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Prima era la mia fidanzata troia, adesso diventa mia moglie puttana. terza parte. il giorno delle nozze.
Dopo questa esperienza, Augusto è entrato a far parte della nostra vita in maniera molto più incisiva. Scopava Sara anche in mia presenza e, in più di un’occasione, l'ha accompagnata presso la società bocciofila del suo amico, Carlo, datore di lavoro di Sara, dove un selezionato gruppo di persone mature potevano scoparla ripetutamente. L’ultima occasione è stata il campionato regionale, dove lei, vestita piuttosto sexy, ha consegnato i premi ai vincitori del torneo. In quell’occasione, sono stati in nove a godere sia della sua fica che del suo culo e, in più, ha fatto la conoscenza di Mattia, un fotografo professionista che, quando ha saputo che eravamo in procinto di sposarci, si è offerto di farci il book matrimoniale. Per parlare di tutti dettagli, una sera è venuto a casa nostra e, dopo una cenetta alquanto simpatica ed allegra, mentre io preparavo il caffè, lui è Sara si sono seduti sul divano e, quando son tornato con il vassoio, lei era già in ginocchio davanti a lui e gli succhiava avidamente il cazzo. Un bel membro, lungo e duro, sicuramente molto più del mio, che lei golosamente infilava tutto in bocca. Dopo un attimo di smarrimento, sono rimasto ad osservarla e lei, dopo averlo guardato negli occhi ed avergli sorriso, si è voltata verso di me e mi ha invitato a sedermi.
«Amore siediti e ammira questo splendido membro, che adesso voglio godermi fino in fondo. Guarda che splendida mazza e guarda come me lo godo, come lo succhio e mi farò riempire fino in fondo. Se vuoi puoi segarti, perché da ultimo ho visto che ti piace molto vedere la tua futura mogliettina fare la puttana con altri maschi.»
Mi sono seduto ed ha cominciato a segarmi lentamente, mentre lei, dopo aver leccato e succhiato a lungo quello splendido membro, si è sdraiata sul divano ed ha aperto le cosce, offrendo la sua fica già bagnata e fradicia. Lui si è inginocchiato ed ha affondato la sua lingua tra le pieghe della fica della mia futura moglie. Lei ha cominciato subito a gemere di piacere, poi lui ha allungato una mano e le ha scoperto il seno, titillandole i capezzoli, mentre si dissetava a quella fonte, da cui sgorgava nettare puro. Ad un tratto, lei lo ha afferrato per i capelli e lo ha trascinato su di sé con l’intento di farsi scopare. Lui non ha esitato un attimo e, appena poggiata la punta del proprio membro fra le labbra della sua figa, con un deciso affondo, le è entrato tutto dentro. Sara ha spalancato la bocca ed ha inarcato il corpo, cercando di reggere quella monta così impetuosa. Lui le è scivolato tutto dentro, poi è rimasto immobile; allora lei ha sollevato le mani verso di lui e, afferrato il suo viso, lo ha tirato verso di sé e lo ha baciato con ardore e passione. Lui, mentre rispondeva al bacio, ha cominciato a muoversi dentro e fuori, pompando quel corpo così meravigliosamente desideroso di godere. Sara ha impiegato poco a raggiungere un orgasmo molto intenso, che l’ha fatta fremere tutta, lasciandola quasi esausta. Lui è rimasto immobile, aspettando che lei si godesse quel momento di puro piacere, poi ha ripreso a scoparla a fondo, spingendo sempre di più dentro di lei quel membro grosso e duro. Lei ha goduto ancora e, dopo l’ennesimo orgasmo, si è girata verso di me e mi ha fatto avvicinare.
«Amore mio, voglio che mi metti il tuo cazzo in bocca, perché adesso voglio il suo nel culo e, mentre lui me lo sfonda tutto, voglio succhiare anche il tuo cazzo.»
Pertanto si è sfilato dalla fica quel membro lucente, bagnato dei suoi umori e si è girata appoggiandosi allo schienale del divano, offrendo così il culo. Lui ha appoggiato la cappella su suo buchetto che, dopo una lieve pressione, si è aperto accogliendolo tutto dentro con estrema facilità.
«Accidenti, amico! Questa troia ha il culo già così sfondato, che il mio cazzo è entrato, quasi fosse nella figa.»
Ho guardato Sara ed i suoi occhi brillavano di piacere, mentre lui l’ha afferrata per i fianchi ed ha cominciato a pomparla con decisione. Lei ha sollevato il capo ed ha preso il mio cazzo in bocca, appoggiando le mani ai miei fianchi; mi ha fatto restare immobile, mentre ad ogni affondo da dietro dell'altro, il suo corpo si spingeva in avanti e, a bocca spalancata, riceveva il mio cazzo fin dentro la gola. Era stupendo vedere come godeva, mentre entrambi le infilavamo i nostri membri energicamente, fin quando io, prossimo all’orgasmo, le ho afferrato la testa e tenendola bloccata ho mosso il bacino così da scoparla in bocca, fino a che le ho inondato la gola con il mio piacere. Lei ha serrato le labbra ed ha succhiato ogni singola goccia uscita dal mio cazzo. Anche Mattia, era giunto all’apice e, tenendola bloccata per i fianchi, ha preso a scoparla con maggior forza ed irruenza, fin quando, con un grido che non aveva nulla di umano, le ha riversato in culo tutto il suo piacere. Siamo rimasti per un lungo istante tutti e tre immobili, poi lei si è alzata ed è andata in bagno, non senza inginocchiarsi davanti a lui e pulirgli il cazzo di tutti i residui di sborra ancora presenti su di esso. Rimasti soli, lui, scrutandomi negli occhi, si è complimentato con me per quanto fosse troia Sara.
«È una femmina stupenda, come ce ne sono poche: sa godere dei piaceri del sesso e non ne fa mistero. In questi giorni, l’ho vista godere in mezzo a quei maschi maturi, giù alla bocciofila. Ho visto poche femmine godere così tanto nel farsi scopare da uomini maturi. Sei veramente fortunato ad avere una donna così e spero che la nostra amicizia duri a lungo. Per quanto riguarda il matrimonio, mi piacerebbe, oltre alle normali foto, creare un album fotografico molto particolare, con foto belle piccanti di voi due e, se sei d’accordo, anche un po’ porno.»
L’idea di avere delle foto piccanti di noi due nel nostro "wedding day", mi ha intrigato molto e, quando Sara è tornata, anche lei ha accettato, subito entusiasta; poi, dopo aver riflettuto un attimo, ha detto che aveva già in mente qualcosa di veramente carino. In men che non si dica, arriva la vigilia del giorno delle nozze e Sara, insieme ad Augusto, sono usciti da soli per l’addio al celibato, mentre io ero di turno in ospedale. È tornata a notte inoltrata e la mattina dopo era ancora a letto a dormire; così, solo nel primo pomeriggio, mi sono fatto raccontare come aveva trascorso la serata.
«Appena siamo usciti, ci siamo recati in un posto, dove le coppie fanno del carsex, ma, giunti sul posto, abbiamo visto delle persone che stavano litigando; allora ce ne siamo andati, per non trovarci invischiati nella rissa. Siamo arrivati al mare ed Augusto mi ha portato in un locale, che sta sul molo grande. Appena entrata, mi sono sentita addosso gli sguardi delle persone lì presenti; del resto indossavo solo una mini, dei sandali con tacco ed una camicetta, senza nessun tipo di intimo, che nulla nascondeva dei miei seni in bella mostra. Ci siamo avvicinati al bancone ed il proprietario, senza mezzi termini, ha chiesto ad Augusto se fossi stata disponibile a farmi scopare; lui si è girato intorno ed avendo notato le poche persone lì presenti, gli ha risposto che non ero altro che una puttana in cerca di cazzo. A quelle parole, il proprietario del bar ha abbassato la saracinesca e, guardandomi dritto negli occhi, mi ha fatto sedere su uno dei tavoli al centro della sala e, senza dire niente, si è aperto la patta dei pantaloni ed ha tirato fuori un cazzo che si stava già indurendo. Poggiatami una mano sulla testa, mi ha chiaramente invitato a prenderglielo in bocca. Non era molto pulito e sapeva di piscio, ma questa cosa, anziché disgustarmi, mi ha eccitato ancora più. Anche gli altri si sono avvicinati e, ognuno di loro si è fatto succhiare il cazzo, mentre il primo mi ha aperto le chiappe e, con un affondo deciso, me lo ha piantato tutto dentro. Ho cominciato subito a godere nel sentirmi usata come una puttana; intanto loro mi scopavano in continuazione, facendomi godere, finché Augusto gli ha detto che dovevano prendermi in doppia e riempirmi anche il culo di sborra. Allora hanno cambiato sistema: uno di loro si è disteso ed io mi sono ritrovata impalata nel culo, con le cosce in alto, e subito un altro me lo ha piantato davanti, facendomi godere all'impazzata. Non so per quanto tempo mi hanno scopato, l’unica cosa che ricordo è che ho goduto così tanto da esser quasi svenuta, finché mi son trovata così piena di sborra, che mi colava da tutti i buchi perché abbondantemente riempiti. A quel punto, Augusto mi ha portato a casa, e mi ha messo a letto, dove tu mi hai trovato questa mattina. Inoltre ho deciso di invitare Augusto al nostro matrimonio e, per non destare sospetti fra i parenti, diremo che lui è l’autista della sposa e, per avvalorare questa tesi, lui ha messo a disposizione la sua Maserati. Spero che tu sia d’accordo.»
Durante tutto il racconto, il mio cazzo è diventato durissimo e, subito dopo che lei ha finito di parlare, le ho presentato il cazzo davanti alla bocca: lei lo ha succhiato e ingoiato all’istante, facendomi sborrare anche l’anima. Arrivato il giorno delle nozze, già al mattino Mattia è venuto a casa per scattare foto, di cui, alcune, anche di me nudo. Ero così teso, che il mio cazzo non voleva in nessun modo diventar duro, così lui si è avvicinato e mi ha sussurrato che, una volta uscito da casa mia, sarebbe andato casa di Sara e si sarebbe fatto fare un bel bocchino dalla mia futura moglie, di modo che, quando l’avrei baciata, avrei sentito, nella sua bocca, il sapore della sua sborra. Al solo immaginare quanto mi riferiva, il mio cazzo ha avuto un’erezione tremenda, così lui ha potuto scattare alcune foto, poi, ridendo, mi ha detto che potevo anche farmi una sega, mentre lui ora sarebbe andato a farsi fare il famoso bocchino. Ero un po' perplesso sul fatto che chiunque avrebbe potuto chiedersi come mai una persona del tutto estranea potesse guidare la macchina con all'interno la mia sposa, ed ora non era da sottovalutare anche il rischio sul proposito di Mattia a volersi far succhiare il cazzo da Sara. In piedi, davanti all’ingresso della chiesa, ho atteso con impazienza l’arrivo della mia fidanzata, che sapevo essere in macchina con il suo toro da monta preferito assieme a suo padre, che ignaro, l’avrebbe accompagnata all’altare, senza immaginare quanto fosse diventata puttana sua figlia. Quando è scesa dall’auto, io e Mattia ci siamo dati uno sguardo d’intesa; lui mi ha sorriso ed io mi sono avvicinato a Sara, che era bellissima nel suo vestito da sposa, che lasciava libere le spalle, mentre, davanti, il seno era ben in vista; così mi è giunta all’altare. Per tutta la cerimonia, ho aspettato l’attimo in cui avrei baciato la sposa, impaziente di sapere quale sapore aveva la sborra di Mattia. Al momento del bacio, Sara mi ha guardato, mi ha sorriso e, incollate le sue labbra alle mie, mi ha fatto conoscere, finalmente, il sapore del maschio, cui aveva appena fatto un pompino. Il resto della giornata è passato come da copione e, soprattutto, quando eravamo al ristorante, uno splendido casale in mezzo al verde, Mattia ci ha invitato a riuscire nel parco per fare qualche foto. Avremmo anche voluto fare qualche scatto un po’ piccante, ma la presenza continua dei nostri parenti, ci ha fatto desistere, per non rischiare domande imbarazzanti. Alla fine della giornata, quando tutti sono usciti dal locale, siamo rimasti solo io, mia moglie, Augusto e Mattia. Tutti e quattro siamo andati a casa nostra e, nel momento in cui ho sollevato la sposa per varcare la soglia di casa, il suo vestito si è aperto, scoprendo la coscia fasciata con delle autoreggenti bianche. Naturalmente lui ha immortalato subito l'evento con uno scatto e poi, dopo aver coperto la coscia, ne ha fatto un’altra per l’album ufficiale. Una volta tutti e quattro dentro, Sara ci ha fatto accomodare sul divano ed è sparita in camera nostra. Io guardavo Augusto e Mattia che, sornioni, mi guardavano sorridendo, finché non è ricomparsa Sara, più bella che mai: aveva indosso solo le autoreggenti e le scarpe con il tacco alto. Subito lo sguardo dei due maschi si è illuminato, mentre io sono rimasto un momento attonito, cercando di capire che cosa voleva fare. Lei, si è diretta espressamente verso di me, mi ha abbracciato e baciato, poi guardando loro, mi ha messo al corrente del suo progetto.
«Amore mio dolcissimo, oggi abbiamo coronato un sogno che stavamo coltivando da tempo, ma io, questa sera, vorrei, non solo instaurare la mia vita con te come moglie, ma anche iniziare un percorso fatto di complicità con te, che mi faccia diventare una troia vera e propria, una puttana capace di godere con altri maschi in tua presenza e, per far questo, vorrei che, nella mia prima notte di nozze, fossero questi due magnifici tori a farmi godere e riempirmi i buchi con il loro piacere. Poi mi aspetto che tu, da bravo e consenziente cornuto, ti adoperi per ripulire ogni traccia del loro piacere, per poi possedere il mio corpo, lasciando dentro di me anche il tuo piacere.»
Per un attimo sono rimasto alquanto sbigottito nell’apprendere che era desiderio di mia moglie che, nella prima notte di nozze, due maschi, diversi da me, dovevano farla godere, ma, scrutandola negli occhi, ho trovato l’amore che provava per me e, soprattutto, il piacere che gliene sarebbe derivato nel farsi ammirare mentre godeva con loro. Senza obiettare alcunché, mi sono spostato di lato e mi sono seduto su di una poltrona, mentre gli altri due hanno cominciato ad accarezzare il corpo di Sara, che ha preso a fremere, impaziente, per il desiderio di essere posseduta da quei maschi ben dotati. Mattia si è inginocchiato dietro di lei ed ha cominciato a leccarla da dietro, strappandole gemiti di goduria infinita, mentre Augusto l'ha fatta piegare a 90° e le ha offerto la sua splendida mazza da succhiare. Lei non si è certo risparmiata e, lentamente, ha cominciato ad ingoiare quello splendido membro che le occupava completamente la bocca.
«Meravigliosa! Sei una bocchinara stupenda! Dai, prendilo tutto dentro, che poi te lo pianto nel culo e ti faccio impazzire!»
A sentire le parole di Augusto, che elogiavano la bravura di mia moglie nel succhiargli il cazzo, mi è venuto subito duro e, così, ho aperto i pantaloni ed ho cominciato a segarmi lentamente. La cosa non è sfuggita a Sara, che si è girata verso di me e, sfilatosi per un istante il cazzo di Augusto dalla bocca, mi ha tassativamente vietato di sborrare.
«Mio dolce cornuto, non ti azzardare a venire, altrimenti mi vedrò costretta a chiedere a questi due stalloni di romperti il culo! Quando essi avranno riempito i miei buchi, tu dovrai leccare tutto il loro seme che ne sgorgherà e, solo allora, io vorrò che tu mi sborri dentro.»
Avvertivo su di me lo sguardo di pura devozione di quella donna che ora si stava preparando a prendere nel culo il cazzo di Augusto, mentre Mattia, davanti, avendole sollevato le gambe, le stava già piantando il suo nella fica. Hanno cominciato a scoparla con calma, senza fretta, facendola godere ripetutamente, mentre io, più di una volta, ho dovuto stringermi le palle fino a sentir dolore, per non venire; il primo a riempirle la fica è stato Mattia, che vi ha sborrato dentro con un grido rauco, poi si è sfilato e le ha offerto il cazzo in bocca per farselo pulire tutto.
«Brava, puttana! Adesso che ti ho farcito la fica per bene, puoi pulirmelo tutto, fino all’ultima goccia!»
Vedere la sua fica slabbrata, da cui già colava un rivolo di sborra bianca, mi ha fatto quasi venire e ho dovuto mordermi le labbra per non godere. Dopo qualche istante, in cui lei ha, con estrema cura, pulito il cazzo di Mattia, Augusto mi ha chiesto di mettermi disteso sul pavimento e, subito dopo, mi sono ritrovato la fica di Sara sulla bocca, mentre lei, piegata in avanti, si è trovata il mio cazzo duro davanti alle labbra e lui, da dietro, le pompava il culo, con un ritmo piuttosto sostenuto. Era impressionante vedere quel membro che sfondava il culo di mia moglie, mentre nella mia bocca colava tutto il piacere che Mattia le aveva scaricato in fica. Sara ha avuto un lungo e intenso orgasmo per la ricevuta doppia penetrazione e, mentre io assaporavo in bocca il cocktail di sborra di Sara/Mattia, lei si teneva il mio cazzo ben piantato in gola, serrandomi con forza le palle, affinché non sborrassi. Ad un tratto Augusto si è piantato tutto dentro di lei e, con un grugnito da autentico maiale, le è venuto dentro, scaricando nel culo tutto il piacere che aveva nelle palle. Ad ogni schizzo potevo osservare le vene di quel grosso cazzo tendersi e lui, ad ogni colata, lo sfilava sempre più, finché l’ultima l’ha espulsa tenendo la cappella appena appoggiata sull'ano, cosicché si è trasformata in un rivolo che è scivolato giù, ha attraverso la fica ed è giunto dentro la mia bocca. Lui si è tolto da quella posizione e si è sistemato davanti al viso di mia moglie in modo da farsi succhiare e pulire il cazzo; Sara, naturalmente, ha provveduto ad eseguire in maniera perfetta e precisa. Sono rimasto disteso sotto di lei, continuando a leccarla, mentre i due maschi si sono rivestiti e, salutandola, si sono complimentati con lei per quanto fosse diventata troia.
«Sei una troia meravigliosa; puttane come te, non ne nascono tutti i giorni e, soprattutto, è stato immensamente bello poterti scopare la prima notte di nozze, per rendere tuo marito indiscutibilmente cornuto, ma anche veramente fortunato ad avere una moglie puttana come te. Spero che in futuro avremo modo di passare altre serate insieme. E tu, da bravo cornuto, continua a leccare ed a ripulire i buchi di questa magnifica femmina.»
Senza aggiungere altro, se ne sono andati, mentre lei si è di nuovo tuffata sul mio cazzo e, dopo averlo preso in bocca, lo ha succhiato; poi si è sollevata e si è impalata su di me, infilandoselo tutto nella fica. La sentivo calda e bagnata, ancora pregna della sborra che gli aveva riversato dentro Mattia e lei, movendosi avanti/indietro ha avuto un orgasmo e poi, dopo essersi abbassata su di me ed avermi baciato per assaporare dalla mia bocca il sapore di quei due maschi, mi ha guardato con occhi languidi e mi ha invitato ad incularla. L’ho sollevata, l'ho sdraiata sul divano, e tirate su le sue gambe, fino a farmi appoggiare i talloni sulle spalle, ho appoggiato il mio cazzo sul suo buco di culo ancora aperto e, con un affondo deciso, l'ho spinto tutto dentro. Ovviamente sentivo il mio cazzo che sguazzava allegramente in quel buco di culo pieno del piacere dell’altro maschio, ma questa sensazione, invece che amareggiarmi, mi ha eccitato ancora di più e, dopo averla scopata quasi con violenza, sono venuto e, dopo il primo schizzo dentro di lei, sono uscito e mi sono svuotato sul suo corpo. Il secondo ed il terzo schizzo le hanno bagnato il seno fino alla gola e lei, sorridendo, si è compiaciuta con me.
«Bravo! Bravo il mio amore cornuto, così si fa! Devi sempre avere degli schizzi generosi e violenti da ricoprire il mio corpo ogniqualvolta mi farò scopare da un altro maschio; alla fine della sessione di sesso che mi godrò con altri, l’ultima sborrata dovrà essere sempre la tua.»
Nel sentire quelle parole, il mio cazzo è rimasto ancora più duro e, senza nessuna esitazione, l’ho appoggiato alla sua fica e gliel'ho spinto dentro, continuando a pomparla sempre più velocemente, facendola godere ancora. Sfiniti siamo andati a letto. Il giorno dopo, Augusto ci ha accompagnato all’aeroporto, da dove siamo partiti per la nostra luna di miele. Naturalmente, anche in questa occasione, lei, durante il tragitto, si è seduta sul sedile posteriore e, mentre io guidavo, si è fatta scopare da Augusto che, quando è venuto, le ha scaricato in bocca tutto il suo nettare.
Anche durante il viaggio di nozze, si sono verificati non pochi momenti, in cui ho potuto verificare quanto mia moglie fosse diventata troia, per me è cominciato il periodo più bello della mia vita.
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3 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 1 settimana fa -
Prima era la mia fidanzata puttana. parte seconda. a breve diventerà la mia moglie troia.
Mi chiamo Antonio, sono alto un metro e settanta, per settantacinque kg di peso, capelli e occhi scuri, magro, fisico abbastanza normale, un ragazzo come tanti, e ho completato il tirocinio per diventare medico. Sono fidanzato da tre anni, con Sara, biondina con due begli occhioni azzurri, alta un metro e cinquanta, per cinquanta kg, terza di seno e un gran bel culo. Lavora come segretaria presso un'azienda grafica. Poco tempo dopo che ho finito il tirocinio, quando mancano appena tre mesi al nostro matrimonio, Sara ha ereditato una bella casetta a schiera nel quartiere vecchio della nostra città. Comunque sono case costruite in una zona abbastanza bella, che meritava una certa ristrutturazione, ma idonea a concederci la possibilità di convivere, quindi abbiamo provveduto a fare una bella ristrutturazione. Anche la casa accanto alla nostra era in vendita da quasi un anno, ma nessuno sembrava interessato ad acquistarla. Io e la mia fidanzata abbiamo pensato che, forse, il prezzo richiesto era troppo alto. È una casa molto bella, con molti extra, ma decisamente troppo cara. Solo quando il prezzo è stato ridotto, in solo pochi giorni è stata venduta. Un pomeriggio abbiamo conosciuto il nuovo vicino. Il suo nome è Augusto ed ha 50 anni; divorziato per 15 anni, non si è più risposato. Una grande azienda commerciale lo ha assunto come dirigente, perché effettivamente è una persona che non sa stare senza far nulla; sa fare di tutto e noi ci siamo subito sentiti tranquilli ad avere un vicino come lui. Ad esempio, mi ha consigliato come ornare il giardino e altre piccole cose molto utili, nelle quali sono davvero una frana.
Ho notato che Sara era molto ben disposta verso di lui; spesso li vedevo parlare fra loro e ridere di gusto. Il suo aspetto fisico è alto e muscoloso, magro, molto bello ed educato. Quasi ogni volta che lo vediamo, durante la sera o nei fine settimana, indossa solo un paio di pantaloncini da jogging. Ha un'abbronzatura incredibile! Ci sono cose di lui che mi piacciono molto, cosi ho iniziato ad elaborare nella mia mente l'immagine di lui con Sara. Di recente ho iniziato a stuzzicare Sara, evidenziando di aver notato con quanto interesse Augusto la guardasse. Lei si schermiva, sostenendo che lui aveva ben ventiquattro anni più di lei, che era canuto e che, probabilmente, non gli si rizzava più; perciò che importanza poteva avere il fatto di esser attratto da lei? Ma io insistevo, ribadendo un vecchio detto delle mie parti:
«Sol perché c'è neve sul tetto, non significa che non ci sia fuoco nel camino.»
Intanto, però, ho capito che questi miei discorsi avevano fatto breccia in Sara, tant'è che ha cominciato ad osservarlo con sempre più interesse. Ma adesso voglio che sia lei a raccontare il suo punto di vista sulla storia.
Sara
Quello che il mio adorato marito, nonché meraviglioso cornuto, ignora, e che io conosco il nostro vicino da prima di lui. L’azienda dove lavora è sempre a stretto contatto con la mia e quando lui, la prima volta, è venuto a parlare con il mio capo, gli avevo sentito dire che stava cercando una casa dove poter vivere. A quel punto, sono stata proprio io a suggerirgli di acquistare quella vicina alla nostra, cosa che lui ha fatto con immenso piacere, perché quando mi ha visto per la prima volta, ha indugiato a lungo con il suo sguardo su di me e questo mi ha fatto bagnare oltremodo. Naturalmente, in seguito, quando per la prima volta mi ha visto insieme ad Antonio, si è reso conto che io non avevo riferito al mio fidanzato del suggerimento datogli e questo lo ha spronato ad esser più audace con me. In ordine a quella circostanza, avevo preferito tacere col mio fidanzato, perché volevo vedere fin dove il tizio si fosse spinto con me, avendo intuito che, come persona matura, ma dall’aspetto ben curato, aveva suscitato il mio interesse. Così ho iniziato ad abbigliarmi in maniera più audace, soprattutto quando ero in giardino o quando, per un qualche motivo, dovevo entrare in casa sua assieme ad Antonio. Mi è stato subito chiaro che ad Antonio piaceva che Augusto mi guardasse e non cercasse di nascondere che mi stava ammirando, soprattutto mi intrigava molto sentirmi desiderata da quel maschio, così affascinante. Naturalmente il gioco eccitava molto anche il mio fidanzato, che non perdeva occasione, la sera, nel nostro letto, per scoparmi con foga e rinnovato vigore. Poi, un sabato mattina, mentre Antonio era fuori, impegnato con degli amici a fare un giro in bici, ho visto che, alla porta di Augusto, si sono presentati due uomini più o meno della sua stessa età. Uno lo conoscevo bene, perché altri non era che il mio capo, mentre l’altro era sicuramente il proprietario dell’azienda dove lavora Augusto e questo mi ha intrigato molto. Da tempo, sento su di me, lo sguardo del mio capo ed ho capito che vorrebbe scoparmi, ma è anche evidente il fatto che, essendo una sua dipendente, non può spingersi oltre certe formalità di facciata. Ora, però, a vederli tutti e tre seduti vicino alla piscina, a ridere e scherzare, mi ha provocato una certa voglia di giocare un po’ con loro. Così, indossata una delle canottiere di Antonio, che su di me appariva come un prendisole corto, ho suonato alla porta del vicino. Augusto è venuto ad aprire e, dal modo in cui mi ha guardato, ho capito che si è fatto un'idea di quella che poi era la realtà: quella canottiera era l'unico indumento che avessi addosso.
«Scusami, mi era venuta voglia di un caffè, ma ho scoperto che abbiamo finito le cialde. Posso approfittare della tua ospitalità?»
Dopo un attimo di stupore, mi ha invitato ad entrare e, appena dentro, ho notato una mal celata semi erezione nei suoi pantaloncini, messi su per venir ad aprire la porta. Augusto si è reso conto che avevo notato l'effetto che gli avevo provocato, ma, soprattutto, ho intuito che fosse felice nel sapere che me ne fossi accorta.
«Accomodati pure, lo stavo preparando anche per i miei ospiti, che saranno di sicuro felici di poterlo gustare insieme te.»
Dalla cucina, siamo passati sul retro della casa, dove, una volta fuori, seduti sulle sdraio accanto alla piscina, c’erano le persone che avevo visto entrare. Carlo, il mio datore di lavoro, si è subito alzato in piedi, e mi è venuto incontro.
«Buongiorno Sara, mi fa molto piacere vederti; posso presentarti Luigi, il proprietario dell’azienda dove lavora Augusto?»
L’altro si è alzato in piedi ed è venuto subito verso di me; senza staccarmi un attimo gli occhi di dosso, ha preso la tazzina di caffè che gli offriva Augusto e l’ha offerta a me, in evidente segno di cortesia.
«Il piacere è tutto mio e, non sia mai detto che, in presenza di una signora, io riceva una cosa prima di lei.»
in un attimo, mi sono trovata stretta fra quei tre maschi stupendi, che mi stavano spogliando con gli occhi. Luigi indossava un paio di pantaloni bianchi molto attillati e, subito, il mio sguardo si è posato sul pacco gonfio e ben evidente che lui teneva in bella mostra. Anche Carlo aveva una palese erezione che non nascondeva per niente, mentre io avvertivo, dentro di me, il forte desiderio di giocare con tutti e tre. Dopo aver sorseggiato il caffè, mi sono girata piegandomi a 90°, ed ho poggiato la tazzina sul piccolo carrello da giardino. Quel mio movimento ha reso evidente a tutti che indossavo solo quella maglietta e, giratami di nuovo, ho letto la libidine nei loro volti, mentre i loro cazzi, belli gonfi, premevano contro la stoffa dei pantaloni, quasi a volerla bucare. Augusto mi si è avvicinato e, allungate le mani sull'orlo inferiore della maglietta, me l'ha sfilata sopra la testa, con me che alzavo le braccia per consentire la manovra.
In un attimo mi sono ritrovata nuda davanti a loro. Tutti e tre mi guardavano con occhi carichi di desiderio; io, allora, senza dire una sola parola, mi sono inginocchiata davanti a lui e, infilati i pollici dentro l'elastico dei suoi pantaloncini, li ho tirati giù. Il suo sesso, lungo e duro, è balzato fuori come una molla, proprio davanti al mio viso. Con la mano destra ho iniziato a maneggiare le sue palle. Il suo cazzo duro svettava davanti alle mie labbra ed io mi sono sporta in avanti per prenderglielo in bocca. Prima, con la mia lingua, ho esplorato la sua asta ed ho voluto saggiarne la virilità. Bello, duro e profumato, me lo sono spinto giù in gola, fin quando il mio naso non si è infilato tra i peli del suo inguine; lui hai emesso un gemito di piacere ed un apprezzamento per quello che stava ricevendo.
«Meravigliosa! Sara, sei una bocchinara stupenda!»
Anche gli altri due si sono avvicinati e i loro cazzi tesi e duri aspettavano di essere succhiati da me, che già mi stavo sbrodolando fra le cosce. Le parole di Carlo, hanno ancora di più incendiato i miei sensi.
«Finalmente! Con quella rompiballe di mia moglie sempre in giro per l’ufficio, non sono mai riuscito ad assaporare la bocca di questa troietta. Ho sempre saputo che era una puttanella pronta a succhiare ogni cazzo, ma purtroppo non ne avevo ancora assaporato le labbra e oggi, già che ci sono, voglio anche riempire i suoi buchi.»
Dopo quelle parole, ha appoggiato una mano sulla mia testa e mi ha fatto girare verso di lui; mi ha infilato il suo cazzo direttamente giù per la gola. Un po’ più corto di quello di Augusto, ma decisamente più grosso in circonferenza, ho faticato un po’ ad ingoiarlo tutto. Dopo aver leccato tutta l’asta, fino a scendere alle palle, che ha succhiato facendolo gemere di piacere, sono risalita ed ho accolto la cappella fra le labbra, succhiandola avidamente.
«Meravigliosa! Lo sapevo che eri una succhiacazzi stupenda! Dai, succhialo per bene che te lo voglio piantare tutto nel culo! Sì, tutto nel culo, troia, perché è una cosa che desidero dal primo giorno che sei stata assunta.»
Le sue parole mi mettevano le farfalle allo stomaco e, intanto, sentivo la fica ancor più bagnata. Anche Luigi si avvicinato e mi ha offerto il suo cazzo da succhiare. Dei tre era decisamente quello che lo aveva più lungo, ma in quanto a spessore era certamente il più sottile. Ho giocato con entrambi, alternandoli nella mia bocca, mentre Augusto si era inginocchiato dietro di me e ora le sue mani giocavano all’interno dei miei buchi, ormai fradici e pronti a ricevere queste tre mazze stupende.
«Ragazzi è fantastica! Questa troia è già tutta bagnata! Le ho messo due dita nel culo e si è aperto subito, immediatamente. Dal primo momento che l'ho vista, ho immaginato che fosse una gran puttana ed ora prendo atto che la mia prima impressione era quella giusta.»
Mi sollevano in piedi e, subito, Carlo si sdraia supino sopra uno dei lettini della piscina, attirandomi su di sé. Lo scavalco, gli monto sopra e, afferrato il suo grosso cazzo, lo punto con decisione fra le labbra della mia fica, che sta già sgocciolando dal piacere. Mi lascio andare su di lui e me lo sento entrare tutto dentro; mi apre e dilata la fica, facendomi subito gemere di piacere. Mi sento aperta e riempita nello stesso tempo, da quel cazzo stupendo, che ora mi fa anche godere. Ho giusto il tempo di abituarmi alle dimensioni di quel membro ben piantato nel mio ventre, che subito Augusto mi spinge allo scopo di farmi sdraiare sul petto di Carlo, così da poter posizionare il suo cazzo sul forellino posteriore, che, alla prima pressione, cede e lo lascia entrare tutto fino in fondo. Mi sento piena, riempita da quelle due mazze stupende, che ora mi sfondano culo e fica, alternandosi nei movimenti, che hanno sincronizzato alla perfezione. Vorrei urlare il mio piacere, ma ho la bocca piena perché Luigi, senza nessuna esitazione, mi ha offerto il suo cazzo da succhiare. Mi tiene ila testa bloccata fra le mani e, mentre gli altri due mi sfondano i buchi, lui mi scopa la bocca, spingendo lentamente tutto il suo lungo membro fin giù nella mia gola. Godo di orgasmi a catena, senza più capire dove finisce uno e ne cominci un altro. Improvvisamente, mi sento di nuovo sollevare, e ora è il cazzo di Carlo che si appoggia sul mio culo ben aperto e, con un semplice affondo, lo spinge tutto dentro di me. Sento le pareti anali stirarsi e, nello stesso tempo, aprirsi per accogliere tra loro quella grossa mazza, che ora mi sta slargando il culo. Luigi chiede ad Augusto il piacere di scoparmi e lui, da perfetto padrone di casa, gli lascia il posto nella mia fica; è un attimo e sento quello prendere posto nella fica, mentre Augusto mi infilare il suo grosso uccello in bocca. Come non godere anche in questa nuova situazione? Luigi mi spinge con ritmo sostenuto il suo cazzo dentro, che sento strusciare contro quello di Carlo, che mi sta letteralmente sfondando il culo. Godo e urlo il mio piacere, alternando il cazzo di Augusto nella mia bocca. Dopo l’ennesimo orgasmo, che ha fatto tremare tutto il mio corpo, sento Luigi che aumenta il suo ritmo e ben presto si svuota dentro di me.
«Eccomi! Sto sborrando dentro di te, troia! Ti inondo la fica, vacca!»
Un getto caldo, inonda il mio ventre, mentre quel cazzo continua a pomparmi come una furia. Provo un nuovo orgasmo, mentre sento che anche Carlo si muove, cercando di raggiungere il suo piacere, ma Luigi si sfila da me e lascia il posto ad Augusto, che lo sostituisce. Prendo il cazzo di Luigi in bocca, ancora sporco del suo piacere, ma ancora abbastanza teso e duro, mentre vengo penetrata con forza da Augusto, che non smetteva di chiavarmi con la sua verga dura come il marmo. Lo sento scivolare alla grande perché ben lubrificato dallo sperma dell'altro, che ora inizia a colare dalla mia fica slabbrata. Anche lui mi pompa con ritmo veloce, ma è Carlo che chiede all’amico un ennesimo cambio. Dopo avermi fatto godere ancora una volta, i due mi fanno cambiare posizione. Ora sono inginocchiata sul lettino, con Carlo posizionato dietro di me, che mi scopa in maniera vigorosa e sostenuta. Sento i suoi colpi affondare con decisione dentro la mia fica e, ad ogni colpo, fuoriuscire schizzi di sborra, di cui la mia vagina è ormai piena. Improvvisamente anche lui si pianta tutto dentro di me e mi riempie con il suo nettare.
«Finalmente! Finalmente, ti sborro dentro! Senti come ti riempio la fica, troia!»
Sentire i suoi schizzi caldi riempirmi la vagina, mi provocano ancora un orgasmo, che quasi mi fa svenire, mentre continuo a succhiare il cazzo di Luigi, con Augusto che, silenziosamente, ci osserva e si sega. Dopo poco, Carlo, che si è completamente svuotato dentro di me, sfila il suo cazzo ancora barzotto e me lo porge davanti alla bocca. È Luigi, che ora si sdraia sul lettino e mi fa salire su di sé, però voltata di spalle. Apre le mie natiche e, appoggia il suo lungo uccello al mio culo, lo penetra con un solo affondo. Lo sento arrivarmi fin dentro lo stomaco, mentre lui afferra i miei seni e mi trascina su di sé. Ho le cosce aperte, la fica slabbrata, da cui cola tutta la sborra che vi hanno riversato fino a quel momento e subito Augusto approfitta di nuovo e mi penetra con forza. Serro le labbra sul cazzo di Carlo e succhio, mentre lui mi incita a farlo tornare duro, perché vuole sborrare anche nel mio culo, mentre ora Augusto mi pompa con un ritmo forsennato; mi sta sfondando la fica e mi fa raggiungere un nuovo orgasmo da infarto. Mentre tremo, scossa dal piacere, sento che anche lui raggiunge il suo orgasmo, svuotandosi dentro di me.
«Eccomi! Ci sono anch’io! Senti come ti riempio la fica, vacca!»
Un’ennesima ondata di calore si riversa nel mio ventre, mentre godo sotto i colpi di questi due maschi, che mi fanno veramente impazzire di piacere. Augusto resta per un tempo che mi sembra infinito nella mia fica, poi esce ed io avverto l'impressione come se mi fosse stata staccata qualcosa dal corpo. Non ho molto tempo per reagire, perché Luigi mi gira di lato e prende a fottermi il culo come un treno e, ben presto, anche lui si svuota dentro di me.
«Meravigliosa! Sei una troia meravigliosa! Ecco, ti riempio il culo!»
Gli sento spingere il suo cazzo fino in fondo, restare immobile e subito una sensazione di caldo bollente, comincia a riempire il mio retto, mentre dalla mia fica slabbrata, cola tutta la sborra che vi è stata riversata dentro. Luigi si sfila, mentre Carlo mi afferra per i fianchi e mi fa inginocchiare, sempre stando sul lettino e, senza soluzione di continuità, mi penetra il culo, con il suo grosso attrezzo. Mi tiene stretta per i fianchi e mi chiava il culo come un pazzo scatenato, mentre io ho ancora la bocca piena del cazzo di Augusto, che sto succhiando onde scongiurare che possa afflosciarsi. Carlo è talmente eccitato per aver avuto l'occasione di sfondarmi il culo, che mi pompa con un ritmo fortissimo e mi procura un piacere particolare. In effetti, quando vengo scopata nel culo, godo molto di più e questo mi dà una sensazione ancor più spiccata: mi fa sentire una vera troia succhiacazzi e rotta in culo.
Lo sento piantarsi dentro di me e subito il suo grido di piacere viene seguito dal calore della sua sborra, che mi riempie il culo.
«Sborro! Ti sborro nel culo, troia! Finalmente! Ho sempre desiderato da matti poterlo fare ed ora prendila tutta nel culo, questa mia sborrata!»
Anche lui si svuota dentro di me e, quando si sfila, il suo posto viene preso da Augusto.
«Lasciami posto, perché voglio inondare il culo di questa vacca!»
Mi entra dentro, come un ariete impazzito, spingendo il suo grosso cazzo, fino in fondo. La sua attività è agevolata dalla larghezza, tipo voragine, assunta dal mio culo, ma e soprattutto dalla abbondante lubrificazione fornita dalle precedenti eiaculazioni. Alla fine anche lui si svuota dentro di me. Gli sento farcire il mio culo con tutto il suo piacere, poi anche lui lentamente si sfila ed io, sfinita, mi distendo sul lettino, mentre dai miei buchi, ridotti a tunnel, cola tutto il piacere che questi tre maiali mi hanno riversato dentro.
Antonio
Mentre sono in giro in bici, uno dei miei amici cade e riporta delle escoriazioni che necessitano di cure mediche. Dopo averlo accompagnato al pronto soccorso, decidiamo che per oggi la giornata finisce così, quindi rientro a casa mia e, passando dal garage, salgo direttamente in casa, convinto di trovare mia moglie. Salgo al secondo piano e, entrato in camera mia, mi spoglio nudo e mi faccio una doccia. Quando esco dalla doccia, mi avvicino alla finestra del bagno per aprirla e permettere la fuoruscita del vapore prodotto dalla doccia. Quello che vedo oltre la finestra, mi sconvolge e mi eccita non poco. Dall’altro lato del giardino, c’è Sara stretta fra tre maschi. La stanno scopando ripetutamente, facendola godere all'impazzata. Sono immediatamente eccitato ed il cazzo, divenuto duro con il marmo, quasi mi fa male. Mi sego con furia e subito sborro con tre schizzi che scarico nel water. Ancora stordito dal piacere, apro ancor di più la finestra e mi avvicino, mentre vedo che quei maschi, a turno, tutti e tre, le sborrano in figa. Per un attimo, avverto, dentro di me, il terrore, perché non ricordo se Sara si trovi o meno nei giorni fecondi. L’idea che quei tre maschi la stiano ingravidando, mi fa tremare le vene, ma, nello stesso tempo, mi eccita così tanto, che sono costretto a segarmi di nuovo. I tipi, dopo averla scopata e ben farcita, la salutano tutti e tre e, quindi, lei raccoglie una mia T-shirt e torna verso casa, mentre sento i complimenti che quei maschi ancora le rivolgono.
«Accidenti! Che troia stupenda, hai per vicina di casa!»
Non conosco la persona che ha detto questo, mentre gli altri due, si compiacciono e concordano con l’amico che ha perfettamente ragione. È il mio vicino di casa, che si gira verso di me, e per un attimo i nostri occhi si incrociano.
«Lo sapevo che era una gran puttana, lo avevo sempre immaginato e sono sicuro che quel cornuto del suo fidanzato ne è ben consapevole, oltre che felice.»
Pronuncia queste parole mentre sento Sara salire le scale ed entrare in camera. Per un attimo, si mostra sorpresa, mentre io faccio cadere l’accappatoio e nudo, mi giro verso di lei con il cazzo ancora durissimo. Lei, dopo un attimo di indecisione, viene verso di me, mi bacia e mi abbraccia, stringendomi forte. Sento sul suo corpo, l’odore dei maschi che l’hanno scopata e farcita, ma lei, subito si inginocchia, prende il mio cazzo in bocca e lo succhia, mentre io sono costretto ad appoggiarmi alla finestra, perché sento le gambe cedere per il piacere che sto provando. Così eccitato, la faccio sollevare e, giratala l’appoggio alla finestra; l’afferro da dietro e la penetro con un colpo solo. Sento la sua vagina aperta, sfondata, colma di seme maschile, da cui sta colando di tutto. La scopo come un pazzo e lei urla il suo piacere; lo fa così forte che i tre, dall’altro lato del giardino, si girano a guardare la scena, mentre quello che so essere il suo datore di lavoro, parla con gli altri due.
«Guardate come se la sta scopando quel cornuto e, sicuramente, la troverà ben aperta e lubrificata. Domani pomeriggio ho un piccolo torneo presso l’associazione bocciofila di cui sono socio, chissà se tu, Augusto, sei libero e puoi portare questa troia a vedere la gara, così che, tra una partita l’altra, ci facciamo succhiare un po’ il cazzo.»
Augusto sorride e, mentre io sto sborrando dentro la fica di mia moglie, che gode ancora, lui assicura che parlerà con me e cercherà di convincermi a lasciar andare Sara a vedere quella piccola gara, dove, certamente, ci saranno dei maschi maturi: il genere che lei preferisce e che potranno riempirla in ogni buco. Dopo essermi svuotato in lei, mi sfilo, lei si gira, mi abbraccia e mi bacia con passione, mentre io sono ossessionato da un dubbio.
«Amore, quei tre maiali ti sono venuti dentro? Ma non eri nei giorni fertili?»
Lei mi bacia e mi abbraccia, poi, sorridendo, si prende un po’ gioco di me.
«Amore, dolce cornuto, scommetto che ti eccita l’idea di avere la tua dolce mogliettina puttana, farcita e ingravidata da quei tre maiali. Lo sento come preme il tuo cazzo, mentre ti dico queste parole, ma, purtroppo, ti sei dimenticato che, dal mese scorso, ho di nuovo iniziato a prendere la pillola.
Però riconosco che mi piace l’idea che ti ha eccitato: esser cornuto in maniera così permanente.»
La stringo e la bacio, mentre penso che fra tre mesi ci sarà la cerimonia in cui io e lei ci sposeremo. Non oso nemmeno pensare, a ciò che sarà quel giorno.
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baxi18, 55
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La mia fidanzata è una puttana! mi scopro cuckold. prima parte.
Mi chiamo Antonio, sono alto1,70, per 75 kg di peso, capelli e occhi scuri, magro, fisico abbastanza normale, un ragazzo come tanti, che sta completando il tirocinio per diventare medico. Sono fidanzato da tre anni con Sara, biondina con due begli occhioni azzurri, alta 1,50 per 50kg, terza di seno e un gran bel culo. Lavora come segretaria presso un'azienda grafica. Siamo una coppia abbastanza affiatata, con un bel gruppo di amici, con i quali, spesso e volentieri, usciamo per vivere serate all’insegna del divertimento e dello svago. Fra di noi c’è una bella intesa e, nel sesso, la trovo sempre soddisfatta da me, che non sono un superdotato. Le piacciono molto i preliminari, in specie quando raggiunge l’orgasmo nel farsi leccare la fica o masturbare a lungo. Quando invece la scopo, aspetto sempre che lei raggiunga l'orgasmo e poi le riverso dentro tutto il mio piacere. È molto brava nel succhiare il cazzo e lo ingoia facilmente, anche perché, come ho detto, il mio non è né troppo lungo e nemmeno troppo grosso, ma questo a lei sembra non dispiacere affatto. Per reciproca comodità, abbiamo deciso di convivere e all’inizio abitavamo in un miniappartamento, costituito da un angolo cottura, un piccolo salone ed una camera con bagno, il tutto in pochi metri quadri. Ci piace molto vivere assieme e quando, circa sei mesi fa, a seguito della dipartita della nonna materna, ha ereditato una bella villetta a schiera, grande e spaziosa, anche se un po’ datata, abbiamo deciso di fare dei lavori di ristrutturazione per renderla più funzionale ai nostri bisogni, facendola diventare il nostro nido amore.
Per fare questi lavori, ci siamo rivolti ad un geometra, conosciuto da lei per aver fatto dei lavori nel condominio dove abitano i suoi genitori.
Il signor Giuseppe è un uomo sulla cinquantina, ben portati, spalle larghe, mani forti e robuste, dal carattere piacevole ed allegro. Subito si è reso disponibile ad organizzare e realizzare i lavori, che noi avevamo in mente di fare in quella casa. Tutti e tre abbiamo fatto un sopralluogo per stabilire ciò che era assolutamente necessario o urgente da fare: ad esempio il rifacimento di entrambi i bagni, la sostituzione delle tubature e della caldaia, posta in una piccola nicchia esterna, su uno dei due ampi terrazzi; questo avrebbe inevitabilmente comportato il rifacimento dell’intero pavimento del salone, sotto cui sarebbero passate le tubature. La volta successiva, ci siamo trovati ancora in quell'appartamento insieme a lui e ad una squadra di cinque persone, di cui lui si avvale per realizzare ristrutturazioni e dove ciascuno è esperto in un apposito settore. Mi sono trovato davanti cinque persone dall’aspetto imponente e massiccio. La particolarità consisteva nel fatto che erano tutti rumeni e, premesso che non ho alcun pregiudizio nei confronti di queste persone, il loro modo di fare mi ha subito messo in allarme: fra essi vi era molta intesa e, soprattutto, tutti, nessuno escluso, staccava gli occhi dal corpo della mia fidanzata. Lei quel giorno indossava un semplice paio di jeans attillati ed un maglioncino che le modellava il seno; a completamento della mise, un semplice paio di scarpette da ginnastica, la rendevano, nell'insieme, una gradevole e bella visione; essi hanno posato a lungo gli occhi sul corpo di lei, che non credo abbia notato tutto questo interesse, in quanto presa dal parlare con il geometra e, di volta in volta, a seconda dell’argomento, con ciascuno dei cinque, mentre gli altri quattro se la mangiavano con lo sguardo.
Li osservavo, stando un po’ in disparte e, dentro di me, ho sentito una strana inquietudine, un misto di sensazioni contrastanti, che andavano da una folle gelosia ad una terribile eccitazione; sensazioni altalenanti che proprio non riuscivo a conciliare e tenere a freno. I cinque erano comandati da Dimitri, il più imponente di loro, colui che, in pratica, aveva creato quell’insieme di maestranze per realizzare ogni tipo di lavori. Subito dopo di lui c’era Pavel, forse il meno imponente fra i cinque e, a seguire, Igor, l’esperto d'idraulica e, sicuramente, quello dall’aspetto un po’ più inquietante, avendo le braccia coperte da tanti tatuaggi ed i capelli quasi rasi a zero. Il quarto, dal nome impronunciabile, che tutti chiamavano semplicemente Pietro, era il più taciturno, ma, nello stesso tempo, era quello che non smetteva un solo istante a mangiarsi la mia ragazza con lo sguardo. Infine Andrei, che non ho capito quale fosse la sua mansione, era sicuramente quello più loquace, che chiedeva sempre a Sara il parere su ogni cosa. Dopo aver stabilito tutto quanto, abbiamo dato inizio ai lavori, che si sarebbero dovuti protrarre per circa una decina di giorni. Dopo circa tre giorni, ci chiama Giuseppe, il geometra, e ci prega di passare a casa essendo giunto il momento di scegliere i materiali da sistemare nel bagno ed il pavimento del salone. Era una giornata particolarmente calda, io indossavo un paio di pantaloncini corti, e una semplice T-shirt, mentre Sara indossava un vestito leggero, bianco abbastanza trasparente, dove sotto si intravedeva, l’intimo bianco che, anche se non particolarmente sexy, la rendeva comunque un conturbante vedere. Giunti nella casa, abbiamo trovato solo il cinque personaggi sopra descritti e, subito, si sono attivati a spiegare, rivolgendosi soprattutto a lei, le scelte a farsi. Per prima cosa, ci hanno mostrato le mattonelle del pavimento del salone e, per fare questo, hanno invitato Sara ad avvicinarsi alla grande finestra, da cui proveniva molta luce, nonché il sole, elemento fondamentale per valutare il riflesso sulla mattonella. Lei non si è resa conto che, posizionatasi con la mattonella, fra loro ed il sole e piegandosi in avanti, il suo vestito è divenuto ancora più trasparente. Vista in controluce, si potevano intravedere benissimo le sue splendide forme, il suo meraviglioso culo che, anche se era coperto da una casta mutandina, era comunque un gran bel vedere. Anche in quest’occasione, ero leggermente più indietro rispetto agli altri, che le stavano tutti intorno ad attendere la sua decisione. Quando lei si è abbassata sulle ginocchia, per cambiare una mattonella con un’altra, il vestito è leggermente salito ed una bella porzione delle sue splendide cosce bianche è stata esposta alla vista di tutti. Tutti si sono guardati e, in particolare, Igor e Pavel, si sono scambiati un’occhiata d’intesa, mentre, a mia volta, in quel momento ero di nuovo assalito da quelle sensazioni contrastanti, che assumevano sempre più il sapore di un misto di gelosia/eccitazione nell'osservare di quanto desiderio fosse oggetto la mia fidanzata. Anche Dimitri la guardava da vicino e, forse, tra i cinque è stato quello che, essendo davanti a lei, ha goduto di più dello spettacolo offerto dalle sue cosce, al punto che, quando si è girato verso gli altri, ho visto che si inumidiva le labbra con la lingua; ma la cosa che mi ha colpito di più è stata quella di notare un notevole rigonfio all'altezza del pacco; inoltre, guardando verso gli altri, ho notato che anch'essi avevano i pacchi gonfi e, questo, dentro di me, non ha fatto altro che aumentare il mio senso di inquietudine.
Dopo il salone, siamo passati al bagno, il più grande dei due; oltre a Sara, sono entrati Dimitri, Pavel e Andrei, mentre gli altri due si sono fermati sulla soglia, con me dietro che, a malapena riuscivo a vedere quello che succedeva dentro. Mentre parlavano, Dimitri l’ha fatta posizionare nell’angolo dove sarebbe stata installata la doccia che, creata in muratura su tre lati, era opportuno stabilirne le dimensioni.
«Signorina, venga qui, immagini di essere all’interno della sua doccia e ci dica se lo spazio creato sia sufficiente.»
Nel dire questo, lei si è ritrovata con Pavel sul lato destro, che simulava essere una parte del muro, mentre Andrei, era l’altro muro sul lato sinistro, mentre Dimitri le stava davanti. Vederla stretta fra quei tre grossi maschi, ho sentito crescere la mia erezione che è diventata insostenibile quando Dimitri le ha chiesto di fare un ulteriore esperimento.
«Signorina, immagini che le è caduto il sapone e si abbassi per raccoglierlo; così avremo modo di accertare se lo spazio è sufficiente.»
Quando Sara si è abbassata, chinandosi davanti a lui, il suo culo è andato a sbattere contro il pacco gonfio di Pavel, che è sì rimasto immobile, ma in ogni caso le ha fatto sentire fra le chiappe la consistenza del suo membro, perché lei, dopo un attimo di indecisione, si è girata e, nel fare quel movimento ha strusciato anche contro il pacco gonfio di Andrei. Allora si è abbassata ancora, sempre fingendo di raccogliere il sapone e, a quel punto, si è trovata davanti alla faccia il grosso pacco di Dimitri, che la guardava con occhi carichi di desiderio. Lei, dopo essere rimasta un attimo immobile ed abbassata in mezzo a loro, si è sollevata rossa in viso: è uscita da quello strano angolo, visibilmente turbata. È venuta verso di me e, senza guardarmi in volto, ha detto che andava tutto bene e si è avviata verso la porta. Essi sono rimasti tutti in silenzio, ma, nel venire verso di me, sicuramente Dimitri si è accorto che il mio cazzo era duro come il loro, anche se era evidente che le loro dotazioni erano più generose delle mie. Durante il viaggio di ritorno verso casa, nessuno di noi due ha aperto bocca e, quando le ho chiesto se andava tutto bene, lei si è girata verso di me con aria assente e, senza guardarmi negli occhi, mi ha detto che era tutto a posto. Due giorni dopo, il geometra ci chiede se possiamo passare per decidere la sistemazione dei vari sanitari in entrambi i bagni, ma io sono impossibilitato a farlo perché impegnato nel mio lavoro e, quindi, chiedo a Sara se, durante la pausa pranzo, fissata fra le 13:00 e le 15:00, può andare lei per decidere quello che era opportuno. Preso dal lavoro, non mi rendo conto nemmeno che ho chiesto alla mia ragazza di tornare a farsi ammirare da quei cinque maschi e, solo a sera, di ritorno a casa, la vedo un po’ confusa, assente, ma in ogni caso, allegra e felice. Le chiedo il motivo di tale soddisfazione e lei, dopo aver tentennato un attimo, quasi inseguendo un suo pensiero, mi risponde che la casa sta divenendo veramente bella e che non vede l’ora di poterci vivere insieme. Il resto della serata si svolge nella solita maniera, e dopo cena, mentre lei segue un reality in tv, io, stanco per la dura giornata di lavoro, decido di andare a letto. Mentre sono in bagno e mi sto lavando i denti, la mia attenzione viene attratta da un piccolo dettaglio che spunta dalla cesta dei panni sporchi. Incuriosito mi avvicino e, sollevato il coperchio, vedo che il piccolo cintino nero che fuoriusciva dalla cesta, non era altro che parte del reggiseno a balconcino di pizzo nero che le ho regalato per il suo ultimo compleanno. Incuriosito ho osservato meglio sia quell’indumento che il piccolo perizoma nero, ad esso abbinato e presente nella cesta. Quando ho controllato il perizoma, ho potuto osservare che la parte che è a contatto con la fica era completamente ricoperta dei suoi umori, quasi a significare che doveva aver vissuto un momento di libidine talmente intenso da averle provocato la emissione di abbondanti umori che avevano letteralmente intriso quell’indumento. L’ho annusato ed ho sentito forte l’odore di femmina di cui era impregnato. Senza neanche rendermene conto, l’ho immaginata in mezzo a quei cinque maiali, che la guardavano, la toccavano, la facevano godere come una troia. Il mio cazzo è diventato durissimo, quasi a farmi male. Portata la stoffa alla bocca, l'ho leccata e succhiata avidamente, poi, senza neanche rendermene conto, mi sono segato in maniera furente, ricoprendo l’indumento con una sborrata colossale. Ero sfinito. La sensazione provata era stata sconvolgente. Dentro di me, non riuscivo a comprendere quello strano cambiamento che stavo maturando nei confronti della mia fidanzata: una parte di me, la voleva casta e pura, mentre un'altra parte desiderava che fosse la più troia delle puttane, la più zoccola delle vacche mai vissuta sulla terra. Turbato, me ne sono andato a letto, con la mente stravolta da mille pensieri. Mi sono addormentato ed ho fatto un sogno terribile, popolato da tanti cazzi tutti intorno alla mia Sara, che se li godeva e succhiava uno dopo l’altro, mentre loro ridevano di me, e mi davano del cornuto! Mi sono svegliato di soprassalto, ed ho visto lei che dormiva tranquillamente; stranamente mi sono ritrovato ancora con il cazzo duro. Ho cercato di riaddormentarmi, ma, alla fine, sono andato in bagno e, dopo aver preso di nuovo le sue mutandine ed averle avvolte intorno al mio cazzo, mi sono segato ancora, immaginandola scopata da tanti maschi. Sfinito sono tornato a letto. Il giorno successivo, mi ha chiamato di nuovo Giuseppe, il geometra, dicendomi che vi era un problema nella collocazione di uno dei mobili del bagno più piccolo e mi ha chiesto se era possibile fare insieme un sopralluogo. Ho cercato di contattare Sara, ma risultava irraggiungibile e, quando l'ho cercata in azienda, una sua collega mi ha detto che aveva preso due ore di permesso. Ho richiamato il geometra e gli ho dato appuntamento nel mio appartamento. Siamo arrivati quasi insieme davanti al palazzo e, quando siamo entrati dentro casa, ho sentito uno strano silenzio, rotto solo da strani rumori che provenivano da quella che era la vecchia camera da letto della nonna di Sara. Ho guardato Giuseppe che ha stretto le spalle senza dir nulla e, insieme, ci siamo avviati verso quella camera. Quando ho aperto la porta, ho visto una cosa che mi ha fatto gelare il sangue: Sara era nuda su quello che era il vecchio letto di sua nonna ed era alle prese con tutti e cinque gli uomini, che dovevano essere lì per fare i lavori dentro casa.
Ciascuno le stava offrendo il proprio cazzo da succhiare, mentre era impalata su quello di Dimitri che, dal basso, la pompava sbattendola alla grande.
Sono rimasto basito, ma nello stesso tempo, ho sentito forte un’erezione quasi dolorosa, che non è sfuggita ad Giuseppe.
«Aveva ragione Dimitri, nel dire che sei un cornuto, cui piace vedere la sua donna sbattuta e sfondata da altri maschi. Guarda come ti tira il cazzo! E allora, cornuto, tiralo fuori, perché adesso mi voglio godere anch’io quella puttana della tua fidanzata.»
