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La metamorfosi di Eva (capitolo 1)
Ormai avevo i suoi polpacci sulle spalle e lei, nonostante il suo no si preparava per essere scopata, ma continuava a dire:-“no dai, non lo fare, e poi in..."Sia 100 volte maledetto me, per aver convinto Eva “mia moglie” a soddisfare il mio desiderio sfrenato di far sesso.Tutto ha avuto inizio così:La sera durante la cena già sapevo che andando a letto lei si sarebbe accontentata della classica scopata “del missionario”, a me non bastava, ma lei non si muoveva oltre quello, stanco di tutto questo ménage mi sono proposto di dare una svolta a questo tran tran.Eva 35 anni, 170 cm di altezza, 58 chilogrammi di peso, una terza di seno che nonostante avesse avuto un figlio era sempre bello tonico e poteva permettersi di non indossare il reggiseno; capelli lunghi che portava sempre con molta molta cura, insomma..... un fisico da fare invidia a molte donne, ed infine un culo che grazie a Dio non passava inosservato.Alcune volte, passeggiando con lei, notavo che gli uomini rallentavano il proprio passo per trattenersi dietro di lei ed ammirare quel suo naturale ancheggiare; delle volte sentivo dei commenti molto porci nei suoi confronti e qualche commento meno lusinghiero sul mio conto, della serie “poverino, chissà quante corna”.Insomma passare da cornuto senza esserlo proprio non fa piacere, ma l'orgoglio di avere una moglie così mi faceva superare questo disagio.Ormai avevo ordito il mio piano e per iniziare ho messo all’attenzione di Eva, se mai non se ne fosse resa conto, di come altri uomini la osservavano, Lei, maliziosamente ma anche con un po’ di rossore, che non vedevo da tempo sulle sue guance , con aria tra il sorpreso e l’ingenuo mi ha dato dello scemo sorridendo.È stato quel suo sorrisetto, che mi ha fatto capire che quel suo modo di vestire e di porsi, non era proprio innocente come sembrava, ma in lei c’era una velata malizia seduttiva.Forse ero stato io l’ingenuo nel non vedere e nel non essermi accorto del suo ostentare quel fascino seduttivo. Avevo capito che avrei trovato, se fatto con intelligenza, terreno fertile.Tutta questa castità esternata da parte sua, non era altro che un retaggio educativo. Ecco.......ora forse avevo trovato il modo per portarla a cambiare questo atteggiamento.Non ho perso più tempo a farmi seghe mentali e la sera stessa ho affrontato l'argomento.io:-“tesoro, ti sei resa conto quanto sei osservata quando andiamo a passeggio? A volte ho come l'impressione che ti mangino con gli occhi“Lei subito rossa in viso come non mai ed in palese imbarazzo:-“Dai.... non dire scemenze!”.Io:-“no no, è così e mi sono reso conto anche che a te questo non dispiace!”.Lei:-“non penserai mica che io ti faccia le corna?”.Io:-“ no no, ma scherzi.... non lo dire nemmeno per scherzo, so che sei fedele, ci metterei le mani sul fuoco, anzi.... ti dico che fino ad ora ti ho visto sotto un aspetto sbagliato, mi piaci moltissimo nella tua femminilità”.Lei:-“ma io sono sempre stata cosi, sei te che non mi hai mai fatto sentire come sono!”.Io:-“hai ragione tesoro e desidero molto vederti così, anzi.... vorrei vederti molto più intraprendente.”.La serata, messo a letto il bambino, non è stata la solita noiosa serata. Mentre metteva in ordine la cucina i sui movimenti sensuali mi facevano capire il suo desiderio di donna piacente, io di conseguenza, non capivo il perché ma ho avuto una erezione che non finiva più.Il desiderio di possederla subito era molto forte, mi sono alzato dal divano e sono andato da lei per abbracciala da dietro, lei si è fermata per assaporare più profondamente quell’attimo diverso dal solito.Scansati i suoi splendidi capelli ho iniziato a baciarla sul collo, invece di ritrarsi mi si è avvicinata maggiormente ed ha appoggiato la sua testa sulla mia spalla, le ho fatto sentire l’erezione tra le chiappe e lei ha iniziato a strusciarsi e spingere con forza per sentirlo meglio.Solo in quel momento con una mano mi sono slacciato i pantaloni e mi sono tirato giù tutto, mutande comprese, con il cazzo duro come un pezzo di legno glielo ho spinto tra le gambe facendogli entrare tra le cosce anche la gonna.Il suo respiro si è fatto forte, ansimava e continuava a muoversi come se la stessi scopando, preso dalla situazione ormai incandescente ho osato, e dicendo a me stesso o ora o mai più, le ho sollevato le gonna e scavalcando le giarrettiere sono riuscito ad afferrare il suo perizoma, con una mano l’ho preso e glielo ho abbassato fino alle autoreggenti.Ormai travolti dalla passione lei, senza parlare si è stesa con l’addome sulla cucina, non c'eano più dubbi, voleva che la scopassi in quel modo, l’ho penetrata, i suoi umori erano talmente abbondanti da inumidirgli anche le cosce.Io fermo dentro di lei che cercavo di allontanarmi dall’orgasmo, lei che continuava a muoversi ed io:-“ dimmi la verità, lo volevi proprio così, desideri essere trattata come una puttana , dillo!!! Dillo, ammettilo che ti piace essere trattata come una puttana!!”Lei:-“ siiiii, se proprio vuoi che te lo dica, si, desidero essere trattata cosi sono una puttana”.Purtroppo sono bastati due colpi perché io raggiungessi l'orgasmo.Lei;-“ancora, ancora, lo voglio non ti fermare! Lo voglio, lo voglio, dammelo, di più di più”.Io che ancora non ero uscito da lei ma che stavo perdendo l’erezione :-“ dimmi la verità, lo vorresti anche più grosso?”Lei capendo la mia situazione Con voce flebile è sempre più sensuale:-“ siiiiii lo voglio più grosso”.Non c’era più niente da fare, con quelle sue intime parole “lo voglio più grosso” ho dovuto gettare la sugna.Ci ricomponemmo entrambi ed io tornai seduto sul divano e lei con tenerezza venne a mettersi proprio sulle mi gambe e abbracciandomi come per consolarmi:-“ dai, non fare così, lo rifaremo!”.Tutto fu rimandato a quando andammo a letto. Come sempre mi feci la doccia ed infilai sotto le lenzuola aspettando lei, ormai ero nuovamente pronto per un altro rapporto e lei lo capiva dalla sporgenza che vedeva da sopra il lenzuolo, ma si fece desiderare, continuava a camminare per la camera con tutto il suo intimo più sexy del solito, proprio da puttana e troia come piaceva a me.Alla fine anche lei è infilata sotto le lenzuola, ed invece di girarsi verso di me e prendermi il cazzo in in mano si è girata dall’altra parte e giratasi un attimo verso di me mi ha dato un bacino sulla fronte e mi ha dato la buona notte.Ma come facevo con l’erezione che avevo, così decisi che comunque l'avrei scopata, mi girai verso di lei e come ho fatto in cucina gliel'ho messo tra le cosce, lei faceva finta di niente, anzi protestava:-“dai tesoro dormiamo”.L’ho presa, l’ho fatta mettere supina e, spostatomi le ho allargato le gambe, mi sono messo i suoi piedi sulle spalle e con l’uccello in mano mi sono avvicinato a lei, lei non voleva, ma quel suo no per me era un non voglio, ma se non lo fai...., ormai avevo i suoi polpacci sulle spalle e lei, nonostante il suo no si preparava per essere scopata, ma continuava a dire:-“no dai, non lo fare, e poi in questo modo sembro proprio una puttana”.Io, capita l’antifona :-“ no, tu sei una puttana e d’ora in avanti ti scoperò solo come voglio io!”, anche lei iniziava ad entrare nella parte e mentre iniziano a penetrarla:-“siiiii, mi piace, sono la tua puttana”,Io;-“ no, tu non sei la mia puttana, tu sei una puttana ed anche un po’ troia, lei aveva allungato le braccia e mi aveva messo le mani sui fianchi accompagnando i miei movimenti.Lei;-“ siiii sono una puttana da strada e te il mio cliente, devo soddisfarti!”Io già troppo sudi giri:-“ troia, troia e maiala vogliosa!”.Lei;-“ siii sono quello che desideri, anche troia vogliosa, lo voglio lo voglio”.Ormai la stavo sbattendo chiamandola di tutto un pò da parecchio e lei, come me stava per raggiungere l'orgasmo.Lei;-“ lo voglio più grosso più grosso”E queste sono state le ultime parole prima che raggiungessimo l’orgasmo insieme.Passammo la nottata felici e soddisfatti.Ora....solo per amore nei suoi confronti, sono stato tutta la notte a pensare come poter fare per soddisfarla a pieno. Quello che non potevo dargli io era il cazzo più grosso, questo era certo.Ma il desiderio di soddisfarla senza farla sentire in colpa ha preso la mia mente per giorni, tutte le volte che facevamo l’amore emergeva sempre questo fatto “PIÙ GROSSO, PIÙ GROSSO”.Così, sapendo che a lei piaceva la seduzione l’ho invogliata a fare un gioco, quasi l’ho sfidata.Durante il pranzo l’ho provocata toccando la sua vanità e il suo orgoglio femminile e......Io;-“ si, tu sei eccezionale ma ci sono persone che nemmeno con la tortura riusciresti a sedurre”.Lei:-“ ma che dici, se volessi e se mi ci mettessi d’impegno farei cadere chiunque nella mia rete, solo credo che diventeresti geloso e questa è l’unica cosa che non desidero”.Io:-“ Geloso???? Questo se veramente tu fossi a caccia, ma se sapessi che sarebbe solo una scommessa mi divertirei e basta”Lei:-“ e va bene, ti faccio vedere io come si fa, tu trovami un pezzo di ghiaccio ed io ti faccio vedere come faccio per farlo sciogliere.”Io:-“ ovvio che è solo un gioco, ad un certo punto tu devi fermarti”Lei;-“ ok, te trovami uno che sai essere veramente irremovibile e vedremo.”Ovviamente io in questi giorni avevo già individuato la persona giusta, non tanto perché irremovibile, ma perché sicuro della sua dotazione, lui, si chiama Rex e frequenta la mia solita palestra, quando facciamo la doccia insieme ho avuto modo constatare i requisiti, a riposo lo aveva più grosso è più lungo del mio in erezione.Dovrò farmelo amico.Così è stato, prima ci trovavamo alcuni giorni casualmente insieme, ora casualmente i nostri orari e giorni coincidevano sempre.Da qui a diventare amici il passo è stato breve.Ovviamente ne ho parlato ad Eva, lei, determinata a smentirmi, ma non volendo farmi sentire in imbarazzo non sapeva come fare, le sono venuto incontro io, lui sarebbe venuto a cena da noi quale mio amico e poi avremo deciso come fare. Il gioco era iniziato.I dubbi di Eva erano sinceramente molti, ed è dipeso fortemente ed esclusivamente da me portare avanti questa storia, sapevo che se avessi detto basta, Eva non avrebbe avuto niente da recriminare, forse avrei dovuto un po’ subire qualche piccola allusione ma niente di più.Fu così che invitai Rex a cena per il giorno dopo.Eva, saputo questo ha manifestato solo agitazione, non era più serena, dentro di se sapeva che forse sarebbe potuto accadere anche qualcosa di diverso e impaurita di questo ha provato a tastare il mio stato d’animo.Io sempre convinto di volerla fare felice sono stato irremovibile;-“ dai, ormai l’ho invitato e tu potrai fare quello che vuoi, puoi provare a fare quanto abbiamo detto, ma potrai anche metterti in pantofole e pigiama e per me non cambierà niente.”Si è sentita subito rasserenata e così abbiamo cenato serenamente, poi siamo andati a letto e non abbiamo fatto l’amore, ma ci siamo addormentati abbracciati l’uno all’altra, ovviamente ognuno nei suoi pensieri per il giorno successivo.La mattina appena svegli lei;-“ stamani andrò dalla parrucchiera e dall’estetista, poi porterò Piero dalla nonna e farò un po’ di spesa, in casa abbiamo veramente poco.Non è stato necessario che le chiedessi le sue intenzioni ed ho fatto finta di niente, questo per non metterla a disagio, l’ho salutata come sempre e sono andato a lavorare.La sera sarei rientrato dopo la palestra con Rex.Così è stato, ho suonato in campanello perché Eva venisse ad aprire, così le avrei presentato Rex, è venuta ad aprire, era bellissima e dopo averle presentato Rex i suoi complimenti non finivano più.Lei subito davanti a noi ha fatto strada, dietro di lei ho mandato Rex perché potesse apprezzare subito le forme “come se ce ne fosse stato bisogno” del mio tesoro e per ultimo io.Eva l 'abbiamo fatta mettere tra noi due, in quel modo le era vicino e poteva essere servito meglio.I suoi occhi non di distoglievano dal suo splendido decollté e lei non perdeva occasione nel servirlo di strusciarsi un po’ a lui, lui con fare rispettoso ma non indifferente godeva di tutte queste attenzioni.A metà cena chiese di andare in bagno ed al suo ritorno notammo sia io che Eva che qualcosa nei suoi pantaloni era cambiatoLa cena finì con soddisfazione di tutti, con lei sempre più vicina lui. Fu lei ad accompagnarlo alla porta con un invito per la settimana successiva. Invito ovviamente graditissimo.Non era successo niente “a parte due maschi arrapati e l’aver gettato le basi per il futuro incontro.Appena soli Eva si volta verso di me e mi dice:-“ e quello lo ritieni irreprensibile? La prossima volta ti dimostrerò il contrario, ovviamente devi darmi l’occasione di trovarmi alcuni minuti da sola con lui!”Io:-“ e certo, come potresti fare con me li presente, ti darò una decina di minuti…................ continua
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8 mesi fa
Soniatravslave, 54
Ultima visita: 2 mesi fa -
Metti una sera per caso...
Mi chiamo Sandro, ho quarantacinque anni e di professione sono un autista di bus turistici. Nella mia professione, di gente se ne incontra tanta e di avventure ne capitano facilmente. Si trova la signora annoiata che vuole divertirsi, la ragazza in cerca di esperienze, la guida a cui piace il conducente e così via. Ho incontrato anche dei gay, ma son sempre riuscito ad evitare di avere dei rapporti con loro, tranne alcune volte, in cui io scopavo la signora e il lui mi succhiava o leccava il cazzo, dopo aver goduto con la moglie. Una sera, sono andato a far due passi in una cittadina del nord, quando, in un bar, incontro una ragazza bellissima, era stupenda, perfetta, un po’ troppo e questo mi ha insospettito non poco. L’ho osservata attentamente, parlava e scherzava con due ragazzi e mi son reso conto che si trattava di un trans. Era perfetta, mi ha affascinato la disinvoltura con cui lei si muoveva in mezzo a loro, la padronanza dei movimenti, nonostante indossasse tacchi altissimi, era fantastica. Mi son reso conto che, nonostante tutte le mie esperienze, non conoscevo nulla di questo lato dell’eros, in questo genere di trasgressione, mi ero sempre chiamato fuori, dovevo colmare questa lacuna. Con l’ausilio del mio netbook prima, e del tablet poi, ho incominciato a cercare nei siti specifici un contatto, volevo saperne di più. Lentamente ho cominciato a scambiare messaggi con gente che amava travestirsi, trans e gay più o meno convinti. Dopo un certo dialogare ho cominciato a stringere amicizia con una trav del nord, del Veneto, in particolare. Con Jolanda, questo il suo nome, mi son subito trovato a mio agio. Bellissima, attenta nei dettagli e particolari, ha suscitato subito la mia curiosità. Le foto postate sul suo profilo mi hanno eccitato e, più di una volta, le ho dedicato delle seghe monumentali: mi faceva impazzire vederla scopare con altri maschi o mostrare le sue forme sconvolgenti. Tre giorni fa mi chiama il mio capo r mi dice che dovrò portare un gruppo di persone a vedere le ville palladiane, lungo il Brenta. Mi è sembrato un regalo del destino. Ho contattato la mia amica e ci siamo scambiati i numeri di cellulare.
«Appena hai un momento libero, vorrei vederti.»
Questa è stata la mia richiesta, che poi era anche il suo desiderio. Parto la domenica mattina, arriviamo a Mila: albergo e via per visitare le ville. La chiamo, ho il programma in mano e, la sera, sono libero, lei pure. Decidiamo di vederci alle venti e trenta, davanti al mio albergo. Rientro in camera dopo aver cenato, mi faccio una doccia, mi vesto e m’incammino alla volta dell’appuntamento. Sono emozionato come un sedicenne alla prima cotta. La vedo arrivare con la sua auto, scende, ci stringiamo la mano; io sono sorpreso dalla sua bellezza e dalla disinvoltura con cui mi parla. Salgo con lei in macchina.
«Hai qualche idea?» Mi chiede. Io sono così eccitato che non riesco nemmeno a ragionare; la guardo, il cazzo mi si gonfia nei pantaloni.
«Trova un posto tranquillo, che ti voglio!»
Mi sorride. S’incammina verso la periferia, la guardo e divento sempre più eccitato. Le sue mani, dita lunghe e unghie laccate di rosso, la mini che sale, scoprendo delle cosce stupende, fasciate da autoreggenti con pizzo, la sua bocca ampia e labbra che promettono fuoco! Arriviamo in un residence, lei prende una camera a ore: c'è solo un letto con bagno, ma non siamo venuti per ammirare il mobilio. Appena dentro, s’inginocchia e mi tira fuori il cazzo, se lo infila in bocca, senza dire una sola parola. Un lungo gemito esce dalla mia bocca. È sconvolgente come se lo infila fin dentro la gola. Lecca e succhia abilmente la cappella, lo ingoia tutto, sebbene io non abbia un grissino. Sono quasi venti cm. e di buona circonferenza. Ammetto che non ho mai avuto tanto piacere nel sentirmi succhiare così. Mi spoglia, mi denuda in un attimo, mi fa distendere sul letto e riprende a leccarmi; è tremenda, sono vicinissimo a sborrarle in gola, ma non voglio. Dopo un momentaneo disorientamento decido di riprendere le redini del gioco; mi rigiro, bagno due dita e prendo a massaggiarle il culetto. Lei sente la carezza e si rilassa:
«humuhmmmum … sì... Dai, preparami il culo, che lo voglio!»
Riprende a leccare. Sputa saliva sul cazzo per lubrificarlo per bene. Le infilo un dito dentro, poi due, tre, geme, la sento dilatarsi, si eccita, mi supplica.
«Dai, toro…sì…montami…sono la tua vacca, pronta!»
Non resisto, la voglio! In un attimo m’infila un preservativo che srotola con la bocca, questo mi eccita ancor di più. La rigiro, prendo le sue caviglie e le porto in alto, oltre le mie spalle, appoggio la cappella al suo buchetto, lei si apre, l’infilo in un sol colpo.
«aahhhhiiii … Piano! Me lo spacchi! Sì…spingi...sì…mi piace, dai…adorabile bestione, sfondami tutta!»
La prendo per le gambe e la sbatto di gusto. Le infilo quasi tutto il palo dentro, ma quando sono quasi in fondo, gli do un colpo secco e lei impazzisce.
«Sì…che toro! Sì, sfondami! Mi piace…più forte, dai…»
Geme, si masturba e gode, senza ritegno. La pompo di buona lena, sento la sborrata imminente; lei se ne rende conto ed avanza una richiesta.
«Aspetta… sborrami in faccia... in bocca!»
La pompo ancora un po', poi esco, strappo letteralmente il preservativo e mi presento davanti al suo viso. Mi sego, ma lei infila la cappella dentro la bocca e la stringe fra le labbra: è troppo! Le metto una mano sulla testa e la scopo in bocca. Mi bastano pochi colpi e schizzo nella sua gola tutta la mia sborra.
«Vacca…SBORRO! Sì ... bevi!»
I primi due schizzi le inondano la gola, poi se lo toglie e si lascia schizzare il resto sul viso. La sborra le copre un occhio, lei la prende con le dita e se la porta alla bocca, prende il cazzo e lo pulisce senza sprecare nemmeno una goccia del prezioso nettare: è fantastica! Restiamo un momento distesi l’uno accanto all’altro, il respiro è corto, lei si sposta in basso e riprende il mio cazzo in bocca: è ancora turgido. Lo succhia con estrema maestria, mi succhia le palle, lecca il mio culo, insinua la lingua dentro, mi provoca emozioni e piaceri mai provati. Ben presto, mi rendo conto che non mi sta solo facendo un pompino: quel suo fare è dedizione totale al cazzo. Lo adora! Lo succhia come se fosse la vita, lo venera. La sua esperienza va ben oltre il semplice atto sessuale, lo strofina sul viso, ne raccoglie le ultime gocce di sborra e se le porta alla bocca. Deve trovar fantastico sentirlo crescere e indurirsi di nuovo fra le sue labbra; probabilmente le dà una carica erotica sconvolgente. Molte donne l’hanno succhiato, ma non come lei. Mi eccito di nuovo, la rigiro, infilo un nuovo preservativo e la faccio salire su di me. S’impala ed inizia un sali/scendi, che presto la fa godere di nuovo.
«Cavolo! Ti sento tutto dentro! Godo! Godo! Sei tremendo…mi sfondi!»
Si masturba lentamente, sembra attendere il momento giusto per godere, la rigiro di lato, con la coscia alzata sopra la mia spalla, la sbatto con impeto e forza; gode ed aumenta il ritmo della masturbazione: è decisamente pronta a godere.
«Si…toro! Dai, che VENGO! SI' …VENGO!»
Incomincia a schizzare, mi rendo conto che pure io son di nuovo pronto a regalarle l’ennesima sborrata. Sfilo il cazzo, tolgo il preservativo, mi presento davanti alla sua bocca.
«Dai, vacca: ingoiami il cazzo!»
Le ordino in tono deciso e duro.
Afferro il capo con entrambe le mani, infilo il cazzo dentro la sua calda bocca e comincio a scoparla velocemente, spingo sempre più in fondo alla sua gola. Lei cerca di assecondare la mia furia, ma sono in preda a un raptus di pura follia erotica.
«Succhia, dai, ingoia anche le palle! Così! Bene!»
Lei apre al massimo la bocca e cerca di dare un seguito a quanto richiesto; non so come, ma ci riesce: la punta della sua lingua lambisce il mio scroto. Per render ancora più perversa la mia richiesta e la sua totale sottomissione, le chiudo il naso, non le consento di respirare mentre ha tutto il cazzo in gola. Resiste un po', poi m’intima di togliermi, ma io resisto ancora un momento in più. Lei ha dei conati di vomito, mi sorride, è estasiata.
«Cosi …mio toro, fai impazzire la tua vacca schiava!»
Senza aggiungere altro si rimette il cazzo in fondo alla gola, torno a chiuderle il naso, la sento succhiare e quando m’intima di uscire, esito ancora un momento in più, sono al limite, ho voglia di sborrare, le libero il naso, ma non la bocca, le spruzzo il primo schizzo direttamente in gola, poi la lascio di colpo, sferzandole il viso con il rimanente della sborrata.
«Che troia…ti copro di sborra!»
Lei è in estasi. Si prende ogni spruzzo sul viso, poi, con estrema libidine raccoglie fino all’ultima goccia. Pulisce perfettamente ogni minimo residuo e, sfinita, si distende vicino a me. Restiamo qualche minuto in silenzio, durante il quale lei mi ha sempre tenuto il cazzo in mano, quasi avesse paura che potesse sfuggirle. In silenzio, i nostri corpi si erano detti tutto quello che c’era da dire. Ci rivestiamo e lei mi riaccompagna all’albergo; non so se la sera dopo avrò tempo, ma ci diamo appuntamento per pranzare insieme il giorno dopo. Il mio gruppo è impegnato in una mini crociera con pranzo su un burchiello, quindi sono libero. L’indomani si presenta nei panni di un normalissimo uomo. Pranziamo insieme, parliamo di mogli (lui è sposato come me), di figli, crisi, calcio, politica, come due amici senza mai una parola o un riferimento alla sera precedente e questo mi ha fatto moltissimo piacere. La sera avevo da lavorare e non siamo stati insieme, ma son tornato a trovarla e lei è venuta a trovare me. Le ho organizzato un bellissimo bukkake, con sei maschi, ben pieni. È stato magnifico vederla appoggiare il capo su di una sedia, mentre era seduta in terra, per ricevere tutta la sborra sul viso. Si è masturbata ed ha goduto; in quel momento, per ringraziarmi, mi ha preso per mano, è entrata in bagno con me solo, ha appoggiato il capo alla vasca e mi ha chiesto:
«Pisciami sul viso: è una cosa che lascio fare solo a chi ha un posto privilegiato nel mio cuore.»
Le ho letteralmente innaffiato tutta la testa.
È stato cosi che la mia sessualità si è allargata ed è cambiata in una sera, per caso.
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8 mesi fa
baxi18, 55
Ultima visita: 1 settimana fa -
La vacanza perfetta (3a parte)
Rieccoci in viaggio, in un'altra giornata calda per una nuova destinazione. Sono passati due giorni da quella serata con la guardia del piccolo Market, una serata fantastica, anche se Marco e Annalisa non ne hanno parlato poi più di tanto. A lei era piaciuto tantissimo, quelle situazioni che Marco riusciva a creare, la eccitavano e la facevano sentire sempre più troia. Dopo quella sera, si sono divertiti, hanno fatto sesso ad ogni occasione, insomma, la loro vita non era cambiata dopo quella sera. Anzi, addirittura, in qualche occasione, era proprio Annalisa a provocare Marco..... Trovato posto per sostare con il camper, addirittura sotto un enorme gelso che faceva proprio una gran bella ombra, si incamminarono nel paesino a loro sconosciuto. Nella piccola vietta, il caldo si faceva sentire, ma un lieve brezza, ben gradita, li accompagnava verso il centro. Una foto sulla panchina, una foto abbracciati davanti ad un negozio con un'insegna buffa, baci calorosi come se piovessero e in poco tempo arrivarono nella piazzetta che doveva essere il centro del paese. Non c'era molta gente in giro, alcuni negozi erano chiusi, ma il bar no, quello era aperto. La voglia di gelato di Annalisa vinse su tutto. Il piccolo bar era molto accogliente e aveva una veranda dove sedersi che era una meraviglia. Ordinarono e andato a sedersi in veranda, dove c'erano soltanto una coppia con un bimbo, un cane sdraiato al centro, due gatti e quattro uomini anziani che giocavano a carte. Subito Annalisa si mise a guardarli divertita, perché i quattro, stavano giocando a carte ma in modo piuttosto colorito e chiassoso. Mentre mangiava il suo gelato, sorrideva divertita a vedere i quattro. Marco notò ancora di più la sua bellezza e quella sua luce negli occhi mentre rideva. Inutile dire che era eccitato.... Passata una mezz'oretta, si alzarono per uscire e Annalisa si assentò cinque minuti per andare al bagno. Quando uscì, Marco la stava aspettando fuori dal bar."Che stronzetto che sei, io credevo che mi seguivi in bagno, ho visto che avevi il cazzo duro al tavolo! Ti ho aspettato un po', poi ho fatto pipì e sono uscita". "Amore, cucciola, non ci ho nemmeno pensato, non mi sembrava il luogo adatto, dai....""Adesso sua maestà vuole solo luoghi adatti? Non mi sembra che in altre occasioni i luoghi erano adatti. Non mi vuoi più scopare?“Risero entrambi, e abbracciati continuarono la camminata. Ora Marco sapeva che doveva rimediare a questa voglia..... Videro una piccola via in salita, decisero di prenderla per vedere dove portava. Non ci misero molto ad arrivare alla fine della salita, dove c'era soltanto una piccola Chiesa e un piccolo cimitero proprio a fianco. Annalisa guardò Marco con aria un po' delusa e gli disse:"Questo paesino è bello, ma è il più brutto e cattivo che abbiamo visto fin'ora""Perché piccola?“"Perché non c'è neanche un posto che ti stimola a tirarlo fuori"Marco scoppiò a ridere, lei aveva il broncio come una bambina, ma non riusciva più a trettenersi dal ridere..."Tranquilla piccola, vedrai che quando meno te l'aspetti, anche questo paesino ti lascerà un ricordo che ti piacerà tanto"Lei lo abbracciò sorridente, con gli occhi pieni di voglia di sesso. Poi c'è fece scivolare una mano nei pantaloni di Marco, afferrandogli il cazzo. Era nel pieno di una crisi di voglia. "Torniamo al camper, forse ho qualcosa che ti piacerà "Lei sgranò gli occhi, finalmente aveva capito che da li a poco, Marco l'avrebbe scopata come Dio comanda.Arrivarono al camper e una volta saliti, lei si spinse verso Marco ormai con la voglia di cazzo che le stava facendo prendere fuoco. Lui la fermò, gli disse di aspettare un attimo, di dargli solo due minuti. Lei, con la mano nei pantaloncini, sbuffò scherzosamente mentre si masturbava con foga ....Marco scese dal camper. Lei non capì, cercava di sbirciare dal finestrino ma un ramo dell'albero le impediva di vedere oltre. Quando la porta si riaprì pochi minuti dopo, sentiva delle voci, ma continuava a non capire....Ad un tratto vide salire nel camper un uomo, che non era Marco, sfilò al volo la mano con le dita fradice dai pantaloncini e vide un altro uomo salire, poi un terzo. Il quarto e poi Marco.Annalisa era immobile in piedi a un metro da queste persone. "Amore, ti presento Mario, Lorenzo, Giovanni e Attilio, li hai conosciuti prima al bar, stavano giocando a carte.""Piacere, Annalisa", disse lei spaesata e fissa sugli occhi di Marco, per cercare una spiegazione. "Niente , tranquilla amore, prima al bar, mentre tu eri in bagno, io ho parlato con questi signori e gli ho espresso il tuo desiderio, quello che mi avevi detto al tavolo ...""Ah, si? Ok, e cosa gli avresti detto di quello che ti ho detto io al bar?“ incalzò lei per cercare di capire cos'aveva in mente Marco, anche se, più o meno, aveva un'idea .."Gli ho solo detto che ti sarebbe piaciuto fare un pompino a tutti e quattro insieme""Oh si, si... Era questo che volevo" rispose lei, stando al gioco, anche perché ormai, chiarito il disegno di quello che stava per succedere, era eccitata come un vulcano pronto ad esplodere ..Annalisa sorrise, invitò i quattro vicini a lei, che accettarono subito senza discutere. La circondarono, sentiva le loro mani dappertutto, si trovò nuda in un attimo, le sue bocche sembravano le bocche di un branco di lupi sulla preda. Non staccava gli occhi da Marco, che la guardava mentre si stava masturbando. Annalisa era sempre più eccitata, i quattro si erano spogliati, abbassò lo sguardo e vide i loro cazzi, barzotti. Uno dei quattro, le alzò la testa e prese al limonarsela con ardore, lei non fece niente per evitarlo. Un altro le stava leccando la figa, che ormai era un lago e le sue tettine erano preda degli altri due. Cercava di farsi largo con le mani, raggiunse due cazzi e iniziò a masturbarli, Senza staccarsi dall'uomo che la stava baciando.Marco, stava fermo ad ammirare Annalisa che ormai era in balia dei quattro, la vedeva godere, la sentiva gemere.Annalisa si staccò dalla bocca dell'uomo che la baciava, guardò Marco e si lasciò scivolare in ginocchio. I quattro, si misero intorno a lei. Iniziò a spompinare un cazzo mentre con le mani segnava altri due. La sua bocca era fuori controllo, alternava i cazzi con mani e bocca, dovette lavorare molto su quei cazzi che, stavano mettendoci molto a diventare duri. Ma non si perse d'animo, succhiava e risucchiava, la saliva che produceva mentre succhiava inondava i cazzi e colava anche dalla bocca. Ora erano diventati belli duri, ma quanta fatica, le mascelle iniziavano a farle male. Marco prese a dare ordini ai quattro chiamandoli per nome, lei si sforzava di ascoltare ma non si ricordava chi fosse uno e chi fosse l'altro. Ne fece sdraiare uno a terra, dopo avergli servito un preservativo, fece sedere Annalisa su di lui. Il cazzo dell'uomo scivolò in un lampo nella figa fradicia, gli altri tre continuavano a farsi spompinare, addirittura con due cazzi alla volta in bocca. I quattro si alternarono a scopare Annalisa in figa, Marco, decise che era il momento di partecipare. Prese il lubrificante, unse il culo di lei e ci fiondò il cazzo fino in fondo. Annalisa tirò un grido soffocato dal cazzo che stava spompinado, godeva come una troia. Era la prima volta che non aveva un buco libero e neanche a dirlo, la cosa la faceva impazzire. Andarono avanti per quasi un'ora a scoparla a turno, ma nessun'altro a parte Marco, glielo mise nel culo. Annalisa era esausta, la fecero mettere in ginocchio, Annalisa si asciugò il sudore dagli occhi e aprì la bocca aspettando il momento in cui avrebbero sborrato. Gli uomini, si stavano segando davanti a lei, pronti a darle ciò che chiedeva. Non ci volle molto. A turno, si avvicinarono alla bocca di Annalisa e le sborrarono dentro, in faccia, sui capelli. Riempirono la sua bocca e il suo viso di sborra calda, che lei raccoglieva con le mani e con la lingua se stava per cadere.Era in ginocchio, con la testa leggermente all'indietro, una maschera di sperma. Esuausta, ma soddisfatta, terribilmente appagata. Dopo essersi tolta la sborra dagli occhi, intravide Marco sorridente che parlava con gli uomini. Gli uomini annuivano, sorridendo. Marco, prese ancora una volta la pentola più alta e si diresse verso Annalisa. Lei capì subito cosa la aspettava ora. Sputò un po' di saliva mista a sperma nella pentola, guardò i cinque e disse:"Su, avanti, non abbiate paura, chi è il primo? Chi mi ripulisce?" Mettendosi un dito in bocca come una troietta vogliosa....I cinque compagni di scopata si avvicinarono e con il cazzo in mano, iniziarono a pisciarle, in faccia e in bocca. Le sembrava di annagare dalla quantità di pipì che le stava arrivando, ma allo stesso tempo non ne voleva perdere neanche una goccia. Succhiò ancora tutti e cinque i cazzi come per ringraziarli, posò la pentola, salutò e ringraziò i quattro compagni di giochi e corse a farsi la doccia. Gli uomini, si rivestirono, salutarono Marco, lo ringraziarono per quest'avventura e tornarono alle loro vite. Marco era felice, soddisfatto e sempre più innamorato.Quando Annalisa uscì dalla doccia, si butto sul letto esclamando wow. Marco la raggiunse e la baciò abbracciandola."Come va cucciola? Come ti è sembrata questa nuova esperienza?“"Fantastica, mi avete uccisa, ma mi è piaciuta. Poi il fatto di avere sempre sorprese senza sapere niente, mi eccita da morire. D'altronde, questo è il prezzo da pagare quando hai un marito che è un porco maiale".Scoppiarono a ridere, poi Marco disse:"Dai, vado a una doccia e poi usciamo a cena, preparati""Mmmm.... Che cosa ti frulla in testa?""Niente amore, voglio solo uscire a cena con te"Arrivati in un piccolo ristorante del paesino, carino, non molto pieno ma comunque c'era gente. Il cameriere arrivò subito e fece accomodare Marco e Annalisa al loro tavolo. L'atmosfera era gradevole, la musica di sottofondo accompagnava gradevolmente la serata, la candela sul tavolo e i fiori creavano quella magia che ad Annalisa piaceva molto. Ordinarono con tutta calma e i piatti vennero serviti con cura e professione dal personale, tutti carini e gentili. La coppietta innamorata era arrivata al ristorante, consigliato da Attilio, uno degli amici che avevano "conosciuto" nel pomeriggio, prendendo un bus, per non stare a spostare il camper. Quindi dovevano stare attento anche all'orario, perché l'ultima corsa ara a mezzanotte. Calcolando che le lancette dell'orologio segnavano le 22:30, non si allarmarono più di tanto...Anche perché, Marco non voleva fare le cose di fretta, la situazione di questa serata poteva nascondere qualcosa di buono. Mentre scherzava e rideva con Annalisa, ignara come al solito dei pensieri porci di Marco, sondava il terreno qua e la per capire se per il finale di serata, ci scappava qualcosa di eccitante. Nel frattempo, il tempo scorreva. Alle 23:40, ormai la sala del locale era quasi vuota, così decisero di alzarsi, pagare e uscire. Mentre Marco saldava il conto, arrivò il titolare del locale a ringraziare la coppia, chiedendo se poteva offrire qualcosa, come usava fare di solito. Marco e Annalisa si guardarono negli occhi e Marco declinò l'invito, spiegando che se avrebbero perso il bus, non sapevano come tornare al camper. Lui subito disse che non c'era problema, sia lui e la moglie, che i ragazzi che lavoravano da lui, avrebbero fatto la loro stessa strada, quindi gli avrebbero dato volentieri un passaggio. Uno sguardo veloce con Annalisa, lei aveva capito che nella mente di Marco, stava per nascere qualcosa... Rossa in volto, sorrise e annui. La festa continuava. Fino a mezzanotte e dieci, risero e scherzarono con il titolare, la moglie e un paio di cameriere. Poi una delle due, disse a Marco che lei stava per tornare a casa, se avessero voluto, un passaggio glielo avrebbe dato lei.Accettarono la disponibilità di Gaia, salutarono e ringraziarono di nuovo tutti e si incamminarono. Annalisa sali davanti con Gaia e Marco dietro. Durante il viaggio continuarono a ridere e a scherzare, i tre erano molto a loro agio. Una volta arrivato al camper, Annalisa prese in mano il gioco e sicura di sé, invitò Gaia da loro, per bere un caffè prima di tornare a casa. Gaia la ringraziò, le rispose che però era un po' stanca e poi non voleva disturbare. Allora Annalisa insistette, "ma no dai, ma quale disturbo, non è una casa vera e propria, cinque minuti per bere un caffè, per ringraziarti della tua cortesia di averci riaccompagnato""Va bene, dai, vorrà dire che domani mattina dormirò una mezz'oretta in più" rispose Gaia. A Marco si aprì lo scenario. Annalisa non aveva mai preso l'iniziativa, non capiva cos' avesse in mente, ma una cosa era sicura, lui aveva il cazzo già duro.....Con Marco a preparare il caffè e le due ragazze al tavolo a chiaccherare, la serata sembrava molto elettrizzante... Lui decise di non interferire, volle lasciare fare tutto alla mogliettina, era curioso di vedere se aveva un programma già disegnato."Tu hai un ragazzo?" Chiese Annalisa a Gaia"Fino ad un anno fa si, poi ho scoperto che se la faceva con una mia amica ed è finita""Oh, mi dispiace averti fatto questa domanda, scusami""Figurati, nessun problema, è storia vecchia e poi per il momento sto bene così""Ma poi sei così giovane. Hai tutto il tempo, pensa a divertirti. E inoltre, sei anche molto bella...."Alla frase di Annalisa, Gaia arrossì. Per fortuna, Marco arrivò con il caffè. Annalisa la fede ridere ancora un po', mentre bevevano il caffè, raccontando di quanto imbranato fosse a volte Marco, inventandosi anche dei particolari che non erano mai successi. Gaia rideva, rideva e rideva, quindi era giunto il momento per Annalisa, di calare il jolly."Capito cara? Ma io, nonostante tutto lo amo alla follia""Siete una coppia bellissima. Ma ora, se mi volete scusare, io andrei a nanna, sto incominciando a crollare.""Ah, ma dammi solo cinque minuti, per ringraziarti ancora una volta per la splendida serata" Annalisa si alzo dal tavolo, prese Gaia per mano e la portò verso il letto. Si mise davanti a lei, le sue braccia le avvolsero i fianchi, si avvicinò con la bocca alla sua per baciarla....Gaia si ritrasse, "scusa, cosa fai?“"Ti volevo soltanto baciare per dirti grazie""Tranquilla Annalisa, non ce n'è bisogno, è stato un piacere per me""Ma ora vorrei che il piacere sia nostro ...."Tornò a baciarla, stavolta Gaia la assecondò e si diedero un bacio con la lingua."Ok, orai hai ringraziato, è stato bello, ma ora devo andare" replicò Gaia un po' a disagio..."Non hai mai provato con una donna, vero? Non devi essere a disagio. All'inizio è una cosa strana, ma vedrai che ti piacerà.....""N..no, non... Non ho mai provato. E a dire la verità, non ci ho mai pensato...." Balbettò Gaia, rossa in volto e gli occhi puntati a terra....."Allora, lasciati andare, vedrai che poi mi ringrazierai, tu mi piaci. Mi stai eccitando, proviamo, se non ti piace, smettiamo"La baciò ancora, con le mani che ispezionavano il corpo di Gaia, tolse la maglietta a Gaia, alla vista del suo seno, Annalisa prese a toccarlo, quelle tettine piccole e sode. Iniziò a baciare e succhiare quei capezzoli, dando dei piccoli colpetti con la lingua, mentre con le mani ispezionava sotto la gonnellina. Gaia sembrava gradire quella situazione. Ma di colpo si bloccò e respinse Annalisa."C'è tuo marito che ci guarda, ti prego basta"Annalisa strinse a se, riprese a succhiarle le tettine, nel frattempo Marco le raggiunse."Non ti devi preoccupare Gaia, noi siamo una coppia aperta, ci piace vedere il nostro partner godere, lasciati andare, vedrai che alla fine esploderai di piacere"Un sospiro di Gaia ruppe il silenzio, le dita di Annalisa erano arrivate nelle mutandine di Gaia e le stavano stimolando il clitoride.....Ora Gaia era nuda, con la schiena appoggiata al petto di Marco e la lingua di Annalisa le stava esplorando la fighetta. Gaia ansimava a bocca aperta e occhi chiusi, stava assaporando per la prima volta quel piacere, non era mai stata in questa situazione con una donna. Ormai era nel pieno del piacere, non aveva più le forze per dire no. Marco si avvicinò alla sua bocca e iniziò a baciarla, lei, si lasciò andare a quel bacio, un bacio che non aveva mai provato, Dio se baciava bene Marco. Annalisa la trascinò giù in ginocchio con lei, la baciò profondamente. Marco si tolse i pantaloni e mise in mostra il suo cazzo già duro. Gaia appena vide quel cazzo davanti a lei, arrossì e abbassò lo sguardo."Che c'è, non ti piace? Hai visto com'è bello duro?“ le disse Annalisa, poco prima di farlo scivolare tutto nella sua bocca. Gaia la guardava sorpresa, il cazzo di Marco non era per niente piccolo, ma lo faceva sparire tutto. Mentre Annalisa faceva quel pompino doc, guardava Gaia, che ansia volta la fissava incredula, poi lasciò la presa, si staccò e lo porse a Gaia, invitandola a succhiarlo.... Gaia guardò Annalisa, non sapeva se voleva provare, ma ad un altro invito di Annalisa, si avvicinò, aprí la bocca e lo fece scivolare dolcemente dentro ...."Brava piccola, così, vedi che ti piace? Succhialo tutto, sei brava, fallo tuo questo cazzo"Le due ragazze, succhiavano e leccavano cazzo e palle alternandosi, Marco non diceva niente, si godeva quel momento in silenzio. Ma era arrivato il momento per Annalisa di godere, fece posizionare sul letto Gaia a gambe aperte, si mise a pecorina davanti a lei e mentre le la cava la figa, Marco iniziò a scoparle la figa. Gaia godeva con la lingua e le dita di Annalisa che giocavano nella sua fessura ormai grondante. Ansimava e godeva, ma guardava anche Marco, che la eccitava. Marco tolse il cazzo da dentro Annalisa, lei capì subito e prese la mano di Gaia, la fece sdraiare davanti a Marco a gambe spalancate. Gaia aveva capito che voleva scoparsela, fece per rilazarsi, ma Annalisa le si sedette sulla faccia, portandole la figa grondante sulla bocca."Dai, leccamela ti prego, voglio che senti i miei umori sulla lingua"Annalisa non l'aveva mai fatto, ma era davvero eccitata, doveva in contemporanea occuparsi della figa di Annalisa, preoccupata che a breve il cazzo di Marco l'avrebbe aperta..... Iniziò a leccare, la sensazione era strana, ma le piaceva, le piaceva quel sapore, succhiava il clitoride molto bene ma ad un tratto, senti il cazzo di Marco appoggiato sulla sua fighetta, si irrigidì, la mano di Annalisa presero a farle un ditalino per farla bagnare ancora di più e poi l'affondo deciso ma delicato di Marco. Strinse con le mani le cosce di Annalisa, sentiva quel cazzo dentro di lei, le sembrò di impazzire sotto i colpi di Marco. Annalisa stava per esplodere, propose a Gaia un sessantanove, Gaia non si lasciò pregare. Lei sotto con Annalisa sopra, si leccavano come due liceali, e Marco prese la palla la balzo. Si posizionò dalla parte della testa di Gaia, passò la punta del cazzo sulla figa di Annalisa e poi lo mise in bocca a Gaia, lo ritolse dalla bocca e lo puntò dritto nel culo di Annalisa, che era in estasi totale. Il cazzo di Marco nel culo e la lingua di Gaia nella figa, un orgasmo dietro l'altro. Gaia temeva che Marco volesse inculare anche lei, aveva questa paura ora, lei non lo aveva mai fatto, doveva fare un gran male, visto anche i rantolii e i lamenti di Annalisa. Ma non fu così per fortuna sua, anche perché, Marco stava ormai per esplodere. Le fece sedere tutte e due sul letto e mentre le ragazze si limonavano con ardore, lui si segava per gli ultimi colpi davanti alle loro bocche. Al grido di Marco, Annalisa disse a Gaia di aprire la bocca, lei non ci pensò e lo fece. Un getto di sborra calda esplose dal cazzo di Marco, riempiendo sia la bocca di Gaia che quella di Annalisa. Gaia aveva un espressione di disgusto, non aveva mai assaggiato la sborra, mentre Annalisa aveva già ingoiato tutto. Capendo che per Gaia era la prima volta, le disse di svuotare la sborra nella sua bocca, cosa che Gaia fece. E dopo aver ingoiato anche la parte di Gaia, si baciarono. Anche questa volta, i corpi dei tre erano esausti, rimasero sdraiati nudi nel letto per un po'. Finché si addormentarono. La mattina, salutarono Gaia, che li ringraziò per la bellissima esperienza e loro fecero lo stesso. Il viaggio ripartí, ormai verso il ritorno. La vacanza stava ormai per finire. Annalisa e Marco erano davvero felici, per loro questa, era stata davvero la vacanza perfetta.
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8 mesi fa
Cucciolodolce, 47
Ultima visita: 4 mesi fa -
La vacanza perfetta (2a parte)
Questo racconto è di pura Fantasia. I nomi, i luoghi e le situazione non sono realiLa vacanza trascorreva alla grande per Marco e Annalisa, l'idea di noleggiare un camper era stata ottima. Poi, con la scusa di avere un camper, ad ogni occasione si finiva per farsi una bella scopata. Anche quando si spostavano tra un posto e l'altro, Annalisa segava spesso Marco. Si, si avvicinava, gli ordinava di abbassare i pantaloncini, gli prendeva il cazzo in mano e lo segava, poi quando stava per venire, si fermava, gli stringeva il cazzo con forza per fermare la sua eruzione. Una volta, in un tragitto più lungo, lo aveva fatto cinque volte, rischiando che quasi Marco svenisse alla guida. Una volta sicura, che il flusso di sperma si era fermato, lasciava di colpo il cazzo e si allontanava ghignando, da vera stronzetta. Ovvio, che appena arrivati a destinazione, Marco la trascinava dietro e si vendicava, scopandola a dovere.Arrivati nel piccolo paesino che si erano prefissati come prossima meta, spostarono con il camper nel parcheggio di un market e dopo essersi assicurati che non ci fossero divieti per quel tipo di mezzo, decisero di entrare a comprare un po' di provviste. Una volta dentro, iniziarono a girare per gli scaffali per fare i loro acquisti, quando ad un certo punto, Marco disse "scusami un attimo, torno subito", si diresse verso l'uscita e si fermò a parlare con un ragazzo di colore, che lavorava nel market come guardia. Dopo circa una ventina di minuti, torno finalmente da Annalisa che non capiva cosa stesse succedendo. "Ma che fine hai fatto? Perché parlavi con la guardia? Lo conosci?“"Tranquilla amore, gli ho solo chiesto delle informazioni sul parcheggio, se potevamo lasciare qui il camper e se stanotte, potevamo sostare qui, visto che è un posto illuminato e ci sono le telecamere...." Marco si era studiato tutto in pochi minuti, era credibile e Annalisa non chiese altro. "Mi ha anche detto che qui vicino, c'è un sentiero che porta su in collina, attraverso un bosco e una volta che siamo in cima, c'è una vista bellissima". "Ok, meraviglioso. Allora appena sistemata la spesa, ci andiamo." Rispose lei, felice.Così fecero. Si incamminarono per il sentiero, accompagnati dal canto delle cicale, dopo pochi passi si ritrovarono in un bosco, con tanta ombra e clima leggermente più fresco. Si sentiva anche l'acqua di un ruscello che scorreva lì vicino. Cammina, cammina, mano nella mano, Marco si inoltrò in una piccola discesa che portava ad una roccia. Ovviamente Annalisa lo seguì a ruota. Il ruscello era lì e la roccia, nella sua parte posteriore, creava una sorta di piccola rientranza, una piccola grotta di un paio di metri. Marco entrò e una volta in fondo, si girò verso Annalisa e gli disse di fargli una foto. Lei posò lo zainetto a terra e prese la macchina fotografica e appena so preparò per scattare la foto, Marco si abbassò i pantaloncini mettendo in mostra il suo cazzo duro...."Ma che cazzo fai, tira su i pantaloncini, ma sei scemo? Se arriva qualcuno?“ disse lei con voce bassa e incredula."Dai, vieni qui, fammi un pompino, senti come si sta bene qui"."No, ma tu non stai bene, è appena passata con dei bambini poco sopra di noi. Figurati se mi metto a succhiartelo qui. Smettila, tu sei matto.Marco prese il cazzo in mano e lo agitò come fosse il sonaglio di un crotalo. A quel richiamo, lei corse dentro, gli prese il cazzo tra le mani e gli disse: "Ma guarda cosa mi tocca fare. Sei peggio di un bambino. Due minuti, non un secondo di più!" Scese in ginocchio e iniziò a spompinarlo golosamente, era così duro e liscio, lo leccava e lo succhiava avidamente. Alla parola basta adesso di lei, lui le prese la testa e cominciò a scoparle la bocca, in profondità. Lei aveva il viso coperto dalle lacrime e da quel filo di trucco che si scioglieva con esse. Quando senti che stava per arrivare, le tolse il cazzo dalla bocca e le sborrò in faccia, poi glielo rimise in bocca per farselo ripulire."Noooooo, guarda come mi hai conciata, mi hai riempito, anche nell'occhio. Che cazzo faccio ora? Proseguo il cammino così? Mamma mia ..."Marco rideva, mentre si menava l'uccello eccitato a vederla così. Prese la bottiglietta di acqua e le sciaquò il viso, poi prese delle salviettine dallo zainetto e gliele porse."Certo che sei uno stronzo. Ma come ti vengono certe idee del cazzo?""Amore, la colpa è tua, tu mi ecciti"Lei mentre si ripuliva gli fece un sorriso e gli stampò un ti amo nell'aria. Le era piaciuto. Faceva sempre la santarellina ma lei godeva di queste trovate di Marco.Ancora in ginocchio intenta a ripulirsi, guardava malissimo Marco, che la guardava passarsi quella salviettina in viso, ma allo stesso tempo sogghignava, adorava il suo uomo che era sempre pronto a farla godere.Ripresero il cammino e arrivarono in cima alla collina, dove restarono abbracciati a lungo a guardare quella vista meravigliosa, proprio come due veri innamorati.Passarono due ore abbracciati come due ragazzini e decisero che forse era meglio avviarsi e tornare al camper. Mentre scendevano mano nella mano scherzavano e si baciavano, arrivati al bivio dove qualche ora prima, Marco aveva portato nella grotta Annalisa con l'inganno, proprio Marco, trascinò un'altra volta Annalisa, che anche stavolta non era d'accordo...."No, amore, basta, so cosa vuoi. No. Basta. Andiamo al camper, saremo più comodi li. Smettila di fare il bambino, ci farai scoprire da qualcuno" Ma Marco era deciso:"Aspetta, vieni. Non è quello che pensi. Stavolta sarà più veloce. Non posso arrivare al camper senza farlo. Non resisto...."Riportò Annalisa nella piccola grotta. Le chiese di mettersi in ginocchio, ma con la testa leggermente più in avanti rispetto al corpo..."Ma che cazzo dobbiamo fare? Va bene così? Mamma mia tu sei pazzo!“Marco annui, tirò fuori il cazzo dai pantaloncini e le disse di aprire la bocca.... Lei capì cos'aveva in mente, gli fece una smorfia di disgusto, ma spalancò la bocca più che poteva. Un getto di pipì le riempì la bocca, fuoriuscendo dai lati della stessa, lo invitò a fermarsi un attimo, lo guardò negli occhi e ingoiò tutta la pipì che aveva in bocca. Poi si rimise a bocca aperta ad aspettare ancora il suo getto, che non tardò ad arrivare..."L'hai bevuta quasi tutta, allora ti piace.... Amore, mi hai fatto eccitare, ma non ti scopo qui, ti scopo più tardi sul camper e vedrai come ti piacerà.....". Alle parole di Marco, Annalisa tirò un sospiro di sollievo mentre si asciugava la bocca."Tu sei pazzo. La prima volta è stato difficile, ma ora mi piace sempre di più. Però sei un porco, riesci a farmi diventare troia anche in un bosco pieno di uccellini"Scoppiarono a ridere e dopo un bacio appassionato. Si avviarono, stavolta seriamente, al camper.Il parcheggio era deserto, c'era solo il loro camper. Una cena tranquilli, quattro chiacchere e un'altra giornata sembrava finire. Giusto il tempo di bere il caffè che il silenzio venne rotto da dei colpi sulla porta del camper...."Oddio, stanno picchiando sulla porta del camper, chi sarà? Ho paura Marco...." Annalisa era spaventata. Marco si alzo, andò alla porta, aprì e si sentì, Ciao, grazie per essere venuto, prego accomodati. Annalisa nascosta dietro alla porta del piccolo bagno sbirciava fuori e vide salire sul camper assieme a Marco, la guardia del market. Oddio, menomale. Che paura, pensò..Annalisa uscì dal bagno e salutò il ragazzo, che ricambiò il saluto e la stretta di mano."Ma tu lo sapevi che doveva arrivare? Perché non mi hai detto niente? Sono quasi morta di paura!""Tranquilla amore, si, gli ho chiesto io di passare stasera, era una sorpresa per te". Una sorpresa? Che sorpresa poteva essere per Annalisa il ragazzo di colore che faceva la guardia al market. Annalisa continuava a non capire. Diventò rossa, cercava nello sguardo di Marco un aiuto, una risposta ....."Amore, non hai ancora capito perché è venuto qui a trovarci?"Lei aveva lo sguardo fisso, non riusciva a capire. Così, Marco, iniziò il suo gioco di seduzione."Amore, si gentile, spogliati per il nostro ospite"Annalisa, con uno sguardo stupito, capì finalmente qual' era la sorpresa ,....Sorrise e iniziò a spogliarsi. Prima la maglietta, poi gli shorts, rimase in reggiseno e mutandine."Bravissima amore, ora, da brava, dai il benvenuto al nostro ospite, come ti ho insegnato". Annalisa era stranita da questa situazione, ma si stava eccitando tantissimo...."Ah, dimenticavo, il nostro ospite si chiama Tommy, sii gentile con lui"Annalisa si inginocchiò davanti a Tommy, gli abbassò la cerniera dei pantaloni, infilò la mano e subito la sua espressione cambiò.... Aprì i pantaloni di Tommy e li abbassò in un colpo solo, lo stesso i boxer.... Rimase a bocca aperta. Quel cazzo era enorme. Guardò Marco come per chiedergli cosa doveva fare, lui annui con la testa. Cominciò a segare quel cazzo, sputando sulla cappella e segandolo a due mani. Poi, inizio a prenderlo in bocca. Era grosso, faceva quasi fatica. Ma ormai, era partita la troiaggine alla massima potenza. Respirava a fatica quando succhiava, era davvero enorme. Così, anche Marco tirò fuori il suo uccello e lo porse alla sua sposa. Stava spompinando due cazzi per la prima volta, le sembrava di impazzire e Marco approfittò che Annalisa era occupata con quell'enorme cazzo in gola, per prendere il plug e infilarlo nel culo di lei. Ebbe un sussulto quando il plug entrò, ma non sentì dolore come la prima volta. Prese anche un preservativo e lo diede a Tommy. Fece alzare lei e la fece mettere sul letto con le gambe larghe. Invitò Tommy a possederla. Non se lo fece ripetere. Afferrò Annalisa per le cosce e se la tirò verso di sé, appoggiò il cazzo alle sua fighette, Marco ci passò la mano ricoperta di lubrificante, passando fuori e dentro la figa, facendola mugolare di piacere. Ora era pronta. Un colpo del giovane e mezzo cazzo aveva già squarciato Annalisa, che tirò un urlo di dolore, ma che si trasformò presto in piacere...."Oh cazzo, è enorme. Mi sta aprendo in due. Continua Tommy, sbattimi con questo palo..."Tommy sorrise e affondò i colpi, lei godeva come una forsennata, le sue unghie lasciano i segni nelle braccia di Tommy. Si trovo presto anche il cazzo di Marco in bocca, si sentiva impalata. Ora Marco fece segno a Tommy di cambiare, fece sdraiare Tommy, subito Annalisa si sedette sopra quel cazzo enorme e duro, iniziarono a baciarsi mentre il cazzo era scivolato tutto dentro. Fu a quel punto, che il plug venne tolto dal culo di lei e subito sostituito dal cazzo di Marco. Un altro grido di dolore da parte di Annalisa, che stava affrontando la sua prima doppia penetrazione.... Geneva, si dibatteva scopata da due cazzi insieme, ma era sempre più bagnata e grondante. La cosa durò parecchi minuti, fino a quando di staccarono entrambi e fecero mettere Annalisa in ginocchio. Tommy tolse il preservativo e lei iniziò a succhiare entrambi i cazzi. Entrambi le vennero in bocca, lei si senti come affogare. Con la bocca piena di sborra e i cazzi tra le mani, aspettò che anche l'ultima goccia le cadde in bocca e ingoiò tutto, mostrando la bocca vuota ai due tori.Erano tutti e tre stanchi, sudati ma totalmente appagati da quella scopata. Annalisa non voleva smettere di leccare e succhiare quei due cazzi. Si alzò in piedi sorridente, con ancora un rigolo di sborra che le colava dalla bocca."Cazzo ragazzi, mi avete fatto sudare stasera, ho bevuto un po', ma ho ancora sete....."Aprì un vano dove stavano le stoviglie e prese la pentola alta, quella per gli spaghetti, si rimise in ginocchio, con la pentola sotto la bocca....Marco capì al volo cosa voleva la troietta, parlò nell'orecchio a Tommy e subito, cazzo alla mano, pisciarono in bocca tutti e due ad Annalisa. Ne fu estasiata, ormai non ne poteva più fare a meno. Bevve gran parte della pipì, leccandosi più volte le labbra. Succhiò ancora per bene le cappelle di entrambi mentre anche lei, fece pipì nella pentola. Fu una serata indimenticabile, il loro rapporto si saldò ancora di più. Tutti i taboo erano stati infranti.... O quasi... C'erano ancora tanti giorni di vacanza in giro con il camper.... Chissà cosa sarebbe potuto succedere ancora la sopra .......
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8 mesi fa
Cucciolodolce, 47
Ultima visita: 4 mesi fa -
La vacanza perfetta....
Questo racconto è di pura Fantasia. I nomi, i luoghi e le situazione non sono reali. Dopo una lunga attesa, anche quest'anno sono arrivate le tanto agognate ferie. Un mese intero senza lo stress del lavoro. Finalmente, Marco e Annalisa, possono preparare il loro primo viaggio in camper. Si, perché per quest'anno la decisione è stata quella di noleggiare un camper e fare una vacanza in giro per la Toscana, per godersi questo splendido viaggio e a godersi appieno la loro intimità. Il giorno seguente, subito sveglia presto per preparare le ultime cose, caricare vestiti, cibo per il viaggio e sistemare al meglio tutto. Annalisa stava pulendo e sistemando le cose al loro posto, quando Marco salì sul camper e la vide, girata di spalle con i leggings, non capi più nulla. Le si avvicinò, le mise le mani sui fianchi, lei ebbe il tempo di dire "amoreeee", che iniziò a baciarle il collo e passare la lingua dietro l'orecchio.... Lei lo adorava. "Ma cosa fai, dai che dobbiamo finire di preparare". Marco aveva già il cazzo duro, senza mai lasciare la sua posizione, si abbassò i pantaloncini e iniziò a strusciare il cazzo sul culo di Annalisa, lei sorrise...."Lo sai che non possiamo adesso, non fare il porcellino". Ma Marco le aveva già infilato una mano nelle mutandine e la stava sgrillettando. Lei ansimava, si stava eccitando. Lasciò le cose che aveva ancora in mano, allargò le gambe in modo che Marco potesse intrufolarsi meglio."Che porco che sei.... Hai sempre voglia" disse Annalisa, poi scivolò giù in ginocchio e prese il cazzo di Marco in mano, sputò sulla cappella, lo segò per qualche minuto e iniziò a spompinarlo golosamente. La sua bocca calda, andava su e giù per tutta l'asta, insalivando tutto il membro, dalle palle fino alla punta, per poi farlo riscivolare tutto in bocca, fino alla gola."Alzati ora, voglio scoparti". Annalisa non se lo fece ripetere e in meno di un secondo, aveva il cazzo di Marco tutto dentro alla sua fighetta bagnata, che la pompava come un forsennato. Lei gemeva e si contorceva, aveva voglia di gridare, ma non le sembrava una bella idea, visto che erano nel cortile di casa, erano su un camper ed era mattina... Poi Marco si fermò di colpo, tirò fuori il cazzo dalla fighetta di Annalisa e si girò verso un vano del camper poco dietro ai sedili."Ma che fai? Non mi scopi più?“ esortò Annalisa con una vocina da bambina vogliosa. Marco tirò fuori un beauty case dal vano, lo aprì e tirò fuori un tubetto di lubrificante e un plug anale. "No ti prego amore, non adesso, non mi sembra il momento ideale qui" le fece notare Annalisa, ma Marco non volle sentire ragioni. "Girati, non ti preoccupare, prima o poi te lo devo mettere nel tuo bel culetto e ora ho proprio voglia" Lei si girò obbediente, un po' impaurita ma anche vogliosa, era molto eccitata ma non si aspettava di perdere la verginità anale proprio in quel momento, su un camper ....Marco spalmò il lubrificante sul buchino e prese a fare scivolare il dito come a massaggiare l'ingresso. Poi puntò il dito e lo fece entrare piano piano ... Annalisa gemeva, chiedendo di fare piano. Poi le dita diventano due. Dentro e fuori, dentro e fuori. Era arrivato il momento di provare il plug. Dopo averlo ricoperto di lubrificante, Marco disse ad Annalisa di allargare bene le chiappe, sputò sul buchino e infilò delicatamente il plug tutto dentro il culo. Annalisa a bocca aperta e occhi sbarrati emise un gemito più forte. "Fai piano ti prego, mi fa male" disse lei con le lacrime agli occhi.... Marco lasciò il plug inserito e torno a scoparla in figa. Lei tra un misto di dolore ed eccitazione ne era estasiata. Mentre la scopava le stringeva i seni, stringendole i capezzoli con le dita. Gemeva e godeva, era al settimo cielo. Marco si fermò ancora una volta, proprio mentre lei ebbe un orgasmo. Tolse il plug, abbondò con il lubrificante e la penetrò un attimo con due dita."Ahi, piano.... Ti prego fai piano...." Appoggiò la punta del cazzo verso il buco allargato e spinse piano.."Ahhh, aia, piano.... È grande, mi sta facendo un male atroce...." Prima ancora che Annalisa potesse finire la frase, il cazzo era scivolato tutto dentro e era iniziata la sua cavalcata della gloria. I gemiti di Annalisa, misti a dolore e piacere erano intensi. La stava inculando, così a sorpresa, senza essere preparata, senza essere pronta. Ma le stava iniziando a piacere, il dolore ora era sopportabile, sentiva il cazzo di Marco che la sfondava sempre di più. Era anche più rilassata. Marco aumentò il ritmo e dopo tre colpi più forti urlò "Si... Si.... Eccola, sto arrivandoooo..." E scarico tutto il suo getto di sborra caldo nel culo di Annalisa, lei ne sentiva il valore che la inondava al suo interno....Marco si staccò tirando fuori il cazzo umido e ancora duro, lei si girò di scatto tenendosi la mano quasi a tappare il buco del culo..."Ma sei scemo? Ma mi hai sborrato in culo? Oddio non ci posso credere, ma sei un coglione!!!" Si tirò su alla meglio i leggings e corse in casa sbattendo la porta sel camper..... Marco sorrise con il cazzo che si stava ammosciando. Pulí tutto e rimise tutto a posto. Si rivesti e andò anche lui in casa per darsi una sciacquata.... Entrò in bagno e vide Annalisa sul bidè che si buttava acqua sul buchino come se dovesse spegnere un incendio. ..."Sei uno stronzo, ora dovrò fare tutto il viaggio con il culo in fiamme per colpa tua", disse lei ridendo. Le era piaciuto, anche se non se l'aspettava."Oh, vieni qui piccola, scusami. Ma quando ti ho visto non ho resistito..." E la abbracciò mentre era seduta ancora sul bidè. Con la sua testa appoggiata alla pancia, Marco senti che il cazzo era tornato duro .... Lo tirò fuori un'altra volta e glielo mise in bocca. Annalisa fu ancora una volta sorpresa ebbe il tempo di dire solo "Mah ..." E iniziò un pompino da favola. L'eccitazione di Marco era alle stelle. Lei era molto abile con la bocca e nel giro di pochi minuti, le esplose nella bocca la rimanenza di sborra che aveva."Mmmm, ci mancava una buona colazione nutriente, ma che ti prende oggi? Sei un porco" disse lei sorridendo e sputando tutta la crema sulle tette, che pian piano scivolò sull' ombelico e sulla fighetta umida."Ora mi devo rilavare, guarda cos'hai combinato un'altra volta, porco" gli disse mentre si passava le dita sul clitoride."Beh, se la ingoiavi, non c'era nessun problema. Ma tranquilla, ci penso io a ripuliti adesso...."Lei fece una smorfia tipo broncio alla parola ingoiare e poi aggiunse: " Ma cos'hai in mente ora? Ti ricordi che dobbiamo partire? Dai, basta ora, è tardissimo"Lui le mise una mano sulla spalla e la spinse con la schiena contro il muro. Si mise in piedi davanti a lei e iniziò a pisciarle addosso, sulle tette, sulla figa ..."Nooooooo, ma che cazzo stai facendo, mi stai pisciando addosso, ma sei Pirla? Ma basta, smettila"Annalisa faceva la schizzinosa, ma le stava piacendo questa nuova cosa, anche perché in quanto a porcaggine era una vera troia da competizione."Dai, smettila che ti piace, porcellina vogliosa. Ora vieni qui, avvicinati..."Lei si avvicinò al cazzo con la faccia e subito un getto di pipì le inondò la faccia. Rideva e per istinto aprì la bocca, si fece riempire la bocca, fece dei gargarismi guardando il suo porco felice e sorridente, buttò fuori la pipì dalla bocca e se la deve riempire finché Marco non finì.Marco scese e la baciò. "Ti amo alla follia piccola, sarà una vacanza fantastica"."Lo sarà porcellino mio, lo sarà", rispose dando ancora una succhiata al cazzo di Marco e sorridendo. Fine prima parte.
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8 mesi fa
Cucciolodolce, 47
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La lezione di sub
Mi chiamo Giulia, 32 anni, sono alta 1.65, occhi marroni, capelli castani, una bella bocca con labbra carnose, il seno è un po’ piccolo, quasi una terza scarsa, gambe lunghe e snelle al cui culmine figura un bel culetto tondo, alto e sodo. Convivo con Federico da parecchio tempo. La nostra è una relazione felice, ma io sono sempre in cerca di qualcosa che renda il nostro rapporto più bello e stimolante. Federico, sessualmente parlando, si può dire che ha una buona dotazione, nella media, ed è anche bravo a far sesso al punto da portarmi sempre all'orgasmo, anche se, nel suo modo di far sesso, è molto tradizionalista. A lui piace pochissimo o niente il sesso orale, non mi ha mai chiesto di far sesso anale ed è per questo motivo che, ogni tanto, avverto la necessità di concedermi qualche piccola trasgressione, per poter, in qualche modo, compensare questo suo modo, alquanto routinario, di vivere il sesso. Lavoro come impiegata in un'azienda e fra le varie regole che vigono nel mio lavoro c'è quella di dover completare le ferie inderogabilmente entro il 31 marzo. Così mi son ritrovata una settimana di ferie arretrate da dover smaltire comunque ed ho chiesto al mio compagno di prendere anche lui una settimana di ferie e di andarcene assieme da qualche parte con il nostro camper e trascorrere una settimana di assoluto relax. Ovviamente lui ha subito bocciato la mia proposta adducendo a motivo il fatto che non intendeva sprecare una settimana di ferie per star in giro in un periodo in cui la stagione è alquanto mutevole e le attività turistiche sono ancora in fase di preparazione per l'estate a venire. Molto dispiaciuta dal suo rifiuto, dopo una breve discussione, nella quale nessuno di noi due ha voluto recedere dalla propria decisione, ho preso il mio fedelissimo Westfalia e ho deciso di partire in direzione sud. Consultando le varie opzioni, ho visto che c'era una buona offerta di biglietti per il traghetto per l'Isola d'Elba, così ho deciso di girare quell'isola, proprio in virtù del fatto che eravamo fuori stagione e, quindi, avrei potuto servirmi di spiagge meno affollate e visitare i vari paesetti, por niente affollati. Giunta al porto di Piombino, dopo aver acquistato il biglietto ad un prezzo veramente stracciato, ho messo il mio veicolo in fila al posto d'imbarco.
Mentre i vari spazi si andavano riempiendo da tante auto, altri mezzi, soprattutto di imprese che si recavano sull'isola per lavoro, la mia attenzione è stata attratta da una persona che stava seduto proprio sopra la bitta, cioè quell'enorme sporgenza dove legano le navi, situata davanti al mio veicolo. Un uomo, dell'età apparente di una sessantina di anni, se ne stava tranquillamente seduto a leggere un giornale. È stato proprio questo dettaglio che ha attirato la mia curiosità, in quanto oggi la maggior parte della gente consulta il proprio cellulare, mentre invece lui leggeva tranquillamente un quotidiano, come se fosse seduto al tavolo di un bar. Incuriosita da questo dettaglio, mi son avvicinata e, fingendo di guardare l'orizzonte, ho dato una sbirciata alle notizie che stava leggendo. Stranamente era l'ultima pagina, dove c'erano le inserzioni che riguardavano gli affitti. Anche questo dettaglio mi ha colpito, perché anche in questo caso la maggior parte delle persone consulta il proprio smartphone. Lui, per un attimo, ha sollevato lo sguardo ed i nostri occhi si sono incrociati; quando mi ha sorriso, non ho potuto resistere alla tentazione di instaurare un dialogo con lui.
“Buongiorno, mi scusi se la disturbo, ma lo sa che lei è davvero particolare!”
Lui mi ha guardato alquanto stupito.
“Buongiorno anche a lei e, mi scusi la curiosità; dove sarebbe questa particolarità?”
“Ribadisco che mi scuso per la mia sfacciataggine e per averla disturbata, mi chiamo Giulia e son rimasta sorpresa dal fatto che la maggior parte delle persone consulta il proprio smartphone sia per leggere il giornale che per consultare le pagine degli affitti come sta facendo lei! Capisce che rappresenta, al giorno d'oggi, un'anomalia?”
