{"linkButtonClass":"stories-filter__top-new-button button button_default","href":"\/aggiungi-racconti","title":"Aggiungi racconto","displayFirstSpan":true,"firstSpanClass":"stories__top-new-button-icon","firstSpanContent":"\n<svg class=\"svg-icon icon-add-button-icon\">\n <use xlink:href=\"\/build\/sprite-83eb32dceb21b468932833be844ed846.svg#add-button-icon\"><\/use>\n<\/svg>","displaySecondSpan":true,"secondSpanClass":"stories__top-new-button-text","secondSpanContent":"Aggiungi racconto","checkDeactivatedProfile":true}
-
inconsapevolmente cornuti. la scuola delle puttane.
Nella stessa sera, Alberto è a cena con Andrea. I due amici, amano di tanto in tanto, passare una serata in un posto molto particolare. È un casale sulle colline, adibito a piccolo ristorante, gestito da una coppia di origine sarda, che cucina piatti tipici di quella terra, e li serve in un ambiente ampio, ma ben suddiviso in maniera che, ogni singolo tavolo, risulti esser appartato e discreto.
All’inizio della cena, i due amici parlano di lavoro; Alberto racconta all’amico di come la sua socia, Stefania, si è impegnata in una causa di eredità che vede coinvolta una delle famiglie molto conosciute in città.
Alla lettura del testamento, la figlia legittima scopre la presenza di un altro erede, un figlio che il padre ha avuto in una relazione extraconiugale.
Ha, ovviamente, contestato la presenza di quel figlio illegittimo e si è rivolta ad un noto studio di avvocati che Andrea conosce molto bene in quanto, anche se in maniera molto soft, sono in competizione con quello di Alberto.
«Quindi, per l’ennesima volta ti trovi a doverti confrontare con Eleonora. Quella donna è ancora presente nella tua vita, nonostante il passato che c’è stato tra di voi.»
Alberto sorride e scuote la testa, mentre nella sua mente torna prepotente il ricordo dei quattro anni passati con quella meravigliosa donna. Poi, d'improvviso, era tutto finito e in maniera assolutamente inspiegabile. Con il tempo, si erano trovati a confrontarsi nelle aule dei tribunali, ma il lavoro era stato l’unico contatto, che i due avevano avuto, dopo quella inspiegabile separazione.
«Fortunatamente, non sono io che rappresento il figlio illegittimo, ma Stefania, che si confronta con il figlio di Eleonora. Il ragazzo è veramente in gamba, ma Stefania ha saputo tenergli testa ed ha portato la vertenza ad un punto decisamente importante. È riuscita a far emettere dal giudice un'ordinanza per ottenere l'esame del DNA. Se i risultati, che sono stati affidati a due laboratori specializzati, selezionati e tenuti segreti dal giudice, stabiliranno che il figlio illegittimo ha lo stesso DNA del padre e della sorella, Stefania avrà vinto. Così, nelle dodici udienze in cui ci siamo confrontati io ed Eleonora, risultano vinte metà per ciascuno, e la 13ª potrebbe avere un punto a vantaggio del nostro studio.
Per quello che mi riguarda, se mai dovessi avere un figlio con una donna, farò in modo di riconoscerlo, affinché abbia tutti i diritti possibili e immaginabili».
Andrea lo guarda e sorride, scuote il capo e, dopo aver bevuto un sorso di vino, contraddice il suo amico.
«Mi sembra un’affermazione pesante, detta da uno che non è sposato, che non ha eredi legittimi, che condivide l’amore e il piacere di una donna, che sta per convolare a nozze con un altro uomo. E, visto che siamo in tema, anche se in tutti questi anni non te l’ho mai chiesto, vorrei sapere, se possibile, cosa c’è stato di così grave da chiudere la storia con Eleonora, in maniera così netta e repentina».
Alberto lo guarda dritto negli occhi e, con un tono alquanto sconsolato, spiega finalmente il mistero.
«Mi ha tradito».
Andrea lo guarda stupito, incredulo, cerca di capire se il suo amico stia scherzando o se parli seriamente, ed Alberto gli chiarisce ogni cosa.
«Per quattro anni, ho vissuto in paradiso. Avere Eleonora fra le mie braccia era la cosa più bella del mondo. Poi ci fu un breve periodo, in cui lei era particolarmente nervosa e agitata e, sempre più di frequente, fra di noi si creavano bisticci e piccole incomprensioni.
Una sera, di metà estate, ero a casa sua e lei cercava le parole più adatte per dirmi una cosa molto importante.
Non ricordo per quale motivo era particolarmente nervosa, mentre lei, con la sua indecisione e titubanza, non fece altro che provocare l’ennesimo bisticcio. Indispettito, ho preso e me ne sono andato, lasciando la sua casa.
Dopo esser uscito dal cancello della villetta, sono rimasto diversi minuti appoggiato alla mia auto a fumare una sigaretta, giusto per schiarirmi le idee.
Mi sono calmato e dato del fesso, così sono tornato indietro, per cercar di far pace con lei e sentire che cosa aveva, di così importante, da dirmi.
Mentre mi avvicinavo alla casa, ho visto le luci del salone accese; non sono passato dal portone, ma son passato da giardino, così da entrare direttamente attraverso il finestrone aperto.
La scena che mi si è presentata davanti agli occhi, mi ha fatto gelare il sangue: Eleonora, a cosce aperte, si faceva masturbare da suo padre, mentre gli faceva un pompino. Quando lui si è reso conto della mia presenza, è scattato in piedi, mentre lei, che mi ha visto, ha emesso un urlo e poi è corsa verso di me.
L'ho guardata dritta negli occhi e le ho detto una sola parola: "Puttana".
Da quel giorno, son passati più di trent’anni. Quando ho saputo che aveva avuto un figlio, ho ipotizzato che fosse frutto della relazione con suo padre. Qualche giorno fa, ci siamo incontrati in tribunale e Michele, questo il nome del ragazzo, era in compagnia di Eleonora. Osservandolo bene ho notato un dettaglio cui, in tutti questi anni, non avevo mai fatto caso: una piccola voglia, sulla tempia destra, esattamente, come quella che puoi vedere sul mio viso; inoltre, a differenza della madre, che hai capelli rossi, i suoi sono dello stesso colore che avevo io, prima che diventassero bianchi. Ho allontanato da me l'idea che, forse, quella sera voleva dirmi che aspettava un figlio da me e, ancora oggi, rifiuto di credere ad una simile eventualità».
Andrea lo guarda, si rende conto della grande tristezza che ha avvertito nelle parole del suo amico. Poi cerca, in qualche modo, di cambiare discorso.
«Amico mio, la vita è decisamente strana. Hai perduto l’amore della tua vita e, adesso, stai ricostruendo la tua felicità fra le braccia di una donna che condividi con un altro uomo. Sei proprio sicuro che Lucia rappresenti, per te, il sogno che vuoi realizzare?»
Alberto ricambia lo sguardo, sorride e parla con parole decise, allegre e, soprattutto, intriganti.
«Non sono sicuro, ne ho la certezza assoluta! Quella femmina mi è così entrata nel sangue, che, se un giorno non la vedo, vado in astinenza come un drogato. Non più tardi di due sere fa, dopo che io e Marco l’abbiamo fatta godere fra le nostre braccia, mentre la guardavo andare verso il bagno, mi sono congratulato con il mio amico per il piacere che avevamo dato alla nostra donna. In quel preciso momento, mi sono domandato che cosa avrei provato, se Lucia, anziché godere fra le nostre braccia, si fosse alzata dal letto, per andare in bagno dopo aver goduto fra le braccia di un altro uomo diverso da me e dal suo futuro marito. È stato un attimo, un pensiero rapido ed improvviso, che mi ha procurato una potente erezione, nonostante avevo abbondantemente goduto con lei.
Marco ha notato questa cosa e, quando l’ho reso partecipe del mio pensiero, anche lui ha avuto la stessa mia identica reazione. Dovevi vedere lo stupore di Lucia quando, uscita dal bagno, ci ha trovato entrambi con i sessi duri e pronti a ricominciare a farla godere. Entrambi l’abbiamo scopata di nuovo, con rinnovato ardore, ma soprattutto con il desiderio di vederla realmente scopare con un altro uomo, al difuori del nostro triangolo. Ho condiviso con Marco questo mio desiderio e lui mi ha detto che gli sarebbe piaciuto veder realizzata un simile eventualità.
«Come potrei non amare una donna che riesce a sconvolgere la mia mente solo con questo semplice pensiero. Poiché siamo in vena di confidenze, vorrei sapere perché il mio amico, da qualche giorno, ha l’aria così felice, e rilassata. Cosa ti ha soddisfatto così tanto o cosa ti è capitato di così bello da renderti così felice?»
Andrea racconta all’amico la meravigliosa sera passata insieme a Silvia e Luca. La proposta che ha fatto a quella coppia di diventare, lui un cornuto sottomesso e lei la sua puttana. Quando si è reso conto che entrambi avevano il desiderio di intraprendere quel gioco così intrigante, che appagava i sensi di tutti, lui ha deciso di portare Silvia ad Amsterdam, nella scuola della signora Helen; di farle frequentare un corso per diventare puttana professionista. Nel sentire quel progetto, Alberto guarda stupito l’amico, cercando conferme per capire quale sia realmente il suo progetto.
«Vuoi portare Silvia, da Helen? Ti rendi conto, che la ridurrà ad una puttana da marciapiede? È questo che vuoi? Vuoi trasformare quella splendida ragazza in una troia da bordello?»
Andrea scuote il capo in senso negativo, sorseggia un po’ di vino e precisa all'amico quale è il suo progetto.
«Assolutamente no! Non voglio trasformare Silvia in una puttana da strada, ma in una troia d’alto bordo. Non deve prostituirsi, ma solo essere esperta nell’arte di amare, far godere, o meglio fare impazzire qualunque maschio che lei voglia avere fra le sue gambe. Voglio che impari tutti i trucchi, tutte le tecniche per essere una puttana perfetta. Probabilmente, nella sua vita, tutto questo non le sarà mai utile, ma, come tu sai, non si può sapere cosa il destino ci riserva. Inoltre, la cosa mi eccita particolarmente per il fatto che ho invitato anche Luca a venire con noi. Sapere che la sua donna sarà trasformata in una puttana professionista, eccita molto anche lui, al pari di me.
Adesso che ci penso, dovresti venire anche tu, insieme a Lucia, così da soddisfare il tuo desiderio di vederla godere fra le braccia di un altro maschio. Naturalmente, per chiudere il cerchio dovrai portare anche Marco».
Alberto riflette per un istante sulla proposta del suo amico, poi annuisce compiaciuto e trova che l’idea sia davvero intrigante. La sera del giorno successivo, quando, si trova in compagnia di Lucia, che gli fa compagnia a cena, in quanto Marco era impegnato con Luca alla solita partita di calcetto, Alberto espone alla ragazza la sua idea. Lucia rimane un attimo stupita, si rende conto che, anche a lei come alla sua amica Silvia si prospetta l’idea, di trascorrere una settimana, in una scuola per puttane e, dentro di sé prova un brivido così intenso, da inumidirle la figa.
Guarda Alberto con occhi carichi di amore, poi, dopo averlo baciato, gli dice che, se questo suo desiderio aumenta il piacere che lui prova nel tenerla fra le braccia, lei è disposta a fare di tutto per accontentarlo.
Quando ne parlano a Marco, costui per un istante rimane stupito, poi Alberto chiarisce che tutto serve solo per accrescere la bravura di Lucia nel farli godere entrambi, e non per trasformare la donna che amano in una puttana da strada. Marco guarda Lucia, vede negli occhi della donna il desiderio di provare questa nuova esperienza e, dentro di sé, già cresce il piacere di vederla trasformata in uno strumento di puro piacere fra le mani di gente esperta: questo pensiero gli provoca un'eccitazione immediata.
Velocemente passano i giorni che li separano da quel viaggio e in tutte e due le coppie cresce un misto di desiderio e timore.
Silvia, qualche giorno prima di partire, viene invitata da Dario a partecipare ad una sera insieme ad un piccolo gruppo dei suoi soliti amici. Oltre a lui, ci sarà Franco, Tommaso e Antonio. Hanno espresso il desiderio di poter assaporare ancora il piacere del suo corpo stupendo. Ovviamente lei non è obbligata a nulla, la serata può anche rappresentare semplicemente l’occasione per mangiare qualche buona pietanza, scambiarsi gli auguri per l’imminente festività pasquale. Riflette un poco su quella proposta. In questi ultimi giorni, le occasioni di fare sesso sono state ben poche.
Si sente carica e vogliosa; con Luca ha mantenuto fede all’impegno preso con Andrea, e sente la sua micetta che, all’idea di stare stretta fra quei quattro maschi, già sbrodola.
Scelgono di vedersi in una delle due sere in cui i ragazzi sono impegnati con il calcetto. Quando si presenta all’appuntamento, Dario rimane piacevolmente stupito nel vedere che Silvia, sotto il lungo cappotto, indossa una tutina leggera e molto trasparente, da cui, in un gioco di vedo non vedo, si nota che ha soltanto l’intimo.
Infatti è completamente nuda, con l’unica eccezione, di un reggiseno e relativo string di colore rosso amaranto, un reggicalze dello stesso colore cui sono agganciate calze nere con la riga dietro, che si dipartono da un bel paio di scarpe col tacco alto, per poi sparire sotto il cappotto.
La cena è organizzata nel villino di Antonio, in riva al lago.
Quando la vedono entrare, rimangono affascinati dalla sensualità che quella femmina esprime. Sono così eccitati che mangiano ben poco e, ben presto, si ritrovano tutti e quattro in camera da letto dove lei gode a ripetizione.
Quattro maschi la scopano ripetutamente in tutti buchi, alternandosi tra di loro, come la volta precedente, portandola sempre al limite del piacere, senza mai concludere.
Questa sensazione di prolungata eccitazione, sconvolge la mente che la ragazza fin quando, in preda ad un forte desiderio, implora i maschi di possederla e di riempirla del loro seme in ogni dove.
«Vi voglio! Basta, basta fare i bastardi! Voglio godere, altrimenti mi vesto me ne vado».
Tommaso, che in quel momento si stava facendo succhiare l’uccello, le prende il viso in mano e la guarda con occhi carichi di libidine, mentre dalla sua bocca escono parole che fanno eccitare Silvia ancor più.
«Sta zitta, puttana! Sei la nostra troia! Facciamo di te quello che vogliamo e, soprattutto, ti faremo godere solo ed esclusivamente quando ne avremo voglia noi. Adesso succhiami il cazzo e continua a chiavare».
Sentirsi così impotente, usata da quei quattro maschi a loro piacimento, ha su di lei una presa di incredibile lussuria.
Dopo averla a lungo usata, i quattro maschi iniziano a godere. Una volta che le hanno riempito ogni buco, ognuno di essi si fa succhiare il cazzo, fin quando, di nuovo duri e pronti, ricominciano a scoparla ed a farla godere tantissimo.
Quando escono da quella casa è già abbondantemente oltre la mezzanotte; viene riaccompagnata da Dario al parcheggio dove si erano incontrati, facendole lasciare lì la sua auto.
Silvia non sa che qualcuno ha osservato quello che lei ha fatto in quella casa.
Poi, finalmente, arriva la vacanza ad Amsterdam.
Dopo un breve volo, arrivano nella città olandese e vengono ricevuti da un solerte autista che, a bordo di un minibus, conduce quella insolita comitiva, presso uno degli hotel più rinomati della città.
Per l’occasione, Andrea ha prenotato una suite con due camere matrimoniali e una camera con due letti singoli, dove, per comune accordo, dormiranno Luca e Marco.
Nel pomeriggio, le ragazze vengono accompagnate da Andrea ed Alberto a fare la conoscenza della signora Helen che, quando vede le due splendide ragazze, ne resta particolarmente affascinata.
Andrea spiega che le ha accompagnate presso di lei con il preciso intento di trasformarle in due meravigliose escort.
La signora sorride compiaciuta e, dietro suo ordine, una splendida ragazza le prende in consegna. Poi precisa ai due uomini che potranno rivederle tutti i giorni, un’ora al giorno, quando loro ne avranno voglia; per il resto del tempo, saranno ospitate in un edificio poco lontano, rispetto a dove sono in quel momento, dove riceveranno tutti i dovuti insegnamenti per diventare due esperte puttane.
Silvia e Lucia si sentono eccitate ma, nello stesso tempo, intimorite dal compito che dovranno assolvere.
Dopo aver raggiunto il nuovo edificio, le ragazze vengono fatte accomodare in quello che sembra essere un piccolo studio medico e, poco dopo, sono raggiunte da un uomo ed una signora, che le invita, prima a mettersi completamente nude, poi a sdraiarsi su quel lettino da ginecologo.
L’uomo le esamina attentamente, soprattutto controlla il loro orifizi. Anche il seno viene attentamente palpato, poi queste due persone se ne vanno e, poco dopo, arriva un uomo dalla mole imponente.
Parlando semplicemente in inglese, le invita a seguirle e poi, una volta entrati in una stanza, iniziano il loro percorso di addestramento erotico.
Il corso è composto da lezioni teoriche e pratiche. Nella teoria viene spiegato cosa una donna deve fare per portare un uomo a godere e velocemente. Nello stesso tempo, apprendono tecniche pratiche, per ritardare l’orgasmo, mantenere alta la libidine e portare la persona con cui si fa sesso, a desiderare ardentemente di raggiungere il piacere.
Nelle lezioni pratiche, le ragazze imparano ad aver confidenza con più maschi, dotati di membri di varie dimensioni, sia in lunghezza, che in circonferenza. Inoltre, mediante l’utilizzo di falli artificiali, imparano a godere e far godere altre persone. Le ragazze si dimostrano molto brave e diligenti; imparano in fretta e, già dopo due giorni, la signora si complimenta con Andrea per quelle due splendide fanciulle, che le sono state portate a far la sua conoscenza.
«Silvia è una femmina che ama molto di più il sesso penetrativo, gode moltissimo e, soprattutto, ha imparato le tecniche necessarie per far godere un uomo, anche rimanendo perfettamente immobile, come da lei espressamente richiesto.
Lucia, invece, è molto portata per il sesso orale. La sua capacità di ingoiare membri, anche di notevoli dimensioni, fanno di lei una femmina particolare, detta "da gola profonda".
Insieme le due donne costituiscono una coppia di vere puttane. I loro veloci progressi nell'insegnamento, sono dovuti ad una semplice, ma fondamentale differenza: entrambe sono portate ad apprendere quelle tecniche, perché amano il cazzo e ne sono affascinate. Questa peculiarità fa la differenza, fra loro che hanno il desiderio di imparare, e tante altre, che purtroppo sono per la maggior parte, costrette ad imparare.
Se continuano di questo passo, il corso, che di solito si compone di sette giorni, da loro sarà completato al massimo in quattro/cinque giorni».
I due uomini sono molto soddisfatti. Per tutto il tempo in cui le donne sono state impegnate nell’apprendimento, hanno tenuto compagnia a Marco e Luca. Passare del tempo insieme a loro, è servito a rafforzare la loro amicizia e far emergere una certa complicità che fa convincere i giovani che il risultato finale sarà davvero eccellente.
Sapere che hanno lasciato due giovani donne e, ne riceveranno in cambio, due fantastiche puttane, li rende particolarmente galvanizzati.
Nei quattro giorni trascorsi in città, la terza sera escono tutti e sei assieme; vanno a cena in un ristorante con le ragazze che indossano abiti molto eleganti e tali da attirare l’attenzione di tutti i commensali. Dopo cena, si trovano tutti e sei nella suite.
Andrea, per ricompensare la devozione di Luca, gli concede di scopare la sua donna e di godere liberamente nel suo corpo. Questa concessione mette in subbuglio i sensi del ragazzo, che la possiede sotto lo sguardo attento delle altre persone, che scrutano tutto il piacere che quei due giovani si scambiano, ma, soprattutto, restano irretiti nel vedere l'abilità di quella femmina, che già è in grado di applicare le prime nozioni sulla tecnica di far impazzire un uomo.
Alla fine del quinto giorno, la signora convoca Andrea e Alberto e comunica loro che le donne hanno raggiunto l'esito desiderato; ora sono pronte per svolgere l’attività di puttane.
Lei, però, mostra di rammaricarsi, perché tanta bravura non sarà adeguatamente sfruttata.
Lei è la titolare di una agenzia, che utilizza una ventina di ragazze come escort professioniste, oltre a circa altre dieci che si espongono in vetrina.
Poiché in quel paese la prostituzione è legale, le ragazze si dispongono sdraiate su dei divanetti, davanti a delle vetrine e, chi passa e vede la “merce esposta”, può decidere di entrare e, a quel punto, la ragazza lo accompagna sul retro, dove consuma il suo piacere, per poi tornare di nuovo ad esporre le sue grazie, come un qualsiasi altro oggetto che si può vendere.
Mentre assaporano un piccolo rinfresco, la signora prende Andrea in disparte e, quando egli estrae dalla tasca una busta con dentro una cospicua somma, costituente il compenso per l'opera compiuta sulle due femmine, lei rifiuta il danaro e gli fa una proposta.
«Non voglio i soldi pattuiti, al contrario, ho bisogno di un favore. Domani sera, ho una piccola ed esclusiva festicciola, dove sono presenti dieci persone. Parliamo di gente molto facoltosa, altolocata, politici e, addirittura, un ecclesiastico.
Mi servono cinque donne perfette; al momento ne ho solo tre, quindi le due ragazze sarebbero perfette per completare la mia squadra».
Andrea la guarda stupito, poi non può far a meno di sollevare qualche obiezione.
«Non credo che questo sia possibile; la prego, accetti i miei soldi e chiudiamo qui la faccenda. Del resto, ammesso che io e il mio amico fossimo d’accordo, di certo non riusciremmo a convincere le due ragazze a prostituirsi. Questo, per noi, è solo un gioco e, per loro, non è certo un lavoro. Ha tante bellissime ragazze, perché le servono proprio queste due?»
La signora spiega che quella comitiva è MOLTO esclusiva. Pagano una cifra notevole e vogliono ragazze assolutamente perfette. Sembra paradossale, ma in una nazione dove le droghe leggere sono legali, questa comitiva esige scopare con donne che perentoriamente non fanno uso di droga.
"Ho fatto il test alle sue ragazze e sono risultate pulite al 100%. Anche le altre tre, che già ho, sono nella stessa condizione, mentre tutte le altre non mi garantiscono in questo senso".
Consiglia ad Andrea che, per convincerle, può spiegare alle ragazze che, partecipare alla festa, che si terrà la sera successiva, sarà come trampolino, onde verificare che il corso per "puttane" ha raggiunto il suo obiettivo. Inoltre, quelle dieci persone pretendono la totale riservatezza, la massima discrezione e per questo pagano cifre esorbitanti, cui una cospicua percentuale finirebbe nelle tasche delle sue amiche. Potrebbero guadagnare, in una sera, giocando bene le loro carte, l’equivalente di un intero anno di lavoro, ben retribuito.
Lo sollecita, quindi, di fare almeno un tentativo; le basta una risposta entro, e non oltre, le 10.00 del giorno successivo. Gli assicura che dovranno solo dimostrare di aver ben imparato l’arte di sapere offrire il piacere con il proprio corpo.
Tutti e quattro se ne vanno e raggiungono i due ragazzi nella suite, dove tra baci e abbracci, tutti si complimentano con loro per aver raggiunto lo scopo.
Solo Andrea sembra quanto pensieroso e la cosa non sfugge ad Alberto, che cerca di capire quale possa esser il problema che affligge l'amico.
Avuta la spiegazione, rimane per attimo stupito, poi viene preso da una forte erezione, difficilmente da controllare. Andrea lo guarda, cercando di capire, mentre lui, senza dare nessuna risposta, si avvicina a Lucia e, abbracciandola da dietro, la fa piegare davanti a tutti e prende a scoparla con irruente passione. Marco vede la scena e si unisce al gioco, mentre Luca, a sua volta eccitato, accarezza il corpo di Silvia, rimasta appoggiata al fianco di Andrea.
La scena è di quelle che non possono non sollecitare libidine e, in breve, anche lei, eccitata da quello che vede, si inginocchia davanti agli uomini.
Una volta estratti i loro cazzi già duri, inizia uno splendido lavoro di bocca che, ben presto porta Luca a godere nella sua gola, mentre Andrea la solleva e sistematala sdraiata sul divano, la scopa quasi con furia. Placati i loro bollenti spiriti, tutti e quattro, se ne stanno seduti, mentre le due donne si rifugiano in bagno per darsi una rinfrescata ed eliminare il seme che hanno ricevuto nel ventre. In quel momento, Alberto mette al corrente anche i due giovani amici della proposta che aveva ricevuto Andrea.
Per un lungo istante i due ragazzi restano sbalorditi, poi, guardano verso Andrea, il quale spiega che la festa, cui eventualmente dovrebbero partecipare le ragazze, sarà l'equivalente di un esame che dimostrerà se il loro stato di preparazione e livello di apprendimento, sia stato ottimale. Inoltre saranno abbondantemente ricompensate, cosa che costituisce il reale contesto nel quale hanno deciso di approdare, ma la cui decisione spetta di certo alle due donne. Silvia, tornata per prima dal bagno, ha sentito quello che i ragazzi hanno detto, ed aspetta il ritorno dell’amica; poi, dopo averla messa al corrente di quanto riguarda loro, scruta con attenzione l’amica, in attesa di una sua risposta. Dentro di sé, però, avverte uno strano piacere, quella particolare sensazione, unica, da cui è avvolta ogni volta che si trova in compagnia degli amici di Dario. Questa volta, però è inclusiva di una novità: l’idea di esser pagata, come una vera puttana, le procura un senso di illanguidimento, che la porta di nuovo ad inumidirsi.
Lucia guarda i suoi uomini, si rende conto che nessuno dei due è contrario a questa nuova esperienza e propende per il sì, perché, nel suo intimo, pensa che sia una cosa che, almeno una volta nella vita, vada provata. L’idea di vendere il suo corpo, le dona una sensazione incredibile, mai provata, ma che le fa venire le farfalle allo stomaco.
Silvia si avvicina a Luca, lo bacia, poi abbraccia anche Andrea e, stretta fra i due, guarda Lucia che l’ha appena imitata con i suoi uomini, poi esterna il suo pensiero.
«Ammetto che questa sarà sicuramente una delle esperienze più elettrizzanti cui abbia mai partecipato in vita mia. Avete fatto di tutto per trasformarmi in una puttana e, adesso, è giunto il momento di verificare se ciò che ho imparato, vale il tempo e i soldi spesi. Sia ben chiaro che, facendo questa esperienza e, a partire da questo momento, ogni qualvolta avrò voglia di godere con un maschio, al di fuori del nostro contesto, avrò libertà di farlo a mio piacimento e a mia scelta. Spero che la cosa vi stia eccitando come, al solo pensiero, mi sto eccitando io. Adesso, se non ci sono obiezioni, vorrei passare una bella serata in allegria, insieme a voi».
Lucia si associa al parere espresso dall'amica e, dopo essersi vestite in maniera molto elegante, tutti e sei si recano a cena in un bel ristorante, nella parte vecchia della vecchia. L’ingresso di quelle due splendide donne, seguite da quattro uomini, suscita l’interesse degli uomini seduti ai tavoli, ma anche l’invidia delle signore che ammirano la bellezza dei cavalieri di quelle splendide fanciulle.
La serata scorre allegra e tranquilla. Nessuno fa più riferimento a quello che avverrà il giorno dopo, sembra quasi che tutto sia dimenticato, anche se, nel loro intimo, sia Lucia che Silvia avvertono un certo senso di inquietudine, di ansia, per quel che avverrà l'indomani. Dopo aver cenato, passano il resto della serata in una birreria a ridere e divertirsi, dove molti uomini si accostano alle ragazze e, nonostante la presenza dei quattro maschi, offrono loro da bere, facendo apprezzamenti anche piuttosto pesanti. Quando rientrano nella suite, Andrea suggerisce a Silvia di scambiare due parole con Luca, per accertarsi che non vi siano riserve mentali, che potrebbero sminuire la bellezza dell'esperienza che, a breve, si troveranno a vivere. I quattro amici si ritrovano nella camera dei due ragazzi e parlano liberamente di quello che avverrà la sera dopo. Presto le ragazze si rendono conto che i loro fidanzati sono particolarmente eccitati all’idea che le loro future mogli, almeno per una sera saranno delle escort di lusso, dove gente molto facoltosa potrà disporre a piacimento dei loro corpi.
In più si rendono conto che quei due hanno di nuovo il sesso bello duro, per cui li cavalcano e ci godono, fin quando li portano a svuotarsi in un orgasmo, seguito da un grido, solo parzialmente soffocato.
Consumato l’amplesso, le due ragazze ritornano nelle camere dove sono aspettate da Alberto ed Andrea.
Quando si infilano nei letti dei due amanti più maturi ed esperti, trovano che anch'essi sono eccitati. Allora Andrea fa distendere supina Silvia e, quasi d'improvviso, le entra dentro con un solo affondo. Lei lo guarda con meraviglia, mentre si gode quel sesso duro che le riempie la fica già abbondantemente lubrificata dal seme di Luca. Andrea la scopa con affondi lunghi e potenti, che le scuotono e fanno sobbalzare il suo corpo. La ragazza chiude gli occhi ed immagina che l’uomo che la sta scopando sia un cliente che ha pagato per godere del suo corpo.
Questa fantasia, unita al pompaggio forte e possente cui è sottoposta da Andrea, le provoca un orgasmo forte ed intenso che lei esterna, con un grido di piacere, mentre serra le gambe intorno al corpo di lui che, risucchiato dal movimento di quella vagina che gli sta letteralmente mungendo il cazzo, viene copiosamente dentro di lei.
Dopo esser venuto, lui scivola di lato, continuando a tenerla abbracciata. In silenzio, i due si tengono stretti e Silvia ascolta affascinata le parole che lui le sussurra con un filo di voce.
«È stato sconvolgente scoparti; sentire la tua fica piena del seme di un altro maschio, che anche se lo conosco, mi ha provocato una forte erezione, perché ho ipotizzato che, ad averti riempito, era un cliente che aveva pagato per averti. Se vuoi, puoi rinunciare ad andare a quella festa, ma, se decidi di accettare, son convinto che l’esperienza che farai sarà assolutamente indimenticabile. Sono io che ho deciso di farti diventare una puttana esperta, quindi mi aspetto da te una delle tue migliori prestazioni. Tutto il ricavato che otterrai dalla serata, io lo raddoppierò, così anche voi potrete portare avanti il vostro progetto di matrimonio. Credo che a Luca, sapere di spendere i soldi che tu hai guadagnato facendo la puttana per una notte, onde coronare il suo sogno di avere la fede al dito, che sancisce il suo essere tuo marito, gli farà arrivare il cazzo fin sotto la gola».
Silvia sorride, lo abbraccia forte, poi lo ringrazia per questa opportunità che gli viene offerta.
Il giorno successivo, dopo aver informato la signora che le due ragazze accettano, passano la mattinata in giro per la città come un gruppo di turisti, facendo foto e curiosando per i vari negozi, fin quando, alle 15:00 del pomeriggio, le due ragazze fanno ritorno nel palazzo dove hanno ricevuto il loro addestramento da puttane.
Da quel momento, una vera équipe di gente molto esperta si prende cura di loro. Vengono sottoposte a massaggi, trattamenti di bellezza, depilazione intima e, non ultimo, anche un clistere, per essere perfettamente pulite dentro e fuori. E' in quell'occasione che Silvia e Lucia, fanno la conoscenza delle altre tre ragazze, che, con loro, parteciperanno alla serata. Sono tre ragazze di nazionalità diversa.
Una è inglese e si chiama Ketty; poi c’è Olga, che viene da uno dei paesi baltici; la terza è francese e si chiama Ninette.
Le tre ragazze trattano amicalmente le due nuove conoscenze e, essendo già esperte di quel tipo di festicciole, elargiscono preziosi consigli.
Uno di questi è quello di mangiare qualche cosa prima di recarsi alla festa, in quanto pur trattandosi di una cena, loro saranno più impegnate a bere che a mangiare. Naturalmente è solo una questione di punti di vista, in quanto “mangeranno” tanta carne, ma non saranno mai sazie e ingoieranno tanti liquidi, ma non saranno mai dissetate.
Silvia sorride, perché ha perfettamente capito il doppio senso di quella frase. Quando giunge quasi l’ora di recarsi al ricevimento, le cinque ragazze vengono pettinate da esperte parrucchiere, che creano delle acconciature stupende e, per ultimo, giunge il momento di indossare dei bellissimi abiti da sera molto eleganti, e scarpe con dei tacchi a spillo non eccessivamente alti.
Quando le due ragazze si guardano nello specchio, Lucia sorride e fa un complimento alla sua amica:
«Silvia, questa sera sei così figa che, se fossi un maschio, ti scoperei»!
Quando escono, c’è una limousine che le attende, con i vetri oscurati, di conseguenza le ragazze non si rendono minimamente conto di quale sia la strada che stanno percorrendo.
Dopo circa una ventina di minuti, la vettura si arresta davanti al portone di una villa stupenda. Vengono fatte entrare e un signore, completamente rasato, spiega loro alcune regole, assolutamente inderogabili. Non è loro permesso fare alcun tipo di domande. Non devono assolutamente parlare, se non espressamente interrogate e, in ogni caso, rispondere sempre molto educatamente. Ubbidire ciecamente a qualsiasi cosa venga loro chiesta di fare. E, infine, viene raccomandato, che tutto quello che avverrà quella sera, quando usciranno dalla casa, dovrà completamente esser dimenticarlo. Se una sola parola o, anche semplicemente un’allusione su quello che è successo o hanno visto in quel posto, verrà riferita all'esterno, avrà per loro conseguenze imprevedibili.
Tutte e cinque le ragazze restano per un attimo in silenzio, intimidite da quanto appena detto dall’uomo. Poi, lo stesso, con uno smagliante sorriso, le invita a partecipare alla festa e divertirsi.
20
2
3 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 1 settimana fa -
Inconsapevolmente cornuti. la certezza delle corna.
Dopo che tutti e tre hanno dato sfogo al loro godimento, restano distesi sul letto. Andrea tiene abbracciata Silvia che, con la testa appoggiata sul suo petto, continua ad esser scossa dagli ultimi fremiti di piacere.
La sua mano accarezza il petto dell’uomo che l’ha fatta impazzire, e poi, lentamente, scende verso il basso ad accarezzare quel membro ancora turgido che, nonostante l’orgasmo, sembra non essere sazio.
Luca è inginocchiato di fianco a Silvia; guarda con estrema ammirazione la sua donna, che gli ha regalato quella fortissima emozione, e sente che tutto questo è sempre stato nella sua mente, lo ha sempre desiderato.
Con la mano accarezza il profilo di Silvia, che si gira verso di lui e gli sorride. Ricambia il sorriso, si abbassa e, con la mano, si impossessa del seno, ne succhia un capezzolo, facendo nuovamente gemere Silvia.
Lei distoglie le sue attenzioni dal cazzo di Andrea, si gira e, con entrambe le mani, solleva il volto del suo uomo. Le sue parole, fanno brillare gli occhi di Luca:
«Amore mio, credo che questa sera tu abbia finalmente preso atto della mia natura di donna che adora il sesso e che impazzisce nel donarsi ad altri uomini. Io ti amo e vorrei che la mia vita fosse indissolubilmente legata alla tua, ma deve anche esser chiaro, in maniera univoca, che io non rinuncio a godere fra le braccia di altri uomini. Sono consapevole che ti sto chiedendo di portare le corna in maniera continua e costante, quindi, come abbiamo stabilito prima di entrare dentro questa casa, è giunta l’ora che si prenda una decisione che avrà ripercussioni sul nostro futuro. Ho visto con quanto piacere mi hai osservato mentre godevo con lui e sono convinta che tu desideri che di poter continuare ad assistere a momenti come quelli di poco fa e, soprattutto, a goderne ancora».
Andrea ha avuto modo di ascoltare per intero il discorso di Silvia e poi ha rivolto la propria attenzione verso Luca, in attesa di una sua decisione.
Luca resta per un lungo istante in silenzio, con il capo chino, mentre dentro di lui vi è un grande conflitto.
La parte razionale di lui, lo spinge a prendere la sua donna e fuggire lontano, mentre quella più trasgressiva e perversa, lo sprona ad accettare la proposta di Andrea.
Quindi emette un profondo sospiro, solleva lo sguardo ed esterna il suo pensiero.
«Avevo immaginato un rapporto diverso da quello che mi state prospettando. Tanto per fare un esempio, immaginavo che noi tre potessimo avere una relazione di tipo condiviso, come lo è quella con Marco/Lucia e Luigi.
I due uomini sono innamorati della loro donna che, senza alcuna remora, accetta il loro amore e, soprattutto, l'intenso piacere che essi gli fanno provare allorché se li stringe fra le braccia. Sentire che, nel tipo di rapporto che stai prospettando, io non avrò alcun controllo su Silvia, mi lascia decisamente sconvolto. Avverto in me il terrore di perdere la donna che amo e che questa sera mi ha regalato una emozione fortissima, ma, nello stesso tempo, mi ha fatto provare un dolore profondo, mentre la vedevo godere fra le tue braccia.
Ho avuto la concreta sensazione che, in quel momento, io ero lontano anni luce nei suoi pensieri, mentre lei era profondamente legata a te, che l’avevi portata ad un livello di piacere che io non le avevo mai dato.
Avrò bisogno di un po’ di tempo per elaborare questa nuova condizione, anche alla luce di come prospettata. Ammetto di aver provato un forte piacere nel sentirla godere, ma, allo stesso tempo, ho avvertito la tremenda sensazione di perderla».
Andrea guarda Silvia, poi allunga un braccio e attira Luca vicino a loro. Li guarda entrambi negli occhi, poi, dopo un attimo di riflessione, torna a parlare ad entrambi con voce convincente e sicura.
«Comprendo perfettamente i tuoi timori, ne avrei sicuramente anch’io se fossi al tuo posto, ma forse non sono stato sufficientemente chiaro, quindi vorrei precisare alcuni importanti dettagli.
La condizione che vi sto prospettando, riguarda solo, ed esclusivamente, il tempo in cui noi tre, come in questo momento, ci troviamo in intimità.
Al di fuori di questo contesto, voi due dovete essere una coppia più che felice, unita e, soprattutto, complice. Io chiedo solo di poter godere con lei ogni qualvolta ci sia la possibilità di farlo insieme. Come ora, desidero avere tra le mani una femmina che esprima il massimo della sua voglia, della sua libidine e, soprattutto, si lasci andare a mostrarsi sufficientemente "zoccola" per renderti gran cornuto. Possiamo anche ipotizzare situazioni dove io, con lei, partecipiamo a giochi o eventi, dove lei potrà ostentare la sua bellezza, perciò, sarà esibita e, eventualmente, usata a mio piacimento, per trarre piacere sia per me che per te, anche se non sarai presente.
Al di fuori di questi eventi, mi aspetto che voi due siate una coppia felice, che presto convoliate a nozze, per poter rendere ancora più soddisfacente la tua condizione di magnifico cornuto.
Avere l’anello al dito, sancisce di diritto la sua appartenenza a te come moglie, ma, rende anche palese a tutti che, ogni volta che lei si troverà a godere con un altro uomo, tu ne godrai alla grande, come si addice ad un cornuto.
Come ti ho detto solo con questo principio, molto intimo e riservato, noi potremmo sviluppare il nostro gioco, coinvolgendo, se necessario, solo persone assolutamente fidate.
Al di fuori di tutto questo, spero solo di esser un buon amico con cui condividere gioie e dolori».
Nel sentire quelle parole, il volto di Luca si illumina di gioia, si gira verso Silvia, la bacia stringendola forte al petto, poi, le esprime il suo desiderio, la sua volontà, di fare di lei lo strumento del piacere suo e di Andrea che, a questo punto, avrà il compito di trasformarla in una perfetta donna di piacere.
Lei dovrà diventare lo strumento che, nelle mani dell’artista, dovrà vibrare per esaltare il piacere alla maniera di una musica melodiosa, capace di incendiare i sensi di Luca.
Silvia bacia Luca con passione, poi si gira verso Andrea e bacia anche lui, quindi, lentamente, scende lungo il petto di quell’uomo che la sta trasformando, che sta facendo emergere la gran puttana che è dentro di lei.
La sua bocca dopo aver indugiato sui capezzoli, scende lungo il corpo fino a raggiungere quel membro, che sotto le abili carezze di quelle labbra infuocate, diventa di nuovo un palo duro e nodoso, pronto a soddisfare ancora la sua voglia di godere.
Mentre lei è intenta a far godere Andrea con la bocca, lui, con un cenno del capo, invita Luca a prendersi cura di quel meraviglioso culetto che lei, piegata in avanti, mette in bella mostra.
Luca si inginocchia dietro di lei, lecca e lubrifica il grinzoso buchetto, che si apre e contrae sotto la stimolazione della sua lingua. Quando solleva il capo, si rende conto che lei ha di nuovo portato il membro di Andrea in perfetta erezione.
Allora si sposta, in attesa di un nuovo ordine da parte di Andrea.
Anche Silvia rimane piegata, in quella posizione, mostrando con orgoglio l'esito ottenuto per la sua bravura di lingua e bocca.
Andrea s’inginocchia dietro di lei, con il cazzo bello dritto, pronto ad affondare in quel foro palpitante che è in struggente attesa di riceverlo; rivolge lo sguardo verso Luca e, tacitamente, gli impone di darsi da fare. Il ragazzo, fraintendendo su quelle che sono le intenzioni di Andrea, si avvicina, afferra il pene dell'uomo e lo appoggia al buchetto, quando la voce di Andrea lo blocca.
«Prima, hai lubrificato questo splendido fiore che intendo cogliere, ma, per farlo, devi prima inumidire anche la punta del mio cazzo».
Luca si abbassa e, senza alcuna esitazione, prende in bocca buona parte di quel membro duro, lo bagna con la saliva, con cui ne ricopre la punta, e poi lo appoggia di nuovo fra le chiappe di Silvia, che portate le mani dietro, le ha dilatate al meglio per agevolare l’entrata di quel membro stupendo, che sta per donarle ancora forti emozioni.
Andrea lo spinge dentro, scivolando agevolmente e senza trovare nessun impedimento; prende atto che quel culo è ben aperto e molto disponibile a ricevere fino in fondo la sua ottima dotazione.
Quando il suo corpo aderisce ai glutei di Silvia, la prende per i fianchi e inizia a pompare quel meraviglioso frutto proibito. Silvia gode immediatamente, incitandolo a scoparla più forte del culo.
«Sfondami! Spingilo tutto dentro! Lo voglio sentire fino in gola! Andrea scopami! Spaccami il culo! Fai vedere come si deve scopare una troia rotta in culo, come me».
Andrea continua a sbatterla con un buon ritmo, poi allunga una mano e afferra i capelli di lei, tirandoli con forza.
Silvia sente quella presa forte e determinata, che la costringe a inarcare la schiena, a spingere ancor più indietro il culo, così da ricevere per bene quel cuneo di carne, che ora le è dentro, la riempie e la fa godere.
Luca, inginocchiato al suo fianco, masturba e gioca con i seni della ragazza, poi viene invitato da Andrea a sdraiarsi sotto di lei, a leccare la figa della sua donna, che sta godendo a ripetizione sotto i colpi del maschio che le spacca il culo.
Per due volte, Silvia viene scossa da orgasmi intensi e forti, poi cambiano posizione. Ora Andrea è seduto con le spalle appoggiate alla spalliera del letto, e Silvia gli è salita in groppa, infilandosi ancora nel culo quel cuneo di carne.
Gode ancora, mentre Andrea succhia e morde con forza i suoi seni, procurandole ancora altro piacere.
Luca è estremamente felice nel costatare che quel maschio sta facendo letteralmente impazzire la sua donna. Si masturba fin quando, prossimo all’orgasmo, si avvicina a Silvia pronto a riversare su di lei il suo piacere, ma viene bloccato da Andrea.
«Cornuto, non ti permettere! Solo io ho il diritto di farcire i buchi di questa troia, inondare la sua bocca e ricoprirle il corpo con il mio seme. Se vuoi, ti posso concedere il privilegio di venire sopra uno dei suoi piedi, ma poi devi immediatamente leccare la tua sborra, altrimenti non ti permetterò mai più lordare il suo corpo».
Quella strana e perversa offerta fa eccitare ancor di più Luca, che le riversa tre schizzi generosi fra le dita del piede destro, poi, avidamente, sotto lo sguardo divertito di Silvia, succhia e lecca ogni singola goccia del suo seme.
Completato il lavoro di pulizia, Andrea spinge Silvia sotto il suo corpo, le solleva le gambe, si sfila dal culo, e lo pianta di nuovo dentro il ventre di quella femmina, che trova abbondantemente bagnata ed eccitata.
«Sei una vacca! Sei talmente bagnata ed eccitata, che il mio cazzo sembra entrare in un recipiente colmo della bava di lumache. È evidente che, godere sul mio cazzo mentre umilio e sottometto quel cornuto del tuo uomo, ti fa godere immensamente e, certamente, in maniera più intensa di quanto tu abbia mai goduto. Adesso provvedo a farcire di nuovo questo buco, per il mio ed il tuo piacere, ma, soprattutto, per quello di questo cornuto che poi dovrà ripulire fino all’ultima goccia».
Luca è estasiato nel sentire quelle parole e aspetta con ansia il momento in cui lui Andrea riverserà dentro il ventre della sua donna tutto il suo seme, per poi poterlo leccare con cupidigia.
Dopo un ennesimo orgasmo di Silvia, anche Andrea le inonda l’utero, scaricando dentro di lei un'abbondante dose di seme, che va a mischiarsi con il nettare di cui è già piena, formando un cocktail di umori sicuramente saporito.
Silvia si gira verso Luca, che è pronto a posizionarsi fra le sue gambe. Disteso, accoglie di buon grado che Silvia gli ponga la fica sulla sua bocca, consentendo che egli ripulisca, con la lingua, fino all’ultimo residuo del seme che quel maschio le ha così generosamente schizzato dentro.
Assolto a quel compito, Andrea lo prega di andare in cucina, dove, in frigo, troverà una bottiglia di spumante e, unitamente a tre calici già pronti, di portare il tutto in camera, in quanto vuole festeggiare questo momento così particolare.
Appena Luca è uscito dalla stanza, Andrea si volta verso Silvia e, con tono pacato, ma deciso, le pone una precisa domanda:
«Quanti cazzi ti sei presa nel culo? Non mi dire che è stato lui ad aprirtelo così bene, perché non solo non credo ne sia capace, ma non ha nemmeno l'attrezzo giusto. Un culo ben aperto, elastico, come ho trovato il tuo, deve aver preso tanti cazzi ed anche grossi, per esser così collaudato. Voglio la verità e, se lui non ne è a conoscenza, vuol dire che rimarrà un segreto tra noi».
Silvia, a bassa voce, gli racconta l’esperienza fatta insieme a Dario con i sei maschi. Andrea, sorride compiaciuto, poi al ritorno di Luca con il vassoio, interrompe il discorso, offre una coppa ricolma di champagne a Silvia e, sollevata la sua coppa, propone un brindisi cui gli altri si associano in completa allegria.
«Voglio brindare a questa giovane, e poco esperta puttana, che questa sera mi ha fatto godere, ma che intendo trasformare in qualcosa di ancor più lascivo.
Per fare questo, ti porterò con me, durante le prossime vacanze pasquali.
La destinazione sarà Amsterdam, dove una persona, che gode della mia massima fiducia, dirige una delle più rinomate scuole per "puttane".
Ti insegneranno le migliori tecniche per far godere un uomo a tuo piacimento, decidendo tu, quando e come egli dovrà raggiungere il piacere. Hai già mostrato una certa esperienza, ma con il suo insegnamento diventerai una "geisha" di classe. Farò di te una troia, capace di soddisfare ogni mio capriccio, ma, soprattutto, di far impazzire un uomo in ogni modo possibile. In questo voglio sperare che tu, Luca, sia d’accordo con me, perché questo mio desiderio, in un certo qual modo, viola l’accordo che abbiamo stabilito.
Per ricompensare questa stravaganza mi farebbe piacere che anche tu venissi con noi ad Amsterdam».
Luca annuisce, conferma la sua disponibilità e, soprattutto, si dichiara particolarmente entusiasta all’idea che Silvia possa frequentare un corso, che la trasformi in una vera puttana.
Silvia, mentre sorseggia il suo spumante, avverte dentro di sé uno strano brivido, una leggera inquietudine e, nello stesso tempo, il desiderio forte di provare questa nuova esperienza. Restano insieme ancora un po’ per definire altri dettagli.
Infine Andrea esorta Silvia che, a partire da quel momento, dovrà andare in giro, anche in ufficio, senza mai indossare l’intimo. Sapere che lei è costantemente con la fica al vento, lo eccita oltre ogni immaginazione. Inoltre, quotidianamente, le impartirà istruzioni che lei dovrà osservare alla lettera.
Anche Luca, al pensiero di sapere che lei sarà sempre nuda sotto, avverte una specie di eccitazione che non sfugge all’occhio attento di Andrea, il quale ribadisce che solo lui ha il diritto di godere dentro Silvia.
Quindi, a partire da quel momento, a Luca non è più concesso di scopare Silvia. Solo una volta a settimana, egli potrà masturbarsi in sua presenza, e potrà sborrare sui suoi piedi, ma poi, come da prassi ormai consolidata, dovrà ripulire ogni traccia del suo seme. Dovrà, in ogni caso, evitare in tutti modi di sporcare il corpo di lei. Luca guarda entrambi un po' strabiliato, poi, chinando il capo, accetta quanto gli viene imposto. Andrea gli dà una pacca sulla spalla e gli fa una promessa.
«Se da oggi, fino a quando non saremo arrivati ad Amsterdam, rispetterei quanto ho appena stabilito, ti prometto, che la tua devozione sarà ampiamente ricompensata».
Mentre si rivestono, Silvia riesce a rimanere un attimo sola con Andrea, gli chiede quale deve essere il suo comportamento nei confronti di Dario. Andrea le sorride, poi, sicuro che Luca non lo ascolta, chiede un ulteriore chiarimento.
«Il tuo comportamento deve essere lo stesso di sempre. Ti considero da questo momento la mia puttana, ma sapere che fai la troia anche con lui, non fa altro che accrescere ancor più il mio desiderio di trasformarti, di fare di te la vacca che ho sempre agognato avere tra le mie mani. Per il momento, continua a mantenere il segreto con lui».
Quando giungono sulla soglia, Andrea bacia con trasporto e passione Silvia, poi si gira e la spinge delicatamente fra le braccia di Luca.
«Abbi cura di lei che, se per te è importante, per me lo è anche di più, in questo momento: la considero la cosa più preziosa che ho. Mi aspetto da entrambi che abbiate lo stesso comportamento di sempre, uguale ed assolutamente normale per quello che concerne la vita di tutti i giorni. Sono convinto che terrete fede al patto che abbiamo stabilito fra di noi; in ogni caso, se deciderete di cambiare idea, anche se con profondo rammarico, rispetterò la vostra decisione. Siete solo voi due, che potrete decidere, se farò parte o meno del vostro gioco».
Mentre percorrono la strada verso casa, Silvia sente, dentro di sé, una certa inquietudine. È attratta, affascinata, da tutto quello che Andrea le ha proposto, ma avverte anche una certa paura, teme di non essere all’altezza del compito che le è stato attribuito. Inoltre non ha ancora la certezza che Luca sia perfettamente convinto di voler percorrere la strada che hanno appena imboccato.
Si appoggia con la testa alla spalla del suo amato, lo bacia sul collo, poi con voce languida, cerca di capire lo stato d’animo del suo uomo.
«Amore, sappi che ti amo da impazzire, e ti ringrazio di avermi fatto godere con Andrea, sotto il tuo sguardo vivamente entusiasta. Però, dentro di me, avverto dei sentimenti contrastanti. Sono convinta che la strada che abbiamo deciso di intraprendere, sia quella che ci regalerà le emozioni più belle che si possono mai immaginare, ma, nello stesso tempo, mi spaventa un po’ quello che tutto questo comporta. Non sono sicura di essere all’altezza dell’impegno assunto, ma con il tuo aiuto, credo di poter superare queste mie perplessità. Spero di poter contare sul tuo pieno appoggio, sulla tua assoluta complicità allo scopo di realizzare questo nostro sogno. Vorrei sapere se anche tu provi le mie stesse incertezze».
Luca la stringe forte, la bacia sulla guancia, poi, dopo aver fatto un lungo respiro, le risponde con tono pacato, ma deciso.
«Onestamente parlando, per un attimo, ho avuto il terrore di averti perduta per sempre, soprattutto quando ti ho visto godere di lui in maniera così intensa e profonda. In quel momento, dentro di me, la paura che tu, in qualche modo, avresti preferito continuare la tua vita con lui, è stata tanta.
In quel momento l’angoscia ha sopraffatto tutto il piacere che stavo provando nel vederti finalmente con un altro uomo. Andrea probabilmente si è reso conto del mio stato d’animo, ed ha messo ben in chiaro tutta la questione; allora ho capito e la mia paura è svanita; ho sentito dentro di me il desiderio e la ferma convinzione che il cammino, che vogliamo intraprendere assieme, ci porterà senz’altro a vivere le emozioni che abbiamo sempre desiderato.
È stato in quel momento che ho capito che, in questo gioco, ogni elemento non può in nessun modo giocare da solo, ma deve avere l’assoluta complicità degli altri due elementi. Io, senza di te, non sarei nulla. Tu, senza di noi, non sei nulla, e la stessa cosa vale per Andrea: infatti lo ha ribadito, quando ci ha salutato davanti al portone.
Può sembrare strano, ma sono convinto che l’essenza del gioco, non è in quello che facciamo, ma in quello che succede nella nostra mente, a livello psicologico. Per tanto tempo, ti ho immaginato fare la troia con un altro uomo e, questo, ha sempre portato la mia eccitazione ad un livello altissimo.
Anche tu sei sempre stata eccitata all’idea di scopare con un altro, mentre io ti guardavo. Andrea, allo stesso modo, ha desiderato ardentemente il tuo corpo, quindi, come vedi, il piacere non è, in sé e per sé, nell’atto sessuale, ma nel piacere che ognuno di noi raggiunge nella propria mente.
Se, per arrivare a questo, tu devi scopare con lui ed io ti devo guardare mentre lui ti fa godere, allora significa che il gioco ha raggiunto il suo scopo.
Anche l’idea che lui ti voglia trasformare in una puttana di gran classe, scatena nella mia mente immagini e scenari incredibili, che, come vedi, nonostante abbia già abbondantemente goduto, mi fanno di nuovo eccitare».
Silvia si sente rincuorata a quelle parole. Conferma di condivide anche lei il suo stesso pensiero, giungendo alle stesse, identiche conclusioni di Luca.
Allunga la mano e l’appoggia sul sesso duro del suo uomo, poi senza aggiungere nulla, gli apre i pantaloni, ne estrae il sesso teso e duro e, dopo avergli dato un bacio sulla guancia, si abbassa e lo prende tutto in bocca.
Luca rimane meravigliato; cerca di capire le sue intenzioni.
«Amore che fai? Se continui così, finiremo per fare un incidente; lo sai che la tua bocca mi fa impazzire. Inoltre abbiamo fatto un patto con Andrea e questo che mi stai facendo, non mi sembra che lui lo abbia contemplato».
Silvia, per un attimo, si sfila quel membro duro e palpitante dalla bocca, poi, con un fil di voce languida, lo invita a fermare la vettura, perché ha intenzione di andare fino in fondo.
Luca entra nel primo parcheggio che vede e, quando la vettura è immobile, dopo un profondo respiro si lascia andare ad un gemito di puro piacere e riversa quel po’ di seme, che ancora ha nelle palle, dentro la bocca della sua donna, che lo riceve, lo lecca e succhia, fino all’ultima goccia.
Dopo aver ripulito perfettamente quel membro, solleva il viso e la sua bocca si incolla a quella del suo uomo, condividendo con lui lo sperma che ha in bocca. Quel bacio, carico di passione, suggella in qualche modo la loro unione. Quando si staccano da quel bacio, Silvia lo guarda dritto negli occhi e, con voce decisa, lo rende partecipe della sua decisione.
«Non abbiamo violato nessun patto. Andrea ha specificato che mi farà diventare una puttana, che tu non mi puoi scopare e, solo una volta a settimana, puoi sborrare sui miei piedi, ne consegue che tu, per sfogare la tua voglia, sei venuto in questo parcheggio, dove hai rimorchiato una puttana che ti ha appena fatto uno splendido pompino».
Luca è entusiasta delle parole di Silvia, la stringe con forza al petto e, mentre la bacia, vede che i suoi occhi brillano di felicità.
Dopo quella sera, la vita continua a scorrere abbastanza frenetica.
Come ogni mattina Silvia riceve da Andrea il suo messaggio di buongiorno e, come sempre durante la giornata, lei trova un attimo di tempo per dialogare con lui, che discretamente si informa sullo stato d’animo della sua puttana.
A volte le chiede di andare in bagno, fare una foto della sua fica nuda e di inviarla a Luca, per mantenere forte il desiderio di lei.
Passano alcuni giorni e il lavoro, lentamente, riprende i soliti livelli, poi, finalmente, le due coppie riescono a trovare un momento per trascorrere una serata insieme. L’occasione è offerta dall’ultimo sabato del mese, quando, seduti al tavolo di una pizzeria, ascoltano Marco e Lucia che fanno il punto sui preparativi per il loro matrimonio. In sostanza hanno quasi ultimato ogni preparativo, mancano solo piccoli dettagli a definire qualche giorno prima della cerimonia. Ad un tratto, Marco, fissando i due amici, rivolge loro una domanda secca e precisa.
«Ho notato che, da un po’ di tempo, voi due avete un’aria felice, rilassata e soprattutto tanto innamorata. Ne ho parlato con Lucia e, anche lei, ha avuto la mia stessa impressione: ha soprattutto notato che tu Silvia sei la felicità fatta persona.
Ci piacerebbe sapere, se vi è qualche novità che vi rende così particolarmente felici.»
Silvia, guarda Luca, poi sorride con aria complice e, fissando gli amici negli occhi, rivela il segreto della loro felicità.
«Finalmente, Luca è riuscito a coronare il suo sogno. È ufficialmente un cornuto come te, Marco».
Il viso dei due amici si illumina di gioia. Lucia abbraccia Silvia, complimentandosi con lei, mentre Marco stringe forte il suo amico.
«Grande, Silvia! Ti adoro! Sei riuscita finalmente a far felice il mio carissimo amico, che ora è ufficialmente il benvenuto nel Club dei cornuti. Adesso vogliamo i particolari.»
Senza specificare il nome, i due amici raccontano l’esperienza vissuta e la proposta che hanno ricevuto. Lucia, guarda Silvia negli occhi, e le esprime il suo compiacimento nel voler realizzare questo ardito progetto, e poi esorta Luca ad offrire a Silvia il suo completo e massimo sostegno, perché quella riferita si prospetta essere un’avventura davvero straordinaria.
Quando escono dal locale, con l’intenzione di andare a divertirsi da qualche parte, scoprono che, sulla strada c’è un discreto strato di neve, quindi è preferibile rintanarsi da qualche parte senza andare troppo lontano. Marco propone agli amici di andare a casa loro, così da poter mostrare i lavori eseguiti, ma soprattutto far vedere per la prima volta la loro nuova abitazione.
Silvia, fa notare che non è il caso di arrecare disturbo ad Alberto, piombando così, in maniera repentina, in casa loro. Allora Lucia tiene a precisare all’amica, che non c'è nessun problema, che quella è la loro nuova casa, nella quale hanno la libertà di invitare chi vogliono. Inoltre Alberto, è sempre molto contento, da quando loro lentamente incominciano a vivere la casa, che diventerà la loro residenza, dopo le nozze. Non ultimo quella sera Alberto è stato invitato ad una cena con dei suoi amici, quindi, in ogni caso, sarebbero comunque da soli.
Quando, per la prima volta, si ritrovano in quella nuova residenza, Luca e Silvia restano affascinati dalla bellezza del posto, dall’eleganza dell'arredamento e da tutto quello che è stato cambiato.
Una delle cose più belle è stata la trasformazione di una delle camere, in un piccolo centro benessere, dotato di sauna e di una grande vasca idromassaggio. dove vi possono entrare fino a sei persone.
Mentre le due donne parlano dei tanti dettagli inerenti all’imminente matrimonio, Marco, in disparte, chiede a Luca quali siano le sue sensazioni, ora che, finalmente, è riuscito nel suo intento.
Luca gli racconta che è stata un’emozione fortissima vedere la sua donna godere fra le braccia di un altro; è stata una cosa davvero bella, più di quanto si sarebbe mai immaginato.
Anche Lucia chiede a Silvia quali siano state le sue sensazioni nel sentirsi troia tra le braccia di un altro uomo. Lei risponde che, per la prima volta nella sua vita, si è sentita una femmina, desiderosa solo di soddisfare la sua voglia di godere. Mentre godeva impalata sul sesso del maschio che la stava scopando, la sua eccitazione ha raggiunto le stelle quando ha ricevuto sul piede il seme dell'altro, che andava ripulito dal suo uomo.
In quel preciso istante, si è sentita veramente felice nel sapere che Luca gradiva il piacere che a lei ne derivava.
21
2
3 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 1 settimana fa -
Inconsapevolmente cornuti. corna finalmente!
Dopo le feste natalizie, il lavoro per le due ragazze riprese alquanto frenetico. C’erano bilanci da far quadrare, preventivi da compilare e tante altre incombenze di fine anno, che impegnavano il loro studio per intere giornate.
Anche fra Dario e Silvia, non vi furono molte occasioni per stare insieme. La sera, dopo una intensa giornata di lavoro, sfiniti, tornavano ognuno alle proprie residenze. Solo verso la fine del mese, una sera riuscirono ad andare a cena insieme.
Fu una cosa simpatica che, in ogni caso, li ripagò della lunga attesa.
Dopo cena, a Silvia non piaceva l’idea di andare ancora nel motel, in quanto era stanca e il giorno successivo il lavoro l’avrebbe ancora impegnata.
Chiese a Dario se gentilmente si potevano fermare e trascorrere qualche minuto insieme in auto, prima del rientro. Trovato un luogo appartato, Silvia, abbracciata a lui, dovette prendere atto della sua forte erezione.
Era la prima volta che si trovavano in auto come una coppietta, appartata in cerca di intimità. Fu subito evidente che la cosa era alquanto intrigante.
Dario risultava essere molto impacciato e Silvia, ridendo, cercò di capirne il motivo.
«Proprio non comprendo questa tua inesperienza; non sei mai stato, appartato in auto, con la tua donna? Oppure non sei mai stato a puttane?»
Dario rispose scherzando che, quando aveva la donna, non aveva i soldi per acquistare un’auto, e quando ebbe i soldi per l’auto, li aveva anche per il motel e, soprattutto, non era mai andato a puttane.
A Silvia questa cosa mise molta allegria e, guardandolo, gli fece una strana proposta.
«Allora, questa sera, immaginiamo che io e te siamo la puttana con il suo cliente. Tu mi hai rimorchiato lungo il viale delle battone e, adesso, dopo che mi hai pagato, consumeremo la marchetta.
Dai... bel signore, scopa la puttana che hai scelto».
Dario si sentiva intrigato da quello strano gioco, ma scopare sui sedili anteriori risultava alquanto scomodo, quindi scesero e risalirono entrambi sui sedili posteriori.
Appena dentro, Silvia gli apre le cosce e, dopo avere masturbato lentamente il sesso di Dario, che era diventato particolarmente duro, lo indirizzò fra le pieghe della sua figa, esortandolo a spingere fino in fondo.
«Dai, bel maschio, fammi sentire come scopi questa puttana! Dai, spingilo tutto fino in fondo, scopami in fretta, perché, per me, il tempo è danaro!»
Silvia si sentiva superlativamente eccitata nel recitare quel ruolo da puttana e, tenendo gli occhi chiusi, si immaginava di essere una che realmente batte il marciapiede.
Anche Dario era particolarmente eccitato da questo gioco. Effettivamente, non aveva mai pagato una prostituta e questa nuova e intrigante fantasia, suggeritagli da questa splendida femmina mentre la chiavava, lo eccitava in maniera esponenziale.
Inoltre, erano pur sempre una coppia clandestina, appartata e intenta a fare sesso e, questo, a maggior ragione, rendeva tutta la situazione ancor più conturbante.
Quando Silvia, per la seconda volta raggiunse l’orgasmo, lui si svuotò completamente dentro di lei, con un urlo di piacere.
Dopo aver ripreso il controllo, insieme si diressero verso casa di lei.
Entrambi contenti del piacere che quel gioco aveva loro regalato.
Dopo aver lasciato Silvia, Dario, mentre rientrava alla propria abitazione, rifletteva sul fatto che quella femmina era davvero speciale, ricca di fantasia e capace di far sballare un uomo, di eccitarlo e farlo godere ai più alti livelli, anche con una semplice scopata fatta in auto.
Durante i giorni in cui Silvia fu particolarmente impegnata nel lavoro, ogni giorno, riceveva un piccolo messaggio da Andrea: una volta era il solo 'buongiorno' e qualche altra volta 'buon lavoro, splendida creatura'.
Un gesto semplice che a lei serviva a farla sentire al centro dei pensieri di quel maschio che l’aveva molto intrigata, la rendeva felice e trasformava la giornata in qualcosa di meno faticoso.
Durante l’arco della giornata, quasi sempre, trovava il tempo per rispondere a quel messaggio. Lui ne era molto contento e non smetteva di ribadire la sua disponibilità ad incontrarla in qualunque momento, anche solo per un caffè.
Silvia non prendeva a cuor leggero la condizione in cui si era impelagata.
Era consapevole che la sua vita era ricca di eventi che andavano, in ogni caso, considerati in maniera non superficiale, onde evitare che potessero, per una qualche ragione, interferire pesantemente nella sua vita con Luca.
Le piaceva molto esser l’amante di Dario e, con lui, sostanzialmente consumare un vero e proprio adulterio nei confronti dell’inconsapevole Luca.
Inoltre con lui aveva provato la più forte delle emozioni che una donna augura per sé: essere l’unica femmina in mezzo a sei maschi, che l’avevano goduta in ogni dove, riempita ed appagata, in maniera davvero sconvolgente e indimenticabile. Era stata una sensazione davvero forte, che lei definiva di sesso estremo.
Non era sicura di avere il coraggio di ripetere una simile esperienza, ma si sentiva perfettamente soddisfatta e gratificata, per esserne uscita a testa alta.
Poi c’era questa nuova relazione, di cui era già a conoscenza Luca, che la intrigava infinitamente.
Andrea le piaceva molto come maschio maturo e sicuro di sé; lo sguardo penetrante, magnetico, che la dominava, ma, nello stesso tempo, la lasciava libera di esser sé stessa: una femmina capace di soddisfare le voglie più inconfessabili di un maschio.
Non ultimo, ma sicuramente più importante, c’era la sua relazione con Luca. Adorava quel ragazzo, lo sentiva parte della sua vita, voleva, in tutti i modi esser per lui, moglie, amante, complice e, soprattutto, la sua puttana, capace di donargli quel piacere tanto intenso, che da tempo desiderava provare.
Sentiva che, con Andrea, questo desiderio si stava concretizzando giorno per giorno, e cercò di fare in modo che si realizzasse a ridosso dell'imminente compleanno di Luca, che cadeva nei primi giorni di febbraio.
Fu proprio a pochi giorni da quella data, per lei così importante, che riuscì finalmente a trovare cinque minuti per vedere Andrea. Si incontrarono seduti davanti ad in un caffè. Mentre lo aspettava, al tavolino del bar, si guardava intorno e, nel contempo, si sentiva addosso come un'ansia, che l'emozionava. Non lo vedeva da quella sera che lo aveva incontrato, pochi giorni prima di Natale, anche se si erano sia sentiti e scambiati innumerevoli messaggi;
lei avvertiva forte il desiderio di incrociare ancora il suo sguardo e di sentire la sua voce, mentre, dentro di sé, desiderava anche il momento in cui avrebbe sentito le sue mani sul suo corpo.
Quando lo vide arrivare, ebbe come un tuffo al cuore: le sembrò ancor più bello di come lo ricordava. Egli, dopo averle baciato entrambe le mani, si mise seduto davanti a lei, mentre con lo sguardo continuava a scrutarla con profonda ammirazione. Per un lungo istante, rimasero entrambi in silenzio, a fissarsi negli occhi, ad assaporare il gusto che quell’incontro stava loro regalando.
Silvia sentiva lo sguardo di quell'uomo penetrarle dentro l’anima, tanto da far vibrare il suo cuore, al pari di quello di una sedicenne al primo appuntamento e, nello stesso tempo, le dava quell’emozione, quella carica di adrenalina che, vibrando lungo la spina dorsale, andava ad inumidirle la stoffa dello string.
«Silvia, sei ancora più bella di come ti ricordavo. Purtroppo, i nostri impegni ci hanno tenuto lontani così a lungo e, in questo momento, vorrei abbracciarti forte, stringerti fra le braccia, coprire il tuo corpo di tanti baci, carezze e ogni cosa che sia capace di farlo vibrare di piacere. Mi avevi detto che volevi fare qualcosa di importante per Luca: eccomi, qui, pendo dalle tue labbra».
Sentire quella sua voce, fece illanguidire i sensi di Silvia. Le piaceva proprio tanto la sua voce, così calda e sensuale. Dopo aver sorseggiato il caffè, espose ad Andrea il suo progetto:
«Fra pochissimi giorni è il compleanno di Luca, che festeggeremo insieme ai suoi amici. Io, però, gli ho già chiesto di voler passare una serata insieme a lui in maniera speciale. In questo periodo ho fatto in modo che lui fosse distratto dal pensiero di vedermi fra le braccia di un altro uomo, mentre io, con la tua complicità, vorrei fargli proprio questo regalo per questo suo genetliaco. Vorrei passare una sera insieme a te, mentre lui ci osserva e, finalmente, coronare il suo sogno di avere un bel palco di corna».
Andrea si dichiarò subito disponibile a far in modo che quel progetto fosse realizzato nella maniera più raffinata, interessante, erotica e, soprattutto, soddisfacente nei confronti di Luca.
Concordarono e pianificarono ogni dettaglio. Tre giorni dopo il compleanno di Luca, sarebbe stata la serata ideale: era un giovedì, in cui Silvia sapeva di esser libera, in quanto Marco e Lucia, erano invitati ad una cena a casa di alcuni parenti.
Trascorsero i giorni mancanti all'evento, durante i quali furono tutti molto impegnati fra lavoro, compleanno di Luca ed i vari impegni di Andrea.
Poi, finalmente, arrivò la fatidica sera. Silvia era rimasta sul vago con Luca; tutto quello che gli aveva riferito consisteva nella prenotazione di un tavolo per una cena molto esclusiva in uno dei posti più eleganti e rinomati della città.
Quando entrarono nel ristorante, molti dei commensali presenti nel salone, non poterono non ammirare la bellezza e la classe di quella ragazza, che camminava, mano nella mano, insieme al suo splendido fidanzato.
Silvia, per l’occasione, indossava un abito da sera, chiuso dietro da una lunga cerniera, mentre davanti un profondo triangolo, che dalla base del collo puntava il vertice in basso, fin quasi ad arrivare all’ombelico. Questo taglio particolare della stoffa, lasciava intravedere i meravigliosi seni, che di proposito erano stati lasciati liberi e nudi, gonfiando il tessuto. Sotto indossava delle autoreggenti e scarpe con tacco alto, che rendevano il suo incedere elegante, sinuoso e nello stesso tempo alquanto sensuale. Volutamente non aveva indossato alcun tipo di intimo, perché sentirsi nuda sotto, la eccitava ancora di più.
Raggiunsero il tavolo, loro riservato, che era situato in un angolo un po’ appartato, davanti un’immensa vetrata, da cui si poteva godere la vista di una parte della città sottostante, con, sullo sfondo, le montagne più lontane.
Luca era particolarmente felice, perché, nonostante la splendida festa che si era consumata a casa sua in compagnia dei suoi amici, non aveva avuto modo, da quasi una settimana, di fare sesso con Silvia, a causa delle mestruazioni protrattesi fino al giorno precedente.
Era carico di voglia, di desiderio e, girando lo sguardo intorno, si rese conto che la sua eccitazione era alle stelle, perché percepiva negli occhi degli altri avventori, il desiderio che veniva inoculato in loro, la visione della silhouette della sua donna.
Stava consultando il menù, quando improvvisamente una mano si appoggiò alla sua spalla. Si girò di scatto e, quando vide Andrea, voltò lo sguardo verso Silvia, che sorrideva compiaciuta.
«Amore mio, questa sera ho deciso di invitare questo nostro amico, per festeggiare assieme il tuo compleanno».
Luca ricordò subito dei discorsi fatti con Silvia, a proposito di Andrea e il suo viso si illuminò di gioia.
«Amore mio! Amore mio, dimmi che non sto sognando! Dimmi che questa sera, finalmente, riuscirò a realizzare il mio desiderio più grande?»
Silvia sorrise, guardando Andrea, poi lo rassicurò.
«Ho pensato che questo particolare regalo ti avrebbe fatto molto piacere; sono certa che, con la complicità del nostro amico, questa sera riuscirai, finalmente, ad avere quello splendido palco di corna che desideri da tempo».
Dopo un attimo di sorpresa, Luca invitò Andrea a sedersi insieme a loro e, subito, il cameriere provvide ad apparecchiare la tavola per la terza persona.
La cena è molto piacevole, divertente e soprattutto allegra. Andrea è un ottimo convitato, una persona molto allegra e trattava Luca, non come un dipendente della banca dove lui era la massima autorità, ma come un amico con cui si vuole condividere un momento particolarmente piacevole.
Durante la cena, immancabilmente il discorso cadde sul desiderio di Luca di vedere la sua donna stretta fra le braccia di un altro uomo.
Andrea chiese ad entrambi, sia a Silvia che a Luca, se erano veramente disposti a intraprendere quel cammino, che li avrebbe portati a vivere emozioni fortissime. Avuta da entrambi, la ferma convinzione che quello era il loro desiderio, dopo aver sorseggiato un po’ di vino, li guarda fisso negli occhi ed avanzò la sua proposta.
«Vi ringrazio per aver scelto me, come vostro complice, un elemento con cui realizzare questa vostra esperienza, senz'altro particolare.
Vorrei però invitarvi a fare una attenta riflessione, su ciò che anch’io ho da proporvi. Luca, fra noi deve esser chiaro un concetto inderogabile: Silvia è la tua donna, lei ti ama, come tu ami lei, ed io, in questo sentimento, non ho nessuna voce in capitolo. Però, vorrei la tua complicità, la tua assoluta devozione per trasformare questa meravigliosa femmina nella mia puttana, affinché possa render te il suo devoto "cornuto".
Voglio il totale controllo del suo corpo, della sua mente, di ogni sua singola azione. Invece da te, pretendo la tua assoluta devozione e totale obbedienza.
In cambio, ti farò vivere emozioni così grandi da appagare il tuo prepotente desiderio di esser un marito cornuto e totalmente sottomesso alla sua donna, che io intendo elevare al massimo livello di lussuria, facendola diventare la mia puttana personale.
Naturalmente potete anche non accettare questo che io vi propongo e trascorrere assieme questa bella serata, facendola semplicemente godere con noi, in una scopata che sarà senz’altro bella e appagante per tutti e tre.
Diversamente, ti posso assicurare che, se accettate la mia proposta, lei diventerà uno
strumento nelle mie mani, con cui io mi adopererò ad esaltare le sue grandi doti di troia e puttana, mentre, di conseguenza, ti farò raggiungere il più basso grado di umiliazione e sottomissione che un cornuto consenziente possa mai immaginare di raggiungere.