Sono rimasto immobile a guardarla, mentre lei era così presa dal godere che quasi non ha notato la mia presenza. Anzi Giuseppe, dopo aver tirato fuori il cazzo, l'ha spinta a distendersi sul petto di Dimitri e, scavalcando le gambe di lui, glielo ha infilato dritto nel culo. Lei ha emesso un grido quasi strozzato, perché aveva la bocca piena di un altro cazzo, mentre gli altri due si stavano facendo masturbare da lei, che teneva i loro cazzi uno per mano. Ero furioso, ma nello stesso tempo tremendamente eccitato e, senza neanche rendermene conto, ho iniziato a segarmi e son subito schizzato. Pavel, quando mi ha visto sborrare, si è messo a ridere:
«Ragazzi! Guardate il cornuto: appena si è toccato il cazzo, è subito schizzato. Accidenti! È così eccitato nel vedere la sua donna godere in mezzo a noi, che sborra appena si tocca.»
Sara, si è tolta per un attimo il cazzo che aveva in bocca, si è girata verso di me ed i suoi occhi esprimevano l'implorazione di non far niente per interrompere quello che stava facendo. Dentro di me, in quel preciso momento, mi sono subito reso conto che ciò che stavo vedendo era ciò che realmente volevo: avere una fidanzata e, di certo futura moglie, molto troia. Ciascuno di essi le ha sfondato il culo e la fica, riempendola di sperma fino all’ultima goccia, poi, quando tutti si son sentiti soddisfatti ed io ero venendo tre volte, masturbandomi, Dimitri e Giuseppe sono venuti verso di me e mi hanno dato una pacca sulla spalla.
«Complimenti! La tua donna è una vera vacca da letto! Ci ha fatto godere tutti e sei e, sicuramente, se ce ne fossero stati altri, li avrebbe spremuti fino all’ultima goccia. Adesso, per completare l’opera, dovresti inginocchiarti fra le sue cosce e leccare tutta la sborra che sta colando dai suoi buchi. Sei un bravo cornuto e quindi spetta a te lenire l’arrossamento che le abbiamo provocato, per averla scopata così intensamente.»
Non hanno aggiunto altro e sono usciti, lasciandoci soli. I miei occhi hanno incrociato quelli di Sara, che ha abbassato lo sguardo, non riuscendo a reggere il mio totalmente sorpreso ed irretito. Per un lungo istante siamo rimasti in silenzio: ero indeciso sul come comportarmi, poi mi sono avvicinato ed ho visto il suo corpo cosparso di sborra, i suoi buchi dilaniati e slargati, da cui fuoriusciva tutta la sborra che le era stata riversata dentro. L'ho guardata negli occhi ed i miei hanno scorto nei suoi la soddisfazione e l'appagamento da cui erano pervasi. Quando mi ha rivolto la parola, il suo tono era incerto e la voce tremolante.
«Scusami amore! Non sono riuscita a resistere alla tentazione di provare come sarebbe stato concedermi a questi cinque maschi superbi che, con i loro cazzi enormi e duri, mi hanno fatto godere fino allo sfinimento. Capisco che sarò giudicata una puttana, una troia che ha tradito, ma devi capire che questo è il mio temperamento ed è più forte di me; è una cosa cui non so resistere. Io ti amo e i miei sentimenti per te sono fortissimi; tutto quello cui hai appena assistito è solo sesso, appagamento del corpo che, di tanto in tanto, desidera sconfinare e godere con un vero maschio. Tu mi piace moltissimo, il tuo modo di scopare è dolce, delicato e mi fa anche godere, ma la mia indole mi fa avvertire forte il desiderio di sentirmi usata, sfondata e slabbrata da uno o più cazzi che mi fanno godere proprio tanto. Se tutto ciò non è da te gradito, possiamo anche finire qui la nostra storia, altrimenti vieni fra le mie braccia e godiamo insieme del piacere che tutto questo ci potrà dare in futuro. Ho visto come e quanto ti sei masturbato, quindi sono convinta che la cosa, in qualche modo, sia piaciuto anche a te.»
L’ho guardata, l’ho baciata ed ho sentito il sapore del seme di tutti quelli che l’avevano riempita di sborra in faccia, in bocca e su tutto il resto del corpo. Mi è piaciuto molto ed ho sentito, dentro di me, che era quello che volevo e così, da quel momento, la nostra storia ha avuto una profonda trasformazione ed entrambi abbiamo iniziato un percorso che ci ha portato a vivere esperienze che non credevamo possibili.
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3 anni fa
baxi18, 55
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Alle volte basta il regalo giusto...
Circa un paio di settimane fa si fa vivo quel mio famoso amico...insomma, quell'amico che finiva sempre per farsi fare un pompino ogni volta che ci vedevamo . Per delle cose che non sto' qui a raccontare e, sopratutto, per il virus non ci siamo visti per qualche tempo...alche' si fa sentire dicendomi che siamo in Dicembre e sarebbe una buona occasione per farci gli auguri. Io acconsento e ci siamo visti per un caffè, un paio di chiacchiere e poi ci siamo salutati, come fanno gli amici normali. Pochi giorni fa mi richiama, dicendomi se avevo piacere di andare a prendere il caffe' con lui visto che era dalle mie parti, cosa alla quale acconsentii...e una volta usciti, prima dei saluti mi da un pacchetto, dicendommi che era un piccolo pensiero per le festivita' in arrivo . Lo ringrazio e ci salutiamo . Una volta a casa apro il pacchetto, pensando "sembra una grande busta ed e' soffice al tatto..insomma tolgo la carta e mi viene un sussulto, quasi un tremore e mille pensieri . Era si una busta...con delle calze grigio perla con punta e tallone rinforzato. Lui ha sempre saputo della mia passione per le calze vintage e alle volte mi ha regalato anche dei collant , forse come premio per i lunghi e succosi pompini...ma regalare delle calze cosi', di quel colore...ha un unico messaggio. O perlomeno, lo e' per me. Il giorno dopo gli mando un messaggio chiedendogli di passare da me, perche' anche io avevo un presente da consegnargli...arriva l'orario dell'appuntamento e gli mando un nuovo messaggio scusandomi che ero in ritardo e chiedendogli se poteva salire , perche' dovevo assolutamente finire una cosa sul pc . Nel messaggio lo avvertivo che avrei lasciato socchiusa la porta in modo che potesse tranquillamente entrare . Dopo 5 minuti o giu' di li' sentii chiudere la porta e mi sentii chiamare..ma questa volta il sussulto l'ebbe lui. Mi ero preparata con un reggicalze alto in vita, bianco, con 6 bretelline le quali tenevano su' le bellissime calze velatissime grigio perla che mi aveva regalato. Mi sono messa un tanga trasparente cosi' come il reggiseno trasparente
e gli immancabili seni in silicone. Sandali col tacco e cinturino alla caviglia, parrucca rossa riccia e un bel rossetto. Quando mi vide rimase in silenzio eanche io non dissi nulla. Mi avvicinai ,gli sbottonai i pantaloni e, inginocchiandomi e col fare da gatta in calore cominciai a palpargli il cazzo dicendogli : sei un porco...e' questo che vuoi..cominciava a gemere e glielo tirai fuori sempre palpandolo languidamente e, massaggiandogli le palle, cominciai a mettermi la cappella sulla bocca. Mi bagnavo le labbra e le strusciavo sulla cappella, alle volte gliela ciucciavo un pochino solo la punta e poi nuovamente di labbra, aggiungendo anche qualche leccata . Il cazzo gli si induri' e cominciai a leccarglielo per tutta la lunghezza, soffermandomi a strusciare le labbra sulla punta facendogli capire che ero una troia infoiata bramosa di ciucciargli il cazzo ! Cominciai a fargli forse il piu' bel, languido, succoso pompino di sempre...smettendo per attimi per dirgli mi piace succhiarti il cazzo...mi piace quando mi vieni in bocca...mi fai sentire troia e femmina. Ormai ci sapevo fare e ero io a guidare le danze...quindi alle volte accelleravo e altre volte smettevo di succhiare per leccarglielo per tutta la lunghezza, giocando con la cappella un po' come si faceva con i chupa chupa. Alla fine non resistetti e lo pompai con foga ...e lui schizzo' la sborra come pochissime volte lo avevo sentito fare . Continuai a ciucciarglielo per alcuni minuti, strizzandolo e massaggiandogli le palle in modo da gustarmi ogni singola goccia rimasta. Gli chiesi di rimanere, che saremmo usciti per il caffe' ma che, ovviamente, non potevo uscire cosi vestita. Andai in bagno, mi risciacquai la bocca e la faccia , tolsi calze mutandine e reggicalze ma misi un
paio di collant tutto nudo e ripassai il rossetto . Quando uscii lui mi vide e mi disse : scusa ma non ti dovevi preparare per uscire ? E io, candidamente, camminando verso di lui gli risposi : ho cambiato idea...invece del
caffe' ho voglia del gelato. Beh, fu un pomeriggio intenso..
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3 anni fa
Infermierina3Trav,
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Il cugino pittore
Rieccomi qua, sono Nikole, è passato moltissimo tempo dal mio ultimo racconto, ma ho continuato a leggere i vostri, sempre bellissimi e eccitanti, ho ripreso a scrivere perché molti amici ed amiche mi hanno invogliato a farlo, dicono che scrivo bene e i racconti sono belli, e così mi sono convinta.
Ero sempre attratta dal mondo femminile, e a far aumentare la mia attrazione erano sempre mia sorella, mia madre e le loro amiche, un susseguirsi di emozioni e eccitazioni da farmi star male, continuavo a spiarle e ad indossare il loro intimo, oltre alle avventure con il mio amichetto e con il prof (leggi “Infanzia e gioventù 1-2) ne sono capitate altre.
Mamma e papà avevano deciso di imbiancare le pareti e mettere dei parati, avevano chiamato un loro nipote (figlio del fratello di papà), era pratico della cosa e al momento non era impegnato, così pensavano che avessero fatto del bene anche a lui, e naturalmente io lo dovevo aiutare, visto che papà e mamma lavoravano. Giovanni era molto più grande di me, e veniva spesso a trovarci, ci voleva bene e stava bene con noi.
Mio cugino era un uomo di 24 anni aveva una personalità molto forte, io lo ammiravo tanto, rimanevo incantata a guardarla mentre parlava o discorreva di qualsiasi argomento con i miei o altri amici , quando si rivolgeva a me, piccolo ometto di 13 anni io mi esaltavo e ne rimanevo affascinatae entusiasta dell’importanza che mi dava, qualsiasi cosa mi chiedesse o che mi voleva far fare era difficile che gli dicessi di no, anzi per me fu davvero gratificante come mi trattava, come una persona adulta con la quale poter instaurare un vero rapporto di amicizia.
Il lunedì mattino successivo si presentò a casa , io ero già sveglio, mia sorella ci avrebbe preparato la colazione e poi sarebbe sparita anche lei (da un amica fino all’ora di pranzo), non voleva rimanere nella polvere.
Iniziammo a prepararci e a preparare tutto l’occorrente, lui indossò un pantaloncino comodo e una canottiera, io anche un pantaloncino (di quelli stretti e cortissimi, avevo solo quelli) e una maglietta, una volta preparato il tutto iniziammo a lavorare, lui mi faceva vedere cosa fare e io ubbidivo, si iniziava dall’alto a pitturare e mettere i parati, provai a farlo io e lui mi teneva lo scaletto, era proprio sotto di me, notai che non guardava come stavo lavorando, ma i suoi occhi erano fissi sul mio culetto e sulle mie cosce, sarà stato, forse, causa dei pantaloncini mah! , quando stavo per scendere dallo scaletto con secchio e pennelo in mano, mi disse “aspetta ti aiuto” invece di prendere il secchio mi strinse le cosce e poi i fianchi aiutandomi a scendere, sfiorando anche il culetto, appena misi i piedi a terra, i nostri corpi si trovarono a contatto, mi scansai e andai a posare il pennello, la cosa si ripetè per diverse volte nella giornata, non ci badavo la consideravo una cortesia da parte sua.
Il giorno dopo continuammo a lavorare, mamma ci aveva preparato anche il pranzo, perché mia sorella non ci sarebbe stata per tutto il giorno. Dovevamo mettere i parati, io passavo la colla sullo scaletto e lui sotto, mi aiutava a scendere sempre tenendomi le cosce, e questa volta si soffermò di più sul culo, io gli dicevo che non c’era bisogno, ma lui insisteva dicendo che era responsabile,
nel mettere il parato, io stavo sullo scaletto e lui due gradini sotto di me, che mi guidava a farlo scendere dritto, in pratica stava con la testa all’altezza del culo e le braccia intorno alle cosce, una volta messa, mi prese quasi in braccio e mi fece scendere, prendendomi mi aveva abbracciata e stretta a se, sentivo una cosa dietro, ma poi mi divincolai, ogni occasione era buona o per toccarmi le cosce e per sfiorarmi il culo o per abbracciarmi, io non sapevo che fare, non mi aspettavo quelle attenzioni, iniziò pure a farmi i complimenti, diceva che ero proprio un bel ragazzino e che avevo un bel fisico per la mia età; era finita la colla e scendemmo per andarla a comprare, lui aveva la vespa e mi invitò ad andare con lui, accettai, mi piaceva , una volta saliti, disse di stringermi a lui e di mantenermi, mi strinsi a lui e misi le braccia intorno al suo petto, mentre ci avviavamo, mi disse di spostare le braccia che così non poteva guidare, le spostai sulla sua pancia, mentre si andava, me le spostò lui e le portò più in basso, quasi sopra il cazzo, io stavo ferma, al ritorno mi disse di mettermi come prima , che così guidava meglio, mi posizionai e misi le mani sotto la sua pancia, lui aveva una camicia svolazzante, la alzò e coprì le mie mani, mentre si ritornava, iniziò a toccarmi le mani, e poi con una leggera pressione cercò di spingerle più in basso, io opposi un po’ di resistenza, ma lui disse che così gli davano fastidio, e le spinse più giù, in pratica me le fece mettere sul suo cazzo, le tenevo solo poggiate, lui accellerò un po’ e disse di tenermi forte, e istintivamente strinsi le mani proprio sul suo cazzo, non era deltutto duro, pensai che fosse una pratica per chi andava in moto.
A casa riprendemmo il lavoro, poi ci fermammo per pranzare, mentre pranzavamo mi faceva i soliti complimenti, mi chiedeva anche se avevo la ragazza, io diventavo rosso e rispondevo di no, lui insisteva in questi discorsi, ero un bel ragazzino, un bel fisico , belle cosce, e mentre lo diceva me le toccò, io sempre più rosso stavo zitto, eravamo uno affianco all’altro, io con le cosce completamente scoperte fino all’inguine, cosce lisce e ben fatte, lui invece con le gambe piene di peli, presi la sua mano e gliela scostai, gli dissi che dovevamo continuare a lavorare, e così fu.
Il giorno riprendemmo il lavoro, si doveva pitturare il soffitto, lo faceva lui e io stavo sotto tenergli lo scaletto, poi scese dallo scaletto e una volta a terra, inavvertitamente inciampò e cadde su di me rovesciandomi addosso la pittura rimasta nel secchio, mi ritrovai tutta sporca, maglietta, pantaloncini e cosce, un po’ di pittura era andata anche su di lui, mi disse , dai subito in bagno prima che secchi, in bagno lui si tolse subito canottiera e pantaloncini, io rimasi un po’ interdetta, non mi aspettavo che saremmo entrati insieme, mi disse di sbrigarmi , che mi avrebbe aiutato a pulirmi, dai entra nella vasca e togliti tutto, io molto lentamente mi tolsi la maglietta, e i pantaloncini, lui disse dai, non avrai mica vergogna, siamo maschi tutti e due, e dicendolo si tolse le mutande, mettendo in mostra un cazzo di tutto rispetto, anche se ancora moscio e contornato da tantissimi peli, una foresta, io ferma ero rimasta incantata, allora lui mi prese le mutande e me le abbassò, io diventai di fuoco, non ero mai stata così nuda in bagno con un altro uomo, mi vergognavo tantissimo, il mio cazzetto era diventato piccolissimo, e mi vergognavo ancora di più per l’assenza completa di peli sul cazzo, con le mani lo coprivo, la vergogna era tanta, cercava di incoraggiarmi, mi diceva che non c’era niente da vergognarsi, la differenza tra noi è dovuta all’età e basta, poi prese il soffione della doccia, e iniziò a spruzzarmi sulla pancia e sulle cosce, con le mani toglieva la pittura dalla pancia e dalle cosce, e mentre lo faceva, “inavvertitamente” mi toccava l’uccello, stai tutto sporco, guarda che cosa ho combinato, e dicendolo mi puliva gambe e cosce con la mano, e l’altra la teneva prima dietro la schiena a man mano la faceva scendere fino al culo, io ero bloccato, eravamo tutti e due nella vasca , io in piedi e lui seduto sul bordo, poi mi fece girare e mi puliva la parte posteriore delle cosce, partiva dalle gambe, poi cosce e finiva sul culetto, mi diede dei schiaffetti dicendo che avevo proprio un bel culetto non mi giravo, il mio cazzo a quel contatto era diventato duro, molto duro, lui continuava a pulire le cosce , ma si tratteneva di più sul culo, anche se non ne necessitava, era l’unica parte che non si era sporcata, ero tutta insaponata, mi sciacquò e mi fece girare, io cercavo di coprire il cazzo, che era diventato come il marmo, mi guardò, vide le mie condizioni, non disse niente, si alzò e disse che se lo aiutavo a pulirlo, anche il suo cazzo era diventato abbastanza duro, no mi vergogno risposi, lui insistette e io presi il soffione e iniziai a pulirlo, si girò e si fece pulire anche il culo, anche quello pieno di peli, mentre tenevo il soffione lui si lavava, io ero bloccata, una volta finito di lavarci prese l’asciugamano e iniziò ad asciugarmi, prima il petto poi la pancia, le cosce e il cazzo, durissimo, lì si soffermò molto, mi piaceva, e mentre mi asciugava il cazzo con l’altra mano mi accarezzava il culo, più lo accarezzava più il cazzo mi diventava duro, finì di asciugarmi, interrompendo anche la sega che mi stava facendo, dicendo che adesso toccava a me asciugarlo, mi porse l’asciugamano e si girò, procedetti ad asciugargli il culo e le cosce, poi si girò di nuovo, e disse asciuga anche davanti, rimasi un pò interdetta, il suo cazzo era diventato durissimo, bello grosso e lungo abbastanza, direi un 18-19cm, lo presi in mano con l’asciugamano, e lo asciugavo da sopra a sotto, appena mi staccavo per asciugare altre parti, mi prendeva le mani e le riportava sul cazzo, tenendomele ferme , si vedeva che era molto eccitato, mi accarezzava il culo, saliva lungo la schiena fino alla nuca, mentre guidava la mia mano nella sega, poi mi chiese se mi piaceva, non risposi, tenevo gli occhi bassi, mi vergognavo, poi mi chiese se volevo baciarlo un po’, gridai di no, mi venne istintivo, insisteva ma io sempre no, poi lo sentii gemere e accelerare il movimento della mano, fino a che lo vidi schizzare 4-5 volte, una marea di sborra.
Ci pulimmo, rimettemmo un po’ a posto, di li a poco sarebbe rientrata mia madre, e infatti, appena entrata mamma chiese se era tutto a posto, rispondemmo di si e le facemmo vedere il lavoro fatto si complimentò con noi, e dopo Giovanni andò via dicendo che sarebbe venuto l’indomani.
Ero rimasta sbigottita da quanto accaduto, non mi aspettavo che mio cugino si fosse comportato così, l’avevo sempre considerato un normale e bravo ragazzo, avevo constatato che anche a lui piacevo e piaceva molto il mio culetto.
Il giorno dopo, arrivò che mia madre e mio padre erano già andati via, mia sorella sempre dalla zia, io ancora in pigiama, aprii la porta e lo feci entrare, non avevo il coraggio di guardarlo in faccia, mi salutò, domandando se ero arrabbiato per ieri, titubai, ma dissi di no, lui mi rassicurò dicendo che era un gioco che facevano quasi tutti e che quindi potevo stare tranquillo, io sempre zitta. Adesso mettiamoci a lavorare, andammo in camera a cambiarci, lui subito si spogliò, rimase in mutande mentre cercava gli abiti da lavoro, io un po’ titubante e molto lentamente mi tolsi il pigiama, ero rimasta con le mutandine anche io, lui mi guarda e dice, togli anche quelle, così non si sporcano, anche io le tolgo e tengo solo il pantaloncino, e così rimase completamente nudo, con il cazzo in bella mostra, mi facevo forza a non guardare, ma il mio sguardo andava sempre là, lui si avvicinò e disse, ecco ti aiuto io, non ti devi vergognare siamo sempre tra maschi e poi siamo cugini, rimane tutto tra di noi, non lo diciamo a nessuno,e nel frattempo mi abbassava le mutandine, vide subito che ero eccitato, e infatti disse, poi si vede che ti piace, e mi toccò il cazzetto. Adesso però mettiamoci al lavoro, infatti iniziammo a tinteggiare un po’ e a mettere il parato, con una variante che per aiutarmi a scendere dallo scaletto mi metteva le mani sul culo e sulle cosce . Poco prima di pranzo, mi disse che avevamo fatto un bel lavoro e anche tanto e che ci eravamo meritati una pausa, ci sedemmo e bevemmo un po’ d’acqua, eravamo tutti sudati, e infatti lui propose di darci una rinfrescata prima di riprendere, andammo in bagno, io mi apprestai al lavandino, lui mi fermò e disse: no sciacquiamoci qua è più comodo e possiamo farlo insieme risparmiando tempo, si tolse la maglietta e i pantaloncini e entrò nella vasca, invitandomi a fare altrettanto,mi avvicinai alla vasca e mi tolsi la maglietta, il pantaloncino non ancora, ci pensò lui a togliermelo, ecco disse così siamo più liberi e possiamo rinfrescarci meglio, prese il soffione e iniziò spruzzarmi, io ero di spalle mi vergognavo a farmi vedere con il cazzo duro, con la mano mi lavava, le spalle, il culo, le cosce e poi risaliva subito al culo, dove si soffermava parecchio, mi lavava il solco, e iniziò insinuare la mano tra le chiappe fino a toccare la mia rosellina, appena la toccò ebbi un sobbalzo, mi piaceva e mi eccitavo, si fermò un attimo , poi rimise la mano e ce la lasciò, io sobbalzai ma poi mi calmai, capì che la cosa mi piaceva, insisteva nella carezza, io immobile, posò il soffione e con l’altra mano iniziò ad accarezzarmi il petto, la pancia e sempre più giù insisteva sulla parte subito sopra il cazzo,era molto liscia, non avevo neanche l’ombra di un pelo, sembrava la pelle di una bambina, poi mi prendeva il cazzo che era durissimo, la sua mano insisteva con queste carezze tra cazzo e pancino subito sopra il cazzo, l’altra mano era sempre sul culo e sulla rosellina, io ero in piedi nella vasca, in estasi era bellissimo, proprio come piaceva a me, essere toccata sia davanti che indietro mmmmm , lui era seduto sul bordo, staccò le mani e mi fece sedere sulle sue cosce, riprese a segarmi, io ero seduta sulle sue cosce , sentivo il suo cazzo duro sulla schiena, mi prese per le cosce e mi fece sistemare meglio, adducendo che si stava facendo male in quella posizione, mi fece salire più su, sistemando il cazzo tra le mie chiappe, in questa posizione riprese a farmi la sega, ogni tanto si fermava e mi accarezzava pancia e le palle, la sua faccia era attaccata al mio collo, sentivo il suo fiato sul collo, con il mio cazzo in mano e l’altra mano sulla coscia, mi faceva muovere il bacino, come se si stesse facendo una sega con il mio culo. Stemmo un po’ così, mi piaceva tanto quella posizione, mi solleticava il culo e mi stava facendo una sega, che volere di più? Mi fece alzare a mio malincuore, e mi disse di inginocchiarmi, si alzò anche lui, vedevo il suo cazzo durissimo e grosso, mi chiese di baciarlo un po’ ce lo avevo proprio davanti alla bocca, feci segno di no col capo, insistette, solo un bacetto dai, vedrai che ti piacerà, insisteva e poi mi assicurò che appena fatto e se non mi fosse piaciuto si sarebbe tirato indietro, ero molto indecisa, magari mi sarebbe piaciuto, ma mi vergognavo, non volevo essere giudicata male, come una puttana o un ricchione, insisteva dicendo che sarebbe stato un nostro segreto, avrei voluto scappare ma mi teneva ferma tenendomi schiacciata nella vasca con le mani sulle spalle, cedetti e gli baciai la cappella, un bacio casto dato con le labbra, era morbida, dai un altro mi disse, e così feci,gliene diedi due, apri un po’ le labbra, aprii le labbra e un po’ di cappella entrò, una sensazione nuova, non lo avevo mai fatto, non seppi giudicare, ma non mi dispiaceva, mi teneva il capo e la mia bocca era sul suo cazzo, apri un altro po’ dai, aprii tutta la bocca e lui piano piano entrò, ,il cazzo era duro, ma in bocca non dava fastidio, anzi, era bello e eccitante, mi disse di succhiare, mentre andava avanti e indietro, una sensazione bellissima, mi piaceva, non riuscii a prenderlo tutto in bocca, troppo grosso o io non sapevo come fare, mentre succhiavo mi diceva “brava così, sei molto brava”, appena si rilassò mi staccai e mi alzai, gli dissi che non volevo, lui non insistette,ok mi disse, mi attirò a se , ero in piedi tra le sue gambe, mi accarezzava il cazzetto, durissimo, e con l’altra mano mi palpava il culo, e di tanta intanto la insinuava nel solco, mi piaceva tantissimo, con il dito mi solleticava la rosellina, prese un po’ di sapone e lo spalmò sul forellino, “laviamolo un po’” disse, il dito indugiava sulla rosellina, poi forzò un po’ e lo fece entrare un po’, sobbalzai, e cercai di divincolarmi, dicendogli di smetterla che non volevo, mi teneva ferma, con la mano sul cazzo, mi piaceva e opponevo poca resistenza, tenne fermo ii dito dentro di me, poi lo faceva uscire e poi di nuovo dentro, non sentivo dolore, anzi mi piaceva, e poi già lo avevo preso nel culetto , tante volte sia dal mio amichetto che dal prof., mi fece abbassare un po’, mi accarezzava le chiappe e poi mi infilò il dito dentro, entrò tutto, facilmente, agevolato anche dal sapone, mi stava chiavando con il dito, poi ne aggiunse un altro, stavo godendo come non mai, anche con il cazzetto, sentivo sensazioni bellissime sia davanti che dietro, stavo ferma e lui continuava chiavarmi con le dita, sentivo il suo cazzo contro la coscia che era diventato di marmo, tirò fuori le dita, uscimmo dalla vasca , ero alla sua mercè, mi fece piegare facendomi poggiare le braccia sulla vasca, si posizionò dietro di me, mi fece allargare le gambe, prese un altro po’ di sapone e me lo mise sulla rosellina e anche dentro,poggiò il suo cazzo sulla mia rosellina, mi ribellai un po’ dicendogli che non volevo, però stavo ferma chissà perché, iniziò a spingere, con una mano mi teneva il cazzetto e con l’altra il bacino, spingeva, gli dissi che mi stavo facendo male e di smetterla, si fermò e mi rassicurò dicendomi, che avrebbe fatto piano e che mi sarebbe piaciuto, mi rilassai, ricominciò a spingere, una fitta più forte mi fece gridare, si fermò dicendomi di stare ferma che il più era fatto, e infatti il dolore stava diminuendo ( come capitava quando venivo chiavata dal prof.) lui fermo nel mio culo, mi accarezzava le chiappe e le cosce, prese il mio cazzo in mano, iniziando a farmi una sega, e continuò a spingere, piano, lentamente, il suo cazzo scivolava nel mio culo facilmente, bellissimo, sempre più dentro, fino a che sentii i peli del suo pube che toccavano il mio culo, era tutto dentro, quel palo così grosso lo avevo tutto nel culo, iniziò a chiavarmi, e ad ogni spinta il mio cazzo sobbalzava dal piacere, stavo per venire, gli presi la mano e la muovevo rapidamente,mi contorcevo tutta e così venni, senza sborrare (non lo facevo ancora, troppo piccolo ), lui tolse la mano dal mio cazzo, mi prese per i fianchi e iniziò a chiavarmi con furia selvaggia, fino a quando si irrigidì e con tanti grugniti mi riempì il culo di sborra, si accasciò sulla mia schiena, mi sussurrò nell’orecchio “BRAVA”, sentivo il suo cazzo che si ammosciava lentamente, lo tirò fuori, mi alzai, tornai nella vasca e mi lavai tutta, mentre lui si lavava nel lavandino, si rivestì, io mi asciugai, presi le mie mutandine, misi un po’ di carta igienica sulla rosellina, indossai mutandine e pantaloncino e tornai fuori, la carta igienica ci voleva, perché la sborra per uscire dal mio culo impiegava tanto tempo, subito dopo chiavato il mio culetto si restringeva subito come se tornassi vergine. Facemmo colazione e riprendemmo a lavorare, mentre si lavorava, mi disse che gli era piaciuto tantissimo e che io ero molto bravo e che questo sarebbe dovuto rimanere un nostro segreto, non risposi, mi feci solo rossa, la vergogna in quel momento aveva preso il sopravvento.
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I lavori durarono altri due giorni, ma non andavamo più in bagno , ci mettevamo sul divano, e dopo un po’ di coccole, alla fine me lo metteva sempre nel culo, con mio sommo godimento.
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3 anni fa
Nikole2,
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Ultima visita: 2 anni fa
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La troia di mio suocera.
Quando Marco mi portò a conoscere i suoi genitori, non avevo il minimo sospetto di stare all’interno di una famiglia molto particolare. Avvenne a pranzo, nella casa dei genitori posta sulle colline al di sopra della città, dove si erano trasferiti una volta in pensione: la madre era stata un'insegnante, il padre un avvocato. Ambedue godevano di pensioni cospicue e si erano potuti ritirare in giovane età. Quando li conobbi, avevano cinquantacinque anni ciascuno e chi deteneva la guida della casa, contrariamente ad ogni stereotipo, era lei: una donnetta autoritaria, magra ed antipatica, con degli occhiali spessi che le davano l'aspetto di una caricatura. Era lei ad interessarsi di tutto e con tutti, chiamava il figlio più volte durante il giorno, decideva gli orari di casa, ne controllava ogni singolo istante della sua vita. Il pranzo era stato preparato da una gastronomia esclusiva, vicino casa. Almeno non era tirchia! Il padre, mio futuro suocero, se ne era stato tranquillo e silenzioso, per quasi tutto il tempo. Osservava e parlava poco, quasi soffocato dalla ingombrante presenza della moglie, che preferiva in nessun modo contraddire. Che pazienza, e quanta noia! Marco sembrava soggiogato dalla madre, mentre io mi sforzavo, con notevole fatica, di restare tranquilla e gentile. In fondo, sposarmi con Marco, avrebbe significato mettere mano alla cospicua eredità di quella famiglia e, a sentire Marco, i suoi genitori erano davvero ben messi a finanze. Fu dopo pranzo che i ruoli all'interno della casa cambiarono. La madre e Marco se ne salirono al piano di sopra, adducendo di doversi occupare di alcune questioni burocratiche. Non feci in tempo a sentirmi offesa, che il padre, Giulio, mi prese sottobraccio per condurmi in giardino. Non disse una parola, mi prese e basta. Il giardino era davvero grande e dotato di una vista superba sulla città. C'erano alberi da frutto, siepi ben curate e deliziosi angoli con panchine. Curiosa di sapere il motivo del suo comportamento, mi guardavo intorno, cercando di capire le sue intenzioni. Poi, di colpo, ruppe il silenzio:
«Che intenzioni hai con mio figlio?»
La domanda mi arrivò cogliendomi assolutamente di sorpresa.
«Beh, le migliori. Vorremmo sposarci».
«Lo so, lo so. Non sto parlando della facciata. Voglio sapere quello che hai nella mente, nel cuore e fra le cosce».
Lo guardai, rimanendo non poco sorpresa da questa domanda, così diretta ed intima.
«Rispondimi, Silvia».
Avevo ventitré anni e non mi ero mai sentita in imbarazzo come in quel momento.
«Giulio, le ho detto e sono seria a ripeterlo, che io e Marco siamo innamorati».
«Bene, bene».
Si voltò, guardandosi attorno, nel chiaro intento di controllare che non ci fosse qualcuno. Poi, di spalle rispetto a me, mi fece una domanda che non mi sarei mai aspettata dal mio futuro suocero.
«Ti scopa bene?»
Rimasi basita, incredula, per quello che aveva sentito.
«Cosa?»
«Hai capito benissimo: ti ho chiesto se ti scopa bene?! Le sue ultime due fidanzate lo tradivano ripetutamente e non ho avuto bisogno di indagare troppo a fondo per capire che mio figlio non è un vero stallone e voi donne siete tutte uguali: al cazzo ci tenete».
Era sintomatico il repentino cambiamento di comportamento del mio futuro suocero; completamente un'altra persona rispetto al personaggio silenzioso e tranquillo che avevo appena conosciuto. Inspiegabilmente ho avvertito, dentro di me, il desiderio di essere sincera con lui, anche se sono più che stupita, questa volta, dal mio comportamento.
«Non...non mi scopa bene».
Lui si girò di scatto; evidentemente era rimasto sorpreso dalla mia sincerità e prese a scrutarmi intensamente. Sentivo i suoi occhi penetrare nei miei ed arrivarmi in fondo all'anima. Rimanemmo in silenzio per un po', poi si avvicinò a me e, allargando le braccia, mi strinse forte a lui.
«Vieni qui, figlia mia, apprezzo la tua sincerità».
Mi sentivo strana; la mia mente era come spenta, quasi fossi drogata, incapace, di rinunciare al contatto con quell’uomo. Ma ero lucidissima: a pranzo non avevo bevuto nemmeno un bicchiere di vino. Poi riprese a parlare con voce calma, ma ferma.
«Hai fatto bene ad essere sincera con me. Lo apprezzo. È la maniera giusta per impostare un buon rapporto fra noi. D'altronde, se dobbiamo diventare una famiglia, è giusto che ci conosciamo bene e a fondo».
D'improvviso, la mano che mi stringeva alle spalle, scese giù e, insinuatasi sotto la gonna, mi palpò il culo. Ero impietrita: non riuscivo a reagire.
«Marco sarà anche un potenziale cornuto, con il cazzo piccolo che si ritrova, ma ha buon gusto in fatto di femmine; glielo devo riconoscere. Tu sei una bella femmina».
Le sue dita mi scostarono le mutandine e mi toccarono la figa. La trovarono umida, contro ogni supposizione. Mi stavo bagnando.
«Brava, Silvia. Brava, vedo che ti piace».
Cercai di dissuaderlo, adducendo a pretesto che avremmo potuto essere visti da qualcuno e questo non avrebbe deposto a favore di nessuno dei due.
«Ci possono vedere: potrebbe arrivare Marco improvvisamente».
«Non ti preoccupare; conosco mio figlio e conosco quella scassa cazzo di mia moglie. Ci metteranno un sacco di tempo, lassù. È una donna molto pignola, e ama avere tutto sotto controllo, soprattutto se la cosa riguarda suo figlio».
Le sue dita iniziarono un movimento circolare e sapiente, che mi sciolse tutta. Stavo godendo come una troia e soltanto con la mano di un uomo, che avrebbe potuto esser mio padre. Ormai preso di me, sollevò entrambe le mani e prese a palparmi le tette, prima da sopra la camicetta, poi le infilò prepotentemente dentro, tirandomi le mammelle fuori dal reggiseno e lasciandomi seminuda. Dopo averle massaggiate e strizzato i capezzoli, stringendoli fra indice e pollice, procurandomi un perverso piacere nel sentire quello strano dolore, si spostò davanti e si chinò a leccarmi un capezzolo, mentre io emettevo un gemito.
«Ti piace, piccola troietta, eh? Si sente. Bene, bene. Adesso ti faccio assaggiare anche il mio cazzo».
Armeggiando rapidamente con i pantaloni, liberò il suo cazzo. Grosso, di una notevole circonferenza, scuro, vigoroso, non molto lungo, già praticamente duro e ardito. Chissà perché Marco non aveva preso da lui?! L'espressione di piacere dipinta sul mio volto lo fece sorridere: aveva scoperto che godevo di quella visione, aveva scoperto la versione più intima e oscena di me, quella di puttana. Non era la prima volta che vedevo il cazzo di un uomo maturo. Ai tempi dell'università, feci un pompino, insieme ad una mia amica, al gestore di un locale, un tizio sulla cinquantina che, in cambio, ci offrì l’ingresso e consumazione gratuita per tutta la serata. Accettammo le sue condizioni, stando inginocchiate nel bagno del locale e leccandogli il cazzo, che, per fortuna, non durò molto a venire e me ne sentii sollevata. Ora dovevo misurarmi con il cazzo di mio suocero, completamente diverso da quello che avevo leccato e succhiato quella sera. Questo era un invito alla lussuria, ispirava il desiderio di godere. Mi stavo bagnando, ero fradicia, e mi assalì la voglia di quella mazza superba.
«Prendilo in mano, dai, muoviti».
Lo feci senza esitare. Era caldo, pulsava. Muovevo il polso e lo segavo. Data la rilevante circonferenza, le mie dita quasi non riuscivano a congiungersi.
«Ora succhialo».
Alzai gli occhi e lo guardai, trasferendogli il mio sentimento di paura misto a desiderio. Lui mi premette sulla nuca ed io inghiottii quel magnifico fallo.
«Su, da brava, leccalo e succhialo».
Lo lavorai per qualche minuto, cercando in tutti modi di farne entrare il più possibile nella mia bocca. Lui si appoggiò ad un muretto ed io mi ritrovai con le tette di fuori e la figa gocciolante, mentre succhiavo il cazzo al mio futuro suocero. Sollevai il volto per scrutare sul suo quali emozioni gli davo e cercando la sua approvazione che, puntuale, giunse insieme ad un ennesimo ordine.
«Sei brava, un’ottima bocchinara. Toccati la figa».
Lo feci e venni quasi subito: ne avevo proprio bisogno. La sera prima, con Marco, avevamo giocato un po' e mi aveva fatto venire leccandomela, mentre io gli avevo regalato una sega veloce. Ovviamente non era niente in confronto a quello che stavo facendo adesso. Poi, mentre mi riprendevo dall'orgasmo sempre con il cazzo di Giulio in bocca, lui si filò e si rese visibile un filo di saliva che univa le mie labbra alla sua cappella gonfia. Mi fece alzare e, dopo avermi impastato ancora un po' le tette, mi spinse ad appoggiarmi al muretto che c’era dietro di lui. Ero sconvolta, eccitata ed incapace di negare a quell’uomo qualsiasi cosa.
«Mettiti qua, appoggiati al muro».
Mi fece chinare sul muretto e mi alzò la gonna da dietro. Abbassò in un istante le mutandine e prese a baciarmi il culo. Dilatava i glutei e vi insinuava la lingua in profondità, scorrendo fra il buco del culo e lo spacco della fica.
«Come sei bella e quanto sei puttana!»
Diede una leccata alla mia figa umida, facendomi gemere ancora, poi riservò la sua completa attenzione al buco del culo, che cominciò a lavorare con dovizia e bravura. Mi faceva impazzire, dovevo serrare forte le labbra per non urlare per il piacere che stavo provando. Mi leccava il buco del culo e mi stuzzicava la figa. Venni ancora, senza freni e, mentre stavo per riprendermi da quel secondo orgasmo, lui, dopo aver fatto colare della saliva lungo il solco dei glutei e averne spalmato un po' sul buco, mi infilò il cazzo nel culo. Lo fece con un gesto naturale, quanto deciso, spingendo il suo grosso cazzo fino in fondo. Rimasi senza fiato. Mi rompeva, mi slargava il culo, facendomi sentire tutta la sua potente virilità fino in fondo ed io non mi ribellavo. Mi voltai a fissarlo negli occhi.
«Fai piano, per favore! Mi stai spaccando il culo!»
«Zitta, troia! Da quello che sento, il tuo culo è già allenato ad accogliere cazzi».
Lo spinse tutto dentro, fino alle palle, e rimase lì, immobile, per alcuni secondi. Il suo cazzo pulsava ed anche il mio sfintere. Effettivamente non ero vergine di culo, già da quando mi ero messa con Marco; due o tre volte, lo avevo concesso al mio ex per non rischiare d'esser ingravidata e da lui mi ero fatta inculare godendo tantissimo. Dopo un lungo istante di completa immobilità, iniziò a muoversi piano. Sapeva quel che faceva. Mi prese per i capelli, prima e poi, per le tette. Mi trattava come una vacca che veniva montata; gli piaceva farmi capire che lui era il mio toro e mi stava montando in maniera stupenda: era proprio così. Io, inutilmente e, quasi per mettere a tacere la mia coscienza, lo pregavo di smettere, anche se, dentro di me, volevo che mi sbattesse, se possibile, ancora più forte. Lui sempre più eccitato, mi inculava e mi apostrofava con i peggiori epiteti possibili:
«Ti sfondo il culo! Te lo spacco tutto, vacca! Te lo voglio rendere così largo, che lo dovrai sentire aperto per molto tempo! Sei una gran puttana! E da oggi sarai la MIA puttana!»
Stavo tradendo Marco e, assurdo, lo stavo facendo con suo padre. Questo mi faceva sentire immensamente troia, una vera puttana e, dentro di me, sentivo proprio di voler appartenere a questo maschio, che mi stava dominando, sfondandomi il culo con il suo cazzo stupendo. D'improvviso aumentò il ritmo e subito mi resi conto che mi avrebbe inondato il culo.
«Ora sborro, mi svuoto nel tuo culo di troia».
Lo fece con forza ed impeto, finché emise un grugnito da vero maiale. Ci eravamo accoppiati, mi aveva fatta sua. Non pensavo a cosa sarebbe successo in futuro, non volevo pensarci. L’unica cosa che, in quel momento, per me aveva valore, era il fatto che questo maschio mi aveva fatto godere come una vacca, anzi la sua vacca. Avevo tradito Marco ed era vero: lo avevo già fatto all'inizio del nostro fidanzamento, con un mio ex. Ma avevo poi deciso di non farlo più, mentre ora mi sentivo pronta a soddisfare ogni desiderio di quest’uomo, che mi aveva inondato il culo con il suo seme bollente, quasi a sottolineare il fatto che lui era il mio toro da monta. Per un lungo istante, rimase piantato dentro di me, poi quando si è sfilato, ha appoggiato una mano sulla mia testa e mi ha fatto inginocchiare davanti a lui: in buona sostanza ha preteso che io, con la bocca, gli cancellassi ogni traccia del piacere che c’era ancora sul suo cazzo. Me l’ha infilato subito in gola ed ho assaporato i miei e i suoi umori, leccando e succhiandolo con estremo piacere. Poi ci siamo ricomposti e, prima di tornare dentro casa, lui mi ha guardato dritto negli occhi, mentre teneva entrambe le mani appoggiate alle mie spalle. La sua voce calma e ferma, mi ha impartito un ordine cui io stessa ho subito sentito il desiderio di obbedire.
«Quando avrai voglia di scopare alla grande e, sono sicuro che ti capiterà, ora sai chi devi cercare, perché, ho deciso che tu sarai la moglie di quel cornuto di mio figlio, cui daremo anche un erede. Se scopro che vai a scopare in giro con altri, te ne farò pentire amaramente. È chiaro quello che ti ha chiesto?»
Abbassai lo sguardo. Sentivo, dentro di me, che ero entrata in un meccanismo incredibilmente erotico, tremendamente peccaminoso ed infinitamente lussurioso, che, di sicuro, mi avrebbe portato a godere con quel maschio in maniera completa e totale. Lo guardai dritto negli occhi e gli giurai la mia completa disponibilità ad essere sua, solo sua. Dopo quella volta, scopammo altre volte in posti e luoghi diversi. Nella nostra futura casa, in un parcheggio, in auto, mentre aspettavo Marco che era andato a fare delle commissioni e, persino, in casa sua, con sua moglie chiusa in bagno a fare la doccia. Fui sua anche la prima notte di nozze, dopo che gli avevo anticipato un pompino nel bagno del ristorante.
Lo sarò ancora tra poco, mentre ripenso a tutta questa storia, e lui, adesso, sta arrivando a casa mia, perché mio marito sarà fuori per lavoro per due giorni, e lui passerà la notte, qui con me. Ha espresso il desiderio di volermi ingravidare ed io non vedo l’ora di accontentarlo. Forse sono una puttana, una donna disonesta, ma non me ne importa nulla; lui mi fa godere, mi fa sentire femmina, troia, puttana fra le sue braccia e questo è ciò che voglio.
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3 anni fa
baxi18, 55
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In giro a cercar funghi, trova cazzi duri e lunghi!
Mi chiamo Paolo, ho 56 anni e sono sposato con Mara, che di anni ne ha 52. Siamo una bella coppia che sta insieme da tanti anni e, insieme, abbiamo vissuto tante belle esperienze erotiche, che ci hanno sempre procurato molto piacere. Lei sicuramente, non è molto alta, ma il suo corpo, ha le curve al posto giusto: di seno, una bella quarta ed anche il culo è abbastanza grosso. Io sono un maschio come tanti con una discreta dotazione e, con lei ho sempre avuto una forte intesa, del resto ci conosciamo da tanti anni ed eravamo adolescenti quando abitavamo nello stesso quartiere, dove lei aveva succhiato tutti i cazzi che le erano capitati a tiro. Tutti dicevano che era una troia ed anche i miei coetanei la trattavano come una vera puttana. Tutti la disprezzavano per questo, anche se poi si facevano succhiare il cazzo e le riempivano la bocca di sborra; inoltre la insultavano dicendo che era solo una "puttanella" e che, una volta adulta, avrebbe sicuramente fatto la zoccola di professione.
Io, invece, ero affascinato, anzi, forse ero l’unico del quartiere che la trattava bene. Fra di noi c’era una vera amicizia e anche molto dialogo, perché anche a lei piaceva stare con me, in quanto la rispettavo e la trattavo da vera femmina, senza disprezzare le sue qualità erotiche, ma anzi trovandole superlativamente attraenti. Poco dopo aver superato i 20 anni, abbiamo deciso di andarcene da quel posto e ci siamo trasferiti in una città molto lontana, dove insieme abbiamo aperto un bar, che ben presto è diventato una perfetta miniera di soldi. Col passare del tempo, lei ha continuato a farsi sbattere da tutte le persone che suscitavano il suo interesse, ma sempre con la mia complicità, e questo ha fatto sì che divenissimo una coppia ancor più intima ed unita. Lo stesso ho fatto io con le clienti del bar che, in qualche modo suscitavano il mio interesse, e lei, spesso e volentieri, si compiaceva per il mio buon gusto nello scegliere le mie amanti. Cosi, dopo tanti anni, la nostra attività e ancora fiorente e vi abbiamo inserito anche i nostri due figli. Sia il maschio che la femmina, si trovano a loro agio dietro il bancone e, entrambi, non disdegnano di avere delle relazioni sessuali con gli avventori. Mia figlia, poi, è la copia esatta della madre soprattutto sotto il profilo sessuale e, devo ammettere, che sicuramente è anche una gran troia, quando scopa con qualche cliente. Infatti, mi è capitato di sentire qualcuno di essi complimentarsi per la sua bravura nel succhiare il cazzo o l’estrema disinvoltura nel prenderlo nel culo. Anche mio figlio riscuote molto successo fra le ragazze che frequentano il nostro bar. Spesso e volentieri, ne ho sentito alcune elogiare la sua bravura nel portarle ad un elevato livello di piacere. Fra le tante cose che io e mia moglie amiamo fare, vi è quello di andare per boschi alla ricerca di funghi, o altre prelibatezze, come asparagi, castagne, tartufi. Proprio in questo periodo, dopo una estate alquanto calda, ha piovuto abbondantemente in tutta la nostra zona, in maniera lenta e insistente e, dopo alcuni giorni di sole, ad entrambi è venuta la voglia di una lunga passeggiata nel bosco, alla ricerca di funghi prelibati. Decidiamo di andarvi mercoledì mattina presto, anche se il luogo scelto per la nostra ricerca non è proprio molto indicato in questo giorno particolare della settimana, perché, sulla sommità della collina dove sorge il bosco, ci sono delle postazioni adibite alla caccia della fauna migratoria. Poco dopo il sorgere il sole, lasciamo la nostra auto ai piedi della collina e, lentamente, ci inoltriamo nel bosco. Dopo circa un’ora in giro per la foresta, abbiamo già raccolto una discreta quantità di funghi molto pregiati, quando sentiamo l’eco di alcuni colpi di fucile. Mara, che fino a quel momento si era tenuta un po’ distante da me, mi raggiunge e, alquanto impaurita, continua con me la raccolta, rimanendo nelle mie vicinanze. Continuiamo a salire la collina e di nuovo la nostra attenzione viene catturata dall’ennesimo eco di colpi di fucile. Lei mi guarda un po’ impaurita e mi chiede se non sia il caso di andarcene, onde evitare di esser feriti. La rassereno informandola che le postazioni adibite alla caccia, sono poste in alto, sopra delle vere e proprie piattaforme aeree e che, comunque, difficilmente chi partecipa alla caccia, spara verso il basso. Continuiamo a salire ancora un po', quando, d'improvviso davanti a noi si materializza la figura di un signore, che sta, evidentemente, cercando qualcosa. Quando ci avviciniamo, ci rendiamo conto che è un cacciatore venuto a recuperare qualche preda abbattuta. Immediatamente egli si avvicina noi e, vista la nostra titubanza, ci tranquillizza e ci invita a raggiungere la sommità della collina, poiché, ci informa, appena oltre il capanno di caccia, sull’altro versante del rilievo, quello più esposto al sole, è più facile trovare i funghi che noi stiamo cercando. Quando raggiungiamo il punto adibito alla caccia, ci troviamo davanti ad un capanno in legno perfettamente integrato nel bosco, con un grosso tavolo davanti ed un braciere acceso. Il nostro arrivo, suscita la curiosità degli altri cacciatori e, in un attimo, ci ritroviamo, oltre alla persona che ci ha accompagnato, tra altre tre persone più una quarta che esce dal capanno, portando in mano un vassoio con della carne da arrostire sul braciere. All'istante, mi rendo conto che la presenza di mia moglie, che indossa dei jeans che ne modellano lo splendido culo ed una camicia abbottonata solo nella parte centrale, suscita l’interesse di quei cinque maschi, che la guardano con occhi carichi di desiderio. Anche mia moglie nota il fatto che tutti e cinque le stanno intorno e, con la scusa di guardare l’interno del suo canestro di funghi, indugiano con gli occhi nella scollatura della sua camicia, da dove è ben evidente il solco dei suoi seni. Io mi volto e vedo lo sguardo di mia moglie che, incrociato il mio, mi lascia capire che la cosa la sta intrigando. In breve prendo atto del fatto che è passato diverso tempo da quando, insieme, ci siamo abbandonati ad un po’ di trasgressione. In effetti, negli ultimi anni, ad entrambi è sempre piaciuto trovare situazioni intriganti, cariche di lascivia, dove entrambi ci siamo lasciati andare a goderne assieme. Sì, in questi ultimi anni, a mia moglie è piaciuto molto godere con altri maschi e sempre in mia presenza, sempre sotto il mio sguardo, ma, soprattutto, anche con la mia partecipazione. Non riesco a spiegare con precisione questo suo modo di fare, ma è sempre stato palese che poter fottere sotto i miei occhi, o magari con la mia partecipazione a qualsiasi sua porcata, le aumentasse la libido in maniera esponenziale. Sembra quasi che non provi interesse a godere, se non lo fa sotto il mio sguardo, attento, e la mia reale partecipazione. Così, mi determino che, in qualche modo, debba regalarle momenti di infinito ed estremo piacere.
«Amore, approfitta della gentilezza di queste persone per riposarti un momento, mentre io do uno sguardo qui intorno, per vedere se ci sono funghi da cogliere.»
Dico questo mentre, con lo sguardo, accenno ai maschi che le stanno intorno, così da farle intuire che la mia esortazione è senz'altro tesa al desiderio di vederla in azione con altri maschi e quindi mi asseconda.
«Grazie, mi fermo solo un attimo, giusto il tempo di bere un po’ d’acqua, per poi raggiungerti.»
Mi allontano di proposito, lasciandola in compagnia di quei cinque maschi, ma, dopo un breve giro, ritorno sui miei passi e mi avvicino per vedere quello che succede. Lei tiene in mano un bicchiere e tutti gli altri le stanno intorno; ridono e scherzano con lei, che era il punto focale della loro attenzione. Osservo un po’ la scena e già mi sto eccitando, immaginando che anche lo sia, quindi, senza far rumore, mi sposto un po’ lateralmente e mi avvicino ancora di più per poter ascoltare distintamente quello che le stanno dicendo. Giunto a breve distanza, osservo che uno dei cacciatori è entrato nel capanno e ne è uscito tenendo in mano un bel salame, che impugna tenendo la base e mostrandolo, quasi fosse un lungo e grosso cazzo.
«Signora, se oltre l’acqua, vuole anche fare uno spuntino, qui abbiamo un bel salame, che, di sicuro, le farà piacere assaggiare.»
Le parla con un tono alquanto allusivo, chiaro indice di un vero e proprio doppio senso, cui mia moglie non si sottrae, rispondendo a tono.
«Se si tratta di fare uno spuntino, un bel salame così lo gradisco a fette, diversamente, preferisco assaggiarlo intero.»
Essi tutti si rivolgono uno sguardo e restano un momento indecisi sul da farsi, in considerazione della mia presenza che, anche se in quel momento non è palese, è chiaro che, trovandomi nei paraggi, li trattiene dall’osare ancora di più con lei. Uno di loro, un po’ più audace degli altri, rincara un po’ la dose.
«Sicuramente, questo lo offriamo volentieri a fette, ma se li gradisce interi le assicuro che ne abbiamo altri che, certamente, saranno di suo gradimento.»
Lei sorride e resta immobile in mezzo a loro che, in ogni caso, sono ancora titubanti e, quindi, per sbloccare la situazione, lentamente, inizia a sbottonare i pochi bottoni che tengono chiusa la sua camicetta. Loro si scambiano uno sguardo e, quando stanno per allungare le mani sul suo seno, ancora ricoperto da un sottile reggiseno, io rientro in scena. La mia ricomparsa li lascia per un attimo indecisi, mentre mia moglie, vedendomi presente, ora si abbassa davanti a uno di loro; rapidamente gli apre la patta dei pantaloni e ne estrae un bel cazzo, quasi barzotto. Lo impugna decisa, lo porta alla bocca e prende a succhiarlo. Gli altri, incoraggiati dalla chiara piega assunta dalle circostanze, tirano fuori i loro cazzi e si sistemano tutti intorno a lei, per farselo succhiare. Intanto il primo si sta già godendo la bravura di mia moglie nel prendere il cazzo in gola.
«Accidenti! Questa troia lo succhia veramente bene! Ragazzi! Che spettacolo! Che bocca!»
Come sempre in questi casi, resto leggermente in disparte e mi gusto la scena: per me è molto eccitante vedere mia moglie alle prese con più cazzi. È intrigante, eccitante ed esageratamente stuzzicante vederla all'opera, profondamente troia proprio come piace a me. Uno di seguito all'altro, li succhia tutti, mentre con le mani insiste a tenerli perfettamente in tiro. Poi, di colpo, chiede a uno di loro di spostarsi, di aprire il cerchio che hanno fatto intorno a lei, e mi cerca con lo sguardo. Mi guarda, mentre io sono ancora immobile ed estasiato ad ammirare la sua maestria nel succhiare i cazzi. Improvvisamente si alza di scatto, e la sua voce è ferma e decisa.
«Tu, che fai lì? Devi venire qui, assieme a loro, perché voglio succhiare anche il tuo cazzo, altrimenti il gioco finisce qui!»
Immediatamente, sento lo sguardo di altri cinque che, in qualche modo, attendono la mia decisione; mi avvicino e mi inserisco in quel cerchio di maschi che, ora, allungano le mani su di lei, le toccano il culo ed accarezzano i seni, mentre lei si inginocchia davanti a me e, preso il mio cazzo in bocca, inizia a succhiarlo con evidente piacere. Assaporo, il piacere della sua bocca, poi mi abbasso, la faccio sollevare e la bacio in bocca, in maniera forte e passionale. Quando mi stacco da lei, le mani degli altri hanno già provveduto a sfilarle camicetta e reggiseno, così da liberare le sue splendide mammelle, che sono divenute trastullo delle mani di tutti: vengono toccate, palpate e strizzate, mentre altri le hanno abbassato i pantaloni, e sfilati dalle caviglie. Uno di essi invita tutti ad entrare nel capanno, cosa che facciamo mentre lei tiene un cazzo per mano e, sculettando ci precede all’interno della piccola costruzione in legno. Dentro, oltre ad un tavolo, vi è anche un piccolo divano, dove, uno di loro la invita ad inginocchiarsi. Lei prontamente si inginocchia e subito uno di loro provvede a toglierle il piccolo tanga, che ancora copre fica e culo. Subito uno di loro le si inginocchia dietro e comincia a leccarla, facendola gemere di piacere, ma a bocca piena, perché un altro, che si è posizionato dall’altro lato del divano, le ha già piantato il suo cazzo in bocca, facendoglielo succhiare per bene.
«Succhia troia! Succhialo bene, perché te lo voglio piantare tutto dentro, fino in fondo.»
Osservo eccitato la scena di lui che le tiene la testa fra le mani e letteralmente la scopa in bocca con un grosso cazzo, non troppo lungo, ma di una circonferenza che le riempie la bocca e che lei accoglie con gusto fin dentro la gola. Anche gli altri, a giro, si alternano davanti alla sua faccia, mentre il primo che lei ha succhiato e reso duro, ora si posiziona dietro di lei e, dopo aver spennellato un po’ la cappella lungo lo spacco della fica, gliela spinge dentro fino in fondo, facendola gemere di piacere. Lui la tiene ben stretta per i fianchi e poi comincia a pomparla con un ritmo sostenuto e, nel mentre, ne elogia la capacità di prendere il suo cazzo fino in fondo.
«Caspita! Questa vacca è così ben aperta, che l’ha preso tutto, fino in fondo, senza preoccuparsene. Ragazzi è fantastica! Ha una fica veramente bollente, calda e molto accogliente. Meravigliosa!»
Io mi avvicino a lei, le prendo la mano destra e la porto sul mio cazzo, cosicché lei possa segarlo con calma. Intanto il tizio che la scopa, sta aumentando il ritmo, e immagino che a breve le sborrerà dentro. Guardo gli altri che sembrano impazienti ad attendere il loro turno; così decido che è giusto che anche mia moglie, prima di esser riempita, raggiunga il suo piacere.
«Coraggio ragazzi datevi il cambio: non sborrate troppo in fretta, ma alternatevi a scoparla, così che lei possa godere molto e più a lungo.»
La mia proposta viene subito accolta e uno di loro invita l'amico, che la sta scopando, ad uscire dalla fica e lasciare il posto libero per qualche altro. In breve si alternano tutti dentro di lei e, quando anche il quinto, l'ha chiavata per bene, facendole avere un ennesimo orgasmo, lei si gira verso di me e mi incita a scoparla come hanno fatto tutti gli altri.
«Non stare lontano; lo sai benissimo che, oltre ad altri cazzi, voglio sentire anche il tuo che mi sfonda, quindi sbattimelo bene dentro, fino in fondo.»
Mi avvicino e subito mi lasciano il posto per infilare la fica di mia moglie, ormai completamente fradicia del suo piacere. Le spingo dentro il cazzo fino in fondo, e la sbatto con forza e decisione, serrandole i fianchi. Lei gode mentre continua a tenere in bocca, alternandoli, altri cazzi, affinché nessuno abbia il benché minimo cedimento. Quando sento che ha raggiunto l’ennesimo orgasmo, mi sfilo dalla figa e lo appoggio al culo, con un movimento lesto e deciso, e glielo spingo tutto dentro, sotto lo sguardo meravigliato degli altri, che si complimentano con me e con lei.
