{"linkButtonClass":"stories-filter__top-new-button button button_default","href":"\/aggiungi-racconti","title":"Aggiungi racconto","displayFirstSpan":true,"firstSpanClass":"stories__top-new-button-icon","firstSpanContent":"\n<svg class=\"svg-icon icon-add-button-icon\">\n <use xlink:href=\"\/build\/sprite-83eb32dceb21b468932833be844ed846.svg#add-button-icon\"><\/use>\n<\/svg>","displaySecondSpan":true,"secondSpanClass":"stories__top-new-button-text","secondSpanContent":"Aggiungi racconto","checkDeactivatedProfile":true}
-
Bei momenti in sauna gay
Quando era possibile frequentare saune gay (nella speranza che finito il periodo Covid torni ad essere possibile), di tanto in tanto mi recavo in centro a Roma per passare qualche ora immerso nell'acqua calda. Ci sono stato cinque o sei volte in tutto, e solo in un paio di occasioni, anche a causa di una certa mia timidezza, sono arrivato ad un incontro intimo. L'idromassaggio in acqua calda ha su di me un effetto questi narcotizzante, tanto mi rilassa. Nell'occasione che racconto stavo semisdraiato nella vasca e godermi il relax, ovviamente nudo, quando un bel tipo sui quarant'anni entra in vasca e piano piano si avvicina.
Arrivato al mio fianco mi chiede gentilmente se mi disturba la sua vicinanza. Gli rispondo di no. Iniziamo a chiacchierare piacevolmente. Si chiama Massimiliano, ha 42 anni, imprenditore, e viene in sauna anche lui a rilassarsi. Mi chiede di me, del mio lavoro. Poi, improvvisamente, sento la sua mano sulla coscia. Socchiudo gli occhi, il suo tocco mi piace. La sua mano corre sulla mia coscia, poi si dirige verso l'inguine. Socchiudo le gambe per facilitargli la manovra di palpamento, gli sorrido. Lui avvicina il viso e mi appoggia le labbra sul collo. Inizia a baciarmi dietro l'orecchio, poi la sua mano si impadronisce del mio membro, ancora flaccido. Per chiarire subito la mia posizione gli sussurro all'orecchio che sono soltanto passivo. Lui mi risponde che ha proprio voglia di una troia come me e se voglio seguirlo.
Gli sorrido annuendo. Massimiliano mi prende per mano, usciamo dalla vasca, ci asciughiamo come possiamo, e mi porta in un piccolo separe. Mettiamo gli asciugamani sul lettino, improvvisamente mi ritrovo le sue mani dappertutto. Mi dice che il mio culo lo fa impazzire, la cosa mi eccita profondamente. Mi fa chinare e mi morde più volte le natiche. Mi fa inginocchiare davanti a lui e mi ritrovo davanti al viso un membro nodoso e già eretto. Massimiliano mi sbatte il suo arnese sul viso diverse volte, poi lo punta verso la mia bocca. Apro le labbra, lui mi afferra la testa e spinge con decisione il membro dentro. Non posso fare nulla, sono immobilizzato e lui inizia a fare avanti e indietro affondandomi a più riprese il membro fino in gola, ogni volta provocandomi un conato. Mi afferra, mi fa girare, infila il profilattico, mi allarga il buchetto con le dita insalivandolo ed inizia a montarmi alla pecorina. Il membro è grosso e lui lo usa senza troppo riguardo. Il dolore iniziale piano piano si trasforma in piacere ed inizio a gemere come una cagnetta sotto i suoi colpi. Sto vicino all'orgasmo anale quando lui esce, toglie il profilattico, si siede sul lettino e mi ordina di darmi da fare. Stavolta sono io a muovermi, lui sdraiato, lo delizio con tanti ricamini di lingua sul membro e sulla cappella, gli massaggio i coglioni pelosi con le labbra e la lingua mentre lo sego velocemente. Le mia attenzioni fanno il loro effetto, Massimiliano si rimette in piedi e fa inginocchiare me davanti a lui. Si masturba sulla mia bocca, lo lascio fare. Mi ordina di tirare fuori la lingua e ci si sega sopra. Improvvisamente un getto di latte caldissimo mi inonda il viso e Massimiliano fa scolare gli ultimi getti sulla mia lingua. Glielo riprendo in bocca per farlo godere fino alla fine. Io non sono riuscito a venire, ma non fa nulla. Il ricordo di quei momenti ha innescato successivamente tante seghe, ripensando a come quel bel maschio mi ha usato....
16
0
3 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 35 minuti fa -
Il Primo scambio
E dire che avevamo mille paure, perplessità, dubbi e poi...Lo avevo già incontrato il LUI, ci eravamo dati un appuntamento in un bar peruna prima conoscenza; arriva: alto, testa rasata, occhiali da sole, fisico asciutto ma non da palestrato prestante, un bell'uomo occhi chiari profondi ma...tutto tatuato e con gli orecchini! Ommioddio. Non è certo il mio tipo. Va be, beviamo una caffè e poi alzo i tacchi e me ne vado. Ci sediamo e sono pronto a sentire i soliti discorsi da macho porco e turpiloquiante e invece, si rivela di poche parole, gentile educato e scopriamo in pochi minuti di avere in comune una grande passione in un mondo che nulla ha a che fare con questo gioco. Passione della quale si dimostra esperto e competente e che è anche la passione di Sily. Bene!I pregiudizi...Parliamo parliamo parliamo sopratutto di questa grande passione e ci lasciamo ripromettendoci un incontro a quattro.Torno a casa e racconto a Sily sia della passione sia descrivendo LUI. "Hummm tatuato? con gli orecchini? ma sei sicuro? mah speriamo bene"Il giorno dopo arriva un WA "Tra 10 15 minuti potremmo essere da voi per giocare, Va Bene?"Questi sono pazzi, figurati se faccio venire a casa uno con tatuaggi e orecchini così d'acchito.MA ANCHE NO!Va be la passione in comune ma non è una garanzia e poi è tatuato no no, prima facciamo una incontro a quattro in territorio neutro e poi si vede. Il giorno dopo ancora, altro WA. "Sono da solo se vi va vengo a trovarvi voi giocate e io guardo così vi sembrerà come nel privè che avete raccontato."Ma questo davvero è matto questa cosa mi puzza. E poi Sily cerca una che la introduca nel mondo bisex e con due uomini non è che possa succedere no?Rifiuto.Accetta con discrezione il rifiuto e nulla di fatto. Ma la situazione psicologica era davvero compromessa. Cosa vuole questo? Perché insiste? Come mai LEI non si vede mai? Hummmm tutto molto hummmmm.Poi finalmente tra una impegno e l'altro mio di Sily e loro, si arriva ad un invito irrinunciabile. "Domenica alle 14,30 da noi ci incontriamo e vediamo come si sviluppa."Dai così ci va bene. Confermato.Speriamo che Sily riesca ad ottenere il suo scopo e sopratutto che le piaccia. Sarebbe così bello essere tutti e due al 100% bisex.Armati di prosecchino e scatola di cioccolatini arriviamo puntuali come due alpini all'appuntamento. Ci guida LEI osservandoci dalla sua finestra dal parcheggio fino alla casa. Sily stretta al mio braccio, io piuttosto teso, ma in cosa ci stiamo cacciando? Scappiamo? Mille pensieri mi frullavano per la testa ma cercavo di apparire sicuro per dare conforto a Sily.Entriamo.Scala una rampa, due rampe, terza rampa e appare LEI. Occhi fantastici, bellissimi, sorriso accattivante i capelli raccolti sulla nuca, calze a rete e vestitino nero. Mica male la LEI! LUI con tutti i suoi tatuaggi e orecchini ci aspetta seduto.Bella casa. Mansardata ben arredata, proprio bella.Ci salutiamo calorosamente consegno il prosecchino di ordinanza da mettere in frigo e lei ci offre una crostata. Bene dai.Chiacchieriamo a lungo sopratutto della passione che anche LEI condivide con LUI e quindi siamo tutti e quattro intorcinati nella passione. Ci intorcineremo anche dopo tutti nudi? Mah!!! Vedremo. Intanto osservo Sily che sembra gradire sia LUI sia LEI. Bene bene, allora si fa qualcosa. Io avevo deciso che per me si poteva fare e quindi attendevo. Ad un certo punto Sily chiede di andare in bagno e LEI la accompagna. Approfitto per chiedere a lui chi dovesse prendere l'iniziativa, non volevo apparire maleducato e poi non sapevo se piacevo a LEI. Nel frattempo LEI ritorna e LUI per tutta risposta le solleva il vestito rivelando una vulva bellissima depilata alla perfezione con una pelle bianca che anche a distanza sembra avere sapore di latte. E' un attimo Sily ritorna e LEI la prende per mano accompagnandola nella loro stanza dei giochi. Ne riescono dopo qualche secondo e cominciamo a spogliarsi. Sily ha un bel completino sexy molto elegante, e LEI ha un baby doll che le valorizza il bel seno con i capezzoli già turgidi. LUI si precipita, si spoglia alla velocità della luce e io faccio lo stesso. In qualche secondo ci troviamo a letto tutti insieme.Esattamente quello che speravo.Cominciamo a baciarci ovunque, profondamente, mentre LUI tocca Sily e le carezza il seno io mi gusto quella bellissima vulva leccandola per il reciproco godimento. Ad un certo punto LUI si mette dietro a Sily e la penetra, dolcemente, da dietro. Dico a LEI fagliela leccare e LEI si mette a cavalcioni di Sily offrendole la sua vulva bagnata della mia saliva e il suo monte di venere bianchissimo. Non si fa pregare, mentre si gode la penetrazione, comincia leccare come se non ci fosse un domani per urlare dopo qualche minuto "Hai una figa fantastica!" Fatto!!! Sily è ufficialmente bisex.I giochi continuano, io penetro LEI da dietro doggy style, e sto quasi per venire ma lei si toglie; prima io dice! e allora dai, a cavalcioni sopra di me che la lecco forsennatamente sentendo i suoi umori colarmi sul viso. Viene. Intanto LUI lo ha messo in bocca a Sily che se lo sta godendo. Viene anche LUI nella sua bocca ma solo dopo aver chiesto a Sily se poteva. Noblesse oblige! Bellissimo.Manco solo io e LEI non si fa pregare e mi lavora con la bocca per farmi poi venire sul suo seno, quando la avviso che sto per dimostrarle, in pratica, quanto mi sta facendo godere. Un attimo di relax e si riparte con LEI che lecca la vulva di Sily io che lecco la sua nella posizione che adoro e cioè da dietro con lei a quattro zampe.Ma mi mancava ancora qualcosa e allora mi avvicino a LUI e prendo la sua asta in bocca succhiandola a lungo, poi mi avvicino a Sily e insieme gli lecchiamo tutto scambiandocelo nella bocca con voluttà. Peccato che avesse già regalato a Sily il suo godimento. La prossima volta voglio partecipare al party!Una sensazione meravigliosa, di grande intimità e di complicità con la mia Sily mi avvolge. La mia donna è bisex, io sono bisex, noi ci amiamo e nessuno potrà mai separarci. Il sesso sarà sempre meraviglioso fatto di complicità trasgressione e amore con la meravigliosa certezza che queste trasgressioni non potranno mai minare la nostra unione. E l'amore lo faremo da soli, noi due. Sempre.E dire che avevamo mille paure...Grazie LUI e grazie LEI ci avete permesso di introdurci in questo mondo meraviglioso dalla porta principale, con eleganza, gentilezza pulizia e semplicità. Grazie davvero. Sarete sempre ospiti benvenuti nella nostra casa. Un bacio.
3308
0
3 anni fa
coppiaala, 57/47
Ultima visita: 10 mesi fa -
Intriganti evasioni. una nuova scoperta.
La vita con Paola, dopo questa prima esperienza, che lei ha definito solo una intrigante evasione dalla routine della vita quotidiana, è ripresa come sempre, con noi due impegnati, sia nel lavoro, che nel far crescere nostra figlia. Per mesi le uniche evasioni sono state un po’ di esibizionismo, qualche scopata improvvisa, nei posti più disparati, come nei camerini di un negozio di abbigliamento, o lei che mi ha fatto impazzire nel mostrarsi quasi nuda in giro per negozi di un centro commerciale, dove almeno tre maschi si sono segati per lei. Una sera eravamo andati in una città vicina dove c’è un centro termale e abbiamo conosciuto un singolo di nome Luca, che molto educatamente si è messo a parlare con noi in maniera semplice e gentile, di argomenti che nulla avevano a che vedere con il sesso. La serata è scorsa via piacevole e tranquilla e quando abbiamo dovuto lasciare le vasche per la chiusura dell’impianto, erano solo le ventuno, lui ci ha invitato a cena in un ristorante poco lontano, dove suo dire si mangiava molto bene. Così siamo rimasti d’accordo di trovarci insieme nel locale, in quanto noi avremmo impiegato un po’più di tempo a fare la doccia e rivestirci anche perche, Paola ama essere sempre elegante e sexy in ogni occasione. Quella sera indossava una mini di pelle nera, camicetta bianca, sotto cui si notava il reggiseno, che gonfiava di più il suo splendido dècolltè, giacchetto nero di pelle e gambe fasciate dalle immancabili autoreggenti, con stivaletti bassi tacco dodici. Quando siamo entrati al ristorante, Luca, non ha potuto esimersi da farle un complimento.
«Ma scusatemi siete andati a casa a cambiarvi?»
Noi ci siamo dati uno sguardo, e lui ha precisato che per essere stati alle terme, eravamo davvero eleganti. Al tavolo posto in un angolo un po’ appartato, i complimenti si sono susseguiti ancora di più. Quando gli ho chiesto cosa aveva ammirato di più in mia moglie, lui guardandola in faccia ha dato una risposta per niente banale.
«Di te ammiro la tua splendida bocca, il tuo seno meraviglioso. Invidio tuo marito che può sempre godere di tutto questo piacere.»
Lei mi dà uno sguardo complice, e replica.
«Veramente noi siamo una coppia, dove mio marito mi lascia libera di decidere, con chi condividere questo piacere.»
Lui mi guarda, io confermo con un cenno del capo. Vorrebbe replicare, ma l’arrivo delle pietanze ordinate ci interrompe. Poi, è tutto un susseguirsi di simpatici doppi sensi, e tanta allegria. Vedo mia moglie presa dal gioco, decido di lasciarli soli, me ne vado al bagno. Sono così eccitato, che quasi mi sparo una bella sega, ma preferisco aspettare. Quando esco, li osservo da lontano, vedo che lei è sbilanciata verso di lui, che le parla all’orecchio, o forse lei, sta con una mano sulla sua coscia, ma non vedo bene, quindi torno al tavolo. Appena seduto, Paola mi fa un sorriso complice, poi la sua voce mi sembra carica di emozione.
«Io non avrei più fame di questo cibo. Che ne dici se chiediamo a Luca di fare un giro per la città, per farci vedere il meglio che può offrire.»
Capisco il doppio senso e annuisco.
«Ok va bene, vado a pagare il conto e ce ne andiamo.»
Non ho finito di parlare che Luca si alza in piedi e mi blocca all’istante. Vedo con chiarezza il suo pacco esageratamente gonfio.
«Non se ne parla nemmeno! Siete miei ospiti e pago io.»
Senza aggiungere altro si allontana, guardo Paola per avere la conferma di quello che ho intuito. Lei mi guarda con occhi languidi e vogliosi.
«Amore vorrei fare un giro in auto con Luca, seduta nel sedile dieto, a giocare un poco con lui. Mi ha fatto sentire il suo bozzo, ne sono rimasta estasiata, lo ha così grosso, che per un attimo non ci credevo, fin quando l’ho sentito da sopra la stoffa dei suoi jeans. Naturalmente tu dovrai essere il mio autista complice del gioco. Se la cosa però non ti eccita non ne facciamo nulla.»
La guardo, ho già il forte desiderio di vederla giocare con lui, che mi alzo e la prendo per mano e ci avviamo all’uscita con lei che ci prende entrambi sotto braccio. All’epoca avevo una splendida Alfa 164, una vettura che aveva un sedile posteriore che era un vero divano. Mi metto alla guida e parto, seguendo le indicazioni di Luca, che mi consiglia di prendere la tangenziale. Lui è seduto dietro di me è Paola al suo fianco. Appena partito, sposto lo specchietto per vedere bene quello che succede dietro, vedo subito che lui le accarezza le cosce. Lei si mette al centro del sedile e apre oscenamente le gambe, si sfila il tanga e me lo passa davanti.
«Tieni caro, senti come sono già fradicia. Goditi lo spettacolo della tua mogliettina, che farà la troia con questo splendido maschio, e ti farà cornuto.»
Aspiro il profumo di cagna in calore del suo tanga. Sento il mio cazzo diventare così duro, che quasi mi fa male. Lui le accarezza le gambe, intanto lei ha aperto la camicetta, e si fa succhiare il seno.
«Succhiami i seni porco! Lo hai desiderato per tutta la sera. …uhuumm..che bravo!»
Mentre gli succhia il seno, le mette due dita dentro la fica, oscenamente aperta e la trova fradicia.
«Accidenti! È un lago! Cazzo come sei eccitata! Adesso ti succhio il seno meraviglioso, mentre ti scopo con le dita. Che porca tu moglie!»
La masturba con due dita che poi diventano tre. Lo guardo estasiato mentre la porta al primo orgasmo. Gode molto velocemente, indice di una forte eccitazione. Spinge in alto il bacino per andare incontro alla sua mano. Ora con quattro dita dentro, lui la scopa velocemente, lei dopo aver goduto di nuovo, afferra la mano che la fa godere, e se la sfila, poi si getta avida su di lui, alla ricerca del suo cazzo. Lo fa mettere al cento del sedile per farmi avere una visione perfetta, di quello che sta facendo, poi apre velocemente i pantaloni, che Luca fa scendere fin sotto le ginocchia, e a quel punto si trova davanti un cazzo esagerato. Lo vedo in tutta la sua lunghezza, arriva fin sopra l’ombelico con una circonferenza notevole. Sicuramente sopra i venti, ma è nella circonferenza il suo massimo. Decisamente notevole con la cappella piccola e subito sotto, il diametro lo rende un cilindro di carne incredibile e uniforme. Lei rimane ad ammirarlo senza parole. Poi mi guarda estasiata.
«ACCIDENTI!!!! Guarda amore che palo ho trovato qui sotto! Mi fa impazzire la sola idea di averlo dentro. Guardami porco come me lo gusto. Ti farò cornuto con un vero super cazzo! Mi fa bagnare tutta! Guardami!»
Effettivamente sento dentro di me una certa gelosia, che subito si trasforma in eccitazione, quando immagino lei sfondata da quel mostro. Lui la bacia in bocca, poi la spinge verso il cazzo duro che le svetta davanti.
«Dai fammi sentire la tua bocca, succhialo e leccalo tutto, che voglio sentire quanto sei troia! Voglio capire se veramente sei una succhiacazzi!»
Appoggia la bocca sulla punta, cerca di infilarlo in bocca. Solo una minima parte le entra, perche appena sotto la cappella, il diametro aumenta e lei non riesce a spingerlo dentro. Lo impugna con entrambe le mani sovrapposte, e vedo otto dita di cazzo, è in più la parte superiore, che poi è quella che lei a mala pena riesce a mettere in bocca. Lui geme, si rende conto di quanto sia brava mia moglie con il cazzo in bocca.
«Accidenti come succhia! Mi fa impazzire! È un vero portento! Che bocchinara! Amico sei fortunato, non ho mai sentito una donna succhiarmi il cazzo così, me lo divora!»
Si gode la bocca di mia moglie, mentre io sento dentro di me, il forte desiderio di vederla scopata. Gli chiedo un posto per fermarmi.
«Dimmi Luca dove mi posso fermare perche adesso voglio vedere bene quando la scopi.»
Luca mi fa uscire dalla tangenziale, mi inoltro in campagna dove trovo una stradina che finisce in un piazzale sotto due alberi. Intanto lui la fa smettere si succhiarlo.
«Basta cazzo! Mi fai sborrare mentre io invece voglio sfondarti la fica! Sei meravigliosa e brava come bocchinara, ma voglio goderti al massimo. Stenditi che ti lecco pure io.»
Mentre parcheggio lui la fa mettere a gambe aperte, lei con le mani gli offre la sua fica completamente fradicia e oscenamente aperta, per farsela leccare. Luca si tuffa fra le cosce la fa godere subito e mi invita ad osservarla mentre gode nel farmi cornuto.
«Oddio che demonio! Vengo! Guarda amore mio cornuto come godo.»
Scendo dalla vettura, apro lo sportello dall’altro lato, mi trovo con il viso di Paola sotto di me, afferra il mio per infilarlo nella sua bocca, mentre Luca si posiziona fra le sue cosce e mette la punta dentro la fica di Paola, che lo incita scoparla.
«Dai scopami! Mettilo dentro!»
Lui mi guarda, io annuisco, e mentre sto per mettere il mio in bocca a mia moglie, lui spinge dentro di lei il suo cazzo. Paola spalanca la bocca e urla.
«PIANO! Mi spacchi! Oddio! Lo sento che mi sventra, mi apre, mi fa impazzire! Amore è stupendo!»
Non aggiunge altro, perche le infilo il mio dentro la bocca, mentre lui la sfonda con decisione. Geme e gode, ogni tanto si sfila dalla bocca il mio, lo incita scoparla forte.
«È bellissimo! Mi apre, lo sento che mi dilata. Amore, adesso sono sicura di non essere più vergine! Dai sfondami che vengo!»
La scopa con colpi sempre più decisi, e quando arriva in fondo, le da un colpo secco, e lentamente mi rendo conto, che adesso lei lo ha tutto dentro. Mi succhia e gode, mentre lui la sbatte, vedo i suoi seni sobbalzare verso l’alto, li afferro, li stringo fra le mani, lei gode ancora di più. Luca la incita venire.
«Dai troia godi! Che fica stretta! Adesso te la sfondo e spacco tutta! Mi fai impazzire! Sei una troia stupenda. Dai godi!»
Poi le mette le braccia i fianchi, la solleva, se la mette sopra di lui che si distende. Lei si trova impalata su quella trave che adesso la sfonda veramente.
«Oddio amore, lo sento fin nello stomaco!»
Io resto un momento ad ammirare lo spettacolo, mi lascio prendere dal desiderio di segarmi, mentre la vedo impazzire di piacere, ma Luca mi invita scoparle il culo.
«Mario, sfondale il culo! Dai che la facciamo impazzire. Allargalo bene che dopo lo voglio sfondare tutto pure io e tu godi che ti sfondiamo tutta, e poi ti riempiamo di sborra.»
Lubrifico la punta del cazzo, poi come un automa lo posiziono fra le sue chiappe, proprio in direzione del suo forellino anale che fra poco sarà sfondato come la sua fica. Questa cosa mi eccita così tanto, che devo restare calmo per non schizzare subito. Lei cerca di dissuaderci a farle il culo.
«No vi prego, siete troppo grossi. Tutti e due insieme mi sfondate.»
Trema scossa da un violento orgasmo nel preciso istante in cui io le affondo la cappella in culo. Spingo con decisione, anche se sento che lo spazio è decisamente poco, ma lentamente riesco a infilarlo tutto dentro. Lei impazzisce, gode a raffica, con noi che la sfondiamo insieme. Ci incita a scoparla ancora più forte. L’eccitazione è così tanta, che dopo poche pompate sono al limite. Luca mi invita inondarle, il culo per lubrificarlo meglio, in vista del suo ingresso dentro di lei nel pertugio che sto godendo io.
«Dai Mario, borrale in culo, così lo lubrifichi bene e questo rende il mio ingresso più agevole.»
Lei cerca di dissuaderlo.
«No ti prego, oggi no! La prossima volta. Oggi ti voglio sentire sborrare sulle mie tette. Dai schizzami in faccia e sui seni, dai che vengo di nuovo.»
Sono al limite e vengo con un orgasmo sconvolgete. Ne schizzo dentro di lei un vero fiume. Mai sborrato così tanto. Mi svuoto e poi con ancora il cazzo duro, l’eccitazione era elevatissima, scendo dalla vettura, apro lo sportello dall’altro lato, e lo infilo in bocca a Paola che lo succhia, mentre Luca la sbatte da sotto, facendola godere di nuovo. Poi cambia di nuovo posizione, la rimette sotto, io mi riporto dall’altro lato, mi sego mentre lui la sbatte con un ritmo sconvolgente. La pompa come una furia scatenata, lei gode in continuazione, mentre io estasiato cerco di mantenere lo stesso ritmo di Luca, per sborrare insieme a lui, sul viso di mia moglie. Ad un tratto Luca urla il suo piacere, si sfila da lei, ricoprendo le sue magnifiche mammelle di sborra bianca e calda. Lo infila fra le tette di Paola, che lo avvolge, mentre lui continua sborrare, alcuni schizzi arrivano anche sul suo viso. Io mi sego, alla fine sborro in faccia a lei, e alcuni schizzi finiscono sulle tette, che ancora stringono il cazzo di Luca. Lei allunga una mano, mi spreme il cazzo a bocca aperta, mentre io sono sconvolto dal piacere lei fa in modo che la mia sborra copra anche il cazzo di Luca. La sua voce è rotta dall’emozione.
«Amore sborra sul cazzo che mi ha sfondato, e ti ha reso cornuto. Coprilo e ribadisci che tu sei il mio uomo, lui solo un gioco. Oddio come mi eccita questa insolita situazione.»
Resto basito da questo dettaglio, che decisamente non mi aspettavo, ma che condivido con mia moglie, che dopo avermi ripulito per bene, si gira e bacia Luca in bocca, che risponde con passione a quel bacio. Sfiniti ci sediamo con lei al centro e noi ai lati. Lei ci stringe e ci ringrazia del piacere che le abbiamo dato.
«Siete stati meravigliosi. Ho goduto tantissimo e Luca ti assicuro che la prossima volta ti darò anche il culo, ma oggi volevo sentirti sborrare sulle mie tette.»
Poi si gira e mi bacia con vero amore.
«Amore mio grazie per avermi fatto godere questo cazzo superbo, e se sei d’accordo ci sarà una nuova serata con lui. Quanto a noi, ti amo e sono fiera di come sono riuscita farti cornuto sotto il tuo sguardo estasiato. Ho goduto tanto perche tu, mi guardavi godere, e questo è il massimo, che desidero per noi due, quando volgiamo giocare.»
Quella sera avevamo realizzato il nostro primo car sex.
14
4
4 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 22 ore fa -
Nel solstizio d’estate il profumo del mirto bianco 4/4
Vado nell’altra stanza. Mi sistemo. Sono coperto dei profumi e dei sapori di Arianna. E molto piacevole averli su di me. Sanno di buono. Mi do una sciacquata. Non su tutto il corpo voglio conservare il suo profumo su di me ancora per un po’,almeno fino al rientro a casa.
Mi stendo sul letto. E provo anche io a riprendermi un po’. Arianna era stata impegnativa. Ci aveva dato del filo da torcere. Dopo un po’ arriva il lui. Entrambi felicissimi. Sembravamo due compagni di scuola in gita dell’ultimo anno che si raccontano e si confidavano le loro emozioni. La loro prima volta … Era da tanto che non provavo quell’emozione con una coppia almeno 10 anni.
Tra le tante confidenza lui mi confida che non l’aveva mai vista cosi bagnata e aperta.
Non so se Alfredo si dimostrerà l’amico speciale che cerco in un simile gioco. Sarà il tempo a dirlo perché un grande autore regala sempre il finale perfetto. Ma su un punto sono sicuro, certe persone sono fatte di vento, ti entrano dentro, lasciano i pensieri in tempesta e appena si allontanano ti manca l'aria. E loro due si sono rivelati una sorpresa inaspettata. Un vento caldo. Se dovessi citarne uno, forse il meno conosciuto: l’Etesia, ma pieno di significato ed il più appropriato ed in tema con la serata.
Saluto lui e riprendo per andare a prendere la macchina. Non era molto tardi. Sono per le strade della capitale la quale mi sembra ancora più bella. Quando ad un certo punto vedo delle persone da un locale festeggiare. In quell'istante ho realizzato che anche io come loro avevo qualcosa da festeggiare, ma a differenza loro, non potevo urlarlo a nessuno. Parcheggio la macchina, entro nel locale. C’era un gruppo di olandesi sulla sinistra.
Mi avvicino al bancone per ordinare, si accosta una turista e mi chiede in inglese qual fosse “il” liquore italiano tipicamente estivo...
La barista mi guarda compiaciuta si rivolge a me, barista: “E bravo, hai fatto colpo ...” facendomi l’occhiolino. La guardo e sorrido. Barista: “Cosa ti ha chiesto?” Io:“di consigliarle un liquore tipico italiano estivo…”
Barista: “Proponile un amaro Montenegro, o Vecchio amaro del Capo oppure un amaro Lucano ecc.. ”
Io: “ No… troppo scontati. Cosa hai di artigianale … ”
Mi fa una lista di liquori che attualmente non ricordo, tra cui genziana, mirto ecc… Io: “ Mirto come?”
barista: “ho anche quello bianco, se te ne intendi...” Non mi posso definire un esperto, ma mi difendo ... Io:“.. mmm… Mirto bianco, ehh… ottimo !! Due !!!”
Il mirto bianco con il suo sapore ricco e delicato e carico di ritorni mediterranei, mi ricorda l’estate…. L’olandese lo strappa come se fosse una vodka. olandese: “It is not really strong” Dicendomi, non è proprio forte però…
La guardo, e le dico che non si beve cosi. Ne ordino un altro per lei. Pago, la saluto e mi avvio verso i tavolinetti di fuori a prendere un po’ d’aria e gustarmi il profumo ed il gusto del mirto bianco che mi ricordava l’estate, ma soprattutto col suo gusto dissetante, il mare durante la bella stagione. Provando a raccogliere le forze e realizzare sul fatto di aver vissuto un bellissimo sogno.
Ad un tratto, mi sento toccare la spalla, mi giro, era ancora lei. Mi dice. Olandese: “You have right. It’s very good…”
La guardo accenno un sorriso e le rispondo Io: “Sometime, strong is wrong …”
Dedicato a quella coppia di amici che mi hanno fatto capire che la primavera 2020 volgeva al termine e l’estate bussava alla porta …
Mi chiedo come sarebbe vivere in un mondo in cui sia sempre giugno … Se una notte di giugno potesse parlare, probabilmente si vanterebbe di aver inventato il romanticismo.
Buona estate 2020 a tutti !!
NB:
Tutti i miei racconti non sono frutto della mia fantasia, ma esperienze realmente vissute in prima persone e storie assolutamente reali, delle quali forse un giorno, quando mi ritirerò dall'attività, pubblicherò un libro
di conseguenza a ciò
diffido chiunque a copiarli per intero o anche solo terze parti di essi, a utilizzare nomi e situazioni in essi citate, che risultano proprietà intellettuale privata!
12
0
4 anni fa
flavio3hotrooom,
39
Ultima visita: 1 mese fa
-
Nel solstizio d’estate il profumo del mirto bianco 3/4 - massaggio yoni
L’emozione è molta e non riesco a nasconderla nei boxer… busso alla porta della loro camera. Lui mi apre e mi fa accomodare in una stanza quasi del tutto buia…
Alfredo: “Entra Flavio. Amore abbiamo ospiti! ”
Per la prima volta sento la voce di lei. Una voce bassa, timida, dolce e sensuale al tempo stesso. Una gattina primaverile. Una felino di assoluta sensualità. La quale si limita ad un semplice “Ciiiaoooo..”
Sul lettone bianco intravedo quella stupenda ninfa che per tutte le precedenti notti, si era infilata nei miei sogni. Stuzzicando le mie fantasie ed invogliandomi a volerla possedere.
Il tempo sembra fermarsi. L’adrenalina sale. L’aria del condizionatore mi sfiora la fronte come la brezza marina del mare.
Lei stesa sul lettone bianco. Rigorosamente bendata come avevamo concordato. Una pelle lucente chiara, sembrava fine porcellana. Un fondoschiena in bella mostra esaltato da un intimo nero, merlato lasciando il lato B quasi totalmente nudo, ma velato. Coperto da un sottile striscia di tessuto che lasciava intravedere il frutto proibito. Un lato b da fare invidia alle ragazze della nazionale pallavolo. Di certo non per deboli di cuore …
Lui tira fuori da una glacette una bottiglia di prosecco … e brindiamo all’incontro. Mentre lei ci aspettava ancora lì stesa sul lettone.. Quasi a rimarcare l’idea che tanto qui da me dovrete venire. Ma in questo caso, il gioco aveva un’altra valenza.... Lei avrebbe dovuto obbedire.. agli ordini del suo uomo che per farle provare quella sottomissione soft, e per questo si sarebbe servito in questo caso di un “aiutante apprendista”!!
Mi mostra gli oli. Mi parla con una voce bassissima per non rovinare l’atmosfera. Guardo gli oli. Dei tre due li conoscevo l’altro mi suonava nuovo. Lui intanto mi parlava delle proprietà, ma io ero totalmente ipnotizzato da quella visione.
Lascio a lui toccarla per primo, anche se non vedevo l’ora. La accarezza, la rassicura e la bacia sulla nuca. Quasi come a lasciarla prendere il volo. In totale sicurezza,tanto lui sarebbe stato lì, accanto a lei per ogni evenienza. Erano gli ultimi attimi prima che un altro avesse allungato le mani su di lei. Quei pochi momenti sembrano infiniti, per la carica erotica. Chissà quali pensieri passano nella mente di un marito e quali alla propria moglie che si lascia offrire.. Dettagli che possono passare inosservati, ma di certo non a noi amanti di una certa sensibilità erotica.
Sono istanti pienamente intrisi di significato. La scelta era stata già presa prima. Ma come in tutte le circostanze. Assume un’altra valenza qui. L’inibizione, i tentennamenti, non sentirsela, sono fattori che possono tirarti un brutto scherzo quando ti trovi ad iniziare. Vedere Alfredo spronarla, incoraggiarla e rassicurarla è fonte di eccitazione per entrambi (per loro due sicuro, ma anche per il sottoscritto).
Lui inizia a toccarla e mi invita a fare lo stesso. Nella prima fase, Lei in posizione prona, ci avrebbe visti massaggiarla insieme.. Mentre nella seconda parte, lei si sarebbe girata, assumendo la posizione supina. Lasciando a me il compito di eseguire un massaggio tantrico.
Iniziamo il massaggio. Scorro le mani dal basso verso l’altro, in modo da famigliarizzare col suo corpo. Farmi conoscere ed esplorare il corpo di lei. Pelle liscia, molto tonica sulle gambe, curata depilata alla perfezione. Tutto torna e coincideva con quello che mi aveva raccontato Alfredo al telefono; di quanto lei ci tenesse ad essere curata. Aveva due piedini da cenerentola. Molto belli. Non sono né un feticista e né un amante accanito dei piedi femminili. Ma devo essere sincero erano veramente ben fatti, un piedino come quello, lo puoi considerare regale. Altro che cenerentola. Da mandare fuori di testa anche le commesse della Pittarosso … ;) Smalto rosso, sull’amaranto come tocco finale... Mancava solo la cavigliera.
Prima verso l’olio dall’alto verso il basso… Poi salgo lungo il corpo con le mani a toccare i punti giusti. Arrivo fino alle spalle. Vedo che il viso era coperto da una folta chioma di capelli neri corvino. Come a volersi nascondere. Non capisco se per quello che avevo accennato ad Alfredo al telefono,(...nel caso non fosse stata di mio gradimento in viso, avrei chiuso con un massaggio classico senza spingermi oltre...), oppure per timidezza iniziale… Ma mi viene da pensare anche perché ci sapeva fare ad ammaliare il maschio.. Sta di fatto che non riuscivo a dare nuovamente un volto al suo viso, nonostante fossi a pochi centimetri… E questa cosa mi eccitava ancora di più... L’unico dettaglio che riusci a definire furono le labbra … fini al punto giusto. Rosse accese sembravano delle ciliege (red cherry) da cogliere ed assaporare. Perfette, come se fossero state dipinte su tela da un pittore fiammingo o dallo stesso Leonardo per la perfezione dei lineamenti. Per la loro signorilità mi ricordavano quelle del quadro, La dama con l’ermellino.
Un altro dettaglio che scorgevo nonostante stesse a pancia in giù, era il suo seno che dalle foto era imponente (una quarta strabordante) e si riusciva a notarlo lateralmente.
Mi stavo pregustando lei con gli occhi. Forse lo stesso sguardo che avevo avuto con la segretaria stamane. Da gran porco!!! Credo che lei, nonostante la benda, avvertisse questa sensazione di essere puntata e scrutata.
Sembrava apprezzare i tocchi e ogni tanto muoveva il bacino, shakerando quel magnifico culo. Forse il termine arrivati a questo punto è appropriato. E aggiungo “...e che culo!”
E si perché come diceva un caro filosofo “Fino a diciotto anni tutti scrivono poesie; dopo, possono continuare a farlo solo due categorie di persone: i poeti e i cretini.”
E siccome io non rientro nella prima, ma non escludo la seconda. Voglio rendere bene l’idea di quanto cominciasse a farmi sangue quella donna. Era stato molto bravo Alfredo. Mi aveva eccitato bene, bene ... col suo modo di offrirmi la sua signora. Un vero regista. Un Tinto Brass 2.0.
E comunque mi aveva avvertito, in balia degli ormoni, ricordati che la parola d’ordine della serata sarebbe stata sempre la stessa ... DELICATEZZA… Devi essere delicato NON RUDE. NO STRONG… Questa frase racchiude e sintetizza sia l’inizio che la fine di questo racconto. Vi aiuterà a comprendere meglio il finale. Tutt’altro che scontato. Una sorpresa nella sorpresa. Tutto deve venire naturale, altrimenti lei si blocca.
La vado ad oliare dalla punta dei piedi fino alla cervicale. Poi proseguo con le braccia le stendo e arrivo fino al palmo delle mani. Li per la prima volta arrivo a toccare la sua mano. Eppure avevo accarezzato altro prima. Probabilmente mooooolto … di più invitante se ci pensate. Eppure è stata tra le emozioni più forti della serata, se non in cima alla lista di quelle che ho avvertito.
Generalmente diamo la mano a qualcuno che non conosciamo e poi ci apriamo se la condizione lo permette ad altro. In questo caso avevamo invertito l’ordine. Ricordo ancora l’emozione di stenderle il palmo per poi sovrapporre il mio al suo, chiudendoli entrambi sotto un unico pugno. Sembra che i nostri corpi si fossero uniti ancora prima di qualsiasi contatto sessuale. E’ stato il primo vero momento in cui mi sono unito con lei. Un gesto molto intenso. Ho avvertito anche in lei la stessa emozione. Ero a cavalcioni sopra la sua schiena in posizione dominante. Eppure avverti dei brividi lungo la schiena. Sembra quasi non volesse lasciare la mia mano. Le diedi un bacio sulla spalla, aprì il pugno e continuai.
Il massaggio fu lungo con lei a pancia in giù. Notai una contrattura a livello di spalle. Non so se era per la tensione o per un carico dovuto alla postura da lavoro. Provai a sciogliere il punto.
Poi mi concentrai su quel culetto che tanto mi aveva fatto sognare. Il mio membro strabordava lateralmente dai box. E sfiorava la sua pelle. A quel punto vidi diverse contrazione dei glutei. Quasi che volessero andare incontro verso la mia verga. In cerca di un primo contatto. A forza di massaggiare avevo aperto i due emisferi, e messo in luce l’orifizio ed il pertugio che custodiva un sorriso verticale intimo che si nasconde in ogni donna. Quando poi quel sorriso porta anche l’acquolina in bocca è ancora più lucente...
Da parte sua ricevo un’attenzione, vedo che lei contraccambia. Alza la gamba propriamente detta la porzione di arto inferiore compresa tra ginocchio e caviglia all’insù. E con la pianta del piede in cerca del mio pacco. Una volta trovato si infila con le dita dei piedi, come a cercare di liberare il mio pene barzotto dai box. Prendo anche l’altro piede di lei e li unisco. Lei fa il resto. Accetta l’invito e prosegue l’iniziativa ed inizia a segarmi con i piedi. Uno spettacolo ancestrale. Vedere lei che col movimento dei piedi stimolava e tirava la mia verga in direzione del suo magnifico fondoschiena era inebriante. La fermai. Le stesi nuovamente le gambe in giù e anche se avvertivo che lei voleva giocare ancora.
Andai avanti e con le mie gambe divaricate, con le ginocchia sopra il suo bacino, provai a unirle, unendo in quel modo le gambe. Da ribadire gambe perfette !!! E non esagero. Perché quando ho provato ad unirle tra loro, hanno dato vita a 3 fessure, una nella parte superiore delle caviglie (polpacci), una nella parte inferiore delle ginocchia ed ultima nella parte interna delle cosce.
Ecco ho posizionato il mio pene in basso, nell’ultima fessura, tra le gambe leggermente divaricate nella seconda parte alta. Avvertivo il calore che proveniva dalle grandi labbra, un forno a legna. E poi la sensazione della cappella bagnata che ogni tanto toccava l’interno delle cosce.
Alfredo era in piedi e mi guardava. Non ho capito se voleva verificare che non la penetrassi, oppure era eccitato e basta. Non sono riuscito a capirlo. Puntavo la mia verga vicino le grandi labbra senza cercare il contatto, piuttosto nel farle percepire la presenza cosi vicina. Per quanto fossi attento, in qualche occasione ci siamo toccati ed è stato l’estasi.
Io ero intento a massaggiarle i glutei, ed aprirle gli orifizi con movimenti circolari. Quando alzo la testa. Vedo il Lui che si era tirato un tantino giù i box e ne aveva approfittato per metterglielo in bocca. Lei lo segava e gli praticava un orale da favola. Talmente brava che stavo per venire io. E non scherzo perché al contempo Arianna provava a stringere le cosce.… dove sapeva bene cosa era spiaggiato a pochi millimetri dall’isola del piacere.
Scaricata la sua bella dose di sperma. Mi rivolgo ad Alfredo bello e compiaciuto. E gli chiedo di ordinarle di girarsi. Fino adesso eravamo stati bravi, scherzato un po’, ora era il caso di iniziare il massaggio intimo. Quelle in cui tutti questi stimoli dovevano concretizzarsi in piacere reale per lei. Questa era la sua serata. E lei sarebbe stata la principessina schiava del suo piacere.
La faccio girare, la metto supina. Le chiedo di togliere l’intimo. Li anche lei realizza che la fase delle coccole era finita. Avverto quella tensione preprestazione. La tocco in modo da distrarla. Non deve apparire cosi. Non la voglio troppo tesa. Appena vedo che si è rilassata, comincio a praticarle un massaggio tantrico.
Comincio con i seni fino a scendere alla vagina per poi nuovamente ritornare su. Il massaggio comincia a dare i primi risultati e lei comincia a contrarsi. … Il viso comincia a farsi umido, ma la benda la rende ancora poco riconoscibile. Mi concentro verso la parte bassa e dando un colpo d’occhio con la coda, nonostante fosse buio mi accorgo che per una flessione della benda, lei sbirciava. Era curiosa forse di vedermi in volto. Del resto la curiosità è donna!! Sorrido tra me e me. E faccio finta di niente. La guardo che è curiosa non so se di vedere il mio volto o cosa sto facendo con le mie manine.
Lui mi chiede di non farla venire. Non è ancora il momento. Ed ecco che per la seconda volta sento il suono della sua voce… Vogliosa e desiderosa di godere.
Arianna “Nooo... Fammi veniiiiire… Perfavooore…” Una voce melodiosa che ti catturava, sembrava il canto di una sirena.
E li come Ulisse, mi fermo per poi riprendere. Poi nuovamente fermarmi. Mi sarei voluto tanto fermare 10 anni, a sentire quel melodioso miagolio venire fuori da quelle labbra…
Mentre sto salendo di giri con le dita e provocandole piacere. Mi posizione all’altezza del del basso ventre con il mento, ed intercetto la traiettoria del suo sguardo e la punto dritta nell’occhio galeotto, mentre provo a darle piacere. Non ho ben capito se si sia resa conto che l ho scoperta o in preda al piacere richiuse nuovamente gli occhi… e si godette la venuta, inarcandosi tutta.
Soddisfatto del mio lavoro, mi godo il suo piacere che sgorga. E la sensazione della rugiada che scende e bagna le labbra, col suo tipico rumore di quando la tocchi era sempre più forte nella stanza. Ma le mie orecchie sentono un simile rumore provenire dall’alto. Era nuovamente Alfredo che eccitato le aveva nuovamente infilato il cazzo in bocca….
Tra me e me, mi dico “Hai capito Alfredo...eheheh…”
Riprendo a toccarla da un altro punto in un’altra posizione. E si sentono decisi i suoni della vagina piena di dolce nettare scrocchiare. Un suono inconfondibile tonfo “... ta..ta..ta..ta..ta...” che rimbombava in tutta la stanza.
Nel frattempo vedo Alfredo alzare i box aveva fatto nella parte alta del letto. E faceva il giro del letto, venendo verso la parte bassa dove ero fisso io, e vedere lo spettacolo di Arianna a gambe divaricate col suo frutto proibito che colava in modo imbarazzante ... era un lago...
D’istinto mi giro verso di lei per accertarmi di come stesse. E li la sorpresa. Si era tolta la mascherina. Non ce la faceva più. Ora il suo viso era li splendente e visibile in tutta la sua bellezza. Era stato un amico sincero Alfredo quando mi aveva detto, “ … questa volta ti è andata bene...fidati ...”
Rimango distratto fortuna che le dita andavano in automatico per conto loro. La guardo bene. Sembra una delle tre protagoniste del manga giapponese Occhi di gatto!! Oppure per i cinefili Nadia Cassino in L’insegnante balla con tutta la classe... Mi avvicino di più, mi sembra un sogno. Mi accosto a tal punto che sentivo il suo respiro vicino al mio. La guardavo da vicino, stavo a portata di labbra… Ehhh … quanto la avrei voluta baciare in quel momento.Come nelle favole dove il cavaliere bacia la principessa addormentata. Forse era la chiave di svolta, l’unico modo per vedere i suoi occhi e godere del suo sguardo. E ci stavo quasi ... Ero talmente magnetizzato da quel viso e da quelle labbra che avrei voluto unire le mie alle sue. Un unione delicata, quasi sospesa. Per poi sentirle strofinare sulle mie. Assaporarle. Godermi quel sapore. Morderle. Ed infine gustarmi quella linguetta bagnata che avevo intravisto nei momenti di estasi. Stavo quasi per cascarci. Poi ritorno in me. Stavo per fare il patatrac… Ma fortunatamente mi fermo, evito in extremis spostandomi di lato. Stavo per fare un danno.
Nonostante gli occhi rimanevano chiusi, credo che si fosse accorta di quanto le ero arrivato vicino. I suoi occhi chiusi assumevano quella rilassatezza di chi sta apprezzando il movimento che le sto praticando. Continuavo a muovermi con l’altra mano, e di nuovo un altro orgasmo. La fronte sudata, ci scambiamo i posti, lui le si siede accanto e tra i versi della lei che si contorceva dal godimento, lui come fa un padrone pieno di attenzioni verso la propria gattina che gli fa le feste, si rivolge chiedendole: Alfredo “Cosa c’è ….. cosa c’è ….” In modo ironico forse, ma anche per tranquillizzarla e disinibirla in modo di sentirsi a sua pieno agio a godere anche a voce alta. O forse semplicemente a spronarla. Mentre lei prova a rispondergli con versi onomatopeici. Arianna: “aaa .. aaa a.. aahh.. aaa .. aaa a.. aahh..”
Lei allunga la mano sul mio pene. Inizialmente non posso farci nulla, l’amico di mille battaglie è sensibile e sale. Ma poi mi sono ricordato che non deve andare cosi. Faccio il bastardo. E vado a pensare a tutto tranne che a quel momento di piacere. L’eccitazione scende e si avverte. Lei imperterrita come una crocerossina continua a segarmi. Non ci sta. Vuole contraccambiare, regalarmi questo orgasmo. Ma invano. Ahimè, quando uno è sadico c’è poco da fare. Non capisce. È disorientata.
Lei non avrebbe dovuto prendere l’iniziativa. Avrebbe dovuto stare sotto gli ordini del lui. Ci rimane male, forse... Non era ancora il momento. E comunque non avrebbe dovuto farlo di sua iniziativa. Torna da lui, punto di riferimento, con la mano, e trova nuovamente conforto. Trova il suo cazzo padrone … e giù un altro “boccaciccio”…
Poi lui si ferma, e le ordina a LEI di segarmi. Lei questa volta dopo l’esperienza di prima, avverto che è un po’ timorosa, va a riprenderlo molto delicatamente. Ma questa volta, il momento è il mio. E voglio prendermelo e godere.
Comincia a segarlo da sdraiata, il cazzo sale, cresce comincia a prendere volume. Prima delicatamente poi sempre più forte. Muovendosi e dando dei colpi decisi all’asta. Lascia in bella vista quel seno imperiale che si muoveva come una nave in balia delle onde (del piacere)…
Non vengo velocemente. Quindi devo pensare a qualcosa che mi faccia eccitare per venire prima del solito. (Volevo rispettare l’orario che avevamo concordato).
Lei non demorde continua a segarlo energica. Lo scappella per bene. La cappella esce tutta. Mi trovo sopra la sua testa. In prossimità del capo. La cappella punta alla bocca. I patti erano che non le avrei dovuto venire ne in viso e ne in bocca, ma su quelle tettone. Vedo che stringe (quasi ad aggrapparsi) all’asta. Non so se per semplice gusto o perché ormai stanca. Lui mi guarda.
Avverto un flusso tra loro due in quel momento. Uno scambio di sguardi e fantasie. anche se lei tendenzialmente teneva gli occhi chiusi… Chissà quanti pensieri, quanti momenti insieme passati a fantasticare questo momento. Quante paure, preoccupazioni, tentennamenti e ripensamenti. Momenti intensi ma significativi in una coppia. Avverto questo attimo e provo a dare il mio contributo, facendomi usare e offrendo il frutto dell’amore.
Ma non mi curo più di lui. Il mio sguardo è verso lei ed il mio cazzo pronto ad esplodere. Le accarezzo le labbra con un dito. Lei mi lecca le dita. Non so bene come Alfredo la volesse vedere, ma provo a afferirgli una mia rivisitazione di lei.
Sto per venire lei se ne accorge. Si ferma. Io da parte mia blocco la venuta contraendo i muscoli pelvici. Lei non capisce cosa succede, aspetta lo schizzo, che non arriva e per giunta col cazzo che punta al viso. A renderle le cose ancora più complicate a lei era il fatto che continuasse ad avere gli occhi chiusi. Adesso più che mai in attesa che arrivasse quello schizzo in faccia a tradimento. Le faccio cenno con la mano, rimarcando il ritmo del movimento in su e giù, e di non fermarsi.
Credo abbia paura che non tenga fede alla parola data. Avverto la tensione. La porto al limite. Deve sentirsi tirata come una corda di violino. Quando poi sento per la quarta volta lo stimolo. Non posso più contenermi. Lei non si rende conto. La afferro per il polso deciso, e la fermo. Le dico: “FERMATI!!” Afferro la bestiaccia, la indirizzo verso quelle tettone e scarico il mio succo … accompagnato da diversi versi animaleschi primordiali inconfondibili. Generalmente accompagnati in rarissimi momenti. Ma Arianna aveva saputo farmi godere sotto la regia di Alfredo. Credo di esserle venuto molto abbondante. Ma non me ne curo … Lei prende entrambe le mani, e con i due palmi all’ingiù spalma la mia crema su quelle tettone massaggiandole con movimenti circolatori, rivolgendosi con lo sguardo verso Alfredo. Apre gli occhi come a provocarlo. Uno sguardo di sfida.
Non fa in tempo a spalmarla tutta quella crema che Alfredo la prende per la testa energicamente di nuovo e si fa fare un’altra pompa eccitato dalla scena di prima. Crollo sul letto esausto da quasi due ore di massaggio complice anche una sega regale. Rimango steso sul letto nella parte destra del letto con la testa all’indietro che punta verso la base del letto. Con la schiena tirata in su, dai gomiti a 90 gradi, mi godo questo loro momento di intimità.
Lei nell’altra metà del letto vicino alla testata, mentre il lui in piedi a godere della sua bocca famelica sul suo membro. Li ho visti molto presi, e più eccitati che mai.
Non appena finisce con Alfredo, non le do il tempo e la riprendo a massaggiare. Questa volta vado ad esplorare la parte vaginale. Le avrei praticato una stimolazione vaginale clitoridea, coadiuvato da uno dei tanti toys provenienti dalla loro valigetta dei piaceri. Ed ecco che dal cilindro, come per magia uscir fuori un vibratore.
La luce era molto poca, ed ancora oggi non riesco a capire come sia riuscito a portare a termine due ore di massaggio. Zone delicate, basta un niente a rovinare il piacere. Piacere che fai fatica a donare in un ambiente ben illuminato, figuriamoci nel buio più pesto. Ma avevano bisogno della giusta atmosfera, anche nel disinibire Arianna. Una cosa però me la ricordo molto bene. La forma perfetta della sua vulva. labbra simmetriche, colore vivo, giovane, rosa chiaro,perfetta! Sembrava una di quelle farfalle rara, da custodire gelosamente; per veri intenditori e collezionisti del piacere più raro.
Ho avuto la fortuna di vederne diverse. Intendo non qui nel sito, ma fuori. Ma la sua di sicuro è una delle più belle ed armoniose che io abbia visto. Sia per colore che per simmetria delle labbra. Il clitoride si nascondeva molto bene. Probabilmente per costituzione, ma anche per una tonicità, complice una certa fibra muscolare che ne ostacolava anche il suo raggiungimento. Liberare il clitoride farlo ingrossare e renderlo visibile al lui. Volevo che anche lui apprezzasse questa gemma.
Lo chiamo, gli faccio vedere l’eccitazione più intima della sua donna e come si ingrossava quando la raggiungeva. Oltre alla cremina bianca che s’intravedeva questa volta aprendo “le finestre del piacere”. E puntando verso l’infinito … In una prospettiva olistica.
Puntiamo a stimolare il suo frutto proibito. Una zona particolarmente delicata per ogni donna, in lei ancora di più, ma questo lo scoprì più tardi... Gli chiedo ad Alfredo di passarmi il vibratore. E li inizia la tortura. Non solo per lei. La luce era poca e quando si adoperano determinati strumenti bisogna stare attenti, perché possono dare l’effetto contrario. Ho navigato al buio affidandomi ai sensi. Ma la complicità dei tre si era creata. E su suggerimento di lei decidiamo di cambiare vibratore. E con suo immenso piacere (bambina gooooloooooosa) il risultato è raggiunto.
Lei viene, ed esplose con questo ultimo orgasmo che segnò l’ultima battuta della scena finale. E come in ogni opera teatrale, quel evento rappresentò il sipario che venne giù, in una perfetta cornice serale… Se pubblico fosse stato invitato, forse si sarebbe udito “… bis … bis … bis”.
Lei era stata brava. E con il viso coperto nuovamente dai capelli, si gira verso di lui. Come quelle ninfe che appaiono dal nulla e dal nulla scompaiono. Capisco che è il momento giusto per lasciarli soli nella loro intimità. Anche se sarei voluto rimanere in loro compagnia tutta la notte. Quella sensazione speciale che provi quando ti trovi bene, a tuo agio, con delle persone che trovi sulla tua stessa lunghezza d’onda. Devono metabolizzare l’accaduto. Mi alzo, lui mi consegna l’intimo di Arianna come da patti … Che tutt’ora custodisco come un trofeo in ricordo della serata.
Tutti i miei racconti non sono frutto della mia fantasia, ma esperienze realmente vissute in prima persone e storie assolutamente reali, delle quali forse un giorno, quando mi ritirerò dall'attività, pubblicherò un libro
di conseguenza a ciò
diffido chiunque a copiarli per intero o anche solo terze parti di essi, a utilizzare nomi e situazioni in essi citate, che risultano proprietà intellettuale privata!
15
0
4 anni fa
flavio3hotrooom,
39
Ultima visita: 1 mese fa
-
Nel solstizio d’estate il profumo del mirto bianco 2/4
La mia iniziale fantasia, venne plasmata e andò verso quella che era la loro fantasia. Non ci restai male, anche perché era molto eccitante. Nella loro intimità immaginavano di coinvolgere il terzo in un massaggio erotico. Praticare un massaggio a 4 mani alla lei.
La proposta non mi trovò impreparato. Mi piace molto l’arte del massaggio. La trovo molto intrigante per chi vuole rompere il ghiaccio. Importante che chi la esegue, non pretenda a tutti i costi di dover combinare qualcosa. Avevo perfezionato diverse tecniche...
Massaggiare è donare piacere e sollievo agli altri e ricevere al contempo piacere dal loro stesso piacere.
Gli faccio presente questo aspetto e lui apprezza, ma mi rassicura che probabilmente non sarei tornato a casa pieno. Gli ribadisco quanto detto prima, che per me non è strettamente necessario venire, ma provare piacere a vedere l’altra arrivare all’estasi. E dato che è la loro prima volta, non ero certo lì a pretendere, ma piuttosto a contribuire a rompere il ghiaccio.
La sua risposta mi spiazzò. Alfredo:“se giochiamo tutti e tre, dobbiamo tutti e tre godere, nessuno escluso”.
E cosi incominciai ad apprezzare la fine mente che si nascondeva dietro quell’uomo, ed il gioco cerebrale a cui era approdato il lui.
Un ragionamento che non fa una grinza. Mi sembrava troppo bello, e mi venne il sospetto che da qualche parte ci doveva essere la fregatura. Sono sicuro che solo quelli che sono di gusti raffinati mi possono comprendere, perché non sono interessati alle medaglie (feedback), ed hanno una propensione per emozioni ricercate. Trovare una coppia complementare ai nostri gusti è molto difficile. Difficile non è trovare le Lei belle, ma coppie consolidate che vivono una fine trasgressione. Ancora prima cerebrale.
Tutte le volte che ci siamo sentiti lei non c’era. Gli avevo chiesto di mandarmi una foto, e ricevetti una risposta negativa, per una questione di privacy. Il che non mi dispiacque. E come ragionamento ci sta. Ma mi sembrava strano come una coppia “non” alla prima esperienza non si facesse vedere.
A quel punto ho pensato, vuoi vedere che forse abbiamo trovato l’arcano. La lei di viso non è particolarmente carina???!! Durante una delle tante chiacchierate tra noi, ritornai sull’argomento. E ancora mi ricordo la risposta di Lui: “non ti preoccupare, questa volta ti è andata bene, fidati...”
Non tornai più sull’argomento. Mi basto. Si capiva che non era un racconta balle, si era tenuto basso senza esagerare...
Passano i giorni e sale la frenesia. In me era palpabile, ma da parte di Alfredo avevo feed che anche la dolce metà (Arianna) non stava più nelle mutandine asciutte. Mi raccontò che erano giorni intensi dove le effusioni tra loro erano sempre più virulenti e frequenti. Potevo immaginare. Se la pentola bolliva da quelle parti, qui da me il caffè (crema e gusto) veniva su a fiamma bassa che era una meraviglia.
Credo che uno degli aspetti più belli è l’attesa. Il lui aveva saputo far eccitare tutti. La lei, me e lui stesso. Mi domando se oltre ad aver ricevuto piacere da lei si sia toccato in privato in solitudine pensando all’incontro. Ma sono domande che non puoi fare ne prima e ne dopo. Ma solo se si consolida una certa amicizia. E comunque non ci trovo niente di male nell’autoerotismo sia maschile che femminile…
Sta di fatto che l’ultima volta che ci sentiamo lui mi chiede se possiamo anticipare di un giorno. Sarebbe perfetto per loro, se riuscissi a programmare un giorno prima… Provo a spostare qualche appuntamento con qualche cliente, qualcosa lo anticipo, il mio direttore si incazza perché chiedo pure mezza giornata libera perché l’incontro si terrà entro una certa fascia oraria. Ci riesco, do conferma rischiando il posto. Ma per certe cose bisogna pur combattere e rischiare.
La giornata fatidica inizia, e come tutte quelle in cui devi partire, o hai qualcosa di importante, qualcosa vuole a tutti i costi mettersi di traverso.
Avevo un unico obiettivo… e me ne fregavo altamente dei vari ostacoli … Se sentivo i colleghi avrei dovuto fermarmi a risolvere chissà quale problema … Neanche fossi il ministro dell’economia.
Io avevo un solo problema, di cui erano informati a Houston … lo shuttle che si trovava nella vecchia rampa di lancio doveva partire puntuale. E se la testa era già in orbita da qualche giorno, il countdown era già partito la mattina stessa. E sulla cui puntualità non transigevo ;)
Torno a casa. Tiro fuori un vinile di jazz, metto un po' di musica, devo creare l’atmosfera, preparo la vasca, butto un po’ di sali, e intanto che si riempe, do per l’ultima volta un’occhiata alle foto di Arianna. Ehh … Forse è meglio che smetto, altrimenti finisce che mi devo fare una doccia fredda ...
Finisco di prepararmi, ultimi dettagli. Prendo la macchina, e mi avvio con anticipo. Mi volevo gustare il momento senza scapicollarmi. Il viaggio, la radio le foto di lei e tra le gambe il sentimento cresce. Spinge all’insù verso la cinta, come se volesse premere l'acceleratore. Ma è meglio che guidi io… Lo faccio salire il più possibile. Sento che la punta venire fuori dai boxer. Per poi rientrare. Sembra seguire l’andamento delle marce. Mi trovo in piena autostrada e posso lasciarvi immaginare in che marcia sta su di giri…. Ma è piacevole tenerlo su di corda. E’ la stessa punizione che voglio riservare alla bella Arianna…. Scalare le marce, se lo prende senza il permesso di Alfredo, e ingranare salendo su, quando le verrà ordinato da lui, allora potrà giocare col mio amichetto.
Un ultimo colpo di telefono al lui. Lo informo che sono partito, mi informa che ha comprato la bellezza di tre oli. E da li capisco che è un perfezionista. Molto attento alla sua lei, ma soprattutto all’atmosfera. Niente deve essere lasciato al caso…
Nel bel mezzo del viaggio, vengo a sapere che il tratto di autostrada che mi deve portare a destinazione non è più percorribile. E vedo lievitare il tempo di percorrenza.… Nonostante tutto arrivo puntale.
Chiamo il lui che mi viene incontro. L’emozione si fa sentire. Dietro l’angolo della via, lo vedo arrivare.
Una bella stretta di mano energica, come piacciono a me. E poi, i convenevoli del caso…. Saliamo nell’appartamento. Definiamo gli ultimi dettagli… Il tempo per me di darmi una rinfrescata a seguito del viaggio. Mi preparo in tenuta da massaggiatore… Box e maglietta a maniche corte nera. E sono pronto. (continua)
Tutti i miei racconti non sono frutto della mia fantasia, ma esperienze realmente vissute in prima persone e storie assolutamente reali, delle quali forse un giorno, quando mi ritirerò dall'attività, pubblicherò un libro
di conseguenza a ciò
diffido chiunque a copiarli per intero o anche solo terze parti di essi, a utilizzare nomi e situazioni in essi citate, che risultano proprietà intellettuale privata!
Inserisci un commento:
INSERITI 0 COMMENTI:
13
0
4 anni fa
flavio3hotrooom,
39
Ultima visita: 1 mese fa
-
Nel solstizio d’estate il profumo del mirto bianco 1/4
Pensavo di non tornare più a giocare. Erano passati molti anni. Ogni tanto entravo sul sito per curiosità, voglia di tenermi un po’ aggiornato e trovare qualcosa che alimentasse le mie fantasie e tenesse viva la fiamma dell’eros. Ma mai con l’intento di giocare. Non ha senso giocare di nascosto se coltivi un sentimento sincero verso una persona estranea e tendenzialmente contraria a questo mondo. E’ una questione di rispetto, non solo per lei, ma per entrambi (almeno per come sono fatto io).
Ma a volte le storie finiscono e ti ritrovi a partire da zero. Se poi ti capita nell’anno sbagliato (come quello in corso) allora parti da meno zero. Sembra quasi come se volevo dare un po’ di vantaggio alla fortuna, come se quest’ultima ne avesse bisogno ..
E cosi, questo 2020 che era partito sotto il segno della …. LUNA NEEEERA …. sembrava essere magnanimo … e sembrava prospettarmi una bella sorpresa...
Rientro in possesso del mio vecchio profilo, comincio a fare un po’ di pulizia. Posta piena, richieste banali, 60% gay, 40% coppie o presunte tali. E di quest’ultime, di coppie vere, vai a vedere era solo il 20% (di quelle regolari escludendo le clandestine, praticamente la metà).
A parte queste noiose analisi statistiche, si fa viva qualche vecchia conoscenza, qualche amico di penna (come si diceva una volta), con cui avevamo condiviso diverse storie e fantasie… Allora loro erano agli arbori, adesso affermate coppie molto famose qui sul sito, altri invece hanno conservato la loro riservatezza.
Una sera mentre volevo staccare un po’ dal lavoro dopo cena mi metto a guardare un paio di profili. E tra questi, uno su tutti attira la mia attenzione. Aveva qualcosa di magnetico. Poche foto della lei. Foto glamour, ma che lasciavano la curiosità nel navigante di saperne di più.
Mi aveva colpito per la serietà dell’annuncio, oltre alle foto artistiche e per nulla volgari, una rarità.
Poi queste emozioni andavano sintetizzate in un messaggio di presentazione che avesse senso compiuto. La cosa più difficile è comunicare le nostre emozioni. A volte ci lasciamo andare agli impulsi e commettiamo degli errori imperdonabili. Dando una sbagliata immagine di noi.
Il problema era che non incontravano singoli. Un vero peccato!!
La mattina mi sveglio, vado in bagno mi do una rinfrescata in viso, mi guardo allo specchio e rivedo quelle foto passarmi in mente.
La giornata prosegue, sono da un cliente, quando entra la amministrativa, una bella donna mora di media statura. Su tutto spicca un seno imperiale. Cerco di non cadere nella tentazione di fissarle il seno quando parlo con lei. Tutto ad un tratto mi viene in mente, la lei del profilo. La segretaria parlava ed io immaginavo la lei del profilo. Avverto il pacco ingrandirsi. La stavo guardando intensamente senza accorgermene. Complice il cellulare che squilla mi riprendo. Mi alzo, senza badare al gonfiore, ma sicuramente lei si.. ed infatti non è cosi discreta come lo ero stato io, e butta bene l’occhio. Non mi ero reso conto che la stavo fissando negli occhi in un modo che forse ha trapelato i pensieri che mi giravano per la testa in quel momento, tralasciando per un attimo la mia solita compostezza. Quando mi risiedo. Noto un nuovo sguardo da parte della segretaria, più sensibile. Probabilmente vuole giocare, a provocarmi, e comincia a mettere una mano sul collo e finisce per sbottonarsi il primo bottone della camicia e giocare con la collana di perle. Faceva finta di nulla, ma mentre parlava con la sua collega vedevo che con la coda dell’occhio mi controllava. Non che non fossi interessato a quel seno. Ma in testa avevo il corpo dell’altra, l’unica cosa che cercavo era dare un volto a quella creatura che aveva catturato la mia attenzione dalla sera prima e distratto per tutto il giorno.