Sia ben chiaro che, nella vita di tutti i giorni, io sarò semplicemente presidente della banca dove tu lavori, mentre, in privato, sarò il padrone assoluto del suo corpo e l’unico, cui tu dovrai obbedire, per arrivare a godere del tuo stato di cornuto.
Finito di cenare, io tornerò a casa mia e sarò lì ad aspettarvi, in attesa di sapere quale sia la vostra scelta. Parlatene con calma, valutate bene quello che io vi ho proposto, affinché sia ben chiaro che questo gioco funziona solo se tutti i componenti vi partecipano in maniera convinta e senza riserve mentali».
Quando finisce di parlare, si alza dal tavolo, si allontana, passando alla cassa per offrire la cena ai suoi amici; poi esce dal locale.
Luca è rimasto alquanto frastornato da quella proposta.
Rivolge il suo sguardo a Silvia e cerca da lei quelle risposte che ha paura di dare anche a se stesso.
«Sono rimasto basito, non so cosa decidere. Una parte di me anela il momento in cui finalmente ti vedrò fra le braccia di quell'uomo; la sola idea mi eccita in maniera pazzesca. L’altra parte, forse quella più razionale, mi dice che tutto questo è fuori da ogni schema, che dovrei semplicemente prenderti per mano e andare a casa a scoparti, fino a sfinirmi. Tu cosa ne pensi di quello che Andrea ci ha proposto?»
Silvia, che un po’ si aspettava il discorso di Andrea, anche perché ne avevano già parlato anche se a grandi linee, si rende conto che la sua vita è ad un bivio, che la scelta che farà questa sera potrebbe cambiare per sempre la sua esistenza. Ama Luca e vuole esser sua moglie, ma, nello stesso tempo, il solo pensiero di poter scopare con Andrea, la fa bagnare in maniera indescrivibile.
Vedendo il suo uomo indeciso, gli offre la possibilità di valutare più distintamente la proposta.
«Ammetto che sono molto attratta dalla sua proposta che, mi rendo conto, una volta accettata, sicuramente vivremo momenti indimenticabili, ma sono anche cosciente del fatto che questo comporta per te prendere, una volta per tutte, la decisione se veramente vuoi essere il mio futuro marito cornuto.
Ci è stato offerto del tempo per riflettere su questo, quindi ti propongo di andare da lui questa sera, vedere me fare la troia con lui e decidere se le emozioni che proverai saranno tali da spingerti a decidere. Io ti amo e qualunque sarà la decisione che tu vorrai prendere, io sarò sempre dalla tua parte».
Usciti dal locale, mentre percorrono la strada per raggiungere la villa di Andrea, Luca, cerca di riflettere per bene su quello che lui gli ha proposto.
Silvia resta in silenzio, mentre lui analizza attentamente tutta la situazione, senza farne partecipe lei. Nella sua mente, si rende conto che ciò che gli propone Andrea è un gioco dove ognuno dei tre protagonisti, ha un ruolo preciso e ben determinato. E' chiaro che fulcro del gioco è Silvia. Lei, infatti, ha il duplice ruolo di fare la puttana con Andrea e, conseguentemente, gratificare il compagno con splendide corna. Andrea, che è l’elemento dominante, ha il compito di soddisfare Silvia, perché questo, oltre a dare piacere a lei, servirà a renderlo magnificamente cornuto.
Lui finalmente può soddisfare il suo impellente desiderio di essere un futuro marito, consapevole di avere una moglie troia, che gli regalerà emozioni così forti che ancora non riesce ad immaginare.
Quando giungono alla villa, un attimo prima di suonare alla porta, Luca abbraccia Silvia, la bacia e la fissa negli occhi, mentre le parla:
«Credo di aver già preso la mia decisione, ma vorrei che questa sera, di ciò che ho deciso se ne parli solo dopo che ti avrò visto godere con lui».
Lei lo bacia, annuisce ed insieme entrano nel salone, dove Andrea li aspetta a braccia aperte.
«Sono felice di vedere che siete venuti; mi rendo conto che, forse, sono stato troppo crudo, ma, se siete qui, significa che il mio discorso vi è sembrato condivisibile e, quindi, non è detto che non possiamo riparlarne in qualche altra occasione».
Silvia per un attimo teme, dentro di sé, che Andrea possa aver cambiato idea, quindi, nel timore che tutto si risolva con una semplice scopata, fissa per un lungo istante Luca negli occhi e, solo dopo aver da lui ricevuto un cenno di assenso, risponde ad Andrea.
«Effettivamente, ci hai di fatto stupiti. Avevamo pensato che forse poteva nascere qualcosa fra di noi, sulla fattispecie di quello che è nato fra Marco, Lucia ed Alberto. Tu, invece, ci hai chiesto la totale sottomissione e, per questo, non siamo sicuri di esser pronti. Se per te non è un problema, vorremmo passare la serata con te, per vedere se lo schema che vuoi adottare con noi rientra nelle nostre aspettative.
A fine serata, ognuno di noi esprimerà le proprie impressioni ed, insieme, trarremo le opportune conclusioni».
Nel sentire quelle parole, sia gli occhi di Luca che quelli di Andrea, brillano di gioia. Luca, compiaciuto, stringe quella splendida femmina al petto, mentre con una mano tesa, invita l’amico a stringersi a loro due. Silvia sente premere qualcosa di consistente sul ventre, mentre, da dietro, Luca, abbracciandola, insinua il suo pacco nel solco delle natiche di lei, attestando la sua piena accondiscendenza. Per un lungo istante, tutti e tre rimangono immobili; sembra quasi che nessuno abbia il coraggio di dare inizio al gioco. Silvia fa un profondo respiro, poi, solleva lo sguardo dopo aver incrociato gli occhi di Andrea pieni di voglia e desiderio ed incolla la sua bocca a quella di lui. Prepotente, la lingua di Andrea si insinua nella sua bocca, alla ricerca della sua, con la quale inizia una danza di sensazioni profondamente eccitanti.
Luca, da dietro, osserva la sua donna che sta limonando con passione con un altro uomo.
Sente nel cuore li imponente stimolo della gelosia, uno dolore strano, che però gli provoca un piacere assolutamente diverso da quelli finora provati. Lascia che i due continuino a baciarsi, si sposta un passo indietro e li osserva, compiaciuto. Andrea lascia scivolare le sue mani lungo i fianchi di Silvia, poi la stringe con forza al suo corpo.
Silvia, si sta bagnando moltissimo. Quel bacio è carico di intensa passione, ma ciò che la fa veleggiare verso la libidine più assoluta è la consapevolezza che, dietro di lei, Luca si sta sicuramente godendo lo spettacolo di lei stretta al corpo di quell'uomo cui si sta offrendo.
Quando la mano di Andrea scivola davanti e, sollevato il bordo del vestito, inizia a risalire lungo la coscia, avverte un profondo brivido di piacere che la fa bagnare ancora di più. I due si staccano, poi Andrea, ignorando completamente Luca, che però li osserva affascinato, prende la ragazza per mano e, varcata una porta, la fa entrare in una grande camera da letto. Luca li segue in silenzio ed osserva, senza perdere solo un fotogramma si quella scena, che ha sempre e solo immaginato da tantissimo tempo.
Mentre la coppia inizia a spogliarsi lentamente, lui si siede di lato su di una poltroncina e prosegue ad osservare in silenzio. Silvia è la prima a rimanere nuda; il suo corpo perfetto, simile ad una statua greca, è qualcosa di incredibilmente bello e pregno di voluttà. Silvia resta con le sole calze e tacchi alti addosso, mentre lui, dopo essersi spogliato lentamente, la fa abbassare e sedere sul letto e le presenta, davanti alla bocca, il suo membro duro e teso. Luca non può esimersi dal confrontare quel grosso uccello, che fra poco penetrerà la sua donna, con il suo. Lo trova solo un po’ più lungo del suo, ma ciò che farà la differenza, sarà la circonferenza, molto più abbondante della sua. Si sposta lentamente dall’altro lato del letto, perché vuole assistere, con occhi di pura ammirazione, al gioco di bocca che ora Silvia sta dedicando a quel membro stupendo. Andrea è immobile a godersi le sensazioni che gli provengono dalla pratica messa in atto da Silvia, mentre, a sua volta, dopo aver assaporato la punta, scende lungo l’asta fino alla sua base, intanto con la mano sinistra lo impugna e lo sega molto lentamente. Poi, con decisione, Silvia prende in bocca le due grosse palle gonfie che si trova davanti; le succhia e le titilla, facendo gemere Andrea che non può far a meno di complimentarsi per la sua bravura.
«Stupendo! Succhiami ancora le palle, adoro la femmina che sa fare i bocchini».
Luca è estasiato, senza neanche rendersene conto si ritrova con il cazzo in mano a masturbarsi lentamente, poi, però, riceve un ordine da Andrea.
«Spogliati e aiutami a farla godere. Questa sera, fin quando non avrei deciso quale sarà il tuo ruolo, ti voglio come complice, perché desidero far impazzire questa femmina il più a lungo possibile. Il suo piacere, i suoi orgasmi, saranno la musica che le tue orecchie, da aspirante cornuto, vorranno sentire il più a lungo possibile».
Luca si denuda in un attimo, poi, seguendo le indicazioni di Andrea, si sdraia supino, ma al rovescio rispetto a Silvia, per riceverla a cosce aperte, sopra la bocca; poi la donna si piega in avanti a succhiare il cazzo di Andrea che è salito in piedi sul letto ed ha scavalcate le gambe di Luca. Quest'ultimo prende a leccare la fica, estremamente bagnata, di Silvia.
Raccoglie gli umori che sgorgano copiosi da quella fonte di piacere, mentre lei è impegnata a spingersi in gola il più possibile quello splendido uccello, che fra poco prenderà possesso del suo corpo, che le aprirà la sua intimità per scivolarvi fino in fondo. Già solo sentirlo fra le labbra, le provoca brividi di piacere che si scaricano nella bocca di Luca, che disteso sotto di lei prosegue a leccare e si disseta con gli umori che copiosi sgorgano dal suo corpo. Andrea, dopo aver assaporato a lungo il piacere della calda bocca di Silvia, si sposta, si inginocchia dietro di lei, che piegata in avanti, ora si trova con la bocca, all’altezza del cazzo teso e duro di Luca.
Andrea si posiziona con la punta del cazzo davanti al taglio della fica di Silvia, che ora Luca ha smesso di leccare e, dopo averlo spennellato su e giù, per un paio di volte, penetra dentro di lei e fermo immobile in quella posizione. Silvia lo sente scivolare fra le labbra e poi le pareti della sua vulva umida e calda, che, forse, ha aspettato anche troppo prima di riceverlo dentro di sé fino in fondo. Andrea rimane immobile, mentre lei freme, in attesa di essere finalmente chiavata. Anche Luca, che lo guarda dal basso, vede quello splendido arnese puntato sulla fica della sua donna, che però rimane immobile e non affonda il colpo; la cosa lo lascia sorpreso e stupito, perché non comprende per quale motivo quel maschio eviti di penetrare con virile potenza la sua donna. Silvia si gira, guarda Andrea e lo supplica di non farla attendere oltre.
«Prendimi! Mettilo dentro! Lo voglio tutto! Spingilo tutto dentro fino in fondo! Scopami! Sfondami la fica!»
Nonostante quella supplica, Andrea rimane immobile, con quel uccello in mano teso e duro, pronto ad entrare fino in fondo, ma che rimane ancora senza motivo con la punta appoggiate alle calde labbra di quella vagina bollente. Poi, vista l’indecisione di Luca, gli da un ordine secco e preciso.
«Che cosa aspetti! Se vuoi che io penetri la tua donna, devi esser tu a prendermi il cazzo e infilarlo nella sua fica, solo così, sarà completo il tuo desiderio di esser cornuto. Mi devi offrire, la tua donna, mi devi pregare di scoparla e farla godere il più possibile».
Luca rimase basito nel sentire quelle parole e, con fare titubante, solleva una mano, afferra quel randello duro e nodoso e lo spinge dentro la fica di Silvia, mentre prega Andrea di farla godere.
«Ti prego, fotti la mia donna. Entra dentro di lei, falla godere il più a lungo possibile. Scopala, sfonda questa troia, che ora mi farà diventare, finalmente, cornuto».
Silvia nel sentirsi scivolare dentro quel grosso randello, sente le pareti della sua vagina aprirsi ed accoglierlo, lasciandolo scivolare in quel mare di umori che secerne a profusione. Lo sente entrare tutto, fino in fondo, dove sbatte con la punta sul collo dell’utero, provocandole un piccolo misto di piacere/dolore che, come una scarica elettrica, risale dal ventre fino ad esplodere nel suo cervello, provocandole un fortissimo orgasmo, tanto a lungo desiderato. Luca, disteso sotto di lei, vede quel lungo randello penetrare dentro la fica della sua donna, la sente gemere di piacere, finché un orgasmo squassante la fa impazzire.
Ha sempre desiderato questo momento ed ora che si sta realizzando, sente dentro di sé che questa sensazione è una cosa che vorrà provare ancora e ancora, tutte le volte che anche lei vorrà.
Andrea l’afferra per i fianchi, poi estrae buona parte di quel membro e lo riaffonda ancora dentro di lei e, dopo lasciato passare qualche secondo, restando immobile per farsi abituare a quella monta, incomincia un lento ma costante pompaggio.
Il ritmo lento e cadenzato, con affondi decisi, portano Silvia a godere quasi ininterrottamente. Abbassa il capo e si trova il cazzo di Luca direttamente in bocca, lo succhia. Improvvisamente lo sente esplodere dentro la sua gola con un orgasmo forte e improvviso. Luca colto dalle emozioni per quello che sta vedendo e, soprattutto, per la grande voglia di vedere la sua donna godere mentre viene montata come una vacca da un altro maschio, quando sente le calde labbra di Silvia sul suo cazzo, non resiste e le esplode in bocca con un orgasmo devastante.
Andrea lascia che Silvia assapori il piacere della sborrata che Luca le ha riversato in bocca, poi allunga le mani, le porta in avanti e afferrati i seni, la solleva quasi in verticale, mentre ora il ritmo della monta è decisamente più veloce e questo ha portato Silvia ad avere altri due orgasmi in rapida successione. Quando Andrea si rende conto che anche il secondo orgasmo sta scemando, afferra la ragazza per i fianchi e, con un lento movimento, la tira sopra di sé, mentre lui si distende supino, con lei spalmata sul suo corpo, ma sempre impalata. Silvia si gira, guarda Luca che osserva Andrea inarcare le gambe e sbatterla dal basso con colpi molto vigorosi, e gli impartisce un ordine secco e perentorio:
«Che fai? Non vedi che Silvia sta a cosce aperte, che vuole godere ancora, ancora di più di quello che la sta scuotendo. Inginocchiati fra le mie gambe e lecca quella fica che io sto profanando con il mio cazzo, così che lei possa godere ancora di più».
Ancora una volta Luca rimane basito da quelle parole. Come un automa si inginocchia fra le gambe dei due amanti e subito si rende conto che, mentre andrà a leccare la fica da cui sgorga il piacere della sua donna, la sua lingua entrerà, per forza di cose, a contatto anche con quella splendida verga, che sta facendo impazzire la sua donna. Dopo un attimo di esitazione, vinto dal piacere, affonda la sua bocca, su quella fonte dove quel membro poderoso sta facendo sgorgare altro nettare di puro piacere. Succhia il bottoncino di Silvia, mentre con la lingua, spesso e volentieri, indugia anche lungo l’asta che ora, sempre più velocemente, sta pompando la fica della sua donna. Silvia sollecitata da quella doppia azione, raggiunge un nuovo orgasmo, che la scuote, la fa tremare tutta. Andrea le lascia assaporare questo ulteriore orgasmo, poi la solleva, lasciandola impalata su di lui, la obbliga a ruotare sul suo perno, fin quando ora lei si trova girata davanti a lui che, sollevate le mani, le afferra i seni, li impasta, li strizza con forza, facendola gemere di altro piacere, oltre quello che sta già provando. Luca li osserva; ha di nuovo il cazzo durissimo, perché quello che vede è tutto quello che ha sempre desiderato. Andrea impone a Silvia di godere del suo cazzo in maniera diversa dal solito, in maniera diversa da come lei, fino ad ora, si è gustato un cazzo.
«Rimani immobile, voglio che tu senta il mio cazzo fino in fondo, ben piantato dentro di te mentre resti assolutamente immobile. Contrai i tuoi muscoli vaginali in maniera ritmica e continua così, mentre io farò lo stesso e questo, ci farà provare un nuovo tipo di piacere, molto più intenso e, nello stesso tempo, anche più sconvolgente».
Silvia rammenta il piacere che ha già provato nel sentire il membro di un uomo pulsare dentro di sé; inizia a contrarre ritmicamente i propri muscoli vaginali, che ora sembrano quasi vogliano mungere quell'enorme palo conficcato nel suo ventre.
La sensazione che ne ricava è decisamente sconvolgente. Immobile e piantata su di lui, avverte la stimolazione interna che le fa provare emozioni molto forti. Ben presto quel gioco la porta vicino all'orgasmo, ma sembra che manchi ancora qualcosa per concludere decisamente con un forte orgasmo.
Lui continua nel suo gioco e, quando vede che lei è quasi prossima, le impone di ruotare il bacino in senso orario, senza mai far uscire il suo membro su cui lei è perfettamente impalata. Le basta una lieve rotazione, per ricevere un'ennesima stimolazione che, unita alle altre due, le provoca un orgasmo effettivamente devastante. Urla e grida, mentre il suo corpo trema, scosso da convulsioni erotiche, che la lasciano totalmente sfinita. Senza respiro, per la forte emozione provata, Silvia si distende su di lui, che l’abbraccia forte, cerca la sua bocca, per un ennesimo bacio carico di intensa passione. Mentre risponde a quel bacio passionale, Silvia si rende conto che l’uomo con il quale sta facendo ora la puttana, è la persona che ha sempre immaginato nei suoi sogni più reconditi. Si sente dominata, riempita, ma soprattutto sente di voler appartenere a quel maschio che le ha letteralmente tolto il fiato, alternando momenti di vigorose chiavate ad altri di immobilità assoluta. Durante tutto il tempo in cui Silvia ha goduto fra le braccia di Andrea, si è completamente dimenticata della presenza di Luca, che invece si è ritrovato a masturbarsi ancora, mentre assisteva al piacere che la sua donna provava, mentre letteralmente impazziva per quel maschio.
Quando Andrea sente che il respiro di Silvia è quasi tornato normale, la spinge di lato, e poi chiede a Luca di ritornare nella posizione iniziale, disteso sotto di lei fra le sue gambe, con la bocca all’altezza della fica, che ora viene di nuovo penetrata con decisione da quella mazza che ora si presenta ricoperta degli umori sgorgati a seguito di quell’ultimo orgasmo.
Andrea adesso la pompa con un ritmo più marcato, con colpi più duri e sempre più veloci. Silvia avverte di nuovo montare in lei un ennesimo orgasmo, ma, soprattutto, avverte forte la sensazione che lui a breve le inonderà nel ventre, tutto il suo piacere. Aspetta quell’orgasmo per poterlo fondere con il suo e, quando Andrea, con un grido molto simile al ruggito di un leone, le spara dentro e le inonda il ventre di seme bollente, gli fa eco con il suo orgasmo ancora più travolgente. Anche Luca viene per l’ennesima volta, perché, mentre era disteso sotto di lei, si è masturbato e ha goduto nel vedere le contrazioni di quel membro che, certamente stava spruzzando di seme la fica della sua donna.
Andrea rimane per un lungo istante ben piantato dentro la fica di Silvia, poi, si sfila lentamente e, mentre lo fa, spinge leggermente il corpo della donna in avanti, affinché, nel preciso istante in cui lui toglie definitivamente quel grosso palo da quella vagina slabbrata, il lungo rivolo di sborra bianca che ne sgorgherà, possa esser raccolto dalla lingua di Luca, che, dopo un attimo di sorpresa meraviglia, spalanca la bocca per ricevere tutto quel nettare che sgorga dalla fica della sua donna.
Aveva sempre vagheggiato di poter assaporare il seme di un maschio che si è goduto la sua donna, ed ora che ne ha la possibilità, incolla la sua bocca a quella fica completamente aperta di Silvia, che riversa tutto quello che Andrea le ha scaricato dentro. Lei rimane immobile, mentre lui lecca e pulisce avidamente tutto il seme che le sgorga da dentro, poi, quando si rende conto che l’ha ripulita in maniera completa, si stacca da lei e, girando lo sguardo, incrocia gli occhi di Andrea, che con un gesto eloquente, gli indica il suo membro, ancora intriso del piacere di lei e del suo seme. E' a quel punto che Silvia guarda Luca che, in silenzio e devotamente, si inginocchia davanti a quell’uomo, ripulendogli quel membro che ha regalato tanto piacere alla sua donna e che ha fatto vivere a lui, la sua prima sconvolgente emozione.
25
2
3 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 1 settimana fa -
Inconsapevolmente cornuti. la prima vera esperienza da troia.
La vita riprende sempre più frenetica. Passano due mesi e tutti sono coinvolti nel progetto matrimoniale. Alberto asseconda ogni desiderio di Lucia; anche se lei non ha chiesto nulla, provvede a farle scegliere una nuova cucina, una stupenda camera matrimoniale e altre parti della casa vengono completamente rinnovate. Conduce Marco dal suo sarto di fiducia per fargli confezionare l’abito da sposo ed il suo, perché assieme a Luca avrà il ruolo di testimone.
Durante questo periodo Silva e Dario si incontrano tre volte. La terza volta sono presenti sia Franco che Tommaso, Stefano, Antonio, e Diego, cioè i cinque amici di Dario. L’occasione è il compleanno di Tommaso.
Dario le ha chiesto se voleva passare una serata speciale con i suoi amici più fidati, che sicuramente le regaleranno un'esperienza indimenticabile.
Ha specificato nel dettaglio come si sarebbe svolta la serata, cosa lui si sarebbe aspettato da lei e cosa lei avrebbe dovuto fare, sia per lui che per i suoi amici.
La cena sarà molto intima e si svolgerà a casa di Tommaso, dove Silvia si troverà ad essere l’unica donna presente.
Per l’occasione, dovrà indossare un tubino nero elasticizzato che arriva appena a metà coscia, autoreggenti nere con pizzo alto, scarpe con tacco dodici che le protendono il culo in fuori.
Dario le ha espressamente chiesto di non indossare nessun tipo di intimo, cosa che anche per lei sarà motivo di maggior eccitazione.
La sua è stata una richiesta ben specifica e dettagliata.
«Per questa serata, ti voglio diversa: più troia e vacca possibile. La Silvia che conosco, deve lasciare il posto ad una nuova persona che non abbia nessun altro pensiero che quello di godere, farsi sfondare e riempire in ogni buco.
La puttana per sei maschi che avranno il completo domino del suo corpo.
Credi di essere capace di realizzare questo mio desiderio?»
Ha riflettuto molto sulla proposta. È attratta dal desiderio di concedersi a loro, ma, nello stesso tempo, sente dentro di sé il rimorso per non aver ancora creato la situazione giusta per assecondare il desiderio di Luca che ambirebbe a vederla godere con un altro maschio. Naturalmente in questa occasione non è possibile che egli sia presente. Troppe cosa da spiegare che rischierebbero di incrinare il loro rapporto, ma la prospettiva di essere una troia nelle mani di sei maschi maturi ed esperti la fa bagnare da matti. La sera prima della cena si fa scopare da Luca. È eccitata al massimo e gode non solo perché lui la scopa con impeto e passione, ma anche e soprattutto pensando a quello che farà nella sera successiva. Già al risveglio, il giorno dopo, è eccitata e vogliosa, ma anche un po' perplessa: sei sono davvero tanti e, anche se in pratica due li ha già avuti, si rende conto che con tutti loro sarà una cosa davvero diversa.
Quando entra in casa di Tommaso, viene accolta come una regina. I complimenti si sprecano e lei se ne sente gratificata, ma, nello stesso tempo, essere al centro delle loro attenzioni la fa illanguidire, le procura una certa ansia erotica, che la lascia, per un po’ di tempo, con una certa tensione addosso.
Tommaso è un simpatico e solerte padrone di casa, e la cena si svolge in maniera allegra e divertente. Silvia aveva temuto di essere immediatamente oggetto del desiderio dei maschi, invece la trattano con rispetto e nessuno cerca di metterla in imbarazzo. Anche i brindisi sono alquanto contenuti e lei è perfettamente sobria, quando, a cena finita, Tommaso la invita ad entrare in una stanza, un piccolo salotto privato, dove, seduta su un immenso divano di pelle color tabacco, lui le chiede quali siano le sue sensazioni in quel momento.
Silvia è davvero confusa; per un attimo guarda verso Dario, che le sorride, invitandola a rispondere.
Silvia li guarda tutti in faccia: è molto eccitata ma, nello stesso tempo, un po’ intimidita, poi, emesso un bel respiro profondo, decide che è ora che la Silvia di sempre lasci il posto ad un’altra persona, ad una donna, cioè che adesso vuole godere, esser riempita in ogni buco, vedersi inondare il corpo da tutto il piacere che questi sei uomini promettono di farle provare. Quindi si alza in piedi e con un semplice gesto, lascia scivolare il vestito in terra, restando completamente nuda davanti a tutti loro.
«Questa è la mia sensazione. Mi sento calda e vogliosa, e mi aspetto che adesso voi mi facciate provare tutto il piacere che una femmina può desiderare».
I presenti restano abbagliati dalla bellezza che esprime quel corpo nudo, fasciato dalle sole calze autoreggenti e scarpe con tacchi così alti che le fanno protendere il culo in fuori, rendendolo un vero spettacolo della natura.
A quel punto, è Dario a rompere il silenzio seguito ad un "Ohh!" generale.
«Miei cari amici, questa è la femmina di cui vi ho parlato. Una donna stupenda, molto intelligente, la cui bellezza è sotto i vostri occhi e che ora è pronta a godere fra le nostre braccia. Desidero che ognuno di voi le attesti ciò che fra di noi è stato pattuito: cioè, che questa sera, in questo posto, noi possiamo disporre del suo corpo a nostro piacimento, godere in tutti i modi possibili e immaginabili del piacere che una simile femmina ci darà. Poi, usciti da quella porta, ognuno di noi dovrà mantenere il patto che avete fatto con me, e che ora vi invito a fare anche con lei; dovrete in ogni caso rispettarla, ignorando tutto quello che è successo questa sera qui dentro. Non una parola, non un gesto, niente che possa in qualche modo crearle problemi di sorta».
Tutti e sei la guardano negli occhi e le promettono che questa sera la tratteranno come la più troia delle troie, che useranno il suo corpo per godere e farla godere il più a lungo possibile, ma una volta fuori, tornerà ad essere la donna che merita tutto il rispetto possibile da parte di tutti. Franco, dopo aver dato una rapida occhiata ai suoi amici, propone che sia Tommaso, il festeggiato, a dare inizio al gioco con lei, nel modo in cui le sia più gradito. Tommaso, prende Silvia per mano, e rivolto ai suoi amici, li invita a continuare a pasteggiare con i liquori messi a loro disposizione, per poi raggiungerlo nella sua camera da letto, dove lui prenderà a deliziarsi delle qualità di quella femmina stupenda.
Giunti in camera da letto, egli prende una benda e la mette sugli occhi di Silvia, che, a maggior ragione, si sente sorpresa ed intimidita da questa cosa inaspettata. Il suo, quindi, sarà un viaggio verso l'ignoto in tutti i sensi.
«Ti ho bendata perché voglio che questa sera tu ti senta assolutamente impotente, disponibile e totalmente assoggettata al nostro volere. Ti faremo godere e inonderemo ogni tuo orifizio del nostro piacere, ma tu non dovrai sapere chi di noi, in quel dato momento. ti sta riempendo il ventre con il proprio sesso».
La fa distendere sul letto e, per qualche secondo, rimane immobile in silenzio, senza far alcun movimento, nessun rumore.
Silvia è distesa supina, a cosce aperte e immobile; sente, dentro di sé, una strana eccitazione provocato da quel gioco sconvolgente, cui egli ora la sta sottoponendo. Non vedere chi sarà a farla godere tra le sei persone che sicuramente ora entreranno nella stanza, in parte la sconvolge, ma ancor più la eccita. D'ìmprovviso avverte che qualcuno sta salendo sul letto e le infila la testa fra le cosce; prende a leccare la sua intimità, portandola immediatamente ad un altissimo livello di piacere, ma improvvisamente si interrompe nel preciso istante in cui quella persona si rende conto che lei era prossima al piacere.
Per un lungo interminabile momento, lei non avverte nessun rumore, nulla, solo un silenzio assordante; poi ancora movimenti sul letto e una bocca, ora, le succhia i capezzoli, mentre una mano la masturba, e poi sente avvicinarsi qualcosa di duro alle labbra. Apre la bocca e inizia a succhiare un membro di buone proporzioni, mentre ora altre mani prendono ad accarezzare il suo corpo, facendola gemere di piacere, per poi, improvvisamente, bloccarsi tutti assieme quando lei tende il suo corpo, mostrando d'esser pronta ad esplodere in un orgasmo.
Quell’esser vicina al piacere, senza permetterle di godere, sta sconvolgendo la mente della donna: aveva immaginato ed era pronta a ricevere sei maschi vogliosi, carichi, ma ora si rende conto che quel gioco che stanno attuando su di lei, è qualcosa di molto simile ad un supplizio, però infinitamente eccitante.
Il gioco viene ripetuto ancora e ancora, sempre portandola al limite del piacere, ma negandoglielo. Ella, quindi, è così tesa e carica, che alla fine, li implora:
«No! Così mi uccidete! Vi prego... voglio godere! Prendetemi! Scopatemi... ma fatemi godere!»
Nonostante quel suo supplicare, i maschi proseguono in quel gioco estenuante, fin quando lei di nuovo, con la voce rotta dall’emozione e con il desiderio alle stelle, li supplica ancora:
«Basta vi prego! Sto impazzendo! Vi voglio dentro, voglio sentire i vostri cazzi durissimi che mi prendono, che mi fanno impazzire di piacere».
Appena finisce di parlare, tutti quanti restano immobili, poi è la voce di Tommaso, che parla per tutti.
«Sei veramente sicura che è quello che vuoi? Ci chiedi di possedere il tuo corpo, di penetrare in ogni tuo orifizio senza alcuna limitazione»?
Silvia rinnova ancora la sua implorazione, pregandoli di penetrarla dovunque. A quel punto si sente sollevare e adagiare sul corpo di qualcuno che è disteso sotto di lei. Una mano indirizza un membro duro direttamente sul suo fiorellino posteriore, per poi sentirlo scivolare dentro di sé, aprendole e penetrandole il culo fino in fondo. Finalmente ha qualcosa di vigoroso dentro e, subito dopo, un altro si appoggia alle labbra della sua fica, e le entra dentro con decisione.
Quello che la prende davanti è decisamente molto più voluminoso rispetto a quello che le è entrato nel culo. Anche la sua bocca viene riempita da un altro fallo ed ora lei, stretta fra quei maschi, inizia a godere dal momento in cui essi iniziano a scoparla con tutta la vigoria che hanno in corpo.
Sentirsi piena in ogni buco, le sconvolge la mente, mentre il suo corpo freme, scosso da ondate di piacere continuo.
Nessuno dei maschi le viene dentro, ma, al contrario, si alternano nei suoi buchi, e ogni qualvolta lei raggiunge un orgasmo, uno di essi si sfila per far posto ad un altro, in una girandola di cazzi che la penetrano in continuazione, che la fanno godere ininterrottamente per un tempo infinitamente lungo.
L'amplesso è condotto in maniera così forte ed intensa, che alla fine Silvia si sente quasi svenire per il piacere che prova a sentirsi usata da quei maschi che la scopano lentamente, ma con metodo e risolutezza.
Non ha mai provato nulla del genere in vita sua; nemmeno fra le braccia di Dario e di Franco, ha goduto così tanto. Ad un tratto, qualcuno le toglie la benda dagli occhi e lei si vede sdraiata in mezzo a quei maschi, che la scrutano ancora con occhi carichi di libidine.
Dario le chiede, se ha goduto abbastanza.
Lei annuisce e si sente sfinita dal tanto godere. E' convinta che ora il gioco sia quasi giunto alla conclusione, ma lui, dopo aver dato un’occhiata d'intesa ai suoi amici, mostra d'esser di tutt’altro avviso.
«Mi vorresti far credere che una puttanella come te, una zoccoletta che abbiamo scopato per appena tre ore, è già sazia di cazzo mentre ancora nessuno di noi le ha regalato una sola sborrata?
Oltre quella porta c’è il bagno; vai a darti una rinfrescata e poi torna da noi, perché inizierà il secondo round, durante il quale ognuno di noi vorrà raggiungere il suo piacere, svuotandosi dentro di te».
Silvia, a quelle parole, resta un attimino perplessa, poi, camminando in maniera abbastanza incerta, entra in bagno e, dopo essersi ripresa, si guarda allo specchio, ricevendo l’immagine di un viso sfatto dal piacere e, stranamente, questa cosa, la eccita ancora, così rientra in camera, guarda i sei maschi seduti sul letto e decide che adesso vuole sentire il loro piacere su di sé.
«Io sono pronta; adesso mi aspetto che voi, maiali, mi facciate godere ancora, riempiendomi ogni buco del vostro piacere».
Tommaso guarda verso Dario e, poi, la invita a ritornare sul letto in mezzo a loro.
«Vieni qui, bella puttana, che fino ad ora, ci siamo solo riscaldati, iniziando ad aprire i tuoi due buchi; ora però cominceremo a farti sentire cosa significa ad essere la nostra troia».
Subito viene ripresa fra le braccia di quanti le sono d'appresso; riprendono ad accarezzarla e eccitarla, poi viene invitata ad impalarsi sul cazzo di Antonio, che, fra i sei, sembra quello che l'abbia più lungo, anche se non troppo grosso in volume. Egli la penetra davanti, facendosi cavalcare.
Poco dopo sente le braccia di Tommaso, che la spingono a distendersi sul corpo di quello che la sta scopando davanti, e immagina che adesso lui le entrerà nel culo, ma, invece, rimane sorpresa ancora una volta, quando avverte che il suo grosso randello è appoggiato alle labbra della sua fica e, con un movimento lento, cerca di entrare in lei, in contemporanea con l'altro.
Si sente aprire allo stremo, sente dilatare le pareti della sua vagina in maniera assurda. Urla e implora che non lo faccia, ma egli, senza tener conto delle sue proteste, scivola dentro di lei insieme all’altro cazzo, e la sfonda e la dilata in maniera sconvolgente.
Restano entrambi immobili, ben piantati dentro di lei, che, lentamente, avverte il proprio corpo adattarsi a quelle due, contemporanee, intrusioni.
Le pareti della sua vagina si adeguano allo straordinario ingombro di quei due cazzi e, quando cominciano a muoversi, la fanno letteralmente impazzire di piacere, come se tutto quanto provato poco prima, non ci fosse stato.
Gode a lungo, mentre i due maschi la scopano con un sincronismo perfetto.
Ben presto, dopo la paura iniziale, la sua mente viene sconvolta da orgasmi multipli, mai provati. Sente il suo corpo percorso da scariche di piacere che, dipartendosi dalla fica, percorrono la spina dorsale e le arrivano direttamente al cervello, sconvolgendo la sua mente e facendole urlare, con tutto il fiato che ha in gola, il piacere che sta provando in quel momento.
Poi senza neanche rendersene conto, prende ad incitarli.
«Più forte! Scopatemi più forte! Dai, Tommaso, spaccami la fica, fammelo sentire fino in gola! E poi voglio sentire il vostro piacere riempirmi tutta, fin dentro lo stomaco. Avete ragione... sono una zoccola, una puttana, una baldracca succhiacazzi e rotta in culo! Più forte! Chiavatemi ancora più forte!»
Dopo l’ennesimo orgasmo di lei, i due maschi restano immobili fino a che un’ondata bollente riempie la sua vagina dilatata. E'il momento in cui i due maschi stanno riversando un'enorme quantità di sborra dentro il suo corpo.
Lei gode nel sentirsi riempire ed inondare da quelle notevoli scariche di piacere. Dopo averle riversato dentro tutto il loro piacere, i due maschi escono da lei, che viene lasciata distesa così che altri due possano prendere posto e farla godere di nuovo.
Questa volta è Dario che si sdraia sotto di lei: il suo cazzo è abbastanza grosso ma la penetra con facilità, poi subito a lui si aggiunge Diego, che si inginocchia fra le sue gambe e con decisione appoggia la sua cappella fra le labbra della sua fica, già piena del cazzo di Dario. Con un movimento lento ma deciso, fa entrare il suo cazzo insieme a quello del suo amico.
Silvia è incredula per quello che le stanno facendo e spalanca la bocca quando sente che, per l’ennesima volta, la sua fica viene riempita da altri due membri che la dilatano e le arrivano fino in fondo.
Per un lungo istante, che a Silvia sembra eterno, entrambi rimangono immobili, consentendo alla donna di adeguarsi a quella nuova doppia penetrazione. Quando entrambi i due maschi, con un sincronismo perfetto iniziano a pomparla, Silvia è subito invasa da nuove ondate di piacere: le piace sentirsi riempita e dilatata all'inverosimile.
In quel momento, dentro di sé si sente davvero una vacca, una troia sfondata e rotta in ogni buco; gode e impazzisce nel sentire due maschi che le forzano ogni buco, trattandola da puttana.
Quando, finalmente, gode per l’ennesima volta con i due maschi ben impalati in lei, tutti i presenti mostrano di gioirne, rivolgendole una quantità di complimenti.
«Che troia meravigliosa! Sei una puttana Stupenda! Una zoccola rotta in culo! Sei la troia che abbiamo sempre cercato e mai trovato. Una puttana come te, capace di prendere due cazzi contemporaneamente nella fica, la stavamo cercando da una vita, per finalmente trovarla solo ora. Guardate, ragazzi, come gode questa vacca a farsi sfondare da due cazzi contemporaneamente».
Silvia gode nel sentire quelle parole; dentro di sé e nella sua mente, c’è solo godimento, non avverte altro, non ha nessun altro pensiero, nessun altro anelito oltre quello di godere, e, con quell'intendimento, incita i due maschi a inondarla, come hanno fatto i primi due, che le hanno farcito la fica, da cui continua a sgorgare seme.
È in preda ad una frenesia erotica che le provoca delle convulsioni che le fanno tremare e scuotere tutto il suo corpo, fin quando, al culmine del piacere, sente che i due maschi sono arrivati all’apice, per cui li vede entrambi immobili, piantati dentro di lei, per poi riversarle una quantità industriale di sborra, nella sua fica già abbondantemente slargata al punto da non riuscire a contenerla: infatti cola fuori da quel buco, così oscenamente aperto.
I due maschi si sfilano e tutti possono ammirare la voragine che è diventata la fica di Silvia. Ella, quando loro si sfilano, avverte quella strana sensazione, già provata in passato, di sentirsi decisamente vuota, come se ciò che era dentro di lei fosse parte integrante del suo corpo e di punto in bianco toltole, così da lasciarle quel senso di enorme vuoto.
Resta sdraiata sul letto, sfinita; gli orgasmi provati l'hanno davvero sfiancata, ma, sollevando lo sguardo, si rende conto che solo quattro dei sei maschi, hanno goduto, mentre ce ne sono ancora due.
Questi ultimi si inginocchiano ai suoi lati e, a turno, le infilano il cazzo in bocca e la scopano, alternandosi fra loro, fin quando, entrambi, le riversano in bocca due copiose sborrate che, manca poco, la soffochino, da quanta gliene fanno ingoiare. Quando anche l’ultima goccia è finita nella sua bocca, tutti e sei fanno un applauso, si avvicinano e le esprimono i loro più sentiti complimenti.
«Sei stata magnifica, UNICA! La troia perfetta che abbiamo sempre desiderato avere fra le nostre mani. Ognuno di noi rispetterà il patto assunto circa il fatto che, appena uscita da qui, tutto questo sarà come mai avvenuto, ma saremo ben felici di ospitarti in questo letto, ogni volta tu abbia voglia di godere con noi».
Lei è commossa al punto che quasi le viene da piangere; poi, aiutata da Dario perché malferma sulle gambe, raggiungere il bagno e si infila sotto la doccia. L’acqua risveglia i suoi sensi, tonifica il suo corpo e la riporta, in un certo qual modo, alla cruda realtà.
Poi, recuperati i vestiti, Dario la riaccompagna a casa.
Durante il tragitto, lui si complimenta con lei per la splendida serata che ha avuto il merito di regalargli.
Silvia lo guarda sfinita, distrutta, ma dentro di sé molto felice per aver goduto in maniera così sconvolgente e soprattutto per aver fatto fare una bella figura anche a lui.
Il giorno seguente arriva in ufficio a mattinata inoltrata; il suo corpo è un insieme di dolori, che le ricordano la folle notte passata insieme a Dario.
Fortunatamente Lucia è impegnata fuori dall’ufficio e non può vedere in che stato è ridotta la sua amica.
Dario la convoca in ufficio e, dopo essersi assicurato del suo stato di salute, la stringe forte fra le sue braccia, la bacia con passione e la sua voce la lascia stupita
«Sei stata meravigliosa! Una donna veramente fantastica. Ti assicuro che ieri sera, mentre godevi stretta fra le nostre braccia, mi sono sentito la persona più felice del mondo. Anche i miei amici sono rimasti positivamente impressionati per le emozioni che hanno vissuto con te; mi hanno detto di informarti che nessuno di loro violerà il patto stipulato con te. Inoltre, ognuno di essi ha aggiunto che, nel campo di propria competenza, tu potrai chiedere qualunque aiuto ti sia necessario. Ieri sera, mentre godevi sopra quel letto, ti sei fatta una cerchia di amici, che, forse, non potrai mai misurare per quanto sono importanti, ma ti assicuro che ognuno di essi, per la stima ed il rispetto che nutrono nei tuoi confronti, è disposto a qualunque sacrificio per soddisfare ogni tuo bisogno».
Da quella mitica sera, passano parecchi giorni e, lentamente, si avvicinano le feste natalizie.
La domenica prima di Natale, tutti dipendenti della banca vengono convocati nella sede centrale, per uno scambio di auguri che la direzione intende fare a tutti i suoi dipendenti. A questa cerimonia però, non partecipano Luca e Silvia, perché impegnati come padrino e madrina al battesimo della figlia di una cugina di Silvia.
Solo Marco e Lucia partecipano alla cerimonia.
Il giorno successivo Lucia racconta a Silvia che Andrea, il presidente della banca, è rimasto un po’ deluso, quando non l'ha vista con Luca insieme a loro, e lei li ha giustificati per la loro assenza alla riunione.
Due giorni prima di Natale, nel tardo pomeriggio, Silvia esce da un negozio, lungo il corso principale della città, dove è andata per acquistare due piccoli regali, che le mancavano per completare il suo elenco di strenne natalizie.
Passando davanti alla sede centrale della banca, improvvisamente sente qualcuno pronunciare il suo nome. Si gira e si trova davanti Andrea, che la guarda per un lungo istante, scrutando le linee del suo corpo.
Dopo un breve saluto, anche perché sta cadendo qualche fiocco di neve, lui la invita ad entrare nel caffè che c’è dall’altro lato della strada, perché intende offrirle un aperitivo e scambiare con lei gli auguri delle imminenti festività.
Seduti ad un tavolino, mentre sorseggiano l'aperitivo, Andrea, la guarda con occhi carichi di ammirazione e le parla in tono molto cordiale.
«Ammetto di esser rimasto deluso, quando non ti ho visto con Luca alla cerimonia dello scambio degli auguri. Lucia, mi ha informato che la vostra presenza era stata richiesta altrove, per un incarico decisamente molto più importante; per questo, in qualche modo, ho giustificato la vostra assenza».
Silvia sorride e gli spiega l'emozione provata nel tenere fra le braccia quella tenera creaturina, così piccola e indifesa; per lei è stata un'esperienza infinitamente bella.
«Deve essere un’esperienza bellissima, diventare madre, sentire la vita che ti cresce nel ventre, per poi, per tutta la vita, prendersi cura di quella creatura che tu hai messo al mondo.»
Andrea osserva la gioia che sprizza dagli occhi della ragazza, mentre parla di quella esperienza, poi si dice compiaciuto del fatto che Marco e Lucia lo hanno informato del loro progetto matrimoniale.
«Ho visto la gioia negli occhi di Marco, nel sentire finalmente arrivare il giorno in cui potrà indossare la vera all'anulare e sentirsi un marito. Mi chiedo quando anche tu renderai felice Luca, accettando di diventare sua moglie».
Silvia sorride e spiega ad Andrea, che la giovane coppia dei suoi amici, può contare su risorse economiche molto cospicue, anche se con loro non hanno mai fatto pesare questa disparità; ma lei e il suo Luca possono contare soltanto sui rispettivi stipendi, quindi, prima di parlare di matrimonio, è sicuramente necessario trovare una casa dove poi andare a vivere.
Andrea la guarda, scuote il capo, poi le si avvicina e parla quasi sussurrando onde evitare che qualcun altro, oltre lei, possa udire ciò che le sta dicendo.
«Non sono affatto d’accordo; quello che tu ritieni non esser prioritario, in realtà è una cosa che il tuo fidanzato attende da tempo con ansia. Credo che per lui sia una gioia immensa esser, finalmente, tuo marito. Ho visto con che occhi ti ammirava, quando alla cerimonia di inaugurazione, eri circondata da altri uomini, che non desideravano altro che ammirare una splendida donna come te, e lo facevano con occhi carichi di cupidigia.
Quella stessa gioia l’ho vista negli occhi di Marco, quando, assieme a Lucia, mi ha comunicato che finalmente lei sarebbe diventata sua moglie».
Silvia lo osserva, quasi incredula, poi gli chiede a seguito di quale ragionamento si sia formato questa convinzione.
«A volte, nella vita, capita di notare cose che, in genere sfuggono a molti.
Ero seduto, quando ho notato un dettaglio che, solo dal mio punto di osservazione, potevo vedere. Ti posso assicurare che, mentre leggevo negli occhi dei maschi che ti guardavano, il desiderio di possedere una splendida donna come te, la parte bassa del corpo di Luca ha preso a gonfiarsi in maniera inequivocabile, indice che lui non aspetta altro che di diventare tuo marito, diciamo, in maniera un po’ speciale».
«Un cornuto?»
L’espressione non sorprende Andrea, che prosegue in maniera ancor più chiara la sua analisi.
«Vedo che hai capito perfettamente quale sia il suo più grande desiderio. Negli occhi di Marco ho letto lo stesso desiderio di Luca e, infine, anche in quelli di Luigi».
Silvia lo guarda con profonda meraviglia e chiede perché quelle sue valutazioni siano state estese anche a Luigi.
Ed egli chiarisce:
«Quando, circa una decina di anni fa, per tutti ero ad un convegno economico, in realtà ero da tutt’altra parte, nudo e in compagnia di una donna, anch'essa nuda, intenta a darmi molto piacere, ma sposata con un uomo molto geloso, che aveva assunto un investigatore privato per ottenere prove che sua moglie era una adultera.
Io, invece, ero sposato con una donna estremamente rigida, con principi morali molto severi, che non amava nessun tipo di trasgressione.
Per lei il sesso era semplicemente una questione chimica, necessaria al concepimento della prole. Io, invece, ho sempre amato il sesso in tutte le sue possibili varianti e sfaccettature.
Naturalmente, il risultato di quella indagine fece emergere la verità, con la conseguente richiesta da parte di mia moglie del divorzio, cercando in tutti modi, di ottenere il massimo vantaggio economico, utilizzando le inconfutabili prove, che l’investigatore privato aveva fornito, sia al marito della donna che era con me, che a mia moglie.
Fortunatamente già conoscevo Luigi, che all’epoca era già un ottimo avvocato, ed egli ha saputo convincere i giudici che l'adulterio, per quanto palese, era in qualche modo dovuto al modo rigido di vivere la sessualità da parte di mia moglie. Fortunatamente non avevamo figli, quindi la bravura di Luigi nel demolire l’avvocato di mia moglie, giovane e inesperto, ha, in qualche modo, limitato i danni.
Da quel giorno, spesso e volentieri, ho usufruito dei suoi servigi, i suoi consigli legali e, quando qualche giorno fa è passato per farmi gli auguri di Natale, ho letto nei suoi occhi la stessa gioia che vi era negli occhi di Marco.
Quando gli ho chiesto per quale motivo fosse così felice, egli mi ha risposto che finalmente aveva trovato il modo di dare un senso alla sua vita.
Fatta la conoscenza di Marco e Lucia, mi ha reso l’uomo più felice del mondo, perché, dopo quella singolare esperienza, non ho più cercato nessun tipo di legame sentimentale, ma solo sesso sporadico che, a lungo andare, mi ha lasciato molto insoddisfatto. Ho ripensato molto alle parole di Luigi ed ora, sapere che anche il tuo futuro marito, in qualche modo, è già un cornuto, anche se inconsapevolmente, mi spinge a farti una proposta, che, forse, potrebbe cambiare la vostra vita.
Oggi, che ho raggiunto una certa età, mi son reso conto che la mia vita è diventata molto solitaria e, consapevole che sono ancora un maschio in grado di soddisfare una donna in tutto per tutto, vorrei proporti, non solo di giacere fra le mie braccia, ma condividere il tuo corpo assieme a tuo futuro marito.
Se ciò dovesse avvenire, per me sarebbe la gioia più grande che potessi mai desiderare».
Silvia lo guarda, con occhi decisamente severi che, per un attimo, lasciano lui un po' sgomento e preoccupato.
«Sono convinta che tu sia una persona veramente stupenda e che, sicuramente, saresti capace, con il giusto tatto e le dovute attenzioni, a far finalmente provare a Luca il piacere di vedermi con un altro uomo.
Ho bisogno solo di un po’ di tempo, per cercar di capire se, veramente, tutto questo è ciò che lui vuole, mentre, dentro di me, posso assicurare che l’idea di stringermi fra le tue braccia, mi provoca una sensazione molto particolare.
Ora, per cortesia, lascia che io vada; devo prendere l’autobus per tornare a casa».
Il viso di Andrea si trasforma in una maschera di gioia, i suoi occhi brillano per l’emozione nel sentire le parole di Silvia. Non le permette di tornare a casa con l’autobus, e si offre di accompagnarla lui stesso con la sua vettura.
Seduta al suo fianco, lo osserva e lo ammira, fin quando, giunti a casa, prima di scendere, dopo avergli rinnovato i suoi auguri di Natale, lo lascia con la promessa che, certamente a breve, gli comunicherà la fattività di quel loro progetto. Si scambiano i recapiti telefonici, poi, prima di scendere, Silvia lo bacia sulla guancia.
Nel pomeriggio del giorno di Natale, Silvia, in un momento in cui è sola con Luca, gli chiede se veramente ha ancora il desiderio di vederla godere con un altro.
Lui, dopo averla stretta forte al suo corpo in un caloroso abbraccio, la guarda con occhi carichi di desiderio e le rinnova la sua ferma decisione che, in qualunque momento lei decida di godere fra le braccia di un altro maschio in sua presenza, egli sarà la persona più felice del mondo.
Silvia, allora, lo mette al corrente di quanto gli ha suggerito Andrea, che, però, ha tenuto a precisare che la cosa deve rimanere assolutamente molto riservata.
Se lui è d’accordo, lei sente che Andrea possa esser la persona giusta per realizzare quel loro desiderio.
Luca fa salti di gioia, la stringe forte al petto e le copre il viso di baci.
«Amore mio ti amo! Sei la mia vita! Sei la luce dei miei occhi, il mio respiro, il mio sole. Se ritieni che lui sia la persona giusta, ti lascio tutta la libertà di cui hai bisogno per fare in modo che si possa realizzare questo mio sogno».
Silvia parla ancora con lui e convengono che potrebbero organizzare dopo le festività del Capodanno, quando la vita ha ripreso il suo corso normale, in quanto, in questo periodo, sono troppo impegnati con le varie cene e pranzi con tutti i parenti. Il Capodanno, decidono di passarlo in città, insieme ad un gruppo di amici, fra i quali anche Marco e Lucia, e partecipano alla festa in piazza, che si tiene la notte dell'ultimo dell'anno. Guardano i fuochi d’artificio e ballano fino all’alba, poi essi quattro, si recano verso il lago e, raggiunta la piazzola, dove per la prima volta hanno goduto del piacere di scambiarsi le donne, scendono dall’auto e restano immobili appoggiati ad essa, mentre aspettano di ammirare il sorgere del sole del primo giorno dell’anno.
Quando il primo raggio di sole squarcia la notte, Lucia si volta a guardare Silvia, poi d'un tratto, senza dire una parola, come ci fosse un tacito intento, entrambe si inginocchiano ciascuna davanti al compagno dell’altra e, estratti i loro sessi, li succhiano e li pompano con estrema bravura, portando ben presto due maschi a godere nelle loro bocche. Succhiano e raccolgono tutto il seme che sgorga da quei membri duri, poi si girano e si scambiano un bacio per mischiare il seme che hanno in bocca e, infine, si rialzano ed ognuna va a baciare il proprio uomo.
Nel ripetere quel gesto, che in definitiva rappresenta il primo atto del loro darsi alla trasgressione, tutti e quattro si rendono conto che il piacere che hanno appena provato, non è altro che il primo passo lungo il percorso della trasgressione, che, da quel momento in poi, li porterà a vivere esperienze bellissime, emozioni fortissime, per il resto della loro vita.
30
2
3 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 1 settimana fa -
Infermierina trav : come e' cominciato..
Prima puntata : Infermierina Trav...perche’ ? Beh per capire perche’ sono Trav e perche’ mi piace fare la classica Infermierina sexy che non ci pensa due volte a inginocchiarsi per prendere in bocca qualcosa di buono..bisogna fare qualche passo indietro, nel passato. Tutto comincio’ con la visione di un vecchio film, ero giovanissimo e nel film c’era una scena di una bisca dove, sul palco, c’era una spogliarellista. E’ stato un fulmine a ciel sereno vedere la ragazza che, con movimenti molto sexy, si toglieva una calza. Dentro di me qualcosa cambio’ e da li a “rifare” la “scena” della calza, nei giorni successivi e ovviamente di nascosto e’ stato un attimo. Ricordo bene la “scossa” che ricevetti nell’infilare la calza..ripeto ero giovanissimo e quindi la peluria sulle gambe era pochissima..la sensazione di toccarmi la gamba e il piede con la calza addosso mi provocava dei piacevolissimi tremori. La cosa ando’ avanti per qualche anno ma era relegata a indossare le calze , a tocccarmi piacevolmente e a rimettere tutto a posto fintanto che non trovai, per caso, in mezzo a delle cose che una conoscente buttava via e alla quale davo una mano per la “mancia” un bel paio di collant nella loro scatoletta di cartone. Non ricordo la marca, ero in terza media, da ripetente, ma ricordo che era un collant grigio, con la classica cucitura davanti e senza “mutandina” nel senso che non vi era la mutandina coprente. Io non so’ quantificare quante volte ho indossato quel paio di collant mentre guardavo I filmini porno, sognando di essere la donnina di turno che, vestita in lingerie, si faceva sbattere...e li presi la decisione : indossare I collant sotto ai pantaloni !! Al mattino, per vestirmi, dovevo fare le magie per ovvii motivi di genitori ma ci riuscivo moltissime volte , alcune senza indossare le mutande tanto, pensavo io, avevo il collant. Fu cosi’ che, una mattina a scuola, mi dovetti recare in bagno e una volta fatta la pipi’ (complice il paio di pantaloni abbastanza attillati che avevo quel giorno) ci misi parecchio tempo a rimettermi a posto perche’ c’e’ poco da fare, I collant scendono...e con I pantaloni e’ una cosa “scomoda” . Quindi, indossando ovviamente I calzettoni sopra dovevo partire da li per tirar su’ I collant e lo feci come avevo visto fare da un paio di compagne di classe che, alle volte, si aggiustavano le calze. Come ultima cosa sistemai la mutandina del collant facendo attenzione che la cucitura passasse dritta in mezzo alle natiche ma, vuoi per il contatto del nylon sulla pelle, vuoi che la cosa di indossare I collant per uscire e andare a scuola mi eccitava non poco cominciai a massaggiarmi davanti e credo che il mix di queste cose abbia fatto si’ che non mi accorsi che, nel frattempo, qualcuno stava aspettando fuori del bagno. Quel qualcuno, evidentemente, mi aveva spiata ( perche’ e’ da qui che comincia veramente il tutto ) e era il classico compagno di classe che MAI avrei pensato...il quale fini’ per farsi aprire la porta sotto la “minaccia” di spifferare il tutto e in men che non si dica ci strusciavamo i cazzi, uno contro l'altro e, mentre mi palpava, mi diceva che gli piaceva palparmi il culo coperto dai collant. Dopo un po' mi spinse giu' e mi ritrovai accovacciata a succhiarglielo. Era la primissima volta che avevo un contatto con un maschio ma era evidente la parte predominante femminile che c’e’ in me e che stava crescendo..quello e’ stato il primo di una nutrita serie di pompini che feci proprio a lui, perche’ a lui piaceva vedermi che me lo toccavo tenendo una mano dentro al collant mentre con l’altra glielo muovevo su e giu succhiandoglielo come vedevo fare alle donnine dei filmini porno. Gli anni passarono e scoprii le autoreggenti (che non amo moltissimo in verita’ ) e le calze con reggicalze. Le calze con reggicalze ma ancor piu’ guepiere e calze sono una fissa : non posso pensare di travestirmi se non ci sono le calze con guepiere o reggicalze. Certo, uso autoreggenti e collant ma quando devo fare la porca (e mi travesto esclusivamente per quello), sopratutto vestita da infermiera...ma questo sara’ l’argomento della seconda puntata.
31
0
3 anni fa
Infermierina3Trav,
25
Ultima visita: 2 settimane fa
-
Inconsapevolmente cornuti. una scelta importante.
Il mercoledì pomeriggio avviene l'inaugurazione della nuova filiale. Alla cerimonia sono invitate tantissime persone: politici, autorità ecclesiastiche ed istituzionali, oltre a tanta altra gente che, comunque, ha un ruolo di rilievo nella vita della comunità cittadina. Fra le tante persone invitate, oltre a Dario, Franco ha invitato anche gli altri quattro amici, ai quali è molto legato. Naturalmente, quando Lucia e Silvia, accompagnate dai rispettivi fidanzati, hanno fatto il loro ingresso nella filiale, Franco ha finto di non conoscere Silvia.
«Sono molto onorato di fare la sua conoscenza; sapevo che Lucia aveva un’amica molto bella, ma devo ammettere che lei supera ogni aspettativa».
Anche Silvia finge di non conoscere Franco, mentre Dario, che ha assistito a tutta la scenetta, sorride compiaciuto dentro di sé. Insieme al suo amico, fa le presentazioni dei suoi quattro amici presenti alla cerimonia.
Il primo, che viene presentato, è Stefano, amministratore dell’azienda, che ha realizzato il centro commerciale; poi c’è Antonio, che è l’amministratore dell’azienda dei trasporti; poi Diego, che ha, anche lui, un affermato studio di consulenza fiscale. Il sesto elemento è Tommaso, responsabile del settore economico finanziario del Comune.
Dei sei componenti lui è quello che ha sicuramente maggior fascino, sia per il suo aspetto, dei meravigliosi occhi azzurri, ma soprattutto per il suo sorriso accattivante, la battuta sempre pronta, un modo di fare capace di incantare la maggior parte delle signore presenti alla cerimonia.
Quando si avvicina a Dario, che è in compagnia di Lucia e Marco, chiede di essere presentato anche a Silvia. Quando le stringe la mano, i suoi occhi fissano quel corpo stupendo che si trova davanti. Infatti le due ragazze decisamente non passano inosservate, sia per la loro bellezza, sia per il modo sobrio, ma estremamente elegante, del loro abbigliamento.
Silvia indossa un vestito leggero di lino, color azzurro, che mette risalto la sua splendida capigliatura nera che, in qualche modo, evidenzia la sua discreta abbronzatura. Ai piedi calza dei sandali dello stesso colore del vestito con un tacco non esageratamente alto, ma che, in ogni caso, ne slancia la figura.
Lucia, invece, indossa un tubino nero elasticizzato, che le modella il corpo e la rende molto sensuale. Anche lei ai piedi calza dei sandali che le inarcano bene il fondo schiena, ma in maniera gradevole, splendido da ammirare e per niente volgare.
«Conoscevo già la bellezza di tua figlia Lucia, ma devo ammettere che anche questa splendida signorina è davvero incantevole».
Silvia avverte un brivido lungo la schiena, quando lo sguardo di lui la penetra fin dentro l’anima. Per un attimo, resta affascinata dalla bellezza di quell’uomo, i cui modi gentili e garbati, suscitano in lei molto interesse.
Poi tutti gli invitati si fanno da parte e lasciano passare l’ospite importante di questo evento: il presidente della banca.
Quando egli fa il suo ingresso nei locali della filiale, le due ragazze rimangono piacevolmente affascinate nel vedere un uomo abbastanza maturo, di media statura, dal fisico snello, con un aspetto splendido: capelli completamente bianchi ed un pizzetto curatissimo.
Appare come una persona estremamente energica, dinamica, con due occhi scuri, uno sguardo profondo che, quando incrocia gli occhi di un'altra, sembra penetrare fin dentro l’anima.
Franco spiega alle due ragazze che Andrea è un uomo energico e risoluto, che dirige questa banca da oltre una ventina di anni e l’ha trasformata, da un piccolo istituto, in un affermato gruppo bancario.
Dopo tutte le varie cerimonie, benedizione e recisione del nastro, brindisi e taglio della torta, in un momento di apparente calma, Franco sta parlando con Luca e Marco, che sono in compagnia delle rispettive fidanzate, poi lui propone di avvicinarsi ad Andrea. Spiega ai due giovani che il presidente preferisce conoscere il personale della nuova filiale e, in questo caso, anche delle sue splendide fidanzate.
Tutti si avvicinano a quell’uomo ed egli li osserva attentamente mentre fanno le dovute presentazioni; poi lui, con un sorriso alquanto compiaciuto, esterna il proprio compiacimento per le conoscenze appena fatte.
«Franco, amico mio, se questi due ragazzi sono bravi nel lavoro, come lo sono stati nello scegliere le loro donne, sono sicuro che questa filiale avrà un successo strepitoso. Ora, però, vorrei fare un brindisi particolare alle loro nuove mansioni e, soprattutto, a queste due splendide signorine, che sono al loro fianco».
Tutti quanti sollevano i calici, mentre Silvia sorseggia lo spumante, non può fare a meno di osservare che Andrea continua a far scorrere lo sguardo sul suo corpo. Una intrigante sensazione la avviluppa e le provoca un lungo brivido lungo la schiena, al che gira lo sguardo per non far scorgere il suo evidente turbamento, ma, in quel preciso istante, incrocia gli occhi di Tommaso che, a sua volta, la sta osservando con espressione incantata.
Sentirsi sotto lo sguardo di quei due maschi, le provoca una sensazione alquanto conturbante, che si trasforma in un certo senso di umido che va a bagnare la sottile stoffa dello string che le copre la figa. Il resto della serata è tutto un susseguirsi di brindisi ed allegria.
Quando decidono di andarsene, nel salutare Andrea, egli, rivolgendosi con fraterna amicizia a Franco, gli pone una domanda:
«Sei veramente sicuro che non abbiamo bisogno di queste due splendide ragazze, come nostre impiegate?»
Lui sorride, ma non riesce a dare una risposta, perché immediatamente, alle spalle delle due femmine, si materializza Dario, che, abbracciandole, chiarisce ogni aspetto della questione.
«Non se ne parla proprio! Una è mia figlia ed ha già un lavoro che la rende felice, l’altra, se un giorno deciderò di andare in pensione, dovrà collaborare con lei, come socia dello studio. Mi dispiace per voi, ma queste due bellezze le ho coltivate io e non intendo permettere a nessuno di portarmele via».
Scoppia una risata generale, poi salutano e se ne vanno. Mentre stanno tornando a casa, Silvia commenta, insieme a Luca, gli eventi della cerimonia.
«È stata una bella cerimonia; sono stata molto felice per aver conosciuto un bell’uomo, come Andrea».
Anche Luca è soddisfatto di questa considerazione e racconta a Silvia che, nel suo ambiente, si dice che è divorziato da oltre dieci anni. Da allora, sono circolate molte voci, che gli attribuivano varie storie con donne molto belle, ma, nessuno di quei pettegolezzi ha mai trovato conferma.
Guarda Silvia ed entrambi hanno la sensazione che questo incontro possa, in qualche modo, influire sul loro futuro. Per circa una ventina di giorni, il lavoro assorbe Luca e Marco. I due sono molto contenti, perché la presenza della filiale, in quel nuovo centro commerciale, è un vero successo.
Il sabato sera, mentre sono seduti in pizzeria, Marco e Lucia, dopo essersi scambiati una fugace occhiata, comunicano alla coppia di amici la loro intenzione di volersi sposare.
Immediatamente, sia Luca che Silvia li abbracciano e si congratulano con loro per la decisione presa. L’entusiasmo, però, viene un po’ smorzato da Marco, il quale precisa che, per prima cosa, sarà necessario trovare un’abitazione dove vivere, dopo le nozze
Hanno esaminato attentamente le varie zone della città e sono giunti alla conclusione che l’ideale, per loro, sarebbe di trovare un appartamento situato in una posizione strategica, che si trovasse a metà strada fra il lavoro di lui e quello di lei.
Hanno preso in considerazione varie possibilità, ma non sono giunti a trovare una soluzione che sia soddisfacente per entrambi.
Dopo l’episodio verificatosi a casa di Stefania, hanno stretto con Alberto un’amicizia che è diventata ogni giorno più forte, più intensa e anche molto coinvolgente. Questo li porta a stare insieme ogni volta che ne hanno la possibilità, anche senza necessariamente fare sesso; e in una di quelle occasioni, mentre si ritrovano seduti al tavolo di ristorante, la giovane coppia rende partecipe il loro amico della loro scelta. Alberto li abbraccia con evidente commozione e dice:
«Amici miei, sono immensamente felice che abbiate deciso di fare questo passo. Consideratemi a vostra disposizione per qualsiasi cosa sia necessaria per il raggiungimento di questo meraviglioso obiettivo.»
Come è avvenuto con Luca e Silvia, Marco spiega ad Alberto che l’unico vero problema è la ricerca di un appartamento dove vivere da sposati.
Spiega che non sono riusciti a trovare nulla alla portata delle loro risorse economiche. Ne consegue che, prima di stabilire la data delle nozze, dovranno impegnarsi a fondo nella ricerca di una casa, che sia più vicino possibile ai loro posti di lavoro. Alberto resta un attimo in silenzio, poi suggerisce la soluzione al loro problema:
«Non avete bisogno di cercare nessuna casa! Ho io per voi la soluzione che risolve tutti i vostri problemi. Venite ad abitare nella mia villa, che è immensamente grande, e terribilmente vuota. Ci sono tre camere matrimoniali, di cui due hanno il bagno privato in camera e un armadio a muro; poi ci sono altre due camere un po’ più piccoline, con un altro bagno; insomma di spazio ve n'è più che a sufficienza».
I due si guardano un attimo stupiti, poi obiettano che non vogliono assolutamente arrecare nessun disturbo alla sua privacy. Inoltre sono certi che le loro risorse sono insufficienti per pagare un affitto adeguato.
Alberto li guarda sorpreso e spiega che non c’è assolutamente nessun disturbo e che, soprattutto, non dovranno pagare nessun tipo di affitto.
«Pensateci bene, non mi date una risposta ora, ma venite domenica pomeriggio a casa, venite a vedere la mia villa, dal momento che nessuno di voi due è mai stato nella mia proprietà. Una volta che avrete esaminato quanto ho da offrirvi, prenderete la vostra decisione, ma fino a quel momento, riflettete sulla mia proposta».
Nei giorni seguenti, i due futuri sposi cercano di analizzare ogni singolo aspetto di quell’offerta. Il sabato successivo, mentre sono in compagnia di Luca e Silvia, ne parlano anche con loro. I due amici restano stupiti dalla loro titubanza e cercano di capire quale sia il reale problema. Così Marco spiega il motivo della sua indecisione:
«Come offerta è veramente unica e irripetibile, ma noi non vorremmo essere di impiccio per nessuno, e poi è da considerare anche un’altra circostanza: oggi siamo amici, con Alberto c’è una sintonia stupenda, ma cosa potrebbe succedere se questa armonia, un giorno, dovesse guastarsi? Ci ritroveremo senza una casa e questo è in pratica ciò che più ci preoccupa».
Silvia, dopo aver guardato un attimo Luca, spiega al suo amico che, per il momento, non deve assolutamente fasciarsi la testa prima che sia rotta.
Alberto sembra essere una persona sincera e affidabile, in ogni caso se quel problema dovesse sussistere, lo affronteranno al momento, quindi, per ora, accettare l’offerta appare come la cosa migliore.
Il giorno successivo la giovane coppia entra nella proprietà di Alberto. Immediatamente restano entrambi affascinati dalla bellezza di quella proprietà.
La villa è immensa, con un ampio parco perfettamente curato. La struttura è composta da un misto di mattoncini "a facciavista", pietra e legno d’ulivo, che è presente fra le piante del giardino.
Li accoglie a braccia aperte; mostra loro la casa e una delle camere matrimoniali è nuda, completamente da arredare. Era destinata a lui ma, non essendosi mai sposato, non è mai stata arredata. Mostra il resto della casa, tra cui diverse altre stanze, che possono essere adibite a qualsiasi cosa si voglia, poi si ritrovano seduti sul salone, dove lui chiede ai suoi amici se sono soddisfatti di quello che hanno visto.
Marco tiene il capo chino e, con un filo di voce, senza incrociare lo sguardo dell'amico, espone il suo pensiero:
«Una casa bellissima, sicuramente sarebbe bello vivere qui, ma siamo convinti di apparire imprudenti ad accettare una simile proposta: non vorremmo, domani, trovarci in difficoltà».
Alberto lo lascia parlare, poi insistendo garbatamente, riesce a farsi dire quale sia la reale preoccupazione dei suoi amici.
Intuita la loro paura, si alza dal tavolo, raggiunge una delle camere più piccole, adibita a studio e, poco dopo, ritorna con in mano dei fogli che sottopone all’attenzione dei suoi amici.
«Da quando vi ho conosciuto e, soprattutto, da quando tu Marco mi hai concesso il privilegio di godere del corpo di Lucia, io sono, sì rimasto affascinato da lei, ma anche da entrambi. Lei per me rappresenta la donna che ho sempre desiderato, di cui mi sarei voluto innamorare e vivere con lei tutta la vita. Non mi fraintendere, amico mio, questo non significa in nessun modo che intendo rubarti la donna, ma, al contrario, di desiderare la sua felicità, cosa che comporta il fatto che lei sia sposata con una persona giovane come te, che la rende felice e, soprattutto, che le conceda il piacere di potersi stringere fra le mie braccia, di godere insieme a me e te, il piacere che siamo in grado di farle provare: ho notato, sai, il piacere che provi quando lei gode fra le mie braccia. Nello stesso tempo, ti sembrerà strano, ma provo lo stesso piacere mentre vi guardo e tu la fai godere. In quel preciso istante io godo nel vedere la donna che amo, essere posseduta da un altro uomo che la fa godere immensamente e questo mi regala le stesse emozioni che provi tu, quando io la scopo. È una questione che non so spiegarti, ma si tratta di un piacere che non avevo mai provato e di cui non vorrei privarmi, per il resto della mia vita.
Questo che ti mostro è un contratto, il cui contenuto, se lo condividete, domani pomeriggio lo sottoscriveremo in presenza di un notaio, mio amico, per poi farlo registrare. C’è scritto che io cedo l’intera proprietà a voi due, mentre riservo per me soltanto l’usufrutto dell’immobile. Una volta divenuti proprietari, nessuno potrà mai costringervi ad andarvene, mentre io, essendo l’usufruttuario, posso sempre decidere se vivere o non vivere qui con voi; perciò potete accettare tranquillamente la mia offerta e pensare con serenità al vostro futuro».
I due restano sbalorditi da una simile proposta: Lucia si alza in piedi con le lacrime agli occhi, lo abbraccia stringendolo forte e sente qualcosa premere contro il suo ventre, indice che Alberto, nel tenerla stretta, si è eccitato. Anche Marco si alza in piedi ed anche lui ha le lacrime agli occhi per la gioia che prova e, soprattutto, vedere la sua donna di nuovo stretta fra le braccia di quell'amico, gli provoca un’improvvisa erezione che lui appoggia sulle natiche di Lucia, stringendola in un contatto a sandwich.
Tutti e tre, tenendosi abbracciati, vanno in camera da letto, dove i due maschi fanno impazzire di piacere quella ragazza, che gode nel sentirsi possedere dalle due persone che ama alla follia.
Raggiunge orgasmi a profusione e, quando si rende conto che Alberto è in procinto di sborrare, per la prima volta gli chiede di farlo dentro di lei.
Fino a quel momento, ogni volta che loro tre avevano scopato, lui non le è mai venuto dentro la figa, ma sempre in bocca o sul suo corpo.
Alberto nel sentire quella richiesta, guarda per un attimo Marco, che annuisce e sorride, e poi chiede all’amico che, una volta che avrà riversato tutto il suo piacere dentro il ventre della sua donna, dovrà farsi da parte perché anche lui intende inondare quella fica già piena del suo sperma. Alberto la pompa a lungo, fin quando, ad un tratto, rimane immobile piantato dentro di lei e con un grido di puro piacere, le riversa dentro il corpo tutta la sua sborra, poi guarda l’amico e, in un attimo, si sfila, lasciando che lui prenda il suo posto. Rimane immobile a guardare Marco che ora sbatte, con impeto e furore, la fica di Lucia, da cui, ad ogni affondo, schizza fuori sia il piacere di lei, che gode a ripetizione, che quello di lui, precedentemente lì depositato, e che ora Marco, con un grido pazzesco, mischia con il suo, in un cocktail di umori impareggiabile. Dopo questo intenso momento, tutti e tre si abbracciano e si tengono stretti facendo progetti sul futuro.
Quando Dario viene a sapere dell’offerta di Alberto, per un attimo si mostra indeciso, ma è proprio Silvia, che lo prende in disparte e gli spiega come stanno realmente le cose.
«Dopo quella domenica, a casa di Stefania, fra Marco, Lucia e Alberto, l’amicizia si è trasformata in un sentimento più che amicale. Adesso che i due fidanzati fanno progetti per il loro matrimonio, Alberto gli ha chiesto di esser parte della loro vita. Il ruolo, che lui ha all’interno della coppia, soddisfa entrambi, quindi vogliono accettarlo e condividere il piacere che quel triangolo offrirà ad ogni singolo componente».
Dario sorride e chiede se anche lei sarebbe disposta ad avere una simile combinazione sentimentale.
Lei ci riflette un attimo, lo guarda, e poi risponde.
«Con la persona giusta, sarei disposta a farlo anch'io».
22
2
3 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 1 settimana fa -
Inconsapevolmente cornuti.le prime corna
Mentre le ragazze erano in cucina, a farsi raccontare da Stefania tutto quello che era successo durante il viaggio di nozze, fuori i quattro maschi parlavano liberamente fra di loro di quanto era successo in questi ultimi tempi.
Il primo fra di loro, a raccontare le sue impressioni, era stato Luigi.
La sera delle nozze, mentre si recavano all’aeroporto dentro la vettura guidata da Alberto, lui aveva dormito a lungo in maniera profonda. Quando si è ritrovato disteso sul letto, in uno strano di dormiveglia, gli era sembrato che la sua donna, che aveva sposato poche ore prima, si stesse facendo scopare da un altro uomo. Era così confuso e intontito dall’alcol, che tutto gli sembrava alquanto strano, ed era anche dubbioso sul fatto che questo fosse realmente accaduto.
