un terzo orgasmo e, al quel punto, la riempì di sborra ! Ormai non sapeva più fare a meno di me e ogni due/tre sere veniva a suonare al mio portone. Qualche volta le aprivo, ed allora la scena si ripeteva, altre la lasciavo in strada.
Nel frattempo avevo conosciuto un’altra ragazza, più giovane, che mi sembrava avesse le caratteristiche di una geisha. La chiamerò Sonia. Non era vergine ma aveva avuto solo un amante, colui che l’aveva sverginata ma che non aveva saputo farla godere. Pian piano la sottomisi facendola impazzire dal piacere, dedicandomi a lei, suggendole la vulva sino a portarla all’orgasmo e…. continuando a farla godere, fin quando non sveniva dal piacere. Quando non poté più fare a meno del piacere che le davo la legai al tavolo, come Eva, e…. la lasciai a desiderare di essere posseduta, portandola a chiederlo con tutte le sue forze.
Una volta che riuscì a condizionarla come volevo… le feci incontrare. Una sera che Sonia era da me ed avevamo cenato assieme, mentre mi stavo accingendo a legarla al tavolo suonò Eva. Sonia, perplessa, mi chiese chi potesse essere, a quell’ora, a suonare alla mia porta. La portai a guardare dietro le persiane, indicandogliela, spiegandole cosa voleva e dicendole che, quella sera, sarebbe stata la nostra geisha.
Guardandomi negli occhi, sottomessa, mi disse: “Tutto quello che desideri !”
Così aprì il portone e, come al solito, lasciai la porta aperta. Dopo poco sentimmo il portone che si apriva e richiudeva e poi… la porta d’ingresso. Ci facemmo trovare in soggiorno, nudi. Eva arrivò e, vedendoci, venne prima vicino a me, si inginocchiò e me lo prese in bocca. Iniziò a succhiarmelo facendomelo diventare duro poi…. mi guardò negli occhi e vedendo che le accennavo Sonia…. Si diresse verso di lei, iniziò a leccarla tutta finendo per succhiarle il clitoride. Sonia si sedette, allargando le gambe per farsi leccare e succhiare meglio ed io… iniziai ad inculare Eva. Sonia vedeva tutta la scena e …. iniziò a godere sotto i colpi di lingua di Eva. Poi si distese a terra, si infilò sotto Eva e, guardando da vicino l’inculata, iniziò a leccarle la fica, cosa che portò Eva a riprendere a leccare la vulva di Sonia che gradì molto la cosa. Avevo sotto di me due geishe pronte a darsi piacere per darlo a me come meglio gradivo. Quando sentì Eva godere, senza eiaculare mi sfilai e. arrivato dalle parti di Sonia, le rialzai le gambe e, mentre Eva continuava a leccargliela, me la inculai. Sonia, davanti a quella doppia provocazione, iniziò a dare i numeri, iniziando a godere emettendo gemiti ed urletti, chiedendo di fermarci, di darle tregua, ma noi invece aumentammo le nostre stimolazioni. Stava impazzendo e iniziò nuovamente a godere, senza tregua. A quel punto la riempì di sborra e, uscendo, presentai il mio membro ad Eva per farmelo pulire. Come lo vide vicino alla sua bocca…. smise di leccare Sonia e… se lo risucchio tutto, voracemente, goduriosamente, assaporandolo, e alzò lo sguardo verso di me per vedere se gradivo la cosa. Glielo feci capire con lo sguardo e glielo affondai ancor più nella bocca. Sonia, intanto, ancora intontita dal piacere provato, trovandosi praticamente davanti agli occhi il mio culo, iniziò a leccarmelo e, pian piano, infilando tra le mie chiappe la sua lingua, giungere ad infilarmela nello sfintere facendomi provare sensazioni stupende.
A quel punto…. mi sfilai dalla bocca di Eva e ripresi fiato. Loro… si guardarono negli occhi e pensando di farmi felice… ripresero a lesbicare tra di loro. Ormai erano due schiave dei miei desideri, avevano capito che vederle lesbicare mi faceva felice e perciò ce la misero tutta per offrirmi uno spettacolo unico.
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8 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 9 ore fa -
Ho incontrato gli dei (seconda puntata)
Era capitato per caso che, sulla spiaggia, i nostri ombrelloni fossero piantati sulla stessa prima fila, quasi sul bagnasciuga, ma a distanza di tre, quattro posti.
Questa dislocazione agevolò la mia conoscenza con Lucia e Salvatore, così si chiamavano, e non posso nascondere che la simpatia, la bellezza ed il feeling che si era creato con lei, cominciarono a turbarmi non poco.
Anche nei confronti del marito, avvocato salernitano, sentivo una notevole simpatia che però raffreddava il mio interesse per lei che aveva attirato tutta la mia attenzione sin da qualche ora successiva al baciamano che avevo sentito di farle da vecchio gentiluomo del sud.
Stimavo che avesse intorno ai 45 anni, quell’età in cui le belle donne offrono al mondo tutto il meglio di se stesse.
Una bellezza gestita con classe, senza l’ostentazione aggressiva che avevano avuto da giovanissime misurandosi con se stesse e le coetanee nella provocazione, la conquista ed i giochi acerbi di passione e d’amore; una sessualità maturata dall’esperienza e dalla coscienza di se stesse, che si autoreferenziava degli sguardi ammirati degli uomini e delle stesse donne.
In somma quel quid che le rendeva tanto interessanti da trovarle mentalmente compagne e complici di qualsiasi esperienza possibile.
Lucia, poi, aveva un corpo magnifico che denotava anche un temperamento sportivo che lo manteneva in magnifica forma.
Le cosce, rotonde e lunghe, erano dotate di una muscolatura appena accennata che si esibiva dal bacino al ginocchio in una dimensione che non poteva non continuare con la medesima eleganza di forme, esprimendosi in una caviglia sottile su di un piede perfetto che avrebbe valorizzato qualunque tipo di scarpa, anche per chi non fosse stato amante del genere.
Vita stretta, bel seno rotondo e sodo che ansimava dopo una bella nuotata o una corsetta sulla spiaggia, capelli biondi che incorniciavano un ovale perfetto illuminato dal candore dei denti e da due occhi del colore del cielo.
Ma il marito mi era molto simpatico e sembrava cercare la mia compagnia.
Potevo mai desidera sua moglie?
Mi accadeva, quindi potevo ma, non dovevo.
Quella sera m’invito a mangiare al loro tavolo e ricordo che la serata passò gioiosamente con lei più bella che mai.
Anche tavola mostrava tutta la sua classe che moltiplicava per mille la sua bellezza.
Era un piacere vederla mangiare. Diritta sulla sedia, entrambe le mani sul tavolo, mai gomiti o il braccio. Impugnava forchetta e coltello con le dita, a mo’ di piume leggere; i gomiti stretti ai fianchi, e si muoveva con piccoli gesti misurati e gentili. Talvolta incrociavamo lo sguardo e mi gratifica di un sorriso accennato, che illuminava il suo viso del chiarore degli occhi cerulei ammiccanti e della luce dei suoi denti bianchissimi.
Quasi ne percepivo l’alito profumato e caldo ed a malapena riuscivo a contenere l’irrefrenabile desiderio di stringerla tra le braccia e baciarla con tutta la passione che sentivo per lei.
Così trascorremmo la settimana diventando un terzetto fantastico, quasi sempre insieme, anche in qualche escursione nei dintorni e qualche cenetta a lume di candela in qualche tipico localino del posto.
E lei mi sembrava sempre più bella. Dovevo controllare la disinvoltura con la quale ci rapportavamo l’un l’altra ed evitavamo di parlare della loro partenza alla fine della settimana che avevano goduto sul luogo.
Era chiaro che ci saremmo rivisti a Napoli o a Salerno, ma temevamo, almeno io, che il nostro, come tante conoscenze estive, sarebbe finita lì senz’altro seguito.
E la cosa mi sembrava estremamente crudele, anche perché non sapevo con quale plausibile scusa avrei potuto riavvicinarli.
Sarebbe partiti il sabato mattina e come ormai solito, avremmo cenato insieme.
Invece al tavolo venne solo Salvatore perché Lucia aveva un forte mal di testa ed avrebbe cenato in camera. Però dopo cena potevo salire a salutarla, anche per concordare come e dove ci saremmo rivisti una volta ognuno della propria città, con il proprio lavoro etc. etc.
A cena Salvatore fu molto cordiale ma bevve qualche bicchiere di vino in più. Mi sembrò che lo facesse perché era sfuggito al controllo della moglie, che mi disse di amare come mai gli era successo. In assenza di lei, apprezzai non poco la sua confessione e lo confortai dicendogli che lo capivo perché Lucia mi era parsa subito una donna fantastica, bellissima e dotata di una classe non comune, che avrebbe fatto innamorare chiunque avesse avuto la fortuna del suo interesse, ma anche chi di quella fortuna non avesse goduto.
E lui mi diede ragione raccontandomi che quasi tutti suoi amici, prima o poi, chi più, chi meno, erano stati innamorati di Lucia.
Temendo che “la canzone venisse a me”, finsi di non capire.
Dopo frutta e dessert, guardandomi bene dallo stringere i tempi, bevemmo un paio di cognac e salimmo in camera da Lucia, portandoci una bottiglia di Veuve Clicot per brindare alla nostra bella amicizia.
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8 anni fa
millumino3dimmenso,
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Ultima visita: 8 mesi fa
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Ho incontrato gli dei (prima puntata)
Avevo lavorato intensamente tutto l’anno ed avevo deciso di godermi il riposo di cui avevo bisogno, da solo, visto che mia moglie sarebbe stata negli Stati Uniti tutta l’estate per un master in economia.
Volevo godermi la vacanza. Avevo prenotato per quindici giorni una suite in un bell’albergo a cinque stelle in una nota località del Salento e non vedevo l’ora di godermi il mare caraibico che bagna quelle bellissime coste; arrostirmi al sole e scaricare tutte le tensioni che avevo accumulato durante l’inverno nell’esercizio della mia professione medica.
Dopo un viaggio di circa 500 km da Napoli, raggiunsi in serata il posto prescelto; parcheggiai l’auto, ed al fattorino che mi venne incontro, feci prelevare le valige dal bagagliaio perché me le portasse in camera, autorizzandolo a ché la cameriera al piano le svuotasse sistemando tutte le mie cose.
Diedi uno sguardo in giro per orientarmi, lasciai un po’ di contante nella cassaforte dell’albergo; salii in camera per una doccia e cambiarmi per la cena che sarebbe stata servita di lì a poco.
Indossai un pantalone di lino bianco, camicia bleu, scarpe di tela da barca dello stesso colore della camicia, un pulloverino di filo azzurro chiaro, attraversai la hall ed entrai nel ristorante dell’albergo già occupato da una trentina di persone.
Alto un metro e ottantatré, ero già un po’ abbronzato perché in città uso il motorino; i capelli bianchi dei miei quasi sessanta supponevo mi donassero il fascino dell’uomo “interessante”; la mia professione di chirurgo di successo aggiungeva quel tocco di mistero di chi suppone le responsabilità di chi lavora con la vita delle persone.
Sicché mi veniva normalmente perdonato qualche chiletto accumulato innanzi alla buona tavola di quei miei pazienti che, grati della guarigione raggiunta grazie alle mie cure, m’invitavano a casa loro dove le mogli, spesso anche molto carine, gareggiavano in intingoli e manicaretti.
Mi guardai intorno senza cogliere molto di particolare, salvo qualche bella donna a tavola con marito e figli o col marito soltanto.
Ero ancora un bell’ uomo. Le donne mi piacevano molto e ne avevo avute parecchie nella mia vita, ma questa volta, pur credendoci poco anch’io, mi ero ripromesso una vacanza di tutto relax e senza alcuna tensione. Neanche erotica.
Perciò incrociai appena lo sguardo con un paio di mariti e le loro mogli e sedetti per ordinare la cena.
Il maitre in guanti bianchi raccolse le mie indicazioni e poco dopo due camerieri cominciarono a servirmi frutti di mare crudi accompagnati da un Sauvignon ghiacciato e leggermente frizzante.
Poi linguine con taratufoli e filetti di sogliola freschissimi, quindi un filetto di rana pescatrice all’acqua pazza, guarnito di gamberi reali su di un letto di rucola fresca e quasi crocchiante.
Il tutto una vera delizia.
Sorvolo su frutta e dessert perché, nel frattempo mi ero accorto che i coniugi della coppia che occupava due tavoli più in là, mi guardavano come se mi conoscessero; parlottavano tra loro, e lei mi sorrideva garbatamente con fare distratto quando incrociavamo lo sguardo.
Pensai che mi conoscessero ma, in realtà non ci feci molto caso, per quanto lei avesse un bel volto, un accattivante sorriso ed anche dal mio posto di osservazione era evidente un decolleté spregiudicato che mostrava seni, se m’è consentito, anatomicamente perfetti.
Ma ero appena approdato al luogo bellissimo e non avevo alcuna intenzione di corteggiare donne sposate.
Sicché mi recai nel salone dov’era anche la televisione e mi lasciai andare su di una comoda poltrona che mi accolse con la premura e lo stile che si trovano solo negli hotels di ottimo livello.
Accorse un cameriere e gli ordinai un Cardinal Mendoza che mi fu servito alla temperatura giusta ed addebitato al conto della mia camera.
Ne gustai il delicato profumo ed il gusto vellutato e rotondo; poi mi guardai intorno godendomi la bellezza ed il buon gusto della sala e del suo arredamento, pregustando un soggiorno in cui anche tutta la servitù mi avrebbe coccolato esaudendo ogni mia richiesta dei loro servizi.
Crogiolandomi in questi pensieri, mi accorsi che, innanzi a me, stava passando la coppia che avevo casualmente notato nella zona del ristorante e, immediatamente tutti i miei buoni propositi svanirono come neve che si sciogliesse al primo sole primaverile.
Entrambi sul metro e settanta, abbigliati con sobria eleganza estiva.
Incrociammo nuovamente lo sguardo e lei mi sorrise di nuovo.
Mi sembrò inopportuno che lo facesse ma forse mi conosceva; forse erano soli e volevano fare amicizia; forse............
All’impiedi era un meraviglioso esemplare femminile.
Indossava una gonna scura, quattro dita sopra il ginocchio, con un piccolo spacco laterale che faceva intravvedere una coscia ben fatta, lunga e rotonda, già leggermente abbronzata e che s’intuiva liscia come la seta.
Le ginocchia rotonde e il polpaccio ben proporzionato si assottigliava alla caviglia verso il bel piede calzato di un elegante sandalo di pelle argentata, su di un tacco non eccessivo, che le slanciava le gambe esaltandone la bellezza.
Percepì la mia ammirazione come tutte le belle donne che conoscono il seducente linguaggio del loro corpo e mi sorrise di nuovo come per comunicarmi che se n’era accorta e compiaciuta.
Mi sembrò che, per completare il mio omaggio, dovessi lasciare la poltrona e presentarmi alla coppia.
Mi accostai a loro, all’impiedi e chiesi se ci conoscessimo.
Ma non era così, io di Napoli, loro salernitani, ma non c’era stata occasione.
Accostai le mie labbra al dorso della mano che lei mi aveva teso ed il calore ed il profumo della sua pelle investirono i miei sensi ed i lobi temporali del mio cervello.
Mi ci soffermai forse un attimo più del dovuto ma lei non sottrasse la mano.
Il marito, invece, sorridendo mi chiese se volessi rubargli la moglie.
Ridemmo tutti e tre e ci salutammo quasi come buoni amici che si conoscevano da tempo.
Ma io ero in tumulto.
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8 anni fa
millumino3dimmenso,
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Costretta legata ad un letto.. 3 parte
Tornò a casa qualche ora dopo, io ero rimasta tutto il tempo legata al letto.. lo sentii rientrare, posare le chiavi sul tavolo, andare in cucina e aprire il frigo... probabilmente bevve qualcosa o controllò cosa ci fosse a disposizione.. accese la televisione e si mise a guardare un film probabilmente.... cambiava spesso canale..... dopo un bel po' finalmente venne in camera, sempre con quel suo sorrisino odioso, e mi scoprì del lenzuolo.. “Buonasera...” accarezzandomi il corpo fini con la mano in mezzo alle mie gambe.. io le chiusi di colpo “No per favore...” “Che c'è?" mi diede un sonoro schiaffo sulla coscia “..non ti piace più quando ti tocco la fica, puttana?” “Devo andare a fare pipì... sono ore che mi tieni qui! Lasciami almeno andare in bagno...” lui inarcò il sopracciglio sorridendo “Ah, devi fare la pipì?” mi allargò le gambe con un gesto deciso, mettendosi con il viso in mezzo a loro cominciò a leccare, prima solo con la punta della lingua, poi iniziò a succhiare e penetrarmi con un dito, girandolo all'interno, mentre con la lingua continuava a stimolare il clitoride e con l'altra mano mi strizzava un seno, tenendolo nella sua mano stretta e chiusa.. mi sembrava di impazzire... sentivo il piacere invadere il mio corpo ma al tempo stesso avevo paura che con l'orgasmo potesse uscire anche dell'altro... cercavo di ritardare il momento, ma quel porco godeva a mettermi in difficoltà, e continuava a leccare e penetrarmi, fino a che mi arresi al piacere e venni mentre la sua lingua era ancora fra le mie labbra.... fortunatamente mi uscì solo qualche goccia, ma al porco non sembrò dispiacere, anzi.... si alzò, mi slegò i polsi e mi fece alzare.. “Vieni con me!” ordinò. Obbedii e lo seguii in bagno. Mi fece mettere a cavalcioni del bidet, senza però farmi sedere... strusciò il suo cazzo turgido contro la mia fica e solo quando mi diede lui il permesso potei urinare.. lui lo fece con me, contemporaneamente... sentivo i due flussi unirsi, proprio nel punto in cui partiva il mio........ “Adesso siedi!” ..mi sedei sul bidet e mi strusciò il suo cazzo sulle labbra “Apri!”. Io rifiutai. “Apri, stronza!” mi prese per la nuca e me lo sbattè a forza in bocca. Io feci un'espressione di disgusto, non mi piaceva quel sapore. Sapeva di lui, di me, delle nostre urine. Ma a lui non interessava, continuò a farsi fare un pompino. “Se non lo fai bene ti punisco!”. Avevo paura, così feci il meglio che potei. Alla fine mi venne in bocca. Il suo sperma era talmente tanto che mi colava fuori. Lo tirò fuori dalla bocca e gli ultimi schizzi li mandò sul viso e sulle tette. Mi accarezzò i capelli, soddisfatto “Adesso pulisci tutto come stamattina, da brava.....” .. passò il suo dito sul mio viso, per raccogliere quegli schizzi e me lo fece succhiare “Ti piace eh.... sei proprio una troietta coi fiocchi tu....”.
Finito il trattamento mi riportò in camera da letto “Torna al tuo posto! Mettiti a pecorina, da brava.....”. Io tornai sul letto mentre lui si tolse i vestiti, prese la cintura e la schioccò in aria.. io lo guardai terrorizzata “Che cosa vuoi farmi?”
“Te l'avevo detto che ti avrei punita..” “Ma..” “Zitta!” la schioccò di nuovo, questa volta dritta sul mio sedere “..tu devi essere educata.....” mi frustò nuovamente “...ammansita..” di nuovo un colpo “...come una brava pecorella...” un altro colpo “...che quando lo dico io si trasforma in una brava puttana....” un colpo “...mi hai capito?”. Annuii. Mi arrivò un nuovo colpo “Non ho capito la risposta!” “Si....”. Un colpo “Più forte, puttana!” “Si..” “Ancora di più!” Ancora un altro colpo. “Sì!”. Un colpo “Ecco così.... dì che sarai la mia puttana!” . “Lo sarò..”. Colpo “Dillo bene!” “Sarò la tua puttana!” . Colpo “Brava.....” . Colpo. Sentivo il sedere bruciarmi e pizzicarmi. Doveva avermelo fatto veramente rosso.
“Adesso dimmi di scoparti!”. Colpo. “Scopami...”. Mi arrivò un colpo. Poi un altro e subito un altro ancora. “Non ci siamo capiti! Tu devi essere una puttana!” colpo “E come le chiedono le cose le puttane?” “Scopami! Voglio essere scopata da te! Devi scoparmi! Devi rompermi tutto! Voglio che mi scopi adesso!!”. Istintivamente mi toccai la fica.. stava gocciolando.. quel porco maniaco mi faceva eccitare terribilmente qualsiasi cosa facesse! Sarebbe stato la mia rovina... Mi palpò il sedere, strizzando le natiche doloranti e cambiando improvvisamente il tono “Ecco.. adesso cominci a capire....” si avvicinò col viso al mio ano. Lo baciò, lo leccò. Entrò con un dito. “E' proprio stretto il tuo culo... te lo sfonderò tutto.....” . Mi lasciò qualche attimo da sola in camera. Tornò con un enorme cetriolo in mano “Spero che tu abbia fame dopo.... questa sarà la tua cena....”. Io rimasi in quella posizione, combattuta sui sentimenti da provare.. una parte di me era spaventata da tutta quella situazione che agli occhi di chiunque sarebbe apparsa pericolosa e surreale, ma un'altra parte di me era tremendamente eccitata, nonostante non avessi mai pensato che il dolore fisico avrebbe potuto procurarmi così tanto piacere.
Lo sentii umettarmi nuovamente l'ano, servendosi dei miei stessi umori che trovava in abbondanza fra le mie gambe.
Improvvisamente mi infilò dentro un dito. Lo sentii rovistare dentro di me. Un attimo dopo divennero due e poi tre. “Ti piace, eh? Si... lo so che ti piace... muovi il culo, da brava... fammi vedere come ti piace.....”. Ubbidii. Mi diede uno schiaffo sulla natica introducendo un altro dito “Così.... continua..... si... dai che ti piace....” . Mi piaceva e al tempo stesso faceva male. Il mio sfintere lo voleva espellere, ma lui continuava a penetrarmi, muovendo le dita, allargandomi, facendo spazio anche al quinto dito. Mentre si muoveva così dentro di me ebbi un orgasmo improvviso, l'ondata di calore mi sorprese ed emisi un forte gemito di piacere. Avevo tutta la sua mano dentro, sentivo che era fin sopra il polso.. mi toccò davanti: la fica era gonfia e totalmente bagnata. Sentii che la sfiorava con il cetriolo, quindi con decisione me lo mise dentro. Dovette girarlo e spingerlo più volte. Lo tirava quasi del tutto fuori mentre girava, quindi lo rimetteva dentro. Ogni volta quei movimenti mi procuravano ondate di piacere ed anche il mio culo ormai si era abituato ad essere dilaniato da quella mano possente. Quando il cetriolo era entrato dentro cominciò a muoverlo, su e giù, sempre più forte. “Adesso continua tu.... fammi vedere come ti masturbi.... puttanella che non sei altro...”.
Sempre con la sua mano nel culo e l'altra che mi schiaffeggiava, cominciai a masturbarmi con gusto.. ebbi due o forse più orgasmi.. avevo sentito una forte ondata di calore e piacere.. subito dopo un'altra.. e poi ancora.. ancora.... non volevo smettere, non volevo che smettesse...... estrasse la mano, si posizionò dietro di me e tenendomi per i fianchi cominciò finalmente a incularmi col suo cazzo ormai duro. Mi diede un sonoro schiaffo “Non ti ho detto di smettere! Continua a masturbarti, forza!” . Ripresi la mia attività, fino a che non mi disse lui di smettere, cosa che avvenne solo dopo essermi venuto dentro.. quindi mi venne vicino e mi baciò, infilandomi la sua lingua tutta in gola e accarezzandomi il viso “Adesso da brava ripulisci tutto.......”. Io obbedii senza replicare mentre lui riponeva il cetriolo sul comodino. Quando lo ebbi ripulito a dovere mi fece sdraiare accanto a lui “Ti fa ancora male li giù?” . Io annuii. Un attimo dopo lui era col viso fra le mie gambe aperte, con la lingua che si prendeva cura della mia fica, tutta rossa e dolorante. Non ebbi un altro orgasmo, ma mi rilassai cullata da quelle coccole speciali.
