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Emy 3°parte
Tra leccate di culo pissing e scopate si stava avvicinando il matrimonio.
Mancavano circa 2settmane al matrimonio quando dopo una giornata di stress la sera siamo andati al solito posto in auto(quell'esperienza è indelebile)mi stavo inculando Emy a pecorina con violenza come piace a lei tutti nudi lei solo con reggicalze e calze...mi fanno impazzire.ma piace indossarle anche a lei...con turpiloquio che ormai faceva parte del nostro DNA..troia rotta in culo ...etc etc e lei di rimando sfonda la tua troia rompimi il culo sono una puttana etc etcprrso dall'eccitazione forse ho aperto gli sportelli ...forse per fare vedere la troia a qualche guardone di passaggio...non so..ad un certo punto si è materializzato un tizio a pochi centimetri da noi con il cazzo in mano che si segava...
A quella visione ho invitato Emy ad aiutarlo lei mi ha guardato con uno sguardo sbalordito per poi cambiare espressione compiacente sorridendomi con un aria da diva porno passandosi la lingua sulle labbra e sempre guardandomi ha iniziato a segarlo ...sempre guardandomi ha iniziato a passare la lingua sulla cappella del tizio per poi farsi scomparire il tutto in bocca .
A quello spettacolo ho incarato la dose di troia bocchinara etc etc mentre con la mia mano sulla nuca della troia dettavi i tempi del pompino ...lei ansimava godeva...gli piaceva..siamo venuti insieme ...il tizio in bocca ad Emy.
Girandosi mi guardava a bocca aperta per farmi vedere la sborra in bocca invitandomi a baciarla sentivo il sapore del cazzo e della sborra del tizio abbiamo ripreso a scopare ancora più forte di prima incuranti se c'era qualcuno che ci stava vedendo...non prima di avergli lavato la bocca con il mio piscio.
Non abbiamo dato peso all'accaduto...abbiamo dato la colpa allo stress dovuto alla preparazione del matrimonio....forse!
Da sposati ?tutta un altra storia scopavamo sul letto in bagno nel salone e poi le sue fantasie...
Quando andavamo nei centri commerciali...a fare la spesa.. al cinema ..sotto il soprabito..be niente solo greppiere reggicalze e quelle calze anni 50 con riga o tacco e punta che compriamo in un sito on line dove ci sono queste calze anni 50 Cuban. Bellissime di seta o Nylon...quando ritornavano a casa era pronta per una o più dosi di cazzo.
Il sabato e la domenica pomeriggio la passavamo a vedere DVD porno ...Extreme o quelli eleganti francesi.
Usiamo falli finti di diverse dimensioni anche molto grossi per le doppie penetrazioni ..anche cunei anali uno nuovo molto spaventoso(grazie a questi oggetti ho iniziato a fistare Emy prima in fica e poi nel culo .
Poi uno strap on che usava per il mio di culo
Capite prima di avere incontri con coppie e singoli era diventata una vera troia
Un altra cosa in spiaggia sempre nuda se non c'era possibilità di spiagge naturiste be lei in topless senza slip ma una sorta di cerchietto per capelli da una parte larga e dall'altra più fina che si incastrava sulla fica ma il dietro aveva come un filo che gli passava tra le natiche il tutto moto rigido. Una grande esibizionista.
Alla prossima inizierò a raccontarvi del primo incontro in un club privè dove è iniziato il nostro mondo di scambisti......CONTINUA
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3 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 11 ore fa -
Emy 2° parte
.......il sesso andava a gonfie vele...lei all'università io al lavoro non vedevamo l'ora d'incontrarsi per stare insieme e per farci delle belle scopate...certo limitati in quanto il tutto si faceva in auto.
Il suo modo di vestire sempre femminile gonne tacchi e quelle calze anni 50 e quel camminare sensuale faceva si che la gente si girava per osservarla (a lei piaceva questo) da una parte mi ingelosivo ma da un altra mi eccitava...comunque abbiamo iniziato ad inoltrarci su un sesso più "spinto"
Pissing....quella volta era estate stavamo in aperta campagna avevo messo una coperta sul prato tutte e due nudi lei anche in estate se dovevamo scopare si metteva le calze in auto prima di farlo...non mi dilungo...quando mi sono messo con i ginocchi a bloccare le sue braccia ed a quel punto gli dissi che gli volevo pisciare in faccia lei stupita ha iniziato a ridere..ed io l'ho innaffiata...lei rideva si contorceva mala gradiva infatti appena ho finito mi ha preso il cazzo e leccava le ultime gocce anche lei ha voluto farlo su di me etc etc...da quel giorno il pissing è divenuto una cosa istintiva e naturale per noi era lei che mi diceva e dici di pisciargli in culo fica e bocca.
Leccare il culo.....questa è forse la cosa che molti di voi non approveranno ma vi giuro che è la cosa più divina se è fatta in modo volontario...e non costrittiva
Comunque successe che sempre in auto dopo avergli leccato la fica e il culo mi rivoltò a pancia sotto inizio a leccarmi le spalle scendeva con la lingua fino a fermarsi sul mio culo mi mordeva le chiappe rideva e poi ho sentito il suo alito sul mio buco e a poco a poco la sua lingua lambiva il mio buco...un eccitazione indiscrevibbile...e quando mi sono messo a pecorina per masturbarmi lei mi prese il cazzo e ha iniziato a menarmelo con la sua lingua che andava dalle palle al buco di culo (sapevo che non aveva un buon sapore visto che al lavoro ero dovuto andare in bagno)lei gradiva in quanto con l'altra mano si stava masturbando come un indemoniata da quel giorno anche questo è divenuto un abitudine
Ok..,.leggetevi anche questa storia la prossima inizierò con quella che ci ha portato ad entrare nel mondo di trasgressione con singoli e coppie.......CONTINUA
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2
3 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 11 ore fa -
Inizio emy 1°parte
Vorremmo raccontarvi come è iniziato il tutto precisiamo che siamo una coppia navigata in questo mondo per noi è un gioco e tale deve rimanere non ci piace il sesso mordi e fuggi di coppie e singoli anche di colore ne conosciamo molti...il primo incontro sempre e solo in un club viaggiamo siamo presenti in vari siti anche stranieri per i video ...sono presenti in un sito straniero dove non possono essere scaricati saremmo noi a inviarvi un link per email ... sarà una nostra scelta .
Ogni settimana cambieremo foto sul nostro profilo così potrete conoscere cosa gli piace fare. (tutto) poi se c'è qualche marito che piace scambiare le foto sexy della propria moglie ...senza censura del viso ben venga solo ripetiamo sexy no hard
Emy anche prima che la conoscessi era stata sempre un po' esibizionista sprizzava femminilità da tutti i pori gonna tacchi calze gli piaceva che qualcuno la guardasse uno ero io sapevo che già dai 16 anni faceva sesso con gente un po' più grande un giorno ad una festa entrando nel bagno vidi lei a pecorina che prendeva il cazzo del suo ragazzo nel culo rimasi imbambolato come un fesso ma mi cacciarono via.
Molto tempo dopo i'ho rivista in un locale ci siamo conosciuti lei 18 io 25. Era molto spigliata elegante sapeva quello che voleva una ragazza di classe.prima sera .
Riaccompagno a casa in auto nel sedersi la gonna si alza si sposta e vedo i ganci del reggicalze(ne vado pazzo )non capisco più niente parliamo intanto il mio sguardo va sulle sue gambe velate dalle calze nere
Se ne accorge rimane tranquilla arriviamo mi fa parcheggiare un po' distante da casa mi bacia ed iniziamo a pomiciare la sua mano va sulla mia patta me lo tira fuori e rimane entusiasta (ho un bel cazzo)me lo mena e poi va giù di bocca un pompino superbo lecca bacia tutto in gola io intanto gli avevo tirato su la gonna. Non portava l'intimo toccavo fica e buco di culo ho lottato contro me stesso per non sborrare subito lei godeva come una troia gli avevo messo due dita nel culo nell'eccitazione gli sono venuto in bocca lei godendo ingoiava e mi ripuliva il cazzo.finito il tutto è scesa mi ha salutato e mi ha dato l'appuntamento per il giorno dopo.Durante il viaggio di ritorno annusavo i miei siti che erano stati dentro la sua fica e dentro il suo bucio di culo.
La sera dopo mi ha portato in un parcheggio dove c'erano altre coppiette ma sapevo pure che qualche guardone girava da quelle parti messi i giornali ci siamo spogliati completamente rimasi estasiato nel vederla con un reggicalze rosso e le calze color carne con tacco e punta(anni 50 le mie preferite.)Mi ha prosciugato per ben due volte ho sborrato .
Quando lo messa a pecorina sul sedile dopo averglielo messo in figa mi ha invitato ad incularla (non abbiamo e neanche adesso usiamo i preservativi)quindi nel culo potevo fargli quello che volevo.
La cosa che non mi scorderò mai (ancora oggi è così)la voglia di essere inculata con violenza e quello che diceva tipo"rompimi il culo...sfondalo...sono una troia rotta in culo e così via..."ma la cosa meravigliosa fu quando venuto nel suo culo se le preso in bocca pulendolo.
Li decisi che doveva essere la mia ragazza e state sempre a lei
La mia ragazza troia............. CONTINUA
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3 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 11 ore fa -
La moglie in affitto.
Mi chiamo Ambra, ho venti nove anni e sono sposata con Luca che ha un anno più di me. Ho conosciuto Luca circa dodici anni fa, eravamo compagni di scuola. Mi è subito piaciuto il suo modo delicato di porsi: mai un gesto o una parola fuori luogo. Sempre attento e dolcissimo nei miei confronti, anche se, all'epoca, ero già una bella ragazza che non passava inosservata e, spesso, ricevevo commenti e proposte un po' troppo ardite. Sono alta un metro e settantacinque, occhi grandi e meravigliosamente verdi, viso tondo, corporatura snella, seno una terza abbondante, tondo, perfetto come due grosse arance, culetto a mandolino, ben proporzionato, cui convergono due cosce lunghe e ben affusolate; quello che però tutti notano, appena mi vedono, è una gran massa di capelli neri, lunghi, mossi, che mi arrivano fin sopra le spalle. Appena sposati abbiamo acquistato casa e, ovvio, non avendo a disposizione tutti i soldi occorrenti, abbiamo sottoscritto un mutuo, convinti di poterlo pagare in tempi brevi, stabilendo una rata mensile di circa mille euro. Luca lavorava come contabile in una fabbrica ed il suo stipendio era di oltre due mila euro, mentre io lavoro in un negozio di abbigliamento molto esclusivo, ma il mio stipendio arriva appena ai mille trecento euro. Per circa otto anni le cose sono filate bene. Luca, oltre quel lavoro, avendo il sabato e la domenica liberi, ed avendo conseguito tutte le patenti possibili, in quanto figlio di un istruttore di scuola guida, collaborava con un amico, gestore di noleggio auto, ad organizzare escursioni o gite, che ci hanno sempre permesso di racimolare soldi per le ferie, senza intaccare gli stipendi. Arrivata la crisi, si è messo tutto in discussione. La fabbrica di Luca ha chiuso e, perciò, lui è rimasto senza lavoro ed io, con il mio modesto stipendio, non potevamo di certo far fronte agli impegni assunti. Fortunatamente il suo amico lo ha assunto, anche se con contratto a tempo limitato, che, intanto, serviva a darci una mano a sopravvivere. Nel negozio dove lavoro io, eravamo cinque commesse, ma il proprietario, un ricchissimo signore inglese, con la crisi ha dovuto licenziarne due. Siamo rimaste in tre: Elisa, la più anziana, perché munita di uno spiccato senso per gli affari; io per la mia bellezza, tant'è che le persone che entrano si rivolgono subito a me, e Nadia, che ha l'aspetto molto giovane e quando viene un ricco cliente con l'immancabile “nipotina”, si rivolge a lei. Inoltre, per un sabato ciascuna, restiamo a casa, dal momento che sembra che la gente facoltosa non ami fare acquisti il sabato: c'è troppa gente in giro, troppa confusione e, in effetti, è il giorno che si lavora di meno. Ovvio che io e Luca, con questi chiari di luna, non ci possiamo permettere molti lussi, ma cerchiamo di tirare avanti. Quello che voglio raccontarvi è cominciato circa un anno fa. Una mattina, davanti al negozio, si ferma Luca con la vettura elegante che usano per i clienti più ricchi, e ne scende un signore molto distinto. Saluto con un cenno del capo mio marito. Subito mi metto a disposizione del cliente che sta cercando un elegante abito da sera, per una cerimonia cui deve presenziare. Gli faccio vedere alcuni capi veramente belli e, alla fine, la sua scelta si concentra su due modelli, li prova e chiede il mio parere. In piedi, davanti a tre specchi che gli mostrano l'abito da tutte le angolazioni, lo osservo: è un bell'uomo, alto, imponente, spalle larghe, occhi scuri, mani grandi e ben curate, forte, ma non grasso.
«Credo che questo modello, a doppio petto, le stia benissimo, ma bisognerebbe vedere il vestito della sua dama per avere il quadro perfetto».
Esterno quel suggerimento, mentre sono al suo fianco, con la conseguenza che la mia immagine viene riflessa nello specchio.
Lui mi osserva, si gira, mi prende per mano e mi mette alla sua sinistra in assoluto silenzio.
«Adesso che ci penso: io non ho una dama da portare con me e questo è un serio problema».
Parla seguitando a guardare la nostra immagine riflessa nello specchio.
«Senta, le faccio una proposta. Le do cinquemila euro, più tutte le spese necessarie, se mi accompagna. La prego, non le farò alcun male, non la sfiorerò con un dito, dormiremo in camere separate, lei dovrà essere solo una silenziosa compagna al mio fianco».
Parla con un tono di supplica. Lo guardo allibita. Ne ho ricevute di proposte, offerte e anche ingenti somme di danaro, ma non certo per fare da dama di compagnia e poi, chi lo conosce? Scuoto il capo, non mi va.
«Mi scusi, ma non posso accettare; io sono sposata e che gli racconto a mio marito?»
Ribatto con voce serena e discreta.
«Signora, mi scusi se insisto, ma sono assolutamente nei guai; non mi abbandoni la prego! Parlerò con suo marito e, se vuole, può venire anche con noi, ma deve essere la mia dama; la prego, lo chiami, che ci parlo io».
Ribatte con un tono fermo e risoluto.
«Non ho bisogno di chiamarlo, è l'autista della vettura che lo ha portato qui».
Rispondo sorridendo. Lui esce e poco dopo torna con Luca, gli spiega garbatamente la cosa e chiede il suo consenso. Luca mi guarda: è consapevole che la cosa è molto strana, ma lo è di più considerando il fatto che quei soldi ci farebbero assolutamente comodo.
«Amore, se vuoi andare, vai; io però non posso venire: sono fuori a noleggio con la squadra di basket e poi, tu questo sabato non lavori, quindi decidi tu: mi fido di te».
Così la decisione ritorna in mano mia. Il nostro siparietto ha attirato l'attenzione di Elisa, che si avvicina mentre Luca esce per tornare nella macchina, anche allo scopo di evitare qualche multa. Mi giro verso il cliente e, facendo finta di sistemare un bottone, gli dico sottovoce:
«Quella non deve sapere nulla».
Faccio le presentazioni e scopro che lui si chiama Lorenzo.
«Signora, giusto lei volevo. Vede ho una moglie che ha la sua stessa corporatura ed aspetto, ma non la bellezza di questa signora. Sono consapevole che vi chiedo una cosa che esula dal vostro normale lavoro, ma vorrei acquistare un vestito per fare una sorpresa a mia moglie. Mi chiedevo se la signora potesse indossarlo, giusto per rendermi l'idea di come potrebbe essere vedendolo indossato».
È ciò che chiede con tono garbato, ma determinato.
Ovviamente Elisa mi mette a sua disposizione.
«Che cifra aveva intenzione di spendere per la sua signora?»
Chiedo con un tono quanto più professionale possibile.
«Quando vedo una cosa bella, non bado a spese pur di averla», risponde sorridendo.
Le sue parole mi sconvolgono fin dentro il profondo dell’anima. Mentalmente mi chiedo dove mi porterà questa cosa, che sto assecondando.
Gli mostro diversi capi; lui vuole che io l'indossi e, alla fine, decide per un modello veramente fantastico.
Nero, arriva a meta coscia, sale e avvolge i miei seni, come una seconda pelle, dietro mi lascia la schiena quasi totalmente nuda, sorretto al collo da due catenelle d'oro. Ho dovuto togliere il reggiseno per provarlo. Elisa mi porge delle scarpe con tacco dodici. Quando le indosso e mi guardo nello specchio, io stessa resto a bocca aperta, sembra disegnato su misura per me. Lui paga ed esce, non senza avermi sussurrato che prenderà accordi con Luca per il viaggio. La sera a letto con Luca, ne parliamo. Luca è tranquillo: mi dice che succede spesso che facoltosi signori si fanno accompagnare da belle donne; fa parte della loro immagine e la cosa non assume carattere sconveniente, senza contare che i soldi ci danno qualche respiro in più. Non sono molto convinta, ma lascio cadere l'argomento; salgo su di lui per far sesso e lo sento duro fra le mie gambe.
«…mmmhuummm! Siamo già così in tiro? Come mai? Cosa ti ha eccitato, oggi, per ridurti così?»
Lui mi abbraccia, mi fa ruotare e mi ritrovo sotto di lui che ora sta appoggiando il suo duro membro alle labbra della mia micetta, che si è bagnata rapidamente.
«Forse mi ha eccitato l'idea che mia moglie andrà a fare un viaggio con uno sconosciuto».
Appena dette queste parole, lo spinge dentro di me con forza. Lo sento entrare deciso; mi è sempre piaciuto il suo modo così diretto di scoparmi, deciso, rapido. Entra e mi pompa con forza, fino a che non raggiungo, rapidamente, l'orgasmo e godo stringendolo forte a me. Lui mi lascia riposare un momento, poi ricomincia a pomparmi con sempre maggior ritmo, fino a schizzare il suo seme nel mio ventre. Restiamo per un po' abbracciati, poi vado in bagno a lavarmi e, quando torno, lui sta già dormendo. Mi distendo e ripenso a tutta la vicenda; temo che potrebbe avere un epilogo diverso. Il sabato mattina presto, passa Lorenzo a prendermi con un taxi. Due ore dopo siamo a destinazione. Entro con lui in un lussuosissimo hotel. Mi aspettavo due camere separate, ma devo riconoscere che mi aveva informato che avremmo occupato una suite. Durante tutto il viaggio, lui non mi ha dato alcun fastidio; è stato cordiale ed anche sempre intento a visionare fogli e resoconti di lavoro.
«Mia cara, ora io esco. Tu riceverai un trattamento completo: massaggio, pulizia del viso, poi parrucchiera e manicure e, infine, sarai truccata da una professionista.
Mi raccomando: indossa tutto e sii pronta per il pomeriggio, quando una vettura verrà a prenderti e ti condurrà da me. Per qualsiasi cosa, chiedi al direttore».
Mi bacia sulla guancia e se ne va. Tutto si svolge come da copione. Sono curata e truccata nei minimi particolari, nulla è lasciato al caso, compresa una accuratissima depilazione anche delle parti intime: non ne comprendo lo scopo, ma accetto, quasi con soggezione. Alla fine il risultato è meraviglioso: guardandomi allo specchio, mi trovo decisamente bella ed attraente. Addirittura, quando indosso l'abito, devo eliminare anche le mutandine, perché è talmente aderente, che si notano, pur essendo sottilissime: mi sento eccitata a trovarmi, per la prima volta, nuda in mezzo alla gente. Poi mi conducono davanti ad un meraviglioso palazzo. Scopro che è la sede di una importantissima azienda che estrae e commercia diamanti. Lorenzo mi accoglie sulla soglia e mi guarda estasiato.
«Sapevo di aver fatto la scelta giusta. Sei bellissima. Adesso ti spiego il tuo compito. Oggi qui ci sarà la vendita di meravigliosi diamanti: io ho deciso che tu li dovrai indossare. Sarà un modo insolito, per i compratori, di vedere le nostre creazioni indossate da una bella donna come te. Sarai la mia modella che, al posto di abiti, indosserà e sfilerà con dei meravigliosi diamanti».
Parla introducendomi dentro una stanza, dove ci sono molte persone che si occupano subito di me.
Poco dopo, entro in un salone dove Lorenzo mi presenta e, soprattutto, chiede ai compratori di ammirare le creazioni. Sono stordita: indosso gioielli per non so quante migliaia di euro e sono praticamente nuda. Un successo! In meno di un’ora Lorenzo ha piazzato diamanti per cifre astronomiche. Io ho ricevuto commenti ed occhiate da tante persone che, alla fine, mi sono sentita concupita e, dentro di me, ero tanto eccitata dalle sensazioni che ricevevo. Alla fine se ne vanno quasi tutti. Lorenzo mi presenta Evans, il suo direttore nonché proprietario, ed altre due persone: Dimitri, un russo e Tafari, un sud africano. Entrambi sono di statura imponente. Il nero, poi, sembra enorme, non grasso, mentre il russo ha l'aria del porco, da come mi mangia con gli occhi. Evans ci invita a cena nella sua lussuosa villa. Poco dopo siamo all'interno di una delle case più belle ed eleganti che abbia mai visto. Egli mi prende per mano e mi presenta a sua moglie, Greta, una donna molto bella, dalla pelle bianca e dai modi estremamente gentili. Ci sediamo a tavola; la cena è superba, mai mangiate tante prelibatezze. Si scherza, si ride ed io cerco di mantenere un contegno adeguato a non far sfigurare Lorenzo, che osserva compiaciuto. Dopo cena ci trasferiamo in un piccolo studio, molto intimo; raccolte di libri, alle pareti quadri e mobili molto belli e dall'aria antica, poltrone e divani di cuoio marroni. Mi devo sedere e so già che le mie gambe saranno in bella mostra, ma sto al gioco. I maschi si versano del liquore, che io rifiuto, mentre Greta mi si avvicina e mi chiede se sono disponibile a variare un poco la serata. La guardo senza afferrare subito il senso della richiesta, ma poi comprendo quando la sua mano si poggia sulla mia coscia. Mi giro e guardo Lorenzo che, in silenzio, mi osserva; sento il respiro diventare veloce, cerco di mantenere la calma; non mi aspettavo certo questo, ma decido che sono in ballo e voglio ballare. Lascio che lei lentamente risalga e insinui la sua mano sotto il mio vestito. I maschi ci osservano immobili, in piedi davanti al caminetto acceso. Le luci si abbassano lentamente e Greta avvicina la sua bocca al mio collo, lo bacia, mi procura un lungo brivido; non sono mai stata con una donna e non so come comportarmi. La lascio fare, lei incontra la mia natura nuda e bagnata, e le sfugge un gemito.
«...uuuuhnm... Piccola sei già pronta!»
Lentamente, mi spoglia. Mi ritrovo nuda, distesa a cosce aperte, sul divano; sono sotto lo sguardo estasiato dei maschi che ora hanno tirato fuori le loro mazze e si masturbano lentamente. Mi giro li osservo e resto a bocca aperta: Lorenzo ha un bel cazzo, Evans non è da meno, Dimitri è un vero super dotato in circonferenza, ma quello che mi spaventa è Tafari, da paura! Lunghissimo e grosso, tanto grosso e nero. Greta intanto mi sta leccando, mi trascina su di lei sul tappeto, ai piedi del divano. Ci rotoliamo, cerco di contraccambiare il piacere che mi sta facendo provare. La mia inesperienza la eccita ancora di più.
«Sì, piccola, così di mi fai godere sì…»
Pronuncia solo poche parole in italiano, poi inizia a parlare olandese e io non capisco più nulla, anche perché mi sta facendo godere e lo grido con tutto il fiato che ho in gola. Serro le gambe istintivamente, imprigionandole la testa fra esse. Lei mi lecca con ardore e raggiunge ancora un orgasmo. Sono impazzita, sto godendo e ricambio il piacere con una donna: mai fatto e mai goduto tanto! Sfinite, ci sciogliamo. Lei mi sale sopra e bacia i miei seni; li succhia e gemo di piacere. Si gira verso i maschi che ora si sono avvicinati e messi in cerchio. Li guardo, tremo al solo pensiero di averli dentro, ma loro si segano velocemente e ci coprono di schizzi di sborra sul viso, sul corpo, dappertutto. Greta li spreme uno per volta e mi fa leccare la mano intrisa di seme, cosa che faccio con un gesto lascivo, che fa vibrare i maschi. Tafari mi avvicina la punta alla bocca e mi spruzza le ultime gocce direttamente in bocca. Il sapore mi piace, è forte, speziato, diverso da quello che ho ingoiato finora. Lentamente si ricompongono, mentre Greta mi prende per mano e, aperta una porta, mi conduce in bagno. Mi abbraccia e bacia, continua a leccare il seme che mi cola lungo il corpo.
«Grazie! Non ero certa che accettassi. Lorenzo mi aveva detto che non eri una squillo, ma ho voluto provare. Sei stata meravigliosa: credo sia stata la tua prima volta, vero?»
Sorride guardandomi negli occhi. Ci mettiamo in ordine, lei mi lava con cura, mi asciuga e poi mi prende per mano. Torniamo nella saletta, ci rivestiamo. Lorenzo incomincia a salutare, Evans apre un cofanetto e ne estrae un piccolo, ma bellissimo diamante dai riflessi verdi.
«Questo te lo voglio regalare per le intense emozioni che ci hai donato, in particolare a Greta, che non la vedevo godere così da tempo; poi ha i riflessi del colore dei tuoi occhi».
Dice questo mentre glielo lega al collo.
«Quando Lorenzo verrà in Sud Africa, devi venire anche tu; ti aspetto, mi hai fatto godere tantissimo».
Mi parla Tafari, facendomi sparire fra le sue immense braccia.
«Naturalmente prima verrai a Mosca, devo assolutamente ripetere quello che Lorenzo ha fatto qui e tu sei indispensabile».
Mi propone Dimitri mentre mi bacia la mano.
Rientriamo in hotel. Lorenzo è stato in silenzio durante tutto il tragitto, poi, dentro la suite, si gira, mi bacia e mi stringe a sé.
«Inutile che io ti dica quanto sono rimasto soddisfatto del tuo comportamento. Sei andata ben oltre i nostri accordi. Spero che ora vorrai continuare: non so se hai ben chiaro il successo che hai avuto. Nei prossimi viaggi, ti voglio al mio fianco, ma ora ti vorrei nel mio letto».
Parla con un tono di voce calma, mentre mi accarezza dietro la nuca. Sento che lo voglio, sono ancora eccitata da tutta la vicenda e non mi è bastata una leccata, per sentirmi appagata. Mi lascio condurre in camera, mi spoglio, lui mi accarezza ed io lo prendo in bocca, scatenandomi. Lo lecco tutto, poi lo ingoio fin dentro la gola per poi farlo scivolare fuori lentamente; è un'operazione che lo fa impazzire.
«Bravissima! Mi fai impazzire! Ti voglio!»
Non gli do tregua. Salgo su di lui e m'impalo su quel perno di carne durissima. Mi penetra fino in fondo. Mi dilata e scivola dentro con forza, mi scatena un orgasmo che mi fa tremare tutta, mentre godo a raffica. Perdo il conto degli orgasmi che provo. Lui è fantastico, mi mette di lato e mi scopa, con una furia selvaggia. Infine, insieme, raggiungiamo l'ennesimo orgasmo; lui si svuota dentro di me, con un grido che sveglia tutto l'hotel.
«Vengo! Adesso!»
«Eccomi! Sborro! ORA!»
Restiamo abbracciati e ci addormentiamo così. Il giorno dopo, mentre siamo in volo, lui mi chiede se posso liberarmi, alcuni giorni, per andare con lui a Mosca. Dentro di me mi sento in colpa: penso che ho tradito Luca. Lorenzo si accorge della mia inquietudine; mi solleva il capo e sorride, infondendomi serenità.
«Se hai dei sensi di colpa, sappi che non serve. Ho conosciuto Luca circa due mesi fa e, quando gli ho chiesto se conosceva una bella ragazza per una sfilata, lui mi ha fatto vedere te. Sono entrato nel negozio, sapendo quello che c'era da sapere per convincerti, quindi lascia perdere e pensa al danaro e a tutto quello che ci hai ricavato da questa storia. Se riesci ad ottenere almeno dieci giorni di ferie, ti assicuro che non te ne pentirai».
Parla con voce assolutamente ferma e convincente.
Mi giro, osservo fuori e penso a mio marito che, in sostanza, mi ha offerto a lui. Ebbene, se è questo ciò che vuole, lo accontento. La sera, a casa, Piero mi si avvicina e mi chiede com'è andata. Lo guardo e decido di vendicarmi, rispondendogli in tono allusivo.
«Bene, mi hanno anche regalato un bel diamante ed altro».
«Amore, sono contento che tu ti sia trovata bene: mi racconti qualche dettaglio?»
Chiede con voce rotta dall'eccitazione.
«Certo! Mi hanno fatto sfilare con tanti gioielli. Mi hanno offerto una cena e poi mi hanno anche scopato in tre: sei soddisfatto o vuoi altri particolari?»
Gli rispondo dura. Sento il suo cazzo durissimo. Cerca di possedermi, ma io non ci sto.
«No, bello mio! Ho già avuto una bella razione di cazzo; al massimo ti faccio una sega, mentre ti racconto di come e quanto mi hanno sfondato tutta».
Parlo mentre comincio a segarlo e gli racconto cose non vere. Quando gli dico che mi hanno ricoperto di sborra, schizza anche lui.
«Amore, in fondo era prevedibile. Ha pagato tanti soldi per affittarti, che lo dovevi mettere in conto che poteva scapparci una scopata».
Risponde con l'aria più ingenua di questo mondo.
Lo guardo, sono disarmata dalla sua tranquillità, non sembra abbia importanza se mi hanno spaccato in due o semplicemente scopato. Sono allibita!
Sei giorni dopo, sono in volo per Mosca.
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3 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 12 ore fa -
per la prima volta cornuto!
Ciao, sono Paola, una donna di mezza età, a detta di tutti abbastanza carina, bruna di carnagione, con un bel corpo, una di quelle bellezze mediterranee che non passa mai inosservata, in special modo quando indosso abiti che esaltano le mie forme sinuose. Mio marito si chiama Giorgio, ha qualche anno più di me, è un uomo prestante, di bella presenza e mi ama alla follia. La nostra vita coniugale è costellata di alti e bassi, come succede un po' in tutte le coppie e, proprio durante una fase di stanca, in un momento in cui mi sentivo trascurata da Giorgio, sempre più preso dal suo lavoro e dai suoi interessi, capitò che, quasi per ripicca, iniziai ad assecondare le avances di un mio collega, che da tempo mi stuzzicava, ma cui non avevo mai concesso nulla di più, se non poche battute al bar. Fu così che, quasi per gioco, una mattina, salendo in ascensore con Andrea, il collega, per raggiungere l'ufficio, decisi di sbottonare audacemente la camicia, lasciando intravedere il reggiseno, noncurante dello sguardo sbigottito di lui che non riusciva a staccare gli occhi dalla piacevole visione; poi, fingendo di essermi accorta dell'involontario ‘decolleté’, mi scusai e cercai di ricompormi, ma Andrea si oppose e mi chiese di non farlo. Intanto mi prese la mano e mi tirò a sé; io ero impietrita di fronte ad una situazione che, evidentemente, mi stava sfuggendo di mano; lo lasciai fare e accettai quel suo bacio, cui seguì un abbraccio mentre le sue mani mi frugavano un po' dappertutto. Giunti al piano, mi ricomposi e pregai Andrea di dimenticare quell'episodio, che non si sarebbe dovuto più ripetere. Nei giorni a seguire, in ufficio l'imbarazzo regnava sovrano: non avevo il coraggio di guardare Andrea in viso e mi rifiutai anche di prendere il caffè al bar, se c'era lui; poi, un pomeriggio, durante lo straordinario, essendo in pochi, Andrea mi chiese di potermi parlare ed io d'istinto rifiutai, per poi cedere alle sue insistenze. Cosicché accettai che mi riportasse a casa con la sua auto e, lungo il percorso, fermò l’auto in una zona isolata, per, a suo dire, finalmente chiarire quanto accaduto in ascensore. Stando seduta in auto, la gonna a portafoglio che indossavo, già di per sé piuttosto corta, offriva un'ampia visuale delle mie belle cosce, sulle quali Andrea pose le sue mani e, molto delicatamente, iniziò a massaggiare, sino a raggiungere la mia intimità ed infilarci prima un dito, poi un altro, agevolato dalla abbondante lubrificazione costituita dai miei umori. Questa volta non seppi trattenermi e lo baciai voluttuosamente, spingendomi a tastare il suo membro che presto liberai, abbassandogli la cerniera e permettergli di svettare in tutta la sua rigidità. Mi venne naturale e spontaneo, dapprima masturbarlo lentamente, finché la cappella si bagnò di quel liquido caldo e trasparente che spalmai sulla arrogante e lucida cappella, per poi fargli un pompino. A conclusione, di questa mia pratica, ricevetti in gola ripetuti fiotti di sborra calda, che ingoiai avidamente, mentre lui continuava ad infilare le sue dita nella mia passerina allagata. Una volta finito, mi accompagnò nei pressi di casa, ci salutammo baciandoci a lingue intrecciate e mani che ancora cercavano gli ultimi intimi contatti. Rientrai in casa con i battiti del cuore accelerati, a causa dell'imprudenza appena commessa e riuscii a stento a mascherare il disagio nei confronti di mio marito. Trascorsi la notte a pensare a quanto accaduto e mi ripromisi che quell'episodio doveva restare tale: unico e solo; ma il piacere che ancora provavo per quella trasgressione improvvisata e iniziata quasi per scherzo, metteva in dubbio quel mio proponimento. Nei mesi a seguire, gli incontri si susseguirono con sempre maggior frequenza; ormai con Giorgio il sesso era del tutto sporadico e non mi dava piacere, mentre con Andrea il rapporto si era consolidato al punto che, per stuzzicarlo, mi presentavo in ufficio in abbigliamento moderatamente provocante, indossando gli abiti che, sapevo, gli piacevano di più. Insomma facevo di tutto per attirare sempre più le sue attenzioni e devo riconoscere che ci riuscivo con successo. L'unico handicap era dovuto al fatto che i nostri incontri avvenivamo in auto, e ciò limitava notevolmente il piacere che ne ricavavamo: esso era contenuto ad una reciproca masturbazione, con pompino ed ingoio finale, tranne rare occasioni nelle quali volle penetrarmi con tutte le difficoltà determinate dagli spazi angusti. Questa storia andò avanti per anni, ma una sera in cui, dopo aver fatto due pompini, approfittando del fatto che Giorgio era andato a giocare a calcetto e che quindi sarebbe rientrato più tardi, tornata a casa trovai mio marito rientrato anzitempo per una storta alla caviglia. Ebbi la disattenzione di obliare, per un attimo, i pompini che avevo appena fatto, e, spinta dalla naturale apprensione per lui e del suo stato di malessere, corsi a baciarlo. Egli avverti uno strano sapore dalla mia bocca e notò qualche macchia di sperma sulla mia gonna nera, che di fatto svelarono il segreto, fino a quel momento tenuto ben custodito. Avemmo una lite furibonda, nella quale ci rinfacciammo le rispettive colpe. Giorgio sembrava impazzito per la rabbia, urlava e inveiva come mai prima, sembrava una furia inarrestabile, che io cercavo in tutti i modi di arginare, dapprima negando tutto, poi ammettendo quella relazione che ormai era stata scoperta. Passarono giorni durante i quali, nel silenzio glaciale che si era abbattuto su di noi, le ore scorrevano interminabili, finché Giorgio ruppe il silenzio e mi disse che avrebbe voluto sapere tutto, altrimenti si sarebbe dato da fare per chiedere la separazione. Quella minaccia per me rappresentava un tormento vero e proprio; in un attimo la mia vita, la mia famiglia e tutto quanto, stava andando a farsi benedire e così, preso il coraggio a due mani, gli dissi:
«Andiamo di là, in salotto, e parliamone.»
Iniziai a raccontare tutto, fin dal principio, dicendo che mi sentivo trascurata e che il nostro rapporto stava attraversando una fase di criticità notevole; sebbene non ritenevo quelle considerazioni idonee a giustificare il mio comportamento, lo invitai, per lo meno, a ritenerlo un'attenuante alla mia colpa e del perché avevo iniziato a valutare positivamente le attenzioni che Andrea mi riservava. Giorgio volle conoscere anche i dettagli più intimi della nostra relazione e, sebbene molto imbarazzata, cercai di minimizzare. Giorgio, però, se ne accorse e tuonò perentorio, che non si sarebbe accontentato di un riassunto all'acqua di rose, pretendeva una ampia e completa confessione e così fui costretta a raccontargli tutto, cioè come, dove e quando avvenivamo i nostri incontri. Per puro caso, mi accorsi che, mentre parlavo, stava avendo un'erezione e stupita dalla cosa, mi adoperai ad esser sempre più precisa, riferendogli ogni particolare, soprattutto quelli più scabrosi e, mentre lo facevo, Giorgio mi fissò negli occhi e, sorprendentemente, mi strinse forte a sé, baciandomi con passione e, spogliatami, ci abbandonammo in un amplesso che non avevamo mai vissuto in maniera così intensa, nemmeno nei momenti più esaltanti della nostra intimità. Rimasi talmente sorpresa da quella inattesa reazione, che proprio non sapevo come comportarmi: mi chiedevo come potesse esser successo che quella storia lo avesse eccitato così tanto e, quando fummo a letto, Giorgio mi spiegò che nemmeno lui sapeva il perché di quella reazione, ma l'aver saputo di essere stato fatto cornuto, gli dava una carica di eccitazione mai provata in precedenza. Parlammo a lungo, per quasi tutta la notte e, quando, inavvertitamente, ebbi a dirgli:
«Amore, mi dispiace di averti fatto cornuto...»
Gli si rizzò di colpo il cazzo e chiese di ripeterlo, cosa che feci volentieri, ribadendogli con tanta devozione:
«Ti amo, gran cornuto.»
Senza nemmeno finire la frase, avvertii che aveva riversato nella mia mano tanta caldissima sborra. Lui volle leccarla prima di baciarmi, ringraziandomi per quelle corna che avevano decisamente cambiato il corso del nostro rapporto, rendendolo più intenso e stimolante. Da quel giorno, ogni mattina al risveglio, lo saluto baciandolo e dandogli del cornuto e la giornata non potrebbe iniziare meglio.
Come si dice: il mattino ha il cornuto in bocca…ops, il mattino ha l’oro in bocca.
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3 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 12 ore fa -
Uno stupendo incontro a due
Da nuovo iscritto ad un sito di incontri mi metto a cercare qualche nuova esperienza erotica e ricevo una risposta incoraggiante via messaggio da una bellissima ragazza, giovanissima ed abbastanza vicino a me; nella sua pagina sul sito aveva messo foto e video in cui si vedeva un corpo stupendo da giovane di colore, pelle non solo scura... nera, ed un video in cui twerkava e mostrava un culo perfetto, sodo, tondo.Nella chat del sito dice che cerca un trio con due uomini e specifica che vuole solo cazzi grandi; io le dico in tutta sincerità che la mia dotazione non è da considerare "grande", quindi rimaniamo che almeno uno dei due uomini deve essere parecchio dotato; ieri mi contatta per unirmi a lei e ad un altro per le 19.00 visto che aveva già concordato l'appuntamento con il tipo.Parto in macchina verso una cittadina a 40 minuti da Reggio e quando sono in zona ricontrollo la chat perchè mi doveva mandare numero e posizione del B&B che avevano scelto lei ed il tipo: vedo che mi aveva scritto "mi sa che saremo solo noi due"... e le lampadine di allarme fregatura (che sia fake…una escort che cerca clienti sui siti di incontri…) continuano ad accendersi, ma se non si rischia in certe situazioni non si vince mai. mi faccio mandare la posizione su WA e la raggiungo.Mentre accosto con la macchina la vedo... una ragazzina con un corpicino da favola in un vestito nero, gonnellina corta e All Star ai piedi, capelli cortissimi crespi, viso serio forse per l'attesa ma bellissimo.Sale in macchina ed il primo approccio è imbarazzato da parte di entrambi... sappiamo che siamo lì per scopare ma non siamo robot e quel sottile imbarazzo dell'approccio fra uomo e donna c'è comunque. Ci muoviamo in macchina e mi dice che con il terzo non sono riusciti ad accordarsi, quindi mentre andiamo lei cerca sul cellulare un B&B vicino... poi mi chiede di fermarmi in un parcheggio per guardare meglio.Ne approfitto per gustarmi la sua pelle nera scoperta, prima solo con lo sguardo, mentre lei sul sedile a fianco guarda attenta le disponibilità di camere in zona, poi comincio ad accarezzarle le gambe, baciarle il collo e con la mano mi insinuo sotto la gonna... risalgo lentamente lungo l'interno coscia a cercare l'intimo... ma non c'è. Arrivo a sentire l’inizio della sua figa e sento il cazzo nei jeans esplodere, con un dito gliela accarezzo entrando nel suo fiore ed aspetto un attimo per capire se sto correndo troppo, ma sento il suo respiro farsi più intenso, con il dito accarezzo il clitoride e poi lo bagno con i suoi umori continuando a toccarla. Sento lei che legge la pagina di un B&B con un tono che chiarisce che quello che sente di sotto le sta piacendo... torno con il dito a cercare i suoi umori e trovo un lago... la sditalino infilandole ogni tanto il dito dentro una figa calda e fradicia e ci baciamo. Una cosa da teenagers in macchina, un ditalino sul sedile del passeggero mentre limoniamo di gusto, con quelle labbra carnose, morbide e calde e la sua lingua ad intrecciarsi dolcemente con la mia...Con voce contenta e calda si stacca e mi dice che ha trovato... tolgo il dito e me lo succhio di gusto: mi piace, sarà sicuramente un piacere leccargliela in un letto.Arriviamo al B&B poco distante e il tipo ci accompagna in una camera mansardata, molto bella... ci diamo il cambio nell'andare in bagno a darci una sistemata, e quando torno la trovo sdraiata sul letto forse con l'imbarazzo a vincere sull'eccitazione del momento. Mi avvicino e comincio a baciarla. le sollevo la gonnellina sapendo cosa troverò sotto: una figa nera completamente fradicia, tanto da essere lucida. E' bellissima, non ho mai visto la figa di una di colore se non nei film porno... voglio gustarla e le metto la faccia fra le gambe, e da qui il nostro incontro decolla.Ci spogliamo mentre ci gustiamo senza un ordine, lei tiene la gonnellina che rende il tutto ancora più selvaggio, ci baciamo, gliela lecco dedicandomi a lei o mi gusto un pompino gustosissimo, profondo, in cui lo prende tutto fino alla base tenendomi per le palle dolcemente o stringendo il cazzo come per dire "è mio". Andiamo avanti a sentire ed assaporare i nostri sessi poi mi infilo un preservativo. Entro in lei senza nessuna fatica, capisco perchè cerca cazzi grossi... ha una figa aperta, che anche per il lago che ha lo accoglie divorandolo voracemente. Parto piano per paura di concludere troppo presto e cominciamo un ballo meraviglioso fatto di baci intensi, ritmi alternati passionali e dolci, strizzate delle sue tette perfette che sobbalzano ad ogni colpo, con due capezzoli ancora più scuri della pelle...le tengo le mani dietro la testa mentre la sbatto forte, poi rallento e la bacio gustandomi il suo essere presa da me... da un cazzo di un uomo di almeno 20 anni in più di lei... mi sento un porco che possiede una ragazza e la cosa mi eccita da morire, quindi torno presto a scoparla per bene, con lei che solleva le gambe per farlo entrare il più possibile con le mie anche che sbattono rumorosamente contro il suo bacino, ma ancora più rumorosi sono i suoi mugolii di piacere.Sudiamo e ci avvinghiamo, alterniamo il fare l'amore allo scopare decisamente, poi mi sdraia e mi sale sopra, sollevando la gonnellina per farmi vedere la sua figa che accoglie il mio cazzo... lo fa con un sorriso disarmante, sa di essere bella, sa di scopare da dio e le piace farlo... si muove sopra di me alternando baci dolci ad espressioni da troia che non vuole altro che un cazzo dentro di lei...Poi nella lotta del sesso la ribalto e la metto sdraiata a pancia in giù e vedo quel culo nero stupendo, glielo apro e lecco quel fiore scuro, bagnato dagli umori colati dalla figa, che per tutto il tempo non ha mai smesso di grondare... le torno dentro e la scopo tenendole la gola, la voglio possedere e la sbatto sentendo e vedendo le sue chiappe muoversi sotto i miei colpi o schiaffeggiate dalla mie mani. La cosa mi fa impazzire, la prendo e la porto in piedi ad appoggiarsi al divanetto e la scopo da dietro, in piedi, con lei che si piega in avanti fino ad appoggiare le mani a terra, prendendolo tutto così. La scopo con forza, sento il sudore lungo la schiena e vedo la sua pelle nera liscia, bellissima mentre lei ansima e mi incita.Torniamo sul letto e lei mi riprende dentro di lei sditalinandosi mentre la scopo e mi dice "fammi gridare".... e viene così, senza trattenere la voce, masturbando la sua figa mentre viene infilata con forza da uno sconosciuto... vengo anche io assieme a lei mentre vedo nel suo viso le smorfie del piacere godendo in un modo davvero intenso.Ci riprendiamo scambiandoci baci dolci, fumando una sigaretta e lasciandoci andare a chiacchiere e confessioni in libertà.. nudi, io con il cazzo a riposo e non mi vergogno di farmi vedere così, lei seduta mentre fuma, altrettanto nuda ... una bellissima ragazza appena conosciuta che mi ha regalato emozioni incredibili. E' perfino strano pensare a come il buon sesso trasformi gli incontri e renda il tempo un concetto relativo: fino a poco prima eravamo due sconosciuti imbarazzati, impegnati a cercare di riempire maldestramente i silenzi in macchina, adesso ci scambiamo sorrisi e confidenze senza vestiti, con addosso io i suoi umori ed il suo odore e lei il mio.Lei finito di fumare si infila sotto le lenzuola: mi piace vederla in questa nuova ottica, fino a poco prima era una femmina vogliosa di godere, ansimavamo insieme per un piacere animale, adesso è una ragazza appagata, il cui sorriso è il miglior premio per l’uomo che l’ha scopata; ma il vederla così dolce e sexy mi riaccende, la invito prima baciandola poi offrendole il mio cazzo non ancora duro... nella sua bocca calda e vogliosa torna subito pronto e faccio per spostarmi a prendere un altro preservativo ma lei inizialmente non lo molla, come se volesse continuare a succhiare ed a leccarlo. Indosso un altro preservativo e torno dentro di lei. Stavolta partiamo subito decisi, ci piacciamo e lo sentiamo, il "fare l'amore" è solo una scusa per riprendere fiato fra una galoppata e l'altra, ma tanto mi piace scoparla con forza tanto mi piace da morire gustarmi le sue labbra, i sui sguardi e la sua pelle mentre facciamo l’amore; è solo sesso, ma quando due persone si trovano bene in un letto è impossibile distinguere il fare l’amore dallo scopare. Lei viene ancora una volta e dopo un po' godo anche io mentre la scopo da dietro, con lei che si mette a pecora con il culo basso, gambe larghe ed il viso schiacciato sul cuscino... stupenda visione per un orgasmo davvero intenso.Ci facciamo la doccia e scherziamo sulle piccole cose, sui rubinetti incomprensibili e sulle rispettive situazioni sentimentali... fra poco torneremo ad essere sconosciuti lontani kilometri, ma in questo momento siamo un uomo ed una donna che si sono piaciuti e che si sono presi dei bellissimi momenti di piacere.Forse non ci rivedremo, ognuno a vivere vite diverse come età e come situazioni, ma quest’incontro rimarrà come una delle sorprese più belle che ho mai vissuto, in cui conoscere una ragazza con del sesso estremamente piacevole è più vero e pieno di qualsiasi altra cosa.