La sera torno a casa e prendo la decisione di contattarli. Poche righe provando a sintetizzare le emozioni che mi avevano regalato quegli scatti.
Qualche giorno dopo il lui mi risponde. In modo molto garbato e interessante. Mi spiega che non sono interessati ai singoli, ma che potrebbe essere una fantasia chissà. E mi chiedono se ho qualche desiderio fantasia da realizzare. Tentenno prima di rispondere. Di fantasia ne ho diverse. Ma devo trovare qualcosa di speciale che faccia al caso loro e qualcuno che apprezzi un certo gioco cerebrale. Prendo spunto guardando al loro profilo, mi focalizzo su qualcosa che mi faccia fantasticare su di loro. E non una fantasia preconfezionata. Passa qualche giorno e sto lì di nuovo a pensare. L’idea mi è venuta e la espongo. Un messaggio molto lungo. Quando l’ho inviato ho pensato, forse ho esagerato. Non lo leggeranno mai. Troppo lungo.
Ed invece, la fantasia sembra averli intrigati. Questo accresce in me il desiderio, mi fa apprezzare ancora di più loro, perché ancora più cerebrali. Ho fatto bene ad affidarmi al mio intuito. Il che va a conferma della bella impressione che mi aveva fatto il loro profilo. Una cosa che ho capito e che come in molte circostanze bisogna andare ad intuito. E questo aspetto lo perfezioni solo col tempo e le situazioni che vivi.
La fantasia era piaciuta, ma non sarà quella che verrà realizzata. Da lì in poi parte uno scambio fitto di messaggi con il lui. Fino a che capiamo di stare sulla stessa lunghezza d’onda. Mi domando se sia vero? Oppure uno dei tanti fake. Quelle pseudo coppie di cui è pieno il sito. Ci accordiamo per un giorno e fissiamo una videochiamata.
Non avevo la più pallida idea di chi avrei trovato. Sarebbe stata una chiamata tra me ed il lui.
Trovo un uomo che dimostra molto meno di quello che c’era scritto in profilo (almeno per quello che dimostrava), ben piazzato con il viso di un buono però. Iniziamo con i soliti convenevoli, e poi tutto ad un tratto, scopriamo di avere molti interessi in comune, anche professionalmente parlando. Questo mi ha sorpreso. Tant’è vero che il dubbio se fosse un profilo falso, si dileguò, mi passò via per la testa. Parlammo di tutto in modo delicato ed educato, anche della bella consorte. Mi piacque molto il suo modo di porsi. Ed a lui forse il mio. Questo interesse lo avverti, tanto che ci siamo sentiti anche i giorni seguenti.
Parlammo un po’ delle loro fantasie, e del modo come vivono la trasgressione. Indipendentemente se ci saremmo visti o meno, qualora fosse successo qualcosa, per loro sarebbe stata la prima volta con un singolo e per questo ci andavano con i piedi di piombo. E per questa ragione si avvertiva nell’aria una certa pressione, qualcosa che non deludesse l’aspettativa, come normale che fosse. E’ una fantasia, ma come tutte le fantasie quando la vai a realizzare è un altro paio di maniche. Finché giochi a poker (in 4) con un’altra coppia si crea un certo equilibrio implicito. Ma quando giochi a blackjack tenti la sorte ti affidi al caso. L’ingresso di un terzo può rovinare una fantasia se la persona che viene scelta non si attiene alle regole. Piccoli dettagli che si acquisiscono con qualche anno di esperienza. Mi ritengo fortunato, ho avuto dei buoni maestri di vita in passato che mi hanno trasmesso e condiviso non solo la cosa più preziosa che avevano, ma anche la pazienza di trasmettere, data la mia giovanissima età di allora.
E anche il lui (Alfredo) di una decina di anni più grande di me l’aveva capita bene e non voleva giocarsi tutto. Quindi patti chiari e amicizia “lunga”. Mi confessa che lui è dominante con lei. Questa è la loro fantasia. E il singolo che fosse scelto dovrebbe accettare e non imporsi in questo sottile equilibrio tra loro due... (continua)
Tutti i miei racconti non sono frutto della mia fantasia, ma esperienze realmente vissute in prima persone e storie assolutamente reali, delle quali forse un giorno, quando mi ritirerò dall'attività, pubblicherò un libro
di conseguenza a ciò
diffido chiunque a copiarli per intero o anche solo terze parti di essi, a utilizzare nomi e situazioni in essi citate, che risultano proprietà intellettuale privata!
14
0
4 anni fa
flavio3hotrooom,
39
Ultima visita: 1 mese fa
-
Visita medica, ecografia al seno di mia moglie
Storia realmente accaduta.
Salve a tutti, tempo fa ho portato mia moglie a fare una visita di controllo, un'ecografia al seno da un dottore in privato. il medico l'ho scelto io, non a caso ho preferito un medico anziano. ho fatto vestire mia moglie con un abito in jeans in modo tale che per essere visitata doveva necessariamente toglierlo tutto, sotto aveva un reggiseno, perizoma e dei collant color carne.
dopo le classiche domande di rito, il medico dice a mia moglie di di mettersi con il seno in libertà, quindi mia moglie si toglie l'abitino di jeans e il reggiseno, restando in perizoma e collant trasparenti, il medico la fa sdraiare sul lettino e si allontana un po per scrivere al computer.
inizialmente vedevo mia moglie molto imbarazzata, con i capezzoli turgidi, le gambe strette e le braccia spesso a coprire i seni.
non so se è stato un caso ho il medico l'abbia fatto di proposito ci ha fatto aspettare un bel po, conseguenza è stata che mia moglie un po scocciata un po abituata a quella nuova situazione, la vedevo molto piu rilassata, cioè l'imbarazzo aveva lasciato spazio alla seccatura di aspettare, infatti vedevo lei non piu con le braccia sui seni ma dietro alla testa come se fosse in spiaggia e le gambe rilassate.
quando il medico è arrivato, ha appoggiato il filo del macchinario sul ventre di mia moglie appoggiandolo anche sulle gambe e mia moglie istintivamente ha allargato le gambe per per non ostacolarlo, dopo mia ha detto di non averlo fatto di proposito ma d'istinto.
a fine visita il medico ha spiegato alla ia lei che era tutto nella norma, ma lo ha fatto mentre mia moglie era ancora con le braccia sotto la testa e i seni nudi.
la cosa mi ha fatto tanto eccitare, tanto che sono venuto nelle mutande.
l'unico intralcio è stato, a mio avviso, la presenza della collaboratrice del dottore, infatti per la prossima visita ho in mente un altro medico anziano che gia so che non ha collaboratrice durante la visita , con la speranza che mia moglie si lascia andare un po di piu e che il medico stia al gioco.
la visita è avvenuta ad inizio dell'anno scorso, per la prossima aspetto che sia primavera, noi abitiamo in sicilia, in modo tale che mia moglie per via del clima primaverile non indossi i collant, e quindi rimanga solo con lo slip.
aspetto i vostri commenti o le vostre domande.
22
4
4 anni fa
MAIALINABSX,
46/46
Ultima visita: 2 settimane fa
-
Intriganti evasioni
Mi chiamo Mario, ho cinquanta due anni e sono sposato con Paola che è quattro anni più giovane. Quando l’ho conosciuta, era la compagna di banco di mia sorella alle superiori, lei aveva diciassette anni e io ventuno. Di lei si diceva che già si dava da fare con i maschietti, specie in certi lavoretti di bocca che le venivano molto bene. Ci siamo trovati subito in perfetta sintonia e innamorarsi e decidere di stare insieme è avvenuto in breve tempo. Mi sono subito reso conto, con grande piacere, che a lei succhiare il cazzo le veniva benissimo, ma curiosamente era anche vergine, non la dava, solo bocchini. Dopo un anno passato ad esplorare il nostro corpo alla ricerca del piacere, abbiamo deciso di scoprire il sapore del sesso completo e così dopo sei mesi è rimasta incinta. Effettivamente avremmo potuto prendere delle precauzioni, ma la voglia di sentirmi esplodere dentro di lei ha avuto il sopravvento su ogni altro desiderio e così ci siamo sposati anche perche io già lavoravo come impiegato di banca, e lei aveva già terminato gli studi di ragioneria, ed è stata assunta assieme a mia sorella, nello studio di commercialisti di mio padre che le ha fatte diventare due consulenti finanziarie di elevato livello. Dopo la nascita di nostra figlia Giulia la vita a preso a scorrere sempre meglio. Fra di noi si è fin da subito instaurata una reciproca confidenza e lealtà assoluta. Le ho chiesto di essere sempre sincera con me, io avrei fatto la stessa cosa. Fin da subito mi sono reso conto che Paola è la classica donna che le piace il cazzo. Lo ha imparato a succhiare poi a godere. Le piacciono grossi e resistenti, e su questo mi sono trovato bene con lei, perche modestamente ho una bella nerchia fra le gambe, un cilindro non troppo lungo, quasi diciotto, ma molto largo e abbastanza resistente, questo lei, lo ha sempre apprezzato. Le piace anche molto prenderlo in culo, un piacere che ha scoperto con me, dopo che l’ho sodomizzata una sera per una scommessa persa. Da sempre, mi sono reso conto, che quando passa una donna alta uno e settanta cinque, capelli neri e lunghi, occhi scuri, labbra carnose e bocca ampia da vera succhia cazzi, con il seno una quarta piena alto e sodo, gambe lunghe e ben affusolate, sempre fasciate da autoreggenti, che sono sormontate da un bel culo alto e tondo, reso più invitante da scarpe con tacchi alti, è ovvio che l’idea che un altro maschio la desideri, la devi mettere in conto. Aggiungi poi, che a lei esibirsi e provocare la rende felice al massimo, devi intelligentemente correre ai ripari. Io ai ripari ci sono corso facendole capire che non avrei apprezzato avere le corna, ma che non avrei avuto nessun problema, a capire e appoggiare le sue voglie di femmina sempre in calore. La cosa importante era, che io ne fossi sempre a conoscenza dalla sua bocca, e non per sentito dire, e se poi mi rendeva partecipe delle sue avventure, ne avrei tratto giovamento pure io, e soprattutto il nostro rapporto.
«Mi dici che tu, se io scopo extra, non ti incazzi, basta che lo sai?»
Con la risposta a questa domanda abbiamo iniziato una vita di assoluto piacere per entrambi. Stranamente mi sarei aspettato una sfilza di scopate da parte della mia signora, che invece non è arrivata. Alla domanda del motivo di un simile comportamento, la sua risposta è stata semplice, nello stesso tempo meravigliosa.
«Mi piace sapere che sono libera di farlo. Mi sono resa conto che se lo faccio senza te, è come se mi mancasse il sesso, cosa non vera, perche tu a letto sei sempre molto soddisfacente e appagante, quindi se deve essere un gioco lo voglio giocare quando anche tu hai la possibilità di goderne.»
Cosa desiderare di più da una donna che ti dimostra un simile amore e rispetto. Col tempo abbiamo intrapreso giochi e soprattutto momenti, che ci hanno eccitato così tanto, che alla fine ho sentito forte il desiderio di vederla godere, fra le braccia di uno o più maschi. La prima vera occasione è avvenuta per caso. Eravamo in vacanza in Sardegna e avevamo preso un bell’appartamentino vicino alla spiaggia di San Teodoro. Una spiaggia veramente bella e perfetta per le famiglie con bimbi piccoli, Giulia aveva appena due anni. Paola era al massimo del suo splendore di neo mamma, aveva ripreso la sua forma fisica annullando quasi del tutto gli inestetismi della gravidanza. Accanto a noi c’era nella stessa fila di ombrelloni, appena di lato un signore di nome Bruno, sulla sessantina, che tutti i giorni portava assieme alla moglie la nipotina al mare. Bruno, fissava Paola senza ritegno. Quando lei si sdraiava, era evidente, che il fatto che lei non portava il sopra del costume, ma esibiva un meraviglioso topless, lo faceva sbavare tantissimo. Anche sua moglie Maria, una bella donna, esibiva in topless, ma non era nulla in confronto di quello di Paola. Lo osservavo con interesse e discrezione, per capire dove voleva arrivare. Quando eravamo solo noi tre, perche spesso sua moglie risaliva con la nipotina per farle fare un riposino, non perdevo l’occasione per lasciarli soli, avendo intuito, che a mia moglie, queste attenzioni le facevano tanto piacere, e allora lui non mancava mai di farle i complimenti.
«Certo che la natura, con lei ha fatto un capolavoro! Un seno così bello andrebbe goduto sempre.»
La sera a letto io e Paola ne parlavamo liberamente.
«Hai visto che bozzo aveva oggi Bruno quando mi sono spalmata la crema sul seno. Se non ci fossi tu credo che allungherebbe le mani per toccarlo. Credo che mi voglia scopare e sborrare sul seno. Lo fa impazzire quando lo muovo o lo accarezzo. Poi è convinto che tu non te ne sei accorto, e questo lo rende a volte veramente sfrontato, anche se la presenza della moglie lo frena un poco, altrimenti mi sarebbe già saltato addosso.»
Io, che al solo sentirla parlare, avevo già il cazzo durissimo, ho voluto capire le sue reali intenzioni.
«Dimmi sinceramente ti eccita che lui ti desideri, o vorresti anche fartelo per sentire dentro di te, il palo che deve avere sotto il costume?»
Lei mi ha guardato e sorriso, poi ha afferrato il mio cazzo, e dopo averlo succhiato un poco è salita su di me e lo ha infilato tutto dentro. Era un lago! La sentivo fradicia e molto calda. Ha cominciato a scoparmi con molta calma, assaporando ogni spinta, che dal basso io con le gambe inarcate, le davo mentre le impastavo i seni. La sua voce era languida, e le sue parole molto eccitanti.
«Si porco! Ti eccita sapere che mi vorrebbe scopare come fai tu adesso!»
Il primo orgasmo, improvviso e imprevisto l’ha lasciata stupita, poi ha ripreso ad ondeggiare su di me, incitandomi a sbatterla sempre più forte.
«Dai, sfondami, lo so che ti piace sapermi troia! Cazzo ti sento! Sei enorme!»
Ero un toro impazzito! La sbattevo con colpi tremendi, poi l’ho messa sotto di me è ho ripreso a sfondandola con indicibile potenza. Ad ogni affondo vedevo il suo seno sobbalzare verso l’alto, lei che sbatteva la testa da ogni lato mordendosi le mani dal piacere.
«Sei una vacca! Ti sfondo tutta! Certo che ci godo nel sapere che quel porco ti vorrebbe sbattere come sto facendo io. Cazzo sei un lago! Mi fa impazzire saperti desiderata Dai godi! Godi adesso!»
L’ho pompata facendole provare altri orgasmi che l’hanno fatta tremare di piacere. Alla fine mi ha pregato di sborrare perche voleva sentire il mio piacere inondarle il ventre.
«Amore sei grande! Mi stai slabbrando tutta! Dai vieni, ti voglio sentire che mi inondi, si eccomi vengo! Ora!»
Troppo eccitato al solo pensiero di lei con lui, che non ho resistito al piacere di scaricarmi dentro di lei che ha avuto un ennesimo orgasmo.
«Dai amore vienimi dentro! Oddio! VENGO! Di NUOVO! Mi uccidi, mi fai morire, sei unico! Ti amo! Ti amo!»
Siamo rimasti abbracciati e abbiamo limonato un poco facendoci le coccole, poi le ho chiesto cosa voleva fare con Bruno.
«Davvero non ti scoccia se ci scopo? Sei sicuro che lo vuoi veramente? Io lo farei anche subito, ma il massimo sarebbe che tu fossi almeno presente e questo non sembra molto facile da realizzare, perche abbiamo una bambina, e lui ha anche sua moglie.»
Ho riflettuto un momento, poi gli ho prospettato il mio piano.
«Domani pomeriggio, quando il sole picchia forte, tu potresti dire che porti Giulia a fare un riposino, e io potrei dire che resto in spiaggia. Lui in genere in quel momento è solo. Con una scusa dopo che tu sei andata via, potrei allontanarmi per dargli il tempo di seguirti, poi silenziosamente rientro in casa da dietro, dove c’è la porta della cucina, e ti posso ammirare mentre te lo gusti e te lo godi tutto.»
Lei mi ha guardato ammirata, poi ha detto che ci avrebbe pensato, si è distesa per dormire, mentre io, ero in preda ad una nuova erezione provocata dal solo pensiero di spiare mia moglie che si faceva sbattere da quel porco. Per alcuni giorni lei non ha accennato a fare nessun gioco, anzi sembrava un poco disinteressata al mio piano. Poi quando mancavano due giorni alla fine delle vacanze, un pomeriggio che eravamo soli, la signora Maria come al solito era risalita, perche la bambina doveva dormire, Paola mi ha detto che sarebbe risalita perche Giulia, che si era effettivamente, come sempre, addormentata sotto l’ombrellone, e lei ne avrebbe approfittato per fare un pisolino anche lei. Ho guardato mia moglie cercando di capire dove voleva andare a parare. Il piano era che lei avrebbe portato la figlia, per lasciarmi libero di agire, ma lei dopo aver dato una bella occhiata a lui, e ricevuto in cambio un cenno d’assenso, se ne andata lasciandomi da solo con Giulia e Bruno, che si è immediatamente eclissato. Ovvio era di sicuro salito con mia moglie per scopare, mentre io con il cazzo durissimo ero bloccato in spiaggia. Stavo cercando una soluzione, quando improvvisamente mi vedo comparire Maria, la moglie di Bruno, con il passeggino con dentro la nipotina addormentata.
«Scommetto che mio marito è sparito dietro sua moglie. Allora lei dovrebbe venire con me assieme a sua figlia che sta dormendo come mia nipote. Venga che abito qui vicino, e non se ne pentirà.»
Stupito la seguo in silenzio. Appena dentro il loro appartamento, e collocate le due piccine su di un lettino predisposto per loro, Maria mi trascina nella camera adiacente, mi bacia con passione. Resto un attimo stupito, poi me ne frego, decido che il gioco mi eccita molto. Bruno scopa mia moglie pensando di farmi cornuto, mentre io mi scopo la sua, che sicuramente lui pensa essere sola. Mi succhia il cazzo dopo essersi spogliata, e messo in mostra un bel fisico asciutto, solo il seno non è grande come quello di Paola, ma il resto è decisamente gradevole, e poi vuoi mettere il piacere di fottere la moglie, di chi è convinto che ti sta facendo cornuto. Non ha prezzo!
«Huummm che bel cazzo! Dai lasciamelo succhiare che mi piace tanto. Dai toccami.»
Le spingo due dita dentro la fica bollente, già molto bagnata, poi la masturbo molto velocemente, mentre lei mi divora il mio uccello infilandolo tutto dentro la gola. Succhia, gode e geme a bocca piena. Poi improvvisamente trema scossa da un orgasmo che la fa vibrare intensamente, poi si sfila il cazzo dalla bocca, e mi prega di scoparla. La metto sotto di me, lei solleva le gambe, e mi riceve dentro tutto d’un colpo. Affondo fin quando non sento la punta sbattere sul collo dell’utero, e lei ha subito un potente orgasmo, che le fa rovesciare gli occhi, aprire la bocca, e solo un flebile gemito ne esce, poi sembra che una scarica di corrente l’abbia colpita da quanto trema. Ha un orgasmo fortissimo, temendo e molto appagante. Le lascio assaporare il piacere, poi incomincio a pomparla con colpi tremendi che la fanno sobbalzare tutta. Solleva le gambe, le annoda dietro di me, mi viene incontro con il corpo quando affondo in lei. Gode a raffica. Non si capisce quando finisce un orgasmo e incomincia un altro. Poi dopo un ennesimo momento di piacere, con occhi languidi, il viso sfatto mi sorride mi fa una insolita richiesta.
«Ti prego prendimi nel culo. Quel fesso di mio marito non me lo ha mai chiesto, mentre a me fa impazzire sentirlo in culo.»
La guardo estasiato da una simile richiesta, lei si gira, solleva le chiappe e appoggia il viso sul materasso e poi con le mani lo apre e me lo offre.
«Dai, inculami…dai che mi fa impazzire…»
Afferro il cazzo durissimo, lo appoggio al suo buchetto zuppo dei suoi umori. Lo spennello per lubrificare quel buchetto che a dire il vero è già bagnato del piacere che è colato giù. Lei mi incita sfondarlo senza riguardi.
«Dai spaccami il culo! Dai entra e fammi male! Lo voglio sentire che mi sfondi, che me lo spacchi con forza!»
L’afferro per i fianchi, e affondo deciso dentro quel foro che per un attimo oppone resistenza, poi si apre, mi risucchia tutto il cazzo dentro fin quando le palle sbattono sulle labbra della sua fica. Lei trema, urla e poi gode.
«aahhhiii! Sei enorme! Mi spacchi! Dai non ti fermare! Rompilo tutto!»
Sento una sua mano che mi accarezza le palle, e si masturba da sotto la fica, mentre io incomincio a limare quel buco che scopo sempre più forte. Spacco quel culo che mi stringe il cazzo, lei gode come una vacca, mi incita a scopala sempre più forte, fin quando non sono soddisfatto, e poi mi dice che devo sborrare in culo e in bocca.
«Dai scopami il culo, e quando ti senti pronto sborraci, ma ne voglio, un poco anche in bocca. Dopo ci voglio baciare mio marito, così senza saperlo, sentirà il sapore del maschio, che lo ha fatto cornuto. Continua, non ti fermare. Vengo! Godo di culo!»
La sbatto facendola venire ancora due volte, poi sono al limite, le schizzo un getto in culo, mi sfilo e mi presento davanti alla sua bocca.
Le sue labbra avvolgono la punta del mio cazzo, mi succhia come se volesse bere anche la mia anima. Lo assapora e poi lo ingoia. Sfiniti, ci accasciamo su letto fradici di sudore.
«Grazie, sei stato stupendo. Tua moglie mi aveva avvertito che eri molto resistente, che eri un vero porco a letto.»
La guardo stupito, lei sorride, poi continua a darmi spiegazioni.
«Da tempo mi sono accorta che a mio marito piace sedurre le donne che prendono il sole vicino a noi, e io allora per non passare sempre da fessa, e cornuta, ho escogitato un sistema che in qualche modo pareggia i conti. Quando lui scopa la signora, io mi faccio il marito, che in genere non ha nessun problema a pareggiare il conto. Appunto come hai fatto tu. Questa volta ho avuto anche più fortuna perche con tua moglie avevo scambiato qualche confidenza, quando voi andavate a prendere i caffe, e lei da persona intelligente, ha subito capito che io ero consapevole che mio marito le faceva la corte, e che a me non sarebbe dispiaciuto pareggiare il conto. Oggi era il momento giusto, allora adesso vorrei sapere se per te è stata dura fare questo scambio a tre, perche Bruno di questo gioco non sa nulla e non lo deve sapere.»
La guardo, le sorrido compiaciuto.
«Non solo mi è piaciuto, ma devo ammettere che voi donne siete sempre un passo avanti a noi maschietti sempre convinti di farvi fesse, mentre invece siete voi, che riuscite con la vostra astuzia, a prenderci per il naso, e a rendere la vita sempre un gioco meraviglioso. Grazie della splendida scopata, stai assolutamente tranquilla che il nostro segreto sarà ben custodito.»
Lei mi sorride, e dopo una veloce rinfrescata ce ne torniamo in spiaggia, dove siamo raggiunti dai nostri rispettivi partner. Quando lui è tornato mi ha guardato con un sorrisetto beffardo, e io ho provato un momento di puro piacere, quando Maria lo ha baciato sulla bocca. Bruno era convinto di ammirare le mie corna, senza sapere delle sue, che invece avrebbe dovuto intuire dal sapore del bacio della sua donna. Paola che ha un aspetto un po’ sbattuto, mi osserva, e con un sorriso sornione, mi domanda se il mio pomeriggio è stato bello e piacevole. Io guardo verso Maria, e annuisco. Paola ha notato la mia soddisfazione, senza capire fin quanto lo ero, e quando sotto voce le ho spiegato il motivo, mi ha detto che lui era solo venuto sul suo seno ma non in bocca. Ha guardato Bruno ridendo di gusto. La sera nel letto, le ho fatto un resoconto dettagliato della scopata con Maria e lei mi ha raccontato di Bruno.
«Come mi aspettavo mi ha seguito, e io non ho certo rifiutato di farmi raggiungere fino in casa, dove appena dentro, lui si è avventato su di me, che però ho volutamente fatto soffrire un poco. Mi sono fatta pregare.»
«Scusa, ma mio marito è un bel maschio, se cambio voglio cambiare in meglio, tu che mi offri? Sai per me le dimensioni contano, e anche le misure devono essere giuste, con un cazzetto non ci faccio nulla.»
«Ti assicuro che stava per scoppiargli il cazzo nei pantaloni. Lo ha tirato fuori, lo ha mostrato in tutto il suo splendore. Devo ammettere che ha una bella dotazione, sicuramente più lungo del tuo, ma il tuo è più grosso. Mi sono inginocchiata e lui cercava di spingerlo dentro la gola con forza.»
“Dai zoccolona! Succhialo, ingoialo tutto!”
«Lui spingeva, io mi sentivo eccitata e bagnata, ma volevo farlo soffrire ancora un poco, e ad un certo punto ho stretto i denti contro il suo cazzo, lui ha avuto un sussulto e si è calmato.»
“NO! Ti prego fai pure come ti pare, ma non morderlo, scusami non spingo.”
«L’ho guardato sorridendo, mi sono distesa sul divano, ho aperto la cosce e l’ho invitato a leccarmi per farmi godere.»
«Leccami, fammi godere. Solo allora prenderò in considerazione l’idea di farti scopare la mia fica, e voglio godere molto. Dai leccami porco!»
«Dovevi vedere con quanta passione e maestria mi ha leccato. Sono venuta due volte, devo ammettere che è veramente bravo, quasi come te. A quel punto avevo voglia di sentirlo dentro e lui si è scatenato.»
“Bella troia, ti scopo tutta! A che meraviglia! Lo sapevo che eri una vera puttana! Ti sfondo tutta! Godi vacca!”
«Mi ha scopato bene molto, ma non ha la tua resistenza, alla fine ho sentito che sarebbe esploso a breve, gli ho dato il colpo di grazia.»
«Dai porco, sborra, che la voglio sulle mie tette! Lo so che ti fanno impazzire! Dai sborra!»
«Non ha resistito un secondo di più. È venuto con un grido rauco e mi ha sborrato il seno. Ne aveva tanta, che lo ha veramente ricoperto. Lo voleva mettere in gola, ma io non ho voluto, lui poi si è seduto sfinito.»
Guardo mia moglie e cerco di capire se questa esperienza le è piaciuta. Lei esita un attimo nel rispondere mentre per tutto il racconto mi ha tenuto il cazzo in mano duro come il ferro. Lo succhia un poco, poi mi trascina su di se e lo vuole dentro.
«Prendimi, voglio sentire il tuo. Scopami, con lui mi è piaciuto, ma non sono soddisfatta, mi mancava la tua presenza, avresti dovuto ammirare la mia bravura di succhia cazzi e troia, invece tu eri con lei lontano, e io scopavo con lui senza te. Se lo rifacciamo, dobbiamo essere insieme. Adesso scopami, fammi tua, come mi fai impazzire tu nessuno!»
L’ho scopata facendola godere molto. Alla fine le sono venuto in bocca, lei lo ha ingoiato tutto, poi mi ha baciato. Da quella volta abbiamo sempre fatto tutto insieme, ma questo è un altro capitolo della storia.
21
4
4 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 22 ore fa -
GLORIA
Gloria
Dopo una giornata di intenso lavoro mi ritirai in motel per riposare prima di andare all’appuntamento con Gloria.
Mi feci una bellissima doccia rigenerante, la barba, una buona crema idratante e profumatissima che rendevano la pelle elastica e riposata. Iniziai a truccarmi, un buon coprente effetto abbronzante, un fard luminoso un bell’effetto orientaleggiante del contorno occhi che mi piace tanto, ciglia finte fitte e lunghe. Si, bene mi piacevo. Inizia a vestirmi, prima un bel reggiseno imbottito che stringevo per far risaltare il petto, poi un pò di fard per fare alcuni giochi d’ombra. Sopra indossai una guepierre nera di pizzo che metteva in evidenza il seno e sembrava che avessi una terza di taglia. Scelsi una parrucca castano chiaro con effetto colpi di sole leggermente mossa. Una collana di perle, orecchini pendenti di perle, anelli vari e braccialetti di perle. Calze nere velatissime, slip nero rigorosamente stretto che mi segnava i glutei e nascondeva il sesso. Indossai un vestito nero aderente con finiture di pizzo con un’ampia scollatura. Sopra l’abito una maglia traforata ad uncinetto con maniche a tre quarti, così si vedevano i braccialetti. Indossai un paio di scarpe nere tacco 12. Il rossetto era rosso fuoco e passai un po di colore rosa sugli zigomi appena una sfumatura. Ero pronta per l’appuntamento! Presi la borsetta ci misi il necessario, stavo per uscire, mi guardai di nuovo allo specchio ero strafiga, almeno per me, questo era quello che contava di più. Però mancava qualche dettaglio, ecco si dalla valigia presi un plug e piano piano lo inserii nel culetto, perfetto. Adesso si che potevo andare. Scelsi di andare a piedi, sapevo dove trovarla. Mi incamminai con passo lento e sensuale, il tragitto era di 200/300 metri ma sembravano km. Sentivo gli occhi addosso degli automobilisti e di tutti i passanti, era una strada frequentata da prostitute e trans e mi scambiavano per una di loro. Vidi Gloria in lontananza e anche lei mi notò e venne incontro. “ei ragazza che ci fai qui a piedi, questa è una strada pericolosa” “mi piace il pericolo” risposi. Andiamo mi disse, prese la sua auto e andammo a fare un giro. In macchina parlammo di vari argomenti e della mia passione. “ma vedi Gloria fondamentalmente non mi piacciono gli uomini, sono attratta dal mondo femminile, gli abiti, l’intimo i trucchi mi piace guardarmi allo specchio e ammirare la trasformazione in Eilin, se potessi mi possederei da sola. Poi se capita un’avventura con un uomo interessante non mi tiro indietro, ma non sono indispensabili e non li cerco” “Eilin ti capisco, anzi se dovessi raccontarti tutta la mia vita staremmo qui a parlarne per giorni e giorni”. Senza accorgermene ci ritrovammo in motel gli dissi di andare nel mio appartamento ma lei aveva una sorpresa per me. Entrammo in un mega appartamento pieno di specchi, divani e letti. Wow che bello esclamai, è fantastico! Gli specchi riflettevano la mia immagine all’infinito ero sbalordita, Gloria si avvicinò “ti piace Cara?” “si tanto, è stupendo” mi prese per mano, mi guardò negli occhi, mi afferrò per la vita e mi strinse a se. Mi baciava il collo mi succhiava le labbra era sensualissima. Mi tolse la maglia e il vestito ero nuda con il solo intimo. “Eilin sei uno schianto, che bel seno che vita e che fianchi, mi ecciti da morire,” “grazie Gloria detto da te mi lusinga!” mi avvicinai a li e gli detti un bacio.
Piano piano lentamente anche lei si spogliò, rimase con calze e reggicalze anni 50, reggiseno in tinta, era uno sballo seno sodo, glutei sodi, cosce sode. Le immagini riflesse allo specchio si moltiplicavano e l’effetto era sbalorditivo. Non avevo visto mai una bellezza come Gloria. Mentre si avvicinava fece cadere per terra il reggiseno, ero stordita dalla sua bellezza. Si avvicinò mi abbasso le mutandine, prese il cazzo in bocca e inizio a pomparlo. “ma che viziosetta che sei “ si accorse del plug inserito nel culo, lo tolse poi lo infilò di nuovo, lo fece diverse volte ed io gemevo per il piacere. Continuava a succhiare il cazzo e al posto del plug nel culo infilò un dito, poi mi fece succhiare due dita della mano, le succhiai per bene e me le mise in culo con un sol colpo, deciso e preciso ebbi un sussulto “siiii Gloria sei quello che ho sempre desiderato” tirò fuori dal culetto le dita e me le fece succhiare di nuovo ma questa volta erano tre, le leccavo e succhiavo sapendo quello che mi aspettava. Gli presi la mano e la guidai nel buchetto che piano piano si allargava per fare spazio alle dita “amore sei meravigliosa, si così non ti fermare” ero in estasi iniziai a muovermi in modo convulso “si ancora, tutto tutto dentro, cara ti voglio siiii” mi fece girare a pecorina vedevo le nostre immagini riflesse in mille posizioni, vedevo il mio culo aperto e il suo cazzo che si avvicinava alla mia bocca, aveva messo il preservativo e lo succhiai per bene, non era grande per fortuna, ma durissimo. Gli sussurrai “ Gloria tesoro è la mia prima volta, fai piano” allora mi mise a pancia all’insù mi divaricò le gambe puntò il cazzo contro il culetto e piano piano si fece strada. Sentivo che entrava e vedevo l’espressione intensa del suo viso mentre mi possedeva. Mi sorrideva mentre entrava piano, ma con decisione sentii le gambe leggere le viscere in subbuglio. “sono tua, siii siii piano amore piano hooo si si“ mi muovevo lentamente con i fianchi e cercavo di tenere il suo ritmo. Gloria mentre mi possedeva mi baciava, accarezzava il seno mi mordicchiava i capezzoli, ogni tanto mi faceva succhiare un dito la eccitava in modo particolare. Mi fece alzare e allargare di più le gambe, sentivo che entrava tutta dentro, era brava e stantuffava in modo sublime. Quando affondava i colpi mi mandava in estasi. Lei vedeva tutte le mie reazioni ed emozioni mi sorrideva poi quando aumentava il ritmo io cercavo di assecondare i suoi movimenti per sentire di più il cazzo dentro di me. “Hooooo amore sei fantastica, non ti fermare, cosi piano piano è gustosissimo mi fai sentire una donna, siiii “ “ecco troia è tutto tuo, ti piace cosi lo senti dentro di te?” era deliziosa. Il cazzo entrava e usciva dolcemente e sussultavo per il piacere “siiiiiiiii amore che brava che sei più forte di più” urlavo per il piacere Gloria mi pompava sempre più velocemente e più a fondo. “ecco prendilo tutto dentro amore mio!” avevo il culo in fiamme ma godevo come non mai. Sentivo Gloria che stava per venire l’espressione del volto il cazzo che pulsava erano il segnale che stava per sborrare, tirò fuori il cazzo si tolse il preservativo e mi schizzo in faccia, mi sollevai un po per succhiarlo e leccarlo, succhiavo e leccavo era eccitatissima aveva il cazzo duro di nuovo e no esitai, gli rimisi un preservativo e mi ritornò dentro “Eilin puttana, mi fai morire” aveva il cazzo di nuovo duro e mi inculò di nuovo “Gloria amore non immaginavo di essere cosi troia grazie grazie amore” mi fece girare mi mise a pecorina non si fermava era uno stantuffo senza darmi tregua, mentre stantuffava mi mordeva il collo. Sentivo il suo cazzo crescere dentro di me mi dimenavo per il piacere Gloria venne di nuovo questa volta sui glutei. “Eilin hai un bel cazzo dai inculami” non me lo feci ripetere. La feci alzare e appoggiare allo specchio, gli feci divaricare un po le gambe, la strinsi per la vita, la tirai a me ed inizia a penetrarla. Allo specchio vedevo tutto, la sua espressione e il piacere che riceveva, gli titillavo il seno gli accarezzavo il cazzo mentre il mio si faceva strada sul quel culone voglioso “anche tu Gloria sei la mia puttana la mia culona puttana”. Quando stavo per venire tirai fuori il cazzo e gli sborrai in faccia, lei lecco tutto” si Eilin che bel cazzo sei fantastica” avevo il cazzo ancora duro e lei continuava a succhiarlo, non si fermava aveva ancora voglia, la presi di nuovo, la girai e scopai come una donna. Si dimenava come una forsennata, si metteva le mani sulla bocca le mordeva e urlava di piacere non si tratteneva era una furia. Si prese il cazzo in mano e lo sego per un attimo e sborrò copiosamente. ”amore sii sei fantastica sei stupenda disse “ poi si rilasso e per un attimo ci guardammo soddisfatte…
Eilin ti desidero ancora” “anche io Gloria” e sempre distese per terra iniziammo a baciarci come due amanti mi accarezzava tutta e io ricambiai. “Gloria non capisco cosa mi succede mi sento così, così puttana che vorrei avere il culo sempre pieno del tuo cazzo” “è normale amore è il piacere che fa diventare puttane e tu stai ricevendo piacere e diventando puttana” e mentre ero distesa mi venne sopra e mi penetrò di nuovo.
2681
0
4 anni fa
eilin,
52
Ultima visita: 1 settimana fa
-
UN INCONTRO INASPETTATO
L’incontro inaspettato
Avevo prenotato un appartamento in un motel con box auto fuori città. Era la mia dimora fissa, il mio nido per vivere intensamente in incognito il mio mondo enfemme. Potevo entrare e uscire tranquillamente senza problemi vestita da donna, era principalmente un punto d’incontri per coppie. Anche questa volta alla reception presi la chiave del mio appartamento e mi diressi nel box auto. In casa una bella doccia inizia la trasformazione in Eilin. Trucco come sempre leggero con una particolare attenzione per il contorno occhi e le ciglia finte, intimo con reggicalze, calze velate color grigio antracite, reggiseno in tinta imbottito, collana di perle doppio filo, braccialetto di perle, anelli, Parrucca castano chiara e vestitino nero elasticizzato con ampia scollatura maglia maniche lunghe traforata. Mi guardai allo specchio e mi piacevo. Decisi di fare un giretto a piedi nel parco del motel, mi esaltava sculettare vestita in modo sexy. Misi nella borsetta la sigaretta elettronica, le varie chiavi, il rossetto, lo specchietto ed uscii fuori. Passeggiavo assortita nei miei pensieri quando all’improvviso fui avvicinata da un signore di mezza età che mi disse se mi disturbava. “no si figuri! il parco è di tutti e non mi da fastidio” parlammo del più e del meno poi ci salutammo. Ritornai nel mio appartamento mi ero appena tolta il vestito ero rimasta in intimo quando bussarono alla porta. “Mi scusi, sono il signore di prima, credo che abbia perso le chiavi dell’auto!” Guardai nella borsetta ed in effetti non c’erano, forse nel prendere la sigaretta elettronica mi erano cadute “aspetti che apro” mi rivesti e aprii la porta. Lo ringrazia e lui mi rispose che ero una bella donna anche se particolare, ma bella. Lo ringraziai e aprii la porta per farlo uscire ma continuò con una serie di apprezzamenti molto carini e nei modi e i termini di come lo disse ne rimasi lusingata, chiusi la porta e continuammo la conversazione
Disse che aveva frequentato dei travestiti ma carini e femminili come me mai. Lo ringrazia e gli confidai che era impegnativo mantenere un corpo ben curato e che lo facevo per il mio piacere, non cercavo incontri con uomini, ma il solo piacere di piacere. “Vedi Fulvio”, questo era il suo nome, “mi guardo allo specchio e mi eccito, mi trucco e mi eccito, sapere che ti piaccio mi eccita, ma finisce qui.” “peccato mi sarebbe piaciuto vederti esibire in uno streeptease” “ma guarda Fulvio non sono mica una puttana o altro, non cerco incontri con uomini” “no scusa e che mi piaci davvero non capita tutti i giorni un angelo come te!” dicendo questo mi accarezzo la guancia e con l’altra mano i fianchi. Be in effetti era una situazione stuzzicante e tra me dissi proviamo! Senza dirgli nulla accesi il televisore e scelsi un canale hard, inizia a danzare lentamente, lui si sedette sul divano e guardava estasiato, piano piano molto lentamente tirai via la maglia, poi ancora più lentamente il vestitino, rimasi in intimo, ero seducente e ne ero cosciente. Mi sdrai sul letto e assunsi diverse pose sexy per non dire porno, mi feci più audace gli passavo davanti e lo stuzzicavo, non pensavo fossi così troia. Lui era immobile, mi spinsi oltre, gli sbottonai i pantaloni e gli tirai fuori il cazzo. Dalla borsetta presi un profilattico lo misi sul cazzo e iniziai un pompino, era un bel cazzo succhiavo e leccavo, vidi il mio amico con il telefono in mano e gli dissi di non fare le foto, “no no tranquilla è una sorpresa” continuai a succiare e lui mi accarezzava poi all’improvviso sentii bussare di nuovo alla porta “è la sorpresa disse” si alzo di scatto, apri la porta ed entrò un altro signore. “Non aver paura stai tranquilla non ti facciamo nulla di male, ci divertiamo e basta”. Avevo paura, dissi che se non uscivano subito avrei iniziato ad urlare. “Tesoro stai tranquilla, vogliamo solo divertirci, se non vuoi andiamo via, dai tranquilla siamo persone per bene e quando mai ci capiterà, a tutti, anche a te un’occasione come questa?” “scusate ma per chi mi avete preso? Mica sono una puttana e poi il solo fatto di averti fatto entrare in camera non significa nulla! Caro Fulvio sei uno stronzo” Li invitai nuovamente ad uscire e lo fecero scusandosi di tutto.
Passarono alcuni minuti e bussarono di nuovo alla porta.
“Scusaci di nuovo, per farci perdonare abbiamo pensato ad un piccolo regalo per te!”
Aprii la porta e avevano una bottiglia di champagne e tre flùte.
Li feci entrare “sono astemia non bevo” li smontai subito
“ma apprezzo ugualmente”. Un flùte di champagne non si rifiuta mai anche se quasi astemio,
Dalla camera adiacente si cominciò a sentire ansimare e mugolii “be questo è un motel per incontri” e feci una risatina. Bevetti un alto flùte di champagne e dissi “adesso la faccio io una sorpresa a voi due topoloni, dove eravamo rimasti prima? A, lo streeptease”.
Solito canale porno in tv ed iniziai una danza lenta, sensuale, erotica, mai mi era capitato di stare enfemme con un uomo immagina due! Mi piaceva vedere l’espressione dei due, erano eccitati ed increduli allo stesso tempo.
Piano piano rimasi di nuovo con il solo intimo, avevo il cazzo che scoppiava e il buchetto bagnato!
“Eilin sei stupenda” “sei unica, la maestra dello streep” “Eilin sei una simpatica puttanella ” mi avvicinavo a loro li accarezzavo e piano piano li spogliavo. Loro mi mettevano le mani addosso sul culo, sulle cosce, mi accarezzavano il cazzo, le labbra, un gioco sensuale un vortice di passione. Dalla mia borsa presi un Plug e lo infilai in culo. Stavo esagerando, sentivo che stavo esagerando ma era forte l’eccitazione. Passai davanti ad Giorgio e gli dissi “tirami fuori il plug con la bocca amore” mi chinai appena un po’ e Giorgio con la lingua e i denti tirò fuori dal mio culo il plug. “passalo a Fulvio” Fulvio lo prese e gli dissi: “Fulvio mettimelo in culo con la bocca!” sculettando mi avvicinai a lui mi piegai leggermente in avanti e Fulvio spinse fino a farlo entrare di nuovo nel culetto.
Sempre con il plug ben piantato in culo mi misi in ginocchio davanti a loro, gli feci indossare il preservativo e iniziai a spompinarli, mentre succhiavo uno segavo l’altro e così via per una decina di minuti, sentii che stavano per venire, si tolsero il preservativo e mi sborrarono in faccia, “ecco troia lecca tutto puttana!” mi presero la testa e la tirarono verso il cazzo per succhiarli e leccarli tutti “si si così bagnatemi tutta sono la vostra puttana si si!” Mi alzai e sborrai copiosamente anche io addosso a loro
“wow niente male la nostra puttanella è proprio una troia in calore” “siii sono una troia dai sborratemi ancora!”
Invece mi misero a pecorina e Giorgio mi infilò un dito in culo e poi Fulvio il cazzo in bocca senza preservativo “adesso ti inculiamo, “No no in culo no per ora non voglio, non voglio, faccio tutto ma il culo no” risposi.
Non puoi lasciarci così “ho detto no! Faccio tutto ma non in culo!” sapevano che quando decidevo una cosa era quella.
Li feci distendere sul letto e io in mezzo cominciai a leccare e succhiare i due cazzi che subito diventarono duri. Ogni tanto mi mettevano un dito in culo gemevo di piacere e quando per la seconda volta stavano per sborrare mi distesi e ricevetti un’infinità di sborra sulla faccia e sul corpo, con le mani lo spalmarono sul viso, sul petto e sui glutei, “dai tesoro fatti inculare lo sappiamo che lo vuoi, fatti inculare lo facciamo dolcemente” “Noooo no vi prego, chiedetemi tutto ma il culo no, vi prego, o si spalmatemi tutta così, dai sono la vostra puttanella lo stesso che dite?” ero in preda ad un orgasmo infinito e non connettevo più per quanto mi sentivo troia, stavo in mezzo a loro due e continuavo a muovermi li accarezzavo gli prendevo le dita della mano e le succhiavo, poi piano piano mi calami. Andai in bagno e mi feci una doccia. Quando tornai erano seduti sul divanetto ancora nudi “Eilin tesoro, vogliamo incularti sappiamo che lo desideri non sciupare questa occasione”, mi vennero vicino e mi baciarono sul collo, sui capezzoli e mi misero uno due dita in culo, stavo per cedere ma riuscii a svincolarmi “è vero anche io sono eccitata, lo desidero ma non adesso non è questo il momento, non ho ancora preso un cazzo in culo! Plug e vibratori si ma cazzi mai. Rispettate la mia decisione!” “faccio quello che volete ma per adesso non voglio essere inculata”. Andarono in bagno e quando tornarono mi dissero “Bene Eilin come vuoi tu tesoro rispettiamo la tua decisione, allora devi fare una cosa per noi non puoi rifiutarti, vestiti, truccati ed usciamo a fare un giro” Rispettai quanto promesso, mi misi in ordine, truccata sempre in modo impeccabile, intimo come sempre curatissimo con guepierre nera e calze color carne scuro, parrucca bionda mossa, rossetto rosso, una giacca lunga fin sopra le ginocchia e stivali alti fin sopra le ginocchia. Mi stavano aspettando fuori dall’appartamento e quando mi videro rimasero a bocca aperta ”Eilin sei un puttanone, sei da sballo” era vero, avevo osato un po troppo!
“Andiamo” dissero. “scusate dove andiamo” dissi perplessa.
“Hai detto che fai tutto purchè non ti inculiamo, ti abbiamo preso in parola, ma stai tranquilla nulla di violento o pericoloso, stai al gioco vedrai ti divertirai”
Uscimmo dal Motel e fuori come al solito era pieno di prostitute.
Facemmo un giretto in macchina e Fulvio scelse un gruppetto adatto all’occasione, era appartato, circa tre quattro ragazze, scese dall’auto, parlo con loro, torno in auto e disse che era tutto ok.
“scusate tutto ok cosa?”
“adesso tu vai da loro e fai la puttana che sei, noi stiamo più avanti e controlliamo, ma stai tranquilla mi hanno assicurato che non ci sono problemi” “ma siete matti! Io non vado li”
“Scusa Eilin hai detto faccio tutto quello che volete…. Dai una mezzoretta solo una mezzoretta vogliamo vedere come fai la puttana”. Mi fecero scendere e mi fecero aprire la giacca in modo da far vedere il bel fisico incorniciato dall’intimo e dagli stivali.
Ero terrorizzata. Nell’avvicinarmi alle ragazze cercai di camminare il più femminile possibile, passi corti e lenti con movenze sinuose in modo da non ancheggiare in modo eccessivo con la borsetta salda a tracollo. Quando mi unii a loro mi accorsi che non erano donne ma trans e che trans, bellissime. Iniziarono a farmi tanti complimenti per nulla gelose o risentite. Mi tolsero la giacca e rimasi con il solo intimo e mi fecero sculettare intorno al falò, quando passava un auto si mettevano davanti per coprirmi e proteggermi. In pochi minuti mi dissero come dovevo muovermi e quale era la posizione che eccitava di più chi passava uomini o donne, gambe strette e incrociate oppure leggermente divaricate. Era un continuo via vai di auto, io zitta osservavo eccitata. Quando le auto si fermavamo davanti a me intervenivano a turno le mie amiche. Be un paio di approcci ci sono stati. Dopo un pò si fermo una bella auto elegante e sportiva, il conducente si rivolse alla più bella del gruppo gli chiese se era libera, questa rispose si alla condizione che potessi partecipare anche io e in Motel non in strada. Il Ragazzotto accetto.
“dai vieni ti faccio vedere come si fa, in motel e tranquillo”
Entrammo in motel il mio stesso motel, andammo in un appartamento. Andammo in bagno un attimo, lei si fece un bidet si trucco, si mise il rossetto. “quando stiamo li tu non parlare, fai quello che faccio io e basta non strafare”
Era un bel ragazzone alto bel fisico non parlava molto ma si faceva capire, ci avvicinammo, era in piedi gli sbottonammo la camicia lei con la lingua giocava con i capezzoli, poi piano piano togliemmo i pantaloni seguivo tutto quello che faceva Gloria il nome della trans. Mentre lui era disteso sul letto io e Gloria iniziammo ad accarezzarci, vedevo il suo cazzo diventare duro, Gloria mi leccava in tutte le parti “sei burrosa, davvero Hot” mi disse io le accarezzai i seni e con le mani ai fianchi le tolsi il tanga, aveva un cazzo dritto ma non grande, ci mettemmo il preservativo, anche il ragazzotto si mise il preservativo e mentre io lo succhiavo Gloria leccava il mio culetto. Dopo un po’ si girò a pancia all’insù Gloria gli allargò le gambe e iniziò ad incularlo io mi misi con le gambe tra la sua testa e mi facevo succhiare il cazzo, era partito in quarta stava godendo da matti gli sborrai in faccia e subito mi misi a succhiargli il cazzo che sentivo stava per esplodere, gli tolsi il preservativo e mi sborro sul volto, anche Gloria stava per venire, si tolse il preservativo ma volle sborrarmi sopra il culetto. Il tutto durò circa un’ora tra giochini vari e amplesso finale. Andammo al bagno ci lavammo e Gloria mi baciò sulla guancia “Eilin sei dolcissima”.
Ritornammo in auto e poi nel gruppo delle nostre trans. Curiose di sapere come era andata e Gloria che raccontava tutto nei minimi particolari. “è una puttana nata!” mi sorride dolcemente, si avvicinò e mi consegno 50 euro, “è la tua parte”. Non vedevo la macchina dei miei amici quindi salutai le mie amiche e ritornai in motel a piedi. Avevo fatto circa 100 metri e fui affiancata da una mini minor color panna era Gloria che mi offriva un passaggio. “E’ pericoloso per una ragazza come te andare in giro di notte sola” mi accompagnò in motel. “Eilin domani sera sono di nuovo qui se vuoi possiamo incontrarci” “Va bene Gloria a domani sera a che ora?” “ Ti va bene alle 21?” “ Ok si va bene alle 21 allora, baci”
2586
0
4 anni fa
eilin,
52
Ultima visita: 1 settimana fa
-
LA MIA SIGNORA
La Mia Signora “1° Episodio”
Terminato in anticipo gli impegni di lavoro, ero indecisa se tornare in motel e dare sfogo alla mia passione enfemme o recarmi in un centro commerciale per fare shopping, scelsi quest’ultima. Entrai in un centro commerciale grandissimo con tanti negozi. Feci un primo giro e selezionai quelli più interessanti, abbigliamento intimo e trucchi. Ero attratta da un negozio d’intimo che esponeva in vetrina diverse guepierre, reggicalze e vari articoli sexy. Era ben fornito, acquistai una guepierre con delle stecche che stringevano la vita, poi un bel reggicalze a balza alta e due paia di calze velate color carne e nero. Alla commessa, preciso che non era affatto interessata all’argomento, dissi che era un regalo e per la taglia poteva regolarsi sulla mia altezza. Prosegui gli acquisti in un negozio di trucchi, i prodotti erano davvero tanti e inizia a girare a vuoto, non sapevo cosa scegliere. Nel frattempo che osservavo i vari articoli passò una signora, bella elegante e truccata benissimo, mi passò d’avanti e sorrise. Mentre giravo e rigiravo tra gli scaffali la signora passò di nuovo e vedendomi in difficoltà mi chiese se avessi bisogno di un consiglio, chiaramente annuii lamentandomi della mancanza di personale. Spiegai che dovevo fare un regalo ad un'amica e lei mi consigliò alcuni prodotti. La ringraziai e ci salutammo. All'uscita pioveva, e vidi poco distante la bella signora. Mi avvicinai e gli chiesi se voleva un passaggio. Lei accettò, disse che era a piedi e abitava nei paraggi. Gli risposi che avevo la macchina nei parcheggi sotterranei e ci avviammo insieme verso l’auto. Usciti dal centro commerciale mi indicò la strada da fare. In auto la prima cosa che fece fu aprire la borsetta, tirare fuori il rossetto e passarlo sulle labbra.
“Se vuole lo metto anche a lei!” rimasi di stucco e prima che potessi dire qualcosa
“ha dei bei gusti, l'intimo che ha acquistato è carino, se ti va potresti provarlo a casa mia”.
“ma guardi è un regalo per mia moglie, sta scherzandoo!” “E poi come si permette!!”
Ero rosso per l’emozione, la paura e dal fatto di essere stata scoperta mi terrorizzava ma in fondo era quello che desideravo, un'occasione unica quella di stare con una donna.
“Casualmente ero nel negozio d’intimo e ho visto come osservava la guepierre e altri prodotti e poi la conferma l’ho avuta nel ritrovarti nel reparto dei trucchi. Scusami non voglio assolutamente crearti problemi, se non mi avessi offerto il passaggio non sarebbe successo nulla. Confesso che sono sempre stata attratta dalla bellezza dei trans e trav, e in cuor mio desideravo vivere un esperienza con una di loro. Averti visto così eccitato nel negozio d’intimo e nei reparto dei trucchi mi ha risvegliato vecchi desideri ecco è tutto, tu mi sembri una bella persona”.
Mi sembrava sincera e tutto di un fiato risposi: “Sono ormai diversi anni che appena posso divento Eilin, mi piace l’intimo e i vestiti femminili, mi travesto in privato è un mio segreto!”
“allora Eilin piacere di conoscerti io sono Eva”
Prima di salire nel suo appartamento presi dalla macchina la mia valigia preziosa. L'appartamento era carino e confortevole, lei gentilissima nei modi e negli atteggiamenti non proprio giovanile ma attraente, media altezza, capelli castano scuro seno abbondante, carnagione chiara, bellissima! riuscì subito a tranquillizzarmi e mettermi a mio agio. Parlammo del più e del meno della mia passione per la femminilizzazione e della sua attrazione del mondo bisex. Viveva sola era separata ormai da diverso tempo e il resto della famiglia era fuori per studio o lavoro. Prendemmo un te e poi mi chiese cosa avevo dentro la valigia, “il mio guardaroba” risposi. Aprii la valigia gli feci vedere il contenuto, abiti, intimo, scarpe, qualche dildo e plug. “Complimenti Eilin davvero un bel guardaroba” e mi accompagnò in bagno, mi dette l'occorrente per la barba e per rinfrescarmi. “Eilin fai con calma tra un po torno!”
Poco dopo lei tornò vestita in modo sexy con calze e reggicalze, tacchi altissimi, vestaglia trasparente rossetto rosso fuoco, gli feci i complimenti “sei stupenda” lei mi prese per mano e tutto nudo mi porto in camera, mi baciò sulle labbra, “ma che bella carnagione liscia sei depilata quasi meglio di me!”. Mi fece sedere davanti allo specchio e iniziò a truccarmi. Gli dissi che non amavo un trucco pesante, lei era d’accordo. Piano piano allo specchio vedevo la trasformazione in Eilin, si soffermò sulle labbra con rossetto rosso e un sottile contorno con una matita, poi continuò con orecchini, smalto alle unghie e una bellissima parrucca castano chiaro, una stupenda collana di perle che illuminavano il volto. Mi fece indossare un bellissimo reggiseno che strinse tantissimo e poi imbotti per fare un bell'effetto seno, poi mi fece indossare la guepierre appena acquistata e le calze, poi le mutandine di pizzo che mi stavano un po strette ma quando entrarono mi modellarono il culetto e dividevano i glutei in due, per ultimo le scarpe nere con tacco 10 queste erano mie. Mi fece alzare e guardare allo specchio, non riuscivo a credere che ero io quella li difronte! Ero bellissima!!! Poi Eva, aprì il suo guardaroba e mi fece provare un’infinità di abiti. Ero in estasi mi guardavo allo specchio e vedevo due belle donne! Parlavamo come due amiche e si davano consigli su come abbinare un capo con un altro. Camminavo nelle stanze con padronanza sculettando con movimenti sinuosi e sexy, mi sembrava di stare su una passerella di alta moda!!! Eva mi guardava e dava consigli su come atteggiarmi poi mi faceva provare un altro abito e poi ancora. Avrò cambiato almeno una decina di abiti!!! Alcuni non mi entravano, altri mi stavano stretti altri invece mi stavano bene. Alla fine scegliemmo un gonna nera in similpelle elasticizzata, una maglia nera collo alto con spalline a vista e una vistosa scollatura, sopra un giacchino Chanel che mi fasciava la vita e metteva in evidenza i fianchi e il culetto. Ero elegante e sexy, Eva era entusiasta e anche lei si vestì con una blazer aderente molto sexy.
Uscimmo fuori dal balcone, non pioveva più, eravamo eccitatissime, lei mi accarezzava i fianchi e la vita, era dolcissima, io le accarezzavo le cosce e l’inguine.
Rientrammo a casa, mi prese per mano e iniziò a spogliarmi fino a farmi rimanere con il solo intimo, anche lei si denudò, mi venne vicino e mi riempì di complimenti “sei una femmina stupenda” “bella sei una bella puttanella!” “scusa Eilin ma con quel culo e quel corpo sei solo da scopare”, ci accarezzammo e baciammo, il mio culetto era la sua principale attenzione, lo palpava, accarezzava, lo pizzicava e ogni tanto timidamente introduceva un dito nel buchetto. Aprì la mia valigia e prese un plug che lubrificò con la saliva, mi fece sedere sopra le sue gambe a mo di sculacciata, con il culetto bene in vista iniziò ad accarezzarlo insistentemente, introdusse un dito, poi due, io ansimavo eccitatissima, anche lei era eccitata e mi diceva “puttana! Sei una puttana rotta in culo” poi si scusava “scusa Eilin tesoro, scusa”, io inarcavo la schiena per mettere ancora di più in mostra il culo. Mi tolse le mutandine e iniziò a baciarmi il culetto, insalivava il buchetto poi infilò il plug con un movimento deciso, emisi un gemito di piacere. Mi fece alzare.
“amore sei una dolce puttanella, fammi vedere come sculetti”
“sii, per te faccio tutto” e cominciai a sculettare con il plug in culo, ero abilissima sui tacchi e i movimenti sinuosi mandavano in estasi Eva e poi era quello che volevo, esibirmi e fare la puttanella! Mi avvicinai a lei e gli accarezzai la passerina, era bagnatissima ed io eccitatissima con il cazzo durissimo che lei baciava e leccava. Continuammo così tutto il pomeriggio con carezze baci e giochi di puro erotismo. Continuavo a sculettare mi piegavo in avanti per fargli vedere il culo, poi nascondevo il cazzo tra le gambe e sembrava avessi la fica. Eva si masturbava, gli passavo vicino e mi prendeva il cazzo in bocca, io appena potevo le strizzavo il seno, gli leccavo la fica e il culo tondo. Ci ritrovammo abbracciate in camera come due amanti, non so Eva quante volte venne, io un paio. Eva mi coccolava e riempiva di complimenti e mi ringraziava per la carica erotica che riuscivo a trasmetterle. “Eilin, sei un bell’uomo, ma come donna sei una vera puttana!” Sorrisi. Andammo in bagno e facemmo la doccia e ci sistemammo un po'. Mi rivestii in abiti femminili questa volta misi le reggicalze e calze color carne, il mio reggiseno imbottito, indossai un vestitino nero che mi copriva fino alle ginocchia traforato nelle estremità e una maglia manica lunga di pizzo nero. Feci un trucco leggerissimo agli occhi, passai prima una matita verde scuro all’interno occhio, sfumai le palpebre con un colore chiare e una sfumatura marrone verso l’esterno, ripassai la matita sul contorno occhio con effetto orientale che mi piace tanto. Rossetto categoricamente rosso, parrucca castano chiara, la collana di perle di Eva, bracciali anelli e orecchini. Eva mi osservava mentre mi truccavo e mi dava dei consigli. Per ultimo mi spuzzò il suo profumo inebriante e molto femminile, mi strinse a se, mi bacio sulla guancia e mi morse il lobo dell’orecchio, “ti aspetto domani”. Gli lascia il mio numero telefonico e uscii dal suo appartamento per andare nel mio nido, un motel fuori città per assaporare quanto successo nel pomeriggio. In macchina mi rivedevo il film della giornata ero eccitatissima, non passò molto che Eva mi chiamò al telefono
“Eilin cara domani ti voglio vedere, ti aspetto”.
“Amore, la mattinata sono impegnata per lavoro, ci vediamo nel pomeriggio se per te va bene”
“certo che si, ciao amore buonanotte”.
4035
0
4 anni fa
eilin,
52
Ultima visita: 1 settimana fa
-
Un ospite molto gradito.
Mi chiamo Paolo, ho ventinove anni, sono alto uno e settanta cinque, fisico snello occhi, e capelli scuri. Mi reputo una persona normale, lavoro come impiegato in una banca, sita a pochi minuti di strada da casa mia. Sono sposato da sette anni con Claudia, che ha la mia stessa età. Lei è una bella donna. Alta uno e settanta, con un fisico snello e armonioso. Tette sode, una quarta bella abbondante, un culo semplicemente perfetto. I capelli sono lunghi, ricci dorati, le labbra carnose, e invitati, due occhi verdi, da far girare la testa. Lavora come impiegata in una agenzia di assicurazioni. Anche lei come me, deve fare è pochissima strada, per andare al lavoro. La mattina usciamo insieme, e quando siamo giunti davanti al mio luogo di lavoro, lei deve solo attraversare la strada. A pranzo troviamo più conveniente, andare sempre insieme ad una tavola calda, posta nella via dietro il suo ufficio. Lei con le sue tre colleghe, io con i miei, ci troviamo, spesso a mangiare, scherzare con loro, che a detta di tutti, sono quattro belle femmine. Non sono geloso dei commenti anche allusivi, a volte pesanti, che sento nei loro confronti, in particolare su di lei. Ha volte ci ripenso, mi eccito, al pensiero che la desiderano in molti, ma poi alla fine, resta il fatto che io me la scopo. Il nostro appartamento, lo ha ereditato lei, dai suoi genitori. È situato al quarto piano di un grande palazzo, nella zona alta della città vecchia. È costituito da due camere matrimoniali, con ognuna annesso il bagno, una cameretta, una ampia cucina, un salone. In pratica è un rettangolo di duecento metri quadri, di cui quaranta, è costituito da un ampio terrazzo, da cui si accede, sia dal salone, che dalle grandi finestre delle camere matrimoniali, posti ai lati. Quando ho conosciuto Claudia, vi abitava solo con sua madre, il padre era deceduto quattro anni prima. Maria mia suocera, lavorava in conservatorio, che è a due minuti da casa nostra. Avendo delle camere in più, le affittava ai professori che venivano ad insegnare musica da fuori sede. Gli ultimi due anni della sua vita, le affittava, esclusivamente a due professoresse molto simpatiche, la professoressa Velia, e la professoressa Cecilia. Lo scorso anno sono andate, prima una, e poi l’altra, in pensione. Noi non eravamo più interessati ad affittare ancora le camere, in quanto non ne avevamo un reale bisogno. Quando se ne andata la signora Cecilia, prima di lasciare la camera, ci ha fatto una particolare richiesta.
«Mi permetto di chiedervi una cortesia per una persona che ritengo essere molto gentile, riservata, e assolutamente tranquilla. Si tratta del professor Giuseppe. Lui ogni lunedì arriva da Milano per insegnare, dorme in un B&B fuori città, perchè odia la confusione di un hotel. Ogni giorno, deve prende un taxi per venire, e uno per tornare. Quando gli ho parlato di voi, mi ha pregato di chiedervi, se lo potete ospitare. Vi assicuro che è una persona che non vi darà nessun fastidio. Vi conosco come due ragazzi davvero a modo e gentili, per questo gli ho parlato di voi.»
Guardo mia moglie che stringe le spalle, quasi a voler lasciare a me la decisione finale.
«Lo faccia venire questa sera, lo conosceremo, e vedremo di prendere una decisione.»
La sera al nostro rientro, lei ci raggiunge con il professore. Quando lo vediamo ci troviamo davanti a una persona alta, esile, dalla spiccata gentilezza. Indossa un completo con tanto di gilet, e papillon, capelli corti, bianchi, con un pizzetto interamente bianco, ma estremamente curato. Quando si presenta a mia moglie, gli fa un inchino con tanto di baciamano.
«È un vero piacere fare la vostra conoscenza. La mia collega, non che amica, mi ha parlato di voi, come una coppia tranquilla, e molto bella, ma devo ammettere vedendola, che lei signora, ha una classe che si nota subito al primo sguardo, mi creda, in questi tempi è merce molto rara. Vi prego, se vi è possibile, di concedermi l’utilizzo della camera, vi assicuro che non vi sarò di nessun disturbo. Sono disposto a pagare qualunque prezzo, ma credetemi, ne avrei molto piacere, siete le persone, e il luogo, che stavo cercando.»
Guardo mia moglie, vedo che mi sorride, quindi gli confermiamo le nostre condizioni, il compenso, e gli chiediamo, se ha qualche particolare richiesta da fare per il suo pernottamento, e una eventuale colazione. Ci chiede solo se può portare dei capi di abbigliamento, la prima volta che viene, perchè così, le volte successive, gli basta un semplice trolly. Per la colazione, non è un problema, lui stesso provvederà a portare una particolare miscela di the, di cui è particolarmente amante. Passano le feste di Natale, il Capodanno, e il tredici di Gennaio, di questo stranissimo anno, lui si presenta puntuale a casa nostra, con due enormi valige. In una ha tanti abiti, e scarpe, e altro. Nella seconda dei libri. Passano velocemente i mesi di Gennaio, Febbraio, e veramente ci rendiamo conto, che è una persona davvero tranquilla, riservata, e molto discreta. Esce la mattina, e torna la sera. Un breve saluto, poi si chiude in camera sua, sempre molto silenziosamente, quasi non se ne percepisce la presenza. La prima settimana di Marzo, ci comunica che verrà verso il fine settimana, perchè ha una laurea, e un concerto, a cui deve partecipare, ma che in ogni caso, ci lascerà libera la camera il sabato mattina, portando con se il suo trolly. Per noi non è un problema, lo invitiamo a lasciare le sue cose, fin quando non è il momento di prendere il treno. La sera dell’otto Marzo, quando entra in casa ci guarda sbigottito.