Lui si è messo a ridere veramente di gusto.
“Accidenti! Ora che me lo fa notare, son d'accordo con lei! Sono davvero una mosca bianca! A proposito, io mi chiamo Mario ed è un piacere conoscerla, signorina Giulia! Purtroppo io non amo molto il cellulare e credo che quello che ho in tasca sia obsoleto, quasi da collezione! Io lo uso solo ed esclusivamente per telefonare o ricevere telefonate, tutto il resto mi sembra assolutamente inutile!”
L'ho guardato veramente incuriosita!
“Se è così, lei è veramente una mosca bianca! Non capisco come possa fare a meno di tutta la tecnologia e le agevolazioni che offre un buon telefono.”
Lui mi ha risposto con tono alquanto pacato.
“È molto semplice! Basta semplicemente continuare a fare come facevamo prima! Ma d'altronde io son vecchio, lei è molto giovane e quindi non può capire questa differenza. Inoltre, nel mio lavoro, è sufficiente avere un telefono per chiamare e per ricevere, tutto il resto è assolutamente inutile.”
Sempre più incuriosita gli ho chiesto quale fosse la sua professione.
“Sono un istruttore di immersioni sub. Mi sto recando all'isola, per prepararmi all'inizio della stagione. Quest'anno però voglio trovare da dormire in maniera diversa da quella che offrono i vari villaggi turistici, perché c'è sempre tanta confusione e, invece, a me la sera piace star in un posto tranquillo. Come mai una bella ragazza come lei, viene sull'isola fuori stagione?”
Sono rimasta sempre più affascinata da quest'uomo.
“Lei mi sta dicendo che la tua professione è quella di insegnare alle persone ad andare sott'acqua?”
Lui ha annuito.
“Lei ha mai fatto immersioni?”
Ho riflettuto un attimo sulla sua domanda e poi gli ho risposto in maniera molto sincera.
“Faccio molti sport, ma non ho mai fatto immersioni e, sinceramente, la cosa mi affascina molto. È molto difficile imparare ad andar sott'acqua?”
“No! Ci sono delle ferree regole che vanno rispettate, partendo sempre dal presupposto che noi, in fondo al mare, siamo gli alieni che visitano un altro pianeta e, di conseguenza, bisogna comportarsi in modo da non suscitare l'ira delle creature che lo abitano. Inoltre, non rispettare le regole, può comportare di commettere errori e, in fondo al mare, gli errori si pagano con la vita. Detto questo, se uno fa le cose nel modo giusto, è l'esperienza più bella che si possa mai vivere nella vita. In fondo al mare, c'è il silenzio assoluto, e l'unico rumore che si sente è quello del suo respiro, il rumore della vita!”
Ero veramente affascinata ed ho chiesto ulteriori informazioni.
“Sarebbe bello provare, ma credo che sia molto costoso.”
“Non necessariamente. Si può noleggiare tutto il necessario per una buona immersione, al massimo, direi, che la cosa più intima è la maschera. Poi, se l’esperienza piace, uno si attrezza un po’ per volta.”
Lasciamo il nostro discorso perché sta arrivando il traghetto e, in quel momento noto il fatto che lui non ha un mezzo di trasporto, quindi gli offro un passaggio a bordo del mio Westfalia; lui accetta volentieri e, il tempo di imbarcare il veicolo, ci rechiamo sul ponte e mi viene offerto un caffè. Mentre facciamo la traversata, gli spiego la mia idea di voler girare un po' l'isola; noto che lui ascolta con attenzione, poi, quando ho finito di esporre le mie intenzioni, mi fa una insolita proposta.
“Potresti fermarti un giorno nelle vicinanze del villaggio, il tempo che io mi organizzo, poi potremmo caricare quattro bombole e tutto l'equipaggiamento necessario per fare un corso e, anziché farlo usando la barca, potremmo utilizzare il tuo camper per girare insieme l'isola e fare delle immersioni nei posti più belli che già conosco. In cambio della tua ospitalità, ti offro il corso gratuito.”
Lo guardo e, per un attimo, resto a valutare le sue parole.
“Ma, veramente… Voglio dire: accetteresti di farmi un corso da sub gratuito?”
“Generalmente non è possibile, ma, in questa stagione, il villaggio dove io ho la scuola di immersione è in fase di allestimento per l'estate, quindi non avrei molte cose da fare e potrei anche dedicare una settimana di tempo a te, facendoti fare delle immersioni nei luoghi più belli dell'isola e, nello stesso tempo, potremmo completare tutto l'iter necessario al conseguimento del primo livello del brevetto di "open water”.
Sono stupita di me stessa! In un attimo ho accettato di passare una settimana con questo maschio sconosciuto, dall'aspetto così particolare. Ha un bel fisico, alto, muscoloso, già ben abbronzato e, con una certa aria di mistero che mi ha subito intrigato. Ho seguito il mio istinto ed ho deciso di vivere questa avventura particolare, così insolita per me. Sbarcati, raggiungiamo la penisola di Lacona, dove è situato il villaggio, nel quale egli ha la scuola di sub.
Appena giunti, lui parla con la proprietaria, una bella signora e le spiega le sue intenzioni; immediatamente lei mi indica un parcheggio adiacente, dove posso sistemare il mio camper, senza recare fastidio. Ho notato l'occhiata che mi ha dato la signora, quando lui gli ha detto che avremmo passato una settimana insieme in giro per l'isola con il camper e il suo mezzo sorrisetto mi ha in qualche modo portato a riflettere che, probabilmente, non era affatto stupita del fatto che Mario avesse fatto una nuova conquista. È stata proprio questa sensazione che ho provato mentre lei mi guardava. Sistemato il camper, l'ho raggiungo alla scuola e, per prima cosa, lui mette subito a caricare delle bombole e poi mi fa misurare una muta, alcune pinne, calibra la cintura dei pesi in base al mio peso corporeo e, infine, per la prima volta, vedo un gruppo di octopus. Lui mi spiega come alle bombole viene collegato ed usato un erogatore, dove viene appeso quello di emergenza e poi mettiamo tutto l'occorrente sopra un carrellino, per poterlo portare direttamente al camper. Tra una cosa e l'altra si è fatta l'ora di pranzo; lui, quando siamo nel camper e, con il mio aiuto, cucina velocemente un piatto di pasta davvero semplice, ma buonissimo. Nonostante fossimo all'interno del mio veicolo, sembrava che lui ci avesse sempre abitato, per la disinvoltura con cui si muoveva e la rapidità con cui ha cucinato. Il pomeriggio mi lascia nel camper, perché, con la signora, deve andare a svolgere delle pratiche, di cui non so con precisione cosa sia, quando torna, però, vedo che sul collo ha una leggera macchia di rossetto. Ho il sospetto che la pratica che doveva svolgere, sia stata sicuramente quella di scopare con la signora. È incredibile, per un attimo, sono stata quasi gelosa! Quest'uomo mi affascina e, nello stesso tempo, mi intimidisce la sua incredibile padronanza di sé, determinazione e, soprattutto, il suo modo di guardarmi, che, in qualche modo, mi domina. Dopo aver sistemato tutto, passiamo un paio d'ore insieme, e coglie l'occasione per impartirmi la prima lezione teorica, su come ci si immerge. Giunta l'ora della cena, si fa prestare l'auto dalla signora e mi porta a mangiare in una pizzeria non molto lontano, dove, quando entriamo, lui viene salutato simpaticamente sia dal cameriere che dal proprietario, che, nell'indicarci il tavolo, mi dedica un profondo inchino.
“Benvenuta, signorina! Anche se è accompagnata da questo vecchio pirata, lei è comunque la benvenuta!»
Lui si mette a ridere e, seduti a tavola, consumiamo una pizza buonissima, che lui mi offre e, durante tutta la cena, ho potuto ammirare le sue bellissime mani, con le dita lunghe, che lui, gesticolando di continuo davanti alla mia faccia mentre parlava, ha fatto sì che mi intenerissi al punto da farmi inumidire le mutandine. Provo una strana sensazione con lui e, sempre più mi sento affascinata dal suo modo di parlare, dal suo gesticolare, dal suo modo di manifestarsi abbastanza colto e, nello stesso tempo, munito di una semplicità disarmante. Quando torniamo al camper, lui mi lascia e poi, mentre entro dentro, vedo che riporta le chiavi alla signora e, sicuramente, rimane a dormire con lei, perché non lo vedo più venir fuori. Mi sdraio nuda nel letto del mio camper, chiudo gli occhi e immagino le sue mani che mi accarezzano e, sempre immaginando che sia lui, porto le mie dita sui capezzoli, lì strizzo e mi accarezzo la farfallina, che non perde tempo ad emettere umori. Mi sorprendo a desiderare che quel maschio possa esser qui con me, che mi accarezzi e mi faccia eccitare tantissimo. Ho un orgasmo intenso, che mi fa godere molto. Una volta raggiunto l'orgasmo, dentro di me riaffiora per un attimo la Giulia di sempre, quella seria, quella che convive con Stefano, quella che ha bisogno di vivere una nuova avventura. All'alba sento bussare alla porta e me lo trovo davanti, che indossa dei semplici pantaloncini corti, una maglietta sotto cui si intravedono dei pettorali sicuramente vigorosi.
«Buongiorno, Giulia! Hai già fatto colazione?»
Io veramente sono ancora in pigiama e lo invito un attimo ad entrare, dicendo che sarò pronta fra pochi minuti. Lui allora mi dice che va alla scuola a prendere altro materiale e poi, una volta partiti, faremo colazione lungo la strada. Dopo pochi minuti, inizia la mia avventura con lui. Mi fa dirigere verso Porto Azzurro e, appena giunti in paese, facciamo colazione. Siamo seduti al bar e, mentre stiamo consumando un cappuccino con brioche ed un caffè, lui, d'improvviso, viene salutato da una signora molto bella.
«Ciao, Mario! Allora, sei tornato? Hai già riaperto la scuola di immersioni? Quest'anno vorrei fare il corso di fotografia subacquea!»
Lui sorride cordialmente, e poi le dice che sarà operativo dalla prossima settimana. La signora guarda me, poi si gira verso di lui e fa un mezzo gesto con il capo, quasi a voler sottolineare che chi l'accompagna è un po' troppo giovane! Sono quasi infastidita da questo continuo esser giudicata da altre persone, mentre lui sembra proprio che tutto ciò lo lasci indifferente. Una volta allontanati dal paese, arriviamo sulla spiaggia di una miniera e, una volta parcheggiato il camper seguendo le sue indicazioni, ci mettiamo seduti fuori e lui ad illustrarmi la teoria, spiegandomi attentamente tutto quello che faremo poi, una volta in acqua. È un insegnante scrupoloso e attento e, più di una volta, mi sento i suoi occhi addosso, che scrutano il mio corpo. Dopo più di un'ora di teoria, lui, prima mi fa indossare una muta, poi prende una bombola e ci spostiamo vicino all'acqua. Dopo averla fissata ad un Jacket, mi fa anche montare il gruppo Octopus e, fatti tutti gli opportuni controlli, indosso quell’equipaggiamento che, al momento, risulta esser pesantissimo. Insieme a me entra in acqua e subito mi rendo conto che appena l'equipaggiamento arriva in acqua il suo peso scompare completamente. Mi spiega tutte le tecniche di respirazione, addirittura mi insegna come si toglie l'acqua da una maschera, restando in immersione cosa che, secondo me, era assolutamente impossibile. Per più di due ore continuiamo a metter in pratica tutta la teoria che mi ha spiegato e, alla fine, è molto soddisfatto del risultato. Quando risaliamo a bordo del camper, lui si offre di cucinare un'ottima carbonara e devo ammettere che era la prima volta che ho mangiato questo piatto, che conoscevo già abbastanza bene. Il pomeriggio restiamo all'ombra, mentre lui continua a darmi lezioni teoriche: mi spiega come poi le metteremo in pratica durante le immersioni. Continuo ad esser sempre più affascinata da quest'uomo e, quando ad un certo punto lui dice che per oggi di teoria ne abbiamo fatta abbastanza, mi invita a fare il bagno.
“Giulia, questo posto ha del fiabesco, è meraviglioso e, soprattutto, è del tutto deserto; ti sembrerà strano, ma, in questo punto, c'è una sorgente sottomarina calda che rende l'acqua, in questo periodo, più calda del normale e fare il bagno qui è qualcosa di veramente unico. La cosa ideale sarebbe farlo nudi.”
Lo guardo veramente sbalordita e, nello stesso tempo, affascinata e incuriosita dalla sua proposta. Lui rimane un attimo immobile in attesa di vedere cosa decido di fare e, stranamente, senza nessuna riflessione, faccio cadere il mio costume e, vedo che i suoi occhi brillano di piacere nel vedere il mio corpo nudo e quando lui abbassa il suo, mi trovo davanti, per la prima volta, il suo splendido membro in posizione di riposo. È un bel cazzone lungo, di sicuro lo è molto più di quello di Federico e, anche se in posizione di riposo, noto anche che ha un considerevole diametro. Sento un lungo brivido lungo la schiena, perché ho provato una immediata sensazione di averlo dentro di me e la cosa mi fa bagnare; così, per non darlo a vedere, entro subito in acqua e, come ha detto lui, avverto la temperatura decisamente più calda. Al mattino non lo avevo notato perché indossavo la muta, mentre invece ora che il mio corpo è nudo ed è avvolto dall'acqua del mare, sento addirittura con piacere che bagnarsi in questo posto è veramente qualcosa di magico. Nuotiamo un po' fino a raggiungere un piccolo scoglio che emerge vicino alla riva e lì, una volta raggiunto, lui si ferma dietro di me ed io resto immobile, perché so che adesso lui proverà a mettermi le mani addosso, ed io non aspetto altro. Sono immobile, voltata di spalle, in attesa di sentire il contatto del suo corpo, che, però, stranamente, non arriva e questo mi lascia quanto mai sorpresa. Mi giro, vedo che lui sta nuotando di nuovo in senso opposto, mentre io ero già pronta a farmi masturbare da lui. Un po' delusa prendo a nuotare di nuovo verso riva e, quando esco fuori, lui è appoggiato ad una roccia a farsi riscaldare dal sole. Mi avvicino a lui, lo guardo con desiderio, mentre lui sembra assolutamente tranquillo, rilassato, quasi a voler ignorare i segnali che gli sto trasmettendo. Ho voglia di lui, di sentir le sue mani meravigliose sul mio corpo e, soprattutto, il suo splendido membro dentro di me. Mi appoggio alla roccia vicino a lui, sento il sole che ci scalda, tutto è silenzio intorno a noi, resto ad occhi chiusi, nella speranza di sentire all'improvviso le sue mani sul mio corpo. Dopo esserci un po' scaldati al sole, gli propongo di farci una doccia, ma lui suggerisce un'altra cosa.
“No, non lo faremo ora; questa sera ci sarà una bellissima luna piena e, fare il bagno a mezzanotte, con l'acqua calda del mare e la luna piena, è qualcosa di incredibilmente magico, e romantico!”
Se voleva stupirmi, c'è riuscito alla grande. Prepariamo una cena semplice, leggera e la consumiamo stando fuori del camper, al fresco e, ad un tratto, lui prende alcune radici di piante che sono lì vicino, accende un piccolo falò tra alcune pietre e subito l'atmosfera diventa veramente magica. Sorseggiamo del liquore, mentre parliamo di tante cose e mi rendo conto che sono sempre più affascinata da quest'uomo così colto e, nello stesso tempo, così incredibilmente semplice. Sento crescere forte il desiderio di averlo e, nello stesso tempo, mi piace prolungare ancora più questa attesa, perché mi rendo conto che questo aumenta ancora più il piacere che ne ricaverò quando lui deciderà di farmi sua. Mi son resa conto che è lui a dirigere il gioco e, sicuramente, saprà quando è il momento per farmi impazzire. Ad un tratto, da dietro il monte, spunta una fantastica luna piena, come non avevo mai visto in vita mia. È enorme, bella, lucente e rischiare la notte; lui si alza in piedi e comincia a spogliarsi ed io capisco che è giunto il momento, così lo imito e, poco dopo, siamo insieme nell'acqua, che risulta esser veramente tiepida, e meravigliosamente avvolgente. Stiamo nei pressi di una vecchia miniera di ferro e, allora, vedo che con la luce della luna, l'acqua sembra brillare. È come se il mare fosse pieno di lucciole, mentre sto osservando questo strano fenomeno, improvvisamente sento lui che, da dietro, mi abbraccia; la sua bocca mi bacia sul collo, dietro la nuca; sento subito il suo membro durissimo premere contro il solco delle mie natiche.
“Finalmente! Ti sto desiderando da tanto! Ti prego fammi impazzire!”
Le sue mani stringono i miei seni e le sue dita torturano i miei capezzoli, facendomi gemere di piacere. Poi, la sua mano destra scende giù lungo il mio corpo e, mentre con l'altra continua a torturare un mio capezzolo, le sue splendide di vita si infilano tra le pieghe della mia ostrica e sento che lui le lascia scorrere lungo tutto lo spacco, mentre mi tortura il bottoncino, stringendolo tra le dita: io sono tutta un fremito per il piacere.
Porto le mani dietro la schiena ed afferrò quello splendido membro, sento che le mie dita non riescono a cinger quel grosso randello, che ora è veramente al massimo della sua tensione. Ad un tratto mi solleva, mi prende in braccio e, fatti pochi passi, mi adagia sul bagnasciuga e, mentre, nella schiena, sento il mare che con il suo tepore scalda i nostri corpi, lui si inginocchia tra le mie cosce mi prendi un piedino e mi succhia ogni singolo dito sempre fissando i miei occhi che adesso brillano di piacere. Ripete la stessa cosa con l’altro piede e questo mi eccita tantissimo che quando la sua lingua prende a risalire le mie cose e arriva alla mia figa, sono già fradicia e la sento scorrere lungo tutta la mia intimità, procurandomi ondate di piacere in continuazione.
“Oh, sì, godo! Meraviglioso, non ti fermare! Leccami tutta! Ti prego, fammi impazzire che mi piace da morire!”
È un vero demonio con la lingua. Scuote il mio corpo con due orgasmi in rapida successione, come non mi era mai capitato, poi si allunga su di me, sento la sua enorme cappella che va a premere contro le labbra della mia lumachina, che cerca, in qualche modo, di accogliere quel grosso randello, che ora, sicuramente, la farà schiumare! Lentamente scivola dentro di me e sento le pareti della vagina che si aprono per accogliere quell'insolito diametro e, nello stesso tempo, lo avvolgono come un guanto e, quando arriva in fondo, sento una scarica elettrica che parte dal cervello, percorre tutto il corpo e si trasforma in un orgasmo che mi fa tremare in maniera incontrollata.
“Oddio, vengo! Mario, mi fai godere! Vengo! È bellissimo! Non ti fermare, ti prego! Non ti fermare, che vengo! Mi fai venire! Vengo!”
Non ha neanche cominciato a scoparmi, che già ho raggiunto tanti di quegli orgasmi che, a confronto, quelli provati con Federico sono niente. Rimane immobile piantato dentro di me e poi comincia a stantuffare dentro e fuori quel suo enorme cilindro, che ora il mio corpo riceve perfettamente in tutta la sua lunghezza e dimensione. È un orgasmo continuo. Vengo senza soluzione di continuità, perché non riesco a capire dove finisce un orgasmo e ne comincia uno nuovo, e poi un altro ancora: sono scossa da un piacere folle che urlo a squarciagola nel silenzio della notte, illuminata da una fantastica luna piena. Una volta soddisfatto il suo ego, mi afferra e mi rigira; mi ritrovo sopra di lui, impalata su quella colonna di carne, che ora sento arrivare tutta, fin dentro lo stomaco. Spalanco la bocca, ma non riesco ad emettere alcun suono.
Lui solleva le mani, afferra le mie mammelle e prende a torturarmi i capezzoli, facendomi urlare ancora più di piacere. Sono sconvolta e, nello stesso tempo, affascinata dalla facilità con cui quest'uomo mi ha portato al limite della follia! Sfinita, mi adagio sul suo corpo e sento il mio cuore che batte come un tamburo impazzito.
“Bellissimo! Unico! Mario, sei fantastico! Nemmeno pensavo che esistessero maschi come te!”
Lui, con una mano, solleva il mio mento, mi guarda negli occhi e sorride un po' sornione.
“Ma già sei sazia? Voglio dire: non hai più voglia di godere? Io mi sono appena scaldato!”
Lo guardo veramente sbalordita.
“Già sazia? Ma ti rendi conto che son venuta in continuazione non so quante volte! Mario, io non sono abituata a tutto questo! Con il mio compagno non ho mai provato tanti orgasmi tutti insieme in una sola volta! Lui ha un modo di far l'amore con me completamente diverso. Ma, soprattutto, il suo modo di fare è talmente semplice e ripetitivo, che questa sera mi sembra veramente di esser su un altro pianeta!”
Lui mi sorride, poi mi sdraia di lato, prende un capezzolo in bocca e continua a succhiarlo, facendomi impazzire. Ad un tratto si rigira e mi invita a fare con lui un meraviglioso 69, al quale non mi sottraggo per nulla al mondo. Mi trovo davanti alla bocca quel meraviglioso scettro che mi ha fatto impazzire di piacere, che profuma del mio odore di femmina, anzi troia, che ha goduto molto! Sì, in questo momento, mi sento proprio una gran troia. Tra le braccia di questo maschio, mentre mi infilo il suo enorme cazzone giù per la gola, mi sento veramente un'altra donna, ma una donna che approvo in quello che sta facendo, che accetta e vuole che tutto sia esattamente così. A fatica mi tengo in bocca il suo splendido randello; lo succhio come se non ci fosse un domani. Lui, dopo aver assaporato a lungo il miele che sgorga dalla mia lumachina, con la punta della lingua, va lambire anche il mio buchetto: ho un sussulto e lui si ferma.
“Giulia, se ti infastidisce evito di sfiorare il tuo buchetto.”
Mi sfilo il suo splendido membro dalla bocca e gli rispondo.
“Non è che ne sono infastidita, è che il mio compagno non ama il rapporto anale, come non ama nemmeno farsi succhiare l'uccello, come sto facendo a te adesso. Per lui sono tutte pratiche che non gli sono gradite e che, perciò, non mi permetto di fare. Mi piacerebbe molto prenderlo nel culetto, ma ho paura che, con il tuo notevole cazzone mi farai parecchio male.”
Lui mi rigira, mi guarda dritto negli occhi e poi sorride.
“Giulia, come in tutte le cose, conta la preparazione. Ho apprezzato molto il tuo lavoro di bocca, ma è evidente che non sei pere niente un'esperta. Per quanto concerne il rapporto anale, se mi concedi la possibilità di far un'ottima preparazione, ti posso assicurare che, dopo, sarai tu a chiedermi di farlo ancora.”
Gli sorrido e lo lascio fare; mi abbandono al suo tocco. Lui mi gira, mi mette in ginocchio davanti a lui; con la bocca va ad incollare le sue labbra sulla mia rosellina e la sua lingua ruota in continuazione cercando di insinuarsi dentro il mio buchetto. È sconvolgente la piacevole sensazione che mi dà; mi rilasso, mentre sento che lui, ogni tanto, infila delicatamente un dito dentro, spingendo la saliva più in profondità possibile. Continua questo gioco per un tempo che a me sembra lunghissimo, durante il quale mi rilasso così tanto da desiderare proprio che il suo grosso membro penetri tutto dentro il mio culetto. Si solleva e, quando sento la punta che si appoggia contro la rosellina, faccio un profondo respiro e mi rilasso, mentre lui spinge lentamente il suo meraviglioso gioiello dentro di me. Sento che mi apre, mi dilata. Più che dolore sento il fastidio di questa intrusione, ma nulla che non sia facilmente sopportabile. Porta una mano davanti e comincia a masturbarmi; il piacere che provo mi fa completamente dimenticare il fatto che lui mi sta sfondando il culo. Mi rendo conto di averlo tutto dentro, solo quando sento il tuo corpo che aderisce al mio.
“Brava, Giulia! Lo senti che te lo sei preso tutto dentro? Adesso rilassati, che ti porti il paradiso.”
Faccio un bel respiro profondo e poi sento le sue mani che mi afferrano per i fianchi; ora prende a limare dentro e fuori il mio buco, che si rilassa, lo accoglie con gioia e comincia a regalarci sensazioni sempre più belle e profonde.
“Mario, Mario, è bellissimo! Mario mi stai facendo godere! Non è possibile che mi fai godere di culo così velocemente! Pazzesco! In tante dicono che provano dolore quando lo prendono nel culo, mentre, al contrario, io sto già impazzendo di piacere. Continua così, ti prego, sfondami il culo!”
Mi fa godere ripetutamente, poi solleva le mani, afferra i miei seni e mi trovo in ginocchio davanti a lui, mentre il suo splendido membro continua a devastare il mio buchetto. Dopo aver goduto ripetutamente, lui me lo toglie dal culo, si sdraia supino e poi mi invita ad accoglierlo in bocca.
“Come ti ho detto è tutta una questione di preparazione; adesso vieni, fammi vedere quanto riesci ad esser brava a fare un bocchino!”
Quasi intimidita dalle sue parole, ancora stordita dal piacere provato, mi inginocchio davanti a lui e, dopo aver impugnato con entrambe le mani il suo scettro, mi concentro molto sulla punta e lo succhio, lo lecco e poi scendo giù lungo l'asta, fino alle meravigliose palle, che sono enormi e certamente piene di tanta crema prelibata, che ora ho voglia di bere tutta, fino all'ultima goccia. Quando comincio a pompare, lui appoggia una mano sul mio capo e detta il ritmo della pompa; alla fine, il suo corpo si tende e subito mi arriva in bocca la prima ondata di una copiosa sborrata, che ora lui mi sta regalando.
“Bevi, fantastica puttanella! Adesso è giunto il momento di dissetarti! Fai un buon lavoro e non perdere neanche una goccia.”
Serro le labbra e ingoio quella crema prelibata, che lui mi sta riversando in bocca; più ne ingoio e più ne ricevo, fin quando, sbalordita lo guardo un attimo negli occhi e lui, sorridendo, mi dice che la devo ingoiare tutta, perché è molto nutriente e mi fa bene. Mi viene quasi da ridere nel sentir le sue parole, ma serro le guance e mando giù ancora altre due generose ondate di crema. Alla fine, lecco fino all'ultima stilla e poi, quando me lo toglie dalla bocca, vedo che è ben pulito e lucido; lui se ne compiace.
“Brava! Avevo immaginato che potessi esser una brava succhia cazzi, ma non avrei mai pensato, che fossi così fuori allenamento. Certo, se il tuo compagno non ama questo tipo di giochi, devi proprio amarlo molto se resti con lui, perché sei una splendida femmina da letto, che andrebbe montata, quotidianamente, in ogni buco e riempita, come ho fatto io questa sera, minimo per due volte al giorno. In ogni caso, se avrai il piacere di passare con me questa settimana, te ne farò fare una bella scorpacciata di queste chiavate che per un pezzo te ne sentirai appagata.”
E così è stato. Ho passato con lui tutto il resto della settimana e lui mi ha chiavata, inculata e sborrata in figa in continuazione.
Posso dire di aver preso tanto di quel cazzo da farne veramente una bella scorpacciata. Inoltre ho imparato anche a ciucciare bene l'erogatore e questo mi ha comportato di ottenere anche un imprevisto brevetto da sub.
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8 mesi fa
baxi18, 55
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Il nostro gioco preferito.
Mi chiamo Lara, ho 32 anni, sono alta 1.70, bionda con i capelli a caschetto, occhi verdi, fisico slanciato e snello, con un bel seno di una terza misura abbondante, ventre piatto ed un culetto a mandolino posto al culmine di gambe lunghe e dritte. Da sette anni, sono sposata con Luca, un maschio di 3 anni più grande di me. Più alto di me, moro con gli occhi azzurri, capelli ricci, un bel fisico scolpito e, tra le gambe, una splendida dotazione, molto oltre la media, sia in lunghezza che in circonferenza. Siamo una coppia che ama il sesso, soprattutto se fatto in maniera non convenzionale. Diciamo che amiamo molto creare situazioni in cui, a volte, coinvolgiamo anche altre persone, al fine di raggiungere il massimo del piacere. Uno dei nostri giochi preferiti è quello di uscire la sera separatamente e incontrarci in un determinato locale, come se fossimo due perfetti sconosciuti e, a quel punto, scatta il nostro gioco che, spesso, ci permette di renderne partecipi anche altre persone. Una di queste volte è avvenuta lo scorso autunno, quando, per motivi di lavoro, mio marito si è dovuto recare in un'altra città e, avendo io delle ferie ancora da smaltire, ho deciso di seguirlo per trascorrere qualche giorno insieme a lui, ma, soprattutto, per vivere qualche nuova e interessante esperienza, in quanto, negli ultimi tempi, non avevamo avuto molte occasioni per dar sfogo alla nostra vena libertina. Giunti in città, abbiamo passato la giornata separati, perché lui era impegnato nel suo lavoro, mentre io mi son dedicata un po' allo shopping. Ho girato per negozi e, poiché indossavo un outfit alquanto intrigante, costituito da una minigonna in pelle nera, una camicetta bianca, stivali col tacco alto che mi arrivavano al ginocchio e, sopra la camicetta, un giacchetto di pelle nera, era ovvio che ero oggetto delle attenzioni di parecchi maschi. Naturalmente ho rinunciato a tutte le lusinghe ed ai complimenti che mi venivano rivolti, perché, un aspetto del nostro magnifico rapporto, è costituito dal fatto che a noi piace farlo insieme. Luca non mi ha mai tradito singolarmente con un'altra donna e nemmeno io l'ho mai fatto con un altro uomo. Spesso e volentieri abbiamo giocato sia con uomini che con donne, ma sempre insieme, sempre sotto l'attento sguardo del partner ed è questa la cosa che mi intriga di più. Per me è fondamentale sapere che lui mi sta guardando, mentre faccio la svenevole con un altro. Sentire che mi sta guardando, esaminando, apprezzando o criticando la mia prestazione, è qualcosa che mi fa veramente bagnare al solo pensiero. È la nostra intesa complice, che ci rende così uniti e, nello stesso tempo, così perversi. Infatti non è mai uno dei partner a decidere quale tipo di gioco intraprendere, perché, a volte, ci alterniamo e, spesso e volentieri, sono proprio io a creare le situazioni, che però lui elabora. Per la maggior parte delle volte, si tratta di cose che nascono spontanee dentro di noi e ci basta un'occhiata per decidere se metterle in pratica, oppure rinunciare. È questa nostra intesa mentale che mi fa adorare quest'uomo in maniera veramente unica. Con lui ho vissuto momenti così intensi che, se dovessi confessare quale tra essi sia stato il più bello, non riuscirei nemmeno a fare una graduatoria: sono stati tutti molto belli e intensi! La sera, dopo aver cenato in uno splendido ristorante, lui mi ha preso per mano e mi ha condotto in un locale alquanto intrigante. Era un semplice topless bar, con un simpatico pianista che suonava melodie "ever green". Appena entrati nel locale, ci sediamo al bancone. Io indosso un sottilissimo tubino nero elasticizzato, che sembra una seconda pelle per quanto è stretto e modella il mio corpo, evidenziando al massimo le mie curve. Calze nere velatissime e, ai piedi, scarpe con tacco e plateau proibitivo, da 18: mi aveva voluto molto appariscente quella sera. Ho capito subito che aveva in mente qualche sua idea ed ho deciso di assecondarlo passivamente, perché avevo voglia di sentirmi usata dalla sua fantasia e dai suoi desideri. Son seduta su di uno sgabello ed il vestito è salito un po' troppo su; il pizzo delle calze si vede benissimo. Ha ordinato dei drink e finge di non conoscermi. Mi parla con voce molto calda ed io mi lascio accalappiare. Tra un sorso e l’altro mi racconta delle barzellette ed io rido mentre lui, ogni tanto, mi accarezza la gamba. Lentamente sale dal ginocchio fino all'orlo cortissimo del vestito. Poi si fai più audace e si china a baciarmi e leccarmi il collo. Mi provoca e vuol vedere se sto al gioco. Mi sento osservata e già questo mi eccita, mentre ora la sua mano sale sempre di più. Indugia quasi a farmi desiderare di sentir le sue dita dentro di me. Divarico sempre più le gambe, lui scosta il perizoma sottilissimo ed io mi lascio penetrare. È pazzesco! Siamo in un bar, con tantissima gente, e lui mi masturba davanti a tutti, con una disinvoltura che mi sconvolge. Infila uno dito tra le labbra della mia vulva già fradicia, gira e rigira il dito dentro di me e, quando lo toglie, me lo infila in bocca, per farmi assaggiare il mio stesso sapore. È dolce, profuma di cagna in calore, perché è così che adesso mi sento: una cagna in calore! Lecco con avidità il dito, succhiandolo quasi fosse un membro. Assaporo il mio miele di cui è ricoperto e questo mio sapore mi eccita ancor di più! Siamo cosi presi dal nostro gioco, che non facciamo caso al fatto che il tizio, seduto accanto a me, non si è perso nulla dei nostri maneggi e si è gustato tutta la scena. Lo guardi e gli sorridi, io non mi volto. Mi sento le gambe tremare per l’adrenalina che sento scorrere dentro il mio corpo, eccitato al massimo. Gli fai un mezzo sorriso e poi mi trascini a ballare nella piccola pista, creata tra i tavoli. Lui si sposta più vicino per seguirci con lo sguardo. In pista mi abbracci da dietro. Le tue mani scorrono lungo il mio corpo, mi accarezzi i fianchi, le gambe. Mi stringi e sento, sullo spacco del mio culo, il tuo membro durissimo. Già questo mi fa sbrodolare! Il tipo al bar non resiste. Si avvicina, mi guarda e tu mi offri a lui. Mi fai girare, perciò, adesso, sul culo sento il membro di lui e sento che ce l'ha già duro e grosso. Ti guardo meravigliata, tu capisci che quello che sento mi piace. Mi tieni stretta a te, mentre lui mi accarezza le gambe ed arriva al perizoma, che sente fradicio, sorride e ti parla all'orecchio e, dopo che tu hai annuito, mi prendi per mano e ci avviamo tutti e tre verso l’uscita dal locale. Appena fuori mi fai spostare nel vicoletto di lato, quasi buio, e anche se fa freddo, tu mi sussurri all'orecchio di succhiarglielo, come solo io so fare. Lui sorride, lo tira fuori e tu mi fai inginocchiare. Mi trovo davanti al viso una bella verga dura, lunga come la tua e, forse, anche più grossa di spessore. Senza tanti complimenti lui me lo sbatte in bocca con forza. Metti una mano sulla mia nuca e detti tu il ritmo, oltre a quanto ne devo ingoiare.
«Succhialo, troia! Fagli sentire come sei brava!»
Sentirmi dare della troia, mi fa quasi venire in quella situazione. Lo succhio e lo lecco come so che piace a te, ma vedo che lo stesso effetto fa a lui. Quasi non resisto più e decido che voglio anche il tuo, lo tiro fuori e succhio, prima te e poi lui forte, fino in gola, fino a strozzarmi e voi ne siete più che contenti.
«Che brava succhia cazzi che hai, amico! Davvero un'esperta bocchinara!»
A quel punto lui ci propone di spostarci a casa sua, che dista pochi passi da li. Accetti e lui ci fa strada; mentre andiamo, si presenta e dice di chiamarsi Mario. Lo guardo e vedo che è un bel maschio sui 45 anni, ben portati. Pochi minuti e siamo in casa sua; subito lui ci indica la camera da letto. Appena dentro, sei tu a dirigere il gioco.
«Spogliati nuda! Lascia solo tacchi, calze e perizoma, che ti fanno apparire ancor più troia di quanto tu non sia!»
In un attimo, sono nuda. Mario si avvicina a te e ti suggerisce qualcosa, che io non sento, ma tu annuisci e, subito dopo, fanno la comparsa una benda e delle manette. Mi blocchi i polsi dietro la schiena e mi bendi gli occhi, poi mi ordini di inginocchiarmi. Me lo fate succhiare a turno. Ci prendo gusto e comincio a leccare e a succhiare, prima uno, poi l'altro, poi insieme. Il fatto di averne due in bocca, stupisce Mario.
«Che spettacolo! Questa troia sa davvero succhiare il cazzo! Anzi i cazzi: è capace di prenderne due per volta?!»
Lecco e succhio con molto impegno. Sento la saliva che comincia a colarmi lungo il mento e questo mi eccita ancor di più; mi spinge a succhiarvi con maggiore impegno e voi ne siete entusiasti.
«Che troia! Che bocchinara! Davvero una splendida succhia cazzi da sballo! Se continua così, le sborro in gola!»
Sentire Mario esser al limite, mi eccita ancora di più. Sento i miei umori colare lungo le cosce e la mano di uno di voi che mi masturba e strizza le tette. Poi mi sento sollevare, vengo messa a quattro zampe sul letto. Mi scende la benda, ma tu non te ne curi, anzi, la togli del tutto. Mario si posiziona davanti a me e tu dietro. Subito ho il suo cazzone infilato in bocca e tu mi penetri con così tanta forza che vengo spinta in avanti e sbatto con il viso sul corpo di Mario, ritrovandomi con il suo cazzo tutto in gola. Mi sculacci con forza. Poi lui ti passa del gel e tu mi prepari il culo, per sodomizzarmi. Lo sai che ho sempre bisogno di una accurata preparazione per godere di culo e tu, a questo, vi procedi con molta cura, quasi maniacale. Mario ti offre un cuneo e tu sorridi, quasi come se lui ti avesse letto nel pensiero. Mi prepari l'ano con dita e lubrificante, poi, con calma, mi infili il cuneo in culo! Mi sento piena! Davanti ho un cazzo in gola, sento il tuo nella fica che mi sfonda e, adesso, ho anche il culo pieno! Godo senza poter urlare e tu ridi divertito.
«Così si tratta una troia come te! Devi esser piena in ogni buco!»
Godo come una maiala! Di colpo tu ti sfili, mi togli il cuneo, non senza provocarmi un ennesimo brivido di piacere e poi dici a Mario di sdraiarsi supino; lui esegue e vedo il suo cazzone che svetta lungo e duro. Mi fai impalare su quella trave che mi arriva fin nella pancia. Il tempo di averlo tutto dentro, che sento il tuo che forza il mio sfintere che non impiega molto a cedere e, un attimo dopo, sei all'interno del mio intestino con tutto il cazzone ancor più duro. Mi sento completamente riempita, mentre mi scopate in doppia con un sincronismo così perfetto, che sembra lo abbiate fatto da sempre! Sono sconvolta, godo ed urlo il mio piacere.
«Vengo! Mi fate godere! Vengo! Sì, mi fate impazzire! Siete due maiali!»
Tu intanto mi dici che non ti basta ancora.
«Godi, vacca! Questo è solo un assaggio! Ti darò in pasto a dieci maschi che dovranno sfondarti tutta, dilatarti ogni buco; sei una troia tutta da godere!»
Sbrodolo come una fontana. Solo immaginare di esser in mezzo ad un simile branco di maschi, mi fa quasi svenire dal piacere. Mario mi sfonda con il suo cazzone e poi ti chiede se può irrorare il mio ventre.
«Questa vacca è fantastica! Vorrei riempirla di sborra: sono pronto; quando vuoi!»
Ti sento soddisfatto.
«Ancora un orgasmo e poi le diamo da bere a questa puttana! La deve ingoiare tutta!»
Dopo avermi fatto godere ancora, vi siete sfilati ed io mi son inginocchiata a terra, a bocca aperta. Mario si è messo davanti a me e me lo ha infilato in bocca, con te che lo incitavi a scoparmi ancora la gola.
«Bravo, scopala in gola questa troia! Dai, sborrale in bocca e riempila!»
Il tuo tono duro, la sua irruenza nello spingermi il cazzo con forza dentro la bocca, sentirmi così usata, mi hanno procurato un nuovo orgasmo, mentre lui mi ha inondato la gola.
«Bevi, troia! Ingoiala tutta! Tutta la devi bere!»
Mi ha riempito la bocca per due volte; poi lo ha impugnato e, segandosi, mi ha coperto viso e seno della sua crema. Poi è la tua sborra che mi arriva in faccia. Schizzi del tuo piacere mi colpiscono come frustate e si perdono tra i miei capelli, il seno e la bocca. Quella che mi è arrivata in bocca, la ingoio, gran parte la raccolgo con il dito e lecco fino all'ultima goccia che sgorga dai vostri cazzi ormai esausti e ben svuotati. Ti guardo, vedo che sei fiero di me e questo è il massimo del mio piacere; poi mi sollevi, mi baci e mi porgi i miei vestiti.
In un attimo sono pronta. Non mi lavo, voglio sentirmi sporca del vostro piacere il più a lungo possibile, in ricordo del magico momento che ho vissuto con te: per sempre, indimenticabile!
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9 mesi fa
baxi18, 55
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Finalmente sono cornuto e contento.
Mi chiamo Luigi, ho cinquantotto anni e sono sposato che Livia che ne ha undici meno di me. Sono alto uno e settanta, in sovrappeso e ho un bel principio di calvizie. Non sono certo un adone, ma ho una certa simpatia, sono dolce e affettuoso, non troppo dotato sessualmente. Accontento quasi sempre mia moglie facendola godere prima con mani e bocca, poi con una penetrazione che la porta ad un ennesimo piacere solo quando sta sopra di me. Livia è una bella donna nel fiore degli anni. Alta uno e ottanta, mora, seno tondo e florido una quarta piena che sfida la legge di gravità, ventre piatto, non ha mai partorito, io sono sterile, culo tondo e sodo che sormonta delle gambe lunghe e ben tornite, bocca ampia e labbra carnose molto sensuali. Quando ci siamo conosciuti lei veniva da una brutta storia con tizio manesco e violento e l’ha fatta innamorare la mia dolcezza e la serenità che le ho trasmesso. A letto è un vero portento. Brava con la bocca, fa delle pompe fantastiche, scopa con molta passione e lo prende in culo con estrema disinvoltura. Ama vestire bene, con eleganza e ama anche essere molto sexy, indossare le autoreggenti e i tacchi vertiginosi, tutte cose che il precedente compagno le imponeva con la forza e che lei adesso fa per me per puro piacere. Lavora come impiegata alle Poste e ha sempre mezza giornata libera. Io invece lavoro presso una ditta di contabilità aziendale.
Nel mio settore siamo in tre più il nostro capo che si chiama Carlo, un bel maschio che non è sposato, ma che riscuote molto successo con le donne e che è un porco rinomato che si scopa anche la giovane segretaria che hanno assunto da poco, una troietta appena sposata. Lavoro in questo settore da sei anni e fino ad un mese fa non era mai successo che Livia venisse nel mio ufficio. Una mattina mi sono accorto che la mia auto aveva la revisione scaduta da almeno venti giorni. Ho chiamato un amico meccanico e l’ho pregato di provvedere a metterla in regola. Lui ha acconsentito, ma quando ho lascito il veicolo presso la sua officina mi ha detto che sarebbe stata pronta nel pomeriggio e allora ho pregato Livia di passare a prenderla poi che l’officina è a pochi passi dal suo luogo di lavoro e di riportarla presso il parcheggio del mio ufficio cosa che lei ha fatto. Mentre mi stava consegnando le chiavi, è uscito Carlo dal suo ufficio e quando l’ha vista ha fatto un gesto molto compiaciuto e si è avvicinato a noi. Ho fatto le presentazioni, e ho spiegato il motivo della sua presenza. Livia ha sorriso amabilmente e poi se ne andata mentre Carlo le guardava attentamente il sedere.
«Complimenti Luigi, hai una bella mogliettina.»
Detto questo è tornato al suo lavoro, mentre io mi sono sentito uno strano effetto dentro di me, un misto di gelosia e piacere nel constatare che Livia come sempre riscuote molto successo fra i maschi che ne ammirano lo splendido corpo. Mi sono ritrovato stranamente con una violenta erezione. La sera nel nostro letto ho scopato con impeto e passione mia moglie la quale si è stupita di tanto ardore, e quando mi ha chiesto cosa mi avesse eccitato così tanto, le ho detto che era stato il modo di con cui Carlo le aveva osservato il culo, il suo commento e la chiara voglia di scoparla che era ben visibile sul suo volto. Ho chiesto poi a Livia quale fosse la sua impressione su di lui, e lei, dopo un momento di riflessione, mi ha dato un bacio e con un certo distacco ha commentato che era un bel maschio. Ho riflettuto un poco sul suo commento, e mi sono sentito crescere di nuovo la gelosia e il cazzo. Mi sono eccitato di nuovo pensando a loro due che scopano, e la cosa mi fa impazzire perché non mi era mai successo. Certo altre volte ho visto il desiderio nella faccia di altri maschi che guardavano Livia, ma non mi ero mai eccitato, mentre il pensiero di lei scopata da quel porco che si dice sia anche molto dotato mi sconvolge. Passano alcuni giorni e un lunedì mattina Carlo mi convoca nel suo ufficio.
«Caro Luigi, avrei una cortesia da chiederti, ma non vorrei che tu mi fraintendessi, poi che si tratta di una cosa molto delicata vorrei spiegarti con calma la mia esigenza. Nel prossimo fine settimana devo andare al sud al matrimonio di mia nipote, e poi che mia sorella quando ero ragazzo una volta mi ha visto insieme ad un amico che mi succhiava il cazzo, lei crede che io sia gay. Aggiungi il fatto che ho quaranta tre anni e non sono sposato e il quadro è completo. Mi chiedevo se tu mi puoi prestare tua moglie per fare presenza a questo matrimonio. Ho visto che è una bella donna, che ha una certa classe e che sono sicuro mi farà fare bella figura. Avevo anche pensato ad una escort, ma mia sorella l’avrebbe capito subito e mi sarei sputtanato da solo. Ovvio sarebbe solo scena, niente più. Sono disposto a pagare tutte le spese che questo evento le comporterebbe, e ti assicuro che la cosa resterebbe solo fra di noi.»
Lo guardo stupito mentre cerco di realizzare quello che mi sta chiedendo. Sento crescere una potente erezione che non sono capace di mascherare e che viene notata anche da lui che finge indifferenza.
«Devo chiedere a mia moglie se è disposta, vieni questa sera casa nostra a cena e ne parliamo.»
Lui fa un bel sorriso e poi allarga le braccia.
«Ma quale cena a casa tua! Livia dovrebbe passare tutto il pomeriggio ad impazzire a preparare, andiamo al ristorante, e offro io e non si discute.»
Torno nel mio ufficio eccitato e sconvolto da una simile eventualità. Chiamo Livia che quando le racconto la cosa per un attimo mi chiede se sto scherzando, poi quando le assicuro che è tutto vero resta un momento in silenzio, poi mi dice che ne parleremo a cena. Per tutta il resto della giornata sono distratto da questi pensieri e alla fine mi sono segato in bagno al solo pensiero di loro due insieme. Si, mi eccita tantissimo il fatto che lui la terrà fra le braccia. Mi rendo conto che l’idea di essere cornuto mi sconvolge! Mi eccita e spero che Livia non crei ostacoli alla realizzazione di questo progetto. Quando rientro a casa la trovo che ha già fatto la doccia e si sta preparando per uscire con noi. Mi faccio una doccia veloce e mentre mi vesto vedo lei che indossa delle autoreggenti nere velatissime, una mini di pelle nera e camicetta bianca quasi trasparente che fa notare l’intimo nero indossa sotto, completa il tutto con stivaletti tacco dodici e rossetto che fa risaltare le sue splendide labbra. Osservo che lei ha una certa aria compiaciuta nel guardarsi allo specchio. Al ristorante è tutto un continuo di complimenti da parte di Carlo che la mette al centro di tutte le sue attenzioni. Lei sembra gradire e lui le spiega nel dettaglio quale sarà il suo ruolo mentre io osservo in silenzio e sono dentro di me compiaciuto del fatto che mia moglie decida di accettare. Quando ci salutiamo lui le chiede in numero di telefono per poterla contattare in settimana per fare gli acquisti necessari per il viaggio e la cerimonia. Livia è molto entusiasta all’idea che potrà fare shopping a volontà e a letto mi sembra molto calda, mentre io sono troppo eccitato e vengo quasi subito lasciandola con una notevole voglia di cazzo. Il mercoledì successivo escono insieme nel pomeriggio. Lui le compera tante cose carine e intriganti compreso due completi intimi molto belli. La sera mi chiama dicendo che lui l’ha invitata a cena e rientrerà tardi. Resto sveglio a pensare loro insieme e mi faccio due seghe tremende e vengo tantissimo. Quando torna fingo di dormire, poi quando lei si addormenta vado in bagno e cerco fra la biancheria sporca i suoi slip e li trovo sporchi, intrisi di seme maschile e per la prima volta mi rendo conto che lei mi ha fatto cornuto e da bravo cornuto mi tornano in mente le altre volte in cui lei è uscita a cena con le colleghe, e al rientro non ho mai guardato la biancheria, ma sono sicuro che non deve essere la prima volta che mi cornifica. Il giorno successivo di prima mattina, Carlo mi convoca nel suo ufficio e parliamo di lavoro, poi mi comunica quali saranno le mie mansioni nei prossimi giorni.
«Poi che dobbiamo fare tanta strada con Livia abbiamo deciso che partiremo questo pomeriggio, e saremo di ritorno lunedì in serata quindi vorrei che ti occupassi tu di tutto il lavoro, mi fido di te. Per quanto riguarda Livia dovresti astenerti da qualsiasi contatto, non vorrei che rovinassi la mia copertura, tanto se vi saranno problemi ti chiamerà lei. Spero che non avrai obbiezioni e mi raccomando fai molta attenzione con quei ordini che partono il sabato.»
Detto questo mi ha congedato e io sono rimasto per qualche minuto seduto alla mia scrivania cercando di riprendermi dalla forte emozione provata nel sentire che per minimo quattro notti loro sarebbero stati insieme, al solo pensiero quasi venivo senza toccarmi. Chiamo mia moglie e la sento molto euforica. Mi racconta che la sera precedente con Carlo ha passato momenti indimenticabili, e che al rientro mi racconterà tutto quello che faranno insieme. Mi sento cornuto come nessun altro al mondo. Non riesco a calmarmi e devo andare in bagno per segarmi e sborro copiosamente al solo pensiero di loro insieme. Dentro di me mi domando come ho fatto a non provare una simile emozione nel sentirmi cornuto e alla fine mi rendo conto che lei probabilmente mi ha sempre cornificato, ma che io non accorgendomi di questo non ho mai pensato a quanto poteva eccitarmi, mentre adesso che mi rendo conto che Carlo la scoperà a morte e la cosa mi eccita e mi sconvolge tantissimo. Rientro e trovo casa vuota. Per tutti i giorni della loro vacanza li penso sempre a scopare e mi sego come un pazzo immaginando come lei gode fra le sue braccia. Torna il lunedì sera e li vedo che si salutano e si baciano in bocca davanti a casa nostra incuranti di chi li poteva vedere. Quando entra in casa è euforica, allegra e mi accarezza e mi bacia sulla guancia. A letto le chiedo di raccontarmi la vacanza.
«Appena siamo partiti mi ha subito messo una mano fra le cosce, ero già un lago. Ti devo confessare che da tempo impazzisco per i maschi autoritari. Certo quando ti ho conosciuto venivo da una storia con un maschio violento e la tua dolcezza mi ha fatto innamorare, ma col tempo sentirmi dominata da un maschio possente e virile e molto autoritario mi ha sconvolto e adesso non ne posso fare senza. Mi piace essere dominata e scopata con irruenza cosa che Carlo sa fare benissimo. Non siamo andati a nessun matrimonio, era solo la scusa per potermi scopare liberamente per alcuni giorni. Ci siamo diretti verso un Resort dove lui aveva già prenotato una bella suite e lì mi ha montato come una vacca facendomi godere come tu non sei mai riuscito a fare. Capisco che per te deve essere difficile da accettare, è per questo che non ti ho mai fatto capire che scopavo anche prima di conoscere Carlo. Ho visto che ti sei eccitato al pensiero di avere le corna e allora mi sono lasciata andare con lui che ha un cazzo fuori dal comune, una vera trave che mi ha sfondato in ogni buco. Adesso non voglio fare altro che assecondarlo e di essere la sua troia e se tu farai il bravo ti faccio leccare la sua sborra che cola dai miei buchi e a sentire quanto ti sei eccitato direi che la cosa ti piace tantissimo.»
Effettivamente per tutto il tempo che lei mi ha raccontato come si sono svolti i fatti, ero in uno stato di pura eccitazione che non avevo mai provato. Ho accettato il fatto di avere una moglie vacca e troia che mi ha cornificato in tutti questi anni e che non me ne ero mai reso conto. Il giorno seguente in ufficio Carlo mi ha dato le ultime direttive su come devo comportarmi con mia moglie.
«Capirai che uno come te non sarà mia in grado di soddisfare una femmina calda e porca come Livia. Ti rendi conto che ti faccio un vero piacere se la scopo io e tu sei d’accordo e non ci poni limiti. Dal canto tuo invece di limiti ne devi avere e li devi rispettare. Inutile che ti dica che da oggi non la puoi più scopare. Non voglio che lei debba subire il fastidio del tuo cazzetto. Che piacere le daresti in confronto ai oltre venti centimetri che le pianto dentro io. Invece se sarai molto rispettoso e discreto non escludo che ti possa far assistere alla monta di Livia quando vengo a casa tua.»
Ho accettato tutto senza battere ciglio. Ero così contento ed eccitato che mi sarei segato davanti a lui. Da allora abitualmente lui viene a casa per scopare Livia e spesso quando li vedo entrare in casa abbracciati come due innamorati ho una violenta erezione che non sfugge a loro che ridono divertiti.
«Carlo guarda il cornuto si è eccitato di nuovo. Chissà quante seghe si è fatto pensando a come tu mi scopi divinamente.»
Lui mi guarda con scherno e ride divertito.
«Va bene cornutello, questa sera abbiamo deciso che vogliamo essere ripresi e fotografati mentre scopiamo e quindi da oggi ti nomino nostro fotografo ufficiale, se fai un bel lavoro poi ti do un premio.»
Mi sento dentro un piacere immenso nell’essere umiliato da un maschio cosi autoritario. Li guardo con ammirazione, e assecondo ogni loro desiderio. Mi sconvolge vederlo mentre monta Livia che gode come non mai e questo mi rende molto felice. Dopo averli accontentati come fotografo ho ottenuto il premio di leccare sia Livia riempita da lui che il suo meraviglio cazzo che l’ha fatta godere. Adesso che finalmente sono cornuto e contento la mia vita ha assunto una nuova dimensione che mi soddisfa molto.
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9 mesi fa
baxi18, 55
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ap.1: Un’incredibile esperienza sessuale giovanile: Dedé e Monique.
Insieme ad alcuni amici, avevamo affittato una cantina dove ci ritrovavamo per suonare la chitarra e dove speravamo di poter portare le ragazze! Poi allora andava di moda mettere su questi piccoli “Club” tra amici.La cantina ce l’aveva affittata una Signora francese sulla quarantina molto bella e provocante che diceva di essere originaria di Cannes, dove aveva fatto la controfigura di Brigitte Bardot, alla quale, invero, somigliava molto, imitandone anche la pettinatura e l’abbigliamento.Era arrivata nella nostra Città per curare il figlio affetto da leucemia in quanto il locale ospedale era allora un’eccellenza in questo campo ed aveva acquistato un palazzetto con al piano terra un negozio ed una cantina.Ufficialmente lavorava come modista nel suo negozio aperto sotto casa, in realtà faceva spettacoli di spogliarello ed arte varia in un locale notturno allora molto in voga in Città e si diceva che organizzasse poi a casa sua incontri di sesso sfrenato durante i quali,con facoltosi imprenditori, professionisti e commercianti che frequentavano il locale dove si esibiva. Noi avevamo affittato la sua cantina dandole diversi mesi di anticipo.Accadde però che il padre di uno dei miei amici, che era un alto funzionario della Questura, venuto a saperlo, le impose di mandarci via motivandolo con il fatto che disturbavamo con la nostra musica i vicini di casa.Era evidentemente una scusa, in realtà non voleva il figlio avesse rapporti con questa persona. In ogni modo dovemmo andarcene.Nel frattempo purtroppo il figlio della Signora, che inizialmente sembrava aver trovato la cura giusta, morì e Lei cadde nella più totale disperazione.Dovevamo recuperare i soldi dati come anticipo e me ne occupai io, che ero un poco il tesoriere del gruppo.Quando seppi che si era rimessa, decisi di tornare da Lei in quanto i soldi da recuperare erano per noi importanti e comunque non aveva manifestato alcuna difficoltà a restituirceli.Erano passati un paio di mesi e la trovai in gran forma, in guepiere e reggicalze insieme ad un’amica con la quale faceva gli spettacoli al locale, che invece indossava solo una vestaglia trasparente, senza nulla sotto.Nemmeno la Signora indossava slip e non essendo in uso la depilazione del pube, ma solo curare un poco il pelo in estate, avevano una peluria folta ma curata che mi eccitò subito moltissimo.Mi ricevettero cordiali e la Signora mi disse che si ricordava bene di quando l’avevo trovata nella vasca da bagno: non riusciva più a parlare ma mi vedeva. Inoltre mi disse che non voleva più morire in quel momento e che ebbe paura che io scappassi senza chiamare nessuno!(Ho letto poi che spesso i suicidi, dopo il gesto estremo, non perseverano se si riesce a fermarli, tanto che in taluni luoghi, come il ponte di Ariccia ai Castelli romani, luogo in passato di molti suicidi e per questo detto appunto “Ponte dei suicidi”, sono state installate delle reti affinché dopo il primo salto, il suicida possa fermarsi ed in genere non persevera nel suo gesto).Non ricordo quando la Signora mi disse queste cose cosa le risposi, ma credo che rimasi basito o quasi, perché ero molto eccitato da quelle presenze ed eccitato vuol dire che avevo già il cazzo duro solo guardandole!Se ne accorsero, risero tra loro, mi dissero di avvicinarmi e mi palparono insieme tra le gambe masturbandomi per un poco da sopra alla stoffa dei pantaloni.Non so come sia riuscito a trattenermi e non sborrare subito per quanto ero eccitato dalla situazione! Poi la Signora, che fino a quel momento avevo sempre chiamato così, mi disse di chiamarla Dedé (Adele), che la sua amica si chiamava Monique (Monica) e chiamando anche me con un diminutivo alla francese, mi spinse con il viso tra le sue cosce ed iniziarono a toccarsi e baciarsi l’una con l’altra. Con le varie esperienze che avevo avuto, ma soprattutto dopo quelle vissute con le mie fidanzatine, credevo di essere un maestro nel cunnilinguo, ma Lei mi fermò subito, incominciando a spiegarmi come dovevo fare.Questo frenò un poco la mia terribile eccitazione, aiutandomi a non venirmene subito.Ero concentrato su quello che mi diceva di fare, la sentivo provare piacere, sentivo la sua fica bagnarsi sempre di più, il suo sapore e la cosa mi esalava.Mi disse di spogliarmi e restare nudo, col cazzo grosso e duro libero, fu un attimo!A questi punto Monique si staccò da Lei prendendo il mio uccello che scoppiava in mano, lo scoprì tutto, il frenulo libero lasciava scoprire tutta la cappella e tirare la pelle fino in fondo all’asta ed iniziò a baciarlo ed a succhiarlo.Mentre aveva tutta la mia cappella in bocca, sentii la sua lingua che l’avvolgeva leccandola e succhiandola all’interno della bocca.Provai un piacere che ricordo come fosse ieri e che ho poi sempre ricercato con tutte le donne che ho frequentato.A questo punto ebbi un’eruzione copiosa e forte, violenta, di sborra densa, che Lei trattenne tutta in bocca. Risero, mi sentii in imbarazzo e credo che dissi qualcosa di ridicolo tipo:- In genere non vengo così, subito …Risero ancora e poi Dedé mi disse:- Non ti preoccupare, alcuni durano anche molto meno! Ah ah … e magari hanno pagato 200.000 lire!Quest’ultima frase mi bloccò ulteriormente, perché pensai che mi volesse restituire così i soldi dei mesi anticipati! Ed avrei poi dovuto metterceli io, quei soldi!Per inciso la cifra che disse corrispondeva all’incirca allo stipendio netto che mio padre percepiva in un mese!Lei si accorse di questo e sempre ridendo mi disse:- Non ti preoccupare, tu mi hai salvato la vita ed ora te lo dico, prima di te è entrato un altro, ma è scappato per paura di compromettersi!- Se non c’eri tu ero riuscita davvero a morire!Poi Monique si avvicinò e mi baciò in bocca, ancora col mio sperma sulla lingua passandomelo tutto, poi baciò Dedé e poi anche Dedé mi baciò.Il bacio che ci scambiammo con Monique e poi con Dedé passandoci la mia sborra, se a taluni può sembrare poco piacevole, fu invece anch’esso un piacere nuovo molto intenso e sempre ho cercato di goderne poi con le donne che ho incontrato.Fu un’iniziazione al sesso orale che segnerà la mia ricerca del piacere erotico per sempre! Rimasi con loro ancora un paio d’ore.Bevemmo e prendemmo il sole nudi su una terrazza alla quale si accedeva dalla soffitta-mansarda sopra al all’appartamento.Da lassù si dominava la Vallata sottostante la Città. Qualcuno poteva anche vederci in distanza, ma non ce preoccupammo.In terrazza ripresi il cunnilinguo con Dedé e poi leccai a lungo la fica anche a Monique.Dopo furono loro a leccare e succhiare il mio cazzo, facendomi godere un bocchino in “doppia” incredibile e sborrai ancora copiosamente, credo addirittura due volte di seguito.Che tempi di recupero brevi e fantastici allora!Poi mi dissero che aspettavano amici e me ne andai.Restammo d’accordo di rivederci dopo un paio di giorni.Recuperai qualche giorno dopo anche le mensilità anticipate, ma non raccontai mai ai miei amici cosa mi era accaduto!Ci siamo frequentati poi per alcuni anni, anche se saltuariamente. Anche durante l’Università, fino al mio primo impiego, ogni tanto andavo a trovarle e qualche volta rimanevo a dormire con loro.Come dicevo, Dedé raccontava di essere stata la controfigura della Bardot e di aver conosciuto moltissime celebrità francesi con le quali era poi diventata mica. Non credevo molto a questa cosa ma non me ne importava troppo.Qualche anno dopo capitai in Città ma non riuscii a contattarla anticipatamente, non c’erano i mezzi ci comunicazione di oggi.Andai da Lei nel pomeriggio ma mi disse che aveva ospiti, c’era il suo amico ….. e disse il nome di uno chansonnier francese che era in tournée in Italia in quel periodo.Mi disse di aspettare e dopo aver sentito qualcuno, forse lui stesso, mi invitò ad entrare a bere qualcosa con loro.Me lo presentò dicendogli che io ero quello che le aveva salato la vita e di cui gli aveva parlato. Non ero scappato via come l’altro stronzo.Lui era quello vero! A meno che non fosse pure lui una controfigura così somigliante!La sera avrebbero fatto festa e chiedevano la massima riservatezza.Dopo il drink me ne andai.Le esperienze sessuali vissute con loro non furono solo di sesso orale, ma anche di sesso anale, che praticavano godendone moltissimo ed al quale mi iniziarono, non lo avevo mai praticato prima.Nemmeno con l’amica di mamma, con la quale lo farò solo alcuni anni più tardi, quando torneremo a frequentarci per un certo periodo.Imparai con loro a far godere una donna in fica e nel “bocciolo”, come loro chiamavano il buco di culo, alternativamente e contemporaneamente! Con le dita, la lingua, il cazzo. Anche usando vibratori, che erano una novità, a batteria.Spesso mentre scopavo Dedé, Lei sopra di me nella posizione così detta a “smorza candela”, Monique le leccava la figga ed i l buco di culo stando di fianco a noi e la masturbava con le dita intorno alla fica piena del mio cazzo o infilandogliele nell’ano. Dedé poi la ricambiava invertendo le parti e la cosa accadeva ancora più spesso mentre le inculavo.In questi momenti le sentivo leccarmi il cazzo ed i coglioni e le prime volte l’eccitazione era così intensa che sborravo subito, non riuscivo a resistere!Organizzavano spesso incontri a casa loro che erano, credo, vere e proprie orge con più uomini e solo loro due, forse tirando anche cocaina, ma non mi fecero mai partecipare, né con me usarono mai cocaina o altre droghe, nemmeno spinelli, che pure all’epoca erano molto in voga. Dopo queste esperienze la mia ricerca del piacere erotico con una donna divenne quasi un’ossessione e continua anche oggi ad esserlo.Monique si sposò qualche anno dopo con un imprenditore locale e si trasferì all’Estero, dove lui aveva alcune sue attività economiche ed anche Dedé dopo un altro anno o due si sposò con una sua vecchia fiamma e lasciò la Città per tornare a Cannes.Quando Dedé lasciò l’Itali ci incontrammo a Roma in Aeroporto e pranzammo insieme.Poi non ho avuto più con tatti con loro, come avevamo deciso di fare.Con Dedé e Monique non era solo un fatto prestazionale, ma di coinvolgimento di testa.Riuscivamo a creare la situazione di reciproca provocazione ed appagamento senza limiti e tabù ma con un gran rispetto ed una grande dedizione ognuno per l’altro. Verso la fine del Liceo avvenne un fatto che sarà determinante per la mia educazione sentimentale.Insieme ad alcuni amici, avevamo affittato una cantina dove ci ritrovavamo per suonare la chitarra e dove speravamo di poter portare le ragazze! Poi allora andava di moda mettere su questi piccoli “Club” tra amici.La cantina ce l’aveva affittata una Signora francese sulla quarantina molto bella e provocante che diceva di essere originaria di Cannes, dove aveva fatto la controfigura di Brigitte Bardot, alla quale, invero, somigliava molto, imitandone anche la pettinatura e l’abbigliamento.Era arrivata nella nostra Città per curare il figlio affetto da leucemia in quanto il locale ospedale era allora un’eccellenza in questo campo ed aveva acquistato un palazzetto con al piano terra un negozio ed una cantina.Ufficialmente lavorava come modista nel suo negozio aperto sotto casa, in realtà faceva spettacoli di spogliarello ed arte varia in un locale notturno allora molto in voga in Città e si diceva che organizzasse poi a casa sua incontri di sesso sfrenato durante i quali girava anche la cocaina,con facoltosi imprenditori, professionisti e commercianti che frequentavano il locale dove si esibiva. Noi avevamo affittato la sua cantina dandole diversi mesi di anticipo.Accadde però che il padre di uno dei miei amici, che era un alto funzionario della Questura, venuto a saperlo, le impose di mandarci via motivandolo con il fatto che disturbavamo con la nostra musica i vicini di casa.Era evidentemente una scusa, in realtà non voleva il figlio avesse rapporti con questa persona. In ogni modo dovemmo andarcene.Nel frattempo purtroppo il figlio della Signora, che inizialmente sembrava aver trovato la cura giusta, morì e Lei cadde nella più totale disperazione.Dovevamo recuperare i soldi dati come anticipo e me ne occupai io, che ero un poco il tesoriere del gruppo. Andai da Lei e trovai la porta semi aperta, entrai chiamandola e la trovai nella vasca da bagno che si era tagliuzzata le vene dei polsi ed aveva ingerito varie pasticche di un barbiturico. Era in modo di suicidarsi che andava molto in voga allora, tra gli artisti.Chiamai subito dal telefono di casa l’ambulanza e la Questura, che arrivarono in tempo affinché non morisse dissanguata e potesse essere disintossicata.Il funzionario della Questura che arrivò mi conosceva e mi disse che era meglio se sparivo e così feci.Quando seppi che si era rimessa, decisi di tornare da Lei in quanto i soldi da recuperare erano per noi importanti e comunque non aveva manifestato alcuna difficoltà a restituirceli.Erano passati un paio di mesi e la trovai in gran forma, in guepiere e reggicalze insieme ad un’amica con la quale faceva gli spettacoli al locale, che invece indossava solo una vestaglia trasparente, senza nulla sotto.Nemmeno la Signora indossava slip e non essendo in uso la depilazione del pube, ma solo curare un poco il pelo in estate, avevano una peluria folta ma curata che mi eccitò subito moltissimo.Mi ricevettero cordiali e la Signora mi disse che si ricordava bene di quando l’avevo trovata nella vasca da bagno: non riusciva più a parlare ma mi vedeva. Inoltre mi disse che non voleva più morire in quel momento e che ebbe paura che io scappassi senza chiamare nessuno!(Ho letto poi che spesso i suicidi, dopo il gesto estremo, non perseverano se si riesce a fermarli, tanto che in taluni luoghi, come il ponte di Ariccia ai Castelli romani, luogo in passato di molti suicidi e per questo detto appunto “Ponte dei suicidi”, sono state installate delle reti affinché dopo il primo salto, il suicida possa fermarsi ed in genere non persevera nel suo gesto).Non ricordo quando la Signora mi disse queste cose cosa le risposi, ma credo che rimasi basito o quasi, perché ero molto eccitato da quelle presenze ed eccitato vuol dire che avevo già il cazzo duro solo guardandole!Se ne accorsero, risero tra loro, mi dissero di avvicinarmi e mi palparono insieme tra le gambe masturbandomi per un poco da sopra alla stoffa dei pantaloni.Non so come sia riuscito a trattenermi e non sborrare subito per quanto ero eccitato dalla situazione! Poi la Signora, che fino a quel momento avevo sempre chiamato così, mi disse di chiamarla Dedé (Adele), che la sua amica si chiamava Monique (Monica) e chiamando anche me con un diminutivo alla francese, mi spinse con il viso tra le sue cosce ed iniziarono a toccarsi e baciarsi l’una con l’altra. Con le varie esperienze che avevo avuto, ma soprattutto dopo quelle vissute con le mie fidanzatine, credevo di essere un maestro nel cunnilinguo, ma Lei mi fermò subito, incominciando a spiegarmi come dovevo fare.Questo frenò un poco la mia terribile eccitazione, aiutandomi a non venirmene subito.Ero concentrato su quello che mi diceva di fare, la sentivo provare piacere, sentivo la sua fica bagnarsi sempre di più, il suo sapore e la cosa mi esalava.Mi disse di spogliarmi e restare nudo, col cazzo grosso e duro libero, fu un attimo!A questi punto Monique si staccò da Lei prendendo il mio uccello che scoppiava in mano, lo scoprì tutto, il frenulo libero lasciava scoprire tutta la cappella e tirare la pelle fino in fondo all’asta ed iniziò a baciarlo ed a succhiarlo.Mentre aveva tutta la mia cappella in bocca, sentii la sua lingua che l’avvolgeva leccandola e succhiandola all’interno della bocca.Provai un piacere che ricordo come fosse ieri e che ho poi sempre ricercato con tutte le donne che ho frequentato.A questo punto ebbi un’eruzione copiosa e forte, violenta, di sborra densa, che Lei trattenne tutta in bocca. Risero, mi sentii in imbarazzo e credo che dissi qualcosa di ridicolo tipo:- In genere non vengo così, subito …Risero ancora e poi Dedé mi disse:- Non ti preoccupare, alcuni durano anche molto meno! Ah ah … e magari hanno pagato 200.000 lire!Quest’ultima frase mi bloccò ulteriormente, perché pensai che mi volesse restituire così i soldi dei mesi anticipati! Ed avrei poi dovuto metterceli io, quei soldi!Per inciso la cifra che disse corrispondeva all’incirca allo stipendio netto che mio padre percepiva in un mese!Lei si accorse di questo e sempre ridendo mi disse:- Non ti preoccupare, tu mi hai salvato la vita ed ora te lo dico, prima di te è entrato un altro, ma è scappato per paura di compromettersi!- Se non c’eri tu ero riuscita davvero a morire!Poi Monique si avvicinò e mi baciò in bocca, ancora col mio sperma sulla lingua passandomelo tutto, poi baciò Dedé e poi anche Dedé mi baciò.Il bacio che ci scambiammo con Monique e poi con Dedé passandoci la mia sborra, se a taluni può sembrare poco piacevole, fu invece anch’esso un piacere nuovo molto intenso e sempre ho cercato di goderne poi con le donne che ho incontrato.Fu un’iniziazione al sesso orale che segnerà la mia ricerca del piacere erotico per sempre! Rimasi con loro ancora un paio d’ore.Bevemmo e prendemmo il sole nudi su una terrazza alla quale si accedeva dalla soffitta-mansarda sopra al all’appartamento.Da lassù si dominava la Vallata sottostante la Città. Qualcuno poteva anche vederci in distanza, ma non ce preoccupammo.In terrazza ripresi il cunnilinguo con Dedé e poi leccai a lungo la fica anche a Monique.Dopo furono loro a leccare e succhiare il mio cazzo, facendomi godere un bocchino in “doppia” incredibile e sborrai ancora copiosamente, credo addirittura due volte di seguito.Che tempi di recupero brevi e fantastici allora!Poi mi dissero che aspettavano amici e me ne andai.Restammo d’accordo di rivederci dopo un paio di giorni.Recuperai qualche giorno dopo anche le mensilità anticipate, ma non raccontai mai ai miei amici cosa mi era accaduto!Ci siamo frequentati poi per alcuni anni, anche se saltuariamente. Anche durante l’Università, fino al mio primo impiego, ogni tanto andavo a trovarle e qualche volta rimanevo a dormire con loro.Come dicevo, Dedé raccontava di essere stata la controfigura della Bardot e di aver conosciuto moltissime celebrità francesi con le quali era poi diventata mica. Non credevo molto a questa cosa ma non me ne importava troppo.Qualche anno dopo capitai in Città ma non riuscii a contattarla anticipatamente, non c’erano i mezzi ci comunicazione di oggi.Andai da Lei nel pomeriggio ma mi disse che aveva ospiti, c’era il suo amico ….. e disse il nome di uno chansonnier francese che era in tournée in Italia in quel periodo.Mi disse di aspettare e dopo aver sentito qualcuno, forse lui stesso, mi invitò ad entrare a bere qualcosa con loro.Me lo presentò dicendogli che io ero quello che le aveva salato la vita e di cui gli aveva parlato. Non ero scappato via come l’altro stronzo.Lui era quello vero! A meno che non fosse pure lui una controfigura così somigliante!La sera avrebbero fatto festa e chiedevano la massima riservatezza.Dopo il drink me ne andai.Le esperienze sessuali vissute con loro non furono solo di sesso orale, ma anche di sesso anale, che praticavano godendone moltissimo ed al quale mi iniziarono, non lo avevo mai praticato prima.Nemmeno con l’amica di mamma, con la quale lo farò solo alcuni anni più tardi, quando torneremo a frequentarci per un certo periodo.Imparai con loro a far godere una donna in fica e nel “bocciolo”, come loro chiamavano il buco di culo, alternativamente e contemporaneamente! Con le dita, la lingua, il cazzo. Anche usando vibratori, che erano una novità, a batteria.Spesso mentre scopavo Dedé, Lei sopra di me nella posizione così detta a “smorza candela”, Monique le leccava la figga ed i l buco di culo stando di fianco a noi e la masturbava con le dita intorno alla fica piena del mio cazzo o infilandogliele nell’ano. Dedé poi la ricambiava invertendo le parti e la cosa accadeva ancora più spesso mentre le inculavo.In questi momenti le sentivo leccarmi il cazzo ed i coglioni e le prime volte l’eccitazione era così intensa che sborravo subito, non riuscivo a resistere!Organizzavano spesso incontri a casa loro che erano, credo, vere e proprie orge con più uomini e solo loro due, forse tirando anche cocaina, ma non mi fecero mai partecipare, né con me usarono mai cocaina o altre droghe, nemmeno spinelli, che pure all’epoca erano molto in voga. Dopo queste esperienze la mia ricerca del piacere erotico con una donna divenne quasi un’ossessione e continua anche oggi ad esserlo.Monique si sposò qualche anno dopo con un imprenditore locale e si trasferì all’Estero, dove lui aveva alcune sue attività economiche ed anche Dedé dopo un altro anno o due si sposò con una sua vecchia fiamma e lasciò la Città per tornare a Cannes.Quando Dedé lasciò l’Itali ci incontrammo a Roma in Aeroporto e pranzammo insieme.Poi non ho avuto più con tatti con loro, come avevamo deciso di fare.Con Dedé e Monique non era solo un fatto prestazionale, ma di coinvolgimento di testa.Riuscivamo a creare la situazione di reciproca provocazione ed appagamento senza limiti e tabù ma con un gran rispetto ed una grande dedizione ognuno per l’altro.