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3 anni fa
emiliano18, 44
Ultima visita: 4 mesi fa -
Al Mantide
… La vedo arrivare al parcheggio e già da lontano capisco che è al telefono. Lo so che è stupido, ma per me quando è al telefono è tremendamente attraente; ha quell’aria di chi si sdoppia a fare diverse cose contemporaneamente ma che riesce a fare tutto con grazia; ricordo una volta che mi fumavo una sigaretta mentre lei era al telefono con una amica, davanti a me.. avevo passato quei pochi minuti a percorrere il suo corpo con lo sguardo… a godermi il suo essere dolcemente assente nel suo essere li con me. Bellissima, era decisamente bellissima. Questa volta dal suo gesto capisco che non è un’amica dall’altra parte, il dito sulle labbra mi fa capire che è al telefono con il suo ragazzo. “Il suo ragazzo”, “il suo uomo”…. Ormai mi sono rimbombate in testa tante volte nel corso di questi mesi, le ho somatizzate, ma non ancora pienamente accettate; ha iniziato una storia con un uomo a cui vuole bene, forse qualcosa di più, e lui è decisamente perso di lei, e non vedo come potrebbe essere diversamente. Il fatto che continuiamo a vederci è una cosa che abbiamo rinunciato a razionalizzare o a giustificare, ma un uomo ed una donna si uniscono in tanti modi ed alcuni rimangono difficili da spiegare e noi due siamo tutto meno che spiegabili. Quando chiude la telefonata e scende dalla macchina è come se quel gesto semplice e veloce fosse al rallentatore, i lampioni del parcheggio fanno brillare le sue gambe mentre scende, e non è certo lei che assume atteggiamenti forzatamente sexy, ma quando si muove lo fa con una classe che mi lascia sempre senza fiato… ha gli occhiali da supplente ed un taglio nuovo, asimmetrico che incornicia un viso che non mi stancherei mai di guardare… lo farei per ore ma non riesco a trattenermi oltre dal baciarla, ancora prima che riusciamo a dirci un ciao; ma per quelli ci sono le telefonate in cui alla fine ripetiamo i saluti almeno tre volte come per confermarci che è un rimandarci alla prossima volta e non un addio. Mentre stringo il suo corpo fasciato da un vestitino estivo, cambio tutte le mie idee sui vestiti rossi: li ho sempre ritenuti troppo appariscenti… su di lei è solo un dolce evidenziare delle curve perfette, un incartare un regalo stupendo, quel regalo che non avrei mai pensato di ricevere in tutta la vita e che non avrei neanche mai saputo come chiedere…vorrei la donna più sensuale? Voglio una donna capace di farmi provare le vette dell’amore? Di scaldarmi dentro come nessuna? Nessuna di queste definizioni la dipinge abbastanza, lei è Chiara, e stasera è mia. Il suo baciarmi cercando di salvare il rossetto non toglie niente a quello che è un suo bacio, sono sicuro che se non ci fossero le luci ad illuminare noi due potremmo vedere una scintilla ogni volta che le nostre labbra si avvicinano, io di certo questa scintilla la sento… e non è solo un leggero brivido, è una scossa che azzera tutti i miei pensieri. Mi metto alla guida ed andiamo verso il locale dove abbiamo in mente di passare la prima parte della serata, il Laguna, una piscina a luci soffuse in cui le sale immerse nell’acqua sono petali di un fiore disordinato, dove è possibile stare immersi appartati in un bagno profumato e caldo sorseggiando un cocktail o un aperitivo senza nessuno che disturbi; il tutto in un’atmosfera di classe e mai volgare. Ci siamo già stati altre volte e l’ultima volta non ci siamo fermati all’aperitivo: stando attenti di non essere visti abbiamo fatto l’amore in acqua, ci siamo mangiati con gli occhi per un po’ e non siamo più riusciti a trattenerci… Stasera ci siamo promessi di fare i bravi, e lei ha detto che si è presa con se un costume intero, per rendermi la vita difficile nel caso volessi trasgredire alla promessa… come se avesse davvero dimenticato che era stata lei a trasgredire la volta prima… Mentre andiamo ci scherziamo sopra alternando questi ricordi ai frammenti di vita quotidiana che ci raccontiamo a radio spenta, perché per me sentirla parlare è come musica, sia che mi dica “ti voglio” o che mi parli del suo lavoro … Ad un semaforo approfitto del rosso (o forse il rosso mi ha ricordato quanto di meraviglioso ho a fianco) e la bacio, e non è più un saluto, si sente che ci siamo già spogliati di tutto quello che lasciamo a casa ogni volta che ci vediamo e siamo già pienamente noi due. Arriviamo al parcheggio del locale e scendiamo ridendo dell’ultima stupidata che io o lei abbiamo detto, il tempo di prenderla per mano e stamparle un bacio euforico che ci accorgiamo che le luci sono spente. E’ chiuso. Non che questo significhi che ci aspetta una serata noiosa , ma vederla in costume è uno spettacolo che mi rompe perdere. Risaliamo in macchina e ci guardiamo interrogativi, per me è un’occasione per sentire la pelle delle sue gambe; è almeno un mese che non la sentivo e il solo toccarla è come riempire un vuoto nello stomaco, è fresca in questo luglio torrido è un invito costante ad essere percorsa… il fatto è che se non decidiamo dove andare finiamo per rimanere avvinghiati tutta sera in uno stupido parcheggio; quindi ripartiamo con io che le dico per la millesima volta che non ho mai visto una ragazza così bella, così cazzo perfetta. Mentre parliamo passiamo davanti ad un teatro di provincia, che non so cosa voglia dire, ma volendo indicare un teatro con un’entrata dimessa e sicuramente poco snob credo sia la definizione migliore… lei mi provoca dicendo, “vediamo che spettacolo c’è stasera”… come dire “tu dai troppe cose per scontate, ora ti sistemo io”. Il cartello all’entrata del “Mantide” è però diverso da quello che mi aspettavo: non danno una prosa noiosa o un balletto inutile; la serata “hot july” con l’immagine di una ballerina di lap dance lascia intendere che con il titolo Luglio caldo non si intende certo l’afa opprimente… Ironizziamo che sicuramente almeno il titolo della serata è azzeccato, luglio o non luglio, e ci decidiamo ad entrare, passando per una seconda porta con la scritta “vietato ai minori di anni18” che lascia un’espressione un po’ amara e indecisa sul viso di Chiara. Con una rapida occhiata cerco di capire se è meglio tornare indietro, e quando alla cassa ci dicono che come coppia entriamo gratis mi viene il dubbio che si tratti di un locale di scambisti, l’ultimo posto dove vorrei portarla. Veniamo rassicurati che è semplicemente un sexy pub (il vero teatro Mantide non esiste più da anni) dove ci sono spettacoli erotici, molto soft e senza contorni osceni o di cattivo gusto, dove le ballerine sono tutto meno che prostitute; entriamo con io che cingo Chiara in vita per farla sentire meno a disagio e poi, siamo sinceri, per entrare in mezzo a quello che credo essere un mare di maschi infoiati con una splendida ragazza al fianco. Invece è un locale carino e la gente è seduta ai tavoli come in un normale pub; certo la passerella in mezzo con i tubi a spezzarne la catwalk lascia intendere che non ci sfileranno le modelle della collezione autunno inverno, ma questo dona un tocco di ambiguità per niente fastidioso. Chiara appare rassicurata dal primo impatto e ci sediamo ad un tavolo, non potendo fare a meno di notare gli sguardi di estrema approvazione degli uomini presenti e qualche sguardo “da donna” delle lei presenti nella sala. Mentre si siede mi godo il suo essere stupendo e rimango per un attimo bloccato a vedere quel vestitino rosso salire lungo le cosce mentre si siede, con le spalline che si rilassano lasciando il seno libero sotto il cotone rosso; sono congelato nel guardarla e lei mi sorride come per dire “riprenditi”. Mentre aspettiamo parliamo di tutto e di niente, ma sempre così coinvolti dalle parole dell’altro che sembra sempre che stiamo raccontando noi e non solo di semplici cose di cui sono piene le vite di tutti. Adoro quando usa il plurale e dice quel “noi”, mi fa impazzire quando per interrompermi appoggia la mano sulla mia o lo fa per il gusto di sentirmi… ha un che di sessuale leggere le sue labbra per capire meglio quello che dice se la musica lo copre un po’. Stiamo finendo i cocktail quando il cameriere ci chiede se possiamo seguirlo. Con un punto interrogativo stampato in viso lo seguiamo fuori dalla sala fino ad una porta con la scritta “camerino”, bussa e ci fa segno di entrare. Nel camerino troviamo una ragazza davvero notevole, mora, minuta, con vestita casual jeans e camicetta… ci sorride e cogliendo il nostro imbarazzo si presenta e ci spiega il motivo per cui ci ha fatto chiamare. Francesca, questo il nome della ragazza, è la ballerina della serata dice di aver dimenticato a casa la borsa dei vestiti “di scena” e ha notato Chiara perché simile a lei come corporatura e con un vestito molto bello. In pratica le chiede se potrebbe prestarglielo giusto il tempo dello spettacolo e poi glielo renderebbe dopo. Intanto Chiara avrebbe messo i suoi, per poi ricambiarsi dopo; che situazione divertente e assurda, e ancora più assurdo è sentire Chiara dire ok… facendomi sentire di colpo di troppo in un camerino da donne; mi levo dall’impiccio dicendole “ti aspetto fuori”. Dopo 10 interminabili minuti Chiara esce con i jeans e la camicetta che poco prima erano indosso alla ballerina; da supersexy nel vestito rosso a casual quasi professionale mantenendo quell’essere stupendamente attraente come solo lei sa essere. E’ a suo agio, come se non pensasse che di la tutti l’hanno vista venire con un abitino rosso e tornare in sala con altri vestiti, ma al suo essere imprevedibile sono ormai … no, non mi ci abituerò mai, mi stupisce ogni volta. Torniamo al tavolo e lei mi fa notare il buon profumo sulla camicetta di Francesca, o forse è solo una scusa per farmi avvicinare e darmi un bacio malizioso, dicendomi un “carina, eh” che subito faccio fatica ad inquadrare. Passano pochi minuti e le luci si abbassano, e mentre noi sorseggiamo altri due cocktail offerti dal locale, sentiamo la musica che si fa più soft. Quando Francesca entra in sala, annunciata dal DJ, io e Chiara ci guardiamo sorridendo e ci spostiamo bicchieri in mano sui divanetti a bordo passerella. Complici le luci o il trucco è davvero una bellissima ragazza, capelli lunghi e un viso candido ma con uno sguardo languido sicuramente studiato, ma che fa maledettamente il suo lavoro. Non ho visto molti spettacoli del genere, ma sicuramente questo è davvero coinvolgente, e quando nel suo muoversi da gatta arriva al termine della passerella vicino a noi sorride sempre a Chiara indicandola… o le ammicca con l’occhio. Perfino quando si lascia scivolare avvitandosi sul palo riesce ad essere disinvolta e rivolgerle uno sguardo d’intesa. Poi scende dal palco passando davanti ai divanetti per provocare, dando una leggere pacca sulla mano a chi cerca di allungarla troppo; davanti a Chiara si ferma, la guarda, prende fra le dita le spalline del vestito e le lascia cadere ai fianchi scoprendo il seno, sempre fissandola come per dedicarle il gesto. Si gira con il vestito che è rimasto una mini, offrendo la vista di un culetto davvero notevole ben accarezzato dal tessuto rosso. Il tempo di un altro giro a seno nudo ed il DJ chiama l’applauso di fine spettacolo. Francesca scende dal palco passandoci vicino, sorride in modo gentile a me e con le dita sfiora quelle di Chiara sussurrandole un innocente ma potente “a dopo”. Ad essere sincero sono più eccitato nel vedere l’effetto che fa Chiara anche ad una donna che non per il bel paio di tette che mi ballavano davanti fino a poco prima. Le guardo gli occhi felini che seguono Francesca verso il camerino, uno sguardo che conosco, ma che ogni volta mi lascia senza parole; è un mare di sensazioni, dal riservato all’esplosivo e che con gli occhiali le da un’aria di falso distacco che è incredibile. Mentre sono ancora li a godermi il suo profilo ed il suo collo (ogni volta che le guardo il collo qualche gene da vampiro comincia a premere dentro di me) lei mi prende per mano e mi dice “andiamo a riprendere il vestito”. Non sono io che guido: come succede sempre con lei io posso anche pretendere di guidare in macchina, ma quello che succede dopo con lei è sempre grazie al suo sguardo o al suo essere imprevedibile. Bussa al camerino e io le dico “ti aspetto fuori”. Francesca le apre la porta e vedendo che non entro mi dice di farlo altrimenti il buttafuori potrebbe avere da dire. Entro imbarazzato mentre vedo Chiara che le fa i complimenti come fossero vecchie amiche. Francesca è avvolta in un accappatoio di raso bianco con un disegno giapponese, capelli raccolti con una matita e trucco ancora perfetto, accetta i complimenti della mia ragazza con una modestia apparentemente sincera e ricambia dicendole che la camicetta sta meglio indosso a Chiara. E’ una ragazza semplice, diversa da quella che eccitava in modo stereotipato sul palco poco prima, ma con una sensualità più naturale, spontanea. Con me, l’intruso, o almeno così mi sento, è gentile e quando offre da bere lo fa con una gentilezza di chi vuole davvero farmi sentire a mio agio. Certo il suo sguardo verso Chiara è diverso, è carico di qualcosa, di una complicità fra la spogliarellista in kimono e la segretaria in camicia ed occhiali; due bellezze diversissime ma simili nei loro corpi minuti e nei visi dagli zigomi alti; la musica nella sala rimbomba leggera nel camerino lasciando passare solo i suoni più bassi, con un ritmo che sembra un cuore, o forse è davvero il mio quello che sento, caricato dalla scena delle due ragazze che parlano e ridono trovando ogni tanto qualche scusa per sfiorarsi i capelli o i vestiti… “il tuo vestito…”, dice ad un certo punto Francesca, alzandosi per andarlo a prendere. Chiara si alza a sua volta, e mentre lei è di la, mi manda un’occhiata provocante. Io rimango seduto sul divanetto con il mio terzo bicchiere della serata che comincia a farsi sentire, e vedo Francesca ritornare con quel’abito che non ricordavo così piccolo; lo tiene con le due mani appoggiato sul corpo e rivolgendosi verso di me mi chiede “allora, come mi stava?”…. ed alla mia risposta scontata, lei lo appoggia sul corpo di Chiara e dice “appena ti ho vista entrate mi sono innamorata di questo vestito”, e lo dice piantandole gli occhi chiari dritti nei suoi… con un silenzio interrotto subito da un “… era una balla la storia della borsa dimenticata…” e una risata maliziosa a cui Chiara risponde con un divertito “tu sei fuori…”; Francesca intanto appoggia il vestito su una spalliera del divanetto e comincia a slacciarle la camicia con un “lascia, faccio io” che neanche ad un uomo sarebbe venuto così convincente… Chiara si lascia fare, forse non ricorda che sotto non ha il reggiseno, o forse lo ricorda benissimo. Francesca sfila la camicia dai jeans tirandola dolcemente e finisce di slacciare gli ultimi bottoni, poi infila le mani ad altezza della vita e si ferma per un attimo quando sente la sua pelle. Anche gli occhi di Chiara si chiudono per qualche istante per poi tornare a guardare il viso di lei. Intanto le mani di Francesca salgono sotto la camicetta aperta fino ad arrivare al seno, me ne accorgo dal fatto che anche Chiara allunga le mani verso il laccio del kimono, come per voler sfogare in qualche modo l’eccitazione che cresce. Il nodo si scioglie facile e Chiara le apre i due lembi ed a sua volta a appoggia le mani le mani sulla pelle chiara, alzando lo sguardo cercando gli occhi di Francesca che invece le sta guardando il seno ormai in balla vista e stretto da entrambe le sue mani. Sono stupende, sono di una dolcezza incredibile racchiusa in una sensualità esplosiva: il bacio è un bacio dipinto con i capelli dell’una che sono accarezzati dalla mano dell’altra…. Fino a quando Francesca si stacca e le domanda un malizioso “ti bacia così lui?”, a cui Chiara risponde con un sorriso languido, come dire continua a baciarmi…. Invece lei la mette a sedere a fianco a me e mi dice un “fammi vedere come la bacia un uomo”, ma forse non ho neanche sentito quest’invito, la voglia di sentirla era troppa e decisamente impossibile da reprimere oltre. Le sento le labbra e la lingua che poco prima erano dedicate ad un’altra lei, un bacio ancora più languido del solito perché più abbandonato, più perso nel suo essere pieno di piacere; intanto Francesca le slaccia i jeans e le sfila le scarpe. La mano di Chiara tenta di fermarla, ma è più un gesto automatico che forse vorrebbe non aver fatto…. Anche se comunque serve a poco visto che i jeans sono ora aperti a mostrare un intimo stupendo da cui gi à si intravede il nero in rilievo sul monte dei miei desideri più caldi. La bacio con ancora più foga con lei che mi prende la testa fra le mani; allungo una mano prima sul seno scoperto poi le percorro la vita fino a cercare di infilarla sotto gli slip ma vengo bruscamente stoppato da Francesca; senza vederla sento un “è mia” che mi rimette al mio posto. Chiudo gli occhi e sento Chiara alzare il bacino per consentire ai jeans di fare la fine che meritano, sento le sue labbra tremare e le sue mani premermi più forte a lei. Un bacio che è una scopata tanto è pieno, forte, caldo. Mi stordisce il sentirla così piena di eros e quando inarca indietro il collo come a sfuggire le mie labbra vedo Francesca che le percorre l’interno coscia con le labbra. Sento il respiro di Chiara aumentare fino a riprendere violentemente e baciarmi quando lei le sposta le mutandine ed appoggia le labbra al suo sesso. Vorrei vedere la scena, ma quello che sento dal suo bacio è una descrizione ancora più piena del piacere che sta ricevendo, sento la sua lingua tremare, baciarmi come se ripetesse quello che le sta facendo Francesca. Sento il suo seno inturgidirsi e la pancia contrarsi ritmicamente, poi lascia una mano su di me mentre con l’altra tiene la testa di lei. E’ una regina con due servi a darle piacere, un piacere che arriva con un’esplosione che la solleva dallo schienale del divano, che dura abbastanza da tornare a baciarmi e tornare a staccarsi di nuovo, fino a terminare l’orgasmo con i capelli di Francesca fra le mani mentre i loro occhi si incrociano in uno sguardo indescrivibile. Francesca la percorre salendo il suo corpo sfregando il suo seno sul sesso di Chiara bagnato dal bacio fino ad arrivare a portata di labbra; un bacio intenso, che è la parola fine più bella ad un gesto di sesso puro e pulito fra due donne che si sono godute le loro bellezze ed il loro calore. Il rivestirsi di Chiara nel suo abitino è fra chiacchiere leggere ed ammiccanti, per niente imbarazzate da questo atto non programmato, naturale, vero, con io che ancora non ho realizzato bene il dove ed il cosa. E’ stato talmente bello che era come se l’avessi subito direttamente io tutto questo. Usciamo dal locale per mano, con Chiara totalmente senza rossetto, ma con un’impronta di un altro colore sul collo, leggera, che le tolgo a mia volta con un bacio prima di salire in macchina; quando saliamo in macchina per continuare la nostra serata la suoneria del suo telefono annuncia un messaggio… lei lo guarda con aria distratta e poi con la consapevolezza del suo essere incredibilmente donna dice: “Francesca”. “Le hai dato il tuo numero?”; “Perché no, è simpatica, magari uscirò con lei a bere qualcosa…. Due chiacchiere fra amiche”.
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3 anni fa
emiliano18, 44
Ultima visita: 4 mesi fa -
Racconto erotico autobiografico di un sottodotato predestinato cuck.
Settant’enne sotto dotato, lungo 12 e largo 12, che alle nozze arriva per caso, è attratto, attizzato, arrapato, circuito ed irretito da un bocconcino di femmina, quasi coetanea, minuta e ben messa che i maschi suoi amici e colleghi di lavoro guardano con attenzione e commentano che è una rarità, non è il tipico fisico da letto, ma una brava casalinga, buona moglie.
Invece la ragazzotta aveva vissuto intensa vita sessuale, a 18 anni un dottorino la svergina ci si trastulla per mesi con suo normale cazzo e poi evapora, si fidanza con coetaneo che se la possiede spesso , ma poi ci litiga e la molla, altro moroso stavolta più dotato che la fa godere, ma anche lui sparisce.
Si impiega come commesso e non resiste alle avance del titolare che nei festivi se la chiava in hotel di sua fiducia, lei è ben rodata e disponibile e viene girata ad un imprenditore che come segretaria la mena in giro e chiava più spesso dei precedenti maschi.
Conosciuto il sottodotato la circuisce, lo irretisce, lo ammalia e lo sottomette sessualmente che lui la impalma, benché non illibata, lei gli sgrava a parto cesareo due figli in tre anni e conserva la figa stretta.
Dopo i parti lui la fa ritirare dal lavoro, un poco per gelosia e anche per accudire i figli.
Quando porta in carrozzina i figli a zonzo una miriade di maschi l'avvicinano, la corteggiano, tentano di sedurla smaniosi di scopare una insoddisfatta moglie, la voce pubblica mormora che il coniuge è mini dotato e che lei ha una figa stretta, molto stretta.
Alcuni maschi sono così sfrontati da chiedere il consenso al predestinato cornuto di corteggiargli la moglie ed aiutarli a chiavarsela, perché certi che ella è bisognosa d'essere soddisfatta da grosso cazzo.
Lei, però, per anni irreprensibili, si accontenta del cazzetto che s'è scelto.
Lui, Invece, ha una vita sessuale intensa, si scopa settimanalmente la moglie e frequenta mignotte in rapporti a tre, lui, la mignotta e dotato maschio.
Amica mignotta gli telefona a tarda ora festiva e la moglie scopre il suo vizio.
Così avviene che il sottodotato chiede alla moglie 60enne di trasgredire con maschi dai grossi cazzi.
La notte la pressa di continuo finché la convince, dopo 35 anni di matrimonio, ad avere il suo primo rapporti con un 44enne, alto, fisicamente ben fatto, un adone, ma si guarda bene dal dirle che è superdotato, cazzo 23x17.
E' l'estate del 2011 ed in camera di appartato residence motorista della piana pistoiese, bull dalla scarsa esperienza, infoiato per la vista del pisellino del coniuge e arrapato dal minuto corpo di lei a gambe aperte in mezzo al letto il trepidante attesa d'essere posseduta da extra cazzo conosciuti anni prima .
Lei interrompe il coito perché motorista le penetro senza preliminare in figa e le strina i lembi vaginali.
Si cura e l'aspirante cornuto marito seleziona bull prima normali e sempre più dotati e lei chiava con decina di maschi godendoseli.
Il gran cornuto che è divenuto il sottodotato marito porta la rodata moglie in viaggi di piacere in cerca camerieri, amici di viaggio o avventori d’hotel che se la chiavano con brio e goduria per il trio.
Nello scorso agosto a Treviso avviene un novello incontro, inatteso, m sospirato.
In un bar poco distante dallo hotel dove alloggiavano lui si imbatta in un coetaneo, fisico atletico, alto 190, asciutto, bel viso, e per di più uno del luogo ed attacca bottone.
Gli si rivolge per chiedere informazioni sulla città invitandolo ad accomodarsi al tavolo. L’uomo posizione la sedia accanto alla sua moglie, quasi a contato fisico e s’accomoda. Parla forbitamente, è uomo di classe, intelligente ed arguto da intuire a volo ciò che il turista vorrebbe che lui facesse con sua moglie, cioè concupirla e menasse a letto.
Lui vede la moglie per la prima volta essere attratta, interessata e disposta ad accettare i cortesi galanti complimenti dello sconosciuto e rapportarsi con lui amabilmente.
L’aspirante cuck ci mette del suo perché la conoscenza divenga intima ed appurano i loro reciproci interessi culturali che la città offre.
Per la moglie è ovvio che il coniuge aspira ad essere reso cuck per la 2° volta, il 1° è stato @bix48., che vuole levarsi il suo capriccio e che ha trovato l’occasione e l’uomo giusto perché lei ci gioca a letto, la voglia del presunto bull è appurare quanto piacere può trovare nel chiavarsi una novella zoccola.
Escono dal bar, lui s’è attaccato a lei, si soffermano a sbirciare la merce esposta nei negozi ed in particolare la biancheria intima, sexy e spinta, confabulano sotto voce, ed è palese che l’uomo saggia la disponibilità di lei per menarla nell’atelier e farle un gradito acquisto.
S’accosta al coniuge e chiede con garbo se cerca chi gli disinibisce la moglie, avutone conferma gli dice che la farà sua con costoso regalo.
È un signore, danaroso donnaiolo, che avuto l’assenso ad osare, ritorna a contatto della femmina, la prende sottobraccio, le tocca le parte intime, sedere e seno e tranquillizzato dalla sosta a sufficienza distanza dell’aspirante cuck si ferma ad un angolo tra due case. La mette spalle a muro, le liscia ed accarezza le cosce fino all’inguine e le chiede di seguirlo nel successivo negozio di abiti sexy per provare quelli da lei scelti e graditi onde lui possa omaggiare il suo splendido fisico e corpo.
Offerta che la troia in pectore con fare civettuolo e schernendosi rifiuta, ma acconsente ed invoglia i palpeggiamenti fisici, la mano del bull tra cosce e tocco di figa.
Giunti avanti al negozio entrano per uscirne non presto con lei che felice e raggiante sorregge una grossa sacca con sgargiante logo del negozio e procedono verso l’hotel.
Lui, il predestinato cornuto segue a debita distanza sul marciapiedi opposto.
Entrano nell’hotel mano nella mano, la donna si dirige alla reception, prende la chiave della camera, e con lui entra in ascensore.
Una decina di minuti dopo in camera entra l’aspirante cuck e trova i due a centro letto, nudi e intendi a lascive effusioni e che lo ignorano.
Né lui si sorprende quando la moglie piega la testa tra le cosce del bull e preso in bocca il cazzo repentinamente comincia a succhiare prepuzio e cappella, cazzo che nella boccuccia della moglie cresce rapidamente di consistenza fino a divenire più lungo del doppio del suo e largo come un manganello di poliziotto e che la spalancata a dismisura mascella della moglie si scende in trachea fino alle palle.
Senza sosta lei succhia avidamente i 26 e passa cm di cazzo e la molto larga cappella a testa di fungo tonda 20cm, un pene mostruoso.
Il bull infila e rinfila il cazzo nell’avida e ingorda bocca della femmina che fa chiaramente intendere che è inesperta ed impreparata a spompinare tali dimensioni di cazzo.
La moglie apre le cosce ed il bull si sforza per penetrarle la figa, contorsione e spasimo di piacere di lei sono un tutt’uno con quelli del bull che inaspettato riscontra la stretta vagine in cui con difficoltà potrà ficcare fino a fondo delle palle il suo cazzo.
Lui, l’aspirante cuck teme che la moglie sospenda il coito, come avvenuto con motorista, cazzo un poco meno grosso di Adelchi, invece lei con appropriati suoi movimenti di bacino agevola la penetrazione del grosso cazzo nella sua stretta figa e ne scaturisce una goduriosa chiavata con plurimi orgasmi di lei, robe da mille e una notte come pompino che ne segue per la voglia del bull di sborrare con ingoio in trachea di lei.
Venti minuti di rapporto sessuale e, poi, loro due abbracciati a bordo letto ed il novello contento cornuto seduto di fronte a cinguettare sull’accaduto, due ore prima sconosciuti ed ora una imprevista amicizia carnale piena di eccelsa gioia, piacere e voluttà.
A sentir lui, il bull, quello della moglie è il migliore bocchino fino ad ora ricevuto.
Ghiotto come si comanda e praticato da una assatanata succhia cazzi in astinenza da sempre, anzi golosa per non avere avuto prima a sua disposizione un vero cazzo, cosa che lei attende da una eternità.
Quindi rivolto alla moglie le dice “sai vorrei farti un complimento molto spinto, ma temo che mi fraintendi e ti offendi, però mi ci provo lo stesso, cara signora, ti confesso che sei una eccelsa pompinara, m’hai fatto succhiotto e pompino di alta maestria e qualità che supera ampiamente quelli goduti con centinaia di mogli di cuck che mi sono chiavato nella mia lunga vita di gaudente gigolò, nonché di costose escort d’alto bordo e/o di troie da marciapiede che ho conosciuto, t’assicuro che la tua boccuccia da goduria al un vero cazzo come il mio attribuibile invero a pratica fatta da lungo tempo e a numerosi peni.”
Il lui, il coniuge è teso come una corda di violino, prevede la reazione della moglie che vanifichi la riuscita del coito che lo rende cuck. Invece la moglie si lascia scappare una formidabile risata e gli dice: “ ti confermo e mi devi credere che ho succhiato solo il mini pene del marito, se mi reputi esperta il merito non è della mia bocca ma del enorme cazzo che possiedi, che mi ha costretto a spalancarla per accoglierlo e mi ha dato la giusta ispirazione, cioè oltre il consueto di come va fatto un bocchino ad un magnifico esemplare attrezzo, il tuo invidiabile pene., tutt'altro impegno rispetto al cazzetto del marito ”
Capisce e giustifica che la moglie non cerca gli occhi suoi, il contento cornuto, perché intenda a procedere di godersi la imprevista grazia di Dio, una manna non dal cielo, ma di un lungo e ritto cazzo che sporge enormemente dall’inguine del bull, un qualcosa che lei da sempre ha rifiutato di conoscere e di cui ora si pente di averlo fatto pria.
Intanto i suoi occhi, cessato il lampo di felicità d’essere stato reso cuck, si abbassano spenti e chiusi del sottomesso che non regge il confronto con quelli ben fissi sfavillanti e vittoriosi del bull che senza stima gli esprime gratitudine e riconoscenza per avergli fatto fare una inaspettata, voluttuosa goduriosa chiavare la assatanata sua moglie.
Il distinto signore trevigiano che non è il primo maschio che si chiava la moglie e lo rende cornuto, resosi conto che la sua presenza è imbarazzante, propone di scambiarsi le generalità e togliere al momento il disturbo e telefonicamente sentirsi per i prevedibili commenti.
L’amico bull si veste e ci si scambia le generalità.
Gli uomini si stringano la mano per amicizia e la donna fa bocca a bocca col bull.
Segue il racconto del coito bis.
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3 anni fa
pina1desto,
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Ultima visita: 12 ore fa
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un momento meraviglioso.
Mi chiamo Laura, ho 48 anni e sono sposata da 20 con Claudio, che di anni ne ha 50. Lavoro come insegnante, mentre lui è impiegato in un’azienda manifatturiera, non abbiamo figli. Siamo la classica coppia che si è formata sui banchi del liceo, che poi, nella vita, ha proseguito il cammino sempre restando uno accanto all’altra. Nella vita di tutti i giorni, siamo due persone normalissime, che vivono, lavorano, escono qualche sera con gli amici per una pizza o uno spettacolo a teatro. Vita tranquilla insomma, assolutamente normale come quella di tante coppie come noi. Sono alta 1,70, con un seno di una buona terza misura, cosce snelle, sormontate da un bel culo, che fa impazzire molto mio marito, occhi scuri, bocca non troppo ampia. Claudio è un po’ più alto di me, ha il fisico asciutto, snello e, sessualmente parlando, una buona dotazione, che sa usare benissimo. Gli piace molto indugiare nei preliminari, usando bene, sia le mani, che la sua instancabile lingua. Mi piace molto il suo modo di eccitarmi, di portare il mio corpo ad un livello di erotismo molto alto, per poi sentirmi penetrata da quel membro duro, che mi apre tutta e mi fa godere molto, ma con dolcezza, lentamente, lasciando che il mio corpo si godi per bene il piacere che lui mi provoca. A mia volta, sono una femmina che ama molto centellinare le sensazioni che lui provoca in me, con baci, carezze, che ricambio con lunghe ed intense succhiate a quello splendido membro, che poi mi farà godere molto intensamente. Avevo avuto alcuni amori giovanili, e non ero vergine quando ci siamo sposati ma lui è stato per me l’uomo che mi ha reso veramente donna e, nello stesso tempo, col passare degli anni, sono diventata la sua complice in fantasie sessuali, la sua amante, lo strumento del suo e del mio piacere: va da sé che, con lui, provo sempre sensazioni bellissime. Nella vita di tutti i giorni, mi piace vestire in maniera sobria, adeguata ad ogni circostanza e, soprattutto, adoro molto usare buoni coordinamenti, sia nei colori, che negli accessori. Questo mio modo di esser elegante, fa di me una persona, molto ammirata, sia nel settore dove presto lavoro, in cui, spesso e volentieri, noto gli sguardi dei maschi che indugiano a scrutarmi, sicuramente stimolati ad eventualmente interagire con il mio corpo. Mi eccita molto anche quando siamo insieme in giro per negozi, centri commerciali, dove Claudio approfitta per mettermi in mostra. Mi piace moltissimo il sottile gioco erotico che si crea tra noi: io lo assecondo e mi presto a mostrare alcune parti del mio corpo, per scrutare lo sguardo, a volte stupito ed a volte allupato, di maschi che ammirano il mio esser femmina. Un’altra cosa, che ormai pratichiamo da anni, è il nudismo. Adoriamo molto stare nudi su spiagge o in luoghi dove è consentito. Ricordo come ora la prima volta che mi sono messa nuda. All’inizio era una cosa che mi elettrizzava moltissimo: sentire il calore del sole sul mio corpo privo di ogni indumento e, soprattutto, avvertire quel lieve imbarazzo che ho provato quando ho notato gli occhi di altre persone indugiare sul mio corpo. Mi son sentita, un misto, di timore, imbarazzo, ma anche, e soprattutto, eccitazione. Anche a Claudio ha fatto lo stesso effetto e la sua palese erezione era la reale testimonianza di quanto il gioco lo stava eccitando. Dopo una giornata passata in maniera così trasgressiva, era ovvio che la sera, nel nostro letto, tutta quell'eccitazione si concentrasse in una scopata fantastica. Ricordo che, per giorni, mi son sentita bagnare fra le cosce, ogni volta che riandavo con la mente a quanto mi era piaciuto mostrare il mio corpo nudo allo sguardo voglioso di altri maschi; quegli stessi che, dopo aver indugiato con lo sguardo su di me, erano indotti a passare la mano sui propri sessi turgidi e duri. Una sensazione bellissima, quella di sentirsi desiderata, ammirata e, soprattutto, vedere quanto desiderio suscitava il mio corpo, rilevabile da quegli sguardi vogliosi che chissà cosa avrebbero dato per allungare le mani su di me. Con Claudio, anche se non ne abbiamo mai discusso, è sorto un tacito accordo, dove io, o lui, in qualsiasi momento, potevamo porre fine al gioco, senza mai andare oltre un certo limite, né espresso né dichiarato. Spesso e volentieri, io mi son divertita a provocare qualche singolo che rendevo bramoso per avermi a lungo osservato mentre, a cosce aperte, gli mostravo la mia conchiglia, resa umida e luccicante dalla conseguente eccitazione che ne ricavavo nel vedere i loro membri duri e vogliosi. Eppure, non ho mai desiderato avere nessun altro maschio al di fuori di mio marito. Anche lui, tutti questi anni, ha sempre saputo giocare con me ad eccitarmi, passando e ripassando le sue mani sul mio corpo, indugiando con lentezza esasperante fra le mie cosce, specie quando vedeva che il gioco aveva attirato l’attenzione di qualche singolo, che immancabilmente prendeva a masturbarsi, mentre con lo sguardo seguiva ogni movimento della mano di mio marito. È sempre stato un gioco di sensazioni che scaturivano per il piacere di entrambi: lui si eccita quando vede qualcuno che mi guarda e sembra, quasi, che intenda spingermi oltre, ma io mi limito sempre e solo a farmi guardare, senza mai superare quel limite sottinteso che io e lui ci siamo dati. Poi, una sera di settembre di due estati fa, non so neanche io perché, forse perché eravamo praticamente soli in spiaggia, oppure, perché venivamo da un periodo in cui il lavoro ci aveva troppo assorto ed assorbito le nostre energie, o forse, perché da tempo, nessuno di noi due, aveva più avvertito dentro di sé quella strana sensazione, quel sottile brivido, che ogni volta ci provoca la pratica dell’esibizionismo o, forse, ancora meglio, perché avevamo proprio voglia di una vera scarica di adrenalina per abbandonare, in qualche modo, una certa sottile e velata malinconia, o meglio un po’ di monotonia, che si era impadronita del nostro rapporto, ebbene sì, quella sera, qualcosa è cambiato. Un giorno strano, non avevo sentito le mani del mio uomo sul mio corpo ed avevo avvertito la sensazione della sua assenza; mentre mi godevo il calore del sole ad occhi chiusi, d'improvviso ho sentito Claudio che mi accarezzava e si stringeva a me. Ho subito percepito il desiderio di giocare, forse stimolato dalla presenza di qualche singolo che ci osservava? L'ho lasciato fare, l'avevo desiderato per tutto il giorno. Il tempo era un po’ nuvoloso, quindi poco sole, e, mentre me ne stavo a farmi baciare dai pochi raggi di sole che, di tanto in tanto, filtravano fra le nubi stando distesa supina sul telo, lo sento iniziare a massaggiarmi le spalle. Ormai conosco bene mio marito e la cosa mi fa capire che deve aver visto qualcuno che mi guarda e intende provocarlo. Mi giro su un fianco, guardo in lontananza e vedo un bel maschio, capelli bianchi, fisico un po’ abbondante ma ben curato, con un sesso lungo e duro, forse un po’ più grande di quello di Claudio. Chiudo di nuovo gli occhi e come sempre, lascio decidere a lui il momento per fermare il gioco, ma invece di fare come suo solito, quando l’altro uomo si avvicina, questa volta Claudio non smette. Io resto immobile, ad occhi chiusi, anche quando sento l’altro che si inginocchia sulla sabbia accanto a me. Per un attimo ho avvertito una certa confusione; in genere, a questo punto, noi interrompevamo il gioco, invece ora lui continuava ad accarezzami. Allora mi sono girata ed una ombra si è frapposta fra me e il sole: il mio sguardo non ha distinto i contorni dello sconosciuto che si era avvicinato a me. Ho quindi spostato lo sguardo verso il volto del mio uomo con un misto di curiosità e stupore e, nei suoi occhi, ho letto un velo di gelosia, corroborata da forte eccitazione. Ho subito realizzato che questa era una volta diversa dalle altre: non ci eravamo fermati e questo significava che intendevamo andare oltre. Mi sono girata distesa supina, e ho capito che lui voleva che succedesse qualcosa. Un brivido ha percorso il mio corpo ed ho avvertito un fremito di piacere che ha inumidito la mia lumachina. Mio marito mi ha stretto a sé e fatta girare di lato, per offrire il mio corpo allo sguardo di chi ci osservava mentre mi accarezzava un seno. Ho sentito il suo sesso duro premere contro lo spacco delle mie natiche, mentre solo allora ho potuto visualizzare per bene la fisionomia dell'altro, in quanto i miei occhi si erano adeguati alla luce che li colpivano. Distesa di fianco, lo guardavo: un bel maschio, niente da dire. L'avevo notato fin dalla mattina, quando aveva sistemato il suo ombrellone non tanto lontano da noi, ma, per tutto il giorno, non c'era stata nessuna occasione o cenno fra di noi; io non lo avevo in nessun modo provocato e lui era rimasto a guardare, senza far nulla. Si segava con calma osservando noi; allora ho inarcato la mia gamba sinistra ed ho appoggiato il piede sulla mia coscia, mettendo in mostra la mia intimità, resa lucida dagli umori che già ne fuoruscivano. Claudio ha lasciato il seno e la sua mano è scesa verso il basso, fino a raggiungere la mia intimità e le sue dita hanno preso a scorrere lungo lo spacco. In quel preciso istante, l'ho desiderato dentro; sentivo il piacere invadere il mio corpo, mentre con la mano stringevo il sesso duro di mio marito, segnandolo piano. Sentivo dentro di me emozioni contrastanti; un misto di desiderio e paura, la voglia di osare ed il timore di rompere la magia di quel momento, che praticamente disegnava una scena dal forte impatto erotico: le mani di mio marito che mi carezzavano la figa, il suo sesso vigoroso nella mia mano, i suoi occhi, che incrociando i miei, si sono trasmessi emozioni mai provate prima, e le sue labbra che si sono posate sulle mie. E' stato un bacio intenso, carico di passione e desiderio, che ci ha fatto capire che era il momento di poter e dover osare. Quando ci siamo staccati ho letto nei suoi occhi quel desiderio, poi con un cenno del capo, ha richiesto il mio assenso, ed io gli ho sciorinando un languido sorriso. A quel punto, lui ha rivolto lo sguardo verso lo sconosciuto, che si era inginocchiato di lato a me, il suo sesso, duro e teso, era a poca distanza da me. Claudio, con in cenno della testa, mi ha invitato a toccarlo. Ho allungato la mano, quasi con timore e le mie dita si sono appoggiate alla sua coscia; lui ha guardato mio marito che gli ha fatto un cenno, e allora lui ha preso la mia mano e l’ha portata a cingere quel palo di carne dura e pulsante. Ho avvertito subito un’emozione fortissima nello stringere, con non poca difficoltà quel membro: era la prima volta che toccavo un cazzo che non era quello di mio marito. Ho iniziato a segarlo con lo stesso ritmo con cui segavo quello di mio marito. La mano di Claudio è arrivata giù fra le pieghe della mia intimità, ed io mi sono ridistesa supina, desiderando che entrasse dentro di me: avevo una voglia matta di godere, ma lui ha indugiato. Solo nel preciso istante in cui ho affermato il cazzo dello sconosciuto, Claudio ha affondato le sue dita dentro di me. Ero in estasi, avevo due membri fra le mani duri e mio marito mi masturbava, sentivo il mio corpo tendersi, mentre montava l’onda del piacere. Sentivo le dita di Claudio dentro di me che mi stava già facendo godere e, quando ha fatto un ulteriore cenno allo sconosciuto, lui ha allungato le sue mani sui miei seni. Una presa decisa ma delicata, ne ha impastato e stretto i capezzoli, facendomi subito godere. Sentivo il piacere scorrere nel mio corpo, godevo di queste nuove sensazioni. Ad un tratto la mano dello sconosciuto è scesa ancora più in basso, ha raggiunto il monte di venere, giocando con il mio clitoride, lasciato scoperto da Claudio. Un brivido ha attraversato tutto il mio corpo e, improvvisamente, Claudio si è spostato di lato a me; in quel preciso istante, ho realizzato che in realtà erano le dita dello sconosciuto che mi stavano masturbando. Lo sentivo affondare ritmicamente e nello stesso istante Claudio mi ha sollevato il capo e mi sono ritrovata davanti alla bocca il suo splendido membro, teso, duro con la cappella che è entrata di colpo dentro la mia bocca. Godevo nel sentirmi masturbata dallo sconosciuto, mentre venivo scopata in bocca da mio marito. Poi, lo sconosciuto si è posizionato fra le mie gambe e, per un attimo, ho temuto che mi avrebbe scopato. Ma, quando ho sentito la sua bocca incollata alla mia intimità, tutti i miei timori sono svaniti. Claudio è bravo nel farmi godere con la bocca, ma fin da subito mi son resa conto che lo sconosciuto ci sapeva fare. Sentivo succhiarmi il clito, poi roteava con la lingua dal bottoncino e scendeva giù, lungo lo spacco, insinuandosi fra le pieghe: TROPPO! L’orgasmo è esploso improvvisamente, come una onda che, dal cervello, ha percorso tutto il mio corpo, per infine scaricarsi nella bocca e sul viso di chi mi stava facendo impazzire. Il mio corpo si è teso ed ha cominciato a tremare in preda a spasmi di piacere incontrollabili. Anche Claudio ha percepito che stavo godendo alla grande e anche per lui è stato troppo: ho sentito che mi teneva la testa ferma con le mani e poi, ad un tratto, dopo che aveva preso a scoparmi più veloce, è esploso nella mia bocca. Anche per lui il gioco ha raggiunto il suo apice, ho sentito il suo sesso gonfiarsi e poi inondare la mia bocca, con schizzi di seme calda e dolce. Il mio corpo era ancora scosso dal piacere che mi donava lo sconosciuto, mentre sentivo le guance gonfiarsi dalle sborrate di Claudio. Ho sollevato la mano ed ho afferrato quello strumento di piacere e l’ho segato, spremuto e succhiato fino all’ultima goccia. Quando l’ho lasciato, ho sollevato lo sguardo ed i miei occhi hanno incrociato quelli di Claudio, che brillavano di felicità, poi ho allungato la mano e l’ho appoggiata sul capo dell’altro maschio, che continuava a leccare il piacere che copioso sgorgava dalla mia intimità. Lui ha sollevato il capo, ha capito che ero appagata e, con un filo di voce, resa languida dal piacere appena provato, gli ho rivolto la mia supplica:
«Grazie, ma adesso voglio il tuo piacere; dai, vieni anche tu».
Lui ha sorriso, ha guardato Claudio che ha confermato la mia richiesta con un cenno del capo: il suo mento era reso lucido dai miei umori. Allora si è sollevato ed ha preso a segarsi velocemente, mentre io ho allungato la mia mano fino a sfiorate il mio clitoride duro e reso sensibile dal piacere e lui, in breve tempo, è venuto. Ad un suo grido strozzato, hanno fatto seguito due schizzi che mi hanno colpito dall’ombelico al seno, poi un terzo, più debole, è caduto sul mio polso e il dorso della mano, che ho sollevato e, afferrato quel palo vibrante, vi ho passato il pollice sulla cappella, come a simulare una lingua che lo leccava. L’ho munto fino all’ultima goccia, poi ci siamo guardati e abbiamo sorriso; lui mi ha fatto un saluto compiaciuto con il capo e poi si è allontanato, mentre io, aiutata da Claudio, mi sono alzata ed insieme siamo entrati in acqua. Mi sono ripulita dal suo seme, poi mio marito mi ha abbracciato e baciato.
«Grazie, amore, è stato bellissimo».
L’ho guardato e ho visto che era davvero contento, mentre io ero ancora incredula su quello che avevo vissuto.
«È stato bello anche per me, amore mio».
Ci siamo girati verso l’orizzonte, per ammirare gli ultimi raggi di sole che sparivano oltre la linea del mare e poi siamo usciti per asciugarci.
Il nostro amico sconosciuto aveva raccolto le sue cose e ci ha salutato con un sorriso e un cenno della mano, andandosene così senza dire nulla, in modo più che discreto. Da quella sera son passati due anni; noi non ne abbiamo più parlato né cercato altre situazioni con altre persone, mentre lo sconosciuto lo abbiamo rivisto altre volte, in compagnia di una coppia con cui ride o prende il sole, ma, da parte sua e nemmeno dalla nostra, c'è mai stato nessun gesto o cenno che abbia, in qualche modo, ricordato l'avventura di quella sera: lui sempre discreto e noi più che riservati.... va bene così.
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3 anni fa
baxi18, 55
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Il massaggio lui e lei
Finalmente dopo mesi di mesaggi, chat e telefonate, arrivò il giorno del fatidico incontro con la coppia conosciuta su Desy.
Di comune accordo ci incontrammo in un bar sulla SS. 106 per recarci insieme su una spiaggetta isolata e stare un po insieme.
Arrivai 10 minuti prima dell’appuntamento, con lo stato d’animo di chi per la prma volta incontra una coppia molto desiderata.
Puntalmente arrivarono sul posto. Lui scese dalla macchina e mi salutò da lontano, lei scese pure e si avvicinarono a me. Ci salutammo come da buoni amici, (in verità in quei mesi avevamo parlato molto noi tre del piu del meno)e da subito non potei non notare le curve mozzafiato di di Lei, capelli stupendi, corpo stupendo, un portamento da regina, e un sorriso capace di far innamorare chiunque. Il suo profumo era inebriante.
Lui, un bellissimo uomo, molto simpatico e cordiale, di quelli che ne trovi veramente pochi in giro.
Presimo un caffè e decidemmo di spostarci nella spiagetta.
Feci strada, lasciammo le macchine e arrivammo sulla tanto agognata spiaggia. Come pevisto era deserta. Sistemammo l’ombrellone ci misimo in costume e cominciammo a parlare del più e del meno.
Ad un certo punto Lui ricordò a me il fatto che io abbia frequentato tanti corsi come massaggiatore ecc., e mi disse che Lei non vedeva l’ora di provare un bel massaggio rilassante.
Mi armai di olio e di calma, (perchè con quel corpo tra le mani devi avere davvero molta calma) e iniziai a massaggiarla dovunque, gambe, piedi, glutei, schiena, tutto ciò che toccai di lei era marmoreo, stupendo e molto sexy.
Impossibile nascondere il fatto che mi fossi eccitato solo a toccarla. Lui sdrammatizzava la cosa continuando a parlare di qualsiasi cosa, qualsiasi argomento, e i discorsi erano seguiti da tutti e tre attivamente.
Sentì lei avere più di un sussulto nel momento che iniziai a masaggiare i glutei e l’interno coscia, notai il suo tanga leggermente bagnato, e mi eccitai da morire.
La feci girare per massaggiare la parte frontale, gambe, spalle e il seno, un seno spettacolare morbido e allo stesso tempo tonico e turgido, un vero spettacolo.
Poi la feci rimettere supina per finire di massaggiare le spalle e le braccia, con la testa poggiata tra le mie gambe incrociate per ar rilassare il collo.
Fu a quel punto che mentre la massaggiavo, lei comincio a sfregare il viso sul mio arnese ormai fuori controllo, con una grazia de dea, mise la mano nella gamba del costume, lo tirò fuori e iniziò a succhiarlo.
Io ero totalmente fuori controllo,l ui mi guardò e iniziò a leccarle tra le cosce.
Lei era in estasi, lui tolse il tanga e iniziò a prenderla sdraiata supina sulla spiaggia. Dopo un po’ Lui le disse di girarsi con le spalle a me, e rivolgendosi a me mi disse “aiutami a tenerla con le gambe aperte me la voglio scopare come si deve” . La sua schiena perfetta era poggiata sul mio petto, iniziai a baciarla sula bocca e sul collo, le mie mani tenevano a volte il suo seno, a volte tenevano allargate le sue cosce mente lui impugnava con forza le sue caviglie e la penetrava instancabilmente.
Feci scivolare il mio costume, (fose era gia venuta un paio di volte) e lei chiese un attimo di tregua, si spinse su di me e si sedette con il suo culo marmoreo sul mio arnese, la penetrazione fu improvvisa poichè avevo lubrificato il buco per bene durante il massaggio, la sua reazione di dolore e di eccitazione fu una cosa stupenda, iniziò ad ansimare come una pazza.
Continuamo a muoverci allunisono tutti tre mentre lei era posseduta su per tutti e due i canali, la sentivamo gemere di continuo, ma non accennavamo a rallentare.
Ad un tratto Lei decise di cambiare, Lui sotto a smorza candela e io dietro a 90° su per il c....
Continuamo così finchè sfiniti non venimmo tutti e tre simultaneamente senza uscire fuori da Lei.
Ognuno di noi prese il suo posto sulla sua asciugamano, non curanti del caldo atroce, finchè lei non decise di fare un bagno tutti e tre.
Solo a guardarla mi eccitavo e loro lo vedevano.
Una volta in acqua, mentre discutevamo, iniziai a cercare di sbattere il mio arnese contro di lei assecondando le onde, una, due, tre, quattro volte, non ricordo piu quante volte, Lui la stessa cosa, finche non la stingemo tra di noi. Lei era felicissima di questo feeling tra noi, si rivolse verso di me mi abraccio e comincio a baciarmi, le sue gambe erano attorcigliate a me, non mi restò altro da fare che penetrarla. Lui fulminiamente la prese di dietro e abrracciati cominciammo la lunga danza dell’amore con lei in estasi.
Andamo a finire sul bagnasciuga, dove cominciammo a prenderla a 90 uno per volta mentre lei spompinava l’altro.
Ormai si era fatto tardi, il sole era quasi tramontato, decidemmo di tornare ognuno a casa propria.
Tornammo alle macchine, e ci salutammo accordandoci per la prossima volta, eravamo stati troppo bene insieme.
Mi sedetti in macchina per togliere la sabbia e mettere le scarpe, quando ad un tratto vennero da me, Lui mi disse “Lei vuole farti un regalino, dice che è stata troppo bene con te” io non capivo, lei si chinò sulle ginocchia, mi abbassò il costume e mi fice un pompino stupefacente, mi lasciò senza fiato, bevendo tutto cio che usciva e si fermò solo quando il mio arnese fu esausto e senza vita.
Lei mi bacio e mi disse “sono stata veramente bene oggi, voglio che ti ricordi di me”.
Dedicato a voi miei amici speciali (Lui e Lei)
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3 anni fa
catanzarosex21cm,
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Essere masturbata
Ho realizzato un sogno, che vorrei ripetere.
Essere masturbata da sconosciuti.
La prima volta, sono andata lungo il tagliamento a prendere il sole, ero in una zona, un pó appartata, cmq giravano persone.
Mi sono stesa sul mio lettino, e mi sono spostata lo slip, facendo vedere le grandi labbra, divaricavo le gambe quando passavano uomini e mi eccitavo mentre mi guardavano. Decisi di infilarmi, il mio dildo masturbandomi, si fermò un ragazzo e si inginocchiò difronte a me, ammitandomi, poi né arrivarono uno dopo l 'altro, e alla fine erano in 7.Si toccavano, e uno di loro mi chiese se potesse sgrilettarmi, acconsenttii, e poi ancora uno è così via. Esperienza fantastica che ho ripetuto alcune volte, tempo permettendo.
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3 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 11 ore fa -
Il corso antincendio
Mi chiamo Anna, ho 43 anni. Sono una donna assolutamente normale, non mi vesto in maniera vistosa o sexy, amo le scarpe basse, sono sposata con Mario, che ha la mia stessa età. Abbiamo messo al mondo un figlio ormai grande e, insieme, amiamo molto godere dei piaceri del sesso, ma senza trasgressioni, o fantasie varie: scopiamo ogni volta che ne abbiamo la possibilità o voglia. Lui è un bel maschio e, a letto, ci sa fare. Mi eccita tanto e mi lascia godere; poi, quando non ne posso più, lo cavalco e mi godo tutto il piacere, che mi dona il suo cazzo, assolutamente normale e, vi assicuro che, alla fine, mi sento veramente appagata. Mi è piaciuto fare questa precisazione, perché quello che mi è capitato, ha di fatto cambiato la mia vita. Lavoro come dipendente statale, lavoro cioè come impiegata in una scuola. Assieme a me, ovviamente, ci lavorano anche altre persone. Siamo governate da un direttore che è un vero bastardo, specie nei miei confronti, per il semplice motivo che non gli lecco il culo, come fanno le altre colleghe. Ovvio, non lo fa in maniera esplicita ad esser bastardo con me, ma nei modi e tempi in cui gli riesce di farmi delle vere e proprie carognate, ogni volta che se ne presenta l’occasione. L’ultima, due giorni fa. Ero appena rientrata da tre giorni di ferie e mi vedo assegnata al corso antincendio. Protesto, dicendo che non ho la minima idea di quale utilità possa essere per una come me, che teme anche una sigaretta. La sua risposta, elargita con un sorriso ironico da vero bastardo, è che il ministero ha emanato una circolare, in cui si chiede di addestrare del personale al corso antincendio, e poiché tutte le altre sono impegnate in altri corsi, questo spetta a me. Ovvio le altre si sono fatte assegnare a corsi più semplici, meno impegnativi, mentre io, che non lo riverisco e non mi faccio palpare il culo, come fanno le altre, mi tocca l’antincendio. Puntuale, alle nove, mi presento presso un centro congressi di un noto albergo, dove si tiene il corso che ci impegnerà tutto il giorno. Scopro di non essere la sola incazzata per il corso, ma siamo circa una trentina, fra uomini e donne, che si devono, in ogni caso, spupazzare questa gran rottura. Quando vediamo entrare i tre Vigili del fuoco che ci faranno il corso, mi viene un vero e proprio tuffo al cuore. Mi trovo davanti Lucio e Roberto, due ragazzi che ho conosciuto tanti anni addietro, di cui ero innamorata. Il terzo non lo conosco, è il loro capo, un bell’uomo sulla cinquantina ben portati. Se è vero che ci sono donne che subiscono il fascino della divisa, io sono fra quelle. Me li ricordavo ragazzi. Avevo appena fatto diciotto anni, mentre entrambi, Lucio e Roberto, appena diciannove. Due brevi storie del passato, che mi son subito tornate in mente, perché non è che ci siamo allontanati per un valido motivo, ma perché essi sono partiti dopo il concorso nel corpo dei Vigili del fuoco e, da allora, non li ho più visti, fino ad oggi. Bastano poche occhiate e subito mi riconoscono, così, quando distribuiscono i vari fogli contenenti tutto quello che ci spiegheranno, Lucio mi passa vicino e mi saluta.
«Ciao Anna, che bello rivederti, ne è passata di acqua sotto i ponti, da allora. Come stai?»
Lo guardo e resto stupita dal suo splendido fisico. L’anno che ha più di me, gli dà una forma fisica stupenda. Alto, asciutto, le sue braccia sono molto forti e, guardandolo, ti danno la sensazione, che se ti stringono, il mondo non potrà farti nulla di male. Anche Roberto mi ha riconosciuta e mi saluta con un bel sorriso. Mi sento uno strano languore addosso. Che mi succede? Sono una donna sposata, una madre esemplare, una moglie fedele, amo mio marito, e, ciononostante, per tutte le prime due ore di corso, i nostri sguardi si sono incrociati di continuo, sia con uno che con l’altro. Alla pausa sigaretta e caffè, mi sono intorno. Andiamo al bar del centro congressi, mi subissano di domande. Sono affiatati, lavorano nella stessa squadra: Lucio è il capo, mentre Roberto è l’autista anziano del gruppo. Mentre mi circuiscono, scopro che sono sposati e che anche le loro mogli sono mie amiche di un tempo; hanno un maschio ed una femmina ciascuno e, fra loro, il rispetto e l’affiatamento è molto forte. Mi trovo bene con loro, fino al punto che sento affiorare le farfalle dentro lo stomaco. Le gambe ci hanno messo del loro, venendomi quasi meno quando mi hanno abbracciato e dato un bacio sulla guancia. Rivolgo a me stessa mille domande e non trovo risposte valide. Continuiamo il corso e, per tutto il resto delle due ore successive, non mi tolgono gli occhi di dosso. Noto che fra loro vi è uno scambio di occhiate e gesti d'intesa. che cerco di ignorare. Spesso li vedo parlare sottovoce e annuire subito dopo. Esaurite le varie nozioni da impartire, ci sottopongono ad una serie di domande su quanto spiegato; non ricordo una mazza di tutto quello detto, quando Roberto mi si avvicina e, fingendo di controllare le mie risposte, in realtà è lui che mi suggerisce cosa devo scrivere. Alla fine mi fa un sorriso compiaciuto e se ne torna con gli altri. Per tutto il tempo che era stato vicino a me, avvertivo che il mio respiro fosse molto irregolare ed il cuore mi batteva come quando, da ragazzina, lo baciavo. Mi son sentita una stupida, e non ho trovato nessuna giustificazione a quel mio esser stranita. Finita la parte teorica, si passa a quella pratica. Per fare questo ci dobbiamo spostare nella loro caserma e il capo ci comunica che, chi vuole, può usufruire della loro mensa, per un pasto veloce. Sto per accettare, quando Lucio mi trascina da parte e mi informa che non è il caso di aderire, in quanto noi tre pranzeremo insieme, fuori della caserma. Mentre tutti vanno in caserma, noi ci fermiamo in un piccolo ristorante lì vicino, e mi ritrovo con loro seduti accanto a me. Ho la forte sensazione che mi sto eccitando ad essere in mezzo a loro e questo, per una donna semplice e tranquilla come me, non va bene. Mi chiedono di mio marito, mi parlano delle loro mogli, ma ho sempre i loro occhi addosso, eppure non indosso nulla di sexy o provocante.
«Ti ricordi quando stavamo insieme? Sei sempre la bella ragazza acqua e sapone, come allora».
Guardo Lucio che mi ha fatto questo complimento.
«Lascia perdere, mi stai adulando inutilmente: ho avuto una gravidanza, ho quarantatre anni e tu mi dici che sembro ancora una ragazza? Mi vuoi prendere in giro? Guarda che non attacca. Piuttosto, che tipo è tua moglie?»
Loro si rivolgono uno sguardo d’intesa, poi lui mi risponde.
«Le nostre mogli sono amiche da sempre. Lavorano insieme, con turni uguali, come noi, di conseguenza passiamo insieme molto tempo; abitiamo in una villetta bifamigliare, quindi, in pratica, siamo sempre insieme».
Nel pronunciare le ultime parole, si sono guardati in maniera complice. Vorrei replicare, ma ci portano i piatti che abbiamo ordinato e mangiamo velocemente. Quando torniamo in caserma, gli altri sono già nel piazzale per la prova pratica e non abbiamo nemmeno il tempo per un caffè. Mi rendo subito conto che le cose che dovrò fare mi sembrano piuttosto difficili, ma è Roberto che, intuito il mio timore, mi tranquillizza. Osservo con attenzione i primi tre che eseguono quanto richiesto, poi è la mia volta. Con Roberto di fianco, indosso il loro pesante giaccone, poi il casco, ed eseguo le cose che mi chiedono, sempre con lui che mi incoraggia e, quando prendo l’estintore a polvere per spegnere il piccolo incendio, creato apposta per l'esercitazione, me ne spruzzo un poco anche dentro il giaccone. Nonostante questo piccolo errore, supero la prova. Mi spoglio di casco e giaccone e loro mi portano nello spogliatoio per darmi una ripulita. Mi sfilo il maglioncino che indosso ed il mio seno, compresso nelle coppe, si mostra in tutta la sua bellezza. Per un attimo, il mondo sembra essersi fermato: siamo immobili poi, come d’incanto, li sento vicini a me e le loro labbra sui lati del mio collo. Mi baciano, mentre le loro mani sui miei seni, mi fanno impazzire di piacere. Allungo le mani e sento che si sono aperti i pantaloni ed hanno estratto due verghe dure e vogliose. Le stringo e, dopo qualche palpeggio, mi fanno inginocchiare. Di colpo li rivedo belli e duri come erano un tempo, quando a Lucio ho fatto il mio primo pompino, mentre Roberto mi ha leccato la fica, per la prima volta, in un 69 da urlo. Li annuso, mi piace il loro odore e li infilo in gola. Lecco e succhio senza pensare a nulla, tranne al fatto che adesso li voglio. Loro sembrano leggermi nel pensiero, mi sollevano e, due passi più in là, dove fra due file di armadietti c’è una panca, mi adagiano con delicatezza per, subito dopo, spogliarmi del tutto. Lucio mi lecca la fica, mentre Roberto mi infila il suo cazzo in gola. Gemo a bocca piena, e poi sento che una bollente cappella forza lo spacco della mia fica, che gronda umori come un fiume in piena. Lucio mi penetra fino in fondo. Lo sento scivolare dentro di me, aprendo quelle pareti che, bagnate dai miei stessi copiosi umori, lo fanno scivolare fino in fondo e, una volta giunto in fondo, mi provoca un misto dolore/piacere che mi provoca il primo di una lunga serie di orgasmi. Tremo scossa dal piacere, mentre Lucio mi pompa con decisione. Poi mi abbraccia, mi solleva ed è lui a distendersi sulla panca; nel movimento che fa, trascina anche il mio corpo su di lui. Roberto, dopo essersi goduto il bel pompino che gli ho prodigato, adesso mi lubrifica il forellino posteriore con la saliva che sento scorrere lungo il solco delle natiche, fin quando la sua cappella mi si poggia sopra. Vorrei evitarlo, non perché sia vergine di culo, ma non ho mai fatto una doppia e, adesso, credo che sia questa la loro intenzione. Cerco di parlare, ma la bocca di Lucio che mi bacia, me lo impedisce, mentre sento che Roberto spinge dentro di me il suo cazzo, che penetra all'interno inesorabilmente. Mi sento aprire dietro come un coltello che taglia del burro. Non avverto dolore, ma una sensazione di fastidio e, quando lui mi ha inculato fino in fondo, entrambi cominciano a chiavarmi con un sincronismo perfetto. Uno entra e l’altro esce. Godo e vengo all’impazzata. Mi fanno sentire i loro cazzi fin dentro il cervello. Urlo il mio piacere e godo tantissimo. Esausta, mi distendo sul corpo di Lucio, che mi abbraccia mentre mi scopa in maniera stupenda. Sento che accelerano il ritmo e, in un barlume di lucidità, chiedo di non venirmi dentro in quanto non protetta, ma la verità è ben altra: non voglio tornare a casa con lo sperma che mi cola da fica e culo, in quanto mio marito è già rientrato e potrebbe avere dei sospetti. Loro si scambiano un cenno d’intesa e poi, dopo l’ennesimo mio orgasmo, si sfilano e si inginocchiano ai lati della panca, presentandomi i loro cazzi davanti alla bocca, che non perde tempo ad accoglierli, ricevendone le loro copiose sborrate. Mi inondano la gola e bevo ogni goccia del loro piacere, fin quando sfiniti si siedono e per un momento il silenzio regna sovrano. Poi Lucio apre un armadietto e mi porge un asciugamano, indicandomi un lavandino alla fine del muro. Mi alzo sfinita e malferma sulle gambe; mi do una rapida rinfrescata; mi portano i vestiti, che indosso velocemente, e usciamo dallo spogliatoio. Lungo il corridoio, mi offrono un caffè al distributore automatico, e da lì sentiamo un applauso proveniente dalla sala. Quando vi approdiamo, tutti hanno finto la prova pratica. Ci radunano nella loro mensa e il comandante ci consegna gli attestati, da cui si rileva il superamento del corso. Il mio è l’ultimo ad esser consegnato e, quando lo fa, ci sono Lucio e Roberto al mio fianco.
«Complimenti signora, anche lei ha superato le prove e, devo ammettere che, sicuramente è stata una delle migliori. Se si trova a ripassare da queste parti, ci venga a trovare che le diamo una ripassata, alle procedure».
Mentre parla, mi guarda in maniera ammiccante ed i miei amici sorridono sornioni. Poi, mi accompagnano all’uscita, verso il parcheggio. Lucio mi chiede il numero di cellulare e, quando glielo invio, mi manda tre foto di me che spengo l’incendio. Ridiamo divertiti e io scatto una foto, a loro due insieme.
«Ci farebbe piacere conoscere tuo marito; una sera potremmo uscire insieme alle nostre mogli».
Li guardo e la mia risposta è un po' sibillina, per non dire seccata.
«Per fare cosa? Volete deriderlo per il fatto che, oggi, vi siete scopati sua moglie? E poi, che voleva intendere il vostro capo con quella battuta? Sicuramente è al corrente che mi avete scopato nello spogliatoio. Ho sbagliato a lasciarmi andare con voi»
Quello che essi mi rivolgono è uno sguardo deluso. Lucio mi risponde con tono pacato, ma dispiaciuto.