«Accidenti ragazzi! Questa zoccola l’ho preso tutto nel culo senza batter ciglio! Complimenti amico, la tua donna è una vera "zoccola"! Il sogno che ognuno di noi ha nel cassetto: avere una femmina come questa nel proprio letto, capace di far godere più maschi e di prenderlo anche nel culo con estrema disinvoltura.»
Le pompo il culo per un po’ e, quando sento che sono prossimo al piacere, giro lo sguardo e invita un altro a prendere il mio posto. Immediatamente riprende la girandola di cazzi che ora le sfondano il culo con estremo piacere. Quando anche l’ultimo ha assaporato questo ennesimo buco, decido che è giunto il momento di fare impazzire mia moglie e, di nuovo, le entro con forza nel culo, poi l’afferro per i fianchi e, sollevatala, mi siedo sul divano in modo da averla di spalle e, nello stesso tempo, con la fica a disposizione di chi ne voglia approfittare, elargendole il piacere della doppia penetrazione. Subito questa mia idea viene colta e uno di essi si inginocchia fra le sue cosce e, con estrema facilità la penetra fino in fondo. Lei gode, urla il suo piacere e ci incita a sfondarla ancora di più, con più forza, con più impeto, spingendo sempre più a fondo i nostri cazzi. Lei gode, raggiunge in breve un orgasmo dopo l’altro e sento che anch’io sono prossimo ad inondarle il culo; così, dopo che quello che la scopa davanti si sfila per cedere il posto ad un altro, io la metto di lato e la scopo nel culo con forza velocemente e, infine, le scarico dentro una sborrata tale che la fa urlare di piacere ancora di più. Mi sfilo e, dal suo culo slargato, fa capolino un rivolo di sborra bianca, che cola giù lungo la coscia. Subito il mio posto viene preso da un altro, che le pianta il cazzo nel culo senza tanti complimenti e si mette nella stessa posizione in cui ero io prima, con ciò agevolando un altro che la può scopare da davanti. Entrambi ora la pompano con forza e decisione, fin quando, dopo che lei ha goduto di nuovo, quello che la scopa davanti le svuota nella fica tutto il suo piacere. Anche quello che la sta inculando vuole venire e la gira di lato sul divano; la sbatte con forza fin quando anche lui non le riversa in culo tutto il suo piacere. Per un attimo rimane immobile sul divano, stremata dal piacere provato, mentre gli altri tre, che ancora non sono venuti, reclamano il loro turno. Uno di loro si siede sul divano e la invita a salire su di sé, per farsi cavalcare; lei obbedisce senza remore e, afferrato quel grosso randello, se lo pianta nella fica, da cui sta colando tutto il seme dell’ultimo maschio che le ha sborrato dentro. Appena il tempo di infilarselo dentro, che un altro si inginocchia dietro di lei e glielo pianta con decisione nel culo. I due incominciano a scoparla con forza, mentre il terzo, si posiziona sulla parte posteriore del divano e, con una mano appoggiata sulla testa di mia moglie, la esorta a prendergli il cazzo in bocca. Ora tutti e tre la scopano con decisione, mentre lei, immobile, subisce questi maschi che le sfondano ogni buco. Il primo a raggiungere l'apice del piacere è quello che la sta inculando: viene, con un grido roco, mentre si svuota tutto dentro di lei. Si sfila e subito il suo posto viene preso da quello che lei stava succhiando; anche lui le pianta con decisione il suo cazzo nel culo.
«Vacca sfondata! Hai il culo aperto come una galleria e sei così piena di sborra che il mio cazzo scivola come se fosse sul sapone. Adesso ti sfondo il culo anch’io, poi te lo riempio con tutta la mia sborra. Tieni, eccomi, adesso ti sborro in culo!»
L’uomo la tiene per i fianchi e la scopa velocemente, poi, improvvisamente, rimane immobile piantato dentro di lei e si svuota le palle, riversando tutto il suo piacere nel culo di mia moglie. Lei gode nel sentire l’ennesima ondata di sborra che le si riversa nell’intestino, poi, quando l’uomo si sfila, continua a cavalcare il cazzo che ancora ha nella fica, ma che, ben presto, eiacula tutto lo sperma prodotto.
Quando anche l’ultimo maschio le ha goduto dentro, lei si solleva e dai suoi buchi, oscenamente aperti, cola tutto il seme che le abbiamo riversato dentro. Per un lungo istante, tutti restiamo in silenzio ed immobili a guardarla, mentre lei allunga una mano e, presi dei tovaglioli, si asciuga la sborra che le sta colando lungo le cosce. Poi si gira, cerca il mio sguardo, osserva gli altri e, senza dire nulla, si inginocchia di nuovo davanti ad ognuno di essi, gli prende il cazzo in bocca e lo succhia e pulisce, ripulendoli da tutte le tracce di sborra che ancora erano presenti. Due di loro, vedendo quanto sia troia mia moglie, hanno ancora un accenno di erezione e, con la bravura delle sue labbra, ben presto quei due cazzi tornano ad essere duri e tesi.
«Cazzo! Questa vacca è talmente troia, che me lo sta facendo di nuovo diventare duro. Prima le ho sborrato nella fica: vuol dire che adesso farò in modo di gustare
anche il culo.»
Senza aggiungere altro fa inginocchiare mia moglie sul divano e con un semplice affondo secco e deciso, glielo pianta tutto nel culo. Lei geme, mentre tiene ancora l’altro cazzo in bocca, che è di nuovo bello duro. L’uomo se lo lascia succhiare e, con entrambe le mani le tiene ferma la testa; comincia a scoparle la bocca, muovendo il bacino avanti indietro, mentre l’altro le pompa il culo con colpi vigorosi e devastanti. Lei gode di nuovo, mentre io, osservando la scena, mi sto eccitando ancora. Mi avvicino e la guardo mentre gode ancora; allungo la mano e le afferro i seni, strizzando con forza i capezzoli fra l’indice ed il pollice; di proposito le procuro un misto di dolore/piacere che so essere molto gradito e, infatti, ben presto ha un nuovo orgasmo, mentre quello che si sta facendo succhiare il cazzo, improvvisamente glielo spinge tutto in gola, esortandola a bere il suo seme.
«Bevi, troia! Ingoialo tutto! Ti sborro in gola, troia!»
Lei serra con forza le labbra, succhia e ingoia tutto ciò che le viene versato in bocca, e questo suo modo di fare, così lascivo e porco, scatena anche l’orgasmo di quello che la sta chiavando nel culo.
«Cazzo! Cazzo, quanto è puttana questa femmina! Adesso sborro... le inondo il culo!»
La pompa con forza, tenendola ben ferma per i fianchi, fin quando con un grido, non le riversa dentro tutto il suo piacere. Anche gli altri, nel vedere quanto sia troia mia moglie si sono avvicinati e alternandosi nella sua bocca, sono riusciti di nuovo ad avere il cazzo duro e, uno dopo l’altro, si alternano dietro di lei, infilando, a volte il culo, a volte la fica di mia moglie, per poi schizzare dentro tutto il loro piacere. Durante questa ennesima tornata di cazzi, io mi sono posizionato davanti alla sua bocca e lei ha stretto fra le sue labbra il mio cazzo, succhiandolo con forza, e quando l’ultimo le sborra dentro la fica, io le scarico in bocca tutto ciò che è rimasto nelle mie palle. Stremata, e con i buchi ridotti a caverne, da cui cola di tutto e di più del piacere che le abbiamo riversato in corpo, crolla sul divano, mentre tutti applaudono e si complimentano con lei, esternano il loro entusiasmo dando pacche sulle spalle a me, congratulandosi per la sua bravura.
«Complimenti! Sei una troia stupenda! Una vacca meravigliosa! Una puttana come poche ce ne sono al mondo e tu, amico, sei fortunato ad avere una troia come lei, al fianco. Grazie, ci hai fatto godere tantissimo.»
Io mi ricompongo un po’, poi esco fuori e raccolgo i suoi indumenti; poi, tornato dentro, la trovo circondata da loro, che le offrono tovaglioli imbevuti d’acqua, per potersi pulire al meno peggio. Sono tutti molto gentili e cordiali con lei, la trattano come una vera regina. Poi, prima che ce ne andiamo, ci offrono di restare a pranzo con loro, per mangiare la carne alla brace che intendono cucinare, ma mia moglie, sorridendo, declina l’invito, rinviandolo ad un’altra occasione.
«Grazie ragazzi! Ma oggi di carne ne ho mangiata anche troppa: non vorrei che mi facesse male!»
Uno dei cacciatori le dice, ridendo, che la prossima settimana, se vuole, poco distante da quel posto, ci sarà una battuta di caccia al cinghiale con circa una dozzina di persone. Lei sorride, mi guarda e dice che ci farà un pensierino. Riprendiamo i nostri cesti con i funghi e ce ne torniamo nel bosco, dove lei, una volta rimasti soli, mi abbraccia e mi bacia con forza.
«Ti amo! Sei un uomo meraviglioso; avevo proprio voglia di una ripassata di cazzi, ma non volevo che fosse una cosa programmata, mentre questa, così improvvisata, mi ha proprio soddisfatto e fatto sentire più che bene. Come sempre, sei la persona che di più amo al mondo, perché sai intuire i miei desideri, le mie voglie, ma, soprattutto, sai come soddisfare i miei pruriti. Mi dispiace solo che ho dovuto chiederti di partecipare, quando invece vorrei che tu fossi come sempre più presente, più partecipe, e non esservi costretto perché sono io a chiederlo.»
La guardo, le sorrido e le spiego semplicemente, che non stavo in disparte per non partecipare, bensì per ammirare la sua meravigliosa porcaggine, il suo modo di esser puttana, zoccola, vacca: cosa che a me piace da morire. Insieme, torniamo alla nostra auto e alla vita di tutti i giorni, in attesa che, casualmente, capiti di nuovo un piacere inaspettato, da vivere al momento
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3 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 1 settimana fa -
Trav scopata dal prof
Dovevo dare l'ultimo esame all'università, ma era un esame ostico e poi non avevo più voglia di studiare molto. L'appuntamento per sostenere l'esame era nell'ufficio del professore, un uomo di mezza età dal fisico atletico. Era un venerdì pomeriggio ed io ero l'ultimo della lista, sicché venni interrogato molto tardi (erano le 18 passate e nei corridoi non c'era più nessuno).
Iniziai male l'interrogazione e il professore pareva spazientito, forse anche stanco vista l'ora tarda. Ad un certo punto, controllando il mio libretto, mi chiese come mai non mi fossi preparato a sufficienza, visto che era il mio ultimo esame. Mi propose quindi la possibilità di prendere un voto sufficiente, a patto che io facessi una cosa per lui: voleva infatti scattarmi delle foto vestito con intimo femminile, diceva che aveva fatto una scommessa con un amico, che una ragazza si sarebbe spogliata per lui o una cosa del genere (non si espresse bene) e subito estrasse da un cassetto un reggiseno e un perizoma, mi disse che se li avessi indossati sarebbe stato clemente per il voto, del resto aveva questa "scommessa" da fare e non mi avrebbe fotografato il viso ma solo il corpo da lontano in quanto doveva fare questa scommessa.
Io ero molto titubante, non volevo accettare, quindi il professore iniziò a dire che la mia mancata collaborazione poteva ostacolare il superamento dell'esame...
Allora accettai, mi spogliai completamente ed indossai un reggiseno e un perizoma neri in pizzo. Il professore disse quindi che doveva rendere la foto più credibile ed estrasse da un altro cassetto un paio di tette finte in silicone, una parrucca e un paio di zeppe con tacco vertiginoso! Nemmeno ebbi il tempo di pensare il motivo per il quale avesse tutta quella roba e su sua indicazione le indossai: ora sembravo veramente una femmina! Mi fece alcuni scatti senza inquadrarmi il viso, poi mi chiese di sedermi perché voleva continuare l'interrogazione!
Io ero spaesatoa mentre iniziammo l'interrogazione fece cadere di proposito una penna sotto la scrivania, io mi chinai per raccoglierla e rimasi di sasso nel vedere che aveva tirato fuori l'uccello! Mi risedetti senza sapere cosa fare, lui pareva contrariato e disse che se volevo passare l'esame dovevo fare una buona scena orale! Di nuovo fece cadere la penna, mi chiese di raccoglierla e di pensare attentamente alle sue parole.
Quando fui di nuovo sotto il tavolo mi disse ancora "l'esame lo passi solo se fai una buona prova orale". Ormai ero lì, vestita da femmina con un cazzo in tiro davanti...aspettai un poco quindi mi avvicinai e lo presi in bocca! La sua esclamazione fu di soddisfazione "molto bene " disse "continua così che ti vedo preparata" . Quel darmi della lei, il sentirmi vestita da femmina e soprattutto con un cazzo enorme in bocca mi eccitò e inizia a spompinarlo a una velocità sempre maggiore, mi piaceva! Avevo un cazzo molto grosso in bocca e mi sentivo come una di quelle troie che vedevo nei film porno. Lo succhiavo di gusto, mi era venuto duro, ad un certo punto mi prese la testa con le mani ed accelerò i miei movimenti. "Sei una grandissima pompinara, ti meriti un bel voto" mi disse. A me però del voto non interessava piu niente perché mi piaceva succhiare quel cazzo turgido. Era una goduria, era morbido e io mi sentivo una puttana!! Chiusa nel suo uficio a tirare una pompa!!
Poi si alzò e mi fece mettere a pecorina e glielo succhiai in quella posizione. Succhiavo avidamente, poi si spostò, prese un tubetto di lubrificante e di mise dietro di me. Capii immediatamente cosa voleva farel e lo implorai di fermarsi, lui mi abbassò le mutandine, fece uscire del liquido sul mio culo e iniziò a strofinare il proprio uccello dicendo che mi voleva solamente eccitare così... Improvvisamente invece me lo infilò dentro con un colpo secco. Urlai ma lui mi disse "adesso ti inculo troia" ed iniziò a penetrarmi, dapprima piano poi sempre più veloce. Dopo una prima sensazione di dolore iniziai invece a provare piacere e a chiedergli io stessa di continuare sempre più forte. Era evidente che mi piaceva da matti vestirmi da femmina e farmi inculare così come spompinare. Passammo infatti una buona ora di anal-oral, fin quando sborrò dentro al mio culo. "Hai un culo stretto che è fantastico" diceva, "aprimi il culo" replicavo io "sì aprimi il culo" mentre si sentiva lo sciaf-sciaf eccitante del suo andirivieni. Parlando così mi sentivo proprio una pornostar. La sborra mi colava a rivoli dal culo "mi hai fatto sborrare come una fontana" mi disse. Non si fermò e continuò a fottermi. Evidentemente anche per lui era soddisfacente trovare la mia collaborazione ed io ormai ero in estasi.
Dopo questa scopata mi fece andar via, ma rimasi con la lingerie femminile indossata sotto. Non mi mise il voto ed anzi, via email mi chiese di tornare a farmi interrogare perché mi voleva dare la lode... la lode però consisteva nelle sue parole volgari nei miei confronti, e solo dopo svariati incontri riuscii ad avere il voto e quindi a laurearmi. Non cessai però di far visita al professore ed anzi lo ringraziai per avermi fatto entrare nel mondo delle travesta. La sera stessa del primo incontro, quando tornai a casa volli continuare ad indossare l'intimo femminile e mi masturbai pensando a quel primo incontro che si era concluso con un fiume di sborra dentro nel mio culo. Ero diventata Troia e mi piaceva da matti. Da quel giorno andavo in cerca di uccelli duri vestita da troietta.
[racconto inventato, magari fosse vero!]
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3 anni fa
LaTravTroia,
40
Ultima visita: 4 mesi fa
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Prima volta a 3
Era da un po' che mio marito insisteva per partecipare ad una festa trasgressiva in un castello, lo tenevo sulle spine ma in realtà la cosa stuzzicava anche me e quando gli dissi di sì in realtà avevo già deciso di andarci dalla prima volta che me lo aveva proposto.La fase della ricerca dell'outfit giusto è stata eccitantissima, mi sarò provata almeno 7 o 8 vestitini, 5 paia di scarpe... Alla fine scelsi un abitino nero cortissimo con i fianchi in pizzo e un paio di Sergio Rossi 12 cm che resuscitano anche i morti. Il mio lui elegantemente sportivo, in camicia bianca e giacca blu sopra un bel jeans era molto figo e insieme ci sentivamo bellissimi e arrivare alla festa senza fermarsi in una piazzola a scopare fu un'impresa.Arrivati, entrammo e la prima cosa che notammo fu la pulizia e l'eleganza del posto, gente bellissima e donne sexy che in confronto io sembravo un'educanda.Verso mezzanotte l'atmosfera divenne incandescente e in ogni angolo del castello c'erano scene hard. La mia eccitazione cominciò a diventare incontrollabile e appena mio marito mi toccò sotto al vestito gli allagai la mano. Le mutandine era già mezzora che erano in borsa e godevo farmi toccare da lui davanti a tutti, spudoratamente. Il primo orgasmo fu improvviso e copioso. Bagnai la poltrona di pelle e ricambiai facendo un pompino al mio lui come una professionista. Infoiato come non mai, mi girò a pecorina e prese a scoparmi da dietro con forza. Mentre godevo ancora, mi sussurrò "guarda quel ragazzo che ci guarda... Perché non gli sbottoni i jeans e lo spompini?" In quel momento avrei fatto ogni cosa e senza pensarci gli feci il gesto di avvicinarsi. Era la prima volta che facevo sesso a 3 e l'idea mi fece diventare la patata un lago.Sbottonai i pantaloni e rimasi impressionato dal cazzo di quel ragazzo. Bello, durissimo, enorme e percorso da vene pulsanti. Mio marito cominciò a dirmi "ti piace il suo cazzone è? Puttanella, ti piacerebbe farti scopare da lui?" "No, non mi piacerebbe", risposi, "lo voglio subito dentro". Mi sfilai da mio marito, mi girai di 90 gradi e offrii i miei pertugi allo sconosciuto superdotato. Dopo essersi infilato velocemente un profilattico, lo sentii entrare a fatica. Mi sentivo allargata a dismisura e persi ogni residuo ritegno. Urlai le peggior cose "scopamiii, spaccami, mi fai godereee, mi piacciono i cazzi enormi, dai sfondami, rompimi...". Mio marito resistette 30 secondi e venne immediatamente nel vedermi così troia, ma io lo implorai di starmi vicino che volevo ancora venire con il cazzo dello sconosciuto. Mi tenne la mano mentre il ragazzo mi prese alla missionaria con una foga inaudita. Sentivo il suo cazzone fino in gola e raggiunsi un orgasmo mai provato. Con calma lui lo sfilò dalla mia passera distrutta, si levó il preservativo e mi chiese di venirmi in bocca. Prima che potessi rispondere sentii il mio uomo pregarmi "ti prego, fallo".Non me lo feci ripetere e fu bellissimo ricevere tanto sperma in gola da quel magnifico arnese che così tanto mi aveva fatto godere.Non persi una goccia e quando finii mi accorsi che attorno a noi il pubblico era molto folto, ero stata protagonista di una scena hard molto bella tanto che furono tantissime coppie a chiederci informazioni e numeri di telefono.Ho capito che i cazzi enormi mi piacciono, le situazioni trasgressive anche... Non mancheranno repliche...Â
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3 anni fa
cpibiza,
46/45
Ultima visita: 9 mesi fa
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Due vicini speciali.
Sono passati circa tre mesi dal terribile incidente che ha strappato i miei genitori all'affetto mio e di mio marito. Abitiamo in un appartamento in affitto ed il proprietario ci ha informato che non potrà rinnovarci il contratto, in quanto il figlio si sposa e lo vuole per sé. Per me ed Alex, la perdita dei miei genitori è stata un duro colpo. Sono sempre stati un punto di riferimento. Allegri, solari, sempre disponibili. Da più di quindici anni, avevano preso questo appartamento, posto al sesto piano di un bel palazzo degli anni sessanta. La cosa che mi è sempre piaciuta è la sua posizione: a metà della collina, che degrada dolcemente in basso verso il centro della città. Ne consegue che il meraviglioso terrazzo, posto ad occidente, è un bellissimo osservatorio, sui tetti della città sottostante. Mamma ne era fiera. Vi aveva realizzato un piccolo gazebo con fiori, comodi divani in vimini, un bellissimo barbecue, che papà usava in maniera ottimale. Alex ed io siamo figli unici. Lui aveva perduto da anni i suoi genitori, allora mamma e papà erano tutta la sua famiglia. Oggi, appena finito il lavoro, mi accingo a rientrare in casa. Appena apro il portone, incontro i nostri vicini di casa. Lei si chiama Mara, ha sessanta quattro anni, è un po' come mia madre, piccola di statura, al massimo un metro e sessantacinque, lui invece si chiama Antonio, ma tutti lo chiamano Nino, ha sessantasei anni ben portati. Con i miei genitori erano molto amici e, quando è successo l’incidente, stavano andando a trovare loro al mare. Durante il funerale ci sono stati molto vicini, anche per loro la perdita dei miei cari è stata fonte di un grande dispiacere. Mi salutano cordialmente, si informano di come stiamo e, quando li metto al corrente che verremo a vivere in questo appartamento, si scambiano uno strano sguardo, poi mi salutano e se ne vanno. Apro casa ed entro. Sento odore di chiuso: non potrebbe esser diversamente. Apro tutte le finestre e comincio dalla cucina a vedere cosa tenere e cosa buttare. L’appartamento è costituito da un ingresso, cucina, salone, una camera matrimoniale con bagno privato, due camere un po' più piccole, con un bagno molto grande, che le divide. Dopo un rapido inventario, mi rendo conto che quella casa ha tutto per esser semplicemente abitata, quindi passo ad ispezionare la camera dei miei. Dentro è tutto in perfetto ordine. Se non fosse per la polvere, potrei dire che è pronta per essere abitata. Apro il grande armadio: noto che la mamma aveva buon gusto nel vestire. Abiti molto belli appesi in perfetto ordine, nei cassetti ci sono le camicie, tutta la sua biancheria intima, molto casta. Anche la parte del babbo è perfettamente in ordine, l’unica cosa è che dovrò togliere tutta questa roba: non so cosa farne; io sono molto più alta della mamma, i suoi vestiti non mi stanno. In quanto poi ai vestiti di mio padre, Alex ha gusti un po’ più moderni. Osservo le cose e mi rendo conto che non mi sono mai soffermata ad osservare attentamente mia madre. Guardo le loro cose, mi convinco che erano una bella coppia, assolutamente normale. Certo, non che noi siamo chissà che, ma da quando stiamo insieme, io e Alex, di cosette un poco piccanti ne abbiamo fatte. Siamo sposati da tredici anni, adesso ne abbiamo io trentotto, lui uno di più. Avevamo io diciotto anni, lui diciannove, quando ci siamo incontrati. Ben presto abbiamo scoperto che stare insieme ci piaceva, ancora di più, però, ci piaceva scopare. Non ero vergine: era stato un ragazzo all’ultimo anno delle superiori ad aprirmi prima il culo, poi la micetta. Ad Alex la cosa non importava, anzi era contento che sapevo gustare il suo cazzone. Sì, lui è molto dotato e, quando me lo infila in culo, lo sento per bene. Lui era stato iniziato ai piaceri del sesso da una vicina di casa, una donna quasi sessantenne, che glielo succhiava, facendolo godere senza limiti e, ovviamente, a lui la cosa non dispiaceva per niente. Dal matrimonio in poi, abbiamo sperimentato il piacere delle spiagge nudiste, lo scambio di coppia, varie situazioni di esibizionismo, nelle quali io mi mostro a giovani che arrossiscono nel vedere le mie grazie esposte ai loro sguardi. Il mio armadio è ben fornito di indumenti idonei per questi giochi, invece vedere il guardaroba di mia madre, mi fa quasi ridere. Dopo la camera dei miei, passo in una delle due stanze più piccole. La prima è adibita a studio. Dentro ci sono un pc, molti DVD di musica, foto ed altro. Tante immagini appese alle pareti: mio padre era un vero cultore della fotografia. Ci sono le sue macchine fotografiche, tutti gli accessori per le foto. Guardo con ammirazione gli splendidi ingrandimenti di me, mia madre bellissima, Alex, mentre lui appare solo in una foto, insieme a Nino. Passo nell’altra stanza, che mamma aveva trasformato in una cabina spogliatoio, con due armadi a muro enormi. Apro il primo e non posso non notare la precisione di mamma. Appesi ci sono cappotti, giacconi, tanti altri indumenti, perfettamente conservati dentro buste di cellofan, un vero insieme di cose in perfetto ordine. Poi apro il lato più grande, quello che ha pure l’angolo: dentro altri abiti, una scarpiera e, nel punto che fa angolo, ci trovo un piccolo armadio a tre ante, chiuso. Mi stupisce la cosa: che ci fa un armadio nell’armadio? Cerco di capire come aprirlo, ma non ci sono chiavi. Cerco il mazzo di chiavi di papà, non trovo nulla che lo apra, ma noto una piccola e semplice chiave, che ho sempre creduto fosse del portone o di un altro posto. Per quanto mi sforzi, non ne cavo nulla. Guardo meglio, mi ricordo che mamma aveva fatto installare, da mio padre, una cassetta di sicurezza dentro il suo armadio. Era nascosta dietro un cassetto. La cerco, sfilo i cassetti in camera sua, la trovo. La chiave del mazzo di mio padre l’apre e dentro, oltre alle gioie, i monili d’oro dei miei genitori, ci trovo un cofanetto di madreperla con tre chiavi dentro. Vado nell’altra stanza, apro la prima anta. Non credo ai miei occhi. Appesi in perfetto ordine, ci sono dei vestiti che non mi aspettavo certo di trovare. Nell’ordine ci sono allineati: una divisa da cameriera sexy, uno da infermiera, minigonne di pelle nera, cortissime, due vestiti trasparentissimi, una tuta nera in latex, una tuta a rete, un vestito elasticizzato con delle trasparenze spettacolari. Un miniabito in pizzo, con nastri regolabili, un elegante mini-dress in chiffon, sexy miniabito ad effetto wetlook, un miniabito con top trasparente, un miniabito in latex per spanking e, a completare il tutto, un sexy abito in micro rete. Resto basita! Nemmeno io ho un simile armamentario! E' tutta roba di gran classe, mica le schifezze del cinese! Tutti gli abiti, hanno la taglia di mamma. Dopo un momento di reale sconcerto, decido di aprire anche la seconda anta. È divisa in due parti: nella parte superiore, ci sono appese una collezione di babydoll stupendi; sotto ci sono quattro ripiani, colmi di scarpe dal tacco e forma proibitiva: nere, dorate, addirittura un paio trasparenti; poi stivali bassi, alti fino al ginocchio; bellissimi, sempre con tacchi altissimi. Convinta di aver visto tutto, ho aperto l’ultima anta. Anche questa parte è divisa in due. Sopra ci sono appese varie cose, di vario colore, corsetti di ogni genere. Mi ha colpito in particolare, un corsetto in latex nero a coppe aperte, con cerniera davanti, reggicalze, una guepière bianca in raso, pizzo con tanga, reggicalze ed un'altra uguale nera. Sotto, apro il primo cassetto e trovo una collezione di tanga sottilissimi, trasparenti, con aperture e perizomi bellissimi. In quello sotto, una collezione di reggiseni stupendi, di tutte le fatture, colori e grandezze, tutti di una quarta, la misura di mamma; io, al massimo, indosso una terza stretta, diciamo che in una quarta ci sto comoda. Credevo di aver visto tutto, ma, aprendo il terzo cassetto, ho dovuto ricredermi. Era stracolmo di sexy toys, di tutte le misure, fattezze, persino un doppio fallo a due punte. Ma la cosa che mi ha lasciato senza parole, è stato vedere che ci sono anche due strap-on: uno con una mutandina con due falli, uno all'interno, per far godere chi lo indossa, l’altro fuori, dove è possibile agganciare un fallo di diverse misure; il cassetto ne è ben fornito, compreso uno nero dalle misure proibitive anche per me. Incredula e decisamente molto sorpresa, mi son resa conto che della vita dei miei genitori non sapevo nulla. Mi sono chiesta dove e quando giocavano con quelle cose. Noi li vedevamo una volta a settimana, generalmente il giovedì, poi loro erano sempre in compagnia, ma di chi? Ma certo! Accidenti, ora capisco! Mara e Nino. Sicuramente loro devono sapere qualche cosa. Cerco di aprire l’ultimo cassetto, ma è chiuso con una chiave che non ho. La cerco, ma non mi riesce di trovarla. Ripenso al mazzo di chiavi di mamma, ce n'è una con una plastica rossa, piccina. La cerco e, quando la trovo, scopro un tesoro inaspettato. Dentro ci sono una decina di album di foto, dei DVD, alcune penne drivers; guardo i book, sono divisi per anni, ne sfoglio uno, il più vecchio. Ci sono foto di mamma nuda, poi in pose sempre più oscene, in fine con il cazzo di mio padre in bocca. Guardo altre foto, di due anni dopo. Ci sono anche Mara e Nino. Sono intenta a guardare e talmente presa che non ho sentito arrivare Alex. Lui mi sorprende alle spalle, mi struscia il suo bastone sulle chiappe, ed io, eccitata da tutte quelle cose, mi giro, e glielo prendo in mano mentre lo bacio; mi lascio scopare in piedi, appoggiata all’armadio. Godo come una vacca, guardo le cose appese, penso al piacere che mio padre deve aver provato nel vedere mia madre vestita così, da troia. Alex mi sfonda anche lui, vede le stesse cose, si eccita ancora di più, mi inonda il ventre, sborrando come un cavallo. Dopo aver leccato e ripulito il suo cazzo gocciolante, gli mostro tutto quello che ho trovato. Insieme andiamo nell’altra stanza e, acceso il PC, ci mettiamo a vedere i DVD, le penne drivers, che sono piene delle porcate fatte insieme ai due vicini molto porcelli. Ci sono immagini di spiagge, nudismi, scambi di coppia, leccate fra donne, poi restiamo basiti, quando vediamo delle foto in cui prima mio padre, scopa il culo di Nino, poi è Mara, che indossato uno strap-one incula mio padre, mentre mamma gli succhia il cazzo. Scoprire che i nostri vicini sono dei maialini, ci mette molta allegria. Alex si eccita all’idea di scopare Mara e già sogna di sfondarle il culo. Quanto a me, ho visto che Nino non è messo male a cazzo, certo ha sicuramente la sua età, ma non dispero. Elaboriamo un piano, li invitiamo a cena, poi li convinciamo a giocare anche con noi. Per tutto il giorno restiamo in quella casa. Abbiamo da pulire tutto, ma non riusciamo a vedere i nostri desiderati vicini. Nei giorni successivi non li vediamo, non c’è neppure la loro auto nel parcheggio interno. Solo dopo dieci giorni mi riesce di parlare con loro. Non dico nulla di quanto ho scoperto, li invito a cena, ma lei rifiuta dicendo che la sera mangiano poco, poi Nino ha subito sonno, meglio a pranzo. Ci accordiamo per la domenica. Finalmente arriva il tanto sospirato giorno. Lei è molto bella. Piccola di statura, tiene i bianchissimi capelli, in una traccia, che poi arrotola dietro la nuca. I suoi occhi sono piccoli e furbi, il seno grande prosperoso, le gambe piccole ma ben fatte. Indossa una gonna al ginocchio, abbastanza casta, una bianchissima camicetta, che stenta a contenere i seni. Mentre i maschi si dedicano al barbecue, io e lei siamo in cucina, dove io sto ultimando di preparare il pranzo.
«Mettendo via la roba di mamma, ho trovato il suo armadio. Sono rimasta davvero sorpresa: non avrei mai creduto che mamma avesse il piacere di indossare certi vestiti e, ad averlo saputo, saremmo stati ben felici di giocare con voi».
Lei mi guarda sorpresa a sua volta, mentre sbianca in viso.
«Tranquilla! Non siamo moralisti né vogliamo esserlo adesso; però ci piacerebbe giocare con voi, proprio come facevano i miei genitori. Ho visto che vi siete divertiti davvero tanto».
Lei, dopo un momento di timore, ha ripreso colore in viso. Sorride e mi dice che, sia mia madre, che mio padre, erano due maialini sconvolgenti. Più di tutti e quattro, lo era mamma. Quando si vestiva da troia, era pronta per ogni cazzo ed in tutti i buchi, senza distinzione se maschio o femmina. Poco dopo siamo a tavola; i due maschi ridono, mentre ci guardano divertiti, ma è Alex che introduce il discorso.
«Decisamente mi sarebbe piaciuto scopare con voi ed i miei suoceri. Mia suocera era una donna che ha eccitato tanto la mia fantasia: sono convinto che a letto era una porca incredibile».
Nino ride di gusto, Mara lo guarda, poi si gira verso di me e mi bacia in bocca.
«Mia cara, tua madre era la donna più troia che sia mai apparsa sulla terra. Gli piacevano indistintamente uomini e donne. Ha sfondato tante volte il culo a tuo padre, a mio marito, ed a tutti i maschi con cui si accoppiava; ti assicuro che non era seconda a nessuno. Personalmente sono orgogliosa di averla conosciuta, di aver goduto della sua bocca, di tutti i momenti di sesso sconvolgenti che mi ha fatto provare. Una sera mi ha fistato la fica: credevo che me l’avesse rotta e, in un certo senso, è andata così, ma... credimi, lei era unica, spero che tu sia in grado di assomigliarle almeno un poco».
Abbandoniamo il pranzo e ci trasferiamo in camera da letto. Lei si spoglia; sfoggia un bellissimo reggicalze e calze con pizzo altissimo.
«Sono un regalo di tua madre: le indossava la prima volta che si fece rompere il culo, da due maschi contemporaneamente. Era unica: lo prendeva in fica a due per volta e lo ha insegnato anche a me; è una pratica che ti consiglio: è davvero una esperienza unica. Adesso baciami, voglio leccare la tua fichetta e mi voglio godere lo splendido cazzo di tuo marito».
La spoglio completamente, mentre sento Nino che, da dietro, mi lecca il culo; immagino che sia uno dei suoi desideri, perché quando lo lecco a lei, sento che non è aperto. La guardo stupita, ma lei ci informa che non è mai riuscita a rilassarsi al punto tale da farsi sfondare il culetto. La cosa mi stupisce, ma, intanto, la lecco e lei gode; geme sotto i colpi della mia lingua. Sento il cazzo di Alex, premere fra le labbra fradice di lei, per cui mi sposto, facendogli spazio. Lui lo infila dentro con un colpo deciso che la fa godere immediatamente. Sborra a fontana. Sono ancora distesa sotto di lei e mi godo lo spettacolo di Alex che la sfonda, mentre io sento che Nino, dopo aver tolto la lingua dalla mia fica, ci spinge dentro il suo cazzo. Mi scopa bene, con calma, ma in maniera decisa e costante; poco dopo godo pure io, mentre sento Nino scoparmi ancor più intensamente. Mi scopa ancora un poco, mentre Alex ora si è disteso, permettendo a lei di impalarsi su di lui, che ha inarcato le gambe e la sbatte dal basso, facendola godere ripetutamente. Sborra come un fiume in piena ed io non sono da meno. Dopo l’ennesimo orgasmo, Nino mi fa girare e, senza troppi complimenti, me lo pianta nel culo, con un solo affondo deciso. Protesto, ma lo faccio solo per eccitarlo di più.
«Piano! Mi sfondi il culo, però mi piace anche così, quindi vai».
Dopo avermi slargato per bene, comincia a pomparmi con decisione. Afferra i miei fianchi e mi ingroppa molto velocemente. Ben presto anche lui è al capolinea e sborra direttamente dentro il mio martoriato culetto, commentando il piacere che prova.
«Adorabile vacca, lo senti che sborro dentro questo tuo stupendo culetto?»
Mi inonda il culo. Quando lo sfila, lo succhio sotto gli occhi per niente sorpresi di Mara, che si posiziona dietro di me e mi lecca la sborra del marito, che cola dal mio culo ancora aperto; la sua iniziativa mi fa godere da matti. Alex la scopa come un forsennato e, alla fine, è pronto anche lui a sborrare. Mara lo prega di schizzare in faccia a lei e me. Lui ci accontenta e, poco dopo, abbiamo i volti coperti di crema calda e bianca.
«Siete due ottime vacchette e vi accontento subito!»
Aveva risposto a Mara. Come due consumate puttane, ci disponiamo a leccarci il viso, nel disperato tentativo di raccogliere tutta la sborra di Alex, che ci cola da tutte le parti. Sfiniti, ci concediamo una pausa. Poi io e Mara, andiamo nell’armadio e indossiamo un strap-on per ciascuna; dopo di che, ci presentiamo davanti ai maschietti che, sorridendo, si voltano e ci offrono i loro culetti da sfondare. Ce li godiamo molto e, alla fine, per ricompensa, veniamo gratificate di una calda sborrata in bocca ciascuna, per poi, da perfette troie, abbandonarci in un lungo e profondo bacio, scambiandoci il cocktail di sborra.
La visione che offriamo ai nostri maschi, fa sì che si eccitino al punto che, anch'essi si fiondano a succhiarsi i cazzi a vicenda; poi, quando son ridiventati duri, ce li godiamo di nuovo noi. Mara mi ha voluto sussurrarmi che, fra le mie braccia, si è sentita tanto bene e rilassata, e, chissà, forse un giorno si farà rompere il culo anche lei. Per ora abbiamo scoperto che è bello godere con loro, e questo è solo l’inizio di una intrigante storia di buon vicinato.
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3 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 1 settimana fa -
Emy 4 °parte
Nei nostri giochi entrò la fotografia e riprese video. Incominciammo a mettere le foto su siti ..così per giocare per leggere i commenti che ci eccitavano...poi abbiamo inserito lo slave...si abbiamo comprato il collare guinzaglio manette ...bello vedere la propria moglie sottomessa ai tuoi voleri ..farla camminare a quattro zampe legarla imbavagliarla ...la vera pratica slave o bondage l'avremmo poi ricevuta da un master in quel di Amsterdam...un altra pratica che adottiamo è il clistere...utile per rapporti anali e per il fisting anale di Emy.Incominciavano a sentire scambio di coppie club privè..etc etc..cosa che ci stuzzicava..lei è stata la prima a darmi l'idea..dopo aver vagliato su i siti quale club scegliere ...decidemmo di andare...per i nostri giochi di foto o video riprese Emy si era comprata delle parucca per non dare riferimenti nel viso..per non farsi riconoscere belle foto..Quella sera ..visto che richiedevano eleganza..lei si presentò con parucca a caschetto vestito a tubino sotto solo un reggicalze ad alta fascia a 6 ganci nero finta pelle e calze nere con riga anni 50 Cuban nylon e tacchi.Questo club elegantissimo però poche coppie e molti singoli..tutto molto cordiale..ammiccamenti di sguardi tanti...dopo poco si è presentato un bellissimo ragazzo elegante cordiale molto rassicurante(si chiama Luca sarà il nostro mentore) be ci conosciamo parliamo e poi parte nella sala una musica latino americana ad Emy piacciono questi balli così Luca ed Emy vanno a ballare...questi balli sono molto erotici.Luca fa sentire il suo pube addosso il culo di Emy ..lei è di schiena verso di lui...con una mano tocca un seno di lei e con un altra gli tira su il vestito fino all'attaccatura delle calze..lei con le braccia intorno al suo collo con la testa riclinata ..e il tutto mentre dondolano i bacini..Dopo poco vedo Emy in estasi(la conosco quella espressione)...lui che bacia il suo collo e intanto ha spostato la mano dalla coscia sulla sua fica sotto il vestito...la sta masturbando...io meravigliato ma eccitato....Però questo idillio finisce perché Emy adirata mi viene incontro e vuole andare via...la convinco di rimanere e andiamo alla sala cinema..qui nella penombra vediamo uomini con i cazzi di fuori che si masturbano una donna in ginocchio a sponpinare due un altra seduta con uno che sta leccando la fica un cazzo in bocca e uno in mano..Ci sediamo e dopo poco baciandoci ci stiamo masturbando a vicenda la sento eccitata al quadrato.. mi accorgo che Luca è di nuovo presso di noi ..con gli occhi lo invito a partecipare ..la sua mano accarezza la coscia di Emy...lei la sento che ormai sbrodola...lui si era tirato fuori il cazzo(un cazzo .a detta di lei come quello di Rocco Siffredi) prende la mano di Emy ...lei inizia a masturbarlo. .la invito ad assaggiare quel cazzo...lei si gira si china e inizia a leccare baciare...poi per mettersi comoda si mette in ginocchio tra le gambe di Luca ed invia a spompinarlo ..tutto in bocca con la lingua che gli accarezza le palle ...io gli avevo tirato su il vestito e suo o tre dita in fica. Lei si gira e mi c'è di scoparla...ma Luca ci blocca e ci invita a seguirlo...Credo che Emy per lo stato in cui si trovava non si era accorta che il tragitto dal cinema alla camera l'abbia fatto con il vestito tirato su ..fica e culo al vento con i nostri cazzi in mano e con le nostre mani sul suo culo Entrati non so raccontarvi minuziosamente quello che successe lì dentroSo soltanto che ci furono prime volte.. Per la prima volta Emy baciò in bocca uno in mia presenza...leccato il culo ad uno"sconosciuto"Per la prima volta le doppie erano vere ..con due cazzi veri ..il tutto senza preservativiPer la prima volta ho visto Emy squirtare ..rimanere senza fiato...si è fatta fistare avanti e dietro....Successivamente è sopraggiunto un amico di Luca(fa parte anche lui del nostro gruppo) l'abbiamo sbattuta per quasi un ora...tre cazzi uno in culo uno in fica uno in bocca contemporaneamente ..che troia continuavano a ripetere ..puttana ...che troione tua moglie .lecca qua ..leccami il culo porca. Sborrata in bocca in culo in faccia ..le calze inzuppate di sborra. Ingoio di sborra ...e l'amico di Luca che aveva una pratica tutta sua.. sputare in bocca a mia moglie....cosa intusiasmante che dopo aver preso mani nel culo e Acer subito inculate per un ora...be ogni volta che entrava un cazzo nel culo ....be l'aria che entrava e il cazzo comprova..il culo di Emy faceva il rumore di una scoreggia .. È stato meraviglioso abbiamo toccato quello che volevamo...così inizio il nostro scambio..con coppie singoli anche di colore ..il rammarico di quel giorno?mi sarebbe piaciuto vederla pisciata addosso da tutte e tre ..ma ci sarebbero stati altri giorni...Vi potremmo raccontare altre vicende con i neri soprattutto. I parcheggi .etc etc ...se volete fatecili sapere...credo che abbiamo spiegato chi siamo e che cosa ci piace ..Mogliecompleta? Completa in tutto senza remore ..
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3 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 3 ore fa -
La femmina dominante.
Anna diede un’altra occhiata nella stanza ed ebbe la conferma dei suoi sospetti: il compagno, si scopava sua figlia. Lui non era suo padre, in quanto lei era rimasta vedova, quando sua figlia aveva due anni e se l'era sposato in seconde nozze. Uscì in punta di piedi: i suoi pensieri erano tutti protesi a questa conferma. Lo aveva sospettato, ma averne la conferma le aveva ingenerato una sensazione di angoscia; non tanto per il fatto in sé e per sé, cioè lo scoparsi sua figlia, quanto perché si sentiva messa da parte, e questo proprio non lo sopportava. Mentre guidava verso l’ufficio, la sua mente cercava di elaborare la cosa, ma non trovava una soluzione. Certo suo marito aveva fatto presto a capitolare. Cinzia era una cresciuta bene, la bambina era diventata una bella adolescente e poi una donna: sì, a venti anni, era proprio bella. Un fisico scolpito da anni di nuoto e danza classica, l’avevano resa una splendida donna, dal fisico slanciato e con le curve al posto giusto: seni tondi e sodi, culetto a mandolino perfetto, cosce affusolate e snelle, un viso dolce dall'ovale perfetto, sormontato da una folta capigliatura nera e riccia, con occhi azzurri come quelli del padre. Anna aveva percepito i segnali di pericolo che lentamente le erano passati davanti agli occhi e, come donna, avrebbe dovuto capire che la piccola era cresciuta, che i suoi slanci ed abbracci verso il patrigno, avrebbero potuto portare a questo epilogo. Il girare quasi nuda per casa, le occhiate, i sorrisi complici erano tutti segnali che una donna doveva carpire, ma, come madre, aveva volutamente ignorato fino ad ora che ne aveva avuto conferma. Il suono di un clacson al verde di un semaforo, la riportò alla realtà, guidò fino al parcheggio dell'ufficio come un automa e rimase in auto per due minuti e più, prima di decidersi ad andare al lavoro. Si sentiva frustrata, lei che fino ad oggi era stata una madre affettuosa, moglie integerrima, casalinga modello, ora era spodestata da sua figlia. Certo, lei era giovane, bella, carne fresca e per questo non biasimava suo marito, in fondo lui era un maschio e che maschio! Alto bello, fisico da nuotatore, occhi azzurri e capelli ricci, e poi aveva una dotazione di tutto rispetto. Sì, Luca era un bel maschio, super dotato sia in lunghezza, appena sopra i venti, ma anche in circonferenza, molto oltre la norma. In piscina, dove la sera, dopo l'ufficio, allenava le ragazze della squadra di nuoto, lei che ci andava con la figlia, per mantenersi in forma, aveva visto gli sguardi delle madri che divoravano suo marito. Eppure si era sentita lusingata da quegli sguardi dei padri che la spogliavano con gli occhi, quando lei usciva dalla vasca con indosso il suo costume intero. appiccicato al corpo liscio e ben modellato. Aveva messo in conto che lui potesse farsi qualche scopata extra e non ne era gelosa, perché non gliene aveva mai dato motivo, ma... con Cinzia, sua figlia? No, questo non lo accettava: si sentiva tradita e messa da parte. Lei era stata sempre disponibile con lui; certo non era una bomba sessuale, non vestiva sexy, ma a letto lo aveva accontentato in tutto, o quasi. Si lasciava scopare in ogni posizione, o luogo, assecondando ogni sua fantasia e lui era bravissimo a farla godere. Anche il rapporto anale gli aveva concesso, se pur riluttante, perché lei non lo amava, ma era anche convinta che, se non glielo avesse dato lei, lui l'avrebbe cercato altrove, per cui si era armata di pazienza e glielo aveva concesso. All'inizio, era stata dura ospitare nel suo stretto culetto quel grosso palo, ma lui era stato delicato e paziente e, col tempo, il gioco aveva prodotto i risultati sperati: lo prendeva volentieri e ci godeva pure. Ad usare la bocca, invece, le era stato più difficile: non amava succhiarlo e nemmeno ingoiare la sua sborra; ce l'aveva troppo grosso e si sentiva soffocare. Generalmente si faceva schizzare in faccia, per poi andare a pulirsi, e lui le sembrava soddisfatto; ma ora? Come poteva competere con la figlia? Come poteva riprendere il dominio sul suo maschio? Sì, considerava suo marito un suo dominio, e doveva trovare il modo per imporre, una volta per tutte, che quell'osso era suo. Passò metà della mattinata a rimuginare sul da farsi, ma non le venne in mente nulla. Decise di andare a prendere un caffè al distributore in fondo al corridoio. Mise la moneta e selezionò il caffè, lo prese e, mentre lo mescolava per sciogliere lo zucchero, arrivò una giovane collega, che mise i soldi dentro il distributore, ma la moneta s'inceppò. La ragazza cercava di riavere i soldi, pigiando il bottone di resa, allora Anna le fece cenno di fermarsi, strinse la mano a pugno e dette un secco colpetto su un lato della macchinetta. Immediatamente la moneta riprese il suo corso ed erogò il caffè.
«Come hai fatto?»
Chiese la giovane stupita.
«Esperienza, mia cara, esperienza!»
Se ne andò e, mentre rientrava in ufficio, ebbe il colpo di genio, quel colpo d'ala che le rese immediatamente chiara la soluzione che cercava: l'esperienza!
Certo, era la soluzione del problema, la tattica giusta per riavere quello che era suo. Elaborò immediatamente un piano; fece un paio di telefonate e incominciò a studiare i dettagli. Poiché era sola in ufficio, fece delle specifiche ricerche su dei siti non convenzionali, anzi, addirittura vide un paio di video porno che le suggerirono altre idee. Soddisfatta, decise che era ora di dare una svolta completa alla sua vita. Alle due, uscita dal lavoro, andò direttamente dalla parrucchiera. Fece tagliare i suoi lunghi capelli con il pretesto che erano sfibrati e dalle doppie punte; in realtà voleva cambiare decisamente look. Si fece fare un taglio corto dietro e leggermente più lungo ai lati. Quando si vide allo specchio, si trovò subito più bella, con un'aria più giovanile e sbarazzina.
Poi si rivolse all'estetista. Si fece depilare tutta, ma la ragazza le chiese se voleva lasciare un piccolo triangolino di peli, appena sopra il Monte di Venere. Lei sorrise e, mentalmente, ironizzò sul triangolino, così decise per il sì. Depilò tutto: pube, ascelle, si fece assottigliare le sopracciglia e pure il culetto lo volle rasato a zero. Poi si fece mettere uno smalto rosso fuoco, sia sui piedi che sulle mani, e prese un rossetto dello stesso colore. La tappa successiva fu di recarsi alla Città Mercato, ma la tangenziale era completamente intasata, allora prese una strada secondaria che, anche se più lunga, passava per la zona industriale, le permetteva di arrivare velocemente. Quando stava per lasciare la zona industriale, il suo sguardo fu attratto da un cartellone che indicava un sexy shop. Non c'era mai stata e, dopo un attimo di riflessione, decise di esplorare anche questo negozio, così insolito per lei. All'ingresso l'accolse una bella ragazza, in abiti alquanto succinti e, visto il suo smarrimento, le rimase al fianco mostrandole il negozio. Rimase sorpresa ed affascinata dalle tante cose che vedeva esposte, di alcune non ne conosceva l'esistenza, né l'uso, ma la solerte ragazza apriva le vetrine, mostrava il prodotto, ne illustrava l'uso ed il diletto che se ne poteva ottenere. Fu colpita significativamente da delle scarpe bellissime, nere con un tacco proibitivo da 20cm. e con un plateau da 10. Affascinata e, non senza una certa ironia, chiese se vi fosse, a corredo, anche un paracadute, in considerazione del fatto che lei, al massimo, aveva scarpe con tacco 5. Le volle provare e le trovò fantastiche, anche se doveva abituarsi ad indossarle, poiché abitualmente calzava scarpe da ginnastica, sandali bassissimi o ballerine ad alzo zero. Allora la ragazza la tentò, adducendo che se le avesse comprate, avrebbe ricevuto, in omaggio, un bellissimo paio di calze nere velate e relativo reggicalze. Le prese. Poi, mentre andavano alla cassa, vide un oggetto di cui non le era chiaro l'uso; chiese informazioni alla ragazza che le fornì tutte le spiegazioni. Si trattava di uno strap-one. Disse, mostrandoglielo, che era un oggetto speciale, capace di dar piacere sia a chi lo indossava, per via di un piccolo, ma ben modellato fallo esistente all'interno della mutandina, ma anche a chi ne avrebbe subito l'uso, in quanto, al suo esterno, era munito di un piccolo aggancio, su cui si potevano applicare falli di dimensioni variabili. Lo prese, insieme a tre falli di grandezza e colore diverso. Al momento non le era chiaro come l'avrebbe, e con chi, usato, ma lo prese. La tappa successiva fu il negozio di intimo. Decise che era ora di buttar via tutte le mutandine caste che aveva finora indossato, ivi compresi i collant. Comprò diverse paia di string, perizomi e tanga, così ridotti che alcuni le apparivano come dei francobolli attaccati al filo interdentale. Prese anche quelli, assieme a tre reggicalze: uno nero bellissimo, uno rosso scuro di pizzo stupendo ed uno bianco, molto sexy. Ad abundantiam, prese anche completi intimi, dove selezionò con cura i reggiseni: ne scelse quasi tutti di quelli che avevano una coppa che innalzava e modellava di più la sua splendida quarta, che, quindi, si presentava più gonfia ed opulenta. Passò nel negozio di abbigliamento e non rimase soddisfatta di quello che vide, per cui ne visitò quattro prima di trovare quello che cercava: aveva deciso che era ora di rinnovare il suo guardaroba. Basta con i jeans, ora voleva gonne, ma non troppo corte, da ragazzina, si sarebbe sentita ridicola, ma da donna elegante e sexy, come desiderava essere. Prese quattro gonne che non superavano il ginocchio in lunghezza, ma avevano degli spacchi laterali, o dietro, molto intriganti. La più intrigante di tutte era quella di pelle nera: sul davanti aveva una cerniera lampo dorata, che si poteva lasciare aperta a piacimento. Aggiunse un completo scuro lungo, da sera, che lasciava scoperta tutta la schiena, attillatissimo, sotto il quale era proibito l'intimo. Completò il cambiamento con l'acquisto di tre paia di scarpe, tutte rigorosamente con tacchi proibitivi, ed un paio di stivaletti, che avevano, in accessorio, una cavigliera dorata. Ritornò a casa, non c'era nessuno e decise di provare i suoi acquisti. Si spogliò nuda e, davanti allo specchio della sua camera, cominciò la trasformazione. Per prima cosa voleva provare le calze e le scarpe del sexy shop. Indossare quelle meraviglie velate la facevano sentire diversa; mai provata la sensazione del fruscio: lei, che fino ad allora aveva indossato sempre e solo collant che, a volte, erano anche molto spessi, si eccitò al lieve tocco del merletto di pizzo che avevano in cima. Poi fece scorrere le piccole strisce del reggicalze e si ammirò allo specchio. Subito dopo fu la volta dello string; appena indossato si rese conto che non copriva nulla, ma sentire quel filo fra le natiche, che penetrava anche fra le labbra depilate della sua micetta, la fece inumidire. Era una sensazione bellissima, da vera porca. Per indossare le scarpe si mise seduta sul letto. Appena in piedi, dovette esercitarsi a camminare con dei tacchi così alti, ma, per vero, bastarono pochi passi e prese subito il suo equilibrio. Si avvicinò allo specchio per vedere il risultato e, lì, aggiunse anche il reggiseno, che spinse verso l’alto i suoi seni, facendoli apparire ancora più grandi e gonfi.
«Credevo che una sconosciuta si fosse intrufolata dentro casa».
La voce di Luca la fece trasalire. Vide il suo uomo sulla soglia che guardava sbalordito da tanta bellezza. Lei si girò verso di lui ed aprì le braccia, in un gesto che chiedeva solo un parere.
«Sei bellissima, non so a cosa devo questo, ma sei finalmente come ti volevo, anche se non ho mai avuto il coraggio di dirtelo, per paura di offenderti».
Mentre parlava, lui si era avvicinato e lei vide già il pacco gonfio, che faceva tirare il tessuto della tuta ginnica che indossava. Senza dir nulla e con un gesto repentino, lei si inginocchiò davanti a lui e tirò giù tuta e slip insieme, liberando il mostro che lei sapeva esser celato sotto la stoffa. Alzò lo sguardo verso di lui e vide i suoi occhi lucidi e sorridenti; allora prese il palo di carne con le mani, senza riuscire a congiungere le dita, da quanto era diventato grosso e duro, e dette due colpi di lingua e poi, lentamente, come aveva visto in un video porno, prese a percorrere e bagnare l’asta con la lingua, per poi incominciare ad infilarlo in gola; gli afferrò i fianchi con le mani e spinse la testa in avanti. Sentiva che, lentamente, le stava entrando in gola; ignorò sia la tosse, che i conati di vomito e spinse giù e sempre più giù, fin quando, al limite del soffocamento, il suo naso andò a sbattere sul corpo di lui. Ce l'aveva tutto in gola! Mosse a mala pena la lingua e lui emise un gemito di piacere. Era quello che lei voleva: sentirlo godere del lavoro di bocca che gli stava propinando. Lo sfilò lentamente, sempre guardando lui che aveva una espressione estasiata, e se lo rimise in gola. Spinse e succhiò, facendolo scorrere fra le sue labbra: era eccitata e contenta di veder Luca godere. Aveva sempre succhiato il cazzo a suo marito, ma mai così. Era diverso, lo voleva. Non lo faceva tanto per accontentarlo, ma voleva farlo godere, desiderava dargli l’impressione che era una donna porca che lo succhiava, e lui recepì il messaggio. Avrebbe anche voluto prolungare di più il gioco, ma lui la sollevò e, inginocchiato davanti a lei, le sollevò una gamba appoggiandola sulla sua spalla e, scostato l’inutile e sottile lembo di stoffa, si mise a leccarla.
«Accidenti! Ti sei depilata?! Che meraviglia!»
Luca era fantastico a leccare, lei lo aveva sempre apprezzato. Sentire la lingua scorrere lungo lo spacco e raggiungere il forellino anale, per poi tornare indietro e dedicarsi al suo bottoncino, la faceva sempre godere molto. Ora, a pelle nuda, la sensazione era ancora più viva ed intensa. Sentiva il piacere a pelle e l’orgasmo montare velocemente. Un gemito di piacere uscì dalla sua bocca: lento e prolungato. Lui si sollevò velocemente e la fece girare, appoggiandola allo specchio dell’armadio e, dopo aver passato la bollente cappella lungo lo spacco, con tre colpi decisi la penetrò fino in fondo. Sentirsi dilatata e piena, era una sensazione stupenda. Luca aveva un modo tutto suo di scoparla: glielo spingeva dentro quasi tutto, e poi dava un colpo secco, facendo sbattere la cappella sul fondo della vagina. La sensazione di dolore/piacere che gliene derivava, la sconvolgeva, portandola ad avere un rapido orgasmo, che la fece vibrare tutta. Si appoggiò all’armadio e, girato lo sguardo, vide una cosa che la fece godere ancora di più. Appoggiata alla porta c’era sua figlia, che li guardava con occhi increduli e pieni di lacrime. La bocca balbettava e tremava, scuotendo la testa in segno negativo. Quando il suo sguardo incrociò quello della figlia, costei fuggì via. Quanto visto aumentò ancor di più sia il suo piacere, che le grida con cui lo manifestava. Incitava Luca a scoparla con più energia, tanto da far capire a Cinzia che era lei che lui faceva godere. Lo sentì aumentare il ritmo e si accorse che era prossimo all’orgasmo, perché fin troppo eccitato dalla novità e dal gioco che lei gli aveva riservato. Anna si girò verso di lui, ed esclamo:
«In bocca, vienimi in bocca. Voglio bere, ho sete!»
Lui, seppur stupito, non resistette oltre. Si sfilò da lei, che si inginocchiò davanti a lui e, preso il cazzo in mano, le appoggiò la cappella sulle labbra e queste la cinsero con una stretta che non lasciava scampo. Immediatamente lui le scaricò in bocca tutta il suo godimento. Per un attimo, Anna avvertì quel sapore agrodolce, ma ingoiò tutto, come mai aveva fatto per poi pulire la cappella e spremerne anche l’ultima goccia. Dopo si alzò e andò, a sorpresa, a baciare Luca. Stupito dal gesto, lui rimase un attimo interdetto, ma poi rispose con trasporto e passione a quel bacio, cosi sensuale e perverso. Si staccarono e, guardandosi negli occhi, lei gli sorrise.
«Non mi aspettavo da te un cambiamento così totale: devo ammettere che sei ammirevole e desiderabile oltremodo».
Le parole di lui suonarono come conferma della sua vittoria, ma volle anche esser certa della disfatta di sua figlia.
«Sono meglio di mia figlia?»
Un attimo di panico si dipinse sul viso di suo marito. Lei gli sorrise, attenuando l'impatto della sua affermazione, e lui si rilassò.