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9 mesi fa
HenryB,
62
Ultima visita: 9 mesi fa
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Le corna estive.
Mi chiamo Armando, ho 43 anni, sono di media statura, un po’ in sovrappeso, capelli brizzolati ed una dotazione abbastanza nella norma. Da ventun anni sono sposato con Vera, che di anni ne ha 42 È una bella donna mora, con un bel seno grande ed un bel culo che è sempre molto ammirato da chi la guarda. Sessualmente parlando, è una audace porca, che ama il sesso in tutte le sue forme. Le piace molto il cazzo, accoglierlo in ogni buco e, soprattutto, in bocca dove piò godersi e gustare il sapore di una copiosa schizzata di crema. Poco dopo sposati, ho scoperto il piacere di vederla desiderata e, poi, col tempo, anche chiavata da altri maschi. Lei, dopo una iniziale titubanza, alla fine mi ha accontento e cosi, quando capita l’occasione, non si sottrae ad una scopata, a volte finanche imprevista, come lo scorso giugno quando eravamo in vacanza in Corsica. Eravamo arrivati la sera prima e così, il giorno dopo, fatta una bella colazione e muniti di parecchia frutta per pranzo, siamo andati alla ricerca di un bel posticino tranquillo: abbiamo trovato una spiaggetta deserta. Appena giunti, visto che era presente pochissima gente, ben distanziata, lei ha deciso di mettersi in topless. Non l'aveva mai fatto prima. Dopo una decina di minuti, arriva un tizio in canoa e si ferma sulla spiaggia ad una trentina di metri da noi. Guarda, noto che ci osserva e poi se ne va da dove era venuto. Dopo circa una mezzoretta, sempre il tizio della canoa torna, ma stavolta in sella ad una bici. È un tipo dal fisico asciutto e snello con i capelli bianchi, ma cortissimi dall’apparente età di 55 anni. Quando lo vedo arrivare chiedo a mia moglie di non rimettersi il pezzo di sopra, lei mi sorride complice ed ottempera. Il tizio si mette a poca distanza da noi. Cerca il modo di attaccar bottone e noi lo capiamo subito, quando ci chiede se abbiamo un accendino, per fumare una sigaretta, ma noi non fumiamo. Con una scusa mi allontano, per andare alla macchina; sto via soli pochi minuti e, quando torno, mi sembra non sia successo nulla, invece mia moglie mi dice che il tizio le aveva fatto una corte pressante. A quel punto le chiedo se ha voglia di giocare.
«Che te ne pare? Mi sembra un bel maschio! Ti andrebbe di giocare con lui?».
Lei annuisce, ha gli occhi che le brillano. Sono a mille. Mi guarda e, a bassa voce, mi dice di allontanarmi di nuovo.
«Amore, fa un giro, ma non troppo lungo. Voglio sapere che sei ad una distanza che ti consente di guardarmi, così mi sento tranquilla.»
A voce alta, in modo da esser sentito, dico di dover tornare in albergo, perché ho dimenticato di prendere il cellulare. Vado via. Salgo in auto e faccio un breve giro del parcheggio, poi mi posiziono dietro la scogliera che si trova a pochi passi dal nostro ombrellone. Lui non ha perso l’occasione di avvicinarsi subito a lei. Li vedo allegri che se la ridono, lui le guarda i seni in bella mostra. Poi è lei che lo provoca, usando la più vecchia delle scuse.
«Saresti così gentile ma mettermi un po’ di crema sulle spalle?»
Lui ovviamente non aspettava altro. Lei si sdraia e lui subito si inginocchia di lato; è allora che posso notare il voluminoso pacco del tizio. Le spalma la crema, ma, in realtà, le fa un massaggio che scende fin sulle chiappe, appena ricoperte dalla sottile stoffa del costume. Poi lei, con fare da vera troia, si gira e gli sbatte in faccia i seni, belli gonfi e dai capezzoli irti come spini. Lui resta un attimo indeciso sul da farsi: è evidente che non sa se continuare o fermarsi, ma mia moglie gli sorride e lui le schizza addosso una buona dose di crema, fra i seni di mia moglie. A vederla così, sembrava le fosse stata spruzzata una copiosa sborrata, che lui ha sparato sul corpo. Ovvio che, subito dopo, usando entrambe le mani li massaggia e sembra gradire molto. Vedo che indugia sui capezzoli ed il suo pacco, ormai enorme, è a pochi centimetri dalla faccia di Vera, che si morde il labbro inferiore, indice di una forte eccitazione. Per un lungo istante, non succede nulla, lei si gode la stimolazione dei capezzoli, poi solleva una mano e l’appoggia agli slip di lui, che subito, con una mano, lo abbassa, rivelando una verga davvero grossa, anche se non troppo lunga.
«Che bello! Hai davvero un bel tronco di carne!»
Lui sorride, poi le si avvicina ancora di più alla faccia, con quel cazzo che davvero sembra un bel pezzo di carne, troncoconico e duro. Lei lo prende in bocca, mentre lui le imprime il ritmo della pompa, tendendole la testa con una mano, mentre con l'altra le tocca il seno. Geme il porco nel sentire la bocca vogliosa di Vera.
«Che meraviglia! Che gola profonda! Accidenti! Te lo sei infilato tutto in gola! Sei un'esperta bocchinara!»
Lei lo lecca e lui si mette disteso di lato, insinua la testa fra le sue cosce e comincia a darle una sontuosa leccata di fica, che la porta in breve a godere.
Si incastrano in un 69 da infarto. Lei gode e fa godere, incurante se qualcuno possa vederli. Vera ha un orgasmo molto intenso.
«Continua! Non ti fermare, che vengo! Accidenti, sei un demonio! Leccami, che godo! Vengo!»
Lui la lecca avidamente, lei ad un certo punto lo fa rigirare e, stesa di lato, lo invita a possederla.
«Scopami! Mettimelo dentro, che brucio dal desiderio di sentirmi riempire da questa verga cosi grossa!»
Lui si solleva, la guarda e poi la bacia sulla bocca. Limonano un po', poi lui si inginocchia fra le cosce spalancate di Vera, che solleva le braccia per invitarlo a possederla. Lui afferra la propria mazza e ne struscia la cappella lungo lo spacco della fica di Vera, che geme e brucia di desiderio.
«Mettimelo dentro! Lo voglio dentro! Dai! Scopami a fondo!»
Lui sorride e poi glielo spinge tutto dentro.
«Senti, vacca, come ti spacco un due questa fica sfondata! Sei una troia! Adesso ti sfondo io a dovere! Il cornuto continua a starsene dietro la scogliera e chissà se riuscirà a capire come e quanto te la dilato. Dai, cornuto, vieni fuori, che ti ho visto quando ti nascondevi lì dietro!»
Avverto un brivido strano nel sentirmi dare del cornuto e, soprattutto, per il fatto di esser stato scoperto. Per un lungo istante, resto basito senza sapere cosa fare. È mia moglie che mi esorta a venir fuori.
«Dai, vieni fuori, che son sicura che hai piacere a vedermi scopare. Lo hai sempre desiderato e mai potuto realizzare: questa è la volta buona! Dai, esci e vieni qui!»
Son uscito in preda a sensazioni molto contrastanti.
Mi ha cornificato altre due volte, prima di questa volta, ma sempre da sola, per poi raccontarmi sempre tutto ed io, di conseguenza, l’ho scopata come un pazzo furioso. Questa volta, invece, la vedo in prima fila scopare con un altro e sento, dentro di me, un groviglio di emozioni che si confondono tra gelosia ed una forte eccitazione. Lui la pompa sempre più vigorosamente e poi, quando lei ha un ennesimo orgasmo, si sfila e le sborra sulle tette.
«Adesso ti rimetto la crema, zoccola! Prendi anche questa, così sei più protetta!»
La vedo ricoperta del suo seme e poi lui si allunga e lei gli prende il grosso cazzo in bocca, lo pulisce alla perfezione. Io intanto mi son segato e, appena lei si sfila quello dell'altro dalla bocca, ci spingo il mio con decisione, lei me lo succhia così forte e veloce che, in breve, le inondo la gola.
«Bevi anche la mia, troia! Mi ha fatto impazzire vederti scopare con lui! Sei la mia adorabile puttana!»
Ci scambiamo uno sguardo reciproco e compiaciuto, poi andiamo tutti e tre a far il bagno. Lui si presenta e mi dice che si chiama Mario; restiamo a prendere il sole tutto il giorno in sua compagnia. Per tutto il giorno lei lo ha provocato con atteggiamenti davvero lascivi e, alla fine, prima di venir via dalla spiaggia, lui l’ha scopata di nuovo e ci siamo dati appuntamento per il giorno dopo.
La sera, nel letto, abbiamo fatto una delle scopate più belle della mia vita. Il giorno dopo, Vera ha voluto cambiare spiaggia. Quando le ho chiesto il motivo, la sua risposta è stata semplice e nello stesso tempo bellissima.
«Amo te ed una trasgressione è sufficiente, altrimenti diventa una relazione e poi il tuo cazzo mi ha sempre fatto divertire, quindi, due scopate con lui sono più che sufficienti!»
Quanto amo questa donna!
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9 mesi fa
baxi18, 55
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Un sushi... un po' piccante
E' giovedì, ma non sarà un giovedì qualsiasi. Appuntamento a pranzo per un sushi come spesso facciamo in smart working, ma questa volta non saremo soli, ci sarà un ospite, un perfetto sconosciuto a dire la verità. Non abbiamo neanche voluto vedere la foto, per non rovinare il gioco e l’intesa mentale che si era progressivamente creata nelle settimane prima in chat.
Ci incontriamo per la prima volta, lui è in zona per lavoro, e noi ci siamo presi un po’ più di tempo, chissà cosa nascerà da questo incontro. Già i baci di saluto sono carichi di attesa. Lui è un tipo simpatico, ha un'aria intrigante, chiacchieriamo e ci conosciamo meglio, un'ora passa veloce. Usciamo dal locale, ma non ci salutiamo ancora... abbiamo un'altra oretta prima di tornare al lavoro e ai vari impegni. Camminando verso il parcheggio c'è un bel gioco di sguardi, di sorrisi... siamo tutti consapevoli che il bello deve ancora arrivare, l’immaginazione è alle stelle e ognuno sta segretamente fantasticando su quale sarà la prossima mossa degli altri due.
Decidiamo di andare a bere un caffè in un bar poco lontano. Il nostro amico apre la porta della sua macchina per far salire lei e, volendo alzare un pò l'asticella, mentre lei si gira per sedersi, con la sua mano accompagna piano il suo bel culo, indugiando e sorridendo. Lei si gira sorpresa ma divertita, lo guarda, gli fa l'occhiolino... "Mettiti alla guida, noi per il momento ci accomodiamo dietro". La macchina parte, il gioco inizia... non resisto e comincio a baciarla... mi apro i pantaloni, libero il mio cazzo insofferente e la invito a succhiarmelo! Lei lo prende in mano, lo sega un po’ mentre mi guarda, poi lentamente lo prende in bocca tutto. Su e giù, dentro e fuori, fino in fondo… è sempre un piacere vedere come lo lavora con la sua lingua. Di solito chiudo gli occhi e mi godo il trattamento di piacere, ma oggi non siamo soli. Alzo gli occhi e vedo che il guidatore che si gode lo spettacolo come può, a volte dallo specchietto retrovisore, a volte si gira. Percepisco che è una tortura, lo sarebbe per chiunque... accosta la macchina, tenta di allungare una mano dietro per partecipare anche lui al gioco, ma non ha molto margine di movimento. Per il momento deve accontentarsi di guardare.
Dopo pochi minuti arriviamo al bar di un distributore, ci ricomponiamo e scendiamo a prendere un caffè, come se non fosse successo niente nel tragitto... ma l'aria aveva cominciato a diventare molto calda. Il caffè va giù in fretta, paghiamo come se dovessimo scappare. Carichi di aspettative torniamo alla macchina, ma questa volta però io mi faccio dare le chiavi e lascio lui con la mia lei dietro. Parto piano, ora è il suo turno... lui la guarda, attende un suo cenno… lei allunga una gamba sui sedili, anche sopra di lui. Una mano comincia a ticchettare, piano piano risale la pelle. Esplora le cosce, poi sempre più su. La percorre piano piano, si gusta ogni centimetro, fino ad aprirle la camicia. Non le chiede il permesso, sgancia un bottone, e arriva dritto sotto al reggiseno. Lei aveva già cominciato a chiudere gli occhi, e ad assaporare tutte le vibrazioni che quel tocco sconosciuto le regalava. Con l'altra mano libera si tocca il cazzo, fino a tirarlo fuori duro! Si aspetta un adeguato trattamento anche lui e porta la mano di lei a sentire l'erezione. Lei glielo sega un pò, ricordandosi della palpata intensa di poco prima... gioca ancora, su e giù, su e giù, con mano decisa lo sega per bene. Continua a segarlo, con ritmo intenso. Ad un certo punto, si china e lo prende in bocca! lo succhia un po’, e io resto con gli occhi spalancati per la sua intraprendenza. Non mi aspettavo che fosse così audace con questo sconosciuto, e devo dire che questo me l’ha fatto venire ancora più duro. Volevo segarmi, ma non avevo ancora trovato il posto giusto per fermarmi. La tortura ora era mia!
Poi improvvisamente, si ferma... si alza, porta le mani sotto la gonna e si sfila il perizoma. Glielo mostra sorridendo, maliziosa... piano piano si adagia sul sedile, inizia ad allargare un pò le gambe e ad alzare la gonna, abbastanza da lasciar spazio alla sua figa bagnata, che richiede ora il suo momento di piacere. Lui capisce subito cosa deve fare e si china davanti a lei per leccargliela. I suoi due uomini avevano avuto il loro fugace momento di godimento, ora era il suo turno. Lo spettacolo era troppo invitante, così faccio un giro un pò più lungo per dare modo ai miei passeggeri di divertirsi. Cerco un parcheggio un po' appartato, anche se è giorno è poco frequentato e posso godermi tranquillo la scena di lei che gioca con uno sconosciuto. Adoro quando si lascia andare così, quando sa quello che vuole e va a prenderselo. E' fantastica mentre se la fa leccare... chiude gli occhi, vibra di piacere, si contorce sotto i colpi di una lingua che la tocca per la prima volta. Evidentemente ha esperienza il nostro amico, non indugia, va profondo e deciso. E lei tocca i suoi capelli perchè non sposti la testa, si gode il piacere fino in fondo. E io finalmente posso segarmi e cercare di sfogare quella voglia di prenderla che mi tormenta da un bel po’.
Dopo qualche minuto controllo l'ora e a malincuore, accendo la macchina e riparto verso il parcheggio del locale. Per tutto il viaggio lui non ha mai smesso di affondare la lingua nella sua figa ormai bagnata fradicia di piacere. Quando spengo il motore, capiscono che il gioco è ormai terminato. Lei prende il viso del nostro amico, lo alza delicatamente e gli sorride con un grazie sussurrato. Stava quasi per godere, ma il tempo a disposizione era purtroppo finito. Proviamo a ricomporci in qualche modo: i nostri pantaloni si chiudono a fatica, e non lasciano molti dubbi su cosa sia successo prima. Lei si abbottona la camicia, fa scendere la gonna quel tanto da coprirsi. Carichi di adrenalina ci salutiamo. Lui palpa di nuovo il culo di lei mentre la abbraccia, lei fa altrettanto con il suo cazzo duro. Sembrava quasi che quel gioco incompiuto gridasse vendetta. Improvvisamente gli tira giù la zip dei pantaloni e gli sussurra all’orecchio “noi finiamo dopo a casa, ma a te ci penso io ora”. Io resto di nuovo senza parole, sforiamo l’orario ma apprezzo che non lo voglia lasciare in sospeso per tutto il viaggio di ritorno. Lui sorride ed entra in macchina, mentre io resto fuori a fare da palo. Lei riprende a segarlo, in modo sicuro e veloce. Poi lo prende in bocca e lo pompa. Lui è in evidente eccitazione, il suo cazzo ormai sta per esplodere. Lo riprende in mano e gli dà il colpo finale…il nostro amico viene tra le sue mani. Un paio di minuti di silenzio e poi lei esce dalla macchina. Ridiamo tutti e tre per questo finale spiazzante, ma lo salutiamo cosi, dal finestrino, lasciandogli il tempo di riprendersi e sistemarsi.
In macchina diretti a casa, non resisto e mentre guido le infilo dentro un dito e la masturbo … lei ancora senza slip, piena di umori e della saliva del nostro ospite, si lascia fare, apre bene le gambe. Mi eccita sentire quel miscuglio di piacere nella sua figa. Appena arrivati a casa la prendo di colpo e la scopo in piedi. Le sue mani sulla libreria, io dietro, la gonna su, la camicia completamente aperta, le sue tette libere a cui mi aggrappo... è troppa la voglia di scoparla, di chiudere quel cerchio aperto in macchina. Veniamo tutti e due velocemente, i preliminari erano stati potenti, quello sconosciuto aveva acceso la nostra fantasia e il piacere, anche se il tempo era stato molto poco. La situazione era così proibita e irresistibile: l’incontro di giorno, il gioco in macchina, per le vie e i locali della città, il finale a sorpresa…penso che anche al nostro amico non sarebbe dispiaciuto scoparla di brutto, magari appoggiato al muro del bagno del locale di prima, così pulito ed elegante come un salotto... chissà, forse al prossimo appuntamento…
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9 mesi fa
DreamingPassion, 47/44
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Porno weekend in barca
Prologo:
Gennaio 2024.
ricevo un bel messaggio dal lui della coppia, che mi scrive che stanno cercando uomo maturo, per la loro prima volta e vedendo che io organizzo incontri sulla mia barca la cosa è ancora piu' intrigante mi dice..!! Fin da subito sento che si fida di me e dei miei modi gli do' sicurezza, gli dico che ho molta esperienza con le coppie e soprattutto la barca è ideale per una prima volta ...gli mando un po' di mie foto e mi fa i complimenti dicendo che ho un fisico ancora atletico sicuramente piaccio alla sua lei e poi ,che scrivo in un italiano corretto. Poi dopo qualche giorno mi scrive che ha fatto vedere le mie foto alla sua signora e lei, mi scrive lui , dice: “Va bene, è un uomo maturo ma si conserva bene ha un fisico anche migliore del tuo”. Ci accordiamo per vederci il primo week end di maggio e io gli dico che al momento sono libero e molto contento di incontrarli.
Mi racconta delle loro 'piccole' esperienze precedenti, di come è lei a letto, com'è il suo carattere e mi manda anche qualche foto. Continuiamo a scriverci e lui mi dice che sono l'uomo giusto gli infondo sicurezza e tranquillità!! Per circa un mese non ci sentiamo fino a quando, come promesso, i primi di aprile gli confermo che se vogliamo, possono venire.
Mi comunica anche che in quei giorni lei avrà il ciclo ed io gli domando se a lei piace il sesso orale e anale e lui mi risponde che a lei piace tutto, ma è un po' preoccupato perchè il ciclo potrebbe essere limitante non solo da punto di vista prettamente fisico ma anche psicologico, considerando gli sbalzi d'umore. Ancora una volta lo rassicuro e gli ribadisco che sono fiducioso sull'esito dell'incontro. Qualche giorno prima della partenza, mi confida che lei nel preparare la valigia ha messo molti completini intimi sexy e gli dice che sono un abbigliamento necessario per il “porno ponte”. Questa la definizione di lei dei giorni che passeremo insieme, io gli rispondo che lei ha chiaro ciò che viene a fare e questa è una cosa molto positiva!
Giorno 1:
Finalmente mi scrive che sono arrivati a Cannes e li vado ad incontrare e noto un po' di nervosismo del tutto comprensibile per una prima volta...gli domando come sia andato il viaggio, come si senta lei e in 10 minuti siamo già sulla sua barca.
Gli mostro la cabina dove alloggeranno e li invita a mettersi comodi mentre io preparo un aperitivo e apre un prosecco. Ci sediamo, lei tra di noi. Stuzzichiamo qualcosa, sorseggiamo le bollicine. Lei è un po' tesa, ci ascolta, per lo più siamo io e lui a parlare, ma poco a poco inizio ad introdurre l'argomento. “Come l'hai definito il nostro incontro? Porno... Ah, sì porno ponte” Ridiamo tutti e tre. Poco dopo rincaro la dose, rivolgendomi a lei: tuo maritino mi aveva mandato qualche tua foto ma devo dire che dal vivo sei molto meglio. Lei accenna ancora un sorriso e timidamente ringrazia. Poco dopo le dico che, se vuole, potrei farle un massaggio nella stanza accanto, detta stanza dei massaggi o degli orgasmi. Ridiamo ancora, e man mano sento che lei si sta rilassando, la temperatura aumenta. Continuiamo a bere e mangiare e quando il prosecco finisce io le prendo la mano, la guarda negli occhi e le dico: “ma quanto sei bella” e, dolcemente la bacio. Un bacio, poi un altro, poi le nostre lingue si incontrano, le prime carezze. Lei è sempre seduta tra di noi, anche lui inizia ad accarezzarla e le sbottona un pò la camicetta bianca che indossa, mentre l'altra scivola dietro la sua schiena e con un gesto rapido di indice e pollice le sbottono i due clip del reggiseno. Oramai è col seno in bella vista, i capezzoli turgidi dimostrano che anche lei è intrigata dalla situazione che si sta producendo. La mano di lei inizia ad accarezza il mio membro già bello duro da sopra i jeans. La prende per mano e li invito ad andare nella stanza accanto. In un attimo siamo tutti nudi, in piedi, lei tra di noi io la bacio con passione, il marito dietro di lei. Con tatto le domando se ha le mestruazioni, lei risponde di sì e le dico che c'è sempre il piano B. Lei all'inizio non capisce, poi però si gira, appoggia le mani sul letto e mi offre il culo. Il marito sale sul letto e inizio a farselo succhiare. Giochiamo cosi per qualche minuto, poi ci stendiamo, lei tra di noi, mani lingue e carezze. Ora lei è rivolta verso il marito mentre io le sta scopando il culo da dietro. Lei gode. Poco dopo, lei si stenda pancia sotto, io su di lei, sempre scopandole il culo, aumento sempre di più il ritmo annunciando che sta per venire. Glielo ripeto più di una volta, quasi come a chiederle il permesso per venirle nel culo. Lei ansimando, mi dice che può godere e cosi le vengo nel culo, restando poi steso su di lei, con il mio cazzo dentro un bel pò, recuperando ossigeno e aspettando che si abbassino le pulsazioni.
Ci risistemiamo. Il tempo fuori è pessimo per cui optiamo per restare a cena in barca. Il tempo passa rapido parlando di noi e verso ora di cena inizio a cucinare un buon piatto di pasta. Beviamo ancora un pò a tavola e dopo cena il marito dice che si occuperò di lavare i piatti. Mentre li lava lei è in piedi appoggiata al mobile io mi avvicino l abbraccio e inizio di nuovo a baciarla ed accarezzarla con gesti lenti e rilassati. Il maritozzo lava ancora i piatti e ci guardo limonare. Poi la porto di nuovo verso la stanza degli orgasmi e siamo entrambi senza maglia le mie mani sul seno e poi sulla schiena di lei scendono lentamente sul culo e spariscono sotto i jeans che indossa. Lei mi sbottona e abbassa prima i miei jeans poi i suoi. Questa volta la faccio stendere subito e la metto comoda. Il marito finisce di lavare i piatti e quando arriva da noi lei è stesa pancia su ed io in ginocchio, perpendicolare a lei, all'altezza della sua testa e me lo sta succhiando con gusto. Le accarezzo i capezzoli e la clitoride, lei ha la testa inclinata e il mio cazzo sparisce tra le sue labbra. Sono movimenti calmi ma di un'eccitazione pazzesca. Il marito si spoglie e sta molto vicino e puo' vedere la sua figa aperta e le mie mani che accarezzano tutto il corpo di lei...e in controluce il mio cazzo che sparisce nella sua bocca. Le dico che è bravissima mentre mugola di piacere, andiamo avanti cosi un bel po'. Poi decido di scoparle di nuovo il culo la faccio mettere su un lato e mi stende dietro di lei, il marito si alza, si mette in disparte e inizia a segarsi. Io la inculo un bel po' sento che le piace un casino e sono molto resistente...!!. Lei gode diverse volte.... Alla fine la faccio stendere di nuovo a pancia sotto e, come prima, mi stendo su di lei per venirle nel culo. Il marito si stendo accanto a lei, la bacia, l'accarezza e quando gli dico che sto per venire lui si sborra addosso al culmine della sega. Stremati e stanchi per il sesso e loro anche per il viaggio, decidiamo di andare a dormire.
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9 mesi fa
skippersex,
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Il manicomio.
Anno 1978, Ora non ricordo il come e il perché ma mi ritrovai completamente nudo su un lercio materasso di un letto in una stanzetta di un manicomio abbandonato. Confuso, impaurito mi vedo entrare nella stanzetta senza porta due uomini anziani, nudi, con il cazzo già in tiro, uno gelosissimo l'altro meno. Capisco che non ho scampo e mi metto schifato a pancia sotto. Uno dei due lo sento che mi allarga in modo violento le chiappe, il mio buco del culo si apre e sento che mi stanno introducendo forse un dito o due. Metto un gemito e subito mi viene messo una mano enorme sulla bocca e un pugno mi preme con forza al fondo schiena. Lo sento, mi sta puntando la cappella bagnata al buco del culo che con difficoltà si riapre e fa entrare un cazzone fino ai coglioni e il pompaggio si fa sempre piu veloce... Passano pochi minuti, mi sento lo sperma che mi innonda l'intestino... Un gemito. Una voce mi ordina "spingi che la la faccio mangiare". Io spingo e mi esce dal buco sborra e forse anche cacca. Uno dei due la sta recuperando in una specie di vaschetta lurida come la stanza... "Bevi e mangia, cagna!" Mi rifiuto, mi volto ma vengo preso dai capelli e mi turano il naso. Non respiro apro la bocca e sento il liquido con qualche pezzetto di merda che mi entra nella bocca. "Manda giù troia! Tutta!" ...sconvolto obbedisco!
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9 mesi fa
AmputeSexeS,
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ALTRA TAPPA PER FAR DIVENTARE CHIARA UNA VERA TROIA
Una sera di luglio era il suo compleanno.Al mattinole avevo mandato un messaggio: stasera ti porto a cena fuori, preparati!La sua risposta non si era fatta attendere: “ Mmmm ... e cosa mi devo mettere? A te cosa farebbe piacere? Voglio farti un regalo anche io ... farò quello che vuoi tu, decidi tu!”Era la mia occasione, avevo la possibilità di vedere finalmente se Chiara era veramente diventata ciò che volevo: una perfetta troiale scrissi: “Ti voglio al massimo stasera, non mi basta che tu sia sexy, ti voglio troia!”.Al mio messaggio non rispose lasciandomi nel dubbio sino a sera: avevo fatto bene a essere così esplicito? Oramai ero arrivato a casa e ci avrei messo a saperlo. Avevo scelto un ristorante un po’ fuori mano, sicuro così di non incontrare nessun conoscente, discretamente elegante e con un patio all’aperto.Arrivo a casa sua ed entro in casa. Chiara mi accolse con un caldo bacio invitandomi a prepararmi e senza far nessun cenno al suo abbigliamento che mi pareva del tutto normale, sin troppo sobrio per le mie richieste: gonna al ginocchio, una maglietta aderente che in effetti metteva in risalto le sue forme anche sotto la camicetta bianca. Mentre finivo di prepararmi, Chiara mi guardò con un sorriso di sfida, alzò la gonna dicendomi: -Sono abbastanza zoccola per il mio porcello?-Sotto la gonna aveva un paio di calze nere velate con reggicalze, quel reggicalze che le avevo regalato e non aveva mai messo, così come il completino perizoma minuscolo e reggiseno così piccolo che i capezzoli uscivano fuori e bucavano la camicetta! Per l’eccitazione non capivo più nulla ... lo aveva fatto, si era vestita come la troia che avevo sempre desiderato! La baciai appassionatamente e le dissi: - Chiara... cosa sei stasera?--La tua troia!- Fu la risposta e mi bastò.Durante il viaggio non smise un attimo di tormentarmi, alzando la gonna e mostrandomi il bordo della calza, sapendo di impazzire o accarezzandosi con falsa naturalezza i seni per mostrare i suoi capezzoli duri attraverso la maglietta. Arrivammo al parcheggio del ristorante e scesi per aprirle la portiera con fare cavalleresco ma anche per ammirarla meglio: per scendere dall’auto infatti, aveva aperto le gambe mostrando interamente le sue splendide cosce e il candore della pelle a contrasto con la balza nera della calza aveva acceso il mio desiderio e non solo il mio. Con la coda dell’occhio potevo scorgere tre clienti che si stavano incamminando al ristorante dietro di noi non si erano persi nulla della visuale offerta da mia moglie tanto che i loro rozzi complimenti rivolti a Chiara al nostro passaggio avevano aumentato la mia eccitazione.-Li hai sentiti quei porci cosa hanno detto? Non dici nulla?- disse Chiara rossa in volto ma io, oramai avevo deciso di giocare fino in fondo la mia partita: -Certo che li ho sentiti, pensano tu sia una troia, ma d’altronde, sei vestita da troia, no amore? La mia troia- risposi toccandole vistosamente il culo.Entrammo nel ristorante seguiti dal terzetto che rideva alle nostre spalle.Un cameriere gentilissimo ci accompagnò al nostro tavolo ed io, da buon cavaliere, feci accomodare Chiara spostandole la sedia! Sapeva di essere esposta agli sguardi ma accettò la sfida. Sapevo benissimo cosa pensava in quel momento: “Mi vuoi troia? Stai a vedere come ti accontento!”Dal reggiseno striminzito i capezzoli fuoriuscivano prepotenti spingendo contro la seta sottile della camicetta … la troia si era già eccitata, pensai … ed il cameriere non le toglieva gli occhi di dosso!La feci sedere con le spalle al muro ed io a lato; mentre assaggiavamo gli antipasti non smettevo di coprirla di complimenti, di battutine a doppio senso e, soprattutto, di riempirle il bicchiere sapendo quale effetto faceva l’alcool su di lei, togliendole ogni freno inibitore. Chiara rideva, scherzava e a un certo punto cominciò persino a provocare il cameriere slacciando un bottone della camicetta e passando ripetutamente la lingua sulle labbra rosse ogni volta che si avvicinava al nostro tavolo, poi guardandomi mi disse: -Sono abbastanza troia per te stasera, amore? Vuoi che faccia altro? Vuoi che esageri? Te l’ho promesso, farò tutto quello che vuoi stasera!-L’aria di sfida delle sue parole era evidente ma non sapeva quello che avevo in mente: trasformare la mia adorata moglie in una vera troia per una sera!-Guardali!- Le dissi, facendole notare i tre seduti non molto lontano che ci sorridevano ridacchiando tra loro … potevo immaginare i loro discorsi volgari … -Vedi come ti guardano? Dai, provochiamoli!-Chiara mi guardò con aria interrogativa.-Vai in bagno e togliti le mutandine, così facciamo vedere loro “una bella cosa”- aggiunsi con un sorriso beffardo. Mia moglie mandò giù un altro bicchiere di bianco e si alzò: con uno strano sorriso sulle labbra mi disse: -Credi che non ne sia capace? Ora vedi!-La seguivo con lo sguardo mentre ancheggiando vistosamente si allontanava verso i bagni. Anche il terzetto la guardava, anzi, la scopava con gli occhi e la scena mi eccitò terribilmente.Ancheggiava ancora mentre tornava dai bagni tenendo qualcosa di nero in mano, ma non capivo cosa. Lo capìì quando arrivò al tavolo: Chiara come un trofeo teneva in mano le mutandine nere, alzò il braccio mostrandole a me ma sorridendo al terzetto e usandole come un tovagliolo mi pulì la bocca per poi lasciarle sul tavolo. Felice ed eccitata tornò a sedersi mentre io rimasi di sale. Il terzetto non le levava gli occhi di dosso e il cameriere si precipitò al nostro tavolo. Chiara oramai aveva preso il gioco in mano, forse anche per effetto dell’alcool e, guardandomi negli occhi lasciò cadere il tovagliolo tra le gambe. Non appena il cameriere si chinò a raccoglierlo, Chiara lentamente aprì le gambe fino a spalancarle il viso dell’uomo era adesso a neanche un metro dalla figa depilata di mia moglie, la scena era surreale! Lui, una statua di sale che si stava sciogliendo dal calore, io incredulo e eccitato, il terzetto che sentivo grugnire alle nostre spalle mentre si godeva lo spettacolo e lei, padrona della scena. Neanche quando il povero cameriere balbettando qualcosa si alzò lei si ricompose, lasciandosi ammirare dal terzetto. Mi sorrise, io ricambiai il sorriso e le dissi: -Sei una troia, amore mio!- Ricambiò il sorriso: -Vero? Non è così che mi vuoi? - La cena andò avanti tra provocazioni, battute e doppi sensi sempre più volgari e il povero cameriere sempre più stordito dall’eccitazione. Dopo il dessert Chiara si pulì la bocca e con quel sorriso che oramai avevo imparato a riconoscere, mi disse. -Ma le sigarette? Ho proprio voglia di fumarne una ora, le hai lasciate in auto? Non preoccuparti, vado io a prenderle.-Oramai il locale si era svuotato e a parte noi, il terzetto che oramai si capiva che ci stava puntando, e pochi altri, era vuoto.Io rimasi a guardarla mente si alzava e lentamente si aggiustò una calza alzandosi la gonna e sistemandola al reggicalze come se fossimo soli, poi, prese le mutandine nere che ancora stavano sul tavolo e si allontanò verso l’uscita; si fermò solo davanti al tavolo dei tre, guardò il più rozzo di loro, quello che non aveva smesso di far sentire le sue volgarità e passandogli le mutandine sulle labbra e agli angoli della bocca, gli disse: -Asciugati, hai la bavetta che ti cola.-Si diresse all’uscita lasciando le mutandine sul loro tavolo. Due del tavolo scoppiarono in una fragorosa risata, mentre il terzo mi fissava con lo sguardo quantomeno stupito e il perizomino semitrasparente di mia moglie in mano. Poi d’improvviso si alzò e venne verso di me, mi sventolò le mutandine davanti al viso e mi disse: -Non ti dispiace vero se gliele riportiamo noi, vero? Mica vogliamo che prenda freddo…-Io sorrisi, ormai il gioco era partito e non si poteva certo tornare indietro.-Certo, datemi il tempo di pagare la cena e vi seguo…--No, tranquillo, alla cena ci pensiamo noi.-Uno di loro andò dal cameriere e gli disse qualcosa, poi tornò velocemente dai colleghi, e si incamminarono verso l’uscita. Io li seguii qualche passo indietro. Chiara era appoggiata all’auto, che era parcheggiata al di là del piazzale sterrato. i tre attraversarono il piazzale e le si avvicinarono, e il tipo con le sue mutandine in mano le disse: - Ehi bella, grazie per avermi asciugato la bocca…. Dopo magari ricambio anche io, asciugandotela, che ne pensi?-Lei non rispose ma lui aveva già iniziato a palpeggiarla. Anche gli altri due si avvicinarono, e mentre lui le sollevava la maglina colorata uno dei due cominciò ad accarezzarle una coscia e a stuzzicarle l’orecchio sinistro con la lingua. Le mani dei tre la frugavano con decisione, ben presto capii dall’ansimare di lei che uno di loro aveva anche trovato il punto giusto. Il primo le aveva ormai sfilato la magliettina e le stava leccando i capezzoli che spuntavano dal reggiseno nero. Si scostò di poco da lei e si slacciò i pantaloni facendoli scivolare a terra: -Dai bellezza, facci vedere quanto sei brava…-Delicatamente ma con decisione le mise la mano dietro la nuca e la spinse verso il basso facendola accosciare davanti a lui. Lei si fece scappare un “OOOOH” di sorpresa davanti a quel grosso cazzo, prima di assaggiarlo con la lingua, per poi prenderlo in bocca con gusto e maestria. Guardavo con eccitazione la mano dell’uomo infilata nei capelli rossi di Chiara che le impartiva il ritmo del pompino, quasi senza accorgermene avevo il cazzo in mano e mi stavo masturbando. Nel frattempo anche gli altri due si erano calati i calzoni, e i loro cazzi erano a pochi centimetri dal viso di mia moglie. –Faccela provare anche a noi, la bocca di questa bella signora…-Lei non se lo fece dire due volte, e cominciò a pompare con gusto anche gli altri due cazzi che le si erano parati davanti. Il suono di un clacson mi fece sussultare, facendomi render conto che eravamo in piena vista della strada. Lo feci notare ad uno dei tre che aveva preso l’iniziativa, il quale rise: - E che problema c’è?- poi però ci ripensò: -Va bene… Vieni bella, spostiamoci un po’ più in là.- La fece rialzare prendendola per il polso e si incamminò verso l’altro lato del piazzale, dove erano parcheggiati tre autorimorchi. Prima però si soffermò in mezzo al piazzale deserto e voltandosi verso di lei le sfilò la gonna viola, che era l’ultimo indumento che le rimaneva indosso, lasciandola con addosso solo gli stivali, le calze nere e il reggicalze. Il contrasto della sua pelle bianca nuda con l’intimo nero alla luce del grosso faro che illuminava il parcheggio sterrato era eccitantissimo. Si soffermò lì a palpeggiarla, infilandole una mano tra le gambe, lei reclinò la testa, segno che le dita dell’uomo le stavano frugando dentro la fica. Indugiò in mezzo al piazzale per un po’, e io capii a cosa mirava: stava aspettando che passasse qualche auto, prima di portarla dietro ai camion. Infatti passò un auto, che rallentò vistosamente. Ebbi paura che si fermasse e che la cosa potesse diventare pericolosa, ma a quel punto lui rise e la portò finalmente in mezzo a due dei camion parcheggiati, seguito dai suoi due amici e da me. Fecero inginocchiare Chiara, e lì ricominciò il rituale del pompino a girare: loro tre attorno a lei che se lo facevano succhiare a turno. Finalmente uno di loro le si accosciò accanto e prese a masturbarla, preparandola alla monta. Lei mugolava, a bocca piena, mentre le dita dell’uomo le penetravano la fica e (da quel che potevo intuire) il culo. Le si mise dietro, spingendola in avanti per farla mettere a quattro zampe: -Facciamo sentire un po’ di cazzo a questa troia…-Cominciò a scoparla reggendola per i fianchi, incitandola continuare a lavorarsi i cazzi degli altri due con la bocca: -Brava troia, succhiati quei cazzi, che dopo toccherà anche a loro…-Dopo un po’ lasciò il posto al tipo grosso che aveva fatto partire il tutto, che continuava a dimostrarsi il più porco e scurrile. Lui volle che Chiara . si girasse a pancia su, sdraiata a terra e le allargò le gambe facedole spalancare la fica: - Fammi sentire quanto è dolce la tua fica.- Si buttò dentro a leccargliela, lei sussultava ridendo, poi si sollevò e le infilò dentro il grosso cazzo, tenendole le caviglie per tenerle gambe ben divaricate: -Ora ti apro ben bene, troia. E tu scopala in bocca, che sennò la signora si annoia…-L’altro suo amico obbedì ridendo, fottendole letteralmente la bocca, mentre lei sdraiata a terra mugugnava sotto i loro colpi. Con l’altra mano cominciò a carezzarle le natiche, poi vidi perfettamente che le infilava il pollice nel culo, facendola sobbalzare.-Senti che bel buchetto accogliente…- Glielo lavorò per qualche minuto, poi sfilò il cazzo dalla fica di Chiara e lo spinse senza troppi problemi dentro al suo culo. Gli altri due avevano smesso di farsi spompinare, e si limitavano a palparle le tette, lei quindi aveva la bocca libera e sottolineava i colpi dell’uomo con gridolini e mugolii, mentre lui la inculava incitandola a voce alta: -Ti piace prenderlo nel culo, eh, troia?- Te lo rompiamo tutto, questo culo… Ti sfondo tutta, maiala…-La inculava selvaggiamente mentre la insultava, ma a lei la cosa non sembrava dispiacere affatto, i suoi gridolini si alternavano a risatine e mugolii. Sentii un rumore poco dietro di me, mi voltai e vidi che c’era il cameriere, con le brache calate che stava assistendo masturbandosi. Io non gli dissi nulla, allora prese coraggio e si avvicinò, continuando a masturbarsi.I tre iniziarono a scambiarsi, inculandola a turno, Chiara ormai era scatenata e li incitava a sbatterla come una cagna. Uno di loro notò il cameriere fermo accanto a me. Rise, poi gli disse: -Hey amico, vieni a prenderti la mancia, sono sicuro che al signore accanto a te non dispiacerà se un cameriere gli rompe il culo!-Non se lo fece dire due volte, si avvicinò, gli altri gli lasciarono il posto, e anche lui la inculò da dietro, tenendola per i fianchi e grugnendo come un matto. Dopo un po’ il tipo grosso si fece di nuovo sotto, spostando senza troppi discorsi il timido cameriere e facendo cambiare posizione a Chiara, facendola di nuovo sdraiare a pancia su:-Voltati troia, voglio guardarti bene in faccia mentre finisco di sfondarti il culo…- Le sollevò il bacino alzandole le gambe e ricominciò a incularla in quella posizione. Grugniva come un cinghiale, inculandola sempre più forte e in profondità, il rumore della carne contro carne quasi copriva i gemiti di mia moglie, ormai completamente abbandonata. Poi di colpo mollò la presa sulle sue gambe, sfilandosi e balzando in avanti le prese la nuca e proruppe con una abbondante sborrata sul suo viso, per poi dando gli ultimi colpi. Quasi non aveva ancora finito, che uno dei suoi amici aveva preso il suo posto, riprendendo a fottere il culo di Chiara con foga. Per poi a sua volta erompere in una sborrata che le schizzò il seno, il collo e il mento. Il terzo invece le inondò di nuovo il viso e la bocca, lasciando il posto al cameriere. Dopo qualche colpo lo vidi fremere, e capii che stava sfogando il proprio orgasmo dentro al culo di mia moglie. Il tipo grosso si rivolse finalmente a me: -Amico, non stare lì impalato, ora è il tuo turno… Non avrai mica paura di usarla come sborratoio come abbiamo fatto noi?-Mi avvicinai sborrandole in bocca mentre gli altri ridevano.Uno dei tre si avvicinò di nuovo a mia moglie: -Sei stata gentilissima, tesoro, ad asciugarmi la bocca, prima. Adesso che abbiamo ripagato la tua troiaggine, voglio restituirti il favore…-Prese le mutandine che si era tenuto e le passò sul viso e sul corpo di mia moglie, più che per asciugarla per raccogliere lo sperma, poi gliele passò sulle labbra: -Leccale, tesoro, sappiamo bene che ti piace la sborra…- Lei sorrise e obbedì, leccandole e lasciando poi che lui gliele infilasse in bocca delicatamente. Ce ne andammo senza troppi saluti.
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10 mesi fa
Luca,
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Una brava e fedele donna di casa.
Mi chiamo Antonella, ho 36 anni, sono alta m. 170, occhi scuri, capelli neri lunghi, un bel fisico snello e ben curato, perché pratico molto sport, un bel seno alto e sodo di una terza misura piena ed un bel culetto che piace tanto a mio marito. Sono sposata da 15 anni con Filippo, un bell'uomo un po' più alto di me, anche lui moro, con gli occhi marroni e anche il suo fisico è ben curato, perché anch'egli, come me, ama molto fare sport. La nostra è stata sempre una bella unione, tranquilla e, a volte, monotona, anche se allietata dalla nascita di nostro figlio o il suo avanzamento in carriera: oggi direttore di banca, ma sempre con le solite amicizie con cui passiamo le serate o le vacanze estive, assolutamente tranquille. Siamo una coppia che non vive forti emozioni, ma il tranquillo scorrere della vita quotidiana. Non ho mai tradito mio marito, ero vergine quando mi son sposata e lui è stato il primo ed unico uomo che ho avuto. Ho sempre rispettato il principio di fedeltà, perché tra di noi c’è sempre stato un buon feeling, con sesso normale, privo di forti emozioni. Lui è un maschio tranquillo a letto e mi ha sempre accontentato e fatto godere, anche senza far cose strabilianti. Io lavoro come impiegata statale e, prima di conoscere mio marito, ho partecipato come volontaria nel soccorso durante un’alluvione in un piccolo borgo, dove salvammo una decina di persone giusto in tempo. Quest'anno i sopravvissuti di quella brutta avventura ed i loro discendenti hanno deciso di festeggiare in maniera solenne quella triste ricorrenza. Per l'occasione hanno invitato tutti i volontari, che parteciparono come me a quel soccorso, alquanto difficoltoso, ad una serata da trascorrere insieme nel paese. Ero un po' restia ad andarci, perché avrei dovuto fare circa un'ora e mezzo d'auto su strade di montagna, ma è stato proprio mio marito ad invogliarmi ad andare.
«Dovresti partecipare, perché sei tra quelle persone che hanno messo a repentaglio la loro vita pur di portare in salvo persone in serie difficoltà. È un riconoscimento che ti spetta di diritto e, quindi, sono veramente contento se partecipi a questa rievocazione, in cui, senz'altro, verrà riconosciuto il vostro fattivo contributo.»
Così mi son incamminata e mi son ritrovata a destinazione, dove sono stata accolta in maniera cordiale e più che amicale. Dopo un bel pomeriggio passato insieme alle persone soccorse ed a tante altre che son venute alla festa, abbiamo cenato nel più importante ristorante della zona. Annessa alla sala da pranzo, c'era anche una pista da ballo e, quando mi sono seduta a tavola, mi sono trovata di fianco Mario, un ragazzo di poco più grande di me che, durante quei giorni, non aveva mai smesso di corteggiarmi e, a parte un mezzo bacio, quasi rubato, non c’era stato niente di più. Seduti allo stesso tavolo, abbiamo iniziato a ripercorrere i momenti salienti di quella strana avventura. Per l’occasione ero vestita con un semplice vestito nero, lungo fino al ginocchio, per nulla provocante o che invogliasse a pensieri osceni. In buona sostanza si trattava di un outfit da brava donna di casa. Non avevo certo intenzione di andare con altri uomini; per me c’era stato solo mio marito fino a quella sera, quindi mi sentivo tranquilla. Mario, invece, che appare come un ragazzo poco affidabile e che faceva il volontario solo per rimorchiare, era diventato un personaggio di rilievo nel suo lavoro; adesso era un industriale di successo ed aveva un fascino tutto particolare quella sera. Il suo modo di fare, la ostentata sicurezza e faccia tosta, ha fatto sì che, d'un tratto, senza proferir parola, mi prende per mano e mi porta a ballare.
«Lo sapevo che saresti diventata questa splendida signora che sei! All'epoca avrei dovuto darmi una calmata e corteggiarti con intenzioni veramente serie. Sei proprio una bellissima donna! Adesso sei ancor più desiderabile!»
Mi sento lusingata e stordita da tutti quei complimenti e mi lascio andare. Mi abbraccia ed io non mi sottraggo, anzi, abbandono la mia condizione di moglie e madre e, quando arriva il primo lento, sono ancora in mezzo alla pista che ballo con lui, solo che, adesso, siamo molto più accostati e le sue mani cominciano ad accarezzare la mia schiena in un modo inequivocabile. Avvolti dalla melodia della musica, mi sento illanguidire le gambe. Sento le farfalle nello stomaco, quando le sue mani scendono sui miei glutei e la sua bocca sfiora la mia. Inspiegabilmente abbasso ogni mia difesa e mi lascio conquistare dal suo fascino, dal suo esser maschio, che sa corteggiare una donna e, soprattutto, mi estraneo dal resto del mondo. Per me, in quel momento, siamo solo noi due. Stretta tra le sue braccia, sento il suo membro che spinge contro il mio inguine con prepotenza. Il mio seno si schiaccia contro il suo petto duro e forte e lunghi brividi di piacere scorrono giù, lungo la schiena, e si concretizzano in umori che infradiciano le mie mutandine. Nel ballare mi sposta in un angolo del locale un po' più buio e, improvvisamente, la sua bocca si incolla alla mia: accetto quel bacio, come se lo avessi sempre desiderato.
Le nostre lingue ingaggiano una danza furiosa nelle nostre bocche, mentre le mani si fanno più ardite, alla ricerca dei nostri corpi, che esplorano senza alcun ritegno. Quando ci stacchiamo, i suoi occhi brillano come due tizzoni ardenti, ci mettiamo seduti su di un divanetto e, come una ragazzina al suo primo turbamento, lascio che lui giochi con il mio corpo. La sua mano scivola sotto la mia gonna, mentre i suoi baci travolgono la mia effimera resistenza: mi sto bagnando in continuazione. Egli valica l'elastico delle mie mutandine e le sue dita forti vanno a carezzare i petali della mia patata fradicia. Mi accarezza il bottoncino, poi, con decisione, ne spinge due dentro e mi trova bagnatissima; io apro ancor di più le cosce, per dargli più libertà nel muoversi a suo piacimento. Mi masturba velocemente e, ben presto, il mio corpo viene scosso da un orgasmo che mi provoca un terribile fremito, mentre dalla mia bocca, incollata alla sua, emerge un gemito strozzato. Allungo la mano e vado alla ricerca del suo membro, che stringo da sopra la stoffa dei pantaloni e subito mi rendo conto di quanto sia voluminoso. Improvvisamente si stacca da me, si alza in piedi e, tenendomi per mano, mi porta oltre una pesante tenda, che nasconde un corridoio. Entriamo in quello che sembra essere un magazzino, lui chiude ermeticamente la porta dietro di noi. In quel momento non sono più una donna fedele, ma una fedifraga che intende far le corna al marito; solo che, in quel momento, non me ne rendo conto, perché sono come in trance per la situazione. Mi appoggia ad un tavolo e, tirato su il vestito, mi strappa con violenza lo slip; la sua furia erotica mi fa bagnare ancor più e reagisco a quel gesto allargando le cosce: in pratica non faccio altro che offrire tutta me stessa, senza riserve. Si inginocchia davanti a me, mi solleva le gambe e mi fa appoggiare i talloni sul tavolo; in quella posizione la mia vagina è perfettamente all'altezza della sua bocca e le cosce, oscenamente spalancate, devono offrirgli una visione altamente erotica, perché immediatamente la sua bocca inizia a brucare la mia intimità, strappandomi continui gemiti di piacere. La sua lingua si insinua in ogni piega della mia vulva, raccogliendo ogni singolo rivolo dei miei umori simili a miele. Stringe il bottoncino fra le labbra e mi strappa un primo orgasmo, che mugolo a denti stretti, perché, per non urlare, mi son coperta la bocca con una mano. Tremo e vibro come la corda di un violino, sotto le sapienti mani di questo artista, che mi sta letteralmente facendo impazzire di piacere. La sua bocca avida, continua a raccogliere il miele che sgorga da me e sembra non esserne mai sazio. Mi fa godere ancora, portandomi per l'ennesima volta ad un nuovo orgasmo, che provo nel preciso istante in cui sento di nuovo le sue dita penetrare nella mia Intimità e, quasi a voler andare a raccogliere ancora altro miele, che non è sgorgato fuori. Serro le cosce per bloccare la sua testa, mentre sono devastata da spasmi di piacere, che mi fanno sobbalzare come se una scarica elettrica stesse attraversando il mio corpo. Vibro e tremo, mentre lui, inesorabile, insiste a leccarmi, facendomi impazzire. Poi, all'improvviso, si stacca, si solleva e mi aspetto di sentire il suo membro dentro di me; invece lui mi fa scendere dal tavolo e immediatamente mi presenta alla bocca il suo splendido gioiello! Mentalmente lo confronto con quello di mio marito e trovo che, forse il suo è più lungo, ma questo di Mario è sicuramente molto più spesso. Lo avvicino alla bocca e ne aspiro l'aroma di maschio che emana; mentre le mie narici si riempiono del suo profumo, avverto ancora altri umori scorrere dalla mia farfallina. Lecco la punta e poi inizio a scendere lungo quell'asta, che mi sembra cresca ad ogni passaggio. Sollevo le mani e slaccio la cintura dei suoi pantaloni, li faccio cadere ai suoi piedi assieme ai boxer. Con una mano lo impugno, ma non riesco a cingerlo con le dita, tanto è doppio, mentre, con l'altra accarezzo le grosse palle. Lui mugola e geme nel sentire la mia lingua lavorare lungo l'asta e poi, quando son di nuovo con la bocca sulla punta, mi appoggia una mano sul capo e, con decisione, me lo spinge in bocca. È enorme! Spalanco più che posso la mandibola, ma solo una minima parte riesce a trovare posto tra le mie labbra. Si muove con calma scivolando avanti e indietro nella mia bocca, mentre io sento prepotente il desiderio di averlo dentro. Lo sfilo della bocca, sollevo lo sguardo e, nella fioca luce del posto, i nostri occhi si incontrano.
«Prendimi! Mettimelo dentro! Voglio sentirlo tutto, fin in fondo! Voglio sentire il tuo sperma scaldarmi il ventre! Scopami!»
Lui si abbassa, mi abbraccia e mi fa di nuovo sedere sul tavolo; solleva le mie gambe appoggiando i miei talloni al suo petto. Poi sento il calore del suo membro mentre si affaccia alle labbra della mia vagina, che si apre per accogliere e stringere quel membro grosso, gonfio, duro, che, in men che non si dica, mi scivola dentro, mi apre e mi riempie con il suo spessore. Mi faccio scopare come l’ultima delle troie e, come esse, godo a cosce aperte e senza ritegno. Mi sbatte e mi tratta da troia.
«Finalmente ti sfondo, troia! Ho sempre desiderato il tuo corpo! Questa sera, quando ti ho visto, ho deciso che ti avrei avuta, a qualunque costo! Sei una troia meravigliosa! Una donna come te l'avrei voluta al mio fianco per tutta la vita! Sei una zoccola stupenda! Una troia eccezionale! Devi diventare la mia troia!»
Godo. Mi lascio sbattere davvero come una troia! La sua troia! È questo che mi sento di essere in questo momento con lui! Lo incito a sfondarmi ancora di più e poi ha inondare il mio ventre con il suo piacere.
«Non ti fermare! Fammi godere ancora! Hai ragione sono una troia! Fammi godere e sarò per sempre la tua troia! Vienimi dentro! Marchia questa tua troia con il tuo seme!»
Mi sbatte, mette le sue mani sotto il mio sedere e comincia ad aumentare il ritmo, a scoparmi con un ritmo forsennato, che, ben presto mi porta a godere ancora e poi, ancora, senza soluzione di continuità. Sono stravolta dal piacere! La mia mente è del tutto annientata dal piacere che sto provando e perdo di vista il fatto che sono una donna sposata, madre e moglie fedele, fino ad ora. L’unica cosa che so è che mi piace esser qui con lui e mi piace sentirmi viva, desiderata, scopata e troia, come da molto non mi capitava. Solo in questo momento mi rendo conto di aver trascorso anni senza vivere, accontentandomi di ciò che passava il convento, senza mai desiderare qualcosa in più. Ora lo sento tutto dentro, mi tocca la cervice con la punta e mi trasmette scosse continue con quel suo incessante entrare ed uscire; raggiungo orgasmi in continuazione. Le sue mani forti continuano a tenermi per i fianchi e con le gambe in alto, completamente offerta e indifesa sotto i suoi fortissimi assalti che mi fanno impazzire e, dopo aver perso il conto di quante volte ho goduto in quell’angusto magazzino, lo sento finalmente ruggire e scaricare il suo piacere dentro di me.
«Vengo! Ti sto sborrando dentro! Ti inondo il ventre, troia! Troia mi senti? Lo senti come ti sto riempiendo di me?»
Abbasso le cosce e le avvolgo dietro la sua schiena per impedirgli di uscire, mentre sento il mio ventre riempito da ondate di calore che mi fanno ancora godere per l'ennesima volta. Ad ogni suo sussulto, sento schizzar dentro la sua crema e, mentre lo fa, la sua bocca è incollata alla mia in un bacio che toglie il fiato ad entrambi.
Sfinito, rimane sopra di me e poi, lentamente, dopo avermi abbracciato di nuovo, si solleva, si sfila e si mette seduto sul tavolo accanto a me, mentre io, mi giro e guardo quell’enorme membro che mi ha fatto impazzire e, senza nessuna esitazione, mi inginocchio tra le sue gambe e glielo prendo in bocca, come non avevo mai fatto con mio marito. È intriso dei miei umori e del suo seme e, mentre lo lecco e ripulisco, sento che dalla mia fica slabbrata sta colando il suo seme abbondante. Sollevo lo sguardo e vedo che mi sta osservando, allora, con una mano, scendo lungo le mie cosce, raccolgo un po' del suo seme e con esso imbratto di nuovo il suo membro, per poi continuare a leccarlo e pulirlo. Il gesto lo sconvolge!
«Che femmina meravigliosa! Che troia straordinaria! Ti voglio! Voglio che tu diventi la mia troia!»
Il gesto lo eccita, perché il suo membro ora è di nuovo duro e palpitante nella mia bocca e, mentre lo pompo convinta di bere ancora altro suo seme, lui si abbassa, mi solleva, mi bacia in bocca, e condivide con me il sapore delle mie labbra, poi, quando si stacca, mi guarda dritto negli occhi e, senza dire niente, mi invita a girarmi per offrirgli il mio culetto. Non ho bisogno di parole, mi piego e mi allungo sul tavolo, mentre lui, inginocchiato dietro di me, insinua la sua lingua tra le grinze della mia rosetta, mi lecca e lubrifica quel buchetto, raramente usato da mio marito. Con le dita raccoglie la crema che sgorga ancora copiosa dalla vagina e con essa mi lubrifica ancora di più. Si solleva, inzuppa il membro in quella fonte di umori che è diventata la mia fica, poi lo estrae ed appoggia la punta sul mio buchetto. Faccio un respiro profondo, mentre allungo le mani e dilato le chiappe per agevolare ancora più quella intrusione. Mario preme e, lentamente, comincia la penetrazione nel mio intestino. Anche in questo caso, sento che mi apre e mi riempie, nello stesso tempo. Si muove lentamente, senza fretta, lasciando che i miei muscoli anali si adattino alle sue dimensioni, alla sua intrusione e, ben presto, sente il suo corpo aderire alle chiappe, realizzando che me lo ha infilato tutto nel culo. Resta immobile, piantato dentro di me, e poi, lentamente, comincia a limare il mio foro che, lentamente, si adegua al via vai e, ben presto, mi regala altre sensazioni, ancor più belle delle precedenti.
«Muoviti, fammelo sentire tutto! Lo voglio sentire fin nello stomaco! Voglio che me lo dilati tutto!»
Mi tiene per i fianchi e non si fa pregare. Mi sbatte con più vigore rispetto a come mi aveva chiavato la fica. Si rivela un toro scatenato quello che mi sta devastando il culo e, nello stesso tempo, mi fa avere altri due orgasmi, uno dopo l'altro, in rapida successione.
Anche per lui il gioco è estremamente eccitante al punto che, d'improvviso, gli sento aumentare il ritmo della chiavata per, alla fine, restare immobile, tutto piantato dentro di me, e riversarmi nell'intestino ciò che ancora è rimasto del suo seme, dopo la lunga scopata fatta fino a quel momento.
«Vengo sto sborrando! Troia ti sto sborrando nel culo!»
Sento un'ondata di calore riempirmi il corpo e questo mi fa ancora godere. Rimane qualche istante piantato dentro di me, poi si sfila e si appoggia al tavolo, perché, evidentemente, quel piacere deve aver spezzato le gambe anche a lui. Restiamo immobili, poi utilizzando dei tovaglioli, ci diamo una ripulita e, con fare discreto, ritorniamo nel salone.
Da quella sera tutto è cambiato. All'inizio mi son rifiutata di diventare la sua amante, ma, alla fine, ho sentito il bisogno di sentirmi viva, troia e puttana tra le sue braccia.
Non ne abusiamo, ma io con Mario son tornata ad esser una donna viva e vogliosa, anche se, per tutti, sono sempre una brava e fedele donna di casa.
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10 mesi fa
baxi18, 55
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Mia moglie si spoglia per ripicca.
Mi chiamo Michele, ho 32 anni e sono sposato da sei con Debora, che ha la mia stessa età. Fisicamente sono di media statura, moro, occhi scuri e mi piace molto praticare lo sport per tenermi in forma. Sessualmente parlando ho una discreta dotazione, che, fino ad oggi, ha sempre soddisfatto le voglie di mia moglie. Lei, prima di me, era stata fidanzata con un ragazzo un po’ più grande di lei, che l’aveva introdotta nei piaceri del sesso e ad un certo esibizionismo, che tutt’ora le piace praticare. Se lo può permettere, con il fisico da favola che si ritrova. Alta quasi 1,70, capelli neri lunghi, occhi scuri, labbra molto sensuali, un seno di una quarta abbondante ed un bel paio di cosce lunghe e affusolate, al cui culmine figurava quello che io considero un vero capolavoro della natura: un culo tondo e sodo, che sembra disegnato. Come ho detto, le piace molto esser al centro dell’attenzione e, spesso, mi diverto a farle indossare indumenti alquanto succinti; la sprono a scodinzolare, mentre io osservo l’effetto che fa su tutti i maschi, che cercano, in qualche modo, di abbordarla. Mi eccita tantissimo vederla desiderata e ho anche immaginato di scoparla assieme ad un altro maschio, ma quando le ho manifestato questa mia fantasia, mi ha dato del matto e si è anche un po’ alterata. Naturalmente una bella scopata ha riportato il sereno nella coppia, anche se io ero sempre più proiettato verso quella fantasia. Il mese scorso, poi, è avvenuto un fatto che ci ha messo di nuovo in agitazione. Eravamo stati invitati all’inaugurazione di un negozio di estetica e l’estetista, proprietaria dell'esercizio, è una sua carissima amica. Non avevo molta voglia di partecipare all’evento, ma lei ci teneva moltissimo e, alla fine, ci siamo presentati e vi abbiamo trovato un sacco di gente, fra cui diversi amici comuni con le relative consorti. Durante la cerimonia, io mi son divertito con Carlo, Luca e Walter, tre dei miei amici più intimi, a fare qualche commento sulle donne presenti, comprese le loro mogli e, a giudizio di tutti, ci siamo soffermati sulla più seducente, la più intrigante e la più esibizionista. Ovvio che a questa categoria apparteneva la mia Debora, mentre sulle altre il dibattito è stato molto acceso, ma era lapalissiano che, tra tutte, emergeva mia moglie, che, non vista, si è avvicinata di spalle a noi ed ha ascoltato tutte le battute e i commenti, indirizzati alle diverse donne presenti. Naturalmente, non sapendo di esser ascoltati, ci siamo anche andati un po’ giù pensanti su certe femmine che attiravano il nostro interesse, non affatto sgombro da fantasie poco decenti. In particolare, quando è apparsa la madrina della cerimonia, che a noi tutti ci è sembrata perfetta per uno spogliarello. Indossava una mini nera elasticizzata, che non lasciava molto all’immaginazione con sopra una camicetta bianca tenuta chiusa da un solo bottone e sotto si intravedeva un reggiseno di pizzo molto intrigante. Ovvio che le battute su di lei si sono sprecate.
«Accidenti, che provocante che è! Una cosi sarebbe bello averla tutta per noi, una sera! Altro che le nostre donne! Questa sì che sa esser conturbante.»
Non avevo nemmeno finito di parlare, che solo allora mi son accorto della presenza di mia moglie che, alquanto alterata dal mio comportamento, se n’è andata. Durante il viaggio verso casa, è esplosa la sua ira.
«Sei un porco! Peggio dei tuoi amici! Avete una buona concezione delle vostre donne! Le vorreste tutte puttane, da quello che ho capito! Parole non troppo lusinghiere, devo dire! Scommetto anche né avrete espresse anche su di me! Ma, se al posto di quella ragazza, ci fossi stata io, che avreste detto? Ti avrebbe fatto piacere? Dimmelo!»
Ho cercato di minimizzare, ma lei era davvero furiosa.
«Sta attento, che un giorno di questi, ti faccio vedere io cosa si prova ad esser trattata da puttana e restare immobile, senza far nulla! Voglio vedere se a te sta bene!»
Ho cercato di rabbonirla, ma con scarsi risultati. Sono passati diversi giorni e mi sembrava che la cosa si fosse, in qualche modo, sgonfiata. Poi, circa tre giorni fa, è avvenuto un fatto che mi ha sconvolto. Eravamo radunati a casa mia: io, Carlo, Luca e Walter, per la finale di Volley, sport di cui siamo tutti molto patiti. Debora, non amando questo sport, è uscita con le sue amiche. La partita si è un po’ protratta nel tempo e noi eravamo, complici tre bottiglie di vino a forte gradazione che ci eravamo scolati, insieme a degli stuzzichini, molto alticci ed eccitati dalla vittoria della nostra squadra e, mentre stavamo festeggiando allegramente, la porta si è aperta e mia moglie è entrata nel salone, Luca si è voltato e gli è venuta spontanea una battuta:
«Che peccato! Pensavamo fosse arrivata la spogliarellista per festeggiare la vittoria!»
È stato un commento stupido e fuori luogo, ma mia moglie l’ha fissato con un atteggiamento di sfida e, mentre stava per allontanarsi senza proferir parola, si è voltata verso di me, mi ha guardato con un’aria di sfida ed ha scosso la testa.
«E chi dice che la spogliarellista non sia, di fatto, arrivata?»
Siamo rimasti tutti immobili, loro increduli ed io sbalordito, quando lei, camminando in mezzo al salone con incedere da maliarda e movenze sinuose, ha iniziato a sbottonare lentamente il soprabito. Subito tutti hanno iniziato ad esultare e farsi sentire con fischi e cori, che la incitavano. Walter ha intonato le note di "You can leave your hat on", la colonna sonora del film "9 settimane e mezzo", dove la protagonista fa uno spogliarello da infarto. Luca, attraverso il cellullare, ha davvero trovato la canzone che Walter aveva accennato e lei, nel sentirne il ritmo, ha preso a spogliarsi in maniera davvero molto sexy. Ha lasciato cadere il soprabito e Carlo la guardava invitandola a spogliarsi di più. Ero stupito e, nello stesso tempo, molto eccitato. Era vestita con una camicetta avana e pantaloni in pelle scuri, mentre continuava a muoversi in modo seducente al centro della stanza, osservata con impazienza da tutti che, increduli, la stavano ammirando con la bava alla bocca. Ha iniziato lentamente a sbottonarsi la parte inferiore della sua camicetta, salendo molto lentamente, un bottone dopo l’altro. Mi guardava sorridendo maliziosamente ed io ero a bocca aperta e, incredulo, mi domandavo fin dove si sarebbe spinta in questo gioco. Quando anche l’ultimo bottone è stato slacciato, lei ha aperto un poco la camicetta e, con fare sensuale, si è girata di spalle. Ha iniziato a far scendere l’indumento da dietro le spalle. Walter le si è avvicinato e poi ha afferrato la camicetta, lei, giratasi e sorridendo, ha lasciato che lui gliela sfilasse completamente. Abbiamo subito ammirato il reggiseno bianco, che racchiudeva completamente le sue tette prosperose. Ho pensato che fosse giunto il momento di porre fine allo spettacolo, come farebbe qualsiasi marito nel pieno delle proprie facoltà mentali, ma mi son sentito molto stranito, ero troppo eccitato e forse un po’ troppo ubriaco per ragionar lucidamente. Ho assecondato il mio desiderio di vederla davanti ai miei amici, possibilmente ancora più nuda. In un barlume di lucidità, ho pensato che tanto poi si sarebbe fermata lei e quindi l’ho lasciata fare a modo suo. Mi piaceva il gioco e lo stesso era per i miei amici, che si stavano davvero divertendo. Seduto, la guardavo ipnotizzato con il cazzo che mi esplodeva nei pantaloni. Carlo le ha offerto da bere e lei lo ha accettato. Ha preso il calice di vino rosso e poi, molto lentamente, tenendolo sollevato sopra la testa, ha fatto colare piano un po’ di vino nella sua bocca aperta. Alcune gocce le son finite sul viso e giù sul seno, macchiando il reggiseno. Luca l’ha invitata a toglierlo.