«Ti sbagli. Non abbiamo nessuna intenzione di deridere tuo marito. Come ti abbiamo detto, io e lui, siamo molto amici, e pure le nostre donne, che si conoscono fin dall’asilo. Amiamo condividere il piacere di fare sesso insieme e ci piacerebbe conoscere tuo marito, per valutare se a voi può far piacere far parte della compagnia. Chissà che anche a lui non piaccia lo scambio?! Tu, oggi, ci sei piaciuta tantissimo e Moreno, il nostro capo, che è vedovo da sei anni, è uno di noi. Spesso si unisce a noi nelle nostre serate di scambio e, credimi, lui sì che è un vero super dotato. Pensaci, il mio numero ce l’hai».
Salgo in auto e me ne vado. Guardo l’orologio e vedo che sono già le diciannove: mio marito sarà di certo a casa. Quando entro, lo trovo che sta parlando con mio figlio in Skype, mi salutano e gli mostro le foto. Sono stanca e stremata; lo guardo e gli dico che non ho voglia di preparare la cena; mi piacerebbe uscire con lui per una pizza: idea subito accettata. Mi faccio una doccia veloce. Sento l’acqua scorrere sul mio corpo e, per un momento, vengo assalita da un forte senso di colpa. Ripenso a tutto quello che ho fatto; non mi sento fiera di averlo tradito. Quando siamo al ristorante e lui mi chiede del corso, gli racconto quasi tutto, anche del fatto, che ho rincontrato due amici, che non vedevo da tempo. Lui sembra incuriosito, e quando gli dico che loro lo vorrebbero conoscere, lui accetta senza esitare. A letto la sera sono stanca, lui si addormenta velocemente, mentre io ripenso a tutta questa faccenda. L’indomani mando un messaggio a Lucio, dicendo che, per noi, una pizza insieme a loro andrebbe benissimo. La risposta è più di quando mi aspettassi. Ci invitano ad un barbecue a casa loro, per il sabato successivo. I giorni passano velocemente ed arriva il sabato. Puntuali, ci presentiamo a casa loro, con tre bottiglie di vino e siamo accolti da Lucio, che, quando apre la porta, mi abbraccia, poi prende mio marito sotto braccio e ci porta, attraverso il salone, fin dall’altro capo della casa, nel suo giardino dove sono, sia Roberto che le loro mogli. Facciamo le presentazioni: Rita è la moglie di Lucio, mentre Monica e quella di Roberto. Rita è un più magra di Monica, ma sono entrambe due belle donne. Il seno di Rita è più grosso di tutte, il culo di Monica, è decisamente il più bello. La serata scorre piacevole. Mi trovo subito in sintonia con loro, mentre i nostri mariti sembra quasi si conoscano da sempre. Parlano di calcio e si scopre che sono tifosi della stessa squadra, politica e lavoro, mentre noi donne prepariamo, in cucina, una bella insalata mista; parliamo dei nostri figli, ormai grandi e indipendenti, poi Rita mi chiede dei ragazzi, di quando erano giovani e stavano con me. Le guardo e rispondo che erano due magnifici maschi, che ero innamorata di entrambi e proprio non sapevo chi scegliere. Ci mettiamo a tavola. La carne cotta alla brace si rivela buonissima, si mangia e beve allegramente, poi è mio marito Mario che fa la domanda, che mi aspettavo formulasse.
«Che tipo di ragazza era Anna da giovane?»
Loro si guardano e Lucio risponde, dopo aver ingerito un sorso di vino.
«Anna, come lo è ancor oggi, era una gran bella ragazza; entrambi ne eravamo innamorati, anzi, ne aveva di corteggiatori, ma lei amava stare con noi. Eravamo troppo amici e nessuno dei due si permetteva di sottrarla all’altro, così, quando è arrivata la chiamata, dopo il concorso nei Vigili del Fuoco, l’abbiamo lasciata così, senza una spiegazione, da veri vigliacchi. Ritrovarcela davanti, al corso, e vedere che bella donna è diventata, è stato un vero tuffo al cuore. Ci fa anche piacere vederla al fianco di un uomo bravo come te. Ci sarebbe dispiaciuto se fosse stato diversamente, ed è per questo che le abbiamo chiesto di conoscerti. Ci piace pensare che la nostra amicizia possa rinsaldarsi più di quanto non lo sia già, per diventare una bella e leale amicizia; ci troviamo bene con te e lei, e sembra che, anche per le nostre mogli, la compagnia di Anna dia piacere».
Nel finire la frase, guarda sia mio marito, che le due donne, che annuiscono, compiaciute. Restiamo tutti un attimo in silenzio, poi Mario alza il bicchiere e propone un brindisi a questa nuova amicizia. La serata prosegue allegramente, poi ce ne andiamo a casa. Lungo il tragitto, io e mio marito restiamo in silenzio e, quando siamo a letto, lui non ha voglia di dormire. Mi stringe a se, mi bacia, poi mi fa la domanda che, ero certa, mi avrebbe fatto.
«Quando ti ho conosciuto eri vergine, ma certi lavoretti di bocca li sapevi fare; chi dei due ti ha insegnato?»
Lo guardo in silenzio e decido che non posso più mentire.
«Lucio. E' stato lui che ha insegnato a succhiarlo, mentre Roberto è stato il primo a farmi godere, con un 69».
Lo sento respirare profondamente. Mi stringe a sé e mi bacia con passione. Le sue mani scorrono lungo il mio corpo e, ben presto, sento le sue dita insinuarsi fra le labbra della mia fica, che si bagna, eccitata. Lo sento premere con la sua erezione contro il mio fianco, mi giro e lo prendo in bocca. È duro, eccitato, mi sale sopra e mi scopa con passione. Mi chiava sempre più forte, con impeto e, quando ho raggiunto il mio primo orgasmo, mi gira di lato e mi mette due dita in bocca.
«Succhia e pensa che sono loro che ti stanno scopando in due».
Resto per un attimo sbalordita. È come se mi avesse letto nel pensiero, poi mi rendo conto che si è eccitato ad una simile fantasia e decido di assecondarlo.
«Porci, scopatemi e tu, che aspetti a darmelo in bocca? Sì, voglio tre cazzi, tutti per me. Su... sfondatemi!»
Godo e la cosa lo rende ancor più violento; mi scopa sempre più forte, fin quando abbiamo entrambi un orgasmo sconvolgente nello stesso momento. Lo sento devastante quando mi inonda il ventre. Stremati, ci distendiamo di lato, restando abbracciati. Lo bacio e lui mi stringe a sé. Poi, quando i nostri respiri sono tornati quasi normali, mi parla dolcemente, con un tono pacato, ma risoluto.
«Dimmi la verità, te li sei scopati tutti e due? Da quanto dura la storia?»
Lo guardo e decido che lo amo troppo, per non esser sincera con lui. Quindi, costi quel che costi, gli dirò tutto.
«Non me li ricordavo nemmeno, fin quando non lì ho rivisti al corso. Mi hanno detto che fra loro si scambiano le donne e che gli sarebbe piaciuto che anche noi facessimo parte del gioco. E non dura da niente, me li sono scopati entrambi nella loro caserma il giorno del corso, insieme, proprio come hai immaginato tu. Lo so che ti ho tradito, che sono una moglie ingrata e puttana, ma non ti so spiegare quello che mi è preso quel giorno, ero come impazzita o, forse, mi erano rimasti come un sogno interrotto. Decidi tu quello che vorrai fare; io accetterò ogni tua decisione, anche se volessi, a seguito di questo, metter fine alla nostra unione. Sono stata una stupida e me ne riconosco la colpa. Sono pronta a pagarne le conseguenze».
Si gira di scatto, mi guarda e, per un momento, mi impaurisce veramente; poi mi abbraccia e mi bacia con molta passione. La sua lingua entra dentro la mia bocca e limona con la mia.
«Non dire cazzate! Lo avevo capito che doveva esserci stato qualche cosa fra voi, ma volevo che fossi tu a raccontarmelo. Se ti fa piacere, ci possiamo provare a giocare con loro: da tempo ti volevo un po’ più troia; forse così di colpo, è un tantino troppo, due in una botta sola; non scherzi! Ma va bene. Le loro mogli mi piacciono, come tu piaci a loro. L’ho capito dal loro comportamento che c’è intesa e questo mi sta bene. Organizza e poi vedremo».
Detto questo si gira e si addormenta, mentre io resto sveglia, cercando di assorbire le forti emozioni che ho provato negli ultimi giorni. Due giorni dopo, passo alla Città Mercato per dei saldi che mi interesserebbero. Mi sento chiamare, mi giro e vedo Rita, che mi saluta e mi bacia sulla guancia, con sincero affetto. Ci mettiamo sedute davanti ad un bar, e sorbendo un caffè, ci mettiamo a parlare come due vecchie amiche. Lei è curiosa; vuole sapere del passato di suo marito e della nostra scopata in caserma. La sera, quando sono tornati, erano eccitati ed euforici, al punto tale che le hanno scopate in piedi, una appoggiata all’altra. Io soddisfo tutte le curiosità, poi è la mia volta di chiedere. Voglio sapere come si sono conosciuti e come sia cominciato il loro insolito rapporto, compreso quello con il comandante della caserma. Lei mi racconta che si sono conosciuti appena finito il corso e si sono sposati. Dopo il trasferimento nella nostra città, dove era stata inaugurata una nuova caserma, il comandante, che li conosceva da sempre, essendo stato il loro capo squadra, li ha fatti trasferire alle sue dipendenze. Hanno costruito un'amicizia profonda e molto intima tra loro, e si sono sentiti coinvolti nella disgrazia che cha colpito il comandante, quando, sei anni fa, è venuta a mancare la moglie per leucemia.
«Noi quattro, già giocavamo allo scambio. Lo abbiamo fatto, praticamente, da subito, appena sposati. La prima estate siamo andati in vacanza in campeggio e, sotto la tenda, la seconda sera, scopavamo vicini gli uni agli altri, e poiché fra me e Monica, già si giocava a leccarci reciprocamente, è stato naturale che, alla fine, ci siamo scambiati i mariti. La cosa ci è piaciuta tantissimo, al punto che, quando abbiamo deciso di restare incinte, non abbiamo posto attenzione a chi ci inondava la vagina, anche se, devo dire la sincera verità, in quel periodo, ci scopavano in doppia entrambi, davanti e, quando venivano, era un vero fiume di sborra che ti riempiva l’utero. Quando è morta la moglie di Moreno, il comandante, tutti ne siamo rimasti addolorati e, dopo un anno, al compleanno di Lucio, lo abbiamo invitato alla festa a casa nostra. Fu una bella bisboccia, e quando è finita, eravamo tutti completamente brilli, quindi, complice l’alcool, ci siamo lasciati andare. Anche il comandante si è trovato nudo a scopare con noi, e, credimi, di cazzi ne ho visti, ma come quello di Moreno è difficile trovarne. Dammi il tuo polso: le vedi le mie dita? Non lo cingono! Il cazzo di Moreno è grosso come il tuo polso. Quando lo senti dentro, ti sfonda che è una meraviglia».
La guardo davvero meravigliata, poi lei aggiunge che, insieme a Monica, hanno vagheggiato di farsi una bella leccata di fica con me. Sorrido a quella confessione, senza celare che mi lascerei tranquillamente travolgere nei loro giochi. Inoltre le comunico che mio marito ha accettato l’idea di una bella serata da trascorrere a scopare tutti assieme. Fa un salto di gioia e mi promette che non mi pentirò della scelta fatta. Il sabato successivo ci troviamo tutti a casa loro e c’è anche Moreno. Quando mi vede, mi bacia e mi sussurra che non vede l’ora di scoparmi, poiché non gli è riuscito di poterlo fare in caserma. La serata si svolge in completa allegria e, tra uno stuzzichino ed una bevuta, ben presto ci troviamo tutti nudi, in una camera e su di un letto matrimoniale. Io mi ritrovo fra le braccia delle due donne, che intendono realizzare la loro fantasia: così il primo orgasmo sono loro a farmelo provare, leccandomi tutta, e poi si dedicano insieme a mio marito, che si ritrova con due puttane scatenate, che lo leccano e succhiano, fin quando non le scopa ripetutamente. Per me, invece, la cosa diventa più complessa. Ben presto, mi ritrovo con Lucio in culo, Roberto in bocca e Moreno che mi osserva e, poi, delicatamente mi pianta la sua trave davanti: vi giuro che mi son sentita squartare la fica! Godo ed urlo, sebbene a bocca piena; guardo verso mio marito, che si gira e mi fa un sorriso compiaciuto. Mi scopano con costanza e, quando vengo di nuovo, cambiano posizione. Moreno si distende supino e loro mi fanno mettere di culo sul suo cazzo, che svetta come un palo enorme e mi sfonda anche il culo. Mi sento aprire e slargare l’intestino; li supplico, ma loro non demordono.
«Zitta, che poi ti piacerà. Sentirai come ti sfondiamo».
Lo sento entrare fin dentro lo stomaco, ma il bello viene quando Roberto mi penetra davanti. Li sento che mi squarciano e, quasi senza che me ne accorga, li incito a fare di più. Mi scopano con un sincronismo perfetto, che mi fa godere da matti e quasi svengo, dal piacere che provo. Volto la testa e vedo che Lucio e mio marito scopano in doppia Rita, che gode, mentre lecca la fica di Monica. Vedo mio marito che gode come un porco anche lui. Il primo ad arrivarmi dentro è Roberto, che mi inonda la fica con un urlo quasi animalesco. Lo sento riversare dentro di me getti di sborra bollenti, poi, esausto si sfila, e subito viene rimpiazzato da Lucio, che ha tolto il cazzo da Rita e lo pianta dentro di me. Mi pompa con impeto, mentre Roberto se lo fa leccare da Rita e Monica. Sento che anche lui è quasi al limite; mi guarda e sorride per poi sborrare, ma non lo riversa tutto dentro, perché lo sfila e me lo pianta in gola:
«Bevi, che eri una meraviglia, quando da ragazza, succhiavi il cazzo. Bella bocchinara, succhia e ingoia».
Godo e lecco senza tregua, mentre sento anche il grido di mio marito che inonda la fica di Monica, che non se lo lascia sfuggire da dentro. Poi Moreno mi rigira, e mi mette a pecora. Posizionato dietro di me, mi pompa il culo come un toro scatenato. Mi tiene per i fianchi, poi con una mano mi tira i capelli, per farmi inarcare il bacino, per prenderlo ancora più a fondo. Godo e urlo di piacere, mentre lui mi squassa il culo. Ho un orgasmo anale sconvolgente.
«Vengo. Mi fai venire di culo?! Dai... più fortee!»
Lui non se lo fa ripetere due volte e mi sfonda il culo, me lo slarga come una caverna, con quella trave che si ritrova fra le gambe.
«Bella troiona! Lo avrei già fatto in caserma, ma mi sei sfuggita. Adesso ti apro per bene e poi te lo riempio di sborra».
Lo sento irrigidirsi e poi avverto un vero fiume in piena che mi riempie tutto il retto: è una quantità industriale di sborra bollente, che mi sembra arrivi fin dentro lo stomaco. Godo e cado sfinita sul letto, mentre lui si sfila, e mi fa sentire come se avessi un vuoto nel culo, una sensazione di fresco e subito dopo sento che mi cola tutto dal culo. Mentre resto distesa, sfinita e sfondata, le calde labbra di Rita mi leccano il martoriato culetto e si bevono tutto quello che ne esce. Il resto della serata è tutto dedicato, a succhiare e bere altra sborra, che sembra non finire mai di sgorgare dalle palle dei nostri instancabili tori, che ci sfondano a più riprese. Dopo quella sera, sono cambiate diverse cose. Il mio guardaroba è totalmente rinnovato. Via pantaloni e scarpe basse e dentro tutto ciò che mi rende sexy e troia. Mio marito ed i miei amici sono diventati inseparabili, e non perdono occasioni per riempirci tutti i buchi.
Sul lavoro è cambiato il direttore, che se n'é andato in pensione, con il rammarico delle mie colleghe. Al suo posto è arrivata una donna che, dopo due giorni, già mi leccava, assieme ai miei amici. Una vacca, più vacca di noi tre messe insieme, che si è presa Moreno e mio marito insieme, in doppia, in fica.
Grazie al corso antincendio, adesso so come spegnere il fuoco della lussuria che si è acceso dentro di me.
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3 anni fa
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Una stupida ripicca. terzo capitolo
Nei due mesi successivi, vado quattro volte a trovare Antonio. Mi piace tantissimo essere scopata e montata come una vacca. Sì, sentirmi vacca mi eccita e mi dà una felicità unica; mi piace il pensiero che le corna che metto a mio marito, lo rendano cornuto, mentre apprezzo sempre più il toro che mostra d'essere Antonio. Flavia mi ha raccontato la sua storia. Si conoscono da tantissimo tempo, e lui ha scopato, con lei ed Angela, tantissime volte. Poi anche Sara ha provato piacere sotto i colpi del suo cazzo, ma a quest'ultima piacciono di più i ragazzi giovani, mentre io ho scoperto il piacere che ti sa dare un maschio maturo ed esperto. Ha perduto la vista in seguito ad un incidente di lavoro e, da allora, ogni volta che una di noi si fa scopare, lascia sempre una lauta mancia, anche se sono convinta che non ne abbia realmente bisogno, però questo, come dice Flavia, mette a tacere la nostra coscienza e lo ripaga dello sforzo che lui fa per accontentare delle troie vogliose come noi. In passato hanno goduto con lui anche insieme, sia Flavia che Angela, e lui le ha scopate e fatte godere tantissimo entrambe in egual misura. Arriva il mese di luglio e Flavia deve accompagnare mio suocero ad una importante conferenza, cui lui vuol partecipare e mettere in mostra la sua bella moglie, mentre io e mio marito andiamo una settimana al mare in un hotel posto davanti ad una bella spiaggia. Per accedere al mare, basta attraversare la strada e ci si trova in uno stabilimento balneare di proprietà dell’hotel, dove per noi ci sono a disposizione sdraie ed ombrelloni. C’è anche un bel bar dove ci lavorano, al mattino, una coppia di giovani ragazzi. Lui si chiama Mirko, è della zona, mentre lei Alisia è di origini brasiliane. Subito mio marito nota che la ragazza ha un bel culo, che lei, da perfetta zoccola. mette in evidenza con pantaloncini molto attillati. Tutti sbavano dietro quel culo. Mio marito non perde l’occasione di far il babbeo con lei, che sembra gradire. Quel mercoledì mattina facciamo colazione dentro l’hotel e, a differenza delle altre volte che l’abbiamo fatta nel bar della spiaggia, noto che mio marito accusa strani dolori e mangia pochissimo, anzi, mi comunica che, a seguito della mangiata di pesce della sera precedente, non si sente molto bene e che verrà in spiaggia più tardi. Lo vedo salire di nuovo in camera, mentre io mi avvio verso la spiaggia. Quando esco, trovo parcheggiato davanti all’hotel, un bus che carica dei turisti. Faccio un tratto di strada più lungo del solito e ne approfitto per dare uno sguardo alla vetrina di un negozio che vende coralli: cerco un pensierino da portare a Flavia, con la quale sono sempre in costante contatto, attraverso "what's app". Vedo degli splendidi orecchini, mi riprometto di comperarli nel pomeriggio e mi avvio verso la spiaggia. Quando sto per attraversare la strada, noto che mio marito scende verso il mare, ma senza passare davanti, bensì da dietro al piccolo bar. La cosa mi incuriosisce e mi avvicino lentamente, cercando di non farmi scorgere. Da dietro una palma lo vedo entrare in quello che i bagnini considerano un magazzino, dove ripongono e custodiscono sdraie ed ombrelloni, assieme ad Alisia. Mi avvicino al piccolo oblò che funge da finestra e, da uno piccolo squarcio nella tela che lo copre, vedo chiaramente mio marito in piedi e la ragazza inginocchiata gli sta succhiando il cazzo. Prendo il cellulare e scatto alcune foto; poco dopo lui la fa mettere in piedi, appoggiata ad una paratia, come una puttana che fa una marchetta: so che è una fantasia che lo eccita molto. Scatto ancora, poi me ne vado verso il mio ombrellone. Mi distendo al sole, osservo le foto e le invio a Flavia con un commento.
«Mi sa che è il caso di realizzare Il tuo progetto di diventare nonna».
La sua risposta non tarda a venire.
«Consideralo avviato. Ho già iniziato le selezioni».
Mi distendo al sole e, dopo circa una mezzora, lo vedo arrivare con un giornale di gossip per me ed il suo immancabile giornale rosa, interamente dedicato allo sport. Non ho voglia di parlare e me ne vado a fare un bagno per calmare i miei nervi, che sono a fior di pelle. Passiamo le altre giornate, io a prendere il sole e lui a fingere di stare sempre male per potersi incontrare con la puttanella, che gli fa gli occhi dolci ogni volta che lo vede. Due giorni dopo il nostro rientro, sono fra le braccia di mia suocera e, insieme, pianifichiamo il progetto che dovrebbe rendermi incinta. Per prima cosa, mi fa conoscere la sua ginecologa. Io, fino a quel momento, mi sono sempre rivolta ad un consultorio pubblico e, quando assieme a lei entro nello studio di Lucrezia, così si chiama la dottoressa, resto stupita dal fatto che lei e Flavia, appena chiusa la porta, si danno un bacio molto intenso. Poi lei mi guarda e sorride.
«Tu devi essere Anna. Mi fa molto piacere conoscerti. Flavia dice che vuoi un figlio ed io sono qui perché tutto vada per il verso giusto».
Mi fa accomodare, compila una scheda con tutte le informazioni che ritiene necessarie e poi mi fa spogliare; mi visita facendomi distendere sul lettino completamente nuda. Le sue mani mi palpano i seni in maniera dolce e molto accurata; ben presto i miei capezzoli si gonfiano e lei sorride compiaciuta. Flavia mi viene vicino e mi prende per mano, mentre Lucrezia mi fa dei tamponi vaginali e, con le dita fasciate da guanti di plastica, mi ispeziona l’interno della vagina. La sua è una visita che assomiglia più a una vera e propria masturbazione, che ben presto mi porta ad un passo dal godere. Quando sono al limite, lei sfila le dita e ne resto per un momento delusa; Flavia allora si china su di me e mi bacia in bocca, mentre con le mani mi accarezza i seni. Nello stesso momento sento le calde labbra di Lucrezia, che si appoggiano alla mia fica già bagnata e mi lecca in maniera davvero divina. Godo all’istante!
«…mmhuummm…Sei dolcissima!»
Sono scossa dai brividi di piacere che mi fa provare. Mi lecca come nessuna mai è stata capace, nemmeno Flavia che pur è bravissima in quella pratica. Lei mi lascia godere, lecca tutto il piacere che sgorga copioso dal mio corpo, poi si solleva, e bacia Flavia che si è avvicinata a lei. Mi rivesto, mentre le due donne si tengono abbracciate.
«Fra cinque giorni avrò pronti gli esami e ti dirò il tempo e il modo per restare incinta».
Ce ne andiamo. Flavia mi racconta di Lucrezia.
«A sedici anni è stata violentata da un uomo che frequentava casa sua e, da allora, lei è diventata una vera lesbica. Con lei non servono falli o strap-on, ma solo dita e lingua. Quando ti ha leccato, ti ha fatto morire, vero? Lei è fantastica nel far godere le donne. Adesso dobbiamo attuare il nostro piano».
Dopo aver avuto le risposte da Lucrezia, ci rendiamo conto che il periodo migliore per esser ingravidata è due giorni dopo il Ferragosto. Considerando che avrò il ciclo poco prima di quella data, mi restano tre giorni in cui non mi devo far scopare da mio marito e, nello stesso tempo, devo trovare un valido pretesto per restare un giorno libera per farmi sbattere da sei meravigliosi maschi che ho selezionato assieme a Flavia. Fortuna vuole che è proprio mio suocero a fornirci l’occasione che stavamo cercando. Due giorni dopo il Ferragosto, vuole partecipare, assieme al figlio, ad un convegno di due giorni che si terrà in un’altra città. Flavia coglie al volo l’occasione per chiedere, a lui e mio marito, di lasciarci lungo la strada per il convegno, in un hotel che ha una SPA con acque termali, per due giorni di puro relax. Tutto procede per il meglio. Ci lasciano nell’hotel dove abbiamo una camera e dove abbiamo convocato i sei maschi che voglio godermi in un solo giorno di sesso, al fine di esser ingravidata. Dopo dieci minuti che abbiamo preso possesso della camera, me li ritrovo davanti in accappatoio. Controlliamo, come d’accordo i risultati di analisi mediche non più vecchie di cinque giorni, e Flavia ci saluta, dicendo che si sarebbe trattenuta volentieri ad assaporare quelle splendide mazze che i miei ospiti mostrano con orgoglio e mi lascia inginocchiata fra loro, che già li sto succhiando. Sono le dieci del mattino quando si comincia e da quel momento mi sento le loro mani su tutto il mio corpo. Bocche che mi leccano, mi masturbano e mi fanno succhiare mazze stupende, dure e piene che poi, a giro, mi penetrano dappertutto. Dopo tre ore di orgasmi a ripetizione li esorto a sborrami dento. Per non sapere chi sarà il primo a scaricare dentro la mia vagina il proprio nettare, mi bendano e, tra loro, fanno una conta silenziosa. Poi incominciano, a giro, a schizzarmi dentro, sborrate bollenti che mi inondano l’utero. Appena uno viene ed esce, subito un altro ne prende il posto, fin quando tutti mi hanno sborrato dentro. Facciamo una pausa per prendere respiro, ma sono così elettrizzata dall'idea di cornificare mio marito in maniera così permanente, che mi diverto a succhiarli, fin quando non sono di nuovo tutti pronti e duri da poter ricominciare a scoparmi. Sono cosi sfondata che adesso mi penetrano anche in due davanti, e mi sborrano dentro liberamente, tanto se sono già pregna non fa più nessuna differenza. Sono le diciotto, quando torna Flavia, giusto in tempo per assistere all'ultima monta in tripla. Loro si rivestono e se ne vanno coprendomi di complimenti, mentre io, stremata, ho solo la forza di farmi una doccia e crollo a letto. La mattina dopo mi sveglio affamata e, fatta colazione ci lasciamo rigenerare con massaggi e fanghi, che mi rimettono in sesto e, al pomeriggio, quando tornano i nostri mariti a prenderci, abbiamo entrambe un’aria decisamente rilassata. Lascio passare due o tre giorni, poi mi faccio scopare per tre volte da mio marito che, un po’ controvoglia accetta solo quando lo informo che sono nei giorni più fecondi per restare incinta. Elettrizzato dall’idea di ingravidarmi, non si rende nemmeno conto che ho avuto il ciclo già da quasi tre settimane e che non sono più di certo nei giorni fecondi. Lascio passare quasi un mese e poi faccio un test di gravidanza, che si rivela positivo. Lo comunico a Lucrezia che mi prescrive precise analisi e poi la vado a trovare assieme a Flavia. Quando parliamo della gravidanza, lei mi chiede se già so quale sarà la reazione di mio marito, quando saprà che sono incinta. Io e Flavia ci guardiamo negli occhi e la mia voce è calma e serena, quando le rispondo:
«Non saprei dirtelo, perché non so chi dei sei mi ha ingravidata».
Lucrezia ci guarda e poi scoppiamo a ridere tutte e tre di gusto. La domenica successiva mentre siamo a tavola con i suoceri, comunico che diventeranno nonni. Subito Flavia mi abbraccia e mi sorride complice, mentre mio suocero si complimenta con suo figlio per l’ottimo lavoro svolto in qualità di marito. Io e Flavia ci diamo giusto uno sguardo, cui non serve aggiungere altro. Nei mesi successivi mi faccio ancora scopare da Antonio e da due altri suoi amici, poi, finito il tempo, metto al mondo una bella bimba, che decido di chiamare Lucrezia. Vedo lo sguardo un po’ deluso di mio marito che avrebbe preferito un maschio, ma io lo consolo dicendo che potremmo sempre riprovare, mentre, dentro di me, penso che non succederà mai. Voglio solo che lui sia contento di credere di essere il padre. Io invece decido di allevare mia figlia secondo le mie idee e con la forte convinzione che, da grande, le spiegherò che, per sopravvive a certi uomini, basta solo far credere loro che sono superiori e di rafforzare questa convinzione con un robusto paio di corna.
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3 anni fa
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Una sera d' estate con due neri
Era una sera della seconda metà di agosto, in città faceva caldo e non avevamo voglia di cenare, verso le 23 insieme ad un po' di fame ci è venuta anche un'altra voglia...perchè non metterla in pratica? decidiamo di andare in una pizzeria a Torino frequentata anche da ragazzi di colore ( per chi conosce Torino sa quale è la zona ) fa caldo e lei si veste poco...un vestitino blu leggero tanto da lasciare intravedere i capezzoli ed il tanga; non c'e molta gente in giro e parcheggiamo praticamente davanti al locale, ci sediamo ed ordiniamo dello chardonnay freddo e cominciamo a guardarci attorno, un paio di coppie e altra gente sola... niente di interessante, ma all'arrivo delle pizze anche un' altra sorpresa ! entrano due ragazzi neri e si siedono due tavoli dopo di noi. Forse per il vino bevuto nell' attesa o forse solo perchè è quello che aspettavamo, cresce una certa allegria ed eccitazione, lei cerca di farsi notare ed io la incoraggio ma per un pò non succede nulla, per paura che se ne vadano senza notarla lei si alza con la scusa di andare in bagno passa proprio di fianco al loro tavolo...l'hanno vista ! specie perchè l'abitino è davvero trasparente, io li guardo e vedo che la seguono con gli occhi e che commentano tra di loro. Dopo pochissimo lei torna e non ci metto molto a capire che non indossa più il tanga e se ne accorgono anche loro. Nel locale non c'è più nessuno e non succede nulla, poi uno dei due, quello più intraprendente si avvicina con la scusa di accendere e inizia a chiacchierare…il caldo, i pochi luoghi aperti ecc. naturalmente gli chiediamo da dove viene, Costa d’Avorio lui ed il suo amico è la risposta, e quindi lo invitiamo ad unirsi a noi per un limoncello..per una mezz’ora chiacchieriamo ma loro non tolgono gli occhi dalle sue piccole tette e dai capezzoli che segnano bene il vestito, forse è ora di fare la domanda fatidica : venite da noi a bere qualcosa di fresco ? non aspettavano altro ! paghiamo ed usciamo e li invitiamo a salire in macchina con noi, l’intraprendente dice all’altro qualche parola in una lingua a noi incomprensibile e questi, ubbidiente sale davanti con me…loro due dietro e partiamo; la città è quasi deserta e non c’è traffico , io sbircio nello specchietto e vedo dopo pochi isolati che l’intraprendente ha appoggiato una mano sulla sua gamba, sono eccitatissimo e non vedo l’ora di arrivare; parcheggiamo sotto casa e saliamo, lei davanti sale le scale con la scusa di aprire e mostra il suo corpo nudo sotto il vestitino blu; una volta in casa li facciamo accomodare sul sofà lei mette un po’ di musica ed io vado in cucina a prendere qualche birra e della sprite, li sento parlare e volutamente mi attardo, poco dopo non sento più voci arrivare dal soggiorno e mi presento, lei e’ in piedi con l’intraprendente davanti a lei, è ancora vestito e la sta baciando, l’altro è dietro di lei la sta accarezzando e le solleva il vestitino, le sue natiche bianche e sode appaiono nella loro nudità, i ragazzi mi vedono ma non danno importanza al fatto che io sia li’ sono concentrati su di lei che si volta, mi sorride ammiccante e comincia a baciare l’altro; l’intraprendente di inginocchia e comincia a leccarla tra le gambe mentre l’altro le sfila il vestito e la bacia sul collo e le accarezza i seni. Vanno avanti così per un po’ poi velocemente si spogliano e lei inizia ad accarezzare i loro corpi ed i loro cazzi duri già puntati come indici accusatori verso di lei, l’intraprendente sa cosa deve fare e poco dopo toglie da una tasca dei jeans, finiti a terra, un preservativo e ne passa anche all’altro, poi si distende sul sofà e le chiede di salire sopra ma non con il viso verso di lui, lei obbedisce e mentre si cala lui bagna il preservativo con un po’ si saliva ed a sorpresa prova ad infilarlo nel culo, per un attimo lei indugia poi si rilassa e lascia che entri piano dentro di lei; inizia una lenta inculata , i due ivoriani si parlano e l’altro vedendo le sue gambe aperte non si fa pregare, indossa il preservativo e la prendono a sandwich; vanno avanti per un po’ poi cambiano, l’intraprendente sembra essere quello che dirige il gioco ed i due la prendono cambiando spesso posizione, infilando i cazzi nella sua bocca a turno, il tutto davanti ai miei occhi ma come se non esistessi…dopo più di un’ora, complice il preservativo lei dice che basta, che un po’ le brucia, forse è solo un pretesto, ed allora si inginocchia davanti a loro e comincia a succhiare e spompinare i loro cazzi con avidità, ha la bocca aperta quando l’altro le schizza in bocca un primo getto di seme, ne seguiranno altri sulle guance, mi avvicino per non perdermi la scena lei ha gli occhi chiusi e fiotti di sperma che colano dalla bocca aperta nel momento in cui anche l’intraprendente viene con grandi spruzzi bianchi accompagnati da gemiti. Dalla sua bocca scendono sul collo rivoli densi, gocce cadono sui seni, si incanalano tra essi e colano sul ventre sudato fino a scomparire tra i riccioli scuri del pube, ridono soddisfatti tutti tre, lei si pulisce la bocca con uno scottex e si distende sul tappeto loro si ricompongono e dicono di volere andare, torneranno a piedi per rilassarsi non abitano troppo lontano…chiedo a lei di accompagnarli alla porta, si lamenta ma acconsente ed io mi godo ancora per un attimo la vista del suo corpo nudo insieme a questi due sconosciuti; mentre la sento che li saluta mi spoglio e la aspetto, quando appare mi vede e mi chiede: ti è piaciuto? Con lo sguardo indico il mio uccello dritto, lei non si fa pregare e senza una parola si impala, scorgo ancora lo sperma rappreso dei due ragazzi tra i peli della fica mentre la penetro ed il suo corpo è reso appicicoso dalle abbondanti eiaculazioni; chiudo gli occhi e rivedo il suo corpo bianco alla mercè dei due negri…vengo, la inondo prima che si possa togliere, lei smette di cavalcarmi e si abbandona per un attimo sul mio corpo. Questa sera è stata lei la regina, andiamo a farci una doccia e a dormire sono le 3…chi dice che ad agosto in città è una noia ?
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3 anni fa
wasabee,
48/48
Ultima visita: 8 mesi fa
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Il nero james
Ero sempre alla ricerca di neri che si scopassero la mia Anna, " un giorno mi porterai i lavavetri...usava scherzare" , e anche se io lo avrei fatto molto volentieri lei in questo era selettiva e li voleva belli e puliti.
Alcuni anni fa era più difficile trovarne, a volte rispondevamo ad annunci o la portavo nei locali etnici di Torino ma non era così facile; avevo anche provato a scrivere il numero di cell nei bagni di questi locali, ovviamente firmandomi Anna ma quei pochi che chiamavano appena sentivano una voce maschile riattaccavamo pensando ad una richiesta gay.
Una sera suillo il mio telefono e dall' altra parte un uomo chiese di Anna, capii i il motivo e mentre chiamavo Anna, con il cuore accelererato chiesi se era di colore, rispose di sì era del Kenia.
Parlarono per un attimo, giusto la conferma che ci fosse davvero una donna e ci diede appuntamento per la sera successiva, dopo le 22 in corso Dante.
Arrivando vedemmo un bel ragazzo alto ad attenderci sul marciapiede, non fece una parola e salì velocemente poi si presentò, disse di chiamarsi James e di venire da una città vicino a Nairobi, non fu molto loquace ma era carino e Anna non fece obiezioni. Arrivati a casa Anna chiese se voleva un caffè o qualcosa di fresco, era giugno e cominciava a fare molto caldo; lui prese una Coca Cola e io lo vedevo seguire con lo sguardo mia moglie muoversi tra il frigorifero e il lavandino, come al solito quando la portavo "a caccia" era pochissimo vestita e questo sembrava averlo rapito.
Dopo poco ci spostammo in camera da letto e come sempre fu lei a prendere l' iniziativa, sfilò il vestito rimanendo in tanga poi si avvicinò a lui e mentre lo baciava gli aprì i pantaloni, lui tolse la camicia e poco dopo fu nudo come lei, aveva un bel fisico ed era nero come la pece, lasciammo accesa solo la luce sul comodino e mentre Anna si lasciava leccare tra le cosce mi spogliai anche io, era da un paio di mesi che non incontravamo blacks ed io ero eccitatissimo nel vedere come lui la preparava alla penetrazione.
Io ero di fianco a loro e quando lui si fermò per indossare uno dei preservativi che Anna aveva messo sul comodino vicino all' abat-jour vidi il suo membro eretto, decisamente lungo ma non troppo largo e con una cappella piccola, una volta infilato il preservativo prese a scoparla con un ritmo lento ma costante, io la baciavo e le succhiavo i capezzoli, l' idea che ci fosse di nuovo un nero dentro di lei mi eccitava moltissimo e chiesi piano ad Anna di farmi venire nella sua bocca, non appena partirono i primi schizzi James si fermò con un gesto rapidissimo sfilò il preservativo e puntò dritto il cazzo nero verso la bocca di Anna, lei aveva ancora il mio sperma sulle sue labbra quando la aprì e lui scaricò tutto il suo seme, quando finì Anna prese quel cazzo nero tra le labbra e continuò e pomparlo.
Poco dopo ci chiese di riaccompagnarlo, era stato tutto molto veloce e ci chiedemmo se gli era piaciuto, forse no e credevamo non lo avremmo più rivisto invece qualche sera dopo fu nuovamente lui a chiamare, stesso copione, appuntamento dopo le 22 e appena arrivati lui salì velocmente in macchina, poi a casa dove senza perdere tempo andammo subito in camera da letto, Anna non indossava nulla sotto il vestito e appena si sdraiò sul letto iniziarono i preliminari poi lui la scopò per un pò sempre in posizione missionario e come la volta precedente tolse il preservativo all' ultimo minuto per venire in bocca a mia moglie.
Nel riaccompagnarlo verso casa lui ci spiegò di avere una compagna, una ragazza bianca e di abitare non lontano dalla zona in cui ci dava appuntamento, lei rientrava poco dopo la mezanotte dal lavoro ed era ignara della situazione.
A noi andava bene così e la volta successiva chiesi se voleva scopare Anna nel culo, aveva il cazzo adatto e a lei era sempre piaciuto l' anal. Ci mettemmo sul divano, lei aprì le gambe e lui dopo avere inumidito il cazzo stretto nel preservativo entrò nel suo buchetto senza problemi, Anna iniziò a masturbarsi e venne per la prima volta da quando lo avevamo conosciuto, era stato diverso ma alla fine lui volle venire nella sua bocca, Anna ingoiava sempre tutto il suo seme e questo sembrava piacergli molto.
La cosa durò per tutto luglio, una o due volte a settimana, chiesi ad Anna se voleva farlo senza protezione ma lei disse di no, a volte la scopava in fica a volte nel culo, mai alla pecorina e con finale sempre di sborrata in bocca. Una sera ci confessò che la sua compagna detestava l' oral e per questo gli piaceva la mia Anna.
Non lo sentimmo per una quindicina di giorni ( ci aveva chiesto di non chiamare e che sarebbe sempre stato lui a contattarci ) poi un mattino mi chiamò, mi disse che la ragazza con cui stava lo aveva buttato fuori e che era ospite da un amico, un altro ragazzo di colore e che se eravamo d' accordo potevamo andare da loro la sera dopo, il suo amico non era mai stato con una bianca.
Avrei fatto qualsiasi cosa per accontentarli ma partivamo il pomeriggio per Parigi, il volo era alle 15,30, l' idea era di risentirci al ritorno.: chiamai Anna e le raccontai della telefonata, anche a lei andava bene l' idea di incontrarli entrambi.
Durante la vacanza fantasticavo spesso sul fatto che entrambi l'avrebbero scopata al nostro ritorno, l' avevo già vista accoppiarsi con due e anche tre neri contemporaneamente ma l' idea continuava ad eccitarmi moltissimo, immaginavo doppie e grandi schizzi nella bocca di lei.
Appena tornati mandai un' email a James ma non ricevetti risposta, dopo qualche giorno provai a chiamarlo senza successo, il numero non risultava più attivo. Nel mese di settembre Anna incontrò alcuni singoli ma nessuno di colore e il pensiero che la storia ricominciasse e che James tornasse a farci visita sembrava sempre più lontana.
A ottobre ricevemmo una mail da lui, dopo essersi lasciato con la ragazza italiana era tornato in Kenia, ci ringraziava per la bella parentesi e scrisse che le mancava la bocca di Anna; anche a lei mancavano quelle scopate nel culo con quel cazzo lungo e affusolato ma tutto era concluso.
Naturalmente io non persi tempo e da lì a un paio di mesi un nigeriano lo aveva già sostituito tra le gambe di Anna ma ci mancò sempre la possibilità di incontrare l' amico di James, un nero che non aveva mai scopato una donna bianca.
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3 anni fa
wasabee,
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Il primo nero
Si dice sempre che il primo amore non si scorda mai, anche il primo nero...perchè è stata un' esperienza intensa tanto discussa e desiderata, ecco il racconto di quanto successe circa dodici anni fa:
Da parecchio fantasticavo sul vedere Anna posseduta da un uomo di colore, lei si era detta sempre contraria ma a mano a mano che incontrava singoli questa sua certezza sembrava vacillare e io continuavo ad insistere sperando di fare breccia. Provavo di tutto per convincerla, le facevo vedere video porno interraziali la assecondavo in tutte le sue richieste e alla fine Anna cedette, rispondemmo ad un annuncio di un ragazzo Ivoriano e organizzamo l' incontro.
Ero al settimo cielo mentre la aiutavo a prepararsi, non si depilò completamente ma il giorno prima andò dalla parrucchiera e forse l' eccitazione coinvolse lei quando scelse l' abbigliamento...stivali alti in pelle su calze autoreggenti, niente biancheria e un vestito grigio di maglina aderente sul corpo, indossò un soprabito, era primavera ma pioveva e faceva ancora fresco.
Lui ci aspettava in un bar non lontano da casa sua, ma Anna aveva detto che preferiva venisse lui da noi, appena entrati lo vedemmo seduto ad un tavolino ci avvicinammo ed iniziammo la conoscenza; Anna mi aveva fatto promettere che se non le piaceva ce ne saremmo andati ma ci sedemmo comunque per un caffè e iniziammo a fare conoscenza, si chiamava Moussa aveva 38 anni ( Anna allora ne aveva 45 ) era gentile nei modi, parlava bene l' italiano e si sentiva che anche lui si era preparato e profumato, ci disse che non era mai stato con una donna bianca anche se era in Italia da 6 anni, alla fine fu proprio Anna ad alzarsi per invitarlo a casa nostra.
Appena arrivati a casa ci sedemmo sul divano e la conversazione continuò con Anna sempre più a suo agio ma quando lui chiese di potere andare al bagno mia moglie espresse qualche remora nel caso le dimensioni fossero state incompatibili. Lui torno dopo pochissimo io avevo lasciato una sola lampada accesa e messo una musica soft di sottofondo, Moussa si sedette di fianco a lei, ed iniziarono a baciarsi era la prima volta che vedevo la lingua di Anna insinuarsi tra le labbra di un uomo di colore e vedevo che era lei a prendere l' iniziativa, ero ovviamente eccitatissimo la mia fantasia stava per avverarsi.
Anna si alzò e lui le sfilò il vestito, fu sorpreso nel vederla nuda, la accarezzò e continuò a baciarla; io cercavo di non disturbare l' atmosfera creata e mi limitavo a guardarli, lui si tolse la maglia e Anna sbottonò la camicia, Moussa aveva un bel fisico asciutto e lei iniziò a succhiare i suoi capezzoli poi scese con la lingua verso il suo ombelico, si inginocchiò davanti a lui e sbottonò i pantaloni...era il momento della verità, pensai, nel calare le mutande il cazzo nero di lui saltò fuori già pronto dondolando davanti alla faccia di Anna; era grosso ma non enorme e in un attimo era sparito nella bocca di lei che iniziò a pomparlo in modo rumoroso.
Lui finì di spogliarsi e si distesero sul tappeto davanti al divano continuarono così le effusioni poi lei si distese e aprì il suo corpo per lui. Mi spostai per cogliere l' attimo in cui l' avrebbe penetrata, lei lo aiutò a trovare a strada e in un attimo il cazzo nero sparì nella sua fica bagnata, entrava e usciva e Anna sembrava gradire moltissimo, lo stringeva forte ma più che altro cercava la sua bocca...non l' aveva mai fatto cun i tanti uomini che aveva incontato prima di lui.
Cambiarno posizione Anna salì sopra di lui dandogli la schiena, era di fronte a me... bella e porca nei suoi stivaloni da puttana, si abbassò su di lui e rimasi di sale quando la vidi guidare quel grosso cazzo nero direttamente nel suo buchino, raccolse un pò di saliva con le dita e preparò il culetto per la penetrazione; in un attimo quell' asta nera era dentro di lei nel suo culo con la fica rosa aperta ben in vista, le labbra della sua vagina si aprivano e chiudevano come un fiore a ogni sussulto; non lo faceva solo per se stessa, anche se era chiaro che stava godendo, ma era il premio alle mie insistenze, voleva che anche io godessi quel momento, non solo si stava facendo scopare da un nero ma si concedeva a lui incondizionatamente offrendsi in un amplesso anale.
La posizione andava migliorata e così si sdaiarono, lui dietro di lei e ripresero da dove avevano lasciato e mentre lui le sfondava il culo Anna iniziò a masturbarsi il clitoride per raggiungere velocemente l' orgasmo.
Ora era la volta di Moussa che rimase disteso sul tappeto, senza pensarci due volte Anna si inginocchiò e prese tra le labbra quel cazzo nero e lucido che era dentro di lei un attimo prima, lo succhiava avidamente mentre una mano accarezzava il torace di lui.
Moussa venne senza preavviso e inondò la bocca di Anna che non se l' aspettava, il seme le andò per traverso e lei tossì forte, grosse e dense gocce di sperma vennerò sparate sul ventre di Moussa, Lei chiuse gli occhi e sfilò labocca chiudendo le labbra quasi a trattenere in bocca il poco rimasto, ma lui continuava ad eiaculare e fiotti di sborra bianca colavano sull' asta ancora durissima; Anna si riprese subito e si tuffò nuovamente sul cazzo dell' Ivoriano poi ripulì le dense e bianche goccie passando la lingua fin nentro l'inguine.
Come è andata la prima scopata con una donna bianca? chiese Anna ma lui quasi a canzonarla ripose e tu con un negro ? risero entrambi poi lei si voltò verso di me e chiese se anche io ero contento; Anna mi aveva dato emozioni che mai avrei immaginato.
Per oltre un anno Moussa fu ospite tra le braccia di mia moglie, lo andavo a prendere e li guardavo scopare, erano molto complici, Anna mi disse che la prima sera l' avava colpita la gentilezza e la pulizzia di lui.
Fu il primo e indimenticabile, il primo di una lunga serie di uomini di colore che negli anni ho visto godere del corpo bianco di mia moglie.
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3 anni fa
wasabee,
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Di notte al parco...
Ogni tanto mi piace andare enfemme a fare qualche giro dentro al parco di Montalvo vicino firenze. Ce un po di giro.. un po di tutto e il posto merita. Una cosa che mi eccita particolarmente e girare nuda o quasi nei viottoli del parco...ovviamente non di giorno! Sculettare con il culo all'aria sui tacchi mi fa sentire una vera maiala. A volte ci sono serate che non ce nulla...non ce gente.. altre che ce solo gay in cerca di cazzi e quindi io non faccio per loro e loro non fanno per me. Essendo solo passiva cerco veri maschi cazzuti che sanno farmi sentire femmina e troia. Be' una sera di estate ci capitai che non era ne troppo tardi ne troppo presto, parcheggiai l'auto mi infilai subito dentro. Era caldo quindi avevo ben poco addosso. Uno spolverino e un costumino....mi tolsi tutto restando solo in tacchi (belli alti) e spolverino. Una volta messa con questo "nude look" incominciai a girare per il parco. Di li a poco vedo un tipo in lontananza..accendo una sigaretta per farmi notare nel buio, lui mi intravede e si avvicina. Faccio finta di nulla dandogli le spalle e dopo poco sento una mano che mi palpa il culo! Speriamo cerchi culo e bocca e non la mia pisella penso. Per fortuna era un vero maschio e anche messo discretamente, si tira fuori la verga gia bella dura e me la struscia sulle cosce e sulle chiappe, inutile dire che io ero gia eccitata come una cagna. Poi senza dire una parola (la gente che parla troppo nulla combina di solito) mi fa inginocchiare e mi sbatte il cazzo in faccia e poi in gola! Inizio a fargli una bella pompa (sono molto brava) mentre lui mi dice che sono un troione..io mi eccito ancora di piu. Mentre gli succhio il cazzo lui mi palpa le tettine e me le stringe. Dopo avergli fatto una succosa pompa mi fa rialzare e mi fa appoggiare su una panchina dandomi degli sculaccioni sulle chiappe..ci struscia bene il cazzo durissimo e piano piano spinge...entra e lo sento fino alle palle!
Nel frattempo un altro tipo, un ragazzo sulla 25ina di anni che aveva notato la situazione si avvicina con il cazzo in mano...vede che io sto sbavando come una cagna e (ben messo pure lui) mi tappa la bocca con il suo uccello. Mi ritrovo in mezzo a questi 2 sconosciuti che mi usano come una puttana, mi riempiono di cazzo...prima mi sborra sulle chiappe il primo che mi scopava..e sento la sborra che cola sulle cosce..e in quel momento non resisto e vengo anche io..l'altro se ne accorge e anche lui sborra facendomi una sborrata colossale in faccia. Una goduria pazzesca...poi loro se ne vanno e io resto li piena di sborra,nuda ma super soddisfatta...ho goduto davvero come una maiala!! Ho raggiunto l'auto con il viso che colava di sperma....che meraviglia essere delle porche
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3 anni fa
MissFrancy, 58
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Una stupida ripicca. secondo capitolo
Mentre tutti si divertono, io proseguo nella mia ricerca e, quando ho individuato, fra gli amici dello sposo, il potenziale stallone, è di nuovo Flavia che mi blocca.
«No, piccola! Non adesso e non così. Saresti solo una troia che fa le corna al marito. La tua deve essere una azione più raffinata e diretta».
Passiamo il resto del giorno a divertirci e poi si torna a casa. Due giorni dopo, sono a casa di mia suocera assieme ad Angela e Sara. Dopo un momento di chiacchiere e risate varie, ci siamo ritrovate tutte e quattro sul letto a leccarci a vicenda. Angela mi ha penetrato con un cazzo finto enorme. Mi sono sentita piena e dilatata e, mentre godevo come una vacca, ho leccato mia suocera, che stava facendo morire Sara. Abbiamo goduto a lungo e in maniera assolutamente soddisfacente. Più tardi, le due amiche se ne sono andate e Flavia mi ha condotto con lei, dentro la vasca idromassaggio. Sedute ed abbracciate abbiamo parlato. Lei mi accarezzava, tenendomi stretta fra le sue braccia.
«Adesso, ti sei resa conto che non serve mettersi a litigare con due idioti come i nostri mariti? Che ti avevo detto? Dopo domani, nel pomeriggio passo a prenderti, diciamo alle quindici. Ti vestirai in modo molto semplice: una gonna con autoreggenti ed un maglioncino a V e niente altro, se non un bel paio di scarpe dai tacchi alti. Ti porto a fare la conoscenza di una persona speciale. In occasione della prima volta che metti le corna a tuo marito, devi farlo con questa persona. Vedrai, ti piacerà. Inoltre, mi piacerebbe avere un nipotino. Comprendo benissimo che la cosa ti mette in subbuglio, ma, credimi, non sarà una cosa spiacevole. Io stessa ho messo al mondo mio figlio che avevo la tua stessa età e posso affermare che per questi imbecilli che abbiamo come mariti è il massimo della loro contentezza. Crederanno di essere gli artefici del loro perfetto matrimonio, ma non sapranno mai che questo è il risultato di un bel periodo di corna intense e molteplici».
La guardo incredula. Cerco di mettere a fuoco le sue parole, ma lei mi bacia e chiarisce ogni mio dubbio.
«Amore mio, credi che tuo marito sia figlio del mio? Nulla di più sbagliato! Dopo innumerevoli insistenze di mio marito che voleva un figlio, ho deciso che lo avrei accontentato, ma a modo mio. Ho selezionato sei maschi di vario genere. Tutti della stessa corporatura di mio marito, stesso colore degli occhi e capelli, ma con dei cazzi da favola. Poi ho aspettato la mia settimana di massima fertilità e mi sono fatta sbattere, a più riprese, da tutti e sei separatamente, poi per finire da tutti e sei insieme, contemporaneamente, facendomi inondare l’utero dalle loro sborrate colossali. Di seguito mi sono fatta scopare due o tre volte da mio marito, tanto per illuderlo sulla paternità, ma era già tutto fatto. Tuo marito non è suo figlio, ma lo ha cresciuto con le sue idee stupide, per questo sembra che sia suo, ma sta tranquilla che non lo è di sicuro. Adesso, per un po’, ti diverti poi, quando ti sentirai pronta, selezioneremo insieme un bel gruppetto di cazzi e ti fai ingravidare, così avrai modo di prenderti tutte le rivincite che meriti, per avere come marito un uomo così ottuso».
La guardo stupita ed ammirata. Non credevo che si potesse arrivare a tanto, ma, in considerazione delle tante porcate ricevute, questo è proprio il modo più sottile e perverso per assaporare una bella rivincita: prendermi delle libertà, per mettere in pari la bilancia delle carognate.
«Farò tutto quello che mi consiglierai tu. Mi rimetto nelle tue mani e son sicura che non mi deluderai. Da quello che mi ha detto Sara, anche lei ha usato questo sistema per fare un figlio, ma davvero anche tuo nipote è un imbecille proprio come suo padre ed i nostri uomini?»
Lei mi sorride, mi abbraccia e bacia con passione.
«Con Sara le cose sono state addirittura meglio. Suo marito non si è mai reso conto di non averla messa incinta, per il semplice motivo che, quando la scopa viene quasi prima di metterlo dentro. Non avrebbe mai potuto inseminarla. Quando lei gli ha comunicato di essere incinta, lui ha fatto un tale salto di gioia che lo stesso suo padre si è chiesto come potesse aver fatto. Naturalmente anche Angela ha fatto in modo che il figlio non fosse del tutto di suo marito. Di questo però non siamo sicure. Quando è rimasta incinta, scopava di brutto sia con suo marito che con due amanti fissi che le inondava la vagina con fiumi di sborra».
Passo il tempo che mi separa dalla prima scopata con un altro uomo, in maniera molto tranquilla e serena. Il mercoledì, scopro che mio marito e suo padre resteranno fuori per tutto il giorno e saranno di ritorno in serata. E' allora che mi viene a prendere Flavia e, dopo un tragitto di quasi un’ora, si ferma davanti ad un palazzo della città vecchia e mi dice di salire al terzo piano, di entrare in una certa porta, dove c’è una persona che mi aspetta e di ubbidire a tutto quello che lui mi chiederà di fare. Sono eccitata e intimorita nel contempo, ma la curiosità e la voglia hanno il sopravvento ed entro decisa. Appena dentro, mi trovo in un luogo silenzioso ed in penombra. Di colpo, una voce dal buio mi ordina di spogliarmi nuda. Eseguo, poi mi sento toccare con una mano; quando mi volto, mi trovo davanti un signore di circa cinquant'anni, ma cieco. Resto per un attimo interdetta. Lui mi parla con dolcezza e mi chiede di accompagnarlo nella stanza da letto. Entro e mio ritrovo vicina ad un bel letto, in una stanza fresca e pulita. Lui mi chiede di spogliarlo e, quando abbasso i pantaloni e gli slip, scopro il più bel cazzo che abbia mai visto. Lungo oltre i venti cm., ma grosso e nodoso. Le vene sono gonfie e la cappella sembra una fragola grossa e matura. Vedo due palle che penzolano grandi e piene. Lui mi fa distendere, poi prende a leccarmi, portandomi subito ad un primo orgasmo; vengo, urlo e poi cerco di inserirlo tutto in bocca. Godo e succhio quel palo, che sembra crescere a dismisura. Si gonfia sempre più nella mia bocca, che, ad un certo punto, fatica ad ingoiarlo. Lui mi lecca ed esorta a succhiarlo tutto.
«Brava…succhialo…bene…da…brava…leccalo tutto, che te lo pianto dentro, fino in fondo».
Godo di un nuovo orgasmo. Lui mi lascia il tempo di assaporare il piacere che mi sta facendo provare, poi mi rigira e si mette fra le mie cosce aperte e dilatate per penetrarmi al meglio. Sento la cappella sfiorare le grandi labbra. Ci gioca un po', lo fa scorrere su e giù lentamente, fino a farmelo desiderare; allora lo imploro di prendermi.
«Lo voglio… dentro! Dai scopami…non resisto… dai…entra!»