Poi il sonno aveva avuto di nuovo il sopravvento su di lui.
Alle prime luci dell’alba, prima del suono della sveglia, aveva aperto gli occhi, si era girato ed aveva guardato la sua donna da vicino, notando fra i capelli, sul lato della guancia, delle strane macchie bianche.
Dopo averle annusate e assaggiate, portandole alle labbra, si era reso conto che doveva essere dello sperma essiccato. Per un attimo aveva pensato che, forse, quelle immagini confuse che aveva visto la sera prima erano reali e non frutto dei fumi dell’alcol.
Per un attimo aveva avvertito come un forte dolore, una rabbia quasi indescrivibile, nel constatare che la sua donna lo aveva tradito con un altro. Dentro di sé, era emersa prepotente una domanda: da quanto tempo Stefania si faceva sbattere da Alberto?
Allora si è alzato, è andato in bagno, mentre ripensava alla faccenda, ha avuto un'improvvisa e tremenda erezione. Da questo era giunto alla conclusione che, se Alberto aveva scopato sua moglie, lui ne era eccitato e ne era anche felice. Durante la permanenza in Giappone, non avevano avuto molto tempo per fare sesso, in quanto ogni volta che arrivava la sera erano particolarmente stanchi, ma, giunti a Bora Bora, le cose sono decisamente cambiate.
Subito si è reso conto che fra i suoi compagni di viaggio, in quella mini crociera, sia il capitano che Giorgio, erano particolarmente attratti dalla bellezza di Stefania, mentre lui era attratto dallo splendido culo della signora Eleonora, mentre della ragazza francese, apprezzava le splendide labbra carnose, ideali per succhiare un membro.
Si era reso conto che l’idea che Giorgio, essendo molto più dotato di lui, avrebbe potuto far godere Stefania molto di più, gli procurava una forte erezione, quindi, aveva fatto in modo che i due avessero, praticamente, campo libero, in quanto aveva notato che anche a lei, la dotazione extra di lui, non era passata inosservata.
Sembrava che tutto fosse destinato a rimanere un sogno, che lo eccitava in una maniera incredibile, portandolo a scopare Stefania in maniera quasi furiosa, fin quando una sera, ormeggiati in un piccolo e deserto atollo, ha finto, dopo cena, di esser ubriaco e di voler tornare a bordo.
Il suo barcollare ha attirato l’attenzione sia di sua moglie che di Giorgio, che si è prestato ad aiutarlo a tornare a bordo.
Una volta sul letto ha finto di dormire, così, quando Giorgio e sua moglie sono saliti di nuovo sul ponte, lui li ha seguiti in silenzio.
Stava per uscire fuori, quando Giorgio si è girato e lo ha notato; allora lui gli ha fatto un cenno, sia con le mani che con il capo, di osare con Stefania.
Quando ha visto sua moglie inginocchiarsi e iniziare a succhiare quello splendido membro, ha avuto una erezione così forte, che ha iniziato a segarsi. Quando Giorgio ha iniziato a scopare Stefania, lui è emerso dal suo nascondiglio, si è messo accanto a lei e gli ha succhiato il cazzo, facendolo venire.
È stato un orgasmo sconvolgente, che l’ha svuotato, sfinito e lasciato privo di ogni energia. Si è seduto ed ha continuato ad ammirare quel magnifico toro che sfondava sua moglie, facendola godere in maniera incredibile.
Al culmine del suo godimento, Giorgio le ha riversato in faccia tutto il suo sperma per poi andarsene, lasciandoli soli.
In quel momento ha avvertito forte il desiderio di possedere il corpo della sua donna, cosa che ha fatto, appena tornati in cabina.
Scopare Stefania, dopo il passaggio di Giorgio, era stato qualcosa di incredibilmente delizioso e, nello stesso tempo, sconvolgente.
Era talmente aperta che quasi non riusciva a sentire le pareti della sua fica; la sentiva tanto slabbrata e dilatata e questo, anziché essere un problema, si è rivelato essere uno stimolo enorme per portarlo ad avere un orgasmo ancora più abbondante.
Sia Alberto, che Luca e Matteo, hanno ascoltato Luigi parlare in silenzio, ma quando stavano per chiedere ulteriori dettagli, di punto in bianco sono comparse le donne, che portavano vassoi con stuzzichini e bevande.
Per un lungo istante tutti sono rimasti in silenzio, mangiando e sorseggiando dei drink, poi Marco si è alzato in piedi e, con il calice in mano, ha proposto un brindisi:
«Voglio dedicare tre brindisi: il primo a Stefania, che ha meravigliosamente reso cornuto e felice, il mio caro amico Luigi, nello stesso giorno delle nozze, un primato difficile da battere. Voglio anche brindare, alla mia Lucia che, spero a breve, possa diventare mia moglie e quindi regalarmi, a sua volta, delle emozioni così forti. Purtroppo ho il rammarico di non averla vista all’opera, mentre inginocchiata sulla torre, succhiava il cazzo al nostro amico Alberto. Infine voglio anche brindare a Silvia che, spero, renda il mio amico Luca un marito cornuto e felice, come spero di divenire presto anch’io».
Tutti sollevano il calice e brindano compiaciuti, poi Alberto solleva anche lui il calice e ricambia il brindisi.
«Anch’io voglio brindare a queste tre splendide femmine, che sono qui davanti. Sono felice di sapere che Luigi ha apprezzato il fatto che, la prima notte di nozze, ho scopato sua moglie, anche se non nella maniera totale e profonda come mi sarebbe piaciuto, ma, in ogni caso, è stato un momento di puro e intenso piacere. Ho anche piacere nel sapere che anche Silvia è sulla buona strada per rendere cornuto, a tempo debito, il suo amore Luca e, per quanto riguarda Marco, che considero un amico, se vuoi, possiamo rimediare subito al piacere che non hai provato, quando io e Lucia eravamo in cima alla torre.»
Tutti bevono, poi, Marco si gira verso Lucia, che lo guarda con occhi carichi di desiderio. I due si scambiano un'occhiata complice, poi Marco si volta verso Alberto e, con un cenno della mano, lo invita ad avvicinarsi alla sua donna. Alberto si alza in piedi, fa due passi e si avvicina al lettino dove è seduta Lucia, poi, con un gesto semplice, abbassa il costume che indossa, mettendo subito in mostra uno splendido membro, non del tutto eretto, che Lucia, senza alcuna remora, afferra con la mano e lo porta direttamente alla bocca.
Nel silenzio più assoluto, lei esegue uno stupendo pompino ad Alberto, che geme nel sentire quella bocca calda e vogliosa di giocare con il suo membro che, da quel preciso istante, è divenuto magnificamente eretto e duro.
«Sei meravigliosa! Ho desiderato le tue labbra, fin dalla prima volta che ti ho visto, cioè da quando venivi, insieme a Stefania, in ufficio a trovare suo padre. Ho soffocato dentro di me, per tanti anni, il desiderio di avere il tuo corpo, ma vederti al matrimonio, così bella e desiderabile, mi ha fatto letteralmente impazzire».
Silvia è seduta vicino a Luca, mentre Luigi ha già tirato fuori il cazzo e si sta segando lentamente, mentre guarda Lucia che sta succhiando Alberto.
Marco è rimasto immobile, poi, ad un tratto Alberto si gira e lo invita ad avvicinarsi.
«Marco, vieni qui vicino a me, vieni a vedere che splendida femmina stai per sposare. Guarda che meraviglia questa sua bocca mentre mi succhia il cazzo e se lo infila tutto in gola. Sono sicuro che sarai molto fiero di lei; ti assicuro che, per avere una femmina così nel mio letto, al mio fianco, darei dieci anni della mia vita.»
Marco lentamente si avvicina, si siede sullo stesso lettino dove ora è seduta Lucia, che continua, imperterrita, a leccare e succhiare quel membro bello e duro. Poi, si inginocchia davanti alla sua donna, la fa spostare e distendere parzialmente sul lettino.
Così, mentre Lucia continua succhiare il cazzo di Alberto, lui le apre le cosce e infila la lingua nel taglio della fica della sua donna, che ora è bagnata e fradicia di umori.
Un lungo gemito di piacere promana dalla sua bocca, che, in parte, viene soffocato da quel membro, tutto infilato fino in gola.
Alberto incita Marco a farla impazzire, ancora di più.
«Bravo! Continua a leccarla così! Falla impazzire! Dai... Marco, continua! Falla bagnare tantissimo che ho voglia di penetrarla fino in fondo».
Silvia è seduta vicino a Luca e nota che il suo uomo si è già eccitato nel vedere Lucia godere con Alberto; allora allunga una mano, afferra con decisione il membro del suo ragazzo e lo sega lentamente, mentre, dentro di sé, immagina il piacere che proverà anche lui, quando lei sarà fra le braccia di Roberto.
Luigi accarezza sua moglie da dietro, mentre osserva quella scena erotica che si svolge a pochi passi da loro.
Marco, dopo aver leccato abbondantemente Lucia, solleva lo sguardo, incrocia quello estasiato della sua donna che, sfilato il membro dalla bocca, gli sorride e gli fa un cenno d’assenso con il capo.
Marco si sposta e lascia il posto ad Alberto, che si inginocchia fra le gambe di Lucia e, dopo aver appoggiato la punta di quel palo duro e nodoso, lo spinge con decisione tutto dentro di lei.
Marco solleva le gambe di Lucia per agevolare l’introduzione; lei inarca il corpo e prende a gemere di piacere, mentre tutto il corpo viene scosso da ogni affondo. Alberto la scopa con calma, facendole assaporare lentamente il membro che la sta penetrando. È un ritmo calmo e metodico, che non sfugge all’attenzione di Silvia, che subito comprende la diversità che c’è, dall’essere scopata da un ragazzo giovane, rispetto ad un uomo maturo.
Ripercorre con la mente il piacere provato fra le braccia di Dario, quando anche lui, con la stessa tecnica, calma e decisione, l'ha scopata come ora vede Alberto fare con l'amica.
Lucia esplode in un orgasmo lungo e prepotente, che la fa gemere sebbene avesse la bocca piena. Infatti Marco, dopo aver lasciato il posto ad Alberto, le ha di nuovo infilato in bocca il suo cazzo, che lei succhiava spingendolo il più possibile in fondo alla gola.
Alberto la scopa a lungo e con la lentezza di chi si gusta l'amplesso nella sua completezza. Dopo averle fatto provare ancora altri orgasmi, cambiano più volte posizione, fin quando Lucia viene penetrata da dietro da Alberto, che la pompa davanti agli occhi estasiati di Marco che, disteso sotto di lei, continua a leccarle la fica.
Il sesso di Lucia è stimolato dalla bocca di Marco, che indugia particolarmente su quella parte, mentre il pene di Alberto entra ed esce da lei, con forza e vigore, portandola nuovamente all'orgasmo.
Lucia freme e geme di piacere, sempre con la bocca piena il cazzo di Marco che, dopo averla sentita godere, con un grido soffocato le riversa in bocca tutto il suo piacere.
Lucia ingoia, aspira e ripulisce ogni singola stilla di piacere sgorgato dal membro del suo uomo, che continua a restare disteso sotto di lei per ben imprimere, nella propria mente, l'opera di Alberto, che adesso la pompa con ritmo accelerato, finché, con un grido, che sembra quello di un animale ferito, si sfila da lei e le schizza tutto il suo godimento sui glutei.
Un lungo rivolo di sborra cola lungo il solco e passa fra le labbra della fica, ancora aperta e dilatata, per poi colare direttamente nella bocca di Marco, che è rimasto immobile sotto di lei, in attesa di quel momento; ora lecca e assapora, direttamente dalla fica della sua donna, il cocktail di umori che detiene sul corpo. Nello stesso istante in cui loro raggiungono il piacere, anche Luca, eccitato da quello che ha visto, schizza tutto il suo seme sulla mano di Silvia, che lo ha proseguito a segarlo, mentre continuava a guardare quei tre corpi, intenti a darsi piacere.
Anche Luigi, eccitato dalla performance, spiccatamente erotica, che si è svolta a breve distanza da lui, non resiste; si solleva in piedi, presenta il suo cazzo davanti alla bocca di Stefania, che lo accoglie e ne assapora il piacere che lui le riversa direttamente in bocca.
Per un lungo istante tutti restano in silenzio, poi è Stefania che prende ad applaudire compiaciuta, e immediatamente imitata da tutti gli altri.
«Bravissimi! Meravigliosi! Alberto hai dimostrato di esser veramente un toro!
Tu, Lucia, sei veramente una forza della natura! Una giovane vogliosa di sesso, che sicuramente, da questo momento in poi, regalerà al suo uomo tutto il piacere che il gioco, appena iniziato, sarà in grado di donarvi».
Lucia si sposta, si siede sul lettino e viene baciata da Marco, con il quale condivide il sapore degli umori che lui ha leccato, mentre colavano fra le sue cosce. Lo abbraccia lo stringe forte a sé, con occhi carichi di lacrime di gioia. Alberto, dopo un attimo di contemplazione, si aggrega a quell’abbraccio, anch'egli molto emozionato.
«Vi adoro! State rappresentando l'apoteosi dell'amore. Tu, Lucia, sei la donna, che mi sarebbe piaciuto incontrare in questa mia vita. Marco, tesoro mio, spero per te, che le emozioni che abbiamo appena vissuto, siano solo le prime di tante altre, che mi piacerebbe vivere insieme a voi due. Vi amo! Vi adoro! Se vorrete, da oggi completerete la mia vita!»
Tutti e tre si stringono in un forte abbraccio, con occhi carichi di lacrime di gioia, poi, sollevati di nuovo i calici, brindano a questa nuova ed intima amicizia, destinata a durare nel tempo.
Dopo questo idilliaco momento, trascorrono il resto della giornata in allegria e piacevolezze varie; solo Luca, mentre rimira la sua donna ridere e scherzare, dentro di sé prova un velo di malinconia, per dover ancora aspettare quell’attimo di piacere che ha scorto negli occhi del suo amico, quando Alberto, con forza e decisione ha scopato Lucia, sotto i suoi occhi, per poi ricoprirla di sborra.
La sua mente gli fornisce immagini della sua Silvia nella stessa condizione e, questo, gli provoca una immediata erezione, che lui nasconde, chiudendosi in bagno. Quel pensiero impudico, ma di una forza tremenda, gli provoca un orgasmo immediato.
All’inizio della settimana seguente, Silvia riceve la telefonata di Roberto, che la invita a cena, lasciando intendere un seguito della serata molto piccante.
Lei accetta con entusiasmo, ma chiede, come condizione ineludibile, la presenza di Luca.
Roberto rimane indeciso per un breve momento, poi accetta e fissano un appuntamento per il venerdì successivo.
Il giorno dopo questa telefonata, a metà della mattina del mercoledì, Roberto resta vittima di un incidente, in cui rimane ucciso.
La triste notizia lascia tutta la città sconvolta, perché egli, in qualità di vicepresidente della regione, era molto conosciuto e benvoluto da tutti.
Anche Silvia e Luca ne restano profondamente addolorati; in particolare Luca, che informato da Silvia della imminente serata, in cui lui, finalmente, avrebbe visto la sua donna fra le braccia di un altro, ora vede sfumare quel progetto.
Per circa una decina di giorni, sono tutti molto tristi per quanto avvenuto, poi è Dario che, avendo osservato attentamente Silvia, decide che è giunto il momento di scuotere la ragazza dal torpore in cui è caduta, dopo la notizia della perdita di Roberto.
In un momento in cui sono soli in ufficio, Dario la avvicina e le comunica che è giunto il momento di provvedere al trasferimento di Luca.
Silvia lo guarda dritto negli occhi e, dopo un attimo di riflessione, con un sorriso, che Dario non vedeva da giorni, gli dice di sentirsi pronta, pregandolo di organizzare tutto nei minimi dettagli.
Le due sere più adatte, sono il mercoledì o il venerdì, cioè quando Luca e Marco, giocano a calcetto e lei, di solito, esce con qualche amica.
Il giorno dopo, Dario informa Silvia di tenersi libera per il mercoledì sera, in quanto, insieme andranno a cena con Franco.
Il mercoledì pomeriggio, Silvia chiede a Dario di inventare un pretesto per poterla far allontanare dall’ufficio per un paio d'ore, tempo occorrente per recarsi dall’estetista ed essere in perfetta forma fisica per la serata.
Quando Dario passa a prenderla davanti casa, rimane folgorato dalla bellezza della ragazza che si trova davanti.
Silvia, indossa un abito molto leggero, color salmone chiaro, che mette in risalto i suoi capelli neri e che le arriva a metà coscia. Ai piedi calza dei sandali, con tacco 12, che le mettono in evidenza il suo splendido culo a mandolino, ben fasciato dalla stoffa del vestito che, sul davanti, presenta un’ampia scollatura, sotto cui si intravedono i suoi splendidi seni, completamente liberi da qualsiasi costrizione.
Dopo, circa una ventina di minuti, raggiungono un piccolo agriturismo, in mezzo alla campagna fuori città, dove, ad attenderli, c’è Franco.
Quando Silvia lo vede, viene assalita dalla delusione.
Davanti a lei c’è un uomo che è l’esatto opposto di Dario.
Molto più basso, pancetta abbastanza pronunciata, quasi calvo, con le mani grassocce, dalle dita corte e tozze.
Egli, invece, rimane piacevolmente colpito dalla bellezza di Silvia e le esprime il suo compiacimento, gratificandola di molti complimenti.
Dopo pochi minuti che sono seduti a tavola, Silvia ha modo di ricredersi sulla prima impressione ricevuta dalla persona che ha davanti.
Franco non sarà certo un uomo dall’aspetto imponente e autoritario, come lo è Dario, ma si rivela, fin da subito, essere una persona molto aperta e simpaticissima, dall’ironia a volte pungente, ma, nello stesso tempo, carico di una certa dose di umiltà, che la fa sentire al centro della sua attenzione.
La cena si svolge in maniera simpatica e divertente, dove l’allegria e la simpatia di Franco primeggia in ogni occasione della serata.
Ad un tratto Dario, con la scusa di andare in bagno, li lascia soli e Franco, invitandola a sorseggiare un po’ di vino, divenuto serio, le parla con voce calma, ma dal tono deciso:
«Quando Dario mi ha parlato di te, per un attimo ho pensato che fossi una delle tante puttanelle, disposte ad inginocchiarsi davanti a chiunque, pur di avere dei benefici. Invece prendo atto che sono davanti ad una persona infinitamente simpatica, colta ed intelligente, che ha saputo, in tutto e per tutto, conquistare la mia simpatia, dimostrando di essere una donna stupenda, capace di avere il mondo ai sui piedi. Per quanto riguarda il tuo fidanzato, fin dalla prossima settimana, quando faremo l’inaugurazione della nuova filiale presso il centro commerciale sarà trasferito insieme Marco. Per questo mio interessamento, non voglio alcun compenso; mi basta un semplice 'grazie'.
Non posso non riconoscere che sarebbe bellissimo giacere fra le tue braccia, godere del tuo corpo e assaporare il tuo piacere, ma c’è una cosa, che questa sera ho notato, tu, per il mio amico Dario, sei una persona speciale. A suo tempo, ebbi modo di vedere quanto dolore, abbia provato alla morte di sua moglie.
Da allora, non avevo più visto il suo sguardo vivo e attento nei confronti di una donna. Questa cosa mi ha davvero riempito il cuore di gioia e, quindi, non intendo affatto approfittare della situazione.»
Silvia lo guarda lusingata da quelle parole, gli sorride e, dopo averlo ringraziato, decide che, in qualche modo, vuole stuzzicarlo.
«Ti ringrazio anche a nome del mio fidanzato che, sicuramente, sarà molto felice di sapere del suo trasferimento. Anche per me Dario è speciale, ma questa sera sarò costretta, nel buio della mia camera, a masturbarmi ad occhi chiusi, immaginando quanto piacere avrei potuto avere da due splendidi maschi come voi.»
Franco la guarda un po’ colpito da quella frase, poi, sorridendo, le esprime il suo pensiero.
«Ti ringrazio della gentile offerta, molto più gradita soprattutto per il fatto che ti ho detto che non era assolutamente indispensabile. Se il mio amico, vorrà concedermi il piacere di condividere il tuo corpo con me, ne sarò estremamente felice».
Appena finito di parlare, Dario ritorna, si siede con loro e li guarda, cercando di capire quale sia la cosa che li rende entrambi estremamente felici.
Ora è Franco che si allontana per andare a pagare il conto, mentre Dario viene messo al corrente da Silvia di quanto lui le ha detto. Dario sorride, poi guarda Silvia e girando lo sguardo verso Franco, che sta parlando amicalmente con il proprietario, le risponde in maniera calma e tranquilla.
«Che gran porco! Purtroppo tu non lo conosci, ma lui è capace di fare questo ed altro.»
Silvia lo guarda incredula, senza capire a cosa vuol alludere Dario con quelle parole. Lui, sorseggia un po’ di vino, poi le spiega il suo pensiero.
«Franco è divorziato da oltre cinque anni; in tutto questo tempo, ogni volta che, come in quest’occasione, ha dovuto concedere qualche favore ad una donna, non l’ha mai costretta a giacere con lui, per ripagarsi del favore concesso. Ti ha detto esattamente che non hai nessun obbligo nei suoi confronti, perché sapeva bene che questo avrebbe fatto scattare in te il senso di gratitudine. In breve, lui preferisce avere nel letto una femmina pronta a godere, al contrario di una costretta a scopare. Ti basta riflettere un attimo, per capire la differenza. Naturalmente, puoi sempre lasciar perdere. Ti assicuro non muoverà un dito per indurti a cambiare la tua decisione, ma ti posso garantire, e parlo per esperienza vissuta, che se tu, questa sera accetti di stare insieme a noi due, vivrai un’esperienza assolutamente, indimenticabile».
Silvia annuisce e conferma la sua volontà di godere insieme a loro.
Circa un’ora dopo, sono nella casa di Franco, un magnifico appartamento nel centro storico della città.
Dopo aver sorseggiato un drink, Dario abbraccia Silvia da dietro e lei, appoggiando la testa all’indietro, si lascia baciare sul collo, mentre le mani di lui indugiano sui suoi seni.
Franco li osserva con il bicchiere in mano, poi si avvicina a sua volta e, dopo averla guardata negli occhi, la prende per mano e la porta in camera da letto, seguiti da Dario. Le indica il bagno, qualora lei ne avesse bisogno, e inizia a spogliarsi molto lentamente, imitato dal suo amico.
Silvia va in bagno, si concede una breve rinfrescata intima e, quando esce, li trova entrambi nudi, sdraiati sul letto, che l’aspettano a braccia aperte.
Impiega un attimo a denudarsi, poi si distende in mezzo ai due uomini, i cui membri, duri e tesi, attestano quanto desiderio ha instillato in loro.
Franco non è molto dotato, ma appena nella norma; questo, per un attimo, delude ancora Silvia, la quale, però, è costretta a ricredersi, ancora una volta, più in là. Ben presto, scopre che, se non ha una dotazione extra, è capace di farla impazzire, utilizzando le mani, ma soprattutto la bocca.
Nelle due ore successive, i due la scopano in maniera tanto intensa ed appagante, che lei, ben presto, perde il conto di quante volte ha raggiunto l'orgasmo fra le loro braccia. Alla fine, entrambi i maschi sono venuti due volte, sono riusciti a penetrarla in doppia, con Franco disteso sotto di lei e Dario le sfondava il culo, facendola urlare come una bestia.
Quando la serata finisce, mentre lei si sta rivestendo, Franco le si avvicina, l’abbraccia, la stringe forte, poi, con voce rotta dall’emozione, le esprime tutta la sua soddisfazione.
«Sei una femmina stupenda! Dario è un uomo fortunato ad avere il privilegio di godere del tuo corpo, ogni volta che ne ha voglia, ma, soprattutto, invidio il tuo uomo, che ogni notte può dormire con te ed aspirare tutta la femminilità che riesci ad esprimere. Questa sera, mi hai regalato un momento che, nella vita che mi resta, difficilmente riuscirò a dimenticare.
Sia ben chiaro che, se tu non avessi voluto che tutto questo avvenisse, io non ti avrei costretto in nessun modo. Ti ringrazio, e spero, se mai vi sarà ancora occasione, di poter inebriarmi ancora il tuo piacere, qualora tu decidessi di rendermene partecipe. Ti aspetto alla cerimonia di inaugurazione della filiale».
Mentre la riaccompagna casa, Dario le rivolge la parola, chiedendole quali impressioni abbia ricevuto nei confronti del suo amico.
Silvia, dopo una veloce riflessione, gli parla con voce calma, ma leggermente malinconica.
«È stata una serata bellissima; immaginavo che, se fra le tue braccia ero già impazzita di piacere, aver anche la presenza di Franco, avrei ottenuto un piacere doppio! Il mio unico rammarico è che, con la morte di Roberto, per Luca, in un certo senso, è sfumata l’occasione di vedermi goduta fra le braccia di un altro uomo, cosa che lui desidera da tempo e non vede l'ora che succeda.
Se la mia relazione con te deve restare segreta e, ovviamente non posso raccontargli di Franco, credo che dovrò approfittare di un altro momento per regalargli lo stesso piacere che lui ha visto negli occhi di Marco quando, la domenica che siamo stati a casa di Stefania, Lucia si è fatta scopare da Alberto, sotto lo sguardo estasiato del suo partner».
Il sabato successivo, tutti e quattro escono a cena assieme: Marco e Luca comunicano, alle rispettive donne, che la prossima settimana saranno insieme trasferiti, nella nuova sede che verrà inaugurata in un'altra zona commerciale. L’evento segnerà, in qualche modo, l’inizio del loro lungo cammino sul sentiero della trasgressione.
24
2
3 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 1 settimana fa -
Inconsapevolmente cornuti. nuove consapevolezze.
In questo ennesimo capitolo della storia di queste due coppie prende forma la nova intrigante verità.xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxIl giorno successivo, quando di nuovo si trova faccia a faccia con Dario, il suo comportamento è esattamente uguale a quello di sempre, non tradisce nessuna emozione, nulla nel suo comportamento che possa in qualche modo fare immaginare quello che è successo fra di loro. Nemmeno Silvia ha un comportamento diverso dal solito; solo un messaggio, sul suo cellulare da parte di Luca, le fa, in qualche modo, ricordare il piacere che ha provato la sera precedente.Lavorano fino al tardo pomeriggio, quando poi è Dario stesso che, uscendo dal suo ufficio, ordina a tutti di andare a casa.«Basta così per oggi! Abbiamo fatto abbastanza, e non possiamo finire tutto. Quindi basta... ci vediamo lunedì.»Silvia però, è intenta a completare il lavoro che l'ha tenuta impegnata il giorno precedente, quindi invita tutti quanti ad andarsene, perché lei vuole in ogni caso finire quella pratica che l'ha impegnata tanto a fondo.Per circa un’ora è sola nell’ufficio, intenta al suo lavoro, fin quando non squilla il telefono: è Dario che si informa di come stiano procedendo le cose.«Ciao, sei riuscita a finire quel lavoro che ti ha impegnato tanto?»Sentire la sua voce, le provoca un brivido lungo la schiena. Dopo aver dato la conferma che il lavoro è completamente finito, rimane un attimo in silenzio, quasi a cercare le parole, per spiegare a quell’uomo che, a vederlo oggi, dopo aver goduto così tanto fra le sue braccia, gli ha procurato, per un attimo, un brivido di piacere.Anch'egli è rimasto in silenzio, poi, le chiede in che modo tornerà a casa.Lei gli spiega che questa mattina è venuta insieme a Luca e Marco, e che è rimasta d’accordo con lui che, quando avrebbe finito di lavorare, sarebbe passato a prenderla per riportarla a casa, dove questa sera si sarebbero trovati insieme a Lucia e Marco per vedere un film in Vhs, che Marco ha trovato casualmente in casa sua.Dario lascia passare ancora qualche secondo in silenzio, poi le chiede, se è riuscita a dormire in maniera tranquilla e rilassata.Silvia fa un lungo sospiro, poi con voce carica di desiderio, gli racconta di come questa mattina, appena se lo è trovato davanti, avrebbe voluto stringersi fra le sue braccia.Ad un tratto la porta dell’ufficio si apre, lei se lo trova davanti, in piedi, in silenzio, che la guarda con occhi carichi di desiderio.Silvia scatta in piedi, lo raggiunge, lo abbraccia e lo bacia con passione.Le loro mani sembrano impazzite; accarezzano reciprocamente i loro corpi che, ora, fremono dal desiderio di godersi ancora l'un l'altra.Inginocchiata davanti a lui, gli estrae quel meraviglioso palo di carne, che, la sera prima, l’ha fatta godere così tanto; lo prende in bocca, lo succhia facendo gemere l’uomo, che le appoggia una mano sul capo ed asseconda il ritmo della pompa. Dopo aver gustato, per alcuni minuti, il piacere di quelle labbra carnose e di quella bocca avida e vogliosa, Dario la prende per le spalle, la fa sollevare, la gira, l’appoggia al muro e le solleva il tessuto della minigonna; spostato il filo dello string, incastrato fra le sue natiche, la penetra molto lentamente, facendole assaporare quella penetrazione tanto desiderata.Silvia è così bagnata, che lo sento scivolare dentro di sé, fin a raggiungerle in fondo alla vagina. La forza, con cui è presa, la costringe ad appoggiarsi con le mani al muro, giusto per reggere la vigorosa spinta di quella monta.Come la sera precedente, egli la scopa con calma, tenendole una mano sul fianco, mentre l’altra è appoggiata alla spalla.Silvia si sente prigioniera, inchiodata al muro da quel perno di carne che le sfonda il ventre con un ritmo lento, ma cadenzato, che le arriva in fondo, le scava il corpo, le provoca scariche di piacere, che dalla mente raggiungono la sua intimità.Mentre la scopa, Dario ad un tratto allunga la mano sinistra e, dalla spalla, la porta fin davanti alla faccia di Silvia e le infila due dita in bocca.«Succhia, immagina di avere un altro cazzo che ora ti riempie la bocca!»Questa fantasia, scatena l’immensa libidine di Silvia, che risponde a quella provocazione con un orgasmo forte e intenso, tanto che lui è costretto a sorreggerla, perché le sue gambe, in preda al piacere, stavano per cedere.Dopo averla sentita godere, Dario lascia che lei si accasci in ginocchio davanti a lui e le infila di nuovo il cazzo in bocca.Silvia lo lecca un po’, poi, prima di farlo venire, solleva lo sguardo e aiutata da lui, si rialza in piedi, lo trascina vicino alla scrivania, dove lo fa sedere sulla sua poltroncina.Dario la scruta senza capire, mentre lei ora, preso il cellulare, chiama Luca e mette il telefono in vivavoce, e parla con il suo ragazzo.«Amore, io ho quasi finito, tu dove sei? Puoi passare a prendermi per accompagnarmi a casa?»Dario, rimasto in silenzio, la guarda senza capire, mentre lei, che gli ha fatto cenno di rimanere in silenzio, continua ad interagire con il suo fidanzato, che le spiega di essere all’altro capo della città e, con il traffico di quell’ora, impiegherà circa una trentina di minuti, per raggiungere il suo ufficio.Silvia, che ha non ha smesso di tenere in mano il cazzo di Dario, continuando a segarlo lentamente, solleva lo sguardo con occhi carichi di desiderio, e fa una strana richiesta al suo fidanzato.«Se ci vuole tutto questo tempo per arrivare al mio ufficio, vuol dire che ti faccio compagnia, così, mentre guidi utilizzando il vivavoce, mi racconti come hai passato la notte, dopo aver letto il messaggio che ti ha inviato ieri sera».Dario la guarda ancora senza capire, ma è molto incuriosito da quello strano gioco; così lascia alla ragazza libertà di movimento.Luca, dopo essere salito in auto, inizia a raccontare a lei, che ha di nuovo aperto la bocca per infilarsi dentro l’uccello di Dario, ne ascolta la voce di lui che le perviene attraverso il telefono.«Quando ieri sera sono tornato a casa, ho salutato i miei genitori, e, stanco, me ne sono andato a letto. Solo in quel momento ho letto il tuo messaggio ed immediatamente ho avuto una erezione incredibile. Lo avevo così duro che quasi mi faceva male; ho chiuso gli occhi ed ho immaginato te in compagnia di uno splendido maschio, che durante la cena ti ha corteggiato e poi, finito di cenare, ti ha portato nel suo appartamento, dove, dopo averti spogliato, ha iniziato ad accarezzarti il corpo completamente nudo. Ero così eccitato, che solo vagheggiando questa fantasia, mi ha portato immediatamente all’orgasmo; sono venuto con schizzi copiosi e lunghi sul mio petto. Sono rimasto diversi minuti in silenzio, praticamente senza fiato, da quanto quella fantasia mi ha sconvolto la mente.Dopo di che, mi sono ritrovato di nuovo con il cazzo ancora duro, per cui ho proseguito a masturbarmi, immaginando te che glielo prendevi in bocca».Silvia ha ascoltato insieme Dario ciò che Luca le ha raccontato, mentre proseguiva a succhiare l'uccello dell'uomo, facendolo impazzire di piacere, ma che non poteva esprimere per non tradire la sua presenza, in quel momento, nel suo ufficio.Poi si è girata verso il telefono e, con voce illanguidita, ha di nuovo parlato con Luca:«Le tue parole, amore mio, mi stanno facendo bagnare così tanto, che mentre tu parli, mi sto accarezzando, sono quasi prossima a godere pensando a te, che mi hai immaginata mentre facevo la puttana con un altro uomo. Non a caso ho provocato quella situazione, perché ieri ho ricevuto l’ennesima telefonata da parte di Roberto, che come sai, è impaziente di avermi fra le sue braccia. Dentro di me, ho fatto una riflessione, di cui ora voglio renderti partecipe. Quando, consapevolmente, mi ritroverò tra le braccia di Roberto, qualora non volesse la tua presenza, questo potrebbe diventare un problema, ma, da quello che mi hai raccontato e sapendo che stare con un altro per te potrebbe essere molto eccitante, mi rende tutto molto più facile. Ti amo da morire, mi sono eccitata molto nell'immaginare a segarti per me».Luca rimane un attimo in silenzio, poi le spiega che anche ora che sta raccontando quello che ha immaginato su di lei, impegnata a farsi sbattere da un altro maschio, lo sta eccitando in maniera tanto forte, che ha quasi la tentazione di accostare l’auto e masturbarsi furiosamente.Silvia nel sentire quelle parole gli chiede esattamente a che distanza è dal suo ufficio; lui, dopo un attimo di riflessione, le spiega che, al massimo, è ad una decina di minuti da lei.Silvia solleva lo sguardo, incrocia gli occhi di Dario, poi si rivolge di nuovo a Luca:«Amore mio, resisti! Aspetta di giungere in ufficio, dove io, appena entrato e inginocchiata davanti a te, ti farò uno dei miei succulenti pompini. Desidero tanto sentirmi riempire la bocca dal tuo piacere, quindi, ti prego, resisti».Luca la rassicura, dicendo che non vede l’ora di svuotarsi nella sua bocca. Silvia allora riprende a succhiare con forza il cazzo di Dario, segandolo con le mani, cercando di fargli raggiungere l’orgasmo.Dario, sconvolto da tutto quello che ha sentito, è eccitato in maniera superlativa. Ad un tratto resta immobile nella bocca di lei, che, improvvisamente, si trova a ricevere due ondate di seme bollente, che viene eruttato da quel cazzo che l'ha fatta impazzire.Lo succhia, pulisce e ingoia ogni singola goccia.Quando ha appena finito tutto questo, sente suonare il campanello della porta dell’ufficio. Si alza in piedi; invita Dario a ritornare nel suo ufficio e restare in silenzio, ad osservare lei che farà godere Luca in quella stessa bocca, dove lui ha appena riversato tutto il suo piacere.Luca entra, trova Silvia al centro della stanza, le si avvicina, e, immediatamente, lei, senza dire nulla, gli prende il cazzo in bocca, lo succhia con forza, facendolo sborrare velocemente.Luca emette un lungo gemito, mentre riversa nella sua gola tutto il piacere che sta provando. Dopo aver goduto, la solleva, la vorrebbe scopare, ma Silvia lo bacia in bocca, facendogli assaporare il suo stesso sapore e, inconsapevolmente anche quello di Dario, pur presente ancora fra le sue labbra, poi lo sprona ad andare, perché è tardi, e Marco e Lucia, a breve, saranno a casa sua.I due escono, Dario, che ha visto tutta la scena, si rende conto che Silvia, è come un diamante grezzo, che lui sicuramente provvederà a far brillare di luce propria. Quando giunge a casa sua, Silvia si infila velocemente sotto la doccia, perché quella sera, avendo la casa libera, vogliono gustarsi una videocassetta contenente un film in formato Vhs, che Marco ha trovato fra le videocassette di suo padre.Tutti sono curiosi di capire per quale motivo fosse così importante vedere quel film, ma lui, senza nemmeno rivelare il titolo, ha assicurato che sicuramente piacerà tutti.Consumano velocemente quattro pizze da asporto, poi, seduti tutti e quattro sul divano, Marco inserisce la videocassetta nel lettore, e quando parte il film, il titolo lascia gli altri tre alquanto stupiti: "La Chiave - Un film di Tinto Brass, con Stefania Sandrelli.Le immagini che seguono trattano la storia di un uomo che ama fotografare la moglie nuda, tra le coltri della propria alcova. Una volta eseguite le foto, come fare per svilupparle? Allora pensa bene di offrire il rullino ad un altro uomo, che ha competenza in quel settore. In buona sostanza egli trasmette ad un altro uomo le foto erotiche che scatta alla moglie mentre dorme, e lo fa per soddisfare il suo desiderio di esibirla e, sentirsi cornuto.Quando il film finisce, i due maschi sono talmente eccitati, che, senza perdersi d'animo, scopano le due donne sul divano. E sono tutti così eccitati, che ben presto raggiungono l'apice del piacere quasi insieme.Poi, la compagnia si scioglie, con l’impegno di vedersi il giorno dopo, a metà mattinata, per andare a trovare Stefania e Luigi, nella loro splendida villa con piscina.Silvia, distesa nel suo letto, insegue con la mente, l’attimo in cui ha goduto, mentre Luca la scopava, ancora eccitato per le scene del film, che, in qualche modo, riassume il suo desiderio di essere cornuto.Anche lei era ancora eccitata dal film, ma, a differenza di Luca, la cosa che la intrigava di più, consisteva nel fatto che la protagonista veniva esibita dal marito ad un altro maschio.La villa di Luigi e Stefania, è situata in un complesso molto particolare, e soprattutto estremamente esclusivo.È l’equivalente di un condominio, con 12 unità immobiliari, ma, a differenza di un fabbricato, il tutto è posto all’interno di un’area recintata e video sorvegliata, con accesso controllato da un vigilante, che identifica chiunque entri all’interno di quell’area riservata.Dopo essersi fatti identificare all’ingresso, i quattro ragazzi raggiungono la villa degli sposi. Quelle proprietà così esclusive, sono adagiate sul lato di una collina che domina la città.All’interno, le singole proprietà non hanno alcun tipo di identificazione, se non il numero della villetta. Quella degli sposi è la numero quattro, mentre al numero sei, vi abita Alberto.Ha ereditato questa proprietà dal padre e, insieme a Stefania, è titolare di uno studio associato di avvocati. Egli ed il padre di Stefania hanno fondato quello studio e, dopo la morte del padre, la ragazza ne ha preso il posto.Fra loro due, vi è una forte intesa, che si traduce in rilevanti risultati sul lavoro, che classificano quello studio come uno dei più affermati della città.Appena entrati all'interno della villa, trovano Luigi e Alberto seduti ai bordi della piscina, con Stefania che indossa un costume così esiguo, che nulla lascia all’immaginazione.Il seno scoperto e florido della ragazza, è in bella mostra, sotto gli occhi di tutti.I due ragazzi si scambiano un’occhiata compiaciuta, nel vedere tanta grazia ben ostentata, mentre Lucia è rimasta, per un breve attimo, stupita nel vedere Alberto. Stefania ha notato lo stupore, ma non ne conosce il motivo.«Finalmente! Credevo non sareste più venuti! Ragazzi, voi potete cambiarvi anche qui, mentre voi, amiche mie, venite con me, che andiamo a preparare qualche stuzzichino e dei drink da gustare a bordo piscina».Tutte e tre entrano direttamente in cucina, che ha un’ampia vetrata da cui si domina sia il giardino che la piscina, dove i ragazzi, scambiato qualche convenevole con gli altri due, si siedono a parlare animatamente fra loro. Stefania invece sorride compiaciuta alle amiche, che si stanno liberando dei loro indumenti, mettendo in mostra lo stesso modello di costume, Lucia rosso, mentre Silvia lo indossa bianco.Stefania sorride, e allungando lo sguardo fuori, le invita a fare sicuramente a meno della parte superiore. Poi apre il frigo, dove c’è tutto già pronto. Le ragazze si rendono conto che era tutta una scusa ideata per stare un po’ in disparte, a parlare fra loro. Stefania le scruta un attimo in faccia, mentre le ragazze, sono impazienti di sapere da lei tutto quello che di piccante era successo durante la sua luna di miele.«Mi è parso di vedere un certo stupore sul tuo viso quando, hai visto la presenza di Alberto. C’è forse qualcosa che non conosco, che ti infastidisce, se lui si è oggi unito alla nostra comitiva? Per me è tanto una brava persona, un carissimo amico, un socio, molto valido e, professionalmente, è veramente molto bravo.Lo conosco da tanti anni, praticamente mi ha visto nascere, crescere, e, se questo vi crea dei problemi, vorrei conoscerli».Lucia rimane un attimo in silenzio, è indecisa, ha quasi paura di rivelare quanto è successo al matrimonio della sua amica; poi dopo che si è girata verso Silvia, ricevendone un cenno d’assenso con il capo, racconta alla cugina quello che è successo con Alberto, in cima alla torre. Stefania non nasconde la sua meraviglia, poi, a mo' di rimprovero, le parla con un sorriso affettuoso.«Hai capito, sicché? La zoccoletta di mia cugina si è divertita con il mio socio, nonché amico di famiglia. Sono sicura, che lui avrà gradito, il piacere che gli hai fatto provare con quella splendida bocca da succhiacazzi che ritrovi. Mi stupisce che non ti abbia scopato, non è il tipo da lasciare le cose a metà».Lucia le spiega, che quella questione era solo stata rimandata a quando il lavoro in ufficio gli concederà una tregua. Silvia, abbraccia Stefania, poi chiede che sia lei a raccontare le sue avventure. Stefania sorseggia un po’ di aperitivo, poi, volgendo lo sguardo fuori e vedendo che i maschi sono tutti e quattro in piscina a ridere e scherzare fra loro, inizia il suo racconto.«La sera delle nozze Luigi era, come il tuo Marco, ubriaco fradicio, talmente sbronzo da non essere in grado di guidare la sua vettura fino all’hotel, situato nei pressi dell’aeroporto, da dove, la domenica, avremmo dovuto imbarcarci sul volo che ci avrebbe portato a passare la prima settimana di luna di miele a Tokio. Alberto, allora, si offre gentilmente di accompagnarci; io ho accettato volentieri, perché di lui mi fido, inoltre, quando gli ho detto che mi sarei sposata, lui, era rimasto un po’ sorpreso, perché, pur avendo tanti più anni di me, mi aveva fatto sempre sentire importante per lui.Avevo creduto che fosse dovuto al fatto che eravamo colleghi di lavoro, invece si era reso conto che, forse, svaniva per sempre l’idea che si era fatto di poter godere fra le mie braccia.La sua reazione mi aveva colto di sorpresa. Per tutto il viaggio fino all’aeroporto, Luigi, rimasto seduto sul sedile posteriore, mezzo addormentato, mentre io ero seduta davanti con Alberto, parlavo di quanto ero contenta per come si era svolta la cerimonia e di altre banalità.Giunti all’hotel, lui mi ha aiutato, insieme a personale dell'hotel, a portare in camera le nostre valigie e mettere Luigi disteso sul letto.Dopo che l’abbiamo spogliato, Alberto mi ha guardato e mi ha stretto forte al suo petto; solo in quel momento ho sentito forte il desiderio di alleviare il dispiacere che gli vedevo dipinto sul volto, per aver convolato a nozze.Allora, senza proferir parola, ho spinto il mio ventre contro il suo corpo, ho fatto aderire il mio bacino, spingendolo contro il suo pacco, che, in breve, ho sentito crescere fra le gambe.Mi sono abbassata, l’ho tirato fuori e mi sono trovata fra le mani un membro di ottime proporzioni, che ho iniziato a succhiare, leccare, facendolo gemere di piacere. Era sconvolgente, essere inginocchiata davanti a lui che stava in piedi a farselo succhiare, con mio marito disteso sul letto, accanto a noi.Quello strano gioco mi aveva eccitato in maniera incredibile; mi sentivo bagnare fra le cosce e lui, ad un tratto, mi ha sollevato e, dopo avermi fatto girare, mi ha fatto appoggiare le mani sul letto.Ero piegata con lui dietro di me; l’ho sentito sollevare la gonna, scostare il perizoma, poi con un affondo secco e deciso, mi è entrato tutto dentro fino in fondo. Ho sentito la mia fica riempita da quel nodoso randello di carne; egli mi stava penetrando fin dentro l’anima.Ho iniziato a godere, con lui che mi stantuffava con un ritmo forsennato, che mi ha portato, per ben due volte, a provare orgasmi molto intensi e forti, fin quando, d’improvviso, si è sfilato da me, mi ha fatto di nuovo inginocchiare davanti a lui e mi ha presentato la cappella davanti alle labbra.Ho immediatamente aperto la bocca ed ho ricevuto quattro potenti schizzi di seme che lui mi ha riversato in faccia e in bocca.Ho ingoiato, leccato, fino all’ultima goccia, quel nettare che sgorgava da quel membro stupendo. Quando anche l’ultima goccia è sparita nella mia bocca, lui mi ha sollevato e, guardandomi negli occhi, mi ha parlato con voce alquanto emozionata.“Ho sempre desiderato avere il tuo corpo, ma son contento che tu, questa sera, mi abbia lasciato assaporare il piacere della tua libidine. È stato un momento bellissimo, che rimarrà per sempre impresso nella mia mente, ma che, in ogni caso, non avrà mai più un seguito. Io continuerò ad ammirare e rispettare la tua bellezza, la tua intelligenza, senza mai interferire nella tua vita privata e, soprattutto, nel tuo matrimonio”.Mi ha stretto ancora una volta, con forza, fra le sue braccia, poi è andato via.Il giorno dopo mentre eravamo in volo, con destinazione Tokio, in un momento in cui Luigi si era assopito, ho ripensato alle sue parole, al piacere che in quel breve momento avevo provato nel sentirmi "puttana", che tradisce il proprio marito proprio la sera delle sue nozze.Non avvertivo rimorso, ma solo il profondo piacere che avevo provato in quel momento. Abbiamo passato la prima settimana a visitare Tokio e altre città del Giappone, poi un volo ci ha portato fino a Bora Bora.Appena sbarcati, abbiamo trovato una persona che ci stava aspettando, e ci ha fatto accomodare dentro un minibus, assieme ad altre due coppie; poi si è diretto al porto, dove siamo saliti su una barca con la quale avremmo fatto una mini crociera fra le varie isole dell’arcipelago.Lo yacht era molto bello, lussuoso ed accogliente e i nostri compagni di viaggio erano due coppie arrivate con noi in aereo.Una era una coppia francese, in luna di miele come noi. Lui si chiamava Gastone e lei Paulina: una bella coppia, simpatica e divertente, con lui con un bel fisico e ben dotato.L'altra coppia era inglese, molto più grandi di noi ed erano in viaggio per festeggiare le loro nozze d’argento.Giorgio, il marito era alto imponente, dal fisico asciutto e ben curato.Durante il viaggio abbiamo scoperto che era un capitano delle guardie che vigilano sulla sicurezza della regina d’Inghilterra.Sua moglie Eleonora, apparentemente un po’ più giovane di lui, aveva un fisico veramente invidiabile: alta, snella, un sedere magnificamente perfetto e con un seno di una buona terza misura, tondo da sembrare quasi scolpito da un chirurgo, mentre, in realtà, era completamente naturale.Dei maschi delle tre coppie, Giorgio, era decisamente il più dotato.Oltre a noi sei, a bordo, vi erano altre tre persone, che formavano l’equipaggio.Il capitano si chiamava Tanui, era alto e imponente, direi proprio massiccio, anche più di Giorgio, ma, nonostante la sua mole, non aveva un filo di grasso. Indossava, come gli altri due uomini, un semplice pareo annodato ai fianchi. Gli altri due erano, rispetto a lui, molto più esili, per non dire gracilini.Uno, il cuoco, dal nome impronunciabile, era completamente calvo, mentre l’altro, che tutti chiamavamo Tom, aveva i capelli corti, ma assolutamente ricci.Appena usciti dal porto, Paulina, ha chiesto al capitano se poteva prendere il sole in topless. Lui, dopo aver accennato un simpatico sorriso, ha risposto che potevamo anche metterci completamente nude, ma era obbligatorio coprirsi, ogni volta che saremmo entrati in qualche porticciolo.Immediatamente, sia la ragazza francese, che la signora inglese, si sono completamente denudate, mettendo ben in mostra le loro grazie più intime.Io ho guardato, solo per un attimo Luigi, che era rimasto folgorato dal fisico di Eleonora e, poi, mi sono denudata a mia volta.È apparso subito evidente che, nel confronto, se Eleonora aveva il seno più perfetto, quello di Paulina era il più piccolo, mentre il mio, con la mia splendida quarta misura, era decisamente quello che ha suscitato il maggior interesse, soprattutto da parte di Giorgio, che, con il capo, mi ha fatto un cenno d’assenso compiaciuto.Per i primi tre giorni abbiamo girato isole e isolette, poi la sera del giovedì, siamo entrati in un piccolo atollo, dove ci siamo ancorati in prossimità di una minuscola isola, dalla sabbia bianchissima ed un gruppetto di palme, davvero molto bella. Per scendere a riva, dalla barca era stata collocata una lunga passerella; mentre noi ci sentivamo affascinati dal meraviglioso tramonto, i tre dell’equipaggio hanno organizzato tutto quanto necessario per cenare su quella spiaggia meravigliosa. Abbiamo consumato una cena a base di pesce e dato fondo ad alcune bottiglie di vino.Appena sopraggiunta la notte, i membri dell’equipaggio hanno tolto i tavoli utilizzati per la cena e, al loro posto, hanno sistemato, per terra, un grosso braciere, all'interno del quale hanno acceso un falò.Poi hanno preso a diffondere della musica polinesiana.Tutti quanti ci siamo messi a ballare, anche se nessuno di noi conosceva bene i passi della danza. La cosa era decisamente allegra e divertente, soprattutto per Luigi, che aveva abbondantemente esagerato con il vino.La cosa divertente è stata quando ha iniziato a percorrere la passerella per voler tornare a bordo, rischiando, più volte, di cadere in acqua.Mi sono avvicinata a lui, cercando di sorreggerlo, ma non riuscivo a farlo in maniera consistente, per cui mi sono girata quasi a chiedere aiuto, ed ho trovato vicino a me Giorgio, che si è offerto e mi ha aiutato a riportarlo a bordo.Insieme siamo risaliti sulla barca, lo abbiamo messo a letto nella nostra cabina, dove lo abbiamo lasciato, per poi ritornare sul ponte.Quando siamo risaliti sul ponte, guardando verso la spiaggia, mi sono accorta, che, sia la signora inglese, che quella francese, erano di nuovo completamente nude; la stessa cosa avevano fatto anche tutti i tre membri dell’equipaggio. Quella strana danza, molto sensuale, decisamente intrigante, li aveva eccitati tutti; ben presto ogni donna si è ritrovata con più di un membro fra le mani.Io sono rimasta un attimo indecisa, se scendere di nuovo a terra, oppure tornare in cabina con Luigi. Improvvisamente ho sentito, dietro di me, il corpo di Giorgio, che premeva contro il mio e, soprattutto, la sua splendida dotazione in tiro, perfettamente incollata al mio corpo.Ho avvertito forte il desiderio di avere quel maschio, così mi sono girata, mi sono seduta su uno dei divanetti, l’ho preso in bocca, cercando di ingoiarne il più possibile.Per quanto fossi brava e ben disposta, non sono riuscita ad ingoiarne poco più della punta, da quanto quella mazza mi stava crescendo in bocca.Lui è rimasto in piedi immobile, lasciandomi gustare il piacere di tenere fra le labbra quel membro dalle dimensioni ragguardevoli. Poi si è inginocchiato davanti a me e, dopo avermi sciolto il pareo, si è trovato il mio corpo nudo disteso e disponibile.Ha sollevato le mie gambe, infilato la sua testa fra le mie cosce ed ha cominciato a leccarmi lungo il taglio della fica, facendomi giungere ad un primo orgasmo.Ha continuato con quella tecnica fin a quando non ho raggiunto il secondo orgasmo, a seguito del quale gli ho spruzzato in bocca tutto il mio piacere.Lui ha proseguito a raccogliere con la lingua, il nettare che sgorgava dalla mia vagina, poi, sollevandosi, ha appoggiato quella grossa cappella sul taglio del mio sesso esacerbato e, con due spinte decise, l’ha infilato tutto dentro.Mi sono sentita aprire, dilatare, nel mentre qualcosa di grosso mi penetrava fino in fondo. Ho spalancato la bocca, ma nessun suono è uscito dalle mie labbra, mentre un rumore mi ha distratto solo per un attimo.Mi son girata e, in piedi, davanti a me, appena di lato, c’era Luigi con il cazzo in mano, che mi guardava, con negli occhi, una concupiscenza senza fine.Ho allungato la mano, ho afferrato anche il suo membro e l’ho portato alla mia bocca. Mi sentivo piena del membro che mi stava sfondando tutta, mentre sentivo quello di Luigi scendere sempre più in profondità, dentro la mia gola.Ho goduto tantissimo, ma, questa volta, di un orgasmo a ripetizione, fin quando, improvvisamente, Luigi mi ha scaricato, direttamente in gola, tutto il suo piacere. Poi dopo che avevo ingoiato fino all’ultima goccia, si è spostato di lato, si è seduto accanto a me ed ha preso ad accarezzarmi il seno che sobbalzava sotto ogni affondo di Giorgio.Dopo un ennesimo orgasmo, Giorgio si è sfilato, mi ha fatto girare, inginocchiata e con la faccia rivolta verso la spiaggia. E' allora che ho visto le altre due femmine, alle prese, ognuna con i restanti maschi che le stavano scopando con impeto e passione.Giorgio, mi ha stretto per i fianchi, ha appoggiato il grosso randello sulla figa, lo ha spinto tutto dentro, da dietro. Inginocchiata sul divanetto, ho appoggiato le mani al bordo della barca per cercare di reggere gli scossoni del suo corpo contro il mio. Mi scopava così forte, che godevo nel sentire il mio corpo devastato da quella spranga di carne umana, che mi ha fatto godere ancora.Improvvisamente si è sfilato: ho subito sentito come un senso di vuoto, come se quell’arnese, grosso è devastante, fosse stato parte di me e strappato di punto in bianco.Mi sono di nuovo inginocchiata ai suoi piedi, con la testa appoggiata sul divanetto, ho ricevuto in faccia ed in bocca, tanti di quegli schizzi che non finivano più di inondarmi il viso, con quel seme bollente.Quando ha spremuto anche l’ultima goccia, ho sollevato una mano, l’ho afferrato e l’ho portato di nuovo in bocca, succhiando e leccando fino all’ultima goccia di quel nettare prelibato.Lui mi ha sorriso, si è compiaciuto di quanto piacere aveva provato nel fare sesso con me, poi ha imboccato la passerella ed è sceso a riva, dove ormai le grida di piacere di Eleonora riempivano l’aria, mentre il capitano e il ragazzo francese la stavano scopando in doppia.Sfinita, ho guardato Luigi, che mi ha sorriso compiaciuto, insieme, ci siamo rifugiati nella nostra cabina. Una volta dentro, lui, ancora eccitato, mi ha penetrato di colpo. Devo dire che, anche se quasi non lo sentivo dentro di me, lui ha preso a pomparmi con una vigoria eccezionale, per poi riversare, dentro di me, il suo piacere con un lungo gemito strozzato.Il giorno dopo, appena ripresa la navigazione, ci siamo diretti verso una nuova destinazione; tutti a bordo si sono comportati in maniera assolutamente normale, come se quello che era successo la sera prima, non fosse mai avvenuto.Siamo giunti presso un piccolo villaggio di pescatori, dove avremmo passato la sera, ormeggiati nel loro porticciolo.Siamo scesi a terra, e ci siamo recati nell’unico bar del paese, dove abbiamo passato la serata a bere, ridere e scherzare. Quando siamo tornati a bordo, era anche abbastanza tardi, mi ero appena spogliata per andare a letto, quando improvvisamente abbiamo sentito bussare alla porta della nostra cabina.Luigi ha aperto e ci siamo trovati davanti Giorgio e il capitano.Giorgio mi ha guardato; con un sorriso ha spiegato a Luigi che, nella cabina affianco, c’era sua moglie che lo aspettava, insieme al cuoco, per passare la serata insieme, mentre loro due, si sarebbero occupati di me.Lui mi ha guardato, cercando di capire se la cosa era di mio gradimento; io, memore di quanto aveva goduto la sera prima con Giorgio e, curiosa di assaggiare anche il capitano, l’ho esortato ad andare.Per due ore, quei due maschi, mi hanno trapanato in ogni buco: mi hanno riempito e farcito così tanto, che ero ridotta a colare da ogni orifizio. Quando è ritornato Luigi, ha avuto solo il tempo di vedermi ricevere in faccia la loro ultima sborrata, poi se ne sono andati, lasciandomi con lui, che era, a sua volta, sfinito, dall'interminabile amplesso con Eleonora.Il giorno dopo siamo ritornati a Bora Bora, poi, preparati i bagagli abbiamo preso il volo per tornare a casa.Durante il volo di ritorno, ho ripensato molto a quello che era successo in quegli ultimi giorni e mi sono convinta che ho sposato un uomo fantastico, perché mi permette di godere con altri maschi, senza gelosie e, soprattutto, ne gode anche lui.Forte di questa consapevolezza, sono convinta che il discorso con Alberto, probabilmente, non è ancora definitivamente archiviato».Silvia e Lucia hanno ascoltato in silenzio le piccanti avventure della loro amica, poi le hanno raccontato quello che era successo loro la sera, in riva al lago, del gioco dello scambio di ruoli, di come entrambe erano desiderate, Lucia da Alberto e Silvia da Roberto.Stefania, rimasta piacevolmente sorpresa nell’apprendere che anche le sue amiche avevano passato dei momenti oltremodo, esclamò:«Mie care amiche, credo, allora, che possiamo ritenerci fortunate ad aver trovato dei maschi meravigliosi, che dobbiamo aver cura di tenerceli stretti.Pensateci bene: quando ci ricapita la possibilità di fare le zoccole a piacimento, con la complicità e il benestare dei nostri maschietti»?Tutte tre scoppiano a ridere, consapevoli che quello che ha detto l'amica è la pura e sacrosanta verità.
25
2
4 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 1 settimana fa -
Inconsapevolmente cornuti. finalmente si comincia!