«Hanno bloccato tutti i treni. Non posso più raggiungere casa mia. E adesso come faccio?»
Lo guardiamo, è davvero sconvolto, sbigottito, confuso.
«Si calmi. Cercherà una soluzione lunedì mattina, per ora può restare a dormire come sempre qui da noi.»
Mi guarda incredulo, sgomento.
«Forse non vi è chiara la situazione, hanno dichiarato la Lombardia zona rossa, e tutto è bloccato, in quarantena, tutte le regioni sono chiuse!»
«Ne siamo a conoscenza, anche noi da lunedì lavoreremo da casa, in Smart working. Prenda la cosa con calma, valuti la situazione. Qui, lei può restare a suo piacimento. Per il mangiare non è un problema, se ci dice cosa le piace, Claudia, che è una brava cuoca, lo cucinerà per lei, altrimenti lo potrà ordinare da asporto. Per il resto, lei si è sempre dimostrato una persona gentile, discreta, mite, e tranquilla, cercheremo di non darle troppo disturbo. Lei avrà i suoi spazi liberi come noi. Con un poco di buona volontà, staremo bene, fino alla fine della quarantena.»
Ci guarda come dei salvatori.
«Non ci sono piatti particolari che deve cucinare, credo, che quello che mangiate voi, andrà bene anche a me, ma c’è un aspetto che voglio mettere in chiaro, riguardo il compenso. Fino ad oggi, io venivo, poi me ne andavo, ma dovendo restare almeno una quarantina di giorni, direi che devo considerare di darvi un aumento dell’affitto, e partecipare alle spese specie quelle alimentari.»
Prima che possa rispondere è Claudia che parla.
«Professore, siamo consapevoli che si tratta di un evento anomalo, quindi non ce la sentiamo di approfittarne. Il frigo è pieno, e quando sarà necessario rifornirlo, lei potrà decidere, cosa le piace avere, e metterà un terzo della spesa. Per il resto va bene così.»
Passiamo le prime due settimane di assoluta tranquillità. Noi la mattina siamo impegnati nel lavoro, io in camera nostra, mentre Claudia usa la cameretta, per non intralciare le conversazioni o altro. Lui passa le sue giornate a leggere, partecipa alla vita casalinga apparecchiando la tavola, aiutando in tante altre cose. Scopriamo che è una persona molto colta, che ha per tanti anni accudito la madre malata, per questo non si è sposato. Ha cinquanta due anni, ed è simpatico, molto ironico, specie con se stesso. Ben presto entriamo in confidenza, vedo che spesso e volentieri i suoi occhi indugiano sulle splendide curve di mia moglie. Per noi la sua presenza non crea molti problemi. Sappiamo che la sua camera è immediatamente dietro il sottile muro che le separa dalla nostra, e le prime volte, per scopare, andavamo in bagno, poi ad entrambi, ci ha preso il desiderio di provocarlo un poco, allora Claudia, vuole essere scopata nel nostro letto, gemendo un poco, quando viene, quel tanto che basta, perchè lui la senta godere. Una sera abbiamo anche fantasticato di averlo con noi.
«Prova ad immaginare, se adesso lui ti mette il cazzo in gola.»
Lei mi guarda, prende la mia mano, mette due dita in bocca gemendo. La sento godere molto, lei mi incita scoparla più forte.
«Scopami più forte. Dai fammi godere.»
Gode, poi mi prende il cazzo in bocca, lo succhia con molta passione, fin quando le inondo la gola.
«Amore dai che godo. Accidenti, mi uccidi!»
Passano i giorni lentamente, e complice la bella stagione, vedo Claudia che lo guarda con occhi diversi. Mi rendo conto che non sono geloso, ma al contrario mi eccita tutta la situazione che si sta creando. Il secondo sabato, è una bella giornata di sole, Claudia decide di prendere il sole sul terrazzo, che essendo in alto sulla città, offre questa possibilità senza lo sguardo di occhi indiscreti. In passato, lei ha avuto modo di farlo anche nuda, tanto è riservato questo spazio. Io dalla mia camera, sto mettendo ordine nel mio pc da lavoro, mi gusto la scena. Prende un lettino solare, si distende dopo averci messo un telo di spugna. Si sdraia a pancia in giù, poi scioglie i lacci della parte sopra del costume, molto esiguo che indossa. Infatti il sotto è costituito da un due triangoli di stoffa, quello dietro è già scomparso fra i glutei, mentre quello davanti, che è più piccolo, copre appena la fica. Viene tenuto legato ai fianchi con un semplice fiocco. Il professore che sta leggendo un libro sotto il grande ombrellone aperto, vedo che la guarda sempre più con insistenza. Noto il bel rigonfiamento sui suoi pantaloni di lino bianchi. Sono coperto dalla tenda, allora decido di prende la mia macchina fotografica Canon, per immortalare ogni singolo dettaglio, e osservo la scena. Claudia sono sicuro lo provocherà in qualche modo. Da quando stiamo insieme non ho mai tradito mia moglie, e penso che anche lei non lo abbia mai fatto, anche se a volte qualche dubbio l’ho avuto. Del suo passato non ho mai chiesto molto, mentre lei del mio è informata di tutto quello che c’è da sapere, in quanto sono il cugino della sua migliore amica. Adesso però voglio vedere fin dove si spinge con il professore.
Si solleva, e con uno sguardo malizioso rivolto a lui, gli mostra il flacone della protezione solare.
«Professore, sarebbe così gentile da spalmarmi un po’ di crema sulle spalle. Non mi vorrei scottare.»
Lui che sembrava non aspettare altro, si avvicina al lettino, si inginocchia, e dopo aver scostato i capelli scoprendo il collo, prende il flacone, lascia cadere una lunga e sottile striscia bianca di crema, che va da una spalla all’altra. Osservo la scena, subito mi rendo conto che lui, non sta spalmando una crema, ma dai movimenti che sta facendo, le pratica un vero e proprio massaggio. Mi sposto dalla camera al salone, dove ho una visuale migliore. Lui le massaggia il collo, poi scende lentamente giù dalle spalle, fino al bordo inferiore del costume. Lungo la spina dorsale, esegue dei movimenti sia rotatori, sempre dalla colonna verso l’esterno, per poi risalire fino al collo. Claudia resta immobile, sta girata di lato verso di lui, deve aver già notato il bozzo dei suoi pantaloni. Mi sembra che adesso abbia aperto anche un poco le gambe. Lui dopo aver a lungo massaggiato la schiena, scende in basso, lascia cadere una sottile striscia bianca su di una gamba, poi la massaggia partendo dl piede, poi il polpaccio, il ginocchio, sale fino alla attaccatura della gamba. Esegue lo stesso rituale dall’altra parte, poi con entrambe le mani di colpo slaccia i due fiocchi del sotto del costume.
«Questo non serve.»
Claudia ha avuto un leggero sussulto, quando lui ha sciolto i lacci, poi si solleva, e lascia che lui sfili l’inutile indumento. Adesso lui ha sotto di se mia moglie, completamente nuda, con il suo fantastico culo in bella mostra. Lascia cadere due strisce bianche di crema che sembrano due schizzi di sperma, poi con entrambe le mani la spalma su quei due splendidi glutei. Ho il cazzo così duro che mi scoppia. Scatto e osservo, cercando di capire fin dove lei si vuole spingere. Massaggia il culo con molta lentezza. Insinua i due pollici fra le antiche, ma non affonda nel sesso, lo accarezza, lo massaggia, e palpa con estrema maestria. Dopo averla fatta eccitare, ho visto più volte il suo corpo vibrare per quelle carezze, lui si abbassa su di lei, chiede qualche cosa, e lei accetta annuendo con un cenno del capo. Probabilmente le ha chiesto di rigirarsi. Lui si sposta, lei si rigira, si distende supina. Lui le scosta i capelli, osserva tutto quel bel vedere disteso davanti a lui. Lascia cadere ancora della crema fra i seni, poi incomincia a massaggiarla davanti, ad un tratto si gira verso di me.
«Vieni fuori, che da vicino, le foto vengono meglio.»
Azz! Mi ha sgamato! Esco un poco titubante. Mi rendo conto, che sto osservando mia moglie nuda, davanti ad un altro maschio, che adesso ha una completa visione del suo stupendo corpo. Immobile li osservo, mentre lui continua a massaggiarla, senza mai toccare, ne il seno, ne la fica. Si muove lungo il suo corpo, con estrema lentezza. Claudia geme, si morde il labbro inferiore. Sta godendo del massaggio che la illanguidisce, la fa vibrare nelle sue mani. Lo guardo eccitato ma in silenzio, scatto foto dei dettagli, poi lui si gira, mi guarda, mi fa un cenno del capo mentre parla.
«Prendi la seggiola, metti la fotocamera in modalità video, voglio un ricordo di questo momento.”
Ancora un poco imbambolato eseguo, metto la foto camera in posizione ottimale per avere una perfetta ripresa. Lui continua a massaggiare mia moglie che geme in silenzio. Resto vicino, e ricevo un nuovo ordine.
«Spogliati.»
Lo guardo stupito, poi rapidamente mi denudo. Subito si nota la mia forte erezione. Mi avvicino, lo guardo. Claudia sta assaporando il massaggio, io sono convinto che presto raggiungerà un orgasmo. Lui mi guarda, poi mi impartisce un nuovo ordine.
«Avvicinati, fatti succhiare il cazzo.»
Come un automa eseguo il suo ordine. Sono di lato, lo guardo mentre si mette della crema sulle mani, poi afferra i seni e li massaggia lentamente. Vedo mia moglie che tende il corpo. Solleva la mano sinistra, afferra il mio cazzo. Lo stringe, mentre si gode il gioco dei pollici, che gli torturano i capezzoli. Dopo aver massaggiato bene i seni, lui allunga la mano destra, scivola fra le sue gambe. Lei avverte la mano, apre le cosce, inarcando le gambe. Dopo una lenta carezza, lui infila deciso due dita dentro la sua fica, che gronda di umori. Subito Claudia ha un sussulto, geme, mi guarda rapita dal piacere, che sta provando. La masturba con sapiente lentezza. Si muove, facendo scorrere le dita, dentro e fuori, facendole ruotare. Lei gode e geme. Lui mi guarda, mi impedisce un nuovo ordine.
«Spogliami, tirami fuori il cazzo.»
Lo guardo senza capire, ma una occhiataccia di Claudia mi scuote. Passo dietro di lui, con molta attenzione inizio a slacciare la cinta. Immediatamente, percepisco la presenza di un membro duro, a contatto della mia mano. Lo libero, vedo che ha una bella dotazione. Non è molto lungo. Forse nella media, ma è sicuramente più grosso del mio. La cappella è decisamente più grande. Claudia si gira di lato, lo afferra con la mano libera, lui mi guarda, mi impartisce un altro ordine.
«Mettiti qui, lecca la sua figa. Non deve godere. La voglio carica, molto eccitata, per quando la scopo.»
Eseguo. Mi inginocchiò fra le cosce di mia moglie, che adesso sta leccando la cappella, e il cazzo del professore. Sento il profumo di femmina in calore, che emana la sua fica. Lo aspiro, mi inebrio di lei, poi con la lingua incominciò a leccare, facendo dei cerchi. Passo fra le grandi labbra, da cui sgorga il suo piacere, quando sento che sta per godere, rallento. Lei intanto ha in bocca quasi tutto il cazzo, che adesso mi sembra anche più grande. Geme, lo succhia con molta passione, lui apprezza.
«Brava, succhia, poi leccarmi anche le palle, così bravissima. Scendi fino al culo, che mi piace»
Lo vedo sollevare una gamba, lei che insinua la testa sotto di lui, lecca con molta enfasi anche il suo buco del culo. Dopo che lei ha leccato tutto per bene, lui mette una mano sulla mia spalla, mi fa spostare. Si inginocchia fra le sue gambe, appoggia il cazzo fra le grandi labbra facendolo scorrere lungo il taglio. Afferra le cosce sollevando un poco il suo corpo teso, che non aspetta altro che di essere posseduto. Claudia geme, lo incita a prenderla, è vogliosa ma lui esita.
«Prendimi, dai mettilo dentro.»
Lui indugia, mentre io lo guardo senza capire. Poi si gira e con voce calma, mi impedisce l'ennesimo ordine.
«Prendi il mio cazzo e imboccato. Dai, non vedi che lo vuole. Devi essere tu, a donarmi la fica di tua moglie.»
Basito. Mi muovo come un automa. Afferro il cazzo che sta per possederla, lo imbocco. Lentamente lui lo spinge dentro, mentre Claudia porta le gambe dietro di lui, cercando di aumentare la penetrazione, ma lui non ha fretta. Affonda tutto dentro di lei, che inarca il corpo, per riceverlo meglio. Resta un momento immobile, poi incomincia a pomparla, con affondi decisi, sempre con una estrema lentezza. Lei gode e lui quando lo ha tutto dentro, fa una mossa rotatoria, che sembra voler allargare la fica ancora di più. Lo guardo estasiato, lui mi ordina di mettere il mio cazzo in bocca a mia moglie.
«Dai fattelo succhiare, ma non venire.»
Sono eccitatissimo, ma eseguo. Mi posiziono sopra il capo di Claudia, che si infila il mio cazzo tutto in bocca. Mi succhia divinamente, mentre lui lo scopa con molta calma, facendo in modo che lei assapori bene, il piacere che le sta donando. Allungo le mani, afferro il seno, giocando con i capezzoli. Claudia sta godendo molto. Sono così preso da tutto questo, che lui improvvisamente, mette una mano dietro la testa, mi attira a se, e mi bacia. Per un attimo resto immobile, poi apro la bocca, rispondo al bacio. Sono sconvolto da tutto questo. Non ho mai avuto nessun contatto con un maschio, e poi che maschio! Quello che si sta scopando mia moglie! Mi infila la lingua in bocca, alla ricerca della mia, poi limoniamo un poco. Poi si stacca, e si sfila da lei.
«Cambiamo posizione che la voglia godere di più.»
Si distende supino, la fa impalare su di lui. Claudia si distende, ricomincia a godere. Mi metto davanti a lei, le infilo di nuovo il cazzo in bocca. Mentre mi succhia, lui dal basso la scopa, con delle spinte che le fanno sobbalzare i seni, che lui afferra, impasta e puoi succhia i capezzoli. Lei gode a ripetizione, mentre mi succhia il cazzo, infilandolo tutto in fondo alla gola. Dopo l'ennesimo orgasmo, cambiamo di nuovo. Ora sono disteso sotto, con lei su di me. Sento la sua fica ben aperta, molto fradicia da quanto ha goduto. Lui si mette dietro di lei, gli lubrifica il forellino anale. Mi aspettavo un rifiuto da parte di Claudia, che non mi ha mai concesso il culo, invece dopo che ha di nuovo avuto l’ennesimo orgasmo, lui le appoggia la cappella, poi affonda dentro di lei. La sento irrigidirsi un poco, sento il mio cazzo stretto nella fica, dal passaggio di quello di lui, poi lei mi guarda, ma non dice nulla, mentre lui le incomincia a pompare il culo. Claudia gode, lui la sbatte con più impeto.
«Che bel culo aperto. Mi piace tantissimo scopare in doppia un femmina. Dai che ti facciamo impazzire.»
Sono al limite. Sento dentro di me forte desiderio di godete, mentre la mia mente è sconvolta dalle parole di lui. Claudia gode tantissimo, io sono vicino al mio piacere. Lui mi guarda, mi esorta a sborrare.
«Dai vieni, che poi la inondo pure io.».
Un ennesimo orgasmo di lei, provoca il mio. Con un grido strozzato, mi svuoto nel suo ventre. Lei mi sente, mi bacia con passione. Lui la sbatte ancora un poco, poi lo sfila, si porta davanti alla sua faccia, scarica dei fiotti densi di semenza sul suo viso, in bocca, gridando il suo piacere. Claudia afferra la mazza che le sta inondando il viso, lo lecca, succhia e pulisce alla perfezione. Stremati ci mettiamo seduti appoggiati al muro. Lui bacia Claudia in bocca, lei ricambia con dolcezza. La guardo, per un momento mi rendo conto che non la conosco. Quante cose di lei che non so. Il culo aperto, essere pronta a una doppia, lasciare che un maschio la faccia godere davanti a suo marito. Ho mille dubbi, e credo anche, altrettante corna. Lei intuisce il mio disagio, ma è lui che parla per primo.
«Siete meravigliosi. Da tanto tempo cercavo una coppia come voi. Ne conoscevo una, ma poi si sono trasferiti, io ero alle prese con la malattia di mia madre, non ho avuto il tempo di cercare ancora. Mi siete piaciuti subito. Mi piacerebbe che fra di noi, ci fosse della complicità. Vorrei che tu amico mio, avessi ben chiaro, che io non voglio portarti via tua moglie, ma essere il tuo fedele alleato, per farla impazzire di piacere. Facevo i massaggi a mia madre, per questo è stato bello farlo a te, adorabile creatura. Mi hai eccitato dal primo momento che ti ho visto, sentirti godere di notte fra le sue braccia, ha solo aumentato il mio desiderio di averti.»
Lo guardo stupito, poi guardo anche Claudia che abbassa il capo e mi elargisce la sua spiegazione.
«Dopo la morte di mio padre, avvenuta quando io avevo diciotto anni, la mamma che si faceva scopare da un professore di musica, per averlo meglio a disposizione, lo ha convinto ad affittare una delle due camere. Io ho capito subito, che fra loro vi era un rapporto, li ho spiati per capire quello che si provava a farsi scopare. Assieme a quello che scopava mia madre, è arrivato anche un altro uomo, molto bello, e con tanto fascino. Lui veniva solo tre giorni alla settimana, ha subito capito che mi piaceva. Ben presto sono finita nel suo letto. Mi scopava meravigliosamente, io ne ero molto lusingata. Mi ha sverginato il culo, in maniera sublime, e per circa un anno, sono stato la sua adorabile troietta. Poi sua moglie è voluta restare incinta, lui si è fatto trasferire. Io però avevo preso gusto a farmi scopare da uomini maturi, così quando è arrivato un altro professore, mi sono scopato anche quello. In breve si era sparsa la voce, che a me i cazzi maturi piacevano, così a giro in tanti affittano la camera. Spesso venivano anche in due, con la scusa di una visita, mi scopavano in doppia e godevo tantissimo. Alla fine pur di avermi in due, mi facevo fare qualche regalo. Uno degli ultimi mi ha scopato in doppia, era il titolare di una agenzia assicurativa, mi ha proposto di andare a lavorare per lui, che cercava una bella ragazza per l’ufficio, e una troia per se. Sono andata a lavorare per lui. Per due anni sono stata la sua amante, poi hanno aperto la filiale qui vicino, allora mi sono fatta trasferire, ho conosciuto te, mi sei piaciuto subito. Mamma che aveva già incominciato ad avere dei problemi di salute, ha deciso di smettere con il suo amico, così ha affittato le camere solo alle due signore, che erano due lesbiche, così potevano passare due i tre notti insieme, senza destare sospetti Quando ho visto lui, mi è presa una voglia di fare sesso di nuovo con uno maturo. Sapevo che avrei sicuramente rischiato di fare un casino, ma non ho saputo resistere.»
La guardo, poi guardo lui che mi sorride, mi parla con calma.
«Amico mio, avessi trovato io, una donna come lei, me la sarei tenuta sempre fra le braccia. Se ha scopato, o scopa, anche con altri, non te ne fare un cruccio, ma un vanto. Hai una bella donna che ti ama, e scopa anche con te, che vuoi di più dalla vita. Io sono molto felice, di aver vissuto questo momento con voi. Spero di poterlo replicare, ogni volta che voi vorrete.»
Guardo lei che mi abbraccia, e bacia con passione. Tutti i miei dubbi svaniscono. Per il restante periodo, abbiamo scopato Claudia, come minimo due volte al giorno, spesso lui, anche da solo. Era sconvolgente vedere come la faceva impazzire di piacere, lei si lasciava sfondare ogni buco. Il quattro Maggio, è risalito a casa sua. Per una settimana non lo abbiamo sentito. Subito ci siamo resi conto che ci mancava la sua presenza. Claudia mi ha detto che in certi momenti, si era sentita di amarlo, quasi come me. Poi alla meta del mese è tornato. Appena dentro casa, lei si è fatta scopare da lui, per una notte intera, mentre io mi sono solo limitato ad osservarli, mentre godevano. Da quella sera lui è diventato un gradito ospite del nostro letto e spesso porta fuori Claudia a cena come se fosse la sua donna. Io mi ammazzo di seghe pensando a loro che sono a cena e quando ritornano poi scopiamo insieme essendo tutti molto eccitati. Mi fa impazzire vedere mia moglie godere con lui, e mi rendo conto che questo la rende davvero felice, e per lei farei di tutto, anche portare delle stupende corna.
16
4
4 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 22 ore fa -
Incesto sconosciuto.
Mi distendo al sole, sono in vacanza in Toscana. Sento il calore sulla pelle, mi guardo intorno, sono quasi sola, nuda. Amo esserlo, è il solo modo per prendere il sole che amo, non mi piace farlo in nessun altro modo. Sono venuta dalla Francia, sono figlia di genitori separati da anni. Avevo sei anni, quando i miei si sono separati, io con mia madre, lui sparì. Col tempo sono riuscita a sapere i motivi, della separazione, un problema di gelosia di mia madre. Lui era, anzi è un bell’uomo, sempre al centro delle attenzioni delle donne, questo ha fatto sempre impazzire mia madre, che pur amandolo, lo ha lasciato. Oggi io ho venti anni, alta uno e ottanta, capelli neri e ricci, occhi azzurri, cosce lunghe, il seno una bella terza, ben alta. Ho deciso di passare due settimane a riposarmi qui, nella terra di mio padre. Ho il suo indirizzo. Lui e mia madre, si sono sempre sentiti, lei ha anche una sua foto recente, credo che lo ami ancora. Mentre lui, non ha mai chiesto nulla di me, o almeno credo. Ieri ho preso l’auto, sono andata vedere dove abita, è proprio la costruzione che mi ha descritto mamma. Bella, a strapiombo sul mare, in uno dei posti più belli della costa, ma non ho voluto cercarlo, forse lo farò domani. Sono le dodici, mentre sto mangiando dell’uva, improvvisamente lo vedo venire verso di me. È veramente un bell’uomo. Spalle larghe, un bel quarantacinquenne di puro fascino. Capelli brizzolati, portamento fiero. Lo seguo con lo sguardo. Mi nota, mi fa un cenno di saluto col capo, poi si sdraia vicina a me, a circa cinque metri di distanza. Lo osservo. Mi piace, probabilmente lui non immagina nemmeno chi sono, decido di giocare con lui. Lo provoco un poco, apro le cosce distrattamente, vedo che lo nota, poi mi alzo, vado verso il mare, mi bagno. Mi segue con lo sguardo. Non perde un solo movimento che faccio. Quando torno al mio asciugamano, mi piego volutamente con il mio fantastico culo verso di lui. Mi distendo, con la coda dell’occhio vedo che si è eccitato. Bene, era quello che volevo! Devo trovare un motivo banale, per attaccare discorso. La fortuna mi viene in aiuto, una folata di vento fa volare il mio cappellino verso di lui, che lo afferra, me lo riporta.
«Grazie, è molto gentile, con il sole che picchia, era un vero problema.»
Mi osserva, forse nota qualche cosa di famigliare, mi sorride.
«Permette, mi chiamo Lorenzo, lei?»
«Sono Carla.»
Mi osserva attentamente, lo invito a sedersi con me. Incominciamo a parlare di tante cose, del tempo, la spiaggia, il piacere di stare nudi. Mentre parlo continuo a provocarlo. Mi distendo sempre in modo tale, che lui abbia sempre in bella vista la mia fica, lui non può resistere, ha un’erezione superba. Il suo cazzo svetta grosso, duro, vorrei prenderlo in bocca, ma voglio divertirmi ancora. Mi chiede, se mi farebbe piacere vedere il tramonto, dalla punta del promontorio. Lassù. Mi indica una casa sulla punta.
«Quella è casa mia.»
Accetto, ormai ho deciso di stare al gioco. Andiamo alla mia macchina, lui è sceso a piedi, mi lascio guidare da lui, fingendo di non sapere la strada, poi arriviamo. La casa è una vecchia torre, con annesso una piccola costruzione. Mi invita a salire su, dalla terrazza, la vista è mozzafiato. Lui osserva con me, il sole che tramonta, lo sento appoggiarsi al mio sedere, il suo cazzo è in tiro, lo lascio fare. Appena l’ultimo raggio di sole è sparito, mi giro, mi abbasso, lo prendo in bocca. Lo succhio, lo lecco, ingoio un testicolo, lui geme intensamente. Mi sto bagnando, siamo nudi. Sento le sue mani afferrare i miei seni, li impasta, li strige, mi piace. Mi solleva, mi appoggia al muro. Mi fa sedere sulla pietra, mi apre le gambe, ora è lui che si abbassa, mi lecca. Sento la sua lingua insinuarsi dentro di me. Mi fa godere, afferro il suo capo, lo schiaccio sulla mia vulva, mi sta leccando, io ho il primo orgasmo, forte, intenso, sconvolgente. Urlo. Continua succhiare i miei umori, che ora sgorgano copiosi. Lo voglio, lo trascino su, lo bacio. Mi solleva, ora sono alla sua altezza, mi infila dentro il suo palo. Urlo di nuovo. Mi infila con un colpo solo. Lo sento arrivare con forza, fino in fondo, mi schiaccia l’utero, mi provoca un piacere, nel piacere. Lo afferro, lo graffio. Godo. Lui è una furia scatenata. Mi pompa come un forsennato, con colpi tremendi, lo sento ansimare, gode, io con lui. Il suo, va e vieni, aumenta di colpo, lo sento pronto ad esplodere. Mi osserva stupito, ma continua scoparmi con forza, poi gode anche lui. Lo sento di colpo spingerlo tutto dentro, urla il suo piacere, mentre mi inonda il ventre. Al suo grido, gli fa eco la mia voce, strozzata da un nuovo orgasmo.
Lo bacio con furore. Sento la mia fica riempirsi di liquido caldo, bollente. Mi inonda. Resto immobile per un momento, a riprendere fiato. Lui esce da me, mi inginocchio, lo prendo di nuovo in bocca. Lo succhio, lui si gira, si appoggia al muro, lo lecco. Geme, mi dice con voce strozzata che sono fantastica, che lo faccio morire, mentre il membro, che tengo in bocca, ritorna ad essere duro, ben teso. Mi alzo, mi giro, mi bagno il mio culo con la sborra che mi cola dalla fica. Il mio gesto lo sorprende.
«Dai, che aspetti, lo vedi che lo voglio nel culo! Prendimi anche nel culo.»
Lui si mette dietro di me. Lo sento spennellare la cappella fra gli umori della fica. Poi con decisione si posiziona, mi infila il cazzo in culo, con un solo affondo, deciso, duro. Non si fa pregare. Mi incula con forza. È tremendo, mi assesta dei colpi fortissimi. Godo, lo incito a farmelo uscire dalla bocca. Ho un orgasmo sconvolgente. Tremo tutta.
«Bella vacca! Ti sfondo!»
Mi urla, lo sento gonfiarsi. Urlo il mio piacere. Lo invito a sborrarmi in culo.
Mi devasta con bordate tremende, poi lo sento arrivare. Grida il suo piacere, quando mi scarica dentro, il suo seme bollente.
Il suo grido, è il segnale del mio ennesimo orgasmo, tremo tutta. Lo sento svuotarsi dentro di me, poi si siede sfinito.
«Sei una femmina incredibile, mi hai distrutto.»
Lo guardo, mi rivesto alla meglio, lo saluto con un bacio, lo guardo negli occhi.
«Sono molto di più, di una femmina incredibile, sono tua figlia!»
Lui mi guarda, rimane stupito. Ho avuto quello che volevo, mi giro, esco. Prendo l’auto, girovago tutta la notte. Ho mille pensieri, che mi passano per la mente. La mia parte razionale, si domanda per quale motivo l’ho fatto, forse per vendicarmi, di come lui ha fatto del male a mia madre. L’altra metà di me, dice che lo volevo. E l’unica spiegazione a cui giungo, è che sono una troia. Lo volevo, mi ha fatto impazzire di desiderio, vederlo eccitato. Passo due giorni, cercando il più possibile di stare alla larga da lui, ma poi il terzo giorno, ritorno al tramonto, davanti a casa sua. Mi vede, mi viene incontro. Restiamo un attimo immobili, ci guardiamo senza proferire parola, poi mi abbraccia, mi bacia, mi solleva. Entra in casa tenendomi fra le braccia, mia adagia sul letto in camera sua. Sciolgo il nodo che lega il mio pareo, in un attimo sono nuda, lei si è spogliato velocemente. Si distende al mio fianco, le sue mani incominciano a scorrere sul mio corpo, mi procura dei brividi di piacere. La sua bocca si impossessa del mio capezzolo destro, lo succhia con decisione, poi scende lungo il mio corpo, raggiunge la mia ostrica, che già secerne nettare profumato, lui lecca, succhia, facendomi godere subito. Mi giro, afferro il suo membro già gonfio, duro, lo porto alla bocca. Lo ingoio, lui geme di piacere, mi supplica di continuare.
Mi lascia giocare ancora un poco, poi si rigira, mi distende sotto di lui, mi penetra con decisione. Lo sento affondare dentro di me, subito mi fa provare un nuovo orgasmo. Godo e tremo sotto di lui. Mi sbatte, pompa come una furia scatenata. Mi fa impazzire di piacere. Mi rigira in diverse posizioni, fin quando dopo l’ennesimo orgasmo, lui mi scarica nel ventre, una dose industriale di semenza bollente. Quando lo sento arrivare, urlo il mio ennesimo orgasmo.
Mi bacia, poi lentamente lo lascio distendere al mio fianco. Mi guarda, sento il suo respiro farsi profondo quando parla.
«Mi hai fatto impazzire, quando mi hai detto che potevi essere mia figlia. Per un attimo ti ho creduto. Poi mi sono detto che non era possibile. Tua madre mi ha detto, che nostra figlia si è sposata, che vive in America a Boston. Quindi mi sono detto, che era solo uno stupido scherzo, che se era solo sesso, saresti tornata a trovarmi. Eccoti qui, questo conferma la mia teoria.»
Lo guardo, gli sorrido, prendo la mia borsa, gli mostro le foto di me, con mia madre, gli faccio vedere i miei documenti.
«Sono tua figlia, sono venuta qui perché volevo capire, per quale motivo hai abbandonato mia madre. Sei un bastardo per averlo fatto, mi volevo vendicare. Poi mi sei piaciuto, non ho avuto più nessun desiderio di vendetta, ma solo un forte impulso di averti ancora dentro di me. Purtroppo mi sei piaciuto troppo, adesso non ho la forza di stare lontana da te. Il tuo corpo, il tuo sesso, mi fa impazzire, allora ho intuito il motivo per cui mia madre, mi ha mentito su di te. Non sei tu, che l’hai lasciata, è lei, che non ha avuto la forza di restare al tuo fianco, per la forte gelosia che sentiva, quando le altre femmine ti guardavano. Per me è diverso. Voglio stare con te, e se ti devo dividere con altre, non me ne importa nulla. Voglio solo che mi scopi, e basta.»
Mi guarda, mi abbraccia forte, mi bacia con tanta passione.
«Ho sofferto tantissimo quando lei se ne andata. Volevo notizie su di te, ma lei ha sempre detto che tu, non volevi saperne di me. Le ho chiesto qualche foto, adesso ti mostro quelle che mi ha inviato. Non sei tu quella che c’è raffigurata. Vorrei che restassi, che faremo insieme tutto quello che vorrai. Voglio recuperare il tempo, che lei ci ha tenuto lontani, ti prometto che ci sarai solo tu, nella mia vita.»
Lo bacio, sento il suo sesso di nuovo duro, salgo su di lui, lo infilo ancora dentro il mio ventre. Mi lascio scopare per un tempo lunghissimo, durante il quale lui mi fa godere fin quasi allo sfinimento. Da quel giorno vivo con lui. Ho scritto a mia madre dicendole di andare al diavolo, per avermi tenuto lontana da lui. Adesso sono incinta di un figlio suo, il mio futuro lo vedo solo e soltanto con lui.
17
6
4 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 22 ore fa -
Quando si dice l'amicizia
Dura la vita per un ragazzo appena arrivato a Milano. Ma le amicizie servono a superare gli ostacoli e facilitare l'integrazione in una realtà tutta nuova e da scoprire. Questa è stata la mia prima vera esperienza "particolare". Il mio nuovo lavoro mi ha catapultato in una realtà metropolitana a me sconosciuta ma grazie a Francesco ho iniziato a conoscere pian piano Milano in tutte le sue sfaccettature, anche le più intriganti. Eravamo colleghi di ufficio io e Francesco e un bel giorno mi ha rivolto un invito per cena per il sabato successivo che naturalmente ho accettato. La moglie, Elisa, oltre che essere bella, è anche una brava cuoca e quel sabato ha preparato una cenetta niente male, risotto al brasato, roast beef, il tutto accompagnato da un buon vinello. La serata è poi proseguita a parlare di salento, le mie origini e di mare, particolarmente adorato da Elisa per averci trascorso più di qualche vacanza. A fine serata ho ringraziato per l'invito e per la cena ed ho salutato i miei nuovi amici milanesi.
Il lunedi successivo Francesco mi ha chiesto se mi fossi trovato bene e naturalmente gli ho risposto di si, molto bene, è stata la sua replica, se ti và sabato sei ancora nostro ospite. E così è stato. Il sabato successivo mi sono presentato a casa di Elisa e Francesco e questi, accogliendomi mi ha detto che la moglie era fuori e che sarebbe rientrata da lì a poco. Dopo circa 10 minuti sentiamo aprire la porta ed era Elisa in compagnia di un'altra donna: Vieni Eleonora ha esordito Elisa, che ti presento un bel terruncello, e dopo i convenevoli di rito ci siamo accomodati per la cena, che è servita per far conoscere ad Eleonora le mie origini salentine e per parlare anche di mare e vacanze. Finita la cena ci siamo accomodati sul divano e i discorsi sono pian piano scivolati sulle esperienze fatte in vacanza e l'occhio mi è scivolato sulle gambe di Elisa che erano massaggiate dalle mani del marito Francesco. I massaggi si facevano sempre più audaci e le gambe di Elisa erano completamente aperte, quando anche la mano di Eleonora ha iniziato a sovrapporsi a quelle di Francesco. A quel punto non c'era più niente da capire, era tutto chiaro e naturalmente non mi sono tirato indietro. Ho iniziato a toccare le cosce di Eleonora mentre le nostre labbra hanno iniziato a cercarsi. Ad un certo punto Elisa si è alzata e si è inginocchiata verso le gambe di Eleonora ed ha iniziato a frugarla con la lingua e sentivo i suoi gemiti di piacere. Che spettacolo ragazzi, non ci capivo più niente. Francesco in piedi sul retro del divano si è avvicinato alla faccia di Eleonora egli ga appoggiato il suo cazzo sulle guance invitandola ad avvicinarsi con la bocca, cosa che ha subito colto ed ha iniziato a lavorarlo di bocca mentre la moglie la slinguettava in figa. Girandosi sul divano Eleonora ha continuato a spompinare Francesco e mi ha mostrato il suo didietro, uno spettacolo invitante, infatti ho iniziato a penetrarla in figa, era tutta bagnata di piacere. Lo stesso trattamento è stato riservato anche alla moglie di Francesco, continuando poi con una doppia che l'ha mandata in estasi per poi continuare anche con Eleonora fino a quando, oramai al limite siamo venuti nelle loro bocche ingorde. Vederle poi rotolarsi sul tappeto intente a baciarsi e a leccarsi a vicenda è stato uno spettacolo sublime, ma un conto è raccontarlo, altro è viverlo, ed io fortunatamente l'ho vissuto. Alla prossima!
13
0
4 anni fa
carpediemsalento,
28
Ultima visita: 1 settimana fa
-
Il cognato
Gli occhi di un verde profondo, come certi cupi smeraldi brasiliani, erano la prima cosa che ti colpiva... ma anche il resto era all'altezza. Pelle ambrata, il volto oscurato da un'ombra di barba scura, belle labbra grosse e denti smaglianti, il naso dritto e capelli mossi, un moraccione sexy, il vero tipo mediterraneo. Alto ma non troppo, un corpo massiccio, muscoloso senza essere palestrato, peli nei punti giusti e in abbondanza, belle cosce e gambe forti, culo rotondo e sodo, un bozzo più che promettente.
Insomma, mia cognata aveva saputo sceglierselo bene il marito... un giovane maschio molto simpatico, e infatti avevamo fatto subito amicizia. E l'amicizia fra noi dura ancora oggi, dopo che loro si sono separati ed hanno divorziato, e malgrado lui sia più giovane di me di quasi dieci anni. Un'estate, quando le due sorelle, cioè le nostre mogli, erano al mare abbiamo anche condiviso qualche avventura notturna; cioè siamo andati assieme a puttane... : - )
persino una volta, con la scusa di risparmiare, ci siamo fatti assieme un' ungherese e un'altra volta una mulatta, poi - con la scusa che avevamo bevuto... - ci siamo portati a casa mia uno splendido travestito, piuttosto dotato. Ci siamo divertiti da matti, ma non ne abbiamo mai parlato, dopo.
Sono passati molto anni, e Paolo ora è uno splendido ultraquarantenne e un notevole manzo peloso, ancora molto appetibile...
Ha avuto un incidente e, completamente ingessato sia la gamba destra che il braccio destro, ha voluto uscire di clinica e farsi portare a casa propria. Una donna va ogni giorno ad accudirlo e a curare la casa. Io passo ogni pomeriggio a fargli un po' di compagnia e talvolta anche alla sera. Si chiacchiera di tutto e spesso il discorso cade sul sesso.
Beh sì, riconosce che, dopo un mese di astinenza, è sempre eccitato e ce l'ha continuamente duro; però non può menarselo e sborrare nel letto altrimenti la donna se ne accorgerebbe e non può nemmeno alzarsi da solo (Infatti sono io a portarlo in bagno ed aiutarlo a lavarsi alla bell'e meglio). Ridiamo sulla situazione. Gli faccio notare che, da come sta sollevato il lenzuolo, si vede chiaramente la sua potente erezione... magari se vuole farsi una bella sega, poi ripuliamo tutto e la donna non se ne accorgerà nemmeno...
Sììì, era proprio quello che sperava gli proponessi, ha da giorni il cazzo pronto a scoppiare, i coglioni gonfi di sborra, mmm...
Io gli propongo di mettere su un dvd porno, tanto per l'atmosfera (anche se mi sembra che non sia necessaria, vista l'elettricità della situazione), lui mi sembra imbarazzato, poi mi prega di prendere quello con i trans... io, per chiarire, gli dichiaro subito il mio entusiasmo, mi eccitano moltissimo i trans...
Mi sistemo in poltrona accanto al suo letto, parte il dvd, che è molto eccitante. Lui inizia a masturbarsi immediatamente, sotto il lenzuolo, mentre io - le cosce spalancate, una gamba appoggiata sul bracciolo della poltrona - mi massaggio il bozzo bello gonfio.
Siamo rilassati, ma l'atmosfera è carica di sesso... lui, repentinamente, butta via il lenzuolo rivelando il duro cazzone svettante e le grosse palle pelose. Io apro la patta e me lo tiro fuori, lo guardo sorridendo mentre inizio a menarmelo, adeguandomi al suo ritmo.
Ti ricordi quella volta con il trans come è stato eccitante?
Sì mi faceva impazzire vederlo mentre ti succhiava il cazzo. E come ti leccava le palle, mentre tu glielo strusciavi sulla faccia...!
Mmm, sììì, e tu che lo inculavi come una bestia. Gli piaceva farsi sbattere da 'sto tuo cazzone grosso...! Come lo facevi godere !
Anche tu hai un bel cazzo grosso, e glielo sbattevi fino in gola, alla puttanona ! Gli piaceva avere a disposizione due bei maschioni come noi !
Prendo coraggio e allungo la mano destra a toccare la sua bestia dura... lui sospira, inizia a mugolare piano... lo scappello lentamente, mmm, che bel glande tondo, scuro, tutto bagnato... mi alzo in piedi di fianco al letto, con la sinistra gli stringo i coglioni mentre la destra va su e giù lungo il grosso manico... la sua mano mi palpa la coscia... mi chiede di avvicinarmi... mi sposto finchè riesce a stringere il mio cazzo nella mano sinistra...
Non guardiamo più il dvd, ci stiamo masturbando a vicenda... mi chiede che gli strofini la cappella sbrodolosa sul capezzolo... mi metto in bilico sul letto e lo faccio, dio come mi eccita... lui di nuovo me lo stringe in mano, poi carezza i miei coglioni e mi passa la mano fra le cosce, allungadosi al massimo per potermi sfiorare il buchino col dito... io continuo a menare la sua astona...
Ohh, Paolo, che bel cazzo, mmm, grosso e duro, mmm
Ti piace, Bobo? dimmi che ti piace...
Da pazzi, mi faceva uscire di testa già le prime volte che andavamo al mare e ci cambiavamo in cabina, avrei voluto tanto ciucciartelo.
Stupido ! Non me l'hai mai detto. E io che mi masturbavo e sborravo pensando a te. Eri un magnifico maschio maturo. E lo sei ancora, mmm, Bobo!
E tu un bel manzo stupendo, un bel maschio giovane. Sbavavo per te e anch'io sborravo, sognandoti...
Bobo, quanto tempo abbiamo perso...! avvicinati, lascia che te lo succhi...
Mmm, sìì, Paolo, così così, sì leccami le palle, ciucciale, mmm, bravissimo... che bocca... che lingua...!
Mi curvo a baciarlo, le nostre lingue si avvinghiano, si intrecciano ingordamente... sono anni di desiderio represso che deve sfogarsi...
ci slinguiamo sbavando, avidamente, scambiando le nostre salive... il nostro sogno inespresso finalmente si realizza, qui, ora...
Paolo me lo ingoia tutto, mi spompina da ingordo, mugola smodatamente... dio che lussuria, mai provato così tanto piacere...
mi sta succhiando l'anima fuori dal cazzo, mmm la mia giovane bestia avida...
No Paolo, no... così mi fai sborrare, fermati ti prego... vengooo... sììì, in bocca sììì... mmm, voglio sborrarti sul petto, sui peli Paolo, sììì... dàiiiiiiiiiii, aahhhhhhhh... Paolo sei stupendo... baciami, ecco, sììì baciami... mmm, è stato magniifico, grazie Paolo...
mi tuffo sul suo manico gonfio, durissimo, scappellato e lo succhio anch'io, con avidità, con amore... gli lecco le palle pesanti, gonfie, poi ingoio la sua cappellona gocciolante e infilo un dito nel buchino peloso... è inchiodato a letto, impedito nei moviimenti, ma gode, tenta di muoversi, mugola, ulula... si vede quanto gli piace, si sente... infilo ancora un dito...grida, ma di piacere... abbasso la testa, gli lecco il buco, ci infilo la lingua... sta godendo come un animale e godo anch'io nel vederlo così scatenato, il mio bel cognatino... è proprio stupendo, così, preda del piacere...
torno a lavorargli il cazzone con la lingua mentre gli sfondo il culo con due dita... ulula ancora più forte... sento il cazzone pulsare, mentre il suo buchetto palpita... sta per sborrare...
Dài Bobo, fammi venire, si così, inculami... uuhhh, meraviglioso, sbooorro Bobo sbooooooooorrrrrrrrooooooooooooo.... eccomi, tutto bevi tutto ssìììììììììì...........
Sborra come una fontana, urla invasato, mentre io ingoio tutto. Si lascia andare, esausto, ma io lo tengo ancora nella mia bocca e sento la sua mano che mi accarezza i capelli. E' un momento dolcissimo, dopo lo scatenamento del sesso, dopo lo sfogo illimitato delle nostre voglie di anni... Ci baciamo...
Non mi sembra vero, non ci sembra vero... Sapevamo che sarebbe finita così, lo desideravamo entrambi, ma solo ora abbiamo trovato il coraggio di realizzare questo sogno...
....................................................
E' passato del tempo, ora Paolo è completamente guarito, ma continuiamo a vederci, e a godere come quel giorno meraviglioso.
La storia continua. Eppure ogni volta è tutto nuovo, tutto diverso.
So che lui ha delle avventure, me le racconta... e forse faremo un trio con un ragazzo che ha conosciuto in palestra.
La cosa mi eccita...
14
0
4 anni fa
bobo45sex,
27
Ultima visita: 2 anni fa
-
Imprinting...
Aver scoperto nuovi "piaceri", oltre a mostrarmi nuove strade da percorrere, mi fece ripensare sotto una nuova luce ad alcuni "pensieri" del passato, di quando la pubertà era lontana e la sola funzione conosciuta del mio cazzetto era quella di farci pipì.
Ritornarono alla mente alcune fantasie che al momento posso definire "erotiche", ma che all'epoca erano solo dei voli di fantasia che mi davano uno strano e incomprensibile piacere.
La regina delle mie fantasie era la donna per cui avevo una "cotta" anche senza sapere cosa fosse l'amore o il sesso.
Ero rapito, affascinato dai suoi piedi, quando ero a casa sua lì guardavo spesso di nascosto e la situazione in cui mi immaginavo di più, quella più ripetuta era quella in cui i suoi piedi erano il centro della mia "attività".
Le storie che mi raccontavo erano sempre più o meno simili e partivano sempre con me davanti a lei, seduta con le gambe incrociate e un piede puntato verso di me. Mi immaginavo di aver fatto qualcosa per cui meritavo una giusta punizione per cui mi faceva spogliare e inginocchiare. Poi mi metteva un piede davanti al viso ordinandomi di iniziare a baciarglielo.
Iniziavo dal collo scendendo verso le dita che baciavo una per una. Poi le raddrizzato il piede e baciavo il sotto delle dita scendendo verso il tallone.
Le prendevo l'altro piede e ripetevo tutto per poi affiancarlo e iniziare a leccarli dal tallone alle dita, dalle dita riscendevo baciandole per poi risalire leccandoli. Vedevo la mia lingua muoversi su e giu lungo le piante dei piedi e sentivo una strana sensazione di piacere concentrato lì in mezzo alle gambe dove c'era il mio pene, il cui solo compito di cui ero a conoscenza in quel momento, era fare pipì ma che in quella situazione aveva dei piccoli sommovimenti piacevoli, molto piacevoli.
Mi vedevo iniziare a leccarle le dita, tutte e una per una, infilandoci in mezzo la punta della lingua. A baciare di nuovo ogni cm quadrato di pelle e poi di nuovo a leccare e a far scivolare in bocca le dita, succhiare l'alluce tenendolo stretto fra le labbra, ruotandoci la lingua intorno e poi passare alle altre dita...
Poi mi sdraiavo e mi "facevo" mettere un piede sul viso e l'altro a strapazzare il cazzetto, schiacciandomelo con la pianta e iniziando un movimento prima rotatorio o poi lineare dalle palline verso l'ombelico.
A volte la vedevo in piedi che calza a i suoi stupendi zoccoli che le mettevano in evidenza le dita e l'arco plantare. Quindi mi ritrovavo inginocchiato a baciare il collo del piede e a infilare la lingua tra il legno e l'arco o tra le dita tenute ferme dal cuoio della tomaia. Poi si spostava dietro di me e iniziava il solito gioco delle dita con il mio cazzetto.
La mia immaginazione ogni tanto aggiungeva qualche sculacciata ma non andava oltre i suoi piedi. Non avevo ancora nessuna idea di cosa fosse il sesso e tutto quello che gli gira intorno, finché non arrivò la pubertà e il cazzo iniziò la sua seconda vita, iniziò a diventarmi duro mentre mi immaginavo di leccarle i piedi ma non avevo ancora capito il perché e soprattutto cosa ci potessi fare con il cazzo indurito.
Bastarono una enciclopedia per capire cosa fossero quei cambiamenti e un paio di riviste porno per avere le "istruzioni d'uso" del mio nuovo cazzo.
E fu così che pensando di leccarle i piedi strinsi il cazzo nella mano destra e iniziai a masturbarmi per la prima volta e arrivai al mio primo orgasmo che fu solo una gocciolina traslucida e appiccicosa.
Da quel giorno non mi sono più fermato mi masturbai ogni giorno, ogni giorno lei era la mia fonte di piacere, ogni giorno la mia immaginazione mi portava avanti con lei. La sceneggiatura diventava sempre più ampia e completa, iniziai a vederla nuda o a spogliarla lentamente
, ma sempre con i suoi zoccoli calzati e sempre passando da una bella leccata dei piedi arrivavo al seno, alla figa. La sua bocca iniziò a prendere il mio cazzo e a ricambiare le leccate, quanti bei 69, iniziai a penetrarla facendola godere.
Ormai era la mia amante, la bambola gonfiabile fonte del mio piacere sessuale da masturbazione.
Piacere che in poco tempo passò dal veloce orgasmo dalla gocciolina a quello lungo e inteso di una bella serie di schizzi di sperma caldo e denso.
Non ho mai avuto il coraggio di confessarle i miei sentimenti, sapevo che avrei rovinato il rapporto che c'era e che c'è ancora tra le nostre famiglie, non le ho mai detto che lei, i suoi piedi sono il metro di paragone con cui giudico le donne che ho incontrato e quelle che ancora incontrerò.
Sono così "cotto" di lei che ogni tanto è ancora lei il centro delle mie fantasie erotiche, nella mia mente è sempre una bella quarantenne...
10
0
4 anni fa
mamau,
57
Ultima visita: 6 giorni fa
-
Dopo il dito
Masturbarmi infilando qualcosa nel buco del culo era ormai una routine.
Ma dopo un po' il mio dito non era più in grado di soddisfarmi, non lo sentivo più riempirmi lo sfintere, avevo bisogno di qualcosa in più.
Il primo sostituto fu una matita o meglio un mattone con la sua bella custodia, uno di quelli che compri in gita, rotondo, bello duro, lungo e più largo delle mie dita.
Mi inginocchiai, bloccai la parte piatta tra le caviglie, misi la punta tra le chiappe al centro del buco, appena appena dentro per farlo restare in posizione.
Mi allargai un po le chiappe e spinsi il culo verso il basso.
Sentii la punta entrare allargardo piano piano le pareti del buco fino alla sua massima larghezza e poi inizió a scivolare dentro facendomi sentire bello pieno. Iniziai ad andare su e giù, su e giù sentendo un piacevole formicolio xhe dal culo si spostava verso il mio cazzo, sempre più duro. Un piacere sempre più intenso, il culo che faceva godere il mio cazzo direttamente. Così andai avanti con quella "pecorina" e il cazzo che sembrava voler esplodere di piacere da un momento all'altro. Nuova posizione pensai. Mi sfilai il matitone dal culo e non appena fu fuori, per un attimo sentii come una sensazione di vuoto, di aria all'interno dello sfintere, mi ero proprio aperto bene bene il culo.
Mi sdraiai sulla schiena portando le ginocchia verso il torace e con la sinistra spinsi il matitone di nuovo dentro, entro liscio liscio per almeno una decina di centimetri. Lo tenni lì per qualche secondo e poi iniziai a pomparlo su e giù per il culo prima veloce, poi lento godendomi quel pezzo di legno dentro di me, godendo ancora di più quando lo tiravo fuori e lo rimetteva dentro più volte, quel passaggio continuo dal pieno al vuoto mi faceva impazzire.
Il cazzo era lì duro e bisognoso di godere, iniziai a muovere la mano inumidito di saliva intorno alla cappella e una scossa di piacere attraversó tutto il mio corpo, mai arrivato a un piacere così prima di allora.
Non mi ci volle molto per riempire la pancia di sborra calda e provare un piacere maggiore della mia prima volta con il dito. Ero felice, il nuovo compagno di giochi era perfetto, almeno per un po'....
10
1
4 anni fa
mamau,
57
Ultima visita: 6 giorni fa
-
Mi voleva più troia
Mi chiamo Angela, sono sposata da venti anni con Carlo un noto e affermato avvocato. La mia vita con lui è semplice classica, sono la segretaria che si sposa l’avvocato di venti anni più grande di lei. Quando ho iniziato a lavorare nel suo studio, lui mi ha subito corteggiata in maniera molto decisa e fin da subito mi ha detto che voleva che io diventassi sua moglie. Dal matrimonio è nato Lucio un meraviglioso ragazzo molto educato e uno studente modello che ora è iscritto ad una delle università più prestigiose per diventare come suo padre un bravo avvocato. Questi venti anni insieme, sono stati di una monotonia unica, e non per colpa mia, ma per il fatto che vivo in una bellissima gabbia dorata, dove tutto è scandito da regole precise e immutate. Mi sveglio la mattino, ho chi mi prepara la colazione, poi scendo nel seminterrato della villa enorme in cui viviamo e trova a mia disposizione una palestra per la mia forma fisica, seguita da una brava personal trainer, poi sauna, vasca idromassaggio, doccia e massaggio. Poi pranzo, e a volte passeggio nei due ettari di parco che la circondano, e alle cinque del pomeriggio torna lui, e insieme ci godiamo l’idromassaggio, e la sauna, infine cena, un po’ di tv mentre lui prepara il lavoro per il giorno successivo. Andiamo a letto e dormiamo in camere separate, perche lui non mi vuole disturbare quando si sveglia. Se ha voglia di scopare, viene da me indossando il suo pigiamo di seta e mi masturba lentamente fin quando nel più assoluto silenzio e buio io godo, allora lui mi penetra, mi scopa facendomi godere ancora. Contento si sfila da me, si masturba velocemente fino a schizzare il suo piacere sul mio ventre. Al massimo fa un breve gemito, altrimenti sono gli schizzi di sperma, che sento arrivare, che mi dicono che ha sborrato. Poi in silenzio se ne va, nella sua camera lasciando me imbrattata e umiliata, perche in quel momento mi sento veramente una puttana che viene usata solo per svuotare le sue palle. In pubblico mai una effusione, mai una smanceria che possa destare imbarazzo, sono solo una bella moglie da esibire a cene o ricevimenti a cui lui mi porta scegliendo attentamente quello che devo indossare. Non mi lamento di questo, ho sempre a disposizione abiti molto esclusivi e firmati, gioielli veri, e accessori di gran marca e lusso, ma devo sempre in ogni caso avere un basso profilo, sono la bella moglie di un uomo affermato e ricco. Due giorni fa ho passato i quaranta anni. Mi specchio, vedo il mio corpo che è sempre bello e tonico, ma sono tremendamente insoddisfatta. Dentro di me sento che non ce la faccio a reggere ancora questa vita. Sento il desiderio di vivere la mia vita in maniera diversa, meno ripetitiva e monotona, ma per quanto mi sforzi di trovare un modo per farlo non riesco a farmi venire nessuna idea. Vedo il mio seno, una bella terza tonica, perfetta, me lo accarezzo, sento che mi manca il piacere di mani forti che lo strizzano, lo impastano. Ho voglia di scopare con gusto, e non per svuotare delle palle, la mia fica ha sentito solo il suo cazzo, ero vergine. Nella mia bocca però qualche altro cazzo l’ho sentito, perche prima di lui, quando ero studentessa di liceo, ho fatto diversi bocchini, mentre lui non mi ha mai infilato il suo in bocca. Non ce la posso fare a continuare, devo trovare il modo di evadere da questa dorata prigione, ma non è facile. Ogni mio spostamento, è fatto con la vettura di gran lusso, che lui fa guidare da una bravissima donna, che ovviamente gli riferisce ogni mia mossa. In casa poi ho sempre la governate, una donna molto austera, che ha educato e nutrito mio figlio, che si occupa di ogni dettaglio, quindi come faccio? Impazzisco se non trovo un diversivo. Mentre mi guardo allo specchio, la parte più razionale di me si stupisce di questi miei pensieri.
«Ma di che ti lamenti? Hai una casa bellissima, non devi lavorare, o fare nulla, sei coccolata, ricca, hai ogni cosa a tua disposizione, e ti lamenti? Della mancanza di cazzo? Non è vero, lui ti scopa! Che ti manca? Sai quante vorrebbero essere la tuo posto? E tu ti lamenti.»
Ma non serve, tanto non posso evadere. Poi la svolta. Mia made che sessanta sei anni ha un improvviso malore, un infarto. Subito viene ricoverata in una clinica privata specializzata in cardiologia. Quando la vado a trovare, è distesa su di un letto che sta riposando. Mio marito parla con il primario che gli garantisce il massimo delle attenzioni e cure adeguate e il massimo della tranquillità. Io invece parlo con un giovane medico, molto avvenente, che mi spiega che è addormentata, che si deve riposare. Lo guardo e resto ammaliata dai suoi occhi, di un azzurro stupendo, il viso rasato e bello, le sue mani con dita lunghe e ben curate. In un attimo le immagino che mi stringono, che mi accarezzano tutto il mio corpo, sento subito inumidirsi le mie mutandine. Quando mi tocca il braccio, mentre parla ho un brivido, lui mi guarda stupito.
«Signora va tutto bene? Non si deve preoccupare, sua madre fra poco starà bene, deve solo riposarsi. Le faremo tutti gli esami necessari per trovare una cura idonea per farla stare bene e tranquilla.»
Il suo contatto mi riporta alla realtà, lo guardo, gli sorrido. Sono seduta di fianco al letto, lui è in piedi di lato a me. Noto un lieve rigonfiamento sul pacco, ma in quel momento entra mio marito, ci osserva per un attimo senza parlare, poi ci dice, che ha parlato con il primario, e che Luca, il dottore che ho accanto, è quello che si prenderà cura di mia madre.
«Amore, adesso devo andare, se vuoi ti mando Elisa con la macchina per accompagnarti a casa, io prenderò un taxi.»
Lo guardo un poco smarrita, gli dico che non serve, al massimo lo prendo io il taxi, lui non si deve preoccupare, perche sono consapevole del fatto chi in questi giorni è impegnato, con un importantissimo processo, dal grande impatto mediatico, quindi lascio che lui sia libero, io mi arrangio. Mi osserva un attimo ancora, poi se ne va. Resto per un poco ad osservare mia madre che dorme. Da tre anni vive sola, dalla morte di mio padre. Le ho offerto di venire a vivere con me, ma ha rifiutato, ama troppo la sua indipendenza. La loro vita è sempre stata tranquilla, almeno così a me è sembrata, alcuni amici fidati, vacanze e crociere, almeno due volte all’anno, poi il ballo, la loro grande passione. Hanno sempre avuto un bellissimo rapporto fra loro, mai una litigata, mai una discussione o un gesto sgarbato, solo tanto amore, complicità e passione. Di questo ne sono sicura. Da ragazza li ho sentiti scopare, alcune volte, ho sempre immaginato, che per una moglie, godere con il proprio compagno doveva essere stupendo, mentre io sono solo a sua disposizione per farlo sborrare. Mi fa impazzire questa cosa. Eppure mia madre ha sempre tenuto un basso profilo. Mai una volta, che fosse inopportuna, sia nel parlare, che nel vestire, o altro. Mio padre direttore di banca, ha sempre avuto un atteggiamento tranquillo, sempre innamorato di mamma, mai che avesse neanche osservato, criticato, o ammirato un’altra donna, eppure sono certa, che a lui le donne piacevano molto, ma mamma la faceva divertire, e godere tanto e anche spesso. Ad un tratto entra Luca, il giovane medico, mi si avvicina, mi parla a bassa voce.
«Lei non ha mangiato nulla, e questo non va bene. Venga con me, tanto a sua madre, ora non serve la sua presenza. Ci sono due bravissime infermiere, che la controlleranno in continuazione, venga che andiamo a mangiare qualche cosa.»
Cerco di obbiettare, ma lui mi prende per un braccio, sento che quel contatto, mi piace, lo assecondo. Andiamo al bar dell’ospedale, ci sediamo per mangiare un tramezzino, sotto lo sguardo di altre persone che quasi ci ignorano, tranne quelle di sesso femminile, che mi guardano con curiosità. Mi sento davvero bene. Per una volta, non sono a cena con mio marito, in un sontuoso ristorante, dove tutti lo ossequiano, e mi osservano, come un animale raro, che lui mostra al suo pubblico, ma sono una donna che sta mangiando un banale tramezzino, con un maschio, che credo sia nei desideri, di quasi tutte quelle che ci osservano, e questo mi eccita in qualche modo.
«Deve stare tranquilla per sua madre. Ha avuto un infarto, ma credo che non ci siano danni gravi. Domani la sottoporrò ad una serie di controlli ed esami, per definire una diagnosi precisa, e studiare una eventuale cura.»
Lo guardo e osservo le sue labbra mentre mi parla. Le immagino sul mio corpo, coprire di baci i miei seni, leccarmi fra le cosce, mi sento un brivido lungo la schiena, e le mie mutandine sempre più umide. Dopo un caffè, ritorno in camera di mia madre, che adesso trovo sveglia, mi osserva, mi sorride. Si scusa per il fatto che mi ha procurato un disturbo. La guardo, gli dico che va tutto bene. Lei mi sorride, mi fa sedere accanto a lei, poi mi guarda, con voce calma mi fa due domande, che all’apparenza mi sembrano inutili.
«Sei sicura che va tutto bene? Tu stai bene?»
La guardo, le rispondo che sto bene, che sono solo preoccupata per la sua salute, poi quando lei mi fissa negli occhi, abbasso lo sguardo. Lei resta in silenzio, fa un profondo respiro, poi mi solleva il mento, mi ripete la stessa domanda.
«Mia figlia sta bene?»
La guardo, poi abbasso gli occhi. Lei mi parla con dolcezza.
«Amore mio, sei così triste, che non posso pensare che sia dovuto a questo piccolo malore che ho avuto, anche se forse è grave, non posso credere che tu stia davvero bene. Una madre conosce sua figlia, e poi conosco la vita, e tu non me la racconti giusta. Dimmi cosa ti affligge? Hai problemi con tuo marito? Non è premuroso? Non ti ama? Ha una femmina che lo fa impazzire più di te?»
La guardo quasi stupita, in quaranta anni non ho mai affrontato certi argomenti con mia madre, le sue domande necessitano di risposte imbarazzanti, che adesso ho paura di darle. Lei mi fa un sorriso poi riprende a parlare.
«Devi capire, che ti ho osservata da un po’ di tempo. Credo che tu non sia felice. Hai superato la soglia dei quaranta, hai un bel figlio che ti adora, che è il meglio che una madre possa desiderare, un marito premuroso, che si prende cura di ogni aspetto della tua vita, ma credo che tu non sia felice. Hai una cosa che ti turba dentro, e che non ne parli con nessuno.»
La guardo, ha colto nel segno, ma non trovo le parole per dire quello che mi affligge. Mi sorride ancora mi parla ancora con voce calma e mi stupisce quello che dice.
«Gioia mia, dopo il tuo matrimonio, io e tuo padre ci siamo resi conto che la nostra vita necessitava di un profondo cambiamento. Avevo la tua età di adesso. Lui che è sempre stato in tipo molto fantasioso, ha lentamente fatto emergere la donna che si nascondeva dentro di me. Con molta pazienza mi ha proposto sempre nuove esperienze, specie in campo sessuale. Alla fine ha fatto di me una donna che amava molto godere dei piaceri della vita. Mi ha reso complice, amante e grande estimatrice del sesso. In breve mi ha voluto più troia. Capisco che questo ti sorprende, ma credimi non c’è stato un periodo più bello della nostra vita. Essere al centro delle sue fantasie, desideri, e fra le braccia di un altro maschio, o anche più di uno, mi ha fatto godere e ha fatto impazzire anche lui di piacere in maniera unica. Dopo la sua morte, ne ho sentito la mancanza, e ti assicuro che sarei quasi felice di raggiungerlo.»
La guardo stupita. Non mi sarei mai aspettata una simile confessione, nemmeno che lei avesse una doppia vita cosi esaltante. La osservo per la prima volta con occhi davvero diversi. Lei mi sorride e riprende a parlare.
«Figlia mia sono quasi sicura che è il sesso fra te e tuo marito il motivo del tuo cruccio. Forse non ti accontenta più? Ha davvero un’amante che lo soddisfa più di te? Dai parla, con me lo puoi dire, sono tua madre e sarò sempre dalla tua parte.»
La guardo, gli racconto a grandi linee quella che è la mia vita, in particolare quella sessuale. Rimane un poco stupita, ma non più di tanto.
«Come hai fatto a resistere tutto questo tempo? Hai un amante che ti scopa? Altrimenti sei davvero una donna che si è fatta tanto male, in tutto questo tempo. Forse non ti è chiaro, che hai appena superato metà della tua vita, e se non ti dai una mossa, passerai il resto a rimpiangere di non averlo fatto. Decidi, se vuoi che lui cambi, o trovati un vero maschio, che soddisfi il tuo desiderio sessuale. Sbrigati che la vita corre.»
La guardo e sto per replicare quando si apre la porta e rientra Luca, che ci sorride compiaciuto. Mia madre lo guarda, poi mi osserva, mentre io, pendo dalle sue labbra. Ci informa dei vari esami, a cui lei sarà sottoposta il giorno dopo, ma sembra una scusa, cercata solo per ripassare a trovare lei per rivedere me. Alla fine mi fa una proposta che sto per rifiutare, ma è mia madre che mi sprona ad accettare.
«Ho finito il mio turno, a vado a casa. Sua madre sta bene e adesso lei dovrebbe uscire tanto c’è il personale che si prenderà cura di sua madre, quindi se vuole, le offro un passaggio.»