Per un attimo si ferma immobile, poi spinge quel mostro di carne viva e pulsante, tutto dentro di me. Impazzisco nel sentire che mi apre e dilata le pareti della mia vagina, che è felice di farsi sfondare tutta. Arriva tutto dentro con un movimento lento, ma costante. Lo sento sbattere in fondo e mi provoca un orgasmo che mi fa tremare tutta, come sotto una scossa elettrica.
«Che…meraviglia! Ti…sento! Aprimi tutta! Cazzo! Vengo! Vengo! Vengo!»
Resta immobile, poi comincia a pomparmi in maniera sconvolgente. Ogni affondo è diverso dal precedente. Una volta lo spinge velocemente, un’altra lentamente, ancora ne spinge metà e poi affonda di colpo, lo ruota, lo spinge a scatti alternando velocità a lentezza. Mi fa impazzire. Ben presto non so più quante volte gli ho detto che godevo. Cambiamo molte posizioni. Di lato, sopra, da dietro, a pecora, godo, e lui sembra instancabile. Alla fine ho perso il conto sia del piacere provato che del tempo trascorso e, dopo l’ennesimo orgasmo, mi sento addosso una mano che mi fa sussultare. E' Flavia, seduta accanto a me sul letto. Non l’avevo nemmeno sentita entrare.
«Vedo che Antonio sta facendo un buon lavoro. Dai, meraviglioso stallone, finisci di sfondare questa giovane puledra; falle una bella schizzata di seme dentro e un po’ anche in bocca»
Lui ride divertito.
«Flavia, femmina meravigliosa, ti ho sentito entrare, e mi aspettavo la tua partecipazione. Se vuoi che le sborri dentro e in bocca, significa che poi lei deve gratificare un cornuto con il mio sapore. Allora vi accontento subito».
Appena finito di parlare, mi chiava con molto impeto e, ben presto, lo sento arrivare dentro di me, e l'impressione che ne ricavo è quella di un bollente fiume in piena. Mi scarica dentro, cremosi getti di sborra e poi lo estrae. Giro il capo e me lo trovo davanti; giusto il tempo di infilarmi la cappella in bocca ed ecco altri fiotti, abbondanti e cremosi. Lecco e succhio fino all’ultima goccia, sotto lo sguardo compiaciuto di Flavia, che mi osserva con occhi languidi. Raccolgo in bocca tutta la sborra che esce da quel meraviglioso strumento di piacere e, prima di ingoiarla, mi sposto verso di lei e la bacio con passione, facendole assaporare il gusto del maschio che ho appena succhiato. Limoniamo un poco, poi lei mi porge gli abiti e mi invita rivestirmi, perché è ora di tornare.
«Grazie Antonio. Ero certa che non avresti deluso questa giovane troietta, desiderosa di godere e, da quello che ho assaggiato, è sempre un piacere gustare il tuo seme. Ti ho lasciato una busta in sala e ti ringrazio di tutto».
«Flavia, meravigliosa creatura! Lo sai che da te non voglio nulla in cambio. Mi fa sempre piacere esserti utile e credo che anche tu, ogni tanto, dovresti approfittare di questi piacevoli momenti».
Lei lo ringrazia e poi ci avviamo verso casa. Ho mille domande, ma sono stanca e lei mi annuncia che ne parleremo domani. Quando mi lascia davanti a casa, mi ricorda di non fare nulla per nascondere il profumo di maschio e sesso che ho addosso, tanto il cornuto non se accorgerà. Mi rammenta di baciarlo con passione, stando ben attenta a scoprire se, per caso, anche lui profuma di femmina. In genere, quando i nostri uomini se ne vanno insieme, finiscono sempre per scoparsi qualche puttana, e, a volte, anche la stessa, prima uno poi l’altro. Entro in casa e lo trovo seduto sul divano con una birra in mano, intento a seguire una partita di calcio, fra due squadre tedesche. Giro dietro al divano, lo accarezzo sulla testa e mi allungo verso il suo collo. Sento un profumo diverso dal mio, gli metto una mano sulla guancia e lo costringo a girarsi: lo bacio con trasporto, infilando con decisione la mia lingua nella sua bocca. Per un momento appare sorpreso, ma poi risponde al bacio, giocando solo per un attimo con la mia lingua, poi si stacca in maniera un po’ più brusca. Sono al massimo della tensione, ma lui non si è accorto di nulla.
«Scusami amore, ma voglio finire di vedere questa finale di calcio tedesco».
Mi allontano e vado in camera. Dentro di me sono felice e concordo con mia suocera che è davvero ottuso e imbecille: non si è accorto che avevo in bocca il sapore di un altro cazzo! Una breve doccia e me ne vado a letto stanca, ma non mi addormento subito; rifletto sul fatto che era in tuta, mentre raramente, quando torna, si cambia. Circa una mezzora dopo viene a letto, fingo di dormire e poi, quando lo sento che si è addormentato, vado in bagno e cerco i suoi indumenti nella cesta dei panni sporchi. Trovo slip e camicia. Li osservo con attenzione e trovo la conferma ai miei sospetti. Sul bordo inferiore della camicia, ci sono visibili tracce di fondo tinta e nel risvolto degli slip un segno di rossetto. Torno a letto e mi riprometto di non lasciare che questo episodio resti impunito.
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3 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 12 ore fa -
Una stupida ripicca. primo capitolo
Mi chiamo Anna, ho ventisette anni e sono sposta da tre anni con Paolo, che ha la mia stessa età. Sono una bella ragazza, alta un metro e settantacinque, seno di una terza un po’ scarsa, occhi chiari, capelli neri e lunghi. Ho un bel fisico snello e tonico, gambe lunghe e affusolate e, anche se tutti mi dicono il contrario, credo di avere il culo un po’ troppo grande. Mio marito è un bell'uomo, alto più di me, spalle larghe, fisico da vero nuotatore, occhi scuri ed ha anche una discreta dotazione: sì, ha un bel cazzo, non troppo lungo, ma abbastanza grosso. Siamo stati fidanzati due anni, poi un bel matrimonio e, da allora, abbiamo iniziato al nostra vita matrimoniale fatta di cose semplici, allo stesso modo di quella di tante coppie coetanee: lavoro, amici, serate con i suoceri, ferie, a volte da soli ed altre in compagnia. Ha un carattere allegro, e questo mi piace molto di lui, ma ci sono cose che ho scoperto con il tempo, vivendo insieme, che mi mandano letteralmente in bestia. All’inizio non gli davo molta importanza, poi, col tempo, mi sono accorta che per lui erano cose assolutamente normali. La prima vera incazzatura la ebbi quando dovevamo andare al battesimo di mia nipote. L'evento coincideva con una gara di pesca, cui lui voleva partecipare e, di conseguenza, non ci voleva venire: le sue necessità erano inderogabili, infischiandosene di quelle degli altri. Dopo aver tanto insistito, eravamo giunti ad un compromesso: vai a pesca, ma, a metà mattinata, torni e andiamo al battesimo. Stupida io che ci ho creduto. È tornato alle sei del pomeriggio, quasi sbronzo, con un trofeo in mano, felice di quello che aveva fatto in barba ai miei desideri.
Per ripicca, sono stata alcuni giorni col muso, facendo in modo che lui si rendesse conto del mio disappunto; ha cercato di coccolarmi per un po’, ma poi le cose sono tornate come prima: per quieto vivere ho lasciato perdere. La seconda volta è stata davvero grossa, una vera carognata. Erano trascorsi circa sei mesi da quella volta e dovevamo partecipare, assieme ai miei genitori ed altri parenti, al cinquantesimo anniversario di matrimonio di una zia, sorella di mio padre, che abita in una città piuttosto distante da noi. Per questo evento avevo speso tempo ed energie, sia per organizzare le persone che sarebbero dovute venir con noi, sia per il viaggio. Stupidamente non avevo fatto caso che la data, a metà maggio, coincideva con un'importante gara di campionato, dove la sua squadra del cuore, a pari punti con la diretta inseguitrice, avrebbe giocato una partita che, in caso di vittoria, le valeva il campionato. Ovvio che un simile evento per lui era imperdibile. Il sabato che saremmo dovuti partire per l'evento da me organizzato, che ci avrebbe tenuti fuori tre giorni, lui mi dice che ha la febbre a 39°. Ci resto malissimo: lui sembra un moribondo e sono combattuta fra il rinunciare o andare con gli altri.
«Amore, vai pure, non ti preoccupare per me; mi bastano un paio di giorni di riposo e qualche tachipirina e vedrai che lunedì starò già bene».
Decido di partire, con dei sensi di colpa mostruosi: mi dicevo di esser una moglie snaturata, che abbandona il proprio marito malato per andarsi a divertire. Nei due giorni lo chiamo e lui mi rassicura e, quando torno il lunedì, lui è già al lavoro; mi faccio perdonare, facendolo sentire molto importante per me, coccolandolo, e facendo sesso come piace a lui, in piedi, come fossi una puttana, che fa una marchetta. Questa fantasia lo eccita tantissimo. Passa circa un mese e ci troviamo assieme ai suoi amici. Per due volte l’anno, si ritrova con tre di loro, che sono amici da sempre. Questa volta spetta a noi ospitarli nel giardino della nostra villetta, con tanto di barbecue acceso.
Non sono entusiasta dei suoi amici. Luciano, il più porco, è divorziato, perché la moglie lo aveva sorpreso che si scopava la badante della madre. È davvero un maiale e la sua natura non si discosta da quello che è, anche quando arriva a casa mia e mi fa degli apprezzamenti, che per me sono pesanti, ma che per mio marito sono solo complimenti.
«Accidenti, Paolo, che bella puledra è tua moglie. Dovrebbe essere un piacere cavalcarla».
Tutte frasi che non mi piacciono per niente, ma a Paolo sembra solo un linguaggio po’ spinto. Poi c’è Andrea, l’igienista. È talmente fissato con la pulizia e l’igiene, che per lui tutto non è mai troppo pulito e sterilizzato. I suoi amici lo sfottono dicendo che non si fa fare i bocchini dalla moglie per una questione igienica e che la scopa con il preservativo per paura di qualche contagio. Ora mi chiedo: come ha fatto a restare incinta, se lui usa queste precauzioni? Ha partorito due volte e, a guardare bene i suoi figli, non gli assomigliano per niente. Poi c’è Marco. È l’unico che mi sta un po’ simpatico. È un bravo padre, forse tra i quattro è quello più con la testa sulle spalle. È quello che cerca sempre di mettere un freno alle porcate di Luciano ed alle pazzie di mio marito. Erano tutti fuori ed io sono andata in bagno, non quello principale, ma nel nostro privato, che abbiamo in camera da letto. Ha una finestrella, in quel momento aperta che si affaccia sul giardino, ma con la persiana chiusa. Devo cambiare l’assorbente; ho un ciclo mestruale piuttosto abbondante ma che, per fortuna, viene contenuto dall'azione della pillola anticoncezionale, altrimenti avrei un collasso, quando sento mio marito e Luciano parlare.
«Finalmente Diego mi ha mandato le foto della partita. Sai, ero convinto che non saresti riuscito a venirci. Sei un grande! Far credere a tua moglie che stavi male. Una trovata davvero unica. Adesso te le mando sul cellulare».
Lui ride divertito.
«No, non sul cellulare, mandale nella mail, altrimenti rischio che lei potrebbe vederle. Sì, devo ammettere che è stata proprio una trovata geniale; inoltre lei ha anche avuto dei sensi di colpa».
Ridono divertiti, mentre io sono sbalordita. Mi ha preso in giro e se la ride alle mie spalle. Sono furiosa! Vorrei uscire e prenderlo a pugni. Resisto, pensando velocemente a come fargliela pagare. Poi ho un’idea. Esco silenziosamente e vado nella cameretta dove abbiamo il pc. È acceso, come sempre, ed apro la sua mail: non mi serve la password, tanto lui la tiene memorizzata; vedo le mail di Luciano e le invio alla mia posta elettronica. Cancello tutto ed esco, passando per la cucina, dove prendo, come scusa per il mio allontanamento, delle bottiglia di birra. Sono un fascio di nervi, ma non lo do a vedere. Ho già in mente come fargliela pagare e questo mi soddisfa. Passano dei giorni ed arriva la prima domenica di luglio. Siamo invitati al matrimonio della nipote di mio suocero. Antonio, mio suocero, ha un fratello che a sua volta ha due figli, un maschio di circa trenta tre anni, sposato da più di cinque, e la femmina, che ha la mia stessa età. Lei, nonostante sia mia coetanea, è una tipetta molto boriosa, la classica ragazza che si dà un sacco di arie e, per questo, non abbiamo mai legato molto. Per i miei suoceri, questo è un evento molto importante, ma io ho deciso che non ci vado. Quando lo dico a mio marito, va su tutte le furie. Dapprima mi impreca, poi minaccia e strilla che non posso rifiutarmi. Pretende di sapere la motivazione, ma io, con calma, gli rispondo facendolo infuriare ancor di più, affermando semplicemente non ne ho voglia. Passiamo dei giorni in cui i miei rapporti con lui sono molto tesi e, quando arriva la domenica, mentre lui è già vestito e pronto, io riempio la vasca del nostro bagno in camera e mi ci metto dentro, chiudendo la porta a chiave. Lui è furioso, minaccia di sfondare la porta, ma io non demordo. La mia ripicca è servita. Quando arrivano i suoceri, con i quali avremmo dovuto andare insieme all’evento, sento suo padre imprecare, bussano alla porta, ma io continuo a non rispondere, fin quando, dopo una bella sfuriata, è mia suocera Flavia a chiedere di entrare. Flavia è una bella donna. Ha quarantotto anni, cinque in meno di mio suocero. Alta come me, ha i capelli biondi, tinti giusto quel tanto per mascherare qualcuno bianco. È una donna che veste sempre molto elegante, con classe, mai sciatta. Ho sempre pensato che fosse succube del marito, mai uno screzio, mai un tono di voce alto o una parola fuori luogo: insomma una persona che sa stare al suo posto, presente, ma mai invadente. Mi piace per cui metto l’accappatoio e la faccio entrare. Appena dentro mi sorride e si siede sul bordo della vasca; la sua gonna sale un po', mostrando delle belle gambe.
«Mia cara ragazza, capisco che sei arrabbiata per quello che ha fatto quell’imbecille di mio figlio. Sono furiosa come te, ma, credimi, non è questo il modo di fargliela pagare. Tieni conto che tuo suocero e mio figlio sono dei perfetti imbecilli. Per essi, comportarsi come ha fatto tuo marito con te, è normale. Sono talmente pieni di boria ed il loro ego è talmente smisurato, che non concepiscono che una persona possa avere delle esigenze, desideri o voglie diverse dalle loro. Se credi che, tenendo in piedi questa stupida ripicca, possa risolvere qualcosa in tuo favore, ti sbagli. Lasciatelo dire da chi, da più anni di te, ci combatte. Adesso ti vesti, vieni con noi e poi, tra due o tre giorni, ti trovi un bel maschio da cui ti farai scopare a morte, ti farai sborrare in bocca e, venuta a casa, bacerai tuo marito, facendogli avvertire, nella tua bocca, il sapore di un altro maschio. Sono talmente ottusi che non lo riconoscono, ma, dentro di te, ti sarai presa una rivincita, che va ben oltre questa semplice ripicca. Se continui così, non fa altro che aumentare la loro convinzione che hanno ragione, una donna non deve chiedere, ma ubbidire. Questa è nella loro stupidità, la giusta regola che si deve seguire.»
Guardo basita mia suocera! La conosco da quasi cinque anni e non l’ho mai sentita parlare in questo modo. Ma lei prosegue:
«Credi che io, in tutti questi anni, non abbia subito delle carognate, come ha fatto Paolo con te? Suo padre è anche peggio. Mi stupisce che tu ci abbia impiegato così tanto tempo a ribellarti. Ero certa che, prima o poi, questo momento sarebbe arrivato e l'ho aspettavo fin da quando lo hai sposato. Vestiti, mettiti elegante, sei una bella ragazza. Ora devi essere anche una bella donna elegante, per far in modo che loro abbiano un bel trofeo da mostrare ai loro amici, ma è dentro di te che devi sentirti sexy, per dimostrare a te stessa che sei una vera signora, impeccabile in pubblico, ma troia dentro! Io ti insegnerò tutto questo, se me lo permetterai. Un pomeriggio, dei giorni a venire, ci prendiamo un bel caffè a casa mia e ti farò da maestra, così finalmente sarai veramente felice».
Mi ha convinto. Credo che le darò retta, anche se non mi sarei aspettata una simile confessione. Andiamo in camera e mi spoglio nuda davanti a lei, che vedo riflessa nello specchio dell’armadio che mi guarda con occhi pieni di desiderio. Ne resto meravigliata, ma non perdo tempo. Apro un cassetto, prendo le mutandine, ma lei interviene.
«No, queste non ti servono! Metti queste calze e solo questo reggiseno».
La guardo senza capire.
«Ti ho detto che devi essere elegante per loro e "troia" per te. Sapere che non porti l’intimo ti farà sentire troia per te! Ma loro non lo sanno. Questa per te sarà una prima, piccola ripicca».
La guardo con occhi nuovi. Mi piace da morire quello che mi sta proponendo e l’assecondo in tutto. Mi siedo sull’angolo del letto e metto le calze. Lei si inginocchia sul letto, solleva la gonna e mostra le autoreggenti che indossa; da dietro mi aggancia il reggiseno a balconcino che ha scelto per me. Sento le sue mani sui miei seni e la cosa mi provoca un certo languore: lei è così delicata, mi accarezza il seno, fingendo di aggiustare l’indumento. Mi eccita e la guardo perplessa. Le nostre bocche sono così vicine che, per un attimo, ho creduto volesse baciarmi. Mi sceglie una gonna a portafoglio, non troppo lunga, camicetta bianca ed una giacca del colore della gonna. Fruga fra le mie scarpe, e mi porge delle decolleté, con tacco dodici. Mi fa sedere sul letto e si mette davanti a me, piegata sui talloni. La sua gonna sale fino all’inguine, mostrando che anche lei non indossa intimo. Mi prende un piede fasciato dalle calze velate e, prima di indossare la scarpa, lo accarezza; con la scusa di verificare che la calza sia a posto, mi massaggia delicatamente il piede e la coscia, risalendo fin quasi all'inguine. Ripete al stessa cosa con l’altro piede. Poi, mi mostra la sua natura bella e semi depilata. Vedo le grandi labbra sporgere: mi sto eccitando ed avverto forte la sensazione delle farfalle nello stomaco. Sono due settimane che non ho un orgasmo e sono facilmente lusingabile. Lei deve averlo intuito e fremo, dentro di me, per un desiderio assolutamente sconosciuto.
«Queste sono perfette, per farti apparire come una vera signora. Sei giovane e, quindi, devi essere bella: un pizzico di malizia devi esibirla. Con queste scarpe sei perfetta! Un lieve trucco e un filo di rossetto, rigorosamente rosso, e sarai perfetta».
Entro di nuovo in bagno, prendo il necessario per il trucco, ma lei mi fa sedere sullo sgabello e mi trucca in maniera semplice, ma perfetta. Prende il rossetto e mi si avvicina con la sua bocca. Siamo di nuovo tanto vicine; i nostri occhi si guardano, sento forte il desiderio di baciarla e lei fa proprio quello. E' un attimo e le sue labbra sono incollate alle mie. Mi sollevo e la stringo a me. La sua mano destra, scende rapida fra le mie gambe. Solleva la gonna e subito risale, fin quando non incontra la mia lumachina, che sta schiumando da paura: sono un lago! Un lungo gemito liberatorio esce dalla mia bocca. Mi sento le gambe tremare. Passo una mano dietro la sua testa e la stringo di più contro di me. Un bacio carico di passione e desiderio ci travolge. Si stacca, mi dà altri baci sulle labbra e noto che i suoi occhi sono colmi di desiderio, libidine, ed io sono stupita per tutto questo. Non ho mai baciato una donna! Mi è piaciuto tantissimo. La guardo con desiderio, ma lei mi sussurra, con tono complice, che dobbiamo andare, ma che avremo modo di soddisfare le nostre voglie. Quando usciamo dalla camera, mio suocero da un colpetto con il gomito a mio marito, come a dire che, per merito di Flavia, era tutto sistemato. Durante tutto l’evento, lei mi è stata sempre vicina. Ho potuto ammirare la sua classe nel rivolgersi a tutti, sempre con modi gentili, pacati. Era sempre presente, me lo era in maniera discreta, sempre in secondo piano, lasciando al marito tutta la scena che, ovviamente, occupava insieme al figlio. Ho notato che lei, non si è mai trovata al centro dell’attenzione, in nessuna occasione. Ho provato una strana sensazione ad esser nuda sotto. Mi sentivo eccitata al pensiero che nessuno, a parte Flavia, sapeva che ero nuda. Mi sentivo libera e leggera, ma, nel contempo, tanto porca. Spesso ci siamo tenute, mano nella mano. Quando è giunto il momento del taglio della torta nunziale, tutti si sono accalcati vicino agli sposi, che si erano spostati sotto un gazebo, appositamente addobbato. Noi due siamo rimaste un po' in disparte, con in mano i calici per brindare. Eravamo appoggiate ad una colonna, quando lei mi ha fatto un cenno con la testa ad indicarmi la madre della sposa, che veniva verso di noi con la nuora.
«Ciao, Flavia, vedo che sei in compagnia della tua giovane nuora. Come le va, la vita matrimoniale? Si diverte?»
Si rivolge a me, mentre con lo sguardo ha incrociato quello di Flavia.
«Cara Angela, mia nuora è come la tua; ha da poco capito le regole del gioco, ma credo che dovrò istruirla a dovere, anzi conto su voi due, per un aiuto».
Le due donne si rivolgono uno sguardo complice, poi Sara, la nuora di Angela, solleva il calice e lo fa tintinnare assieme al mio.
«Ben venuta nel club!»
Le guardo, cercando di immaginare quello che la mia mente pensa di aver intuito. A gran voce, reclamano Angela per le foto e lei se ne va portando Flavia con sé. Sara si avvicina e mi parla fissandomi negli occhi.
«Mi fa piacere sapere che anche tu hai capito che con uomini come i nostri mariti c’è ben poco da fare, se non prendersi delle piccole, ma significative rivincite, specie se te la fanno davvero sporca. All’inizio non avevo capito come girava il mondo, ma poi ci ha pensato Angela a spiegarmi come sopravvivere. Avere la suocera dalla mia parte è stato fondamentale, specie quando ho deciso di rimanere incinta. Se aspettavo quel fesso di mio marito, sarei diventata troppo vecchia, così lei mi ha dato una mano a cercare lo stallone giusto per la mia monta. È stato sconvolgente! Credimi, queste due donne che sono amiche ed amanti da sempre, sanno come ci si diverte e si sopravvive a maschi come quelli che abbiamo sposato. Sono felice che anche tu lo abbia capito; avrai modo di constatare quanto lei saprà farti felice e spero che, qualche volta, potremo stare insieme: mi sei sempre piaciuta ed una profonda leccata fra le tue cosce la darei volentieri».
La guardo incredula, ma anche eccitata. Poi mi viene da chiederle se anche lei è nuda sotto. La sua risposta è più di quanto immaginassi.
«Solo nuda? Indosso anche un cuneo ben piantato nel culo, per fare in modo che questa sera, lei me lo sfondi con il suo strap-on di taglia XXXL. Non vedo l’ora; è una settimana che alleno il culo. Le ho promesso che sarebbe stata lei a sverginarmi con il suo cazzone finto, prima di offrirlo a due nuovi amanti, che voglio provare insieme».
Si solleva un clamore di esultanza per il brindisi, poi tornano le due signore, e Sara mi chiede se l’accompagno in bagno. Guardo verso Flavia che mi fa cenno di andare e la seguo in silenzio. Giunte all'interno della struttura principale, ci dirigiamo al piano superiore, dove ci sono le camere ed entriamo dentro una vuota. Lei chiude la porta a chiave e immediatamente me la ritrovo incollata alle mie labbra. Mi bacia con infinita dolcezza e, nello stesso tempo, con molto trasporto. La sua mano mi fruga fra le cosce e accertato che sono nuda, mi distende sul letto e vi si infila tra di esse. Mi lecca in modo sconvolgente per me, che non ho mai avuto un simile trattamento; dopo breve, raggiungo il primo orgasmo, che mi fa tremare tutta. Rimane immobile fin quando il piacere che mi ha travolto, lentamente svanisce; si rialza e si siede a sua volta sul letto, apre le gambe e mi ritrovo davanti la sua fica completamente depilata. Più in giù è visibile il gioiello del plug che le adorna il culo; non resisto alla tentazione di infilare la mia lingua fra le labbra umide di quel fiore rosa, che profuma di femmina in calore. Gode all’istante.
«Dai, continua, che vengo! Non sai da quanto ti volevo! Leccami…ora!»
Trema e mi sconvolge per la rapidità con cui l’ho fatta godere. Lei si calma e torniamo di sotto. Lungo le scale mi dice che fra le braccia di Angela e Flavia ha provato emozioni stupende. Spesso le inseriscono dentro la fica delle palline o ovuli vibranti, che la stremano, specie se poi, uscite, ci deve camminare. Angela è abbastanza sadica in questo, ma, in compenso, è molto autoritaria, anche con il marito ed il figlio ed essi la rispettano.
Gli sposi hanno aperto le danze e tutti ballano; anche Flavia si concede a dei ragazzi che la fanno divertire. Io invece non accetto di ballare con nessuno. Mi sento benissimo e, quando si avvicina Paolo, lo bacio in bocca consapevole che nella mia è ancora presente il sapore del piacere di Sara. Lui è contento e risponde compiaciuto al mio bacio. In quel momento mi tornano in mente le parole di mia suocera: sono davvero ottusi e non si rendono conto di nulla. Mi guardo in giro, alla ricerca di un bel cazzo da succhiare, per completare la mia ripicca.
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3 anni fa
baxi18, 55
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Liberi tutti!
Erano ormai mesi che la pandemia aveva diviso in due gli amanti del sesso: da una parte gli incuranti e spericolati, che nonostante tutto non rinunciavano al sesso per nulla al mondo, e dall’altra i prudenti (e forse anche un po’ timorosi), la cui voglia aumentava sempre di più, ma con la paura che costringeva a solitarie sedute passate a fantasticare. Io ovviamente ero tra quelli prudenti: già prudente di mio in normali circostanze, durante il lungo periodo di astinenza non avevo fatto che altro che cercare qualcuno con cui mi ripromettevo di passare eccitanti momenti una volta passata l’emergenza.
Avevo quindi raccolto qualche sporadico contatto nella speranza di un futuro incontro, ma dopo un po’ alcuni erano spariti, mentre altri si “vedevano” in chat solo saltuariamente. Molti poi non mi attiravano per nulla, mentre alcuni avevano davvero delle belle dotazioni, e si ripromettevano di giocare con il mio culo appena la situazione lo avesse permesso. Avevo dato il mio contatto Skype ai più intriganti e più promettenti, ma più il tempo passava e più le interazioni in chat si facevano rare o terminavano del tutto senza lasciare traccia.
Arrivò la seconda estate, e la situazione migliorò. Finalmente si poteva andare in giro un po’ più liberamente e i contatti potevano lentamente riprendere, anche se i miei sembravano tutti spariti da tempo. Finché una sera, noiosa come ormai tante altre passate a cercare qualcosa di eccitante, uno dei contatti si rifece vivo. “Ciao Alex!” mi scrisse Marco, un quarantenne che abitava dall'altra parte della città. “Ti ricordi di me?” aggiunse. Non lo avevo certo dimenticato: si era mostrato una volta in cam, e il suo uccello mi era rimasto bene impresso nella memoria, grosso, venoso e con una splendida cappella. E poi il nick “Inculatore” non si dimentica facilmente, pensai. “Certo che mi ricordo” risposi “Come stai? Sei sparito… pensavo avessi trovato di meglio”. “Beh, è un po’ che non uso Skype…” scrisse “Ma ora… dopo tutta questa astinenza… ho il cazzo che mi scoppia, e ho una voglia pazzesca di un culo… il tuo culo”.
Il cuore andava all’impazzata, e già immaginavo cosa poteva essere rompere il digiuno con un maschio così, quando un altro contatto tornò online dopo tanto tempo. “Ciao troia!” esordì Andrea, un cinquantenne separato sparito da più di un mese. “Anch’io ho una voglia pazzesca” risposi a Marco “Finalmente un bel cazzo…. magari!” aggiunsi, per poi precipitarmi a rispondere ad Andrea. “Ehi, quanto tempo! Pensavo ti fossi dimenticato di me!” gli scrissi. “Ma no! Come potrei aver dimenticato il tuo culetto? Sono mesi che me lo sogno e me lo sego…” mi rispose. “Tanto che mi chiedevo… visto che adesso si può… hai ancora voglia di fartelo sfondare?”. Il verbo era di certo adatto: il suo uccello dalle foto sembrava davvero grosso, con un diametro di 5 centimetri. O almeno così lui mi aveva detto una sera mentre chattavamo. E il suo nick “Spaccaculi” sembrava più che adatto…
Mesi di astinenza, ed ora due stalloni si facevano vivi nella stessa sera. “Non sai che voglia che ho di farmi sbattere” risposi ad Andrea, mentre Marco continuava a scrivere. “Il mio cazzo sarà tutto per te”. “Quando vuoi” risposi velocemente, alternando le mie risposte ai due uomini che incalzavano mostrando un notevole arrapamento. Marco non si fece certo pregare: “Perché non adesso allora… te l’ho detto che sto morendo di voglia… dai, vieni da me… voglio finalmente usare il tuo culo”. Mi colse un po’ alla sprovvista, anche perché non abitava certo dietro l’angolo. Ma ormai tutto era permesso, e certo non potevo farmi scappare un’occasione così. “Dammi il tempo di prepararmi ed arrivare da te…” risposi pregustando una notte di sesso finalmente libero e un po’ folle.
“Dai raggiungimi ti prego” scrisse Andrea lo spaccaculi “Non vuoi verificare se il mio nick è meritato?”. Aprì la cam, mostrando il suo cazzo in tutto il suo splendore. Duro e venoso, oscillava invitante sullo schermo mentre Andrea sussurrava “Vieni Alex… ho proprio voglia di spaccare il tuo bel culetto…”. Quando niente e quando troppo in una sera. A malincuore confessai ad Andrea che stavo per andare a farmi scopare da un altro. Ormai avevo detto di sì a Marco e non sarebbe stato certo corretto piantarlo adesso. Andrea non insistette, ma mi fece promettere che il giorno dopo gli avrei fatto usare il mio culo a suo piacimento e mi augurò una serata eccitante. Ovviamente gli dissi di sì, e mi andai a preparare con l’eccitazione che cresceva di minuto in minuto.
Dopo più di mezz’ora di macchina arrivai all’indirizzo che Marco mi aveva dato, che corrispondeva ad una villetta poco fuori Roma, circondata da un piccolo giardino. Parcheggiai e citofonai: dopo pochi secondi la serratura del cancelletto scattò. Aprii il cancelletto e mi ritrovai su un piccolo vialetto che attraversando il giardino conduceva alla villetta. Sulla porta di casa spalancata mi aspettava Marco, completamente nudo, con il cazzo in tiro in bella mostra, e un gran sorriso stampato sul volto. “Non aveva senso rivestirmi per poi spogliarmi no?” mi disse allegramente. “Direi proprio di no” dissi ridendo ed entrando in casa “io però per venire qualcosa addosso ho dovuto metterla” aggiunsi. “Poco male” disse lui “ora puoi levarti tutto… casa mia è a prova di privacy… nessuno può vederci, nemmeno in giardino”. “Splendido” dissi levandomi di dosso i pochi indumenti estivi che avevo addosso, rimanendo nudo nell’ampio salotto della villetta. “Così puoi scoparmi dove vuoi” gli dissi con un sorriso malizioso. “Deciderò durante la serata” disse sornione “tanto nessuno può nemmeno sentirci…” aggiunse con un tono sempre più eccitato. “Hai intenzione bellicose eh? Vuoi fare molto rumore?” chiesi quasi per gioco. “Ho intenzione di farti urlare come una troia” disse dandomi una forte sculacciata e palpandomi il culo con decisione. “Un bel programma direi… non vedo l’ora” dissi con la voce sempre più carica di eccitazione.
“L’ora è adesso” disse lui quasi facendosi serio “l’ora in cui finalmente ti sfonderemo a dovere”. Rimasi per un attimo interdetto sentendolo parlare al plurale e stavo per dire qualcosa, quando un secondo uomo nudo comparve sulla soglia della camera da letto. “Ti presento il mio amico Andrea, o meglio “Spaccaculi”, come preferisce farsi chiamare in chat”. Riconobbi il suo grosso cazzo e rimasi a guardarlo senza sapere cosa dire. Fu Marco a levarmi da quell’imbarazzo: “Io e Andrea siamo amici da tempo, e mi ha detto che sei stato molto corretto a rifiutare il suo cazzo perché ormai avevi preso un impegno con me… e noi lo abbiamo apprezzato.”. “Per cui abbiamo deciso che stasera meritavi una doppia razione di cazzo…” aggiunse Andrea che avanzò fino a mettersi a fianco di Marco. Rimasi a guardare quei due grossi cazzi dondolare invitanti davanti a me mentre i due uomini sorrisero soddisfatti dell’effetto che la sorpresa aveva avuto su di me. “Stanotte dovremo recuperare un mucchio di scopate non fatte vero Marco?” disse Andrea. “Se questa troia ha solo un po’ della voglia che ci ha detto di avere… vedrai che sarà una notte impegnativa” rispose Marco. “Inginocchiati troia” mi ordinò prima che io potessi dire qualcosa “e adora i nostri cazzi”. Non me lo feci ripetere, anche perché nell’impartirmi l’ordine Marco mi mise una mano su una spalla spingendomi verso il pavimento. Mi ritrovai in ginocchio con i loro grossi uccelli davanti al viso: grossi, durissimi e profumati di maschio in calore erano la realizzazione di mesi di sogni da troia. Li afferrai stringendoli per saggiarne la durezza, sentendo nelle mie mani la potenza delle loro erezioni. Il cazzo di Andrea era davvero imponente, con un diametro esagerato. Ma anche quello di Marco era splendido, grosso, largo e venoso con una grossa cappella che non esitai a prendere in bocca avidamente, succhiandola con forza e assaporando finalmente quella carne durissima.
Passai poi a succhiare Andrea, per poi iniziare a pompare i due cazzi a turno, con foga, con voglia, facendo ogni volta fatica per le loro dimensioni. “Aaaahhhh… cazzo! Finalmente una bocca vorace!” disse Marco. “Questa è proprio fame di cazzo” aggiunse Andrea mentre la mia bocca li accoglieva a turno, inondandoli di saliva. “Credo proprio che stanotte ci divertiremo” disse Andrea. “Ho una tale voglia di culo…” dichiarò con voce eccitata Marco. “E allora cosa aspetti?” gli rispose Andrea “Mettiglielo nel culo… secondo me non aspetta altro… vero troia?”. Smisi di spompinarli, con rivoli di saliva che mi bagnavano le labbra e colavano sul mento e sorrisi loro guardandoli dal basso. “Lo prendo per un sì” disse Marco prendendomi per un braccio e facendomi mettere a pecora senza tanti complimenti. Si succhiò tre dita e me le infilò nel culo con decisione, ruotandole e muovendole avanti e indietro per saggiare il mio sfintere. Andrea si piazzò davanti a me e mi mise in bocca il suo cazzo iniziando lentamente a scoparmela. “Non perdere tempo… Inculalo… sono sicuro che è già pronto” disse poi all’amico. Marco non se lo fece ripetere, appoggiò il glande contro il mio buchetto ed iniziò a spingere. Sentii il cazzo farsi strada dentro di me con decisione, lentamente ma inesorabilmente. Il mio culo lo accolse docilmente e brividi di piacere corsero lungo il mio corpo sentendo quel grosso arnese di carne penetrarmi fino all’ultimo centimetro, mentre il cazzo di Andrea continuava a scorrermi fra le labbra.
“Cazzo… finalmente… che culo…” rantolò Marco con il cazzo ben piantato a fondo nel mio culo. “Te l’avevo detto… secondo me è fatto per prendere cazzi” aggiunse Andrea “Dai… scopalo… dagli un assaggio di quello che lo aspetta questa notte…”. Marco non se lo fece ripetere, mi prese saldamente per i fianchi, ed iniziò a muoversi avanti e indietro, lento ma deciso, affondando nel mio culo il suo cazzo fino alla radice. Ogni spinta era più decisa e più rapida della precedente, e dopo pochi affondi Marco mi stava inculando con spinte decise e profonde, dimostrando di voler finalmente sfogare tutta la voglia arretrata.
“Bravo… così…” lo incitava Andrea che adesso si era fermato “Scopalo per bene… così non devo nemmeno muovermi per scopargli la bocca”. E aveva ragione. Le spinte di Marco facevano sì che il cazzo di Andrea mi affondasse fra le labbra senza che lui si muovesse. Si spinse in avanti e con le mani afferrò i miei glutei, tenendoli spalancati e agevolando Marco nel penetrarmi a fondo. “Che gran culo” disse subito prima di assestarmi una forte sculacciata, per poi lasciare il mio culo e afferrare la mia testa per scoparmi meglio la bocca. “Cazzo che troia” disse Marco mentre continuava a ritmo serrato a fottermi il culo. “Davvero una gran troia” confermò Andrea sfilandomi dalla bocca il suo grosso cazzo. “Voglio il suo culo” aggiunse poi rivolto a Marco che sfilò il suo cazzo dandomi una pacca sul culo. “E’ tutto per te… goditelo, è davvero un culo accogliente” aggiunse mettendosi davanti a me al posto di Andrea, iniziando a strofinarmi sul viso il suo cazzo bollente. Sentii Andrea sistemarsi dietro di me e appoggiarmi la grossa cappella sul buco già aperto dal suo amico. “Adesso vedremo quanto è accogliente” disse iniziando a spingere. Sentii la cappella farsi strada e penetrare nel culo aprendomelo ancora di più: il diametro del suo cazzo era davvero notevole e già la sola cappella mi allargava più di quanto non avesse fatto il cazzo di Marco. Mi prese per i fianchi, tenendo solo la cappella nel mio culo. “Adesso sentirai perché il suo nick è “Spaccaculi”… sono sicuro che lo apprezzerai” mi disse Marco guardandomi con un sorriso e tenendomi saldamente la testa. “Dai Andrea… spaccagli il culo…”. “Volentieri” disse Andrea un attimo prima di affondare con un colpo deciso il suo enorme cazzo nel mio culo.
Urlai sentendo il culo dilatarsi come non mai, aperto con forza dal largo uccello di Andrea che in un attimo era penetrato fino alla radice. “Cazzo sì…” ghignò Andrea “questo è un culo come si deve”. Muoveva il bacino per assestare meglio il suo grosso palo di carne nel mio culo, mentre io cercavo di riprendere fiato. “Fa male?” chiese Marco, più per avere conferma che il suo amico stesse tenendo fede al suo nick. Ripresi fiato, mentre il culo massaggiato dai movimenti di Andrea si stava rilassando ed abituando al suo grosso uccello, e riaprii gli occhi guardando Marco. “E’… fantastico” dissi pieno di voglia. “Lo sapevo!” disse Marco eccitatissimo al suo amico “E’ proprio una troia! Dai Andrea… sfondalo!”. Andrea non se lo fece certo ripetere, e indietreggiò fino a lasciare nel mio culo solo la cappella, per poi spingere con forza ancora una volta l’enorme cazzo a fondo nel mio culo, facendomi inarcare la schiena e gemere ancora. “Ti piace il mio cazzo vero troia?” chiese Andrea conoscendo già la risposta e affondando ancora con forza nel mio culo. “Lo adoro” gemetti sentendo il culo ancora una volta accogliere il suo grosso cazzo. “Non ho sentito! disse Andrea spingendo ancora con forza dentro il mio culo il suo uccello duro come il marmo. “Lo adoro!” urlai allora “Spaccami il culo! SPACCAMELO!” urlai con forza. “Ti accontento subito troia…” disse Andrea, serrando ancor di più le sue mani sui miei fianchi ed iniziando a incularmi con spinte forti e vigorose. Non erano rapide, ma ogni spinta era potente e profonda, e il suo cazzo dilatava ad ogni affondo il mio culo. Sentivo il suo enorme palo di carne penetrare fino alla radice, ed il suo bacino sbattere con forza contro il mio culo, facendo sobbalzare il mio corpo ormai in sua balìa. “Prendi puttana…” ripeteva ad ogni affondo “prendi il mio cazzo… E’ tutto per te!”. Io mugolavo ad ogni spinta, mentre Marco si segava seduto sul divano godendosi la scena. Andrea spinse ancora a fondo, ruotando il bacino facendo sì che il suo splendido cazzo mi allargasse ancora.
“Sei proprio una gran troia” disse Andrea con il cazzo ben piantato nel mio culo mentre io ansimavo sentendolo grosso e durissimo dentro di me. “Non fermarti… non fermarti… “, quasi lo pregai “Ancora cazzo… ancora…”. Andrea ricominciò immediatamente ad incularmi con decisione, ma questa volta il ritmo si fece via via più intenso. “Tutto per te troia… te lo spacco questo culo! Te lo spacco!” urlò in preda ad un’eccitazione travolgente. Tenne fede al suo nick: le sue spinte erano potenti e veloci, e il suo cazzo entrava prepotente nel mio culo ormai aperto senza alcuna pietà, scuotendo con forza il mio corpo percorso da intense ondate di piacere.
All’improvviso estrasse dal mio ano il suo grosso arnese e con le mani mi tenne ben aperto il culo. “Guarda qui che culo” lo sentii dire. “Secondo me però ci vuole ancora qualche colpo” disse Andrea rimettendomi nel culo con un’unica potente spinta il suo durissimo uccello e riprendendo a fottermi ancora una volta con spinte degne di un toro. “Oh sì… sì… sfondami il culo… sono una troiaaaaaa!” urlai in preda all’estasi che quel pezzo di carne durissima mi procurava. “Brava troia… urla… urla!” ripeteva Andrea mentre mi sbatteva senza sosta. “Ti piace proprio come ti spacca, vero troia?” disse Marco. “Da impazzire… è davvero uno spaccaculi…” gli risposi gemendo. Una forte sculacciata mi fece sobbalzare, mentre sentivo il cazzo di Andrea continuare il suo andirivieni nel mio culo. “Mi sa che non ha sentito sai, troia?” disse senza rallentare nemmeno un attimo. “Sei un vero spaccaculi!” ripetei più forte “Il mio spaccaculi! Spingi! Spingi! Spaccami il culooooo!” urlai incitandolo.
Andrea mi pompò il culo con foga per diversi minuti, spingendo come un toro, per poi sfilarmi all’improvviso il cazzo dal culo e comparire davanti a me. Mi fece mettere in fretta in ginocchio mentre si menava il cazzo furiosamente, e io feci appena in tempo a sistemarmi che il primo schizzo sgorgò violentissimo da quell’uccello teso allo spasimo, colpendomi il viso. Al primo schizzo ne seguirono altri, da perderne il conto: non era solo uno spaccaculi di prim’ordine, ma anche un grande sborratore. Rantolando mi inondò il viso di sperma bollente, che iniziò a colarmi sulle guance e sulle labbra, prima che io spalancassi la bocca e tirassi fuori la lingua per permettergli di schizzarmi dentro e farmi gustare il suo nettare. Mi infilò in bocca il cazzo iniziando a scoparmela, scaricandomi così direttamente in gola gli ultimi fiotti e facendosi ripulire il cazzo. Una volta passata l’ondata di piena Andrea si lasciò andare sul divano a fianco di Marco ansimando. “Cazzo che troia!” disse “Ti ho spaccato il culo, ma mi hai davvero svuotato…”.
Sorrisi soddisfatto col viso fradicio di sperma, ma Marco a quel punto smise di fare lo spettatore, mi fece alzare e mi spinse sul divano a pancia su. Mi sollevò le gambe facendomi portare le ginocchia all’altezza del petto, puntò il suo cazzo durissimo contro il mio culo e guardandomi mi sorrise e disse: “Guarda che abbiamo appena iniziato sai? Abbiamo tanta di quella fame arretrata che stanotte il tuo culo dovrà fare gli straordinari!”. Spinse a fondo senza troppi complimenti il suo cazzo, iniziando a fottermi con veemenza, schiacciando il mio corpo contro il divano tenendo con forza le mie ginocchia contro il mio petto, immobilizzandomi. Sopra di me, mi inculava deciso, scopandomi il culo ormai completamente aperto dal grosso cazzo di Andrea. “Bravo Marco, sfondala questa troia” lo incitava Andrea “Riempila di cazzo”. “Che culo che ha… sembra di burro” ansimava Marco mentre imperterrito mi sbatteva con forza, ad un ritmo che continuava ad aumentare. Afferrai i suoi glutei, dapprima accompagnando i suoi movimenti e poi stringendoli e tirandolo verso di me. “Cazzo che grandissima troia!” disse Andrea commentando la cosa. “Più forte la inculi e più vuole il cazzo!”, aggiunse. “E noi la accontentiamo volentieri, vero troia?” disse Marco assestandomi altri colpi poderosi. “Il mio culo ha bisogno di cazzi… i vostri cazzi…” mugolai un attimo prima che Marco mi desse un’affondata potente piantandomi nel culo il suo cazzo e chiudesse gli occhi rantolando e dandomi della troia ancora una volta. Sentii il suo cazzo irrigidirsi, e un attimo dopo iniziare a pulsare, e caldi schizzi mi inondarmi il retto con un’abbondante razione di seme: col cazzo piantato a fondo Marco si svuotò i coglioni dentro di me fino all’ultima goccia. Riaprì gli occhi e mi guardò sorridendo, ricominciando lentamente a muoversi, il cazzo ancora durissimo nel mio culo nonostante la sborrata. “Non pensavi mica che avessimo finito vero?” disse mentre aumentava nuovamente il ritmo dell’inculata. “Abbiamo intenzione di usarti a lungo stanotte…” aggiunse mentre ancora una volta riprendeva a fottermi con veemenza. Io strinsi i cuscini del divano godendomi quell’ulteriore forsennata cavalcata. “Sono venuto per questo…” dissi ansimando “per essere riempito di cazzo”. “E ne hai trovati due” disse Andrea che era di nuovo in tiro, col cazzo grosso e duro pronto per riempirmi ancora. Marco sfilò il cazzo e si staccò da me, e prendendomi per un braccio mi condusse in camera da letto, dove un armadio occupava un’intera parete, completamente ricoperto da specchi. Andrea si sdraiò per terra e mi ingiunse di impalarmi sul suo cazzo. Mi misi in posizione, posizionando il suo splendido glande contro il mio buchetto, e lentamente mi abbassai, impalandomi sul suo uccello. Potevo vedere la scena nello specchio, con il grosso palo di carne di Andrea che lentamente spariva nel mio culo man mano che mi abbassavo, finché non fu dentro fino alla radice. Mi sistemai meglio su di lui, appoggiandomi all’indietro con le mani sul suo petto, ed iniziai lentamente a muovermi su e giù, sentendo nuovamente il culo dilatato da quel largo cazzo. Guardavo nello specchio il suo cazzo penetrarmi ormai con facilità, e mi sembrava incredibile che un affare così potesse entrare nel mio culo come fosse la cosa più naturale del mondo.
Evidentemente però Andrea non gradiva molto quel ritmo lento con cui mi gustavo l’inculata nello specchio, per cui afferrò i miei glutei e bloccò i miei movimenti, tenendo il mio culo sollevato. “Così andiamo troppo lenti” disse “Per il tuo culo da troia ci vuole ben altro” aggiunse subito prima di cominciare a spingere verso l’alto, iniziando a pomparmi il culo con vigore. In pochi secondi le sue spinte tornarono ad essere potenti e veloci, ed io potevo vedere estasiato nello specchio quel grosso trapano di carne scorrere rapido nel mio culo. “Oh sì, cazzo, sì” ansimai “Bravo… inculami… spaccamelo… SPACCAMELO!” urlai senza ritegno, sapendo che gli unici che potevano sentirmi urlare erano i due stalloni di cui quella notte ero lo strumento di piacere.
“Una vera troia che sa apprezzare una bella inculata… proprio quello di cui avevamo bisogno!” disse Marco mettendosi davanti a me ed iniziando a schiaffeggiarmi col suo cazzo durissimo. Spalancai la bocca e Marco prontamente la riempì con la carne del suo uccello. Mi tenne salda la testa ed iniziò a scoparmi la bocca, facendo penetrare la cappella fino all’inizio della gola ad ogni affondo e facendo sì che abbondante saliva iniziasse a colarmi dagli angoli della bocca. I due maschi mi penetravano senza ritegno, prepotenti e autoritari, prendendosi il loro piacere e usandomi a loro piacimento. Più mi scopavano, più pensavano soltanto a godere e a godersi i miei buchi, fregandosene di quello che potessi volere io. Ma quel modo di fare mi faceva impazzire di piacere: più mi riempivano con i loro cazzi arroganti e più ne volevo, più li sentivo spingere e più mi lasciavo andare facendomi usare come una troia, la troia che loro volevano.
Le spinte di Andrea verso l’alto diventarono ad un certo punto talmente potenti che Marco perse la presa, i loro cazzi uscirono dalla mia bocca e dal mio culo e io finii per terra. Marco mi fece mettere a pecora dandomi un paio di sonore sculacciate e mi piantò con forza nel culo il suo cazzo, prendendo a fottermi con vigore per qualche minuto, finché Andrea non lo fece spostare per incularmi. Si misero così a fottermi il culo a turno, dimostrando un tale affiatamento che evidentemente avevano acquisito a forza di dividersi puttanelle. Il via vai di cazzi durò a lungo: mi inculavano a turno per non più di una decina di secondi, sbattendomi con forza ogni volta crescente, finché non mi fecero girare e me li ritrovai in piedi davanti a me che si menavano furiosamente i grossi cazzi. Fu un attimo, e gli schizzi mi colpirono in faccia con forza, densi, caldi e ancora una volta abbondanti. I due porci mi vennero sul viso svuotandosi i coglioni fino all’ultima goccia, e io sentivo lo sperma colarmi sulle guance, sulle labbra, sul mento. Mi leccai le labbra guardando i due amici che sorridevano soddisfatti per avermi inondato. “Mi sa che è meglio se si lava la faccia vero Marco?” disse Andrea. “Hai ragione… vieni!” mi ordinò Marco prendendomi per un braccio e conducendomi in giardino. Mi fece mettere sul prato, e mi ritrovai ancora una volta Andrea e Marco davanti a me, che si guardarono e si scambiarono uno sguardo di intesa. Un momento dopo, puntarono i loro uccelli verso di me e iniziarono a pisciare, inondami il viso ed il corpo di abbondante pioggia dorata. Istintivamente aprii la bocca, lasciando che dirigessero i loro getti direttamente sulla mia lingua: ingoiai avidamente per quanto possibile il loro piscio, ma la quantità era talmente tanta che uscì dalla bocca colandomi sul corpo. Bevetti molti sorsi di liquido dorato, finché i getti non calarono di intensità. I due porci si avvicinarono a me e sgrullarono i loro cazzi davanti al mio viso, donandomi le ultime gocce di piscio bollente. Sorrisi loro col viso fradicio, afferrai i loro cazzi e presi a menarli lentamente e a leccarli. “Grazie” dissi “siete proprio due stalloni fantastici… i vostri nick sono davvero meritati”. Andrea disse a Marco, come se io non avessi detto nulla: “Lo sapevo che era una gran troia… il cazzo lo adora”. “Hai proprio ragione” rispose Marco “Davvero la troia giusta per noi”. Mentre i due parlavano, io sentii fra le dita i due cazzi diventare sempre più duri, invece che ammosciarsi, e in breve mi ritrovai nelle mani due grossi pezzi di carne durissima. I due dovettero notare la mia espressione, tra lo stupito e l’incredulo. “Pensavi che ne avessimo abbastanza?” disse Marco ridendo. “Preparati troia” aggiunse Andrea “la notte è lunga e nostri cazzi hanno ancora fame”. Sorrisi, e un attimo dopo Andrea mi stava nuovamente spaccando il culo. Sarebbe stata una lunga notte. Una notte da ricordare... e da ripetere.
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3 anni fa
AlexBsxPass,
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intriganti evasioni. ultima parte
Al rientro dalle vacanze, alle superiori sono diventata subito amica con Silvia. Fra di noi è stata intesa completa. Dopo pochi giorni già eravamo intime e durante le vacanze invernali, ho conosciuto Mario suo fratello e me ne sono innamorata all’istante. Ero indecisa se parlarne con Silvia, ma alla fine l’ho fatto.
«Silvia, ti devo chiedere una cosa. Tu sai che io non sono una santerellina, quello che si dice a scuola è vero, che mi succhio tanti cazzi e mi piace da morire farlo, su questo ne abbiamo discusso parecchio, e ho sempre avuto la tua approvazione, ma adesso ho un grosso problema. Mi sono innamorata di tuo fratello, e mi sembra che anche a lui io vada a genio. Vorrei sapere tu che ne pensi. Ti sembro troppo zoccola per stare con lui?»
Lei mi ha guardato con occhi carichi di gioia.
«Adorabile troietta, lo sai benissimo che tu per me sei una ragazza stupenda, mi fa impazzire saperti una zoccoletta succhiacazzi. Se a lui, che ritengo essere un bel porcello, gli vai bene io non ho niente da obbiettare. Solo ti prego di renderlo felice, è mio fratello, gli voglio un bene dell’anima.»
Da quel momento la mia vita è cambiata in modo radicale. Con lui ho scoperto il piacere di esibirmi non solo per il mio piacere, ma anche per la sua eccitazione. Saperlo eccitato mi ha sempre fatto sbrodolare tanto, con lui ho provato sempre indimenticabili emozioni e tanto piacere, ma sempre insieme e sempre complici. Con Silvia il rapporto si è sempre più cementato, e fra di noi l’intesa è risultata sempre perfetta anche se non mi ha mai voluto dire che era il padre di suo figlio.
«Un giorno te lo racconto, ma dovari giurare che non lo dici a nessuno nemmeno a Marco.»
Mi sono messa l’anima in pace convinta che quando lei sarebbe stata pronta me lo avrebbe raccontato. E adesso veniamo a quello che poi è il motivo per cui sono io a raccontavi la nostra vita di coppia. Dopo la scoperta del tumore e la relativa asportazione dell’utero, sono caduta in una strana depressione. Il sapere che non potevo più procreare mi ha lasciato sconvolta, distrutta e apatica. Mi sembrava che tutto avesse perso il suo splendore. Il sesso, i giochi o altro non avevano più nessun interesse. Mario dal canto suo ha cercato in ogni modo di scuotermi e di farmi sempre sentire a mio agio e per questo ha sempre avuto la mia gratitudine e riconoscenza. Mi rendevo conto di non farlo più felice, ma dentro di me qualche cosa si era bloccato, spento. La morte poi di suo padre, mio suocero ci ha rattristato ancora di più. Silvia è rimasta quella più colpita. Lei e suo padre erano inseparabili. Lui la rendeva partecipe di ogni istante della sua vita. E la gioia quando lei aveva dato il suo stesso cognome al figlio Marco. Con quanto piacere lui aveva sempre voluto i nostri figli, con noi in ufficio il pomeriggio dopo la scuola. Sembrava che fossero figli suoi da quanto li teneva sempre con lui. Spesso li faceva giocare nel suo studio, li teneva al suo fianco in molte occasioni dove si vedeva benissimo la sua soddisfazione. Col passare degli anni, sia mia figlia che mio nipote sono diventati inseparabili e adesso sono quasi pronti per affiancarci nel lavoro che sanno fare benissimo anche grazie ai suoi insegnamenti. Circa un mese fa abbiamo partecipato ad un convegno organizzato dalla nostra associazione per prendere visione delle nove disposizioni in tema fiscale. Un vero concentrato di noia pazzesca, ma estremamente necessario e per questo io e Silvia vi abbiamo partecipato.
In genere ero felice di lasciare a lei e suo padre queste riunioni, così mi ha chiesto di affiancarla e io essendo in un momento un po’ particolare ho pensato che un cambiamento, se pur momentaneo mi avrebbe giovato. E per giovare ha giovato. Durante la giornata abbiamo fatto la conoscenza di una bella donna che ha la nostra stessa età. In un mucchio di maschi eravamo solo poche donne e lei sembrava più contenta di noi di socializzare per sentirsi meno sotto tiro. Laura, questo è il suo nome ci ha detto che ogni volta era la stessa storia, tanti a cercare di provarci e lei che non vuole storie con i colleghi anche perche è sposata. Durante la cena ci hanno invitato ad andare a ballare nella discoteca sottostante l’hotel, ma lei ha detto che preferiva andarsene a cercare un po’ di divertimento in un locale fuori dal convegno e così abbiamo deciso di seguirla. Sedute in un bar con poche persone attorno, solo una decina di maschi che ci guardavano con un certo interesse lei si è confidata con noi. Sembrava che aveva tanta voglia di parlare e ci ha raccontato che era della nostra stessa città, solo più in periferia nella zona industriale. Sposata con un bel maschio di cui ci ha fatto vedere una foto e devo ammettere che aveva ragione. Stefano suo marito le voleva molto bene e insieme facevano una bella coppia. Sposata da diversi anni hanno solo un figlio maschio di nome Daniele. Purtroppo non ne può avere altri, anzi per far nascere Daniele ha dovuto decidere lei se rischiare oppure no. Quando è rimasta incinta le hanno diagnosticato un tumore benigno che sarebbe cresciuto nel suo utero con la stessa rapidità del figlio quindi lei ha preso la decisione di averlo e poi di farsi asportare tutto l’apparato riproduttivo. Sentirla parlare mi ha riacceso un dolore che ho cercato di reprimere per un po’ di tempo senza però riuscirci e vedendo lei così calma e tranquilla le ho raccontato che io avevo avuto lo stesso problema, e che anche a me era stato asportato tutto l’utero e che adesso mi sentivo molto depressa e che ne stava facendo le spese era mio marito. Mentre stavo parlando le arriva un messaggio sul cellulare e lei lo legge e scuote il capo. Incuriosite le chiediamo cosa ci sia che non va bene e lei sorride ironicamente.