«Sta tranquillo, non voglio incasinare il nostro rapporto, quanto, piuttosto, se scopi con lei, non devi omettere di far altrettanto con me. Capisco che lei è giovane e bella, ma io non intendo farmi mettere da parte: tanto a lei e tanto a me, altrimenti vado in giro per strada, così conciata, e mi faccio sbattere da tutti quelli che incontro».
Lui restò un attimo perplesso, ammirò la sua donna e si rese conto che aveva messo in atto un cambiamento tale che, quella che ora aveva davanti, era una donna completamente nuova.
«Tranquilla, tu non sarai messa da parte; sei sempre, e resterai, la mia donna, la mia compagna e, se ti fa piacere saperlo, la numero uno. Tua figlia non ha la tua classe, né la tua esperienza e, forse, col tempo, diventerà come te, ma ne deve fare di strada. L’unica cosa che avete in comune è che, quando volete una cosa, non v'è niente che vi fermi. Ti amo e sono irretito dal tuo cambiamento: mi piaci, sei una vera femmina. Sapevo che dentro di te c’era una donna così sensuale e porca, ma non sapevo come farla emergere. Sei e resterai la mia donna».
«La tua donna... porca e troia?!»
Ribadì con forza Anna. Lui la strinse a sé, abbracciandola e lei, dentro di sé, si sentì soddisfatta: aveva ristabilito la gerarchia, era lei la padrona del suo maschio e, se quella cagnetta di sua figlia voleva arrotare i denti sul suo osso, avrebbe dovuto chiedere il permesso a lei. Non escludeva che avrebbe potuto anche farglielo rosicchiare; amava Cinzia, ma era lei che lo concedeva e non la piccola che se lo prendeva; questa sensazione la fece sentir bene e soddisfatta. Aveva vinto usando l’arma più potente che aveva:
l’esperienza.
«Andiamo a cena fuori?»
«D’accordo, a patto che resti così...»
«Posso almeno mettermi un vestito?»
La guarda, sorride e dice che, per lui, andrebbe bene anche così.
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3 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 1 settimana fa -
Emy 3°parte
Tra leccate di culo pissing e scopate si stava avvicinando il matrimonio.
Mancavano circa 2settmane al matrimonio quando dopo una giornata di stress la sera siamo andati al solito posto in auto(quell'esperienza è indelebile)mi stavo inculando Emy a pecorina con violenza come piace a lei tutti nudi lei solo con reggicalze e calze...mi fanno impazzire.ma piace indossarle anche a lei...con turpiloquio che ormai faceva parte del nostro DNA..troia rotta in culo ...etc etc e lei di rimando sfonda la tua troia rompimi il culo sono una puttana etc etcprrso dall'eccitazione forse ho aperto gli sportelli ...forse per fare vedere la troia a qualche guardone di passaggio...non so..ad un certo punto si è materializzato un tizio a pochi centimetri da noi con il cazzo in mano che si segava...
A quella visione ho invitato Emy ad aiutarlo lei mi ha guardato con uno sguardo sbalordito per poi cambiare espressione compiacente sorridendomi con un aria da diva porno passandosi la lingua sulle labbra e sempre guardandomi ha iniziato a segarlo ...sempre guardandomi ha iniziato a passare la lingua sulla cappella del tizio per poi farsi scomparire il tutto in bocca .
A quello spettacolo ho incarato la dose di troia bocchinara etc etc mentre con la mia mano sulla nuca della troia dettavi i tempi del pompino ...lei ansimava godeva...gli piaceva..siamo venuti insieme ...il tizio in bocca ad Emy.
Girandosi mi guardava a bocca aperta per farmi vedere la sborra in bocca invitandomi a baciarla sentivo il sapore del cazzo e della sborra del tizio abbiamo ripreso a scopare ancora più forte di prima incuranti se c'era qualcuno che ci stava vedendo...non prima di avergli lavato la bocca con il mio piscio.
Non abbiamo dato peso all'accaduto...abbiamo dato la colpa allo stress dovuto alla preparazione del matrimonio....forse!
Da sposati ?tutta un altra storia scopavamo sul letto in bagno nel salone e poi le sue fantasie...
Quando andavamo nei centri commerciali...a fare la spesa.. al cinema ..sotto il soprabito..be niente solo greppiere reggicalze e quelle calze anni 50 con riga o tacco e punta che compriamo in un sito on line dove ci sono queste calze anni 50 Cuban. Bellissime di seta o Nylon...quando ritornavano a casa era pronta per una o più dosi di cazzo.
Il sabato e la domenica pomeriggio la passavamo a vedere DVD porno ...Extreme o quelli eleganti francesi.
Usiamo falli finti di diverse dimensioni anche molto grossi per le doppie penetrazioni ..anche cunei anali uno nuovo molto spaventoso(grazie a questi oggetti ho iniziato a fistare Emy prima in fica e poi nel culo .
Poi uno strap on che usava per il mio di culo
Capite prima di avere incontri con coppie e singoli era diventata una vera troia
Un altra cosa in spiaggia sempre nuda se non c'era possibilità di spiagge naturiste be lei in topless senza slip ma una sorta di cerchietto per capelli da una parte larga e dall'altra più fina che si incastrava sulla fica ma il dietro aveva come un filo che gli passava tra le natiche il tutto moto rigido. Una grande esibizionista.
Alla prossima inizierò a raccontarvi del primo incontro in un club privè dove è iniziato il nostro mondo di scambisti......CONTINUA
35
2
3 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 3 ore fa -
Emy 2° parte
.......il sesso andava a gonfie vele...lei all'università io al lavoro non vedevamo l'ora d'incontrarsi per stare insieme e per farci delle belle scopate...certo limitati in quanto il tutto si faceva in auto.
Il suo modo di vestire sempre femminile gonne tacchi e quelle calze anni 50 e quel camminare sensuale faceva si che la gente si girava per osservarla (a lei piaceva questo) da una parte mi ingelosivo ma da un altra mi eccitava...comunque abbiamo iniziato ad inoltrarci su un sesso più "spinto"
Pissing....quella volta era estate stavamo in aperta campagna avevo messo una coperta sul prato tutte e due nudi lei anche in estate se dovevamo scopare si metteva le calze in auto prima di farlo...non mi dilungo...quando mi sono messo con i ginocchi a bloccare le sue braccia ed a quel punto gli dissi che gli volevo pisciare in faccia lei stupita ha iniziato a ridere..ed io l'ho innaffiata...lei rideva si contorceva mala gradiva infatti appena ho finito mi ha preso il cazzo e leccava le ultime gocce anche lei ha voluto farlo su di me etc etc...da quel giorno il pissing è divenuto una cosa istintiva e naturale per noi era lei che mi diceva e dici di pisciargli in culo fica e bocca.
Leccare il culo.....questa è forse la cosa che molti di voi non approveranno ma vi giuro che è la cosa più divina se è fatta in modo volontario...e non costrittiva
Comunque successe che sempre in auto dopo avergli leccato la fica e il culo mi rivoltò a pancia sotto inizio a leccarmi le spalle scendeva con la lingua fino a fermarsi sul mio culo mi mordeva le chiappe rideva e poi ho sentito il suo alito sul mio buco e a poco a poco la sua lingua lambiva il mio buco...un eccitazione indiscrevibbile...e quando mi sono messo a pecorina per masturbarmi lei mi prese il cazzo e ha iniziato a menarmelo con la sua lingua che andava dalle palle al buco di culo (sapevo che non aveva un buon sapore visto che al lavoro ero dovuto andare in bagno)lei gradiva in quanto con l'altra mano si stava masturbando come un indemoniata da quel giorno anche questo è divenuto un abitudine
Ok..,.leggetevi anche questa storia la prossima inizierò con quella che ci ha portato ad entrare nel mondo di trasgressione con singoli e coppie.......CONTINUA
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2
3 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 3 ore fa -
Inizio emy 1°parte
Vorremmo raccontarvi come è iniziato il tutto precisiamo che siamo una coppia navigata in questo mondo per noi è un gioco e tale deve rimanere non ci piace il sesso mordi e fuggi di coppie e singoli anche di colore ne conosciamo molti...il primo incontro sempre e solo in un club viaggiamo siamo presenti in vari siti anche stranieri per i video ...sono presenti in un sito straniero dove non possono essere scaricati saremmo noi a inviarvi un link per email ... sarà una nostra scelta .
Ogni settimana cambieremo foto sul nostro profilo così potrete conoscere cosa gli piace fare. (tutto) poi se c'è qualche marito che piace scambiare le foto sexy della propria moglie ...senza censura del viso ben venga solo ripetiamo sexy no hard
Emy anche prima che la conoscessi era stata sempre un po' esibizionista sprizzava femminilità da tutti i pori gonna tacchi calze gli piaceva che qualcuno la guardasse uno ero io sapevo che già dai 16 anni faceva sesso con gente un po' più grande un giorno ad una festa entrando nel bagno vidi lei a pecorina che prendeva il cazzo del suo ragazzo nel culo rimasi imbambolato come un fesso ma mi cacciarono via.
Molto tempo dopo i'ho rivista in un locale ci siamo conosciuti lei 18 io 25. Era molto spigliata elegante sapeva quello che voleva una ragazza di classe.prima sera .
Riaccompagno a casa in auto nel sedersi la gonna si alza si sposta e vedo i ganci del reggicalze(ne vado pazzo )non capisco più niente parliamo intanto il mio sguardo va sulle sue gambe velate dalle calze nere
Se ne accorge rimane tranquilla arriviamo mi fa parcheggiare un po' distante da casa mi bacia ed iniziamo a pomiciare la sua mano va sulla mia patta me lo tira fuori e rimane entusiasta (ho un bel cazzo)me lo mena e poi va giù di bocca un pompino superbo lecca bacia tutto in gola io intanto gli avevo tirato su la gonna. Non portava l'intimo toccavo fica e buco di culo ho lottato contro me stesso per non sborrare subito lei godeva come una troia gli avevo messo due dita nel culo nell'eccitazione gli sono venuto in bocca lei godendo ingoiava e mi ripuliva il cazzo.finito il tutto è scesa mi ha salutato e mi ha dato l'appuntamento per il giorno dopo.Durante il viaggio di ritorno annusavo i miei siti che erano stati dentro la sua fica e dentro il suo bucio di culo.
La sera dopo mi ha portato in un parcheggio dove c'erano altre coppiette ma sapevo pure che qualche guardone girava da quelle parti messi i giornali ci siamo spogliati completamente rimasi estasiato nel vederla con un reggicalze rosso e le calze color carne con tacco e punta(anni 50 le mie preferite.)Mi ha prosciugato per ben due volte ho sborrato .
Quando lo messa a pecorina sul sedile dopo averglielo messo in figa mi ha invitato ad incularla (non abbiamo e neanche adesso usiamo i preservativi)quindi nel culo potevo fargli quello che volevo.
La cosa che non mi scorderò mai (ancora oggi è così)la voglia di essere inculata con violenza e quello che diceva tipo"rompimi il culo...sfondalo...sono una troia rotta in culo e così via..."ma la cosa meravigliosa fu quando venuto nel suo culo se le preso in bocca pulendolo.
Li decisi che doveva essere la mia ragazza e state sempre a lei
La mia ragazza troia............. CONTINUA
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3 anni fa
admin, 75
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La moglie in affitto.
Mi chiamo Ambra, ho venti nove anni e sono sposata con Luca che ha un anno più di me. Ho conosciuto Luca circa dodici anni fa, eravamo compagni di scuola. Mi è subito piaciuto il suo modo delicato di porsi: mai un gesto o una parola fuori luogo. Sempre attento e dolcissimo nei miei confronti, anche se, all'epoca, ero già una bella ragazza che non passava inosservata e, spesso, ricevevo commenti e proposte un po' troppo ardite. Sono alta un metro e settantacinque, occhi grandi e meravigliosamente verdi, viso tondo, corporatura snella, seno una terza abbondante, tondo, perfetto come due grosse arance, culetto a mandolino, ben proporzionato, cui convergono due cosce lunghe e ben affusolate; quello che però tutti notano, appena mi vedono, è una gran massa di capelli neri, lunghi, mossi, che mi arrivano fin sopra le spalle. Appena sposati abbiamo acquistato casa e, ovvio, non avendo a disposizione tutti i soldi occorrenti, abbiamo sottoscritto un mutuo, convinti di poterlo pagare in tempi brevi, stabilendo una rata mensile di circa mille euro. Luca lavorava come contabile in una fabbrica ed il suo stipendio era di oltre due mila euro, mentre io lavoro in un negozio di abbigliamento molto esclusivo, ma il mio stipendio arriva appena ai mille trecento euro. Per circa otto anni le cose sono filate bene. Luca, oltre quel lavoro, avendo il sabato e la domenica liberi, ed avendo conseguito tutte le patenti possibili, in quanto figlio di un istruttore di scuola guida, collaborava con un amico, gestore di noleggio auto, ad organizzare escursioni o gite, che ci hanno sempre permesso di racimolare soldi per le ferie, senza intaccare gli stipendi. Arrivata la crisi, si è messo tutto in discussione. La fabbrica di Luca ha chiuso e, perciò, lui è rimasto senza lavoro ed io, con il mio modesto stipendio, non potevamo di certo far fronte agli impegni assunti. Fortunatamente il suo amico lo ha assunto, anche se con contratto a tempo limitato, che, intanto, serviva a darci una mano a sopravvivere. Nel negozio dove lavoro io, eravamo cinque commesse, ma il proprietario, un ricchissimo signore inglese, con la crisi ha dovuto licenziarne due. Siamo rimaste in tre: Elisa, la più anziana, perché munita di uno spiccato senso per gli affari; io per la mia bellezza, tant'è che le persone che entrano si rivolgono subito a me, e Nadia, che ha l'aspetto molto giovane e quando viene un ricco cliente con l'immancabile “nipotina”, si rivolge a lei. Inoltre, per un sabato ciascuna, restiamo a casa, dal momento che sembra che la gente facoltosa non ami fare acquisti il sabato: c'è troppa gente in giro, troppa confusione e, in effetti, è il giorno che si lavora di meno. Ovvio che io e Luca, con questi chiari di luna, non ci possiamo permettere molti lussi, ma cerchiamo di tirare avanti. Quello che voglio raccontarvi è cominciato circa un anno fa. Una mattina, davanti al negozio, si ferma Luca con la vettura elegante che usano per i clienti più ricchi, e ne scende un signore molto distinto. Saluto con un cenno del capo mio marito. Subito mi metto a disposizione del cliente che sta cercando un elegante abito da sera, per una cerimonia cui deve presenziare. Gli faccio vedere alcuni capi veramente belli e, alla fine, la sua scelta si concentra su due modelli, li prova e chiede il mio parere. In piedi, davanti a tre specchi che gli mostrano l'abito da tutte le angolazioni, lo osservo: è un bell'uomo, alto, imponente, spalle larghe, occhi scuri, mani grandi e ben curate, forte, ma non grasso.
«Credo che questo modello, a doppio petto, le stia benissimo, ma bisognerebbe vedere il vestito della sua dama per avere il quadro perfetto».
Esterno quel suggerimento, mentre sono al suo fianco, con la conseguenza che la mia immagine viene riflessa nello specchio.
Lui mi osserva, si gira, mi prende per mano e mi mette alla sua sinistra in assoluto silenzio.
«Adesso che ci penso: io non ho una dama da portare con me e questo è un serio problema».
Parla seguitando a guardare la nostra immagine riflessa nello specchio.
«Senta, le faccio una proposta. Le do cinquemila euro, più tutte le spese necessarie, se mi accompagna. La prego, non le farò alcun male, non la sfiorerò con un dito, dormiremo in camere separate, lei dovrà essere solo una silenziosa compagna al mio fianco».
Parla con un tono di supplica. Lo guardo allibita. Ne ho ricevute di proposte, offerte e anche ingenti somme di danaro, ma non certo per fare da dama di compagnia e poi, chi lo conosce? Scuoto il capo, non mi va.
«Mi scusi, ma non posso accettare; io sono sposata e che gli racconto a mio marito?»
Ribatto con voce serena e discreta.
«Signora, mi scusi se insisto, ma sono assolutamente nei guai; non mi abbandoni la prego! Parlerò con suo marito e, se vuole, può venire anche con noi, ma deve essere la mia dama; la prego, lo chiami, che ci parlo io».
Ribatte con un tono fermo e risoluto.
«Non ho bisogno di chiamarlo, è l'autista della vettura che lo ha portato qui».
Rispondo sorridendo. Lui esce e poco dopo torna con Luca, gli spiega garbatamente la cosa e chiede il suo consenso. Luca mi guarda: è consapevole che la cosa è molto strana, ma lo è di più considerando il fatto che quei soldi ci farebbero assolutamente comodo.
«Amore, se vuoi andare, vai; io però non posso venire: sono fuori a noleggio con la squadra di basket e poi, tu questo sabato non lavori, quindi decidi tu: mi fido di te».
Così la decisione ritorna in mano mia. Il nostro siparietto ha attirato l'attenzione di Elisa, che si avvicina mentre Luca esce per tornare nella macchina, anche allo scopo di evitare qualche multa. Mi giro verso il cliente e, facendo finta di sistemare un bottone, gli dico sottovoce:
«Quella non deve sapere nulla».
Faccio le presentazioni e scopro che lui si chiama Lorenzo.
«Signora, giusto lei volevo. Vede ho una moglie che ha la sua stessa corporatura ed aspetto, ma non la bellezza di questa signora. Sono consapevole che vi chiedo una cosa che esula dal vostro normale lavoro, ma vorrei acquistare un vestito per fare una sorpresa a mia moglie. Mi chiedevo se la signora potesse indossarlo, giusto per rendermi l'idea di come potrebbe essere vedendolo indossato».
È ciò che chiede con tono garbato, ma determinato.
Ovviamente Elisa mi mette a sua disposizione.
«Che cifra aveva intenzione di spendere per la sua signora?»
Chiedo con un tono quanto più professionale possibile.
«Quando vedo una cosa bella, non bado a spese pur di averla», risponde sorridendo.
Le sue parole mi sconvolgono fin dentro il profondo dell’anima. Mentalmente mi chiedo dove mi porterà questa cosa, che sto assecondando.
Gli mostro diversi capi; lui vuole che io l'indossi e, alla fine, decide per un modello veramente fantastico.
Nero, arriva a meta coscia, sale e avvolge i miei seni, come una seconda pelle, dietro mi lascia la schiena quasi totalmente nuda, sorretto al collo da due catenelle d'oro. Ho dovuto togliere il reggiseno per provarlo. Elisa mi porge delle scarpe con tacco dodici. Quando le indosso e mi guardo nello specchio, io stessa resto a bocca aperta, sembra disegnato su misura per me. Lui paga ed esce, non senza avermi sussurrato che prenderà accordi con Luca per il viaggio. La sera a letto con Luca, ne parliamo. Luca è tranquillo: mi dice che succede spesso che facoltosi signori si fanno accompagnare da belle donne; fa parte della loro immagine e la cosa non assume carattere sconveniente, senza contare che i soldi ci danno qualche respiro in più. Non sono molto convinta, ma lascio cadere l'argomento; salgo su di lui per far sesso e lo sento duro fra le mie gambe.
«…mmmhuummm! Siamo già così in tiro? Come mai? Cosa ti ha eccitato, oggi, per ridurti così?»
Lui mi abbraccia, mi fa ruotare e mi ritrovo sotto di lui che ora sta appoggiando il suo duro membro alle labbra della mia micetta, che si è bagnata rapidamente.
«Forse mi ha eccitato l'idea che mia moglie andrà a fare un viaggio con uno sconosciuto».
Appena dette queste parole, lo spinge dentro di me con forza. Lo sento entrare deciso; mi è sempre piaciuto il suo modo così diretto di scoparmi, deciso, rapido. Entra e mi pompa con forza, fino a che non raggiungo, rapidamente, l'orgasmo e godo stringendolo forte a me. Lui mi lascia riposare un momento, poi ricomincia a pomparmi con sempre maggior ritmo, fino a schizzare il suo seme nel mio ventre. Restiamo per un po' abbracciati, poi vado in bagno a lavarmi e, quando torno, lui sta già dormendo. Mi distendo e ripenso a tutta la vicenda; temo che potrebbe avere un epilogo diverso. Il sabato mattina presto, passa Lorenzo a prendermi con un taxi. Due ore dopo siamo a destinazione. Entro con lui in un lussuosissimo hotel. Mi aspettavo due camere separate, ma devo riconoscere che mi aveva informato che avremmo occupato una suite. Durante tutto il viaggio, lui non mi ha dato alcun fastidio; è stato cordiale ed anche sempre intento a visionare fogli e resoconti di lavoro.
«Mia cara, ora io esco. Tu riceverai un trattamento completo: massaggio, pulizia del viso, poi parrucchiera e manicure e, infine, sarai truccata da una professionista.
Mi raccomando: indossa tutto e sii pronta per il pomeriggio, quando una vettura verrà a prenderti e ti condurrà da me. Per qualsiasi cosa, chiedi al direttore».
Mi bacia sulla guancia e se ne va. Tutto si svolge come da copione. Sono curata e truccata nei minimi particolari, nulla è lasciato al caso, compresa una accuratissima depilazione anche delle parti intime: non ne comprendo lo scopo, ma accetto, quasi con soggezione. Alla fine il risultato è meraviglioso: guardandomi allo specchio, mi trovo decisamente bella ed attraente. Addirittura, quando indosso l'abito, devo eliminare anche le mutandine, perché è talmente aderente, che si notano, pur essendo sottilissime: mi sento eccitata a trovarmi, per la prima volta, nuda in mezzo alla gente. Poi mi conducono davanti ad un meraviglioso palazzo. Scopro che è la sede di una importantissima azienda che estrae e commercia diamanti. Lorenzo mi accoglie sulla soglia e mi guarda estasiato.
«Sapevo di aver fatto la scelta giusta. Sei bellissima. Adesso ti spiego il tuo compito. Oggi qui ci sarà la vendita di meravigliosi diamanti: io ho deciso che tu li dovrai indossare. Sarà un modo insolito, per i compratori, di vedere le nostre creazioni indossate da una bella donna come te. Sarai la mia modella che, al posto di abiti, indosserà e sfilerà con dei meravigliosi diamanti».
Parla introducendomi dentro una stanza, dove ci sono molte persone che si occupano subito di me.
Poco dopo, entro in un salone dove Lorenzo mi presenta e, soprattutto, chiede ai compratori di ammirare le creazioni. Sono stordita: indosso gioielli per non so quante migliaia di euro e sono praticamente nuda. Un successo! In meno di un’ora Lorenzo ha piazzato diamanti per cifre astronomiche. Io ho ricevuto commenti ed occhiate da tante persone che, alla fine, mi sono sentita concupita e, dentro di me, ero tanto eccitata dalle sensazioni che ricevevo. Alla fine se ne vanno quasi tutti. Lorenzo mi presenta Evans, il suo direttore nonché proprietario, ed altre due persone: Dimitri, un russo e Tafari, un sud africano. Entrambi sono di statura imponente. Il nero, poi, sembra enorme, non grasso, mentre il russo ha l'aria del porco, da come mi mangia con gli occhi. Evans ci invita a cena nella sua lussuosa villa. Poco dopo siamo all'interno di una delle case più belle ed eleganti che abbia mai visto. Egli mi prende per mano e mi presenta a sua moglie, Greta, una donna molto bella, dalla pelle bianca e dai modi estremamente gentili. Ci sediamo a tavola; la cena è superba, mai mangiate tante prelibatezze. Si scherza, si ride ed io cerco di mantenere un contegno adeguato a non far sfigurare Lorenzo, che osserva compiaciuto. Dopo cena ci trasferiamo in un piccolo studio, molto intimo; raccolte di libri, alle pareti quadri e mobili molto belli e dall'aria antica, poltrone e divani di cuoio marroni. Mi devo sedere e so già che le mie gambe saranno in bella mostra, ma sto al gioco. I maschi si versano del liquore, che io rifiuto, mentre Greta mi si avvicina e mi chiede se sono disponibile a variare un poco la serata. La guardo senza afferrare subito il senso della richiesta, ma poi comprendo quando la sua mano si poggia sulla mia coscia. Mi giro e guardo Lorenzo che, in silenzio, mi osserva; sento il respiro diventare veloce, cerco di mantenere la calma; non mi aspettavo certo questo, ma decido che sono in ballo e voglio ballare. Lascio che lei lentamente risalga e insinui la sua mano sotto il mio vestito. I maschi ci osservano immobili, in piedi davanti al caminetto acceso. Le luci si abbassano lentamente e Greta avvicina la sua bocca al mio collo, lo bacia, mi procura un lungo brivido; non sono mai stata con una donna e non so come comportarmi. La lascio fare, lei incontra la mia natura nuda e bagnata, e le sfugge un gemito.
«...uuuuhnm... Piccola sei già pronta!»
Lentamente, mi spoglia. Mi ritrovo nuda, distesa a cosce aperte, sul divano; sono sotto lo sguardo estasiato dei maschi che ora hanno tirato fuori le loro mazze e si masturbano lentamente. Mi giro li osservo e resto a bocca aperta: Lorenzo ha un bel cazzo, Evans non è da meno, Dimitri è un vero super dotato in circonferenza, ma quello che mi spaventa è Tafari, da paura! Lunghissimo e grosso, tanto grosso e nero. Greta intanto mi sta leccando, mi trascina su di lei sul tappeto, ai piedi del divano. Ci rotoliamo, cerco di contraccambiare il piacere che mi sta facendo provare. La mia inesperienza la eccita ancora di più.
«Sì, piccola, così di mi fai godere sì…»
Pronuncia solo poche parole in italiano, poi inizia a parlare olandese e io non capisco più nulla, anche perché mi sta facendo godere e lo grido con tutto il fiato che ho in gola. Serro le gambe istintivamente, imprigionandole la testa fra esse. Lei mi lecca con ardore e raggiunge ancora un orgasmo. Sono impazzita, sto godendo e ricambio il piacere con una donna: mai fatto e mai goduto tanto! Sfinite, ci sciogliamo. Lei mi sale sopra e bacia i miei seni; li succhia e gemo di piacere. Si gira verso i maschi che ora si sono avvicinati e messi in cerchio. Li guardo, tremo al solo pensiero di averli dentro, ma loro si segano velocemente e ci coprono di schizzi di sborra sul viso, sul corpo, dappertutto. Greta li spreme uno per volta e mi fa leccare la mano intrisa di seme, cosa che faccio con un gesto lascivo, che fa vibrare i maschi. Tafari mi avvicina la punta alla bocca e mi spruzza le ultime gocce direttamente in bocca. Il sapore mi piace, è forte, speziato, diverso da quello che ho ingoiato finora. Lentamente si ricompongono, mentre Greta mi prende per mano e, aperta una porta, mi conduce in bagno. Mi abbraccia e bacia, continua a leccare il seme che mi cola lungo il corpo.
«Grazie! Non ero certa che accettassi. Lorenzo mi aveva detto che non eri una squillo, ma ho voluto provare. Sei stata meravigliosa: credo sia stata la tua prima volta, vero?»
Sorride guardandomi negli occhi. Ci mettiamo in ordine, lei mi lava con cura, mi asciuga e poi mi prende per mano. Torniamo nella saletta, ci rivestiamo. Lorenzo incomincia a salutare, Evans apre un cofanetto e ne estrae un piccolo, ma bellissimo diamante dai riflessi verdi.
«Questo te lo voglio regalare per le intense emozioni che ci hai donato, in particolare a Greta, che non la vedevo godere così da tempo; poi ha i riflessi del colore dei tuoi occhi».
Dice questo mentre glielo lega al collo.
«Quando Lorenzo verrà in Sud Africa, devi venire anche tu; ti aspetto, mi hai fatto godere tantissimo».
Mi parla Tafari, facendomi sparire fra le sue immense braccia.
«Naturalmente prima verrai a Mosca, devo assolutamente ripetere quello che Lorenzo ha fatto qui e tu sei indispensabile».
Mi propone Dimitri mentre mi bacia la mano.
Rientriamo in hotel. Lorenzo è stato in silenzio durante tutto il tragitto, poi, dentro la suite, si gira, mi bacia e mi stringe a sé.
«Inutile che io ti dica quanto sono rimasto soddisfatto del tuo comportamento. Sei andata ben oltre i nostri accordi. Spero che ora vorrai continuare: non so se hai ben chiaro il successo che hai avuto. Nei prossimi viaggi, ti voglio al mio fianco, ma ora ti vorrei nel mio letto».
Parla con un tono di voce calma, mentre mi accarezza dietro la nuca. Sento che lo voglio, sono ancora eccitata da tutta la vicenda e non mi è bastata una leccata, per sentirmi appagata. Mi lascio condurre in camera, mi spoglio, lui mi accarezza ed io lo prendo in bocca, scatenandomi. Lo lecco tutto, poi lo ingoio fin dentro la gola per poi farlo scivolare fuori lentamente; è un'operazione che lo fa impazzire.
«Bravissima! Mi fai impazzire! Ti voglio!»
Non gli do tregua. Salgo su di lui e m'impalo su quel perno di carne durissima. Mi penetra fino in fondo. Mi dilata e scivola dentro con forza, mi scatena un orgasmo che mi fa tremare tutta, mentre godo a raffica. Perdo il conto degli orgasmi che provo. Lui è fantastico, mi mette di lato e mi scopa, con una furia selvaggia. Infine, insieme, raggiungiamo l'ennesimo orgasmo; lui si svuota dentro di me, con un grido che sveglia tutto l'hotel.
«Vengo! Adesso!»
«Eccomi! Sborro! ORA!»
Restiamo abbracciati e ci addormentiamo così. Il giorno dopo, mentre siamo in volo, lui mi chiede se posso liberarmi, alcuni giorni, per andare con lui a Mosca. Dentro di me mi sento in colpa: penso che ho tradito Luca. Lorenzo si accorge della mia inquietudine; mi solleva il capo e sorride, infondendomi serenità.
«Se hai dei sensi di colpa, sappi che non serve. Ho conosciuto Luca circa due mesi fa e, quando gli ho chiesto se conosceva una bella ragazza per una sfilata, lui mi ha fatto vedere te. Sono entrato nel negozio, sapendo quello che c'era da sapere per convincerti, quindi lascia perdere e pensa al danaro e a tutto quello che ci hai ricavato da questa storia. Se riesci ad ottenere almeno dieci giorni di ferie, ti assicuro che non te ne pentirai».
Parla con voce assolutamente ferma e convincente.
Mi giro, osservo fuori e penso a mio marito che, in sostanza, mi ha offerto a lui. Ebbene, se è questo ciò che vuole, lo accontento. La sera, a casa, Piero mi si avvicina e mi chiede com'è andata. Lo guardo e decido di vendicarmi, rispondendogli in tono allusivo.
«Bene, mi hanno anche regalato un bel diamante ed altro».
«Amore, sono contento che tu ti sia trovata bene: mi racconti qualche dettaglio?»
Chiede con voce rotta dall'eccitazione.
«Certo! Mi hanno fatto sfilare con tanti gioielli. Mi hanno offerto una cena e poi mi hanno anche scopato in tre: sei soddisfatto o vuoi altri particolari?»
Gli rispondo dura. Sento il suo cazzo durissimo. Cerca di possedermi, ma io non ci sto.
«No, bello mio! Ho già avuto una bella razione di cazzo; al massimo ti faccio una sega, mentre ti racconto di come e quanto mi hanno sfondato tutta».
Parlo mentre comincio a segarlo e gli racconto cose non vere. Quando gli dico che mi hanno ricoperto di sborra, schizza anche lui.
«Amore, in fondo era prevedibile. Ha pagato tanti soldi per affittarti, che lo dovevi mettere in conto che poteva scapparci una scopata».
Risponde con l'aria più ingenua di questo mondo.
Lo guardo, sono disarmata dalla sua tranquillità, non sembra abbia importanza se mi hanno spaccato in due o semplicemente scopato. Sono allibita!
Sei giorni dopo, sono in volo per Mosca.
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3 anni fa
baxi18, 55
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per la prima volta cornuto!
Ciao, sono Paola, una donna di mezza età, a detta di tutti abbastanza carina, bruna di carnagione, con un bel corpo, una di quelle bellezze mediterranee che non passa mai inosservata, in special modo quando indosso abiti che esaltano le mie forme sinuose. Mio marito si chiama Giorgio, ha qualche anno più di me, è un uomo prestante, di bella presenza e mi ama alla follia. La nostra vita coniugale è costellata di alti e bassi, come succede un po' in tutte le coppie e, proprio durante una fase di stanca, in un momento in cui mi sentivo trascurata da Giorgio, sempre più preso dal suo lavoro e dai suoi interessi, capitò che, quasi per ripicca, iniziai ad assecondare le avances di un mio collega, che da tempo mi stuzzicava, ma cui non avevo mai concesso nulla di più, se non poche battute al bar. Fu così che, quasi per gioco, una mattina, salendo in ascensore con Andrea, il collega, per raggiungere l'ufficio, decisi di sbottonare audacemente la camicia, lasciando intravedere il reggiseno, noncurante dello sguardo sbigottito di lui che non riusciva a staccare gli occhi dalla piacevole visione; poi, fingendo di essermi accorta dell'involontario ‘decolleté’, mi scusai e cercai di ricompormi, ma Andrea si oppose e mi chiese di non farlo. Intanto mi prese la mano e mi tirò a sé; io ero impietrita di fronte ad una situazione che, evidentemente, mi stava sfuggendo di mano; lo lasciai fare e accettai quel suo bacio, cui seguì un abbraccio mentre le sue mani mi frugavano un po' dappertutto. Giunti al piano, mi ricomposi e pregai Andrea di dimenticare quell'episodio, che non si sarebbe dovuto più ripetere. Nei giorni a seguire, in ufficio l'imbarazzo regnava sovrano: non avevo il coraggio di guardare Andrea in viso e mi rifiutai anche di prendere il caffè al bar, se c'era lui; poi, un pomeriggio, durante lo straordinario, essendo in pochi, Andrea mi chiese di potermi parlare ed io d'istinto rifiutai, per poi cedere alle sue insistenze. Cosicché accettai che mi riportasse a casa con la sua auto e, lungo il percorso, fermò l’auto in una zona isolata, per, a suo dire, finalmente chiarire quanto accaduto in ascensore. Stando seduta in auto, la gonna a portafoglio che indossavo, già di per sé piuttosto corta, offriva un'ampia visuale delle mie belle cosce, sulle quali Andrea pose le sue mani e, molto delicatamente, iniziò a massaggiare, sino a raggiungere la mia intimità ed infilarci prima un dito, poi un altro, agevolato dalla abbondante lubrificazione costituita dai miei umori. Questa volta non seppi trattenermi e lo baciai voluttuosamente, spingendomi a tastare il suo membro che presto liberai, abbassandogli la cerniera e permettergli di svettare in tutta la sua rigidità. Mi venne naturale e spontaneo, dapprima masturbarlo lentamente, finché la cappella si bagnò di quel liquido caldo e trasparente che spalmai sulla arrogante e lucida cappella, per poi fargli un pompino. A conclusione, di questa mia pratica, ricevetti in gola ripetuti fiotti di sborra calda, che ingoiai avidamente, mentre lui continuava ad infilare le sue dita nella mia passerina allagata. Una volta finito, mi accompagnò nei pressi di casa, ci salutammo baciandoci a lingue intrecciate e mani che ancora cercavano gli ultimi intimi contatti. Rientrai in casa con i battiti del cuore accelerati, a causa dell'imprudenza appena commessa e riuscii a stento a mascherare il disagio nei confronti di mio marito. Trascorsi la notte a pensare a quanto accaduto e mi ripromisi che quell'episodio doveva restare tale: unico e solo; ma il piacere che ancora provavo per quella trasgressione improvvisata e iniziata quasi per scherzo, metteva in dubbio quel mio proponimento. Nei mesi a seguire, gli incontri si susseguirono con sempre maggior frequenza; ormai con Giorgio il sesso era del tutto sporadico e non mi dava piacere, mentre con Andrea il rapporto si era consolidato al punto che, per stuzzicarlo, mi presentavo in ufficio in abbigliamento moderatamente provocante, indossando gli abiti che, sapevo, gli piacevano di più. Insomma facevo di tutto per attirare sempre più le sue attenzioni e devo riconoscere che ci riuscivo con successo. L'unico handicap era dovuto al fatto che i nostri incontri avvenivamo in auto, e ciò limitava notevolmente il piacere che ne ricavavamo: esso era contenuto ad una reciproca masturbazione, con pompino ed ingoio finale, tranne rare occasioni nelle quali volle penetrarmi con tutte le difficoltà determinate dagli spazi angusti. Questa storia andò avanti per anni, ma una sera in cui, dopo aver fatto due pompini, approfittando del fatto che Giorgio era andato a giocare a calcetto e che quindi sarebbe rientrato più tardi, tornata a casa trovai mio marito rientrato anzitempo per una storta alla caviglia. Ebbi la disattenzione di obliare, per un attimo, i pompini che avevo appena fatto, e, spinta dalla naturale apprensione per lui e del suo stato di malessere, corsi a baciarlo. Egli avverti uno strano sapore dalla mia bocca e notò qualche macchia di sperma sulla mia gonna nera, che di fatto svelarono il segreto, fino a quel momento tenuto ben custodito. Avemmo una lite furibonda, nella quale ci rinfacciammo le rispettive colpe. Giorgio sembrava impazzito per la rabbia, urlava e inveiva come mai prima, sembrava una furia inarrestabile, che io cercavo in tutti i modi di arginare, dapprima negando tutto, poi ammettendo quella relazione che ormai era stata scoperta. Passarono giorni durante i quali, nel silenzio glaciale che si era abbattuto su di noi, le ore scorrevano interminabili, finché Giorgio ruppe il silenzio e mi disse che avrebbe voluto sapere tutto, altrimenti si sarebbe dato da fare per chiedere la separazione. Quella minaccia per me rappresentava un tormento vero e proprio; in un attimo la mia vita, la mia famiglia e tutto quanto, stava andando a farsi benedire e così, preso il coraggio a due mani, gli dissi:
«Andiamo di là, in salotto, e parliamone.»
Iniziai a raccontare tutto, fin dal principio, dicendo che mi sentivo trascurata e che il nostro rapporto stava attraversando una fase di criticità notevole; sebbene non ritenevo quelle considerazioni idonee a giustificare il mio comportamento, lo invitai, per lo meno, a ritenerlo un'attenuante alla mia colpa e del perché avevo iniziato a valutare positivamente le attenzioni che Andrea mi riservava. Giorgio volle conoscere anche i dettagli più intimi della nostra relazione e, sebbene molto imbarazzata, cercai di minimizzare. Giorgio, però, se ne accorse e tuonò perentorio, che non si sarebbe accontentato di un riassunto all'acqua di rose, pretendeva una ampia e completa confessione e così fui costretta a raccontargli tutto, cioè come, dove e quando avvenivamo i nostri incontri. Per puro caso, mi accorsi che, mentre parlavo, stava avendo un'erezione e stupita dalla cosa, mi adoperai ad esser sempre più precisa, riferendogli ogni particolare, soprattutto quelli più scabrosi e, mentre lo facevo, Giorgio mi fissò negli occhi e, sorprendentemente, mi strinse forte a sé, baciandomi con passione e, spogliatami, ci abbandonammo in un amplesso che non avevamo mai vissuto in maniera così intensa, nemmeno nei momenti più esaltanti della nostra intimità. Rimasi talmente sorpresa da quella inattesa reazione, che proprio non sapevo come comportarmi: mi chiedevo come potesse esser successo che quella storia lo avesse eccitato così tanto e, quando fummo a letto, Giorgio mi spiegò che nemmeno lui sapeva il perché di quella reazione, ma l'aver saputo di essere stato fatto cornuto, gli dava una carica di eccitazione mai provata in precedenza. Parlammo a lungo, per quasi tutta la notte e, quando, inavvertitamente, ebbi a dirgli:
«Amore, mi dispiace di averti fatto cornuto...»
Gli si rizzò di colpo il cazzo e chiese di ripeterlo, cosa che feci volentieri, ribadendogli con tanta devozione:
«Ti amo, gran cornuto.»
Senza nemmeno finire la frase, avvertii che aveva riversato nella mia mano tanta caldissima sborra. Lui volle leccarla prima di baciarmi, ringraziandomi per quelle corna che avevano decisamente cambiato il corso del nostro rapporto, rendendolo più intenso e stimolante. Da quel giorno, ogni mattina al risveglio, lo saluto baciandolo e dandogli del cornuto e la giornata non potrebbe iniziare meglio.
Come si dice: il mattino ha il cornuto in bocca…ops, il mattino ha l’oro in bocca.
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3 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 1 settimana fa -
Uno stupendo incontro a due
Da nuovo iscritto ad un sito di incontri mi metto a cercare qualche nuova esperienza erotica e ricevo una risposta incoraggiante via messaggio da una bellissima ragazza, giovanissima ed abbastanza vicino a me; nella sua pagina sul sito aveva messo foto e video in cui si vedeva un corpo stupendo da giovane di colore, pelle non solo scura... nera, ed un video in cui twerkava e mostrava un culo perfetto, sodo, tondo.Nella chat del sito dice che cerca un trio con due uomini e specifica che vuole solo cazzi grandi; io le dico in tutta sincerità che la mia dotazione non è da considerare "grande", quindi rimaniamo che almeno uno dei due uomini deve essere parecchio dotato; ieri mi contatta per unirmi a lei e ad un altro per le 19.00 visto che aveva già concordato l'appuntamento con il tipo.Parto in macchina verso una cittadina a 40 minuti da Reggio e quando sono in zona ricontrollo la chat perchè mi doveva mandare numero e posizione del B&B che avevano scelto lei ed il tipo: vedo che mi aveva scritto "mi sa che saremo solo noi due"... e le lampadine di allarme fregatura (che sia fake…una escort che cerca clienti sui siti di incontri…) continuano ad accendersi, ma se non si rischia in certe situazioni non si vince mai. mi faccio mandare la posizione su WA e la raggiungo.Mentre accosto con la macchina la vedo... una ragazzina con un corpicino da favola in un vestito nero, gonnellina corta e All Star ai piedi, capelli cortissimi crespi, viso serio forse per l'attesa ma bellissimo.Sale in macchina ed il primo approccio è imbarazzato da parte di entrambi... sappiamo che siamo lì per scopare ma non siamo robot e quel sottile imbarazzo dell'approccio fra uomo e donna c'è comunque. Ci muoviamo in macchina e mi dice che con il terzo non sono riusciti ad accordarsi, quindi mentre andiamo lei cerca sul cellulare un B&B vicino... poi mi chiede di fermarmi in un parcheggio per guardare meglio.Ne approfitto per gustarmi la sua pelle nera scoperta, prima solo con lo sguardo, mentre lei sul sedile a fianco guarda attenta le disponibilità di camere in zona, poi comincio ad accarezzarle le gambe, baciarle il collo e con la mano mi insinuo sotto la gonna... risalgo lentamente lungo l'interno coscia a cercare l'intimo... ma non c'è. Arrivo a sentire l’inizio della sua figa e sento il cazzo nei jeans esplodere, con un dito gliela accarezzo entrando nel suo fiore ed aspetto un attimo per capire se sto correndo troppo, ma sento il suo respiro farsi più intenso, con il dito accarezzo il clitoride e poi lo bagno con i suoi umori continuando a toccarla. Sento lei che legge la pagina di un B&B con un tono che chiarisce che quello che sente di sotto le sta piacendo... torno con il dito a cercare i suoi umori e trovo un lago... la sditalino infilandole ogni tanto il dito dentro una figa calda e fradicia e ci baciamo. Una cosa da teenagers in macchina, un ditalino sul sedile del passeggero mentre limoniamo di gusto, con quelle labbra carnose, morbide e calde e la sua lingua ad intrecciarsi dolcemente con la mia...Con voce contenta e calda si stacca e mi dice che ha trovato... tolgo il dito e me lo succhio di gusto: mi piace, sarà sicuramente un piacere leccargliela in un letto.Arriviamo al B&B poco distante e il tipo ci accompagna in una camera mansardata, molto bella... ci diamo il cambio nell'andare in bagno a darci una sistemata, e quando torno la trovo sdraiata sul letto forse con l'imbarazzo a vincere sull'eccitazione del momento. Mi avvicino e comincio a baciarla. le sollevo la gonnellina sapendo cosa troverò sotto: una figa nera completamente fradicia, tanto da essere lucida. E' bellissima, non ho mai visto la figa di una di colore se non nei film porno... voglio gustarla e le metto la faccia fra le gambe, e da qui il nostro incontro decolla.Ci spogliamo mentre ci gustiamo senza un ordine, lei tiene la gonnellina che rende il tutto ancora più selvaggio, ci baciamo, gliela lecco dedicandomi a lei o mi gusto un pompino gustosissimo, profondo, in cui lo prende tutto fino alla base tenendomi per le palle dolcemente o stringendo il cazzo come per dire "è mio". Andiamo avanti a sentire ed assaporare i nostri sessi poi mi infilo un preservativo. Entro in lei senza nessuna fatica, capisco perchè cerca cazzi grossi... ha una figa aperta, che anche per il lago che ha lo accoglie divorandolo voracemente. Parto piano per paura di concludere troppo presto e cominciamo un ballo meraviglioso fatto di baci intensi, ritmi alternati passionali e dolci, strizzate delle sue tette perfette che sobbalzano ad ogni colpo, con due capezzoli ancora più scuri della pelle...le tengo le mani dietro la testa mentre la sbatto forte, poi rallento e la bacio gustandomi il suo essere presa da me... da un cazzo di un uomo di almeno 20 anni in più di lei... mi sento un porco che possiede una ragazza e la cosa mi eccita da morire, quindi torno presto a scoparla per bene, con lei che solleva le gambe per farlo entrare il più possibile con le mie anche che sbattono rumorosamente contro il suo bacino, ma ancora più rumorosi sono i suoi mugolii di piacere.Sudiamo e ci avvinghiamo, alterniamo il fare l'amore allo scopare decisamente, poi mi sdraia e mi sale sopra, sollevando la gonnellina per farmi vedere la sua figa che accoglie il mio cazzo... lo fa con un sorriso disarmante, sa di essere bella, sa di scopare da dio e le piace farlo... si muove sopra di me alternando baci dolci ad espressioni da troia che non vuole altro che un cazzo dentro di lei...Poi nella lotta del sesso la ribalto e la metto sdraiata a pancia in giù e vedo quel culo nero stupendo, glielo apro e lecco quel fiore scuro, bagnato dagli umori colati dalla figa, che per tutto il tempo non ha mai smesso di grondare... le torno dentro e la scopo tenendole la gola, la voglio possedere e la sbatto sentendo e vedendo le sue chiappe muoversi sotto i miei colpi o schiaffeggiate dalla mie mani. La cosa mi fa impazzire, la prendo e la porto in piedi ad appoggiarsi al divanetto e la scopo da dietro, in piedi, con lei che si piega in avanti fino ad appoggiare le mani a terra, prendendolo tutto così. La scopo con forza, sento il sudore lungo la schiena e vedo la sua pelle nera liscia, bellissima mentre lei ansima e mi incita.Torniamo sul letto e lei mi riprende dentro di lei sditalinandosi mentre la scopo e mi dice "fammi gridare".... e viene così, senza trattenere la voce, masturbando la sua figa mentre viene infilata con forza da uno sconosciuto... vengo anche io assieme a lei mentre vedo nel suo viso le smorfie del piacere godendo in un modo davvero intenso.Ci riprendiamo scambiandoci baci dolci, fumando una sigaretta e lasciandoci andare a chiacchiere e confessioni in libertà.. nudi, io con il cazzo a riposo e non mi vergogno di farmi vedere così, lei seduta mentre fuma, altrettanto nuda ... una bellissima ragazza appena conosciuta che mi ha regalato emozioni incredibili. E' perfino strano pensare a come il buon sesso trasformi gli incontri e renda il tempo un concetto relativo: fino a poco prima eravamo due sconosciuti imbarazzati, impegnati a cercare di riempire maldestramente i silenzi in macchina, adesso ci scambiamo sorrisi e confidenze senza vestiti, con addosso io i suoi umori ed il suo odore e lei il mio.Lei finito di fumare si infila sotto le lenzuola: mi piace vederla in questa nuova ottica, fino a poco prima era una femmina vogliosa di godere, ansimavamo insieme per un piacere animale, adesso è una ragazza appagata, il cui sorriso è il miglior premio per l’uomo che l’ha scopata; ma il vederla così dolce e sexy mi riaccende, la invito prima baciandola poi offrendole il mio cazzo non ancora duro... nella sua bocca calda e vogliosa torna subito pronto e faccio per spostarmi a prendere un altro preservativo ma lei inizialmente non lo molla, come se volesse continuare a succhiare ed a leccarlo. Indosso un altro preservativo e torno dentro di lei. Stavolta partiamo subito decisi, ci piacciamo e lo sentiamo, il "fare l'amore" è solo una scusa per riprendere fiato fra una galoppata e l'altra, ma tanto mi piace scoparla con forza tanto mi piace da morire gustarmi le sue labbra, i sui sguardi e la sua pelle mentre facciamo l’amore; è solo sesso, ma quando due persone si trovano bene in un letto è impossibile distinguere il fare l’amore dallo scopare. Lei viene ancora una volta e dopo un po' godo anche io mentre la scopo da dietro, con lei che si mette a pecora con il culo basso, gambe larghe ed il viso schiacciato sul cuscino... stupenda visione per un orgasmo davvero intenso.Ci facciamo la doccia e scherziamo sulle piccole cose, sui rubinetti incomprensibili e sulle rispettive situazioni sentimentali... fra poco torneremo ad essere sconosciuti lontani kilometri, ma in questo momento siamo un uomo ed una donna che si sono piaciuti e che si sono presi dei bellissimi momenti di piacere.Forse non ci rivedremo, ognuno a vivere vite diverse come età e come situazioni, ma quest’incontro rimarrà come una delle sorprese più belle che ho mai vissuto, in cui conoscere una ragazza con del sesso estremamente piacevole è più vero e pieno di qualsiasi altra cosa.
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3 anni fa
emiliano18, 44
Ultima visita: 5 mesi fa -
Al Mantide
… La vedo arrivare al parcheggio e già da lontano capisco che è al telefono. Lo so che è stupido, ma per me quando è al telefono è tremendamente attraente; ha quell’aria di chi si sdoppia a fare diverse cose contemporaneamente ma che riesce a fare tutto con grazia; ricordo una volta che mi fumavo una sigaretta mentre lei era al telefono con una amica, davanti a me.. avevo passato quei pochi minuti a percorrere il suo corpo con lo sguardo… a godermi il suo essere dolcemente assente nel suo essere li con me. Bellissima, era decisamente bellissima. Questa volta dal suo gesto capisco che non è un’amica dall’altra parte, il dito sulle labbra mi fa capire che è al telefono con il suo ragazzo. “Il suo ragazzo”, “il suo uomo”…. Ormai mi sono rimbombate in testa tante volte nel corso di questi mesi, le ho somatizzate, ma non ancora pienamente accettate; ha iniziato una storia con un uomo a cui vuole bene, forse qualcosa di più, e lui è decisamente perso di lei, e non vedo come potrebbe essere diversamente. Il fatto che continuiamo a vederci è una cosa che abbiamo rinunciato a razionalizzare o a giustificare, ma un uomo ed una donna si uniscono in tanti modi ed alcuni rimangono difficili da spiegare e noi due siamo tutto meno che spiegabili. Quando chiude la telefonata e scende dalla macchina è come se quel gesto semplice e veloce fosse al rallentatore, i lampioni del parcheggio fanno brillare le sue gambe mentre scende, e non è certo lei che assume atteggiamenti forzatamente sexy, ma quando si muove lo fa con una classe che mi lascia sempre senza fiato… ha gli occhiali da supplente ed un taglio nuovo, asimmetrico che incornicia un viso che non mi stancherei mai di guardare… lo farei per ore ma non riesco a trattenermi oltre dal baciarla, ancora prima che riusciamo a dirci un ciao; ma per quelli ci sono le telefonate in cui alla fine ripetiamo i saluti almeno tre volte come per confermarci che è un rimandarci alla prossima volta e non un addio. Mentre stringo il suo corpo fasciato da un vestitino estivo, cambio tutte le mie idee sui vestiti rossi: li ho sempre ritenuti troppo appariscenti… su di lei è solo un dolce evidenziare delle curve perfette, un incartare un regalo stupendo, quel regalo che non avrei mai pensato di ricevere in tutta la vita e che non avrei neanche mai saputo come chiedere…vorrei la donna più sensuale? Voglio una donna capace di farmi provare le vette dell’amore? Di scaldarmi dentro come nessuna? Nessuna di queste definizioni la dipinge abbastanza, lei è Chiara, e stasera è mia. Il suo baciarmi cercando di salvare il rossetto non toglie niente a quello che è un suo bacio, sono sicuro che se non ci fossero le luci ad illuminare noi due potremmo vedere una scintilla ogni volta che le nostre labbra si avvicinano, io di certo questa scintilla la sento… e non è solo un leggero brivido, è una scossa che azzera tutti i miei pensieri. Mi metto alla guida ed andiamo verso il locale dove abbiamo in mente di passare la prima parte della serata, il Laguna, una piscina a luci soffuse in cui le sale immerse nell’acqua sono petali di un fiore disordinato, dove è possibile stare immersi appartati in un bagno profumato e caldo sorseggiando un cocktail o un aperitivo senza nessuno che disturbi; il tutto in un’atmosfera di classe e mai volgare. Ci siamo già stati altre volte e l’ultima volta non ci siamo fermati all’aperitivo: stando attenti di non essere visti abbiamo fatto l’amore in acqua, ci siamo mangiati con gli occhi per un po’ e non siamo più riusciti a trattenerci… Stasera ci siamo promessi di fare i bravi, e lei ha detto che si è presa con se un costume intero, per rendermi la vita difficile nel caso volessi trasgredire alla promessa… come se avesse davvero dimenticato che era stata lei a trasgredire la volta prima… Mentre andiamo ci scherziamo sopra alternando questi ricordi ai frammenti di vita quotidiana che ci raccontiamo a radio spenta, perché per me sentirla parlare è come musica, sia che mi dica “ti voglio” o che mi parli del suo lavoro … Ad un semaforo approfitto del rosso (o forse il rosso mi ha ricordato quanto di meraviglioso ho a fianco) e la bacio, e non è più un saluto, si sente che ci siamo già spogliati di tutto quello che lasciamo a casa ogni volta che ci vediamo e siamo già pienamente noi due. Arriviamo al parcheggio del locale e scendiamo ridendo dell’ultima stupidata che io o lei abbiamo detto, il tempo di prenderla per mano e stamparle un bacio euforico che ci accorgiamo che le luci sono spente. E’ chiuso. Non che questo significhi che ci aspetta una serata noiosa , ma vederla in costume è uno spettacolo che mi rompe perdere. Risaliamo in macchina e ci guardiamo interrogativi, per me è un’occasione per sentire la pelle delle sue gambe; è almeno un mese che non la sentivo e il solo toccarla è come riempire un vuoto nello stomaco, è fresca in questo luglio torrido è un invito costante ad essere percorsa… il fatto è che se non decidiamo dove andare finiamo per rimanere avvinghiati tutta sera in uno stupido parcheggio; quindi ripartiamo con io che le dico per la millesima volta che non ho mai visto una ragazza così bella, così cazzo perfetta. Mentre parliamo passiamo davanti ad un teatro di provincia, che non so cosa voglia dire, ma volendo indicare un teatro con un’entrata dimessa e sicuramente poco snob credo sia la definizione migliore… lei mi provoca dicendo, “vediamo che spettacolo c’è stasera”… come dire “tu dai troppe cose per scontate, ora ti sistemo io”. Il cartello all’entrata del “Mantide” è però diverso da quello che mi aspettavo: non danno una prosa noiosa o un balletto inutile; la serata “hot july” con l’immagine di una ballerina di lap dance lascia intendere che con il titolo Luglio caldo non si intende certo l’afa opprimente… Ironizziamo che sicuramente almeno il titolo della serata è azzeccato, luglio o non luglio, e ci decidiamo ad entrare, passando per una seconda porta con la scritta “vietato ai minori di anni18” che lascia un’espressione un po’ amara e indecisa sul viso di Chiara. Con una rapida occhiata cerco di capire se è meglio tornare indietro, e quando alla cassa ci dicono che come coppia entriamo gratis mi viene il dubbio che si tratti di un locale di scambisti, l’ultimo posto dove vorrei portarla. Veniamo rassicurati che è semplicemente un sexy pub (il vero teatro Mantide non esiste più da anni) dove ci sono spettacoli erotici, molto soft e senza contorni osceni o di cattivo gusto, dove le ballerine sono tutto meno che prostitute; entriamo con io che cingo Chiara in vita per farla sentire meno a disagio e poi, siamo sinceri, per entrare in mezzo a quello che credo essere un mare di maschi infoiati con una splendida ragazza al fianco. Invece è un locale carino e la gente è seduta ai tavoli come in un normale pub; certo la passerella in mezzo con i tubi a spezzarne la catwalk lascia intendere che non ci sfileranno le modelle della collezione autunno inverno, ma questo dona un tocco di ambiguità per niente fastidioso. Chiara appare rassicurata dal primo impatto e ci sediamo ad un tavolo, non potendo fare a meno di notare gli sguardi di estrema approvazione degli uomini presenti e qualche sguardo “da donna” delle lei presenti nella sala. Mentre si siede mi godo il suo essere stupendo e rimango per un attimo bloccato a vedere quel vestitino rosso salire lungo le cosce mentre si siede, con le spalline che si rilassano lasciando il seno libero sotto il cotone rosso; sono congelato nel guardarla e lei mi sorride come per dire “riprenditi”. Mentre aspettiamo parliamo di tutto e di niente, ma sempre così coinvolti dalle parole dell’altro che sembra sempre che stiamo raccontando noi e non solo di semplici cose di cui sono piene le vite di tutti. Adoro quando usa il plurale e dice quel “noi”, mi fa impazzire quando per interrompermi appoggia la mano sulla mia o lo fa per il gusto di sentirmi… ha un che di sessuale leggere le sue labbra per capire meglio quello che dice se la musica lo copre un po’. Stiamo finendo i cocktail quando il cameriere ci chiede se possiamo seguirlo. Con un punto interrogativo stampato in viso lo seguiamo fuori dalla sala fino ad una porta con la scritta “camerino”, bussa e ci fa segno di entrare. Nel camerino troviamo una ragazza davvero notevole, mora, minuta, con vestita casual jeans e camicetta… ci sorride e cogliendo il nostro imbarazzo si presenta e ci spiega il motivo per cui ci ha fatto chiamare. Francesca, questo il nome della ragazza, è la ballerina della serata dice di aver dimenticato a casa la borsa dei vestiti “di scena” e ha notato Chiara perché simile a lei come corporatura e con un vestito molto bello. In pratica le chiede se potrebbe prestarglielo giusto il tempo dello spettacolo e poi glielo renderebbe dopo. Intanto Chiara avrebbe messo i suoi, per poi ricambiarsi dopo; che situazione divertente e assurda, e ancora più assurdo è sentire Chiara dire ok… facendomi sentire di colpo di troppo in un camerino da donne; mi levo dall’impiccio dicendole “ti aspetto fuori”. Dopo 10 interminabili minuti Chiara esce con i jeans e la camicetta che poco prima erano indosso alla ballerina; da supersexy nel vestito rosso a casual quasi professionale mantenendo quell’essere stupendamente attraente come solo lei sa essere. E’ a suo agio, come se non pensasse che di la tutti l’hanno vista venire con un abitino rosso e tornare in sala con altri vestiti, ma al suo essere imprevedibile sono ormai … no, non mi ci abituerò mai, mi stupisce ogni volta. Torniamo al tavolo e lei mi fa notare il buon profumo sulla camicetta di Francesca, o forse è solo una scusa per farmi avvicinare e darmi un bacio malizioso, dicendomi un “carina, eh” che subito faccio fatica ad inquadrare. Passano pochi minuti e le luci si abbassano, e mentre noi sorseggiamo altri due cocktail offerti dal locale, sentiamo la musica che si fa più soft. Quando Francesca entra in sala, annunciata dal DJ, io e Chiara ci guardiamo sorridendo e ci spostiamo bicchieri in mano sui divanetti a bordo passerella. Complici le luci o il trucco è davvero una bellissima ragazza, capelli lunghi e un viso candido ma con uno sguardo languido sicuramente studiato, ma che fa maledettamente il suo lavoro. Non ho visto molti spettacoli del genere, ma sicuramente questo è davvero coinvolgente, e quando nel suo muoversi da gatta arriva al termine della passerella vicino a noi sorride sempre a Chiara indicandola… o le ammicca con l’occhio. Perfino quando si lascia scivolare avvitandosi sul palo riesce ad essere disinvolta e rivolgerle uno sguardo d’intesa. Poi scende dal palco passando davanti ai divanetti per provocare, dando una leggere pacca sulla mano a chi cerca di allungarla troppo; davanti a Chiara si ferma, la guarda, prende fra le dita le spalline del vestito e le lascia cadere ai fianchi scoprendo il seno, sempre fissandola come per dedicarle il gesto. Si gira con il vestito che è rimasto una mini, offrendo la vista di un culetto davvero notevole ben accarezzato dal tessuto rosso. Il tempo di un altro giro a seno nudo ed il DJ chiama l’applauso di fine spettacolo. Francesca scende dal palco passandoci vicino, sorride in modo gentile a me e con le dita sfiora quelle di Chiara sussurrandole un innocente ma potente “a dopo”. Ad essere sincero sono più eccitato nel vedere l’effetto che fa Chiara anche ad una donna che non per il bel paio di tette che mi ballavano davanti fino a poco prima. Le guardo gli occhi felini che seguono Francesca verso il camerino, uno sguardo che conosco, ma che ogni volta mi lascia senza parole; è un mare di sensazioni, dal riservato all’esplosivo e che con gli occhiali le da un’aria di falso distacco che è incredibile. Mentre sono ancora li a godermi il suo profilo ed il suo collo (ogni volta che le guardo il collo qualche gene da vampiro comincia a premere dentro di me) lei mi prende per mano e mi dice “andiamo a riprendere il vestito”. Non sono io che guido: come succede sempre con lei io posso anche pretendere di guidare in macchina, ma quello che succede dopo con lei è sempre grazie al suo sguardo o al suo essere imprevedibile. Bussa al camerino e io le dico “ti aspetto fuori”. Francesca le apre la porta e vedendo che non entro mi dice di farlo altrimenti il buttafuori potrebbe avere da dire. Entro imbarazzato mentre vedo Chiara che le fa i complimenti come fossero vecchie amiche. Francesca è avvolta in un accappatoio di raso bianco con un disegno giapponese, capelli raccolti con una matita e trucco ancora perfetto, accetta i complimenti della mia ragazza con una modestia apparentemente sincera e ricambia dicendole che la camicetta sta meglio indosso a Chiara. E’ una ragazza semplice, diversa da quella che eccitava in modo stereotipato sul palco poco prima, ma con una sensualità più naturale, spontanea. Con me, l’intruso, o almeno così mi sento, è gentile e quando offre da bere lo fa con una gentilezza di chi vuole davvero farmi sentire a mio agio. Certo il suo sguardo verso Chiara è diverso, è carico di qualcosa, di una complicità fra la spogliarellista in kimono e la segretaria in camicia ed occhiali; due bellezze diversissime ma simili nei loro corpi minuti e nei visi dagli zigomi alti; la musica nella sala rimbomba leggera nel camerino lasciando passare solo i suoni più bassi, con un ritmo che sembra un cuore, o forse è davvero il mio quello che sento, caricato dalla scena delle due ragazze che parlano e ridono trovando ogni tanto qualche scusa per sfiorarsi i capelli o i vestiti… “il tuo vestito…”, dice ad un certo punto Francesca, alzandosi per andarlo a prendere. Chiara si alza a sua volta, e mentre lei è di la, mi manda un’occhiata provocante. Io rimango seduto sul divanetto con il mio terzo bicchiere della serata che comincia a farsi sentire, e vedo Francesca ritornare con quel’abito che non ricordavo così piccolo; lo tiene con le due mani appoggiato sul corpo e rivolgendosi verso di me mi chiede “allora, come mi stava?”…. ed alla mia risposta scontata, lei lo appoggia sul corpo di Chiara e dice “appena ti ho vista entrate mi sono innamorata di questo vestito”, e lo dice piantandole gli occhi chiari dritti nei suoi… con un silenzio interrotto subito da un “… era una balla la storia della borsa dimenticata…” e una risata maliziosa a cui Chiara risponde con un divertito “tu sei fuori…”; Francesca intanto appoggia il vestito su una spalliera del divanetto e comincia a slacciarle la camicia con un “lascia, faccio io” che neanche ad un uomo sarebbe venuto così convincente… Chiara si lascia fare, forse non ricorda che sotto non ha il reggiseno, o forse lo ricorda benissimo. Francesca sfila la camicia dai jeans tirandola dolcemente e finisce di slacciare gli ultimi bottoni, poi infila le mani ad altezza della vita e si ferma per un attimo quando sente la sua pelle. Anche gli occhi di Chiara si chiudono per qualche istante per poi tornare a guardare il viso di lei. Intanto le mani di Francesca salgono sotto la camicetta aperta fino ad arrivare al seno, me ne accorgo dal fatto che anche Chiara allunga le mani verso il laccio del kimono, come per voler sfogare in qualche modo l’eccitazione che cresce. Il nodo si scioglie facile e Chiara le apre i due lembi ed a sua volta a appoggia le mani le mani sulla pelle chiara, alzando lo sguardo cercando gli occhi di Francesca che invece le sta guardando il seno ormai in balla vista e stretto da entrambe le sue mani. Sono stupende, sono di una dolcezza incredibile racchiusa in una sensualità esplosiva: il bacio è un bacio dipinto con i capelli dell’una che sono accarezzati dalla mano dell’altra…. Fino a quando Francesca si stacca e le domanda un malizioso “ti bacia così lui?”, a cui Chiara risponde con un sorriso languido, come dire continua a baciarmi…. Invece lei la mette a sedere a fianco a me e mi dice un “fammi vedere come la bacia un uomo”, ma forse non ho neanche sentito quest’invito, la voglia di sentirla era troppa e decisamente impossibile da reprimere oltre. Le sento le labbra e la lingua che poco prima erano dedicate ad un’altra lei, un bacio ancora più languido del solito perché più abbandonato, più perso nel suo essere pieno di piacere; intanto Francesca le slaccia i jeans e le sfila le scarpe. La mano di Chiara tenta di fermarla, ma è più un gesto automatico che forse vorrebbe non aver fatto…. Anche se comunque serve a poco visto che i jeans sono ora aperti a mostrare un intimo stupendo da cui gi à si intravede il nero in rilievo sul monte dei miei desideri più caldi. La bacio con ancora più foga con lei che mi prende la testa fra le mani; allungo una mano prima sul seno scoperto poi le percorro la vita fino a cercare di infilarla sotto gli slip ma vengo bruscamente stoppato da Francesca; senza vederla sento un “è mia” che mi rimette al mio posto. Chiudo gli occhi e sento Chiara alzare il bacino per consentire ai jeans di fare la fine che meritano, sento le sue labbra tremare e le sue mani premermi più forte a lei. Un bacio che è una scopata tanto è pieno, forte, caldo. Mi stordisce il sentirla così piena di eros e quando inarca indietro il collo come a sfuggire le mie labbra vedo Francesca che le percorre l’interno coscia con le labbra. Sento il respiro di Chiara aumentare fino a riprendere violentemente e baciarmi quando lei le sposta le mutandine ed appoggia le labbra al suo sesso. Vorrei vedere la scena, ma quello che sento dal suo bacio è una descrizione ancora più piena del piacere che sta ricevendo, sento la sua lingua tremare, baciarmi come se ripetesse quello che le sta facendo Francesca. Sento il suo seno inturgidirsi e la pancia contrarsi ritmicamente, poi lascia una mano su di me mentre con l’altra tiene la testa di lei. E’ una regina con due servi a darle piacere, un piacere che arriva con un’esplosione che la solleva dallo schienale del divano, che dura abbastanza da tornare a baciarmi e tornare a staccarsi di nuovo, fino a terminare l’orgasmo con i capelli di Francesca fra le mani mentre i loro occhi si incrociano in uno sguardo indescrivibile. Francesca la percorre salendo il suo corpo sfregando il suo seno sul sesso di Chiara bagnato dal bacio fino ad arrivare a portata di labbra; un bacio intenso, che è la parola fine più bella ad un gesto di sesso puro e pulito fra due donne che si sono godute le loro bellezze ed il loro calore. Il rivestirsi di Chiara nel suo abitino è fra chiacchiere leggere ed ammiccanti, per niente imbarazzate da questo atto non programmato, naturale, vero, con io che ancora non ho realizzato bene il dove ed il cosa. E’ stato talmente bello che era come se l’avessi subito direttamente io tutto questo. Usciamo dal locale per mano, con Chiara totalmente senza rossetto, ma con un’impronta di un altro colore sul collo, leggera, che le tolgo a mia volta con un bacio prima di salire in macchina; quando saliamo in macchina per continuare la nostra serata la suoneria del suo telefono annuncia un messaggio… lei lo guarda con aria distratta e poi con la consapevolezza del suo essere incredibilmente donna dice: “Francesca”. “Le hai dato il tuo numero?”; “Perché no, è simpatica, magari uscirò con lei a bere qualcosa…. Due chiacchiere fra amiche”.