Provo a rifiutare, ma è mia madre che insiste perche io accetti. Alla fine usciamo insieme. Appena dentro la sua splendida vettura mi pento di aver indossato dei pantaloni comodi, ma poco sexy, mentre adesso avrei voluto far salire la gonna e mostrare le mie splendide cosce. Lui mi sorride mentre guida con calma. Mi sento terribilmente eccitata, quasi vorrei che lui in qualche modo ci provasse con me, ma non succede nulla. Lui mi osserva in silenzio, io mi bagno anche di più. Giunti a casa lui mi saluta e se ne va, mentre io rientro nella mia gabbia dorata, sotto lo sguardo un poco stupito della governante. La sera a cena, Carlo mi chiede se va tutto bene, mentre io sono con la mente, ad inseguire un sogno non realizzato. Mi osserva pensieroso senza dire nulla. Dopo cena me ne vado a letto mentre lui si intrattiene nello studio. Dopo un poco lo sento entrare in camera mia, si mette nel letto, solleva la mia camicia da notte e trova il mio corpo nudo, un suo desiderio che mi è sempre piaciuto, mi masturba come fa sempre. Io resto immobile, lo assecondo, ma dentro di me scatta un qualche cosa che all’improvviso mi fa girare verso di lui, lo sposto, mi piego fino a prendere il cazzo in bocca. Lo infilo di colpo in bocca e in gola. Lui rimane stupito, immobile, poi continua a masturbarmi con più impegno. Sentire il suo uccello in bocca mi piace, chiudo gli occhi e immagino di succhiare quello di Luca. Godo immediatamente, lui ne resta stupito, mi rigira, mi vuole scopare, ma io non sono d’accordo. Lo spingo di lato, lo faccio mettere supino, con un rapido movimento gli salgo sopra, afferro il cazzo, lo infilo dentro di me. Lui resta immobile, passivo, in assoluto silenzio. Incomincio a cavalcarlo con calma e passione. Mi voglio godere questa cavalcata e trarne il massimo del piacere. Lo sento fino in fondo. Mi struscia la cappella sul collo dell’utero, mi provoca subito un orgasmo, che gli faccio sentire mugolando non troppo sommessamente. Lui mi asseconda, resta passivo, mentre io vorrei le sue mani sul mio corpo. Chiudi di nuovo gli occhi, la mia mente, cerca le mani di Luca, mi stringo i seni pensando che sia lui a farlo. Vengo di nuovo, con lui che adesso si muove sotto di me. Lo sento inarcare le gambe, sbattermi dal basso verso l’alto, io godo ancora. Improvvisamente il suo ritmo diventa frenetico, lo sento sbattermi più forte, poi cerca di togliermi da sopra, è evidente che vuole sborrare, ma io lo voglio dentro. Prendo la pillola per regolarizzare il mio ciclo, quindi non può mettermi incinta, e poi non me ne frega nulla, questa sera lo voglio dentro. Si rende conto che non può fare diversamente, allora mi sbatte ancora un poco, poi esplode dentro di me che non aspettavo altro per avere un ennesimo orgasmo che mi sconvolge, mi svuota mentre lo sento riempirmi il ventre del suo seme bollente. Gode quasi in silenzio, solo un breve gemito esce dalle sue labbra, mentre io sfinita mi distendo su di lui che mi abbraccia a stringe a se in silenzio. Il mio cuore batte come in tamburo impazzito, lui tenendomi stretta fra le sue braccia mi mette di lato e senza che ce ne rendiamo conto il sonno ci avvolge. Quando mi sveglio sono sola, penso di aver sognato, ma sento il suo seme colato fuori dalla mia fica ormai secco che mi ricorda che è tutto vero. È presto, forse lui non è ancora uscito per andare al lavoro. Indosso la mia vestaglia e lo raggiungo in cucina che sta facendo colazione. Mi guarda un attimo stupito, io gli chiedo se mi porta in clinica per stare vicino a mia madre, lui annuisce e io mi preparo velocemente. Una rapida doccia, e quando mi vesto, indosso una gonna a portafoglio che mi arriva al ginocchio, poi decido che oggi non voglio indossare l’intimo. Mi sorprende questo pensiero, ma lo realizzo, sento che aver preso questa decisione ha in qualche modo ha il sapore della libertà. Aggiungo una camicetta bianca autoreggenti, e scarpe col tacco dieci. Quando lui mi vede mi regala una occhiata compiaciuta, mentre io mi sarei aspettata una critica. In auto mi osserva senza dire nulla, ma lo vedo indugiare con lo sguardo fra le mie gambe quasi in attesa che la gonna scivoli di lato e le metta in mostra, ma io per paura che lui si renda conto che non indosso l’intimo faccio in modo che resti ben chiusa. Sentirmi nuda sotto mi dona una sensazione che quasi mi stordisce. Giunti in clinica saliamo insieme al piano dove è ricoverata mia madre. Appena chiuso l’ascensore mi attira a se, mi stringe forte mi bacia con passione. Mai fatta una cosa del genere! Rispondo al suo bacio e poi lo guardo stupita, lui mi sorride, e senza dire nulla mi lascia uscire per prima. In corridoio incontriamo il primario e Luca, che mi riserva un cordiale ben venuto. Lui si intrattiene con il primario, mentre io e Luca entriamo in camera di mia madre. Prima di entrare lui mi sussurra un complimento.
«Sei sempre bella, ma oggi hai un qualche cosa in più che rende stupenda.»
Lo guardo e gli sorrido con malizia. Dentro trovo mia madre, che mi guarda in maniera interrogativa, sembra che stia cercando di capire se il mio sorriso era dovuto ad un cambiamento del mio umore. Poco dopo siamo raggiunti da Carlo, che mi saluta e quando sta pe uscire dalla camera mi attira a se, mi sussurra una cosa che mi stupisce ancora di più.
«Oggi sei più radiosa del solito. Se questo è dovuto a ieri sera, mi fa molto piacere, se invece è altro che ti fa sentire così bene mi piacerebbe saperlo, o parlarne questa sera insieme in privato.»
Lo guardo, gli sorrido cerco in qualche modo di provocarlo.
«Chissà, se è per ieri sera o perche magari oggi ho qualche cosa di diverso. Forse nel vestire, oppure voglio rendermi interessante agli occhi di chi mi guarda.»
Mentre finisco la frase mi giro verso Luca, che sta parlando a mia madre e non vede il gesto, ma invece lo vede mio marito, mi osserva con occhi che cercano delle risposte, ma io lo lascio nella più completa incertezza. Mi giro e ritorno in camera, mentre lui rimane un attimo incerto e poi se ne va. Portiamo mia madre a fare degli esami, e mentre il tecnico li esegue, Luca mi porta a fare colazione al solito bar, dove troviamo anche il primario. Massimo, questo è il suo nome è amico di mio marito da tantissimi anni, mi conosce e molte volte ci siamo visti, a cene o ricevimenti, ma in pratica abbiamo parlato solo poche volte, quindi adesso che mi trova in assenza di mio marito mi sorride, mi fa dei complimenti assecondato da Luca che annuisce compiaciuto.
«Signora lei è sempre più bella! Lo dico a Carlo che ha trovato in lei una donna dal fascino incredibile e molto seducente. Vederla ieri con quegli occhi così tristi mi ha fatto davvero male, ma stia tranquilla che rimettiamo sua madre in perfetta forma. Non mi ha stupito vedere che sua madre è una bella donna, con una figlia come lei non avrebbe potuto essere diversamente. Mi creda vi ammiro molto e in quanto alla sua salute sarà compito nostro farla stare sempre meglio.»
Mi cinge il fianco con un braccio, e questo contatto mi genera una strana sensazione. Sento che mi sto eccitando trovarmi in mezzo a loro due sapendo che ho la micetta al vento. Una sensazione che mi fa bagnare molto. Dopo fatta colazione Luca raggiunge il tecnico che sta analizzando mia madre mentre Massimo mi chiede se posso passare nel suo ufficio per sbrigare la noiosa burocrazia. Subito mi suona come la scusa per restare solo con me, lo assecondo, curiosa di scoprire dove vuole andare a parare. Appena dentro il suo ufficio, mi fa accomodare su di un comodo divano, poi prende dei fogli dalla scrivania, me li porta restando in piedi davanti a ame. Lo guardo e noto un bel rigonfiamento all’altezza del pacco. Da incosciente decido di stuzzicarlo un poco, per vedere fin dove si spinge, apro lentamente le cosce, la gonna scivola un poco di lato, mostrando una buona porzione della coscia, fasciata da una autoreggente, lui mi osserva, cerca di spiegarmi che sono moduli per il ricovero e altro, ma è chiaro che la sua attenzione è tutta per le mie gambe. Mi basterebbe aprire un poco di più le cosce, per fargli vedere la mia fica nuda, ma non lo faccio, mi limito solo a constatare che il bozzo adesso è notevole. Sapere di averlo eccitato molto, mi fa bagnare e quasi mi pento di non aver indossato le mutandine. Sento colare i miei umori, e nello stomaco ho le farfalle, da quanto mi sto eccitando. Stiamo per un attimo immobili, ci fissiamo. Lui sta per fare una mossa verso di me, probabilmente mi salta addosso per scoparmi, quando è il suono del mio cellulare che spezza di fatto l’incantesimo. È Carlo mio marito che mi fa una richiesta che non mi sarei mai aspettata di sentire da lui. Scatto in piedi e poi rispondo mentre lui si allontana verso la finestra.
«Amore vorrei chiederti di fare una cosa per me. Vorrei chiederti di fare una cosa che mi ecciti molto, che mi lasci per tutto il giorno il desiderio di te come femmina, ma non saprei che chiederti. Mi dai un aiuto? Sono consapevole che ti sto chiedendo una cosa assurda, ma vorrei fare questo gioco con te.»
Lo ascolto e decido di colpire duro.
Prova ad immaginare che io oggi non abbia le mutandine.»
Lui rimane un attimo in silenzio, poi replica.
«Amore è troppo scontato che tu le abbia. Io credevo in qualche cosa di veramente eccitante.»
«Tu sei sicuro che io oggi le abbia indossate? Ci metteresti la mano sul fuoco?»
Sento un sussulto dall’altro capo del telefono, subito chiudo la conversazione lasciandolo basito. Firmo i documenti sotto lo sguardo di Massimo, che si rende conto che l’attimo è sfumato, vado a raggiungere mia madre, dove trovo anche Luca, che mi guarda un poco stupito, quasi incredulo che lo abbia raggiunto così presto. È evidente che aveva intuito il desiderio del suo capo, quindi vedermi arrivare così presto lo stupisce. La trovo in camera che sta per tornare nel letto, mi sorride, mi abbraccia.
Luca esce e mi saluta quasi divertito.
«Gioia mia, oggi tu hai un sorriso stupendo! Sembri il topo che si è mangiato il gatto. Sono sicura che deve essere successo qualche cosa ieri sera, probabile con quel bel ragazzo che ti ha accompagnato a casa. In ogni caso qualunque cosa sia, ti ha fatto molto bene. Sei così bella e raggiante questa mattina, che dovrai faticare un poco a tenere a bada tutti i maschi di questa clinica!»
Mi parla e mi abbraccia contenta. Si siede sul letto, io le racconto quello che ho vissuto in queste ultime ore, compreso che non indosso l’intimo, che Carlo mi ha chiesto se lo indossavo. Lei sorride compiaciuta.
«Con tuo padre era la consuetudine non farmi indossare l’intimo. Nemmeno il giorno del tuo matrimonio avevo le mutandine. A volte indossavo lo sting solo per essere più troia. Mi fa piacere sapere che ti sei decisa a vivere. Se tuo marito si è svegliato allora hai colto nel segno. Vivi e godi, e sbrigati che il tempo passa. Oggi sei cosi radiosa che credo che il giovane dottorino avrà il pacco gonfio per tutto il giorno. Se questa sera ti accompagna credimi ci proverà di sicuro.»
La guardo, le racconto di Massimo. Mi fissa quasi incredula.
«Ma allora ho ragione io! Dentro di te hai la stessa donna molto troia, che avevo io, che tuo padre ha fatto emergere così meravigliosamente. Io al tuo posto me lo sarei fatto il bel primario. Deve essere un vero porcello da come mi guarda, mi fa felice sapere che ti desidera. Chissà che un giorno non si possa organizzare un bel gioco a quattro con loro due e noi due insieme.»
La guardo stupita.
«Ma mamma! Che dici?»
«Figlia mia un giorno non ti stupirai più di questo, e anche tu sentirai il desiderio di una bella doppia, con due maschi che ti fanno impazzire.»
Passiamo quasi tutta la giornata insieme, con Luca e Massimo, che passano più volte a controllare come sta mia madre. Quando è quasi ora di uscire, vedo Luca che si avvicina per offrimi il solito passaggio, ma viene immediatamente battuto sul tempo dall’arrivo inaspettato di mio marito.
«Ho finito presto e allora sono passato a prenderti.»
Salutiamo tutti e prima di uscire vedo mia madre sorridere ironicamente. Durante il tragitto verso casa lui si informa dello stato di salute di mia madre, e mentre parla con un gesto lento e quasi impercettibile, infila una mano sotto la mia gonna, mi guarda stupito quando si rende conto che non ho l'intimo. Giunti ci immergiamo come è nostra consuetudine nella vasca idromassaggio. Soli, lui si avvicina a me come non ha mai fatto in passato, mi abbraccia e bacia con molto trasporto, poi mi sorride e le sue parole sono musica per le mie orecchie.
«Amore oggi mi hai stupito. In verità lo hai fatto anche ieri sera. Era da tempo che volevo fare dei cambiamenti nel nostro rapporto di coppia, ma non ero sicuro se tu ne sentivi la necessità, come la sento io. Quando ieri sera hai preso l’iniziativa per un momento mi hai sbalordito, ho quasi avuto paura di rovinare tutto, per questo sono rimasto immobile, poi ho sentito il desiderio di farti godere. Quando mi hai impedito di uscire per sborrare fuori, ho sempre pensato che farlo dentro di te ti infastidisse, sono quasi impazzito di gioia. Era da tempo che volevo che tu fossi un poco più esplicita, diversa, più sensuale, un po’ più intraprendente, attiva. Non mi viene la giusta definizione.»
Lo guardo e azzardo il tutto per tutto.
«Mi vuoi più troia? È questo che cerchi di dirmi non trovando le parole?»
Il suo viso si illumina, la sua voce è radiosa.
«Esatto! È così che ti vorrei, ma non saprei da dove cominciare a fare questo cambiamento. Oggi quando mi hai detto che non avevi indossato l’intimo mi hai sconvolto. Era chiaro che stavi mentendo, ma il solo pensiero che poteva essere vero, mi ha incasinato la mente per tutto il giorno. Non sono riuscito a concentrarmi sul lavoro, pensavo sempre a te con la passera al vento. Mi sono dovuto masturbare in bagno, e ti assicuro che sono venuto come un fiume in piena. Per questo sono passato a prenderti. Ieri sera ti ha accompagnato Luca, e per un momento ho anche pensato che lui ci avrebbe provato con te. Credimi questa ipotesi mi ha sconvolto la mente. Ero furioso di gelosia, ma nello stesso tempo avevo il membro così duro da farmi male. Fino a che non sono arrivato in clinica ho pensato che se tu non avevi l’intimo e lui ti accompagnava a casa e ci provava, c’era la possibilità che ti avrebbe scopato. Mi ha fatto impazzire questo pensiero, in maniera contrastante. Una parte di me era furiosa, al pensiero che tu potevi tradirmi con lui, mentre l’altra metà era così eccitata che ho avuto una erezione incredibile.»
Lo guardo, lo bacio. Ci trasferiamo nella sauna, nella penombra mi avvicino a lui, che sta seduto e mi osserva in silenzio. Gli prendo il cazzo in mano, lo sego un poco, è quasi duro, ma io ho deciso che adesso lo voglio fare impazzire.
«Chiudi gli occhi, e immagina di vedermi fare una sega a Luca. Dimmi che sensazioni stai provando? Ti eccita o ti sento geloso? Quando hai scoperto che non le avevo, o se ti dicessi che Massimo mi ha quasi scopato, tu potresti pensare che sono una troia, o che sono la troia che tu stai cercando di far emergere da dentro me?»
Geme ha gli occhi chiusi, ma il suo cazzo adesso è durissimo. Mi abbraccia e bacia con molta passione. La sua lingua entra nella mia bocca e cerca la mia con cui intreccia un gioco erotico che mi sconvolte. Mi stacco da lui, mi abbasso. Prima di prenderlo in bocca lo uccido.
«Pensa che forse oggi poteri averlo fatto con Massimo, sai, sono sicura che un bel pompino lo avrebbe gradito molto. Oppure chissà, forse l’ho fatto, sia a lui che a Luca, ieri sera.»
Infilo il cazzo in bocca, lo succhio con forza, lui esplode in un incredibile orgasmo. Dalla sua bocca escono parole mai sentite.
«Sei una troia stupenda! Mi fai impazzire! Succhiami e bevi puttana! Certo che sono sicuro che a Massimo un bel bocchino sarebbe piaciuto. E sono certo che ti vorrebbe inculare con molto impeto per spaccare il tuo culo da zoccola che ti ritrovi. Una sera ad un ricevimento, mentre lui parlava di te con un altro un altro, ero nascosto, non mi ha visto, ma l’ho sentito dire che sei uno dei suoi desideri più grandi. Credo che sua moglie lo cornifichi con Luca, ma non ne sono certo. Quello di cui sono certo che tu sei il suo più grande desiderio. Se oggi ti ha fatto capire o ci ha provato le cose sono due: o c’è riuscito, oppure lo hai lasciato con una voglia di te pazzesca.»
Mi inonda la gola con il suo seme che ingoio subito, questo mi eccita tantissimo. Per un momento mi gusto il suo membro ancora duro, poi decido che voglio colpirlo fino in fondo. Mi sollevo, lo abbraccio, e lo bacio. Per un attimo resta immobile, poi risponde la mio bacio mentre io, che tengo ancora il suo cazzo in mano, lo sego piano, gli sussurro una cosa che lo sconvolge.
«Immagina che adesso stai assaporando la sborra di Massimo o Luca.»
È troppo per lui. Mi spinge di lato sulla panca, mi penetra con il cazzo durissimo. Mi sbatte, mi inonda di parole sconvolgenti per entrambi. Io gli rispondo a tono e amplifico il gioco.
«Sei una puttana! Una zoccola bocchinara e succhi cazzi! Ti fai sbattere da tutti i cazzi che incontri. Sei una puttana di strada. Sei una troia! SEI LA MIA TROIA!»
Lo guardo sconvolto dal piacere, che sta provando mentre mi fotte con un impeto, che non ho mai sentito. Lo assecondo, lo sconvolgo.
«Certo che sono una troia! Quella troia che tu non hai mai voluto scopare, e adesso mi faccio tutti i cazzi che voglio. Porco e cornuto!»
È troppo per lui. Sborra con un grido che cerca di soffocare, mentre io lo voglio sentire.
«Dai non ti reprimere! Gridami che stai godendo con la tua puttana! Dimmelo che sono la tua troia! Dimmelo! Lo voglio sentire dalla tua bocca!»
Mi riversa dentro tutto il suo seme, la sua sofferenza mentre alla fine mi accontenta.
«Si zoccola ti inondo la fica! Senti come la fotto e sborro una puttana come te! Ti adoro! Sei la mia puttana e la mia troia!»
Godo, come non mi ricordo di mai averlo fatto. Dopo cena ci ritroviamo in camera da letto, insieme, lui mi accarezza ancora voglioso. Lo guardo un poco stupita, lo stuzzico a prole.
«Amore che ti prende? Hai scoperto che sentirti tradito, o meglio cornuto, ti eccita così tanto che adesso mi vuoi scopare sempre?»
Mi sorride le sue parole mi eccitano.
«Certo che mi eccita. È una sensazione incredibile. Mentre eravamo a cena osservavo la tua bocca, l’ho immaginata mentre succhiava un altro uccello duro e grosso. Ho avuto una erezione, che quasi non riuscivo a contenere. Vorrei sapere da te come intendi muoverti. Io ho la massima fiducia in te, ma vorrei sempre essere al corrente di quello che fai. Sto pensando che il mio lavoro, ha assorbito troppo la mia vita, e ti ho trascurato troppo. Voglio incominciare a divertirmi, mi sento che sto perdendo il meglio del nostro matrimonio, e voglio rimediare. Devo solo finire di seguire il processo in cui sono impegnato, ma siamo alle battute finali, ancora qualche giorno e poi sarò libero. Pensavo se tua madre sta bene di andare fare un bel viaggio. Tu che ne pensi? La trovi una bella idea? E se ne in questo periodo tu trovi da divertirti lo vorrei sapere. Voglio essere il tuo complice, e assecondare i tuoi desideri.»
26
4
4 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 22 ore fa -
Un amore pendolare
L’aereo corre veloce lungo la pista, decolla in perfetto orario. Slaccio la cintura e mi giro verso il finestrino, guardo fuori le nuvole che si diradano e anche i miei pensieri si schiariscono, sto volando verso il mio amore. La nostra è una storia singolare, a tratti anche dura, ma per ora va bene così. Lentamente ripenso a come tutto è cominciato. Allora ero un giovane impiegato di banca, e una sera all’uscita dal lavoro vedo una ragazza prendere a pugni un bancomat.
«È inutile, anche se lo prendi a pugni, non ti darà le banconote.»
Lei si gira mi guarda arrabbiata.
«Questa trappola mi ha preso al carta, ho sbagliato il PIN e lei me l’ha ritirata, accidenti adesso niente spesa e niente cena.»
Mi avvicino, la guardo è bellissima nella luce del tramonto. Alta capelli e occhi nerissimi, tutte le curve al posto giusto e soprattutto un viso bellissimo. Senza esitare apro il portafogli e gli offro 50 mila lire. Pessima mossa, mi guarda con occhi di fuoco, dura e feroce.
«Per chi mi hai preso, per una puttana?»
Altera e fiera si gira e se ne va. La rincorro, la chiamo.
«Signorina, signorina, mi aspetti, la prego non volevo offenderla, mi lasci spiegare.»
Si ferma e mi guarda con sospetto.
«Li prenda la prego, tanto domani dovrà tornare a ritirare la carta e me le restituirà, un prestito per questa sera.»
Mi guarda con sospetto e fa un cenno di no con il capo.
«Non accetto soldi dagli sconosciuti.»
«Mi chiamo Giorgio, e domani lei mi dovrà mostrare un documento quindi non saremo sconosciuti, accetti la prego o almeno lasci che la inviti a cena.»
Ci pensa un momento.
«Mi chiamo Barbara, va bene, ma solo una pizza e una aranciata e non si faccia illusioni.»
Due ore dopo ci troviamo davanti alla banca, non accetta di salire in auto con me, allora andiamo in una pizzeria lì vicino. A tavola si rilassa un poco, mi racconta che viene dal sud, che è fidanzata, che lavora come impiegata contabile in un grande gruppo alimentare, e che è stata mandata è nella mia citta per un corso di aggiornamento della contabilità, che prevede l’uso del computer. Le racconto di me che vivo solo e lavoro in banca, poi lei riflette sul fatto che il corso finisce alle 17 e che noi a quell’ora chiudiamo e quindi non sa come riprendere la carta. Mi faccio dare un documento e l’indomani le riporto la carta e le strappo un nuovo appuntamento. Ben presto ci rendiamo conto di stare bene insieme, io ne sono affascinato, mi piace da morire, la sua allegria, il suo modo di essere ironica, e la sua fiera bellezza. Dopo una settimana la invito una sera a cena da me. Accetta e quella sera la bacio per la prima volta. Lei non si sottrae all’abbraccio, ma mi dice con voce malinconica che non va bene che è fidanzata, ma io la voglio e lei si lascia baciare ancora. Finiamo a letto insieme, ma non si fa scopare, è vergine e tale vuole restare, ma non per questo non ci divertiamo. Baci, carezze e masturbazioni ci danno una eccitazione che sfocia in un 69 di fuoco, e quando vengo le riverso in gola tutto il mio piacere che lei ingoia senza nessuna esitazione. Pur restando vergine davanti, lentamente, la convinco a donarmi il fiorellino anale. All’inizio è un po' doloroso, ma poi rapidamente lo apprezza e diventa un modo di godere che la sconvolge fino allo sfinimento. Passiamo quaranta giorni di piacere molto intenso e appagante, e solo una volta mi trovo con la cappella appoggiata alle sue labbra della figa bagnatissima, sto per affondare in lei ma il suo sguardo disperato mi fa desistere. Finito il corso la invito a restare.
«Non te ne andare, resta, con il mio stipendio e la tua specializzazione di lavoro qui ne trovi subito, ci prendiamo un appartamento più grande e viviamo insieme, ti amo, resta, ti prego.»
Niente da fare, mi dice che non è possibile, e se ne va. Passo una settimana di pura disperazione, mi manca da morire, ma poi lentamente mi tuffo nel lavoro, e quando mi propongono un trasferimento alla sede scentrale, accetto. Dopo due mesi conosco casualmente Anna. È la figlia del direttore generale, ma questo lo scopro dopo. Mi cerca, ma io non mi lascio avvicinare facilmente perché non voglio avere storie con lei considerando chi è suo padre, allora lei una sera mi aspetta all’uscita e mi abbraccia, mi bacia.
«Cosa deve fare una donna per farti capire che è innamorata di te?»
Mi chiede stringendomi a lei.
La guardo per un attimo, realizzo che sono il re dei cretini. Bella, sensuale e molto elegante, è la femmina che farebbe girare la testa a tutti, e io non la volevo! Bel fesso! Mi tufo in questo nuovo amore, ma la cosa non mi agevola nel lavoro, il padre mi tiene costantemente sotto il suo sguardo vigile e attento. Passano tre mesi, lei si dimostra essere una donna meravigliosa, una sera facciamo sesso e resta incinta. Per niente dispiaciuta ci sposiamo poco dopo, incomincia una parte della mia vita veramente bella. Anna è una donna capace di sconvolgere realmente la mia vita. Elegante, bella, sensuale, e molto porcella, mi fa scoprire il piacere di un erotismo bello ed molto originale. Spesso si diverte a stuzzicare la mia eccitazione con giochi veramente erotici, come indossare abiti cortissimi, o con atteggiamenti da vera puttana, che si concludono con scopate epiche nelle quali diamo entrambi tutto. Altre volte mi telefona, mi dice che è in giro per negozi senza intimo, facendomi credere che ci sono uomini che potrebbero vedere che lei sotto è nuda. Questo eccita la mia immaginazione, e la sera la distruggo a letto scopandola in maniera sconvolgente. Gode e mi fa godere sempre in modo originale. Le piace da morire essere scopata in posti insoliti, specie se c’è il rischio di essere scoperti. Adora essere sfondata analmente, direi una vera ossessione per questo tipo di sesso, che la fa godere sempre in maniera completa, il che mi riporta alla mente Barbara. Passano dieci anni, la mia scalata ai vertici aziendali è sempre stata seguita dal suocero che si è convinto della mia bravura e intanto cresce mia figlia, ma un destino vigliacco mi attende dietro l’angolo. Due giorni dopo il mio trentasettesimo compleanno Anna muore per una leucemia fulminante. Passo giorni di puro abbandono, la sua mancanza mi deprime, mi manca tutto di lei, il suo erotismo, il suo modo di essere donna, madre e complice. Impazzisco ma poi lentamente mi butto nel lavoro e piano piano ne esco. Passano tre anni, e mi ritrovo ad occupare la poltrona di direttore generale del personale. Il nuovo incarico mi impegna e questo distrae la mia mente dal pensare a lei. In questa occasione conosco Lisa, la nuova segretaria. Una bella trentenne, che mi affianca nel lavoro. Veste poco elegante e per niente seducente, jeans, e maglioni larghi, pur avendo un bel corpo non lo valorizza. Un giorno mentre lei mi ricorda i miei appuntamenti la guardo e le dico di disdire tutto. Mi guarda stupita e le comunico che oggi è l’anniversari della morte di mia moglie e voglio andare al cimitero.
«Che tipo era sua moglie dottore?»
La guardo e le dico che era una donna bellissima, sensuale e sempre molto elegante, che amava le autoreggenti i tacchi vertiginosi e le piaceva provocarmi con elegante maestria. Lei se ne va e da quel giorno cambia radicalmente il suo abbigliamento. Bella curatissima sensuale e sempre in gonna mai volgare si diverte a provocarmi ma solo quando siamo soli. Allora la sua camicetta ha un bottone di troppo slacciato, o le sua gambe inguainate da splendide calze si mostrano al mio sguardo. All’inizio credevo che avrei dovuto scoparla, ma poi ci ho riflettuto e sono giunto alla conclusione che se lo avessi fatto avrei rovinato tutto e quindi sono stato al suo gioco mostrando di gradire con complimenti appena sussurrati e dimostrazioni del mio, pacco duro come gradivo le sue attenzioni, e questo gioco si ripete spesso ma sempre senza mai andare fino in fondo. Passa un po' di tempo e il mio istituto assorbe una banca più grande in difficoltà, per me incomincia un periodo di intenso lavoro sempre affiancato dalla mia speciale segretaria. Dopo l’unione il mio compito è quello di ottimizzare tutte le filiali, qui il destino gioca ancora le sue carte. Sfogliando l’elenco dei vari posti dove sono ubicate le filiali scopro un nome di una città del sud dove abita Barbara. Mentalmente escludo di avere ancora interesse verso di lei, ma più passa il tempo e più mi sorprendo a farmi domando su cosa ne sia stato di quella donna che ho amato tanto. Mi immergo nel lavoro, e lascio volutamente la sua città per ultima, e quando chiedo a Lisa di prenotarmi un hotel per una settimana in quel posto lei mi guarda stupita, mi giustifico dicendo che voglio prendermi qualche giorno di riposo. Delusa dal fatto che non la invito a seguirmi, cosa che avevo sempre fatto, lei esegue senza fiatare. Mentre mi reco nel paese di Barbara ho una intuizione. Ho notato che ci sono solo tre nostre filiali, e allora scorro fra i clienti e la trovo. Ha un conto presso una filiale, e economicamente se la cava bene, ma soprattutto ottengo il suo indirizzo. Passo due giorni a sistemare le pratiche di lavoro e la sera la vado a cercare. Abita in una bel palazzo, ma per quanto mi sforzi non riesco a trovala. Passo la notte a chiedermi che cosa sto facendo. Al mattino presto mi posiziono con la mi auto davanti a casa sua. La vedo uscire poco prima delle otto, ha due figli che con l’auto accompagna a scuola, poi si dirige verso un bar ed entra. La seguo. Mentre ordina caffè e si fa servire un cornetto mi vede.
«Tu??... Giorgio? Che ci fai qui?»
Restiamo immobili, ci guardiamo e non siamo capaci di dire nulla.
Dopo un momento ci sediamo e ad un tratto mi rendo conto che lei è diventata ancora più bella. La sua fierezza è rimasta, le sue curve sono diventate più piene, seducenti e il seno è diventato più grande, e ancora più bello. Lei mi racconta della sua vita, lo fa con malinconia, mi dice che è in crisi con il marito, un vero egoista che pensa solo a lui, incurante di quello che vuole lei, dei suoi desideri, delle sue esigenze. L’unica cosa che gli interessa e che lei si occupi dei figli e basta. La guardo, ha l’aria decisamente triste. Le racconto di me, poi lei abbassa lo sguardo e mi dice che sarebbe stato meglio che fosse rimasta con me, poi mi guarda fiera e dura, quasi incazzata.
«Portami via, ora, andiamo la tuo albergo.»
Non me lo faccio ripetere due volte. Entriamo nella mia camera e ci strappiamo i vestiti di dosso, quasi stessero bruciano, ma non sono loro a bruciare, ma i nostri corpi, i nostri sensi e ci stendiamo sul letto. L’ammiro per un momento e rivedo tutta la sua sconvolgente bellezza. Le nostre mani tornano a sfiorare i nostri corpi, a ridarci piacere, e lentamente dopo averla baciata e toccata ci ritroviamo di nuovo a fare uno splendido 69, ma questa volta non esplodo nella sua bocca, voglio di più e lei se ne rende conto e quando ritiene di essere pronta si distende supina e mi attira su di se. Entro dentro quasi con impeto. Lei inarca il corpo e apre la bocca mentre io lo spingo tutto fino in fondo e solo quando sento sbattere la cappella sul fondo mi fermo a guardarla. Lei è un maschera di piacere, vorrebbe urlare ma dalla bocca spalancata non esce nessun suono. La pompo ma lei mi blocca.
«Ti prego fai piano, voglio godere. Lui non mi ha mai fatto raggiungere l’orgasmo, mi penetra e poi appena vuole viene incurante del fatto che io abbia goduto o meno.»
La guardo, la bacio.
«Rilassati godi, io verrò quando tu ne avrai avuto abbastanza.»
Inizio a scoparla facendole provare alcuni orgasmi, poi la rigiro, la metto sopra a di me e lei si impala mentre io le strizzo i seni, le accarezzo i fianchi. Lei gode, ondeggia e raggiunge il piacere gridando di non smettere, poi mi guarda e mi chiede di inondarla. La metto di lato, la scopo con impeto ed esplodo dentro di lei. Dopo esserci ripresi lei mi prende il cazzo in bocca, lo succhia con dedizione e bravura, la stessa che mi faceva impazzire. Ben presto mi torna durissimo, lei si gira, e con occhi languidi mi sussurra:
«Mettilo dietro, ma fai piano, lui non l’ha mai voluto e io l’ho dato solo a te.»
La possiedo lentamente fin quando lei mi incita a sfondarlo di nuovo.
«Dai che mi piace! Spingilo tutto dentro! Si, godo!»
La scopo nel culo facendola di nuovo impazzire di piacere e poi le vengo dentro con immenso piacere di entrambi.
Restiamo abbracciati per assaporare questo bellissimo momento e nei giorni a seguire abbiamo ripetuto più volte. L’ultima sera l’ha voluto solo nel culo.
«Prendimi dietro, a lui non l’ho mai dato, è tuo. Lo so chi mi farà male, ma lo voglio, anzi fammi male che mi deve restare il dolore per giorni, non voglio dimenticare chi mi ha sfondato il culo!»
Quando è giunta l’ora di andarmene le ho chiesto di seguirmi, di abbandonare quell’uomo che non la rende felice, ma lei mi ha risposto che per ora non è possibile, ma che quando sarà il momento sarà per sempre mia. Nei mesi a seguire ci siamo sentiti e visti diverse volte, organizzando dei brevi soggiorni ma durante i nostri contatti le ho insegnato a diventare una vera esibizionista, a godere del piacere di suscitare interesse da parte di altri maschi, a scoprire il piacere di sentirsi donna, amante e anche un po' puttana. Lei sta crescendo in un rinnovato interesse per la vita e spero che si decida diventare tutta mia.
«Allacciare le cinture di sicurezza.»
L’annuncio desta i miei pensieri, il mio cuore si gonfia, fra poco la rivedo, lei mi ha detto che mi ha preparato una sorpresa, e io spero che sia molto eccitante. Non mi importa quanta strada devo fare ogni volta per vederla, anche se è poco è sempre meglio di niente e per ora va bene così.
10
2
4 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 22 ore fa -
Il primo dito...
18 anni, più o meno, fino a quel momento il mio solo piacere veniva dalla masturbazione, un piacere giornaliero raggiunto fantasticando su donne immaginandomi dentro di loro o ai loro piedi, normali fantasie stile PostalMarket.
Un giorno ero a mollo nella vasca, l'acqua calda mi copriva appena il ventre e si spostava lenta seguendo i miei movimenti, massaggiando lentamente le palle e il cazzo. Il massaggio e il calore dell'acqua iniziò a farmelo gonfiare, fu subito duro, lo strinsi nella mano bagnata e iniziai a muoverla su e giù, un movimento lento dalla base fino alla punta, per poi accelerare e decellerare rimanendo a massaggiare il glande tra due dita ad anello o che lo accarezzavano stringendolo tra i polpastrelli.
La mente iniziò a cercare l'immagine per aumentare l'eccitazione ma le solite tette, le solite fiche non aiutavano. Ci voleva qualcosa di nuovo. In quel momento sentii riecheggiare nella mente una frase a cui non avevo mai dato importanza, presa sempre come una boutade piuttosto che come un modo per aumentare il piacere della masturbazione, ovvero "Mettiti un dito in culo!!!".
Caxxo, cosa credi di fare un dito in culo non è normale....
forse...
perché no...
L'eccitazione ritornò veloce, potente, sembrava che il cazzo stesse per esplodere.
Appoggiai la schiena alla parte curva, misi i polpacci sui bordi della vasca per aprire le chiappe e esporre il mio piccolo buco vergine.
Dal fianco spostai la mano verso il cazzo superandolo, portandola tra le le palle e l'interno coscia.
Tremavo per l'eccitazione, la mia prima volta, l'eccitazione di perdere una verginità speciale...
L'indice era appoggiato allo sfintere, iniziai a muovercelo sopra, da su a giù lungo il solco delle chiappe, lo roteavo sulla corona e il tremore aumentava.
Tirai un bel respiro, trattenni il fiato e spinsi il polpastrello al centro del buco che si allargó piano, lo sentii scivolare sempre più dentro.
Sentivo i muscoli del retto fare opposizione e pressione sul dito, mi fermai un attimo per apprezzare il momento e le sensazione di piacere che mi stava invadendo partendo da quel buchetto appena penetrato.
Ripresi fiato e tremendo sempre più di piacere ripresi a spingere il dito, sentivo il suo calore avanzare dentro di me, finché non superò l'ultimo muscolo dello sfintere, il dito era tutto dentro, lo sentivo e iniziai a provare un piacere nuovo, sconosciuto e intenso, muovevo il polpastrello dentro e godevo, rigiravo il dito e godevo allora feci l'ultimo passo verso il piacere totale, iniziai a tirarlo fuori e rispingerlo dentro. Prima con un movimento lento, per sciogliere i muscoli e poi sempre più velocemente.
Godevo solo con il buco del culo e la cosa mi piaceva, mi piaceva non poco, anzi...
Il dito andava su e giù e godevo sempre di più, sempre di più
Misi l'altra mano intorno al cazzo e partì. Il piacere del cazzo si sommó al piacere del culo e arrivó a livelli mai provati prima.
Non so per quanto andai avanti così, mi ero estraniato da tutto, eravamo solo io e il mio piacere, godevo godevo godevo...
Poi eccolo lì il piacere, lo sentii partire dalle palle, avanzare lungo il cazzo ed esplodermi dalla cappella, lo sentii arrivare sulla pelle del petto bianco, caldo e appiccicoso. Continuavo a masturbarmi e arrivò un altro getto e poi un altro e ad ogni sborrata i muscoli dell'ano si stringevano sul dito che infilavo ancora dentro.
Mi masturbai finché l'ultima goccia di sperma non cadde sulla mia pelle, tremante tirai fuori il dito dal culo lo guardai incredulo di quanto quel piccolo ammasso di muscoli e ossa mi avesse cambiato la vita aprendomi a nuovi piaceri e nuove fantasie...
10
1
4 anni fa
mamau,
57
Ultima visita: 6 giorni fa
-
Un bisex ...sbattuto in tre
C'era una volta...tanto tempo fa un Bisex....del Buco Nero(si definisce buco nero una regione dello spaziotempo con un campo gravitazionale così forte e intenso che nulla al suo interno può sfuggire all'esterno
SE DI GROSSA DIMENSIONE CARNOSA..;-)
be non e' una favola ma una realta' che capita una sola volta...
Un po' di tempo fa una mattina di un gelido inverno molisano
alzatomi presto per non aver dormito a causa di un sogno Bisexiano,
che mi tormentava facendomi continuamente toccare,sfiorare e stimolare i Capezzoli,
a tal punto che mi faceva stringere forte l'ano e sentire come se toccato con la lingua affondandola dentro
sempre piu'....mmmmmmmmmm,
quasi nudo solo con un filo interdent-ano andai al balconcino,gelido in quel periodo,che affaccia su un cortile, per sbollire quella
pazza voglia che nel sogno saliva sempre piu' con il passare dei minuti,
ma dopo aver stimolato i capezzoli gia' tempo prima durante e dopo il sogno,
all'impatto con la gelida temperatura quasi magicamente diventavano duri e grandi....tanto da sentire una sensazione goduriana che partiva dall'ano per salire al battito del cuore e creare una sensazione come se dietro di me ci fosse un grosso pene che spingesse ma senza entrare....siiiiiiii.
Erano le 06.00 faceva freddino allorche' volevo far rientro per non gelare,il mio lato B,maaaaa
in quel momento passava il lattaro,ancora c'e' qualche lattaro in giro che in posti come nel nostro paese porta il latte,la mattina presto,
vedendomi sul balconcino in quel preciso momento che mi accingevo a rientrare e posando il mio lato B con filo
interdent-ano tra i paletti della ringhiera,
silenzioso com'era un gemito o una voce diretta verso di me sembrava che dicesse
"panna da montareeee"
be mi girai appena per capire quella voce dove poteva fermarsi con un gemito finale sulle lettere "e" finali...
e vidi che ancora lo sguardo era verso di me...
devo dirvi che un buon latte caldo sinceramente lo avrei preso,con una buona panna ;-) quindi
lo invitai a portarmene sopra.
Salito con la porta socchiusa e con il corpo coperto dietro l'anta,mettevo la mano fuori per prendere il litro di latte e dandogli i due euri che cercava lo salutai,maaaaa,
be successe che mi prese la mano e mi solletico' sotto.......cazzzooo che sensazione,mi ribolliva tutto,la pressione era al massimo e come fuori dal balconcino cosi' in quel momento i miei capezzoli diventavano duri e grossi....portando a pulsare l'ano....
.....maaaaa
.....lo feci entrare,io ero diciamo nudo solo quel filo copriva l'ano e un piccolissimo triangolo copriva il resto,una parola tira l'altra eeee
Lui:piacere Fabio
Io:piacere Antonio...maaaa...
Lui:maaa???
Io:niente!!!
sembrava che faceva finta di vedere che io mi sentivo piu' donna che uomo ma credo era l'imbarazzo.
Seduti sul divano vicini be senza nessun altro commento e domande mi comincio' a toccare i capezzoli a sfiorarli e farmeli diventare duri leccandoli e succhiandoli tanto bene e con morsetti delicati mi faceva sentire una vera troia in calore,allora cominciai a toccare sui pantaloni il suo grosso pene,era grosso si sentiva bene gia' dentro i pantaloni...immaginavo gia' fuori....mmmm2
eeee si quando gli dissi che avevo una voglia matta di prenderlo tutto in bocca e nel culo,non si fece pregare neanche in un secondo eee in piedi con un fisico statuario e con un cazzo alla massima potenza,grosso carnoso con le vene che lo scolpivano per renderlo piu' di quanto io immaginavo fosse,
mi disse con voce autoritaria:
.....girati cazzo!!!!
mi lubrifico' con la saliva,ma credetemi non serviva a nulla quella saliva per lubrificarmi il buco,serviva tanta di quella crema vasellina che per.....
siiiiiiii lo affondo' con un colpo solo tutto...mmmmmm ahiiiii...mmmmm ahiiiii siiiiiiiii
ben 20 cm per uno spessore GROSSISSIMO...
mi monto' come un toro sempre piu' sentivo la sua forza dentro di me che mi faceva godere
sempre piu' sentivo quei quei cm di diametro,credo erano 6/7cm tutti nervi e carne eeee tutto dentro che mi apriva il buco...
avanti indietro avanti indietro....
non si arrestava la voglia che aveva e io
godevo come una cagna......
Lui:....dai adesso ti sbatto come una gran troia,devi ricordarti di me ricordare il mio cazzo grosso e carnoso...
Io:...siiiii dai ancora ancora ancora....
non si fermava piu'....un'ora in tutte le posizioni li a sbattermi!!!
Be a questo punto direte voi:
ma il titolo che c'entra:Un bisex e tre "terze gambe" carnose
c'entra c'entra vi dico che c'entra!!!
Quando dopo un'ora che mi aveva sbattuto o meglio sbattuta,senza respiro
si sentono delle voci erano le 07,20
in strada passavano i due soliti amici del lattaro che ogni giorno al rientro dopo aver venduto tutto il latte,
s'incontravano ,il mio nuovo amico lattaro Fabio con i due amici per andare al bar per un caffettino...
e siccome Fabio conosceva i due amici bene per la fama di donnaioli e....non solo,
mi lascia un attimo per andare al balconcino e fare dei segni ai due amici per invitarli a salire,
be io di forze non ne avevo piu' ma avevo capito benissimo cosa faceva fuori al balconcino Fabio eeeeeee
...appena un minuto dopo....li ho visti entrare,
io ero al di la del divano non mi vedevano ero sdraiato o meglio sdraiata con pancia in giu' e il filo interdent-ano indossato di nuovo...pero' si perdeva devo dire dopo un'ora di sesso anale,
sbirciai e senza far troppe storie,li ho visti tutti e tre nudi ma i due erano girati e non potevo conoscere tutta la loro bonta',se c'era........
sti cazzzziiiiiii....ma erano anche loro dotati....
quasi avevo un po' timore di farmi sbattere da tutti e tre maaaaaaaaaaa
avvicinandosi a me
Luca:cavolo ma questo ha un culo da favola!!!
Andrea:io non ho le parole adatte so solo che voglio aprirla anch'io per bene!!!!!!!!
Tutti e tre su di me ,uno dietro, Luca con quel arnese doppio che mi chiavava alla grande a pecorina,
Andrea me lo metteva in bocca e Fabio mi leccava i capezzoli e me li mordeva,
poi Luca mi fa fare la candela e io
su e giu' su e giu' su e giu' instancabile per godere al massimo...non mi fermavo...
nel frattempo lo prendevo in bocca da Andrea...
...e Fabio??
Be Fabio cosa dire...
allora ve lo dico, stando a candela sul cazzo grosso di Luca,Fabio mi chiede di abbassarmi avanti fino a toccare il petto di Luca con il mio petto....
e piano piano piano pur facendo non entra,ma dopo aver spalmato tanta crema lubrificante e riprovando lentamente centimetro per centometro....Fabio mi entra anche lui,
sempre piu' dentro a farmi tanto male ma tanto godere...
era un vortice di massima goduria mmmmmmm stavo morendo dal piacere.....
...siiiii daiiii rompetemelo...siiiii lo voglio....daiiii
daiiiiii ancora ancoraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
eeeeeeeeeee con un gemito sincronizzato mi venivano dentro
Luca e Fabio,sperma caldo inondandomi il buco ...
e Andrea mi veniva anche lui in bocca,tanto da riempirmela tutta e nell'ingoiarla tutta
venivooooooooooooooooooo anch'io senza toccarmi.....siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Un bacio a tutti!!!
13
1
4 anni fa
april09,
23
Ultima visita: 4 anni fa
-
Prima Volta Al Privé
Era deciso, si doveva fare. Ma quante perplessità, quanti dubbi, quante paure, e poi sta storia del dress code! Red Passion. Bisognava che lei fosse in rosso! Allora dai, via per le città a cercare lingeire rossa, ma hemm come taglia siamo un po' abbondanti, risultato? non si trova nulla. Cosa fare? Idea! Andiamo in un sexy shop. Grandeeee. Entriamo e ci troviamo davanti un tipo barbuto che tira fuori quattro straccetti fuori taglia e ci dice, in rosso è difficile, tornate verso fine anno che si trova di più. Già ma noi venerdì andiamo al privè. Uff. Allora cerchiamo un altro sexy shop e stessa storia. Un altro ancora (sono tutti attaccati uno all'altro) e niente da fare. Desolati ormai pensavamo di rinunciare ma porca di quella vacca no! Non rinuncio.Chiamo il club e mi dicono si certo il rosso va bene, ma non è che sia obbligatorio.Basta qualcosa di rosso comunque sia.Via di corsa nuovamente a cercare ma ancora il problema della taglia si fa vivo. Allora torniamo diretti al sexy shop che ci era sembrato più gradevole e li, troviamo tutto quello che volevamo in nero e pure un boa ROSSSSSSSSOOOOOO!Bene siamo pronti e belli convinti.Domani sera festa!Belli convinti partiamo e arriviamo come al solito in anticipo. Tessera e si entra. Locale bello, un night club ma con una musica da disco che fa bum bum bum e continuerà così per tutta la serata. Veramente sgradevole. Ma dico una musica rilassante, coinvolgente languida stimolante non sarebbe meglio?Vabbe, siamo li, abbiamo pagato solo la tessera dato che l'ingresso era gratuito. Va bene lo stesso. Allora ci mettiamo a osservare e sta cosa del rosso è davvero una bufala. Meno della metà delle signore ha qualcosa di rosso. E noi stupidi siamo diventati matti a cercare lingerie color rosso.Siamo seduti e nessuno non dico si avvicina, ma nemmeno ti degna di uno sguardo, almeno ti guardassero e ti schifassero, sarebbe già qualcosa, ma proprio ci sembra di essere trasparenti e, trasparenti non siamo proprio...Avevamo fatto un giro prima dietro la tenda dove evidentemente si svolge la vera azione. Proviamo a tornarci, ma è ancora deserto. Boh! Vabbe torniamo a sederci, nel frattempo ci avevano occupato il posto, fa niente ne cerchiamo un altro un pochino più in vista ma niente, continuiamo ad essere trasparenti.Dopo un'oretta, francamente stufo di fare tappezzeria, dico torniamo dietro la tenda voglio fare l'amore.Ed ecco che le aree sono tutte occupate; andiamo nella zona riservata alle coppie e passiamo davanti a un gruppetto che sta facendo sesso. Vedo una lei depilatissima che la espone e la cosa mi piace. Entriamo nell'altra stanza e vediamo una altro gruppo di due coppie al lavoro, e un letto che si sta liberando in quel momento. La coppia che lo occupava se ne va e noi ne prendiamo possesso. Non esito un secondo comincio a spogliarmi e faccio spogliare lei un filo titubante, ma con mia sorpresa si da coraggio e in un attimo è pronta. Ci sdraiamo e lei comincia subito con una fellatio che mi manda alla stelle e godo come un matto vedendo che altri ci osservano, coppie che entrano escono, guardano sorridono e tutto continua come se niente fosse, anzi con una crescendo di eccitazione che ormai era palpabile. L'intesa tra noi saliva di intensità ogni secondo che passava. Lei era bagnata come non mai, io gocciolavo letteralmente. continuo a guardare quell'altro gruppo che gioca e così fa lei, ma non abbiamo il coraggio di avvicinarli, c'è una che sta facendo una fellatio impegnatissima da 10 minuti. Fantastico. Mi lancio in un 69 sul fianco con le sue gambe spalancate verso gli altri e la porta di ingresso alla stanza. Entrano guardano si siedono sui divanetti si toccano, succede di tutto e noi due siamo ormai alle stelle. Non ne posso più, la penetro, è semplicemente fantastico, la sto godendo come non mai. E' tale il godimento che mi trattengo non voglio che finisca, sto troppo bene, e ci guardano. Tra noi e il resto del mondo si è creata una barriera invisibile che ci tiene uniti intimamente e separati dal mondo che però ci osserva e ne godiamo.E' paradossale e eccitante in modo incredibile.Poi mi lascio andare e l'eccitazione si sfoga dentro di lei con una serie di schizzi caldi e copiosi che lei riceve con grande eccitazione e godimento. E' finita.Ma no, ci sdraiamo uno di fianco all'altra e rilassandoci continuiamo ad guardare quelli che ci osservano come se loro non potessero vederci, ma sappiamo che siamo nudi e ci vedono. La serenità che ci avvolge è come una culla calda e confortevole.Ok è tempo di rivestirsi e lasciare ad altri l'uso del letto.Uscendo passiamo nella zona non riservata dove in ogni stanza ci sono coppie e trii che giocano. Ci soffermiamo a guardare eccitatissimi baciandoci con calore, trasporto e passione infinita.Ci sono molti singoli.Mentre guardiamo le varie attività in svolgimento, inavvertitamente spingo lei verso un singolo, lo guardo, mi guarda con aria interrogativa. Non capisco. Ce ne andiamo.Ci soffermiamo nuovamente a guardare altre coppie e ci baciamo ancora e ancora e ancora. Le infilo una mano in mezzo alle gambe, lei fa lo stesso, ci guardano, non ci da nessun fastidio. Anzi!Ormai siamo esausti abbiamo un'ora di auto per tornare a casa. Ci sediamo nuovamente nella discoteca, beviamo un caffè e poi torniamo a casa raccontandoci quanto ci è piaciuto e quanto siamo stupiti dalle nostre positivissime reazioni.E' stata una esperienza indimenticabile che ha rafforzato il nostro rapporto e che ha aperto il nostro orizzonte a nuove esperienze.Lei mi ha poi raccontato che il singolo le aveva toccato il sedere e, con suo stupore, le aveva fatto piacere.Peccato che lo scambio in questo posto sia soltanto nel nome. Arrivano tutti già accoppiati per lo scambio oppure da soli a coppie e rimangono tra di loro. Però forse è stato meglio così, come prima esperienza lo scambio vero forse sarebbe stato troppo.
2918
0
4 anni fa
coppiaala, 57/47
Ultima visita: 10 mesi fa -
Io e lei sole.
Ľesperienza con un altra coppia,la mia prima volta con una donna mi fecero prendere coscienza della mia,sessualità che avevo represso negli anni dopo il matrimonio.Spesso mi masturbavo pensando ai baci della moglie del mio amante e ogni volta che incontravo Lui nei nostri giretti di jogging gli raccontavo di quanto fosse stato bello.Lui mi disse che anche sua moglie si era divertita e avrebbe voluto rivedermi.Eran passati ormai alcuni mesi da quella sera,da qualche settimana non vedevo neanche Roby a causa di uno strappo muscolare che mi impediva di fare jogging.Una mattina mentre bevevo un caffè in un centro commerciale sentii una voce familiare,mi girai e vidi Lei entrare accompagnata da alcune amiche,mi salutò con un abbraccio e un bacio che mi provocò un brivido lungo la schiena.Ci sedemmo tutte insieme ma dopo mezz'ora mi alzai perché dovevo far delle compere.Ci salutammo come vecchie amiche e io mi incamminai per fare gli acquisti in vista del Natale.Avevo ormai finito quando passando davanti ad un negozio di intimo mi incuriosi una vestaglia in vetrina,decisi di entrare e cominciai a guardare un pò di cose,prendendo dei capi da provare.La commessa mi indicò i camerini mentre aspettavo se ne liberasse uno pensavo alľincontro appena fatto."Ciaoooo, anche tu qui,se lo avessi saputo sarei venuta con te",alzai la testa e la vidi sulla porta del camerino."Visto che ci siamo ritrovate potremmo aiutarci a scegliere che ne dici?".Me lasciò entrare nel suo camerino mentre andava a cambiare alcuni articoli scelti,io mi provai la vestaglia e un body che mi andavano proprio giusti,mi stavo spogliando quando sentii bussare alla porta,"posso entrare"?aprii e mi guardò dicendomi che avevo fatto una bella scelta e che mi stavano bene,mentre mi guardava cominciò a spogliarsi per provare un reggiseno,quando vidi il suo seno mi sentii di nuovo dei brividi ma questa volta provenivano dalle parti più intime del mio corpo.I miei capezzoli si erano irrigiditie lei lo notò,si avvicinò sfiorandomi il seno e baciandomi prima sul collo poi sulle labbra."Desideravo da tanto di baciarti"anche io le risposi ricambiando il bacio e toccando il suo seno,eravamo molto eccitate,quella situazione ci aveva fatto eccitare e tutte e due eravamo bagnatissime.Fuori dai camerini altre donne aspettavano,un ultimo bacio poi le dissi se voleva venire da me visto che abitavo a 2 passi ed ero sola.Non ci pensò 2 volte,ci rivestimmo in fretta ma lei si tolse le mutandine offrendole alla mia bocca,feci la stessa cosa,tolsi le mie e le infilai nel suo seno.Arrivammo a casa dopo 10 minuti,mentre camminavo per strada senza mutandine mi sentivo eccitata come non mi succedeva da tempo,lei mi fissava e i suoi occhi erano solo per me.Stavo aprendo la porta e sentii la sua mano insinuarsi tra lo spacco della gonna,lei era dietro di me,sentivo i suoi capezzoli contro la mia schiena,aprii le gambe volevo farle sentire come ero bagnata,non avevo neanche guardato se qualche vicino guardava,mi sentivo una troia pronta a tutto.Entrate in casa ci avvinghiammo in un bacio zenza fine,le nostre lingue roteavano nelle nostre bocche,le nostre mani mettevano a nudo i nostri corpi."Voglio essere la tua troia,voglio godere e farti godere"siiiiii anche io,voglio leccarti tutta,voglio sentire il tuo sapore nella mia bocca.Eravamo stese sul pavimento leccavamo i nostri sessi fino ad esplodere ognuna nella bocca delľaltra.Eravamo sdraiate ancora sul pavimento,non ero ancora appagata,la sessualità che avevo represso per anni ora si presentava pretendendo sempre di più,baciavo il suo seno poi le presi le mani e la portai sul mio letto,volevo leccarla ancora,era la mia seconda volta con una donna e volevo recuperare il tempo perso,la stavo masturbando ma lei mi chiese di usare il bagno,la accompagnai e le chiesi di darmi la sua pipi,"sei sicura di quello che vuoi",certo,ho sognato molte volte di farlo ma non potevo chiederlo a mio marito,entrammo in doccia e lei mi inondò il seno il ventre poi mi avvicinai con la bocca assaporando quel nettare dolcissimo.Ci baciavamo e sotto ľacqua ci masturbavamo raggiungendo un altro orgasmo insieme.Era passato solo un ora ma sembrava stessimo godendo da sempre,purtroppo lei doveva andare ci salutammo con la promessa di rivederci presto con o senza i nostri partner.
2431
1
4 anni fa
patti1204,
64/64
Ultima visita: 11 mesi fa
-
Uscita con sorpresa
Un bel pomeriggio io e lei usciamo, prendiamo la superstrada e ci fermiamo a prendere un caffè in un bar, una macchina si affianca a noi con dentro un ragazzo sconosciuto, che fissa lei in ogni movimento, lei scende dalla macchina spalancando lo sportello mostrando al tipo le sue autoreggenti, entriamo nel bar e quando usciamo lui è ancora li ad osservare la risalita in macchina di lei, a quel punto la vogliosetta lo provoca e nel risalire in macchina gli fa notare che non indossa le mutandine, partiamo e notiamo da subito che lui ci segue, presi da tale eccitazione prendiamo la prima uscita e cerchiamo subito un posto tranquillo in aperta campagna, ci fermiamo e ci accorgiamo di essere stati seguiti da quel ragazzo arrapato che parcheggia dietro di noi, eccitatissimi cominciamo a far sesso, dopo circa 10 minuti il tipo scende dalla sua auto e si avvicina al nostro finestrino osservandoci ed eccitato mette subito in mostra il suo arnese duro come una pietra, la vogliosa presa dall'eccitazione abbassa subito il finestrino e comincia ad accarezzare quel cazzo arrapato mentre io la scopo da dietro, la voglia di andare oltre cresce e a lei non basta toccarlo, allora apre lo sportello, si gira mettendo a disposizione il suo culetto all'aria fuori dalla macchina dirigendo la bocca verso il mio cazzo, lo sconosciuto senza dire una parola per non rompere l'incantesimo accarezza il suo culo ed improvvisamente comincia a scoparla da dietro, all'inizio delicatamente e poi sempre più insistentemente fino al punto di arrivare a venire, ma prima di farlo toglie il profilattico e lei si gira velocemente per ricevere lo schizzo in piena faccia, finito il tutto il ragazzo scompare nel nulla senza tante presentazioni ecc... lasciando lei con tutta la sborra in viso soddisfatta ed appagata, siamo stati li a far sesso per altri minuti presi dall'eccitazione di aver fatto godere un perfetto sconosciuto.
Speriamo che la cosa si possa ripetere presto... basterà trovare il tipo giusto e la goduria è assicurata.
15
5
4 anni fa
VOGLIOSETTA38,
48/48
Ultima visita: 3 anni fa
-
Prima volta
ciao sono Giulio, 19 anni, due anni fa era la vigilia del mio compleanno, mio padre disse che non poteva rientrare prima di una settimana; una breve descrizione di lui, puttaniere, sempre ubriaco e giocatore, una volta disse a mia madre che non sapeva come aveva fatto a sposarla con quelle tettine; premesso questo mia madre decise di festeggiare insieme, avremmo fatto come tutti gli anni, lei prepara e poi a tavola vestiti eleganti.
l giorno dopo, avevo come un milione di farfalle nello stomaco, non capivo come mai, comunque mi vestii elegante, ma quando vidi Anna, mia madre, rimasi a bocca aperta, aveva un abitino corto con due spacchi laterali, così alti che si vedeva che non aveva intimo, un paio di sandali con tacchi da 16, camicetta di lino, era veramente uno schianto, ci sedemmo e mangiando ci toccavamo le mani, forse a causa del vino, o perchè lo desideravo, la mia mano si posò sulla sua gamba, vidi che apprezzava.
Continuammo così, a flirtare, al momento di spegnere le candele espressi il mio desiderio, ridevamo ad un certo punto ci guardammo, ci baciammo con passione, il mio cazzone (sono superdotato) era durissimo, la sua mano me lo tirò fuori, io a mia volta appoggiai la mano sulla sua topa bagnata, era eccitata, mi gettai sul letto e lei s'infilò il cazzo dentro, con un gemito di piacere, di sorpresa e di dolore, sentivo che la stavo allargando, scopammo con passione, mentre la riempivo del mio seme, le scappò che mi amava, seguì il mio, anch'io, giacemmo uno accanto all'altra soddisfatti, momentaneamente, veramente mi ami? Le chiesi a bruciapelo, lei assentì e mi disse che voleva essere la mia compagna, la mia amante e la mia complice e, soggiunse, se vuoi la tua puttana.
La baciai in bocca e poi le disi di aspettare, andai in camera mia, avevo comprato da tempo una fedina, mai sperando di darla a lei, tornai da lei e le dissi che anch'io la amavo e le porsi la fedina, si commosse, e mi baciò
La mia bocca scese ai suoi capezzoli duri e dolci, li succhiavo, li mordicchiavo lei giocava col mio cazzone, intanto la mia bocca scendeva lungo la pancia ed arrivò alla sua topa, ancora sporca di me e cominciai a leccarla, sembrava impazzita, squirtava a più non posso, la feci sdraiare le misi le sue gambe sulle spalle e la penetrai con delicatezza, entravo piano ma inesorabilmente, mentre la mia bocca baciava e leccava i suoi piedi, la pompavo ed entravo sempre di più, venni nuovamente dentro di lei, dopo un po che stavamo abbracciati e ci facevamo le coccole, le dissi che volevo anche il suo culetto, mi disse che le avrei fatto male, risposi che era o no la mia puttana, andò in bagno e tornò con un vasetto di vasellina, spalmalo e carezzami il buchetto, poi quando vuoi entra
Feci come aveva detto, poi appoggiai la cappella sul buchetto che faceva resistenza, riuscii ad entra con la cappella, lei gemeva di dolore e di piacere, continuavo ad entrare, ad un certo punto sentii che si allargava, uscirono anche gocce di sangue ma alla fine fui dentro di lei, durò almeno una mezz'ora, poi la riempii, uscito dal suo culetto si alzò e si mise a gambe larghe, mi disse guarda come cola lungo le cosce, poi toenò a letto e ci addormentammo nelle braccia l'uno dell'altro
0
2
4 anni fa
giovaneragazzotn,
19
Ultima visita: 3 anni fa
-
Lo ha fatto anche lei!
Mi chiamo Mario, ho cinquantadue anni, sono separato da otto mesi, da quando mia moglie, ha preferito la vita con me, a quella più elettrizzante, e soddisfacente che le ha regalato una donna, che ha conquistato il suo cuore. All’inizio questa cosa mi ha molto infastidito, ma poi col passare dei mesi, mi sono reso conto che anche lei, come tutte le donne, quando trovano la persona giusta, al momento giusto, e nel luogo giusto, decidono di vivere la loro vita in maniera totalmente diversa. Lavoro come impiegato, da oltre quindici anni in uno studio legale e fiscale, che fornisce assistenza fiscale, e cura la contabilità di altre aziende. Nel mio stesso ufficio, si lavora Giorgio, collega di cinquantacinque anni, sposato da oltre venti anni, che ha un figlio grande, che aveva lavora in un’altra città. Giorgio a differenza di me, lavora nel nostro gruppo, da solo otto anni, perché proviene, dagli uffici di una società che è stata assorbita dal mio studio legale. È la classica persona dall’aspetto normale e mite, con un filo di pancetta, e un principio di calvizie. Sul lavoro, spesso volentieri, il nostro direttore, lo tratta in maniera dura, e lui, che ha un carattere timido e sottomesso, trema come una foglia. È sposato con Gioia, una splendida femmina che quando l’ho conosciuta circa due mesi fa, ho sentito dentro di me il desiderio di possedere quella splendida creatura, di scoparla, e di farla godere moltissimo. La sua conoscenza stata alquanto casuale, in quanto Giorgio aveva la sua auto, in riparazione presso l’officina meccanica, e al mattino e alla sera, la moglie che lavora in un edificio poco lontano dal nostro ufficio, lo accompagnava al mattino, e passava riprenderlo la sera. La seconda sera, pioveva a dirotto, allora Giorgio, mi ha offerto un passaggio, in quanto abito a metà strada fra la sua abitazione e il nostro luogo di lavoro. Appena salito in auto, sul sedile posteriore, ho potuto ammirare attraverso lo specchietto splendidi occhi azzurri della signora, che in maniera alquanto casuale lanciava delle occhiate al mio indirizzo. Mentre lui parlava guardandosi intorno, sia della pioggia, che del noioso ingorgo in cui c’eravamo infilati, io continuavo ad osservare quegli splendidi occhi, che mi scrutavano in maniera discreta, ma continua. Dentro di me mi sono domandato, come mai una splendida donna così, era diventata sua moglie, e soprattutto, avevo la netta sensazione, che alla signora piacesse il cazzo, anche se apparentemente non lo dava a vedere. La sera successiva, mentre eravamo di nuovo incolonnati nel solito ingorgo sotto la pioggia, ho notato che lei, aveva in qualche modo modificato l’angolo dello specchietto, in maniera da poter ammirare la mia figura quasi per intero, così, sono posizionato al centro del sedile posteriore, e lentamente iniziato ad carezzarmi il pacco, che significativamente si è gonfiato, mettendo in mostra sotto la stoffa, la mia abbondante dotazione, un bel membro, di quasi una ventina di centimetri, e di una discreta circonferenza, che dire della mia ex moglie, era perfetto per far godere una donna. Lei mi ha osservato attraverso lo specchietto per tutto il tempo che siamo stati in auto, passando ripetutamente la lingua sulle labbra per unificarle, mentre lui continuava a parlare di cose banali, fin quando ad un certo punto, le ha chiesto una cosa, e lei non gli ha risposto, in quanto aveva sicuramente la mente all’inseguimento di un suo personale pensiero.
«Amore mi ascolti?»
Lui ha appoggiato la sua mano sulla sua spalla, e a quel punto lei si è girata verso di lui, cercando di capire quale fosse la sua domanda.
«Amore mi sembri distratta, cosa stai pensando?»
Lei ha dato ancora una piccola occhiata specchietto, poi si è girata verso di lui, dopo avergli sorriso, ha risposto in tono un poco ironico.
«Amore stavo pensando, quanto sarebbe bello essere sdraiati su di una spiaggia in costume da bagno, a rosolarci al sole, invece di dover stare qui infila, con questa noiosa pioggia battente.»
Lui ha annuito, ha sorriso, mentre io quel punto ho lanciato la mia battuta di circostanza.
«Scommetto che sarebbe uno spettacolo bellissimo, una splendida donna come te, sdraiata a prendere il sole. Chissà quanti maschi, passerebbero davanti per ammirarti, e io sicuramente sarei tra quelli.»
Lei ha fatto un mezzo sorriso ironico, che ho ammirato attraverso lo specchietto, mentre lui, ha fatto un cenno d’assenso col capo, sorridendo, ha confermato la mia idea.
«Ti assicuro, che mia moglie, quando prende il sole, è un vero spettacolo, ed è anche interessante vedere quanto susciti, l’interesse in altri uomini.»