«Con mio marito da tempo abbiamo sviluppato un bel gioco. Chi di noi due è fuori città per lavoro, anche a lui capita spesso, decide di sfidare l’altro ad una prova un po’ particolare, ma credo che questa volta non sia possibile che io la superi, dovrò pagare pegno.»
La guardiamo incuriosite al massimo e lei un po’ titubante ci racconta che loro sono una coppia che ha una forte intesa e massima fiducia fra loro, e che qualche volta rendono il loro rapporto un po’ più piccante con delle situazioni particolari. Noi due ci diamo una occhiata e io le parlo sinceramente.
«Potrebbe essere che stai parlando con due persone che ti capiscono benissimo di cosa vai parlando. Io e mio marito avevamo lo stesso tipo di gioco fin quando io ho avuto quel problema e adesso non me la sento di giocare. Mi fa molto piacere capire come tu sei riuscita a superare la tremenda situazione che quel tipo di operazione ti lascia dentro. In ogni caso se possiamo esserti di aiuto in qualche modo siamo a tua disposizione.»
Lei ci guarda con ammirazione e poi mi chiede se io adesso non faccio più sesso con mio marito. Le rispondo che il sesso lo faccio, ma lui vorrebbe di più essendo abituato a certe situazioni eccitanti e giochi vari che facevamo insieme, solo che io mi sento depressa e alla fine è lui che ne fa le spese.
«Mi stai dicendo che voi facevate delle cose molto interessanti sul piano erotico ma che adesso è tutto finito? Scusa ma perche è finito? Che colpa ne ha lui se tu hai dovuto subire una operazione? Poi così facendo gli fai scontare una cosa che esula dalla sua volontà, non credo che tu ti saresti fatta operare se non fosse stato realmente necessario, quindi se la vita ti ha dato un pugno e ti mette al tappeto rialzati e continui a combattere. Stefano mi è stato sempre vicino e tanto comprensivo che io non me la sono sentita di privarlo del piacere che avevamo prima di tutto questo. Per questo accetto sempre di buon grado quando lui mi sprona a mettermi in gioco come questa sera che vorrebbe che io scopassi con un maschio sotto lo sguardo di una donna anche se fosse sua moglie.»
La guardiamo e sorridendo le facciamo una proposta.
«Se ti va scegli che ti pare e portalo in camera e poi scopaci quanto vuoi, noi staremo a guardare così non dovrai pagare pegno con tuo marito.»
Lei ci guarda stupita e poi sorride.
«Anche così non è facile, ma ci riuscirò. Grazie conto sulla vostra complicità.»
Si alza, e si avvia verso il bancone del bar dove ci sono due maschi davvero splendidi che le sorridono, lei si siede vicino a quello è più giovane e le parla sottovoce. Lui sorride e guarda verso di noi e annuisce e poi la segue con noi che le andiamo dietro. Appena fuori dal locale lui ci dice che abita poco lontano e che se volgiamo possiamo salire da lui. Lei mentre camminiamo ci racconta che gli ha detto che aveva scommesso con noi che si sarebbe fatta scopare da lui sotto lo sguardo compiaciuto di noi che altrimenti le avremmo fatto pagare un pegno molto più pesante. Lui ci invita ad entrare e poi si dedica a lei che sembra non prestare molta attenzione, solo lo stretto indispensabile. Lo succhia un poco e poi si fa scopare sul divano chiudendo gli occhi mentre lui la stantuffa senza sosta e alla fine quando sborra le schizza dentro tutto il suo seme le urla addosso il suo piacere. Restiamo stupite dal suo comportamento e dal fatto che appena lui si è sfilato lei ha indossato subito delle mutandine diverse da quelle che aveva prima, direi molto caste e coprenti senza andare a pulirsi in bagno. Quando ce ne siamo andate le ho chiesto se tutto questo aveva in senso e la sua risposta è stata più che esauriente.
«Io non ho scopato con lui, ma mentalmente con mio marito e ho goduto solo nella mia mente al pensiero che domani quando torno gli mostro le mutandine piene del seme di quel maschio che ha solo assolto il compito di eccitarci nel nostro gioco. Solo con la mente io godo quando non c’è lui. Con lui sono una furia scatenata, ma senza divento passiva e solo in testa, dentro di me lo immagino che mi guarda e gode.»
Reato stupita da tanta unione e soprattutto adesso capisco il mio stupido comportamento nei confronti di mio marito e di come lo sta facendo soffrire è per una colpa che non ha e adesso voglio rimediare. Domani quando torno voglio riaccendere il piacere, la lussuria, l’esibizionismo e svegliare di nuovo la troia che è in me e che adesso vuole di nuovo giocare. Le parlo di noi come coppia e come giochiamo e le propongo una serata fra noi come coppia. Mi risponde che per loro sarebbe molto bello anche perche non hanno esperienze di scambi di coppia e nemmeno noi lo abbiamo realmente fatto quindi ne riparliamo la ritorno in città. Ho lasciato passare tre giorni per dare a Laura il tempo di confidarsi con suo marito per un eventuale incontro che adesso si sta realizzando in quanto anche lui è subito rimasto molto entusiasta. Adesso mi sto preparando per incontrare Laura e Stefano e mi voglio mettere in tiro al massimo. Quando oggi l’ho detto a Mario è impazzito di gioia e adesso non sta nella pelle dalla voglia di conoscerli. Spero che sia una serata sconvolgente, ne abbiamo bisogno entrambi.
«Paola sbrigasti che facciamo tardi!»
«Un attimo che arrivo! Cerca di avere pazienza, lo sai che mi piace essere al meglio.»
Sono impaziente di conoscere questa coppia e spero che da quello che mi ha raccontato Paola sia stupenda e lei questa sera deve essere perfetta. Tornare a fare sesso di nuovo in maniera così intrigante mi fa sperare che il peggio sia passato e che il futuro sarà ricco di nuove e intriganti evasioni.
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3 anni fa
baxi18, 55
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Intriganti evasioni. quarta parte
Incomincio a leccare e succhiare quel palo di carne vive e pulsante. Lui mi indica cosa devo fare e come farlo. Io mi applico al meglio e alla fine ottengo i suoi complimenti e la sua sborra in bocca.
«Brava, succhiami anche le palle! Brava così. Adesso leccalo tutto, e con la mano gioca con le mie palle, mentre lo infili in gola, così da brava che mi fai sborrare. Succhialo, dai che vengo e tu ingoia tutto!»
Mi schizza in bocca dei fiotti di crema calda e densa che assaporo e trovo davvero buona. Ne spruzza tanta che fatico a ingoiarla. Succhio e lecco mentre lui geme di piacere. Mi scarica tutta la sborra in bocca, alla fine lui è molto soddisfatto. Quando ho finito lui mi sorride soddisfatto.
«Brava troietta. Tua nonna è una vera succhia cazzi e troia, ma tu in breve diventerai più zoccola di lei. Hai la stoffa della puttana, e questo mi fa tanto piacere. Se ti ribecco a spiare nelle cabine sono guai. Adesso vattene. Sparisci.»
Torno di corsa verso l’ombrellone e ci trovo mia nonna che mi chiede dove ero finita.
«Sono andata a prendere un gelato.»
Lei sorride, e mi si avvicina.
«La prossima volta che lecchi un gelato non farlo sgocciolare sul costume. Macchia ed è molto difficile da togliere.»
Abbasso lo sguardo e vedo che una goccia di sborra ha sporcato il mio reggiseno del costume rosso e si vede benissimo. Arrossisco mentre lei finge indifferenza. Dopo un’oretta ce ne torniamo a casa e pranziamo. Abitualmente la nonna dopo pranzo fa un riposino e io mi metto in veranda a leggere, ma quel giorno mi prende per mano e mi porta sul letto con lei. Sdraiate l’una accanto all’altra mi parla con un tono calmo e pacato.
«Chi ti ha offerto il gelato da succhiare.»
Esito un attimo e le rispondo.
«Il bagnino.»
Lei sorride compiaciuta.
«Mi fa piacere che la mia nipotina abbia buon gusto. Per una vecchietta come me sarà dura reggere la tua concorrenza. Sarà rimasto così soddisfatto, che adesso mi dovrò cercare un altro ossetto da spolpare.»
La guardo e la sparo tutto d’in fiato.
«Soddisfatto? Scherzi, spero. A mala pena avrò avuto la sufficienza. Sono così inesperta che questo è stato in assoluto il mio primo e pompino! Tua nipote è così inesperta che rasenta il ridicolo»
Lei mi guarda stupita e mi abbraccia con amore.
«Adorabile porcellina, mi vuoi far credere che sei una ragazza illibata? Con una nonna come me che ha zoccoleggiato, e ancora zoccoleggia, e una madre come la tua, a cui il cazzo piace oltre modo, e ti assicuro che quel porco di tuo padre, gli ne fa gustare tanto, tu mi dici di essere inesperta e vergine? Se è così allora cambia tutto. Perche non mi hai mai chiesto nulla? Averi potuto darti tanti consigli e qualche aiuto. Dai raccontami nei dettagli quello che hai fatto al bagnino, e dimmi anche perche ai detto che eri quasi sufficiente. Mi fai capire che una certa esperienza l’avevi già fatta.»
Mi sento tranquilla. La sua voce è calma e comprensiva, che le racconto tutto e in particolare anche di aver spiato mamma, prima e lei oggi.
«Bricconcella, non si va in giro a spiare le persone. Se me lo dicevi ti potevo aiutare facendoti partecipe del gioco. A Luigi sicuramente sarebbe piaciuto tanto. Oggi mi ha detto che ti avrebbe scopato volentieri. Allora io adesso ho da proporti in patto, ma pensaci bene se lo accetti lo devi rispettare fino in fondo.»
La guardo e prometto curiosa di sapere i termini del patto.
«Io e te da oggi siamo amiche e complici. Ti puoi succhiare tutti cazzi che vuoi, ma se è vero che sei vergine, e poi che sei sotto la mia custodia, la patatina le devi tenere ben chiusa. Niente sciocchezze, e io ti insegnerò tutto che serve sapere nel sesso.»
La guardo e abbraccio con gioia. Le prometto che sarò fedele al patto, e lei mi spiega quello che c’è ancora da sapere per essere una vera succhiacazzi. Le chiedo anche di lei e il nonno, e di mia madre. Mi racconta che il nonno era un vero porco, che amava esibirla e si eccitava quando lei si mostrava tanto troia, e volte lui stesso le portava degli amici in casa per scopare insieme. Anche mia madre è una bella zoccola, le piace tanto esibirsi, ma lo fa di nascosto da me, e sopra tutto con le complicità di mio padre.
«Mia cara figliola, il seme della troiaggine è molto insito nel DNA delle femmine della nostra famiglia e tu prometti molto bene.»
Facciamo in una bella risata e ce ne torniamo al mare. Quando siamo sotto l’ombrellone vediamo Luigi, la moglie è a prendere il caffè, la nonna gli parla a voce bassa, lui annuisce e mi guarda. Quando torna sua moglie la nonna la invita a fare una passeggiata, dicendo che ha bisogno di sgranchirsi le gambe. Appena se ne sono andate Luigi mi guarda, mi fa un cenno con il capo, e si allontana verso le cabine io lo seguo. Appena dentro la sua lui mi guarda, si siede sulla sedia e estrae un bel cazzo già quasi duro.
«Tua nonna mi ha detto che hai bisogno di fare un po’ di pratica. Spogliati del reggiseno e poi succhiami il cazzo.»
Lo guardo un po’ titubante.
«Stai tranquilla, ha detto che non ti devo scopare, ma non ha detto nulla per le tue tette che mi fanno impazzire. Dai vieni qui che ti insegno come si fa una bella spagnola.»
Mi inginocchio, lui sporge in fuori il bacino e mette il suo cazzo, che adesso è bello duro fra le mie tette, mi invita a masturbarlo con il movimento del seno. Bellissimo! Mi piace vederlo ansimare, godere come un porco, per la mia prestazione.
«Dai leccalo quando spunta sotto alla tua faccia! Cazzo! che spettacolo! Hai due seni stupendi! Mi piace, leccalo tutto, anche le palle! Sei stupenda! Mi fai godere, sei meglio di tua nonna!».
Mi rendo conto che sono io a gestire il suo piacere, mi diverto a farlo impazzire. Lo succhio e poi lecco, lo metto fra seni a mio piacimento. Lui si contorce e mi supplica di farlo sborrare. Lo torturo ancora un poco, il tempo di accarezzarmi la micetta da sopra il costume e raggiungere il mio piacere, che lo faccio schizzare in bocca. Lo succhio forte e lui sborra. Gode gemendo molto forte. Mi riversa in bocca tanta sborra calda e densa. Il sapore è diverso da quella del bagnino, ma è gradevole e fatico un poco a ingoiarla tutta. Ne cade un poco sul seno, lui me la spalma massaggiando i capezzoli duri, mi fa venire ancora. Lecco e succhio fino a spremere anche l’ultima goccia, poi lui mi invita ad andarmene per non destare sospetti. Esco e vado in mare a fare il bagno, perche il sotto del mio costume presenta una vistosa macchia umida, all’altezza della mia micetta che ha sbrodolato tantissimo. Quando esco, mi distendo sul mio lettino, tornano la nonna e la signora Adele, che si guarda in torno a cercare Luigi. Poi lo vede che viene dalla parte del bar con una bottiglia di acqua in mano. Mi nonna mi guarda e con un cenno del capo le faccio capire che è tutto a posto. Nei giorni a seguire mi sono sbizzarrita a succhiare tanti bei cazzoni, anche cinque o sei al giorno, e con tutti facevo un patto molto chiaro, la patatina non si tocca. Solo una volta uno ha cercato di scoparmi, ma io l’ho mandato al diavolo, dicendo se che se provava a insistere lo denunciavo perche ero minorenne. Quando sono arrivati i miei genitori, i giochi giornalieri sono stati limitati dalla loro presenza, ma tutto era solo rimandato alla sera, quando loro se ne andavano in giro per locali, e io e mia nonna ci divertivamo molto. La sera dell’ultima domenica appena usciti i miei genitori per andare ad una sagra di birra, bevanda che a mia nonna non piace, noi ci siamo messe in tiro da urlo per passare una indimenticabile serata. Lei gonna corta di lino nero con topo bianco, niente intimo ne sopra ne sotto, sandali con tacco vertiginoso. Io mini elasticizzata bianca, trasparente, praticamente nuda, zero intimo, e top azzurro, sandali a zeppa da vertigine. Sembravamo due battone a caccia di clienti. Mentre camminavamo per la passeggiata sentivo i commenti dei maschi che ci hanno proposto di tutto. Ero così eccitata che pensavo si sarebbe visto il piacere colare dalle cosce. Seduta al tavolo di un bar a sorseggiare un drink, mia nonna ha accavallato le gambe e due maschi al tavolo vicino al nostro hanno sollevato i calici in segno di gratitudine per lo spettacolo offerto. Lei mi ha guardato e sorriso, poi ha sollevato il suo per ricambiare, e un attimo dopo erano davanti a noi due splendidi esempi di uomini vogliosi, con il pacco già duro e voluminoso. Uno moro e l’altro biondo, ci hanno offerto un giro in auto sulle colline che noi abbiamo accettato. Quando siamo saliti sulla loro auto uno splendido maggiolone cabrio, io sono salita dietro con il biondo di nome Riccardo e lei davanti con Tommaso il moro. Appena partiti e imboccata la strada verso le colline Ric, ha messo una mano sulle mie cosce, ma mia nonna si è girata e ha messo in chiaro le cose.
«Patti chiari fin da subito, lei è mia nipote è ancora per poco minorenne, se uno di voi la tocca lo denuncio. Se volete scopare ci sono io per tutti e due lei solo giochini di bocca e basta. Se va bene ok altrimenti puoi anche fermare la vettura e noi scendiamo.»
Loro si sono dati uno sguardo e non hanno avuto nulla da obbiettare, e hanno giurato di stare ai patti. Subito dopo Ric ha estratto un bel cazzo di belle proporzioni e mi ha invitato succhiarlo.
«Dai troietta se non posso scoparti fammi sentire come lo succhi.»
Mi sono abbassata e ho incominciato giocare con quel gingillo intanto anche la nonna stuzzicava Tom che aveva imboccato una stradina laterale che è finita sotto un grande eucalipto. Tom ha sorriso a tutti e poi è sceso.
«Se vogliamo divertirci stiamo comodi.»
A tirato fuori un grosso plaid e tutti ci siamo distesi dopo esserci rapidamente denudati. Ci siamo messe a succhiare i nostri rispettivi cazzi, ma Tom aveva già le idee chiare. Ha fatto mettere la nonna a pecora e mi ha invitato a giocare con lei.
«Lecca il suo bel culo che la voglio inculare.»
Inginocchiata dietro di lei che succhiava entrambi i cazzi duri mi sono messa leccare il suo anello anale che reagiva contraendosi in modo spasmodico e mi stavo eccitando moltissimo. Tom si è portato dietro e dopo averlo infilato ancora dentro la mia bocca lo ha appoggiato al suo buchetto e l’ha spinto tutto dentro.
«Che bel culo sfondato! Ric entra che è una meraviglia. La troietta lo succhia bene, ma la nonna ha i buchi spananti! Cazzo come mi calza, sembra che me lo succhia di culo!»
Io che osservavo estasiata la monta e sono stata invitata a mettermi sotto di lei e leccare la sua fica. Così mi sono ritrovata distesa supina e la nonna sopra a 69. La nonna ha preso a godere urlando tutto il suo piacere anche se aveva il cazzo di Ric in bocca. Godeva e li incitava a scoparla più forte. Poi l’ho sentita tremare dal piacere, Ric le ha tolto il cazzo dalla bocca, si è posizionato di lato e ha invitato Tom a cambiare posizione.
«Dai Tom, mettila sopra di te, che la voglio scopare Le voglio sfondare anche la fica.»
Tom la stretta fra le braccia ed è rotolato di lato portando con se lei che ora era a gambe aperte impalata di culo su di lui, e Ric si è posizionato fra le sue gambe, e ha infilato il cazzo dentro di lei che ha spalancato la bocca e ha incominciato a godere. Ero sconvolta da quello che stavo vedendo. Non mi era mai passato per la mente l’idea che una donna potesse essere sfondata così da due maschi contemporaneamente. Era una maschera di piacere. Tom mi ha guardato e mi ha detto di sedermi sul suo viso che voleva leccarmi la fica. Ho guardato la nonna che mi ha fatto cenno che si poteva fare e mi sono seduta su di lui di spalle a lei che godeva a raffica. Ero in estasi nel sentire la lingua di lui che ravanava dentro le pieghe della mia micetta che sbrodolava a ripetizione. Abbiamo goduto tanto e poi il primo ad arrivare è stato Ric che è venuto dentro di lei urlando il suo piacere. Le ha dato ancore delle spinte forti e poi è uscito e si è presentato alla sua bocca per farselo succhiare ancora. Io mi sono spostata e Tom, ha messo la nonna di lato e la inculava da dietro. Mi ha detto che dovevo leccare la sborra che colava dalla sua fica. Mi sono distesa e ho avuto davanti ai miei occhi la sua figona slabbrata da cui colava della sborra, io l’ho leccata mentre vedevo il cazzo che le pompava il culo. Ric si è disteso di lato e ha continuato a farsi succhiare il cazzo dalla nonna mentre mi leccava la fica facendomi godere. Mi ha sconvolto il piacere che sentivo fra le gambe e ad un tratto ho anche desiderato di sentire quel palo dentro di me, ma la sborrata di Tom ha fatto cambiare di nuovo posizione a tutti. Lui si è sfilato dal suo culo e le ha schizzato in faccia e in bocca invitando anche me a succhiare il suo cazzo che sborrava. Un potente getto ha colpito il viso di nonna e poi il mio. Il resto ce lo siamo divise leccando a turno il cazzo da cui usciva copiosa ancora tanta sborra e poi senza nemmeno rendercene conto io ho leccato il suo viso e lei il mio e poi ci siamo baciate per assaporare meglio il seme di quel maschio che ci aveva annaffiate. I due maschi, vista tanta porcaggine si sono ritrovati ancora il cazzo duro. Tom, mi ha fatto mettere distesa e lui si messo in ginocchio su di me e ha usato il mio seno per una spagnola stupenda sborrando ancora tanta crema che la nonna ha leccato mentre Ric la scopava in culo. L’ennesimo orgasmo collettivo a sancito la fine del gioco. Distesi supini loro ci hanno ringraziato mentre io mi stringevo a mia nonna ero sfinita e felice di aver vissuto una così sconvolgente esperienza.
«Complimenti, siete state fantastiche e tu ragazzina hai la stoffa per diventare più puttana di tua nonna. Fortunato il maschio che avrà il tuo amore. Sarà bello per lui godere di tanta troiaggine. In quanto a te bella signora sei una vera zoccola superlativa come se ne incontrano poche. Complimenti davvero!»
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3 anni fa
baxi18, 55
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Intriganti evasioni. terza parte
Seguito di una storia di coppia. Invito i cortesi lettori a rileggere i primi due capitoli già presenti in questo sito.
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La nostra amicizia con Luca è durata per quattro anni. Poi lui per motivi di lavoro si è allontanato, ma insieme abbiamo realizzato diverse porcate, lei come promesso gli ha dato anche il culo, e lui l’ha fatta godere tantissimo. Abbiamo organizzato anche grazie a lui, delle gang, dove Paola a davvero distrutto quattro cazzi degni di tutto rispetto. Io in quella occasione sono quasi rimasto ad ammirare la troiaggine di mia moglie, e solo alla fine, lei ha preteso il mio cazzo in bocca, dove ha voluto che le riversassi tutta la sborra, che si era accumulata nelle mie palle. Poi il lavoro, e il fatto che mio padre non stava bene di cuore, e l’anno successivo ci ha lasciato, ha reso le nostre erotiche evasioni sempre più rare, inoltre avevamo preso in considerazione l’idea di un altro figlio. Purtroppo quando siamo andati a fare gli esami di controllo per mettere in cantiere questo progetto è emersa una sconcertante realtà. Lei dovrà subire asportazione l’utero per un tumore benigno, che le avrebbe poi potuto causare seri rischi, e il concepimento era assolutamente da escludere. Paola ha accusato il colpo. Per diversi giorni è rimasta in uno stato di assoluto mutismo, apatia e tanta tristezza. Poi lentamente con tutto l’amore, e l’affetto soprattutto di mia sorella che lavorava con lei ogni giorno, ha un poco superato la sua tristezza, anche se di giochi trasgressivi sembrava che non se ne parlasse più, mentre io ero sempre molto attento, a non ferire la sua sensibilità. Il sesso lo facevamo, lei godeva, ma dentro di me il desiderio di vederla ancora fra le braccia di un altro maschio, era sempre molto forte. Per un bel po’ di tempo siamo ridiventati una coppia assolutamente normale. Niente trasgressione, sesso normale anche se molto appagante. Sentivo che dovevo fare qualche cosa per ritornare ai nostri giochi erotici. Ne ho parlato con lei, che mi ha semplicemente risposto che non era ancora pronta riprendere quello che facevamo prima. Poi la svolta. Inaspettata e imprevista. Come ho detto ho una sorella di nome Silvia, da sempre grande amica di Paola. Lavorano insieme, e dopo la morte di mio padre, hanno preso a dirigere con ottimi risultati, lo studio da commercialisti. Silvia è uno schianto di femmina. Alta come Paola, ma bionda naturale, capelli che le arrivano alle spalle, un fisico mozza fiato, tenuto curatissimo, con estenuanti esercizi fisici, e sedute di massaggi, pilates e altre diavolerie che la rendono bella e molto desiderabile. Lei e Paola hanno la stessa età, ma lei non è sposata. Quasi nello stesso periodo di Paola, anche lei è rimasta incinta e ha partorito un bel maschietto di nome Carlo, che ha più o meno la stessa età di nostra figlia Giulia con cui ha un legame fortissimo. Non ha mai rivelato chi fosse il padre di Carlo, e mio padre ha accettato di buon grado, il fatto che lei, gli ha dato il suo cognome, questo lo rendeva molto orgoglioso di avere un nipote come Carlo. Mio nipote e mia figlia, sono cresciuti a pane e codici fiscali e ovviamente oggi hanno intrapreso gli studi finalizzati a raggiungere la laurea di ragionieri per poter affiancare le loro madri nella gestione dello studio. Proprio per questo motivo Paola e Silvia si sono recate insieme ad un convegno di approfondimento fiscale finalizzato a illustrare alcuni cambiamenti nel loro lavoro. Quando sono partite io ho augurato a Paola di divertirsi e lei mi ha sorriso dicendo che forse non c’era tanto da divertirsi in posti cosi noiosi. Dopo due giorni quando sono tronate ho notato nello sguardo di mia moglie un deciso cambiamento. Era di colpo sparita come per incanto la malinconia e il suo apatico distacco. Era tornata la sua aria allegra e lo sguardo trasgressivo. La sera nel letto mi ha scopato con impeto e vera passione come non succedeva da tempo. Era tornata la mia donna troia e vorace di cazzo che tanto mi era piaciuta. Sodisfatta la voglia di godere mi aspettavo un racconto dettagliato per scoprire cosa le avesse ridato tanto entusiasmo, ma lei mi ha sorriso e ha dichiarato di essere molto stanca e di avere voglia di dormire. Vi lascio pensare che notte ho passato ad immaginare tutti gli scenari possibile che le potevano essere accaduti per farla tornare così carica e vogliosa. Per tre giorni non ne ha fatto assolutamente parola. Ho chiesto a mia sorella se doveva raccontarmi quello che era successo. Lei mi ha guardato con un’aria molto preoccupata e seria.
«Come? Cosa succede? Non succede nulla! Perche mi fai questa domanda? Che problemi ci sono? Hai forse litigato con Paola o sei diventato geloso? Ti assicura che non abbiamo fatto nulla di male e in ogni caso non spetta a me raccontarti nulla. Lo sai che sono sua amica e quindi se vuoi sapere qualche cosa chiedi a lei.»
Ovvio con una simile risposta, le mie curiosità sono salite alle stelle, ma per scoprire cosa è successo adesso voglio che sia lei a proseguire la storia.
Paola
Mi chiamo Paola e chi sono lo sapete se avete letto quanto raccontato da Mario mio marito. Quello che non vi ha detto è come sono diventata la troia che sono oggi. Quando avevo quindici anni, ero già una bella ragazza alta e ben sviluppata con un bel seno già una terza abbondante che era oggetto del desiderio di molti occhi indiscreti. Io invece ero impaurita dal sesso perche non ne sapevo niente. Nulla di importante, perche qualche amorazzo l’avevo avuto, ma niente degno di nota. Sentir parlare di sesso le mie amiche, specie quelle più grandi, che raccontavano di seghe, scopate, inculate o bocchini, mi affascinava e intimoriva, per la mia assoluta inesperienza, e in più non avevo una vera amica a cui chiedere. Passare per una sfigata inesperta non mi andava di certo, quindi me ne stavo in disparte in attesa di tempi migliori. L’occasione, come avviene spesso in questi casi arrivò casualmente. Una sera, dopo essere tornata stanca morta da una festa di compleanno ho salutato i miei genitori e me ne sono andata a letto. Devo aver dormito per circa una oretta quando mi sono svegliata con una sete pazzesca. Esco dalla mia camera per andare in cucina a bere e passando davanti alla camera dei miei genitori sono incuriosita dalla luce rosa che filtra attraverso lo stipite della porta lasciata semi socchiusa. Butto lo sguardo dentro e vedo una cosa che ha di fatto cambiato tutta la mia vita. Mia madre Teresa distesa su mio padre Antonio mentre gli succhiava il cazzo! Un bel 69 in piena regola come non ne avevo mai visti! La cosa sconvolgente era che lei a due metri da me, divorava il cazzo di mio padre, che era di ottime dimensioni. Dopo un attimo di stupore mi sono messa guardare mia madre, ho cercato di imparare tutto quello che lei faceva. Ho capito subito che era un pompino in piena regola, perche mio padre ansimava e la esortava a succhiarlo più forte.
«Teresa, si succhia che ti sborro in bocca. Mi fai morire, sei una bocchinara stupenda! Ti dovevo schizzare in culo o in fica, ma tu sei una troia, e lo vuoi in bocca. Aahh…cazzo..NO! Che fai non smettere! Mi uccidi! Si succhia e bevi!»
Vedevo mia madre giocare con quel palo in bocca a suo piacimento. Ho capito subito chi comandava il gioco, era lei che poteva succhiarlo, o leccarlo, ma in ogni caso era lei, che decideva quando farlo godere. Unico! Di colpo ho realizzato che succhiare un cazzo, adesso che stavo imparando come si faceva, mi eccitava tantissimo. Avevo le mutandine già fradicie, ho messo una mano dentro, e silenziosamente mi sono masturbata. Seguivo ogni mossa di mia madre. Con un dito in bocca simulavo tutto quello che lei faceva a mio padre, e come lo faceva impazzire e supplicare di farlo godere. Vedevo lui sollevare le gambe per agevolare la leccata del culo, e le palle grosse e piene. Era lei che lo faceva impazzire, mentre lui era costretto a smettere di leccare la sua fica, per godere come un porco. Poi lei ha messo una mano alla base del cazzo, e con le labbra serrate sulla punta, mentre, lo segava lo succhiava a morte, lui ha sborrato. Si è spostato di lato, è uscito da sotto di lei, si è sollevato di scatto, lei ha aperto la bocca, e con la punta sulle labbra, ha ricevuto in bocca dei fiotti di sborra densi e bianchi. Lui godeva, e lei lo ha spremuto fino all’ultima goccia, poi ha ingoiato tutto. Lui si è disteso supino, mentre lei ha ripulito il cazzo, che si stava ammosciando, poi ha fatto una cosa che non mi sarei aspettata: l’ha baciato in bocca, e lui ha risposto con passione a quel bacio, lungo e sensuale. Questo non lo aveva raccontato nessuna delle mie amiche, anzi alcune dicevano che i maschi prima di baciarle di nuovo gli facevano masticare un chewingum. Con la fica fradicia e in fiamme, me ne sono tornata a letto. Adesso sapevo come fare un pompino. L’unica cosa che non sapevo come era il sapore della sborra. Anche se era tutta teoria, non era più una cosa sconosciuta, dovevo solo metterla in pratica. Per diverse sere li ho spiati, ho assistito anche ad una inculata memorabile. Per non parlare delle scopate dove lui la sfondava e le dava della troia e lei ci godeva tanto, mentre io non capivo per quale motivo le piacesse sentirselo dire. L’arrivo dell’estate e delle vacanze al mare erano per me un momento di puro piacere.
Generalmente i miei genitori prendevano un appartamento al mare per tutto il mese di Agosto, assieme a Elisa, la mia nonna materna. Elisa era una donna stupenda. Sposata giovane con mio nonno, che era deceduto quando io avevo un anno, era appena oltre la soglia dei sessanta e li portava divinamente. Alta, snella, gambe lunghe e un bel culo a mandolino che lei evidenziava con indumenti attillati e tacchi alti. Forse il seno non era il massimo, appena una seconda piena, ma con un viso armonioso e labbra sensuali. Era simpatica, allegra e solare. I primi quindici giorni li avrei passati con lei, mentre i miei genitori ci avrebbero raggiunto dopo. Quando scendevo in spiaggia con lei notavo subito, che molte delle persone, in particolare i maschi adulti, mi osservavano con un certo interesse, e non perdevano l’occasione di ammirare il mio seno, che esplodeva sotto il costume, che faceva fatica a contenerlo. Anche il mio splendido culetto era oggetto di sguardi carichi di desiderio. Ne ero consapevole, e non perdevo l’occasione per mostrarlo, con pose ingenue ma ben studiate, e questo mi faceva scaldare la micia fra le gambe. Mi eccitava esibirmi in piegamenti che evidenziavano il mio culo, e mostravano il mio seno. Si, ero già una bella esibizionista un po’ troietta. Fra quelli che sbavavano, uno dei più simpatici era il nostro vicino di ombrellone, il signor Luigi. Amico, come sua moglie Adele della nonna, erano due simpatiche persone. La signora Adele amava, fare le passeggiate, e spesso ero io che l’accompagnavo, perche mi annoiavo a stare sempre sdraiata al sole. Il secondo giorno che ero appena partita a passeggio con la signora Adele, lei poco dopo incontra una sua cara amica che la prega di seguirla per andare in un negozio di intimo per acquistare dei costumi in svendita. Lei mi guarda, io le saluto e me ne torno verso il mio ombrellone, dove vedo che la nonna si sta allontanando. Incuriosita la seguo, vedo che si inoltra fra le cabine che servono per spogliarsi e mettere i costumi. La vedo entrare dentro la nostra che è la numero sette, subito seguita dal signor Luigi. Sempre più incuriosita, giro dietro e mi abbasso fra la cabina e il muro del magazzino dei bagnini. La mattina mettendo il costume, mi è caduto il sopra, e per raccoglierlo ho notato un piccolo foro fra una delle assi di legno. Sembrava una scheggiatura del legno, ma adesso capisco che poteva anche essere utile per dare una sbirciatina dentro per vedere chi si cambia, o come in questo caso che ci si nasconde. Appena mi abbasso e sbircio dentro mi trovo la nonna inginocchiata davanti a Luigi, che gli succhiava il cazzo. Un bel cazzo grosso, ma non troppo lungo. Lei lo ingoiava con una certa facilità e lo succhiava facendolo godere. Lei gemeva di piacere con la bocca piena mentre lui la incitava farlo venire.
«Brava succhialo! Come pompi bene, vorrei scoparti, ma oggi mia moglie torna presto dalla passeggiata, vuole andare a prendere il pesce. Mi fai impazzire se mi succhi anche le palle! Ti scopo in bocca! Tieni troia! Ingoialo tutto!»
Lo vedevo spingere quel palo in gola a mia nonna che li infilava con estrema maestria e anche se aveva le lacrime agli occhi non sembrava soffrire, ma anzi si masturbava con una mano e lo succhiava sempre più forte. Ero convinta che lui sarebbe schizzato a breve quando mi sento una mano davanti alla bocca e una presa forte che mi immobilizza. Una voce mi ha sussurrato all’orecchio.
«Come ti permetti di spiare dentro le cabine! Non si fanno queste cose! Adesso ti porto dai tuoi genitori e vediamo come finisce!»
Mi solleva e mi trascina un po’ più lontano. Mi libera la bocca, lo riconosco è il nostro bagnino, anche lui amico della nonna. Rossa in viso e impaurita dalle conseguenze lo supplico.
«La supplico, non lo dica a mia nonna, sarebbe un casino, sono disposta ad accontentarla in qualche modo se non lo dice a nessuno.»
Lui si guarda in torno, nessuno ci ha visti e allora mi trascina dentro il loro magazzino. Mi fa sedere su una poltroncina, poi estrae un bel cazzo già duro e lo presenta alla mia bocca. Lo guardo estasiata, mi rendo conto che questo sarà il mio primo pompino, ma per un attimo resto immobile e lui mi sprona a succhiarlo.
«Allora che fai ci hai ripensato?»
Lo guardo e gli dico che va bene, ma non so come si fa non l’ho mai fatto. Lui sorride divertito, si siede al posto mio e mi fa inginocchiare fra le sue gambe. Mi trovo quel palo davanti alla faccia e mi sento bagnare le mutandine del costume.
«Va bene, ti insegno io come si fa. Mi stupisce che tua nonna cosi zoccola, abbia una nipote che non sa succhiare un cazzo. Allora immagina di leccare il ghiacciolo alla fragola, che ti piace tanto, quello che usi per far eccitare chi ti guarda, e segui i miei insegnamenti, diventerai la più brava succhia cazzi della spiaggia.»
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3 anni fa
baxi18, 55
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Club prive
Io e mia moglie ne avevamo parlato molte volte. All'inizio lei non aveva mai preso in realmente in considerazione quella opzione, ma piano piano, con grande pazienza, riuscii ad abituarla all'idea che che quei club esistevano davvero ed erano frequentati da coppie normali, come noi, che li frequenyavano con gli intenti più diversi. Così finalmente una sera la convinsi ad andare a un club prive di Firenze, con l'intenzione di guardarci attorno, fare una esperienza nuova, e se la cosa ci fosse piaciuta e ci fossimo eccitati ..... di correre a casa e farci una super scopata ripensando a quello che avevamo visto. In effetti, già durante il viaggio in macchina, entrambi cominciammo a provare una certa emozione ed eccitazione per quello che ci aspettava. Entrammo, il locale era parecchio oscuro, e ci avvicinammo alla barra del bar. Ordinammo 2 gin-tonic e cominciammo a guardarci attorno. La musica era piacevole, l'atmosfera elegante e in sala c'erano 3 coppie e 3 uomini soli. Le coppie erano sedute su alcuni divanetti e gli uomini passeggiavano per la sala. Beh, non c'era molta azione, eppure noi sentivamo l'adrenalina crescere dentro. Finito il drink, presi mia moglie per mano e ci decidemmo a fare un giro per il locale. Passammo per una porta coperta da un tendone di pesante velluto e ci trovammo in un corridoio che si diramava in diverse direzioni: una specie di labirinto. Ad un certo punto cominciammo a sentire i gemiti di una donna che sicuramente faceva sesso, ed infatti trovammo una finestra che mostrava una stanza con dentro un grande lettone sul quale una donna e 2 uomini si contorcevano in una scena di sesso piuttosto rude. Mia moglie mi strinse forte la mano ed io la abbracciai per farle coraggio. Eravamo ipnotizzati dalla scena di sesso che avevamo davant agli occhi e non ci accorgemmo che uno dei tre singoli precedentemente in sala ci aveva seguito ed ora era anche lui davanti alla finestra, accanto a mia moglie. Lui si appoggiò lievemente contro mia moglie, Clara, che ebbe un sussulto e mi disse: andiamo, amore. Io naturalmente la assecondai e proseguimmo la nostra esplorazione del club. Sentimmo della musica provenire da dietro un altro tendone di velluto, così entrammo e ci rendemmo conto che lì dentro non si vedeva assolutamente nulla, ma la musica era bella e noi eravamo lì per divertirci, così che ci abbracciammo e cominciamo teneramente a ballare. Dopo pochi secondi però Clara mi sussurrò all'orecchio: sento una mano che mi accarezza il sedere, che cosa facciamo? Io però notai che Clara non si mostrava particolarmente spaventata, così che le dissi: finiamo questo ballo, non è eccitante? Lei non mi rispose ma si strinse a me e continuò a ballare. Poi mi resi conto che l'uomo dietro a Clara le aveva alzato la minigonna e cominciava ad armeggiare più pesantemente contro il suo sedere. Non mi meravigliai quindi quando vidi che Clara mise una mano dietro di lei e dopo un secondo mi chiese di tornare al bar. Una volta al bar, Clara mi disse: ma ti rendi conto di che cosa abbiamo vissuto? Che emozione !! E lo sai che quell'uomo si era tirato fuori il cazzo e me lo sfregava contro il mio sedere? E quando ho cercato di allontanarlo, mi sono trovata col suo cazzo in mano, ed era durissimo !!! Mamma, che avventura ! Ordinammo un atro gin tonic e mentre lo si beveva, un giovane singolo si avvicinò a noi e ci disse: la sua signora è davvero bellissima, là nella dark room mi fatto eccitare moltissimo. Quindi era proprio lui ! Noi si cercava di tenere un atteggiamento disinvolto, non da novizi del club prive, così che lui si sentì incoraggiato a proporci: perchè non andiamo in una stanzetta privata e facciamo provare alla bella signora il piacere di avere 2 uomini nel suo letto, a farle provare un doppio piacere? Clara arrossì come un peperone, così che per tpglierla dall'imbarazzo dissi all'uomo: veramente noi non siamo mai stati con un singolo. Preferiamo incontrarci con coppie, scusaci. E per dare forza alle nostre parole ci dirigemmo ad uno dei divanetti dove era seduta una coppia. Ci sedemmo con loro, Ma immediatamente il lui ci disse: scusate, non offendetevi, ma noi siamo qui solo per guardare. Allora ci dirigemmo verso la seconda coppia, ci sedemmo con loro e cominciammo a chiacchierare amichevolmente. Erano entrambi molto simpatici e la conversazione scorreva piacevolmente. Ad un certo punto si cominciò a parlare di sesso, e il lui ci disse: come vedete, noi siamo una coppia aperta, e nonostante si sia sposati da 8 anni e ci si ami moltissimo, a me non importa di vedere mia moglie fare sesso con un altro uomo, come anche a mia moglie non importa di vedermi fare sesso con un'altra donna o con un altro uomo. Anzi lei trova molto eccitante la mia bisessualità; perchè non andiamo a cercare una stanzina per noi 4: me lo sento già diventare duro pensando di fare sesso con una donna così bella ed un signore così distinto !! A costo di sembrare maleducati o sessualmente retrogradi, abbiamo inventato una scusa e siamo scappati. Clara rideva come una pazza: mi sarebbe piaciuto, disse, vederti succhiare un cazzo e poi essere penetrato nel tuo sacro culetto !!! Io ridevo molto di meno ....... Ci addentrammo nuovamente nel labirinto di corridoi oscuri, e così scoprimmo la stanza sado/maso, la glory hole ed effettivamente scoprimmo che l'atmosfera di quel posto ti fa crescere l'adrenalina a 1000. A quel punto ero io che toccavo il culo di Clara, che gradiva, scodinzolava, di tanto in tanto passava la sua mano sulla cerniera dei miei pantaloni. Allora la addossai contro una parete, mi aprii la cerniera, tirai fuoi il cazzo e portai la sua mano ad accarezzarmi. Nonostante qualche persona che passava nel corridoio, lei non si fece pregare e cominciò a menarmelo con maestria. L'adrenalina stava avendo la meglio sulla nostra abituale timidezza. Non ci importava più nulla che la gente ci vedesse in quella posizione, anzi, aumentava l'eccitazione. In quel momento passò nel corridoio il singolo che era stata la nostra prima conoscenza al club. Naturalmente ci vide, si fermò ad osservarci bene e sorrise. Si avvicinò a noi fino a sfiorarci, poi si abbazzò la cerniera e propose a Clara il suo grosso cazzone sempre in tira. Clara non ebbe reazioni, ma lui le prese la mano libera e se la appoggiò sul cazzo. Lei ubbidì all'invito e cominciò a masturbarlo con la stessa maestria che usava con me. I nostri 2 cazzi si gonfiarono a dismisura, ancc'io non avevo mai visto il mio così grosso. Grosso quasi come quello del singolo ....... Poi il singolo mise una mano sul sedere di Clara, le tirò su la gonna, e cominciò a solleticare fica e buco del culo di mia moglie. Lei chiuse gli occhi e cominciò ad ansimare. Quando riaprì gli occhi osservò attentamente i 2 cazzi che teneva in mano e disse solo: enormi !! Quindi si piegò sulle ginocchia e prese in bocca il mio cazzo fino quasi a condurmi all'orgasmo, e poi il cazzo di quel mandingo, che a stento riuscì ad ingoiare............. E così continuè fino a condurre entrambi all'orgasmo, lasciandomi a bocca aperta quando vidi cha ingoiò avidamente i nostri 2 potenti flotti di sperma.Ci si ricompose, salutammo il singolo, ed uscimmo dal Club per tornare a casa. In macchina, sulla via del ritorno, Clara mi disse: avevi ragione, è stato molto eccitante. Non avrei mai pensato di arrivare a tanto. Ma sai che cosa ho pensato? E se mi fossi spinta fino a farmi penetrare da quel giovane? Adesso, dopo il pompino mi sento proprio a posto con me stessa e soddisfatta, chissà se invece, facendomi scopare, non mi sentirei sporca ed in colpa...... Tu che cosa ne pensi ??????
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3 anni fa
cristmass,
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La prima gang
Qualche anno fa... rientro a casa, guardo Giulia e le dico.. "che ne dici di provare con più uomini?".. lei mi guardò sbigottita e la sua risposta fu "sai che ne reggo già a fatica tre, non mi interessa"... Ma.... Giulia la conosco bene so' che in quella parvenza di risposta negativa c'era la voglia di provare... lasciai passare un po di tempo ed una sera le dissi "Amore domani usciamo" lei subito mi chiede dove si andava e le spiegai che avevo organizzato una pizza con un gruppo di ragazzi senza impegno da parte di nessuno.Mi chiese subito  con voce tremante quanti erano, le risposi che erano 5.Arrivò la sua risposta... "Usciamo..  proviamo ma sappi che non me li scopo tutti e 5!!!"arrivammo in pizzeria, eravamo in un soppalco molto discreto e i ragazzi ci aspettavano già... li guardò e li contò... la sua prima affermazione "sei un fetente... avevi detto 5 io ne conto 9!!!"ci sedemmo, presentammo a tutti.. il cameriere ci portò da bere.. in attesa delle pizze la vidi chinarsi verso il vicino... cazzo gli stava facendo un pompino!!! un altro si infilò sotto il tavolo e le leccava la figa... un terzo faceva da "palo".... tra un interruzione del cameriere e la pizza continuò questo gioco.Finito ci spostammo a casa di chi aveva organizzato... Lei al centro in ginocchio con 9 cazzi duri più il mio in cerchio li leccò uno ad uno... e poi... alla fine se li scopò tutti tranne me e l'organizzatore dicendoci "per voi  dopo"... quando tutti la fecero godere si dedicò a noi due.. e al rientro a casa mi guardò negli occhi e mi disse "bella esperienza ma da sfinimento..." questa la sua prima e... forse.... ultima gang
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3 anni fa
coppiaveneta2002,
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Ultima visita: 2 anni fa
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Io lui e la trans
il mio incontro più trasgressivo che ho vissuto fino ad ora è stato che una sera su una chat, ho contattato una trans molto carina, parliamo mi chiede delle foto e senza problemi gli mando qualche foto via mail. Il giorno seguente la ricerco su questa chat e gli faccio una battuta che se voleva potevo dormire da lei. mi risponde dopo un oretta assolutamente si. Wooow mi da indirizzo, ora e numero di cellulare. chiudo tutto vado a cena torno nella mia cameretta mi preparo perizoma una tuta (che durava poco) scarpe scendo saldo in macchia e via. Arrivo a Loano di fronte al supermercato D...........O parcheggio attraverso, e in tanto l'agitazione saliva. Gli faccio uno squillo come d'accordo mi apre piano terra prima porta a destra.... entro la vedo ancor più bella che in foto (anche se in foto era più alta...) indossava un paio di calze a rete stretta un perizoma chi gli copriva appena il cazzo e scarpe d'orate con zeppa non aveva nient'altro addosso, si gira mi accompagna in una stanza noto un tatuaggio sulla chiappa una rosa rossa un po sbiadita. Arrivati in stanza mi da un bacio con la lingua e mi dice di spogliarmi, che andava un attimo in cucina, cosi mi spoglio via la tuta via scarpe e calze rimango in perizoma, rientra in stanza e con un tono più brusco mi dice che mi dovevo spogliare totale cosi rapidamente levo il perizoma. Mi prende per mano mi porta in una stanza di fronte in quella che eravamo buia non si vedeva poco niente riesco a intravedere una sagoma di una persona mi sa salire sul letto la terza persona mi inizia a succhiare il cazzo riconosco che e un uomo, anche lei sale e affianco a me ci baciamo come fossimo due fidanzati mentre lui ci succhia a entrambi. Passati una decina di minuti (almeno sembrava) lei scende con la testa sul cazzo di lui lo inizia a spompinare per non rimaner a bocca asciutta e in disparte succhio il cazzo di lei noto che da mollo e molto grosso bho mi do da fare intanto le massaggio il buchetto. Finiti questi preliminari ed eccitati più che mai lei mi prende x i capelli mi mette al centro del letto e lei si mette davanti a me a gambe larghe sento il lui che e dietro di me, sputa nella mano mi lubrifica il buchetto appoggia sul buco il suo cazzo e piano piano entra tutto, mi inizia a dare dei colpetti lenti nel frattempo lei mi prende la testa e mi fa succhiare il suo cazzo lui aumenta la velocità sento che dopo un po inizia ad ansimare più forte tira fuori il cazzo sento che gode sulle mie chiappe sento che cola lei si alza va dietro e in meno di un secondo sento il suo cazzo entrare (porca troia se e grosso mi faceva male dopo che uno mi ha scopato) urlo un po di dolore e piacere; intanto lui si riveste la saluta e se ne va continua per un bel pò scende dal letto mi prende per il braccio e mi porta nella stanza iniziale dove c'erano i miei vestiti e soprattutto la luce, mi fa sdraiare a pancia in giù lei e sopra di me sento che rientra con quel cazzo enorme mentre mi da dei colpetti prende il pc lo mette davanti a me e carica un video porno di 2 gay che uno pisciava nell'ano dell'altro mentre lo guardavo mi dava dei baci e mi sussurra nell'orecchi se volevo provare non mi andava e cosi rifiuto sposta il pc e continua con più ferocia mi mette a pecora 3 colpi secchi leva il cazzo mi dice che sta per venire e lo vuole far di gran classe, va in cucina sto giro sul serio (nella mia testa penso che va a fare) torna subito dopo con un imbuto di plastica rimango a pecora me lo infila nell'ano e poco dopo sento caldo giro leggermente la testa x chiedere cosa stava facendo lei mi risponde " NON DOVEVI RIFIUTARE ADESSO TI PISCIO IN CULO POI TI LEVO L'IMBUTO E TI SCOPO TANTO HAI UN CULETTO STRETTO E NON NE PERDI UNA GOCCIA (SORRIDENDO)" finito di riempirmi da come aveva detto e promesso leva l'imbuto si masturba un po per far tornare l'erezione e giù dentro il suo cazzo mi scopa come un martello dopo svariati colpi si ferma e senza togliere il suo cazzo dal mio culo ci giriamo mi trovo sopra di lei a smorza candela continua alla grande a scoparmi finchè non arriva il momento tanto atteso con molta calma leva il cazzo mi mette 3 dita per tappare mi porta in bagno sul wc e mi f scaricare il piscio mentre lei e davanti a me, si masturba gode da matti sborra sul mio petto mi prende mi fa inginocchiare mi dice di masturbarmi mi massaggia le palle con il piede arriva anche per me il momento di godere sborro le lavo il piede si sborra mi guarda sorridendo mi dice " ops e finita la carta quindi lecca e ripulisci il piede" la lecco tutta finito mi do una scicaquata al petto guardiamo l'ora e si e fatta l'una torniamo in camera mi dice sta notte dormi con questo ( un butt plug largo 3-4 cm) cosi se scende qualcosa non mi macchi il letto me lo mette con dolcezza mi da un bacio con la lingua buona notte. Al mattino seguente ci svegliamo assieme mi sfila il plug mi da il buon giorno si alza tutta nuda prepara il caffe e me lo porta a letto, preso il caffe mi rivesto e la saluto. QUESTO RACCONTO E VERO.
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3 anni fa
micaelatrav,
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Prendere il sole
Settimana scorsa come ogni domenica mi preparo per la mia mezzo giornata di sole in pace e tranquillità depilazione intima gambe scelgo che perizoma mettere anche il sex toy (bisogna sempre averne uno dietro).
Una volta finiti i preparativi mi vesto jeans maglietta esco e vado a prendere la macchina, mi diigo al mio solito posticino vicino a casa 3 / 4 km parcheggio scendo faccio il sottopasso e poi salgo su per gli scogli cerco un posticino tranquillo dove poter essere sdraiata comodamente, una volta trovato mi siedo e mi inizio a spogliare per ora sono ancora sola ma sono anche le 10 di solito arriva gente piu tardi. Una volta tolta i vestiti rimango in perizoma nero tipo “farfalla” con un po di retina davanti che si intravedeva il mio pisello mi metto la crema solare per evitare scottature cosi mi sdraio sull'asciugamano e mi rilasso un po. Dopo un paio di minuti vedo in lontananza una persona pensando che era anche lui per la stessa cosa “sole” cosi per essere piu provocante di quando potevo essere decido di usare il sex toy cosi chiunque passava poteva notarlo prendo un po di saliva mi bagno il buchino prendo il “butt plug” in acciaio largo 4,5 cm senza farmi notare piu di tanto scosto il perizoma lo punto e piano piano mi ci siedo sopra e con una spinta lo faccio sparire e rimane in vista il brillantino viola fuori. La persona che ho visto in lontananza sta passeggiando verso di me ma io continuo a far finta di nulla dormire o guardare il cellulare, noto che ogni tanto si ferma si guarda in torno e continua a camminare sempre verso di me, io continuo a far i fatti miei. Noto che e quasi dietro di me si sofferma a guardare il mio lato b e con gesto (l'ho fatto apposta ma ti faccio credere che non e vero) gli cade l'asciugamano che ha in spalla sulle mie gambe con modo di far gentile mi chiede immediatamente scusa dicendo che era il vento gli rispondo ci mancherebbe figurarti lo vedo e mi rimetto a testa in giu sul cuscino sento che e vicino a me si siede sullo scoglio vicino al mio mi inizia ad accarezzare le gambe molto lentamente mi provoca dei brividi su tutto il corpo sembrano mani di un massaggiatore pulite senza un callo o grezze sa dove toccarmi man mano sale con le mani io continuo a far finta di nulla alterno tra cellulare e riposarmi sento che mi massaggia i glutei mi allarga le natiche nota ovviamente il mio giochino che e dentro non dice nulla continua a far quello che sta facendo mi massaggia accarezza mi dice se ho freddo (forse vedendo tutti quei brividi) gli rispondo di no che era lui a provocarmi questi brividi mi prende il perizoma me lo vuole sfilare lo aiuto inarcando il la schiena rimango nuda con il butt plug dentro mi allarga le gambe prende il mio cazzo lo mette sotto che lui da dietro vede culo palle e cazzo mi accarezza e massaggia al punto che mi provoca una erezione con una mano mi allarga una chiappa e con l'altra molto delicatamente mi prende il sex toy lo sfila piano piano che manco me ne accorgo. Dall'altra parte noto che sale altra gente ma a me non da fastidio ragiono molto (se ti piace guarda se non ti piace girati), una volta tolto il sex toy ho il buco un po largo tenendo un plug di 4,5 cm e normale, si tuffa con la faccia mi lecca prima in mezzo sotto sopra al buco poi dentro e fuori inarcola schiena per mi piace come lo fa mentre lecca fa entrare un suo dito lo fa sparire sento le sue nocche lo tiene dentro non stantuffa ma lo muove come se dentro ci fosse la rotellina del mouse io per non dargli corda da (stronza) continuo a far i farti miei tra l'altro ricevo una telefonata mentre lui e impegnato dietro. I curiosi si fanno sotto hanno il cazzo in mano ma rimango ferma a ricevere le attenzioni mi continua a muover il suo dito dentro e leccare per un attimo lo tira fuori ne punta due molto dolcemente le fa entrare le ricevo tutte fino in fondo le muove sempre e lecca da farmi impazzire fino a farmi uscire il liquido preiaculatorio spostando la testa scorgo che ha il cazzo fuori duro sembra bello tutto depilato come piace a me mi giro a guardare il mare lui si alza si mette sopra di me appoggia il suo cazzo sul mio buco ma ci son le sue dita dentro ma lo lascio fare man mano leva le dita e spinge il suo cazzo dentro ora inzia a far su e giu ci son tutti gl'altri che guardano si stanno masturbando nel veder come mi sta facendo il culo per rendere il gioco piu bello mi allargo le chiappe e poco dopo mi metto a pecora sento le sue palle attaccate al mio culo mi sta martellando in modo dolce da non farmi male ormai dal mio cazzo un continuo uscir di liquido pre spermale a un certo punto si ferma leva il suo cazzo metto il dito mi dice di far la brava che mi piacerà appoggia la punta del suo cazzo spinge fa un po male ma resisto anche lui mi chiede ti tener duro cosi stringo i denti sento che esclama ecco brava cosi ohhhhhh aveva messo il suo cazzo piu un dito dentro il mio culo ha iniziato a far su e giu piano per abituarmi poi sempre piu veloce e sempre piu lunghe dentro e fuori dentro e fuori in meno di 10 minuti mi ha portato all'orgasmo senza sfiorarmi il cazzo ho goduto senza essere toccata o masturbata lui esclama con un tono di dispiacere “nooooo non devi godere le tue contrazioni mi portano anche a me all'orgasmo” cosi una decina di colpi sfilail cazzo ma lascia il suo dito dentro mi sborra sulle chiappe sfinito anche lui e da quelli che ci guardavano parte un applauso di compiacimento sorrido mi sdraio lui prende il sex toy me lo rimette piano lo tengo dentro che un piacere ha delle salviette con se mi pulisce dal suo sperma mi ringrazi e sorridendo gli dico PREGO e se ne va via lasciandomi li continuando a prendere il sole.
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3 anni fa
micaelatrav,
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Leccami cornuto.