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3 anni fa
emiliano18, 44
Ultima visita: 5 mesi fa -
Racconto erotico autobiografico di un sottodotato predestinato cuck.
Settant’enne sotto dotato, lungo 12 e largo 12, che alle nozze arriva per caso, è attratto, attizzato, arrapato, circuito ed irretito da un bocconcino di femmina, quasi coetanea, minuta e ben messa che i maschi suoi amici e colleghi di lavoro guardano con attenzione e commentano che è una rarità, non è il tipico fisico da letto, ma una brava casalinga, buona moglie.
Invece la ragazzotta aveva vissuto intensa vita sessuale, a 18 anni un dottorino la svergina ci si trastulla per mesi con suo normale cazzo e poi evapora, si fidanza con coetaneo che se la possiede spesso , ma poi ci litiga e la molla, altro moroso stavolta più dotato che la fa godere, ma anche lui sparisce.
Si impiega come commesso e non resiste alle avance del titolare che nei festivi se la chiava in hotel di sua fiducia, lei è ben rodata e disponibile e viene girata ad un imprenditore che come segretaria la mena in giro e chiava più spesso dei precedenti maschi.
Conosciuto il sottodotato la circuisce, lo irretisce, lo ammalia e lo sottomette sessualmente che lui la impalma, benché non illibata, lei gli sgrava a parto cesareo due figli in tre anni e conserva la figa stretta.
Dopo i parti lui la fa ritirare dal lavoro, un poco per gelosia e anche per accudire i figli.
Quando porta in carrozzina i figli a zonzo una miriade di maschi l'avvicinano, la corteggiano, tentano di sedurla smaniosi di scopare una insoddisfatta moglie, la voce pubblica mormora che il coniuge è mini dotato e che lei ha una figa stretta, molto stretta.
Alcuni maschi sono così sfrontati da chiedere il consenso al predestinato cornuto di corteggiargli la moglie ed aiutarli a chiavarsela, perché certi che ella è bisognosa d'essere soddisfatta da grosso cazzo.
Lei, però, per anni irreprensibili, si accontenta del cazzetto che s'è scelto.
Lui, Invece, ha una vita sessuale intensa, si scopa settimanalmente la moglie e frequenta mignotte in rapporti a tre, lui, la mignotta e dotato maschio.
Amica mignotta gli telefona a tarda ora festiva e la moglie scopre il suo vizio.
Così avviene che il sottodotato chiede alla moglie 60enne di trasgredire con maschi dai grossi cazzi.
La notte la pressa di continuo finché la convince, dopo 35 anni di matrimonio, ad avere il suo primo rapporti con un 44enne, alto, fisicamente ben fatto, un adone, ma si guarda bene dal dirle che è superdotato, cazzo 23x17.
E' l'estate del 2011 ed in camera di appartato residence motorista della piana pistoiese, bull dalla scarsa esperienza, infoiato per la vista del pisellino del coniuge e arrapato dal minuto corpo di lei a gambe aperte in mezzo al letto il trepidante attesa d'essere posseduta da extra cazzo conosciuti anni prima .
Lei interrompe il coito perché motorista le penetro senza preliminare in figa e le strina i lembi vaginali.
Si cura e l'aspirante cornuto marito seleziona bull prima normali e sempre più dotati e lei chiava con decina di maschi godendoseli.
Il gran cornuto che è divenuto il sottodotato marito porta la rodata moglie in viaggi di piacere in cerca camerieri, amici di viaggio o avventori d’hotel che se la chiavano con brio e goduria per il trio.
Nello scorso agosto a Treviso avviene un novello incontro, inatteso, m sospirato.
In un bar poco distante dallo hotel dove alloggiavano lui si imbatta in un coetaneo, fisico atletico, alto 190, asciutto, bel viso, e per di più uno del luogo ed attacca bottone.
Gli si rivolge per chiedere informazioni sulla città invitandolo ad accomodarsi al tavolo. L’uomo posizione la sedia accanto alla sua moglie, quasi a contato fisico e s’accomoda. Parla forbitamente, è uomo di classe, intelligente ed arguto da intuire a volo ciò che il turista vorrebbe che lui facesse con sua moglie, cioè concupirla e menasse a letto.
Lui vede la moglie per la prima volta essere attratta, interessata e disposta ad accettare i cortesi galanti complimenti dello sconosciuto e rapportarsi con lui amabilmente.
L’aspirante cuck ci mette del suo perché la conoscenza divenga intima ed appurano i loro reciproci interessi culturali che la città offre.
Per la moglie è ovvio che il coniuge aspira ad essere reso cuck per la 2° volta, il 1° è stato @bix48., che vuole levarsi il suo capriccio e che ha trovato l’occasione e l’uomo giusto perché lei ci gioca a letto, la voglia del presunto bull è appurare quanto piacere può trovare nel chiavarsi una novella zoccola.
Escono dal bar, lui s’è attaccato a lei, si soffermano a sbirciare la merce esposta nei negozi ed in particolare la biancheria intima, sexy e spinta, confabulano sotto voce, ed è palese che l’uomo saggia la disponibilità di lei per menarla nell’atelier e farle un gradito acquisto.
S’accosta al coniuge e chiede con garbo se cerca chi gli disinibisce la moglie, avutone conferma gli dice che la farà sua con costoso regalo.
È un signore, danaroso donnaiolo, che avuto l’assenso ad osare, ritorna a contatto della femmina, la prende sottobraccio, le tocca le parte intime, sedere e seno e tranquillizzato dalla sosta a sufficienza distanza dell’aspirante cuck si ferma ad un angolo tra due case. La mette spalle a muro, le liscia ed accarezza le cosce fino all’inguine e le chiede di seguirlo nel successivo negozio di abiti sexy per provare quelli da lei scelti e graditi onde lui possa omaggiare il suo splendido fisico e corpo.
Offerta che la troia in pectore con fare civettuolo e schernendosi rifiuta, ma acconsente ed invoglia i palpeggiamenti fisici, la mano del bull tra cosce e tocco di figa.
Giunti avanti al negozio entrano per uscirne non presto con lei che felice e raggiante sorregge una grossa sacca con sgargiante logo del negozio e procedono verso l’hotel.
Lui, il predestinato cornuto segue a debita distanza sul marciapiedi opposto.
Entrano nell’hotel mano nella mano, la donna si dirige alla reception, prende la chiave della camera, e con lui entra in ascensore.
Una decina di minuti dopo in camera entra l’aspirante cuck e trova i due a centro letto, nudi e intendi a lascive effusioni e che lo ignorano.
Né lui si sorprende quando la moglie piega la testa tra le cosce del bull e preso in bocca il cazzo repentinamente comincia a succhiare prepuzio e cappella, cazzo che nella boccuccia della moglie cresce rapidamente di consistenza fino a divenire più lungo del doppio del suo e largo come un manganello di poliziotto e che la spalancata a dismisura mascella della moglie si scende in trachea fino alle palle.
Senza sosta lei succhia avidamente i 26 e passa cm di cazzo e la molto larga cappella a testa di fungo tonda 20cm, un pene mostruoso.
Il bull infila e rinfila il cazzo nell’avida e ingorda bocca della femmina che fa chiaramente intendere che è inesperta ed impreparata a spompinare tali dimensioni di cazzo.
La moglie apre le cosce ed il bull si sforza per penetrarle la figa, contorsione e spasimo di piacere di lei sono un tutt’uno con quelli del bull che inaspettato riscontra la stretta vagine in cui con difficoltà potrà ficcare fino a fondo delle palle il suo cazzo.
Lui, l’aspirante cuck teme che la moglie sospenda il coito, come avvenuto con motorista, cazzo un poco meno grosso di Adelchi, invece lei con appropriati suoi movimenti di bacino agevola la penetrazione del grosso cazzo nella sua stretta figa e ne scaturisce una goduriosa chiavata con plurimi orgasmi di lei, robe da mille e una notte come pompino che ne segue per la voglia del bull di sborrare con ingoio in trachea di lei.
Venti minuti di rapporto sessuale e, poi, loro due abbracciati a bordo letto ed il novello contento cornuto seduto di fronte a cinguettare sull’accaduto, due ore prima sconosciuti ed ora una imprevista amicizia carnale piena di eccelsa gioia, piacere e voluttà.
A sentir lui, il bull, quello della moglie è il migliore bocchino fino ad ora ricevuto.
Ghiotto come si comanda e praticato da una assatanata succhia cazzi in astinenza da sempre, anzi golosa per non avere avuto prima a sua disposizione un vero cazzo, cosa che lei attende da una eternità.
Quindi rivolto alla moglie le dice “sai vorrei farti un complimento molto spinto, ma temo che mi fraintendi e ti offendi, però mi ci provo lo stesso, cara signora, ti confesso che sei una eccelsa pompinara, m’hai fatto succhiotto e pompino di alta maestria e qualità che supera ampiamente quelli goduti con centinaia di mogli di cuck che mi sono chiavato nella mia lunga vita di gaudente gigolò, nonché di costose escort d’alto bordo e/o di troie da marciapiede che ho conosciuto, t’assicuro che la tua boccuccia da goduria al un vero cazzo come il mio attribuibile invero a pratica fatta da lungo tempo e a numerosi peni.”
Il lui, il coniuge è teso come una corda di violino, prevede la reazione della moglie che vanifichi la riuscita del coito che lo rende cuck. Invece la moglie si lascia scappare una formidabile risata e gli dice: “ ti confermo e mi devi credere che ho succhiato solo il mini pene del marito, se mi reputi esperta il merito non è della mia bocca ma del enorme cazzo che possiedi, che mi ha costretto a spalancarla per accoglierlo e mi ha dato la giusta ispirazione, cioè oltre il consueto di come va fatto un bocchino ad un magnifico esemplare attrezzo, il tuo invidiabile pene., tutt'altro impegno rispetto al cazzetto del marito ”
Capisce e giustifica che la moglie non cerca gli occhi suoi, il contento cornuto, perché intenda a procedere di godersi la imprevista grazia di Dio, una manna non dal cielo, ma di un lungo e ritto cazzo che sporge enormemente dall’inguine del bull, un qualcosa che lei da sempre ha rifiutato di conoscere e di cui ora si pente di averlo fatto pria.
Intanto i suoi occhi, cessato il lampo di felicità d’essere stato reso cuck, si abbassano spenti e chiusi del sottomesso che non regge il confronto con quelli ben fissi sfavillanti e vittoriosi del bull che senza stima gli esprime gratitudine e riconoscenza per avergli fatto fare una inaspettata, voluttuosa goduriosa chiavare la assatanata sua moglie.
Il distinto signore trevigiano che non è il primo maschio che si chiava la moglie e lo rende cornuto, resosi conto che la sua presenza è imbarazzante, propone di scambiarsi le generalità e togliere al momento il disturbo e telefonicamente sentirsi per i prevedibili commenti.
L’amico bull si veste e ci si scambia le generalità.
Gli uomini si stringano la mano per amicizia e la donna fa bocca a bocca col bull.
Segue il racconto del coito bis.
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3 anni fa
pina1desto,
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un momento meraviglioso.
Mi chiamo Laura, ho 48 anni e sono sposata da 20 con Claudio, che di anni ne ha 50. Lavoro come insegnante, mentre lui è impiegato in un’azienda manifatturiera, non abbiamo figli. Siamo la classica coppia che si è formata sui banchi del liceo, che poi, nella vita, ha proseguito il cammino sempre restando uno accanto all’altra. Nella vita di tutti i giorni, siamo due persone normalissime, che vivono, lavorano, escono qualche sera con gli amici per una pizza o uno spettacolo a teatro. Vita tranquilla insomma, assolutamente normale come quella di tante coppie come noi. Sono alta 1,70, con un seno di una buona terza misura, cosce snelle, sormontate da un bel culo, che fa impazzire molto mio marito, occhi scuri, bocca non troppo ampia. Claudio è un po’ più alto di me, ha il fisico asciutto, snello e, sessualmente parlando, una buona dotazione, che sa usare benissimo. Gli piace molto indugiare nei preliminari, usando bene, sia le mani, che la sua instancabile lingua. Mi piace molto il suo modo di eccitarmi, di portare il mio corpo ad un livello di erotismo molto alto, per poi sentirmi penetrata da quel membro duro, che mi apre tutta e mi fa godere molto, ma con dolcezza, lentamente, lasciando che il mio corpo si godi per bene il piacere che lui mi provoca. A mia volta, sono una femmina che ama molto centellinare le sensazioni che lui provoca in me, con baci, carezze, che ricambio con lunghe ed intense succhiate a quello splendido membro, che poi mi farà godere molto intensamente. Avevo avuto alcuni amori giovanili, e non ero vergine quando ci siamo sposati ma lui è stato per me l’uomo che mi ha reso veramente donna e, nello stesso tempo, col passare degli anni, sono diventata la sua complice in fantasie sessuali, la sua amante, lo strumento del suo e del mio piacere: va da sé che, con lui, provo sempre sensazioni bellissime. Nella vita di tutti i giorni, mi piace vestire in maniera sobria, adeguata ad ogni circostanza e, soprattutto, adoro molto usare buoni coordinamenti, sia nei colori, che negli accessori. Questo mio modo di esser elegante, fa di me una persona, molto ammirata, sia nel settore dove presto lavoro, in cui, spesso e volentieri, noto gli sguardi dei maschi che indugiano a scrutarmi, sicuramente stimolati ad eventualmente interagire con il mio corpo. Mi eccita molto anche quando siamo insieme in giro per negozi, centri commerciali, dove Claudio approfitta per mettermi in mostra. Mi piace moltissimo il sottile gioco erotico che si crea tra noi: io lo assecondo e mi presto a mostrare alcune parti del mio corpo, per scrutare lo sguardo, a volte stupito ed a volte allupato, di maschi che ammirano il mio esser femmina. Un’altra cosa, che ormai pratichiamo da anni, è il nudismo. Adoriamo molto stare nudi su spiagge o in luoghi dove è consentito. Ricordo come ora la prima volta che mi sono messa nuda. All’inizio era una cosa che mi elettrizzava moltissimo: sentire il calore del sole sul mio corpo privo di ogni indumento e, soprattutto, avvertire quel lieve imbarazzo che ho provato quando ho notato gli occhi di altre persone indugiare sul mio corpo. Mi son sentita, un misto, di timore, imbarazzo, ma anche, e soprattutto, eccitazione. Anche a Claudio ha fatto lo stesso effetto e la sua palese erezione era la reale testimonianza di quanto il gioco lo stava eccitando. Dopo una giornata passata in maniera così trasgressiva, era ovvio che la sera, nel nostro letto, tutta quell'eccitazione si concentrasse in una scopata fantastica. Ricordo che, per giorni, mi son sentita bagnare fra le cosce, ogni volta che riandavo con la mente a quanto mi era piaciuto mostrare il mio corpo nudo allo sguardo voglioso di altri maschi; quegli stessi che, dopo aver indugiato con lo sguardo su di me, erano indotti a passare la mano sui propri sessi turgidi e duri. Una sensazione bellissima, quella di sentirsi desiderata, ammirata e, soprattutto, vedere quanto desiderio suscitava il mio corpo, rilevabile da quegli sguardi vogliosi che chissà cosa avrebbero dato per allungare le mani su di me. Con Claudio, anche se non ne abbiamo mai discusso, è sorto un tacito accordo, dove io, o lui, in qualsiasi momento, potevamo porre fine al gioco, senza mai andare oltre un certo limite, né espresso né dichiarato. Spesso e volentieri, io mi son divertita a provocare qualche singolo che rendevo bramoso per avermi a lungo osservato mentre, a cosce aperte, gli mostravo la mia conchiglia, resa umida e luccicante dalla conseguente eccitazione che ne ricavavo nel vedere i loro membri duri e vogliosi. Eppure, non ho mai desiderato avere nessun altro maschio al di fuori di mio marito. Anche lui, tutti questi anni, ha sempre saputo giocare con me ad eccitarmi, passando e ripassando le sue mani sul mio corpo, indugiando con lentezza esasperante fra le mie cosce, specie quando vedeva che il gioco aveva attirato l’attenzione di qualche singolo, che immancabilmente prendeva a masturbarsi, mentre con lo sguardo seguiva ogni movimento della mano di mio marito. È sempre stato un gioco di sensazioni che scaturivano per il piacere di entrambi: lui si eccita quando vede qualcuno che mi guarda e sembra, quasi, che intenda spingermi oltre, ma io mi limito sempre e solo a farmi guardare, senza mai superare quel limite sottinteso che io e lui ci siamo dati. Poi, una sera di settembre di due estati fa, non so neanche io perché, forse perché eravamo praticamente soli in spiaggia, oppure, perché venivamo da un periodo in cui il lavoro ci aveva troppo assorto ed assorbito le nostre energie, o forse, perché da tempo, nessuno di noi due, aveva più avvertito dentro di sé quella strana sensazione, quel sottile brivido, che ogni volta ci provoca la pratica dell’esibizionismo o, forse, ancora meglio, perché avevamo proprio voglia di una vera scarica di adrenalina per abbandonare, in qualche modo, una certa sottile e velata malinconia, o meglio un po’ di monotonia, che si era impadronita del nostro rapporto, ebbene sì, quella sera, qualcosa è cambiato. Un giorno strano, non avevo sentito le mani del mio uomo sul mio corpo ed avevo avvertito la sensazione della sua assenza; mentre mi godevo il calore del sole ad occhi chiusi, d'improvviso ho sentito Claudio che mi accarezzava e si stringeva a me. Ho subito percepito il desiderio di giocare, forse stimolato dalla presenza di qualche singolo che ci osservava? L'ho lasciato fare, l'avevo desiderato per tutto il giorno. Il tempo era un po’ nuvoloso, quindi poco sole, e, mentre me ne stavo a farmi baciare dai pochi raggi di sole che, di tanto in tanto, filtravano fra le nubi stando distesa supina sul telo, lo sento iniziare a massaggiarmi le spalle. Ormai conosco bene mio marito e la cosa mi fa capire che deve aver visto qualcuno che mi guarda e intende provocarlo. Mi giro su un fianco, guardo in lontananza e vedo un bel maschio, capelli bianchi, fisico un po’ abbondante ma ben curato, con un sesso lungo e duro, forse un po’ più grande di quello di Claudio. Chiudo di nuovo gli occhi e come sempre, lascio decidere a lui il momento per fermare il gioco, ma invece di fare come suo solito, quando l’altro uomo si avvicina, questa volta Claudio non smette. Io resto immobile, ad occhi chiusi, anche quando sento l’altro che si inginocchia sulla sabbia accanto a me. Per un attimo ho avvertito una certa confusione; in genere, a questo punto, noi interrompevamo il gioco, invece ora lui continuava ad accarezzami. Allora mi sono girata ed una ombra si è frapposta fra me e il sole: il mio sguardo non ha distinto i contorni dello sconosciuto che si era avvicinato a me. Ho quindi spostato lo sguardo verso il volto del mio uomo con un misto di curiosità e stupore e, nei suoi occhi, ho letto un velo di gelosia, corroborata da forte eccitazione. Ho subito realizzato che questa era una volta diversa dalle altre: non ci eravamo fermati e questo significava che intendevamo andare oltre. Mi sono girata distesa supina, e ho capito che lui voleva che succedesse qualcosa. Un brivido ha percorso il mio corpo ed ho avvertito un fremito di piacere che ha inumidito la mia lumachina. Mio marito mi ha stretto a sé e fatta girare di lato, per offrire il mio corpo allo sguardo di chi ci osservava mentre mi accarezzava un seno. Ho sentito il suo sesso duro premere contro lo spacco delle mie natiche, mentre solo allora ho potuto visualizzare per bene la fisionomia dell'altro, in quanto i miei occhi si erano adeguati alla luce che li colpivano. Distesa di fianco, lo guardavo: un bel maschio, niente da dire. L'avevo notato fin dalla mattina, quando aveva sistemato il suo ombrellone non tanto lontano da noi, ma, per tutto il giorno, non c'era stata nessuna occasione o cenno fra di noi; io non lo avevo in nessun modo provocato e lui era rimasto a guardare, senza far nulla. Si segava con calma osservando noi; allora ho inarcato la mia gamba sinistra ed ho appoggiato il piede sulla mia coscia, mettendo in mostra la mia intimità, resa lucida dagli umori che già ne fuoruscivano. Claudio ha lasciato il seno e la sua mano è scesa verso il basso, fino a raggiungere la mia intimità e le sue dita hanno preso a scorrere lungo lo spacco. In quel preciso istante, l'ho desiderato dentro; sentivo il piacere invadere il mio corpo, mentre con la mano stringevo il sesso duro di mio marito, segnandolo piano. Sentivo dentro di me emozioni contrastanti; un misto di desiderio e paura, la voglia di osare ed il timore di rompere la magia di quel momento, che praticamente disegnava una scena dal forte impatto erotico: le mani di mio marito che mi carezzavano la figa, il suo sesso vigoroso nella mia mano, i suoi occhi, che incrociando i miei, si sono trasmessi emozioni mai provate prima, e le sue labbra che si sono posate sulle mie. E' stato un bacio intenso, carico di passione e desiderio, che ci ha fatto capire che era il momento di poter e dover osare. Quando ci siamo staccati ho letto nei suoi occhi quel desiderio, poi con un cenno del capo, ha richiesto il mio assenso, ed io gli ho sciorinando un languido sorriso. A quel punto, lui ha rivolto lo sguardo verso lo sconosciuto, che si era inginocchiato di lato a me, il suo sesso, duro e teso, era a poca distanza da me. Claudio, con in cenno della testa, mi ha invitato a toccarlo. Ho allungato la mano, quasi con timore e le mie dita si sono appoggiate alla sua coscia; lui ha guardato mio marito che gli ha fatto un cenno, e allora lui ha preso la mia mano e l’ha portata a cingere quel palo di carne dura e pulsante. Ho avvertito subito un’emozione fortissima nello stringere, con non poca difficoltà quel membro: era la prima volta che toccavo un cazzo che non era quello di mio marito. Ho iniziato a segarlo con lo stesso ritmo con cui segavo quello di mio marito. La mano di Claudio è arrivata giù fra le pieghe della mia intimità, ed io mi sono ridistesa supina, desiderando che entrasse dentro di me: avevo una voglia matta di godere, ma lui ha indugiato. Solo nel preciso istante in cui ho affermato il cazzo dello sconosciuto, Claudio ha affondato le sue dita dentro di me. Ero in estasi, avevo due membri fra le mani duri e mio marito mi masturbava, sentivo il mio corpo tendersi, mentre montava l’onda del piacere. Sentivo le dita di Claudio dentro di me che mi stava già facendo godere e, quando ha fatto un ulteriore cenno allo sconosciuto, lui ha allungato le sue mani sui miei seni. Una presa decisa ma delicata, ne ha impastato e stretto i capezzoli, facendomi subito godere. Sentivo il piacere scorrere nel mio corpo, godevo di queste nuove sensazioni. Ad un tratto la mano dello sconosciuto è scesa ancora più in basso, ha raggiunto il monte di venere, giocando con il mio clitoride, lasciato scoperto da Claudio. Un brivido ha attraversato tutto il mio corpo e, improvvisamente, Claudio si è spostato di lato a me; in quel preciso istante, ho realizzato che in realtà erano le dita dello sconosciuto che mi stavano masturbando. Lo sentivo affondare ritmicamente e nello stesso istante Claudio mi ha sollevato il capo e mi sono ritrovata davanti alla bocca il suo splendido membro, teso, duro con la cappella che è entrata di colpo dentro la mia bocca. Godevo nel sentirmi masturbata dallo sconosciuto, mentre venivo scopata in bocca da mio marito. Poi, lo sconosciuto si è posizionato fra le mie gambe e, per un attimo, ho temuto che mi avrebbe scopato. Ma, quando ho sentito la sua bocca incollata alla mia intimità, tutti i miei timori sono svaniti. Claudio è bravo nel farmi godere con la bocca, ma fin da subito mi son resa conto che lo sconosciuto ci sapeva fare. Sentivo succhiarmi il clito, poi roteava con la lingua dal bottoncino e scendeva giù, lungo lo spacco, insinuandosi fra le pieghe: TROPPO! L’orgasmo è esploso improvvisamente, come una onda che, dal cervello, ha percorso tutto il mio corpo, per infine scaricarsi nella bocca e sul viso di chi mi stava facendo impazzire. Il mio corpo si è teso ed ha cominciato a tremare in preda a spasmi di piacere incontrollabili. Anche Claudio ha percepito che stavo godendo alla grande e anche per lui è stato troppo: ho sentito che mi teneva la testa ferma con le mani e poi, ad un tratto, dopo che aveva preso a scoparmi più veloce, è esploso nella mia bocca. Anche per lui il gioco ha raggiunto il suo apice, ho sentito il suo sesso gonfiarsi e poi inondare la mia bocca, con schizzi di seme calda e dolce. Il mio corpo era ancora scosso dal piacere che mi donava lo sconosciuto, mentre sentivo le guance gonfiarsi dalle sborrate di Claudio. Ho sollevato la mano ed ho afferrato quello strumento di piacere e l’ho segato, spremuto e succhiato fino all’ultima goccia. Quando l’ho lasciato, ho sollevato lo sguardo ed i miei occhi hanno incrociato quelli di Claudio, che brillavano di felicità, poi ho allungato la mano e l’ho appoggiata sul capo dell’altro maschio, che continuava a leccare il piacere che copioso sgorgava dalla mia intimità. Lui ha sollevato il capo, ha capito che ero appagata e, con un filo di voce, resa languida dal piacere appena provato, gli ho rivolto la mia supplica:
«Grazie, ma adesso voglio il tuo piacere; dai, vieni anche tu».
Lui ha sorriso, ha guardato Claudio che ha confermato la mia richiesta con un cenno del capo: il suo mento era reso lucido dai miei umori. Allora si è sollevato ed ha preso a segarsi velocemente, mentre io ho allungato la mia mano fino a sfiorate il mio clitoride duro e reso sensibile dal piacere e lui, in breve tempo, è venuto. Ad un suo grido strozzato, hanno fatto seguito due schizzi che mi hanno colpito dall’ombelico al seno, poi un terzo, più debole, è caduto sul mio polso e il dorso della mano, che ho sollevato e, afferrato quel palo vibrante, vi ho passato il pollice sulla cappella, come a simulare una lingua che lo leccava. L’ho munto fino all’ultima goccia, poi ci siamo guardati e abbiamo sorriso; lui mi ha fatto un saluto compiaciuto con il capo e poi si è allontanato, mentre io, aiutata da Claudio, mi sono alzata ed insieme siamo entrati in acqua. Mi sono ripulita dal suo seme, poi mio marito mi ha abbracciato e baciato.
«Grazie, amore, è stato bellissimo».
L’ho guardato e ho visto che era davvero contento, mentre io ero ancora incredula su quello che avevo vissuto.
«È stato bello anche per me, amore mio».
Ci siamo girati verso l’orizzonte, per ammirare gli ultimi raggi di sole che sparivano oltre la linea del mare e poi siamo usciti per asciugarci.
Il nostro amico sconosciuto aveva raccolto le sue cose e ci ha salutato con un sorriso e un cenno della mano, andandosene così senza dire nulla, in modo più che discreto. Da quella sera son passati due anni; noi non ne abbiamo più parlato né cercato altre situazioni con altre persone, mentre lo sconosciuto lo abbiamo rivisto altre volte, in compagnia di una coppia con cui ride o prende il sole, ma, da parte sua e nemmeno dalla nostra, c'è mai stato nessun gesto o cenno che abbia, in qualche modo, ricordato l'avventura di quella sera: lui sempre discreto e noi più che riservati.... va bene così.
45
2
3 anni fa
baxi18, 55
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Il massaggio lui e lei
Finalmente dopo mesi di mesaggi, chat e telefonate, arrivò il giorno del fatidico incontro con la coppia conosciuta su Desy.
Di comune accordo ci incontrammo in un bar sulla SS. 106 per recarci insieme su una spiaggetta isolata e stare un po insieme.
Arrivai 10 minuti prima dell’appuntamento, con lo stato d’animo di chi per la prma volta incontra una coppia molto desiderata.
Puntalmente arrivarono sul posto. Lui scese dalla macchina e mi salutò da lontano, lei scese pure e si avvicinarono a me. Ci salutammo come da buoni amici, (in verità in quei mesi avevamo parlato molto noi tre del piu del meno)e da subito non potei non notare le curve mozzafiato di di Lei, capelli stupendi, corpo stupendo, un portamento da regina, e un sorriso capace di far innamorare chiunque. Il suo profumo era inebriante.
Lui, un bellissimo uomo, molto simpatico e cordiale, di quelli che ne trovi veramente pochi in giro.
Presimo un caffè e decidemmo di spostarci nella spiagetta.
Feci strada, lasciammo le macchine e arrivammo sulla tanto agognata spiaggia. Come pevisto era deserta. Sistemammo l’ombrellone ci misimo in costume e cominciammo a parlare del più e del meno.
Ad un certo punto Lui ricordò a me il fatto che io abbia frequentato tanti corsi come massaggiatore ecc., e mi disse che Lei non vedeva l’ora di provare un bel massaggio rilassante.
Mi armai di olio e di calma, (perchè con quel corpo tra le mani devi avere davvero molta calma) e iniziai a massaggiarla dovunque, gambe, piedi, glutei, schiena, tutto ciò che toccai di lei era marmoreo, stupendo e molto sexy.
Impossibile nascondere il fatto che mi fossi eccitato solo a toccarla. Lui sdrammatizzava la cosa continuando a parlare di qualsiasi cosa, qualsiasi argomento, e i discorsi erano seguiti da tutti e tre attivamente.
Sentì lei avere più di un sussulto nel momento che iniziai a masaggiare i glutei e l’interno coscia, notai il suo tanga leggermente bagnato, e mi eccitai da morire.
La feci girare per massaggiare la parte frontale, gambe, spalle e il seno, un seno spettacolare morbido e allo stesso tempo tonico e turgido, un vero spettacolo.
Poi la feci rimettere supina per finire di massaggiare le spalle e le braccia, con la testa poggiata tra le mie gambe incrociate per ar rilassare il collo.
Fu a quel punto che mentre la massaggiavo, lei comincio a sfregare il viso sul mio arnese ormai fuori controllo, con una grazia de dea, mise la mano nella gamba del costume, lo tirò fuori e iniziò a succhiarlo.
Io ero totalmente fuori controllo,l ui mi guardò e iniziò a leccarle tra le cosce.
Lei era in estasi, lui tolse il tanga e iniziò a prenderla sdraiata supina sulla spiaggia. Dopo un po’ Lui le disse di girarsi con le spalle a me, e rivolgendosi a me mi disse “aiutami a tenerla con le gambe aperte me la voglio scopare come si deve” . La sua schiena perfetta era poggiata sul mio petto, iniziai a baciarla sula bocca e sul collo, le mie mani tenevano a volte il suo seno, a volte tenevano allargate le sue cosce mente lui impugnava con forza le sue caviglie e la penetrava instancabilmente.
Feci scivolare il mio costume, (fose era gia venuta un paio di volte) e lei chiese un attimo di tregua, si spinse su di me e si sedette con il suo culo marmoreo sul mio arnese, la penetrazione fu improvvisa poichè avevo lubrificato il buco per bene durante il massaggio, la sua reazione di dolore e di eccitazione fu una cosa stupenda, iniziò ad ansimare come una pazza.
Continuamo a muoverci allunisono tutti tre mentre lei era posseduta su per tutti e due i canali, la sentivamo gemere di continuo, ma non accennavamo a rallentare.
Ad un tratto Lei decise di cambiare, Lui sotto a smorza candela e io dietro a 90° su per il c....
Continuamo così finchè sfiniti non venimmo tutti e tre simultaneamente senza uscire fuori da Lei.
Ognuno di noi prese il suo posto sulla sua asciugamano, non curanti del caldo atroce, finchè lei non decise di fare un bagno tutti e tre.
Solo a guardarla mi eccitavo e loro lo vedevano.
Una volta in acqua, mentre discutevamo, iniziai a cercare di sbattere il mio arnese contro di lei assecondando le onde, una, due, tre, quattro volte, non ricordo piu quante volte, Lui la stessa cosa, finche non la stingemo tra di noi. Lei era felicissima di questo feeling tra noi, si rivolse verso di me mi abraccio e comincio a baciarmi, le sue gambe erano attorcigliate a me, non mi restò altro da fare che penetrarla. Lui fulminiamente la prese di dietro e abrracciati cominciammo la lunga danza dell’amore con lei in estasi.
Andamo a finire sul bagnasciuga, dove cominciammo a prenderla a 90 uno per volta mentre lei spompinava l’altro.
Ormai si era fatto tardi, il sole era quasi tramontato, decidemmo di tornare ognuno a casa propria.
Tornammo alle macchine, e ci salutammo accordandoci per la prossima volta, eravamo stati troppo bene insieme.
Mi sedetti in macchina per togliere la sabbia e mettere le scarpe, quando ad un tratto vennero da me, Lui mi disse “Lei vuole farti un regalino, dice che è stata troppo bene con te” io non capivo, lei si chinò sulle ginocchia, mi abbassò il costume e mi fice un pompino stupefacente, mi lasciò senza fiato, bevendo tutto cio che usciva e si fermò solo quando il mio arnese fu esausto e senza vita.
Lei mi bacio e mi disse “sono stata veramente bene oggi, voglio che ti ricordi di me”.
Dedicato a voi miei amici speciali (Lui e Lei)
50
1
3 anni fa
catanzarosex21cm,
43
Ultima visita: 5 giorni fa
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Essere masturbata
Ho realizzato un sogno, che vorrei ripetere.
Essere masturbata da sconosciuti.
La prima volta, sono andata lungo il tagliamento a prendere il sole, ero in una zona, un pó appartata, cmq giravano persone.
Mi sono stesa sul mio lettino, e mi sono spostata lo slip, facendo vedere le grandi labbra, divaricavo le gambe quando passavano uomini e mi eccitavo mentre mi guardavano. Decisi di infilarmi, il mio dildo masturbandomi, si fermò un ragazzo e si inginocchiò difronte a me, ammitandomi, poi né arrivarono uno dopo l 'altro, e alla fine erano in 7.Si toccavano, e uno di loro mi chiese se potesse sgrilettarmi, acconsenttii, e poi ancora uno è così via. Esperienza fantastica che ho ripetuto alcune volte, tempo permettendo.
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5
3 anni fa
admin, 75
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Il corso antincendio
Mi chiamo Anna, ho 43 anni. Sono una donna assolutamente normale, non mi vesto in maniera vistosa o sexy, amo le scarpe basse, sono sposata con Mario, che ha la mia stessa età. Abbiamo messo al mondo un figlio ormai grande e, insieme, amiamo molto godere dei piaceri del sesso, ma senza trasgressioni, o fantasie varie: scopiamo ogni volta che ne abbiamo la possibilità o voglia. Lui è un bel maschio e, a letto, ci sa fare. Mi eccita tanto e mi lascia godere; poi, quando non ne posso più, lo cavalco e mi godo tutto il piacere, che mi dona il suo cazzo, assolutamente normale e, vi assicuro che, alla fine, mi sento veramente appagata. Mi è piaciuto fare questa precisazione, perché quello che mi è capitato, ha di fatto cambiato la mia vita. Lavoro come dipendente statale, lavoro cioè come impiegata in una scuola. Assieme a me, ovviamente, ci lavorano anche altre persone. Siamo governate da un direttore che è un vero bastardo, specie nei miei confronti, per il semplice motivo che non gli lecco il culo, come fanno le altre colleghe. Ovvio, non lo fa in maniera esplicita ad esser bastardo con me, ma nei modi e tempi in cui gli riesce di farmi delle vere e proprie carognate, ogni volta che se ne presenta l’occasione. L’ultima, due giorni fa. Ero appena rientrata da tre giorni di ferie e mi vedo assegnata al corso antincendio. Protesto, dicendo che non ho la minima idea di quale utilità possa essere per una come me, che teme anche una sigaretta. La sua risposta, elargita con un sorriso ironico da vero bastardo, è che il ministero ha emanato una circolare, in cui si chiede di addestrare del personale al corso antincendio, e poiché tutte le altre sono impegnate in altri corsi, questo spetta a me. Ovvio le altre si sono fatte assegnare a corsi più semplici, meno impegnativi, mentre io, che non lo riverisco e non mi faccio palpare il culo, come fanno le altre, mi tocca l’antincendio. Puntuale, alle nove, mi presento presso un centro congressi di un noto albergo, dove si tiene il corso che ci impegnerà tutto il giorno. Scopro di non essere la sola incazzata per il corso, ma siamo circa una trentina, fra uomini e donne, che si devono, in ogni caso, spupazzare questa gran rottura. Quando vediamo entrare i tre Vigili del fuoco che ci faranno il corso, mi viene un vero e proprio tuffo al cuore. Mi trovo davanti Lucio e Roberto, due ragazzi che ho conosciuto tanti anni addietro, di cui ero innamorata. Il terzo non lo conosco, è il loro capo, un bell’uomo sulla cinquantina ben portati. Se è vero che ci sono donne che subiscono il fascino della divisa, io sono fra quelle. Me li ricordavo ragazzi. Avevo appena fatto diciotto anni, mentre entrambi, Lucio e Roberto, appena diciannove. Due brevi storie del passato, che mi son subito tornate in mente, perché non è che ci siamo allontanati per un valido motivo, ma perché essi sono partiti dopo il concorso nel corpo dei Vigili del fuoco e, da allora, non li ho più visti, fino ad oggi. Bastano poche occhiate e subito mi riconoscono, così, quando distribuiscono i vari fogli contenenti tutto quello che ci spiegheranno, Lucio mi passa vicino e mi saluta.
«Ciao Anna, che bello rivederti, ne è passata di acqua sotto i ponti, da allora. Come stai?»
Lo guardo e resto stupita dal suo splendido fisico. L’anno che ha più di me, gli dà una forma fisica stupenda. Alto, asciutto, le sue braccia sono molto forti e, guardandolo, ti danno la sensazione, che se ti stringono, il mondo non potrà farti nulla di male. Anche Roberto mi ha riconosciuta e mi saluta con un bel sorriso. Mi sento uno strano languore addosso. Che mi succede? Sono una donna sposata, una madre esemplare, una moglie fedele, amo mio marito, e, ciononostante, per tutte le prime due ore di corso, i nostri sguardi si sono incrociati di continuo, sia con uno che con l’altro. Alla pausa sigaretta e caffè, mi sono intorno. Andiamo al bar del centro congressi, mi subissano di domande. Sono affiatati, lavorano nella stessa squadra: Lucio è il capo, mentre Roberto è l’autista anziano del gruppo. Mentre mi circuiscono, scopro che sono sposati e che anche le loro mogli sono mie amiche di un tempo; hanno un maschio ed una femmina ciascuno e, fra loro, il rispetto e l’affiatamento è molto forte. Mi trovo bene con loro, fino al punto che sento affiorare le farfalle dentro lo stomaco. Le gambe ci hanno messo del loro, venendomi quasi meno quando mi hanno abbracciato e dato un bacio sulla guancia. Rivolgo a me stessa mille domande e non trovo risposte valide. Continuiamo il corso e, per tutto il resto delle due ore successive, non mi tolgono gli occhi di dosso. Noto che fra loro vi è uno scambio di occhiate e gesti d'intesa. che cerco di ignorare. Spesso li vedo parlare sottovoce e annuire subito dopo. Esaurite le varie nozioni da impartire, ci sottopongono ad una serie di domande su quanto spiegato; non ricordo una mazza di tutto quello detto, quando Roberto mi si avvicina e, fingendo di controllare le mie risposte, in realtà è lui che mi suggerisce cosa devo scrivere. Alla fine mi fa un sorriso compiaciuto e se ne torna con gli altri. Per tutto il tempo che era stato vicino a me, avvertivo che il mio respiro fosse molto irregolare ed il cuore mi batteva come quando, da ragazzina, lo baciavo. Mi son sentita una stupida, e non ho trovato nessuna giustificazione a quel mio esser stranita. Finita la parte teorica, si passa a quella pratica. Per fare questo ci dobbiamo spostare nella loro caserma e il capo ci comunica che, chi vuole, può usufruire della loro mensa, per un pasto veloce. Sto per accettare, quando Lucio mi trascina da parte e mi informa che non è il caso di aderire, in quanto noi tre pranzeremo insieme, fuori della caserma. Mentre tutti vanno in caserma, noi ci fermiamo in un piccolo ristorante lì vicino, e mi ritrovo con loro seduti accanto a me. Ho la forte sensazione che mi sto eccitando ad essere in mezzo a loro e questo, per una donna semplice e tranquilla come me, non va bene. Mi chiedono di mio marito, mi parlano delle loro mogli, ma ho sempre i loro occhi addosso, eppure non indosso nulla di sexy o provocante.
«Ti ricordi quando stavamo insieme? Sei sempre la bella ragazza acqua e sapone, come allora».
Guardo Lucio che mi ha fatto questo complimento.
«Lascia perdere, mi stai adulando inutilmente: ho avuto una gravidanza, ho quarantatre anni e tu mi dici che sembro ancora una ragazza? Mi vuoi prendere in giro? Guarda che non attacca. Piuttosto, che tipo è tua moglie?»
Loro si rivolgono uno sguardo d’intesa, poi lui mi risponde.
«Le nostre mogli sono amiche da sempre. Lavorano insieme, con turni uguali, come noi, di conseguenza passiamo insieme molto tempo; abitiamo in una villetta bifamigliare, quindi, in pratica, siamo sempre insieme».
Nel pronunciare le ultime parole, si sono guardati in maniera complice. Vorrei replicare, ma ci portano i piatti che abbiamo ordinato e mangiamo velocemente. Quando torniamo in caserma, gli altri sono già nel piazzale per la prova pratica e non abbiamo nemmeno il tempo per un caffè. Mi rendo subito conto che le cose che dovrò fare mi sembrano piuttosto difficili, ma è Roberto che, intuito il mio timore, mi tranquillizza. Osservo con attenzione i primi tre che eseguono quanto richiesto, poi è la mia volta. Con Roberto di fianco, indosso il loro pesante giaccone, poi il casco, ed eseguo le cose che mi chiedono, sempre con lui che mi incoraggia e, quando prendo l’estintore a polvere per spegnere il piccolo incendio, creato apposta per l'esercitazione, me ne spruzzo un poco anche dentro il giaccone. Nonostante questo piccolo errore, supero la prova. Mi spoglio di casco e giaccone e loro mi portano nello spogliatoio per darmi una ripulita. Mi sfilo il maglioncino che indosso ed il mio seno, compresso nelle coppe, si mostra in tutta la sua bellezza. Per un attimo, il mondo sembra essersi fermato: siamo immobili poi, come d’incanto, li sento vicini a me e le loro labbra sui lati del mio collo. Mi baciano, mentre le loro mani sui miei seni, mi fanno impazzire di piacere. Allungo le mani e sento che si sono aperti i pantaloni ed hanno estratto due verghe dure e vogliose. Le stringo e, dopo qualche palpeggio, mi fanno inginocchiare. Di colpo li rivedo belli e duri come erano un tempo, quando a Lucio ho fatto il mio primo pompino, mentre Roberto mi ha leccato la fica, per la prima volta, in un 69 da urlo. Li annuso, mi piace il loro odore e li infilo in gola. Lecco e succhio senza pensare a nulla, tranne al fatto che adesso li voglio. Loro sembrano leggermi nel pensiero, mi sollevano e, due passi più in là, dove fra due file di armadietti c’è una panca, mi adagiano con delicatezza per, subito dopo, spogliarmi del tutto. Lucio mi lecca la fica, mentre Roberto mi infila il suo cazzo in gola. Gemo a bocca piena, e poi sento che una bollente cappella forza lo spacco della mia fica, che gronda umori come un fiume in piena. Lucio mi penetra fino in fondo. Lo sento scivolare dentro di me, aprendo quelle pareti che, bagnate dai miei stessi copiosi umori, lo fanno scivolare fino in fondo e, una volta giunto in fondo, mi provoca un misto dolore/piacere che mi provoca il primo di una lunga serie di orgasmi. Tremo scossa dal piacere, mentre Lucio mi pompa con decisione. Poi mi abbraccia, mi solleva ed è lui a distendersi sulla panca; nel movimento che fa, trascina anche il mio corpo su di lui. Roberto, dopo essersi goduto il bel pompino che gli ho prodigato, adesso mi lubrifica il forellino posteriore con la saliva che sento scorrere lungo il solco delle natiche, fin quando la sua cappella mi si poggia sopra. Vorrei evitarlo, non perché sia vergine di culo, ma non ho mai fatto una doppia e, adesso, credo che sia questa la loro intenzione. Cerco di parlare, ma la bocca di Lucio che mi bacia, me lo impedisce, mentre sento che Roberto spinge dentro di me il suo cazzo, che penetra all'interno inesorabilmente. Mi sento aprire dietro come un coltello che taglia del burro. Non avverto dolore, ma una sensazione di fastidio e, quando lui mi ha inculato fino in fondo, entrambi cominciano a chiavarmi con un sincronismo perfetto. Uno entra e l’altro esce. Godo e vengo all’impazzata. Mi fanno sentire i loro cazzi fin dentro il cervello. Urlo il mio piacere e godo tantissimo. Esausta, mi distendo sul corpo di Lucio, che mi abbraccia mentre mi scopa in maniera stupenda. Sento che accelerano il ritmo e, in un barlume di lucidità, chiedo di non venirmi dentro in quanto non protetta, ma la verità è ben altra: non voglio tornare a casa con lo sperma che mi cola da fica e culo, in quanto mio marito è già rientrato e potrebbe avere dei sospetti. Loro si scambiano un cenno d’intesa e poi, dopo l’ennesimo mio orgasmo, si sfilano e si inginocchiano ai lati della panca, presentandomi i loro cazzi davanti alla bocca, che non perde tempo ad accoglierli, ricevendone le loro copiose sborrate. Mi inondano la gola e bevo ogni goccia del loro piacere, fin quando sfiniti si siedono e per un momento il silenzio regna sovrano. Poi Lucio apre un armadietto e mi porge un asciugamano, indicandomi un lavandino alla fine del muro. Mi alzo sfinita e malferma sulle gambe; mi do una rapida rinfrescata; mi portano i vestiti, che indosso velocemente, e usciamo dallo spogliatoio. Lungo il corridoio, mi offrono un caffè al distributore automatico, e da lì sentiamo un applauso proveniente dalla sala. Quando vi approdiamo, tutti hanno finto la prova pratica. Ci radunano nella loro mensa e il comandante ci consegna gli attestati, da cui si rileva il superamento del corso. Il mio è l’ultimo ad esser consegnato e, quando lo fa, ci sono Lucio e Roberto al mio fianco.
«Complimenti signora, anche lei ha superato le prove e, devo ammettere che, sicuramente è stata una delle migliori. Se si trova a ripassare da queste parti, ci venga a trovare che le diamo una ripassata, alle procedure».
Mentre parla, mi guarda in maniera ammiccante ed i miei amici sorridono sornioni. Poi, mi accompagnano all’uscita, verso il parcheggio. Lucio mi chiede il numero di cellulare e, quando glielo invio, mi manda tre foto di me che spengo l’incendio. Ridiamo divertiti e io scatto una foto, a loro due insieme.
«Ci farebbe piacere conoscere tuo marito; una sera potremmo uscire insieme alle nostre mogli».
Li guardo e la mia risposta è un po' sibillina, per non dire seccata.
«Per fare cosa? Volete deriderlo per il fatto che, oggi, vi siete scopati sua moglie? E poi, che voleva intendere il vostro capo con quella battuta? Sicuramente è al corrente che mi avete scopato nello spogliatoio. Ho sbagliato a lasciarmi andare con voi»
Quello che essi mi rivolgono è uno sguardo deluso. Lucio mi risponde con tono pacato, ma dispiaciuto.
«Ti sbagli. Non abbiamo nessuna intenzione di deridere tuo marito. Come ti abbiamo detto, io e lui, siamo molto amici, e pure le nostre donne, che si conoscono fin dall’asilo. Amiamo condividere il piacere di fare sesso insieme e ci piacerebbe conoscere tuo marito, per valutare se a voi può far piacere far parte della compagnia. Chissà che anche a lui non piaccia lo scambio?! Tu, oggi, ci sei piaciuta tantissimo e Moreno, il nostro capo, che è vedovo da sei anni, è uno di noi. Spesso si unisce a noi nelle nostre serate di scambio e, credimi, lui sì che è un vero super dotato. Pensaci, il mio numero ce l’hai».
Salgo in auto e me ne vado. Guardo l’orologio e vedo che sono già le diciannove: mio marito sarà di certo a casa. Quando entro, lo trovo che sta parlando con mio figlio in Skype, mi salutano e gli mostro le foto. Sono stanca e stremata; lo guardo e gli dico che non ho voglia di preparare la cena; mi piacerebbe uscire con lui per una pizza: idea subito accettata. Mi faccio una doccia veloce. Sento l’acqua scorrere sul mio corpo e, per un momento, vengo assalita da un forte senso di colpa. Ripenso a tutto quello che ho fatto; non mi sento fiera di averlo tradito. Quando siamo al ristorante e lui mi chiede del corso, gli racconto quasi tutto, anche del fatto, che ho rincontrato due amici, che non vedevo da tempo. Lui sembra incuriosito, e quando gli dico che loro lo vorrebbero conoscere, lui accetta senza esitare. A letto la sera sono stanca, lui si addormenta velocemente, mentre io ripenso a tutta questa faccenda. L’indomani mando un messaggio a Lucio, dicendo che, per noi, una pizza insieme a loro andrebbe benissimo. La risposta è più di quando mi aspettassi. Ci invitano ad un barbecue a casa loro, per il sabato successivo. I giorni passano velocemente ed arriva il sabato. Puntuali, ci presentiamo a casa loro, con tre bottiglie di vino e siamo accolti da Lucio, che, quando apre la porta, mi abbraccia, poi prende mio marito sotto braccio e ci porta, attraverso il salone, fin dall’altro capo della casa, nel suo giardino dove sono, sia Roberto che le loro mogli. Facciamo le presentazioni: Rita è la moglie di Lucio, mentre Monica e quella di Roberto. Rita è un più magra di Monica, ma sono entrambe due belle donne. Il seno di Rita è più grosso di tutte, il culo di Monica, è decisamente il più bello. La serata scorre piacevole. Mi trovo subito in sintonia con loro, mentre i nostri mariti sembra quasi si conoscano da sempre. Parlano di calcio e si scopre che sono tifosi della stessa squadra, politica e lavoro, mentre noi donne prepariamo, in cucina, una bella insalata mista; parliamo dei nostri figli, ormai grandi e indipendenti, poi Rita mi chiede dei ragazzi, di quando erano giovani e stavano con me. Le guardo e rispondo che erano due magnifici maschi, che ero innamorata di entrambi e proprio non sapevo chi scegliere. Ci mettiamo a tavola. La carne cotta alla brace si rivela buonissima, si mangia e beve allegramente, poi è mio marito Mario che fa la domanda, che mi aspettavo formulasse.