Mi lasciò andare soltanto il mattino seguente. Quella sera cenammo nel letto. Quel cetriolo, adeguatamente lavato e sbucciato, fu parte del mio pasto. Ma il mio aguzzino fu stranamente gentile e mi offrì anche dell'altro.
Mentre mangiava una porzione di dolce mi chiese di fargli un pompino: i dolci e i pompini erano le cose che più amava nella vita. Glielo feci tornare duro. Quando finì il suo dolce mi fece sdraiare, tornò con la lingua fra le mie cosce e mentre con una mano, un dito dopo l'altro, tornò a penetrarmi, provocandomi un doppio orgasmo – clitorideo e vaginale... estasi!!! - contemporaneamente, con l'altra mi strizzava e torturava un seno. Disse che per quella sera il mio culo aveva già sofferto abbastanza, quindi quando fu sazio dei miei umori mi scopò.
Quella notte dormii accanto a lui, senza manette. Aveva capito che ormai ero totalmente in sua balia e poteva farmi qualsiasi cosa. E in effetti, quella notte non dormimmo molto. Sentivo sempre il suo cazzo che si strusciava contro di me e le sue mani che mi accarezzavano e penetravano dove meglio credevano.
Il mattino, dopo un'abbondante colazione, a base di caffè, latte, biscotti e pompino, con pulizia a seguire, lo salutai con un lungo bacio, mentre la sua mano mi accarezzava sotto la gonna.
Ero diventata la sua puttana.
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8 anni fa
ladybutterfly,
30/37
Ultima visita: 2 anni fa
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Una notte nella Jungla
Durante un famoso "Full Moon" party in una nota localita' turistica Thalandese dopo vari "bucket" e altro mentre lei balla sulla spiaggia con indosso solo un vestitino trasparente lasciandosi completamente andare travolta dal ritmo della musica noto un gruppo di tre ragazzotti muscolosi che la guardano con insistenza ma non accennano a farsi sotto come lei vorrebbe nonostante i suoi sorrisi ammicanti....a quel punto visto che lei sembra aver voglia di una notte "speciale" mi dirigo verso i ragazzi con tre birre in mano e mi presento offrendo loro da bere, loro si dimostrano subito molto cordiali e di conseguenza passo subito al sodo....vi piace quella troia ? E' mia moglie ma non vi preoccupate anzi cosa ne dite se la portiamo a fare un giro nella jungla ....se mi date 100 $ la potete scopare dove volete, quanto volete e come volete per un giorno intero ....se poi avete degli amici.....potete rivenderla a loro cosi ve la scopate gratis.....inutile dire che nel giro di 5 minuti ci stavamo dirigendo verso un posto appartato nella jiungla e io avevo 100 $ in tasca.....( NB non e' una mercenaria ne scopiamo per soldi ma alle volte le piace essere trattata come una puttana e a me alle volte piace venderla a dei gruppi di giovani arrapati)
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8 anni fa
duoxdue,
37/44
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Pretty Woman
Come la più consumata delle puttane, seduta sul divanetto nell'angolo più appartato della hall di un albergo, attendo il sopraggiungere del cliente al quale il mio anziano accompagnatore mi ha destinata esortandomi a seguirlo in quel luogo.
In disparte, nell'angolo opposto, il mio compagno, con malcelata impazienza, osserva da breve distanza ciò che avviene, già consapevole di come il suo orgoglio di maschio verrà usurpato da chi, acquistando il mio corpo potrà possederlo a piacere.
Eccessiva nell'interpretazione del ruolo, reso ancora più audace dalla succinta gonna che abbondantemente mi scopre le cosce, e subito ligia alla perentoria indicazione di sfilarmi nel frattempo le mutandine, consegnandole ubbidiente all'inesorabile fautore del segreto convegno, rimango ad attendere con febbrile apprensione di scoprire chi sarà la persona che devo incontrare.
Pensando a ciò che in quel frangente proverà il mio compagno, immaginandosi il decorso dell'insospettabile convegno di cui sto per rendermi protagonista, volgo ansiosa lo sguardo verso la soglia di accesso, ormai molto curiosa di scoprire chi, varcandola, diverrà l'avventore di quella intima essenza che in molti vorrebbero a loro volta tangibilmente esplorare.
Dalla vetrata di cristallo ecco apparire l'individuo a cui sono stata destinata e che avrei dovuto supporre non poteva che essere scelto con la perversa volontà di rendere quell'incontro ancora più estremo.
Con incedere lento, ma sicuro di poter soddisfare le proprie pretese, si avvicina sovrastandomi con l'immensa figura di cui già percepisco le flaccide nudità che verranno a contatto con la mia vellutata epidermide.
Nella stanza in cui mi conduce vuole immediatamente vedere il mio corpo, ordinandomi subito di spogliarmi degli abiti, non prima di avermi però infilata la tozza mano tra le cosce, per saggiare una fessura incredibilmente umida di passione.
Statuariamente eretta sulle elevatissime calzature, unico elemento consentitomi di tenere, mi osserva con la compiaciuta arroganza di chi sa di potermi fare ciò che vuole mentre a propria volta si denuda confermando quanto già avevo perfettamente intuito.
Piegata in avanti, con le mani poggiate contro ad una cassettiera, sopra la quale lo specchio mi consente chiaramente di vederlo alle mie spalle apprestarsi alla profanazione, ne avverto la molle protuberanza strofinarsi tra le intime labbra aumentare di consistenza entrandomi in corpo a suggello del rito.
Il flaccido ventre di lui, sbattendomi sulle reni, mentre vengo abbondantemente percossa con verve dal pene, che seppure minuto mi impone gementi reazioni emotive, genera quelle frementi convulsioni che indicano una facile resa.
Auto stimolandomi sulla clitoride ne percepisco lo sfogo imminente, che accolgo nelle viscere con urla di gratificante abbandono lasciandomi trascinare sul letto ormai privata di ogni possibile facoltà intellettiva.
Palpandomi in ogni dove, ed infilandomi la lingua in fondo al palato, soffoca impossibili resistenze, nell'attesa di potermi ancora stuprare, questa volta obbligandomi a riceverlo anche analmente, ma non prima di avermi fatto degustare per bene, sino in fondo alla gola, il sapore residuale della sua gelatina spermatica.
Sodomizzandomi senza pietà gode delle mie supplichevoli ovazioni, obbligandomi alla palese ammissione di quanto un simile trattamento riesca incredibilmente ad eccitare la mia recondita indole, fornendo ulteriore conferma di quanto sia realmente quella insospettabile porca che ogni uomo vorrebbe avere tutta per se.
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2
8 anni fa
gloria1951,
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Ultima visita: 3 anni fa
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Costretta legata ad un letto.. 2 parte
Quando aprii gli occhi non sapevo dire che ore fossero. Mi aveva svegliato una sensazione piacevole di cui solo una volta uscita dal dormiveglia capii l'origine.. aprii gli occhi e lo vidi: il mio aguzzino era chino su di me, la sua lingua stimolava ogni più remoto antro della mia fica. Era la prima volta che venivo leccata in quella zona, e la cosa mi stava provocando un brivido paradisiaco che faticavo a contenere. Lui probabilmente se ne accorse perchè lo sentii sorridere soddisfatto e leccare con più gusto. Aprii gli occhi e vidi che le mie mani erano ancora legate alla testiera del letto, come la sera precedente. Provai a chiudere le gambe “Ma che sta facendo?” , provai a ribellarmi, ma lui le teneva ben aperte e la mia resistenza era vana. Mi guardò e sorrise, di nuovo quel sorriso di chi si vuol prendere gioco di me. Si spostò accanto a me, “Buongiorno zoccoletta...” accarezzandomi un seno con la mano e baciandomi l'altro “Hai dormito bene?” ..sentii la sua mano percorrermi il corpo e arrivare di nuovo fra le mie gambe.. io le richiusi, tentando di ribellarmi.. non mi avrebbe violato ancora.. ma lui mi guardava con quel suo sorrisino, muovendo le dita fra le mie grandi labbra inferiori “Questa notte non facevi tanto la ritrosa...... ho sentito come ti piaceva mentre ti toccavo, sai? Anche se facevi finta di dormire...”
Era vero. Quella notte il porco era rimasto a dormire accanto a me.. lo avevo sentito muoversi, il suo respiro su di me, il suo corpo nudo contro il mio. Per tutta la notte il suo membro era stato a contatto con la mia pelle, mentre la mano del porco, a suo piacimento, mi toccava, mi esplorava. Io fingevo di dormire: lo sentivo stringermi i seni, baciarmeli, leccarmeli, percepivo le sue dita che si facevano strada dentro la mia vagina. Io non volevo dargli soddisfazione, cercavo di controllare i sospiri di piacere, ma quando sentivo la sua mano allontanarsi da me, stringevo le cosce, fingendo dei movimenti involontari nel sonno, costringendola a rimanere dentro di me.
“A parole puoi dire quello che vuoi, ma io conosco il corpo di una donna.. ti piace essere toccata.. ti piace come ti leccavo poco fa...” mentre diceva così la sua mano ancora mi esplorava “... ti piace quando i ragazzi ti leccano la fica?” “Veramente è la prima volta.. non mi hanno mai leccata” “Ah..” sorrise soddisfatto “..però ti piaceva....e magari vorresti anche che continuassi, eh..?” . Io non risposi, ma i miei occhi timidi erano eloquenti: imploravano, urlavano che ricominciasse. Lui lo capì e tornò col viso fra le mie gambe. Questa volta non feci obiezioni, anzi le mie gambe erano molli e si arrendevano sotto le sue mani. La sua lingua calda mi esplorava, mi accarezzava, mi eccitava. Ebbi il mio primo orgasmo senza bisogno di penetrazioni. Il porco bevve tutti i miei umori assetato.
“Mmh.. sei proprio una verginella coi fiocchi tu..” “ Io non sono vergine..” “Una che non è mai stata leccata per me lo è.... adesso vieni qui... forza!” .. mi piegò le gambe, costringendomi a mettermi seduta.. si mise davanti a me, il suo membro davanti al mio viso. Capii immediatamente cosa dovevo fare. “Fammi un pompino! Voglio godere io adesso! Prima di andare a lavoro..”. Mi spinse la testa contro il suo pene, facendomelo inghiottire quasi tutto d'un colpo: lo sentii sbattere contro la gola ed ebbi quasi un conato. Tenne la mano dietro la mia nuca, accompagnandone il movimento. Ben presto si rese conto che non era necessario guidarla: mi piaceva quello che stavo facendo. Lo succhiavo, baciavo la cappella, la mia saliva cominciava a mischiarsi con i suoi umori, premevo volontariamente il mio viso contro il suo corpo, soffermandomi per diversi secondi con il pene tutto bene dentro, fino in fondo, finchè non mi mancava l'aria ed ero costretta a riprendere fiato. Accelerai il ritmo guidata dal crescendo del suo eccitamento espresso anche a voce alta.
Mi venne in bocca. Continuai a succhiargli il pene anche dopo la fine del suo godimento, quando esausto mi accarezzò i capelli dicendomi “Sei stata bravissima.... adesso vado a farmi una doccia.. quando torno dal lavoro ci penso io a te...” “Aspetta..”. Il mio tono era remissivo, di supplica. “Che c'è?” mi chiese. Io non risposi. Mi avvicinai di nuovo al suo pene sporco del suo stesso sperma: lo leccai, lo inghiottii. Glielo ripulii ben bene, mi leccai le labbra con la punta della lingua e sorrisi. “Adesso puoi andare. Io ti aspetto qui.”
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8 anni fa
ladybutterfly,
30/37
Ultima visita: 2 anni fa
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Ancora tua
Emmanuelle stava tornando dalla segreteria del suo studio quando improvvisamente sentì le note di "minuetto" provenire dal suo cellulare lasciato sulla scrivania....le gambe le si immobilizzarono, un pugno allo stomaco le impedì di respirare....non sentiva quella suoneria da circa due anni. Un turbinio di emozioni la invase, nessuna delle quali però la avvicinò neanche per un attimo all'idea di cancellare o non rispondere al messaggio.
"Hai vinto tu". Lei sapeva bene a cosa si riferiva ma si crogiolò nell'opportunità di sentirglielo spiegare.
Lui aveva provato in tutti i modi a tenerla lontano ma alla fine era tornato a cercarla, voleva riprendersela e non aveva troppi dubbi sul fatto che l'avrebbe trovata pronta e responsiva, forse incazzata, un pò ferita, ma sicuramente disponibile. E questo lo faceva impazzire.
Tutto ricominciò.
L'attesa, le fantasie, il desiderio, la perversione di un rapporto in cui dominato e dominatore non erano chiaramente distinti.
Lui potente nella consapevolezza di avere sempre un posto caldo tra le sue gambe, lei sedotta da 30 anni di tensione sessuale. Lui che la sera fantasticava sulle possibili esperienze erotiche in cui, con un po' di pazienza, l'avrebbe potuta condurre. Lei che la notte lo sognava e si svegliava sudata e vogliosa.
Nonostante tutto ciò ci vollero mesi prima di riuscire ad organizzare l'incontro, mesi in cui ognuno per sé o insieme dedicarono moltissimo tempo a tenere vivo il desiderio reciproco.
Ma poi il momento arrivò.
Era una giornata fredda, Emmanuele sentiva rimbombare sul marciapiede il suono dei suoi tacchi e provava a sincronizzarlo con quello del cuore che batteva all'impazzata. Continuava a pensare all'incontro, a tutte le cose da dire, alle paure, poi se lo immaginò tranquillo sul treno, a leggere il giornale, a differenza di lei, assolutamente padrone dei suoi sensi e delle sue intenzioni, e questo bastò a tacitare tutte quelle voci nella mente. Si focalizzò sull'idea di tutto il godimento che avrebbe provato e buttò fuori di sé il resto. Niente avrebbe dovuto minare quella giornata.
Di conseguenza spense il cellulare.
Non sto qui a perdermi nei dettagli dei primi istanti... si rinnovò immediatamente per lei la certezza che l’attrazione nei suoi confronti fosse la più potente che avesse mai provato in vita sua, per lui il bisogno impellente d’esserle dentro.
Non ebbero il tempo di chiudersi la porta della stanza d'albergo alle spalle che già la mano di lui era in mezzo alle cosce di lei e lei....prontamente le aprì.
Subito si sentì redarguire: "ahi ahi Emmanuelle...sei proprio dispettosa, perché ti ostini a mettere gli slip? Mi sembrava fossimo d'accordo...."
"Ti sembrava male!" rispose, con un pizzico di astio.
Allora invece di sfilarli, lui se li attorcigliò intorno al pugno, facendo penetrare il filo del perizoma tra le labbra, e cominciò a strusciarli avanti e indietro, guardandola dritto negli occhi, aspettandosi un cenno di dissenso che questa volta non sarebbe arrivato. Anzi il respiro di lei divenne più ritmico e profondo, ma soprattutto, a sorpresa, sostenne quello sguardo avido fino a che lui non cedette alla fame del suo sapore.
La gettò sul letto, e una alla volta, le posizionò le gambe, piegate, aperte, poi infilò la testa sotto il vestito e andò dritto al suo recesso già infinitamente bagnato. La lingua si spinse dentro, leccando e facendosi strada tra i tessuti sensibili. I fianchi di Emmanuelle si muovevano senza posa, e il corpo implorava in silenzio di averne di più.
"Dio" rantolò lui "Ho desiderato posare la bocca sulla tua fica quasi ogni giorno, da quando ti ho conosciuta".
La sua lingua morbida e vellutata guizzò sul clitoride turgido. Lo succhiò con delicatezza e leccò con ardore. Lei si contorse mentre l’orgasmo la scuoteva. "Guardami negli occhi quando vieni per me" e lei, con fatica, li aprì e lì agganciò ai suoi.
La stanchezza durò pochi istanti, Emmanuelle si mise seduta e lo osservò in ogni più piccolo dettaglio, lo conosceva bene ma le sembrava al contempo sempre uno sconosciuto. E questa incongruenza la eccitava da morire: un volto, un corpo noto e al tempo stesso così tanto mistero da scoprire.
Lo avvicinò a sé tirando per la cintura dei pantaloni e cominciò a sbottonargli la camicia, lentamente, senza fretta. D'altra parte lei aveva già potuto godere di uno stupefacente orgasmo, poteva prendersi del tempo. Lui no invece, lui era ancora infinitamente eccitato e quel temporeggiare era una tortura. Emmanuelle lo capì non appena gli sfiorò il cazzo da sopra ì jeans e lo sentì pulsare. Ma non le bastava, voleva fottergli il cervello. Si avvicinò all'orecchio e con non poca fatica gli sussurrò: "ora mi scopi, forte, mi vieni dentro e ti riprendi ciò che è tuo: me!"
Le entrò dentro ad occhi aperti per non perdersi nemmeno un istante di quel momento, di quella connessione, di quel piacere così a lungo rinnegato. "Abbandonati a me e godi" disse con voce rassicurante. E cominciò a pompare, prima lentamente, disegnando col bacino languidi cerchi, poi sempre più rapidamente, parlandole a fatica nell'orecchio, in modo che ĺei mai avrebbe potuto scordare quella voce.
Non ci fu niente di gentile nei loro movimenti, niente di romantico, solo istinto puro e sfrenato. Tutta la tensione accumulata in quei mesi, scaricata in respiri affannati. Il godimento così intenso da togliere il fiato, le fronti imperlate di sudore, i loro movimenti aggressivi e scomposti, come se non potesse essere mai abbastanza, mai troppo profondo, mai troppo intenso. L’asta strizzata dalle ondate di piacere di lei. I testicoli contratti, schiantati contro la sua carne morbida e calda. Emmanuelle venne gridando e lui la seguì, affondando nel suo ventre come se volesse seppellirsi in lei, riversando tra le sue gambe il fiotto caldo di sperma.
Rimasero stesi, sporchi dei loro fluidi appiccicosi, a parlare per diverso tempo. Quasi la fame si fosse saziata e potessero dedicarsi a ricostruire anche l'intimità emotiva tanto minata dai recenti trascorsi. Ma anche con le parole non riuscivano ad allontanarsi troppo dalla tensione erotica che li coinvolgeva.
E poi ricominciarono. Lui la penetrò ancora e ancora.... Scivolava dentro di lei, come fosse il suo rifugio e lei, ogni volta, lo accoglieva con entusiasmo. A volte la trovava già abbondantemente bagnata, altre volte la allargava con le dita e la masturbava sapientemente. Accompagnava l’intrusione ritmica dell’anulare e del medio con piccoli cerchi precisi sul clitoride, piegato su di lei, mentre con la lingua giocava con i seni esposti. Non smetteva finché non vedeva il suo viso, di solito composto, stravolgersi di piacere e finché non l'aveva fatta gemere, chiedendo più o meno esplicitamente di entrarle dentro e scoparla nuovamente.
Emmanuelle guardò l'orologio, sapeva che a breve si sarebbero separati nuovamente per chissà quanto tempo, mesi....forse anni. Non amava fare la prima mossa per cui la prese alla larga. Gli accarezzò a lungo le cosce e poi afferrò il suo membro ora morbido, lo prese in bocca, lo assaporo ' con voluttà, sapeva degli umori di entrambi.
Iniziò a giocare con la punta turgida, seguì la grossa vena inferiore con la lingua, dolcemente, attentamente. Dalla base alla punta, lo leccava e accarezzava, tremendamente alimentata dal suo godere. Era estasiata dal sentirlo crescere rapidamente ad ogni passata di lingua. Aveva le guance rosse, e lo leccava ansimando, chiudendo la bocca lateralmente sull’asta, sensuale, appassionata. Lui le afferrò la testa con entrambe le mani e cominciò a muoversi nella sua bocca accogliente, sempre più veloce. Solo un attimo si fermò, godendosi lo spettacolo della bocca piena del suo cazzo. Emmanuelle sapeva che stava per venire, in altre occasioni si sarebbe scostata ma...in quella no, lo volle prendere completamente, bere il suo seme. Lui s’inarcò per spingersi meglio nella sua bocca e la riempì, guardandola ingoiare a occhi socchiusi.
Quando ebbe finito, Emmanuelle prese un fazzoletto bagnato e glielo passò sul membro che piano piano si stava rilassando, lo fece con delicatezza, con la solita paura di sbagliare, magari di infastidirlo o fargli male. Lo fece con estrema dedizione, pensando "sono venuta al mondo per soddisfarlo" e su questo, invece, non nutriva alcun dubbio.
Fu con quest'ultima consapevolezza che lo lasciò alla stazione, con questa e con i tanti nuovi ricordi che l'avrebbero svegliata di notte, vogliosa e sudata da lì in poi.
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8 anni fa
Maja71,
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Alla costa dei barbari 5
Alla costa dei barbari 5
Qualche giorno dopo, come da accordi presi in spiaggia, il “secco” si presentò a casa nostra. Io, la sera prima, avevo preparato un pranzetto gustoso e piccantino in modo da non doverci pensare quando il secco sarebbe venuto ed essere completamente liberi di divertirci con lui, ma nel contempo avere la possibilità di rifocillarci alla bisogna.
Ci prendemmo un caffè e poi ci dirigemmo, immantinente in men che non si dica, in camera da letto per dare il via alle danze erotiche. Sia io che Monica eravamo eccitati e vogliosi,, non vedevamo l’ora di spogliarci e farci possedere da quel magnifico, grandissimo chiavatore.
Giunti in camera ci spogliammo, quasi con frenesia, e non appena il secco fu nudo Monica si fiondò sul suo cazzo, iniziando a suggerlo in maniera vorace. Io, guardandoli iniziai a masturbarmi e, inchinatomi dietro a Monica, iniziai a leccarle la fica arrivando sino al buco del culo. Il secco allontanò la bocca di Monica, si distese, l’attirò su di se e la fece impalare sul suo cazzo dicendole: “Eccolo, prenditelo e giocaci come meglio ti aggrada.” Lei si posizionò sopra di lui e si impalò, aggiustandoselo tutto con rapidi movimenti delle natiche; rimase ferma per un bel po’, gustandoselo fino in fondo. Quindi… dopo una decina di minuti… iniziò un sali e scendi su quello splendido totem che la portò, in breve, ad emettere suoni disarticolati per il piacere che provava. Io, dietro di lei, iniziai a stuzzicarle il buco del culo e, prendendo un po’ di Luan, a massaggiarglielo ed allargarlo con calma, arrivando ad infilarle tre dita nel culo che andai a divaricare per aprirla meglio. Il secco, intanto, le aveva preso in mano i seni e glieli stava pastrugnando, torturandoglieli e stringendole i capezzoli, tanto che lei iniziò, per il piacere che le stava procurando, a godere scuotendo la testa e urlando “ Sì, così,… mi fai impazzire….” E schizzò fuori dalla fica un fiotto di densa crema che sembrava quasi sperma. E si accascio sul petto del secco, una massa inerte e disarticolata. Nel mentre io non mi ero fermato dal masturbarle l’ano, pratica che, pur nella sua goduria, aveva dimostrato di gradire.
Era pronta, perciò, per il secondo atto. Il secco si sfilò da sotto a lei. La fece distendere sul letto (lei era ancora semincosciente per il piacere provato) le salì sopra e…. se la inculò. Una volta penetratala completamente, si fermò aspettando di cogliere qualche segno di vita ma vista la mancanza di reazione da parte di lei iniziò ad incularla, lentamente, con pazienza, senza fretta, colpi lunghi e successiva estrazione quasi totale, affondando nuovamente in maniera completa.