Mi chiamo Anna, sono alta un metro e 65, capelli neri, ricciolini. Ho un bel fisico, un bel culo a mandolino e labbra carnose naturali che, a detta di molti, invogliano a infilarvi dentro un bel cazzo per farselo succhiare per bene. Sono considerata una donna solare, allegra, simpatica e dolce. Da 25 anni, sono sposata con Franco, che ne ha 47. Con lui, ho provato un po’ di tutto nel sesso. Mi ha insegnato a succhiare bene il cazzo, a ingoiare la sborra, ho apprezzato il rapporto anale, ma la cosa che ha cambiato la mia vita, è stata la trasgressione, avventura che mi ha portato a vivere esperienze sessuali con altri maschi.
Sì, a mio marito piace che io abbia rapporti con altri uomini. Ho avuto diverse esperienze e, ora, è giunto il momento di farvi partecipi delle mie avventure più recenti, nel mondo della trasgressione. Di recente, quel cornuto di mio marito ha incontrato un singolo conosciuto su un sito di scambisti. Dopo aver valutato se è o meno una persona affidabile, provvede lui a trovarmi i maschi che mi scoperanno, e la cosa gli mette pepe addosso, confidandomi che gli sarebbe piaciuto organizzare una mia uscita, da sola con lui. Quando torno a casa, il cornuto ha già organizzato tutto. Sul letto matrimoniale, trovo preparato tutto quello che dovrò indossare: un abito cortissimo nero, elasticizzato, che copre appena le mie forme, calze auto reggenti e un bel paio di scarpe dal tacco altissimo. Non serve altro, se non un po’ di trucco agli occhi, e labbra rosse, da troia. Puntuale come la morte, alle ventuno suonano alla porta. Franco va ad aprire e mi presenta Diego.
Ho davanti un bel maschio, alto, sguardo da maledetto e con un fisico da dio greco. Mi sento subito inumidire fra le cosce. Un saluto al cornuto e via con lui, a vivere una serata di pura trasgressione. Mentre andiamo non so dove, mi chiede di me, dei miei desideri, di quello che mi piace fare con un maschio.
«Con la giusta persona, non pongo limiti. Amo succhiarlo, scopare e se mi inculano, ci godo bene. Mi piacciono anche le situazioni insolite, trasgressive e particolarmente eccitanti».
Lui sorride e mi dice che ha già in mente un posto, dove starò di sicuro a mio agio. Dopo circa una mezz'ora parcheggiamo, sotto un palazzo, quasi in periferia e, saliti all’ultimo piano, entriamo in un prive'. Mi sento strana: non sono mai stata in un prive'. Mentre stiamo girando per il locale, vedo delle donne che scopano: lo guardo e gli dico che me ne voglio andare. Lui ne è stupito, ma io sono irremovibile: in un posto dove ci sono altre donne, non ci scopo. La cosa lo ha sorpreso molto, ma non per questo si arrende. Ripresa l’auto ci dirigiamo in piena periferia, in un posto dove si pratica il car sex. Mentre raggiungiamo questo posto, prima gli ho fatto un bocchino con ingoio, mentre lui guidava in mezzo al traffico, incurante di chi ci poteva vedere, anzi trovavo la cosa molto eccitante, poi, ho chattato con il cornuto, rimproverandolo, per non aver detto a Diego che la presenza di altre donne mi infastidisce. Lui si scusa e mi chiede dove siamo diretti. Lo informo del nuovo piano. Passiamo lì, circa due ore, durante le quali vengo scopata da ben quattro maschi. Sfinita, chiedo a Diego di andarcene, anche perché si son fatti avanti altri maschi, ma proprio non voglio. Appena ci siamo allontanati, chiamo Franco e gli dico di venirmi a prendere. Diego gli dice di raggiungerci nei pressi dello stadio. Appena Franco arriva, mi fa scendere dalla sua auto e, per un momento, vedo delle auto che si avvicinano e mi chiedono quanto voglio. Mi rendo contro che il bastardo ha dato appuntamento a mio marito in questo posto, dove ci sono le puttane e tanti clienti mi scambiano per una di loro. Alla terza auto che si avvicina, riconosco mio marito. Salgo e ce ne andiamo via, in fretta. Vorrei andare a casa, ma la situazione lo ha eccitato e vorrebbe che io facessi una marchetta, ma io non ci penso nemmeno. Mi chiede dove siamo stati e decide di tornare nel piazzale dove abbiamo fatto il car sex. Restiamo un po' in quel posto; lui fa le luci ad una auto, ma l’altro non si avvicina. Mi mette una mano fra le cosce e sente che sono piena di sborra che cola da ogni buco. È eccitato al massimo, mi porta un poco più lontano. Estrae il cazzo e lo mette nella mia mano, vuole che gli racconti quello che ho fatto con Diego in quel posto. Scruto il suo sguardo e, dentro di me, avverto il bisogno di una cosa che questa sera nessuno mi ha fatto: voglio esser leccata!
«Leccami cornuto!»
Resta un attimo interdetto. Poi, si spostiamo assieme sul sedile posteriore e, aperte le gambe, si incolla direttamente con la bocca sulla mia fica grondante, piena della sborra di tutti quelli che mi hanno scopato. È bravo! Mi lecca e succhia, in breve tempo, tutto quello che ne esce. Ci godo alla grande.
«huummm…Sì...Porco, cornuto…Vengo! Cazzo, che maiale sei! Ti piace la sborra di chi mi ha montato! Dai... Lecca tutto, che vengo!»
Mi lecca a dovere, poi, sazio, si mette seduto e mi mette il suo cazzo di nuovo in mano. Vuole che gli racconti tutto.
«Appena arrivati, ci siamo trovati subito due singoli che, ben presto, capiscono che Diego mi esibisce e vuole scoparmi assieme a loro. Ci spostiamo un poco più in disparte e, aperta la macchina, mi ritrovo subito due bei cazzi da succhiare. Loro mi insultano con uno spinto turpiloquio e Diego rincara la dose.
«Apri la bocca, troia, succhia! Che vacca che sei! Una vera zoccola!»
«Fatela godere, dobbiamo scoparla bene, altrimenti il cornuto che me l’ha affidata, non è soddisfatto; dai, troia che ti sfondiamo».
«Mi distendono sul sedile di dietro e, a turno, mi entrano dentro, mentre l’altro mi fa succhiare il suo cazzo».
«Accidenti come lo succhia! E' una vera troia succhiacazzi, quella che abbiamo trovato! Dai, ingoialo!»
«Me lo spinge tutto dentro la gola e mi fa godere il fatto che mi stia scopando in bocca, mentre l’altro mi spacca la fica. Diego assiste divertito, mentre altri due maschi si avvicinano e gli chiedono se posso esser disponibile a scopare anche con loro».
«Certo che la potete scopare. È una troia che il marito mi ha affidato per farla scopare e riempire di sborra in ogni buco. A proposito, fatela mettere girata, così posso sfondarle il culo».
«Ho appena il tempo di inginocchiarmi, che mi si para davanti il cazzo di Diego. Enorme! Lungo e TANTO grosso. Cerco di convincerlo a desistere dall'incularmi».
«No, aspetta… sei troppo grosso, per il mio culo!»
«Cerco di farlo ragionare: magari, prima mi faccio inculare da uno più piccolo, ma lui non sente ragioni e, dopo averlo spennellato, un po' davanti, fa colare della saliva nel solco e di botto mi incula, fino in fondo. Urlo per il dolore, mentre lui non mi degna di alcun riguardo: mi serra i fianchi e prende a pomparmi, come un toro scatenato. Sento un dolore bestia. Lo sai che nel culo mi piace, ma deve esser preparato, lui invece mi sfonda il culo, quasi a secco. Fortunatamente un altro mi masturba e, ben presto, il dolore fa posto al piacere. Godo nel sentire quella trave nel culo. Mi slabbra il culo, senza pietà».
«Lo senti troia che poi ti piace? Dai ragazzi, metteteglielo anche davanti, prendiamo sta vacca in tutti i buchi. Godi, puttana!»
«Mi solleva e si distende sul sedile. Mi ritrovo con le gambe alzate e aperte. Subito un altro mi infila davanti un cazzo lungo che scivola, non senza difficolta, dentro il mio ventre. Mi sento piena e godo. Un altro si mette sul sedile davanti e mi tocca i seni. Li strizza e impasta, mentre mi sputa in bocca e mi insulta».
«Godi puttana che questa sera ti sfondiamo tutta!»
Vengo come un fiume in piena. Godo e incito chi mi scopa a farlo più forte.
«Più forte! Vengo! Vengo! VENGO!»
«Quello davanti mi sbatte velocemente e poi sborra.
Lo sento schizzare dentro e subito esce per lasciare il posto ad un altro, con il cazzo più corto, ma più grosso. Entra con un colpo secco, dentro di me. Schizzi di sborra escono dalla mia fica slabbrata, che adesso è pompata con vigoria, mentre Diego, da sotto, mi scopa il culo sempre più forte. Vengo di nuovo, assieme al secondo, che mi schizza tutta la sua sborra direttamente dentro. Anche Diego è al limite e mi mette di lato, mentre mi fa un clistere di sborra.
«Sborro! Cagna, ti riempio il culo!»
«Mi ha aperto così tanto il culo, che ne esce un poco e, appena si sfila, subito un terzo prende il suo posto. Mi pompa il culo, mentre un quarto mi mette il cazzo in bocca e mi scopa la gola. Vengono insieme e mi inondano ancora di sborra, che mi fanno ingoiare tutta. Ero esausta ed ho voluto smettere. Adesso sai tutto».
Durante il racconto Franco ha sempre avuto il cazzo in erezione e, adesso, mi fa distendere e me lo pianta dentro. Sento la sborra colare ancora: lui mi scopa, sebbene sono così aperta che dubito possa avvertire il piacere di essermi dentro; gode e, dopo poco, che mi pompa, viene anche lui dentro di me. Mi sento riempire del suo piacere, ero quasi sul punto di godere di nuovo. Appena lui è venuto, l’ho baciato ed abbiamo limonato un poco.
«Ti amo», gli ho detto. Lui mi ha sorriso compiaciuto, allora con un sorriso complice e malizioso, ho aggiunto:
«Adesso, leccami ancora, cornuto!»
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3 anni fa
baxi18, 55
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La moglie perfetta. seconda parte
Da quel giorno sono passati velocemente dieci anni, durante i quali il nostro modo di godere, si arricchito di bellissime esperienze, esibizionismo, scambi, gang, privè, esperienze lesbo, lei non si è mai tirata indietro, potevo già dirmi soddisfatto, ma c’era ancora una cosa che mi mancava da lei. Il particolare che ancora non mi soddisfa, è che tutto quello che abbiamo fatto, lo abbiamo fatto insieme, lei si era sempre trovata in mia compagnia. A differenza di lei, a me era successo, di avere l’occasione di scopare quando sono in giro per lavoro. Quando le raccontavo tutto lei si eccitava tantissimo. Il mio rammarico era che anche lei avesse un momento suo da cogliere al volo. Poi l’anno scorso finalmente la svolta, io ero via, sarei rimasto fuori per due giorni. Cinzia sapeva che il secondo giorno avrei visto una troia di cliente che mi aveva contattato, in sua presenza. Mentre era in conversazione con il viva voce del cellulare aveva sentito che la zoccolona mi chiedeva di passare da lei portando il mio “giocattolo.” Lo aveva appena assaggiato qualche mese prima, ma non le era stato possibile provarlo completamente. Mentre la sera del primo giorno ero in albergo e stavo ricapitolando il lavoro della giornata che era stato molto buono, mi suona il cellulare, vedo che si tratta di lei.
«Amore, sai io dovrei andare a cena con un tizio, ma non saprei se accettare.»
La sento che esita.
«È un bell’ uomo?»
Chiedo.
«Si, mi piace.»
Mi risponde titubante.
«Allora vai, mettiti in tiro, e vai, se poi ci scappa la scopata, domani sera, mi racconti tutto.»
Le rispondo con entusiasmo.
«Grazie amore ti amo.»
La sento allegra e rilassata.
Lascio, perdere il lavoro e mi distendo sul letto, mi prendo li cazzo in mano e comincio a segarmi. La immagino vestita sexy, lui che la mangia con lo sguardo le mani di lui sul suo corpo il cazzo di lui dentro di lei il suo piacere, mi sego velocemente.
«…UUUUHHHMMM…si …vengo …»
Urlo, stremato ma felice. Schizzo un fiume di sborra, mi addormento. Il giorno dopo trovo un sms sul mio cellulare.
«Notte stupenda, sono distrutta, ti amo, torna presto che ti racconto.»
Guardo l’orario, è stato spedito alle 5,30 di questa mattina, sono al settimo cielo. Lavoro tutta la mattinata con un’euforia contagiosa che mi fa concludere dei buonissimi affari. Poi alle tredici la chiamo, ma il suo cellulare è ancora spento. Mangio e mi preparo per andare all’appuntamento con la troia che per firmare la commessa vuole il mio cazzo. Quando sto per entrare nel suo ufficio, mi suona il telefonino, da qualche tempo, uso una di quelle piccole auricolari senza fili utilizzano il bluetooth e si mettono direttamente sull’orecchio lasciandoti le mani libere. È lei.
«Amore, come va? Quanto lavoro hai ancora?»
La sento stanca.
«Tu, come stai?»
«Sono stanca ma felice, è stata una notte incredibile, ma poi questa sera ti racconto tutto, e tu?»
Sento che è felice, questo mi carica di più, io sto per andare dalla troia.
«Allora ti lascio.»
Ho un lampo di genio, e le faccio una proposta ridendo.
«No, non chiudere, resta in ascolto così potrai, sentire tutto.»
Metto il telefonino in tasca poi entro. La troia mi saluta, si alza e viene verso me. Sui quaranta portati bene, ha l’aria e la faccia, di una che non si è mai fatta mancare il cazzo, poi chiusa la porta dell’ufficio a chiave mi abbraccia. Parla con voce lasciva.
«Allora lo hai portato il giocattolo?»
Mette una mano sul mio cazzo che tra lei che si sta eccitando, tra mia moglie che mi sta ascoltando diventa durissimo.
«Certo.»
Sottile, mi arriva nell’orecchio, un ordina da Cinzia.
«Mettiglielo in bocca, vediamo se è capace di ingoiarlo.»
Eseguo, la tipa si abbassa e resta piacevolmente stupita.
«… mmmummm … che bel palo …»
Comincia a succhiare appena la cappella.
«Ma che c’è, dico io, per far sentire pure a Cinzia, ne prendi solo un pezzetto?»
«Ma è troppo grande per la mia bocca!»
Cinzia, interviene sempre dentro la mia orecchia.
«Non te lo far rigare con i denti, dai mettile tu la lingua nella figa.»
Mi ordina.
La sollevo, la metto a gambe alte sopra la scrivania. Incomincio a lappare la figa appena ricoperta da un sottile tanga, lei decolla subito.
«… ooohh…si! Accidenti come lecchi! …Vengo!»
Mi sbrodola in bocca la prima sborrata. Cinzia sente tutto e continua a dirigere il gioco.
«Scopala, falle sentire dentro il cazzo del mio uomo, spaccala!»
Non perdo nemmeno un secondo, mi alzo e le pianto il cazzo dentro in un solo colpo.
«…AAAAhhhhhh… Si … Che palo! Piano …Mi sfondi!»
Cinzia, che sente tutto, rincara la dose.
Si dai sfondala! Spingilo tutto dentro a questa vacca!»
Sento che si sta eccitando pure lei. Comincio a pomparla come un forsennato, con colpi devastanti. Lei sborra ancora due, o tre volte con grida fortissime.
«Vengo! …Si … ooooohhh!»
«Piantalo nel culo, amore, falle il culo. Spaccale il culo a questa troia! Che se lo ricordi il cazzo del mio uomo.»
Ricevo nell’auricolare questo preciso ordine. Lei è sfinita. Sfilo il cazzo e dopo averla messa distesa sulla scrivania le pennello il cazzo fra la fica e il culo. Cinzia mi esorta ancora.
«Dai, amore spaccale il culo!»
Lei forse intuisce ma io non mi fermo.
«…Heii...no!…Ma che ti viene….AAHHHII...Mi spacchi!»
Urla. Ma io ormai sono già tutto dentro. Il cazzo le perfora il culo, lei si irrigidisce. Le ordino di rilassarsi, ma non ubbidisce. Le mollo due sonore sculacciate, ripeto l’ordine di rilassarsi. Comincio a stantuffarle il culo.
«…aaaahhhhiiiii…. Fai piano!»
«No! sbattila più forte!»
Mi ordina Cinzia. Sono al massimo dell’eccitazione, mi scopo una troia mentre ricevo ordini da mia moglie.
«…ooohhh…si... Mi piace… Vengo! Dai sborra anche tu!»
Comincia urlare la troia.
«No! no! Non sborrarle in culo, lo deve bere e pulire tutto! Non voglio che resti traccia dei suoi umori anali, schizza tutto in bocca!»
Mi ordina di nuovo Cinzia. Le prendo la testa con la sinistra, la giro e mi porto con il cazzo davanti alle sue labbra.
«Apri … Tieni… sborro!»
La inondo di spruzzi lunghi e copiosi.
«Pulisci tutto!»
Lei esegue. Poi sfinita si siede sulla poltrona, io mi rimetto il cazzo dentro, e le porgo i documenti da firmare, cosa che fa, mentre mi parla con un filo di voce.
«Vedo che sei sposato, ma tua moglie quanto tempo sta fra una scopata del genere e l’altra?»
Io la guardo, e sorrido.
«Veramente per mia moglie questo è solo un preliminare.»
«Accidenti, falle i miei complimenti.»
Sorrido, divertito e mostro l’auricolare.
«Già fatti in questo momento di persona.»
Lei mi guarda allibita.
«…ma?»
«Si, lei ci stava ascoltando.»
Prendendo i fogli e vado verso l’uscita.
«Amore torna presto.»
Mi dice Cinzia, io dopo solo tre ore e mezzo sono a casa. Appena rientro mi fa spogliare.
«Vieni, ho preparato il nostro angolo di paradiso.»
In effetti, il bagno ha le luci soffuse, candele profumate. Ci immergiamo insieme, lei si distende con la spalla sinistra appoggiata al mio petto, mi prende il cazzo in mano e mi comincia segare lentamente, io attendo il suo racconto.
«Ieri sera, verso le diciotto, sono andata a vedere quel centro commerciale nuovo, che hanno realizzato allo svincolo della tangenziale. C’era un casino di gente, per cui ho parcheggiato la macchina sopra un piccolo marciapiede, tanto sarei rimasta solo il tempo per vedere se era aperto il nuovo negozio di intimo. Mi sono distratta fra le vetrine, così sono uscita che erano le diciannove e trenta. Quando sono tornata alla macchina, mi sono resa conto, di aver chiuso l’uscita, di una grossa vettura, parcheggiata più in là. Il proprietario mi stava aspettando, quando mi ha visto sul primo, aveva l’aria incazzata, poi il suo viso è cambiato all’istante. Ho assunto un’aria davvero mortificata.
«Mi scusi, non mi ero resa conto di averla bloccata, spero di non averle recato troppo disturbo.»
«Veramente dovevo andare a cena con degli amici, ma, visto il ritardo, chiamerò.»
«Mi dispiace, non so come farmi perdonare.»
Lui mi guarda, ci pensa un attimo e poi mi sorride.
«Veramente un modo ci sarebbe. Lei ha impegni per la serata?»
Mi chiede molto seriamente.
Io ci penso un momento, mi rendo conto che forse è quel famoso momento di cui parli tu. Decido in un attimo.
«No, sono libera.»
«Allora per che non viene a cena con me?»
Lo guardo, e accetto.
«Va bene, ma dovrei cambiarmi.»
«Le basta un’ora?»
«Certo, è sufficiente.»
«Allora ci vediamo fra un’ora qui.»
Sono tornata a casa, ti ho telefonato, tu mi hai detto di andare. Ho fatto una doccia veloce, mi sono messa quelle calze autoreggenti nuove, quelle con dieci centimetri di pizzo elasticizzato che stanno su da sole. Ho indossato il vestito lungo, quello di seta che mi hai regalato per il mio compleanno.
Incuriosito chiedo una spiegazione.
«Dici quello che sotto è gonna e sopra ha il dietro tutto scoperto e davanti quelle piccole strisce di stoffa a V che dal ventre ti arrivano dietro la nuca coprendo appena i capezzoli?»
Si quello. Ho aggiunto le scarpe nere col tacco alto da dodici, la stola per coprirmi le spalle e quando mi sono guardata allo specchio mi sono data della gran fica! Arrivata al parcheggio, lui è rimasto senza parole. Mi ha fatto accomodare dentro la sua macchina e si è presentato.
«Mi chiamo Alberto, e tu?»
«Cinzia.»
«Quando ho chiamato i miei amici per spiegare il ritardo hanno chiesto di portare a cena anche te, anche se fossimo arrivati in ritardo, non c’erano problemi, ti va di venire?»
«Va bene, così avrò modo di scusarmi anche con loro.»
Dopo venti minuti ci siamo trovati davanti a una villa molto grande, nel parcheggio c’erano due sole macchine. Appena entrata ho trovato quattro persone. Alfio il padrone di casa, era il più alto di tutti, poi Carlo e Luca i due più bassi e Giulio sicuramente il più giovane, ma pelato completamente. La cena era a base di pesce, buonissimo, servito da una giovane ed efficientissima cameriera. Abbiamo mangiato molto, e bevuto del Verdicchio, ma non mi sono ubriacata. Dopo cena ci siamo trasferiti dentro una saletta molto intima, con un grande focolare acceso, con due divani di pelle nera con ampi braccioli. Tutti si sono seduti tranne Alfio che da un mobile bar ha servito a tutti del cognac, poi a messo della musica molto soft, abbassato le luci. Il caminetto regalava un gioco di ombre, Alberto mi ha invitato a ballare. Il suo movimento era dolce, lento, quando i nostri corpi si sono toccati, ho sentito il cazzo in erezione, un membro lungo che mi arrivava fino all’ombelico. La sua bocca si è posata dolcemente sulla mia spalla destra, le sue labbra hanno cominciato a baciarmi il collo dietro la nuca con un movimento molto lento e sensuale. Da dietro la sua bocca è arrivata davanti, i nostri occhi si sono guardati per un attimo e poi lui mi ha baciato. La sua lingua è entrata dentro la mia bocca che non aspettava altro, mi sono abbandonata al piacere del bacio. Le sue mani mi hanno cinto i fianchi, ho spinto il bacino contro il suo cazzo durissimo e sono andata in estasi. Mi stavo eccitando molto. Ad un tratto ho sentito dietro di me un altro cazzo appoggiarsi contro lo spacco delle mie natiche, una bocca baciarmi la nuca. Due mani insinuarsi da sotto le mie ascelle direttamente ad afferrare i seni da dietro, ho mandato la testa indietro assaporando il nuovo ed intenso piacere che aumentava. Da dietro Alfio mi ha sciolto il piccolo nodo che teneva unito il vestito, e con un cenno ad Alberto si sono distaccati da me lasciando cadere a terra l’abito, ero nuda! Subito si sono di nuovo occupati di me. Uno dietro è sceso a lappare il buchetto, mentre con una mano mi accarezzava davanti mandandomi in estasi. Davanti Alberto si dedicava ai seni succhiando i capezzoli, mi sono resa conto che pure le altre tre persone che nel frattempo si erano denudate hanno cominciato a toccarmi in ogni parete del mio corpo fino sollevarmi da terra per adagiarmi sopra uno dei divani e cominciare così un lavoro di lingua sconvolgente. Mi sono ritrovata con il cazzo di Alberto in bocca. Alfio che mi succhiava la figa, e Carlo e Luca che mi avevano messo in ogni mano il proprio cazzo per segarli, mentre Giulio si preparava ad infilarmi la figa. Mi sono sentita dentro un palo che non era grosso come il tuo, amore, ma sicuramente più lungo tanto che mi sembrava non finisse mai di entrare. Ho cominciato a gemere. Allora lui si è alzato, mi ha preso di peso e dopo essersi lui accomodato in poltrona sul bracciolo mi ha cominciato a sbattere con forza. Stavo per arrivare al primo orgasmo quando Alberto si è piantato tutto dentro il mio culetto.
«Bella porca, ti infilo il culo! Accidenti! Ma sei apertissima! Ragazzi questa troia è sfondata di culo da paura!»
Hanno iniziato a spingere dentro il cazzo mentre Luca continuava ad infilarmi il suo dentro la mia bocca.
«È proprio aperta, guardate come lo ingoia, si che bocchinara!»
Ha urlato spingendolo dentro, mentre segavo pure Carlo e Alfio. Ho cominciato a sborrare senza tregua. Donavo piacere a cinque uomini contemporaneamente e questo mi faceva impazzire. Gli orgasmi si sono succeduti a ripetizione, mentre loro si davano il cambio dentro di me. Poi ad un certo punto mi hanno rigirata, con le cosce alzate. Carlo mi infilava il culo Luca ha fatto una considerazione:
«aspetta, è tanto aperta che …»
Un secondo dopo aveva unito il suo cazzo con quello di Carlo e mi sono entrati in doppia nel culo.
«HHHHHHHHAAHHHAHH …SI aaaahhh …si … spingete!»
Hanno iniziato a sbattermi fino a morire. Mi hanno pompato tanto. Hanno ripetuto la doppia anche davanti. Sono andata in delirio.
«… OOOHHH… SI … SFONFDATEMI! Più forte … si!»
Cosi per alcune ore, fino a quando uno dopo l’altro alla terza o quarta schizzata di sborra dentro, o sopra me si sono arresi.
«Sei tremenda! Non abbiamo mai trovato una come te, capace di reggere tanto! Complimenti, sei unica!»
«Stanca, malferma sulle gambe mi sono rivestita, Alberto mi ha riaccompagnato alla macchina. Quando sono rientrata ti ho mandato il messaggio, erano le cinque e trenta, ero stanca morta, ma felice.»
Io ho chiuso gli occhi, lei si è infilata il mio cazzo in bocca e nel momento che sborravo, mi sono detto: “Ora si che è perfetta!”
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3 anni fa
baxi18, 55
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Il gusto di lasciarsi andare
Poche volte capita nella vita di essere in sintonia con persone speciali, quelle per intenderci che non servono le parole per capirsi “al volo”.
Sera d’estate calda, per intenderci quelle giornate calde in cui la pelle non sopporta nemmeno il contatto con la seta.
Docce fredde e tuffi in piscina per contrastare la differenza tra temperatura corporea e quella dell’ambiente circostante, ma non si può’ vivere in acqua tutto il giorno figuriamoci tutta la notte,
non una bava di vento soffia per smorzare la pellicola di sudore che resta avvinghiata su ogni millimetro di pelle.
Esco sul balcone e sento caldo, entro in casa e sento più’ caldo, cosi’ decido di mettermi seduto sul balcone con in dosso solo i boxer leggeri e belli comodi aspettando che morfeus possa avere la pazienza di accogliermi su una nuvola sobbalzato da una tenue brezza e godermi una rilassante notte di frescura.
Luci spente posso ammirare i terrazzi dei vicini dalla mia balconata circondata da vetri, piccola genialità dell’architetto della palazzina dove vivo, privacy nulla ma almeno mi godo la vista delle onde del mare incastonate tra due palazzi che mi separano dalla spiaggia.
Bibita al mio fianco, rimugino sui pensieri del passato e fantastico su quelli futuro quando vedo nel balcone di fronte a me spegnersi la luce dell’appartamento e una siluette sinuosa che si adagia in toplex sulla sdraio del suo balcone gemello come struttura in vetrata.
La semi oscurità’ non mi permette di capire l’eta’ e il viso della mia vicina ma il corpo lo noto eccome, una quarta libera all’aria e un costumino striminzito che cerca di coprire due gambe accavallate mi portano i pensieri a giocare con quella donna intravista al bar la mattina.
E chi riesce a prendere più’ sonno.
Le forme dei seni dei suoi fianchi le noto e le assaporo tutte complice un sottile strato sulla sua pelle di sudore che rende ogni sua curva quasi evanescente nella penombra di quella caldo tramonto estivo.
Muovo in avanti la testa quel poco per avere una visione completa del balcone e di quella dea che non può’ nascondersi dietro una lastra di vetro.
Penso subito che ha il mio stesso problema, come trascorrere la notte senza vestiti e trovare refrigerio al calar del sole.
Il mio movimento attira il suo sguardo e noto che solleva una mano in un saluto che capisco immediatamente che e’ rivolto a me.
Contraccambio sollevando il bicchiere di birra freddo appena tirato fuori del frigo e senza dire una parola vedo il suo corpo che si solleva in tutto il suo splendore sulla lastra di vetro del terrazzo.
Muovendo la mano simula una sorsata di fresca bevanda in un bicchiere immaginario e penso a quelle gocce che le scivolano sul collo tra il solco dei seni sino a scendere sulla sua pancia e perdersi nel suo ombelico.
Lei si sporge e intuisce la sensazione di freschezza che mi gusto dal mio bicchiere e che mi riempe lo stomaco, pochi passi e vedo accendersi le luci del suo appartamento e tra una finestra e l’altra la vedo indaffarata a cercare qualcosa da mettersi sulle spalle poi il buio tra i vetri delle finestre.
Fantastico sulle sue curve quando sporgendomi noto la sua figura uscire dal suo portone e avvicinarsi al mio.
Sento diversi suoni di citofoni provenire dietro la porta blindata del mio appartamento, tra cui il mio, sicuramente penso che non sa’ il mio cognome e che a caso ha pigiato i sei tasti del citofono per vedere se riusciva a farsi aprire il portone.
Mi sporgo dalla lastra di vetro che mi separa dal vuoto del mio balcone e nello stesso istante vedo che alza la testa e con la stessa mano mi saluta.
Tanti pensieri in testa mi offuscano la mente o forse e sono i troppi sorsi di birra che iniziano a fare il loro effetto ma mi rendo conto di muovere le gambe di arrivare al citofono e di attivare il videocitofono.
E vedo il suo viso nel monitor, inconsciamente premo il tasto dell’apertura della serratura del cancelletto e del portone e allungo la mano sulla maniglia che si apre dolcemente al mio tocco e lascio la porta socchiusa sempre a luci spente.
Mi avvio verso la cucina e preparo due boccali di birra fredda e li porto sul mio balcone e li mi sdraio in attesa.
Sento la porta blindata che si socchiude e si chiude con un leggero soffio e percepisco i passi decisi che vengono verso il balcone.
Senza una parola la vedo sdraiarsi sulla sdraio al mio fianco, vedo le sue dita affusolate che cingono il boccale di birra e un sorriso che non mi dimenticherò’ mai più’.
Il frusciare del vestito leggero si e’ incollato sulla sua pelle e lascia intravedere molto di più’ di quello che voleva nascondere, la sua quarta di seno, il suo ventre leggermente abbondante e le sue gambe non magre ma neanche flaccide.
Sollevando il boccale lo avvicina al mio facendolo tintinnare accompagnato da quel stupendo sorriso mentre i suoi occhi si posano sui miei boxer che perdono la battaglia di trattenere la mia gonfia cappella che pulsa, so’ già’ cosa vuole.
Le sue labbra si posano sull’orlo del boccale cingendolo voluttuosamente e lasciando scivolare in gola la fredda birra, ammiro il percorso del torace e del suo ventre che accoglie quel liquido degli dei, un toccasana in quella calda nottata.
Io non resisto e senza dire una parola sfioro quell’abbondante seno che muovendosi si scopre dal succinto abito e si fa’ ammirare in tutta la sua bellezza.
Una mia mano non riesce a trattenere quel seno con un’aureola grossa tre dita senza capezzolo, le mie labbra si avvicinano e iniziano a succhiarlo delicatamente facendo rabbrividire tutta la pelle della donna.
Un soffio sommesso m’implora di non smettere, intingo le dita della mano libera e avvicinandomi inizio a strizzare e pizzicare l’altro capezzolo.
Il ventre inizia a inarcarsi e lentamente le mie dita seguono ogni sua rughetta della sua pancia sino a fermarsi intorno al suo ombelico le tolgo dalla sua pelle e le puccio di nuovo nella birra fredda per far gocciolare il liquido biondo sul suo buchino, sarà’ lo sbalzo di temperatura tra pelle calda e birra fredda ma tutta la sua pancia freme, trema sussulta.
Le sue labbra lasciano a malincuore il freddo vetro del bicchiere e le gocce di nettare alcoolico sono subito raccolte dalla punta della sua lingua a evitar che nessuna venga persa o peggio evaporata.
Sento il suo fiato sulla mia cappella e le morbide labbra dischiudersi per avvolgerla mentre la lingua esplora il prepuzio e lo spinge verso il basso.
Se esiste un paradiso me l’immagino cosi’, caldo e avvolgente.
Nel spostare la testa il vestitino scivola sulla sdraio lasciando la stupenda visione di uno striminzito costume che a mala pena riesce a trattenere una chioma di peli scuri subito spostato dalle mie dita che cercano il solco tra le sue gambe che si spostano per accoglierle.
Una sua mano prende la mia e con decisione punta il mio dito indice nella fessura dettando profondità’ e velocità’ della sua libidine, mentre il resto delle sue dita iniziano una danza che dal monte di venere scende e lucida con cura il suo clitoride.
Le sue labbra ora bramano l’intera asta levigando e scivolando sino ai miei testicoli che tremano per il dolce tocco della sua lingua, lascio decidere a lei la velocità’ e cosa leccare di me stesso.
Il mio indice esplora la sua fessura aiutato prima dal mio pollice poi da altre dita come una morsa l’intrappola e la blocca per poi aprirsi nella sua fessura per richiudersi e ruotare delicatamente ma con decisione.
Sento le sue labbra chiudersi con forza sul mio cazzo senza provocar dolore ma non lo molla sino a quando sento le prime gocce farsi strada nella sua gola, lei allarga le labbra e introduce la mia cappella più’ in profondità’ per non perdersi nulla di me stesso.
Lascio a lei la decisione e lei si assapora ogni mio flotto caldo e ingoia tutto mentre il suo ventre freme al contatto prolungato con le mie dita nella sua fica e si lascia andare a un piacere intenso e atteso.
Si stacca da me e si distende sulla sdraio contenta e sempre con quel soave sorriso, le mie dita lasciano la presa dalla sua fessura e per essere bastardo dentro verso il resto del mio boccale la birra ancora fredda sulle sue labbra che scivola sui suoi seni fianchi e sulla fessura.
Una doccia inattesa che le provoca spasmi di piacere intensi quasi quanto il piacere del precedente orgasmo, una leggera brezza s’insinua in ogni sua piega della sua pelle provocandole un’eccitazione che la fa’ letteralmente saltare dalla sdraio e sedere sulle mie cosce, la mia cappella strofina contro il suo cespuglio e con maestria l’orienta nella sua fessura.
Un colpo secco delle sue anche a il mio cazzo sparisce dentro di lei mentre i miei occhi sono rapiti dalle due aureole che danzano e ballonzolano a pochi centimetri dalle mie labbra.
Con le mani spreme i suoi seni e me li infila letteralmente tra le mie labbra alla ricerca della mia lingua che inizia a slinguettare quei favolosi taglia quarta.
Lascio a lei la voglia della spinta e della velocità’ dei movimenti ma non dura molto che sento il suo bacino tremare e inarcarsi sino a lasciarsi andare contro il mio petto, a quel punto stantuffo sino a quando sento i miei testicoli spremersi e lascia fluire tutto in lei.
Sento il suo respiro sul mio collo lentamente riprendere un ritmo regolare e li’ mi stupisce, prende la sua restante birra fredda e la versa dall’alto sui nostri corpi accaldati una doccia gelida su pelli bollenti.
Si alza sottraendo al mio cazzo il suo paradiso e sulla mia pancia con un dito scrive “grazie”.
Si sistema alla ben e meglio il costume, si veste con quel misero vestitino sento i suoi passi sul pavimento fresco della mia casa aprire la porta e il soffio della chiusura della porta blindata.
Resto qualche minuto a godermi la brezza serale e vedo le luci del suo appartamento accendersi in sequenza per poi spegnersi e la sua siluette che si adagia sulla sua sdraio.
Resto incantato dai riflessi argentei della luna sui suoi capelli ancora bagnati di birra, mi alzo e con la mano rispondo al suo saluto e vedo la sua mano che simula la prossima bevuta di quel nettare freddo degli dei dopo un bacio lasciato libero dalla sua mano.
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3 anni fa
admin, 75
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Guardone per lavoro
sono in una stanza con una donna nuda sdraiata su un comodo divano, io seduto di fronte a lei su una comoda poltrona.
pareti bianche, nessuna finestra, due porte (una per entrare attigua ad un camerino e una per uscire con doccia wc e bidè come negli alberghi), una videocamera e un climatizzatore che mantiene la temperatura ambientale costantemente sui 23 gradi.
fin qui può sembrare normale o strano a seconda di come si voglia vedere l’intera situazione.
premetto una cosa.
sono single e libero da impegni sentimentali per scelta, preferisco cambiare continuamente senza vincoli nè restrizioni.
io sono un analizzatore o come preferisco chiamarmi un voyeur o guardone ma lo faccio per lavoro.
lavoro per diverse ditte che fabbricano oggetti particolari molto ricercarti sia dalle single che dalle coppie.
il mio lavoro è osservare la soddisfazione che il prodotto preso in esame può donare a chi ne fà uso.
non mi occupo di progettazione o di tecnica di fabbricazione o di contatti con fornitori e commercializzazione o di reperire le risorse umane per le prove.
detto così significa poco o niente.
io osservo, filmo da più angolazioni, il grado di gradimento, la rapidità e intensità dell’orgasmo o amplesso, le sensazioni che prima durante e dopo la prova percepisce chi utilizza l’oggetto.
sul divano vedo la donna, lineamenti nordici, pelle chiara, capelli castano quasi rossicci e peli ascellari e pube rossicci, capezzoli nella media e una terza direi ad occhio e croce, occhi glaciali ma non da mistres.
gambe affusolate, fianchi stretti, un’accenno di pancetta e due labbra della fica leggermente increspate, indice di attività sessuale nella norma.
io lavoro, lei è pagata per questo lavoro, nessun contatto tra noi due come da contratto che devono sottoscrivere prima della prova, lei sà che verrà filmata e che ci sarò io ad osservarla.
come da accordi le ragazze o le donne non sanno in anticipo cosa proveranno, solo al momento dell’apertura della scatola vedranno il prodotto da testare.
per oggi ho ancora almeno 6 prove di soddisfazione come le chiamo io.
quando lei è pronta senza parlare ma con un accenno del capo mi fà capire che posso iniziare a filmare.
le dita affusolate, unghia ben curate, cercano sul divano un pacchetto di medie dimensioni.
apre la scatola e dentro c’è un succhia clitoride.
sul suo viso espressione neutra, quindi sà cos’è e come funziona.
sposta il bacino, allarga le gambe e le grandi labbra si dischiudono lasciando intravvedere delle sottili piccole labbra e un clitoride piuttosto piccolo per la grandezza della sua fica.
con la mano destra impugna il succhiotto e con la sinistra prima preme un bottoncino, regola una piccola rotellina per l’intensità e poi con due dita allarga le grandi labbra alla ricerca del suo clito.
penso tra me che è esperta, chissà quante volte l’ha già fatto.
ci sono ragazze e donne che chiudono gl’occhi, chi guarda il proprio pube, chi distoglie lo sguardo osservano un punto imprecisato di una della pareti, ma lei tiene i suoi occhi fissi sui miei, non per sfida ma quasi per cercare compiacimento in quello che stà facendo e quello chi io potrei provare nell’osservarla.
tutti gli oggetti di prova per contratto non vengono forniti con gel o lubrificanti che potrebbero alterare le sensazioni, rallentare o accelerare l’orgasmo.
lei lo sà e non accenna a lubrificarlo con la sua saliva, né tanto meno con la mia.
piazza la piccola ventosa in silicone sul clitoride e inizia a rilassarsi.
in pochi secondi il suo corpo si adatta alla posizione più adatta a ricevere il suo personale e segreto piacere.
qualcuna si stimola, strizza, ruota, accarezza e palpa i capezzoli per proprio dilettamento.
lei no.
due dita tengono ben aperta la sua fica e l’altra tiene adesso il succhiotto sul clitoride senza ruotarlo senza muoverlo.
leggere goccioline di sudore iniziano ad imperlarle il viso e l’interno cosce, indice dell’imminente orgasmo
e così è.
inizia a muovere il bacino sul divano verso di me per allargare meglio le gambe e puntellarsi sulla pelle del divano con i talloni mentre le punta delle dita del piedi iniziano a muoversi in una leggera danza.
ora il suo respiro inizia ad essere più rapido, le labbra della bocca si stanno incurvando in un sorriso, i suoi occhi cercano i miei e rapidamente si spostano al centro dei miei pantaloni che iniziano a gonfiarsi.
inizia a ridere sommessamente ma dura poco perché il suo corpo inizia ad avere movimenti ritmici e ondulatori quasi a simulare un’immaginaria scopata nei suoi pensieri.
io vedo, osservo, ma mi riesce sempre più difficile analizzare ogni particolare perché la mia attenzione è rapita dall’interezza di quel corpo che tra breve esploderà nel suo gustoso amplesso.
e così è.
i suoi seni iniziano a tintinnare, la testa viene spinta all’indietro, la schiena s’inarca e le gambe fremono.
un urlo liberatorio esce dalla sua bocca che stavolta si apre in un lussurioso sorriso di godimento.
vedo che si lascia andare sul divano, si prende qualche minuto per gustarsi i rimasugli dell’orgasmo e resta immobile per altri minuti che sembrano un’eternità ai miei occhi con le gambe sempre spalancate.
Lentamente chiude le dita della mano sinistra dalle grandi labbra, qualche gocciolina di umori gocciola sulla pelle del divano e altrettanto lentamente toglie il succhia clitoride dalla sua paradisiaca fica.
con la mano sinistra si massaggia per intero più volte l’intera fessura, allunga le gambe e appoggia i talloni sul pavimento.
il contatto freddo le provoca un brivido che dura pochi attimi e si alza per tutta la sua statuaria figura.
spengo la telecamera e ammiro il rivolo madreperlaceo che scivola all’interno delle sue cosce.
con disinvoltura e un pizzico di civetteria si gira, posa il succhia clitoride sul divano sapendo di essere osservata in tutti i sinuosi movimenti come una danza prestabilita.
senza dire nulla si avvicina a me, prende la mia mano e sul dorso con una penna scrive il suo nome e un numero di cellulare.
accosta le labbra al mio orecchio e con voce calma ma decisa mi sussurra: “grazie, chiamami quando vuoi”
pochi passi, sento la porta d’uscita aprirsi, la vedo sorridere e si avvia nel bagno a farsi la doccia.
mi alzo con fatica dalla poltroncina ostacolato dalla durezza della mia mazza che spinge contro i boxer, imbusto il succhia clitoride con la sua scatolina, l’etichetto per bene con data e ora e disinfetto con lo spray la pelle del divano e le poche gocce sul pavimento.
ci sono donne che si masturbano per il gusto di provare piacere, altre per diverse necessità, altre per noia, poche per passione.
annoto sulla mia rubrica il nome il suo numero di cellulare il prodotto che ha provato e la data.
dalla rubrica del mio smartphone digito un messaggio a Mony , poche parole ma sicuramente si ricorderà di me.
“è stato magnifico ammirarti mentre godevi, mi chiamo A. , chiamami quando vuoi”.
pochi secondi e vedo la sua risposta: “lo farò, seguito da un cuoricino e due labbra dischiuse in un bacio”
un altro trillo di suoneria, apro il mio cellulare e vedo una foto, la sua fica pulita aperta tra due dita e un messaggio: “solo tua”.
in una parte della mia memoria rimarrà per sempre la donna Mony a cui piace farsi ammirare mentre gode.
sistemo sul divanetto un’altra scatola chiusa leggermente più grande di quella precedente, preparo la telecamera e attendo la prossima ragazza.
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3 anni fa
admin, 75
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Con calma, con tranquillità
per te
Volevo che ti sfiorassi le tue labbra con due dita
il collo, i tuoi capezzoli delicatamente
con calma, con tranquillità
scendi sul tuo ventre, ombelico
segui le grandi labbra della fessura
accarezza il clitoride, massaggiarlo
inumidisci due dita della mano
entra lentamente nella fessura
massaggia con calma
Cosa senti?
ora allarga delicatamente le grandi labbra con due dita
con le dita dell'altra mano segui tutti i bordi
con calma, con tranquillità
più volte
quando ne hai voglia
prendi il clitoride tra le dita e massaggialo
tiralo lentamente e rilascialo, tiralo e rilascialo
quando vuoi segui la fessura dall'alto in basso
dal basso verso l'alto, più volte
con calma, con tranquillità
ora hai la mia attenzione
Ho la mia faccia davanti alla tua fessura
Senti il mio respiro sulla tua pelle inumidita
Inarca la schiena un po' in avanti
Così brava
Tieni le tue grandi labbra aperte
Senza sforzo, Che io possa sentire
Il tuo dolce aroma pungente
Con la punta della lingua incomincio a seguire il bordo
Un fremito
Continuo a seguire il bordo
Quando sono sul clitoride apro le labbra e le avvolgo
un bacio un altro
con calma, con tranquillità
Cosa senti?
Comincio a leccarlo
Con calma all'inizio, poi sempre più avidamente, quasi furiosamente lecco.
Inarchi la schiena.
Un getto caldo mi riempie la bocca.
Lo bevo tutto senza perdere una goccia del tuo nettare
Continuo con calma a succhiare e leccare
con la mia mano tocco la tua fessura
è bagnata e viscosa
con le tue dita prendi le mie e le porti nella fessura e le lasci lì
Con le tue mani mi tieni la testa
La stringi e sento un altro rivolo caldo che punge
Lo bevo tutto
Con le mie dita dentro di te comincio timidamente ad esplorare
Mi faccio strada senza mai smettere di succhiare con le labbra
Le tue mani si liberano e attirano la mia testa verso di te
Ora ho quasi tutte le mie dita dentro di te
Cosa senti?
I minuti passano, Sento il tuo ventre tremare
Le tue natiche si contraggono e si rilasciano, ritmicamente
sempre più velocemente
ora le mie dita nella tua fessura sentono i tuoi muscoli contrarsi
avidamente stringi il mio viso contro la tua fessura
poi un urlo profondo liberatorio
esplosione di estasi animale
cerchi di allontanare la mia testa con le mani
ma io la tengo attaccata a te
e continuo a succhiare
e continuo ad esplorare dentro la tua fessura
piccoli rivoli perlacei li sento scorrere tra le mie dita
un'altra contrazione delle natiche
più intensa della precedente
le natiche fremono
un altro urlo più forte più lungo, secondo orgasmo
Cerchi di lottare per spingere via la mia testa
ma ti manca la forza
la mia lingua e le mie labbra sul tuo clitoride sono bloccate
Tolgo le dita dalla tua fessura e afferro il tuo culo
Ora non puoi scappare
Dove vuoi essere ora?
ora non scappi, il tuo corpo freme
si ribella alla presa ma non vuole che io smetta
rivoli di sudore scendono dal ventre sul mio naso
per sciogliersi nei tuoi abbondati umori della tua fessura
continuo a provare piacere nel leccarti e succhiarti
lascio tranquillo il clittoride
scendo per tutta la lunghezza della tua fessura
sino al tuo stretto buco
e inizio a succhiare avidamente il miele che sgorga da dentro di te
sento che ti piace
e quando non ne esce più
lecco quello che non vuoi darmi
quello che trattieni dentro
e sento il buco che si contrae e si rilascia
si contrae e si rilascia
e ricomincia a donarmi il tuo miele
dolce aspro continuo a leccare a leccare
provi a liberarti ma la mia presa è salda
un'altro urlo più sommesso più flebile
non ha la forza di lasciare le tue labbra
e il tuo corpo freme come preso da convulsioni incontrollate
e si lascia andare verso la mia testa
con calma, con tranquillità
dischiudo le labbra
lascio andare malvolentieri il tuo paradiso e ti sorrego tra le mie braccia
il tuo respiro inizia a diventare regolare
le tue labbra cercano le mie
le trovano
con calma, con tranquillità
il pomeriggio scivola nelle braccia della notte
lascio qualche minuto per riprenderti le forze
e andiamo in cucina, preparo cena e mangiamo
un pomeriggio diverso dal solito
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3 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 11 ore fa -
75 €
Sono chiuso in un cesso di un bagno di un autogrill del nord Italia e mi mancano ancora 300 km per incontrare un cliente che aspetta me per mettere una firma per chiudere il contratto poi finalmente posso andare in ferie.
Nella porta chiusa qualcuno ha attaccato un adesivo con un codice QR.
Penso ormai lo mettono ovunque e non mi stupirei se è di qualche ditta che vendere prodotti per igiene personalevo assorbenti.
La gente è paranoica di questi tempi, scanner per rilevazione temperatura ovunque e in quasi tutti i locali per il pubblico, igienizzante che annientantano il 99,99/100 di tutto da qualsiasi superficie, mascherine facciali che sembrano uscite dai film di fantascienza o peggio da quelli horror/splatter.
Contatti sociali al minimo del minimo.
In pratica .... che palle.
Per noia scannerrizzo il codice QR e sullo smartphone si apre un link con una sola domanda;
Che genere sei?
Una lista di generi sessuali, che manco wikipedia e pornhub messi insieme li può contenere, rigorosamente in ordine alfabetico che pareva infinito.
Visto che ho tempo li scorro tutti e ne conto ben 375, di questi ne conosco il significato solo di circa una decina, e ne posso scegliere uno solo.
Clicco su estero.
Altra schermata, altra domanda.
Qulal'è l'orientamento sessuale che preferisci ?
Altra lista di 421 risposte a scelta singola.
Scelgo donna.
Inizio a prenderci gusto intanto che aspetto di fare i miei bisogni corporali.
Altre domande e altre risposte e sospetto che o mi vogliono vendere qualcosa o che sia qualche diavoleria per carpire i propri dati personali alla faccia della privacy.
Mi sembra un gioco di ruolo dove ogni risposta di orienta un infinita possibilità future eliminandone altre.
Finite le domande e le rispettive risposte mi appare un codice e le istruzioni per pagamento alla cassa del market dell"autogrill.
Mi pulisco con salviette igienizzanti che ho trovato all'ingresso del bagno, mi vesto ed esco direzione cassa market autogrill.
Mostro il codice al cassiere e chiedo cortesemente il corrispettivo e la dicitura del prodotto, e lui come se fossi il milionesimo cliente del suo turno a cui è stato richuesta la stessa cosa, gira il monitor e mi fà leggere 75 € e la lista di un pranzo per 3 persone con tutte le portare elencate.
Al massimo posso scaricarlo come spesa di lavoro, penso.
Il dipendente mi guarda con occhi di pesce cotto pronto per essere arrotolato per il sushi e mi dice: "vuole procedere?".
Passo la carta di credito e il pagamento va a buon fine e mi viene consegnato lo scontrino diviso in due parti.
La parte finale reca indicazioni precise su dove recarsi per ritirare il prodotto appena acquistato.
"Che cazzo ho comprato, bho"
Seguo fedelmente le indicazioni e mi ritrovo nel piccolo market.
Altro addetto dietro la cassa, gli passo lo scontrino, mi chiede il modello dello smartphone e la mia taglia dei vestiti.
vedo che fruga negli scaffali e tira fuori un pacchetto delle dimensioni di una scatola di scarpe e me lo porge con un sorrisetto stampato sul viso.
"Buon divertimento" sussurra e lo lascia sul bancone.
"Le consiglio di andare in macchina, parcheggiare l'auto in un posto tranquillo, aprire il pacchetto, seguire attentamente le istruzioni e si diverta"
Prendo il pacchetto, vado in macchina e visto che ho ancora tempo per l'appuntamento avcendo la macchina e m'incammino sull'autostrada alla ricerca di un'area di sosta.
Il navigatore con solerzia mi indica che tra 10 km troverò una piazzola di sosta utilizzata normalmente dai camionisti per il loro turno di riposo e che a quell'ora è discretamente libera.
Giunto alla piazzola vedo che la mia auto è l'unica a parte due tir parcheggiati poco lontano.
Apro il pacchetto e per prima cosa mi indica di spogliarmi integralmente e d'indossare una leggerissima tutina che avvolge per intero il mio corpo.
Meno male che la mia auto è abbastanza comoda quindi mi dentro e con facilità infilo la tutina dai piedi sino a coprirmi la testa con il cappuccio.
Collego lo spinotto usb alla presa della macchina, lo collego al mio smartphone e lo infilo in una fessura con elastici davanti agl'occhi.
La prima cosa che penso è "se qualcuno mi vede in questo momento posso sembrare come un astronauta nel rover sul suolo marziano"
Ma chi se ne ne frega.
Clicco sull'accensione dello smartphone e dopo alcuni istanti di nausea i miei occhi si adattano al visore.
Vedo solo una Schermata nera con due puntini bianchi.
I puntini si spostano lentamente a destra in alto a sinistra e in basso e si riportano al centro.
Altra schermata che mi avverte che il sistema è perfettamente calibrato.
Una scritta mi chiede di appogiare le mani sulle ginocchia.
Fatto.
Un leggero ronzio e sento il tessuto della tutina nera aderire perfettamente in ogni mia plica della mia pelle.
Un altro lieve ronzio e sento avvolgere il cazzo come in un preservativi fatto su misura per me e un piccolissimo introflessione del tessuto s'insinua tra le mie chiappe e senza fastidio ne dolore penetra di pochi millimetri nello spingere analisi.
"Figata" penso.
Altra schermata settaggio parametri biometrici un leggero calore invase ogni millimetro della mia pelle come microscopiche dita.
audio settato, fine procedura, inizio programma scelto.
Per poco non vomito il pranzo.
D'innanzi ai miei occhi vedo una schiena di una donna e la sua chioma bionda che ondeggia al ritmo delle mie penetrazioni, un culo non troppo magro che ingloba il mio cazzo che stantuffa forsennato un ritmo tecno.
La tuta grazie a non sò quanti sensori cuciti nel suo tessuto preme e rilascia ogni muscolo del mio corpo come se stessi vivendo le scene che come un film si svolgono sullo smartphone.
Piccoli sensori posti dietro i padiglioni auricolari mi fanno percepire ogni fruscio delle lenzuola ogni colpo del culo contro il mio bacino e ogni sfregamento delle poppe discretamente abbondanti della donna che sta inculando.
Altri sensori fanno innervare e rilasciare i muscoli del mio cazzo proprio come una reale incultata.
Sento la cappella che sfrega.
"Sbattimi più forte"
"Sfondamelo"
"Riempimi tutta"
"Ti piace farti fottere il culo" Grugliasco, ma nessun suono viene emesso dalle mie corde vocali perché microscopici stimolatori sotto il mento fanno vibrare le mie corde vocali.
Sono immerso in un sogno e percepisco tutto anche la sensazione di umido che la mia mazza percepisce ad ogni affondo in quel favoloso culo.
Le mie dita strizzano i suoi seni, pizzicano i tirano i capezzoli larghi e duri per poi tuffarsi in quella figa smanettandola facendola sussultare ad ogni affondo.
Percepisco le strizzate dei mie muscoli mentre il mio bacino sbatte contro le chiappa della lussuriosa ninfomane.
L'unica sensazione che non sento è la stanchezza che in quella forsennata inculata avrebbe spompato lo stallone.
Cioè non sento la stanchezza.
"Ancora, ancora, non ti fermare" ulula la rossa.
Ormai ho preso un ritmo talmente rapido che sento montarmi l'onda di piacere che precede il mio orgarmo.
Piccoli sensori della tuta posti tra i fori delle mie narici mi permettono di sentire l'odore intenso del sudore della mia compagna virtuale che con un urlo strozzato sussultare per il secondo suo orgasmo.
Ma ho ancora voglia di afferrare la chioma bionda e di tirarla verso me per aumentare la penetrazione del mio cazzo e vedo la sua testa innalzarsi verso il mio torace e i suoi capelli che sfogano sui miei addominali.
Potrei continuare per ore a fotterla senza mai fermarmi, solo per farla venire più volte sino a sfinirla.
Sento la cappella gonfia sento un formicolio ai testimoni pronti a svuotarsi in lei.
E in un tripudio sfavillante di piacere intenso sento la mia storia riempire il culo della bionda.
Ma il mio cazzo non accenna a sgonfiare come nel ring di una reale inculcata
Lo schermo si spegne e solo allora realizzo che è stata una cavalcata virtuale ma non sento nè stanchezza nè dispiacere.
Solo una grande voglia di scoprire cosa può ancora donarmi questo pacchetto costato 75 €.