«Dai, toglilo: è un peccato che si macchi!»
Credevo che non lo avrebbe fatto, ma lei, sempre guardando verso di me, ha iniziato, a suon di musica, a scuotere le tette coperte dal reggiseno. Poi lo ha sganciato da dietro e poi, si è girata di spalle e lo ha lasciato cadere in terra. Ho sgranato gli occhi dallo stupore! Cazzo lo stava facendo davvero! Subito Walter lo ha raccolto e lo ha portato sul volto, commentando con entusiasmo.
«Sì, dai, bravissima! Dai, fa vedere che sei davvero una donna decisa! Dai, abbi il coraggio di osare! Dai, nuda! Nuda!»
Anche gli altri hanno detto che doveva spogliarsi nuda.
«Nuda! Nuda! Nuda! Nuda! Nuda! Nuda! Nuda!»
Lei si è girata e, con le braccia, si copriva il seno; mi ha rivolto uno sguardo davvero strano, un misto fra l'adirato me anche tanta sensualità. Non ho capito niente e son rimasto a bocca aperta, quando ha invitato tutti noi a far lo stesso.
«Anche voi, nudi! Che aspettate? Se lo faccio io, dovrete farlo anche voi!»
Loro si sono dati uno sguardo e poi si son girati verso di me, che non ho avuto il coraggio di dire o far nulla. Ero immobile, basito, e così, senza troppo fronzoli, in un attimo erano tutti e tre nudi. Poi hanno ripreso ad incitarla.
«Nuda! Nuda! Nuda! Nuda! Nuda! Nuda! Nuda!»
Ho visto i loro cazzi già tesi e duri e son rimasto di sasso. Li avevo visti altre volte nudi sotto la doccia, ma non mi ero mai soffermato sulle loro dotazioni. Luca era molto dotato in lunghezza, Carlo anche lui molto lungo, ma più grosso e Walter, invece, molto grosso sì, ma, forse, lungo come il mio. Debora li ha ammirati sorridendo maliziosamente. Io mi sono alzato e ho cercato di porre un freno a tutto questo, nonostante fossi eccitatissimo ed ancora vestito.
«Ok ragazzi, adesso basta! Questo gioco sta prendendo una piega troppo imbarazzante, quindi, basta!»
Sia lei che loro si sono girati verso di me di scatto. Mi hanno fissato e poi lei mi ha gridato di non rompere!
«Cosa c’è: ti dà fastidio? Vediamo se ti piace!»
In quel momento ho capito che era in cerca di vendetta, per le stupide parole dette qualche tempo prima, all’inaugurazione. Stavo per replicare, ma tutti hanno confermato quanto da lei detto.
«Sta zitto! Lasciala fare e non rompere!»
Senza rendermene conto, ho cominciato a spogliarmi. Lei intanto ha iniziato a slacciarsi i pantaloni, mentre i suoi seni erano in completa mostra. Luca si è avvicinato, ha allungato una mano e ne ha accarezzato uno. Anche Carlo ha fatto la stessa cosa. Per un po', li ha lasciati fare, poi si è spostata e, lentamente, ha abbassato i pantaloni. Il suo splendido culo era in bella mostra. Il perizoma, infilato nel solco delle natiche, lo rendeva ancor più invitante. Walter si è avvicinato ed ha accarezzato con entrambe le mani le sue chiappe sode.
«Accidenti, che culo! È meraviglioso!»
Ero eccitatissimo e non potevo far a meno di deliziarmi, mentre vedevo che si spogliava e si faceva accarezzare dagli amici, che, con calma, l’hanno aiutata a sfilarsi del tutto i pantaloni, facendola restare con solo il perizoma ed i tacchi alti. Lei si è girata verso di me, facendosi spazio fra loro, mi ha guardato e invitato ad avvicinarmi.
«Tu non vuoi toccare? Non ti va che questa sera avrete una spogliarellista tutta per voi?»
Era bellissima. Con movimenti sinuosi, ha abbassato le mutandine fino alle caviglie. Poi si è girata ed ha sollevato le braccia sopra la testa, lasciandoci ammirare la sua bella figura e le sue grosse tette. Mi son avvicinato e lei ha impugnato il mio cazzo; con l’altra mano ha afferrato quello di Luca. Ci ha segato un poco, mentre Walter continuava a toccarle il culo e Carlo le tette. Ad un tratto si è abbassata ed ha preso a succhiarci, alternando i nostri cazzi nella bocca. Immediatamente i miei amici sono andati in delirio.
«Sì, fantastica! Accidenti, come succhia! Sei meravigliosa!»
Lei ha sollevato lo sguardo in cerca del mio e, quando i nostri occhi si sono incrociati, lei mi ha sorriso maliziosamente e, con un gesto del capo, mi ha indicato la porta della camera. Mi son abbassato e l’ho fatta sollevare. Lei tenendo il mio cazzo in mano, si è incamminata verso la camera. Appena dentro si è distesa sul letto e subito Luca si è messo a leccarla, mentre noi ci alternavamo fra le mani e bocca di lei. Ben presto ha preso a gemere di piacere; subito Luca si è allungato sì di lei, che ha spalancato le gambe, penetrandola con un solo affondo. Ho visto il suo corpo inarcarsi e sollevare le gambe, mentre lui la sbatteva con molto impeto e piacere.
«Bellissima! Sei bollente! Ti sfondo!»
Lei ha avuto subito un primo orgasmo, che ha urlato a bocca piena, ben riempita dal cazzo di Walter. Ho visto mia moglie godere ed io ero eccitatissimo, desideravo scoparla, ma gli altri erano tutti addosso a lei. Carlo le succhiava i seni e Walter si faceva leccare il cazzo, che ora sembrava ancor più grosso. Lui si è abbassato, ha detto a Luca di farla girare e io, per un attimo, non ho capito il suo gioco, finché l’ho visto inginocchiarsi dietro di lei e appoggiare il suo cazzo durissimo al culo di Debora. Ha fatto colare della saliva e poi lo ha affondato dentro di lei, che si è girata ed ha fatto una smorfia di dolore.
«Cazzo! Fa piano! Fa piano che me lo sfondi tutto! Mi spacchi!»
Lui, quasi con sadismo, ha continuato a spingere la grossa mazza dentro di lei.
«Sì, troia, te lo voglio sfondare questo culetto da favola! Non puoi immaginare da quanto desideravo farlo!»
È entrato fino in fondo e poi, per un momento, è rimasto immobile; poi, lentamente, ma con decisione, ha preso a chiavarla in culo, mentre Luca, da sotto, le sfondava la fica. Debora ha iniziato a godere ininterrottamente, di un orgasmo senza fine. Io e Carlo ci alternavamo in bocca, anzi, più lui che io, che ero estasiato da quello che vedevo. Era la prima volta che la vedevo così troia e questo mi faceva impazzire. Ha goduto molto e poi il primo a sborrare è stato Walter, che le ha inondato il culo con un grido di paciere.
«Vengo! Sì, sborro! Ti farcisco questo culetto fantastico!»
Le ha schizzato dentro un mare di sperma, poi si è sfilato completando la sborrata sul corpo di lei. Subito il suo posto è stato preso da Carlo, che l’ha infilata anche lui in un colpo solo. Luca, intanto, ha chiesto a Carlo di sollevarla; lui l’ha afferrata per i fianchi e l'ha messa in ginocchio. Luca la sbatteva davanti e ben presto ha sborrato anche lui. Si è sfilato e le ha schizzato sulle tette.
«Sborro! Cazzo, sì, fammi schizzare sulle tette: te le voglio schizzare tutte. Che femmina favolosa che sei!»
Ho visto generosi schizzi di crema bianca, finire sui capezzoli e il collo di mia moglie. Lei ha allungato la mano e ne ha raccolto un po', portandosela alla bocca. Lui, dopo esser venuto, le ha infilato il cazzo, ancora duro, in bocca per farselo ripulire, cosa che lei ha fatto, mentre Carlo la chiavava nel culo. Walter ha spinto Carlo disteso e poi ha aiutato Debora, sempre impalata sul cazzo dell’amico, a distendersi su di lui. Poi le ha sollevato le gambe e, con il cazzo ancora duro, ha iniziato a scoparla da davanti. Lei lo ha aiutato e, ben presto, era di nuovo infilata in doppia e godeva come una maiala, incitandoli a scoparla più forte. Io mi stavo segando e, senza rendermene conto, mi son venuto in mano, mentre vedevo lei che succhiava il cazzo di Luca, prendere quello di Walter in fica e Carlo in culo! Troppo eccitante! L’hanno scopata in doppia o, meglio, in tripla, fin quando non sono venuti tutti e tre, due volte. Lei ha goduto tantissimo e, alla fine, era tutta ricoperta di sborra in ogni dove. Sfiniti, siamo rimasti tutti distesi sul letto. Walter le ha fatto i complimenti, dicendole:
«Debora sei stata stupenda! Michele avrà anche fatto la figura del cornuto, ma è una cosa da tenere in conto quando si ha una bella donna come te al fianco e, soprattutto, capace di far godere più maschi insieme.»
Debora si è sollevata e, appoggiata alla testiera del letto, ci ha guardato con un sorrisetto da perfetta maliarda.
«Sì, forse questa sera Michele ha fatto la figura del cornuto, ma preparatevi, perché, a giro, toccherà anche a voi farla, come questa sera è toccato a lui. Con le vostre consorti, non che mie amiche, abbiamo parlato molto del vostro comportamento all’inaugurazione e così abbiamo deciso di darvi una lezione: questa, appunto! Dimostrarvi che, se vogliamo, possiamo esser delle troie a nostro piacimento e, se a voi non va bene, allora preparatevi ad avere tante di quelle corna, da non riuscire ad entrare nel portone di una cattedrale. Diversamente, una sera al mese, ci si ritrova tutti insieme e ci si diverte! A voi la scelta!»
Li ho guardati ed ho capito che, se per questa sera era stata la prima esperienza da cornuto, anche per loro i tempi erano maturi per un grande divertimento collettivo. I loro sorrisi si erano spenti, appena sentite le parole di mia moglie. Si erano rivestiti e se ne erano andati mesti e silenziosi, con la coda fra le gambe. Era evidente che stavano riflettendo su quelle sue parole. A mio avviso non vi era molto su cui riflettere, ma solo prender atto che le nostre donne avevano già deciso per noi ed io ero già impaziente di vivere la prossima serata.
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10 mesi fa
baxi18, 55
Ultima visita: 1 settimana fa -
Ho fatto cose...
Ciao a tutti, sono una esibizionista, amante del porno. Qualche anno fa ho scoperto di avere una naturale predilizione per le situazioni trasgressive. Ho cominciato con il topless in spiaggia, il passaggio al sesso in pubblico su spiagge in pieno giorno è stato brevissimo. Ho cominciato a frequentare chat e ad organizzare incontri con sconosciuti. Poi sono finita su twitter, dove ho cominciato a conoscere e conoscere da organizzatori di eventi, gestori di club privè, produttori, registi e attori porni, blogger e performer del settore hard. Agli incontri da escort, specie con gruppi e maturi, ho iniziato ad aggiungere serate nei privè, incontri con produttori, performer e attori porno. La finalità sempre la stessa, quella di sentirmi usata, di godere sentendomi puttana. Ho fatto centinaia di incontri, molti da escort con gruppi, weekend bizzarri dove passavo dalle gangbang al sesso in pubblico su autogrill e parcheggi, sperimentando di tutto: dogging, gangbang, bukkake, pissing, scat, fisting, triple e altri giochini. Ho ricevuto tantissime proposte per produrre filmati porno, sia amatoriali, sia professionali, ma non ho mai ceduto alle lusinghe, anche se l'idea mi ha sempre eccitata moltissimo, anche se le proposte venivano da attori e produttori noti. Alcune mie foto sono finite su t-shirt in mostre erotiche o esposte in privè, l'idea di essere sputtanata mi ha sempre eccitata ma non sono mai riuscita a liberarmi dalla gabbia di essere riconosciuta nel mio contesto di appartenenza. Ad oggi ho molto amichetti sposati con cui ancora mi diverto e quando sono eccitata posso senza problemi ritrovarmi nelle più bollenti situazioni. Resta però in me una parte che non riesce a liberarsi dal senso di colpa. Un retaggio della cultura italiana, quella stessa che mi eccita quando intimamente mi sento troia che mi fa impazzire quando su una spiaggia, attira a me gli sguardi censori delle mogli e quelli perversi dei mariti, con cui qualche volta passo a fare la puttana.
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10 mesi fa
AdamDTS,
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Ultima visita: 3 giorni fa
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Sono Troia
Sono troia e mi eccita tantissimo. Ho scoperto di avere una naturale predilizione per il cazzo molto giovane e sono stata fortunata a trovare quelli giusti. Alle prime esperienze è seguita la scoperta del porno. Attraverso i social ho cominciato a chattare esibendomi a sconosciuti. Il passaggio agli incontri è stato rapidissimo, per lo più uomini sposati e maturi, gruppi con i quali ho sperimentato molte delle cose che immaginavo: bukkake, gangbang, fisting, dogging, pissing, scat. Sentirmi usata, intimamente ed esplicitamente troia, condivisa, mi ha portato alle prime sperimentazioni come escort, aprendomi ad un mondo che mi ha regalato tanto godimento. Con i social ho avuto la possibilità di entrare a contatto con attori e creator porno, produttori, gestori di privè e anche in questo caso brevemente, il passaggio a frequentare privè, produttori e attori è stato piuttosto rapido. Anche se l'idea di fare porno mi eccita tantissimo, ho resistito alle decine di proposte, limitandomi a partecipare a serate e incontri hard, senza però cedere alle lusinghe delle produzioni hard. Ad oggi resto una ragazza normalissima che vive di una seconda anima perversa, adoro lasciare che questa seconda me, prenda il sopravvento, eccitata all'idea di essere usata, comprata, sborrata, esibita, mostrata, condivisa per quella che sono: Sono Troia!
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10 mesi fa
AdamDTS,
32
Ultima visita: 3 giorni fa
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La prima volta con Serena la figlia di Chiara
Sono oramai due anni che ho chiuso una storia con la mia ex Chiara. Da lei trascorrevo praticamente il fine settimana ed ogni tanto veniva a trovarla sua figlia Serena che all’epoca aveva 24 anni.Con Chiara avevo un rapporto molto bello e sessualmente di altissimo livello ed anche piuttosto trasgressivo visto che si frequentava il privè o altre situazioni con singoli.Anche con serena ero molto in sintonia a livello caratteriale e spesso si parlava dei suoi casini con i suoi ragazzi.In questi ultimi giorni Serena si è litigata con Marco, il suo boy-friend, cadendo in una strano stato...un misto tra euforia e leggerezza.È diventata più espansiva e mansueta ed ha cominciato a mostrare degli atteggiamenti che prima non si sarebbe nemmeno sognata di avere, tipo girare per casa in slip e reggiseno.Aveva un corpo da farti smettere di respirare.Un sabato pomeriggio dopo aver ultimando di sistemare le mie cose nell’armadio sono andato sotto la doccia e mentre mi sto insaponando sento la porta aprirsi e chiudersi con lo scrocco della chiave.So che a Chiara piace farsi una bella scopata sotto la doccia quando e possibile, quindi le dico che non era possibile perche Serena era in casa...e con sorpresa invece di sentire la voce di Chiara sento quella di Serena che mi dice"senti non ti andrebbe di fare a con me quello che volevi fare con mamma?"Io attonito di primo acchito ho risposto un secco NO e l ho mandata fuori immediatamente, anche se però a mente lucida ho riflettuto su che bella scopata doveva essere con Serena e mi masturbai pensando a quel suo culo tornito e a quella fichetta gonfia di piacere e feci una sborrata mai vista.La sera stessa dopo cena Serena usci con alcune sue amiche ed io mi misi sul divano a guardar un film con Chiara.Durante il film Chiara prende a un pompino da paura e dopo esserle venuto in bocca mi sono sincerato con bacio che avesse bevuto tutto come sempre fa. Mi sono inginocchiato e di rimando le ho fatto un lavoretto con lingua,sulla sua bellissima fica depilata.Il giorno seguente Chiara mi dice che sarebbe andata a fare compere al supermercato e che si sarebbe poi fermata a trovare la sorella.Serena, che era nella sua stanza appresa la notizia dai saluti della mamma si mise ad ascoltare un po di musica, io vado sul terrazzo a fumare una sigaretta (allora fumavo) e vedo la finestra aperta della camera di Serena.Non sentendo la musica, do un occhiata dentro e la vedo distesa sul letto, nuda, con un fallo che le entra ed esce dalla fica,mentre con l altra mano si strizza un capezzolo.Finito la sigaretta in quattro boccate rientro e mi metto davanti alla porta della sua camera, indeciso su come approcciare, prendo coraggio e busso.Si sente un po di confusione ma poi mi dice di entrare e la trovo seduta sul letto in costume da bagno.Il costume pero lascia intravedere la parte che il fluido della sua fica ha intriso e facendo finta di niente le chiedo che strano odore ce nella cameretta.Lei arrossi di colpo ed io eccitato dalla sua timidezza le chiesi come mai le sue mutandine fossero cosi bagnate tra le cosce...Lei prese la mia mano e la mise sulla sua fica...era bollente e fradicia di umori.Ritirai la mano e la portai davanti al viso per sentirne il profumo e ne assaggiai anche il sapore, dolce e voluttuoso.Lei rimase seduta a guardare quello che facevo poi mi fece scivolare giù i pantoloncini e rimase bloccata davanti al mio cazzo che era diventato di pietra e carne.Lo prese con le mani e mi succhiò la cappella prima di frlo scivolare tutto in gola, sentivo le palle appoggiate al suo mentoLe scostai la testa e le infilai la lingua in bocca mentre mi inginocchiavo per andare a leccare quella sontuosa e profumata fica.Aveva un clitoride che sembrava un capezzolo tanto era pronunciato e gonfio,infatti bastarono pochi colpi di linguae raggiunse l orgasmo.Mi rialzai e le dissi di mettersi in ginocchio appoggiandosi sui gomiti.Lei esegui prontamente, mettendomi davanti tutto il suo spettacolo,fica e culo era li aperti e pronti per ricevere il mio cazzo.Le appoggiai la cappella sulle labbra della fica e le feci fare dentro e fuori un paio di volte, poi glielo feci assaggiare fino in fondo con un colpo di reni.Era come avere infilato il cazzo in un forno tanto era calda e stretta...Io dandole una sonora sculacciata sulle chiappe continuai a pomparla, dentro e fuori, mentre con le dita mi facevo posto nel suo culetto, fino a farla schizzare ancora di piacere...Tirai fuori il cazzo da quella stretta fessura carnosa e profumata e con la cappella feci scivolare un po di fluido su quel buchetto violaceo e ad ogni passaggio sentivo il suo respiro diventare piu intenso.Quel culo aveva fame di cazzo e me lo diceva tutte le volte che sfiorandolo aveva una contrazione dilatandosi sempre piu.Ricordo solo che mentre facevo mia, lei disse che non voleva altro che essere inculata da me dopo averla ripetutamente inculata le venni in culo e lei per tutta risposta si tolse e me lo lecco per ripulirlo tutto.La ringrazia baciandola
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10 mesi fa
Luca,
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Ultima visita: 9 mesi fa
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Il mio amico vuole le corna.
Mi chiamo Alberto, ho 39 anni, sono alto m. 1,85, moro, occhi scuri, spalle larghe, fisico asciutto non palestrato ed una buona dotazione tra le gambe, sia in lunghezza che in circonferenza. Sono bisex e, forse, proprio a causa del mio particolare orientamento sessuale, non sono mai riuscito a trovare una partner per la vita. Ho lavorato per diversi anni all'estero e, solo da sei mesi, son tornato nella mia città natale, dove, tra le tante amicizie perse, ne ho ritrovato una che mi è particolarmente gradita: quella con l'amico Gianmarco. Siamo amici da tanto tempo e, in gioventù, abbiamo anche fatto tante belle marachelle insieme, specie quando si trattava di corteggiare delle ragazze, noi due eravamo una vera forza della natura. Nell'occasione del mio ritorno, ho avuto modo di conoscere anche Lucilla, sua moglie. A mia differenza, Gianmarco, che di professione è impiegato di banca, ha trascurato il suo fisico ed oggi, nonostante abbiamo la stessa età, ha assunto un aspetto che lo fa sembrare più vecchio. In evidente sovrappeso a causa della vita sedentaria, ama molto trattenersi a tavola e, praticamente, quello che una volta era un ragazzo attivo e dinamico, oggi è un pantofolaio che, anziché fare del movimento, ama starsene sdraiato sul divano a sgranocchiare snack e guardare la tv.
Al contrario, Lucilla è una bellissima e sensuale donna di 35 anni. È molto affascinante e provocante. Alta, mora, dai capelli neri corvini, occhi scuri, leggermente a mandorla, una bella bocca ampia e labbra carnose, un seno ben proporzionato al resto del corpo di una buona terza misura tonda. Ha il ventre piatto, le cosce lunghe e snelle, che culminano in un vero e proprio capolavoro: un culetto tondo e sodo che, al solo guardarlo ispira peccaminosi pensieri. Domenica pomeriggio, ci siamo trovati per un barbecue a casa di un amico comune e, tra una salsiccia e una costoletta, Gianmarco, parlando, mi ha indicato sua moglie.
«Mi devo assentare tutta la prossima settimana e non ti nascondo che, lasciare la mia Lucilla sola mi impensierisce un po'. Posso chiederti, se non ti è troppo di disturbo, se le facessi compagnia, qualche sera. Tra tutti i miei amici, tu sei l'unica persona che lei gradisce di più e, soprattutto, anch'io mi sento più tranquillo a sapere che esce con te.
È sempre meglio che ad esserle vicino fosse un amico, piuttosto che un estraneo, che potrebbe corteggiarla e chissà quali altre cose farle!»
Son rimasto un attimo stupito nel sentire le sue parole, ma, nello stesso tempo, mi sono reso conto che parlava seriamente, senza secondi fini. Per lui, la cosa più importante era sapere che, in caso di bisogno, sua moglie poteva contare assolutamente su di me. Ammetto di aver visto Lucilla solo la prima volta al loro matrimonio, ma, da quando son tronato, ho sempre avuto una gran voglia di scoparmela, però, fino a quel momento, non mi ero mai attivato in quel senso. Son andato a casa loro con la scusa di salutarla e vedere come stava, nel caldo pomeriggio del giorno dopo. Quando ho suonato alla porta, per un attimo ho pensato che non fosse in casa e stavo quasi per andarmene, quando la porta si è aperta e lei, indossando un accappatoio in microfibra, alquanto corto e che a stento le arrivava a metà coscia, mi ha salutato cordialmente e mi ha invitato ad entrare.
«Ciao, Alberto. Quel buon vento? Scusami se ci ho messo un po' ad aprirti, ma ero in piscina sul retro della casa. Dai, entra pure.»
Mi ha preceduto attraverso il salone e, mentre camminava davanti a me, indossando dei sandali a zeppa che le inarcavano il suo fantastico culetto, ho avvertito ancor di più il desiderio di possederla. Ci siamo seduti a bordo piscina, sdraiati sui lettini prendisole, a bere un’acqua tonica, che lei mi ha offerto. Era felice di vedermi.
«Sono molto contenta che tu sia passato. Speravo proprio di aver un po' di compagnia da una persona molto gradevole, come te. Gianmarco mi aveva informato di averti detto che lui si sarebbe assentato per un'intera settimana e, onestamente, speravo proprio di vederti, prima o poi.»
Faceva molto caldo e lei mi ha proposto di far un bagno rinfrescante.
«Perché non ti metti comodo e ti fai un bel bagno in piscina per darti una rinfrescata? Dai, spogliati! Anche se fa caldo, l'acqua offre sempre un opportuno refrigerio!»
Sono rimasto per un attimo titubante, soprattutto perché non avevo il costume, ma, senza pensarci troppo, mi son spogliato e rimasto davanti a lei con solo gli slip.
Mi son tuffato ed ho fatto qualche vasca per poi tornare a sdraiarmi al sole. Purtroppo, o per fortuna, il mio slip bianco, ormai bagnato, lasciava intravedere il mio cazzo che, oltretutto, era anche abbastanza duro. Lucilla se n’è accorta, mi ha guardato e, sorridendo maliziosamente, mi ha invitato a toglier gli slip bagnati, per metterli ad asciugare.
«Dai, togli quegli slip bagnati! Mettili ad asciugare al sole.»
L'ho fissata per un attimo negli occhi e vi ho letto che aspettava con trepidazione il momento in cui mi sarei tolto l'indumento, così da poter ammirare le effettive dimensioni del mio cazzo che, ormai, aveva quasi raggiunto la completa erezione. Ho notato il suo sguardo di ammirazione ed il semplice gesto di compiacimento fatto con il capo, quando ha visto la mia notevole verga svettare verso l'alto. Ha ripetutamente passato la lingua sulle labbra, pregustando, un qualche suo pensiero piuttosto porcello. Mi son sdraiato ed ho chiuso gli occhi, in attesa di una mossa da parte di Lucilla che, sicuramente, sarebbe arrivata. Poco dopo ho sentito una mano che, delicatamente, si è posata sul mio cazzo duro, lo ha afferrato e con maestria ha iniziato a segarlo.
«Hai davvero un bel cazzone; Gianmarco aveva ragione nel suggerirmi di rivolgermi a te per qualche mia esigenza. Ti sembrerà strano, ma, da quando sei tornato in questa città, una delle sue fantasie più ricorrenti, è stata quella di sapermi tra le tue braccia.»
Mi son sdraiato e son rimasto ad occhi chiusi, poi ho sentito la sua calda bocca leccarmi la cappella e l'intero cazzo, fino alle palle. Ho subito capito che Lucilla era proprio una gran troia ed il mio amico Gianmarco un potenziale cornuto. Lo ha succhiato un poco, poi mi ha chiesto di scoparla e di farla godere come non faceva da anni.
«Dai, scopami! Mettimelo dentro, che muoio dalla voglia di averlo tutto, fin in fondo! Ti ho desiderato da quando ti ho rivisto e Gianmarco mi ha detto che sapeva che eri dotato di un bel cazzone. È stato lui ad invogliarmi a chiavarti! Dai, fammi impazzire!»
Le ho sfilato gli slip del costume ed ho sfiorato le labbra della fica con le dita. Era già tutta bagnata ed ho capito subito che non vedeva l’ora di esser scopata brutalmente. L’ho distesa a cosce aperte e lei mi guardava eccitata. Ho visto le labbra della sua fica oscenamente bagnate, era dilatatissima. Ho appoggiato la cappella sullo spacco e, con una spinta decisa, sono entrato tutto dentro di lei ,che ha sollevato le gambe per cingerle dietro la mia schiena e, dopo aver appoggiato i talloni sulle mie gambe, ha preso ad assecondare i miei movimenti. Ad ogni affondo, spingeva il suo corpo verso l'alto per farlo aderire ancora più al mio e sentire, ancor più in profondità, la penetrazione del mio cazzo, che le sbatteva sul fondo. Le davo dei colpi talmente forti, che il suo petto sobbalzava verso l’alto e ciò non l'ha trattenuta dall'incitarmi a scoparla ancora più forte.
«Spingimelo tutto dentro! Dammelo tutto! Fammi sentire come mi sfondi! Finalmente un maschio vero! Riempimi tutta!»
Le ho spinto il cazzo tutto dentro, fino alle palle, ma a lei sembrava quasi non bastare. Era evidente che non prendeva un cazzo così da un sacco di tempo. Ha avuto diversi orgasmi, tutti anticipati da gemiti di piacere più acuti dei precedenti.
«Vengo! Continua a sbattermi, che vengo ancora! Sfondami tutta, che vengo ancora! Che toro meraviglioso! Aveva proprio ragione quel cornuto di Gianmarco a dirmi che con te mi sarei proprio divertita! Alberto, ancora! Chiavami ancora, che vengo!»
Ha urlato il suo piacere ancora una volta, poi ho deciso di cambiar posizione. Mi son sollevato e, sdraiato per terra, l'ho fatta salire su di me. Senza nessuna esitazione, se lo è infilato di nuovo tutto dentro ed ha preso a cavalcarmi, come un'amazzone scatenata! Ancora una volta è venuta ed ha urlato il suo piacere.
«Meraviglioso, vengo! Mi fai godere ancora! Sento che mi arriva fin in gola! È bellissimo! Amore, godo! Cornuto, guarda come mi sta facendo godere!»
Per un momento, non avevo messo a fuoco le sue parole, ma, un attimo dopo, un lieve rumore mi ha fatto voltare ed ho visto il mio amico Gianmarco, nudo, con il cazzo in mano, che si segava mentre lei mi cavalcava. Mi ha guardato, ha sorriso ed ha fatto un cenno d’assenso con il capo, intanto lei continuava a far su e giù, sopra la mia verga, che cominciava ad esser desiderosa di sborrarle dentro. Le ho fatto raggiungere un altro orgasmo, poi Gianmarco si è avvicinato e le ha messo il suo cazzo in bocca.
«Succhia anche il mio, troia! Adesso, sarai contenta; stai finalmente avendo quello che desideravi da tempo! Ero sicuro che Alberto ti avrebbe chiavato alla grande. Dai, Alberto, riempi questa puttana con la tua sborra, che mi aveva confessato di desiderare da tempo aver dentro la sua fica! Dai, riempimi questa vacca di moglie!»
Ero al limite, allora l’ho girata e messa di lato, le ho dato tre fortissimi colpi e, subito dopo, il mio cazzo è esploso.
«Tieni, troia! Senti la mia sborrata dentro di te! Amico, guarda come ti riempio questa vacca di tua moglie! Era questo che volevi? Volevi che te la riempissi di crema?»
Mi son svuotato completamente dentro di lei. Gianmarco, nel vedermi riempire sua moglie, ha esultato di gioia.
«Bravo, Alberto! Riempila tutta, questa zoccola!»
Son rimasto immobile, svuotandomi dentro di lei fino all'ultima goccia. Poi mi son sfilato e la mia sborra cominciava a colare dalla fica, scivolando sulle cosce: lui si è inginocchiato a guardarla.
«Bravo, Alberto! L'hai proprio slargata a dovere, questa puttana! È da quando ti ha rivisto che voleva sentirsi riempire così!»
Lucilla si è sollevata e, appoggiata sui gomiti, prima ha guardato me con un sorrisino soddisfatto, poi ha allungato una mano e l'ha appoggiata sul capo di Gianmarco. Lui ha sollevato lo sguardo ed i loro occhi si sono incrociati; allora lei con un fare languido, quanto beffardo, gli ha intimato di pulire.
«È vero che lo volevo. Ho desiderato il suo cazzo da molto tempo, ma anche tu desideravi vedermi far la troia con lui! Adesso io ho realizzato il mio desiderio, ma tu, come avevi promesso, devi fare una certa cosa: leccare tutto ciò che viene espulso dalla mia fica. Adesso dovrai pulirmela tutta, perché so che è una cosa che desideravi fare da tempo!»
Lui si è girato verso di me e poi si è abbassato giù tra le cosce della moglie, ha incollato la bocca alle labbra della sua vagina, da cui colava in abbondanza la mia crema. L'ho visto leccare con ingordigia, mentre lei mi sorrideva, mi ha fatto avvicinare ed inginocchiare sul suo lato destro. Mentre lui continuava a raccogliere ciò che sgorgava da quell'ostrica slabbrata, lei ha sollevato una mano, ha afferrato il mio cazzo e se lo è portato alla bocca. Ha preso a leccarlo, a pulirlo, raccogliendo ogni residuo di umori di cui era ricoperto. Una bocca avida, desiderosa di sentire ancora quella verga dentro di sé. Quando si è resa conto che era di nuovo ben duro, si è girata, ha fatto distendere Gianmarco sotto di lei ed è salita sopra di lui nella posizione del 69.
«Continua a leccarmi, mentre ti farò vedere quanto son troia! Dai, Alberto, inculami! Fa vedere a questo cornuto come si rompe il culo alla troia della moglie!»
Mi son inginocchiato dietro di lei e, con un po' di saliva, ho bagnato la punta del mio cazzo, poi l'ho appoggiato al suo buchetto palpitante ed ho iniziato a scivolare dentro di lei. Ha preso ad ansimare, mentre entravo ed uscivo da quel foro sempre più accogliente e, quando son arrivato ad essere tutto dentro di lei, ho avvertito la lingua di Gianmarco, che lambiva anche le mie palle.
«Bravo, Alberto! Sfondare il culo a questa troia!»
L'ho pompata bene ed a lungo; lei ha avuto due orgasmi in rapida successione e, mentre godeva per la seconda volta, ha sculettato nel mentre la pompavo; quel suo movimento ha fatto sì che il mio cazzo uscisse fuori finendo direttamente sulla faccia di Gianmarco, che lo ha accolto in bocca e succhiato per un momento, poi lo ha di nuovo inserito nel culo di Lucilla. Son rimasto per un attimo sorpreso, immobile; allora lei si è girata e mi ha guardato.
«Cosa c'è? Non l'avevi ancora capito? Da ultimo ama più prender uccelli in bocca, che mettere il suo dentro di me! Dai, rompimi per bene il culo, che, probabilmente, sarà il caso che tu possa farglielo anche a lui.»
Molto eccitato dalla situazione, ho continuato a pomparla e, quando ero sul punto di sborrare, lei mi ha detto di sfilarmi, cosa che ho fatto; un attimo dopo lei si è girata, ha appoggiato una mano sulla testa del mio amico e, con l'altra, ha afferrato il mio cazzo e glielo ha messo proprio davanti alla bocca.
«Apri la bocca, cornuto! Per adesso, bevi tutta la crema di questo toro speciale!»
Gli ha infilato il cazzo in bocca e lui ha preso a succhiarlo con forza; d'un tratto, ho preso a schizzargli in bocca tutta la mia sborra. Dopo i primi due schizzi, lei lo ha sfilato e, alcune bordate, son finite sulla faccia di lui e sulla guancia di lei. Lucilla me lo ha preso in bocca e si è presa le ultime due schizzate in gola, poi lo ha leccato e ripulito per bene; poi, mi ha lasciato, si è girata verso di lui e lo ha baciato in bocca. Hanno limonato scambiandosi la crema che avevano in bocca, poi lui ha anche leccato quella che era sul suo viso e, alla fine, si son girati verso di me.
«Grazie, Alberto! Erano mesi che avevamo il desiderio di fare questa cosa con te. Vogliamo sperare che il gioco sia piaciuto molto anche a te, oltre che a noi. Se vorrai, da oggi in poi, Lucilla sarà a tua completa disposizione, mentre io ti chiedo solo di poter partecipare come oggi, o anche semplicemente assistere, senza interferire, se la cosa dovesse esserti di fastidio.»
L'ho guardato ed il mio sorriso è stato più che rassicurante sul fatto che non avesse infastidito per niente. Da allora, son diventato l’amante della moglie del mio migliore amico; mi scopo anche lui, quando è lei a volerlo.
Ho trovato una coppia che sa apprezzare un vero amico.
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10 mesi fa
baxi18, 55
Ultima visita: 1 settimana fa -
La Prima Volta Al Privè Con Chiara
Dopo quella prima volta con i due camionisti con Chiara il sesso non è stato piu la stessa cosa. Non c’era scopata che non ripensassimo a quella sera e pure lei mi stuzzicava quando le telefonavo chiedendole cosa facesse e lei di rimando – sono qui con i nostri due amici-.Un sabato pomeriggio mentre si giochicchiava sul letto pensando a cosa fare in serata le proposi di andare al privè. Mentre le altre voste erano parolacce questa volta mi disse – ma allora mi vuoi proprio troia?-Quindi decidemmo che avremmo provato quella esperienza senza dare programmi ciò che veniva veniva, anche il nulla e per la sua iniziazione sciegliemmo un club vicino a Verona.Giunti al locale facciamo la nostra tessera ed entriamo. Io gia lo conoscevo per esserci stato con altre e Chiara lo sapeva. Una volta dentro tutto sembrava svolgersi nel migliore dei modi nessuno infastidiva, nessuno. Cosi dopo aver bevuto qualcosa, smangiucchiato al buffet e ballato un po visto che la musica ci piaceva, ci sediamo sui divani della zona disco e parliamo un po’, sembra un po’ più rilassata adesso. Passa appena qualche minuto e si avvicina un tipo, non era un granché a dire il vero e ho subito sperato che andasse via prestoIl tipo: ciao ragazzi vi va un po’ di compagnia?Io: no grazie sei gentilissimo m per ora stiamo bene cosìPer fortuna non se lo fece ripetere 2 volte, si alzò e andò via.Io: visto amore, può capitare che qualcuno ci provi ma, come ti dicevo rispettano le regole, se dici no non ti rompono le scatoleChiara: speriamoTempo 5 minuti e ne arriva un altroIl tipo: buona sera ragazzi come va?Io: tutto ok grazie, ma perdonaci al momento preferiamo stare da soli.Anche questo non se lo fa ripetere, alza i tacchi e va via.Riprendiamo tranquillamente a chiacchierare tra noi 2 e stavolta il tempo inizia a passare più serenamente, già 15 ulteriori minuti e nessuno viene a “rompere le scatole”. A un certo punto vedo arrivare un signore distinto, ben vestito.Il tipo: piacere, io sono Franco, vi spiace se mi siedo un po con voi a fare 2 chiacchiere?Chiara: se sono solo 2 chiacchiere..!!Il tipo: ma certo figurati, sono un tipo per bene ioLa cosa mi stupì non poco, ma a dire il vero non mi dispiaceva avere un po di compagnia e, dal momento in cui era stata lei ad accettare la sua compagnia be,perché no!!Si iniziò a parlare del più e del meno, di dove eravamo, se prima volta in un posto simile per poi passare a confidenze personali, qualche battuta. A un certo punto lui si alza:Franco: scusate ragazzi, vado a prendere qualcosa da bere, torno subito.Chiara: però dai è simpatico, un tipo divertenteIo: giàEccolo di ritorno con 3 bicchieri in mano, erano dei cocktail.Seduto alla destra di lei, mentre io stavo alla sinistra tra un sorso e l’altro si riprese a parlare, si rideva, si facevano battute, e tra una battuta e l’altra, ridendo lui posò una mano sul ginocchio di lei. Lui con il suo sguardo cerca il mio, e io gli faccio un occhialino in segno di approvazione ma, lei sempre ridendo allontana la mano dal suo ginocchio. La chiacchierata continua per altri 15 minuti, e quella mano che continuava furtivamente a fare va e vieni dal suo ginocchio, misto al senso di “allegria” forse dovuta un po al cocktail iniziava a mettermi strane idee in testa.Franco: ok dai vado a prendere un altro cocktail, arrivo subito.Stavolta c’era confusione al banco del bar, e mentre da lontano lo osservavo dissi a Chiara:Io: dai non è giusto così, è andato per la seconda volta a prenderci da bere, così pare stiamo andando a scrocco, ti spiace se lo raggiungo un attimo così vado io a pagare?Chiara:be dai mi sembra giusto, ma cerca di non metterci troppo, come avevamo detto non dobbiamo stare lontaniIo:ok amore tranquilla, arrivo subitoRaggiunto Franco mentre faceva la coda al bar gli chiesi se gli dispiaceva che gli facessi compagnia e che sarebbe stato un piacere per me offrire io quel giro.Io: sai mi piace questo posto, bella serata, mai stato in un privèFranco:ottimo, mi fa piacere che ti piaccia, ma dimmi..cosa vorresti che accadesse ora con tua donna?Io:sai,con lei non è facile, ho già faticato tanto a farla entrare in questo posto, figuriamoci se si arriva a fare altro.Franco:ma a te farebbe piacere se lei come dire..si divertisse con altri?Io: l’ho sempre sognato, ma lei troppo santarellina,non credo la vedrò mai fare cose simili.Franco:a letto com’è, ti da tutto?Io: siFranco:waooo.Io: fai cio che vuoi sarà lei a dire eventualmente di no!!Franco:che porco, ma mi stai praticamente dicendo che vorresti vedere qualcuno che rompe il culo alla tua donnaIo:sai non mi è mai dispiaciuta l’idea ma sono parole buttate al vento, pure fantasie, ormai la conosco davvero da troppo tempo e mi sono rassegnato, so che non la vedrò mai trasgressiva.Franco:ascolta, la cosa più importante in questo gioco è la tua certezza nel volerlo fare, la tua complicità e la tua “benedizione”, per il resto…se tu mi dici che è quello che vuoi io accetto la sfida, sono sicuro che stasera ti riporterai a casa una donna che non pensavi neanche di avereIo: perché? Che donna dovrei riportarmi a casaFranco:una donna troia, rotta e soddisfattaIo: accidenti, sembri molto convinto nella tua riuscitaFranco: lo sono infattiIntanto la fila si andava smaltendo, arriviamo al banco, ordiniamo i nostri cocktail e torniamo da Chiara sistemandoci come prima, seduti ai suoi lati con lei al centro.Lei non è mai stata tipo da alcool, sicuro non era ubriaca e io non l’avrei mai voluto, ma quel secondo cocktail iniziava a metterle addosso una certa allegria (o almeno credo fosse quello),iniziava a ridere alle battute di lui rispondendo con altrettante battute, e quella mano sul suo ginocchio poi…da che la spostava dopo appena 2 secondi a che ora era ferma li da qualche minuto, la spostava solo quando lui, tra una risata e l’altra cercava di insinuarsi un po più in su, ma niente arrivato al massimo a metà coscia lei era pronta ad allontanarlo.Dovette passare una buona mezzoretta, tra un sorso e una risata e l’altra per poter vedere finalmente quella mano ferma lì a metà coscia, anche se lei adesso teneva le gambe ben strette per evitare che Franco andasse oltre.Franco: cavolo questa musica, sarà anche soft ma questo genere non riesco a mandarlo giu!!Non riuscivo neanche a capire che genere di musica fosse ma in effetti non aveva tutti i torti, ma da una decina di minuti quella musica era davvero orrenda e fastidiosa.Chiara: be in effetti è vero, hai ragioneFranco: che ne dite di spostarci un po’?Magari in qualche punto del locale in cui non si sente e si può chiacchierare più tranquillamente.Io: per me nessun problemaChiara: ok, facciamo pure un giroFranco:ok ,vediamo che troviamo di interessanteCi alziamo tutti e tre, io con la mano alla sua vita e Franco davanti a noi a fare strada, ci guardiamo attorno, Franco: qui sembra bellissimo, pare proprio molto tranquillo, venite ragazzi dai, accomodiamoci!Seduti nuovamente con lei al centro si riprende a chiacchierare, si ride, è piacevole, e quella mano nuovamente ferma li a metà del suo interno coscia mi eccita.Franco: io mi metto comodo, anche perché qui fa tanto caldo.Lei non disse nulla, io neanche. Franco una volta sbottonata la camicia senza comunque toglierla fece scivolare giù prima i pantaloni e poi le mutande, vedo quel da vicino, la prima cosa che mi passa per la testa è…cavolo e fortuna che è ancora moscio, se duro a questo Rocco Siffredi lo farà ridere!!Chiara sbircia appena e si gira subito dall’altro lato.Franco: dai non vergognarti, non ti mangio mica, prima si rideva e ora ti giri?Non è mica cambiato nulla, sono solo mezzo nudo!! Lei si gira timidamente, i suoi occhi sembrano 2 padelle tanto sono spalancati, evidentemente era stupìta da quanto vedeva. Lei cerca di combattere l’imbarazzo riprendendo a parlare come se nulla fosse e dopo una quarto d’ora circa..Franco: ma dai perché non mi mettete comodi anche voi?Chiara: no non pensarci neanche, non esisteContinuando a chiacchierare lui si avvicina sempre più a lei, la solita meno sopra il ginocchioFranco: ma dimmi, non fai neanche una sola considerazione, ne hai mai visti come il mio?Chiara: a dire il vero no, fa un po impressione, ma non hai problemi ad andare con le donne?Io uno come te non lo farei mai neanche avvicinare!Franco: ma nooo esagerata, e che ho la peste?La battuta fece ridere un po tutti e mentre si rideva lui azzardò, prese la mano di lei e la portò sull’enorme membro ancora moscio.Ok la battuta, ok la risata ma…intanto lei non ritraeva la sua mano!!Dai tesoro guardalo un po più da vicinoPrendendola per la testa Franco la fece chinare verso il per farglielo vedere da vicino, io ero eccitatissimo, la faccia della mia donna a pochissimi centimetri da quell’enorme mazza!!Chiara: ok dai mi sa che stiamo esagerando, il discorso sta degenerando e poi..ti ricordo che c’è anche lui qui presente.Franco:be tuo marito non sembra molto contrariato, dai osservalo da vicinoIntanto lei con la sua mano guidata ancora dalla mano di lui teneva ancora il mostro, la bocca a circa 5 centimentri dalla grossa cappella.Chiara: amore vuoi intervenire? Dice che non sei contrariato, vuoi dirgli che non è così? E’ convinto che tu sia d’accordo a farmelo vedere da vicino, vuoi dirgli invece cosa vuoi che faccia?Io: amore davvero vuoi che sia io a dire cosa voglio che tu faccia?Chiara:certo amore dai, così la chiudiamo qui perché lui si è convinto che..Senza neanche farla finire di parlare le metto una mano sulla testa, do una spinta verso il basso e..con la bocca ancora aperta visto che stava ancora parlando si ritrova con quel cappellone tra le labbra!Io: ora capisci cosa voglio che fai amore?La lascio un istante per darle modo di rispondere..Chiara: cazzo ma sei scemo? Ma che cazzo fai!!E giù di nuovo a spingerle la testa sulla cappella di Franco, ma stavolta non mi fermo, foglio vederglielo in bocca, ancora di più, e spingo!!Chiara: amore stai sbagliando tutto, ma sei sicuro? Poi non si torna indietro dai..Io: ma io non voglio tornare indietro amore, se a te piace, sono felice anche io di vederti felice mentre glielo succhi.Mi ha guardato un istante negli occhiChiara: ricorda che sei stato tu a volerloLo teneva con entrambe le mani e lo ha fissato per qualche secondo eha iniziato a stuzzicargli la punta con la lingua, e stavolta da sola.Franco: mmmm….vedi che ti piace? Ammettilo, cosa ne pensi?Chiara: penso che fa un po impressione, non ne ho mai visto uno così!!La mano di lui sulla testa di lei fu un chiaro ed evidente segno di quello che voleva, lei non chiese ,non si oppose ,non se lo fece chiedere, socchiuse solo gli occhi e aprendo la bocca accolse il grosso membro tra le sue labbra. Era davvero molto grosso, faticava a tenerlo in bocca e tirando via una mano per lasciare libera ulteriore lunghezza nell’enorme asta spinse la testa in basso fino ad ingoiarne la metà!!Io: cavolo Franco davvero impressionante, è davvero enorme, ma lo hai mai misurato?Franco: certo che si, 24cm, quanto quello del nostro caro conosciuto Rocco, lui però anche se di un solo centimetro lo frego per circonferenza, 17cm contro i suoi 16cm.Mi venne subito spontaneo fare delle proporzioni mentali, pensando a come la mia donna riuscisse a prendere per intero tutti i miei 16 mi son detto non avrà difficoltà per ora, ne sta mandando giù metà del suo, saranno circa 12cm, ma poi..guardando le guance deformate di lei ho subito pensato che in effetti il mio non era così grosso e che invece stava davvero faticando!!Atmosfera davvero caldissima, lei aveva iniziato un movimento di su e giù, a tratti lo tirava fuori riprendendo a leccargli la cappella per poi riprendere a succhiarlo, io ero eccitatissimo, le mie mani nun riuscivano più a star ferme, le punte delle mia dita erano già arrivati ai suoi slip e lei ormai in estasi non faceva resistenza, anzi apriva le gambe come a volermi dire di andare oltre.A un certo punto lui la allontana dal suo cazzo, si alza, io non capivo perché lo avesse fatto, tende le mani a Chiara ancora seduta, lei prende le sue mani e si alza, la abbraccia e la porta a se, sono avvinghiati e a me viene subito da notare quella differenza di altezza (non so perché) lei con i suoi 1,65 non era bassissima ma sembrava davvero piccolina attaccata al corpo statuario alto oltre 1,80, lui le afferra il vestito e tirandolo in alto glielo sfila lasciandolo cadere a terra, passandole le mani dietro la schiena le slaccia i reggiseno ed io ne approfitto per avvicinarmi dietro e tirarle via gli slip. Senza neanche accorgerci siamo ora tutti e tre nudi, in piedi.Franco: mettiti giù tesoro, fai vedere a tuo marito come sei brava a prendermelo in bocca.Senza dire una parola lei si abbassa, è accovacciata, le chiappe a pochi centimetri dal pavimento e le gambe spalancate ai lati dei fianchi di lui, osserva per qualche istante l’enorme stranamente ancora moscio, lo afferra con una mano e se lo porta in bocca. Inizia nuovamente a succhiarlo, lui le tiene la testa ferma per farle capire di non tirarlo fuori, vedo quell’enorme palo di carne che lentamente si gonfia tra le labbra di mia donna. Ora la fa alzare, la fa sedere al mio lato per raggiungerci anche lui posizionandosi all’altro lato, lei è di nuovo al centro.Franco: dai ora fammi vedere come lo succhi a tuo maritoAvvicinadosi prima al mio orecchio mi ha sussurratoChiara: guarda cosa mi stai facendo fare, spero di non doverci pentire di quello che sta succedendo.Le accarezzo il viso come per tranquillizzarla, come per dirle che è tutto ok e sempre da seduta si china verso di me iniziando a succhiarmiIo:ti prego amore, fai come sai fare tu, prendilo tutto in bocca, sentire le tue labbra sulle palle.Franco: porcellino, ti piace farglielo mandare giù fino in gola e?Io: si è bellissimo sentirlo mentre lo prende tutto, io con i miei 16cm posso permettermelo, mi spiace tu non possa goderti questo piacere con quel.Franco: e chi lo diceLa battuta suscitò una sonora risata, anche lei tirò fuori il mio cazzo dalla bocca per ridere ma io subito pronto la riportai al “suo dovere”. In quella posizione, seduta e china su di me, doveva essere un bel panorama quello che Chiara offriva al nostro amico che iniziava a darsi da fare tastandole le chiappe con le mani. A un certo punto Chiara inizia a gemere, ummmm, hooooo…ho subito intuito che qualche ditino del caro Franco dovesse essersi insinuato nella figa di mia donna. Ora lui da dietro si china su di lei, vedo le mani di lui che passano davanti iniziando a palparle e a stringerle le tette, prima l’una poi l’altra, sono attaccati, e mentre lei ancora china sul mio cazzo gli da le spalle, lui sembra incollato a lei, gli si strofina freneticamente, la cerca continuando a palparla, le solleva un po una gamba!!Chiara: mmmm….cazzoooLa sua esclamazione, il fatto che quasi mi aveva staccato il cazzo a morsi mi fece capire subito cosa era successo. Lui inizia a dare qualche leggero colpettino, lei protrae una mano dietro portandola sulla coscia di lui e cercando di farlo ritrarre un po ma lui resiste e continua a spingere, la vuole, e la sta prendendo. Mi lascia il cazzo, solleva un po la testa e mi guarda negli occhi, i suoi occhi sono lucidiChiara:amore è enorme, fa male, mi sta rompendo.Io: shhh, riprendimelo in bocca amore, non pensarci!!Andiamo avanti così per qualche minuto, tra spinte di lui, gemiti di lei e un fantastico pompino, non ho una visuale bellissima ma riesco a scorgere una porzione di quel cazzone, segno che non era andato dentro neanche per metà, l’aria è oramai davvero bollente. Ad un tratto lui rallenta, vuol farla rilassare un po ho pensato, lo vedo armeggiare qualche istante con il telefono per poi vederglielo posare, io non ho dato molto peso alla cosa, troppo preso dal pompino. A un certo punto vedo aprire la porta, vedo due sagome entrare e chiudersi dietro la porta a chiave, avanzano silenziosamente, sono i due amici di Franco, quelli che prima stavano alla SPA con lui, sicuramente prima mentre stava al telefono li avrà avvisati indicando loro la stanza in cui eravamo. Io non dico nulla, lei ancora china su di me non si accorge e le mani di uno dei due che senza perder tempo iniziano a palparle le cosce non desta la sua curiosità, avrà pensato fossi io o Franco. Ci vuole un colpettino più “sostanzioso” da parte di Franco per farla riemergere!!Chiara: haiiiiPer gridare si è giustamente staccata dal mio cazzo e..sollevando la testa si è accorta delle 2 nuove presenze. Sobbalza, in un movimento fulmineo è in piedi, senza neanche rendersi conto dello spettacolo che stava offrendo a tutti i presenti me compresoChiara: ma che vuol dire, stiamo esagerando qui, questi chi li ha fatti entrare?Franco: sono i miei amici cara, Luca e Paolo.Chiara: si ricordo ma questo non vuol dire che debbano stare qui, ok, mi sa che si è creata davvero troppa confusione, amore mi porgi i vestiti per favore? Andiamo via.Sembra va incazzata e risentita della presenza di quei due, che cazzo ho pensato, abbiamo rovinato tutto, Franco è stato uno stronzo a giocarsi questa stupida carta, io gliel’avevo detto che era troppo santarellina, doveva accontentarsi del punto in cui l’avevamo portata e non esagerare in quel modo.Franco si alza, si avvicina dietro di lei, le passa le mani davanti, la tira a sè e strizzandole le tette le dice:Franco: ma dai cara non fare così, vedrai che ci divertiamo tutti insieme.Chiara: ma per chi mi hai presa?Ma Franco non molla la presa, anzi le strizza le tette ancora di più, Luca a un lato si fa spazio con una mano tra il corpo di Chiara e quello di Franco iniziando a palparle il culo, Paolo dall’altro lato le posa una mano sulla figa ed un’altra su una tetta lasciata ora libera da Franco, nel giro di pochi istanti si ritrova con le mani di tre sconosciuti che la palpano ovunque, è tutto molto confuso, io non distinguo più neanche a chi appartenesse l’una o l’altra mano. Paolo sembrava un porco, dapprima le ha afferrato la figa come con quella manona come fosse un pacco, prima di ficcarle un dito dentro facendola sobbalzare.Chiara: haiii, porca puttana togli quel dito da lì.All’inizio non capì perché stesse facendo così per un dito, ma poi mi sono reso conto che non si riferiva a Paolo con il suo dito nella figa ma a Luca che le aveva piantato un dito nel culo. Anche gli altri due nel giro di pochi istanti sono nudi e duri, le mie normalissime dimensioni mi fanno sentire per qualche istante un mini dotato, ma mi rendo conto che non è così, i miei 16cm non sono certo da prendere in giro, non sono io mini dotato, sono tutti gli altri con dei cazzi fuori misura, non certo ai livelli di Franco ma..anche Luca e Paolo sono veramente molto ben messi, 19cm uno e 21 l’altro. Ora lei è seduta sul grande divano, tutti gli altri siamo in piedi attorno a lei, mi tende una mano a voler cercare la mia, come se volesse aiuto, mi avvicino, gliela porgo e la porto al mio cazzo.Io: segami amore, dai!!Testa abbassata e occhi chiusi ha preso timidamente a segarmi, prima Franco, posizionatosi davanti a lei con un piede sul divano ha indirizzato il suo cazzo verso la sua bocca, poi Luca nella stessa posizione e poi ancora Paolo, a turno li ha dovuti succhiare tutti e tre prima che si andassero a sedere.Paolo: da i porcellina sai che mi piace tanto come fai pompini? Però ora vorrei vedere te mentre ce lo prendi in bocca, mica possiamo essere solo noi a mettertelo tra le labbra, dai alzati e fatti un bel giretto sui nostri cazzi!!Cavolo, le stava parlando come fosse una troia, la cosa mi eccitava e allo stesso tempo mi spaventava, la paura che lei da un momento all’altro potesse alzarsi e far finire tutto!!Franco: dai Marco vieni qui, siediti accanto a noi che ora Chiara passa a farci un bel pompino ciascuno!Ho porto una mano a lei, l’ho tirata a me facendola alzare e mi sono seduto accanto ai nostri amici. Era li, in piedi, tutta nuda con quel ciuffetto tra le gambe in bella mostra. Paolo, il primo della fila la tira a se, lei fa per abbassarsi ma viene subito fermata da Luca che era seduto subito accanto a Paolo.Luca: no non abbassarti, chinati a 90 gradi, è bello vederti con le gambe ritte e piegata mentre ce lo prendi in bocca.Lei non parlava, si limitava a seguire le indicazioni, in piedi, gambe diritte, le mani poggiate sulle ginocchia di Paolo e piegata a oltre 90 gradi inizia a succhiargli il cazzo. Ora è il turno di Luca, stessa identica posizione, Luca sembra essere troppo eccitato, le afferra la testa e la spinge forse verso il basso, quando lei sembra quasi soffocare lui stringe la sua testa ancora di più e spinge ancora più forte, il suo mento contro i suoi coglioni, le ha fatto ingoiare 19cm di minchia ma spinge ancora, quasi a volerle far mandare giù anche i coglioni. Adesso lei si sposta, è il turno di Franco, il suo non può certo riuscire a mandarlo giù tutto, è troppo groppo, esageratamente grosso, ma basta averlo in bocca anche solo per metà per vedere la sua faccia deformata da quell’impressionante. Ora tocca a me, non serve che io le spinga le testa, senza dir nulla fa scomparire i miei 16 cm fino alla gola, sono il primo a venire ma non voglio lo tiri fuori, le tengo la testa, sono talmente eccitato da scaricarle in gola quantità esagerate di sbora, pare quasi abbia dei conati di vomito ma la tengo ferma li, continua a succhiarmi fino a farmelo venire di nuovo duro. Luca si alza e si posiziona dietro di lei mentre tiene ancora il mio cazzo in bocca, la afferra per i fianchi, punta la cappella alla figa di Chiara e con movimenti lenti ma decisi inizia a scoparla.Chiara: mmmmmm….mmmmmmmmmmm….amore mi apre in dueeeSembra quasi crollare, non si regge in piedi e si accascia un po. La fanno inginocchiare sul divano, culo in alto e testa bassa, tocca a Paolo che come Luca inizia a pomparla da dietro fino a quando non sborra copioso sulla sua schiena.Sarebbe il turno di Franco adesso ma lei è veramente stremata, si butta distesa a pancia in giù sul divano.Chiara: mi state distruggendo.La girano su se stessa come fosse una cotoletta, Luca posizionato al suo lato sul divano le afferra una caviglia, il al lato di lei prendo l’altra, gliele solleviamo fino a che le sue stesse ginocchia non le arrivano alle tette, è tutta oscenamente aperta, Franco poggiandosi con le mani sulle sue spalle si lascia andare lentamente sopra di lei, cerca con il cazzo la sua figa, la trova, spinge piano fino a farvi entrare la grossa cappella, lei si contorce.Chiara: oddio…basta per favore, mi sta spaccando.Franco trae un lungo respiro, gli si gonfia il petto e come a volersi poi scaricare…è un solo colpo, forte, deciso, potente.Chiara:haaaaaaaaaaaaaa….Ad ogni colpo deciso quei 24cm si notano davvero molto bene, le si gonfia lo stomaco ad ogni botta ben assestata, tutta scosciata, è uno spettacolo vederla presa cosìChiara:haiii…cazzo mi rompeeeCrica 10/15 minuti a pomparla così mentre qualche cazzo le entra ed esce dalla bocca a tante mani lì a palparle finchè Franco non esce riempendola ovunque di sborra.Siamo tutti buttati sul divano, lei sembra sfinita, è stato tutto bellissimo, abbiamo terminato un esperienza indimenticabile pensai.In questi momenti di ripresa, di pausa e relax qualche mano le si posava ancora sulle tette, Luca al suo finco immobile con la sua mano ferma li tra le gambe di lei, e Franco tenendo la sua mano stretta sul suo pacco sembrava gonfiarsi nuovamente. I tre si guardano sorridenti, Luca e Paolo si alzano, serata finita ho pensato, adesso ci rivestiamo e salutiamo, chissà quale sarà il “verdetto” di Chiara stasera!!Ma non è finita così la serata, mi sbagliavo, Luca e Paolo ora in piedi si avvicinano ai lati di Chiara, Luca da un lato con una mano sotto il ginocchio e con l’altra sotto l’ascella di lei, Paolo lo stesso dall’altro lato, di peso la sollevano dal divano, lei non reagisce, io non capisco!! Sempre di peso, presa così la trasportano verso Franco che, nuovamente duro rimette in mostra il scettro tenendolo ben diritto con entrambe le mani. Chiara esausta non reagisce se non per dire giusto due parole:Chiara: basta ragazzi, mettetemi giù, sono veramente a pezzi non mi va più di continuare a giocare così.Luca: certo cara, abbi un po di pazienza, giusto qualche secondo e ti mettiamo subito giù!!Sempre ancora in braccio ai due lei è ora in direzione di Franco, esattamente sopra di lui, sorretta ancora dai due che lentamente la calano verso il basso, l’enorme cappella punta alla figa ormai straziataChiara: vi prego basta, non ce la faccio più, vi pregoIo inizio a pensare che forse si stia esagerando un po ma non riesco ad intervenire, quelle scene sono troppo forti, troppo eccitanti, vorrei fermarli ma l’eccitazione per quanto le stanno facendo è più forte di quella mia volontà. E’ dentro, la grossa cappella è tornata nuovamente a squarciarle la figa.Chiara: haaaaaaa….noooooo….brucia troppo ragazzi vi prego fermatevi.La sollevano un po, ma giusto quel tanto per tirarle fuori la cappella dalla figa senza che i due sessi perdessero comunque il contatto, Franco da sotto tenendolo sempre con la mano fa dondolare il suo facendolo oscillare avanti e indietro fermandosi proprio lì, in quel suo buchetto mai profanato, in quel so buchetto ancora strettissimo per via di quella verginità che Chiara era riuscita a conservare fino a quei suoi 47 anni. Lui inarca la schiena, spinge lentamente Verso l’alto!Chiara: hei che fai, guarda che hai sbagliato zona..nell’eventualità non te ne fossi accorto.Franco:no cara tranquilla, non ho sbagliato, è il posto che cercavoChiara:ma che cazzo sei scemo?Che vuoi ammazzarmi? Lasciatemi andare dai, mettetemi giù!!Paolo: certoo…ti mettiamo giù subito, che dici Luca la mettiamo giù?Luca: si accordissimo dai, mettiamola giù.Iniziarono lentamente a metterla giù, ma di certo non come immaginava lei, Franco non lo reggeva più con le mani il suo cazzo, reggeva da solo, puntato minaccioso contro quel buchetto mai profanato.Chiara:ooooo…no no no!!Più i due allentavano la presa e più quel buchetto sotto il peso stesso del suo corpo premeva contro il. Un enorme palo di carne, la forza di gravità, il peso del suo corpo, erano tanti i fattori contro cui il suo sfintere stava lottando, ma quanto poteva resistere ancora?Chiara:aaaaaaaaaaa………haiiiiiiiiiiii…cazzoooooooIl mio primo istinto fu quello di guardare la porta, l’urlo fu talmente forte che ebbi paura che qualcuno potesse sentire, ma poi pensai subito che la porta era chiusa a chiave dall’interno, mi girai verso il divano, lo spettacolo che avevo difronte era un misto tra il pauroso e l’eccitante, lei tenuta oramai solo in equilibrio dai due, con le gambe oscenamente aperte, Franco sdraiato sotto di lei, e l’enorme cappella ormai scomparsa tra le sue chiappe. E’ solo la cappella pensai, ma cavolo quanto è grossa!!Chiara girò la testa verso di me, qualche lacrima le sgorgava dagli occhi!!Chiara: amore aiutamiNon me lo feci ripetere, mi avvicinai a e lei prendendole la mano.Franco:decidi tu adesso, dicci se smettere o se vuoi davvero una donna troia!Non ho neanche risposto a quella frase che aveva tutta l’aria della sfida, salito sul divano mi metto in piedi, sono più in alto di lei, la scavalco mettendo entrambe le mie gambe ai fianchi di lei, la guardo in faccia , con una mano le asciugo le lacrime, metto un dito tra le sue labbra socchiuse nel tentativo di spegnere quei suoi sospiri affannosi, quel suo ansimare che sembrava un misto tra convulsioni e sofferenza, ogni suo muscolo che si contraeva, appoggio entrambe le mie mani sulle sue tette e lentamente mi siedo sul suo basso ventre..questa è stata la mia risposta!! Quel povero buchetto ora oltre al peso del suo corpo doveva sostenere anche quello del mio.Chiara: stronzoooo….haaaaaaaa.Mi sollevavo leggermente per andare poi giù con un colpettino, poi ancora, e poi di nuovo, sempre più forte, premendo sempre di più fino a quando a un tratto mi sollevai quasi del tutto per andare giù di colpo e con molta più forza.Chiara: Diooooooo….mi spaccaaaaaa…..amore mi sta rompendoooMi sollevo e scendo dal divano, voglio andarmi a godere lo spettacolo, mi abbasso per sbirciare, non credevo neanche io ai miei occhi, una buona metà di quell’enorme mazza le era sparita tra le chiappe.Mi avvicino al suo orecchio e le sussurro:Io: amore vedessi da vicino che scena, ti ricordo che è grosso quanto una lattina, lungo un quarto di metro e tu ne hai metà piantato nel culo.Chiara:sei un bastardo, ti toccherà farmi ricucire perché mi sta distruggendoDopo pochi secondi di pausa Franco riprende a dare dei col pettini in avanti, ritmati, lenti ma ben assestati, guadagnando sempre qualche centimetro in più dentro di lei e riportandola ad urlare come fosse una troia mentre viene squartata.Chiara: no cazzo, haiiiii, porca puttana mi state facendo maleseCon mio assoluto stupore tutto ad un tratto però le sue esclamazioni cambiano, come per magiàChiara:uuuuuuuu…..mi sta sventrandooo…fa malese…..siiiii maiale spaccami il culo, aprimi in due porcoIntanto i due la mollano, lei ora ha i piedi sul divano, potrebbe alzarsi ma non lo fa, anzi…ora c’è lui che spinge verso l’alto e lei verso il bassoChiara:vieni amore avvicinati, è questo che volevi?E vieni a vedere come mi rompono il culo……uuuuu…siiii…cosììììAdesso è Paolo a salire sul divano e a mettersi con i suoi piedi ai fianchi di lei, le afferra i polpacci, li tira in alto fino a farle toccare le tette con le ginocchia, quel mostro ancora piantato nel culo, si china lentamente sopra di lei, poggia la punta dei suoi 21cm contro la figa di Chiara e…è un solo colpo, forte, deciso, potente, e in pochi istanti un altro bel palo era sparito tra le gambe di Chiara.Chiara non grida ora, è letteralmente senza fiato, con le gambe stringe a se la schiena di Paolo che aumenta sempre di più i suoi movimenti e le sue spinte. Prima mi chiedevo..quanto può resistere il suo sfintere sotto il peso a tanta pressione? La risposta era presto arrivata, i coglioni di Franco e Paolo strusciavano fra di loro, erano arrivati a “destinazione, mi abbasso nuovamente e non vedo più l’enorme di palo di Franco, ora ne ho la certezza, Chiara ha 21cm di cazzo nella figa e altri 24cm di minchia piantati tutti su per il culo!!Le grida di lei sotto i colpi di loro iniziano nuovamente ad essere eccessivamente sonori ma c’èra ancora Luca pronto a porre rimedio alla cosa che, piazzatosi al suo fianco non ha perso tempo a tapparle la bocca.Eccitatissimo io le ho preso una mano portandola al mio cazzo, non era più una cosa soft, la stavamo scopando come fosse la peggiore delle troie, Franco nel suo culo, Paolo in figa e Luca le scopava la bocca mentre lei segava il mio.Sembrammo tutti coordinati, a parte Franco che riempendole l’intestino continuava a pomparle il culo uscirono tutti, Paolo a dare le ultime segate sopra di lei, Luca che una volta spruzzati i primi fiotti in bocca fece appena in tempo ad uscire per dirigersi verso il suo ed io che mi unì a loro. Aveva sborra ovunque, sui capelli, sulle tette, in faccia, quasi non riusciva ad aprire gli occhi quanto erano pieni.Sembrava far fatica ad alzarsi, l’aiutai a raccogliere i vestiti, lo indossa, mette le mutande nella borsetta, mi chiede dei fazzolettini per ripulirsi ma non ne ho, si passa una mano negli occhi giusto per riuscire ad aprirli un po, salutiamo con un ciao molto freddo e distaccato, apriamo la porta e usciamo.Nella ricerca di un bagno ci imbattiamo in diverse persone, ci guardano, mi sento più in ombarazzo io che lei per come e imbrattata, i capelli ancora imbiancati e stropicciati, la faccia impastata tra sborra e trucco, un rivolo di sborra denso e appiccicoso che le penzola dal mento. Finalmente troviamo un bagno, si da una ripulita e usciamo via dal locale.Arriviamo in macchina, salgo, aspetto che anche lei faccia altrettanto, mette una gamba dentro e sostenendosi alla maniglia cerca piano di sedersi, si lamenta dolorante!!Io: amore non riesci a sederti, ti fa male?Chiara: bastardo colpa tua che gli hai permesso di devastarmi il culo!!
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10 mesi fa
Luca,
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Ultima visita: 9 mesi fa
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Prima esperienza (e probabilmente anche l’ultima) andata MALISSIMO
Breve storia triste:mesi di ricerche per sciogliere il ghiaccio e provare una nostra prima esperienza con un singolo (prima esperienza in assoluto). Lo troviamo, lo contattiamo, mille storie chiedendoci se siamo convinti perché vorrebbe evitare un viaggio a vuoto. Finalmente ci incontriamo, parte la nostra avventura che si esaurisce in 5 minuti. Lui viene in 3 minuti (180 secondi). Impossibile resuscitarlo. Dilettanti allo sbaraglio ma i dilettanti non eravamo noi. Rimane solo un sapore amarissimo!! da ora in poi cercasi mercenari che magari pagando....
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10 mesi fa
Tonale1, 41/45
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Incontro al buio.
Mi chiamo Pamela, ho 37 anni, sono alta m. 1,70, bionda, capelli lunghi, occhi chiari, fisico snello, nonostante una gravidanza, che, però, non ha lasciato nessun inestetismo sul mio corpo, il seno è una buona terza misura piena e le cosce sono lunghe e snelle, alla cui sommità figura uno splendido culetto tondo e sodo. Da 12 anni, sono sposata con Luigi, un bell’uomo alto, con un bel fisico, ben curato, moro, dagli occhi scuri, cui piace molto coccolare il mio corpo, fin quando le sue mani e carezze mi portano nelle alte vette del piacere, mai raggiunte con i maschi con cui ero stata prima di lui. Viviamo e lavoriamo in una grande città, entrambi abbiamo posti di rilievo che ci permettono di avere uno status sociale abbastanza positivo, che ci permette di vivere in maniera piuttosto agiata. Abitiamo uno splendido appartamento in una zona molto bella della città e questo mi permette di raggiungere il luogo di lavoro senza dover usare l'auto. Ricopro un posto di rilievo nella mia azienda: sono direttrice del marketing e questo mi impone anche di aver un abbigliamento sempre adeguato alle circostanze, elegante, un po' provocante, che fa di me una donna molto attraente, abbastanza corteggiata. Naturalmente mi sottraggo in maniera garbata ad ogni avance che ricevo e, forse, è per questo che quando ho incontrato Vittorio, tutto mi sarei aspettata tranne che la nostra amicizia avesse avuto questa strana evoluzione. Tutto è avvenuto casualmente, una mattina d'inizio autunno, mentre andavo al lavoro. Camminavo avvolta nel mio lungo cappotto e, per proteggere il collo, avevo uno splendido foulard di seta, quando, giunta in prossimità di un bar, una ventata molto forte mi ha fatto volar via il foulard. Il vento malandrino ha scaraventato il foulard addosso ad un signore, che stava sorseggiando il suo caffè e lui lo ha afferrato al volo; quando mi son girata, i nostri occhi si sono incrociati. È stata una sensazione incredibile, perché il suo sguardo mi è letteralmente penetrato dentro, fin nell’anima. Ci siamo guardati per un lungo istante e, quando mi ha sorriso, in quel preciso momento, ho sentito come un tuffo al cuore e credo di essermi innamorata di lui in quell'istante. Mi ha sorriso mostrandomi il foulard e, con un gesto della mano, mi ha invitato a sedermi.