Sentire quelle parole, hanno innescato dentro di me, ancora più forte il desiderio di possedere quella femmina, che se all’apparenza, è una brava moglie, devota e rispettosa, sono convinto che una volta fatto emergere la troia che è in lei, dovrebbe essere sconvolgente scoparla. L’occasione, anche in questo caso, si è presentata in maniera del tutto inaspettata. Eravamo impegnati a redigere il bilancio di un’azienda, e mentre io mi occupavo del controllo delle fatture, entrate e uscite, lui era impegnato al controllo di tutte le varie spese sostenute dall’azienda, e i relativi incassi. Doveva semplicemente, copiare, le varie voci riportate su un lungo elenco di fogli, e alla fine fra le entrate, e le uscite far coincidere le cifre riportate in fondo ai vari elenchi. Avremmo dovuto consegnare tutto, dopo circa un’ora, quando lui comincia a imprecare tremare come una foglia.
«Accidenti! Maledizione! Non è possibile, questa volta il capo mi spella vivo, perché non riesco a capire, come mai le cifre che ho sullo schermo non coincidono con quelle presenti nei vari elenchi da cui le ho prese.»
Lo guardo, leggono i suoi occhi, un vero e proprio momento di paura. Cerco in qualche modo essere utile a risolvere il suo problema.
«Prova a lanciare una diagnostica, che ti evidenzi quale sia il problema, che non ti fa coincidere le varie cifre.»
Mi risponde che lo ha già fatto due volte, ma senza nessun risultato, allora mi sposto dalla mia scrivania alla sua, e seduto davanti al suo pc, provo di nuovo a lanciare il programma per capire quale sia l’errore che ha commesso, ma anch’io ottengo lo stesso risultato. Vedo la disperazione del suo volto, allora quel punto, mi ricordo che esiste un piccolo trucco, che se viene applicato in maniera corretta e precisa, può risolvere un simile problema. Apro un programma specifico, inserisco tutti i dati che lui ha memorizzato del suo lavoro, e poi lancio la diagnostica. Dopo appena pochi secondi, sullo schermo compare il lungo elenco delle voci da lui inserito, con evidenziata una voce che è stata immessa per due volte, e che quindi crea la disparità nei risultati contabili. Rimane sbalordito dalla mia abilità, si mette di nuovo al lavoro dopo aver eseguito la dovuta correzione, e quando mancano dieci minuti alla consegna del lavoro ha perfettamente riallineato tutte le cifre che ora coincidono con quelle scritte nei vari elenchi. Improvvisamente la porta si apre, ed entra il nostro superiore, prende da lui vari fascicoli, osserva il contenuto del lavoro nel più assoluto silenzio, mentre nella stanza non vola nemmeno una mosca, e credo che nemmeno suo respiro sia regolare fin quando il capo, ci osserva entrambi, con un mezzo sorriso si complimenta con noi per l’ottimo lavoro. Lui fa un profondo sospiro, come se la vita fosse tornata a scorrere nel suo corpo, mentre io ero sicuro che sarebbe tutto è andato bene.
«Mario sei un grandissimo amico! Mi hai salvato la vita! Devo trovare il modo per sdebitarmi con te.»
Lo guardo sorrido, e scherzando gli dico che per sdebitarsi oggi dovrà pagare il pranzo ad entrambi. Lui accetta volentieri, insieme ci rechiamo presso la solita tavola calda dove andiamo consumare i nostri pasti, ci mettiamo seduti ad un tavolo insieme a Lucio un altro collega, che è in compagnia di Milena una bella donna che lavora con lui nello stesso ufficio. Mentre stiamo mangiando, seguo il discorso della donna che inveisce contro il marito reo di aver avuto un’avventura sessuale con un’altra donna più giovane, e ora che è stato colto in flagrante, cerca di minimizzare l’accaduto. Il nostro collega cerca di difendere il marito.
«Dai Milena, cerca di capire, gli uomini sono cacciatori, perché evidentemente ci sono donne che amano essere prede da cacciare.»
Lei lo guarda, ribatte ancora più seccata.
«Con questo vorresti dire che tutte le donne sono puttane, e che voi uomini siete sempre autorizzati a provarci con tutte, tanto alla fine una scopata la rimediate sempre.»
Resto in silenzio, mentre Giorgio si intromette nel discorso, e dà man forte all’amica, cercando di ribattere alla logica del nostro collega.
«Non sono affatto d’accordo con te amico, ci sono donne che amano giocare a fare le prede, ma tante altre, che sono delle brave persone, mogli fedeli, che difficilmente lasciano convincere a vivere una qualsiasi avventura.»
Milena concorda con le parole di Giorgio, mentre Lucio ribatte che le donne, quando trovano la persona giusta, al momento giusto, nel luogo giusto, non perdono l’occasione di vivere nuove esperienze. Io non mi intromettono, anche se dentro di me sono perfettamente convinto che Lucio il nostro collega, ha perfettamente ragione perché ho sperimentato sulla mia pelle, che quello che lui ha detto corrisponde nella maggior parte dei casi a verità. Tornati in ufficio Giorgio vuole riprendere il discorso, e mi chiede il mio parere non avendolo sentito a tavola.
«Tu che cosa ne pensi? Sei convinto anche tu come Lucio, che tutte le donne sono puttane, come dice lui, che se capita l’occasione giusta, tutte aprono le cosce ci stanno, a farsi sbattere dal primo, che soddisfa in qualche modo la voglia di novità.»
Lo guardo, dopo un’attenta riflessione, gli racconto il motivo per cui mia moglie se n’è andata, e ha voluto il divorzio per poter convivere con il suo nuovo amore, una splendida donna, che ha preso il mio posto nel suo cuore. Quindi, posso dire che Lucio ha una buona parte di ragione, quando dice che, se una femmina si trova nel posto giusto al momento giusto, con la giusta persona, difficilmente si lascerà sfuggire l’occasione di una nuova esperienza. Lui ribatte che sua moglie non rientra in questa categoria. Io lo guardo dentro di me sorrido pensando che sicuramente si sta sbagliando. Il giorno successivo, mentre stiamo andando a pranzo, lo vedo intento ad una lunga telefonata, e alla fine mi chiede se per il sabato successivo ho impegni. Non avendo nulla da fare gli rispondo che sono totalmente libero, e allora lui mi invita a cena a casa sua, per ripagarmi in qualche modo lo scampato pericolo del giorno precedente. Fingo un po’ per non accettare subito, anche se dentro di me prende subito corpo l’idea, che questo sia l’occasione giusta per poter in qualche modo riuscire a scopare la sua splendida moglie. Passano lentamente i giorni durante i quali cerco di elaborare un piano per raggiungere il mio obiettivo, e poi finalmente arriva il sabato sera e puntuale alle venti, mi presento a casa sua, dove lui mi accoglie calorosamente, quando entro nel salone mi trovo davanti quella splendida femmina che suscita in me ancora più forte il desiderio di averla. Gioia, indossa una mini nera, una camicetta bianca, con un solo pochi bottoni chiusi, e questo mi permette di ammirare con il suo splendido decolletè. I suoi splendidi capelli castano scuri, scendono lungo le spalle, mentre le scarpe con il tacco dodici che indossa, inarcano il suo meraviglioso fondoschiena, mettendolo perfettamente in risalto, fasciato dalla mini aderente. I suoi occhi chiari, le labbra carnose, impreziosite da un rossetto non eccessivamente vistoso, la rendono bella e molto desiderabile. Dopo i vari convenevoli e saluti, durante i quali ho modo di ammirare questa splendida femmina, che in una o più occasione ha indugiato con lo sguardo su di me, mi rendo conto che se gioco bene le mie carte, questa sera riuscirò in qualche modo a godere del piacere del suo corpo. Con la scusa di mettere in frigo due bottiglie di vino che ho portato, la seguo in cucina, mentre lui continua ad apparecchiare la tavola. Quando lei si piega in avanti, per mettere le bottiglie dentro il frigo, dalla mia posizione possono ammirare, il pizzo delle calze autoreggenti, che si intravede appena sotto il bordo della gonna. Con la scusa di verificare, se posizionato correttamente le bottiglie all’interno del frigo, mi avvicino lei, e in qualche modo i nostri corpi entrano in contatto. Il mio membro duro, compresso dentro la stoffa dei miei pantaloni, entra in contatto con il suo corpo quando lei si sposta. Rimane per un lungo istante immobile, poi si gira e mi lancia occhiataccia, quasi a volermi sgridare, per essermi strusciato su di lei. io invece ho la forte sensazione che a lei il gioco non sia dispiaciuto per niente, continuo durante tutti i preparativi della cena, ad entrare in contatto con lei in ogni occasione, strusciandomi su di lei, e a sfiorarla con le mani, ogni qualvolta ne capita l’occasione. Lui intanto è allegro ed euforico, mentre racconta dello scampato pericolo, io quel punto inizio ad attuare il mio piano, che prevede di farlo ubriacare, in maniera che possa avere libero accesso a lei. Per prima cosa, facciamo ripetuti brindisi con del prosecco, mentre io ne assaggiò appena un po’, lei, ma soprattutto lui, ne beve due o tre calici, che subito rendono alquanto allegro l’ambiente. Seduti a tavola, mentre parliamo di lavoro e di altre cose, io che me la trovo alla mia destra, non perdono occasione, di riempire il bicchiere di lui, con del vino dalla forte gradazione, e contemporaneamente di passare ripetutamente la mia mano sopra la sua coscia. In un primo momento, per quanto infastidita, ha scostato la mano, o addirittura a serrato le gambe, per impedirmi di risalire all’interno, ma poi complice il vino, le risate, le varie battute a doppio senso, lentamente, mi accorgo, che ora la mia mano, scorrere liberamente, fino a raggiungere l’attaccatura della gamba. Ben presto le mie dita accarezzano la sua fica, da sopra la stoffa di un’esigua e sottile mutandina. Cerco di portare il discorso sul sesso, e lui in questo mi asseconda inconsciamente, mentre lei cerca in qualche modo di limitarlo.
«È chiaro che, tu Giorgio, con una splendida donna come lei, devi sentirti fiero, e molto onorato se qualche maschio, le riserva qualche occhiata di puro desiderio. Scommetto che in tutti questi anni di matrimonio, ti sarà capitato molte volte, di vedere lo sguardo bramoso, di altri uomini che osservando tua moglie, avranno desiderato di averla fra le loro braccia.»
Lui ride, e dopo l’ennesimo bicchiere di vino, comincia a raccontare vari aneddoti, in cui lei è stata protagonista del desiderio di altri uomini.
«Mi ricordo in particolare, circa cinque anni fa, nel villaggio turistico dove c’era, l’animatore, un ragazzo brasiliano, che non le staccava mai gli occhi di dosso, e che voleva in qualche modo insegnarle a ballare la samba, solo per potersi strusciare su di lei.»
Gioia gli dà un’occhiata, cercando in qualche modo di evitare che lui continui a raccontare questi episodi, mentre lui invece sembra sempre più divertito, dopo l’ennesimo brindisi alla sua bellezza, che io propongo, cerco in qualche modo di conoscere altri eventuali aneddoti. Lei cerca in qualche modo di sminuirsi, mentre lui ormai libero da remore, racconta altre situazioni, in cui lei si è trovata al centro delle attenzioni di altri maschi. Mentre lui parla lei cerca in qualche modo di ribattere alle affermazioni di suo marito.
«No non è vero! Sei tu che stai ingigantendo le cose che non sono affatto vere. Ti sembra che io possa in qualche modo provocare un uomo? Non lo farei mai, perché sono consapevole, che poi verrai a trovarmi in una situazione alquanto imbarazzante.»
Lui che ormai è quasi sbronzo, le ribatte che ha le prove, dice la pura verità. Lei lo guardò senza capire, mentre io incuriosito adesso insisto per vedere queste prove.
«Giorgio, a questo punto devi assolutamente dimostrare che quello che dici è la pura verità. Se lei veramente ha in qualche modo provocato un uomo, e tu ne hai la prova a devi mettere qui sul tavolo e mostrarla, così da poter verificare chi di voi due ha ragione.»
La cena ormai è passata in secondo piano, nessuno di noi ha voglia di mangiare, lei, incuriosita osserva il marito che alquanto insicuro, e quasi barcollando, va nello studio, e dopo un attimo ritorna con in mano un CD rom. Lei lo guarda sbigottita, con i freni inibitori ormai saltati, seppur ridendo cerca in qualche modo di impedire la visione di quello che era contenuto del CD.
«Non Giorgio, ti prego, questo no! Era un gioco fra di noi.»
Io la stringo a me, con la scusa di impedirle di bloccare il suo marito, colgo l’occasione per farle sentire il mio sesso duro e dritto nel solco delle natiche, mentre con le mani abbracciandola da dietro il palpo i seni. Lui ride, seduto sul divano, mi invita a sedermi con lei in mezzo a noi due, mentre avvia la visione della registrazione. Ben presto le immagini mostrano lei che lentamente esegue uno spogliarello, che lui riprende con la telecamera, e fra un indumento dell’altro si diverte a scattare delle foto. Nel video lei è sensuale, maliziosa, si muove con gesti molto languidi ed erotici, che mi fanno ancora di più aumentare la mia erezione. Lei ora la sente premere contro la sua coscia, in quanto si è girata verso di lui quasi per fare in modo che il mio corpo aderisca al suo. Dopo un momento di comprensibile imbarazzo, ora lei si lascia andare le mie carezze, con la mano che da dietro risale la coscia. Mi lascia insinuare sotto il vestito per accarezzare la sua splendida natica che sento nuda in quanto lei indossa sicuramente uno string che dietro si è infilato nel solco delle natiche. Sullo schermo, scorrono sempre più immagini di lei, che si sta denudando, e mostra il suo splendido corpo. Io la guardo, sono sempre più eccitato, mentre lui si è appoggiato con il capo reclinato all’indietro, e dopo un istante ci rendiamo conto, che il sonno ha preso il sopravvento. Gioia e io ci diamo uno sguardo, e per un momento restiamo in silenzio a fissarci, poi lei si gira, si alza e cerca in qualche modo di sollevare Giorgio, che dorme pesantemente. Scatto in piedi, le offro il mio aiuto per accompagnarlo a letto nella loro camera matrimoniale. Lo mettiamo disteso, lei gli sfila solo le scarpe, poi in silenzio ritorniamo nel salone. Sullo schermo ora scorrono le foto, che lui le ha scattato mentre la filmava, e queste immagini sono davvero belle e molto erotiche, al limite del porno.
Giorgio.
Mi chiamo Giorgio, ho cinquantacinque anni, sono sposato da oltre venti con Gioia, una splendida donna, da cui ha avuto un figlio, che ora vive in un’altra città. La nostra unione è stata, sempre molto tranquilla e serena. Il sesso fra di noi, a mio avviso, è sempre stato bello e appagante. Amo molto indugiare nei preliminari, ben sapendo che lei questo mio atteggiamento piace molto. È bello sentirla eccitata, e poi possederla lentamente, facendola godere molto, fino al punto, che è lei stessa chiedermi di raggiungere il mio orgasmo. Da otto anni di lavoro in un nuovo ufficio, assieme a Mario, un tipo molto simpatico, molto esperto nel suo lavoro, che da alcuni mesi è stato lasciato da sua moglie, che ha chiesto il divorzio, per poter vivere la sua vita assieme ad un’altra donna. In questi ultimi tempi, lui ha avuto l’occasione di conoscere mia moglie, e anche se lei non se n’è accorta, mi sono subito reso conto che la conoscenza di quest’uomo, ha suscitato un certo interesse in lei. Mi sono reso conto, di trovarmi davanti a un bivio, a dover fare una scelta, ma soprattutto, riuscire a capire se, la mia forte convinzione, che il nostro rapporto sia forte e duraturo, possa in qualche modo essere messo in discussione, da quanto asserisce Mario, che ogni donna, quando si viene a creare la situazione giusta, al momento giusto, e nel luogo giusto, cede alla tentazione di vivere una nuova esperienza, specie se in campo sessuale. Mi sono subito reso conto, che mia moglie, dopo una iniziale volontà di non cedere, ha in qualche modo, fatto nascere in lui il desiderio di averla. Ho colto l’occasione, invitando la cena, per verificare se è questo mio pensiero, o meglio dubbio, sia in qualche modo giusto. La prima cosa che ho notato, è stato l’abbigliamento di mia moglie, che ha indossato una mini, delle autoreggenti, una camicetta bianca, poco abbottonata, che ben evidenziava il suo splendido seno, le scarpe con il tacco dodici, che le inarcano i glutei, ponendo sempre più in risalto il suo splendido culo. Dentro di me, ho avuto immediatamente la netta sensazione, che anche lei in qualche modo, desiderava provocarlo. Senza sapere fino a che punto, si sarebbe spinta in questo strano gioco, ho deciso di assecondarla, facendo ben attenzione, ad intuire se fra di loro, vi è già una certa complicità, oppure in che modo lui, avrebbe in qualche modo approfittato di questa occasione che io gli avevo offerto su un piatto d’argento. Appena giunto in casa nostra, Mario in qualche modo, ha subito iniziato a corteggiare mia moglie. Ho osservato senza essere visto, il modo in cui lui si è strusciato a lei, mentre insieme riponevano le bottiglie di vino nel frigo, e lei, che ha in qualche modo accettato il contratto del suo corpo con quello di lui, dove già era ben evidente il pacco gonfio. Appena iniziata la serata, dopo il primo brindisi, mi sono subito reso conto che Mario, aveva la ferma intenzione di farmi ubriacare. Ho intuito che questo fosse parte del piano, che lui aveva studiato, forse insieme a lei, per farmi ubriacare, e mettermi in qualche modo fuori gioco. Ha una buona resistenza all’alcol, e quindi ho in qualche modo assecondato il loro progetto, fingendo subito, che l’alcol avesse già alterato velocemente la mia lucidità. Mia moglie, dopo un momento di imbarazzo, ha incominciato ad assecondarlo, ben presto ho capito, che il gioco la stava coinvolgendo sempre di più, anche se cercava di salvare le apparenze. Quando il discorso è scivolato sul sesso, ho deciso di giocare una carta vincente. Ho in qualche modo provocato la curiosità di Mario con alcuni filmati, di lei che in passato, si è esibita in eccitanti spogliarelli per me. Appena iniziata la visione del CD, mi sono subito reso conto, che in qualche modo avrei messo in mostra mia moglie, ad un altro maschio, e questa cosa, mi ha provocato due sensazioni nettamente distinte. Una parte di me, voleva che tutto finisse, che per nessun motivo, un altro uomo potesse vedere lo splendido corpo di mia moglie. Ma un’altra parte di me, ha desiderato ardentemente di vedere quale sarebbe stata la reazione di lei, mostrata a lui, e questa sensazione mi ha provocato una forte erezione. Mi sono subito reso conto, che ben presto anche lei se ne sarebbe accorta, e quindi ho iniziato a fingere di non essere più lucido. Ho notato che anche mia moglie, ormai assecondava le sue carezze sul suo corpo, ho finto di cadere in un sonno profondo, e loro per restare soli, mi hanno portato in camera da letto. Non hanno nemmeno cercato di spogliarmi, tanto era forte il loro desiderio di tornare nel salone. Appena sono usciti, io ho lasciato passare circa cinque minuti, poi silenziosamente sono andato in bagno, mi sono lavato la faccia. L’acqua fresca, ha in qualche modo ridestato i miei sensi, e sollevando il viso mi sono guardato allo specchio. Dentro di me è improvvisamente, è esploso un forte contrasto di idee. Una parte di me, accettava consapevolmente quello che stava succedendo nel salone, mentre un’altra parte si sentiva profondamente tradita. Mi sono guardato allo specchio, cercando di capire cosa volevo.
«Ma che razza di maschio sei. Quale uomo accetterebbe di lasciare che sua moglie, abbia un comportamento così sconveniente, quasi da puttana. Ora vai di là, e lo cacci, e ristabilisci il tuo ruolo di maschio e marito.»
Ho riempito di nuovo le mani con l’acqua fresca, mi sono bagnato ancora il viso, tornando a guardarmi di nuovo nello specchio.
«Smettila di opporti alla realtà, hai capito benissimo, che dentro di te è quello che vuoi, vederla con un altro maschio. Da tempo te ne sei reso conto, che il sesso che fa con te è diventato poco appagante, quasi monotono, e questa sera ti sei eccitato moltissimo, quando hai visto gli occhi di Mario, desiderare la tua donna. Probabilmente anche lei, desidera vivere quest’esperienza, da come si è vestita, e da come lo ha assecondato, accettando tutte le sue provocazioni, è facile giungere alla conclusione, che quando uscirai da questa porta, li troverai sicuramente che stanno scopando.»
Mi bagno di nuovo il viso, e questa volta mi giro, ignorando lo specchio, e dopo essermi asciugato, esco silenziosamente lungo il corridoio. La porta che divide le due zone della casa, è semplicemente accostata, lasciando un bello spiraglio, che permette un’ottima visione di quello che sta succedendo dentro il salone. Gioia, si muove al ritmo lento della musica del video, sta ripetendo le stesse cose che io ho ripreso tanti anni fa, si spoglia lentamente, lasciando cadere la camicetta, e ora gioca con i seni mentre con le mani abilmente slaccia il reggiseno, lo lancia verso di lui che sta seduto sulla poltrona con il suo membro duro fra le mani. Vedo benissimo che lui è più dotato di me, perché stringendolo nella mano alla base, ne spunta al di sopra un’altra parte, mentre io se impugno il mio, sopra le mie dita, esce poco più della cappella. Lui afferra il reggiseno che lei gli ha lanciato, stringe le coppe intorno all’asta, sempre seguendo i suoi movimenti languidi, con gli occhi fissi sul suo seno che lei gli mostra, inizia a masturbarsi, mentre lei con due piroette lascia cadere anche la gonna rimanendo solo con le calze e tacchi alti. Improvvisamente lui si alza in piedi, l’attira a sé, e la bacia con passione, mentre le sue mani scivolano dietro la schiena, si impossessano delle sue natiche stringendole con forza contro di lui. Lei risponde al bacio, e dopo un poco lui si gira volgendomi le spalle, mentre fa sedere lei sul bordo del divano, e anche se non lo vedo chiaramente, dal movimento avanti indietro del corpo di lui, mi rendo conto che ora mia moglie gli sta facendo un pompino. Tiene entrambe le mani sul suo capo, dettando il ritmo della pompa, mentre lei tiene le mani appoggiate alle sue gambe per assecondare il movimento. Dopo aver ampiamente assaporato il piacere della bocca di mia moglie, improvvisamente lui la fa distendere i si inginocchia fra le sue gambe, abbassa il suo volto e con la lingua va leccare la fica di mia moglie. Vedo gemere di piacere la donna che amo, che ora sta godendo eccitata dalla lingua di un altro uomo. Osservo mentre tengo in mano, il mio cazzo sempre più duro, mentre dentro di me, devo prendere una decisione, ma non è facile. Ho due alternative: entrare fare un casino, e porre fine a tutto questo che sta succedendo tra loro due, con il rischio che poi con mia moglie la storia sarà finita, oppure stare qui ad osservare quello che succede, senza intervenire, oppure? Se io decidessi di fare un’altra cosa, più impensabile, più incredibile, la più folle che mi possa mai venire in mente. Faccio un profondo respiro, poi mi spoglio nudo, e con il cazzo in mano entro silenziosamente nel salone. Quando arrivo vicino a loro, lui le ha già infilato il cazzo dentro, che lo sta spingendo lentamente fino in fondo, con mia moglie che tiene gli occhi chiusi, e la bocca parzialmente aperta. Mario mi guarda, per un attimo resto immobile, poi mi osserva, vede che non sono per niente adirato nei suoi confronti, quindi con un gesto del capo mi invita a mettere il mio uccello in bocca a mia moglie. Quando lei avverte la mia presenza apre di colpo gli occhi, mi guarda sbalordita mentre lui le affonda tutto dentro il suo sesso duro che la fa sobbalzare, io gli sorrido, vi offro il mio cazzo da succhiare. Lei lo afferra con la mano l’ho portato alle labbra, e lentamente infila tutto in bocca succhiandolo avidamente. Nelle due ore successive, facciamo godere in maniera intensa e completa. Dopo l’iniziale indecisione, fra Mario e me, scatta una complicità che nemmeno sospettavo, che porta mia moglie godere con orgasmi molto intensi e profondi. Durante il nostro gioco, mentre sono sdraiato supino e mi sto inculando mia moglie, Mario la scopa davanti, e per la prima volta lei riesce a godere in una doppia penetrazione. Dopo che l’abbiamo fatta godere tantissimo, che entrambi siamo venuti due volte dentro di lei, alla fine sfiniti, ci guardiamo negli occhi ci mettiamo a ridere.
«Mio caro amico sei un uomo fortunato, perché hai fra le braccia una donna come tua moglie. Spero che quello che abbiamo fatto provare questa sera sia solo la prima volta di tante altre.»
Lo sguardo, sorrideva mia moglie, abbraccio forte la bacio, mi giro verso di lui che mi osserva in silenzio.
«Mario amico mio, capito da subito che volevi scoparti mia moglie, e anche io, dentro di me aveva questo desiderio. Quando questa sera ho visto mia moglie vestirsi in maniera sexy e provocante, ho capito che anche lei desiderava qualcosa di nuovo nel nostro rapporto.»
Da quel momento nasce una profonda amicizia fra le tre, che ha portato mia moglie godere spesso volentieri fra le nostre braccia.
13
4
4 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 22 ore fa -
Un cambiamento totale.
Guardo le foto facendole scorrere sullo schermo del mio tablet, bellissime, perfette, scattate con la cura dei particolari. Ricordo di ogni singola posa, la preparazione, i dettagli, tutto. Una foto in particolare attira la mia attenzione, è perfetta, bellissima, l'ho desiderata così, e il risultato va ben oltre le mie aspettative. Mi ritrae di spalle, con le ginocchia appena genuflesse, lo sguardo di lato ammiccante, le labbra sensuali mimano un bacio, ma tutta l'attenzione è per il mio lato B. Tondo, perfetto, provocante, appena fasciato da una mini di stoffa nera elasticizzata, alta appena venti/venticinque centimetri, che mi costringe a ricordare come tutto è cominciato. La mente ritorna indietro di alcuni anni. All'epoca avevo appena finito le medie, e già il mio corpo rivelava quello che dentro di me sentivo da qualche tempo, il forte desiderio di assomigliare a una donna. Il mio aspetto minuto non lasciava dubbi. Biondino, gambe e braccia esili, un viso incorniciato in un ovale perfetto che mi donava un’aria da efebo, un corpo che tutto aveva tranne l'aspetto maschio, virile e possente. Al contrario ero esile, minuto e con un’aria fragile impressionante. Tutte le mie attenzioni per il sesso femminile erano incentrate unicamente per ascoltare i loro discorsi. Le ragazze parlavano di moda, rossetti, trucchi, scarpe e di come far impazzire i maschi. Erano il meglio che potessi ascoltare. All'epoca vivevo ancora con i miei genitori, e mia sorella più grande, in un paese stretto fra una grossa montagna e la Statale molto trafficata. Ammiravo mia sorella quando si truccava, vestiva e subito non avevo capito perche all'inizio era fisicamente come me. Poi lentamente le erano spuntate delle protuberanze sul petto che finirono per donarle una magnifica quarta, misura che ancora oggi le invidio, e un culo meraviglioso. Quando indossava appunto la famosa “mini” il suo allora fidanzato le diceva che era talmente bello che sfondarlo era un dovere nei confronti della natura che lo aveva fatto così.
Già il suo fidanzato, oggi mio cognato. Luca è quello che si dice un vero maschio virile. Muscoli possenti da ogni angolo del corpo, massiccio, alto, e terribilmente peloso! E se non bastasse tremendamente porco. Porco, ma un porco, fantastico. Una sera che stava scopando mia sorella, avevo sentito i rumori, li avevo spiati. Avevo avuto modo di ammirare suo magnifico cazzo. Grosso, duro, nodoso, in cima una cappella grande con una fragola. Mi ero segato fino a sfinirmi al solo pensiero di averlo dentro. Circa due anni dopo, fra i sedici/diciassette anni, la mia vita ebbe la sua prima svolta. Ricordo che era un sabato sera, in paese c'era una festa e tutti vi erano andati, io no. Avevo accampato delle scuse. In realtà ero stanco delle battutine dei ragazzi del paese e delle risatine ironiche delle ragazze, e poi avevo in mente altro. Appena solo mi sono fiondato in camera di mia sorella, all'epoca era già sposata con il porco, ed era pure incinta di alcuni mesi. Aperto l'armadio, le ho preso appunto questa mini che adoravo, un paio di “ zatteroni” scarpe con il tacco a zeppa altissime, che lei metteva sempre quando indossava la mini. Le elevavano ancora di più il culo verso l'alto rendendolo ancora più desiderabile. Mi trasferisco in camera mia, nudo, indosso le cose prese. Mi ammiravo allo specchio muovendomi con movenze da troia che batte. Mi gustavo tutto quello che vedevo e a mio avviso era bellissimo. Da qualche tempo, avevo sperimentato l'introduzione nel mio culetto di vari oggetti di relative dimensioni per provare la sensazione di essere posseduto. Ora mi ammiravo fingendo di essere una puttana da marciapiede che cerca il suo cliente. Improvvisamente entra Luca in camera e mia afferra con forza un polso.
«Lo sapevo che eri una puttanella. Un frocetto tutto da gustare, una troietta da scopare con gusto, inginocchiati che voglio sentire come lo succhi.»
Senza aggiungere altro mi torce il polso, mi costringe ad abbassarmi davanti a lui che nel frattempo ha aperto i pantaloni e ha tirato fuori il suo magnifico cazzo. Senza indugi me lo pianta dentro la bocca. Mi tiene fermo il capo con entrambe le mani e mi scopa in bocca in maniera dura, brutale.
«Sei una meraviglia! Mi ricordi una giovane trav che batteva lungo la Statale qualche anno fa. Anche lei lo leccava bene, tutti la chiamavano Luana, tu gli assomigli, e allora da oggi ti chiamerò così, Luana, la mia puttanella tutta da godere!»
Parla mentre continua scoparmi infilandolo sempre più dentro la mia gola incurante del fatto se mi piace o meno. Mi sento quasi soffocare con quel palo infilato in gola, ma tutta questa brutalità mi eccita da morie, scopro che mi piace essere maltrattato. Poi mi solleva e mi gira appoggiandomi al letto, piegato a novanta. Sputa un poco di saliva sul buchetto e si lubrifica anche il cazzo poi mi penetra con durezza piantandolo tutto dentro in un colpo solo. Urlo, mi sento sfondare, squarciare, dividere in due, le gambe mi cedono.
«…aaaaahhhhhiiiiiii ... AAAHHHHiiiiiii ... Piano! ... Ti prego...»
Mi immobilizza tenendomi per i fianchi. Aspetta un momento immobile dentro di me, poi parte a limarmi il buchetto incurante delle mie suppliche. Mi sbatte con un ritmo costante che ben presto da i suoi frutti. Sento il piacere scorrere lungo tutto il mio corpo.
«Ti piace! Lo sapevo che eri una troietta! Non credevo fossi anche vergine, meglio! Mi divertirò di più a godere di questo culetto stretto, vedrai che alla fine ci passa pure un tir.»
Mi lima e mi fa godere molto. Si mette disteso e mi fa impalare su di lui e con le mani mi strappa letteralmente i capezzoli procurandomi un piacere/dolore che mi fanno sborrare senza toccarmi il cazzo. Inarca le gambe e mi scopa velocemente, poi si sfila e mi mette in ginocchio davanti a lui.
«Dai succhialo che ti faccio bere anche la sborra! ... Vedrai ti piacerà! ... Dai succhia ... così...»
Mi infila di nuovo il palo in gola, poi di colpo erutta un fiume di caldissima semenza che cerco, allora inesperto, di non farmela scappare. Da quel giorno sono la sua troia. Mi scopa e sfonda appena se ne presenta l'occasione. Mi fa impazzire quando mi sbatte e mi insulta, umilia e mi dice di tutto. Godo, mi piace essere sottomessa e lui ne è consapevole. Quando lo provoco, mi sbatte con furia selvaggia devastandomi il culo.
«…aahhii ... si ... porco! ... Ci godi a scopare mia sorella e sfondare il culo al cognato!»
Per circa due anni la mia vita è finire gli studi, e rendere felice il porco che m’inonda il culetto di una quantità industriale di caldissima sborra. Un sabato pomeriggio sono a passeggio per le vie della grande città che dista da noi circa cinquanta chilometri, quando alla vetrina di un negozio di abbigliamento vedo un cartello che indica la ricerca di un commesso. Entro deciso, ho dato la maturità, non voglio andare all'università, quindi devo trovarmi un lavoro. Scambio alcune frasi con il proprietario. Un bel maschio alto uno e ottanta, spalle larghe, moro, con un filo di capelli bianchi alle basette che gli donano un'aria veramente da macho fantastico! Per lui il posto c'è, ma devo dimostrare di saper trattare con i clienti. Proprio in quel momento entrano due donne. Subito mi attivo e senza saper nulla di moda, campionari o altro le invito a provare diversi modelli. Alla fine è un successo, le clienti escono dopo aver speso un bel gruzzolo. Flavio, il proprietario rimane favorevolmente impressionato dalla delicatezza e scioltezza con cui ho trattato le clienti, mi vuole assumere subito in pianta stabile. Obbietto che essendo di fuori non ho un posto per dormire. Lui non si perde d'animo.
«Questo non è un problema, ho un grande appartamento che occupo solo io, puoi venire da me almeno fin quando non trovi di meglio.»
Mi propone con estrema naturalezza. Accetto. La sera scopro che ha un bellissimo attico finemente arredato. Mi sento attratto dal tipo che mi mette subito a mio agio. Mi offre di fare una doccia, e quando mi spoglio, lo vedo osservarmi con occhi che brillano dalla gioia, come quelli di un bimbo davanti alla vetrina di un negozio di giocattoli. Lentamente si avvicina, mi bacia il collo da dietro, sento un grosso pacco incunearsi fra il solco delle mie natiche, le gambe mi tremano, sono eccitatissimo. Insieme andiamo sotto la doccia. Mi massaggia, e copre di baci, poi avvolti in un telo bianco ci trasferiamo in camera, dove, posso prendermi cura del suo pacco che per tutto il tempo mi ha impedito di toccare. Rispetto a quello di Luca è più piccolo di circonferenza, ma sicuramente bello lungo. Lo prendo tutto in gola. Lo faccio scivolare oltre le corde vocali, ho tanta esperienza con il cazzo di Luca che per questo mi sembra una passeggiata. Intanto lui mi ha lubrificato bene dietro, poi si distende supino e mi infila dentro tutto quel ben di Dio. Mi impalo e lentamente me lo godo a lungo. Lui mi tortura divinamente i capezzoli stringendoli a morte con un dolore che mi eccita tantissimo. Passiamo quasi tutta la notte a scopare. Devo ammettere che ha una notevole resistenza. Nel pomeriggio del giorno dopo mi accompagna al paese per prendere le mie cose. Giunti in casa trovo solo Luca che sta guardando un grosso evento sportivo su Sky. Mi guarda e si rende conto che me ne vado. Osserva l'altro poi mi chiede che sia. Gli rispondo guardando verso Flavio.
«È un gran porco come te!»
I due si scambiano una rapida occhiata d'intesa.
«Se te ne vai permettimi di giocare con te ancora una volta.»
Mi chiede. Resto immobile. Lo guardo e poi mi inginocchio davanti a lui, prendo il cazzo in bocca mentre Flavio ci osserva incuriosito. Lo succhio per bene, mi eccito. Mi giro, lo invito a scoparmi lì in piedi piegato a novanta. Senza un attimo di esitazione mi lubrica sommariamente il buchetto e me lo infila con durezza.
«…ahh ...che troia fantastica che sei!... Sai mi mancherà molto Luana.
Flavio osserva la scena segandosi il cazzo già duro. Luca lo invita infilarmelo in gola, cosa che fa con piacere.
«Devi sapere che è una vera troia. Io la chiamo Luana, e scopa meglio di una puttana.»
Per circa due ore sono l'oggetto dei desideri di quei due porci che mi trattano da vera troia, mi umiliano, e coprono d’insulti che hanno l'effetto di farmi veramente godere. Da quel momento la mia vita cambia radicalmente. Di giorno sono Sergio, il perfetto commesso di abiti femminili, mentre di notte divento Luana, la puttana che fa godere il suo maschio. Passano alcuni anni, perfeziono sempre più la tecnica di travestimento. Mi perfeziono nel vestire, depilarmi, camminare con tacchi vertiginosi e nel trucco. Con Flavio vivo esperienze sempre esaltanti. Poi circa due anni fa mi porta a cena vestito da donna, e da quella sera io divento per sempre Luana.
«Amore, hai deciso quale vuoi mettere?»
Mi chiede con un bacio.
«Metto questa con la mini, e quella che mostra il mio lato B con le calze.»
Quella sera ho conosciuto un suo amico che mi ha offerto duecento euro per dormire una notte con me. Carlo, questo il suo nome è un bel maschio, non troppo alto, ma simpatico e cordiale. Sarei andata con lui anche gratis, ma lui insiste per pagarmi, dice che lo eccita di più. Con il permesso di Flavio passo con lui una notte da favola durante la quale mi ha scopato per ore con un bellissimo cazzo di notevoli proporzioni, sborrandomi dappertutto. Ora di tanto in tanto mi cerca, mi paga per avermi tutta per lui una notte. Essere pagata mi eccita da morire, Flavio ne è un poco geloso, ma un fatto triste lo convince a cambiare atteggiamento nei miei confronti. Circa un anno fa ha avuto problemi alla prostata che ne hanno compromesso la sua sempre virile erezione, quindi lui ha messo un annuncio su di un sito e ha preteso di selezionare i maschi che mi devono montare, perche come dice lui:
«Il culo di Luana è per molti, ma non per tutti.»
12
2
4 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 22 ore fa -
Femmine vogliose. terza parte
Nei due giorni che seguono, aiuto Flavia e Marco ad impacchettare spostare le sue cose, che ancora sono nella nostra casa alla sua sopra di noi. Al sabato ci rechiamo a casa di Sonia, mi rendo conto che anche se è un piccolo appartamento, di roba ne contiene tantissima. Lavoriamo alacremente e quasi a mezzo giorno, abbiamo impacchettato, e caricato sulle loro auto tantissimi scatoloni di cose. Mi accingo a smontare la libreria, dopo averla liberata dei numerosi libri, che vi erano sopra per portarla a casa nuova, quando improvvisamente compare Pamela. Le apro in quanto sono solo. Riprendo a svitare le viti che fissano il mobile al muro, per farlo salgo sopra uno sgabello a tre scalini. Lei dopo un momento di imbarazzante silenzio, mi chiede dove sono Sonia e Marco. Gli rispondo che hanno fatto un viaggio di scatole, che adesso torneranno. Lei si guarda in giro nervosa, sembra indecisa, non ha la solita aria strafottente, ma quasi timida, insicura. Si avvicina a me, mi guarda dal basso verso l’alto, poi fa un bel respiro, mi abbraccia appoggiando il suo viso alle mie ginocchia.
«Ho parlato con Sonia, mi ha raccontato che vi siete divertiti, che ti ha detto che sono vergine. È vero, cercavo di sembrare un’altra persona, convinta che vedervi sbavare, mi avrebbe sempre creato una immagine, di donna forte e risoluta. Ha funzionato con tutti, anche con mio padre, ma non con te. In passato ero certa, che fossi uno stronzo come mio padre, ma poi col tempo, mi sono ricreduta. Ti ho ammirato, ti volevo, ero convinta che ti avrei fatto sbavare anche a te, invece tu sei di un’altra pasta. Ho sbagliato, ma vorrei, che tu prendessi in considerazione la possibilità, di riprovare ad avere un dialogo con me, ti giuro che non to cercando di sedurti, ma voglio solo una persona da seguire, amare, e se lo vorrai godere.»
La guardo, scendo lei mi stringe, tenendo la testa bassa. Le sollevo il viso, vedo i suoi occhi carichi di lacrime, che stanno per sgorgare copiose. Sono ad un passo dalla sua bocca, lei mi bacia con passione, amore, e tanta voglia di essere stretta fra le braccia.
«Tienimi stretta ti prego. Ho bisogno di sentire che non mi odi, che non mi disprezzi, anche se lo merito. Ho fatto cose di cui non vado fiera, ma sono pronta sottostare ad ogni tuo desiderio, mi arrendo, e vorrei essere tua.»
La guardo, poi le dico che ci devo pensare.
«Quello che chiedi non è una cosa da poco. Ti sei dimenticata, che ho una famiglia, una moglie, un figlio che non voglio che soffra.»
Il suo sguardo è serio, consapevole.
«Non voglio assolutamente metterti nei casini, nemmeno litigare con mia zia, o Marco. Mi accontento dei tuoi ritagli di tempo. Non voglio che nessuno debba soffrire. Se a volte sentirò la tua mancanza, sarà il prezzo che devo pagare, per i casini che ho fatto, per tutte le volte, che ho denigrato un altro uomo. Ti chiedo solo una cosa; quando sei con me di essere solo mio. In quel momento, il mondo non gira, la vita si ferma, ci siamo solo io e te. Solo questo ti chiedo. Sono pronta, ad affrontare il mondo intero, se ti sento al mio fianco.»
La guardo, mi rendo conto che sta parlando molto seriamente. Mi dona due chiavi.
«Sono quelle dell’appartamento dove mi sono trasferita. Vivo da sola, e aspetto solo te. Ho deciso di mettermi a lavorare seriamente, voglio essere totalmente indipendente. Voglio che tu debba essere fiero di me. Solo e tutto per te, nessun altro mi avrà, nessuno, mi emoziona, mi sconvolge come quando ti penso. Ho preso una sbandata tremenda, e non voglio che mi passi. Ti amo, e tutto questo, è solo per te.»
Sono sbalordito e lusingato. Mi rendo conto che non ha mezze misure, ho io o nulla. Mi bacia ancora, poi se ne va, non prima di avermi detto ancora una cosa.
«Ti aspetto a casa mia, quando vorrai io sarò lì ad aspettare te. Puoi anche non venire, io ti aspetterò ogni sera, non me ne andrò da nessuna parte, sono solo a tua disposizione, oggi, come domani, e nei giorni a venire. Decidi tu, se merito la tua considerazione.»
Sono stupito da tanta determinazione, quasi spaventato. Decido che ci devo riflettere molto, prima di prendere una decisione. Alla sera abbiamo portato tutta la roba di Sonia, a casa nuova. Propongo di andare a mangiare una pizza, ma sono stanchi.
«Perchè non le ordiniamo e le mangiamo qui. Mentre le aspettiamo possiamo farci una doccia e poi gustarcele in santa pace.»
La proposta di Marco, trova tutti d’accordo. Mentre loro si fanno una doccia, per la prima volta nel loro appartamento, io e Flavia scendiamo a casa nostra, fatta una rapida doccia ci presentiamo a casa loro con qualche birra, nello stesso attimo che il corriere ci porta le pizze. Io indosso dei pantaloncini leggerissimi, come quelli di Marco, Flavia una vestaglia molto trasparente, Sonia una t-shirt di Marco molto più grande. Sotto le donne sono nude, lo si vede benissimo. Mentre ci gustiamo le pizze noto che si è creata una bella atmosfera. Sonia e Flavia si scambiano intriganti occhiate, mentre Marco mi sorride sornione. Dopo che abbiamo finito di mangiare, Sonia prende Flavia per mano, la porta in camera da letto. Marco mi trattiene ancora un momento, mi guarda, poi mi parla di un argomento, che non mi aspettavo da lui.
«Ho parlato con Pamela. Quella ragazza, ha fatto un cambiamento radicale. Si è messa a lavorare seriamente, ha preso un appartamento per se, ha detto che aspetta solo te. Non vuole rubare il marito a mia madre, ma solo avere un momento di piacere con te. Sei il solo che vuole. Il resto del mondo non le interessa. Credo che stia facendo molto seriamente. Non mi ricordo, una Pamela così, decisa e determinata. Mi ha stupito davvero, l’ammiro. Se mi posso permettere un consiglio, direi che ne dovresti parlare con mamma.»
Lo guardo, gli faccio un sorriso, la mia voce è assolutamente tranquilla.
«È stata a casa di Sonia questa mattina me ne ha parlato. Questa sera ne parlo con tua madre, poi vedrò cosa decidere. Adesso andiamo a vedere, cosa vogliono fare le nostre donne.»
Lui sorride, mi dice che Sonia vuole che anche Flavia provi il piacere di una doppia, come lo ha provato lei l’altra volta. Mi sento compiaciuto, di questa premura nei confronti della futura suocera. Entrando in camera le vediamo nude avvinghiate in un 69 da infarto. Flavia succhia e lecca Sonia, che le ricambia il favore facendola impazzire. Si scambiano i posti, ma è Sonia che la porta al primo orgasmo. Flavia tende il suo corpo, e gode mentre Sonia le bruca la fica, e si disseta alla fonte del suo piacere. Sconvolgente! Dopo che ha assaporato tutto il piacere dell’orgasmo, Sonia fa distendere Marco supino, e invita Flavia a cavalcarlo. Intuisco subito il suo progetto, e mi adopero per la sua realizzazione.
«Dai amore entra nel ventre di tua madre, entra da dove sei uscito, fai in modo che lei ti senta tutto dentro. Fai che goda mentre noi ci adoperiamo a farla godere ancora di più.»
Lei si impala su di lui che inarca le gambe, la sbatte dal basso, con colpi che fanno sobbalzare verso l’alto i suoi seni. Mi posiziono dietro di lei, Sonia tende le natiche di Flavia, che si allunga sul petto di Marco. Lubrifico un poco il suo fiorellino anale, che so essere ben aperto, in quanto sia io che mio padre, spesso e volentieri trovavamo molto soddisfacente, spingerci dentro quel buco. Mi posiziono, affondo in lei, che emette un lungo gemito. Resto immobile poi mi scateno, la sfondo con colpi durissimi, eguagliati solo da quelli di Marco, che la sbatte davanti. Gode, si agita, mentre noi la pompiamo con forza. Sonia le tortura i seni, la esorta godere tanto.
«Brava così godi. Ero rimasta delusa, dal fatto che quando lo hanno fatto a me questo lavoretto, tu non ne avevi avuto modo di goderne. Adesso godi, senti come ti sconvolgono due cazzi, che ti pompano a sfinirti. Dai ragazzi sfondatela, fatela godere.»
La pompiamo tantissimo, gode si dimena fin quando dopo l’ennesimo orgasmo si accascia sfinita sul petto di suo figlio.
«Basta ragazzi. Mi avete sbattuto tanto e ho goduto tantissimo. Adesso non sprecate le energie con me, ma ricordatevi che lei deve essere ingravidata, quindi è ora che vi dedicate a lei.»
La tira verso di se, la bacia in bocca. Mi sfilo e subito sono imitato da Marco, che incomincia a scopare Sonia che lo accoglie dentro di se baciandolo con passione. Li guardo mentre Flavia mi succhia il cazzo. Le sorrido, le faccio capire che la vorrei scopare ancora, ma lei con il capo, mi fa cenno che non è d’accordo. Sentiamo Sonia che gode molto, poi ci guarda, fa cenno a Marco di uscire. Si mette succhiare e leccare il mio cazzo, assieme a mia moglie fin quando sono all’apice del piacere. Lei si distende, mi accoglie dentro la sua fica con un gemito di piacere, che emette quando le inondo il ventre con la mia sborrata. Flavia intanto sta portando Marco al culmine, quando vede che io ho esaurito il mio orgasmo, lo fa prendere il mio posto. Lui le gode dentro, mentre si baciano, e abbracciano felici. Restiamo distesi, ci mettiamo ridere soddisfatti, poi io e mia moglie, ce ne torniamo nel nostro appartamento. Distesi a letto ho voglia di parlare con lei di Pamela. Le racconto tutto senza tralasciare nulla, nemmeno le parole di Marco. Lei ascolta in silenzio, mi guarda chiede quale sia la mia decisione.
«Ci devo pensare. Credo che non sia solo una scopata, ho paura, che sia diventata una cosa molto seria. Non voglio rovinare il nostro rapporto, e nemmeno quello che hanno Marco e Sonia con lei.»
Mi ascolta, poi mi lascia libera scelta.
«Puoi fare quello che vuoi, io sarà sempre con te. Comprendo che lei è giovane e bella, mentre io sono molto più matura, quindi quello che farai io lo accetterò.»
La guardo, poi mi viene una idea che le espongo subito.
«Vieni con me. Andiamo insieme da lei. Se deve essere l’occasione per farla diventare donna, farla godere chi meglio di noi due, le farebbe provare un vero momento di piacere. Ti voglio al mio fianco, oppure non se ne fa nulla. Non mi interessa, avere una giovane amante, ma insieme avremo una donna, che giocherà con entrambi. Se poi non lo accetta, pazienza non avrà nulla da me.»
Vedo una luce nei suoi occhi, che brillano di contentezza. Credo che non si aspettasse, una simile proposta. Mi sorride, mi dona un bacio.
«Adesso dormiamo, ci voglio pensare, decideremo domani.»
Si gira e dorme, mentre io resto ancora con i miei pensieri, fin quando non mi addormento. Il giorno dopo, mentre stiamo pranzando, improvvisamente Flavia mi guarda in faccia, e parla sorridendo.
«Andiamoci adesso, appena pranzato. Ti ha detto che ti aspetterà sempre, vediamo se è vero. Verrò con te. Sei il mio uomo, non voglio che lei lo dimentichi, al massimo ti posso condividere, ma non lo lascio in mano sua. Ti amo troppo, ma se credi che non vada bene questo, allora fai come vuoi, io sono, come ti ho detto, sempre al tuo fianco.»
Un’ora dopo siamo davanti alla sua porta. Quando ci apre rimane un attimo stupita, a disagio, poi fa un respiro profondo, ci invita ad entrare, ci accomodiamo sul divano. Ci offre da bere, ma nessuno ne ha voglia, si siede davanti a noi, ci osserva poi all’improvviso, si inginocchia davanti a Flavia, appoggia il viso alle sue ginocchia, e parla.
«Scusami zia, ma non voglio rubare il tuo uomo, vorrei solo il permesso, di giacere con lui, ogni volta che lui ne sente il desiderio. Hai fatto benissimo a venire anche tu, è giusto che tu sia presente, in fondo io vorrei scopare con lui, ma adesso mi piacerebbe anche averti al mio fianco, mentre mi rende donna. Sarebbe un momento indimenticabile, per me e credo anche per voi, che siete da sempre il modello, che vorrei seguire. Ho fatto tanti casini, me ne rendo conto, ma adesso ho deciso di cambiare, lo voglio fare, se fosse possibile, seguendo i vostri consigli. Posso contare più su di te, che su mia madre.»
A Flavia brillano gli occhi di felicità. Mi guarda, poi si solleva abbracciando Pamela, insieme si dirigono verso la camera. Le seguo, le osservo senza fretta. Pamela la spoglia, poi si denuda anche lei velocemente, in un attimo sono distese sul letto avvinghiate in un meraviglioso 69. Vedo Flavia un poco in difficoltà, è evidente che Pamela ha molta più esperienza. Poco dopo le fa raggiungere il primo orgasmo che fa tremare Flavia. Gode, si dimena mentre Pamela le succhia anche l’anima fra le cose. Si girano e la fa mettere supina. Si tuffa ancora a leccare la fica di mia moglie, che adesso le accarezza il capo ad occhi chiusi, mentre il piacere la fa vibrare. Pamela ha il culo in alto, la guardo da dietro, devo fare uno sforzo, per non infilare quella meraviglia. La porta a godere di nuovo, poi si allunga su di lei, infila una gamba fra le gambe di Flavia, adesso i loro clitoridi sono a contatto, si sfregano con un movimento lento, ma intenso, che le porta entrambe a godere. Si baciano, si succhiano le lingue, incuranti di me che le osservo estasiato. Quando l’ondata di piacere si affievolisce, Pamela si gira, mi guarda, poi si distende a cose aperte pronta per essere chiavata, ma Flavia mi guarda, mi fa avvicinare ai loro volti, afferra il cazzo durissimo, lo porta alla bocca, poi si gira, e lo offre anche a lei, che segue tutto in silenzio.
«Vieni avvicinati, prima va gustato in bocca così, poi dentro il ventre, ma deve essere, un momento di piacere non un sacrificio.»
La guarda stupita, poi lentamente imita, quello che fa Flavia. Ben presto ho due lingue, che mi leccano e succhiano anche le palle, il culo, il cazzo. Pamela si rivela subito, una bravissima allieva, che impara in fretta. Mi distendo, riesco ad infilare la mia testa fra le sue gambe. Vedo il taglio della sua giovane e vergine ostrica, che profuma di femmina vogliosa, e in calore. Lo aspiro, mi inebrio di quel profumo, che mi eccita, mi sconvolge i sensi. Lecco avidamente, quella vergine e succosa fica, che fra poco sarà profanata, dal mio cazzo. Lei si contorce, cerca di stringere le gambe per bloccarmi, quando le succhio il bottoncino stretto fra le mie labbra. Improvvisamente la mia bocca, è sommersa da una copiosa ondata del suo piacere. Sono riuscito a farla godere con la lingua, la sento tremare, scossa da un fremito convulso, incontrollabile. Succhia il cazzo infilandolo in gola, poi si stacca, mi guarda, mi supplica di entrare in lei, che adesso mi vuole.
«Ti prego prendimi. Non posso più aspettare. Ti voglio adesso. Voglio essere tua, ti prego.»
La sua voce trema ancora scossa dal piacere, i suoi occhi sono languidi, desiderosi di avermi. Si gira, guarda Flavia, che annuisce, mi posiziono fra le sue gambe, oscenamente aperte. Lei tiene la fica aperta con le mani, mi invita a scoparla, con molto impeto.
«Prendi, ti prego sfondami tutta!»
Appoggio la cappella sul taglio, affondo un poco fin quando sento la barriera dell’imene, che cerca di resistere. La guardo, la bacio, mentre Flavia le stimola i capezzoli, stringendoli fra le dita. Un attimo, la fisso negli occhi, poi deciso affondo in lei, che si tende. Per un attimo, sento che oppone resistenza. Poi cede di colpo, scivolo tutto dentro fino in fondo. La vedo prima sussultare, poi una maschera di dolore, si dipinge sul suo volto. Resto immobile mentre Flavia la tranquillizza.
«Rilassati piccola, il peggio è passato. Fai un bel respiro, e sentirai che adesso si gode.»
Si gira, la guarda, le sorride. Incomincio lentamente a limare quel forellino, che si apre sempre di più. La sbatto con calma, ma con un ritmo, costante e continuo, che ben preso le procura il primo, orgasmo che la fa davvero godere. Trema, in preda a convulsioni erotiche, che scuotono tutto il suo corpo. Mi stringe, mi pianta le unghie nella schiena, gode a ripetizione. Viene così forte e velocemente, che quasi sviene. Resto immobile, le faccio assaporare il piacere, lei lentamente si riprende. Mi guarda, il viso adesso è sfatto, lo sguardo languido e felice. La sua voce è solo un flebile suono.
«Non credevo che fosse così bello. Ti prego non ti fermare, fammi impazzire di nuovo.»
Si gira verso Flavia, la bacia in bocca. Giocano fra loro, mentre io, le faccio cambiare posizione. La metto su di me, così Flavia le succhia il seno, le accarezza il corpo mentre lei ricomincia a godere ininterrottamente fin quando sfinita si accascia sul mio petto. Il suo respiro è flebile, il cuore un tamburo impazzito. Non sono ancora soddisfatto, la giro e mentre Flavia si distende supina, davanti alla sua bocca, per farsi leccare la fica, io da dietro, le affondo ancora il cazzo tutto dentro. La sbatto con impeto, tenendola per i fianchi. Gode, poi dopo che anche Flavia ha goduto, si gira e mi supplica di sborrare dentro di lei.
«Ti prego, fammela sentire dentro, la mia prima sborrata. Voglio sentire la sensazione, che si prova, quando ti inondano il ventre. Stai tranquillo sono protetta, anche se un figlio, te lo darei volentieri.»
Guardo Flavia che annuisce sorridendo. Mi sfilo, subito Flavia me lo prende in bocca, sotto lo sguardo attento di Pamela, che cerca di capire quello che succede. La faccio mettere di nuovo a cosce aperte, poi quando sono prossimo al piacere mi sfilo dalla bocca di Flavia, lo pianto dentro il ventre di Pamela, che dopo il secondo affondo, sente che le sto riversando dentro il mio piacere. Serra le gambe dietro la schiena, gode nel sentirlo, trema dalle sensazioni che sta provando.
«Bellissimo. Ti sento, sei bollente. Ti sento che mi sborri dentro. Bellissimo! Un giorno mi inonderai il ventre, e ti regalerò un figlio.»
Parla guardando Flavia che le sorride e la bacia in bocca. Inizia così, questo mènage à trois. Per sei mesi, passiamo, bellissime serate insieme a lei, a Marco e Sonia, che non è subito rimasta incinta, ma lo è diventata il mese successivo, dopo che tutte le sere del periodo della sua ovulazione, l’abbiamo scopata insieme io e Marco. Flavia e Pamela, sono diventate molto intime, spesso passano la notte insieme. Questo comportamento non sfugge a Carla, che cerca di capire, come mai fra zia e nipote vi sia tanta complicità, ma per volere di Pamela, non riesce a capire nulla. Marco e Sonia, decidono di sposarsi prima della nascita della creatura, che lei porta in grembo. Optano per una cerimonia semplice, con pochissime persone, e un semplice rinfresco a casa nostra. Carla è emozionata, ma triste. Mi si avvicina durante il rifresco, e si foga con me.
«Mi fa piacere che Pamela e Flavia, abbiano una bella intesa. Purtroppo con Piero, ormai siamo alla frutta. Sempre più spesso si accoppia che Lisa, la sua ultima fiamma, che ha la stessa età di Pamela. Lo capisco, è giovane e bella, mentre io ormai sono vecchia.»
La guardo, le faccio un complimento, dicendo che non è vecchia.
«Sono sicuro che fai ancora girare tanti maschi quando passi per la strada.»
Mi sorride, mi chiede se pure io mi sarei voltato a guardarla. Le dico che sono nella lista. Ride divertita, poi arriva Flavia che la prende, la porta a fare delle foto. Un mese dopo siamo a cena casa di Pamela. Ci sono anche gli sposi, che sono tornati dal viaggio di nozze. Sonia è già bella rotondina, Pamela la guarda con ammirazione. Mentre stiamo cenando, le fa una domanda.
«È davvero bello sentire la vita che cresce nel tuo corpo?»
Sonia le sorride, ci guarda e poi risponde.
«Se l’hai desiderata davvero, si, è molto bello. Credo, che solo l’amore, porti a questa sensazione di piacere, nel sentirti crescere dentro il ventre una creatura.»
Pamela ci guarda, poi guarda le altre donne, poi abbassa il capo, e fa una supplica.
«Sarebbe troppo chiederti, il permesso di godere con Marco e Mario insieme, per essere ingravidata da loro, come hanno fatto con te?»
Sonia guarda Flavia, che guarda me, in attesa di una mia risposta. Guardo Marco, che ha ricevuto un cenno d’assenso da Sonia, mi giro verso Flavia, che si alza in piedi e parla con calma.
«Credo che i nostri due maschi, non dovrebbero avere nessuna difficoltà, a farti godere e ingravidarti, ma sei sicura di volerlo. Sei da sola, e un figlio non è una passeggiata. Se lo vuoi veramente, allora ti offro non solo, tuo zio, e mio figlio, ma anche il mio appoggio e sostegno, specie adesso, che tua madre si sta separando, e tuo padre aspetta un figlio dalla sua amante.»
Seguita da Sonia e Pamela, si avvia verso la camera, mentre io e Marco, ci diamo una bella occhiata complice.
«Papà, questo sembra diventato lo sport di famiglia, essere usati, come tori da monta. Ci chiedessero mai il permesso di decidere, se accettare oppure no. Noi dobbiamo ubbidire e basta!»
Parla ridendo, mentre incomincia a spogliarsi. Per una settimana, abbiamo letteralmente montato Pamela, con l’aiuto anche di Flavia e Sonia, che si sono adoperate, a farci sborrare sempre al momento giusto, nel ventre di Pamela, che alla fine è rimasta incinta. Carla ha capito tutto. Durante la gravidanza, si è trasferita nella casa della figlia, con la quale ha instaurato un bel rapporto. Alla fine abbiamo scopato anche lei, ha goduto tanto, poi Marco, le ha aperto il culo vergine e una sera l’abbiamo presa in doppia. Sono passati due anni, Sonia ha partorito una bella femminuccia, a cui hanno dato il nome di Silvia, mentre Pamela, ha partorito un maschio, che ha chiamato Matteo. Io e mio figlio, abbiamo continuato a montare, queste femmine sempre più vogliose. Questa sera, festeggiamo il primo compleanno di Silvia, Sonia ci comunica che è di nuovo incinta. Le abbiamo sborrato così tanto dentro, il mese passato, che mi avrebbe stupito il contrario, Pamela mi guarda, mi sorride.
«Zio, sei in forma vero? Ho voglia di sentirmi crescere ancora una creatura nel ventre. Marco tu mi aiuti vero?»
Flavia e Carla sollevano il calice propongono un brindisi.
«Hai nostri tori da monta, e alla loro vacche!»
Beviamo dopo aver sorriso compiaciuti. Che volete, la vita ci sorride.
13
3
4 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 22 ore fa -
Femmine vogliose. seconda parte
Il giorno dopo di buon mattino arrivano sei operai che nel giro di due ore montano la cucina nuova. È molto bella, moderna e funzionale. Ha una penisola di legno che è perfetta, per due o tre persone. È una tavola di legno massello a forma di goccia con due sgabelli posti ai lati. Il colore del legno è uguale a quello del ripiano che corre su tutta la cucina. Appena cinque minuti, che gli operai sono usciti, arriva Sonia. Entra, indossa una leggerissima minigonna tenuta legata al fianco con un fiocco, una t-shirt azzurra molto leggera. Si nota subito, che sotto ha il seno nudo. Osserva la composizione, si piega per aprire l’ultimo cassetto in basso, in modo che io possa notare che ha la fica nuda, si gira verso di me sorridendo.
«Vedo che l’hanno montata benissimo.»
Rimane voltata di spalle, fingendo di osservare dei dettagli. Mi libero in un attimo dei pantaloncini che indosso, sono a cazzo nudo, le rispondo.
«No, ancora non è stata montata, ma possiamo rimediare subito.»
Mi avvicino a lei da dietro, la stringo per i fianchi mentre le bacio il collo. Lei fa un sospiro, si gira, osserva compiaciuta, si inginocchia, in un attimo il cazzo, teso e duro, sparisce nella sua bocca. Lo ingoia tutto, poi lo lascia sfilare lentamente, mi succhia la cappella, poi scende lungo l’asta, lecca le palle, ne succhia una mettendola in bocca. Si abbassa ancora, mi lecca anche il buco del culo. Risale lentamente, mi guarda vogliosa e languida. La sollevo, sciolgo il fiocco al fianco, in un attimo è nuda. Lei si sfila la t-shirt mentre la metto seduta sul piano della cucina fra il piano cottura e il lavandino. Mi inginocchio, lei appoggia i talloni sulle mie spalle. Le sue cosce oscenamente aperte mi offrono una visione della sua ostrica bagnata, profumata di voglia, di umori femminili, che aspiro, annuso come un cane che cerca la cagna un calore. Geme, mi schiaccia il capo verso di lei, ma io esito un attimo, per gioire ancora di quella stupenda visione. Quando le affondo la lingua fra le pieghe bagnate lei ha un sussulto, geme, fa un profondo respiro.
«Finalmente! Non potevo più aspettare. Dai fammi volare!»
Lecco insinuando la lingua sempre più in profondità. Ruoto il capo quando affondo e la faccio scorrere sempre più velocemente fra la clitoride e lo spacco. Geme, tende il suo corpo mentre il respiro diventa sempre più corto fin quando improvvisamente solleva il corpo ad arco, stringe la mia testa fra le cosce, poi raggiunge un orgasmo che la fa tremare tutta. Un fiume in piena di umori dolcissimi si riversa nella mia bocca. Nettare che sgorga copioso, da quella fonte del piacere che bevo come un assetato, lo lecco, succhio e aspiro fino all’ultima goccia. Il suo corpo vibra scosso da brividi di piacere, un lungo gemito esce dalla sua bocca mentre mi blocca il capo quasi a volermi impedire di muovermi, o di smettere. Le faccio assaporare tutto il piacere, poi la sollevo, la prendo in braccio, la metto distesa sul piano di legno della penisola. Le sollevo le gambe, con un affondo le entro dentro fino in fondo. Spalanca la bocca, mugola mentre incomincio a pomparla con affondi decisi ad un ritmo costante. Ad ogni affondo muovo il mio corpo, a destra e sinistra, come a volerla allargare ancora di più. Il seno sobbalza spinto in alto quando le spingo il cazzo tutto dentro. Lei incomincia godere ininterrottamente. Un orgasmo dopo l’altro fin quando la metto di lato e continuo a scoparla sempre più forte. Mi guarda compiaciuta, mi incita a scoparla sempre più forte.
«Sei stupendo! Dai, non ti fermare, scopami ancora!»
Dopo averla sentita godere ancora la sollevo, le metto i piedi in terra, poi la scopo da dietro. Appoggia i gomiti sul tavolo, spinge il corpo all’indietro, quando affondo in lei, alla ricerca del mio cazzo, quasi a volerlo sempre più dentro, sempre più in fretta. Gode senza ritegno. Afferro uno sgabello, mi ci siedo sopra trascinandola con me. Adesso si gode la scopata volgendomi le spalle. Afferro i seni che fino a questo momento ho trascurato e li stringo, li impasto con lei che sale e scende scopando senza sosta. Dopo aver goduto anche in questo modo si gira, mi cavalca ancora, offre i seni alla mia bocca che li succhia famelica. Mordo un capezzolo lei geme di piacere, mi incita farlo ancora.
«Bellissimo! Dai mordilo, fammi male! Ancora.»
La sbatto continuamente per un tempo molto lungo fin quando la distendo di nuovo sul tavolo. Lei annoda le gambe dietro la mia schiena e mi supplica di inondarle il ventre.
Ti prego vieni. Sono sfinita, ho la fica in fiamme. Ti prego vieni.»
Mi sfilo ma lei mi supplica di sborrare dentro di lei.
«Ti prego vieni dentro. Voglio sentire il tuo getto che mi inonda l’utero.»
La guardo cercando di capire.
«Perché lo vuoi?»
La sua risposta mi stupisce ancora di più di quello che potevo immaginare. Allunga la mano, prende il cellullare che aveva appoggiato la tavolo, subito mi rendo conto che era in chiamata in modalità viva voce. Parla guardandomi negli occhi.
«Amore che dici lo faccio venire dentro? Ti sei convinto che lui è molto più resistente di te? Ho vinto io la scommessa, e questa voglio che sia la mia ricompensa, sei d’accordo? Parla, lui ti sta ascoltando.»
La guardo sbigottito mentre sento la voce di Marco che le risponde.