20
0
3 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 11 ore fa -
Fammi godere ancora
l'annuncio era chiaro
... se sai far godere una donna solo con la tua lingua ? ...
mi mancava la saliva in bocca pregustando il gusto acre e dolce di una fica
chiamai il numero di telefono
ci mettemmo d'accordo per vederci subito
a casa sua
voce suadente e frizzante
età sulla quarantina
attraverso la città come un fulmine
la casa è quella
faccio due squilli sul suo cellulare
suono alla porta
mi apre una donna in maglietta e mutandine
mi fà entrare
sbammmmmm
mi ritrovo per terra con lei a cavalcioni sul mio viso
... ora fammi godere ...
sussurra
le sue mutandine sul mio naso
profumano di biancheria pulita
ma quello che mi manda in disibilio e la sua peluria
morbida
chiara
arruffata
soffice
senza spostare le mutandine inizio a soffiare
aria fresca sulla sua fica
le piace
inizia a muovere il bacino sul mio viso
movimenti lenti ben calibrati
con le sue mani mi massaggia la mia testa rasata
sà quello che vuole
sà come ottenere il massimo da me
inizio con la punta della lingua a leccare tutta la lunghezza della fessura
con calma dal basso all'alto per poi ridiscendere, salire e ridiscendere
inizia a bagnarsi
fuori la mia lingua
dentro i suoi umori
bene
continuo
sento le sue mani sulla mia testa che iniziano a tirarmi a lei
ora delicatamente
ora con forza
le sue coscie che si allargano per poi restringersi con tenacia sulle mie guance
mi manca il respiro ma continuo in apnea
riprendo fiato e mi concentro sul suo clittoride
che inizia a raddrizzarsi, a farsi strada tra le grandi labbra,
bloccato dalle sue mutandine lotta per farsi leccare meglio
inizio a succhiarlo lentamente con avidia
poche gocce di urina esco non più trattrenute
inzuppano le mutandine
lecco tutto
mi piace, succhio il tessuto con dentro il clittoride
e lui mi dona altre gocce
ingoio e succhio
sino a quando non riesce a trattenere
e un getto caldo innonda la mia bocca
poca è uscita
mi ha dissetato
succhiando succhiando altra urina calda
getti dorati sul mio viso
getti caldi nella mia bocca
lecco avidamente
sento le sue cosce che si stringono
le sue mani che schiacciano la mia faccia
sulle sue mutandine
e continuo a leccare
vedo il suo corpo che s'innarca e cade di schiena sulle mie coscie
primo orgasmo
primo intenso piacere
resta qualche minuto sdraiata sulle mie gambe
vedo la sua testa che ruota sui miei pantaloncini
si è accorta del rigonfiamento in mezzo alle mie gambe
la cappella che pulsa contro il tessuto
vuole trovare la strada per farsi baciare dalle sue labbra
la trova e fà capolino tra la coscia e il lembo di tessuto
libertà, è a pochi centimetri dalla sua guancia
si gonfia come un pavone e si allunga per baciare a suo modo
quelle labbra sensuali
lei si avvicina, allarga le labbra, le richiude e bacia la cappella
un colpo di reni e la vedo di nuovo sopra la mia testa
con due dita sposta la mutandina al lato e
mi sbatte la sua fica nuda sulle mie labbra, sopra la mia lingua già pronta
con poco sforzo risucchia la lingua dentro
inizio a rotearla nel suo buco
stretto, invitante, eroticamente pronto
le piace molto
si muove avanti e indietro per accogliere
meglio la mia lingua e sentire il mio naso
strusciare sul suo clittoride
si piaga leggermente di lato con il corpo e rovista nella borsetta
tira fuori tre palline tenute insieme da un sottile filo
accende un interuttore piccolo
e iniziano a vibrare come lo smartphone
me li mette sulla fronte sotto il suo clittoride
lingua che impazzita frulla dentro di lei,
palline che massaggiano il suo clittoride
con due dita sfilo le sfere e le spingo tutte e tre dentro la fessura
e succhio il clittotide
un'altro getto di urina caldo in bocca
un'altro urlo esce dalla sua bocca
un'altro orgasmo che vuole esplodere in lei
ma si trattiene per godere molto più intensamente del primo
sento le sfere sfrigolare dentro di lei
e succhi densi biancastri che iniziano a fuoriuscire dalla fessura
come miele da barattolo, inizialmente lentamente goccia a goccia
poi quantità sempre più copiose miscelate
con gocce di urina che la fluidificano
rendendola gustosa al mio palato
e le mie labbra piantate sul clittoride succhiano avidamente
al ritmo delle palline
un altro spasmo delle coscie sulle mie guance
morse che schiacciano, mani che spingono la mia testa
sempre più nella sua fica, quasi a volerla farla entrare tutta dentro
si butta indietro con un urlo liberatorio
schiacciando con la sya testa la mia mazza
che sguizza al lato opposto a quella chioma di capelli
andandosi a posare sulle sue labbra serrate
occhi chiusi labbra deformate
secondo orgasmo
lo sento nelle sue cosce, lo sento nei sui glutei che fremono
lo sento dentro il suo buco che rilascia una fontana
calda e cristallina misto a al suo squirting
una sinfonia per la mia lingua che raccoglie tutto
la mia cappella che picchetta sulle sue labbra,
pulsando spera che si accorga di lei
e lei apre le labbra e l'accoglie con baci e succhiotti
ma allora gli piace il caazo penso
lascio a lei la scelta d'azione
dopo tutto è lei che ha invitato me
e mi sembra scortese abbusare di lei
anche se appena accolto in casa sua sono stato
usato e utilizzato come il suo giocattolo sessuale preferito
è dolce farsi trasportare dalla sua passione
dove lei vuole che la porto
penso che dopo due orgasmi sia soddisfatta
invece sposta il bacino in avanti
stando attenta di non mollare la presa
con le sue labbra incollate sulla mia cappella
e mi fa' capire di ricominciare
allunga una mano, rovista nella borsetta
e tira fuori un fallo in simil pelle rigido
lungo meno della mia asta e largo molto meno
penso che sia un dildo anale
esatto
tiro a me la cordicella e le sfere escono
dalla fessura con un sonoro ploooopp
le poso vicino alla borsetta e questo giochetto
tra noi due inizia a piacermi sempre di piu'
lei propone, io eseguo
avvicino la punta del didlo al cerchietto di carne
e con un colpo deciso penetro il buco del culo
un gemito prova ad uscire dalla sua bocca
ma viene bloccato in gola dalla mia cappella
tra le sua labbra
18 cm tutti dentro, i muscoli del buco che fanno molta resistenza
cercano di spingerlo fuori, ma io lo blocco
vedo i suoi glutei che si strizzano,
le sue cosce che hanno ripreso a torturare le mie guance
ma le sue labbra non mollano la presa sulla mia asta
che e' arrivata al punto di riempire la sua gola
e siamo due orgasmi per lei, uno per me
ingoia sino all'ultima goccia,
lecca e asciuga tutta la superficie dell'asta
stacca le labbra, le pulisce con la punta della lingua
colpo d'anca ed e' di nuovo in posizione cavallerizza sul mio viso
con il dildo piantato dentro il suo buco di culo
qualche piccolo spostamento tattico dei glutei
per ritrovare l'equilibrio sul mio viso
con le mani prende le mie mani
le indirizza verso la fessura
ma questa sara' descritta dettagliatamente
nella prossima puntata
10
0
3 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 11 ore fa -
La moglie perfetta. prima parte
Mi chiamo Fabio e sono sposato con Cinzia da dieci anni. Lei è quella che, secondo me, si può definire la moglie perfetta: intelligente, simpatica, è una donna che sa destreggiarsi bene in ogni situazione. Esteticamente è una bella donna, ma, sempre secondo me, è a letto che emergono tutte le sue vere qualità. Ad esempio: gode tantissimo, viene sempre, sia se la scopi o se le pianti il cazzo in culo, cosa che gradisce molto, lei viene, non squirta ma quasi, poi se le infili il cazzo in bocca, senti proprio che VA DENTRO la gola. Impazzisce letteralmente quando si sente riempire di sborra ed inoltre è presente in lei, anche una spiccata vena esibizionistica che, col tempo ho fatto emergere. Quando l’ho conosciuta, aveva poco più di vent'anni. Eravamo in fila, all’ufficio postale; abbiamo parlato per più di un’ora, poi usciti, siamo andati a pranzo insieme; i nostri sguardi si sono tuffati l'uno in quelli dell'altra e da quel momento siamo diventati inseparabili. Il sabato successivo la invito a mangiare una pizza e, mentre andiamo al ristorante, parliamo e viene fuori che ho casa libera; lei, allora, mi guarda e dice:
«Andiamo a casa, che non ho più fame».
Venti minuti dopo, siamo a letto; lei si crogiola con il bellissimo regalo che Madre Natura mi ha fatto: un cazzo non troppo lungo, quasi venti centimetri, ma con una circonferenza esagerata. Lei si lecca le labbra e dice:
«Fica mia, fatti capanna e tu, culetto, non temere, all’asciutto non ti farò restere!»
Ce la ridiamo, lei si tuffa con la bocca sopra e comincia ad ingoiare il palo. Sorpreso per tanta capacità orale, mi godo un po’ la pompa, poi la rigiro e scopro la sua figa già fradicia; la lecco e lei parte.
«…muummmm … sì …stupendo...oooohhh…sì...»
Eccitatissima, ci si impala sopra ed io rimango piacevolmente affascinato dalla disinvoltura con cui si prende dentro il mio cazzo: per me è la prima volta.
In genere, per ottenere questo da qualsiasi altra donna, devo pregarla in ginocchio. Andiamo avanti tutta la notte, lei gode in continuazione, le metto un dito nel buchetto dietro.
«Se ce ne metti due, godo di più».
Quasi sborro nel sentire quelle parole. Appena si calma davanti, le pianto il palo dietro, dapprima con calma, ma lei, appena sente la cappella dentro, spinge con forza il culo indietro, facendosi infilare il cazzo in un solo colpo. Stremati, verso le quattro ci addormentiamo. Mi sveglia lei, verso mezzogiorno, succhiandomi ancora il palo: io la guardo, è meravigliosa; lei mi si mette sopra:
«Sai, mi piacerebbe ricevere da te ancora una bella spazzolata, ma, se sei fidanzato o non ti sono piaciuta, posso anche rivestirmi e andarmene. Non mi va di costringere nessuno».
La guardo sorridendo.
«Piacerebbe molto anche a me, ma alle seguenti condizioni: se ti stanchi di me, lo dici o, se ti va di scopare con un altro, me lo dici, se poi ti innamori, allora sei libera».
Ora è lei a sorridere.
«Guarda che non ti posso assicurare che non mi capiterà di scopare con altri, ma, quanto ad innamorarmi, credo che sia molto difficile».
Io la guardo in maniera interlocutoria e lei prosegue:
«Come ti sarai reso conto, sono abbastanza aperta. Due anni fa circa, appena presa la patente, ho incontrato un ragazzo tedesco, che studiava in questa città. Era bellissimo, alto biondo, occhi chiari, mi si è bagnata subito la figa. Lo aggancio e, dopo tre giorni, lo porto in un posticino tranquillo e me lo scopo a dovere. Lui è stupendo, mi pompa moltissimo e, quando mi sborra dentro la figa, ben protetta dalla pillola, mi sento felice. Il giorno dopo, lo vedo e mi dice di scopare di nuovo. Immagina un po' se mi tiro indietro. Mi regala una sbattuta ancora più vigorosa del giorno prima, e mi viene in bocca con una quantità industriale di sborra. Sono estasiata: non solo è bello, ma mi sbatte da morire. La sera dopo, stessa storia: mi scopa di nuovo, mi manda talmente in orbita leccandomi che, quando mi pianta il cazzo in culo, se non fosse stato per un po' di dolore, nemmeno me ne sarei accorta: ero al settimo cielo. Lo riaccompagno a casa e, mentre sto tornando alla mia, vedo che ha dimenticato, dentro la macchina, le chiavi di casa sua. Ritorno lì e, non sapendo a quale campanello suonare, apro con le chiavi e mi trovo davanti una vera sorpresa. Non uno, ma tre gemelli tedeschi, perfettamente uguali mi sorridono. Al momento ci resto un po’ male, ma loro mi si mettono intorno e, con moine e complimenti, mi fanno eccitare al punto che, se uno mi stava bene, figuriamoci tre. Da quel giorno mi scopano di brutto, spesso anche tutti e tre assieme, poi, dovendo tornare in patria, mi invitano ad andare con loro, ma avrei dovuto scegliere uno con cui stare. A quel punto la storia è finita, poi sei arrivato tu».
La guardo, la bacio e me la stringo forte al petto. Lei ha quasi le lacrime agli occhi. Nel primo anno che passiamo insieme, oltre a scoparla continuamente, incomincio a stimolare la sua vena esibizionista. Prima, con abiti cortissimi, poi, prendo a crearle situazioni sempre più particolari ed eccitanti, ma è durante le vacanze estive che raggiunge un buon livello di adeguamento. Mettiamo in pratica un gioco divertente: io, al mattino, le scrivo su un foglio come, quando e dove, si dovrà esibire; qui, mi fai vedere la figa, le tette, poi mostri le cosce, e così via. Lei esegue alla lettera, sia che le chiedo di farlo in un ristorante, bar o altro luogo pubblico, senza mai tirarsi indietro.
Ovvio che, raggiungendo durante l'intero giorno un alto livello di eccitazione, la sera mi uccide di scopate. Poi, il giorno successivo, è lei che scrive dove e quando le devo far vedere il cazzo in tiro, nudo e così via, perché, se a me piace esibirla, a lei la cosa eccita da morire. Nei mesi successivi affiniamo ancora la tecnica. L’estate dopo, non ho bisogno di scrivere nulla: basta come tengo le mani, o gliele passo sui capelli, che per lei rappresentano ordini precisi, ed allo stesso modo lei, da come porta gli occhiali da sole o mette la borsa sulle ginocchia, mi comunica se e quando vuole vedere il cazzo. Siamo in vacanza in Sardegna, le faccio prendere il sole rigorosamente in topless e, se possibile, nuda. Ovviamente, durante il gioco, devono restare piacevolmente coinvolte altre persone, ma lei non se ne preoccupa per niente. Alla fine della vacanza, le ho anche scattato tre rullini da 36 foto, in cui lei posa in maniere erotica, sexy, oscena, o decisamente porno. Per lo sviluppo, poi che sono rappresentante, passo a trovare Pippo, un mago della fotografia che, a Roma, ha un negozio di materiale fotografico, con annesso laboratorio di sviluppo e stampa. Il meglio sta al piano superiore: un piccolo, ma ben fornito teatro di posa, dove è quasi possibile realizzare ogni tipo di foto. L’ho conosciuto durante il servizio militare. Gli portavo a sviluppare i rullini che il mio comandante si divertiva a scattare a quella troia di sua moglie, ma era sconveniente, per lui, farli sviluppare a nome suo. Quando mi vede, mi accoglie con un caloroso benvenuto. Gli dico che ho tre “speciali.” Lui mi chiede:
«Ma, speciali… Speciali?»
Annuisco: era il nostro codice, di allora. Chiama la commessa e le dice che non c’è per nessuno e non vuol esser disturbato, poi mi porta dietro, nel laboratorio. Sviluppa con molta cura i negativi, poi stampa le foto e le guarda con molta attenzione.
Immediatamente, mi esprime il suo giudizio.
«Sai, ti scopi una vera figa, ma la cosa bella di lei sono il seno e la solarità delle pose: è spontanea, naturale, bella!»
Gli chiedo quanto sia il compenso per il lavoro svolto.
Ci pensa un attimo, poi mi risponde.
«Nulla, no anzi, mi piacerebbe avere tre foto».
Gli faccio scegliere le foto che preferisce. Ne seleziona una del seno, che è veramente bello, tondo: sembra quasi che siano state prese una coppia di sfere e siano state attaccate al petto di Cinzia; come seconda, ne sceglie una decisamente forte: è un primo piano della figa, da cui si vede colare il bianco della sua crema, e, per ultima, una del culo. Prende direttamente i negativi, si mette ad una macchina e ne ricava tre ingrandimenti 30X40. Poi mi sorride e aggiunge un suo pensiero:
«Racconta pure alla tua figa, che con queste mi farò delle seghe bellissime, pensando al suo splendido corpo».
Quando lo racconto a Cinzia, si eccita tantissimo: le piace proprio il pensare che qualcuno si segherà pensando a lei. Passano alcuni mesi e, una sera, che la sto riaccompagnando a casa, dopo una bella scopata, noto che lei è un poco pensierosa. La guardo e le chiedo il motivo del suo malumore.
«Mi sono rotta: vorrei dormire con te; perché non andiamo a convivere?»
Fermo la macchina, la guardo e, di rimando, le faccio una proposta:
«Perché, invece, non ci sposiamo?»
Lei mi risponde che le piacerebbe tanto, ma così, come stiamo ora, è bellissimo. Se poi, in futuro, mi dovessi stancare di lei, soffrirebbe tanto, perché non vuole perdermi. Le prendo il viso fra le mani, la bacio e le spiego le mie condizioni.
«Sta sicura che, primo, non mi perdi, secondo, basterà che quello che abbiamo fatto fino a oggi, lo continuiamo a fare con qualche piccola correzione; se ti sta bene, questo è tutto quello che ho da dire».
Incuriosita, mi chiede con un'aria triste.
«Cosa vorresti cambiare?»
«Nulla o poco. Ci voglio aggiungere che, quando sono via per lavoro, in quelle sere, tu sei libera di andare dove vuoi e con chi vuoi. Se ci scappa una scopata, basta che prendi il telefono e mi informi; io farò la stessa cosa con te. Se sono ad una cena ed ho la possibilità di scopare, te lo comunico; credi sia possibile condurre un'unione di questo tipo? Per quanto mi riguarda, ne sarei davvero felice».
Le dico questo in un tono assolutamente convinto e sereno. Lei mi butta le braccia al collo, e, baciandomi, afferma:
«Sarò la più brava moglie che un uomo possa desiderare».
Detto, fatto, ci organizziamo alla svelta. La casa già la possiedo. Un piccolo appartamentino in centro, disposto su tre livelli. Appena si entra, fatti tre scalini, c’è un ampio salone e un bell’angolo cottura. Saliti altri quattro gradini, a sinistra si entra nel bagno, dove ho fatto installare una piccola vasca Jacuzzi. Diventerà, nel tempo, il nostro angolo di Paradiso, il luogo dove la sera ci distendiamo, parliamo e ovviamente, poi che ci contiene entrambi, ci facciamo sesso. A destra, c’è la camera da letto, con una finestra sul soffitto, dove di notte, quando c’è la luna piena, la si vede stando distesi sul letto, e un finestrone grande, che si apre su un terrazzo posto più in alto rispetto a tutti gli altri, così ci si può prendere il sole nudi, senza rotture di nessun genere.
Per i preparativi facciamo relativamente presto e, quando parliamo del servizio fotografico matrimoniale, le propongo Pippo. Lei ne è subito entusiasta: muore dalla voglia di conoscerlo. Una sera, ci presentiamo, verso le diciannove, al suo negozio. Per l’occasione, lei indossa una gonna nera lunga, con davanti una chiusura lampo, che, ovviamente, offre diversi gradi di osservazione delle sue cosce, ed una camicetta bianca, senza nulla sotto; un micro perizoma e delle autoreggenti nere, con degli stivaletti con tacco alto, completano la mise e, a coprire il tutto, un giacchetto di pelle nero.
Lui la guarda, le fa fare un mezzo giro su sé stessa, e le parla con un sorriso stampato sul viso che, di per sé, dice tutto.
«Cara, le foto che ho visto di te, non ti rendono giustizia, sei, ancor più bella».
Mentre la commessa le mostra il meglio, in fatto di album, che dovrà contenere le nostre foto, parlo con lui e gli faccio una richiesta sottovoce.
«Mi chiedevo se fosse possibile fare alcune foto, il giorno delle nozze, un po’ speciali».
Lui ha come un lampo di genio, mi guarda e dice:
«Certo che si po’, ma servirebbe, prima, fare qualche scatto di prova».
Ci avviciniamo a lei: è tremendamente indecisa fra due album bellissimi, non riesce a decidere quale scegliere. Lui, allora, rivolto alla commessa, le dice che può andare, in quanto sarà lui a provvedere alla chiusura del negozio. Poi prende Cinzia per mano:
«Non è necessario che tu scelga adesso. Quando avrò le foto, deciderò io in quale stanno meglio».
Chiude il negozio, poi le avanza una richiesta.
«Cara, ti andrebbe di fare qualche scatto di prova?»
Lei mi guarda, io annuisco. Ci trasferiamo al piano di sopra. Lui sistema al meglio la sua attrezzatura, poi comincia a scattare. Prima, foto semplici, poi 'togli questo', 'togli quello', così, girati, piegati, alla fine lei è nuda. Io mi ritrovo il cazzo in super tiro e pure lui, visibile da un grosso bozzo sul davanti. Le scatta molte foto e, quando si rende conto che pure lei è su di giri, mi guarda e mi ordina perentorio.
«Che aspetti, spogliarti!»
Così continua a scattare. Prima foto sexy, poi sempre più erotiche, fino a quando lei me lo prende prima in bocca poi in fica, ma il meglio è quando sborro.
Lui mi fa mettere davanti alla sua bocca, con non so quale sistema, riesce non solo ha beccare l’attimo in cui schizzo, ma tutto il filamento di sborra che va a coprire direttamente il suo viso, con un effetto di un erotismo pazzesco. Poi lei si gira, vede il cazzo di Pippo che è durissimo e gli chiede con voce artatamente maliziosa.
«È vero che ti sei segato, pensando a me, alle mie intimità?»
Lui fa un cenno d’assenso con il capo. Lei lo esorta con voce molto languida.
«Fammi vedere come fai».
Lui mi guarda, io annuisco. Tira fuori un bel cazzo duro e comincia a segarsi di brutto. Lei allunga una mano, si abbassa e lo porta alle labbra, lo lecca un po’, e lo invita a sborrare sul suo viso.
«…Dai…dai …schizzami in faccia, anche tu!»
Lui mi indica una piccola macchina fotografica; appena gliela porgo, appoggia la punta del cazzo in bocca a Cinzia, se la scopa velocemente avanti e indietro, e gode.
«…Sì… bella porca …sì … succhiami… che sborro!»
Nell’attimo in cui sborra, tira fuori il cazzo, schizza sulle tette la sborrata, immortalando ogni singolo attimo. Il giorno delle nozze, arriva prestissimo a casa mia. Caccia fuori dalla mia camera tutti; mi scatta alcune foto di me nudo, poi mi saluta e corre a casa di Cinzia. Stessa regia e, essendosi eccitato, lei gli succhia velocemente il cazzo, facendolo venire in gola per non lasciate tracce, ma tutto ampiamente documentato da foto stupende. Le foto del matrimonio si riveleranno bellissime, ma quelle speciali restano il più bel regalo che abbiamo ricevuto.
Continua…
21
4
3 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 12 ore fa -
Schiava impertinente
sono già passati sei mesi da quando ho incontrato la mia slave
giorni intensi di addestramento
giorni duri per fargli apprendere cosa poteva e non doveva fare
settimane di punizioni
nottate di fuoco per addolcirla
ma il suo carattere, la sua personalità è tenace
vuole sottomettersi a me ma dentro di lei
c'è una piccola fiammella di ribellione che và spenta
con punizioni corporali, con restrizioni mentali
sapevo che era difficile, ma le donne che si piegano subito
che abbassano lo sguardo senzaun minimo di stile
le reputo scialbe, zerbini per il bagno
e mi stanco dell'abitudine, della quotidianità
e le cedo al miglior offerente in quel momento sulla piazza
lei no, lei la tengo sino a quando non mi stancherò anche di lei
o non mi ritroveranno con la gola tagliata
perchè ho tirato troppo l'elastico e si è rotto
catota e bastone, sale e zucchero, dosare bene
non eccedere nè in un uno, nè nell'altro
un mese fà l'ho tenuta tre giorni senza mangiare
beveva nella sua ciottola per gatti
perchè ho aveva capito che nella pasta non volevo il sale
una settimana fà l'ho frustata per bene
poi ho curato le ferite della pelle
lasciandogli aperte le ferite dell'orgoglio
perchè quando l'ho usata come cesso
non ha leccato e asciugato bene la mia asta
una slave è devota a soddisfare il proprio padrone
gode quando ci riesce
alcune si provocano ferite autolesionismo
quando non ci riescono
le ho proibito tale pratica
ha iniziato sommessamente a piangere senza farsi vedere apertamente
ma me ne sono accorto e le ho dato lo zuccherino
si è divertita a farmi godere con il suo corpo
con il mio cazzo, e se la conosco, ha provato diversi orgasmi quella volta
sempre senza farsi accorgere
la mia giornata scorre tranquilla ora
dopo sei mesi
mi sveglio, colazione già pronta (la mia slave)
se mi và la faccio giocare con la mia asta (la mia slave)
mi alzo dal letto e mi mette in silenzio le ciabatte (la mia slave)
vado in bagno e s'inginocchia pronta a ricevere tutto da me (la mia slave)
me lo pulisci con la bocca e l'asciuga con le labbra (la mia slave)
mi prepara la doccia, mi lava, mi asciuga, mi veste (la mia slave)
esco dall'appartamento e sò che si và a raggromitolare sotto il mio letto (la mia slave)
in attesa che sentirà la chiave girare nella serratura della porta
allora la vedo scodinzolare nell'ingresso felice che sono tornato da lei (la mia slave)
le dò i suoi biscottini preferiti dalla mano senza che sbavi nè morda la mano (la mia slave)
le cambio l'acqua della ciottola e l'ammiro mentre la lecca avidamente (la mia slave)
se mi dimentico di trapanarle e riempire un suo buco, me lo fà capire
strusciandosi a quattro zampe sulle miei gambe
come le gatte in calore e se ne ho voglia
soddisfo i miei istini animalesci su di lei (la mia slave)
in sei mesi ha imparato molto ma molto rimane da smussare
e non sono riuscito ancora a spegnere
quella sua flebile fiammella che le leggo nei suoi occhi
d'impertinenza, non nei miei confronti, ma nel suo orgoglio
e quando troverò l'ultimo pezzo del puzzle
il suo addestramento sarà completo
e poi ... o mi stanco e la cedo ... o me la tengo
al mio fianco, ma valuterò in quel momento se merita
di seguirmi in silenzio a quattro zampe legata a me con il suo guinzaglio dorato
le punizioni corporali sono neccessarie solo quando
non comprende la gravità di una sua azione sbagliata
e a seconda della gravità ho trovato diversi modi
e diversi strumenti per infliggergli dolore senza rovinare troppo la sua pelle
questo è un piccolo elenco, divertitevi a leggere quelli che conoscete ...
Afferra e Strizza Capezzoli o Clitoride, bavaglio con anello per bocca, Camicia di Forza BDSM per Bloccare Braccia Dietro la Schiena, CINTURA DI SOTTOMISSIONE CON POLSIERA, Cinture di costrizione, Clistere doccia anale e vaginale, Collare costrittivo e guinzaglio con catena in metallo, Copri capezzoli adesivi varie forme, cunei anali, DIVARICATORE VAGINALE anale e per bocca, Electro Sex, EXTREME Spider GAG, fALLI E DILDO anali e vaginali, Fruste e Frustini, Gag Ball Forata, GAG e Bavagli, Gogna Blocca Polsi, Imbracatura Testa con Anello per Bocca, Kit, Vestiti, Strumenti perBondage BDSM e Shibari, Manette Costrittive, Maschere e Cappucci, Masturbatore Automatico Bocca Vagina Ano, morsi, Nastro Professionale Bondage, Ovulo Vibrante Telecomandato Wireless,
Pinze Tortura Capezzoli a Serraggio Brutale, Piumino per Solletico, Reggicalze Con Pinzette Allarga Labbra con Calze, Rotella con Punte, Ruota di Wartenberg a 10 Ruote, Ruota Stimolante Fetish, Satisfyer Luxury Stimolatore Clitoride Vibrante con Risucchio, Sculacciatori, Set Costrittivo Autostringente per Polsi e Caviglie, Sfere Vaginali e anali Vibranti e non, Slip Con Apertura, Succhia Capezzoli, Tortura per Grandi Labbra della Vagina con Buco per Penetrazione, Turbo Bullet Clitorideo, VIBRATORI.
tanti nomi diversi, tanti piccoli accessori forme e colori a seconda dei gusti e preferenze
migliaia di anni di torture e metodi per infliggere dolore
ma una slave ragiona diversamente
traduce il dolore con piacere, lo sforzo che impiega il suo master nell'infliggergli dolore
con amore e attenzioni che gli vengono donati
non giudicatemi, per uno master esiste una o un slave
se giudicate me come master
dovete giudicare allo stesso modo la sua slave
lei non è una vittima
lei ha la passione di soddisfare, di sentire dolore per sentirsi viva
e più percepisce dolore e più ama il suo master perchè riversa in lei il suo amore
le sue attenzioni, le sue coccole, è solo un differente modo di amare
ma siamo tutti diversi e ci comportiamo in modo differente
con tutti quelli che intrecciano le nostre vite
quindi esistono infiniti modi di amare e di essere amati
una sera mi ha portato un pacchettino rosso, sapevo già cosa conteneva e cosa voleva da me
l'ho aperto e dentro ho tirato fuori un nastro di pura seta nera
l'ho annusato inspirando profondamente l'aroma di liquidi della mia slave
e mi ha portato in camera da letto dove aveva diligentemente
disposto diversi giocattoli di tortura e sessuali
tutti puliti, tutti disinfettati e lucidi
con un sorriso mi ha fatto sedere sul letto matrimoniale, mi ha tolto le scarpe e i vestiti,
si è messa accucciata come una scrofa al mio fianco, ha allargato le braccia e le gambe
attendeva con ansia le mie attenzioni, pregustava una notte di piacere profondo
ho iniziato a legare una cavigia serrando leggermente il nastro,
che ad ogni movimento frusciava leggermente, poi un polso,
l'altra caviglia e infine l'ultimo polso libero
sentivo ad ogni movimento, ad ogni tocco delle mie mani, delle mie dita
il suo respiro che accellerava, un Cocktail di arenalina e dopamina, un mix esplosivo
in un corpicino magro e fremente, spumeggiante e servile
chiuse gl'occhi e il suo respiro iniziò a regolarizzarsi,
sino al primo schiocchio dello Sculacciatore, sulla sua natica destra
iniziò a fiorire un lieve rossore a forma di cuore
ha provato a strozzare un urlo nella sua gola, ma al secondo e a quelli successivi
dalla sua bocca sono usciti urla di piacere
a questo punto infastidito, presi il morso, le feci aprire la bocca,
notai qualche gocciolina di sangue sul lenzuolo, dove aveva appogiato il viso
si era lacerato con i denti il labbro superiore,
presi mentalmente un appunto mentale di medicarlo, dopo
lei apri la bocca quasi infastidita perchè voleva farmi sentire le sue urla di piacere
ma dolcemente si fece mettere il morso tra i denti,
forse perchè si era accorta in quel momento del labbro tagliato
strinsi dietro la nuca i lacci
e con una forchetta con fermezza iniziai la discesa della schiena
dalla nuca sino all'ano lasciando sulla sua pelle 4 strisce rosee parallele
d'innanzi all'ano mi fermai ad ammirarlo
era tondo, liscio, roseo
iniziai a far entrare il pollice con forza, vincendo la resistenza
dello sfintere anale che non voleva essere violato
entrai e iniziai ad allargarlo
scosse elettriche scuotevano il suo corpo, dolore pensai, bene
appena il buco del culo era leggermente allargato ci ficcai l'altro pollice
e inizia a roteare dentro senza ritegno
la sentivo mugolare, vidi il nastro di seta tendersi e rilasciarsi
bloccandogli con ostinazione polsi e caviglie, non le permettevano di muoversi liberamente
girò leggermente il viso per incrociare il mio sguardo ma abbassò subito gl'occhi
piccole goccioline iniziarono a scendere sulle sue guance,
ma spinse il suo viso contro il lenzuolo per l'ennesima fitta di dolore
bastone e carota, sale e zucchero
mi fermai, lasciai il suo buco dolorante, mi pulii le mani
con una salvietta che aveva diligententemente preparato anzitempo
presi la sua testa tra le mani e con estrema dolcezza portai i suoi occhi all'altezza dei miei
presa alla sprovvista cercò di distogliere lo sguardo ma non ci riuscì
i suoi occhi verdi con pagliuzze giallo azzurri si spalancarano
un sorriso intenso, che neanche il dolore fisico poteva cancellare,
si modellò sulle sue labbra torturate da piccoli e continui morsi prima del Morso
con le labbra asciugai le lacrime, per lei valeva molto questo piccolo gesto
sentii il suo respiro divenire regolare, asciugai con la salvietta tutte le piccole goccie di sudore sul suo viso
era profondamente dolce e affascinante avere una vita che si lascia manipolare nelle proprie mani
come creta tra le mani di un vasaio esperto, lei era la mia slave, io il suo master
guardandola negl'occhi le chiesi se voleva smettere, le avrei concesso stanotte di dormire al mio fianco
ma lei fece un no con la testa
vuoi che continui ?
con la testa fece si
le adagiai la testa sul lenzuolo intrinso del suo sudore, mi alzai senza mai lasciare
il contatto delle mie unghie sulla sua pelle, provocandogli spasmi di piacere
e cinque strisce rosate irregolari sul fianco destro del suo corpo
ritornai sull suo buco del culo, presi un dilatatore anale e lo spinsi dentro senza ritegno, e senza ritegno lei urlò
poi presi delle pinzette legate assieme da catenelle di color nero
accarezzai le grandi labbra della sua fica e inizia a pinzarle in vari punti
altri urli strozzati in gola
svolsi le catenelle e nel farlo le tenevo in tiro, per capire chi comandava, mi spostai davanti alla sua testa
presi un capezzolo che era adagiato sul lenzuolo, feci forza per aprire il morsetto a molletta e lo lasciai chiudersi a scatto
altro urlo, questo lo sentito bene
inizio a muovere il petto in alto lateralmente, ripiombava sul materasso e
ad ogni movimento la catenella corta tirava le grandi labbra e il capezzolo,
lo vidi stiracchiarsi, cambiare colore e riprendere il colorito normale
la chioma di capelli lunghi rossi frustava l'aria e sentivo i denti stridere sul Morso
mentre si muoveva presi l'altro capezzolo e zac ... chiusi il morsetto
ora le catenelle erano in tensione e ogni movimento tiravano,
stiravano e rilasciavano fitte di dolore dove erano state collocate
chissà perchè lei aveva scelto proprio quelle stasera per procurarsi dolore/piacere
quando capiva che le catenelle erano morbide, si muoveva a scatto e la tensione gli procurava altro dolore/piacere
strana ragazza, ma mi piace così
presi un vibratore vaginale, lo bloccai sul letto con un peso, lo accesi
e lo ficcai non proprio delicatamente tra le pinza delle grandi labbra
sentivo il ronzio del vibratore, sentivo il tintinnio delle catenelle, sentivo lo strusciare della sua pelle sul lenzuolo
e lo sbattere convulso delle sue mani e dei piedi
e sentivo le urla strozzate dal morso che non le permettevano di fuoriuscire liberamente dalle sue labbra
sentivo il rumore del suo affannato respiro che usciva dal Morso
e rimasi in contemplazione, una sinfonia di rumori che, singolarmente erano fastidiosi, adeguatamente miscelati sembravano la "Cavalcata delle Valchirie" di Richard Wagner
buffo ma accesi il notebook cercai su you tube e la stanza si riempì di suoni metallici a corda a membrana
e il suo corpo che iniziava a muoversi seguendo il ritmo della musica
presi in mano lo Sculacciatore e iniziai a lasciare segni rosso vivo sul culo della mia slave
e lì mi resi conto di quanto le piaceva tutto questo
avevo il suo consenso
si aspettava da me tutto questo
pretendeva da me tutto questo
pazza ragazza, ragazza pazza
e lei è la vittima dell'orco cattivo ?
o è il diavolo in un corpo angelico ?
girò di scatto la testa nella mia direzione
mi accorsi che il suo viso era tirato, era teso dal dolore, piacevolmente contratto dal piacere
e il suo sguardo, penetrante vivido acceso, ma non contro di me
vidi la fiammella di ribellione spegnersi di colpo come se non fosse mai esistita
avevo domato la puledra imbizzarrita
avevo la mia slave ... mia
è stata una setata intensa per me, per lei, per noi
da quel momento ci siamo accorti che c'era un ... noi
l'imprinting era completo
e non due entità separate
ma un Master con la sua slave
e una slave con il suo Master
mi girai, feci ripartire la "Cavalcata delle Valchirie" in ripetizione continua
e andai in cucina
mi preparai un caffè espresso ristretto senza zucchero, senza correzioni varie
assaporai i tre intensi sorsi della bevanda
lasciai la tazzina nel lavandino e ascoltai con attenzione la sinfonia
il cigolare del letto e tutti i rumori che quella ragazza stava facendo con il suo corpo legato sul lenzuolo
mi presi qualche minuto per memorizzare tutto questo
entrai nella stanza e abbassai il volume della musica
lei iniziò a tranquillizzarsi, il suo corpo giaceva sfinito ma vibrante di gioia sul materasso
iniziai lentamente a rimuovere i nodi del nastro di seta
vidi polsi e caviglie fortemente arrossati che riprendevano un colorito roseo
lei si lasciò andare sul materasso
tolsi tutto dal suo corpo e posai tutto ai piedi del letto
presi delle salviette umidificate di disinfettante e quelle intrinse di crema grassa lenitiva
mi sdraiai al suo fianco e iniziai la pulizia meticolosa di tutte le piccole ferite
e aree arrossate
lei sorrise ogni volta che passavo in punti dolenti
e le permisi di abbracciarmi
cosa hai provato ? le chiesi.
disse una sola parola ... ancora
gli permisi di baciarmi e di soddisfare le mie voglie per tutta la notte
iniziò a farmi sdraiare e mi accorsi che si soffermava a baciare la mia pelle in quei punti
dove lei aveva percepito più dolore, come se le labbra sfiorassero la sua immagine riflessa
io ero lo specchio, il mio corpo il suo corpo
si fermò in contemplazione sulla mia cappella, la sfiorò con le labbra, la leccò come un gelato dal basso all'alto
quasi ipnotizzata si alzo a cavalcioni e se la strusciò sulle grandi labbra della fica ancora doloranti
si stava massaggiando ed era piacevole, per lei, per me, per noi
poi un guizzo e dentro fino alla base
iniziò la sua cavalcata delle valchirie, dove pochi minuti fà c'era il vibratore
che le ha sicuramente sconquasato i tessuti interni procurandogli dolore/piacere
inquel momento c'era la mia asta calda vibrante che le procurava altri tipi di piacere
la danza prese un ritmo sostenuto e lei continuava a cavalcare
perline dorate si formavano sul suo torace, sulla pancia, sulle coscie
i muscoli delle gambe erano in tensione ma non per il dolore
una sensazione piacevole stava invadendola dal ventre al cervello
l'orgasmo la trovò impreparata, voleva continuare ancora a cavalcare, a donare piacere al suo Master
si afflosciò come un sacco di juta vuoto sul mio torace, ansimante e gustandosi le ultime contrazioni uterine
che avvolgevano ancora la mia asta mi abbracciò, le sue labbra sulle mie,
sul mio viso, sul mio collo, sulle mie labbra
si accorse che la sua fessura era occupata, si tirò nuovamente a sedere e ricominciò la sua danza
stavolta più lentamente, stavolta per tutta la lunghezza della mia asta,
tanto che diverse volte la mia cappella fece capolino dalle sue grandi labbra
ma con ostinazione non voleva farla uscire e schiacciò più volte con forza il bacino contro il mio,
producendo il tipo rumore ciack ciack
ritmico, suadente, invitante io seguivo il suo vente salire e scendere,
i suoi seni ondeggiare in alto e lateralmente per poi ricadere verso il basso e venire risollevati verso l'alto
e i suoi occhi chiusi per assaporare con tutti i sensi tutto quello che poteva rubare alla notte
i suoi capelli svolazzavano sulle sue spalle, capelli ramati con riflessi oro naturale
chiudo gl'occhi e lascio scorrere il tempo tra noi due
altri due intensi orgasmi hanno fatto vibrare il corpo della mia slave
l'ultimo siamo venuti insieme
sentivo il suo buco di culo che non tratteneva la mia sborra
sentivo i suoi fluidi scorrere sulle mie coscie
ci siamo addormentati abbracciati
mi hanno svegliato le sue labbra sulla mia cappella
la mia slave non più impertinente
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3 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 11 ore fa -
Papà non è un super dotato.
Sono distesa nel letto, cerco di dormire, ma non ci riesco; sarà colpa del fuso orario, del fatto che, dopo più di tre anni, sono di nuovo a casa mia, distesa nel mio letto? Mi chiamo Anna e da più di tre anni, lavoro negli Stati Uniti, come medico specializzato in urologia. Dopo essermi laureata, con dei bellissimi voti, presso una facoltosa università decisi di restare a lavorare in America dove a seguito di un Master fu riconosciuta la mia bravura e venni assunta da un grande ospedale. La mia passione per l’urologia è nata, quando appena diciottenne, mi feci sverginare da un maschio con una dotazione enorme, che mi fece impazzire di piacere; da allora tutta la mia curiosità sui gioielli maschili, la riversai nello studio. Abito vicino al grande ospedale, condivido un piccolo appartamento con una collega e amica di nome Nancy, una creola bellissima con due occhi da cerbiatta che ti fanno eccitare al solo guardarla. Fra di noi c’è una profonda amicizia, che ci porta spesso a condividere il letto, giocando fra di noi con non poca reciproca soddisfazione, anche se, entrambe, amiamo molto godere facendo sesso con i maschi. Io, a dire il vero, ho due veri stalloni, che mi sfondano in maniera divina. Miky, un ragazzo di origini irlandesi, con un cazzo da paura, ben oltre i venticinque cm. e di consistente circonferenza, e Alan, un giamaicano dalle misure esagerate, specie in circonferenza, che superano anche quelle di Miky. Li ho conosciuti separatamente e me ne ero innamorata; quando ho scoperto che erano amici e colleghi, entrambi dottori dell’ospedale, mi ero determinata a lasciarli. Essi, una volta venuti a conoscenza del problema che mi affliggeva, si sono accordati nel senso che, se per me non era un problema, potevo tranquillamente stare con entrambi. Così mi scopano, a volte separatamente, ma spesso insieme e io ne resto molto appagata; distrutta, ma felice di aver goduto fino allo sfinimento. Come rovescio della medaglia, va detto che quando si verifica l'incontro a tre, il giorno dopo, spesso, non vado al lavoro, perché sono a pezzi: gola dolorante, mandibola indolenzita, culo in fiamme ed aperto al punto da dover far uso di una mutandina per incontinenti, e la micia, slabbrata, mi dà anch'essa fastidi da non poco: avverto forti dolori all’utero che ha dovuto subire i colpi di due cazzi esagerati; però, in effetti, ne vado pazza e per questo sono disposta a patire quei dolori. Purtroppo, per impegni e motivi di lavoro, è circa un mese che non ho più di questi dolori. Ho caldo, mi rigiro, guardo la sveglia che segna le 23.00. In silenzio mi alzo per andare in cucina a bere un bicchier d’acqua, esco dalla camera a piedi nudi, indossando solo una T-shirt bianca con ampio scollo e, sotto, sono completamente nuda. Mentre percorro il breve corridoio, sono attratta dalla lama di luce che fuoriesce dalla camera dei miei genitori e, con curiosità, guardo attraverso lo spiraglio della porta. La fioca luce dell'abat-jour, illumina quello che vedo: i miei genitori stanno facendo sesso. Incuriosita resto a guardare. Mio padre nudo sul letto, con mia madre piegata su di lui, che mi volge le spalle e sicuramente lo sta succhiando visto il movimento che fa con la testa. Devo ammettere che mia madre ha proprio un bel fisico e il suo splendido culo è in mostra davanti ai miei occhi: sono affascinata da ciò che vedo e provo un lieve fremito fra le cosce. È davvero una bella donna: ha partorito me quand'era appena diciottenne ed oggi, alla soglia dei 58, ha un fisico davvero invidiabile. Impiegata di professione, pratica diversi sport e si mantiene in forma con diete alquanto equilibrate. Mio padre, invece, è un insegnante di educazione fisica in un liceo della città e, inoltre, allena la locale squadra di atletica leggera femminile, per cui, praticando anch'egli, tanto sport, ha un fisico da far invidia. Mentre li osservo, avverto che la mia eccitazione aumenta e, paradossalmente, mi rendo conto di non aver mai visto le dimensioni del sesso di mio padre. Dopo qualche minuto, mia madre si gira e, senza volerlo, mi mostra la dotazione di mio padre: è assolutamente normale, sì, sicuramente ha una buona circonferenza, ma la sua lunghezza è decisamente media; nulla di speciale. Sorrido fra me e me, pensando a quanto piacere si sta prendendo mia madre, giocando con un simile “gioiello”, senza immaginare quanto piacere potrebbe provare con un super dotato, tipo almeno uno di quelli da me conosciuti. Vado in cucina, bevo e torno indietro. Quando ripasso davanti alla porta, sento mia madre gemere di piacere. Incuriosita, mi fermo di nuovo a guardare. Mia madre, ora, sta impalata su di lui, a smorza candela, con le spalle rivolte verso di lui e posso vedere il suo viso che ridotto ad una vera maschera di piacere. Stupita osservo meglio la scena; mi rendo conto che sta godendo alla grande e, questo, mi incuriosisce ancora di più, così continuo a spiarli. Ora cambiano posizione: sono distesi, guardandosi negli occhi, mentre lui continua a scoparla con un impeto ad un ritmo veloce, ma continuo; lei raggiunge un orgasmo dopo l’altro. Sono letteralmente affascinata e, sempre più incuriosita dal fatto che un maschio, con una modesta dotazione, sia capace di far godere tanto una donna. Ora hanno cambiato di nuovo posizione: lui la prende da dietro, ed a come le tortura il bottoncino davanti, sono fermamente convinta che la sta sodomizzando con forza e quella pratica le permette di raggiungere altri due orgasmi, fin quando, all'improvviso, lui esce da lei e si sdraia supino, così da permetterle di infilarsi in gola quella verga che tanto piacere le aveva donato. Vedo il corpo di lui tendersi in uno spasmo, che credo sia il momento in cui sta provando anche lui il suo orgasmo e, silenziosamente, me ne torno nella mia camera da letto. Con dolcezza faccio scorrere la mia mano lungo il solco della mia figa; poi prendo a masturbarmi ad un ritmo più veloce, fino a raggiungere un intenso orgasmo che, anche se non placa la mia voglia, me la attenua in parte così da permettermi di abbandonarmi all'atteso riposo. Quando mi sveglio il sole penetra direttamente dalla finestra in camera mia. Guardo la sveglia che segna le 10.00 del mattino. Immediatamente le mie narici captano un fantastico odore di caffè, bevanda che non assaporo da anni, almeno non come quella che fanno qui in Italia. Mi alzo un po’ assonnata e raggiungono la cucina, indossando sempre la mia T-shirt bianca. In piedi, voltato di spalle, c’è mio padre che indossa un accappatoio in microfibra che gli arriva a metà della coscia, mostrando il suo splendido fisico da atleta. Lo osservo e, immediatamente, in me si concretizza l’immagine della sera precedente; lo guardo non più come un padre, ma come un maschio, che stuzzica sensibilmente la mia femminilità. Mi avvicino a lui da dietro, lo abbraccio, mentre sento i miei capezzoli indurirsi e premere contro le sue spalle.
«Buongiorno, piccola mia; la colazione è pronta, se ti siedi, te la servo subito».
La nuova cucina dei miei genitori ha una penisola come tavolo, formata da una splendida lastra di cristallo trasparente; mi giro, faccio due passi, e mi siedo, non senza notare che, attraverso il vetro, sarà di fatto completa la visione delle mie cosce scoperte.
In un attimo decido di provocarlo, mi va di stuzzicare questo maschio, per riuscire a soddisfare la mia insana curiosità. Lui appoggia sul ripiano un piatto con fette di pane tostato e imburrato, una tazza di caffè, e poi si siede; ed io, per provocarlo, accavallo le gambe, in maniera che la maglietta risalga ancora un po', mettendo in mostra il triangolino di peli che sormonta lo spacco della patatina. La mia intenzione è di provocarlo onde saggiarne la reazione, che mi riesce subito evidente, da come si sta gonfiando il tessuto all’altezza dell’inguine. Lo guardo dritto negli occhi, mentre lui mi sorride, poi, per stuzzicarlo ancora di più, prendo un cucchiaino di marmellata e l’appoggio un po’ su una fetta biscottata e, poi, infilò il cucchiaino fra le labbra, succhiandolo in maniera lasciva e provocatoria. Noto il gonfiarsi della stoffa del suo accappatoio ed immagino quanto si stia eccitando. Lo guardo, cerco di capire il suo stato d’animo e, mentre lui tranquillamente beve il suo caffè, io lecco il cucchiaino. Mangiamo continuando a scambiarci occhiate in modo provocatorio. Poi lui si alza e va a mettere la tazzina nel lavandino. Lo seguo, lo abbraccio da dietro, e gli infilo le mani sotto l’accappatoio, afferrando il suo cazzo già duro. Lui si gira e, prima che possa dire una parola, la mia bocca è incollata alla sua. Lo bacio, infilo la lingua dentro a caccia della sua, che trovo e con cui intreccio una danza erotica, dagli effetti sconvolgenti. Lo sento gemere, mentre lo bacio e lo masturbo. Improvvisamente mi stacco, mi abbasso davanti a lui e glielo prendo tutto in bocca. Mi entra tutto, senza che io senta dolore in gola, scivola liscio e piacevole fra le mie labbra, senza alcun impedimento; mi solletica l’ugola, ma non mi dà fastidio; non avverto conati di vomito, ma solo la piacevole sensazione di un cazzo che si lascia succhiare piacevolmente. Per me è una eccezionale novità!
Mentre lo succhio mi sto bagnando come una fontana, sento il desiderio di averlo dentro e mi stacco da lui.
«Dai, scopami... non ne posso più! Dai, ti voglio!»
Lui resta per un attimo indeciso, poi mi distende sul tavolo, si siede fra le mie cosce e si mette a leccare la mia lumachina, che sta schiumando in maniera sconvolgente. Mi lecca e succhia, portandomi in breve al primo orgasmo, che rimetto tutto nella sua bocca. Tremo, scossa dal piacere che lui mi ha fatto provare. Lo afferro per i capelli e lo tiro verso di me.
«Ti voglio... scopami!»
Lui mi solleva, fa un passo indietro e si siede. Lo scavalco e mi infilo il suo cazzo, che ora mi sembra anche più grosso, tutto dentro di me. Lo sento scivolare agevolmente fino in fondo. Sento la punta che riesce appena a lambire il collo dell'utero, per poi prendere a solleticarlo in maniera piacevole, senza nessun dolore. Il mio clito, schiacciato contro il suo corpo, mi procura subito un orgasmo, che mi fa tremare tutta. È fantastico sentire il corpo di lui a contatto con il mio; generalmente devo stare attenta a quanto me ne infilano dentro, mentre con lui sto proprio godendo del contatto! Oscillo avanti/indietro sfregando il clito sul suo membro nodoso, mentre, dentro di me, il cazzo sbatacchia, come fossi una campana. Godo e vengo perdendo il conto degli orgasmi che provo, mentre lui mi succhia i seni, fin quando, senza fiato, lo abbraccio per costringerlo a fermarsi, altrimenti mi ritrovo sfiancata. Dopo un momento lui mi solleva, mi mette in piedi, mi gira e mi appoggia al tavolo, poi me lo infila da dietro e ricomincia a pomparmi di buona lena. Godo di nuovo, e sempre più meravigliata dal fatto che, pur non essendo un super dotato, mi sta facendo impazzire lo stesso; allora decido di assaporarlo anche nel culo. Mi giro, apro le natiche e lo guardo in modo eloquente. Lui mi sorride, si sfila e me lo pianta dentro, lentamente. Appena appoggia la cappella sul buchetto, esso si apre e lo lascia entrare agevolmente.
«Accidenti, figlia mia, quanto sei aperta! Ma quanti ne hai presi in culo, per essere cosi larga e ricettiva?»
Non gli rispondo. Sono così protesa a godere del piacere di sentirmi limare il culo, senza dover stare attenta a quanto me ne infilano dentro. Ciò che sento è solo un bel cazzo, che mi fa godere tantissimo. Mi lima le pareti interne con estrema bravura, vengo e godo immensamente, poi avverto il bisogno di assaporare il suo nettare, così mi giro e glielo dico:
«...In bocca…Ti prego, sborrami in bocca!»
Lui sorride compiaciuto, afferra i miei fianchi e prende a pomparmi con più energia, fin quando, dopo l’ennesimo mio orgasmo, si sfila e si siede. Mi giro, mi inginocchio davanti a lui e apro la bocca: ne prendo la metà, giusto in tempo per ricevere, direttamente in gola, i primi due schizzi, che ingioio e poi, afferro le palle e mi metto a mungerle, spremendo fino all’ultima goccia di quel succo dolcissimo e buono. Dopo averlo spremuto per bene, appoggio la testa sulle sue ginocchia e mi rendo conto di una cosa che fin ad ora non avevo mai preso in considerazione: sì, è vero, le misure contano. Un bel cazzo super ti fa godere, ma anche un bel cazzo, diciamo MEDIO, se saputo usare ti porta in paradiso, e poi, adesso, mi sento appagata, soddisfatta e non devo combattere con dolori vari, né alla bocca, né al culo, e nemmeno nel ventre.
Per fare questa esperienza, ho dovuto farmi scopare da mio padre! FANTASTICO
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baxi18, 55
Ultima visita: 12 ore fa -
Ogni piacere ha il suo sapore.
Mi chiamo Stefano, ho 55 anni e sono sposato con Lidia che ne ha 49. Lidia è una bella donna, alta e formosa, ha una quarta di seno e un bel culo che lei evidenzia con indumenti che ne risaltano le rotondità. Lavora come impiegata e in tutti questi anni ho sempre pensato che lei mi mettesse le corna. Il mio aspetto non induce a molte fantasie, non sono molto alto e in sovrappeso, quasi calvo e per di più non ho una grande dotazione, anzi direi piccolo. Ed è per questo che col passare degli anni mi sono sempre reso conto che lei si divertisse con altri cazzi, ma non ero mai riuscito ad avere la conferma fin quando circa quattro mesi fa, ho scoperto nel suo cellulare alcuni messaggi di un suo amico che non conosco, ma che lei invece sembra conoscere molto bene ed essere in confidenza molto stretta se lui in un messaggio le chiede cosa indossa come intimo. Dopo una simile scoperta ho capito che bisognava correre ai ripari se non volevo essere deriso da tutta la città. Mentre cercavo una soluzione ero, si, corroso dalla gelosia, ma contemporaneamente ero eccitato come un maiale nell’immaginare lei fra le braccia di un altro maschio. Ero così eccitato che dopo tanti anni mi sono fatto una sega godendo come un porco, e mentre sborravo ho chiuso gli occhi, ho immaginato lei che mi osservava mentre schizzavo, e mi faceva le corna nel preciso istante in cui lui le sborrava in faccia. Dopo questa scoperta ho deciso di affrontare l’argomento con mia moglie che dopo un momento di imbarazzo ha ammesso che aveva una certa confidenza con questo suo amico di nome Carlo, che spesso lui le faceva dei complimenti, che più volte l’aveva invitata a prendere un caffè, ma che lei aveva sempre rifiutato. Mentre la sentivo parlare il cazzo mi si era drizzato al massimo. Ero eccitato e lei se ne accorta.
«Ma amore, che ti succede? Ti ecciti se ti dico che un altro uomo mi corteggia? Che mi vorrebbe chiaramente portare a letto?»
L’ho guardata con occhi lucidi e molto emozionato, le ho confessato i miei dubbi, le mie paure ma anche i miei più intimi desideri.
«Ho solo paura che tu possa lasciarmi per un maschio più bello e più importante di me. Si, mi eccita sapere che un altro maschio ti desidera, pur di non perderti sono disposto ad accettare che tu scopi con altri maschi, ma voglio solo essere presente.»
Lei mi ha guardato stupita e mi ha abbracciato forte e coperto di baci.
«Amore, ti amo! Sei la persona più dolce del mondo, non ti cambierei per nessun motivo, e nessun maschio può darmi quello che mi dai tu! Ti confesso che mi piacerebbe scopare con altri maschi, se tu vuoi essere presente io non avrei problemi, ma sei sicuro di tutto questo? Capisci che se imbocchiamo questa via non se ne verrà più fuori. Io mi sento molto attratta da questo gioco che tu mi prospetti, ma anche un poco intimidita, se poi mi dovesse piacere e non se ne potessi più fare a meno tu potresti sentirti ferito, trascurato o peggio escluso. Quindi pensiamoci bene, non voglio rovinare il nostro matrimonio, ma sono così attratta da tutto questo che mi eccita tantissimo.»
L’ho guardata ed ero già consapevole che non mi sarei mai tirato indietro se lei avesse accettato le mie condizioni, quindi ho fatto un cenno d’assenso con il capo e siamo andati a letto dove me la sono scopata con furore e passione. Dopo averla fatta godere un poco, ed essere venuto due volte, per la forte eccitazione, abbiamo ripreso a parlare.
«Come ti ho detto voglio sapere sempre tutto quello che fai con i tuoi eventuali amanti, se vuoi scopare con loro, lo voglio sapere. Dimmi anche se in passato ci sono state altre occasioni in cui qualche maschio ti ha fatto delle proposte piccanti. Lo voglio sapere, devo essere al corrente di tutto quello che hai fatto, che fai, e che farai.»
Lei mi ha dato un bacio, poi con un certo imbarazzo iniziale ha cominciato il suo racconto.