Contrariamente al mio modo di gire, ho accettato. Ero rimasta affascinata da quest'uomo che, con uno sguardo così intenso e profondo, mi aveva già conquistato.
«Credo che questo sia suo. Poiché ha interrotto la mia colazione, come risarcimento le chiedo di sedersi qui con me e di consumare un caffè insieme a me, perché la sua presenza mi ripaga del danno subito.»
Per un attimo l'ho guardato senza capire, ma poi ho realizzato l'ironia contenuta nelle sue parole, allora mi son seduta, sentendomi felice di quell'invito.
«Piacere, il mio nome è Vittorio e mi piacerebbe conoscere il nome di questa splendida donna, che ho qui davanti.»
Gli ho detto il mio nome e, nello stringermi la mano, ho sentito una presa forte e vigorosa; nello stesso tempo, un lungo brivido ha percorso la mia spina dorsale al semplice contatto con quella mano così bella, dalle dita così lunghe e forti. Ero rimasta affascinata dalla sua galanteria, dal suo modo di esprimersi, ma soprattutto da quello sguardo così dominante, cui non riuscivo a sottrarmi e me ne sentivo succube. Mi ha spiegato di esser il direttore della filiale della banca situata dall'altro lato della strada; mi sentivo affascinata dal timbro della sua voce, dal suo modo di muovere le mani mentre parlava e, quando mi ha detto che gli sarebbe piaciuto cenare con me, senza nessuna esitazione ho accettato. Ci siamo scambiati i contatti telefonici, dopo di che lui se n'è andato; mentre lo vedevo allontanarsi mi chiedevo per quale motivo, tutto d'un tratto, avessi accettato con estrema facilità quell'invito a cena, ben sapendo che, da quanto ne ero rimasta affascinata, di certo la cosa avrebbe potuto avere un epilogo alquanto scontato. Ho aspettato tutta la settimana una sua chiamata, che non è arrivata. La cosa mi ha indispettito e, nello stesso tempo, mi ha generato una specie di ansia, perché mi son chiesta per quale motivo ancora non mi avesse chiamato. Volevo sentire ancora la sua voce, veder le tue mani muoversi e gesticolare, mentre parlava, perché tutto questo mi aveva affascinato. Il venerdì mattina ricevo un pacchetto e, quando lo apro, contiene una chiave ed un biglietto con un indirizzo. Guardo e cerco di capire cosa significhi, ma non ci sono indicazioni, né spiegazioni. Sono terribilmente indecisa, perché mi rendo conto che sicuramente questa non sarà la solita avventura extraconiugale, perché tutto quello che stavo facendo era completamente diverso dai normali canoni di un adulterio. Mi sarei aspettata una corte serrata, messaggi, fiori, e quant'altro, invece questo, con il suo silenzio, mi ha sconvolto, incuriosito, irritato e, nello stesso tempo, mi ha portato a dipendere al suo volere. No, non è normale tutto ciò e questo mi sconvolge ancor di più! Dopo circa un'ora che ho ricevuto il pacchetto, suona il mio telefono e vedo che è lui. La sua voce, le sue parole hanno tutte il tono di un ordine, cui, senza fiatare, decido di ubbidire incondizionatamente.
«Domani alle 15:00, andrai all’indirizzo scritto su quel foglietto, entri e ti spogli nuda; troverai un cappuccio, lo indosserai e poi resta così, immobile; esegui tutto quello che ti verrà ordinato di fare.»
Non aggiunge altro e non aspetta la mia conferma, che, evidentemente, dà per scontata. Resto basita, sconvolta ed incuriosita da tutto ciò, mai successa per il passato. Passo una giornata ed una notte da incubo. Ho in animo di rifiutare un simile trattamento, ma sono terribilmente attratta da tutto questo. Decido di non andare, anche perché dovrei giustificar la cosa a mio marito e questo non è possibile! Non voglio rovinare il nostro rapporto, per una simile pazzia. No, non ci andrò! A cena, mio marito mi informa che il giorno dopo sarà assente per un impegno di lavoro, legato ad un progetto che stanno sviluppando nella sua azienda, e questo mi destabilizza, perché, in realtà, avrei tutta la disponibilità di tempo per accettare la sua proposta. Tremo. Sono agitatissima! NO! NON DEVO ACCETTARE! Ma il mio corpo si rifiuta di obbedire alla mente!
Alla fine, decido di andare. Sono emozionata, indecisa su cosa indossare, alla fine, sapendo che comunque mi dovrò metter nuda, indosso un completo giacca e pantaloni, con sotto dell'intimo elegante quanto sexy. Tesa come la corda di un violino, mi reco all'indirizzo e scopro che si tratta di una villetta isolata, circondata da un piccolo parco. Non vedo macchine davanti all'ingresso, entro e, appena chiusa la porta, trovo un piccolo corridoio, appena illuminato da luci molto fioche, in fondo vedo una porta aperta, da cui proviene una flebile luce. Entro e quella luce illumina solo il piccolo spazio davanti alla porta. Sulla mia destra, c'è un piccolo tavolo su cui figura uno strano cappuccio nero. In silenzio mi spoglio, lasciando solo l'intimo. Indosso il cappuccio e resto in trepidante attesa. Nella mia mente si affollano pensieri contrastanti. Sono qui e sono pronta. Non voglio pensare. Voglio annullare la mia parte razionale. Mi impongo di pensare che son qui, solo per lui. Sono pronta come mi aveva chiesto di essere: nuda, bendata ed immobile. Tutto il mio corpo freme nell’attesa. Mi sento impacciata, nervosa, tesa perché è tutto cosi insolito e nessuno sa che sono qui. Mio marito è fuori per il suo lavoro, il bimbo è dalla nonna e, al lavoro, mi aspettano solo il prossimo lunedì: quindi? Sono al massimo della pazzia! L’attesa e snervante. Il silenzio assordante. Da quando ho conosciuto quell'uomo, tutto il mio mondo è in bilico. Hai annullato le mie certezze, scardinato la mia sicurezza, fatto battere il mio cuore come quello di un’adolescente in calore davanti alla sua prima volta. Pazza, devo esser pazza. Le sue mani, non riesco a smettere di pensare a loro. Nessuno mi aveva mai affascinato così. Ero certa che la mia vita fosse completa, senza scosse, punti interrogativi o situazioni tanto rischiose; allora: perché sono qui? Perché mi vengono in mente queste domande, cui non riesco a dare una risposta? Perché sono arrivata a questo punto? Perché, in questo momento, so di esser come non sono mai stata, io che ho non ho mai assecondato il volere di altri nelle scelte riguardanti la mia vita? No. Adesso sto procedendo contro quella che è la mia indole, perché voglio godere. Voglio esser scopata, posseduta, voglio esser riempita, voglio che il mio sesso sgoccioli tutto il suo godimento e del seme di chi me lo riempirà, a fondo e bene. Voglio poter urlare di piacere e di dolore. Sono nuda, come lui voleva e pronta, come non lo ero mai stata fino ad ora. All'improvviso sento un rumore dietro di me. Una porta che si apre e si chiude; ho un sussulto quando delle mani calde si appoggiano dietro di me, alle mie spalle. Non una parola, non un gesto, nulla, solo una leggera spinta in avanti che mi induce a fare alcuni passi. D'un tratto quelle mani mi fanno girare e mi spingono ad abbassarmi, mi trovo seduta su qualcosa che potrebbe esser un letto. Sento il rumore di una cerniera che si apre e, subito dopo, una mano si appoggia sul mio capo e mi spinge in avanti. Sento l'odore di un sesso maschile, il profumo di quello che sicuramente è un membro, che mi viene posto davanti sulle labbra. Stranamente, il cappuccio che indosso ha solo questa apertura. Una profumata cappella si appoggia alla mia bocca e la leggera pressione mi fa capire che devo aprirla, cosa che faccio immediatamente. Sollevo una mano, impugno questa verga enorme, su cui non riesco a cingere le dita, data la notevole circonferenza. Mentalmente faccio il confronto con quella di mio marito e, mentre faccio il rituale movimento di su e giù con la mano, scopro che, sicuramente, quella di mio marito è più lunga, ma questa è notevolmente più grossa. Mi viene spinta in bocca, cerco di prenderne il più possibile, ma il notevole spessore me lo impedisce. Allora passo la lingua lungo tutta l'asta e mi rendo conto che è una verga veramente notevole. La lecco e la bagno convinta che fra poco dovrò accoglierla tutta nel ventre e il solo pensiero mi fa già bagnare in maniera incredibile. Sono molto eccitata, mi sto bagnando moltissimo, mentre continuo a succhiare quello che sento esser un cazzo di notevoli dimensioni. Lo lavoro alacremente con la lingua, passandolo ripetutamente tra le mie labbra, scivolo giù fino in basso, dove trovo due grosse palle che alterno nella mia bocca, sperando di sentir un gemito provenire dalla bocca di colui cui sto facendo questo lavoretto. Nulla! Nulla esce dalla sua bocca, mentre io continuo a sentire i miei umori, che ora colano giù tra le mie cosce! Improvvisamente mi viene sfilato dalla bocca ed ora immagino che devo aspettarmi di ricevere il premio del mio lavoro, ma, al contrario, vengo spinta più in alto sul letto e, subito, una mano dopo l'altra viene immobilizzata con delle manette sicuramente presenti sulla tastiera del letto, che sento esser in ferro battuto. Resto immobile, in attesa degli eventi, e subito vengo immobilizzata anche per le caviglie, con delle semplici corde che mi costringono a tenere le cosce aperte. Fremo dal desiderio di sentirmi possedere da quella verga che mi ha fatto così tanto sbrodolare! Poi, chi mi ha immobilizzato scende dal letto ed io resto ancora una volta in attesa, mentre un brivido di paura percorre il mio corpo.
Mi sembra di sentire altri rumori, come se lui si stesse spostando da un lato all'altro della stanza e, mentre seguo quei movimenti, d'improvviso una mano si impossessa del mio seno sinistro e, subito dopo, una bocca calda lo morde, facendomi urlare di dolore/piacere. È un attimo, poi la persona che mi ha morso, sparisce. Sono sconvolta! Sto quasi per ribellarmi, quando, improvvisamente, nella mia bocca viene infilata una sfera, che mi impedisce di parlare e, subito dopo, sento lo schioccare di un frustino, che va a colpire il mio capezzolo sinistro. È una sferzata che mi provoca dolore, ma anche un piacere istantaneo! Urlo sommessamente, a bocca piena! Che mi fanno? Impazzisco dal terrore! Sento un’altra sferzata, che mi arriva sul clitoride. Urlo di dolore, ma, nello stesso tempo, ho un orgasmo che mi stordisce! Pazzesco! Ho goduto nel sentirmi frustare il clitoride! È stato un orgasmo devastante! Mai provata una cosa simile! Poi di nuovo silenzio! Per alcuni secondi, sono scossa da convulsioni erotiche che mi fanno tremare, ma il silenzio che ne segue mi sconvolge ancora di più. Dopo alcuni interminabili minuti, mi sento slegare. Cosa? Ma è pazzesco! Mi lascia così!? Non mi ha scopato ed ho goduto, intanto avverto la sensazione di esser stata rifiutata. Resto alcuni secondi immobile sul letto, completamente libera, e poi la voce di Vittorio, inconfondibile, che mi ordina di andarmene.
«Togliti il cappuccio e vattene!»
Lo tolgo all'istante, cercando di guardare nella direzione da dove ho sentito provenire la voce, ma non vedo nessuno e, così, scendo dal letto e mi ritrovo un po' malferma sulle gambe, perché l'orgasmo avuto mi ha veramente stravolto! Di fatto indispettita, infuriata, mi rivesto e vado a casa, mi faccio una doccia e mi metto a letto, ma non riesco a dormire. Una situazione assurda, incomprensibile sotto tanti punti di vista, ma, nello stesso tempo, incredibilmente eccitante. È stata una follia, però mi son sentita indifesa, esposta, nuda alla mercé di una voce che mi ha dato degli ordini e mi ha fatto godere in maniera diversa, assolutamente pazzesca! Sono inquieta e sento tornare mio marito, che si spoglia, viene a letto e mi accarezza. Le sue mani indugiano sul mio corpo e mi bagno quasi repentinamente.
Mi sale sopra, sento il suo membro iniziare a penetrarmi e, improvvisamente, vengo scossa da un orgasmo. Sento il mio corpo esplodere come se finalmente riuscisse a godere, dopo esser stato tenuto a lungo in un limbo senza conclusione. Un orgasmo fortissimo che, in un certo qual modo, mi sconvolge, perché mi aspetto che mio marito ne sarà stato sorpreso e mi chiederà il perché di tanta eccitazione. Lui, invece, mi scopa con calma, senza fretta, in modo completamente diverso dal solito e questo mi permette di assaporare bene, ed a fondo, il piacere che sto provando. Poi mi abbraccia e mi trascina su di sé, facendomi impalare sulla sua splendida mazza, che ora sento scivolare fin in fondo. Solleva le mani e, quando sfiora con le dita il capezzolo che è stato morso, mi provoca un sussulto, perché mi provoca un misto di dolore/piacere nello stesso tempo. Anche in questo caso, temo che egli possa rendersi conto che qualcosa è cambiato, ma non dice nulla; mi guarda solamente e continua a darmi piacere, mentre ora, dopo aver inarcato le gambe, mi sbatte dal basso, sempre con ritmo calmo e rilassato, che mi provoca un ennesimo orgasmo, che mi stordisce al punto da farmi cadere su di lui. È la sua voce che, in qualche modo, mi costringe a riflettere.
«Amore, questa sera sei particolarmente sensibile. Era tanto che non ti sentivo godere così intensamente e questo mi fa molto piacere.»
Tremo nel sentire le sue parole e, nello stesso tempo, mi eccito ancora di più. Godo ancora e anche lui, all'improvviso, si svuota dentro di me con un orgasmo lungo ed intenso, che sento arrivare e riempire la mia vagina. Restiamo abbracciati ed il sonno ci avvolge. Il giorno dopo, mi sento inquieta, nervosa, perché sento che ho vissuto un'avventura che non mi ha completamente soddisfatto, ma, nello stesso tempo, prendo atto di aver messo a repentaglio tutta la mia vita; così decido che dovrò dare un taglio a quella storia. Il lunedì mi aspetto una telefonata da Vittorio che, al contrario, non arriva e, dentro di me, mi sento tranquilla, perché ho deciso di non averci più niente a che fare.
Passa il martedì e anche il mercoledì, anche se comincio a sentire una certa inquietudine perché vorrei… NO! No, non voglio! Non tornerò ad esser un giocattolo nelle sue mani! Il giovedì sono distrutta! Sento forte il desiderio di esser di nuovo alla sua mercé, ma lui mi ignora e, dentro di me, la parte razionale dice che è giusto che sia così, mentre il mio corpo invece non aspetta altro che di esser di nuovo messo a dura prova. La sera, a cena, mio marito mi dice che il venerdì sera ha un importante cena di lavoro con dei clienti stranieri e, quindi, avrò la serata libera. Dentro di me, sento una strana inquietudine perché, pur essendo libera, non ho avuto nessun contatto con Vittorio e questo mi fa sentire tremendamente triste. Ripenso all'esperienza vissuta, al dolore della frustata ricevuta sul clitoride e, nello stesso tempo, all'immenso piacere che me ne è derivato in quel preciso istante. Sono a pezzi! Ormai la mia mente non ragiona più; è solo il mio corpo a dettar legge: anela ancora di sentir quella splendida frustata così perfettamente calibrata, da procurarmi un orgasmo devastante. Venerdì mattina, guardo continuamente il cellulare nella speranza di aver un messaggio da Vittorio, che non arriva. Esco un momento per prendere un tramezzino al bar e, quando rientro, trovo sulla mia scrivania una scatolina che apro velocemente e, finalmente, trovo di nuovo la chiave e il solito indirizzo, dove mi viene ordinato di recarmi quella sera stessa. Subito vengo presa da pensieri contrastanti: la parte razionale della mia mente mi dice di non darvi retta, mentre il mio corpo ormai ha già preso la decisione di presentarsi a quell'indirizzo, per farsi di nuovo umiliare e, sicuramente, per godere tantissimo. Consapevole che la mia scelta avrà delle conseguenze impreviste, mi vesto rapidamente, in maniera semplice ma sexy. Indosso una minigonna, una camicetta e, sotto, nessun tipo di intimo, solo un paio di autoreggenti e scarpe con il tacco 10. Puntuale mi reco all’appuntamento, lascio l'auto ed entro all'interno di quella casa che, ormai, conosco perfettamente. Percorro il breve corridoio e una volta entrata mi ritrovo nel buio più assoluto.
Questa volta non c'è luce, niente di niente! Cerco di far abituare i miei occhi al buio, ma prima che ciò avvenga, qualcuno arriva alle mie spalle, silenziosamente, e vengo immediatamente bendata con qualcosa che assomiglia ad un foulard. Viene legata in maniera stretta dietro la mia testa e subito le mie braccia vengono alzate, la camicetta sfilata con una rapidità impressionante e sento i miei polsi imprigionati a delle catenelle, che probabilmente pendono dal soffitto. Poi è la volta della mia gonna, che viene tirata verso il basso e devo sollevare una gamba per volta, per liberarmene. Qualcuno è inginocchiato davanti a me e sento che vengono bloccate le mie caviglie, ma non al pavimento, ad una barra che le tiene distanziate, aperte, in maniera che le mie cosce non possano esser in alcun modo richiuse. Resto in silenzio, mi faccio fare di tutto, ma, una volta che tutta questa operazione è completata, è di nuovo silenzio e buio totale, in quanto ora sono completamente bendata, legata e questo mi manda ai matti. Un brivido di paura percorre la mia spina dorsale e mi domando perché ancora una volta mi son messa in questa insolita situazione. Mi sembra che il tempo si sia fermato, quando, improvvisamente, sento una mano che mi fa sussultare, mi tocca da dietro e qualcosa di fresco, che presumo esser del lubrificante, mi viene spalmato sia sul forellino anale che davanti. Non sono vergine analmente, perché mio marito periodicamente mi penetra il culo, ma sentirmi così all'improvviso toccare e lubrificare, mi lascia in qualche modo sconvolta. Poi di nuovo silenzio. È devastante questo esser usata senza capire da chi o cosa si stia facendo, ma, nello stesso tempo, mi sento così eccitata da far paura! Improvvisamente qualcuno da dietro comincia a baciarmi su collo e nuca e, a scender giù lungo la schiena, facendo scorrere la lingua lungo la spina dorsale. È una sensazione incredibile e, nello stesso tempo, sento un'altra mano che, da davanti, mi accarezza la fica. In silenzio due dita grosse si insinuano all'interno delle mie labbra e vanno a masturbarmi velocemente. Sento che sto per venire ed avere un orgasmo e, quando inizio a tendere il corpo, pronto ad esplodere, le dita si fermano e mi lasciano sospesa, ad un attimo dal piacere.
«No! Non ti fermare! Voglio godere!»
Niente. Non una risposta, non un lamento, non un fremito, non un respiro, nulla! Sono sempre più sconvolta e poi, all'improvviso, sento quattro mani che mi afferrano e un grosso membro inizia a penetrarmi davanti, entrando in profondità. Lo sento che mi apre, mi dilata e nello stesso tempo, mi riempie la fica così bene da farmi impazzire! Spalanco la bocca per urlare, ma non ci riesco, perché una persona, da dietro, mi mette una mano proprio sulla bocca e, nello stesso tempo, sento un bel membro che mi penetra il buco del culo, con una spinta secca e decisa. Mi sento sfondare e, nello stesso tempo riempire tutta. Non ho mai avuto due maschi contemporaneamente e, anche se è entrato dentro di me in maniera brutale, quel misto di dolore piacere che ho sentito, mi ha provocato una sensazione incredibile. Mi sento piena, riempita davanti e dietro, incapace di poter dire o fare alcunché, mentre ora questi due, che sembrano esser perfettamente sincronizzati, mi sbattono in maniera pazzesca! Mi entrano insieme, escono insieme, e questo mi provoca un misto di piacere incredibile. Mi sento riempita e svuotata all'istante, per poi di nuovo riempita. Vengo. Ho un orgasmo devastante che mi sconvolge tutta. Il mio corpo trema, mentre la mia mente viene devastata da un orgasmo di un'intensità tale, che quasi svengo. Godo ed urlo con tutta la voce che ho in corpo, ma sembra che la cosa non abbia nessuna ripercussione sui due maschi, che ora mi sbattono sempre più velocemente, fin quando, all'improvviso, due ondate di calore, in maniera simultanea, riempiono i miei buchi. Mi sento l'intestino invaso da un'ondata di calore, che mi procura un orgasmo fortissimo, mentre la mia vagina riceve schizzi generosi, talmente forti che, ad ogni bordata, sento la crema colare fuori giù lungo le cosce, fino ad superare le ginocchia. È un orgasmo sconvolgente quello che sto provando. Non ho mai goduto così tanto in vita mia e, nello stesso tempo, non mi son mai sentita così indifesa, posseduta e usata, come in questo momento. Sto ancora tremando per il piacere provato, quando sento che i due maschi, simultaneamente, si sfilano da me e i miei buchi, ormai dilatati, rilasciano tutta la crema che vi è stata riversata dentro.
Subito due mani mi liberano le gambe e le catenelle dal soffitto si abbassano; senza dir nulla, riesco a liberarmi facilmente. Improvvisamente una luce mi indica la porta; raccolgo i vestiti e, questa volta, veramente barcollando, riesco a raggiungere la mia auto e torno a casa. Durante tutto il tragitto, ho sentito colare tutto e di più dai miei buchi più che dilatati e, quando raggiungo casa, vedo che la gonna è completamente lurida dei miei e della loro sbroda. Metto tutto a lavare, mi faccio una doccia, finito entro nel letto. Mi sento stanca, distrutta, ma, nello stesso tempo, infinitamente appagata, e così mi addormento. E' l'alba quando le sapienti mani di mio marito, mi destano dal sonno e, mentre mi accarezzano fra le cosce, per un attimo, mi procurano un brivido di paura, perché son consapevole che potrebbe accorgersi che sono alquanto aperta. Invece non mi dice nulla, mi presenta solo il suo splendido membro da succhiare, cosa che faccio immediatamente, cercando il più possibile di portarlo all'orgasmo nella speranza che non mi penetri. È una vana speranza, perché lui, dopo un po', mi sdraia sotto di sé e mi penetra con vigore. Lo sento entrare bene ed arrivarmi fino in fondo, anche se mi rendo conto di esser ancora aperta ed avere le labbra della fica gonfie e tumefatte, ma lui sembra non accorgersene, anzi ora mi pompa con un certo ritmo veloce; mi rilasso e provo subito un bell'orgasmo. Mentre sto godendo, lui mi abbraccia e mi gira di lato, mi stringe a sé e scorre con le mani lungo la mia schiena; questo mi procura uno strano brivido, perché ripenso a quella lingua che mi ha leccato lungo la spina dorsale, solo la sera prima. Sussulto quando sento il suo dito che va ad insinuarsi nel mio fiorellino anale, ancora indolenzito. Mi penetra parzialmente ed io cerco di rilassarmi, ma, nello stesso tempo, provo quel brivido di paura temendo di esser scoperta. La cosa lo eccita, perché mentre tiene metà del suo dito dentro il mio culetto, ora mi sbatte con colpi più forti e, improvvisamente, si svuota dentro di me. Anche in questo caso la sensazione di sentire il calore invadere la mia vagina, non può fare altro che farmi ricordare la sensazione provata la sera prima e ciò mi provoca un orgasmo ancor più forte. Lui si svuota dentro di me, poi mi bacia, mi sorride e mi guarda con occhi carichi d'amore, mentre io avverto una tremenda sensazione di colpa.
Restiamo ancora un po' abbracciati, poi lui mi dice che dobbiamo uscire; questa sera avremo un ospite e vuole che io sia bellissima. Lo guardo un po' stupita, perché non è sua abitudine invitare gente a casa ed i suoi rari amici, in genere, li incontra in qualche ristorante di lusso. Usciamo a metà mattinata e mi lascia in un centro estetico, perché vuole che abbia i capelli perfettamente a posto ed il corpo liscio e morbido. Sono ancora più stupita e incuriosita e, quando ritorno a casa, lo guardo cercando di capire cosa devo fare e lui mi dice di andar in camera e indossare ciò che trovo sul letto. Quando entro, trovo un mini abito che, a mala pena, mi arriva a metà coscia, della biancheria intima nera bellissima, calze autoreggenti e scarpe con un tacco proibitivo. Torno da lui, mostrandogli come mi sta ciò che ho trovato; lui mi guarda e, con un tono serio, mi dice che devo andarmi a preparare, perché tra poco arriva l'ospite. Lo guardo sconvolta, ma il suo tono deciso e il suo sguardo serio, mi impongono di aderire a quanto mi viene chiesto. Il tempo di indossare ciò che è stato preparato e, quando esco dalla camera, lui mi aspetta alla porta; un attimo dopo, mi benda con un foulard legato intorno agli occhi.
«Ma, amore..., mi spieghi cosa sta succedendo? Perché tutto questo mistero? Perché mi hai fatto vestire in maniera così succinta, se dobbiamo…»
Mi mette una mano davanti alla bocca e mi intima di star zitta. Mi aiuta a percorrere i pochi passi che mi portano nel salone e, subito dopo, mio marito mi ordina di inginocchiarmi. Incuriosita mi metto in ginocchio e, improvvisamente, sento le sue mani dietro di me e qualcosa di grosso e voluminoso, mi viene presentato davanti alla bocca. Cerco di reagire, ma lui mi regge la testa ben ferma e la sua voce mi sconvolge.
«Troia, apri la bocca! Che c'è non lo vuoi? Eppure l'altra settimana te lo sei leccato e goduto, tutto fino in fondo!»
Improvvisamente, mi toglie la benda e mi trovo davanti uno splendido membro, che sicuramente è quello che ho succhiato e leccato la prima volta, che entrai nella casa. Alzo gli occhi e vedo la faccia di Vittorio, che sorride.
«Mio caro amico, avevi ragione tu! Lo ha sicuramente riconosciuto, ma ha esitato a prenderlo in bocca, come avevi previsto tu!»
Mi giro e guardo mio marito, che ora ha tirato fuori il suo membro e me lo offre da succhiare insieme all'altro.
«Adesso, mia cara puttana, ce li lavori tutti e due per bene con la bocca; poi ti prenderemo di nuovo in doppia, come è successo ieri sera.»
Tremo e, nello stesso tempo, sento tra le mie cosce che mi sto bagnando in maniera incredibile. Non so a quale gioco sono stata sottoposta, ma l'unica cosa che so è che, da questo momento in poi, la mia vita diventerà qualcosa di assolutamente diverso dalla normale routine e decisamente più eccitante.
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10 mesi fa
baxi18, 55
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una domenica in moto
Adoro le domeniche in moto col bel tempo e quindi ho pensato di integrare il mio annuncio su questo sito invitando singole per un giro in moto anche di natura erotica.Ricevo un messaggio da Cristina singola di Modena che si definisce zavorrina.Ci accordammo per la domenica di ieri 29/05/2023 di vederci al parcheggio del casello autostradale di MN sud. Lei alle 8.30 arriva puntuale, felicissima, tutta ben truccata, foulard di seta annodato in testa, occhiali da sole, jeans con protezioni, maglietta a maniche corte. Scende dall’auto e scarica il giubbino da moto, guanti, fascia per il collo e casco. Si avvicina sorridendo e mi dice:“Fammi vedere questo gioiellino! Stupenda!” disse, girando intorno alla moto “questo colore rosso è come piace a me.Dai che non vedo l’ora di partire”.Nel bauletto sistemammo l’occorrente per sdraiarci sull’erba, alcune bibite e un po’ di frutta.Partiamo con destinazione Lago di Garda.Durante il viaggio sentivo le tette di Cristina sulla schiena, suscitando in me fantasie.Cristina 50enne ha un corpo, senza falsa modestia, da fare invidia ad una trentenne, seno terza misura, belle gambe tornite, fianchi prominenti, un posteriore di belle forme e dimensioni, un bel viso curato e truccato, mani splendide con unghie curatissime e smaltate con colori raffinati.Saranno state le vibrazioni della moto quando mi ritrovai con il cazzo ben indurito tanto da dovermi sollevare leggermente dalla sella per sistemarlo meglio.“Cosa fai? Non fare acrobazie! Guarda che ci sono io qui dietro di te!”“Capisco!” e spostò le sue mani dalla vita alle cosce; sentivo molto bene attraverso i pantaloni il calore delle sue mani, così come sentivo molto bene i piccoli movimenti verso il mio inguine.Gli dissi: Cris se non stai ferma alla prima capezzagna mi fermo e addio lago.Fortunatamente si è calmata con un sorriso.Arrivammo in zona lago e ci fermammo per una veloce colazione. Lei andò in bagno e poi su in moto destinazione un noto locale per motociclisti dove oltre che mangiare e bere si puo ascoltare ottima musica e dialogare.Arrivati parcheggiamo dove troviamo visto l’afflusso di moto, ordiniamo da mangiare ed andiamo a sederci.Faccio il cavaliere e vado a prendere io cibo e bere.Arrivo al tavolo e prendo la busta con dentro tovagliolo e posate e con mio stupore la trovo aperta con dentro un qualcosaq di strano faccio per estrarre quel qualcosa e mi accorgo che è un perizoma. Cris mi guarda e mi dice…scusa ma prima in bagno le ho tolte e non sapevo dove metterle. Che maialaPranziamo riprendiamo la moto e andiamo a fare un giro canti pochi chilometri abbandono la gardesana e mi infilo in una strada secondaria. Ci fermiamo in prossimità di una zona boscata e gli dico: scusa ma devo controllare una cosa…voglio vedere se quelle mutandine erano di ieri o se veramente prima te le sei tolte.Spento il motore della moto, ci avviammo verso un prato, srotolai la grande stuoia, poggiai bibite e fruttai e mi sdraiai sopra. Nel frattempo Cris si tolse i pantaloni coprendosi con la magliette un po lunga “Così sono più comoda, i pantaloni anche se leggeri mi danno sempre un po’ fastidio in mezzo alle gambe e poi così sono più signora!”Si accomodò accanto a me, togliendosi le scarpe.“Vieni qui tesoro! Metti la testa sulle mie gambe. Ho voglia di cicciolinare un po’. Mi sembra proprio il momento giusto. Così appoggiai la testa sulle sue cosce ed iniziò ad accarezzarmi fra i capelli, lentamente, dolcemente. “non hai niente da dirmi?”“Beh! Ora sono rilassato e felice con te e le mie conoscenze, anche femminili,“Dai raccontami un po’ le tue fantasie. Ad un tratto, sorridendo felice, mi fece alzare dalle sue cosce, si spostò dalla sua posizione e si sistemò in ginocchio seduta sui talloni mettendo la mia testa tra le sue gambe.Fu allora che sentii uno strano profumo, un profumo che penetrò le mie narici, intenso e gradevole che conoscevo bene.Continuavo nel racconto dei miei desideri ad occhi socchiusi. Sentivo che Cristina muoveva leggermente il bacino e apriva e chiudeva quasi impercettibilmente le cosce; non capivo perché lo facesse. Aprii bene gli occhi e vidi Cristina con gli occhi socchiusi che si mordeva il labbro inferiore, stava silenziosamente godendo mentre io raccontavo particolari piccanti e a volte sconci dei miei desideri sessuali.Le sue carezze diventavano più intense ed allora sposto la sua mano sul mio petto per farmi accarezzare il torace e titillare con le unghie i miei capezzoli che sono molto sensibili.Io continuavo a parlare perché volevo vedere dove lei sarebbe arrivata e cosa avrebbe fatto dopo.I miei pantaloni scoppiavano. Sentivo la sua mano scendere e ad un tratto sentii la mano entrare dentro i miei pantaloni ed il palmo caldo sul mio uccello.Dopo un bel massaggio al cazzo mi disse“Dovrei andare a fare pipì. Di là c’è un chiosco e penso che dovrebbe esserci anche una toilette. Mi accompagni?”“Si, volentieri, dai! andiamo” Lasciando tutto sull’erba e dirigendoci verso il chiosco che stava ad alcune centinaia di metri da noi.Ordinammo un paio di caffè e Cristina chiese della toilette “E’ sul retro del chiosco, signora. La porta però è difettosa e forse è meglio che il suo accompagnatore le tenga chiusa la porta”“Grazie. Hai sentito? Accompagnami per favore”Appena entrata nella toilette Cristina mi chiede di tenere chiusa la porta. Cosa che non feci. Mi piaceva troppo sentire lo scroscio della pipì nell’acqua del water poi tornammo verso la coperta sotto l’albero.Cris mi chiese un attimo di pazienza per andare alla fontanella, si lavò le mani e inumidì qualche cosa che al momento non capivo fosse.Tornati alla nostra stuoia stavamo per sederci quando Cris mi disse “coprimi alla vista per favore, devo fare una cosa. Ci metto un attimo”Così mi posizionai di fronte a lei e rimasi lì fermo immobile.“Non guardare, chiudi gli occhi devo fare una cosetta alla mia patatina” mi disse “devo pulirmi meglio, altrimenti dopo mi brucia”Feci finta di chiudere gli occhi non resistendo alla tentazione.La visione fu tremendamente eccitante: Cris si mise in ginocchio, aprì le gambe, sollevò di poco la gonna e infilò sotto la mano che stringeva alcuni fazzoletti di carta che aveva imbevuto di acqua le sue mutande di pizzo. Si stava rinfrescando. Io ero in visibilio, rosso paonazzo come un peperone. Il cazzo mi faceva male da quanto era duro.“Ho finito, apri pure gli occhi. Mi sono accorta cha hai sbirciato, porcellino!”Cristina allora si sedette ancora sul cuscino gonfiabile.“Vieni qui appoggiati alla mia coscia” e nel farlo sentii subito l’intenso profumo che avevo sentito prima. Non sapevo bene cosa fare.Ero perplesso e lei cogliendo questo mio stato “Stai tranquillo, ora ci pensa Cristina a te! Vedrai però che quanto succederà è un nostro segreto”“Giuro” risposi sorridendo.“Io mi occupo di te e poi tu ti occupi di me, va bene?”“Certo Cristina! Con piacere! Lo sai che stravedo per te farei qualunque cosa tu mi chiedessi”“Bene allora apri i jeans, sdraiati e lasciami fare”Cristina infilò una mano nei jeans, scostò l’elastico dei miei slip e mi afferrò l’uccello; sobbalzai “Calmo tesoro, calmo! Non ti agitare! Chiudi gli occhi e lasciami fare”Andò direttamente ai testicoli per accarezzarli e scaldarli, valutando il loro riempimento e poi è risalita verso l’alto, sistemando il cazzo che è diventato perfettamente dritto con la cappella che spuntava dalla patta aperta quasi completamente. Cristina iniziò a toccarmi delicatamente sulla parte inferiore della cappella, la cinse con indice e pollice e iniziò a stringerla e rilasciarla. Questo lavorio di dita mi mandò in visibilio.Lei se ne accorse e da esperta quale era disse “Calmo, falla durare il più possibile. Non venire!”Con tutte le mie forze mi trattenni.“Ecco bravo respira profondamente, ora ti faccio godere” e tolse la mano.Prese dalla borsetta un tubetto di crema per le mani se la spalmò per bene e riprese a massaggiarmi “Così va meglio vero? Non voglio fare male al mio amore!”Ora era molto meglio di prima ed era difficile non venire. Quando Cristina si accorse che stavo per venire, le afferrai il polso e lei iniziò a stringere andando su e giù con la mano “Vieni amore, vieni nella mia mano. Mi piace sentirti sborrare. Ho voglia di gustarmi il sapore della tua sborra”. Quelle parole furono come un tappo che apre una bottiglia di spumante, così versai sulla sua mano tutto il mio seme che subito dopo Cristina la portò alla bocca e leccandola avidamente “Ottima, stupenda! Era da molti giorni che non ne assaggiavo di così buona!”Mi sarei voluto sollevare per baciarla ma lei “Stai giù rilassati, ora sei più tranquillo vero?” ed io annuii con la testa.Mi aveva ucciso! Avevo avuto un orgasmo molto forte.Durante quel suo massaggio ho pensato a lei in tante posizioni ma anche a Elisa, sua figlia che per farmi arrapare e poi venire non era certo inferiore alla madre.Passarono alcuni minuti e Cristina mi chiese “vieni qui davanti a me, sdraiati a pancia in giù. Non preoccuparti tanto non ci nota nessuno” e così feci.Mi sdraiai di fronte a Cristina che tese la sua gonna a pieghe tanto quanto bastava per farmi vedere la sua figa ben tenuta come sempre “Ti piace amore? Non è quella di una ragazzina ma come ben sai è ancora attiva. Che te ne pare del profumo?”Non potevo creder ai miei occhi; avevo davanti a me una figa splendida. Era diversa da quella figa che la notte prima avevo visitato ma non visto. Era perfettamente curata, solo una piccola striscia di peli non lunghi castani poco sopra le grandi labbra carnose che alla loro congiunzione superiore mostravano un significativo rigonfiamento.“La vedi bene? Vedi in alto poco sotto i peli? Vedi quel rigonfiamento? Aspetta che ti faccio vedere meglio”Cristina infilò una mano sotto la gonna e con due dita allargò le grandi labbra “Vedi il bottoncino? Quello è il clitoride, come sai godo molto quando me lo tocco, diventa più lungo e duro come un piccolo cazzettino”Stamane prima che venissi a prendermi sono andata da un estetista maschio che mi ha fatto un piccolo trattamento e me lo ha ingrossato un pochino. Ti pare che il risultato sia soddisfacente?”Risposi “Mi sembra che abbia fatto un lavoro eccellente”“Ora toccami lì ti prego!”Allungai una mano sotto la gonna e sfiorai con un dito il clitoride di Cristina che sospirò profondamente “dai più forte, vai su e giù!”Feci come lei mi chiedeva e titillai il clitoride salendo e scendendo con un dito. Più che vedere sentivo il profumo degli umori della figa al momento il cui si spandevano sulle grandi labbra.Cristina portò le braccia dietro e si poggiò con le mani a terra “Dai, dentro e fuori, dentro e fuori come hai sempre fatto! Che bello! Non fermarti daiiiii! Continua così daiiiiii!”Cristina era partita, non capiva più niente e pensava solo a godersi quel momento di sesso esibito sul prato e faceva fatica a controllarsi “Vieni, leccala voglio sentire la tua lingua, vuoi?”. Non era necessaria una risposta.Lei sollevò leggermente la gonna ed io potessi avvicinarmi in modo da arrivare alla sua figa. Il profumo intenso e particolare della sua figa mi era entrato nelle narici ed era bello averlo sempre lì. Per come si era distesa riuscii a passare la lingua sul clitoride.“Vengoooooo, non smettere vengoooooooo!!” detto non urlando ma voce soffocata. Così mi ritrovai con il viso bagnato degli umori di Cristina che si lasciò andare distesa sul prato ed io sotto la sua gonna. Chi fosse passato lì mi avrebbe ritenuto molto fortunato e se fosse stato un puritano mi avrebbe bollato come erotomane.Lei distesa non si muoveva si godeva la fase post orgasmica. Ancora pochi minuti per riprendersi dall’orgasmo e Cristina era già pronta per venire un’altra volta. Questa volta però voleva il mio cazzo dolorante per la rigidità e ben voglioso di accoppiarsi con lei.“mettiti giù e abbassati un po’ i pantaloni”Cristina era già senza mutandine, mi scavalcò e si abbassò sul mio ventre con la figa umida e scivolosa; si alzò un poco tanto quanto bastava per impugnare il mio cazzo e infilarselo in figa, strabuzzando gli occhi e gemendo di piacere. N non seppe resistere alla tentazione di cavalcarmi furiosamente, facendo comunque attenzione che la sua gonna coprisse bene le nostre parti intime da sguardi indiscreti.Andava su e giù, si strusciava sentivo i suoi spruzzi, sentivo colare il suo succo“cazzo! vieni sborrami nella figa! Senti come è bagnata! Fammi sentire la tua sborra calda! Poi a casa voglio berti tutto”Ero pieno di sborra ed eccitatissimo. Non mi trattenni più, presi la Cristina per i fianchi e cominciai ad agitarmi, amplificando i suoi movimenti, inarcai la schiena e schizzai potenti getti di sperma.Cristina si mordeva le labbra per non urlare ed infine si lasciò andare sul mio petto. Rimasi dentro di lei fino a che il mio cazzo non fece capolino all’esterno della vulva.Cristina si sdraiò al mio fianco “Grazie tesoro, era da tempo che non godevo così” e dicendo queste parole si infilò una mano sotto la gonna per raccogliere qualche goccia di sperma che leccò lascivamente.“Adesso andiamo a casa perché non crederai di aver finito, il pomeriggio è lungo
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10 mesi fa
Luca,
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Ultima visita: 9 mesi fa
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la prima volta con Chiara
Chiedo scusa a quanti mi leggono se non seguirò un vero ordine cronologico delle esperienze avute con Chiara (nome di comodo) ma sono già passati più di due anni da quando ci siamo lasciati e le situazioni vissute le scrivo come mi vengono in mente. Non posso inserire esperienze avute con una lei dopo la relazione con Chiara in quanto finita talmente male (fatto tutto da lei e dal suo nuovo amichetto) che mi fa schifo il solo ricordareEra un pò di tempo che parlavo a Chiara delle mie esperienze al prive' o con scambi di coppia o di rapporti a tre coinvolgendo un altro uomo.Mentre le prime volte Chiara sembrava schernirsi, più se ne parlava più la vedevo coinvolta fintanto che una sera mi disse che le sarebbe piaciuto provare con un altro assieme a me ma che tassativamente non doveva esservi una donna.Solo che non sapevo come fare, al privè non voleva venire, mettere un annuncio men che meno quindi il compito era arduoUn sabato sera come tanti andammo a mangiare una pizza in una pizzeria appena fuori città che nonostante non fosse in vista era sempre molto frequentata. Arriviamo ma nel parcheggio interno manco una bicicletta ci stava.Esco e parcheggio in uno spiazzo poco lontano che erq lo spiazzo di alcune fabbriche li vicino.essendo estate Chiara indossava un vestitino corto che pareva un dalmata e le sue gambe abbronzate risaltavano molto.Mentre raggiungiamo la pizzeria un camion li parcheggiato accende i fanali quasi ad inquadrare Chiara..anzi era cosi e con due colpi di clacson l autista ha espresso il suo apprezzamento (almeno io ho inteso cosi)Questo pensiero mi turbava e spesso riaffiorava durante la cena, era la prima volta che immaginavo Chiara come una puttana.La serata trascorse in allegria, anche Chiara, che di solito è molto chiusa e riservata, si dimostrava alquanto loquace.Quando le dissi se aveva fatto caso ai fanali e al clacson del camion , lei con in bocca un grissino e con gli occhi puntati sui miei mi disse:-sei il solito porco- e se fosse vero?e lei- vuol dire che ho fatto colpo. Non è quello che vuoi?Bene tutto la serata a cazzo duro fantasticando con lei su possibili scenari.Lasciato locale, l'abbracciai avviandoci verso l'auto, e ripassando davanti al camion posto tra la macchina e la strada e mentre si camminava con una mano stavo azionando il telecomando per aprire l'auto, con l'altra accarezzai il culo di Chiara.Prima di salire la presi l'appoggiai alla macchina e la baciai accarezzandole la fica.Quasi quasi provo a scoparla qua – pensai – chissà se ci sta?Non abbiamo mai fatto nulla di così trasgressivo e il solo pensiero mi aveva procurato una forte erezione.Improvvisamente sentimmo una voce– eh beato te che ha una donna così bella con la quale passare la notte.Dal finestrino del camion sporgeva la testa di un uomo.Risposi – eh sì, sono proprio fortunato ad avere una donna così carina mentre lei viaggia solo ed è costretto a dormire da solo– no! ho un collega che ora sta dormendo, dobbiamo affrontare un lungo viaggio, e nonostante sia giovane e carino, non c'è certo paragone con la sua signoraIntanto mi ero appoggiato con la schiena all'auto , avevo tirato Chiara contro al mio ventre rivolta verso il camionista ed avevo iniziato a strofinarle il cazzo duro contro il culo – le piace tanto mia donna?– sì è bellissima– hai visto che bel seno? scommetto che ti piacerebbe vederlo nudonon so cosa mi abbia preso ma ormai l'avevo detto ed ero eccitatissimo; passai le mani sulle tette anche se non erano enormi ed iniziai a massaggiarle– ma cosa fai? sei matto. dai, andiamo a casami sussurrò Chiara. A mia volta le risposi leccandole un orecchio– lasciami fare solo per un pò, senti come sono eccitato…dai, facciamogli vedere qualcosa. hai sentito, poveraccio, deve affrontare un lungo viaggioChiara abbandonò la testa sulla mia spalla e lasciò che le sbottonassi la camicetta, l'uomo strabuzzò gli occhi alla vista di cotanta merce, il reggiseno copriva a malapena i capezzoli – allora come ti sembra?– magnifico, stupendo è proprio come piace a me.Ehi svegliati vieni un po a vedere che tette – dopo un pò apparve la testa del suo collegaOrmai avevo aperto tutta la camicetta e continuavo a palparla attraverso il reggiseno, Chiara non parlava, si lasciava fare, i due mi pregavano di mostrarla ancor di più, così abbassai le coppe mettendo a nudo il seno stupendo.I capezzoli erano duri tra le mie dita, a Chiara piace farseli martoriare dolcemente, infatti dopo un pò iniziò a strofinare il culo contro il mio cazzo durissimo, allora pensai di approfittarne ed iniziai a far salire la gonna lentamente, i maschi non parlavano, seguivano attentamente la mia mano che scopriva le cosce sempre più sù. Ormai la gonna era arrotolata in vita i due potevano vedere le mutandine di seta trasparenti coperte solo della mia mano che massaggiava la fica attraverso la sottile stoffa– allora come vi sembra la mia signora?– gran bel pezzo di fica – commentò uno– ora vi mostro anche il culocosì dicendo la feci girare contro l'auto sollevandole la gonna oltre le chiappe– sei un porco, non dovresti mostrarmi cosìnon oppose una gran resistenza e lasciò che le spostassi le mutandine e le scoprissi il culo – lasciati guardare, non vedi che ti stanno mangiando con gli occhi, quelli stanotte si fanno una sega e sborrano pensando a te. apri un pò le gambe, ti voglio infilare un dito nella fica – per un pò ha tenuto le cosce chiuse poi non ha resistito e si è aperta, era fradicia, in poco tempo i suoi umori hanno impiastricciato le mie dita.Chiara era eccitatissima, era tanto eccitata che forse quella sera avrebbe accettato di farsi scopare da qualcun'altro, non ci pensai due volte e provai ad andare oltre anche se sapevo che il gioco poteva essere rischioso.– Vi andrebbe di venire a toccare, se promettete di fare i bravi ve la faccio palpare– ma sei cretino – mi sussurrò Chiara– non voglio che altri mi tocchinoormai era tardi, i due erano lì di fronte, in un attimo si trovò quattro mani sui seni che la palpavano e le strizzavano i capezzoli, cerco di protestare ma invano, adesso sentiva le mani dappertutto, sul culo, tra le cosce e da come si muoveva direi che le piaceva.Intanto io mi ero appoggiato alla cabina del camion e mi godevo la scena; uno aveva in bocca un capezzolo e succhiava e slinguava, mentre l'altro cercava la bocca di mia moglie che non tardò a trovare aperta e disponibile, ormai potevano fare di lei quello che volevano. Quando misero a nudo i loro cazzi rimanemmo allibiti sia io che Chiara, uno aveva un affare sui 20 cm che paragonato ai miei 17 era già enorme, ma l'altro credo fosse di 23, 24 cm.Appena glieli avevano messi in mano lei li aveva mollati come se bruciassero poi li aveva ripresi e li accarezzava delicatamente con gli occhi pieni di stupore.Adesso più che eccitato ero preoccupato, la situazione mi stava sfuggendo di mano, all'inizio era un gioco per eccitarci ma adesso la cosa si faceva seria e poi Chiara non era abituata a simili calibri, temevo le facessero male.Così decisi di intervenire chiedendo a mia moglie se voleva rincasare, per tutta risposta impugnò le due verghe ed iniziò a menarle con vigore– adesso non ho voglia di andare a casa e poi questi devono affrontare un lungo viaggio e hanno il diritto di divertirsi un pòdetto questo, l'ho vista abbassarsi lentamente fino ad arrivare all'altezza dei cazzi in tiro.per una buona mezz'ora è rimasta inginocchiata lavorando di bocca e di lingua, i due appoggiati all'auto coi pantaloni abbassati la lasciavano fare.Più volte l'ho vista cercare di ingoiarne il più possibile, il bianco riusciva a prenderlo quasi tutto, ma il negro non entrava oltre la metà.Stanchi di farsi sbocchinare l'hanno fatta appoggiare al cofano della macchina, le hanno tolto le mutandine e a turno hanno iniziato a fotterla.Il primo lentamente dopo avere appoggiato la cappella alle grandi labbra l'ha presa per i fianchi spingendo dentro i suoi 20 cm poi ha iniziato chiavare – sì cosii dai spingi più fortedai scopami, che bello – di fronte a quella scena non potei resistere oltre, tirai fuori il cazzo che ormai mi faceva un male cane ed iniziai a masturbarmi lentamente, anche l'altro si massaggiava per essere pronto non appena l'amico avesse liberato il posto, il che avvenne di li a poco– vieni prendi il mio posto prima che sta troia mi faccia sborraresi avvicinò, strofinò il cappellone lungo il solco delle chiappe e sul pelo della fica poi iniziò a spingerlo dentro, la fica si dilatava all'inverosimile, al limite della lacerazione– fai piano, è troppo grosso…piano, ecco così sei bravo no…si…ancora un pò…piano, dai spingi, ancora, si tutto, dammelo tutto oh mi spacchi in due, lo sento, lo sento tutto dentro. chiavami,chiavami a lungo – anche lui la prese per i fianchi mentre affondava nella fica bagnata. Il si avvicinò al suo viso col cazzo duro iniziando a scoparla in bocca, andarono avanti a fotterla così per parecchio tempo, uno in fica e l'altro in bocca, poi si sfilarono contemporaneamente, la fecero inginocchiare davanti a loro e a turno le mettevano il cazzo in bocca – succhia puttana, succhia che ti sborriamo in gola – mi avvicinai per vedere meglio proprio mentre quello che l'aveva piu lungo stava per scaricarsi. Vidi la sborra colare dalla bocca di Chiara e finire sul seno, e sul vestito...quanta ne colava.Ma quanta sborra le stava schizzando in bocca? quando sfilò il cazzo pensavo si fosse svuotato invece un getto copioso le inondò il viso ed altri meno potenti le finirono sulle tette e sui vestiti. Mentre finiva di sborrare l'altro iniziava, anche lui le inondò la bocca il viso e le tette, poi tutti e due esausti si sono abbandonati contro la macchina mentre mia moglie si alzava spalmandosi la crema che aveva sul viso.In quel momento mi sborrai in mano rantolando, Chiara mi guardava mentre si puliva le mani con la lingua poi baciò a turno i suoi amanti.Questi ripresero a palparla infilandogli le dita e la lingua in ogni buco e quando le proposero di salire con loro in cabina per farsi una bella scopata sul lettino di bordo lei acconsenti e li seguì.Raccolse le mutandine da terra e allungandomele mi disse – tu aspetta in auto, quando ho finito ti raggiungo – Lo sportello si richiuse ed io mi ritrovai solo in macchina ad aspettare che finisse di scopare con i due sconosciuti, mi pareva di sognare, se penso che fino a poche ore fa eravamo una coppia che viveva nella più assoluta normalità.Ormai era passata più di un'ora e Chiara era sempre sul camion, non potevo vedere quello che facevano, ma attraverso i finestrini aperti sentivo benissimo i loro sospiri e i gridolini di piacere di mia moglie, la sentivo mentre incitava i maschi a fotterla più forte, a volte la sentivo gridare forte dal piacere.Ben presto mi ritrovai col cazzo in mano a masturbarmi mentre la immaginavo ora a gambe spalancate a farsi trapanare da uno, ora a cavalcare l'altro fino all'orgasmo, sborrai così quasi all'improvviso imbrattando il cruscotto ed il volante.Finalmente dopo oltre due ore la portiera del TIR si aprì, Chiara aggiustandosi la gonna con una mano e tenendo chiusa la camicetta con l'altra, mi sembrava distrutta, tanto che i suoi passi erano molto incerti.Salì al mio fianco, poggio la schiena alla portiera, aprì le gambe, la fica era ancora spalancata, i peli sommersi dalla sborra appena ricevuta.Mi prese una mano, mi tirò a se- dai prendi i fazzoletti nella mia borsetta e puliscimi cazzo quanta sborra mi hanno dato –- sai che mi hanno inculata. mi hanno inculata tutti e duemi sono alzato per guardarla, lei mi ha preso la faccia tra le mani – sì, mi sono fatta inculare come una troia, li ho presi anche insieme, uno in fica e l'altro in culo. dai finisci di pulire che poi torniamo a casa, sono stanca, ho sonnoAlle quattro del mattino eravamo a casa, una furtiva doccia poi a letto.
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10 mesi fa
Luca,
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Ultima visita: 9 mesi fa
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Sara e Roberta
Finalmente era arrivato l' weekend e io e Sara, ci eravamo prefissate una giornata tranquilla, senza nessuno tra i piedi, per pranzare insieme, fare un giro al centro commerciale e la sera pizza più film. Il mio ragazzo era partito presto con gli amici per seguire la sua squadra del cuore in trasferta, avrei avuto una giornata tutta per me, così la decisione di stare con Sara, che si era appena lasciata con il suo ragazzo, mi sembrava la scelta migliore... Alle 11 passo da lei a prenderla, un messaggio veloce e in un attimo, la vedo uscire dal portone si casa, scendo dalla macchina e le vado incontro. Il suo volto è triste, sembra perfino svogliata di uscire. Senza dirle nulla la abbraccio, lei si stringe nel mio abbraccio e scoppia a piangere. Niente male come inizio, pensai. Allora cercai di tranquillizzarla, "No, piccola, non fare così, basta piangere. Dai, fammi un bel sorriso che oggi io e te ci divertiamo". Lei accennò un sorriso, mentre si asciugava le lacrime dalle guance e mi singhiozzò, "Si, scusami, hai ragione. Oggi ci dobbiamo divertire". Finalmente sorridenti, salimmo in macchina e ci dirigemmo al ristorante dove avevo prenotato. Pranzetto a base di pesce, vino bianco e contorno di perché e per come la sua storia con Alessio fosse finita. Al che, al caffè, dopo averla fatta sfogare, le dissi, "non pensarci più ora, per oggi almeno, divertiamoci io e te. Mi prometti che per oggi non ci penserai più?" Dopo avermelo promesso, uscimmo dal ristorante e partimmo dritte per il centro commerciale.....Dopo un'ora per negozi, non mi sembrava vero di vederla scherzare e sorridere. Ero felice anch'io. Girammo e rigirammo quei negozi per varie volte, ad un tratto Sara mi chiama con un vestitino molto carino tra le mani, chiedendomi, se, lo avesse provato, sarei stata sincera con lei su come le stava. Io le feci la faccia di chi ci pensa su un po' e poi, sorridendo, le dissi di sì. Sara corse nel camerino, tirò la tendina e si mise a provare il vestito. Io da fuori, sorridevo ed ero finalmente felice per lei. Mi girai verso il camerino e da uno spazio aperto della tendina, la vidi mentre si spogliava. Mi sentii strana, forse complice il vino, ma ebbi come un brivido, non riuscivo a smettere di guardare.... Si infilò il vestito e uscì, chiedendomi come le stava... "Ma ti sta un incanto addosso, l'unica cosa è che, magari, con un reggiseno adatto, poi ti sta da favola", dissi ridendo. Sarà mi disse aspetta, tornò nel camerino, abbassò il vestito e si tolse il reggiseno... Vidi il suo seno nello specchio, sentii un senso di calore, ma che mi stava succedendo?"Roberta? Roby cos'hai? Sei tutta rossa... Non ti senti bene?" "Si, si scusami, è che mi è venuto un po' caldo qui dentro. Ora il tuo vestito è perfetto."Non so cosa mi sia preso, ma quando ho visto il suo seno nudo, non ho capito più niente, spero non se ne sia accorta.... Anche dopo, in giro, il mio sguardo finiva sulla scollatura della sua maglietta. Era più forte di me.... Uscimmo dal centro commerciale, un po' di aria mi avrebbe sicuramente fatto bene. Tornammo a casa di Sara, senza per fortuna parlare della situazione nel camerino. Una volta in casa, ci concedemmo un attimo di relax prima della seratina pizza più film.. Mi infilai i pantaloni della tuta e una maglietta mentre aspettavo che sarà tornasse dal bagno. Tornò con un paio di pantaloncini ed una maglietta bianca, senza reggiseno. Io ebbi ancora quella sensazione di caldo. "Ma spiegami una cosa, ma non è che per caso, sono io che ti faccio venire caldo? Mi chiese Sara sorridendo.."Ma no, figurati, e per quale motivo?""Magari per questo? E mentre diceva queste parole, Sara si tolse letteralmente la maglietta restando a seno nudo, a mezzo metro da me...Io rimasi di pietra .. Volevo sprofondare. Ma ero come ipnotizzata dal suo seno. La sola cosa che usci dalle mie labbra fu un Mah...."Non te ne devi vergognare, anche a me è capitato qualche volta... Lasciati andare, avvicinati, toccami...""Sara, no aspetta, io....io... io non... A me piacciono gli uomini, non mi fraintendere, ma non c'è la farei con una donna..."Ma Sara era già attaccata a me, prese le mie mani e le portò sui suoi seni....Era una cosa nuova per me, stavo provando sensazioni mai provate prima e la cosa strana, è che mi piaceva. Sentivo tra le mani il calore del suo corpo, sentivo i suoi capezzoli sotto le dita..."Lasciati andare Roby, ne hai bisogno e ne ho bisogno anch'io, non c'è niente di male. Ci conosciamo da anni e sappiamo entrambe di cos'ha bisogno una e di cosa ha bisogno l'altra. In questo momento, abbiamo bisogno di una cosa sola, entrambe, insieme...." E mi stampò un bacio con la lingua che mi fece venire i brividi. Io a questo punto, non mi potevo più nascondere o tirare indietro, ero troppo eccitata. Sara mi tolse la maglietta e il reggiseno, iniziò ad accarezzarmi e poi si mise a succhiarmi i capezzoli, la sua lingua era come quella di un serpente, mentre con le mani infilate nella tuta mi stringeva le natiche. Io godevo tantissimo, era la prima volta con una donna ed ero in estasi. Spostò la sua mano destra tra le mie gambe, prima da sopra le mutandine, poi entrò nelle mutandine con la mano e con le dita iniziò a massaggiare il clitoride, dolcemente. Io ero una fontanella. La fermai, la presi per mano, la portai sul divano e le tolsi pantaloncini e mutandine. A mia volta, mi misi a succhiarle i capezzoli, mentre con la mano scendevo tra le sue gambe, scesi senza mai staccare la mia bocca dal suo corpo, fino ad arrivare all'ombelico, lo leccai fuori e dentro, guardai Sara, aveva gli occhi chiusi. Mi staccai e iniziai a baciare e a leccare l'interno delle sue cosce, mentre con la mano le massaggiavo le labbra. Salii con la lingua e iniziai a leccarla, Sara ebbe un gemito, io continuai baciando e leccando la sua vagina. Aveva un buon sapore. Succhiai dolcemente il suo clitoride, come se le stessi facendo un pompino e mentre lo facevo, la penetrai con due dita, delicatamente, fuori e dentro. Sara tramava e gemeva, io ero al settimo cielo. Mi mise le mani sulle spalle, io alzai la testa, si divincolò e venne a baciarmi in bocca, poi mi ordinò di sdraiarmi, che ora era il mio turno....Sentivo la sua lingua nella mia fessura bagnata, entrare e uscire, alternandosi alle dita, non so quante volte venni, ma ero quasi esausta. Ci dedicammo anche un 69 senza risparmiarci, ormai eravamo fuse una nel corpo dell'altra. Sara era fuori controllo e io la seguivo a ruota, mi fece alzare e mettere a pecorina sul divano, inizio a penetrarmi con le dita nella vagina, io godevo come una cagna, la pregavo di non smettere. Senza togliere la mano, iniziò a leccarmi il buchino, sentivo la sua lingua e la sua saliva passare sul mio buco del culetto, era strano, ma mi piaceva. Cambiò la mano che mi penetrava nella vagina e in un lampo, mi penetrò con un dito piano piano nel buchino dietro.... All'inizio sentii un po' di male e di fastidio, ma poi mi rilassai e mi piacque. Stavo ricevendo una doppia penetrazione con le sue dita.... Non avrei mai detto che Sara era così porca. Io ormai non capivo più niente, le restitui il favore con la mia lingua e le mie dita e godemmo ancora per un po'. Finimmo abbracciate, esauste ma felici sul divano. Ci baciammo ancora a lungo prima di andare a fare una doccia insieme. Prima di quel giorno l'idea di fare l'amore con una donna non mi aveva mai sfiorato. Ma mi è piaciuto tantissimo e pensai che con Sara, la cosa non doveva finire li... infatti, decisi anche di dormire da Lei quella notte......
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11 mesi fa
Cucciolodolce, 47
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Una brava e fedele donna di casa.
Mi chiamo Antonella, ho 36 anni, sono alta m. 170, occhi scuri, capelli neri lunghi, un bel fisico snello e ben curato, perché pratico molto sport, un bel seno alto e sodo di una terza misura piena ed un bel culetto che piace tanto a mio marito. Sono sposata da 15 anni con Filippo, un bell'uomo un po' più alto di me, anche lui moro, con gli occhi marroni e anche il suo fisico è ben curato, perché anch'egli, come me, ama molto fare sport. La nostra è stata sempre una bella unione, tranquilla e, a volte, monotona, anche se allietata dalla nascita di nostro figlio o il suo avanzamento in carriera: oggi direttore di banca, ma sempre con le solite amicizie con cui passiamo le serate o le vacanze estive, assolutamente tranquille. Siamo una coppia che non vive forti emozioni, ma il tranquillo scorrere della vita quotidiana. Non ho mai tradito mio marito, ero vergine quando mi son sposata e lui è stato il primo ed unico uomo che ho avuto. Ho sempre rispettato il principio di fedeltà, perché tra di noi c’è sempre stato un buon feeling, con sesso normale, privo di forti emozioni. Lui è un maschio tranquillo a letto e mi ha sempre accontentato e fatto godere, anche senza far cose strabilianti. Io lavoro come impiegata statale e, prima di conoscere mio marito, ho partecipato come volontaria nel soccorso durante un’alluvione in un piccolo borgo, dove salvammo una decina di persone giusto in tempo. Quest'anno i sopravvissuti di quella brutta avventura ed i loro discendenti hanno deciso di festeggiare in maniera solenne quella triste ricorrenza. Per l'occasione hanno invitato tutti i volontari, che parteciparono come me a quel soccorso, alquanto difficoltoso, ad una serata da trascorrere insieme nel paese. Ero un po' restia ad andarci, perché avrei dovuto fare circa un'ora e mezzo d'auto su strade di montagna, ma è stato proprio mio marito ad invogliarmi ad andare.
«Dovresti partecipare, perché sei tra quelle persone che hanno messo a repentaglio la loro vita pur di portare in salvo persone in serie difficoltà. È un riconoscimento che ti spetta di diritto e, quindi, sono veramente contento se partecipi a questa rievocazione, in cui, senz'altro, verrà riconosciuto il vostro fattivo contributo.»
Così mi son incamminata e mi son ritrovata a destinazione, dove sono stata accolta in maniera cordiale e più che amicale. Dopo un bel pomeriggio passato insieme alle persone soccorse ed a tante altre che son venute alla festa, abbiamo cenato nel più importante ristorante della zona. Annessa alla sala da pranzo, c'era anche una pista da ballo e, quando mi sono seduta a tavola, mi sono trovata di fianco Mario, un ragazzo di poco più grande di me che, durante quei giorni, non aveva mai smesso di corteggiarmi e, a parte un mezzo bacio, quasi rubato, non c’era stato niente di più. Seduti allo stesso tavolo, abbiamo iniziato a ripercorrere i momenti salienti di quella strana avventura. Per l’occasione ero vestita con un semplice vestito nero, lungo fino al ginocchio, per nulla provocante o che invogliasse a pensieri osceni. In buona sostanza si trattava di un outfit da brava donna di casa. Non avevo certo intenzione di andare con altri uomini; per me c’era stato solo mio marito fino a quella sera, quindi mi sentivo tranquilla. Mario, invece, che appare come un ragazzo poco affidabile e che faceva il volontario solo per rimorchiare, era diventato un personaggio di rilievo nel suo lavoro; adesso era un industriale di successo ed aveva un fascino tutto particolare quella sera. Il suo modo di fare, la ostentata sicurezza e faccia tosta, ha fatto sì che, d'un tratto, senza proferir parola, mi prende per mano e mi porta a ballare.
«Lo sapevo che saresti diventata questa splendida signora che sei! All'epoca avrei dovuto darmi una calmata e corteggiarti con intenzioni veramente serie. Sei proprio una bellissima donna! Adesso sei ancor più desiderabile!»
Mi sento lusingata e stordita da tutti quei complimenti e mi lascio andare. Mi abbraccia ed io non mi sottraggo, anzi, abbandono la mia condizione di moglie e madre e, quando arriva il primo lento, sono ancora in mezzo alla pista che ballo con lui, solo che, adesso, siamo molto più accostati e le sue mani cominciano ad accarezzare la mia schiena in un modo inequivocabile. Avvolti dalla melodia della musica, mi sento illanguidire le gambe. Sento le farfalle nello stomaco, quando le sue mani scendono sui miei glutei e la sua bocca sfiora la mia. Inspiegabilmente abbasso ogni mia difesa e mi lascio conquistare dal suo fascino, dal suo esser maschio, che sa corteggiare una donna e, soprattutto, mi estraneo dal resto del mondo. Per me, in quel momento, siamo solo noi due. Stretta tra le sue braccia, sento il suo membro che spinge contro il mio inguine con prepotenza. Il mio seno si schiaccia contro il suo petto duro e forte e lunghi brividi di piacere scorrono giù, lungo la schiena, e si concretizzano in umori che infradiciano le mie mutandine. Nel ballare mi sposta in un angolo del locale un po' più buio e, improvvisamente, la sua bocca si incolla alla mia: accetto quel bacio, come se lo avessi sempre desiderato.
Le nostre lingue ingaggiano una danza furiosa nelle nostre bocche, mentre le mani si fanno più ardite, alla ricerca dei nostri corpi, che esplorano senza alcun ritegno. Quando ci stacchiamo, i suoi occhi brillano come due tizzoni ardenti, ci mettiamo seduti su di un divanetto e, come una ragazzina al suo primo turbamento, lascio che lui giochi con il mio corpo. La sua mano scivola sotto la mia gonna, mentre i suoi baci travolgono la mia effimera resistenza: mi sto bagnando in continuazione. Egli valica l'elastico delle mie mutandine e le sue dita forti vanno a carezzare i petali della mia patata fradicia. Mi accarezza il bottoncino, poi, con decisione, ne spinge due dentro e mi trova bagnatissima; io apro ancor di più le cosce, per dargli più libertà nel muoversi a suo piacimento. Mi masturba velocemente e, ben presto, il mio corpo viene scosso da un orgasmo che mi provoca un terribile fremito, mentre dalla mia bocca, incollata alla sua, emerge un gemito strozzato. Allungo la mano e vado alla ricerca del suo membro, che stringo da sopra la stoffa dei pantaloni e subito mi rendo conto di quanto sia voluminoso. Improvvisamente si stacca da me, si alza in piedi e, tenendomi per mano, mi porta oltre una pesante tenda, che nasconde un corridoio. Entriamo in quello che sembra essere un magazzino, lui chiude ermeticamente la porta dietro di noi. In quel momento non sono più una donna fedele, ma una fedifraga che intende far le corna al marito; solo che, in quel momento, non me ne rendo conto, perché sono come in trance per la situazione. Mi appoggia ad un tavolo e, tirato su il vestito, mi strappa con violenza lo slip; la sua furia erotica mi fa bagnare ancor più e reagisco a quel gesto allargando le cosce: in pratica non faccio altro che offrire tutta me stessa, senza riserve. Si inginocchia davanti a me, mi solleva le gambe e mi fa appoggiare i talloni sul tavolo; in quella posizione la mia vagina è perfettamente all'altezza della sua bocca e le cosce, oscenamente spalancate, devono offrirgli una visione altamente erotica, perché immediatamente la sua bocca inizia a brucare la mia intimità, strappandomi continui gemiti di piacere. La sua lingua si insinua in ogni piega della mia vulva, raccogliendo ogni singolo rivolo dei miei umori simili a miele. Stringe il bottoncino fra le labbra e mi strappa un primo orgasmo, che mugolo a denti stretti, perché, per non urlare, mi son coperta la bocca con una mano. Tremo e vibro come la corda di un violino, sotto le sapienti mani di questo artista, che mi sta letteralmente facendo impazzire di piacere. La sua bocca avida, continua a raccogliere il miele che sgorga da me e sembra non esserne mai sazio. Mi fa godere ancora, portandomi per l'ennesima volta ad un nuovo orgasmo, che provo nel preciso istante in cui sento di nuovo le sue dita penetrare nella mia Intimità e, quasi a voler andare a raccogliere ancora altro miele, che non è sgorgato fuori. Serro le cosce per bloccare la sua testa, mentre sono devastata da spasmi di piacere, che mi fanno sobbalzare come se una scarica elettrica stesse attraversando il mio corpo. Vibro e tremo, mentre lui, inesorabile, insiste a leccarmi, facendomi impazzire. Poi, all'improvviso, si stacca, si solleva e mi aspetto di sentire il suo membro dentro di me; invece lui mi fa scendere dal tavolo e immediatamente mi presenta alla bocca il suo splendido gioiello! Mentalmente lo confronto con quello di mio marito e trovo che, forse il suo è più lungo, ma questo di Mario è sicuramente molto più spesso. Lo avvicino alla bocca e ne aspiro l'aroma di maschio che emana; mentre le mie narici si riempiono del suo profumo, avverto ancora altri umori scorrere dalla mia farfallina. Lecco la punta e poi inizio a scendere lungo quell'asta, che mi sembra cresca ad ogni passaggio. Sollevo le mani e slaccio la cintura dei suoi pantaloni, li faccio cadere ai suoi piedi assieme ai boxer. Con una mano lo impugno, ma non riesco a cingerlo con le dita, tanto è doppio, mentre, con l'altra accarezzo le grosse palle. Lui mugola e geme nel sentire la mia lingua lavorare lungo l'asta e poi, quando son di nuovo con la bocca sulla punta, mi appoggia una mano sul capo e, con decisione, me lo spinge in bocca. È enorme! Spalanco più che posso la mandibola, ma solo una minima parte riesce a trovare posto tra le mie labbra. Si muove con calma scivolando avanti e indietro nella mia bocca, mentre io sento prepotente il desiderio di averlo dentro. Lo sfilo della bocca, sollevo lo sguardo e, nella fioca luce del posto, i nostri occhi si incontrano.