Inconsapevolmente cornuti. Finalmente si comincia!Continua il racconto della storia di queste due coppie che giunte a questo punto iniziano l’evoluzione della loro vita sessuale, dove ora ogni singolo individuo inizia un percorso, che lo porterà a vivere le sue prime esperienze, sia singolarmente, che in coppia. xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx Il giorno successivo della visita di Alberto, ragazze videro entrare in ufficio Stefania, che rientrata dal viaggio di nozze era semplicemente splendida. La giovane sposina era raggiante, meravigliosamente abbronzata, e desiderosa di raccontare le sue amiche tutte le esperienze vissute durante la luna di miele. Nonostante fosse più grande di loro, sia Lucia, che Silvia consideravano Stefania come la sorella maggiore. Avevano con lei una grande confidenza, e fra di loro non vi era nessun tipo di segreto, anzi era stata lei, la confidente, l’amica a cui chiedere, spiegazioni, consigli soprattutto in tema di sesso. Strette davanti al distributore del caffè, le due ragazze pendevano dalle sue labbra, che con voce allegra, parlava alle sue amiche.«Mie care ragazze, domenica voglio passare la giornata insieme a voi in costume, sedute o sdraiate ai bordi della nostra piscina, perché ho così tante cose da raccontarvi, che non so nemmeno da dove cominciare.»Lucia, scambiata una breve occhiata con Silvia, le risponde con un tono alquanto enigmatico.«Anche noi abbiamo, qualcosina di piccante da raccontarti.»Stefania guarda le due donne, poi sussurrando quasi a bassa voce, rivela che anche lei, a cose MOLTO piccanti da raccontare, che sicuramente lascerà le due amiche bocca aperta. A questo punto è Silvia, con un tono veramente ironico stupisce l’amica.«Non sono molto sicura, chi di noi resterà più stupita, sicuramente, quello che noi abbiamo da raccontarti, sono cose che in genere esulano del vivere quotidiano.»Stefania le guarda incuriosita, poi, dopo aver convenuto di vedersi nella tarda mattinata della domenica, saluta le due amiche ed entra come un turbine nell’ufficio di suo zio Dario.«Buongiorno, splendido esemplare di maschio stupendo! Può la tua umile nipote, interrompere il tuo prezioso lavoro, per un breve, ma importante saluto, ad un uomo che reputo la persona più bella del mondo?»Dario si alza dalla scrivania, abbraccia Stefania stringendola forte, poi distende le braccia, e dopo averla fatta ruotare su stessa le esprime il suo intenso piacere.«Certo che puoi! La mia adorata nipote, nonché fresca sposina, può fare tutto quello che vuole di questo povero vecchio. Ti trovo veramente bella, raggiante e meravigliosamente abbronzata. Spero che la luna di miele sia stata bella, divertente e soprattutto appagante specie in certe pratiche tipiche di giovani sposi.»Lei lo guarda con aria apparentemente cattiva.«Non vedo vecchi in questo posto, ma soltanto splendido esemplare di maschio, che se non fosse mio zio, cercherei di sedurre in tutti i modi, per quanto piacere mi dona la sua compagnia.»Dopo aver scambiato alcune battute con lui, lo saluta con un bacio e se ne va. Mentre stanno lavorando ad un tratto Silvia guarda Lucia, con l’aria molto preoccupata.«Accidenti! Se domenica ci dobbiamo mettere in costume io sono un vero disastro! Ho una ricrescita di peli e non ho avuto tempo di farmi nessuna ceretta.»Lucia guarda l’amica, e dopo una breve riflessione trova la soluzione al problema.«Adesso che ci penso, sono nella tua stessa condizione, quindi pensavo di telefonare alla signora Elena che gestisce quel centro estetico qui a due passi da noi, per sentire se lei può in qualche modo risolvere il nostro problema.»Chiamano immediatamente il centro estetico, di cui loro gestiscono la contabilità, parlano con la signora Elena, la proprietaria, una donna di circa 45 anni, dall’aspetto estremamente curato, che si dice disponibile a risolvere il loro problema subito, nello stesso giorno, ma ad una sola condizione: che potrà ricevere una persona per volta. La prima dovrà venire oggi durante la pausa pranzo, mentre l’altra dovrà andare al centro estetico alle 19:30, dopo che lei ha finito l’ultimo appuntamento. Lucia ci pensa un attimo, ed invita Silvia ad andare lei, all’ora della pausa pranzo.«Vai tu, durante la pausa pranzo, mentre io, farò un salto veloce in quel grande negozio di intimo, che hanno aperto nel nuovo centro commerciale vicino alla zona industriale, dove ho visto un costume da bagno stupendo.»Quando viene il momento di andare dall’estetista però, Silvia si trova impelagata in una videoconferenza con una impiegata di un’azienda di cui loro gestiscono la contabilità, che ha fatto un vero casino con tutte le fatture dell’anno precedente, ora nonostante la buona volontà, tutta la faccenda si è ingarbugliata. Guardando la sua amica, la invita ad andare lei per prima dall’estetista, essendo lei ora alla ricerca del bandolo di tutta la matassa. Tutta la questione, però è ormai era così incasinata, che è costretta a chiedere l’aiuto di Dario. Nonostante l’esperienza, e tutta la loro buona volontà, impiegarono più di un’ora, prima di riuscire a venire a capo di tutta la questione. Sentire Dario al suo fianco, a Silvia, faceva uno strano effetto. Guardava quell’uomo alto, ed imponente, sempre molto elegante, è modi gentili e garbati. Lo conosceva da tanti anni. Da quando era rimasta vedovo, si era dedicato al lavoro, nonostante vi erano state tante donne, clienti dello studio, che in qualche modo si erano strusciate a lui, cercando di attirare la sua attenzione, o suscitare il suo interesse, lui non aveva mai fatto nulla di sconveniente, e le aveva garbatamente ignorate. Quando tornò Lucia, loro avevano appena terminato di risolvere quel problema, così Dario, che amava uscire dall’ufficio durante la pausa pranzo, invitò Silvia a seguirlo al bar per consumare il suo solito tramezzino. Uscire all’aperto serviva semplicemente a far staccare la mente dalle problematiche del lavoro, e questa era una cosa che piaceva molto anche a Silvia. Quando entrarono nell’ascensore, erano solo loro due, lui in piedi dietro di lei, in silenzio. Silvia indossava una semplice minigonna elasticizzata, che arrivava metà coscia, sopra una semplice T-shirt, con sotto un reggiseno sottilissimo, praticamente invisibile che modellava il suo seno in maniera perfetta. Ai piedi aveva nelle comodissime scarpette da ginnastica. Mentre stava in piedi davanti a lui, la sua mente immaginò che lui, da dietro, lui ammirava il suo splendido culetto, ben modellato dal tessuto elasticizzato della gonna. Sotto vi era un mini string, che si era infilato nel solco delle natiche, quindi era praticamente invisibile. Immaginare di avere lo sguardo di Dario su di sé, le provocò un certo brivido, che per un attimo lasciò stupita. Giunti nel bar di fronte all’ufficio, lui ordinò un tramezzino al formaggio, poi andò nel bagno a lavarsi le mani. Silvia dopo aver deciso cosa mangiare, lo seguì nel bagno perché lei voleva fare la pipì. La conformazione del bagno era particolare, a forma di L. Appena si entrava c’era il bagno delle signore, mentre sul lato sinistro c’era quello degli uomini, e proprio davanti, c’erano due lavandini, con un grosso specchio. Entrò nel bagno in maniera silenziosa, girando lo sguardo verso sinistra, vide riflesso nello specchio l’immagine di Dario, che aveva lasciato la porta del bagno aperta, teneva in mano un bel sesso, che anche se in fase di riposo, sembrava essere di buone proporzioni, non eccessivamente lungo, ma decisamente di buona circonferenza. Era stato solo un attimo, che però le aveva trasmesso una strana inquietudine. Dopo aver fatto pipì, mentre si asciugava con la carta igienica, le sue mani sfiorarono il suo bottoncino, questo le provocò una scarica di piacere che percorse tutto il suo corpo. Non faceva sesso da giorni, in quanto impegnata nel lavoro, arrivava alla sera a casa stanca morta, ora la visione di quel membro, stava provocando una strana eccitazione. Continuano nell’accarezzarsi lentamente ad occhi chiusi, si immaginò stretta fra le braccia di quell’uomo, che la scopava con forza vigore, facendola godere molto. Di colpo nella sua mente, fu evidente una cosa, che fino a quel momento non aveva pensato, e nemmeno preso in considerazione. Si stupì del fatto, che si sarebbe lasciata scopare volentieri da Dario, anche senza la presenza di Luca, che in quel momento non era proprio contemplato nei suoi pensieri, mentre invece pretendeva la sua presenza, quando, prima o poi, si sarebbe donata Roberto. Si stupì di questo fatto, e giunse la conclusione, che la presenza di Luca era dovuta, al fatto che oltre al piacere di essere osservata da lui, gli donava un senso di tranquillità e sicurezza, cosa che non era necessaria con Dario, in quanto conosceva quest’uomo da così tanti anni, che di lui aveva piena fiducia. Quando uscì dal bagno, lui si stava asciugando le mani, lei gli fece un breve sorriso, poi insieme andarono a sedersi al tavolino del bar per consumare il loro pasto veloce. Mentre mangiava, continuava a riflettere su quel pensiero avuto nel bagno, ed era così assorta, che lui ad un certo punto ha l’appoggiato una mano sulla spalla per riportarla alla realtà.«Silvia va tutto bene? Ti vedo così assorta, che quasi mi preoccupo.»Lei colta di sorpresa, si giustificò dicendo che stava ancora pensando a tutta la questione che avevano analizzato prima, cercando di capire se la soluzione adottata, fosse quella assolutamente perfetta, onde evitare di avere future ripercussioni. In realtà non voleva confessare a lui, che era concentrata in un pensiero che fino a quel momento non le era nemmeno passato per la mente. Quando ritornarono l’ufficio, trovarono quattro donne davanti alla porta dell’ascensore, che essendo abbastanza stretto, li costrinse a stare molto vicini. Silvia sentiva la sua presenza dietro di sé, e appena chiuse le porte dell’ascensore, a una delle signore iniziò a suonare il cellulare, questa per frugare nella borsa alla ricerca del telefono, provocò una leggera spinta nei confronti di Dario, che finì con l’appoggiarsi al fondoschiena di Silvia. Quel contatto improvviso, le provocò una strana sensazione di piacere, spinse indietro il sedere, fino a quando sentì perfettamente aderire il suo corpo, a quello di lui, che rimase immobile, facendo ben aderire il pacco alle sue natiche. Era una sensazione bellissima, che anche se durò solo alcuni interminabili secondi, la fece inumidire un po’. A metà del percorso l’ascensore si fermò, le quattro signore scesero lasciando libero il resto dell’ascensore. Nonostante ora vi fosse molto spazio, Dario rimase con il suo corpo appoggiato quello di Silvia, che pigiando nuovamente il tasto per far ripartire l’ascensore, fece in modo di spingere ancora più indietro suo splendido fondoschiena, strusciandolo su quel pacco, che ora sembrava essere più voluminoso. Giunti in ufficio ripresero ognuno il proprio lavoro, fin quando fu Lucia, che parlando con Silvia, la mise al corrente del fatto che sia Luca, che Marco la sera, avrebbero giocato a calcetto, e se lei andava nel nuovo centro commerciale, Silvia uscendo dall’estetista non avrebbe avuto chi le dava un passaggio per tornare a casa, essendo venute insieme la mattina con l’auto di Lucia. Dopo una breve riflessione, Silvia chiese Dario, se finito il lavoro avrebbe potuto riaccompagnarla casa. Lui dopo averla ascoltata, le fece una controproposta.«Quando è il momento, tu vai pure dall’estetista, io continuerò il lavoro in ufficio fin quando non torni, poi come tutte le sere, andiamo a cena insieme e ti riaccompagno a casa.»Riprese a lavorare, con molto impegno, ed un certo punto, fu Lucia che le fece notare che era ora di andare dall’estetista, mentre lei si sarebbe recata al negozio dei costumi, con la promessa che le avrebbe mandato alcune foto, per scegliere insieme a lei quale fosse bello più carino. Quando entrò centro estetico, fu accolta da Elena, che era semplicemente stupenda. Era impressionante la bellezza di quella donna, che avrebbe potuto rivaleggiare con le più rinomate modelle. Per circa un’ora, il suo corpo fu continuamente oggetto delle attenzioni di due bravissime estetiste, che eliminarono ogni pelo o imperfezione, e solo quando fu un momento della depilazione intima, Silvia che non amava avere la figa depilata completamente, chiese di lasciare un piccolo triangolo di pelo sopra il monte di Venere. Ricevette due messaggi da Lucia, con le foto di un costume il cui modello era recentissimo, e lei non sapeva scegliere quale dei due, quello di colore bianco, o rosso, le piaceva di più. Erano circa le 20:30, quando tornò in ufficio dove lui la stava ancora lavorando. Chiuso l’ufficio, saliti in auto per andare al ristorante, Silvia accavallò le gambe, mostrando una buona porzione della coscia. Accarezzava con la mano le ginocchia constatando quanto piacere le dava sentire la pelle liscia e libera da ogni peluria. Con la coda dell’occhio vide che lui aveva seguito ogni suo movimento, così decise di mettere in atto una piccola provocazione.«Elena è veramente brava, ha fatto lavoro stupendo ora le mie gambe sono lisce, e morbide. Se vuoi puoi sentirlo anche tu.»Lui, che sembrava non aspettare altro, che quell’invito, allungo la mano destra, appoggiandola sul ginocchio. Nello stesso istante in cui lui appoggiava la mano, Silvia scavalcò le gambe aprendole un po’, la minigonna scivolò ancora più in alto, mostrando ancora di più le sue splendide cosce, fin quasi ad arrivare all’intimo. Dario accarezzò per un momento ginocchio, poi continuò la sua carezza all’interno della coscia, senza arrivare fino in fondo. Sentire quella mano calda fra le sue cosce, provocò a Silvia un’ondata di piacere, si aspettava che lui avrebbe continuato a muoverla fino ad arrivare al piccolo triangolo di stoffa che separava le dita dalla sua fica. Ma erano giunti a destinazione, e lui tolta la mano, iniziò parcheggiare la vettura. Pochi minuti dopo erano seduti al ristorante. Venivano spesso in quel posto, erano abbastanza conosciuti, per questo appena seduti, un solerte cameriere arrivò a prendere la comanda. Fatte le ordinazioni, rimasero per qualche momento in silenzio, poi lui si alzò per andare in bagno a lavarsi le mani, lei ne approfittò per controllare i messaggi sul suo cellulare. Ve ne erano tre, uno era di Lucia, che confermava l’acquisto del costume rosso, gli altri due erano di Luca. Nel primo confermava che sia lui che Marco erano contenti di passare la domenica insieme agli sposi, e nel secondo il suo uomo ribadiva che sentiva la mancanza di lei, che avevo forte desiderio fare l’amore, ma soprattutto, continuava a ripensare a quello che era successo quella sera giù al lago. Quel gioco lo aveva eccitato moltissimo, e ogni volta era costretto a masturbarsi. Silvia decise di giocare un poco lui, e nello scrivere il messaggio a lui destinato, ribadì il suo desiderio di stare insieme a lui, poi lo invitò a fare un gioco, che avrebbe procurato entrambi molto piacere.«Prova a immaginare, che io questa sera sono a cena con un uomo che tu non conosci, bello, affascinante, con il quale si prospetta un dopo cena decisamente piccante. Non rispondere a questo messaggio, perché domani sera, quando staremo insieme, voglio che tu mi racconti tutte le sensazioni che hai provato nell’ immaginare questa fantasia.»Spedito il messaggio appoggiò cellulare sul tavolo, proprio in quell’istante fu raggiunta da lui e dal cameriere che iniziò seguire le pietanze ordinate. Iniziò a mangiare in silenzio, osservando l’uomo davanti a lei. Si sentiva particolarmente eccitata, ma soprattutto dentro di sé, aveva paura, che un eventuale errore, nel valutare tutto quello che era successo durante il giorno, avrebbe potuto in qualche modo rovinare la splendida amicizia, il profondo affetto, la stima che nutriva per quell’uomo. Era così assorta nei suoi pensieri, che ad un tratto la mano di Dario si appoggiò sulla sua, riportandola alla realtà.«Scusami se te le chiedo, ma è tutto il giorno che ti vedo assorta in pensieri profondi, e non mi dire che il lavoro, perché sono convinto che ci sia dell’altro che in qualche modo, impegna la tua mente. Spero anche che non ci siano, dei problemi che riguardano, Lucia e Marco, o con il tuo ragazzo.»Colta di sorpresa reagì distinto.«Parlando con Luca, sono venuta a sapere, che a settembre Marco dovrebbe essere trasferito con l’incarico di vicedirettore, nella nuova filiale che la banca vuole aprire nel grosso centro commerciale che hanno costruito giù nella zona industriale. Se questo dovesse avvenire, sono sicura che entro Maggio del prossimo anno, dovrai accompagnare una splendida sposa all’altare.»Nel sentire quelle parole lui sorrise, sorseggiando un po’ di vino.«Se loro parlano di matrimonio, voi due come siete messi? Quando farai felice quel ragazzo diventando sua moglie?»Silvia aveva ripreso il controllo della situazione, gli diede una risposta alquanto vaga.«Se fosse per noi lo faremmo anche domani, ma Luca vuole aspettare per vedere dove sarà trasferito definitivamente. Marco lo ha invitato a fare la domanda per essere assegnato con lui nella nuova filiale, ma Luca sa benissimo che ci sono alcune impiegate che pur di avere quel posto molto ambito, si sono già “inginocchiate davanti ai propri altari.”»Dario la guarda, poi le sussurra una soluzione.«Se loro si sono inginocchiate davanti ai loro altari, perché anche Luca non va a pregare il suo.»Silvia lo guarda con un tono sconsolato, ed espone il suo punto di vista. «Perché dietro ogni altare c’è un prete, non una monaca.»Dario dà un’occhiata intorno, consapevole del fatto che nessuno li sta osservando o ascoltando, a bassa voce che da un suo suggerimento.«Se questo è il problema, la soluzione migliore, è che qualcuno che ama quel ragazzo, che ci tiene particolarmente, che lo vuole vedere realizzato, vada ad inginocchiarsi non davanti a un prete, ma ai piedi di un “cardinale”.»Silvia rimane per un attimo stupita, ha capito il doppio senso di quello che lui sta dicendo, ma non vede in che modo possa realizzare, quanto lui suggerisce. Dario, consapevole del fatto che lei ha intuito quale si è suggerimento che le ha dato, specifica in che modo questo si possa realizzare.«Il vicepresidente della banca, si chiama Franco, io lo conosco dal primo giorno che ho iniziato la prima elementare. Di quella classe di allora, solo sei persone siamo arrivati a prendere il diploma da ragionieri, e siamo rimasti sempre molto amici fra di noi. Periodicamente ci dedichiamo una serata tutta per noi, in qualche ristorante, a mangiare, e a parlare di fatti nostri in assoluta libertà e riservatezza. Di quelle sei persone, io e un altro, abbiamo aperto uno studio di consulenza, Franco è diventato vicepresidente della banca, perché appena finiti gli studi è stato assunto in quell’istituto, dove suo nonno era uno dei maggiori azionisti. Un altro è diventato responsabile del settore economico finanziario del Comune di questa città, un altro invece dirige il settore amministrativo dell’azienda pubblica di trasporti. L’ultimo è responsabile del settore amministrativo della grossa azienda alimentare, che ha costruito il nuovo centro commerciale, dove vogliono aprire la nuova filiale della banca. Tu sei una persona intelligente, quindi sono convinto che se ami veramente Luca, non ti sarà difficile capire come aiutarlo. Mi rendo conto quello che ti sto dicendo forse può sembrare strano, ma sono convinto che tu, e mia figlia siete due brave ragazze, ma tu sei diversa da lei, sei fatta di un’altra pasta. In genere resto chiuso nel mio ufficio tutto il giorno, ma oggi lavorare al tuo fianco, mi ha fatto capire che, se un giorno decido di andare in pensione, posso lasciare benissimo il mio studio in buone mani, lei è brava nel suo lavoro, ma ha tratto vantaggio dal fatto di essere la figlia del capo, mentre tu invece sei metodica, precisa, puntigliosa, quasi pignola, qualità che nel nostro lavoro fanno veramente la differenza. Una persona intelligente come te, sono sicuro, un piccolo sacrificio, pur di vedere il proprio uomo realizzato, è sicuramente disposta a farlo. Naturalmente spero che quello che ti appena detto resti un segreto fra di noi, non devi parlare nemmeno con Lucia.»Silvia lo guarda gli sorride annuendo. Il cameriere porta le due porzioni dolce, pan di spagna con crema, e panna. Silvia guarda Dario negli occhi, prende una porzione di dolce con il cucchiaino, la porta alla bocca, poi mentre lo mangia, decide che quello non sarà il solo e unico segreto, che vuole condividere con lui. Nel fare questo, fa in modo che un po’ di panna resti attaccata all’angolo della bocca, poi, con la lingua percorrere le labbra fino a leccare il residuo di panna. Poi prende nuovamente un’altra porzione di dolce, la mette in bocca, in maniera lenta e lasciva, succhiando poi avidamente cucchiaino, sempre sotto lo sguardo attento di lui. Il gesto non è sfuggito allo sguardo di Dario. Restano un attimo in silenzio a fissarsi negli occhi, poi senza dire una parola, si alzano e dopo aver pagato il conto, se ne vanno. Salita in auto, Silvia tiene le gambe divaricate, con la minigonna, che ora mostra le sue splendide cosce in tutta la bellezza. Lui guida in silenzio, imbocca la tangenziale, che percorre velocemente. Lei allunga la mano sinistra, va a posarsi sopra la sua, la stringe, poi la trascina sopra le sue cosce ben in mostra. Sentire la mano calda di lui l’interno della coscia, le provoca un lungo brivido di piacere, la sua eccitazione, ora è alle stelle. Lui dopo aver stretto la mano sulla coscia, la fa scivolare fino in fondo, per accarezzare quel sottile triangolo di stoffa ormai pregno di umori, che sgorgano copiosi dalla sua fica. Anche Silvia allunga la mano, alla ricerca di quel pacco, grosso e voluminoso, che ora vede fra le gambe di lui, lo stringe e ne saggia la consistenza, la durezza. Il gioco dura poco, perché lui giunto all’uscita, percorre un lungo tratto di strada, e si ferma davanti all’ingresso di un discreto motel. I due si guardano un attimo negli occhi, poi è Silvia che rompe il silenzio.«Fa in fretta a prendere la chiave.»Appena chiusa la porta dietro le spalle, i due si strappano i vestiti di dosso come se fossero incandescenti. Lei si trova nuda davanti a lui, e finalmente può vedere quel corpo che tanto ha desiderato durante tutto il giorno. Seduta sul letto, si trova davanti a lei un bel membro, non troppo lungo, ma di una buona circonferenza, grosso e duro a poca distanza dal suo viso. Lui è in piedi, senza dire nulla appoggia la mano sul capo di lei, che a quel punto solleva le mani, afferra quel cilindro di carne dura e pulsante, lo porta alla bocca, ne aspira il profumo di maschio, che la inebria. Dischiudere labbra, e lascia entrare la punta, ci gioca un poco con la lingua ed infine lo infila giù, lungo la gola. Lui rimane immobile, assaporando il piacere che quella bocca calda e vogliosa, gli sta regalando. Asseconda il movimento, muovendo il corpo avanti indietro, sente che lei, ad ogni affondo lo spinge sempre di più dentro la bocca, in fondo alla gola.«Sei meravigliosa! Sono sempre stato convinto, che le tue labbra carnose, sapevano regalare momenti di puro piacere. Ti avevo già visto fare questa cosa, tanto tempo fa, ora mi rendo conto di quanto ti ho sempre desiderato.»Silvia è così intenta a godere del piacere di succhiare quel membro duro, che quasi non ascolta le sue parole, fin quando lui si sfila da lei, e distesa sul letto lo accoglie sopra di lei. Le loro bocche si uniscono, le lingue impazzite, si cercano, si intrecciano in un bacio carico di piacere, di forte desiderio, che ora i loro corpi emanano. Dopo quel lungo bacio, lui si stacca da lei, la prende a piccoli morsi sul mento, poi scendendo giù fino a raggiungere il seno, stringe i capezzoli, ora dritti e duri, fra le sue labbra e i denti, facendola gemere, di puro piacere. Dopo aver indugiato a lungo sul seno, scende ancora verso il basso, insinua la lingua dell’ombelico, mentre lei in preda forte desiderio di sentire la sua bocca fra le cosce, lo spinge ancora più in basso. Quando raggiunge la sua intimità, infilato in mezzo a quelle cosce, sente forte il profumo di femmina in calore che quell’intimità, già umida e fradicia di umori, sta emanando. Gioca con la bocca, evitando in ogni modo contatto diretto con quella fonte, da cui sta sgorgando nettare copioso. Silvia freme impaziente, di sentire quella bocca farla godere, e quando lui appoggia le labbra sul suo bottoncino succhiandolo forte, lei viene scossa da una scarica di puro piacere, che dal cervello percorre tutto il suo corpo, va raggiungere il punto più profondo della sua intimità. Ora la sua lingua percorre tutto il taglio della sua fica, insinuandosi dentro fra le pieghe delle grandi labbra, assaporando, leccando il nettare, che sta sgorgando copioso, fin quando lei viene, scossa da un orgasmo, che la fa tremare tutta, vibrare come una corda di un violino. Geme, urla il suo piacere, poi afferra la testa di lui, la trascina di nuovo in alto. Lui solleva le braccia, la sovrasta con tutta l’imponenza del suo corpo, appoggia il suo palo di carne fra le pieghe umide quella intimità, che ora si apre calda e vogliosa, in attesa di riceverlo fino in fondo. Indugia ancora con la punta facendola scorrere lungo il taglio, fin quando lei lo supplica di entrare dentro, di prenderla di possederla.«Prendimi ti prego! Spingilo tutto dentro! Dai non esitare, ti voglio tutto dentro di me!»Lui inizia scivolare dentro di lei lentamente, facendogli assaporare il piacere di sentirsi posseduta. Silvia solleva le gambe, porta i talloni e in alto, li annoda dietro la schiena di lui. Si apre per ricevere meglio dentro di sé quel membro duro, che la sta aprendo tutta, che la dilata, che sente scivolare lungo le pareti lubrificate della sua intimità, fin quando sento il corpo di lui aderire al suo. Si sente piena, riempita, trafitta. Lui abbassa lo sguardo unisce la sua bocca alla sua, e mentre la bacia, lentamente inizia a muoversi dentro e fuori, con un movimento lento, ma continuo, ben cadenzato, che quando arriva in fondo, lo spinge dentro con un colpo secco, che fa schiacciare il suo corpo contro quello di lei. La scopa con calma, facendole assaporare bene il piacere, che scorre lungo il suo corpo. Non è abituata a quella calma, in un attimo di lucidità si rende conto, che lui la sta scopando in maniera diversa, da come lei abituata. È calmo metodico è continuo, non veloce, irruento come Luca. Per un attimo il suo pensiero raggiunge il suo fidanzato, lo immagina disteso sul letto, che si sta masturbando, immaginando nella sua mente, quello che lei invece sta facendo nella realtà. Questo pensiero unito al piacere che sta provando, le provoca un orgasmo che la fa vibrare tutta, che la scuote dalla testa ai piedi, provocandole convulsioni erotiche, così forti, da togliere il fiato. Vorrebbe gridare mentre sta godendo, ma dalla sua bocca spalancata, non esce nessun suono. Lui rimane immobile piantato dentro di lei, le lascia assaporare quell’orgasmo forte e sconvolgente che l’ha fatta tremare tutta. Mentre lei sta ancora tremando, per il piacere provato, lui contrae i muscoli pelvici, e questo provoca una strana contrazione che lei avverte, come se dentro di sé quel cazzo pulsasse, come un battito cardiaco. Sentire quel movimento continuo, mentre lui è completamente immobile, le provoca piacere nel piacere. Lui l’abbraccia forte, poi con una mezza rotazione del corpo, si distende supino, mettendo lei in verticale sopra di lui. Silvia si sente di colpo impalata sopra quel membro, che l’ha fatta godere in maniera così profonda, e intensa. Dopo alcuni istanti che è rimasta immobile, si distende su di lui, ma lui, la spinge in alto, la costringe a stare in verticale, impalata su di lui, quasi immobile. Lei prova a muoversi facendo un sali/scendi su quel membro duro, ma lui la blocca, tenendola ferma per le cosce, e con una voce decisa, le impone di rimanere ferma, impalata su di lui, di muoversi solo orizzontalmente, avanti e indietro, senza sfilare quel membro, che la sta facendo godere tanto. Lei esegue quando le viene chiesto, e immediatamente si rende conto che quel gioco, quello strusciare il suo corpo contro quello di lui, produce un duplice affetto sconvolgente. Le sembra di essere come una campana, dove il membro di lui, è il batacchio, che sbatte contro le pareti della vagina, provocandole un piacere enorme. L’attrito di due corpi inoltre, le provoca anche lo schiacciamento il suo clitoride, che riceve una ennesima stimolazione, provocandole un ulteriore piacere. Lui solleva le braccia, afferra i suoi seni, li stringe fra le dita, li impasta con forza, strizzando i suoi capezzoli, che ora sono duri e molto sensibili. Quel movimento lento ma continuo, le procura un ennesimo orgasmo, che scuote completamente il suo corpo. Sfinita si distende su di lui, che rimane immobile che l’abbraccia, la bacia con passione. Dopo un lungo istante di puro piacere, lui la fa scivolare di lato, si sposta, si posiziona dietro di lei. L’afferra per i fianchi, solleva suo corpo, e poi con un movimento lento ma deciso, la penetra da dietro fino in fondo. Silvia, lo sente arrivare dentro con decisione, battere con la punta fino in fondo, provocandogli un misto di dolore/piacere che quasi la stordisce. È abituata alla irruenza delle persone con cui ha fatto sesso, non alla calma metodica, ma estremamente appagante che questo maschio maturo sta facendo provare. La pompa con decisione, fin quando lei, dopo l’ennesimo orgasmo, lo sente sfilare e appoggiare la punta al suo fiorellino anale. Appoggia il viso sul letto, porta entrambe le mani dietro, dilata i glutei, per agevolare la spinta decisa di lui, che con un solo affondo le scivola tutto dentro, facendo aderire al suo corpo alle sue chiappe. Lui per un istante rimane ben piantato dentro di lei, tenendola per i fianchi, mentre lei solleva il corpo, per ricevere meglio la penetrazione anale così decisa è forte.«Immaginavo, che eri ben aperta anche in questo posto! Sono felice, di constatare che sei veramente una splendida troietta, ben aperta, ma ancora inesperta, capace però di godere molto intensamente.»Silvia è stordita, il piacere che prova, non è nulla di paragonabile, a quello che fino adesso ha provato sia con Luca, che con Marco. Lui allunga una mano, le afferra i capelli, facendole inarcare ancora di più la schiena. Lei lo sente arrivare fino in fondo, sbattere le grosse palle contro le labbra della sua fica da cui sgorga continuamente il suo piacere. La pompa per un tempo indefinito, ma lungo, durante il quale, lei gode in continuazione. Infine lui si sfila, la fa girare, e appoggiata una mano sul capo, le presenta davanti alla bocca la punta di quel membro, che le ha dato tanto piacere. Lei spalanca la bocca, nello stesso istante in cui lui le riversa dentro due copiosi schizzi di sperma. Appena ricevuto il secondo schizzo, lei serra le labbra intorno alla cappella, mentre ingoia tutto il seme che lui le sta scaricando dentro la bocca, muovendo la lingua lo continua a stimolare, per ricevere fino all’ultima goccia di quel nettare dolcissimo. Dopo aver leccato, e ripulito fino all’ultima goccia, si sdraia supina, sfinita. Anche lui si sdraia al suo fianco, la guarda con occhi di pura ammirazione.«Sei stata stupenda! Sei una femmina veramente calda e vogliosa, capace di far impazzire un maschio. La tua bocca è veramente stupenda, capace di far godere un uomo fino alla pazzia. Il resto del tuo corpo è qualcosa di così stupendo, che un maschio non può far altro che desiderarlo.»Silvia lo ascolta rimanendo in silenzio, poi solleva lo sguardo, e dopo aver sorriso, gli chiede qualche spiegazione.«Hai detto che mi avevi gli ha visto succhiare un maschio, vorrei sapere dove e quando è successo.»Lui sorride compiaciuto, racconta che un pomeriggio che alcuni anni fa, quando lui rientrando a casa, perché aveva dimenticato dei documenti che gli erano necessari in ufficio, passando davanti alla porta della camera di Lucia, l’aveva vista inginocchiata fra le gambe di Luca, mentre gli faceva uno splendido lavoretto di bocca. Lui l’ha ammirata in silenzio, dietro stipite della porta. L’angolo della visuale non gli ha permesso di vedere bene tutto quello che stava succedendo, in quella camera, anche se avvertiva la presenza di sua figlia, ha visto solo lei succhiare avidamente il cazzo del suo fidanzato, fin quando lui le è esploso in bocca. A quel punto si è allontanato silenziosamente, convinto che lì a breve ragazzi, sarebbero usciti, e avrebbero potuto sorprenderlo in quell’atteggiamento, non proprio consono ad un uomo maturo come lui. Silvia sorride, poi scivolando sopra di lui, porta le sue labbra alla sua bocca, gli sorride, e improvvisamente lo bacia. Dario rimane un attimo stupito dal gesto, ma non rifiuta il bacio, anche se ha il sapore del suo seme. Quando lei si stacca da lui, gli spiega il motivo di quel gesto.«Se fossi rimasto ancora dietro la porta, avresti potuto vedere due cose, che sicuramente avrebbero stupito ancora di più. La prima, era che, dopo che Luca mi era parzialmente venuto in bocca, si è spostato, ed ha finito di svuotarsi nella bocca di Lucia, mentre io mi stavo dedicando a prosciugare le palle di Marco. La seconda cosa che avresti visto, sarebbe stata, che dopo aver scambiato un bacio con Lucia, mischiando il seme dei due maschi, li avremmo baciati nello stesso modo che ho appena fatto io con te. Non puoi capire, quanto questo gesto abbia sconvolto la mente di quei due giovani, e soprattutto quanto li ecciti ora, anche solo il pensiero, che uno di noi due possa farsi riempire la bocca con il seme di un altro e poi baciarlo.»Dario la guarda stupito, poi sorride, la stringe forte mentre parla con voce calma e tranquilla.«Mi sembra di aver capito, che entrambi i vostri uomini, siano due potenziali aspiranti cornuti, che godono e si eccitano nell’immaginare, voi due strette fra le braccia di altri uomini. Se questo è quanto loro desiderano, credo che non ti sarà difficile, convincere Franco, a far trasferire Luca nella stessa filiale dove lavora Marco. Inoltre, c’è una cosa che voglio dirti, ma questa deve veramente restare un nostro segreto.»Silvia lo guarda con molta attenzione, con un’aria molto seria, promette a quell’uomo, che segreto che le sta rivelando, rimarrà solo ed esclusivamente fra loro due.«Come ti ha detto, io gli altri miei cinque amici, amiamo trovarci periodicamente tutti insieme, ma quello che non ti ha detto, che sovente capita qualche volontaria, che in cerca di una promozione, o di un favore particolare, come quello che stai per chiedere a Franco, accetta, di passare la serata a volte da sola con il diretto interessato, oppure con tutti noi. Naturalmente, queste cose avvengono in maniera silenziosa e molto riservata. Quindi, nella eventualità che tu decida, di fare questo passo importante, travati pronta, a dover sostenere una eventuale serata molto impegnativa, dove sei maschi, ti faranno godere fino a quando non saranno tutti sazi.»Silvia lo guarda un attimo stupita, poi dopo una breve riflessione gli espone il suo pensiero.«Non ho mai avuto una simile esperienza, e non sono sicura di essere in grado di reggere una così forte esperienza. Preferirei, in un primo momento, che questa avvenisse, soltanto con te, e Franco, che sicuramente, sarà già dura accontentarvi. Non escludo a priori, che in un futuro, possa anche partecipare insieme a tutti quanti, ma questo, dovrà avvenire quando mi sentirò un po’ più sicura di me.»Dario le sorride, la tranquillizza, le assicura, che non deve temere nulla, e che sicuramente, se per lei essere solo stretta fra le braccia di lui e del suo amico Franco la fa sentire più tranquilla, lui farà in modo, che avvenga esattamente come lei desidera. Inoltre, le assicura che ora che ha scoperto, che a Luca, piace, sapere la sua donna fra le braccia di altri, lui, farà in modo, questo desiderio sia ampiamente soddisfatto. Naturalmente, questo avrà anche importanti ripercussioni, su tanti aspetti della vostra vita, quindi le chiede di fare una profonda riflessione su quanto le ha appena detto, ed eventualmente di accettare la sua proposta.Silvia lo guarda con aria molto interessata, poi lentamente si rivestono, e mentre sono sulla via di casa, lei lo guarda con un tono calmo ma deciso, gli espone il suo pensiero.«Credo che, questa sera per noi due la vita sia decisamente cambiata. Da questo momento, io e te non solo abbiamo qualche segreto, ma siamo segretamente, diventati una coppia, che insieme possono decidere del proprio destino. Disponi di me, come meglio preferisci, soprattutto per quanto riguarda quelle “cene particolari” con i tuoi amici.»Dario la guarda, con occhi carichi di soddisfazione e piacere. Quando scende davanti alla sua abitazione, lui le assicura che non si pentirà della scelta che ha fatto.
24
2
4 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 1 settimana fa -
Inconsapevolmente cornuti. un gioco di ruoli.
Continua la storia di due coppie che scoprono la trasgressione.
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
Dopo questo chiarimento, tutti e quattro si sentivano più sollevati, sereni ed allegri. La settimana successiva furono molto impegnati nel lavoro, specie le due ragazze, che erano alle prese con le scadenze fiscali. Stranamente nessuno dei quattro, tornò su quello strano argomento, che li aveva tenuti in uno stato di tensione e incertezza, ora che se ne erano liberati, confessando, e mettendo ben in chiaro con i rispettivi partner, quali fossero i loro desideri, sembrava quasi, che l’argomento fosse passato in secondo piano. Il sabato successivo, si ritrovavano invitati ad un compleanno di una loro amica. La serata ben presto, si rivelò molto noiosa, e monotona, a quel punto decisero di andare a divertirsi, in qualche locale. Mentre giravano per la città, alla ricerca di una nuova destinazione, Silvia ebbe un’idea completamente diversa, e ne fece partecipe subito i suoi amici.
«Ragazzi, che ne dite, se anziché andarci rinchiudere un locale, andiamo verso il lago, troviamo un posto dove possiamo stare in pace a giocare un po’ fra noi?»
Marco, che era seduto davanti, di fianco Luca che guidava, guardò per un attimo il suo amico, che già sorrideva contento, e ruotando il capo incrocio lo sguardo della sua donna che annuiva favorevolmente a questa proposta molto più intrigante di una serata passata in discoteca. Tutti e quattro conoscevano bene la zona del lago, soprattutto sapevano, dove erano i posti dove le coppiette andavano a cercare un po’ di intimità. A Luca piaceva in particolare un posto che non era un parcheggio in riva al lago, ma uno scavo, destinato a diventare una futura abitazione, che da tempo sembrava abbandonato. Leggermente in disparte rispetto agli altri posti più conosciuti, aveva il vantaggio, di stare in alto, da cui si poteva godere una splendida visione del lago di notte, ma soprattutto, aveva un unico accesso facilmente controllabile, in caso vi fosse stato qualche imprevisto. Quando arrivarono su quel posto, scesero tutti e quattro dalla vettura, rimasero con le spalle appoggiate al veicolo, in silenzio ad ammirare meraviglioso spettacolo che la luna piena offriva di riflesso sul lago. Ad un tratto, Silvia, e Lucia, fatti due passi, si avvicinarono a una fila di grossi massi, che delimitava lo spazio rivolto verso il lago. Silvia per lungo interminabile momento, è rimasta in silenzio, poi girandosi verso l’amica, le sussurra qualcosa all’orecchio, che i due uomini non riuscirono a sentire, ma al chiarore della luna, entrambi videro, Lucia annuire favorevolmente, poi rispondere qualcosa sempre parlando all’orecchio dell’amica. I due ragazzi si avvicinarono, dietro le rispettive donne, ma prima che potessero fare qualsiasi cosa, con uno scatto improvviso, Silvia si girò, posizionandosi davanti a Marco, mentre Luca, si ritrova Lucia già inginocchiata ai suoi piedi, che prese ad armeggiare con la sua cintura dei pantaloni, cercando di aprirli per abbassarli. Marco aiutò Silvia, nello sbottonarsi pantaloni, lei li fece calare fino a piedi, lui sfilati i mocassini, lasciò che lei un gesto semplice lo denudò completamente. Anche Luca, era completamente nudo davanti alla sua amica, il suo sesso duro svettava davanti alla faccia di Lucia, che lo afferrò con entrambe le mani, poi iniziò a giocare con la sua bocca, appoggiandola a quella dura asta di carne viva, e pulsante. Marco emise un lieve gemito, quando Silvia lasciò scivolare fino in fondo alla gola il suo membro, teso e duro. Girò lo sguardo verso l’amico, ma soprattutto, concentrò la sua attenzione, su quello che la sua donna stava facendo al suo amico. Vederla succhiare quel cazzo duro, lo fece eccitare tantissimo, appoggiò le mani sul capo di Silvia, non tanto per imporre nulla, ma semplicemente per assecondare il ritmo della pompa, che stava ricevendo da quella bocca calda e incandescente. Anche Luca, mentre riceveva quello splendido lavoretto di bocca, da parte di Lucia, girò lo sguardo verso la sua donna, che ora cercava di infilarsi il più possibile quel membro duro, e pulsante fin dentro la gola. Fu assalito da una sensazione bellissima, che lo fece eccitare ancora di più. Si rese conto, che se avesse lasciato continuare la sua amica a succhiargli il cazzo, ben presto avrebbe riversato nella sua bocca tutto il suo piacere, ma non era questo che voleva in quel momento. Fatto un profondo respiro, afferrò Lucia per le spalle, e dopo averla fatta staccare dal suo cazzo, la sollevò spingendola leggermente indietro, affinché lei potesse sedersi, su uno dei grandi massi posto dietro di lei. Si inginocchiò davanti a quelle splendide cosce, spinse in altro la minigonna, con un gesto semplice sfilò il piccolo perizoma, che ricopriva la fica della sua amica già abbondantemente fradicia di umori. Marco per un lungo istante rimase immobile, fin quando non si rese conto, che Luca stava leccando la fica della sua donna, ben presto Lucia ebbe un orgasmo improvviso, che la fece tremare tutta. Vedere la sua donna godere fra le braccia di un altro uomo, scatenò al massimo la sua libidine, e sollevata Silvia, la mise nella stessa posizione a gambe in alto, sopra il masso. Si tuffò fra quelle cosce assaporando il piacere, e l’odore che quella fica di femmina in calore, emanava. Scostato il filo dello string, affondò le sue labbra in quella fonte di piacere, da cui sgorgava nettare dolcissimo, prese a leccare a succhiare, come un forsennato facendo gridare subito Silvia di piacere. Lucia dopo aver provato ancora un orgasmo, afferrò Luca per i capelli trascinandolo su di sé, e lo implorò di possederla.
«Prendimi! Adesso ti voglio! Mettilo tutto dentro! Lo voglio sentire fino in fondo! Spaccami! Riempimi di tutto il tuo piacere fino in fondo.»
Marco sentendo la sua donna parlare in quel modo, girò lo sguardo, la vide sdraiata, in preda ad una frenesia erotica incontenibile, che le stava facendo desiderare che un altro maschio, entrasse con forza dentro di lei. Anche Silvia attirò Marco su di sé, lui girando lo sguardo, incrociò gli occhi dell’amica che lo supplicavano di spingerlo dentro di farla godere. Stava per affondare dentro quel sesso bollente, quando le parole di Lucia sconvolsero la sua mente. Si girò, vede la sua donna penetrata e posseduta, fino in fondo con le gambe sollevate, in alto appoggiate alle spalle del suo amico.
«Amore mio, guarda come questo maschio mi sta sfondando, guarda come ti sta facendo cornuto, con questo toro scatenato, che mi sta letteralmente spaccando in due.»
Rimase un attimo stupito, quelle parole, per un attimo risuonarono nella sua mente in maniera strana, poi in un attimo realizzò, che la sua donna ora aveva iniziato un gioco, nel quale il maschio che la stava scopando, in quel momento, non era amico di sempre, ma un altro uomo, che la stava penetrando, sotto gli occhi del suo uomo, che ne traeva un immenso piacere. Luca per un attimo era rimasto immobile, piantato dentro Lucia, quando, girò lo sguardo per incrociare quello di Silvia, le parole che uscirono dalla bocca della sua donna sconvolsero anche la sua mente.
«Dai prendimi, fammelo sentire fino in fondo! Spaccami tutta, e fai vedere quel cornuto del mio uomo, come mi stai facendo godere, come mi scopi fino in fondo, spanando ogni mio buco.»
Le parole delle due donne, portarono i due maschi ad un tale livello di eccitazione che presero a sbatterle come forsennati. Dopo l’ennesimo orgasmo, Lucia si girò, allungò la mano, in direzione del suo uomo che mentre stava scopando Silvia, continuava ad osservare lei che veniva sbattuta in maniera selvaggia e furiosa da Luca.
«Amore guardami, sto godendo come una troia! Questo maschio mi sta veramente facendo impazzire. Guardami come ti sto facendo cornuto, con questo toro che mi sfonda selvaggiamente.»
Marco allungò la mano, entrando in contatto con quella di Lucia, stringendolo forte, poi però fu costretto ad afferrare di nuovo Silvia, che in una scomoda posizione, non essendo la pietra piatta come l’altra, finì con scivolare a terra. Lui la sollevò di peso, e girandosi aprì lo sportello posteriore della vettura, la mise sdraiata sul sedile, poi riprese a scoparla facendola urlare di piacere. Luca vide, la sua donna sparire dietro di lui, e nonostante la sentiva ancora godere, era fuori dalla portata del suo sguardo, questo in qualche modo scatenò, ancora di più la sua libidine. Marco disteso sopra Silvia, la pompava come un pazzo scatenato, facendola godere ripetutamente. Ben presto la donna si rese conto, che lì a breve le avrebbe inondato il ventre il suo piacere, a quel punto afferrò il viso di Marco con entrambe le mani, e fissandolo negli occhi, gli fece una specifica richiesta.
«Ti prego non venire fermati, se riesce a resistere ancora un po’, completiamo un bel gioco.»
Lui continuò a pomparla ancora un po’, poi quando fu all’apice del piacere, prima ancora di eruttare tutto il suo seme dentro la sua amica, lentamente con un po’ di fatica si sfilò da lei, rimanendo in piedi fuori dall’auto. Silvia scattò fuori dalla macchina, e preso l’uccello di Marco in mano, si avvicinò al masso dove Luca stava ancora scopando Lucia facendola godere. Quando si rese conto che avere l’attenzione di entrambi, si inginocchiò davanti a Marco, e prese il suo uccello in bocca. Dopo averlo succhiato un po’, girò lo sguardo verso Luca, con la voce emozionata, da una forte carica erotica, sconvolse ancora la mente del suo uomo.
«Amore guardami! Guardami quanto sono troia! Mi faccio riempire la bocca, e ingoio tutto il seme, di questo maschio stupendo, che mi ha sfondato e fatto godere tantissimo, e ora me lo riversa in bocca.»
Luca era estasiato, immobile, piantato dentro la fica di Lucia, osservava la sua donna, che ora serrava le labbra intorno alla cappella di Marco, mentre lui si segava velocemente, e poi un grido rauco, iniziò a eruttare tutto il succo delle sue palle, nella bocca di Silvia. Vide le guance della sua donna gonfiarsi e poi ingoiare, ripetutamente il piacere che le veniva riversato in bocca. Lucia visto quanto aveva fatto la sua amica, spinse indietro Luca, inginocchiandosi, afferrò l’uccello lo portò davanti alla bocca, poi girandosi verso il suo uomo fece impazzire anche lui.
«Marco, guarda quanto sono troia anch’io! Adesso mi faccio inondare la bocca, dal seme di questo toro che mi ha pompato, e fatto godere tantissimo. Guardami amore, guardami quanto sono puttana, e come ti faccio cornuto sotto i tuoi occhi.»
Marco stava impazzendo dal piacere, nel vedere la sua donna succhiare quel cazzo e ingoiare tutto il piacere che lui le riversava in bocca, mentre Luca estasiato da quello che aveva visto fare la sua donna, stava avendo un orgasmo incredibile. Appena finito, di ricevere in bocca, le due copiose sborrate, le due donne si alzarono in piedi, e dopo essersi scambiato un sorriso di puro compiacimento, si avvicinarono ognuna ha proprio uomo, e lo baciarono con passione. Questo scambio erotico di sapori, ebbe l’effetto sui due maschi, di mantenere alta la loro eccitazione, e i loro membri ancora duri. Marco si staccò dal Lucia, poi la fece girare e appoggiare con le mani alla pietra che era davanti a lei, e piegata a 90° tenendola per i fianchi, spinse dentro la fica bollente il suo cazzo ancora durissimo con un grido di puro piacere.
«Sei una troia! Ti ha sfondato tutta! Adesso ti spacco ancora un po’ la fica, poi te lo pianto nel culo, così avremo completato l’opera.»
Sentire quelle parole, anche Luca, fece girare Silvia, e senza tanti convenevoli, anziché piantarlo nella fica, spinse direttamente tutto nel culo.
«Sei una troia puttana! Adesso anch’io ti spacco il culo, così quel cornuto del tuo uomo, potrà sentire come ti abbiamo sfondata e riempita di tutto il nostro piacere.»
Silvia lo sentì entrare un solo affondo secco e deciso, e anche se per un attimo questo gli procurò un lieve bruciore, quello che la sconvolse veramente furono le parole di Luca, che in quel momento si immedesimava in un personaggio diverso da lui, quasi a voler completare il gioco, che avevano appena iniziato. Lucia giro lo sguardo, incrociò gli occhi di Silvia, allungò una mano, attirò l’amica se baciandolo in bocca. Questa cosa scatenò ancora di più i due maschi, che le stavano sbattendo. Appena staccata da quel bacio, sollevò il corpo, si girò e sfilandosi, sussurra qualche cosa all’orecchio di Marco, che la guardò, e girandosi verso Luca, che aveva visto tutto quel movimento, fece un cenno cercando la sua complicità. Luca rimase un attimo interdetto, poi quando vide l’amico avvicinarsi tenendo il cazzo in mano, per un istante pensò che l’avrebbe infilato nella bocca di Silvia, ma quando mise la mano sulla sua spalla, e lo invitò a sedersi sulla pietra dietro di lui, sollevando le gambe di Silvia, si rese subito conto che il gioco che voleva fare suo amico era assolutamente un altro: una bella doppia penetrazione, da far provare alla sua donna. Silvia rimase un attimo stupita, quando le mani di Marco sollevarono le sue cosce, subito si rese conto che quel cazzo duro, lo avrebbe preso davanti. Fece un respiro, mentre sentiva quel palo di carne penetrarla dentro il ventre, scivolando sopra quello di Luca che la penetrava da dietro. Le mani di Lucia, afferrarono i capezzoli, e iniziò a massaggiarle il seno, mentre con la sua bocca, ricopriva il viso di baci incitandola godere del piacere che stava provando.
«Dai, goditi questi due cazzoni! Lascia che ti sfondino in ogni buco, così questa sera, quando torni fra le braccia di quel cornuto del tuo ragazzo, sentirai ancora il piacere far vibrare il tuo corpo. Fatti sfondare come si deve! Come una gran troia, che come te, si merita! E voi ragazzi pompatela, fatela godere, fatela impazzire di puro piacere.»
Non le era mai successo di sentirsi posseduta da due maschi, che adesso la pompavano con un ritmo forsennato, facendola godere a ripetizione. Non riusciva più a capire dove finiva un orgasmo e ne iniziava un altro. Raggiunse un così elevato livello di piacere, che ad un tratto, dopo aver urlato l’ennesimo orgasmo, finì con lo svenire. Lucia si rese conto la sua amica era ormai diventata passiva, come una bambola di pezza, incapace di qualsiasi reazione, se non l’orgasmo continuo. Luca e Marco, si resero conto che Silvia era quasi svenuta, sconvolta, distrutta da un ultimo è sconvolgente orgasmo, ascoltarono le sue parole pronunciate con voce flebile, totalmente illanguidita.
«Basta ragazzi vi prego! Non ce la faccio più! Mi avete sfondato tutta e fatto impazzire! Ti prego adesso basta, dedicatevi un po’ anche alla mia amica, fatela godere anche lei, come avete fatto godere me, così che anche lei possa andare a casa, e mostrare a quel cornuto del suo uomo quanto piacere ha provato fra le vostre braccia.»
I due uomini si sfilarono da lei, che barcollando raggiunse sedile posteriore della vettura e ci sdraiò sopra, mentre ora, Marco si sta posizionando dietro Lucia, con un movimento lento e preciso, affondava tutto il suo membro nel culo, facendole spalancare la bocca. Afferrata la donna per i fianchi, si mise seduto nella stessa posizione, sopra la pietra di dove prima era sdraiato Luca, che sollevate le gambe di Lucia, e appoggiato il membro fra le cosce della donna affondava dentro di lei con una spinta secca e decisa. Ben presto anche Lucia iniziò a godere in preda ad una frenesia erotica, che la faceva tremare tutta in un continuo di orgasmi senza limite di continuità. Fra un orgasmo un altro, incitava i due maschi a sbatterla sempre più forte.
«Si, sbattetemi più forte! Fatemelo uscire dalla bocca! Voglio che mi spacchiate ogni buco, e lo riempite con il vostro piacere, per la gioia di quel cornuto che aspetta a casa.»
Ormai questo gioco era diventato il filo conduttore di tutta la serata, e questo li faceva impazzire tutti e quattro. Dopo averla fatta ulteriormente godere, erano quasi all’apice del piacere, quando Lucia stringendosi a Marco, lo pregò di sfilarsi da lei, e di non venire, se non nella sua bocca, mentre chiese a Luca fare la stessa cosa nella bocca di Silvia. I due uomini si sfilarono, sorreggendola, malferma sulle gambe, si avvicinarono all’auto, da cui riemerse, letteralmente sfinita Silvia, che inginocchiata davanti a loro, con l’amica vicino, apri la bocca appena in tempo per ricevere i loro schizzi di piacere, e cercare in ogni modo di ingoiarlo fino all’ultima goccia. Crollarono tutti e quattro seduti, come meglio potevano, fra i sedili della vettura, che aveva gli sportelli aperti. Rimasero per un lungo istante in silenzio, poi lentamente recuperarono i loro indumenti, stanchi, e felici decisero che era ora di tornare nelle loro abitazioni. Lasciati Marco e Lucia, mentre riaccompagnava Silvia, Luca fermò la vettura prima di giungere a casa della sua donna, e girato verso di lei, prese il viso fra le mani baciandola con passione.
«È stata un’esperienza sconvolgente, ma soprattutto sono impazzito, quando Marco ti ha portato dentro la vettura, non riuscivo più a vederti, mentre ti sentivo godere fra le sue braccia. È stato una cosa che mi ha dato, un piacere sconvolgente. Quel momento, sono passato dal vederti scopare con un altro, a doverlo immaginare, e questo mi ha fatto veramente impazzire, regalandomi una sensazione che non ti so spiegare, ma che, se vorrai, un giorno possiamo ripetere ogni volta che ne avrei voglia.»
Silvia lo guarda compiaciuta, ricambia il bacio, poi con una voce molto stanca, gli espone il suo punto di vista.
«Anche per me, quando lui mi ha portato via dal punto in cui ti vedevo, è stato sconvolgente, sentirti che godevi con lei, e non poterti vedere, ma soprattutto sapere che non mi stavi guardando mi ha fatto letteralmente impazzire in un misto di dolore/piacere che non ti so spiegare, ma che mi ha procurato un orgasmo sconvolgente. Appena sarà possibile, non so dove non so quando, in qualche modo dobbiamo ripetere questa esperienza. Sono molto contenta, che questa prima volta si è avvenuta insieme ai nostri amici, anche se ognuno di noi ha finto di recitare un ruolo completamente diverso. Non avrei voluto farlo con nessun altro, anche se sono sicura, che nei prossimi giorni Roberto, sicuramente si farà vivo, sono fermamente convinta, che quando vorrò scopare con un altro uomo, questo dovrà avvenire, mentre tu mi guardi, perché tutto questo mi eccita, mi fa sentire troia e puttana, ma nello stesso tempo sento che ti amo più della mia stessa vita.»
Anche Lucia, prima di salutare Marco, sulla soglia di casa, parla con lui delle emozioni provate.
«Scopare con un altro uomo stasera, anche se era una persona che conoscevamo, mi ha eccitato in maniera sconvolgente. Recitare un ruolo diverso, ma nello stesso tempo essere sotto il tuo sguardo, mi ha fatto provare sensazioni bellissime, godere come fino ad oggi non avevo mai provato. Sono sicura che Alberto si farà vivo, ma sono determinata, a provare quella eventuale esperienza, solo ed esclusivamente se tu sei accanto a me, mi guardi mentre godo fra le braccia di un altro maschio. Questa sera sono stata molto contenta di averlo fatto insieme a loro. Mi ha fatto sentire tranquilla e serena, e nello stesso tempo vedere te, che recitavi il ruolo di un altro maschio, e nello stesso tempo eri consapevolmente cornuto, mi ha eccitato così tanto, che ancora sento i brividi di piacere. Grazie amore mio, sei un uomo fantastico, per me sei più importante dell’aria respiro, voglio passare la mia vita con te, cercando di vivere sempre esperienze meravigliose, che però devono in qualche modo appagare entrambi.»
Nelle due settimane successive, le ragazze sono molto impegnata nel lavoro, non hanno quasi mai, il tempo di dedicarsi ai loro piaceri personali. Dalla mattina presto, alla sera tardi, tutto il giorno lo passano nello studio, fra scadenze fiscali, e denunce dei redditi, che le impegnano così tanto che quando arriva la sera sono così sfinite, che accettano sono di andare a cena con il padre di Lucia, e poi ritirarsi nel proprio letto, per un sonno ristoratore. A Silvia piace molto Dario, il padre di Lucia. Un bell’uomo, appena poco sopra la cinquantina, vedevo da più di dieci anni, che l’ha sempre trattata come una figlia, senza mai un gesto fuori posto, ne una cosa, o una frase sconveniente, anche se lei, qualche volta osservandolo attentamente, qualche pensiero peccaminoso su di lui l’ha fatto. A metà della seconda settimana, Lucia riceve la visita di Alberto, che freme dal desiderio di possedere il suo giovane corpo. Scambiano solo qualche parola, davanti al distributore automatico del caffè, con lui che la guarda con occhi carichi di desiderio.
«Per quanto tempo ancora sei impegnata con il lavoro? Dopo quello che mi hai fatto provare in cima quella torre, aspetto con impazienza il momento in cui riuscirò ad avere il tuo corpo, sentire il tuo grido di piacere, mentre ti sbatto fin quando non mi dici basta.»
Lei lo guarda divertita, si rende conto, che anche lei lo vuole con tutta se stessa, che non vede l’ora di sentirlo dentro di sé, e questo le fa provare un piacere sconvolgente, al ricordo di quello successo sopra la torre, gli fa tornare in mente un altro desiderio: quando farà sesso con lui, dovrà avvenire solo ed esclusivamente, sotto lo sguardo attento di Marco, altrimenti non se ne farà nulla.
«Credo che quando saremo alla fine di questa settimana il lavoro dovrebbe diminuire, quindi ti assicuro che riuscirà a trovare un momento per stare con te, godere con te, senza nessuna limitazione, ma tutto questo dovrà avvenire solo ed esclusivamente, ad una mia condizione.»
Lui sentendo le parole, la guarda stupita.
«Quale condizione?»
Lucia non ha il tempo di specificare quale sia la condizione, perché una delle ragazze dello studio, le si avvicina con una cartella in mano, chiedendo spiegazioni su quello che deve farne. Lei prende la cartella, si gira verso di lui, e lo saluta sorridendo.
«Stai tranquillo, avrai tutta me stessa, senza nessuna limitazione, e la condizione che io vorrò che tu rispetti, piacerà molto anche a te, ne sono assolutamente sicura!»
Anche Silvia, ha ricevuto due telefonate da Roberto, che l’ha invitata più volte, a prendere un caffè, o a pranzo con lui, oppure ad uscire una sera per una cena, ma lei ha sempre rifiutato, anteponendo il lavoro alla sua vita privata. Alla fine lui le ha fatto promettere, che la volta che lavoro è sostanzialmente diminuito passeranno insieme l’intera giornata. Lei non gli ha assicurato che questo sarebbe potuto avvenire, perché dentro di sé, vuole che quando godrà fra le braccia di Roberto, Luca deve essere presente, e forse anche partecipe. Questa sensazione, gli provoca un lieve languore. Il pensiero di essere di nuovo fra le braccia di due maschi sconvolge la sua mente, e fa vibrare il suo corpo.
25
2
4 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 1 settimana fa -
Il pasticcere
Eravamo andati al mare oltreconfine, in Croazia, su una spiaggia naturista; non era la prima volta. Ci mettevamo sempre in fondo, fra gli scogli, in una zona un po' nascosta, frequentata quasi solo da maschi (guardoni ed esibizionisti) spessissimo mia moglie era l'unica donna. Mi eccitava vedere come gli uomini guardavano mia moglie nuda, come ammiravano le sue belle tette, il notevole culo, le cosce tornite e spalancate, la fica offerta con impudicizia ai loro sguardi vogliosi.
Mi arrapava vedere che andavano avanti e indietro, talvolta ammiccando, spesso toccandosi; taluni le si piazzavano vicino o anche di fronte, ed esibivano la loro mercanzia, addirittura menandoselo. Questo eccitava pure la mia signora e poi a letto, alla sera, li ricordavamo (specialmente i più dotati) e li usavamo nelle nostre fantasie; e al centro delle porcate c'era sempre lei, con uno o più di quegli sconosciuti guardoni da spiaggia.
Quella mattina, però, in spiaggia arrivò il pasticcere, proprietario del forno vicino a casa nostra.
Fece finta di non conoscerci e noi facemmo altrettanto. Si spogliò e si piazzò esattamente di fronte
a mia moglie, senza staccarle gli occhi di dosso. Lei prese a mettersi la crema solare, accuratamente su tutto il corpo, ungendosi a lungo i seni e massaggiandosi i capezzoloni fino a farli ingrossare e farli diventare duri e ritti, per poi passare alle gambe, carezzandosi con la crema l'interno delle cosce, dopo averle spalancate completamente. Il fornaio aveva seguito questo spettacolo con grande attenzione, sorridendo e umettandosi le labbra con la lingua e palpandosi i grossi coglioni pelosi, mentre il suo uccello iniziava a prendere una certa consistenza. Dopo essersi sfiorata la patonza con le dita, mia moglie mi chiese di spargerle la crema sulla schiena e sul posteriore.
Si girò, stendendosi sulla pancia, per poi inginocchiarsi mettendosi a pecorina, con le gambe ben divaricate, in modo che l'uomo potesse vederle in pieno il culo e anche la fica ben gonfia. Io fui rapido a ungerle la schiena, ma poi mi dedicai con lentezza alle sue chiappe, tenendole aperte per offrire la rosellina agli sguardi lubrichi del maturo fornaio. Infine mia moglie si rimise supina, con le cosce apertissime, offrendo fica e tette agli occhi spalancati del grosso manzo, il quale si toccava il cazzo oramai duro, scappellando il fungo rossastro. Non ce l'aveva lunghissimo, ma era bello grosso, un cazzone pesante da contadino, sopra a due palle pelose gonfie di sperma.
Passarono due ragazzi, ma lui con la mano gli fece segni di smammare. Anch'io oramai avevo una notevole erezione e suggerii a mia moglie di toccarsi fra le gambe; lei fu pronta a titillarsi le grandi labbra per poi infilarsi un dito, al che il porcone prese a masturbarsi senza vergogna. Lei , eccitata, mordendosi le labbra, si abbandonò a una sditalinata epica, fissandolo negli occhi, finchè il maschio non schizzò, a fiotti, sul telo da mare. Quindi, lui si alzò, entrò in acqua e si lavò la minchiona ostentatamente, rivolto verso di noi, poi - uscito - si asciugò con cura e indossò i bermuda, riprese la sacca e, sorridendo, ci strizzò l'occhio prima di allontanarsi.
Quella sera, a letto, mia moglie si scatenò. Disse che era un vero uomo, come piaceva a lei: maturo, grosso, peloso e con la pancetta, un vero maschio pieno di voglia, e che cazzo aveva... : voleva leccargli quelle grosse palle e succhiargli la cappellona e sentirselo tutto in bocca quel salsiccione così grosso. Voleva che le riempisse la fica e voleva provarlo anche nel culo, ma voleva farlo davanti a me, mentre lui mi trattava da cornuto e mi dimostrava come si fa godere una femmina.
Fu indimenticabile, la porca mi fece sborrare due volte quella notte. Era come se lui fosse con noi.
Passarono mesi, andavamo sempre a prendere il pane e i dolci da lui, ma le rare volte che lo trovavamo dietro al bancone facevamo tutti finta che nulla fosse successo...
Poi...
Una sera tornai a casa e trovai mia moglie tutta allegra, anzi elettrizzata; indossava solo una vestaglietta leggera ed io chiesi spiegazioni e lei prima mi disse che no, era tutto normale, ma poi finì per raccontarmi...
Al mattino era andata a comperare il pane, ma lui, il maturo fornaio, le aveva spiegato che quel tipo di pagnotte che di solito prendeva lei non era pronto, avevano fatto una seconda infornata e, se voleva, glielo portava a casa lui fra mezz'oretta, appena sfornato. Lei capì immediatamente e fu pronta ad accettare.
Tornata a casa, si preparò: profumo sexy, niente reggiseno, camicetta sottilissima e aderente, quasi trasparente in modo da lasciar vedere i capezzoli che spingevano il tessuto, sandali con tacco alto, autoreggenti fumé con bordo di pizzo nero, gonna lunghetta grigia scura, con bottoni davanti, slacciati fino alle cosce, slippino di pizzo bianco, trasparente, trucco leggero.
Prima della mezz'ora, scampanellata imperiosa: "Sei pronta?". Ascensore. Spinge la porta con irruenza, entra e la richiude col piede. Molla il pacco del pane sulla consolle dell'ingresso. La spinge contro il muro. Le spalanca la camicetta e le prende in mano un seno, lo lecca. Poi fa saltare i bottoni della gonna e le infila una mano fra le cosce, le sposta lo slippino e le palpa la fica, le infila un dito. Lei impazzisce. Lui lo tira fuori, durissimo. Lo appoggia contro la fregna e spinge, infilandolo brutalmente. La sbatte freneticamente e si scarica, mugolando, quasi ruggendo, premendola con violenza contro il muro. La sborra, calda, densa, le cola lungo le cosce. Si è svuotato.
Finalmente la bacia, la accarezza, le dice che in questi mesi è uscito di testa, che ogni volta che lei andava al forno, dopo era costretto a masturbarsi come una bestia. Che non faceva che immaginarsi di possederla in tutti i modi, che era bellissima, la femmina più sexy che avesse mai incontrato. Lui la trascina verso il divano, ma lei invece lo spinge verso la stanza da letto. Lo fa sedere sul bordo del materasso e inizia a spogliarlo; la eccita questo manzo di mezz'età, bassino, villoso, con la pancetta, le coscione, e il grosso cazzo con pesanti coglioni pelosi e con l'aria maiala, con la voglia porchissima che gli si legge in faccia. Lo ammira così, un cinghialone nudo seduto sul suo letto, sul nostro letto. Si mette davanti a lui e inizia a carezzarsi tutto il corpo, quel corpo che lui ha frettolosamente e brutalmente posseduto.
Il porco riprende ad eccitarsi, la sua verga si indurisce di nuovo, lei si avvicina e gli sbatte sul viso le tette dai larghi capezzoli duri e scuri, che lui lecca e succhia e mordicchia fino a farla mugolare, Poi lei si inginocchia e inizia a leccargli le palle, stringendo in mano il grosso manico duro e strofinandolo sul proprio viso, ci fa scorrere la lingua avida fino alla cappella, e ci gira attorno, lentamente; le piace sentire il maschio che gode mentre lei si fa scivolare il grosso fungo fra le labbra e ci gioca con la lingua, leccando sulla punta le gocce vischiose. Lui le mette una mano imperiosa sulla nuca e lo spinge fino nella sua gola; le sembra di soffocare ma gode, e si sditalina mentre il bestione la chiava in bocca. Lui si alza, la spinge a terra e si mette a cavalcioni del suo busto, posandole il cazzone fra i seni che lei stringe per masturbarlo così mentre lecca la punta gocciolante del cazzo ogni volta che spunta dalle sue tette. Poi, all'improvviso, la gira e inizia a leccarle le chiappone, le tiene aperte con le mani e la slingua sul buchino roseo, finchè lei lo implora di incularla mettendosi a pecorina. Allora il vecchio stallone glielo infila pian piano, lei trattiene le urla e si sente allargata, sfondata, sventrata, si sente la sua vacca e glielo grida senza vergogna
Ma lui la butta giù, stesa sul tappeto, le solleva le gambe e le allarga le cosce, appoggia il cazzone gocciolante alla fica e lo infila, iniziando a cavalcarla. Si abbassa a leccarle le tette mentre la possiede, poi la bacia, senza smettere di fotterla freneticamente, ululando quando lei stringe i muscoli vaginali per trattenere il suo cazzo, facendolo godere al massimo. Spinge dando violenti colpi di reni, lei capisce che sta per riempirla, ma il maschione lo tira fuori e lo dirige verso le tette, e le schizza a fiotti tanta sborra, fino sul collo, sul mento. E si baciano.
Poi, dopo essersi rivestito, le chiede di non lavarsi e di raccontare tutto al cornuto e di farsi leccare da lui.
E io infatti ho ascoltato il racconto, masturbandomi, e infine ho leccato le tette, il culo, la fica di mia moglie odorosa dello sperma del suo toro maturo. Non ho mai goduto tanto. come quella prima volta.
Anche se ne sono seguite tantissime altre, pure con altri maschi.
34
2
4 anni fa
bobo45sex,
27
Ultima visita: 2 anni fa
-
Inconsapevolmente cornuti. confessioni
Seconda parte del racconto che narra il percorso iniziato da due coppie che vogliono vivere il sesso in maniera molto appagante. *******************************************************Servite le nuove pietanze, dopo gli ennesimi brindisi, e applausi, tutta la comitiva si trasferì fuori, nello splendido giardino con vista sul lago dove sarebbero stati serviti dolci, e dove sarebbe avvenuto il taglio della torta nuziale sotto un apposito gazebo predisposto per l’occasione. Luca decise di tenere d’occhio Silvia, ma non riuscì ad uscire subito, in quanto trattenuto dal padre dello sposo, che conoscendolo, scambio con lui qualche parola. Quando uscì nel giardino, cercò con lo sguardo Silvia ma non la trovò, così in maniera discreta si mise a cercarla, fin quando arrivando vicino ad una pianta, si rese conto che la sua donna era dall’altro lato della piccola siepe che divideva quella parte del giardino. Era in compagnia di Roberto, che le stava parlando a bassa voce, e lei rispondeva con piccole risatine. Non riusciva a capire cosa lui le stesse dicendo, ma era chiaro che lei era molto divertita intrigata da quella cosa. Sentiva dentro di sé un forte subbuglio, un misto di gelosia e rabbia, ma anche una forte eccitazione, un orgoglio particolare, nel sapere che la sua donna era molto desiderata. Ad un tratto, un addetto al servizio fotografico, chiamo Silvia per delle foto insieme alla sposa, i due si allontanarono tornando insieme a tutto il gruppo di commensali. Scattata qualche foto, Luca vide di nuovo Silvia appartarsi con Roberto. Erano sull’altro lato del giardino, quello che dava sul lato del lago, quando cercò di raggiungerli, si trova in mezzo a tutta la gente che festeggiava il taglio della torta con gli sposi, quindi fu costretto a rientrare nel salone, per cercare di uscire dall’altro lato per raggiungere la sua donna. Quando raggiunse la grossa vetrata, stava per uscire fuori, ma si rese conto che dal punto in cui era, aveva una visuale perfetta su tutto quello che stava succedendo fuori, in più era coperto da un grosso drappeggio, che gli permetteva di osservare senza essere visto. Nascosto dietro la tenda, vide Silvia molto vicina Roberto, appoggiato al muretto, girata quasi di lato, che ascoltava quello che lui le stava sussurrando all’orecchio. Vedeva la mano di lui tenere quella della sua donna, mentre non vedeva quella di Silvia, nascosta la sua visuale dai loro corpi. Ad un tratto ebbe la sensazione che l’uomo stesse baciando la sua donna sul collo, perché lei ad un tratto, spinse la testa all’indietro chiudendo gli occhi. Sentiva uno strano dolore nel petto, stava quasi per intervenire, quando l’arrivo di un gruppo di gente, nella direzione di Silvia e Roberto, fece sì che i due, si distanziano di nuovo poi si incamminarono verso il gazebo, dove stava iniziando ad essere servito il dolce nuziale. Non riuscì ad avvicinarsi di nuovo la sua donna, perché il fotografo è il suo staff, presero sposi e testimoni per fare alcune foto nel giardino, mentre tutti tornavano dentro al salone dove di nuovo, avevano ripreso t a ballare. Quando vide rientrare anche gli sposi, si rese conto che Silvia era sparita di nuovo, che anche Roberto non c’era in mezzo alla gente che festeggiava gli sposi. Decise di cercarli, convinto che ormai quei due si erano nascosti da qualche parte. Sentiva dentro di sé sensazioni contrastanti, un misto tra rabbia ed eccitazione, per tutta quella situazione che si stava creando fra la sua donna e Roberto. Uscì fuori cercando nel parco, ma non riuscì a trovare nessuno dei due, quindi rientrò e guardando attentamente nel salone, si rese conto che anche Lucia era sparita, mentre Marco era a festeggiare gli sposi, tra un brindisi e l’altro sempre più ubriaco. Girando per immenso salone, ad un tratto si trovò vicino ad una grossa tenda parzialmente spostata, che dietro celava una porta con su scritto ACCESSO VIETATO. La porta ere socchiusa, lui entrò convinto di trovarci la sua donna. Iniziò a salire una strana scala a chiocciola, che portava in alto, su una delle due torri del castello. Quando stava per uscire sopra, rimanendo ancora nella penombra, mentre fuori il sole tramontava, regalando uno spettacolo stupendo, si rese conto che le due persone che aveva davanti appoggiate uno dei merli della torre, non era la sua donna, ma Lucia la sua amica, in compagnia di Alberto, che la teneva stretta con la mano infilata nello spacco laterale del vestito, che sicuramente la stava masturbando. Vedere la sua amica godere, gli fece venire in mente l’idea che, probabilmente Silvia sta facendo la stessa cosa, in qualche altra parte del castello, questo gli provocò un’erezione così forte da fargli quasi male. Non visto, nascosto nella penombra della scala, tiro fuori il cazzo cominciò a masturbarsi. Intanto Alberto, voleva scoparsi la sua amica, ma lei in qualche modo riuscì a dissuaderlo, poi si era inginocchiata davanti a lui, e anche se Luca non vedeva quello che succedeva, era ben chiaro che la donna gli stava facendo un meraviglioso pompino. Alberto teneva entrambe le mani sopra la testa di Lucia, assecondando il movimento, mentre lei teneva entrambe le mani sulle gambe dell’uomo, usando solo la bocca per succhiare l’uccello. Luca sapeva benissimo quanto era brava Lucia nel fare quel gioco, sapeva che Alberto non avrebbe resistito molto, quindi continuò a segarsi velocemente, aspettando l’attimo in cui la sua amica avrebbe portato l’occasionale amante, al piacere. Improvvisamente il corpo dell’uomo si irrigidì, emise un grido rauco, rimanendo immobile, mentre la sua amica sicuramente stava ingoiando il piacere che lui le stava riversando in bocca. Anche lui raggiunse l’orgasmo, schizzando la sua semenza nel muro della scala, e appoggiandosi, perché l’orgasmo avuto, era stato così intenso che lo aveva in qualche modo sfinito.Lucia rimase ancora qualche istante inginocchiata davanti ad Alberto, poi si sollevò, e disse qualcosa, che Luca non riuscì a capire, che fu seguito da un cenno di assenso. Ridiscese rapidamente la scala, quando raggiunse il suo tavolo, vide Silvia che lo stava cercando. Per un attimo, osservò la sua donna, a prima vista sembrava tutto normale, avvicinandosi, le diede un bacio sulla bocca, cercando di capire, se lei aveva l’odore di un altro maschio, se aveva succhiato e ingoiato il piacere come aveva visto fare da Lucia. Silvia però aveva bevuto già dello spumante, quindi Luca non riuscì a capire se il suo sospetto era reale, oppure era tutto frutto della sua immaginazione. Dopo qualche minuto vide ricomparire anche Lucia, che sorreggeva Marco decisamente distrutto dalla sbornia.«Ragazzi per piacere aiutatemi, è così ubriaco, che non posso farlo tornare a casa in auto, rischierebbe di o di fare del male a qualcuno.»La festa era quasi alla fine, quindi decisero di andarsene, sarebbero passati a riprendere l’auto di Marco il giorno seguente. Mentre Luca guidava, con Marco di fianco, appoggiato con la testa sul finestrino, le due donne dietro parlavano del matrimonio, con pettegolezzi e piccole cattiverie, o giudizi alquanto pesanti nei confronti delle altre donne presenti. Giunti a casa di Marco, aiutarono Lucia a portarlo letto, lasciando l’amica che abitava dall’altro lato della strada, poi lui è Silvia se ne andarono verso casa loro. Durante il tragitto per tornare a casa, entrambi sembravano assorti nei propri pensieri. Luca aveva tante domande da fare a Silvia, ma lei teneva gli occhi socchiusi come vinta dalla stanchezza. Dopo averla riaccompagnata tornò a casa sua, tornò la propria abitazione, e sdraiato nel letto, ripensava tutta la giornata trascorsa, e soprattutto non sapeva prendere una decisione: raccontare a Marco quello che aveva visto fare a Lucia. Tra quello che aveva visto, quello che aveva immaginato per la sua donna, ebbe di nuovo una forte erezione, lo costrinse a masturbarsi, e raggiungere il piacere velocemente. Sfinito si addormentò, fin quando il giorno successivo, fu svegliato dal sonno del suo telefonino, era Marco, che gli chiedeva se lo poteva accompagnare riprendere la sua auto, lasciata nel parcheggio del castello. Essendo di domenica, e una bella giornata, Luca propose di portare anche le donne con loro, e di passare una giornata al lago. L’idea fu subito accettata da tutti, e dopo circa un’ora erano tutti in viaggio verso il parcheggio del castello. A differenza della sera precedente, quella mattina sembrava che nessuno aveva voglia di parlare, ognuno sembrava assorto nei propri pensieri fin quando giunti nel parcheggio del castello, fu Lucia rompere il silenzio.«Dammi le chiavi dell’auto, da qui al lago guido io, tu hai ancora i postumi della sbornia, e probabilmente un tasso alcolemico ancora eccessivo, poi voglio parlare un po’ con Silvia da sola.»Prese le chiavi, scesero e si incamminarono davanti a loro per salire nell’auto di Marco. Entrambe indossavano una minigonna di jeans, una semplice maglietta, con dei sandali a zeppa, senza calze, e quando Lucia salì nell’auto di Marco, Luca ebbe una splendida visione delle cosce dell’amica. Appena partite, loro si misero dietro a seguirle lentamente lungo la strada che portava giù al lago. Per un po’ rimasero entrambi in silenzio, poi fu Marco che prima guardò Luca in faccia, poi girando lo sguardo dall’altro lato gli fece una strana domanda.«Da quanto tempo siamo amici? Voglio dire da quanto ci conosciamo, quante cose abbiamo fatto insieme, senza mai nasconderci nulla?»Luca lo guardò cercando di capire dove il suo amico voleva andare a parare, per un attimo fu assalito dal dubbio, che in qualche modo il suo amico, aveva scoperto quello che lui aveva visto in cima una torre, ma le parole di Marco fugarono ogni dubbio.«Volevo dire, conoscendoci da tanto tempo, tu, se sapessi una cosa che mi potrebbe ferire nella diresti?»Luca stava per rispondere, nella più grande incertezza, stava per rispondere l’amico che aveva qualcosa da dire, che l’avrebbe sicuramente ferito, ma ancora una volta fu un amico a parlare.«Ieri pomeriggio, prima di venire via dalla festa, non mi sono sentito molto bene. Ad un tratto ho sentito che avrei vomitato, così sono andato in bagno, chiuso in un cesso, ho sputato fuori anche l’anima. Sono rimasto così sfinito, da non avere quasi la forza di uscire, quando stavo per farlo, ho sentito una coppia entrare nel bagno erano Silvia, e Roberto. Lei accusava un dolore ad una caviglia, qualcuno ballando le aveva rifilato un calcione. L’uomo l’ha fatta appoggiare al lavandino, poi ha bagnato un asciugamano, gli faceva degli impacchi freschi sulla caviglia dolorante. Dopo qualche momento, l’uomo ha allungato una mano, facendola risalire lungo le cosce della donna, fino ad arrivare nella sua intimità, e ha iniziato a masturbarla. Lei è rimasta un attimo immobile, ha provato a serrare le cosce, ma il tono autoritario di lui, l’ha costretta ad aprirle, e lasciarsi andare. È bastato poco perché lei raggiunge un orgasmo, che la fatta tremare tutta, a quel punto l’uomo si è alzato, l’ha presa per mano, e la spinta dentro l’altro cesso, quello più grande, riservato ai disabili, chiudendo la porta. Ci divideva solo una sottile parete di cartongesso, anche se non ho visto la scena, ho subito capito che, l’uomo ha iniziato a scopare la donna che aveva spinto dentro il bagno. Sentivo i loro corpi sbattersi, lei mugolare di piacere, incitandolo a scoparla più forte. È sicuramente venuta due o tre volte, fin quando lui ha aumentato la velocità con cui la pompava, e si è girata, l’ha pregato di non venirle dentro.“Ti prego non mi venire dentro, te lo prendo in bocca, lo succhio tutto fino all’ultima goccia.”«Lui ha continuato a sbatterla ancora per un po’, poi improvvisamente il rumore è cessato, ho sentito un lungo gemito, era di lui, che sicuramente stava godendo in bocca lei. Dopo alcuni momenti, l’uomo ha detto alla donna, che avrebbe voluto vederla di nuovo, per scoparla in modo più comodo, e più appagante, per questo deve averle scritto il suo numero sul cellulare. Li ho sentiti uscire, allora anch’io nelle sono tornato nel salone.»Per tutto il racconto, Luca ha sentito dentro di sé quella strana sensazione, quel misto di piacere rabbia, gelosia ed eccitazione, che gli ha fatto gonfiare il pacco. Si gira verso l’amico che ora lo guarda, nota che anche lui al pacco gonfio, poi torno a guardare la strada, con un filo di voce raccontato amico quello che ha visto in cima alla torre, come la sua donna si è inginocchiata, di come ha ingoiato fino all’ultima goccia. Marco lo guarda con l’aria stranita, quasi incredula poi, fa un profondo respiro, e riprende a parlare.«Forse io sto impazzendo, forse sono già matto, oppure ho qualche cosa che non va. Ti ricordi l’estate che siamo andati al mare in Corsica, quando c’erano quel gruppo di maschi, che avevano tutti il cazzo duro, mentre guardavano le nostre donne? Forse non ci crederai, ma io mi sono eccitato, nel sapere che altri maschi vorrebbero scopare la mia Lucia. Ma la cosa che mi lascia ancora più sconvolto, è che sapere che, lei ieri ha fatto un bocchino ad un altro, poi mi ha baciato in bocca, come faceva quando da ragazzi dopo la scuola, quando ci chiudevamo in camera di uno di noi, per farcelo succhiare entrambi. Questa cosa mi eccita da morire, sembra quasi che essere un cornuto, mi faccia impazzire di piacere.»Luca lo guarda basito, poi girando lo sguardo, confessa anche lui le sue perplessità.«Se tu sei pazzo, io lo sono quanto te. Quel giorno al mare, quando siamo andati dopo pranzo a letto, mentre scopavo Silvia, ho immaginato di vederla scopare con un altro, mentre io mi segavo furiosamente. Sentire che ieri, lei si è fatta scopare da un altro, e che adesso lui la desidera ancora, mi fa sentire dentro un misto di feroce gelosia, e una eccitazione sconvolgente, come vedi, mi porta ad avere il cazzo così duro da farmi male.»Anche nella macchina che li precede, le due donne si stanno facendo confidenze, come non succedeva da un po’ di tempo. La prima parlare Silvia, che mentre osserva l’amica guidare, parla con un filo di voce.«Io non so come dirlo, ma oggi mi sento un casino dentro l’anima da far paura. Tu sai quanto io amo Luca, quanto mi fa impazzire stare con lui, quanto voglio che la mia vita sia sempre con lui, eppure ieri sono comportata davvero male, fatto un casino, ora non so come raccontarglielo.»Lucia guarda un attimo amica, poi torna a fissare la strada, e inizia a parlare come un automa. «Non chiedere consigli a me, se tu ieri fatto un casino, io mi sono comportata da vera puttana. Amo Marco come la mia vita, stiamo già parlando di matrimonio, di avere dei figli, una casa, eppure ieri mi sono inginocchiata davanti ad Alberto gli ha fatto uno dei miei memorabili pompini con tanto di ingoio, anche se lui avrebbe voluto scoparmi, ma non mi sembrava il posto, nel luogo adatto, anche se pur non riuscendo a spiegarmelo, mi sarei fatta sbattere tantissimo.»Silvia guarda l’amica, con un filo di voce, quasi a testa bassa, gli racconta che lei invece, s’ si è fatta scopare nel bagno da Roberto, e che per paura di sporcare il vestito che indossava, si è fatto sborrare in bocca. Lucia guarda Silvia con occhi sbarrati.«Cazzo! Sei andata nel bagno! Come hai fatto non incontrare Marco, che ci ha passato più di venti minuti vomitando anche l’anima?»Silvia la guarda stupita, cerca di fare mente locale, cercando di ricordare chi ha incontrato. Ancora confuse, raggiungono la sponda del lago, e lasciate le vetture, seguono i ragazzi, che saliti sul battello, hanno proposto, di andare a pranzo l’isola, presso un ristorantino che fa un ottimo pesce di lago. Durante i 15 minuti di traversata, Silvia cerca in tutti i modi di ricordarsi se ha incontrato, o visto Marco nel bagno, ma non essendo sicura, decide che deve raccontare tutto a suo uomo, accada quello che accade, lei deve dirgli tutta la verità, e pagarne le conseguenze. Il pranzo è quasi una formalità, nessuno ha molta fame, nell’aria c’è una strana tensione, che deve essere in qualche modo scaricata. Usciti dal ristorante, passeggiano lungo il viale che costeggia la riva del lago. Marco e Lucia camminano qualche passo più avanti, mentre Silvia e Luca, stretti lui l’altro, camminano dietro di loro restando un po’ in silenzio. Ad un tratto è Silvia che rompe il silenzio, fa un profondo respiro, poi tenendo la testa bassa, incomincia parlare il suo uomo.«Io ti amo. Ti amo più della mia vita, dell’aria che respiro, sei la luce dei miei occhi, il mio sole, però devo dirti una cosa, che sicuramente ti farà sentire ferito e triste, ma devo dirtela, accada quello che accada, non posso tenermi dentro questo segreto. Ieri al matrimonio, mi sono comportata malissimo. Potrei dirti che avevo bevuto troppo, che mi sentivo strana, ho tante altre scuse, ma non riesco a trovarne una veramente valida, se non il fatto, che oggi mi sento veramente a terra per averti tradito con Roberto. Non riesco a spiegarmelo, come possa essere successo. Probabilmente tu, ti sentirai ferito, offeso, e tradito, e nemmeno vorrai perdonarmi, ma è avvenuta una cosa che forse dentro di me, in qualche modo, da tempo sapevo che prima o poi sarebbe accaduta.»Luca gira lo sguardo, incrocia quello della sua donna, che subito torna a guardare in basso, non riuscendo a reggere suo sguardo, poi le sue parole lasciano decisamente molto sorpresa anche Silvia.«Non hai nulla da farti perdonare. Forse quello che sto per dirti, ti sembrerà una cosa pazzesca, ma dentro di me, da quando siamo stati in vacanza in Corsica, ho sempre desiderato vederti fra le braccia di un altro. Capisco che quello che sto per dirti è pazzesco, mi rende molto confuso, soprattutto nel dire che quel giorno, quando abbiamo fatto l’amore dopo essere tornati dalla spiaggia nudista, io ho immaginato che fosse un altro che stava scopando con te mentre io vi guardavo. È successo anche tante altre volte, in cui io ho notato altri uomini che ti guardavano con occhi carichi di desiderio, ma la cosa che mi sconvolge di più, è che sento dentro di me un dolore fortissimo, generato dalla gelosia, e nello stesso tempo, mi ritrovo con una erezione così forte e dura, che mi costringe a masturbarmi furiosamente. Non riesco a spiegarmi perché, ma sapere che ieri Roberto ti desiderava, mi ha tenuto tutto il giorno con il cazzo in tiro, e dentro di me, ho solo il rammarico di non averti visto scopare con lui.»Silvia si gira lo guarda si fermano, lo abbraccia, e si stringe forte a suo corpo baciandolo, con un bacio carico di passione, da togliere il fiato. Poi lo guarda dritto negli occhi, insieme confessano il loro più nascosti desideri.«Anche per me, quel giorno che abbiamo fatto l’amore dopo essere stati spiaggia, era cambiato qualche cosa. Nella mia mente, mentre tu mi stavi scopando, ho immaginato che fosse quel maschio con i capelli lunghi, che per tutta la mattina non mi aveva mai tolto gli occhi di dosso. Sentirmi desiderata, ammirata sotto il tuo sguardo, mi ha fatto avere un orgasmo sconvolgente. Ora non so cosa fare, non so come comportarmi con Roberto, che ha espresso il desiderio di volermi portare di nuovo letto, e questa volta scoparmi più a lungo, in maniera molto più soddisfacente, di una semplice sveltina, fatta in un bagno di un ristorante. Non capisco che cosa ci stia succedendo, io ti amo, voglio che la mia vita sia con te, ma quando penso a quanto mi eccita sentirmi desiderata, e scopata, da un altro maschio, dentro di me sento emergere un’altra Silvia, diversa, che si sente troia, una puttana, desiderosa di avere tanti cazzi che la prendono la riempiono dappertutto. Capisco, che per te quello che ti sto dicendo, è qualcosa di duro da accettare, ti assicuro che ti amo da impazzire, e che tutto questo che ti sto dicendo, per me è solo un gioco, che vorrei giocare con te, con la tua complicità, per godere solo di sesso, fatto in maniera trasgressiva e appagante. Se mi vorrei lasciare, io non opporrò nessuna resistenza, capisco il tuo stato d’animo, sicuramente averti tradito ed offeso, mi riempie il cuore di tristezza.»Luca la bacia, la stringe forte, poi tenendola abbracciata, riprendono a camminare lungo il viale, mentre lui le espone il suo pensiero.«Non ho nessuna intenzione, di chiudere il nostro rapporto, anche se, tutto quello che stiamo vivendo, mi sta creando tanta confusione incertezza, ma di una cosa sono assolutamente certo, io voglio vivere la mia vita con te, voglio godere del tuo corpo, del tuo piacere, e se andrai con altri uomini, io voglio essere presente, oppure consapevole di quello che stai facendo. È una sensazione che provo da tanto tempo, da quando i primi tempi, tu mi succhiavi il cazzo, poi quando ero venuto, succhiavi anche quello di Marco, e mi baciavi. Quel momento era un gioco eccitante, ma solo dopo, con il tempo ho scoperto quanto era eccitante, non il gioco in sé per sé, ma sentire il sapore di un altro maschio nella bocca, che aveva goduto tra le tue labbra, era questa la cosa, che mi faceva uscire di testa, impazzire di piacere, ed eccitare tantissimo. Non so spiegarti questa cosa, ma saperti con altri maschi, mi eccita da morire.»Silvia lo guarda lo bacia lo tiene stretto, poi gli espone la sua conclusione.«Amore mio, probabilmente ti sentivi già inconsciamente un cornuto, che gode nel sapere la sua donna desiderata e goduta da altri maschi. Se fra di noi ci sarà intesa, massima lealtà e fiducia, io sono sicura che il nostro rapporto ci farà vivere momenti veramente belli.»Anche pochi passi più avanti di loro, l’altra coppia è alle prese con un discorso che riassume quanto era successo il giorno prima. Lucia cerca in qualche modo di spiegare a Marco quello che era successo con Alberto.«Amore io ti devo fare una confessione, c’è una cosa che mi sta tormentando l’anima, una cosa che è successo ieri, che non so spiegarmi per quale motivo si avvenuta. Mi sono sentita dentro una cosa strana, un desiderio che averlo realizzato sicuramente ti ferisce, e ti farà sentire tradito e offeso. Ieri, ad un certo punto della festa mi sono trovata in cima alla torre con Alberto, che per tutto il giorno, mi aveva stuzzicato ed eccitato. Mi avrebbe voluto scopare, cosa che avrei evoluto anch’io, e di questa un po’ me ne vergogno, perché io ti amo, ma dentro di me, in quel momento, ho desiderato sentirmi diversa dalla solita persona che sono, e che tu conosci. Non ho ritenuto che fosse il posto giusto, nemmeno il momento giusto, per farmi scopare da lui, così mi sono inginocchiata davanti, e gli ha fatto uno dei miei meravigliosi pompini, ingoiando fino all’ultima goccia il suo seme. Quando poi ci siamo ritrovati alla festa, ho sentito dentro di me forte il desiderio di baciarti, come quando facevamo sesso insieme ai nostri amici, e ci scambiavamo un bacio, dopo che Luca mi era venuto in bocca, e tu avevi fatto la stessa cosa con Silvia. Mi ha eccitato moltissimo baciarti, è stato quello il senso del piacere del gioco, che avevo fatto poco prima con Alberto. Sono una donna indegna del tuo amore, e questo mi dispiace profondamente, perché ti amo come la mia vita, e vorrei con te una famiglia, ma sono consapevole di essermi comportata come una donnaccia, una puttana, che ha sentito il desiderio di soddisfare la sua voglia con un altro uomo, anche se dentro di me, avrei voluto che ci fossi tu, a guardarmi mentre ero impegnata succhiare il cazzo di un altro. Qualunque sarà la tua decisione io lo accetterò, consapevole del fatto che ti ho tradito, e tu questo non lo meritavi.»Marco la stringe forte, continuando a camminare, poi anche lui rivela quello che da tempo sentiva dentro, ma che non aveva mai avuto il coraggio di confessarle.«Stai tranquilla, che non hai nulla da farti perdonare. Già da quando, facevamo quel gioco con i nostri amici, e Luca ti veniva in bocca mentre io facevo la stessa cosa con Silvia, sentire poi il tuo bacio al sapore dello sperma del mio amico, mi eccitava in una maniera pazzesca. Subito non mi sono mai reso conto, quale fosse il vero motivo di tanto piacere, col tempo ho capito, che tutta l’eccitazione, derivava dal fatto che ti vedevo con la bocca piena del cazzo di lui, che poi tu mi baciavi, facendomi assaporare il piacere che avevi avuto in bocca, nel sentirti riempire del suo seme, e di condividerlo con me. In quel momento ti vedevo troia, e puttana, questo mi ha sempre eccitato moltissimo. Ieri, mi sono subito reso conto, che Alberto ti desiderava, ed ero consapevole, che se ti avessi lasciato spazio, probabilmente qualcosa sarebbe successo, cosa che poi avvenuta. L’unico rammarico che ho, di non averti visto inginocchiata davanti a lui, mentre gli facevi uno dei tuoi meravigliosi pompini. Ma forse quello che non sai, che mentre tu eri intenta a succhiare il cazzo ad Alberto, sotto lo sguardo di Luca che ti stava spiando, io ho assistito in maniera quasi indiretta la scopata che Silvia ha fatto con Roberto nel bagno del ristorante. Quando se ne sono andati, ho chiuso gli occhi, ho immaginato che tu stavi facendo la stessa cosa in un’altra parte di quel posto, questo mi ha eccitato una maniera pazzesca, e anche se ero sbronzo, mi sono masturbato, e sono venuto tantissimo. Sapere che lui ti desidera ancora, e che anche tu, hai voglia di fare sesso con lui, come puoi ben vedere, abbassando lo sguardo, mi eccita così tanto, che adesso ti scoperei qui, in piedi davanti a tutti. Credo che noi due, dobbiamo fare un patto, nel quale ognuno di noi, si impone di essere sempre leale, e sincero con l’altro, perché così riusciremo vivere tutte le nostre esperienze, in maniera soddisfacente per entrambi. Da quando stiamo insieme, che sento dentro di me questa strana sensazione di piacere, nel saperti desiderata da altri uomini, solo l’idea di vederti scopare con altro, mi fa impazzire anche se non lo so spiegare.»Lucia lo guarda, lo abbraccia lo bacia. Restano fermi, fin quando sono raggiunti dagli altri amici, che sono allegri sorridenti. Le due donne si scambiano un’occhiata d’intesa, camminano tenendosi uno vicino all’altra, poi, Lucia guarda Silvia, e sorridendo gli chiede se è riuscita a parlare con il suo uomo.«È stata un’esperienza interessante, soprattutto scoprire, che ho un compagno, e spero futuro marito, che inconsapevolmente desidera essere cornuto. Credo che con la sua complicità, riuscirò a soddisfare questo suo desiderio.»Lucia guarda l’amica sbalordita, sorride ed espone anche lei la sua convinzione.«Cara amica mia, io il mio ragazzo, nonché futuro marito, siamo giunti alla stessa conclusione. Anche lui dentro di sé, da sempre ha desiderato di vedermi scopare con un altro uomo, quindi credo che non mi sarà difficile soddisfare questo suo desiderio.»Si girano, abbracciano i due ragazzi, guardandomi negli occhi, Silvia sorridendo parla con voce ferma e decisa.«Cari ragazzi, dai nostri discorsi, siamo giunti alla conclusione che voi due siete inconsapevolmente due aspiranti cornuti, che desiderano ardentemente vedere noi due, fare le troie, le puttane, con tutti i maschi, con cui vorremmo godere. Sono convinta che con la vostra complicità, riusciremo a farvi avere un meraviglioso palco di corna, che andranno come minimo lucidate giornalmente.»Scoppiamo tutti e quattro ridere, si abbracciano, si avviano verso il parcheggio per riprendere l’auto, e tornare alla vita di tutti i giorni, consapevole del fatto, che il futuro sicuramente gli regalerà tutto quello che loro desiderano ardentemente.