Dopo una decina di minuti di questa pratica lei iniziò a dare segni di riaversi, mugugnando parole senza senso inframezzate da qualche “Sì… così… ancora… Dio che bello..” Iniziò anche ad agitare un po’ il culo, andando ancor più incontro al cazzo che la stava possedendo. Il secco aveva iniziato ad accelerare i colpi, affondandoli ancor più, portandola a chiedere di farla godere. Infilai la mano sotto di lei ed iniziai a sgrillettarle il clitoride, e ben presto la portai a godere urlando “sìììì… mi state facendo impazzire…. Godoooo …. Ancora… continuate…. Ecco… vengoooo … o mio Dio, mi state facendo morire… “ e svenne !
Il secco uscì dal suo culo e le godette sulla schiena, spalmandole la sborra addosso ! Una quantità incredibile ! Io ero eccitato da matti e mi fiondai sul suo cazzo per succhiare e leccare gli ultimi schizzi che stava emettendo, assaporando con gusto il suo piacere, cosa che lui gradì molto. Io rimasi con il suo cazzo in bocca, cercando di farglielo rimanere turgido. In questo il secco era incredibile: non gli si ammosciò neanche un po’ e dopo qualche minuto iniziò a chiavarmi in bocca come se non avesse appena goduto. Pazzesco ! Io ero al settimo cielo: iniziai a succhiarglielo voracemente ma, ad un certo punto, lui mi fermò dicendomi: “Succhi divinamente ma non ti voglio godere così…. Devi sottostare anche tu alla legge del cazzo e… farti inculare.” Immediatamente smisi di succhiarglielo e mi posizionai spalle al letto, rialzando le gambe che lui si mise sulle spalle, e offrendogli il mio culo che lui, prendendo un po’ di crema che avevo appoggiato sul comodino, mi lubrificò per bene e quando capì che ero pronto, guardandomi fisso negli occhi, mi disse: “ Ecco, bella troietta, ora ti faccio mia…” e me lo infilò tutto dentro in un colpo solo. Poi si fermò gustandosi il mio cercare di recuperare il fiato ed il mio contrarre lo sfintere. Quando fu certo, dalle pulsazioni del mio retto, che mi ero abituato alla penetrazione e non sentivo più dolore, iniziò ad incularmi con un lento va e vieni che mi portò quasi alla pazzia poiché avevo iniziato a bramare una maggior penetrazione, ad essere posseduto come la troia qual ero. Invece continuava con il suo lento andirivieni, facendomi agognare di sentirlo godere, di riempirmi completamente con la sua sborra. Andò avanti così per una buona mezz’ora, mandandomi fuori di testa al punto che avevo iniziato a dirgli “Godi, ti prego… riempimi… fammi tua..” Ma lui, sadicamente, (d’altronde aveva goduto poco prima) faceva orecchie da mercante e continuava ad incularmi allo stesso ritmo. Monica, nel frattempo, si era riavuta e lo aizzava a continuare ad incularmi senza ascoltare le mie proteste ed aveva iniziato a torturarmi i capezzoli, aumentando così il mio stato di erotizzazione. Stavo dando i numeri. Mentre lo faceva si girò verso di lui e lo baciò, infilandogli in bocca tutta la lingua e duellando con la sua, ma così facendo provocò in lui una scossa che lo portò a godermi dentro riempiendomi con un clistere di sborra.
Finalmente !! Dovette fermarsi per riuscire a scaricare tutto ciò che aveva nelle palle. Io ero esausto ma sazio ! Come avevo sentito che si stava scaricando dentro di me avevo iniziato anch’io a godere, con schizzi lunghi ed abbondanti, che mi erano ricaduti addosso ma avevano colpito anche lui sul mento. Ci fermammo a riprender fiato e Monica andò a prendere una spremuta per dissetarci un po’.
Dopo una mezz’ora mi accorsi che il compagno di giochi del secco dava ampi segni di risveglio e lui incominciava ad essere irrequieto: aveva iniziato a palpare Monica in maniera possessiva e la stava sgrillettando.
La fece rialzare e la portò nuovamente in camera da letto facendomi cenno di seguirli. Lì giunti mi fece distendere sul letto, ordinò a Monica di farmelo rizzare e, una volta soddisfatto del risultato, la fece impalare sul mio cazzo piegandola verso di me. In quella posizione il culo di Monica si offriva in bella vista ai suoi desideri e dicendomi “Tu hai una culo splendido, ma quello della tua donna mi attizza da morire”… le umettò il buco del culo con della pomata e, una volta contento del risultato, la inculò in un’unica mossa. Mi trovai, così, ad incontrare attraverso il sottile velo divisorio tra culo e fica, con il cazzo del secco.
Una sensazione particolare che Monica sembrò gradire moltissimo. Ce la fottemo a grandi colpi, tanto da farla biascicare “Così… fottetemi…. di più… ancora…ancora… di più…. Dio che bello…. Mi fate impazzire…. Non vi fermate… continuate… più forte…. Ecco, così…. Godoooo…. Godooo…”
E le sborrai dentro, mentre il secco, come un martello, continuava a stantuffarla, a non darle tregua, infaticabile, insaziabile. Monica godette senza limiti di continuità, ululando tutto il suo piacere, senza fermarsi. Godeva e… continuava a godere, senza sosta. Quando sentì di averla portata al limite… godette anche lui, scaricandole nel culo una cascata di sborra. Ristette per un po’, ancora ben turgido dentro di lei e poi….. le pisciò nel culo facendole assaporare un nuovo piacere che la portò ad urlare “Oh mio Dio… non avevo mai provato una cosa così !” … Ma nel contempo la fece scattare e correre in bagno per liberarsi.
Al suo ritorno decidemmo che era ora di mangiare qualcosa. Pertanto ci mettemmo a tavola ad assaporare ciò che avevo preparato la sera prima, il tutto accompagnato da uno splendido vinello (un Gutturnio, un po’ frizzante, che ben si accompagnava). Prendemmo il caffè, ci fumammo una sigaretta e poi io e Monica ci guardammo negli occhi e capimmo che avevamo ancora voglia del secco. Lui si era goduto i nostri sguardi ed aveva capito perfettamente che era lui il nostro padrone, che ci aveva in pugno e poteva fare di noi ciò che meglio gli aggradava. Eravamo succubi dell’erotismo che sapeva trasmetterci e che ci condizionava.
Perciò si alzò da tavola e mise il suo attrezzo (che era già in erezione) davanti al volto di Monica dicendole: “questo è il tuo dolce di fine pasto. Assaporalo per bene !” E nel contempo mi invitava ad avvicinarmi e, una volta vicino a lui, mi metteva< una mano sulle chiappe ed iniziava a masturbarmi il culo mentre mi baciava. Come ebbi già modo di dire, pur nella sua bruttezza emanava un erotismo pazzesco e, a quel punto, baciarlo era una cosa normale. Tra l’altro… sapeva baciare come sapeva scopare. Un maestro. Monica gli stava succhiando il cazzo mettendoci tutto il suo sapere in fatto di bocchini e nel farlo, stando ancora seduta a tavola, si stava sgrillettando a spron battuto, mugugnando dal piacere.
Nel mentre, con l’altra mano, gli stava stuzzicando lo sfintere, cosa che lui dimostrò di gradire, riuscendo ad infilargli almeno un dito e portandolo a goderle in bocca senza che lei se ne facesse scappare una goccia. Il tutto lo percepii attraverso i suoi baci che mi fecero sentire tutto il suo piacere.
Una volta goduto mi lasciò andare per rifiatare ed io potei baciare Monica per assaporare un po’ dello sperma del secco. Che libidine ! Eravamo tutti ad uno stadio pazzesco di erotismo, di goduria e di lussuria. Avevamo superato ogni limite e il livello al quale eravamo giunti non ci bastava più ma…. c’era uno stadio ancor più avanzato ?
Dimostrando una volta di più di essere una vera e propria macchina sessuale, il secco ritornò, in breve, in erezione reclamandomi come sua prossima vittima sacrificale e prendendomi e spingendomi dal culo, mi riportò in camera da letto dove mi fece distendere, posizionò le mie gambe sulle sue spalle, prese dal comodino un po’ di Luan, me lo spalmò per bene dentro e fuori il mio culo, si posizionò in maniera acconcia tra le mie gambe e…. me lo infilò con un unico movimento in avanti, facendomi fare una grossa inspirazione. Dio… che bello sentirsi penetrare da quello splendido cazzo, usato a dir poco in maniera sublime. Ristette per qualche minuto dentro di me per darmi il tempo di assuefarmi all’intrusione e godermelo tutto, poi…. iniziò con un lento va e vieni, come sua consuetudine, per farmi desiderare di essere posseduto.
Dopo una decina di minuti di questa tortura ero già pronto ad urlargli di possedermi più a fondo, in maniera più energica, ma avendo capito che era questo ciò a cui aspirava (sentirmi pregare di essere posseduto, di farmi sua) mi trattenni per non dargli soddisfazione, ma era dura. Mi stava portando alla pazzia, ero una bambola di pezza tra le sue mani. Monica, nel frattempo, aveva avuto una bella pensata: visto che prima, mentre lo stava sbocchinando, era riuscita a stimolarlo ed a infilargli un dito nel retto, si era munita, senza che lui la vedesse, di uno strap-on che le avevo regalato tempo prima per usarlo nei nostri giochi e preso del Luan aveva iniziato a massaggiargli il retto, stimolandolo ed insinuandogli pian piano prima un dito e poi anche un secondo senza che lui dimostrasse fastidio. Anzi… aveva iniziato a fottermi in maniera più decisa, sembrava che la cosa lo stimolasse. Una volta che lo ebbe stimolato per bene gli si avvicinò e, pian piano, dopo avergli allargato le natiche come per guardargli il buco, gli si avvicinò, gli appoggiò lo strap-on al buco, facendo finta che fosse di nuovo un dito e poi….. glielo infilò in un colpo solo. La cosa si ripercosse nel mio culo, poiché fece un salto in avanti che quasi mi sfondò. Per un attimo respirò a fondo, fermo, poi senza dire ne “Hai… ne Bai “ riprese ad incularmi in modo sostenuto, nel mentre Monica, adattandosi al suo ritmo, lo inculava brutalmente.
Fu così che, dopo un po’, iniziò a digrignare i denti, a dire “Mi stai facendo impazzire!” e dopo qualche altro momento urlare “Godoooo… oddio come godooo…. Bestiale… non ho mai goduto tanto…” iniziando a scaricarmi in culo una sborrata pazzesca, un vero e proprio torrente in piena che mi portò a godere anch’io e schizzare tutto il mio nettare sul letto. Monica continuò a chiavarlo ancora per qualche momento finché non godette anche lei, ma rimanendo ancora ben infissa dentro di lui.
Passati dieci minuti finalmente quel groviglio di corpi si sciolse, Monica uscì da lui, lui da me e ci distendemmo sul letto a riprender fiato.
Alla fine… ci guardammo negli occhi e…. quasi contemporaneamente ci dicemmo “Cazzo… che goduta… non avevo mai goduto tanto !”
Andammo a farci una doccia e ci ripromettemmo di riprovarci quanto prima.
P.S.: Graditi commenti, anche sui racconti da me già pubblicati. Grazie
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8 anni fa
admin, 75
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A sabaudia - 2
A Sabaudia – 2
La mattina dopo ci svegliammo e …. fu come se fossimo una coppia da sempre. Bacini, un po’ di carezze, un po’ di eccitazione ma…. dovemmo sbrigarci perché i tempi erano corti ed io dovevo andare in cantiere.
Fu quasi automatico accordarci per vederci a pranzo e decidere che sarei andato a stare da lui. Nonostante la violenza con cui mi aveva stuprato mi sentivo desiderato e ciò mi provocava uno stato di sottomissione ed un desiderio di darmi a lui completamente. In un battibaleno era diventato il mio uomo e mi sentivo di essere sua, desideravo essere posseduta, permettergli di prendermi ed assoggettarmi ai suoi desideri.
Iniziò, così, una vita di coppia. Solo nel week-end ritornavo ad essere il marito di una donna, rientrando a Roma per due giorni. Durante la settimana ero in parte un geometra professionista ed in parte la “femmina” di un maschio possessivo che mi palpava e mi prendeva ogni volta che lo desiderava, possedendomi con maschia energia.
Normalmente, dopo avermi baciato lussuriosamente, mi stendeva sulla schiena, mi rialzava le ginocchia portando le mie gambe a poggiarsi sulle spalle e, fissandomi negli occhi, mi penetrava profondamente, iniziando a muoversi dentro di me lentamente, cercando di leggere nel mio sguardo il piacere che riusciva a darmi. Piacere che, dopo un po’ di quell’andirivieni, mi portava a chiedergli di aumentare i colpi, di fottermi come una troia qual ero, di farmi sentire quanto mi desiderasse e riempire la mia “fica” con il suo sperma. Ed allora scatenava tutta la sua libidine, aumentando i colpi, portandoli in maniera più forte, possedendomi totalmente, sino ad arrivare a sborrarmi dentro in quantità industriale e schizzandomi le ultime gocce sul viso, così che le potessi leccare e condividerle, poi, con lui con un bacio libidinoso che mi portava a godere. Fu un anno di sesso continuo. Mi aveva aperto il culo totalmente, lo aveva reso così elastico che ogni tanto si divertiva a infilarmi la mano e scoparmi con essa mentre mi martoriava i capezzoli con la bocca. La mia parte “femminile” era più che soddisfatta e mi portava a gratificarlo con dei pompini che lo mandavano fuori di testa.
P.S.: Sono graditi i commenti, positivi o negativi che siano, anche sui racconti da me già pubblicati. Grazie
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8 anni fa
admin, 75
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Caraibi 2
Impiegai qualche attimo per realizzare quello che mi stava dicendo, poi riuscii a metterlo a fuoco nel controluce della porta finestra della camera da cui penetrava il sole cubano.
Un languore mi prese nell’osservarlo: pantaloncini corti color cachi in stile militare, camicia bianca di un tessuto simile alla garza, calzettoni bianchi e scarponcini da trekking, portava i capelli sciolti e un berretto con visiera della locale università, era bellissimo.
"Ma tu non dormi mai? – gli chiesi – Sono appena le otto e io sono in vacanza". Proprio non mi andava di lasciare quel letto così accogliente e la fresca atmosfera della stanza immersa nell’aria condizionata. Ma lui era implacabile: "Le otto?, veramente io ho già fatto l’allenamento in piscina, prima di venire qui, cosa desideri per colazione?".
Stiracchiandomi senza ritegno di fronte a lui, gli chiesi una tazza di tè nero e una fetta di pane con marmellata di fragole. Armeggiò per un attimo e poi mi porse il vassoio appoggiandolo sul bordo del letto, sedendosi anche lui sul bordo.
Mi sorrideva, come solo può sorridere un ragazzo della sua età pieno di energie e di entusiasmo. "Ti ho portato degli abiti per l’escursione di oggi, sono di Teresa, penso che dovrebbero starti perfettamente, avete la stessa taglia, mi sembra". La cosa mi stupì, di solito gli uomini, compreso mio marito, non sanno la differenza tra una taglia e l’altra, una misura di reggiseno o di uno slip, Manuel sembrava avermi valutato con molta attenzione il giorno prima. Effettivamente Teresa era molto simile a me, stessa altezza, forse un po’ più seno, ma i fianchi e le gambe erano molto simili, non per niente Teresa era una bella ragazza!
In ogni caso rimasi infastidita al solo pensiero di indossare degli abiti di Teresa, anzi rimasi stupita che avesse acconsentito a prestarmeli, comunque non indagai oltre e mi gustai la colazione, servita da quell’ incredibile cameriere. Mentre mangiavo Manuel non mi perdeva d’occhio un istante, era bello mangiare con lui che ti serviva attento a soddisfare ogni richiesta. Poi fummo interrotti dal suono del telefono della camera, alla cornetta c’era Paolo che mi salutò: "Ciao tesoro, mi passi Manuel che abbiamo un problema con i permessi di pesca!"
Come diavolo faceva Paolo a sapere che Manuel era in camera da me, pensai alquanto irritata mentre porgevo la cornetta a Manuel. Mentre loro parlavano al telefono di autorizzazioni, permessi di pesca, moduli da presentare nella capitaneria di porto, continuavo a rimuginare sul fatto e alla fine giunsi alla conclusione che, conoscendo le mie abitudini, doveva essere stato Paolo a dire a Manuel di buttarmi giù dal letto se volevamo fare l’escursione.
In ogni caso la cosa mi dava fastidio e decisi di vederci chiaro, per cui visto che il mio cameriere era impegnato al telefono mi sporsi in avanti a prendere il bicchiere con il succo d’arancia e nel farlo lasciai scivolare il lenzuolo che mi copriva il seno.
Non feci nulla per trattenere il lembo di stoffa e con tutta la naturalezza possibile continuai a fare colazione a seno nudo come se fosse la cosa più naturale di questo mondo. A Manuel, poggiando la cornetta del telefono, non era sfuggita la cosa, vidi indugiare il suo sguardo sul mio seno e subito sentii i capezzoli indurirsi, come se lo sguardo li avesse fisicamente accarezzati, rimasi turbata da quella sensazione e come una stupida liceale mi affrettai a ricoprirmi. Manuel si avvicinò, pensai che mi avrebbe baciata dopo quell’ invito malcelato, ma disse: "Attenta ti è caduta la marmellata nel letto" raccogliendo il piccolo contenitore di plastica e rimettendolo sul vassoio.
Irritata, gli chiesi: "E Teresa come mai non è con te?" Per un attimo non rispose, stupito da quella domanda e dal riferimento a Teresa. "La mattina va a scuola, ci vediamo sul tardi eventualmente". Mi pentii subito di quella domanda che rivelava il mio disagio e gli chiesi di voltarsi per permettermi di andare in bagno per prepararmi. Feci una doccia veloce e rientrai in camera con l’accappatoio . I vestiti di Teresa erano proprio della mia taglia e di gran gusto: un paio di short verde scuro e una t-shirt bianca, che indossai sopra il costume acquistato prima di partire. Raccolsi i capelli con un fermaglio elastico e allo specchio decisi che il risultato finale era passabile. Manuel fu soddisfatto che il tutto fosse di mio gradimento e mi porse un berretto simile al suo: "Il sole di Cuba non perdona" aggiunse.
La convertibile ci aspettava di fronte all’albergo e dopo essere saliti a bordo, Manuel si diresse velocemente, come solo sanno fare quelli del luogo alle prese con il traffico disordinato della capitale, verso la periferia.
"Dove mi stai portando?" gli domandai "È una sorpresa, Giulia, sono riuscito a farmi dare dal mio professore di botanica le chiavi della Grotta Majore, dove teniamo le colture del laboratorio genetico; so che sei una appassionata di fiori e sicuramente apprezzerai quello che ti mostrerò"
Non riuscivo a capire come Paolo avesse avuto il tempo, in pochi minuti, di raccontargli anche questi dettagli. Certo non immaginavo che lui e Manuel fossero in contatto via e-mail da un paio di mesi, durante i quali Paolo aveva avuto il tempo di organizzare tutto il nostro viaggio nei minimi dettagli comprese le fortuite coincidenze che mi sorprendevano sempre più.
Quando Manuel mi disse che eravamo arrivati, ci trovammo di fronte ad un cancello con la targa Università dell’Avana, botanica e genetica. "Vieni" mi disse aprendo il cancello.
Fatti pochi passi ci infilammo in un sentiero dove il profumo dei fiori ci raggiunse, era talmente intenso che rimasi stupita. Ci addentrammo e dopo un po’ il sole sparì alla nostra vista a causa dei rami degli alberi che formavano un soffitto vegetale molto fitto.
Manuel proseguiva con passo spedito, soffermandosi di tanto in tanto ad osservare alcuni innesti che portavano delle etichette di legno. "Fai attenzione ora dobbiamo scendere". Mi tese la mano per guidarmi e scendemmo alcuni scalini ricavati nella roccia, l’umidità era molto forte ma la vegetazione circostante attenuava in modo sensibile il calore dei raggi del sole. "Aspettami qui un attimo, poi ti aiuto a scendere". Aiutandosi con un corrimano in corda scese un piccolo dislivello roccioso, e poi mi invitò a fare lo stesso, mi sentii afferrata dalle sue mani che mi guidavano nella discesa, il mio corpo scorreva sul suo mentre mi calavo, per un attimo mi ricordai delle sensazioni che avevo provato la sera prima quando avevamo ballato insieme. Le sue mani percorrevano le mie gambe, i fianchi e mi ritrovai sul pavimento di roccia che costituiva una piattaforma con un foro di ingresso sul lato sinistro.
"Siamo quasi arrivati!" mi disse indicando una pozza d’acqua di mare trasparente. "Dobbiamo immergerci in acqua se vogliamo vedere la grotta, l’ingresso principale, dall’altra parte è ancora chiuso per via dei lavori di costruzione del nuovo montacarichi. Non aver paura si tratta di trattenere il respiro per pochi secondi, lasciamo gli abiti qui".
Manuel cominciò a spogliarsi e rapidamente restò in costume da bagno. Per un attimo restai rapita a guardare il suo corpo, la bellezza di un corpo scolpito dall’attività sportiva e dai vent’anni mi si parava davanti in tutta la sua energia e vigore. Sembrava quasi finto nella totale assenza di qualsiasi traccia di peluria, fatta eccezione per un delicato vello sotto le ascelle appena accennato. Provai uno strano languore allo stomaco ed un rimescolamento mentre mi spogliavo sotto il suo sguardo.
Terminata l’operazione mi parve di notare un cenno di approvazione quando rimasi in due pezzi, Oddio! Due pezzi, un paio ci centimetri di stoffa tenuti insieme da un paio di laccetti sui fianchi e sulla schiena degni più di un bordo piscina che in quella situazione.
Manuel si tuffò in acqua ed attese che lo raggiungessi, l’acqua era talmente trasparente che si poteva vedere distintamente il fondo ricoperto dalla flora acquatica lussureggiante dei carabi. Lo raggiunsi ed insieme percorremmo un paio di metri sotto il bordo della grotta.
Come spuntai dall’altra parte restai senza fiato, la caverna era molto vasta, ci si sarebbe potuta giocare tranquillamente una partita di basket, ma quello che mi colpiva era il pavimento letteralmente ricoperto di fiori, illuminato dalle lampade poste sul soffitto della grotta, dalla tonalità leggermente azzurra.
Tra i fiori, un sentiero attraversava tutta la grotta, si sentiva forte il profumo che emanavano misto ad un aroma di muschio. La temperatura era poco più di ventiquattro gradi tenuta costante dall’isolamento dovuto alla roccia scaldata in superficie dal sole.
"Sei la prima estranea che visita questa meraviglia da molto tempo, ma il professore non poteva rifiutarmi questo favore dopo tutto il lavoro che ho fatto per lui".
Sembrava un angolo di un mondo perduto, mi chinai sui fiori e solo allora notai quanto belli fossero, la flora di Cuba si caratterizza non solo per la varietà delle specie, bensì per il suo essere endemica, essere cioè esclusive dell’isola.
Nella formazione di questo mosaico ecologico di gran ricchezza e diversità hanno influito fattori come la temperatura, l’ umidità, le piogge, i venti, il tipo di suolo e il fatto di essere un’isola.
Diverse varietà del giglio della costa, ma soprattutto le orchidee attirarono la mia attenzione, molte di queste andavano ad alimentare l’Orchideario di Soroa tra L’Avana e Pinar del Rio.
Manuel mi portò in un angolo della grotta e mi fece vedere l’orchidea, frutto del suo lavoro, quella che avrebbe presentato con la sua tesi, era un fiore rosso e carnoso.
Il fiore delle Orchidee è costituito da sei tepali (nelle piante in cui non esiste la distinzione tra calice e corolla gli elementi che costituiscono il fiore sono detti: tepali). Secondo alcuni si tratta di tre petali e tre sepali (foglie modificate).