«Prendimi! Mettimelo dentro! Voglio sentirlo tutto, fin in fondo! Voglio sentire il tuo sperma scaldarmi il ventre! Scopami!»
Lui si abbassa, mi abbraccia e mi fa di nuovo sedere sul tavolo; solleva le mie gambe appoggiando i miei talloni al suo petto. Poi sento il calore del suo membro mentre si affaccia alle labbra della mia vagina, che si apre per accogliere e stringere quel membro grosso, gonfio, duro, che, in men che non si dica, mi scivola dentro, mi apre e mi riempie con il suo spessore. Mi faccio scopare come l’ultima delle troie e, come esse, godo a cosce aperte e senza ritegno. Mi sbatte e mi tratta da troia.
«Finalmente ti sfondo, troia! Ho sempre desiderato il tuo corpo! Questa sera, quando ti ho visto, ho deciso che ti avrei avuta, a qualunque costo! Sei una troia meravigliosa! Una donna come te l'avrei voluta al mio fianco per tutta la vita! Sei una zoccola stupenda! Una troia eccezionale! Devi diventare la mia troia!»
Godo. Mi lascio sbattere davvero come una troia! La sua troia! È questo che mi sento di essere in questo momento con lui! Lo incito a sfondarmi ancora di più e poi ha inondare il mio ventre con il suo piacere.
«Non ti fermare! Fammi godere ancora! Hai ragione sono una troia! Fammi godere e sarò per sempre la tua troia! Vienimi dentro! Marchia questa tua troia con il tuo seme!»
Mi sbatte, mette le sue mani sotto il mio sedere e comincia ad aumentare il ritmo, a scoparmi con un ritmo forsennato, che, ben presto mi porta a godere ancora e poi, ancora, senza soluzione di continuità. Sono stravolta dal piacere! La mia mente è del tutto annientata dal piacere che sto provando e perdo di vista il fatto che sono una donna sposata, madre e moglie fedele, fino ad ora. L’unica cosa che so è che mi piace esser qui con lui e mi piace sentirmi viva, desiderata, scopata e troia, come da molto non mi capitava. Solo in questo momento mi rendo conto di aver trascorso anni senza vivere, accontentandomi di ciò che passava il convento, senza mai desiderare qualcosa in più. Ora lo sento tutto dentro, mi tocca la cervice con la punta e mi trasmette scosse continue con quel suo incessante entrare ed uscire; raggiungo orgasmi in continuazione. Le sue mani forti continuano a tenermi per i fianchi e con le gambe in alto, completamente offerta e indifesa sotto i suoi fortissimi assalti che mi fanno impazzire e, dopo aver perso il conto di quante volte ho goduto in quell’angusto magazzino, lo sento finalmente ruggire e scaricare il suo piacere dentro di me.
«Vengo! Ti sto sborrando dentro! Ti inondo il ventre, troia! Troia mi senti? Lo senti come ti sto riempiendo di me?»
Abbasso le cosce e le avvolgo dietro la sua schiena per impedirgli di uscire, mentre sento il mio ventre riempito da ondate di calore che mi fanno ancora godere per l'ennesima volta. Ad ogni suo sussulto, sento schizzar dentro la sua crema e, mentre lo fa, la sua bocca è incollata alla mia in un bacio che toglie il fiato ad entrambi.
Sfinito, rimane sopra di me e poi, lentamente, dopo avermi abbracciato di nuovo, si solleva, si sfila e si mette seduto sul tavolo accanto a me, mentre io, mi giro e guardo quell’enorme membro che mi ha fatto impazzire e, senza nessuna esitazione, mi inginocchio tra le sue gambe e glielo prendo in bocca, come non avevo mai fatto con mio marito. È intriso dei miei umori e del suo seme e, mentre lo lecco e ripulisco, sento che dalla mia fica slabbrata sta colando il suo seme abbondante. Sollevo lo sguardo e vedo che mi sta osservando, allora, con una mano, scendo lungo le mie cosce, raccolgo un po' del suo seme e con esso imbratto di nuovo il suo membro, per poi continuare a leccarlo e pulirlo. Il gesto lo sconvolge!
«Che femmina meravigliosa! Che troia straordinaria! Ti voglio! Voglio che tu diventi la mia troia!»
Il gesto lo eccita, perché il suo membro ora è di nuovo duro e palpitante nella mia bocca e, mentre lo pompo convinta di bere ancora altro suo seme, lui si abbassa, mi solleva, mi bacia in bocca, e condivide con me il sapore delle mie labbra, poi, quando si stacca, mi guarda dritto negli occhi e, senza dire niente, mi invita a girarmi per offrirgli il mio culetto. Non ho bisogno di parole, mi piego e mi allungo sul tavolo, mentre lui, inginocchiato dietro di me, insinua la sua lingua tra le grinze della mia rosetta, mi lecca e lubrifica quel buchetto, raramente usato da mio marito. Con le dita raccoglie la crema che sgorga ancora copiosa dalla vagina e con essa mi lubrifica ancora di più. Si solleva, inzuppa il membro in quella fonte di umori che è diventata la mia fica, poi lo estrae ed appoggia la punta sul mio buchetto. Faccio un respiro profondo, mentre allungo le mani e dilato le chiappe per agevolare ancora più quella intrusione. Mario preme e, lentamente, comincia la penetrazione nel mio intestino. Anche in questo caso, sento che mi apre e mi riempie, nello stesso tempo. Si muove lentamente, senza fretta, lasciando che i miei muscoli anali si adattino alle sue dimensioni, alla sua intrusione e, ben presto, sente il suo corpo aderire alle chiappe, realizzando che me lo ha infilato tutto nel culo. Resta immobile, piantato dentro di me, e poi, lentamente, comincia a limare il mio foro che, lentamente, si adegua al via vai e, ben presto, mi regala altre sensazioni, ancor più belle delle precedenti.
«Muoviti, fammelo sentire tutto! Lo voglio sentire fin nello stomaco! Voglio che me lo dilati tutto!»
Mi tiene per i fianchi e non si fa pregare. Mi sbatte con più vigore rispetto a come mi aveva chiavato la fica. Si rivela un toro scatenato quello che mi sta devastando il culo e, nello stesso tempo, mi fa avere altri due orgasmi, uno dopo l'altro, in rapida successione.
Anche per lui il gioco è estremamente eccitante al punto che, d'improvviso, gli sento aumentare il ritmo della chiavata per, alla fine, restare immobile, tutto piantato dentro di me, e riversarmi nell'intestino ciò che ancora è rimasto del suo seme, dopo la lunga scopata fatta fino a quel momento.
«Vengo sto sborrando! Troia ti sto sborrando nel culo!»
Sento un'ondata di calore riempirmi il corpo e questo mi fa ancora godere. Rimane qualche istante piantato dentro di me, poi si sfila e si appoggia al tavolo, perché, evidentemente, quel piacere deve aver spezzato le gambe anche a lui. Restiamo immobili, poi utilizzando dei tovaglioli, ci diamo una ripulita e, con fare discreto, ritorniamo nel salone.
Da quella sera tutto è cambiato. All'inizio mi son rifiutata di diventare la sua amante, ma, alla fine, ho sentito il bisogno di sentirmi viva, troia e puttana tra le sue braccia.
Non ne abusiamo, ma io con Mario son tornata ad esser una donna viva e vogliosa, anche se, per tutti, sono sempre una brava e fedele donna di casa.
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11 mesi fa
baxi18, 55
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Sexy Befana Al Bolero -3- La Sala Coppie
Ciao, mi chiamo Marica. Sono la protagonista femminile della storia che stai leggendo. Per quest'ultima parte del racconto, Giorgio mi ha chiesto di fare da voce narrante.Come al solito, lui presterà le sue mani per scrivere, mentre io condividerò con lui i miei pensieri, le mie emozioni e le mie sensazioni di questa splendida serata.È stata una serata spontanea, molto più piacevole ed emozionante dei miei piani originali, che fortunatamente sono andati a monte. Un sabato unico, piacevole e libertino.Abbiamo iniziato con una piacevole passeggiata per le strade di Bologna, tra una leggera pioggerellina che non ci ha dato troppo fastidio. Abbiamo esplorato tutti i negozietti lungo via Indipendenza fino a raggiungere Piazza Maggiore. Giorgio doveva comprare una camicia al negozio Desigual, il che mi ha dato l'opportunità di trovare una bellissima giacca rosa con un grande cuore al centro. Purtroppo, le camicie erano finite, quindi siamo usciti dal negozio a mani vuote, tranne la mia giacca.Dopo due ore, la fame cominciava a farsi sentire. Sulla via del ritorno, ci siamo fermati in un pub nella zona universitaria, dove abbiamo soddisfatto il nostro appetito con deliziose e saporite fajitas, accompagnate da una birra scura.Subito dopo abbiamo recuperato la nostra auto e siamo andati in hotel, dove mi sono rinfrescata e preparata velocemente.Ero molto curiosa di vedere il locale, Giorgio me ne ha parlato spesso, ma non vivendo a Bologna non l’ho mai ne visitato e ne frequentato.Appena arrivati, abbiamo fatto un rapido giro. Il posto mi ha ricordato l’Harem di Milano, un club simile, ma molto più grande. Come ha già raccontato Giorgio: ci siamo recati prima alla spa e poi abbiamo fatto una visita veloce e stimolante nella sala Bdsm, sia per ingannare il tempo, sia per dare sfogo a qualche piccola voglia.Il tempo passò velocemente e arrivò inevitabilmente l'ora di cena. Un grande buffet con tanti piatti freddi e caldi era stato allestito nella zona ristorante. Presi delle verdure e della pasta, tutto accompagnato da un Sangiovese corposo e profumato. Feci due giri e per terminare, trascinai Giorgio nella sala fumatori.Fu gentilissimo e non mi stressò per il fumo e per questo lo ricompensai appoggiandogli la mia manina in mezzo alle gambe e gli stropicciai un pochino il suo duro amichetto.Dopo aver finito la sigaretta, tornammo nella sala principale, dove la musica era iniziata e la pista da ballo era gremita. Due splendide ragazze vestite da streghette sexy erano intrecciate intorno ai pali e ballavano in modo seducente e altamente erotico. Non perdevano occasione per toccarsi il seno e scambiarsi baci.Mi eccitai molto per la scena che si proponeva davanti ai miei occhi e iniziai a bagnarmi. Mi avvicinai alle ragazze con la speranza di giocare insieme a loro.La mia natura esibizionista mi spinse ad abbassare la parte superiore del vestito per scoprire i miei seni e offrirli alle incantevoli ballerine. Purtroppo, solo una di loro ne approfittò. Le sue mani accarezzarono tutto il corpo partendo dal collo, passando per i capezzoli rigidi e sensibili fino ad arrivare sui fianchi.La musica mi fece vibrare il corpo e l’anima, mentre il viso angelico e allo stesso tempo perverso della ragazza accendeva qualcosa di profondo e umido dentro di me. Con un gesto, feci cenno a Giorgio di avvicinarsi e gli chiesi di andare a visitare il privé al primo piano per vedere come fosse la situazione e poter dar sollievo alla mia calda e vogliosa passerina. Afferrai la mano di Giorgio e l’intrecciai alla mia, poi ci dirigemmo verso le scale.L’affollamento era alto e si era formata anche una fila per salire.«Andiamo direttamente nella sala delle coppie, non credo che qui troveremo una saletta libera».Effettivamente, dopo un veloce giro, tutte le stanze erano sold-out. L’unica speranza era la sala coppie. Varcato il cancello d’ingresso, notammo che il sovraffollamento era presente anche lì. Tuttavia, non ci scoraggiammo e ci inoltrammo all’interno.I gemiti e le urla di piacere ci circondavano. L’odore di sesso impregnava l’aria e quando arrivammo nella sala più spaziosa facemmo un po’ ti fatica a trovare un posticino per noi.I grandi letti erano presi, solo il divano laterale ci offrì dello spazio. Attorno a noi tantissime coppie nude erano concentrate sul proprio piacere.Io mi sfilai il vestito e rimasi solo con le scarpe ai piedi. Una volta nuda, armeggiai con la cintura e i pantaloni di Giorgio, riuscendo a sfilarglieli insieme ai boxer. Il pene del mio compagno risultò timido, ma appena mi abbassai e la mia bocca si prese cura di lui, divenne arzillo e pronto a nuove avventure. Lo sentii pulsare e crescere. Il suo sapore lievemente salato stuzzicò la mia lingua.Mentre la mia testa andava su e giù, guidata dalla mano che vi era appoggiata sopra, notai una coppia che si era seduta accanto a noi. L'uomo, sulla cinquantina, vestito con jeans scuri e camicia bianca, mise la sua mano sulla mia gamba. La donna, anch'essa sulla cinquantina, portava occhiali da segretaria troia, rosa con le punte estreme all’ insù, aveva uno sguardo da Bambi e i capelli raccolti in uno chignon.Si inginocchiò e iniziò ad assistermi. Le nostre lingue si sono intrecciate e io ho sentito subito un sentore di frutti di bosco, probabilmente dovuto a una caramella che aveva mangiato poco prima.Le morsi leggermente il labbro inferiore e la punta della sua lingua scivolò prima sotto il mio labbro superiore, e poi lungo i miei denti prima di tornare a esplorare il resto della mia bocca.Cercai di allontanarmi da lei e di concentrare la nostra attenzione sul glande pulsante e in attesa, che si trovava a pochi centimetri dalle nostre bocche.«Tesoro io sono Marica, tu come ti chiami?»«Sono Eleonora, mentre mio marito si chiama Franco.»«Eleonora, dai aiutami a succhiare questo cazzo, facciamo sentire a Giorgio quanto siamo brave.»Mentre guidavo Eleonora, la mano di Franco salì fino ad arrivare sulla Figa. Pochi istanti dopo sentii un dito entrare dentro di me.Ero bagnatissima e questo agevolò il polpastrello che si divertì a un massaggio interno, come se stesse cercando la X del tesoro. Tuttavia, il tesoro lo trovò il pollice appena si scontrò con il mio grande e infuocato clitoride. Appena Franco si rese conto della grandezza del mio fiore peccaminoso, decise che la sua bocca era il luogo migliore per accoglierlo. Sentii le labbra lisce e calde avvilupparmi e iniziare a succhiarmi. La lingua, leggermente ruvida, passò più volte attorno al mio piccolo pene femminile, facendomi sussultare più volte. Ad ogni risucchio io mi bagnavo sempre di più.La mia bocca, impegnata ad assaggiare lentamente il funghetto rosa di Giorgio, spesso si scontrava con la lingua di Eleonora. Le nostre lingue indugiavano sul frenulo, accarezzandolo e picchiettandolo.Allontanai il viso di Eleonora. La fissai intensamente negli occhi, sputai sulla cappella davanti a noi e poi, la spinsi fino a farle ingoiare tutto il pene fino alla base e la mantenni ferma in quella posizione.Dopo alcuni secondi, risalì l’asta creando un effetto sottovuoto spettacolare, le sue guance erano incavate ed evidenziarono la forma del glande che le accarezzava dall’interno. Andava su e giù con grazia, litri e litri di saliva colavano ai lati della bocca. Ad un certo punto, Eleonora si fermò.Lasciò libero il cono gelato che puntò verso la mia bocca che lo catturò immediatamente per emulare ciò che pochi istanti prima stavo ammirando. Eleonora mi lasciò sola per dedicarsi ai miei capezzoli. Li morse e li succhiò abbandonando la delicatezza che prima aveva avuto con il pompino.Percepii una profonda e intensa voglia scaricarsi dalla sua bocca. Anche le sue mani presero a stringermi e a palparmi con intensità. Fortunatamente i morsi erano leggeri, come le piccole scariche elettriche che invadevano il mio corpo.Franco uscì da me, con le mani allargò le mie gambe e il vuoto lasciato dalla sua mano e dalla sua bocca venne colmato da Eleonora. La sensazione fu completamente diversa. Molto più rude ed energica. Le dita che aiutarono la sua instancabile lingua erano perfide e senza pietà. Il marito era lento e gentile, lei era veloce e affondava con vorace consapevolezza. Il tutto divenne ancora più travolgente quando le dita divennero tre, riempiendomi completamente.Il ritmo divenne incalzante. Mi sentivo profanata ed eccitata fino ad esplodere.L’orgasmo arrivò violento, la bocca piena mi impedì di palesare il mio piacere, ma comunque sarebbe stato uno tra i tanti che in quel momento erano miei compagni di viaggio. Il mio miele invase completamente la bocca e la faccia di Eleonora. Il mio piacere fu di stimolo a quello di Giorgio che si riversò nella mia bocca. Il pulsare del suo membro sembrava sincronizzato agli spasmi della mia pancia, i suoi schizzi mi arrivarono direttamente in gola.Credevo che Franco avrebbe approfittato della situazione, tuttavia, sia lui che Eleonora si alzarono. Li vidi andare al bagno, forse per ripulirsi, ma non tornarono più.Mi tirai su e andai anche io al bagno per sistemarmi un po’ e per ripulirmi. Quando tornai da Giorgio, la sala si era riempita ulteriormente, ma si era liberato un posto sul letto grande e ne approfittammo per prenderlo subito e stare più comodi. Ovunque i miei occhi si giravano, vedevano gente che scopava, che elargiva pompini e tutto quello che poteva dare piacere.Donne e uomini si guardavano, si toccavano e chiedevano il permesso di unirsi agli amplessi. Alcuni curiosi erano semplicemente degli spettatori passivi, altri erano dei protagonisti. Faceva caldo e l’odore di sesso si era intensificato, stavo per chiedere a Giorgio di uscire, quando un uomo, anzi un cazzo mostruoso mi chiese se mi potesse essere di aiuto. Si presentò come Gerardo.Fisicamente, un uomo medio, non particolarmente attraente. Con barba e capelli color sale e pepe e un fisico piuttosto magro. Tuttavia, ciò che lo rendeva perfetto per l'occasione era un pene grande come una lattina di birra da mezzo litro. Sia la lunghezza che la circonferenza mi hanno spaventato, ma hanno anche stuzzicato la mia curiosità di provare.«Ciao Gerardo, sono Marica e questo è il mio ragazzo Giorgio. Devo dire che ammiro i tuoi impressionanti attributi. Inoltre devo anche ammettere che sono allo stesso tempo curiosa e apprensiva. Se mi assicuri che sarai delicato e gentile, forse potremo fare qualche attività divertente e stimolante insieme. Giorgio, cosa ne pensi?»«Per me nessun problema, però deve promettere che lo tiene lontano anche da me! Ti va di prenderlo da davanti? Così io posso godermi le tue espressioni e non solo.»Notai un sorriso malizioso sul volto di Giorgio. Mi spostai verso il bordo del letto e allargai le gambe, cercando di aprire la mia vagina il più possibile. Usai le dita per tenere aperte le labbra esterne. Gerardo mi mise un preservativo. La cosa preoccupante è che il preservativo, sebbene grande, arrivasse solo a metà della sua lunghezza.Iniziò a premere e a strofinare contro di me. Me lo fece sentire per tutta la sua lunghezza. L'attrito con le mie labbra stimolò la lubrificazione e iniziai a bagnarmi. La sua asta, muovendosi, si scontrava anche con il mio clitoride, che mostrava la sua approvazione inviandomi segnali piacevoli.Arrivò il momento della penetrazione.La cappella puntò direttamente al centro, agevolata dalle mie dita che mi tenevano aperta e pronta per l’invasione. Spinse piano, la punta riuscì ad entrare completamente. Provai immediatamente una pressione interna sulle pareti che mi ricordò la nascita di mia figlia. Rimase qualche secondo immobile per abituare e poi continuò ad entrare. Centimetro dopo centimetro la trivella avanzò fino a giungere al collo dell’utero spingendolo.Non provai dolore, ma una sensazione di totale pienezza. Aprii gli occhi che avevo tenuto chiusi durante la penetrazione e vidi che, anche se era arrivato a destinazione, il suo enorme pene era entrato solo per metà.Gli poggiai una mano sugli addominali come segnale di stop per non spingere ulteriormente. Prese le misure, Gerardo iniziò a scoparmi lentamente. Io sentivo chiaramente la cappella andare su e giù, inizialmente con un po’ di fastidio, ma poi, grazie ai miei umori, divenne solo piacevole e stimolante. Intanto i miei capezzoli vennero presi di mira dalle labbra di Giorgio, che sdraiato accanto a me, li leccava e li succhiava. Le due parti del mio corpo più sensibili mi stavano facendo impazzire. I miei rochi “sii” si unirono alla sinfonia della stanza.Giorgio, che mi conosce bene, è consapevole del mio intenso amore per il gioco di baci e leccate, sia sui capezzoli che sulle areole, che provocano in me lunghi e profondi brividi in tutto il corpo. Per questo si è impegnato tutto il tempo a lentamente. Ogni tanto, si è distratto e i baci sono arrivati sul collo così come dei piccoli morsi e il tutto ha intensificato le mie sensazioni. Per distrarlo ho allungato una mano fino ai suoi testicoli. Ho giocato con loro e con il pene che stava dormendo, ma io sono brava in queste cose e sono riuscita a svegliarlo: in un baleno è tornato duro e pronto alle mie attenzioni.«Giorgio te lo voglio succhiare, ti prego mettimelo in bocca, ti voglio far godere come prima. Resisterò ancora per poco, Gerardo mi sta per far venire.»Mi piace quando i miei desideri vengono percepiti come comandi e, poco dopo la mia richiesta, la mia bocca era di nuovo piena e pronta a elargire piacere. Sapendo che era già venuto da poco, per avere la certezza di un nuovo orgasmo, insinuai un mio ditino nell’ano fino ad arrivare alla prostata. L’arma segreta funzionò egregiamente. Dopo neanche cinque minuti, la mia bocca tornò ad assaporare l’essenza di Giorgio.La troia che è in me riuscì subito a raggiungere un nuovo orgasmo, questa volta più forte di prima. Gerardo continuava a spingere, aumentando sempre di più il ritmo.«Te lo posso mettere in culo?»Ebbi un attimo di terrore. Rifiutai la richiesta perché il calibro del membro di Gerardo era troppo grosso per il mio forellino anale, anche se ogni tanto anche lui si diletta a godere, ma con cazzi più piccoli.«Se non riesci a venire te lo prendo in bocca!»«No, adesso vengo, aumento un po' il ritmo, fermami se senti dolore.»Lo volevo far giungere al traguardo, quindi strinsi i denti e lo lascia fare. Nel mentre Giorgio tornò a sdraiarsi accanto a me per donarmi una serie infinita di bacini sul viso e sul collo.Fortunatamente Gerardo venne poco dopo e neanche tanto silenziosamente. Il suo urlo orgasmico turbò delle fanciulle che si girarono a fissarlo. La mia patatina era distrutta, la sentivo dolorante ma felice.«Gio, ci rivestiamo e scendiamo a bere qualcosa?»«Certo, anche io ho bisogno di uscire e prendere aria. Per caso sai dove sono finiti i miei Boxer?»Cercammo ovunque, ma non li trovammo più. Quindi indossò i pantaloni e sorridendo mi fece: «Ora siamo in due a non portare le mutande, troveremo il modo di approfittare dell’opportunità!»Ormai erano le due del mattino e nella zona bar/sala da ballo erano rimaste poche persone, tutte le altre si divertivano al primo piano. Io presi l’ultimo gin-tonic, mentre Giorgio che doveva guidare si accontentò di un succo di frutta all’ ananas.«Gio, pensavo, ma se mi facessi un’ultima sigaretta e poi torniamo in albergo? Visto che domani mattina alle undici ho il treno per Milano.»«Per me va bene, ma se vuoi rimanere, ricordati che il biglietto può essere spostato.»«No, preferisco andare via, così mi posso fare una doccia con calma e dormire il più possibile.»Andammo nella sala fumatori dove trovammo una ragazza con due bei cazzoni in bocca che si divertiva, mentre i compagni fumavano beati una sigaretta.Io mi sedetti accanto al trio e accesi la sigaretta. Lo spettacolo era intrigante e mi fece apprezzare ancora di più le boccate di fumo. L’angelo tentatore di Giorgio mi chiese se per caso non volessi aiutare la biondina con le grandi tette che sollazzava i ragazzotti infoiati e goduriosi. La tentazione era forte, ma sapevo che le cose probabilmente sarebbero andate oltre il semplice pompino. Quindi declinai l’offerta.«Bastardello, lo so che ti piace la biondina e speri di fartela. Però sono stanca, magari quando arriveremo in albergo, farò in modo di non farti rimpiangere il fatto di non aver approfittato della situazione.»Per convincerlo ulteriormente gli misi una mano dentro i pantaloni e scoprii che la mancanza dei boxer mi rendeva il palpeggio più facile, ma soprattutto lo trovai durissimo, anche se era già venuto due volte. Feci scendere la mano fino ai testicoli, perché mi piace molto la sensazione di morbidezza e come una pallina antistress ci giocai fino al termine della sigaretta. Poi ci alzammo, prendemmo le nostre cose dallo spogliatoio e saliti in macchina prendemmo la via dell’hotel.Non appena entrammo nella stanza, mi tolsi rapidamente i vestiti e mi diressi verso il bagno. La doccia fu veloce, calda e tonificante. Mi asciugai e uscii.Trovai Giorgio sdraiato nudo sul letto, intento a darsi piacere. Ricordando la promessa fatta al club, mi avvicinai a lui. Non potevo limitarmi a fargli un pompino, perché sarebbe stata la terza volta; gli dovevo qualcosa di più.Presi un preservativo e glielo misi. Poi salii sul letto e mi abbassai lentamente su di lui, con le gambe ben aperte. Uno smorzacandela perfetto.Lui mise le mani sui miei fianchi e io iniziai a muovermi. Mi chinai per baciarlo e le sue mani si spostarono dai miei fianchi alla mia schiena, abbracciandomi strettamente.Mi piace molto la posizione, sia perché così ho io il controllo, sia perché mi permette di muovere i fianchi in ogni direzione, non solo nel tipico su e giù della penetrazione, ma anche movimenti circolari. Mi piace strusciare le mie parti intime su quelle del mio partner facendo in modo di stimolare il mio clitoride e sentire la resistenza del suo pene contro le mie pareti interne ad ogni giro. I movimenti circolari sono i migliori per me; amplificano notevolmente il mio piacere e ho scoperto che anche Giorgio li apprezza.Mi alzai in posizione seduta e questa volta le mani del mio compagno si posarono su entrambi i seni per palparli e accarezzarli.Aumentai il ritmo della cavalcata, lo spinsi ripetutamente dentro di me, sfregando vigorosamente il glande ogni volta che rientrava.L'attrito raggiunse il suo scopo e un altro orgasmo mi stravolse i sensi e il corpo.Purtroppo, Giorgio era ancora lontano, quindi decisi di passare al piano B, ovvero il piano Bocchino che prevedeva la sempre valida ed efficace stimolazione orale. Tuttavia, non gli feci un vero e proprio pompino, ma la mia bocca si concentrò sui suoi testicoli, succhiandoli e giocandoci mentre la mia mano destra lo masturbava e la mano sinistra gli massaggiava l'ano , visitandolo anche dentro. Ad un certo punto, sentii che la mano di Giorgio chiedere di sostituire la mia. Prese in mano il suo membro e la masturbazione si fece più intensa; nemmeno due minuti dopo il suo sperma uscì, sporcandomi i capelli e il viso.«Scusami, non volevo impiastricciarti, mi merito un bel pezzo di carbone!»«Stupido! Altro che carbone, dai vado a lavarmi di nuovo i capelli e poi ti lascio la doccia.»Certo, usare l'asciugacapelli alle quattro del mattino mi aveva fatto guadagnare un sacco di insulti, ma non potevo fare altro. Me ne andai e lasciai il bagno a Giorgio. Non appena mi sdraiai sul letto, i miei occhi si chiusero e mi addormentai immediatamente. Mi destai per cinque secondi solo quando sentii Giorgio sdraiarsi accanto a me e mi abbracciarmi.A quel punto caddi in letargo e solo dei leggeri morsi sui capezzoli e un infinità di bacini riuscirono a svegliarmi la mattina seguente alle dieci pronta per tornare a casa.*******Grazie per aver letto la mia storia fino alla fine. Spero che ti sia piaciuta e ti invito a votarla e magari anche a lasciare un piccolo commento se ti va.Non sono uno scrittore professionista e la mia presenza su questa piattaforma è solo un altro modo per essere un po' esibizionista. Per questo motivo, apprezzo molto il fatto di ricevere un feedback.Le mie storie sono basate sulle mie esperienze e possono essere considerate come dei diari, ma non sono semplici resoconti. Di tanto in tanto li arricchisco con un po' di fantasia per renderli più accattivanti.Sono sempre alla ricerca di nuove esperienze e di ispirazione. Se vuoi, puoi contattarmi qui su A69 o su Tlgm con lo stesso nickname, giorgal73, per proposte, suggerimenti, commenti o inviti a serate o club per creare la nostra storia.A volte aiuto anche gli altri utenti a mettere per iscritto le loro avventure/esperienze. Contattami per maggiori dettagli. Che si tratti di rivedere e migliorare la tua storia da pubblicare sul tuo profilo o di crearne una nuova sulla base delle tue indicazioni da pubblicare sul mio profilo, sarò sempre disponibile e ci metteremo d'accordo.
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11 mesi fa
Giorgio, 52
Ultima visita: 1 mese fa -
Sexy Befana Al Bolero -2- Il Dungeon
L'acqua della piscina non era molto calda, ma era comunque piacevole. L'eccessivo affollamento, tuttavia, era un po' sgradevole, anche se aumentava le possibilità di incontrare persone che la pensavano allo stesso modo e con desideri simili.Riuscimmo a trovare un posto centrale, quello con le bollicine vivaci e invadenti. Accanto a noi c'erano molte altre coppie di età diverse, impegnate in una conversazione o in altre attività più creative e piacevoli.I capezzoli di Marica fuoriuscivano dall’ acqua e imploravano attenzione.Lei seduta con le spalle sui getti, io davanti a lei, tra le sue gambe divaricate. Riuscii a resistere alla tentazione, tuttavia desideravo il suo corpo.Volevo sentire ogni centimetro della sua pelle tra le mie dita, perciò iniziai un massaggio sensuale. Mi allontanai leggermente da lei per riuscire a prendere con facilità i suoi piedi.I miei pollici sulle piante e tutte le altre dita sul dorso. Feci muovere i pollici dall’ alto verso il basso e viceversa imprimendo una pressione moderata.Gli occhi chiusi di Marica esternavano godimento e rilassamento. Mi soffermai un paio di minuti sui piedi. Poi le mie mani salirono lentamente fino ad appropriarsi dei polpacci. I palmi delle mie mani coprivano quasi completamente la zona e il movimento palpeggiatorio sempre più intenso, lentamente scioglieva il muscolo.Salii sempre lentamente e con le dita pressate sulla carne seguivo le linee linfatiche.Gli occhi sempre chiusi e il volto in estasi, mi resero più intraprendente. Lentamente mi inginocchiai e feci arrivare le mani sotto alle natiche. Le avvolsi e le strinsi, contemporaneamente la mia lingua, vicina al suo volto, si avventurò sulle labbra rosse. Gli occhi si aprirono un secondo, mi fissarono, si richiusero e la sua lingua si unì alla mia. Fu un bacio lento, non eccessivamente erotico se non per la situazione e il luogo.Le mie mani si spostarono dal sedere al seno, cercando i capezzoli. Li trovarono pronti e marmorei mentre si guastavano il caldo dell’acqua. Tuttavia, preferirono il mio tocco.Interruppi il bacio per riprendere il massaggio, questa volta concentrato sul corposo e sodo seno.«Andiamo a vedere là dietro? Vedo il soffitto che sembra un celo, magari c’è un po' più di intimità».Marica mi indicò la pseudo grotta alle nostre spalle. Ci alzammo per andare a studiare il nuovo luogo, purtroppo anche quello era molto affollato e l’unico posto disponibile era quello vicino all’ entrata, praticamente neanche ad un metro rispetto a dove eravamo posizionati prima.Alla nostra destra, una donna era seduta sopra un uomo e dai loro movimenti era chiaro che era in atto una penetrazione. Per evitare di suscitare l'invidia di Marica, infilai delicatamente due dita nella sua amichetta, desiderosa e sempre pronta. Lei ricambiò con affettuose carezze al mio gongolante amichetto.Dopo qualche minuto, la coppia alla nostra destra si separò. Lui si alzò in piedi, rivelando un pene completamente eretto che puntava verso l'alto. Le dimensioni erano sufficienti per definirlo un membro ben dotato. Si avvicinò a noi per uscire dal corridoio stellato e dirigersi verso l'esterno.Sia io che Marica eravamo seduti, quindi il pene viaggiante era all'altezza dei nostri volti quando ci passò accanto. Immediatamente Marica esclamò:«Oh, bene! Vedo un bel giocattolo pronto all'uso qui. Posso?»Vidi la mano di Marica afferrare il membro eretto davanti ai suoi occhi e portarlo alla bocca. Purtroppo, dopo solo due pompate, un frequentatore della piscina la rimproverò, affermando che non poteva praticare sesso orale in acqua.Per tutta risposta, la mia compagna spiegò che lo stava solo assaggiando per verificarne la consistenza. Tuttavia, il proprietario del palo assaggiato decise di prendere le distanze, forse per calmare la situazione ed è uscì dall’acqua.Marica non ebbe molto tempo per piangere la perdita di un succulento pompino, perché subito dopo il rimprovero, un membro dello staff venne ad avvisarci che dovevamo uscire dalla Spa e cambiarci, in quanto la festa sarebbe iniziata poco dopo, intorno alle 21:30 con una cena a buffet.Ci mettemmo in fila per una doccia veloce e poi ci dirigemmo verso lo spogliatoio. Purtroppo, non riuscimmo nel nostro intento. C'era troppa gente a cambiarsi e a prepararsi per la serata.Non volendo stressarmi feci una proposta semplice, ma efficace:«Che ne dici se andiamo a bere qualcosa? Così facciamo passare un poco di tempo e poi torniamo?».Marica mi guardò con i suoi occhioni profondi e titubanti: «Mi sembra un ottimo piano. Possiamo andare in giro con i nostri asciugamani?».«Sì, non preoccuparti! Non avremo problemi fino alla cena. Comunque, torniamo nel salone, almeno possiamo respirare meglio e posso farti fare un piccolo tour del club».Risalimmo le scale e ci dirigemmo verso il bar. Come al solito, Marica ordinò un prosecco, mentre io presi un cocktail a base di Amaretto di Saronno e arancia. Ci sedemmo e ci godemmo i nostri drink, insieme alle altre persone che stavano aspettando che si liberassero gli spogliatoi.Come promesso, una volta terminati i nostri drink, portai Marica a fare un rapido giro del locale. Subito volle visitare la sala fumatori per soddisfare le sue tendenze tossiche. Poi le mostrai la piccola sala cinema, dove stavano proiettando il solito filmetto hard, con tanto sesso, ma con poca eccitazione. Infine, la portai a esplorare la sala BDSM Dungeon.Le luci rosse soffuse e l'arredamento proiettarono nella nostra fantasia una prigione sotterranea dedicata ad ogni tipo di perversione e causarono un immediato senso di eccitamento nella la mia partner.Procedemmo con cautela ed esaminammo attentamente ogni elemento della stanza. Marica mi bombardava con innumerevoli domande e io facevo del mio meglio per rispondere sulla base delle mie limitate conoscenze.Grazie alle avventure passate con la mia ex, Ely, avevo una base di pratiche bondage e BDSM. Tuttavia, oltre a spiegare, non potevo fare molto altro.Ho imparato che in certi campi, soprattutto quelli legati al piacere, l'improvvisazione non è lo strumento migliore e che in contesti estremi bisogna essere molto preparati per rendere l'esperienza piacevole oltre ogni limite. Quindi, al massimo, potrei essere l'assistente e il servitore a tutto tondo, ma mai il padrone.A parte i mobili, la stanza era vuota, nessun essere umano era intento a distrarsi e a giocare con la strumentazione disponibile. Di conseguenza decidemmo di tornare indietro. Mentre percorremmo la strada dell’uscita, Marica si fermò davanti all'altalena dell'amore. Non sono certo che il nome corretto fosse proprio quello, ma, in un paio di occasioni in una villa di amici sentii chiamarla così.L’altalena, in pratica, era una specie di sella appesa al soffitto tramite catene, con maniglie e cinghie. L’utilizzo non è complicato. Permette di fare una serie di giochini con il partner sospeso.Marica fece scivolare a terra l'asciugamano dai fianchi, poi con grazia si sistemò sulla sella. Posizionò le gambe ai lati delle catene dentro le cinghie, allargandole a tal punto da aprire anche le sue belle labbra intime.La sua mano destra, lentamente, si appoggiò sul monte di venere e scivolò verso il clitoride che venne catturato dall’ indice e medio, trovando la posizione ideale per essere strizzato e stimolato.Mi inginocchiai, le allontanai la mano e la sostituii con le mie labbra che iniziarono a succhiare e a far crescere quel piccolo organo genitale.Divenne duro e reattivo.Lo stimolai anche con i denti, con delicatezza, solo il risucchio era rude e rumoroso.La posizione era magnifica, completamente aperta e disponibile per ogni mia perversione. Ero comodissimo e il movimento ondulatorio aiutava notevolmente ogni mia iniziativa.La sentii bagnarsi sempre di più. Un sapore inebriante avviluppò la mia lingua. I gemiti erano sempre più intensi. Inserii un dito all’ interno e lo roteai sugli umidi pareti. Ne inserii un secondo e mi ritrovai la mano completamente bagnata e viscida. Giocai dentro e fuori per un paio di minuti, poi, le dita, come impossessate da un diavoletto tentatore, cambiarono destinazione. Si posarono sul buchetto, anch’esso aperto, proprio sotto alla vulva. Entrarono senza tanta difficoltà, grazie anche all’immensa lubrificazione. Le dita vennero accolte fino in fondo e una contrazione anale le salutò e le ringraziò per la visita.«Prendi il preservativo e mettimelo tutto in culo, cazzo, sto godendo come una maiala! Mi piace un casino questa posizione, sento tutto e sto pure comoda!»La voce rauca e seducente con cui le sfuggirono le parole mi eccitò ulteriormente. Mi alzai in piedi. Presi un preservativo dalla tasca dell'accappatoio, ma a causa delle mie mani appiccicose non riuscii ad aprire facilmente la confezione; quindi, dovetti usare i denti e così ebbi l'opportunità di assaggiare ancora una volta la perversione. C'erano così tante secrezioni che non ebbi bisogno di lubrificare ulteriormente il mio pene.Appoggiai la punta del glande sulla rosellina semiaperta e in attesa di essere violata per la prima volta nella serata. L’altalena fu lo strumento perfetto che con le sue oscillazioni naturali favorì la penetrazione. Prima un centimetro, poi due e ad un certo punto tutta la cappella fu catturata dall’ anello anale che la imprigionò.Le pareti intorno al glande si plasmarono tutt’intorno e la sensazione di lieve costrizione mi fece spingere.Spinsi fino in fondo. La cosa meravigliosa è che la mia pancia non fu di impiccio, perché la posizione creata grazie all’ altalena mi permetteva di essere dentro completamente, senza ostacoli.Iniziai a spingere con un ritmo così impeccabile che nemmeno un metronomo avrebbe potuto rendere più perfetto. Le mie mani erano libere di muoversi e desiderose di provare le sensazioni che il corpo di Marica mi regalava con fervore ed entusiasmo.Spinsi e torturi i grandi e turgidi capezzoli, lunghi e sensibili alle mie attenzioni.Spinsi e il pollice della mano destra si divertì a circumnavigare il clitoride ormai elettrico e pronto ad esplodere.Spinsi e le mie dita vennero catturate dalla bocca calda e ansimante.Spinsi e un terremoto spasmodico fece eruttare una calda fonte che mi bagnò completamente.Spinsi ancora, con maggiore forza e velocità. Entrai e uscii con rude malvagità. La necessità di raggiungere il miogodimento si trasformò in un urlo di liberazione quando il mio sperma invase il preservativo.Ebbi timore che si fosse rotto, ma fortunatamente rimase integro. Il mio pene, ospite ancora per qualche secondo, perse la sensazione di contenimento e avvolgimento che purtroppo l’allargamento del culetto causò, ormai diventato il traforo del San Bernardo.Rimanendo dentro, riuscii a chinarmi e a stampare un veloce bacio sulla bocca di Marica e per non mancare nulla, le morsi lievemente entrambi i capezzoli.I nostri corpi, bagnati sia dal sudore che dai nostri umori necessitavano di una ripulita, fortunatamente dentro il Dungeon c’era un bagno con la doccia che ci aiutò notevolmente a tornare decenti.Quando uscimmo dalla doccia, trovammo il nostro amico dal pene svettante. Di nuovo concentrato sulla sua compagna. Lo trovammo scoparla, prigioniera della gogna.Marica mi chiese se mi sarebbe piaciuto avvicinarmi e farle assaggiare il mio pene, vista la posizione favorevole. Dovetti però rifiutare per non fare brutta figura, visto che per il momento ero una pistola a salve, scarica e molliccia.Uscimmo dalla sala e fortunatamente trovammo lo spogliatoio abbastanza libero per darci una sistemata e un nuovo contegno per il proseguo della serata.
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11 mesi fa
Giorgio, 52
Ultima visita: 1 mese fa -
Sexy Befana Al Bolero -1- La Sauna
Venerdì mattina ero sdraiato nella mia camera da letto, immerso in un romanzo Sexy-Fantasy mentre la voce sensuale di Mina suonava dolcemente in sottofondo. Il vinile che girava sul mio giradischi Technics 1200 è un disco classico che fa parte della mia collezione da oltre 20 anni. La musica riempiva la stanza con una sensazione di calore e nostalgia, mentre mi perdevo nelle pagine del libro.Il potere della musica è davvero notevole. Può commuoverci fino alle lacrime, farci ballare come se nessuno ci guardasse e persino risvegliare i nostri dispositivi elettronici da uno stato di quiescenza. Sì, hai letto bene. Mentre sono sul letto a leggere, perso nei miei mondi fantastici e sensuali, il mio telefono giaceva immobile e senza vita accanto a me. Ma poi, come un oracolo ancestrale, è arrivata “Se Telefonando”, una canzone così potente e accattivante che sembrava dare nuova vita al mio dispositivo.“Lo stupore della nottespalancata sul marci sorprese che eravamo sconosciutiio e te.Poi nel buio le tue manid'improvviso sulle mie,è cresciuto troppo in frettaquesto nostro amor.Se telefonandoio potessi dirti addio ti chiamerei.”All'improvviso, il mio telefono ha iniziato a vibrare con un'energia quasi palpabile, come se fosse vivo e pulsasse al ritmo della musica. Era come se la canzone avesse lanciato un incantesimo sul mio telefono, obbligandolo a prendere vita e a partecipare alla danza.I miei occhi abbandonarono le righe del libro e si posarono sul display luminoso del mio telefono. Con immensa gioia lessi il nome "Marica" e la mia testolina bacata iniziò a correre tra aspettative e possibilità.«Tesoro come stai?»«Bene, grazie e te? Sei sparita, è dal 30 dicembre che non dai segni di vita. Hai visto il video che ti ho inviato per Capodanno?»«Sì, l'ho visto. Mi scuso per non averti risposto prima, ma ultimamente sono stata sommersa da eventi e spettacoli. Come se non bastasse, il mio telefono è caduto e lo schermo si è rotto. Solo oggi, ora che i negozi hanno riaperto, ho potuto acquistarne uno nuovo. È stata un'esperienza piuttosto frustrante dover rimanere senza telefono per alcuni giorni. Tuttavia, sono riuscita a sopravvivere e, come puoi vedere, la prima cosa che ho fatto è stata chiamarti.»«Capito! Spero almeno che tu abbia avuto tempo per divertiti. Che mi racconti?»«Ho appena acquistato i biglietti del treno per Bologna perché il 6 e il 7 verrò dalle tue parti per girare un film con un produttore che mi ha presentato Sissi l’altra sera al Classe Mista».«Allora fammi sapere se avrai 5 minuti, magari ti raggiungo per un caffè. Poi se dovesse servire un aiuto per le riprese, io sarei sempre disponibile…se dovesse servire un aiuto».Sono passati diversi mesi dall'ultima volta che io e Marica abbiamo trascorso del tempo insieme. Purtroppo, a causa di impegni di lavoro, non ho potuto fare un viaggio a Milano per andare a trovarla. Tuttavia, so che anche lei è stata incredibilmente impegnata con il suo lavoro e i suoi impegni personali.Nonostante la distanza e gli impegni frenetici, ho cercato di rimanere in contatto con Marica il più possibile. Ci scriviamo spesso e occasionalmente ci videochiamiamo, ma non è come vederci di persona. Ovviamente la verità tra le righe è che mi manca il suo corpo e i momenti di pura perversione passati insieme.Quest'anno ho fatto il bravo e ho messo impegno e dedizione in ogni cosa. Con la Befana alle porte, mi auguro che il mio impegno venga premiato con un regalo speciale e sorprendente. Chissà, forse la Befana avrà notato la mia buona condotta e mi riserverà qualcosa di davvero unico e orgasmico!La telefonata mi ha distolto dalla lettura e, stanco di fissare le parole sulla pagina, decisi di fare una pausa.Anche se i saldi non erano ancora iniziati, vivendo vicino a un outlet e con il bisogno di uscire di casa, l’idea di fare una passeggiata ammirando le vetrine e le commesse dei negozi prese consistenza e si accese come una lampadina da 1000 watt.La tonificante aria invernale mi riempì di energia mentre mi godevo la mia piacevole passeggiata, finché non ricevetti un messaggio inaspettato da Marica. In poche parole, c'era scritto: "Cazzo!!!"Ho aspettato qualche secondo, ma non sono apparse altre parole oltre all'esclamazione fallica. Riprendendo la mia passeggiata, riflettei sulle possibili interpretazioni. Tuttavia, la curiosità mi rodeva l'anima come uno scoiattolo impazzito, così presi il telefono e chiamai Marica per avere una spiegazione.«Bel messaggio! Pregno di significato. Hai visto un bastone adamitico e mi volevi rendere partecipe dell’esperienza oppure è accaduto qualcosa?»«Il produttore ha annullato le riprese perché si è preso il Covid, quindi salta tutto. Almeno ha promesso che mi rimborserà il biglietto del treno.»«Uhh! Mi dispiace, però se ti va, visto che sicuramente non riuscirai a organizzarti per domani, che ne dici se vieni lo stesso a Bologna? Andiamo a fare shopping per le vie del centro e nel pomeriggio relax alla Spa e super festa trasgressiva, così il film lo fai con me?»«Guarda, mi avevi già convinto appena hai pronunciato la parola “shopping”, però l’idea della seratina sexy con te mi stimola. Ma dove andiamo?»«È un club Privé molto bello ed elegante con un'area spa. Ci vado da un paio di mesi. Non è lo stesso di quest'estate, è un altro. Di solito ci vado nei giorni feriali, perché nei giorni festivi è troppo affollato. Tuttavia, domani è l'Epifania e hanno organizzato un evento che credo sarà piacevole e intrigante. Dato che usciremo tardi e l'alcol non mancherà, prenoterò anche una stanza in un hotel vicino al locale e poi, domenica mattina, ti riaccompagnerò alla stazione.»«Affare fatto!Riassumiamo, il piano sarà: tu vieni a prendermi alla stazione alle 12:00. Porterò un vestito carino e scarpe comode per la nostra passeggiata e la sera ti sorprenderò con un vestito super erotico ornato di diamanti e tessuto trasparente che può essere rimosso con un solo gesto. Avrei dovuto indossarlo per il film, ma dato che le riprese sono state annullate, lo indosserò per te.»Sono stato felice di rivedere Marica, soprattutto perché ero curioso di conoscere le sue nuove attività. Alle 12:00 sono stato puntuale e ho trovato un posto al Kiss&Ride vicino all'uscita principale. Tuttavia, la mia amica, che ha il senso dell'orientamento di un'anatra confusa e rimbecillita, non riusciva a trovarmi. Dopo infinite istruzioni e indicazioni, mi sono arreso. Ho parcheggiato l'auto e sono entrato nella stazione per cercarla.Alla fine, l'ho trovata nella vecchia stazione e non in quella ad alta velocità. Non riesco ancora a capire come sia finita lì, un mistero che nemmeno Sherlock Holmes potrebbe risolvere.Dopo aver recuperato il "pacco", ci siamo diretti verso l'auto per sistemare le valigie e poi è iniziato il nostro shopping per le strade di Bologna. Dopo aver saccheggiato una serie di negozi e con i piedi stanchi per i chilometri percorsi, abbiamo concluso che era arrivato il momento di rilassarci all'interno della Spa. Pertanto, siamo tornati alla macchina e abbiamo preso la strada per Altedo.All'arrivo abbiamo subito notato che il locale era già piuttosto affollato. Abbiamo incontrato qualche difficoltà nello spogliatoio a causa del gran numero di persone, ma alla fine siamo riusciti a liberarci di tutti i vestiti e ci siamo diretti verso l'area SPA con solo un asciugamano avvolto intorno alla vita.Anche la piscina era affollata, quindi abbiamo deciso di dirigerci verso la sauna dove abbiamo notato solo due coppie.Una volta entrati, ci siamo posizionati al centro, ma il calore non era molto intenso; quindi, ci volle un po' di tempo prima di iniziare a sudare. Seduti l'uno accanto all'altra, le nostre mani iniziarono a fare le birichine. La mia iniziò ad accarezzarle la coscia e le parti interne, avventurandosi di tanto in tanto verso un punto più umido e succulento, mentre la sua mano si concentrava sul tronchetto della felicità, ma senza spingersi troppo oltre. Massaggi delicati, carezze delicate e occasionali avances ai gioielli per farli sentire meno soli.Poiché il sesso è vietato nella sauna, ci siamo divertiti a stuzzicarci a vicenda in modo sensuale e a scambiarci baci. Marica, come al solito, ama condividere e ha chiesto alle altre ragazze se volessero unirsi al divertimento. Il partner maschile di una delle coppie ha accolto l’invito e si sedette alla sinistra della mia compagna.«Ciao, sono Enrico. Posso accarezzare il tuo seno?»«Tuttavia, dobbiamo impegnarci in uno scambio equo. Tu accarezzi i miei seni e la tua partner deve ricambiare il favore, dedicando le giuste attenzioni al qui presente mio amichetto!».La mano di Marica lasciò i miei testicoli e afferrò il pene per sottolineare a quale amichetto si stesse riferendo.Enrico sorrise e chiese alla moglie: «Lucia, ti va di giocare con noi? Solo per cinque minuti, poi magari dopo facciamo un salto in piscina».Lucia rispose al marito che sentiva caldo e che sarebbe stato meglio spostarsi fuori, sul divano, per un bel giochino. Così tutti e quattro ci alzammo e uscimmo dalla sauna. Prendemmo i teli e li sistemammo sul mega-divano. Marica si sdraiò sulla schiena, sollevando le ginocchia e allargando le gambe per offrire la sua patatina a Enrico. Io mi sedetti accanto alla sua testa, posizionando la mia mano destra sul seno più accessibile e iniziai a stuzzicare un capezzolo. Da moglie obbediente, Lucia si posizionò alla mia sinistra e, sporgendosi in avanti, iniziò a usare la bocca nel modo più appropriato, date le circostanze.Enrico rimase fermo per qualche istante, ammirando lo spettacolo davanti ai suoi occhi. Prima di abbandonarsi alle sue perversioni orali, espresse complimenti e apprezzamenti per ciò che stava ammirando.«Sei meravigliosa e questi tatuaggi sono un libretto di istruzioni molto chiaro e arrapante. Posso leccarti?»Chi ha letto il racconto “Le Occasioni Sono Fugaci” sa esattamente cosa i tatuaggi istigano a fare.Marica allungò il braccio destro e afferrò la testa di Enrico, tirandola verso di sé. Lui si tuffò e mise all'opera la sua lingua e le sue labbra, trasformandosi in un piranha vorace e affamato.Lucia non si fece parlare dietro. Anche le sue labbra fecero un lavoro spettacolare. Sentire la sua bocca calda massaggiare e succhiare avidamente il mio glande, fece solo che aumentare la durezza e l’erezione. L'intensa mungitura mi fece desiderare di più.Allungai il braccio sinistro e riuscii a inserire due dita dentro di lei. Era calda e molto bagnata, e sicuramente non era a causa della sauna precedente. Le mie dita iniziarono a entrare e uscire lentamente, la bocca di Lucia affondava ripetutamente fino a raggiungere la base del mio pene. Il mugolio di Marica richiamò la mia mano destra e io portai il mio indice alla sua bocca, che lei iniziò a succhiare.Le mie dita erano prigioniere di due ambienti caldi e umidi, ma profondamente diversi. Erano in competizione con Little Joe, anch'egli ospite di una calda grotta abitata da una lingua serpentina che mi stimolava in ogni modo possibile.Dalla dedizione di Lucia, capii che succhiare i cazzi era il suo hobby preferito. Non si fece distrarre dal didalino che le stavo facendo. La sua lingua percorreva in lungo e largo la mia asta e alcune volte cercava di profanare l’orifizio sulla punta del Glande gonfio e violaceo per la quantità infinita di sangue che scorreva nelle vene risucchiato dalla potente passione. Tuttavia, ogni volta che affondavo le dita, emetteva a sua volta dei perversi versetti di approvazione.Tre uomini, in piedi dentro la piscina, ammirarono la nostra performance masturbandosi con discrezione. C'erano anche un paio di donne che guardavano lo spettacolo, ma dato che i loro corpi erano completamente immersi nell'acqua, non potevo sapere se anche loro si stessero sollazzando.Marica iniziò a mordicchiare le mie dita. La osservai allargare ancora di più le gambe. Le mani di Enrico erano intrappolate tra le sue natiche e si sforzavano di tenere la zona pelvica il più in alto possibile, mentre la lingua percorreva la lunga fessura ripetutamente sostando ogni volta sul bocciolo gonfio quasi quanto il mio glande. L'orgasmo inondò il suo corpo, facendolo inarcare.Supposi che la bocca di Enrico venisse riempita dal caldo nettare prodotto dal piacere di Marica, così come il mio riempì la bocca di sua moglie.La bocca di Lucia, ormai piena, si allontanò da me e si avvicinò a quella di Marica. Mi spostai per fare spazio. Le due donne iniziarono a baciarsi e a scambiarsi il latte da me secreto. Mentre loro giocavano con le rispettive lingue, io mi divertivo a inserire la mia nel buchetto che le mie dita avevano precedentemente esplorato e conosciuto.Lucia aveva un buon sapore, le sue grandi labbra non erano così pronunciate come quelle della mia compagna, ma il calore che producevano era afrodisiaco. Assomigliava a una vagina asiatica: piccola e succulenta. L'orgasmo la travolse rapidamente, probabilmente stimolato dall'eccitazione del momento e dalla precedente penetrazione delle mie dita.Lo spettacolo era giunto al termine. Solo tre di noi si erano divertiti godendo come maialini in calore. Tuttavia, Enrico non sembrava insoddisfatto.Andammo sotto la doccia per una rapida rinfrescata. Sapevo che Marica non avrebbe lasciato Enrico a bocca asciutta. È una donna di sani principi e, una volta raggiunta l'area della doccia, si è messa all'opera. Soprattutto perché era attratta dalle dimensioni del palo che le stava davanti. L'ha assaporato con piacere, inghiottendolo tutto e pompandolo con foga. Io e Lucia abbiamo assistito al pompino mentre ci aiutavamo a lavarci a vicenda, ovviamente ho colto l'occasione per toccarla ovunque e soprattutto per testare i suoi piccoli capezzoli tra le mie labbra.Lucia non poté fare a meno di commentare l'abilità di Marica, mentre osservava il marito in uno stato di beatitudine con gli occhi chiusi.«La tua donna è veramente una gran troia, sembra una professionista del pompino»«Se prometti di mantenere il segreto, ti confesso una cosa. Non sembra una professionista, lo È! Ha girato alcuni film e ti assicuro che non erano né casti e ne innocenti».Appena Enrico sentì le mie parole, aprì gli occhi e riversò il suo piacere nella bocca di Marica. Tuttavia, la scena più bella fu quella successiva, che stupì Lucia. Marica non sputò subito lo sperma che l'aveva inondata. Si alzò lentamente, mantenendo lo sguardo fisso sugli occhi di Enrico fino a raggiungere la sua bocca. Si avvicinò e replicò l'azione che Lucia fece prima con lei, ovvero riversò tutto quello che aveva raccolto nella bocca del marito, trasformandolo successivamente in un bacio sensualmente bagnato. Lo sperma gocciolò a terra dalle bocche di entrambi.In risposta alla precedente affermazione di Lucia, le dissi:«Comunque, anche tuo marito è un gran sporcaccione. Vedo che non si trattiene, anzi, gli piace e si diverte!».«Non posso crederci, è la prima volta che lo fa! Con me non si è mai spinto oltre».Tutti e quattro ci sentivamo estremamente soddisfatti mentre ci dirigevamo verso la piscina calda per goderci appieno la lussuosa acqua. Mentre ci immergevamo nell'acqua, sentivamo i nostri muscoli rilassarsi e i nostri corpi ricaricarsi per le successive sessioni di “distrazione”.*******Ti ringrazio di aver letto il mio racconto fino alla fine. Nella speranza che ti sia piaciuto, ti invito a votarlo e se ti va anche di lasciare un piccolo commento.Non sono uno scrittore professionista e la mia presenza su questo portale alla fine è solo un altro modo di essere un po' esibizionista; pertanto, mi fa molto piacere ricevere dei feedback .I miei racconti sono frutto delle mie esperienze, potrebbero essere considerati dei diari, ma non sono dei semplici resoconti, ogni tanto vengono conditi anche da un po' di fantasia per renderli più accattivanti.Sono sempre alla ricerca di nuove esperienze e ispirazioni, se volete mi potete sia qui su A69 oppure anche su tlgm con lo stesso nickname, ovvero giorgal73 per proposte, suggerimenti, commenti o inviti.Ogni tanto aiuto anche qualcuno di voi a mettere per iscritto le proprie avventure/esperienze, contattatemi per maggiori dettagli. Se si tratta di revisionare e aggiustare un vostro racconto da pubblicare sul vostro profilo oppure di crearne uno nuovo in base alle vostre indicazioni da pubblicare sul mio di profilo, sarò sempre disponibile e ci organizzeremo di conseguenza.
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11 mesi fa
Giorgio, 52
Ultima visita: 1 mese fa -
Alla SPA Con Una Sconosciuta, Ma Non Troppo
Apro gli occhi e do uno sguardo alla finestra. Ho la vista ancora appannata, ma il grigio delle nuvole e la pioggia sono evidenti. Il posto accanto a me, nel letto è vuoto. La mia compagna si è alzata presto. Oggi è dovuta andare a Chions in veneto da un cliente e mi ha lasciato solo.Mi alzo con fatica, ma lentamente mi riprendo e riesco a superare indenne la mattinata, tra video riunioni e telefonate varie. La pioggia continua a cadere imperterrita. Un pranzo veloce con uno yogurt proteico mentre guardo le repliche di Fiorello in tv su RaiPlay. Il buonumore riesce a sconfiggere la tristezza della pioggia battente e dei nuvoloni scuri.Prendo il cellulare e inizio a vedere le novità su A69 e su tutti gli altri siti dove sono iscritto. Nulla di nuovo. Decido di riprendere a lavorare e far passare un po' di tempo, poi ricontrollerò la presenza di aggiornamenti o messaggi.La parte piacevole del mio lavoro è che in un batter d’occhio il tempo passa ed eccomi arrivato alle 18. Ricontrollo la situazione sul cellulare, ma nulla è variato.Allora cosa faccio? Visto che oggi è mercoledì mi viene in mente che una risposta alla mia domanda potrebbe essere quella di andare in una Spa dopo la palestra. Preparo quindi la borsa per la palestra e quella per la Spa. La palestra è abbastanza vuota, ma comunque i soliti avventori sono presenti, soprattutto alcune belle ragazze, che potrebbero essere mie figlie, ma che hanno un culo spettacolare. La vista dei loro corpi perfetti e intriganti mi fa riflettere: decido che la soluzione migliore per il dopo palestra è quella di andare ad Altedo per la Spa, così oltre al relax, forse troverò anche una distrazione per il mio “eretto amichetto”.Arrivo al BoleroPalace giusto in tempo per una bella sessione di aufguss prima della cena. Entro nella spa e mi dirigo verso la sauna. Lungo il percorso sento un “Ciao”, immagino però che non sia rivolto a me, non ho notato facce conosciute.Mancano ancora 5 minuti all’inizio della cerimonia, ma decido di entrare subito. Mi tolgo l’accappatoio e dopo aver poggiato il telo mi siedo in trepida attesa. Iniziano a entrare delle persone: 3 coppie, due uomini e una donna molto sexy con uno sguardo da cerbiatta dolce. Una cerbiatta con un corpo da favola. Due belle e sode tette, un sexy tatuaggio sulla spalla destra a tema floreale, degli addominali scolpiti e due ricciolini biondi proprio li sotto, coordinati alla fluente chioma. Purtroppo, si siede lontano da me, ma ben visibile ai miei occhi. La temperatura inizia a stimolare le prime goccioline di sudore.Inizia la sessione di aufguss e le gettate di aria rovente investono il mio corpo e quello della ragazza. Lei è seduta con le gambe incrociate e le mani dietro la testa. La postura evidenzia la spettacolare consistenza del seno e il calore ha fatto gonfiare così tanto i capezzoli che il solo guardarli è uno spettacolo. Riesco a notare il suo respiro accelerare e il suo petto sollevarsi e abbassarsi in modo sincronizzato con il ritmo della musica che risuona nell'ambiente. Le gocce di sudore si librano sul suo corpo, accentuando ancora di più la sua bellezza.Mentre sto cercando di concentrarmi sul calore e sul trasporto sensoriale che il aufguss mi sta regalando, non riesco a fare a meno di lasciarmi dai pensieri che si accavallano nella mia mente. Quei capezzoli turgidi che si offrono al mio sguardo, invitanti e provocatori, mi rendono frenetico e desideroso di toccarli, di assaporarne la consistenza e il sapore.La ragazza mi sorprende con uno sguardo intenso e appena accenna un sorriso complice. La sua sensualità risveglia in me un desiderio incontenibile, un fuoco ardente che brucia dentro di me. Ecco che la mia immaginazione inizia a lavorare. Chiudo gli occhi e immagino di avvicinarmi a lei e poggiare le mie labbra sulle sue. Il bacio presto si trasforma in una sinfonia di desiderio e piacere. Le nostre mani irrequiete esplorano i nostri corpi e la sensazione della sua pelle calda al mio tocco stimola il mio amichetto che si risveglia. L’erezione che cresce non è solo nella mia testa, ma è anche nella realtà.Il sogno continua e mi vedo mentre le mie labbra esplorano il suo collo, la sua clavicola, il suo seno e le sue mani si inoltrano tra i miei capelli e sfiorano la mia pelle con dolcezza e passione.Un getto di aria calda mi desta dal sogno e mi riporta nella realtà. Apro gli occhi e vedo la ragazza ondeggiare a ritmo di musica, mentre la coppietta acconto a me fa la birichina.Quelle piccole goccioline di sudore che avevano fatto la comparsa appena entrato in sauna si sono trasformate in un fiume. La temperatura è alle stelle, ma le fiamme della mia eccitazione sono ancora più incandescenti. Un suo sguardo mi penetra e scivola lungo la mia pelle sudata, forse sto ancora immaginando, meglio se mi calmo e riprendo un poco di contegno, non voglio ne sembrare un maniaco e ne uno stalker.La cerimonia aufguss termina fortunatamente prima che il mio corpo decida di sciogliersi. Corro verso la doccia per raffreddare sia il corpo che la mente senza guardarmi in dietro. Mi raggiungono velocemente anche tutti gli altri, mi sbrigo velocemente in modo da lasciare loro il posto. In fila c’è anche la biondina completamente sudata, ha uno sguardo sexy da troia che mi fa tornare ad essere duro ed eccitato, ma prima che la doccia diventi un trombatoio a cielo aperto decido di andare a raffreddare i bollenti spiriti dentro l’idromassaggio. Mi posiziono nel mio angolino preferito con le bolle che importunano i testicoli e non solo.Sul divano di fronte a me la biondina si siede, apre le gambe e inizia a massaggiare la caramella bionda e succulenta che ha in mezzo alle gambe. Sembra fissarmi, ma ovviamente non credo che sia così. Intanto le sue dita entrano ed escono lentamente, e nel mentre si morde il labbro inferiore. Non solo le bolle dell’idromassaggio mi tengono in tiro, ma anche ciò che sto osservando. La mia mano destra scende a trovare il duro e vecchio amico di una vita e con lo stesso ritmo della biondina parte una sega ristoratrice. La mia fervida immaginazione corre e ogni volta che la mano scende mi sembra di affondare dentro quella figa aperta che davanti a me sta giocando con i miei sentimenti.Siamo soli, è giunta l’ora di cena, pertanto esco dalla vasca e mi dirigo verso l’accappatoio per andare a mangiare. Appena passo davanti alla ragazza le mie orecchie catturano un roco sussurro:«Che fai? Vai via? Non ti va di assaggiarmi?»Mi giro per vedere a chi è rivolto l’invito e appena mi accorgo che siamo veramente soli, mi avvicino a lei. Afferro la sua mano per il polso e faccio uscire le dita dalla sua figa, insieme esce un po' di denso liquido e senza nessuna remora avvicino le sue dita alle mie labbra e inizio a succhiarle. La mia lingua percepisce un sapore particolare, non mi dispiace quello che sto assaggiando e attirato come un orso davanti ad un alveare mi abbasso fino ad arrivare davanti alla sorgente di quel particolare miele.La ragazza allarga le gambe ancora di più come se volesse donarmi il suo frutto intimo. Le labbra davanti a me sono rosse umide e carnose, il clitoride gonfio luccica e attende solo di essere succhiato. Inizio a leccare con voracità, sento il suo corpo contorcersi e l’atmosfera rilassante della SPA si trasforma anche grazie ai gemiti che saturano l’aria insieme alla musica di sottofondo.Mi dispiace solo di non riuscire a penetrarla in profondità purtroppo la mia lingua non è molto lunga. Vorrei assaporare ogni millimetro di lei, ma devo chiedere aiuto alle mie dita per arrivare in profondità.Tuttavia, prima di riuscire a posizionare le mie dita dentro di lei, le sue mani afferrano la mia testa, spingendo il mio viso ancora di più tra le sue gambe, mentre la mia lingua danza sul suo clitoride con ritmo frenetico. Sento il suo respiro accelerare, un gemito più forte si libra nell'aria e capisco che sta per raggiungere l'apice del piacere. Continuo a leccare con più intensità, sentendo le sue cosce tremare sotto la mia bocca.Le sue labbra si aprono in un gemito prolungato, le sue dita si stringono tra i miei pochi capelli e io non smetto un istante, continuando a succhiare e leccare con desiderio. Il suo corpo si contorce ulteriormente, le sue gambe si chiudono attorno alla mia testa, stringendomi con una forza irresistibile.Finalmente, sento le sue contrazioni ritmiche e il suo liquido caldo inonda la mia bocca, un sapore dolce e salato che mi inebria. Sorrido soddisfatto, guardando il suo volto estasiato, mentre lei si lascia andare tra le mie braccia, esausta ma appagata.Mi alzo lentamente, passando un dito sulle sue labbra bagnate, sentendola ancora fremere di piacere al mio tocco. Le bacio dolcemente, gustando il sapore del suo orgasmo, mentre le mie mani esplorano il suo corpo, desiderose di scoprire ogni angolo nascosto, ogni piega sensuale. Mi alzo in piedi e in un attimo di lucidità mi presento.«Piacere, mi chiamo Giorgio»«Piacere tutto mio, sono Vanessa. E comunque già sapevo che sei. Ti ho riconosciuto quando sei entrato, leggo sempre i tuoi racconti su A69.»Stupito dalla sua affermazione, mi incuriosisco e continuo a farle domande, entrambi nudi e temporaneamente soddisfatti della breve sessione orale.«Ma dai, sul serio? E cosa ne pensi? »«Mi piacciono molto, non sono volgari e mi eccitano ogni volta. Quando sei entrato ho pensato che visto tutte le volte che mi hai fatto godere con la fantasia, almeno oggi, avrei potuto provare se nella realtà saresti stato in grado di godere nello stesso modo.»«Uhh… ora sono curioso, ci sono riuscito?»«Beh credo che la risposta sia ancora sulla e dentro la tua bocca»«Si, hai ragione. Ti posso invitare a cena e poi magari ci conosciamo un po’ meglio?»Vanessa si mette in ginocchio sul divano, si avvicina al mio orecchio destro e mentre lo morde delicatamente:«Volentieri, però poi saliamo sopra e continuiamo perché non sono ancora soddisfatta»Con le mani le afferro la testa e l’allontano dal mio orecchio, subito dopo le nostre lingue si incontrano fugacemente intrecciandosi in bacio bagnato e ansioso. Le sue morbide labbra sono una promessa e le mie mani non possono far altro che parcheggiarsi sul suo seno, accarezzandolo e incontrando quei capezzoli che prima mi hanno fatto sognare.Devo interrompere l’incantesimo altrimenti rimaniamo qui per sempre.«Andiamo a mangiare?»********Grazie per aver letto la mia storia fino a questo punto. Spero che ti sia piaciuta. Ti invito a votarla e magari anche a lasciare un piccolo commento se ti va.Non sono uno scrittore professionista e la mia presenza su questa piattaforma è solo un altro modo per essere un po' esibizionista. Per questo motivo, apprezzo molto il fatto di ricevere un feedback.Le mie storie sono basate sulle mie esperienze e possono essere considerate come dei diari, ma non sono semplici resoconti. Di tanto in tanto li arricchisco con un po' di fantasia per renderli più accattivanti.“Questa è un’avventura avvenuta pochi giorni fa, ancora penso che sia frutto della mia fantasia, ma grazie al cielo non è così. Ovviamente la mia fugace compagna di giochi non si chiama Vanessa, spero di rincontrarla un giorno. Per il momento incrocio le dita e penso che mi dovrò impegnare e scrivere molti altri racconti, visto il risultato. Questo racconto è stata una sua esplicita richiesta, voleva esserne la protagonista ed è curiosa di leggere eventuali commenti.”Mi piace sperimentare e conoscere nuove persone per cimentarmi in nuove esperienze. Prediligo al 99% il mondo femminile, ma l'1% è dedicato ad un altro tipo di femminilità che ovviamente avrete potuto capire leggendo i miei racconti passati.Se vuoi, puoi contattarmi qui su A69 o su Tlgm con lo stesso nickname, giorgal73, per proposte, suggerimenti, commenti o inviti a serate o club per creare la nostra storia.
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11 mesi fa
Giorgio, 52
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Il personal trainer... speciale
Era ormai qualche settimana che andavo in quella palestra, nel tentativo di migliorare un po’ il mio fisico molto magro e cercare di rimanere in forma quel minimo che bastava per non fare una rampa di scale con il fiatone.
L’orario era sempre abbastanza tardi la sera, per poter conciliare il più possibile l’attività fisica con quella lavorativa, nell’arduo tentativo di fare in modo che la vita privata non fosse cancellata dagli impegni lavorativi sempre molto pressanti.
A quell’ora si era sempre in pochi e spesso anche male assortiti, tanto che Mark, l’istruttore, un uomo di colore figlio di militari americani di stanza in Italia, dell’indefinibile età tra i quaranta e i cinquantacinque, completamente calvo ma con una rada barba, si doveva fare in quattro per poter seguire i pochi frequentatori. Era un uomo ovviamente in piena forma, dal fisico muscoloso ma non in maniera eccessiva, dai modi gentili ma fermi e decisi, soprattutto quando c’era da correggere postura e movimenti di chi frequentava la palestra sognando di migliorare il proprio fisico tanto da somigliare appena vagamente a lui. Alle volte sembrava più un sergente dei marines che un istruttore, e tutto questo faceva sì che la sua età restasse un po’ un mistero: giovane palestrato o maturo comandante?