«Da quando siamo sposati ho cercato di esserti fedele, ma non sempre ci sono riuscita. Come ti ho detto prima di te ho avuto due fidanzati, ma non è tutta la verità. A sedici anni ero già brava succhiare il cazzo. Me lo aveva insegnato il proprietario del negozio dove mia madre mi mandava a fare la spesa, e lui da bravo porco mi portava sempre nel magazzino, mi faceva succhiare il cazzo e in cambio mi faceva uno sconto nella spesa, così io mi trovavo dei soldi in più in tasca. Era una cosa che mi piaceva tantissimo, sentirlo crescere in gola, poi schizzare anche l’anima, io ingoiavo tutto e lo pulivo alla perfezione. Non mi scopava perchè ero minorenne, aveva paura di mettersi nei casini. Dopo che ci siamo trasferiti non l’ho più visto, io avevo quasi diciotto anni, ho avuto il mio primo fidanzato. Era un bravo giovane, molto timido che lavorava in una autofficina. Spesso lo passavo a trovare, e il proprietario, le prime volte si limitava a guardarci, poi dopo un po’ di tempo trovava sempre una scusa per allontanarlo, lo mandava sempre a prendere dei pezzi di ricambio, e mentre lo aspettavamo, lui mi corteggiava. Ero lusingata dai suoi complimenti, e ben presto mi ha infilato il cazzo in gola, sapessi quanto era grosso. Era enorme. A fatica lo riuscivo a mettere in bocca, e quando veniva mi teneva il capo fermo, mi faceva ingoiare tutta la sborra che usciva dalle sue palle enormi. Era un piacere unico, bere tanta sborra. Mi ha detto che ero sprecata per un giovane come il mio fidanzato, che mi avrebbe fatto godere tantissimo se mi fossi data a lui. Per essere più convincente, un giorno fece assistere al mio fidanzato, mentre gli succhiavo il cazzo. Ero molto eccitata dal fatto, che lui mi guardava con occhi così dolci, mentre il capo gli spiegò, che lui non avrebbe mai potuto soddisfare una bella troietta come me.
«Vedi come lo succhia? Questa è una troia nata per il cazzo, sicuramente, tu con quel cazzetto, non puoi soddisfare una zoccola così.»
Lui annuiva convinto, io ero molto felice di renderlo partecipe del mio e suo piacere. Dopo circa un mese, il capo scoprì che ero ancora vergine. Chiamò il mio fidanzato, lo convinse che solo lui, sarebbe stato in grado di sverginarmi in maniera perfetta, lui acconsentì a patto di poter assistere alla scopata. Fu incredibile. Io che ero con il cazzo in gola, il mio fidanzato che mi leccava la fica, per prepararmi alla monta. Devo ammettere, che tutta la faccenda mi eccitava tantissimo, era surreale, ma incredibilmente vero. Mi stavano per sverginare, lui stava guardare segandosi il cazzo, che in confronto a di quello del suo capo, era assolutamente piccolo. Mi ha leccato la fica, che era già un lago, intanto io succhiavo un palo di carne durissima, che lì a poco mi avrebbe spaccato tutta, e aperto in maniera totale. Poi mi hanno fatto distendere sul divano, che c’era nell’ufficio, mentre il mio ragazzo mi teneva la mano, guardandomi negli occhi con tanta ammirazione, lui si è posizionato fra le mie gambe, ha spennellato la grossa cappella lungo il taglio della fica, che era fradicia e desiderosa di sentirlo tutto dentro. Si, lo volevo, non aspettavo altro, anche se con un poco di timore e paura, del dolore che avrei potuto sentire.
«Rilassati e fai un bel respiro. Vedrai che dopo un attimo sentirai tanto piacere.»
Ho guardato quell’uomo, che stava per sverginarmi, quando ho aperto la bocca per respirare, lui di colpo è entrato dentro di me. Per un attimo, mi è sembrato che una lama mi squartasse il ventre. Ho spalancato la bocca, ma non sono riuscita a dire nulla, ero sconvolta. Lui mi ha sorriso, ha guardato il mio ragazzo che aveva le lacrime agli occhi.
«Tranquilli, va tutto bene. Dai che il peggio è passato adesso sentirai solo piacere.»
Ha incominciato a pomparmi, e subito ho sentito quel palo, che mi scorreva dentro, e la sensazione di essere aperta, mi ha fatto godere all’istante. Ben presto lo assecondavo, spingendo il mio corpo incontro al suo cazzo, che ora entrava tutto dentro fino in fondo, e ogni volta che sentivo la punta battere contro l’utero, era una scarica elettrica, che mi sconvolgeva la mente. Ho avuto il mio primo orgasmo, ho urlato tutto il mio piacere.
«VENGO!»
Ero scossa da scariche elettriche, che facevano tremare il mio corpo, che reagiva in maniera convulsa alle spinte, che lui mi dava. Il mio ragazzo aveva ripreso a segarsi, e quando ho goduto, ha sborrato anche lui schizzando il suo seme per terra.
«Bene bravo! Vedi come faccio godere questa troietta. Ti piace mentre le sfondo la fica? Dai segati, bravo.»
Lui mi guardava estasiato, mentre io ero in preda ad un delirio sconvolgente, che mi faceva dire cose che mai avrei pensato.
«Spaccami. Fammi godere. Godo. Dai più forte. Vengo!»
Mi ha pomato ancora per poco, poi ha aumentato il ritmo, e mi ha inondato la fica con getti di sborra bollenti.
«Troiettta ti sborro dentro. La prima volta la devi sentire dentro. SBORRO.»
Ho sentito la mia vagina inondata da un getto di calore, che mi ha fato godere di nuovo.
«Oddio. VENGO!»
Lui dopo aver goduto, ha estratto il cazzo, ancora barzotto, e pieno dei miei umori e la sua sborra.
«Leccami il cazzo zoccoletta! Lecca la tua prima borrata dentro. Senti il sapore del tuo piacere, e del sangue di quando eri vergine!»
Ho preso quel cazzo in gola, l’ho leccato e succhiato, fino all’ultima goccia. Dopo quel giorno, mi scopava tre o quattro volte alla settimana. A volte anche quando non c’era il io ragazzo, che a dire il vero, mi ha scopato solo una volta, e con lui non ho goduto molto, anzi per nulla. Ero così aperta, che il suo cazzetto nemmeno lo sentivo, poi lui appena messo dentro, veniva subito. Una volta mentre ero nel suo ufficio, piegata sulla scrivania a prenderlo dentro da dietro, è entrato un cliente, e lui lo ha invitato a mettermi il cazzo in gola.
«Bene, giusto te volevo. Questa puttanella mi fa godere tanto, voglio che le prescrivi delle precauzioni, altrimenti rischio di ingravidarla subito, poi finisce il divertimento. Intanto falle sentire il tuo cazzo in gola, che ti assicuro lo succhia meravigliosamente.»
Il tizio, che era un ginecologo, dopo avermi inondato la gola, mi ha dato appuntamento per il giorno dopo nel suo studio. Quando mi sono presentata da lui era solo, mi ha fatto spogliare, mi ha chiavato sborrandomi dentro anche lui. Mi ha prescritto la pillola, la seconda volta che sono andata per avere la ricetta, lui mi ha fatto spogliare di nuovo, e quando si è reso conto che il mio culo era vergine, ha spalmato del gel lubrificante, e mi ha sfondato anche il culo. All’inizio ho sentito come un fastidio, ma poi ho incominciato a godere anche di culo, e quando ha sborrato, mi è sembrato di svenire dal piacere, che sentivo. Per circa due anni, mi hanno scopato anche insieme, mi facevano godere tantissimo. Poi i miei genitori si sono trasferiti, e all’inizio, mi mancava molto il sesso come lo facevo con loro, ho avuto qualche avventura occasionale. Quando sono stata assunta nello studio di ragioneria, i tre titolari hanno capito subito che il cazzo mi piaceva, e ben presto mi scopavano anche tutti e tre insieme. Poi una delle mogli se ne accorta, allora ha stampato un mezzo casino, loro sono stati costretti a licenziarmi. Ho trovato un nuovo lavoro, mi ero ripromessa di rigare dritto per non perdere di nuovo il lavoro. A quel tempo ho incontrato te, allora ho deciso, che era ora di fare la brava moglie. Da quando siamo sposati, ti ho messo le corna, solo due volte. La prima volta con il tecnico della lavatrice, circa due anni fa, la seconda quando eravamo al mare in vacanza, e tu sei dovuto tornare una sera a casa, io sono uscita, avevo voglia di cazzo, e ho trovato tre militari, che mi hanno inondato ogni buco. Credo che te lo ricordi, perchè quando sei tornato, mi hai detto che avevo l’aria stanca, e ero distratta. Questo e tutto.»
Mentre lei mi raccontava la sua vita da troia, io ero così eccitato, che alla fine del discorso, lei si è abbassata, lo ha preso in bocca, nel preciso istante in cui io sborravo. Ha bevuto tutto, e ci simo addormentati. Il giorno dopo a colazione, siamo tornati sul discorso, io le ho chiesto di indagare, e prendere precise informazioni sul questo Carlo, il tizio che la corteggia. Due giorni dopo, mi ha detto, che lui è scapolo, viva da solo, e sembra un tipo molto affidabile e porco, così abbiamo deciso di invitarlo a cena da noi. Quando è arrivato, per un attimo è rimasto stupito della mia presenza, credeva, che lei lo avesse invitato, perchè io non c’ero, ma poco dopo, ha capito quello, che noi volevamo da lui, allora le cose sono cambiate. Subito è scattata fra di noi una certa complicità, che ha messo lei al centro delle nostre attenzioni, alla fine siamo andati nel nostro letto, dove io, ho assistito alla monta di mia moglie, che ha preso il grosso cazzo di Carlo, in ogni buco. Quando l’ha inculata, lui mi ha chiesto di aiutarlo. Dopo che io le avevo leccato bene e lubrificato il buchetto anale, lui che era in ginocchio dietro di lei, mia ordinato di posizionare il suo cazzo sul buco del culo di mia moglie. Sentire quel grosso palo fra le mani, mi ha dato un certo brivido, e quando lui, lo ha spinto dentro, sfondandola tutta, ho avuto un orgasmo senza toccarmi. Lui ha sorriso, ha incominciato a scoparla con forza, mentre lei si è voltata, mi ha fatto le corna sorridendomi.
«Guarda caro, come mi sfonda il culo! Mi sventra, con quella bestia di cazzo, che mi spinge dentro.»
Gode e urla convolta.
«Mi fa godere. Caro vengo! Mi apre tutta.»
Lui l’ha chiavata a lungo, poi quando ha sborrato, lo ha estratto fradicio di umori anali, e sborra, lo ha presentato alla sua bocca. Vedere lei, che lo puliva, mi ha fatto eccitare di nuovo, mi sono segato, mentre lui rideva compiaciuto.
«Bravo cornuto, segati, che a farla godere, ci penso io, e tu mi ringrazierai.»
Quando mi ha chiamato cornuto, ho sentito un brivido lungo la schiena. Mi sono reso conto, che per amore di mia moglie, non averi più dovuto interferire con lei, quando decide di scoparsi un altro maschio. Mi sono reso conto, che stava godendo, che io non sarei mai riuscito a farla impazzire di piacere, come stava facendo lui, e per tanto mi sono seduto sulla sedia, sono rimasto a guardare lei, che veniva scossa dai possenti colpi di lui, che nonostante fosse già venuto, era rimasto bello duro, che la scopava con molto impegno, portandola a vette di piacere, che io in tutti questi anni, non ero mai stato in grado di farle provare. Dopo che avevano scopato per quasi tutta la notte, lui se ne andato, io ho abbracciato mia moglie, che mi ha coperto di baci.
«Grazie amore. Sei la persona più buona e dolce del mondo. Ti amo, e voglio che tu sappia, che io sono molto felice, del fatto che mi hai permesso di godere come una troia, sono sicura che in futuro, continuerai a farmi provare queste sensazioni uniche.»
L’ho abbracciata, le ho detto, che ero molto felice, del fatto che aveva goduto tanto, che se lo voleva, poteva far tornare Carlo, ogni volta che voleva. Da allora lui è diventato il suo amante fisso. Spesso la porta fuori, la fa montare anche ad altri maschi. A volte, io vado a riprenderla, lui me la rimanda, ben piena del seme di tutti quelli che hanno goduto dentro di lei. Ultimamente, ho espresso il desiderio di leccarla, dopo che è tornata o che lui aveva finito di scoparla. Carlo ha sorriso, mi ha permesso di farlo. Sentire nella mia bocca, il sapore del seme di un altro maschio, mi ha eccitato notevolmente, lui mi ha detto che in futuro provvederà per fare in modo, che io, non debba mai lamentarmi, della carenza di sborra da leccare, dalla fica di mia moglie. Da allora aspetto spesso mia moglie a casa, e lei dopo un primo momento di imbarazzo, adesso quando arriva apre le cosce, e mi invita a leccarla.
«Dai cornuto, dai fai il tuo dovere, che così godi anche tu.»
Si, è vero ci godo pure io, nel sentire i diversi sapori di sperma, che inondano la fica di mia moglie, e adesso non mi importa di guardare con chi gode, ma di sentire il piacere, che le hanno riversato dentro, e questo mi eccita così tanto, che spesso vengo senza toccarmi. Ho capito, quale sia il mio ruolo di maschio sottomesso, e felice di sapere, che la donna che ama, ha goduto e si preoccupa, che pure io ne tragga piacere. Se questo non è amore…
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3 anni fa
baxi18, 55
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Una puttana per camionisti.
A trentadue anni, Claudia era una donna soddisfatta. Insegnante alle medie, sposata con un docente universitario, conduceva una vita veramente morigerata. Bella casa, ottime e importanti amicizie, passava le sue giornate fra la scuola, il volontariato in parrocchia e casa sua, dove accudiva, con amorevoli cure, marito e suocera. Già, la suocera, una donna molto energica, un po’ fissata, autoritaria sia con lei, che con suo marito. Niente figli. A dire il vero erano il desiderio di suo marito e suocera, ma non il suo. Di nascosto da loro, usava un anticoncezionale; il sesso si riduceva ad una scopata di dieci minuti, al sabato sera, al buio, in silenzio, e, alla fine lui, le chiedeva pure scusa, per esserle venuto dentro. Lui, non aveva certo un super cazzo, ma a lei le cose andavano bene anche così, non conosceva altro; lui era stato il primo e unico uomo della sua vita. La sera stava scendendo, improvvisamente un temporale rendeva la guida difficile. Claudia cercava di tenere una velocità moderata, perché la superstrada era un fiume d’acqua. Quei dannati camion, poi, che le sfrecciavano di lato, rendevano tutto molto pericoloso. Disprezzava i camionisti: erano tutti rozzi, volgari e sudici. Una sera, si era dovuta fermare ad una stazione di rifornimento, per mettere benzina, nella sua Golf, e due camionisti avevano fatto pesanti apprezzamenti su di lei. Non che fosse brutta; spesso, dopo la doccia, si guardava nello specchio grande e questa era l'immagine che ne riceveva: alta, terza di seno, fianchi stretti, cosce belle, forse il culo, un po’ troppo evidente, ma lei non faceva nulla per invogliare i maschi ad esprimere commenti. Il suo abbigliamento era sempre sobrio, molto casto, e, da quel giorno, era scappata via, evitando di fermarsi lungo la strada. Quella sera, però, aveva fatto tardi, a causa dei colloqui con i genitori, quando l’ennesimo camion le ruggì di fianco e sollevò un turbine di acqua che le rese, ancora più dura, la guida. Fu costretta a camminare ancora più sul margine desto della corsia, e, ad un tratto, la vettura iniziò a tirare verso destra. A fatica, riuscì a raggiungere un’area di sosta lì vicino e si fermò a ridosso di un piccolo deposito dell’Anas, munito di tettoia. Scese dalla macchina, prese il piccolo ombrello, evitò di indossare la giacca del tailleur, per non bagnarla. Il vento le rovesciò l’ombrello e subito si bagnò la camicetta bianca; cercava di capire cosa era successo, poi vide un pezzo di legno con un chiodo conficcato nella gomma: aveva bucato! Si sentì presa dal panico. Rientrò nella vettura, prese il cellulare, quasi scarico e niente segnale, e, con rabbia, lo rimise dentro la borsa. Che fare? Non sapeva assolutamente come si cambia una ruota. Uscì di nuovo, cercando aiuto. La strada era deserta, pioveva tantissimo, il vento le rigirò di nuovo l’ombrello e lei si bagnò totalmente. Si avvicinò alla carreggiata, vide da lontano un mastodontico bisonte che, illuminato come un albero di natale, arrivava verso di lei; istintivamente fece dei segnali. Lui le lampeggiò e, messa la freccia a destra, entrò dentro la piazzola con un turbine d’acqua, che la finì di inzuppare. Si avvicinò al camion, se ne aprì la portiera e un gigante, alto e grosso, le chiese cosa era successo.
«Ho bucato».
Lo disse con un filo di voce.
Lui scese. Aveva i pantaloni di una tuta e, sopra, solo una maglietta, che evidenziava forti pettorali. Si affiancò a lei e andarono verso la vettura; lui si rese conto sul da farsi, mentre lei tremava come una foglia.
«Vieni con me».
Disse con tono autoritario e la condusse verso il camion, aprendo dal lato del passeggero.
«Sali!»
Lei mise un piede sopra il primo scalino, si allungò e riuscì a salire. Dentro si stava decisamente bene, era più caldo. Tremava come una foglia. I fari illuminarono lui che, con fare esperto, si dava da fare a sostituire la gomma forata. Si guardò intorno. La cabina era pulita. Si girò dietro: c’era una cuccetta, con un materassino e, sulla parete in fondo, una foto di donna nuda, con delle calze nere con pizzo. Tornò a guardare davanti. C’era un portatile acceso montato su due staffe, lo schermo proiettava le immagini di un sito porno. Guardò meglio. Una donna si mostrava con una serie di foto in autoplay. Erano pose oscene, girò lo sguardo, lui aveva quasi fatto, lei tornò a guardare lo schermo. Era così presa dalle immagini, che nemmeno si era accorta che lui aveva finito. Lo scatto della portiera del camion, dal lato del conducente, la riportò alla realtà; lui salì con agilità: era completamente bagnato.
«Fatto, ma tu sei tutta fradicia!»
Si girò, prese una sacca dalla cuccetta, l’aprì e ne tirò fuori un asciugamano e glielo porse. Lei cominciò ad asciugarsi i capelli, lui si avvicinò, lei abbassò lo sguardo: aveva smesso di tremare; lui, con il telo, prese ad asciugarle i capelli. I loro occhi si incontrarono e lei si sentiva tranquilla. Per la prima volta vedeva un camionista gentile, che si prendeva cura di lei. Nel caldo tepore della cabina, lei si lasciò andare a quella carezza che, dai capelli, era scesa giù fino alle spalle.
“Togliti la camicetta, è tutta bagnata».
La voce di lui era calma e gentile. Lei, senza nessun timore, ubbidì, consapevole del fatto che si sarebbe trovata quasi nuda, davanti a lui, che continuava a passare l’asciugamani sul corpo di lei, riscaldandola. A lei sembrava quasi che le fosse praticata una carezza molto dolce e quell'attenzione le fece abbandonare ogni difesa. Così, quando restò con il solo reggiseno e lui continuava a passare il panno sul suo corpo, lei si girò. I loro occhi si fissarono per un breve attimo e, senza dir nulla, le bocche, già molto vicine, si unirono in un bacio così appassionato che a lei venne quasi meno il respiro. La mano di lui si posò sul suo seno e lei non oppose nessuna resistenza, anzi si protese ad abbracciarlo per eliminare ogni dubbio.
«Passiamo dietro».
Ubbidì. Nello spostarsi, si tolse anche la gonna: ora era nuda, ma la cosa, inspiegabilmente, non le creava nessun imbarazzo, anzi, inconsciamente, si sentiva debitrice verso quell’uomo che, a suo parere, l’aveva tolta dai guai. In un attimo, anche lui fu nudo e le tolse anche l’intimo. Lui si distese in giù, rispetto a lei, e quando sentì che lui si insinuava fra le sue cosce, semiaperte, lei lo lasciò fare. Il risultato fu di sentire la lingua di lui, martellare con precisione li suo clito. Un lungo gemito uscì dalla sua bocca, ma era solo l’inizio, di un viaggio verso il Paradiso del piacere, cui lei non era mai arrivata. L’onda di emozioni, che quella lingua le stava dando, era sconvolgente. Un orgasmo la fece tendere tutta e, nello stesso tempo, si sentì svenire. Mai, in vita sua, aveva provato un piacere così intenso. Fu in quel momento, che girandosi, di lato si trovò a pochissimi centimetri da un meraviglioso cazzo. Lungo, duro, nodoso, con una cappella rossa, quasi violacea. Istintivamente si rese conto che, anche lei, poteva in qualche modo, restituire quel piacere, ma non sapeva come. Lei non aveva mai fatto una cosa simile. Lui, quasi istintivamente, le venne incontro.
«Succhiami, dai... prendilo in bocca».
Ubbidì. Si infilò decisamente qual palo in bocca e si mise a succhiarlo con vigoria. Era piacevole: lo sentiva gonfiarsi nella sua bocca e la cosa la stava eccitando tantissimo, finché un altro orgasmo la scosse tutta. Mugolò a bocca piena. Lui si rigirò. La mise di lato e, appoggiata la cappella sulle labbra della sua fica ormai bagnatissima, lo spinse dentro con forza, ma senza brutalità, quasi con lentezza, in modo che lei potesse gustare la penetrazione. Lei era senza fiato. Le sembrava di essere sverginata per la seconda volta o, meglio, forse ora la stavano sverginando per davvero. Quando lui le fu tutto dentro, fino a battere con la cappella il fondo, lei ebbe un orgasmo sconvolgente. Un grido uscì, per la prima volta, dalla sua bocca.
«Vengo! Si, vengo! Dai... ancora... vengo!»
Scossa da mille brividi di piacere, assecondava il lento pompare a cui lui l’aveva sottoposta. Era Bellissimo! Sconvolta, non riusciva più a ragionare, si scatenò come una furia. La femmina, così a lungo repressa, eruppe dal profondo di lei con tutta la sua dirompente energia: era determinata a godere, finalmente, del piacere tenuto troppo a lungo mortificato. Lui la trascinò sopra di sé; era rimasto colpito dalla sua sconvolgente reazione.
«Accidenti, che femmina sei! Ma da quanto tempo non lo fai?»
Lei lo guardò e, poi, ad occhi bassi, rispose:
«Praticamente è la prima volta, che godo così».
Lui la strinse a sé. Le sue mani afferrarono con decisione i suoi capezzoli duri e cominciarono ad impastare quel seno, facendole provare ancora un nuovo piacere, mentre lei, istintivamente andava avanti e indietro, su di lui, mentre il cazzo, dentro, le sfregava meravigliosamente le pareti della fica.
«Dai, muoviti, che questa volta non te la dimentichi più questa scopata. Dai, che ti cavo anche l’anima. Ti riempio di sborra, e sarà così tanta che ti uscirà dalla bocca. Dai, così, brava, muoviti ancora».
Lei, assecondava il suo movimento, con lo spingere il proprio inguine su quello di lui. Un languore incredibile la stava assalendo, togliendole il fiato. Sentiva il piacere salire dentro di lei fino al cervello, per esplodere, poi, in un piacere indescrivibile. Stava godendo ancora! Sconvolta si distese su di lui, che la fece di nuovo girare, la prese di spalle e le entrò dentro, da dietro. Lei impazziva, spingeva con forza il corpo incontro al suo cazzo, che ora la sfondava, con colpi tremendi che la scuotevano tutta. Si sorprese nel chiedergli di essere spaccata, di farglielo arrivare voglio fin in gola! Estasiata dal piacere, sudata, in preda al delirio dei sensi, nemmeno si accorse che lui, spostandosi un poco, le aveva appoggiato il cazzo al culo e, con un colpo deciso, entrò dentro. Lei rimase per un attimo immobile; sentiva che ora lui era dentro di lei, ma non sentiva alcun dolore. Era invasa dallo stupore: sentirsi presa dietro, in un posto dove lei mai, e dico mai, lo aveva preso. Anzi, nella sua cultura perbenista, era una cosa che una moglie mai avrebbe accettato di fare con suo marito. Ora invece, uno sconosciuto le sfondava il culo con decisione e si stupì che ne provava anche tanto piacere. Riprese ad appoggiare le mani contro il fondo della cabina, spingeva e incitava lui a continuare, sconvolta da quel piacere nuovo, inatteso, assolutamente sconosciuto.
«Dai … continua! … È bellissimo! … Dai... ANCORAAAA!»
Per qualche secondo, si rese conto di essere sul punto di svenire. Le forti mani di lui che le torturavano il seno, la fecero riprendere, riconquistando la giusta dimensione del piacere. Lui intensificava i colpi, forse era sul punto di venire, questo almeno lo aveva imparato dalle semplici scopate fatte con suo marito. Impazzì di piacere, quando lui, prese la sua mano e la spostò verso il basso.
«Toccati la fica, voglio che godi di più!»
Contemporaneamente, portò l'altra alla sua bocca, infilandovi due dita.
«Succhia! Immagina che ora hai anche un altro cazzo, da succhiare, mentre godi».
Il suo cervello andò in tilt. Una ondata inarrestabile di piacere, sotto forma di ripetuti orgasmi, la fecero vibrare tutta. Ad un tratto, lui si piantò dentro di lei, restando immobile. Poi, improvvisamente, le esplose dentro, con un fiume di sperma bollente.
Al suo orgasmo, fece eco quello di lei. Un reciproco orgasmo, li sconvolse. Per qualche momento, il silenzio fu rotto solo dal ticchettio della pioggia, che ormai andava ad esaurirsi. I loro respiri tornarono normali. Lui uscì da lei, le offrì dei fazzolettini imbevuti per pulirsi, cosa che lei fece in silenzio. Era frastornata, il suo cervello era assente, per la prima volta, in vita sua, non riusciva a ragionare. Si sentiva invasa da una calma sconvolgente, niente e nulla la preoccupava, sembrava come se, d'un tratto, ogni problema fosse sparito. La voce calma e dolce di lui, la riportò alla realtà.
«Sei stata fantastica. Non ho mai fatto una scopata con una donna come te. Mi chiamo Carmelo, sono di Taormina, passo da queste parti, due volte alla settimana. Ti lascio il mio cellulare, così puoi chiamarmi quando vuoi».
Lei lo fissò. Era ancora in preda ai brividi di piacere provati, ma, lentamente la sua mente, cercava di tornare alla realtà: prese il numero, scritto nel piccolo fazzolettino, lo guardò.
«Mi chiamo Claudia: non so se rifarò mai una simile esperienza, anche se, devo riconoscere che è stata bellissima».
Scese dal camion; aveva smesso di piovere. Risalì in auto, nascose il numero in mezzo alla sua agendina personale e via, verso casa. Sentiva colare la sborra da dietro, un lieve bruciore le ricordava l’accaduto, ma la sua mente si rifiutava di formulare anche una, seppur futile, scusa per giustificare quanto le era capitato. Suo marito l’accolse con preoccupazione, lei riferì solo della foratura e di come, circa un’ora dopo, si era trovata a passare una pattuglia della stradale, che le avevano sostituito la gomma. Si infilò dentro la vasca; un bagno caldo era il meno per riflettere sull’accaduto, ma, per quanto rimuginasse, il suo cervello non trovava un solo motivo di rimprovero per il comportamento tenuto. Nel fine settimana, era impegnata con il trasferimento della suocera che, tutti gli anni, andava trovare una sua cugina al mare. Al ritorno, lei guardava i camion sfrecciare, lui le parlava, ma lei non seguiva i suoi discorsi. A letto lui, quella sera, volle far sesso. Lo assecondò, come sempre. Chiuse gli occhi e le venne in mente l’ultima scena che Carmelo le aveva chiesto di immaginare: un cazzo in bocca ed uno in fica. Le poche pompate di suo marito, la fecero godere, ma dovette mordersi le labbra, per non urlare. Il giorno dopo, chiamò. Si accordarono di rivedersi due sere dopo, un po' prima rispetto a dove si erano conosciuti: c’era una stazione di servizio, con annesso un piccolo motel. Arrivò con alcuni minuti di ritardo; lui la fece parcheggiare in mezzo a due camion e, quando scese dalla vettura, vide che lui era in compagnia di un giovane camionista.
«Lui è Ciro, è un amico molto fidato, e gli ho parlato di te; se vuoi, ti faremo impazzire di piacere, ti va?»
Rimase un attimo indecisa, loro gli sorrisero e, insieme, entrarono dentro un piccolo appartamentino, che loro avevano già affittato. Appena dentro, la spogliarono e si misero a leccarla, toccarla, la presero in ogni buco, schizzandole dentro, una quantità industriale di sborra, come lei non aveva mai né bevuto né preso dentro. Per quattro ore, la rivoltarono come un guanto. Ma si sa, un vecchio detto recita:
«Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi».
Il destino ci mise lo zampino. Suo marito, che doveva restare fuori tutta la serata per un simposio, aveva avuto un imprevisto. Il relatore aveva avuto un attacco cardiaco, quindi tutto rinviato. Nel tornare a casa, avendo necessità di dover fare rifornimento, si era fermato nella stessa stazione di sevizio, dove lei si trovava con i due ragazzi. Lo stupore di lui, nel vedere la vettura di lei parcheggiata, fra due camion, era notevole, non riusciva spiegarsi il motivo per cui si trovasse lì. E quando la vide uscire dal motel, in compagnia dei due uomini, la sua gelosia esplose. Rimase immobile, dentro la sua vettura, non visto da lei e, incredibilmente, ebbe un’erezione, quando essi la strinsero e la baciarono, dandole una pacca sul culo.
«Ciao bella troietta! Ci rivediamo una prossima volta e, magari, portiamo anche un terzo amico, così ti sfondiamo ancora meglio».
Le dissero, scherzando, i due. Lui aspettò che lei partisse, poi, lentamente e con il cuore in subbuglio, la seguì. Era sconvolto da ciò che aveva visto, ma lo era ancor di più per il fatto di essersi eccitato a scoprire di essere cornuto. Rientrò in casa in silenzio, e andò direttamente in camera da letto; lei si stava spogliando, aveva ancora le calze autoreggenti, comperate per l’occasione: aveva voluto emulare la donna del calendario, appeso in cabina. Lui la fissò, con occhi di brace:
«Che fai, mi tradisci con due maschi?»
le inveì contro.
Lei si girò: aveva ancora la sborra che colava da ogni buco e guardò suo marito con occhi diversi. Quando lui si avvicinò, notò subito che aveva una, se pur minima, erezione, rispetto ai due splendidi pali che si era goduti fino a qualche minuto prima, e volle giocare il tutto per tutto.
«Certo, mi son fatta sbattere da due veri maschi».
Lui era paonazzo, non sapeva che dire, lei attaccò decisa.
«Senti, guarda come mi hanno riempito e fatto godere. Inginocchiati qui, davanti a me, vieni qui, leccami; puoi ancora sentire la sborra che cola, sia dal culo che dalla fica».
Detto questo, lo spinse in basso, davanti a lei. Appoggiò un piede sul letto e lui infilò la lingua, fra le sue cosce, prendendo a leccare avidamente. Lei, allora, si distese sul letto, gli aprì pantaloni e tirò fuori il piccolo cazzo di lui, lo porto alla bocca, si mise a succhiarlo con passione e lui esplose immediatamente.
«Dai... finalmente! … È così che ti volevo! L'ho sempre desiderato, ma non ho mai avuto il coraggio di dirtelo!»
Nel dire questo, le sborrò in bocca. Lei bevve tutto e, continuando a succhiare, lo fece rimanere duro. Si posizionò su di lui e, infilato dentro il cazzo, che ora ci stava largo, dentro quella fica ben aperta dai precedenti membri, prese a cavalcarlo.
«Scopami, fammelo sentire dentro, anche il tuo».
Il suo grido fu come lo scattare di una molla in lui.
«Vacca! Godi. Dai, fammi godere, muoviti, dai, puttana!»
Quelle parole sorpresero anche lei.
«Ti piace eh, cornuto? Senti come mi hanno sfondato per bene?»
«Certo che mi piace. Era ora che trovassi un maschio, che ti spaccasse bene la fica ed il culo. Ero stufo di dover sempre andare a puttane, per farmi una scopata decente. Eri troppo casta, puritana, ma ora sei perfetta; dai, girati, che ti voglio inculare, prima che si richiuda».
Claudia era incredula, ma, allo stesso tempo, non voleva perdere un'occasione così bella per divertirsi con suo marito. Quindi si girò ed egli le infilò il cazzo, che sembrava anche più grosso del solito, con forza nel culo.
«Aahhhiiii, piano! Loro mi hanno spaccato il culo e mi fa ancora un po' male!»
«Se ti fa ancora male, vuol dire, che, non hanno ancora finito il lavoro, quindi, vedi di chiamarli di nuovo e falli venire a finire quello che hanno cominciato. Se vuoi, ti porto io da loro, basta che ti spacchino per bene».
A lei sembrava di vivere un sogno. Lo fece schizzare nel culo, facendolo godere tantissimo.
Da quella sera, almeno due volte alla settimana, lui l’accompagnava al motel, dove c’erano sempre almeno tre amici di Carmelo che la scopavano fino a sfinirla, poi il marito, a casa, le leccava tutta la sborra che le colava e la scopava, con estrema soddisfazione, fiero di avere una moglie che era diventata una puttana per camionisti.
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A me piace esibire mia moglie. seconda parte
Laura
Oggi ho una di quelle giornate molto intense e piene di cosa da fare, ma ho la mente occupata da altri pensieri. Mentre venivo in ufficio riflettevo su quanto avvenuto alcune sere prima. Dentro di me, ero confusa, eccitata ed un po' impaurita. Quel gioco così eccitante, a mente fredda, mi provoca una certa inquietudine. Vorrei aver tempo per riflettere, ma devo impegnarmi nel lavoro, anche perché questa sera abbiamo una cena con i soliti amici.
Sono due coppie, che incontriamo abitualmente. Le donne, Adele e Anna, le conosco da quando andavamo a scuola, siamo amiche e spesso andiamo insieme a saccheggiare qualche negozio. Per forza di cose, i nostri mariti sono diventati amici e si frequentano andando allo stadio assieme e tifano per la stessa squadra. Di noi tre, io sono quella con più classe, quella che loro amano imitare con risultati approssimativi, ma, in ogni caso, mi piace molto la loro compagnia. Un'imprevista riunione si è protratta oltre l’orario e, adesso, alle diciotto, mentre cerco di tornare a casa, mi trovo imbottigliata nel traffico della tangenziale. Chiamo Filippo e sento che lui è già a casa, pronto per uscire: devo sbrigarmi, odio essere in ritardo. Appena in casa lo bacio e corro subito in camera nostra, metto sul letto le cose da indossare e, poiché è tardi, decido al volo per un completo gonna e giacca scura, camicetta bianca, intimo bianco, collant e scarpe nere, a tacco basso. Mi faccio una doccia veloce e, quando ritorno in camera, vedo Filippo sul letto, che mi guarda con un’aria intrigante. Lascio l’accappatoio, e, nuda, faccio per indossare le mutandine, ma lui le prende in mano e mi dice di non metterle.
«Ma sei pazzo? Andiamo a cena con i nostri amici! Come faccio senza l’intimo?»
Si solleva dal letto, mi viene vicino, mi abbraccia da dietro. Lo vedo riflesso nello specchio mentre mi bacia alla base della nuca, la cosa mi provoca un lungo brivido, spingo il culo indietro, sento la sua erezione premere nel solco dei miei glutei.
«Dai... non metterle. Sarà il nostro segreto. Pensa a quanto sarà eccitante, sapere che non le indossi, mentre ti muovi fra la gente».
Lo guardo e percepisco nei suoi occhi un guizzo di lussuria che mi contagia, per cui accetto di non metterle. Mi vesto e ce ne andiamo verso il centro, dove ci aspettano i nostri amici. Una sensazione stranissima sentire il fresco salire fra le gambe e la mia micetta che si inumidisce, mentre la parte più razionale di me trema al pensiero che sarò in mezzo alla gente, senza mutandine. Per tutta la sera sono distratta. Loro parlano, ma io ho la mente sempre incollata alla sensazione che sto provando nell’essere nuda sotto. Guardo le mie amiche, che conosco da sempre e, dentro di me, mi rendo conto che invece non le conosco affatto. Chi, di loro due, potrebbe non avere l’intimo, questa sera? Che cosa so, in fondo, della loro vita sessuale? Fra noi parliamo di queste cose sempre in generale, mai nello specifico, mai una confidenza intima, e la cosa mi crea delle perplessità. Che penserebbero, se sapessero? Chi di questi nostri amici fa le stesse cose che facciamo io e Filippo? Loro si rendono conto che sono distratta ed io mi salvo, addossando la colpa al lavoro, ma sento che non è così: guardo mio marito e spesso lo vedo che mi sorride, in maniera intrigante e, quando ce ne andiamo, noto che ha una bella erezione, che cerca di nascondere, camminando dietro di me. In auto parliamo delle nostre emozioni e lui allunga una mano fra le mie cosce: sente che sono un lago. Gemo al suo tocco e, anche se non l’ho mai fatto, allungo una mano sul suo notevole pacco e lo stringo. Gemiti di piacere escono dalle nostre labbra e lui, per la prima volta, ferma l’auto in un piazzale quasi buio, apre i pantaloni offrendomi il suo meraviglio arnese da succhiare. Accetto e, in un attimo, mi ritrovo con il cazzo piantato in gola, ma poi la parte razionale di me ha il sopravvento, mi stacco da lui e lo guardo dritto in faccia.
«No, ti prego, ho paura: andiamo a casa. Dai... ti voglio, ma non qui».
Vedo che fa un sospiro, ma poi mi accontenta. Arrivati a casa, ci strappiamo i vestiti di dosso come se bruciassero, poi mi prende e mi scopa con una furia selvaggia. Godo e lo incito a scoparmi più forte, in preda ad una eccitazione che in quel momento non so spiegare. Sfinita, mi addormento, senza sapere quali sono le emozioni che ha provato mio marito. L’indomani, mentre vado al lavoro, ripenso alla sera precedente. Era stato bello sentire mio marito godere con me che ero al massimo dell’eccitazione, ma perché eravamo arrivati a fare questo gioco? Era questa la domanda che non smetteva di tormentarmi. Dove ci avrebbe portato un simile gioco? E poi, sia in chat che ieri sera, abbiamo fatto cose che mi stravolgono e mi confondono le idee. Per un attimo, ho avvertito, dentro di me, che la cosa presenta due aspetti inquietanti. Il primo è che Filippo vuole chattare con una sconosciuta e, già questo, mi fa tremare di paura. La seconda era che, a me, recitare la parte della sconosciuta, ha eccitato tantissimo, ne ero attratta e mi ha molto incuriosito. Era successo anche qualche giorno prima che mi ero prestata a recitare il ruolo della puttana. Anche quell’esperienza mi aveva eccitata e, nel contempo, impaurita, perché, in tutti questi anni, nei giochi che avevamo fatto, non eravamo mai arrivati a desiderare di essere altre persone. Questa considerazione mi ha sconvolto di più. Filippo, forse, sente il desiderio di avere una donna diversa al suo fianco? A lui una come me, forse non basta più? Mi sento in preda ad una strana sensazione, che non mi piace per niente e, soprattutto, mi convince che mio marito si sarebbe spinto sempre più oltre in quel gioco, che ormai, anche senza volerlo, aveva di fatto già valicato i normali confini di casa nostra, delle pareti della nostra camera da letto e non oso immaginare dove voglia arrivare. Questa sera, nel nostro letto, affronterò di petto la questione e metterò le cose in chiaro con lui.
Filippo
Per tutto il giorno sono impegnato nel lavoro e non ho avuto modo di parlare con mia moglie: mi piacerebbe sapere quali sono state le sue sensazioni, emozioni, ma, adesso, mentre percorro la strada verso casa, rifletto su quanto avvenuto in questi ultimi giorni.
Ieri sera poi è stato sconvolgente. Tutto è nato per caso, come spesso accade fra noi. In mattinata avevo visto una delle ragazze, che in genere ci affiancano quando dobbiamo fare delle promozioni dei nostri prodotti, che indossava una sottile minigonna e, a mio avviso, sotto non aveva l’intimo.
In quel preciso momento ho solo sorriso divertito, ma poi, mentre tornavo a casa per andare a cena con in nostri amici, mi è venuta l’idea di non far indossare l’intimo nemmeno a Laura. Vedere l’espressione scioccata sul suo volto è stato davvero eccitante e poi, lentamente, ho fatto affiorare la sua voglia di trasgressione e, per tutta la cena, è stato davvero eccitante notare quanto lei fosse distratta. A mia volta, ho osservato i miei amici, che conosco da anni e, dentro di me, mi sono chiesto se anche loro facevano giochi simili con le loro donne. E' vero, ci frequentiamo da tanto, ma non sappiamo nulla di quello che avviene nell’intimità dei nostri letti. Quando stavamo per tornare, ero così eccitato a saperla nuda sotto la gonna, che ho voluto fermarmi nel parcheggio e, quando mi ha preso il cazzo in bocca, ho quasi creduto di venire. Poi, vedendo la sua espressione di paura, ho deciso che non era il caso di rischiare. In fondo aveva ragione lei ad essere intimorita dalla situazione spiacevole che avrebbe potuto crearsi se fossimo stati visti da qualcuno che ci conosce. Giunto a casa, noto Laura un po' tesa, lei si giustifica che è per il lavoro, ma io la conosco bene e, dentro il nostro letto, insisto perché mi confessi cosa la turba. Dopo una certa esitazione, mi rivela tutte le sue paure.
«Amore, quello che stiamo facendo da un po’ di tempo a questa parte, in parte mi eccita e mi sconvolge. Sento come se stessimo vivendo una nuova stagione di sesso, ma, nel contempo, mi fa paura. Non sono ancora giunta a capire fin dove vuoi arrivare. Ho come la sensazione che io, a te, non basto più».
Sentirmi dire quelle parole, mi fa per un attimo sprofondare, quasi mi fosse sparita la terra sotto i piedi. Se la mia donna aveva avuto la sensazione che non mi era più sufficiente, era giunto il momento di mettere in chiaro tutti i nostri dubbi, desideri, pensieri ed aspettative. Non dovevo dar adito a che ci fossero malintesi fra noi.
«Ti assicuro che ti sbagli. Non voglio assolutamente nessun’altra donna, oltre che te. Tu sei tutta la mia vita. Mi piace giocare con te. Se questo ti ha ingenerato il timore che non mi sei più sufficiente, allora lasciamo perdere tutto. Volevo solo rendere un poco più pepato il nostro rapporto. Ammetto che forse ho esagerato, ma voglio sperare che non si creino malintesi tra noi».
Lei, confortata da queste mie parole, si è stretta a me e mi ha baciato con trasporto.
«Scusa amore, ma non sapevo più che pensare. Hai sempre delle idee così strane che, a volte, mi sembra di capire che tu voglia di più. Ti chiedo solo: fin dove vuoi spingerti? Io ti avverto che lo scambio non mi va di farlo e che certi giochi desidero che restino nella nostra intimità e basta!»
La scruto negli occhi e, con parole semplici e chiare, le dico che nemmeno io desidero lo scambio, mi piace solo esibirla, questo si, mi piace molto.
Mi eccita l’idea che un’altra persona la possa ammirare nella sua portentosa sensualità. Lei mi osserva attentamente ed obbietta che quel gioco potrebbe creaci seri problemi. In città siamo molto conosciuti e lo sputtanamento sarebbe totale. Poi aggiunge che non intende prostituirsi, nemmeno in cam.
Allora le spiego la mia idea: creare un profilo su uno dei siti specializzati, ma non di quelli a pagamento proprio per evitare di farla sentire prostituita; l'idea è quella di scegliere un sito per coppie che vogliono giocare, come ne abbiamo visti tanti, per poi cercare una coppia che voglia giocare solo in cam.
La vedo titubante, ma mi promette che ci penserà. Intanto io dovrò studiare la cosa nei minimi dettagli, cercando di adottare ogni azione tesa ad aggirare le possibili sfaccettature e problematiche, poi mi addormento lasciando lei a riflettere su tutta la questione.
Laura
Sono stanca, ma non riesco a dormire. Mi eccita l’idea di Filippo di esibirmi in cam, ma ho tantissima paura di esser riconosciuta e di tutte le conseguenze che ne deriverebbero. Dopo alcuni giorni, mi comunica che è pronto a creare il nostro profilo. Mi scatta delle foto che esaminiamo insieme, poi le carica sull'account che ha creato e, insieme, inseriamo l’annuncio, specificando chiaramente che cerchiamo coppie per giocare solo in cam. Passano tre giorni e poi, sempre insieme, diamo uno sguardo al profilo. Incredibile!
E' mai possibile che uno scrive che si cercano coppie e si veda sommerso da singoli, tra l'altro, anche maleducati, da coppie che ci promettono orge stratosferiche, scopate al limite del rischio infarto, quando noi, vogliamo solo un gioco in cam? Sconsolati, riscriviamo l’annuncio specificando a lettere cubitali che vogliamo solo un gioco in cam. Sfiduciata lascio a Filippo l’onere di controllare il profilo.
Filippo
Accidenti che delusione! Ero pronto a dover eseguire un congruo scarto, ma ciò che mi si presenta è tutto scarto. Messaggi di ogni tipo. Dal super dotato che promette a me, cornuto, di sfondare mia moglie in tutti i buchi per il mio piacere, a coppie dove le foto sono talmente ginecologiche, che puoi giungere alla conclusione che, per loro, una donna sia solo culo e figa in bella mostra, o mariti cazzuti che, per dimostrare di essere davvero dotati, affiancano il fallo a lattine di birra, telecomandi o sopra lavandini o tazze del cesso.
Ma è mai possibile che la trasgressione consista in questo? Delusi, ancora una volta, rimoduliamo l’annuncio e un po' le cose cambiano. Incominciamo a ricevere dei messaggi più in linea con le nostre idee. Dopo circa un mese, abbiamo intavolato un discorso fatto di vari messaggi con un ragazzo molto timido, che si è proposto per giocare in cam. Non è proprio quello che cercavamo, ma, anche per rompere il ghiaccio, accettiamo. Laura è tesa da morire. Decidiamo di farlo nella camera di nostro figlio, dove c’è una parete bianca e mettiamo un lenzuolo che copre il letto, e poi accendiamo la cam. Durante tutto il tempo che abbiamo avuto nel cercare una coppia valida, io le ho procurato due maschere, che coprono quasi interamente il volto, ad eccezione della bocca e il mento, nonché una parrucca mora, che lei indossa per questo primo esperimento. Vedere Laura mora mi fa uno strano effetto, è decisamente molto meglio bionda.
All’inizio siamo tutti e tre molto tesi, spiego a Laura che deve lasciarsi andare come lo fa per me, quando sono lontano. Pian piano prende a masturbarsi, mentre il giovane è eccitatissimo. Le chiede alcune cose e lei, dapprima con un po’ di ritrosia, accetta, permettendo così di far sciogliere la tensione. Sono molto eccitato e, alla fine, le metto il mio cazzo in bocca per la gioia del nostro amico, che raggiunge subito l'orgasmo, schizzandosi addosso. Laura, delusa, chiude immediatamente il collegamento, si toglie la maschera e mi trascina su di sé eccitata e desiderosa di esser posseduta.
Laura
Pensavo fosse più eccitante vedere uno che si masturba per me: mi sarei aspettata di godere con lui, come faccio sempre con Filippo, invece il ragazzo è schizzato come una fontana, appena ho preso in bocca il cazzo di mio marito. Delusa ho chiuso il collegamento, ma sono infinitamente eccitata ed ho voglia di sentirlo dentro di me.
Adoro mio marito per tutto questo; mi piace esser scopata prima nella mente e poi fra le cosce. E lui in questo è proprio bravo: mi insinua nel cervello certe godurie che mi fanno eccitare all'inverosimile e, quando quel tumulto mi si scarica nella vagina, lui è lì pronto a penetrarmi, portandomi ai più alti vertici del piacere. Certo, questo primo esperimento non ha dato risultati molto soddisfacenti, ma ci rendiamo conto che siamo sulla buona strada, il ghiaccio è rotto ed io lascio che sia ancora lui a tenere la barra del timone.
Filippo
Ho goduto con Laura, dopo la cam, in una maniera stupenda. Era eccitatissima e il tutto era dovuto al fatto che le è piaciuto sentirsi, ma ritengo sia importante trovare una coppia per poterci divertire davvero.
Dopo alcune settimane di inutili ricerche, ci chiede l’amicizia una coppia sui quarantacinque anni. Lei Alice, molto bella, fisico ben curato al pari di mia moglie, lui, Leo, un bel maschio alto, dal fisico asciutto e ben messo anche come dotazione. Ci contattano perché hanno già avuto una esperienza in cam, e vorrebbero riprovare. Ci raccontano che la coppia con cui hanno giocato, la lei era bisex e, una volta smussate le titubanze, aveva chiesto ad Alice un incontro solo fra loro due. Lei, per curiosità, aveva accettato, ma si era trovata a disagio, in quanto la signora era una lesbica, veramente esigente e molto aggressiva. Adesso desideravano riprovare con una coppia etero, anche se ad Alice non mancava un certo interesse per il sesso fra donne, ma livello soft. Decidiamo di assecondare il gioco e incominciamo a frequentarci in cam, dove le donne, dopo un iniziale momento di incertezza, si dimostrano molto a loro agio e, ben presto, si rivelano una coppia molto piacevole, divertente, e molto porcella, che sa giocare, farci divertire e Laura, finalmente, può dare sfogo a tutta la sua libidine in momenti indimenticabili.
Essi sono molto intriganti, sensuali e mai volgari, anche se spesso siamo io e Leo a usare un linguaggio un po’ più spinto, ma senza esagerare. Trascorriamo circa tre mesi tra giochi e serate sempre più intriganti, che ci portano ad una certa confidenza, anche se sempre con le dovute precauzioni, tipo maschere e parrucca. Poi ad Agosto ci chiedono, cosa avremmo fatto a ferragosto. Normalmente è uno di quei giorni in cui io e Laura ce ne stiamo buoni e tranquilli a casa, per non essere coinvolti nel gran casino che, di solito, si trova in giro. Essi ci confidano che non sono mai stati nella nostra città e, se per noi, non è un grosso problema, avrebbero piacere a prendere un caffè con noi.
Vedo Laura sbiancarsi in volto; mi guarda, poi si scusa con loro e chiede di chiudere, temporaneamente, la connessione.
«Questo non si può fare! Sarebbe una cosa troppo oltre le nostre aspettative».
La guardo e cerco di essere il più calmo possibile, anche se la richiesta ha sorpreso anche me.
«Amore, credo che tu stia esagerando. Da mesi ci vediamo con loro in cam, abbiamo fatto le peggiori porcate, ci siamo messi a parlare con loro per ore e, adesso, ti senti in ansia per un incontro reale con loro, quando in cam ne abbiamo fatte di cotte di crude? Credo che non ci sia nulla di male».
Lei mi guarda indecisa, sa che ho ragione, ma cerca di farmi cambiare idea.
«Non posso andare in giro per la città da mora, tutti mi conoscono bionda».
La guardo e capisco che ho rotto la sua difesa.
«Non dobbiamo necessariamente andare in giro per la città: li invitiamo la sera del 14 a cena da noi, a base di pesce, che tu sai cucinare benissimo e tra le pareti domestiche, ti sentirai più a tuo agio».
Riapre la comunicazione e lei propone l'invito. Loro fanno un salto di gioia e, poi, prima di chiudere di nuovo il contatto, si tolgono entrambi la maschera, ci mandano un bacio e chiudono, prima che noi abbiamo il tempo di fare la stessa cosa. Passano sei giorni, ed arriva la sera dell’incontro. Laura è tesa come la corda di un violino. Sembra che non le vada bene nulla. La cena non sarà buona, e cosa mi metto, così sono troppo troia cosà troppo informale. Alla fine la convinco che tutto andrà bene. Le faccio indossare un abito nero a mezza coscia, elasticizzato, che ne modella il corpo ed evidenzia il seno e lo splendido culetto. Alle venti, puntualissimi, si presentano alla nostra porta, dove li riceviamo insieme. Alice indossa una mini bianca, un top azzurro e sandali dal tacco dodici, come quelli di Laura. Lui è, come me, molto complice, e subito ci troviamo in perfetta sintonia. Dopo un po', già si parla come se ci conoscessimo da sempre. Laura si lascia andare e ben presto l’atmosfera diventa rilassata e cordiale. Parliamo di tutto e con assoluta tranquillità; noto che anche mia moglie si trova a suo agio anche nel parlare di sesso, liberamente. La serata scorre in maniera stupenda e le donne si mettono a parlare di abiti, completi intimi e Laura invita Alice in camera nostra, per mostrarle il suo ultimo acquisto, in fatto di lingerie. Guardo Leo e, con fare complice, le seguiamo e ci mettiamo seduti sul letto, mentre loro sembrano non accorgersi della nostra presenza; cominciano per gioco ad indossare, capi sempre più belli e intriganti, fin quando Alice vede Laura nuda e non può far a meno di inginocchiarsi ai suoi piedi.
«Scusami, ma vorrei sentire il tuo profumo di donna. Se ti infastidisce non lo faccio, ma vorrei sentire quanto è profumata e saporosa la tua micetta».
Laura resta immobile, mentre Alice, le annusa la fica, che deve essere già quasi umida, a giudicare dal livello di eccitazione, reso evidente dai suoi capezzoli, belli tesi, e duri. Poi la fa distendere sul letto e si mette a leccarla con evidente piacere. Resto stupito e molto eccito dal gioco, che ci regalano le nostre donne.
A quel punto mi spoglio, imitato da Leo. Laura resta passiva, ad occhi chiusi, ma si vede che sta per godere e, nello stesso momento che raggiunge un orgasmo, che la fa tremare tutta, Leo, da dietro, fa godere anche Alice.
Godono entrambe. Io che sono rimasto ad ammirare lo spettacolo, mi avvicino a mia moglie, le offro da succhiare il mio cazzo durissimo, e teso, come quello di Leo, che afferra Alice, per i seni, la solleva, la penetra da dietro, mentre io mi distendo supino e mi lascio cavalcare da Laura, che si impala su di me e incomincia a godere.
Mentre si lascia scopare da Leo, Alice sia vicina a Laura e le succhia il seno, procurandole altro piacere, poi fa distendere Leo e si impala anche lei come Laura, ma girata di spalle, per poter cosi giocare e baciare mia moglie, che adesso partecipa al gioco.
Poi cambiamo di nuovo posizione e penetro Laura da dietro, la sua posizione preferita. Alice si distende sotto di lei, le succhia i seni, mentre con una mano la masturba e mi tocca il membro mentre pompo Laura, cosa che le procura un nuovo orgasmo che la fa tremare tutta. Dopo questo ennesimo orgasmo, Alice fa una cosa, che ci stupisce entrambi. Si sfila da suo marito, guarda verso Laura e dice:
«Mi piacerebbe succhiare il cazzo di tuo marito e, se non è un problema per te, dovresti fare la stessa cosa con il mio».
Laura resta un attimo interdetta, mi guarda e riceve da me un segno di assenso, con il capo, poi si inginocchia, fra le gambe di Leo e lo prende in bocca. Sento le calde labbra di Alice, che mi succhiano con estrema determinazione. Guardo mia moglie che succhia e lecca il sesso di un altro uomo e la cosa mi eccita tantissimo. Una sensazione sconosciuta mi scorre nelle vene: sento un misto di piacere e gelosia nel vedere mia moglie fare una pompa ad un altro maschio. Sono stravolto e molto eccitato, sento che non reggerò molto e, ben presto, l’orgasmo sale ed esplodo. Urlo ad Alice di lasciarmi perché sto venendo, ma lei, lo infila di più in gola e riceve in bocca tutto il mio nettare.
Guardo Laura che sta facendo la stesa cosa con Leo e resto stupito; non me lo sarei aspettato. Dopo averci ripulito a dovere, le due donne si avvicinano e si baciano, con evidente trasporto, così da scambiarsi il nostro sperma.
Limonano per un po', poi, lentamente, riprendiamo il controllo della situazione. Appena libera, bacio Laura in bocca. Per me è un gesto molto significativo, quasi a voler ribadire, che lei è mia, mentre lei mi stringe forte, più di quanto mi aspettassi, indice che, anche lei, prova la stessa sensazione. Loro si rivestono e, dopo i saluti e ringraziamenti di rito, se ne vanno. Laura, appena chiusa la porta, mi guarda con un'espressione un po' tesa, mi chiede se è andato tutto bene, poi mi abbraccia e mi bacia, con passione. Mi sento un po' stordito; non era nelle mie previsioni arrivare a quel punto, ed ho provato una terribile morsa di gelosia, quando Leo ha sborrato in bocca a mia moglie, anche se io stavo facendo lo stesso con la sua, e mi è piaciuto.
Laura
Ho sentito una strana sensazione, quando ho preso in bocca il sesso di Leo. Da quando sono sposata, era la prima volta che lo facevo e, dentro di me, si sono alternate sensazioni contrastanti. Ero eccitatissima, ma quando ho visto Alice fare la stessa cosa con mio marito, ho avuto un attacco di pura gelosia. Quando Leo mi è venuto in bocca, mi è piaciuto e, nello stesso tempo, ho visto che Alice faceva la stessa cosa con Filippo: in quel preciso momento ho sentito forte il desiderio di condividere la sostanza che avevo in bocca con Alice, che, a sua volta, aveva quella di mio marito.
Una sensazione sconosciuta e unica si è manifestata soprattutto quando ci siamo baciate ed abbiamo mischiato i sapori molto intensi dei nostri mariti, e l'emozione provata mi ha invaso di un piacere diverso e unico.
Di certo avremo ancora serate in cam con loro e, spero che, in futuro, quella cosa possa ripetersi e continuare ad eccitarci ancora di più.
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3 anni fa
baxi18, 55
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