Il petalo basale unito ad uno stame forma il labello che ha un aspetto tipico a seconda dei generi in questo caso assumeva la forma del sesso di una donna. Si distinguevano le grandi labbra dalle quali prepotentemente usciva il prepuzio di un clitoride rosso fuoco dalla polpa vellutata.
Manuel sfiorò quel fiore come se accarezzasse il sesso di una donna, metteva nel movimento la stessa delicatezza e la stessa voluttà di un amante. "Come l’hai chiamata?" chiesi quasi sottovoce a due passi da lui. Non l’ho ancora deciso, ma ora che ti ho conosciuta stavo pensando di chiamarla Giulia. Cosa ne dici?". "Non mi pare adatto, forse Elisa, il mio secondo nome, sarebbe più appropriato". Nel dire queste parole lo fissai intensamente.
I nostri visi erano molto vicini, troppo vicini, sentivo il suo alito tiepido sulle mie labbra, volevo baciarlo, volevo mordere le sue labbra, volevo leccare la sua lingua, succhiarla, entrare dentro di lui, fu Manuel a risolvere la situazione: "Vieni ti faccio vedere le colture idroponiche" disse alzandosi e versando una cascata d’acqua gelata sulla mia libidine che stava montando.
Mi ritrovai di malavoglia a seguirlo e sorrisi dentro di me nel vederlo assorto nel suo ambiente come un ragazzino, quale mi apparve, che si diverte tra i suoi giocattoli. Era la prima volta dopo l’esperienza con Simone che provavo una forte attrazione fisica per un uomo, ero stupita della mia reazione, non avrei mai pensato di trovare così naturale il pensiero di tradire mio marito, anzi il pensiero di Paolo era l’ultima cosa che passava per la mia testa in quel momento.
Era proprio vero quello che diceva la mia amica Sara, quando si autogiustificava: l’unico modo per non cadere in tentazione è rifuggirle.
Ma le sorprese non erano finite, la mia attenzione fu richiamata da Manuel che mi invitava a seguirlo, attraversammo un cunicolo non molto alto che ci condusse ad una delle uscite della grotta. La forte luminosità che si intravedeva al termine del cunicolo si trasformò in uno spettacolo mozzafiato, un balcone di roccia sospeso sull’oceano come un’enorme finestra da cui la caverna prendeva aria. Il caldo ci avvolse e l’umidità delle goccioline delle onde che si infrangevano poco sotto ricoprì la nostra pelle. Era uno spettacolo da sogno. Rimasi a bocca aperta di fronte al mare che giocava a rincorrersi sino ai nostri piedi per poi esplodere nel fragore delle onde.
Manuel a fianco godeva del panorama come se fosse la prima volta che lo vedeva: "È meraviglioso vero? Io vengo qui a studiare ogni volta che mi è possibile". Lo fissai, il vento che proveniva dal mare gli scompigliava i capelli, sembrava il capitano di una nave mentre affronta il mare in tempesta, non resistetti oltre, mi sollevai leggermente sulla punta dei piedi e mi strinsi a lui che ricambiò l’abbraccio. Era bello sentire le sue braccia cingermi i fianchi, ma lui fraintese le mie intenzioni e con fare innocente disse: "Emoziona anche te, vero?" continuando a fissare l’orizzonte.
A quel punto se non ci fosse stato il precedente di Teresa avrei cominciato a nutrire seri dubbi sui gusti sessuali di Manuel. Di certo il mio amor proprio era sparso tra le onde e gli scogli sottostanti, per cui quando Manuel propose di rientrare in albergo ne fui quasi sollevata.
Quando rientrammo si erano fatte le tre del pomeriggio e rimanemmo d’accordo che ci saremmo sentiti telefonicamente per decidere il programma della serata.
Mi feci portare un paio di sandwich in camera e dopo mi immersi nella vasca decisa a non pensare ad altro che a rilassarmi. Mi svegliò Paolo mentre assopita ero ancora immersa nell’acqua: "Ciao amore, è stata una giornata favolosa, abbiamo fatto una battuta di pesca incredibile, e tu ti sei divertita?" Gli raccontai l’esperienza della mattinata, purgata ovviamente del lato emotivo, e lo invitai a condividere l’idromassaggio, volevo sentirlo, volevo sfogare su di lui le frustrazioni passate con Manuel, ma Paolo cortesemente declinò l’invito: "Faccio una doccia veloce, mi aspettano al porto per mettere a posto l’attrezzatura".
Mi sentii delusa, inappagata, presi la decisione di scoparmi il primo uomo che fosse entrato in camera, stavano giusto bussando alla porta, però quando entrò il vecchio cameriere del piano, che probabilmente aveva fatto la rivoluzione dei primi del 900, piano per ritirare il vassoio della colazione, tornai sulla mia decisione e sfinita mi assopii.
Paolo tornò dopo una ventina di minuti, l’appuntamento al porto era saltato, mi disse che aveva visto Manuel e che per quella sera ci aveva invitati a casa sua.
Anche lui si sentiva stanco dopo un giornata passata in barca e mi raggiunse a letto, si avvicinò e mi sfiorò il collo con un bacio, di spalle a me, mi pressò con dolcezza accarezzandomi i fianchi facendomi rabbrividire, finalmente si accorgeva che esistevo.
"Ti sei divertita questa mattina?" mentendo spudoratamente dissi: "È stata una cosa fantastica", descrivendogli tutto quello che di bello avevo visto. "Manuel è stato all’altezza del compito?" aggiunse. Sentivo che il contatto con il mio corpo cominciava a fare il suo effetto per cui lo stuzzicai: "È stato perfetto, non avrei potuto chiedere di meglio, grazie", aggiunsi sottolineando le ultime parole e aumentando la pressione sul suo inguine.
Di rimando sentii un fremito attraversare il suo corpo. "Ti è piaciuto?" insistette, "Oh! si è un amante fantastico, anche se è così giovane, sa come far felice una donna" e nel dire queste parole presi in mano il suo sesso che reagì alle mie parole con una violenta erezione. "Mi stai dicendo che avete fatto l’amore?" disse incredulo. "Non era questo che volevi? Me lo hai anche mandato in camera". E mentre dicevo queste cose lo guidai dentro di me, il suo calore mi avvolse, finalmente.
Paolo continuava ad interrogarmi ed io gli rispondevo a tono fantasticando le doti di Manuel, le dimensioni del suo sesso, la sua energia. Ad un certo punto mi accorsi di avere esagerato perché Paolo venne dentro di me con un sussulto, mi morsi le labbra per la delusione, quasi procurandomi del male, ma non dissi nulla e restai vicino a lui, ancora dentro di me, sentendo il suo respiro farsi pesante, si era addormentato e anch’io, vinta dalle emozioni della giornata, precipitai in un sonno agitato.
Fui svegliata dal rumore dell’acqua della doccia che scorreva, raggiunsi Paolo sotto la doccia e amorevolmente presi il sapone e gli massaggiai la schiena. Le mie mani percorrevano il suo corpo e lo sentii rabbrividire di piacere quando glielo presi in mano, stranamente era eccitatissimo nonostante avessimo fatto l’amore poco prima, pensai di recuperare l’occasione sfumata, ma lui fu lesto a comunicarmi che Manuel sarebbe passato tra poco a prenderci per la serata.
Non mi rendevo conto di nulla di quello che Paolo mi stava riservando: il suo finto orgasmo, l’astinenza sessuale prolungata, il suo incontro con Manuel nel pomeriggio per fare il punto della situazione ed avere i dettagli della mattinata trascorsa con me. Immaginate le risate di quei due che stavano giocando con i miei sensi in modo spudorato. Evidentemente la lezione di Simone non mi era stata sufficiente per immaginare quanto fosse abile Paolo a circuirmi.
Mente mi preparavo, Paolo mi guardava ammirando la civetteria con cui mi truccavo, e ad un certo punto mi disse tra il serioso e il divertito: "Sai non pensavo che saresti stata capace di andare con un altro senza che io fossi presente, devo preoccuparmi?" All’inizio quasi non capii, poi tentata di confessare la bugia di prima, con una risata decisi di tacere e guardandolo dritto negli occhi gli dissi: "Mi stai trascurando uomo, sai quanto posso essere pericolosa in questi casi, ricordati che la tigre che assapora la carne umana non può più farne a meno."
Lui ridendo aggiunse: "Ti piace la carne tenera dei bambini?" alludendo all’età di Manuel.
"Mi deve essere capitata una parte poco tenera, però! " conclusi strizzandogli l’occhio mentre mettevo il mascara e lo guardavo dallo specchio.
Il citofono squillò. Era il portiere che ci avvisava che Manuel ci attendeva alla reception.
Diedi un ultimo sguardo allo specchio, ero soddisfatta, il completo gonna e camicetta di seta di Baloon con le sue sfumature rosse, gialle e bianche s’intonavano all’azzurro del trucco e degli occhi e i capelli biondi sciolti facevano il resto, restituendomi la vista di una donna sensuale pur se decisamente inappagata.
Come spesso avviene le disgrazie non vengono mai da sole e nel mio caso la disgrazia aveva il nome di Teresa, seduta in macchina a fianco di Manuel, non meno radiosa di me in un abitino bianco di garza leggera con i capelli neri ebano ad incorniciare quel musetto da Lolita impenitente.
Mentre Manuel avviava il motore, Teresa si sporse in ginocchio sul sedile per salutare me e per scoccare un bacio sulla guancia di Paolo, rimasi irritata dal calore con cui Paolo ricambiò il saluto. Al colmo dell’irritazione pensai che Teresa aveva solo 3 anni più di nostro figlio, ma dubitavo fortemente dell’istinto paterno di mio marito nei confronti di quella smorfiosa sgualdrinella.
Dopo baci ed abbracci, finalmente Manuel avviò lauto, mentre Teresa continuava a stare in ginocchio sul sedile sporgendosi pericolosamente dalla parte di Paolo ogni volta che la macchina accelerava e la cretina lanciava un urletto che destava l’ilarità di mio marito.
Quanto possono essere stupidi gli uomini quando la pollastrella di turno gli sventola la sua disponibilità sul viso, perché Teresa ci stava decisamente provando ed in modo anche sfacciato, tirando a sé Paolo e raccontandogli chissà quale baggianata all’orecchio e scoppiando a ridere prima ancora di vedere se il suo interlocutore trovava la cosa spiritosa.
Attraversammo tutta l’Avana vecchia e un pezzo del lungomare prima di arrivare nella periferia dove c’erano alcune case sparse che conservavano intatto il fascino delle costruzioni a due piani, con la terrazza e col tetto fatto di canne. La casa di Manuel stava su una collina dalla quale si vedeva tutta la città e il panorama era bellissimo, fatto di mare, di case colorate, di una folta vegetazione multicolore e del cielo che di sera assume le tinte calde di un quadro ad olio.
Manuel ci fece strada e arrivati sulla terrazza la vista che ci si presentò era di quelle mozzafiato: il sole al tramonto si rifletteva sul mare, si sentiva chiaro il profumo dei fiori e una leggera brezza mitigava l’umidità sempre presente. Restammo tutti e quattro in silenzio ad osservare quello spettacolo naturale. Il primo a riprendersi fu Manuel che propose di bere qualcosa. Il gusto del Mojihto che ci portò era molto fruttato e solo il pizzicore alla lingua rivelava la forte presenza dell’immancabile rum, ma questo era di ottima qualità, decisamente differente da quello dozzinale che servivano nei locali, anzi il gusto leggermente asprigno era decisamente gradevole.
Teresa, che dimostrava molta familiarità con la casa, accese l’impianto stereo e la melodia di un chitarrista emerse come per magia dai bordi del terrazzo diffondendo la musica in sottofondo, lei si mise a danzare in modo molto sensuale ad occhi chiusi, lasciandosi guidare dalla musica. Teresa aveva un modo di muoversi e danzare veramente elegante, frutto di anni di danza; aveva l’incedere classico di chi è abituato a muovere il proprio corpo seguendo le note, le spalle si muovevano indipendentemente dal resto del corpo, i fianchi roteavano, si flettevano imprimendo al busto una rotazione che veniva accentuata o rallentata dalla posizione delle braccia, lunghe e flessuose.
La sua danza aveva catturato l’attenzione di tutti, ognuno di noi provava un piccolo sentimento di invidia nei suoi confronti per la sua capacità di seguire l’armonia della musica. Ad un certo momento si avvicinò a Paolo e lo trascinò verso di lei, mettendolo al centro della sua danza come totem sacro. Paolo, catturato dalla magia di quella danza, non riusciva a staccare gli occhi dal corpo di Teresa, poi si diresse verso Manuel e gli cinse il collo con quelle braccia lunghe e flessuose terminando il movimento in un abbraccio che l’avvolse, con un gamba sollevata a cingergli i fianchi.
Teresa ci aveva conquistati, giovane vestale che danzava in onore dei suoi dei, e quando venne dalla mia parte la seguii, trascinata dalle sue mani. Sentivo il calore che emanava il suo corpo, i suoi occhi neri come la notte si perdevano nei miei, sentivo il battito del cuore che accelerava e la testa leggermente persa nella vertigine che la rotazione del suo corpo mi trasmetteva. Le sue mani sfioravano il mio corpo, poi prendevano il mio viso e lo tiravano a se, quando al termine della musica avvicinò le sue labbra alla mia bocca trovai naturale assaporarle.
Dio mio, come erano morbide, profumate, dolci, come intontita piegai leggermente il capo per gustare profondamente quella sensazione, fu allora che sentii la lingua di Teresa, sottile, agile, nervosa, morbida come solo la lingua di una donna può essere, si allargava sul mio palato, mi massaggiava dall’interno le guance, poi sentii le mani di Teresa che scivolavano sotto la leggera seta della camicetta che afferravano i miei seni e i suoi denti che mordevano le mie labbra sino a quasi farle sanguinare.
Mi staccai da lei con violenza e per un attimo barcollai, poi la fissai dritta negli occhi sembravano quelli di una fiera a cui hanno sottratto la preda, poi mi sorrise, si avvicinò e mi sussurrò: "Scusami, quando ballo perdo la testa". Fui solo in grado di annuire "Me ne sono accorta", ricambiando il sorriso.
Quando ci voltammo verso gli uomini li trovammo con una espressione di stupore stampata in viso per lo spettacolo cui avevano assistito. Teresa fu rapida a commentare: "Piaciuto lo spettacolo?", accompagnando le parole con un inchino che strappò gli applausi di Paolo e Manuel.
Improvvisamente l’ostilità verso Teresa era svanita ed anche il suo atteggiamento non era quello di sfrontata provocazione manifestato nel primo incontro.
Manuel sparì in cucina e tornò con un carrello in cui facevano bella mostra frutti di mare, delle deliziose aragoste e i Camarones (i tipici e gustosi gamberi cubani). Non aspettammo il suo invito e gustammo quella cena improvvisata, questa volta non c’era il mojihto ma la Cerveza Espezial fatta con una lattina di birra, due cucchiaini di zucchero, tre cucchiai di succo di ananas (o d’arancia, pompelmo, mandarino ecc.), un cucchiaio di rum invecchiato tre o sette anni, due o tre cubetti di ghiaccio.
Il discreto contenuto alcolico di questa bevanda e la facilità con cui si gusta ebbe un deciso effetto sull’umore dei convitati. Decisamente su di giri, finimmo stesi sul divano a bere un forte caffè e a gustare, comprese le signore, dei sigari havana di prima qualità dal gusto fortemente aromatico.
Teresa si alzò e mise sul lettore di cd un disco di criolla. Sin dalle prime note cercai di capire se fosse vero quello che avevo letto da qualche parte, e cioè che la musica criolla si nutre di elementi africani, europei e anche nordamericani, ed è caratterizzata da forme quali la contro-danza, il son, il bolero cubano, la conga e la celebre rumba.
Si liberò dei sandali e si lanciò in un ballo frenetico e sensuale. Pareva nuovamente in trance, Manuel abbassò le luci ma lasciò che una lampada multicolore la illuminasse.
Era bellissima, ben presto si liberò anche dell’abito di garza e rimase solo con un minuscolo tanga nero che poco nascondeva del suo corpo di splendida diciassettenne. Seguiva il ritmo della musica iniziando un lieve ondeggiare del corpo che si trasmetteva dalla testa ai piedi, i lunghi capelli neri le coprivano e scoprivano i seni sodi con la punta dolce e tonda e leggermente conica della donna ancora bambina.
Ero ipnotizzata dalla sua figura che danzava per noi e quando con un gesto della mano mi invitò a raggiungerla non fu necessario insistere. In piedi di fronte a me attendeva qualcosa fissandomi, capii che desiderava che mi liberassi degli abiti, slacciai la camicetta e lei slacciò l’unico bottone della gonna che scivolò ai miei piedi. Le sue mani seguirono il contorno dei miei fianchi, sollevai le braccia e lei risalì poggiando le sue mani sui miei seni nudi, rabbrividii e mi avvicinai al suo corpo, sentivo la punta del suo seno carezzare dolcemente i miei capezzoli che si erano fatti turgidi e sensibili. Com’era dolce il contatto con i suoi seni, aumentai la pressione e sentii la loro morbida carezza allargare l’area di contatto mentre le sue mani percorrevano la mia schiena costringendomi ad inarcarla per godere appieno della carezza.
Poi fu la volta di Manuel ad essere invitato al centro di quel fascio di luce che illuminava quella strana compagnia, anche lui si liberò degli abiti e rimase con un ridottissimo perizoma che a stento nascondeva l’emozione della situazione, io stavo tra Teresa e Manuel e quando lei lo abbracciò mi trovai stretta tra i loro corpi, sentivo il sesso di Manuel pulsare dietro di me. Le sue mani risalivano dai fianchi per approdare ai miei seni cominciando ad accarezzarli, mentre la punta scorreva tra le sue dita a v, procurandomi un piacere fortissimo.
A quel punto sentii Teresa che slacciava i piccoli fiocchi che reggevano le mie mutandine, che lentamente caddero ai miei piedi. Si chinò tra le mie gambe e mentre affondava la lingua nel mio inguine abbassava gli slip di Manuel liberando il suo desiderio compresso dalla stoffa. Teresa continuò ad affondare il suo viso tra le mie cosce e facendolo mi costringeva ad accentuare l’angolo del bacino, poi attraverso le mie gambe infilò una mano e prese il sesso di Manuel guidandolo con l’altra mano dentro il mio corpo.
Ero talmente bagnata che non offrii la minima resistenza alla sua invadenza, scivolò dentro di me e lo sentii riempirmi tutta, rabbrividendo di piacere nell’incrociare lo sguardo di Paolo che seguiva la scena ancora seduto nel divano. Fu in quel momento che capii che tutto quello che mi stava accadendo era frutto della sua mente e gliene fui grata, fu giusto un attimo perché i colpi di Manuel mi facevano sussultare spostando la testa di Teresa che con le labbra incollate alle mie grandi mi tormentava senza respiro, vedevo la sua testa ondeggiare al ritmo del suo compagno e ogni tanto ricevere in bocca il suo sesso quando Manuel smetteva di torturarmi.
Teresa era in ginocchio tra le mie gambe ed a un certo punto spostò il sesso di Manuel e lo indirizzò sul fiore di carne tra le mie natiche, aiutando il suo incedere con la saliva.
Ebbi un lieve sussulto quando Manuel superò i due anelli che lo separavano dall’interno della mia pancia. A quel punto Teresa prese Paolo e lo condusse sotto la luce che illuminava la sua mogliettina che gemeva sotto la monta del giovane cubano, la vidi slacciare i jeans di Paolo e abbassargli contemporaneamente gli slip. Il suo membro ebbe un sobbalzo quando si liberò dell’elastico degli slip, ma Teresa fu rapida ad afferrarlo e a farlo sparire tra le sue labbra. La sua invadenza mi diede fastidio, però considerando quello che mi stava facendo il suo uomo alla fine la giustificai.
Teresa stese un tappeto sul pavimento e su di esso fece stendere Paolo, poi mi liberò dalla stretta di Manuel e mi fece inginocchiare sul sesso di Paolo, non capivo il motivo della sua azione, ma fu solo un attimo e Manuel mi raggiunse di nuovo alle spalle, Teresa costrinse la mia schiena a flettersi su Paolo per accogliere anche lui. Essendo quella via già usata non provai molto dolore, ma comunque due lacrime caddero sul viso di Paolo che mi guardò un po’ allarmato.
In quella situazione di precario equilibrio, Paolo aveva poco spazio per muoversi pressato dal mio peso e da quello di Manuel, cercava di rifarsi con le mani che si agitavano sui miei fianchi, mentre le nostre bocche e le nostre lingue tentavano un contatto che i colpi di Manuel ogni tanto interrompevano. Paolo stava godendo sui movimenti del sesso di Manuel che era a stretto contatto del suo. Io facevo solo da tramite al loro piacere, per un attimo mi sentii usata da quei due maschi che si procuravano piacere a vicenda.
Teresa nel frattempo era dietro di noi dedicandoci equamente le sue attenzioni: ora infilando una mano tra me e Paolo accarezzandomi il clitoride, ora premendo le labbra sull’ano di Manuel che solleticava con la punta della sua morbida lingua, o estraendo il suo sesso da me per succhiarlo avidamente per alcuni secondi e poi guidarlo ancora dentro le mie viscere.
Vedevo Paolo attraverso il dondolio impresso al mio corpo da Manuel, con lo sguardo annebbiato dal piacere che stavo provando e dall’effetto dell’alcol contenuto nella Cerveza Espezial, poi percepii dalle contrazioni del suo sesso che stava raggiungendo l’apice del piacere. Tentava di prolungare l’atto, ma il sesso di Manuel implacabile non accennava a rallentare la sua azione, mi chinai sulla sua bocca e, seguendo gli insegnamenti di Simone, gli tolsi il respiro per aumentare il suo godimento.
Lo vedevo soffocare ma tenni la mia bocca sulla sua sino a quando non avvertii l’ultima contrazione del suo sesso dentro di me, solo allora mi spostai e lui prese fiato con la stessa violenza del nuotatore che risale in superficie dopo una profonda apnea.
Lo sentii fuoriuscire dal mio corpo non avendo più il turgore per resistere alla pressione esercitata dal sesso di Manuel. Sentivo l’orgasmo impadronirsi di me ma lo ricacciai indietro con la forza della volontà, non era ancora il momento di cedere al piacere che stavo provando, avevo imparato che questo momento era quello in cui l’uomo è più vulnerabile, soddisfatto il suo piacere vorrebbe sottrarsi, ritirarsi ma mi sentivo implacabile. Ancora una volta si era preso gioco di me e per quanto grande fosse il piacere di cui mi aveva reso partecipe meritava una punizione, anzi forse solo quella punizione poteva appagarlo completamente.
Strofinando il mio sesso sul suo pene senza vita, imbrattato dei miei e dei suoi umori, gli trasmettevo il movimento e i sussulti di Manuel, sorridendogli godevo su di lui, non mi facevo alcuna remora di tacere i suoni che provenivano dalla mia gola scossa dal piacere, lo baciavo in modo lascivo, gli succhiavo il mento, baciavo avidamente con la bocca spalancata il suo collo e mi impadronivo della sua lingua succhiandola come se fosse il pene di Manuel.
Poi sentii le dita della mano di Teresa che si impadronivano del mio sesso: una, due, tre, ed infine fui penetrata da tutta la sua mano, tanto che il sesso di Manuel non riusciva più ad entrare. Teresa con la mano dentro il mio corpo accompagnava il movimento dell’altra sua mano che mi tormentava il clitoride. Sentivo la punta delle sue dita che esploravano tutto il mio sesso e quando raggiunsero il fondo non seppi più resistere a quel dolce supplizio.
Scossa dall’orgasmo, sentivo la vagina contrarsi per espellere quella mano , ma lei la teneva ben salda accarezzandomi tutte le pareti mentre il suo polso sottile e delicato ruotava accompagnando il movimento dei miei fianchi.