26
2
4 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 1 settimana fa -
Inconsapevolmente cornuti. il desiderio.
Inconsapevolmente cornuti. Il desiderio.Prima parte di un racconto, che narra la storia di due coppie, che scoprono un modo particolare di vivere il sesso in maniera complice, e molto appagante, che per tanto tempo, gli regalerà momenti di puro piacere, esplorando la sessualità, in tutte le sue più ampie sfaccettature.****************************************La loro amicizia era cominciata quando, in quarto superiore, si erano ritrovati in una classe che stava insieme dalle elementari. Si erano sentiti esclusi, fuori dal gruppo, così era stato il caso che, si erano uniti per studiare, uscire, divertirsi sempre insieme. Da lì a scoprire il piacere di essere coppie, il passo era stato breve e subito gradito da tutti. Avevano tutti la stessa età, ma Luca era il più grande rispetto agli altri, essendo nato a Febbraio, mentre Marco era di Maggio, e Lucia di Giugno come Silvia. Due anni di scuola insieme li aveva fatti diventare inseparabili. La loro amicizia, la spensieratezza del loro modo di vivere li aveva resi molto complici fra loro. Anche nel sesso le cose erano subito diventate facili, e ben accette da tutti. Le coppie si erano formate fin da subito. Luca e Silvia si erano subito piaciuti, mentre Marco e Lucia ci avevano messo un po’ di tempo per capire che stare insieme era bellissimo, anche da fidanzati. Insieme avevano iniziato a scoprire il sesso. Luca era quello un po’ più esperto, avendo avuto una esperienza con una amica di sua cugina, una troietta più grande di lui, che si era accorta che lui fra le gambe aveva un bel cazzo di ottime proporzioni, se lo era succhiato, e goduto il più possibile. Marco invece era il più inesperto anche se anche lui era ben messo fra le gambe, non aveva nessuna esperienza se non quella acquisita guardando dei video porno. Ben preso le due ragazze, che avevano avuto solo qualche amorazzo adolescenziale, senza nessuna esperienza, si erano trovate inginocchiate fra le gambe dei rispettivi compagni, a succhiare i loro cazzi, sotto lo sguardo attento di Luca che dava i giusti consigli. Non vi era stato nessun imbarazzo nel succhiare i cazzi insieme, anzi, si erano divertite a far godere i maschi molto a lungo, fin quando poi avevano rivesto in bocca tutto il loro seme, che le due femmine avevano ingoiato senza nessuna difficoltà, con estremo piacere. Dopo le prime volte, le ragazze si erano divertite anche e scambiarsi qualche bacio lesbico, fra loro in particolare dopo che il proprio ragazzo, le aveva inondato la bocca di sborra, loro si erano gustate il sapore dello sperma del relativo amico. Questo gioco eccitava i ragazzi tantissimo, e spesso erano loro, che dopo il primo schizzo in bocca alla propria compagna, si spostavano e infilavano il cazzo in gola dell’amica, finendo per scaricare il resto del loro piacere nella loro bocca. Il passo successivo lo fecero le donne, quando dopo l’ennesimo scambio di sborrate in bocca e relativo ingoio, baciarono il rispettivo compagno. Marco nel sentire il sapore dello sperma dell’amico, ebbe subito una violenta erezione che stupì pure lui, ci mise un poco per capirne il motivo, ma quando lo scoprì, ne rimase eccitato per molto tempo. Era sconvolgente sentire il sapore di un altro maschio nella bocca della sua donna. Ma questo all’inizio non lo fece riflettere, ma solo eccitare. Naturalmente anche i ragazzi, facevano godere le ragazze, con la bocca e le mani. I loro 69 erano sconvolgenti e ricchi di piacere reciproco, ma era chiaro che la voglia di andare oltre era palese e inevitabile. L’occasione si presentò alla gita del quinto. Si ritrovarono nella camera delle ragazze dove vi era un letto matrimoniale, e gli uni vicini agli altri, sverginarono le ragazze, dopo averle fatte impazzire di piacere con la bocca, e le mani. Sborrare dentro le loro fiche sfondate, fu una sensazione unica e bellissima. Le donne che assumevano già la pillola, ebbero un violento orgasmo, quando dopo aver goduto diverse volte, chiavate dai ragazzi, sentirono il loro getto inondare la vagina. Rimasero abbracciati a lungo senza parlare, ognuno stringendo la propria donna, si resero conto che, da quel momento tutto era cambiato, adesso erano coppia. Lo fecero ancora nei mesi successivi, ma sempre ognuno con la propria donna, non si scambiavano più le sborrate in bocca. Nessuno se lo spiegava, ma era solo una cosa che non si faceva e basta. Bravissimi nello studio, superarono gli esami con il massimo si diplomarono con il massimo dei voti conseguendo il diploma di ragioneria. Avevano subito trovato lavoro. Le ragazze nello studio di consulenza finanziaria del padre di Lucia, mentre i ragazzi in una banca molto famosa che aveva filiali dappertutto, decisero di regalarsi una bella vacanza. Nonostante, fossero tutti maggiorenni, solo Luca aveva già la patente, quindi decisero di andare una settimana in Corsica. Avevano affittato un piccolo appartamentino con due matrimoniali. La prima volta che scesero in spiaggia, furono sorpresi dalla disinvoltura con cui le bagnati presenti, si erano denudate. Per loro fu una piacevole novità. Dopo un relativo momento di imbarazzo, si misero nudi anche loro. Ben presto le donne si resero conto, di quanto era piacevole sentire lo sguardo dei maschi, sui loro splendidi corpi. Si eccitarono così tanto, che alla fine Silvia lo disse all’amica.«Mi sento così osservata che mi sto eccitando. Dai andiamo a fare il bagno.»Lucia si guardò intorno, si rese conto che, vi erano almeno una decina di maschi, che le guardavano con occhi carichi di desiderio, e i loro cazzi più o meno in bella mostra, quasi tutti duri. La cosa la stava eccitando tantissimo, senza sapere che pure i loro maschi, erano interessati alla cosa. Si girò verso l’amica, e a bassa voce le disse il suo pensiero.«Non so se te ne sei accorta, ma il tizio brizzolato con il capelli lunghi, ti sta fissando da un poco, e guarda che attrezzo si ritrova fra le gambe.»Silvia si gira verso i ragazzi, li vede assorti a guardare da dietro gli occhiali scuri, e dopo essersi alzata, passando assieme all’amica, in mezzo ad un nutrito gruppo di maschi, raggiunge il mare e vi entra per un bagno rinfrescante. Lungo tutto il percorso, il suo corpo è stato percorso, da brividi di un piacere nuovo, sconosciuto, che l’hanno fatta sentire molto eccitata, e anche un poco strana, una sensazione diversa, unica e sconvolgente. Luca si gira verso l’amico, lo osserva, nota che anche lui ha il cazzo duro. Sente dentro se una strana sensazione, un misto di gelosia, e nello stesso tempo eccitazione. Vede la bramosia dei maschi, che osservano il corpo di Silvia e Lucia, e questo lo eccita. Ha notato il tizio con i capelli lunghi tenuti raccolti a coda, che ha un cazzo molto grosso e lungo, che ha fissato Silvia fra le cosce, questo lo ha fatto eccitare. Si è domandato, cosa sarebbe successo se quel maschio, avesse scopato la sua donna. La risposta non è arrivata nella sua mente, ma fra le sue gambe, il cazzo è diventato durissimo, fin quasi a fare male. Si gira e vede che l’amico, è assorto nei suoi pensieri, quasi vorrebbe domandare se anche lui sta provando le stesse sensazioni, ma il ritorno delle donne, che chiedono di tornare per il pranzo, lo distoglie dai suoi confusi pensieri. Un pranzo veloce, ma allegro. C’era nell’aria una certa eccitazione che credevano fosse dovuta al fatto, che per la prima volta si erano denudati davanti ad altre persone. Dopo pranzo, essendo molto caldo, decidono di fare un riposino, ognuno con la propria donna, si sdraia nella sua camera da letto, iniziano a fare sesso. Dopo averla fatta godere con lunghi preliminari, Luca si ritrova disteso supino, con Silvia impalata su di lui che ondeggia godendo molto. Solleva le mani e impasta i suoi segni facendolo mugolare di piacere, ad un tratto, guarda la sua donna con occhi diversi, mentre nella sua mente prende forma una domanda che lo porta per un attimo, a vivere una sensazione completamente diversa. Socchiude gli occhi, si immagina in piedi ai lati del letto, a guardare la sua donna che sta scopando, e godendo, in quell’attimo, immagina che il maschio che è sotto di lei sia un altro. È solo una sensazione, dovuta alla sua immaginazione, ma che gli provoca un piacere immenso, enorme, sconvolgente, che lo porta in breve all’orgasmo. Nello stesso istante in cui lui, ha riversato piacere dentro di lei, anche Silvia, sta provando un orgasmo in maniera diversa. Lei per un attimo, aveva chiuso gli occhi, si era immaginata impalata sul membro di un altro uomo. Questa sensazione le ha provocato una scarica di adrenalina così forte, che partendo dal cervello, si è riversata nel basso ventre sotto forma di un orgasmo incredibile, che l’ha fatta vibrare, godere, come non era mai successo fino ad ora. Nel preciso istante in cui lei viveva questo momento incredibile, lui le riversava dentro tutto il suo piacere. Luca aveva sentito la sua donna venire, senza rendersi conto che anche lei, aveva raggiunto quell’incredibile piacere, semplicemente immaginando una cosa diversa da quella che stava facendo con lui. Subito si era reso conto, che quella sua sconvolgente fantasia, non era il caso di raccontarla alla sua donna. Come poteva dirle, che si era eccitato, ed era venuto, immaginando lei che cavalcava un altro maschio. Anche Silvia era sconvolta, per un attimo ebbe paura che lui, potesse immaginare, che il potente orgasmo avuto, non era frutto, quello che stavano facendo, ma di una sua sconvolgente fantasia. Rimasero abbracciati, stretti l’un l’altro baciandosi con passione, nascondendo il loro desiderio, nel profondo della loro anima. Anche Marco e Lucia, dopo aver indugiato a lungo in preliminari, avevano scopato, ed entrambi avevano raggiunto l’orgasmo, ma non era stato bello come le altre volte. Entrambi erano rimasti in silenzio, questo non era insolito, ma sembrava come se lo avessero fatto, in maniera meccanica, senza enfasi, quasi al solo scopo di sfogarsi, cercando di raggiungere l’orgasmo più in fretta possibile. Sembravano assenti, come se le loro menti, fossero impegnate di inseguire altri pensieri, non a concentrarsi, quello che stavano facendo. Marco si guardò bene, dal dire a Lucia che, il sesso non era stato appagante, non voleva ferire la sua donna, ed anche Lucia per lo stesso motivo strinse forte a sé Marco, lo baciò, cercando di fargli credere, quanto bello fosse stato fare sesso fra di loro. Quando tornarono al mare decisero, di andare in un’altra spiaggia, dove si misero a ridere scherzare, evitando accuratamente, di pensare a quello che era successo nelle loro rispettive camere, mentre facevano sesso con i rispettivi compagni. Per tutta la vacanza, nessuno dei quattro, proferì parola, anzi, cercarono in tutti i modi di comportarsi in maniera allegra, spensierata. Anche altre volte ebbero occasione di sentirsi eccitati dalla situazione che si era creata. Al rientro dalle vacanze, per alcuni mesi furono impegnati sia nel lavoro, in tutte le varie attività che facevano, e quelle loro fantasie, vissute in maniera individuale, rimasero confinate in un angolo segreto della loro memoria. La prima volta che tornò ad emergere, fu in occasione del Capodanno. Avevano deciso di passare la serata, in una grande discoteca della Riviera, e per l’occasione avevano anche prenotato due camere, considerando che all’uscita della festa non avevo nessuna intenzione di prendere l’auto tornare a casa dopo una notte di divertimenti. Il locale era molto affollato, e verso le 4:00 del mattino, l’atmosfera è incandescente. Luca ballava insieme a Silvia, mentre Marco e Lucia, erano un poco più distanti. Mentre ballavano, Luca si rese conto che la sua donna era circondata da due o tre ragazzi, che a turno, con la calca della festa, non perdevano occasione di strusciarsi su di lei, di palparla in ogni occasione. Lei, bella da morire, indossava un miniabito rosso, che le arrivava appena a metà della coscia, da cui si intravedeva la balsa del pizzo delle autoreggenti, che la rendevano tremendamente sexy. Per un lungo interminabile istante, dentro di sé, riaffiorò immediatamente, quella strana sensazione vissuta durante la vacanza al mare, continuò ad osservare la sua donna, circondata da quei maschi. Marco invece, un po’ più distante, ballava insieme a Lucia, che era suo fianco, ma teneva d’occhio un gruppo di ragazzi completamente ubriachi, che stavano facendo molto casino. Ad un tratto, la folla spinse Lucia indietro, ed improvvisamente suo corpo andò sbattere, contro quello di un uomo. Si girò, si trova davanti uno dei ragazzi della sicurezza, un maschio alto e grosso, con una muscolatura ben evidenziata dalla maglietta attillata, dalla carnagione scura, nera come l’ebano. Quel contatto involontario, le fece sentire qualcosa di grosso e voluminoso premere contro il suo sedere, questo le provocò uno strano brivido. Gli sorrise e tornò più avanti a ballare vicino al suo uomo, quando ancora una volta la folla disturbata dai ragazzi ubriachi, spinse di nuovo all’indietro facendola quasi cadere. Due forti braccia l’afferrarono, stringendola a quel corpo duro e massiccio. Si rese subito conto che quelle braccia erano del ragazzo della sicurezza, e per lungo interminabile istante, spinse il suo corpo contro quel grosso bozzo che sentiva in basso, premere con insistenza nel solco delle natiche. Fu una sensazione incredibilmente forte, intensa, che le provocò uno strano languore. Si girò, e con un sorriso chiese di nuovo scusa, si spostò di nuovo in avanti, fu afferrata questa volta dalla mano di Marco, che si era reso conto che da lì a poco avrebbe potuto scoppiare una rissa provocata dai ragazzi ubriachi, quindi cercò di allontanarsi raggiungendo Silvia e Luca. Appena si ritrovarono tutti e quattro, insieme nel locale scoppiò, come previsto la rissa, allora decisero di uscire. Appena fuori il fresco della notte, li colpì come uno schiaffo in faccia, provocandogli brividi di freddo. Stanchi, ed infreddoliti, si rifugiarono nelle loro camere, e dopo un breve saluto si misero tutti a dormire. Luca rimase in silenzio, ad osservare Silvia nuda, che dormiva accanto a lui, in quel momento, gli tornò in mente la scena in discoteca, dove quei ragazzi si stringevano intorno alla splendida donna. Di nuovo nella sua mente, riaffiorò quella strana sensazione, provata durante l’estate, quel misto di gelosia, e forte eccitazione, in un attimo fu costretto ad alzarsi e a rifugiarsi in bagno, dove fu costretto a masturbarsi. Ad occhi chiusi, mentre si segava velocemente, nella sua mente immagino la scena Silvia stretta fra più maschi che si godevano quello splendido corpo. Fu un orgasmo sconvolgente, che non lasciò senza fiato. Anche nell’altra stanza, qualcuno non era riuscito ancora a dormire, era Lucia, che sentiva ancora dentro di sé quella strana sensazione provata quando il suo corpo aveva aderito quella del ragazzo della sicurezza. Quel contatto, le aveva procurato una strana sensazione, ora non riusciva a dormire, immaginando, come poteva essere eccitante farsi possedere, da quel maschio così forte imponente. Scivolo fuori dal letto, andando a rifugiarsi in bagno. Seduta sul bidet, bastò accarezzarsi un poco, per raggiungere un orgasmo che la lasciò senza fiato. Il mattino seguente, Silvia fu la prima svegliarsi, e vedendo Luca disteso nudo accanto a lei, sentì forte il desiderio di fare sesso con il suo uomo. Lentamente, iniziò a succhiargli il cazzo, fin quando lui si rese conto che il piacere che stava provando, era dovuto allo splendido lavoro di bocca, che gli stava facendo la sua donna. Rimase per un lungo istante con gli occhi chiusi, nella sua mente riaffiorò il ricordo delle prime volte in cui tutti e quattro facevano quello splendido gioco, dove le donne, li succhiavano con forza, portandoli fino al piacere, per poi scambiarsi il posto, è finire lo splendido pompino, scambiandosi il compagno. Quel ricordo così forte, provoco in lui una violenta erezione, si girò di scatto, infilo la testa fra le cosce di Silvia, trovando la sua fica già bella bagnata di umori. Ne aspiro il profumo, si inebriò di quell’odore di femmina in calore, si mise a leccarla con la ferma intenzione di farla godere. Silvia si rese conto che Luca era molto eccitato, ora voleva solo sentirlo esplodere nella sua bocca, aumentò la suzione, ma fu sconvolta da un orgasmo molto intenso, che la fece tremare tutta. Luca sentì improvvisamente Silvia godere, un’ondata di piacere si riversò nella sua bocca, a quel punto si lasciò andare, e anche lui aggiunse l’orgasmo, svuotandosi dentro di lei. Silvia ingoiò buona parte della sborrata che lui le aveva riversato in bocca, poi accuratamente ripulì fino all’ultima goccia, continuando a succhiare quel membro che era rimasto bello duro, poi girandosi lo fece distendere supino, per poi salirci sopra ed impalarsi su di lui, spingendolo tutto dentro fino in fondo. Per un lungo istante rimase immobile piantata su di lui, che la guardava con occhi carichi di desiderio, poi si distese sul suo petto, avvicino la sua bocca quella del suo uomo, e improvvisamente lo baciò, con estrema passione, condividendo con lui il resto dello sperma che aveva in bocca, che non aveva ingoiato. Luca rimase un attimo stupito, sentire il sapore del suo piacere, ricambiai bacio con passione. Mentre le loro lingue s’inseguivano furiose, lui socchiuse per un attimo gli occhi, nella sua mente per un lungo istante prese forma una fantasia incredibile: immaginò che quello che la sua donna gli aveva fatto sentire, non era il sapore del suo piacere, ma quello di un altro maschio che le era venuto in bocca. Un attimo, un pensiero così sconvolgente, fece aumentare incredibilmente la sua erezione, sollevò le gambe inarcandole, prese a sbattere dal basso Silvia, facendola godere subito con un orgasmo travolgente. Lei rimase per un attimo stupita dall’impeto e dalla passione, con cui Luca la stava scopando, iniziò a godere lasciandosi andare assaporando l’immenso piacere che stava provando. Dopo un po’ lui la mise di lato, continuando a scoparla con forza, dopo l’ennesimo orgasmo, la spinse sotto di lui, sollevò in alto le sue gambe sbattendola con furore. Silvia stava ad occhi chiusi, assaporavo il piacere che Luca le stava dando, senza immaginare che lui, osservando il fatto che lei teneva gli occhi chiusi, immaginò, che lei stesse pensando ad un altro uomo, che in quel momento la stava scopando. Questo pensiero, questo dubbio sconvolgente, questa strana sensazione di essere cornuto, gli provocò un attimo di feroce gelosia, e nello stesso tempo, un orgasmo devastante, che riversò tutto dentro di lei che spalancò gli occhi sorpresa, dall’impeto, dal furore, in cui lui la stava scopando. Dopo l’orgasmo, rimase sdraiato sopra di lei nel più assoluto silenzio. Solo il rumore dei loro cuori che battevano come tamburi impazziti ruppe il silenzio della stanza. Si rese conto, che anche in questa circostanza, non era il caso di rivelare alla sua donna, che l’orgasmo provato, era dovuto al fatto che, aveva immaginato lei godere fra le braccia di un altro. Anche nell’altra stanza il risveglio era stato quanto particolare, Marco, svegliandosi aveva visto Lucia nuda, aveva iniziato accarezzarla, fin quando lei svegliandosi da un sonno, si era resa conto che il languore che stava provando, erano dovute alle carezze del suo uomo. Era rimasta ancora per un attimo in silenzio, ad occhi chiusi, immaginando che le mani che ora la facevano godere, indugiando lungo sul suo corpo, fossero quelle di quel ragazzo nero come ebano, dalla muscolatura di un dio greco. Quando lui le salì sopra, e la penetrò con un solo affondo, lei ebbe subito un orgasmo, che la fece tremare tutta, nello stesso tempo, si rese conto che non avrebbe potuto continuare a fingere, assecondo i colpi che lui le dava con forza, dopo l’ennesimo orgasmo, prese a incitarlo, chiedendo al suo uomo farla godere ancora, e continuare, di farla impazzire.«Continua ti prego! Non ti fermare! Continua! Dai ti prego continua, più forte! Ancora! Più forte!»Lui rimase per un attimo stupito, ma in preda al piacere, continuò a sbattere la sua donna come se non ci fosse un domani, fin quando improvvisamente esplose dentro di lei, con un orgasmo lungo e intenso, mentre lei lo stringeva a se e lo abbracciava con forza. Anche dopo questo episodio, la loro vita riprese con lo stesso ritmo di sempre, lavoro, amici, impegni. Passò più di un anno, durante il quale vi furono anche altre occasioni, in cui le due donne furono oggetto del desiderio di altri maschi, ma quella più importante che fece riemergere ancora questa sensazione, avvenne casualmente. L’occasione fu il matrimonio della cugina di Lucia, Stefania. Una splendida ragazza, più grande di loro. Titolare di un affermato studio legale, molto amica sia con Silvia che con Lucia, alle quali chiese di essere testimoni al suo matrimonio. Marco invece, conosceva bene Luigi il futuro marito, in quanto i loro genitori erano molto amici. Luigi era un politico molto noto in città, che aveva ricoperto incarichi molto prestigiosi, si diceva che alle prossime elezioni si sarebbe candidato per la poltrona di sindaco. Quando si trovarono in chiesa, Luca era in prima fila, davanti a lui in piedi, ai lati dell’altare, c’erano sia Silvia, e Lucia, erano splendide. Per un attimo si rese conto, che in quel momento sia la sua amica, che la sua donna erano sotto gli occhi di tutti, e che sicuramente due belle ragazze come loro non sarebbero certo passate inosservate. Per non rubare la scena alla sposa, Silvia indossava uno splendido abito celeste, fatto di tessuti sovrapposti, che coprivano determinate parte del corpo, lasciando intravedere altre, in un gioco di vedo non vedo, molto intrigante. I suoi capelli neri, che arrivavano lambire le spalle, le scarpe col tacco 12, le conferivano un’aria che rendevano molto sexy. Lucia invece indossava un classico abito lungo, con uno spacco laterale che lasciava scoperta buona parte della schiena, che però veniva ricoperta dai lunghi capelli biondi che l’amica aveva pettinato in maniera molto intrigante. Anche la sposa molto bella col suo abito matrimoniale, anche lei bionda sfoggiava un’acconciatura che metteva risalto il suo splendido collo, e delineava le forme generose del suo corpo. Luca per tutta la cerimonia non riuscì a concentrarsi su quello che stava succedendo, ma nella sua mente aveva l’immagine di Silvia esibita, e mostrata a tutti. Questo pensiero gli generava continue erezioni, che lui cercava in tutti i modi di nascondere. Ma fu durante rinfresco, che si svolse in uno splendido castello situato in alto su di una collina con vista sul lago, che si rese conto di quanto era desiderata la sua donna. Vi erano invitati personaggi più o meno noti della politica, della finanza, della magistratura, tutte persone altolocate, amici e parenti degli sposi. Fra questi in particolare si rese conto che uno di loro, un noto avvocato, di nome Alberto, era in qualche modo sempre a stretto contatto sia con Lucia, che con Silvia. Era un continuo di risate battute, che Luca non erano sfuggite, e soprattutto non era sfuggita il fatto che Lucia gradiva molto queste attenzioni. Ma il fatto che attirava molto la sua attenzione, era il comportamento del vicepresidente della regione, carissimo amico dello sposo, che sembrava non avere occhi che per Silvia. Luca aveva notato il fatto che Roberto, questo il nome della persona, era sempre nelle vicinanze della sua donna. Dopo gli antipasti, tutta la comitiva si trasferì all’interno del grande salone dove sarebbero stati serviti i primi piatti. Silvia è Lucia, sedevano al lato destro del tavolo degli sposi, mentre dall’altro lato c’era seduto Marco insieme al fratello dello sposo. Lui era seduto su un tavolo posto nelle vicinanze, assieme ad altri amici. Per tutto il tempo continuò a tenere d’occhio la sua donna, evitando il più possibile di non ubriacarsi. Marco invece, fra un brindisi e l’altro, era già molto alticcio. Improvvisamente il dj incaricato di intrattenere gli ospiti iniziò a diffondere musica, tutti si alzarono in piedi per ballare. All’inizio era musica disco, ma poi per accontentare tutti, arrivarono anche valzer, tango, e altre musiche latino-americane. Luca era un pessimo ballerino, a malapena si difendeva in discoteca, così quando iniziò il primo valzer, si mise seduto al suo tavolo, e non poté fare a meno di notare, che Silvia era stata invitata ballare da Roberto. Vedere la sua donna stretta fra le braccia di un altro, gli provocò una fortissima erezione, e per nasconderla, si avvicinò ancora di più al tavolo, cercando di seguire con lo sguardo le evoluzioni dei due ballerini. Anche Lucia ballava con Alberto, che la stringeva facendola volteggiare. Due donne sembravano divertirsi molto, e dopo il valzer continuarono a ballare anche il tango. In quel momento Luca si rese conto, che Roberto stringeva la sua donna, che il contatto fra i due continuo. Ma il massimo fu, quando dopo il tango, iniziò una lambada. Sulla pista rimasero solo tre coppie, gli sposi, Lucia e Alberto, e Silvia che Roberto. Per tutta la durata del ballo, tutti gli invitati si resero conto, che le tre coppie erano veramente molto brave nel ballare quella danza che era assolutamente erotica e sensuale. Alla fine della musica, tutti applaudirono, e poi tornarono ognuno i propri posti, in quanto sarebbero stati serviti i secondi piatti. Luca vide chiaramente che Roberto accompagnò Silvia al tavolo, e prima di farla sedere le sussurra qualcosa all’orecchio, è lo guardò con aria poco divertita poi sorrise fece un cenno d’assenso con il capo.continua
27
2
4 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 1 settimana fa -
Prima volta in lingerie
Ho iniziato piuttosto tardi a vivere la sessualità in base a ciò che mi piace piuttosto che in ossequio a regole sociali ristrette. Diversi anni fa, già quarantenne, ho avuto una relazione con un uomo, conosciuto tramite un sito di annunci gay, che è durata diversi mesi. Io piacevo a lui e lui piaceva a me, quindi ci frequentavamo con una certa regolarità. A dire il vero lui mi chiamava quando aveva voglia di svuotarsi, ma io ero ben felice di accontentarlo. Fortunatamente non abitavamo lontani quindi, a seconda della disponibilità lasciatagli dal suo impegnativo lavoro, lui poteva dedicare ai nostri incontri un tempo limitato - "faresti un salto veloce da me?" - seppur di tanto in tanto passavo la notte a casa sua. "Fai un salto da me" era il suo modo per chiedermi di andare a fargli un pompino, farmi spruzzare il viso per bene - cosa che lui adorava - e poi dovevo sgombrare.
Una sera mi chiede se mi andava di conoscere un suo amico, che avrebbe voluto che io mi travestissi da troia. Beh, lo ammetto, a me vestirmi da troia è sempre piaciuto, però tendevo a tenere nascosta questa propensione, avendo appurato che la maggior parte degli uomini attivi contattati via web tende a scartare un profilo da femminella: "voglio dominare un uomo maschile, non una femmina mancata", ti dicono.
Insomma accetto.
Vado a casa del mio amico la sera dell'appuntamento, ho portato con me tutto il necessario, tranne le scarpe. Scarpe da donna della mia taglia è difficile procurarsele in tempi brevi. Il mio amico ha preparato la tavola con tre posti.
"Scaldami un pochino prima che arrivi Riccardo" mi fa sbottonandosi i pantaloni. Mi inginocchio, mi attacco ai suoi slip, armeggio un pochino fino ad estrarre quella verga che conosco già tanto bene. é già duro....
"Non vorrai mica venire subito..." gli sorrido scappellandogli il membro.
"Succhia e zitta". Sempre sbrigarivo.
Adoro la sensazione della sua cappella gonfia che mi invade la bocca. La insalivo con l'intenzione di prodigargli i ricamini di lingua sul filetto che lui adora, invece il mio maschio mi prende la testa e mi scopa la bocca senza delicatezza. Lo lascio sfogare un po', capisco che non voglia venire subito e appena estrae l'arnese turgido dalle mie labbra glielo meno dolcemente insalivandogli le palle e massaggiandole con le labbra.
"Forza preparati che tra un po' Riccardo arriva."
Sono emozionata. Da sola in casa mia mi sono spesso travestita per eccitarmi, ma non lo avevo mai fatto in presenza di qualcuno. Ho pure un senso di vergogna e pudore, perchè, a parte il culo che è liscio, sodo e glabro, non ho forme molto femminili, e il timore di apparire ridicola o grottesca rimane. Seduto sul divano indosso le calze a rete con reggicalze. Armeggio per sistemare quei dannati bottoncini a pressione. Mutandine di pizzo nere trasparenti che stentano a contenere i genitali. Sopra una mezza sottoveste nera di pizzo, una camicetta femminile, una gonna corta. Mi manca una parrucca ed il trucco, ma l'inesperienza mi suggerisce di non osare troppo.
Il mio maschio mi viene vicino, mi sculaccia affettuosamente e mi dice che va benissimo così.
Quando Riccardo arriva io rimango in camera da letto, il mio maschio lo fa entrare ed accomodare. Mi chiamano, ed io, rossa di emozione e di timore di non piacere, arrivo con lo sguardo basso. Riccardo è un cinquantenne alto e piazzato. Non bello ma dall'aria decisa.
"Ecco la tua femminuccia, finalmente la conosco" fa al mio maschio.
"Fatti vedere..." rivolgendosi a me.
Mi si avvicina squadrandomi, io non riesco a fissarlo in viso, sono a disagio.
"Tu permetti, vero?" fa al mio maschio.
"Figurati è tutta tua...".
Riccardo si avvicina, mi poggia le mani sui fianchi.
"Allora F. mi dice che sei una troietta affamata di cazzo, vero?"
Non rispondo, socchiudo gli occhi mentre le mani dell'uomo mi afferrano le natiche.
Riccardo affonda il viso nel mio collo e si mette a leccarlo, le sue mani risalgono la mia gonna e si insinuano tra le mie chiappe.
Non apprezzo l'assalto troppo veloce e diretto, però sono confortata dall'idea che a questo porco gli piaccio parecchio.
Mi sarebbe piaciuto ritrovarmi sul divano , in penombra, con musica soft, tra loro due che piano piano mi accarezzano le gambe con frasi sempre più allusive.
Invece niente, Riccardo è partito in quarta. Mi prende il viso e mi bacia in bocca. Faccio fatica a non ribellarmi ma non voglio deludere il mio maschio. La lingua di Riccardo mi invade la bocca in maniera oscena. Non sono abituata a questa cosa, con il mio maschio non ci baciamo mai, solo a volte io gli dò bacini sul viso quanto mi sento in vena di tenerezza. Non posso fare nulla, mi rassegno ed intreccio la mia lingua con quella di Riccardo, mentre le sue dita simili ad artigli già rovistano nel mio buco del culo. Mi sta trattando peggio di una troia da strada.
Riccardo mi porta in camera da letto, mi sfila gonna e camicetta, resto in lingerie sul letto.
Mi afferra i genitali depilati, me li strizza - delicatamente per fortuna.
"Che ci fai con questi, puttanella, girati e fammi vedere il culo".
Riccardo si spoglia... nudo è meno tonico di quanto appariva vestito, la pancia un po' gli pende... è molto peloso e ha un cazzo di dimensioni generose. Sono sdraiata sul letto, mi sale sopra il viso e mi appoggia le palle pelosissime sulla bocca. Gliele lecco ed insalivo, poi gli devo prendere il membro in bocca. E' grosso, odoroso. Lo succhio come posso, sto in una posizione scomoda, ma la cosa comincia a piacermi. Lui me lo spinge in gola, devo lottare con i conati. Cambio di scena, Riccardo mi gira senza complimenti, mi separa le chiappe con le mani, le sue dita mi slargano il buco del culo....
"Hai un culetto che è una favola, liscio e bello come piace a me."
In un attimo indossa un preservativo, mi afferra per i fianchi, centra l'ano con una manovra esperta, spinge nel punto giusto e me lo sbatte dentro con violenza. E' doloroso anche per me che sono abituata con cazzi di gomma anche voluminosi. Ma i cazzi di gomma li manovro io, la nerchia di Riccardo che mi apre senza preparazione è invece tutta un'altra faccenda. Lo conosco da 5 o 6 minuti e sto già a pecorina sotto di lui cercando di sopportare un pompaggio furioso, senza misericordia. Il mio maschio ci ha seguiti in camera e sta appoggiato all'armadio godendosi la scena e masturbandosi lentamente.
Riccardo spinge troppo, mi fa male, ed intanto mi insulta dandomi della cagnetta, della vacca. Non riesco a godere, più io tendo a sottrarmi alle sue spinte, più lui mi riprende per i fianchi immergendomi nel culo il grosso membro fino alle palle strappandomi grida da troietta... sono 10 minuti impegnativi ma alla fine è lui a cedere. Comincia a muggire letteralmente svuotandosi a più riprese nel mio culetto dolorante. Le spinte calano, sento un gran calore nel culetto e inizio a godere intensamente. Vorrei che me lo tenesse dentro a lungo ora che il ritmo è calato. Mi dà ancora un po di spinte davvero piacevoli, poi lentamente estrae dal mio culetto il preservativo gonfio di latte caldo.
"Cazzo, ci voleva, ci voleva proprio....".
Ci ricomponiamo. Ora sono pronta a servire la cena ai miei due maschi. Spero che i prossimi round della serata siano più soft....
32
0
4 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 9 ore fa -
Bei momenti in sauna gay
Quando era possibile frequentare saune gay (nella speranza che finito il periodo Covid torni ad essere possibile), di tanto in tanto mi recavo in centro a Roma per passare qualche ora immerso nell'acqua calda. Ci sono stato cinque o sei volte in tutto, e solo in un paio di occasioni, anche a causa di una certa mia timidezza, sono arrivato ad un incontro intimo. L'idromassaggio in acqua calda ha su di me un effetto questi narcotizzante, tanto mi rilassa. Nell'occasione che racconto stavo semisdraiato nella vasca e godermi il relax, ovviamente nudo, quando un bel tipo sui quarant'anni entra in vasca e piano piano si avvicina.
Arrivato al mio fianco mi chiede gentilmente se mi disturba la sua vicinanza. Gli rispondo di no. Iniziamo a chiacchierare piacevolmente. Si chiama Massimiliano, ha 42 anni, imprenditore, e viene in sauna anche lui a rilassarsi. Mi chiede di me, del mio lavoro. Poi, improvvisamente, sento la sua mano sulla coscia. Socchiudo gli occhi, il suo tocco mi piace. La sua mano corre sulla mia coscia, poi si dirige verso l'inguine. Socchiudo le gambe per facilitargli la manovra di palpamento, gli sorrido. Lui avvicina il viso e mi appoggia le labbra sul collo. Inizia a baciarmi dietro l'orecchio, poi la sua mano si impadronisce del mio membro, ancora flaccido. Per chiarire subito la mia posizione gli sussurro all'orecchio che sono soltanto passivo. Lui mi risponde che ha proprio voglia di una troia come me e se voglio seguirlo.
Gli sorrido annuendo. Massimiliano mi prende per mano, usciamo dalla vasca, ci asciughiamo come possiamo, e mi porta in un piccolo separe. Mettiamo gli asciugamani sul lettino, improvvisamente mi ritrovo le sue mani dappertutto. Mi dice che il mio culo lo fa impazzire, la cosa mi eccita profondamente. Mi fa chinare e mi morde più volte le natiche. Mi fa inginocchiare davanti a lui e mi ritrovo davanti al viso un membro nodoso e già eretto. Massimiliano mi sbatte il suo arnese sul viso diverse volte, poi lo punta verso la mia bocca. Apro le labbra, lui mi afferra la testa e spinge con decisione il membro dentro. Non posso fare nulla, sono immobilizzato e lui inizia a fare avanti e indietro affondandomi a più riprese il membro fino in gola, ogni volta provocandomi un conato. Mi afferra, mi fa girare, infila il profilattico, mi allarga il buchetto con le dita insalivandolo ed inizia a montarmi alla pecorina. Il membro è grosso e lui lo usa senza troppo riguardo. Il dolore iniziale piano piano si trasforma in piacere ed inizio a gemere come una cagnetta sotto i suoi colpi. Sto vicino all'orgasmo anale quando lui esce, toglie il profilattico, si siede sul lettino e mi ordina di darmi da fare. Stavolta sono io a muovermi, lui sdraiato, lo delizio con tanti ricamini di lingua sul membro e sulla cappella, gli massaggio i coglioni pelosi con le labbra e la lingua mentre lo sego velocemente. Le mia attenzioni fanno il loro effetto, Massimiliano si rimette in piedi e fa inginocchiare me davanti a lui. Si masturba sulla mia bocca, lo lascio fare. Mi ordina di tirare fuori la lingua e ci si sega sopra. Improvvisamente un getto di latte caldissimo mi inonda il viso e Massimiliano fa scolare gli ultimi getti sulla mia lingua. Glielo riprendo in bocca per farlo godere fino alla fine. Io non sono riuscito a venire, ma non fa nulla. Il ricordo di quei momenti ha innescato successivamente tante seghe, ripensando a come quel bel maschio mi ha usato....
26
0
4 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 9 ore fa -
Il Primo scambio
E dire che avevamo mille paure, perplessità, dubbi e poi...Lo avevo già incontrato il LUI, ci eravamo dati un appuntamento in un bar peruna prima conoscenza; arriva: alto, testa rasata, occhiali da sole, fisico asciutto ma non da palestrato prestante, un bell'uomo occhi chiari profondi ma...tutto tatuato e con gli orecchini! Ommioddio. Non è certo il mio tipo. Va be, beviamo una caffè e poi alzo i tacchi e me ne vado. Ci sediamo e sono pronto a sentire i soliti discorsi da macho porco e turpiloquiante e invece, si rivela di poche parole, gentile educato e scopriamo in pochi minuti di avere in comune una grande passione in un mondo che nulla ha a che fare con questo gioco. Passione della quale si dimostra esperto e competente e che è anche la passione di Sily. Bene!I pregiudizi...Parliamo parliamo parliamo sopratutto di questa grande passione e ci lasciamo ripromettendoci un incontro a quattro.Torno a casa e racconto a Sily sia della passione sia descrivendo LUI. "Hummm tatuato? con gli orecchini? ma sei sicuro? mah speriamo bene"Il giorno dopo arriva un WA "Tra 10 15 minuti potremmo essere da voi per giocare, Va Bene?"Questi sono pazzi, figurati se faccio venire a casa uno con tatuaggi e orecchini così d'acchito.MA ANCHE NO!Va be la passione in comune ma non è una garanzia e poi è tatuato no no, prima facciamo una incontro a quattro in territorio neutro e poi si vede. Il giorno dopo ancora, altro WA. "Sono da solo se vi va vengo a trovarvi voi giocate e io guardo così vi sembrerà come nel privè che avete raccontato."Ma questo davvero è matto questa cosa mi puzza. E poi Sily cerca una che la introduca nel mondo bisex e con due uomini non è che possa succedere no?Rifiuto.Accetta con discrezione il rifiuto e nulla di fatto. Ma la situazione psicologica era davvero compromessa. Cosa vuole questo? Perché insiste? Come mai LEI non si vede mai? Hummmm tutto molto hummmmm.Poi finalmente tra una impegno e l'altro mio di Sily e loro, si arriva ad un invito irrinunciabile. "Domenica alle 14,30 da noi ci incontriamo e vediamo come si sviluppa."Dai così ci va bene. Confermato.Speriamo che Sily riesca ad ottenere il suo scopo e sopratutto che le piaccia. Sarebbe così bello essere tutti e due al 100% bisex.Armati di prosecchino e scatola di cioccolatini arriviamo puntuali come due alpini all'appuntamento. Ci guida LEI osservandoci dalla sua finestra dal parcheggio fino alla casa. Sily stretta al mio braccio, io piuttosto teso, ma in cosa ci stiamo cacciando? Scappiamo? Mille pensieri mi frullavano per la testa ma cercavo di apparire sicuro per dare conforto a Sily.Entriamo.Scala una rampa, due rampe, terza rampa e appare LEI. Occhi fantastici, bellissimi, sorriso accattivante i capelli raccolti sulla nuca, calze a rete e vestitino nero. Mica male la LEI! LUI con tutti i suoi tatuaggi e orecchini ci aspetta seduto.Bella casa. Mansardata ben arredata, proprio bella.Ci salutiamo calorosamente consegno il prosecchino di ordinanza da mettere in frigo e lei ci offre una crostata. Bene dai.Chiacchieriamo a lungo sopratutto della passione che anche LEI condivide con LUI e quindi siamo tutti e quattro intorcinati nella passione. Ci intorcineremo anche dopo tutti nudi? Mah!!! Vedremo. Intanto osservo Sily che sembra gradire sia LUI sia LEI. Bene bene, allora si fa qualcosa. Io avevo deciso che per me si poteva fare e quindi attendevo. Ad un certo punto Sily chiede di andare in bagno e LEI la accompagna. Approfitto per chiedere a lui chi dovesse prendere l'iniziativa, non volevo apparire maleducato e poi non sapevo se piacevo a LEI. Nel frattempo LEI ritorna e LUI per tutta risposta le solleva il vestito rivelando una vulva bellissima depilata alla perfezione con una pelle bianca che anche a distanza sembra avere sapore di latte. E' un attimo Sily ritorna e LEI la prende per mano accompagnandola nella loro stanza dei giochi. Ne riescono dopo qualche secondo e cominciamo a spogliarsi. Sily ha un bel completino sexy molto elegante, e LEI ha un baby doll che le valorizza il bel seno con i capezzoli già turgidi. LUI si precipita, si spoglia alla velocità della luce e io faccio lo stesso. In qualche secondo ci troviamo a letto tutti insieme.Esattamente quello che speravo.Cominciamo a baciarci ovunque, profondamente, mentre LUI tocca Sily e le carezza il seno io mi gusto quella bellissima vulva leccandola per il reciproco godimento. Ad un certo punto LUI si mette dietro a Sily e la penetra, dolcemente, da dietro. Dico a LEI fagliela leccare e LEI si mette a cavalcioni di Sily offrendole la sua vulva bagnata della mia saliva e il suo monte di venere bianchissimo. Non si fa pregare, mentre si gode la penetrazione, comincia leccare come se non ci fosse un domani per urlare dopo qualche minuto "Hai una figa fantastica!" Fatto!!! Sily è ufficialmente bisex.I giochi continuano, io penetro LEI da dietro doggy style, e sto quasi per venire ma lei si toglie; prima io dice! e allora dai, a cavalcioni sopra di me che la lecco forsennatamente sentendo i suoi umori colarmi sul viso. Viene. Intanto LUI lo ha messo in bocca a Sily che se lo sta godendo. Viene anche LUI nella sua bocca ma solo dopo aver chiesto a Sily se poteva. Noblesse oblige! Bellissimo.Manco solo io e LEI non si fa pregare e mi lavora con la bocca per farmi poi venire sul suo seno, quando la avviso che sto per dimostrarle, in pratica, quanto mi sta facendo godere. Un attimo di relax e si riparte con LEI che lecca la vulva di Sily io che lecco la sua nella posizione che adoro e cioè da dietro con lei a quattro zampe.Ma mi mancava ancora qualcosa e allora mi avvicino a LUI e prendo la sua asta in bocca succhiandola a lungo, poi mi avvicino a Sily e insieme gli lecchiamo tutto scambiandocelo nella bocca con voluttà. Peccato che avesse già regalato a Sily il suo godimento. La prossima volta voglio partecipare al party!Una sensazione meravigliosa, di grande intimità e di complicità con la mia Sily mi avvolge. La mia donna è bisex, io sono bisex, noi ci amiamo e nessuno potrà mai separarci. Il sesso sarà sempre meraviglioso fatto di complicità trasgressione e amore con la meravigliosa certezza che queste trasgressioni non potranno mai minare la nostra unione. E l'amore lo faremo da soli, noi due. Sempre.E dire che avevamo mille paure...Grazie LUI e grazie LEI ci avete permesso di introdurci in questo mondo meraviglioso dalla porta principale, con eleganza, gentilezza pulizia e semplicità. Grazie davvero. Sarete sempre ospiti benvenuti nella nostra casa. Un bacio.
3456
0
4 anni fa
coppiaala, 57/47
Ultima visita: 11 mesi fa -
Intriganti evasioni. una nuova scoperta.
La vita con Paola, dopo questa prima esperienza, che lei ha definito solo una intrigante evasione dalla routine della vita quotidiana, è ripresa come sempre, con noi due impegnati, sia nel lavoro, che nel far crescere nostra figlia. Per mesi le uniche evasioni sono state un po’ di esibizionismo, qualche scopata improvvisa, nei posti più disparati, come nei camerini di un negozio di abbigliamento, o lei che mi ha fatto impazzire nel mostrarsi quasi nuda in giro per negozi di un centro commerciale, dove almeno tre maschi si sono segati per lei. Una sera eravamo andati in una città vicina dove c’è un centro termale e abbiamo conosciuto un singolo di nome Luca, che molto educatamente si è messo a parlare con noi in maniera semplice e gentile, di argomenti che nulla avevano a che vedere con il sesso. La serata è scorsa via piacevole e tranquilla e quando abbiamo dovuto lasciare le vasche per la chiusura dell’impianto, erano solo le ventuno, lui ci ha invitato a cena in un ristorante poco lontano, dove suo dire si mangiava molto bene. Così siamo rimasti d’accordo di trovarci insieme nel locale, in quanto noi avremmo impiegato un po’più di tempo a fare la doccia e rivestirci anche perche, Paola ama essere sempre elegante e sexy in ogni occasione. Quella sera indossava una mini di pelle nera, camicetta bianca, sotto cui si notava il reggiseno, che gonfiava di più il suo splendido dècolltè, giacchetto nero di pelle e gambe fasciate dalle immancabili autoreggenti, con stivaletti bassi tacco dodici. Quando siamo entrati al ristorante, Luca, non ha potuto esimersi da farle un complimento.
«Ma scusatemi siete andati a casa a cambiarvi?»
Noi ci siamo dati uno sguardo, e lui ha precisato che per essere stati alle terme, eravamo davvero eleganti. Al tavolo posto in un angolo un po’ appartato, i complimenti si sono susseguiti ancora di più. Quando gli ho chiesto cosa aveva ammirato di più in mia moglie, lui guardandola in faccia ha dato una risposta per niente banale.
«Di te ammiro la tua splendida bocca, il tuo seno meraviglioso. Invidio tuo marito che può sempre godere di tutto questo piacere.»
Lei mi dà uno sguardo complice, e replica.
«Veramente noi siamo una coppia, dove mio marito mi lascia libera di decidere, con chi condividere questo piacere.»
Lui mi guarda, io confermo con un cenno del capo. Vorrebbe replicare, ma l’arrivo delle pietanze ordinate ci interrompe. Poi, è tutto un susseguirsi di simpatici doppi sensi, e tanta allegria. Vedo mia moglie presa dal gioco, decido di lasciarli soli, me ne vado al bagno. Sono così eccitato, che quasi mi sparo una bella sega, ma preferisco aspettare. Quando esco, li osservo da lontano, vedo che lei è sbilanciata verso di lui, che le parla all’orecchio, o forse lei, sta con una mano sulla sua coscia, ma non vedo bene, quindi torno al tavolo. Appena seduto, Paola mi fa un sorriso complice, poi la sua voce mi sembra carica di emozione.
«Io non avrei più fame di questo cibo. Che ne dici se chiediamo a Luca di fare un giro per la città, per farci vedere il meglio che può offrire.»
Capisco il doppio senso e annuisco.
«Ok va bene, vado a pagare il conto e ce ne andiamo.»
Non ho finito di parlare che Luca si alza in piedi e mi blocca all’istante. Vedo con chiarezza il suo pacco esageratamente gonfio.
«Non se ne parla nemmeno! Siete miei ospiti e pago io.»
Senza aggiungere altro si allontana, guardo Paola per avere la conferma di quello che ho intuito. Lei mi guarda con occhi languidi e vogliosi.
«Amore vorrei fare un giro in auto con Luca, seduta nel sedile dieto, a giocare un poco con lui. Mi ha fatto sentire il suo bozzo, ne sono rimasta estasiata, lo ha così grosso, che per un attimo non ci credevo, fin quando l’ho sentito da sopra la stoffa dei suoi jeans. Naturalmente tu dovrai essere il mio autista complice del gioco. Se la cosa però non ti eccita non ne facciamo nulla.»
La guardo, ho già il forte desiderio di vederla giocare con lui, che mi alzo e la prendo per mano e ci avviamo all’uscita con lei che ci prende entrambi sotto braccio. All’epoca avevo una splendida Alfa 164, una vettura che aveva un sedile posteriore che era un vero divano. Mi metto alla guida e parto, seguendo le indicazioni di Luca, che mi consiglia di prendere la tangenziale. Lui è seduto dietro di me è Paola al suo fianco. Appena partito, sposto lo specchietto per vedere bene quello che succede dietro, vedo subito che lui le accarezza le cosce. Lei si mette al centro del sedile e apre oscenamente le gambe, si sfila il tanga e me lo passa davanti.
«Tieni caro, senti come sono già fradicia. Goditi lo spettacolo della tua mogliettina, che farà la troia con questo splendido maschio, e ti farà cornuto.»
Aspiro il profumo di cagna in calore del suo tanga. Sento il mio cazzo diventare così duro, che quasi mi fa male. Lui le accarezza le gambe, intanto lei ha aperto la camicetta, e si fa succhiare il seno.
«Succhiami i seni porco! Lo hai desiderato per tutta la sera. …uhuumm..che bravo!»
Mentre gli succhia il seno, le mette due dita dentro la fica, oscenamente aperta e la trova fradicia.
«Accidenti! È un lago! Cazzo come sei eccitata! Adesso ti succhio il seno meraviglioso, mentre ti scopo con le dita. Che porca tu moglie!»
La masturba con due dita che poi diventano tre. Lo guardo estasiato mentre la porta al primo orgasmo. Gode molto velocemente, indice di una forte eccitazione. Spinge in alto il bacino per andare incontro alla sua mano. Ora con quattro dita dentro, lui la scopa velocemente, lei dopo aver goduto di nuovo, afferra la mano che la fa godere, e se la sfila, poi si getta avida su di lui, alla ricerca del suo cazzo. Lo fa mettere al cento del sedile per farmi avere una visione perfetta, di quello che sta facendo, poi apre velocemente i pantaloni, che Luca fa scendere fin sotto le ginocchia, e a quel punto si trova davanti un cazzo esagerato. Lo vedo in tutta la sua lunghezza, arriva fin sopra l’ombelico con una circonferenza notevole. Sicuramente sopra i venti, ma è nella circonferenza il suo massimo. Decisamente notevole con la cappella piccola e subito sotto, il diametro lo rende un cilindro di carne incredibile e uniforme. Lei rimane ad ammirarlo senza parole. Poi mi guarda estasiata.
«ACCIDENTI!!!! Guarda amore che palo ho trovato qui sotto! Mi fa impazzire la sola idea di averlo dentro. Guardami porco come me lo gusto. Ti farò cornuto con un vero super cazzo! Mi fa bagnare tutta! Guardami!»
Effettivamente sento dentro di me una certa gelosia, che subito si trasforma in eccitazione, quando immagino lei sfondata da quel mostro. Lui la bacia in bocca, poi la spinge verso il cazzo duro che le svetta davanti.
«Dai fammi sentire la tua bocca, succhialo e leccalo tutto, che voglio sentire quanto sei troia! Voglio capire se veramente sei una succhiacazzi!»
Appoggia la bocca sulla punta, cerca di infilarlo in bocca. Solo una minima parte le entra, perche appena sotto la cappella, il diametro aumenta e lei non riesce a spingerlo dentro. Lo impugna con entrambe le mani sovrapposte, e vedo otto dita di cazzo, è in più la parte superiore, che poi è quella che lei a mala pena riesce a mettere in bocca. Lui geme, si rende conto di quanto sia brava mia moglie con il cazzo in bocca.
«Accidenti come succhia! Mi fa impazzire! È un vero portento! Che bocchinara! Amico sei fortunato, non ho mai sentito una donna succhiarmi il cazzo così, me lo divora!»
Si gode la bocca di mia moglie, mentre io sento dentro di me, il forte desiderio di vederla scopata. Gli chiedo un posto per fermarmi.
«Dimmi Luca dove mi posso fermare perche adesso voglio vedere bene quando la scopi.»
Luca mi fa uscire dalla tangenziale, mi inoltro in campagna dove trovo una stradina che finisce in un piazzale sotto due alberi. Intanto lui la fa smettere si succhiarlo.
«Basta cazzo! Mi fai sborrare mentre io invece voglio sfondarti la fica! Sei meravigliosa e brava come bocchinara, ma voglio goderti al massimo. Stenditi che ti lecco pure io.»
Mentre parcheggio lui la fa mettere a gambe aperte, lei con le mani gli offre la sua fica completamente fradicia e oscenamente aperta, per farsela leccare. Luca si tuffa fra le cosce la fa godere subito e mi invita ad osservarla mentre gode nel farmi cornuto.
«Oddio che demonio! Vengo! Guarda amore mio cornuto come godo.»
Scendo dalla vettura, apro lo sportello dall’altro lato, mi trovo con il viso di Paola sotto di me, afferra il mio per infilarlo nella sua bocca, mentre Luca si posiziona fra le sue cosce e mette la punta dentro la fica di Paola, che lo incita scoparla.
«Dai scopami! Mettilo dentro!»
Lui mi guarda, io annuisco, e mentre sto per mettere il mio in bocca a mia moglie, lui spinge dentro di lei il suo cazzo. Paola spalanca la bocca e urla.
«PIANO! Mi spacchi! Oddio! Lo sento che mi sventra, mi apre, mi fa impazzire! Amore è stupendo!»
Non aggiunge altro, perche le infilo il mio dentro la bocca, mentre lui la sfonda con decisione. Geme e gode, ogni tanto si sfila dalla bocca il mio, lo incita scoparla forte.
«È bellissimo! Mi apre, lo sento che mi dilata. Amore, adesso sono sicura di non essere più vergine! Dai sfondami che vengo!»
La scopa con colpi sempre più decisi, e quando arriva in fondo, le da un colpo secco, e lentamente mi rendo conto, che adesso lei lo ha tutto dentro. Mi succhia e gode, mentre lui la sbatte, vedo i suoi seni sobbalzare verso l’alto, li afferro, li stringo fra le mani, lei gode ancora di più. Luca la incita venire.
«Dai troia godi! Che fica stretta! Adesso te la sfondo e spacco tutta! Mi fai impazzire! Sei una troia stupenda. Dai godi!»
Poi le mette le braccia i fianchi, la solleva, se la mette sopra di lui che si distende. Lei si trova impalata su quella trave che adesso la sfonda veramente.
«Oddio amore, lo sento fin nello stomaco!»
Io resto un momento ad ammirare lo spettacolo, mi lascio prendere dal desiderio di segarmi, mentre la vedo impazzire di piacere, ma Luca mi invita scoparle il culo.
«Mario, sfondale il culo! Dai che la facciamo impazzire. Allargalo bene che dopo lo voglio sfondare tutto pure io e tu godi che ti sfondiamo tutta, e poi ti riempiamo di sborra.»
Lubrifico la punta del cazzo, poi come un automa lo posiziono fra le sue chiappe, proprio in direzione del suo forellino anale che fra poco sarà sfondato come la sua fica. Questa cosa mi eccita così tanto, che devo restare calmo per non schizzare subito. Lei cerca di dissuaderci a farle il culo.
«No vi prego, siete troppo grossi. Tutti e due insieme mi sfondate.»
Trema scossa da un violento orgasmo nel preciso istante in cui io le affondo la cappella in culo. Spingo con decisione, anche se sento che lo spazio è decisamente poco, ma lentamente riesco a infilarlo tutto dentro. Lei impazzisce, gode a raffica, con noi che la sfondiamo insieme. Ci incita a scoparla ancora più forte. L’eccitazione è così tanta, che dopo poche pompate sono al limite. Luca mi invita inondarle, il culo per lubrificarlo meglio, in vista del suo ingresso dentro di lei nel pertugio che sto godendo io.
«Dai Mario, borrale in culo, così lo lubrifichi bene e questo rende il mio ingresso più agevole.»
Lei cerca di dissuaderlo.
«No ti prego, oggi no! La prossima volta. Oggi ti voglio sentire sborrare sulle mie tette. Dai schizzami in faccia e sui seni, dai che vengo di nuovo.»
Sono al limite e vengo con un orgasmo sconvolgete. Ne schizzo dentro di lei un vero fiume. Mai sborrato così tanto. Mi svuoto e poi con ancora il cazzo duro, l’eccitazione era elevatissima, scendo dalla vettura, apro lo sportello dall’altro lato, e lo infilo in bocca a Paola che lo succhia, mentre Luca la sbatte da sotto, facendola godere di nuovo. Poi cambia di nuovo posizione, la rimette sotto, io mi riporto dall’altro lato, mi sego mentre lui la sbatte con un ritmo sconvolgente. La pompa come una furia scatenata, lei gode in continuazione, mentre io estasiato cerco di mantenere lo stesso ritmo di Luca, per sborrare insieme a lui, sul viso di mia moglie. Ad un tratto Luca urla il suo piacere, si sfila da lei, ricoprendo le sue magnifiche mammelle di sborra bianca e calda. Lo infila fra le tette di Paola, che lo avvolge, mentre lui continua sborrare, alcuni schizzi arrivano anche sul suo viso. Io mi sego, alla fine sborro in faccia a lei, e alcuni schizzi finiscono sulle tette, che ancora stringono il cazzo di Luca. Lei allunga una mano, mi spreme il cazzo a bocca aperta, mentre io sono sconvolto dal piacere lei fa in modo che la mia sborra copra anche il cazzo di Luca. La sua voce è rotta dall’emozione.
«Amore sborra sul cazzo che mi ha sfondato, e ti ha reso cornuto. Coprilo e ribadisci che tu sei il mio uomo, lui solo un gioco. Oddio come mi eccita questa insolita situazione.»
Resto basito da questo dettaglio, che decisamente non mi aspettavo, ma che condivido con mia moglie, che dopo avermi ripulito per bene, si gira e bacia Luca in bocca, che risponde con passione a quel bacio. Sfiniti ci sediamo con lei al centro e noi ai lati. Lei ci stringe e ci ringrazia del piacere che le abbiamo dato.
«Siete stati meravigliosi. Ho goduto tantissimo e Luca ti assicuro che la prossima volta ti darò anche il culo, ma oggi volevo sentirti sborrare sulle mie tette.»
Poi si gira e mi bacia con vero amore.
«Amore mio grazie per avermi fatto godere questo cazzo superbo, e se sei d’accordo ci sarà una nuova serata con lui. Quanto a noi, ti amo e sono fiera di come sono riuscita farti cornuto sotto il tuo sguardo estasiato. Ho goduto tanto perche tu, mi guardavi godere, e questo è il massimo, che desidero per noi due, quando volgiamo giocare.»
Quella sera avevamo realizzato il nostro primo car sex.
23
4
4 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 1 settimana fa -
Nel solstizio d’estate il profumo del mirto bianco 4/4
Vado nell’altra stanza. Mi sistemo. Sono coperto dei profumi e dei sapori di Arianna. E molto piacevole averli su di me. Sanno di buono. Mi do una sciacquata. Non su tutto il corpo voglio conservare il suo profumo su di me ancora per un po’,almeno fino al rientro a casa.
Mi stendo sul letto. E provo anche io a riprendermi un po’. Arianna era stata impegnativa. Ci aveva dato del filo da torcere. Dopo un po’ arriva il lui. Entrambi felicissimi. Sembravamo due compagni di scuola in gita dell’ultimo anno che si raccontano e si confidavano le loro emozioni. La loro prima volta … Era da tanto che non provavo quell’emozione con una coppia almeno 10 anni.
Tra le tante confidenza lui mi confida che non l’aveva mai vista cosi bagnata e aperta.
Non so se Alfredo si dimostrerà l’amico speciale che cerco in un simile gioco. Sarà il tempo a dirlo perché un grande autore regala sempre il finale perfetto. Ma su un punto sono sicuro, certe persone sono fatte di vento, ti entrano dentro, lasciano i pensieri in tempesta e appena si allontanano ti manca l'aria. E loro due si sono rivelati una sorpresa inaspettata. Un vento caldo. Se dovessi citarne uno, forse il meno conosciuto: l’Etesia, ma pieno di significato ed il più appropriato ed in tema con la serata.
Saluto lui e riprendo per andare a prendere la macchina. Non era molto tardi. Sono per le strade della capitale la quale mi sembra ancora più bella. Quando ad un certo punto vedo delle persone da un locale festeggiare. In quell'istante ho realizzato che anche io come loro avevo qualcosa da festeggiare, ma a differenza loro, non potevo urlarlo a nessuno. Parcheggio la macchina, entro nel locale. C’era un gruppo di olandesi sulla sinistra.
Mi avvicino al bancone per ordinare, si accosta una turista e mi chiede in inglese qual fosse “il” liquore italiano tipicamente estivo...
La barista mi guarda compiaciuta si rivolge a me, barista: “E bravo, hai fatto colpo ...” facendomi l’occhiolino. La guardo e sorrido. Barista: “Cosa ti ha chiesto?” Io:“di consigliarle un liquore tipico italiano estivo…”
Barista: “Proponile un amaro Montenegro, o Vecchio amaro del Capo oppure un amaro Lucano ecc.. ”
Io: “ No… troppo scontati. Cosa hai di artigianale … ”
Mi fa una lista di liquori che attualmente non ricordo, tra cui genziana, mirto ecc… Io: “ Mirto come?”
barista: “ho anche quello bianco, se te ne intendi...” Non mi posso definire un esperto, ma mi difendo ... Io:“.. mmm… Mirto bianco, ehh… ottimo !! Due !!!”
Il mirto bianco con il suo sapore ricco e delicato e carico di ritorni mediterranei, mi ricorda l’estate…. L’olandese lo strappa come se fosse una vodka. olandese: “It is not really strong” Dicendomi, non è proprio forte però…
La guardo, e le dico che non si beve cosi. Ne ordino un altro per lei. Pago, la saluto e mi avvio verso i tavolinetti di fuori a prendere un po’ d’aria e gustarmi il profumo ed il gusto del mirto bianco che mi ricordava l’estate, ma soprattutto col suo gusto dissetante, il mare durante la bella stagione. Provando a raccogliere le forze e realizzare sul fatto di aver vissuto un bellissimo sogno.
Ad un tratto, mi sento toccare la spalla, mi giro, era ancora lei. Mi dice. Olandese: “You have right. It’s very good…”
La guardo accenno un sorriso e le rispondo Io: “Sometime, strong is wrong …”
Dedicato a quella coppia di amici che mi hanno fatto capire che la primavera 2020 volgeva al termine e l’estate bussava alla porta …
Mi chiedo come sarebbe vivere in un mondo in cui sia sempre giugno … Se una notte di giugno potesse parlare, probabilmente si vanterebbe di aver inventato il romanticismo.
Buona estate 2020 a tutti !!
NB:
Tutti i miei racconti non sono frutto della mia fantasia, ma esperienze realmente vissute in prima persone e storie assolutamente reali, delle quali forse un giorno, quando mi ritirerò dall'attività, pubblicherò un libro
di conseguenza a ciò
diffido chiunque a copiarli per intero o anche solo terze parti di essi, a utilizzare nomi e situazioni in essi citate, che risultano proprietà intellettuale privata!
22
0
4 anni fa
flavio3hotrooom,
39
Ultima visita: 1 mese fa
-
Nel solstizio d’estate il profumo del mirto bianco 3/4 - massaggio yoni
L’emozione è molta e non riesco a nasconderla nei boxer… busso alla porta della loro camera. Lui mi apre e mi fa accomodare in una stanza quasi del tutto buia…
Alfredo: “Entra Flavio. Amore abbiamo ospiti! ”
Per la prima volta sento la voce di lei. Una voce bassa, timida, dolce e sensuale al tempo stesso. Una gattina primaverile. Una felino di assoluta sensualità. La quale si limita ad un semplice “Ciiiaoooo..”
Sul lettone bianco intravedo quella stupenda ninfa che per tutte le precedenti notti, si era infilata nei miei sogni. Stuzzicando le mie fantasie ed invogliandomi a volerla possedere.
Il tempo sembra fermarsi. L’adrenalina sale. L’aria del condizionatore mi sfiora la fronte come la brezza marina del mare.
Lei stesa sul lettone bianco. Rigorosamente bendata come avevamo concordato. Una pelle lucente chiara, sembrava fine porcellana. Un fondoschiena in bella mostra esaltato da un intimo nero, merlato lasciando il lato B quasi totalmente nudo, ma velato. Coperto da un sottile striscia di tessuto che lasciava intravedere il frutto proibito. Un lato b da fare invidia alle ragazze della nazionale pallavolo. Di certo non per deboli di cuore …
Lui tira fuori da una glacette una bottiglia di prosecco … e brindiamo all’incontro. Mentre lei ci aspettava ancora lì stesa sul lettone.. Quasi a rimarcare l’idea che tanto qui da me dovrete venire. Ma in questo caso, il gioco aveva un’altra valenza.... Lei avrebbe dovuto obbedire.. agli ordini del suo uomo che per farle provare quella sottomissione soft, e per questo si sarebbe servito in questo caso di un “aiutante apprendista”!!
Mi mostra gli oli. Mi parla con una voce bassissima per non rovinare l’atmosfera. Guardo gli oli. Dei tre due li conoscevo l’altro mi suonava nuovo. Lui intanto mi parlava delle proprietà, ma io ero totalmente ipnotizzato da quella visione.
Lascio a lui toccarla per primo, anche se non vedevo l’ora. La accarezza, la rassicura e la bacia sulla nuca. Quasi come a lasciarla prendere il volo. In totale sicurezza,tanto lui sarebbe stato lì, accanto a lei per ogni evenienza. Erano gli ultimi attimi prima che un altro avesse allungato le mani su di lei. Quei pochi momenti sembrano infiniti, per la carica erotica. Chissà quali pensieri passano nella mente di un marito e quali alla propria moglie che si lascia offrire.. Dettagli che possono passare inosservati, ma di certo non a noi amanti di una certa sensibilità erotica.
Sono istanti pienamente intrisi di significato. La scelta era stata già presa prima. Ma come in tutte le circostanze. Assume un’altra valenza qui. L’inibizione, i tentennamenti, non sentirsela, sono fattori che possono tirarti un brutto scherzo quando ti trovi ad iniziare. Vedere Alfredo spronarla, incoraggiarla e rassicurarla è fonte di eccitazione per entrambi (per loro due sicuro, ma anche per il sottoscritto).
Lui inizia a toccarla e mi invita a fare lo stesso. Nella prima fase, Lei in posizione prona, ci avrebbe visti massaggiarla insieme.. Mentre nella seconda parte, lei si sarebbe girata, assumendo la posizione supina. Lasciando a me il compito di eseguire un massaggio tantrico.
Iniziamo il massaggio. Scorro le mani dal basso verso l’altro, in modo da famigliarizzare col suo corpo. Farmi conoscere ed esplorare il corpo di lei. Pelle liscia, molto tonica sulle gambe, curata depilata alla perfezione. Tutto torna e coincideva con quello che mi aveva raccontato Alfredo al telefono; di quanto lei ci tenesse ad essere curata. Aveva due piedini da cenerentola. Molto belli. Non sono né un feticista e né un amante accanito dei piedi femminili. Ma devo essere sincero erano veramente ben fatti, un piedino come quello, lo puoi considerare regale. Altro che cenerentola. Da mandare fuori di testa anche le commesse della Pittarosso … ;) Smalto rosso, sull’amaranto come tocco finale... Mancava solo la cavigliera.