«Che tipo di ragazza era Anna da giovane?»
Loro si guardano e Lucio risponde, dopo aver ingerito un sorso di vino.
«Anna, come lo è ancor oggi, era una gran bella ragazza; entrambi ne eravamo innamorati, anzi, ne aveva di corteggiatori, ma lei amava stare con noi. Eravamo troppo amici e nessuno dei due si permetteva di sottrarla all’altro, così, quando è arrivata la chiamata, dopo il concorso nei Vigili del Fuoco, l’abbiamo lasciata così, senza una spiegazione, da veri vigliacchi. Ritrovarcela davanti, al corso, e vedere che bella donna è diventata, è stato un vero tuffo al cuore. Ci fa anche piacere vederla al fianco di un uomo bravo come te. Ci sarebbe dispiaciuto se fosse stato diversamente, ed è per questo che le abbiamo chiesto di conoscerti. Ci piace pensare che la nostra amicizia possa rinsaldarsi più di quanto non lo sia già, per diventare una bella e leale amicizia; ci troviamo bene con te e lei, e sembra che, anche per le nostre mogli, la compagnia di Anna dia piacere».
Nel finire la frase, guarda sia mio marito, che le due donne, che annuiscono, compiaciute. Restiamo tutti un attimo in silenzio, poi Mario alza il bicchiere e propone un brindisi a questa nuova amicizia. La serata prosegue allegramente, poi ce ne andiamo a casa. Lungo il tragitto, io e mio marito restiamo in silenzio e, quando siamo a letto, lui non ha voglia di dormire. Mi stringe a se, mi bacia, poi mi fa la domanda che, ero certa, mi avrebbe fatto.
«Quando ti ho conosciuto eri vergine, ma certi lavoretti di bocca li sapevi fare; chi dei due ti ha insegnato?»
Lo guardo in silenzio e decido che non posso più mentire.
«Lucio. E' stato lui che ha insegnato a succhiarlo, mentre Roberto è stato il primo a farmi godere, con un 69».
Lo sento respirare profondamente. Mi stringe a sé e mi bacia con passione. Le sue mani scorrono lungo il mio corpo e, ben presto, sento le sue dita insinuarsi fra le labbra della mia fica, che si bagna, eccitata. Lo sento premere con la sua erezione contro il mio fianco, mi giro e lo prendo in bocca. È duro, eccitato, mi sale sopra e mi scopa con passione. Mi chiava sempre più forte, con impeto e, quando ho raggiunto il mio primo orgasmo, mi gira di lato e mi mette due dita in bocca.
«Succhia e pensa che sono loro che ti stanno scopando in due».
Resto per un attimo sbalordita. È come se mi avesse letto nel pensiero, poi mi rendo conto che si è eccitato ad una simile fantasia e decido di assecondarlo.
«Porci, scopatemi e tu, che aspetti a darmelo in bocca? Sì, voglio tre cazzi, tutti per me. Su... sfondatemi!»
Godo e la cosa lo rende ancor più violento; mi scopa sempre più forte, fin quando abbiamo entrambi un orgasmo sconvolgente nello stesso momento. Lo sento devastante quando mi inonda il ventre. Stremati, ci distendiamo di lato, restando abbracciati. Lo bacio e lui mi stringe a sé. Poi, quando i nostri respiri sono tornati quasi normali, mi parla dolcemente, con un tono pacato, ma risoluto.
«Dimmi la verità, te li sei scopati tutti e due? Da quanto dura la storia?»
Lo guardo e decido che lo amo troppo, per non esser sincera con lui. Quindi, costi quel che costi, gli dirò tutto.
«Non me li ricordavo nemmeno, fin quando non lì ho rivisti al corso. Mi hanno detto che fra loro si scambiano le donne e che gli sarebbe piaciuto che anche noi facessimo parte del gioco. E non dura da niente, me li sono scopati entrambi nella loro caserma il giorno del corso, insieme, proprio come hai immaginato tu. Lo so che ti ho tradito, che sono una moglie ingrata e puttana, ma non ti so spiegare quello che mi è preso quel giorno, ero come impazzita o, forse, mi erano rimasti come un sogno interrotto. Decidi tu quello che vorrai fare; io accetterò ogni tua decisione, anche se volessi, a seguito di questo, metter fine alla nostra unione. Sono stata una stupida e me ne riconosco la colpa. Sono pronta a pagarne le conseguenze».
Si gira di scatto, mi guarda e, per un momento, mi impaurisce veramente; poi mi abbraccia e mi bacia con molta passione. La sua lingua entra dentro la mia bocca e limona con la mia.
«Non dire cazzate! Lo avevo capito che doveva esserci stato qualche cosa fra voi, ma volevo che fossi tu a raccontarmelo. Se ti fa piacere, ci possiamo provare a giocare con loro: da tempo ti volevo un po’ più troia; forse così di colpo, è un tantino troppo, due in una botta sola; non scherzi! Ma va bene. Le loro mogli mi piacciono, come tu piaci a loro. L’ho capito dal loro comportamento che c’è intesa e questo mi sta bene. Organizza e poi vedremo».
Detto questo si gira e si addormenta, mentre io resto sveglia, cercando di assorbire le forti emozioni che ho provato negli ultimi giorni. Due giorni dopo, passo alla Città Mercato per dei saldi che mi interesserebbero. Mi sento chiamare, mi giro e vedo Rita, che mi saluta e mi bacia sulla guancia, con sincero affetto. Ci mettiamo sedute davanti ad un bar, e sorbendo un caffè, ci mettiamo a parlare come due vecchie amiche. Lei è curiosa; vuole sapere del passato di suo marito e della nostra scopata in caserma. La sera, quando sono tornati, erano eccitati ed euforici, al punto tale che le hanno scopate in piedi, una appoggiata all’altra. Io soddisfo tutte le curiosità, poi è la mia volta di chiedere. Voglio sapere come si sono conosciuti e come sia cominciato il loro insolito rapporto, compreso quello con il comandante della caserma. Lei mi racconta che si sono conosciuti appena finito il corso e si sono sposati. Dopo il trasferimento nella nostra città, dove era stata inaugurata una nuova caserma, il comandante, che li conosceva da sempre, essendo stato il loro capo squadra, li ha fatti trasferire alle sue dipendenze. Hanno costruito un'amicizia profonda e molto intima tra loro, e si sono sentiti coinvolti nella disgrazia che cha colpito il comandante, quando, sei anni fa, è venuta a mancare la moglie per leucemia.
«Noi quattro, già giocavamo allo scambio. Lo abbiamo fatto, praticamente, da subito, appena sposati. La prima estate siamo andati in vacanza in campeggio e, sotto la tenda, la seconda sera, scopavamo vicini gli uni agli altri, e poiché fra me e Monica, già si giocava a leccarci reciprocamente, è stato naturale che, alla fine, ci siamo scambiati i mariti. La cosa ci è piaciuta tantissimo, al punto che, quando abbiamo deciso di restare incinte, non abbiamo posto attenzione a chi ci inondava la vagina, anche se, devo dire la sincera verità, in quel periodo, ci scopavano in doppia entrambi, davanti e, quando venivano, era un vero fiume di sborra che ti riempiva l’utero. Quando è morta la moglie di Moreno, il comandante, tutti ne siamo rimasti addolorati e, dopo un anno, al compleanno di Lucio, lo abbiamo invitato alla festa a casa nostra. Fu una bella bisboccia, e quando è finita, eravamo tutti completamente brilli, quindi, complice l’alcool, ci siamo lasciati andare. Anche il comandante si è trovato nudo a scopare con noi, e, credimi, di cazzi ne ho visti, ma come quello di Moreno è difficile trovarne. Dammi il tuo polso: le vedi le mie dita? Non lo cingono! Il cazzo di Moreno è grosso come il tuo polso. Quando lo senti dentro, ti sfonda che è una meraviglia».
La guardo davvero meravigliata, poi lei aggiunge che, insieme a Monica, hanno vagheggiato di farsi una bella leccata di fica con me. Sorrido a quella confessione, senza celare che mi lascerei tranquillamente travolgere nei loro giochi. Inoltre le comunico che mio marito ha accettato l’idea di una bella serata da trascorrere a scopare tutti assieme. Fa un salto di gioia e mi promette che non mi pentirò della scelta fatta. Il sabato successivo ci troviamo tutti a casa loro e c’è anche Moreno. Quando mi vede, mi bacia e mi sussurra che non vede l’ora di scoparmi, poiché non gli è riuscito di poterlo fare in caserma. La serata si svolge in completa allegria e, tra uno stuzzichino ed una bevuta, ben presto ci troviamo tutti nudi, in una camera e su di un letto matrimoniale. Io mi ritrovo fra le braccia delle due donne, che intendono realizzare la loro fantasia: così il primo orgasmo sono loro a farmelo provare, leccandomi tutta, e poi si dedicano insieme a mio marito, che si ritrova con due puttane scatenate, che lo leccano e succhiano, fin quando non le scopa ripetutamente. Per me, invece, la cosa diventa più complessa. Ben presto, mi ritrovo con Lucio in culo, Roberto in bocca e Moreno che mi osserva e, poi, delicatamente mi pianta la sua trave davanti: vi giuro che mi son sentita squartare la fica! Godo ed urlo, sebbene a bocca piena; guardo verso mio marito, che si gira e mi fa un sorriso compiaciuto. Mi scopano con costanza e, quando vengo di nuovo, cambiano posizione. Moreno si distende supino e loro mi fanno mettere di culo sul suo cazzo, che svetta come un palo enorme e mi sfonda anche il culo. Mi sento aprire e slargare l’intestino; li supplico, ma loro non demordono.
«Zitta, che poi ti piacerà. Sentirai come ti sfondiamo».
Lo sento entrare fin dentro lo stomaco, ma il bello viene quando Roberto mi penetra davanti. Li sento che mi squarciano e, quasi senza che me ne accorga, li incito a fare di più. Mi scopano con un sincronismo perfetto, che mi fa godere da matti e quasi svengo, dal piacere che provo. Volto la testa e vedo che Lucio e mio marito scopano in doppia Rita, che gode, mentre lecca la fica di Monica. Vedo mio marito che gode come un porco anche lui. Il primo ad arrivarmi dentro è Roberto, che mi inonda la fica con un urlo quasi animalesco. Lo sento riversare dentro di me getti di sborra bollenti, poi, esausto si sfila, e subito viene rimpiazzato da Lucio, che ha tolto il cazzo da Rita e lo pianta dentro di me. Mi pompa con impeto, mentre Roberto se lo fa leccare da Rita e Monica. Sento che anche lui è quasi al limite; mi guarda e sorride per poi sborrare, ma non lo riversa tutto dentro, perché lo sfila e me lo pianta in gola:
«Bevi, che eri una meraviglia, quando da ragazza, succhiavi il cazzo. Bella bocchinara, succhia e ingoia».
Godo e lecco senza tregua, mentre sento anche il grido di mio marito che inonda la fica di Monica, che non se lo lascia sfuggire da dentro. Poi Moreno mi rigira, e mi mette a pecora. Posizionato dietro di me, mi pompa il culo come un toro scatenato. Mi tiene per i fianchi, poi con una mano mi tira i capelli, per farmi inarcare il bacino, per prenderlo ancora più a fondo. Godo e urlo di piacere, mentre lui mi squassa il culo. Ho un orgasmo anale sconvolgente.
«Vengo. Mi fai venire di culo?! Dai... più fortee!»
Lui non se lo fa ripetere due volte e mi sfonda il culo, me lo slarga come una caverna, con quella trave che si ritrova fra le gambe.
«Bella troiona! Lo avrei già fatto in caserma, ma mi sei sfuggita. Adesso ti apro per bene e poi te lo riempio di sborra».
Lo sento irrigidirsi e poi avverto un vero fiume in piena che mi riempie tutto il retto: è una quantità industriale di sborra bollente, che mi sembra arrivi fin dentro lo stomaco. Godo e cado sfinita sul letto, mentre lui si sfila, e mi fa sentire come se avessi un vuoto nel culo, una sensazione di fresco e subito dopo sento che mi cola tutto dal culo. Mentre resto distesa, sfinita e sfondata, le calde labbra di Rita mi leccano il martoriato culetto e si bevono tutto quello che ne esce. Il resto della serata è tutto dedicato, a succhiare e bere altra sborra, che sembra non finire mai di sgorgare dalle palle dei nostri instancabili tori, che ci sfondano a più riprese. Dopo quella sera, sono cambiate diverse cose. Il mio guardaroba è totalmente rinnovato. Via pantaloni e scarpe basse e dentro tutto ciò che mi rende sexy e troia. Mio marito ed i miei amici sono diventati inseparabili, e non perdono occasioni per riempirci tutti i buchi.
Sul lavoro è cambiato il direttore, che se n'é andato in pensione, con il rammarico delle mie colleghe. Al suo posto è arrivata una donna che, dopo due giorni, già mi leccava, assieme ai miei amici. Una vacca, più vacca di noi tre messe insieme, che si è presa Moreno e mio marito insieme, in doppia, in fica.
Grazie al corso antincendio, adesso so come spegnere il fuoco della lussuria che si è acceso dentro di me.
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3 anni fa
baxi18, 55
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Una stupida ripicca. terzo capitolo
Nei due mesi successivi, vado quattro volte a trovare Antonio. Mi piace tantissimo essere scopata e montata come una vacca. Sì, sentirmi vacca mi eccita e mi dà una felicità unica; mi piace il pensiero che le corna che metto a mio marito, lo rendano cornuto, mentre apprezzo sempre più il toro che mostra d'essere Antonio. Flavia mi ha raccontato la sua storia. Si conoscono da tantissimo tempo, e lui ha scopato, con lei ed Angela, tantissime volte. Poi anche Sara ha provato piacere sotto i colpi del suo cazzo, ma a quest'ultima piacciono di più i ragazzi giovani, mentre io ho scoperto il piacere che ti sa dare un maschio maturo ed esperto. Ha perduto la vista in seguito ad un incidente di lavoro e, da allora, ogni volta che una di noi si fa scopare, lascia sempre una lauta mancia, anche se sono convinta che non ne abbia realmente bisogno, però questo, come dice Flavia, mette a tacere la nostra coscienza e lo ripaga dello sforzo che lui fa per accontentare delle troie vogliose come noi. In passato hanno goduto con lui anche insieme, sia Flavia che Angela, e lui le ha scopate e fatte godere tantissimo entrambe in egual misura. Arriva il mese di luglio e Flavia deve accompagnare mio suocero ad una importante conferenza, cui lui vuol partecipare e mettere in mostra la sua bella moglie, mentre io e mio marito andiamo una settimana al mare in un hotel posto davanti ad una bella spiaggia. Per accedere al mare, basta attraversare la strada e ci si trova in uno stabilimento balneare di proprietà dell’hotel, dove per noi ci sono a disposizione sdraie ed ombrelloni. C’è anche un bel bar dove ci lavorano, al mattino, una coppia di giovani ragazzi. Lui si chiama Mirko, è della zona, mentre lei Alisia è di origini brasiliane. Subito mio marito nota che la ragazza ha un bel culo, che lei, da perfetta zoccola. mette in evidenza con pantaloncini molto attillati. Tutti sbavano dietro quel culo. Mio marito non perde l’occasione di far il babbeo con lei, che sembra gradire. Quel mercoledì mattina facciamo colazione dentro l’hotel e, a differenza delle altre volte che l’abbiamo fatta nel bar della spiaggia, noto che mio marito accusa strani dolori e mangia pochissimo, anzi, mi comunica che, a seguito della mangiata di pesce della sera precedente, non si sente molto bene e che verrà in spiaggia più tardi. Lo vedo salire di nuovo in camera, mentre io mi avvio verso la spiaggia. Quando esco, trovo parcheggiato davanti all’hotel, un bus che carica dei turisti. Faccio un tratto di strada più lungo del solito e ne approfitto per dare uno sguardo alla vetrina di un negozio che vende coralli: cerco un pensierino da portare a Flavia, con la quale sono sempre in costante contatto, attraverso "what's app". Vedo degli splendidi orecchini, mi riprometto di comperarli nel pomeriggio e mi avvio verso la spiaggia. Quando sto per attraversare la strada, noto che mio marito scende verso il mare, ma senza passare davanti, bensì da dietro al piccolo bar. La cosa mi incuriosisce e mi avvicino lentamente, cercando di non farmi scorgere. Da dietro una palma lo vedo entrare in quello che i bagnini considerano un magazzino, dove ripongono e custodiscono sdraie ed ombrelloni, assieme ad Alisia. Mi avvicino al piccolo oblò che funge da finestra e, da uno piccolo squarcio nella tela che lo copre, vedo chiaramente mio marito in piedi e la ragazza inginocchiata gli sta succhiando il cazzo. Prendo il cellulare e scatto alcune foto; poco dopo lui la fa mettere in piedi, appoggiata ad una paratia, come una puttana che fa una marchetta: so che è una fantasia che lo eccita molto. Scatto ancora, poi me ne vado verso il mio ombrellone. Mi distendo al sole, osservo le foto e le invio a Flavia con un commento.«Mi sa che è il caso di realizzare Il tuo progetto di diventare nonna».La sua risposta non tarda a venire.«Consideralo avviato. Ho già iniziato le selezioni».Mi distendo al sole e, dopo circa una mezzora, lo vedo arrivare con un giornale di gossip per me ed il suo immancabile giornale rosa, interamente dedicato allo sport. Non ho voglia di parlare e me ne vado a fare un bagno per calmare i miei nervi, che sono a fior di pelle. Passiamo le altre giornate, io a prendere il sole e lui a fingere di stare sempre male per potersi incontrare con la puttanella, che gli fa gli occhi dolci ogni volta che lo vede. Due giorni dopo il nostro rientro, sono fra le braccia di mia suocera e, insieme, pianifichiamo il progetto che dovrebbe rendermi incinta. Per prima cosa, mi fa conoscere la sua ginecologa. Io, fino a quel momento, mi sono sempre rivolta ad un consultorio pubblico e, quando assieme a lei entro nello studio di Lucrezia, così si chiama la dottoressa, resto stupita dal fatto che lei e Flavia, appena chiusa la porta, si danno un bacio molto intenso. Poi lei mi guarda e sorride.«Tu devi essere Anna. Mi fa molto piacere conoscerti. Flavia dice che vuoi un figlio ed io sono qui perché tutto vada per il verso giusto».Mi fa accomodare, compila una scheda con tutte le informazioni che ritiene necessarie e poi mi fa spogliare; mi visita facendomi distendere sul lettino completamente nuda. Le sue mani mi palpano i seni in maniera dolce e molto accurata; ben presto i miei capezzoli si gonfiano e lei sorride compiaciuta. Flavia mi viene vicino e mi prende per mano, mentre Lucrezia mi fa dei tamponi vaginali e, con le dita fasciate da guanti di plastica, mi ispeziona l’interno della vagina. La sua è una visita che assomiglia più a una vera e propria masturbazione, che ben presto mi porta ad un passo dal godere. Quando sono al limite, lei sfila le dita e ne resto per un momento delusa; Flavia allora si china su di me e mi bacia in bocca, mentre con le mani mi accarezza i seni. Nello stesso momento sento le calde labbra di Lucrezia, che si appoggiano alla mia fica già bagnata e mi lecca in maniera davvero divina. Godo all’istante!«…mmhuummm…Sei dolcissima!»Sono scossa dai brividi di piacere che mi fa provare. Mi lecca come nessuna mai è stata capace, nemmeno Flavia che pur è bravissima in quella pratica. Lei mi lascia godere, lecca tutto il piacere che sgorga copioso dal mio corpo, poi si solleva, e bacia Flavia che si è avvicinata a lei. Mi rivesto, mentre le due donne si tengono abbracciate.«Fra cinque giorni avrò pronti gli esami e ti dirò il tempo e il modo per restare incinta».Ce ne andiamo. Flavia mi racconta di Lucrezia.Dopo aver avuto le risposte da Lucrezia, ci rendiamo conto che il periodo migliore per esser ingravidata è due giorni dopo il Ferragosto. Considerando che avrò il ciclo poco prima di quella data, mi restano tre giorni in cui non mi devo far scopare da mio marito e, nello stesso tempo, devo trovare un valido pretesto per restare un giorno libera per farmi sbattere da sei meravigliosi maschi che ho selezionato assieme a Flavia. Fortuna vuole che è proprio mio suocero a fornirci l’occasione che stavamo cercando. Due giorni dopo il Ferragosto, vuole partecipare, assieme al figlio, ad un convegno di due giorni che si terrà in un’altra città. Flavia coglie al volo l’occasione per chiedere, a lui e mio marito, di lasciarci lungo la strada per il convegno, in un hotel che ha una SPA con acque termali, per due giorni di puro relax. Tutto procede per il meglio. Ci lasciano nell’hotel dove abbiamo una camera e dove abbiamo convocato i sei maschi che voglio godermi in un solo giorno di sesso, al fine di esser ingravidata. Dopo dieci minuti che abbiamo preso possesso della camera, me li ritrovo davanti in accappatoio. Controlliamo, come d’accordo i risultati di analisi mediche non più vecchie di cinque giorni, e Flavia ci saluta, dicendo che si sarebbe trattenuta volentieri ad assaporare quelle splendide mazze che i miei ospiti mostrano con orgoglio e mi lascia inginocchiata fra loro, che già li sto succhiando. Sono le dieci del mattino quando si comincia e da quel momento mi sento le loro mani su tutto il mio corpo. Bocche che mi leccano, mi masturbano e mi fanno succhiare mazze stupende, dure e piene che poi, a giro, mi penetrano dappertutto. Dopo tre ore di orgasmi a ripetizione li esorto a sborrami dento. Per non sapere chi sarà il primo a scaricare dentro la mia vagina il proprio nettare, mi bendano e, tra loro, fanno una conta silenziosa. Poi incominciano, a giro, a schizzarmi dentro, sborrate bollenti che mi inondano l’utero. Appena uno viene ed esce, subito un altro ne prende il posto, fin quando tutti mi hanno sborrato dentro. Facciamo una pausa per prendere respiro, ma sono così elettrizzata dall'idea di cornificare mio marito in maniera così permanente, che mi diverto a succhiarli, fin quando non sono di nuovo tutti pronti e duri da poter ricominciare a scoparmi. Sono cosi sfondata che adesso mi penetrano anche in due davanti, e mi sborrano dentro liberamente, tanto se sono già pregna non fa più nessuna differenza. Sono le diciotto, quando torna Flavia, giusto in tempo per assistere all'ultima monta in tripla. Loro si rivestono e se ne vanno coprendomi di complimenti, mentre io, stremata, ho solo la forza di farmi una doccia e crollo a letto. La mattina dopo mi sveglio affamata e, fatta colazione ci lasciamo rigenerare con massaggi e fanghi, che mi rimettono in sesto e, al pomeriggio, quando tornano i nostri mariti a prenderci, abbiamo entrambe un’aria decisamente rilassata. Lascio passare due o tre giorni, poi mi faccio scopare per tre volte da mio marito che, un po’ controvoglia accetta solo quando lo informo che sono nei giorni più fecondi per restare incinta. Elettrizzato dall’idea di ingravidarmi, non si rende nemmeno conto che ho avuto il ciclo già da quasi tre settimane e che non sono più di certo nei giorni fecondi. Lascio passare quasi un mese e poi faccio un test di gravidanza, che si rivela positivo. Lo comunico a Lucrezia che mi prescrive precise analisi e poi la vado a trovare assieme a Flavia. Quando parliamo della gravidanza, lei mi chiede se già so quale sarà la reazione di mio marito, quando saprà che sono incinta. Io e Flavia ci guardiamo negli occhi e la mia voce è calma e serena, quando le rispondo:«Non saprei dirtelo, perché non so chi dei sei mi ha ingravidata».Lucrezia ci guarda e poi scoppiamo a ridere tutte e tre di gusto. La domenica successiva mentre siamo a tavola con i suoceri, comunico che diventeranno nonni. Subito Flavia mi abbraccia e mi sorride complice, mentre mio suocero si complimenta con suo figlio per l’ottimo lavoro svolto in qualità di marito. Io e Flavia ci diamo giusto uno sguardo, cui non serve aggiungere altro. Nei mesi successivi mi faccio ancora scopare da Antonio e da due altri suoi amici, poi, finito il tempo, metto al mondo una bella bimba, che decido di chiamare Lucrezia. Vedo lo sguardo un po’ deluso di mio marito che avrebbe preferito un maschio, ma io lo consolo dicendo che potremmo sempre riprovare, mentre, dentro di me, penso che non succederà mai. Voglio solo che lui sia contento di credere di essere il padre. Io invece decido di allevare mia figlia secondo le mie idee e con la forte convinzione che, da grande, le spiegherò che, per sopravvive a certi uomini, basta solo far credere loro che sono superiori e di rafforzare questa convinzione con un robusto paio di corna.
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3 anni fa
baxi18, 55
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Una sera d' estate con due neri
Era una sera della seconda metà di agosto, in città faceva caldo e non avevamo voglia di cenare, verso le 23 insieme ad un po' di fame ci è venuta anche un'altra voglia...perchè non metterla in pratica? decidiamo di andare in una pizzeria a Torino frequentata anche da ragazzi di colore ( per chi conosce Torino sa quale è la zona ) fa caldo e lei si veste poco...un vestitino blu leggero tanto da lasciare intravedere i capezzoli ed il tanga; non c'e molta gente in giro e parcheggiamo praticamente davanti al locale, ci sediamo ed ordiniamo dello chardonnay freddo e cominciamo a guardarci attorno, un paio di coppie e altra gente sola... niente di interessante, ma all'arrivo delle pizze anche un' altra sorpresa ! entrano due ragazzi neri e si siedono due tavoli dopo di noi. Forse per il vino bevuto nell' attesa o forse solo perchè è quello che aspettavamo, cresce una certa allegria ed eccitazione, lei cerca di farsi notare ed io la incoraggio ma per un pò non succede nulla, per paura che se ne vadano senza notarla lei si alza con la scusa di andare in bagno passa proprio di fianco al loro tavolo...l'hanno vista ! specie perchè l'abitino è davvero trasparente, io li guardo e vedo che la seguono con gli occhi e che commentano tra di loro. Dopo pochissimo lei torna e non ci metto molto a capire che non indossa più il tanga e se ne accorgono anche loro. Nel locale non c'è più nessuno e non succede nulla, poi uno dei due, quello più intraprendente si avvicina con la scusa di accendere e inizia a chiacchierare…il caldo, i pochi luoghi aperti ecc. naturalmente gli chiediamo da dove viene, Costa d’Avorio lui ed il suo amico è la risposta, e quindi lo invitiamo ad unirsi a noi per un limoncello..per una mezz’ora chiacchieriamo ma loro non tolgono gli occhi dalle sue piccole tette e dai capezzoli che segnano bene il vestito, forse è ora di fare la domanda fatidica : venite da noi a bere qualcosa di fresco ? non aspettavano altro ! paghiamo ed usciamo e li invitiamo a salire in macchina con noi, l’intraprendente dice all’altro qualche parola in una lingua a noi incomprensibile e questi, ubbidiente sale davanti con me…loro due dietro e partiamo; la città è quasi deserta e non c’è traffico , io sbircio nello specchietto e vedo dopo pochi isolati che l’intraprendente ha appoggiato una mano sulla sua gamba, sono eccitatissimo e non vedo l’ora di arrivare; parcheggiamo sotto casa e saliamo, lei davanti sale le scale con la scusa di aprire e mostra il suo corpo nudo sotto il vestitino blu; una volta in casa li facciamo accomodare sul sofà lei mette un po’ di musica ed io vado in cucina a prendere qualche birra e della sprite, li sento parlare e volutamente mi attardo, poco dopo non sento più voci arrivare dal soggiorno e mi presento, lei e’ in piedi con l’intraprendente davanti a lei, è ancora vestito e la sta baciando, l’altro è dietro di lei la sta accarezzando e le solleva il vestitino, le sue natiche bianche e sode appaiono nella loro nudità, i ragazzi mi vedono ma non danno importanza al fatto che io sia li’ sono concentrati su di lei che si volta, mi sorride ammiccante e comincia a baciare l’altro; l’intraprendente di inginocchia e comincia a leccarla tra le gambe mentre l’altro le sfila il vestito e la bacia sul collo e le accarezza i seni. Vanno avanti così per un po’ poi velocemente si spogliano e lei inizia ad accarezzare i loro corpi ed i loro cazzi duri già puntati come indici accusatori verso di lei, l’intraprendente sa cosa deve fare e poco dopo toglie da una tasca dei jeans, finiti a terra, un preservativo e ne passa anche all’altro, poi si distende sul sofà e le chiede di salire sopra ma non con il viso verso di lui, lei obbedisce e mentre si cala lui bagna il preservativo con un po’ si saliva ed a sorpresa prova ad infilarlo nel culo, per un attimo lei indugia poi si rilassa e lascia che entri piano dentro di lei; inizia una lenta inculata , i due ivoriani si parlano e l’altro vedendo le sue gambe aperte non si fa pregare, indossa il preservativo e la prendono a sandwich; vanno avanti per un po’ poi cambiano, l’intraprendente sembra essere quello che dirige il gioco ed i due la prendono cambiando spesso posizione, infilando i cazzi nella sua bocca a turno, il tutto davanti ai miei occhi ma come se non esistessi…dopo più di un’ora, complice il preservativo lei dice che basta, che un po’ le brucia, forse è solo un pretesto, ed allora si inginocchia davanti a loro e comincia a succhiare e spompinare i loro cazzi con avidità, ha la bocca aperta quando l’altro le schizza in bocca un primo getto di seme, ne seguiranno altri sulle guance, mi avvicino per non perdermi la scena lei ha gli occhi chiusi e fiotti di sperma che colano dalla bocca aperta nel momento in cui anche l’intraprendente viene con grandi spruzzi bianchi accompagnati da gemiti. Dalla sua bocca scendono sul collo rivoli densi, gocce cadono sui seni, si incanalano tra essi e colano sul ventre sudato fino a scomparire tra i riccioli scuri del pube, ridono soddisfatti tutti tre, lei si pulisce la bocca con uno scottex e si distende sul tappeto loro si ricompongono e dicono di volere andare, torneranno a piedi per rilassarsi non abitano troppo lontano…chiedo a lei di accompagnarli alla porta, si lamenta ma acconsente ed io mi godo ancora per un attimo la vista del suo corpo nudo insieme a questi due sconosciuti; mentre la sento che li saluta mi spoglio e la aspetto, quando appare mi vede e mi chiede: ti è piaciuto? Con lo sguardo indico il mio uccello dritto, lei non si fa pregare e senza una parola si impala, scorgo ancora lo sperma rappreso dei due ragazzi tra i peli della fica mentre la penetro ed il suo corpo è reso appicicoso dalle abbondanti eiaculazioni; chiudo gli occhi e rivedo il suo corpo bianco alla mercè dei due negri…vengo, la inondo prima che si possa togliere, lei smette di cavalcarmi e si abbandona per un attimo sul mio corpo. Questa sera è stata lei la regina, andiamo a farci una doccia e a dormire sono le 3…chi dice che ad agosto in città è una noia ?
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3 anni fa
wasabee,
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Il nero james
Ero sempre alla ricerca di neri che si scopassero la mia Anna, " un giorno mi porterai i lavavetri...usava scherzare" , e anche se io lo avrei fatto molto volentieri lei in questo era selettiva e li voleva belli e puliti.
Alcuni anni fa era più difficile trovarne, a volte rispondevamo ad annunci o la portavo nei locali etnici di Torino ma non era così facile; avevo anche provato a scrivere il numero di cell nei bagni di questi locali, ovviamente firmandomi Anna ma quei pochi che chiamavano appena sentivano una voce maschile riattaccavamo pensando ad una richiesta gay.
Una sera suillo il mio telefono e dall' altra parte un uomo chiese di Anna, capii i il motivo e mentre chiamavo Anna, con il cuore accelererato chiesi se era di colore, rispose di sì era del Kenia.
Parlarono per un attimo, giusto la conferma che ci fosse davvero una donna e ci diede appuntamento per la sera successiva, dopo le 22 in corso Dante.
Arrivando vedemmo un bel ragazzo alto ad attenderci sul marciapiede, non fece una parola e salì velocemente poi si presentò, disse di chiamarsi James e di venire da una città vicino a Nairobi, non fu molto loquace ma era carino e Anna non fece obiezioni. Arrivati a casa Anna chiese se voleva un caffè o qualcosa di fresco, era giugno e cominciava a fare molto caldo; lui prese una Coca Cola e io lo vedevo seguire con lo sguardo mia moglie muoversi tra il frigorifero e il lavandino, come al solito quando la portavo "a caccia" era pochissimo vestita e questo sembrava averlo rapito.
Dopo poco ci spostammo in camera da letto e come sempre fu lei a prendere l' iniziativa, sfilò il vestito rimanendo in tanga poi si avvicinò a lui e mentre lo baciava gli aprì i pantaloni, lui tolse la camicia e poco dopo fu nudo come lei, aveva un bel fisico ed era nero come la pece, lasciammo accesa solo la luce sul comodino e mentre Anna si lasciava leccare tra le cosce mi spogliai anche io, era da un paio di mesi che non incontravamo blacks ed io ero eccitatissimo nel vedere come lui la preparava alla penetrazione.
Io ero di fianco a loro e quando lui si fermò per indossare uno dei preservativi che Anna aveva messo sul comodino vicino all' abat-jour vidi il suo membro eretto, decisamente lungo ma non troppo largo e con una cappella piccola, una volta infilato il preservativo prese a scoparla con un ritmo lento ma costante, io la baciavo e le succhiavo i capezzoli, l' idea che ci fosse di nuovo un nero dentro di lei mi eccitava moltissimo e chiesi piano ad Anna di farmi venire nella sua bocca, non appena partirono i primi schizzi James si fermò con un gesto rapidissimo sfilò il preservativo e puntò dritto il cazzo nero verso la bocca di Anna, lei aveva ancora il mio sperma sulle sue labbra quando la aprì e lui scaricò tutto il suo seme, quando finì Anna prese quel cazzo nero tra le labbra e continuò e pomparlo.
Poco dopo ci chiese di riaccompagnarlo, era stato tutto molto veloce e ci chiedemmo se gli era piaciuto, forse no e credevamo non lo avremmo più rivisto invece qualche sera dopo fu nuovamente lui a chiamare, stesso copione, appuntamento dopo le 22 e appena arrivati lui salì velocmente in macchina, poi a casa dove senza perdere tempo andammo subito in camera da letto, Anna non indossava nulla sotto il vestito e appena si sdraiò sul letto iniziarono i preliminari poi lui la scopò per un pò sempre in posizione missionario e come la volta precedente tolse il preservativo all' ultimo minuto per venire in bocca a mia moglie.
Nel riaccompagnarlo verso casa lui ci spiegò di avere una compagna, una ragazza bianca e di abitare non lontano dalla zona in cui ci dava appuntamento, lei rientrava poco dopo la mezanotte dal lavoro ed era ignara della situazione.
A noi andava bene così e la volta successiva chiesi se voleva scopare Anna nel culo, aveva il cazzo adatto e a lei era sempre piaciuto l' anal. Ci mettemmo sul divano, lei aprì le gambe e lui dopo avere inumidito il cazzo stretto nel preservativo entrò nel suo buchetto senza problemi, Anna iniziò a masturbarsi e venne per la prima volta da quando lo avevamo conosciuto, era stato diverso ma alla fine lui volle venire nella sua bocca, Anna ingoiava sempre tutto il suo seme e questo sembrava piacergli molto.
La cosa durò per tutto luglio, una o due volte a settimana, chiesi ad Anna se voleva farlo senza protezione ma lei disse di no, a volte la scopava in fica a volte nel culo, mai alla pecorina e con finale sempre di sborrata in bocca. Una sera ci confessò che la sua compagna detestava l' oral e per questo gli piaceva la mia Anna.
Non lo sentimmo per una quindicina di giorni ( ci aveva chiesto di non chiamare e che sarebbe sempre stato lui a contattarci ) poi un mattino mi chiamò, mi disse che la ragazza con cui stava lo aveva buttato fuori e che era ospite da un amico, un altro ragazzo di colore e che se eravamo d' accordo potevamo andare da loro la sera dopo, il suo amico non era mai stato con una bianca.
Avrei fatto qualsiasi cosa per accontentarli ma partivamo il pomeriggio per Parigi, il volo era alle 15,30, l' idea era di risentirci al ritorno.: chiamai Anna e le raccontai della telefonata, anche a lei andava bene l' idea di incontrarli entrambi.
Durante la vacanza fantasticavo spesso sul fatto che entrambi l'avrebbero scopata al nostro ritorno, l' avevo già vista accoppiarsi con due e anche tre neri contemporaneamente ma l' idea continuava ad eccitarmi moltissimo, immaginavo doppie e grandi schizzi nella bocca di lei.
Appena tornati mandai un' email a James ma non ricevetti risposta, dopo qualche giorno provai a chiamarlo senza successo, il numero non risultava più attivo. Nel mese di settembre Anna incontrò alcuni singoli ma nessuno di colore e il pensiero che la storia ricominciasse e che James tornasse a farci visita sembrava sempre più lontana.
A ottobre ricevemmo una mail da lui, dopo essersi lasciato con la ragazza italiana era tornato in Kenia, ci ringraziava per la bella parentesi e scrisse che le mancava la bocca di Anna; anche a lei mancavano quelle scopate nel culo con quel cazzo lungo e affusolato ma tutto era concluso.
Naturalmente io non persi tempo e da lì a un paio di mesi un nigeriano lo aveva già sostituito tra le gambe di Anna ma ci mancò sempre la possibilità di incontrare l' amico di James, un nero che non aveva mai scopato una donna bianca.
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3 anni fa
wasabee,
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Ultima visita: 8 mesi fa
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Il primo nero
Si dice sempre che il primo amore non si scorda mai, anche il primo nero...perchè è stata un' esperienza intensa tanto discussa e desiderata, ecco il racconto di quanto successe circa dodici anni fa:
Da parecchio fantasticavo sul vedere Anna posseduta da un uomo di colore, lei si era detta sempre contraria ma a mano a mano che incontrava singoli questa sua certezza sembrava vacillare e io continuavo ad insistere sperando di fare breccia. Provavo di tutto per convincerla, le facevo vedere video porno interraziali la assecondavo in tutte le sue richieste e alla fine Anna cedette, rispondemmo ad un annuncio di un ragazzo Ivoriano e organizzamo l' incontro.
Ero al settimo cielo mentre la aiutavo a prepararsi, non si depilò completamente ma il giorno prima andò dalla parrucchiera e forse l' eccitazione coinvolse lei quando scelse l' abbigliamento...stivali alti in pelle su calze autoreggenti, niente biancheria e un vestito grigio di maglina aderente sul corpo, indossò un soprabito, era primavera ma pioveva e faceva ancora fresco.
Lui ci aspettava in un bar non lontano da casa sua, ma Anna aveva detto che preferiva venisse lui da noi, appena entrati lo vedemmo seduto ad un tavolino ci avvicinammo ed iniziammo la conoscenza; Anna mi aveva fatto promettere che se non le piaceva ce ne saremmo andati ma ci sedemmo comunque per un caffè e iniziammo a fare conoscenza, si chiamava Moussa aveva 38 anni ( Anna allora ne aveva 45 ) era gentile nei modi, parlava bene l' italiano e si sentiva che anche lui si era preparato e profumato, ci disse che non era mai stato con una donna bianca anche se era in Italia da 6 anni, alla fine fu proprio Anna ad alzarsi per invitarlo a casa nostra.
Appena arrivati a casa ci sedemmo sul divano e la conversazione continuò con Anna sempre più a suo agio ma quando lui chiese di potere andare al bagno mia moglie espresse qualche remora nel caso le dimensioni fossero state incompatibili. Lui torno dopo pochissimo io avevo lasciato una sola lampada accesa e messo una musica soft di sottofondo, Moussa si sedette di fianco a lei, ed iniziarono a baciarsi era la prima volta che vedevo la lingua di Anna insinuarsi tra le labbra di un uomo di colore e vedevo che era lei a prendere l' iniziativa, ero ovviamente eccitatissimo la mia fantasia stava per avverarsi.
Anna si alzò e lui le sfilò il vestito, fu sorpreso nel vederla nuda, la accarezzò e continuò a baciarla; io cercavo di non disturbare l' atmosfera creata e mi limitavo a guardarli, lui si tolse la maglia e Anna sbottonò la camicia, Moussa aveva un bel fisico asciutto e lei iniziò a succhiare i suoi capezzoli poi scese con la lingua verso il suo ombelico, si inginocchiò davanti a lui e sbottonò i pantaloni...era il momento della verità, pensai, nel calare le mutande il cazzo nero di lui saltò fuori già pronto dondolando davanti alla faccia di Anna; era grosso ma non enorme e in un attimo era sparito nella bocca di lei che iniziò a pomparlo in modo rumoroso.
Lui finì di spogliarsi e si distesero sul tappeto davanti al divano continuarono così le effusioni poi lei si distese e aprì il suo corpo per lui. Mi spostai per cogliere l' attimo in cui l' avrebbe penetrata, lei lo aiutò a trovare a strada e in un attimo il cazzo nero sparì nella sua fica bagnata, entrava e usciva e Anna sembrava gradire moltissimo, lo stringeva forte ma più che altro cercava la sua bocca...non l' aveva mai fatto cun i tanti uomini che aveva incontato prima di lui.
Cambiarno posizione Anna salì sopra di lui dandogli la schiena, era di fronte a me... bella e porca nei suoi stivaloni da puttana, si abbassò su di lui e rimasi di sale quando la vidi guidare quel grosso cazzo nero direttamente nel suo buchino, raccolse un pò di saliva con le dita e preparò il culetto per la penetrazione; in un attimo quell' asta nera era dentro di lei nel suo culo con la fica rosa aperta ben in vista, le labbra della sua vagina si aprivano e chiudevano come un fiore a ogni sussulto; non lo faceva solo per se stessa, anche se era chiaro che stava godendo, ma era il premio alle mie insistenze, voleva che anche io godessi quel momento, non solo si stava facendo scopare da un nero ma si concedeva a lui incondizionatamente offrendsi in un amplesso anale.
La posizione andava migliorata e così si sdaiarono, lui dietro di lei e ripresero da dove avevano lasciato e mentre lui le sfondava il culo Anna iniziò a masturbarsi il clitoride per raggiungere velocemente l' orgasmo.
Ora era la volta di Moussa che rimase disteso sul tappeto, senza pensarci due volte Anna si inginocchiò e prese tra le labbra quel cazzo nero e lucido che era dentro di lei un attimo prima, lo succhiava avidamente mentre una mano accarezzava il torace di lui.
Moussa venne senza preavviso e inondò la bocca di Anna che non se l' aspettava, il seme le andò per traverso e lei tossì forte, grosse e dense gocce di sperma vennerò sparate sul ventre di Moussa, Lei chiuse gli occhi e sfilò labocca chiudendo le labbra quasi a trattenere in bocca il poco rimasto, ma lui continuava ad eiaculare e fiotti di sborra bianca colavano sull' asta ancora durissima; Anna si riprese subito e si tuffò nuovamente sul cazzo dell' Ivoriano poi ripulì le dense e bianche goccie passando la lingua fin nentro l'inguine.
Come è andata la prima scopata con una donna bianca? chiese Anna ma lui quasi a canzonarla ripose e tu con un negro ? risero entrambi poi lei si voltò verso di me e chiese se anche io ero contento; Anna mi aveva dato emozioni che mai avrei immaginato.
Per oltre un anno Moussa fu ospite tra le braccia di mia moglie, lo andavo a prendere e li guardavo scopare, erano molto complici, Anna mi disse che la prima sera l' avava colpita la gentilezza e la pulizzia di lui.
Fu il primo e indimenticabile, il primo di una lunga serie di uomini di colore che negli anni ho visto godere del corpo bianco di mia moglie.
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3 anni fa
wasabee,
48/48
Ultima visita: 8 mesi fa
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Di notte al parco...
Ogni tanto mi piace andare enfemme a fare qualche giro dentro al parco di Montalvo vicino firenze. Ce un po di giro.. un po di tutto e il posto merita. Una cosa che mi eccita particolarmente e girare nuda o quasi nei viottoli del parco...ovviamente non di giorno! Sculettare con il culo all'aria sui tacchi mi fa sentire una vera maiala. A volte ci sono serate che non ce nulla...non ce gente.. altre che ce solo gay in cerca di cazzi e quindi io non faccio per loro e loro non fanno per me. Essendo solo passiva cerco veri maschi cazzuti che sanno farmi sentire femmina e troia. Be' una sera di estate ci capitai che non era ne troppo tardi ne troppo presto, parcheggiai l'auto mi infilai subito dentro. Era caldo quindi avevo ben poco addosso. Uno spolverino e un costumino....mi tolsi tutto restando solo in tacchi (belli alti) e spolverino. Una volta messa con questo "nude look" incominciai a girare per il parco. Di li a poco vedo un tipo in lontananza..accendo una sigaretta per farmi notare nel buio, lui mi intravede e si avvicina. Faccio finta di nulla dandogli le spalle e dopo poco sento una mano che mi palpa il culo! Speriamo cerchi culo e bocca e non la mia pisella penso. Per fortuna era un vero maschio e anche messo discretamente, si tira fuori la verga gia bella dura e me la struscia sulle cosce e sulle chiappe, inutile dire che io ero gia eccitata come una cagna. Poi senza dire una parola (la gente che parla troppo nulla combina di solito) mi fa inginocchiare e mi sbatte il cazzo in faccia e poi in gola! Inizio a fargli una bella pompa (sono molto brava) mentre lui mi dice che sono un troione..io mi eccito ancora di piu. Mentre gli succhio il cazzo lui mi palpa le tettine e me le stringe. Dopo avergli fatto una succosa pompa mi fa rialzare e mi fa appoggiare su una panchina dandomi degli sculaccioni sulle chiappe..ci struscia bene il cazzo durissimo e piano piano spinge...entra e lo sento fino alle palle!
Nel frattempo un altro tipo, un ragazzo sulla 25ina di anni che aveva notato la situazione si avvicina con il cazzo in mano...vede che io sto sbavando come una cagna e (ben messo pure lui) mi tappa la bocca con il suo uccello. Mi ritrovo in mezzo a questi 2 sconosciuti che mi usano come una puttana, mi riempiono di cazzo...prima mi sborra sulle chiappe il primo che mi scopava..e sento la sborra che cola sulle cosce..e in quel momento non resisto e vengo anche io..l'altro se ne accorge e anche lui sborra facendomi una sborrata colossale in faccia. Una goduria pazzesca...poi loro se ne vanno e io resto li piena di sborra,nuda ma super soddisfatta...ho goduto davvero come una maiala!! Ho raggiunto l'auto con il viso che colava di sperma....che meraviglia essere delle porche
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3 anni fa
MissFrancy, 58
Ultima visita: 8 mesi fa -
Una stupida ripicca. secondo capitolo
Mentre tutti si divertono, io proseguo nella mia ricerca e, quando ho individuato, fra gli amici dello sposo, il potenziale stallone, è di nuovo Flavia che mi blocca.
«No, piccola! Non adesso e non così. Saresti solo una troia che fa le corna al marito. La tua deve essere una azione più raffinata e diretta».
Passiamo il resto del giorno a divertirci e poi si torna a casa. Due giorni dopo, sono a casa di mia suocera assieme ad Angela e Sara. Dopo un momento di chiacchiere e risate varie, ci siamo ritrovate tutte e quattro sul letto a leccarci a vicenda. Angela mi ha penetrato con un cazzo finto enorme. Mi sono sentita piena e dilatata e, mentre godevo come una vacca, ho leccato mia suocera, che stava facendo morire Sara. Abbiamo goduto a lungo e in maniera assolutamente soddisfacente. Più tardi, le due amiche se ne sono andate e Flavia mi ha condotto con lei, dentro la vasca idromassaggio. Sedute ed abbracciate abbiamo parlato. Lei mi accarezzava, tenendomi stretta fra le sue braccia.
«Adesso, ti sei resa conto che non serve mettersi a litigare con due idioti come i nostri mariti? Che ti avevo detto? Dopo domani, nel pomeriggio passo a prenderti, diciamo alle quindici. Ti vestirai in modo molto semplice: una gonna con autoreggenti ed un maglioncino a V e niente altro, se non un bel paio di scarpe dai tacchi alti. Ti porto a fare la conoscenza di una persona speciale. In occasione della prima volta che metti le corna a tuo marito, devi farlo con questa persona. Vedrai, ti piacerà. Inoltre, mi piacerebbe avere un nipotino. Comprendo benissimo che la cosa ti mette in subbuglio, ma, credimi, non sarà una cosa spiacevole. Io stessa ho messo al mondo mio figlio che avevo la tua stessa età e posso affermare che per questi imbecilli che abbiamo come mariti è il massimo della loro contentezza. Crederanno di essere gli artefici del loro perfetto matrimonio, ma non sapranno mai che questo è il risultato di un bel periodo di corna intense e molteplici».
La guardo incredula. Cerco di mettere a fuoco le sue parole, ma lei mi bacia e chiarisce ogni mio dubbio.
«Amore mio, credi che tuo marito sia figlio del mio? Nulla di più sbagliato! Dopo innumerevoli insistenze di mio marito che voleva un figlio, ho deciso che lo avrei accontentato, ma a modo mio. Ho selezionato sei maschi di vario genere. Tutti della stessa corporatura di mio marito, stesso colore degli occhi e capelli, ma con dei cazzi da favola. Poi ho aspettato la mia settimana di massima fertilità e mi sono fatta sbattere, a più riprese, da tutti e sei separatamente, poi per finire da tutti e sei insieme, contemporaneamente, facendomi inondare l’utero dalle loro sborrate colossali. Di seguito mi sono fatta scopare due o tre volte da mio marito, tanto per illuderlo sulla paternità, ma era già tutto fatto. Tuo marito non è suo figlio, ma lo ha cresciuto con le sue idee stupide, per questo sembra che sia suo, ma sta tranquilla che non lo è di sicuro. Adesso, per un po’, ti diverti poi, quando ti sentirai pronta, selezioneremo insieme un bel gruppetto di cazzi e ti fai ingravidare, così avrai modo di prenderti tutte le rivincite che meriti, per avere come marito un uomo così ottuso».
La guardo stupita ed ammirata. Non credevo che si potesse arrivare a tanto, ma, in considerazione delle tante porcate ricevute, questo è proprio il modo più sottile e perverso per assaporare una bella rivincita: prendermi delle libertà, per mettere in pari la bilancia delle carognate.
«Farò tutto quello che mi consiglierai tu. Mi rimetto nelle tue mani e son sicura che non mi deluderai. Da quello che mi ha detto Sara, anche lei ha usato questo sistema per fare un figlio, ma davvero anche tuo nipote è un imbecille proprio come suo padre ed i nostri uomini?»
Lei mi sorride, mi abbraccia e bacia con passione.
«Con Sara le cose sono state addirittura meglio. Suo marito non si è mai reso conto di non averla messa incinta, per il semplice motivo che, quando la scopa viene quasi prima di metterlo dentro. Non avrebbe mai potuto inseminarla. Quando lei gli ha comunicato di essere incinta, lui ha fatto un tale salto di gioia che lo stesso suo padre si è chiesto come potesse aver fatto. Naturalmente anche Angela ha fatto in modo che il figlio non fosse del tutto di suo marito. Di questo però non siamo sicure. Quando è rimasta incinta, scopava di brutto sia con suo marito che con due amanti fissi che le inondava la vagina con fiumi di sborra».
Passo il tempo che mi separa dalla prima scopata con un altro uomo, in maniera molto tranquilla e serena. Il mercoledì, scopro che mio marito e suo padre resteranno fuori per tutto il giorno e saranno di ritorno in serata. E' allora che mi viene a prendere Flavia e, dopo un tragitto di quasi un’ora, si ferma davanti ad un palazzo della città vecchia e mi dice di salire al terzo piano, di entrare in una certa porta, dove c’è una persona che mi aspetta e di ubbidire a tutto quello che lui mi chiederà di fare. Sono eccitata e intimorita nel contempo, ma la curiosità e la voglia hanno il sopravvento ed entro decisa. Appena dentro, mi trovo in un luogo silenzioso ed in penombra. Di colpo, una voce dal buio mi ordina di spogliarmi nuda. Eseguo, poi mi sento toccare con una mano; quando mi volto, mi trovo davanti un signore di circa cinquant'anni, ma cieco. Resto per un attimo interdetta. Lui mi parla con dolcezza e mi chiede di accompagnarlo nella stanza da letto. Entro e mio ritrovo vicina ad un bel letto, in una stanza fresca e pulita. Lui mi chiede di spogliarlo e, quando abbasso i pantaloni e gli slip, scopro il più bel cazzo che abbia mai visto. Lungo oltre i venti cm., ma grosso e nodoso. Le vene sono gonfie e la cappella sembra una fragola grossa e matura. Vedo due palle che penzolano grandi e piene. Lui mi fa distendere, poi prende a leccarmi, portandomi subito ad un primo orgasmo; vengo, urlo e poi cerco di inserirlo tutto in bocca. Godo e succhio quel palo, che sembra crescere a dismisura. Si gonfia sempre più nella mia bocca, che, ad un certo punto, fatica ad ingoiarlo. Lui mi lecca ed esorta a succhiarlo tutto.
«Brava…succhialo…bene…da…brava…leccalo tutto, che te lo pianto dentro, fino in fondo».
Godo di un nuovo orgasmo. Lui mi lascia il tempo di assaporare il piacere che mi sta facendo provare, poi mi rigira e si mette fra le mie cosce aperte e dilatate per penetrarmi al meglio. Sento la cappella sfiorare le grandi labbra. Ci gioca un po', lo fa scorrere su e giù lentamente, fino a farmelo desiderare; allora lo imploro di prendermi.
«Lo voglio… dentro! Dai scopami…non resisto… dai…entra!»
Per un attimo si ferma immobile, poi spinge quel mostro di carne viva e pulsante, tutto dentro di me. Impazzisco nel sentire che mi apre e dilata le pareti della mia vagina, che è felice di farsi sfondare tutta. Arriva tutto dentro con un movimento lento, ma costante. Lo sento sbattere in fondo e mi provoca un orgasmo che mi fa tremare tutta, come sotto una scossa elettrica.
«Che…meraviglia! Ti…sento! Aprimi tutta! Cazzo! Vengo! Vengo! Vengo!»
Resta immobile, poi comincia a pomparmi in maniera sconvolgente. Ogni affondo è diverso dal precedente. Una volta lo spinge velocemente, un’altra lentamente, ancora ne spinge metà e poi affonda di colpo, lo ruota, lo spinge a scatti alternando velocità a lentezza. Mi fa impazzire. Ben presto non so più quante volte gli ho detto che godevo. Cambiamo molte posizioni. Di lato, sopra, da dietro, a pecora, godo, e lui sembra instancabile. Alla fine ho perso il conto sia del piacere provato che del tempo trascorso e, dopo l’ennesimo orgasmo, mi sento addosso una mano che mi fa sussultare. E' Flavia, seduta accanto a me sul letto. Non l’avevo nemmeno sentita entrare.
«Vedo che Antonio sta facendo un buon lavoro. Dai, meraviglioso stallone, finisci di sfondare questa giovane puledra; falle una bella schizzata di seme dentro e un po’ anche in bocca»
Lui ride divertito.
«Flavia, femmina meravigliosa, ti ho sentito entrare, e mi aspettavo la tua partecipazione. Se vuoi che le sborri dentro e in bocca, significa che poi lei deve gratificare un cornuto con il mio sapore. Allora vi accontento subito».
Appena finito di parlare, mi chiava con molto impeto e, ben presto, lo sento arrivare dentro di me, e l'impressione che ne ricavo è quella di un bollente fiume in piena. Mi scarica dentro, cremosi getti di sborra e poi lo estrae. Giro il capo e me lo trovo davanti; giusto il tempo di infilarmi la cappella in bocca ed ecco altri fiotti, abbondanti e cremosi. Lecco e succhio fino all’ultima goccia, sotto lo sguardo compiaciuto di Flavia, che mi osserva con occhi languidi. Raccolgo in bocca tutta la sborra che esce da quel meraviglioso strumento di piacere e, prima di ingoiarla, mi sposto verso di lei e la bacio con passione, facendole assaporare il gusto del maschio che ho appena succhiato. Limoniamo un poco, poi lei mi porge gli abiti e mi invita rivestirmi, perché è ora di tornare.
«Grazie Antonio. Ero certa che non avresti deluso questa giovane troietta, desiderosa di godere e, da quello che ho assaggiato, è sempre un piacere gustare il tuo seme. Ti ho lasciato una busta in sala e ti ringrazio di tutto».
«Flavia, meravigliosa creatura! Lo sai che da te non voglio nulla in cambio. Mi fa sempre piacere esserti utile e credo che anche tu, ogni tanto, dovresti approfittare di questi piacevoli momenti».
Lei lo ringrazia e poi ci avviamo verso casa. Ho mille domande, ma sono stanca e lei mi annuncia che ne parleremo domani. Quando mi lascia davanti a casa, mi ricorda di non fare nulla per nascondere il profumo di maschio e sesso che ho addosso, tanto il cornuto non se accorgerà. Mi rammenta di baciarlo con passione, stando ben attenta a scoprire se, per caso, anche lui profuma di femmina. In genere, quando i nostri uomini se ne vanno insieme, finiscono sempre per scoparsi qualche puttana, e, a volte, anche la stessa, prima uno poi l’altro. Entro in casa e lo trovo seduto sul divano con una birra in mano, intento a seguire una partita di calcio, fra due squadre tedesche. Giro dietro al divano, lo accarezzo sulla testa e mi allungo verso il suo collo. Sento un profumo diverso dal mio, gli metto una mano sulla guancia e lo costringo a girarsi: lo bacio con trasporto, infilando con decisione la mia lingua nella sua bocca. Per un momento appare sorpreso, ma poi risponde al bacio, giocando solo per un attimo con la mia lingua, poi si stacca in maniera un po’ più brusca. Sono al massimo della tensione, ma lui non si è accorto di nulla.
«Scusami amore, ma voglio finire di vedere questa finale di calcio tedesco».
Mi allontano e vado in camera. Dentro di me sono felice e concordo con mia suocera che è davvero ottuso e imbecille: non si è accorto che avevo in bocca il sapore di un altro cazzo! Una breve doccia e me ne vado a letto stanca, ma non mi addormento subito; rifletto sul fatto che era in tuta, mentre raramente, quando torna, si cambia. Circa una mezzora dopo viene a letto, fingo di dormire e poi, quando lo sento che si è addormentato, vado in bagno e cerco i suoi indumenti nella cesta dei panni sporchi. Trovo slip e camicia. Li osservo con attenzione e trovo la conferma ai miei sospetti. Sul bordo inferiore della camicia, ci sono visibili tracce di fondo tinta e nel risvolto degli slip un segno di rossetto. Torno a letto e mi riprometto di non lasciare che questo episodio resti impunito.