Crollai sul ventre di Paolo scossa da quelle sensazioni e provai una violenta fitta di piacere quando Teresa tolse la mano da dentro il mio corpo.
Paolo rimase immobile per un tempo che mi parve infinito, incapace di strapparmi da quel torpore. Furono Teresa e Manuel che dolcemente mi sollevarono e mi poggiarono sul cuscino del dondolo.
Avvertii la presenza di Paolo che si sedeva e dolcemente mi prendeva la testa poggiandola sul suo grembo, passando una mano sul mio viso e tra i miei capelli in un atto di amore che mi tranquillizzò e, vinta dalle emozioni, mi assopii.
Quando ripresi conoscenza, mi sollevai dal dondolo e vidi Manuel e Teresa abbracciati sul divano sul quale probabilmente avevano placato l’eccitazione che ci aveva coinvolti in quello strano baccanale fatto di sesso, alcol e cibo. Il mio sguardo incrociò quello di Teresa che disse: "Ciao Muchacha, ti sei divertita?", le sorrisi facendo segno di sì e pensando che avevamo ancora tre settimane di vacanza davanti a noi pensai: "Questo è solo l’inizio, mia piccola jinetera".
Poi mi strinsi a Paolo e baciandolo gli dissi: "Sei il solito bastardo, ora però mi racconti tutto!"
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8 anni fa
gi63capo,
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sorpresa
lui è arrivato a casa stanco.......scazzato.......dopo una bella doccia rilassante ,si è infilato tra le coperte,stremato dal troppo lavoro e dallo stress.......io mi metto al pc e navigo....navigo......finche' incontro qualcuno che si sente solo come me e cominciamo a ciattare.....scambiarci frasi e parole.......................finchè il mio "lui" del quale non ho voluto sapere il nome, mi invita a farmi una telefonata..........dopo le parole dolci che mi ha scritto,mi sale la voglia di conoscerlo e di sentire la sua voce....sensuale..unica...................................................................................................................................................accetto..e dopo cinque minuti il mio telefono squilla....lui nel frattempo si è addormentato e a me è venuta voglia........rispondo e all'altro capo una voce sexy e serena che mi dice"ciao..come stai..."io ho un susulto...la sua voce mi piace,mi eccita.....pero'come fare..non l'ho mai tradito..nemmeno con la fantasia...pero' il "telefono nuovo" mi piace...allora mi corico accanto a lui, nel mio letto..lui russa e io parlo con Claudio(nome di comodo)..e claudio mi fa sentire bella,importante,sexy.....e d'un tratto mi chiede di masturbarmi..e io gli dico di si.............lui russava e io ,stando li vicino,ho avuto il piu' bel rapporto occasionale della mia vita..
5121
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8 anni fa
cpno64,
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In collegio
Sciack……. era la decima cinghiata che mi arrivava sulla spalle. Diedi un urlo. Mi avevano sorpreso, mentre facevo l’amore con un altro ragazzo mio coetaneo lui era riuscito a scappare ma volevano sapere da me come si chiamava. Ero legato completamente nudo con le braccia e gambe divaricate ad un arco di legno e l’Assistente del direttore del Collegio mi stava frustando con la cinghia dei pantaloni per farmi parlare.
PASSIONE INFERNALE
All’epoca dei fatti avevo 14 anni e mi ero già accorto di essere diventato uomo. Frequentavo un mio compagno di banco Claudio mio coetaneo un tipo biondo, senza peli, efebico ma con un cazzo notevole (23 cm.) e con una pella vellutata. Era scoppiata la passione tra noi. Era successo durante una punizione che avevamo subito entrambi. Durante la lezione eravamo disattenti. Fummo portati dal Direttore in quale prima ci fece inginocchiare e poi ci fece mettere le mani sotto le ginocchia, ovviamente sul davanti delle ginocchia. Dopo due ore in questa posizione ci diede 40 spalmate a testa.
Le spalmate consistevano i colpi dati sul palmo delle mani con un riga di legno. Nacque tra noi una intima amicizia e quando avevamo occasione facevamo l’amore ma sempre di nascosto sapevano che se ci scoprivano ci avrebbero punito severamente la pena era di 150 frustate sui genitali e sul petto con il frustino corto di cuoio. Io all’epoca avevo un fisico asciutto come può essere il fisico di un adolescente il mio cazzo era leggermente più piccolo di Claudio (19 cm.) ma circonciso quindi sempre scappellato il che costituiva elemento di attrazione infatti Claudio mi aveva visto il cazzo mentre eravamo a pisciare all’orinatoio e mi aveva sorriso da quel momento avevano iniziato a vederci di nascosto. Lo facemmo di notte nella sacrestia della chiesa annessa al Collegio fu bellissimo. Uscimmo di nascosto dalla camerata e scendemmo al pianterreno la sacrestia era sempre aperta. Ci spogliammo completamente nudi io mi avvicinai a lui e lo baciai sulla bocca mentre le sue dita mi tormentavano i capezzoli i nostri cazzi erano duri come granito. Poi io cominciai a lavorargli i suo pettorali e le nostre cappelle si sfiorarono. Quella notte non ci inculammo a vicenda ma facemmo un 69 che durò oltre un’ora e poiché ci piaceva sfidare il Direttore quando sburrammo non ci preoccupammo di pulire. Eravamo due pazzi incoscienti sapevamo che poi se ci avessero scoperto il fatto di averlo fatto nella sacrestia avrebbe raddoppiato la pena da 150 a 300 frustate sulle tette e sul cazzo con il frustino corto di cuoio (1). Io avevo visto due ragazzi subire quella pena era tremendo per coprire le loro urla il sacrestano suonava le campane.
Il giorno dopo scoprirono le macchie di sburro in sacrestia il direttore Don ……..un prete devotissimo fece pulire e benedire la sacrestia e poi ci fece un assemblea invitando i colpevoli a presentarsi promettendo in cambio clemenza ma nessuno si presentò. La sacrestia venne chiusa con un lucchetto e venne disposto un servizio di sorveglianza notturna che veniva fatta dal suo assistente un certo Tommasino un sadico malvagio e il tirapiedi dell’assistente Alfonso un ex collegiale fallito che sbarcava il lunario facendo le pulizie assistendo il sacrestano e aiutando l’assistente nelle punizioni ed interrogatori dei collegiali.
A turno questi due si alzavano intorno alle ore 2 o 3 del mattino e facevano il giro della camerata cercando di individuare le brande vuote. La sorveglianza durò una settimana poi come tutte le cose fu allentata ma noi stemmo buoni per altri due o tre giorni poi facemmo di nuovo l’amore insieme ma questa volta a me venne in mente una idea diabolica in occasione che Il Direttore era andato fuori per una cena serale con i suoi amici. Quindi avevamo tutto il tempo di far l’amore io e Claudio e lo facemmo nel letto del direttore e lasciammo le lenzuola sporche di sburro. Ma non ci inculammo sapevamo che l’assistente ci avrebbe fatto fare da un medico una visita igienica e si sarebbero accorti che avevamo il culo sfondato e sotto le mazzate avremmo potuto parlare come era successo a quei due ragazzi di cui avevamo assistito tutti noi alla loro punizione. Gli avevano trovato il culo rotto dopo una decina di cinghiate i ragazzi avevano parlato. Il giorno dopo subirono la solita pena: 150 frustate sul petto e sui genitali con la frustino corto di cuoio. Ma noi due sapevamo che se ci scoprivano ci aspettavano 300 frustate perché avevamo fatto l’amore in sacrestia.
L’amore nel letto del direttore fu bellissimo oltre al senso della trasgressione io e Claudio sburramo tre volte la terza volta fu bellissimo perché facemmo il gioco dei froci napoletani ci legammo con lo spago le cappelle poi cappella contro cappella, lingua in bocca mentre con le dita io strizzavo i capezzoli a Claudio e lui li strizzava a me…………………….un litro di sburro usci dai nostri cazzi. Quando sentimmo la macchina del direttore che entrava nel cortile ci alzammo andammo nel suo bagno a pulirci e uscimmo dalla sua stanza mentre sentivamo che saliva le scale ci mettemmo a letto. Dopo un po il direttore accese la luce della camerata e si mise ad urlare che se prendeva i colpevoli avrebbero subito delle punizioni tremende. Per una settimana stemmo tranquilli poi la lussuria prese il sopravvento costruimmo dei pupazzi di pezza da mettere in branda e andavamo a fare all’amore nella aula vicino la sacrestia avendo cura questa volta di non lasciare traccia. La cosa andò avanti per due mesi il trucco dei pupazzi funzionava. Ma una notte le cose si misero male. Qualcuno fece la spia. Io e Claudio scendemmo le scale con solo un asciugamano intorno alla vita. Aprii la porta dell’aula, era buio, poi la luce si accese istintivamente gridai a Claudio di scappare, Claudio scappò al piano di sopra in camerata ma io venni preso.
Mi portarono nella stanza degli interrogatori era una stanza sotterranea attigua all’aula. Mi fecero togliere l’asciugamano e rimasi completamente nudo venni legato ad un arco a doppia L con le braccia divaricate e le gambe divaricate. Sollevarono le funi in modo da avere i piedi leggermente sollevati da terra e le braccia in trazione in questo modo avrei sentito di più le frustate. Entro Alfonso con secchio pieno d’acqua e comincio a sciogliere in questo secchio un pacco di sale doppio da un chilo. L’assistente si tolse la cinghia dai suoi pantaloni, era una cinghia di cuoio larga 3 cm.. Si avvicinò e mi chiese se volevo dargli il nome dell’altro ragazzo che stava con me io gli risposi in tono di sfida che da me non avrebbe saputo niente. Fece un cenno ad Alfonso il quale prese la spugna imbevuta di acqua e sale e mi bagno le spalle. Sentii lo scoppio del cuoio della cinghia sotto la scapola sinistra ma il primo colpo fu come se la carne si addormentasse poi dopo qualche secondo avvertii il dolore. Un dolore tremendo in quanto l’acqua e sale aveva raddoppiato la mia sensibilità. Alfonso si avvicino con la spugna lui bagnava e l’assistente colpiva con la cinghia, le spalle, le natiche, le cosce nella parte interna, i polpacci, dopo un sei o sette colpi diedi il primo urlo. Eravamo arrivati alla decima cinghiata, undicesima e io urlavo a squarciagola anche perché la cinghia mi aveva colpito la cappella del cazzo, dodicesima cinghiata anche stavolta quel bastardo dell’assistente mi aveva colpito i genitali questa volta ero svenuto. Dopo trenta cinghiate venni slegato e mi diedero da bere ero tutto un dolore ma non avevo un segno addosso, merito dell’acqua e sale, venni invitato di nuovo a parlare ma io risposi singhiozzando che da me quel nome non l’avrebbe mai saputo allora lui mi rispose con queste parole
“Adesso cambieremo musica e tu parlerai brutto frocetto sarai torturato con le gocce di fuoco” (2).
Venni legato sul tavolo in posizione di squartamento gambe e braccia divaricate ero legato in maniera da non poter fare il minimo movimento poi l’assistente prese della schiuma da barba e mi fece una rasatura intorno all’ombelico e alle zizze dove avevo una leggera peluria. Prese una bottiglietta con un contagocce e mi colo una goccia di liquido vicino all’ombelico poi con il dito fece un leggero massaggio in modo da far assorbire l’alcool in maniera superficiale cioè l’ombelico era umido non inzuppato d’alcool. L’assistente preso un fiammifero acceso e lo passo sull’ombelico l’alcool residuo prese fuoco. Diedi un urlo tremendo il fuoco durò meno di un secondo ma il dolore era insopportabile, la seconda goccia fu sul capezzolo destro altre urla e svenimento. Quando rinvenni l’assistente mi stava facendo lo stesso lavoro sul capezzolo sinistro con l’alcool, fiammifero sfrigolio della fiamma urla tremende da parte mia e ulteriore svenimento. Rinvenni e l’assistente mi fece lo stesso trattamento al capezzolo destro. Poi l’assistente prese una pinza e comincio a strizzare il capezzolo sinistro già dolorante per la scottatura. Altre urla, pianti e svenimento. Fece lo stesso lavoro al capezzolo destro svenni di nuovo. Quando l’assistente si accosto con il contagocce verso la la cappella del cazzo cedetti e gli dissi il nome di Claudio. Anche lui venne interrogato e torturato ma alla decima cinghiata disse tutto. Ci fecero riposare un paio di giorni e poi fummo portati nell’aula e davanti a tutti gli altri collegiali subimmo 100 (50 e 50) colpi di frustino corto di cuoio sul petto e sui genitali ovviamente il sacrestano dovette suonare le campane per coprire le nostre urla………
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8 anni fa
sorgiorgio,
63
Ultima visita: 1 anno fa
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Non è mai troppo tardi
Come tutti, nella vita ho avuto delle esperienze sessuali, e sono sempre state positive, per di più durate per lunghi periodi e qualche volta scappatelle senza storia. Pensavo che oramai la stagione fosse finita, le coppie cercano singoli giovani e fighi, come dargli torto, anch'io trentenne/quarantenne avevo avuto l'eta d'oro.
Grazie a questo sito, ho ricevuto una mail, confesso non attesa da una coppia 55enne, dopo qualche scambio epistolare, decidiamo di prendere un aperitivo per fare conoscenza.
L'inizio e sempre traumatico specialmente per una coppia alle prime armi. Sara stato l'aperitivo un po' troppo carico di gin, ma siamo subito entrati in sintonia, la moglie si capiva che era una persona di cultura, anche se sembrava titubante, chiaramente nessuno doveva sentirsi in obbligo e sinceramente una serata passata a parlare di cose intelligenti non è sprecata.
Il marito, lo chiamerò Mario, sembrava impaziente, vedo che fa cenno ad Aurora, ero pronto a salutarli, quando Lei mi invita a casa loro che è vicino al locale dove siamo.
Arrivati in casa Aurora si congeda da noi, quando ritorna dopo dieci minuti, era uno splendore con un corto babydoll trasparente.
In pochi minuti ci siamo ritrovati nudi sul letto e mentre io baciavo Aurora, Mario mi succhiava il cazzo in modo superlativo, cosa che io ho ricambiato. In certe occasioni quando mi trovo in situazioni cosi eccitanti perdo il controllo.
Aurora ci ha voluto entrambi dentro di Lei, la sua eccitazione era contagiosa, poi io leccavo Lei mentre Mario leccava me.
Il tempo è passato troppo veloce, oramai dovevamo lasciarci, erano trascorse quasi tre ore.
Quando ci siamo salutati Aurora mi ha detto....la prossima volta sara' meglio e ti farò una sorpresa, Mario ha sorriso, ed io aspetto una vostra telefonata.
La telefonata è arrivata dopo 11 giorni di attesa, e la sorpresa anche, ma questa è un'altra storia.
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8 anni fa
solocoppiedecise,
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Ultima visita: 11 mesi fa
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Complice inconsapevole al centro commerciale
Era stata una settimana un pò pesante al lavoro e dato che ho un pò di ferie da smaltire, venerdì avevo deciso di concedermi un giorno di distrazione.
Così, spinto anche dalla necessità di dover far un pò di acquisti, decido di passare la mattinata al centro commerciale.
Nella mia zona, per esperienza, ho notato che un paio di questi cc sono frequentati da coppie piuttosto esibizioniste.
In particolare nel periodo estivo avevo notato un bel giro di cavigliere e vestiti provocanti delle relative donne....ma non avevo mai potuto approfondire e verificare questo aspetto...
Così decido di recarmi in uno di questi centri che reputavo più "trasgressivo", in modo da unire l'utile al dilettevole.
Qualche minuto dopo le nove ero già in giro per negozi, osservando vetrine.
Ho notato subito una coppia di mamma e figlia, ma il mio sguardo si era posato sulla mamma, con stivaletto, calze grigio scuro a fasciare due gambe toniche, per terminare con una gonna aderente sopra al ginocchio, di quelle che fasciano sagomando perfettamente i glutei...direi una bella milf tra i 40 e 45 anni...l'ho osservata mente erano dentro un negozio di bigiotteria, poi mi sono un pò allontanato per non essere sgamato e mi sono ritrovato con lei che mi veniva incontro...
LEI, due gambe affusolate, fasciate da intriganti parigine, stivaletti neri con tacco ed un vestitino corto verde militare con zip centrale che lasciava abbastanza scoperte le cosce.
Procedeva con passo deciso nella mia direzione, con capelli lisci a caschetto che si muovevano a ritmo del suo passo. Quando eravamo ormai a pochi metri, ho incrociato il suo sguardo, due occhi da cerbiatta, che fissavano un punto davanti a sè, quasi ignorandomi.
Non ho potuto far a meno di fermarmi ed osservarla procedere spedita. Ho invertito la mia direzione e l'ho vista fermarsi al bar....Erano circa le 10, giusto l'ora per un caffè.
In quel momento c'era un pò di confusione al bancone del bar, quindi con la scusa di pagare il caffè, mi sono avvicinato alla cassa...lei era su uno sgabello, gambe accavallate con cosce in bella vista, uno spettacolo per i miei occhi...aveva notato che la guardavo e non mi sembrava le dispiacesse... ho preso il mio caffè e mi sono poi spostato rimanendo in zona, osservando le vetrine ma senza perderla di vista. Ma non ero il solo ad averla notata ed ammirata.
Dopo qualche minuto, l'ha raggiunta il suo compagno, azz, non era sola...hanno parlato tra loro, forse gli avrà detto che aveva un pò di occhi addosso.
Mi sono fatto coraggio, e ho provato a seguirli.
Sicuramente lei si è accorta subito della mia presenza e non mi è sembrata infastidita. Sono entrati in un negozio, li ho osservati dalla vetrina, poi ho notato che lei aveva scelto dei capi e sono entrato, avvicinandomi alla zona dei camerini.
Lei era già entrata con lui che gli passava dei capi, una minigonna e una camicetta. Dal mio punto di osservazione, riuscivo ad intravederla perchè aveva lasciato leggermente aperta la tendina del camerino... la situazione stava diventando molto eccitante ma temevo che la commessa mi beccasse.
Così, dopo un pò, mi sono spostato. Lei aveva terminato di provare e uscendo dal negozio mi passò affianco, sempre ignorandomi.
Mi sorgeva un dubbio, mi ignora perchè non si è accorta di me? e la tendina l'avevano lasciato leggermente aperta appositamente?
Continuai a seguirli, sempre con discrezione, non volevo che mi prendessero per un maniaco.
Siamo entrati in uno store di abbigliamento uomo/donna, mi sono avvicinato a lei e anche lei tendeva ad avvicinarsi nella zona in cui mi trovavo, con il suo compagno che la lasciava sola...potevo così ammirare da vicino la sua silhouette, il vestitino non era aderente, ma seguiva le curve del suo corpo, evidenziando un bel culo...non riuscivo però a capire se indossasse le mutandine. Il reggiseno, invece, glielo avevo intravisto mentre si cambiava nel camerino.
Ad un certo punto, si reca nella zona intimo, sempre a pochi metri da me, e si abbassa sulle ginocchia per vedere delle calze, mostrandomi abbondantemente le cosce non più coperte dal vestitino, incrociando il mio sguardo... in quel momento ho avuto conferma che volevano giocare e le piaceva quel gioco. Lui era molto discreto, ha sempre evitato di incrociare lo sguardo e questo mi faceva capire che la mia presenza non lo infastidiva, ma sicuramente gli piaceva che la sua donna si mostrasse.
Si continua con il giro per i negozi, con tappa successiva in un negozio griffato di abbigliamento per donna, compreso calzature. Resto fuori per cercare di capire se entrare o meno.
Si rivolgono ad una commessa che dopo poco le porta degli stivali cuissard, modello sopra al ginocchio per intenderci.
La vedo sedersi rivolgendosi verso la vetrina, mi sposto in modo da averla davanti a me, accavalla le gambe, si sfila i suoi stivaletti, stende la gamba per tirarsi su la parigina, il vestitino è ormai tutto su...la guardo in viso, poi la fisso sulle gambe che accavallandole mi mostra tutto...tutto...intravedo un piccolo ciuffetto che mi conferma l'assenza di intimo...calza gli stivali, sta divinamente, si alza, si avvicina allo specchio, poi ritorna a sedersi esibendosi in un nuovo show... alza gli occhi per vedere l'eccitazione e il desiderio nel mio sguardo...ancora un altro paio di stivali, un altro ancora....al quarto paio mi accorgo che la commessa alle sue spalle mi ha notato, ritorno in me, ormai sono da troppo tempo davanti quella vetrina, decido di allontanarmi.... forse non vedendomi più, decidono di uscire dal negozio... sono troppo eccitato, mi sta facendo impazzire.... Continuiamo a girare per negozi, ora è la volta di uno store di calzature...vuole riprendere lo stesso gioco...lui le porta gli stivali, sempre sopra il ginocchio, mi avvicino a loro, lei si siede, rivolgendosi sempre verso di me, ci guardiamo, inizia ad accavallare le gambe, infila gli stivali mostrandomi il suo tesoro, quasi svengo...purtroppo il gioco dura poco, se li sfila, si ricompone ed escono dal negozio.
Qualche minuto, esco anch'io, e siamo di nuovo in giro per la galleria...altro negozio di abbigliamento, mi avvicino alla zona uomo e, dopo poco, li vedo dirigersi nella mia direzione, con lei che entra in un camerino.
Il camerino ha la solita tenda, ma questa volta è bello ampio e largo... anche ora la tenda viene lasciata semichiusa, la intravedo...tutta nuda, solo un reggiseno nero indosso, a coprire le sue tettine, una seconda bella soda. Lui si allontana per prendere un altro capo, mi posiziono meglio, e al suo ritorno lei lo fa entrare, lasciando la tenda nella stessa posizione...vedo lui che tira fuori il suo cazzo, non capisco bene cosa sta per succedere, poi vedo lei, davanti a lui, si inginocchia, gli prende il cazzo in bocca e si gira per guardarmi....succhia avidamente il cazzo, prendendolo tutto in bocca...il suo sguardo è troppo eccitante, ed anche il mio cazzo inizia ad indurirsi...pochi secondi e si rialza, si volta, appoggia le mani al muro della cabina, piegandosi leggermente in avanti e lui inizia a scoparla, prendendola per i fianchi...pochi colpi, anche perchè il rischio è alto, fuori ci sono solo io ma loro non possono saperlo, sono il loro complice inconsapevole che tiene sotto controllo la situazione...il suo sguardo è ormai da vera porca, ha una gran voglia e me lo fa capire con i suoi occhi....
Lui si stacca, si rivestono ed escono...sono ancora più confuso ed eccitato, non posso credere che stia succedendo per davvero....
Ci spostiamo in un'altra zona, li vedo parlare tra loro, forse sono indecisi su cosa fare o forse iniziano a infastidirsi per la mia presenza...decido di lasciarli, credo di essere stato fin troppo fortunato e mi dirigo al bagno.
Mentre mi sto lavando le mani, entrano entrambi dirigendosi in un bagno per disabili... non posso crederci, la porta si richiude alle loro spalle, resto in attesa di cosa possa succedere... ormai sono passati alcuni minuti, li sento parlare, la porta accenna ad aprirsi per poi richiudersi, ancora voci... che fare? qualche colpo di tosse per far capire che sono ancora lì, ma niente... mi faccio coraggio, busso alla porta, "occupato?", sento qualcosa, ma non capisco, poi la porta accenna a riaprirsi, prendo la maniglia, apro la porta, sento un pò di resistenza, infilo la testa, sono a pochi centimetri dal viso di lei, è tutta nuda, piegata a 90° con lui che la scopa da dietro...tiene la maniglia della porta, ma ad un mio nuovo accenno di voler aprire, lascia la presa, permettendomi di entrare... mi dice di non toccarla, di guardare soltanto senza toccarmi...l'eccitazione è tanta e quindi accetto le condizioni...indossa solo gli stivaletti con le parigine, il reggiseno leggermente abbassato evidenzia un seno piccolo ma sodo con areole scure e piccole e due capezzoli turgidi e dritti a conferma della sua eccitazione...