Prima verso l’olio dall’alto verso il basso… Poi salgo lungo il corpo con le mani a toccare i punti giusti. Arrivo fino alle spalle. Vedo che il viso era coperto da una folta chioma di capelli neri corvino. Come a volersi nascondere. Non capisco se per quello che avevo accennato ad Alfredo al telefono,(...nel caso non fosse stata di mio gradimento in viso, avrei chiuso con un massaggio classico senza spingermi oltre...), oppure per timidezza iniziale… Ma mi viene da pensare anche perché ci sapeva fare ad ammaliare il maschio.. Sta di fatto che non riuscivo a dare nuovamente un volto al suo viso, nonostante fossi a pochi centimetri… E questa cosa mi eccitava ancora di più... L’unico dettaglio che riusci a definire furono le labbra … fini al punto giusto. Rosse accese sembravano delle ciliege (red cherry) da cogliere ed assaporare. Perfette, come se fossero state dipinte su tela da un pittore fiammingo o dallo stesso Leonardo per la perfezione dei lineamenti. Per la loro signorilità mi ricordavano quelle del quadro, La dama con l’ermellino.
Un altro dettaglio che scorgevo nonostante stesse a pancia in giù, era il suo seno che dalle foto era imponente (una quarta strabordante) e si riusciva a notarlo lateralmente.
Mi stavo pregustando lei con gli occhi. Forse lo stesso sguardo che avevo avuto con la segretaria stamane. Da gran porco!!! Credo che lei, nonostante la benda, avvertisse questa sensazione di essere puntata e scrutata.
Sembrava apprezzare i tocchi e ogni tanto muoveva il bacino, shakerando quel magnifico culo. Forse il termine arrivati a questo punto è appropriato. E aggiungo “...e che culo!”
E si perché come diceva un caro filosofo “Fino a diciotto anni tutti scrivono poesie; dopo, possono continuare a farlo solo due categorie di persone: i poeti e i cretini.”
E siccome io non rientro nella prima, ma non escludo la seconda. Voglio rendere bene l’idea di quanto cominciasse a farmi sangue quella donna. Era stato molto bravo Alfredo. Mi aveva eccitato bene, bene ... col suo modo di offrirmi la sua signora. Un vero regista. Un Tinto Brass 2.0.
E comunque mi aveva avvertito, in balia degli ormoni, ricordati che la parola d’ordine della serata sarebbe stata sempre la stessa ... DELICATEZZA… Devi essere delicato NON RUDE. NO STRONG… Questa frase racchiude e sintetizza sia l’inizio che la fine di questo racconto. Vi aiuterà a comprendere meglio il finale. Tutt’altro che scontato. Una sorpresa nella sorpresa. Tutto deve venire naturale, altrimenti lei si blocca.
La vado ad oliare dalla punta dei piedi fino alla cervicale. Poi proseguo con le braccia le stendo e arrivo fino al palmo delle mani. Li per la prima volta arrivo a toccare la sua mano. Eppure avevo accarezzato altro prima. Probabilmente mooooolto … di più invitante se ci pensate. Eppure è stata tra le emozioni più forti della serata, se non in cima alla lista di quelle che ho avvertito.
Generalmente diamo la mano a qualcuno che non conosciamo e poi ci apriamo se la condizione lo permette ad altro. In questo caso avevamo invertito l’ordine. Ricordo ancora l’emozione di stenderle il palmo per poi sovrapporre il mio al suo, chiudendoli entrambi sotto un unico pugno. Sembra che i nostri corpi si fossero uniti ancora prima di qualsiasi contatto sessuale. E’ stato il primo vero momento in cui mi sono unito con lei. Un gesto molto intenso. Ho avvertito anche in lei la stessa emozione. Ero a cavalcioni sopra la sua schiena in posizione dominante. Eppure avverti dei brividi lungo la schiena. Sembra quasi non volesse lasciare la mia mano. Le diedi un bacio sulla spalla, aprì il pugno e continuai.
Il massaggio fu lungo con lei a pancia in giù. Notai una contrattura a livello di spalle. Non so se era per la tensione o per un carico dovuto alla postura da lavoro. Provai a sciogliere il punto.
Poi mi concentrai su quel culetto che tanto mi aveva fatto sognare. Il mio membro strabordava lateralmente dai box. E sfiorava la sua pelle. A quel punto vidi diverse contrazione dei glutei. Quasi che volessero andare incontro verso la mia verga. In cerca di un primo contatto. A forza di massaggiare avevo aperto i due emisferi, e messo in luce l’orifizio ed il pertugio che custodiva un sorriso verticale intimo che si nasconde in ogni donna. Quando poi quel sorriso porta anche l’acquolina in bocca è ancora più lucente...
Da parte sua ricevo un’attenzione, vedo che lei contraccambia. Alza la gamba propriamente detta la porzione di arto inferiore compresa tra ginocchio e caviglia all’insù. E con la pianta del piede in cerca del mio pacco. Una volta trovato si infila con le dita dei piedi, come a cercare di liberare il mio pene barzotto dai box. Prendo anche l’altro piede di lei e li unisco. Lei fa il resto. Accetta l’invito e prosegue l’iniziativa ed inizia a segarmi con i piedi. Uno spettacolo ancestrale. Vedere lei che col movimento dei piedi stimolava e tirava la mia verga in direzione del suo magnifico fondoschiena era inebriante. La fermai. Le stesi nuovamente le gambe in giù e anche se avvertivo che lei voleva giocare ancora.
Andai avanti e con le mie gambe divaricate, con le ginocchia sopra il suo bacino, provai a unirle, unendo in quel modo le gambe. Da ribadire gambe perfette !!! E non esagero. Perché quando ho provato ad unirle tra loro, hanno dato vita a 3 fessure, una nella parte superiore delle caviglie (polpacci), una nella parte inferiore delle ginocchia ed ultima nella parte interna delle cosce.
Ecco ho posizionato il mio pene in basso, nell’ultima fessura, tra le gambe leggermente divaricate nella seconda parte alta. Avvertivo il calore che proveniva dalle grandi labbra, un forno a legna. E poi la sensazione della cappella bagnata che ogni tanto toccava l’interno delle cosce.
Alfredo era in piedi e mi guardava. Non ho capito se voleva verificare che non la penetrassi, oppure era eccitato e basta. Non sono riuscito a capirlo. Puntavo la mia verga vicino le grandi labbra senza cercare il contatto, piuttosto nel farle percepire la presenza cosi vicina. Per quanto fossi attento, in qualche occasione ci siamo toccati ed è stato l’estasi.
Io ero intento a massaggiarle i glutei, ed aprirle gli orifizi con movimenti circolari. Quando alzo la testa. Vedo il Lui che si era tirato un tantino giù i box e ne aveva approfittato per metterglielo in bocca. Lei lo segava e gli praticava un orale da favola. Talmente brava che stavo per venire io. E non scherzo perché al contempo Arianna provava a stringere le cosce.… dove sapeva bene cosa era spiaggiato a pochi millimetri dall’isola del piacere.
Scaricata la sua bella dose di sperma. Mi rivolgo ad Alfredo bello e compiaciuto. E gli chiedo di ordinarle di girarsi. Fino adesso eravamo stati bravi, scherzato un po’, ora era il caso di iniziare il massaggio intimo. Quelle in cui tutti questi stimoli dovevano concretizzarsi in piacere reale per lei. Questa era la sua serata. E lei sarebbe stata la principessina schiava del suo piacere.
La faccio girare, la metto supina. Le chiedo di togliere l’intimo. Li anche lei realizza che la fase delle coccole era finita. Avverto quella tensione preprestazione. La tocco in modo da distrarla. Non deve apparire cosi. Non la voglio troppo tesa. Appena vedo che si è rilassata, comincio a praticarle un massaggio tantrico.
Comincio con i seni fino a scendere alla vagina per poi nuovamente ritornare su. Il massaggio comincia a dare i primi risultati e lei comincia a contrarsi. … Il viso comincia a farsi umido, ma la benda la rende ancora poco riconoscibile. Mi concentro verso la parte bassa e dando un colpo d’occhio con la coda, nonostante fosse buio mi accorgo che per una flessione della benda, lei sbirciava. Era curiosa forse di vedermi in volto. Del resto la curiosità è donna!! Sorrido tra me e me. E faccio finta di niente. La guardo che è curiosa non so se di vedere il mio volto o cosa sto facendo con le mie manine.
Lui mi chiede di non farla venire. Non è ancora il momento. Ed ecco che per la seconda volta sento il suono della sua voce… Vogliosa e desiderosa di godere.
Arianna “Nooo... Fammi veniiiiire… Perfavooore…” Una voce melodiosa che ti catturava, sembrava il canto di una sirena.
E li come Ulisse, mi fermo per poi riprendere. Poi nuovamente fermarmi. Mi sarei voluto tanto fermare 10 anni, a sentire quel melodioso miagolio venire fuori da quelle labbra…
Mentre sto salendo di giri con le dita e provocandole piacere. Mi posizione all’altezza del del basso ventre con il mento, ed intercetto la traiettoria del suo sguardo e la punto dritta nell’occhio galeotto, mentre provo a darle piacere. Non ho ben capito se si sia resa conto che l ho scoperta o in preda al piacere richiuse nuovamente gli occhi… e si godette la venuta, inarcandosi tutta.
Soddisfatto del mio lavoro, mi godo il suo piacere che sgorga. E la sensazione della rugiada che scende e bagna le labbra, col suo tipico rumore di quando la tocchi era sempre più forte nella stanza. Ma le mie orecchie sentono un simile rumore provenire dall’alto. Era nuovamente Alfredo che eccitato le aveva nuovamente infilato il cazzo in bocca….
Tra me e me, mi dico “Hai capito Alfredo...eheheh…”
Riprendo a toccarla da un altro punto in un’altra posizione. E si sentono decisi i suoni della vagina piena di dolce nettare scrocchiare. Un suono inconfondibile tonfo “... ta..ta..ta..ta..ta...” che rimbombava in tutta la stanza.
Nel frattempo vedo Alfredo alzare i box aveva fatto nella parte alta del letto. E faceva il giro del letto, venendo verso la parte bassa dove ero fisso io, e vedere lo spettacolo di Arianna a gambe divaricate col suo frutto proibito che colava in modo imbarazzante ... era un lago...
D’istinto mi giro verso di lei per accertarmi di come stesse. E li la sorpresa. Si era tolta la mascherina. Non ce la faceva più. Ora il suo viso era li splendente e visibile in tutta la sua bellezza. Era stato un amico sincero Alfredo quando mi aveva detto, “ … questa volta ti è andata bene...fidati ...”
Rimango distratto fortuna che le dita andavano in automatico per conto loro. La guardo bene. Sembra una delle tre protagoniste del manga giapponese Occhi di gatto!! Oppure per i cinefili Nadia Cassino in L’insegnante balla con tutta la classe... Mi avvicino di più, mi sembra un sogno. Mi accosto a tal punto che sentivo il suo respiro vicino al mio. La guardavo da vicino, stavo a portata di labbra… Ehhh … quanto la avrei voluta baciare in quel momento.Come nelle favole dove il cavaliere bacia la principessa addormentata. Forse era la chiave di svolta, l’unico modo per vedere i suoi occhi e godere del suo sguardo. E ci stavo quasi ... Ero talmente magnetizzato da quel viso e da quelle labbra che avrei voluto unire le mie alle sue. Un unione delicata, quasi sospesa. Per poi sentirle strofinare sulle mie. Assaporarle. Godermi quel sapore. Morderle. Ed infine gustarmi quella linguetta bagnata che avevo intravisto nei momenti di estasi. Stavo quasi per cascarci. Poi ritorno in me. Stavo per fare il patatrac… Ma fortunatamente mi fermo, evito in extremis spostandomi di lato. Stavo per fare un danno.
Nonostante gli occhi rimanevano chiusi, credo che si fosse accorta di quanto le ero arrivato vicino. I suoi occhi chiusi assumevano quella rilassatezza di chi sta apprezzando il movimento che le sto praticando. Continuavo a muovermi con l’altra mano, e di nuovo un altro orgasmo. La fronte sudata, ci scambiamo i posti, lui le si siede accanto e tra i versi della lei che si contorceva dal godimento, lui come fa un padrone pieno di attenzioni verso la propria gattina che gli fa le feste, si rivolge chiedendole: Alfredo “Cosa c’è ….. cosa c’è ….” In modo ironico forse, ma anche per tranquillizzarla e disinibirla in modo di sentirsi a sua pieno agio a godere anche a voce alta. O forse semplicemente a spronarla. Mentre lei prova a rispondergli con versi onomatopeici. Arianna: “aaa .. aaa a.. aahh.. aaa .. aaa a.. aahh..”
Lei allunga la mano sul mio pene. Inizialmente non posso farci nulla, l’amico di mille battaglie è sensibile e sale. Ma poi mi sono ricordato che non deve andare cosi. Faccio il bastardo. E vado a pensare a tutto tranne che a quel momento di piacere. L’eccitazione scende e si avverte. Lei imperterrita come una crocerossina continua a segarmi. Non ci sta. Vuole contraccambiare, regalarmi questo orgasmo. Ma invano. Ahimè, quando uno è sadico c’è poco da fare. Non capisce. È disorientata.
Lei non avrebbe dovuto prendere l’iniziativa. Avrebbe dovuto stare sotto gli ordini del lui. Ci rimane male, forse... Non era ancora il momento. E comunque non avrebbe dovuto farlo di sua iniziativa. Torna da lui, punto di riferimento, con la mano, e trova nuovamente conforto. Trova il suo cazzo padrone … e giù un altro “boccaciccio”…
Poi lui si ferma, e le ordina a LEI di segarmi. Lei questa volta dopo l’esperienza di prima, avverto che è un po’ timorosa, va a riprenderlo molto delicatamente. Ma questa volta, il momento è il mio. E voglio prendermelo e godere.
Comincia a segarlo da sdraiata, il cazzo sale, cresce comincia a prendere volume. Prima delicatamente poi sempre più forte. Muovendosi e dando dei colpi decisi all’asta. Lascia in bella vista quel seno imperiale che si muoveva come una nave in balia delle onde (del piacere)…
Non vengo velocemente. Quindi devo pensare a qualcosa che mi faccia eccitare per venire prima del solito. (Volevo rispettare l’orario che avevamo concordato).
Lei non demorde continua a segarlo energica. Lo scappella per bene. La cappella esce tutta. Mi trovo sopra la sua testa. In prossimità del capo. La cappella punta alla bocca. I patti erano che non le avrei dovuto venire ne in viso e ne in bocca, ma su quelle tettone. Vedo che stringe (quasi ad aggrapparsi) all’asta. Non so se per semplice gusto o perché ormai stanca. Lui mi guarda.
Avverto un flusso tra loro due in quel momento. Uno scambio di sguardi e fantasie. anche se lei tendenzialmente teneva gli occhi chiusi… Chissà quanti pensieri, quanti momenti insieme passati a fantasticare questo momento. Quante paure, preoccupazioni, tentennamenti e ripensamenti. Momenti intensi ma significativi in una coppia. Avverto questo attimo e provo a dare il mio contributo, facendomi usare e offrendo il frutto dell’amore.
Ma non mi curo più di lui. Il mio sguardo è verso lei ed il mio cazzo pronto ad esplodere. Le accarezzo le labbra con un dito. Lei mi lecca le dita. Non so bene come Alfredo la volesse vedere, ma provo a afferirgli una mia rivisitazione di lei.
Sto per venire lei se ne accorge. Si ferma. Io da parte mia blocco la venuta contraendo i muscoli pelvici. Lei non capisce cosa succede, aspetta lo schizzo, che non arriva e per giunta col cazzo che punta al viso. A renderle le cose ancora più complicate a lei era il fatto che continuasse ad avere gli occhi chiusi. Adesso più che mai in attesa che arrivasse quello schizzo in faccia a tradimento. Le faccio cenno con la mano, rimarcando il ritmo del movimento in su e giù, e di non fermarsi.
Credo abbia paura che non tenga fede alla parola data. Avverto la tensione. La porto al limite. Deve sentirsi tirata come una corda di violino. Quando poi sento per la quarta volta lo stimolo. Non posso più contenermi. Lei non si rende conto. La afferro per il polso deciso, e la fermo. Le dico: “FERMATI!!” Afferro la bestiaccia, la indirizzo verso quelle tettone e scarico il mio succo … accompagnato da diversi versi animaleschi primordiali inconfondibili. Generalmente accompagnati in rarissimi momenti. Ma Arianna aveva saputo farmi godere sotto la regia di Alfredo. Credo di esserle venuto molto abbondante. Ma non me ne curo … Lei prende entrambe le mani, e con i due palmi all’ingiù spalma la mia crema su quelle tettone massaggiandole con movimenti circolatori, rivolgendosi con lo sguardo verso Alfredo. Apre gli occhi come a provocarlo. Uno sguardo di sfida.
Non fa in tempo a spalmarla tutta quella crema che Alfredo la prende per la testa energicamente di nuovo e si fa fare un’altra pompa eccitato dalla scena di prima. Crollo sul letto esausto da quasi due ore di massaggio complice anche una sega regale. Rimango steso sul letto nella parte destra del letto con la testa all’indietro che punta verso la base del letto. Con la schiena tirata in su, dai gomiti a 90 gradi, mi godo questo loro momento di intimità.
Lei nell’altra metà del letto vicino alla testata, mentre il lui in piedi a godere della sua bocca famelica sul suo membro. Li ho visti molto presi, e più eccitati che mai.
Non appena finisce con Alfredo, non le do il tempo e la riprendo a massaggiare. Questa volta vado ad esplorare la parte vaginale. Le avrei praticato una stimolazione vaginale clitoridea, coadiuvato da uno dei tanti toys provenienti dalla loro valigetta dei piaceri. Ed ecco che dal cilindro, come per magia uscir fuori un vibratore.
La luce era molto poca, ed ancora oggi non riesco a capire come sia riuscito a portare a termine due ore di massaggio. Zone delicate, basta un niente a rovinare il piacere. Piacere che fai fatica a donare in un ambiente ben illuminato, figuriamoci nel buio più pesto. Ma avevano bisogno della giusta atmosfera, anche nel disinibire Arianna. Una cosa però me la ricordo molto bene. La forma perfetta della sua vulva. labbra simmetriche, colore vivo, giovane, rosa chiaro,perfetta! Sembrava una di quelle farfalle rara, da custodire gelosamente; per veri intenditori e collezionisti del piacere più raro.
Ho avuto la fortuna di vederne diverse. Intendo non qui nel sito, ma fuori. Ma la sua di sicuro è una delle più belle ed armoniose che io abbia visto. Sia per colore che per simmetria delle labbra. Il clitoride si nascondeva molto bene. Probabilmente per costituzione, ma anche per una tonicità, complice una certa fibra muscolare che ne ostacolava anche il suo raggiungimento. Liberare il clitoride farlo ingrossare e renderlo visibile al lui. Volevo che anche lui apprezzasse questa gemma.
Lo chiamo, gli faccio vedere l’eccitazione più intima della sua donna e come si ingrossava quando la raggiungeva. Oltre alla cremina bianca che s’intravedeva questa volta aprendo “le finestre del piacere”. E puntando verso l’infinito … In una prospettiva olistica.
Puntiamo a stimolare il suo frutto proibito. Una zona particolarmente delicata per ogni donna, in lei ancora di più, ma questo lo scoprì più tardi... Gli chiedo ad Alfredo di passarmi il vibratore. E li inizia la tortura. Non solo per lei. La luce era poca e quando si adoperano determinati strumenti bisogna stare attenti, perché possono dare l’effetto contrario. Ho navigato al buio affidandomi ai sensi. Ma la complicità dei tre si era creata. E su suggerimento di lei decidiamo di cambiare vibratore. E con suo immenso piacere (bambina gooooloooooosa) il risultato è raggiunto.
Lei viene, ed esplose con questo ultimo orgasmo che segnò l’ultima battuta della scena finale. E come in ogni opera teatrale, quel evento rappresentò il sipario che venne giù, in una perfetta cornice serale… Se pubblico fosse stato invitato, forse si sarebbe udito “… bis … bis … bis”.
Lei era stata brava. E con il viso coperto nuovamente dai capelli, si gira verso di lui. Come quelle ninfe che appaiono dal nulla e dal nulla scompaiono. Capisco che è il momento giusto per lasciarli soli nella loro intimità. Anche se sarei voluto rimanere in loro compagnia tutta la notte. Quella sensazione speciale che provi quando ti trovi bene, a tuo agio, con delle persone che trovi sulla tua stessa lunghezza d’onda. Devono metabolizzare l’accaduto. Mi alzo, lui mi consegna l’intimo di Arianna come da patti … Che tutt’ora custodisco come un trofeo in ricordo della serata.
Tutti i miei racconti non sono frutto della mia fantasia, ma esperienze realmente vissute in prima persone e storie assolutamente reali, delle quali forse un giorno, quando mi ritirerò dall'attività, pubblicherò un libro
di conseguenza a ciò
diffido chiunque a copiarli per intero o anche solo terze parti di essi, a utilizzare nomi e situazioni in essi citate, che risultano proprietà intellettuale privata!
27
0
4 anni fa
flavio3hotrooom,
39
Ultima visita: 1 mese fa
-
Nel solstizio d’estate il profumo del mirto bianco 2/4
La mia iniziale fantasia, venne plasmata e andò verso quella che era la loro fantasia. Non ci restai male, anche perché era molto eccitante. Nella loro intimità immaginavano di coinvolgere il terzo in un massaggio erotico. Praticare un massaggio a 4 mani alla lei.
La proposta non mi trovò impreparato. Mi piace molto l’arte del massaggio. La trovo molto intrigante per chi vuole rompere il ghiaccio. Importante che chi la esegue, non pretenda a tutti i costi di dover combinare qualcosa. Avevo perfezionato diverse tecniche...
Massaggiare è donare piacere e sollievo agli altri e ricevere al contempo piacere dal loro stesso piacere.
Gli faccio presente questo aspetto e lui apprezza, ma mi rassicura che probabilmente non sarei tornato a casa pieno. Gli ribadisco quanto detto prima, che per me non è strettamente necessario venire, ma provare piacere a vedere l’altra arrivare all’estasi. E dato che è la loro prima volta, non ero certo lì a pretendere, ma piuttosto a contribuire a rompere il ghiaccio.
La sua risposta mi spiazzò. Alfredo:“se giochiamo tutti e tre, dobbiamo tutti e tre godere, nessuno escluso”.
E cosi incominciai ad apprezzare la fine mente che si nascondeva dietro quell’uomo, ed il gioco cerebrale a cui era approdato il lui.
Un ragionamento che non fa una grinza. Mi sembrava troppo bello, e mi venne il sospetto che da qualche parte ci doveva essere la fregatura. Sono sicuro che solo quelli che sono di gusti raffinati mi possono comprendere, perché non sono interessati alle medaglie (feedback), ed hanno una propensione per emozioni ricercate. Trovare una coppia complementare ai nostri gusti è molto difficile. Difficile non è trovare le Lei belle, ma coppie consolidate che vivono una fine trasgressione. Ancora prima cerebrale.
Tutte le volte che ci siamo sentiti lei non c’era. Gli avevo chiesto di mandarmi una foto, e ricevetti una risposta negativa, per una questione di privacy. Il che non mi dispiacque. E come ragionamento ci sta. Ma mi sembrava strano come una coppia “non” alla prima esperienza non si facesse vedere.
A quel punto ho pensato, vuoi vedere che forse abbiamo trovato l’arcano. La lei di viso non è particolarmente carina???!! Durante una delle tante chiacchierate tra noi, ritornai sull’argomento. E ancora mi ricordo la risposta di Lui: “non ti preoccupare, questa volta ti è andata bene, fidati...”
Non tornai più sull’argomento. Mi basto. Si capiva che non era un racconta balle, si era tenuto basso senza esagerare...
Passano i giorni e sale la frenesia. In me era palpabile, ma da parte di Alfredo avevo feed che anche la dolce metà (Arianna) non stava più nelle mutandine asciutte. Mi raccontò che erano giorni intensi dove le effusioni tra loro erano sempre più virulenti e frequenti. Potevo immaginare. Se la pentola bolliva da quelle parti, qui da me il caffè (crema e gusto) veniva su a fiamma bassa che era una meraviglia.
Credo che uno degli aspetti più belli è l’attesa. Il lui aveva saputo far eccitare tutti. La lei, me e lui stesso. Mi domando se oltre ad aver ricevuto piacere da lei si sia toccato in privato in solitudine pensando all’incontro. Ma sono domande che non puoi fare ne prima e ne dopo. Ma solo se si consolida una certa amicizia. E comunque non ci trovo niente di male nell’autoerotismo sia maschile che femminile…
Sta di fatto che l’ultima volta che ci sentiamo lui mi chiede se possiamo anticipare di un giorno. Sarebbe perfetto per loro, se riuscissi a programmare un giorno prima… Provo a spostare qualche appuntamento con qualche cliente, qualcosa lo anticipo, il mio direttore si incazza perché chiedo pure mezza giornata libera perché l’incontro si terrà entro una certa fascia oraria. Ci riesco, do conferma rischiando il posto. Ma per certe cose bisogna pur combattere e rischiare.
La giornata fatidica inizia, e come tutte quelle in cui devi partire, o hai qualcosa di importante, qualcosa vuole a tutti i costi mettersi di traverso.
Avevo un unico obiettivo… e me ne fregavo altamente dei vari ostacoli … Se sentivo i colleghi avrei dovuto fermarmi a risolvere chissà quale problema … Neanche fossi il ministro dell’economia.
Io avevo un solo problema, di cui erano informati a Houston … lo shuttle che si trovava nella vecchia rampa di lancio doveva partire puntuale. E se la testa era già in orbita da qualche giorno, il countdown era già partito la mattina stessa. E sulla cui puntualità non transigevo ;)
Torno a casa. Tiro fuori un vinile di jazz, metto un po' di musica, devo creare l’atmosfera, preparo la vasca, butto un po’ di sali, e intanto che si riempe, do per l’ultima volta un’occhiata alle foto di Arianna. Ehh … Forse è meglio che smetto, altrimenti finisce che mi devo fare una doccia fredda ...
Finisco di prepararmi, ultimi dettagli. Prendo la macchina, e mi avvio con anticipo. Mi volevo gustare il momento senza scapicollarmi. Il viaggio, la radio le foto di lei e tra le gambe il sentimento cresce. Spinge all’insù verso la cinta, come se volesse premere l'acceleratore. Ma è meglio che guidi io… Lo faccio salire il più possibile. Sento che la punta venire fuori dai boxer. Per poi rientrare. Sembra seguire l’andamento delle marce. Mi trovo in piena autostrada e posso lasciarvi immaginare in che marcia sta su di giri…. Ma è piacevole tenerlo su di corda. E’ la stessa punizione che voglio riservare alla bella Arianna…. Scalare le marce, se lo prende senza il permesso di Alfredo, e ingranare salendo su, quando le verrà ordinato da lui, allora potrà giocare col mio amichetto.
Un ultimo colpo di telefono al lui. Lo informo che sono partito, mi informa che ha comprato la bellezza di tre oli. E da li capisco che è un perfezionista. Molto attento alla sua lei, ma soprattutto all’atmosfera. Niente deve essere lasciato al caso…
Nel bel mezzo del viaggio, vengo a sapere che il tratto di autostrada che mi deve portare a destinazione non è più percorribile. E vedo lievitare il tempo di percorrenza.… Nonostante tutto arrivo puntale.
Chiamo il lui che mi viene incontro. L’emozione si fa sentire. Dietro l’angolo della via, lo vedo arrivare.
Una bella stretta di mano energica, come piacciono a me. E poi, i convenevoli del caso…. Saliamo nell’appartamento. Definiamo gli ultimi dettagli… Il tempo per me di darmi una rinfrescata a seguito del viaggio. Mi preparo in tenuta da massaggiatore… Box e maglietta a maniche corte nera. E sono pronto. (continua)
Tutti i miei racconti non sono frutto della mia fantasia, ma esperienze realmente vissute in prima persone e storie assolutamente reali, delle quali forse un giorno, quando mi ritirerò dall'attività, pubblicherò un libro
di conseguenza a ciò
diffido chiunque a copiarli per intero o anche solo terze parti di essi, a utilizzare nomi e situazioni in essi citate, che risultano proprietà intellettuale privata!
Inserisci un commento:
INSERITI 0 COMMENTI:
28
0
4 anni fa
flavio3hotrooom,
39
Ultima visita: 1 mese fa
-
Nel solstizio d’estate il profumo del mirto bianco 1/4
Pensavo di non tornare più a giocare. Erano passati molti anni. Ogni tanto entravo sul sito per curiosità, voglia di tenermi un po’ aggiornato e trovare qualcosa che alimentasse le mie fantasie e tenesse viva la fiamma dell’eros. Ma mai con l’intento di giocare. Non ha senso giocare di nascosto se coltivi un sentimento sincero verso una persona estranea e tendenzialmente contraria a questo mondo. E’ una questione di rispetto, non solo per lei, ma per entrambi (almeno per come sono fatto io).
Ma a volte le storie finiscono e ti ritrovi a partire da zero. Se poi ti capita nell’anno sbagliato (come quello in corso) allora parti da meno zero. Sembra quasi come se volevo dare un po’ di vantaggio alla fortuna, come se quest’ultima ne avesse bisogno ..
E cosi, questo 2020 che era partito sotto il segno della …. LUNA NEEEERA …. sembrava essere magnanimo … e sembrava prospettarmi una bella sorpresa...
Rientro in possesso del mio vecchio profilo, comincio a fare un po’ di pulizia. Posta piena, richieste banali, 60% gay, 40% coppie o presunte tali. E di quest’ultime, di coppie vere, vai a vedere era solo il 20% (di quelle regolari escludendo le clandestine, praticamente la metà).
A parte queste noiose analisi statistiche, si fa viva qualche vecchia conoscenza, qualche amico di penna (come si diceva una volta), con cui avevamo condiviso diverse storie e fantasie… Allora loro erano agli arbori, adesso affermate coppie molto famose qui sul sito, altri invece hanno conservato la loro riservatezza.
Una sera mentre volevo staccare un po’ dal lavoro dopo cena mi metto a guardare un paio di profili. E tra questi, uno su tutti attira la mia attenzione. Aveva qualcosa di magnetico. Poche foto della lei. Foto glamour, ma che lasciavano la curiosità nel navigante di saperne di più.
Mi aveva colpito per la serietà dell’annuncio, oltre alle foto artistiche e per nulla volgari, una rarità.
Poi queste emozioni andavano sintetizzate in un messaggio di presentazione che avesse senso compiuto. La cosa più difficile è comunicare le nostre emozioni. A volte ci lasciamo andare agli impulsi e commettiamo degli errori imperdonabili. Dando una sbagliata immagine di noi.
Il problema era che non incontravano singoli. Un vero peccato!!
La mattina mi sveglio, vado in bagno mi do una rinfrescata in viso, mi guardo allo specchio e rivedo quelle foto passarmi in mente.
La giornata prosegue, sono da un cliente, quando entra la amministrativa, una bella donna mora di media statura. Su tutto spicca un seno imperiale. Cerco di non cadere nella tentazione di fissarle il seno quando parlo con lei. Tutto ad un tratto mi viene in mente, la lei del profilo. La segretaria parlava ed io immaginavo la lei del profilo. Avverto il pacco ingrandirsi. La stavo guardando intensamente senza accorgermene. Complice il cellulare che squilla mi riprendo. Mi alzo, senza badare al gonfiore, ma sicuramente lei si.. ed infatti non è cosi discreta come lo ero stato io, e butta bene l’occhio. Non mi ero reso conto che la stavo fissando negli occhi in un modo che forse ha trapelato i pensieri che mi giravano per la testa in quel momento, tralasciando per un attimo la mia solita compostezza. Quando mi risiedo. Noto un nuovo sguardo da parte della segretaria, più sensibile. Probabilmente vuole giocare, a provocarmi, e comincia a mettere una mano sul collo e finisce per sbottonarsi il primo bottone della camicia e giocare con la collana di perle. Faceva finta di nulla, ma mentre parlava con la sua collega vedevo che con la coda dell’occhio mi controllava. Non che non fossi interessato a quel seno. Ma in testa avevo il corpo dell’altra, l’unica cosa che cercavo era dare un volto a quella creatura che aveva catturato la mia attenzione dalla sera prima e distratto per tutto il giorno.
La sera torno a casa e prendo la decisione di contattarli. Poche righe provando a sintetizzare le emozioni che mi avevano regalato quegli scatti.
Qualche giorno dopo il lui mi risponde. In modo molto garbato e interessante. Mi spiega che non sono interessati ai singoli, ma che potrebbe essere una fantasia chissà. E mi chiedono se ho qualche desiderio fantasia da realizzare. Tentenno prima di rispondere. Di fantasia ne ho diverse. Ma devo trovare qualcosa di speciale che faccia al caso loro e qualcuno che apprezzi un certo gioco cerebrale. Prendo spunto guardando al loro profilo, mi focalizzo su qualcosa che mi faccia fantasticare su di loro. E non una fantasia preconfezionata. Passa qualche giorno e sto lì di nuovo a pensare. L’idea mi è venuta e la espongo. Un messaggio molto lungo. Quando l’ho inviato ho pensato, forse ho esagerato. Non lo leggeranno mai. Troppo lungo.
Ed invece, la fantasia sembra averli intrigati. Questo accresce in me il desiderio, mi fa apprezzare ancora di più loro, perché ancora più cerebrali. Ho fatto bene ad affidarmi al mio intuito. Il che va a conferma della bella impressione che mi aveva fatto il loro profilo. Una cosa che ho capito e che come in molte circostanze bisogna andare ad intuito. E questo aspetto lo perfezioni solo col tempo e le situazioni che vivi.
La fantasia era piaciuta, ma non sarà quella che verrà realizzata. Da lì in poi parte uno scambio fitto di messaggi con il lui. Fino a che capiamo di stare sulla stessa lunghezza d’onda. Mi domando se sia vero? Oppure uno dei tanti fake. Quelle pseudo coppie di cui è pieno il sito. Ci accordiamo per un giorno e fissiamo una videochiamata.
Non avevo la più pallida idea di chi avrei trovato. Sarebbe stata una chiamata tra me ed il lui.
Trovo un uomo che dimostra molto meno di quello che c’era scritto in profilo (almeno per quello che dimostrava), ben piazzato con il viso di un buono però. Iniziamo con i soliti convenevoli, e poi tutto ad un tratto, scopriamo di avere molti interessi in comune, anche professionalmente parlando. Questo mi ha sorpreso. Tant’è vero che il dubbio se fosse un profilo falso, si dileguò, mi passò via per la testa. Parlammo di tutto in modo delicato ed educato, anche della bella consorte. Mi piacque molto il suo modo di porsi. Ed a lui forse il mio. Questo interesse lo avverti, tanto che ci siamo sentiti anche i giorni seguenti.
Parlammo un po’ delle loro fantasie, e del modo come vivono la trasgressione. Indipendentemente se ci saremmo visti o meno, qualora fosse successo qualcosa, per loro sarebbe stata la prima volta con un singolo e per questo ci andavano con i piedi di piombo. E per questa ragione si avvertiva nell’aria una certa pressione, qualcosa che non deludesse l’aspettativa, come normale che fosse. E’ una fantasia, ma come tutte le fantasie quando la vai a realizzare è un altro paio di maniche. Finché giochi a poker (in 4) con un’altra coppia si crea un certo equilibrio implicito. Ma quando giochi a blackjack tenti la sorte ti affidi al caso. L’ingresso di un terzo può rovinare una fantasia se la persona che viene scelta non si attiene alle regole. Piccoli dettagli che si acquisiscono con qualche anno di esperienza. Mi ritengo fortunato, ho avuto dei buoni maestri di vita in passato che mi hanno trasmesso e condiviso non solo la cosa più preziosa che avevano, ma anche la pazienza di trasmettere, data la mia giovanissima età di allora.
E anche il lui (Alfredo) di una decina di anni più grande di me l’aveva capita bene e non voleva giocarsi tutto. Quindi patti chiari e amicizia “lunga”. Mi confessa che lui è dominante con lei. Questa è la loro fantasia. E il singolo che fosse scelto dovrebbe accettare e non imporsi in questo sottile equilibrio tra loro due... (continua)
Tutti i miei racconti non sono frutto della mia fantasia, ma esperienze realmente vissute in prima persone e storie assolutamente reali, delle quali forse un giorno, quando mi ritirerò dall'attività, pubblicherò un libro
di conseguenza a ciò
diffido chiunque a copiarli per intero o anche solo terze parti di essi, a utilizzare nomi e situazioni in essi citate, che risultano proprietà intellettuale privata!
30
0
4 anni fa
flavio3hotrooom,
39
Ultima visita: 1 mese fa
-
Visita medica, ecografia al seno di mia moglie
Storia realmente accaduta.
Salve a tutti, tempo fa ho portato mia moglie a fare una visita di controllo, un'ecografia al seno da un dottore in privato. il medico l'ho scelto io, non a caso ho preferito un medico anziano. ho fatto vestire mia moglie con un abito in jeans in modo tale che per essere visitata doveva necessariamente toglierlo tutto, sotto aveva un reggiseno, perizoma e dei collant color carne.
dopo le classiche domande di rito, il medico dice a mia moglie di di mettersi con il seno in libertà, quindi mia moglie si toglie l'abitino di jeans e il reggiseno, restando in perizoma e collant trasparenti, il medico la fa sdraiare sul lettino e si allontana un po per scrivere al computer.
inizialmente vedevo mia moglie molto imbarazzata, con i capezzoli turgidi, le gambe strette e le braccia spesso a coprire i seni.
non so se è stato un caso ho il medico l'abbia fatto di proposito ci ha fatto aspettare un bel po, conseguenza è stata che mia moglie un po scocciata un po abituata a quella nuova situazione, la vedevo molto piu rilassata, cioè l'imbarazzo aveva lasciato spazio alla seccatura di aspettare, infatti vedevo lei non piu con le braccia sui seni ma dietro alla testa come se fosse in spiaggia e le gambe rilassate.
quando il medico è arrivato, ha appoggiato il filo del macchinario sul ventre di mia moglie appoggiandolo anche sulle gambe e mia moglie istintivamente ha allargato le gambe per per non ostacolarlo, dopo mia ha detto di non averlo fatto di proposito ma d'istinto.
a fine visita il medico ha spiegato alla ia lei che era tutto nella norma, ma lo ha fatto mentre mia moglie era ancora con le braccia sotto la testa e i seni nudi.
la cosa mi ha fatto tanto eccitare, tanto che sono venuto nelle mutande.
l'unico intralcio è stato, a mio avviso, la presenza della collaboratrice del dottore, infatti per la prossima visita ho in mente un altro medico anziano che gia so che non ha collaboratrice durante la visita , con la speranza che mia moglie si lascia andare un po di piu e che il medico stia al gioco.
la visita è avvenuta ad inizio dell'anno scorso, per la prossima aspetto che sia primavera, noi abitiamo in sicilia, in modo tale che mia moglie per via del clima primaverile non indossi i collant, e quindi rimanga solo con lo slip.
aspetto i vostri commenti o le vostre domande.
49
4
4 anni fa
MAIALINABSX,
46/46
Ultima visita: 6 giorni fa
-
Intriganti evasioni
Mi chiamo Mario, ho cinquanta due anni e sono sposato con Paola che è quattro anni più giovane. Quando l’ho conosciuta, era la compagna di banco di mia sorella alle superiori, lei aveva diciassette anni e io ventuno. Di lei si diceva che già si dava da fare con i maschietti, specie in certi lavoretti di bocca che le venivano molto bene. Ci siamo trovati subito in perfetta sintonia e innamorarsi e decidere di stare insieme è avvenuto in breve tempo. Mi sono subito reso conto, con grande piacere, che a lei succhiare il cazzo le veniva benissimo, ma curiosamente era anche vergine, non la dava, solo bocchini. Dopo un anno passato ad esplorare il nostro corpo alla ricerca del piacere, abbiamo deciso di scoprire il sapore del sesso completo e così dopo sei mesi è rimasta incinta. Effettivamente avremmo potuto prendere delle precauzioni, ma la voglia di sentirmi esplodere dentro di lei ha avuto il sopravvento su ogni altro desiderio e così ci siamo sposati anche perche io già lavoravo come impiegato di banca, e lei aveva già terminato gli studi di ragioneria, ed è stata assunta assieme a mia sorella, nello studio di commercialisti di mio padre che le ha fatte diventare due consulenti finanziarie di elevato livello. Dopo la nascita di nostra figlia Giulia la vita a preso a scorrere sempre meglio. Fra di noi si è fin da subito instaurata una reciproca confidenza e lealtà assoluta. Le ho chiesto di essere sempre sincera con me, io avrei fatto la stessa cosa. Fin da subito mi sono reso conto che Paola è la classica donna che le piace il cazzo. Lo ha imparato a succhiare poi a godere. Le piacciono grossi e resistenti, e su questo mi sono trovato bene con lei, perche modestamente ho una bella nerchia fra le gambe, un cilindro non troppo lungo, quasi diciotto, ma molto largo e abbastanza resistente, questo lei, lo ha sempre apprezzato. Le piace anche molto prenderlo in culo, un piacere che ha scoperto con me, dopo che l’ho sodomizzata una sera per una scommessa persa. Da sempre, mi sono reso conto, che quando passa una donna alta uno e settanta cinque, capelli neri e lunghi, occhi scuri, labbra carnose e bocca ampia da vera succhia cazzi, con il seno una quarta piena alto e sodo, gambe lunghe e ben affusolate, sempre fasciate da autoreggenti, che sono sormontate da un bel culo alto e tondo, reso più invitante da scarpe con tacchi alti, è ovvio che l’idea che un altro maschio la desideri, la devi mettere in conto. Aggiungi poi, che a lei esibirsi e provocare la rende felice al massimo, devi intelligentemente correre ai ripari. Io ai ripari ci sono corso facendole capire che non avrei apprezzato avere le corna, ma che non avrei avuto nessun problema, a capire e appoggiare le sue voglie di femmina sempre in calore. La cosa importante era, che io ne fossi sempre a conoscenza dalla sua bocca, e non per sentito dire, e se poi mi rendeva partecipe delle sue avventure, ne avrei tratto giovamento pure io, e soprattutto il nostro rapporto.
«Mi dici che tu, se io scopo extra, non ti incazzi, basta che lo sai?»
Con la risposta a questa domanda abbiamo iniziato una vita di assoluto piacere per entrambi. Stranamente mi sarei aspettato una sfilza di scopate da parte della mia signora, che invece non è arrivata. Alla domanda del motivo di un simile comportamento, la sua risposta è stata semplice, nello stesso tempo meravigliosa.
«Mi piace sapere che sono libera di farlo. Mi sono resa conto che se lo faccio senza te, è come se mi mancasse il sesso, cosa non vera, perche tu a letto sei sempre molto soddisfacente e appagante, quindi se deve essere un gioco lo voglio giocare quando anche tu hai la possibilità di goderne.»
Cosa desiderare di più da una donna che ti dimostra un simile amore e rispetto. Col tempo abbiamo intrapreso giochi e soprattutto momenti, che ci hanno eccitato così tanto, che alla fine ho sentito forte il desiderio di vederla godere, fra le braccia di uno o più maschi. La prima vera occasione è avvenuta per caso. Eravamo in vacanza in Sardegna e avevamo preso un bell’appartamentino vicino alla spiaggia di San Teodoro. Una spiaggia veramente bella e perfetta per le famiglie con bimbi piccoli, Giulia aveva appena due anni. Paola era al massimo del suo splendore di neo mamma, aveva ripreso la sua forma fisica annullando quasi del tutto gli inestetismi della gravidanza. Accanto a noi c’era nella stessa fila di ombrelloni, appena di lato un signore di nome Bruno, sulla sessantina, che tutti i giorni portava assieme alla moglie la nipotina al mare. Bruno, fissava Paola senza ritegno. Quando lei si sdraiava, era evidente, che il fatto che lei non portava il sopra del costume, ma esibiva un meraviglioso topless, lo faceva sbavare tantissimo. Anche sua moglie Maria, una bella donna, esibiva in topless, ma non era nulla in confronto di quello di Paola. Lo osservavo con interesse e discrezione, per capire dove voleva arrivare. Quando eravamo solo noi tre, perche spesso sua moglie risaliva con la nipotina per farle fare un riposino, non perdevo l’occasione per lasciarli soli, avendo intuito, che a mia moglie, queste attenzioni le facevano tanto piacere, e allora lui non mancava mai di farle i complimenti.
«Certo che la natura, con lei ha fatto un capolavoro! Un seno così bello andrebbe goduto sempre.»
La sera a letto io e Paola ne parlavamo liberamente.
«Hai visto che bozzo aveva oggi Bruno quando mi sono spalmata la crema sul seno. Se non ci fossi tu credo che allungherebbe le mani per toccarlo. Credo che mi voglia scopare e sborrare sul seno. Lo fa impazzire quando lo muovo o lo accarezzo. Poi è convinto che tu non te ne sei accorto, e questo lo rende a volte veramente sfrontato, anche se la presenza della moglie lo frena un poco, altrimenti mi sarebbe già saltato addosso.»
Io, che al solo sentirla parlare, avevo già il cazzo durissimo, ho voluto capire le sue reali intenzioni.
«Dimmi sinceramente ti eccita che lui ti desideri, o vorresti anche fartelo per sentire dentro di te, il palo che deve avere sotto il costume?»
Lei mi ha guardato e sorriso, poi ha afferrato il mio cazzo, e dopo averlo succhiato un poco è salita su di me e lo ha infilato tutto dentro. Era un lago! La sentivo fradicia e molto calda. Ha cominciato a scoparmi con molta calma, assaporando ogni spinta, che dal basso io con le gambe inarcate, le davo mentre le impastavo i seni. La sua voce era languida, e le sue parole molto eccitanti.
«Si porco! Ti eccita sapere che mi vorrebbe scopare come fai tu adesso!»
Il primo orgasmo, improvviso e imprevisto l’ha lasciata stupita, poi ha ripreso ad ondeggiare su di me, incitandomi a sbatterla sempre più forte.
«Dai, sfondami, lo so che ti piace sapermi troia! Cazzo ti sento! Sei enorme!»
Ero un toro impazzito! La sbattevo con colpi tremendi, poi l’ho messa sotto di me è ho ripreso a sfondandola con indicibile potenza. Ad ogni affondo vedevo il suo seno sobbalzare verso l’alto, lei che sbatteva la testa da ogni lato mordendosi le mani dal piacere.
«Sei una vacca! Ti sfondo tutta! Certo che ci godo nel sapere che quel porco ti vorrebbe sbattere come sto facendo io. Cazzo sei un lago! Mi fa impazzire saperti desiderata Dai godi! Godi adesso!»
L’ho pompata facendole provare altri orgasmi che l’hanno fatta tremare di piacere. Alla fine mi ha pregato di sborrare perche voleva sentire il mio piacere inondarle il ventre.
«Amore sei grande! Mi stai slabbrando tutta! Dai vieni, ti voglio sentire che mi inondi, si eccomi vengo! Ora!»
Troppo eccitato al solo pensiero di lei con lui, che non ho resistito al piacere di scaricarmi dentro di lei che ha avuto un ennesimo orgasmo.
«Dai amore vienimi dentro! Oddio! VENGO! Di NUOVO! Mi uccidi, mi fai morire, sei unico! Ti amo! Ti amo!»
Siamo rimasti abbracciati e abbiamo limonato un poco facendoci le coccole, poi le ho chiesto cosa voleva fare con Bruno.
«Davvero non ti scoccia se ci scopo? Sei sicuro che lo vuoi veramente? Io lo farei anche subito, ma il massimo sarebbe che tu fossi almeno presente e questo non sembra molto facile da realizzare, perche abbiamo una bambina, e lui ha anche sua moglie.»
Ho riflettuto un momento, poi gli ho prospettato il mio piano.
«Domani pomeriggio, quando il sole picchia forte, tu potresti dire che porti Giulia a fare un riposino, e io potrei dire che resto in spiaggia. Lui in genere in quel momento è solo. Con una scusa dopo che tu sei andata via, potrei allontanarmi per dargli il tempo di seguirti, poi silenziosamente rientro in casa da dietro, dove c’è la porta della cucina, e ti posso ammirare mentre te lo gusti e te lo godi tutto.»
Lei mi ha guardato ammirata, poi ha detto che ci avrebbe pensato, si è distesa per dormire, mentre io, ero in preda ad una nuova erezione provocata dal solo pensiero di spiare mia moglie che si faceva sbattere da quel porco. Per alcuni giorni lei non ha accennato a fare nessun gioco, anzi sembrava un poco disinteressata al mio piano. Poi quando mancavano due giorni alla fine delle vacanze, un pomeriggio che eravamo soli, la signora Maria come al solito era risalita, perche la bambina doveva dormire, Paola mi ha detto che sarebbe risalita perche Giulia, che si era effettivamente, come sempre, addormentata sotto l’ombrellone, e lei ne avrebbe approfittato per fare un pisolino anche lei. Ho guardato mia moglie cercando di capire dove voleva andare a parare. Il piano era che lei avrebbe portato la figlia, per lasciarmi libero di agire, ma lei dopo aver dato una bella occhiata a lui, e ricevuto in cambio un cenno d’assenso, se ne andata lasciandomi da solo con Giulia e Bruno, che si è immediatamente eclissato. Ovvio era di sicuro salito con mia moglie per scopare, mentre io con il cazzo durissimo ero bloccato in spiaggia. Stavo cercando una soluzione, quando improvvisamente mi vedo comparire Maria, la moglie di Bruno, con il passeggino con dentro la nipotina addormentata.
«Scommetto che mio marito è sparito dietro sua moglie. Allora lei dovrebbe venire con me assieme a sua figlia che sta dormendo come mia nipote. Venga che abito qui vicino, e non se ne pentirà.»
Stupito la seguo in silenzio. Appena dentro il loro appartamento, e collocate le due piccine su di un lettino predisposto per loro, Maria mi trascina nella camera adiacente, mi bacia con passione. Resto un attimo stupito, poi me ne frego, decido che il gioco mi eccita molto. Bruno scopa mia moglie pensando di farmi cornuto, mentre io mi scopo la sua, che sicuramente lui pensa essere sola. Mi succhia il cazzo dopo essersi spogliata, e messo in mostra un bel fisico asciutto, solo il seno non è grande come quello di Paola, ma il resto è decisamente gradevole, e poi vuoi mettere il piacere di fottere la moglie, di chi è convinto che ti sta facendo cornuto. Non ha prezzo!
«Huummm che bel cazzo! Dai lasciamelo succhiare che mi piace tanto. Dai toccami.»
Le spingo due dita dentro la fica bollente, già molto bagnata, poi la masturbo molto velocemente, mentre lei mi divora il mio uccello infilandolo tutto dentro la gola. Succhia, gode e geme a bocca piena. Poi improvvisamente trema scossa da un orgasmo che la fa vibrare intensamente, poi si sfila il cazzo dalla bocca, e mi prega di scoparla. La metto sotto di me, lei solleva le gambe, e mi riceve dentro tutto d’un colpo. Affondo fin quando non sento la punta sbattere sul collo dell’utero, e lei ha subito un potente orgasmo, che le fa rovesciare gli occhi, aprire la bocca, e solo un flebile gemito ne esce, poi sembra che una scarica di corrente l’abbia colpita da quanto trema. Ha un orgasmo fortissimo, temendo e molto appagante. Le lascio assaporare il piacere, poi incomincio a pomparla con colpi tremendi che la fanno sobbalzare tutta. Solleva le gambe, le annoda dietro di me, mi viene incontro con il corpo quando affondo in lei. Gode a raffica. Non si capisce quando finisce un orgasmo e incomincia un altro. Poi dopo un ennesimo momento di piacere, con occhi languidi, il viso sfatto mi sorride mi fa una insolita richiesta.
«Ti prego prendimi nel culo. Quel fesso di mio marito non me lo ha mai chiesto, mentre a me fa impazzire sentirlo in culo.»
La guardo estasiato da una simile richiesta, lei si gira, solleva le chiappe e appoggia il viso sul materasso e poi con le mani lo apre e me lo offre.
«Dai, inculami…dai che mi fa impazzire…»
Afferro il cazzo durissimo, lo appoggio al suo buchetto zuppo dei suoi umori. Lo spennello per lubrificare quel buchetto che a dire il vero è già bagnato del piacere che è colato giù. Lei mi incita sfondarlo senza riguardi.
«Dai spaccami il culo! Dai entra e fammi male! Lo voglio sentire che mi sfondi, che me lo spacchi con forza!»
L’afferro per i fianchi, e affondo deciso dentro quel foro che per un attimo oppone resistenza, poi si apre, mi risucchia tutto il cazzo dentro fin quando le palle sbattono sulle labbra della sua fica. Lei trema, urla e poi gode.
«aahhhiii! Sei enorme! Mi spacchi! Dai non ti fermare! Rompilo tutto!»
Sento una sua mano che mi accarezza le palle, e si masturba da sotto la fica, mentre io incomincio a limare quel buco che scopo sempre più forte. Spacco quel culo che mi stringe il cazzo, lei gode come una vacca, mi incita a scopala sempre più forte, fin quando non sono soddisfatto, e poi mi dice che devo sborrare in culo e in bocca.
«Dai scopami il culo, e quando ti senti pronto sborraci, ma ne voglio, un poco anche in bocca. Dopo ci voglio baciare mio marito, così senza saperlo, sentirà il sapore del maschio, che lo ha fatto cornuto. Continua, non ti fermare. Vengo! Godo di culo!»
La sbatto facendola venire ancora due volte, poi sono al limite, le schizzo un getto in culo, mi sfilo e mi presento davanti alla sua bocca.
Le sue labbra avvolgono la punta del mio cazzo, mi succhia come se volesse bere anche la mia anima. Lo assapora e poi lo ingoia. Sfiniti, ci accasciamo su letto fradici di sudore.
«Grazie, sei stato stupendo. Tua moglie mi aveva avvertito che eri molto resistente, che eri un vero porco a letto.»
La guardo stupito, lei sorride, poi continua a darmi spiegazioni.
«Da tempo mi sono accorta che a mio marito piace sedurre le donne che prendono il sole vicino a noi, e io allora per non passare sempre da fessa, e cornuta, ho escogitato un sistema che in qualche modo pareggia i conti. Quando lui scopa la signora, io mi faccio il marito, che in genere non ha nessun problema a pareggiare il conto. Appunto come hai fatto tu. Questa volta ho avuto anche più fortuna perche con tua moglie avevo scambiato qualche confidenza, quando voi andavate a prendere i caffe, e lei da persona intelligente, ha subito capito che io ero consapevole che mio marito le faceva la corte, e che a me non sarebbe dispiaciuto pareggiare il conto. Oggi era il momento giusto, allora adesso vorrei sapere se per te è stata dura fare questo scambio a tre, perche Bruno di questo gioco non sa nulla e non lo deve sapere.»
La guardo, le sorrido compiaciuto.
«Non solo mi è piaciuto, ma devo ammettere che voi donne siete sempre un passo avanti a noi maschietti sempre convinti di farvi fesse, mentre invece siete voi, che riuscite con la vostra astuzia, a prenderci per il naso, e a rendere la vita sempre un gioco meraviglioso. Grazie della splendida scopata, stai assolutamente tranquilla che il nostro segreto sarà ben custodito.»
Lei mi sorride, e dopo una veloce rinfrescata ce ne torniamo in spiaggia, dove siamo raggiunti dai nostri rispettivi partner. Quando lui è tornato mi ha guardato con un sorrisetto beffardo, e io ho provato un momento di puro piacere, quando Maria lo ha baciato sulla bocca. Bruno era convinto di ammirare le mie corna, senza sapere delle sue, che invece avrebbe dovuto intuire dal sapore del bacio della sua donna. Paola che ha un aspetto un po’ sbattuto, mi osserva, e con un sorriso sornione, mi domanda se il mio pomeriggio è stato bello e piacevole. Io guardo verso Maria, e annuisco. Paola ha notato la mia soddisfazione, senza capire fin quanto lo ero, e quando sotto voce le ho spiegato il motivo, mi ha detto che lui era solo venuto sul suo seno ma non in bocca. Ha guardato Bruno ridendo di gusto. La sera nel letto, le ho fatto un resoconto dettagliato della scopata con Maria e lei mi ha raccontato di Bruno.
«Come mi aspettavo mi ha seguito, e io non ho certo rifiutato di farmi raggiungere fino in casa, dove appena dentro, lui si è avventato su di me, che però ho volutamente fatto soffrire un poco. Mi sono fatta pregare.»
«Scusa, ma mio marito è un bel maschio, se cambio voglio cambiare in meglio, tu che mi offri? Sai per me le dimensioni contano, e anche le misure devono essere giuste, con un cazzetto non ci faccio nulla.»
«Ti assicuro che stava per scoppiargli il cazzo nei pantaloni. Lo ha tirato fuori, lo ha mostrato in tutto il suo splendore. Devo ammettere che ha una bella dotazione, sicuramente più lungo del tuo, ma il tuo è più grosso. Mi sono inginocchiata e lui cercava di spingerlo dentro la gola con forza.»
“Dai zoccolona! Succhialo, ingoialo tutto!”
«Lui spingeva, io mi sentivo eccitata e bagnata, ma volevo farlo soffrire ancora un poco, e ad un certo punto ho stretto i denti contro il suo cazzo, lui ha avuto un sussulto e si è calmato.»
“NO! Ti prego fai pure come ti pare, ma non morderlo, scusami non spingo.”
«L’ho guardato sorridendo, mi sono distesa sul divano, ho aperto la cosce e l’ho invitato a leccarmi per farmi godere.»
«Leccami, fammi godere. Solo allora prenderò in considerazione l’idea di farti scopare la mia fica, e voglio godere molto. Dai leccami porco!»
«Dovevi vedere con quanta passione e maestria mi ha leccato. Sono venuta due volte, devo ammettere che è veramente bravo, quasi come te. A quel punto avevo voglia di sentirlo dentro e lui si è scatenato.»
“Bella troia, ti scopo tutta! A che meraviglia! Lo sapevo che eri una vera puttana! Ti sfondo tutta! Godi vacca!”
«Mi ha scopato bene molto, ma non ha la tua resistenza, alla fine ho sentito che sarebbe esploso a breve, gli ho dato il colpo di grazia.»
«Dai porco, sborra, che la voglio sulle mie tette! Lo so che ti fanno impazzire! Dai sborra!»
«Non ha resistito un secondo di più. È venuto con un grido rauco e mi ha sborrato il seno. Ne aveva tanta, che lo ha veramente ricoperto. Lo voleva mettere in gola, ma io non ho voluto, lui poi si è seduto sfinito.»
Guardo mia moglie e cerco di capire se questa esperienza le è piaciuta. Lei esita un attimo nel rispondere mentre per tutto il racconto mi ha tenuto il cazzo in mano duro come il ferro. Lo succhia un poco, poi mi trascina su di se e lo vuole dentro.
«Prendimi, voglio sentire il tuo. Scopami, con lui mi è piaciuto, ma non sono soddisfatta, mi mancava la tua presenza, avresti dovuto ammirare la mia bravura di succhia cazzi e troia, invece tu eri con lei lontano, e io scopavo con lui senza te. Se lo rifacciamo, dobbiamo essere insieme. Adesso scopami, fammi tua, come mi fai impazzire tu nessuno!»
L’ho scopata facendola godere molto. Alla fine le sono venuto in bocca, lei lo ha ingoiato tutto, poi mi ha baciato. Da quella volta abbiamo sempre fatto tutto insieme, ma questo è un altro capitolo della storia.
46
4
4 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 1 settimana fa -
GLORIA
Gloria
Dopo una giornata di intenso lavoro mi ritirai in motel per riposare prima di andare all’appuntamento con Gloria.
Mi feci una bellissima doccia rigenerante, la barba, una buona crema idratante e profumatissima che rendevano la pelle elastica e riposata. Iniziai a truccarmi, un buon coprente effetto abbronzante, un fard luminoso un bell’effetto orientaleggiante del contorno occhi che mi piace tanto, ciglia finte fitte e lunghe. Si, bene mi piacevo. Inizia a vestirmi, prima un bel reggiseno imbottito che stringevo per far risaltare il petto, poi un pò di fard per fare alcuni giochi d’ombra. Sopra indossai una guepierre nera di pizzo che metteva in evidenza il seno e sembrava che avessi una terza di taglia. Scelsi una parrucca castano chiaro con effetto colpi di sole leggermente mossa. Una collana di perle, orecchini pendenti di perle, anelli vari e braccialetti di perle. Calze nere velatissime, slip nero rigorosamente stretto che mi segnava i glutei e nascondeva il sesso. Indossai un vestito nero aderente con finiture di pizzo con un’ampia scollatura. Sopra l’abito una maglia traforata ad uncinetto con maniche a tre quarti, così si vedevano i braccialetti. Indossai un paio di scarpe nere tacco 12. Il rossetto era rosso fuoco e passai un po di colore rosa sugli zigomi appena una sfumatura. Ero pronta per l’appuntamento! Presi la borsetta ci misi il necessario, stavo per uscire, mi guardai di nuovo allo specchio ero strafiga, almeno per me, questo era quello che contava di più. Però mancava qualche dettaglio, ecco si dalla valigia presi un plug e piano piano lo inserii nel culetto, perfetto. Adesso si che potevo andare. Scelsi di andare a piedi, sapevo dove trovarla. Mi incamminai con passo lento e sensuale, il tragitto era di 200/300 metri ma sembravano km. Sentivo gli occhi addosso degli automobilisti e di tutti i passanti, era una strada frequentata da prostitute e trans e mi scambiavano per una di loro. Vidi Gloria in lontananza e anche lei mi notò e venne incontro. “ei ragazza che ci fai qui a piedi, questa è una strada pericolosa” “mi piace il pericolo” risposi. Andiamo mi disse, prese la sua auto e andammo a fare un giro. In macchina parlammo di vari argomenti e della mia passione. “ma vedi Gloria fondamentalmente non mi piacciono gli uomini, sono attratta dal mondo femminile, gli abiti, l’intimo i trucchi mi piace guardarmi allo specchio e ammirare la trasformazione in Eilin, se potessi mi possederei da sola. Poi se capita un’avventura con un uomo interessante non mi tiro indietro, ma non sono indispensabili e non li cerco” “Eilin ti capisco, anzi se dovessi raccontarti tutta la mia vita staremmo qui a parlarne per giorni e giorni”. Senza accorgermene ci ritrovammo in motel gli dissi di andare nel mio appartamento ma lei aveva una sorpresa per me. Entrammo in un mega appartamento pieno di specchi, divani e letti. Wow che bello esclamai, è fantastico! Gli specchi riflettevano la mia immagine all’infinito ero sbalordita, Gloria si avvicinò “ti piace Cara?” “si tanto, è stupendo” mi prese per mano, mi guardò negli occhi, mi afferrò per la vita e mi strinse a se. Mi baciava il collo mi succhiava le labbra era sensualissima. Mi tolse la maglia e il vestito ero nuda con il solo intimo. “Eilin sei uno schianto, che bel seno che vita e che fianchi, mi ecciti da morire,” “grazie Gloria detto da te mi lusinga!” mi avvicinai a li e gli detti un bacio.
Piano piano lentamente anche lei si spogliò, rimase con calze e reggicalze anni 50, reggiseno in tinta, era uno sballo seno sodo, glutei sodi, cosce sode. Le immagini riflesse allo specchio si moltiplicavano e l’effetto era sbalorditivo. Non avevo visto mai una bellezza come Gloria. Mentre si avvicinava fece cadere per terra il reggiseno, ero stordita dalla sua bellezza. Si avvicinò mi abbasso le mutandine, prese il cazzo in bocca e inizio a pomparlo. “ma che viziosetta che sei “ si accorse del plug inserito nel culo, lo tolse poi lo infilò di nuovo, lo fece diverse volte ed io gemevo per il piacere. Continuava a succhiare il cazzo e al posto del plug nel culo infilò un dito, poi mi fece succhiare due dita della mano, le succhiai per bene e me le mise in culo con un sol colpo, deciso e preciso ebbi un sussulto “siiii Gloria sei quello che ho sempre desiderato” tirò fuori dal culetto le dita e me le fece succhiare di nuovo ma questa volta erano tre, le leccavo e succhiavo sapendo quello che mi aspettava. Gli presi la mano e la guidai nel buchetto che piano piano si allargava per fare spazio alle dita “amore sei meravigliosa, si così non ti fermare” ero in estasi iniziai a muovermi in modo convulso “si ancora, tutto tutto dentro, cara ti voglio siiii” mi fece girare a pecorina vedevo le nostre immagini riflesse in mille posizioni, vedevo il mio culo aperto e il suo cazzo che si avvicinava alla mia bocca, aveva messo il preservativo e lo succhiai per bene, non era grande per fortuna, ma durissimo. Gli sussurrai “ Gloria tesoro è la mia prima volta, fai piano” allora mi mise a pancia all’insù mi divaricò le gambe puntò il cazzo contro il culetto e piano piano si fece strada. Sentivo che entrava e vedevo l’espressione intensa del suo viso mentre mi possedeva. Mi sorrideva mentre entrava piano, ma con decisione sentii le gambe leggere le viscere in subbuglio. “sono tua, siii siii piano amore piano hooo si si“ mi muovevo lentamente con i fianchi e cercavo di tenere il suo ritmo. Gloria mentre mi possedeva mi baciava, accarezzava il seno mi mordicchiava i capezzoli, ogni tanto mi faceva succhiare un dito la eccitava in modo particolare. Mi fece alzare e allargare di più le gambe, sentivo che entrava tutta dentro, era brava e stantuffava in modo sublime. Quando affondava i colpi mi mandava in estasi. Lei vedeva tutte le mie reazioni ed emozioni mi sorrideva poi quando aumentava il ritmo io cercavo di assecondare i suoi movimenti per sentire di più il cazzo dentro di me. “Hooooo amore sei fantastica, non ti fermare, cosi piano piano è gustosissimo mi fai sentire una donna, siiii “ “ecco troia è tutto tuo, ti piace cosi lo senti dentro di te?” era deliziosa. Il cazzo entrava e usciva dolcemente e sussultavo per il piacere “siiiiiiiii amore che brava che sei più forte di più” urlavo per il piacere Gloria mi pompava sempre più velocemente e più a fondo. “ecco prendilo tutto dentro amore mio!” avevo il culo in fiamme ma godevo come non mai. Sentivo Gloria che stava per venire l’espressione del volto il cazzo che pulsava erano il segnale che stava per sborrare, tirò fuori il cazzo si tolse il preservativo e mi schizzo in faccia, mi sollevai un po per succhiarlo e leccarlo, succhiavo e leccavo era eccitatissima aveva il cazzo duro di nuovo e no esitai, gli rimisi un preservativo e mi ritornò dentro “Eilin puttana, mi fai morire” aveva il cazzo di nuovo duro e mi inculò di nuovo “Gloria amore non immaginavo di essere cosi troia grazie grazie amore” mi fece girare mi mise a pecorina non si fermava era uno stantuffo senza darmi tregua, mentre stantuffava mi mordeva il collo. Sentivo il suo cazzo crescere dentro di me mi dimenavo per il piacere Gloria venne di nuovo questa volta sui glutei. “Eilin hai un bel cazzo dai inculami” non me lo feci ripetere. La feci alzare e appoggiare allo specchio, gli feci divaricare un po le gambe, la strinsi per la vita, la tirai a me ed inizia a penetrarla. Allo specchio vedevo tutto, la sua espressione e il piacere che riceveva, gli titillavo il seno gli accarezzavo il cazzo mentre il mio si faceva strada sul quel culone voglioso “anche tu Gloria sei la mia puttana la mia culona puttana”. Quando stavo per venire tirai fuori il cazzo e gli sborrai in faccia, lei lecco tutto” si Eilin che bel cazzo sei fantastica” avevo il cazzo ancora duro e lei continuava a succhiarlo, non si fermava aveva ancora voglia, la presi di nuovo, la girai e scopai come una donna. Si dimenava come una forsennata, si metteva le mani sulla bocca le mordeva e urlava di piacere non si tratteneva era una furia. Si prese il cazzo in mano e lo sego per un attimo e sborrò copiosamente. ”amore sii sei fantastica sei stupenda disse “ poi si rilasso e per un attimo ci guardammo soddisfatte…
Eilin ti desidero ancora” “anche io Gloria” e sempre distese per terra iniziammo a baciarci come due amanti mi accarezzava tutta e io ricambiai. “Gloria non capisco cosa mi succede mi sento così, così puttana che vorrei avere il culo sempre pieno del tuo cazzo” “è normale amore è il piacere che fa diventare puttane e tu stai ricevendo piacere e diventando puttana” e mentre ero distesa mi venne sopra e mi penetrò di nuovo.
2810
0
4 anni fa
eilin,
52
Ultima visita: 14 ore fa
-
UN INCONTRO INASPETTATO
L’incontro inaspettato
Avevo prenotato un appartamento in un motel con box auto fuori città. Era la mia dimora fissa, il mio nido per vivere intensamente in incognito il mio mondo enfemme. Potevo entrare e uscire tranquillamente senza problemi vestita da donna, era principalmente un punto d’incontri per coppie. Anche questa volta alla reception presi la chiave del mio appartamento e mi diressi nel box auto. In casa una bella doccia inizia la trasformazione in Eilin. Trucco come sempre leggero con una particolare attenzione per il contorno occhi e le ciglia finte, intimo con reggicalze, calze velate color grigio antracite, reggiseno in tinta imbottito, collana di perle doppio filo, braccialetto di perle, anelli, Parrucca castano chiara e vestitino nero elasticizzato con ampia scollatura maglia maniche lunghe traforata. Mi guardai allo specchio e mi piacevo. Decisi di fare un giretto a piedi nel parco del motel, mi esaltava sculettare vestita in modo sexy. Misi nella borsetta la sigaretta elettronica, le varie chiavi, il rossetto, lo specchietto ed uscii fuori. Passeggiavo assortita nei miei pensieri quando all’improvviso fui avvicinata da un signore di mezza età che mi disse se mi disturbava. “no si figuri! il parco è di tutti e non mi da fastidio” parlammo del più e del meno poi ci salutammo. Ritornai nel mio appartamento mi ero appena tolta il vestito ero rimasta in intimo quando bussarono alla porta. “Mi scusi, sono il signore di prima, credo che abbia perso le chiavi dell’auto!” Guardai nella borsetta ed in effetti non c’erano, forse nel prendere la sigaretta elettronica mi erano cadute “aspetti che apro” mi rivesti e aprii la porta. Lo ringrazia e lui mi rispose che ero una bella donna anche se particolare, ma bella. Lo ringraziai e aprii la porta per farlo uscire ma continuò con una serie di apprezzamenti molto carini e nei modi e i termini di come lo disse ne rimasi lusingata, chiusi la porta e continuammo la conversazione
Disse che aveva frequentato dei travestiti ma carini e femminili come me mai. Lo ringrazia e gli confidai che era impegnativo mantenere un corpo ben curato e che lo facevo per il mio piacere, non cercavo incontri con uomini, ma il solo piacere di piacere. “Vedi Fulvio”, questo era il suo nome, “mi guardo allo specchio e mi eccito, mi trucco e mi eccito, sapere che ti piaccio mi eccita, ma finisce qui.” “peccato mi sarebbe piaciuto vederti esibire in uno streeptease” “ma guarda Fulvio non sono mica una puttana o altro, non cerco incontri con uomini” “no scusa e che mi piaci davvero non capita tutti i giorni un angelo come te!” dicendo questo mi accarezzo la guancia e con l’altra mano i fianchi. Be in effetti era una situazione stuzzicante e tra me dissi proviamo! Senza dirgli nulla accesi il televisore e scelsi un canale hard, inizia a danzare lentamente, lui si sedette sul divano e guardava estasiato, piano piano molto lentamente tirai via la maglia, poi ancora più lentamente il vestitino, rimasi in intimo, ero seducente e ne ero cosciente. Mi sdrai sul letto e assunsi diverse pose sexy per non dire porno, mi feci più audace gli passavo davanti e lo stuzzicavo, non pensavo fossi così troia. Lui era immobile, mi spinsi oltre, gli sbottonai i pantaloni e gli tirai fuori il cazzo. Dalla borsetta presi un profilattico lo misi sul cazzo e iniziai un pompino, era un bel cazzo succhiavo e leccavo, vidi il mio amico con il telefono in mano e gli dissi di non fare le foto, “no no tranquilla è una sorpresa” continuai a succiare e lui mi accarezzava poi all’improvviso sentii bussare di nuovo alla porta “è la sorpresa disse” si alzo di scatto, apri la porta ed entrò un altro signore. “Non aver paura stai tranquilla non ti facciamo nulla di male, ci divertiamo e basta”. Avevo paura, dissi che se non uscivano subito avrei iniziato ad urlare. “Tesoro stai tranquilla, vogliamo solo divertirci, se non vuoi andiamo via, dai tranquilla siamo persone per bene e quando mai ci capiterà, a tutti, anche a te un’occasione come questa?” “scusate ma per chi mi avete preso? Mica sono una puttana e poi il solo fatto di averti fatto entrare in camera non significa nulla! Caro Fulvio sei uno stronzo” Li invitai nuovamente ad uscire e lo fecero scusandosi di tutto.
Passarono alcuni minuti e bussarono di nuovo alla porta.
“Scusaci di nuovo, per farci perdonare abbiamo pensato ad un piccolo regalo per te!”
Aprii la porta e avevano una bottiglia di champagne e tre flùte.
Li feci entrare “sono astemia non bevo” li smontai subito
“ma apprezzo ugualmente”. Un flùte di champagne non si rifiuta mai anche se quasi astemio,
Dalla camera adiacente si cominciò a sentire ansimare e mugolii “be questo è un motel per incontri” e feci una risatina. Bevetti un alto flùte di champagne e dissi “adesso la faccio io una sorpresa a voi due topoloni, dove eravamo rimasti prima? A, lo streeptease”.
Solito canale porno in tv ed iniziai una danza lenta, sensuale, erotica, mai mi era capitato di stare enfemme con un uomo immagina due! Mi piaceva vedere l’espressione dei due, erano eccitati ed increduli allo stesso tempo.
Piano piano rimasi di nuovo con il solo intimo, avevo il cazzo che scoppiava e il buchetto bagnato!
“Eilin sei stupenda” “sei unica, la maestra dello streep” “Eilin sei una simpatica puttanella ” mi avvicinavo a loro li accarezzavo e piano piano li spogliavo. Loro mi mettevano le mani addosso sul culo, sulle cosce, mi accarezzavano il cazzo, le labbra, un gioco sensuale un vortice di passione. Dalla mia borsa presi un Plug e lo infilai in culo. Stavo esagerando, sentivo che stavo esagerando ma era forte l’eccitazione. Passai davanti ad Giorgio e gli dissi “tirami fuori il plug con la bocca amore” mi chinai appena un po’ e Giorgio con la lingua e i denti tirò fuori dal mio culo il plug. “passalo a Fulvio” Fulvio lo prese e gli dissi: “Fulvio mettimelo in culo con la bocca!” sculettando mi avvicinai a lui mi piegai leggermente in avanti e Fulvio spinse fino a farlo entrare di nuovo nel culetto.
Sempre con il plug ben piantato in culo mi misi in ginocchio davanti a loro, gli feci indossare il preservativo e iniziai a spompinarli, mentre succhiavo uno segavo l’altro e così via per una decina di minuti, sentii che stavano per venire, si tolsero il preservativo e mi sborrarono in faccia, “ecco troia lecca tutto puttana!” mi presero la testa e la tirarono verso il cazzo per succhiarli e leccarli tutti “si si così bagnatemi tutta sono la vostra puttana si si!” Mi alzai e sborrai copiosamente anche io addosso a loro
“wow niente male la nostra puttanella è proprio una troia in calore” “siii sono una troia dai sborratemi ancora!”
Invece mi misero a pecorina e Giorgio mi infilò un dito in culo e poi Fulvio il cazzo in bocca senza preservativo “adesso ti inculiamo, “No no in culo no per ora non voglio, non voglio, faccio tutto ma il culo no” risposi.
Non puoi lasciarci così “ho detto no! Faccio tutto ma non in culo!” sapevano che quando decidevo una cosa era quella.