Di certo aveva un gran fisico e, come notai una sera in cui venne a fare la doccia nello spogliatoio in cui mi ero sistemato, dotato come se oltre a sviluppare i muscoli, l’attività fisica gli avesse permesso di sviluppare anche una notevole dotazione. Non potei fare a meno di notarlo: si piazzò in una doccia di fronte alla mia e il suo uccello pur moscio si faceva notare per le generose dimensioni. Totalmente depilato, ondeggiava invitante e venoso mentre lui si lavava. L’ennesima conferma che i neri da quel punto di vista sono di gran lunga superiori a noi bianchi, e che il luogo comune sulle loro dimensioni era, di certo nel suo caso, la pura realtà dei fatti. Mi resi conto che forse lo stavo osservando troppo insistentemente, per cui distolsi lo sguardo in fretta sperando che nessuno si fosse accorto delle occhiate un po’ troppo interessate che gli stavo dedicando. Tornai a casa fantasticando su come doveva essere in azione, ma dalla volta successiva cercai di scacciare il più possibile tali pensieri dalla mia testa per evitare ogni possibile figuraccia in palestra.
Una sera, quando ormai l’estate si avvicinava, in palestra eravamo davvero in pochi. Io rimasi a fare il mio programma di allenamento fino alla fine, mentre tutti gli altri avevano accorciato i loro carichi di lavoro, un po’ per il caldo, e un po’ perché le serate invogliavano ormai più ad uscite in giro per la città che alla fatica di una palestra. Stanco ma soddisfatto di quanto fatto andai nello spogliatoio a farmi una meritata doccia, e mentre mi finivo di sciacquar via il sapone, vidi Mark entrare nella doccia di fronte alla mia. Mi salutò con un sorriso che ricambiai, ed io indugiai ancora qualche secondo nel lavar via accuratamente il sapone (più che altro una scusa puerile), rimanendo ancora una volta incantato nel vedere quel grosso pezzo di carne far bella mostra di sé fra le sue gambe tornite e muscolose. Presi l’accappatoio e mi andai a sedere sulla panca, asciugandomi i corti capelli ed il corpo, ripensando ancora in maniera ossessiva a quel che avevo ammirato.
Dopo poco, Mark arrivò e si sedette sulla panca di fronte alla mia, e sorridendo mi fece i complimenti, cosa molto rara per lui. “Grazie Mark, ma… per cosa?” chiesi con un sorriso. “Vedo che il tuo fisico è molto più tonico della prima volta che sei venuto, segno che questi mesi sono serviti” disse lui, nel suo perfetto italiano, dopo anni nella mia città. “Beh, grazie a te, direi” replicai lusingandolo anche un po’ “visto che ho solo fatto quello che mi hai detto di fare”. “Vero” disse lui “ma non darlo per scontato. In tanti non ci mettono il giusto impegno e non eseguono bene quello che ordino loro, e i risultati non arrivano”. “Sei tu l’istruttore” dissi “quindi do per scontato che quello che mi dici di fare sia la cosa più giusta. E poi,” aggiunsi tra il serio e lo scherzoso “spesso il tuo tono non ammette repliche, comandante”. Lui rise e poi rispose “È l’approccio più giusto per arrivare al risultato: io ordino, tu esegui. Sarà che in effetti ho un po’ l’indole del comandante in tutte le cose…”. “Si intuisce abbastanza” gli dissi mentre finivo di asciugarmi. “E’ che mi piace sempre avere il controllo sulle cose e sulle persone… sul lavoro e nella vita… anche a letto” aggiunse portando il discorso su un argomento che poteva diventare rovente.
“Non so perché, ma l’avevo immaginato” dissi sorridendo come se stessimo solo giocando con le parole e niente di più, dandogli la possibilità di finirla lì. “Posso capirlo” disse ridacchiando. “Il fatto è che finisco per diventare esigente, e oggi le donne sono diventate molto poco remissive. È davvero difficile trovarne abbastanza sottomesse da sottostare ai miei ordini” aggiunse serio, riportando l’argomento in una zona minata pronta ad esplodere. “Davvero? Eppure ero quasi convinto che fossero comunque in tante a volere un uomo che le guidi” replicai. “Invece sono molto poche… forse perché più che guidarle tendo ad… usarle” disse con naturalezza, ma senza più sorridere “e magari posso diventare molto esigente”. “Come qui in palestra” dissi provando ad alleggerire un po’ l’atmosfera, senza rendermi conto che invece stavo provocando l’effetto contrario. “Esatto” disse lui prontamente, togliendosi l’accappatoio “E come hai visto i risultati arrivano se ti lasci guidare da me… e secondo me a te viene naturale eseguire…” aggiunse lasciando lì appesi una quantità intrigante di sottintesi. In piedi, guardandomi, con un asciugamano si strofinava accuratamente l’inguine, l’interno delle cosce e il membro, con movimenti fin troppo lenti, come ad aspettare una mia reazione.
“So che se faccio tutto quel che mi chiedi di fare ottengo i risultati che voglio, quindi… eseguire i tuoi ordini è la cosa migliore da fare” dissi sorridendo e lasciando a lui l’interpretazione delle mie parole. Non volevo correre il rischio di interpretare male le sue… magari ero io che ci vedevo quello che non era, e che invece volevo vedere… e la figura da idiota era giusto dietro l’angolo…
“Bravo, è proprio quello che voglio” disse posando l’asciugamano e lasciando il suo cazzo libero di oscillare, moscio ma invitante “Se ti lasci guidare da me ti garantisco che ci toglieremmo molte soddisfazioni… potrei essere il tuo personal trainer speciale ed insegnarti un bel po’ di cose… che ne dici?” chiese con un tono che evidentemente non avrebbe ammesso un no come risposta. Io lo guardavo cercando di non far trasparire la voglia che ormai era cresciuta a dismisura, ma il mio sguardo finiva sempre per abbassarsi a contemplare quel grosso arnese nero che prometteva di diventare qualcosa di davvero grosso.
“Il mio… personal trainer… speciale? Sarebbe fantastico” non trovai di meglio da dire, mentre lui si avvicinava a me. “Ottimo” disse lui soddisfatto ma senza nemmeno l’accenno di un sorriso “Ma dovrai eseguire i miei ordini… essere a mia disposizione… sottomesso a me… e a lui” aggiunse ormai ad un metro da me, indicando il suo grosso uccello che iniziava lentamente a prendere vita. Io lo guardai, e risposi senza esitare nemmeno per un attimo: “Mi piacerebbe moltissimo…”. Non riuscii ad aggiungere altro, mentre il suo cazzo ormai iniziava ad assumere dimensioni sempre più importanti. “Ne ero sicuro… e poi ho visto come guardavi il mio cazzo sai?” aggiunse quasi con tono di rimprovero. “Ti avviso che sarà un addestramento molto molto impegnativo… ma ti piacerà, vedrai” disse ormai ad un passo da me. “Non vedo l’ora di iniziare” dissi con un inequivocabile tono di voce da cui traspariva tutta la voglia che ormai mi stava facendo perdere il controllo.
Mark non se lo fece ripetere, afferrò il suo cazzo sempre più vicino ad una piena erezione e, mettendomi una mano sulla testa per tenerla ferma, inizio a passarmi il grosso membro sul viso senza tanti complimenti. Lo strofinò sulle guance e sulle labbra, e poi lo usò per colpirmi con forza il viso. “Apri la bocca” mi ordinò perentoriamente subito dopo. Io obbedii prontamente spalancando le labbra e lui senza troppi complimenti mi spinse in bocca il cazzo, iniziando a pompare. Sentivo il cazzo ormai duro fra le mie labbra scorrere deciso sulla lingua, riempiendomi completamente la bocca, costringendomi ad aprirla al massimo per accoglierlo per il diametro impegnativo di quel tronco nero. Lui mi teneva saldamente la testa con le mani e spingeva deciso, ma riusciva abilmente ad affondare fino all’inizio della gola, senza forzare. Era comunque impegnativo per le notevoli dimensioni e per l’energia delle spinte, tanto che abbondante saliva iniziò a colarmi fuori dagli angoli della bocca. “Bravo” disse sfilando dalla bocca il suo splendido cazzo “Questo mi sembra l’atteggiamento giusto”.
Mi prese per un braccio facendomi alzare e tirandomi verso la sala pesi parzialmente illuminata. “Vieni, adesso iniziamo a fare sul serio” disse portandomi verso una panca per i pesi. Mi ordinò di sdraiarmi a pancia sotto e mi disse di non muovermi. Dopo poco tornò con delle cose in mano e prese innanzitutto a sistemarmi come voleva lui. Mi mise con il culo al limite della panca, poi prese delle fasce elastiche per i polsi e le usò per legarmi le caviglie alle gambe della panca, immobilizzandole. Senza tanti complimenti mi prese prima un braccio e poi l’altro portandomeli dietro la schiena, e con un'altra fascia mi legò i polsi. Io non dicevo nulla, lasciandogli fare ciò che voleva, eccitato ma anche un po’ intimorito pensando alle minacciose dimensioni del suo splendido membro. Poi si sedette davanti a me, mi sollevò leggermente la testa e infilò il suo grosso cazzo nero nella mia bocca, avanzando con il bacino fino a che non arrivò al limite della gola. Ero ormai completamente bloccato a quella panca dalle fasce elastiche e dal suo cazzo, e non potendo in alcun modo guardare quello che stava facendo, cercai di capire cosa stesse succedendo dai rumori.
Ad un tratto sentii le sue mani decise iniziare a massaggiarmi i glutei e ad allargarli e stringerli, un massaggio interrotto improvvisamente da una potente e sonora sculacciata che risuonò nella palestra deserta. Poi sentii le sue mani staccarsi dal mio culo, armeggiare con qualcosa e subito dopo le sue dita passarmi sul buco bagnandolo con una sostanza fresca e densa che evidentemente era gel lubrificante: ne spalmò in abbondanza sul buco e poi affondò dapprima un dito, poi due e infine tre insieme, massaggiandomi lo sfintere e allargandolo con le dita, lubrificandolo abbondantemente.
All’improvviso si alzò, svuotandomi la bocca, e lo sentii girare attorno alla panca e piazzarsi dietro di me. Immaginai che stesse usando il gel per il suo grosso uccello, o forse più che altro lo speravo vivamente, viste le sue dimensioni… e le sue intenzioni. “Ora iniziamo l’addestramento” disse con voce ferma “Voglio proprio vedere se con te ci ho visto giusto” aggiunse iniziando a strofinare la cappella turgida fra le mie natiche. “Se è così… diventerai la mia troia sottomessa e io il tuo personal trainer… anale” disse poi iniziando a spingere. Sentii il suo enorme cazzo spingere contro il mio culo e la cappella iniziare a farsi strada, allargandomi l’ano in modo da levarmi il fiato, nonostante avesse già visto cazzi di tutto rispetto. L’abbondante gel per fortuna faceva la sua parte, ma il diametro del suo arnese era davvero fuori misura. Mark sfilò la cappella e poi riprese a spingerla dentro, facendo sì che il mio sfintere cedesse ancora. Ripeté l’operazione più volte, mentre io quasi senza fiato provavo un piacere perverso che superava ogni timore di quel grosso cazzo. Quando sentì che il mio culetto era pronto, affondò ancora ma questa volta non si fermò, spingendo lentamente quell’enorme tronco nel mio culo centimetro dopo centimetro. “Sapevo che ci saresti riuscito… Lo sai? È difficile trovare qualcuna che voglia il mio cazzo nel culo… hanno tutte paura… Ma non tu… a te piace vero troia?” mi sussurrò all’orecchio. “Oh sì” gemetti sentendo che il culo si stava lentamente rilassando “Da morire…”. Una potente sculacciata mi colpì il gluteo destro, facendomi istintivamente stringere il culo e sentire quell’enorme cazzo in tutta la sua durezza e grandezza. “Non ho sentito, puttana!” disse lui deciso. “Mi piace da morire!” dissi con voce più forte. “Ne ero certo… si vede che sei fatto per prendere cazzi” disse. “Adesso però iniziamo a fare sul serio… Vedrai… Sarà un addestramento duro e impegnativo”.
Iniziò a muoversi lentamente, avanti e indietro, affondando fin dove poteva quello splendido esemplare di cazzo nero che scorreva ben lubrificato e accolto sempre più docilmente dal mio culo sempre più rilassato. L’idea che quell’enorme cazzo fosse entrato nel mio culo da sola bastava a farmi perdere da testa e sentirlo durissimo muoversi dentro di me mi dava un piacere intenso e perverso. “Bravo, stai andando davvero bene… pochi arrivano fin qui…” disse mentre lentamente ma inesorabilmente i suoi movimenti si facevano più profondi, decisi e veloci.
Mi afferrò per i polsi legati con entrambe le mani, e tirò verso di sé, facendomi inarcare la schiena mentre le spinte si facevano man mano più decise. Sentivo il suo membro durissimo e larghissimo affondare sempre più energicamente nel mio buco ormai aperto come mai mi era successo. “Così, troia… così!” disse piantandomelo a fondo, e muovendo il bacino a destra e a sinistra, massaggiandomi il culo e facendomi sentire la sua grossa presenza dentro di me. “Preparati troia, perché adesso iniziamo a fare sul serio… questo era solo un assaggio” disse. “E non azzardarti a dire basta, perché finiresti per peggiorare le situazione” aggiunse quasi come una minaccia, sottolineata da una potente sculacciata.
Mi prese ancor più saldamente i polsi e ricominciò a muoversi. Dopo pochi colpi il ritmo era già diventato sostenuto e il suo cazzo affondava nuovamente deciso nel mio culo ormai pronto per la fase successiva dell’addestramento. Ad ogni colpo Mark spingeva un po’ di più, e la foga che iniziava a metterci sempre maggiore, facendo diventare quell’inculata sempre più impegnativa. Immobilizzato e con il suo splendido attrezzo nero che mi sbatteva con sempre maggior forza, provavo sensazioni intensissime e perverse, ansimando e gemendo ad ogni colpo, con la panca che quasi iniziava a spostarsi sotto le sue spinte, mentre il rumore ritmico del suo bacino che sbatteva contro il mio culo era l’unico rumore che accompagnava il nostro ansimare nella palestra deserta e silenziosa.
“Cazzo che culo che hai” disse Mark senza smettere per un attimo di scoparmelo con sempre maggio forza. “Finalmente una troia degna del mio cazzo”. “Oh sì… bravo… non smettere… spaccamelo… spaccami il culo” mugolai. “Ti piace essere scopato così vero? Lo sapevo che avevi bisogno di un toro… Ti accontento subito troia… te lo spacco questo culo!” disse aumentando ancora la forza delle spinte, affondando senza alcuna pietà il suo cazzo dentro di me. “Lo vuoi troia? Ne vuoi ancora?”. “Sì… sì! Dammelo… inculami così…” ansimai. “Devi chiedermelo nel modo giusto troia!” disse fermandosi all’improvviso e dandomi un’altra forte sculacciata che mi fece bruciare il culo. Ripresi fiato, e poi dissi “Sfondami il culo… ti prego…”. “Così va meglio… brava la mia troietta” disse ricominciando a montarmi come un toro, usando il mio culo come se fossi il suo oggetto di piacere.
Mi spaccò il culo per lunghi minuti ad un ritmo forsennato, e mentre mi godevo quella monta selvaggia mi chiedevo come facesse a resistere così a lungo con quel ritmo. Quello stallone nero spingeva senza mai rallentare il suo splendido cazzo equino nel mio culo ormai reso elastico come non mai, lubrificato dall’abbondante gel e dai suoi umori.
D’un tratto lo sfilò dal culo, mi slegò le caviglie, mi fece alzare e mettere in ginocchio a fianco di un grande specchio a muro. Mi ritrovai il suo splendido cazzo durissimo davanti al viso, solcato da vene che lo rendevano ancora più possente. “Guardati nello specchio!” mi ordinò, mentre lui iniziava a menarsi furiosamente il cazzo. “Adesso ti riempio la faccia di sborra…” disse un attimo prima che il primo schizzo di sperma sgorgasse potente a colpirmi il viso. Altri schizzi seguirono, abbondanti e potenti, bagnandomi guance, labbra, naso e colandomi lungo il viso sul mento e anche sul collo. “Apri la bocca troia” ordinò. In un attimo il suo cazzo era fra le mie labbra, e lo sentii pulsare ancora due o tre volte, sentendo la sborra bollente riversarsi nella mia bocca. Finì di svuotarsi i coglioni nella mia bocca e poi sfilò il suo cazzo, ed io assaporai ed ingoiai il nettare bollente che mi aveva schizzato fra le labbra. “Mi sembra un buon inizio credo” disse facendomi guardare nello specchio il mio viso bagnato dalla sua sborra. “Sei un ottimo allievo” aggiunse “Credo che tu sia davvero portato. Farò di te l’oggetto del mio piacere, da usare a mio piacimento. E sappi che non accetto un no come una risposta, perché non c’è nessuna domanda…”.
Dal basso, con il suo sperma che colava sul mio viso, lo guardai e dissi semplicemente “Usami”. La seconda lezione stava per iniziare…
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11 mesi fa
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Giocando a tre (2)
Era passato qualche mese dalla sera della sfilata e le fantasie da quella volta si susseguirono rapide, fino ad un altro fatidico venerdì sera.Eravamo a casa dal lavoro e il pomeriggio lo passammo a stuzzicarci. Era appena arrivato per posta il nuovo giocattolino, un plug anale. Tu volevi provarlo subito, per vedere come mi calzava questo “gioiello” nel culo, io invece ti stuzzico perchè ho altri progetti.Alle 20 iniziammo a prepararci per uscire, avevamo appuntamento alle 21 con Marco per provare un nuovo ristorante. Il mio ragazzo mi avvertì che Marco era fuori dal cancello, ma io ovviamente non ero ancora pronta, mancavano gli ultimi dettagli da “femme fatale”, che non potevo certo trascurare visto i due begli uomini con cui uscivo! Io indosso un vestitino nero aderente, che segnava le mie curve, abbastanza corto, con autoreggenti e un perizoma che lasciava intravedere tutto dalla bellissima trasparenza. Lui appena mi vide mi abbracciò, mi baciò il collo e mi sussurrò in un orecchio "Piegati". Io lo guardai con occhi furbi, avevo già capito cosa voleva fare di me. Mi chinai in avanti appoggiandomi al tavolo del soggiorno. Lui si inginocchiò dietro di me, mi spostò il perizoma e mi diede una profonda leccata alla figa, da davanti a dietro, come solo lui sa fare. Andai in estasi, adoro essere presa così alla sprovvista, adoro essere leccata. Estrasse dalla tasca il plug, lo insalivò e lo spinse dentro di me. Sussultai, un misto tra dolore e piacere. Ammirò un po’ il mio culo incorniciato da questo giocattolo, poi risistemò il perizoma al suo posto. Ero evidentemente bagnata! Ma così com’ero uscii di casa.Io salii in macchina dietro, lasciai davanti i due uomini a chiacchierare. Il mio lui chiese a Marco come va, poi si girò e con un sorriso malizioso mi chiese “E te come va?!”. La mia risposta fu altrettanto maliziosa: "MOLTO bene". Marco ci guardò un po’ curioso, ma sono convinta che avesse intuito qualcosa di malizioso nei nostri toni. Mi fecero molti complimenti per come ero vestita. Il mio ragazzo colse la palla al balzo e aggiunse un po’ sfacciato “E vedessi sotto il vestito, è uno schianto!”. Io stetti al gioco, aprii di scatto le gambe e poi le chiusi ridendo. Peccato che Marco non potesse vedermi proprio bene dal sedile davanti!La serata passò tra chiacchiere divertite e buon cibo. Ad un certo punto, mentre Marco stava ordinando il solito amaro a fine pasto, il mio ragazzo mi guardò intensamente, si avvicinò al mio orecchio sussurrandomi con fare imperativo: "Ora da brava vai in bagno, ti togli il perizoma e lo metti nella borsa. Poi torni qui a sederti".Diligentemente mi alzai e andai in bagno. Quando tornai al tavolo, gli feci vedere il trofeo in mano, mi diede un bacio sulla guancia e con la mano passò lungo la mia schiena. Senza dare nell'occhio fece un giro leggero, mi palpò il culo e sentì con piacere il suo dito non aveva incontrato l'elastico. Nella mano avevo veramente il mio perizoma!Marco chiese incuriosito “Che c'è?” e lui gli disse "Oh niente, solo che se volevi vedere l'intimo adesso puoi" e così facendo gli mostrai la mia borsa con dentro il perizoma nero.Sgranò gli occhi incredulo, voleva mangiarmi, tirar su il vestito e guardare se era vero che ero nuda. Lui rincarò la dose dicendo "Adesso indossa solo il nuovo giocattolo". Gli mostrò la foto del plug, quella che mi aveva fatto di nascosto mentre me lo stava infilando a casa! Diventa sempre più rosso, un misto di voglia e di imbarazzo per il luogo in cui si stava svolgendo questo gioco malizioso. Io ridendo lo guardai e confermai di avere solo addosso il plug. “Eh no, allora voglio vederlo anche io!” fu il suo commento diretto. E la mente tornò allo spettacolino di qualche mese prima. La mia mente stava già macinando una nuova fantasia a tre. La serata proseguì, ma eravamo visibilmente eccitati tutti e tre. Io ero già bagnata, per il plug e per la fantasia, ma fortunatamente il vestito scuro non lasciava trasparire i miei umori. Una volta a casa, mentre sale l’ultimo caffè di rito, mi infilai di nuovo il mio perizoma. Era palpabile che stavano aspettando un nuovo spettacolino, e io mi preparai. Chiesi ad entrambi di sedersi sul divano, mentre finivo di preparare il caffè. Questa veste di cameriera sexy era molto eccitante. Mentre aspettavamo il caffè, mi sistemai di fronte ai due uomini seduti sul divano, presi il mio vestito dalle spalline, le allargai, fino a lasciare le spalle scoperte. Il vestito scese ancora, in modo molto sensuale; si intravvedeva il reggiseno a balconcino, poi le tette uscirono fuori veloci, il capezzolo turgido bello in vista.Il vestito scese ancora, ora si intravvedeva il perizoma, fino a che lo spingo giù veloce a terra. Resto solo con i tacchi, le autoreggenti, il reggiseno a balconcino, il perizoma semi trasparente che lasciava intravvedere le labbra nella penombra della luce soffusa.La moka fece rumore, il caffè era pronto. Mi voltai per andare ai fornelli. Sentivo i loro sguardi eccitati addosso. “Sei veramente uno schianto!” mi sentii ripetere da entrambi. Camminavo e il mio culo si muoveva in modo sensuale. Giocavo a fare la diva. Il mio ragazzo mi disse “Sono eccitato da morire, vieni a sentire quanto è duro”. Posai i caffè sul tavolino, ma non erano certo interessati a quelli. Mi dissero: "Beh ora ci puoi mostrare anche il nuovo giocattolino". Li guardai ammiccante.Mi girai, mi piegai a novanta davanti a loro. Loro erano li impalati, cosi eccitati da non riuscire a dire altro che “sei uno schianto”. Anche se ero girata, ogni tanto li guardavo e sentivo il fuoco nei loro occhi. Misi le mani sulle ginocchia e mi piegai ancora di più. Eccolo, si vedeva li, tra le fosse del mio culo. Si vedevano anche le mie labbra, e gli umori che colavano tra le cosce. Ero molto eccitata. Mi fecero cenno di sedermi in mezzo a loro. Io mi alzai e obbedii. Conosco quello sguardo: il mio ragazzo vorrebbe prendermi e scoparmi li sul posto, con foga. La testa e le mani appoggiate al corpo di Marco, mentre affonda i suoi colpi su di me. Me lo aveva già raccontato una volta mentre mi scopava, quella volta mi stava immaginando addosso ad un altro uomo mentre lui pompava con forza su di me. Infatti non resistette, lo tirò fuori e me lo mise in mano. Io iniziai a segarlo; con la mano andai sulla patta dei pantaloni di Marco dicendogli “Dai faccio sfogare anche il tuo cazzo". Gli sbottonai i pantaloni e glielo tirai fuori.Non ci misero molto a venire tra le mie mani, eccitati com'erano. Mi bagnarono con i loro succhi; li tenni in mano per un po’, per lasciar loro il tempo di riprendersi dal godimento. Ormai si erano fatte le due di notte, e vedendo Marco stanco e leggermente brillo, il mio ragazzo gli propose di dormire sul divano. Ci preparammo tutti e tre per la notte, ma il mio ragazzo era ancora troppo eccitato. Aveva voglia di prendermi. Appena entrai a letto, mi volle completamente nuda, anche senza slip. Iniziò a palparmi e a stuzzicarmi. Solo l’abat-jour del comodino emanava una luce soffusa, molto provocante. Tolse le coperte, mi volle vedere completamente nuda. Mi stese, iniziò a far scorrere la sua lingua su tutto il mio corpo, allungò la mano e prese la benda per gli occhi che teneva nel comodino. Mi nascose alla vista e mi legò le braccia con le manette che teneva fisse al letto; le sue mani correvano dappertutto, una sensazione meravigliosa. I miei piedi furono imprigionati da altre manette. Ero aperta, spalancata, a sua disposizione, il suo oggetto del desiderio. Non era la prima volta che mi legava, avevamo fatto altri giochi insieme, più o meno spinti. Ricordo la prima volta, io timorosa di quello che sarebbe successo. Ricordo la seconda, che fu un’esplosione di sensualità e passione, con musica soffusa, carezze di piume, tocchi di frustino e mani che mi esploravano. Ricordo un’altra volta, che in mancanza di giochi, uso dei pezzi di verdura per procurarmi piacere. Ogni volta un gioco nuovo, una complicità diversa, una passione intensa.Iniziò a leccarmi.. le mie labbra erano umide e lui le succhiava con piacere. Risalì verso di me e mi sussurrò in un orecchio “Aspettami un attimo che vado a lavare il vibratore”. Sono lì con le orecchie tese a captare ogni vibrazione dell’aria, non potendo vedere niente. Pochi istanti e lo sento di nuovo sopra di me. Fece scivolare il vibratore su tutto il mio corpo facendolo entrare dentro.lo fece pompare.. stavo godendo. Sentii una lingua che accompagnava il vibratore.Poi la bocca mi succhiò, mi leccò, esplorò ogni singolo centimetro delle mie labbra sentendo il mio sapore come se non lo avesse mai sentito prima.E in effetti era così: andando a lavare il vibratore aveva incrociato Marco che spiava da fuori la camera e lo aveva invitato ad entrare e spogliarsi in silenzio.Ora era lui che mi leccava con avidità, voglioso, ma io bendata ero all'oscuro di tutto e mi lasciai leccare godendo profondamente.Gli fece cenno di togliersi perchè voleva scoparmi. Salì sul letto e si mise in mezzo alle mie gambe. Mi staccò le manette dai piedi in modo da potermi prendere bene, e con le gambe appoggiate alle sue braccia iniziò a scoparmi con foga. Marco era lì che ci guardava voglioso. Lui gli fece un cenno verso il comodino, vide che sopra c’era un preservativo, lo prese e se lo mise. Si alzò dal letto e lo invitò a prendere il suo posto. Io sentii qualcosa di strano, ma ero bendata, e stavo godendo. Nel silenzio di loro due pensai che fosse stato il mio ragazzo ad aprire la bustina del preservativo. Qualcuno salì di nuovo sul letto, mi prese le gambe e infilò il suo cazzo dentro di me. Il mio lui guardava la scena, guardava mentre Marco mi prendeva veloce, non vedeva l'ora di vedermi tra le mani di un uomo che non era lui. E io godevo. Più tardi mi confesso che era un piacere guardarmi mentre godevo con un altro. Io sentivo che non erano gli stessi movimenti di sempre, ma nell’eccitazione del momento non feci domande, non volevo perdere nessun brivido. Ad un certo punto sento un cazzo che si avvicina alla mia bocca!! Per un attimo restai ferma, quasi pietrificata, ma poi ripresi a godere, pompata com’ero sotto. Il cazzo dentro la bocca era del mio ragazzo, ne riconoscevo il gusto! Mi stava pompando e io lo accolsi.Marco venne dentro di me, lo sentii… fu una sensazione strana ma eccitante, essere posseduta da un altro uomo. Quando Marco vide che lo stavo succhiando al mio ragazzo, volle unirsi anche lui. Uscì da me, si tolse il preservativo e si mise dall'altra parte del mio corpo. Alternavo leccate e succhiate tra i due uomini al mio fianco.. mi sentii una mano liberata dalle manette, poi anche l’altra. Ora con le mani libere li presi entrambi, e mentre segavo uno succhiavo l'altro.Stavano quasi per venire entrambi, ma c'era ancora una cosa che il mio ragazzo voleva fare di me. Mi sussurrò nell'orecchio di girarmi e mettermi a pecorina. Voleva il culo! Io obbedii, sempre bendata, e lui si mise dietro di me. Stava quasi per entrare, ma mi faceva un pò male. Disse a Marco: “Vuoi avere l’onore di farle il culo prima tu?". Si tolse dal letto e lasciò il posto a Marco. Io ero in attesa di essere scopata, mi piace essere presa da dietro, da delle sensazioni speciali. Sentii Marco che sforzava, fino a quando entrò. Pompò dentro di me fino a venirmi dentro. Si tolse e il mio ragazzo prese il suo posto, iniziando a pomparmi di nuovo. Stavamo godendo entrambi; mentre affondava dentro di me, gridò di piacere. Anche io ero sazia di lui! Uscì dal mio corpo e mi buttai sul letto stanca ma pienamente soddisfatta! L’orgasmo era stato amplificato a mille grazie alla benda, che mi procura ogni volta sensazioni amplificate. Dopo qualche ora di sonno, a mattina presto ci alzammo per fare colazione insieme. Non eravamo ancora stufi di noi, tra sorrisi soddisfatti e occhiate complici.
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11 mesi fa
DreamingPassion, 47/44
Ultima visita: 3 giorni fa -
Giocando a tre (1)
Sono passati 3 anni da quel novembre in cui li ho conosciuti, e da allora siamo sempre stati insieme, una bella amicizia che col tempo si è consolidata. Con loro mi trovavo veramente a mio agio. Marco e il mio ragazzo si conoscono da una vita, sono più che amici, quasi fratelli. Anche se tra noi due era nato un rapporto che andava ben oltre l'amicizia, quei momenti a 3, specie il venerdi e il sabato sera, non li abbiamo mai lasciati, anche da fidanzati. Serate sempre molto leggere e divertenti, chiacchiere, molto feeling... si parlava veramente di tutto! questioni di lavoro, fatti quotidiani, amicizie in comune...e anche sesso. Ci scherzavamo spesso, al mio ragazzo intrigava parecchio questa libertà che avevamo, anche perchè la fantasia non gli manca...e non solo la fantasia! Una sera come altre… ero distesa sul letto, nuda. Lui inginocchiato vicino a me, mi mise il suo cazzo davanti alla bocca. Mentre lo guardavo intensamente, lo feci sparire veloce tra le labbra, fino in fondo come piace a lui. Le sue dita stavano scivolando tra le mie labbra, insistendo e giocando con il grilletto. La passione si era decisamente accesa tra di noi quella sera… si avvicinò al mio orecchio e iniziò a sussurrarmi una sua fantasia.... darmi ad un altro uomo! "Immagina che ora, mentre me lo stai succhiando, c'è un altro che ti sta leccando e palpando le tette!". Mentre glielo succhiavo, prese le mie gambe, le spalancò velocemente, come per espormi completamente al terzo del gioco, in piedi davanti a me aperta... Mi eccitai ancora di più… si sentiva che mi stavo bagnando... ma era solo una fantasia. Nella stanza non c'era nessuno. Fu durante un'altra scopata che si materializzò per caso un nome. Eravamo sul divano, io lo cavalcavo completamente nuda, girata di schiena...lui mi stava palpando dappertutto, e io mi inarcai al passaggio delle sue mani esperte per offrirgli tutto... le tette, il ventre, giù all'inguine fino ad arrivare alle labbra, che trovò già bagnate. Non ci vuole molto, quest'uomo mi eccita solo col pensiero! Mentre mi stava accarezzando vogliosamente, appoggiai la testa alla sua spalla, mi inarcai completamente perchè mi potesse esplorare...è qui che iniziò di nuovo a sussurrarmi la fantasia a tre. "Immagina che ora li davanti a te ci sia un altro, che ti vuole... devi allargare bene le gambe, cosi ti può vedere bene e occuparsi della tua fighetta." Per renderla ancora più reale, mi sistemò, mi aprì... Ero sempre più eccitata. E nell'eccitazione del momento, gli sussurrai quasi per scherzo: "e chi è il terzo? Marco?". Non so come mai sono stata cosi audace, ma credo che per lui sia stata come una fitta, perchè mi ha guardato stralunando gli occhi. Non aveva mai pensato al suo amico in questa veste. Quando raccontava era sempre un estraneo che giocava con noi, qualcuno fuori dal giro degli amici stretti. E così mi guardò e sorridendo disse: "Beh, forse in fondo chi meglio di lui potrebbe apprezzare questo gioco con noi? Noi praticamente siamo fratelli, è un ragazzo serio, carino, riservato. E soprattutto, posso darti in mano ad una persona affidabile!". Da quel momento diventò per lui un chiodo fisso, nei discorsi, nei pensieri, nelle sue fantasie... voleva che il terzo fosse Marco. Si sa, le fantasie non restano tali per molto tempo.... questa prese forma durante una serata "only men" che erano soliti fare in settimana, amiconi com'erano. Davanti ad una birra al solito bar, gli mostrò alcune mie foto e video hot che gli avevo mandato in privato... questi giochi erotici a distanza erano il nostro modo di colmare la lontananza fisica che ogni tanto eravamo costretti a subire causa lavoro. Quella volta al bar, sicuramente dopo una serata passata a parlare di donne e sesso, come spesso gli uomini fanno, provò ad alzare la posta in gioco… non più foto e video di sconosciute recuperati facilmente in internet, ma pose e gesti di una persona a loro molto vicina...io!! Iniziò a provocarlo, facendo cadere il discorso apposta su di me per vedere se era interessato...e Marco non era certo indifferente! Prima gli mostrò alcune mie foto nuda, per tastare il terreno... poi non resistette alla tentazione di fargli vedere un video dove giocavo con un vibratore. A seguire gli fece vedere un altro video dove mi stavo masturbando: infilavo il dito dentro, giocavo con la mia "tana", poi mi alzavo e camminando verso la camera leccavo il mio dito in modo provocante. Il video era molto sexy... evidentemente ispiravo molto sesso! Marco disse che dopo aver visto un video cosi era impossibile non volermi scopare subito. Quando glielo mostrò il mio ragazzo sentì una scossa, un'eccitazione incredibile nel mostrarmi così intimamente e nel vedere Marco che mi mangiava con gli occhi. Marco era visibilmente eccitato, tanto che gli chiese di rivederlo dal suo cellulare. Il giorno dopo mi raccontò di com’era andata la serata e il gioco che aveva iniziato. Mi chiese se poteva far vedere ancora a Marco i miei video, se avrei provato imbarazzo. Io gli dissi che se li vedeva dal suo telefono non c'erano problemi, conosco Marco e la sua riservatezza, mi fido ciecamente. Il mio ragazzo si stupì della mia audacia, non pensava che glielo avrei lasciato fare. Dopo questa prima provocazione, le cose andarono sempre più veloci. Marco non osava mai con me per paura di rovinare la nostra amicizia, ma il mio ragazzo, eccitatissimo all'idea, iniziò ad escogitare un piccolo piano che fosse realizzabile, senza essere troppo impegnativo per nessuno. Un giorno nella nostra chat, per caso (ma neanche tanto), buttò lì una scommessa con me: chi perdeva era alla mercè degli altri due. In particolare, se avessi perso io, avrei dovuto fare una sfilata con dell'intimo che avrebbero scelto gli altri due. Neanche a farlo apposta, perdo la scommessa... in fondo era opinabile chi aveva realmente vinto! Era il gioco che stava prendendo forma. Non c'è dubbio che un po' gliel'ho lasciato fare, perchè sentivo che la sua eccitazione stava crescendo. Ma in fondo cresceva anche la mia voglia di superarmi e di sfidare la situazione. Il mio lui iniziò a pubblicare in chat qualche proposta di completino intimo che avrei dovuto indossare per la sfilata... ormai i giochi erano veramente avanti. Restai al gioco, anche un po' ignara di quello che realmente sarebbe successo. Neanche a dirlo, loro avevano scelto un completino molto molto minimal, che lasciava vedere le tette e la figa...ma io ho preferito un vestitino a rete, che comunque non lasciava molto spazio alla fantasia. In pochi giorni arrivò il pacco, il mio ragazzo lo aprì ed iniziò già a fantasticare e lanciare provocazioni nella nostra chat, che accesero di colpo la situazione. E' un venerdì sera e ci siamo trovati come spesso succede noi tre per una birra. Io maglia scollata, tacchi e pantaloni molto aderenti. Come sempre la serata finì a casa del mio ragazzo per l'ultimo caffè di rito e le ultime chiacchiere. Non mi ci è voluto molto a capire che ormai i giochi erano quasi fatti! Il mio ragazzo portò il discorso sulla scommessa persa e tirò fuori il vestitino appena arrivato. Sentivo che i suoi ormoni erano a mille, glielo leggevo in faccia... non vedeva l'ora di mostrarmi a Marco con quel completino addosso! Con un sorriso dissi "Ok! ho promesso che pago il mio debito!". Sentii palpabile l'eccitazione di entrambi, e nonostante facessero i navigati sul sesso, anche per loro era la prima volta in un gioco cosi. Mentre si prepararono il caffè, io andai in camera a prepararmi...mi sentivo un po' incosciente nel fare questo spettacolo, ma ormai il dado era tratto e volevo vedere fin dove mi sarei spinta in questo azzardo. Aprii la porta della sala un po' intimorita: era la prima volta che mi offrivo nuda ad uno che non fosse il mio ragazzo. Erano seduti sul divano. Entrai! Feci una camminata per la sala...indossavo scarpe nere con il tacco a spillo, un perizoma semitrasparente e il vestitino a rete che ovviamente lasciava le mie curve in bella mostra. Il vestitino era cortissimo, mi arrivava giusto all'inizio del culetto; le tette spingevano contro la rete e mettevano in mostra i capezzoli turgidi ed eccitati per la situazione.Mi mangiarono con gli occhi, lo sentivo... Un po' ci presi gusto, mi piaceva essere guardata, era qualcosa di nuovo per me. Mi chiesero altro caffè… presi la moka, andai sculettando verso il lavello e iniziai a preparare altro caffè. Ero voltata di spalle, il mio culo era in bella vista attraverso la retina, sodo e rigido sopra i tacchi. Gli apprezzamenti non finivano mai. Ad un certo punto mi sentii presa da dietro...era il mio lui che non resistette e mi venne a toccare, a baciare, ad abbracciare. Si erano alzati tutti e due, in verità. Eravamo lì tutti e tre vicino ai fornelli. Il mio ragazzo tirò fuori il suo cazzo duro, di marmo. Voleva che sentissi quanto era eccitato, voleva che lo segassi, che lo prendessi in bocca, che me lo infilassi dentro. Voleva tutto, lo sentivo, lo sapevo. Era un fuoco! Mi chinai e lo presi in bocca per succhiarglielo. So che non resiste quando mi chino ai suoi piedi, lo guardo dritto negli occhi e lo prendo tutto in bocca fino in fondo. Iniziai a leccarlo profondamente. Sentii che disse con soddisfazione a Marco "Allora, che te ne pare?". Marco gli rispose subito: "Beh, da voi due ora vedrei proprio volentieri uno spettacolino in diretta". Non c'è stato invito più accattivante: il mio lui mi prese, mi appoggiò al muretto della cucina, mi alzò il vestitino a rete, neanche tanto piano, mi spostò il perizoma... me lo infilò bello duro e iniziò a prendermi da dietro, mentre Marco ci guardava eccitato. Le sue mani correvano davanti sulle mie tette. Io lo lasciai fare, l'eccitazione era veramente tanta. Spinse il suo cazzo dentro di me un po' di volte...io ero molto bagnata, lo volevo dentro di me per godere. Marco continuava a guardarci con molta voglia negli occhi, lo spettacolo improvvisato lo eccitava da morire. Pensavo che si sarebbe unito anche lui, magari allungando una mano per toccarmi le tette....ma non è successo niente. Forse aspettava un mio cenno per agire, o forse la situazione aveva già toccato un livello inaspettato per la nostra amicizia. E penso che in fondo sia stato bello cosi. Come prima volta ci eravamo già spinti tutti e tre oltre le nostre fantasie iniziali.
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11 mesi fa
DreamingPassion, 47/44
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Fuochi di capodanno
Anche quest'anno è finito.Mi ritrovo in un locale con amici a festeggiare. In realtà sono qui solo per gli amici. Non mi piace stare in un locale a capodanno. Ma stare a casa con quella che sarà la ex moglie è anche peggio. La maggior parte di loro voleva evadere. Democraticamente si è votato, la maggioranza ha vinto.Ed eccomi qui: completo nero, giacca lunga con collo coreano; camicia grigio chiaro, cangiante, a righe, sempre in tonalità di grigio ma più scure.La flute di champagne nella mano destra, la sinistra in tasca... in attesa di chissà cosa.
Cammino tra la gente cercando di divertirmi, cercando una mia evasione. E' quasi ora......inizia il coro del conto alla rovescia, mi avvicino al gruppo, è quasi il momento di brindare al nuovo anno.Abbandono i miei pensieri e mi unisco al coro: "cinque... ".In una frazione di secondo ti vedo, abito lungo con spacco fin sopra la metà coscia. A fianco ad un uomo. Forse il tuo. Non lo so, non mi importa."quattro..." continuo il countdown, ma guardo te: capelli scuri, lunghi, leggermente mossi."tre..." corpo asciutto e sinuoso, con le curve al posto giusto."due..." terza di seno, coppe sode, scollatura profonda... s'intravede che porti un reggiseno senza coppe. I capezzoli liberi di muoversi strofinano sul tessuto e tendono verso l'esterno, quasi a voler richiamare l'attenzione."uno..." sguardo intrigante, sicuro di sé."Auguri! Buon anno..." Tra i baci e gli abbracci i miei occhi ti cercano, ti seguono, ti scrutano tra la folla...è ora dei fuochi. Nonostante la temperatura della gelida notte invernale, ci dirigiamo sul terrazzo ad osservare i fuochi artificiali.Ti seguo, mi dirigo verso di te. Mi posiziono alle tue spalle. L'uomo che ti è accanto ti parla. La mia mano più audace che mai, incurante degli avvertimenti del cervello e della gente che ci circonda, si posiziona sulla tua coscia.
Nessun segno di ribellione da parte tua. Immagino che tu abbia chiuso gli occhi per goderti la carezza che le mie dita ti stanno offrendo. Ma questa tua concessione mi autorizza a fare di più: cerco lo spacco, la mia mano s'insinua all'interno. Scopro con piacere che porti le autoreggenti. Le mie dita percorrono la tua pelle sino a raggiungere il tuo intimo. Con il pollice mi sposto sul gluteo e ne percorro il confine tra pelle e pizzo. Scie luminose incendiano la notte, mentre il tuo silenzio incendia il mio desiderio.Oso di più. Le dita scostano il bordo elastico del tanga. L'indice gioca per qualche secondo con le tue labbra per poi tuffarsi nel tuo caldo fiore. Forse anche tu hai voglia di qualcosa di più di una semplice serata tra amici, forse l'idea di essere toccata da uno sconosciuto... qualcuno accanto a te ti dice che i fuochi sono davvero belli. "E' stupendo!". La tua risposta esce soffocata e strozzata da un gemito, che si perde tra i botti di fine anno.Le mie dita si muovono velocemente dentro te, mentre con l'indice cerco e stuzzico il clitoride.Improvvisamente una mano mi ferma. Un brivido mi percorre.L'altra tua mano scivola dietro la schiena e si posa sui miei pantaloni, in cerca del sesso. Lo trovi, lo tasti, lo stringi. Poi con estrema destrezza mi abbassi la cerniera e lo estrai.Vedo la tua schiena chinarsi leggermente in avanti. Capisco!Non vuoi godere con le dita, vuoi godere sul serio. E vuoi regalarmi un sogno.Lo sguardo della gente, degli amici, di tutti è proiettato ai giochi di luce nel cielo. Tutt'intorno a noi è buio. Scosto la gonna, approfittando dell'ampio spacco. Mi aiuti e sposti il tanga, porgendomi le grandi labbra. Appoggio il membro tra le tue cosce. Spingo il glande appena dentro... mi fermo. Lascio che i nostri sessi si conoscano, si godano il primo momento di piacere... lascio che i tuoi umori avvolgano il mio sesso. I fuochi si stanno intensificando, lo spettacolo sta per finire.Istintivamente spingi indietro i tuoi glutei. Entro completamente in te. La mia mano, che prima accarezzava le tue cosce, ti afferra per il fianco. I miei movimenti sono lenti ma decisi. La mano si sposta sul tuo seno, infilandosi nella scollatura. Lo afferro con la mano, mentre con l'indice ed il medio afferro e gioco con tuo capezzolo. Incalzo il ritmo. Non resisterò ancora molto. Pochi attimi e un gemito strozzato mi fa capire che stai godendo. Subito dopo esco e raggiungo il mio piacere sui tuoi glutei.I nostri respiri, i nostri battiti lentamente tornano alla normalità, mentre nel cielo si spegne l'ultimo fuoco.
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11 mesi fa
mentecorpoanima, 53
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LA PRIMA VOLTA DI MIA MOGLIE - 2^ Parte
LA PRIMA VOLTA di MIA MOGLIE
2^ PARTE
Riprendo il racconto che, come già indicato nella 1^ parte, rappresenta una esperienza reale vissuta nel marzo 2022 e che, per come si è realizzata, ha avuto un’importanza significativa nella mia vita di coppia.
PREMESSA
Sono conscio che il lettore medio di questo racconto sia principalmente interessato alla cronologica descrizione degli eventi più lussureggianti della storia (in fondo siamo in un sito erotico), tuttavia ho ritenuto necessario proporre un preambolo alla narrazione in modo che tutti siano i grado di comprendere a pieno, non solo la situazione in cui si è creata “la prima volta”, ma anche lo stato d’animo e le sensazioni psicologiche degli attori stessi ed, in ultima analisi, il percorso cerebrale che ha portato a maturare questo passaggio.
***
È frequente nelle coppie vivere, prima o poi, un periodo di crisi coniugale. Le cause possono essere molteplici: la routine matrimoniale, il fatto di darsi per scontati, lo stress lavorativo, le abitudini, la stanchezza, etc. .
In ogni caso sono periodi estremamente logoranti dove rischia di perdersi ogni reciproco stimolo emotivo.
Ebbene, durante i primi mesi post emergenza covid, noi eravamo in una di queste fasi.
Il nostro sentimento era sempre molto forte ma era meno palese, quasi scontato. Era come se ci fosse un’ombra cupa tra di noi…….qualcosa di non ben definito, che comunque rischiava di allontanarci fino quasi a farci sentire più due individui che una coppia.
Sono situazioni difficile da spiegare che, tuttavia, portano (erroneamente) a pensare che il proprio malessere psicologico dipenda in qualche modo dal comportamento del proprio partner.
Io, in particolare, sentivo mancare l’empatia di coppia…. non vedevo più nella mia compagna la volontà (e soprattutto il piacere) di comprendere le mie esigenze. Non percepivo più in Lei il desiderio di rendere felice e realizzato il proprio uomo.
Intendiamoci, di fatto non avevo nulla di trascendentale da rimproverarle, era una mera sensazione….un’atmosfera negativa che alleggiava tra noi e che, personalmente, mi intristiva molto perché contrastava con il mio assoluto bisogno di unione e complicità di coppia.
Più passava il tempo e più la tensione aumentava. Sembrava un progressivo e inesorabile precipitare.
A un certo punto, anche futili decisioni, come la scelta del programma tv, sembravano diventare oggetto di beneplacito o quanto meno di compromesso.
Tutto stava diventando tremendamente snervante. Dormire con la finestra aperta o chiusa, materasso morbido o rigido, uscire o stare a casa, cosa cucinare alla sera, la mia uscita della domenica mattina per il rituale allenamento in bicicletta……ogni mia scelta sembrava essere motivo di discussione e/o di contrattazione.
Lo stesso normale dialogo coniugale cominciava a risentirne; ormai ogni banale conversazione rischiava di trasformarsi in un’accesa discussione polemica……non c’era più nulla di pacato tra noi……tutto sembrava poter sfociare improvvisamente in un conflitto tra opinioni inconciliabili.
Anche nell’intimità stavamo vivendo una sorte di triste declino. Facevamo ancora l’amore ma in modo spento, convenzionale……da vecchia coppia stanca. Ormai si faceva sesso sempre nello stesso luogo (nel letto matrimoniale), Patrizia non indossava più la sua sensuale lingerie ed anche nella scelta delle posizioni sessuali spesso si finiva per previlegiare esclusivamente la comodità o la praticità a discapito del piacere.
Come se non bastasse (causa lockdown sanitario) da oltre due anni non giocavamo più con coppie o singoli ed i club privé rappresentavano ormai per noi solo uno sbiadito ricordo per noi.
In tale contesto, credo che il mio principale errore sia stato quello di non parlare apertamente (e soprattutto tempestivamente) del mio malessere interiore. Ritenevo infatti (oggi posso dire ERRONEAMENTE) che la mia compagna di vita non potesse non percepire la mia palese insofferenza. Pertanto l’unica spiegazione che riuscivo a darmi della sua inerzia ed indifferenza, era che non fosse interessata al mio stato d’animo e ciò, ai miei occhi, equivaleva a mettere in serio dubbio il suo affetto nei miei confronti.
Fortunatamente la realtà era diversa e Patrizia me ne diede prova durante il nostro momento peggiore.
Infatti, dopo un sofferto e lungo periodo di silenzi, una sera il confronto è improvvisamente arrivato.
A dir la verità, più che un confronto sembrava uno “scontro”, fatto di reciproche accuse e lamentele …..poi però, a un certo punto, Lei ha preso l’iniziativa e dopo aver confermato i suoi sentimenti nei miei confronti, ha avviato un costruttivo processo dialettico che, per maggior chiarezza, ripropongo a seguire in maniera pressoché testualmente :
P. – Perdonami Amore, ma io ti amo come e più di prima. Non voglio perderti e voglio dimostrarti che possiamo tornare quelli di un tempo. Forse ho dato per scontato il nostro rapporto ma anche a me non piace come stiamo vivendo la nostra relazione. Non mi riconosco più, voglio tornare la donna che hai conosciuto. In fondo ci amiamo e questa è l’unica cosa che veramente conta. Non possiamo buttare via tutto quello che c’è tra noi.
IO – Non voglio che Tu cambi solo per paura di perdermi, io vorrei che Tu avessi piacere di stare con me, di condividere cose con me. Io ti ho sempre considerata, non solo mia moglie, ma anche la mia compagna, la mia amica, la mia confidente nonché la mia complice. È questa la Patrizia che ho sempre desiderato.
P. – Ma anch’io voglio essere quella donna e voglio dimostratelo. Noi abbiamo bisogno di una svolta, di complicità, di qualcosa che ci unisca nuovamente….di un nostro segreto da condividere…..di trasgressione. Senti…perché non invitiamo un singolo a casa nostra?
IO – Per far cosa? I soliti giochi soft per poi tornare alla solita routine?
P. – No. Questa volta voglio andare oltre ai nostri vecchi limiti. Questa volta lo voglio scopare.
IO – Lascia perdere. Non ci sarebbe alcuna soddisfazione sapendo che lo faresti solo per me. Non è quello che desidero e Tu lo sai? Io ho sempre adorato la nostra complicità di coppia, non mi interessa il tuo sacrificio alla Giovanna D’Arco.
P. – E chi ti dice che lo faccio per Te?
IO – Vorresti farmi credere che improvvisamente è diventato un tuo desiderio? Scusa ma faccio veramente fatica a crederci?
Ricordo ancora benissimo il sorriso malizioso sul bel viso di Patrizia, mentre, con tono quasi di sfida, replicava al mio scetticismo con queste semplici tre parole:
P. – Mettimi alla prova.
Al termine di questa frase, confesso che ho sentito un brivido corrermi su per la schiena. Ero completamente pervaso e stordito da una moltitudine di sentimenti, confusi e coesi tra loro, che andavano dall’amore, all’ eccitazione, alla sorpresa, alla paura, alla gelosia e molti altri ancora che nemmeno riuscivo a riconoscere.
Quel giorno stesso ci mettemmo alla ricerca di un single e già per la sera stessa avevamo fissato un appuntamento a casa nostra con Tommaso.
Nel colloquio telefonico preliminare, dopo aver adeguatamente chiarito le regole del gioco (“Patrizia scoperà ma non si concederà a rapporti orali e anali”), avevo raccomandato al nostro amico massima delicatezza e sensibilità considerando che si trattava di una “prima volta” per Patrizia.
Appuntamento alle 21, ma già alle 20,30 Patrizia è già tutta “apparecchiata”: stivali neri con tacco a spillo, autoreggenti nere, un abito lungo di pizzo con ampio spacco di coscia e generosa scollatura. La trama del pizzo nero lasciava veramente poco all’immaginazione. Inoltre il vestito era molto leggero e pertanto i suoi capezzoli reagirono rapidamente alla fredda attesa inturgidendosi e sollevandosi nelle trasparenze.
Ricordo che le dissi: “Sei bellissima, se ritarda 5 minuti ad arrivare ti scopo io”.
Arrivò puntuale. Patrizia prese subito l’iniziativa. Andò incontro al nostro ospite salutandolo e avvinghiandolo subito con uno stretto e prolungato abbraccio che non avrebbe lasciato indifferente neanche un eunuco. Il nostro amico non poteva non aver sentito i suoi seni premergli sul petto. La conferma di ciò, la ebbi subito. Infatti il suo imbarazzo nell’essere accolto in modo così diretto era evidente. Non proferiva parola.
Anche questa volta ci pensò Patrizia a “rompere il ghiaccio”. Infatti lo fece accomodare sul divano del salotto e comincio a rivolgergli apprezzamenti con voce volutamente suadente.
Senza neanche volerlo, mi trovai ai margini della scena, ne approfittai allora per attivare la videocamera del mio cellulare……non volevo perdere nulla di ciò che si stava prospettando davanti ai miei occhi.
Intanto sul divano, le mani di entrambi già cominciavano a dispensarsi carezze e sfioramenti reciprochi, dapprima incerti e superficiali poi sempre più diretti e passionali. Ormai i primi timidi approcci del nostro amico si erano trasformati in voraci palpate…..le sue mani che inizialmente si soffermavano con movimenti lenti e controllati sull’elastico dell’autoreggente quasi a voler definire la zona di confine tra la calza e la pelle liscia della gamba, ora passavano, freneticamente e senza pudore, dall’interno coscia al petto ………quasi a non saper decidere dove stare.
Un attimo dopo, vedo il seno sinistro nudo di Patrizia stretto tra le dita di Tommaso mentre la sua bocca ingorda succhia il capezzolo più che mai inturgidito dalle precedenti attenzioni. Patrizia geme prima di piacere e poi di dolore quando l’azione del nostro esuberante amico eccede.
Io sono completamente stravolto dall’eccitazione…….le tette di mia moglie succhiate senza ritegno da uno sconosciuto e sta anche gemendo di piacere.
Improvvisamente Tommaso si inginocchia davanti a Patrizia la quale, percependone le maliziose intenzioni, anticipa la sua azione aprendo, senza alcun ritegno, le gambe.
La visione che offre è irresistibile. Infatti a seguito dei profusi strofinamenti prestati, il perizoma si è insinuato tra le grandi labbra della vulva lasciando trapelare una curata quanto sensuale peluria pubica.
Un attimo dopo il suo perizoma è accostato a lato delle grandi labbra scoprendo il clitoride gonfio di eccitazione. La lingua di Tommaso non perde tempo e inizia un lento ma inesorabile lavoro sul “grilletto” di Patrizia. I gemiti aumentano a dismisura e i movimenti ritmici delle mani di Patrizia sulla testa di Tommaso sembrano confermare le manifestazioni di piacere appena udite.
Adesso entrambi i seni di Patrizia sono scoperti mentre le dita di Tommaso agiscono sui capezzoli pizzicandoli quasi a voler sintonizzare una stazione radio. Nel frattempo la testa di Tommaso è sempre tra le cosce di mia moglie che, continua a esprimere parole di approvazione per l’insaziabile lavoro di succhiamento che viene riservato al suo clitoride, ora più che mai gonfio e bagnato.
Dopo qualche minuto Patrizia riprende il comando delle azioni. Fa sedere Tommaso sul divano e le si siede sopra rivolta verso di Lui. La scena che mi si presenta è favolosa: Tommaso ha la testa tra le tette di Patrizia mentre le sue mani palpeggiano lussuriose il sinuoso culo del mio Amore.
P.S. – Per la cronaca, il culo di Patrizia è uno dei suoi punti di forza…..fianchi rotondi e natiche a forma di cuore ne fanno un vero capolavoro apprezzato da tutti coloro che hanno avuto occasione di giocare con noi.
Decidiamo di spostarci rapidamente in camera da letto per proseguire più comodamente il gioco.
Pochi secondi e Patrizia è sdraiata sul letto con addosso solo stivali ed autoreggenti. Anche Tommaso non perde tempo ed in un attimo è completamente a nudo…….la sua eccitazione è già ben evidente.
Ricomincia il cunnilingus che Patrizia dimostra subito di apprezzare. Ben presto, l’azione della lingua viene sostituita dal movimento ritmico di un dito. Patrizia apprezza a tal punto da chiedere:
P. - “SIII,…dai! Mettimi anche un dito nel culo” .
Non so se sia possibile esprimere a parole l’eccitazione che una frase del genere può generare in un uomo. Io non ci riesco!
Il movimento delle due dita all’interno di mia moglie era già di per sé estremamente provocante, ma la reazione verbale di Patrizia alle stimolazioni ricevute mi fece letteralmente sbandare:
P. – SI… SI…un dito in figa ed un dito in culo…..mi stai riempiendo tutta.
Poi alza la testa cercando il mio sguardo e aggiunge:
P. – Amore, mi manca solo un cazzo in bocca.
Ben presto le dita in figa passano da due a tre e infine addirittura a quattro. Il nostro amico però si fa prendere troppo dal momento e comincia a stantuffare esageratamente finché un gemito di dolore di Patrizia e un mio immediato rimprovero non lo fanno desistere.
Patrizia riprende in mano il pallino del gioco ed estrae da sotto il suo cuscino il suo migliore amico, il suo vibratore “succhiaclitoride”. L’immagine di Lei sdraiata a gambe aperte mentre si masturba provoca in me inquietudini profonde e contrastanti. L’eccitazione si accresce ancor di più quando Tommaso decide di contribuire al piacere di Patrizia infilandole un dito in figa. Questa volta la sua azione è più delicata e controllata e, di conseguenza, più gradita.
Pochi minuti ed ecco Patrizia esplodere in un orgasmo fatto di forti gemiti liberatori.
Vederla godere, mentre è penetrata da un dito non mio, ha risvegliato in me istinti difficilmente confessabili.
Si invertono nuovamente i ruoli. Ora è Patrizia che, riprendendo l’iniziativa, fa sdraiare sulla schiena Tommaso e le regala un sensuale quanto gradito body massage.
Sgrano gli occhi, non voglio perdermi alcun particolare. Osservo con attenzione il mio Amore mentre con le sue morbide tette sfiora dolcemente il petto del nostro ospite. Vedo i suoi capezzoli…sono talmente turgidi da sembrare due chiodi e sono altresì evidenti i brividi provocati al fortunato ricevente.
Per mettere a contatto le tette di Lei al petto di Tommaso, inevitabilmente il suo culo di Patrizia è rimasto sollevato. Da dietro l’immagine di Patrizia è strabiliante: osservo il suo culo rotondo in primo piano e le grandi labbra ancora aperte dopo il recente orgasmo. Quando poi Tommaso comincia a picchiettare le dita sulla figa ancora leggermente slabbrata di Patrizia, si sente il rumore dei suoi umori……E’ BAGNATISSIMA !!!
Non ancora soddisfatta del trattamento ricevuto, Patrizia, con voce lieve ma decisa, le sussurra:
P. – Mettimi un dito dentro.
Tommaso ovviamente non se lo fa ripetere e inizia a penetrarla intimamente.
Patrizia riprende il movimento lento ma costante del suo corpo sinuoso; porta così il suo seno a scendere fino all’ombelico mentre contemporaneamente il suo pube struscia sugli attributi maschili del nostro ospite. Il cazzo di Tommaso ora sembra scoppiare.
A questo punto non è più possibile attendere oltre, l’eccitazione di tutti è al limite.
Tommaso si infila il preservativo, aiutato da una Patrizia un po’ impacciata in un compito a cui non è più abituata.
Il nostro impaziente amico si infila tra le gambe di Patrizia e comincia ad armeggiare con il suo cazzo nel tentativo di penetrarla. Quando ormai aveva appena cominciato a far pressione sulla “soglia”, Patrizia lo spinge via, facendoci sospettare in un ripensamento tardivo.
L’imbarazzo però scompare subito, quando la sento rivolgere a Lui con le seguenti parole:
P.- Voglio stare sopra. Ti voglio scopare io.
In un attimo Patrizia è sopra di Lui nella classica posizione “dell’amazzone”.
Da dietro ho una visione perfetta della scena: vedo la mano di Patrizia cercare e trovare sotto di Lei l’asta di Tommaso, la vedo puntare il membro eretto all’ingresso della vulva, la vedo spingere progressivamente il glande dentro le grandi labbra, e infine….la vedo sedersi dolcemente sul cazzo fino a totale inserimento.
L’immagine della virilità maschile che lentamente scompare interamente dentro la figa della mia donna è una scena quasi irresistibile per me.
Il lento movimento ascendente e discendente del culo di Patrizia sul suo cazzo prosegue ritmico. Vedo il cazzo entrare ed uscire a un cadenza regolare fino a quando, l’impazienza di Tommaso non lo porta ad unirsi a Lei nel movimento….accentuando i tempi delle spinte.
Adesso si muovono entrambi in simultanea; quando lei scende con il culo, Lui sale col bacino. In questo modo la penetrazione è più profonda. Tommaso aumenta ancora il ritmo e Patrizia è costretta a interrompere il suo. Ora è solo Lui che spinge…..in modo sempre più profondo e concitato.
La mia eccitazione sale ulteriormente quando sento Patrizia gridare:
P. – SI…SI…SCOPAMI . Lo voglio dentro, lo voglio sentire tutto…fino in fondo….fino alle palle.
Comincio a temere che tutto finisca troppo presto e allora chiedo di cambiare la posizione.
Patrizia si mette a 90 gradi (posizione a pecorina” per intenderci). Lui è un po’ basso, fa fatica a penetrarla in quella posizione. Le chiede di abbassarsi davanti fino ad appoggiare petto e viso al letto. Adesso è riuscito ad entrare. Tramite le mani la tiene per i suoi sinuosi fianchi in modo da poter gestire meglio il ritmo delle spinte. Ad ogni affondo, si sente il rumore dei due corpi che si scontrano.
Cambiano ancora la posizione, ora tocca alla “missionaria”. Lei si sdraia supina allarga e solleva le gambe velate dalle calze nere. Già solo vederla in questa posizione è uno spettacolo. Lui traffica un po’, sembra non riuscire a trovare la “strada”….Lei per aiutarlo, le dice:
P. – più su, più su…..più su, più su!
Allora Lui le risponde;
T – Lo vuoi nel culo ?
E Lei, preso coscienza delle sue reali intenzioni, categoricamente:
P. – NO !! Il culo e la bocca li do solo a mio marito.
Non credo mi sia possibile esprimere l’orgoglio e la soddisfazione che una tale frase mi ha dato.
Alla scorrettezza del nostro ospite che, ben conscio delle regole della casa, ha provato a esigere più di quanto (ed era molto) le era stato concesso, si è sovrapposta la ferma reazione della mia compagna di vita che ha messo in chiaro che Lei era lì per un gioco e solo per quello.
Lei è e resterà mia, come io sono e resterò suo. Il fatto che i nostri corpi vengano occasionalmente “condivisi” per i nostri capricciosi giochi trasgressivi non cambia la realtà dei fatti.
Dopo questo breve momento di imbarazzo, finalmente il nostro “furbone” trova la strada giusta e comincia il suo movimento “stantufforio” incitato dai gemiti e dalle frasi provocanti di Patrizia.
Sposto il mio punto di osservazione…mi posiziono dietro di loro. Durante il frenetico movimento penetrativo, vedo palle di Lui scontrarsi rumorosamente con le natiche di Patrizia.
Vista e udito……una combinazione eccitante e sensuale. Il sesso vissuto con tutti i sensi…..
Lui le alza le gambe in modo da poter esercitare spinte più ampie e profonde, Dai suoi gemiti animaleschi si intende che è quasi all’apice del piacere.
Lei sembra capirlo e grida:
P. – SI…SI,,,,,sborrami tutta,,,,,,voglio sentirti godere.
E’ troppo per Lui……non resiste…..esplode in una serie di mugugni di piacere seguiti dai rumori degli ultimi due profondi colpi d’anca contro le natiche di Patrizia.
Tommaso è stremato, si lascia scivolare a lato del letto.
Non perdo tempo. Sposto le gambe di Patrizia verso la mia posizione e la posseggo con energia.
Tutti i miei colpi sono seguiti dal rumore dei nostri corpi che si scontrano.
La bacio con passione, mentre le dico che l’amo e che sono orgoglioso e felice di avere una donna come Lei.
Immediatamente dopo esplodo dentro di Lei, riempiendola con tutto il mio seme.
CONCLUSIONE
Sono stato un uomo che si “nutriva” di grandi emozioni e, per quanto mi è stato possibile, ho cercato costantemente di vivere la mia esistenza in modo libero e anticonformista. Di conseguenza ho sempre detestato i luoghi comuni, i conformismi e le ipocrisie della nostra società cosiddetta “evoluta” dove le apparenze contano più della sostanza.
Pertanto, considerato il mio essere, non avrei potuto trovare donna migliore di Patrizia che per me non è solo mia moglie ma anche la mia donna, la mia compagna, la mia amica. La mia complice, la mia porca…..il mio tutto.
Nonostante le inevitabili difficoltà incontrate nella quotidianità della convivenza, mai nessuna persona mi ha fatto sentire tanto realizzato quanto Lei.
L’esperienza raccontata, al di là dei suoi piacevoli lati trasgressivi, è stata fondamentale per me perché ha rappresentato un’evidente conferma dell’unione e della complicità della nostra coppia.
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lucrezia13,
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Un appuntamento trasgressivo – terzo episodio
L’amicizia con Roberto e Nicoletta continuò dopo quel primo incontro per molto tempo.
Poteva capitare di passare il pomeriggio e/o la notte in loro compagnia.
In una delle diverse occasioni di incontri, dopo aver passato il pomeriggio e tutta la sera insieme, esausti per la lunga maratona di sesso, ci eravamo addormentati tutti e tre sul grande letto.
La mattina successiva, all’improvviso, una piacevole sensazione si diffonde nel mio corpo mentre mi risveglio lentamente dalla fase di sonno profondo.
Il mio pene è duro come una roccia.
"Che succede? Che ore sono?" penso ancora assonnato nella mia mente.
Guardo alla mia sinistra e vedo Nicoletta che giace nuda accanto a me.
Alla mia destra, vedo Roberto inginocchiato tra le mie gambe che mi sta succhiando il cazzo duro e geme compiaciuto.
Il sole splende e illumina la stanza attraverso la tenda semiaperta e i miei occhi si girano di riflesso verso l'orologio.
Dico stizzito a voce alta: "Cazzo è tardi, ho dormito troppo, sono già le 7:30, a quest'ora dovrei essere già in viaggio per l’ufficio".
Come se fossi stato morso da una tarantola, scrollo di dosso Roberto completamente stupito e, in preda al panico, mi infilo frettolosamente i vestiti.
Chiedo scusa a Roberto e Nicoletta dicendo loro: “Devo andare via immediatamente sono molto in ritardo.”
Lei, per il trambusto da me fatto, ora è sveglia e sta appoggiata alla testiera del letto piuttosto confusa: "Cosa è successo, perché tanta fretta?" dice con un filo di voce, nella confusione e la fretta non sento nemmeno.
Una volta rivestito, mi avvio per andare via cercando di spiegare la mia fretta: “Scusate ma è già troppo tardi. Oggi ho una riunione importante a cui non posso mancare, devo scappare.”
Arrivato nella sala riunioni, saluto frettolosamente la persona seduta accanto a me dopo aver preso posto.
“Ciao Alberto, non ti sei perso niente. Come sai parla molto ma non dice niente di interessante." Leone è un tipo simpatico e rilassato con i suoi modi divertenti.
Lo stimo perché pur essendo giovanissimo e alle prime armi è molto competente sul lavoro.
Mi guardo intorno, mi rilasso un po’, lascio che la noiosa dissertazione del Direttore prenda il sopravvento.
Rifletto sul giorno andato. Mi rivengono in mente tutti i momenti passati con i miei amici, esperienza molto erotica quella della sera precedente ... continuo a scuotere la testa quasi incredulo per la fortuna avuta nel far parte della loro vita sessuale.
"Cosa stai pensando, sembri totalmente da un’altra parte?" Mi dice Leone sorridendo.
Risposi: "Non sono nelle corde giuste, sono molto distratto questa mattina.”
Leone: “Rilassati e stai attento così da evitare problemi con il capo, ti sta guardando da quando sei entrato."
"Sì, Leone, giusto, sono solo un po' in confusione oggi."
"Ok Alberto," dice e mi mette una mano sul braccio, "se mai hai voglia di chiacchierare, sono un buon ascoltatore."
“Grazie, magari qualche volta potremmo andare a bere una birra insieme."
"Non c'è di che, Alberto, ma ora è meglio tornare dal nostro noioso dottor Bla Bla Bla."
Nella tarda mattinata, la riunione volge al termine, il Direttore distribuisce ancora alcuni documenti e ci chiede di leggerli attentamente.
Tutti i partecipanti dopo i suoi tortuosi monologhi hanno abbandonato la sala delle riunioni e si sono avviati alle loro rispettive stanze.
Leone mi saluta con una stretta di mano e dice: "Ciao, Alberto, spero che tu possa rilassarti un po’ dopo tutte queste stupide chiacchiere."
Risposi: "Cercherò di distrarmi un po'. Ci vediamo."
La sera, uscendo dal lavoro prendo un taxi, voglio tornare al più presto per rivedere i miei amici che avevo abbandonato senza una vera spiegazione.
Era già sera tardi, dopo una giornata faticosa, non avevo voglia di chiudermi a casa e andare da Nicoletta e Roberto immaginavo sarebbe stato molto più piacevole.
La massiccia porta di legno si apre e Roberto mi saluta con un veloce bacio sulla guancia: "Entra, Alberto." mi accoglie e mi fa entrare nella grande sala, "Prima di tutto, siediti e rilassati. Vuoi qualcosa da bere? Come è andata oggi? "
«Con piacere, Roberto, se hai una birra fredda la bevo volentieri. Oggi sono piuttosto annoiato, una giornata come questa richiede un certo livello di sopportazione che non ho più. Dov'è Nicoletta? Volevo scusarmi anche con lei per questa mattina, sono scappato via senza una adeguata spiegazione."
"La mia Nicoletta si è presa una pausa, questo pomeriggio è partita con la sua amica Teresa per il fine settimana benessere in una Hotel con Spa. Ha detto che dovremmo prenderci cura di noi da soli per questi due giorni."
Roberto sorride compiaciuto.
Nella mia mente passano diversi pensieri: “Probabilmente aveva voglia di concedersi un momento per sé stessa. Le sue vibrazioni erotiche mi mancheranno.”
Penso anche che abbia voluto togliersi di mezzo per lasciare campo aperto a Roberto.
Lui, quasi per giustificare Nicoletta, disse: “Come sai, entrambi abbiamo un rapporto molto aperto e onesto l'uno con l'altro. Ognuno di noi asseconda l'altro nelle sue scappatelle."