«Certo che sono d’accordo, sia sul fatto che avevi ragione, è molto più resistente di me, poi anche sul fatto che ti deve sborrare dentro. Non perderti questa opportunità di avere una possibilità in più alla realizzazione dell’altro progetto. Ti amo, sono molto felice e orgoglioso, di come ti ha scopato. Ho sentito tutto, i tuoi gemiti, il tuo godere, adesso voglio sentire il suo grido di piacere mentre ti inonda il ventre.»
La guardo stupito, anche stranamente eccitato.
«Ti voglio dentro. Marco spesso non ci riesce, mentre tu sei sicuramente più bravo, regalami questo piacere.»
Mi guarda con occhi che supplicano il mio seme.
Mi sego velocemente. Chiudo per un attimo gli occhi, immagino che al suo posto ci sia mia moglie che stava godendo con mio padre, la cosa mi eccita terribilmente sento che sono pronto. Le affondo di colpo il cazzo dentro, la pompo per pochi attimi, poi le inondo il ventre con tre schizzi di sborra calda che lei percepisce benissimo. Serra le gambe dietro di me. Mi impedisce qualunque movimento se non continuare riversare il mio seme in lei. Sento i suoi muscoli vaginali mungere il mio cazzo quasi a volerlo spremere fino all’ultima goccia. Mi attira su di se, mi bacia con le lacrime agli occhi. Mi sollevo, mi sfilo. Osservo la fica arrossata, tumefatta, le grandi labbra gonfie, il rivolo di sborra che cola. Scatta in ginocchio davanti a me lecca avidamente il cazzo che si sta smollando. Lo succhia, pulisce alla perfezione. La sollevo, mi bacia ringraziandomi. Sono stordito da tutto quello che ho appena vissuto. Non mi aspettavo di sentire Marco che si è goduto la scopata in diretta. Lei sembra intuire le mie titubanze.
«Scusaci se ti abbiamo coinvolto in una nostra scommessa. Lui era convinto che tu saresti durato molto meno di lui. Mi ha fatto piacere scoprire che sei veramente una persona stupenda. Inoltre voglio restare incinta. Ci stiamo provando da tre mesi e ancora non ci siamo riusciti per il motivo che ti ho detto prima. Spesso lui non riesce a venire, oppure lo fa fuori. Tu invece hai calcolato il tempo alla perfezione. Ti ho sentito benissimo quando sei venuto. Credo che Marco dovrebbe imparare da te a farlo bene anche lui.»
La guardo, mi viene in mente una certa idea che adesso voglio mettere in pratica.
«Non solo lui deve imparare certe cose, anche tu puoi fare la tua parte. Questa sera venite a cena da noi che ne parliamo.»
Lei mi sorride compiaciuta, apre la borsa ed estrae un semplice e casto slip, aggiunge un salva slip, lo indossa assieme al reggiseno. La guardo incuriosito.
«Voglio che mi resti dentro il tuo piacere il più a lungo possibile. Forse oggi mi hai messo incinta, sono nei giorni più fertili. Marco è contento se ci aiuti a realizzare questo sogno. Era a questo che si riferiva quando ha detto del nostro progetto. Lo spero vivamente che si realizzi, lo volgiamo davvero.»
Mi dona un bacio, poi se ne va. Scendo in casa mia quando torna Flavia le racconto tutto nei minimi dettagli. Si complimenta con me per l’ottima prestazione e rimane stupita quando le racconto che Marco ha ascoltato tutto in diretta. Sapere che verranno a cena la incuriosisce, mi guarda in cerca di spiegazioni. Le spiego la mia idea. Mi sorride, mi bacia compiaciuta.
«Amore sei stupendo! Non avrei saputo fare di meglio. Non vedo l’ora che arrivi questa sera.»
La sera puntuali arrivano alle venti. Quando apro la porta e ce li troviamo davanti per un istante nessuno parla, ma è Flavia che rompe il silenzio, abbraccia e bacia Sonia.
«Sono così contenta del vostro progetto che non vedo l’ora che la tua pancia incominci a gonfiarsi.»
Marco mi abbraccia e si complimenta per il piacere che ho donato a Sonia. Lo guardo e con un cenno del capo gli indico Flavia.
«Anche tu questa sera puoi rendere felice una persona che non aspetta altro che di essere fra le tue braccia.»
Ha un momentaneo sbigottimento, poi sorride, mi dice che ne sarà tanto felice. Ci mettiamo a tavola per la cena. Stranamente nessuno parla, sembra che ogni uno di noi stia inseguendo i suoi pensieri. A metà del pasto Marco si alza in piedi, mi guarda, guarda anche Sonia, poi si gira verso Flavia le prende una mano.
«Ho troppo voglia di te. Non posso più aspettare. Ti voglio!»
Prende Flavia per mano e spariscono in camera. Guardo Sonia, le chiedo se vuole unirsi a loro, ma lei dice che vuole aspettare un attimo ancora. Ci sediamo sul divano, lei appoggia il capo alla mia spalla destra, la sua mano accarezza il mio petto, poi scende in basso alla ricerca del cazzo che si sta indurendo dentro i pantaloni.
«Mi sei piaciuto subito. Da quando ho iniziato a frequentare questa casa ti ho osservato molto attentamente. Mia cugina era stata in gita scolastica con te. Mi ha raccontato che ti eri scopato la loro professoressa per quasi tutta la notte. Alla mattina lei aveva un’aria distrutta ma felice. Lei ha detto, che di maschi come te, ne nasce uno ogni milione. Puoi capire quanto piacere ho avuto, quando ho incominciato a frequentare Marco. Scoprire cha lui ti assomiglia in tantissime cose, mi ha dato tanta gioia. Sono orgogliosa di averti avuto dentro, spero che vorrai ancora farmi provare questo piacere, almeno fin quando non sono certa di essere pregna.»
La guardo, lei mi bacia. La sua lingua è un serpente che si insinua nella mia bocca. Un bacio intenso, carico di piacere molta passione. La sua mano ha afferrato il cazzo duro, da sopra la stoffa. Si abbassa, lo estrae, lo prende in bocca, lo succhia un poco, poi soddisfatta di questo mi invita ad unirci a loro. Quando entriamo in camera vedo Flavia nuda sopra Marco impegnati in un 69 fantastico. La guardo succhiare il cazzo di nostro figlio con amorevole passione. Noto che a dimensioni siamo alla pari, lei lo assapora a lungo fin quando si gira e si impala su di lui che inarca le gambe e la pompa dal basso facendola sobbalzare ad ogni affondo. Sonia mi attira sul letto, mi fa mettere supino ma al rovescio. Per un attimo non afferro il significato del gesto fin quando lei si impala su di me, adesso il suo viso è contrapposto a quello di Flavia. Allunga una mano e accarezza il seno di lei che ricambia. Vedere le due donne toccarsi mi eccita tantissimo e impazzisco quando con un gesto assolutamente naturale Sonia l’attira a se e la bacia in bocca. Un meraviglioso arco di Venere si crea davanti ai nostri occhi. Loro gemono intente a baciarsi, mentre Marco si scatena a scoparla sempre più forte mentre esterna tutto il suo piacere.
«Stupende! Meravigliose! Amore sei la donna che ho sempre desiderato, sei la mia meravigliosa troia! Tu mamma sei unica, bella e porca!»
Godono e ci scopano ondeggiando si di noi mentre si scambiano bacie e carezze. Dopo diversi orgasmi Marco sussurra una cosa all’orecchio di Flavia che lo guarda, gli sorride poi si sfila da lui e si mette di lato. Lui bacia Sonia poi la fa distendere su di me.
«Rilassati amore che voglio farti vivere una fantasia che abbiamo da tempo.»
Lo guardo per capire, e quando lo vedo inginocchiarsi dietro di lei, intuisco al volo le sue intenzioni. Afferro le natiche di Sonia, le apro mentre lui lascia colare della saliva lungo il solco, ne spinge con un dito un poco nel forellino di lei, poi si bagna anche la cappella, la appoggia al suo buchetto ben aperto.
«Fai piano che così non lo abbiamo mai fatto, anche se mi fai sempre il culo, così è diverso. Fai piano.»
Lo guardo, lascio che lui si spinga con decisione dentro di lei che apre la bocca ne esce un flebile lamento, poi è piacere. Flavia accarezza i seni, la bacia mentre lei gode in continuazione fin quando stremata, si accascia su di me, e ci implora di sborrare.
«Vi prego sborrate. Mi sento distrutta! Tu questa mattina mi hai cavato anche l’anima, poi questa sera insieme mi avete distrutto. Ho la fica in fiamme, voglio il vostro seme.»
Marco si sfila e si mette a segarsi, ma Flavia lo ferma.
«Aspetta, se vuoi che lei senta dentro il tuo piacere, ti insegno io come si fa. Sonia vieni qui, mettiti a gambe aperte, pronta a riceverlo.»
Prende il cazzo di Marco in bocca e lo succhia, lo sega velocemente sotto lo sguardo attendo di Sonia, che osserva molto interessata. Poi quando vede Marco che tende il suo corpo per sborrare, lo sfila lo invita schizzare dentro la sua donna.
«Dai amore di mamma, inonda il suo ventre. Così da bravo, svuotati dentro di lei.»
Sonia stringe le gambe dietro di lui, che con un grido si svuota dentro il suo ventre, lei lo bacia, si scambiano delle coccole. Poi si gira, mi osserva, e guarda lui che ha capito.
«Voglio anche il tuo seme. Ti prego, non privarci di questa ulteriore opportunità, di realizzare il nostro sogno. Flavia ti prego spiegami come fai, a farli godere a tuo piacimento.»
Marco si sfila, lei rimane immobile a cosce aperte. La sua fica arrossata, e gonfia lascia uscire del liquido bianco, ma lei non se ne preoccupa, osserva e segue i consigli di Flavia, con molta attenzione.
«Devi concentrare i tuoi sforzi sulla punta. Lo devi succhiare molto velocemente, massaggiarlo con la lingua, mentre lo seghi per non far calare la libidine. Hanno poca irrorazione sul glande, quindi devi cercare di far arrivare più sangue possibile, cosi loro sentono il piacere e vengono. Quando lo senti che si gonfia in bocca, lo fai entrare dentro di te vedrai che lui ti inonda la fica.»
Sonia mi fa avvicinare, mi succhia fortissimo mentre mi sega con la stessa velocità. Mi rilasso, osservo la scena che ho davanti, mia moglie che si è fatta fottere da suo figlio, mentre io mi scopavo la futura nuora, mi eccita tutto questo, penso se mio padre fosse vivo avrebbe di sicuro approvato, e probabilmente partecipato. Questo ulteriore pensiero mi scatena l’orgasmo. Mi sfilo dalla sua bocca, è ho solo il tempo di affondarlo dentro di lei, che si stringe a me con le gambe serrate ai miei fianchi. Mi spreme con i suoi muscoli vaginali. La sento contrarli a suo piacimento, questo mi provoca un ulteriore piacere. Si gira attira Marco su di lei mentre io mi sfilo, lo bacia con le lacrime agli occhi. Li osserviamo in silenzio, mentre loro singhiozzano di felicità.
«Ti amo! È stato meraviglioso! Ti amo e spero di essere gravida. Spero che questa sia la volta buona. Ti amo, Marco sei la mia vita!»
Lui la copre di baci, poi si girano e ci attirano, nel loro abbraccio. Flavia commossa, li stringe e bacia mentre Sonia la ingrazia ancora.
«Siete due persone stupende. Vi amo e spero che questo ci leghi ancora di più. Voglio essere vostra nuora, amica e moglie di vostro figlio, spero anche la madre di un vostro nipote anche grazie a voi. Tu Mario sei fantastico, spero che lui abbia preso molto da te. Vi voglio bene.»
Flavia la coccola, poi le fa una domanda precisa.
«Quando mi hai baciato non era la prima volta vero?»
Sonia la tiene stretta, le spiega tutto.
«Quando ero alle superiori, l’ultimo anno ho conosciuto Pamela, con lei quando andavo a casa sua per studiare a volte ci sdraiavamo sul letto a giocare fra noi. Vi stupirà sapere che lei ama più le donne che i maschi. Ha la sua aria da femmina che si mangia tanti cazzi, in realtà è vergine. Marco ve lo può confermare avendo avuto modo in questi ultimi anni di vederla giocare con me nel nostro letto e poi lasciare che lui scopasse solo me. Ha deciso che tu Mario dovrai farle il servizietto. O tu o nessuno. Di questo ne sono assolutamente certa. Ti ha scelto quando ha sentito come hai fatto godere Flavia una notte quando eravate loro ospiti in vacanza. Aveva il ciclo mestruale non riusciva a dormire. Ti ha sentito scopare Flavia per un’ora. Ha deciso che devi essere solo tu, a farla diventare donna. Aveva visto che Flavia e sua madre ci ascoltavano la sera del compleanno e per maggior sicurezza ha preso a denigrati ben sapendo che Marco ti avrebbe difeso, e poi ha sentito quello che tu hai detto a tua sorella per una ulteriore conferma. Ti vuole, ma è troppo orgogliosa per dirtelo. Dovrai andarle incontro tu altrimenti impazzisce.»
Ci guardiamo stupiti, poi loro se ne vanno a dormire nel miniappartamento di Sonia, quello che deve lasciare, per questo hanno scelto di vivere sopra di noi. Flavia si distende accanto a me prima di addormentarsi la sua voce è molto calma.
«Mi ha stupito sapere che Pamela è vergine. Non ci avrei scommesso nemmeno un centesimo. Credo che quella ragazza abbia bisogno di una figura di riferimento, sono certa, che ha identificato in te quello che cerca. Non è solo una questione di sesso, lei ha bisogno di sentirsi parte di una famiglia. Piero è sempre a caccia di donne facili, Carla insegue la sua giovinezza, fra una palestra e un centro estetico, incurante di quello, che poi realmente ottiene. Pamela vede in te una figura paterna sicura, per questo frequenta assiduamente Marco e Sonia. Il suo atteggiamento di donna matura, che fa sbavare i maschi, in realtà dimostra solo tutta la sua timidezza, e insicurezza. Adesso che la vedo sotto questo profilo, mi fa tenerezza, e un poco compassione. Se sarai tu a farla diventare donna, ti prego di essere dolce con lei, mi ricordo che con me, hai fatto un vero capolavoro. Le voglio bene, anche se è una stronza.»
Mi bacia poi si addormenta, mentre io invece inseguo i miei pensieri. Speriamo che cambi idea, mi sento gravato da troppe cose. Poi ultimamente sono capitate tante di quelle novità, che ancora non le ho messe tutte a fuoco. Ci devo riflettere, ma il sonno ha la meglio su di me.
12
3
4 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 22 ore fa -
Femmine vogliose. prima parte.
Mi chiamo Mario, ho quaranta sette anni, sono sposato con Flavia, che ha la mia stessa età. Abbiamo un figlio di nome Marco, che ha ventisei anni, ingegnere informatico, laureato a pieni voti, per questo ha subito trovato un ottimo impiego, in una azienda che fornisce servizi informatici. Mia moglie lavora come impiegata delle poste, mentre io, sono al momento disoccupato. Lavoravo come autista di bus turistici, ma lo scorso anno è morto il titolare, la vedova, ha venduto tutto ad una ditta concorrente, che aveva già, il suo personale viaggiante, così momentaneamente non ho un impiego, ma va bene così. Abitiamo in un palazzo al quarto piano. Anche l’appartamento quello sopra di noi, è di mia proprietà, in quanto, l’ho ereditato alla morte di mio padre. Si tratta di un piccolo appartamento, di circa una ottantina di metri quadri, con un piccolo terrazzo. Essendo all’ultimo piano, è poco più di una mansarda, ma molto carina, e accogliente. Ha una camera matrimoniale, una cameretta un bel bagno grande, ristrutturato lo scorso anno, con una bella doccia e mobili molto belli. Abbiamo deciso di dagli una bella sistemata, perché nostro figlio, ci vorrebbe andare a vivere con Sonia la sua fidanzata, una bella ragazza, molto carina, brava e graziosa. Veramente noi, avremmo voluto lasciargli il nostro appartamento, e andarci a vivere noi. Avrebbe avuto una camera, un bagno, in più, ma loro sono determinati, a voler vivere in quello che considerano un bel nido. Non avendo nessun lavoro, ho deciso di fare da solo i necessari lavori, anche perché in fondo, si tratta di poche cose, controllare l’impianto elettrico, dare una bella tinteggiata tutte le pareti. Mi organizzo, e incomincio i lavori. Dopo aver ben controllato l’impianto elettrico, sostituendo solo pochi elementi, mi dedico alla carteggiatura delle pareti, quando è giunta l’ora di dipingere, convoco mio figlio, e la sua fidanzata, per stabilire i colori che desiderano avere alle pareti. Arrivano insieme a Pamela mia nipote, figlia di Carla, sorella, di mia moglie. Mia cognata, è sposata con Paolo, un affermato commercialista. Nel suo studio ci lavora anche sua moglie, e la figlia di ventidue anni. Pamela non è una semplice ragazza, come Sonia, è molto bella, ama apparire, essere sempre al centro della scena. Alta uno e settantacinque, capelli biondi lunghi e lisci, occhi di un azzurro stupendo, seno una terza perfetto, con capezzoli ben evidenti, bocca ben modellata, con labbra carnose, che lei copre sempre con immancabile rossetto rosso fuoco. Un culetto a mandolino, che rende satellite, ogni maschio che lo guarda. Cosce lunghe, ben tornite, sempre immancabilmente lisce, in inverno, coperte da autoreggenti, accompagnate immancabilmente da scarpe con tacchi vertiginosi. Consapevole della sua bellezza, si diverte a far sbavare ogni maschio che incontra. Neppure suo padre, riesce a resistere al suo fascino, gli concede ogni cosa, esaudisce ogni desiderio, gli bastano due moine, e lui va via di testa. Non mi piace molto, che frequenti mio figlio, e la sua fidanzata, ma questo mio disappunto, evito di esternarlo, perchè quando sono insieme, siamo tutti più tranquilli, in quanto lei, considera Marco, come il fratello maggiore, gli presta sempre molta attenzione, quando lui la consiglia. Dallo scorso anno, dopo che siamo stati ospiti di mio cognato al mare in Sardegna, me la ritrovo sempre addosso, si struscia a me, come una gatta in calore. Spesso, quando siamo a pranzo insieme, non perde l’occasione di mostrarmi le sue grazie, senza troppi pudori. Un paio di volte, ha avuto qualche rimprovero sia da sua madre, che da mia moglie, che si sono accorte cha la sua finta innocenza, in realtà mascherava una vera malizia. Credo che si sia mesa in testa di scoparmi, o almeno di farmi sbavare per lei, come tutti, ma al momento sono del parere che abbaia sbagliato persona. Non sono un super fico, nemmeno un adone. Sono una persona normalissima, un poco in sovrappeso, ma non grasso. Capelli brizzolati, alto uno e ottantacinque, occhi scuri, un tipo normalissimo. Anche nel sesso, non ho, fra le gambe, nessuna trave o paracarro, ma un normalissimo cazzo di media lunghezza e circonferenza. Forse però una cosa che mi distingue nel sesso posso trovarla pure io. Un piccolo difetto, come lo definisco, che mi ha da sempre reso molto appetibile, a che mi conosce. Ho una scarsa sensibilità sulla cappella, per questo riesco a durare tantissimo. In pratica sborro quando voglio. Solo mia moglie, dopo tutti questi anni ha capito il trucco, per farmi venire quando lo vuole lei, mi succhia e sega velocemente il cazzo, alla fine sborro, quasi al suo volere. Ma per arrivare a questo, ci ha impiegato quasi trenta anni. Lascio le mie riflessioni, quando sento i ragazzi parlare nei vari ambienti. Mi sposto sul terrazzo, per fumare una delle quattro sigarette, che mi concedo ogni giorno, ho deciso di smettere allora le ho limitate. Sono appoggiato al muretto, all’improvviso sento un corpo aderire al mio, mi giro di scatto, vedo Pamela, che mi sorride bella come sempre. Indossa una mini gonna di lino bianca, una camicetta azzurra, dove sotto si intuisce un reggiseno, molto sottile che non copre i capezzoli che sembrano voler forare la stoffa.
«Mi fai fare un tiro.»
Senza attendere la mia risposta, allunga la mano, le splendide dita, con le unghie leccate dall’immancabile smalto rosso, si impossessano della sigaretta, la portano alle labbra aspirando una boccata. Per un attimo i nostri occhi si incontrano. È palese che cerca di sembrare molto seducente, poi però abbassa lo sguardo, non riuscendo a reggere il mio che la guarda con severità. Spezza il silenzio, che si è creato con una domanda.
«Che colori gli consiglieresti per le pareti?»
Non ho il tempo di rispondere, che dietro di me arrivano anche mio figlio e la sua fidanzata, che mi fanno la stessa domanda. Li guardo, espongo il mio pensiero.
«Il colore migliore è il bianco. Primo, farebbe risaltare le travi di legno del soffitto, poi essendo un colore neutro, vi potete abbinare qualsiasi mobile. Appendere alle pareti, quello che volete, non ci sarebbero problemi. Se usate tanti colori, poi ogni volta dovrete cambiare tutto.»
Mi guardano, subito Sonia trova che la mia sia la soluzione migliore. Mi chiedono un aiuto per le misure della cucina. Mentre le prendiamo Pamela, non perde l'occasione di mostrare le sue cosce, mi sbatte in faccia anche il suo splendido culo. Alla fine se ne vanno. Appena usciti mi reco in bagno per una rinfrescata. Cazzo, quella puttanella, mi ha volutamente fatto eccitare, e gli è riuscito. Quando ritorno in sala sento bussare, apro, me la ritrovo davanti.
«Scusa zio, ma credo di aver perso un orecchino.»
Entra, si dirige verso la cucina. Si abbassa, cerca di mostrare ancora di più le sue grazie. Per un attimo ho un fremito, poi mi riprendo, me ne vado fuori in terrazza. Non capisco il perché di tanto interesse per me. È una bella ragazza che potrebbe avere chi vuole, invece si deve essere fissata su di me. Certo non sono un santo, qualche bella turista me la sono scopata, ma erano donne, non una ragazzetta viziata, per di più mia nipote. Lei finge di aver trovato quello che cercava, poi mi si avvicina, sento ancora il suo profumo inebriante.
«Posso chiederti perché ti stai sempre a strusciare con me?»
Mi guarda divertita.
«Ma che dici, io non mi struscio con nessuno. Forse ti sarà sembrato.»
Parla con un tono beffardo. Comprendo, che non è questo il modo per riuscire a farla staccare da me. Gli faccio un bel sorriso, poi la invito ad andare. Prendo quello che mi serve e poi me ne vado. Nel pomeriggio vado nel negozio di ferramenta per prendere tutto l’occorrente per tinteggiare, mentre sto uscendo mi arriva un messaggio di Pamela.
«Aiuto, zio Mario, ti prego, aiutami.»
Per un attimo mi spavento, poi la chiamo, lei mi spiega che ha bucato un pneumatico, non è capace di fare la sostituzione. Mi spiega dove si trova, è a poca distanza dalla mia posizione. Quando la raggiungo ci troviamo in un parcheggio con molta gente. Lei indossa un tubino nero elasticizzato, che le copre appena l'indispensabile. Mi butta le braccia al collo, mi bacia davanti a tutti. Per un attimo sembriamo una coppia clandestina. Sento lo sguardo di invidia di tutti i maschi, che ci vedono. Prendo il necessario per la sostituzione del pneumatico, mi abbasso, incomincio a sostituire la ruota. Lei, prima si limita a stare in piedi, poi improvvisamente, si accuccia abbassandosi sui talloni. Subito mi trovo davanti la sua fica nuda, in bella mostra. Mi guarda in silenzio, consapevole che mi sta offrendo una visione meravigliosa. Mi concentro sul lavoro, quando metto la gomma forata nel bagagliaio della sua vettura, mi tolgo un piccolo sfizio.
«La prossima volta che vuoi il mio aiuto, almeno dopo che hai sgonfiato la ruota, rimetti il tappino alla valvola.»
Mi guarda sbigottita, poi cerca una scusa.
«Ti assicuro che non ho sgonfiato la ruota. È bucata veramente. Non sapevo a chi chiedere aiuto.»
La guardo, ci vado giù peso.
«Non credo, che con quello che metti in mostra, ti sarebbe stato difficile trovare un fesso che ti cambiava la ruota.»
Senza aggiungere nulla, giro i tacchi e me ne vado.
La sera mentre siamo a cena, mia cognata ringrazia mia moglie per l'aiuto che ho dato a Pamela. Dopo aver parlato con sua sorella mi chiede delle spiegazioni. Parlo in generale della sostituzione della gomma. Più tardi a letto mia moglie ha voglia di fare sesso, la scopo molto a lungo e intensamente. Quando alla fine vengo in lei, sento che per un attimo mi stringe e poi mi parla.
«Mi ha fatto tanto piacere godete con te. Nonostante che lo facciamo da tanto tempo, è sempre un piacere. Anche mia sorella mi dice che sono fortunata, ad avere un marito come te. Credo che Paolo la trascura scopando la nuova tirocinante, che è arrivata nello studio. Chi invece non capisco e Pamela. Quella puttanella si è messa in testa di scopare con te. Eppure bella com’è di cazzi ne trova a mazzi, ma lei no, vuole suo zio. Anche mia sorella, si farebbe un bel giretto su di te, specie da quando siamo andati in vacanza con loro. Ha sentito che mi scopavi a lungo, da quando le ho spiegato che era una cosa normale, ti guarda con occhi diversi. Non voglio essere gelosa, ma decisamente un pochino mi scoccia, che loro che hanno tutto, vogliono anche il mio uomo.»
La guardo stupito. Mi rendo conto che di tutte queste situazioni, io non me ne ero mai accorto. La stringo a me, la bacio.
«Stai tranquilla, che per il momento non ho nessuna intenzione di fare sesso con loro. In particolare con tua nipote. Quella puttanella non mi interessa. Molto meglio tua sorella, se non altro è più donna.»
Il giorno dopo mentre sto tinteggiando le pareti, mi piomba Pamela dentro casa.
«Guarda che chiodo vi era conficcato nel pneumatico. E tu che dicevi che lo avevo fatto apposta!»
La guardo, poi mi giro mostrando la cassetta dei miei attrezzi.
«Non ho bisogno dei tuoi chiodi, ne ho a sufficienza.»
Mi guarda stizzita, gira il culo e sparisce. Completo i lavori principali, poi mi dedico a verniciare il letto in ferro battuto, era della camera di mio padre. Loro hanno deciso di conservare anche i mobili della camera, tutti in legno di noce molto belli, che necessitano solo di una bella passata di olio per mobili. Sono, con l’armadio, un insieme molto bello, che li ha subito entusiasmati. Sono inginocchiato sul terrazzo, sto facendo un lavoro certosino, con un sottile pennello, ritocco i fiori, dipinti in un rostro al centro della parte alta della testata del letto, quando arriva Sonia, ha portato delle cose che servono per la cucina. Quando vede cosa sto facendo, ne rimane entusiasta.
«Accidenti che meraviglia! Hai fatto un vero capolavoro, adesso lo stai rendendo unico. Non vedo l’ora di dormire, in questo letto.»
«Speriamo, che non vi limiterete solo a dormire!»
Mi guarda, ride divertita.
«Tranquillo, con tuo figlio, non ci si annoia mai. Sei proprio una persona dalle mille risorse. Ma c’è una cosa che non sai fare?»
Mentre parla si è piegata a novanta gradi di lato a me, dalla sua maglietta bianca, con uno scollo molto ampio si vede benissimo, il seno appena racchiuso in sottilissimo e trasparente reggiseno. Mi volto, non posso non indugiare su quello spettacolo. Mi piace Sonia, è una bella ragazza, semplice genuina, per niente sofisticata. Ama mio figlio, per questo non ho mai indugiato con lo sguardo su di lei, ma adesso sembra che di proposito mi stia mostrando il suo seno, una terza piena, bella, che sembra compressa sotto la stoffa. Indosso dei jeans attillati, lo noto per la prima volta, non mi ricordo di averla vista altre volte così sexy. Mi sollevo, lei, dopo aver osservato ancora un poco, i fiori del piccolo dipinto restando piegata, offrendo un bello spettacolo del suo lato B molto invitante, si solleva, mi fa i complimenti, mi bacia sulla guancia e scappa, dicendo che è in ritardo. Resto un poco interdetto. Mi sembra strano il suo comportamento, mai fatta una cosa così plateale. Ci penso un attimo, mi dico che forse sono io, che mi sto facendo delle pippe mentali. Il giorno dopo a metà mattina ritorna. Indossa una mini cortissima di lino bianca, sopra una camicetta sempre bianca, chiusa solo da due bottoni, si vede benissimo il suo seno nudo, appena racchiuso dalla stoffa che ne delinea i contorni. I capezzoli evidentemente stimolati dal contatto con la stoffa sono appuntiti, molto evidenti.
«Mi servono le misure del letto, così ordiniamo la rete e il materasso.»
Andiamo in camera, dove ho provveduto a rimontare le due parti del letto. Lei prende una estremità del metro, si posiziona daccapo, si piega volgendomi le spalle, subito noto, essendo quasi inginocchiato, il suo meraviglio culo in bella mostra. Indossa uno string che si è infilato tutto dentro il solco delle natiche. Ho una violenta erezione, si vede benissimo sotto la leggera stoffa dei pantaloncini che indosso, essendo poi il resto a torso nudo. Lei si solleva, indugia con lo sguardo sul pacco, poi passa dall’altro lato per misurare la larghezza. Quando si piega ina avanti, non posso non notare che il suo seno è in bella mostra. Sento un lungo brivido lungo la schiena, mi sto eccitando a guardare la fidanzata di mio figlio, che mi sta provocando in maniera molto esplicita. Sudo a freddo, e non vorrei. Usciamo dalla camera, lei dopo aver ricontrollato che nella zona della cucina sia tutto a posto si avvia verso la porta, quando ci ripensa, torna indietro.
«Seguimi che voglio chiederti una cosa.»
Entriamo di nuovo in camera, lei apre due delle ante lunghe dell’armadio, si abbassa e sfila un cassetto. Mi volge le spalle, ho di nuovo una visione del suo culo splendido, ma lei affonda il colpo.
«Abbassati dietro di me, guarda dentro il vano del cassetto.»
Sono inginocchiato dietro di lei che si piega ancora. Adesso ho davanti alla faccia il suo culo, vedo distintamente le labbra della fica umide dove è sparita la stoffa dello string, mi eccita e sopra tutto la vedo eccitata. Sento il suo odore di femmina in calore. Lo aspiro, lo sniffo, mi inebria. Accidenti ma questa oggi che vuole da me? La sue parole non soddisfano la mia intima domanda.
«Credi che sia possibile, nascondere una cassetta di sicurezza, dentro il vano dietro il cassetto? Guarda bene, dimmi se si può fare.»
Non ho nessun bisogno di guardare dentro, mi serve solo assecondarla per aspirare ancore il suo odore che secerne la sua fica umida e fradicia. Sono tentato di affondare la bocca in quella fonte del piacere, ma all’ ultimo, un barlume di ragione, me lo impedisce. A fatica mi sollevo. Ho il cazzo così duro che mi fa male dentro i pantaloncini.
«Non serve a nulla. È il primo posto dove un eventuale ladro andrebbe a cercare, vieni con me, che adesso te la mostro io, una cosa che ti piacerà.»
Osserva il mio pacco, si lecca le labbra, poi dopo aver fatto un sospiro mi segue. Usciamo fuori sul terrazzo, apro il vano dove c’è la valvola generale dell’acqua e sposto un piccolo, pannello, dietro c’è nascosta una piccola, ma robusta cassaforte. Mi guarda sorridendo, si abbassa per vedere meglio, adesso è lei che sta davanti la mio cazzo durissimo. Osserva bene, poi si solleva, sfiora con una mano il mio petto e mi sorride.
«Ne pensi una più del diavolo! Questo mi sembra perfetto, sicuramente le mie gioie staranno benissimo in questo posto.»
La sua bocca è molto vicina alla mia, faccio un respiro, sto cercando di dominare il desiderio di stringerla fra le braccia, mi guarda, quasi aspettando una mia mossa che però non avviene. Non ci riesco così, è più forte di me. Lei sorride, mi bacia all’angolo della bocca, si gira se ne va via dicendo che il giorno dopo sarebbero venuti a portare la cucina nuova. Non resisto mi devo masturbare un poco, poi alla fine desisto, non mi piace farmi una sega così solo per sborrare. Cazzo sto impazzendo! La sera me li ritrovo insieme a cena. Sono in imbarazzo davanti a lei, che invece sembra essere la ragazza di sempre, tranquilla, solare normalissima, niente a che vedere con quella che si offriva a me. Fortunatamente è Marco che mi toglie dalle spine.
«Sonia mi ha detto, che gli hai fatto vedere la cassaforte del nonno, ha detto che il letto è diventato davvero bello. Purtroppo dovrete avere pazienza, la nostra camera è sopra la vostra, quindi ci sarà la possibilità che faremo un po’ di rumore.»
Flavia li guarda, e ride divertita.
«Ci spero proprio che facciate un po’ di rumore, altrimenti mi dovrei preoccupare.»
Sonia la guarda, le risponde ridendo.
«Con tuo figlio dovrai averne di pazienza, sai lui è uno che se la prende comoda, non ha fretta di concludere.»
Flavia scambia con me una bella occhiata, poi le parla con un tono ironico.
«Mia cara tutti i maschi di questa famiglia, hanno l’abitudine di tirare a lungo.»
Facciamo tutti una risata, comprendendo il doppio senso della frase, anche se a me è suonata un poco strana. Dopo cena i ragazzi se ne vanno. Marco è dispiaciuto che non potrà essere presente al montaggio della cucina, mentre Sonia dice che cercherà di passare almeno per vederla finita. A letto scopo mia moglie facendola godere tantissimo. Appagati restiamo un poco abbracciati, lei ha voglia di parlare.
«Ho visto Sonia e Marco hanno una buona sintonia, sicuramente lei, deve aver sperimentato il piacere che si prova a fare sesso con la tranquillità che deriva da avere un maschio molto duraturo.»
La sua frase mi fa tornare in mente quello che ha detto a tavola, le chiedo una spiegazione.
«Voglio chiederti una cosa a cui tengo molto. Mi spieghi la frase di questa sera tavola: Tutti maschi di questa famiglia hanno l’abitudine di tirare a lungo.
Hai pronunciato queste parole con molta convinzione, direi che avevi la certezza, che TUTTI i maschi della famiglia, durano molto per lo stesso difetto. Per asserire questo, devi per forza di cose, aver assaggiato anche mio padre.»
Lei resta in silenzio, la guardo, abbassa gli occhi, farfuglia una spiegazione che non trova.
«… ma io… dicevo così per dire… che vai pensando.»
Il tono è indeciso, non riesce a convincermi. Insisto e la costringo a spiegarmi le sue parole.
«Non voglio fare un casino, voglio solo la verità. Sono passati due anni, dalla tragica morte di mio padre, quindi puoi assolutamente confessare tutto senza problemi. Ti assicuro che non farò scenate, ma voglio la verità dalla tua bocca.»
Fa un bel respiro, si accosta al mio fianco sinistro e appoggia la guancia sul mio petto. La sua voce è inizialmente incerta, poi lentamente parla, si sfoga.
«Tutto è cominciato, quando Marco aveva tre anni. Tu avevi da poco iniziato a lavorare con le gite turistiche, guadagnavi bene. Mi avevano già trasferita nella sede centrale, qui a due passi da casa, tuo padre mi aiutava con la gestione di Marco. Lo portava all’asilo, lo riprendeva. Io rientravo alle quattordici, trovavo già il pranzo pronto, che consumavamo insieme. La sera poi si cenava insieme, per lui era una gioia, stare con suo nipote. Una sera ha notato che ero molto nervosa. Tu eri lontano da due settimane, io ero abituata alle tue lunghe scopate, ne sentivo la mancanza. Mi ha chiesto cosa avessi fatto, il perchè ero nervosa. Ho cercato una scusa, ma lui, ha intuito subito che mi mancava il cazzo. Eravamo seduti sul divano, il piccolo dormiva, dopo un momento che ci siamo guardati negli occhi, lui mi ha fato un discorso molto convincente.
«Sei una bella donna, sicuramente abituata a godere con mio figlio, quindi sono convinto che ne senti la mancanza. Devi capire che lui, si sacrifica per la famiglia, tu non puoi andare, a sfogare il tuo desiderio fuori di qui. Sarebbe un tradimento, lui non se lo merita. Immagina che incontra uno che ti ha scopato, per lui sarebbe una vera umiliazione. Noi siamo una famiglia, in famiglia, ci si aiuta. Se hai voglia di scopare ci sono io, ti faccio godere, tutto resta dentro queste mura, anzi se vuoi, non lo dire nemmeno a lui. Non mi ricordo cosa gli ho risposto, ma dopo un momento ero a cosce larghe, con lui che mi laccava divinamente. Ho goduto subito, mi ha fatto raggiungere rapidamente il piacere solo con la lingua. Quando ho sentito forte il desiderio di averlo, l’ho afferrato con le mani è me lo sono trascinato su di me. Il suo cazzo durissimo, ha trovato subito la mia micetta già fradicia e pronta ad accoglierlo. In un barlume di ragione l’ho solo pregato di non venirmi dentro. Lui mi ha sorriso mentre scuoteva il capo.»
“Prenditi tutto il piacere che vuoi, io non ti inonderò la fica. Quando sarai sazia, quando senti che ne hai avuto abbastanza, me lo dici, ti vengo in bocca. Stai tranquilla, se mio figlio ti scopa a lungo, io resisto molto di più, è il difetto di famiglia.”
«Mi ha scopato per un tempo lunghissimo. Alla fine ero così sfinita, che gli sono crollata addosso pregandolo di godere. Lui si è sfilato da me, mi ha fatto sedere sul divano, poi si è messo in piedi davanti alla mia bocca, se lo menava velocemente. Ha allungato la mano sinistra, sul mio capo, quando era pronto, lo ha appoggiato alle mie labbra. Ho ricevuto in bocca tre schizzi di crema dolcissima, densa. Mi ha lasciato il tempo di ingoiarla, poi di spremere ogni singola goccia. Alla fine ero così soddisfatta, che l’ho abbracciato e baciato in bocca. Dopo quella sera non abbiamo scopato per un po’ di tempo. Quando tu sei partito, per un tour di due mesi, lui ha ripreso a scoparmi tutte le sere. A volte non veniva, ma lasciava me completamente appagata. In quel periodo ho iniziato a prendere la pillola per sentire dentro di me il suo orgasmo. È stato lui ad insegnarmi come farvi godere, come superare il problema che vi affligge, anche se io credo che sia una risorsa, più che un problema. Adesso sai tutto quello che vi era da sapere. Non ti ho mai tradito con nessuno, al di fuori di lui, che mi ha sempre rispettato, aiutato e mi ha trattata da vera signora. Era fiero di aiutarmi, anche in questo. Ora decidi cosa vuoi fare, io ti ho pugnalato alle spalle, con tuo padre. Sono sicuramente una moglie indegna, tu al lavoro, io a farmi sbattere da lui.»
La guardo, la stringo forte a me, la bacio con passione. Lei mi guarda stupita, incredula.
«Nemmeno io sono immune dal tradimento. Quando ero via con il gruppo, in genere avevo una guida donna. Ben presto si è sparsa la voce che ero molto resistente, che le femmine le lasciavo distrutte nel letto. Vi erano, due o tre guide femmine, che quasi litigavano, per avermi come autista del bus, e poi nel loro letto. Quando vi era un capo gruppo uomo, spesso mi divertivo con qualche turista singola, anche se ultimamente mi capitava, che alcune coppie mi chiedevano di scopare con loro. In genere, avevano ricevuto il consiglio di giocare con me, da chi era stato in gita nel mio bus. All’inizio ero un poco titubante, nello scopare una donna davanti al marito, ma poi col tempo, era diventato un vero piacere, vederli che si segavano mentre io facevo impazzire la loro donna. Come vedi, nemmeno io sono un santo, quindi adesso smettiamola di farci la morale a vicenda, continuiamo la nostra vita cercando di godere, e divertici come meglio capita. Quello che non mi spiego, è l’atteggiamento di Sonia, oggi quando è venuta a portare della roba nella casa nuova. Era decisamente provocante, mi ha sbattuto in faccia la fica ripetutamente. Io mi sono sentito a disagio, è la fidanzata di mio figlio, non capisco per quale motivo si comporta così. Peggio di Pamela, che di suo ce ne mette tanto. Ho dovuto faticare tantissimo, per non cedere, ma ti assicuro che è stata durissima.»
Flavia mi guarda, fa un mezzo sorriso, dopo aver riflettuto un poco, mi fa partecipe delle sue riflessioni.
«Non mi vorrei sbagliare, ma credo che tutto sia riconducibile allo scorso Settembre, quando abbiamo festeggiato il mio compleanno. Ti ricordi che eravamo sul terrazzo, tu eri intento a seguire il barbecue, io ero in cucina con mia sorella, e Paolo come sempre al cellulare. La finestra della cucina era appena accostata, fuori vi erano Marco, Sonia, e Pamela. Pamela, ha fatto un commento su di te, dicendo che eri un bel maschio, ma che forse ormai, eri un po’ troppo avanti con l’età, quindi a sesso, eri quasi al limite, mentre a lei piacciono quelli che hanno una notevole resistenza. È stato Marco a prendere le tue difese.»
«Parli così, perchè non sai che quando si scopa mia madre, la sbatte come minimo una bella oretta, poi se ne viene.»
«Pamela l’ha guardato incredula, mentre lui precisava che avendo la camera adiacente alla nostra, ci aveva sentito fare sesso tante di quelle volte, che non se la ricordava una volta, che lo avevamo fatto velocemente. Sonia ha aggiunto che anche Marco aveva la stessa caratteristica, e lei ne era molto contenta. Dovevi vedere la faccia di mia sorella, che aveva sentito tutto, loro non ci avevano visto, mi ha guardato incredula. Quando le ho assicurato, che era tutto vero, mi ha detto che ero molto fortunata. Mi ha chiesto come eri messo come dotazione, ho risposto che lo hai lungo e grosso nella media. Paolo è molto dotato ma ha poca resistenza, quindi mi ha proposto uno scambio, io avrei avuto il piacere di sentirne dentro uno super, mentre lei avrebbe avuto il piacere di uno molto resistente. Le ho risposto che era mezza matta, e il discorso è finito. Lunedì mattina, appena tre giorni addietro, ho sentito Marco, parlare al telefono, ero convita che stesse parlando con Pamela, ma ricordando quello che ha detto, mi sembra di capire che si trattava di Sonia. Lui ha detto, alla persona con cui stava parlando, che poteva fare quello che voleva, usare ogni mezzo, per riuscire nel suo intento, ma che tanto, avrebbe vinto lui, la scommessa. Credo che adesso, Sonia voglia verificare, se tu, sei più resistente di Marco. Quindi sono arrivata alla conclusione, che tu adesso devi decidere, cosa vuoi fare con queste tre femmine in calore.»
La guardo stupito. Accidenti! Non mi ero reso conto di tutte queste manovre dietro le quinte. Mi rendo conto che ho un bel problema, ma è sempre mia moglie che mi propone una cosa interessante.
«Sono convinta, che per quanto riguarda Sonia, sia solo una curiosità che vuole soddisfare. Marco deve essere più o meno al tuo stesso livello, forse è più giovane, ma tu sei più esperto, quindi la partita ve la giocate alla pari. Diverso è il discorso con mia sorella e Pamela. Carla ha voglia di scopare con te, per godere tanto, a lungo. Questo potrebbe in seguito creare un problema, perché sono sicura, che se scopre che tu la sbatti tanto e a lungo, lo vorrò rifare ancora. Pamela forse è come Sonia, per lei sei un capriccio, che si vuole togliere. Probabilmente appena soddisfatto, non si farà più avanti, in fondo è giovane, ha tanti altri cazzi che le ronzano intorno. Allora ti faccio una proposta: Tu scopi, sia Sonia che Pamela, poi per Carla si vedrà. Per pareggiare il conto io mi faccio scopare da Marco, e Paolo.»
La guardo stupito, poi realizzo che mi sta offrendo carta bianca in tutto, vuole solo divertirsi anche lei. Non le importa, se stiamo parlando del figlio, e del cognato, vuole solo dei cazzi, con cui godere.
«Sei una femmina in calore anche tu. Mi lasci scopare chi voglio, ma ti vuoi divertire anche tu, questo mi va molto bene. Ci sto! Ma aggiungo un piccolo dettaglio: voglio un resoconto dettagliato oppure l’opportunità di essere presente o partecipe. Prendere o lasciare.»
Mi bacia, poi accetta, garantendomi la più assoluta complicità e leale partecipazione.
24
5
4 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 22 ore fa -
Una parentesi particolare della mia vita
.Mi chiamo Carlo, oggi ho cinquanta anni e sono un bisex convinto. Questa mia scoperta risale a tanti anni fa. All’epoca ero un militare arruolato nell’Aereonautica Militare, in un corpo speciale che si occupava della difesa degli aeroporti. Non so bene come c’ero finito, ma era dura veramente, guardie, esercitazioni, allarmi e marce erano all’ordine del giorno e la stanchezza la faceva da padrona. Ricordo una notte d’inverno faceva un freddo tremendo ero di guardia e avevo molto freddo ed ero stanchissimo. Me ne stavo rintanato in una buca circondata da sacchi di sabbia con due feritoie, ricoperta da una lamiera con sopra altri sacchi di sabbia una leggera tenda copriva l’entrata. Dalle feritoie veniva molto freddo e fu quel momento in cui commisi il primo dei due errori: mi misi seduto, e chiusi gli occhi per alcuni secondi almeno così credevo, invece mi addormentai profondamente. Improvvisamente una mano forte mi scosse dal sonno, e nei miei occhi fu grande lo stupore nel vedere davanti a me il nostro sergente con il mio fucile in mano. In un attimo tutta la mia vita futura si delineò chiaramente, processo per direttissima, il minimo due anni di carcere punitivo. Questo era già accaduto ad altri due soldati prima di me, e il nostro sergente, un uomo alto, forte e muscoloso dal carattere duro e taciturno che comandava temporaneamente il plotone in assenza del nostro ufficiale che si era ferito durante un’esercitazione, se ne stava in piedi davanti a me in silenzio.
«La prego non mi rovini.» Riuscì a dire un filo di voce carica di terrore.
Lui rimase un attimo in silenzio, poi fece un profondo respiro, si avvicinò a me. Ora il suo corpo era a poca distanza dal mio viso, quando lui improvvisamente aprì i pantaloni e tirò fuori un membro grosso e lungo.
“Scegli!” Mi disse con tono duro e deciso, avvicinando il suo corpo a poca distanza dalla mia faccia.
Senza nessuna esitazione, afferrai quel cazzo, ancora molle, ma già di notevoli proporzioni, al punto tale, che il mio indice pollice, a malapena riuscivano a congiungersi, poi, tirai fuori la lingua e detti la prima leccata. Rimasi stupito dal fatto che era profumato, si, sapeva di acqua e sapone, come se lo avesse lavato un momento prima. A quell’epoca ero già fidanzato con quella che sarebbe poi diventata mia moglie, e le donne in quegli anni difficilmente ti facevano scopare, principalmente per paura di rimanere incinta, quindi il miglior sistema per tenere a bada il fidanzato era quello di fare dei pompini. Mi ero sempre chiesto cosa provasse nel leccare e succhiare con estremo piacere il mio cazzo, e vedevo la gioia e la soddisfazione nell’ingoiare la mia semenza, ora improvvisamente avevo l’opportunità di togliermi questa curiosità. Cominciai a succhiare, leccare, quello splendido palo che stava lievitando nelle mie mani e nella mia bocca cercando di ripetere le stesse cose e gli stessi gesti che la mia fidanzata faceva a me. Non m’importava nulla né della situazione né di qualsiasi altra conseguenza in quel momento volevo solo dare e ricevere piacere nel sentire quel membro in bocca.
«mmmmmmm...Che bocca di velluto!»
Il lungo gemito e il commento espresso dal sergente mi riempirono di gioia e soddisfazione al punto tale che sollevare l’altra mano e slacciato i pantaloni li ho abbassati insieme alle mutande fino a metà coscia, mi ritrovai in mano due palle grosse come uova d’oca dure, piene, che accarezzai soppesandole, e lentamente feci scivolare le mie labbra lungo l’asta giocando con la lingua lungo il frenulo e succhiandolo, fino ad arrivare a quelle due magnifiche sfere gonfie e pelose che misi in bocca succhiandole una per volta. Ero sconvolto, eccitato al punto che sentivo il mio cazzo crescere nei pantaloni, mentre oramai le mie dita non riuscivano più a congiungersi da quanto era lievitato il magnifico membro che stavo segando lentamente. Mi piaceva! Stavo facendo un pompino ad un uomo! E la cosa mi stava riempiendo di piacere. Lo sentivo gemere, assecondare i miei movimenti traendone molto piacere. Ad un tratto ho sentito la sua mano appoggiarsi sul mio capo, mentre lo splendido membro ha iniziato a gonfiarsi, la stessa cosa che succedeva a me quando stavo per sborrare in bocca la mia fidanzata. Ho serrato le labbra intorno alla punta frullando con la lingua in maniera molto veloce, succhiavo, pompavo, e lo segavo sempre più forte. Improvvisamente ha emesso un lungo gemito.
«mmmmmmmmmmmmmmmmmm...mmmmmmmmmmmmm.»
Un attimo dopo un potente schizzo mi ha colpito il palato, e ho sentito un sapore agrodolce che mi è subito piaciuto. Appena l’ho assaporato e ingoiato che subito un altro schizzo più denso e corposo mi ha riempito la bocca. Ho gustato e ingoiato anche questo subito seguito da un terzo quarto e un quinto sempre potenti che mi hanno inondato la bocca. Era bellissimo, ho ingoiato succhiato leccato e spremuto, fino all’ultima goccia di piacere con lo splendido membro che mi aveva riversato in bocca in gola quel nettare prelibato, poi con uno schiocco delle labbra l’ho lasciato lucido e pulito leccandomi le labbra. Ho sollevato lo sguardo e ho visto il suo viso nella fioca luce della notte soddisfatto rilassato. Mi ha restituito il fucile, si è riabbottonati pantaloni.
«Da oggi ogni volta che ne avrò voglia tu sarai a mia disposizione! Sono stato chiaro?»
Mi ha detto con voce calma e serena.
Ha voltato i tacchi e se n’è andato. Appena rimasto solo sono reso conto che ero ben sveglio che non sentivo più freddo, ed ero ancora molto eccitato consapevole di aver vissuto un’esperienza unica e bellissima. Il mio cazzo duro mi faceva male nei pantaloni, l’ho tirato fuori, e mi sono segato furiosamente, fin quando ho sentito il mio piacere esplodere. Raccolta tutta la mia semenza nel palmo della mano l’ho portata all’altezza della mia bocca. Ho sentito lo stesso odore e allungata la lingua ne ho assaggiato il sapore: era identico! Ho leccato la mia mano, l’ho ripulita di ogni singola goccia del mio piacere rimanendo affascinato dall’emozione e dal gusto che ne avevo provato. Nelle due settimane seguenti è venuto a trovarmi altre quattro volte e sempre abbiamo ripetuto lo stesso rituale: lui in piedi, io che l’ho succhiavo, lui veniva, io ingoiavo, poi lui se ne andava, io mi segavo leccando la mia stessa sborra. Era diventato un piacere particolare, unico, incredibile per me, che continuavo a ripetermi di essere etero, anche se, osservavo quell’uomo, la cui presenza durante il giorno mi riempiva di nascoste emozioni. Poi per alcuni giorni è sparito, e quando è tornato mi ha convocato nel suo ufficio e mi ha detto.
«Vieni con me.»
Siamo saliti sopra una Jeep, e ci siamo recati al magazzino dove siamo stati accolti da Luca, il furiere, un ragazzo della mia stessa età, ma dalla forma fisica e dall’aspetto dolce e gracile. Appena entrati nel suo ufficio Luca si è inginocchiato davanti al sergente, il cui nome era Giovanni e subito e ha aperto pantaloni e si è messo a succhiargli cazzo mentre io li guardavo affascinato. Era meraviglioso e incredibile vedere con quanta facilità a sua bocca riusciva ad infilarsi dentro quello splendido palo, che dopo poche leccate era già al massimo della sua erezione. Con un gesto del capo Luca mi ha invitato ad unirmi a lui e così insieme ci siamo messi a leccare i succhiare quella meraviglia della natura fra i gemiti e sospiri di Giovanni che ora aveva appoggiato le sue mani sopra ognuna delle nostre teste quasi a volerci tenere fermi per far scorrere le nostre bocche avanti e indietro il suo meraviglioso gioiello. Quando stavo con le labbra sulla punta, improvvisamente Luca ha unito la sua bocca alla mia in un meraviglioso bacio. Dopo un attimo di stupore, ho risposto con ardore intrecciando la mia lingua alla sua mentre con la mano continuava a segare il cazzo sempre più duro. Luca si è alzato in piedi si è abbassato i pantaloni e si è appoggiato alla scrivania, mentre io continuavo a leccare il palo, Giovanni che ha messo della saliva sulle dita e lo ha lubrificato dietro poi appoggiato la punta sul foro anale di Luca che con le mani tendeva le chiappe in fuori per aprirsi meglio. Lentamente ho visto sparire quei circa venti cm di carne dalla grossa circonferenza dentro il foro anale di Luca il quale a bocca aperta spingeva il suo corpo indietro.
«Sfondami magnifico toro! Dai più forte fino in fondo!»
Li ho osservati estasiato anche se dentro di me avevo una certa paura che lo stesso trattamento sarebbe stato riservato anche il mio culo, ma Luca si è girato e mi ha invitato a sedermi davanti a lui sulla scrivania.
«Dai siediti che voglio succhiarti cazzo.»
Era fantastico, Giovanni gli sfondava il culo, Luca me lo succhiava divinamente, ed io ero prossimo al piacere, quando Giovanni mi ha fatto cenno di sollevarmi, e avvicinato la sua faccia alla mia mi ha baciato intensamente mentre continuava a pompare Luca. Per me è stato troppo un piacere così grande inaspettato mi hanno portato all’orgasmo sborrando copiosamente in bocca a Luca, che ha ingoiato tutto avidamente. Poi è stata la volta di Giovanni che con un lungo gemito gli ha inondato il culo.
«Vengo! Ora! Si ora! … mmmmmmmm…»
Lo ha spinto fino in fondo e gli ha scaricato dentro tutta la sua semenza. Si è sfilato lentamente e Luca prontamente si è inginocchiato davanti a lui e ha leccato, ripulito, quel membro ancora bello turgido. Poi ci siamo ricomposti.
«Luca deve fare l’inventario, tu da oggi gli darai una mano, questo fino al lavoro finito sarà il tuo nuovo incarico.»
Mi ha detto Giovanni che con un sorriso se n’è andato.
Abbiamo cominciato a fare l’inventario, un lavoro che al massimo sarebbero bastati tre giorni, noi ce ne abbiamo impiegati venti. Luca si è rivelato un amico simpatico, che aveva scoperto all’età di quindici anni di essere gay, e una volta arruolato aveva visto in Giovanni il suo toro da monta il suo magnifico stallone al quale si era subito offerto volontariamente per ricevere in cambio quello splendido cazzo che lui gli infilava nel culo. Giovanni durante i venti giorni è venuto a trovarci spesso e ogni volta il nostro gioco a tre era sempre più interessante coinvolgente e finiva sempre con copiose sborsate nella mia e nella bocca di Luca. Devo ammettere che la cosa mi riempiva di estremo piacere, era stupendo succhiare leccare il cazzo di Giovanni o quello di Luca indistintamente in quanto anche lui era decisamente messo abbastanza bene come me d’altronde. Devo ammettere che era quasi diventata una cosa alla quale era difficile rinunciare, bastavano appena due giorni di astinenza e subito ne sentivo forte il desiderio. Dopo quel lavoro, ho ricevuto una settimana di licenza premio sono tornato alla mia casa, alla mia donna, alla mia vita di tutti i giorni. Stranamente non sentivo assolutamente nessuna mancanza, mi sentivo perfettamente a mio agio fra i miei amici e le persone che mi conoscevano. Quando stavo con la mia fidanzata mi sentivo perfettamente etero. Poi la prima volta che lei mi ha succhiato di nuovo il cazzo ho compreso perfettamente quale gioia, quale piacere lei provava, e quando le sono venuto in bocca, lo attirata verso di me e l’ho baciata intensamente condividendo con lei la mia semenza ancora nella sua bocca, lasciandola decisamente stupita. Quando mi ha chiesto perché l’avevo fatto essendo convinta che mi dava fastidio, o che mi facesse schifo, gli ha risposto che non vi era niente di schifoso, che se lei lo faceva a me potevo farlo benissimo anch’io con lei. Mi ha guardato mi ha sorriso, e detto che ero un magnifico porco e che questo la riempiva di gioia, pur sapendo dentro di me che non era proprio tutto vero ma che volevo condividere con lei ancora il sapore il piacere della sborra in bocca. Finita la licenza quando sono tornato ho trovato un’amara sorpresa, c’era stato assegnato un nuovo ufficiale che comandava il plotone. Era un giovane tenente, tutto ordine e regolamento, appena uscito dall’Accademia e convinto che si poteva comandare un plotone anche senza l’esperienza ma con il forte ausilio del regolamento. Era talmente pieno di sé, che era subito diventato antipatico anche a Giovanni, il quale nonostante avesse molta esperienza non veniva quasi preso in considerazione dall’ufficiale, anzi sembrava come se il tenente avesse paura che il sergente fosse più esperto di lui, cosa che poi in fondo era vero, di come si comanda una squadra. Passammo due mesi veramente duri con questo scassa palle sempre tra i piedi e anche i nostri giochi a tre erano diventati molto rari per la sempre presente figura del tenente. Poi una notte, ero appena smontato dalla guardia, e prima di mettermi a dormire, volevo urinare, così mi diressi verso il bagno. Mentre mi stavo lavando le mani dopo aver espletato il mio bisogno, la mia attenzione fu richiamata dalla luce che usciva dalla finestra dell’alloggio del nostro integerrimo ufficiale, cosa insolita considerando che erano le due del mattino e che a quell’ora lui avrebbe dovuto dormire. Incuriosito sono uscito dalla porta posteriore, e nascosto dietro un arbusto di oleandro ho osservato attraverso la finestra quello che l’ufficiale stava facendo. Il nostro caro tenente si stava preparando una splendida canna, anzi, per essere più precisi un vero cannone, che poi è uscito fuori per fumare evitando di far ristagnare l’odore all’esterno del suo alloggiamento. L’indomani l’ho raccontato a Giovanni, che quando ha saputo questa cosa il suo volto si è illuminato nemmeno gli avessi detto che l’avevano promosso generale.
«Adesso lo abbiamo in pugno!»
In quel momento non ho capito di che cosa stava parlando a due notti dopo siamo tornati insieme dietro la finestra e lui aveva una piccola macchina fotografica con la quale ha ripreso ogni momento della preparazione della cospicua canna, e relativa fumata da parte del nostro tenente. Poi ce ne siamo andati a dormire. Tre giorni dopo e ha detto di andare con lui e insieme siamo andati dal tenente e Giovanni lo ha pregato di seguirlo al magazzino dove c’era una cosa che il nostro ufficiale avrebbe dovuto sapere. Una volta entrati nel magazzino Luca ha chiuso silenziosamente la porta dietro di noi entrati nell’ufficio Giovanni ha ordinato al tenente di sedersi, e questi si è rivoltato di verso di lui con un atteggiamento assolutamente irritato.
«Come si permette di darmi degli ordini a me che sono un suo superiore lei sta rischiando di essere degradato!»
Giovanni lo ha guardato con calma poi ha guardato noi, ha messo il braccio sinistro sulla spalla del tenente lo ha costretto a sedersi essendo lui più forte mentre l’ufficiale lo guardava sbalordito.
«Chiudi quella fogna di bocca salvo poi riaprirla per farci entrare questo.»
Ha detto con un tono calmo e tranquillo mentre con la mano aveva aperto i pantaloni ed aveva estratto suo splendido cazzo. L’ufficiale ha sbarrato gli occhi. Era rosso di rabbia e quando stava per tuonare contro di lui Giovanni ha estratto dalla tasca della divisa un mazzo di foto dove si vedevano chiaramente le cose che aveva fatto il tenente durante la notte.
«Scegli! Ma fai bene attenzione. Come saprai il nostro comandante ha perduto un figlio di quindici anni per colpa della droga e per lui è un fastidio anche vederci fumare una semplice sigaretta, quindi cosa pensi ti farebbe se sapesse che ti fai queste canne?»
Stefano così si chiamava il tenente era bocca aperta incapace di proferire parola e il cazzo di Giovanni a due cm dalle sue labbra erano l’alternativa a tanti guai quindi ho afferrato con la mano destra e se lo è infilato in bocca succhiandolo prima timidamente poi sempre più convinto fin quando dopo una lunga pompata Giovanni gli ha riversato in gola tutta la sua sborra, e lo ha costretto ad ingoiarla. Da quel momento la nostra vita è cambiata radicalmente, per noi quattro il piacere è stato intenso. Giovanni una settimana dopo ha rotto il culo a Stefano mentre io scopavo con Luca. All’inizio Stefano ha fatto un po’ di resistenza, ma dopo due o tre volte si lasciava inculare tranquillamente mentre succhiava il mio o il cazzo di uno di noi tre. Da quel giorno non ci sono stati più problemi avevamo sempre incarichi tranquilli, e licenze premio a volontà. Poi come tutte le cose belle arrivano alla fine e giunti quasi al congedo Giovanni e Stefano hanno organizzato una piccola festicciola per me e Luca alla quale ha partecipato anche il capitano medico che nel frattempo era entrato nel nostro giro e due giovani reclute che avevano fatto la mia stessa scelta e che quindi avrebbero preso il posto di Luca. Abbiamo passato una serata bellissima, ricca di piacere orgasmi, pompini, e inculate a volontà. Poi io e Giovanni ci siamo immersi nella vasca da bagno, lui sdraiato dietro di me, disteso in mezzo alle sue cosce con le mie spalle appoggiate al suo torace. Sentivo il suo pene premere contro la mia schiena, mentre lui mi accarezzava il petto con la sua bocca appoggiata al mio collo dietro la nuca.
«Mi ha fatto molto piacere conoscerti, fra tutti quelli che me lo hanno succhiato tu sei stato senz’altro il più piacevole, la tua bocca è come velluto puro, morbida calda e accogliente, nello stesso tempo le tue labbra, e la tua lingua sanno muoversi meravigliosamente portando una persona al massimo del piacere. Sono estremamente grato e felice di averti conosciuto.»
Mi ha detto con un filo di voce velata da una leggera malinconia che in quel momento per un attimo ho pensato fosse solo dovuta al nostro distacco.
Mi sono girato l’ho baciato. Un bacio intenso, carico di passione e di desiderio. Le mie mani sono scese in basso e hanno afferrato il suo membro che lentamente stava tornando duro. Per un attimo nella mia mente è stato forte il desiderio di provare l’unica cosa che ancora non avevo mai fatto, sentirmelo dentro dietro. Dopo averlo limonato lungo mi sono girato, e ho appoggiato le mani all’altro bordo della vasca rimanendo immobile con il mio culo davanti alla sua faccia. Lui è rimasto un attimo immobile poi ha realizzato quello che io volevo da lui e con l’ausilio del bagnoschiuma mi ha lubrificato con estrema perizia il mio fiore anale. Lentamente con calma ha infilato prima un dito, poi due fin quando ha sentito che io non opponevo più nessuna resistenza e mi stavo lentamente dilatando. Mi ha spiegato come dovevo spingere, nello stesso modo di quando si va di intestino, perché questo avrebbe aiutato lui ad entrare dentro di me. Poi ha appoggiato la cappella sul mio buco del culo e lentamente, molto lentamente è entrato dentro di me. L’ho sentito scivolare ed aprirmi con calma senza fretta con spinte leggere e continue fin quando ho sentito battere le sue grosse palle sulle mie e solo allora mi sono reso conto che lo avevo tutto nel culo! È rimasto per alcuni momenti immobile lasciandomi il tempo di abituarmi, poi ha iniziato a stantuffare sempre più velocemente regalandomi nei momenti di intenso piacere, e anche se il mio cazzo era rimasto moscio improvvisamente ho avuto un orgasmo.
«Godo! Godo! Sto sborrando! è bellissimo. Dai vieni anche tu.»
Mi ha afferrato per i fianchi e tenendomi saldamente immobile ha pompato il culo con colpi sempre più forti e profondi fin quando improvvisamente si è piantato tutto dentro di me rimanendo immobile.
«Che bello! È fantastico! Sto sborrando. Ora!»
Ho sentito un getto caldo riempirmi il retto, che mi ha regalato un piacere intenso unico mai provato prima. Poi lentamente è scivolato fuori, siamo tornati sdraiati come prima, lui mi ha abbracciato forte e mi ha girato al viso baciandomi in bocca e stringendosi a me.
«Grazie! Grazie veramente, avevo avuto sempre il desiderio di averti ma volevo che fosse una tua scelta. Da te avevo già avuto la tua bocca ed era stata una mia scelta, questa invece volevo che fosse una tua decisione. Non te l’avrei mai chiesto se non fosse stato tu a decidere di farlo. Grazie non lo dimenticherò mai.»
Dopo quel momento sono tornato la mia vita di sempre e sono stato risucchiato dal vortice delle cose. Lavoro, matrimonio, figli, e tante altre cose, ma non ho mai più da quella volta, fatto nulla né con la bocca, né con altro. In questi ultimi anni dopo che la noia e la routine hanno reso la mia vita matrimoniale monotona anche per la crescita dei figli che ormai grandi hanno lasciato la mia casa aumentando ancora di più il desiderio di nuove esperienze, ho scoperto Internet e la possibilità di cercare nuove avventure attraverso siti che permettono di soddisfare i propri desideri nella maniera più semplice possibile. Ho creato una accanto ho postato delle foto che ho scritto che mi sarebbe piaciuto prendere di nuovo un picchio in bocca. Le offerte sono state generose e subito mi sono ritrovato tanti bei membri da succhiare al punto tale che nei primi due mesi ne ha fatto una vera incetta poi sono reso conto che non tutte le persone erano corrette e pulite quindi sono diventato molto selettivo ed ora mi diverta succhiarne quattro o cinque mese. L’ultimo un bell’uomo sui cinquanta ben messo dopo che aveva ampiamente assaporato il piacere delle mie labbra mi ha detto che avere una bocca di velluto. L’ho guardato il mio sorriso,
«Grazie ma me lo hanno già detto tanto tempo fa.»