Mi sfioro il cazzo da sopra il jeans, lui se ne accorge e mi fa segno di liberarmi....la tiene per i fianchi e la sta scopando alla grande.
Libero il mio cazzo, è già grosso e duro, le vene sono gonfie di desiderio, inizio a toccarmelo...mi posiziono davanti a lei che si appoggia al piccolo lavandino, ho il cazzo vicino al suo viso, lei mi guarda negli occhi, con lo stesso sguardo eccitato del camerino, poi abbassa lo sguardo sul mio cazzo...forse vorrebbe prenderlo in mano, magari avvolgerlo con le sue labbra facendomi sentire la sua lingua vogliosa, l'eccitazione è tanta, lui la sta sbattendo sempre più forte, lei accenna qualche mugolio...nel bagno affianco entra un uomo, fortunatamente per poco tempo...
Ancora qualche colpo e lui esce, il suo cazzo è pieno di umori di lei, doveva essere veramente fradicia...
Con una voce un pò bassa e con un pò d'affanno, lei mi dice di sparire e di non farmi vedere più...mi rivesto, esco dal bagno e mi allontano...ormai sono le 12.00 circa, in conclusione non ho comprato nulla ma è stato tutto molto eccitante.
Non so se erano lì per esibirsi o altro, nè se fossero già pratici di questi giochi... ad ogni modo, è stato bello essere loro complice in questa avventura.
Mi è dispiaciuto solo essere dovuto sparire senza conoscere i loro nomi, nè lasciargli i miei contatti magari per ripetere questa esperienza...
Se leggendo questo racconto vi riconoscete, sono stato io il vostro complice!
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8 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 9 ore fa -
Cercando una padrona
Scorrendo le schede del sito, la sua, le era subito balzata agli occhi. Era quello che cercava: bisex a/p, con decine di foto in cui indossava intimo eccitante e provocante: latex, maschere fetish, stivali e scarpe con il tacco alto, corpetti e lingerie. Come se non bastasse numerosi video mostravano il suo grosso cazzo mentre si masturbava esplodendo schizzi di sperma che poi spandeva o “spalmava” con voluttà. Anche l’annuncio era all’altezza delle sue ricerche e delle sue aspettative: matura come piaceva a lui, assolutamente versatile e disponibile a giochi di ruolo soft. Da tempo cercava una così; una a cui sottomettersi, in modo non violento ma sia cerebrale che fisico, come una puttana ma anche da poter, switchando, trattare allo stesso modo. Un desiderio, quello di giocare con la “sottomissione” che era andato crescendo e maturando nel tempo e ora era diventato manifesto, irrefrenabile proprio come il cazzo che sentiva gonfiarsi negli slip leggendo l’annuncio. Fu con eccitazione, ma anche con poca speranza, visto che sul sito abbondavano i grafomani inconcludenti, che le scrisse il primo messaggio. Un messaggio nel quale esprimeva un misto di eccitazione, ammirazione, deferenza e dove dettagliava i suoi desideri in caso di incontro: le si sarebbe gettato ai piedi chiedendole di imporgli un collare e implorando ordini, poi avrebbe baciato e leccato le sue scarpe e i suoi piedi soffermandosi con la lingua negli interstizi tra le dita, sarebbe risalito sulle sue splendide gambe usando la lingua e le mani, sentendo il nylon che le avvolgeva e il calore del suo corpo, fino ad arrivare al suo cazzo. Le avrebbe con devozione succhiato le palle a lungo e poi sarebbe passato al suo membro, ormai duro e caldo. Avrebbe fatto su e giù lentamente con la lingua, un lento saliscendi alternato all’uso della sua bocca vorace che l’avrebbe inghiottito. Poi sarebbe venuta la volta del suo buco del culo che avrebbe esplorato e ammorbidito con la lingua e riempito si saliva prima di assaggiarlo con il suo cazzo voglioso… Durante la scrittura del messaggio aveva dovuto fermarsi più volte per l’eccitazione. Momenti in cui la sua mente guidava la sua mano che si muoveva lentamente su e giù per il suo membro.
Inaspettatamente la risposta arrivò, nel giro di un paio di giorni. Una risposta pienamente in linea con il messaggio e che già entrava nel gioco, accettando il ruolo di “padrona” e apprezzando quanto proposto. Da lì fu un susseguirsi di mail in cui lei, da perfetta padrona, lo metteva alla prova e gli chiedeva di fare cose: inviargli e condividere video porno dove magnifiche trav. si facevano riempire il culo da prestanti maschi, comprare intimo che poi lui avrebbe indossato, secondo i suoi comandi, durante il lavoro sotto gli abiti maschili, girare mini-video da inviarle in cui si masturbava, commissionargli foto secondo il suo desiderio. Ad ogni “obbedienza” corrispondeva un premio: un nuovo video nel quale usava un grosso dildo su di sé, o magnifiche foto dove il suo sperma schizzava copioso. Un crescendo, in parallelo al quale aumentava inesorabilemente la sua eccitazione e durante il quale il desiderio di obbedire, e di nuovi ordini che lo spingessero sempre un po’ più in la, si faceva sempre più fermo, consapevole e irruente. Poi finalmente venne l’incontro che fu completamnte all’altezza delle aspettative e di quanto si erano scritti: lei gli impose il guinzaglio e poi gli ordinò seccamente di eccitarla così come promesso, lui lo fece e l’eccitazione, densa di comandi e piccole punizioni, crebbe fino a quando entrambi esplosero. Prima lui, nel suo splendido culo dal quale poi leccò e bevve il suo stesso sperma che condivise subito, in un bacio furioso, nella bocca di lei. E poi lei che gli venne, copiosa, in bocca e anche in questo caso giocarono a lungo con lo sperma che passava da una bocca avida all’altra. Fu fantastico, si pulirono e tornarono a indossare normali abiti maschili sotto il quale però la sua padrona gli impose di continuare a indossare la lingerie utilizzata durante il rapporto, compreso il perizoma su cui avevano rovesciato lo sperma, denso di saliva, dopo averci giocato baciandosi. Lo fece con enorme piacere e con la consapevolezza che la sua “carriera” di schiavo switch e versatile, puttana per una padrona dolce e decisa insieme, era solo all’inizio
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8 anni fa
erroll, 50
Ultima visita: 8 anni fa -
lo scrittore
Nessuno avrebbe mai immaginato, guardandola camminare per la strada in quel suo incedere statuario, reso oltremodo flessuoso dalle elevatissime calzature dal tacco vertiginosamente appuntito, che sotto a quella maculata pelliccia, in cui stava avvolta, G. fosse vestita solamente della propria nuda epidermide, come altrettanto impossibile sospettare di lei che si potesse recare agghindata in quel modo da un anziano scrittore che in seguito aveva fatto di lei la musa ispiratrice dei propri racconti erotici.
Incontrata presso lo studio dell'artista, per il quale G. si era prestata a fungere da modella, ne era rimasto talmente affascinato dal riuscire, con la propria solerte insistenza, a convincerla a propria volta ad accettare anche la sua amicizia, ma che, a differenza del senile pittore che li aveva fatti conoscere, e senza troppo celarlo, si rivelò un vero porco capace di saperne stimolare le recondite fantasie.
L'istintiva gelosia del compagno di G. non superava il desiderio incongruo di saperla coinvolta in episodi che avrebbero accresciuto le pulsioni morbose che lo eccitavano enormemente permettendo sviluppi inverosimili.
Eccola allora pronta a far emergere cerebrali emozioni, totalmente priva di alcun pregiudizio apparente verso colui assieme al quale avrebbe condiviso momenti di insospettabile intimità.
Liberandosi della pelliccia rimase in equilibrio sulle calzature e con le sole autoreggenti, esposta in tal modo agli sguardi compiaciuti del proprio ammiratore, incurante dell'aspetto di chi le stava di fronte, il quale, masturbandosi freneticamente, manifesto subito il proprio esplicito gradimento.
A molti quella prova sarebbe parsa come una libidinosa dimostrazione di potere da parte dell'uomo a cui G. si assoggettava con palese disponibilità, quando in fondo era lei stessa ad essersi resa complice compartecipe dei segreti convegni durante i quali era consapevole di ciò che sarebbe avvenuto.
L'uomo, iniziando a propria volta a spogliarsi, senza mai distogliere lo sguardo dalle integrali fattezze di G., mettendo in mostra la propria conformazione fisica, pareva non avere alcuna remora nell'esibizione del proprio aspetto decadente.
Neppure G. dimostrava forme di repulsione al contatto epidermico con il proprio senile ammiratore il quale, condividendo l'ultimo racconto da lui realizzato, si faceva masturbare stimolandola a propria volta sulla clitoride.
Chiunque avrebbe creduto impossibile che individuo così potesse esplorarla impunemente, infilandosi con le tozze dita tra quelle intime labbra, facendola inarcare a gambe oscenamente divaricate, mentre nel contempo ne assaporava il palato con golosità, invadendola in un voluttuoso intreccio di lingue a cui G. non poteva sottrarsi.
Tutto ciò solo a preludio delle ulteriori prestazioni orali a cui la sospinse, dirigendola verso il proprio flaccido ventre, ben determinato a vederla suggere con altrettanta compartecipazione i propri organi genitali.
China tra le adipose protuberanze G. si prodigava, con magistrale abilità, lambendo glande, prepuzio e testicoli, alternandosi sino a mungerne la completa linfa che andò ad ingollare senza alcuna apparente repulsione, intercettando le gementi ovazioni di convulso piacere con le quali il senile amico confermava la propria totale soddisfazione.
Distendendosi poi lasciva, in armonica attesa che egli tornasse nuovamente in se, provocandolo nel frattempo con una efficace auto stimolazione della propria clitoride, lo incitò a completare l'opera facendosi ancora profanare dalla irruente volontà dell'uomo di godersela in ogni maniera.
Presa in entrambe gli orifizi, a palese dimostrazione di quanto segretamente fosse puttana, gli si concesse pensando al proprio compagno che, di sicuro torturandosi, in trepidante attesa che facesse ritorno, di certo se la immaginava in quelle insospettabile evoluzioni, che tuttavia riusciva a condividere in modo passivo, eccitandosene a propria volta morbosamente.
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8 anni fa
gloria1951,
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Ultima visita: 3 anni fa
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Giochi alla moda
Il nuovo gioco che và di moda a casa nostra negli ultimi mesi è Luca che scopa Amanda da dietro ed un amico che le lecca il clitoride e/o le grandi labbra (tutto secondo precise e dettagliate indicazioni di LEI ! ).Quando facciamo sesso anale un'uomo che la stimola davanti, se è bravo, riesce a farla venire !Venerdì pomeriggio durante una penetrazione vaginale da dietro, stesi sul fianco, Luca teneva sollevata una gamba di Amanda offrendo così al coinvitato la miglior visione del sesso di lei. L'amico sfruttò la situazione nel migliore dei modi con un encomiabile lavoro di lingua. Amanda sarà venuta 4-5 volte finchè Luca non gli esplose dentro con una copiosa venuta. Amanda era sfinita. Si fece una doccia e tornò in perizoma nel letto. L'amico gli stese con minuziosa cura una crema idratante su TUTTO il corpo. La crema era molto densa e servì un massaggio prolungato per farla penetrare. Amanda non si diede al lui...la troia godeva nel vederlo scoppiare dal desiderio di lei. Lo fece stendere su un lettino da massaggi e le si sedette sopra a smorzacandela, lui aveva addosso i boxer e lei il perizoma. A forza di strusciare sul pacco di lui lo fece venire. Quando Amanda capì che l'amico stava esplodendo glielo prese in mano e glielo segò svuotandogli bene le palle del suo sperma. Lei si ritrovò nuovamente con il ventre ed il seno sporchi del liquido dell'amico sfinito.Lo guardò negli occhi e gli disse: ti sei perso un'occasione !Amanda tornò in doccia e lui a raccontare a Luca quanto si fosse divertito con le esperte mani di lei.Amanda rimise il suo tacco 12 e preparò una succulenta cenetta per tre, dopo la quale ci salutammo, da irreprensibili Signori !
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8 anni fa
lucaeamanda, 51/50
Ultima visita: 4 giorni fa -
Mai dire mai
Recentemente mi sono iscritto ad una chat d’incontri che ho trovato casualmente e mi permette di colloquiare solo con persone che si trovano nelle vicinanze. Pertanto dopo aver impostato una foto intera che mi ritrae in spiaggia ed aver specificato OVER 50, ho iniziato a utilizzarla. Inizialmente venivo contattato solo ed esclusivamente da una marea di gay e qualcuno che si presentava come coppia ma che poi, alla resa dei conti la moglie era impegnata o qualsivoglia motivo si proponeva da solo. Un giorno, mi contatta un profilo con una foto di donna in costume che apparentemente fisicamente era accettabile ma il viso rimaneva in ombra e nonostante ingrandissi la fotografia mi veniva difficile vedere i suoi lineamenti. Un po’ sospettoso le anticipo di essere tassativamente etero che se quindi si nascondeva un gay era solo tempo perso. Lei mi garantisce la sua femminilità e a prova mi manda una registrazione vocale. Da quel momento, ogni volta che mi vedeva in linea, puntualmente iniziava a conversare finchè abbiamo toccato l’argomento SESSO e i propri gusti. Dopo una settimana intensa di messaggi abbastanza piccanti e provocanti, fissiamo un incontro in un bar locale. Devo ammettere la mia grande delusione perché i lineamenti del viso per me sono molto importanti e non corrispondevano ai miei gusti. In tutti i modi, con molta educazione e diplomazia, ci siamo seduti in un tavolino e mentre consumavamo un caffè abbiamo serenamente dialogato scoprendo anche di avere delle conoscenze in comune. Dopo di chè la salutai inventando una scusa con la promessa che ci saremo risentiti. Dopo circa mezzora mi manda un messaggio nel quale mi scrive che si era resa conto della mia delusione chiedendomi di essere sincero e corretto perché le interessavo tanto. Non esitai un attimo e le risposi sempre con la massima educazione e correttezza che purtroppo non rientrava nei miei canoni ma che comunque visto e considerata la sua straordinaria intelligenza non mi dispiaceva intrattenere un rapporto di amicizia. Per farla breve mi aveva ringraziato per la sincerità e concordava per un eventuale amicizia se pur dispiaciuta del fatto che si era illusa a seguito dei nostri discorsi sul campo sessuale che corrispondevano alle esigenze di entrambi. La bionda nn si arrese e da allora non perdeva per messaggiarmi e riprendere i discorsi sui gusti sessuali finchè alla fine mi disse: ma almeno provare no?, per dissuaderla le rispondo che si potrebbe provare cosi per toglierle lo sfizio chiarendo di non aspettarsi null’altro e che nn volevo poi sentirla dire che la utilizzavo solo svuotarmi i coglioni, come altre hanno fatto in passato. La prima volta è avvenuto a casa sua, devo essere sincero, mi ero presentato solo perché aveva insistito tanto anche se devo ammettere che un po’ ero incuriosito della sua arte amatoria tanto dichiarata ma allo stesso tempo ero cosciente che sarebbe stata anche l’unica volta che avremmo dato sfogo alle nostre voglie. Bene, non ci crederete ma la signora ha superato alla grande il test, veramente una donna passionale in tutti i sensi, fa dei pompini divini, gode ripetutamente come un vulcano, è assatanata e disinibita, adora farsi filmare e fotografare, con e ha scoperto il naturismo, cosa che aveva sempre desiderato da una vita. In sostanza, ognuno di noi ha la propria vita e le proprie amicizie ma quasi quotidianamente ci incontriamo per dare sfogo un po’ di sesso sfrenato. Ah dimenticavo, va in estasy quando gliela lecco, sostiene che utilizzo lo stesso modo del bacio in bocca, ovvero delicatezza e passione coinvolgente, ma dopo il primo orgasmo lo vuole e pretende tutto dentro in figa sostenendo che le pulsazioni le procurano una goduria immensa..
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8 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 9 ore fa -
La mia prima gangbang
Era una calda estate ed ero in ferie con una amica...
Al mare conosciamo un gruppo di persone interessanti.
Si parla, si ride e si scherza. Si decide di andare a bere qualcosa la sera.
La mia amica dopo l'aperitivo butta li un : e se ci facessimo una gangbang???
Io ero alla prima esperienza del genere.
In poco tempo io la mia amuca e i 5 ragazzi ci ritroviamo in camera.
Prima si sono divertiti con la mia amica in 4 perche il 5° stava trombando e fistando me....
Dopo poco a lui si sono aggiunti gli altri
Due sui capezzoli, uno in bocca, una mano dentro la figa. Un cazzo in culo e la mia amica che mi leccava il clito, Insomma alla fine a turno i 5 stalloni mi hanno scopata, fistata, inculata e morsa sia nei capezzoli che nel clito. La mia amica si sditalinava....
A un certo punto uno dei cinque mi penetra nella figa e chiama uno dei suoi amici... e li parte una doppia penetrazione in figa. Due stalloni di dimensioni notevi in figa.... mi fecero un po male. Ma devo dire che ho goduto come non mai.....
Io e la mia amuca dopo quella sera iniziammo a fare sesso... anche con lei è stato super.
Ma ve lo racconterò un altra volta....
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8 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 9 ore fa -
La mia prima volta
La mia prima volta risale al 1996.
Avevo appena finito di fare la.doccia.
Non so come ma l'uomo di mia madre era entrato in bagno.
È stato un attimo.
Me lo sono ritrovato addosso. E io. Al posto di respingerlo , lo ho incoraggiato.
Ricordo ancora la sua lingua sui capezzoli rosei e turgidi.
La sua mano sulla figa che mi accarezzava e il suo cazzo enorme , eccitato che premeva sul mio ventre.
Ricordo che mi tirò su una gamba e mi penetrò subito.... con tale foga che godettte subito.
Dopo mi portò sul divano. E mi penetrò prima nella figa ormai wuasi sverginata e poi nel mio culetto.
Ricordo che si fece pure spompinare x bene.
Poi, aprì il cassetto e tirò fuori del lubrificante...
Lo cosparse sulla figa e infilò le dita dentro....
Mi aprì la figa dilatandola da far male. E io godevo....
Poi tolta la mano iniziò a leccarmela.... poi risalì sui capezzoli...
E rinizio a scoparmi fino a che non venne sul mio clitoride.....
Lo rifacemmo altre volte. Ma come si dice : la prima volta... non si scorda mai
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8 anni fa
admin, 75
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Pomeriggio libero 2 trans
Eravamo distese sul letto e io ancora avevo il culetto aperto dopo aver ricevuto quel cazzo a dir poco equino e sentivo che la voglia non era finita: volevo un’altra dose di carne dentro di me.
L’amica si avvicinò e iniziò a carezzarmi le natiche e le cosce e prese il mio uccello ancora turgido.
Infatti io non avevo goduto per niente, o almeno lo avevo fatto ma con il mio culetto ancora dolorante.
Stefania, questo il suo nome, aveva iniziato a menarlo e a mungerlo facendolo passare tra le dita e a stringerlo per bene come se volesse far uscire il latte.
“Hai un bel cazzo davvero; ma preferisco di più il tuo culetto bianco; vedrai ora come ti faccio schizzare tutto spingendolo dal di dentro”.
Non capivo cosa volesse dire ma la lasciai continuare iniziando a gemere mentre aumentava la velocità del suo menare.
Era un’altra stupenda donna, bionda e alta come la trans; due occhi azzurri penetranti e un viso dolce e un corpo profumato.
Iniziò a spogliarsi: un seno turgido con i capezzoli rosa che rimanevano dritti. Ma quando tolse la minigonna di pelle nera, e rimasta senza slip potei notare un gigantesco cazzo.
Era molto più dotata di quello che avevo già provato: scendeva semi turgido fino alla coscia e aveva una cappella rosea quasi come un pugno chiuso.
Rimasi all’inizio sbalordito e dopo compiaciuto nell’avere di fronte quel cazzo profumato a pochi centimetri dal mio viso, ma dopo iniziai a pensare che il mio povero culetto avrebbe dovuto lavorare sodo e si sarebbe aperto a dismisura.
Non volevo avere lacerazioni; solo godimento. Ma la cosa non mi piaceva per niente. Ero titubante e balbettavo senza sapere cosa dire.
“Prendilo in bocca e fallo diventare duro; vedrai che ti piacerà tantissimo” disse Stefania mentre lo spingeva sulle mie labbra forzandomi ad aprire la bocca e ingoiare quel fardello di carne.
Come una troietta lo ingoiai e iniziai a provare di pomparlo per bene cercando di stare attenta a non stringerlo con i denti ma era impossibile. Infatti lei si lamentò che non riuscivo a tenerlo dentro e che non pompavo bene. Ma era troppo grande, specialmente la cappella e dopo un poco inizia a sentire dolore alla mandibola a furia di tenerlo dentro la bocca.
Lo tenevo con due mani e lo baciavo per tutta la lunghezza; poi scendevo dal filetto fino alle palle per risalire sopra il prepuzio con la lingua e assaporavo quella pelle bianca e profumata per poi ingoiare di nuovo quel palo duro come il ferro.
Si era indurito a tal punto che non capivo se era di ferro o quella carne viva era di cemento; con due mani rimaneva ancora diversi centimetri che cercavano di farsi spazio dentro la mia bocca.
I primi umori iniziavano ad uscire e io con la lingua li afferravo per deglutire tutto.
Si era eccitata in maniera esagerata e gemeva ad ogni colpo di lingua e al calore del mio palato; lo premevo e succhiavo come fosse un lecca lecca di fragola facendomi mancare il fiato.
“Basta ora; sto quasi per venire ma non voglio ancora; girati che voglio spaccarti il culo come si deve” mi disse e spingendomi prima di fianco e poi sollevandomi il culetto mi posiziona sopra il letto.
Avevo le gambe aperte e le mani distese davanti a me: il bacino sollevato e l’altra trans mi teneva la pancia con una mano e con l’altra mi tirava una natica per far vedere il buco ancora aperto.
Chiusi gli occhi e aspettavo quel pugno di cappella che era pronta a farmi godere come non avevo mai fatto: la sentì poggiare sul culetto e premere in maniera terrificante dentro di me. Iniziai a gridare che non ce la facevo e sentivo troppo male: sentivo che lo sfintere era arrivato al limite e si stava lacerando. La trans iniziò ad aprirmi le natiche per favorire l’ingresso di quell’ariete premendo sui glutei per addolcirmi il dolore e sputando sopra quel bastone per lubrificarlo.
Un ultimo colpo e dietro ero rotto: scivolò di scatto dentro il mio intestino impalandomi e sconquassandomi tutta. Iniziai ad urlare e a pregare di tirarlo fuori ma lei, fermatasi un attimo, iniziò a stantuffarmi dolcemente facendo scivolare centimetro dopo centimetro quel cazzo enorme in avanti e dietro abbracciandomi al collo per tenermi stretta.
Affondava i colpi più giù ad ogni discesa e l’intestino si dilatava e muoveva a dismisura. Ormai ero rotto dietro e solo la lunghezza di quel pene spingeva dentro di me lo stomaco e la pancia. Lo sentivo ad ogni colpo dato.
Cercavo di dimenarmi ma lei mi teneva stretta da collo con le braccia facendomi sentire, oltre al cazzo dentro di me, i suoi seni turgidi sulla schiena e abbracciandomi era come se fossimo una cosa sola.
Sentivo il suo peso; i suoi seni; il suo cazzo che mi dilatava.
Ero in balia di loro e nessuno mi avrebbe aiutata e nessuno di loro avrebbe smesso fino a quando non avrebbero goduto entrambe.