Li feci distendere sul letto e io in mezzo cominciai a leccare e succhiare i due cazzi che subito diventarono duri. Ogni tanto mi mettevano un dito in culo gemevo di piacere e quando per la seconda volta stavano per sborrare mi distesi e ricevetti un’infinità di sborra sulla faccia e sul corpo, con le mani lo spalmarono sul viso, sul petto e sui glutei, “dai tesoro fatti inculare lo sappiamo che lo vuoi, fatti inculare lo facciamo dolcemente” “Noooo no vi prego, chiedetemi tutto ma il culo no, vi prego, o si spalmatemi tutta così, dai sono la vostra puttanella lo stesso che dite?” ero in preda ad un orgasmo infinito e non connettevo più per quanto mi sentivo troia, stavo in mezzo a loro due e continuavo a muovermi li accarezzavo gli prendevo le dita della mano e le succhiavo, poi piano piano mi calami. Andai in bagno e mi feci una doccia. Quando tornai erano seduti sul divanetto ancora nudi “Eilin tesoro, vogliamo incularti sappiamo che lo desideri non sciupare questa occasione”, mi vennero vicino e mi baciarono sul collo, sui capezzoli e mi misero uno due dita in culo, stavo per cedere ma riuscii a svincolarmi “è vero anche io sono eccitata, lo desidero ma non adesso non è questo il momento, non ho ancora preso un cazzo in culo! Plug e vibratori si ma cazzi mai. Rispettate la mia decisione!” “faccio quello che volete ma per adesso non voglio essere inculata”. Andarono in bagno e quando tornarono mi dissero “Bene Eilin come vuoi tu tesoro rispettiamo la tua decisione, allora devi fare una cosa per noi non puoi rifiutarti, vestiti, truccati ed usciamo a fare un giro” Rispettai quanto promesso, mi misi in ordine, truccata sempre in modo impeccabile, intimo come sempre curatissimo con guepierre nera e calze color carne scuro, parrucca bionda mossa, rossetto rosso, una giacca lunga fin sopra le ginocchia e stivali alti fin sopra le ginocchia. Mi stavano aspettando fuori dall’appartamento e quando mi videro rimasero a bocca aperta ”Eilin sei un puttanone, sei da sballo” era vero, avevo osato un po troppo!
“Andiamo” dissero. “scusate dove andiamo” dissi perplessa.
“Hai detto che fai tutto purchè non ti inculiamo, ti abbiamo preso in parola, ma stai tranquilla nulla di violento o pericoloso, stai al gioco vedrai ti divertirai”
Uscimmo dal Motel e fuori come al solito era pieno di prostitute.
Facemmo un giretto in macchina e Fulvio scelse un gruppetto adatto all’occasione, era appartato, circa tre quattro ragazze, scese dall’auto, parlo con loro, torno in auto e disse che era tutto ok.
“scusate tutto ok cosa?”
“adesso tu vai da loro e fai la puttana che sei, noi stiamo più avanti e controlliamo, ma stai tranquilla mi hanno assicurato che non ci sono problemi” “ma siete matti! Io non vado li”
“Scusa Eilin hai detto faccio tutto quello che volete…. Dai una mezzoretta solo una mezzoretta vogliamo vedere come fai la puttana”. Mi fecero scendere e mi fecero aprire la giacca in modo da far vedere il bel fisico incorniciato dall’intimo e dagli stivali.
Ero terrorizzata. Nell’avvicinarmi alle ragazze cercai di camminare il più femminile possibile, passi corti e lenti con movenze sinuose in modo da non ancheggiare in modo eccessivo con la borsetta salda a tracollo. Quando mi unii a loro mi accorsi che non erano donne ma trans e che trans, bellissime. Iniziarono a farmi tanti complimenti per nulla gelose o risentite. Mi tolsero la giacca e rimasi con il solo intimo e mi fecero sculettare intorno al falò, quando passava un auto si mettevano davanti per coprirmi e proteggermi. In pochi minuti mi dissero come dovevo muovermi e quale era la posizione che eccitava di più chi passava uomini o donne, gambe strette e incrociate oppure leggermente divaricate. Era un continuo via vai di auto, io zitta osservavo eccitata. Quando le auto si fermavamo davanti a me intervenivano a turno le mie amiche. Be un paio di approcci ci sono stati. Dopo un pò si fermo una bella auto elegante e sportiva, il conducente si rivolse alla più bella del gruppo gli chiese se era libera, questa rispose si alla condizione che potessi partecipare anche io e in Motel non in strada. Il Ragazzotto accetto.
“dai vieni ti faccio vedere come si fa, in motel e tranquillo”
Entrammo in motel il mio stesso motel, andammo in un appartamento. Andammo in bagno un attimo, lei si fece un bidet si trucco, si mise il rossetto. “quando stiamo li tu non parlare, fai quello che faccio io e basta non strafare”
Era un bel ragazzone alto bel fisico non parlava molto ma si faceva capire, ci avvicinammo, era in piedi gli sbottonammo la camicia lei con la lingua giocava con i capezzoli, poi piano piano togliemmo i pantaloni seguivo tutto quello che faceva Gloria il nome della trans. Mentre lui era disteso sul letto io e Gloria iniziammo ad accarezzarci, vedevo il suo cazzo diventare duro, Gloria mi leccava in tutte le parti “sei burrosa, davvero Hot” mi disse io le accarezzai i seni e con le mani ai fianchi le tolsi il tanga, aveva un cazzo dritto ma non grande, ci mettemmo il preservativo, anche il ragazzotto si mise il preservativo e mentre io lo succhiavo Gloria leccava il mio culetto. Dopo un po’ si girò a pancia all’insù Gloria gli allargò le gambe e iniziò ad incularlo io mi misi con le gambe tra la sua testa e mi facevo succhiare il cazzo, era partito in quarta stava godendo da matti gli sborrai in faccia e subito mi misi a succhiargli il cazzo che sentivo stava per esplodere, gli tolsi il preservativo e mi sborro sul volto, anche Gloria stava per venire, si tolse il preservativo ma volle sborrarmi sopra il culetto. Il tutto durò circa un’ora tra giochini vari e amplesso finale. Andammo al bagno ci lavammo e Gloria mi baciò sulla guancia “Eilin sei dolcissima”.
Ritornammo in auto e poi nel gruppo delle nostre trans. Curiose di sapere come era andata e Gloria che raccontava tutto nei minimi particolari. “è una puttana nata!” mi sorride dolcemente, si avvicinò e mi consegno 50 euro, “è la tua parte”. Non vedevo la macchina dei miei amici quindi salutai le mie amiche e ritornai in motel a piedi. Avevo fatto circa 100 metri e fui affiancata da una mini minor color panna era Gloria che mi offriva un passaggio. “E’ pericoloso per una ragazza come te andare in giro di notte sola” mi accompagnò in motel. “Eilin domani sera sono di nuovo qui se vuoi possiamo incontrarci” “Va bene Gloria a domani sera a che ora?” “ Ti va bene alle 21?” “ Ok si va bene alle 21 allora, baci”
2695
0
4 anni fa
eilin,
52
Ultima visita: 14 ore fa
-
LA MIA SIGNORA
La Mia Signora “1° Episodio”
Terminato in anticipo gli impegni di lavoro, ero indecisa se tornare in motel e dare sfogo alla mia passione enfemme o recarmi in un centro commerciale per fare shopping, scelsi quest’ultima. Entrai in un centro commerciale grandissimo con tanti negozi. Feci un primo giro e selezionai quelli più interessanti, abbigliamento intimo e trucchi. Ero attratta da un negozio d’intimo che esponeva in vetrina diverse guepierre, reggicalze e vari articoli sexy. Era ben fornito, acquistai una guepierre con delle stecche che stringevano la vita, poi un bel reggicalze a balza alta e due paia di calze velate color carne e nero. Alla commessa, preciso che non era affatto interessata all’argomento, dissi che era un regalo e per la taglia poteva regolarsi sulla mia altezza. Prosegui gli acquisti in un negozio di trucchi, i prodotti erano davvero tanti e inizia a girare a vuoto, non sapevo cosa scegliere. Nel frattempo che osservavo i vari articoli passò una signora, bella elegante e truccata benissimo, mi passò d’avanti e sorrise. Mentre giravo e rigiravo tra gli scaffali la signora passò di nuovo e vedendomi in difficoltà mi chiese se avessi bisogno di un consiglio, chiaramente annuii lamentandomi della mancanza di personale. Spiegai che dovevo fare un regalo ad un'amica e lei mi consigliò alcuni prodotti. La ringraziai e ci salutammo. All'uscita pioveva, e vidi poco distante la bella signora. Mi avvicinai e gli chiesi se voleva un passaggio. Lei accettò, disse che era a piedi e abitava nei paraggi. Gli risposi che avevo la macchina nei parcheggi sotterranei e ci avviammo insieme verso l’auto. Usciti dal centro commerciale mi indicò la strada da fare. In auto la prima cosa che fece fu aprire la borsetta, tirare fuori il rossetto e passarlo sulle labbra.
“Se vuole lo metto anche a lei!” rimasi di stucco e prima che potessi dire qualcosa
“ha dei bei gusti, l'intimo che ha acquistato è carino, se ti va potresti provarlo a casa mia”.
“ma guardi è un regalo per mia moglie, sta scherzandoo!” “E poi come si permette!!”
Ero rosso per l’emozione, la paura e dal fatto di essere stata scoperta mi terrorizzava ma in fondo era quello che desideravo, un'occasione unica quella di stare con una donna.
“Casualmente ero nel negozio d’intimo e ho visto come osservava la guepierre e altri prodotti e poi la conferma l’ho avuta nel ritrovarti nel reparto dei trucchi. Scusami non voglio assolutamente crearti problemi, se non mi avessi offerto il passaggio non sarebbe successo nulla. Confesso che sono sempre stata attratta dalla bellezza dei trans e trav, e in cuor mio desideravo vivere un esperienza con una di loro. Averti visto così eccitato nel negozio d’intimo e nei reparto dei trucchi mi ha risvegliato vecchi desideri ecco è tutto, tu mi sembri una bella persona”.
Mi sembrava sincera e tutto di un fiato risposi: “Sono ormai diversi anni che appena posso divento Eilin, mi piace l’intimo e i vestiti femminili, mi travesto in privato è un mio segreto!”
“allora Eilin piacere di conoscerti io sono Eva”
Prima di salire nel suo appartamento presi dalla macchina la mia valigia preziosa. L'appartamento era carino e confortevole, lei gentilissima nei modi e negli atteggiamenti non proprio giovanile ma attraente, media altezza, capelli castano scuro seno abbondante, carnagione chiara, bellissima! riuscì subito a tranquillizzarmi e mettermi a mio agio. Parlammo del più e del meno della mia passione per la femminilizzazione e della sua attrazione del mondo bisex. Viveva sola era separata ormai da diverso tempo e il resto della famiglia era fuori per studio o lavoro. Prendemmo un te e poi mi chiese cosa avevo dentro la valigia, “il mio guardaroba” risposi. Aprii la valigia gli feci vedere il contenuto, abiti, intimo, scarpe, qualche dildo e plug. “Complimenti Eilin davvero un bel guardaroba” e mi accompagnò in bagno, mi dette l'occorrente per la barba e per rinfrescarmi. “Eilin fai con calma tra un po torno!”
Poco dopo lei tornò vestita in modo sexy con calze e reggicalze, tacchi altissimi, vestaglia trasparente rossetto rosso fuoco, gli feci i complimenti “sei stupenda” lei mi prese per mano e tutto nudo mi porto in camera, mi baciò sulle labbra, “ma che bella carnagione liscia sei depilata quasi meglio di me!”. Mi fece sedere davanti allo specchio e iniziò a truccarmi. Gli dissi che non amavo un trucco pesante, lei era d’accordo. Piano piano allo specchio vedevo la trasformazione in Eilin, si soffermò sulle labbra con rossetto rosso e un sottile contorno con una matita, poi continuò con orecchini, smalto alle unghie e una bellissima parrucca castano chiaro, una stupenda collana di perle che illuminavano il volto. Mi fece indossare un bellissimo reggiseno che strinse tantissimo e poi imbotti per fare un bell'effetto seno, poi mi fece indossare la guepierre appena acquistata e le calze, poi le mutandine di pizzo che mi stavano un po strette ma quando entrarono mi modellarono il culetto e dividevano i glutei in due, per ultimo le scarpe nere con tacco 10 queste erano mie. Mi fece alzare e guardare allo specchio, non riuscivo a credere che ero io quella li difronte! Ero bellissima!!! Poi Eva, aprì il suo guardaroba e mi fece provare un’infinità di abiti. Ero in estasi mi guardavo allo specchio e vedevo due belle donne! Parlavamo come due amiche e si davano consigli su come abbinare un capo con un altro. Camminavo nelle stanze con padronanza sculettando con movimenti sinuosi e sexy, mi sembrava di stare su una passerella di alta moda!!! Eva mi guardava e dava consigli su come atteggiarmi poi mi faceva provare un altro abito e poi ancora. Avrò cambiato almeno una decina di abiti!!! Alcuni non mi entravano, altri mi stavano stretti altri invece mi stavano bene. Alla fine scegliemmo un gonna nera in similpelle elasticizzata, una maglia nera collo alto con spalline a vista e una vistosa scollatura, sopra un giacchino Chanel che mi fasciava la vita e metteva in evidenza i fianchi e il culetto. Ero elegante e sexy, Eva era entusiasta e anche lei si vestì con una blazer aderente molto sexy.
Uscimmo fuori dal balcone, non pioveva più, eravamo eccitatissime, lei mi accarezzava i fianchi e la vita, era dolcissima, io le accarezzavo le cosce e l’inguine.
Rientrammo a casa, mi prese per mano e iniziò a spogliarmi fino a farmi rimanere con il solo intimo, anche lei si denudò, mi venne vicino e mi riempì di complimenti “sei una femmina stupenda” “bella sei una bella puttanella!” “scusa Eilin ma con quel culo e quel corpo sei solo da scopare”, ci accarezzammo e baciammo, il mio culetto era la sua principale attenzione, lo palpava, accarezzava, lo pizzicava e ogni tanto timidamente introduceva un dito nel buchetto. Aprì la mia valigia e prese un plug che lubrificò con la saliva, mi fece sedere sopra le sue gambe a mo di sculacciata, con il culetto bene in vista iniziò ad accarezzarlo insistentemente, introdusse un dito, poi due, io ansimavo eccitatissima, anche lei era eccitata e mi diceva “puttana! Sei una puttana rotta in culo” poi si scusava “scusa Eilin tesoro, scusa”, io inarcavo la schiena per mettere ancora di più in mostra il culo. Mi tolse le mutandine e iniziò a baciarmi il culetto, insalivava il buchetto poi infilò il plug con un movimento deciso, emisi un gemito di piacere. Mi fece alzare.
“amore sei una dolce puttanella, fammi vedere come sculetti”
“sii, per te faccio tutto” e cominciai a sculettare con il plug in culo, ero abilissima sui tacchi e i movimenti sinuosi mandavano in estasi Eva e poi era quello che volevo, esibirmi e fare la puttanella! Mi avvicinai a lei e gli accarezzai la passerina, era bagnatissima ed io eccitatissima con il cazzo durissimo che lei baciava e leccava. Continuammo così tutto il pomeriggio con carezze baci e giochi di puro erotismo. Continuavo a sculettare mi piegavo in avanti per fargli vedere il culo, poi nascondevo il cazzo tra le gambe e sembrava avessi la fica. Eva si masturbava, gli passavo vicino e mi prendeva il cazzo in bocca, io appena potevo le strizzavo il seno, gli leccavo la fica e il culo tondo. Ci ritrovammo abbracciate in camera come due amanti, non so Eva quante volte venne, io un paio. Eva mi coccolava e riempiva di complimenti e mi ringraziava per la carica erotica che riuscivo a trasmetterle. “Eilin, sei un bell’uomo, ma come donna sei una vera puttana!” Sorrisi. Andammo in bagno e facemmo la doccia e ci sistemammo un po'. Mi rivestii in abiti femminili questa volta misi le reggicalze e calze color carne, il mio reggiseno imbottito, indossai un vestitino nero che mi copriva fino alle ginocchia traforato nelle estremità e una maglia manica lunga di pizzo nero. Feci un trucco leggerissimo agli occhi, passai prima una matita verde scuro all’interno occhio, sfumai le palpebre con un colore chiare e una sfumatura marrone verso l’esterno, ripassai la matita sul contorno occhio con effetto orientale che mi piace tanto. Rossetto categoricamente rosso, parrucca castano chiara, la collana di perle di Eva, bracciali anelli e orecchini. Eva mi osservava mentre mi truccavo e mi dava dei consigli. Per ultimo mi spuzzò il suo profumo inebriante e molto femminile, mi strinse a se, mi bacio sulla guancia e mi morse il lobo dell’orecchio, “ti aspetto domani”. Gli lascia il mio numero telefonico e uscii dal suo appartamento per andare nel mio nido, un motel fuori città per assaporare quanto successo nel pomeriggio. In macchina mi rivedevo il film della giornata ero eccitatissima, non passò molto che Eva mi chiamò al telefono
“Eilin cara domani ti voglio vedere, ti aspetto”.
“Amore, la mattinata sono impegnata per lavoro, ci vediamo nel pomeriggio se per te va bene”
“certo che si, ciao amore buonanotte”.
4194
0
4 anni fa
eilin,
52
Ultima visita: 14 ore fa
-
Un ospite molto gradito.
Mi chiamo Paolo, ho ventinove anni, sono alto uno e settanta cinque, fisico snello occhi, e capelli scuri. Mi reputo una persona normale, lavoro come impiegato in una banca, sita a pochi minuti di strada da casa mia. Sono sposato da sette anni con Claudia, che ha la mia stessa età. Lei è una bella donna. Alta uno e settanta, con un fisico snello e armonioso. Tette sode, una quarta bella abbondante, un culo semplicemente perfetto. I capelli sono lunghi, ricci dorati, le labbra carnose, e invitati, due occhi verdi, da far girare la testa. Lavora come impiegata in una agenzia di assicurazioni. Anche lei come me, deve fare è pochissima strada, per andare al lavoro. La mattina usciamo insieme, e quando siamo giunti davanti al mio luogo di lavoro, lei deve solo attraversare la strada. A pranzo troviamo più conveniente, andare sempre insieme ad una tavola calda, posta nella via dietro il suo ufficio. Lei con le sue tre colleghe, io con i miei, ci troviamo, spesso a mangiare, scherzare con loro, che a detta di tutti, sono quattro belle femmine. Non sono geloso dei commenti anche allusivi, a volte pesanti, che sento nei loro confronti, in particolare su di lei. Ha volte ci ripenso, mi eccito, al pensiero che la desiderano in molti, ma poi alla fine, resta il fatto che io me la scopo. Il nostro appartamento, lo ha ereditato lei, dai suoi genitori. È situato al quarto piano di un grande palazzo, nella zona alta della città vecchia. È costituito da due camere matrimoniali, con ognuna annesso il bagno, una cameretta, una ampia cucina, un salone. In pratica è un rettangolo di duecento metri quadri, di cui quaranta, è costituito da un ampio terrazzo, da cui si accede, sia dal salone, che dalle grandi finestre delle camere matrimoniali, posti ai lati. Quando ho conosciuto Claudia, vi abitava solo con sua madre, il padre era deceduto quattro anni prima. Maria mia suocera, lavorava in conservatorio, che è a due minuti da casa nostra. Avendo delle camere in più, le affittava ai professori che venivano ad insegnare musica da fuori sede. Gli ultimi due anni della sua vita, le affittava, esclusivamente a due professoresse molto simpatiche, la professoressa Velia, e la professoressa Cecilia. Lo scorso anno sono andate, prima una, e poi l’altra, in pensione. Noi non eravamo più interessati ad affittare ancora le camere, in quanto non ne avevamo un reale bisogno. Quando se ne andata la signora Cecilia, prima di lasciare la camera, ci ha fatto una particolare richiesta.
«Mi permetto di chiedervi una cortesia per una persona che ritengo essere molto gentile, riservata, e assolutamente tranquilla. Si tratta del professor Giuseppe. Lui ogni lunedì arriva da Milano per insegnare, dorme in un B&B fuori città, perchè odia la confusione di un hotel. Ogni giorno, deve prende un taxi per venire, e uno per tornare. Quando gli ho parlato di voi, mi ha pregato di chiedervi, se lo potete ospitare. Vi assicuro che è una persona che non vi darà nessun fastidio. Vi conosco come due ragazzi davvero a modo e gentili, per questo gli ho parlato di voi.»
Guardo mia moglie che stringe le spalle, quasi a voler lasciare a me la decisione finale.
«Lo faccia venire questa sera, lo conosceremo, e vedremo di prendere una decisione.»
La sera al nostro rientro, lei ci raggiunge con il professore. Quando lo vediamo ci troviamo davanti a una persona alta, esile, dalla spiccata gentilezza. Indossa un completo con tanto di gilet, e papillon, capelli corti, bianchi, con un pizzetto interamente bianco, ma estremamente curato. Quando si presenta a mia moglie, gli fa un inchino con tanto di baciamano.
«È un vero piacere fare la vostra conoscenza. La mia collega, non che amica, mi ha parlato di voi, come una coppia tranquilla, e molto bella, ma devo ammettere vedendola, che lei signora, ha una classe che si nota subito al primo sguardo, mi creda, in questi tempi è merce molto rara. Vi prego, se vi è possibile, di concedermi l’utilizzo della camera, vi assicuro che non vi sarò di nessun disturbo. Sono disposto a pagare qualunque prezzo, ma credetemi, ne avrei molto piacere, siete le persone, e il luogo, che stavo cercando.»
Guardo mia moglie, vedo che mi sorride, quindi gli confermiamo le nostre condizioni, il compenso, e gli chiediamo, se ha qualche particolare richiesta da fare per il suo pernottamento, e una eventuale colazione. Ci chiede solo se può portare dei capi di abbigliamento, la prima volta che viene, perchè così, le volte successive, gli basta un semplice trolly. Per la colazione, non è un problema, lui stesso provvederà a portare una particolare miscela di the, di cui è particolarmente amante. Passano le feste di Natale, il Capodanno, e il tredici di Gennaio, di questo stranissimo anno, lui si presenta puntuale a casa nostra, con due enormi valige. In una ha tanti abiti, e scarpe, e altro. Nella seconda dei libri. Passano velocemente i mesi di Gennaio, Febbraio, e veramente ci rendiamo conto, che è una persona davvero tranquilla, riservata, e molto discreta. Esce la mattina, e torna la sera. Un breve saluto, poi si chiude in camera sua, sempre molto silenziosamente, quasi non se ne percepisce la presenza. La prima settimana di Marzo, ci comunica che verrà verso il fine settimana, perchè ha una laurea, e un concerto, a cui deve partecipare, ma che in ogni caso, ci lascerà libera la camera il sabato mattina, portando con se il suo trolly. Per noi non è un problema, lo invitiamo a lasciare le sue cose, fin quando non è il momento di prendere il treno. La sera dell’otto Marzo, quando entra in casa ci guarda sbigottito.
«Hanno bloccato tutti i treni. Non posso più raggiungere casa mia. E adesso come faccio?»
Lo guardiamo, è davvero sconvolto, sbigottito, confuso.
«Si calmi. Cercherà una soluzione lunedì mattina, per ora può restare a dormire come sempre qui da noi.»
Mi guarda incredulo, sgomento.
«Forse non vi è chiara la situazione, hanno dichiarato la Lombardia zona rossa, e tutto è bloccato, in quarantena, tutte le regioni sono chiuse!»
«Ne siamo a conoscenza, anche noi da lunedì lavoreremo da casa, in Smart working. Prenda la cosa con calma, valuti la situazione. Qui, lei può restare a suo piacimento. Per il mangiare non è un problema, se ci dice cosa le piace, Claudia, che è una brava cuoca, lo cucinerà per lei, altrimenti lo potrà ordinare da asporto. Per il resto, lei si è sempre dimostrato una persona gentile, discreta, mite, e tranquilla, cercheremo di non darle troppo disturbo. Lei avrà i suoi spazi liberi come noi. Con un poco di buona volontà, staremo bene, fino alla fine della quarantena.»
Ci guarda come dei salvatori.
«Non ci sono piatti particolari che deve cucinare, credo, che quello che mangiate voi, andrà bene anche a me, ma c’è un aspetto che voglio mettere in chiaro, riguardo il compenso. Fino ad oggi, io venivo, poi me ne andavo, ma dovendo restare almeno una quarantina di giorni, direi che devo considerare di darvi un aumento dell’affitto, e partecipare alle spese specie quelle alimentari.»
Prima che possa rispondere è Claudia che parla.
«Professore, siamo consapevoli che si tratta di un evento anomalo, quindi non ce la sentiamo di approfittarne. Il frigo è pieno, e quando sarà necessario rifornirlo, lei potrà decidere, cosa le piace avere, e metterà un terzo della spesa. Per il resto va bene così.»
Passiamo le prime due settimane di assoluta tranquillità. Noi la mattina siamo impegnati nel lavoro, io in camera nostra, mentre Claudia usa la cameretta, per non intralciare le conversazioni o altro. Lui passa le sue giornate a leggere, partecipa alla vita casalinga apparecchiando la tavola, aiutando in tante altre cose. Scopriamo che è una persona molto colta, che ha per tanti anni accudito la madre malata, per questo non si è sposato. Ha cinquanta due anni, ed è simpatico, molto ironico, specie con se stesso. Ben presto entriamo in confidenza, vedo che spesso e volentieri i suoi occhi indugiano sulle splendide curve di mia moglie. Per noi la sua presenza non crea molti problemi. Sappiamo che la sua camera è immediatamente dietro il sottile muro che le separa dalla nostra, e le prime volte, per scopare, andavamo in bagno, poi ad entrambi, ci ha preso il desiderio di provocarlo un poco, allora Claudia, vuole essere scopata nel nostro letto, gemendo un poco, quando viene, quel tanto che basta, perchè lui la senta godere. Una sera abbiamo anche fantasticato di averlo con noi.
«Prova ad immaginare, se adesso lui ti mette il cazzo in gola.»
Lei mi guarda, prende la mia mano, mette due dita in bocca gemendo. La sento godere molto, lei mi incita scoparla più forte.
«Scopami più forte. Dai fammi godere.»
Gode, poi mi prende il cazzo in bocca, lo succhia con molta passione, fin quando le inondo la gola.
«Amore dai che godo. Accidenti, mi uccidi!»
Passano i giorni lentamente, e complice la bella stagione, vedo Claudia che lo guarda con occhi diversi. Mi rendo conto che non sono geloso, ma al contrario mi eccita tutta la situazione che si sta creando. Il secondo sabato, è una bella giornata di sole, Claudia decide di prendere il sole sul terrazzo, che essendo in alto sulla città, offre questa possibilità senza lo sguardo di occhi indiscreti. In passato, lei ha avuto modo di farlo anche nuda, tanto è riservato questo spazio. Io dalla mia camera, sto mettendo ordine nel mio pc da lavoro, mi gusto la scena. Prende un lettino solare, si distende dopo averci messo un telo di spugna. Si sdraia a pancia in giù, poi scioglie i lacci della parte sopra del costume, molto esiguo che indossa. Infatti il sotto è costituito da un due triangoli di stoffa, quello dietro è già scomparso fra i glutei, mentre quello davanti, che è più piccolo, copre appena la fica. Viene tenuto legato ai fianchi con un semplice fiocco. Il professore che sta leggendo un libro sotto il grande ombrellone aperto, vedo che la guarda sempre più con insistenza. Noto il bel rigonfiamento sui suoi pantaloni di lino bianchi. Sono coperto dalla tenda, allora decido di prende la mia macchina fotografica Canon, per immortalare ogni singolo dettaglio, e osservo la scena. Claudia sono sicuro lo provocherà in qualche modo. Da quando stiamo insieme non ho mai tradito mia moglie, e penso che anche lei non lo abbia mai fatto, anche se a volte qualche dubbio l’ho avuto. Del suo passato non ho mai chiesto molto, mentre lei del mio è informata di tutto quello che c’è da sapere, in quanto sono il cugino della sua migliore amica. Adesso però voglio vedere fin dove si spinge con il professore.
Si solleva, e con uno sguardo malizioso rivolto a lui, gli mostra il flacone della protezione solare.
«Professore, sarebbe così gentile da spalmarmi un po’ di crema sulle spalle. Non mi vorrei scottare.»
Lui che sembrava non aspettare altro, si avvicina al lettino, si inginocchia, e dopo aver scostato i capelli scoprendo il collo, prende il flacone, lascia cadere una lunga e sottile striscia bianca di crema, che va da una spalla all’altra. Osservo la scena, subito mi rendo conto che lui, non sta spalmando una crema, ma dai movimenti che sta facendo, le pratica un vero e proprio massaggio. Mi sposto dalla camera al salone, dove ho una visuale migliore. Lui le massaggia il collo, poi scende lentamente giù dalle spalle, fino al bordo inferiore del costume. Lungo la spina dorsale, esegue dei movimenti sia rotatori, sempre dalla colonna verso l’esterno, per poi risalire fino al collo. Claudia resta immobile, sta girata di lato verso di lui, deve aver già notato il bozzo dei suoi pantaloni. Mi sembra che adesso abbia aperto anche un poco le gambe. Lui dopo aver a lungo massaggiato la schiena, scende in basso, lascia cadere una sottile striscia bianca su di una gamba, poi la massaggia partendo dl piede, poi il polpaccio, il ginocchio, sale fino alla attaccatura della gamba. Esegue lo stesso rituale dall’altra parte, poi con entrambe le mani di colpo slaccia i due fiocchi del sotto del costume.
«Questo non serve.»
Claudia ha avuto un leggero sussulto, quando lui ha sciolto i lacci, poi si solleva, e lascia che lui sfili l’inutile indumento. Adesso lui ha sotto di se mia moglie, completamente nuda, con il suo fantastico culo in bella mostra. Lascia cadere due strisce bianche di crema che sembrano due schizzi di sperma, poi con entrambe le mani la spalma su quei due splendidi glutei. Ho il cazzo così duro che mi scoppia. Scatto e osservo, cercando di capire fin dove lei si vuole spingere. Massaggia il culo con molta lentezza. Insinua i due pollici fra le antiche, ma non affonda nel sesso, lo accarezza, lo massaggia, e palpa con estrema maestria. Dopo averla fatta eccitare, ho visto più volte il suo corpo vibrare per quelle carezze, lui si abbassa su di lei, chiede qualche cosa, e lei accetta annuendo con un cenno del capo. Probabilmente le ha chiesto di rigirarsi. Lui si sposta, lei si rigira, si distende supina. Lui le scosta i capelli, osserva tutto quel bel vedere disteso davanti a lui. Lascia cadere ancora della crema fra i seni, poi incomincia a massaggiarla davanti, ad un tratto si gira verso di me.
«Vieni fuori, che da vicino, le foto vengono meglio.»
Azz! Mi ha sgamato! Esco un poco titubante. Mi rendo conto, che sto osservando mia moglie nuda, davanti ad un altro maschio, che adesso ha una completa visione del suo stupendo corpo. Immobile li osservo, mentre lui continua a massaggiarla, senza mai toccare, ne il seno, ne la fica. Si muove lungo il suo corpo, con estrema lentezza. Claudia geme, si morde il labbro inferiore. Sta godendo del massaggio che la illanguidisce, la fa vibrare nelle sue mani. Lo guardo eccitato ma in silenzio, scatto foto dei dettagli, poi lui si gira, mi guarda, mi fa un cenno del capo mentre parla.
«Prendi la seggiola, metti la fotocamera in modalità video, voglio un ricordo di questo momento.”
Ancora un poco imbambolato eseguo, metto la foto camera in posizione ottimale per avere una perfetta ripresa. Lui continua a massaggiare mia moglie che geme in silenzio. Resto vicino, e ricevo un nuovo ordine.
«Spogliati.»
Lo guardo stupito, poi rapidamente mi denudo. Subito si nota la mia forte erezione. Mi avvicino, lo guardo. Claudia sta assaporando il massaggio, io sono convinto che presto raggiungerà un orgasmo. Lui mi guarda, poi mi impartisce un nuovo ordine.
«Avvicinati, fatti succhiare il cazzo.»
Come un automa eseguo il suo ordine. Sono di lato, lo guardo mentre si mette della crema sulle mani, poi afferra i seni e li massaggia lentamente. Vedo mia moglie che tende il corpo. Solleva la mano sinistra, afferra il mio cazzo. Lo stringe, mentre si gode il gioco dei pollici, che gli torturano i capezzoli. Dopo aver massaggiato bene i seni, lui allunga la mano destra, scivola fra le sue gambe. Lei avverte la mano, apre le cosce, inarcando le gambe. Dopo una lenta carezza, lui infila deciso due dita dentro la sua fica, che gronda di umori. Subito Claudia ha un sussulto, geme, mi guarda rapita dal piacere, che sta provando. La masturba con sapiente lentezza. Si muove, facendo scorrere le dita, dentro e fuori, facendole ruotare. Lei gode e geme. Lui mi guarda, mi impedisce un nuovo ordine.
«Spogliami, tirami fuori il cazzo.»
Lo guardo senza capire, ma una occhiataccia di Claudia mi scuote. Passo dietro di lui, con molta attenzione inizio a slacciare la cinta. Immediatamente, percepisco la presenza di un membro duro, a contatto della mia mano. Lo libero, vedo che ha una bella dotazione. Non è molto lungo. Forse nella media, ma è sicuramente più grosso del mio. La cappella è decisamente più grande. Claudia si gira di lato, lo afferra con la mano libera, lui mi guarda, mi impartisce un altro ordine.
«Mettiti qui, lecca la sua figa. Non deve godere. La voglio carica, molto eccitata, per quando la scopo.»
Eseguo. Mi inginocchiò fra le cosce di mia moglie, che adesso sta leccando la cappella, e il cazzo del professore. Sento il profumo di femmina in calore, che emana la sua fica. Lo aspiro, mi inebrio di lei, poi con la lingua incominciò a leccare, facendo dei cerchi. Passo fra le grandi labbra, da cui sgorga il suo piacere, quando sento che sta per godere, rallento. Lei intanto ha in bocca quasi tutto il cazzo, che adesso mi sembra anche più grande. Geme, lo succhia con molta passione, lui apprezza.
«Brava, succhia, poi leccarmi anche le palle, così bravissima. Scendi fino al culo, che mi piace»
Lo vedo sollevare una gamba, lei che insinua la testa sotto di lui, lecca con molta enfasi anche il suo buco del culo. Dopo che lei ha leccato tutto per bene, lui mette una mano sulla mia spalla, mi fa spostare. Si inginocchia fra le sue gambe, appoggia il cazzo fra le grandi labbra facendolo scorrere lungo il taglio. Afferra le cosce sollevando un poco il suo corpo teso, che non aspetta altro che di essere posseduto. Claudia geme, lo incita a prenderla, è vogliosa ma lui esita.
«Prendimi, dai mettilo dentro.»
Lui indugia, mentre io lo guardo senza capire. Poi si gira e con voce calma, mi impedisce l'ennesimo ordine.
«Prendi il mio cazzo e imboccato. Dai, non vedi che lo vuole. Devi essere tu, a donarmi la fica di tua moglie.»
Basito. Mi muovo come un automa. Afferro il cazzo che sta per possederla, lo imbocco. Lentamente lui lo spinge dentro, mentre Claudia porta le gambe dietro di lui, cercando di aumentare la penetrazione, ma lui non ha fretta. Affonda tutto dentro di lei, che inarca il corpo, per riceverlo meglio. Resta un momento immobile, poi incomincia a pomparla, con affondi decisi, sempre con una estrema lentezza. Lei gode e lui quando lo ha tutto dentro, fa una mossa rotatoria, che sembra voler allargare la fica ancora di più. Lo guardo estasiato, lui mi ordina di mettere il mio cazzo in bocca a mia moglie.
«Dai fattelo succhiare, ma non venire.»
Sono eccitatissimo, ma eseguo. Mi posiziono sopra il capo di Claudia, che si infila il mio cazzo tutto in bocca. Mi succhia divinamente, mentre lui lo scopa con molta calma, facendo in modo che lei assapori bene, il piacere che le sta donando. Allungo le mani, afferro il seno, giocando con i capezzoli. Claudia sta godendo molto. Sono così preso da tutto questo, che lui improvvisamente, mette una mano dietro la testa, mi attira a se, e mi bacia. Per un attimo resto immobile, poi apro la bocca, rispondo al bacio. Sono sconvolto da tutto questo. Non ho mai avuto nessun contatto con un maschio, e poi che maschio! Quello che si sta scopando mia moglie! Mi infila la lingua in bocca, alla ricerca della mia, poi limoniamo un poco. Poi si stacca, e si sfila da lei.
«Cambiamo posizione che la voglia godere di più.»
Si distende supino, la fa impalare su di lui. Claudia si distende, ricomincia a godere. Mi metto davanti a lei, le infilo di nuovo il cazzo in bocca. Mentre mi succhia, lui dal basso la scopa, con delle spinte che le fanno sobbalzare i seni, che lui afferra, impasta e puoi succhia i capezzoli. Lei gode a ripetizione, mentre mi succhia il cazzo, infilandolo tutto in fondo alla gola. Dopo l'ennesimo orgasmo, cambiamo di nuovo. Ora sono disteso sotto, con lei su di me. Sento la sua fica ben aperta, molto fradicia da quanto ha goduto. Lui si mette dietro di lei, gli lubrifica il forellino anale. Mi aspettavo un rifiuto da parte di Claudia, che non mi ha mai concesso il culo, invece dopo che ha di nuovo avuto l’ennesimo orgasmo, lui le appoggia la cappella, poi affonda dentro di lei. La sento irrigidirsi un poco, sento il mio cazzo stretto nella fica, dal passaggio di quello di lui, poi lei mi guarda, ma non dice nulla, mentre lui le incomincia a pompare il culo. Claudia gode, lui la sbatte con più impeto.
«Che bel culo aperto. Mi piace tantissimo scopare in doppia un femmina. Dai che ti facciamo impazzire.»
Sono al limite. Sento dentro di me forte desiderio di godete, mentre la mia mente è sconvolta dalle parole di lui. Claudia gode tantissimo, io sono vicino al mio piacere. Lui mi guarda, mi esorta a sborrare.
«Dai vieni, che poi la inondo pure io.».
Un ennesimo orgasmo di lei, provoca il mio. Con un grido strozzato, mi svuoto nel suo ventre. Lei mi sente, mi bacia con passione. Lui la sbatte ancora un poco, poi lo sfila, si porta davanti alla sua faccia, scarica dei fiotti densi di semenza sul suo viso, in bocca, gridando il suo piacere. Claudia afferra la mazza che le sta inondando il viso, lo lecca, succhia e pulisce alla perfezione. Stremati ci mettiamo seduti appoggiati al muro. Lui bacia Claudia in bocca, lei ricambia con dolcezza. La guardo, per un momento mi rendo conto che non la conosco. Quante cose di lei che non so. Il culo aperto, essere pronta a una doppia, lasciare che un maschio la faccia godere davanti a suo marito. Ho mille dubbi, e credo anche, altrettante corna. Lei intuisce il mio disagio, ma è lui che parla per primo.
«Siete meravigliosi. Da tanto tempo cercavo una coppia come voi. Ne conoscevo una, ma poi si sono trasferiti, io ero alle prese con la malattia di mia madre, non ho avuto il tempo di cercare ancora. Mi siete piaciuti subito. Mi piacerebbe che fra di noi, ci fosse della complicità. Vorrei che tu amico mio, avessi ben chiaro, che io non voglio portarti via tua moglie, ma essere il tuo fedele alleato, per farla impazzire di piacere. Facevo i massaggi a mia madre, per questo è stato bello farlo a te, adorabile creatura. Mi hai eccitato dal primo momento che ti ho visto, sentirti godere di notte fra le sue braccia, ha solo aumentato il mio desiderio di averti.»
Lo guardo stupito, poi guardo anche Claudia che abbassa il capo e mi elargisce la sua spiegazione.
«Dopo la morte di mio padre, avvenuta quando io avevo diciotto anni, la mamma che si faceva scopare da un professore di musica, per averlo meglio a disposizione, lo ha convinto ad affittare una delle due camere. Io ho capito subito, che fra loro vi era un rapporto, li ho spiati per capire quello che si provava a farsi scopare. Assieme a quello che scopava mia madre, è arrivato anche un altro uomo, molto bello, e con tanto fascino. Lui veniva solo tre giorni alla settimana, ha subito capito che mi piaceva. Ben presto sono finita nel suo letto. Mi scopava meravigliosamente, io ne ero molto lusingata. Mi ha sverginato il culo, in maniera sublime, e per circa un anno, sono stato la sua adorabile troietta. Poi sua moglie è voluta restare incinta, lui si è fatto trasferire. Io però avevo preso gusto a farmi scopare da uomini maturi, così quando è arrivato un altro professore, mi sono scopato anche quello. In breve si era sparsa la voce, che a me i cazzi maturi piacevano, così a giro in tanti affittano la camera. Spesso venivano anche in due, con la scusa di una visita, mi scopavano in doppia e godevo tantissimo. Alla fine pur di avermi in due, mi facevo fare qualche regalo. Uno degli ultimi mi ha scopato in doppia, era il titolare di una agenzia assicurativa, mi ha proposto di andare a lavorare per lui, che cercava una bella ragazza per l’ufficio, e una troia per se. Sono andata a lavorare per lui. Per due anni sono stata la sua amante, poi hanno aperto la filiale qui vicino, allora mi sono fatta trasferire, ho conosciuto te, mi sei piaciuto subito. Mamma che aveva già incominciato ad avere dei problemi di salute, ha deciso di smettere con il suo amico, così ha affittato le camere solo alle due signore, che erano due lesbiche, così potevano passare due i tre notti insieme, senza destare sospetti Quando ho visto lui, mi è presa una voglia di fare sesso di nuovo con uno maturo. Sapevo che avrei sicuramente rischiato di fare un casino, ma non ho saputo resistere.»
La guardo, poi guardo lui che mi sorride, mi parla con calma.
«Amico mio, avessi trovato io, una donna come lei, me la sarei tenuta sempre fra le braccia. Se ha scopato, o scopa, anche con altri, non te ne fare un cruccio, ma un vanto. Hai una bella donna che ti ama, e scopa anche con te, che vuoi di più dalla vita. Io sono molto felice, di aver vissuto questo momento con voi. Spero di poterlo replicare, ogni volta che voi vorrete.»
Guardo lei che mi abbraccia, e bacia con passione. Tutti i miei dubbi svaniscono. Per il restante periodo, abbiamo scopato Claudia, come minimo due volte al giorno, spesso lui, anche da solo. Era sconvolgente vedere come la faceva impazzire di piacere, lei si lasciava sfondare ogni buco. Il quattro Maggio, è risalito a casa sua. Per una settimana non lo abbiamo sentito. Subito ci siamo resi conto che ci mancava la sua presenza. Claudia mi ha detto che in certi momenti, si era sentita di amarlo, quasi come me. Poi alla meta del mese è tornato. Appena dentro casa, lei si è fatta scopare da lui, per una notte intera, mentre io mi sono solo limitato ad osservarli, mentre godevano. Da quella sera lui è diventato un gradito ospite del nostro letto e spesso porta fuori Claudia a cena come se fosse la sua donna. Io mi ammazzo di seghe pensando a loro che sono a cena e quando ritornano poi scopiamo insieme essendo tutti molto eccitati. Mi fa impazzire vedere mia moglie godere con lui, e mi rendo conto che questo la rende davvero felice, e per lei farei di tutto, anche portare delle stupende corna.
32
4
4 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 1 settimana fa -
Incesto sconosciuto.
Mi distendo al sole, sono in vacanza in Toscana. Sento il calore sulla pelle, mi guardo intorno, sono quasi sola, nuda. Amo esserlo, è il solo modo per prendere il sole che amo, non mi piace farlo in nessun altro modo. Sono venuta dalla Francia, sono figlia di genitori separati da anni. Avevo sei anni, quando i miei si sono separati, io con mia madre, lui sparì. Col tempo sono riuscita a sapere i motivi, della separazione, un problema di gelosia di mia madre. Lui era, anzi è un bell’uomo, sempre al centro delle attenzioni delle donne, questo ha fatto sempre impazzire mia madre, che pur amandolo, lo ha lasciato. Oggi io ho venti anni, alta uno e ottanta, capelli neri e ricci, occhi azzurri, cosce lunghe, il seno una bella terza, ben alta. Ho deciso di passare due settimane a riposarmi qui, nella terra di mio padre. Ho il suo indirizzo. Lui e mia madre, si sono sempre sentiti, lei ha anche una sua foto recente, credo che lo ami ancora. Mentre lui, non ha mai chiesto nulla di me, o almeno credo. Ieri ho preso l’auto, sono andata vedere dove abita, è proprio la costruzione che mi ha descritto mamma. Bella, a strapiombo sul mare, in uno dei posti più belli della costa, ma non ho voluto cercarlo, forse lo farò domani. Sono le dodici, mentre sto mangiando dell’uva, improvvisamente lo vedo venire verso di me. È veramente un bell’uomo. Spalle larghe, un bel quarantacinquenne di puro fascino. Capelli brizzolati, portamento fiero. Lo seguo con lo sguardo. Mi nota, mi fa un cenno di saluto col capo, poi si sdraia vicina a me, a circa cinque metri di distanza. Lo osservo. Mi piace, probabilmente lui non immagina nemmeno chi sono, decido di giocare con lui. Lo provoco un poco, apro le cosce distrattamente, vedo che lo nota, poi mi alzo, vado verso il mare, mi bagno. Mi segue con lo sguardo. Non perde un solo movimento che faccio. Quando torno al mio asciugamano, mi piego volutamente con il mio fantastico culo verso di lui. Mi distendo, con la coda dell’occhio vedo che si è eccitato. Bene, era quello che volevo! Devo trovare un motivo banale, per attaccare discorso. La fortuna mi viene in aiuto, una folata di vento fa volare il mio cappellino verso di lui, che lo afferra, me lo riporta.
«Grazie, è molto gentile, con il sole che picchia, era un vero problema.»
Mi osserva, forse nota qualche cosa di famigliare, mi sorride.
«Permette, mi chiamo Lorenzo, lei?»
«Sono Carla.»
Mi osserva attentamente, lo invito a sedersi con me. Incominciamo a parlare di tante cose, del tempo, la spiaggia, il piacere di stare nudi. Mentre parlo continuo a provocarlo. Mi distendo sempre in modo tale, che lui abbia sempre in bella vista la mia fica, lui non può resistere, ha un’erezione superba. Il suo cazzo svetta grosso, duro, vorrei prenderlo in bocca, ma voglio divertirmi ancora. Mi chiede, se mi farebbe piacere vedere il tramonto, dalla punta del promontorio. Lassù. Mi indica una casa sulla punta.
«Quella è casa mia.»
Accetto, ormai ho deciso di stare al gioco. Andiamo alla mia macchina, lui è sceso a piedi, mi lascio guidare da lui, fingendo di non sapere la strada, poi arriviamo. La casa è una vecchia torre, con annesso una piccola costruzione. Mi invita a salire su, dalla terrazza, la vista è mozzafiato. Lui osserva con me, il sole che tramonta, lo sento appoggiarsi al mio sedere, il suo cazzo è in tiro, lo lascio fare. Appena l’ultimo raggio di sole è sparito, mi giro, mi abbasso, lo prendo in bocca. Lo succhio, lo lecco, ingoio un testicolo, lui geme intensamente. Mi sto bagnando, siamo nudi. Sento le sue mani afferrare i miei seni, li impasta, li strige, mi piace. Mi solleva, mi appoggia al muro. Mi fa sedere sulla pietra, mi apre le gambe, ora è lui che si abbassa, mi lecca. Sento la sua lingua insinuarsi dentro di me. Mi fa godere, afferro il suo capo, lo schiaccio sulla mia vulva, mi sta leccando, io ho il primo orgasmo, forte, intenso, sconvolgente. Urlo. Continua succhiare i miei umori, che ora sgorgano copiosi. Lo voglio, lo trascino su, lo bacio. Mi solleva, ora sono alla sua altezza, mi infila dentro il suo palo. Urlo di nuovo. Mi infila con un colpo solo. Lo sento arrivare con forza, fino in fondo, mi schiaccia l’utero, mi provoca un piacere, nel piacere. Lo afferro, lo graffio. Godo. Lui è una furia scatenata. Mi pompa come un forsennato, con colpi tremendi, lo sento ansimare, gode, io con lui. Il suo, va e vieni, aumenta di colpo, lo sento pronto ad esplodere. Mi osserva stupito, ma continua scoparmi con forza, poi gode anche lui. Lo sento di colpo spingerlo tutto dentro, urla il suo piacere, mentre mi inonda il ventre. Al suo grido, gli fa eco la mia voce, strozzata da un nuovo orgasmo.
Lo bacio con furore. Sento la mia fica riempirsi di liquido caldo, bollente. Mi inonda. Resto immobile per un momento, a riprendere fiato. Lui esce da me, mi inginocchio, lo prendo di nuovo in bocca. Lo succhio, lui si gira, si appoggia al muro, lo lecco. Geme, mi dice con voce strozzata che sono fantastica, che lo faccio morire, mentre il membro, che tengo in bocca, ritorna ad essere duro, ben teso. Mi alzo, mi giro, mi bagno il mio culo con la sborra che mi cola dalla fica. Il mio gesto lo sorprende.
«Dai, che aspetti, lo vedi che lo voglio nel culo! Prendimi anche nel culo.»
Lui si mette dietro di me. Lo sento spennellare la cappella fra gli umori della fica. Poi con decisione si posiziona, mi infila il cazzo in culo, con un solo affondo, deciso, duro. Non si fa pregare. Mi incula con forza. È tremendo, mi assesta dei colpi fortissimi. Godo, lo incito a farmelo uscire dalla bocca. Ho un orgasmo sconvolgente. Tremo tutta.
«Bella vacca! Ti sfondo!»
Mi urla, lo sento gonfiarsi. Urlo il mio piacere. Lo invito a sborrarmi in culo.
Mi devasta con bordate tremende, poi lo sento arrivare. Grida il suo piacere, quando mi scarica dentro, il suo seme bollente.
Il suo grido, è il segnale del mio ennesimo orgasmo, tremo tutta. Lo sento svuotarsi dentro di me, poi si siede sfinito.
«Sei una femmina incredibile, mi hai distrutto.»
Lo guardo, mi rivesto alla meglio, lo saluto con un bacio, lo guardo negli occhi.
«Sono molto di più, di una femmina incredibile, sono tua figlia!»
Lui mi guarda, rimane stupito. Ho avuto quello che volevo, mi giro, esco. Prendo l’auto, girovago tutta la notte. Ho mille pensieri, che mi passano per la mente. La mia parte razionale, si domanda per quale motivo l’ho fatto, forse per vendicarmi, di come lui ha fatto del male a mia madre. L’altra metà di me, dice che lo volevo. E l’unica spiegazione a cui giungo, è che sono una troia. Lo volevo, mi ha fatto impazzire di desiderio, vederlo eccitato. Passo due giorni, cercando il più possibile di stare alla larga da lui, ma poi il terzo giorno, ritorno al tramonto, davanti a casa sua. Mi vede, mi viene incontro. Restiamo un attimo immobili, ci guardiamo senza proferire parola, poi mi abbraccia, mi bacia, mi solleva. Entra in casa tenendomi fra le braccia, mia adagia sul letto in camera sua. Sciolgo il nodo che lega il mio pareo, in un attimo sono nuda, lei si è spogliato velocemente. Si distende al mio fianco, le sue mani incominciano a scorrere sul mio corpo, mi procura dei brividi di piacere. La sua bocca si impossessa del mio capezzolo destro, lo succhia con decisione, poi scende lungo il mio corpo, raggiunge la mia ostrica, che già secerne nettare profumato, lui lecca, succhia, facendomi godere subito. Mi giro, afferro il suo membro già gonfio, duro, lo porto alla bocca. Lo ingoio, lui geme di piacere, mi supplica di continuare.
Mi lascia giocare ancora un poco, poi si rigira, mi distende sotto di lui, mi penetra con decisione. Lo sento affondare dentro di me, subito mi fa provare un nuovo orgasmo. Godo e tremo sotto di lui. Mi sbatte, pompa come una furia scatenata. Mi fa impazzire di piacere. Mi rigira in diverse posizioni, fin quando dopo l’ennesimo orgasmo, lui mi scarica nel ventre, una dose industriale di semenza bollente. Quando lo sento arrivare, urlo il mio ennesimo orgasmo.
Mi bacia, poi lentamente lo lascio distendere al mio fianco. Mi guarda, sento il suo respiro farsi profondo quando parla.
«Mi hai fatto impazzire, quando mi hai detto che potevi essere mia figlia. Per un attimo ti ho creduto. Poi mi sono detto che non era possibile. Tua madre mi ha detto, che nostra figlia si è sposata, che vive in America a Boston. Quindi mi sono detto, che era solo uno stupido scherzo, che se era solo sesso, saresti tornata a trovarmi. Eccoti qui, questo conferma la mia teoria.»
Lo guardo, gli sorrido, prendo la mia borsa, gli mostro le foto di me, con mia madre, gli faccio vedere i miei documenti.
«Sono tua figlia, sono venuta qui perché volevo capire, per quale motivo hai abbandonato mia madre. Sei un bastardo per averlo fatto, mi volevo vendicare. Poi mi sei piaciuto, non ho avuto più nessun desiderio di vendetta, ma solo un forte impulso di averti ancora dentro di me. Purtroppo mi sei piaciuto troppo, adesso non ho la forza di stare lontana da te. Il tuo corpo, il tuo sesso, mi fa impazzire, allora ho intuito il motivo per cui mia madre, mi ha mentito su di te. Non sei tu, che l’hai lasciata, è lei, che non ha avuto la forza di restare al tuo fianco, per la forte gelosia che sentiva, quando le altre femmine ti guardavano. Per me è diverso. Voglio stare con te, e se ti devo dividere con altre, non me ne importa nulla. Voglio solo che mi scopi, e basta.»
Mi guarda, mi abbraccia forte, mi bacia con tanta passione.
«Ho sofferto tantissimo quando lei se ne andata. Volevo notizie su di te, ma lei ha sempre detto che tu, non volevi saperne di me. Le ho chiesto qualche foto, adesso ti mostro quelle che mi ha inviato. Non sei tu quella che c’è raffigurata. Vorrei che restassi, che faremo insieme tutto quello che vorrai. Voglio recuperare il tempo, che lei ci ha tenuto lontani, ti prometto che ci sarai solo tu, nella mia vita.»
Lo bacio, sento il suo sesso di nuovo duro, salgo su di lui, lo infilo ancora dentro il mio ventre. Mi lascio scopare per un tempo lunghissimo, durante il quale lui mi fa godere fin quasi allo sfinimento. Da quel giorno vivo con lui. Ho scritto a mia madre dicendole di andare al diavolo, per avermi tenuto lontana da lui. Adesso sono incinta di un figlio suo, il mio futuro lo vedo solo e soltanto con lui.
36
6
4 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 1 settimana fa -
Quando si dice l'amicizia
Dura la vita per un ragazzo appena arrivato a Milano. Ma le amicizie servono a superare gli ostacoli e facilitare l'integrazione in una realtà tutta nuova e da scoprire. Questa è stata la mia prima vera esperienza "particolare". Il mio nuovo lavoro mi ha catapultato in una realtà metropolitana a me sconosciuta ma grazie a Francesco ho iniziato a conoscere pian piano Milano in tutte le sue sfaccettature, anche le più intriganti. Eravamo colleghi di ufficio io e Francesco e un bel giorno mi ha rivolto un invito per cena per il sabato successivo che naturalmente ho accettato. La moglie, Elisa, oltre che essere bella, è anche una brava cuoca e quel sabato ha preparato una cenetta niente male, risotto al brasato, roast beef, il tutto accompagnato da un buon vinello. La serata è poi proseguita a parlare di salento, le mie origini e di mare, particolarmente adorato da Elisa per averci trascorso più di qualche vacanza. A fine serata ho ringraziato per l'invito e per la cena ed ho salutato i miei nuovi amici milanesi.
Il lunedi successivo Francesco mi ha chiesto se mi fossi trovato bene e naturalmente gli ho risposto di si, molto bene, è stata la sua replica, se ti và sabato sei ancora nostro ospite. E così è stato. Il sabato successivo mi sono presentato a casa di Elisa e Francesco e questi, accogliendomi mi ha detto che la moglie era fuori e che sarebbe rientrata da lì a poco. Dopo circa 10 minuti sentiamo aprire la porta ed era Elisa in compagnia di un'altra donna: Vieni Eleonora ha esordito Elisa, che ti presento un bel terruncello, e dopo i convenevoli di rito ci siamo accomodati per la cena, che è servita per far conoscere ad Eleonora le mie origini salentine e per parlare anche di mare e vacanze. Finita la cena ci siamo accomodati sul divano e i discorsi sono pian piano scivolati sulle esperienze fatte in vacanza e l'occhio mi è scivolato sulle gambe di Elisa che erano massaggiate dalle mani del marito Francesco. I massaggi si facevano sempre più audaci e le gambe di Elisa erano completamente aperte, quando anche la mano di Eleonora ha iniziato a sovrapporsi a quelle di Francesco. A quel punto non c'era più niente da capire, era tutto chiaro e naturalmente non mi sono tirato indietro. Ho iniziato a toccare le cosce di Eleonora mentre le nostre labbra hanno iniziato a cercarsi. Ad un certo punto Elisa si è alzata e si è inginocchiata verso le gambe di Eleonora ed ha iniziato a frugarla con la lingua e sentivo i suoi gemiti di piacere. Che spettacolo ragazzi, non ci capivo più niente. Francesco in piedi sul retro del divano si è avvicinato alla faccia di Eleonora egli ga appoggiato il suo cazzo sulle guance invitandola ad avvicinarsi con la bocca, cosa che ha subito colto ed ha iniziato a lavorarlo di bocca mentre la moglie la slinguettava in figa. Girandosi sul divano Eleonora ha continuato a spompinare Francesco e mi ha mostrato il suo didietro, uno spettacolo invitante, infatti ho iniziato a penetrarla in figa, era tutta bagnata di piacere. Lo stesso trattamento è stato riservato anche alla moglie di Francesco, continuando poi con una doppia che l'ha mandata in estasi per poi continuare anche con Eleonora fino a quando, oramai al limite siamo venuti nelle loro bocche ingorde. Vederle poi rotolarsi sul tappeto intente a baciarsi e a leccarsi a vicenda è stato uno spettacolo sublime, ma un conto è raccontarlo, altro è viverlo, ed io fortunatamente l'ho vissuto. Alla prossima!
25
0
4 anni fa
carpediemsalento,
28
Ultima visita: 1 mese fa
-
Il cognato
Gli occhi di un verde profondo, come certi cupi smeraldi brasiliani, erano la prima cosa che ti colpiva... ma anche il resto era all'altezza. Pelle ambrata, il volto oscurato da un'ombra di barba scura, belle labbra grosse e denti smaglianti, il naso dritto e capelli mossi, un moraccione sexy, il vero tipo mediterraneo. Alto ma non troppo, un corpo massiccio, muscoloso senza essere palestrato, peli nei punti giusti e in abbondanza, belle cosce e gambe forti, culo rotondo e sodo, un bozzo più che promettente.
Insomma, mia cognata aveva saputo sceglierselo bene il marito... un giovane maschio molto simpatico, e infatti avevamo fatto subito amicizia. E l'amicizia fra noi dura ancora oggi, dopo che loro si sono separati ed hanno divorziato, e malgrado lui sia più giovane di me di quasi dieci anni. Un'estate, quando le due sorelle, cioè le nostre mogli, erano al mare abbiamo anche condiviso qualche avventura notturna; cioè siamo andati assieme a puttane... : - )
persino una volta, con la scusa di risparmiare, ci siamo fatti assieme un' ungherese e un'altra volta una mulatta, poi - con la scusa che avevamo bevuto... - ci siamo portati a casa mia uno splendido travestito, piuttosto dotato. Ci siamo divertiti da matti, ma non ne abbiamo mai parlato, dopo.
Sono passati molto anni, e Paolo ora è uno splendido ultraquarantenne e un notevole manzo peloso, ancora molto appetibile...
Ha avuto un incidente e, completamente ingessato sia la gamba destra che il braccio destro, ha voluto uscire di clinica e farsi portare a casa propria. Una donna va ogni giorno ad accudirlo e a curare la casa. Io passo ogni pomeriggio a fargli un po' di compagnia e talvolta anche alla sera. Si chiacchiera di tutto e spesso il discorso cade sul sesso.
Beh sì, riconosce che, dopo un mese di astinenza, è sempre eccitato e ce l'ha continuamente duro; però non può menarselo e sborrare nel letto altrimenti la donna se ne accorgerebbe e non può nemmeno alzarsi da solo (Infatti sono io a portarlo in bagno ed aiutarlo a lavarsi alla bell'e meglio). Ridiamo sulla situazione. Gli faccio notare che, da come sta sollevato il lenzuolo, si vede chiaramente la sua potente erezione... magari se vuole farsi una bella sega, poi ripuliamo tutto e la donna non se ne accorgerà nemmeno...
Sììì, era proprio quello che sperava gli proponessi, ha da giorni il cazzo pronto a scoppiare, i coglioni gonfi di sborra, mmm...
Io gli propongo di mettere su un dvd porno, tanto per l'atmosfera (anche se mi sembra che non sia necessaria, vista l'elettricità della situazione), lui mi sembra imbarazzato, poi mi prega di prendere quello con i trans... io, per chiarire, gli dichiaro subito il mio entusiasmo, mi eccitano moltissimo i trans...
Mi sistemo in poltrona accanto al suo letto, parte il dvd, che è molto eccitante. Lui inizia a masturbarsi immediatamente, sotto il lenzuolo, mentre io - le cosce spalancate, una gamba appoggiata sul bracciolo della poltrona - mi massaggio il bozzo bello gonfio.
Siamo rilassati, ma l'atmosfera è carica di sesso... lui, repentinamente, butta via il lenzuolo rivelando il duro cazzone svettante e le grosse palle pelose. Io apro la patta e me lo tiro fuori, lo guardo sorridendo mentre inizio a menarmelo, adeguandomi al suo ritmo.
Ti ricordi quella volta con il trans come è stato eccitante?
Sì mi faceva impazzire vederlo mentre ti succhiava il cazzo. E come ti leccava le palle, mentre tu glielo strusciavi sulla faccia...!
Mmm, sììì, e tu che lo inculavi come una bestia. Gli piaceva farsi sbattere da 'sto tuo cazzone grosso...! Come lo facevi godere !
Anche tu hai un bel cazzo grosso, e glielo sbattevi fino in gola, alla puttanona ! Gli piaceva avere a disposizione due bei maschioni come noi !
Prendo coraggio e allungo la mano destra a toccare la sua bestia dura... lui sospira, inizia a mugolare piano... lo scappello lentamente, mmm, che bel glande tondo, scuro, tutto bagnato... mi alzo in piedi di fianco al letto, con la sinistra gli stringo i coglioni mentre la destra va su e giù lungo il grosso manico... la sua mano mi palpa la coscia... mi chiede di avvicinarmi... mi sposto finchè riesce a stringere il mio cazzo nella mano sinistra...
Non guardiamo più il dvd, ci stiamo masturbando a vicenda... mi chiede che gli strofini la cappella sbrodolosa sul capezzolo... mi metto in bilico sul letto e lo faccio, dio come mi eccita... lui di nuovo me lo stringe in mano, poi carezza i miei coglioni e mi passa la mano fra le cosce, allungadosi al massimo per potermi sfiorare il buchino col dito... io continuo a menare la sua astona...
Ohh, Paolo, che bel cazzo, mmm, grosso e duro, mmm
Ti piace, Bobo? dimmi che ti piace...
Da pazzi, mi faceva uscire di testa già le prime volte che andavamo al mare e ci cambiavamo in cabina, avrei voluto tanto ciucciartelo.
Stupido ! Non me l'hai mai detto. E io che mi masturbavo e sborravo pensando a te. Eri un magnifico maschio maturo. E lo sei ancora, mmm, Bobo!
E tu un bel manzo stupendo, un bel maschio giovane. Sbavavo per te e anch'io sborravo, sognandoti...
Bobo, quanto tempo abbiamo perso...! avvicinati, lascia che te lo succhi...
Mmm, sìì, Paolo, così così, sì leccami le palle, ciucciale, mmm, bravissimo... che bocca... che lingua...!
Mi curvo a baciarlo, le nostre lingue si avvinghiano, si intrecciano ingordamente... sono anni di desiderio represso che deve sfogarsi...
ci slinguiamo sbavando, avidamente, scambiando le nostre salive... il nostro sogno inespresso finalmente si realizza, qui, ora...
Paolo me lo ingoia tutto, mi spompina da ingordo, mugola smodatamente... dio che lussuria, mai provato così tanto piacere...
mi sta succhiando l'anima fuori dal cazzo, mmm la mia giovane bestia avida...
No Paolo, no... così mi fai sborrare, fermati ti prego... vengooo... sììì, in bocca sììì... mmm, voglio sborrarti sul petto, sui peli Paolo, sììì... dàiiiiiiiiiii, aahhhhhhhh... Paolo sei stupendo... baciami, ecco, sììì baciami... mmm, è stato magniifico, grazie Paolo...
mi tuffo sul suo manico gonfio, durissimo, scappellato e lo succhio anch'io, con avidità, con amore... gli lecco le palle pesanti, gonfie, poi ingoio la sua cappellona gocciolante e infilo un dito nel buchino peloso... è inchiodato a letto, impedito nei moviimenti, ma gode, tenta di muoversi, mugola, ulula... si vede quanto gli piace, si sente... infilo ancora un dito...grida, ma di piacere... abbasso la testa, gli lecco il buco, ci infilo la lingua... sta godendo come un animale e godo anch'io nel vederlo così scatenato, il mio bel cognatino... è proprio stupendo, così, preda del piacere...
torno a lavorargli il cazzone con la lingua mentre gli sfondo il culo con due dita... ulula ancora più forte... sento il cazzone pulsare, mentre il suo buchetto palpita... sta per sborrare...
Dài Bobo, fammi venire, si così, inculami... uuhhh, meraviglioso, sbooorro Bobo sbooooooooorrrrrrrrooooooooooooo.... eccomi, tutto bevi tutto ssìììììììììì...........
Sborra come una fontana, urla invasato, mentre io ingoio tutto. Si lascia andare, esausto, ma io lo tengo ancora nella mia bocca e sento la sua mano che mi accarezza i capelli. E' un momento dolcissimo, dopo lo scatenamento del sesso, dopo lo sfogo illimitato delle nostre voglie di anni... Ci baciamo...
Non mi sembra vero, non ci sembra vero... Sapevamo che sarebbe finita così, lo desideravamo entrambi, ma solo ora abbiamo trovato il coraggio di realizzare questo sogno...
....................................................
E' passato del tempo, ora Paolo è completamente guarito, ma continuiamo a vederci, e a godere come quel giorno meraviglioso.
La storia continua. Eppure ogni volta è tutto nuovo, tutto diverso.
So che lui ha delle avventure, me le racconta... e forse faremo un trio con un ragazzo che ha conosciuto in palestra.
La cosa mi eccita...
38
0
4 anni fa
bobo45sex,
27
Ultima visita: 2 anni fa
-
Imprinting...
Aver scoperto nuovi "piaceri", oltre a mostrarmi nuove strade da percorrere, mi fece ripensare sotto una nuova luce ad alcuni "pensieri" del passato, di quando la pubertà era lontana e la sola funzione conosciuta del mio cazzetto era quella di farci pipì.
Ritornarono alla mente alcune fantasie che al momento posso definire "erotiche", ma che all'epoca erano solo dei voli di fantasia che mi davano uno strano e incomprensibile piacere.
La regina delle mie fantasie era la donna per cui avevo una "cotta" anche senza sapere cosa fosse l'amore o il sesso.
Ero rapito, affascinato dai suoi piedi, quando ero a casa sua lì guardavo spesso di nascosto e la situazione in cui mi immaginavo di più, quella più ripetuta era quella in cui i suoi piedi erano il centro della mia "attività".
Le storie che mi raccontavo erano sempre più o meno simili e partivano sempre con me davanti a lei, seduta con le gambe incrociate e un piede puntato verso di me. Mi immaginavo di aver fatto qualcosa per cui meritavo una giusta punizione per cui mi faceva spogliare e inginocchiare. Poi mi metteva un piede davanti al viso ordinandomi di iniziare a baciarglielo.
Iniziavo dal collo scendendo verso le dita che baciavo una per una. Poi le raddrizzato il piede e baciavo il sotto delle dita scendendo verso il tallone.
Le prendevo l'altro piede e ripetevo tutto per poi affiancarlo e iniziare a leccarli dal tallone alle dita, dalle dita riscendevo baciandole per poi risalire leccandoli. Vedevo la mia lingua muoversi su e giu lungo le piante dei piedi e sentivo una strana sensazione di piacere concentrato lì in mezzo alle gambe dove c'era il mio pene, il cui solo compito di cui ero a conoscenza in quel momento, era fare pipì ma che in quella situazione aveva dei piccoli sommovimenti piacevoli, molto piacevoli.
Mi vedevo iniziare a leccarle le dita, tutte e una per una, infilandoci in mezzo la punta della lingua. A baciare di nuovo ogni cm quadrato di pelle e poi di nuovo a leccare e a far scivolare in bocca le dita, succhiare l'alluce tenendolo stretto fra le labbra, ruotandoci la lingua intorno e poi passare alle altre dita...
Poi mi sdraiavo e mi "facevo" mettere un piede sul viso e l'altro a strapazzare il cazzetto, schiacciandomelo con la pianta e iniziando un movimento prima rotatorio o poi lineare dalle palline verso l'ombelico.
A volte la vedevo in piedi che calza a i suoi stupendi zoccoli che le mettevano in evidenza le dita e l'arco plantare. Quindi mi ritrovavo inginocchiato a baciare il collo del piede e a infilare la lingua tra il legno e l'arco o tra le dita tenute ferme dal cuoio della tomaia. Poi si spostava dietro di me e iniziava il solito gioco delle dita con il mio cazzetto.
La mia immaginazione ogni tanto aggiungeva qualche sculacciata ma non andava oltre i suoi piedi. Non avevo ancora nessuna idea di cosa fosse il sesso e tutto quello che gli gira intorno, finché non arrivò la pubertà e il cazzo iniziò la sua seconda vita, iniziò a diventarmi duro mentre mi immaginavo di leccarle i piedi ma non avevo ancora capito il perché e soprattutto cosa ci potessi fare con il cazzo indurito.
Bastarono una enciclopedia per capire cosa fossero quei cambiamenti e un paio di riviste porno per avere le "istruzioni d'uso" del mio nuovo cazzo.
E fu così che pensando di leccarle i piedi strinsi il cazzo nella mano destra e iniziai a masturbarmi per la prima volta e arrivai al mio primo orgasmo che fu solo una gocciolina traslucida e appiccicosa.
Da quel giorno non mi sono più fermato mi masturbai ogni giorno, ogni giorno lei era la mia fonte di piacere, ogni giorno la mia immaginazione mi portava avanti con lei. La sceneggiatura diventava sempre più ampia e completa, iniziai a vederla nuda o a spogliarla lentamente
, ma sempre con i suoi zoccoli calzati e sempre passando da una bella leccata dei piedi arrivavo al seno, alla figa. La sua bocca iniziò a prendere il mio cazzo e a ricambiare le leccate, quanti bei 69, iniziai a penetrarla facendola godere.
Ormai era la mia amante, la bambola gonfiabile fonte del mio piacere sessuale da masturbazione.
Piacere che in poco tempo passò dal veloce orgasmo dalla gocciolina a quello lungo e inteso di una bella serie di schizzi di sperma caldo e denso.
Non ho mai avuto il coraggio di confessarle i miei sentimenti, sapevo che avrei rovinato il rapporto che c'era e che c'è ancora tra le nostre famiglie, non le ho mai detto che lei, i suoi piedi sono il metro di paragone con cui giudico le donne che ho incontrato e quelle che ancora incontrerò.
Sono così "cotto" di lei che ogni tanto è ancora lei il centro delle mie fantasie erotiche, nella mia mente è sempre una bella quarantenne...
29
0
4 anni fa
mamau,
57
Ultima visita: 2 giorni fa
-
Dopo il dito
Masturbarmi infilando qualcosa nel buco del culo era ormai una routine.
Ma dopo un po' il mio dito non era più in grado di soddisfarmi, non lo sentivo più riempirmi lo sfintere, avevo bisogno di qualcosa in più.
Il primo sostituto fu una matita o meglio un mattone con la sua bella custodia, uno di quelli che compri in gita, rotondo, bello duro, lungo e più largo delle mie dita.
Mi inginocchiai, bloccai la parte piatta tra le caviglie, misi la punta tra le chiappe al centro del buco, appena appena dentro per farlo restare in posizione.
Mi allargai un po le chiappe e spinsi il culo verso il basso.
Sentii la punta entrare allargardo piano piano le pareti del buco fino alla sua massima larghezza e poi inizió a scivolare dentro facendomi sentire bello pieno. Iniziai ad andare su e giù, su e giù sentendo un piacevole formicolio xhe dal culo si spostava verso il mio cazzo, sempre più duro. Un piacere sempre più intenso, il culo che faceva godere il mio cazzo direttamente. Così andai avanti con quella "pecorina" e il cazzo che sembrava voler esplodere di piacere da un momento all'altro. Nuova posizione pensai. Mi sfilai il matitone dal culo e non appena fu fuori, per un attimo sentii come una sensazione di vuoto, di aria all'interno dello sfintere, mi ero proprio aperto bene bene il culo.
Mi sdraiai sulla schiena portando le ginocchia verso il torace e con la sinistra spinsi il matitone di nuovo dentro, entro liscio liscio per almeno una decina di centimetri. Lo tenni lì per qualche secondo e poi iniziai a pomparlo su e giù per il culo prima veloce, poi lento godendomi quel pezzo di legno dentro di me, godendo ancora di più quando lo tiravo fuori e lo rimetteva dentro più volte, quel passaggio continuo dal pieno al vuoto mi faceva impazzire.
Il cazzo era lì duro e bisognoso di godere, iniziai a muovere la mano inumidito di saliva intorno alla cappella e una scossa di piacere attraversó tutto il mio corpo, mai arrivato a un piacere così prima di allora.
Non mi ci volle molto per riempire la pancia di sborra calda e provare un piacere maggiore della mia prima volta con il dito. Ero felice, il nuovo compagno di giochi era perfetto, almeno per un po'....