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3 anni fa
baxi18, 55
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Una stupida ripicca. primo capitolo
Mi chiamo Anna, ho ventisette anni e sono sposta da tre anni con Paolo, che ha la mia stessa età. Sono una bella ragazza, alta un metro e settantacinque, seno di una terza un po’ scarsa, occhi chiari, capelli neri e lunghi. Ho un bel fisico snello e tonico, gambe lunghe e affusolate e, anche se tutti mi dicono il contrario, credo di avere il culo un po’ troppo grande. Mio marito è un bell'uomo, alto più di me, spalle larghe, fisico da vero nuotatore, occhi scuri ed ha anche una discreta dotazione: sì, ha un bel cazzo, non troppo lungo, ma abbastanza grosso. Siamo stati fidanzati due anni, poi un bel matrimonio e, da allora, abbiamo iniziato al nostra vita matrimoniale fatta di cose semplici, allo stesso modo di quella di tante coppie coetanee: lavoro, amici, serate con i suoceri, ferie, a volte da soli ed altre in compagnia. Ha un carattere allegro, e questo mi piace molto di lui, ma ci sono cose che ho scoperto con il tempo, vivendo insieme, che mi mandano letteralmente in bestia. All’inizio non gli davo molta importanza, poi, col tempo, mi sono accorta che per lui erano cose assolutamente normali. La prima vera incazzatura la ebbi quando dovevamo andare al battesimo di mia nipote. L'evento coincideva con una gara di pesca, cui lui voleva partecipare e, di conseguenza, non ci voleva venire: le sue necessità erano inderogabili, infischiandosene di quelle degli altri. Dopo aver tanto insistito, eravamo giunti ad un compromesso: vai a pesca, ma, a metà mattinata, torni e andiamo al battesimo. Stupida io che ci ho creduto. È tornato alle sei del pomeriggio, quasi sbronzo, con un trofeo in mano, felice di quello che aveva fatto in barba ai miei desideri.
Per ripicca, sono stata alcuni giorni col muso, facendo in modo che lui si rendesse conto del mio disappunto; ha cercato di coccolarmi per un po’, ma poi le cose sono tornate come prima: per quieto vivere ho lasciato perdere. La seconda volta è stata davvero grossa, una vera carognata. Erano trascorsi circa sei mesi da quella volta e dovevamo partecipare, assieme ai miei genitori ed altri parenti, al cinquantesimo anniversario di matrimonio di una zia, sorella di mio padre, che abita in una città piuttosto distante da noi. Per questo evento avevo speso tempo ed energie, sia per organizzare le persone che sarebbero dovute venir con noi, sia per il viaggio. Stupidamente non avevo fatto caso che la data, a metà maggio, coincideva con un'importante gara di campionato, dove la sua squadra del cuore, a pari punti con la diretta inseguitrice, avrebbe giocato una partita che, in caso di vittoria, le valeva il campionato. Ovvio che un simile evento per lui era imperdibile. Il sabato che saremmo dovuti partire per l'evento da me organizzato, che ci avrebbe tenuti fuori tre giorni, lui mi dice che ha la febbre a 39°. Ci resto malissimo: lui sembra un moribondo e sono combattuta fra il rinunciare o andare con gli altri.
«Amore, vai pure, non ti preoccupare per me; mi bastano un paio di giorni di riposo e qualche tachipirina e vedrai che lunedì starò già bene».
Decido di partire, con dei sensi di colpa mostruosi: mi dicevo di esser una moglie snaturata, che abbandona il proprio marito malato per andarsi a divertire. Nei due giorni lo chiamo e lui mi rassicura e, quando torno il lunedì, lui è già al lavoro; mi faccio perdonare, facendolo sentire molto importante per me, coccolandolo, e facendo sesso come piace a lui, in piedi, come fossi una puttana, che fa una marchetta. Questa fantasia lo eccita tantissimo. Passa circa un mese e ci troviamo assieme ai suoi amici. Per due volte l’anno, si ritrova con tre di loro, che sono amici da sempre. Questa volta spetta a noi ospitarli nel giardino della nostra villetta, con tanto di barbecue acceso.
Non sono entusiasta dei suoi amici. Luciano, il più porco, è divorziato, perché la moglie lo aveva sorpreso che si scopava la badante della madre. È davvero un maiale e la sua natura non si discosta da quello che è, anche quando arriva a casa mia e mi fa degli apprezzamenti, che per me sono pesanti, ma che per mio marito sono solo complimenti.
«Accidenti, Paolo, che bella puledra è tua moglie. Dovrebbe essere un piacere cavalcarla».
Tutte frasi che non mi piacciono per niente, ma a Paolo sembra solo un linguaggio po’ spinto. Poi c’è Andrea, l’igienista. È talmente fissato con la pulizia e l’igiene, che per lui tutto non è mai troppo pulito e sterilizzato. I suoi amici lo sfottono dicendo che non si fa fare i bocchini dalla moglie per una questione igienica e che la scopa con il preservativo per paura di qualche contagio. Ora mi chiedo: come ha fatto a restare incinta, se lui usa queste precauzioni? Ha partorito due volte e, a guardare bene i suoi figli, non gli assomigliano per niente. Poi c’è Marco. È l’unico che mi sta un po’ simpatico. È un bravo padre, forse tra i quattro è quello più con la testa sulle spalle. È quello che cerca sempre di mettere un freno alle porcate di Luciano ed alle pazzie di mio marito. Erano tutti fuori ed io sono andata in bagno, non quello principale, ma nel nostro privato, che abbiamo in camera da letto. Ha una finestrella, in quel momento aperta che si affaccia sul giardino, ma con la persiana chiusa. Devo cambiare l’assorbente; ho un ciclo mestruale piuttosto abbondante ma che, per fortuna, viene contenuto dall'azione della pillola anticoncezionale, altrimenti avrei un collasso, quando sento mio marito e Luciano parlare.
«Finalmente Diego mi ha mandato le foto della partita. Sai, ero convinto che non saresti riuscito a venirci. Sei un grande! Far credere a tua moglie che stavi male. Una trovata davvero unica. Adesso te le mando sul cellulare».
Lui ride divertito.
«No, non sul cellulare, mandale nella mail, altrimenti rischio che lei potrebbe vederle. Sì, devo ammettere che è stata proprio una trovata geniale; inoltre lei ha anche avuto dei sensi di colpa».
Ridono divertiti, mentre io sono sbalordita. Mi ha preso in giro e se la ride alle mie spalle. Sono furiosa! Vorrei uscire e prenderlo a pugni. Resisto, pensando velocemente a come fargliela pagare. Poi ho un’idea. Esco silenziosamente e vado nella cameretta dove abbiamo il pc. È acceso, come sempre, ed apro la sua mail: non mi serve la password, tanto lui la tiene memorizzata; vedo le mail di Luciano e le invio alla mia posta elettronica. Cancello tutto ed esco, passando per la cucina, dove prendo, come scusa per il mio allontanamento, delle bottiglia di birra. Sono un fascio di nervi, ma non lo do a vedere. Ho già in mente come fargliela pagare e questo mi soddisfa. Passano dei giorni ed arriva la prima domenica di luglio. Siamo invitati al matrimonio della nipote di mio suocero. Antonio, mio suocero, ha un fratello che a sua volta ha due figli, un maschio di circa trenta tre anni, sposato da più di cinque, e la femmina, che ha la mia stessa età. Lei, nonostante sia mia coetanea, è una tipetta molto boriosa, la classica ragazza che si dà un sacco di arie e, per questo, non abbiamo mai legato molto. Per i miei suoceri, questo è un evento molto importante, ma io ho deciso che non ci vado. Quando lo dico a mio marito, va su tutte le furie. Dapprima mi impreca, poi minaccia e strilla che non posso rifiutarmi. Pretende di sapere la motivazione, ma io, con calma, gli rispondo facendolo infuriare ancor di più, affermando semplicemente non ne ho voglia. Passiamo dei giorni in cui i miei rapporti con lui sono molto tesi e, quando arriva la domenica, mentre lui è già vestito e pronto, io riempio la vasca del nostro bagno in camera e mi ci metto dentro, chiudendo la porta a chiave. Lui è furioso, minaccia di sfondare la porta, ma io non demordo. La mia ripicca è servita. Quando arrivano i suoceri, con i quali avremmo dovuto andare insieme all’evento, sento suo padre imprecare, bussano alla porta, ma io continuo a non rispondere, fin quando, dopo una bella sfuriata, è mia suocera Flavia a chiedere di entrare. Flavia è una bella donna. Ha quarantotto anni, cinque in meno di mio suocero. Alta come me, ha i capelli biondi, tinti giusto quel tanto per mascherare qualcuno bianco. È una donna che veste sempre molto elegante, con classe, mai sciatta. Ho sempre pensato che fosse succube del marito, mai uno screzio, mai un tono di voce alto o una parola fuori luogo: insomma una persona che sa stare al suo posto, presente, ma mai invadente. Mi piace per cui metto l’accappatoio e la faccio entrare. Appena dentro mi sorride e si siede sul bordo della vasca; la sua gonna sale un po', mostrando delle belle gambe.
«Mia cara ragazza, capisco che sei arrabbiata per quello che ha fatto quell’imbecille di mio figlio. Sono furiosa come te, ma, credimi, non è questo il modo di fargliela pagare. Tieni conto che tuo suocero e mio figlio sono dei perfetti imbecilli. Per essi, comportarsi come ha fatto tuo marito con te, è normale. Sono talmente pieni di boria ed il loro ego è talmente smisurato, che non concepiscono che una persona possa avere delle esigenze, desideri o voglie diverse dalle loro. Se credi che, tenendo in piedi questa stupida ripicca, possa risolvere qualcosa in tuo favore, ti sbagli. Lasciatelo dire da chi, da più anni di te, ci combatte. Adesso ti vesti, vieni con noi e poi, tra due o tre giorni, ti trovi un bel maschio da cui ti farai scopare a morte, ti farai sborrare in bocca e, venuta a casa, bacerai tuo marito, facendogli avvertire, nella tua bocca, il sapore di un altro maschio. Sono talmente ottusi che non lo riconoscono, ma, dentro di te, ti sarai presa una rivincita, che va ben oltre questa semplice ripicca. Se continui così, non fa altro che aumentare la loro convinzione che hanno ragione, una donna non deve chiedere, ma ubbidire. Questa è nella loro stupidità, la giusta regola che si deve seguire.»
Guardo basita mia suocera! La conosco da quasi cinque anni e non l’ho mai sentita parlare in questo modo. Ma lei prosegue:
«Credi che io, in tutti questi anni, non abbia subito delle carognate, come ha fatto Paolo con te? Suo padre è anche peggio. Mi stupisce che tu ci abbia impiegato così tanto tempo a ribellarti. Ero certa che, prima o poi, questo momento sarebbe arrivato e l'ho aspettavo fin da quando lo hai sposato. Vestiti, mettiti elegante, sei una bella ragazza. Ora devi essere anche una bella donna elegante, per far in modo che loro abbiano un bel trofeo da mostrare ai loro amici, ma è dentro di te che devi sentirti sexy, per dimostrare a te stessa che sei una vera signora, impeccabile in pubblico, ma troia dentro! Io ti insegnerò tutto questo, se me lo permetterai. Un pomeriggio, dei giorni a venire, ci prendiamo un bel caffè a casa mia e ti farò da maestra, così finalmente sarai veramente felice».
Mi ha convinto. Credo che le darò retta, anche se non mi sarei aspettata una simile confessione. Andiamo in camera e mi spoglio nuda davanti a lei, che vedo riflessa nello specchio dell’armadio che mi guarda con occhi pieni di desiderio. Ne resto meravigliata, ma non perdo tempo. Apro un cassetto, prendo le mutandine, ma lei interviene.
«No, queste non ti servono! Metti queste calze e solo questo reggiseno».
La guardo senza capire.
«Ti ho detto che devi essere elegante per loro e "troia" per te. Sapere che non porti l’intimo ti farà sentire troia per te! Ma loro non lo sanno. Questa per te sarà una prima, piccola ripicca».
La guardo con occhi nuovi. Mi piace da morire quello che mi sta proponendo e l’assecondo in tutto. Mi siedo sull’angolo del letto e metto le calze. Lei si inginocchia sul letto, solleva la gonna e mostra le autoreggenti che indossa; da dietro mi aggancia il reggiseno a balconcino che ha scelto per me. Sento le sue mani sui miei seni e la cosa mi provoca un certo languore: lei è così delicata, mi accarezza il seno, fingendo di aggiustare l’indumento. Mi eccita e la guardo perplessa. Le nostre bocche sono così vicine che, per un attimo, ho creduto volesse baciarmi. Mi sceglie una gonna a portafoglio, non troppo lunga, camicetta bianca ed una giacca del colore della gonna. Fruga fra le mie scarpe, e mi porge delle decolleté, con tacco dodici. Mi fa sedere sul letto e si mette davanti a me, piegata sui talloni. La sua gonna sale fino all’inguine, mostrando che anche lei non indossa intimo. Mi prende un piede fasciato dalle calze velate e, prima di indossare la scarpa, lo accarezza; con la scusa di verificare che la calza sia a posto, mi massaggia delicatamente il piede e la coscia, risalendo fin quasi all'inguine. Ripete al stessa cosa con l’altro piede. Poi, mi mostra la sua natura bella e semi depilata. Vedo le grandi labbra sporgere: mi sto eccitando ed avverto forte la sensazione delle farfalle nello stomaco. Sono due settimane che non ho un orgasmo e sono facilmente lusingabile. Lei deve averlo intuito e fremo, dentro di me, per un desiderio assolutamente sconosciuto.
«Queste sono perfette, per farti apparire come una vera signora. Sei giovane e, quindi, devi essere bella: un pizzico di malizia devi esibirla. Con queste scarpe sei perfetta! Un lieve trucco e un filo di rossetto, rigorosamente rosso, e sarai perfetta».
Entro di nuovo in bagno, prendo il necessario per il trucco, ma lei mi fa sedere sullo sgabello e mi trucca in maniera semplice, ma perfetta. Prende il rossetto e mi si avvicina con la sua bocca. Siamo di nuovo tanto vicine; i nostri occhi si guardano, sento forte il desiderio di baciarla e lei fa proprio quello. E' un attimo e le sue labbra sono incollate alle mie. Mi sollevo e la stringo a me. La sua mano destra, scende rapida fra le mie gambe. Solleva la gonna e subito risale, fin quando non incontra la mia lumachina, che sta schiumando da paura: sono un lago! Un lungo gemito liberatorio esce dalla mia bocca. Mi sento le gambe tremare. Passo una mano dietro la sua testa e la stringo di più contro di me. Un bacio carico di passione e desiderio ci travolge. Si stacca, mi dà altri baci sulle labbra e noto che i suoi occhi sono colmi di desiderio, libidine, ed io sono stupita per tutto questo. Non ho mai baciato una donna! Mi è piaciuto tantissimo. La guardo con desiderio, ma lei mi sussurra, con tono complice, che dobbiamo andare, ma che avremo modo di soddisfare le nostre voglie. Quando usciamo dalla camera, mio suocero da un colpetto con il gomito a mio marito, come a dire che, per merito di Flavia, era tutto sistemato. Durante tutto l’evento, lei mi è stata sempre vicina. Ho potuto ammirare la sua classe nel rivolgersi a tutti, sempre con modi gentili, pacati. Era sempre presente, me lo era in maniera discreta, sempre in secondo piano, lasciando al marito tutta la scena che, ovviamente, occupava insieme al figlio. Ho notato che lei, non si è mai trovata al centro dell’attenzione, in nessuna occasione. Ho provato una strana sensazione ad esser nuda sotto. Mi sentivo eccitata al pensiero che nessuno, a parte Flavia, sapeva che ero nuda. Mi sentivo libera e leggera, ma, nel contempo, tanto porca. Spesso ci siamo tenute, mano nella mano. Quando è giunto il momento del taglio della torta nunziale, tutti si sono accalcati vicino agli sposi, che si erano spostati sotto un gazebo, appositamente addobbato. Noi due siamo rimaste un po' in disparte, con in mano i calici per brindare. Eravamo appoggiate ad una colonna, quando lei mi ha fatto un cenno con la testa ad indicarmi la madre della sposa, che veniva verso di noi con la nuora.
«Ciao, Flavia, vedo che sei in compagnia della tua giovane nuora. Come le va, la vita matrimoniale? Si diverte?»
Si rivolge a me, mentre con lo sguardo ha incrociato quello di Flavia.
«Cara Angela, mia nuora è come la tua; ha da poco capito le regole del gioco, ma credo che dovrò istruirla a dovere, anzi conto su voi due, per un aiuto».
Le due donne si rivolgono uno sguardo complice, poi Sara, la nuora di Angela, solleva il calice e lo fa tintinnare assieme al mio.
«Ben venuta nel club!»
Le guardo, cercando di immaginare quello che la mia mente pensa di aver intuito. A gran voce, reclamano Angela per le foto e lei se ne va portando Flavia con sé. Sara si avvicina e mi parla fissandomi negli occhi.
«Mi fa piacere sapere che anche tu hai capito che con uomini come i nostri mariti c’è ben poco da fare, se non prendersi delle piccole, ma significative rivincite, specie se te la fanno davvero sporca. All’inizio non avevo capito come girava il mondo, ma poi ci ha pensato Angela a spiegarmi come sopravvivere. Avere la suocera dalla mia parte è stato fondamentale, specie quando ho deciso di rimanere incinta. Se aspettavo quel fesso di mio marito, sarei diventata troppo vecchia, così lei mi ha dato una mano a cercare lo stallone giusto per la mia monta. È stato sconvolgente! Credimi, queste due donne che sono amiche ed amanti da sempre, sanno come ci si diverte e si sopravvive a maschi come quelli che abbiamo sposato. Sono felice che anche tu lo abbia capito; avrai modo di constatare quanto lei saprà farti felice e spero che, qualche volta, potremo stare insieme: mi sei sempre piaciuta ed una profonda leccata fra le tue cosce la darei volentieri».
La guardo incredula, ma anche eccitata. Poi mi viene da chiederle se anche lei è nuda sotto. La sua risposta è più di quanto immaginassi.
«Solo nuda? Indosso anche un cuneo ben piantato nel culo, per fare in modo che questa sera, lei me lo sfondi con il suo strap-on di taglia XXXL. Non vedo l’ora; è una settimana che alleno il culo. Le ho promesso che sarebbe stata lei a sverginarmi con il suo cazzone finto, prima di offrirlo a due nuovi amanti, che voglio provare insieme».
Si solleva un clamore di esultanza per il brindisi, poi tornano le due signore, e Sara mi chiede se l’accompagno in bagno. Guardo verso Flavia che mi fa cenno di andare e la seguo in silenzio. Giunte all'interno della struttura principale, ci dirigiamo al piano superiore, dove ci sono le camere ed entriamo dentro una vuota. Lei chiude la porta a chiave e immediatamente me la ritrovo incollata alle mie labbra. Mi bacia con infinita dolcezza e, nello stesso tempo, con molto trasporto. La sua mano mi fruga fra le cosce e accertato che sono nuda, mi distende sul letto e vi si infila tra di esse. Mi lecca in modo sconvolgente per me, che non ho mai avuto un simile trattamento; dopo breve, raggiungo il primo orgasmo, che mi fa tremare tutta. Rimane immobile fin quando il piacere che mi ha travolto, lentamente svanisce; si rialza e si siede a sua volta sul letto, apre le gambe e mi ritrovo davanti la sua fica completamente depilata. Più in giù è visibile il gioiello del plug che le adorna il culo; non resisto alla tentazione di infilare la mia lingua fra le labbra umide di quel fiore rosa, che profuma di femmina in calore. Gode all’istante.
«Dai, continua, che vengo! Non sai da quanto ti volevo! Leccami…ora!»
Trema e mi sconvolge per la rapidità con cui l’ho fatta godere. Lei si calma e torniamo di sotto. Lungo le scale mi dice che fra le braccia di Angela e Flavia ha provato emozioni stupende. Spesso le inseriscono dentro la fica delle palline o ovuli vibranti, che la stremano, specie se poi, uscite, ci deve camminare. Angela è abbastanza sadica in questo, ma, in compenso, è molto autoritaria, anche con il marito ed il figlio ed essi la rispettano.
Gli sposi hanno aperto le danze e tutti ballano; anche Flavia si concede a dei ragazzi che la fanno divertire. Io invece non accetto di ballare con nessuno. Mi sento benissimo e, quando si avvicina Paolo, lo bacio in bocca consapevole che nella mia è ancora presente il sapore del piacere di Sara. Lui è contento e risponde compiaciuto al mio bacio. In quel momento mi tornano in mente le parole di mia suocera: sono davvero ottusi e non si rendono conto di nulla. Mi guardo in giro, alla ricerca di un bel cazzo da succhiare, per completare la mia ripicca.
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3 anni fa
baxi18, 55
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Liberi tutti!
Erano ormai mesi che la pandemia aveva diviso in due gli amanti del sesso: da una parte gli incuranti e spericolati, che nonostante tutto non rinunciavano al sesso per nulla al mondo, e dall’altra i prudenti (e forse anche un po’ timorosi), la cui voglia aumentava sempre di più, ma con la paura che costringeva a solitarie sedute passate a fantasticare. Io ovviamente ero tra quelli prudenti: già prudente di mio in normali circostanze, durante il lungo periodo di astinenza non avevo fatto che altro che cercare qualcuno con cui mi ripromettevo di passare eccitanti momenti una volta passata l’emergenza.
Avevo quindi raccolto qualche sporadico contatto nella speranza di un futuro incontro, ma dopo un po’ alcuni erano spariti, mentre altri si “vedevano” in chat solo saltuariamente. Molti poi non mi attiravano per nulla, mentre alcuni avevano davvero delle belle dotazioni, e si ripromettevano di giocare con il mio culo appena la situazione lo avesse permesso. Avevo dato il mio contatto Skype ai più intriganti e più promettenti, ma più il tempo passava e più le interazioni in chat si facevano rare o terminavano del tutto senza lasciare traccia.
Arrivò la seconda estate, e la situazione migliorò. Finalmente si poteva andare in giro un po’ più liberamente e i contatti potevano lentamente riprendere, anche se i miei sembravano tutti spariti da tempo. Finché una sera, noiosa come ormai tante altre passate a cercare qualcosa di eccitante, uno dei contatti si rifece vivo. “Ciao Alex!” mi scrisse Marco, un quarantenne che abitava dall'altra parte della città. “Ti ricordi di me?” aggiunse. Non lo avevo certo dimenticato: si era mostrato una volta in cam, e il suo uccello mi era rimasto bene impresso nella memoria, grosso, venoso e con una splendida cappella. E poi il nick “Inculatore” non si dimentica facilmente, pensai. “Certo che mi ricordo” risposi “Come stai? Sei sparito… pensavo avessi trovato di meglio”. “Beh, è un po’ che non uso Skype…” scrisse “Ma ora… dopo tutta questa astinenza… ho il cazzo che mi scoppia, e ho una voglia pazzesca di un culo… il tuo culo”.
Il cuore andava all’impazzata, e già immaginavo cosa poteva essere rompere il digiuno con un maschio così, quando un altro contatto tornò online dopo tanto tempo. “Ciao troia!” esordì Andrea, un cinquantenne separato sparito da più di un mese. “Anch’io ho una voglia pazzesca” risposi a Marco “Finalmente un bel cazzo…. magari!” aggiunsi, per poi precipitarmi a rispondere ad Andrea. “Ehi, quanto tempo! Pensavo ti fossi dimenticato di me!” gli scrissi. “Ma no! Come potrei aver dimenticato il tuo culetto? Sono mesi che me lo sogno e me lo sego…” mi rispose. “Tanto che mi chiedevo… visto che adesso si può… hai ancora voglia di fartelo sfondare?”. Il verbo era di certo adatto: il suo uccello dalle foto sembrava davvero grosso, con un diametro di 5 centimetri. O almeno così lui mi aveva detto una sera mentre chattavamo. E il suo nick “Spaccaculi” sembrava più che adatto…
Mesi di astinenza, ed ora due stalloni si facevano vivi nella stessa sera. “Non sai che voglia che ho di farmi sbattere” risposi ad Andrea, mentre Marco continuava a scrivere. “Il mio cazzo sarà tutto per te”. “Quando vuoi” risposi velocemente, alternando le mie risposte ai due uomini che incalzavano mostrando un notevole arrapamento. Marco non si fece certo pregare: “Perché non adesso allora… te l’ho detto che sto morendo di voglia… dai, vieni da me… voglio finalmente usare il tuo culo”. Mi colse un po’ alla sprovvista, anche perché non abitava certo dietro l’angolo. Ma ormai tutto era permesso, e certo non potevo farmi scappare un’occasione così. “Dammi il tempo di prepararmi ed arrivare da te…” risposi pregustando una notte di sesso finalmente libero e un po’ folle.
“Dai raggiungimi ti prego” scrisse Andrea lo spaccaculi “Non vuoi verificare se il mio nick è meritato?”. Aprì la cam, mostrando il suo cazzo in tutto il suo splendore. Duro e venoso, oscillava invitante sullo schermo mentre Andrea sussurrava “Vieni Alex… ho proprio voglia di spaccare il tuo bel culetto…”. Quando niente e quando troppo in una sera. A malincuore confessai ad Andrea che stavo per andare a farmi scopare da un altro. Ormai avevo detto di sì a Marco e non sarebbe stato certo corretto piantarlo adesso. Andrea non insistette, ma mi fece promettere che il giorno dopo gli avrei fatto usare il mio culo a suo piacimento e mi augurò una serata eccitante. Ovviamente gli dissi di sì, e mi andai a preparare con l’eccitazione che cresceva di minuto in minuto.
Dopo più di mezz’ora di macchina arrivai all’indirizzo che Marco mi aveva dato, che corrispondeva ad una villetta poco fuori Roma, circondata da un piccolo giardino. Parcheggiai e citofonai: dopo pochi secondi la serratura del cancelletto scattò. Aprii il cancelletto e mi ritrovai su un piccolo vialetto che attraversando il giardino conduceva alla villetta. Sulla porta di casa spalancata mi aspettava Marco, completamente nudo, con il cazzo in tiro in bella mostra, e un gran sorriso stampato sul volto. “Non aveva senso rivestirmi per poi spogliarmi no?” mi disse allegramente. “Direi proprio di no” dissi ridendo ed entrando in casa “io però per venire qualcosa addosso ho dovuto metterla” aggiunsi. “Poco male” disse lui “ora puoi levarti tutto… casa mia è a prova di privacy… nessuno può vederci, nemmeno in giardino”. “Splendido” dissi levandomi di dosso i pochi indumenti estivi che avevo addosso, rimanendo nudo nell’ampio salotto della villetta. “Così puoi scoparmi dove vuoi” gli dissi con un sorriso malizioso. “Deciderò durante la serata” disse sornione “tanto nessuno può nemmeno sentirci…” aggiunse con un tono sempre più eccitato. “Hai intenzione bellicose eh? Vuoi fare molto rumore?” chiesi quasi per gioco. “Ho intenzione di farti urlare come una troia” disse dandomi una forte sculacciata e palpandomi il culo con decisione. “Un bel programma direi… non vedo l’ora” dissi con la voce sempre più carica di eccitazione.
“L’ora è adesso” disse lui quasi facendosi serio “l’ora in cui finalmente ti sfonderemo a dovere”. Rimasi per un attimo interdetto sentendolo parlare al plurale e stavo per dire qualcosa, quando un secondo uomo nudo comparve sulla soglia della camera da letto. “Ti presento il mio amico Andrea, o meglio “Spaccaculi”, come preferisce farsi chiamare in chat”. Riconobbi il suo grosso cazzo e rimasi a guardarlo senza sapere cosa dire. Fu Marco a levarmi da quell’imbarazzo: “Io e Andrea siamo amici da tempo, e mi ha detto che sei stato molto corretto a rifiutare il suo cazzo perché ormai avevi preso un impegno con me… e noi lo abbiamo apprezzato.”. “Per cui abbiamo deciso che stasera meritavi una doppia razione di cazzo…” aggiunse Andrea che avanzò fino a mettersi a fianco di Marco. Rimasi a guardare quei due grossi cazzi dondolare invitanti davanti a me mentre i due uomini sorrisero soddisfatti dell’effetto che la sorpresa aveva avuto su di me. “Stanotte dovremo recuperare un mucchio di scopate non fatte vero Marco?” disse Andrea. “Se questa troia ha solo un po’ della voglia che ci ha detto di avere… vedrai che sarà una notte impegnativa” rispose Marco. “Inginocchiati troia” mi ordinò prima che io potessi dire qualcosa “e adora i nostri cazzi”. Non me lo feci ripetere, anche perché nell’impartirmi l’ordine Marco mi mise una mano su una spalla spingendomi verso il pavimento. Mi ritrovai in ginocchio con i loro grossi uccelli davanti al viso: grossi, durissimi e profumati di maschio in calore erano la realizzazione di mesi di sogni da troia. Li afferrai stringendoli per saggiarne la durezza, sentendo nelle mie mani la potenza delle loro erezioni. Il cazzo di Andrea era davvero imponente, con un diametro esagerato. Ma anche quello di Marco era splendido, grosso, largo e venoso con una grossa cappella che non esitai a prendere in bocca avidamente, succhiandola con forza e assaporando finalmente quella carne durissima.
Passai poi a succhiare Andrea, per poi iniziare a pompare i due cazzi a turno, con foga, con voglia, facendo ogni volta fatica per le loro dimensioni. “Aaaahhhh… cazzo! Finalmente una bocca vorace!” disse Marco. “Questa è proprio fame di cazzo” aggiunse Andrea mentre la mia bocca li accoglieva a turno, inondandoli di saliva. “Credo proprio che stanotte ci divertiremo” disse Andrea. “Ho una tale voglia di culo…” dichiarò con voce eccitata Marco. “E allora cosa aspetti?” gli rispose Andrea “Mettiglielo nel culo… secondo me non aspetta altro… vero troia?”. Smisi di spompinarli, con rivoli di saliva che mi bagnavano le labbra e colavano sul mento e sorrisi loro guardandoli dal basso. “Lo prendo per un sì” disse Marco prendendomi per un braccio e facendomi mettere a pecora senza tanti complimenti. Si succhiò tre dita e me le infilò nel culo con decisione, ruotandole e muovendole avanti e indietro per saggiare il mio sfintere. Andrea si piazzò davanti a me e mi mise in bocca il suo cazzo iniziando lentamente a scoparmela. “Non perdere tempo… Inculalo… sono sicuro che è già pronto” disse poi all’amico. Marco non se lo fece ripetere, appoggiò il glande contro il mio buchetto ed iniziò a spingere. Sentii il cazzo farsi strada dentro di me con decisione, lentamente ma inesorabilmente. Il mio culo lo accolse docilmente e brividi di piacere corsero lungo il mio corpo sentendo quel grosso arnese di carne penetrarmi fino all’ultimo centimetro, mentre il cazzo di Andrea continuava a scorrermi fra le labbra.
“Cazzo… finalmente… che culo…” rantolò Marco con il cazzo ben piantato a fondo nel mio culo. “Te l’avevo detto… secondo me è fatto per prendere cazzi” aggiunse Andrea “Dai… scopalo… dagli un assaggio di quello che lo aspetta questa notte…”. Marco non se lo fece ripetere, mi prese saldamente per i fianchi, ed iniziò a muoversi avanti e indietro, lento ma deciso, affondando nel mio culo il suo cazzo fino alla radice. Ogni spinta era più decisa e più rapida della precedente, e dopo pochi affondi Marco mi stava inculando con spinte decise e profonde, dimostrando di voler finalmente sfogare tutta la voglia arretrata.
“Bravo… così…” lo incitava Andrea che adesso si era fermato “Scopalo per bene… così non devo nemmeno muovermi per scopargli la bocca”. E aveva ragione. Le spinte di Marco facevano sì che il cazzo di Andrea mi affondasse fra le labbra senza che lui si muovesse. Si spinse in avanti e con le mani afferrò i miei glutei, tenendoli spalancati e agevolando Marco nel penetrarmi a fondo. “Che gran culo” disse subito prima di assestarmi una forte sculacciata, per poi lasciare il mio culo e afferrare la mia testa per scoparmi meglio la bocca. “Cazzo che troia” disse Marco mentre continuava a ritmo serrato a fottermi il culo. “Davvero una gran troia” confermò Andrea sfilandomi dalla bocca il suo grosso cazzo. “Voglio il suo culo” aggiunse poi rivolto a Marco che sfilò il suo cazzo dandomi una pacca sul culo. “E’ tutto per te… goditelo, è davvero un culo accogliente” aggiunse mettendosi davanti a me al posto di Andrea, iniziando a strofinarmi sul viso il suo cazzo bollente. Sentii Andrea sistemarsi dietro di me e appoggiarmi la grossa cappella sul buco già aperto dal suo amico. “Adesso vedremo quanto è accogliente” disse iniziando a spingere. Sentii la cappella farsi strada e penetrare nel culo aprendomelo ancora di più: il diametro del suo cazzo era davvero notevole e già la sola cappella mi allargava più di quanto non avesse fatto il cazzo di Marco. Mi prese per i fianchi, tenendo solo la cappella nel mio culo. “Adesso sentirai perché il suo nick è “Spaccaculi”… sono sicuro che lo apprezzerai” mi disse Marco guardandomi con un sorriso e tenendomi saldamente la testa. “Dai Andrea… spaccagli il culo…”. “Volentieri” disse Andrea un attimo prima di affondare con un colpo deciso il suo enorme cazzo nel mio culo.
Urlai sentendo il culo dilatarsi come non mai, aperto con forza dal largo uccello di Andrea che in un attimo era penetrato fino alla radice. “Cazzo sì…” ghignò Andrea “questo è un culo come si deve”. Muoveva il bacino per assestare meglio il suo grosso palo di carne nel mio culo, mentre io cercavo di riprendere fiato. “Fa male?” chiese Marco, più per avere conferma che il suo amico stesse tenendo fede al suo nick. Ripresi fiato, mentre il culo massaggiato dai movimenti di Andrea si stava rilassando ed abituando al suo grosso uccello, e riaprii gli occhi guardando Marco. “E’… fantastico” dissi pieno di voglia. “Lo sapevo!” disse Marco eccitatissimo al suo amico “E’ proprio una troia! Dai Andrea… sfondalo!”. Andrea non se lo fece certo ripetere, e indietreggiò fino a lasciare nel mio culo solo la cappella, per poi spingere con forza ancora una volta l’enorme cazzo a fondo nel mio culo, facendomi inarcare la schiena e gemere ancora. “Ti piace il mio cazzo vero troia?” chiese Andrea conoscendo già la risposta e affondando ancora con forza nel mio culo. “Lo adoro” gemetti sentendo il culo ancora una volta accogliere il suo grosso cazzo. “Non ho sentito! disse Andrea spingendo ancora con forza dentro il mio culo il suo uccello duro come il marmo. “Lo adoro!” urlai allora “Spaccami il culo! SPACCAMELO!” urlai con forza. “Ti accontento subito troia…” disse Andrea, serrando ancor di più le sue mani sui miei fianchi ed iniziando a incularmi con spinte forti e vigorose. Non erano rapide, ma ogni spinta era potente e profonda, e il suo cazzo dilatava ad ogni affondo il mio culo. Sentivo il suo enorme palo di carne penetrare fino alla radice, ed il suo bacino sbattere con forza contro il mio culo, facendo sobbalzare il mio corpo ormai in sua balìa. “Prendi puttana…” ripeteva ad ogni affondo “prendi il mio cazzo… E’ tutto per te!”. Io mugolavo ad ogni spinta, mentre Marco si segava seduto sul divano godendosi la scena. Andrea spinse ancora a fondo, ruotando il bacino facendo sì che il suo splendido cazzo mi allargasse ancora.
“Sei proprio una gran troia” disse Andrea con il cazzo ben piantato nel mio culo mentre io ansimavo sentendolo grosso e durissimo dentro di me. “Non fermarti… non fermarti… “, quasi lo pregai “Ancora cazzo… ancora…”. Andrea ricominciò immediatamente ad incularmi con decisione, ma questa volta il ritmo si fece via via più intenso. “Tutto per te troia… te lo spacco questo culo! Te lo spacco!” urlò in preda ad un’eccitazione travolgente. Tenne fede al suo nick: le sue spinte erano potenti e veloci, e il suo cazzo entrava prepotente nel mio culo ormai aperto senza alcuna pietà, scuotendo con forza il mio corpo percorso da intense ondate di piacere.
All’improvviso estrasse dal mio ano il suo grosso arnese e con le mani mi tenne ben aperto il culo. “Guarda qui che culo” lo sentii dire. “Secondo me però ci vuole ancora qualche colpo” disse Andrea rimettendomi nel culo con un’unica potente spinta il suo durissimo uccello e riprendendo a fottermi ancora una volta con spinte degne di un toro. “Oh sì… sì… sfondami il culo… sono una troiaaaaaa!” urlai in preda all’estasi che quel pezzo di carne durissima mi procurava. “Brava troia… urla… urla!” ripeteva Andrea mentre mi sbatteva senza sosta. “Ti piace proprio come ti spacca, vero troia?” disse Marco. “Da impazzire… è davvero uno spaccaculi…” gli risposi gemendo. Una forte sculacciata mi fece sobbalzare, mentre sentivo il cazzo di Andrea continuare il suo andirivieni nel mio culo. “Mi sa che non ha sentito sai, troia?” disse senza rallentare nemmeno un attimo. “Sei un vero spaccaculi!” ripetei più forte “Il mio spaccaculi! Spingi! Spingi! Spaccami il culooooo!” urlai incitandolo.
Andrea mi pompò il culo con foga per diversi minuti, spingendo come un toro, per poi sfilarmi all’improvviso il cazzo dal culo e comparire davanti a me. Mi fece mettere in fretta in ginocchio mentre si menava il cazzo furiosamente, e io feci appena in tempo a sistemarmi che il primo schizzo sgorgò violentissimo da quell’uccello teso allo spasimo, colpendomi il viso. Al primo schizzo ne seguirono altri, da perderne il conto: non era solo uno spaccaculi di prim’ordine, ma anche un grande sborratore. Rantolando mi inondò il viso di sperma bollente, che iniziò a colarmi sulle guance e sulle labbra, prima che io spalancassi la bocca e tirassi fuori la lingua per permettergli di schizzarmi dentro e farmi gustare il suo nettare. Mi infilò in bocca il cazzo iniziando a scoparmela, scaricandomi così direttamente in gola gli ultimi fiotti e facendosi ripulire il cazzo. Una volta passata l’ondata di piena Andrea si lasciò andare sul divano a fianco di Marco ansimando. “Cazzo che troia!” disse “Ti ho spaccato il culo, ma mi hai davvero svuotato…”.
Sorrisi soddisfatto col viso fradicio di sperma, ma Marco a quel punto smise di fare lo spettatore, mi fece alzare e mi spinse sul divano a pancia su. Mi sollevò le gambe facendomi portare le ginocchia all’altezza del petto, puntò il suo cazzo durissimo contro il mio culo e guardandomi mi sorrise e disse: “Guarda che abbiamo appena iniziato sai? Abbiamo tanta di quella fame arretrata che stanotte il tuo culo dovrà fare gli straordinari!”. Spinse a fondo senza troppi complimenti il suo cazzo, iniziando a fottermi con veemenza, schiacciando il mio corpo contro il divano tenendo con forza le mie ginocchia contro il mio petto, immobilizzandomi. Sopra di me, mi inculava deciso, scopandomi il culo ormai completamente aperto dal grosso cazzo di Andrea. “Bravo Marco, sfondala questa troia” lo incitava Andrea “Riempila di cazzo”. “Che culo che ha… sembra di burro” ansimava Marco mentre imperterrito mi sbatteva con forza, ad un ritmo che continuava ad aumentare. Afferrai i suoi glutei, dapprima accompagnando i suoi movimenti e poi stringendoli e tirandolo verso di me. “Cazzo che grandissima troia!” disse Andrea commentando la cosa. “Più forte la inculi e più vuole il cazzo!”, aggiunse. “E noi la accontentiamo volentieri, vero troia?” disse Marco assestandomi altri colpi poderosi. “Il mio culo ha bisogno di cazzi… i vostri cazzi…” mugolai un attimo prima che Marco mi desse un’affondata potente piantandomi nel culo il suo cazzo e chiudesse gli occhi rantolando e dandomi della troia ancora una volta. Sentii il suo cazzo irrigidirsi, e un attimo dopo iniziare a pulsare, e caldi schizzi mi inondarmi il retto con un’abbondante razione di seme: col cazzo piantato a fondo Marco si svuotò i coglioni dentro di me fino all’ultima goccia. Riaprì gli occhi e mi guardò sorridendo, ricominciando lentamente a muoversi, il cazzo ancora durissimo nel mio culo nonostante la sborrata. “Non pensavi mica che avessimo finito vero?” disse mentre aumentava nuovamente il ritmo dell’inculata. “Abbiamo intenzione di usarti a lungo stanotte…” aggiunse mentre ancora una volta riprendeva a fottermi con veemenza. Io strinsi i cuscini del divano godendomi quell’ulteriore forsennata cavalcata. “Sono venuto per questo…” dissi ansimando “per essere riempito di cazzo”. “E ne hai trovati due” disse Andrea che era di nuovo in tiro, col cazzo grosso e duro pronto per riempirmi ancora. Marco sfilò il cazzo e si staccò da me, e prendendomi per un braccio mi condusse in camera da letto, dove un armadio occupava un’intera parete, completamente ricoperto da specchi. Andrea si sdraiò per terra e mi ingiunse di impalarmi sul suo cazzo. Mi misi in posizione, posizionando il suo splendido glande contro il mio buchetto, e lentamente mi abbassai, impalandomi sul suo uccello. Potevo vedere la scena nello specchio, con il grosso palo di carne di Andrea che lentamente spariva nel mio culo man mano che mi abbassavo, finché non fu dentro fino alla radice. Mi sistemai meglio su di lui, appoggiandomi all’indietro con le mani sul suo petto, ed iniziai lentamente a muovermi su e giù, sentendo nuovamente il culo dilatato da quel largo cazzo. Guardavo nello specchio il suo cazzo penetrarmi ormai con facilità, e mi sembrava incredibile che un affare così potesse entrare nel mio culo come fosse la cosa più naturale del mondo.
Evidentemente però Andrea non gradiva molto quel ritmo lento con cui mi gustavo l’inculata nello specchio, per cui afferrò i miei glutei e bloccò i miei movimenti, tenendo il mio culo sollevato. “Così andiamo troppo lenti” disse “Per il tuo culo da troia ci vuole ben altro” aggiunse subito prima di cominciare a spingere verso l’alto, iniziando a pomparmi il culo con vigore. In pochi secondi le sue spinte tornarono ad essere potenti e veloci, ed io potevo vedere estasiato nello specchio quel grosso trapano di carne scorrere rapido nel mio culo. “Oh sì, cazzo, sì” ansimai “Bravo… inculami… spaccamelo… SPACCAMELO!” urlai senza ritegno, sapendo che gli unici che potevano sentirmi urlare erano i due stalloni di cui quella notte ero lo strumento di piacere.
“Una vera troia che sa apprezzare una bella inculata… proprio quello di cui avevamo bisogno!” disse Marco mettendosi davanti a me ed iniziando a schiaffeggiarmi col suo cazzo durissimo. Spalancai la bocca e Marco prontamente la riempì con la carne del suo uccello. Mi tenne salda la testa ed iniziò a scoparmi la bocca, facendo penetrare la cappella fino all’inizio della gola ad ogni affondo e facendo sì che abbondante saliva iniziasse a colarmi dagli angoli della bocca. I due maschi mi penetravano senza ritegno, prepotenti e autoritari, prendendosi il loro piacere e usandomi a loro piacimento. Più mi scopavano, più pensavano soltanto a godere e a godersi i miei buchi, fregandosene di quello che potessi volere io. Ma quel modo di fare mi faceva impazzire di piacere: più mi riempivano con i loro cazzi arroganti e più ne volevo, più li sentivo spingere e più mi lasciavo andare facendomi usare come una troia, la troia che loro volevano.
Le spinte di Andrea verso l’alto diventarono ad un certo punto talmente potenti che Marco perse la presa, i loro cazzi uscirono dalla mia bocca e dal mio culo e io finii per terra. Marco mi fece mettere a pecora dandomi un paio di sonore sculacciate e mi piantò con forza nel culo il suo cazzo, prendendo a fottermi con vigore per qualche minuto, finché Andrea non lo fece spostare per incularmi. Si misero così a fottermi il culo a turno, dimostrando un tale affiatamento che evidentemente avevano acquisito a forza di dividersi puttanelle. Il via vai di cazzi durò a lungo: mi inculavano a turno per non più di una decina di secondi, sbattendomi con forza ogni volta crescente, finché non mi fecero girare e me li ritrovai in piedi davanti a me che si menavano furiosamente i grossi cazzi. Fu un attimo, e gli schizzi mi colpirono in faccia con forza, densi, caldi e ancora una volta abbondanti. I due porci mi vennero sul viso svuotandosi i coglioni fino all’ultima goccia, e io sentivo lo sperma colarmi sulle guance, sulle labbra, sul mento. Mi leccai le labbra guardando i due amici che sorridevano soddisfatti per avermi inondato. “Mi sa che è meglio se si lava la faccia vero Marco?” disse Andrea. “Hai ragione… vieni!” mi ordinò Marco prendendomi per un braccio e conducendomi in giardino. Mi fece mettere sul prato, e mi ritrovai ancora una volta Andrea e Marco davanti a me, che si guardarono e si scambiarono uno sguardo di intesa. Un momento dopo, puntarono i loro uccelli verso di me e iniziarono a pisciare, inondami il viso ed il corpo di abbondante pioggia dorata. Istintivamente aprii la bocca, lasciando che dirigessero i loro getti direttamente sulla mia lingua: ingoiai avidamente per quanto possibile il loro piscio, ma la quantità era talmente tanta che uscì dalla bocca colandomi sul corpo. Bevetti molti sorsi di liquido dorato, finché i getti non calarono di intensità. I due porci si avvicinarono a me e sgrullarono i loro cazzi davanti al mio viso, donandomi le ultime gocce di piscio bollente. Sorrisi loro col viso fradicio, afferrai i loro cazzi e presi a menarli lentamente e a leccarli. “Grazie” dissi “siete proprio due stalloni fantastici… i vostri nick sono davvero meritati”. Andrea disse a Marco, come se io non avessi detto nulla: “Lo sapevo che era una gran troia… il cazzo lo adora”. “Hai proprio ragione” rispose Marco “Davvero la troia giusta per noi”. Mentre i due parlavano, io sentii fra le dita i due cazzi diventare sempre più duri, invece che ammosciarsi, e in breve mi ritrovai nelle mani due grossi pezzi di carne durissima. I due dovettero notare la mia espressione, tra lo stupito e l’incredulo. “Pensavi che ne avessimo abbastanza?” disse Marco ridendo. “Preparati troia” aggiunse Andrea “la notte è lunga e nostri cazzi hanno ancora fame”. Sorrisi, e un attimo dopo Andrea mi stava nuovamente spaccando il culo. Sarebbe stata una lunga notte. Una notte da ricordare... e da ripetere.
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3 anni fa
AlexBsxPass,
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Ultima visita: 1 giorno fa
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intriganti evasioni. ultima parte
Al rientro dalle vacanze, alle superiori sono diventata subito amica con Silvia. Fra di noi è stata intesa completa. Dopo pochi giorni già eravamo intime e durante le vacanze invernali, ho conosciuto Mario suo fratello e me ne sono innamorata all’istante. Ero indecisa se parlarne con Silvia, ma alla fine l’ho fatto.
«Silvia, ti devo chiedere una cosa. Tu sai che io non sono una santerellina, quello che si dice a scuola è vero, che mi succhio tanti cazzi e mi piace da morire farlo, su questo ne abbiamo discusso parecchio, e ho sempre avuto la tua approvazione, ma adesso ho un grosso problema. Mi sono innamorata di tuo fratello, e mi sembra che anche a lui io vada a genio. Vorrei sapere tu che ne pensi. Ti sembro troppo zoccola per stare con lui?»
Lei mi ha guardato con occhi carichi di gioia.
«Adorabile troietta, lo sai benissimo che tu per me sei una ragazza stupenda, mi fa impazzire saperti una zoccoletta succhiacazzi. Se a lui, che ritengo essere un bel porcello, gli vai bene io non ho niente da obbiettare. Solo ti prego di renderlo felice, è mio fratello, gli voglio un bene dell’anima.»
Da quel momento la mia vita è cambiata in modo radicale. Con lui ho scoperto il piacere di esibirmi non solo per il mio piacere, ma anche per la sua eccitazione. Saperlo eccitato mi ha sempre fatto sbrodolare tanto, con lui ho provato sempre indimenticabili emozioni e tanto piacere, ma sempre insieme e sempre complici. Con Silvia il rapporto si è sempre più cementato, e fra di noi l’intesa è risultata sempre perfetta anche se non mi ha mai voluto dire che era il padre di suo figlio.
«Un giorno te lo racconto, ma dovari giurare che non lo dici a nessuno nemmeno a Marco.»
Mi sono messa l’anima in pace convinta che quando lei sarebbe stata pronta me lo avrebbe raccontato. E adesso veniamo a quello che poi è il motivo per cui sono io a raccontavi la nostra vita di coppia. Dopo la scoperta del tumore e la relativa asportazione dell’utero, sono caduta in una strana depressione. Il sapere che non potevo più procreare mi ha lasciato sconvolta, distrutta e apatica. Mi sembrava che tutto avesse perso il suo splendore. Il sesso, i giochi o altro non avevano più nessun interesse. Mario dal canto suo ha cercato in ogni modo di scuotermi e di farmi sempre sentire a mio agio e per questo ha sempre avuto la mia gratitudine e riconoscenza. Mi rendevo conto di non farlo più felice, ma dentro di me qualche cosa si era bloccato, spento. La morte poi di suo padre, mio suocero ci ha rattristato ancora di più. Silvia è rimasta quella più colpita. Lei e suo padre erano inseparabili. Lui la rendeva partecipe di ogni istante della sua vita. E la gioia quando lei aveva dato il suo stesso cognome al figlio Marco. Con quanto piacere lui aveva sempre voluto i nostri figli, con noi in ufficio il pomeriggio dopo la scuola. Sembrava che fossero figli suoi da quanto li teneva sempre con lui. Spesso li faceva giocare nel suo studio, li teneva al suo fianco in molte occasioni dove si vedeva benissimo la sua soddisfazione. Col passare degli anni, sia mia figlia che mio nipote sono diventati inseparabili e adesso sono quasi pronti per affiancarci nel lavoro che sanno fare benissimo anche grazie ai suoi insegnamenti. Circa un mese fa abbiamo partecipato ad un convegno organizzato dalla nostra associazione per prendere visione delle nove disposizioni in tema fiscale. Un vero concentrato di noia pazzesca, ma estremamente necessario e per questo io e Silvia vi abbiamo partecipato.
In genere ero felice di lasciare a lei e suo padre queste riunioni, così mi ha chiesto di affiancarla e io essendo in un momento un po’ particolare ho pensato che un cambiamento, se pur momentaneo mi avrebbe giovato. E per giovare ha giovato. Durante la giornata abbiamo fatto la conoscenza di una bella donna che ha la nostra stessa età. In un mucchio di maschi eravamo solo poche donne e lei sembrava più contenta di noi di socializzare per sentirsi meno sotto tiro. Laura, questo è il suo nome ci ha detto che ogni volta era la stessa storia, tanti a cercare di provarci e lei che non vuole storie con i colleghi anche perche è sposata. Durante la cena ci hanno invitato ad andare a ballare nella discoteca sottostante l’hotel, ma lei ha detto che preferiva andarsene a cercare un po’ di divertimento in un locale fuori dal convegno e così abbiamo deciso di seguirla. Sedute in un bar con poche persone attorno, solo una decina di maschi che ci guardavano con un certo interesse lei si è confidata con noi. Sembrava che aveva tanta voglia di parlare e ci ha raccontato che era della nostra stessa città, solo più in periferia nella zona industriale. Sposata con un bel maschio di cui ci ha fatto vedere una foto e devo ammettere che aveva ragione. Stefano suo marito le voleva molto bene e insieme facevano una bella coppia. Sposata da diversi anni hanno solo un figlio maschio di nome Daniele. Purtroppo non ne può avere altri, anzi per far nascere Daniele ha dovuto decidere lei se rischiare oppure no. Quando è rimasta incinta le hanno diagnosticato un tumore benigno che sarebbe cresciuto nel suo utero con la stessa rapidità del figlio quindi lei ha preso la decisione di averlo e poi di farsi asportare tutto l’apparato riproduttivo. Sentirla parlare mi ha riacceso un dolore che ho cercato di reprimere per un po’ di tempo senza però riuscirci e vedendo lei così calma e tranquilla le ho raccontato che io avevo avuto lo stesso problema, e che anche a me era stato asportato tutto l’utero e che adesso mi sentivo molto depressa e che ne stava facendo le spese era mio marito. Mentre stavo parlando le arriva un messaggio sul cellulare e lei lo legge e scuote il capo. Incuriosite le chiediamo cosa ci sia che non va bene e lei sorride ironicamente.
«Con mio marito da tempo abbiamo sviluppato un bel gioco. Chi di noi due è fuori città per lavoro, anche a lui capita spesso, decide di sfidare l’altro ad una prova un po’ particolare, ma credo che questa volta non sia possibile che io la superi, dovrò pagare pegno.»
La guardiamo incuriosite al massimo e lei un po’ titubante ci racconta che loro sono una coppia che ha una forte intesa e massima fiducia fra loro, e che qualche volta rendono il loro rapporto un po’ più piccante con delle situazioni particolari. Noi due ci diamo una occhiata e io le parlo sinceramente.
«Potrebbe essere che stai parlando con due persone che ti capiscono benissimo di cosa vai parlando. Io e mio marito avevamo lo stesso tipo di gioco fin quando io ho avuto quel problema e adesso non me la sento di giocare. Mi fa molto piacere capire come tu sei riuscita a superare la tremenda situazione che quel tipo di operazione ti lascia dentro. In ogni caso se possiamo esserti di aiuto in qualche modo siamo a tua disposizione.»
Lei ci guarda con ammirazione e poi mi chiede se io adesso non faccio più sesso con mio marito. Le rispondo che il sesso lo faccio, ma lui vorrebbe di più essendo abituato a certe situazioni eccitanti e giochi vari che facevamo insieme, solo che io mi sento depressa e alla fine è lui che ne fa le spese.
«Mi stai dicendo che voi facevate delle cose molto interessanti sul piano erotico ma che adesso è tutto finito? Scusa ma perche è finito? Che colpa ne ha lui se tu hai dovuto subire una operazione? Poi così facendo gli fai scontare una cosa che esula dalla sua volontà, non credo che tu ti saresti fatta operare se non fosse stato realmente necessario, quindi se la vita ti ha dato un pugno e ti mette al tappeto rialzati e continui a combattere. Stefano mi è stato sempre vicino e tanto comprensivo che io non me la sono sentita di privarlo del piacere che avevamo prima di tutto questo. Per questo accetto sempre di buon grado quando lui mi sprona a mettermi in gioco come questa sera che vorrebbe che io scopassi con un maschio sotto lo sguardo di una donna anche se fosse sua moglie.»
La guardiamo e sorridendo le facciamo una proposta.
«Se ti va scegli che ti pare e portalo in camera e poi scopaci quanto vuoi, noi staremo a guardare così non dovrai pagare pegno con tuo marito.»
Lei ci guarda stupita e poi sorride.
«Anche così non è facile, ma ci riuscirò. Grazie conto sulla vostra complicità.»
Si alza, e si avvia verso il bancone del bar dove ci sono due maschi davvero splendidi che le sorridono, lei si siede vicino a quello è più giovane e le parla sottovoce. Lui sorride e guarda verso di noi e annuisce e poi la segue con noi che le andiamo dietro. Appena fuori dal locale lui ci dice che abita poco lontano e che se volgiamo possiamo salire da lui. Lei mentre camminiamo ci racconta che gli ha detto che aveva scommesso con noi che si sarebbe fatta scopare da lui sotto lo sguardo compiaciuto di noi che altrimenti le avremmo fatto pagare un pegno molto più pesante. Lui ci invita ad entrare e poi si dedica a lei che sembra non prestare molta attenzione, solo lo stretto indispensabile. Lo succhia un poco e poi si fa scopare sul divano chiudendo gli occhi mentre lui la stantuffa senza sosta e alla fine quando sborra le schizza dentro tutto il suo seme le urla addosso il suo piacere. Restiamo stupite dal suo comportamento e dal fatto che appena lui si è sfilato lei ha indossato subito delle mutandine diverse da quelle che aveva prima, direi molto caste e coprenti senza andare a pulirsi in bagno. Quando ce ne siamo andate le ho chiesto se tutto questo aveva in senso e la sua risposta è stata più che esauriente.
«Io non ho scopato con lui, ma mentalmente con mio marito e ho goduto solo nella mia mente al pensiero che domani quando torno gli mostro le mutandine piene del seme di quel maschio che ha solo assolto il compito di eccitarci nel nostro gioco. Solo con la mente io godo quando non c’è lui. Con lui sono una furia scatenata, ma senza divento passiva e solo in testa, dentro di me lo immagino che mi guarda e gode.»
Reato stupita da tanta unione e soprattutto adesso capisco il mio stupido comportamento nei confronti di mio marito e di come lo sta facendo soffrire è per una colpa che non ha e adesso voglio rimediare. Domani quando torno voglio riaccendere il piacere, la lussuria, l’esibizionismo e svegliare di nuovo la troia che è in me e che adesso vuole di nuovo giocare. Le parlo di noi come coppia e come giochiamo e le propongo una serata fra noi come coppia. Mi risponde che per loro sarebbe molto bello anche perche non hanno esperienze di scambi di coppia e nemmeno noi lo abbiamo realmente fatto quindi ne riparliamo la ritorno in città. Ho lasciato passare tre giorni per dare a Laura il tempo di confidarsi con suo marito per un eventuale incontro che adesso si sta realizzando in quanto anche lui è subito rimasto molto entusiasta. Adesso mi sto preparando per incontrare Laura e Stefano e mi voglio mettere in tiro al massimo. Quando oggi l’ho detto a Mario è impazzito di gioia e adesso non sta nella pelle dalla voglia di conoscerli. Spero che sia una serata sconvolgente, ne abbiamo bisogno entrambi.
«Paola sbrigasti che facciamo tardi!»
«Un attimo che arrivo! Cerca di avere pazienza, lo sai che mi piace essere al meglio.»
Sono impaziente di conoscere questa coppia e spero che da quello che mi ha raccontato Paola sia stupenda e lei questa sera deve essere perfetta. Tornare a fare sesso di nuovo in maniera così intrigante mi fa sperare che il peggio sia passato e che il futuro sarà ricco di nuove e intriganti evasioni.
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Intriganti evasioni. quarta parte
Incomincio a leccare e succhiare quel palo di carne vive e pulsante. Lui mi indica cosa devo fare e come farlo. Io mi applico al meglio e alla fine ottengo i suoi complimenti e la sua sborra in bocca.
«Brava, succhiami anche le palle! Brava così. Adesso leccalo tutto, e con la mano gioca con le mie palle, mentre lo infili in gola, così da brava che mi fai sborrare. Succhialo, dai che vengo e tu ingoia tutto!»
Mi schizza in bocca dei fiotti di crema calda e densa che assaporo e trovo davvero buona. Ne spruzza tanta che fatico a ingoiarla. Succhio e lecco mentre lui geme di piacere. Mi scarica tutta la sborra in bocca, alla fine lui è molto soddisfatto. Quando ho finito lui mi sorride soddisfatto.
«Brava troietta. Tua nonna è una vera succhia cazzi e troia, ma tu in breve diventerai più zoccola di lei. Hai la stoffa della puttana, e questo mi fa tanto piacere. Se ti ribecco a spiare nelle cabine sono guai. Adesso vattene. Sparisci.»
Torno di corsa verso l’ombrellone e ci trovo mia nonna che mi chiede dove ero finita.
«Sono andata a prendere un gelato.»
Lei sorride, e mi si avvicina.