Dopo un po’, avevo perso ormai la cognizione del tempo, inizia a sentire che tremava; l’orgasmo era vicino perché si era irrigidita e i colpi erano divenuti più forti.
Ad un tratto un grido di godimento uscì dalla sua bocca e un calore intenso iniziò a pervadermi lo stomaco.
Il seme mi aveva riempita tutta e lo sentivo che si faceva strada dentro l’intestino regalandomi un piacere e una sensazione mai provata.
Stefania si accasciò sulla mia schiena con il cazzo che ancora mi regalava sensazioni fantastiche.
Il calore era dentro di me e mi faceva sentire bene. Rimase con il cazzo dentro per lunghi minuti fino a quando non lo sentì sgonfiarsi: una sensazione unica rimanere così con quel cazzo semi turgido dentro di me.
Avrei dormito in quella posizione accovacciata e lei dentro che mi riscaldava e mi faceva da tappo per evitare che mi sporcassi tutta. Abbracciata a me da dietro senza dire una parola continuava a muoversi e a baciarmi sul collo come se ancora non avesse avuto il suo momento.
Mi prese dai fianchi e mi sollevò per far spazio all’amica di mettersi sotto di me; ero sdraiato sulla pancia di lei e con Stefania con il cazzo dentro sulla schiena che mi rivolgeva parole di elogio per quella venuta sul culo ma ancora voleva vedere fino a che punto sarei arrivata.
L’altra trans, Monica, era eccitatissima sotto di ma e aveva puntato il cazzo sul mio culetto cercando di farsi strada sullo sfintere ormai distrutto e, premendo piano piano con il seme che usciva e fungeva da lubrificante, si fece spazio e mi penetrò con un colpo secco.
Avevo due cazzi dentro: uno lungo e semi moscio e l’altro duro che iniziava a pomparmi da sotto con una velocità impressionante.
Io ero in estasi e lo strofinio del mio cazzo sulla pancia di Monica mi fece godere come non mai iniziando a bagnarla sui fianchi e sporcando le lenzuola.
To be continued
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8 anni fa
admin, 75
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Pomeriggio libero
Avevo il pomeriggio libero da impegni di ogni genere ed ero solo in casa.
E dopo il lavoro, come al solito, la mia voglia di sesso era aumentata dopo aver visto diversi annunci di trans e mi decisi di incontrarne una in particolare.
Una stangona di circa un metro e novanta dalla pelle di colore d’ebano, con lingerie finissima e capelli neri lunghi aveva attirato la mia attenzione.
Appartamento non distante da dove abito io e quindi facilmente raggiungibile anche a piedi, circa 5 minuti di strada con piacevole passeggiata tra i negozi.
Le foto molto attraenti, in pose sexy, denotavano una persona dalle curve femminili molto accattivanti, ma rimasi sorpreso di più quando guardai le foto hot.
Un bastone di carne dal colore nero chiaro che arrivava oltre il suo fianco da sdraiata. Rimasi colpito e immaginai che non era per niente reale pensando che il foto ritocco avesse fatto la sua parte.
Forse più per curiosità mi decisi di andare a trovarla e feci la chiamata.
La voce era sensuale e molto calda e mi disse che era libera e si sarebbe dovuta preparare. Anche io dissi che mi sarei preparato lasciandola nella sua curiosità e perplessità senza dire di più.
Scesi in garage sotto casa dove ho un armadio con i miei vestiti e le mie cose e tirai fuori la valigia con i miei indumenti più segreti.
Indossai un paio di calze autoreggenti che feci scivolare sulla mia pelle bianca liscia e depilata; un reggicalze nero e sopra un perizoma sempre nero; una guepiere che mi strinse i fianchi e il tutto coperto da una tuta da ginnastica comoda da togliere sul luogo; un paio di scarpe da ginnastica e un giubbotto per coprirmi dal freddo con cappello. Ero pronto e pulito e mi incamminai verso l’uscio dello stabile.
Camminavo normalmente come una persona normale ma sotto ero eccitato e mi sentivo una grandissima troia che va all’appuntamento dalla sua amante con il cazzo che fuoriusciva dal perizoma.
Infatti ero preoccupato che qualcuno si accorgesse di quella mia situazione e tenevo stretto il giubbotto chiuso sul davanti per evitare che qualcuno mi scoprisse.
Non nascondo il freddo che sentivo ma il calore dentro di me aumentava ad ogni passo che facevo dirigendomi nell’appartamento della mia amante.
Giunto dopo circa 10 minuti suonai al campanello e una voce mi indicò di salire al terzo piano, cosa che feci in fretta per evitare di incontrare delle persone.
Al pianerottolo vidi che la porta era semiaperta e senza bussare entrai dentro salutando quella figura femminile che mi aspettava.
Dal vivo sembrava molto più alta e mi trovai una donna a tutti gli effetti con una vestaglia di seta e un profumo che mi prese alla testa.
La baciai sollevandomi sulle punte e lei mi carezzò il viso sorridendo. Le feci i complimenti perché le foto secondo me non le davano giustizia e dal vivo era molto meglio e lei sorridendo mi prese per mano facendomi accomodare sul salotto.
Fatto ciò, tolse la vestaglia e rimanendo solo con le calze e il perizoma rosso iniziò a girare per farsi ammirare ancora di più. Io continuai nei complimenti e cercavo si sbirciare tra le gambe per capire se quello che avevo visto in foto rispecchiasse la realtà o non si trattava di foto ritocco.
Lei capì i miei desideri e toltosi il perizoma fece cadere fuori un fardello di carne che quasi arrivava al ginocchio. Rimasi a bocca aperta per lo stupore e avvinatasi verso di me iniziò a baciarmi e a condurre la mano su quel bastone di carne caldo penzolante.
“Ti piace? Inizia a menarlo con la mano che diventa grosso e poi lo assaggi con la bocca” continuando a baciarmi sulla bocca e sul collo e iniziandomi a spogliare.
Tolto tutto lei rimase sorpresa dal mio abbigliamento e ridendo per la sorpresa mi disse: “ Non pensavo che ti saresti presentato così; la sorpresa l’hai fatta tu a me; ora capisco cosa intendevi per prepararti però così non sei completa, ti ci vuole una parrucca e delle scarpe che io posso prestarti, vieni di là” e prendendomi per mano mi accompagna in camera da letto dove mi fa indossare le scarpe, parrucca e inizia a truccarmi.
“Ora sei completa e diventerai la mia troietta per questo pomeriggio; mi voglio divertire con te e fare divertire anche qualche mia amica”.
Non capivo bene cosa intendesse dire ma prese il cellulare e fece qualche chiamata mentre, facendomi inginocchiare, iniziò a pomparmi la bocca con lentezza.
Io ero su di giri e sentivo quel cazzo che si induriva tra le mie labbra e la mia gola; mi soffocava quando premeva fino in fondo e iniziava a farmi male la bocca per quanto l’ho tenuto dentro. Lo afferrava con due mani per cercare di limitare l’ingresso in gola per non strozzarmi ma lei, premendo sulla testa con le mani mi spingeva verso di se incitandomi a prenderlo tutto.
“Vedrai quando lo sentirai dentro il culetto come ti apro e ti rompo, altro che bocca, li ti arriverà in gola ma da dietro” sorridendo e premendo mentre mi sculacciava sulle natiche che si arrossivano ad ogni colpo.
“Poi mi dirai di volerne ancora e per questo sta arrivando una mia amica che abita sopra per farti la festa in due; non vorrai più andare via da qui e quando lo farai sarai sfinito”.
La cosa mi preoccupava un poco ma ero incuriosito ancora di più dalla situazione. Mi disse di mettermi a pecorina sul bordo del letto e dopo avermi passato una crema sul buchetto e avermi infilato un dito prima e poi due e tre mi disse che ero pronto a riceverlo.
Inarcai la schiena il più possibile e mettendo le mani davanti a me con il culetto alzato al massimo dato che lei, anche in ginocchio, era molto alta e iniziai a sentire che la cappella premeva sul mio buchetto.
Non era molto grossa e penetrò facilmente lo sfintere ma quello che mi preoccupava era il resto: infatti aveva una cappella piccola, quasi a punta e quindi sarebbe entrata molto facilmente ma il resto era a forma di cono.
Man mano che arrivava verso la base quel cazzo si allargava a dismisura raggiungendo una larghezza impressionante come quella di una lattina e per di più era di circa un 24 centimetri.
Inizia a sentirlo dentro che scivolava facilmente all’inizio ma poi sentivo che mi stava aprendo come una mela e le pareti del mio culetto si dilatavano a dismisura.
Iniziai a gemere di dolore ad ogni centimetro che scendeva; poi ritornava su per penetrarmi e guadagnare il mio intestino.
Ad ogni colpo la pressione diventava più forte e il buchetto si allargava fino a slabbrarsi e avviluppare quel tronco che mi faceva andare in estasi; sentivo i colpi sulla schiena e il diaframma mi spezzava il fiato e ad ogni uscita la depressione tirava fuori le viscere come se volessero uscire.
Gemevo sotto quei colpi e chiedevo di fare piano ma lei forse per ripicca continuava a stantuffarmi forte fino a quando non sentì che le mie chiappe sbattevano sul suo bacino; 24 cm erano dentro e lo sfintere era ormai rotto al punto che lo sentivo slabbrato ogni volta che tirava fuori quel bastone di carne olivastra.
Provavo un piacere mentre scivolava dentro spezzandomi il fiato e ancora più piacere quando scivolava fiori per tutta la lunghezza. Un calore mi assaliva dentro, sui fianchi e sulla schiena quando iniziò a penetrarmi velocemente avanti e dietro.
Ormai ero aperto totalmente e i miei muscoli si erano rilassati ed abituati a quelle dimensioni notevoli di quell’amante prepotente ma nello stesso dolce come il miele.
“Sei una femmina in calore; sento il caldo del tuo culetto dentro e gemi come una cagna in calore” diceva mentre pompava e stingendomi i fianchi e la pancia.
Ad un tratto mi girò di schiena sul letto e prese le gambe portandole sulle sue spalle e continuando a pomparmi iniziò a baciarmi sulle labbra.
A quel punto la penetrazione era al massimo; lo sentivo spingere dentro con forza che i colpi si ripercuotevano sulla mia pancia e schiacciandomi il ventre con la mano sentivo i colpi da dentro.
Capì che stava arrivando dato che tremava ad ogni affondata e ad un tratto, di scatto, me lo porse sulla bocca.
Io da gran troia lo presi tutto aspettando che il liquido caldo entrasse dentro di me: un colpo, due e i fiotti di sperma iniziarono a scendere in gola e fuori dalla bocca.
Sembrava un idrante il cui getto non finiva mai e mi sporcò il mento e il collo: un liquido caldo e amaro scendeva dentro di me e con la lingua cercavo di non sprecarne nemmeno una goccia.
Ero assetato e bevvi tutto con avidità.
Dietro sentivo che stavo sbrodolando dal culetto e pulsando ancora non riuscivo a chiudere le natiche e il buco perché ero rotto e la sensazione mi faceva comunque piacere.
Accasciatasi sopra di me e continuando a baciarmi diceva che le era piaciuto tantissimo e io sorridendo rispondevo che era piaciuto di più a me.
Mentre la carezzavo e parlavo di questo una voce altrettanto femminile rispose a quelle parole:
“Pure io mi sono divertita a guardarvi; ma ora anche io voglio la mia parte di piacere con te”.
Durante l’amplesso nessuna delle due si era accorta che l’amica del piano superiore era scesa e piano piano si era goduto la scena.
Ma è un’altra storia…….
Auguri di Buone feste e Buon 2017
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8 anni fa
admin, 75
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Incontro
Rientro ieri dall'estero dove ero per lavoro. Stanco, aereo in ritardo, treno perso mi tocca aspettare ancora 30 minuti in stazione Centrale.Per passare il tempo accendo il poratile pensando di leggere qualche messaggio rimasto indietro sulla posta azinedale , ma controllo anche la mail privata.C'è un nuovo messaggio, breve. Coppia lei 40 enne , incontro questa sera zono stazione centrale chiamaci xxxxxxx.Non ne ho voglia ma mando un sms dicendo che sono in Centrale, e subito ricevo risposta....raggiungici siamo proprio a 5 minuti da te, non chiamare vieni in via ...... al numero ... citofona ....Strano, non mi chiedono di chiamarli, non mi dicono cosa cercano ...Incuriosito li raggiungo, è proprio a due passi.Salgo, palazzo vecchio ma di lusso, e infatti salgo all'ultimo piano e suono. Mi apre un distinto signore sui 60 anni, mi porge la mano e mi ringrazia per la disponibilità. La cosa inizia a farsi interessante.Appartamento sfarzoso arredato con cura, lui si presenta mi offre da bere e mi fa accomodare.Ok... nessuna traccia della lei, non ho troppa voglia di perdere tempo, lo seguo sul terrazzo, accetto un martini e gli domando cosa cerca.La sua risposta mi lascia di stucco. "lei è di la, nuda sul letto, bendata. Vai falle un massaggio su tutto il corpo, non toccarle seno e sesso, non parlarle. Fai come ti dico fino a quando arrivo io".Si siede e mi indica dove andare.Va beh ormai ci siamo...facciamolo.Attraverso il salone ed entro nella porta a sinistra che mi ha indicato lui.Un letto a 3 piazze, lei sdraiata, nuda , gambe chiuse braccia lungo i finachi, bendata.Bel fisico, abbronzato, tonico.Mi levo tutto, rimanendo solo in boxer. Sul comodino vedo olio per massaggi. Era tutto preparato.Inizio dal collo, poi spalle e braccia. Massaggio con forza. Sento i sui muscoli contratti e li sciolgo.Lei non dice nulla a parte qualche gemito quando le dita schiacciano i muscoli, il viso è messo di fianco e molto bello, labbra carnose leggermente aperte.Continuo a lungo sulla schiena poi passo alle gambe molto belle e concludo facendo un massaggio sui piedi.Il tutto dura 30 minuti circa, poi, mentre torno sulla schiena per massaggiare in modo leggero sento arrivare lui. Mi fermo. Lui le dice di girarsi. E' completamente depilata come avevo sospettato, il sesso è aperto chiaramente eccitato. Scorgo il lenzuolo umido.Ha un seno splendido. Sono curioso di sapere dove vogliono arrivare...lui mi dice di levarmi i boxer. Lo faccio.Lei non ha ancora detto una parola.Sono eccitato evidentemente.Lui la bacia , poi si rivolge a me e mi dice che posso fare ciò che voglio ma mai levarle la benda. Lui starà di la !Ok, serata fortunata, lei è pronta, mi metto sopra e la penetro facilmente, la sento rispondere, ma ho voglia di giocare a lungo. E così faccio. Gioco con il suo sesso usando la bocca, le massaggio il seno notando che è sensibilissimo sul fianco verso le ascelle, la sento arrivare all'apice e riesco per 3 volte a fermarmi prima, bloccando il suo piacere stringendole in modo deciso i capezzoli. Lei geme , mi chiede per 2 volte di finire e venire dentro di lei, ma ormai sono troppo eccitato per accontentarmi.La faccio alzare e la penetro stando in piedi, sollevandola e facendole stingere le gambe sui miei fianchi mentre le mani la sorreggono palpandole glutei. Non mi fermo e lei viene 2 volte vicine a lungo, la sento sciogliersi e il suo corpo che diventa molle lasciandomi tutto il peso da sostenere. La adagio sul letto e le faccio usare la bocca su di me fino a venirle dentro.Apro gli occhi e lui è li sulla porta. Non so da quanto.Lei è abbandonata sul letto, bellissima.Le si avvicina , la bacia , l'aiuta a sollevarsi e tenedola per mano la porta di la .Mi rivesto e li seguo, andiamo sul terrazzino, lei nuda e sempre bendata.Ci sediamo, lui offre ancora da bere, prosecco questa volta. Dopo qualche minuto si alza mi ringrazia mi chiede di andare ma si preoccupa di come, visto l'ora.Rispondo che prenderò un taxi vista l'ora , e lui si offre di chiamarlo. Declino ma insiste, mi lascia nel salone e dopo qualche minuto torna e mi avvisa che troverò sotto il taxi, corsa pagata.Mi accompagna alla porta, mi dice che mi ricontatteranno ma di non farlo io e di dimenticarmi telefono e indirizzo.Beh devo dire che il ritardo dell'aereo è andato a mio favore!
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8 anni fa
schiavo30,
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Caraibi 1
Breve riassunto del precedente racconto: MassaggioFaccio subito la mia presentazione, mi chiamo Giulia, ho 32 anni, occhi chiari, capelli chiari, patatina chiara… con una peluria morbida morbida che non ha mai richiesto l’intervento di creme depilatorie o rasoi. Sono sposata , udite udite, dopo una intensa storia d’amore con Paolo, mio marito, il primo uomo della mia vita, il primo bacio della mia vita, che ha la mia stessa età e pensò bene di non uscire tempestivamente dal mio pancino, per cui dopo un paio di mesi mi ritrovai con un pancione.…Un giorno Paolo, che periodicamente è afflitto da forti mal di testa di origine cervicale e per i quali ha sempre tentato di tutto, mi dice:" sai sono stato da un massaggiatore/pranoterapista che lavora in quella Beauty Farm xxxxxx , costosissima e affermata, che si è detto disponibile a tentare di risolvere il mio problema con una nuova tecnica di massaggi… effettivamente ne ho tratto un certo giovamento"…Mio marito aveva quasi cambiato umore, sempre allegro, senza "mal di capa", si usciva e si faceva l’amore molto più spesso del solito, ero quasi giunta alla convinzione che Simone fosse dotato di qualità taumaturgiche, tanto che un giorno, mentre Paolo innalzava l’ennesimo peana al santone-massaggiatore pronunciai la mia condanna "Sarei curiosa di provare un massaggio, sai anche io, dopo 8 ore di lavoro e gli impegni di casa, a fine settimana non avrò mal di testa ma certo non sono al top" Squilli di trombe, fuochi artificiali, il pollo ovvero la pollastra era caduta nella trappola. …Ad un certo punto sobbalzai nel sentire il viso di Paolo che aveva avvicinato la bocca al mio orecchio e mi chiedeva come stavo, il "bene" che uscì dalle mie labbra somigliava più ad un rantolo, tanto che lo vidi sorridere e al tempo stesso scambiare un rapido sguardo che a me parve di intesa con Simone.…Simone era un professionista, abituato a "lavorarsi" almeno un paio di donne al giorno aveva una lingua prensile, esercitata, lunga e robusta. Affondava in mezzo alle piccole labbra con l’energia di un dito, entrava ed usciva dalla mia vulva, percorreva la circonferenza del mio clitoride incessantemente, lo mordicchiava leggermente con i denti, lo succhiava, lo aspirava e poi lo respingeva con la lingua. …Paolo mi sollevò dal lettino e mi stese amorevolmente sul letto di stuoie e si mise di fianco a me, mentre Simone si dispose dall’altra parte, da quella posizione diedi uno sguardo al soffitto che rifletteva la nostra immagine, pensai alla scena di Novecento di Bertolucci dove l’attrice protagonista sta tra i due suoi uomini. Paolo e Simone, entrambi nudi, stavano al mio fianco, mi sentivo al settimo cielo. Oramai l’imbarazzo per la situazione era del tutto svanito per lasciar spazio alla peccaminosità, anzi diciamo pure alla lussuria della situazione.Mentre i miei uomini indugiavano in lente carezze sul mio corpo, cercavo di riprendere il controllo per uscire da quello stato di giocattolo erotico in cui ero sprofondata, nel fare ciò notai che sia Paolo che Simone erano in piena erezione, con una certa soddisfazione e spirito di corpo notai che Paolo non sfigurava nel confronto con Simone e con fare malizioso guardandoli alternativamente negli occhi per vedere le loro reazioni afferrai i loro membri, anzi diciamo pure i loro cazzi, ritengo che fosse quello il termine esatto per la situazione. Nel fare ciò, sorridendo, dissi loro "qualcuno è rimasto a bocca asciutta o sbaglio" . Entrambi volsero lo sguardo nella direzione del mio e sorrisero insieme alla scena che lo specchio rifletteva.…Se volevano giocare sporco avevano trovato pane per i loro denti, passai il preservativo a Paolo e Simone si spostò dalla sua parte, e mentre Paolo tentava di mettere il cappuccetto al pene di Simone che io, con la mano, tenevo fermo di fronte a lui, presi in mano anche il membro di Paolo e cominciai a masturbarlo dolcemente facendogli perdere concentrazione tanto che dovette ripetere un paio di volte l’operazione prima di riuscire ad incappucciare Simone.Vi assicuro che idealmente il tabellone segnò dieci a zero per me. Volevo stravincere e avvicinai la bocca al sesso di Simone che stava a 30 centimetri dalla faccia di Paolo, anche se c’era di mezzo il profilattico era pur sempre il cazzo di un altro uomo che stavo succhiando ma non mi bastava per cui con estrema dolcezza misi la mano sulla nuca di Paolo e con lo sguardo fisso sui suoi occhi prima lo baciai e poi avvicinai la sua bocca al membro di Simone.