11
4
4 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 22 ore fa -
Da sogno di essere sfondata... ad esserlo
Ciao a tutti. In realtà sono un uomo. Ma non potrei scrivere "uomo cerca uomo" perchè sarebbe limitativo, e non rende affatto l'idea... Vero, ho due figli, sono divorziato ed ho una compagna stupenda; sono un professionista affermato. Ogni tanto però, quando le condizioni lo consentono, mi piace da impazzire fare crossdressing, ovviamente in assoluto segreto. Mi piaccio, vestita da donna. E nell'eccitazione del momento, sogno di subire un rapporto anale (più rapporti anali...) e di fare pompini.
In questo momento della mia vita avverto la necessità di passare da sogno a realtà, e provare - fosse anche per una sola volta nella vita - questa esperienza davvero forte, oltre il limite… vorrei provare, cioè, la sensazione di sentirmi come una vera donna, passiva. Quindi vorrei travestirmi e truccarmi non per me, per avere un orgasmo mentre mi guardo e fantastico, magari con un vibratore nell'ano, ma finalmente per provare un orgasmo mentre sono riempita dietro ed in bocca, più volte.
Questo mio sogno mi comporta un transfert mentale, da maschio sicuro di sé, dominante, a donna. La donna che ogni tanto, evidentemente, sogno e vorrei essere, nel mio caso né forte né dominante, anzi ! Vorrei provare la sensazione di subire passivamente il sesso che mi viene “ordinato” di subire e fare. Trovo questo desiderio davvero delizioso ed estremamente eccitante. Per una notte di follia, vorrei sentirmi la peggior "p" che sia mai esistita.
Anche solo lo scrivere di questa possibile situazione mi lancia in modo netto in un’altra dimensione mentale, femminile, delicata ma assolutamente vogliosa di essere violata in bocca e là sotto. Magari, anche essere umiliata, perché no…
Come dicevo, voglio essere solo passiva, in questa occasione, quindi solo prendere e non dare. Sono sana, niente covid, con un bel viso, occhi verdi, naso regolare, bocca carnosa.
Una precisazione: non sono interessata ad un incontro a due, e vi spiego il perchè. Quando faccio l’amore con la mia compagna (la metto a quattro zampe, la posizione che preferisco) mi eccita da morire pensare che lei in quel momento stia facendo un pompino ad uno sconosciuto. Nel mio transfert da maschio che sono e donna che vorrei essere, evidentemente, c’è anche questo. Il passaggio del mio ruolo da maschio attivo al sogno di femmina che subisce, non perché costretta, ma perché lo vuole. Non ho voglia, né tempo, di analizzare il perché di questa mia ripartizione mentale; è così, la accetto, mi piace.
Temo dunque che in un incontro a due, proprio per soddisfare la mia immaginazione sessuale, probabilmente non riuscirei a fare un pompino se nello stesso momento non mi sentissi “piena” la sotto.
Ecco perché vorrei quindi concedermi ad almeno 3-4 ... (per una volta che salto il fosso, soddisfo la voglia!), con indosso lingerie sexy, mini abito davvero corto, collant, stivali con tacchi alti, ben truccata, bei capelli, profumo sensuale… Ho già scelto cosa indosserei: lingerie, calze, stivali con tacco, miniabito, ed anche quali parrucche potrei usare, sensuale o sexy. Penso già con eccitazione a quella che potrebbe essere (sarà ?) la preparazione a quel momento così desiderato...: digiuno dalla sera prima, preparazione intestinale perfetta, doccia, e nell’attesa dell'incontro inserirei nell'ano ben lubrificato un plug d'acciaio di grandi dimensioni, per prepararmi all'atto sessuale.. quindi mi truccherei, mi vestirei, e sarei pronta ad essere… violata... più volte... Penso anche al posto ideale... un motel od albergo molto pulito e discreto, in cui mi registrerei, mi preparerei, ed aspetterei di "accogliere"... in me. Nella mio sogno di essere fottuta come una cagna, senza preservativi; voglio sentire lo sperma nell'ano ed ingoiarlo con i pompini... però non sono attratta dagli uomini in quanto tali (anche se certo la condizione fisica e la pulizia possono aiutare): sono semplicemente attratta dal desiderio basico ed elementare... di essere violata, e sfondata.
Le mie condizioni per violarmi sono semplici... solo sani, niente COVID, niente HIV, ma persone che vogliono divertirsi, e farmi divertire. Senza picchiarmi, però. La violenza non deve entrare in questo gioco. Rispetto di me, e solo delle cose che vorrei fare...Qualora voleste aiutarmi a realizzare il mio sogno... scrivetemi qui o alla email: [email protected] aspetto... ciao.Alessia
4289
1
4 anni fa
CD Alessia, 40/40
Ultima visita: 4 anni fa -
La regina delle spade
Mi chiamo Andrea, ho trent'anni, lavoro come addetto alla sicurezza per una nota agenzia che si occupa di garantire la massima discrezione e riservatezza in tante occasioni mondane. Convivo con Eva, da sei anni, che di anni ne ha venti cinque. Eva è una splendida ragazza, alta, con i capelli castani, occhi scuri, bocca ampia e carnosa, seno una quarta abbondante, mani con dita lunghe e affusolate, ventre piatto, fianchi larghi, uno splendido culo, e due cosce monumentali. Ci siamo conosciuti durante una sfilata di moda, dove io ero addetto alla sicurezza, mentre lei era impegnata a creare delle splendide acconciature, alle modelle che sfilavano indossando vestiti meravigliosi. Ci siamo scambiati alcune battute, fra una passerella e l'altra, e spesso i nostri occhi si sono incrociati. Alla fine della serata, le ho offerto un passaggio per tornare a casa. Durante il tragitto abbiamo parlato di come era piacevole stare insieme, e da quel momento è iniziata la nostra storia. I primi tre mesi sono stati caratterizzati da alcuni incontri molto piacevoli, e alla fine una sera, dopo una bella cenetta, le ho offerto di venire a casa mia. Appena dentro ci siamo immediatamente ritrovati l'uno nelle braccia dell'altro, le nostre bocche si sono unite in un bacio lungo e appassionato. Abbiamo fatto sesso, e subito lei si è rivelata una donna calda e appassionata. È stato meraviglioso sentire le sue labbra su di me, poi sentirla godere mentre la penetravano cambiando spesso posizione. Dopo quella prima volta, abbiamo incominciato a desiderare sempre di più il piacere di vivere insieme, di dormire insieme, di svegliarsi la mattina sempre insieme. Così dopo due mesi da quella volta, le ho chiesto di convivere, cosa che lei ha accettato con molto entusiasmo. Nei primi tre anni di questa convivenza, la nostra unione sentimentale, ma soprattutto sessuale, è stata un continuo crescendo di emozioni intense, e bellissime. Eva, ama molto godere, ma soprattutto, ama sentirsi bella e desiderata. Questo suo aspetto è emerso gradualmente. Avevo notato col tempo, che a lei non dispiaceva quando passeggiavamo per la strada, e vedeva gli sguardi dei maschi, carichi di desiderio, oppure sentire qualche frase, a volte anche pesante, che le veniva rivolta. Mi sono reso conto, che l'esibizionismo era insito in lei, e che soprattutto esibirla mi eccitava moltissimo. Ne abbiamo parlato insieme, e nonostante la sua iniziale titubanza, alla fine abbiamo creato un profilo, in un sito di coppie esibizioniste. Nonostante abbia ricevuto molto successo, entrambi non ci ritenevamo molto soddisfatti del risultato ottenuto, così casualmente una sera, mentre stavamo facendo sesso, con lei impalata su di me, che mi stava cavalcando, io ho allungato una mano, e le ho infilato un dito in bocca.
«Amore immagina, di avere un altro cazzo in bocca.»
Lei ha serrato le sue labbra intorno al mio dito, succhiandolo avidamente, mentre i suoi occhi brillavano di gioia, il suo corpo ha preso a tremare, scosso da un orgasmo stupendo. Lentamente dopo aver goduto abbiamo parlato di questa sensazione, ed è emerso che anche a lei, nonostante molte incertezze, l'idea di coinvolgere un'altra persona, la stava eccitando moltissimo. In un primo momento, Eva non era affatto desiderosa, di lasciarsi andare con altri uomini, allora ho capito, che avrei dovuto procedere lentamente percorrendo uno step dopo l'altro, per arrivare fino al punto di farla godere anche con me un altro uomo. Inizialmente gli incontri sono stati molto soft, massaggi, qualche sega, sempre ripresi e fotografati da me, che mi eccitavo in maniera sconvolgente nel vederla ammirata e desiderata da altri uomini. Dopo un po' di tempo di questo gioco, una sera, ci siamo appartati in un posto, che sapevo benissimo essere frequentato da guardoni, e così, tenendo la luce dell'auto interna accesa, ho preso a masturbarla ben sapendo di essere osservato, mentre lei, quando si è resa conto che eravamo circondati da cinque o sei uomini, che si masturbavano per lei, ha cominciato a godere in maniera intensa. Questo le ha fatta raggiungere l'apice del piacere, e un orgasmo sconvolgente. È stato bello intenso, appagante per entrambi. Dopo questo episodio ci siamo resi conto, che lei era pronta, quindi abbiamo deciso di passare allo step successivo, quello in cui avremmo dovuto concretizzare i nostri desideri. Inizialmente non è stato facile, né convincerla, né farle accettare l'idea, che un altro uomo avrebbe goduto con lei insieme me. L'occasione quasi involontaria, si è presentata una domenica, che ci siamo recati in una città mercato, per fare delle compere. In quell'occasione è Eva, indossava una mini molto corta, una camicetta bianca, un reggiseno a balconcino, color pelle quasi invisibile, che le gonfiava ancora di più il suo splendido seno spingendolo verso l'alto, un paio di calze autoreggenti, e scarpe tacco dodici. Ci siamo divertiti moltissimo per vedere gli sguardi carichi di desiderio di tutti i maschi che l'hanno osservata, e una volta tornati nel parcheggio, dove io avevo lasciato l'auto nell'angolo più lontano e più buio, lei non ha resistito e appena giunta vicino alla macchina, mi ha abbracciato baciato, era eccitata e bagnata tantissimo. L'ho appoggiata alla lettura, e dopo aver tirato fuori il mio cazzo, l'ho fatta inginocchiare per prenderlo in bocca. Mentre lo stava succhiandolo avidamente, un signore di mezza età, si è avvicinato per entrare nella vettura posta poco distante da noi, quando ha visto quello che lei mi stava facendo, ha estratto il suo sesso duro, ha incominciato a segarsi a poca distanza da noi due. Quando Eva, ha visto la scena, ha sollevato lo sguardo, sempre tenendo il mio cazzo in bocca, cercando di capire cosa volevo fare in quella situazione. Io le ho sorriso, poi ha girato lo sguardo, e ho invitato il nostro occasionale sconosciuto ad avvicinarsi. Non solo è fatto ripetere due volte, e quando è stato vicino noi, ho chiesto ad Eva di impugnare anche il suo cazzo, di segarlo insieme al mio. Dopo un attimo di indecisione, lei ha allungato la mano, ha iniziato a segarlo, mentre io appoggiando la mano sul suo capo l'ho invitata a prenderlo in bocca. Ha esitato ancora un poco, poi si è lasciata convincere, e l'ha infilato tutto in bocca iniziando a succhiarlo con molto piacere. Era per me molto eccitante vedere la mia donna succhiare un altro cazzo. Lo sconosciuto, le ha messo le mani sul capo, ha incominciato a scoparla in bocca, mentre commentava con me, per la sua bravura nel succhiare quel cazzo.
«Che troia stupenda! Succhia veramente bene, una vera bocchinara! Dai continua! Succhialo tutto che adesso te lo faccio arrivare fino in gola! Dai troia! Continua così! Dai che voglio sborrare! Ora! Adesso vengo!»
Le ha spinto velocemente il cazzo in bocca, poi improvvisamente esploso in una sborrata colossale. Schizzi di sperma, hanno riempito il volto di Eva, colando lungo le guance, per finire sopra il suo seno. Nel vedere quella scena altamente erotica, sono esploso anch'io, le ha schizzato la mia semenza in faccia godendo come un maiale.
«Eccomi godo! Sto sborrando! Adesso vengo!»
È stata un'esperienza molto sconvolgente, entrambi ci siamo resi conto che il gioco era arrivato a un punto che poteva benissimo l'evolversi in un incontro a tre. Da qualche tempo avevo scoperto un altro sito, dove i mariti offrono le mogli, per il piacere di farle ammirare, desiderare, ed eventualmente montare. Abbiamo creato un nuovo profilo, inserito foto di lei, e le pose più oscene, più sexy, con sguardi provocatori, cosce aperte, fica e culo in bella mostra. Il successo è stato subito notevole, abbiamo ricevuto tante offerte e proposte, da maschi, che si offrivano di farla godere in tutti i modi possibili e immaginabili. In un primo momento, Eva era molto indecisa, soprattutto non era affatto convinta di riuscire a fare sesso con un'altra persona, soprattutto anche in mia presenza. Per ovviare a questa sua iniziale indecisione, e vincere la sua insicurezza, ho selezionato fra tutte le persone che ci hanno scritto, quelle che mi sembravano più affidabili, esperte e più tranquille. Ho mostrato la lista dei candidati ad Eva, e alla fine dopo una lunga titubanza, ne ha scelto uno di nome Alberto, un signore di mezza età, singolo ed ospitale, anche molto esperto in questo genere di cose. Ho dialogato a lungo con lui, spiegandogli bene cosa volevo, quali erano le problematiche da affrontare, e soprattutto coinvolgerlo nel mio progetto, facendo ben capire, che Eva, era molto insicura e titubante. Il primo incontro lo abbiamo fatto ad una cena in un piccolo ristorante, dove lui ha chiaramente analizzato tutta la situazione.
«Ragazzi, dovete capire che questo, è un gioco meraviglioso, che però ha delle regole precise che vanno rispettate, e soprattutto, ci deve essere reciproca fiducia, e ognuno deve interpretare il proprio ruolo, nella più assoluta tranquillità, con la consapevolezza, che il piacere deve essere il fine a cui tutti dobbiamo arrivare insieme, ognuno facendo la sua parte.»
Gli abbiamo spiegato quali erano le nostre esigenze, e lui in maniera molto chiara, ci ha esposto la sua idea.
«In questo gioco, ci sono tre protagonisti: la troia, il cornuto, e il bull. Il bull, è il maschio dominante, che usa la troia a suo piacimento, facendola godere, in tutti i modi possibili e immaginabili, perché questo è il desiderio del cornuto, che a sua volta trae il piacere nel vedere la sua donna, montate usata come una vacca, e gode quando lei viene scopata e goduta dal bull. Nel suo ruolo di cornuto, lui è quello che ha il piacere più grande, perché vede la sua donna godere, e soprattutto anche nell'essere sottomesso da lei, e dal bull, quindi in definitiva è quello che ha meno voce in capitolo, ma che gode più di tutti, che deve eseguire ogni ordine, impartito sia dal bull, che dalla troia. È compito della troia, è far rispettare il ruolo al cornuto, con lei femmina dominante, in ogni aspetto della sua vita, sia pubblica che privata. Se volete fare questo gioco, queste sono le regole, che ognuno deve accettare senza remore.»
Eva era molto intrigata da tutto questo gioco, ed essendo anche molto eccitata quella sera stessa, ha accettato di recarsi a casa di questo nuovo amico. Appena giunti dentro casa di Alberto, ha assunto il ruolo di bull, facendo spogliare Eva, mentre io avrei dovuto recitare il ruolo del cornuto, che accetta di vedere la propria donna godere con un altro. Mi è stato permesso, di fotografare e riprendere, tutto ciò che il bull ha fatto, per far godere mia moglie. Alla fine mi sono masturbato godendo moltissimo nel vederla godere fra le braccia di quel maschio esperto. Dopo averla fatta spogliare, ha iniziato ad accarezzarle a baciarla su tutto il corpo, facendola eccitare moltissimo e poi, ha indossato un preservativo, usando solo le labbra di Eva, per srotolarlo lungo l'asta, mentre mi diceva di guardare come avrebbe fatto godere mia moglie.
«Guarda cornuto, adesso che è eccitata, che le ho fatto provare già due orgasmi, masturbandola, e leccando ogni suo buco, ed essermi fatto succhiare il cazzo, adesso la sfondo, le spano la fica, la faccio godere come questa troia si merita.»
Ha sollevato le gambe di Eva, ha iniziato a penetrarla in maniera lunga e continua, facendola godere un orgasmo dopo l'altro. Hanno cambiato spesso posizione, mentre la scopava da dietro, tenendola per i fianchi, le ha afferrato i capelli facendole sollevare il capo, poi le ha ordinato di mostrarvi le corna. Vedere quel gesto mi ha fatto quasi godere, ero estasiato nel vedere mia moglie godere sotto i colpi di quel maschio esperto, che già da un'ora stava scopando facendola godere moltissimo.
«Guarda cornuto! Guarda come gode questa vacca! Una zoccola così, deve essere montata e goduta per ore, cosa che solo un bull esperto può fare. Adesso guardati le corna che ti sta facendo, ricordati che una vacca così, da oggi in poi potrà godere solo se troverà cazzi esperti, molto dotati, e molto resistenti.»
Dopo averla scopata a lungo nella fica, ha lubrificato il suo fiorellino anale, con una spinta decisa, lo ha infilato tutto nel culo. Eva per un attimo ha cercato di sottrarsi a quell'ennesima penetrazione.
«No! Non ti prego fai piano! Mi spacchi il culo! Però mi piace! Sì dai spingilo tutto dentro! Sì lo sento! Mi piace dai, sfondami il culo! E tu porco guarda come mi sta spaccando il culo questo toro, che mi sta montando, facendomi sentire veramente una vacca.»
L'ha tenuta stretta per i fianchi ha cominciato a pomparla dicendo le cose che pensavo avessero offeso mia moglie, mentre invece in quell'occasione ho scoperto anche, che a mia moglie, il turpiloquio piace tantissimo, infatti la incitava sia a scoparla sempre più forte, che a insultarla ancora di più.
«Stai zitta puttana! Sei una zoccola! Una baldracca! Una vacca da letto! Una puttana da strada! Una troia succhiacazzo! Sfondata in rotta nel culo! E adesso godi puttana!»
Eva godeva moltissimo, lo assecondava in tutto e per tutto.
«Si dai mi piace! Sono una troia! Una puttana! Voglio essere la tua troia, sfondata in rotta in culo.»
Alla fine dopo averla fatta godere a lungo, lui si è sfilato da dietro, e dopo aver strappato il preservativo, ha presentato il suo cazzo gonfio duro davanti alla faccia di mia moglie obbligandola a bere la sua sborrata.
«Dai troia! Succhiami il cazzo di bevi tutto quello che ne esce. Succhia bene e lecca tutto. Fai vedere a questo cornuto, quanto sei bocchinara e puttana.»
Non ho resistito, sono venuto anch'io nello stesso momento in cui lui copriva il viso di mia moglie con tutta la sua sborrata. Dopo questa sconvolgente esperienza, abbiamo incontrato altre persone, e soprattutto Eva, ha preso la consapevolezza che il sesso con altri maschi le piaceva moltissimo, che godere nel farsi montare come una vacca, in mia presenza, la eccitava in una maniera sconvolgente. Soprattutto ha preso coscienza di quanto le aveva insegnato Alberto, che doveva rendermi un cornuto sottomesso, anche e sempre in ogni occasione in particolare fra le mura domestiche. La svolta significativa della mia sottomissione, è stato l'incontro con Luca, un singolo di trentacinque anni, con un fisico stupendo, e soprattutto una dotazione fuori dal comune. Un sesso lungo oltre venti tre cm, con una circonferenza di sedici cm. Un vero e proprio obelisco di carne, dura e pulsante, sormontato da una cappella rossa violacea, che quando Eva l'ha visto, è rimasta veramente stupita e affascinata. Lo abbiamo incontrato una sera invitandolo a casa nostra. Appena entrato, ha ammirato Eva, che per l'occasione indossava mini abito elasticizzato semitrasparente, che faceva risaltare in maniera sconvolgente le sue forme stupende. Quando l'ha vista, l'ha abbracciata e baciata in mia presenza, quasi ignorandomi, e dopo si è girata verso di me, ha chiaramente esposto le sue richieste.
«Sia ben chiara una cosa, che io accetto che tu da bravo cornuto mi lasci godere questa femmina stupenda e meravigliosa, senza nessuna interferenza, altrimenti te ne vai, poi lei se ne avrà voglia ti racconterà tutto quello che abbiamo fatto. Oppure discretamente te ne sta in disparte, se vuoi puoi fotografare a filmare quello che facciamo, e intervieni solo se noi due te lo chiediamo.»
Eva mi ha guardato, con occhi seri e duri, facendomi capire che non avevo nessuna intenzione di rinunciare ad una serata splendida con quel maschio, e che quindi il mio ruolo era semplicemente quello di spettatore. Dopo averlo fatto accomodare sul divano, lei si è inginocchiata fra le sue gambe, gli ha estratto quello splendido palo di carne che aveva già visto in foto, e dopo un'iniziale stupore, ha incominciato a leccarlo ad adorarlo, facendola gemere il maschio che gradiva quello che le stava facendo.
«Brava, leccalo tutto, fai vedere a questo cornuto come un vero cazzo, dai succhialo bene.»
Dopo averlo leccato ripetutamente lungo tutta l'asta della cappella, e avergli succhiato le palle, l'ho preso per mano, ha portato in camera da letto, dove lui le ha tolto l'inutile indumento, l'ha fatta sdraiare sul letto a cosce aperte. A quel punto si è girato, e mentre ha offerto ancora il suo cazzo alla bocca di Eva, mi ha invitato ad avvicinarmi a lei.
«Vieni qui cornuto, renditi utile, leccala bene, farla bagnare e preparala perché io la voglio montare, e sfondare tutta per farla godere.»
Mi sono inginocchiato fra le cosce di mia moglie che già era bella fradicia e bagnata, ho iniziato leccare la fica facendola godere ancora di più, mentre lei cercava di prendersi quel palo il più possibile in gola. Quando lui si è sentito soddisfatto, si è avvicinato e mi ha fatto spostare, e dopo aver indossato un preservativo, mi ha ordinato di prendere il suo cazzo, infilarlo nella fica di mia moglie, cosa che io ho fatto estremo piacere di lei che mi ha spinto via per poter godere appieno della monta che Luca le stava offrendo.
«Togliti dal cazzo cornuto, e lasciami godere questo maschio veramente stupendo.»
Le ha spinto tutto quel palo dentro, lentamente senza nessuna fretta, lasciandole il tempo di adeguarsi alle sue dimensioni, facendola godere subito quando le è arrivato in fondo.
«Oddio mi sventra! Lo sento tutto! Mi sta allargando la fica! È enorme!»
Lui ha preso a pomparla facendola godere subito un orgasmo dopo l'altro. Eva godeva come non l'ho mai vista godere con nessun altro maschio, cambiando spesso posizione, si è fatta scopare per quasi due ore, alla fine dopo l'ennesimo orgasmo, gli ha chiesto di venire anche lui.
«Dai godi, voglio sentire la tua sborrata riempirmi il ventre. Togliti il preservativo, scopami a pelle, e vieni dentro di me.»
Nel sentire quelle parole, mi si è gelato il sangue nelle vene, farsi scopare a pelle! Inoltre farsi sborrata dentro la fica! Anche se protetto, c'era sempre un rischio di essere ingravidata. Lui invece nel sentire quelle parole si è girato verso di me, con un sorriso ironico ha continuato a pomparla più forte, dopo essersi per un attimo fermato giusto il tempo di togliere il profilattico.
«Guarda cornuto, guarda come ha goduto questa vacca di tua moglie, che adesso io scopo pelle, e che forse per la ingravido anche.»
Ha aumentato molto la sua velocità, poi con un grido simile un vero ruggito, le ha riversato dentro una quantità industriale di sborra, che lei non è riuscita a contenere, perche sgorgava fuori dalla sua fica slabbrata. Poi sazio e soddisfatto del risultato, lo ha estratto fradicio del suo seme, e degli umori di mia moglie, e per farselo leccare tutto e ripulire fino all'ultima goccia. Dopo che lo aveva ripulito e lucidato perfettamente, Eva, ha portato la sua mano in basso, ha infilato tre dita nella fica, ha raccolto il seme del bull che stava fuoriuscendo, e poi mia chiamato vicino a lei.
«Vieni qui cornuto! Avvicinati e abbassati, avvicina il tuo capo la mia mano.»
Per un attimo non ho capito, quello che lei voleva fare, ma appena la sua mano si è appoggiata sul mio capo, la sua voce ha chiarito ogni mio dubbio.
«Lascia che spalmo il seme di questo toro, così da dare una bella lucidata alle tue magnifiche corna, in modo che siano ben lucide e ben visibili anche di notte.»
Ho avuto quasi un orgasmo, quando lei con la mano ha spalmato il seme del maschio sulla mia fronte, facendomi sentire l'odore del toro che aveva goduto dentro di lei. È stata un'esperienza tremenda sconvolgente, per entrambi, ma soprattutto per me che da quel momento la mia vita è cambiata completamente, perché Luca ha preteso di essere l'unico padrone della fica di mia moglie. Per questo incontro successivo, le ha donato un pacchetto, che conteneva una gabbietta da mettere sul mio cazzo, per impedirmi, in qualunque maniera di godere della sua fica. Tenermi ingabbiato, è diventato il passatempo che Eva preferisce. Mi tiene così in astinenza per tutto il tempo che vuole, impedendomi pure di masturbarmi, e quando lo fa, quando mi libera, e mi ordina di godere, lo fa in maniera assolutamente dura, e sconvolgente.
«Dai cornuto, hai tempo un minuto, per farti una sega e per sborrare, altrimenti chiudo di nuovo la gabbia per altri dieci/quindici giorni, non avrai la possibilità di godere.»
Devo ammettere che tutto questo mi fa impazzire di piacere, sia l'essere sottomesso che è umiliato da lei, dominato e usato a suo piacimento. Soprattutto è sconvolgente l'attesa di quel minuto di libertà, durante il quale io posso sborrare liberamente. L'altra cosa che mi fa impazzire è che una volta l'anno, il giorno del mio compleanno, mi concede di scoparla, ma tutto deve avvenire nel breve tempo di un minuto, altrimenti ci saranno trenta giorni, senza che mi tolga la gabbietta. Abbiamo passato un'altra serata insieme con Alberto, il suo primo bull, che l'ha iniziata questo gioco di piacere, con il quale è rimasta in contatto, durante la quale lui, non contento di scoparla solo nel suo letto, l'ha fatta vestire da troia, e l'ha portata in giro per un parco dove sotto lo sguardo estasiato di quindici guardoni, l'ha masturbata e scopata a pelle in mia presenza, sborrando anche lui nella fica di Eva. È stata in quella occasione, che Alberto ha coniato il soprannome ad Eva di: Regina delle spade, visto il numero di spade sguainate in suo onore, anche se sarebbe stato più giusto dire Regina dei cazzi. Io, per non mancarle di rispetto, altrimenti vengo punito, con il prolungamento, della mia castità, la chiamo semplicemente Regina, la regina del mio cuore, la regina di tutto me stesso. Ora il sogno di mia moglie, è quello di passare una serata, insieme con Alberto, e Luca, a farsi scopare da entrambi a pelle, di farsi riempire la fica con tutto il seme possibile, poi obbligarmi a leccarla, per ripulire la fica dalle sborrate dei suoi amanti. È una cosa che mi eccita, e sconvolge nello stesso tempo, avendo già leccato le sue tette, dopo che un giovane amante le era venuto sul seno. Perché dopo Alberto Luca abbiamo incontrato anche altri uomini, circa una ventina, che hanno goduto e scopato mia moglie in tutti i buchi, ma questa è un'altra storia.
11
2
4 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 22 ore fa -
Ho sempre desiderato le corna.
Mi chiamo Ettore, ho cinquantasette anni, e da tempo ho acquistato una villetta bifamigliare in una nuova zona della città. L’idea era di avere un appartamento per me e uno da affittare, poiche sono solo, niente figli e sono vedovo. Ho fatto questo investimento e ho selezionato i nuovi inquilini. Su questo sono molto esigente, li voglio con lei troia e lui cornuto. La coppia che ha affittato il mio appartamento mi fa ben sperare. Appena giunti mi sono reso conto di due cose: lui Michele, abile commerciante mentre lei, Marina è una bella donna che sa come farsi ubbidire da lui. Ben presto sono diventato il salvagente di lei che mi cercava per ogni cosa e il confidente di lui che per le attenzioni che dedico a lei, non finisce mai di ringraziarmi. Marina è una bella donna. Alta, quarta di seno e veste sempre molto elegante. Lavora come direttrice di un settore di una importante Azienda nazionale. Bella, colta, ha l’aria di una che il cazzo lo ama, ma che lo prende di nascosto del marito. In passato con la complicità di mia moglie, ho goduto nel sottomettere giovani donne, mentre mia moglie umiliava e sottometteva i relativi mariti. Col tempo ho creato un gruppo di persone che come me amano giocare con le mogli troie di mariti cornuti. Lei mi è piaciuta subito e ho già iniziato ad avere una certa confidenza, specie quando lui è assente per lavoro. Una volta mi sono fatto vedere anche nudo. La natura mi ha fornito un attrezzo decisamente grosso e lungo. Lo ha ammirato cercando di non farsi vedere da me, che in realtà lo mostravo di proposito. Poco dopo il loro arrivo li ho invitati a cena. Per tutta la sera mentre riempivo continuamente il bicchiere di vino a lui, facevo la corte a lei che gradiva molto, così si è instaurata una certa confidenza anche con lei. Lui invece dopo quella sera, mi ha confessato che vorrebbe che sua moglie scopasse con un altro uomo. Io gli ho fatto capire che la cosa deve avvenire in maniera naturale, altrimenti si rischia di rovinare tutto, anche il matrimonio. Lui un po’ preoccupato mi ha chiesto se avevo esperienza. Quando gli ho risposto che in passato mi ero occupato di queste cose si è sentito subito sollevato. Mi ha raccontato di come sia troia a letto. Lo prende in tutti i buchi, e ingoia tutto. Oggi sto mettendo ordine in giardino, sono vestito solo con dei pantaloncini che evidenziano molto il pacco, mentre lei sta usando un notebook seduta sotto la veranda. Mi osserva con finta indifferenza, è vestita solo con una tunica leggera bianca e sotto non deve avere nulla perchè quando si è girata per salutarmi i capezzoli duri hanno teso il tessuto evidenziano lo splendido seno. Lui è a un convegno di lavoro, poco lontano dalla città, e all’improvviso un imprevisto semplifica tutte le cose, avviene una lieve scossa di terremoto.
Marina
Mi chiamo Marina, ho quaranta sei anni, e da quasi venti cinque sono sposata con Michele. Lavoro, per una Azienda nazionale e ho raggiunto un buon livello di carriera anche grazie alla mia intraprendenza e a una bella forma fisica. Sono alta uno e ottanta, quarta di seno, cosce lunghe e belle, culo da favola, e labbra carnose che amano succhiare un bel cazzo. Appena terminati gli studi, un mio conoscente mi disse di rivolgermi a una persona che dirigeva un settore importante di questa azienda dove io volevo essere
assunta. Sono andata a parlare con lui senza tanti giri di parole mi disse che il posto c’era, ma bisognava pagarlo. Io ho capito subito come funzionava la cosa, e senza indugio gli ho detto che ero, giovane, appena laureata, e vergine, ma desiderosa d’imparare tutto. Un mese dopo ero la sua segretaria e la sua troia. Mi ha sverginato in tutto e per tutto. Ho imparato da lui ha succhiare il cazzo e bere sborra, a farmi scopare, e prenderlo in culo con molta soddisfazione. Dopo due anni ho scoperto che si liberava un posto di rilievo, io lo volevo, quindi mi sono rivolta al vice presidente che sapevo essere un vero porco. Alla mia richiesta di avere una promozione ha risposto facendomi appoggiare i gomiti sulla sua scrivania e mi ha inculato in piedi con molto piacere per entrambi. Ovvio che la promozione è stata mia. Da tempo avevo conosciuto Michele, mi era simpatico anche se ha undici anni più di me, quando mi ha chiesto di sposarlo ho accetto. La vita matrimoniale si è rivelata subito per quello che è, monotona e poco soddisfacente, specie nel sesso. Lui ha un modesto cazzetto che all’inizio me lo sono fatto bastare, ma poi col tempo e l’età, non è più riuscito a soddisfare il mio crescente appetito sessuale. Per fortuna ho imparato a soddisfare le mie voglie diversamente. Lo scorso anno, mentre eravamo in vacanza, ho fatto una scoperta molto interessante. Il direttore del villaggio, aveva notato che amavo pendere il sole in topless, e mi ha fatto capire che a lui la cosa era molto gradita. Potete immaginare quanto ha fatto piacere a me scoprire che a mio marito la cosa non dispiaceva e che mi incoraggiava a frequentarlo. In breve mi ha scopato due sere di fila mentre mio marito dormiva beato con l’aiuto di alcuni bicchieri di vino di troppo. Dopo quel fatto ha preso forma dentro di me il desiderio di cornificarlo alla luce del sole e questo mi eccita tanto. Farlo cornuto con il suo benestare semplificherebbe tanto le cose anche fra noi. Circa due mesi fa è cambiato il presidente della mia azienda. La nuova dirigente, una bella donna mi ha convocato nel suo ufficio. Mi ha fatto i complimenti per il mio operato. È fortemente convinta che il potere lo devono amministrare le donne, mi ha chiesto di occuparmi di un settore dell’azienda, lasciato molto alla deriva dalla precedente amministrazione. Mentre mi parlava era in piedi davanti a me. Mi osservava e quando ho accettato l’incarico e la nuova promozione la sua bocca si è incollata alla mia per un bacio davvero unico, bello, intenso e ricco di piacere e passione.
«Mi sei piaciuta subito appena ti ho visto. Faccio molto affidamento su di te per il lavoro e ti do carta bianca, ma vienimi a trovare spesso, il tuo corpo mi eccita tantissimo.»
Dopo quella volta, ci sentiamo spesso. Quasi una o due volte al mese passiamo un pomeriggio a giocare fra noi donne, assieme altre tre che lei ha messo in posti di comando, traendone tanto piacere, anche se il cazzo resta in cima alle mie preferenze. Per poter svolgere più agevolmente il mio nuovo incarico abbiamo preso in affitto questa villetta situata in una comoda posizione nelle vicinanze del mio ufficio. Ettore il proprietario è un bel maschio, maturo, possente, fisico asciutto e ben curato. Mi intriga il suo sguardo, credo che alla fine se devo fare le corna a mio marito con il suo benestare direi che Ettore è l’elemento giusto. Una volta, l’ho anche visto nudo e cavoli! Ha un cazzo che in posizione di riposo è veramente notevole. Mi sono bagnata solo a vederlo, quando ho immaginato di averlo dentro ho goduto subito. Una sera ci ha invito a cena. Mi ha fatto la corte con mio marito che rideva beato, mentre io sentivo un languore allo stomaco al solo pensiero di stare fra le sue braccia. Oggi sta sistemando il giardino. Lo guardo e noto che ha dei pantaloncini molto attillati che evidenziano il pacco. Sono nuda sotto la mia tunica di lino bianco, credo che anche lui lo abbia notato. Mentre lo guardo con la mano sfioro lentamente la mia lumachina che schiuma da morire. Improvvisamente una lieve scossa di terremoto cambia la mia vita.
Michele
Mi chiamo Michele, ho cinquantasette anni e sono sposato con Marina che ne ha undici meno di me. Lavoro nel settore commerciale di una ditta che vende attrezzature per medici e ospedali, questo mi porta ed essere spesso lontano da casa. Marina è una bella donna, sa gestire la sua vita molto bene, è dirigente di un settore di rilievo di un’Azienda nazionale. Veste molto elegante, con gusto e va matta per il tacco dodici, che evidenzia ancora di più il suo meraviglioso culo. Oltre al culo ha un bellissimo seno, una quarta bella soda. Quando prende il sole in topless, mi fa impazzire di piacere vedere gli sguardi dei maschi che si fermano a guadarlo. Siamo una coppia che ha un buon legame, lavoriamo tutta la settimana e solo nel Week end stiamo insieme, tranne come questa volta che sono fuori città per un convegno di aggiornamento. Da poco ci siamo trasferiti in una villetta e il proprietario, è una persona molto disponibile specie nei sui confronti, questo mi tranquillizza soprattutto quando sono fuori. Da tempo, ho il forte desiderio di vederla scopare con altri maschi. La sera quando sono fuori città per lavoro la immagino intenta a scopare con un altro uomo, la cosa mi eccita così tanto che devo segarmi furiosamente. Lo scorso anno in vacanza l’ho incoraggiata ad accettare la corte del direttore del villaggio, ma credo che non sia andata oltre il normale corteggiamento. Peccato, perchè mi sono segato spesso immaginando lui che la chiavava. Ettore il nostro proprietario, ci ha invitato a cena da lui, e nonostante io abbia bevuto più del normale ho visto che fra loro vi era una bella sintonia, per questo qualche giorno dopo l’ho fatto partecipe del mio desiderio di essere cornificato. Lui mi ha detto che in passato aveva avuto simili esperienze, mi ha messo in guardia dal farlo in maniera sbagliata, e si è offerto di aiutarmi a realizzare questo mio desiderio. Oggi al convegno mi è arrivato un sms, che diceva che nelle nostre zone vi era stata una lieve scossa di terremoto ma che tutto era in ordine. Ho subito telefonato a Marina che era in compagnia di Ettore.
Ettore
Appena la terra ha tremato ho guardato verso Marina che è scatta in piedi voltandosi verso di me e urlando dallo spavento. Sono corso verso di lei l’ho abbracciata tranquillizzandola.
«Ettore, non mi lasciare, ho il terrore del terremoto. Stammi vicino, ti prego.»
«Calma, stai tranquilla, è tutto finito, ci sono io con te.»
Si è stretta a me, tremava come una foglia. Sentivo il mio cazzo premere contro il suo ventre e mi sono eccitato subito. Lei dopo un momento di paura si è calmata e sentendo la mia pressione contro il suo corpo si è stretta anche di più. Siamo rimasti immobili, poi lei mi ha detto che doveva avvertire il marito. Ha mandato un sms, e lui ci ha chiamato.
«Amore come stai? tutto bene? Ettore è lì con te? passamelo.»
Lei mette in viva voce il telefono. Lo tranquillizzo, e lui ripete molte volte di non lasciarla sola per che lei ha il terrore del terremoto.
«Ti prego Ettore, tienila molto vicino, fai di tutto per la sua tranquillità, qualunque cosa. Tu amore non ti staccare da lui, ubbidisci a tutto quello che lui ti chiede.»
Ci guardiamo negli occhi, lei ha un sorriso malizioso, in pratica lui ha messo sua moglie fra le mie braccia e lei non sembra dispiaciuta. La guardo e le mie labbra sono molto vicine alle sue e ci baciamo. La sua lingua entra di prepotenza nella mia bocca a cercare la mia con la quale intreccia una danza veramente erotica. Mi succhia il labbro, sento le sue mani scorrere lungo il petto fino a raggiungere il pacco che ora è perfettamente duro. Ci stacchiamo e lei mi invita a entrare.
«Hai sentito mio marito, non devi lasciarmi sola, stammi ben attaccato addosso, e allora andiamo dentro, nel mio letto mi sento al sicuro.»
La spoglio della tunica e vedo il suo corpo splendido, licio, senza nessuna imperfezione. Il seno sodo e la fica depilata ad eccezione di un triangolino di peli sul monte di Venere che la rende ancora più invitante. Lei si inginocchia davanti a me e estrae il cazzo da dentro i pantaloncini.
«…Whaoo! ...che bel cazzone! ...Lo voglio tutto dentro di me…mi fa impazzire solo a guardarlo.»
Lo lecca in punta, scorre lungo l’asta e soppesa con la mano le grosse palle.
« … Accidenti come sono grosse! … scommetto che dentro c’è tanta crema meravigliosa che voglio… bere… tutta! ... mmmhhuhhuumhmmmm…»
Lo lecca con maestria. Lo infila in bocca assaporandolo bene, poi lo spinge in gola con qualche difficoltà.
«Brava ... bella troia! ... Leccalo bene che te lo spingo in gola… Si…così! …»
Le affondo il palo in gola, non senza difficoltà. Non demorde, anche se, con qualche difficoltà, continua ad affondarlo sempre più in profondità. Poi la sollevo, la distendo sul letto e infilo la testa fra le sue cosce. Sento il profumo del suo sesso che sta schiumando, l’odore di femmina in calore mi eccita tanto. Lo sniffo a pieni polmoni mentre lei m’implora di chiavarla.
«… si… dai … ti voglio! ...cazzo ... non resisto!...»
Non le do ascolto. Affondo di colpo la mia lingua fra le pieghe della sua ostrica che mi regala un sacco di umori dolcissimi. Lecco, aspiro e succhio torturandole il clito con i denti. Lo serro e lascio di continuo, questo le procura la prima ondata di piacere.
«… SI ... cazzo! … VENGO!… si…»
Trema scossa da un’incredibile orgasmo che mi riempie la bocca di nettare dolcissimo che lecco tutto. Poi mi sollevo e le affondo di colpo il cazzo tutto dentro. La sento stretta. Mi faccio strada dentro di lei che si apre al massimo per ricevermi. Sbatto la cappella sul fondo e lei ha un nuovo orgasmo che la scuote tutta. La sua bocca è spalancata ma non emette nessun suono. È scossa dal piacere e quando riesce proferire parola mi incita spaccarla tutta.
«… si ... sei meraviglioso … sfondami tutta… vengono! ...»
La stantuffo con calma. Voglio che assapori bene il piacere che le sto facendo provare. Lei gode, si scuote la testa a destra e sinistra come impazzita. La pompo a lungo, poi la sollevo e la faccio salire su di me. Impalata sul mio cazzo si muove avanti e indietro assaporandolo in tutta la sua lunghezza in un continuo di orgasmi. Sfinita si distende sul mio petto.
« …Oddio...quanto ho goduto! ....non mi era mai successo...ora voglio che godi anche tu…»
La metto di lato, la scopo con vigore e quando sono al limite le schizzo dentro tutta la mia semenza.
«… si… ora … senti come vengo ... sborro! …ora!…»
Lei ha un ennesimo orgasmo. Gode e trema mentre io la farcisco come un bignè. Rimaniamo abbracciati e distesi sul letto. Lei mi accarezza e fa tanti complimenti.
«Ne ho presi di cazzi, ma il tuo li supera tutti. In genere dopo il mio primo orgasmo se ne vengono e tutto finisce. Tu invece mi hai scopato facendomi godere tanto. Da questo momento credo che il tuo cazzo sarà spesso ospite dentro di me se lo vorrai, farò di tutto, e sarà la tua troia per qualsiasi gioco tu voglia fare. Quanto al cornuto credo che sarà soddisfatto. Sono convinta che era quello che voleva, meglio di così non poteva andare.»
Restiamo abbracciati e lentamente lei mi fa eccitare di nuovo. Sento le sue labbra giocare con il mio cazzo, lo succhia, sega e lecca fin quando non raggiunge una nuova erezione.
«Sei fantastico!! Il tuo cazzo è già pronto, allora lo voglio in culo, ma fai piano, grossi così li prendo raramente.»
La rigiro, mi posiziono dietro di lei, le bagno il buchetto con della saliva e appoggio la punta al fiorellino che lentamente sia apre lasciando entrare il paletto.
«… aaahhiiii… piano! … come sei grosso… no! ...non ti fermare ... continua ma piano…»
L’afferro per i fianchi e lo spingo lentamente senza sosta fin quando sento le palle sbattere sulle chiappe. Lei respira velocemente, mi prega di sfondarle il culo, cosa che faccio con piacere. Incomincio a limare quel buco sempre più velocemente e in profondità, fin quando lei che con una mano si masturba davanti non ha il primo orgasmo.
« … si… godo... cazzo…mi fai godere anche dal culo! …si …dai continua...»
La sbatto con gusto per molto tempo, facendole cambiare posizione, ma sempre restando ben piantato nel culo. Ad un tratto ci voltiamo e vediamo Michele che sulla soglia della camera si sta segando mentre ci osserva estasiato.
Lei si gira gli sorride e gli manda un bacio, poi con voce dolcissima lo fa partecipe di quello che sta avvenendo nel suo letto.
«Guarda cornuto come mi sfonda tutta!! Questo è un vero toro! ...e tu da oggi in poi ti devi mettere bene in testa oltre alle corna, che LUI è un vero maschio e tu sarai solo il mio adorato cornuto, ma in fondo era quello che volevi.»
Lui annuisce e si avvicina mentre io sborro in culo a lei che lo estrae e lo lecca con gusto. Poi lo fa avvicinare e lo bacia in bocca facendole assaporare anche la mia semenza. Distesa a gambe aperte lo trascina con la bocca sulla fica fradicia del nostro piacere e lo obbliga a leccare tutto, cosa che lui fa con entusiasmo.
Da quel giorno sono passati due anni, lui continua lavorare sempre fuori, io ho trasformato Michela in una vera troia. Per raggiungere tale obbiettivo mi sono avvalso della collaborazione di alcuni amici che hanno scopato e usato lei a loro piacimento, mentre lui continua a ringraziarmi per le corna che porta.
16
2
4 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 22 ore fa -
GHOST
Il viaggio era stato lunghissimo e molto faticoso ma Claudia e Roberto erano molto soddisfatti anche se stanchissimi, il b&b che avevano prenotato era proprio sul mare, fuori dalla porta dell’appartamento c’era degli scogli levigati ed a 5 metri distanza arrivava l’acqua. Avevano svuotato valigie e sistemato vestiti e dopo cena avevano fatto passeggiata lungo il borgo sul mare molto caratteristico, era una calda sera di settembre, Roberto durante la passeggiata aveva più volte invitato Claudia a fermarsi per baciarla ma quando le sue carezze diventavano più spinte fino a raggiungere il suo sesso lei lo bloccava, era troppo stanca, anche lui lo era e dopo un paio di volte aveva desistito ed erano rientrati a casa ed appena a letto si erano subito addormentati. Il mattino dopo Claudia si era svegliata quando aveva sentito qualcosa di duro appoggiato alle sue chiappe, sicuramente Roberto, appena sveglio, aveva voglia di far l’amore, lei ancora nel dormiveglia aveva assunto la posizione fetale in modo di facilitare Roberto a penetrarla. Sentiva il sesso spingere ed aveva iniziato a bagnarsi, poi lo aveva sentito entrare tutto dentro di lei, l’eccitazione era aumentata ed aveva avuto desiderio di baciarlo si era girata verso di lui ed a momenti stava per avere un infarto. Accanto a lei non c’era nessuno, il posto di Roberto era vuoto. Come era possibile? Aveva sognato tutto? Era certa di aver sentito un sesso penetrarla, si era toccata per sincerarsi ed in effetti era bagnata dall’eccitazione. Aveva dovuto ammettere che era stato davvero un sogno, si era alzata e dopo un po' era rientrato Roberto che essendosi svegliato prima era andato a comprare delle brioche per la colazione. Stava per raccontare il sogno ad Alberto ma poi aveva deciso di lasciare perdere e dopo un po' lo aveva dimenticato, avevano fatto colazione poi erano andati al mare sulla spiaggia di sabbia che si estendeva sul lungomare. A pranzo erano tornati a casa e dopo aver mangiato e sistemato la cucina, aveva raggiunto Roberto che l’aspettava in camera, l’eccitazione repressa al mattino era ricomparsa, avevano fatto l’amore a lungo ed in modo molto dolce poi avevano tirato le tende lasciando la camera in penombra e si erano addormentati. Claudia si era svegliata con la stessa sensazione del mattino, la sensazione di un sesso che spingesse per penetrarla era molto nitida, ma quando aveva aperto gli occhi ed aveva visto il corpo di Roberto disteso supino davanti a lei, certa che non fosse lui aveva lanciato un urlo ed allungato la mano dietro di sè dove aveva trovato il vuoto. Roberto si era svegliato e l’aveva trovata spaventata, era in preda ad un’agitazione esagerata e non aveva potuto fare a meno di raccontargli tutta la strana sensazione, Roberto aveva cercato a lungo di rassicurarla che era stato solo un sogno ed alla fine non essendoci altra spiegazione si era fatta convincere, anche se lei era certa che non era stato un sogno. La giornata era trascorsa tranquilla, la sera e la notte nessun altro strano evento era successo e nemmeno il giorno dopo, Claudia aveva dimenticato i suoi “sogni”, la vacanza trascorreva in modo fantastico con alternarsi di mattinate al mare, pomeriggi in giro a vedere nuovi posti ed ottime cene serali a base di cibi locali. Il pomeriggio del 3 giorno Roberto andava al suo paese di origine a sbrigare alcune pratiche, sarebbe ritornato dopo un paio di ore, Claudia ne aveva approfittato per fare riposino pomeridiano, aveva accostato le tende aveva chiuso a chiave e si era addormentata. Era stata svegliata dalla stessa sensazione, si era toccata, voleva avere la certezza di essere sveglia e quando ne era stata certa, paura e terrore si era impossessati di lei. La paura era così forte che temeva di fare qualunque movimento, era rimasta immobile con la sensazione che se avesse urlato qualcosa di peggio poteva succedere. La sensazione ormai era certezza, un sesso l’aveva penetrata, lo sentiva dentro di lei, lo sentiva gonfiarsi fino a che aveva avuto la sensazione che la sua vagina fosse completamente piena, poi lo aveva sentito iniziare a pulsare, come un cuore che batte, pulsazioni lente e costanti. Dopo un po' anche se era attanagliata dal terrore, quelle pulsazioni l’avevano fatta eccitare, adesso ad ogni pulsazioni fitte di piacere partivano dal suo basso ventre fino ad arrivare al cervello, provava un fortissimo piacere ed era bastato poco adA avere un primo orgasmo a cui ne erano seguiti altri per concludersi con un ultimo orgasmo intensissimo che l’aveva lasciato senza fiato quando aveva avuto la sensazione di sentire gli schizzi di godimento di quel sesso fantasma. Aveva avuto la sensazione che il sesso si sgonfiasse dentro di lei, un attimo prima che si sfilasse aveva allungato una mano dietro la sua schiena alla ricerca di qualcuno ma aveva accarezzato solo il vuoto, poi lo aveva sentito sfilarsi ed era rimasta immobile e terrorizzata a letto. Non era stato un sogno ma nessuno era dietro di lei, credeva di impazzire ed aveva cercato di convincersi che era stata solo una sua fantasia o allucinazione, ma quando aveva portato la sua mano al sesso e l’aveva ritratta sporca si sperma aveva urlato con tutto il fiato che aveva in gola. Era indecisa se andare a lavarsi oppure aspettare Roberto per fargli vedere le prove che quello che diceva era vero, pensandoci aveva capito che sarebbe stato difficile convincere Roberto che un “fantasma” l’aveva scopata, far vedere lo sperma avrebbe potuto insinuare nella mente di Roberto che lei l’avessi tradito con qualcuno di reale, aveva deciso di non dirgli nulla. Mentre aspettava l’arrivo di Roberto non aveva potuto fare a meno di pensare a tutta la situazione davvero assurda ed irreale, ma una cosa era certa, aveva provato un piacere mai provato prima, ancora adesso aveva la sensazione di sentire quel sesso pulsare dentro di lei, solo il pensiero l’aveva fatta eccitare di nuovo, per fortuna l’arrivo di Roberto l’aveva portata alla realtà, ed anche se Roberto aveva asserito di trovarla strana lei ormai aveva deciso di non dirgli nulla. Tutto era proseguito nella normalità, per il resto della giornata, la sera a letto Roberto era stato molto tenero e lei era ancora eccitata dal pomeriggio, era stato bello ed appagante far l’amore con lui ma quando pensava al sesso fantasma che riempiva totalmente il suo sesso ed alle pulsazioni che trasmetteva la sua eccitazione andava alle stelle. Quando Roberto l’aveva pregata di andargli sopra, dopo che si era calata sul suo sesso accogliendolo tutto, aveva avuto la ormai consueta sensazione, un altro sesso spingeva dietro di lei, l’eccitazione era andata alle stelle e quando lo aveva sentito entrare nel suo ano ed aveva iniziato a percepire le ormai note pulsazioni aveva goduto in modo straordinario fino ad urlare di piacere quando aveva sentito i due sessi svuotarsi dentro di lei. Aveva preso in considerazione il fatto di fargli vedere le prove concrete a Roberto di quello che gli aveva confessato ma poi aveva deciso di non dire nulla, si era alzata ed andata in bagno e dopo aver fatto una doccia era ritornata a dormire. Il pomeriggio seguente, con una banale scusa, aveva detto a Roberto che lo avrebbe raggiunto in spiaggia dopo e quando era rimasta sola aveva accostato le tende chiuso a chiave e si era messa a letto, non dormiva, non desiderava dormire, desiderava essere di nuovo visitata. Era passato parecchio tempo, era quasi in procinto di alzarsi e raggiungere Roberto quando lo aveva sentito, era già eccitatissima ed era stato un piacere enorme riceverlo dentro, aveva goduto a lungo e aveva provato a cambiare posizioni, appena assumeva la nuova posizione lo sentiva dentro ma non vedeva nulla era come se fosse posseduta da un sesso invisibile, aveva goduto tantissimo ed infine aveva sentito venirsi dentro, quando lo aveva sentito scivolare lentamente fuori da lei, aveva avuto la sensazione che se avesse parlato sarebbe stata sentita-A A A A A A Ti aspetto anche staseraAveva raggiunto Roberto con un’aria molto euforica ed ancora molto eccitata, Roberto se ne era accorto e ne era stato contento. Lungo il tragitto per raggiungerlo dentro di sè aveva elaborato la sua tesi, fare l’amore con un sesso fantasma non era tradimento, anche perché lo faceva insieme a Roberto, aveva deciso di non dirgli nulla. La sera con grande piacere di Roberto, lo aveva fatto eccitare molto e portato a letto, il sesso fantasma non aveva ritardato molto e lei aveva goduto in modo pazzesco. Nei due giorni che seguirono sia il pomeriggio che la sera arrivava sempre facendola godere in modo pazzesco, Roberto non si era accorto di nulla anche perché lui si credeva l’unico artefice di quegli orgasmi stupendi e non aveva nulla di cui sospettare, Il giorno della partenza un velo di tristezza era calato negli occhi di Claudia, ma quando Roberto gli aveva detto che l’aria del posto la rendeva più eccitante e focosa e che aveva in programma di tornarci periodicamente la sua espressione era cambiata illuminandogli il viso. Erano passato ormai parecchi mesi da quella vacanza, era un pomeriggio invernale, molto freddo, Roberto era al lavoro, Claudia a letto sotto le coperte cercava di fare un riposino, la sua mente andava indietro con i ricordi e come era successo altre volte non aveva potuto fare a meno di portare la sua mano al sesso ed iniziare a toccarsi. La mano accarezzava lentamente il clitoride e quando era sul punto di godere la ormai nota sensazione l’aveva fatta esplodere, lo sentiva spingere era felicissima aveva scoperto il suo corpo e velocemente si era tolta i vestiti rimanendo nuda poi si era sdraiata con le gambe leggermente divaricate e con il suo sesso in bella vista e quando lo aveva sentito scivolare dentro di lei aveva detto-A A A A A A Ti aspettavo, speravo tanto che arrivassi. Ora ti prego scopami…..
2454
0
4 anni fa
irene_alberto,
67/67
Ultima visita: 3 anni fa
-
con due maschi
Mi chiamo Carla ho quarant’anni e sono sposata con Paolo che di anni ne ha 45. Sono una donna abbastanza alta capelli scuri occhi scuri un viso con un ovale quasi perfetto, bocca di media grandezza, ho una quarta di seno leggermente cadente, appesantita dal fatto che ho avuto due gravidanze. Il ventre non è proprio piatto, ma in ogni caso non presenta segni di smagliature o difetti, fianchi il culo sono un po’ più allargati, dovuto alle gravidanze, mentre le cosce sono belle snelle e ben tornite. Paolo è un classico maschio, con un po’ di pancetta, un inizio di calvizie, che lui cura tenendo i capelli molto corti, anche perché si stanno gradualmente imbiancando, è una persona dolce molto comprensiva, e anche molto attenta nei miei confronti. Con lui mi sento bene, insieme abbiamo passato più di vent’anni della nostra vita. Abbiamo un bel rapporto, che ci tiene uniti, che ci soddisfa anche il piano sessuale. Non ha una dotazione eccessiva, anzi direi nella norma, anche se la usa abbastanza bene, cercando sempre di farmi provare il piacere, prima di raggiungere il suo. Spesso per lavoro deve assentarsi da casa. In occasione di sua assenza, un giorno mentre curiosavo fra i negozi, della città mercato, ho conosciuto una persona di cinque anni più giovane di me. Stavo guardando una vetrina, che esponeva abbigliamento intimo, quando lui che mi seguiva da un poco, si è avvicinato e guardando la vetrina, e gli indumenti esposti, ha fatto un simpatico commento.
«Quel meraviglioso tanga, sarebbe bellissimo vedertelo addosso.»
L’ho guardato e ho sorriso, poi ho visto, che lui continuava indugiare sul mio corpo, così abbiamo incominciato a parlare tra di noi, a ridere e scherzare, finendo per metterci seduti davanti ad un caffè, dove lui si è presentato, dicendo di chiamarsi Lorenzo. Ne è nata una bella amicizia. Era gentile, educato, molto simpatico, ed anche scapolo. Il suo aspetto fisico, i suoi occhi chiari, le sue mani ben curate, mi hanno spinto ad accettare la sua amicizia, e per oltre sei mesi, fra di noi non c’è stato altro, che qualche caffè, e qualche lunga chiacchierata. Una sera, ho accettato il suo invito di cenare a casa sua, con lui, e dopo aver consumato e gli ottimi piatti, abilmente cucinati da lui, ci siamo seduti insieme sul divano, lui mi ha messo il braccio intorno al collo per attirarmi a sé, le sue labbra hanno cominciato a baciarmi dietro l’orecchio, e con la punta della lingua, giocava con il lobo del mio orecchio. Mi sono girata, e lui prontamente mi ha baciato in bocca. Ho sentito la sua lingua entrare prepotentemente dentro la mia bocca, in cerca della mia, con la quale ha intrecciato un gioco erotico, che per un attimo mi ha coinvolto, ed eccitato. Dopo un momentaneo stato di abbandono, ho ripreso il controllo di me stessa, l’ho guardato, e l’ho pregato di non spingersi oltre, perché volevo restare una moglie fedele, e devota. Poi però, qualche giorno dopo, dentro di me, ho sentito forte il desiderio di averlo, di essere sua, anche se essendo sposata, non riuscivo a spiegarmi, questo mio forte desiderio. Quando si è presentata l’occasione di un ennesimo viaggio di mio marito, ho accettato nuovamente un invito a casa sua, e questa volta dopo aver cenato, lui mi ha baciato, mi sono stretta a lui, che si è reso conto che questa volta non mi sarei tirata indietro. Siamo finiti sdraiati nudi sul suo letto, le sue mani hanno incominciato ad accarezzare il mio corpo, procurandovi intensi brividi di piacere, ben presto cominciato a bagnarmi fra le gambe, mentre con le mani, ho iniziato ad accarezzare il suo sesso, molto più lungo di quello di mio marito, già bello duro, e teso. Lui mi ha rigirato infilando la testa fra le mie cosce, la sua lingua ha iniziato a scorrere lungo il taglio della mia figa, e ben presto l’ho sentito fugare fra le sue pieghe insinuandosi dentro di me, procurandomi molto piacere, mentre io, ho appoggiato le mie labbra sulla sua cappella, gli ha dato un tenero bacio, poi ho cominciato leccarlo, prima lungo la punta scendendo verso l’asta, fino ad arrivare alle palle, per poi risalire e infilarne più della metà in bocca, cercando di farlo scendere lungo la mia gola. Un lungo gemito è uscito dalle nostre bocche, perché entrambi provavamo il piacere. La sua lingua scatenata ben presto mi ha portato all’apice del piacere, è un intenso orgasmo è esploso dentro di me, facendomi vibrare tutta, come la corda di un violino, che lui abilmente stava suonando. Mi ha lasciato il tempo di assaporare il suo piacere, poi si è rigirato, e si è posizionato fra le mie gambe, sollevandole fino a portarle dietro di lui, appoggiato la punta fra le pieghe della mia lumachina già fradicia, dei miei umori, e lentamente è scivolato dentro di me. Lo sentivo entrare, scorrere lungo le pareti dilatando il mio sesso, fin quando con la punta è andata a sbattere fino in fondo, procurandomi una scarica elettrica che dalla testa, è scesa lungo la colonna per scaricarsi dentro il mio ventre, procurandomi un ennesimo orgasmo. È rimasto immobile, piantato dentro di me, per qualche secondo, poi, ha preso stantuffarmi, con un movimento lento ma costante, con affondi decisi, mentre altre volte lo lasciava scivolare lentamente, mentre affondava dentro di me. Ho goduto ripetutamente e a lungo di questa scopata, quando lui è stato al culmine del suo piacere, mi ha guardato negli occhi, ho intuito quello che voleva sapere da me.
«Vieni, riempimi, voglio sentire il tuo seme inondare il mio ventre. Godi liberamente, tanto sono protetta.»
Lui ha continuato pomparmi ancora un po’, poi improvvisamente rimasto piantato tutto dentro di me, e un’ondata di calore, ha invaso il mio corpo, mentre lui con un gemito, seguito da un grido quasi liberatorio, mi ha donato il suo piacere. È stato un momento bellissimo, intenso, e appagante. In quel momento mi sono sentita veramente bene, avevo finalmente avuto l’occasione di godere, di sentirmi appagata e soddisfatta, in maniera diversa dal sesso, che ho sempre fatto con mio marito, che ultimamente era diventato monotono e ripetitivo, privo di fantasia e soprattutto non molto appagante. Per due anni, ogni volta che mio marito si è assentato per lavoro, abbiamo passato dei bellissimi momenti insieme, durante i quali, ho goduto del piacere di fare sesso con lui, di sentirmi amata, desiderata, non tanto come moglie, ma come femmina, desiderosa di provare le gioie del sesso. Un giorno, mentre eravamo insieme a fare colazione, mi ha fatto conoscere Stefano, un suo collega di lavoro. Stefano, si è rivelato subito una persona allegra e divertente, ma molto più esplicita è sfacciata rispetto a Lorenzo, facendomi subito capire, che non gli sarebbe dispiaciuto, finire fra le mie gambe, per fare sesso con me. Ho guardato Lorenzo, sembrava infastidito, quasi geloso, il modo di fare di Stefano, anche a me, in un primo momento, questo suo atteggiamento, mi ha un po’ infastidita, anche se, dentro di me, sentivo che quel bel ragazzo, mi aveva in qualche modo incuriosito. Nei due mesi successivi, mentre facevo l’amore con mio marito, o con Lorenzo, spesso e volentieri, ho pensato a come poteva essere farlo anche con Stefano. Questo pensiero mi riempiva di curiosità, nello stesso tempo mi intimidiva. Un giorno che mio marito era di nuovo assente, nel tardo pomeriggio, ero a casa di Lorenzo, quando improvvisamente, è arrivato anche Stefano. Per un attimo la cosa mi ha infastidito, e soprattutto ho guardato Lorenzo, facendogli capire che questa situazione non andava a nostro vantaggio, lasciando capire a Stefano, che fra di noi vi era qualcosa, ma lui ha sorriso, mi ha invitato a non farne un dramma. Ci siamo seduti sul divano per sorseggiare un caffè, poi improvvisamente Lorenzo, che era seduto al mio lato destro, mi ha messo una mano sulla coscia, ha iniziato ad accarezzarmi, mentre Stefano, che era seduto dall’altro lato, ha fatto la stessa cosa. Dopo un momento di stupore e di imbarazzo, ho provato dentro di me, il desiderio e la paura, nel vivere quello che stava accadendo. Poi ho sentito due mani, che mi accarezzavano sempre più intimamente, mentre due bocche mi baciavano il collo da entrambi i lati, giocando con i lobi delle mie orecchie, un languore improvviso ha invaso il mio corpo, e nonostante cercavo di dissuaderli, dentro di me, il mio corpo, aveva già deciso di arrendersi, e ben presto hanno iniziato a masturbarmi, facendomi subito provare piacere. Era incredibile la sensazione di sentirsi accarezzata da due mani, baciata da due bocche, che stimolavano ogni mia parte erotica del corpo. In breve mi hanno portato a provare un primo orgasmo, che mi ha fatto vibrare tutta, lasciandomi quasi senza fiato, poi senza neanche rendermene conto, ci siamo alzati, e mi sono ritrovata distesa sul letto, con Lorenzo e Stefano, che in un attimo mi hanno denudata. Mi sentivo osservata, nuda, ed esposta al loro sguardo, al loro desiderio. Anche loro si sono spogliati velocemente, si sono sdraiati di fianco a me, hanno incominciato ad accarezzare, baciare ogni centimetro del mio corpo, facendomi provare sensazioni dolcissime, e nello stesso tempo, salire la mia eccitazione a un punto tale, che mi sentivo bagnare fra le gambe in maniera incredibile, mentre i miei seni baciati, torturati, dalle abili mani di questi due uomini erano gonfi, con i capezzoli duri e tesi, mentre le loro dita, indugiavano in ogni angolo del mio corpo, concentrandosi fra le pieghe del mio sesso, da cui sgorgava il piacere che stavo provando. Lorenzo si è abbassato, ha preso a leccarmi fra le gambe. La sua lingua, come un serpente, si è insinuato in ogni piega della mia carne, entrando dentro di me, succhiando il mio clitoride, facendomi provare una forte eccitazione, che ha teso il mio corpo, in attesa di esplodere in un orgasmo, che è arrivato improvviso e forte, che mi ha fatto tremare come se fossi percorsa, da una scarica elettrica. Un lungo gemito uscito dalla mia bocca, dentro la quale si era infilato, fin quasi alla metà il sesso di Stefano, che me lo aveva infilato, mentre Lorenzo mi leccava. Forse un po’ più corto del suo, era sicuramente più largo in circonferenza, e questo rendeva difficoltoso, infilarlo tutto in bocca e in gola. Dopo aver goduto, e assaporato il mio piacere, Lorenzo si è sollevato su di me, e senza nessuna esitazione, ha appoggiato sul suo palo duro, fra le pieghe della mia micetta, che si è aperta, per riceverlo tutto dentro di sé. Lo ha spinto dentro di me con un colpo solo, con forza, fino in fondo, mentre il mio corpo si è inarcato, per aprirsi, per riceverlo meglio, mentre Stefano adesso, mi teneva la testa ferma fra le mani, e con un ritmo lento, ma continuo, mi pompa in bocca, quel cilindro di carne dura e pulsante. Lorenzo ha preso stantuffarmi, con un ritmo abbastanza veloce e continuo, che ben presto mi ha portato provare un ennesimo orgasmo, mentre succhiavo con forza Stefano, che apprezzava molto mia bravura orale.
«Che splendida pompinara! Lo succhia veramente bene.»