«La prossima volta che lecchi un gelato non farlo sgocciolare sul costume. Macchia ed è molto difficile da togliere.»
Abbasso lo sguardo e vedo che una goccia di sborra ha sporcato il mio reggiseno del costume rosso e si vede benissimo. Arrossisco mentre lei finge indifferenza. Dopo un’oretta ce ne torniamo a casa e pranziamo. Abitualmente la nonna dopo pranzo fa un riposino e io mi metto in veranda a leggere, ma quel giorno mi prende per mano e mi porta sul letto con lei. Sdraiate l’una accanto all’altra mi parla con un tono calmo e pacato.
«Chi ti ha offerto il gelato da succhiare.»
Esito un attimo e le rispondo.
«Il bagnino.»
Lei sorride compiaciuta.
«Mi fa piacere che la mia nipotina abbia buon gusto. Per una vecchietta come me sarà dura reggere la tua concorrenza. Sarà rimasto così soddisfatto, che adesso mi dovrò cercare un altro ossetto da spolpare.»
La guardo e la sparo tutto d’in fiato.
«Soddisfatto? Scherzi, spero. A mala pena avrò avuto la sufficienza. Sono così inesperta che questo è stato in assoluto il mio primo e pompino! Tua nipote è così inesperta che rasenta il ridicolo»
Lei mi guarda stupita e mi abbraccia con amore.
«Adorabile porcellina, mi vuoi far credere che sei una ragazza illibata? Con una nonna come me che ha zoccoleggiato, e ancora zoccoleggia, e una madre come la tua, a cui il cazzo piace oltre modo, e ti assicuro che quel porco di tuo padre, gli ne fa gustare tanto, tu mi dici di essere inesperta e vergine? Se è così allora cambia tutto. Perche non mi hai mai chiesto nulla? Averi potuto darti tanti consigli e qualche aiuto. Dai raccontami nei dettagli quello che hai fatto al bagnino, e dimmi anche perche ai detto che eri quasi sufficiente. Mi fai capire che una certa esperienza l’avevi già fatta.»
Mi sento tranquilla. La sua voce è calma e comprensiva, che le racconto tutto e in particolare anche di aver spiato mamma, prima e lei oggi.
«Bricconcella, non si va in giro a spiare le persone. Se me lo dicevi ti potevo aiutare facendoti partecipe del gioco. A Luigi sicuramente sarebbe piaciuto tanto. Oggi mi ha detto che ti avrebbe scopato volentieri. Allora io adesso ho da proporti in patto, ma pensaci bene se lo accetti lo devi rispettare fino in fondo.»
La guardo e prometto curiosa di sapere i termini del patto.
«Io e te da oggi siamo amiche e complici. Ti puoi succhiare tutti cazzi che vuoi, ma se è vero che sei vergine, e poi che sei sotto la mia custodia, la patatina le devi tenere ben chiusa. Niente sciocchezze, e io ti insegnerò tutto che serve sapere nel sesso.»
La guardo e abbraccio con gioia. Le prometto che sarò fedele al patto, e lei mi spiega quello che c’è ancora da sapere per essere una vera succhiacazzi. Le chiedo anche di lei e il nonno, e di mia madre. Mi racconta che il nonno era un vero porco, che amava esibirla e si eccitava quando lei si mostrava tanto troia, e volte lui stesso le portava degli amici in casa per scopare insieme. Anche mia madre è una bella zoccola, le piace tanto esibirsi, ma lo fa di nascosto da me, e sopra tutto con le complicità di mio padre.
«Mia cara figliola, il seme della troiaggine è molto insito nel DNA delle femmine della nostra famiglia e tu prometti molto bene.»
Facciamo in una bella risata e ce ne torniamo al mare. Quando siamo sotto l’ombrellone vediamo Luigi, la moglie è a prendere il caffè, la nonna gli parla a voce bassa, lui annuisce e mi guarda. Quando torna sua moglie la nonna la invita a fare una passeggiata, dicendo che ha bisogno di sgranchirsi le gambe. Appena se ne sono andate Luigi mi guarda, mi fa un cenno con il capo, e si allontana verso le cabine io lo seguo. Appena dentro la sua lui mi guarda, si siede sulla sedia e estrae un bel cazzo già quasi duro.
«Tua nonna mi ha detto che hai bisogno di fare un po’ di pratica. Spogliati del reggiseno e poi succhiami il cazzo.»
Lo guardo un po’ titubante.
«Stai tranquilla, ha detto che non ti devo scopare, ma non ha detto nulla per le tue tette che mi fanno impazzire. Dai vieni qui che ti insegno come si fa una bella spagnola.»
Mi inginocchio, lui sporge in fuori il bacino e mette il suo cazzo, che adesso è bello duro fra le mie tette, mi invita a masturbarlo con il movimento del seno. Bellissimo! Mi piace vederlo ansimare, godere come un porco, per la mia prestazione.
«Dai leccalo quando spunta sotto alla tua faccia! Cazzo! che spettacolo! Hai due seni stupendi! Mi piace, leccalo tutto, anche le palle! Sei stupenda! Mi fai godere, sei meglio di tua nonna!».
Mi rendo conto che sono io a gestire il suo piacere, mi diverto a farlo impazzire. Lo succhio e poi lecco, lo metto fra seni a mio piacimento. Lui si contorce e mi supplica di farlo sborrare. Lo torturo ancora un poco, il tempo di accarezzarmi la micetta da sopra il costume e raggiungere il mio piacere, che lo faccio schizzare in bocca. Lo succhio forte e lui sborra. Gode gemendo molto forte. Mi riversa in bocca tanta sborra calda e densa. Il sapore è diverso da quella del bagnino, ma è gradevole e fatico un poco a ingoiarla tutta. Ne cade un poco sul seno, lui me la spalma massaggiando i capezzoli duri, mi fa venire ancora. Lecco e succhio fino a spremere anche l’ultima goccia, poi lui mi invita ad andarmene per non destare sospetti. Esco e vado in mare a fare il bagno, perche il sotto del mio costume presenta una vistosa macchia umida, all’altezza della mia micetta che ha sbrodolato tantissimo. Quando esco, mi distendo sul mio lettino, tornano la nonna e la signora Adele, che si guarda in torno a cercare Luigi. Poi lo vede che viene dalla parte del bar con una bottiglia di acqua in mano. Mi nonna mi guarda e con un cenno del capo le faccio capire che è tutto a posto. Nei giorni a seguire mi sono sbizzarrita a succhiare tanti bei cazzoni, anche cinque o sei al giorno, e con tutti facevo un patto molto chiaro, la patatina non si tocca. Solo una volta uno ha cercato di scoparmi, ma io l’ho mandato al diavolo, dicendo se che se provava a insistere lo denunciavo perche ero minorenne. Quando sono arrivati i miei genitori, i giochi giornalieri sono stati limitati dalla loro presenza, ma tutto era solo rimandato alla sera, quando loro se ne andavano in giro per locali, e io e mia nonna ci divertivamo molto. La sera dell’ultima domenica appena usciti i miei genitori per andare ad una sagra di birra, bevanda che a mia nonna non piace, noi ci siamo messe in tiro da urlo per passare una indimenticabile serata. Lei gonna corta di lino nero con topo bianco, niente intimo ne sopra ne sotto, sandali con tacco vertiginoso. Io mini elasticizzata bianca, trasparente, praticamente nuda, zero intimo, e top azzurro, sandali a zeppa da vertigine. Sembravamo due battone a caccia di clienti. Mentre camminavamo per la passeggiata sentivo i commenti dei maschi che ci hanno proposto di tutto. Ero così eccitata che pensavo si sarebbe visto il piacere colare dalle cosce. Seduta al tavolo di un bar a sorseggiare un drink, mia nonna ha accavallato le gambe e due maschi al tavolo vicino al nostro hanno sollevato i calici in segno di gratitudine per lo spettacolo offerto. Lei mi ha guardato e sorriso, poi ha sollevato il suo per ricambiare, e un attimo dopo erano davanti a noi due splendidi esempi di uomini vogliosi, con il pacco già duro e voluminoso. Uno moro e l’altro biondo, ci hanno offerto un giro in auto sulle colline che noi abbiamo accettato. Quando siamo saliti sulla loro auto uno splendido maggiolone cabrio, io sono salita dietro con il biondo di nome Riccardo e lei davanti con Tommaso il moro. Appena partiti e imboccata la strada verso le colline Ric, ha messo una mano sulle mie cosce, ma mia nonna si è girata e ha messo in chiaro le cose.
«Patti chiari fin da subito, lei è mia nipote è ancora per poco minorenne, se uno di voi la tocca lo denuncio. Se volete scopare ci sono io per tutti e due lei solo giochini di bocca e basta. Se va bene ok altrimenti puoi anche fermare la vettura e noi scendiamo.»
Loro si sono dati uno sguardo e non hanno avuto nulla da obbiettare, e hanno giurato di stare ai patti. Subito dopo Ric ha estratto un bel cazzo di belle proporzioni e mi ha invitato succhiarlo.
«Dai troietta se non posso scoparti fammi sentire come lo succhi.»
Mi sono abbassata e ho incominciato giocare con quel gingillo intanto anche la nonna stuzzicava Tom che aveva imboccato una stradina laterale che è finita sotto un grande eucalipto. Tom ha sorriso a tutti e poi è sceso.
«Se vogliamo divertirci stiamo comodi.»
A tirato fuori un grosso plaid e tutti ci siamo distesi dopo esserci rapidamente denudati. Ci siamo messe a succhiare i nostri rispettivi cazzi, ma Tom aveva già le idee chiare. Ha fatto mettere la nonna a pecora e mi ha invitato a giocare con lei.
«Lecca il suo bel culo che la voglio inculare.»
Inginocchiata dietro di lei che succhiava entrambi i cazzi duri mi sono messa leccare il suo anello anale che reagiva contraendosi in modo spasmodico e mi stavo eccitando moltissimo. Tom si è portato dietro e dopo averlo infilato ancora dentro la mia bocca lo ha appoggiato al suo buchetto e l’ha spinto tutto dentro.
«Che bel culo sfondato! Ric entra che è una meraviglia. La troietta lo succhia bene, ma la nonna ha i buchi spananti! Cazzo come mi calza, sembra che me lo succhia di culo!»
Io che osservavo estasiata la monta e sono stata invitata a mettermi sotto di lei e leccare la sua fica. Così mi sono ritrovata distesa supina e la nonna sopra a 69. La nonna ha preso a godere urlando tutto il suo piacere anche se aveva il cazzo di Ric in bocca. Godeva e li incitava a scoparla più forte. Poi l’ho sentita tremare dal piacere, Ric le ha tolto il cazzo dalla bocca, si è posizionato di lato e ha invitato Tom a cambiare posizione.
«Dai Tom, mettila sopra di te, che la voglio scopare Le voglio sfondare anche la fica.»
Tom la stretta fra le braccia ed è rotolato di lato portando con se lei che ora era a gambe aperte impalata di culo su di lui, e Ric si è posizionato fra le sue gambe, e ha infilato il cazzo dentro di lei che ha spalancato la bocca e ha incominciato a godere. Ero sconvolta da quello che stavo vedendo. Non mi era mai passato per la mente l’idea che una donna potesse essere sfondata così da due maschi contemporaneamente. Era una maschera di piacere. Tom mi ha guardato e mi ha detto di sedermi sul suo viso che voleva leccarmi la fica. Ho guardato la nonna che mi ha fatto cenno che si poteva fare e mi sono seduta su di lui di spalle a lei che godeva a raffica. Ero in estasi nel sentire la lingua di lui che ravanava dentro le pieghe della mia micetta che sbrodolava a ripetizione. Abbiamo goduto tanto e poi il primo ad arrivare è stato Ric che è venuto dentro di lei urlando il suo piacere. Le ha dato ancore delle spinte forti e poi è uscito e si è presentato alla sua bocca per farselo succhiare ancora. Io mi sono spostata e Tom, ha messo la nonna di lato e la inculava da dietro. Mi ha detto che dovevo leccare la sborra che colava dalla sua fica. Mi sono distesa e ho avuto davanti ai miei occhi la sua figona slabbrata da cui colava della sborra, io l’ho leccata mentre vedevo il cazzo che le pompava il culo. Ric si è disteso di lato e ha continuato a farsi succhiare il cazzo dalla nonna mentre mi leccava la fica facendomi godere. Mi ha sconvolto il piacere che sentivo fra le gambe e ad un tratto ho anche desiderato di sentire quel palo dentro di me, ma la sborrata di Tom ha fatto cambiare di nuovo posizione a tutti. Lui si è sfilato dal suo culo e le ha schizzato in faccia e in bocca invitando anche me a succhiare il suo cazzo che sborrava. Un potente getto ha colpito il viso di nonna e poi il mio. Il resto ce lo siamo divise leccando a turno il cazzo da cui usciva copiosa ancora tanta sborra e poi senza nemmeno rendercene conto io ho leccato il suo viso e lei il mio e poi ci siamo baciate per assaporare meglio il seme di quel maschio che ci aveva annaffiate. I due maschi, vista tanta porcaggine si sono ritrovati ancora il cazzo duro. Tom, mi ha fatto mettere distesa e lui si messo in ginocchio su di me e ha usato il mio seno per una spagnola stupenda sborrando ancora tanta crema che la nonna ha leccato mentre Ric la scopava in culo. L’ennesimo orgasmo collettivo a sancito la fine del gioco. Distesi supini loro ci hanno ringraziato mentre io mi stringevo a mia nonna ero sfinita e felice di aver vissuto una così sconvolgente esperienza.
«Complimenti, siete state fantastiche e tu ragazzina hai la stoffa per diventare più puttana di tua nonna. Fortunato il maschio che avrà il tuo amore. Sarà bello per lui godere di tanta troiaggine. In quanto a te bella signora sei una vera zoccola superlativa come se ne incontrano poche. Complimenti davvero!»
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3 anni fa
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Intriganti evasioni. terza parte
Seguito di una storia di coppia. Invito i cortesi lettori a rileggere i primi due capitoli già presenti in questo sito.
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La nostra amicizia con Luca è durata per quattro anni. Poi lui per motivi di lavoro si è allontanato, ma insieme abbiamo realizzato diverse porcate, lei come promesso gli ha dato anche il culo, e lui l’ha fatta godere tantissimo. Abbiamo organizzato anche grazie a lui, delle gang, dove Paola a davvero distrutto quattro cazzi degni di tutto rispetto. Io in quella occasione sono quasi rimasto ad ammirare la troiaggine di mia moglie, e solo alla fine, lei ha preteso il mio cazzo in bocca, dove ha voluto che le riversassi tutta la sborra, che si era accumulata nelle mie palle. Poi il lavoro, e il fatto che mio padre non stava bene di cuore, e l’anno successivo ci ha lasciato, ha reso le nostre erotiche evasioni sempre più rare, inoltre avevamo preso in considerazione l’idea di un altro figlio. Purtroppo quando siamo andati a fare gli esami di controllo per mettere in cantiere questo progetto è emersa una sconcertante realtà. Lei dovrà subire asportazione l’utero per un tumore benigno, che le avrebbe poi potuto causare seri rischi, e il concepimento era assolutamente da escludere. Paola ha accusato il colpo. Per diversi giorni è rimasta in uno stato di assoluto mutismo, apatia e tanta tristezza. Poi lentamente con tutto l’amore, e l’affetto soprattutto di mia sorella che lavorava con lei ogni giorno, ha un poco superato la sua tristezza, anche se di giochi trasgressivi sembrava che non se ne parlasse più, mentre io ero sempre molto attento, a non ferire la sua sensibilità. Il sesso lo facevamo, lei godeva, ma dentro di me il desiderio di vederla ancora fra le braccia di un altro maschio, era sempre molto forte. Per un bel po’ di tempo siamo ridiventati una coppia assolutamente normale. Niente trasgressione, sesso normale anche se molto appagante. Sentivo che dovevo fare qualche cosa per ritornare ai nostri giochi erotici. Ne ho parlato con lei, che mi ha semplicemente risposto che non era ancora pronta riprendere quello che facevamo prima. Poi la svolta. Inaspettata e imprevista. Come ho detto ho una sorella di nome Silvia, da sempre grande amica di Paola. Lavorano insieme, e dopo la morte di mio padre, hanno preso a dirigere con ottimi risultati, lo studio da commercialisti. Silvia è uno schianto di femmina. Alta come Paola, ma bionda naturale, capelli che le arrivano alle spalle, un fisico mozza fiato, tenuto curatissimo, con estenuanti esercizi fisici, e sedute di massaggi, pilates e altre diavolerie che la rendono bella e molto desiderabile. Lei e Paola hanno la stessa età, ma lei non è sposata. Quasi nello stesso periodo di Paola, anche lei è rimasta incinta e ha partorito un bel maschietto di nome Carlo, che ha più o meno la stessa età di nostra figlia Giulia con cui ha un legame fortissimo. Non ha mai rivelato chi fosse il padre di Carlo, e mio padre ha accettato di buon grado, il fatto che lei, gli ha dato il suo cognome, questo lo rendeva molto orgoglioso di avere un nipote come Carlo. Mio nipote e mia figlia, sono cresciuti a pane e codici fiscali e ovviamente oggi hanno intrapreso gli studi finalizzati a raggiungere la laurea di ragionieri per poter affiancare le loro madri nella gestione dello studio. Proprio per questo motivo Paola e Silvia si sono recate insieme ad un convegno di approfondimento fiscale finalizzato a illustrare alcuni cambiamenti nel loro lavoro. Quando sono partite io ho augurato a Paola di divertirsi e lei mi ha sorriso dicendo che forse non c’era tanto da divertirsi in posti cosi noiosi. Dopo due giorni quando sono tronate ho notato nello sguardo di mia moglie un deciso cambiamento. Era di colpo sparita come per incanto la malinconia e il suo apatico distacco. Era tornata la sua aria allegra e lo sguardo trasgressivo. La sera nel letto mi ha scopato con impeto e vera passione come non succedeva da tempo. Era tornata la mia donna troia e vorace di cazzo che tanto mi era piaciuta. Sodisfatta la voglia di godere mi aspettavo un racconto dettagliato per scoprire cosa le avesse ridato tanto entusiasmo, ma lei mi ha sorriso e ha dichiarato di essere molto stanca e di avere voglia di dormire. Vi lascio pensare che notte ho passato ad immaginare tutti gli scenari possibile che le potevano essere accaduti per farla tornare così carica e vogliosa. Per tre giorni non ne ha fatto assolutamente parola. Ho chiesto a mia sorella se doveva raccontarmi quello che era successo. Lei mi ha guardato con un’aria molto preoccupata e seria.
«Come? Cosa succede? Non succede nulla! Perche mi fai questa domanda? Che problemi ci sono? Hai forse litigato con Paola o sei diventato geloso? Ti assicura che non abbiamo fatto nulla di male e in ogni caso non spetta a me raccontarti nulla. Lo sai che sono sua amica e quindi se vuoi sapere qualche cosa chiedi a lei.»
Ovvio con una simile risposta, le mie curiosità sono salite alle stelle, ma per scoprire cosa è successo adesso voglio che sia lei a proseguire la storia.
Paola
Mi chiamo Paola e chi sono lo sapete se avete letto quanto raccontato da Mario mio marito. Quello che non vi ha detto è come sono diventata la troia che sono oggi. Quando avevo quindici anni, ero già una bella ragazza alta e ben sviluppata con un bel seno già una terza abbondante che era oggetto del desiderio di molti occhi indiscreti. Io invece ero impaurita dal sesso perche non ne sapevo niente. Nulla di importante, perche qualche amorazzo l’avevo avuto, ma niente degno di nota. Sentir parlare di sesso le mie amiche, specie quelle più grandi, che raccontavano di seghe, scopate, inculate o bocchini, mi affascinava e intimoriva, per la mia assoluta inesperienza, e in più non avevo una vera amica a cui chiedere. Passare per una sfigata inesperta non mi andava di certo, quindi me ne stavo in disparte in attesa di tempi migliori. L’occasione, come avviene spesso in questi casi arrivò casualmente. Una sera, dopo essere tornata stanca morta da una festa di compleanno ho salutato i miei genitori e me ne sono andata a letto. Devo aver dormito per circa una oretta quando mi sono svegliata con una sete pazzesca. Esco dalla mia camera per andare in cucina a bere e passando davanti alla camera dei miei genitori sono incuriosita dalla luce rosa che filtra attraverso lo stipite della porta lasciata semi socchiusa. Butto lo sguardo dentro e vedo una cosa che ha di fatto cambiato tutta la mia vita. Mia madre Teresa distesa su mio padre Antonio mentre gli succhiava il cazzo! Un bel 69 in piena regola come non ne avevo mai visti! La cosa sconvolgente era che lei a due metri da me, divorava il cazzo di mio padre, che era di ottime dimensioni. Dopo un attimo di stupore mi sono messa guardare mia madre, ho cercato di imparare tutto quello che lei faceva. Ho capito subito che era un pompino in piena regola, perche mio padre ansimava e la esortava a succhiarlo più forte.
«Teresa, si succhia che ti sborro in bocca. Mi fai morire, sei una bocchinara stupenda! Ti dovevo schizzare in culo o in fica, ma tu sei una troia, e lo vuoi in bocca. Aahh…cazzo..NO! Che fai non smettere! Mi uccidi! Si succhia e bevi!»
Vedevo mia madre giocare con quel palo in bocca a suo piacimento. Ho capito subito chi comandava il gioco, era lei che poteva succhiarlo, o leccarlo, ma in ogni caso era lei, che decideva quando farlo godere. Unico! Di colpo ho realizzato che succhiare un cazzo, adesso che stavo imparando come si faceva, mi eccitava tantissimo. Avevo le mutandine già fradicie, ho messo una mano dentro, e silenziosamente mi sono masturbata. Seguivo ogni mossa di mia madre. Con un dito in bocca simulavo tutto quello che lei faceva a mio padre, e come lo faceva impazzire e supplicare di farlo godere. Vedevo lui sollevare le gambe per agevolare la leccata del culo, e le palle grosse e piene. Era lei che lo faceva impazzire, mentre lui era costretto a smettere di leccare la sua fica, per godere come un porco. Poi lei ha messo una mano alla base del cazzo, e con le labbra serrate sulla punta, mentre, lo segava lo succhiava a morte, lui ha sborrato. Si è spostato di lato, è uscito da sotto di lei, si è sollevato di scatto, lei ha aperto la bocca, e con la punta sulle labbra, ha ricevuto in bocca dei fiotti di sborra densi e bianchi. Lui godeva, e lei lo ha spremuto fino all’ultima goccia, poi ha ingoiato tutto. Lui si è disteso supino, mentre lei ha ripulito il cazzo, che si stava ammosciando, poi ha fatto una cosa che non mi sarei aspettata: l’ha baciato in bocca, e lui ha risposto con passione a quel bacio, lungo e sensuale. Questo non lo aveva raccontato nessuna delle mie amiche, anzi alcune dicevano che i maschi prima di baciarle di nuovo gli facevano masticare un chewingum. Con la fica fradicia e in fiamme, me ne sono tornata a letto. Adesso sapevo come fare un pompino. L’unica cosa che non sapevo come era il sapore della sborra. Anche se era tutta teoria, non era più una cosa sconosciuta, dovevo solo metterla in pratica. Per diverse sere li ho spiati, ho assistito anche ad una inculata memorabile. Per non parlare delle scopate dove lui la sfondava e le dava della troia e lei ci godeva tanto, mentre io non capivo per quale motivo le piacesse sentirselo dire. L’arrivo dell’estate e delle vacanze al mare erano per me un momento di puro piacere.
Generalmente i miei genitori prendevano un appartamento al mare per tutto il mese di Agosto, assieme a Elisa, la mia nonna materna. Elisa era una donna stupenda. Sposata giovane con mio nonno, che era deceduto quando io avevo un anno, era appena oltre la soglia dei sessanta e li portava divinamente. Alta, snella, gambe lunghe e un bel culo a mandolino che lei evidenziava con indumenti attillati e tacchi alti. Forse il seno non era il massimo, appena una seconda piena, ma con un viso armonioso e labbra sensuali. Era simpatica, allegra e solare. I primi quindici giorni li avrei passati con lei, mentre i miei genitori ci avrebbero raggiunto dopo. Quando scendevo in spiaggia con lei notavo subito, che molte delle persone, in particolare i maschi adulti, mi osservavano con un certo interesse, e non perdevano l’occasione di ammirare il mio seno, che esplodeva sotto il costume, che faceva fatica a contenerlo. Anche il mio splendido culetto era oggetto di sguardi carichi di desiderio. Ne ero consapevole, e non perdevo l’occasione per mostrarlo, con pose ingenue ma ben studiate, e questo mi faceva scaldare la micia fra le gambe. Mi eccitava esibirmi in piegamenti che evidenziavano il mio culo, e mostravano il mio seno. Si, ero già una bella esibizionista un po’ troietta. Fra quelli che sbavavano, uno dei più simpatici era il nostro vicino di ombrellone, il signor Luigi. Amico, come sua moglie Adele della nonna, erano due simpatiche persone. La signora Adele amava, fare le passeggiate, e spesso ero io che l’accompagnavo, perche mi annoiavo a stare sempre sdraiata al sole. Il secondo giorno che ero appena partita a passeggio con la signora Adele, lei poco dopo incontra una sua cara amica che la prega di seguirla per andare in un negozio di intimo per acquistare dei costumi in svendita. Lei mi guarda, io le saluto e me ne torno verso il mio ombrellone, dove vedo che la nonna si sta allontanando. Incuriosita la seguo, vedo che si inoltra fra le cabine che servono per spogliarsi e mettere i costumi. La vedo entrare dentro la nostra che è la numero sette, subito seguita dal signor Luigi. Sempre più incuriosita, giro dietro e mi abbasso fra la cabina e il muro del magazzino dei bagnini. La mattina mettendo il costume, mi è caduto il sopra, e per raccoglierlo ho notato un piccolo foro fra una delle assi di legno. Sembrava una scheggiatura del legno, ma adesso capisco che poteva anche essere utile per dare una sbirciatina dentro per vedere chi si cambia, o come in questo caso che ci si nasconde. Appena mi abbasso e sbircio dentro mi trovo la nonna inginocchiata davanti a Luigi, che gli succhiava il cazzo. Un bel cazzo grosso, ma non troppo lungo. Lei lo ingoiava con una certa facilità e lo succhiava facendolo godere. Lei gemeva di piacere con la bocca piena mentre lui la incitava farlo venire.
«Brava succhialo! Come pompi bene, vorrei scoparti, ma oggi mia moglie torna presto dalla passeggiata, vuole andare a prendere il pesce. Mi fai impazzire se mi succhi anche le palle! Ti scopo in bocca! Tieni troia! Ingoialo tutto!»
Lo vedevo spingere quel palo in gola a mia nonna che li infilava con estrema maestria e anche se aveva le lacrime agli occhi non sembrava soffrire, ma anzi si masturbava con una mano e lo succhiava sempre più forte. Ero convinta che lui sarebbe schizzato a breve quando mi sento una mano davanti alla bocca e una presa forte che mi immobilizza. Una voce mi ha sussurrato all’orecchio.
«Come ti permetti di spiare dentro le cabine! Non si fanno queste cose! Adesso ti porto dai tuoi genitori e vediamo come finisce!»
Mi solleva e mi trascina un po’ più lontano. Mi libera la bocca, lo riconosco è il nostro bagnino, anche lui amico della nonna. Rossa in viso e impaurita dalle conseguenze lo supplico.
«La supplico, non lo dica a mia nonna, sarebbe un casino, sono disposta ad accontentarla in qualche modo se non lo dice a nessuno.»
Lui si guarda in torno, nessuno ci ha visti e allora mi trascina dentro il loro magazzino. Mi fa sedere su una poltroncina, poi estrae un bel cazzo già duro e lo presenta alla mia bocca. Lo guardo estasiata, mi rendo conto che questo sarà il mio primo pompino, ma per un attimo resto immobile e lui mi sprona a succhiarlo.
«Allora che fai ci hai ripensato?»
Lo guardo e gli dico che va bene, ma non so come si fa non l’ho mai fatto. Lui sorride divertito, si siede al posto mio e mi fa inginocchiare fra le sue gambe. Mi trovo quel palo davanti alla faccia e mi sento bagnare le mutandine del costume.
«Va bene, ti insegno io come si fa. Mi stupisce che tua nonna cosi zoccola, abbia una nipote che non sa succhiare un cazzo. Allora immagina di leccare il ghiacciolo alla fragola, che ti piace tanto, quello che usi per far eccitare chi ti guarda, e segui i miei insegnamenti, diventerai la più brava succhia cazzi della spiaggia.»
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3 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 1 settimana fa -
Club prive
Io e mia moglie ne avevamo parlato molte volte. All'inizio lei non aveva mai preso in realmente in considerazione quella opzione, ma piano piano, con grande pazienza, riuscii ad abituarla all'idea che che quei club esistevano davvero ed erano frequentati da coppie normali, come noi, che li frequenyavano con gli intenti più diversi. Così finalmente una sera la convinsi ad andare a un club prive di Firenze, con l'intenzione di guardarci attorno, fare una esperienza nuova, e se la cosa ci fosse piaciuta e ci fossimo eccitati ..... di correre a casa e farci una super scopata ripensando a quello che avevamo visto. In effetti, già durante il viaggio in macchina, entrambi cominciammo a provare una certa emozione ed eccitazione per quello che ci aspettava. Entrammo, il locale era parecchio oscuro, e ci avvicinammo alla barra del bar. Ordinammo 2 gin-tonic e cominciammo a guardarci attorno. La musica era piacevole, l'atmosfera elegante e in sala c'erano 3 coppie e 3 uomini soli. Le coppie erano sedute su alcuni divanetti e gli uomini passeggiavano per la sala. Beh, non c'era molta azione, eppure noi sentivamo l'adrenalina crescere dentro. Finito il drink, presi mia moglie per mano e ci decidemmo a fare un giro per il locale. Passammo per una porta coperta da un tendone di pesante velluto e ci trovammo in un corridoio che si diramava in diverse direzioni: una specie di labirinto. Ad un certo punto cominciammo a sentire i gemiti di una donna che sicuramente faceva sesso, ed infatti trovammo una finestra che mostrava una stanza con dentro un grande lettone sul quale una donna e 2 uomini si contorcevano in una scena di sesso piuttosto rude. Mia moglie mi strinse forte la mano ed io la abbracciai per farle coraggio. Eravamo ipnotizzati dalla scena di sesso che avevamo davant agli occhi e non ci accorgemmo che uno dei tre singoli precedentemente in sala ci aveva seguito ed ora era anche lui davanti alla finestra, accanto a mia moglie. Lui si appoggiò lievemente contro mia moglie, Clara, che ebbe un sussulto e mi disse: andiamo, amore. Io naturalmente la assecondai e proseguimmo la nostra esplorazione del club. Sentimmo della musica provenire da dietro un altro tendone di velluto, così entrammo e ci rendemmo conto che lì dentro non si vedeva assolutamente nulla, ma la musica era bella e noi eravamo lì per divertirci, così che ci abbracciammo e cominciamo teneramente a ballare. Dopo pochi secondi però Clara mi sussurrò all'orecchio: sento una mano che mi accarezza il sedere, che cosa facciamo? Io però notai che Clara non si mostrava particolarmente spaventata, così che le dissi: finiamo questo ballo, non è eccitante? Lei non mi rispose ma si strinse a me e continuò a ballare. Poi mi resi conto che l'uomo dietro a Clara le aveva alzato la minigonna e cominciava ad armeggiare più pesantemente contro il suo sedere. Non mi meravigliai quindi quando vidi che Clara mise una mano dietro di lei e dopo un secondo mi chiese di tornare al bar. Una volta al bar, Clara mi disse: ma ti rendi conto di che cosa abbiamo vissuto? Che emozione !! E lo sai che quell'uomo si era tirato fuori il cazzo e me lo sfregava contro il mio sedere? E quando ho cercato di allontanarlo, mi sono trovata col suo cazzo in mano, ed era durissimo !!! Mamma, che avventura ! Ordinammo un atro gin tonic e mentre lo si beveva, un giovane singolo si avvicinò a noi e ci disse: la sua signora è davvero bellissima, là nella dark room mi fatto eccitare moltissimo. Quindi era proprio lui ! Noi si cercava di tenere un atteggiamento disinvolto, non da novizi del club prive, così che lui si sentì incoraggiato a proporci: perchè non andiamo in una stanzetta privata e facciamo provare alla bella signora il piacere di avere 2 uomini nel suo letto, a farle provare un doppio piacere? Clara arrossì come un peperone, così che per tpglierla dall'imbarazzo dissi all'uomo: veramente noi non siamo mai stati con un singolo. Preferiamo incontrarci con coppie, scusaci. E per dare forza alle nostre parole ci dirigemmo ad uno dei divanetti dove era seduta una coppia. Ci sedemmo con loro, Ma immediatamente il lui ci disse: scusate, non offendetevi, ma noi siamo qui solo per guardare. Allora ci dirigemmo verso la seconda coppia, ci sedemmo con loro e cominciammo a chiacchierare amichevolmente. Erano entrambi molto simpatici e la conversazione scorreva piacevolmente. Ad un certo punto si cominciò a parlare di sesso, e il lui ci disse: come vedete, noi siamo una coppia aperta, e nonostante si sia sposati da 8 anni e ci si ami moltissimo, a me non importa di vedere mia moglie fare sesso con un altro uomo, come anche a mia moglie non importa di vedermi fare sesso con un'altra donna o con un altro uomo. Anzi lei trova molto eccitante la mia bisessualità; perchè non andiamo a cercare una stanzina per noi 4: me lo sento già diventare duro pensando di fare sesso con una donna così bella ed un signore così distinto !! A costo di sembrare maleducati o sessualmente retrogradi, abbiamo inventato una scusa e siamo scappati. Clara rideva come una pazza: mi sarebbe piaciuto, disse, vederti succhiare un cazzo e poi essere penetrato nel tuo sacro culetto !!! Io ridevo molto di meno ....... Ci addentrammo nuovamente nel labirinto di corridoi oscuri, e così scoprimmo la stanza sado/maso, la glory hole ed effettivamente scoprimmo che l'atmosfera di quel posto ti fa crescere l'adrenalina a 1000. A quel punto ero io che toccavo il culo di Clara, che gradiva, scodinzolava, di tanto in tanto passava la sua mano sulla cerniera dei miei pantaloni. Allora la addossai contro una parete, mi aprii la cerniera, tirai fuoi il cazzo e portai la sua mano ad accarezzarmi. Nonostante qualche persona che passava nel corridoio, lei non si fece pregare e cominciò a menarmelo con maestria. L'adrenalina stava avendo la meglio sulla nostra abituale timidezza. Non ci importava più nulla che la gente ci vedesse in quella posizione, anzi, aumentava l'eccitazione. In quel momento passò nel corridoio il singolo che era stata la nostra prima conoscenza al club. Naturalmente ci vide, si fermò ad osservarci bene e sorrise. Si avvicinò a noi fino a sfiorarci, poi si abbazzò la cerniera e propose a Clara il suo grosso cazzone sempre in tira. Clara non ebbe reazioni, ma lui le prese la mano libera e se la appoggiò sul cazzo. Lei ubbidì all'invito e cominciò a masturbarlo con la stessa maestria che usava con me. I nostri 2 cazzi si gonfiarono a dismisura, ancc'io non avevo mai visto il mio così grosso. Grosso quasi come quello del singolo ....... Poi il singolo mise una mano sul sedere di Clara, le tirò su la gonna, e cominciò a solleticare fica e buco del culo di mia moglie. Lei chiuse gli occhi e cominciò ad ansimare. Quando riaprì gli occhi osservò attentamente i 2 cazzi che teneva in mano e disse solo: enormi !! Quindi si piegò sulle ginocchia e prese in bocca il mio cazzo fino quasi a condurmi all'orgasmo, e poi il cazzo di quel mandingo, che a stento riuscì ad ingoiare............. E così continuè fino a condurre entrambi all'orgasmo, lasciandomi a bocca aperta quando vidi cha ingoiò avidamente i nostri 2 potenti flotti di sperma.Ci si ricompose, salutammo il singolo, ed uscimmo dal Club per tornare a casa. In macchina, sulla via del ritorno, Clara mi disse: avevi ragione, è stato molto eccitante. Non avrei mai pensato di arrivare a tanto. Ma sai che cosa ho pensato? E se mi fossi spinta fino a farmi penetrare da quel giovane? Adesso, dopo il pompino mi sento proprio a posto con me stessa e soddisfatta, chissà se invece, facendomi scopare, non mi sentirei sporca ed in colpa...... Tu che cosa ne pensi ??????
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3 anni fa
cristmass,
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Ultima visita: 1 anno fa
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La prima gang
Qualche anno fa... rientro a casa, guardo Giulia e le dico.. "che ne dici di provare con più uomini?".. lei mi guardò sbigottita e la sua risposta fu "sai che ne reggo già a fatica tre, non mi interessa"... Ma.... Giulia la conosco bene so' che in quella parvenza di risposta negativa c'era la voglia di provare... lasciai passare un po di tempo ed una sera le dissi "Amore domani usciamo" lei subito mi chiede dove si andava e le spiegai che avevo organizzato una pizza con un gruppo di ragazzi senza impegno da parte di nessuno.Mi chiese subito  con voce tremante quanti erano, le risposi che erano 5.Arrivò la sua risposta... "Usciamo..  proviamo ma sappi che non me li scopo tutti e 5!!!"arrivammo in pizzeria, eravamo in un soppalco molto discreto e i ragazzi ci aspettavano già... li guardò e li contò... la sua prima affermazione "sei un fetente... avevi detto 5 io ne conto 9!!!"ci sedemmo, presentammo a tutti.. il cameriere ci portò da bere.. in attesa delle pizze la vidi chinarsi verso il vicino... cazzo gli stava facendo un pompino!!! un altro si infilò sotto il tavolo e le leccava la figa... un terzo faceva da "palo".... tra un interruzione del cameriere e la pizza continuò questo gioco.Finito ci spostammo a casa di chi aveva organizzato... Lei al centro in ginocchio con 9 cazzi duri più il mio in cerchio li leccò uno ad uno... e poi... alla fine se li scopò tutti tranne me e l'organizzatore dicendoci "per voi  dopo"... quando tutti la fecero godere si dedicò a noi due.. e al rientro a casa mi guardò negli occhi e mi disse "bella esperienza ma da sfinimento..." questa la sua prima e... forse.... ultima gang
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3 anni fa
coppiaveneta2002,
40/44
Ultima visita: 2 anni fa
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Io lui e la trans
il mio incontro più trasgressivo che ho vissuto fino ad ora è stato che una sera su una chat, ho contattato una trans molto carina, parliamo mi chiede delle foto e senza problemi gli mando qualche foto via mail. Il giorno seguente la ricerco su questa chat e gli faccio una battuta che se voleva potevo dormire da lei. mi risponde dopo un oretta assolutamente si. Wooow mi da indirizzo, ora e numero di cellulare. chiudo tutto vado a cena torno nella mia cameretta mi preparo perizoma una tuta (che durava poco) scarpe scendo saldo in macchia e via. Arrivo a Loano di fronte al supermercato D...........O parcheggio attraverso, e in tanto l'agitazione saliva. Gli faccio uno squillo come d'accordo mi apre piano terra prima porta a destra.... entro la vedo ancor più bella che in foto (anche se in foto era più alta...) indossava un paio di calze a rete stretta un perizoma chi gli copriva appena il cazzo e scarpe d'orate con zeppa non aveva nient'altro addosso, si gira mi accompagna in una stanza noto un tatuaggio sulla chiappa una rosa rossa un po sbiadita. Arrivati in stanza mi da un bacio con la lingua e mi dice di spogliarmi, che andava un attimo in cucina, cosi mi spoglio via la tuta via scarpe e calze rimango in perizoma, rientra in stanza e con un tono più brusco mi dice che mi dovevo spogliare totale cosi rapidamente levo il perizoma. Mi prende per mano mi porta in una stanza di fronte in quella che eravamo buia non si vedeva poco niente riesco a intravedere una sagoma di una persona mi sa salire sul letto la terza persona mi inizia a succhiare il cazzo riconosco che e un uomo, anche lei sale e affianco a me ci baciamo come fossimo due fidanzati mentre lui ci succhia a entrambi. Passati una decina di minuti (almeno sembrava) lei scende con la testa sul cazzo di lui lo inizia a spompinare per non rimaner a bocca asciutta e in disparte succhio il cazzo di lei noto che da mollo e molto grosso bho mi do da fare intanto le massaggio il buchetto. Finiti questi preliminari ed eccitati più che mai lei mi prende x i capelli mi mette al centro del letto e lei si mette davanti a me a gambe larghe sento il lui che e dietro di me, sputa nella mano mi lubrifica il buchetto appoggia sul buco il suo cazzo e piano piano entra tutto, mi inizia a dare dei colpetti lenti nel frattempo lei mi prende la testa e mi fa succhiare il suo cazzo lui aumenta la velocità sento che dopo un po inizia ad ansimare più forte tira fuori il cazzo sento che gode sulle mie chiappe sento che cola lei si alza va dietro e in meno di un secondo sento il suo cazzo entrare (porca troia se e grosso mi faceva male dopo che uno mi ha scopato) urlo un po di dolore e piacere; intanto lui si riveste la saluta e se ne va continua per un bel pò scende dal letto mi prende per il braccio e mi porta nella stanza iniziale dove c'erano i miei vestiti e soprattutto la luce, mi fa sdraiare a pancia in giù lei e sopra di me sento che rientra con quel cazzo enorme mentre mi da dei colpetti prende il pc lo mette davanti a me e carica un video porno di 2 gay che uno pisciava nell'ano dell'altro mentre lo guardavo mi dava dei baci e mi sussurra nell'orecchi se volevo provare non mi andava e cosi rifiuto sposta il pc e continua con più ferocia mi mette a pecora 3 colpi secchi leva il cazzo mi dice che sta per venire e lo vuole far di gran classe, va in cucina sto giro sul serio (nella mia testa penso che va a fare) torna subito dopo con un imbuto di plastica rimango a pecora me lo infila nell'ano e poco dopo sento caldo giro leggermente la testa x chiedere cosa stava facendo lei mi risponde " NON DOVEVI RIFIUTARE ADESSO TI PISCIO IN CULO POI TI LEVO L'IMBUTO E TI SCOPO TANTO HAI UN CULETTO STRETTO E NON NE PERDI UNA GOCCIA (SORRIDENDO)" finito di riempirmi da come aveva detto e promesso leva l'imbuto si masturba un po per far tornare l'erezione e giù dentro il suo cazzo mi scopa come un martello dopo svariati colpi si ferma e senza togliere il suo cazzo dal mio culo ci giriamo mi trovo sopra di lei a smorza candela continua alla grande a scoparmi finchè non arriva il momento tanto atteso con molta calma leva il cazzo mi mette 3 dita per tappare mi porta in bagno sul wc e mi f scaricare il piscio mentre lei e davanti a me, si masturba gode da matti sborra sul mio petto mi prende mi fa inginocchiare mi dice di masturbarmi mi massaggia le palle con il piede arriva anche per me il momento di godere sborro le lavo il piede si sborra mi guarda sorridendo mi dice " ops e finita la carta quindi lecca e ripulisci il piede" la lecco tutta finito mi do una scicaquata al petto guardiamo l'ora e si e fatta l'una torniamo in camera mi dice sta notte dormi con questo ( un butt plug largo 3-4 cm) cosi se scende qualcosa non mi macchi il letto me lo mette con dolcezza mi da un bacio con la lingua buona notte. Al mattino seguente ci svegliamo assieme mi sfila il plug mi da il buon giorno si alza tutta nuda prepara il caffe e me lo porta a letto, preso il caffe mi rivesto e la saluto. QUESTO RACCONTO E VERO.
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3 anni fa
micaelatrav,
32
Ultima visita: 3 anni fa
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Prendere il sole
Settimana scorsa come ogni domenica mi preparo per la mia mezzo giornata di sole in pace e tranquillità depilazione intima gambe scelgo che perizoma mettere anche il sex toy (bisogna sempre averne uno dietro).
Una volta finiti i preparativi mi vesto jeans maglietta esco e vado a prendere la macchina, mi diigo al mio solito posticino vicino a casa 3 / 4 km parcheggio scendo faccio il sottopasso e poi salgo su per gli scogli cerco un posticino tranquillo dove poter essere sdraiata comodamente, una volta trovato mi siedo e mi inizio a spogliare per ora sono ancora sola ma sono anche le 10 di solito arriva gente piu tardi. Una volta tolta i vestiti rimango in perizoma nero tipo “farfalla” con un po di retina davanti che si intravedeva il mio pisello mi metto la crema solare per evitare scottature cosi mi sdraio sull'asciugamano e mi rilasso un po. Dopo un paio di minuti vedo in lontananza una persona pensando che era anche lui per la stessa cosa “sole” cosi per essere piu provocante di quando potevo essere decido di usare il sex toy cosi chiunque passava poteva notarlo prendo un po di saliva mi bagno il buchino prendo il “butt plug” in acciaio largo 4,5 cm senza farmi notare piu di tanto scosto il perizoma lo punto e piano piano mi ci siedo sopra e con una spinta lo faccio sparire e rimane in vista il brillantino viola fuori. La persona che ho visto in lontananza sta passeggiando verso di me ma io continuo a far finta di nulla dormire o guardare il cellulare, noto che ogni tanto si ferma si guarda in torno e continua a camminare sempre verso di me, io continuo a far i fatti miei. Noto che e quasi dietro di me si sofferma a guardare il mio lato b e con gesto (l'ho fatto apposta ma ti faccio credere che non e vero) gli cade l'asciugamano che ha in spalla sulle mie gambe con modo di far gentile mi chiede immediatamente scusa dicendo che era il vento gli rispondo ci mancherebbe figurarti lo vedo e mi rimetto a testa in giu sul cuscino sento che e vicino a me si siede sullo scoglio vicino al mio mi inizia ad accarezzare le gambe molto lentamente mi provoca dei brividi su tutto il corpo sembrano mani di un massaggiatore pulite senza un callo o grezze sa dove toccarmi man mano sale con le mani io continuo a far finta di nulla alterno tra cellulare e riposarmi sento che mi massaggia i glutei mi allarga le natiche nota ovviamente il mio giochino che e dentro non dice nulla continua a far quello che sta facendo mi massaggia accarezza mi dice se ho freddo (forse vedendo tutti quei brividi) gli rispondo di no che era lui a provocarmi questi brividi mi prende il perizoma me lo vuole sfilare lo aiuto inarcando il la schiena rimango nuda con il butt plug dentro mi allarga le gambe prende il mio cazzo lo mette sotto che lui da dietro vede culo palle e cazzo mi accarezza e massaggia al punto che mi provoca una erezione con una mano mi allarga una chiappa e con l'altra molto delicatamente mi prende il sex toy lo sfila piano piano che manco me ne accorgo. Dall'altra parte noto che sale altra gente ma a me non da fastidio ragiono molto (se ti piace guarda se non ti piace girati), una volta tolto il sex toy ho il buco un po largo tenendo un plug di 4,5 cm e normale, si tuffa con la faccia mi lecca prima in mezzo sotto sopra al buco poi dentro e fuori inarcola schiena per mi piace come lo fa mentre lecca fa entrare un suo dito lo fa sparire sento le sue nocche lo tiene dentro non stantuffa ma lo muove come se dentro ci fosse la rotellina del mouse io per non dargli corda da (stronza) continuo a far i farti miei tra l'altro ricevo una telefonata mentre lui e impegnato dietro. I curiosi si fanno sotto hanno il cazzo in mano ma rimango ferma a ricevere le attenzioni mi continua a muover il suo dito dentro e leccare per un attimo lo tira fuori ne punta due molto dolcemente le fa entrare le ricevo tutte fino in fondo le muove sempre e lecca da farmi impazzire fino a farmi uscire il liquido preiaculatorio spostando la testa scorgo che ha il cazzo fuori duro sembra bello tutto depilato come piace a me mi giro a guardare il mare lui si alza si mette sopra di me appoggia il suo cazzo sul mio buco ma ci son le sue dita dentro ma lo lascio fare man mano leva le dita e spinge il suo cazzo dentro ora inzia a far su e giu ci son tutti gl'altri che guardano si stanno masturbando nel veder come mi sta facendo il culo per rendere il gioco piu bello mi allargo le chiappe e poco dopo mi metto a pecora sento le sue palle attaccate al mio culo mi sta martellando in modo dolce da non farmi male ormai dal mio cazzo un continuo uscir di liquido pre spermale a un certo punto si ferma leva il suo cazzo metto il dito mi dice di far la brava che mi piacerà appoggia la punta del suo cazzo spinge fa un po male ma resisto anche lui mi chiede ti tener duro cosi stringo i denti sento che esclama ecco brava cosi ohhhhhh aveva messo il suo cazzo piu un dito dentro il mio culo ha iniziato a far su e giu piano per abituarmi poi sempre piu veloce e sempre piu lunghe dentro e fuori dentro e fuori in meno di 10 minuti mi ha portato all'orgasmo senza sfiorarmi il cazzo ho goduto senza essere toccata o masturbata lui esclama con un tono di dispiacere “nooooo non devi godere le tue contrazioni mi portano anche a me all'orgasmo” cosi una decina di colpi sfilail cazzo ma lascia il suo dito dentro mi sborra sulle chiappe sfinito anche lui e da quelli che ci guardavano parte un applauso di compiacimento sorrido mi sdraio lui prende il sex toy me lo rimette piano lo tengo dentro che un piacere ha delle salviette con se mi pulisce dal suo sperma mi ringrazi e sorridendo gli dico PREGO e se ne va via lasciandomi li continuando a prendere il sole.
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3 anni fa
micaelatrav,
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Ultima visita: 3 anni fa
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Leccami cornuto.
Mi chiamo Anna, sono alta un metro e 65, capelli neri, ricciolini. Ho un bel fisico, un bel culo a mandolino e labbra carnose naturali che, a detta di molti, invogliano a infilarvi dentro un bel cazzo per farselo succhiare per bene. Sono considerata una donna solare, allegra, simpatica e dolce. Da 25 anni, sono sposata con Franco, che ne ha 47. Con lui, ho provato un po’ di tutto nel sesso. Mi ha insegnato a succhiare bene il cazzo, a ingoiare la sborra, ho apprezzato il rapporto anale, ma la cosa che ha cambiato la mia vita, è stata la trasgressione, avventura che mi ha portato a vivere esperienze sessuali con altri maschi.
Sì, a mio marito piace che io abbia rapporti con altri uomini. Ho avuto diverse esperienze e, ora, è giunto il momento di farvi partecipi delle mie avventure più recenti, nel mondo della trasgressione. Di recente, quel cornuto di mio marito ha incontrato un singolo conosciuto su un sito di scambisti. Dopo aver valutato se è o meno una persona affidabile, provvede lui a trovarmi i maschi che mi scoperanno, e la cosa gli mette pepe addosso, confidandomi che gli sarebbe piaciuto organizzare una mia uscita, da sola con lui. Quando torno a casa, il cornuto ha già organizzato tutto. Sul letto matrimoniale, trovo preparato tutto quello che dovrò indossare: un abito cortissimo nero, elasticizzato, che copre appena le mie forme, calze auto reggenti e un bel paio di scarpe dal tacco altissimo. Non serve altro, se non un po’ di trucco agli occhi, e labbra rosse, da troia. Puntuale come la morte, alle ventuno suonano alla porta. Franco va ad aprire e mi presenta Diego.
Ho davanti un bel maschio, alto, sguardo da maledetto e con un fisico da dio greco. Mi sento subito inumidire fra le cosce. Un saluto al cornuto e via con lui, a vivere una serata di pura trasgressione. Mentre andiamo non so dove, mi chiede di me, dei miei desideri, di quello che mi piace fare con un maschio.
«Con la giusta persona, non pongo limiti. Amo succhiarlo, scopare e se mi inculano, ci godo bene. Mi piacciono anche le situazioni insolite, trasgressive e particolarmente eccitanti».
Lui sorride e mi dice che ha già in mente un posto, dove starò di sicuro a mio agio. Dopo circa una mezz'ora parcheggiamo, sotto un palazzo, quasi in periferia e, saliti all’ultimo piano, entriamo in un prive'. Mi sento strana: non sono mai stata in un prive'. Mentre stiamo girando per il locale, vedo delle donne che scopano: lo guardo e gli dico che me ne voglio andare. Lui ne è stupito, ma io sono irremovibile: in un posto dove ci sono altre donne, non ci scopo. La cosa lo ha sorpreso molto, ma non per questo si arrende. Ripresa l’auto ci dirigiamo in piena periferia, in un posto dove si pratica il car sex. Mentre raggiungiamo questo posto, prima gli ho fatto un bocchino con ingoio, mentre lui guidava in mezzo al traffico, incurante di chi ci poteva vedere, anzi trovavo la cosa molto eccitante, poi, ho chattato con il cornuto, rimproverandolo, per non aver detto a Diego che la presenza di altre donne mi infastidisce. Lui si scusa e mi chiede dove siamo diretti. Lo informo del nuovo piano. Passiamo lì, circa due ore, durante le quali vengo scopata da ben quattro maschi. Sfinita, chiedo a Diego di andarcene, anche perché si son fatti avanti altri maschi, ma proprio non voglio. Appena ci siamo allontanati, chiamo Franco e gli dico di venirmi a prendere. Diego gli dice di raggiungerci nei pressi dello stadio. Appena Franco arriva, mi fa scendere dalla sua auto e, per un momento, vedo delle auto che si avvicinano e mi chiedono quanto voglio. Mi rendo contro che il bastardo ha dato appuntamento a mio marito in questo posto, dove ci sono le puttane e tanti clienti mi scambiano per una di loro. Alla terza auto che si avvicina, riconosco mio marito. Salgo e ce ne andiamo via, in fretta. Vorrei andare a casa, ma la situazione lo ha eccitato e vorrebbe che io facessi una marchetta, ma io non ci penso nemmeno. Mi chiede dove siamo stati e decide di tornare nel piazzale dove abbiamo fatto il car sex. Restiamo un po' in quel posto; lui fa le luci ad una auto, ma l’altro non si avvicina. Mi mette una mano fra le cosce e sente che sono piena di sborra che cola da ogni buco. È eccitato al massimo, mi porta un poco più lontano. Estrae il cazzo e lo mette nella mia mano, vuole che gli racconti quello che ho fatto con Diego in quel posto. Scruto il suo sguardo e, dentro di me, avverto il bisogno di una cosa che questa sera nessuno mi ha fatto: voglio esser leccata!
«Leccami cornuto!»
Resta un attimo interdetto. Poi, si spostiamo assieme sul sedile posteriore e, aperte le gambe, si incolla direttamente con la bocca sulla mia fica grondante, piena della sborra di tutti quelli che mi hanno scopato. È bravo! Mi lecca e succhia, in breve tempo, tutto quello che ne esce. Ci godo alla grande.
«huummm…Sì...Porco, cornuto…Vengo! Cazzo, che maiale sei! Ti piace la sborra di chi mi ha montato! Dai... Lecca tutto, che vengo!»
Mi lecca a dovere, poi, sazio, si mette seduto e mi mette il suo cazzo di nuovo in mano. Vuole che gli racconti tutto.
«Appena arrivati, ci siamo trovati subito due singoli che, ben presto, capiscono che Diego mi esibisce e vuole scoparmi assieme a loro. Ci spostiamo un poco più in disparte e, aperta la macchina, mi ritrovo subito due bei cazzi da succhiare. Loro mi insultano con uno spinto turpiloquio e Diego rincara la dose.
«Apri la bocca, troia, succhia! Che vacca che sei! Una vera zoccola!»
«Fatela godere, dobbiamo scoparla bene, altrimenti il cornuto che me l’ha affidata, non è soddisfatto; dai, troia che ti sfondiamo».
«Mi distendono sul sedile di dietro e, a turno, mi entrano dentro, mentre l’altro mi fa succhiare il suo cazzo».
«Accidenti come lo succhia! E' una vera troia succhiacazzi, quella che abbiamo trovato! Dai, ingoialo!»
«Me lo spinge tutto dentro la gola e mi fa godere il fatto che mi stia scopando in bocca, mentre l’altro mi spacca la fica. Diego assiste divertito, mentre altri due maschi si avvicinano e gli chiedono se posso esser disponibile a scopare anche con loro».
«Certo che la potete scopare. È una troia che il marito mi ha affidato per farla scopare e riempire di sborra in ogni buco. A proposito, fatela mettere girata, così posso sfondarle il culo».
«Ho appena il tempo di inginocchiarmi, che mi si para davanti il cazzo di Diego. Enorme! Lungo e TANTO grosso. Cerco di convincerlo a desistere dall'incularmi».
«No, aspetta… sei troppo grosso, per il mio culo!»
«Cerco di farlo ragionare: magari, prima mi faccio inculare da uno più piccolo, ma lui non sente ragioni e, dopo averlo spennellato, un po' davanti, fa colare della saliva nel solco e di botto mi incula, fino in fondo. Urlo per il dolore, mentre lui non mi degna di alcun riguardo: mi serra i fianchi e prende a pomparmi, come un toro scatenato. Sento un dolore bestia. Lo sai che nel culo mi piace, ma deve esser preparato, lui invece mi sfonda il culo, quasi a secco. Fortunatamente un altro mi masturba e, ben presto, il dolore fa posto al piacere. Godo nel sentire quella trave nel culo. Mi slabbra il culo, senza pietà».
«Lo senti troia che poi ti piace? Dai ragazzi, metteteglielo anche davanti, prendiamo sta vacca in tutti i buchi. Godi, puttana!»
«Mi solleva e si distende sul sedile. Mi ritrovo con le gambe alzate e aperte. Subito un altro mi infila davanti un cazzo lungo che scivola, non senza difficolta, dentro il mio ventre. Mi sento piena e godo. Un altro si mette sul sedile davanti e mi tocca i seni. Li strizza e impasta, mentre mi sputa in bocca e mi insulta».
«Godi puttana che questa sera ti sfondiamo tutta!»
Vengo come un fiume in piena. Godo e incito chi mi scopa a farlo più forte.
«Più forte! Vengo! Vengo! VENGO!»
«Quello davanti mi sbatte velocemente e poi sborra.
Lo sento schizzare dentro e subito esce per lasciare il posto ad un altro, con il cazzo più corto, ma più grosso. Entra con un colpo secco, dentro di me. Schizzi di sborra escono dalla mia fica slabbrata, che adesso è pompata con vigoria, mentre Diego, da sotto, mi scopa il culo sempre più forte. Vengo di nuovo, assieme al secondo, che mi schizza tutta la sua sborra direttamente dentro. Anche Diego è al limite e mi mette di lato, mentre mi fa un clistere di sborra.
«Sborro! Cagna, ti riempio il culo!»
«Mi ha aperto così tanto il culo, che ne esce un poco e, appena si sfila, subito un terzo prende il suo posto. Mi pompa il culo, mentre un quarto mi mette il cazzo in bocca e mi scopa la gola. Vengono insieme e mi inondano ancora di sborra, che mi fanno ingoiare tutta. Ero esausta ed ho voluto smettere. Adesso sai tutto».
Durante il racconto Franco ha sempre avuto il cazzo in erezione e, adesso, mi fa distendere e me lo pianta dentro. Sento la sborra colare ancora: lui mi scopa, sebbene sono così aperta che dubito possa avvertire il piacere di essermi dentro; gode e, dopo poco, che mi pompa, viene anche lui dentro di me. Mi sento riempire del suo piacere, ero quasi sul punto di godere di nuovo. Appena lui è venuto, l’ho baciato ed abbiamo limonato un poco.
«Ti amo», gli ho detto. Lui mi ha sorriso compiaciuto, allora con un sorriso complice e malizioso, ho aggiunto:
«Adesso, leccami ancora, cornuto!»
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3 anni fa
baxi18, 55
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