24
1
4 anni fa
mamau,
57
Ultima visita: 2 giorni fa
-
Mi voleva più troia
Mi chiamo Angela, sono sposata da venti anni con Carlo un noto e affermato avvocato. La mia vita con lui è semplice classica, sono la segretaria che si sposa l’avvocato di venti anni più grande di lei. Quando ho iniziato a lavorare nel suo studio, lui mi ha subito corteggiata in maniera molto decisa e fin da subito mi ha detto che voleva che io diventassi sua moglie. Dal matrimonio è nato Lucio un meraviglioso ragazzo molto educato e uno studente modello che ora è iscritto ad una delle università più prestigiose per diventare come suo padre un bravo avvocato. Questi venti anni insieme, sono stati di una monotonia unica, e non per colpa mia, ma per il fatto che vivo in una bellissima gabbia dorata, dove tutto è scandito da regole precise e immutate. Mi sveglio la mattino, ho chi mi prepara la colazione, poi scendo nel seminterrato della villa enorme in cui viviamo e trova a mia disposizione una palestra per la mia forma fisica, seguita da una brava personal trainer, poi sauna, vasca idromassaggio, doccia e massaggio. Poi pranzo, e a volte passeggio nei due ettari di parco che la circondano, e alle cinque del pomeriggio torna lui, e insieme ci godiamo l’idromassaggio, e la sauna, infine cena, un po’ di tv mentre lui prepara il lavoro per il giorno successivo. Andiamo a letto e dormiamo in camere separate, perche lui non mi vuole disturbare quando si sveglia. Se ha voglia di scopare, viene da me indossando il suo pigiamo di seta e mi masturba lentamente fin quando nel più assoluto silenzio e buio io godo, allora lui mi penetra, mi scopa facendomi godere ancora. Contento si sfila da me, si masturba velocemente fino a schizzare il suo piacere sul mio ventre. Al massimo fa un breve gemito, altrimenti sono gli schizzi di sperma, che sento arrivare, che mi dicono che ha sborrato. Poi in silenzio se ne va, nella sua camera lasciando me imbrattata e umiliata, perche in quel momento mi sento veramente una puttana che viene usata solo per svuotare le sue palle. In pubblico mai una effusione, mai una smanceria che possa destare imbarazzo, sono solo una bella moglie da esibire a cene o ricevimenti a cui lui mi porta scegliendo attentamente quello che devo indossare. Non mi lamento di questo, ho sempre a disposizione abiti molto esclusivi e firmati, gioielli veri, e accessori di gran marca e lusso, ma devo sempre in ogni caso avere un basso profilo, sono la bella moglie di un uomo affermato e ricco. Due giorni fa ho passato i quaranta anni. Mi specchio, vedo il mio corpo che è sempre bello e tonico, ma sono tremendamente insoddisfatta. Dentro di me sento che non ce la faccio a reggere ancora questa vita. Sento il desiderio di vivere la mia vita in maniera diversa, meno ripetitiva e monotona, ma per quanto mi sforzi di trovare un modo per farlo non riesco a farmi venire nessuna idea. Vedo il mio seno, una bella terza tonica, perfetta, me lo accarezzo, sento che mi manca il piacere di mani forti che lo strizzano, lo impastano. Ho voglia di scopare con gusto, e non per svuotare delle palle, la mia fica ha sentito solo il suo cazzo, ero vergine. Nella mia bocca però qualche altro cazzo l’ho sentito, perche prima di lui, quando ero studentessa di liceo, ho fatto diversi bocchini, mentre lui non mi ha mai infilato il suo in bocca. Non ce la posso fare a continuare, devo trovare il modo di evadere da questa dorata prigione, ma non è facile. Ogni mio spostamento, è fatto con la vettura di gran lusso, che lui fa guidare da una bravissima donna, che ovviamente gli riferisce ogni mia mossa. In casa poi ho sempre la governate, una donna molto austera, che ha educato e nutrito mio figlio, che si occupa di ogni dettaglio, quindi come faccio? Impazzisco se non trovo un diversivo. Mentre mi guardo allo specchio, la parte più razionale di me si stupisce di questi miei pensieri.«Ma di che ti lamenti? Hai una casa bellissima, non devi lavorare, o fare nulla, sei coccolata, ricca, hai ogni cosa a tua disposizione, e ti lamenti? Della mancanza di cazzo? Non è vero, lui ti scopa! Che ti manca? Sai quante vorrebbero essere la tuo posto? E tu ti lamenti.»Ma non serve, tanto non posso evadere. Poi la svolta. Mia made che sessanta sei anni ha un improvviso malore, un infarto. Subito viene ricoverata in una clinica privata specializzata in cardiologia. Quando la vado a trovare, è distesa su di un letto che sta riposando. Mio marito parla con il primario che gli garantisce il massimo delle attenzioni e cure adeguate e il massimo della tranquillità. Io invece parlo con un giovane medico, molto avvenente, che mi spiega che è addormentata, che si deve riposare. Lo guardo e resto ammaliata dai suoi occhi, di un azzurro stupendo, il viso rasato e bello, le sue mani con dita lunghe e ben curate. In un attimo le immagino che mi stringono, che mi accarezzano tutto il mio corpo, sento subito inumidirsi le mie mutandine. Quando mi tocca il braccio, mentre parla ho un brivido, lui mi guarda stupito.«Signora va tutto bene? Non si deve preoccupare, sua madre fra poco starà bene, deve solo riposarsi. Le faremo tutti gli esami necessari per trovare una cura idonea per farla stare bene e tranquilla.»Il suo contatto mi riporta alla realtà, lo guardo, gli sorrido. Sono seduta di fianco al letto, lui è in piedi di lato a me. Noto un lieve rigonfiamento sul pacco, ma in quel momento entra mio marito, ci osserva per un attimo senza parlare, poi ci dice, che ha parlato con il primario, e che Luca, il dottore che ho accanto, è quello che si prenderà cura di mia madre.«Amore, adesso devo andare, se vuoi ti mando Elisa con la macchina per accompagnarti a casa, io prenderò un taxi.»Lo guardo un poco smarrita, gli dico che non serve, al massimo lo prendo io il taxi, lui non si deve preoccupare, perche sono consapevole del fatto chi in questi giorni è impegnato, con un importantissimo processo, dal grande impatto mediatico, quindi lascio che lui sia libero, io mi arrangio. Mi osserva un attimo ancora, poi se ne va. Resto per un poco ad osservare mia madre che dorme. Da tre anni vive sola, dalla morte di mio padre. Le ho offerto di venire a vivere con me, ma ha rifiutato, ama troppo la sua indipendenza. La loro vita è sempre stata tranquilla, almeno così a me è sembrata, alcuni amici fidati, vacanze e crociere, almeno due volte all’anno, poi il ballo, la loro grande passione. Hanno sempre avuto un bellissimo rapporto fra loro, mai una litigata, mai una discussione o un gesto sgarbato, solo tanto amore, complicità e passione. Di questo ne sono sicura. Da ragazza li ho sentiti scopare, alcune volte, ho sempre immaginato, che per una moglie, godere con il proprio compagno doveva essere stupendo, mentre io sono solo a sua disposizione per farlo sborrare. Mi fa impazzire questa cosa. Eppure mia madre ha sempre tenuto un basso profilo. Mai una volta, che fosse inopportuna, sia nel parlare, che nel vestire, o altro. Mio padre direttore di banca, ha sempre avuto un atteggiamento tranquillo, sempre innamorato di mamma, mai che avesse neanche osservato, criticato, o ammirato un’altra donna, eppure sono certa, che a lui le donne piacevano molto, ma mamma la faceva divertire, e godere tanto e anche spesso. Ad un tratto entra Luca, il giovane medico, mi si avvicina, mi parla a bassa voce.«Lei non ha mangiato nulla, e questo non va bene. Venga con me, tanto a sua madre, ora non serve la sua presenza. Ci sono due bravissime infermiere, che la controlleranno in continuazione, venga che andiamo a mangiare qualche cosa.»Cerco di obbiettare, ma lui mi prende per un braccio, sento che quel contatto, mi piace, lo assecondo. Andiamo al bar dell’ospedale, ci sediamo per mangiare un tramezzino, sotto lo sguardo di altre persone che quasi ci ignorano, tranne quelle di sesso femminile, che mi guardano con curiosità. Mi sento davvero bene. Per una volta, non sono a cena con mio marito, in un sontuoso ristorante, dove tutti lo ossequiano, e mi osservano, come un animale raro, che lui mostra al suo pubblico, ma sono una donna che sta mangiando un banale tramezzino, con un maschio, che credo sia nei desideri, di quasi tutte quelle che ci osservano, e questo mi eccita in qualche modo.«Deve stare tranquilla per sua madre. Ha avuto un infarto, ma credo che non ci siano danni gravi. Domani la sottoporrò ad una serie di controlli ed esami, per definire una diagnosi precisa, e studiare una eventuale cura.»Lo guardo e osservo le sue labbra mentre mi parla. Le immagino sul mio corpo, coprire di baci i miei seni, leccarmi fra le cosce, mi sento un brivido lungo la schiena, e le mie mutandine sempre più umide. Dopo un caffè, ritorno in camera di mia madre, che adesso trovo sveglia, mi osserva, mi sorride. Si scusa per il fatto che mi ha procurato un disturbo. La guardo, gli dico che va tutto bene. Lei mi sorride, mi fa sedere accanto a lei, poi mi guarda, con voce calma mi fa due domande, che all’apparenza mi sembrano inutili.«Sei sicura che va tutto bene? Tu stai bene?»La guardo, le rispondo che sto bene, che sono solo preoccupata per la sua salute, poi quando lei mi fissa negli occhi, abbasso lo sguardo. Lei resta in silenzio, fa un profondo respiro, poi mi solleva il mento, mi ripete la stessa domanda.«Mia figlia sta bene?» La guardo, poi abbasso gli occhi. Lei mi parla con dolcezza.«Amore mio, sei così triste, che non posso pensare che sia dovuto a questo piccolo malore che ho avuto, anche se forse è grave, non posso credere che tu stia davvero bene. Una madre conosce sua figlia, e poi conosco la vita, e tu non me la racconti giusta. Dimmi cosa ti affligge? Hai problemi con tuo marito? Non è premuroso? Non ti ama? Ha una femmina che lo fa impazzire più di te?»La guardo quasi stupita, in quaranta anni non ho mai affrontato certi argomenti con mia madre, le sue domande necessitano di risposte imbarazzanti, che adesso ho paura di darle. Lei mi fa un sorriso poi riprende a parlare.«Devi capire, che ti ho osservata da un po’ di tempo. Credo che tu non sia felice. Hai superato la soglia dei quaranta, hai un bel figlio che ti adora, che è il meglio che una madre possa desiderare, un marito premuroso, che si prende cura di ogni aspetto della tua vita, ma credo che tu non sia felice. Hai una cosa che ti turba dentro, e che non ne parli con nessuno.»La guardo, ha colto nel segno, ma non trovo le parole per dire quello che mi affligge. Mi sorride ancora mi parla ancora con voce calma e mi stupisce quello che dice.«Gioia mia, dopo il tuo matrimonio, io e tuo padre ci siamo resi conto che la nostra vita necessitava di un profondo cambiamento. Avevo la tua età di adesso. Lui che è sempre stato in tipo molto fantasioso, ha lentamente fatto emergere la donna che si nascondeva dentro di me. Con molta pazienza mi ha proposto sempre nuove esperienze, specie in campo sessuale. Alla fine ha fatto di me una donna che amava molto godere dei piaceri della vita. Mi ha reso complice, amante e grande estimatrice del sesso. In breve mi ha voluto più troia. Capisco che questo ti sorprende, ma credimi non c’è stato un periodo più bello della nostra vita. Essere al centro delle sue fantasie, desideri, e fra le braccia di un altro maschio, o anche più di uno, mi ha fatto godere e ha fatto impazzire anche lui di piacere in maniera unica. Dopo la sua morte, ne ho sentito la mancanza, e ti assicuro che sarei quasi felice di raggiungerlo.»La guardo stupita. Non mi sarei mai aspettata una simile confessione, nemmeno che lei avesse una doppia vita cosi esaltante. La osservo per la prima volta con occhi davvero diversi. Lei mi sorride e riprende a parlare.«Figlia mia sono quasi sicura che è il sesso fra te e tuo marito il motivo del tuo cruccio. Forse non ti accontenta più? Ha davvero un’amante che lo soddisfa più di te? Dai parla, con me lo puoi dire, sono tua madre e sarò sempre dalla tua parte.»La guardo, gli racconto a grandi linee quella che è la mia vita, in particolare quella sessuale. Rimane un poco stupita, ma non più di tanto.«Come hai fatto a resistere tutto questo tempo? Hai un amante che ti scopa? Altrimenti sei davvero una donna che si è fatta tanto male, in tutto questo tempo. Forse non ti è chiaro, che hai appena superato metà della tua vita, e se non ti dai una mossa, passerai il resto a rimpiangere di non averlo fatto. Decidi, se vuoi che lui cambi, o trovati un vero maschio, che soddisfi il tuo desiderio sessuale. Sbrigati che la vita corre.»La guardo e sto per replicare quando si apre la porta e rientra Luca, che ci sorride compiaciuto. Mia madre lo guarda, poi mi osserva, mentre io, pendo dalle sue labbra. Ci informa dei vari esami, a cui lei sarà sottoposta il giorno dopo, ma sembra una scusa, cercata solo per ripassare a trovare lei per rivedere me. Alla fine mi fa una proposta che sto per rifiutare, ma è mia madre che mi sprona ad accettare.«Ho finito il mio turno, a vado a casa. Sua madre sta bene e adesso lei dovrebbe uscire tanto c’è il personale che si prenderà cura di sua madre, quindi se vuole, le offro un passaggio.»Provo a rifiutare, ma è mia madre che insiste perche io accetti. Alla fine usciamo insieme. Appena dentro la sua splendida vettura mi pento di aver indossato dei pantaloni comodi, ma poco sexy, mentre adesso avrei voluto far salire la gonna e mostrare le mie splendide cosce. Lui mi sorride mentre guida con calma. Mi sento terribilmente eccitata, quasi vorrei che lui in qualche modo ci provasse con me, ma non succede nulla. Lui mi osserva in silenzio, io mi bagno anche di più. Giunti a casa lui mi saluta e se ne va, mentre io rientro nella mia gabbia dorata, sotto lo sguardo un poco stupito della governante. La sera a cena, Carlo mi chiede se va tutto bene, mentre io sono con la mente, ad inseguire un sogno non realizzato. Mi osserva pensieroso senza dire nulla. Dopo cena me ne vado a letto mentre lui si intrattiene nello studio. Dopo un poco lo sento entrare in camera mia, si mette nel letto, solleva la mia camicia da notte e trova il mio corpo nudo, un suo desiderio che mi è sempre piaciuto, mi masturba come fa sempre. Io resto immobile, lo assecondo, ma dentro di me scatta un qualche cosa che all’improvviso mi fa girare verso di lui, lo sposto, mi piego fino a prendere il cazzo in bocca. Lo infilo di colpo in bocca e in gola. Lui rimane stupito, immobile, poi continua a masturbarmi con più impegno. Sentire il suo uccello in bocca mi piace, chiudo gli occhi e immagino di succhiare quello di Luca. Godo immediatamente, lui ne resta stupito, mi rigira, mi vuole scopare, ma io non sono d’accordo. Lo spingo di lato, lo faccio mettere supino, con un rapido movimento gli salgo sopra, afferro il cazzo, lo infilo dentro di me. Lui resta immobile, passivo, in assoluto silenzio. Incomincio a cavalcarlo con calma e passione. Mi voglio godere questa cavalcata e trarne il massimo del piacere. Lo sento fino in fondo. Mi struscia la cappella sul collo dell’utero, mi provoca subito un orgasmo, che gli faccio sentire mugolando non troppo sommessamente. Lui mi asseconda, resta passivo, mentre io vorrei le sue mani sul mio corpo. Chiudi di nuovo gli occhi, la mia mente, cerca le mani di Luca, mi stringo i seni pensando che sia lui a farlo. Vengo di nuovo, con lui che adesso si muove sotto di me. Lo sento inarcare le gambe, sbattermi dal basso verso l’alto, io godo ancora. Improvvisamente il suo ritmo diventa frenetico, lo sento sbattermi più forte, poi cerca di togliermi da sopra, è evidente che vuole sborrare, ma io lo voglio dentro. Prendo la pillola per regolarizzare il mio ciclo, quindi non può mettermi incinta, e poi non me ne frega nulla, questa sera lo voglio dentro. Si rende conto che non può fare diversamente, allora mi sbatte ancora un poco, poi esplode dentro di me che non aspettavo altro per avere un ennesimo orgasmo che mi sconvolge, mi svuota mentre lo sento riempirmi il ventre del suo seme bollente. Gode quasi in silenzio, solo un breve gemito esce dalle sue labbra, mentre io sfinita mi distendo su di lui che mi abbraccia a stringe a se in silenzio. Il mio cuore batte come in tamburo impazzito, lui tenendomi stretta fra le sue braccia mi mette di lato e senza che ce ne rendiamo conto il sonno ci avvolge. Quando mi sveglio sono sola, penso di aver sognato, ma sento il suo seme colato fuori dalla mia fica ormai secco che mi ricorda che è tutto vero. È presto, forse lui non è ancora uscito per andare al lavoro. Indosso la mia vestaglia e lo raggiungo in cucina che sta facendo colazione. Mi guarda un attimo stupito, io gli chiedo se mi porta in clinica per stare vicino a mia madre, lui annuisce e io mi preparo velocemente. Una rapida doccia, e quando mi vesto, indosso una gonna a portafoglio che mi arriva al ginocchio, poi decido che oggi non voglio indossare l’intimo. Mi sorprende questo pensiero, ma lo realizzo, sento che aver preso questa decisione ha in qualche modo ha il sapore della libertà. Aggiungo una camicetta bianca autoreggenti, e scarpe col tacco dieci. Quando lui mi vede mi regala una occhiata compiaciuta, mentre io mi sarei aspettata una critica. In auto mi osserva senza dire nulla, ma lo vedo indugiare con lo sguardo fra le mie gambe quasi in attesa che la gonna scivoli di lato e le metta in mostra, ma io per paura che lui si renda conto che non indosso l’intimo faccio in modo che resti ben chiusa. Sentirmi nuda sotto mi dona una sensazione che quasi mi stordisce. Giunti in clinica saliamo insieme al piano dove è ricoverata mia madre. Appena chiuso l’ascensore mi attira a se, mi stringe forte mi bacia con passione. Mai fatta una cosa del genere! Rispondo al suo bacio e poi lo guardo stupita, lui mi sorride, e senza dire nulla mi lascia uscire per prima. In corridoio incontriamo il primario e Luca, che mi riserva un cordiale ben venuto. Lui si intrattiene con il primario, mentre io e Luca entriamo in camera di mia madre. Prima di entrare lui mi sussurra un complimento.«Sei sempre bella, ma oggi hai un qualche cosa in più che rende stupenda.»Lo guardo e gli sorrido con malizia. Dentro trovo mia madre, che mi guarda in maniera interrogativa, sembra che stia cercando di capire se il mio sorriso era dovuto ad un cambiamento del mio umore. Poco dopo siamo raggiunti da Carlo, che mi saluta e quando sta pe uscire dalla camera mi attira a se, mi sussurra una cosa che mi stupisce ancora di più.«Oggi sei più radiosa del solito. Se questo è dovuto a ieri sera, mi fa molto piacere, se invece è altro che ti fa sentire così bene mi piacerebbe saperlo, o parlarne questa sera insieme in privato.»Lo guardo, gli sorrido cerco in qualche modo di provocarlo. «Chissà, se è per ieri sera o perche magari oggi ho qualche cosa di diverso. Forse nel vestire, oppure voglio rendermi interessante agli occhi di chi mi guarda.»Mentre finisco la frase mi giro verso Luca, che sta parlando a mia madre e non vede il gesto, ma invece lo vede mio marito, mi osserva con occhi che cercano delle risposte, ma io lo lascio nella più completa incertezza. Mi giro e ritorno in camera, mentre lui rimane un attimo incerto e poi se ne va. Portiamo mia madre a fare degli esami, e mentre il tecnico li esegue, Luca mi porta a fare colazione al solito bar, dove troviamo anche il primario. Massimo, questo è il suo nome è amico di mio marito da tantissimi anni, mi conosce e molte volte ci siamo visti, a cene o ricevimenti, ma in pratica abbiamo parlato solo poche volte, quindi adesso che mi trova in assenza di mio marito mi sorride, mi fa dei complimenti assecondato da Luca che annuisce compiaciuto.«Signora lei è sempre più bella! Lo dico a Carlo che ha trovato in lei una donna dal fascino incredibile e molto seducente. Vederla ieri con quegli occhi così tristi mi ha fatto davvero male, ma stia tranquilla che rimettiamo sua madre in perfetta forma. Non mi ha stupito vedere che sua madre è una bella donna, con una figlia come lei non avrebbe potuto essere diversamente. Mi creda vi ammiro molto e in quanto alla sua salute sarà compito nostro farla stare sempre meglio.»Mi cinge il fianco con un braccio, e questo contatto mi genera una strana sensazione. Sento che mi sto eccitando trovarmi in mezzo a loro due sapendo che ho la micetta al vento. Una sensazione che mi fa bagnare molto. Dopo fatta colazione Luca raggiunge il tecnico che sta analizzando mia madre mentre Massimo mi chiede se posso passare nel suo ufficio per sbrigare la noiosa burocrazia. Subito mi suona come la scusa per restare solo con me, lo assecondo, curiosa di scoprire dove vuole andare a parare. Appena dentro il suo ufficio, mi fa accomodare su di un comodo divano, poi prende dei fogli dalla scrivania, me li porta restando in piedi davanti a ame. Lo guardo e noto un bel rigonfiamento all’altezza del pacco. Da decido di stuzzicarlo un poco, per vedere fin dove si spinge, apro lentamente le cosce, la gonna scivola un poco di lato, mostrando una buona porzione della coscia, fasciata da una autoreggente, lui mi osserva, cerca di spiegarmi che sono moduli per il ricovero e altro, ma è chiaro che la sua attenzione è tutta per le mie gambe. Mi basterebbe aprire un poco di più le cosce, per fargli vedere la mia fica nuda, ma non lo faccio, mi limito solo a constatare che il bozzo adesso è notevole. Sapere di averlo eccitato molto, mi fa bagnare e quasi mi pento di non aver indossato le mutandine. Sento colare i miei umori, e nello stomaco ho le farfalle, da quanto mi sto eccitando. Stiamo per un attimo immobili, ci fissiamo. Lui sta per fare una mossa verso di me, probabilmente mi salta addosso per scoparmi, quando è il suono del mio cellulare che spezza di fatto l’incantesimo. È Carlo mio marito che mi fa una richiesta che non mi sarei mai aspettata di sentire da lui. Scatto in piedi e poi rispondo mentre lui si allontana verso la finestra.«Amore vorrei chiederti di fare una cosa per me. Vorrei chiederti di fare una cosa che mi ecciti molto, che mi lasci per tutto il giorno il desiderio di te come femmina, ma non saprei che chiederti. Mi dai un aiuto? Sono consapevole che ti sto chiedendo una cosa assurda, ma vorrei fare questo gioco con te.» Lo ascolto e decido di colpire duro.Prova ad immaginare che io oggi non abbia le mutandine.»Lui rimane un attimo in silenzio, poi replica. «Amore è troppo scontato che tu le abbia. Io credevo in qualche cosa di veramente eccitante.»«Tu sei sicuro che io oggi le abbia indossate? Ci metteresti la mano sul fuoco?»Sento un sussulto dall’altro capo del telefono, subito chiudo la conversazione lasciandolo basito. Firmo i documenti sotto lo sguardo di Massimo, che si rende conto che l’attimo è sfumato, vado a raggiungere mia madre, dove trovo anche Luca, che mi guarda un poco stupito, quasi incredulo che lo abbia raggiunto così presto. È evidente che aveva intuito il desiderio del suo capo, quindi vedermi arrivare così presto lo stupisce. La trovo in camera che sta per tornare nel letto, mi sorride, mi abbraccia.Luca esce e mi saluta quasi divertito.«Gioia mia, oggi tu hai un sorriso stupendo! Sembri il topo che si è mangiato il gatto. Sono sicura che deve essere successo qualche cosa ieri sera, probabile con quel bel ragazzo che ti ha accompagnato a casa. In ogni caso qualunque cosa sia, ti ha fatto molto bene. Sei così bella e raggiante questa mattina, che dovrai faticare un poco a tenere a bada tutti i maschi di questa clinica!»Mi parla e mi abbraccia contenta. Si siede sul letto, io le racconto quello che ho vissuto in queste ultime ore, compreso che non indosso l’intimo, che Carlo mi ha chiesto se lo indossavo. Lei sorride compiaciuta.«Con tuo padre era la consuetudine non farmi indossare l’intimo. Nemmeno il giorno del tuo matrimonio avevo le mutandine. A volte indossavo lo sting solo per essere più troia. Mi fa piacere sapere che ti sei decisa a vivere. Se tuo marito si è svegliato allora hai colto nel segno. Vivi e godi, e sbrigati che il tempo passa. Oggi sei cosi radiosa che credo che il giovane dottorino avrà il pacco gonfio per tutto il giorno. Se questa sera ti accompagna credimi ci proverà di sicuro.»La guardo, le racconto di Massimo. Mi fissa quasi incredula.«Ma allora ho ragione io! Dentro di te hai la stessa donna molto troia, che avevo io, che tuo padre ha fatto emergere così meravigliosamente. Io al tuo posto me lo sarei fatto il bel primario. Deve essere un vero porcello da come mi guarda, mi fa felice sapere che ti desidera. Chissà che un giorno non si possa organizzare un bel gioco a quattro con loro due e noi due insieme.» La guardo stupita.«Ma mamma! Che dici?»«Figlia mia un giorno non ti stupirai più di questo, e anche tu sentirai il desiderio di una bella doppia, con due maschi che ti fanno impazzire.»Passiamo quasi tutta la giornata insieme, con Luca e Massimo, che passano più volte a controllare come sta mia madre. Quando è quasi ora di uscire, vedo Luca che si avvicina per offrimi il solito passaggio, ma viene immediatamente battuto sul tempo dall’arrivo inaspettato di mio marito.«Ho finito presto e allora sono passato a prenderti.»Salutiamo tutti e prima di uscire vedo mia madre sorridere ironicamente. Durante il tragitto verso casa lui si informa dello stato di salute di mia madre, e mentre parla con un gesto lento e quasi impercettibile, infila una mano sotto la mia gonna, mi guarda stupito quando si rende conto che non ho l'intimo. Giunti ci immergiamo come è nostra consuetudine nella vasca idromassaggio. Soli, lui si avvicina a me come non ha mai fatto in passato, mi abbraccia e bacia con molto trasporto, poi mi sorride e le sue parole sono musica per le mie orecchie.«Amore oggi mi hai stupito. In verità lo hai fatto anche ieri sera. Era da tempo che volevo fare dei cambiamenti nel nostro rapporto di coppia, ma non ero sicuro se tu ne sentivi la necessità, come la sento io. Quando ieri sera hai preso l’iniziativa per un momento mi hai sbalordito, ho quasi avuto paura di rovinare tutto, per questo sono rimasto immobile, poi ho sentito il desiderio di farti godere. Quando mi hai impedito di uscire per sborrare fuori, ho sempre pensato che farlo dentro di te ti infastidisse, sono quasi impazzito di gioia. Era da tempo che volevo che tu fossi un poco più esplicita, diversa, più sensuale, un po’ più intraprendente, attiva. Non mi viene la giusta definizione.»Lo guardo e azzardo il tutto per tutto.«Mi vuoi più troia? È questo che cerchi di dirmi non trovando le parole?»Il suo viso si illumina, la sua voce è radiosa.«Esatto! È così che ti vorrei, ma non saprei da dove cominciare a fare questo cambiamento. Oggi quando mi hai detto che non avevi indossato l’intimo mi hai sconvolto. Era chiaro che stavi mentendo, ma il solo pensiero che poteva essere vero, mi ha incasinato la mente per tutto il giorno. Non sono riuscito a concentrarmi sul lavoro, pensavo sempre a te con la passera al vento. Mi sono dovuto masturbare in bagno, e ti assicuro che sono venuto come un fiume in piena. Per questo sono passato a prenderti. Ieri sera ti ha accompagnato Luca, e per un momento ho anche pensato che lui ci avrebbe provato con te. Credimi questa ipotesi mi ha sconvolto la mente. Ero furioso di gelosia, ma nello stesso tempo avevo il membro così duro da farmi male. Fino a che non sono arrivato in clinica ho pensato che se tu non avevi l’intimo e lui ti accompagnava a casa e ci provava, c’era la possibilità che ti avrebbe scopato. Mi ha fatto impazzire questo pensiero, in maniera contrastante. Una parte di me era furiosa, al pensiero che tu potevi tradirmi con lui, mentre l’altra metà era così eccitata che ho avuto una erezione incredibile.» Lo guardo, lo bacio. Ci trasferiamo nella sauna, nella penombra mi avvicino a lui, che sta seduto e mi osserva in silenzio. Gli prendo il cazzo in mano, lo sego un poco, è quasi duro, ma io ho deciso che adesso lo voglio fare impazzire.«Chiudi gli occhi, e immagina di vedermi fare una sega a Luca. Dimmi che sensazioni stai provando? Ti eccita o ti sento geloso? Quando hai scoperto che non le avevo, o se ti dicessi che Massimo mi ha quasi scopato, tu potresti pensare che sono una troia, o che sono la troia che tu stai cercando di far emergere da dentro me?»Geme ha gli occhi chiusi, ma il suo cazzo adesso è durissimo. Mi abbraccia e bacia con molta passione. La sua lingua entra nella mia bocca e cerca la mia con cui intreccia un gioco erotico che mi sconvolte. Mi stacco da lui, mi abbasso. Prima di prenderlo in bocca lo uccido.«Pensa che forse oggi poteri averlo fatto con Massimo, sai, sono sicura che un bel pompino lo avrebbe gradito molto. Oppure chissà, forse l’ho fatto, sia a lui che a Luca, ieri sera.»Infilo il cazzo in bocca, lo succhio con forza, lui esplode in un incredibile orgasmo. Dalla sua bocca escono parole mai sentite.«Sei una troia stupenda! Mi fai impazzire! Succhiami e bevi puttana! Certo che sono sicuro che a Massimo un bel bocchino sarebbe piaciuto. E sono certo che ti vorrebbe inculare con molto impeto per spaccare il tuo culo da zoccola che ti ritrovi. Una sera ad un ricevimento, mentre lui parlava di te con un altro un altro, ero nascosto, non mi ha visto, ma l’ho sentito dire che sei uno dei suoi desideri più grandi. Credo che sua moglie lo cornifichi con Luca, ma non ne sono certo. Quello di cui sono certo che tu sei il suo più grande desiderio. Se oggi ti ha fatto capire o ci ha provato le cose sono due: o c’è riuscito, oppure lo hai lasciato con una voglia di te pazzesca.»Mi inonda la gola con il suo seme che ingoio subito, questo mi eccita tantissimo. Per un momento mi gusto il suo membro ancora duro, poi decido che voglio colpirlo fino in fondo. Mi sollevo, lo abbraccio, e lo bacio. Per un attimo resta immobile, poi risponde la mio bacio mentre io, che tengo ancora il suo cazzo in mano, lo sego piano, gli sussurro una cosa che lo sconvolge.«Immagina che adesso stai assaporando la sborra di Massimo o Luca.»È troppo per lui. Mi spinge di lato sulla panca, mi penetra con il cazzo durissimo. Mi sbatte, mi inonda di parole sconvolgenti per entrambi. Io gli rispondo a tono e amplifico il gioco.«Sei una puttana! Una zoccola bocchinara e succhi cazzi! Ti fai sbattere da tutti i cazzi che incontri. Sei una puttana di strada. Sei una troia! SEI LA MIA TROIA!»Lo guardo sconvolto dal piacere, che sta provando mentre mi fotte con un impeto, che non ho mai sentito. Lo assecondo, lo sconvolgo. «Certo che sono una troia! Quella troia che tu non hai mai voluto scopare, e adesso mi faccio tutti i cazzi che voglio. Porco e cornuto!»È troppo per lui. Sborra con un grido che cerca di soffocare, mentre io lo voglio sentire.«Dai non ti reprimere! Gridami che stai godendo con la tua puttana! Dimmelo che sono la tua troia! Dimmelo! Lo voglio sentire dalla tua bocca!»Mi riversa dentro tutto il suo seme, la sua sofferenza mentre alla fine mi accontenta.«Si zoccola ti inondo la fica! Senti come la fotto e sborro una puttana come te! Ti adoro! Sei la mia puttana e la mia troia!»Godo, come non mi ricordo di mai averlo fatto. Dopo cena ci ritroviamo in camera da letto, insieme, lui mi accarezza ancora voglioso. Lo guardo un poco stupita, lo stuzzico a prole.«Amore che ti prende? Hai scoperto che sentirti tradito, o meglio cornuto, ti eccita così tanto che adesso mi vuoi scopare sempre?» Mi sorride le sue parole mi eccitano.«Certo che mi eccita. È una sensazione incredibile. Mentre eravamo a cena osservavo la tua bocca, l’ho immaginata mentre succhiava un altro uccello duro e grosso. Ho avuto una erezione, che quasi non riuscivo a contenere. Vorrei sapere da te come intendi muoverti. Io ho la massima fiducia in te, ma vorrei sempre essere al corrente di quello che fai. Sto pensando che il mio lavoro, ha assorbito troppo la mia vita, e ti ho trascurato troppo. Voglio incominciare a divertirmi, mi sento che sto perdendo il meglio del nostro matrimonio, e voglio rimediare. Devo solo finire di seguire il processo in cui sono impegnato, ma siamo alle battute finali, ancora qualche giorno e poi sarò libero. Pensavo se tua madre sta bene di andare fare un bel viaggio. Tu che ne pensi? La trovi una bella idea? E se ne in questo periodo tu trovi da divertirti lo vorrei sapere. Voglio essere il tuo complice, e assecondare i tuoi desideri.»
58
4
4 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 1 settimana fa -
Un amore pendolare
L’aereo corre veloce lungo la pista, decolla in perfetto orario. Slaccio la cintura e mi giro verso il finestrino, guardo fuori le nuvole che si diradano e anche i miei pensieri si schiariscono, sto volando verso il mio amore. La nostra è una storia singolare, a tratti anche dura, ma per ora va bene così. Lentamente ripenso a come tutto è cominciato. Allora ero un giovane impiegato di banca, e una sera all’uscita dal lavoro vedo una ragazza prendere a pugni un bancomat.
«È inutile, anche se lo prendi a pugni, non ti darà le banconote.»
Lei si gira mi guarda arrabbiata.
«Questa trappola mi ha preso al carta, ho sbagliato il PIN e lei me l’ha ritirata, accidenti adesso niente spesa e niente cena.»
Mi avvicino, la guardo è bellissima nella luce del tramonto. Alta capelli e occhi nerissimi, tutte le curve al posto giusto e soprattutto un viso bellissimo. Senza esitare apro il portafogli e gli offro 50 mila lire. Pessima mossa, mi guarda con occhi di fuoco, dura e feroce.
«Per chi mi hai preso, per una puttana?»
Altera e fiera si gira e se ne va. La rincorro, la chiamo.
«Signorina, signorina, mi aspetti, la prego non volevo offenderla, mi lasci spiegare.»
Si ferma e mi guarda con sospetto.
«Li prenda la prego, tanto domani dovrà tornare a ritirare la carta e me le restituirà, un prestito per questa sera.»
Mi guarda con sospetto e fa un cenno di no con il capo.
«Non accetto soldi dagli sconosciuti.»
«Mi chiamo Giorgio, e domani lei mi dovrà mostrare un documento quindi non saremo sconosciuti, accetti la prego o almeno lasci che la inviti a cena.»
Ci pensa un momento.
«Mi chiamo Barbara, va bene, ma solo una pizza e una aranciata e non si faccia illusioni.»
Due ore dopo ci troviamo davanti alla banca, non accetta di salire in auto con me, allora andiamo in una pizzeria lì vicino. A tavola si rilassa un poco, mi racconta che viene dal sud, che è fidanzata, che lavora come impiegata contabile in un grande gruppo alimentare, e che è stata mandata è nella mia citta per un corso di aggiornamento della contabilità, che prevede l’uso del computer. Le racconto di me che vivo solo e lavoro in banca, poi lei riflette sul fatto che il corso finisce alle 17 e che noi a quell’ora chiudiamo e quindi non sa come riprendere la carta. Mi faccio dare un documento e l’indomani le riporto la carta e le strappo un nuovo appuntamento. Ben presto ci rendiamo conto di stare bene insieme, io ne sono affascinato, mi piace da morire, la sua allegria, il suo modo di essere ironica, e la sua fiera bellezza. Dopo una settimana la invito una sera a cena da me. Accetta e quella sera la bacio per la prima volta. Lei non si sottrae all’abbraccio, ma mi dice con voce malinconica che non va bene che è fidanzata, ma io la voglio e lei si lascia baciare ancora. Finiamo a letto insieme, ma non si fa scopare, è vergine e tale vuole restare, ma non per questo non ci divertiamo. Baci, carezze e masturbazioni ci danno una eccitazione che sfocia in un 69 di fuoco, e quando vengo le riverso in gola tutto il mio piacere che lei ingoia senza nessuna esitazione. Pur restando vergine davanti, lentamente, la convinco a donarmi il fiorellino anale. All’inizio è un po' doloroso, ma poi rapidamente lo apprezza e diventa un modo di godere che la sconvolge fino allo sfinimento. Passiamo quaranta giorni di piacere molto intenso e appagante, e solo una volta mi trovo con la cappella appoggiata alle sue labbra della figa bagnatissima, sto per affondare in lei ma il suo sguardo disperato mi fa desistere. Finito il corso la invito a restare.
«Non te ne andare, resta, con il mio stipendio e la tua specializzazione di lavoro qui ne trovi subito, ci prendiamo un appartamento più grande e viviamo insieme, ti amo, resta, ti prego.»
Niente da fare, mi dice che non è possibile, e se ne va. Passo una settimana di pura disperazione, mi manca da morire, ma poi lentamente mi tuffo nel lavoro, e quando mi propongono un trasferimento alla sede scentrale, accetto. Dopo due mesi conosco casualmente Anna. È la figlia del direttore generale, ma questo lo scopro dopo. Mi cerca, ma io non mi lascio avvicinare facilmente perché non voglio avere storie con lei considerando chi è suo padre, allora lei una sera mi aspetta all’uscita e mi abbraccia, mi bacia.
«Cosa deve fare una donna per farti capire che è innamorata di te?»
Mi chiede stringendomi a lei.
La guardo per un attimo, realizzo che sono il re dei cretini. Bella, sensuale e molto elegante, è la femmina che farebbe girare la testa a tutti, e io non la volevo! Bel fesso! Mi tufo in questo nuovo amore, ma la cosa non mi agevola nel lavoro, il padre mi tiene costantemente sotto il suo sguardo vigile e attento. Passano tre mesi, lei si dimostra essere una donna meravigliosa, una sera facciamo sesso e resta incinta. Per niente dispiaciuta ci sposiamo poco dopo, incomincia una parte della mia vita veramente bella. Anna è una donna capace di sconvolgere realmente la mia vita. Elegante, bella, sensuale, e molto porcella, mi fa scoprire il piacere di un erotismo bello ed molto originale. Spesso si diverte a stuzzicare la mia eccitazione con giochi veramente erotici, come indossare abiti cortissimi, o con atteggiamenti da vera puttana, che si concludono con scopate epiche nelle quali diamo entrambi tutto. Altre volte mi telefona, mi dice che è in giro per negozi senza intimo, facendomi credere che ci sono uomini che potrebbero vedere che lei sotto è nuda. Questo eccita la mia immaginazione, e la sera la distruggo a letto scopandola in maniera sconvolgente. Gode e mi fa godere sempre in modo originale. Le piace da morire essere scopata in posti insoliti, specie se c’è il rischio di essere scoperti. Adora essere sfondata analmente, direi una vera ossessione per questo tipo di sesso, che la fa godere sempre in maniera completa, il che mi riporta alla mente Barbara. Passano dieci anni, la mia scalata ai vertici aziendali è sempre stata seguita dal suocero che si è convinto della mia bravura e intanto cresce mia figlia, ma un destino vigliacco mi attende dietro l’angolo. Due giorni dopo il mio trentasettesimo compleanno Anna muore per una leucemia fulminante. Passo giorni di puro abbandono, la sua mancanza mi deprime, mi manca tutto di lei, il suo erotismo, il suo modo di essere donna, madre e complice. Impazzisco ma poi lentamente mi butto nel lavoro e piano piano ne esco. Passano tre anni, e mi ritrovo ad occupare la poltrona di direttore generale del personale. Il nuovo incarico mi impegna e questo distrae la mia mente dal pensare a lei. In questa occasione conosco Lisa, la nuova segretaria. Una bella trentenne, che mi affianca nel lavoro. Veste poco elegante e per niente seducente, jeans, e maglioni larghi, pur avendo un bel corpo non lo valorizza. Un giorno mentre lei mi ricorda i miei appuntamenti la guardo e le dico di disdire tutto. Mi guarda stupita e le comunico che oggi è l’anniversari della morte di mia moglie e voglio andare al cimitero.
«Che tipo era sua moglie dottore?»
La guardo e le dico che era una donna bellissima, sensuale e sempre molto elegante, che amava le autoreggenti i tacchi vertiginosi e le piaceva provocarmi con elegante maestria. Lei se ne va e da quel giorno cambia radicalmente il suo abbigliamento. Bella curatissima sensuale e sempre in gonna mai volgare si diverte a provocarmi ma solo quando siamo soli. Allora la sua camicetta ha un bottone di troppo slacciato, o le sua gambe inguainate da splendide calze si mostrano al mio sguardo. All’inizio credevo che avrei dovuto scoparla, ma poi ci ho riflettuto e sono giunto alla conclusione che se lo avessi fatto avrei rovinato tutto e quindi sono stato al suo gioco mostrando di gradire con complimenti appena sussurrati e dimostrazioni del mio, pacco duro come gradivo le sue attenzioni, e questo gioco si ripete spesso ma sempre senza mai andare fino in fondo. Passa un po' di tempo e il mio istituto assorbe una banca più grande in difficoltà, per me incomincia un periodo di intenso lavoro sempre affiancato dalla mia speciale segretaria. Dopo l’unione il mio compito è quello di ottimizzare tutte le filiali, qui il destino gioca ancora le sue carte. Sfogliando l’elenco dei vari posti dove sono ubicate le filiali scopro un nome di una città del sud dove abita Barbara. Mentalmente escludo di avere ancora interesse verso di lei, ma più passa il tempo e più mi sorprendo a farmi domando su cosa ne sia stato di quella donna che ho amato tanto. Mi immergo nel lavoro, e lascio volutamente la sua città per ultima, e quando chiedo a Lisa di prenotarmi un hotel per una settimana in quel posto lei mi guarda stupita, mi giustifico dicendo che voglio prendermi qualche giorno di riposo. Delusa dal fatto che non la invito a seguirmi, cosa che avevo sempre fatto, lei esegue senza fiatare. Mentre mi reco nel paese di Barbara ho una intuizione. Ho notato che ci sono solo tre nostre filiali, e allora scorro fra i clienti e la trovo. Ha un conto presso una filiale, e economicamente se la cava bene, ma soprattutto ottengo il suo indirizzo. Passo due giorni a sistemare le pratiche di lavoro e la sera la vado a cercare. Abita in una bel palazzo, ma per quanto mi sforzi non riesco a trovala. Passo la notte a chiedermi che cosa sto facendo. Al mattino presto mi posiziono con la mi auto davanti a casa sua. La vedo uscire poco prima delle otto, ha due figli che con l’auto accompagna a scuola, poi si dirige verso un bar ed entra. La seguo. Mentre ordina caffè e si fa servire un cornetto mi vede.
«Tu??... Giorgio? Che ci fai qui?»
Restiamo immobili, ci guardiamo e non siamo capaci di dire nulla.
Dopo un momento ci sediamo e ad un tratto mi rendo conto che lei è diventata ancora più bella. La sua fierezza è rimasta, le sue curve sono diventate più piene, seducenti e il seno è diventato più grande, e ancora più bello. Lei mi racconta della sua vita, lo fa con malinconia, mi dice che è in crisi con il marito, un vero egoista che pensa solo a lui, incurante di quello che vuole lei, dei suoi desideri, delle sue esigenze. L’unica cosa che gli interessa e che lei si occupi dei figli e basta. La guardo, ha l’aria decisamente triste. Le racconto di me, poi lei abbassa lo sguardo e mi dice che sarebbe stato meglio che fosse rimasta con me, poi mi guarda fiera e dura, quasi incazzata.
«Portami via, ora, andiamo la tuo albergo.»
Non me lo faccio ripetere due volte. Entriamo nella mia camera e ci strappiamo i vestiti di dosso, quasi stessero bruciano, ma non sono loro a bruciare, ma i nostri corpi, i nostri sensi e ci stendiamo sul letto. L’ammiro per un momento e rivedo tutta la sua sconvolgente bellezza. Le nostre mani tornano a sfiorare i nostri corpi, a ridarci piacere, e lentamente dopo averla baciata e toccata ci ritroviamo di nuovo a fare uno splendido 69, ma questa volta non esplodo nella sua bocca, voglio di più e lei se ne rende conto e quando ritiene di essere pronta si distende supina e mi attira su di se. Entro dentro quasi con impeto. Lei inarca il corpo e apre la bocca mentre io lo spingo tutto fino in fondo e solo quando sento sbattere la cappella sul fondo mi fermo a guardarla. Lei è un maschera di piacere, vorrebbe urlare ma dalla bocca spalancata non esce nessun suono. La pompo ma lei mi blocca.
«Ti prego fai piano, voglio godere. Lui non mi ha mai fatto raggiungere l’orgasmo, mi penetra e poi appena vuole viene incurante del fatto che io abbia goduto o meno.»
La guardo, la bacio.
«Rilassati godi, io verrò quando tu ne avrai avuto abbastanza.»
Inizio a scoparla facendole provare alcuni orgasmi, poi la rigiro, la metto sopra a di me e lei si impala mentre io le strizzo i seni, le accarezzo i fianchi. Lei gode, ondeggia e raggiunge il piacere gridando di non smettere, poi mi guarda e mi chiede di inondarla. La metto di lato, la scopo con impeto ed esplodo dentro di lei. Dopo esserci ripresi lei mi prende il cazzo in bocca, lo succhia con dedizione e bravura, la stessa che mi faceva impazzire. Ben presto mi torna durissimo, lei si gira, e con occhi languidi mi sussurra:
«Mettilo dietro, ma fai piano, lui non l’ha mai voluto e io l’ho dato solo a te.»
La possiedo lentamente fin quando lei mi incita a sfondarlo di nuovo.
«Dai che mi piace! Spingilo tutto dentro! Si, godo!»
La scopo nel culo facendola di nuovo impazzire di piacere e poi le vengo dentro con immenso piacere di entrambi.
Restiamo abbracciati per assaporare questo bellissimo momento e nei giorni a seguire abbiamo ripetuto più volte. L’ultima sera l’ha voluto solo nel culo.
«Prendimi dietro, a lui non l’ho mai dato, è tuo. Lo so chi mi farà male, ma lo voglio, anzi fammi male che mi deve restare il dolore per giorni, non voglio dimenticare chi mi ha sfondato il culo!»
Quando è giunta l’ora di andarmene le ho chiesto di seguirmi, di abbandonare quell’uomo che non la rende felice, ma lei mi ha risposto che per ora non è possibile, ma che quando sarà il momento sarà per sempre mia. Nei mesi a seguire ci siamo sentiti e visti diverse volte, organizzando dei brevi soggiorni ma durante i nostri contatti le ho insegnato a diventare una vera esibizionista, a godere del piacere di suscitare interesse da parte di altri maschi, a scoprire il piacere di sentirsi donna, amante e anche un po' puttana. Lei sta crescendo in un rinnovato interesse per la vita e spero che si decida diventare tutta mia.
«Allacciare le cinture di sicurezza.»
L’annuncio desta i miei pensieri, il mio cuore si gonfia, fra poco la rivedo, lei mi ha detto che mi ha preparato una sorpresa, e io spero che sia molto eccitante. Non mi importa quanta strada devo fare ogni volta per vederla, anche se è poco è sempre meglio di niente e per ora va bene così.
23
2
4 anni fa
baxi18, 55
Ultima visita: 1 settimana fa -
Il primo dito...
18 anni, più o meno, fino a quel momento il mio solo piacere veniva dalla masturbazione, un piacere giornaliero raggiunto fantasticando su donne immaginandomi dentro di loro o ai loro piedi, normali fantasie stile PostalMarket.
Un giorno ero a mollo nella vasca, l'acqua calda mi copriva appena il ventre e si spostava lenta seguendo i miei movimenti, massaggiando lentamente le palle e il cazzo. Il massaggio e il calore dell'acqua iniziò a farmelo gonfiare, fu subito duro, lo strinsi nella mano bagnata e iniziai a muoverla su e giù, un movimento lento dalla base fino alla punta, per poi accelerare e decellerare rimanendo a massaggiare il glande tra due dita ad anello o che lo accarezzavano stringendolo tra i polpastrelli.
La mente iniziò a cercare l'immagine per aumentare l'eccitazione ma le solite tette, le solite fiche non aiutavano. Ci voleva qualcosa di nuovo. In quel momento sentii riecheggiare nella mente una frase a cui non avevo mai dato importanza, presa sempre come una boutade piuttosto che come un modo per aumentare il piacere della masturbazione, ovvero "Mettiti un dito in culo!!!".
Caxxo, cosa credi di fare un dito in culo non è normale....
forse...
perché no...
L'eccitazione ritornò veloce, potente, sembrava che il cazzo stesse per esplodere.
Appoggiai la schiena alla parte curva, misi i polpacci sui bordi della vasca per aprire le chiappe e esporre il mio piccolo buco vergine.
Dal fianco spostai la mano verso il cazzo superandolo, portandola tra le le palle e l'interno coscia.
Tremavo per l'eccitazione, la mia prima volta, l'eccitazione di perdere una verginità speciale...
L'indice era appoggiato allo sfintere, iniziai a muovercelo sopra, da su a giù lungo il solco delle chiappe, lo roteavo sulla corona e il tremore aumentava.
Tirai un bel respiro, trattenni il fiato e spinsi il polpastrello al centro del buco che si allargó piano, lo sentii scivolare sempre più dentro.
Sentivo i muscoli del retto fare opposizione e pressione sul dito, mi fermai un attimo per apprezzare il momento e le sensazione di piacere che mi stava invadendo partendo da quel buchetto appena penetrato.
Ripresi fiato e tremendo sempre più di piacere ripresi a spingere il dito, sentivo il suo calore avanzare dentro di me, finché non superò l'ultimo muscolo dello sfintere, il dito era tutto dentro, lo sentivo e iniziai a provare un piacere nuovo, sconosciuto e intenso, muovevo il polpastrello dentro e godevo, rigiravo il dito e godevo allora feci l'ultimo passo verso il piacere totale, iniziai a tirarlo fuori e rispingerlo dentro. Prima con un movimento lento, per sciogliere i muscoli e poi sempre più velocemente.
Godevo solo con il buco del culo e la cosa mi piaceva, mi piaceva non poco, anzi...
Il dito andava su e giù e godevo sempre di più, sempre di più
Misi l'altra mano intorno al cazzo e partì. Il piacere del cazzo si sommó al piacere del culo e arrivó a livelli mai provati prima.
Non so per quanto andai avanti così, mi ero estraniato da tutto, eravamo solo io e il mio piacere, godevo godevo godevo...
Poi eccolo lì il piacere, lo sentii partire dalle palle, avanzare lungo il cazzo ed esplodermi dalla cappella, lo sentii arrivare sulla pelle del petto bianco, caldo e appiccicoso. Continuavo a masturbarmi e arrivò un altro getto e poi un altro e ad ogni sborrata i muscoli dell'ano si stringevano sul dito che infilavo ancora dentro.
Mi masturbai finché l'ultima goccia di sperma non cadde sulla mia pelle, tremante tirai fuori il dito dal culo lo guardai incredulo di quanto quel piccolo ammasso di muscoli e ossa mi avesse cambiato la vita aprendomi a nuovi piaceri e nuove fantasie...
30
1
4 anni fa
mamau,
57
Ultima visita: 2 giorni fa
-
Un bisex ...sbattuto in tre
C'era una volta...tanto tempo fa un Bisex....del Buco Nero(si definisce buco nero una regione dello spaziotempo con un campo gravitazionale così forte e intenso che nulla al suo interno può sfuggire all'esterno
SE DI GROSSA DIMENSIONE CARNOSA..;-)
be non e' una favola ma una realta' che capita una sola volta...
Un po' di tempo fa una mattina di un gelido inverno molisano
alzatomi presto per non aver dormito a causa di un sogno Bisexiano,
che mi tormentava facendomi continuamente toccare,sfiorare e stimolare i Capezzoli,
a tal punto che mi faceva stringere forte l'ano e sentire come se toccato con la lingua affondandola dentro
sempre piu'....mmmmmmmmmm,
quasi nudo solo con un filo interdent-ano andai al balconcino,gelido in quel periodo,che affaccia su un cortile, per sbollire quella
pazza voglia che nel sogno saliva sempre piu' con il passare dei minuti,
ma dopo aver stimolato i capezzoli gia' tempo prima durante e dopo il sogno,
all'impatto con la gelida temperatura quasi magicamente diventavano duri e grandi....tanto da sentire una sensazione goduriana che partiva dall'ano per salire al battito del cuore e creare una sensazione come se dietro di me ci fosse un grosso pene che spingesse ma senza entrare....siiiiiiii.
Erano le 06.00 faceva freddino allorche' volevo far rientro per non gelare,il mio lato B,maaaaa
in quel momento passava il lattaro,ancora c'e' qualche lattaro in giro che in posti come nel nostro paese porta il latte,la mattina presto,
vedendomi sul balconcino in quel preciso momento che mi accingevo a rientrare e posando il mio lato B con filo
interdent-ano tra i paletti della ringhiera,
silenzioso com'era un gemito o una voce diretta verso di me sembrava che dicesse
"panna da montareeee"
be mi girai appena per capire quella voce dove poteva fermarsi con un gemito finale sulle lettere "e" finali...
e vidi che ancora lo sguardo era verso di me...
devo dirvi che un buon latte caldo sinceramente lo avrei preso,con una buona panna ;-) quindi
lo invitai a portarmene sopra.
Salito con la porta socchiusa e con il corpo coperto dietro l'anta,mettevo la mano fuori per prendere il litro di latte e dandogli i due euri che cercava lo salutai,maaaaa,
be successe che mi prese la mano e mi solletico' sotto.......cazzzooo che sensazione,mi ribolliva tutto,la pressione era al massimo e come fuori dal balconcino cosi' in quel momento i miei capezzoli diventavano duri e grossi....portando a pulsare l'ano....
.....maaaaa
.....lo feci entrare,io ero diciamo nudo solo quel filo copriva l'ano e un piccolissimo triangolo copriva il resto,una parola tira l'altra eeee
Lui:piacere Fabio
Io:piacere Antonio...maaaa...
Lui:maaa???
Io:niente!!!
sembrava che faceva finta di vedere che io mi sentivo piu' donna che uomo ma credo era l'imbarazzo.
Seduti sul divano vicini be senza nessun altro commento e domande mi comincio' a toccare i capezzoli a sfiorarli e farmeli diventare duri leccandoli e succhiandoli tanto bene e con morsetti delicati mi faceva sentire una vera troia in calore,allora cominciai a toccare sui pantaloni il suo grosso pene,era grosso si sentiva bene gia' dentro i pantaloni...immaginavo gia' fuori....mmmm2
eeee si quando gli dissi che avevo una voglia matta di prenderlo tutto in bocca e nel culo,non si fece pregare neanche in un secondo eee in piedi con un fisico statuario e con un cazzo alla massima potenza,grosso carnoso con le vene che lo scolpivano per renderlo piu' di quanto io immaginavo fosse,
mi disse con voce autoritaria:
.....girati cazzo!!!!
mi lubrifico' con la saliva,ma credetemi non serviva a nulla quella saliva per lubrificarmi il buco,serviva tanta di quella crema vasellina che per.....
siiiiiiii lo affondo' con un colpo solo tutto...mmmmmm ahiiiii...mmmmm ahiiiii siiiiiiiii
ben 20 cm per uno spessore GROSSISSIMO...
mi monto' come un toro sempre piu' sentivo la sua forza dentro di me che mi faceva godere
sempre piu' sentivo quei quei cm di diametro,credo erano 6/7cm tutti nervi e carne eeee tutto dentro che mi apriva il buco...
avanti indietro avanti indietro....
non si arrestava la voglia che aveva e io
godevo come una cagna......
Lui:....dai adesso ti sbatto come una gran troia,devi ricordarti di me ricordare il mio cazzo grosso e carnoso...
Io:...siiiii dai ancora ancora ancora....
non si fermava piu'....un'ora in tutte le posizioni li a sbattermi!!!
Be a questo punto direte voi:
ma il titolo che c'entra:Un bisex e tre "terze gambe" carnose
c'entra c'entra vi dico che c'entra!!!
Quando dopo un'ora che mi aveva sbattuto o meglio sbattuta,senza respiro
si sentono delle voci erano le 07,20
in strada passavano i due soliti amici del lattaro che ogni giorno al rientro dopo aver venduto tutto il latte,
s'incontravano ,il mio nuovo amico lattaro Fabio con i due amici per andare al bar per un caffettino...
e siccome Fabio conosceva i due amici bene per la fama di donnaioli e....non solo,
mi lascia un attimo per andare al balconcino e fare dei segni ai due amici per invitarli a salire,
be io di forze non ne avevo piu' ma avevo capito benissimo cosa faceva fuori al balconcino Fabio eeeeeee
...appena un minuto dopo....li ho visti entrare,
io ero al di la del divano non mi vedevano ero sdraiato o meglio sdraiata con pancia in giu' e il filo interdent-ano indossato di nuovo...pero' si perdeva devo dire dopo un'ora di sesso anale,
sbirciai e senza far troppe storie,li ho visti tutti e tre nudi ma i due erano girati e non potevo conoscere tutta la loro bonta',se c'era........
sti cazzzziiiiiii....ma erano anche loro dotati....
quasi avevo un po' timore di farmi sbattere da tutti e tre maaaaaaaaaaa
avvicinandosi a me
Luca:cavolo ma questo ha un culo da favola!!!
Andrea:io non ho le parole adatte so solo che voglio aprirla anch'io per bene!!!!!!!!
Tutti e tre su di me ,uno dietro, Luca con quel arnese doppio che mi chiavava alla grande a pecorina,
Andrea me lo metteva in bocca e Fabio mi leccava i capezzoli e me li mordeva,
poi Luca mi fa fare la candela e io
su e giu' su e giu' su e giu' instancabile per godere al massimo...non mi fermavo...
nel frattempo lo prendevo in bocca da Andrea...
...e Fabio??
Be Fabio cosa dire...
allora ve lo dico, stando a candela sul cazzo grosso di Luca,Fabio mi chiede di abbassarmi avanti fino a toccare il petto di Luca con il mio petto....
e piano piano piano pur facendo non entra,ma dopo aver spalmato tanta crema lubrificante e riprovando lentamente centimetro per centometro....Fabio mi entra anche lui,
sempre piu' dentro a farmi tanto male ma tanto godere...
era un vortice di massima goduria mmmmmmm stavo morendo dal piacere.....
...siiiii daiiii rompetemelo...siiiii lo voglio....daiiii
daiiiiii ancora ancoraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
eeeeeeeeeee con un gemito sincronizzato mi venivano dentro
Luca e Fabio,sperma caldo inondandomi il buco ...
e Andrea mi veniva anche lui in bocca,tanto da riempirmela tutta e nell'ingoiarla tutta
venivooooooooooooooooooo anch'io senza toccarmi.....siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Un bacio a tutti!!!
28
1
4 anni fa
april09,
23
Ultima visita: 4 anni fa
-
Prima Volta Al Privé
Era deciso, si doveva fare. Ma quante perplessità, quanti dubbi, quante paure, e poi sta storia del dress code! Red Passion. Bisognava che lei fosse in rosso! Allora dai, via per le città a cercare lingeire rossa, ma hemm come taglia siamo un po' abbondanti, risultato? non si trova nulla. Cosa fare? Idea! Andiamo in un sexy shop. Grandeeee. Entriamo e ci troviamo davanti un tipo barbuto che tira fuori quattro straccetti fuori taglia e ci dice, in rosso è difficile, tornate verso fine anno che si trova di più. Già ma noi venerdì andiamo al privè. Uff. Allora cerchiamo un altro sexy shop e stessa storia. Un altro ancora (sono tutti attaccati uno all'altro) e niente da fare. Desolati ormai pensavamo di rinunciare ma porca di quella vacca no! Non rinuncio.Chiamo il club e mi dicono si certo il rosso va bene, ma non è che sia obbligatorio.Basta qualcosa di rosso comunque sia.Via di corsa nuovamente a cercare ma ancora il problema della taglia si fa vivo. Allora torniamo diretti al sexy shop che ci era sembrato più gradevole e li, troviamo tutto quello che volevamo in nero e pure un boa ROSSSSSSSSOOOOOO!Bene siamo pronti e belli convinti.Domani sera festa!Belli convinti partiamo e arriviamo come al solito in anticipo. Tessera e si entra. Locale bello, un night club ma con una musica da disco che fa bum bum bum e continuerà così per tutta la serata. Veramente sgradevole. Ma dico una musica rilassante, coinvolgente languida stimolante non sarebbe meglio?Vabbe, siamo li, abbiamo pagato solo la tessera dato che l'ingresso era gratuito. Va bene lo stesso. Allora ci mettiamo a osservare e sta cosa del rosso è davvero una bufala. Meno della metà delle signore ha qualcosa di rosso. E noi stupidi siamo diventati matti a cercare lingerie color rosso.Siamo seduti e nessuno non dico si avvicina, ma nemmeno ti degna di uno sguardo, almeno ti guardassero e ti schifassero, sarebbe già qualcosa, ma proprio ci sembra di essere trasparenti e, trasparenti non siamo proprio...Avevamo fatto un giro prima dietro la tenda dove evidentemente si svolge la vera azione. Proviamo a tornarci, ma è ancora deserto. Boh! Vabbe torniamo a sederci, nel frattempo ci avevano occupato il posto, fa niente ne cerchiamo un altro un pochino più in vista ma niente, continuiamo ad essere trasparenti.Dopo un'oretta, francamente stufo di fare tappezzeria, dico torniamo dietro la tenda voglio fare l'amore.Ed ecco che le aree sono tutte occupate; andiamo nella zona riservata alle coppie e passiamo davanti a un gruppetto che sta facendo sesso. Vedo una lei depilatissima che la espone e la cosa mi piace. Entriamo nell'altra stanza e vediamo una altro gruppo di due coppie al lavoro, e un letto che si sta liberando in quel momento. La coppia che lo occupava se ne va e noi ne prendiamo possesso. Non esito un secondo comincio a spogliarmi e faccio spogliare lei un filo titubante, ma con mia sorpresa si da coraggio e in un attimo è pronta. Ci sdraiamo e lei comincia subito con una fellatio che mi manda alla stelle e godo come un matto vedendo che altri ci osservano, coppie che entrano escono, guardano sorridono e tutto continua come se niente fosse, anzi con una crescendo di eccitazione che ormai era palpabile. L'intesa tra noi saliva di intensità ogni secondo che passava. Lei era bagnata come non mai, io gocciolavo letteralmente. continuo a guardare quell'altro gruppo che gioca e così fa lei, ma non abbiamo il coraggio di avvicinarli, c'è una che sta facendo una fellatio impegnatissima da 10 minuti. Fantastico. Mi lancio in un 69 sul fianco con le sue gambe spalancate verso gli altri e la porta di ingresso alla stanza. Entrano guardano si siedono sui divanetti si toccano, succede di tutto e noi due siamo ormai alle stelle. Non ne posso più, la penetro, è semplicemente fantastico, la sto godendo come non mai. E' tale il godimento che mi trattengo non voglio che finisca, sto troppo bene, e ci guardano. Tra noi e il resto del mondo si è creata una barriera invisibile che ci tiene uniti intimamente e separati dal mondo che però ci osserva e ne godiamo.E' paradossale e eccitante in modo incredibile.Poi mi lascio andare e l'eccitazione si sfoga dentro di lei con una serie di schizzi caldi e copiosi che lei riceve con grande eccitazione e godimento. E' finita.Ma no, ci sdraiamo uno di fianco all'altra e rilassandoci continuiamo ad guardare quelli che ci osservano come se loro non potessero vederci, ma sappiamo che siamo nudi e ci vedono. La serenità che ci avvolge è come una culla calda e confortevole.Ok è tempo di rivestirsi e lasciare ad altri l'uso del letto.Uscendo passiamo nella zona non riservata dove in ogni stanza ci sono coppie e trii che giocano. Ci soffermiamo a guardare eccitatissimi baciandoci con calore, trasporto e passione infinita.Ci sono molti singoli.Mentre guardiamo le varie attività in svolgimento, inavvertitamente spingo lei verso un singolo, lo guardo, mi guarda con aria interrogativa. Non capisco. Ce ne andiamo.Ci soffermiamo nuovamente a guardare altre coppie e ci baciamo ancora e ancora e ancora. Le infilo una mano in mezzo alle gambe, lei fa lo stesso, ci guardano, non ci da nessun fastidio. Anzi!Ormai siamo esausti abbiamo un'ora di auto per tornare a casa. Ci sediamo nuovamente nella discoteca, beviamo un caffè e poi torniamo a casa raccontandoci quanto ci è piaciuto e quanto siamo stupiti dalle nostre positivissime reazioni.E' stata una esperienza indimenticabile che ha rafforzato il nostro rapporto e che ha aperto il nostro orizzonte a nuove esperienze.Lei mi ha poi raccontato che il singolo le aveva toccato il sedere e, con suo stupore, le aveva fatto piacere.Peccato che lo scambio in questo posto sia soltanto nel nome. Arrivano tutti già accoppiati per lo scambio oppure da soli a coppie e rimangono tra di loro. Però forse è stato meglio così, come prima esperienza lo scambio vero forse sarebbe stato troppo.
2962
0
4 anni fa
coppiaala, 57/47
Ultima visita: 11 mesi fa -
Io e lei sole.
Ľesperienza con un altra coppia,la mia prima volta con una donna mi fecero prendere coscienza della mia,sessualità che avevo represso negli anni dopo il matrimonio.Spesso mi masturbavo pensando ai baci della moglie del mio amante e ogni volta che incontravo Lui nei nostri giretti di jogging gli raccontavo di quanto fosse stato bello.Lui mi disse che anche sua moglie si era divertita e avrebbe voluto rivedermi.Eran passati ormai alcuni mesi da quella sera,da qualche settimana non vedevo neanche Roby a causa di uno strappo muscolare che mi impediva di fare jogging.Una mattina mentre bevevo un caffè in un centro commerciale sentii una voce familiare,mi girai e vidi Lei entrare accompagnata da alcune amiche,mi salutò con un abbraccio e un bacio che mi provocò un brivido lungo la schiena.Ci sedemmo tutte insieme ma dopo mezz'ora mi alzai perché dovevo far delle compere.Ci salutammo come vecchie amiche e io mi incamminai per fare gli acquisti in vista del Natale.Avevo ormai finito quando passando davanti ad un negozio di intimo mi incuriosi una vestaglia in vetrina,decisi di entrare e cominciai a guardare un pò di cose,prendendo dei capi da provare.La commessa mi indicò i camerini mentre aspettavo se ne liberasse uno pensavo alľincontro appena fatto."Ciaoooo, anche tu qui,se lo avessi saputo sarei venuta con te",alzai la testa e la vidi sulla porta del camerino."Visto che ci siamo ritrovate potremmo aiutarci a scegliere che ne dici?".Me lasciò entrare nel suo camerino mentre andava a cambiare alcuni articoli scelti,io mi provai la vestaglia e un body che mi andavano proprio giusti,mi stavo spogliando quando sentii bussare alla porta,"posso entrare"?aprii e mi guardò dicendomi che avevo fatto una bella scelta e che mi stavano bene,mentre mi guardava cominciò a spogliarsi per provare un reggiseno,quando vidi il suo seno mi sentii di nuovo dei brividi ma questa volta provenivano dalle parti più intime del mio corpo.I miei capezzoli si erano irrigiditie lei lo notò,si avvicinò sfiorandomi il seno e baciandomi prima sul collo poi sulle labbra."Desideravo da tanto di baciarti"anche io le risposi ricambiando il bacio e toccando il suo seno,eravamo molto eccitate,quella situazione ci aveva fatto eccitare e tutte e due eravamo bagnatissime.Fuori dai camerini altre donne aspettavano,un ultimo bacio poi le dissi se voleva venire da me visto che abitavo a 2 passi ed ero sola.Non ci pensò 2 volte,ci rivestimmo in fretta ma lei si tolse le mutandine offrendole alla mia bocca,feci la stessa cosa,tolsi le mie e le infilai nel suo seno.Arrivammo a casa dopo 10 minuti,mentre camminavo per strada senza mutandine mi sentivo eccitata come non mi succedeva da tempo,lei mi fissava e i suoi occhi erano solo per me.Stavo aprendo la porta e sentii la sua mano insinuarsi tra lo spacco della gonna,lei era dietro di me,sentivo i suoi capezzoli contro la mia schiena,aprii le gambe volevo farle sentire come ero bagnata,non avevo neanche guardato se qualche vicino guardava,mi sentivo una troia pronta a tutto.Entrate in casa ci avvinghiammo in un bacio zenza fine,le nostre lingue roteavano nelle nostre bocche,le nostre mani mettevano a nudo i nostri corpi."Voglio essere la tua troia,voglio godere e farti godere"siiiiii anche io,voglio leccarti tutta,voglio sentire il tuo sapore nella mia bocca.Eravamo stese sul pavimento leccavamo i nostri sessi fino ad esplodere ognuna nella bocca delľaltra.Eravamo sdraiate ancora sul pavimento,non ero ancora appagata,la sessualità che avevo represso per anni ora si presentava pretendendo sempre di più,baciavo il suo seno poi le presi le mani e la portai sul mio letto,volevo leccarla ancora,era la mia seconda volta con una donna e volevo recuperare il tempo perso,la stavo masturbando ma lei mi chiese di usare il bagno,la accompagnai e le chiesi di darmi la sua pipi,"sei sicura di quello che vuoi",certo,ho sognato molte volte di farlo ma non potevo chiederlo a mio marito,entrammo in doccia e lei mi inondò il seno il ventre poi mi avvicinai con la bocca assaporando quel nettare dolcissimo.Ci baciavamo e sotto ľacqua ci masturbavamo raggiungendo un altro orgasmo insieme.Era passato solo un ora ma sembrava stessimo godendo da sempre,purtroppo lei doveva andare ci salutammo con la promessa di rivederci presto con o senza i nostri partner.
2524
1
4 anni fa
patti1204,
64/64
Ultima visita: 1 anno fa
-
Uscita con sorpresa
Un bel pomeriggio io e lei usciamo, prendiamo la superstrada e ci fermiamo a prendere un caffè in un bar, una macchina si affianca a noi con dentro un ragazzo sconosciuto, che fissa lei in ogni movimento, lei scende dalla macchina spalancando lo sportello mostrando al tipo le sue autoreggenti, entriamo nel bar e quando usciamo lui è ancora li ad osservare la risalita in macchina di lei, a quel punto la vogliosetta lo provoca e nel risalire in macchina gli fa notare che non indossa le mutandine, partiamo e notiamo da subito che lui ci segue, presi da tale eccitazione prendiamo la prima uscita e cerchiamo subito un posto tranquillo in aperta campagna, ci fermiamo e ci accorgiamo di essere stati seguiti da quel ragazzo arrapato che parcheggia dietro di noi, eccitatissimi cominciamo a far sesso, dopo circa 10 minuti il tipo scende dalla sua auto e si avvicina al nostro finestrino osservandoci ed eccitato mette subito in mostra il suo arnese duro come una pietra, la vogliosa presa dall'eccitazione abbassa subito il finestrino e comincia ad accarezzare quel cazzo arrapato mentre io la scopo da dietro, la voglia di andare oltre cresce e a lei non basta toccarlo, allora apre lo sportello, si gira mettendo a disposizione il suo culetto all'aria fuori dalla macchina dirigendo la bocca verso il mio cazzo, lo sconosciuto senza dire una parola per non rompere l'incantesimo accarezza il suo culo ed improvvisamente comincia a scoparla da dietro, all'inizio delicatamente e poi sempre più insistentemente fino al punto di arrivare a venire, ma prima di farlo toglie il profilattico e lei si gira velocemente per ricevere lo schizzo in piena faccia, finito il tutto il ragazzo scompare nel nulla senza tante presentazioni ecc... lasciando lei con tutta la sborra in viso soddisfatta ed appagata, siamo stati li a far sesso per altri minuti presi dall'eccitazione di aver fatto godere un perfetto sconosciuto.
Speriamo che la cosa si possa ripetere presto... basterà trovare il tipo giusto e la goduria è assicurata.
35
5
4 anni fa
VOGLIOSETTA38,
48/48
Ultima visita: 3 anni fa
-
Prima volta
ciao sono Giulio, 19 anni, due anni fa era la vigilia del mio compleanno, mio padre disse che non poteva rientrare prima di una settimana; una breve descrizione di lui, puttaniere, sempre ubriaco e giocatore, una volta disse a mia madre che non sapeva come aveva fatto a sposarla con quelle tettine; premesso questo mia madre decise di festeggiare insieme, avremmo fatto come tutti gli anni, lei prepara e poi a tavola vestiti eleganti.
l giorno dopo, avevo come un milione di farfalle nello stomaco, non capivo come mai, comunque mi vestii elegante, ma quando vidi Anna, mia madre, rimasi a bocca aperta, aveva un abitino corto con due spacchi laterali, così alti che si vedeva che non aveva intimo, un paio di sandali con tacchi da 16, camicetta di lino, era veramente uno schianto, ci sedemmo e mangiando ci toccavamo le mani, forse a causa del vino, o perchè lo desideravo, la mia mano si posò sulla sua gamba, vidi che apprezzava.
Continuammo così, a flirtare, al momento di spegnere le candele espressi il mio desiderio, ridevamo ad un certo punto ci guardammo, ci baciammo con passione, il mio cazzone (sono superdotato) era durissimo, la sua mano me lo tirò fuori, io a mia volta appoggiai la mano sulla sua topa bagnata, era eccitata, mi gettai sul letto e lei s'infilò il cazzo dentro, con un gemito di piacere, di sorpresa e di dolore, sentivo che la stavo allargando, scopammo con passione, mentre la riempivo del mio seme, le scappò che mi amava, seguì il mio, anch'io, giacemmo uno accanto all'altra soddisfatti, momentaneamente, veramente mi ami? Le chiesi a bruciapelo, lei assentì e mi disse che voleva essere la mia compagna, la mia amante e la mia complice e, soggiunse, se vuoi la tua puttana.
La baciai in bocca e poi le disi di aspettare, andai in camera mia, avevo comprato da tempo una fedina, mai sperando di darla a lei, tornai da lei e le dissi che anch'io la amavo e le porsi la fedina, si commosse, e mi baciò
La mia bocca scese ai suoi capezzoli duri e dolci, li succhiavo, li mordicchiavo lei giocava col mio cazzone, intanto la mia bocca scendeva lungo la pancia ed arrivò alla sua topa, ancora sporca di me e cominciai a leccarla, sembrava impazzita, squirtava a più non posso, la feci sdraiare le misi le sue gambe sulle spalle e la penetrai con delicatezza, entravo piano ma inesorabilmente, mentre la mia bocca baciava e leccava i suoi piedi, la pompavo ed entravo sempre di più, venni nuovamente dentro di lei, dopo un po che stavamo abbracciati e ci facevamo le coccole, le dissi che volevo anche il suo culetto, mi disse che le avrei fatto male, risposi che era o no la mia puttana, andò in bagno e tornò con un vasetto di vasellina, spalmalo e carezzami il buchetto, poi quando vuoi entra
Feci come aveva detto, poi appoggiai la cappella sul buchetto che faceva resistenza, riuscii ad entra con la cappella, lei gemeva di dolore e di piacere, continuavo ad entrare, ad un certo punto sentii che si allargava, uscirono anche gocce di sangue ma alla fine fui dentro di lei, durò almeno una mezz'ora, poi la riempii, uscito dal suo culetto si alzò e si mise a gambe larghe, mi disse guarda come cola lungo le cosce, poi toenò a letto e ci addormentammo nelle braccia l'uno dell'altro
0
2
4 anni fa
giovaneragazzotn,
19
Ultima visita: 3 anni fa