Pensando a Nicoletta con la sua amica, il mio piccolo si è svegliato tra i pantaloni e preme pesantemente contro il tessuto: "Wow, Roberto, è molto bello quello che dici, quindi vi raccontate tutto sulle vostre relazione di sesso non avute insieme?"
E lui: “Si, certamente, in fondo è solo desiderio fisico di sesso sfrenato e indecente, desiderio del cazzo di qualcun altro, di un corpo attraente di una donna che ti desidera senza inibizioni. Questo non ha niente in comune con l'amore, noi ci amiamo incondizionatamente.”
Poi. Continuando, disse: “Se ti va, puoi restare qui con me in questi giorni."
Risposi: “Per me è ok, mi piacerebbe molto. Dovrei farmi una doccia prima di andare a letto, oggi è stata veramente dura come giornata. Hai degli asciugamani per me?"
"Certo, ne troverai un po' nel bagno sullo scaffale all'angolo."
In bagno mi tolgo i vestiti, il mio cazzo sussulta mentre mi levo i boxer e mi infilo nell’ampio piatto doccia ed inizio a insaponarmi generosamente.
Ne ero quasi sicuro, quando la porta della cabina si aprì e Roberto si presentò dietro di me nudo, non rimasi sorpreso.
Lui chiese lascivamente se potesse entrare. Senza nemmeno aspettare la mia risposta, iniziò a massaggiare la schiuma sulle mie spalle.
Mi manipolava delicatamente il collo e la schiena e poi, spostando le sue mani calde, anche il petto.
Sentivo il suo grosso pene rigido che si spingeva tra le mie natiche e le sue mani che si muovevano verso il basso, accarezzando il mio corpo.
Tenevo le braccia appoggiate alla parete e inarcavo la schiena e spingevo il sedere verso di lui, allargando un po' di più le gambe.
Un brivido piacevole mi prese quando raggiunse l'interno delle mie cosce e poi mise una mano sulle mie palle e l'altra avvolse il cazzo ormai duro come una roccia.
Molto lentamente e con delicatezza, Roberto tirò indietro il mio prepuzio e mi accarezzò il frenulo con il dito.
Di seguito, la mia verga viene energicamente accarezzata dalla sua mano.
Senza liberare la mia asta dalle sue mani, Roberto si rannicchia dietro di me.
Mi viene la pelle d'oca mentre lecca delicatamente il mio culo, partendo dalla parte posteriore, che copre di baci caldi, fino alla base del sedere, e danza intorno tamponandola con la sua lingua appuntita.
Forti emozioni mi travolgono, cedo ai miei bisogni animaleschi, Roberto fa di tutto per farmi impazzire.
La sua lingua si insinua profondamente tra le mie natiche.
Il mio pre-sperma inumidisce il mio glande, Roberto lo raccoglie e lo strofina con piacere sul mio cazzo, io gemo di lussuria mentre cerca di trovare la mia apertura posteriore con la lingua: “Uhmmm … auchhhh … bellissimo mi fai morire.” Dico con la voce rotta dall’emozione.
All'improvviso l'ha fatto, la punta della sua lingua è rimasta bloccata nel mio retto.
Il suo piccolo sostituto del cazzo mi scopa devotamente nella mia fessura e cerca di spingermi sempre più in profondità, intuitivamente mi allungo un po' più verso di lui.
Un orgasmo fenomenale si sta preparando: “Vengo … vengo … vengooooo!”
Il "punto di non ritorno" è stato superato, le mie grosse palle si induriscono ancora un po' e lo sperma inesorabilmente risale verso l'alto.
Comincio a urlare forte e lo riverso nella sua mano che mi masturba, il mio cazzo schizza lo sperma violentemente.
Lui riesce a prenderne una parte, il resto schizza sulla parete e scorre lentamente verso il piatto della doccia.
Dopo un violento orgasmo il mio cazzo si calma lentamente, pulsa solo leggermente nella sua mano, Roberto masturbandomi fa uscire ancora qualche goccia di seme che sta perdendo la sua durezza.
Mi ha completamente prosciugato, crollo debolmente contro la parete.
Si porta alla bocca lo sperma che ha in mano e se lo lecca dalle dita con abbandono.
“Alberto, sei un po' più rilassato di prima?" mi chiede Roberto con la bocca ricoperta di sperma.
Sorride soddisfatto mentre si mette in bocca l’ultima goccia.
"Andiamo a letto, penso che adesso potrai dormire bene e ricaricare le batterie per domani."
Così facemmo, senza perdere tempo andammo a dormire nel grande letto.
La mattina dopo, quando mi sveglio, Roberto sta coccolato dietro di me, mi divincolo dalle sue braccia nel modo più discreto possibile e vado in bagno per fare una doccia veloce, lavarmi i denti e pettinarmi i capelli.
Al ritorno nella stanza da letto, do a Roberto un piccolo bacio sulla guancia, anche lui adesso è sveglio e mi dice: "Mi è piaciuto molto ieri sera."
"Ci penso io a te oggi." gli sorrido.
Fin dal primo incontro con Roberto sapevamo entrambi che eravamo destinati a fare del sesso insieme.
Come diceva sempre Nicoletta, Roberto ha sempre desiderato l'avventura e la spontaneità nei rapporti con il proprio sesso.
Questi due giorni insieme sarebbero stati l’occasione perfetta per lasciarsi andare.
Io ero sempre lo stesso con cui aveva fatto sesso insieme a Nicoletta.
Stavamo godendo dell'atmosfera dopo il risveglio e una sana doccia.
Facevamo colazione quando mi sono avvicinato a lui e ho sussurrato: "Andiamo,” prendendogli la mano “ritorniamo in stanza da letto."
Roberto sentì un brivido elettrico scorrergli nella schiena mentre io lo trascinavo verso il corridoio che conduceva al letto.
Una volta dentro, l'atmosfera cambiò, l'aria era allo stesso tempo carica e intima, e le ondate di emozione che si riversavano tra noi erano fitte.
Le sue mani tremavano leggermente mentre mi toglieva la maglietta.
Roberto non riusciva a distogliere lo sguardo dal mio corpo.
Anche lui si tolse tutto, e presto le nostre labbra si unirono mentre ci godevamo la libertà dello stare soli.
Mi tolse i boxer, svelando la mia erezione gonfia e pulsante.
Roberto si inginocchiò e fece scivolare la mia verga nella sua bocca, gli occhi chiusi per il piacere mentre il calore inondava i suoi sensi.
Le sue mani correvano su e giù per il mio corpo mentre gemevo di piacere. Roberto si stava godendo ogni secondo, ma voleva di più.
Si allontanò, con la faccia arrossata e gli occhi scintillanti.
Io sorrisi, presi la bottiglia di lubrificante e cominciai a distribuirlo sul mio pene.
La vista del movimento per ungermi la verga era troppo per Roberto.
I suoi occhi mi mangiavano avidamente mentre si preparava al piacere.
Io sorrisi di nuovo, e ben presto ci siamo posizionati sul bordo del letto.
Scivolai lentamente dentro Roberto che giaceva supino sul letto, con le gambe spalancate e il bacino ben alzato per mettere in mostra il suo bel buco del culo.
Posizione che permetteva ai nostri due corpi di potersi accoppiare facilmente e consentire agevoli movimenti tra di loro.
Roberto sussultò e gemette mentre gli riempivo il culo: “Si … si …. mi piace averti dentro … si scopami in profondità, fottimi senza fermarti, fammi godere.”
Io mi assicurai di mantenere il ritmo lento e stuzzicante.
La nostra passione cresceva ad ogni spinta e Roberto mi avvolse le gambe attorno, stringendomi a sé ed emettendo gemiti intensi mentre il suo piacere aumentava.
Sentì i suoi muscoli tendersi mentre spingevo, percepivo che era vicino al limite del piacere mentre tenevo il passo costante con un ritmo veemente.
Alla fine, le ondate di piacere divennero troppe e Roberto ed io ci lasciammo andare entrambi in una beata liberazione, gridando insieme in una perfetta unità di passione scaricammo il nostro seme, io dentro di lui e lui sul mio ventre.
Rimanemmo insieme, in quella posizione, per qualche secondo ancora dopo l’eiaculazione.
Era stata una scopata piena di passione e intensità, sapevamo entrambi che quella non sarebbe stata l’ultima.
Dopo ci ricomponemmo, ci siamo rivestiti e, quella mattinata la passammo facendo una lunga passeggiata rigeneratrice.
Rientrati a casa, Roberto disse: “Ora prepariamo qualcosa per pranzo. Non sono molto capace, ma ci sono delle pizze surgelate in frigo, le infiliamo nel forno caldo, ti va?"
Accennai con la testa un sì e preparammo le pizze.
Mangiammo in silenzio, la pizza surgelata non è proprio il massimo.
A fine pasto, dopo una bella birra fredda, Roberto disse: «Ci sediamo in salotto a bere un amaro?”
Io gli risposi: "Prima mi faccio una doccia veloce, poi vengo da te."
Ho deciso di viziarlo oggi e ovviamente di compiacermi del suo corpo sexy... Torno dal bagno indossando solo un paio di boxer, il mio pene è già semi duro.
Roberto, ancora vestito, mi sorride compiaciuto: "Vuoi sederti accanto a me?" Senza dire una parola, mi siedo.
Lui aveva preparato due bicchieri di amaro.
L’alcol sicuramente alleggerisce l'atmosfera e mi aiuta a rilassarmi ancora di più, deciso, lo spingo orizzontalmente, non senza togliergli il bicchiere di liquore dalla mano.
Non c'è segno che voglia difendersi dalla mia azione.
Lo afferro sotto la cintura dei pantaloni. Lui solleva il suo dolce culetto per consentirmi di toglierlo.
Oggi indossa dei boxer e la mia mano lo accarezza lungo i contorni del suo enorme cazzo semirigido.
La sua reazione è evidente, la verga si muove verso di me irrigidendosi.
Le mie dita scivolano nell'ampia apertura della gamba.
Accarezzo le sue grosse palle.
Basta una leggera pressione per suscitargli il primo gemito.
Con entrambe le mani sfilo i boxer di Roberto, il suo cazzo ormai rigido, si mostra in tutta la sua grande figura allungandosi con forza verso di me.
Gli dico: “Roberto, dovrai raderti? I peli stanno già crescendo sul tuo ventre. Sono bravo nel radere."
La proposta erotica viene accolta con favore da Roberto.
Senza attendere oltre, scompaio nel bagno per prendere gli utensili necessari. Schiuma da barba, rasoio, acqua calda e un grande lenzuolo dalla sua camera da letto.
Lo faccio sdraiare sul lenzuolo e gli strofino il cazzo compreso lo scroto e il buco del culo con la schiuma da barba.
Dopo aver cosparso tutte le sue arti intime di schiuma, gli sollevo con le dita il cazzo eccitato per arrivare con attenzione a tutti i peli fastidiosi, sto molto attento nei movimenti poiché questa regione è estremamente sensibile.
Con le mani gli allargo le gambe in modo che possa arrivare ai lati dei suoi testicoli.
Lo strofino delicatamente sul glande e sul frenulo.
Questa sensazione lo fa gemere profondamente e insistentemente, il suo ventre si muove verso di me tanto che devo stare attento con il rasoio per non ferirlo.
"Roberto, per favore, metti i piedi sul divano." Gli dico.
Lascio che il cazzo pulsante mi scivoli via dalle dita per poter accedere meglio al suo bel buco del culo.
Con una mano libero questa regione sensibile da tutti i peli. Lo faccio aprendo la fessura con due dita per avere un migliore accesso con il rasoio bagnato.
Lo sciacquo con spugnate di acqua tiepida e lo tampono con l’asciugamani.
Lascio scorrere generosamente la mia saliva sul piccolo foro e lo massaggio delicatamente.
L'indice bagnato comincia a girare intorno al buco e mi muovo lentamente. Roberto urla dal piacere, era molto eccitato non riesce più a controllare il suo orgasmo e, senza alcun preavviso, mi schizza in faccia un fiotto di sperma.
Il primo getto mi colpisce l'occhio e poi la punta del naso. Istintivamente mi tuffo sul suo cazzo eiaculante, lo infilo in profondità nella mia bocca dove può finalmente sfogarsi.
Il glande di Roberto si contrae ancora un po' e secerne le ultime gocce, che raccolgo sulla lingua.
La mia bocca con il suo sperma caldo dentro scivola sulla sua asta dura altre volte prima di ingoiare il suo carico.
La tensione che aveva avuto Roberto per tutto il tempo della rasatura crolla, lui è profondamente soddisfatto.
"Il tuo sperma ha un sapore delizioso," sorrido a Roberto mentre rilascio dalla mia bocca il suo pene sempre più rimpicciolito, non senza prima spremere un'ultima goccia dal glande e succhiarlo con piacere.
Lo ripulisco con l’asciugamano. Bevo un piccolo sorso dal bicchiere di amaro.
"Il mio dessert" gli sorrido lascivamente.
“Wow Alberto, è stata pura follia, grazie, grazie, grazie per questa fantastica esperienza. Sei un vero talento naturale, non avevo mai sperimentato un orgasmo così intenso senza una vera penetrazione ma solo con un gioco sensuale."
"Non ho ancora finito con te. Ora ti voglio scopare ben bene!" Roberto non si sforza minimamente quando lo spingo sulla pancia in modo dominante.
Ora giace prono completamente nudo davanti ai miei occhi eccitati.
Comincio a massaggiare delicatamente le spalle di Roberto e la base del collo. Conquisto la sua schiena, che si allunga comodamente verso di me.
Lui giace davanti ai miei occhi lucenti come una statua.
Metto il cuscino spesso sotto la parte inferiore del suo corpo e il suo sedere si solleva e si mostra in tutta la sua bellezza.
“Che spettacolo divino!” Le mie mani calde scivolano pazientemente sulle sue natiche.
Roberto geme dolcemente tra le sue braccia, che ha messo sotto il viso. Massaggio delicatamente le sue natiche, che si protendono così teneramente e con desiderio verso di me.
Contrariamente alle sue aspettative, ora comincio a massaggiargli i piedi.
Roberto si contrae brevemente per la sorpresa, ma rimane pazientemente e in attesa nella sua posizione.
Risalgo lentamente l'interno delle sue cosce. Gli allargo le gambe e lui si fa guidare godereccio.
Il mio glande in attesa rilascia tonnellate di goccioline, la mia cappella è completamente bagnata dal pre-sperma.
Accarezzo teneramente i suoi testicoli sodi e glabri e allargo leggermente le sue natiche con entrambe le mani.
La sua dolce apertura giace indifesa davanti a me e per un attimo mi godo questo spettacolo fantastico.
Roberto si offre a me con sottomissione, pieno di fiducia e di aspettativa sfrenata.
Penso: “Desideri il mio cazzo duro? Sono qui per dartelo!”
Le mie mani allargano il suo sedere un po' di più, il suo foro aperto si contrae mentre lascio che la mia saliva vi scorra sopra.
Uno spettacolo pazzesco, sto muovendomi speditamente con lussuria.
Ancora una volta ho lasciato scorrere lo sputo sul buchetto.
Voglio sentirlo, assaporarlo, la mia lingua si infila nel suo culo e lecca dolcemente la sua rosetta affinché possa accogliermi meglio.
Con immensa pazienza la punta della lingua penetra e lecca avidamente tutto. Torno indietro.
Con l'indice bagnato traccio una scia calda dall'estremità dei suoi testicoli fino al retto che si contrae selvaggiamente.
Probabilmente la regione più sensibile di ogni uomo.
Roberto geme ad alta voce mentre il mio indice bagnato entra lentamente nel suo culo e supera l'anello con leggera resistenza.
Lascio che il dito ricurvo circoli dolcemente dentro di lui.
Il suo sedere si solleva improvvisamente verso il mio indice, i suoi gemiti diventano più forti, più selvaggi, i suoi movimenti diventano più impulsivi.
Il secondo dito nel suo culo lo fa esplodere, Roberto urla di piacere e improvvisamente rilascia i suoi umori sul lenzuolo.
Lui ha le contrazioni, urla, sussulta. Tende ritmicamente tutti i suoi muscoli, le mie dita sono letteralmente intrappolate nel suo culo, che stringe ritmicamente nella follia del suo fenomenale orgasmo.
Il suo culetto si muove e si agita dal piacere.
La tensione lentamente si attenua e Roberto si lascia cadere quasi in trans sul cuscino.
Voglio usare il mio pene gocciolante per raggiungere finalmente l’orgasmo.
Non ho bisogno di lubrificante per la sua penetrazione, poiché le mie abbondanti quantità di saliva sul suo dolce buco e il precum sul mio glande forniscono la lubrificazione necessaria.
Al primo tentativo il mio glande riesce a superare l'anello interno del suo buco.
Che sensazione. Il caldo culo di Roberto lo avvolge. Il mio cazzo è al settimo cielo.
Mi spingo avanti millimetro per millimetro, il mio pene sembra stretto in una morsa viscida.
Roberto ha una corporatura perfetta e un culo bellissimo.
Senza alcuna ulteriore resistenza significativa penetro fino a far battere le mie palle, il culo di Roberto mi accoglie sottomesso e si spinge con veemenza verso di me. "Alberto fottimi, fottimi, fotti il tuo Roberto, io appartengo a te..." urla nel cuscino sotto di lui.
Un'immagine pazzesca, il suo culo stretto proteso verso di me, il mio cazzo incastrato dentro di lui fino in fondo alla radice.
Lo lascio per un momento fermo dentro di lui, poi incomincio a penetrarlo ritmicamente con forza.
Devo rallentare i movimenti, altrimenti verrei subito, era troppo eccitante la situazione.
Lui: "Alberto, fottimi il culo, fottimi la testa ... prendimi con forza … lo voglio tutto dentro!"
Con colpi lenti e profondi penetro nel suo culo, massaggiando leggermente le sue natiche divine che si protendono verso di me ad ogni spinta.
I miei sensi si immergono in una dimensione strana, la mia mente vaga oltre, infilo interamente il mio cazzo dentro di lui e mi ritorna in mente la sua dolce metà che non c’è oggi.
Sento i miei testicoli contrarsi forte, il mio sperma vuole essere rilasciato con forza bruta nel suo culo.
Afferro le natiche di Roberto in modo quasi brutale e inizia a pompare con maggiore vigore, sono pronto per venire.
Un'infinita soddisfazione personale mi travolge mentre inondo Roberto con il mio sperma caldo.
Colpo dopo colpo, il mio cazzo esplode e si svuota nel suo culo.
Mugolando, Roberto si spinge sulla sua verga schiacciata sul lenzuolo sotto di lui.
Rimango esausto sulla sua schiena per quella che sembra un'eternità, il cazzo ricoperto di sperma ha perso la sua durezza e sta uscendo dal sedere di Roberto.
Completamente spossato, mi giro sulla schiena per allungarmi sul lenzuolo. Roberto si rannicchia contro il mio addome e prende amorevolmente il mio piccolo in bocca.
Con invidiabile devozione libera il mio cazzo dai residui della nostra scopata.
La bottiglia di amaro è ancora lì, accanto a noi, Roberto succhia il mio cazzo inerte e io mi verso e bevo un sorso di liquore.
Roberto continuava a succhiarmi amorevolmente il cazzo. Allargo le gambe per facilitare il suo lavoro e lo lascio fare.
Il mio pene rialza la testa in aria compiaciuto dalla bocca calda che lo stimola.
"Hmmm, delizioso." mormora mentre prende il mio cazzo sempre più in profondità, fino alla radice e continua dicendo: "Posso succhiarti di nuovo?"
I suoi grandi occhi mi guardano dal basso.
Roberto lascia scorrere tonnellate di saliva sul mio cazzo ormai di nuovo duro, lui sa che mi piace particolarmente.
La sua bocca scivola delicatamente su e giù sul mio tronco.
I rumori che ne derivano provocati dal suo sputo mi fanno ribollire.
Le mie mani si posizionano sulla sua nuca e lo avviano al ritmo che mi fa godere di più.
Intuitivamente premo profondamente la sua testolina sul mio tubo e questa gli affonda in gola con uno schiocco.
Roberto ansima, ha le lacrime agli occhi quando lo rilascio indietro.
Per la gioia, o semplicemente ero troppo in gola?
I suoi occhi avidi e vitrei mi dicono che vuole di più.
Ancora e ancora metto la sua bocca bagnata sulla mia verga pulsante, che è già sul punto di scoppiare di nuovo.
Roberto annuisce leggermente, indicando che lo vuole profondamente. Entrambe le mani gli artigliano la testa e lo tirano su di me, il mio glande pulsante preme in modo dominante nella sua gola e in pochi secondi esplodo.
Spinta dopo spinta, pompo il mio carico di sperma nella bocca di Roberto.
Lui ha un forte conato di vomito per quanto la sua situazione lo consente e vuole liberarsi dalla mia dura presa.
Dopo quella che sembra un'eternità, gli libero la testa dalle mani e lui cade di lato, completamente esausto.
Saliva mescolato al mio sperma escono dalla sua bocca aperta e malconcia.
Roberto sussulta con veemenza, i suoi occhi sono socchiusi.
Si sta lentamente riprendendo dalla mia scopata in gola.
“Oh, cavolo Alberto, penso che sia stato il pompino più brutale ma anche più hot della mia vita! Voglio che questo sogno non finisca qui ora."
Accarezzo la sua dolce testolina in modo quasi comprensivo.
"Ho bisogno della tua mano che mi guidi, puoi usarmi come una troia, come la tua puttana ogni volta che ne hai voglia, Alberto."
Il mio cazzo semiduro, adagiato di lato, è ancora viscido e bagnato.
Con l’indice raccolgo i residui appiccicosi delle nostre secrezioni e glieli porto alla bocca.
Roberto mi guarda con i suoi occhi azzurri di profonda devozione e li lecca con entusiasmo.
"Grazie, Alberto," esce dalla sua bocca, mentre dalla sua posizione sottomessa mi guarda profondamente e infinitamente grato.
All’improvviso, senza nessun preavviso, si aprì la porta dell’ingresso ed entrarono Nicoletta e Teresa.
Nicoletta disse: “Carissimi come va? Noi non ci siamo trovati bene nell’hotel e abbiamo deciso di ritornare in città. Voi cosa avete fatto?” poi vedendoci continua “Oh cazzo, lo vedo cosa avete combinato!!! Ve la state spassando alla grande coppia di porconi.”
Risponde Roberto: “Oltre quello che vedi, non abbiamo fatto nulla di particolare, questa mattina siamo andati un po’ in giro a fare due passi e poi siamo rientrati a casa. Di pomeriggio abbiamo fatto, come vedi, del gran sesso. E voi?”
Rispose Teresa: “Anche noi ci siamo date da fare, abbiamo fatto molto sesso!”
Non era la prima volta che Nicoletta portava a casa una sua amica “particolare”. Teresa era poi una vecchia conoscenza di Roberto, tante volte era stata ospite loro. Si può dire che erano molto in intimità.
Si comprese quanto fossero amici quando Roberto la salutò.
Infatti, dopo essersi avvicinato, prese il suo viso tra le mani e la baciò sulla bocca come se fossero amanti, e disse: "Cavolo, sei bellissima, sei veramente in forma, una gran bella figa."
Nicoletta sorrise all’uscita del suo compagno.
Teresa, senza nessun indugio, rispose al suo bacio avvolgendo le sue braccia sul suo corpo nudo, si abbracciarono l'un l'altro e lasciarono che le loro mani vagassero liberamente l'una sull’altra.
Mentre si baciavano ed esploravano a vicenda, Nicoletta disse: “Lui è Alberto, un nostro caro amico.”
Teresa si voltò verso di me e con un grande sorriso disse: “Piacere di fare la tua conoscenza. Nicoletta mi ha parlato molto di te. Ora posso affermare compiutamente di conoscerti meglio.” Poi sorride maliziosamente vedendomi completamente nudo.
Io risposi con un grande sorriso e con un classico: “Il piacere e mio.” Poi aggiunsi, “Anch’io ho sentito parlare di te da Roberto e Nicoletta, spero di poter approfondire oggi la tua conoscenza.”
E lei: “Sicuramente, oggi sarà il giorno giusto per conoscerci meglio.”
Alle sue spalle c’era Nicoletta che iniziò scherzosamente a strofinare il suo ventre teso contro la sua amica.
Si comprendeva da quel piccolo movimento cosa intendessero alludere Nicoletta e Teresa … la giornata si stava prospettando in modo molto interessante … ma questa è un’altra storia…..
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11 mesi fa
Al2016, 62
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Mi fa scopare dal collega superdotato.
Mi chiamo Stefania e sono sposata da sei anni con Luca, dopo due di fidanzamento. Sono alta 1,70, mora, occhi scuri, bocca ampia e labbra carnose, una buona terza di seno ed un bel culo a mandolino, che attira tante attenzioni. Luca è un marito fantastico. Ha un bel fisico che cura molto, facendo sport, in particolare il padel: sport che pratica assieme a tre suoi colleghi di lavoro, Diego, Claudio e Fabio. Sessualmente parlando, ha una discreta dotazione, diciamo un po’ sopra la media, ma niente di particolare. La cosa che lo rende speciale è il fatto che, a letto, è un gran porco! Quando ci siamo messi insieme, avevamo già fatto le nostre esperienze e, fin da subito, il sesso è stato un elemento base per la nostra unione. Con lui mi sento libera di esprimere le mie fantasie e lui mi asseconda in tutto. Lui stesso è un grande scopatore, instancabile e fantasioso. Gli piace farmi vivere delle fantasie e, per realizzarle, si è procurato un invitante vibratore che ci fa compagnia nelle nostre scopate. Luca mi scopa nel culo col suo cazzo durissimo, mentre col vibro mi sfonda la fica ed io godo come una maialina. Una sera, mentre eravamo a letto, intenti ad eccitarci per una ennesima scopata, lui mi ha fatto una domanda che mi ha colto impreparata.
«Che ne diresti se, al posto del vibratore, ci fosse un cazzo vero? Un maschio molto dotato che te la sfondi tutta?»
Resto di sasso, lo guardo negli occhi e prendo atto che sta dicendo sul serio.
«Sì… cioè io... sì, mi piacerebbe, ma non saprei con chi farlo. Non credo sia così facile trovar qualcuno e, per di più, super dotato.»
Lui sorride e mi racconta che la sera prima, mentre faceva la doccia nel nuovo impianto sportivo riservato al padel, ha potuto notare che due suoi amici, Diego e Claudio, sono ben messi, ma il super dotato è Fabio. A suo dire, avrebbe un cazzone enorme.
«Sono sicuro che, eretto, supera i venticinque centimetri, con uno spessore di non meno conto.»
Mentre parla, mi penetra e continua ad elogiare le doti equine del cazzo del collega ed io mi vedo simile ad una cagna in calore, che gode nel sentirsi esortata a realizzare quella sua certa idea.
«Prova ad immaginare di averlo nel culo, mentre io ti scopo!»
Chiudo gli occhi e immagino quel bastone dentro di me, mentre mi infila il vibro nel culo. Sbrodolo immediatamente e godo in maniera così repentina da restarne stupita io stessa. Lui se ne compiace e mi dice che, se intendo provare questa esperienza, lui è pronto ad assecondarmi: vorrebbe invitare Fabio una sera a cena da noi. Mi sento molto eccitata all'idea e la sera, quando Fabio arriva, mi trova ancora molto indecisa. Luca mi ha fatto indossare un tubino molto leggero che lascia poco all’immaginazione.
«Complimenti, Luca! Tua moglie è proprio una bella donna!»
I suoi complimenti sortiscono l'effetto di farmi rilassare. Ceniamo e ci divertiamo tra battute e doppi sensi, che si fanno sempre più spinti, anche grazie a qualche bicchiere di vino, che lentamente scioglie i freni inibitori. Avverto sempre più spesso lo sguardo di Fabio indugiare sul mio corpo; naturalmente la cosa mi eccita. Finito di cenare, ci spostiamo sul divano e, mentre mi avvicino per offrir loro il caffè, Luca mi mette una mano sul culo. Fabio guarda, sorride e, senza scomporsi, fa una battutina un po’ spinta.
«Un bel culo così, lo accarezzerei anch’io!»
Luca mi guarda, io sorrido e ribatto.
«Se vuoi, puoi accomodarti!»
Mi giro verso Luca ed offro il mio culetto alle attenzioni di Fabio, che gradisce e subito fa scomparire ogni remora. Così, mentre Fabio mi tocca il culo, mio marito mi massaggia le tette. Poi la mano di Fabio scende sotto il vestito e si trova a verificare che non indosso l’intimo. Mi squadra da capo a piedi compiaciuto, ed io mi eccito ancor di più.
«Accidenti! Ma questa porcellina è nuda sotto! Che troia! Fantastica! Luca sei davvero molto fortunato!»
Senza nessun indugio, inizia a masturbarmi la figa, ormai ridotta ad un lago di umori. Luca si apre i pantaloni e mi trovo il cazzo di mio marito davanti al viso. È eccitatissimo! Intanto Fabio, mentre con una mano mi continua a massaggiare la figa, si apre i pantaloni a sua volta e, quando Luca mi fa girare, mi trovo davanti al viso il tanto decantato palo di carne del collega. È davvero un cazzo enorme! Fabio è in piedi, mi fa inginocchiare e me lo pianta in bocca. Io mi metto d'impegno a succhiare quel bastone che sembrava lievitare sempre più nella mia bocca; era diventato il doppio di quello di Luca. La cappella a mala pena riusciva a passare tra le mie labbra. Fabio mi ha fatto i complimenti e poi si è rivolto a Luca.
«Sei davvero un'esperta succhiacazzi! Luca, quando mi hai invitato a cena, avevo immaginato che tua moglie volesse il mio cazzo. È accaduta la stessa cosa con la compagna di Claudio, la scorsa settimana; anche lei ha gradito la mia super minchia! Dai, bella troia, succhia che dopo ti sfondo e potrai vedere quanto lui ne sarà contento!»
Naturalmente io succhiavo con dedizione, senza fermarmi. Luca ha suggerito di spostarci in camera e subito ci siamo spogliati; solo allora ho potuto constatare che Fabio era un bell’esemplare di maschio, dal fisico scolpito e dal cazzo davvero super. Luca mi ha subito infilato il cazzo dentro la fica, mentre io continuavo a gustarmi il sapore di Fabio in bocca. Ho avuto un rapido orgasmo e poi si son dati il cambio. Mi ha fatto distendere supina, ho spalancato le cosce e lui ha appoggiato la grossa cappella fra le labbra della mia ostrica, già fradicia di succhi e, lentamente, ha affondato quel paolo tutto dentro di me. Al sentirlo entrare è stato come esser sverginata per la seconda volta. L’ho sentito penetrare tutto dentro, fin in fondo. Mi ha dilatato con impegno e subito ho iniziato a godere. Mi sbatteva come un toro scatenato. Ho raggiunto un altro orgasmo, che ho urlato sfilandomi il cazzo di Luca dalla bocca.
«Vengo! Sì, dai che vengo! Godo! Mi fai impazzire! Dai, ancora, continua!»
Naturalmente non si è fermato. Mi ha sollevato le gambe in alto, ha fatto spostare Luca che mi guardava estasiato e poi ha preso a sfondarmi con colpi tremendi, che mi hanno procurato altri tre orgasmi in rapida successione. Poi abbiamo cambiato posizione. Mi ha preso da dietro. Ha infilato la sua poderosa verga tutta dentro ed io ho inarcato la schiena per reggere l’impatto. Mi son sentita quel palo tutto dentro in tutta la sua innaturale lunghezza. Mi ha afferrato per i fianchi ed ha iniziato a pomparmi, mentre mi assestava delle potenti sculacciate sulle chiappe, acuendo il mio piacere.
«Vacca, ti sfondo! Guarda, Luca, come si monta una vacca come lei! Questa il cazzo lo adora e, stai sicuro che, questa sera, ne avrà una bella razione! Ora però voglio farle anche il culo!»
Ho subito avvertito un brivido che era un misto di paura/piacere nel pensare di ritrovarmi con quella trave nel culo, ma devo ammettere che desideravo provarla anche lì. Mi ha fatto provare un ennesimo orgasmo, poi ha puntato la cappella durissima al mio buchetto e, con fatica, mi ha infilato tutta l'asta, fino in fondo. Ho sentito il suo corpo aderire al mio ed ho realizzato di averlo ospitato tutto nel mio culo.
«Piano! Ti prego, fa piano! Mi piace, dai muoviti, ma piano!»
All’inizio era doloroso, ma, dopo le prime pompate, ho iniziato a godere intensamente, mentre succhiavo il cornuto di mio marito. Mi sembrava di esser impalata. Lo sentivo nello stomaco ed ho iniziato a godere anche così.
«Sì, dai! Godo! Accidenti: mi fai godere di culo? Dai, che vengo!»
Ero sconvolta! Mai avevo avuto una simile esperienza e stavo realmente andando ai pazzi, da quanto mi piaceva. Dopo l’ennesimo orgasmo, Fabio ha chiesto a Luca di sdraiarsi supino, mi ha fatto impalare sul suo cazzo dandogli le spalle. Sentire il suo cazzetto nel culo, dopo che lo aveva ben dilatato Fabio, mi ha quasi fatto sorridere, poi Fabio mi ha infilato davanti ed ha preso a pomparmi come un pazzo. Ero sconvolta dal piacere e, in delirio, lo incitavo.
«Sì, dai, più forte! Dai, spingi… spingi non ti fermare! Spaccami tutta!»
Travolta dal piacere che mi trasmettevano quei due cazzi dentro di me, godevo come una forsennata, senza soluzione di continuità. Forse la forte eccitazione, oppure il fatto che mi stava inculando mentre davanti un altro cazzo mi sfondava la fica, proprio come avevamo fantasticato tante volte, ha fatto sì che Luca mi sborrasse nel culo. Mi ha riempito di sborra, per poi sentirlo diventar moscio. Si è sfilato e mi ha lasciato fra le braccia di Fabio, che sembrava un toro infuriato; non perdeva un colpo. Ha continuato a montarmi con quel cazzone durissimo. Lo alternava in ogni buco, cambiando foro non appena ne godevo. Poi, alla fine, anche lui mi ha sbarrato dentro. Quando si è sentito prossimo alla schizzata, mi ha guardato e chiesto:
«Dove la vuoi?»
Io gli ho sorriso e l’ho esortato ad inondarmi il ventre.
«Dai, vieni! Sborrami dentro! Sei un toro stupendo e ti voglio tutto dentro!»
Mi ha fatto godere di nuovo e poi ha urlato il suo piacere, mentre mi farciva con tutta la sua crema bollente.
«Eccomi, troia! Sborro! Ti vengo dentro!»
Un attimo dopo, avevo la fica tutta piena della sua sborra. L’ho lasciato svuotarsi in me, poi l’ho preso in bocca e, prima di leccarlo, mi sono girata verso Luca.
«Adesso, cornuto, se vuoi che ti lasci la possibilità di scoparmi ancora, lecca tutta la sua sborra dalla mia fica!»
Mentre sentivo la lingua di mio marito che lambiva, succhiandole, le labbra della mia fica farcita dal piacere dell'altro, ho preso quel magnifico palo tutto in bocca. Nonostante avesse appena goduto, era ancore un cazzo di tutto rispetto ed io l’ho omaggiato suggendolo con la mia lingua, per raccogliere fino all’ultima goccia di quel nettare, di cui era ricoperto. Poi Fabio si è rivolto ad entrambi:
«Tu sei una troia stupenda. Chiavarti è stato, oltre che un onore, un vero piacere e, quanto a te, cornuto, non ti lamentare se in seguito lei ne vorrà ancora, perché è questo il risultato che si ottiene quando si fa provare un cazzo come il mio ad una troia stupenda come tua moglie.»
Poi si è rivestito, mi ha salutato, ribadendo che ci saremmo rivisti perché aveva in mentre un certo progetto, che mi vedeva coinvolta. Ora sono in trepidante attesa, perché questa sera Fabio verrà a cena da noi, assieme a due suoi amici che, da quanto mi ha promesso, sono dei veri tori da monta, dotatissimi e Luca vuole ancora provar la gioia di esser trattato da cuckold: gli piace segarsi, mentre ammira la moglie godere alle prese con altri cazzi. Oddio hanno suonato!
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1 anno fa
baxi18, 55
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LA PRIMA VOLTA DI MIA MOGLIE
LA PRIMA VOLTA di MIA MOGLIE – 1^ PARTE
Questa è una storia reale vissuta nel marzo 2022 che ha rappresentato molto nella mia vita di coppia.
Sono un marito innamoratissimo di Patrizia, un’avvenente e calda moglie dotata di un’immensa fantasia erotica. Quando ci siamo conosciuti, quasi 25 anni fa’, aveva avuto poche esperienze sessuali, nonostante ciò a letto si è da subito rivelata molto più passionale e coinvolgente di me.
Infatti, sebbene io avessi un “curriculum” sentimentale molto più ricco del suo, è stata Lei a iniziarmi ai provocanti giochi fatti di trasgressioni virtuali dove l’immaginazione la faceva da protagonista. Mentre scopavamo ci eccitavamo raccontandoci reciprocamente le avventure sessuali con i precedenti partners. Io in particolare amavo (e, a dir il vero, ancora oggi amo) ascoltarla raccontare i dettagli più intimi e scabrosi dei suoi precedenti amplessi.
Più la sentivo “porca” e più mi eccitavo.
Grazie a Lei ho scoperto il sesso in tutti i suoi aspetti fisici e soprattutto cerebrali. Ho imparato a fare l’amore con tutti i 5 sensi: vista, udito, gusto, tatto e olfatto. Ancora oggi adoro palparla tutta, toccarla in profondità, guardare ogni centimetro quadrato del suo corpo, sentirla gemere, assaporare il gusto dei suoi umori, sentire il profumo della sua pelle.
Ben presto però la sua intrigante fantasia ci ha spinto a voler sperimentare qualcosa di più realistico. Da qui la decisione di frequentare i club privé….come sempre è stata Lei a presentare la cosa. Non che io non ci avessi mai pensato ma temevo di poter essere frainteso nell’avanzare una tale sconveniente proposta.
E si….lo confesso….all’epoca ero un po’ bigotto….inibito da tutte le preclusioni sociali, ma Patrizia mi ha guarito da questa tremenda “malattia”.
Le prime imbarazzanti esperienze sono state poco più che conoscitive, ci eccitavamo guardando gli altri e poi facevamo l’amore tra noi. Piano piano però ci siamo sbloccati e abbiamo permesso ad altre coppie (ed anche a qualche singolo) di interagire in modo soft con noi.
È stato in questi frangenti che ho scoperto quanto mi piacesse vivere i momenti più intimi di Patrizia da spettatore. Non credo di essere un cuckold…..è solo un problema di prospettiva. Quando facciamo l’amore abbracciati non riesco a vedere il mio amore in tutta la sua interezza….sono costretto ad accontentarmi di una visione parziale di Lei. Inoltre la partecipazione all’amplesso, in qualche modo, limita la possibilità di focalizzare la mia attenzione su ogni parte del suo corpo, sull’attimo della penetrazione, sulle espressioni di piacere, etc. .
Dopo un po’ giocare a quattro cominciava a non gratificarmi più, perché intrattenere la Lei dell’altra coppia inevitabilmente mi impediva di osservare Patrizia e così facendo rischiavo di non percepire i suoi movimenti, le sue espressioni, le sue parole,,,,,i suoi gemiti. A me non interessava l’altra, io ero preso solo da Patrizia.
Da qui la decisione di passare ai giochi a 3….Io, Patrizia ed un singolo. Tuttavia anche il club privè cominciava a starmi stretto: troppo buio, troppo scontato e soprattutto il tutto si viveva troppo velocemente. Avevo bisogno di ricordare, di rivedere e soprattutto di rivivere quelle esperienze anche nei giorni e nelle settimane successive. Pertanto abbiamo deciso di cambiare anche la location…….basta con i privè…….da quel momento in poi i giochi si faranno in casa….la nostra.
Abbiamo così iniziato a giocare con singoli stabilendo dei nostri limiti…..niente rapporti orali (da parte di Patrizia) e no rapporti penetrativi. Ed è stato anche l’inizio della creazione di una mia ricca e preziosa cineteca privata avente come protagonista principale la bella e calda Patrizia, i singoli del caso (a cui, tranne rarissime occasioni, non veniva mai fornita una seconda opportunità di incontro) rappresentavano per noi solo comprimari….comparse. L’unica vera regina della scena hard era Lei……Patrizia.
La visione dei filmati dei “giochi di mia moglie” ancor oggi allietano molte mie serate solitarie.
Spesso con Patrizia parlavamo di sesso, di sentimenti, di amore. Entrambi riconosciamo che certi bigotti luoghi comuni della nostra società sono assurdi, contraddittori, ipocriti.
Ad esempio: mentre lo scambio di coppia è condannato dai benpensanti, le “corna” tra coniugi sono quasi all’ordine del giorno. Sembrerebbe quasi che se si scopa di nascosto dall’altro sia accettabile, ma se si opera un consapevole scambio di coppia “in presenza” sia indecente.
Due partners che accettano consensualmente di vivere “momenti” di trasgressione con altri che male fanno? Il fatto che uno scopi la moglie dell’altro (e viceversa) altera forse il loro rapporto sentimentale? Forse non si amano più? Io non lo credo affatto. Al contrario, durante i nostri giochi, io e Patrizia abbiamo conosciuto splendide coppie di scambisti che si adorano alla follia e che si amano molto più di certe bigotte coppie che, pur dimostrando a livello sociale comportamenti integerrimi, non hanno da anni più nulla da dirsi a livello sentimentale e ancor di più nell’intimità delle lenzuola.
Io penso che se il gioco viene vissuto insieme (intendo dire “alla luce del sole”….senza inganni e falsità) possa essere un elemento di unione, di complicità che può anche essere utile ad alimentare la sessualità di coppia.
Ma poi….cosa si vuole veramente intendere col il verbo “tradire”?
A mio parere il termine è un’abbreviazione del più ampio “tradire la fiducia del partner”. Ecco pertanto che anche una cena intima mano nella mano tra una persona “non libera” e un Terzo soggetto, sebbene non costituisca tecnicamente un rapporto sessuale, costituisce un grave tradimento dell’inconsapevole compagno/a. Viceversa lo scambio di coppia non può considerarsi un tradimento giacché accettato e vissuto insieme dai partners.
Come dico sempre io: il vero e più grave tradimento è quello dell’anima……quello che viola il rapporto di fiducia.
Questa lunga premessa, per arrivare al fatto che, dopo anni di incontri soft, siamo arrivati ad un punto in cui si è sentito il bisogno di un altro passo avanti. I giochi di fantasia erano ancora apprezzati ma, per mantenerli vivi, era opportuno realizzarne concretamente alcuni che in precedenza rientravano nella nostra zona OFF LIMIT.
Ed è da qui che partirà la seconda e ultima parte della mia storia.
- CONTINUA -
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1 anno fa
lucrezia13,
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Un appuntamento trasgressivo con una coppia– secondo episodio
Dopo quel fantastico incontro avuto con Marco, ho ripensato spesso alle sensazioni provate, alla piacevole complicità avuta con lui.
Quella esperienza aveva fatto maturare, dentro di me, una nuova fantasia, figlia di quel giorno.
Mi ritrovavo spesso a pensare come sarebbe stato fare sesso con una coppia con entrambi bisex o quantomeno con lui bisex.
Immaginando questa nuova situazione e ripensando al sesso fatto con Marco mi diventava duro, evidentemente la situazione mi eccitava molto.
Decisi di rientrare nel sito di incontri per iniziare a chattare con coppie con tali caratteristiche.
In una di queste mie incursioni sul sito ho accolto un invito a chattare da una coppia dal nome utente "Coppia fantastica bisex ".
Nel mio subconscio, credo, che l’idea di fondo fosse: “La prima volta è andata alla grande perché non provare ancora e magari allargare gli orizzonti”.
Ero molto curioso e volevo provare.
Quindi decisi di mettermi in relazione con questa coppia di possibili amici.
Dopo alcune e-mail, ci siamo dati un appuntamento su WhatsUp per parlare un po’ tra di noi.
Lo scopo era solo di fare conoscenza e valutare le eventuali affinità.
Dopo una breve chiacchierata, loro mi hanno accennato quale fossero le loro intenzioni.
Stavano cercando qualcuno che si unisse a loro per fare sesso in totale libertà e divertirsi insieme.
Ho messo subito in chiaro che ero nuovo a tali situazioni in quanto stavo ancora esplorando questa mia nuova fantasia sessuale.
Ero troppo timoroso per dire che avrei voluto sentire un cazzo duro in bocca perché non ero ancora sicuro se fossi stato in grado realmente di farlo o mi sarei tirato indietro nel momento decisivo.
Ma ancora una volta ero così eccitato che ho pensato: “Perché non allentare la tensione. Fai la loro conoscenza … poi si vedrà cosa potrà nascere. Puoi sempre fermare tutto.”
Loro mi hanno proposto di incontrarci dal vivo ed io ho accettato ben volentieri.
Roberto (la sua compagna si chiamava Nicoletta) durante una lunga conversazione online mi disse: “Perché non ci incontriamo, chiacchieriamo un po’, beviamo qualcosa e poi si vedrà. Se vuoi puoi venire a casa nostra. Non stabiliamo nulla a priori, ma valutiamo la nostra compatibilità. Per noi è possibile anche oggi pomeriggio.”
Proposta che io ho accettato molto volentieri.
L’appuntamento era ormai preso, quel pomeriggio, visto che abitavamo a poca distanza, mi sono preparato e mi sono avviato verso l’indirizzo indicatomi.
Il mio cuore ha iniziato a battere forte mentre mi avvicinavo a casa loro.
La distanza era breve, la loro casa era solo a pochi minuti a piedi dalla mia.
Pensavo tra me e me lungo il tragitto: "Fanculo, cosa stai facendo … torna indietro. Non posso farlo! Cosa succederà? E se sono delle persone violente?"
Poi, per amore della trasgressione e per un certo arrapamento che in quel periodo avevo, ho messo da parte questi pensieri e ho continuato a camminare nella direzione giusta, anche se una certa ansia pervadeva il mio corpo.
Prima che me ne rendessi conto, stavo entrando nel vialetto di una bellissima casa con giardinetto.
Per calmarmi ho cominciato a fare profondi respiri, il pensiero di andare via era ancora presente nella mia mente.
Li avevo già avvisati con un messaggio che ero quasi a casa loro.
Arrivato davanti la loro porta di casa, li vedo all’ingresso ad aspettarmi.
Penso: “Ora non posso più tornare indietro, vediamo cosa nasce, in fondo tutto può fermarsi a livello di amicizia e nulla più.”
Entrando in casa ci scambiamo dei saluti e i soliti convenevoli.
Come è ovvio che sia, nell’area serpeggiava un certo imbarazzo.
Nicoletta disse: “Carissimo, ben venuto a casa nostra. Siamo molto contenti di averti qui con noi.”
Io risposi: “Il piacere è mio, avevo proprio voglia di fare la vostra conoscenza, non vi nascondo che sono molto agitato, credo sia evidentissimo.”
Roberto disse: “Non ti preoccupare, è normale essere agitati quando si incontrano persone che non si conoscono bene. In fondo anche noi lo siamo un po’. Abbiamo tutto il tempo che ci serve per fare conoscenza e poi si vedrà cosa potrà nascere tra di noi.”
Quelle parole hanno avuto l’effetto di tranquillizzarmi, mi sentivo finalmente un po' più rilassato.
Mi hanno fatto accomodare in una grande sala dove erano presenti diversi divani, un pianoforte a muro e dei mobili in stile classico. Il tendaggio era particolarmente curato.
La casa era arredata in modo molto singolare, sicuramente realizzata da un esperto di arredamento.
Infatti, nella chiacchierata successiva, quando abbiamo approfondito la nostra conoscenza, Nicoletta mi disse che svolgeva la professione di Interior Designer.
Roberto, invece, lavorava in una grande azienda di telecomunicazioni come esperto di cybersecurity.
Ci siamo seduti in salotto e, per sciogliere un po' la tensione, mi hanno offerto un cocktail che avevano già preparato.
La prima cosa che notai è che in presenza erano ancora più interessanti che online.
Nicoletta era una donna molto bella, dalla figura snella, con dei seni ben proporzionati.
Guardandola da vicino il suo volto era armonioso e con grandi occhi verdi molto profondi.
Era vestita con un tubino nero che lasciava intuire le sue sensuali forme.
Si poteva intravedere la langery, molto sexy e sicuramente di pizzo nero.
Roberto era molto alto e ben strutturato fisicamente, la sua presenza scenica faceva trasparire grande autorevolezza e una sicurezza da far invidia.
Dal rigonfiamento dei suoi pantaloni si poteva constatare che, molto probabilmente, aveva un bel pacco lì davanti.
Bevevamo e parlavamo di noi, delle nostre amicizie, del nostro lavoro e di tante altre cose, ma non abbiamo toccato, per un lungo periodo, il tasto “sesso”.
Probabilmente complice il cocktail alquanto alcolico, all’improvviso senza nessun accenno premonitore, Roberto disse: “Cosa ne pensi di fare del sesso con noi, in fondo è anche per questo che ci siamo incontrati oggi.”
Sia io, sia Nicoletta, siamo rimasti per un attimo sorpresi dall’uscita di Roberto, poi lei disse: “Ha ragione, mi pare giusto parlare anche di sesso, in fondo la tensione e l’imbarazzo iniziale si sono dissolti … vero Alberto?”
Risposi: “Si è vero, mi sento molto più tranquillo, appena arrivato ero agitato, ve ne siete accorti anche voi. Ora sto bene, non so ancora cosa sarò in grado di fare, ma il desiderio di provare nuove sensazioni e nuove emozioni c’è dentro di me. Poi voi siete delle persone molto belle e seducenti. Quindi se vi va, io ci sto!!!”
Roberto, ricollegandosi a quanto detto, aggiunse: “Noi siamo molto trasgressivi, come ti abbiamo accennato online, tutti e due siamo bisex attivi e passivi. Ci piace il sesso in tutte le sue forme. Non abbiamo, pertanto, limiti. Siamo assolutamente contraria alla violenza. Non ci piace e non la pratichiamo né, tanto meno, lo facciamo agli altri.”
Risposi: “Ottimo, credo che la base di partenza sia comune. E che tutti e due siete bisex mi intriga ancora di più.”
Dopo queste mie parole, loro hanno proposto di trasferirci nella loro camera da letto. La stanza era alla fine di un lungo corridoio.
Mi avvio con la consapevolezza che ormai non potevo più tirarmi indietro.
La camera da letto era arredata anch’essa in modo molto elegante, vi era un letto king size veramente bello.
Appena dentro loro, d’intesa, piano piano, iniziarono a togliermi i vestiti.
Prima il maglione, poi la camicia, rimasto a petto nudo Roberto ha iniziato a massaggiarmi le spalle e il petto mentre Nicoletta iniziava a slacciarmi le scarpe e ad aprire la cintura dei pantaloni.
Mi sentivo avvolto dalle loro attenzioni, sensazione splendida.
Rapidamente rimasi in boxer che con maestria veniva tolto da Nicoletta facendomi rimanere con il cazzo penzolante tra le gambe.
Dopo essere rimasto nudo, loro due, iniziarono a spogliarsi l’un l’altro.
Li osservavo attentamente, erano una coppia molto bella e molto ben fatta fisicamente.
Oltre ad aver intravisto e immaginato sotto il vestito il corpo di Nicoletta, ora lo vedevo nudo. Lei maliziosamente per farsi guardare interamente, fece un lento giro di 360 gradi.
Aveva un seno splendido, più grosso di quello che potessi attendermi. Su come una roccia e con l’aureola dei capezzoli molto grande.
I capezzoli erano già turgidi e molto consistenti.
Le gambe di Nicoletta erano perfette e mettevano in mostra un pube con dei peli ben definiti che lasciavano intravedere le labbra rosa della sua figa e il suo grosso clitoride.
Il culo era molto sodo e ben fatto.
Nicoletta sicuramente attirava sessualmente qualsiasi uomo o donna.
Roberto, una volta denudato da Nicoletta, metteva in mostra il suo bel corpo e, soprattutto il suo enorme cazzo ancora penzolante tra le cosce, aveva le parti intime depilate, comprese le enormi palle.
Il suo culo era strepitoso, sodo e molto pronunciato, molte donne lo avrebbero voluto avere così.
Lui lo metteva in mostra con molta enfasi.
Dopo che si sono spogliati, Roberto mi ha chiesto di distendermi sul letto.
Non appena l’ho fatto, ho sentito una fantastica e calda sensazione di velluto attorno al mio cazzo, Nicoletta si stava dando da fare su di me.
Rimasi sdraiato con gli occhi quasi chiusi per godermi il fantastico pompino che stavo ricevendo.
Nella stanza echeggiavano i rumori prodotti dalla bocca e dalla lingua di Nicoletta.
Mentre mi godevo la sua bocca calda e l’intrepida lingua che scendeva fino alle palle per poi risalire, mi è venuto in mente che avevo perso di vista Roberto.
Cominciai a guardare intorno nella stanza e lo vidi seduto sopra la mia testa ad osservare la sua partner che mi succhiava.
Guardando più attentamente il suo corpo snello e tonico intravedo il suo cazzo ormai duro come una roccia, lui lo accarezzava masturbandoselo.
Un cazzo fantastico. Lungo almeno 22 centimetri, forse anche più, con una buona circonferenza. Vene grosse che spuntavano ovunque.
La cappella aveva una forma quasi perfetta. Grossa e totalmente scappellata.
Gli chiesi, tra un gemito di piacere e l’altro, mentre Nicoletta mi pompava: “Ho visto che sei circonciso. Non che la cosa mi dispiaccia ma solo per curiosità, quel è stata la ragione per cui lo hai fatto?”
Roberto mi rispose: “Non sono circonciso per questioni religiose ma da ragazzo è stato necessario operarmi per la rimozione chirurgica del prepuzio, la piega della pelle che copriva l’estremità terminale del mio pene era quasi chiusa, il glande non riusciva ad uscire fuori.”
Chiesi: “Com’è, molti dicono che migliorino le prestazioni sessuali.”
E lui: “Si è vero ma ogni cosa è sempre personale. La condizione della circoncisione porta il glande ad essere meno sensibile, quindi ci sono aspetti positivi, duro di più, e negativi, diventa duro con più difficoltà. Ma come vedi, questo problema io ora non ce l’ho!!!”
In effetti il suo cazzo era dritto e duro come una roccia.
Quella vista mi fece venire l'acquolina in bocca, come se stessi guardando una succulenta cena.
Allora, senza rendermi conto di quello che stavo facendo, allungai una mano e gli afferrai il cazzo.
È stata una così bella sensazione sentire quell’enorme verga nella mia mano.
Tutto si svolse in un modo così naturale, senza imbarazzo da parte mia.
Mentre stringevo le mie dita attorno al suo bellissimo cazzo lo feci avvicinare a me per prenderlo in bocca.
Finalmente la fantasia che mi frullava in testa fin da quella prima esperienza con Marco poteva essere esaudita.
Girando la testa di lato, avvolgo lentamente le labbra attorno al glande sentendo che mi riempie completamente la bocca.
Faccio roteare la lingua intorno alla cappella assaporandone la carne viva e godendone ogni centimetro della sua verga.
Poi comincio a lavorare con la mia bocca per infilarlo fino alla base del suo cazzo.
Vengo fermato in questa operazione dalla lunghezza della sua asta che mi colpisce in fondo alla gola quando ancora non sono nemmeno a metà della sua lunghezza.
Le mie guance sono tese cercando di infilare quell’enorme cazzo nella mia bocca.
Volevo così tanto andare più fino in fondo ma non potevo.
Quindi, risalgo lentamente fino alla punta, godendomi il gusto delizioso del suo pene e ascoltandolo gemere.
Sentivo Nicoletta ingoiare il mio cazzo giù per tutta la gola dopo averlo leccato in lungo e in largo.
Sensazione bellissima che mi ha mandato in estasi.
Ero arrapato come non mai, una donna mi stava facendo un bellissimo pompino ed io lo facevo ad un altro uomo, situazione mai vissuta prima di quel momento, ma eccitantissima.
Avevo immaginato innumerevoli volte di avere un cazzo in bocca, immaginavo la sensazione di soffocamento che doveva provocare e la goduria di sentire un altro godere del tuo lavoro su di lui.
Queste sensazioni mi conducevano a volere che Roberto sparasse il suo carico di sperma in fondo alla gola.
Notai che lui ha cominciato a gemere e vibrare sotto l’effetto del mio andare su e giù per la sua asta, quindi ho aumentato la velocità.
Assicurandomi di mantenere una buona suzione sul suo cazzo e di usare la mano per muovere su e giù la restante parte del suo lungo pene che non riuscivo a ficcare in bocca.
Potevo sentirlo respirare più pesantemente ad ogni movimento delle mie labbra. Ero in paradiso.
Mi sentivo come il collegamento tra loro due, entrambi traevano piacere da quanto stavamo facendo, amavo questa sensazione.
Ho iniziato ad avvicinarmi all’orgasmo, ero pronto a inondare la bocca di Nicoletta con il mio sperma ma non volevo che quella goduria finisse.
Cercai di trattenermi e di durare ancora un po' così da poter sentire il piacere del pompino che mi stava facendo e tenere ancora quel cazzo duro come la roccia sepolto nella mia bocca.
In quel momento ho sentito qualcosa colpirmi in fondo alla gola.
Dei violenti spruzzi di sperma mi hanno riempito la bocca, era la prima volta che assaporavo il seme di un uomo, il sapore leggermente salato era piacevole.
Per catturarlo tutto, spinsi la testa del cazzo più il basso che potevo nella gola. Ero riuscito ad ingoiare quasi tutto il suo seme, una parte colava lungo il mio mento.
La mia bocca si era riempita di sperma, dal cazzo di Roberto continuava ad uscirne, sembrava che non si fermasse più.
Quella sensazione di lui che esplodeva nella mia bocca mi ha mandato oltre il limite e ho scaricato un enorme carico di sperma nella bocca di Nicoletta.
Lei ha inghiottito abilmente ogni quantità del mio seme mostrando quanta più esperienza avesse mentre io lottavo per non perdere una goccia di quello di Roberto.
Alla fine, il suo cazzo smise di pulsare e il carico smise di riempirmi la gola. Rendendomi conto che Roberto non aveva nessuna intenzione di lasciare la mia calda bocca non mi rimaneva che continuare a succhiarglielo e leccarglielo.
Non potevo perdermi niente di quella ricompensa dolce e salata che mi ha pompato in gola.
L'ho leccato tutto lasciandolo bello e pulito.
Volendo andare avanti e fare di più, mi sono alzato nel tentativo di chiedere cos'altro potevamo esplorare vedendo il cazzo di Roberto ancora in erezione.
Sono andato a prenderlo in mano chiedendomi in quale altro divertimento potessimo dedicarci.
Roberto era molto alto e snello, sospirò mentre massaggiavo la sua verga.
Poi, si girò e si posizionò sul letto a quattro zampe.
Vidi che aveva in mano, passatogli dalla sua compagna, un tubetto di gel.
Ho immaginato a cosa potesse servire.
Gli chiesi: “Che intenzioni hai? Vuoi che ti fotta il culo? Non vorrei farti male. Starò attento e lo farò con delicatezza.”
Lui rispose: “Non ti preoccupare, fai tutto con molta calma e senza nessuna violenza ed andrà tutto bene. Intanto lubrificami e lubrificati abbondantemente.”
Presi molto gel e ho iniziato a spargerlo nel buco del suo culo, poi con un dito ho iniziato a massaggiarlo ed a far scorre il gel all’interno del suo ano.
La sensazione che provavo era molto piacevole. Mi attirava massaggiarlo con le dita ma anche evitare qualsiasi suo eventuale dolore. Una forte vibrazione godereccia mi pervadeva.
Per migliorare la lubrificazione del suo ano ho inserito due dita con molto gel.
Sentivo che questo movimento dentro di lui gli piaceva, lui gemeva e diceva: “Mhmmmmmm! Come sei bravo, Mi piace quello che stai facendo.”
Anche io provavo sensazioni che non avevo mai avuto e, devo dire, erano molto piacevoli.
Certo le dita della mia mano non erano sicuramente grossi come la mia verga.
Lubrificai la mia cappella con altro gel e, quindi, la appoggiai sul suo buco.
Spinsi il mio pene leggermente per aprire la via e, pian piano, superai il primo ostacolo, ero entrato dentro di lui.
Un rumore strano si sentì nell’aria, oltre al suo gridolino di dolore. Sicuramente era da molto che non veniva inculato.
Il dolore per l’allargamento dell’orifizio anale si faceva sentire e lui lo manifestava con dei lamenti. Ma resistette alla tentazione di lasciar perdere.
Io per aiutarlo ad abituarsi alla presenza del mio cazzo dentro di lui, rimasi per qualche secondo fermo, questo per far adattare il suo buco alla dimensione della mia cappella.
Non fu più così sopportabile per Roberto quando tentai di infilare il mio cazzo più in profondità nel suo culo.
Lui disse: “Aaargh … Aaaaahh … Aaaahhh … fai piano, sento molto dolore, ti prego fai lentamente.”
Obbedì e mi fermai per qualche secondo, poi ripresi lentamente il mio movimento di penetrazione.
La sensazione di pienezza che sentiva nel culo era veramente eccitante per lui. Gli piaceva quello che provava e lo diceva: “Si … si … siiii! È meravigliosa la sensazione che provo. Infilalo dentro con movimenti lenti. Spingi fino in fondo. Fottimi, sbattimi anche le palle nel mio didietro!”
Pian piano dall’intenso dolore che percepiva per l’apertura dell’ano, passò a sentire sensazioni di piacere.
Grugniva tutta la sua goduria accarezzandosi il cazzo mentre il suo culo veniva riempito dalla mia verga.
Non riuscendo più a reggere le mie spinte si sdraiò sul letto.
Gli infilai un cuscino sotto la pancia e ripresi a trapanargli il culo.
Il letto tremava mentre lo cavalcavo con una certa intensità, le mie profonde penetrazioni facevano sbattere le mie palle sul suo didietro.
Per la stanza si propagavano oltre ai gridolini di piacere anche il rumore inconfondibile di tale attività.
Davanti a me vidi Nicoletta che si toccava il clitoride mentre si godeva lo spettacolo.
Era piuttosto eccitata da ciò che stava vedendo, disse: "Hai bisogno di più lubrificante?" e afferrò il tubetto di gel per rendersi utile.
Sorrisi e ritirai il cazzo dal suo buco del culo.
Nicoletta lo baciò e poi aggiunse altro gel sul suo culo, cosa di cui lui fu molto grato.
Quindi spinsi di nuovo il mio cazzo dentro, questa volta senza nessuna esitazione o delicatezza.
"Grazie, tesoro." disse Roberto, facendo l'occhiolino a Nicoletta mentre riprendevo a scopargli il suo culo.
La sua schiena era inarcata per via del cuscino, io gemetti profondamente mentre il mio cazzo riempiva di nuovo il buco del culo di Roberto.
Pensai: “Stasera sarai con il cazzo a pezzi ma ne è valsa la pena, è stato meraviglioso fino ad ora provare queste forti sensazioni.”
"Mi sto godendo il tuo culo?" dissi a Roberto, gemendo mentre il mio cazzo continuava a trapanarlo in lungo e in largo.
Nicoletta annuì continuando a masturbarsi.
Poco dopo feci mettere Roberto di nuovo a quattro zampe sul bordo del letto, mi posizionai in piedi, divaricando leggermente le gambe per abbassarmi un po’ per poter infilare meglio la mia asta.
Nicoletta, seduta nelle vicinanze, si masturbava il clitoride e si infilava due dita dentro la figa mentre guardava.
Dopo un po', decise di rientrare in azione.
Nella posizione che aveva assunto Roberto, aveva notato che il suo cazzo era diventato duro mentre lo scopavo.
Leccandosi le labbra, si coricò sotto di lui dicendo: “Mmhhhh, lo voglio tutto per me!” afferrò il suo cazzo e lo accarezzò.
Io ne fui a dir poco sorpreso e guardai Nicoletta.
Sorridendo, lei fece l'occhiolino e poi si spinse ancora più giù sotto di lui e prese il suo cazzo in bocca.
"Wow, continua Nicoletta, che bello!" disse sospirando Roberto.
Lei annuì e massaggiò inoltre le mie palle e il mio cazzo che trapanava il culo di Roberto.
Ero molto eccitato dalla situazione e pompavo con maggior vigore il mio cazzo in profondità nel suo culo, facendolo gemere ancora di più, dicendogli a denti stretti: "Prendi il mio cazzo, goditi anche quello che Nicoletta ti sta facendo, oggi è il tuo giorno!"
Poi continuai: “Il tuo culo e dannatamente stretto, sento le pareti del tuo sfintere stringermi spietatamente il cazzo … la sensazione che mi provoca è meravigliosamente intensa.”
Come aveva detto in precedenza Nicoletta, Roberto ama avere trapanato il buco del culo.
Non gli importava se a scoparlo fosse una donna con un strap-on o il cazzo di un uomo. A lui piaceva aver infilato qualcosa di duro e poi darci dentro.
Dopo aver scopato il suo culo per un po', lo tirai fuori.
"Mhmmmm, sì, è bello, ma ora voglio altro. Mi piacerebbe scopare Nicoletta." Dissi.
Lui sospirò quando il mio cazzo lasciò libero il suo buco del culo.
Roberto era dispiaciuto della cosa e disse: “Una volta che ti sei allontanato ho sentito una sensazione di vuoto, l’effetto piacevole che la tua presenza dentro di me mi provocava prima già mi manca. Ma se vuoi farti Nicoletta non ho nulla in contrario, anche a lei piacerà averti dentro”
Nicoletta, senza partecipare alla discussione, continuava a succhiargli e leccargli la verga.
Io mi spostai in piedi sul letto, poi mi posizionai davanti a lui.
Li sotto c’era Nicoletta, in posizione supina, mi inginocchiai e le allargai le gambe e cominciai a scoparla per bene nella figa.
Roberto ormai era pronto per venire. Nicoletta continuò a pomparlo con forza finché non gli ha fatto raggiungere l’apice del piacere e, quindi, l’orgasmo.
Ingoiò fino all'ultima goccia del suo sperma.
"Mmhhhh, avevo bisogno del tuo cazzo in bocca” disse, guardando Roberto.
Sorridemmo tutti.
Qualunque cosa avevo in mente prima dell’incontro con i miei due nuovi amici è stata da loro esaudita in quella camera da letto.
Ma ancora il pomeriggio di sesso non era finito.
Continuai a pompare dentro la figa di Nicoletta con tutta la mia energia, lei si masturbava il clitoride ansimando e dicendo:” Scopami con forza, dammi tutto il tuo cazzo, lo voglio dentro di me. Sto arrivando.”
Dopo non molto la sentì irrigidirsi e, quindi, scaricare in un sussulto di piacere tutto il suo orgasmo, dicendo: “S … si … siiii … godo … non fermarti sto godendo … Mhmmmm.”
Dopo quella violenta scarica di adrenalina, Nicoletta si alzò e fece sdraiare sul letto Roberto, si misi a cavalcioni su di lui.
Poi posizionò il suo cazzo ancora mezzo moscio nella sua figa umida e calda.
Nicoletta sorrise, accarezzandosi le chiappe mentre accolse il suo cazzo dentro di sé cominciando a cavalcare il bastone che pian piano ridiventava duro.
Disse: “Facciamo che il divertimento continui ... ho ancora voglia di cazzi!”
Lui rispose: “Sono di nuovo pronto e caldo, eccomi qui tutto per te cara."
Lei si stava godendo l’enorme cazzo di Roberto incastrato nelle labbra della sua figa.
Io ammiravo lo spettacolo.
Roberto sapeva esattamente cosa volesse Nicoletta e sorridendo disse: “Credo che la mia donna voglia anche il tuo di cazzo e se la conosco bene vuole che la scopi nel culo. Lei ama le doppie!”
Io risposi: “Qualunque cosa desideri la signora, per me, è un ordine. Sono qui pronto per lei.”
Prendendo il gel lubrificante, mi sono preparato per un divertimento ancora più intenso.
Roberto sorrise, accarezzando le tette di Nicoletta mentre lei cavalcava il suo bastone.
“Wow … lasciamo che il divertimento continui ... roba veramente calda, eccomi qui." dissi, accarezzandomi il cazzo mentre guardavo Nicoletta cavalcare Roberto.
La giovane e sexy donna sembrava divertirsi come non mai con quel grosso cazzo incastrato nella sua figa.
Ammiravo il bellissimo sedere di Nicoletta. Sorridendo, mi misi un po’ di gel e poi mi posizionai dietro di lei con le gambe aperte per superare quelle di Roberto.
Voltandosi velocemente, Nicoletta mi rivolse un sorriso intrigante e un cenno di assenso con il capo. Poi si piegò in avanti mostrando il suo didietro completamente aperto e stimolante.
Esiste un invito migliore?
Quindi, allargai le sue chiappe e infilai il mio cazzo duro dentro il suo buco del culo.
Scivolò dentro quasi senza ostacolo, eravamo tutti e due ben lubrificati.
Trovai difficoltà ad affondare i colpi per via del fatto che lei aveva già dentro nella figa l’enorme cazzo di Roberto.
Sentivo perfettamente la sua presenza. Cosa che mi eccitava tantissimo.
Lei con movimenti lenti del bacino ha spinto la verga di Roberto più in profondità nella sua figa.
Gemeva appassionatamente mentre veniva cavalcata dai due cazzi duri.
Nicoletta, donna molto esuberante, è una vera scopatrice selvaggia.
Lei urlava dal piacere mentre noi due muovevamo i nostri cazzi ... e la loro energia ... nei suoi buchi.
Era evidente che stavamo godendo da matti tutti e tre, nella stanza riecheggiavano i nostri gemiti di piacere, soprattutto quelli di Nicoletta che stava godendosi l’intensità del rapporto a tre come non mai.
Raggiunse il climax prima lei. Con un urlo di goduria che rimbombò per tutta la stanza disse: “Si … si … siiiiiii!!! Godo … godo di nuovo … continuate vi prego continuate … mhmmm!!!”
Sentimmo il corpo di Nicoletta cominciare a vibrare e irrigidirsi. La sua figa e il suo culo si contraevano stringendo i nostri cazzi in un caldo e potente abbraccio.
Nel frattempo, io spingevo il mio pene più in profondità nel suo sfintere.
Gemevo appassionatamente mentre cavalcavo il suo culo.
Prima di quel pomeriggio non pensavo di sopportare l'intensità e la durata di un rapporto così entusiasmante.
Eppure, mi stavo rivelando come un esuberante è vero scopatore di culi.
Urlavo di piacere mentre inondavo Nicoletta con il mio sperma.
Mi stavo divertendo come non mai.
Roberto, quasi in contemporanea stava venendo, tirò fuori il suo cazzo dalla figa di Nicoletta e, alzandosi verso di me, mi esplose tutto il suo seme sulla faccia e sul mio petto.
La sua sborra scorreva sul mio corpo e sulla schiena di Nicoletta. Eravamo tutti e due impasticciati dalle nostre secrezioni e da quelle di Roberto.
Pienamente soddisfatti del sesso fatto ci siamo adagiati sul letto.
Percepivo la sensazione di benessere che emanavano i due miei nuovi amici ed ero loro grato profondamente per avermi accolto nella loro relazione e di avermi fatto far parte.
Dopo un pomeriggio pieno di sesso, io mi sono rivestito e dopo averli salutati con un caldo abbraccio sono andato via.
Roberto e Nicoletta mi salutarono chiedendomi: “Carissimo sei d’accordo di rifare nei prossimi giorni un altro pomeriggio insieme”.
Io risposi: “Certamente, sono assolutamente felice di rivedervi, rimarrò in trepida attesa del vostro invito”.
Molte persone perdono i contatti con amici perché questa è la vita. Con Nicoletta e Roberto feci di tutto per assicurarmi che ciò non accadesse e che la nostra amicizia eroticamente interessante potesse durare nel tempo.
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Al2016, 62
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