…Nel suo lento incedere aveva incominciato a seguire il mio respiro, con la guancia mi stava chiudendo il naso costringendomi a respirare con la bocca, stavo respirando dalla sua bocca che teneva incollata alla mia, capii quello che stava facendo e lo assecondai anche quando sentivo che la testa si faceva leggera per il tasso di anidride carbonica che stava aumentando nel sangue, però le sensazioni si stavano acuendo, oramai mi stava scopando con tutto il corpo e il movimento dei sui fianchi aveva preso un ritmo più svelto, lo tenevo stretto a me con le braccia e con le gambe sollevate sino a cingergli i fianchi, il suo pene usciva sempre di più dalla mia vagina e affondava di colpo scuotendomi dalla testa ai piedi.Caraibi 1 Simone, oramai era solo un dolce ricordo, partito per una serie di crociere nei Caraibi a bordo di una di quelle navi da crociera che sembrano grattacieli galleggianti. Aveva ricevuto una di quelle offerte alle quali è difficile dire di no. La sua compagnia era diventata una dolce abitudine nella quale sia io che Paolo indugiavamo un paio di volte al mese, più che un amante era diventato un complice, alla fine rifiutava anche il suo compenso di serio e qualificato professionista. I miei due amanti spesso gareggiavano nel procurarmi un piacere che poche donne sicuramente provano nella vita, e io cercavo di ricambiare la loro dedizione donandomi completamente senza remore né fisiche né mentali. Il giorno in cui Simone ci svelò i suoi piani mi accorsi che stavo perdendo un compagno fidato e un amante eccezionale che ci aveva insegnato l’ arte di amare il corpo di una donna, che solo un professionista che ama il suo lavoro possiede. Paolo capì il mio sentimento e cercò in mille modi di sopperire alla malinconia che alle volte provavo, soffriva in silenzio la sua inadeguatezza, di cui era consapevole, e si doleva per la mia tristezza, ma comprendeva che Simone era diventato molto importante per entrambi e ci mancava. Un paio di volte mi propose una nuova esperienza ma il problema era trovare un altro uomo che avesse le doti ed il carisma di Simone, che con la sua forza vitale ti travolgeva e ti precipitava in un turbine di emozioni. Tuttavia il nostro legame era talmente saldo e la passione ancora viva che pian piano tornammo alla vita normale, le ferite si rimarginarono e Simone scomparve anche dai ricordi, anzi la mia mente stese un velo di oblio su quel periodo della mia vita, al punto che pensare ad un altro, che si insinuava tra me e Paolo mi infastidiva, esattamente come accadeva prima di conoscere Simone. Un giorno Paolo arrivò a casa con due biglietti aerei. "Preparati" – mi disse – festeggeremo i dieci anni di matrimonio a Cuba, sarà come una seconda luna di miele, Micina, ho già parlato con i miei: ci terranno il bambino. Wow!!! Cuba era la meta preferita delle mie vacanze, finalmente avrei potuto visitare quei luoghi vagheggiati nei racconti di mio padre, che ci aveva vissuto un paio d’ anni prima di tornare in Italia e mettere su famiglia. Ottenere tre settimane di vacanza in quel periodo dell’ anno non era facile in ditta ma, in virtù della considerazione che godevo presso il mio capo, alla fine la spuntai. Il giorno successivo lo passai a fare shopping, saccheggiai i negozi di costumi da bagno, copricostume, cappelli, parei e qualsiasi altro articolo o oggetto che avesse a che fare con il mare. Il sabato seguente eravamo a Malpensa e dopo un bel po’ di ore di volo atterrammo all’ aereoporto José Martì. Incredibile la sensazione di umido che ci avvolse insieme ad un caldo a cui non eravamo di certo abituati. Ma finalmente eravamo a Cuba. All’ uscita trovammo una fila di taxi, salimmo in un’immensa Cadillac degli anni ’40, di colore bianco celeste che velocemente ci portò al Santa Isabella, un albergo a cinque stelle con 100 anni di storia, situato in Plaza de Armas, ad un paio di metri dalla piazza dove venne fondato il villaggio di San Cristobal, che poi divenne l’Avana che conosciamo. La sala che ci si presentò, una volta entrati nell’ albergo, era fantastica: specchi, lampadari, tavoli e sedie erano in quello stile che le tante pellicole di Hollywood ci hanno mostrato. Il personale alla reception era di una gentilezza commovente, due boys in divisa presero in consegna i nostri bagagli e ci condussero in camera. Paolo aveva fatto le cose in grande stile, forte del cambio favorevole e del fatto che non eravamo in alta stagione aveva prenotato una suite. Uno dei ragazzi, un bel ragazzo sui venti anni, con fare cortese aprì la porta finestra che dava sul patio della suite e la stanza fu illuminata dallo splendido sole dei, il patio dava su Plaza de Armas e in lontananza si vedeva il Malhcon, il famoso lungomare. Paolo mi raggiunse dopo aver dato l ‘immancabile mancia ai due ragazzi, e mi avvolse con le sue braccia da dietro. "Sei felice? Ti piace?" Neanche persi tempo a rispondergli, lo baciai con tutta la passione e la riconoscenza di una compagna che si sente cullata dalle attenzioni del proprio partner. Sotto si sentivano le urla dei ragazzini che assillavano i turisti che lasciavano l’ albergo offrendosi come guide. Il patio era in stile coloniale, come pure il dondolo comodo e spazioso sul quale mi tuffai, Paolo mi raggiunse con una caraffa di succo d’ arancia, non attesi che versasse il succo nel bicchiere e quasi gliela strappai dalle mani tanta era la sete. Avevo indosso ancora gli abiti del viaggio, inadeguati al clima di Cuba, per cui non ci pensai due volte e me ne sbarazzai restando con la sola biancheria intima. Notai lo sguardo di interesse negli occhi di Paolo, il reggiseno era di quelli push-up impreziosito dal pizzo che copriva la parte superiore del mio seno e gli slip giusto un triangolino davanti ed un sottile filo dietro che spariva tra le gambe. Accovacciandomi vicino a lui ripresi a baciarlo appassionatamente, ma gentilmente mi respinse: "Cambiati, ti porto fuori, le sorprese non sono terminate ". A malincuore ubbidii, il languore che provavo mi ricordava che non stavamo insieme da due settimane complice il ciclo e il solito inopportuno viaggio all’ estero di Paolo. Il bagno della suite era grande come la camera da letto, al centro una vasca a livello del pavimento, di lato una doccia che avrebbe potuto accogliere una dozzina di persone, i lavabi in marmo rosa e un divano senza spalliera simile ad un triclinio romano. Mi sbarazzai dell’ intimo e mi tuffai nella vasca ricolma d’ acqua tiepida profumata, la vasca era talmente profonda e larga che si poteva accennare il movimento di una nuotata, su di un lato c’ era il supporto per due persone che permetteva di rilassarsi cullati dall’ acqua. La voce di Paolo mi strappò da quel deliquio e uscita dall’ acqua mi avvolsi in un accappatoio di spugna morbidissima, dopo essermi asciugata lo lasciai sul pavimento e completamente nuda andai in camera per scegliere come mi sarei vestita per quel primo pomeriggio all’ Avana. Non feci caso alle voci che sentivo, probabilmente Paolo aveva acceso la tv come fa sempre quando lo faccio aspettare, aprii la porta del bagno e rivolgendomi a lui dissi: " Paolo devi provare la vasca", ma non feci in tempo a finire la frase. Mio marito ed il suo ospite si erano voltati verso di me sentendomi entrare. Paolo sorrideva per l’ imbarazzo della scena, il suo ospite era combattuto tra volgere lo sguardo altrove e la sorpresa di vedermi completamente nuda, con la bocca ancora aperta per non aver completato la frase. Imbambolata, non sapevo cosa fare, non avevo nulla a portata di mano per coprirmi, non volevo fare la figura della tipa che si copre pudicamente con le mani, per cui reggendo lo sguardo di Paolo e dell’ospite attraversai la camera da letto e mi recai nello spogliatoio dove c’erano le nostre valigie. Quei cinque o sei metri avrei voluti farli di corsa pensando che dopo aver offerto al loro sguardo la parte anteriore del mio corpo avrei completato l’ opera mostrandogli le mie natiche in una passerella inaspettata. Con dignità aggiunsi: "Scusate, faccio in un attimo". Quel figlio di buona donna di Paolo soggiunse: "Fa pure con comodo cara, stavo facendo la conoscenza con Manuel, la guida che l’ albergo ci ha trovato per la vacanza ". Passandogli vicino dissi: "Potevi almeno avvertirmi che c’ erano ospiti". Sorridendo continuò: "Manuel parla perfettamente l’ italiano ha fatto due anni di liceo a Roma ". Avvampai e sparii alla loro vista. La guida? Nessuno mi aveva parlato di una guida, pensai, cercando di ricompormi e alla ricerca di qualcosa da mettermi addosso. Quando ebbi terminato, sentii chiudersi la porta e capii che il nostro ospite ci aveva lasciato, Paolo fece capolino dallo stipite della porta che dava nello spogliatoio e fu lesto a spostarsi quando vide arrivargli addosso la punta affilata di un tacco da 10 cm. delle mie scarpe, "tregua" gridò sorridendo da dietro la porta. In ginocchio implorò il mio perdono: " Scusami l’ occasione era troppo ghiotta per lasciarmela sfuggire, dovevi vedere la tua espressione quando hai aperto la porta." Lo scaraventai sul pavimento e gli saltai addosso: Non mi sono mai vergognata in vita mia come oggi, mi pareva di essere la puledra che passa di fronte agli acquirenti di un mercato arabo". Tornata seria gli domandai chi fosse Manuel e perché rovinare l’ occasione di fare una bellissima vacanza portandoci appresso un estraneo. Paolo mi spiegò che si era documentato sull’ ambiente che avremmo trovato a Cuba, sulla necessità di poter contare su una guida del posto per evitare gli assalti dei locali che si scatenano non appena vedono un turista isolato. Aggiunse che Manuel era uno studente universitario al secondo anno di biologia, figlio di un pezzo grosso del ministero del commercio cubano ed aveva vissuto a Roma un paio d’ anni per cui conosceva perfettamente l’ isola e altrettanto bene la lingua italiana. Fui inflessibile, non me la sentivo di dividere la mia vacanza con altri al di fuori di Paolo, mi feci promettere che avremmo visitato l’isola da soli. Paolo, stranamente acconsentì senza discutere e rimirando e facendo commenti assai lusinghieri sul modo in cui mi ero vestita propose di visitare la città. Sulla porta dell’ albergo il portiere ci propose di farci guidare da una chica (una ragazza). Noi cortesemente rifiutammo, affermando che sapevamo come cavarcela da soli, e notammo un sorrisetto di commiserazione da parte del portiere. Dopo due passi fu la volta di due ragazzi (Jineteros) che si offrirono di accompagnarci in giro per la città vecchia, affermando di essere delle guide autorizzate e mostrandoci dei tesserini che avrebbero potuto essere qualsiasi cosa, tanto velocemente li fecero sparire dopo averceli mostrati. Ci portarono alla cattedrale e da qui sul Malhcon, ci fermammo alla Bodeguita del Medio, il locale reso leggendario da Hemingway, e qui pretesero che gli offrissimo un Mojihto, un mix di Rum scuro, soda, lime, zucchero di canna e menta fresca, che fatto come si deve è molto gradevole ma nella confezione da strada non lo è affatto Quando ci venne fame, ci portarono in una bancarella della vicina piazza dove acquistammo delle focacce, ovviamente anche i nostri squisiti accompagnatori pretesero di partecipare al banchetto. Ad un certo punto non li ressi più e con la banale scusa di voler stare da sola con il mio uomo li liquidai, subito si affrettarono a chiederci 20 dollari per averci fatto da guida, supplicai Paolo di darglieli pur di toglierceli di torno. Fatti un centinaio di metri fummo abbordati da un ragazzo che si offriva per farci compagnia, io che non capivo la lingua del luogo chiesi a Paolo cosa volesse: "Ti sta chiedendo se vuoi la sua compagnia questa notte, afferma di essere superdotato e di saper leccare, immaginati cosa, per ore ed ore ". Rimasi allibita: "Sta proponendo questa cosa a te? " "No per me dice di avere la sorellina vera esperta di un non meglio precisato succhia dito piede, e visto che siamo appena arrivati ci praticherà un grosso sconto sulle tariffe abituali" . Nel tragitto di un paio di centinaia di metri ricevemmo profferte in spagnolo, inglese ed italiano che avrebbero fatto la felicità di sadici, masochisti e soprattutto pedofili. Ero nauseata e chiesi a Paolo di prendere un taxi per tornare in albergo. Il tassista osservò che a Cuba i turisti non potevano pensare di camminare indisturbati senza far parte di una comitiva o essere accompagnati da una guida del posto. Arrivati in camera nostra chiesi a Paolo se pensava che quel Manuel potesse essere la soluzione ai nostri problemi. Temevo che continuando di quel passo avremmo fatto delle vacanze terribili. Paolo rifletté un attimo poi aggiunse: "L’albergo garantisce sulla sua correttezza e preparazione". " Fai la cortesia, richiamalo ! – aggiunsi prima di sparire in bagno. Manuel ci raggiunse nella hall dell’ albergo alle sette di sera, era un bel ragazzo, come lo sono tanti alla sua età, ma i genitori, cubano il padre e una rossa irlandese, la madre, gli avevano conferito un patrimonio genetico invidiabile. La carnagione era chiara, piuttosto abbronzata, ma i tratti somatici erano quelli dei cubani, i capelli castani ramati e due occhi verde scuro brillantissimi. Alto come Paolo circa un metro e novanta, aveva quella muscolatura consistente e guizzante classica di chi fa sport acquatici, giocava a pallanuoto da molti anni. Che strano, forse l’ imbarazzo della situazione del giorno, aveva impedito che notassi tutte queste cose. Manuel era vestito secondo i dettami del luogo, maglietta e jeans, ma la loro fattura denotava una certa cura nel taglio e nei tessuti, i capelli erano lunghi e raccolti in un accurato chignon sulla nuca, al collo un ciondolo che pareva un sole Inca legato da un laccio di cuoio scuro e calzava delle espadrillas verde scuro. Ma quello che mi colpì fu il suo sorriso quando si chinò leggermente a stringermi la mano, avete presente dei denti perfetti e bianchissimi e degli occhi profondi e leggermente orientaleggianti che ti scrutanovano l’ anima. Manuel era bello, indubbiamente bellissimo, peccato che fosse così tremendamente giovane, anche se pareva molto sicuro del suo fascino. In perfetto italiano ci salutò e subito ci presentò il programma che aveva preparato per noi. Era riuscito a procurarsi una Pontiac degli anni 60 convertibile in ottime condizioni, per visitare gran parte dell’ isola. Quando uscimmo dall’ albergo capii subito che con la sua guida sarebbe stata un’ altra cosa. Era come un salvacondotto, nessuno dei tanti passanti osò importunarci con le loro proposte e apprezzai i suoi modi quando mi aprì lo sportello. La Pontiac scoperta era di un fantastico rosso fuoco, con gli interni di pelle rossa consunta dal tempo. Presi posto al suo fianco e Paolo dietro di me, oramai si era all’ imbrunire e ci propose di andare a cena in un raffinato locale per turisti, io gli risposi che ero venuta a Cuba per conoscere la vera Cuba, così come tante volte me l’ aveva raccontata mio padre e poi mi interessava vedere la Havana Vieja (che nel 1982 l’Unesco aveva proclamato patrimonio dell’ Umanità`). Manuel rispose: "Per me va bene, ma statemi vicino". Tra di me, sorridendo pensai: "E chi ti molla" . Andammo in un Paladar, un ristorante privato, di quelli da 10 dollari a persona, dove il padrone di casa ci offrì una cena a base di arrosto di maiale condito con una salsina piccante e una bottiglia di rum aromatizzato, che aveva un sapore aspro e piccante. Dopo il Paladar chiesi a Manuel di portarci in qualche locale notturno dove si potesse ascoltare della musica cubana. Ci portò in un locale vicino alla Plaza della Revolucion, il Delirio Habanero dove si esibiva un gruppo musicale molto quotato tra gli intenditori e poi sul tardi si proseguiva con la discoteca ma sempre con ritmi latino americani. Lungo il percorso, Manuel ci illustrava la storia dei luoghi che attraversavamo, ma io ero distratta, non stavo ad ascoltarlo attentamente come faceva Paolo, che spesso interrompeva Manuel per chiedergli dei dettagli. La mia attenzione era concentrata su un pensiero che si stava facendo strada: chi era Manuel? Troppo perfetto per essere una casuale guida di un hotel, troppo perfetto per i miei gusti, o meglio aveva in sé molti di quegli elementi che amo in un uomo: era prestante fisicamente, aveva dei modi decisi ma gentili, si muoveva con l’ agilità di un grosso felino, aveva lo sguardo di chi intuisce perfettamente cosa nascondi dentro. Mentre parlava, ogni tanto volgeva lo sguardo verso di me, pareva che mi stesse valutando. Un’ altra cosa che mi lasciava perplessa era il modo di rivolgersi a Paolo, diamine si conoscevano da un paio d’ ore e sembrava che si conoscessero da sempre. Il caldo nonostante fosse già tardi ed il sole tramontato da un pezzo era sempre elevato. Sentivo l’ aria calda ed umida che mi imperlava la fronte, a stento mitigata dal flusso d’ aria che investiva l’ auto scoperta, sentivo l’ inguine e le cosce sudate, tanto che ad un certo punto nonostante la gonna molto corta sentii il bisogno di allargare le gambe, il movimento richiamò l’ attenzione di Manuel che per un attimo fissò le mie gambe, mentre sollevava lo sguardo incrociò il mio e mi sorrise con l’ aria innocente di un ragazzino colto sul fatto. Istintivamente mi spostai sul sedile voltando le ginocchia dalla parte opposta a lui. "Che sfrontato" pensai. Arrivati al Delirio Habanero ci trovammo immersi in un’ atmosfera da film, molti turisti ai tavoli ascoltavano quella musica inconfondibilmente cubana, una cameriera ci accompagnò al nostro tavolo e Manuel ordinò da bere per tutti. Questa volta il rum era mescolato ad un succo di frutta che ne addolciva l’ aroma, i cubetti di ghiaccio che galleggiavano nel bicchiere furono una benedizione per la sete ed il caldo sempre presente. Manuel voltando lo sguardo nella sala salutava molte persone, soprattutto molte ragazze che facevano parte della borghesia cubana, poi incrociò lo sguardo con una ragazza di una comitiva di giovani poco distanti dal nostro tavolo. Vedendo Manuel, la ragazza si alzò e gli venne incontro, era molto bella, la classica bella ragazza cubana dalla pelle ambrata. Con un incedere molto sensuale si avvicinò a Manuel e prima che lui riuscisse ad alzarsi dalla sedia gli gettò le braccia al collo e gli diede un bacio sulle labbra, nel fare ciò potei vedere le sue gambe lunghe e slanciate e anche parte di un fantastico sedere a stento coperto dalla sua minigonna rossa. Un tanga veramente ridotto (avete presente il filo interdentale?) lasciava generosamente scoperto il suo fondoschiena. La scena non passò inosservata, Paolo al mio fianco dovette sicuramente rammaricarsi di non avere la macchina fotografica a portata di mano! Si chiamava Teresa, era compagna di liceo della sorellastra di Manuel. Provai un senso di disagio nel vedere l’ intimità` che c’ era tra i due nonostante Manuel cercasse di dissimularla con un certo imbarazzo. Manuel fece le presentazioni e quando fu la mia volta notai nello sguardo di Teresa una malcelata insofferenza, mi squadrò dalla testa ai piedi e si strinse ancora di più al ragazzo cingendogli i fianchi con un braccio, quasi a voler riaffermare un diritto di proprietà su di lui. L’ imbarazzo svanì quando riuscì a trascinarlo nell’ angolo della sala dove alcune coppie stavano ballando. Indubbiamente era una bella ragazza e il modo in cui si stringevano ballando lasciava pochi dubbi sui rapporti che dovevano esserci tra loro. La voce di Paolo mi colse alla sprovvista: "Speriamo di non aver perso la nostra guida ". Infastidita da quel commento, non lo diedi a vedere perché, se da un lato il mio orgoglio di femmina aveva accusato il colpo, dall’ altro ero sollevata dai pensieri che mi avevano assalito in macchina. Dopo dieci minuti, Teresa tornò dai suoi amici e Manuel venne al nostro tavolo, scusandosi per averci lasciato soli. Ci raccontò che era una compagna di studi della sorella e che frequentava assiduamente la loro casa. Paolo, sorridendo, commentò: " Ovviamente tu le darai una mano con i compiti ". Manuel divertito e con una punta di imbarazzo rispose: Beh! Quando posso essere d’ aiuto non mi tiro indietro, sono molto affezionato alla mia sorellina "e alle amiche della sorellina mi pare di vedere" aggiunse in tono complice Paolo, strappando un sorriso a Manuel. Ero veramente infastidita dal tono del discorso, mi sembrava di essere la vecchia zia che assiste alle conquiste del nipotino prodigio, così alzandomi chiesi a Paolo di farmi ballare. " Scherzi?" – mi rispose – "Lo sai che a mala pena me la cavo con un lento, per questi balli sono negato". Manuel si alzò immediatamente e prendendomi per mano mi portò al centro della pista dove oramai c’ erano tantissime coppie impegnate a ballare. Manuel era un ballerino formidabile, nonostante il fisico prestante si muoveva con l’ agilità di un professionista, sentiva la musica dentro di sé e trasmetteva al partner una sensazione di energia e vitalità. Io, da parte mia, appassionata di ballo, avevo frequentato da ragazza la scuola di un’ amica di mia madre per cui riuscivo a seguire Manuel anche se lui apportava continue varianti ai passi, tanto che un paio di volte mi ritrovai tra le sue braccia che mi facevano ruotare, mi attiravano a lui e respingevano. Manuel era bello, aveva la fronte imperlata dal sudore, aveva sciolto i capelli che ora fluttuavano intorno al suo viso e sulle spalle conferendogli un aspetto selvaggio. La polo incollata al centro del torace e sotto i pettorali, per il sudore, delineava il suo corpo atletico come una seconda pelle, i jeans aderenti mettevano in risalto un sedere perfettamente modellato. Cominciai a percepire l’ afrore del suo sudore quando con le braccia mi attirava, la pelle emanava un buon profumo di maschio, le sue mani abituate a carpire il pallone bagnato durante le partite di pallanuoto erano forti e agili, sentivo la loro forza quando mi facevano roteare imprimendo il movimento ai miei fianchi. Poi la musica cambiò ritmo, la voce del cantante del complesso si modulò in un blues caldissimo e mi trovai serrata tra le braccia di Manuel con le sue mani che mi tenevano aderente al suo corpo, assecondando i movimenti dei suoi fianchi. Lo guardavo dritto negli occhi, sentivo il suo respiro affannato dal ritmo del ballo precedente, sentivo il calore che emanava. Per un attimo percepii un movimento tra me e lui all’ altezza dell’ inguine e istintivamente infilai ancora di più la mia coscia tra le sue forzando il passo di danza, lui si ritrasse e come il ritmo della danza si fece più veloce fece ruotare il mio corpo e mi ritrovai di spalle stretta a lui. Ora decisamente lo sentivo, spostai il bacino al centro delle sue gambe e accentuai il movimento ondulatorio dei fianchi, improvvisamente fummo interrotti da un’ altra coppia che nell’ impeto del ballo ci urtò leggermente. Ci separammo. Tornando al nostro tavolo trovai Paolo che conversava amabilmente con Teresa. Fui infastidita dalla scena e non feci nulla per nasconderlo. Lei prese Manuel per mano e lo trascinò nuovamente a ballare. Con un tono secco chiesi a Paolo se Teresa l’ avesse intrattenuto affabilmente. "È veramente notevole quella ragazza, – mi rispose – dimostra molto più della sua età, non si è persa un dettaglio del vostro ballo, penso che Manuel dovrà darle qualche spiegazione ". Arrossii violentemente: " Cosa vorresti dire?", aggiunsi un po imbarazzata.Per manifestare il mio disinteresse dissi: "Rientriamo in albergo sono stanca, lasciamo i ragazzi a divertirsi". Anche Paolo si dichiarò stanco perché non aveva ancora assorbito la differenza di fuso orario, perciò dopo un breve conciliabolo con Manuel fece chiamare un taxi dal cameriere e tornammo in albergo. Arrivati in albergo, il portiere consegnò a Paolo un biglietto, poi salimmo in camera. In ascensore gli chiesi cosa ci fosse scritto nel biglietto. "Oh, nulla di importante – mi rispose – è solo la conferma della battuta di pesca di domani" "Battuta di pesca? – esclamai con voce alterata – Lo sai che odio andare a pesca". Nessun problema, ho sentito Manuel e mi ha promesso che domani ti porterà all’oasi marina di Santa Caterina che volevi visitare" "Ma volevo stare insieme a te durante le vacanze" dissi con rammarico. "Giulia, siamo appena arrivati, abbiamo 3 settimane per noi, sai quanto ci tenevo ad una battuta di pesca al marlin, se non ci vado domani non avrò più l’opportunità di farlo". Se da una parte ero dispiaciuta, dall’altra visitare i dintorni di Guanabo, un paese situato nelle Playas del Este, le più famose spiagge dell’isola, mi avrebbe compensato del fatto di essere stata abbandonata dal maritino. L’indomani fui svegliata alle sei del mattino dal trambusto che Paolo stava facendo per prepararsi alla battuta di pesca. Nel salutarmi mi disse che Manuel sarebbe passato a prendermi alle otto. Mentre ancora stavo sognando fui svegliata da qualcuno che bussava alla porta, era la cameriera che portava la colazione che Paolo aveva ordinato per me. Dissi di entrare che la porta era aperta e ancora con gli occhi chiusi, quando sentii la porta aprirsi, le dissi di poggiare sul letto il vassoio e di scostare le tende della porta finestra. "La signora comanda qualcos’altro?" Questa domanda, in perfetto italiano e non nello spagnolo del personale di servizio, mi fece sobbalzare ancor più del tono maschile della voce. Era stato Manuel a parlare, come per magia si era materializzato nella camera e come vide il mio sguardo stranito si affrettò a dire: "Ciao, Giulia, mi sono permesso di sostituire la cameriera, sono già le otto e se vogliamo andare al PARCO NATURAL DEL RINCON DE GUANABO dobbiamo affrettarci. Dista circa 25 chilometri da qui".
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8 anni fa
gi63capo,
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