Mentre continuavo a tremare dal piacere che mi procurava Lorenzo, Stefano improvvisamente, gli ha chiesto di cambiare posizione, lui si è sfilato da me, si è disteso supino, mi ha fatto sedere su di lui, e anziché infilarmi il suo cazzo davanti, lo ha piantato direttamente dentro il mio culo. Ho cercato di protestare, per la rapida intrusione, e per il fatto che ho immediatamente intuito il loro scopo, era chiaro che adesso mi avrebbero preso in doppia. Stefano infatti, dopo aver aiutato Lorenzo a piantarsi bene dentro di me, sollevando le mie gambe, si è posizionato fra di esse, e dopo aver appoggiato la sua splendida cappella, fra le pieghe della mia figa, ha iniziato ad affondarlo dentro di me. L’ho guardato con occhi carichi di stupore, e nello stesso tempo, sentivo dentro di me, il forte desiderio di averlo, di sentirlo tutto dentro, fino in fondo. Lentamente è scivolato dentro il mio corpo, dilatando le pareti della mia vagina, strusciando contro il sesso di Lorenzo, che anche se era infilato dietro, avevo come la sensazione di averlo davanti, insieme a quello di Stefano. Ha portato le mie gambe dietro di lui, poi ha iniziato a pomparmi, facendomi sentire tutta la sua potente dotazione, che mi apriva e mi faceva impazzire di piacere, aiutato in questo da Lorenzo, che inarcate le gambe, mi pompa dal basso in un insieme di piacere, che ha cominciato a sconvolgere la mia mente, facendomi provare orgasmi in continuazione. Non so per quanto tempo mi hanno sbattuto, e goduto, scambiandosi, per due volte il posto. Quando Stefano mi è entrato dietro, mi sono sentita dilatare ancora di più, nonostante avevo Lorenzo davanti, ho goduto nel sentirmi piena e totalmente posseduta. Ho perso la cognizione del tempo, e degli orgasmi provati, fin quando dopo l’ennesimo piacere, che mi ha portato quasi a svenire, li ho sentiti irrigidirsi dentro di me, con un perfetto sincronismo, hanno inondato il mio corpo con la loro sborra bollente, che ha preso a tracimare dai miei buchi slabbrati e ben aperti. Dopo essersi scaricati dentro di me, li hanno presentati davanti alla bocca, per farsi leccare, pulire fino all’ultima goccia. Siamo rimasti distesi senza fiato per qualche momento, poi Stefano si è complimentato con me, per il piacere provato.
«Sei stata magnifica, una troia stupenda, una femmina calda, e una puttana meravigliosa. Spero che questo sia l’inizio di una bella esperienza a tre, che tu voglia ripetere alla prima occasione.»
Mi sono rivestita sono tornato a casa mia, che era quasi mezzanotte, e dopo una bella doccia, mi sono sdraiata nel mio letto, cercando di pensare a quello che avevo vissuto, alle sensazioni che avevo provato. Sentivo ancora il mio corpo, scosso dai brividi del piacere provato, sentivo ancora a mia figa, tumefatta e gonfia, il mio culetto aperto e arrossato, ma nonostante tutto, sentivo dentro di me due cose contrastanti, il piacere provato che era stato immenso, e il rimorso per aver tradito e messo le corna mio marito, che fondamentalmente non se le meritava, questo senso di colpa mi faceva stare male. Mi sono addormentata. Al mattino sono stata svegliato dalla presenza di mio marito. L’ho guardato stupita, avrebbe dovuto ritornare il giorno successivo, quindi gli ho chiesto come mai la sua improvvisa presenza. Lui mi ha guardato dritto negli occhi, si è spogliato nudo ed è entrato nel letto, senza dire una parola si è messo tra le mie cosce, mi ha penetrato con il suo sesso duro e teso, in modo imprevisto, che quasi mi ha fatto provare, più dolore che piacere. Sentivo ancora la mia fica indolenzita e gonfia, da tutto quello che aveva provato la sera precedente, e nonostante le mie proteste, lui ha continuato a sbattermi in continuazione, per poi improvvisamente esplodere, e godere dentro di me con un grido rauco, quasi di rabbia. Ho guardato cercando di capire, lui disteso accanto a me, mi ha fissato negli occhi, la sua voce calma e dura, è risuonata nel silenzio della stanza. Mi ha chiesto, se avevo qualche cosa da raccontare, io ho finto di non capire, ma lui ha ripetuto la stessa domanda.
«Sei sicura, che non hai nulla da raccontarmi?»
L’ho guardato cercando di reggere il suo sguardo, ma ben presto mi sono resa conto, che evidentemente lui doveva aver intuito qualche cosa, quindi ho cercato in ogni modo di sviare il discorso, ma lui, ha ripetuto ancora la stessa domanda.
«Sei sicura, che non hai nulla da dirmi? Non hai niente da raccontarmi, di dove sei stata ieri sera? Mi vuoi spiegare, come mai sia tornata, che era quasi mezzanotte?»
Ora i suoi occhi erano fissi su di me, sua voce ferma, e abbastanza dura, ho intuito, che doveva aver capito, oppure scoperto qualcosa, quindi cercato di minimizzare i danni. Gli ho raccontato di aver passato la serata insieme ad un amico, cenando a casa sua. Lui ha scosso il capo, ha preso la mia testa fra le mani, fissandomi dritto negli occhi, ha ripetuto per l’ennesima volta, la stessa domanda.
«Voglio sapere con precisione, perché mia moglie ha passato la serata con due uomini, ed è tornata a casa che era quasi mezzanotte, con l’aria sbattuta, il trucco sfatto, e l’espressione di chi ha fatto sesso in maniera intensa sconvolgente.»
Mi sono sentita cedere la terra sotto i piedi, era chiaro che sapeva tutto. Ho guardato senza riuscire a reggere il suo sguardo, poi abbassato il capo, e a grandi linee, gli ho raccontato di aver fatto sesso con entrambi. Lui mi ha ascoltato, poi sollevando ancora il mio capo, ha chiesto ancora, di raccontare in maniera dettagliata, quello che era successo la sera precedente, con i miei due amici. L’ho guardato, mi sono resa conto che il suo sesso, era di nuovo teso e duro, che si era eccitato nel sentire il mio racconto, allora prima di tornare a ripetere il mio racconto nei minimi dettagli, mi sono giocato tutto in una domanda.
«Sei sicuro di volere sapere tutti i dettagli? Vuoi veramente sapere, come due maschi, hanno sbattuto e goduto tua moglie? Mi sembra, che ti stai eccitando di nuovo, nel sentire, che tua moglie, ha fatto la puttana, con due maschi, facendosi sfondare ogni buco e riempire di sperma, poi pulire quei membri ancora turgidi, che l’avevano fatta godere tantissimo? È questo che vuoi? Perché se è questo che vuoi, ti accontento subito!»
Lui mi ha guardata, con occhi carichi di desiderio, il suo viso era calmo e sereno, la sua voce quasi rotta dall’emozione, quando mi ha detto, che era quello che voleva e che soprattutto, lo desiderava da tempo. Gli ho raccontato tutto nei minimi dettagli, senza tralasciare nulla, lui senza aggiungere altro, mia disteso supina è salito su di me, e mi ha posseduto di nuovo, questa volta con più forza e vigore, e più a lungo. Poi dopo che avevo provato un bell’orgasmo, mi ha rigirato, e senza tanti complimenti, lo ha piantato dritto nel culo, spingendolo dentro con forza, ignorando completamente, la mia supplica di fare piano, perché ancora arrossato, e indolenzito, da tutto quello che aveva ricevuto la sera precedente. Lui mi ha pompato il culo con forza, fin quando non è venuto dentro, come un orgasmo ancora più appagante, di quello che aveva provato prima. La sua voce, le sue parole, mi hanno eccitato ancora di più, facendomi godere di quello, che mi stava facendo.
«Non ti lamentare zoccola, rotta in culo, lo sento che ti hanno aperto e sfondato in ogni buco.»
Dopo aver goduto dentro di me, ci siamo sdraiati, lui mi ha abbracciata e baciata, spiegandomi che da qualche tempo, aveva il sospetto, che io avessi un’amante, e quindi aveva finto questo viaggio, per poter controllare, se i suoi sospetti erano veri. Mi aveva seguita e aspettato, per vedere quando sarei uscita dalla casa di Lorenzo. Aveva visto, anche arrivare Stefano, per questo, dopo che era passato del tempo, si è reso conto, che io stavo tornando, era rientrato in casa nostra, si è nascosto, mi ha visto mentre mi lavavo, e controllavo la mia fica il mio culo, cospargendoli di crema, per ridurre l’arrossamento che avevano subito. Il suo unico rammarico era stato quello di non avermi potuto vedere fra le braccia dei miei due amanti, mentre venivo scopata e sbattuta, sfondata in ogni buco. Da quel momento sono passati oltre due anni, durante i quali, gli ha fatto conoscere Lorenzo e Stefano, ed insieme a loro, mi hanno scopato spesso davanti a lui, che a volte quando ero all’apice del piacere, mi infilava il suo cazzo in bocca, sborrando e facendomi ingoiare fino all’ultima goccia.
12
5
4 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 22 ore fa -
Finalmente!
Come ogni fine settimana andai sul mio sito preferito per incontri hot, preferito non tanto perché mi avesse permesso di incontrare compagni di letto, quanto perché mi permetteva almeno di giocare con la fantasia. Fino a quel giorno infatti avevo ricevuto molti messaggi, ma pochi avevano realmente attirato la mia attenzione, e alla fine nessuno aveva portato ad un incontro. I motivi erano tanti: io non potevo ospitare, lui non poteva ospitare, le sue foto non mi attiravano, qualcuno andava troppo di fretta per i miei gusti, qualcuno sembrava interessato solo a collezionare culi, qualcuno non sembrava degno della benché minima fiducia.
Però era comunque piacevole ricevere apprezzamenti, curiosare qua e là, e pubblicare le mie fantasie sotto forma di raccontini che a qualcuno erano piaciuti davvero molto. Purtroppo la maggior parte delle volte si trattava di passivi che si immedesimavano nel mio personaggio, ma ogni tanto un apprezzamento molto gradito arrivava anche da qualche attivo. Far venire un maschio solo con i miei racconti era una piccola soddisfazione.
Un pomeriggio di inizio estate ricevetti gli ennesimi complimenti per i miei racconti. Andai subito sul suo profilo per guardare le foto e la descrizione, e rimasi piacevolmente colpito: 40 anni, fisico atletico, splendida dotazione e bisex. Lo ringraziai per i complimenti e lui manifestò di apprezzare non solo i miei racconti, che trovava eccitanti, ma anche il mio culo, aggiungendo che gli sarebbe piaciuto aiutarmi a realizzare qualcuna delle mie fantasie.
“Magari” pensai io, “guarda che splendido cazzo”. Chattammo piacevolmente per un po’, raccontandoci a vicenda i nostri gusti in fatto di sesso, che in effetti sembravano combaciare quasi perfettamente: un maschio dominante, a cui piace sbattere con forza la puttanella di turno, per di più amante del pissing. Cosa potevo desiderare di meglio? E proprio leggendo i miei racconti lui si era immedesimato nei vari stalloni delle mie fantasie, eccitandosi all’idea di farmi da insegnante e farmi diventare la sua troia.
Purtroppo, essendo sposato, neanche lui poteva ospitare. La mia solita sfortuna. Rimanemmo però in contatto, nella speranza (soprattutto mia) che si riuscisse a trovare un’occasione. Che per fortuna arrivò qualche settimana dopo: sua moglie partiva per un periodo di vacanza, mentre lui doveva rimanere in città per motivi di lavoro. Mi contattò e mi propose di vederci per un caffè, e vedere se anche dal vivo le nostre voglie erano, per così dire, reali e compatibili.
Ovviamente accettai, e il giorno dell’incontro mi preparai accuratamente: non sapevo come sarebbe andata a finire, ma fui meticoloso nell’arrivare pulito e soprattutto aperto dal mio amico di plastica che usavo per fantasticare. Ci ritrovammo seduti ad un tavolino di un caffè a chiacchierare come vecchi amici, anche se il mio imbarazzo e la mia voglia dovevano essere abbastanza evidenti. Lui fece di tutto per mettermi a mio agio, ma ogni volta che mi guardava io mi sentivo in soggezione e quasi sotto esame, con il timore di apparire talmente goffo e imbranato da fargli passare ogni fantasia.
Lui pagò le nostre consumazioni ed io ebbi quasi l’impressione che stesse per mollarmi lì, deluso dall’incontro. “Allora andiamo?” disse con un sorriso, “Ho proprio voglia di sfondarti il culo…”, aggiunse sussurrando. Rimasi quasi sorpreso, ma sorrisi e senza dire nulla mi alzai, ed iniziai a camminare al suo fianco, con le gambe che quasi tremavano per l’emozione. “Vedrai, ci divertiremo” disse lui. “Beh, spero di essere all’altezza” risposi. “Ma sì, tranquillo… sono sicuro che lo sarai… ti insegnerò ad essere una brava troietta” disse strizzandomi l’occhio.
Entrammo a casa sua dopo pochi minuti di silenziosa passeggiata, durante la quale il mio desiderio non fece altro che crescere. Si sedette sul divano del salotto, che era stato coperto con un copridivano evidentemente in previsione del nostro incontro, mentre notai un gel lubrificante che faceva bella mostra di sé sul tavolino davanti al divano. “Carino qui” dissi cercando di stemperare l’emozione. “Sono contento che ti piaccia… perché è qui che imparerai a prenderlo nel culo” disse sorridendo. “Spogliati” aggiunse con un tono deciso. In pochi secondi mi sfilai di dosso i pochi indumenti estivi che avevo addosso, rimanendo nudo davanti a lui. “Molto bene” disse lui alzandosi. “Ora iniziamo la lezione” aggiunse mettendomi le mani sulle spalle e spingendomi ad inginocchiarmi davanti a lui.
Mi ritrovai quindi in un attimo nudo ed in ginocchio davanti a lui, che iniziò a sfilarsi la maglietta. Con le mani che tremavano per l’emozione afferrai i suoi pantaloni e li sbottonai, per poi abbassarli insieme agli slip. Il suo grosso uccello balzò fuori già in erezione, iniziando a dondolare invitante davanti al mio viso, segno inequivocabile che la sua voglia di sfondarmi era reale. Era davvero grosso e turgido, e dentro di me pensai che le foto sul sito non rendevano l’idea, e non gli rendevano giustizia. Restai imbambolato a guardarlo, senza riuscire a dire nulla, mentre il suo odore iniziava a stimolare i miei sensi da aspirante puttana. Pietro spinse il bacino in avanti e iniziò a fare ondeggiare il suo cazzo sbattendomelo sul viso per risvegliarmi da quella specie di trance. Dal basso lo guardai e gli sorrisi, afferrai il suo cazzo, e iniziai timidamente a passare la lingua sulla grossa cappella. Man mano che slinguavo quello splendido esemplare la mia convinzione aumentava, e sentire quel cazzo durissimo nella mia mano mi spronava a fare del mio meglio. La lingua sempre più veloce passava intorno alla cappella, mulinava sulla punta svettante del cazzo di Pietro per poi ricominciare ad accarezzare ogni centimetro del turgido glande. Aprii la bocca e diedi una succhiata a quel grosso pezzo di carne, gustando l’inebriante sapore di maschio che era sempre più eccitato per il lavoro di lingua e di bocca.
Pietro lasciò che io assaporassi il suo cazzo per un po’, lasciandomi giocare con le labbra e la lingua, finché non decise di riprendere in mano il gioco. Mi mise le mani sulla testa tenendola ben ferma, ed iniziò a muovere lentamente avanti e indietro il cazzo nella mia bocca. I movimenti erano lenti, ma evidentemente stava valutando quanto a fondo potesse spingere il suo grosso cazzo nella mia bocca, non certo allenata a ricevere un uccello, tantomeno delle sue dimensioni. E infatti non era facile accogliere quel duro ospite nella mia bocca, che riusciva ad ingoiarne non più di metà. Pietro spingeva con sapienza la cappella riuscendo a farla arrivare ad ogni affondo all’inizio della gola, ma senza forzare. Invece che spingere più a fondo preferì aumentare il ritmo con cui mi scopava la bocca, facendomi scorrere fra le labbra e sulla lingua il suo serpente di carne sempre più velocemente, provocandomi un’abbondante salivazione. Mentre lui tenendomi saldamente la testa mi scopava la bocca con affondi decisi, la saliva iniziò a colarmi dalla bocca finendo sul mento. Mi abbandonai a quel cazzo che scorreva rapido nella mia bocca, iniziando finalmente a sentirmi puttana nelle sue mani, e lo afferrai per le natiche muscolose, accompagnando i suoi movimenti. Il sapore del suo cazzo nella gola, il suo ansimare, la saliva che colava, la bocca aperta a contenere faticosamente le dimensioni esuberanti di quel meraviglioso pezzo di carne non fecero altro che aumentare la mia voglia, non fecero altro che farmi desiderare con ancora più convinzione di essere inculato da un maschio così.
D’improvviso Pietro sfilò dalla bocca l’uccello, che, grondando saliva, si muoveva lentamente davanti al mio viso. “Brava puttanella” disse lui “stai andando bene… ti piace il cazzo?”. “Lo adoro…” dissi con la voce che tradiva un’eccitazione spasmodica, subito prima che lui me lo rimettesse in bocca senza troppi complimenti, ricominciando ad affondare con decisione. La mia voglia evidentemente faceva aumentare la sua voglia, e provò ad affondare di più il cazzo nella mia gola, tanto che più volte ero sul punto di tossire. Fu bravo a non superare il limite, facendomi gustare il suo uccello per eccitanti minuti, finché non lo spinse fino all’inizio della gola tenendomi la testa ferma. Dovetti trattenere il respiro per lunghi secondi per non essere soffocato dal quel cazzo ormai padrone della mia bocca, finché non gli strinsi le natiche con le mani in segno di resa e lui sfilò ancora il cazzo dalla mia bocca. “Mmmmmmm… non male… ma vedrai che con la pratica imparerai ad ingoiarlo tutto” disse mentre io ansimavo per riprendere fiato e annuivo con la testa come una brava scolaretta che ha appena preso una sufficienza risicata e stava ricevendo un rimprovero. “Mi spiace, non sono una gola profonda” dissi un po’ deluso, col timore che il mio primo test da troia stesse andando male.
“Imparerai… Si vede che il cazzo ti piace” disse con voce quasi professionale, e mi fece alzare. “Ma ora ho proprio voglia di romperti il culo” aggiunse facendomi mettere a pecora sul divano. Afferrò il flacone di gel lubrificante, ed un attimo dopo sentii del liquido fresco colarmi fra le natiche fin sul buchetto. Lo spalmò con cura sul mio ano, e poi sentii un suo dito farsi strada sapientemente, seguito dopo poco da un secondo. Mi unse abbondantemente il buco del culo, affondando più volte le dita e muovendole dentro di me. Poi le sfilò, e lo sentii montare sul divano dietro di me: sentii la sua cappella appoggiarsi al mio buco e strofinarsi più volte fra le mie natiche. “Lo vuoi troia?” mi chiese, pur sapendo la risposta. “Inculami ti prego” risposi quasi mugolando “Voglio il tuo cazzo…”. “Brava puttanella” disse iniziando lentamente a spingere. Sentii il cazzo farsi strada centimetro dopo centimetro, e il culo allargarsi come non mai… Nonostante fosse abbondantemente lubrificato, il suo cazzo entrava con fatica, ma lentamente ed inesorabilmente. Quasi mi mancava il fiato, e strinsi forte il copridivano sentendo quell’enorme palo di carne dilatarmi il culo, mentre lui strinse forte i miei fianchi affondandolo dentro di me. “Brava, stai andando bene” disse lui “Vuoi che mi fermi?”. Feci cenno di no con la testa e lui continuò a spingermelo nel culo con tale lentezza che sembrò non finire mai, facendomi ansimare ed inarcare la schiena.
Ad un certo punto, altrettanto lentamente, iniziò a sfilarlo fino a che non fu tutto fuori. Dentro di me temetti che fosse rimasto deluso e mi dicesse di rivestirmi, per cui girai la testa per guardare dietro di me e vidi che guardava il mio buco spalancato davanti a sé. Fece ancora colare gel lubrificante nel mio culo, puntò di nuovo il suo splendido cazzo sul mio buco e ricominciò a spingere. Il cazzo entrò con maggior facilità, e lui affondò dentro di me con più decisione, penetrandomi fino in fondo nel culo che si andava sempre più rilassando. “Niente male davvero” disse Pietro subito prima di iniziare ancora a sfilarmi il cazzo dal culo. Questa volta però non lo sfilò completamente, ma iniziò un lento avanti e indietro che ad ogni spinta faceva aprire e rilassare il mio culo. “Ero sicuro che saresti riuscito a prenderlo” disse lui con la voce da cui traspariva la crescente eccitazione. “Ti piace il mio cazzo vero puttana?”. “E’… fantastico…” ansimai io mentre il mio culo iniziava a darmi sempre maggiori brividi di piacere. “Cazzo com’è grosso… duro… tutto nel mio culo…”. Pietro mi strinse più forte per i fianchi e aumentò leggermente il ritmo del suo andirivieni nel mio culo che, sempre più rilassato e cedevole, sembrava accoglierlo con sempre maggior facilità.
Mi inculò lentamente per un po’, per poi spingermi a fondo il cazzo tenendolo dentro il mio culo e ruotando il bacino. “Hai un culo da troia” disse Pietro prima di assestarmi una sonora sculacciata che mi fece stringere il culo e sentire il suo splendido membro in tutta la sua durezza e virilità. “E tu un cazzo da toro” dissi quasi mugolando. “E tu sai cosa fa un toro ad una troietta, vero?” disse lui. Vedendo che non rispondevo, mi diede un’altra sculacciata e mi ripeté in tono deciso “Lo sai?!”. “La scopa?” dissi timidamente. “Le sfonda il culo…” disse lui ricominciando a pomparmi nel culo il suo durissimo cazzo. Il ritmo cresceva, lentamente, ma cresceva inesorabilmente. Il suo cazzo ad ogni affondo si faceva più potente e prepotente, strappandomi mugolii e gemiti di piacere. “Ti piace vero troia?” ghignò quasi lui mentre il ritmo diventava sempre più sostenuto “Ti piace il mio cazzo…”. “Oh sì… mi piace da impazzire… così… bravo… inculami…” mugolai in preda al piacere intenso che quella monta mi dava. Pietro non aspettava altro, e alle mie parole aumentò ancora il ritmo e la forza delle spinte. “Ora iniziamo a fare sul serio sai?” disse a denti stretti mentre le sue mani si serravano ancora più strette si miei fianchi e le spinte iniziavano a diventare ancora più veloci e potenti. Il mio corpo era scosso dal suo bacino che con forza sbatteva su di me e dalle sue mani che ad ogni affondo mi tiravano con forza a lui: ero ormai in sua completa balìa, abbandonato a quella inculata selvaggia, con il mio culo letteralmente usato da quel porco che con maestria me lo sfondava.
“Te lo sfondo questo culo sai?” ansimava Pietro mentre imperterrito mi sbatteva con forza. “Oh sì… sfondamelo…. spaccamelo… spaccameloooo!” mi misi quasi ad urlare in preda ad un godimento mai provato. Con un colpo profondo Pietro mi piantò nel culo il suo totem di carne e mi diede un’altra sculacciata che risuonò nella stanza. “Sei proprio una troia…” quasi mi sussurrò all’orecchio “La mia troia… Ed ho proprio voglia di accontentarti sai?” aggiunse. “Vuoi proprio che ti spacchi il culo, puttana?”. “Oh sì… ti prego” sussurrai. “Non ho sentito, troia!” disse lui in tono autoritario sculacciandomi ancora una volta. “Ti prego… spaccami il culo… spaccamelo!” ripetei con maggior convinzione. Pietro ricominciò allora a fottermi con colpi vigorosi che spingevano il mio corpo contro il divano, facendo risuonare nella stanza il ritmico sbattere del suo bacino contro il mio culo. “Oh sì…. sì… ti prego… non smettere… spaccamelo… spaccamelooooo!” urlavo in preda al piacere che il suo cazzo mi dava, mentre lui non faceva altro che ripetere che ero una troia e che mi avrebbe accontentato, spaccandomi il culo a colpi di cazzo.
E fu di parola: mi inculò a lungo e con veemenza e vigore, rendendo il mio culo una fica capace di prendere un cazzo grosso e potente come il suo come fosse la cosa più naturale del mondo. Ad un tratto mi diede due o tre colpi ben assestati, sfilò rapidamente il suo uccello dal mio culo ormai apertissimo, mi prese per un braccio facendomi mettere in ginocchio e si mise a menarsi il cazzo furiosamente davanti al mio viso. “Adesso ti inondo puttana” rantolò Pietro. E ci vollero solo pochi secondi perché il primo schizzo, potente e abbondante, mi colpisse il viso. Spalancai la bocca mentre lui in preda ad un devastante orgasmo continuava a menarsi il cazzo e a schizzarmi in faccia, sulle labbra ed in bocca, roventi fiotti di sperma che sembravano non finire mai. Fu di parola: mi inondò il viso di sperma, e alla fine della sua impetuosa sborrata mi ritrovai con il suo seme che mi colava abbondante sul naso, le guance, le labbra ed il mento. Un paio di schizzi erano finiti anche tra i capelli. Lo guardai dal basso sorridendogli: lui ricambiò il sorriso ed iniziò a passarmi sul viso il suo cazzo ancora pulsante per la sborrata. “Sei proprio una brava troietta…” disse “Brava ed ubbidiente” aggiunse spingendomi fra le labbra il suo cazzo bollente. Mi scopò la bocca lentamente, facendomi assaporare ancora il suo cazzo e lo sperma che aveva raccolto dal mio viso.
“E adesso… lo sai vero?” mi disse prendendomi per un braccio ed aiutandomi ad alzarmi. “Ti ricordi qual è il tuo racconto che mi è piaciuto di più…” aggiunse. “Certo” dissi io leccandomi le labbra ancora umide del suo seme “E’ “La scommessa”…” aggiunsi ben sapendo dove Pietro mi stava conducendo. Una volta arrivati in bagno mi sistemai in ginocchio nella doccia, pronto a ricevere l’ultimo premio. “Non ho fatto altro che bere tutto il pomeriggio… e ora tocca a te bere… Perché la mia puttana deve bere…”. “La monta mi ha messo molta sete…” risposi voglioso. “Questa è la risposta giusta” disse Pietro iniziando a pisciare a meno di un metro da me. Il getto era abbondante e potente e non accennava a diminuire, segno che in effetti aveva davvero bevuto moltissimo. Con grande abilità diresse il getto sul mio viso e poi verso la mia bocca spalancata, riempiendola in pochi secondi di liquido bollente che provai ad ingoiare. Il getto era così abbondante che io riuscivo ad ingoiarne solo una parte, mentre molto altro liquido mi colava sul mento e sul petto bagnandomi abbondantemente. Pietro interruppe il getto e mi guardò, fradicio del suo piscio. “Brava troia. Ne vuoi ancora?”. “Oh sì” risposi con un sorriso. “Devi pregarmi puttana” disse lui con tono perentorio. “Ti prego Pietro, riempimi di piscio… ho sete… ti prego…” lo implorai. Lui non se lo fece ripetere, avanzò verso di me e mi infilò in bocca il cazzo ancora barzotto, ricominciando a pisciare. “Bevi troia” disse tenendomi ferma la testa mentre imperterrito continuava a pisciarmi in bocca un getto prorompente di liquido bollente. Cercai di ingoiarne più che potei, ma ancora una volta la quantità fu tale che dagli angoli della bocca abbondante piscio mi colò sul corpo. Lui mi lasciò la testa e finì di svuotarsi la vescica su di me, che ormai ero fradicio del suo piscio. Mi sgrullò il cazzo sul viso, regalandomi anche le ultime gocce profumate a suggellare quella nostra prima scopata.
“Cazzo, è stato davvero fantastico…” dissi riprendendo fiato. “Anche tu non sei male… hai delle potenzialità…” disse lui quasi con sufficienza. “Allora mi scoperai ancora? Magari posso migliorare” chiesi mentre accennavo ad alzarmi. “Ehi, fermo…. Chi ti ha detto che puoi alzarti?” mi disse lui deciso. “Non ho ancora finito con te…” aggiunse infilandomi in bocca il cazzo che si induriva rapidamente fra le mie labbra. “Non ho ancora finito di sfondarti, puttanella” disse rendendomi una troia felice. Sarebbero state ore molto impegnative… ma molto eccitanti.
Nota: Purtroppo, anche questo racconto è frutto della mia fantasia (incluso il nome dello stallone) ... Ma se qualcuno pvolesse renderla reale... ;)
11
3
4 anni fa
AlexBsxPass,
51
Ultima visita: 17 ore fa
-
La moglie scambista
Mi chiamo Mario, ho quarantuno anni e sono sposato con Anna che ne ha uno di meno. Sono un tecnico informatico e lavoro per una ditta che istalla e si occupa anche della manutenzione di sistemi informatici. Inoltre ho come hobby la riparazione di pc e tutto ciò che è collegato al mondo informatico. Per fare questo mi sono ricavato uno spazio nel garage, un piccolo mondo dove mia moglie non ha mai messo piede. Il mio lavoro mi porta a essere spesso fuori casa. Mia moglie è una bella donna, mora, alta uno e settanta cosce snelle e ben tornite, terza di seno, ventre piatto nonostante una gravidanza, ma quello che la rende spettacolare è il suo stupendo culo a mandolino. Uno spettacolo della natura che rende satelliti tutti i maschi che lo vedono. Circa tre anni fa nella zona dove abitiamo ci sono stati una serie di furti compiuti da ignoti ladri che approfittando del fatto che le abitazioni erano per quasi tutto il giorno vuote entravano e si prendevano tutto quello che c’era da rubare. Per ovviare a tutto ciò ho deciso di istallare, a insaputa di mia moglie che al solo pensiero già si era spaventata una serie di micro camere collegate attraverso il wi-fi ad un computer che ho nascosto in garage. In un potente e capace Hard disk immagazzino le immagini che lentamente giorno dopo giorno vengono riprese, cancellando sempre lo stesso giorno ma di tre anni prima, in questo modo conservo le immagini dell’anno precedente così via. Un giorno un mio amico di nome Claudio, marito di Marina, collega di mia moglie mi chiede se posso dare una ripulita al suo portatile dopo che il figlio ci ha scorrazzato per vari siti porno, e come lo ha definito lui è “impestato di sicuro dei peggiori virus." Ovviamente mi chiede di salvare alcuni documenti e foto contenute in alcune cartelle. Per precauzione salvo in un piccolo Hard disk tutti i suoi file e poi lo formatto. Quando rimetto dentro i suoi dati per essere sicuro di non inserire qualche virus nascosto apro e controllo tutto il materiale, mi imbatto in una cartella che ne apre un’altra e poi ancora una e poi un’altra. In breve ne apro dieci, alla fine scopro una cosa che mi lascia a bocca aperta. Sono quattro foto di mia moglie nuda sul mio letto a cosce aperte, con le mani che invitano il fotografo a raggiungerla sul letto, poi una del suo meraviglioso culetto ben in mostra. Dopo un lungo momento di puro stupore mi metto ad osservare attentamente le foto. Sono bellissime! Mi riprendo dallo stupore. Mi assale una rabbia che mi fa diventare pazzo. Che cazzo ci fanno le foto di Anna nel suo pc? E quando le ha scattate? Analizzo attentamente le immagini. Vedo data e ora sul dettaglio della foto e allora vado nel mio pc che registra in casa mia e digito la data in questione. Arrivano precise le immagini del giorno. Mi ricordo che ero fuori per due giorni per un lavoro, vedo Anna che esce con Luca nostro figlio, e poi dopo circa un’ora torna, si spoglia e si fa una rapida doccia. Esce dal bagno e apre il nostro armadio a otto ante e prende delle cose da una scatola che non le ho mai viste. Calze velate, autoreggenti e un paio di scarpe dal tacco altissimo. Si ammira allo specchio e poi indossa il chimono azzurro che le ho regalato lo scorso anno e corre verso la porta di casa, evidente che qualcuno aveva suonato. Vedo arrivare l’ospite, è Claudio. Appenda dentro chiude la porta e la bacia con passione appoggiando entrambe le mani sul suo culo e lo palpa con gusto. Lei si stacca e si abbassa davanti a lui, gli apre i pantaloni ed estrae un grosso e lungo membro già perfettamente duro. Avevo sentito parlare di lui come un super dotato, ma non credevo che fosse così grosso e lungo. Io ho un membro nella norma quasi diciotto cm, e di media grandezza, ma lui ne ha molto più grande e lungo. Lei lo lecca e succhia infilandone almeno la meta dentro la gola e si impegna ad affondarlo quasi tutto. Resto stupito della facilità con cui lei ci riesce. Io e Anna siamo un coppia decisamente normale, facciamo sesso ogni volta che ne abbiamo la voglia, e possibilità. Lei era vergine quando l’ho conosciuta e l’ho sverginata io sia davanti che dietro. Oggi lei gode anche nel prenderlo in culo con estremo piacere, ma vederla così abile nel succhiare e ingoiare con facilità quel palo mi lascia stupito. Osservo la scena che dura alcuni minuti durante la quale lui le appoggia appena la mano sulla nuca giusto per dare il ritmo alla pompata. Poi lei si solleva, lascia cadere il kimono e nuda lo trascina tenendolo per il cazzo in camere nostra. Appena dentro si sdraia sul letto e lui dalla soglia gli scatta le foto che ho trovato nel suo pc. Poi abbandona il cellulare sul letto e si infila fra le sue cosce aperte e la lecca impegnandola in un 69 veramente bello durante il quale Anna raggiunge un orgasmo. La micro camera che non ha l’audio riprende il viso estasiato dal piacere di mia moglie. Le immagini sono talmente nitide che sembra di essere lì con loro. Lei sale su di lui e si impala su quel membro lungo e dritto che la sfonda in tutti i modi per almeno una mezzora o più. Infine dopo averla fatta venire varie volte la rigira e dopo averle dato una bella leccata al buchetto gli e lo pianta tutto dentro il suo culo che lo accoglie con estrema disinvoltura indice di ripetuti ingressi da parte del suddetto palo. Si, devo constatare che mia moglie ha il culo sfondato! A volte, mi era sembrato strano, quando tornavo dopo giorni passati lontano che facendo l’amore con lei era, come dire, un po’ più aperta, ma non vi avevo mai fatto caso più di tanto. Ora so il morivo, si fa sfondare da un super cazzo! Analizzo il tutto e decido di fare un bel casino. Cazzo non ci sto a fare la parte del cornuto! Per prima cosa clono il cellulare di mia moglie. Si, è da ignobili, e scorretto, anche illegale, ma non me ne fraga nulla, voglio sapere. Di conseguenza ad ogni telefonata o messaggio io saprò con chi a parlato o scambiato messaggi. Poi un improvvisa e reale richiesta di intervento fuori città mi dà l’opportunità di allontanarmi da casa. Lei come sempre è comprensiva e mi prepara la valigia, ma in realtà starò fuori al massimo una notte. Le faccio credere che saranno almeno tre. La metà del primo giorno è tutto regolare, poi inizia con lui, una serie di messaggi che annunciano una sera, la successiva molto intrigante. Claudio la passerà a prendere intorno alle venti, e la prega di essere puntuale e sexy. Io dal canto mio mi metto al lavoro rapidamente, risolvo il problema e torno a casa mia nel tardo pomeriggio, del giorno successivo. Mi apposto nelle vicinanze di casa e la vedo uscire e salire in auto con lui. Li seguo con discrezione. Immagino che se ne andranno da qualche parte per cenare e stare da soli e poi andare a scopare insieme. Percorrono un po' di strada e poi escono dalla tangenziale, vanno verso la collina ed entrano in un gruppo di nuove casette molto carine e distanti fra loro, si fermano davanti a una villetta molto bella. È circondata da una bassa recinzione e ha molti fiori e piante che mi permettono di osservare il tutto senza essere visto. Al loro arrivo vengono accolti da una giovane coppia che li abbraccia e bacia con affetto e calore, mi stupisce la cosa, ma resto anche più basito quando vedo arrivare anche Marina, la moglie di Claudio che scende da una vettura insieme a tre maschi molto giovani e belli. Nel piazzale ci sono anche altre vetture, e subito dentro si sentono risate e la cosa mi incuriosisce molto. Giro intorno al perimetro, e scopro un posto dove se scavalco la recinzione mi ritrovo coperto da alcune piante e silenziosamente entro. Sono passati circa venti minuti dall’arrivo di tutti e ora si sente solo della musica melodiosa di sottofondo. Mi avvicino con circospezione e in silenzio osservo dentro da una posizione leggermente rialzata che mi mostra una verità che non mi aspettavo. Dentro ci sono quattro donne di cui una è mia moglie, e quattordici maschi! Si, li ho contati due volte. La scena è semplicemente una gang in piena regola, dove ogni donna ha più maschi a disposizione e se li gode alla grande. Una delle donne, una bionda dalle tette enormi ha un maschio sotto che la scopa, uno in bocca e due che giocano con i suoi seni, Marina è già a cavallo di uno che la scopa da sotto mentre un altro la incula di gusto, e lei ne spompina un terzo. Resto meravigliato da mia moglie che a pecora si fa inculare da uno mente un altro da sotto la lecca e lei ne sega e succhia uno per mano. Osservare questa scena mi fa venire il cazzo durissimo, senza accorgermene mi sego come un sedicenne davanti al primo porno. Improvvisamente la scena cambia, Anna viene prese da tre che le riempiono tutti i buchi e pure le mani, Marina gode urlando insultata da un maschio che le sborra in faccia. La moretta che stava succhiando due cazzi è infilata da entrambi direttamente in figa e urla di piacere. Io sono combattuto fra il piacere nel vedere mia moglie come gode e fa godere, e l’incazzatura che riprende il sopravvento. Senza quasi rendermene contro entro nel salone fra lo stupore di tutti, l’ultima ad accorgersene è Anna, che mi guarda senza dire nulla.
«…Sei…. Sei… una puttana!»
Non aggiungo altro, mi giro e me ne vado, come un fesso che ha fatto un casino, senza sapere il perchè.
Mi aspetto che lei mi rincorra, ma girandomi vedo che nessuno esce dalla casa, resto meravigliato e lentamente ritorno verso casa. Mi chiudo in garage e riguardo tutti i filmati che sono nel pc. Scopro che se avessi dato una occhiata anche a casa mia c’erano state delle orgette più o meno uguali, Mariana che si lecca Anna, maschi che le inculano, e coppie bellissime che si sono godute mia moglie e io come un cretino non me ne sono mai accorto di nulla, anzi ho anche fatto la figura del cornuto e ingenuo. Mi è tornato durissimo nel vedere la bravura di mia moglie nel prenderne due o tre insieme, mi domando perche non me lo ha mai chiesto. Ripenso a tutto il mio modo di fare. Mai una trasgressione, sempre preciso e lineare, anche nel sesso, appena un bell’orgasmo, una inculata ogni tanto e credevo che tutto fosse perfetto. Invece scopro che ho al fianco una vera bomba di donna che gode a fa godere anche più maschi. Sento la vettura parcheggiare davanti a casa, salgo dalle scale interne ed esco dalla cucina nel momento in cui lei intra in casa, sono pronto a farle una scenata, ma è lei che mi attacca.
«Razza di stronzo che non sei altro!! Ti sei divertito? Non potevi stare nascosto nel giardino, o meglio ti potevi spogliare, avremmo detto che eri una sorpresa e ti godevi la festa insieme a noi tre che eravamo gli unici a sapere chi eri? No, lo stronzo deve fare l’entrata trionfale e la sceneggiata napoletana! Bravo lo stronzo! Ma ce n’è voluto per fartelo capire che mi ero rotta di scopare solo in maniera insignificante con te e avevo voglia di cose nuove! Cazzo!! Abbiamo passato la scorsa estate a fartelo capire in tutti i modi, ma tu niente, alla fine abbiamo dovuto dimostrartelo con le foto, e non credi che ce ne fossimo accorti che ci seguivi? Non capisci che abbiamo scelto la casa apposta perche tu entravi e ti univi a noi, no? Non ti è venuto in mente?»
La guardo sconvolto. Non ho capito nulla di come ragiona mia moglie, mi è venuto duro e lei lo vede.
«Cazzo ma sei proprio uno stronzo!! Ti viene duro a vedermi sfondare da maschi cazzuti e poi mi scassi con le tue menate!»
Si gira e va in bagno. La seguo, mi osserva, la sfuriata è passata quasi per magia, mi abbraccia e bacia. Sento il sapore di maschio fra le sue labbra, addosso al suo corpo, mi eccito ancora di più e la voglio scopare.
«No dai sono stanca e poi ho addosso tutta la sborra dei maschi …e dai…no.»
Ma io non demordo. La faccio sedere sul lavandino, mi inginocchio e lecco la sua fica slabbrata e piena del suo piacere e di sborra. Sono eccitatissimo, glie lo pianto dentro. Mi metto a pomparla come un pazzo. Lei asseconda il mio movimento e poi improvvisamente gode.
«Si…dai…mi piace… adesso Vengo! No, mi fai godere…. Sei un bastardo!»
Sborra e si dimena, pure io sono al limite. Mi sfilo e la faccio inginocchiare davanti a me.
«Bevi vacca! Ingoia anche la mia sborra! Vengo!»
Le schizzo il mio piacere in gola e lei lo succhia tutto. Poi dopo ci trasferiamo a letto e li si ricomincia nonostante le sue proteste la scopo altre due volte. All’alba ci svegliamo abbracciati, mi bacia e mi stuzzica un poco.
«Buon giorno cornutello mio. Come ci si sente a sapere di avere una moglie troia e tu un bel mucchio di corna?»
La guardo, sorrido.
«Bene, considerando che adesso voglio mettermi in paro scopando tutte le tue amiche vacche come te! Poi alla fine e vedremo chi ha più corna!»
Lei sorride mi bacia e incomincia a succhiarmi il cazzo mentre dentro di se fa una bella riflessione.
"Intanto io ora, mi godo mio marito, poi a scambiarlo con le altre vedremo."
14
3
4 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 22 ore fa -
Il passato di mia moglie.
Mi chiamo Franco, ho quarantasei anni, sono sposato con Maria che ne ha due di meno, abbiamo una figlia sposata che vive in una città molto lontana da noi. Lavoro, anzi lavoravo, in un grosso capannone della zona industriale assieme a nove persone come capo operaio tornitore. Il lavoro mi piaceva, la ditta era stata creata da me, e dal titolare, ero stato il suo primo operaio quando aveva comprato l’immobile. Pietro era un datore di lavoro, come meglio non si può desiderare, sempre presente, preciso, mai alzato la voce, un tipo tranquillo, tutto casa e lavoro. In vita sua credo che si sia tolto la tuta blu solo per sposarsi, già, forse il solo errore fatto in vita sua. Pamela, sua moglie era la quinta l’essenza delle zoccole. Bella, molto vistosa, seno enorme, cosce lunghe e labbra da troia, che lei evidenziava con vistosi rossetti, che completavano sempre un abbigliamento da perenne puttana. Lo cornificava sempre con tutti, senza un minimo di riguardo, non che lui fosse bellissimo, piccolo, basso e calvo e pelato, non era certo il massimo, ma lei lo aveva sposato solo per i soldi, che sperperava senza ritegno. Circa tre mesi fa, la troia non ha trovato di meglio, che darsi al gioco d’azzardo. Frequentava un tipo losco, che oltre a fotterla, e farla sbattere dai suoi amici, decide di iniziarla al gioco in una bisca clandestina. I proprietari, visto l’alto potenziale della preda, prima la fanno vincere, poi le danno un colpo di grazia da settecento mila euro. Quando l’indomani, si presentano dal marito per riscuotere, a lui, quasi viene un infarto: o paghi o ci prendiamo tutto! Lui ci riflette un poco, poi il mattino successivo che era di venerdì, si reca in banca, ci paga due mesate anticipate, tutta la liquidazione, poi torna nel capannone, e con alcune taniche di benzina incendia tutto, ma resta, o forse vuole morire nell’incendio. Risultato, noi tutti a spasso, lui morto e la vacca dicono, che la fanno prostituire, su al Nord per pagare i debiti. Con la crisi che c’è in giro, mi ritrovo a spasso, mi resta difficile trovare un nuovo lavoro. Passa un mese, comincio a deprimermi. Maria si arrangia a fare le pulizie a una signora, che abita nello stesso palazzo dove abitiamo noi, ma sono pochi spiccioli, che non risolvono nulla. Maria è la classica donna italiana, alta, mora, seno quarta ancora bello sodo, forme generose, ma non grassa, poi un culo bello, tondo, grande dannatamente invitante. Quando ci siamo conosciuti, aveva appena compiuto diciotto anni. Per noi è stato subito amore, mi ha subito fatto incendiare i sensi. A letto, l’ho trovata aperta, abbastanza esperta, frutto di una precedente relazione, con un giovane coetaneo, che poi se ne andato. Il fatto che non fosse vergine, non mi ha dato nessun disturbo, anche il fatto che lo succhiava bene, mi dava sempre molto piacere, quindi non ho mai riflettuto, o dubitato, delle sue parole. Una sera, dopo averla scopata e sborrato in culo, come piace tanto anche lei, ci mettiamo a parlare prima di dormire.
«Perche non provi fuori città? Ti ricordi alla marina, vicino la porto, c’era quell’officina da fabbro, un lavoro che tu hai fatto da giovane, potresti chiedere lì?”»
Mi ricordo, del posto, è al porto vicino alla nostra città, appena trenta chilometri. Due mesi fa, era ancora inverno, noi passeggiavamo lungo il molo del piccolo paese, che il turismo, ha trasformato in meta balneare, quando per caso, appena dietro il porto, dove il vecchio borgo finisce, c’era una piccola, ma ben messa officina da fabbro, lavoro che conosco e amo, avendolo praticato fina da piccolo, nella fucina di un amico di mio padre. Mi piaceva plasmare il metallo, ma, mio padre, volle che ottenessi anche il diploma di tornitore, poi fui assunto, e smisi di farlo. Quel lavoro è come andare in bici, se lo impari una volta, anche dopo tanti anni, lo fai di nuovo. Mi ricordo anche del proprietario, un tipo basso, tarchiato, ma dalla muscolatura robusta, peloso, dalla pelle scura, che mentre ero intento a guardare i suoi manufatti, lui non smise mai di guardare Maria, come se avesse visto una dea. Il suo insistere, fece si, che lei mi costrinse ad andare via. L’indomani mi reco sul posto. Lui sta forgiando un pezzo di ferro battendolo sull’incudine con un grosso martello, mi presento, e scopro che si chiama Vito, mi guarda, ascolta quello che ho da dire, poi mi parla.
«Certo, avrei bisogno di un aiuto, ho tanto lavoro, ma mi serve uno bravo, prendi e fammi vedere come te la cavi.»
Mi porge il ferro incandescente e il martello. In un attimo mi metto a eseguire il lavoro come vuole lui, tempo cinque minuti ho fatto. Lui mi ha osservato in silenzio, poi soddisfatto mi guarda negli occhi.
«Va bene cominciare lunedì?»
Accetto, lui riprende il suo lavoro, mentre io torno a casa. La sera a letto, scopo Maria con insolita passione. Mentre la pompo da dietro, mi torna in mente il fatto di Vito, che gli guardava il culo. Mi eccita da morire, la sbatto con forza, sborro dentro di lei, che quando scende per andare in bagno, mi sorride compiaciuta.
«Amore che ti succede? Questa sera sembri più focoso del solito?»
Chiudo gli occhi e penso, al fatto, che in fondo sono soddisfatto, ho trovato un lavoro, ho scopato mia moglie, anche se, non sono un super dotato, lei ha goduto. Si, lo ammetto, ho un cazzo non proprio lungo, o grande, assolutamente nella norma, ma lei non si è mai lamentata, ed io, non ho mai cercato altre donne, all’infuori di lei. Il lunedì, mi presento di buon mattino al lavoro. Lui si mette a lavorare in coppia con me. All’ora di pranzo abbiamo portato avanti tanti lavori, e ne abbiamo finiti molti di più. Durante il lavoro abbiamo parlato molto, di lavoro, di esperienze di donne, sembriamo in confidenza da sempre. Ad un tratto, se ne esce con una domanda diretta mentre mi guarda negli occhi.
«Quando hai sposato tua moglie, era vergine?»
Sono preso alla sprovvista, non mi aspettavo una simile domanda. Rispondo in modo molto sintetico.
«No, ha avuto un ragazzo, di diciassette anni, un coetaneo, che le ha insegnato tutto.»
Lui mi guarda poco convinto.
«Una ragazzina, che sa fare tutto, l’ha imparato da un coetaneo? No, non ci credo, deve essere stato uno esperto, più grande.»
Lo guardo, cercando di capire dove vuole andare a parare, ma non ci riesco, e la cosa finisce li. Cambio discorso, gli faccio una domanda diversa.
«Scusa, sai dove posso trovare un piatto di pasta, tornare a casa, mi costa troppo, in benzina e tempo?”
Lui mi guarda, poi mi fa cenno di seguirlo sul retro della casa, dove una scala porta al piano superiore, dove lui ha l’abitazione. Appena dentro, ci troviamo in un ampio salone, a destra la cucina, dietro una porta, e dall’altro lato, c’è un bagno, una camera grande, e una piccola. La casa è un poco in disordine, sintomo che manca una donna. Mentre mettiamo a cuocere la pasta, si giustifica in qualche modo.
«Scusa il casino, ma la mia domestica non viene più, è troppo vecchia, ed è andata lontano, dalla figlia, quindi mi arrangio un poco. Tua moglie lavora?»
Mentre mangiamo, gli spiego che lai fa le pulizie da una signora anziana lì nel palazzo, lui fra un bicchiere di vino e l’altro mi fa una richiesta.
«Credi, che dietro un compenso, farebbe le pulizie, qui, anche a me? Al massimo due volte a settimana. Potrebbe venire giù con te, e tornare la sera, la pagherei bene.»
Lo guardo, penso che sarebbe interessante vedere, quanto lavora, o quanto tempo passerebbe, ad ammirare il culo di Maria. Questo pensiero, mi fa tirare immediatamente il cazzo. La sera lo dico a lei che accetta, senza commentare, poi ripenso alle parole di Vito, e decido di approfondire una cosa che mi sta molto a cuore.
«Vorrei sapere, che tipo era quello, che frequentavi prima di me?»
Lei mi osserva in silenzio, l’ho presa in contropiede, farfuglia, poi taglia corto, ma la sua risposta, e un tono un poco allarmato, tradiscono un certo nervosismo.
«Che vai a pensare, ti ho detto che era uno come tanti, è finita, stiamo insieme da anni, tu ora che vuoi sapere? Lascia stare, dormiamo dai che è tardi, domani ci dobbiamo alzare presto.
Mi rigiro nel letto, sempre più convinto, che non sia la tutta la verità, ho una bella erezione, che vado in bagno a sfogare, tirandomi una bella sega, pensando al suo ex, ma stranamente, mi viene in mente, il viso di Vito. Il mercoledì la porto via con me, quando arriviamo, faccio le presentazioni, ma ho subito l’impressione, che loro si conoscono. Dopo un momento d’imbarazzante silenzio, Vito la porta sopra, a vedere il lavoro. Per un momento resto immobile, poi vinto dalla curiosità, li seguo silenziosamente. Salgo le scale, dal portone semiaperto, li vedo nel salone di spalle. Lui parla di lato a lei, con la sinistra, indica le cose da fare, mentre con la destra gli accarezza il culo, lei resta immobile. Ho di nuovo una tremenda erezione! Poi lentamente, la mano scende oltre il bordo della gonna leggera che indossa, risale all’interno delle cosce. Lei in silenzio, lo lascia fare, si piega per agevolare la palpata, lui con l’altra mano apre i pantaloni, la fa inginocchiare davanti a lui, che girato mostra una mazza da paura. Saranno un bel venticinque centimetri, di notevole diametro, vedo lei che lo afferra con le mani, lo infila spedita in gola. So, che è brava a succhiarlo, ma la praticità con cui esegue la pompa, mi lascia basito. Lui si compiace di quanto lei sia brava.
«Brava, succhialo bene! succhia veloce che non abbiamo molto tempo. Come sei brava!»
Lei succhia con vigore, io eccitato al massimo, lo tiro fuori, e con tre smanettate, schizzo in mano una sborrata fiume, mentre anche Vito è al limite, le riempie la bocca e la gola.
«Brava la mia troietta, ingoia tutta la mia sborra!»
Scendo le scale, poco dopo lui mi raggiunge. Lavoriamo alacremente tutto il tempo, poi, all’ora di pranzo saliamo sopra, dove Maria, ha preparato un buon pranzo. Fa caldo, l’estate sta arrivando, lei per fare le pulizie si è cambiata, ora indossa una vestaglia a fiori non molto abbottonata, dove si vedono chiaramente, il reggiseno e mutande. Lui mangia, e la guarda compiaciuto, poi finito il pranzo, torniamo al lavoro, lui cerca una scusa per farmi allontanare.
«Prendi la bici, vai a controllare le misure di quelle grate, mi sembrano troppo piccole, non voglio fare due volte il lavoro.»
Scendo le scale, prendo la bici, faccio il giro dell’isolato, e torno indietro. Risalgo le scale, li vedo dentro la cucina, mi avvicino silenziosamente, dalla luce dello stipite, li spio. Lui è posto dietro di lei, in ginocchio, la lecca in mezzo alle cosce aperte, mentre lei appoggiata al lavello, scuote il capo in preda al piacere, che non ho mai visto provare a mia moglie, poi un lungo gemito, annuncia il primo orgasmo. Trema scossa dal piacere, che lui le sta facendo provare, urla che sta godendo. Lui si rialza, da dietro le infila dentro con un colpo secco, tutto il suo poderoso cazzo, lei inarca la schiena, grida di piacere. Gode, asseconda le spinte poderose con cui lui lo spinge dentro il suo ventre. Inarca la schiena per reggere l’impeto della monta.
Li guardo basito, tremendamente eccitato, mi tiro fuori il cazzo, mi sego lentamente, cercando di tenere il loro ritmo. Lui la sbatte, le parla eccitato.
«Piccola troietta, ti sfondo! Oggi, più di allora! Vacca puttana, godi. Senti come ti sfondo. Godi, che poi ti sfondo anche il culo. Prendilo tutto! Piccola puttanella allora, e troia adesso!»
Lei scuote il capo, a destra e sinistra, inarca la schiena, viene con un grido, che non le ho mai sentito fare. Urla e lo incita a scoparla sempre più forte. Resto basito da come sta godendo mia moglie, non le ho mai visto provare un simile piacere. La sbatte con furia, squassandole il corpo con affondi bestiali, poi lo estrae, grondante del suo piacere, lo solleva, e con un colpo secco lo pianta tutto d’infilata nel culo di Maria, che grida di dolore e piacere.
«aaahhhhiiiiiiiiii…piano! Mi spacchi! Però dai che mi piace, è bello!»
Lui la serra per i fianchi, la sbatte come un toro selvaggio, la pompa velocemente, con affondi durissimi, che la scuotono tutta, poi di colpo anche lui è al limite. Viene con un grido liberatorio dentro di lei. Le spinge un ultimo affondo, poi lo estrae, e lei velocemente s’inginocchia davanti a lui, per ricevere in gola, tutta quella infinita sborrata. Ritorno velocemente di sotto, mi do una pulita, quando lui arriva, io sto già lavorando, mi chiede con tono sarcastico il risultato del mio lavoro.
«Erano giuste le misure?»
«Una era stretta, ma ora credo che sia giusta, e ben aperta.»
Gli rispondo usando il doppio senso. Lui mi guarda, poi si mette a lavorare. La sera torniamo in silenzio, ho molte cose da chiederle, ma lei appena a letto, si addormenta. Il giorno dopo mentre mangiamo, lui mi chiede, se il sabato, mi piacerebbe andare a pescare. Ha un gozzo perfettamente restaurato, potrei portare anche Maria, che il mattino, darebbe una sistemata a casa, poi nel pomeriggio potremmo andare tutti e tre in barca. La sera ne parlo con lei a letto, che accetta, allora le chiedo di darmi una spiegazione, con calma, con un tono assolutamente sereno, le chiedo di lei e Vito. Rimane un momento in silenzio, fa un bel respiro, si gira verso di me, si distende appoggiando la guancia al mio petto.
«Quando avevo diciassette anni, passai un’estate al mare nella casa dei genitori di Mirella, la mia amica che vive all’estero. Da qualche tempo conosceva Vito, non era proprio la fidanzata, ma si faceva toccare, e ci godeva a succhiargli il cazzo. Si era solo fatta rompere il culo da lui, ma niente fica, aveva paura di restare incinta. Vito, all’epoca era l’operaio di Carmelo, il vero proprietario dell’officina da fabbro, che possiede tuttora. Carmelo, era già molto più grande di loro, aveva circa cinquanta anni, ma era un porco, cui piaceva da impazzire farsi succhiare il cazzo. Era un po’ meno dotato di Vito, ma era un vero fanatico della pompa. Mirella ed io, eravamo inseparabili, finire fra le loro grinfie, fu tutt’uno. Vito si divertiva con Mirella, mentre io imparavo, istruita da Carmelo, a succhiare, e durante il primo mese d’estate, in pratica non feci altro. Divenni bravissima, ricordo che la prima volta che mi venne in gola, lui temeva che io lo sputassi, mi tenne la testa ferma, ma io ferma, lo ingoiai, ne rimasi veramente entusiasta, anche perchè, far sborrare di bocca Carmelo, era durissima, il porco, aveva una resistenza unica. Il secondo mese, fu Vito a dedicarsi a me, mi ruppe il culo. Lo fece con calma, durante il primo mese, si era sempre divertito a infilare un dito dentro di me, mi lubrificava, e quando vedeva che ero rilassata, ne aggiungeva un secondo, poi un terzo. Col tempo mi ero abituata, quando mi spinse dentro il suo cazzo nodoso, quasi non mi accorsi, ma ricordo, che provai un bellissimo orgasmo, quando m’inondò il culo di sborra. Tutto il mese di Agosto, fu un seguirsi di bocchini, e inculate da parte loro, io mi ero specializzata nelle pompe, mi faceva impazzire sentirlo schizzare in gola, ma non disdegnavo il cazzo di Vito in culo, mentre Carmelo impazziva per la mia bocca. L’ultima settimana restammo sole, i genitori di Mirella, erano partiti prima, una sera, c’era una festa in paese, ci fecero bere un po’ troppo, poi ci portarono a casa loro, assieme a un amico di Carmelo, credo si chiamasse Vanni. Appena a casa, ci incominciarono a toccare dappertutto, io mi ritrovai con due cazzi da succhiare, quello di Vanni era da paura, lungo, ma soprattutto enorme in circonferenza. Vito mi scopava il culo da dietro, mentre Carmelo si alternava fra la bocca mia, e di Mirella, a un tratto stavo godendo quando Vito estrae il cazzo dal culo, e lo pianta di colpo dentro la mia fica fino in fondo. Cerco di ribellarmi, ma dopo un momento di paura ho cominciato a godere, e incitarlo a scoparmi più forte. Raggiunsi un orgasmo sconvolgente. Appena goduto, mi sono ritrovata il cazzo di Carmelo in gola. Vito mi pompava divinamente, godevo da matti, Mirella mi guardava stupita, poi venne dentro di me. Sentivo spingere dentro tutto il suo palo fin quando è esploso inondandomi l’utero con un grido di vittoria.
«Finalmente…ti ingravido troia!»
Scossa dal piacere sono rimasta stordita, lì con il culo in alto, il viso appoggiato sul materasso. Quasi senza rendermene conto, Vito ha a lasciato il posto ha Vanni, che mi è entrato dentro come un ariete. Ho sentito la mia vagina dilatarsi, per poi essere riempita da un cilindro enorme, che mi trafiggeva fino in fondo. Quando ha toccato il collo dell’utero, ho gridato e goduto nello stesso tempo. Sono rimasta sconvolta da un orgasmo rapido e imprevisto, che dopo il dolore ha lasciato il posto al piacere. Mi teneva stretta per i fianchi, mi pompava velocissimo, mentre Vito si stava facendo leccare e succhiare il cazzo da Mirella, che era scopata da Carmelo, io godevo sempre più. Fin quando, con un durissimo affondo, si è piantato dentro di me sborrando dentro la mia slabbrata fichetta, una quantità enorme di sborra. Scossa da brividi di piacere, sono crollata sul letto, mentre Vito aveva fatto girare Mirella, e ora erano in due, a scoparla lui dietro e l’altro davanti. Io dopo un momento di pace, mi sono ritrovata il cazzo di Vanni in bocca. Nonostante era venuto, era ancora duro, e di notevoli proporzioni, mentre lo leccavo, mi sembrava che si gonfiava di più. Carmelo intanto era venuto dentro Mirella, e ora voleva la mia bocca per farsi succhiare il cazzo, Vanni si rimette dietro di me improvvisamente lo sento entrare dentro il culo. Cerco di impedire questo ulteriore sfondamento, ma inutilmente, lui con un colpo secco è entrato tutto dentro, che in un attimo ho sentito un dolore e piacere quasi immediato. Per un attimo ho avuto paura che mi rompesse lo sfintere, ma non me ne fregava nulla, il piacere immediato mi ha fatto ignorare il dolore, ho cominciato a sborrare sempre più. All’alba ci hanno fatto tornare a casa, eravamo ubriache più di sborra, che di vino. Per due giorni non ci siamo mosse dal letto, eravamo terrorizzate, dalla paura di essere incinta, ma fortunatamente due giorni dopo, ci vennero le mestruazioni ad entrambe. Mirella raggiunse i suoi, e da allora, non abbiamo mai più parlato di quella notte, io sono tornata in città, e per la paura come avrai visto, non siamo mai tornati al mare in quel posto, poi ti ho conosciuto, ho voluto dimenticare quella folle estate. Due mesi fa, quando tu sei voluto andare al mare, ormai credevo che anche la vecchia officina da fabbro, non ci fosse più, e quando siamo capitati lì per caso, mi ha fatto ricordare ogni attimo vissuto. Vederlo mi ha fatto bagnare, pure a lui è venuto duro, tu non lo hai notato, ma gli sarei saltata addosso lì davanti a te, per questo ti ho pregato di andare via. Ma il fuoco mai spento, si era riacceso, più forte di prima, una settimana dopo, una mattina sono andata da lui. Mi ha portato in casa, dove non era cambiato quasi nulla, mi ha scopato per due ore di fila, facendomi godere tantissimo. Da qual giorno sono tornata una volta settimana da lui, è diventata la mia droga, la mia maledizione, ti amo, ma non posso fare a meno del suo cazzo, di come mi scopa. Quando tu sei rimasto senza lavoro lui, si è subito offerto di assumerti, ma solo per avermi sempre più vicino a lui. Ora sai tutta la storia, se mi lasci, io ne morirei, ma comprendo, che ti ho tradito da sempre, che ho abusato della tua fiducia, io ti amo, mentre lui mi fa impazzire come mi scopa.»
Finito di parlare il mio cazzo era durissimo, le monto sopra, la penetro con impeto, sborro quasi subito, ma continua a pomparla come un pazzo. Si, forse lo sono. Il sabato la porto con me, appena arrivati, lei sale sopra per le pulizie, lui la segue, torna dopo un’ora circa. Io sono rimasto di sotto, sapevo benissimo che la stava scopando, ma anche se mi sono segato, ho sborrato tantissimo, sono rimasto a lavorare. Quando è sceso, mi ha fatto un cenno di compiacimento, di soddisfazione. Dopo pranzo siamo usciti in barca, lei era seduta fra me e lui, il sole tramontava quando abbiamo raggiunto un gruppetto di scogli al largo e gettata l’ancora, Vito si denudato, si è tuffato per un bagno rinfrescante subito seguito da noi. Poche bracciate, poi io sono risalito, loro si sono abbracciati, e baciati in acqua, per poi risalire. Nudi, ci siamo seduti, lei si è inginocchiata davanti a noi, e ha cominciato a succhiare i nostri cazzi già duri.
«Che bocca meravigliosa! Il vecchio Carmelo ti ha insegnato bene.»
«Tu scopale il culo, sborraci dentro, che così gode di più, quando gli pianto dentro il cazzo.»
Lo guardo, poi la rigiro, appoggio la punta sulla rondella, faccio colare della saliva, poi lo spingo dentro deciso. La scopo di gusto, mentre la vedo leccare e spompinare lui, sborro poco dopo, e guardando lui in faccia, gli faccio posto. Lui si mette dietro, la sfonda con un colpo solo, lei gode, si scuote tutta, mente i suoi seni liberi, ondeggiano avanti/indietro a ogni affondo. Poi si siede, fa allargare le cosce a Maria, m’invita a leccarla davanti, mentre lui le sfonda il culo. Mi abbasso, vedo il suo pistone scorrere liberamente dentro di lei, che trema di piacere, affondo la lingua fra le labbra del suo sesso, sento il suo movimento, ho come l’impressione di leccare lei e lui. Lei gode, lo incita a scoparla più forte. Lui mi guarda, con gli occhi mi fa capire, che devo prenderla davanti. Il mio cazzo nonostante abbia sborrato è rimasto durissimo, la sollevo, glielo infilo dentro, non senza qualche difficoltà, dovuta a lui che riempie il culo. Ci muoviamo insieme, lei gode, anche lui è pronto a sborrare. La sbatte ancora un poco, poi le riversa in culo tutto il suo piacere godendo, e urlando. Sborra restando piantato in lei, sento che io non resisterò oltre. Vengo ancora, e godo assieme a loro. Sfiniti, restiamo per un momento immobili, lui si sfila, io abbraccio Maria mentre lui si tuffa di nuovo in mare.
«Grazie amore, sei una persona meravigliosa. Mi avete fatto impazzire ti amo.»
Mi bacia con impeto, poi ci tuffiamo anche noi. Seduti mentre mangiamo del pane e salame, ci guardiamo in faccia. Vito parla con sottile velo di tristezza.
«Maria da ragazza, mi piaceva da morire, ma eravamo troppo giovani e incoscienti, avrei dovuto sottrarla alle grinfie di Carmelo, e soci, ma non ci sono riuscito. Rabbiosamente le ho sborrato dentro, sperando che mettendola incinta, potevo avere delle aspettative con lei, ma ho fallito anche in questo. Quando siete venuti da me, ho avuto il forte desiderio di averla ancora. Ti invidio, lei ti ama, mentre io al massimo, la posso solo scopare, ma va bene così se lo vuole lei.»
Maria mi guarda, poi allunga le braccia, stringendo me invita anche lui. Da quella sera sono passati due anni, ho venduto la casa in città, ora abitiamo tutti e tre nella sua casa sopra l’officina, dove, sono socio al 50%, mentre per quanto riguarda Maria, credo che la società oggi sia 70% lui e il resto io. Spesso lei dorme con lui, ed io nella cameretta, a volte li guardo scopare, se mi va, partecipo, mi eccita più vedere Maria godere felice fra le sue braccia, mi va, bene così.
18
2
4 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 22 ore fa